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Antlers – Spirito insaziabile: la spiegazione del finale del film

 Il film horror Antlers – Spirito insaziabile, diretto da Scott Cooper e interpretato da Keri Russell e Jesse Plemons, è un’opera che esplora una creatura della tradizione indigena e l’oscurità che si nasconde nell’animo umano. Prodotto da Guillermo del Toro, il film segue Julia Meadows, un’insegnante di scuola media dell’Oregon che si preoccupa per il benessere di Lucas, uno dei suoi studenti. Insieme a suo fratello Paul, lo sceriffo locale, Julia cerca di capire cosa sta realmente succedendo a Lucas, cosa è successo a suo padre e a suo fratello e quale creatura soprannaturale sia assetata di sangue e stia seminando il caos.

Si tratta dunque di un film horror sempre più inquietante man mano che si avvicina al finale, con un paio di sottotrame scioccanti e strazianti che cambiano la direzione della conclusione. Il colpo di scena finale e la mitologia preparano inoltre il terreno per un sequel, che però non è mai stato realizzato e probabilmente non è mai realmente stato nei piani. Ad ogni modo, in questo approfondimento, andiamo alla scoperta di ciò che accade nel finale, di ciò che ci rivela e dei significati nascosti, come anche alla scoperta della mitologia a cui si fa riferimento.

La spiegazione del finale di Antlers – Spirito insaziabile

Dopo la spiegazione di Warren Stokes sul wendigo, questa la natura della misteriosa creatura, Julia e Paul si ritrovano alle prese con il mostro che li segue a casa nel tentativo di trovare Lucas. Il ragazzo era convinto che se avesse continuato a nutrire il wendigo, credendo che fosse una nuova versione di suo padre, questo lo avrebbe amato incondizionatamente e lui avrebbe potuto renderlo felice. Lucas ha ancora paura della creatura, ma la sua reazione è frutto di traumi e abusi, poiché il film rivela che Lucas, come Julia e Paul, aveva un padre violento. È un meccanismo di difesa per Lucas e un modo per continuare a ricevere affetto aiutando qualcuno minacciato di pericolo.

Dopo l’aggressione del wendigo a Paul e all’agente Dan, Lucas va dunque nella caverna con la creatura; Julia lo segue, sapendo che deve pugnalare il wendigo e strappargli il cuore per salvare Lucas e il resto della città. Sfortunatamente, Aiden, il fratello minore di Lucas, è una vittima del primo attacco del wendigo. Intuendo che sta per trasformarsi completamente e abbandonare la sua carne umana come suo padre Frank prima di lui, Julia pugnala anche Aiden prima che ciò possa accadere. Con il regno del wendigo apparentemente finito, Julia e Paul, ora ripresisi dall’attacco della creatura, accolgono Lucas, tre orfani che si prendono cura l’uno dell’altro.

Keri Russell in Antlers - Spirito insaziabile
Keri Russell in Antlers – Spirito insaziabile

Perché Julia è tornata in Oregon dopo tanto tempo

Gli abusi subiti da Julia da parte del padre durante la sua infanzia sono mostrati in flashback della sua giovinezza. Tuttavia, Antlers – Spirito insaziabile mantiene le cose vaghe, alludendo alla brutalità e alla devastazione senza mostrare i dettagli raccapriccianti. Il motivo per cui è tornata in Oregon dopo aver vissuto a Los Angeles per così tanto tempo era quello di stare più vicina a suo fratello Paul, che aveva lasciato nel tentativo di allontanarsi dal padre.

Julia avrebbe potuto tornare anni prima, ma non lo ha fatto fino alla morte del padre, probabilmente perché non riusciva ad affrontare il ritorno nella casa della sua infanzia se lui fosse stato ancora vivo. Julia sta elaborando un trauma persistente, ed è facile capire come i maltrattamenti di suo padre la influenzino ancora. Affrontarlo sarebbe stata un’esperienza emotivamente molto difficile, quindi Julia è rimasta lontana fino a quando non è stato sicuro tornare da Paul e ristabilire il loro rapporto.

La spiegazione della mitologia di Antlers – Spirito insaziabile e perché è stato usato il wendigo

Antlers – Spirito insaziabile adatta la mitologia del wendigo, che ha origine dalla tribù algonchina delle Prime Nazioni. La creatura fa parte del folklore dei popoli di lingua algonchina, tramandato di generazione in generazione. Nella mitologia, un wendigo è una creatura soprannaturale che può possedere gli esseri umani e assumerne le sembianze, diventando malvagia e cannibale. Questo cannibalismo la consuma, poiché il wendigo continua a nutrirsi di carne umana senza mai sentirsi sazio. L’uso del wendigo è significativo se si considerano l’ambientazione e i personaggi del film.

Il wendigo è una rappresentazione del consumo eccessivo, motivo per cui compaiono i tratti cannibalistici, con la fame della creatura che non viene mai saziata. L’aspetto del wendigo trasmette uno squilibrio nella natura, l’avidità e la distruzione della terra e dello stato naturale delle cose. In breve, la creatura è divoratrice, un riferimento lampante a come la colonizzazione delle terre indigene abbia consumato e distrutto le tribù delle Prime Nazioni, prendendo senza restituire nulla. Il wendigo ha essenzialmente consumato Frank perché questi ha violato e disturbato le miniere, ignorando i simboli che erano stati posti come avvertimento per chiunque entrasse; inoltre, era anche una persona cattiva.

La creatura soprannaturale è anche rappresentativa dell’oscurità che si nasconde negli esseri umani, che si nutre del loro odio, della loro energia negativa e del disprezzo che hanno gli uni per gli altri e per l’ambiente, tra le altre cose. L’esistenza del wendigo nella tradizione popolare è profondamente legata alle lotte degli indigeni contro la violenza coloniale, l’avidità e la fame che affliggono le loro comunità. Il wendigo è dunque la personificazione di queste cose, con legami con il ripristino di ciò che è stato perso.

Antlers - Spirito insaziabile wendigo
Un disegno del wendigo di Antlers – Spirito insaziabile

Come la leggenda del wendigo viene modificata in Antlers – Spirito insaziabile

Nelle storie indigene sul wendigo, la creatura è umanoide e ha un cuore di ghiaccio. Inoltre, il folklore nativo suggerisce che l’ambiente circostante diventa freddo ogni volta che un wendigo è vicino, il che non è dissimile da uno spirito che entra in una stanza nelle storie di fantasmi. Il freddo è specifico della leggenda della creatura, che è più strettamente associata ai mesi invernali. In Antlers – Spirito insaziabile, il Wendigo appare invece in quello che sembra essere il tardo autunno piuttosto che nel pieno inverno. La creatura nel film si libera della sua pelle umana quando è pronta a prendere il sopravvento, piuttosto che essere un gigante umanoide con la carne strappata e le ossa sporgenti.

Inoltre, nel film il wendigo ha delle vere e proprie corna che gli spuntano dalla testa. Questo tratto estetico non è prevalente nelle storie indigene sul wendigo; le corna, o le cornucopie, come talvolta vengono raffigurate, sono più in linea con la visione hollywoodiana delle creature. Ciò che Antlers – Spirito insaziabile tralascia dal film è anche l’agilità del wendigo, la sua capacità di imitare le voci, che usa per attirare le persone, e l’infiltrarsi non solo nella carne, ma anche nella mente delle persone.

Come il finale a sorpresa di Antlers – Spirito insaziabile prepara il terreno per un sequel

Antlers – Spirito insaziabile termina in modo piuttosto inquietante. Certo, tutti i nodi sembrano essere stati sciolti, con Julia e Paul che prendono Lucas sotto la loro ala protettrice (almeno per un po’), ma non è tutto. Ciò che è inaspettato è vedere Paul iniziare a sanguinare dall’occhio mentre Julia e Lucas si allontanano. C’è un primo piano sulla sostanza nera, simile a terra, che macchia le mani di Paul, e questo preannuncia chiaramente la sua trasformazione in wendigo.

Il colpo di scena di Antlers – Spirito insaziabile sembra dunque preparare il terreno per un sequel in cui Julia dovrà affrontare suo fratello. Sarebbe emotivamente coinvolgente perché lei e Paul hanno vissuto molte cose insieme durante la loro infanzia e sono ancora molto legati. Nel film abbiamo visto Julia uccidere Aiden con rimorso perché sapeva che era troppo tardi per salvarlo. Considerando il suo stretto rapporto con Paul e il fatto che sembrano finalmente essersi riconciliati dopo la morte del padre, un sequel potrebbe creare tensione tra loro, costringendo Julia a combattere per suo fratello o ucciderlo come ha fatto con Frank e Aiden.

Antlers - Spirito Insaziabile film 2021
Keri Russell, Jesse Plemons, e Jeremy T. Thomas in Antlers – Spirito insaziabile. Foto di Florian Hoffmeister

Ciò che alla fine spicca, tuttavia, è che nonostante abbia ucciso il wendigo che infestava la città, esso continua a infettare gli altri, trasmettendo le sue caratteristiche da una persona all’altra mentre divora altra carne, sempre affamato e mai soddisfatto. Resta da vedere se ci sarà davvero un sequel horror di Antlers – Spirito insaziabile (che, come già detto, non sembrerebbe essere stato nei piani del regista), ma il colpo di scena con Paul che è stato infettato lascia sicuramente aperta la porta a ulteriori sviluppi della storia sua e di Julia.

Il vero significato del finale di Antlers – Spirito insaziabile

Sebbene alcuni potrebbero liquidare questo come un film di mostri che non offre molto commento sociale, non è così. Oltre a presentare una creatura spaventosa, il film usa il wendigo per simboleggiare la natura mostruosa di un abusatore e la natura ciclica di tale abuso. Julia, dopotutto, è una persona che ha subito lei stessa abusi e ne riconosce i segni negli altri. Usa la sua esperienza per offrire aiuto. Si dà il caso che il suo aiuto si concretizzi nella lotta contro una creatura mostruosa invece che contro un essere umano. Julia è in grado di porre fine agli abusi, ma distruggendo sia il wendigo che Aiden, che è stato infettato, dimostra di essere in grado di interrompere il ciclo.

Sebbene Paul non sia lui stesso un abusatore, il fatto che sia lui la persona successiva che potrebbe diventare un wendigo nel colpo di scena finale  di Antlers – Spirito insaziabiledimostra quanto sia difficile superare gli effetti del trauma e dell’abuso. Il wendigo è stato a lungo usato come allegoria per coloro che danneggiano la terra, ma qui questa idea è combinata con coloro che danneggiano altre persone. Sia Julia che Paul lottano per superare il proprio trauma, e entrambi si trovano nel mezzo della violenza quando ci provano.

Final Destination 5: la spiegazione del finale del film

Final Destination 5: la spiegazione del finale del film

Final Destination 5 (qui la recensione) rappresenta un punto di svolta importante all’interno della longeva saga horror inaugurata nel 2000. Pur rimanendo fedele alla formula che ha reso iconico il franchise – la fuga impossibile dal destino e le morti spettacolari orchestrate da una forza invisibile e inesorabile – questo quinto capitolo introduce alcune variazioni significative che aggiornano la struttura narrativa e ne ampliano l’universo concettuale. Diretto da Steven Quale e uscito nel 2011, il film si distingue per una regia più raffinata e un uso sapiente del 3D, che intensifica l’impatto visivo delle sequenze più cruente senza cadere nel mero effetto gratuito.

Dal punto di vista della saga, Final Destination 5 ha il compito non solo di rilanciare la serie dopo il deludente quarto capitolo, ma anche di ricollegarsi con maggiore coerenza ai temi e al tono dei primi film, in particolare al capostipite. L’atmosfera torna a essere più cupa e meno giocata sull’eccesso grottesco, e viene reintrodotto un sottotesto più profondo legato al senso di colpa, al sacrificio e alla possibilità (o meno) di ingannare la morte. In questo contesto, il film assume un valore quasi metanarrativo, che si rivelerà pienamente solo nel suo atto conclusivo.

Uno degli aspetti più interessanti di Final Destination 5 è il modo in cui riesce a sorprendere anche i fan di lunga data, offrendo un finale che rilegge retroattivamente tutta la vicenda in modo originale e inatteso. L’evoluzione narrativa si manifesta proprio nel colpo di scena finale, che getta una nuova luce sull’intera esperienza e sul posto che questo film occupa nella cronologia della saga. Nei prossimi paragrafi esploreremo nel dettaglio il significato di questo epilogo, spiegando in che modo riesce a chiudere un cerchio tematico e narrativo inaspettato per il pubblico.

Tony Todd in Final Destination 5
Tony Todd in Final Destination 5. Foto di Doane Gregory – © 201 New Line Productions, Inc.

La trama di Final Destination 5 

Protagonista del film è il giovane Sam Lawton, il quale mentre si trova in viaggio con alcuni colleghi di lavoro per un ritiro aziendale ha una premonizione che annuncia un imminente disastro: il pullman dove si trova insieme ai colleghi sta per attraversare il ponte di North Bay, il quale crollerà facendo morire tutte le persone che vi si trovano sopra. Convinto che si tratti della verità, il ragazzo cerca di avvertire gli altri della sciagura che sta per accadere. Sfortunatamente, il collasso del ponte causa la morte della maggior parte delle persone che vi transitavano. Pochi sono i superstiti, i quali scopriranno ben presto che la morte non può essere ingannata e che non tarderà a reclamare ciò che gli spetta.

La spiegazione del finale del film

Nel finale di Final Destination 5, i protagonisti Sam e Molly sembrano dunque essere tra i pochi sopravvissuti al tragico crollo del ponte, evento che ha dato inizio alla serie di morti guidate dal “disegno” della Morte. Dopo aver creduto di aver ingannato il destino grazie a un sacrificio e a una presunta “sostituzione” della morte, Sam e Molly si imbarcano su un volo diretto a Parigi, convinti di aver chiuso definitivamente i conti con la Morte. Ma qui avviene il colpo di scena decisivo: l’aereo sul quale stanno volando è il volo 180, lo stesso aereo che esplode all’inizio del primo Final Destination del 2000.

La scena si conclude dunque proprio con i due protagonisti che assistono con orrore all’espulsione violenta di Alex Browning, il personaggio originale del primo film, mentre viene trascinato via dagli agenti di sicurezza dopo aver avuto la sua premonizione. Poco dopo, l’aereo esplode in volo, e Sam e Molly – che non hanno in questo caso avuto alcuna premonizione – muoiono nel disastro. Nell’intera timeline della saga, questo quinto capitolo si rivela quindi essere un prequel, posizionato cronologicamente prima del primo film della saga.

Emma Bell, Nicholas D'Agosto, Arlen Escarpeta e Miles Fisher in Final Destination 5
Emma Bell, Nicholas D’Agosto, Arlen Escarpeta e Miles Fisher in Final Destination 5. Foto di Doane Gregory – © 201 New Line Productions, Inc.

Questa rivelazione sorprende completamente lo spettatore e si completa nei minuti finali, quando viene mostrato il funerale di un personaggio secondario, Nathan, che credeva di aver scampato la morte: un frammento del carrello dell’aereo precipita infatti sulla sua testa, chiudendo in modo beffardo e definitivo il cerchio. Egli muore così schiacciato un attimo dopo essersi reso conto che al suo dipendente (a cui egli ha indirettamente provocato la morte, “guadagnando” quindi il suo tempo di vita restante) non rimanevano altro che pochi giorni a causa di un aneurisma già diagnosticatogli.

Questo finale ha una doppia funzione narrativa: da un lato offre una spiegazione coerente della cronologia interna della saga, ricollegando Final Destination 5 direttamente al primo film, e dall’altro sottolinea in modo ancora più esplicito l’ineluttabilità della morte. L’idea che non ci sia via di fuga, nemmeno attraverso i sacrifici o le sostituzioni, rafforza il senso di impotenza che permea tutta la saga. Anche quando i personaggi credono di avere trovato un modo per spezzare il ciclo, la Morte si rivela sempre un passo avanti.

Inoltre, il finale rivisita con efficacia la mitologia della serie, dimostrando che il destino non può essere riscritto e che ogni tentativo umano di eludere la morte è destinato al fallimento. Questo colpo di scena ha avuto un impatto decisivo anche sulla saga nel suo complesso: pur essendo stato seguito da Final Destination: Bloodlines, il finale di questo quinto film chiude simbolicamente un ciclo, riportando la storia alle sue origini. È un atto di chiusura tanto elegante quanto crudele, che rilegge l’intera saga in chiave circolare, lasciando intendere che, nell’universo di Final Destination, ogni inizio è anche una fine.

Michael Madsen: morto a 67 anni l’attore di Le iene e Kill Bill

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Michael Madsen: morto a 67 anni l’attore di Le iene e Kill Bill

Michael Madsen, l’attore noto per i suoi ruoli nei film “Kill Bill” e “Le iene” di Quentin Tarantino, è morto, come confermato da Variety. Aveva 67 anni. Madsen ha avuto un arresto cardiaco ed è stato trovato privo di sensi nella sua casa di Malibu giovedì mattina, secondo quanto riferito dal suo agente.

Negli ultimi due anni Michael Madsen ha realizzato lavori incredibili con il cinema indipendente, tra cui i film di prossima uscita Resurrection Road, Concessions e Cookbook for Southern Housewives, ed era davvero entusiasta di questo nuovo capitolo della sua vita. Michael stava anche preparando l’uscita di un nuovo libro intitolato Tears For My Father: Outlaw Thoughts and Poems, attualmente in fase di editing”, hanno dichiarato in un comunicato congiunto i manager di Madsen, Susan Ferris e Ron Smith, e la pubblicista Liz Rodriguez. “Michael Madsen era uno degli attori più iconici di Hollywood, che mancherà a molti”.

La scomparsa di Michael Madsen segna la fine di una carriera intensa e profondamente iconica, capace di attraversare con forza il cinema americano indipendente e mainstream per oltre quattro decenni. Con il suo sguardo penetrante, la voce roca e l’aria da duro malinconico, Madsen ha incarnato una tipologia di antieroe che è diventata riconoscibile quanto amata dal pubblico.

A consacrarlo nell’immaginario collettivo, come anticipato, è stato senza dubbio il ruolo di Mr. Blonde (Vic Vega) in Le iene di Tarantino: una performance cruda, brutale e carismatica, culminata in una delle scene più disturbanti e celebri del cinema degli anni ’90. Da quel momento, Madsen è diventato uno dei volti di riferimento del cinema tarantiniano, apparendo anche in Kill Bill: Volume 1 e Volume 2 (nel ruolo di Budd, fratello di Bill) e in The Hateful Eight, dimostrando ogni volta una capacità di fondere cinismo e vulnerabilità che lo ha reso unico.

Nel corso della sua carriera, Madsen ha alternato ruoli da protagonista e da comprimario in decine di produzioni, spaziando dal noir all’action, fino al western moderno. Tra i suoi titoli più significativi si ricordano Donnie Brasco (1997), dove recitava al fianco di Johnny Depp e Al Pacino, e Sin City (2005), oltre a una lunga serie di film indipendenti e serie televisive, che ne hanno consolidato lo status di attore cult.

Disney Italia presenta tutti i prossimi film in arrivo al cinema!

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In occasione della XIV edizione di Ciné – Giornate di Cinema a Riccione, Disney Italia ha presentato le novità in arrivo nelle sale cinematografiche italiane nei prossimi mesi.

Daniel Frigo, Amministratore Delegato The Walt Disney Company Italia, ha aperto la convention commentando i grandi successi cinematografici di The Walt Disney Company, che dal 1° giugno 2024 al 30 giugno 2025 ha generato €160M di incassi al botteghino italiano: “Il cinema rappresenta la locomotiva della company e il successo di Lilo & Stitch è un esempio anche del grande lavoro che facciamo con tutti i nostri partner”.

Daniel Frigo ha poi proseguito il suo discorso presentando al pubblico diverse immagini con gli highlights relativi alla campagna locale di Lilo & Stitch: l’anteprima italiana tenutasi a Milano; l’attività in supporto a MediCinema dove 626 peluche Disney’s Stitch Live Action by Simba Toys, ispirati al nuovo film Disney live action e numerati da 1 a 626 in onore dell’amatissimo Esperimento 626, hanno invaso la Terrazza del Pincio a Roma; il divertente video realizzato grazie a una collaborazione tra Disney Italia, il Ministero della Cultura e la Galleria dell’Accademia di Firenze.

La convention è continuata elencando i migliori incassi Italiani dall’ultima edizione dello scorso anno di Riccione a oggi: The Walt Disney Company Italia è protagonista con quattro titoli tra cui Mufasa: Il Re Leone con €22,2M, Lilo & Stitch e Oceania 2 e con oltre €21M e Deadpool & Wolverine con €18M.

A seguire sono stati presentati i titoli distribuiti da The Walt Disney Company in arrivo nei prossimi mesi nelle sale cinematografiche italiane.

I Fantastici 4: Gli Inizi – 23 LUGLIO 2025

I Fantastici 4: Gli Inizi

Il film Marvel Studios I Fantastici 4: Gli Inizi, che arriverà nelle sale italiane il 23 luglio, introduce la Prima Famiglia Marvel composta da Reed Richards/Mister Fantastic (Pedro Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon Moss-Bachrach) alle prese con la sfida più difficile mai affrontata. Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la forza del loro legame familiare, i protagonisti devono difendere la Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus (Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver Surfer (Julia Garner). E se il piano di Galactus di divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una questione molto personale. l film è interpretato anche da Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne e Sarah Niles. I Fantastici 4: Gli Inizi è diretto da Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Grant Curtis e Tim Lewis sono gli executive producer.

QUEL PAZZO VENERDÌ, SEMPRE PIÙ PAZZO – 6 AGOSTO 2025

Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo

Nel film, Curtis e Lohan tornano nel ruolo di Tess e Anna Coleman. La storia riprende anni dopo che Tess (Curtis) e Anna (Lohan) hanno attraversato una crisi di identità. Anna ha ora una figlia e una futura figliastra. Mentre affrontano la moltitudine di sfide che si presentano quando due famiglie si uniscono, Tess e Anna scoprono che la fortuna potrebbe davvero colpire due volte. Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo, che arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 6 agosto, è diretto da Nisha Ganatra e basato sul libro “A ciascuno il suo corpo” di Mary Rodgers. Il film, interpretato anche da Julia Butters, Sophia Hammons, Manny Jacinto, Maitreyi Ramakrishnan, Rosalind Chao, Chad Michael Murray, Vanessa Bayer e Mark Harmon, è prodotto da Kristin Burr, p.g.a., Andrew Gunn, p.g.a., e Jamie Lee Curtis. Nathan Kelly, Ann Marie Sanderlin e Lindsay Lohan sono i produttori esecutivi.

I Roses – 27 AGOSTO 2025

I ROSES - 27 AGOSTO 2025

La vita sembra facile per la coppia perfetta Ivy (Olivia Colman) e Theo (Benedict Cumberbatch): carriere di successo, un matrimonio ricco d’amore, figli fantastici. Ma sotto la facciata della loro presunta vita ideale, si sta per scatenare una tempesta: mentre la carriera di Theo precipita e le ambizioni di Ivy decollano, si accende una polveriera di feroce competizione e risentimento nascosto. I Roses è una rivisitazione del classico film del 1989 La guerra dei Roses, tratto dal romanzo di Warren Adler e arriverà nelle sale italiane il 27 agosto. Searchlight Pictures presenta I Roses, diretto da Jay Roach (Bombshell – La voce dello scandalo, Austin Powers). Il film è interpretato dal premio Oscar Colman (Cattiverie a domicilio, La Favorita) e dal candidato all’Oscar Cumberbatch (Doctor Strange, Il potere del cane). Fanno inoltre parte del cast Andy Samberg (Palm Springs – Vivi come se non ci fosse un domani, Vite da popstar), il   premio Oscar Allison Janney (Tonya), Belinda Bromilow (The Great), Sunita Mani (GLOW), NcutiGatwa (Barbie, Doctor Who), Jamie Demetriou (Fleabag), Zoë Chao (Nightbitch) e Kate McKinnon (Barbie, Ghostbusters).  La sceneggiatura è scritta dal candidato all’Oscar® Tony McNamara (Povere Creature!, La Favorita).

DISNEY JUNIOR CINEMA CLUB – 13 E 14 SETTEMBRE 2025

Perfetta per i più piccoli, questa avventura cinematografica porta sul grande schermo gli amati personaggi di Disney Junior come Topolino, Ariel, Superkitties e Bluey per un’esperienza coinvolgente e indimenticabile che arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 13 e 14 settembre. Topolino, il padrone di casa preferito da tutti, guiderà gli spettatori attraverso l’esperienza, incoraggiando i bambini a partecipare cantando, ballando, battendo le mani, rendendo questa uscita al cinema un’opportunità per i più piccoli di immergersi completamente nella magia Disney insieme ai loro personaggi preferiti. I bambini potranno godersi gli episodi degli show più amati, tra cui Io e Topolino, Disney Jr. Ariel, Spidey e I Suoi Fantastici Amici, Bluey e Gioca con Winnie the Pooh. È il modo perfetto per i giovani spettatori di vedere i loro eroi sul grande schermo. Tra un episodio e l’altro ci sono quiz, indovinelli e canzoni. Un’esperienza pensata per far ridere, ballare e divertire i bambini!

TOY STORY – IL MONDO DEI GIOCATTOLI – 20-25 SETTEMBRE 2025


Toy Story – Il mondo dei Giocattoli, il primo film di uno dei franchise più amati di sempre, tornerà nei cinema italiani dal 20 al 25 settembre per celebrare il 30° anniversario dalla sua uscita nel 1995. Ambientato in un mondo in cui i giocattoli hanno una vita propria, Toy Story – Il mondo dei Giocattoli parla di due giocattoli rivali: Woody, un cowboy parlante, e Buzz Lightyear, un eroico soldatino spaziale. I due mettono da parte le loro differenze quando vengono separati dal loro proprietario, Andy, e si ritrovano coinvolti in una missione piena di avventure dove l’unico modo che hanno per sopravvivere è allearsi assieme.

AVATAR: LA VIA DELL’ACQUA – 2 OTTOBRE 2025

Avatar: la via dell’acqua

Con Avatar: La Via dell’Acqua, che tornerà nelle sale italiane dal 2 ottobre per una settimana, l’esperienza cinematografica raggiunge nuove vette: James Cameron trasporta il pubblico nel magnifico mondo di Pandora in un’avventura spettacolare e ricca di azione. Ambientato più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar: La Via dell’Acqua inizia a raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che combattono per rimanere in vita e delle tragedie che affrontano. Diretto da James Cameron e prodotto da Cameron e Jon Landau, la produzione Lightstorm Entertainment è interpretata da Sam Worthington, Zoe Saldaña, Sigourney Weaver, Stephen Lang e Kate Winslet. La sceneggiatura è scritta da James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver, e il soggetto è di James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver & Josh Friedman & Shane Salerno. David Valdes e Richard Baneham sono i produttori esecutivi.

TRON: ARES – 9 OTTOBRE 2025

Tron: Ares segue un programma altamente sofisticato, Ares, che viene inviato dal mondo digitale a quello reale per una pericolosa missione, segnando il primo incontro dell’umanità con esseri dotati di intelligenza artificiale. Il film è diretto da Joachim Rønning (Pirati dei Caraibi – La Vendetta di Salazar, Maleficent 2 – Signora del Male) e interpretato da Jared Leto, Greta Lee, Evan Peters, Hasan Minhaj, Jodie Turner-Smith, Arturo Castro, Cameron Monaghan, con Gillian Anderson e Jeff Bridges. Sean Bailey, Jeffrey Silver, Justin Springer, Jared Leto, Emma Ludbrook e Steven Lisberger sono i produttori, mentre Russell Allen è il produttore esecutivo. Tron: Ares arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 9 ottobre.

SPRINGSTEEN: LIBERAMI DAL NULLA – 23 OTTOBRE 2025

Il film 20th Century Studios, Springsteen: Liberami dal Nulla, in arrivo nelle sale italiane il 23 ottobre, segue la realizzazione dell’album “Nebraska” di Bruce Springsteen del 1982, anno in cui era un giovane musicista sul punto di diventare una superstar mondiale, alle prese con il difficile equilibrio tra la pressione del successo e i fantasmi del suo passato. Inciso con un registratore a quattro piste nella sua camera da letto in New Jersey, l’album segnò un momento di svolta nella sua vita ed è considerato una delle sue opere più durature: un album acustico puro e tormentato, popolato da anime perse in cerca di una ragione per credere. Con Jeremy Allen White nel ruolo di “The Boss”, il film è scritto per il grande schermo e diretto da Scott Cooper, ed è basato sul libro di Warren Zanes intitolato “Liberami dal nulla. Bruce Springsteen e Nebraska”.

Springsteen: Liberami dal Nulla vede anche Jeremy Strong nel ruolo di Jon Landau, storico manager e confidente di Springsteen; Paul Walter Hauser nei panni del tecnico di chitarre Mike Batlan; Stephen Graham in quelli di Doug, padre di Springsteen; Odessa Young nel ruolo di Faye, il suo interesse amoroso; Gaby Hoffman in quello di Adele, madre di Springsteen; Marc Maron nelle vesti di Chuck Plotkin e David Krumholtz in quelle di Al Teller, Columbia executive. Il film arriverà nelle sale italiane il 23 ottobre 2025 ed è prodotto da Scott Cooper, Ellen Goldsmith-Vein, Eric Robinson e Scott Stuber. Tracey Landon, Jon Vein e Warren Zanes sono i produttori esecutivi.

PREDATOR: BADLANDS – 6 NOVEMBRE 2025

Predator: Badlands

Predator: Badlands, interpretato da Elle Fanning e Dimitrius Schuster-Koloamatangi, è ambientato nel futuro su un pianeta remoto, dove un giovane Predator (Schuster-Koloamatangi), emarginato dal suo clan, trova un improbabile alleato in Thia (Fanning) e intraprende un viaggio insidioso alla ricerca del suo avversario finale. Il film è diretto da Dan Trachtenberg e prodotto da John Davis, Dan Trachtenberg, Marc Toberoff, Ben Rosenblatt e Brent O’Connor e arriverà nelle sale italiane il 6 novembre.

ZOOTROPOLIS 2 – 26 NOVEMBRE 2025

Zootropolis 2

Nel film, che arriverà nelle sale italiane il 26 novembre, Judy e Nick si trovano sulle tracce di un grande mistero quando Gary De’Snake arriva a Zootropolis e mette sottosopra la città. Per risolvere il caso, i due, sotto copertura, sono costretti ad avventurarsi in nuove e inaspettate aree di Zootropolis, dove la loro continua collaborazione viene messa alla prova come mai prima d’ora. Secondo il Chief Creative Officer Disney Animation e regista Jared Bush, che ha anche scritto la sceneggiatura, un mondo più grande è in serbo per i fan. “Siamo entusiasti di dare il bentornato a tutti nella stravagante ed entusiasmante città di Zootropolis e di portare il pubblico in un viaggio esilarante e selvaggio in zone che non abbiamo mai avuto l’occasione di visitare prima”, ha dichiarato Bush. “Che si tratti delle paludi dei mammiferi semi-acquatici, delle vaste dune del deserto o di misteri ancora più grandi, i nostri eroi, Judy e Nick, incontreranno tanti nuovi amici e avranno l’occasione di scoprire ancora di più sul loro mondo, su loro stessi e sul nuovo serpente arrivato in città”. Aggiunge il regista Byron Howard:

Il trailer include la canzone originale ‘ZUTU’ del miglior gruppo techno di lemming di Zootropolis, i LEMEEENS. Freschi di tournée con la superstar Gazelle come suo opening act, i membri Hans-Peter, Gūnther, Spielt e il loro DJ, Spaß, hanno creato la canzone per celebrare l’occasione e dare il bentornato al mondo nella Città di Zootropolis!”. Dal team vincitore del premio Oscar composto da Jared Bush e Byron Howard (registi) e Yvett Merino (produttore), Zootropolis 2 include tra le voci della versione originale del film: Ginnifer Goodwin (Judie Hoops), Jason Bateman (Nick Wilde), Ke Huy Quan (Gary De’Snake), Fortune Feimster, Quinta Brunson e Shakira, che torna nel ruolo di Gazelle.

AVATAR: FUOCO E CENERE – 17 DICEMBRE 2025

Avatar: Fuoco e cenere

Avatar: Fuoco e Cenere riporta il pubblico a Pandora in una nuova e coinvolgente avventura con il marine diventato leader Na’vi Jake Sully (Sam Worthington), la guerriera Na’vi Neytiri (Zoe Saldaña) e la famiglia Sully. Il film è interpretato anche da Sigourney Weaver, Stephen Lang, Kate Winslet, Cliff Curtis, Oona Chaplin, Jack Champion, Britain Dalton, Trinity Bliss e Bailey Bass. Avatar: Fuoco e Cenere arriverà nelle sale italiane il 17 dicembre.

La convention si è conclusa con alcune anticipazioni relative ai titoli in arrivo nel 2026: il nuovo film di Sam Raimi Send Help, il nuovo film Disney Pixar HoppersIl Diavolo Veste Prada 2, l’attesissima uscita cinematografica Lucasfilm The Mandalorian and GroguToy Story 5, Oceania (Live action), Avengers: Doomsday e Ice Age 6.

Hunter’s Prayer – In fuga: la spiegazione del finale del film

Hunter’s Prayer – In fuga: la spiegazione del finale del film

Hunter’s Prayer – In fuga è un action-thriller del 2017 diretto da Jonathan Mostow, che si colloca nel filone dei film ad alta tensione incentrati su inseguimenti, sicari e redenzione. La storia ruota attorno a un assassino professionista incaricato di eliminare una giovane ragazza, che invece sceglie di proteggerla, innescando così una fuga disperata tra Europa e Stati Uniti. Il film unisce elementi classici del genere – adrenalina, azione e moralità ambigua – con una componente emotiva più intima e riflessiva, legata alla costruzione del rapporto tra due solitudini. L’ambientazione europea e il ritmo incalzante offrono uno sfondo efficace per una narrazione tesa e cupa.

Protagonista del film è Sam Worthington, che qui interpreta Stephen Lucas, un sicario tormentato e dipendente da droghe, il cui passato oscuro riaffiora progressivamente man mano che si avvicina alla giovane Ella (Odeya Rush), la sua presunta vittima. Dopo aver raggiunto la fama grazie al successo planetario di Avatar (2009), Worthington ha alternato ruoli da blockbuster come Scontro tra titani a interpretazioni più cupe e interiorizzate, come in The Shack. In Hunter’s Prayer – In fuga, si cimenta con un personaggio laconico, segnato da un trauma latente e da una moralità fragile, trovando uno spazio che gli consente di coniugare fisicità e introspezione.

Tematicamente, il film affronta temi come il riscatto, la colpa, la vendetta e la possibilità di redenzione anche per chi ha vissuto dalla parte sbagliata della legge. Nel corso della storia, Lucas è costretto a fare i conti con il proprio passato e a compiere una scelta definitiva tra obbedienza cieca e consapevolezza morale. Nei prossimi paragrafi analizzeremo più nel dettaglio la trama e il finale del film, spiegando come questo epilogo si ricolleghi ai temi centrali della pellicola e rappresenti, per il protagonista, un punto di svolta esistenziale definitivo.

Odeya Rush in Hunter's Prayer - In fuga
Odeya Rush in Hunter’s Prayer – In fuga

La trama di Hunter’s Prayer

Il film si apre in Svizzera, dove la giovane Ella Hatto si sta recando nella sua scuola per quello che sembra essere un giorno come un altro. Ciò che non sa, però, è che a tenerla d’occhio vi è Lucas, un infallibile sicario. Questi è stato ingaggiato dal multimilionario corrotto Richard Addison, il quale allo stesso tempo ha già inviato altri killer per uccidere i genitori della ragazzina, colpevoli di aver parlato con l’FBI circa i suoi traffici illegali. Al momento di dover eliminare la giovane Ella, però, Lucas si trova di fronte per la prima volta nella sua vita da assassino ad un forte senso di compassione. Per questo non riesce a portare a termine il proprio lavoro, decidendo invece di aiutare la ragazza a scappare.

Con lei è costretto a scappare però anche lui, ora ricercato da Addison, il quale lo vuole morto. Nella loro fuga attraverso l’Europa i due dovranno imparare a fidarsi l’uno dell’altro e difendersi a vicenda. Se non sarà lui ad uccidere Ella, infatti, qualcun altro verrà inviato a portare a termine la missione. Scappare non potrà dunque essere una soluzione permanente, e i due dovranno iniziare a studiare una strategia per arrivare dallo stesso Addison e fermare tutto quanto. Lo svantaggio numerico è però notevole, e per loro farsi strada verso il criminale sarà più complicato del previsto. Solo la fiducia e la loro umanità potranno essere decisive per le loro sorti.

La spiegazione del finale

Nel terzo atto di Hunter’s Prayer – In fuga, la tensione culmina in uno scontro diretto tra Lucas e l’organizzazione criminale che ha ordinato l’uccisione di Ella, la giovane erede di una fortuna economica che fa gola al potente imprenditore Richard Addison. Dopo un lungo inseguimento attraverso l’Europa, Lucas riesce a infiltrarsi nella villa dell’uomo per salvare Ella, catturata e tenuta in ostaggio. La sequenza finale si svolge così in un’atmosfera tesa e cupa: Lucas affronta i suoi ex colleghi sicari e, gravemente ferito, elimina i nemici uno dopo l’altro, dimostrando abilità e determinazione.

Hunter's Prayer - In fuga cast
Sam Worthington e Odeya Rush in Hunter’s Prayer – In fuga

Nella sparatoria finale, Lucas uccide Banks e Addison spara a Metzger, entrambi uomini di Addison. Quando quest’ultimo sta invece per avere la meglio su Lucas e sparargli, viene infine ucciso da Ella, ponendo fine alla minaccia. Nelle scene conclusive, la ragazza riceve una telefonata da Lucas, al quale racconta che ora vive con sua zia e i suoi cugini e che tutto sembra procedere per il meglio. Dopo che i due si sono salutati, forse per sempre, vediamo Lucas visitare una casa, dove sua moglie e sua figlia lo aspettano per dargli il benvenuto.

Il film si chiude così con un momento di apparente calma. Ella, finalmente libera, riesce a riappropriarsi della propria identità e della sua eredità, mentre Lucas può finalmente godersi del meritato riposo tornando dalla propria famiglia, con la consapevolezza di aver compiuto un’azione giusta, anche a rischio della propria distruzione, e di essersi così facendo allontanato da quel mondo di violenza. Dal punto di vista simbolico, il finale di Hunter’s Prayer – In fuga rappresenta la piena trasformazione di Lucas: da sicario solitario a figura quasi paterna, spinto non da un compenso ma da un senso etico improvvisamente riemerso.

L’atto di salvare Ella diventa per lui un’occasione di redenzione, un modo per compensare anni di violenza e indifferenza. La sua scelta di non abbandonarla, nonostante i rischi, rivela un’umanità rimasta sepolta e dimenticata, che solo il legame con Ella riesce a far emergere. È grazie a questa sua azione che egli sembra infine guadagnarsi il diritto di poter tornare a casa dai propri cari, sapendo di essere libero dalle catene che lo tenevano lontano da ciò che realmente conta.

Lucky Red presenta il listino alle Giornate di Cinema a Riccione

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Lucky Red presenta il listino alle Giornate di Cinema a Riccione

In occasione della 14edizione di Ciné – Giornate di Cinema a Riccione, Lucky Red ha presentato tutti i titoli del listino della prossima stagione cinematografica. Ecco l’elenco di seguito:

LUCKY RED – Listino Riccione 2025 

  • PRESENCE (24 luglio) – Un film di Steven Soderbergh Con Lucy Liu, Julia Fox, Chris Sullivan;
  • ENZO (28 agosto) – Un film di Laurent Cantet, diretto da Robin Campillo Con Pierfrancesco Favino, Eloy Pohu, Maksym Slivinskyi, Elodie Bouchez;
  • VELLUTO BLU 4K (15-17 settembre) (nell’ambito della rassegna THE BIG DREAMER – IL CINEMA DI DAVID LYNCH) – Un film di David Lynch Con Kyle MacLachlan, Isabella Rossellini, Dennis Hopper, Laura Dern;
  • LE CITTÀ DI PIANURA (settembre) – Un film di Francesco Sossai Con Filippo Scotti, Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla, Roberto Citran, Andrea Pennacchi
  • UN ANNO DI SCUOLA Un film di Laura Samani Con Stella Wendick, Giacomo Covi, Pietro Giustolisi e Samuel Volturno;
  • UN FILM FATTO PER BENE – Un film di Franco Maresco;
  • DRACULA (30 ottobre) – Un film di Luc Besson Con Caleb Landry Jones, Christoph Waltz, Zoë Bleu, Matilda De Angelis; 
  • UN SEMPLICE INCIDENTE Un film di Jafar Panahi Con Vahid Mobasseri, Maryam Afshar, Ebrahim Azizi, Hadis Pakbaten, Majid Panahi, Mohamad Ali Elyasmehr, Georges Hashemzadeh;
  • DUE PROCURATORI – Un Film di Sergei Loznitsa Con Aleksandr Kuznetsov, Alexander Filippenko, Anatoli Beliy;
  • LA TORTA DEL PRESIDENTE – Un film di Hasan Hadi Con Banin Ahmad Nayef, Sajad Mohamad Qasem, Waheed Thabet Khreibat;
  • FATHER, MOTHER, SISTER, BROTHER Un film di Jim Jarmusch Con Cate Blanchett, Vicky Krieps, Adam Driver, Tom Waits, Mayim Bialik, Charlotte Rampling;
  • NO OTHER CHOICE – Un film di Park Chan-wook Con Lee Byung-hun, Son Ye-jin, Park Hee-soon;
  • SENTIMENTAL VALUE (distribuito con Teodora Film) – Un film di Joachim Trier Con Renate REINSVE, Elle Fanning, Stellan Skarsgård, Inga Ibsdotter Lilleaas;
  • NOUVELLE VAGUE – (con Bim distribuzione) Un film di Richard Linklater Con Zoey Deutch, Alix Bénézech, Paolo Luka Noé, Nicolas Dozol, Guillaume Marbeck;
  • LA PICCOLA AMELIE Un film di Mailys Vallade, Liane-Cho Han;
  • CROSSING ISTANBUL – Un film di Levan Akin Con Mzia Arabuli, Lucas Kankava, Deniz Dumanli;
  • SORDA – Un film di Eva Libertad Con Miriam Garlo, Álvaro Cervantes, Elena Irureta, Joaquín Notario;
  • KOLN 75 – Un film di Ido Fluk Con Mala Emde, John Magaro, Alexander Scheer, Michael Chernus;
  • GREENLAND 2 – Un film Ric Roman Waugh Con Gerard Butler, Morena Baccarin.

Jurassic World 5: cosa sappiamo del futuro dopo la fine di La Rinascita

Attenzione: spoiler importanti su Jurassic World – La Rinascita (qui la nostra recensione)

L’ultimo capitolo della longeva saga di fantascienza d’azione di Hollywood, Jurassic World – La Rinascita, lascia qualche spiraglio per un potenziale sequel, ma ci sono ancora grandi punti interrogativi su come questo potrebbe svilupparsi. Quarto film di Jurassic World e settimo film di Jurassic Park, Jurassic World – La Rinascita funge da soft reboot per il franchise.

Scarlett Johansson, Jonathan Bailey e Mahershala Ali interpretano tre membri di una spedizione diretta in uno degli ultimi ambienti rimasti sulla Terra in cui i dinosauri possono prosperare. Il loro compito è recuperare campioni di DNA dai tre dinosauri più grandi rimasti sull’isola e, come prevedibile, le cose vanno male.

Il finale di Jurassic World – La Rinascita ha il potenziale di cambiare il franchise, poiché il DNA che i protagonisti raccolgono e riescono a portare via dall’isola potrebbe salvare la vita di milioni di persone in tutto il mondo. Inoltre, apre la possibilità ad altri interessati di mettere le mani sul DNA di dinosauro per scopi tutt’altro che lusinghieri.

Ma la discussione sull’eventualità di un sequel per La Rinascita è appena iniziata. Con recensioni di tutto rispetto (almeno per il franchise di Jurassic Park) e un buon ritorno al botteghino previsto, il terreno è pronto per il proseguimento del franchise, che dura da 32 anni, ma non ci sono certamente garanzie. Come potrebbe essere un potenziale sequel è tutta un’altra questione.

Jurassic World 5 non è confermato

Un sequel dipende da alcuni fattori chiave

Scarlett Johansson è Zora Bennett, Mahershala Ali è Duncan Kincaid e Jonathan Bailey è il Dr. Henry Loomis in JURASSIC WORLD – LA RINASCITA, diretto da Gareth Edwards.
© Universal Studios. All Rights Reserved.

Al momento dell’uscita di Jurassic World – La Rinascita, non c’è stata alcuna conferma che un sequel abbia ricevuto il via libera. Recenti dichiarazioni del regista Gareth Edwards indicano che non ha intenzione di tornare al franchise per un sequel, sebbene sia ancora del tutto possibile che un nuovo capitolo venga realizzato senza il suo coinvolgimento.

Il principale fattore determinante sarà, come sempre, il ritorno al botteghino del primo film. Si prevede che Jurassic World – La Rinascita incasserà oltre 260 milioni di dollari in tutto il mondo entro la fine del weekend di apertura di cinque giorni, che includerà il 4 luglio negli Stati Uniti.

Con un budget di 180-220 milioni di dollari, ci sono buone probabilità che il film sia redditizio anche se non raggiungerà i massimi al botteghino da miliardi di dollari della trilogia originale di Jurassic World. Secondo Deadline, Jurassic World – La Rinascita avrà un ottimo ritorno all’estero di almeno 130 milioni di dollari, il che dovrebbe portarlo almeno a 2,5 volte la cifra necessaria per ottenere un profitto legittimo in breve tempo.

Se la voglia di altri film di Jurassic World è ancora forte, sembra scontato che la Universal continuerà con il franchise. Anche se il prossimo film non sarà un sequel diretto di La Rinascita con Gareth Edwards fuori dai giochi, un altro film indipendente basato su questo progetto potrebbe rivelarsi altrettanto redditizio.

Cast di Jurassic World 5 – Chi potrebbe tornare?

Alcuni dei sopravvissuti di Rebirth non hanno senso per un ritorno

Xavier Dobbs (David Iacono), Reuben Delgado (Manuel Garcia-Rulfo), Zora Bennett (Scarlett Johansson), Duncan Kincaid (Mahershala Ali) e Dr. Henry Loomis (Jonathan Bailey) in JURASSIC WORLD – LA RINASCITA, diretto da Gareth Edwards.
© Universal Studios. All Rights Reserved.

Nonostante la litania di dinosauri mutanti ultra-pericolosi che i personaggi umani di Jurassic World – La Rinascita hanno affrontato, il numero di cadaveri per questo film d’avventura fantascientifico è stato relativamente basso. Zora Bennett, il Dr. Henry Loomis e Duncan Kincaid sono tutti sopravvissuti agli eventi accaduti sull’Isola di Saint-Hubert e potrebbero teoricamente tornare mentre Loomis cerca di condividere il DNA salvavita con il mondo.

La famiglia Delgado di Manuel Garcia-Rulfo è finita sull’isola per caso e, sebbene tutti e tre i Delgado e lo specialista della comicità Xavier Dobbs (David Iacono) siano sopravvissuti, sembra improbabile che tornino in un sequel. Semplicemente non c’è alcuna ragione narrativa per cui debbano continuare nel franchise dopo aver trascorso l’intero film a cercare di sfuggire ai dinosauri.

La storia di Jurassic World – Cosa prepara La Rinascita

Tutto si riduce a ciò che accade con il DNA raccolto

Mahershala Ali è Duncan Kincaid in JURASSIC WORLD – LA RINASCITA, diretto da Gareth Edwards.
© Universal Studios. All Rights Reserved.

L’unico filo conduttore importante che porta a un sequel riguarda il DNA con cui Bennett, Loomis e Kincaid sono riusciti a fuggire dall’isola. Mentre Martin Krebs (Rupert Friend) voleva usarlo per creare un farmaco salvavita per le malattie cardiache che la sua azienda farmaceutica potesse controllare, i sopravvissuti intendono condividere il DNA con il mondo e salvare vite senza accumulare profitti astronomici.

L’isola piena di dinosauri mutanti/gargantueschi è ancora perfettamente intatta, dato che l’unica morte importante tra i dinosauri è stata quella di un Mutadon ucciso a colpi d’arma da fuoco. Ci sono molte ragioni contorte che i nuovi personaggi potrebbero trovare per tornare sull’isola, rendendo perfettamente possibile un sequel di Jurassic World – La Rinascita in stile Il Mondo Perduto: Jurassic Park.

The End: spiegazione del finale. Qual è la sorte dei protagonisti?

The End di Joshua Oppenheimer ruota attorno a uno scenario apocalittico in cui una famiglia benestante vive in un bunker sotterraneo da due decenni, dopo l’apparente fine del mondo.

Il film (qui la nostra recensione di The End) di Oppenheimer sfrutta l’assenza di un mondo esterno per evidenziare alcuni aspetti della vita interiore di questa famiglia. Invece di chiamare i personaggi per nome, lo scrittore si riferisce a loro in base al ruolo che svolgono nel contesto del loro ambiente isolato. Quindi, in questa storia, sono solo amiche, dottori, madri o ragazze, a seconda di ciò che rappresentano nel loro mondo isolato.

La trama di The End (2024)

The End segue una famiglia benestante che vive in una lussuosa casa sotterranea dopo che la Terra sembra essere stata distrutta. È diretto da Joshua Oppenheimer da una sceneggiatura scritta in collaborazione con lo sceneggiatore danese Rasmus Heisterberg. Oppenheimer è noto per i suoi documentari acclamati dalla critica, come The Act of Killing e The Look of Silence.

Qual è la storia di Tilda Swinton dietro The End?

The End ruota attorno a una famiglia benestante vent’anni dopo che la Terra intorno a loro è stata distrutta a causa delle loro azioni. Vivono in una miniera di sale trasformata in un lussuoso bunker sotterraneo. La famiglia è composta da una madre (Tilda Swinton), un padre (Michael Shannon) e un figlio (George MacKay). Vivono con un amico (Bronagh Gallagher), il loro medico (Lennie James) e il loro maggiordomo (Tim McInnerny). A differenza di altri, il figlio non ha mai visto il mondo esterno. Ha imparato tutto sul passato dai suoi genitori e dai libri che gli vengono offerti da leggere.

Il padre fornisce un’immagine unilaterale delle sue passate attività e del loro impatto sul mondo esterno. Né la madre né gli altri si oppongono al punto di vista del padre. Tutti instillano nel figlio la paura del mondo esterno e si aspettano che consideri gli altri solo come minacce. Per lo stesso motivo, spesso tengono elaborate sessioni di addestramento per insegnargli come proteggere la famiglia. Grazie a questo indottrinamento, il figlio ha un’innocenza quasi infantile, che traspare abbastanza spesso dal suo comportamento. Gli viene chiesto di scrivere un libro sulle passate imprese del padre, di lavorare a dipinti e di costruire città in miniatura, che non contaminerebbero l’autopercezione della famiglia. Tutto cambia quando una sconosciuta arriva improvvisamente nella miniera.

In che modo la sconosciuta influisce sulle dinamiche familiari?

La famiglia continua a vivere la sua routine quotidiana, ignara della carneficina esterna, finché uno sconosciuto non arriva nella loro miniera. Questa sconosciuta è una giovane donna (Moses Ingram), che sopravvive alla stagione degli incendi (un fenomeno in questo mondo apocalittico), ma la sua famiglia no. Nonostante tutto quello che ha passato, la Madre non vuole che rimanga con loro. Vuole mantenere la promessa di non permettere a nessuno di entrare. Così, la famiglia cerca di sbarazzarsi della Ragazza con ogni mezzo possibile. La legano e decidono di buttarla fuori. Ciononostante, lei lotta per la vita e sfugge al loro attacco.

La famiglia finalmente accetta la presenza della ragazza in famiglia e la ospita in un ripostiglio. La invitano anche a cena con loro. La famiglia racconta il glorioso passato della Madre come ballerina, che un tempo si esibiva al Bolshoi. La Madre si isola, pensando ai tempi in cui viveva l’arte in modo più viscerale. Ora, le rimangono solo le briciole del suo passato, e cerca di alimentare la sua creatività insegnando a suo figlio a dipingere.

A poco a poco, le cose iniziano a cambiare, mentre la Ragazza fa sì che il Figlio guardi il mondo in modo diverso da come gli è stato insegnato. Impara a conoscere le crudeltà che molte persone hanno dovuto affrontare e sviluppa un senso di umanità. Nel complesso, la Ragazza fa sì che il Figlio veda un modo diverso di vivere la vita. Questo non promette bene alla Madre, che è stata abituata alla struttura a cui ha imposto il figlio per vent’anni. Così, suggerisce al Padre che la Ragazza abbia un secondo fine. Cerca di far dubitare la sua famiglia delle intenzioni della Ragazza, ma raramente funziona a suo favore. Nel frattempo, il Figlio si infatua della Ragazza, che è l’unica sconosciuta che abbia incontrato nella sua esistenza senza l’intervento dei suoi genitori.

Spiegazione del finale del film The End (2024):

La Madre nota la crescente inclinazione del Figlio verso la Ragazza e il suo comportamento libero. Così, la Madre inizia improvvisamente a mostrare il suo lato con i piedi per terra dedicandosi al giardinaggio. Più tardi, si unisce alla famiglia mentre si travestono e mettono in scena una piccola pièce teatrale. Dopo essersi divertite insieme, la ragazza si commuove pensando alla lotta di sua madre per sopravvivere. Mentre si apre, la madre fa ogni tentativo per fermarla. La ragazza si aspetta che la madre riconosca un senso di dolore condiviso, poiché entrambe le loro famiglie hanno sofferto in loro assenza.

La ragazza ammette il suo senso di colpa da sopravvissuta, ma la madre si rifiuta di farlo. La madre frena i tentativi della ragazza di essere onesta e vulnerabile e si fonde per affrontare il suo senso di colpa. Così, il Figlio la affronta per il suo comportamento. Riflettendoci, la Madre è sincera con il Padre sui suoi desideri insoddisfatti. Ha dovuto lasciare tutti coloro che amava per trasferirsi nel bunker. Invece di accettare la sua colpa per la sua depressione, lui la costringe a nascondere le sue vere emozioni per il “bene superiore della famiglia”. Così, si ritrova a soffrire da sola e a essere complice della sua farsa.

La famiglia accetta la Ragazza come parte di loro?

La Ragazza fa capire al Padre l’altro lato del suo operato. Quindi, è costretto ad affrontare la vera natura del risultato delle sue azioni, il che lo mette in una crisi esistenziale. Romanticizza il suo dolore mentre altri si sforzano di mantenere la sacralità del suo elaborato stratagemma. Il Figlio inizia a rendersi conto della verità del crudele passato della sua famiglia e si rivolta contro i suoi genitori. I genitori non sopportano di essere considerati gli unici colpevoli. Così, la Madre rivela la verità sull’Amica per farla cadere agli occhi del Figlio. Contrariamente a quanto era stato detto al Figlio, l’Amica aveva lasciato il figlio tossicodipendente a morire nel mondo esterno.

L’Amica era lei stessa una tossicodipendente e non un genitore ideale. Invece di affrontare la propria colpa nella caduta del figlio, lo abbandonò e nascose al Figlio la vera natura del suo passato. Incapace di sopportare il peso della verità, l’Amica muore poco dopo il confronto. Dopo la sua morte, il Figlio considera brevemente la colpa della Ragazza, poiché lei continuava a fargli considerare altre possibilità di verità. Alla fine, si lasciano queste questioni alle spalle e diventano una coppia. Il Figlio e la Ragazza hanno un bambino e si uniscono alla famiglia per cena.

Negli ultimi momenti del film, la famiglia canta una canzone che celebra la loro unione e sostiene il loro amore reciproco. Nel farlo, affrontano anche il fatto di aver mantenuto le distanze dal mondo esterno e di non essersi fidati di nessuno. Quindi, il finale rivela la crudezza del loro rapporto con il mondo. Mentre la loro ignoranza li tiene in una bolla di beata sicurezza e protezione, continuano a vivere con un fardello di dolore latente per coloro che hanno sofferto fuori. Il ciclo si ripete, la fine è arrivata, e il mondo è spacciato.

Buen Camino: tutto quello che sappiamo sul nuovo film di Checco Zalone

Dopo il successo travolgente di Tolo Tolo – sua prima esperienza come regista – Checco Zalone (nome d’arte di Luca Medici) si prepara a tornare al cinema con Buen Camino, nuovo progetto che segna anche il suo atteso ricongiungimento artistico con Gennaro Nunziante, regista dei suoi primi quattro campioni d’incassi (Cado dalle nubi, Che bella giornata, Sole a catinelle e Quo vado?) e che ad inizio anno ha portato in sala Io sono la fine del mondo, rivelatosi un altro grande successo comico. I due insieme sono anche autori della sceneggiatura.

Il nuovo film – annunciato come parte del listino di Medusa Film durante la 14ma edizione di Ciné – Giornate di Cinema di Riccione – promette dunque di riportare al centro della scena quella comicità intelligente e satirica che ha reso Zalone uno dei protagonisti più amati del nostro cinema. Ambientato tra Italia e Spagna, Buen Camino si preannuncia come un viaggio esilarante e simbolico, tra pellegrinaggi spirituali e feste mondane, in pieno stile Zalone. In questo articolo, andiamo a scoprire tutto ciò che ad oggi sappiamo del film

La trama e il cast di Buen Camino 

Al momento i dettagli sulla trama restano top secret, ma il titolo Buen Camino richiama il celebre “buon cammino” dei pellegrini verso Santiago de Compostela. Dopo il viaggio compiuto dall’Africa all’Italia per Tolo Tolo, Zalone sembra dunque pronto ad un diverso tipo di percorso, che certamente non mancherà di raccontare qualche particolare aspetto dell’Italia e dell’italianità. Per quanto riguarda il cast, protagonista assoluto del film sarà ovviamente Checco Zalone. Al momento, però, non sono stati annunciati altri nomi nel cast ufficiale. 

Le riprese e le location del film

Il film è prodotto da Indiana Production insieme a Medusa Film, che si occuperà anche della distribuzione, in collaborazione con MZL e Netflix. La collaborazione con Netflix apre naturalmente alla possibilità di un rilascio programmato sulla piattaforma dopo la distribuzione cinematografica. Sarà dunque possibile ritrovarlo lì per una visione in streaming nei mesi successivi all’uscita in sala.

L’inizio delle riprese è previsto nel mese di luglio 2025, con location tra l’Italia (Gallura, Costa Smeralda) e la Spagna, che sembrano confermare l’idea di un film incentrato su un viaggio fisico e spirituale, in perfetto stile Zalone. È inoltre trapelata un’ambientazione glamour: una festa in villa con piscina in Costa Smeralda, probabilmente parte delle tipiche sequenze comico-sociali del comico pugliese.

La data di uscita al cinema di Buen Camino

Buen Camino arriverà al cinema nel giorno di Natale, il 25 dicembre 2025, “scontrandosi” dunque con l’altro grande film al momento previsto per quel periodo, ovvero Avatar: Fuoco e Cenere. Intervenuto con un video alla presentazione del film, Zalone ha scherzosamente affermato che la scelta di far uscire il nuovo film in questa data è “una scelta strategica perché è quando il pubblico che ha visto Avatar il 18 esce dalla sala”. Con l’approssimarsi di questa uscita sarà possibile avere maggiori informazioni riguardo la trama e il cast, potendo contare anche su prime immagini ufficiali e un trailer.

The Old Guard 2: recensione del film di Victoria Mahoney

The Old Guard 2: recensione del film di Victoria Mahoney

Le saghe action sono pane per i denti di Netflix. A ogni saga che finisce, ce n’è sempre una pronta a iniziare. Da scoprire, da rincorrere. Come The Old Guard, il cui debutto risale al 2020 – pieno periodo Covid – e che adesso torna con un secondo capitolo pensato per un’estate all’insegna di adrenalina, pallottole, bolidi e un universo narrativo in espansione. Gina Prince-Bythewood, regista del primo film, passa il testimone a Victoria Mahoney per un proseguimento che, purtroppo, non è del tutto all’altezza delle aspettative.

Nel cast – guidato dall’iconica Charlize Theron – entra in scena un’altra colonna del cinema mondiale: Uma Thurman, nei panni di Discordia, una villain femminile che incarna alla perfezione l’archetipo più ricorrente dell’action contemporaneo: potente, solitaria, enigmatica. Con i fumetti di Greg Rucka e le illustrazioni di Leandro Fernández a fare da traccia, The Old Guard 2 cerca così di consolidare l’universo narrativo della saga, per imporsi nell’immaginario collettivo e diventare un titolo di punta sulla piattaforma – ma, alla fine, più che allargarsi, si sfalda.

La trama di The Old Guard 2

Dopo aver perso la sua immortalità, Andy deve fare i conti con una vita in cui il tempo, ora, conta davvero. Nonostante il suo essere più vulnerabile, non rinuncia a combattere, e continua a proteggere l’umanità insieme alla sua squadra. Ed è proprio mentre affronta la sua nuova vita, che una nuova minaccia insidiosa fa capolino: Quỳnh, un tempo sua alleata e amica fidata, è tornata. Salvata da Discordia, prima immortale della storia, la donna è accecata dal risentimento e dal desiderio di vendetta, convinta che Andromaca l’abbia abbandonata al suo destino e mai cercata. Mentre il gruppo tenta di fermare Discordia e riportare Quỳnh dalla loro parte, una scoperta rimescola le carte in gioco: Nile, la più giovane del team, non è solo l’ultima arrivata: è l’ultima immortale. E per questo, anche la più pericolosa. La ragazza, infatti, è considerata “la distruttrice”, quando ferisce, può togliere l’eternità.

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Si decolla bene, si prosegue male

L’apertura di The Old Guard 2 faceva ben sperare. Panoramiche mozzafiato, Villa Konrad che si staglia maestosa, e subito un’incursione ad alto tasso adrenalinico. È innegabile la presenza scenica di Charlize Theron, che riesce a regalare buoni combattimenti corpo a corpo, coreografati con precisione chirurgica: la sua Andromaca, con look dark e movimenti scattanti, pare uscire direttamente da un videogioco fantasy. Dagli scontri nella villa extralusso agli inseguimenti urbani, tutto sembrava perciò preannunciare un secondo capitolo all’altezza del primo. Ma, a conti fatti, è stata solo un’ amara illusione: per tutta la durata, infatti, il ritmo è rimasto serrato ma anestetizzante.

Dal momento in cui si scopre che Quynh è stata salvata e che Discordia è la prima immortale, la sceneggiatura non riesce a essere incisiva. La regia – spesso priva di guizzi – accompagna una narrazione che vacilla e si sfilaccia. I personaggi si fanno sfocati, gli snodi narrativi si incastrano male, e ogni nuovo tassello viene aggiunto senza contribuire davvero all’approfondimento della lore di quel mondo. Nemmeno quando si sfogliano antichi libri o si ascoltano i racconti di figure più antiche come Tuah, si riesce a dare spessore a quell’universo.

The Old Guard differenze film fumetto
Charlize Theron, Matthias Schoenaerts e Luca Marinelli in The Old Guard. Foto di AIMEE SPINKS/NETFLIX.

Uma Thurman: la sua Discordia è l’unica vera garanzia

Tutto è sacrificato sull’altare della sola azione, ma i momenti muscolari non bastano a sorreggere un racconto che aspira a essere saga, non trovando mai il giusto equilibrio tra intrattenimento puro e profondità dei personaggi. Le premesse per fare bene c’erano, ma la costruzione narrativa, purtroppo, è debole.  E quando la tensione sarebbe dovuta salire – quando Discordia incarna una minaccia sempre più viva – il climax finale si perde in una combinazione di scene senza tensione palpabile, incapaci di soddisfare l’attesa.

Lo scontro tra lei e Andromaca, più che deflagrare, si consuma in modo fiacco, sgonfiando del tutto il coinvolgimento e spegnendo l’ultima scintilla emotiva. Una consolazione, però, c’è, e non è il cliffhanger: anche se tutto sembra un preambolo lungo e affaticato in vista del terzo capitolo – e il film stesso lo dichiara – almeno una cosa regge: Uma Thurman in assetto da battaglia. Il suo sguardo vendicativo e imperscrutabile rievoca un’icona del passato recente: sembra a tratti di vedere la Beatrix Kiddo di Kill Bill che torna a far tremare la scena, con quello stesso aspetto glaciale e determinazione feroce.

Jurassic World – La Rinascita: ecco il collegamento con uno dei protagonisti di Jurassic Park

I personaggi principali di Jurassic World – La Rinascita (qui la nostra recensione) hanno un legame specifico con i precedenti eroi del franchise, anche se questi non compaiono direttamente nel film. Il film, al momento in sala con Universal Pictures, è ambientato anni dopo gli eventi di Jurassic World: Il Dominio, su un’isola mai rivelata prima, dedicata alla sperimentazione genetica sui dinosauri. I personaggi di Jurassic World – La Rinascita sono tutti volti nuovi del franchise, un mix di civili e mercenari, entrambi in fuga dai dinosauri mutanti del film.

Jurassic World – La Rinascita è un ritorno ricco di azione alle vecchi vette del franchise, che porta una nuova energia alla serie. Tuttavia, ciò non significa che tutti i collegamenti con il passato siano stati cancellati. In effetti, uno dei personaggi principali del film ha un legame diretto con i precedenti eroi della serie, il che sottolinea la storia del franchise pur consentendogli di progredire.

Il Dr. Henry Loomis era uno studente di Alan Grant

Il Dr. Loomis menziona di aver imparato da Alan Grant

Il Dr. Henry Loomis, uno dei personaggi principali di Jurassic World – La Rinascita, è confermato essere uno studente del Dr. Alan Grant. Durante la sua scena introduttiva, Loomis rivela di essere stato uno studente di lunga data del Dr. Grant, acquisendone la soggezione, il rispetto e la paura per gli enormi dinosauri.

È proprio questo legame che spinge Loomis a unirsi alla missione. Sebbene fosse stato assunto come consulente, Loomis inizialmente era titubante all’idea di lanciarsi in questa avventura. Tuttavia, dopo che Krebs nota che Loomis non ha mai visto dinosauri in un ambiente naturale, potrebbe non avere mai più un’altra occasione come questa di vedere le creature come Grant.

Non ci sono personaggi che ritornano in Jurassic World – La Rinascita

Il film si concentra su un cast di personaggi completamente nuovo

Jurassic Work 4 Scarlett Johansson
Scarlett Johansson in Jurassic World – La rinascita

Nonostante questo esplicito riferimento al Dr. Grant, Alan in realtà non appare nel film. Infatti, nessuno dei personaggi già presenti nei film di Jurassic Park o Jurassic World gioca un ruolo importante nel nuovo film. Invece, l’attenzione è rivolta a un gruppo di personaggi completamente nuovo.

Di conseguenza, il legame esplicito ma marginale tra Loomis e Grant è un tocco intelligente. Assicura che l’influenza di Grant sul franchise rimanga nell’oggi, anche se il personaggio non è presente. Suggerisce anche una vita più tranquilla per il protagonista di Jurassic Park, a quanto pare votato ora all’insegnamento.

È un modo intelligente per confermare che il personaggio è ancora vivo, il che potrebbe consentirgli di tornare in una futura iterazione della serie, garantendo al contempo che non rischi di sopraffare il fulcro della storia. Loomis potrebbe essere un successore moderno di Grant, ma il film riconosce che senza quest’ultimo, non ci sarebbe stato il primo.

Loomis dimostra che Jurassic World è pronto per un nuovo capitolo

L’attenzione di Jurassic World – La Rinascita sui nuovi personaggi evidenzia come il futuro della serie sia innovativa

Scarlett Johansson è Zora Bennett e Jonathan Bailey è il Dr. Henry Loomis in JURASSIC WORLD – LA RINASCITA, diretto da Gareth Edwards.
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Jurassic World – La Rinascita è pronto a rappresentare un nuovo inizio per l’intero franchise di Jurassic. Il film si concentra su un cast di personaggi completamente nuovo, un netto distacco dalla nutrita schiera di protagonisti di ritorno di Jurassic World: Il Dominio. Rebirth, invece, abbraccia un tono diverso, una nuova serie di personaggi e nuovi tipi di pericoli.

Il legame tra Loomis e Grant fa sì che il film sembri comunque unito, anche se i due sono distanti l’uno dall’altro per trama e ambientazione. Pur non essendo perfetto, il film è una boccata d’aria fresca dopo l’accoglienza deludente del terzo capitolo di Jurassic World.

The Old Guard 2, spiegazione del finale: il cliffhanger lascia presagire una trilogia

Il finale con cliffhanger di The Old Guard 2 prepara il terreno per un terzo film della serie. Basato sull’omonimo fumetto creato da Greg Rucka, i film di The Old Guard si concentrano su un gruppo di guerrieri immortali che proteggono e influenzano l’umanità da secoli. Il cast di The Old Guard 2 si espande per includere alcuni nuovi immortali, tra cui alleati come lo studioso Tuah e il misterioso cattivo Discord.

The Old Guard 2 amplia anche la tradizione della serie, rivelando la vera importanza della nuova recluta Niles e cosa potrebbe significare la sua presenza per il resto dei guerrieri immortali. Tutto ciò porta a una massiccia battaglia finale che si conclude con la sconfitta degli eroi e una morte memorabile. Tuttavia, questo non demoralizza i sopravissuti e anzi getta le basi per un sequel più ricco d’azione. Ecco cosa succede nel finale cliffhanger di The Old Guard 2 e come prepara un finale esplosivo per la trilogia.

Spiegazione del piano di Discord per gli Immortali – I piani di Discord per il futuro sono tutti una bugia

Il grande finale cliffhanger di The Old Guard 2 rivela che Discord intende ripristinare la sua immortalità perduta e che è disposta a usare con la forza le abilità di Niles come “Ultimo Immortale” per riuscirci. Discord viene presentata all’inizio di The Old Guard 2 come una figura antica e potente, ritenuta la prima immortale.

Inizialmente, le motivazioni di Discord sembrano essere radicate nel disgusto per le azioni di Andy. Guidando altri immortali in battaglia, hanno cambiato la traiettoria della storia umana. Discord sostiene che questo significhi giocare a fare Dio e che tutto ciò che fa è esporre gli immortali a un pubblico spaventoso e pericoloso.

Sebbene questa argomentazione sembri contribuire a convincere Quynh, recentemente liberata, a schierarsi dalla sua parte, si rivela anche una menzogna. Si scopre che, dopo innumerevoli millenni, Discord ha naturalmente perso la sua immortalità. Temendo la morte, ha deciso di catturare Niles, che possiede il potere di porre fine alle capacità curative di un Immortale e permetterne il trasferimento a un nuovo ospite.

Questo si ricollega alla scena finale di The Old Guard 2, che vede Discord sconfiggere Andy in battaglia e fuggire dal complesso con Niles, Joe, Nicky e Tuah catturati. Questo apre le porte a un possibile terzo film di The Old Guard incentrato su Andy e Quynh che collaborano per trovare gli altri prima che i piani di Discord si realizzino.

Le spiegazione delle abilità uniche di Niles come ultimo immortale – Niles è la minaccia più pericolosa per gli immortali in The Old Guard 2

Charlize Theron in The Old Guard
Charlize Theron in The Old Guard. Foto di Eli Joshua Ade/Netflix © 2025 – © 2025 Netflix, Inc.

Niles è stato inizialmente presentato in The Old Guard semplicemente come un altro immortale, l’ultimo di una lunga serie di persone che hanno scoperto di essere immortali. Tuttavia, si scopre che Niles ha delle abilità speciali, poiché Discord e Tuah arrivano a credere che sia la profetizzata “Ultima Immortale“.

Entrambi credono che Niles sarà l’ultima della loro specie, l’ultima persona a nascere con la capacità di riprendersi naturalmente da qualsiasi ferita. Questo status conferisce a Niles un grande vantaggio rispetto agli altri immortali, poiché le sue ferite possono annullare le capacità di guarigione di un altro immortale.

Questo si rivela essere ciò che è successo ad Andy in The Old Guard, poiché è stata una ferita di Niles a rendere Andy di nuovo mortale. Tuttavia, se l’immortale ferito cede volontariamente la propria immortalità a un’altra persona, questa può impossessarsi di lui e renderlo immortale.

Questo è il motivo per cui Discord desidera Niles, poiché possiede la capacità di trasferire l’immortalità di un altro in Discord. Sebbene possa essere difficile trovare un immortale disposto a trasferirle il proprio potere, la cattura dei compatrioti di Niles da parte di Discord le conferisce un potere sul giovane immortale.

Come Andy diventa di nuovo immortale e perché Booker si sacrifica – Booker trova finalmente il finale che cercava

The Old Guard spiegazione finale
Charlize Theron in The Old Guard. Foto di Eli Joshua Ade/Netflix © 2025 – © 2025 Netflix, Inc.

Andy trascorre gran parte di The Old Guard 2 di nuovo mortale. Sebbene questo stato non sembri preoccuparla, le pone alcune sfide in combattimento. Tuttavia, alla fine recupera i suoi poteri curativi, anche se a costo della vita di Booker.

Uno degli altri immortali introdotti in The Old Guard, Booker si era stancato della sua vita immortale e aveva tradito il resto della squadra per avere la possibilità di porre fine alla sua vita. Sebbene alla fine si fosse reso conto del suo errore, fu bandito dal gruppo. Tuttavia, Quynh e Discord costringono Booker a rompere il suo voto per evitare gli altri.

Dopo aver appreso da Tuah delle capacità di Niles, Booker si lascia ferire. Si precipita quindi a cercare Andy, lasciandole silenziosamente in eredità la sua immortalità e le sue capacità di guarigione. Sembra che, proprio come nel film precedente, Booker fosse semplicemente concentrato sulla ricerca di un modo per sfuggire alla sua esistenza senza tempo.

In questo modo, Andy sarebbe riuscita a sopravvivere al suo duello con Discord. Questo conferisce anche un sottotesto più oscuro alla decisione di Booker di rimanere indietro e combattere i soldati a costo della sua vita, poiché sembra che Booker non avesse alcuna intenzione di uscire vivo da quella battaglia. È un elemento cupo della narrazione che è silenziosamente straziante.

Perché Quynh perdona Andy e decide di aiutarla contro Discord – Quynh e Andy passano la maggior parte del film a litigare, ma si riappacificano nel finale

The Old Guard 2 recensione

Il grande filo conduttore emotivo di The Old Guard 2 è il rapporto di Andy con Quynh, la sua ex migliore amica, gettata in mare secoli prima. Quando Quynh viene trovata da Discord e liberata nel mondo, inizialmente è furiosa perché Andy ha rinunciato a cercarla.

A suo merito, Andy non cerca di farla uscire dal senso di colpa e si mostra sinceramente affranta dalla giustificata rabbia di Quyhn. Tuttavia, Quynh non conosce la piena portata del piano di Discord. Di conseguenza, non è a conoscenza delle capacità di Niles, il che significa che quando viene ferita da Niles, le sue capacità di guarigione vengono annullate e si ritrova sull’orlo della morte.

Andy salva la vita di Quynh e le cura le ferite, dimostrando alla sua vecchia amica che è ancora dedita al suo benessere e alla sua sopravvivenza. Questo permette a Quynh di guarire dalle sue ferite e alla fine decide di collaborare con Andy per dare la caccia a Discord.

Sebbene Quynh non sembri essere motivata tanto dal salvare gli altri immortali quanto dal vendicarsi di Discord per averla lasciata morire, la sua disponibilità ad abbracciare di nuovo Andy come alleato rappresenta un grande passo avanti per i personaggi. Li pone come il nucleo di un potenziale The Old Guard 3.

In che modo il finale annuncia The Old Guard 3, ci sarà un sequel? – The Old Guard 3 non è attualmente in fase di sviluppo, ma The Old Guard 2 lo prepara

The Old Guard 2 si conclude con un cliffhanger colossale, con Andy e Quynh che lavorano insieme mentre si dirigono a dare la caccia a Discord e salvare i loro alleati. Un sequel seguirebbe inevitabilmente la coppia mentre dà la caccia ai loro alleati catturati, impegnati a salvarli dall’esercito di Discord.

Un altro filo conduttore persistente per The Old Guard 3 è il destino di James Copley, l’alleato mortale del gruppo. Copley viene visto per l’ultima volta nel film mentre affronta i soldati di Discord, con il suo destino rimasto un mistero. Probabilmente si scoprirà che Copley è sopravvissuto, ma questo lascia il suo ruolo in un sequel in sospeso.

Sebbene The Old Guard 2 si concluda con un cliffhanger colossale, non c’è un terzo film attualmente in fase di sviluppo. Considerato il tempo impiegato dal sequel di The Old Guard del 2020 per vedere finalmente la luce, potrebbe volerci del tempo prima che il terzo film entri in produzione, per non parlare della sua uscita. Anche se il film ricevesse il via libera da Netflix, potrebbe volerci del tempo prima che la produzione possa iniziare, a causa dei fitti impegni del cast.

The Sandman – Stagione 2 Vol. 1, la spiegazione del finale: la scelta devastante di Sogno

Nel Vol. 1 di The Sandman – Stagione 2, ora in streaming su Netflix, Sogno (Tom Sturridge) si trova di fronte a una scelta difficile che ha un costo elevato. Trecento anni fa, il fratello di Sogno, Distruzione (Barry Sloane), abdicò al suo regno e ora l’unica persona che può rintracciarlo è l’oracolo Orfeo (Ruairi O’Connor), figlio di Sogno e della musa Calliope (Melissanti Mahut). Ma Sogno non vede Orfeo dal loro ultimo, straziante incontro su un’isola inesplorata al largo della costa greca.

“Penso che la differenza tra l’ultima volta che Morfeo [vede] suo figlio e l’ultima volta che si incontrano sia una differenza nella qualità dell’amore”, ha detto Sturridge a Netflix. “[È] la comprensione dei suoi fallimenti come padre e il disperato bisogno di dare a suo figlio l’unica cosa che desidera, a costo potenzialmente di tutto per lui.” E quindi, come finisce il loro fatidico incontro?

Perché Orfeo e Sogno si erano allontanati?

The Sandman – Stagione 2 – foto di Ed Miller – Cortesia di Netflix

Come rivelato nell’episodio 5, Orfeo fu ridotto a una testa mozzata dopo che le Sorelle della Frenesia, una spietata setta del dio greco Dioniso, lo attaccarono e lo smembrarono. Orfeo si era ribellato al volere del padre e si era rivolto al pericoloso gruppo nel disperato tentativo di essere ucciso e riunirsi alla moglie defunta Euridice (Ella Rumpf) negli Inferi.

In seguito, Orfeo implorò il padre di porre fine alla sua vita, ma Sogno non riuscì a farlo. Anche perché agli Eterni è proibito spargere il sangue della famiglia. Così, Sogno lasciò la cura del figlio a un ordine di sacerdoti sull’isola e disse a Orfeo che non si sarebbero più incontrati. E Sogno mantenne la parola data, fino a questo momento.

Ma ora, Sogno deve a suo figlio una benedizione in cambio del suo aiuto nel localizzare la Distruzione. Il dono che Orfeo chiede è la sua morte, la pace, finalmente. “Sogno sa cosa succederà e conosce il prezzo che verrà pagato“, dice Sturridge. Proprio come nell’ultimo incontro di Sogno con Orfeo, la loro conversazione è cupa. Questa volta, tuttavia, Sogno si scusa e ammette persino i suoi fallimenti come padre.

“È un tipo di tortura diverso”, spiega Tom Sturridge. “Penso che la tortura dell’ultima volta che [Sogno] ha visto [Orfeo] riguardasse più il rimpianto e il veleno che lo perseguita da quell’incontro, a causa del suo comportamento”. Nel frattempo, questo incontro riguarda “in definitiva fare qualcosa di bello e dare a suo figlio la cosa più importante. Ma le conseguenze sono così enormi che è un grande peso”.

Ruairi O’Connor osserva che il figlio di Sogno ha un “rapporto piuttosto complicato con suo padre”. “Questo è davvero merito di Orfeo”, dice l’attore a Netflix. “Ha preso la decisione di rincorrere sua moglie, Euridice, e di andare nell’Ade contro il consiglio del padre. Questo ha significato che sono rimasti separati per 2000 anni, ed è devastante per Orfeo.” Quindi, quando Sogno ritorna, “mette molto in gioco per consolidare il rapporto e fare la cosa giusta con suo figlio.”

Dov’è finito Distruzione, e perché?

The Sandman – Stagione 2 – foto di Ed Miller – Cortesia di Netflix

Nell’episodio 6, viene rivelato che Distruzione vive sulla sua isola proprio accanto al tempio di Orfeo. “Sembra che nostro fratello abbia scelto di vivere nell’unico posto in cui sapeva che non avrei osato andare”, dice Sogno nell’episodio.

Sogno e Delirio (Esmé Creed-Miles) si riuniscono con il fratello, che vive in una villa soleggiata e appartata con un cane parlante di nome Barnabas (doppiato da Steve Coogan). Distruzione non ha alcuna intenzione di tornare nel suo regno, perché non può più sentirsi responsabile della distruzione di vite, mondi e universi. A tal fine, ha deciso di andare in un luogo in cui i suoi fratelli non possono seguirlo.

Prima di andarsene, Distruzione lascia a Sogno un ultimo potente consiglio: “Ricorda che me ne sono andato. Ricorda quanto è stato difficile per me andarmene. Ma l’ho fatto per amore… Per l’umanità. Per questo mondo e per tutti gli altri… L’amore è l’unica buona ragione per fare qualsiasi cosa”.

Sogno uccide Orfeo?

The Sandman – Stagione 2 – foto di Ed Miller – Cortesia di Netflix

Negli ultimi momenti dell’episodio 6, Sogno concede finalmente a suo figlio Orfeo il dono della morte. “È una cosa enorme”, dice O’Connor. “È questa cosa che Orfeo insegue da 2000 anni: non esistere. Non è bello vivere come una testa disincarnata e, a questo punto, penso che si tratti di sapere il sollievo che otterrà”.

L’attore aggiunge: “Ma deve anche morire, il che è intrinsecamente molto terrificante e non si sa cosa accada. È una scena molto oscura e sembra che Dream stia suggerendo un costo enorme… che cambierà la struttura del mondo”. L’atto ha un impatto emotivo su Sogno, che torna nel suo regno e si addolora in privato. È la prima volta nella serie in cui lo vediamo piangere.

“Ci sono cose per cui non devi cercare emozioni”, dice Sturridge. “L’uccisione di tuo figlio è una cosa oscura, inquietante e orrenda e quindi, in un certo senso, non era qualcosa che richiedeva molta preparazione”. Ma ora che Sogno ha versato sangue familiare – nonostante Orfeo glielo abbia chiesto – deve rispondere alle Furie, le dee greche della vendetta, conosciuti anche come le Eumenidi (Benevole).

Superman: rivelata una scena tagliata dopo le controverse reazioni ai Test-Screening

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I membri del cast di Superman, Sara Sampaio e María Gabriela de Faría, hanno rivelato che una scena in particolare del film è stata tagliata dopo le reazioni negative del pubblico dei test screening.

Avevamo sentito che James Gunn aveva apportato alcune modifiche significative a Superman in seguito ai feedback negativi dei test screening (cosa che di solito accade in qualsiasi film), ora abbiamo alcuni dettagli su una scena in particolare che coinvolge Ultraman e Krypto.

Parlando con Jakes Takes, Sara Sampaio (Eve Teschmacher) e María Gabriela de Faría (l’Ingegnere) hanno rivelato che una sequenza in cui il potente clone (?) di Superman prende a pugni il cagnolino dell’Uomo d’Acciaio è stata rimossa dopo quella che sembra essere stata una reazione piuttosto negativa da parte del pubblico dei test screening.

Una clip recente ha confermato che Lex Luthor finisce per rapire Krypto, ma sembra che sarà l’Ingegnere a domare il segugio… presumibilmente in modo leggermente meno violento. Qui la rivelazione della scena tagliata: Ultraman che tira un pungo a Krypto!

Non sorprende che i fan abbiano avuto questo tipo di reazione. Krypto sarà anche un super-cane e in grado di riprendersi dalla maggior parte degli infortuni, ma il fatto che gli animali vengano feriti in qualsiasi contesto è sempre motivo di controversie.

Il cast di Superman

Superman è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da James Gunn, con David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent.

Nel cast anche Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures.

Superman”, il primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.

Produttori esecutivi di “Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy (“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).

The Old Guard: le principali differenze tra il film e i fumetti

The Old Guard: le principali differenze tra il film e i fumetti

Il film Netflix The Old Guard (qui la recensione) ha subito diversi cambiamenti significativi nel passaggio dalla pagina allo schermo. Ideata da Greg Rucka e Leandro Fernández, la storia è infatti nata come serie a fumetti. Pubblicata nel 2017, The Old Guard: Opening Fire è stata edita da Image Comics e ha avuto cinque numeri. Accolta con favore sia dalla critica che dagli appassionati di fumetti, Rucka e Fernández hanno poi prodotto un seguito, The Old Guard: Force Multiplied. Questa serie di cinque numeri si è poi conclusa a metà luglio 2020 ed è già stata confermata una terza e ultima serie, The Old Guard: Fade Away.

The Old Guard era incentrato su un gruppo di immortali. Guidato da Andromache di Scizia, alias Andy, interpretata da Charlize Theron, il gruppo ha combattuto per secoli per l’umanità. Dopo innumerevoli guerre, il film riprende ai giorni nostri con l’eclettico gruppo che lavora come mercenario. Nonostante la regola di Andy di non lavorare troppo spesso per lo stesso cliente, hanno accettato una missione per salvare un gruppo di bambini rapiti. Sfortunatamente, la missione si rivela una trappola che espone le loro abilità a Steven Merrick (Harry Melling), uno spietato uomo d’affari che cerca di sfruttarli per guadagno economico. La missione del gruppo di evitare la cattura è ulteriormente complicata dal tradimento di uno dei loro membri e dall’emergere di un nuovo immortale: Nile Freeman (KiKi Layne).

Il film è stato diretto da Gina Prince-Bythewood, che ha lavorato su una sceneggiatura scritta dallo stesso Rucka. Di conseguenza, il film è stato un adattamento estremamente fedele al materiale originale, tanto che gran parte dei dialoghi del fumetto sono stati riportati alla lettera sullo schermo. Tuttavia, The Old Guard non è privo di differenze. Molte di queste sono estremamente minori, come il fatto che Merrick non fosse affatto il personaggio muscoloso che è sulla carta, le scene d’azione aggiuntive e il fattore di guarigione che funzionava in modo diverso. Altre, invece, sono piuttosto sostanziali e probabilmente avranno un impatto sulla storia futura.

The Old Guard spiegazione finale
Charlize Theron in The Old Guard. Foto di Eli Joshua Ade/Netflix © 2025 – © 2025 Netflix, Inc.

Andy perde la sua immortalità

La posta in gioco è aumentata notevolmente nel terzo atto di The Old Guard, quando Andy ha improvvisamente perso la sua immortalità. Questo sviluppo ha avuto diverse funzioni. Innanzitutto, ha aggiunto ancora più tensione alla battaglia finale del film, con gli altri immortali che dovevano proteggere attivamente la loro leader dai colpi di arma da fuoco, eliminando al contempo i soldati nemici. Ha anche contribuito a ricordare ad Andy quanto la vita sia fragile e preziosa. Infine, ha portato la protagonista a ricordare che l’umanità non è poi così male. Ciò è stato rappresentato in modo particolare nella sua interazione con un gentile sconosciuto, che l’ha aiutata a medicare una ferita da taglio che Andy aveva subito. Tuttavia, l’arco narrativo è completamente originale. In entrambi i volumi della serie a fumetti già pubblicati, l’immortalità di Andy è rimasta intatta.

La dichiarazione d’amore di Joe a Nicky

Durante il film, Joe viene preso in giro da uno degli uomini di Merrick sul fatto che Nicky sia il suo ragazzo. In risposta, Joe ha risposto che “ragazzo” non è affatto una descrizione sufficiente di ciò che Nicky è per lui. Questo momento si è rivelato uno dei più popolari e celebrati di The Old Guard. È stato anche uno di quelli che lo stesso Rucka ha insistito per inserire nel film, specificandolo persino nel suo contratto. Tuttavia, il discorso di Joe era ancora più ampio sulla pagina e conteneva diversi paragoni poetici, tra cui il modo in cui “i pensieri stessi di Nicky rendono musicale il quotidiano”. Pertanto, i fan della scena che successivamente si avvicineranno al materiale originale rimarranno piacevolmente sorpresi.

Il passato e le motivazioni di James Copley

Interpretato da Chiwetel Ejiofor, il personaggio di James Copley è stato molto più approfondito sullo schermo. Nei fumetti originali, l’ex agente della CIA è spinto dal reddito senza dubbio considerevole che gli garantisce il lavoro per Merrick. Nel film, invece, le sue motivazioni provengono da un luogo molto più comprensibile. All’inizio del film menziona che sua moglie è morta di SLA. Sulla scia di quella tragedia, Copley si è impegnato a risparmiare ad altri un destino simile e il tipo di dolore che ha provato lui. In entrambe le versioni, alla fine si rende conto dei propri errori e tradisce Merrick. Il cambiamento nella sua storia personale, tuttavia, serve anche ad approfondire quella decisione.

Piuttosto che essere semplicemente disgustato dai metodi, dall’avidità e dal sadismo palese di Merrick, nella versione cinematografica Copley è spinto ad aiutare gli immortali per onorare meglio la memoria di sua moglie. Anche ciò che accade dopo è diverso dal fumetto. Nelle pagine del fumetto, Copley riceve clemenza e gli viene concesso di vivere, e in seguito incrocia nuovamente la strada degli eroi. Nel film, invece, Andy lo recluta attivamente, in modo da poter usare le sue conoscenze per coprire le tracce degli immortali in futuro. In questo modo, probabilmente diventerà una figura più centrale in futuro. Anche Nile è stata resa più articolata, con l’aggiunta di un elemento di dolore nella sua storia familiare che alimenta alcune delle sue decisioni.

Chiwetel Ejiofor in The Old Guard
Chiwetel Ejiofor in The Old Guard. Foto di © 2020 Netflix, Inc.

Noriko diventa Quynh

Un altro dei cambiamenti più significativi apportati a The Old Guard riguarda il personaggio di Quynh (Veronica Ngo). Nel fumetto, il suo nome è Noriko ed è di origini giapponesi. Sullo schermo, il personaggio è stato reso vietnamita e il suo nome è stato modificato di conseguenza. Questi cambiamenti sono stati apportati proprio grazie alla stessa Ngo. In un’intervista con Polygon, Rucka ha rivelato che quando Ngo è stata ufficialmente scelta per il ruolo, ha detto: “Sono vietnamita, non giapponese”. Prince-Bythewood lo ha quindi contattato e gli ha chiesto se fosse possibile accogliere questa richiesta. Rucka è stato felice di onorare e rispettare questo desiderio. In questo modo, The Old Guard si è dimostrato ancora più attento alla rappresentazione, evitando la tendenza tipica di Hollywood di mescolare e abbinare culture asiatiche.

Anche alcuni elementi del destino tormentato e acquoso del personaggio sono stati modificati dal libro allo schermo. Come Noriko, viene semplicemente spazzata via da un’onda durante una tempesta particolarmente forte. Come Quynh, il fatto che sia stata sottoposta a secoli di annegamento è più una scelta consapevole derivante dalla crudeltà e dall’ignoranza dell’umanità. Dopo che lei e Andy vengono catturati durante i processi alle streghe in Inghilterra, entrambi vengono giustiziati in vari modi. Quando inevitabilmente nessuno dei metodi di esecuzione funziona, viene rinchiusa in una gabbia di ferro e gettata deliberatamente in mare.

Secondo Rucka nella stessa intervista, il cambiamento è stato in parte dovuto alla volontà di evitare la costosa misura di ricreare una tempesta del genere. La scelta è stata consolidata dall’idea suggerita da Prince-Bythewood di includere l’immagine della gabbia di ferro. Questo momento si ricollega ora, sia dal punto di vista narrativo che tonale, al ritorno di Quynh nella scena prima dei titoli di coda del film, che è stata anticipata rispetto alla timeline del fumetto. Un altro sottile cambiamento alla timeline del fumetto è stato apportato da Andy, che afferma di aver incontrato Quynh prima di Lykon, mentre nel fumetto era il contrario.

The Old Guard film 2020
Foto di © 2020 Netflix, Inc.

L’effetto a catena dell’eroismo degli immortali

Un altro punto di svolta è arrivato nel terzo atto di The Old Guard, quando Copley ha rivelato la profondità della sua ricerca sugli immortali. Sebbene il gruppo abbia sempre cercato di usare i propri poteri per il bene, non era mai stato a conoscenza del quadro più ampio che si stava formando grazie alle loro azioni. Da tutto ciò che Copley aveva raccolto, tuttavia, hanno appreso che per ogni persona che avevano salvato c’era stato un effetto a catena che aveva portato grandi benefici all’umanità nel suo complesso. Questo si manifestava sotto forma di scoperte mediche, progressi tecnologici positivi o prevenzione di gravi catastrofi.

La notizia ha spinto Nile a lasciar andare le sue apprensioni e a unirsi ufficialmente alla squadra alla fine del film. Inoltre, ha riacceso la fede di Andy e le ha restituito il senso di scopo. Sebbene la rivelazione sia presente nella serie a fumetti, essa non arriva fino al secondo volume, piuttosto che al volume su cui si basa principalmente il film. Di conseguenza, insieme al ritorno di Quynh, gli spettatori si trovano ad affrontare una linea temporale molto più accelerata nella trilogia di film pianificata da Rucka. Questa decisione produrrà probabilmente un effetto a catena, con ulteriori cambiamenti, deviazioni ed espansioni della storia che si svilupperanno in modo esponenziale nei futuri capitoli di The Old Guard.

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, il nuovo video fornisce dettagli sul ruolo (tagliato?) di John Malkovich

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I Marvel Studios hanno ufficialmente pubblicato il primo speciale di I Fantastici Quattro: Gli Inizi, che include nuove interviste con il regista Matt Shakman e il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige. Ma non è tutto, perché ci sono anche molti dietro le quinte (che mostrano i set e le acrobazie) e frammenti di scene tratte dal film stesso. Tuttavia, è ciò che non vediamo a causare scalpore.

Vi abbiamo recentemente informato che il nome di John Malkovich è stato rimosso dalla lista del cast allegata al materiale stampa di I Fantastici Quattro: Gli Inizi. Ora, il nome dell’attore è scomparso anche dai titoli di coda inclusi alla fine di questa anteprima, avvalorando le teorie secondo cui non apparirà più nel reboot. Si vocifera che fosse stato scelto per il ruolo di Red Ghost; e non è che il suo ruolo sia stato tenuto segreto, visto che era già apparso nel primo teaser trailer. Sembra probabile che qualcosa nel suo personaggio non funzionasse, e il feedback ricevuto durante le proiezioni di prova potrebbe aver portato alla sua rimozione definitiva.

Red Ghost è un classico cattivo dei Fantastici Quattro che ha messo le sue Super Scimmie contro la Prima Famiglia Marvel per dimostrare che il suo paese, la Russia, era superiore agli Stati Uniti.

Potrebbero esserci altri motivi per cui non viene accreditato insieme al resto del cast principale, tra cui Paul Walter Hauser, Natasha Lyonne e Sarah Niles, tre attori di cui non abbiamo visto nulla nei trailer (non è stato ancora annunciato chi interpreteranno, anche se si pensa che Hauser sia l’Uomo Talpa).

Il film Marvel Studios I Fantastici Quattro: Gli Inizi introduce la prima famiglia Marvel composta da Reed Richards/Mister Fantastic (Pedro Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon Moss-Bachrach) alle prese con la sfida più difficile mai affrontata. Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la forza del loro legame familiare, i protagonisti devono difendere la Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus (Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver Surfer (Julia Garner). E se il piano di Galactus di divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una questione molto personale.

Il film è interpretato anche da Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne e Sarah Niles. I Fantastici Quattro: Gli Inizi è diretto da Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Grant Curtis e Tim Lewis sono gli executive producer.

Ironheart: Ryan Coogler commenta il debutto di un personaggio Marvel molto atteso

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La seconda metà di Ironheart porta gli spettatori a credere che Dormammu stia tirando i fili di The Hood, cosa che sembra ovvia se si guarda la storia di Parker Robbins nei fumetti.

Quando Riri Williams (Dominique Thorne) chiede al misterioso cattivo di Sacha Baron Cohen se lui sia o meno il villain di Doctor Strange, lui sorride beffardo e rivela il suo vero nome: Mefisto. È un momento epocale, e il produttore esecutivo di Ironheart, Ryan Coogler, lo ha spiegato in un’intervista a Variety.

“È buffo, quando ho incontrato Jon Watts per la prima volta nel 2016, mentre stava lavorando a ‘Spider-Man: Homecoming’, Spider-Man era come se fosse al piano interrato, come se combattesse sotto i cattivi di strada”, ha detto a proposito dell’introduzione del diavolo nella storia di Riri. “Poi, quando arriva ‘No Way Home’, ha a che fare con Doctor Strange e sta attraversando diverse realtà e cose del genere.” “Adoro il fatto che non lo incontriamo in ‘WandaVision’ o ‘Agatha [All Along]'”, ha continuato Coogler. “Lo incontriamo attraverso questo giovane genio nero stressato. Quando guardi la serie, pensi, ‘Oh, era così che lo avresti sempre incontrato’. Non sarebbe stato in ‘Loki’. Quello è il truffatore; è così che lavora. Ecco dove sarà: in una pizzeria a Chicago, tipo, dove non te lo aspetteresti mai.”

La regista di Ironheart, Angela Barnes, è accreditata per aver suggerito a Cohen di interpretare Mefisto, e la produttrice esecutiva Zoie Nagelhout ha rivelato che i Marvel Studios hanno fatto di tutto per tenere segreto il casting dell’attore.

“Se era all’aperto, lo avvolgevamo in teloni e il poveretto doveva camminare due passi alla volta”, ha ricordato. “Non era permesso a nessuno tranne la troupe o gli amici della troupe, quindi sceglievamo comparse che fossero membri della famiglia e imploravamo tutti di mantenere il segreto. Bisogna fare del proprio meglio.”

Nagelhout ha poi confermato che “l’idea iniziale” prevedeva che Dormammu fosse il grande cattivo segreto di Ironheart. “Se si guarda al cinema, il potere di Parker è riconducibile a Dormammu, che è anche un personaggio molto epico nell’MCU e con cui sarebbe stato molto emozionante giocare. Ma mentre lo sviluppavamo, ci siamo resi conto che Mefisto era più adatto tematicamente al tema della serie.”

“Immergendosi in queste scene di ambizione, costi e ciò che si è disposti a rinunciare per ciò che si desidera, ha offerto un modo interessante e profondo per legare insieme i percorsi dei personaggi – e in particolare quello di Riri – quindi è diventato quasi ovvio averlo”, ha aggiunto.

Tornando a Coogler, gli è stato chiesto se la prossima fase delle storie di Ironheart e Mefisto potrebbe svolgersi in Black Panther 3 o in una potenziale seconda stagione. “Non ne so un cazzo“, ha detto ridendo. “Sono qui per qualsiasi cosa Chinaka ci riserverà; qualsiasi cosa Kevin ci riserverà, sapete cosa intendo. Credo che il pubblico apprezzerà quel finale e non vedo l’ora di rivedere quei personaggi.”

Tutti gli episodi di Ironheart sono ora disponibili in streaming su Disney+.

Charlize Theron: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Charlize Theron: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Considerata una delle attrici più talentuose della sua generazione, la sudafricana Charlize Theron è un concentrato di bellezza e doti attoriali, più e più volte dimostrate attraverso i numerosi ruoli di rilievo da lei interpretati. Vincitrice di alcuni tra i premi più ambiti di Hollywood, la Theron ha costruito una carriera all’insegna della versatilità, passando con naturalezza di genere in genere, e affermandosi come una delle celebrità più influenti del mondo del cinema.

Ecco 10 cose che non sai di Charlize Theron.

I film di Charlize Theron

I film da giovane di Charlize Theron

1. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice inizia a recitare per il cinema sul finire degli anni Novanta, in film come L’avvocato del diavolo (1997), con Keanu Reeves, Celebrity (1998), Le regole della casa del sidro (1999), Men of Honor (2000), La leggenda di Bagger Vance (2000), e Monster (2003), grazie al quale si consacra. Negli anni successivi continua a recitare in celebri film come Nella valle di Elah (2007), Hancock (2008), con Will Smith, Young Adult (2011), Biancaneve e il cacciatore (2012), Prometheus (2012), con Michael Fassbender.

I film di oggi di Charlize Theron

Dark Places – Nei luoghi oscuri (2015), Mad Max: Fury Road (2015), con Tom Hardy, Fast & Furious 8 (2017), Atomica bionda (2017), Tully (2018), Non succede, ma se succede… (2019), con Seth Rogen, Bombshell – La voce dello scandalo (2019), con Margot Robbie, e The Old Guard (2020), con Luca Marinelli. Ha poi recitato in Fast & Furious 9 (2021), ha avuto un cameo in Doctor Strange nel Multiverso della Follia (2022) ed ha poi preso parte ai film L’accademia del bene e del male (2022), Fast X (2023) e The Old Guard 2 (2025).

Charlize Theron figli
Charlize Theron in Non succede, ma se succede…

2. Ha prodotto molti dei suoi film. La Theron ha ulteriormente affermato il proprio status all’interno dell’industria intraprendendo una solida carriera da produttrice, il più delle volte per i film da lei anche interpretati. Il primo di questi è anche il film che l’ha consacrata, Monster, mentre poi ricoprirà tale ruolo anche per Sleepwalking (2008), The Burning Plain (2008), Dark Places – Nei luoghi oscuri, Brain on fire (2016), Atomica bionda, e Non succede, ma se succede…, Bombshell – La voce dello scandalo e The Old Guard. La Theron ha inoltre prodotto i film A Private War (2018), con Rosamund Pike, e Murder Mystery (2019), con Adam Sandler, nonché le serie Girlboss (2017), Mindhunter (2017-2019) e Hyperdrive (2019).

3. Ha vinto il premio Oscar. Dopo essersi fatta notare tra la fine degli anni Novanta e i primi del Duemila, l’attrice trova infine il film capace di cambiare radicalmente la sua carriera. Per il suo complesso ruolo in Monster, infatti, vince il premio Oscar come miglior attrice, divenendo la prima sudafricana ad ottenere tale riconoscimento. La Theron verrà poi nominata altre due volte, nel 2006 per il film North Country – Storia di Josey, e nel 2020 per Bombshell – La voce dello scandalo. Ha poi vinto, nel corso della sua carriera, numerosi altri premi, al Festival di Berlino, ai Sag Awards, ai Golden Globe, ai Critic’s Choice Awards e agli MTV Movie Awards.

Charlize Theron in Monster

4. Si è trasformata radicalmente. Nel film Monster l’attrice interpreta la serial killer Aileen Wuornos. La sua è stata definita come una delle interpretazioni migliori di sempre, ma per poter dar vita al personaggio la Theron si è dovuta sottoporre ad una difficile trasformazione. Per poter assomigliare alla vera Wuornos, si è infatti dovuta sottoporre ad estenuanti ore di trucco, il quale aveva il compito di imbruttirla radicalmente. Si è inoltre dovuta sottoporre ad una dieta ingrassante, per poter acquisire circa 15 chili in più, in modo da raggiungere la stazza della killer.

Charlize Theron Monster
Charlize Theron in Monster

5. Fu la prima scelta per il ruolo. Nonostante la difficoltà della parte, numerose attrici di Hollywood espressero interesse a riguardo. La regista Patty Jenkins si trovò così a dover considerare nomi come Kate Winslet, Heather Graham e Reese Witherspoon. La sua prima scelta era però la Theron. La Jenkins raccontò infatti di essere rimasta particolarmente colpita dalla sua interpretazione in L’avvocato del diavolo, e che sentiva che avrebbe avuto abbastanza coraggio da accettare una sfida complessa come quella richiesta dal ruolo. L’attrice ottenne poi la parte, a cui seguì la gloria.

Charlize Theron è su Instagram

6. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 7,6 milioni di persone. All’interno di questo la Theron è solita condividere in prevalenza post relativi al proprio lavoro, tra cui immagini o video promozionali, come anche numerose curiosità dal set e foto di backstage. Non mancano però anche immagini relative alla sua quotidianità, come anche post attinenti a cause sociali da lei sostenute. Tramite Instagram, infatti, l’attrice promuove anche l’associazione da lei fondata, la “Charlize Theron Outreach Proceject”, con cui sostiene la popolazione africana nella lotta contro l’HIV.

Charlize Theron e la pubblicità per Martini

7. Fu il suo primo importante lavoro. Nel 1991, all’età di sedici anni, l’attrice vince il concorso New Model Today, tenutosi a Positano, in Campania. L’attrice decide a quel punto di trasferirsi a Milano, per intraprendere una carriera come modella. Il suo primo lavoro importante sarà quello per il marchio Martini. La nota azienda la scelse infatti, nel 1993, per partecipare ad un nuovo spot pubblicitario. Questo viene girato a Santa Margherita Ligure, e permise all’attrice di ottenere un successo internazionale.

The Old Guard spiegazione finale
Charlize Theron in The Old Guard. Foto di Eli Joshua Ade/Netflix © 2025 – © 2025 Netflix, Inc.

La vita privata di Charlize Theron

Charlize Theron ha un fidanzato?

8. Non si è mai sposata. L’attrice, da sempre piuttosto riservata riguardo la propria vita privata, ha in più occasioni ammesso di non avere particolari problemi con il fatto di essere attualmente single. Al contrario, ha di recente affermato di preferire tale stato rispetto all’avere una relazione con cui rischia di non poter esprimere sé stessa. In passato ha però avuto relazioni con il cantante Stephan Jenkins, con l’attore irlandese Stuart Townsend, conosciuto sul set del film Trapped nel 2002, e il premio Oscar Sean Penn, con cui ha avuto una relazione dal 2013 al 2015.

I figli di Charlize Theron

9. Ha adottato due bambini. Non aver trovato un uomo con cui condividere il proprio amore non le ha però impedito di riversarlo altrove. L’attrice ha infatti adottato nel 2012 e nel 2015 due bambini africani, da lei considerati la sua fonte di gioia più grande. La Theron era da sempre stata interessata all’idea dell’adozione, desiderando dare una casa e una vita migliore ai bambini rimasti orfani. Di recente, ha raccontato di come uno dei suoi figli le abbia chiesto come mai non abbia una relazione stabile, e l’attrice si è trovata a rispondere di avere una relazione con sé stessa.

L’età e l’altezza di Charlize Theron

1o. Charlize Theron è nata a Benoni, in Sud Africa, il 7 agosto 1975. L’attrice è alta complessivamente 177 centimetri.

Fonti: IMDb, People, Instagram

Il Nibbio trionfa ai premi Globi d’Oro 2025

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Il Nibbio trionfa ai premi Globi d’Oro 2025

Il Nibbio trionfa alla 65esima edizione dei Globi d’oro 2025 conquistando il prestigioso premio assegnato dalla Associazione della Stampa estera in Italia, per il Miglior Film e per il Miglior Attore, con le seguenti motivazioni:

PREMIO GLOBO D’ORO 2025 – Miglior film:

“Portare sul grande schermo vicende scritte dalla vita reale non è mai un compito facile e lo è ancora meno quando appartengono al passato recente e sono rimaste impresse nella memoria collettiva.

Fu il 4 marzo 2005 quando Nicola Calipari, militare e agente segreto, perse la sua vita in missione. Esattamente vent’anni dopo, il lungometraggio realizzato da Alessandro Tonda racconta la sua ultima missione al Cinema.”

PREMIO GLOBO D’ORO 2025 – Miglior attore a Claudio Santamaria:

“La generosità di un uomo perbene, dedito al lavoro fino all’estremo sacrificio, tratteggiata con delicatezza e rispetto, grazie all’interpretazione di un artista sensibile come Claudio Santamaria, che ha usato ogni sua emozione, arrivando dritto al cuore dello spettatore.”

I premi confermano come “Il Nibbio” sia un’opera che ha saputo catturare l’attenzione della critica e del pubblico, grazie alla sua narrazione puntuale, alla regia di Alessandro Tonda e all’interpretazione intensa di Claudio Santamaria, che ha portato sugli schermi l’umanità e la lucida capacità d’azione  Claudio Calipari,  l’Alto Dirigente del SISMI, che sacrificò la propria vita per salvare quella della giornalista de “il manifesto”, Giuliana Sgrena.

Siamo molto orgogliosi del riconoscimento della stampa internazionale – commenta Guglielmo Marchetti, Presidente di Notorious Pictures – . Ottenere due Globi d’oro per Il Nibbio consacra lo straordinario lavoro fatto da tutta la produzione e valorizza l’attenzione che c’è stata da parte di tutte le istituzioni nel supportare un film dedicato alla memoria di un grande uomo che ha servito lo Stato italiano. Dedichiamo questi riconoscimenti a Rosa Villecco Calipari e ai figli Silvia e Filippo.”

Uscito in sala lo scorso 5 marzo distribuito da Notorious Pictures, diretto da Alessandro Tonda ed interpretato da Claudio Santamaria, Sonia Bergamasco e Anna Ferzetti – nei panni di Giuliana Sgrena e di Rosa Calipari – Il Nibbioè una coproduzione italo belga Notorious Pictures con Rai Cinema e Tarantula, in collaborazione con Netflix e Alkon Communications ed il supporto del fondo regionale Wallimages, con la speciale collaborazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il supporto dell’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna (AISE), della Polizia di Stato, la Prefettura di Roma, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Ambasciata italiana in Marocco e con MedOr Leonardo Foundation come partner culturale. Il film è stato sostenuto anche dal Centre Cinematographique Marocain e dall’ Ambasciata del Regno del Marocco in Italia.

Il Nibbio è ora disponibile su Netflix.

La trama de Il Nibbio

Il Nibbio racconta i ventotto giorni precedenti i tragici eventi del 4 marzo del 2005, quando Nicola Calipari, Alto Dirigente del SISMI, sacrificò la propria vita per salvare quella della giornalista de “il manifesto” Giuliana Sgrena, rapita in Iraq da una cellula terroristica. Calipari ha avuto un suo ruolo cruciale nelle operazioni in Iraq nei primi anni Duemila per salvaguardare la vita umana e mantenere la pace. Il suo omicidio è ancora irrisolto.

La Trinità della DC apparirà sicuramente nel DCU, ma non nel prossimo film, parola di James Gunn

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Il co-CEO dei DC Studios, James Gunn, ha confermato che la Trinità della DC, Superman, Batman e Wonder Woman, si uniranno a un certo punto nel DCU, ma non nel prossimo film.

Superman di James Gunn segna l’introduzione a un nuovo universo condiviso della DC Comics, e tutto inizia con la nostra ultima interpretazione cinematografica dell’Uomo d’Acciaio. Il DCU vedrà anche il debutto di un nuovo Batman in The Brave and the Bold, e Gunn ha recentemente rivelato che è attualmente in fase di scrittura un film su Wonder Woman.

Probabilmente è superfluo dire che il piano è quello di unire questi personaggi iconici a un certo punto, e Gunn ha ora confermato che vedremo la Trinità della DC condividere lo schermo nel DCU, ma “non nel prossimo film“.

Per il prossimo film, presumiamo che Gunn si riferisca al sequel di Superman che ha menzionato in precedenti interviste. Il regista ha indicato che non sarà un sequel diretto, il che ha portato a ipotizzare che potrebbe essere un film Batman/Superman in stile World’s Finest.

Qualunque sia il piano, non sembra che Diana sarà coinvolta, quindi questo team-up della Trinità della DC è probabilmente ancora piuttosto lontano. Resta ovviamente da vedere se accadrà in un altro progetto prima di arrivare all’inevitabile reboot di Justice League.

In un’intervista separata, Gunn ha suggerito che potremmo anche assistere al debutto nel DCU di Helena Wayne, alias Cacciatrice, ovvero la figlia di Batman e Catwoman, anche se presumiamo che questo sia molto, molto lontano.

Il cast di Superman

Superman è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da James Gunn, con David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent.

Nel cast anche Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures.

Superman”, il primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.

Produttori esecutivi di “Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy (“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).

Spider-Man: Brand New Day, alcune indiscrezioni rivelano piani per Hulk e The Punisher

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Sono stati rivelati possibili dettagli della trama di Spider-Man: Brand New Day, che a quanto pare gettano un po’ di luce sulla collaborazione tra l’arrampicasi e The Punisher e su come Hulk vi prenderà parte.

Dopo mesi di una raffica apparentemente infinita di indiscrezioni su Spider-Man: Brand New Day, il film sembra finalmente prendere forma. Il Peter Parker di Tom Holland sarà affiancato dal Punisher di Jon Bernthal, mentre tutti gli indizi indicano che Hulk verrà inserito nella storia. Cosa unirà questo esplosivo mix di personaggi resta da vedere, e ci aspettiamo ancora che i Marvel Studios ingaggino almeno uno o due nuovi cattivi con cui Spider-Man dovrà combattere.

Daniel Richtman si è dimostrato una fonte semi-affidabile di informazioni su Spider-Man: Brand New Day, e ora afferma di “aver confermato che almeno una parte del film vedrà Spider-Man e il Punitore allearsi per combattere l’Hulk Selvaggio”.

Spider-Man e il Punitore contro Hulk? Questo è il sogno, e uno scontro che i fan avrebbero solo potuto sognare di vedere sullo schermo dieci anni fa, quando abbiamo iniziato a sentire voci sull’ingresso del lancia-ragnatele nell’MCU.

L’Hulk che diventa “Selvaggio” potrebbe essere di buon auspicio per quello che vedremo dal Gigante di Giada in Avengers: Doomsday. Tuttavia, non saremmo nemmeno sorpresi se tornasse in modalità Smart Hulk, dato che i Russo hanno lavorato così tanto con quella particolare iterazione dell’alter ego più arrabbiato di Bruce Banner.

Tornando a Spider-Man: Brand New Day, nulla lascia intendere che Daredevil si unirà a Spidey e The Punisher. I Marvel Studios devono essere consapevoli di quanto i fan siano ansiosi di vedere l’Uomo Senza Paura in azione, quindi speriamo che Kevin Feige abbia intenzione di sorprenderci.

Ci sono poi anche voci secondo cui il film presenterà una guerra tra bande e che qualcuno scatenerà il Selvaggio Hulk per distrarre o eliminare gli eroi… il che ci ricorda molto Mister Negativo. Staremo a vedere quanto di queste storie che circolano saranno confermate dal film.

Di certo c’è che Spider-Man: Brand New Day condivide il titolo con un’epoca narrativa controversa, che ha visto la Marvel Comics dare all’arrampicamuri un nuovo inizio, ponendo però fine al suo matrimonio con Mary Jane Watson e rendendo di nuovo segreta la sua identità. In quel periodo ha dovuto affrontare molti nuovi sinistri nemici ed era circondato da un cast di supporto rinnovato, tra cui un resuscitato Harry Osborn.

Spider-Man: Brand New Day è stato recentemente posticipato di una settimana dal 24 luglio 2026 al 31 luglio 2026. Destin Daniel Cretton, regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, dirigerà il film da una sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik Sommers. Tom Holland guida un cast che include anche Zendaya, Sadie Sink e Liza Colón-Zayas e Jon Bernthal. Michael Mando è stato confermato mentre per ora sono solo rumors il coinvolgimento di Steven YeunCharlie Cox e di Mark Ruffalo.

Spider-Man: Brand New Day uscirà nelle sale il 31 luglio 2026.

Mark Hamill aveva pensato a una backstory molto più oscura per Luke Skawalker in Gli ultimi Jedi

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La trilogia sequel di Star Wars non ha avuto molti sostenitori al momento della propria uscita e anche a qualche anni di distanza soprattutto i capitoli otto e nove sembrano essere i meno graditi dell’intero franchise. Tuttavia sono film che hanno fatto molto discutere e non sorprende che Mark Hamill, insostituibile Luke Skywalker, continui a essere interrogato in merito alla sorte di Luke in quei film.

Nel corso di un’intervista, Mark Hamill ha raccontato la backstory che lui stesso aveva pensato per Luke, per giustificare il suo allontanamento dal credo Jedi e spiegare la sua posizione nella trilogia sequel. In Star Wars: Gli Ultimi Jedi, abbiamo visto che Luke, spaventato dall’oscurità che ha visto in Ben Solo, suo nipote, e incapace di tenerlo dalla parte Chiara della Forza, perde le speranze e demolisce la sua scuola per Jedi.

Nell’idea di Mark Hamill questa non era una giustificazione adeguata, tanto che aveva pensato per il personaggio degli eventi molto diversi che guardavano anche all’attualità: Luke incontra una donna, si innamora e ha un bambino; il bambino però rimane ucciso in un incidente con la spada laser e questo evento tragico spinge la donna a suicidarsi. Secondo Mark Hamill sono un dolore simile avrebbe potuto allontanare Luke dalla fede Jedi, portando al film anche una riflessione sul contemporaneo, dal momento che sono frequenti purtroppo le notizie di bambini che rimangono feriti o peggio in incidenti domestici, in quelle case statunitensi in cui ci sono delle armi.

L’idea è stata poi bocciata da Rian, forse per mancanza di tempo, ma poteva essere una finestra polemica sulla contemporaneità da parte di un franchise che grosso modo è sempre rimasto impermeabile al mondo reale (a parte la grande rappresentazione della Resistenza, sempre valida in ogni epoca e cultura).

Che ne pensate? Vi sarebbe piaciuto vedere una storia diversa per Luke in Star Wars: Gli Ultimi Jedi?

Star Wars: Gli ultimi Jedi è il film del 2017, diretto da Rian Johnson con Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Lupita Nyong’o, Andy Serkis, Domhnall Gleeson, Anthony Daniels, Gwendoline Christie, Kelly Marie Tran, Laura Dern, Benicio Del Toro, Peter Mayhew, Billie Lourd, Jimmy Vee, Tim Rose, Mark Lewis Jones, Dave Chapman.

Emily in Paris Stagione 5: due nuove aggiunte al cast

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Emily in Paris Stagione 5: due nuove aggiunte al cast

Con le riprese di Emily in Paris Stagione 5 attualmente in corso in Francia, Netflix ha aggiunto un paio di nuovi nomi al cast della sua serie di successo.

Bryan Greenberg, noto per “How to Make it in LA” e “The Mindy Project” e recentemente visto in “Suits LA”, si è unito alla festa parigina in corso e interpreterà Jake, un americano che vive nella capitale francese. Nel frattempo, Michèle Laroque, nota attrice e comica francese candidata al César e nota per film come “Ma vie en Rose”, “Brillantissime” e “The Closet”, interpreterà Yvette, una vecchia amica di Sylvie Grateau.

Greenberg e Laroque si uniscono alla new entry di Emily in Paris Stagione 5 Minnie Driver, che è stata scelta a maggio per interpretare la principessa reale Jane.

Dettagli della trama di Emily In Paris – Stagione 5

Emily si trasferisce a Roma nella stagione 5

Aggiungete Marcello al mix e il triangolo amoroso si trasforma in qualcosa di molto più complesso nella stagione 5 di Emily in Paris.

Sebbene Emily in Paris non abbia mai evitato finali scioccanti, la conclusione della seconda parte della stagione 4 potrebbe avere l’impatto più profondo sul futuro della serie fino ad ora. Alla ricerca di nuove opportunità di lavoro e del suo nuovo amore Marcello, Emily decide di trasferirsi da Parigi a Roma. È già stato confermato che la quinta stagione farà il salto a Roma, e questo potrebbe offrire alla storia la possibilità di ricominciare da capo. Ciò consentirà anche di concentrarsi maggiormente sulla vita professionale di Emily, poiché l’apertura dell’ufficio di Roma rappresenta un grande passo avanti per la sua carriera.

Tuttavia, Darren Star ha confermato che, sebbene Emily trascorrerà parte del suo tempo a Roma, l’intera serie non lascerà Parigi. In un’intervista con Deadline, Starr ha dichiarato:

Non ha cambiato il suo nome su Instagram in Emily in Rome. Lavora a Roma solo occasionalmente. L’azienda di Sylvie ha un ufficio a Roma. Emily sta mettendo in piedi il tutto. Non credo necessariamente che questo significhi un trasferimento permanente a Roma, nella mia mente non lo è sicuramente. Non lasceremo Parigi”.

Tuttavia, Emily e Gabriel hanno continuato il loro tira e molla fino alla conclusione della quarta stagione, e questo significa che probabilmente lui la seguirà anche oltre i confini internazionali. Nella stessa intervista, Star rivela che lo chef potrebbe pensare di aver commesso un grave errore:

Penso che Gabriel abbia capito che non vuole lasciar andare Emily così facilmente e che potrebbe aver commesso un grave errore. Hanno sicuramente litigato molto e hanno avuto un periodo di riflessione. Ma penso che alla fine della stagione lui abbia capito che c’è qualcosa che non vuole perdere di Emily. Non so cosa significhi. Non significa necessariamente che torneranno insieme immediatamente o che lo faranno mai. Non lo so, ma penso che lui senta che c’è qualcosa in sospeso tra loro.

Per quanto riguarda Gabriel, la sua ricerca della stella Michelin è stata un successo, ma il suo desiderio per Emily potrebbe mettere a rischio la sua carriera, dato che ha scelto l’amore invece del lavoro. Con Alfie promosso a personaggio fisso nella quinta stagione, potrebbe avere un ruolo molto più importante nella vita sentimentale di Emily. Aggiungete Marcello al mix e il triangolo amoroso si trasforma in qualcosa di molto più complesso nella quinta stagione di Emily in Paris.

The Boys – Stagione 5: Eric Kripke annuncia la conclusione delle riprese

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Le riprese della quinta e ultima stagione di The Boys sono ufficialmente terminate. L’ideatore della serie Eric Kripke ne ha dato l’annuncio condividendo su Instagram un tributo con una foto di se stesso nella sala conferenze dei Sette alla Vought Tower, mentre guarda il murale di Homelander (Antony Starr) sul soffitto, salutando così il set dell’adattamento televisivo del fumetto per Prime Video.

Questa è l’ultima volta che sarò su questo set. Presto verrà smantellato”, ha scritto nel post. “È un momento agrodolce, ma la mia sensazione principale è di gratitudine. Abbiamo il miglior cast, la migliore troupe, la storia più divertente da scrivere e qualcosa di impossibile da prevedere: il tempismo giusto. Se sei fortunato, aspetti tutta la tua carriera per avere forse due di queste cose. Noi le abbiamo avute tutte“.

Kripke ha continuato: “Alla famiglia di #TheBoys: grazie, vi voglio bene. Ai fan: grazie per averci seguito, non vedo l’ora che vediate il gran finale. È tutto”. Nel 2020, Kripke aveva dichiarato che la sua “idea di massima” per The Boys era di “circa cinque stagioni”, pur riconoscendo che la sua precedente serie Supernatural era arrivata a 15. “Ma so anche che è meglio non dire quante stagioni avrà una serie”, aveva detto all’epoca. Promessa mantenuta dunque, ora non resta che poter vedere un primo teaser della nuova e ultima stagione.

LEGGI ANCHE: The Boys – Stagione 5: conferme, cast, trama e tutto quello che sappiamo sulla stagione finale

La trama della quarta stagione di The Boys

Nella quarta stagione, il mondo è sull’orlo del baratro. Victoria Neuman è più vicina che mai allo Studio Ovale e sotto il controllo di Patriota, che sta consolidando il suo potere. Billy Butcher, a cui restano solo pochi mesi di vita, ha perso sia il figlio di Becca sia il suo ruolo di leader dei The Boys. Il resto della squadra è stanco delle sue bugie. La posta in gioco sarà più alta del solito e loro dovranno trovare un modo per collaborare e salvare il mondo, prima che sia troppo tardi.

Il cast di The Boys vede protagonisti Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Jessie T. Usher, Laz Alonso, Chace Crawford, Tomer Capone, Karen Fukuhara, Colby Minifie, Claudia Doumit e Cameron Crovetti. Si uniranno per la quarta stagione anche Susan Heyward, Valorie Curry e Jeffrey Dean Morgan.

The Boys è basata sul fumetto certificato bestseller dal New York Times, creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in veste anche di executive producer, e sviluppato dall’executive producer e showrunner Eric Kripke. The Boys è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures Television Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises, Original Film e Point Grey Pictures. E’ disponibile su Prime Video.

Ciné: oggi Disney, Medusa, Vision, Officine Ubu e molto altro

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Ciné: oggi Disney, Medusa, Vision, Officine Ubu e molto altro

Prosegue il programma di appuntamenti della 14ª edizione di Ciné con convention, presentazioni con registi e attori, talk, proiezioni e appuntamenti speciali con i protagonisti del cinema italiano.

Il programma della giornata è ricchissimo, con numerosi ospiti sul palco delle convention. Con Medusa Film (ore 9.45)  saranno presenti Diego Abatantuono e Geppi Cucciari per La vita così, il nuovo film di Riccardo Milani che saluterà il pubblico della convention in collegamento insieme a Virginia Raffaele e Aldo Baglio; la mattinata proseguirà poi con The Walt Disney Company (ore 11.30), e le presentazioni dei listini Fandango (ore 12.30) e Officine UBU (ore 13.00).

Il pomeriggio le convention riprenderanno con Vision Distribution (ore 16.00) e in un ricchissimo parterre di presenze con Andrea Di Stefano, Pierfrancesco Favino e Tiziano Menichelli per Il Maestro, Paolo Virzì e Valerio Mastandrea per Cinque secondi, Michele Riondino per il nuovo film di Paolo Strippoli La valle dei sorrisi, Massimiliano Bruno con Edoardo Leo per 2 cuori e 2 capanne; e in chiusura di giornata Adler Entertainment (ore 17.30).

PREMIO ANICA 80

Serata di premiazioni a Ciné, che ospita la cerimonia del Premio Anica 80, nato nel 2024 per celebrare gli 80 anni dalla fondazione dell’Associazione, al fine di valorizzare il successo commerciale delle opere prime, dando visibilità a nuove voci del cinema italiano. Sul palco di Ciné in Città, nella bellissima arena sotto le stelle di Piazzale Ceccarini, saranno premiati tre giovani talenti acclamati per le loro opere prime (ore 21.00): Gloria! di Margherita Vicario, La vita da grandi di Greta Scarano e L’ultima settimana di settembre di Gianni De Blasi.

Ricchissimo il parterre di ospiti attesi sul palco per la serata, nel corso della quale oltre ai registi  saranno premiati anche produttori, distributori, attori e attrici protagonisti, tra cui Margherita Vicario e Paolo Rossi per Gloria!, Yuri Tuci per La vita da grandi e Gianni De Blasi con Diego Abatantuono e Guendalina Losito per L’ultima settimana di settembre.

Nel corso della serata, ANICA assegnerà anche il Premio ANICA Mina Larocca, a una manager o imprenditrice del settore cinematografico, audiovisivo e digitale, per il suo contributo professionale e umano all’industria, e il Premio Speciale ANICA 80 “Dalla Pagina al Grande Schermo” a Roberto Proia per la sceneggiatura del film Il ragazzo dai pantaloni rosa. La serata di concluderà con la proiezione di Gloria!.

CONVEGNI & PANEL

Tra gli appuntamenti della giornata anche il talk a cura di Unione Editori e Creators Digitali ANICA dal titolo Content Creators e cinema: un’alleanza strategica (ore 14.45, sala Polissena) moderato da Piera Detassis, (Editor at Large Cinema & Entertainment Hearst Italia e Presidente e Direttore Artistico dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello), con interventi di Valentina Barbieri (Content Creator e Attrice), Alessandro Grespan (Direttore Artistico e Regista The Jackal) e Antonio Mascoli (Content Creator). Ad aprire i lavori Alessandro Usai (Presidente ANICA), Luigi Lonigro, (Presidente Unione Editori e Distributori Cinematografici ANICA), e Carlo Rodomonti (Presidente Unione Editori e Creators Digitali ANICA).

LE ANTEPRIME

Nel programma di Ciné in Città aperto al pubblico anche l’anteprima di Quir – A Palermo Love Story (ore 21.30, Cinepalace), documentario di Nicola Bellucci a settembre in sala con Wanted Cinema, su una pelletteria gestita da una coppia queer, divenuta rifugio e simbolo di lotta per la comunità LGBTQI+ contro la cultura patriarcale siciliana.

One-Punch Man Stagione 3 arriverà su Crunchyroll

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One-Punch Man Stagione 3 arriverà su Crunchyroll

Basato su “One-Punch Man” di ONE e Yusuke Murata (serializzato su “Tonarino Young Jump” di SHUEISHA), la serie torna per una terza stagione attesa da tempo programmata per questo autunno. In Europa, Medio Oriente ed Africa “One-Punch Man” Stagione 3 sarà disponibile in streaming su Crunchyroll. A breve arriveranno nuove informazioni.

Prodotta da  J.C.STAFF, One-Punch Man Stagione 3 ritrova Tomohiro Suzukiper la series composition e Chikashi Kubota, Ryōsuke Shirakawa e Shinjiro Kuroda come character designer con. Le musiche sono firmate sempre da Makoto Miyazaki.

One-Punch Man Stagione 3  Sinossi Ufficiale

Saitama è un eroe che è diventato tale solo per divertimento. Dopo tre anni di “allenamento speciale”, è diventato così forte da essere praticamente invincibile. Anzi, è troppo forte: persino i suoi avversari più forti vengono eliminati con un solo pugno. Insieme a Genos, il suo fedele discepolo, Saitama svolge le sue funzioni ufficiali di eroe come membro dell’Associazione degli Eroi. Un giorno, dei mostri che affermano di appartenere all’Associazione Esseri Misteriosi appaiono all’improvviso e prendono in ostaggio un bambino dell’Associazione degli Eroi. Gli eroi di Classe S si riuniscono e pianificano un’incursione nel nascondiglio dell’Associazione Esseri Misteriosi per salvare l’ostaggio. Nel frattempo, Garou, un “mostro umano” che è stato preso dall’Associazione Esseri Misteriosi durante una battaglia con gli eroi, si risveglia nel nascondiglio dell’Associazione Esseri Misteriosi.

Invasion – Stagione 3: il primo teaser trailer da Apple Tv+

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Invasion – Stagione 3: il primo teaser trailer da Apple Tv+

Apple TV+ ha svelato il teaser trailer e le prime immagini della terza stagione di Invasion, la serie di fantascienza ideata dal produttore Simon Kinberg, candidato all’Oscar® e due volte nominato agli Emmy (“X-Men“, “Deadpool”, “Sopravvissuto – The Martian“) e da David Weil (“Hunters”). La terza stagione farà il suo debutto il 22 agosto su Apple TV+ con il primo episodio dei 10 totali, seguito da un nuovo episodio ogni venerdì fino al 24 ottobre.

Invasion segue un’invasione aliena attraverso diverse prospettive da più parti del mondo. Nella terza stagione queste prospettive si scontrano per la prima volta, quando i personaggi principali vengono riuniti in una pericolosa missione per infiltrarsi nella nave madre aliena. Gli alieni più potenti sono finalmente emersi, diffondendo rapidamente i loro tentacoli letali in tutto il pianeta. Ci vorrà la collaborazione di tutti i nostri eroi, che dovranno usare tutta la propria esperienza e competenza per salvare la specie umana. Si formano nuove relazioni, quelle vecchie vengono messe alla prova e persino distrutte, mentre i nostri coraggiosi protagonisti dovranno diventare una squadra unita prima che sia troppo tardi.

La terza stagione di Invasion vede il ritorno dei membri principali del cast Golshifteh Farahani, Shioli Kutsuna, Shamier Anderson, India Brown, Shane Zaza, Enver Gjokaj e l’introduzione di una nuova protagonista fissa, Erika Alexander.

“Invasion” è stata creata da Kinberg e Weil, che sono anche produttori esecutivi insieme ad Audrey Chon, David Witz, Alik Sakharov, Dan Dietz, Katie O’Connell Marsh e Nick Nantell.

Dopo il debutto della seconda stagione, “Invasion” è stata lodata per aver “alzato la posta in gioco” in ogni stagione, offrendo un “mélange di intrighi, sviluppo dei personaggi e un ritmo che brucia a fuoco lento”, oltre a una fotografia esperta che “cattura la bellezza e l’inquietudine” di un’invasione aliena. La prima e la seconda stagione di “Invasion” sono disponibili su Apple TV+.

Washington Black: il trailer della serie originale Disney+

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Washington Black: il trailer della serie originale Disney+

Disney+ ha diffuso il trailer ufficiale e la key art della serie originale Washington Black, basata sull’omonimo romanzo bestseller e interpretata da Sterling K. Brown, che ne è anche executive producer. La serie debutterà con tutti gli otto episodi mercoledì 23 luglio su Disney+ a livello internazionale e su Hulu negli Stati Uniti.

Washington Black segue l’odissea ottocentesca di George Washington “Wash” Black, un ragazzino di undici anni nato in una piantagione di canna da zucchero delle Barbados, che grazie alla sua prodigiosa mente scientifica si incammina verso un inaspettato destino. Quando uno straziante incidente lo costringe alla fuga, Wash si ritrova coinvolto in un’avventura in giro per il mondo che mette in discussione e trasforma la sua idea di famiglia, libertà e amore. Affrontando terre inesplorate e ostacoli insormontabili, Wash trova il coraggio di immaginare un futuro oltre i confini della società in cui è nato.

La serie è interpretata da Ernest Kingsley Jr., Rupert Graves, Iola Evans, Edward Bluemel, Sharon Duncan-Brewster, Eddie Karanja, Tom Ellis e Sterling K. Brown.

Washington Black è prodotta da 20th Television Production in associazione con Indian Meadows Productions e The Gotham Group e vede come executive producer Selwyn Seyfu Hinds, Kimberly Ann Harrison, Sterling K. Brown, Ellen Goldsmith-Vein, Wanuri Kahiu, Mo Marable, Rob Seidenglanz, Jeremy Bell, Lindsay Williams, D.J. Goldberg, Jennifer Johnson e Anthony Hemingway. Hinds e Harrison sono anche showrunner. Esi Edugyan è co-produttore.

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre alla “Modalità Junior” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

Highlander: nel cast del film anche Marisa Abela

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Highlander: nel cast del film anche Marisa Abela

Marisa Abela si è unita al cast di Highlander e raggiungerà i già annunciati Henry Cavill e Russell Crowe nel cast del film.

Chad Stahelski dirigerà il film per Amazon MGM Studios e United Artists (UA), la cui direzione è affidata all’ex direttore cinematografico di Netflix Scott Stuber. Il film uscirà nelle sale. Michael Finch sta scrivendo la sceneggiatura, basata sull’omonimo classico cult degli anni ’80.

Scott Stuber e Nick Nesbitt di UA produrranno il film insieme a Neal H. Moritz, 87Eleven Entertainment, la casa di produzione di Stahelski, Josh Davis di Davis Panzer Productions e Louise Rosner. UA si è assicurata tutti i diritti dell’originale del 1986, con la possibilità di sviluppare anche una nuova serie. Il film è stato sviluppato da Lionsgate.

Marisa Abela ha recentemente vinto un BAFTA TV Award 2025 per la sua interpretazione nella terza stagione dell’acclamata serie drammatica sul mondo bancario “Industry”. Questo film segue la sua interpretazione al fianco di Michael Fassbender e Cate Blanchett nel thriller di spionaggio di Steven Soderbergh, “Black Bag“. Abela ha precedentemente interpretato Amy Winehouse nel film biografico “Back to Black“, che le è valso una nomination al BAFTA EE Rising Star Award.

L’originale “Highlander“, con Christopher Lambert e Sean Connery, racconta il culmine di un’antica battaglia tra guerrieri immortali, che si dipana attraverso intrecci narrativi tra passato e presente. Dopo aver guadagnato una popolarità sempre maggiore sin dalla sua uscita, il film ha generato diversi sequel, una serie TV e una fanbase duratura. Diretto da Russell Mulcahy, il film è stato prodotto da Peter S. Davis e William N. Panzer.

The End: recensione del film di Joshua Oppenheimer

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The End: recensione del film di Joshua Oppenheimer

A dieci anni dal suo ultimo film, il pluripremiato regista Joshua Oppenheimer torna a farci specchiare negli abissi dell’umanità, mettendo da parte la forma del documentario a cui ci aveva abituati (e che lo aveva portato alla candidatura agli Oscar per The Act of Killing e The Look of Silence) e esordendo nel cinema di finzione con un potente, disturbante, visivamente straordinario, omaggio all’epoca d’oro di Hollywood, The End.

Presentato, dopo tre anni di gestazione, al 51° Telluride Film Festival e distribuito negli Stati Uniti il ​​6 dicembre 2024, arriverà finalmente il prossimo 3 luglio anche nelle sale italiane, un musical post-apocalittico, prodotto dallo stesso Oppenheimer (che lo ha diretto e co-sceneggiato insieme a Rasmus Heisterberg) Signe Byrge Sørensen e dalla star Tilda Swinton. Oltre a quella dell’attrice britannica, la pellicola vede anche la partecipazione di George MacKay, Moses Ingram, Bronagh Gallagher, Tim McInnerny, Lennie James e Michael Shannon.

Nella distopia sotterranea di The End

Il mondo è finito. Ma l’umanità, forse, no. In un bunker sotterraneo riarredato come una casa di lusso, vivono e sopravvivono Madre (il premio Oscar Tilda Swinton), Padre (il candidato all’Oscar Michael Shannon) e Figlio (George MacKay) e cercano di mantenere la speranza e un senso di normalità aggrappandosi a piccoli rituali quotidiani. Ma l’arrivo di una ragazza dall’esterno (Moses Ingram) incrinerà il delicato equilibrio di questo apparente idillio familiare.

Pochi contro tutti

Figli di un cambio di millennio, ci accodiamo alle ataviche paure di cambiamento, facendo il nostro gioco nel ciclo di morte e rinascita che trova nell’apocalisse il suo apice supremo. E ogni giorno spegniamo i notiziari ripetendoci, come Hubert, “Fin qui tutto bene, fin qui tutto bene.” contenti di aver rimandato la fine chissà ancora per quanto. Ma cosa faremo quando arriverà il momento? Fuggiremo? Ci arrenderemo all’inevitabile? Reagiremo collettivamente o proveremo solo a metterci in salvo insieme ai nostri cari? L’Apocalisse sarà una livella? Ci donerà le stesse possibilità delle persone che guidano il mondo, o oligarchi, presidenti, proprietari di social e magnati dell’industria aerospaziale, avranno accesso a possibilità illimitate? Queste sono le domande che suscita The End nello spettatore.

Con Act of Killing e The Look of Silence, Oppenheimer ci aveva già mostrato come in Indonesia,  gli autori di genocidi governavano, impuniti. A questi sarebbe dovuto seguire un terzo film sui miliardari che sono saliti al potere grazie alla distruzione di milioni di vite, ma dopo il successo dei suoi precedenti lavori, il regista non è più riuscito a tornare in sicurezza in Indonesia.

Ha comunque continuato a immaginare un progetto su uno specifico gruppo di oligarchi che aveva incontrato, magnati del petrolio, politicamente potenti e responsabili di gravi violenze politiche, che gli avevano mostrato un bunker di lusso che stavano costruendo con l’obiettivo di rifugiarcisi  in caso di un cataclisma causato dall’uomo. All’interno c’erano un caveau d’arte e una cantina di vini, una piscina e persino dei giardini.

L’Apocalisse è un musical intimo e universale

La visione scosse il regista che per riprendersi, racconta che una volta tornato a casa dovette riguardare uno dei suoi film preferiti, il musical Les Parapluies de Cherbourg di Jacques Demy.

L’accostamento tra l’ottimismo sfrenato del musical e il nichilismo spietato degli oligarchi fece scattare la scintilla di un racconto che, partendo da un’apocalisse climatica, anzi, vent’anni dopo l’apocalisse climatica, gli avrebbe permesso di parlare di dubbi, sensi di colpa e menzogne. Di negazione e illusione, di fantasie e di tutte le false speranze che ci permettono di alleviare i nostri rimpianti, in un inno accorato sull’accettazione di sé, sull’amore, sulla capacità di cambiare e su tutto ciò che ci rende umani.

È il musical che rende questa storia universale perché quando i personaggi iniziano a cantare, l’orchestra – condotta mirabilmente dal compositore Joshua Schmidt per i testi dello stesso Oppenheimer – li accompagna e in questo modo le loro emozioni private diventano l’espressione di un sentimento collettivo. E grazie al coro, quello che inizialmente è magari solo un momento intimo tra due innamorati, si trasforma magicamente in una occasione di riflessione condivisa.

Il demone dell’autoinganno

Con i suoi 148 minuti, The End pone lo spettatore di fronte a quella che è forse la domanda più difficile a cui rispondere: cosa rimane di noi quando mentiamo a noi stessi riguardo ai nostri sogni e ai nostri desideri più inconsci? È questo il demone che logora Madre, Padre e i pochi sopravvissuti. Lo stesso demone da cui vogliono salvare, senza riuscirci, Figlio. Perché, come dice lo stesso Oppenheimer: “Quello che volevo era esplorare la logica conclusione di questo autoinganno: una famiglia rintanata in un bunker anni dopo che tutti gli altri sono morti, godendo di ogni confort, un ultimo barlume di coscienza umana circondata dagli artefatti di una specie scomparsa, ripetendosi disperatamente di essere felici e di star bene, e che quindi sia tutto a posto. È un ottimismo che nasce dalla paura. Spaventati dall’affrontare le proprie colpe, i personaggi temono il cambiamento, perché per cambiare dovrebbero riconoscere i propri errori e accettare il proprio passato. Finché non riusciranno a farlo, saranno condannati a mentire a loro stessi, persino nei loro pensieri più privati.”

Il cielo in una miniera di sale

Il film si svolge interamente in un’unica unità di luogo, le spettacolari miniere di sale di Petralia Soprana, in Sicilia. In quel sito risalente a milioni di anni fa (in cui è stato allestito il MACSS – Museo di Arte Contemporanea Sotto Sale, unico museo di arte contemporanea al mondo ospitato in una miniera di salgemma attiva), Joshua Oppenheimer e la scenografa Jette Lehmann (Melancholia) hanno lavorato spinti da un unico obiettivo: supplire alla mancanza di cielo e della luminosità delle finestre per far dimenticare al pubblico di trovarsi sempre all’interno di un bunker. Per questo l’ambiente in cui vivono Padre, Madre, Figlio e i loro pochi amici è una casa spaziosa in cui un simulacro di luce naturale entra attraverso i soffitti e si diffonde da una stanza all’altra. Al posto delle finestre, gli splendidi dipinti impressionisti e post-espressionisti portati lì da Madre, come la Ballerina di Renoir o il Diluvio di Francis Danby, per rappresentare una sorta di “finestre”, per l’appunto, sul mondo di un tempo, su quello che si è perso: come una bellissima bugia, che ricorda una realtà ormai inesistente, la cui presenza si trasforma talvolta in un monito per i sopravvissuti.

L’ammonimento come atto di speranza

A differenza di film come Don’t look up!, apparentemente simili nelle intenzioni, quella di Oppenheimer, non è una satira in cui si punta il dito contro la famiglia certamente ricca che ha certamente una responsabilità riguardo la catastrofe climatica avvenuta, bensì un’opera che mette lo spettatore di fronte a uno specchio perfettamente tirato a lucido.

Persino l’introduzione di un estraneo, un sopravvissuto, all’interno di quell’equilibrio perfetto che è la vita nel bunker, riesce quasi a non avere conseguenze, tanto che seppur cambiando gli equilibri e scardinando l’apparente perfezione di quella vita sottoterra, alla fine non cambia niente e la speranza, in fondo a quel tunnel oscuro, rimane definitivamente morta.

Quest’ultima famiglia umana sopravvissuta potrebbe essere ogni famiglia. Potrebbe essere la nostra famiglia perché The End parla di tutti noi. “Ho sempre pensato che creare un racconto di ammonimento fosse un atto di speranza, costruito sulla convinzione che non sia troppo tardi per cambiare” dice Oppenheimer. Sta a noi scegliere se essere Madre, Padre, Figlio o Sconosciuta. Se mentire su quello che vogliamo, scegliere cosa vogliamo lasciarci alle spalle e cosa potremmo essere. Se vivere o sopravvivere. Se arrenderci o fare la differenza.

E speriamo di capirlo prima di ritrovarci in un bunker sotterraneo senza più un cielo sopra le nostre teste, ma solo l’infinito sale di una miniera millenaria. Per quanto bellissima, sia chiaro.