Il regista Denis
Villeneuve sembra che realizzerà Dune –
Parte 3.La Warner Bros. ha
recentemente pubblicato
il trailer di Dune – Parte
2, il prossimo capitolo dell’epica trilogia di
fantascienza di Denis Villeneuve, con
Timothée
Chalamet(Chiamami
col mionome), nei panni di Paul Atreides,
e Zendaya (Spider-Man:
No Way Home), in quelli di Chani.. Questo sequel ha avuto
il via libera quando il film Dune del 2021 ha
avuto successo, con Denis Villeneuve che
inizialmente pianificava di adattare il romanzo di Frank Herbert in
due parti.
Ci sarà Dune – Parte
3?
Tuttavia, Deadlineha recentemente riferito che Dune – Parte
2 sarebbe il secondo film di una saga pianificata di
tre film. Il capo critico cinematografico di Deadline, Pete
Hammond, ha confermato Dune – Parte 3 aWorld of Reel , dicendo: “Questo è
ciò che Denis dice
essere il piano“.Non è ancora chiaro se il
terzo film di Dune sarà
anche un adattamento del primo libro o se sarà un adattamento di
Messiah.
Dune: Parte
Due,
Oltre ai due attori poc’anzi
citati, nel film recitano anche Rebecca Ferguson
(Mission: Impossible – Dead Reckoning), il premio Oscar
Javier
Bardem (No Country for Old Men, Being the
Ricardos), il candidato all’Oscar Josh
Brolin (Avengers: Endgame), Stellan
Skarsgård (Avengers: Age of Ultron) e
Dave Bautista
(Thor: Love and Thunder). Fanno
inoltre il loro ingresso nel sequel Dune: Parte
Due anche Austin Butler
(Elvis, C’era una volta… a Hollywood) nei panni del
famigerato Feyd Rautha e il premio Oscar Christopher
Walken (Il cacciatore, Prova a prendermi) nei
panni dell’Imperatore. Florence
Pugh (Black Widow, Piccole donne),
Léa
Seydoux (Crimes of the Future) e
Souheila Yacoub (la serie No Man’s
Land, Climax) completano infine l’ampio cast nei
panni rispettivamente della principessa Irulan, figlia
dell’Imperatore, Lady Margot, amica stretta di quest’ultimo, e
Shishakli, guerriera dei Fremen.
Dopo gli eventi del primo capitolo, Dune: Parte
Due ritrova Paul Atreides, unitosi ora a Chani e
ai Fremen e in cerca di vendetta contro i cospiratori che hanno
distrutto la sua famiglia e tutto ciò che conosceva del suo mondo.
Una guerra contro il malvagio barone Vladimir Harkonnen, e di
conseguenza contro l’imperatore Shaddam IV, è dunque inevitabile.
In preparazione a questa, Paul rafforzerà il suo rapporto con
Chani, farà la conoscenza della principessa Irulan Corrino, figlia
dell’Imperatore, e conoscerà profondamente lo spirito del deserto
proseguendo la sua strada come “Mahdi” il messia profetizzato dal
popolo del deserto, andando dunque incontro al proprio destino. Il
film arriverà nei cinema italiani dal 1 novembre e
porterà dunque a compimento il racconto intrapreso con il primo
film.
Secondo quanto apprendiamo da
Deadline, la regista
Anna Foerster è stata scelta come nuova regista
per l’imminente serie prequel di
Max,Dune:
The Sisterhood. Questo è accaduto per via
dell’uscita di scena di Johan Renck, il regista della serie
Chernobyl che ha abbandonato l’incarico lo
scorso marzo per conflitti di programmazione. Foerster – che ha
diretto episodi di serie di successo come Outlander e
Westworld – dovrebbe dirigere più episodi.
Inoltre, il sito americano rivela
che Max ha anche accolto con favore l’aggiunta di Olivia
Williams di The
Crown e la star di The
Witcher Jodhi May al cast corale della serie tv
Dune:
The Sisterhood. Olivia
Williams sostituirà Shirley
Henderson per il ruolo principale di Tula Harkonnen,
mentre May assumerà il ruolo di Natalya, che inizialmente doveva
essere interpretata da Indira Varma di Game of
Thrones.
La serie tv Dune: The
Sisterhood
Dune:
The Sisterhood sarà interpretata da Emily
Watson, Indira Varma, Sarah-Sofie Boussnina, Shalom Brune-Franklin,
Faoileann Cunningham, Aoife Hinds, Chloe Lea,
Travis Fimmel,
Mark Strong, Jade Anouka, Chris Mason, Josh Heuston e Edward
Davis. Ambientato 10.000 anni prima dell’ascensione
di Paul Atreides, Dune: The
Sisterhood seguirà le Harkonnen Sisters mentre
combattono le forze che minacciano il futuro dell’umanità e fondano
la leggendaria setta nota come Bene Gesserit.
Dune: The
Sisterhood è ambientato 10.000 anni prima
dell’ascesa di Paul Atreides e segue le sorelle Harkonnen,
interpretate da Watson e Henderson, mentre combattono le forze che
minacciano il futuro dell’umanità e fondano la favolosa setta nota
come Bene Gesserit. Diane Ademu-John è a bordo come creatrice,
scrittrice, co-showrunner e produttrice esecutiva, con Alison
Schapker come co-showrunner ed EP. Johan Renck dirigerà il
primo episodio e sarà produttore esecutivo, mentre il regista
di Dune parte 1 e parte 2 Denis
Villeneuve sarà anche produttore esecutivo.
Il riavvio di
Ghostbusters del 2016 ha puntato i riflettori su
un nuovo gruppo di Acchiappafantasmi al femminile, ma non ha
ricevuto una grande risposta da parte del pubblico. Il film non si
è rivelato il disastro annunciato, ma non era quello che i fan
aspettavano e la decisione di far apparire i membri del cast
originale come cameo nei panni di altri personaggi ha lasciato un
po’ l’amaro in bocca.
Discorso diverso invece è stato
fatto nel pensare Ghostbusters: Legacy che è servito
come un vero e proprio sequel dei primi due film, e, in un momento
che ha fatto commuovere tutti, il quartetto originale si è
finalmente riunito durante il suo atto finale.
Bill Murray, Dan Aykroyd ed Ernie
Hudson hanno potuto condividere di nuovo lo schermo,
mentre i VFX hanno permesso di aggiungere il compianto
Harold Ramis al gruppo. È stato un momento
speciale per i fan, ma ancora più speciale per gli attori che
avevano praticamente rinunciato a tornare nei panni dei rispettivi
personaggi.
Parlandoci del suo ruolo in
Prisoner’s Daughter (che ora è nelle sale USA),
Hudson ha ripensato a cosa significasse per lui girare quella
sequenza. “Sì, se n’è parlato così tanto negli ultimi 30 anni,
se sarebbe successo o meno… Io pensavo solo che se fosse davvero
successo, sarebbe stato grandioso. Ne hanno fatto una versione
femminile che era carina, però sai… Quando Jason ha chiamato per
l’ultimo, Legacy, è stato fantastico essere sul set e vedere Bill.
Ci siamo incontrati di nuovo in quella sequenza di combattimento
quando eravamo tutti nelle nostre tute e abbiamo avuto un flashback
di quel momento in cui abbiamo girato il primo ed è stato tutta una
nuova esperienza a New York, non solo incontrare questi ragazzi, ma
vedere la loro follia da vicino di persona [Ride]. È stato
divertente e lo è ancora. Lo adoro moltissimo, davvero.”
“So che è stato detto e scritto
molto su alcuni dei disagi che ho vissuto personalmente, ma i
ragazzi sono sempre stati fratelli in un modo strano o almeno
sicuramente cugini [ride]. È bello dopo tutti questi anni
continuare a farlo. È uno di quei film che le persone fanno vedere
adesso ai propri figli e che ancora amano. È fantastico”.
Winston, e gli altri Acchiappafantasmi originali, torneranno con
ogni probabilità in Ghostbusters:
Firehouse al momento in fase di ripresa e che promette di
riportare l’azione a New York.
Di cosa parla il
nuovo film di Ghostbusters?
C’è ancora molto macabro mistero
che circonda la trama di questo nuovo film
di Ghostbusters. Non ha ancora nemmeno un titolo
ufficiale anche se il progetto è stato costantemente chiamato
“Firehouse”. Questo ovviamente si riferisce all’iconico
quartier generale di Ghostbusters a New
York. Quello che sappiamo di questo sequel è che sarà una
continuazione diretta di Afterlife e
che McKenna Grace, Finn
Wolfhard, Carrie
Coon e Paul
Rudd stanno tornando per questa nuova avventura. Il
nuovo cast include Kumail
Nanjiani, Patton
Oswalt, James
Acaster ed Emily Alyn
Lind. Nell’aldilà è stato rivelato che Callie di
Coon era la nipote di Egon ei suoi figli Phoebe e Trevor,
interpretati da Grace e Wolfhard, erano pronti per iniziare la
prossima generazione di Ghostbusters. La scena
dopo i titoli di coda di Afterlife ha visto anche Winston
di Ernie Hudson restituire il famoso Echo-1 al loro
vecchio quartier generale dei vigili del fuoco a New
York. Non è noto se Hudson tornerà per il nuovo film
insieme ai suoi co-protagonisti Bill
Murray e Dan Aykroyd.
Il sequel di
Ghostbusters: Lagacy, che ha il titolo provvisorio
di Ghostbusters:
Firehouse, dovrebbe ancora arrivare nelle sale entro
la fine dell’anno, il 20 dicembre 2023. Inoltre, il sequel farà il
suo debutto nello stesso mese di altri progetti di alto profilo
come come Wonka e Aquaman e il regno
perdutoGhostbusters:
Firehouse è diretto da Gil Kenan e si baserà su una
sceneggiatura che ha scritto insieme a Jason
Reitman. Il prossimo capitolo della storia della famiglia
Spengler vedrà anche il ritorno del cast principale, tra cui
Carrie Coon,
Paul Rudd e Mckenna Grace, che in realtà è stato il
primo membro del cast a confermare il suo ritorno. In
precedenza era stato confermato che il sequel
sarebbe tornato ufficialmente a New York City, l’ambientazione
originale del franchise.
In occasione dell’uscita in home
video di Guardiani della Galassia Vol.
3, Disney ha messo a disposizione on line due
scene inedite del film, tagliate dal montaggio finale, senza ancora
gli effetti visivi a ultimarle.
Nella prima scena possiamo avere un
assaggio della saggezza di Drax e del suo insolito utilizzo delle
metafore, mentre la seconda scena mostra la sorte sanguinolenta
riservata a War Pig.
Sono ufficialmente terminate le
riprese di Captain America: Brave New
World. Secondo il direttore della fotografia del
film, Kramer Morgenthau, la produzione del
prossimo sequel è terminata, rendendo estremamente probabile che il
progetto sia pronto per la data di uscita del 26 luglio 2024. Dopo
gli eventi di The Falcon and the
Winter Soldier, c’è un nuovo Capitano in città, e
avrà bisogno di tutto l’aiuto possibile quando si troverà coinvolto
in una minaccia che potrebbe mettere in pericolo l’intero
pianeta.
Dopo aver recitato in diverse
produzioni MCU come Falcon, Sam Wilson di
Anthony
Mackie brillerà nel suo nuovo ruolo di Capitan
America. Dopo la pericolosa battaglia contro Thanos (Josh
Brolin) durante gli eventi di Avengers: Endgame, Steve Rogers
(Chris Evans) ha deciso che era ora di cambiare
vita, e prendere una decisione riguardo al futuro del suo ruolo. Il
risultato di quel processo di pensiero è stato il passaggio di
testimone simbolicamente rappresentato dalla scena in cui un
vecchio Steve cede il suo scudo a Sam.
Mentre la trama dell’imminente film
rimane nascosta all’interno dell’ufficio di Kevin
Feige, ci sono molte trame pendenti negli altri film del
MCU che potrebbero essere riprese
dall’avventura di Wilson. Tra tutti, quello più interessante sembra
essere il destino del Generale Thunderbolts Ross, che in questo film torna con
il volto di Harrison Ford, che prende il posto del defunto
William Hurt. Sembra che il personaggio sarà il
principale antagonista di Cap, soprattutto perché Ross e Sam non
hanno una storia di amicizia alle spalle. Ma niente è
confermato.
Quello che sappiamo sul film
Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New
World riprenderà da dove si è conclusa la serie
Disney+The Falcon and the
Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson
(Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield
Paradox) ha descritto il film come un “thriller
paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader
(Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua
trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk
del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la cattiva
Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi
al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora,
Captain America: Brave New
World è indicato come uno dei titoli più importanti della
Fase 5.
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Il trailer ufficiale di Dune: Parte
Due ha permesso ai fan di dare uno sguardo a quella
che sarà la continuazione dell’avventura di Paul Atreides
(Timothée Chalamet) nei
film di Denis Villeneuve, ma chi ha letto le
storie di Frank Herbert sa bene che la storia di Paul continua
oltre i primi due libri. Ora è stato confermato da Deadline
che Villeneuve intende concludere la sua
trilogia di Dune in modo spettacolare, immergendosi più a
fondo nelle opere di Herbert con un adattamento di Dune
Messiah.
Il terzo capitolo continuerà la saga
e dovrebbe essere co-scritto da Villeneuve e dallo sceneggiatore
Jon Spaihts. Sebbene lo studio non abbia ancora
annunciato ufficialmente lo sviluppo attivo della terza parte, i
fan possono continuare a sperare nel completamento di questa
visionaria trilogia. Questa non è la prima volta che Dune
Messiah viene adattato per lo schermo, ovviamente, nel
2003, è uscita la miniserie I figli di Dune che si ispira in
gran parte al romanzo.
Naturalmente, il destino di Dune: Parte
Due e della successiva trilogia dipenderà dalla sua
performance al botteghino. La prima puntata, distribuita tra le
sfide della pandemia, è riuscita a incassare una somma di tutto
rispetto e ha portato con successo a un notevole seguito di
fan.
Dune: Parte Due, la trama
del film
Dopo gli eventi del primo capitolo, Dune: Parte
Due ritrova Paul Atreides, unitosi ora a Chani e
ai Fremen e in cerca di vendetta contro i cospiratori che hanno
distrutto la sua famiglia e tutto ciò che conosceva del suo mondo.
Una guerra contro il malvagio barone Vladimir Harkonnen, e di
conseguenza contro l’imperatore Shaddam IV, è dunque inevitabile.
In preparazione a questa, Paul rafforzerà il suo rapporto con
Chani, farà la conoscenza della principessa Irulan Corrino, figlia
dell’Imperatore, e conoscerà profondamente lo spirito del deserto
proseguendo la sua strada come “Mahdi” il messia profetizzato dal
popolo del deserto, andando dunque incontro al proprio destino.
Il film arriverà nei cinema italiani
dal 1 novembre e porterà dunque a compimento il
racconto intrapreso con il primo film.
Fanno inoltre il loro ingresso nel
sequel anche Austin Butler
(Elvis, C’era una volta… a Hollywood) nei panni del
famigerato Feyd Rautha e il premio Oscar Christopher
Walken (Il cacciatore, Prova a prendermi) nei
panni dell’Imperatore. Florence
Pugh (Black Widow, Piccole donne),
Léa
Seydoux (Crimes of the Future) e
Souheila Yacoub (la serie No Man’s
Land, Climax) completano infine l’ampio cast nei
panni rispettivamente della principessa Irulan, figlia
dell’Imperatore, Lady Margot, amica stretta di quest’ultimo, e
Shishakli, guerriera dei Fremen.
È stato revocato un ordine di
protezione temporaneo in Massachusetts contro Ezra Miller. L’attore,
in questi giorni in sala con The
Flash, è stato accusato dalla madre di un bambino non
binario di 12 anni di agire in modo inappropriato. L’attore avrebbe
anche molestato la famiglia del bambino.
“Sono incoraggiato dal risultato
di oggi e molto grato in questo momento a tutti coloro che sono
stati al mio fianco e hanno cercato di garantire che questo grave
uso improprio del sistema di ordine restrittivo fosse
fermato”, ha scritto Miller in una dichiarazione su Instagram.
Ezra Miller, che usa i
loro pronomi e si identifica come non binario, non ha mai
affrontato accuse penali. Nella loro dichiarazione su Instagram, Miller ha sostenuto che l’ordine di
protezione emesso contro di loro veniva “usato come arma da
coloro che cercano attenzione o fugace fama da tabloid o una sorta
di vendetta personale quando ci sono persone che hanno un vero e
disperato bisogno di questi servizi”.
Miller ha anche criticato il modo in
cui la stampa ha coperto la vicenda. “Imploro quei membri dei
media che hanno sconsideratamente diffuso false affermazioni e non
sono riusciti a riportare accuratamente la verità e il contesto di
questa storia, di attenersi a uno standard più elevato e di
prendersi il tempo per trovare i fatti, piuttosto che inseguire i
clic”.
La star di The
Flash è stata coinvolta in diverse controversie negli
ultimi anni. Nel 2022, Miller si è scusato per il loro
comportamento e ha annunciato di “soffrire [di] complessi
problemi di salute mentale” e di aver iniziato un trattamento.
Lo scandalo delle pubbliche relazioni, tuttavia, ha oscurato
l’uscita e la campagna promozionale di The
Flash, alla quale Miller non ha partecipato se non per
un’apparizione sul red carpet di Los Angeles, senza però rilasciare
dichiarazioni singole alla stampa.
Nella loro dichiarazione su Instagram, Miller ha scritto: “Come nota
personale, voglio che tutti sappiano che sto continuando a fare del
mio meglio per preservare il mio benessere e quello che posso per
invertire il danno collaterale che questo calvario ha causato a me
e alle persone vicine per me.”
Jodie Turner-Smith, star di Queen &
Slim e dell’imminente serie “Star
Wars”The Acolyte, si sta collegando alla
rete ed entra ufficialmente a far parte del cast di
Tron:
Ares. La star britannica è l’ultima aggiunta al cast
del threequel della Disney, e si unisce a Jared Leto,
Evan Peters e la star di “Past Lives”
Greta Lee. Joachim Rønning
(Maleficent
– Signora del male) dirigerà il film da una sceneggiatura
di Jesse Wigutow e Jack Thorne,
la cui produzione dovrebbe iniziare ad agosto (nonostante uno
sciopero degli attori).
Leto interpreterà Ares, la
manifestazione di un programma che diventa senziente e attraversa
il mondo umano, con Lee come programmatrice di videogiochi e CEO di
una società tecnologica che mira a proteggere la sua tecnologia che
cambia il mondo. Ulteriori dettagli sulla trama, comprese le
specifiche del ruolo di Turner-Smith, vengono tenuti nascosti. Dopo
la sua straordinaria interpretazione in Queen &
Slim della Universal, Turner-Smith ha recitato in ruoli
straordinari in After Yang di A24 con
Colin Farrell, Without Remorse di
Amazon Studios con Michael B. Jordan e The
Independent di Peacock con Brian Cox,
oltre a ruoli importanti in White Noise e
Murder Mystery 2 di Netflix.
Jodie Turner-Smith
ha anche recitato nel ruolo di Anne Boleyn nella miniserie in tre
parti della Sony Pictures Television, trasmessa inizialmente su
Channel 5 nel Regno Unito prima di debuttare su AMC + negli Stati
Uniti. È stata nominata per un NAACP Image Award per la sua
interpretazione. La vedremo presto in Bad Monkey,
al fianco di Vince Vaughn nella serie
AppleTV+ basata sul romanzo di Carl Hiaasen del
2013, e ha recentemente terminato la produzione di Star
Wars: The Acolyte per Disney+.
Turner-Smith si unisce al franchise
di Tron che porta avanti l’eredità dell’avventura
fantascientifica di lunga data. Il film originale, interpretato da
Jeff Bridges, ha debuttato nel 1982 ed è stato un
flop al botteghino nonostante le sue rivoluzionarie innovazioni
negli effetti visivi digitali. Nel corso del tempo, il film ha
sviluppato un seguito di culto, che ha portato al sequel del 2010
Tron: Legacy, interpretato da Bridges,
Garrett Hedlund e Olivia Wilde e
diretto da Joseph Kosinski (Top Gun:
Maverick) al suo debutto alla regia.
Uno dei generi più popolari al
cinema è quello del film di guerra. Appartengono ad esso tutti quei
lungometraggi che ripropongono battaglie o episodi realmente
accaduti nel contesto delle guerre passate, oppure inventando
racconti che si situano però all’interno di un contesto storico
veritiero. Negli ultimi anni, in particolare, la Prima
Guerra Mondiale è tornata protagonista sul grande schermo
grazie a tre titoli molto apprezzati: 1917, Niente di nuovo sul fronte
occidentale e 1918 – I giorni del
coraggio. Quest’ultimo, il cui titolo originale
è Journey’s End, è in realtà il
primo arrivato in sala dei tre, nel 2017, per la regia di
Saul Dibb.
In Italia, sfortunatamente, è stato
distribuito direttamente in DVD e nel solo 2020, con un titolo
italiano con cui si è cercato di cavalcare l’onda del successo
ottenuta da 1917, in un certo senso
accostando due film in realtà legati solo dal contesto in cui sono
ambientati. Perché mentre il film di Sam Mendes
non è basato su nessun reale episodio di quel conflitto, 1918 –
I giorni del coraggio propone invece il racconto di personaggi
inventati ma inseriti in un preciso evento di quella grande guerra,
ovvero l’Offensiva di primavera.
Il film è però prima di tutto
l’adattamento dell’omonimo testo teatrale del 1928 di
Robert CedricSherriff, già
adattato per il grande schermo nel 1930, nel 1931 e nel 1976, ma
anche nel 1988 come film TV per la BBC. Per tutti gli appassionati
dei film di guerra, questo nuovo adattamento è dunque un film
imperdibile, passato in sordina ma decisamente da riscoprire. Prima
di intraprendere una visione del film, però, sarà utile
approfondire alcune dettagli di esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà possibile ritrovare ulteriori informazioni sulla
trama, il cast di attori e la
storia vera. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di 1918 – I giorni del
coraggio
Il film è mbientato durante gli
ultimi mesi della Prima Guerra Mondiale, nell’aprile del 1918, alla
vigilia dell’Offensiva di Primavera, ovvero l’ultimo tentativo da
parte dell’esercito tedesco di rovesciare le sorti della guerra. La
vicenda si svolge in una trincea sul fronte occidentale francese,
ad Aisne, dove un manipolo di soldati inglesi guidati dal capitano
DenisStanhope, attende in prima
linea l’attacco della Germania. Fresco di addestramento, nonostante
gli avvertimenti, il sottotenente JimmyRaleigh decide di farsi assegnare proprio al
battaglione di Stanhope.
I due sono infatti amici d’infanzia
e Raleigh spera dunque di poter affrontare gli orrori della guerra
accanto a qualcuno in grado di allietare anche i momenti più
difficili. Egli tuttavia si trova dinanzi ad un uomo molto
diverso da quello di un tempo e che imparerà a conoscere di nuovo
nei sei giorni di attesa prima dell’offensiva nemica. La guerra ha
profondamente cambiato Stanhope e più la nuova battaglia si
avvicina, più i rapporti tra i due diventano tesi. In quel tempo
d’attesa, inoltre, Raleigh e gli altri soldati si troveranno anche
a dover fare i conti con le proprie paure e speranze.
Il cast di 1918 – I giorni del
coraggio
Ad interpretare il protagonista,
ovvero il sottotenente Jimmy Raleigh, vi è l’attore Asa
Butterfield, oggi meglio noto per la serie NetflixSex Education. L’attore
Sam Claflin,
visto anche in Io prima di te e
Resta con me, recita
invece chi nei panni del capitano Denis Stanhope. Durante alcune
ricerche svolte per prepararsi al film, Claflin ha scoperto che il
suo bis-bisnonno era in un battaglione inviato alla battaglia di
St. Quentin, la stessa rappresentata alla fine del film. Nel film
recitano poi gli attori Paul Bettany
nel ruolo del tenente Osborne, Toby Jones in
quelli del soldato Mason e Stephen Graham per il
ruolo del sottotenente Trotter.
1918 – I giorni del
coraggio, l’opera da cui il film è tratto e la storia
vera
Come anticipato, il film è il quinto
adattamento cinematografico dell’opera teatrale Journey’s
End, scritta nel 1928 da R. C. Sherriff.
Questi aveva visto in prima persona l’effetto di anni di guerra sui
suoi amici e conosceva la paura e il terrore dell’aspettare un
attacco imminente, aspettando la fine del proprio viaggio (da qui
il titolo dell’opera). I personaggi della commedia sono dunque
basati sugli uomini con cui Sherriff aveva prestato servizio nel 9°
battaglione del reggimento dell’East Surrey. L’autore, inoltre,
ambienta il proprio racconto nei giorni precedenti l’inizio
dell’Offensiva di primavera, anche nota come
Kaiserschlacht.
Questa si riferisce ad una serie di
attacchi predisposti dall’esercito tedesco svoltisi durante la
primavera del 1918, con i quali si tentò di recuperare quanto fino
a quel momento perso. Le potenze dell’Intesa (Impero Britanico,
Francia e Impero Russo) furono colte completamente di sorpresa da
tale contrattacco, avvenuto proprio quando ormai si pensava che
l’esercito tedesco fosse prossimo al crollo e dunque non più
meritevole di particolari attenzioni. Tuttavia, nonostante
inizialmente i tedeschi riuscirono effettivamente ad ottenere
alcune significative vittorie, dopo tre mesi il loro potenziale si
esaurì.
Il comando supremo tedesco, guidato
dal feldmaresciallo Paul von Hindenburg e dal suo principale
collaboratore, generale Erich Ludendorff, esaurì infatti con questa
serie di costose offensive le residue forze dell’esercito,
pregiudicando dunque ogni possibilità di vittoria e intaccando
anche la capacità di resistenza sul fronte occidentale. Ciò permise
all’Intesa di riorganizzarsi e portare avanti l’Offensiva
dei Cento giorni, che in pochi mesi ha portato la Germania
all’essere costretta ad ammettere la sconfitta, sancita
dall’armistizio di Compiègne dell’11 novembre 1918. Nel corso
dell’Offensiva di primavera, tuttavia, persero la vita oltre 850
mila soldati dell’Intesa e circa 688 mila soldati dell’esercito
tedesco.
Il trailer di 1918 – I giorni
del coraggio e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
1918 – I giorni del coraggio grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Google Play, Rai Play e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 30 giugno alle ore 21:20
sul canale Rai 3.
Il DCEU andrà
presto incontro a reboot ma, nel suo decennio di vita, ha adattato
un’ampia selezione di personaggi della DC Comics,
tra cui dieci cattivi che vengono solo citati piuttosto che
mostrati. Dopo il successo di
The Avengers della Marvel, che ha ridefinito la
cultura pop, la Warner Bros. e la
DC hanno iniziato il loro universo condiviso con
L’uomo d’acciaio del 2013, il cui focus sulle
origini di Superman non ha impedito di alludere a
un più ampio universo DC che circonda Clark Kent.
Nelle ultime puntate del DCEU,
prima del parziale
reboot di James Gunn e Peter Safran, il franchise ha
riconosciuto o almeno fatto riferimento a dieci supercriminali
senza raffigurarli visivamente: scopriamo assieme chi sono.
L’Enigmista
L’Enigmista è uno dei
nemici più famosi di Batman che, grazie alla sua intelligenza
acuta, sfida la famiglia di Batman mediante enigmi letali. Il
costume dell’Enigmista nel DCEU
appare nella Batcaverna in Batman v Superman: Dawn of Justice e il suo
logo con il punto interrogativo appare come graffito durante la
resa dei conti tra Batman e Superman. L’Enigmista del DCEU
sarebbe dovuto apparire nel live-action come uno dei supercriminali
alleati di Lex Luthor, che avrebbe usato la sua
genialità per risolvere l’Equazione Anti-Vita, ma dal momento che i
previsti sequel di Justice League di Zack Snyder sono stati
cancellati, l’esistenza dell’Enigmista è stata riconosciuta solo
attraverso dei riferimenti.
Il Pinguino
Un altro membro di spicco
dell’iconica galleria di
nemici di Batman, il riferimento più diretto al
Pinguino si trova nella
versione cinematografica di Justice League, quando
Alfred si riferisce scherzosamente a “pinguini a
molla che esplodono” durante una conversazione con Bruce
Wayne. Tuttavia, è ormai chiaro che la
versione cinematografica di Justice League non è da considerare
parte del canone, poiché altri film del DCEU fanno
riferimento direttamente alla director’s cut, ma questo non è
l’unico easter egg che riconosce il Pinguino. Nella guida
all’interno dell’universo di Daniel Wallace,
Time Out Shortlist Gotham and Metropolis,
l’Iceberg Lounge è confermato essere un locale di
Gotham City, il che certifica che il Pinguino fa ancora parte del
DCEU.
Cappellaio Matto
Il Cappellaio
Matto, un
cattivo di Batman particolarmente pericoloso e con
un’inclinazione al controllo mentale, viene citato in una battuta
di circostanza in Peacemaker.
Il vicino di casa dell’antieroe cita diversi criminali di Batman,
sottolineando che una differenza fondamentale tra
Batman e Peacemaker è che il primo non uccide. In
particolare, Batman viene mostrato mentre uccide i criminali in
Dawn of Justice, ma il DCEU ha
chiarito che Batman ha seguito la regola di non uccidere per la
maggior parte della sua carriera di supereroe, infrangendola solo
durante gli eventi del film del 2016 come modo per mostrare quanto
fosse vicino a diventare un cattivo. Dopo gli eventi di Dawn of Justice, Batman ha ripristinato la sua
regola di non uccidere.
Il dottor Esopo
Nell’universo DC Comics
pre-Flashpoint, il Dottor Esopo era un membro
dell’era moderna della
rogue’s gallery di Batman. Mentre nei fumetti Aesop è un boss
del crimine, è stato ripensato per il DCEU nel
libro del 2016 Batman v Superman: Dawn of Justice – Cross
Fire, di Michael Kogge. Il Dottor Esopo del
DCEU era
un ex dipendente della WayneTech, specializzato in robotica, prima
di minacciare di usare le sue invenzioni contro l’umanità e di
essere rinchiuso nel manicomio di Arkham. Sebbene il Dottor Esopo
abbia un ruolo diretto in una proprietà del DCEU, non
appare in alcun materiale live-action.
Jackalope
Un altro cattivo del
DCEU che
appare in Cross Fire è Jackalope, anch’egli ex
dipendente della Wayne Enterprises, poi rinchiuso nell’Arkham
Asylum del DCEU.
Jackalope ha un aspetto da coniglio e delle corna prostetiche che è
costretto a indossare sempre. Non è chiaro il motivo esatto del
licenziamento di Jackalope e del suo successivo
ingresso ad Arkham, ma alla fine diventa un alleato criminale del
Dottor Esopo. Jackalope è, in particolare, un
cattivo originale creato per il DCEU, ma
dal momento che la sua unica apparizione è nel romanzo Cross
Fire, egli, come Esopo, non conta alcuna apparizione nel
DCEU in
live-action.
Carmine Falcone
Uno
dei più noti boss di Gotham City nel mito di
Batman,
Carmine Falcone
ha fatto numerose apparizioni negli adattamenti live-action di
Batman.
Non sorprende che
Falcone
sia stato citato più volte nelDCEU:
i primi casi sono stati nella guida
Time Out Shortlist Gotham and Metropolis
e inSuicide
Squad
del 2016. Falcone viene citato anche inThe Flash,
quando suo figlio scatena il caos a Gotham nell’atto iniziale del
film.
Sofia Falcone-Gigante
Un’altra
famosa nemica di Batman e membro della famiglia criminale
Falcone,
Sofia Falcone-Gigante
è nota per il suo ruolo nelle iconiche storyline
Batman: The Long Halloween
e
Batman: Dark Victory,
di
Jeph Loeb
e
Tim Sale.
Come suo padre, Carmine Falcone, Sofia è citata nella guida
Time Out Shortlist Gotham and Metropolis
come proprietaria del ristorante e del nightclub Falcone’s. Il
locale appare nel paesaggio urbano di Gotham inSuicide
Squad,
facendo anche indirettamente riferimento a
Sofia
e alla famiglia criminale
Falcone.
Tony Gallo
Uno dei tanti easter egg DC
presenti in Man of Steel è il Casinò
Utopia, visto a Metropolis durante il corpo a corpo tra il
Generale Zod e Superman nel
finale del film. Nell’universo DC Comics, il Casinò Utopia è di
proprietà di Tony Gallo, un uomo d’affari corrotto
e legato al crimine organizzato. Gallo ha introdotto la kryptonite
nella malavita di Metropolis nei fumetti di Superman dell’era
moderna, ma nel DCEU la
kryptonite è stata usata come arma da Lex Luthor,
come si è visto in Dawn of Justice. Tuttavia, il riferimento
indiretto a Gallo attraverso il suo casinò sia in Man of Steel che in Time Out
Shortlist prefigura le apparizioni della kryptonite nel
DCEU.
Naeco
Naeco è un oscuro
nemico extraterrestre di Aquaman della Silver Age della DC Comics.
Nel DCEU,
Naeco sembra essere un nemico passato della Justice Society of
America e viene citato nel fumetto prequel di Black Adam, Black
Adam – The Justice Society Files: Hawkman. Sebbene Naeco
stesso non appaia nel fumetto prequel, il suo tridente di uritrium
appare, e l’arma viene confiscata dalla JSA dopo la sconfitta di
Naeco.
Reverse-Flash
Reverse-Flash,
noto anche come Eobard Thawne, è il più grande
nemico di Barry Allen e si prevedeva che sarebbe
apparso in The
Flash del 2023. Reverse-Flash stesso non appare nel film, ma
viene citato visivamente più volte. La controparte più giovane di
Barry Allen viene mostrata per la prima volta con lo stesso schema
di colori giallo e rosso di Reverse-Flash e il fulmine del cattivo
Dark Flash, pur essendo solitamente viola, appare occasionalmente
rosso, con un ulteriore riferimento alla connessione di
Reverse-Flash con la Forza di Velocità Negativa. Il regista di
The Flash, Andy Muschietti,
conferma anche che Reverse-Flash, nonostante non appaia, è
l’assassino di Nora Allen, ribadendo che fa parte
del vecchio DC
Extended Universe.
Gli Skrull del MCU
possono essere identificati in diversi modi, anche quando si
mascherano da qualcun altro. I Marvel Studios hanno introdotto gli
Skrull nel MCU
in Captain Marvel del 2019, in cui la razza
mutaforma cercava rifugio dopo essere stata costretta a una lunga
guerra con i Kree. In un importante cambiamento
rispetto alla loro storia nei fumetti, gli Skrull del MCU
sono stati mostrati come alleati dell’umanità, una razza altrimenti
pacifica che si è trasformata in guerrieri per sopravvivere.
Tuttavia, Secret Invasion della Fase 5 ha dimostrato quanto gli Skrull possano essere pericolosi: una fazione
ribelle si è infiltrata silenziosamente sulla Terra per diversi
anni, assumendo le identità di personaggi di alto livello del
MCU.
Nelle loro forme naturali, gli
Skrull sono immediatamente riconoscibili
grazie alla loro pelle verde, alle orecchie a punta e alla mancanza
di peli sul corpo. Tuttavia, la loro innata capacità di mutare
forma permette loro di assumere la forma di qualsiasi essere
vivente fino al DNA, il che consente loro di integrarsi
perfettamente in qualsiasi civiltà. Questo è stato visto più volte
nella loro breve carriera nel MCU,
dato che gli Skrull hanno impersonato personaggi
come Soh-Larr, Carol Danvers,
R. Keller, Phil Coulson,
MariaHill e Nick Fury in
Secret Invasion. Tuttavia, l’impersonificazione degli
Skrull non è mai esatta, anche se la voce, il
corpo fisico e l’abbigliamento possono essere imitati con
precisione: in questo articolo analizziamo 6 indizi per
identificare uno Skrull.
Gli Skrull non assumono le
caratteristiche di coloro che imitano
Quando si trasformano nella forma
di un altro essere vivente, gli Skrull sono in grado di replicare i ricordi
recenti del corpo che emulano, il che consente loro di integrarsi
meglio nella società. È stato dimostrato che gli
Skrull sono in grado di vedere anche i ricordi più
lontani nel tempo, anche se devono usare una tecnologia avanzata
per estrarre questi ricordi, come nel caso di Carol
Danvers in Capitan Marvel e di diversi ospiti umani in
Secret Invasion. Il fatto che gli Skrull
possano copiare solo i ricordi a breve termine dell’individuo che
impersonano significa che c’è un modo sicuro per identificare se
qualcuno è uno Skrull: semplicemente
interrogarlo.
Gli Skrull copiano solo i ricordi
a breve termine
InCaptain Marvel,
Danvers
interrogaNick Fury
sui suoi primi anni di vita per dimostrare che non è unoSkrull
e
Yon-Rogg
interroga uno Skrull travestito da Capitan Marvel, che fallisce il test.
Questa sembra essere una tecnica infallibile per identificare uno
Skrull, molto utilizzata dalle stesse forze
Kree.
Sembra però che gli Skrull abbiano migliorato il loro sistema di
sostituzione degli esseri umani, dato cheSecret Invasion ha
rivelato che le macchine vengono utilizzate per estrarre i ricordi
più profondi dai corpi degli ospiti, permettendo forse alla
ribellioneSkrull
di infiltrarsi più facilmente nell’umanità, diffondendosi
ulteriormente in preparazione del loro imminente
attacco.
Gli Skrull non possono imitare i
doni sovrumani
Oltre a non poter imitare i
tratti della personalità e i ricordi lontani, gli Skrull non sono nemmeno in grado di copiare le
doti sovrumane, se assumono la forma di un supereroe o di una
persona potenziata. Questo renderebbe sicuramente più facile
determinare chi è uno Skrull se alcuni degli eroi
più importanti del MCU
dovessero essere sostituiti, dato che molti dei più potenti eroi
della Terra hanno poteri soprannaturali o sovrumani molto specifici
che li rendono immediatamente riconoscibili. Sebbene gli Skrull non
siano in grado di copiare i superpoteri preesistenti, sembra
possibile che agli Skrull vengano concesse abilità
potenziate, come si è visto nei trailer di Secret Invasion. Kingsley
Ben-Adir ha debuttato come Gravik
nell’episodio 1 di Secret Invasion, “Resurrection”, il leader
della ribellione Skrull sulla Terra. Anche se non si sa ancora
molto del nuovo sinistro Skrull, i trailer di Secret Invasion hanno rivelato che nel corso
della serie verrà potenziato, il che ha portato molti a credere che
potrebbe assumere il ruolo del Super-Skrull della Marvel Comics. Il Super-Skrull è stato dotato
delle abilità dei Fantastici Quattro, garantendogli un potere
superiore a quello dei suoi compagni Skrull, e questo sembra essere
il caso di Gravik nella Fase 5
del MCU.
Ciò potrebbe rendere più difficile l’identificazione di uno
Skrull se è mascherato da supereroe.
Gli Skrull hanno abilità innate
potenziate
Sebbene gli Skrull non siano in grado di copiare le
abilità dei superuomini, hanno un’impressionante serie di poteri
innati, donati dalla loro fisiologia Skrull. Oltre a poter assumere
la forma di qualsiasi essere vivente, gli Skrull possiedono anche
un’ampia gamma di poteri rafforzati dal fatto che il loro corpo non
è fatto di carbonio come quello degli umani. Nelle loro apparizioni
in Captain Marvel e Secret Invasion, gli Skrull hanno dimostrato
di essere incredibilmente forti e, durante le intense scene di
combattimento, di essere combattenti resistenti e agili. Queste
doti li distinguono certamente dalla media degli umani. Gli
Skrull hanno anche una durata di vita molto
più lunga degli umani, il che sarebbe un chiaro indizio nel caso in
cui uno Skrull fosse mascherato da umano per diversi decenni – come
nel caso del Talos di Ben
Mendelsohn, che è cambiato a malapena in trent’anni.
Secret Invasion ha anche confermato che gli
Skrull hanno un’immunità ad alti livelli di radiazioni. Questo
rende un impianto nucleare abbandonato il luogo perfetto per
Gravik per creare la sua base, poiché gli Skrull
non sono influenzati dalle radiazioni. Questo significa anche
cattive notizie per l’umanità, poiché Gravik
intende sradicare la razza umana usando le radiazioni nucleari, che
sono innocue per gli Skrull e li distinguono certamente da
qualsiasi altro essere umano.
Gli Skrull tornano alla loro forma
naturale quando vengono uccisi
Questo è forse il modo più
drastico per determinare se qualcuno è uno Skrull,
ma ucciderlo funziona sicuramente, poiché gli Skrull tornano alla loro forma naturale, con
la pelle verde, quando muoiono. Sfortunatamente, se qualcuno è
sospettato di essere uno Skrull e viene ucciso, ma poi si scopre
che in realtà è umano, le conseguenze di questa azione potrebbero
essere terribili. Tuttavia, questo metodo è un modo infallibile per
identificare uno Skrull, poiché la sua trasformazione non può
essere mantenuta dopo la sua morte. Questo è stato visto diverse
volte nel MCU,
come nel caso di uno Skrull travestito da Phil
Coulson in Captain Marvel e, più recentemente,
nell’episodio 1 di Secret Invasion . Il primo episodio di
Secret Invasion si apriva con
l’Everett K. Ross di Martin
Freeman che ascoltava l’agente della CIA Prescod
descrivere il piano di dominazione del mondo della ribellione
Skrull, prima di rivelare di essere uno
Skrull. Ross viene infine ucciso da Talos, che si
ritrasforma in uno Skrull di fronte a Maria Hill,
rappresentando la prima prova di cui lei aveva bisogno per
stabilire che gli Skrull stavano mettendo in atto il loro piano e
che Nick Fury doveva tornare sulla Terra. Questa
rivelazione è stata scioccante, poiché Ross era stato un punto
fermo del
franchise di Black Panther dopo il suo debutto in
Captain America: Civil War, anche se ora non è chiaro
per quanto tempo esattamente sia stato uno Skrull sotto mentite spoglie.
Gli Skrull possono essere
individuati nel MCU
Gli Skrull Detector non
sono ancora stati visti nel MCU
live-action, ma la loro esistenza è stata confermata grazie al
fumetto prequel Guardians of the Galaxy Infinite e al
romanzo prequel di Captain Marvel, Captain Marvel: Starforce on the Rise.
I Rivelatori di Skrull sono in grado di rintracciare un pezzo
unico di codice nel DNA di uno Skrull, determinando se quella
persona è uno Skrull o meno. Questi rivelatori sono stati
utilizzati dai guerrieri Kree durante la Guerra
Kree-Skrull e in seguito sono stati venduti da un
trafficante del mercato nero su un pianeta chiamato Conjunction,
visitato da Gamora. Anche se non sono ancora stati
introdotti nel live-action, i rivelatori Skrull potrebbero essere
fondamentali per la trama di Secret Invasion. I rivelatori di Skrull giocano un ruolo importante anche nella
storia di Secret Invasion della Marvel Comics e in quelle successive:
Iron Man di Tony Stark ha persino
un rivelatore inserito nella sua tuta, che gli permette di vedere
attraverso le illusioni degli Skrull. Si tratterebbe di una
tecnologia molto utile nella Fase 5 del MCU,
soprattutto se alcuni personaggi di rilievo del MCU
si rivelassero Skrull sotto mentite spoglie. È anche possibile che
gli eroi con capacità telepatiche, i sensitivi e gli utenti di
magia del Marvel Cinematic Universe siano in
grado di identificare facilmente chi è uno Skrull,
il che significa che per gli Skrull potrebbe non essere così
semplice mimetizzarsi nell’umanità come inizialmente previsto.
L’attore Alan
Arkin, premio Oscar per il suo ruolo in Little Miss Sunshine, è morto all’età di 89
anni. La notizia è stata annunciata venerdì mattina dai suoi figli
Adam, Matthew e Anthony, che hanno rilasciato una dichiarazione
congiunta a nome della famiglia alla rivista People.
La dichiarazione riporta:
“Nostro padre era una forza della natura di talento unico, sia
come artista che come uomo. Un marito amorevole, padre, nonno e
bisnonno, era adorato e ci mancherà profondamente”.
Alan Arkin è nato
nel 1934 a Brooklyn, New York. La sua famiglia era composta da
immigrati ebrei dalla Russia e dalla Germania. Suo padre era un
artista e scrittore e sua madre era un’insegnante. Ha fatto la sua
prima apparizione sul grande schermo come cantante non accreditato
in Calypso Heat Wave di Fred
Sears. Arkin ha fatto il suo debutto a Broadway nel
musical From the Second City. Successivamente ha interpretato il
ruolo di David Kolowitz nella commedia di Broadway Enter
Laughing, per la quale ha vinto un Tony Award.
Alan Arkin ha ottenuto la sua prima nomination
all’Oscar nella categoria Miglior attore per il suo primo ruolo
importante sullo schermo nella commedia di Norman
Jewison del 1966 Arrivano i russi, arrivano i
russi. Arkin è stato nominato di nuovo nel 1968 per il
ruolo di muto in The Heart Is a Lonely Hunter di
Robert Ellis Miller.
Alla fine ha vinto un Oscar nel 2006
per la sua performance in Little Miss Sunshine,
con Steve Carell, Toni Collette e un giovane
Paul Dano. Alan Arkin ha accumulato oltre 100 crediti
cinematografici nel corso della sua carriera. I film degne di nota
includono Catch-22, Edward mani di
forbice, Freebie and the Bean,
Slums of Beverly Hills e Wait Until
Dark, dove ha recitato al fianco di Audrey
Hepburn.
Arkin ha avuto anche una
significativa carriera a Broadway, sia come attore che come
regista. Oltre al Tony Award del 1963 come miglior attore
protagonista per Enter Laughing, è stato nominato
ai Tony nel 1973 per la regia della produzione originale dell’ormai
classico film di Neil Simon The Sunshine Boys, con
Jack Albertson e Sam Levene.
Altri crediti recitativi a Broadway includono From the
Second City del 1961 e Luv del 1964. Ha
diretto Hail Scrawdyke! nel 1966,
Molly nel ’73 e, più recentemente, Taller
Than a Dwarf nel 2000.
Oltre al suo lavoro cinematografico
e teatrale, Arkin è stato nominato per sei Emmy Awards, più
recentemente per la commedia di NetflixThe Kominsky Method. Ha
lasciato lo spettacolo dopo la sua seconda serie. Arkin ha anche
ricevuto una nomination agli Emmy come attore protagonista in una
serie limitata o in un film per il ruolo di Harry Rowen in
The Pentagon Papers nel 2003. Il suo altro lavoro
televisivo degno di nota include la sua interpretazione di Leon
Felhendler in Fuga da Sobibor, e più recentemente
come voce di J.D. Salinger nella serie animata
Netflix Bojack Horseman.
Ecco il trailer del
nuovo film di Luca Lucini,
Le mie ragazze di carta. Con Maya Sansa,
Andrea Pennacchi, Alvise Marascalchi, Cristiano Caccamo, Raffaella
Di Caprio, Alessandro Bressanello, Christian Mancin, Marta
Guerrini e con Giuseppe Zeno e con la
partecipazione di Neri Marcorè, al cinema dal 13 luglio distribuito
da Adler Entertainment.
Le mie ragazze di carte, la trama
LE MIE RAGAZZE DI CARTA
racconta, attraverso il codice universale della commedia, due
momenti decisivi della vita di tre adolescenti: il passaggio dalla
pubertà alla preadolescenza vissuto tra primi amori e partite di
rugby e quello dal mondo della campagna al mondo della città.Siamo alla fine degli anni 70, nel trevigiano, in un periodo in
cui la rapida espansione delle città
investe anche
la famiglia Bottacin, composta da Primo, Anna e Tiberio. Per loro,
e in particolare per il giovane Tiberio, il cambiamento dalla vita
contadina a un contesto urbano sarà piuttosto tumultuoso. Il
racconto di un periodo storico di grandi trasformazioni sociali ed
economiche, in cui anche le sale cinematografiche, luoghi tipici di
fruizione comunitaria, dovettero ripiegare verso una programmazione
a luci rosse per evitare il fallimento.
Monte
Verità è il nome che è stato dato nel 1900 al Monte
Monescia, una collina sopra la città di Ascona, nel Canton Ticino
Svizzero. L’altopiano dà il titolo al nuovo film di Stefan
Jäger, regista, sceneggiatore e docente svizzero dalla
lunga filmografia durante la quale ha anche spaziato in tematiche e
generi piuttosto diversi tra loro. Presentato due anni fa al
Festival di Locarno, il film racconta una storia di finzione
innestata in una reale dove alcune persone hanno cercato di portare
una rivoluzione d’ideali, in un contesto culturale rigido e
spigoloso.
Monte Verità, la
trama
Siamo all’inizio del XX
secolo e l’unico personaggio inventato è quello della giovane
moglie e madre Hanna Leitner (Maresi Riegner),
anche se il suo sviluppo ha una plausibilità estremamente attinente
con la vita della maggior parte delle donne ricche dell’epoca.
Hanna soffre d’asma, ha due bimbe che ama follemente ma con cui non
può giocare per non affaticarsi su consiglio dei medici che la
seguono. Suo marito (Philipp Hauss) è taciturno,
dispotico, altezzoso e tremendamente stereotipato. Un bel giorno
Hanna inizia una nuova terapia con un dottore allievo di Freud,
tale Otto Gross (Max Hubacher), che le parla di un
posto immerso nella natura in cui poter essere senza vincoli e dove
già alcune persone hanno scelto di trasferire le loro vite.
Tra le primissime
immagini di Monte Verità c’è la fuga
notturna in treno della protagonista, che si affaccia da un
finestrino per guardare sospirante la liberazione appena
conquistata, quando le vola via il cappellino di paglia. Dopo
qualche attimo in cui resta ferma, rientra e si siede
ricomponendosi, guardandosi attorno un po’ in imbarazzo. Una
sequenza estremamente chiara nella sua semplicità, che anticipa
anche la velocità con cui passa via l’intero film, che tenta di
raccontare e parlare di libertà (con la L maiuscola), descrivendo
un periodo storico in cui il concetto rappresentava veramente una
frattura radicale da ogni legame, idea, relazione.
La ricerca della Libertà
Prendere una posizione
come quella dei veri personaggi della storia del Monte
Verità, significava essere radiati dalla società, da ogni
rapporto familiare, amicale e lavorativo. Tant’è che la comunità
che è sorta in quegli anni e durata fino al 1920, è stata
d’ispirazione per il movimento dei figli dei fiori, altro periodo
storico in cui la ribellione dal padre padrone aveva in sé il
desiderio d’interruzione della guerra in Vietnam, o comunque il
bisogno di cercare delle risposte a domande a cui il sistema “dei
grandi” replicava solo con la repressione.
La base vacillante del
film di Stefan Jäger sta proprio qui: nell’aver
preso a modello un fatto poggiato su un contesto in cui la lotta
veniva da menti d’intellettuali, per annacquarla descrivendo lo
svincolo di una giovane donna da un matrimonio opprimente e
violento, certamente, ma stilizzandolo in modo quasi
adoloscenziale. Hanna infatti sfiora alcuni discorsi con gli altri
abitanti della comunità, ma nulla è davvero profondo o
approfondito, come in realtà avrebbe potuto essere per risultare
credibile. Anche i confronti, che pure ci sono, con la sua
precedente vita rimangono sentimentalistici, e il film finisce per
banalizzare anche gli stessi argomenti di cui si fa portavoce.
Un crocevia di artisti
Per il Monte
Verità, all’epoca, erano passati artisti, letterati e
politici di ogni caratura, tra cui Herman Hesse (interpretato da
Joel Basman), la danzatrice Isadora Duncan,
l’anarchico Bakunin, il dadaista Hugo Ball, l’architetto del
Bauhaus Walter Gropius, Paul Klee, solo per citarne alcuni. E tra i
fondatori c’è Ida Hofmann (Julia Jentsch), una
pianista e insegnate di musica.
Stefan
Jäger coglie perciò il pretesto di afferrare temi di cui
oggi l’attualità è infarcita, ma conferendogli un’atmosfera eterea,
magica, marcatamente superficiale, che finisce per essere molto
suggestiva e intrigante – e sicuramente, trattando solo di
fotografia, luci e messa in scena, la resa è indiscutibilmente
buona – attorno a situazioni che, naturalmente, invece, avrebbero
implicato ben più conflitti interiori.
Dwayne Johnson è il protagonista dell’action Black Adam, il primo lungometraggio che
esplora la storia del Supereroe DC di Kahndaq, dotato di poteri
divini e liberato dopo cinquemila anni di prigionia, in
prima tv lunedì 3 luglio alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45
anche su Sky Cinema Action) e in streaming su NOW. Su Sky il film
sarà disponibile on demand, anche in 4K.
In
Black Adam Johnson recita al fianco di Aldis
Hodge (“City on a Hill”, “Quella notte a Miami”) nei panni
di Hawkman; Noah Centineo (“Tutte le volte che ho
scritto ti amo”) nei panni di Atom Smasher; Sarah
Shahi (“Sex/Life”, “Rush Hour – Missione Parigi”) in
quelli di Adrianna; Marwan Kenzari (“Assassinio sull’Orient
Express”, “La Mummia”) è Ishmael; Quintessa
Swindell (“Voyagers”, “Trinkets”) è Cyclone; Bodhi
Sabongui (“A Million Little Things”) è Amon, mentre
Pierce Brosnan (i franchise di “Mamma Mia!” e
James
Bond) interpreta il Dr. Fate.
La sceneggiatura è scritta da
Adam Sztykiel, Rory Haines e
Sohrab Noshirvani ed è basata sui personaggi della
DC, tratti dai personaggi creati da Bill Parker e C.C. Beck. Il
film è stato distribuito nelle sale italiane da Warner Bros.
Pictures.
La trama del film
Nell’antica Kahndaq a Teth-Adam
furono conferiti gli onnipotenti poteri degli Dei. Una volta
utilizzati i suoi poteri per vendetta, venne imprigionato e divenne
Black Adam. Sono passati circa 5,000 anni e Black Adam è passato da
uomo a mito, fino a diventare leggenda. Oggi libero, scopre che la
sua unica forma di giustizia, nata dalla rabbia, è messa in
pericolo dagli eroi dei nostri tempi: la Justice Society formata da
Hawkman, Doctor Fate, Atom Smasher e Cyclone.
Out of The Box
(Ootb) è un progetto della
Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia
che apre le attività del nuovo polo veneziano CSC Immersive
Arts, con sede nella laguna sull’Isola di San Servolo.
Fortemente voluto dalla Presidente Marta Donzelli
e ideato dal produttore Carlo Cresto-Dina, Ootb
inaugura una conversazione innovativa sui processi creativi
tra il mondo del cinema e dell’audiovisivo e altre discipline che
vanno dalla scienza all’architettura, dalla musica, all’arte, alla
letteratura. Una vera e propria scuoladi pensiero sull’intelligenza collettiva e il
futuro delle immagini in movimento che aprirà le sue porte dal
24 al 30 settembre a venticinque partecipanti
selezionati a livello internazionale.
Rivolta a quanti lavorano nel
cinema e nella televisione (registi, sceneggiatori, produttori,
attori, scenografi, montatori, direttori della fotografia…), ma
soprattutto a studenti di eccellenza che muovono i primi passi con
le immagini in movimento, Out of The Box vuole
essere un’occasione per pensare fuori dalla scatola,
attraverso l’incontro con conoscenze e punti di vista nuovi. I
partecipanti saranno invitati a confrontarsi con un gruppo di
esperti, figure di altissimo rilievo
provenienti da ambiti molto diversi (botanici, neurologi,
scrittori, programmatori, curatori museali, compositori,
urbanisti).
Promosso dalla
FondazioneCentro Sperimentale di
Cinematografia – Scuola Nazionale di Cinema e cofinanziato
dall’Assessorato all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro della
Regione del Veneto il progetto è realizzato in
collaborazione con la Den Danske Filmskole, la
Scuola Nazionale di Cinema della Danimarca, e la
FAMU, Facoltà di cinema e televisione di
Praga.
Il programma
I partecipanti di Ootb arriveranno
a destinazione domenica 24 settembre e avranno modo di conoscersi,
prima di iniziare le attività didattiche. Da lunedì a venerdì, ogni
giornata sarà strutturata allo stesso modo: la mattina sarà
impegnata da una lectio magistralis
organizzata in tre momenti in cui ciascuno degli esperti di fama
internazionale racconterà il proprio lavoro, converserà con un
moderatore cercando intersezioni tra la propria disciplina e il
linguaggio delle immagini in movimento, dialogando infine con i
partecipanti su una traccia di interazione strutturata.
Nel pomeriggio si terrà un
“duello”, cioè una sfida intellettuale tra due
esperti che si provocheranno l’un l’altro ponendosi a turno sei
domande.
Tra gli esperti invitati:
Vikram Chandra, scrittore ed esperto di computer
coding; Hannah Critchlow, neurologa e
professoressa all’Università di Cambridge; Stefano
Mancuso, neurobotanico e professore all’Università di
Firenze; Frances Morris, curatrice museale e
direttrice onoraria della Tate Modern di Londra; Lucia
Ronchetti, compositrice e direttrice della Biennale Musica
di Venezia.
A completare le attività, saranno
chiamati alcuni “green lighters” provenienti dal
mondo del cinema e dell’audiovisivo, figure internazionali di alto
profilo che all’interno della loro istituzione o azienda hanno la
responsabilità di decidere quali progetti vengono realizzati.
Ciascuno di loro darà il proprio contributo illustrando un’opera
audiovisiva ritenuta rilevante rispetto alle domande al centro di
Out of the Box.
Inoltre, in una delle giornate sarà
organizzata una “gita scolastica” guidata dal professor
Antonio Mazzotta, rinomato storico dell’arte e
grande esperto del Rinascimento, dedicata ad una sola opera:
La Tempesta (1506-1508), capolavoro di
Giorgione. L’intero programma si svolgerà in
lingua inglese.
Come
partecipare
Destinato a chiunque lavori
nell’ambito cinematografico e televisivo, di qualunque provenienza
geografica, Ootb coinvolgerà un numero massimo di 25
partecipanti, selezionati tra professionisti
dell’audiovisivo e studenti regolarmente
iscritti a una delle tre scuole che prendono parte
all’organizzazione del progetto. Tutte le info sulla procedura di
ammissione che chiude il 20 luglio, su
Ambientato nelle soleggiate spiagge
della Sardegna, Silent Land (qui
il trailer) è un film drammatico diretto dalla regista
polacca Aga Woszczynska. La pellicola, prodotta
nel 2021 e distribuita solo ora in Italia dalla I Wonder
Pictures, racconta la crisi di una coppia polacca, Anna e
Adam. Nel cast ritroviamo Agnieszka Zulewska nel ruolo della
protagonista femminile, mentre Dobromir Dymecki
interpreta il protagonista maschile.
Silent Land: i segreti nascosti in
Sardegna
Anna e Adam si trasferiscono durante
l’estate in una piccola cittadina della Sardegna, affittando una
spaziosa villa con piscina; trovando quest’ultima vuota ed
inagibile, i due turisti polacchi contattano il proprietario
affinché la sistemi in pochi giorni. Nonostante la scarsità idrica
della zona, il proprietario finisce per acconsentire, incaricando
un operaio immigrato di occuparsi delle riparazioni.
Anna sembra restare subito
affascinata ed attratta dall’aspetto mediterraneo del ragazzo. La
relazione tra lei e Adam che all’inizio sembra essere normale e
stabile, inizia pian piano a sgretolarsi. La morte dell’operaio,
scivolato e caduto nella piscina, diviene l’evento scatenante per
la crisi tra i due, in un vortice di incomprensione, mancanza di
dialogo e sensi di colpa. Pur cercando di evitare i propri
sentimenti ed i propri problemi di coppia con escursioni, cene ed
altri svaghi, finiranno per scontrarsi l’uno con l’altro.
Un simbolismo insistito
Silent Land risulta
essere una pellicola eccessivamente lenta, priva di avvenimenti
rilevanti o di una trama effettivamente avvincente. La quasi totale
mancanza di sottofondo musicale e la presenza di pochi e scarni
dialoghi rende difficile per lo spettatore mantenere l’attenzione.
La regista sembra puntare specialmente su una comunicazione visiva,
trasmettendo tutto attraverso i singoli dettagli: le riprese del
mare, i particolari della piscina, le silenziose corse dei due
polacchi.
Pur curando in maniera dettagliata
l’aspetto prettamente visivo del film, la regista non riesce a
coinvolgere pienamente lo spettatore, o, comunque, rende il
significato di Silent Land eccessivamente
complicato da cogliere tanto da rendere la pellicola fruibile
solamente per un pubblico elitario.
L’eccessiva complessità del film,
oltretutto, non si ritrova nella trama, la quale è, in verità,
molto semplice e priva di grandi colpi di scena o intrighi;
talvolta, le pellicole con degli intrecci di vicende molto
complicati e difficili da comprendere per il pubblico possono
altresì mantenere salda l’attenzione del pubblico. In questo caso
invece Silent Land è complicato per via
dell’insistito simbolismo; l’eccessiva concentrazione su alcuni
particolari dipende proprio da ciò che essi devono rappresentare,
con la presenza di pochi dialoghi si attribuisce un significato
maggiore alle poche battute presenti.
L’assenza di musica, di dialoghi e
questo simbolismo rendono il film inadatto ad un pubblico ampio. Il
cinema ha il compito di interessare, intrattenere ed anche educare
talvolta i propri spettatori, ma una pellicola come Silent
Land esclude un pubblico ampio, si chiude in una torre di
cristallo in cui solo un gruppo ristretto di spettatori riesce a
comprenderlo a pieno. Per tutti gli altri, questa risulta essere
una pellicola lenta e poco accattivante.
Crisi di coppia e sensi di
colpa
Silent Land si
incentra su due sole figure: Anna e Adam. Questi due tentano
di risolvere la loro mancanza di dialogo con un periodo di relax
nelle spiagge della Sardegna, ma fin da subito una terza figura si
insinua tra di loro. Il muratore diventa un personaggio
continuamente presente, prima e specialmente dopo la sua morte.
A separare i due turisti polacchi
emerge anche il senso di colpa per non essere intervenuti subito
per salvare l’uomo dalla morte. Adam finisce per essere tormentato
dalle vicende, sognando insistentemente il muratore ed arrivando ad
avere degli attacchi di panico durante una festa cittadina. Ad
instillare questo senso di colpa nel polacco è il capo dei
carabinieri da cui si reca per un secondo interrogatorio: questo
afferma che Adam avrebbe potuto salvarlo intervenendo subito perché
l’uomo è morto di annegamento, non sul colpo per la contusione alla
testa.
I due reagiscono al trauma in
maniera differente: mentre Anna cerca di evadere la questione, Adam
è spaventato e divorato dai sensi di colpa, e vorrebbe parlare con
la compagna dei suoi sentimenti.
Una vita che vale meno di
altre
Una tematica interessante che però
non viene sviluppata adeguatamente in Silent
Land è il totale disinteressamento dei carabinieri
riguardo la morte del giovane operaio. Questi, per non incriminare
i due turisti per omissione di soccorso, finiscono per ignorare
l’esistenza delle videocamere di sicurezza, insabbiando la
questione. Il capo dei carabinieri afferma che i turisti sono
importanti nella loro cittadina, lasciando sottinteso che essi
vengano più tutelati rispetto ad un immigrato clandestino morto sul
lavoro.
Apple TV+
ha annunciato la data di uscita e ha rilasciato le prime immagini
della seconda stagione della serie di fantascienza
Invasion, che sarà disponibile da mercoledì 23
agosto. Dal produttore Simon Kinberg, candidato all’Oscar e due
volte nominato agli Emmy Award (“X-Men”, “Deadpool“,
“The
Martian“) e David Weil (“Citadel“),
e prodotto da Boat Rocker, Invasion è una
travolgente serie di fantascienza incentrata sulle prospettive di
personaggi in diverse parti del mondo in seguito a un’invasione
aliena. Invasion debutterà su Apple TV+ con il
primo di dieci episodi, seguito da un nuovo episodio settimanale,
ogni mercoledì fino al 25 ottobre.
La seconda stagione riprende pochi
mesi dopo la fine della prima, con gli alieni che intensificano i
loro attacchi in una guerra contro gli umani. La serie è
interpretata da Golshifteh Farahani, Shioli Kutsuna,
Shamier Anderson, India Brown, Billy Barratt, Azhy Robertson, Paddy
Holland e Tara Moayedi. Si uniscono alla seconda stagione
come personaggi ricorrenti Enver Gjokaj, Nedra Marie Taylor
e Naian González Norvind.
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“Non potrei essere più
entusiasta del ritorno di “Invasion” su Apple
TV+”, ha dichiarato il co-creatore e produttore esecutivo
della serie Simon Kinberg. “È una stagione grandiosa e più
intensa, che trascina i nostri spettatori in una battaglia su larga
scala fin dall’inizio. Al centro della serie c’è il potere dello
spirito umano e delle connessioni emotive che ci tengono insieme,
specialmente quando affrontiamo ostacoli incredibili.“
La prima stagione di
Invasion è ora in streaming in tutto il mondo su
Apple TV+. Fin dall’esordio, la serie è stata definita come un
“must-watch”, una “serie di fantascienza sapientemente realizzata”
e un “thriller splendidamente girato”. “Invasion” è stata anche
acclamata per la sua “trama fantastica e ricca di azione”, il suo
“essere imponente” e per la sua capacità di essere “sia
avvincente che piacevolmente pacata”. Anche la star Golshifteh
Farahani è stata lodata come una “star eccezionale” e una “forza
sullo schermo”. Oltre ai creatori della serie Simon Kinberg e David
Weil, Audrey Chon, David Witz, Alik Sakharov, Andrew Baldwin e
Katie O’Connell Marsh sono i produttori esecutivi.
Nel catalogo di Netflix è arrivato, dal 28 giugno, il film
Il morso del coniglio, thriller
psicologico diretto da DainaReid, recentemente distintasi per aver diretto
alcuni episodi delle serie The Handmaid’s Tale e Shining
Girls, a partire da una sceneggiatura di Hannah
Kent. Si tratta di un film che sin da quando è stato
annunciato ha generato molta curiosità per via delle sue premesse –
una madre dal passato problematico alle prese con una figlia che
manifesta inquietanti comportamenti – ma anche per via della
presenza dell’attrice Sarah Snooke, reduce dal
successo della serie Succession, da poco
conclusasi. Un titolo dunque, particolarmente appetibile
all’interno del catalogo della piattaforma.
Chi ha apprezzato thriller
psicologici presenti su Netflix come La donna alla finestra, Tin & Tina o L’apparenza delle cose,
troverà dunque in Il morso del coniglio pane per i propri
denti. Ancora una volta, infatti, questo genere si dimostra ideale
per riflettere su tematiche inerenti la complessità della mente e
dell’esistenza umana. Con Il morso del coniglio, nello
specifico, ci si ritrova davanti ad una storia che riflette sulle
cicatrici lasciate dai traumi e dai lutti passati, mostrando
l’effetto che essi possono avere se non correttamente risolti. Il
film si rivela dunque essere una specie di incubo sulla difficoltà
di elaborare il lutto. Naturalmente il tema viene presentato
attraverso una serie di eventi e simboli che richiedono una loro
spiegazione.
La trama e il cast di Il morso del coniglio
Prima però ecco alcuni dettagli
sulla trama e il cast: protagonista del film è la dottoressa
Sarah, che si occupa di aiutare coppie con
problemi di fertilità. Quando sua figlia Mia
compie sette anni, la stessa età a cui morì la sorella di Sarah,
Alice, la bambina inizia a manifestare strani
comportamenti. Inoltre, la donna vede spesso un coniglio fuori
dalla loro porta di casa, che pare sia un misterioso regalo donato
a Mia, ma nel quale sua madre trova qualcosa di sinistro. I giorni
passano e la bambina continua ad apparire sempre più diversa dal
solito, arrivando infine a dire a sua madre di essere Alice. È così
che Sarah si ritroverà a sfidare i suoi stessi valori, mentre un
fantasma del passato irromperà nella sua vita e la donna dovrà
lottare per tenere sua figlia con sé.
A guidare il cast del film vi è
l’attrice Sarah Snook, celebre per la
serie Succession, che interpreta Sarah. Per il
ruolo era in realtà originariamente stata scelta l’attrice Elisabeth Moss,
che ha però dovuto rinunciare per via di altri impegni.
Lily LaTorre interpreta invece la figlia di sette
anni di Sarah, Mia, debuttando così come attrice in un
lungometraggio. L’attore australiano Damon
Herriman recita invece nei panni di Peter, ex marito di
Sarah e padre di Mia. L’attrice Greta Scacchi,
nota per i film I protagonisti, Presunto innocente e
Prova schiacciante, recita invece nei panni di Joan, madre
di Sarah con cui la protagonista ha un brutto rapporto.
Il morso del coniglio: la spiegazione del finale
Il finale di Il
morso del coniglio ha una serie di elementi piuttosto
ambigui che richiedono qualche spiegazione. Ecco di seguito, punto
per punto, un’analisi del significato del film alla luce dei suoi
risvolti conclusivi.
Cosa è successo ad Alice?
Per tutto il film, l’assenza di
Alice incombe sulle interazioni di Sarah con Mia. Questo diventa
ancor più evidente quando la bambina inizia a sostenere di essere
Alice. Verso la fine del film, Sarah sperimenta quindi una crisi
psicotica che mostra in piccoli flash ciò che è realmente accaduto
ad Alice. Da giovane Sarah aveva rinchiuso Alice in un armadietto
nella stalla. Quando riapre la porta, Alice le urla contro e
stringe le mani intorno al collo di Sarah. Quest’ultima per
liberarsi afferra una trappola per conigli e colpisce Alice in
testa. In stato di shock, Alice inizia a scappare da Sarah. Sarah
insegue Alice attraverso un campo fino a una scogliera. Qui, Sarah
spinge Alice giù dal dirupo.
La scena finale di Il morso del coniglio è stata tutta
un’allucinazione?
Alla fine del film, Mia decide di
seguire il suo coniglio bianco. Sarah vede allora alla finestra Mia
che cammina con un’altra ragazza verso la scogliera vicino alla
casa. La sconosciuta si rivela essere Alice. Sarah inizia allora a
bussare alla finestra e a urlare, ma le due continuano ad
allontanarsi. Due teorie principali possono spiegare la scena
finale del film: la sequenza è un’allucinazione causata dal crollo
psicologico di Sarah; Alice potrebbe realmente comparire come
fantasma e possedere Mia, in cerca di vendetta per il suo omicidio.
Il film, tuttavia, è pubblicizzato come un thriller non
paranormale. In nessun momento i fantasmi o gli spiriti vengono
proposti come argomento del film. La prima opzione risulta dunque
la più probabile.
Il senso della realtà di Sarah
Per tutta la prima metà di Il
morso del coniglio ci sono indizi che portano a pensare che
Sarah stia solo immaginando i comportamenti di Mia, di cui né la
bambina né chiunque altro sembrano accorgersi. Nella seconda metà
del film, l’instabilità mentale di Sarah diventa più pronunciata ed
esplicita. Le ferite a Mia iniziano a scomparire dopo che Sarah le
nota, o ancora le foto tolte dai muri, riappaiono lì dov’erano.
Inoltre, Sarah inizia a sentire dei colpi che la portano a un
armadietto nella stalla. Quindi inizia a rivivere gli eventi della
morte di sua sorella. Quando alla fine cerca Mia con il suo ex
marito, ha allucinazioni di Mia annegata nell’acqua. Alla fine del
film, Sarah è dunque una donna senza più alcun legame con la
realtà.
Ha realizzato Sarah quei disegni inquietanti?
Sebbene Sarah incolpi Mia per i
disegni inquietanti trovati sui compiti e sul libro della
biblioteca, Il morso del coniglio include una scena verso
la fine in cui un’adulta Sarah disegna inconsciamente la stessa
immagine dal libro della biblioteca sul pavimento della vecchia
casa dei suoi genitori. Al contrario, l’unica volta che il film
mostra Mia mentre disegna, sta solo disegnando un albero
dall’aspetto normale. Queste due scene combinate implicano che è
stata Sarah a realizzare quei disegni. Dato che Sarah non ha
memoria di aver disegnato le immagini inquietanti, le immagini
stabiliscono ulteriormente quanto Sarah sia mentalmente lontana
dalla realtà. La sua psicosi è così pronunciata che potrebbe
disegnare immagini estremamente inquietanti senza mai
ricordarsene.
Il vero significato del finale di Il morso del
coniglio
Il tema della salute mentale in
Il morso del coniglio aiuta a interpretare il finale. Il
punto principale è che le persone non possono superare i traumi e
gli errori passati senza affrontare i problemi che da essi
derivano. Sarah evita continuamente il suo passato, la sua famiglia
e i ricordi di sua sorella, il che porta ad allucinazioni
profondamente preoccupanti. Se avesse avuto il tempo di guarire
correttamente, forse non avrebbe mai fatto del male a sua figlia.
Invece, si immerge sempre più a fondo nella sua malattia mentale,
arrivando a trattare la sua stessa figlia come in passato aveva
trattato sua sorella.
Il trailer di Il morso del
coniglio e come vedere il film su Netflix
Come anticipato, è possibile fruire
di Dalla mia finestra: Al di là del mare
unicamente grazie alla sua presenza nel catologo di
Netflix, dove attualmente è al
3° posto della Top 10 dei film più visti
sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo
tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo
in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi
anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.
All’inizio di questa settimana,
abbiamo appreso che David Corenswet interpreterà il Superman del
DCU, mentre Rachel
Brosnahan è stata scelta per dare vita a Lois
Lane e che
debutteranno in Superman:
Legacydel 2025, un film
scritto e diretto dal co-CEO dei DC Studios James
Gunn. Questo film dovrebbe dare il tono al nuovo
DCU, e Corenswet e Brosnahan assumeranno quei
ruoli da Henry Cavill e Amy
Adams.
Ora, in quella che può essere
descritta solo come una previsione incredibilmente accurata da
parte di un fan, su Twitter è
riemerso un Tweet del lontano dicembre 2020 che ha rivelava di
aver suggerito Corenswet e Brosnahan per questi ruoli poco meno di
tre anni prima che la scelta fosse resa ufficiale.
Mentre Brosnahan è un talento noto che ha mostrato da tempo il
potenziale per rendere giustizia a un personaggio come Lois sullo
schermo, Corenswet non era noto alla stragrande maggioranza poche
settimane fa, figuriamoci nel 2020.
L’unica parte che il tweet ha
“sbagliato” è che il riavvio è collegato a The
Batman di Matt Reeves. Piuttosto che
essere inserito nel DCU, quel franchise sarà una serie di Elseworlds
e un attore diverso sarà scelto come Crociato Incappucciato di
questo mondo condiviso in The Brave and the Bold.
Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul
film
Superman:
Legacy non sarà un’altra storia sulle origini, ma
il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un
“giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già
incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni
eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che
l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting è
attualmente in corso, con la speranza che venga fatto un annuncio
ufficiale al Comic-Con di San Diego di quest’anno.
Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025
Secondo quanto riferito, Gunn ha
consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello
sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la
produzione non subirà alcun impatto in futuro. “Superman:
Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per
l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della
tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori
di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto
il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista
DCU. “Non vedo
l’ora di presentarti la nostra versione di Superman che
il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film
d’animazione e giochi”.
Sebbene il regista fosse riluttante
a discutere del film in ogni minimo dettaglio, ha rivelato il
motivo per cui ha deciso di rendersi disponibile per questo
particolare progetto. “Non appena ho saputo che James
Gunn stava rilevando la DC, l’ho vista come un’opportunità per
offrirmi”.
Mangold ha anche affermato che la
sua interpretazione del classico personaggio della DC Comics sarà
ispirata a Frankenstein, e sebbene James Gunn
abbia precedentemente affermato che il film “indagherà sulle
origini oscure di Swamp Thing” con una storia “molto più
orribile“, il regista ha chiarito che “non sta
specificamente” puntando a un rating R.
Non sono state sollevate potenziali
scelte di casting, ma una recente voce ha affermato che
l’attoreBill Skarsgård di It
e John Wick Chapter 4 potrebbe essere in lizza per
interpretare Alec Holland, alias Swamp Thing.
Swamp
Thing è un supereroe nei fumetti americani pubblicati
dalla DC Comics. Una creatura elementale umanoide/vegetale,
creata dallo scrittore Len Wein e dall’artista Bernie Wrightson,
Swamp
Thing ha avuto diverse incarnazioni umanoidi o mostri
in varie trame diverse. Il personaggio è apparso per la prima volta
in House of Secrets#. Il personaggio è un mostro di palude che
assomiglia a un tumulo antropomorfo di materia vegetale e combatte
per proteggere la sua casa paludosa, l’ambiente in generale e
l’umanità da varie minacce soprannaturali o terroristiche.
Anche se può sembrare difficile da
credere, abbiamo sentito parlare per la prima volta dei piani dei
Marvel Studios di riavviare i Fantastici Quattro nel
2020 e stiamo ancora aspettando un annuncio ufficiale del cast.
Alcune fonti hanno affermato che
almeno uno o due dei ruoli principali erano stati bloccati e da
mesi circolano diverse voci relative agli altri. Tuttavia, ora
sembra che le cose siano molto diverse e che i casting ufficiali
per i Fantastici
Quattro siano ancora in alto mare.
A detta di tutti, Adam Driver era
pronto a firmare per interpretare Reed Richards/Mr. Fantastic, ma
secondo Jeff Sneider nell’episodio di questa
settimana di The Hot Mic, ha confermato che l’attore non è più in
corsa. Sneider ipotizza che Driver possa aver chiesto troppi
soldi.
Si dice che anche Margot Robbie –
che apparentemente era in corsa per Sue Storm/Invisible Woman – si
sia allontanata dal progetto e, al momento, si ritiene che
Daveed Diggs sia l’unico attore ancora in lizza
per il ruolo di Ben Grimm/La Cosa.
Forse inevitabilmente, tutto questo ha portato a ancora più
ipotesi, con nomi come Joel Kinnaman (The Suicide Squad) e persino Matt
Smith (Morbius) accostati al personaggio di Richards (non
prenderemo molto sul serio in nessuna di queste scelte).
Il film Fantastici Quattro sarà
diretto da Matt Shakman (WandaVision), con Jeff
Kaplan e Ian Springer che scriveranno la
sceneggiatura. I dettagli della trama sono ancora un mistero, ma
Kevin Feige ha confermato che questa non sarà
un’altra storia sulle origini del super team.
In occasione dei 35 anni di Willow, FUNKO Pop! ha
realizzato una serie di statuine dedicate ai personaggio del film
di Ron Howard. Le nuove figure presentano il trio
principale incaricato di salvare la piccola Elora Danan dal
malvagio Bavmorda, più uno degli scagnozzi della strega
cattiva.
La prima delle figure è il film di
Willow Ufgood, interpretato da Warwick Davis, con lo stregone Nelwyn che
culla la piccola Elora tra le braccia. Poi arriva Sorsha
(interpretata da Joanne Whalley), la figlia di
Bavmorda diventata brava grazie all’amore di Madmartigan. Viene
fornita completa della sua armatura da caccia e della sua spada, e
la collezione presenta anche una variante dell’inseguimento della
principessa nel suo elmo da guerriero.
Per i fan che hanno subito il
fascino dello spadaccino Madmartigan (Val Kilmer),
anche lui fa parte della collezione, nella sua famosa armatura
d’oro del finale del film, così come la sua iconica spada. A
completare le figure c’è l’incombente generale Kael, braccio destro
di Bavmorda, minaccioso nella sua armatura e nell’elmo a forma di
teschio.
Ecco una clip esclusiva da
Rodeo, l’esordio alla regia di Lola
Quivoron, nei cinema italiani dal 6 luglio, distribuito da
Arthouse e I Wonder
Pictures.
RODEO – premio Coup
de cœur du jury Un certain regard a Cannes – segna l’esordio alla
regia di Lola Quivoron, fresca del successo al botteghino
americano, dove gli spettatori sono stati stregati dal personaggio
della ribelle e appassionata Julia (Julie Ledru,
Migliore Attrice al Torino Film Festival 2022). Nel film, Julia,
spinta dalla passione per i motori e assetata dell’assoluto senso
di libertà che prova quando è in sella della sua fida compagna a
due ruote, entra in un giro clandestino di motociclisti, un
microcosmo essenzialmente maschile dove tutto è rito, velocità e
pericolo.
RODEO sarà nei
cinema italiani dal 6 luglio distribuito da Arthouse e I Wonder
Pictures.
Captain America: Brave New
World metterà Sam Wilson di Anthony
Mackie in primo piano e al centro della storia
come il nuovo “primo” Avenger del MCU. A differenza del suo
predecessore, Steve Rogers, Sam non ha superpoteri e abbiamo visto
quanto John Walker abbia lottato prima di prendere il Siero del
Super Soldato.
Con The Leader e la Serpent Society
pronti a prendere di mira Cap, Sam potrebbe trovarsi in guai seri,
soprattutto se le voci sul generale (e presto presidente)
“Thunderbolt” Ross che si trasforma in Red Hulk si riveleranno
corrette.
Durante una recente intervista
con Inverse, Anthony
Mackie ha parlato della recitazione al fianco di
Harrison Ford e ha rivelato nuovi dettagli
sulla dinamica di Sam e del Generale. “Il primo giorno è
stato così intimidatorio”, ricorda. “Ero così
fottutamente nervoso che non riuscivo a ricordare le mie battute. È
Harrison Ford! C’è quest’aura su di lui. Ma la dissipa molto
velocemente perché è un ragazzo così in gamba. È tutto ciò che
dovrebbe essere una star del cinema. Diceva: “Giriamo a questo
pezzo di merda”. E tutti dicevano: “Sì, giriamo a questo pezzo di
merda”.”
“Abbiamo trascorso un bel po’ di
tempo insieme. Ross e Cap hanno sempre avuto quella relazione, dove
erano amici e si rispettavano a vicenda, ma si scontravano
sempre”, ha scherzato Mackie. “Questa è la loro relazione
nella trama.”
È possibile che Ross e Wilson
abbiano lavorato insieme quando quest’ultimo era nell’esercito,
anche se siamo un po’ sorpresi per il fatto che possano essere
anche solo lontanamente amici considerando il fatto che The
Falcon era tra coloro che hanno sfidato gli Accordi di
Sokovia unendosi a Secret Avengers di Steve.
Per quanto riguarda il ruolo che
Captain America interpreterà nella più ampia Multiverse Saga, tutto
ciò che Mackie dice è: “Sto ancora cercando di capire il
Marvel-verse, o qualsiasi altra
cosa. Non lo so. Non so nemmeno cosa sia il multiverso. Amico, non
ho idea di cosa sia. Sto ancora cercando di capirlo.”
Quello che sappiamo sul film
Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New
World riprenderà da dove si è conclusa la serie
Disney+The Falcon and the
Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson
(Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield
Paradox) ha descritto il film come un “thriller
paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader
(Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua
trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk
del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la cattiva
Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi
al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora,
Captain America: Brave New
World è indicato come uno dei titoli più importanti della
Fase 5.
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Per la gioia dei fan della serie
Disney+ dell’universo Star
Wars, le sceneggiature per la stagione 2 di Andor sarebbero
state completate prima dell’inizio dello sciopero WGA e ora il
lavoro sulla seconda stagione continua.
Questa settimana, le telecamere hanno girato a Hever Castle, nel
Kent in Inghilterra, un luogo precedentemente utilizzato come set
per Naboo in Star Wars: La Minaccia Fantasma del
1999. Secondo quanto riferito, al fan che ha scattato queste foto è
stato detto che si tratta ancora una volta del set usato per
mettere in scena il pianeta natale della Principessa Padme Amidala,
e quindi Andor
tornerà in quel luogo.
Cosa ci riporta al pianeta che era
una parte così cruciale della trilogia prequel? Non siamo stati lì
dal funerale di Padme, e dopo così tanto tempo, saremmo molto
interessati a sapere cosa ne è stato del pianeta in sua
assenza.
Dopotutto, questa era anche la casa
dell’Imperatore Palpatine che, dopo la morte di Padme, potrebbe
aver cercato di rimodellare il pianeta a sua contorta immagine.
Supponiamo che Cassian sia colui
che si dirige a Naboo, e se è così, questo suo viaggio deve essere
collegato all’ascesa della Ribellione. Abbiamo visto quelli che
sembravano soldati Naboo aiutare Jedi Kelleran Beq e Grogu a
fuggire durante l’Ordine 66, e non possiamo fare a meno di
chiederci se il piano non sia, alla fine, iniziare a legare insieme
questi fili della trama.
Il creatore e showrunner di
Andor Tony Gilroy ha rivelato che gli ultimi tre
episodi di Andor
2 si svolgeranno durante i tre giorni che precedono
l’inizio di Rogue One. Questo
collegherà sia la serie che il film, oltre a chiudere la storia di
Cassian Andor. La serie
prequel diStar
Wars vede protagonisti anche Forest Whitaker nei panni di Saw Gerrera,
Genevieve O’Reilly nei panni di Mon Mothma e
Alan Tudyk nei panni del compagno droide di
Cassian K-2SO. Il cast aggiuntivo include anche i nuovi
arrivati di Star
WarsDenise Gough, Stellan Skarsgård,
Kyle Soller e Adria Arjona.
Andor
è prodotto esecutivamente dallo showrunner Tony
Gilroy, che in precedenza ha diretto alcune riprese
aggiuntive di Rogue One. Inizialmente Tony
Gilroy avrebbe dovuto dirigere tre episodi, ma è stato
costretto a cedere il ruolo a Toby Haynes di Black
Mirror a causa di problemi di viaggio legati alla
pandemia.
Apple TV+ ha rilasciato le
prime immagini dell’attesissima terza stagione di The
Morning Show, interpretata da Reese Witherspoon e Jennifer Aniston che sono anche produttrici
esecutive, e ha annunciato che sarà presentata in anteprima
mondiale mercoledì 13 settembre con i primi due episodi. La terza
stagione in 10 episodi della serie vincitrice di Emmy, SAG e
Critics Choice Award, che è stata già confermata per una quarta
stagione, è diretta e prodotta da Mimi Leder, con Charlotte Stoudt
come showrunner e produttrice esecutiva.
In questa stagione, il futuro della
rete e la lealtà dei singoli vengono messi in discussione quando un
gigante della tecnologia mostra interessa verso la UBA. Si formano
alleanze inaspettate, storie private vengono utilizzate come armi e
tutti sono costretti a confrontarsi con i propri valori e principi,
sia dentro che fuori dalla redazione. Insieme ad Aniston e
Witherspoon, il cast stellare della terza stagione è guidato da
Billy Crudup, Mark Duplass,
Nestor Carbonell, Karen Pittman, Greta Lee, Jon Hamm,
Nicole Beharie e Julianna Margulies.
The
Morning Show è prodotto dallo studio Media Res e
prodotto a livello esecutivo da Michael Ellenberg con Media Res,
insieme ad Aniston e Kristin Hahn con Echo Films e Witherspoon e
Lauren Neustadter con Hello Sunshine. Mimi Leder è anche
produttrice esecutiva.
La seconda stagione di The
Morning Show, disponibile su Apple
TV+, ha portato una nomination agli Emmy Award come miglior
attrice protagonista in una serie drammatica a Reese Witherspoon,
una nomination come miglior attore non protagonista in una serie
drammatica a Billy Crudup, che lo ha vinto per la prima stagione, e
una candidatura a miglior guest star femminile in una serie
drammatica a Marcia Gay Harden.
Nella prima stagione, Billy Crudup,
nei panni di Corey Ellison, ha vinto un Emmy come attore non
protagonista in una serie drammatica, oltre a un Critics Choice
Award. Grazie all’interpretazione di Alex Levy, Jennifer Aniston ha
ottenuto un SAG Award per la migliore interpretazione in una serie
drammatica. La serie ha anche ricevuto la nomination dalla
Television Critics Association come Outstanding New Program e un TV
Choice Award per Best New Drama.
Evento
speciale dei Nastri d’Argento con una grande festa per
La stranezza,
‘Film dell’anno’ 2023, domani sera, sabato 1°
luglio, in chiusura della 69.ma edizione del Taormina Film
Fest per siglare il successo del film, d’autore anche nella
commedia, che ha segnato una svolta, non solo nel rapporto col
pubblico ma nel coniugare cultura e irresistibile intrattenimento
nell’ultima stagione cinematografica.
Al Teatro
Antico una serata di grande cinema con la consegna dei Nastri
d’Argento per il film più innovativo dell’anno scelto dal Direttivo
Nazionale dei Giornalisti Cinematografici al quale si
aggiungono, due riconoscimenti al talento
femminile con il ‘Premio Manfredi’ a Paola
Minaccioni, nella tradizione dei Giornalisti
Cinematografici a Taormina e il ‘Premio Nastri d’Argento/Pinko’ a
Lucrezia Guidone, tra successo e popolarità, per
la ‘performance dell’anno’ non solo con il suo personaggio in
Mare
fuori. Grande protagonista della serata il cast de
La stranezza nell’incontro ravvicinato con il
pubblico di Taormina che avrà anche il privilegio, dopo la
premiazione, di rivedere il film in una cornice così speciale
sul grande schermo del Festival dopo la consegna dei premi al
regista Roberto Andò, allo sceneggiatore
Ugo Chiti (anche in rappresentanza
diMassimo Gaudioso) e, ancora, ai produttori
Angelo Barbagallo (Bibi Film) e Attilio De
Razza (Tramp Limited) con Paolo Del
Brocco (Rai Cinema) e Giampaolo Letta
(Medusa) e soprattutto con gli eccezionali protagonisti de La
stranezza: Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino
Picone, Giulia Andò. In un tributo collettivo, per
sottolineare l’eccellenza di un’intera squadra artistica e tecnica
di altissima qualità, Nastri d’Argento vanno anche a Maria
Rita Barbera (costumi), Giada Calabria
(Scenografia), Esmeralda Calabria (montaggio),
Maurizio Calvesi (Fotografia), Carlo
Missidenti (sonoro in presa diretta), Michele
Braga e Emanuele Bossi (Musica) e Chiara
Agnello (casting director).
“E’ un
riconoscimento davvero speciale per un film che, giocando con
intelligenza sui tasti dell’intrattenimento popolare e della
cultura più alta, ha saputo aprire una nuova strada anche alla
commedia, conquistando il pubblico con la rilettura cinematografica
di un metateatro squisitamente pirandelliano in cui irrompe con
eleganza la spontaneità di una comicità irresistibile”, si legge
nella motivazione di questo inconsueto Nastro collettivo.. “Un
progetto che ha siglato una sinergia vincente, unendo nella formula
produttiva anche due concorrenti come Rai Cinema e Medusa Film,
insieme per sostenere un’idea colta e, insieme, capace di
conquistare il grande pubblico in una sinergia straordinariamente
originale” aggiunge, a nome del Direttivo Nazionale Sngci la
Presidente, Laura Delli Colli sottolineando che i
Giornalisti Cinematografici sostengono la campagna con la
quale il MiC, attraverso Cinema Revolution sta promuovendo
un’estate di film #soloalcinema che limita per gli spettatori a 3
euro e 50 il costo del biglietto per il cinema italiani e
europei.
Non solo La
stranezza nella serata speciale con la quale la
Regione Siciliana-Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo,
attraverso la Fondazione Taormina Arte Sicilia, ha voluto
dedicare l’evento speciale di chiusura del Festival del Cinema ai
Nastri d’Argento. Come da tradizione, infatti, sul
palcoscenico del Teatro Antico i Giornalisti Cinematografici
consegnano domani sera anche il “Premio Nino Manfredi”, che
quest’anno festeggia il suo decennale con Paola Minaccioni, e per
la prima volta il Premio Nastri d’Argento/Pinko che va Lucrezia
Guidone, riconoscimento alla straordinaria performance di un
talento emergente.
Brillante,
straordinaria interprete di commedia ma anche di alcune toccanti
interpretazioni drammatiche, Paola
Minaccioni – tra i protagonisti, tra l’altro, di
“In Arte Nino” (Rai Uno) con la regia di
Luca Manfredi – riceverà a nome della famiglia, da
Roberta Manfredi il riconoscimento ogni anno dedicato
ad un talento, capace di unire alla verve nella commedia,
toni e sfumature che toccano il cuore degli spettatori, proprio
come sapeva fare Nino Manfredi.
“Sono onorata e
commossa di ricevere questo premio per cui ringrazio di cuore i
Giornalisti Cinematografici” commenta Paola
Minaccioni. “Nino Manfredi è un modello per tutti noi,
fatto di quella pasta d’attore che mischia dolce e salato, il
mestiere al mistero dell’arte. Che mischia i generi e i colori,
mantenendo dovunque una spiazzante verità. E sopra ogni cosa dotato
di un’umanità che lo rendeva a tutti familiare. Un’artista con cui
ti sembrava di aver scambiato confidenze. Di avere conosciuto a
scuola, in campeggio, in ufficio, al bar. Uno che raccontava la tua
vita con la sua arte. Un divo umano. Questo riconoscimento
significa per me essere nella sua scia, essere sulla buona
strada”.
Con
Lucrezia Guidone, dai Nastri d’Argento ancora un
riconoscimento tra i premi 2023 nel segno del talento
giovane: all’attrice, quest’anno diretta a teatro da Mario
Martone e popolarissima per l’esperienza unica di una serie
di grande successo come Mare Fuori il Premio
Nastri d’Argento/Pinko nato per promuovere il talento al
femminile segnalando la ’performance dell’anno’: un successo
siglato, oltreché dall’impegno e dalla qualità, anche da un
notevole salto di popolarità che aggiunge, all’indiscutibile
risultato professionale, la capacità di conquistare il pubblico con
un ruolo non facile.
In occasione dell’uscita al cinema
di Rodeo, il nuovo film di
Lola Quivoron con Julie Ledru,
Yannis Lafki, Antonia
Buresi, Cinefilos.it offre la
possibilità ai suoi lettori di assistere gratuitamente al film.
La proieziona del film è previste il
5 luglio in diverse sale italiane. Ecco l’elenco completo delle
sale che aderiscono all’iniziativa:
Per prenotare il tuo invito
gratuito valido per 2 ingressi clicca qui (link) riceverai una e-mail di conferma invito fino
ad esaurimento posti.
Rodeo, la trama
(Francia – 105’) – Il vento tra i
capelli, il rombo del motore, l’asfalto caldo che scorre sotto le
ruote. E l’adrenalina che percorre tutto il tuo corpo, come una
scarica elettrica. Julia non riesce a immaginare la sua vita senza
una moto. Fiera e indipendente, frequenta il giro dei “rodei”
urbani, corse clandestine di motociclisti. Ma quando un incontro
casuale la porta a unirsi a una banda di centauri, la posta in
gioco si alza: in una successione di furti e colpi sempre più
pericolosi, per riuscire a dimostrare il suo valore la ragazza
dovrà essere disposta a rischiare tutto. Tra Titane e Fast &
Furious, Rodeo di Lola Quivoron è una corsa forsennata in moto, un
mix altamente infiammabile con una protagonista travolgente e
impossibile da dimenticare.
The
Flash è finalmente nelle sale dopo anni di ritardi e
numerosi drammi dietro le quinte. Ezra Miller nnel ruolo del velocista scarlatto
corre indietro nel tempo per fermare l’omicidio di sua madre.
L’inaspettato finale di The Flash tiene il
pubblico con il fiato in sospeso e lo rende un ottimo prodotto per
il DCU.
Il primo film da solista per
The Flash è il capitolo più importante del
DC
Extended Universe, che colma il divario tra il vecchio
franchise e il nuovo DCU di James Gunn. Per questo motivo, il finale di
The Flash porta con sé diverse rivelazioni che
potrebbero avere importanti ramificazioni nell’intero DCU.
Gal Gadot potrebbe tornare come
Wonder Woman
Con la fine del
DCEU, i fan sapevano che molti personaggi del
franchise originale non sarebbero passati al DCU di James Gunn. Nonostante le voci secondo cui la
Wonder Woman di Gal Gadot potrebbe essere tra queste vittime,
il personaggio fa un’apparizione a sorpresa in The
Flash. Questo suggerisce che potrebbe non essere ancora
finita.
La permanenza di Gal Gadot nei panni
di Wonder Woman è stata messa in dubbio dopo che
la produzione di Wonder Woman 3 si è fermata in seguito alla
promozione di James Gunn ai DC Studios. Le apparizioni
consecutive del personaggio in Shazam! Fury of the Gods e The
Flash fanno ben sperare sulla possibilità di un suo
ritorno nel DCU, anche se nulla è stato ancora
confermato.
Henry Allen viene liberato dopo The
Flash
The Flash mostra al
pubblico la tragica storia di Barry Allen, dove un aggressore ha ucciso sua
madre, Nora Allen. Il padre di Barry, Henry, è
stato condannato per l’omicidio e mandato in prigione per quasi 20
anni. Tuttavia, Barry trova le prove che scagionano suo padre,
rendendo Henry un uomo libero alla fine di The
Flash.
La libertà di Henry
avrà un impatto importante sulla storia di Barry.
Non più solo, Barry potrà riallacciare i rapporti con suo padre
come non avrebbe mai potuto fare quando il padre era ancora in
prigione. Tuttavia, come i fan della serie The CW
sapranno, il rilascio di Henry dalla prigione non
sempre significa che il personaggio avrà un lieto fine.
The Flash potrebbe aver introdotto
Robin
Un piccolo ma importante dettaglio
in The Flash potrebbe creare un’ambientazione per
il Robin del DCU. Nel film, Barry rivela di aver salvato un
bambino rimasto coinvolto nell’attacco di Zod a
Metropolis durante gli eventi di Man of Steel. Nella linea temporale
alternativa di Barry, i fan rivedono questo bambino durante
l’attacco di Zod, questa volta con il padre che chiama il suo nome:
“Dick”.
Sebbene The Flash
non confermi mai l’identità di questo ragazzo, il collegamento con
il personaggio della DC Comics Dick Grayson, il primo Robin, è
chiaro. Dal momento che questo ragazzo esiste nella linea temporale
originale di Barry, potrebbe benissimo essere il
primo collegamento all’introduzione della Bat-Famiglia del
DCU, che James Gunn ha già confermato sarà una parte
importante del suo franchise.
Supergirl nel DCU
Nella linea temporale alternativa di
Barry Kara Zor-El, in seguito conosciuta come
Supergirl, è diventata la prima kryptoniana ad
atterrare sulla Terra dopo che Zod e i suoi
scagnozzi hanno intercettato la capsula di Kal-El.
Sebbene i fan non abbiano mai visto Kara prima di
The Flash, il film suggerisce che potrebbe essere
già in agguato sullo sfondo del DCU.
The Flash implica
che Kara sia stata mandata sulla Terra
indipendentemente dall’intromissione di Barry nel
viaggio nel tempo, il che significa che il personaggio è ancora là
fuori da qualche parte nel DCU. James Gunn ha già annunciato che
Supergirl: Woman of
Tomorrow introdurrà la versione DCU di Supergirl, rispondendo a dove è
stata per tutto il tempo.
Il multiverso DC
Nell’era dei film sul multiverso dei
supereroi, era inevitabile che il DCU introducesse la propria logica per il
funzionamento delle linee temporali alternative. The
Flash diventa il primo film DC a definire le regole del
multiverso del franchise. Il DCU è molto meno rigido nella logica del
multiverso rispetto al MCU.
Piuttosto che tentare di spiegare
completamente il multiverso, The Flash fornisce alcune regole:
cambiare la linea temporale crea un nuovo passato e un nuovo
futuro. Se qualcuno cambia un giorno, si creeranno due linee
temporali in cui le cose sono cambiate in entrambe le direzioni. Il
film fornisce anche immagini interessanti all’interno del suo
multiverso.
La storia originale è cambiata
L’identità dell’assassino di
Nora Allen è un grande mistero nella storia delle
origini di Flash. La DC Comics alla fine rivela che l’assassino di
Nora è il Reverse Flash, il peggior nemico di
Barry. Tuttavia, il film del DCU cambia sottilmente questa parte della
storia di Barry Allen senza la presenza della sua arcinemesi.
The Flash non
conferma mai apertamente l’identità dell’assassino di Nora, ma
lascia intendere che il fatto che Henry Allen
fosse rimasto a casa la notte in cui è morta avrebbe impedito
l’omicidio. Per questo motivo, l’assassino dovrebbe essere un umano
normale che Henry Allen potrebbe spaventare.
Gli universi stanno per
scontrarsi
Durante l’epico terzo atto di
The Flash, Barry e il suo doppelganger giungono a
un punto di snodo nel multiverso. Vedono immagini di mondi diversi,
compreso l’universo del Superman originale di Christopher Reeve, che si scontrano l’uno con
l’altro. Ciò implica che il multiverso potrebbe essere a un punto
di rottura.
La scena del multiverso di
The Flash suggerisce che ci saranno importanti
ramificazioni per le azioni di Barry al di là di quanto i fan hanno
visto alla fine del film. Se il multiverso è davvero sull’orlo del
collasso, il DCU potrebbe essere diretto verso uno scenario
da Crisi sulle Terre Infinite, quando più mondi
verranno completamente cancellati dall’esistenza.
Jason Momoa tornerà come
Aquaman
Dopo che The Flash
ha fatto diversi riferimenti ad Aquaman durante gli eventi del film, il re
atlantideo appare finalmente nella scena post-credits. Un Arthur
Curry ubriaco cerca di dare un senso a ciò che Barry gli
ha detto sull’universo prima di proclamare che è lo stesso in
entrambi. Il momento è inteso come umoristico, ma conferma anche
chiaramente che Momoa rimarrà l’Aquaman
del DCU.
L’Aquaman
di Jason Momoa sembrava il membro più probabile
della Justice League a sopravvivere al reboot del
DCU, soprattutto con Aquaman: The Lost Kingdom arriverà nelle
sale nel 2023. Tuttavia, The Flash conferma
finalmente questa ipotesi di lunga data, mettendo a tacere le
preoccupazioni per un eventuale recasting di Momoa.
Il cast di The Flash potrebbe
ritornare nel DCU
Da quando ha assunto la direzione
dei DC Studios, James Gunn è stato chiaro sul fatto che alcuni
attori del DCEU rimarranno nel DCU, anche se alcuni ruoli verranno
comunque riconvertiti. Se The Flash segna davvero
il punto di partenza per il DCU, allora il cast principale del film
dovrebbe essere al sicuro da un recast per i film futuri.
Alcuni personaggi, tra cui Bruce Wayne, sono stati chiaramente
riconvertiti in seguito all’incidente del viaggio nel tempo di
Barry, ma la maggior parte del cast di supporto di
The Flash è rimasta invariata. Ezra Miller,
Kiersey Clemons e Ron Livingston appaiono tutti dopo il
cambiamento della linea temporale. Questo fa ben sperare per il
potenziale futuro di ogni attore nel DCU, anche se tutto può ancora cambiare
visto che Gunn sta ancora pianificando il suo
primo capitolo.
L’arrivo di George Clooney
Uno dei momenti più scioccanti di
The Flash arriva poco prima dei titoli di coda.
Dopo essere tornato nella sua linea temporale di origine,
Barry si ricongiunge con Bruce Wayne. Barry è scioccato nel vedere che
Bruce ha un aspetto molto diverso. Invece di essere interpretato da
Ben Affleck, The Flash rivela
George Clooney come nuovo Bruce Wayne, confermando apparentemente il suo
posto nel DCU.
Clooney non appare in una linea
temporale alternativa o durante la sequenza del multiverso di
The Flash. Si presenta invece nella linea
temporale di origine di Barry. Per questo motivo,
il suo cameo suggerisce che potrebbe essere il Batman del DCU in futuro. Questo sarebbe ovviamente
un grande shock per gli spettatori, ma offrirebbe anche al Batman di Clooney una
possibilità di riscatto due decenni dopo il pessimo successo di
Batman e Robin.