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Dune – Parte 3 è già in lavorazione con Denis Villeneuve?

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Dune – Parte 3 è già in lavorazione con Denis Villeneuve?

Il regista Denis Villeneuve sembra che realizzerà Dune – Parte 3. La Warner Bros. ha recentemente pubblicato il trailer di Dune – Parte 2, il prossimo capitolo dell’epica trilogia di fantascienza di Denis Villeneuve, con  Timothée Chalamet (Chiamami col mio nome), nei panni di Paul Atreides, e Zendaya (Spider-Man: No Way Home), in quelli di Chani.. Questo sequel ha avuto il via libera quando il film Dune del 2021 ha avuto successo, con Denis Villeneuve che inizialmente pianificava di adattare il romanzo di Frank Herbert in due parti.

Ci sarà Dune – Parte 3?

Tuttavia, Deadline ha recentemente riferito che Dune – Parte 2 sarebbe il secondo film di una saga pianificata di tre film. Il capo critico cinematografico di Deadline, Pete Hammond, ha confermato Dune – Parte 3 a World of Reel , dicendo: “Questo è ciò che Denis dice essere il piano“. Non è ancora chiaro se il terzo film di Dune sarà anche un adattamento del primo libro o se sarà un adattamento di Messiah. 

Dune: Parte Due, 

Oltre ai due attori poc’anzi citati, nel film recitano anche Rebecca Ferguson (Mission: Impossible – Dead Reckoning), il premio Oscar Javier Bardem (No Country for Old Men, Being the Ricardos), il candidato all’Oscar Josh Brolin (Avengers: Endgame), Stellan Skarsgård (Avengers: Age of Ultron) e Dave Bautista (Thor: Love and Thunder). Fanno inoltre il loro ingresso nel sequel Dune: Parte Due anche Austin Butler (Elvis, C’era una volta… a Hollywood) nei panni del famigerato Feyd Rautha e il premio Oscar Christopher Walken (Il cacciatore, Prova a prendermi) nei panni dell’Imperatore. Florence Pugh (Black Widow, Piccole donne), Léa Seydoux (Crimes of the Future) e Souheila Yacoub (la serie No Man’s Land, Climax) completano infine l’ampio cast nei panni rispettivamente della principessa Irulan, figlia dell’Imperatore, Lady Margot, amica stretta di quest’ultimo, e Shishakli, guerriera dei Fremen.

Dopo gli eventi del primo capitolo, Dune: Parte Due ritrova Paul Atreides, unitosi ora a Chani e ai Fremen e in cerca di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia e tutto ciò che conosceva del suo mondo. Una guerra contro il malvagio barone Vladimir Harkonnen, e di conseguenza contro l’imperatore Shaddam IV, è dunque inevitabile. In preparazione a questa, Paul rafforzerà il suo rapporto con Chani, farà la conoscenza della principessa Irulan Corrino, figlia dell’Imperatore, e conoscerà profondamente lo spirito del deserto proseguendo la sua strada come “Mahdi” il messia profetizzato dal popolo del deserto, andando dunque incontro al proprio destino. Il film arriverà nei cinema italiani dal 1 novembre e porterà dunque a compimento il racconto intrapreso con il primo film.

Dune: The Sisterhood, trova il nuovo regista e cambiano due attori!

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Secondo quanto apprendiamo da Deadline, la regista Anna Foerster è stata scelta come nuova regista per l’imminente serie prequel di Max, Dune: The Sisterhood. Questo è accaduto per via dell’uscita di scena di Johan Renck, il regista della serie Chernobyl che ha abbandonato l’incarico lo scorso marzo per conflitti di programmazione. Foerster – che ha diretto episodi di serie di successo come Outlander e Westworld – dovrebbe dirigere più episodi.

Inoltre, il sito americano rivela che Max ha anche accolto con favore l’aggiunta di Olivia Williams di The Crown e la star di The Witcher Jodhi May al cast corale della serie tv Dune: The Sisterhood. Olivia Williams sostituirà Shirley Henderson per il ruolo principale di Tula Harkonnen, mentre May assumerà il ruolo di Natalya, che inizialmente doveva essere interpretata da Indira Varma di Game of Thrones.

La serie tv Dune: The Sisterhood

Dune: The Sisterhood sarà interpretata da Emily Watson, Indira Varma, Sarah-Sofie Boussnina, Shalom Brune-Franklin, Faoileann Cunningham, Aoife Hinds, Chloe Lea, Travis Fimmel, Mark Strong, Jade Anouka, Chris Mason, Josh Heuston e Edward Davis. Ambientato 10.000 anni prima dell’ascensione di Paul Atreides, Dune: The Sisterhood seguirà le Harkonnen Sisters mentre combattono le forze che minacciano il futuro dell’umanità e fondano la leggendaria setta nota come Bene Gesserit.

Dune: The Sisterhood è ambientato 10.000 anni prima dell’ascesa di Paul Atreides e segue le sorelle Harkonnen, interpretate da Watson e Henderson, mentre combattono le forze che minacciano il futuro dell’umanità e fondano la favolosa setta nota come Bene Gesserit. Diane Ademu-John è a bordo come creatrice, scrittrice, co-showrunner e produttrice esecutiva, con Alison Schapker come co-showrunner ed EP. Johan Renck dirigerà il primo episodio e sarà produttore esecutivo, mentre il regista di Dune parte 1 e parte 2 Denis Villeneuve sarà anche produttore esecutivo.

Ghostbusters: Legacy, Ernie Hudson riflette sull’indimenticabile reunion del film

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Il riavvio di Ghostbusters del 2016 ha puntato i riflettori su un nuovo gruppo di Acchiappafantasmi al femminile, ma non ha ricevuto una grande risposta da parte del pubblico. Il film non si è rivelato il disastro annunciato, ma non era quello che i fan aspettavano e la decisione di far apparire i membri del cast originale come cameo nei panni di altri personaggi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca.

Discorso diverso invece è stato fatto nel pensare Ghostbusters: Legacy che è servito come un vero e proprio sequel dei primi due film, e, in un momento che ha fatto commuovere tutti, il quartetto originale si è finalmente riunito durante il suo atto finale. Bill Murray, Dan Aykroyd ed Ernie Hudson hanno potuto condividere di nuovo lo schermo, mentre i VFX hanno permesso di aggiungere il compianto Harold Ramis al gruppo. È stato un momento speciale per i fan, ma ancora più speciale per gli attori che avevano praticamente rinunciato a tornare nei panni dei rispettivi personaggi.

Parlandoci del suo ruolo in Prisoner’s Daughter (che ora è nelle sale USA), Hudson ha ripensato a cosa significasse per lui girare quella sequenza. “Sì, se n’è parlato così tanto negli ultimi 30 anni, se sarebbe successo o meno… Io pensavo solo che se fosse davvero successo, sarebbe stato grandioso. Ne hanno fatto una versione femminile che era carina, però sai… Quando Jason ha chiamato per l’ultimo, Legacy, è stato fantastico essere sul set e vedere Bill. Ci siamo incontrati di nuovo in quella sequenza di combattimento quando eravamo tutti nelle nostre tute e abbiamo avuto un flashback di quel momento in cui abbiamo girato il primo ed è stato tutta una nuova esperienza a New York, non solo incontrare questi ragazzi, ma vedere la loro follia da vicino di persona [Ride]. È stato divertente e lo è ancora. Lo adoro moltissimo, davvero.”

“So che è stato detto e scritto molto su alcuni dei disagi che ho vissuto personalmente, ma i ragazzi sono sempre stati fratelli in un modo strano o almeno sicuramente cugini [ride]. È bello dopo tutti questi anni continuare a farlo. È uno di quei film che le persone fanno vedere adesso ai propri figli e che ancora amano. È fantastico”. Winston, e gli altri Acchiappafantasmi originali, torneranno con ogni probabilità in Ghostbusters: Firehouse al momento in fase di ripresa e che promette di riportare l’azione a New York.

Di cosa parla il nuovo film di Ghostbusters?

C’è ancora molto macabro mistero che circonda la trama di questo nuovo film di Ghostbusters. Non ha ancora nemmeno un titolo ufficiale anche se il progetto è stato costantemente chiamato “Firehouse”. Questo ovviamente si riferisce all’iconico quartier generale di Ghostbusters a New York. Quello che sappiamo di questo sequel è che sarà una continuazione diretta di Afterlife e che McKenna GraceFinn WolfhardCarrie Coon e Paul Rudd stanno tornando per questa nuova avventura. Il nuovo cast include Kumail NanjianiPatton OswaltJames Acaster ed Emily Alyn Lind. Nell’aldilà è stato rivelato che Callie di Coon era la nipote di Egon ei suoi figli Phoebe e Trevor, interpretati da Grace e Wolfhard, erano pronti per iniziare la prossima generazione di Ghostbusters. La scena dopo i titoli di coda di Afterlife ha visto anche Winston di Ernie Hudson restituire il famoso Echo-1 al loro vecchio quartier generale dei vigili del fuoco a New York. Non è noto se Hudson tornerà per il nuovo film insieme ai suoi co-protagonisti Bill Murray e Dan Aykroyd.

Il sequel di Ghostbusters: Lagacy, che ha il titolo provvisorio di Ghostbusters: Firehouse, dovrebbe ancora arrivare nelle sale entro la fine dell’anno, il 20 dicembre 2023. Inoltre, il sequel farà il suo debutto nello stesso mese di altri progetti di alto profilo come come  WonkaAquaman e il regno perduto  Ghostbusters: Firehouse è diretto da Gil Kenan e si baserà su una sceneggiatura che ha scritto insieme a Jason Reitman. Il prossimo capitolo della storia della famiglia Spengler vedrà anche il ritorno del cast principale, tra cui Carrie Coon, Paul Rudd e Mckenna Grace, che in realtà è stato il primo membro del cast a confermare il suo ritorno. In precedenza era stato confermato che il  sequel sarebbe tornato ufficialmente a New York City, l’ambientazione originale del franchise.

Guardiani della Galassia Vol. 3, ecco due scene eliminate

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Guardiani della Galassia Vol. 3, ecco due scene eliminate

In occasione dell’uscita in home video di Guardiani della Galassia Vol. 3, Disney ha messo a disposizione on line due scene inedite del film, tagliate dal montaggio finale, senza ancora gli effetti visivi a ultimarle.

Nella prima scena possiamo avere un assaggio della saggezza di Drax e del suo insolito utilizzo delle metafore, mentre la seconda scena mostra la sorte sanguinolenta riservata a War Pig.

Guardiani della Galassia Vol. 3 – tutto sul film

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film è al cinema dal 5 maggio.

Captain America: Brave New World, concluse le riprese del film con Anthony Mackie

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Sono ufficialmente terminate le riprese di Captain America: Brave New World. Secondo il direttore della fotografia del film, Kramer Morgenthau, la produzione del prossimo sequel è terminata, rendendo estremamente probabile che il progetto sia pronto per la data di uscita del 26 luglio 2024. Dopo gli eventi di The Falcon and the Winter Soldier, c’è un nuovo Capitano in città, e avrà bisogno di tutto l’aiuto possibile quando si troverà coinvolto in una minaccia che potrebbe mettere in pericolo l’intero pianeta.

Dopo aver recitato in diverse produzioni MCU come Falcon, Sam Wilson di Anthony Mackie brillerà nel suo nuovo ruolo di Capitan America. Dopo la pericolosa battaglia contro Thanos (Josh Brolin) durante gli eventi di Avengers: Endgame, Steve Rogers (Chris Evans) ha deciso che era ora di cambiare vita, e prendere una decisione riguardo al futuro del suo ruolo. Il risultato di quel processo di pensiero è stato il passaggio di testimone simbolicamente rappresentato dalla scena in cui un vecchio Steve cede il suo scudo a Sam.

Mentre la trama dell’imminente film rimane nascosta all’interno dell’ufficio di Kevin Feige, ci sono molte trame pendenti negli altri film del MCU che potrebbero essere riprese dall’avventura di Wilson. Tra tutti, quello più interessante sembra essere il destino del Generale Thunderbolts Ross, che in questo film torna con il volto di Harrison Ford, che prende il posto del defunto William Hurt. Sembra che il personaggio sarà il principale antagonista di Cap, soprattutto perché Ross e Sam non hanno una storia di amicizia alle spalle. Ma niente è confermato.

Quello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreta la cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora, Captain America: Brave New World è indicato come uno dei titoli più importanti della Fase 5.

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Dune: Denis Villeneuve vuole realizzare la trilogia

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Dune: Denis Villeneuve vuole realizzare la trilogia

Il trailer ufficiale di Dune: Parte Due ha permesso ai fan di dare uno sguardo a quella che sarà la continuazione dell’avventura di Paul Atreides (Timothée Chalamet) nei film di Denis Villeneuve, ma chi ha letto le storie di Frank Herbert sa bene che la storia di Paul continua oltre i primi due libri. Ora è stato confermato da Deadline che Villeneuve intende concludere la sua trilogia di Dune in modo spettacolare, immergendosi più a fondo nelle opere di Herbert con un adattamento di Dune Messiah.

Il terzo capitolo continuerà la saga e dovrebbe essere co-scritto da Villeneuve e dallo sceneggiatore Jon Spaihts. Sebbene lo studio non abbia ancora annunciato ufficialmente lo sviluppo attivo della terza parte, i fan possono continuare a sperare nel completamento di questa visionaria trilogia. Questa non è la prima volta che Dune Messiah viene adattato per lo schermo, ovviamente, nel 2003, è uscita la miniserie I figli di Dune che si ispira in gran parte al romanzo.

Naturalmente, il destino di Dune: Parte Due e della successiva trilogia dipenderà dalla sua performance al botteghino. La prima puntata, distribuita tra le sfide della pandemia, è riuscita a incassare una somma di tutto rispetto e ha portato con successo a un notevole seguito di fan.

Dune: Parte Due, la trama del film

Dopo gli eventi del primo capitolo, Dune: Parte Due ritrova Paul Atreides, unitosi ora a Chani e ai Fremen e in cerca di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia e tutto ciò che conosceva del suo mondo. Una guerra contro il malvagio barone Vladimir Harkonnen, e di conseguenza contro l’imperatore Shaddam IV, è dunque inevitabile. In preparazione a questa, Paul rafforzerà il suo rapporto con Chani, farà la conoscenza della principessa Irulan Corrino, figlia dell’Imperatore, e conoscerà profondamente lo spirito del deserto proseguendo la sua strada come “Mahdi” il messia profetizzato dal popolo del deserto, andando dunque incontro al proprio destino.

Il film arriverà nei cinema italiani dal 1 novembre e porterà dunque a compimento il racconto intrapreso con il primo film.

Nel cast di Dune: Parte Due tornano Timothée Chalamet (Chiamami col mio nome), nei panni di Paul Atreides, Zendaya (Spider-Man: No Way Home), in quelli di Chani, Rebecca Ferguson (Mission: Impossible – Dead Reckoning), il premio Oscar Javier Bardem (No Country for Old Men, Being the Ricardos), il candidato all’Oscar Josh Brolin (Avengers: Endgame), Stellan Skarsgård (Avengers: Age of Ultron) e Dave Bautista (Thor: Love and Thunder).

Fanno inoltre il loro ingresso nel sequel anche Austin Butler (Elvis, C’era una volta… a Hollywood) nei panni del famigerato Feyd Rautha e il premio Oscar Christopher Walken (Il cacciatore, Prova a prendermi) nei panni dell’Imperatore. Florence Pugh (Black Widow, Piccole donne), Léa Seydoux (Crimes of the Future) e Souheila Yacoub (la serie No Man’s Land, Climax) completano infine l’ampio cast nei panni rispettivamente della principessa Irulan, figlia dell’Imperatore, Lady Margot, amica stretta di quest’ultimo, e Shishakli, guerriera dei Fremen.

Ezra Miller: revocato un ordine restrittivo ai suoi danni, l’attore accusa la stampa di “inseguire i clic”

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È stato revocato un ordine di protezione temporaneo in Massachusetts contro Ezra Miller. L’attore, in questi giorni in sala con The Flash, è stato accusato dalla madre di un bambino non binario di 12 anni di agire in modo inappropriato. L’attore avrebbe anche molestato la famiglia del bambino.

“Sono incoraggiato dal risultato di oggi e molto grato in questo momento a tutti coloro che sono stati al mio fianco e hanno cercato di garantire che questo grave uso improprio del sistema di ordine restrittivo fosse fermato”, ha scritto Miller in una dichiarazione su Instagram.

Ezra Miller, che usa i loro pronomi e si identifica come non binario, non ha mai affrontato accuse penali. Nella loro dichiarazione su Instagram, Miller ha sostenuto che l’ordine di protezione emesso contro di loro veniva “usato come arma da coloro che cercano attenzione o fugace fama da tabloid o una sorta di vendetta personale quando ci sono persone che hanno un vero e disperato bisogno di questi servizi”.

Miller ha anche criticato il modo in cui la stampa ha coperto la vicenda. “Imploro quei membri dei media che hanno sconsideratamente diffuso false affermazioni e non sono riusciti a riportare accuratamente la verità e il contesto di questa storia, di attenersi a uno standard più elevato e di prendersi il tempo per trovare i fatti, piuttosto che inseguire i clic”.

La star di The Flash è stata coinvolta in diverse controversie negli ultimi anni. Nel 2022, Miller si è scusato per il loro comportamento e ha annunciato di “soffrire [di] complessi problemi di salute mentale” e di aver iniziato un trattamento. Lo scandalo delle pubbliche relazioni, tuttavia, ha oscurato l’uscita e la campagna promozionale di The Flash, alla quale Miller non ha partecipato se non per un’apparizione sul red carpet di Los Angeles, senza però rilasciare dichiarazioni singole alla stampa.

Nella loro dichiarazione su Instagram, Miller ha scritto: “Come nota personale, voglio che tutti sappiano che sto continuando a fare del mio meglio per preservare il mio benessere e quello che posso per invertire il danno collaterale che questo calvario ha causato a me e alle persone vicine per me.”

Tron: Ares, anche Jodie Turner-Smith nel cast del threequel

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Tron: Ares, anche Jodie Turner-Smith nel cast del threequel

Jodie Turner-Smith, star di Queen & Slim e dell’imminente serie Star Wars The Acolyte, si sta collegando alla rete ed entra ufficialmente a far parte del cast di Tron: Ares. La star britannica è l’ultima aggiunta al cast del threequel della Disney, e si unisce a Jared Leto, Evan Peters e la star di “Past Lives” Greta Lee. Joachim Rønning (Maleficent – Signora del male) dirigerà il film da una sceneggiatura di Jesse Wigutow e Jack Thorne, la cui produzione dovrebbe iniziare ad agosto (nonostante uno sciopero degli attori).

Leto interpreterà Ares, la manifestazione di un programma che diventa senziente e attraversa il mondo umano, con Lee come programmatrice di videogiochi e CEO di una società tecnologica che mira a proteggere la sua tecnologia che cambia il mondo. Ulteriori dettagli sulla trama, comprese le specifiche del ruolo di Turner-Smith, vengono tenuti nascosti. Dopo la sua straordinaria interpretazione in Queen & Slim della Universal, Turner-Smith ha recitato in ruoli straordinari in After Yang di A24 con Colin Farrell, Without Remorse di Amazon Studios con Michael B. Jordan e The Independent di Peacock con Brian Cox, oltre a ruoli importanti in White Noise e Murder Mystery 2 di Netflix.

Jodie Turner-Smith ha anche recitato nel ruolo di Anne Boleyn nella miniserie in tre parti della Sony Pictures Television, trasmessa inizialmente su Channel 5 nel Regno Unito prima di debuttare su AMC + negli Stati Uniti. È stata nominata per un NAACP Image Award per la sua interpretazione. La vedremo presto in Bad Monkey, al fianco di Vince Vaughn nella serie AppleTV+ basata sul romanzo di Carl Hiaasen del 2013, e ha recentemente terminato la produzione di Star Wars: The Acolyte per Disney+.

Turner-Smith si unisce al franchise di Tron che porta avanti l’eredità dell’avventura fantascientifica di lunga data. Il film originale, interpretato da Jeff Bridges, ha debuttato nel 1982 ed è stato un flop al botteghino nonostante le sue rivoluzionarie innovazioni negli effetti visivi digitali. Nel corso del tempo, il film ha sviluppato un seguito di culto, che ha portato al sequel del 2010 Tron: Legacy, interpretato da Bridges, Garrett Hedlund e Olivia Wilde e diretto da Joseph Kosinski (Top Gun: Maverick) al suo debutto alla regia.

1918 – I giorni del coraggio: tutto quello che c’è da sapere sul film

Uno dei generi più popolari al cinema è quello del film di guerra. Appartengono ad esso tutti quei lungometraggi che ripropongono battaglie o episodi realmente accaduti nel contesto delle guerre passate, oppure inventando racconti che si situano però all’interno di un contesto storico veritiero. Negli ultimi anni, in particolare, la Prima Guerra Mondiale è tornata protagonista sul grande schermo grazie a tre titoli molto apprezzati: 1917, Niente di nuovo sul fronte occidentale e 1918 – I giorni del coraggio. Quest’ultimo, il cui titolo originale è Journey’s End, è in realtà il primo arrivato in sala dei tre, nel 2017, per la regia di Saul Dibb.

In Italia, sfortunatamente, è stato distribuito direttamente in DVD e nel solo 2020, con un titolo italiano con cui si è cercato di cavalcare l’onda del successo ottenuta da 1917, in un certo senso accostando due film in realtà legati solo dal contesto in cui sono ambientati. Perché mentre il film di Sam Mendes non è basato su nessun reale episodio di quel conflitto, 1918 – I giorni del coraggio propone invece il racconto di personaggi inventati ma inseriti in un preciso evento di quella grande guerra, ovvero l’Offensiva di primavera.

Il film è però prima di tutto l’adattamento dell’omonimo testo teatrale del 1928 di Robert Cedric Sherriff, già adattato per il grande schermo nel 1930, nel 1931 e nel 1976, ma anche nel 1988 come film TV per la BBC. Per tutti gli appassionati dei film di guerra, questo nuovo adattamento è dunque un film imperdibile, passato in sordina ma decisamente da riscoprire. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà utile approfondire alcune  dettagli di esso. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile ritrovare ulteriori informazioni sulla trama, il cast di attori e la storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

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La trama di 1918 – I giorni del coraggio

Il film è mbientato durante gli ultimi mesi della Prima Guerra Mondiale, nell’aprile del 1918, alla vigilia dell’Offensiva di Primavera, ovvero l’ultimo tentativo da parte dell’esercito tedesco di rovesciare le sorti della guerra. La vicenda si svolge in una trincea sul fronte occidentale francese, ad Aisne, dove un manipolo di soldati inglesi guidati dal capitano Denis Stanhope, attende in prima linea l’attacco della Germania. Fresco di addestramento, nonostante gli avvertimenti, il sottotenente Jimmy Raleigh decide di farsi assegnare proprio al battaglione di Stanhope.

I due sono infatti amici d’infanzia e Raleigh spera dunque di poter affrontare gli orrori della guerra accanto a qualcuno in grado di allietare anche i momenti più difficili.  Egli tuttavia si trova dinanzi ad un uomo molto diverso da quello di un tempo e che imparerà a conoscere di nuovo nei sei giorni di attesa prima dell’offensiva nemica. La guerra ha profondamente cambiato Stanhope e più la nuova battaglia si avvicina, più i rapporti tra i due diventano tesi. In quel tempo d’attesa, inoltre, Raleigh e gli altri soldati si troveranno anche a dover fare i conti con le proprie paure e speranze.

Il cast di 1918 – I giorni del coraggio

Ad interpretare il protagonista, ovvero il sottotenente Jimmy Raleigh, vi è l’attore Asa Butterfield, oggi meglio noto per la serie Netflix Sex Education. L’attore Sam Claflin, visto anche in Io prima di te e Resta con me, recita invece chi nei panni del capitano Denis Stanhope. Durante alcune ricerche svolte per prepararsi al film, Claflin ha scoperto che il suo bis-bisnonno era in un battaglione inviato alla battaglia di St. Quentin, la stessa rappresentata alla fine del film. Nel film recitano poi gli attori Paul Bettany nel ruolo del tenente Osborne, Toby Jones in quelli del soldato Mason e Stephen Graham per il ruolo del sottotenente Trotter.

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1918 – I giorni del coraggio, l’opera da cui il film è tratto e la storia vera

Come anticipato, il film è il quinto adattamento cinematografico dell’opera teatrale Journey’s End, scritta nel 1928 da R. C. Sherriff. Questi aveva visto in prima persona l’effetto di anni di guerra sui suoi amici e conosceva la paura e il terrore dell’aspettare un attacco imminente, aspettando la fine del proprio viaggio (da qui il titolo dell’opera). I personaggi della commedia sono dunque basati sugli uomini con cui Sherriff aveva prestato servizio nel 9° battaglione del reggimento dell’East Surrey. L’autore, inoltre, ambienta il proprio racconto nei giorni precedenti l’inizio dell’Offensiva di primavera, anche nota come Kaiserschlacht.

Questa si riferisce ad una serie di attacchi predisposti dall’esercito tedesco svoltisi durante la primavera del 1918, con i quali si tentò di recuperare quanto fino a quel momento perso. Le potenze dell’Intesa (Impero Britanico, Francia e Impero Russo) furono colte completamente di sorpresa da tale contrattacco, avvenuto proprio quando ormai si pensava che l’esercito tedesco fosse prossimo al crollo e dunque non più meritevole di particolari attenzioni. Tuttavia, nonostante inizialmente i tedeschi riuscirono effettivamente ad ottenere alcune significative vittorie, dopo tre mesi il loro potenziale si esaurì.

Il comando supremo tedesco, guidato dal feldmaresciallo Paul von Hindenburg e dal suo principale collaboratore, generale Erich Ludendorff, esaurì infatti con questa serie di costose offensive le residue forze dell’esercito, pregiudicando dunque ogni possibilità di vittoria e intaccando anche la capacità di resistenza sul fronte occidentale. Ciò permise all’Intesa di riorganizzarsi e portare avanti l’Offensiva dei Cento giorni, che in pochi mesi ha portato la Germania all’essere costretta ad ammettere la sconfitta, sancita dall’armistizio di Compiègne dell’11 novembre 1918. Nel corso dell’Offensiva di primavera, tuttavia, persero la vita oltre 850 mila soldati dell’Intesa e circa 688 mila soldati dell’esercito tedesco.

Il trailer di 1918 – I giorni del coraggio e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di 1918 – I giorni del coraggio grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play, Rai Play e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 30 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Fonte: IMDb

DCEU: 10 villain citati ma mai apparsi nei film

DCEU: 10 villain citati ma mai apparsi nei film

Il DCEU andrà presto incontro a reboot ma, nel suo decennio di vita, ha adattato un’ampia selezione di personaggi della DC Comics, tra cui dieci cattivi che vengono solo citati piuttosto che mostrati. Dopo il successo di The Avengers della Marvel, che ha ridefinito la cultura pop, la Warner Bros. e la DC hanno iniziato il loro universo condiviso con L’uomo d’acciaio del 2013, il cui focus sulle origini di Superman non ha impedito di alludere a un più ampio universo DC che circonda Clark Kent. Nelle ultime puntate del DCEU, prima del parziale reboot di James Gunn e Peter Safran, il franchise ha riconosciuto o almeno fatto riferimento a dieci supercriminali senza raffigurarli visivamente: scopriamo assieme chi sono.

L’Enigmista

enigmista storia origini

L’Enigmista è uno dei nemici più famosi di Batman che, grazie alla sua intelligenza acuta, sfida la famiglia di Batman mediante enigmi letali. Il costume dell’Enigmista nel DCEU appare nella Batcaverna in Batman v Superman: Dawn of Justice e il suo logo con il punto interrogativo appare come graffito durante la resa dei conti tra Batman e Superman. L’Enigmista del DCEU sarebbe dovuto apparire nel live-action come uno dei supercriminali alleati di Lex Luthor, che avrebbe usato la sua genialità per risolvere l’Equazione Anti-Vita, ma dal momento che i previsti sequel di Justice League di Zack Snyder sono stati cancellati, l’esistenza dell’Enigmista è stata riconosciuta solo attraverso dei riferimenti.

Il Pinguino

Un altro membro di spicco dell’iconica galleria di nemici di Batman, il riferimento più diretto al Pinguino si trova nella versione cinematografica di Justice League, quando Alfred si riferisce scherzosamente a “pinguini a molla che esplodono” durante una conversazione con Bruce Wayne. Tuttavia, è ormai chiaro che la versione cinematografica di Justice League non è da considerare parte del canone, poiché altri film del DCEU fanno riferimento direttamente alla director’s cut, ma questo non è l’unico easter egg che riconosce il Pinguino. Nella guida all’interno dell’universo di Daniel Wallace, Time Out Shortlist Gotham and Metropolis, l’Iceberg Lounge è confermato essere un locale di Gotham City, il che certifica che il Pinguino fa ancora parte del DCEU.

Cappellaio Matto

Il Cappellaio Matto, un cattivo di Batman particolarmente pericoloso e con un’inclinazione al controllo mentale, viene citato in una battuta di circostanza in Peacemaker. Il vicino di casa dell’antieroe cita diversi criminali di Batman, sottolineando che una differenza fondamentale tra Batman e Peacemaker è che il primo non uccide. In particolare, Batman viene mostrato mentre uccide i criminali in Dawn of Justice, ma il DCEU ha chiarito che Batman ha seguito la regola di non uccidere per la maggior parte della sua carriera di supereroe, infrangendola solo durante gli eventi del film del 2016 come modo per mostrare quanto fosse vicino a diventare un cattivo. Dopo gli eventi di Dawn of Justice, Batman ha ripristinato la sua regola di non uccidere.

Il dottor Esopo

Nell’universo DC Comics pre-Flashpoint, il Dottor Esopo era un membro dell’era moderna della rogue’s gallery di Batman. Mentre nei fumetti Aesop è un boss del crimine, è stato ripensato per il DCEU nel libro del 2016 Batman v Superman: Dawn of Justice – Cross Fire, di Michael Kogge. Il Dottor Esopo del DCEU era un ex dipendente della WayneTech, specializzato in robotica, prima di minacciare di usare le sue invenzioni contro l’umanità e di essere rinchiuso nel manicomio di Arkham. Sebbene il Dottor Esopo abbia un ruolo diretto in una proprietà del DCEU, non appare in alcun materiale live-action.

Jackalope

Jackalope DCEUUn altro cattivo del DCEU che appare in Cross Fire è Jackalope, anch’egli ex dipendente della Wayne Enterprises, poi rinchiuso nell’Arkham Asylum del DCEU. Jackalope ha un aspetto da coniglio e delle corna prostetiche che è costretto a indossare sempre. Non è chiaro il motivo esatto del licenziamento di Jackalope e del suo successivo ingresso ad Arkham, ma alla fine diventa un alleato criminale del Dottor Esopo. Jackalope è, in particolare, un cattivo originale creato per il DCEU, ma dal momento che la sua unica apparizione è nel romanzo Cross Fire, egli, come Esopo, non conta alcuna apparizione nel DCEU in live-action.

Carmine Falcone

Carmine Falcone DCEUUno dei più noti boss di Gotham City nel mito di Batman, Carmine Falcone ha fatto numerose apparizioni negli adattamenti live-action di Batman. Non sorprende che Falcone sia stato citato più volte nel DCEU: i primi casi sono stati nella guida Time Out Shortlist Gotham and Metropolis e in Suicide Squad del 2016. Falcone viene citato anche in The Flash, quando suo figlio scatena il caos a Gotham nell’atto iniziale del film.

Sofia Falcone-Gigante

Sofia Falcone DCEUUn’altra famosa nemica di Batman e membro della famiglia criminale Falcone, Sofia Falcone-Gigante è nota per il suo ruolo nelle iconiche storyline Batman: The Long Halloween e Batman: Dark Victory, di Jeph Loeb e Tim Sale. Come suo padre, Carmine Falcone, Sofia è citata nella guida Time Out Shortlist Gotham and Metropolis come proprietaria del ristorante e del nightclub Falcone’s. Il locale appare nel paesaggio urbano di Gotham in Suicide Squad, facendo anche indirettamente riferimento a Sofia e alla famiglia criminale Falcone.

Tony Gallo

Casinò Utopia DCEUUno dei tanti easter egg DC presenti in Man of Steel è il Casinò Utopia, visto a Metropolis durante il corpo a corpo tra il Generale Zod e Superman nel finale del film. Nell’universo DC Comics, il Casinò Utopia è di proprietà di Tony Gallo, un uomo d’affari corrotto e legato al crimine organizzato. Gallo ha introdotto la kryptonite nella malavita di Metropolis nei fumetti di Superman dell’era moderna, ma nel DCEU la kryptonite è stata usata come arma da Lex Luthor, come si è visto in Dawn of Justice. Tuttavia, il riferimento indiretto a Gallo attraverso il suo casinò sia in Man of Steel che in Time Out Shortlist prefigura le apparizioni della kryptonite nel DCEU.

Naeco

Naeco The FlashNaeco è un oscuro nemico extraterrestre di Aquaman della Silver Age della DC Comics. Nel DCEU, Naeco sembra essere un nemico passato della Justice Society of America e viene citato nel fumetto prequel di Black Adam, Black Adam – The Justice Society Files: Hawkman. Sebbene Naeco stesso non appaia nel fumetto prequel, il suo tridente di uritrium appare, e l’arma viene confiscata dalla JSA dopo la sconfitta di Naeco.

Reverse-Flash

Reverse-Flash, noto anche come Eobard Thawne, è il più grande nemico di Barry Allen e si prevedeva che sarebbe apparso in The Flash del 2023. Reverse-Flash stesso non appare nel film, ma viene citato visivamente più volte. La controparte più giovane di Barry Allen viene mostrata per la prima volta con lo stesso schema di colori giallo e rosso di Reverse-Flash e il fulmine del cattivo Dark Flash, pur essendo solitamente viola, appare occasionalmente rosso, con un ulteriore riferimento alla connessione di Reverse-Flash con la Forza di Velocità Negativa. Il regista di The Flash, Andy Muschietti, conferma anche che Reverse-Flash, nonostante non appaia, è l’assassino di Nora Allen, ribadendo che fa parte del vecchio DC Extended Universe.

MCU: 6 indizi per identificare uno Skrull

MCU: 6 indizi per identificare uno Skrull

Gli Skrull del MCU possono essere identificati in diversi modi, anche quando si mascherano da qualcun altro. I Marvel Studios hanno introdotto gli Skrull nel MCU in Captain Marvel del 2019, in cui la razza mutaforma cercava rifugio dopo essere stata costretta a una lunga guerra con i Kree. In un importante cambiamento rispetto alla loro storia nei fumetti, gli Skrull del MCU sono stati mostrati come alleati dell’umanità, una razza altrimenti pacifica che si è trasformata in guerrieri per sopravvivere. Tuttavia, Secret Invasion della Fase 5 ha dimostrato quanto gli Skrull possano essere pericolosi: una fazione ribelle si è infiltrata silenziosamente sulla Terra per diversi anni, assumendo le identità di personaggi di alto livello del MCU.

Nelle loro forme naturali, gli Skrull sono immediatamente riconoscibili grazie alla loro pelle verde, alle orecchie a punta e alla mancanza di peli sul corpo. Tuttavia, la loro innata capacità di mutare forma permette loro di assumere la forma di qualsiasi essere vivente fino al DNA, il che consente loro di integrarsi perfettamente in qualsiasi civiltà. Questo è stato visto più volte nella loro breve carriera nel MCU, dato che gli Skrull hanno impersonato personaggi come Soh-Larr, Carol Danvers, R. Keller, Phil Coulson, Maria Hill e Nick Fury in Secret Invasion. Tuttavia, l’impersonificazione degli Skrull non è mai esatta, anche se la voce, il corpo fisico e l’abbigliamento possono essere imitati con precisione: in questo articolo analizziamo 6 indizi per identificare uno Skrull.

Gli Skrull non assumono le caratteristiche di coloro che imitano

Quando si trasformano nella forma di un altro essere vivente, gli Skrull sono in grado di replicare i ricordi recenti del corpo che emulano, il che consente loro di integrarsi meglio nella società. È stato dimostrato che gli Skrull sono in grado di vedere anche i ricordi più lontani nel tempo, anche se devono usare una tecnologia avanzata per estrarre questi ricordi, come nel caso di Carol Danvers in Capitan Marvel e di diversi ospiti umani in Secret Invasion. Il fatto che gli Skrull possano copiare solo i ricordi a breve termine dell’individuo che impersonano significa che c’è un modo sicuro per identificare se qualcuno è uno Skrull: semplicemente interrogarlo.

Gli Skrull copiano solo i ricordi a breve termine

In Captain Marvel, Danvers interroga Nick Fury sui suoi primi anni di vita per dimostrare che non è uno Skrull e Yon-Rogg interroga uno Skrull travestito da Capitan Marvel, che fallisce il test. Questa sembra essere una tecnica infallibile per identificare uno Skrull, molto utilizzata dalle stesse forze Kree. Sembra però che gli Skrull abbiano migliorato il loro sistema di sostituzione degli esseri umani, dato che Secret Invasion ha rivelato che le macchine vengono utilizzate per estrarre i ricordi più profondi dai corpi degli ospiti, permettendo forse alla ribellione Skrull di infiltrarsi più facilmente nell’umanità, diffondendosi ulteriormente in preparazione del loro imminente attacco.

Gli Skrull non possono imitare i doni sovrumani

Oltre a non poter imitare i tratti della personalità e i ricordi lontani, gli Skrull non sono nemmeno in grado di copiare le doti sovrumane, se assumono la forma di un supereroe o di una persona potenziata. Questo renderebbe sicuramente più facile determinare chi è uno Skrull se alcuni degli eroi più importanti del MCU dovessero essere sostituiti, dato che molti dei più potenti eroi della Terra hanno poteri soprannaturali o sovrumani molto specifici che li rendono immediatamente riconoscibili. Sebbene gli Skrull non siano in grado di copiare i superpoteri preesistenti, sembra possibile che agli Skrull vengano concesse abilità potenziate, come si è visto nei trailer di Secret Invasion. Kingsley Ben-Adir ha debuttato come Gravik nell’episodio 1 di Secret Invasion, “Resurrection”, il leader della ribellione Skrull sulla Terra. Anche se non si sa ancora molto del nuovo sinistro Skrull, i trailer di Secret Invasion hanno rivelato che nel corso della serie verrà potenziato, il che ha portato molti a credere che potrebbe assumere il ruolo del Super-Skrull della Marvel Comics. Il Super-Skrull è stato dotato delle abilità dei Fantastici Quattro, garantendogli un potere superiore a quello dei suoi compagni Skrull, e questo sembra essere il caso di Gravik nella Fase 5 del MCU. Ciò potrebbe rendere più difficile l’identificazione di uno Skrull se è mascherato da supereroe.

Gli Skrull hanno abilità innate potenziate

Sebbene gli Skrull non siano in grado di copiare le abilità dei superuomini, hanno un’impressionante serie di poteri innati, donati dalla loro fisiologia Skrull. Oltre a poter assumere la forma di qualsiasi essere vivente, gli Skrull possiedono anche un’ampia gamma di poteri rafforzati dal fatto che il loro corpo non è fatto di carbonio come quello degli umani. Nelle loro apparizioni in Captain Marvel e Secret Invasion, gli Skrull hanno dimostrato di essere incredibilmente forti e, durante le intense scene di combattimento, di essere combattenti resistenti e agili. Queste doti li distinguono certamente dalla media degli umani. Gli Skrull hanno anche una durata di vita molto più lunga degli umani, il che sarebbe un chiaro indizio nel caso in cui uno Skrull fosse mascherato da umano per diversi decenni – come nel caso del Talos di Ben Mendelsohn, che è cambiato a malapena in trent’anni. Secret Invasion ha anche confermato che gli Skrull hanno un’immunità ad alti livelli di radiazioni. Questo rende un impianto nucleare abbandonato il luogo perfetto per Gravik per creare la sua base, poiché gli Skrull non sono influenzati dalle radiazioni. Questo significa anche cattive notizie per l’umanità, poiché Gravik intende sradicare la razza umana usando le radiazioni nucleari, che sono innocue per gli Skrull e li distinguono certamente da qualsiasi altro essere umano.

Gli Skrull tornano alla loro forma naturale quando vengono uccisi

Questo è forse il modo più drastico per determinare se qualcuno è uno Skrull, ma ucciderlo funziona sicuramente, poiché gli Skrull tornano alla loro forma naturale, con la pelle verde, quando muoiono. Sfortunatamente, se qualcuno è sospettato di essere uno Skrull e viene ucciso, ma poi si scopre che in realtà è umano, le conseguenze di questa azione potrebbero essere terribili. Tuttavia, questo metodo è un modo infallibile per identificare uno Skrull, poiché la sua trasformazione non può essere mantenuta dopo la sua morte. Questo è stato visto diverse volte nel MCU, come nel caso di uno Skrull travestito da Phil Coulson in Captain Marvel e, più recentemente, nell’episodio 1 di Secret Invasion . Il primo episodio di Secret Invasion si apriva con l’Everett K. Ross di Martin Freeman che ascoltava l’agente della CIA Prescod descrivere il piano di dominazione del mondo della ribellione Skrull, prima di rivelare di essere uno Skrull. Ross viene infine ucciso da Talos, che si ritrasforma in uno Skrull di fronte a Maria Hill, rappresentando la prima prova di cui lei aveva bisogno per stabilire che gli Skrull stavano mettendo in atto il loro piano e che Nick Fury doveva tornare sulla Terra. Questa rivelazione è stata scioccante, poiché Ross era stato un punto fermo del franchise di Black Panther dopo il suo debutto in Captain America: Civil War, anche se ora non è chiaro per quanto tempo esattamente sia stato uno Skrull sotto mentite spoglie.

Gli Skrull possono essere individuati nel MCU

Gli Skrull Detector non sono ancora stati visti nel MCU live-action, ma la loro esistenza è stata confermata grazie al fumetto prequel Guardians of the Galaxy Infinite e al romanzo prequel di Captain Marvel, Captain Marvel: Starforce on the Rise. I Rivelatori di Skrull sono in grado di rintracciare un pezzo unico di codice nel DNA di uno Skrull, determinando se quella persona è uno Skrull o meno. Questi rivelatori sono stati utilizzati dai guerrieri Kree durante la Guerra Kree-Skrull e in seguito sono stati venduti da un trafficante del mercato nero su un pianeta chiamato Conjunction, visitato da Gamora. Anche se non sono ancora stati introdotti nel live-action, i rivelatori Skrull potrebbero essere fondamentali per la trama di Secret Invasion. I rivelatori di Skrull giocano un ruolo importante anche nella storia di Secret Invasion della Marvel Comics e in quelle successive: Iron Man di Tony Stark ha persino un rivelatore inserito nella sua tuta, che gli permette di vedere attraverso le illusioni degli Skrull. Si tratterebbe di una tecnologia molto utile nella Fase 5 del MCU, soprattutto se alcuni personaggi di rilievo del MCU si rivelassero Skrull sotto mentite spoglie. È anche possibile che gli eroi con capacità telepatiche, i sensitivi e gli utenti di magia del Marvel Cinematic Universe siano in grado di identificare facilmente chi è uno Skrull, il che significa che per gli Skrull potrebbe non essere così semplice mimetizzarsi nell’umanità come inizialmente previsto.

Alan Arkin: muore a 89 anni l’attore di Little Miss Sunshine

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Alan Arkin: muore a 89 anni l’attore di Little Miss Sunshine

L’attore Alan Arkin, premio Oscar per il suo ruolo in Little Miss Sunshine, è morto all’età di 89 anni. La notizia è stata annunciata venerdì mattina dai suoi figli Adam, Matthew e Anthony, che hanno rilasciato una dichiarazione congiunta a nome della famiglia alla rivista People.

La dichiarazione riporta: “Nostro padre era una forza della natura di talento unico, sia come artista che come uomo. Un marito amorevole, padre, nonno e bisnonno, era adorato e ci mancherà profondamente”.

Alan Arkin è nato nel 1934 a Brooklyn, New York. La sua famiglia era composta da immigrati ebrei dalla Russia e dalla Germania. Suo padre era un artista e scrittore e sua madre era un’insegnante. Ha fatto la sua prima apparizione sul grande schermo come cantante non accreditato in Calypso Heat Wave di Fred Sears. Arkin ha fatto il suo debutto a Broadway nel musical From the Second City. Successivamente ha interpretato il ruolo di David Kolowitz nella commedia di Broadway Enter Laughing, per la quale ha vinto un Tony Award.

Alan Arkin ha ottenuto la sua prima nomination all’Oscar nella categoria Miglior attore per il suo primo ruolo importante sullo schermo nella commedia di Norman Jewison del 1966 Arrivano i russi, arrivano i russi. Arkin è stato nominato di nuovo nel 1968 per il ruolo di muto in The Heart Is a Lonely Hunter di Robert Ellis Miller.

Alla fine ha vinto un Oscar nel 2006 per la sua performance in Little Miss Sunshine, con Steve Carell, Toni Collette e un giovane Paul Dano. Alan Arkin ha accumulato oltre 100 crediti cinematografici nel corso della sua carriera. I film degne di nota includono Catch-22, Edward mani di forbice, Freebie and the Bean, Slums of Beverly Hills e Wait Until Dark, dove ha recitato al fianco di Audrey Hepburn.

Arkin ha avuto anche una significativa carriera a Broadway, sia come attore che come regista. Oltre al Tony Award del 1963 come miglior attore protagonista per Enter Laughing, è stato nominato ai Tony nel 1973 per la regia della produzione originale dell’ormai classico film di Neil Simon The Sunshine Boys, con Jack Albertson e Sam Levene. Altri crediti recitativi a Broadway includono From the Second City del 1961 e Luv del 1964. Ha diretto Hail Scrawdyke! nel 1966, Molly nel ’73 e, più recentemente, Taller Than a Dwarf nel 2000.

Oltre al suo lavoro cinematografico e teatrale, Arkin è stato nominato per sei Emmy Awards, più recentemente per la commedia di Netflix The Kominsky Method. Ha lasciato lo spettacolo dopo la sua seconda serie. Arkin ha anche ricevuto una nomination agli Emmy come attore protagonista in una serie limitata o in un film per il ruolo di Harry Rowen in The Pentagon Papers nel 2003. Il suo altro lavoro televisivo degno di nota include la sua interpretazione di Leon Felhendler in Fuga da Sobibor, e più recentemente come voce di J.D. Salinger nella serie animata Netflix Bojack Horseman.

Le mie ragazze di carta, trailer e poster del film di Luca Lucini

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Ecco il trailer del nuovo film di Luca Lucini, Le mie ragazze di carta. Con Maya Sansa, Andrea Pennacchi, Alvise Marascalchi, Cristiano Caccamo, Raffaella Di Caprio, Alessandro Bressanello, Christian Mancin, Marta Guerrini e con Giuseppe Zeno e con la partecipazione di Neri Marcorè, al cinema dal 13 luglio distribuito da Adler Entertainment.

Le mie ragazze di carte, la trama

LE MIE RAGAZZE DI CARTA racconta, attraverso il codice universale della commedia, due momenti decisivi della vita di tre adolescenti: il passaggio dalla pubertà alla preadolescenza vissuto tra primi amori e partite di rugby e quello dal mondo della campagna al mondo della città. Siamo alla fine degli anni 70, nel trevigiano, in un periodo in cui la rapida espansione delle città

investe anche la famiglia Bottacin, composta da Primo, Anna e Tiberio. Per loro, e in particolare per il giovane Tiberio, il cambiamento dalla vita contadina a un contesto urbano sarà piuttosto tumultuoso. Il racconto di un periodo storico di grandi trasformazioni sociali ed economiche, in cui anche le sale cinematografiche, luoghi tipici di fruizione comunitaria, dovettero ripiegare verso una programmazione a luci rosse per evitare il fallimento.

Monte Verità, recensione del film di Stefan Jäger

Monte Verità, recensione del film di Stefan Jäger

Monte Verità è il nome che è stato dato nel 1900 al Monte Monescia, una collina sopra la città di Ascona, nel Canton Ticino Svizzero. L’altopiano dà il titolo al nuovo film di Stefan Jäger, regista, sceneggiatore e docente svizzero dalla lunga filmografia durante la quale ha anche spaziato in tematiche e generi piuttosto diversi tra loro. Presentato due anni fa al Festival di Locarno, il film racconta una storia di finzione innestata in una reale dove alcune persone hanno cercato di portare una rivoluzione d’ideali, in un contesto culturale rigido e spigoloso.

Monte Verità, la trama

Siamo all’inizio del XX secolo e l’unico personaggio inventato è quello della giovane moglie e madre Hanna Leitner (Maresi Riegner), anche se il suo sviluppo ha una plausibilità estremamente attinente con la vita della maggior parte delle donne ricche dell’epoca. Hanna soffre d’asma, ha due bimbe che ama follemente ma con cui non può giocare per non affaticarsi su consiglio dei medici che la seguono. Suo marito (Philipp Hauss) è taciturno, dispotico, altezzoso e tremendamente stereotipato. Un bel giorno Hanna inizia una nuova terapia con un dottore allievo di Freud, tale Otto Gross (Max Hubacher), che le parla di un posto immerso nella natura in cui poter essere senza vincoli e dove già alcune persone hanno scelto di trasferire le loro vite.

Tra le primissime immagini di Monte Verità c’è la fuga notturna in treno della protagonista, che si affaccia da un finestrino per guardare sospirante la liberazione appena conquistata, quando le vola via il cappellino di paglia. Dopo qualche attimo in cui resta ferma, rientra e si siede ricomponendosi, guardandosi attorno un po’ in imbarazzo. Una sequenza estremamente chiara nella sua semplicità, che anticipa anche la velocità con cui passa via l’intero film, che tenta di raccontare e parlare di libertà (con la L maiuscola), descrivendo un periodo storico in cui il concetto rappresentava veramente una frattura radicale da ogni legame, idea, relazione.

La ricerca della Libertà

Prendere una posizione come quella dei veri personaggi della storia del Monte Verità, significava essere radiati dalla società, da ogni rapporto familiare, amicale e lavorativo. Tant’è che la comunità che è sorta in quegli anni e durata fino al 1920, è stata d’ispirazione per il movimento dei figli dei fiori, altro periodo storico in cui la ribellione dal padre padrone aveva in sé il desiderio d’interruzione della guerra in Vietnam, o comunque il bisogno di cercare delle risposte a domande a cui il sistema “dei grandi” replicava solo con la repressione.

La base vacillante del film di Stefan Jäger sta proprio qui: nell’aver preso a modello un fatto poggiato su un contesto in cui la lotta veniva da menti d’intellettuali, per annacquarla descrivendo lo svincolo di una giovane donna da un matrimonio opprimente e violento, certamente, ma stilizzandolo in modo quasi adoloscenziale. Hanna infatti sfiora alcuni discorsi con gli altri abitanti della comunità, ma nulla è davvero profondo o approfondito, come in realtà avrebbe potuto essere per risultare credibile. Anche i confronti, che pure ci sono, con la sua precedente vita rimangono sentimentalistici, e il film finisce per banalizzare anche gli stessi argomenti di cui si fa portavoce.

Un crocevia di artisti

Per il Monte Verità, all’epoca, erano passati artisti, letterati e politici di ogni caratura, tra cui Herman Hesse (interpretato da Joel Basman), la danzatrice Isadora Duncan, l’anarchico Bakunin, il dadaista Hugo Ball, l’architetto del Bauhaus Walter Gropius, Paul Klee, solo per citarne alcuni. E tra i fondatori c’è Ida Hofmann (Julia Jentsch), una pianista e insegnate di musica.

Stefan Jäger coglie perciò il pretesto di afferrare temi di cui oggi l’attualità è infarcita, ma conferendogli un’atmosfera eterea, magica, marcatamente superficiale, che finisce per essere molto suggestiva e intrigante – e sicuramente, trattando solo di fotografia, luci e messa in scena, la resa è indiscutibilmente buona – attorno a situazioni che, naturalmente, invece, avrebbero implicato ben più conflitti interiori.

Black Adam: dal 3 luglio in prima tv su Sky Cinema e NOW

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Black Adam: dal 3 luglio in prima tv su Sky Cinema e NOW

Dwayne Johnson è il protagonista dell’action Black Adam, il primo lungometraggio che esplora la storia del Supereroe DC di Kahndaq, dotato di poteri divini e liberato dopo cinquemila anni di prigionia, in prima tv lunedì 3 luglio alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Action) e in streaming su NOW. Su Sky il film sarà disponibile on demand, anche in 4K.

In Black Adam Johnson recita al fianco di Aldis Hodge (“City on a Hill”, “Quella notte a Miami”) nei panni di Hawkman; Noah Centineo (“Tutte le volte che ho scritto ti amo”) nei panni di Atom Smasher; Sarah Shahi (“Sex/Life”, “Rush Hour – Missione Parigi”) in quelli di Adrianna; Marwan Kenzari (“Assassinio sull’Orient Express”, “La Mummia”) è Ishmael; Quintessa Swindell (“Voyagers”, “Trinkets”) è Cyclone; Bodhi Sabongui (“A Million Little Things”) è Amon, mentre Pierce Brosnan (i franchise di “Mamma Mia!” e James Bond) interpreta il Dr. Fate.

La sceneggiatura è scritta da Adam Sztykiel, Rory Haines e Sohrab Noshirvani ed è basata sui personaggi della DC, tratti dai personaggi creati da Bill Parker e C.C. Beck. Il film è stato distribuito nelle sale italiane da Warner Bros. Pictures.

La trama del film

Nell’antica Kahndaq a Teth-Adam furono conferiti gli onnipotenti poteri degli Dei. Una volta utilizzati i suoi poteri per vendetta, venne imprigionato e divenne Black Adam. Sono passati circa 5,000 anni e Black Adam è passato da uomo a mito, fino a diventare leggenda. Oggi libero, scopre che la sua unica forma di giustizia, nata dalla rabbia, è messa in pericolo dagli eroi dei nostri tempi: la Justice Society formata da Hawkman, Doctor Fate, Atom Smasher e Cyclone.

Out of the box, il nuovo progetto di Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia

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Out of The Box (Ootb) è un progetto della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia che apre le attività del nuovo polo veneziano CSC Immersive Arts, con sede nella laguna sull’Isola di San Servolo. Fortemente voluto dalla Presidente Marta Donzelli e ideato dal produttore Carlo Cresto-Dina, Ootb inaugura una conversazione innovativa sui processi creativi tra il mondo del cinema e dell’audiovisivo e altre discipline che vanno dalla scienza all’architettura, dalla musica, all’arte, alla letteratura. Una vera e propria scuola di pensiero sull’intelligenza collettiva e il futuro delle immagini in movimento che aprirà le sue porte dal 24 al 30 settembre a venticinque partecipanti selezionati a livello internazionale.

Rivolta a quanti lavorano nel cinema e nella televisione (registi, sceneggiatori, produttori, attori, scenografi, montatori, direttori della fotografia…), ma soprattutto a studenti di eccellenza che muovono i primi passi con le immagini in movimento, Out of The Box vuole essere un’occasione per pensare fuori dalla scatola, attraverso l’incontro con conoscenze e punti di vista nuovi. I partecipanti saranno invitati a confrontarsi con un gruppo di esperti, figure di altissimo rilievo provenienti da ambiti molto diversi (botanici, neurologi, scrittori, programmatori, curatori museali, compositori, urbanisti).

Promosso dalla Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola Nazionale di Cinema e cofinanziato dall’Assessorato all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro della Regione del Veneto il progetto è realizzato in collaborazione con la Den Danske Filmskole, la Scuola Nazionale di Cinema della Danimarca, e la FAMU, Facoltà di cinema e televisione di Praga.

Il programma

I partecipanti di Ootb arriveranno a destinazione domenica 24 settembre e avranno modo di conoscersi, prima di iniziare le attività didattiche. Da lunedì a venerdì, ogni giornata sarà strutturata allo stesso modo: la mattina sarà impegnata da una lectio magistralis organizzata in tre momenti in cui ciascuno degli esperti di fama internazionale racconterà il proprio lavoro, converserà con un moderatore cercando intersezioni tra la propria disciplina e il linguaggio delle immagini in movimento, dialogando infine con i partecipanti su una traccia di interazione strutturata.

Nel pomeriggio si terrà un “duello”, cioè una sfida intellettuale tra due esperti che si provocheranno l’un l’altro ponendosi a turno sei domande.

Tra gli esperti invitati: Vikram Chandra, scrittore ed esperto di computer coding; Hannah Critchlow, neurologa e professoressa all’Università di Cambridge; Stefano Mancuso, neurobotanico e professore all’Università di Firenze; Frances Morris, curatrice museale e direttrice onoraria della Tate Modern di Londra; Lucia Ronchetti, compositrice e direttrice della Biennale Musica di Venezia.

A completare le attività, saranno chiamati alcuni “green lighters” provenienti dal mondo del cinema e dell’audiovisivo, figure internazionali di alto profilo che all’interno della loro istituzione o azienda hanno la responsabilità di decidere quali progetti vengono realizzati. Ciascuno di loro darà il proprio contributo illustrando un’opera audiovisiva ritenuta rilevante rispetto alle domande al centro di Out of the Box.

Inoltre, in una delle giornate sarà organizzata una “gita scolastica” guidata dal professor Antonio Mazzotta, rinomato storico dell’arte e grande esperto del Rinascimento, dedicata ad una sola opera: La Tempesta (1506-1508), capolavoro di Giorgione. L’intero programma si svolgerà in lingua inglese.

Come partecipare

Destinato a chiunque lavori nell’ambito cinematografico e televisivo, di qualunque provenienza geografica, Ootb coinvolgerà un numero massimo di 25 partecipanti, selezionati tra professionisti dellaudiovisivo e studenti regolarmente iscritti a una delle tre scuole che prendono parte all’organizzazione del progetto. Tutte le info sulla procedura di ammissione che chiude il 20 luglio, su

https://www.fondazionecsc.it/out-of-the-box/

Eventuali domande o altre richieste possono essere inoltrate a: [email protected].

Silent Land: recensione del nuovo film polacco

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Silent Land: recensione del nuovo film polacco

Ambientato nelle soleggiate spiagge della Sardegna, Silent Land (qui il trailer) è un film drammatico diretto dalla regista polacca Aga Woszczynska. La pellicola, prodotta nel 2021 e distribuita solo ora in Italia dalla I Wonder Pictures, racconta la crisi di una coppia polacca, Anna e Adam. Nel cast ritroviamo Agnieszka Zulewska nel ruolo della protagonista femminile, mentre Dobromir Dymecki interpreta il protagonista maschile.

Silent Land: i segreti nascosti in Sardegna

Anna e Adam si trasferiscono durante l’estate in una piccola cittadina della Sardegna, affittando una spaziosa villa con piscina; trovando quest’ultima vuota ed inagibile, i due turisti polacchi contattano il proprietario affinché la sistemi in pochi giorni. Nonostante la scarsità idrica della zona, il proprietario finisce per acconsentire, incaricando un operaio immigrato di occuparsi delle riparazioni.

Anna sembra restare subito affascinata ed attratta dall’aspetto mediterraneo del ragazzo. La relazione tra lei e Adam che all’inizio sembra essere normale e stabile, inizia pian piano a sgretolarsi. La morte dell’operaio, scivolato e caduto nella piscina, diviene l’evento scatenante per la crisi tra i due, in un vortice di incomprensione, mancanza di dialogo e sensi di colpa. Pur cercando di evitare i propri sentimenti ed i propri problemi di coppia con escursioni, cene ed altri svaghi, finiranno per scontrarsi l’uno con l’altro.

Silent Land il film

Un simbolismo insistito

Silent Land risulta essere una pellicola eccessivamente lenta, priva di avvenimenti rilevanti o di una trama effettivamente avvincente. La quasi totale mancanza di sottofondo musicale e la presenza di pochi e scarni dialoghi rende difficile per lo spettatore mantenere l’attenzione. La regista sembra puntare specialmente su una comunicazione visiva, trasmettendo tutto attraverso i singoli dettagli: le riprese del mare, i particolari della piscina, le silenziose corse dei due polacchi.

Pur curando in maniera dettagliata l’aspetto prettamente visivo del film, la regista non riesce a coinvolgere pienamente lo spettatore, o, comunque, rende il significato di Silent Land eccessivamente complicato da cogliere tanto da rendere la pellicola fruibile solamente per un pubblico elitario.

L’eccessiva complessità del film, oltretutto, non si ritrova nella trama, la quale è, in verità, molto semplice e priva di grandi colpi di scena o intrighi; talvolta, le pellicole con degli intrecci di vicende molto complicati e difficili da comprendere per il pubblico possono altresì mantenere salda l’attenzione del pubblico. In questo caso invece Silent Land è complicato per via dell’insistito simbolismo; l’eccessiva concentrazione su alcuni particolari dipende proprio da ciò che essi devono rappresentare, con la presenza di pochi dialoghi si attribuisce un significato maggiore alle poche battute presenti.

L’assenza di musica, di dialoghi e questo simbolismo rendono il film inadatto ad un pubblico ampio. Il cinema ha il compito di interessare, intrattenere ed anche educare talvolta i propri spettatori, ma una pellicola come Silent Land esclude un pubblico ampio, si chiude in una torre di cristallo in cui solo un gruppo ristretto di spettatori riesce a comprenderlo a pieno. Per tutti gli altri, questa risulta essere una pellicola lenta e poco accattivante.

Crisi di coppia e sensi di colpa

Silent Land si incentra su due sole figure: Anna e Adam.  Questi due tentano di risolvere la loro mancanza di dialogo con un periodo di relax nelle spiagge della Sardegna, ma fin da subito una terza figura si insinua tra di loro. Il muratore diventa un personaggio continuamente presente, prima e specialmente dopo la sua morte.

A separare i due turisti polacchi emerge anche il senso di colpa per non essere intervenuti subito per salvare l’uomo dalla morte. Adam finisce per essere tormentato dalle vicende, sognando insistentemente il muratore ed arrivando ad avere degli attacchi di panico durante una festa cittadina. Ad instillare questo senso di colpa nel polacco è il capo dei carabinieri da cui si reca per un secondo interrogatorio: questo afferma che Adam avrebbe potuto salvarlo intervenendo subito perché l’uomo è morto di annegamento, non sul colpo per la contusione alla testa.

I due reagiscono al trauma in maniera differente: mentre Anna cerca di evadere la questione, Adam è spaventato e divorato dai sensi di colpa, e vorrebbe parlare con la compagna dei suoi sentimenti.

Una vita che vale meno di altre

Una tematica interessante che però non viene sviluppata adeguatamente in Silent Land  è il totale disinteressamento dei carabinieri riguardo la morte del giovane operaio. Questi, per non incriminare i due turisti per omissione di soccorso, finiscono per ignorare l’esistenza delle videocamere di sicurezza, insabbiando la questione. Il capo dei carabinieri afferma che i turisti sono importanti nella loro cittadina, lasciando sottinteso che essi vengano più tutelati rispetto ad un immigrato clandestino morto sul lavoro.

Apple TV+ ha rilasciato le prime foto dell’attesissima seconda stagione di Invasion

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Apple TV+ ha annunciato la data di uscita e ha rilasciato le prime immagini della seconda stagione della serie di fantascienza Invasion, che sarà disponibile da mercoledì 23 agosto. Dal produttore Simon Kinberg, candidato all’Oscar e due volte nominato agli Emmy Award (“X-Men”, “Deadpool“, “The Martian“) e David Weil (“Citadel“), e prodotto da Boat Rocker, Invasion è una travolgente serie di fantascienza incentrata sulle prospettive di personaggi in diverse parti del mondo in seguito a un’invasione aliena. Invasion debutterà su Apple TV+ con il primo di dieci episodi, seguito da un nuovo episodio settimanale, ogni mercoledì fino al 25 ottobre.

La seconda stagione riprende pochi mesi dopo la fine della prima, con gli alieni che intensificano i loro attacchi in una guerra contro gli umani. La serie è interpretata da Golshifteh Farahani, Shioli Kutsuna, Shamier Anderson, India Brown, Billy Barratt, Azhy Robertson, Paddy Holland e Tara Moayedi. Si uniscono alla seconda stagione come personaggi ricorrenti Enver Gjokaj, Nedra Marie Taylor e Naian González Norvind.

Non potrei essere più entusiasta del ritorno di “Invasion” su Apple TV+”, ha dichiarato il co-creatore e produttore esecutivo della serie Simon Kinberg. “È una stagione grandiosa e più intensa, che trascina i nostri spettatori in una battaglia su larga scala fin dall’inizio. Al centro della serie c’è il potere dello spirito umano e delle connessioni emotive che ci tengono insieme, specialmente quando affrontiamo ostacoli incredibili.

La prima stagione di Invasion è ora in streaming in tutto il mondo su Apple TV+. Fin dall’esordio, la serie è stata definita come un “must-watch”, una “serie di fantascienza sapientemente realizzata” e un “thriller splendidamente girato”. “Invasion” è stata anche acclamata per la sua “trama fantastica e ricca di azione”, il suo “essere imponente” e per la sua capacità di essere  “sia avvincente che piacevolmente pacata”. Anche la star Golshifteh Farahani è stata lodata come una “star eccezionale” e una “forza sullo schermo”. Oltre ai creatori della serie Simon Kinberg e David Weil, Audrey Chon, David Witz, Alik Sakharov, Andrew Baldwin e Katie O’Connell Marsh sono i produttori esecutivi.

Il morso del coniglio: la spiegazione del finale del film Netflix

Nel catalogo di Netflix è arrivato, dal 28 giugno, il film Il morso del coniglio, thriller psicologico diretto da Daina Reid, recentemente distintasi per aver diretto alcuni episodi delle serie The Handmaid’s Tale e Shining Girls, a partire da una sceneggiatura di Hannah Kent. Si tratta di un film che sin da quando è stato annunciato ha generato molta curiosità per via delle sue premesse – una madre dal passato problematico alle prese con una figlia che manifesta inquietanti comportamenti – ma anche per via della presenza dell’attrice Sarah Snooke, reduce dal successo della serie Succession, da poco conclusasi. Un titolo dunque, particolarmente appetibile all’interno del catalogo della piattaforma.

Chi ha apprezzato thriller psicologici presenti su Netflix come La donna alla finestra, Tin & Tina o L’apparenza delle cose, troverà dunque in Il morso del coniglio pane per i propri denti. Ancora una volta, infatti, questo genere si dimostra ideale per riflettere su tematiche inerenti la complessità della mente e dell’esistenza umana. Con Il morso del coniglio, nello specifico, ci si ritrova davanti ad una storia che riflette sulle cicatrici lasciate dai traumi e dai lutti passati, mostrando l’effetto che essi possono avere se non correttamente risolti. Il film si rivela dunque essere una specie di incubo sulla difficoltà di elaborare il lutto. Naturalmente il tema viene presentato attraverso una serie di eventi e simboli che richiedono una loro spiegazione.

La trama e il cast di Il morso del coniglio

Prima però ecco alcuni dettagli sulla trama e il cast: protagonista del film è la dottoressa Sarah, che si occupa di aiutare coppie con problemi di fertilità. Quando sua figlia Mia compie sette anni, la stessa età a cui morì la sorella di Sarah, Alice, la bambina inizia a manifestare strani comportamenti. Inoltre, la donna vede spesso un coniglio fuori dalla loro porta di casa, che pare sia un misterioso regalo donato a Mia, ma nel quale sua madre trova qualcosa di sinistro. I giorni passano e la bambina continua ad apparire sempre più diversa dal solito, arrivando infine a dire a sua madre di essere Alice. È così che Sarah si ritroverà a sfidare i suoi stessi valori, mentre un fantasma del passato irromperà nella sua vita e la donna dovrà lottare per tenere sua figlia con sé.

A guidare il cast del film vi è l’attrice Sarah Snook, celebre per la serie Succession, che interpreta Sarah. Per il ruolo era in realtà originariamente stata scelta l’attrice Elisabeth Moss, che ha però dovuto rinunciare per via di altri impegni. Lily LaTorre interpreta invece la figlia di sette anni di Sarah, Mia, debuttando così come attrice in un lungometraggio. L’attore australiano Damon Herriman recita invece nei panni di Peter, ex marito di Sarah e padre di Mia. L’attrice Greta Scacchi, nota per i film I protagonisti, Presunto innocente e Prova schiacciante, recita invece nei panni di Joan, madre di Sarah con cui la protagonista ha un brutto rapporto.

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Il morso del coniglio: la spiegazione del finale

Il finale di Il morso del coniglio ha una serie di elementi piuttosto ambigui che richiedono qualche spiegazione. Ecco di seguito, punto per punto, un’analisi del significato del film alla luce dei suoi risvolti conclusivi.

Cosa è successo ad Alice?

Per tutto il film, l’assenza di Alice incombe sulle interazioni di Sarah con Mia. Questo diventa ancor più evidente quando la bambina inizia a sostenere di essere Alice. Verso la fine del film, Sarah sperimenta quindi una crisi psicotica che mostra in piccoli flash ciò che è realmente accaduto ad Alice. Da giovane Sarah aveva rinchiuso Alice in un armadietto nella stalla. Quando riapre la porta, Alice le urla contro e stringe le mani intorno al collo di Sarah. Quest’ultima per liberarsi afferra una trappola per conigli e colpisce Alice in testa. In stato di shock, Alice inizia a scappare da Sarah. Sarah insegue Alice attraverso un campo fino a una scogliera. Qui, Sarah spinge Alice giù dal dirupo.

La scena finale di Il morso del coniglio è stata tutta un’allucinazione?

Alla fine del film, Mia decide di seguire il suo coniglio bianco. Sarah vede allora alla finestra Mia che cammina con un’altra ragazza verso la scogliera vicino alla casa. La sconosciuta si rivela essere Alice. Sarah inizia allora a bussare alla finestra e a urlare, ma le due continuano ad allontanarsi. Due teorie principali possono spiegare la scena finale del film: la sequenza è un’allucinazione causata dal crollo psicologico di Sarah; Alice potrebbe realmente comparire come fantasma e possedere Mia, in cerca di vendetta per il suo omicidio. Il film, tuttavia, è pubblicizzato come un thriller non paranormale. In nessun momento i fantasmi o gli spiriti vengono proposti come argomento del film. La prima opzione risulta dunque la più probabile.

Il senso della realtà di Sarah

Per tutta la prima metà di Il morso del coniglio ci sono indizi che portano a pensare che Sarah stia solo immaginando i comportamenti di Mia, di cui né la bambina né chiunque altro sembrano accorgersi. Nella seconda metà del film, l’instabilità mentale di Sarah diventa più pronunciata ed esplicita. Le ferite a Mia iniziano a scomparire dopo che Sarah le nota, o ancora le foto tolte dai muri, riappaiono lì dov’erano. Inoltre, Sarah inizia a sentire dei colpi che la portano a un armadietto nella stalla. Quindi inizia a rivivere gli eventi della morte di sua sorella. Quando alla fine cerca Mia con il suo ex marito, ha allucinazioni di Mia annegata nell’acqua. Alla fine del film, Sarah è dunque una donna senza più alcun legame con la realtà.

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Ha realizzato Sarah quei disegni inquietanti?

Sebbene Sarah incolpi Mia per i disegni inquietanti trovati sui compiti e sul libro della biblioteca, Il morso del coniglio include una scena verso la fine in cui un’adulta Sarah disegna inconsciamente la stessa immagine dal libro della biblioteca sul pavimento della vecchia casa dei suoi genitori. Al contrario, l’unica volta che il film mostra Mia mentre disegna, sta solo disegnando un albero dall’aspetto normale. Queste due scene combinate implicano che è stata Sarah a realizzare quei disegni. Dato che Sarah non ha memoria di aver disegnato le immagini inquietanti, le immagini stabiliscono ulteriormente quanto Sarah sia mentalmente lontana dalla realtà. La sua psicosi è così pronunciata che potrebbe disegnare immagini estremamente inquietanti senza mai ricordarsene.

Il vero significato del finale di Il morso del coniglio

Il tema della salute mentale in Il morso del coniglio aiuta a interpretare il finale. Il punto principale è che le persone non possono superare i traumi e gli errori passati senza affrontare i problemi che da essi derivano. Sarah evita continuamente il suo passato, la sua famiglia e i ricordi di sua sorella, il che porta ad allucinazioni profondamente preoccupanti. Se avesse avuto il tempo di guarire correttamente, forse non avrebbe mai fatto del male a sua figlia. Invece, si immerge sempre più a fondo nella sua malattia mentale, arrivando a trattare la sua stessa figlia come in passato aveva trattato sua sorella.

Il trailer di Il morso del coniglio e come vedere il film su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di Dalla mia finestra: Al di là del mare unicamente grazie alla sua presenza nel catologo di Netflix, dove attualmente è al 3° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.

Fonti: IMDb, ScreenRant

Superman: Legacy, un fan aveva previsto il casting nel 2020

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Superman: Legacy, un fan aveva previsto il casting nel 2020

All’inizio di questa settimana, abbiamo appreso che David Corenswet interpreterà il Superman del DCU, mentre Rachel Brosnahan è stata scelta per dare vita a Lois Lane e che debutteranno in Superman: Legacy del 2025, un film scritto e diretto dal co-CEO dei DC Studios James Gunn. Questo film dovrebbe dare il tono al nuovo DCU, e Corenswet e Brosnahan assumeranno quei ruoli da Henry Cavill e Amy Adams.

Ora, in quella che può essere descritta solo come una previsione incredibilmente accurata da parte di un fan, su Twitter è riemerso un Tweet del lontano dicembre 2020 che ha rivelava di aver suggerito Corenswet e Brosnahan per questi ruoli poco meno di tre anni prima che la scelta fosse resa ufficiale.

Mentre Brosnahan è un talento noto che ha mostrato da tempo il potenziale per rendere giustizia a un personaggio come Lois sullo schermo, Corenswet non era noto alla stragrande maggioranza poche settimane fa, figuriamoci nel 2020.

L’unica parte che il tweet ha “sbagliato” è che il riavvio è collegato a The Batman di Matt Reeves. Piuttosto che essere inserito nel DCU, quel franchise sarà una serie di Elseworlds e un attore diverso sarà scelto come Crociato Incappucciato di questo mondo condiviso in The Brave and the Bold.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting è attualmente in corso, con la speranza che venga fatto un annuncio ufficiale al Comic-Con di San Diego di quest’anno. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025

Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro. “Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentarti la nostra versione di Superman che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”.

Swamp Thing: il film sarà ispirato a Frankenstein

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Swamp Thing: il film sarà ispirato a Frankenstein

Il regista di Logan e Indiana Jones e il quadrante del destino, James Mangold, è stato ospite dell’ultimo episodio del podcast Happy Sad Confused, dove ha condiviso alcuni nuovi intriganti dettagli sui suoi piani per il nuovo film DCU Swamp Thing attualmente in fase di sviluppo.

Sebbene il regista fosse riluttante a discutere del film in ogni minimo dettaglio, ha rivelato il motivo per cui ha deciso di rendersi disponibile per questo particolare progetto. “Non appena ho saputo che James Gunn stava rilevando la DC, l’ho vista come un’opportunità per offrirmi”.

Mangold ha anche affermato che la sua interpretazione del classico personaggio della DC Comics sarà ispirata a Frankenstein, e sebbene James Gunn abbia precedentemente affermato che il film “indagherà sulle origini oscure di Swamp Thing” con una storia “molto più orribile“, il regista ha chiarito che “non sta specificamente” puntando a un rating R.

Non sono state sollevate potenziali scelte di casting, ma una recente voce ha affermato che l’attore Bill Skarsgård di It e John Wick Chapter 4 potrebbe essere in lizza per interpretare Alec Holland, alias Swamp Thing.

Swamp Thing è un supereroe nei fumetti americani pubblicati dalla DC Comics.  Una creatura elementale umanoide/vegetale, creata dallo scrittore Len Wein e dall’artista Bernie Wrightson, Swamp Thing ha avuto diverse incarnazioni umanoidi o mostri in varie trame diverse. Il personaggio è apparso per la prima volta in House of Secrets#. Il personaggio è un mostro di palude che assomiglia a un tumulo antropomorfo di materia vegetale e combatte per proteggere la sua casa paludosa, l’ambiente in generale e l’umanità da varie minacce soprannaturali o terroristiche.

Fantastici Quattro: i casting sono ancora in alto mare

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Fantastici Quattro: i casting sono ancora in alto mare

Anche se può sembrare difficile da credere, abbiamo sentito parlare per la prima volta dei piani dei Marvel Studios di riavviare i Fantastici Quattro nel 2020 e stiamo ancora aspettando un annuncio ufficiale del cast.

Alcune fonti hanno affermato che almeno uno o due dei ruoli principali erano stati bloccati e da mesi circolano diverse voci relative agli altri. Tuttavia, ora sembra che le cose siano molto diverse e che i casting ufficiali per i Fantastici Quattro siano ancora in alto mare.

A detta di tutti, Adam Driver era pronto a firmare per interpretare Reed Richards/Mr. Fantastic, ma secondo Jeff Sneider nell’episodio di questa settimana di The Hot Mic, ha confermato che l’attore non è più in corsa. Sneider ipotizza che Driver possa aver chiesto troppi soldi.

Si dice che anche Margot Robbie – che apparentemente era in corsa per Sue Storm/Invisible Woman – si sia allontanata dal progetto e, al momento, si ritiene che Daveed Diggs sia l’unico attore ancora in lizza per il ruolo di Ben Grimm/La Cosa.
Forse inevitabilmente, tutto questo ha portato a ancora più ipotesi, con nomi come Joel Kinnaman (The Suicide Squad) e persino Matt Smith (Morbius) accostati al personaggio di Richards (non prenderemo molto sul serio in nessuna di queste scelte).

Il film Fantastici Quattro sarà diretto da Matt Shakman (WandaVision), con Jeff Kaplan e Ian Springer che scriveranno la sceneggiatura. I dettagli della trama sono ancora un mistero, ma Kevin Feige ha confermato che questa non sarà un’altra storia sulle origini del super team.

Willow: i Funko Pop! ufficiali per celebrare i 35 anni del film

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Willow: i Funko Pop! ufficiali per celebrare i 35 anni del film

In occasione dei 35 anni di Willow, FUNKO Pop! ha realizzato una serie di statuine dedicate ai personaggio del film di Ron Howard. Le nuove figure presentano il trio principale incaricato di salvare la piccola Elora Danan dal malvagio Bavmorda, più uno degli scagnozzi della strega cattiva.

La prima delle figure è il film di Willow Ufgood, interpretato da Warwick Davis, con lo stregone Nelwyn che culla la piccola Elora tra le braccia. Poi arriva Sorsha (interpretata da Joanne Whalley), la figlia di Bavmorda diventata brava grazie all’amore di Madmartigan. Viene fornita completa della sua armatura da caccia e della sua spada, e la collezione presenta anche una variante dell’inseguimento della principessa nel suo elmo da guerriero.

Per i fan che hanno subito il fascino dello spadaccino Madmartigan (Val Kilmer), anche lui fa parte della collezione, nella sua famosa armatura d’oro del finale del film, così come la sua iconica spada. A completare le figure c’è l’incombente generale Kael, braccio destro di Bavmorda, minaccioso nella sua armatura e nell’elmo a forma di teschio.

La serie sequel del film, distribuita su Disney+ nel 2022, è stata cancellata dopo un solo ciclo.

Rodeo: una clip esclusiva dal film in uscita il 6 luglio

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Rodeo: una clip esclusiva dal film in uscita il 6 luglio

Ecco una clip esclusiva da Rodeo, l’esordio alla regia di Lola Quivoron, nei cinema italiani dal 6 luglio, distribuito da Arthouse e I Wonder Pictures.

RODEO – premio Coup de cœur du jury Un certain regard a Cannes – segna l’esordio alla regia di Lola Quivoron, fresca del successo al botteghino americano, dove gli spettatori sono stati stregati dal personaggio della ribelle e appassionata Julia (Julie Ledru, Migliore Attrice al Torino Film Festival 2022). Nel film, Julia, spinta dalla passione per i motori e assetata dell’assoluto senso di libertà che prova quando è in sella della sua fida compagna a due ruote, entra in un giro clandestino di motociclisti, un microcosmo essenzialmente maschile dove tutto è rito, velocità e pericolo.

RODEO sarà nei cinema italiani dal 6 luglio distribuito da Arthouse e I Wonder Pictures.

https://www.youtube.com/watch?v=OqjeFwsuHnE

Captain America: Brave New World, Anthony Mackie anticipa una relazione “sorprendente” con il Generale Ross

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Captain America: Brave New World metterà Sam Wilson di Anthony Mackie in primo piano e al centro della storia come il nuovo “primo” Avenger del MCU. A differenza del suo predecessore, Steve Rogers, Sam non ha superpoteri e abbiamo visto quanto John Walker abbia lottato prima di prendere il Siero del Super Soldato.

Con The Leader e la Serpent Society pronti a prendere di mira Cap, Sam potrebbe trovarsi in guai seri, soprattutto se le voci sul generale (e presto presidente) “Thunderbolt” Ross che si trasforma in Red Hulk si riveleranno corrette.

Durante una recente intervista con Inverse, Anthony Mackie ha parlato della recitazione al fianco di Harrison Ford e ha rivelato nuovi dettagli sulla dinamica di Sam e del Generale. “Il primo giorno è stato così intimidatorio”, ricorda. “Ero così fottutamente nervoso che non riuscivo a ricordare le mie battute. È Harrison Ford! C’è quest’aura su di lui. Ma la dissipa molto velocemente perché è un ragazzo così in gamba. È tutto ciò che dovrebbe essere una star del cinema. Diceva: “Giriamo a questo pezzo di merda”. E tutti dicevano: “Sì, giriamo a questo pezzo di merda”.”

“Abbiamo trascorso un bel po’ di tempo insieme. Ross e Cap hanno sempre avuto quella relazione, dove erano amici e si rispettavano a vicenda, ma si scontravano sempre”, ha scherzato Mackie. “Questa è la loro relazione nella trama.”

È possibile che Ross e Wilson abbiano lavorato insieme quando quest’ultimo era nell’esercito, anche se siamo un po’ sorpresi per il fatto che possano essere anche solo lontanamente amici considerando il fatto che The Falcon era tra coloro che hanno sfidato gli Accordi di Sokovia unendosi a Secret Avengers di Steve.

Per quanto riguarda il ruolo che Captain America interpreterà nella più ampia Multiverse Saga, tutto ciò che Mackie dice è: “Sto ancora cercando di capire il Marvel-verse, o qualsiasi altra cosa. Non lo so. Non so nemmeno cosa sia il multiverso. Amico, non ho idea di cosa sia. Sto ancora cercando di capirlo.”

Quello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreta la cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora, Captain America: Brave New World è indicato come uno dei titoli più importanti della Fase 5.

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Andor: le prime foto dal set della stagione 2 mostrano Naboo

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Andor: le prime foto dal set della stagione 2 mostrano Naboo

Per la gioia dei fan della serie Disney+ dell’universo Star Wars, le sceneggiature per la stagione 2 di Andor sarebbero state completate prima dell’inizio dello sciopero WGA e ora il lavoro sulla seconda stagione continua.

Questa settimana, le telecamere hanno girato a Hever Castle, nel Kent in Inghilterra, un luogo precedentemente utilizzato come set per Naboo in Star Wars: La Minaccia Fantasma del 1999. Secondo quanto riferito, al fan che ha scattato queste foto è stato detto che si tratta ancora una volta del set usato per mettere in scena il pianeta natale della Principessa Padme Amidala, e quindi Andor tornerà in quel luogo.

Cosa ci riporta al pianeta che era una parte così cruciale della trilogia prequel? Non siamo stati lì dal funerale di Padme, e dopo così tanto tempo, saremmo molto interessati a sapere cosa ne è stato del pianeta in sua assenza.

Dopotutto, questa era anche la casa dell’Imperatore Palpatine che, dopo la morte di Padme, potrebbe aver cercato di rimodellare il pianeta a sua contorta immagine.

Supponiamo che Cassian sia colui che si dirige a Naboo, e se è così, questo suo viaggio deve essere collegato all’ascesa della Ribellione. Abbiamo visto quelli che sembravano soldati Naboo aiutare Jedi Kelleran Beq e Grogu a fuggire durante l’Ordine 66, e non possiamo fare a meno di chiederci se il piano non sia, alla fine, iniziare a legare insieme questi fili della trama.

Andor 2 debutterà su Disney+ nell’agosto 2024.

Filming was being set up for Andor s2 today at Hever Castle, England
byu/Mostvaluedplayer1029 inStarWars

Il creatore e showrunner di Andor Tony Gilroy ha rivelato che gli ultimi tre episodi di Andor 2 si svolgeranno durante i tre giorni che precedono l’inizio di Rogue One. Questo collegherà sia la serie che il film, oltre a chiudere la storia di Cassian Andor. La  serie prequel di Star Wars vede protagonisti anche Forest Whitaker nei panni di Saw Gerrera, Genevieve O’Reilly nei panni di Mon Mothma e Alan Tudyk nei panni del compagno droide di Cassian K-2SO. Il cast aggiuntivo include anche  i nuovi arrivati ​​di Star Wars  Denise Gough, Stellan Skarsgård, Kyle Soller e Adria Arjona.

Andor è prodotto esecutivamente dallo showrunner Tony Gilroy, che in precedenza ha diretto alcune riprese aggiuntive di Rogue One. Inizialmente Tony Gilroy avrebbe dovuto dirigere tre episodi, ma è stato costretto a cedere il ruolo a Toby Haynes di Black Mirror a causa di problemi di viaggio legati alla pandemia. 

The Morning Show, la terza stagione a settembre. Le prime foto

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The Morning Show, la terza stagione a settembre. Le prime foto

Apple TV+ ha rilasciato le prime immagini dell’attesissima terza stagione di The Morning Show, interpretata da Reese Witherspoon e Jennifer Aniston che sono anche produttrici esecutive, e ha annunciato che sarà presentata in anteprima mondiale mercoledì 13 settembre con i primi due episodi. La terza stagione in 10 episodi della serie vincitrice di Emmy, SAG e Critics Choice Award, che è stata già confermata per una quarta stagione, è diretta e prodotta da Mimi Leder, con Charlotte Stoudt come showrunner e produttrice esecutiva.

In questa stagione, il futuro della rete e la lealtà dei singoli vengono messi in discussione quando un gigante della tecnologia mostra interessa verso la UBA. Si formano alleanze inaspettate, storie private vengono utilizzate come armi e tutti sono costretti a confrontarsi con i propri valori e principi, sia dentro che fuori dalla redazione. Insieme ad Aniston e Witherspoon, il cast stellare della terza stagione è guidato da Billy Crudup, Mark Duplass, Nestor Carbonell, Karen Pittman, Greta Lee, Jon Hamm, Nicole Beharie e Julianna Margulies.

The Morning Show, le foto

The Morning Show è prodotto dallo studio Media Res e prodotto a livello esecutivo da Michael Ellenberg con Media Res, insieme ad Aniston e Kristin Hahn con Echo Films e Witherspoon e Lauren Neustadter con Hello Sunshine. Mimi Leder è anche produttrice esecutiva.

La seconda stagione di The Morning Show, disponibile su Apple TV+, ha portato una nomination agli Emmy Award come miglior attrice protagonista in una serie drammatica a Reese Witherspoon, una nomination come miglior attore non protagonista in una serie drammatica a Billy Crudup, che lo ha vinto per la prima stagione, e una candidatura a miglior guest star femminile in una serie drammatica a Marcia Gay Harden.

Nella prima stagione, Billy Crudup, nei panni di Corey Ellison, ha vinto un Emmy come attore non protagonista in una serie drammatica, oltre a un Critics Choice Award. Grazie all’interpretazione di Alex Levy, Jennifer Aniston ha ottenuto un SAG Award per la migliore interpretazione in una serie drammatica. La serie ha anche ricevuto la nomination dalla Television Critics Association come Outstanding New Program e un TV Choice Award per Best New Drama.

Nastri d’Argento, evento speciale al Festival di Taormina

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Nastri d’Argento, evento speciale al Festival di Taormina

Evento speciale dei Nastri d’Argento con una grande festa per La stranezza, ‘Film dell’anno’ 2023, domani sera, sabato 1° luglio, in chiusura della 69.ma edizione del Taormina Film Fest per siglare il successo del film, d’autore anche nella commedia, che ha segnato una svolta, non solo nel rapporto col pubblico ma nel coniugare cultura e irresistibile intrattenimento nell’ultima stagione cinematografica.

Al Teatro Antico una serata di grande cinema con la consegna dei Nastri d’Argento per il film più innovativo dell’anno scelto dal Direttivo Nazionale dei Giornalisti Cinematografici al quale si aggiungono, due riconoscimenti al talento femminile con il ‘Premio Manfredi’ a Paola Minaccioni, nella tradizione dei Giornalisti Cinematografici a Taormina e il ‘Premio Nastri d’Argento/Pinko’ a Lucrezia Guidone, tra successo e popolarità, per la ‘performance dell’anno’ non solo con il suo personaggio in Mare fuori. Grande protagonista della serata il cast de La stranezza nell’incontro ravvicinato con il pubblico di Taormina che avrà anche il privilegio, dopo la premiazione,  di rivedere il film in una cornice così speciale sul grande schermo del Festival dopo la consegna dei premi al regista Roberto Andò, allo sceneggiatore Ugo Chiti (anche in rappresentanza diMassimo Gaudioso) e, ancora, ai produttori Angelo Barbagallo (Bibi Film) e Attilio De Razza (Tramp Limited) con Paolo Del Brocco (Rai Cinema) e Giampaolo Letta (Medusa) e soprattutto con gli eccezionali protagonisti de La stranezza: Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone, Giulia Andò. In un tributo collettivo, per sottolineare l’eccellenza di un’intera squadra artistica e tecnica di altissima qualità, Nastri d’Argento vanno anche a Maria Rita Barbera (costumi), Giada Calabria (Scenografia), Esmeralda Calabria (montaggio), Maurizio Calvesi (Fotografia), Carlo Missidenti (sonoro in presa diretta), Michele Braga e Emanuele Bossi (Musica) e Chiara Agnello (casting director).

“E’ un riconoscimento davvero speciale per un film che, giocando con intelligenza sui tasti dell’intrattenimento popolare e della cultura più alta, ha saputo aprire una nuova strada anche alla commedia, conquistando il pubblico con la rilettura cinematografica di un metateatro squisitamente pirandelliano in cui irrompe con eleganza la spontaneità di una comicità irresistibile”, si legge nella motivazione di questo inconsueto Nastro collettivo.. “Un progetto che ha siglato una sinergia vincente, unendo nella formula produttiva anche due concorrenti come Rai Cinema e Medusa Film, insieme per sostenere un’idea colta e, insieme, capace di conquistare il grande pubblico in una sinergia straordinariamente originale” aggiunge, a  nome del Direttivo Nazionale Sngci la Presidente, Laura Delli Colli sottolineando che i Giornalisti Cinematografici  sostengono la campagna con la quale il MiC, attraverso Cinema Revolution sta promuovendo un’estate di film #soloalcinema che limita per gli spettatori a 3 euro e 50 il costo del biglietto per il cinema  italiani e europei.

Non solo La stranezza nella serata speciale con la quale la Regione Siciliana-Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo, attraverso la Fondazione Taormina Arte Sicilia, ha voluto dedicare l’evento speciale di chiusura del Festival del Cinema ai Nastri d’Argento. Come da tradizione, infatti, sul palcoscenico del Teatro Antico i Giornalisti Cinematografici consegnano domani sera anche il “Premio Nino Manfredi”, che quest’anno festeggia il suo decennale con Paola Minaccioni, e per la prima volta il Premio Nastri d’Argento/Pinko che va Lucrezia Guidone, riconoscimento alla straordinaria performance di un talento emergente.

Brillante, straordinaria interprete di commedia ma anche di alcune toccanti interpretazioni drammatiche, Paola Minaccioni  – tra i protagonisti, tra l’altro, di “In Arte Nino” (Rai Uno) con la regia di Luca Manfredi – riceverà a nome della famiglia, da Roberta Manfredi  il riconoscimento ogni anno dedicato ad un talento, capace di unire alla verve nella commedia, toni e sfumature che toccano il cuore degli spettatori, proprio come sapeva fare Nino Manfredi.

“Sono onorata e commossa di ricevere questo premio per cui ringrazio di cuore i Giornalisti Cinematografici” commenta Paola Minaccioni. “Nino Manfredi è un modello per tutti noi, fatto di quella pasta d’attore che mischia dolce e salato, il mestiere al mistero dell’arte. Che mischia i generi e i colori, mantenendo dovunque una spiazzante verità. E sopra ogni cosa dotato di un’umanità che lo rendeva a tutti familiare. Un’artista con cui ti sembrava di aver scambiato confidenze. Di avere conosciuto a scuola, in campeggio, in ufficio, al bar. Uno che raccontava la tua vita con la sua arte. Un divo umano. Questo riconoscimento significa per me essere nella sua scia, essere sulla buona strada”.

Con Lucrezia Guidone, dai Nastri d’Argento ancora un riconoscimento tra i premi 2023 nel segno del talento giovane: all’attrice, quest’anno diretta a teatro da Mario Martone e popolarissima  per l’esperienza unica di una serie di grande successo come Mare Fuori il Premio Nastri d’Argento/Pinko nato per promuovere il talento al femminile segnalando la ’performance dell’anno’: un successo siglato, oltreché dall’impegno e dalla qualità, anche da un notevole salto di popolarità che aggiunge, all’indiscutibile risultato professionale, la capacità di conquistare il pubblico con un ruolo non facile.

Rodeo gratis al cinema con Cinefilos.it a Cremona e Treviglio

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Rodeo gratis al cinema con Cinefilos.it a Cremona e Treviglio

In occasione dell’uscita al cinema di Rodeoil nuovo film di Lola Quivoron con Julie Ledru, Yannis Lafki, Antonia BuresiCinefilos.it offre la possibilità ai suoi lettori di assistere gratuitamente al film.

La proieziona del film è previste il 5 luglio in diverse sale italiane. Ecco l’elenco completo delle sale che aderiscono all’iniziativa:

città cinema

sala

indirizzo

data

ora

Treviglio Anteo Spazio Cinema Treviglio

Dario Fo

Via Torriani, 24047 Treviglio BG

5-lug

20.00

Cremona Anteo Spazio Cinema Cremona

5

Via Castelleonese, 108, 26100 Cremona CR

5-lug

20.00

 

Prenota QUI il tuo biglietto omaggio: www.anteprimeluglio.it

Per prenotare il tuo invito gratuito valido per 2 ingressi clicca qui (link) riceverai una e-mail di conferma invito fino ad esaurimento posti.

Rodeo, la trama

(Francia – 105’) – Il vento tra i capelli, il rombo del motore, l’asfalto caldo che scorre sotto le ruote. E l’adrenalina che percorre tutto il tuo corpo, come una scarica elettrica. Julia non riesce a immaginare la sua vita senza una moto. Fiera e indipendente, frequenta il giro dei “rodei” urbani, corse clandestine di motociclisti. Ma quando un incontro casuale la porta a unirsi a una banda di centauri, la posta in gioco si alza: in una successione di furti e colpi sempre più pericolosi, per riuscire a dimostrare il suo valore la ragazza dovrà essere disposta a rischiare tutto. Tra Titane e Fast & Furious, Rodeo di Lola Quivoron è una corsa forsennata in moto, un mix altamente infiammabile con una protagonista travolgente e impossibile da dimenticare.

Guarda il trailer di Rodeo

 

The Flash, 10 grandi implicazioni del finale del film DC

The Flash, 10 grandi implicazioni del finale del film DC

The Flash è finalmente nelle sale dopo anni di ritardi e numerosi drammi dietro le quinte. Ezra Miller nnel ruolo del velocista scarlatto corre indietro nel tempo per fermare l’omicidio di sua madre. L’inaspettato finale di The Flash tiene il pubblico con il fiato in sospeso e lo rende un ottimo prodotto per il DCU.

Il primo film da solista per The Flash è il capitolo più importante del DC Extended Universe, che colma il divario tra il vecchio franchise e il nuovo DCU di James Gunn. Per questo motivo, il finale di The Flash porta con sé diverse rivelazioni che potrebbero avere importanti ramificazioni nell’intero DCU.

Gal Gadot potrebbe tornare come Wonder Woman

Gal Gadot Wonder Woman

Con la fine del DCEU, i fan sapevano che molti personaggi del franchise originale non sarebbero passati al DCU di James Gunn. Nonostante le voci secondo cui la Wonder Woman di Gal Gadot potrebbe essere tra queste vittime, il personaggio fa un’apparizione a sorpresa in The Flash. Questo suggerisce che potrebbe non essere ancora finita.

La permanenza di Gal Gadot nei panni di Wonder Woman è stata messa in dubbio dopo che la produzione di Wonder Woman 3 si è fermata in seguito alla promozione di James Gunn ai DC Studios. Le apparizioni consecutive del personaggio in Shazam! Fury of the Gods e The Flash fanno ben sperare sulla possibilità di un suo ritorno nel DCU, anche se nulla è stato ancora confermato.

Henry Allen viene liberato dopo The Flash

Henry Allen The Flash

The Flash mostra al pubblico la tragica storia di Barry Allen, dove un aggressore ha ucciso sua madre, Nora Allen. Il padre di Barry, Henry, è stato condannato per l’omicidio e mandato in prigione per quasi 20 anni. Tuttavia, Barry trova le prove che scagionano suo padre, rendendo Henry un uomo libero alla fine di The Flash.

La libertà di Henry avrà un impatto importante sulla storia di Barry. Non più solo, Barry potrà riallacciare i rapporti con suo padre come non avrebbe mai potuto fare quando il padre era ancora in prigione. Tuttavia, come i fan della serie The CW sapranno, il rilascio di Henry dalla prigione non sempre significa che il personaggio avrà un lieto fine.

The Flash potrebbe aver introdotto Robin

Robin

Un piccolo ma importante dettaglio in The Flash potrebbe creare un’ambientazione per il Robin del DCU. Nel film, Barry rivela di aver salvato un bambino rimasto coinvolto nell’attacco di Zod a Metropolis durante gli eventi di Man of Steel. Nella linea temporale alternativa di Barry, i fan rivedono questo bambino durante l’attacco di Zod, questa volta con il padre che chiama il suo nome: “Dick”.

Sebbene The Flash non confermi mai l’identità di questo ragazzo, il collegamento con il personaggio della DC Comics Dick Grayson, il primo Robin, è chiaro. Dal momento che questo ragazzo esiste nella linea temporale originale di Barry, potrebbe benissimo essere il primo collegamento all’introduzione della Bat-Famiglia del DCU, che James Gunn ha già confermato sarà una parte importante del suo franchise.

Supergirl nel DCU

Supergirl

Nella linea temporale alternativa di Barry Kara Zor-El, in seguito conosciuta come Supergirl, è diventata la prima kryptoniana ad atterrare sulla Terra dopo che Zod e i suoi scagnozzi hanno intercettato la capsula di Kal-El. Sebbene i fan non abbiano mai visto Kara prima di The Flash, il film suggerisce che potrebbe essere già in agguato sullo sfondo del DCU.

The Flash implica che Kara sia stata mandata sulla Terra indipendentemente dall’intromissione di Barry nel viaggio nel tempo, il che significa che il personaggio è ancora là fuori da qualche parte nel DCU. James Gunn ha già annunciato che Supergirl: Woman of Tomorrow introdurrà la versione DCU di Supergirl, rispondendo  a dove è stata per tutto il tempo.

Il multiverso DC

Nell’era dei film sul multiverso dei supereroi, era inevitabile che il DCU introducesse la propria logica per il funzionamento delle linee temporali alternative. The Flash diventa il primo film DC a definire le regole del multiverso del franchise. Il DCU è molto meno rigido nella logica del multiverso rispetto al MCU.

Piuttosto che tentare di spiegare completamente il multiverso, The Flash fornisce alcune regole: cambiare la linea temporale crea un nuovo passato e un nuovo futuro. Se qualcuno cambia un giorno, si creeranno due linee temporali in cui le cose sono cambiate in entrambe le direzioni. Il film fornisce anche immagini interessanti all’interno del suo multiverso.

La storia originale è cambiata

L’identità dell’assassino di Nora Allen è un grande mistero nella storia delle origini di Flash. La DC Comics alla fine rivela che l’assassino di Nora è il Reverse Flash, il peggior nemico di Barry. Tuttavia, il film del DCU cambia sottilmente questa parte della storia di Barry Allen senza la presenza della sua arcinemesi.

The Flash non conferma mai apertamente l’identità dell’assassino di Nora, ma lascia intendere che il fatto che Henry Allen fosse rimasto a casa la notte in cui è morta avrebbe impedito l’omicidio. Per questo motivo, l’assassino dovrebbe essere un umano normale che Henry Allen potrebbe spaventare.

Gli universi stanno per scontrarsi

Gli Universi DCU

Durante l’epico terzo atto di The Flash, Barry e il suo doppelganger giungono a un punto di snodo nel multiverso. Vedono immagini di mondi diversi, compreso l’universo del Superman originale di Christopher Reeve, che si scontrano l’uno con l’altro. Ciò implica che il multiverso potrebbe essere a un punto di rottura.

La scena del multiverso di The Flash suggerisce che ci saranno importanti ramificazioni per le azioni di Barry al di là di quanto i fan hanno visto alla fine del film. Se il multiverso è davvero sull’orlo del collasso, il DCU potrebbe essere diretto verso uno scenario da Crisi sulle Terre Infinite, quando più mondi verranno completamente cancellati dall’esistenza.

Jason Momoa tornerà come Aquaman

Jason Momoa Aquaman

Dopo che The Flash ha fatto diversi riferimenti ad Aquaman durante gli eventi del film, il re atlantideo appare finalmente nella scena post-credits. Un Arthur Curry ubriaco cerca di dare un senso a ciò che Barry gli ha detto sull’universo prima di proclamare che è lo stesso in entrambi. Il momento è inteso come umoristico, ma conferma anche chiaramente che Momoa rimarrà l’Aquaman del DCU.

L’Aquaman di Jason Momoa sembrava il membro più probabile della Justice League a sopravvivere al reboot del DCU, soprattutto con Aquaman: The Lost Kingdom arriverà nelle sale nel 2023. Tuttavia, The Flash conferma finalmente questa ipotesi di lunga data, mettendo a tacere le preoccupazioni per un eventuale recasting di Momoa.

Il cast di The Flash potrebbe ritornare nel DCU

Cast The Flash

Da quando ha assunto la direzione dei DC Studios, James Gunn è stato chiaro sul fatto che alcuni attori del DCEU rimarranno nel DCU, anche se alcuni ruoli verranno comunque riconvertiti. Se The Flash segna davvero il punto di partenza per il DCU, allora il cast principale del film dovrebbe essere al sicuro da un recast per i film futuri.

Alcuni personaggi, tra cui Bruce Wayne, sono stati chiaramente riconvertiti in seguito all’incidente del viaggio nel tempo di Barry, ma la maggior parte del cast di supporto di The Flash è rimasta invariata. Ezra Miller, Kiersey Clemons e Ron Livingston appaiono tutti dopo il cambiamento della linea temporale. Questo fa ben sperare per il potenziale futuro di ogni attore nel DCU, anche se tutto può ancora cambiare visto che Gunn sta ancora pianificando il suo primo capitolo.

L’arrivo di George Clooney

George Clooney Batman

Uno dei momenti più scioccanti di The Flash arriva poco prima dei titoli di coda. Dopo essere tornato nella sua linea temporale di origine, Barry si ricongiunge con Bruce Wayne. Barry è scioccato nel vedere che Bruce ha un aspetto molto diverso. Invece di essere interpretato da Ben Affleck, The Flash rivela George Clooney come nuovo Bruce Wayne, confermando apparentemente il suo posto nel DCU.

Clooney non appare in una linea temporale alternativa o durante la sequenza del multiverso di The Flash. Si presenta invece nella linea temporale di origine di Barry. Per questo motivo, il suo cameo suggerisce che potrebbe essere il Batman del DCU in futuro. Questo sarebbe ovviamente un grande shock per gli spettatori, ma offrirebbe anche al Batman di Clooney una possibilità di riscatto due decenni dopo il pessimo successo di Batman e Robin.

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