Dopo il successo travolgente di Bridgerton, non ha sorpreso nessuno che Netflix, mentre si appresta a realizzare altre sei stagioni della serie “regolare” tratta dai romanzi di Julia Quinn, abbia deciso di espandere l’universo della serie ucronica con uno spin off ambientato nel passato, e che racconta le origini de la Regina Carlotta.
Uno spin-off prequel che fa luce sulla serie regolare
Il punto di maggiore curiosità e interesse della serie originale era proprio la ricchezza etnica dell’alta società inglese nel periodo della Reggenza. I più attenti, ricorderanno che, nella prima stagione, il personaggio di Lady Danbury faceva un commento sibillino in merito al fatto che “quelli come lei”, ovvero quelli di un etnia diversa da quella caucasica, dovevano i loro privilegi alla scelta del re di sposare proprio Charlotte, una donna di colore. Ebbene, il cuore di La regina Carlotta: una storia di Bridgerton è proprio questo, ovvero una spiegazione delle ragioni che hanno portato al matrimonio reale e le motivazioni che hanno spinto la giovane e ribelle Carlotta ad abbracciare il suo ruolo di Regina e di moglie.
La regina Carlotta: una storia di Bridgerton, la trama
La storia, dunque, si svolge prima degli eventi della serie regolare e ci presenta una giovanissima Carlotta, nobile delle colonie, che viene portata alla corte di Re Giorgio per sposare l’erede al trono e diventare la nuova Regina. La regina madre, però, mette subito in chiaro una cosa: questo matrimonio è un grande esperimento sociale di cui la Corona ha bisogno per tenere legato a sé tutto il Regno e tutti i suoi abitanti. Un matrimonio politico dunque, al quale Carlotta è costretta a sottostare. Quello che però la giovane donna non sa è che dietro alla mossa politica, che le è ben chiara, c’è un altro grande e oscuro segreto che la Corona tiene nascosto a tutto il Regno e che, se dovesse essere portato alla luce, causerebbe il crollo dell’Impero britannico.
La volubilità delle PI

La regina Carlotta: una storia di Bridgerton è un altro, l’ennesimo in questi anni, esempio di come le Proprietà Intellettuali possano viaggiare da forma a medium, conservando la loro anima e di come un mondo si possa espandere, forzando i confini del mezzo con cui viene raccontato. Se con Bridgerton, Shonda Rhimes ha preso il lavoro di Julia Quinn e lo ha trasformato in una serie di sicuro successo, con la serie spin-off prequel, il processo è contrario: immaginata e scritta da Rhimes, la storia diventerà un libro firmato sempre da Quinn che arricchirà, anche in campo letterario, il mondo di Bridgerton.
E in effetti non si tratta soltanto di un arricchimento in meri aspetti di trama e di storie che vengono raccontate, ma La regina Carlotta: una storia di Bridgerton costituisce anche una nuance in più sulla palette delicata, romantica, appassionata e divertente di Bridgerton. La nuova serie si concede infatti anche dei toni più oscuri e degli argomenti molto importanti e attuali che vengono affrontati con serietà anche se mantenendo al centro un cuore romantico e commosso, che non tradisce la tradizione di Shondaland. Rhimes si dimostra infatti una grande narratrice che riesce a modellare la soap opera come nessun altra. Complice anche uno svolgimento narrativo coeso, essenziale, sviluppato su due piani temporali nell’arco di sei episodi ricchi e densi che non potranno fare altro che tenere altissima l’attenzione degli spettatori che avevano già amato Bridgerton.
La regina Carlotta: una storia di Bridgerton, il cast
Oltre a Golda Rosheuvel, Adjoa Anode e Ruth Gemmen che riprendono i ruoli rispettivamente della Regina Carlotta adulta, di Lady Danbury adulta e di Lady Bridgerton, che si muovono nella linea temporale del futuro (il presente della serie regolare), La regina Carlotta: una storia di Bridgerton vede protagonisti India Amarteifio, nei panni della giovane Carlotta, Corey Mylchreest in quelli di Re Giorgio, Arsema Thomas, nel ruolo di una irresistibile giovane Lady Danbury e soprattutto Michelle Fairley nei panni austeri della Principessa Augusta, madre del Re e decisa a proteggere suo figlio a tutti i costi.
La serie paga il giusto prezzo a tutto ciò che in questo momento storico va raccontato: dall’attenzione alla malattia mentale, all’integrazione etnica, al ruolo della donna rispetto al patriarcato e soprattutto a come la donna sia, anche in condizioni avverse, una creatura piena di risorse e di capacità, tali che le permettono di sopravvivere in qualsiasi situazione. La regina Carlotta: una storia di Bridgerton è anche però un genuino omaggio all’amore che trionfa su tutto e a come la dedizione e la forza di volontà possano, fino a un certo punto, vincerete qualsiasi difficoltà. Lo spin-off di Bridgerton si rivela, proprio come le due stagioni già disponibili della serie regolare, una storia d’amore che nasce da presupposti insoliti e ostili e che, in maniera forse troppo ingenua, trionfa, con un finale emozionante e buffo allo stesso tempo.

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