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Di4ri, la serie italiana Netflix

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Di4ri, la serie italiana Netflix

Di4ri, è la nuova serie italiana Netflix, in 15 episodi, prodotta da Stand By Me, che racconta le storie e le emozioni di un gruppo di compagni di classe di seconda media.

Di4ri: quando esce e dove vederla in streaming

Di4ri debutterà  il 18 maggio su Netflix  e da fine luglio sarà disponibile in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.

Di4ri: trama e cast

Ogni episodio è raccontato dal punto di vista di uno degli otto protagonisti, che diventa voce narrante e offre agli spettatori una sorta di diario personale con il suo sguardo sugli avvenimenti della classe: i ragazzi parleranno direttamente allo spettatore mostrando i loro sentimenti senza filtri. In questo modo, da un episodio all’altro, le vicende di Pietro, Livia, Isabel, Daniele, Monica, Giulio, Mirko e Arianna si intrecciano in un racconto corale capace di restituire le diverse sfaccettature della vita dei preadolescenti: è il racconto di un’età delicata in cui sbocciano le individualità dei ragazzi e al tempo stesso cresce la loro identità di gruppo.

Di4ri entrerà quindi nella vita e nelle emozioni di tutti i giorni dei ragazzi della 2D tra gioie, drammi, primi amori, primi baci divertimento e qualche volta qualche litigio. Tra i temi della serie ci saranno anche il coming out, le ricadute di un matrimonio in crisi, le aspettative dei genitori, la dislessia, l’ansia di crescere, la solitudine e l’accettazione. La colonna sonora della serie sarà sulle note di “Isole”, il nuovo singolo di Tancredi (Warner Music) che sarà anche guest star in due episodi.

I giovanissimi otto protagonisti di Di4ri sono Andrea Arru (Pietro), Flavia Leoni (Livia), Sofia Nicolini (Isabel), Biagio Venditti (Daniele), Liam Nicolosi (Giulio); Federica Franzellitti (Monica), Francesca La Cava (Arianna), Pietro Sparvoli (Mirko). Nel cast della serie è presente anche Fortunato Cerlino, nel ruolo del simpatico bidello Paolo. Special guest sara’ anche Larissa Iapichino, campionessa juniores di salto in lungo, in una puntata che avrà al centro una gara di triathlon.

Oltre a Di4ri, la prima serie italiana per ragazzi di Netflix, nell’area Kids & Family arriveranno il Mostro dei Mari, il nuovo film d’animazione che sarà disponibile dall’8 luglio con la regia del Premio Oscar Chris Williams  e la nuova serie “Kung Fu Panda the Dragon Knight”, prodotta da DreamWorks Animation.

Di4ri: trailer

PERSONAGGI di Di4ri

LIVIA MANCINI (Flavia Leone)

Dodici anni, sportiva, perfezionista. Livia si preoccupa sempre di compiacere i genitori e gli insegnanti, che non si rendono conto che Livia è molto di più. È una ragazza appassionata e grintosa, ha uno spirito indipendente che durante la serie emerge sempre di più, anche grazie a Pietro, sorprendendo prima di tutto se stessa. Al punto che Livia deciderà che non le importa più di compiacere gli altri e si dedicherà a ciò che le importa davvero.

PIETRO MAGGI (Andrea Arru)

Pietro è sempre sicuro di sé e del suo carisma. O così sembra. In realtà, ogni giorno deve fare i conti con i litigi continui dei genitori e con le sopraffazioni dei ragazzi di terza media. Come se non bastasse, si sta innamorando dell’unica ragazza che sembra immune al suo fascino. Ma se hai con te una squadra di amici fantastici niente è impossibile, neanche guidare la rivolta della classe contro l’imminente chiusura della scuola.

ISABEL DIOP (Sofia Nicolini)

Isabel è una ragazza solare e ottimista che non si ferma davanti a niente. Per lei nulla è impossibile. È per questo che in classe tutti finiscono per chiederle aiuto, senza che lei si tiri mai indietro. Grazie al suo talento, entra a far parte della squadra di basket, diventandone il capitano e assumendo un ruolo decisivo nella partita contro gli arroganti ragazzi di terza media.

MIRKO VALENTI (Pietro Sparvoli)

Mirko è un ragazzo timido e introverso, trasferitosi da poco da Roma. All’inizio decide di frequentare i ragazzi di terza contando sul supporto del fratello maggiore, Damiano. Quando scopre che lui e Daniele hanno molto in comune inizia però a distaccarsene, integrandosi sempre di più all’interno della 2D. Quello che scoprirà alla fine del suo percorso è che per lui c’è un gruppo di amici addirittura migliori di quelli che aveva a Roma.

DANIELE PARISI (Biagio Venditti)

Daniele è un ragazzo maturo ed è un punto di riferimento per i suoi compagni di classe, che lo considerano intelligente e generoso. Si prende una cotta per Mirko e dopo una prima delusione, nel corso della serie troverà l’amore in modo inaspettato.

GIULIO PACCAGNINI (Liam Nicolosi)

Giulio è un tipo irriverente, dalla battuta sempre pronta. Soffre di una leggera dislessia, che, nonostante all’inizio rappresenti un ostacolo, col tempo gli permetterà di mostrare il suo lato più fragile e guadagnarsi l’affetto sincero dei compagni. È molto legato a Pietro, il suo migliore amico, ed è innamorato di Arianna, che però non sembra ricambiare.

MONICA PIOVANI (Federica Franzellitti)

Monica è una ragazza insicura e impacciata. Due sole cose le danno sicurezza: l’amicizia con Isabel e l’impegno nello studio. A poco a poco uscirà dalla sua comfort zone rivelando a tutti la sua capacità di ascoltare e comprendere gli altri. A quel punto non solo Isabel, ma tutti i suoi compagni capiranno quanto Monica sia un’amica preziosa.

ARIANNA RINALDI (Francesca La Cava)

Arianna è la tipica ragazza carina e snob della classe: capricciosa, inarrivabile e inevitabilmente un po’ sola, imprigionata in un ruolo che non le appartiene davvero. Il suo comportamento cambierà quando, in un momento di difficoltà, scoprirà nei suoi compagni, finora mai considerati, degli alleati preziosi.

Partecipazione speciale: Fortunato Cerlino nel ruolo di PAOLO AGRESTI

Paolo, il collaboratore scolastico, è un uomo solo, divorziato e lontano dal figlio Fabrizio. È legato in particolar modo a Pietro, che soffre per la separazione dei genitori, e a Giulio, che gli ricorda Fabrizio. Paolo si unirà alla ribellione dei ragazzi della 2D e, grazie ai consigli di Pietro, recupererà il rapporto con il figlio.

NOTE DI REGIA di Di4ri

Sin dalla primissima lettura del concept e dei soggetti di serie, mi sono appassionato a Di4ri, pensando che avesse tutte le caratteristiche di un progetto con una forte identità e che presentasse alcuni aspetti molto nuovi e stimolanti dal punto di vista della regia.

L’idea fondante chiamava a un’interessante sfida creativa: dirigere un racconto di formazione corale e allo stesso tempo intimo, in cui i ragazzi fossero di continuo protagonisti e personaggi secondari. Un diario collettivo in cui usare le voci narranti combinate a degli “a parte” teatrali per parlare direttamente al pubblico, guardando la macchina da presa per condividere le emozioni. Tutto questo rivolgendosi a spettatori che non sono teenager, ma il target più giovane e delicato dei pre-adolescenti.

Il vero punto di forza della serie sono le tematiche affrontate e il tono e la sensibilità con cui i nostri giovani interpreti hanno deciso di incarnare le storie. Abbiamo messo i personaggi al centro del nostro mondo, adottando uno stile di recitazione capace di integrare le loro idee, tentando di lasciare una piccola parte di sorpresa e di magia da creare sul set con l’improvvisazione. Per questa ragione il casting è stata un’operazione fondamentale: una selezione lunga e meticolosa, soprattutto considerato il fatto che praticamente quasi tutto il gruppo di lavoro scelto è esordiente.

Per quanto concerne gli aspetti visivi del racconto, come prima stagione, dovevamo creare da zero il mondo di Marina Piccola. L’obiettivo è stato quello di proporre un’ambientazione italiana ma allo stesso tempo compatibile con un immaginario internazionale di vita scolastica pre-liceale. Ho pensato si potesse esportare un modello di vita isolana iconica e molto mediterranea perché ha tutti gli elementi di una bellezza aspirazionale. Quindi come scelta cromatica è stato importante il dialogo con il direttore della fotografia per ottenere una palette di colori accogliente, che portasse subito negli occhi il mare e che emotivamente invitasse lo spettatore ad accogliere le tematiche intime più delicate con grande trasparenza, e mai con la cupezza che spesso accompagna il racconto dell’adolescenza.

Non c’è un solo stile di riprese. Le inquadrature sono state libere di interpretare il testo e di avvalersi dell’intimità della macchina a mano nelle scene più relazionali e di improvvisazione, mentre ad esempio nelle scene di sport e di movimento si è scelto uno stile più posato, che usa carrelli, cameracar e droni, soprattutto nel seguire i personaggi quando sono raccontati insieme all’ambiente che li circonda, l’isola, l’altro grande protagonista di questa storia.

Di Alessandro Celli

NOTE DI PRODUZIONE

La serie DI4RI è un racconto corale delle storie di un gruppo di compagni di classe di seconda media. Ogni episodio copre l’arco temporale di una settimana scolastica, dal lunedì al venerdì, ed è raccontato dal punto vista di uno degli otto protagonisti, che diventa voce narrante e offre agli spettatori una sorta di diario personale, con il suo peculiare sguardo sugli avvenimenti della classe. Il racconto è quindi un mosaico composto da otto voci, che restituiscono le diverse sfaccettature della vita dei preadolescenti. Questa dimensione la ritroviamo nelle scene, che sono per questo spesso corali.

La serie è ambientata in un posto di fantasia, un’isola italiana che volutamente non è identificata per renderla universale. D’altro canto i luoghi – dalla scuola, alle case, agli esterni – sono tutti reali, non c’è nulla di finto o ricostruito: non sono stati utilizzati teatri di posa. L’intenzione era quella di immergere gli attori in ambienti autentici, per metterli a loro agio e per lasciare spazio alla spontaneità e – a volte – all’improvvisazione.

Sul set è stato impegnato un cast molto numeroso, con otto protagonisti, più di venti attori secondari e oltre settecento comparse, con una troupe di circa 60 persone e una seconda unità. Le riprese, che hanno impegnato cast e troupe per circa quattro mesi, sono state realizzate prevalentemente a Roma e ad Ischia. Un set è stato aperto vicino a Bracciano, dove sono state realizzate le scene nel campo da basket e sulla pista d’atletica.

Il sesso degli angeli: la recensione del film di Leonardo Pieraccioni

Sacro e profano. Su questi due valori si costruisce il quattordicesimo film da regista di Leonardo Pieraccioni, intitolato Il sesso degli angeli. Un racconto, da lui scritto insieme a Filippo Bologna, che attraverso una classica commedia ad equivoci aspira oltre che a divertire anche a lanciare alcune riflessioni su tematiche d’attualità nell’Italia dei nostri giorni. Dopo aver raccontato di amori impossibili e crisi di mezz’età, il regista e attore fiorentino si sposta dunque su un territorio nuovo che, come da lui stesso affermato, segna l’inizio di una nuova fase della sua carriera, senza perdere però le caratteristiche che lo hanno reso celebre, dalla dissacrante comicità ai buoni sentimenti messi in gioco.

Che Il sesso degli angeli sia qualcosa di nuovo nella filmografia di Pieraccioni lo dimostra il ruolo da lui ricoperto. Egli non è più un incallito latin lover bensì il prete don Simone, alla guida di una chiesetta sempre in difficoltà e poco frequentata. L’occasione per poter mettere a nuovo tale ambiente arriva grazie all’inaspettata eredità lasciatagli da un eccentrico zio. Si tratta di un’avviatissima attività in Svizzera, grazie alla quale don Simone spera di risollevare le sorti economiche della sua chiesa. Arrivato a Lugano, però, il prete scopre suo malgrado di aver ereditato un bordello di lusso, cosa che naturalmente lo pone in profonda crisi.

L’amore sacro e l’amor profano

Come spesso accade nel cinema di Pieraccioni, anche questa storia prende avvio da uno scontro inaspettato tra mondi opposti. Se in Il ciclone questo avveniva tra un uomo e la sua famiglia di umili origini con un gruppo di ballerine di flamenco, mentre in Un fantastico via vai tra un uomo di mezz’età e un gruppo di universitari, in Il sesso degli angeli tale scontro ha per protagonisti il mondo religioso e quello della sessualità. Due opposti, dove per la religione la sfera sessuale è ancora oggi un vero e proprio tabù, quasi un sinonimo di peccato.

Pieraccioni costruisce dunque proprio su questo aperto contrasto una serie di situazioni comiche che hanno come scopo il far emergere vizi e contraddizioni, configurandosi infine come una sorta di fiaba con tanto di morale. Le tematiche trattate sono di grande attualità in Italia, dalle volontà di riapertura delle case chiuse alla possibilità per i preti di sposarsi, dalla considerazione che si ha delle prostitute fino all’ipocrisia di tutte quelle persone che predicano bene e razzolano male. Nel corso dei circa novanta minuti di film tutti questi aspetti vengono messi alla berlina con il classico spirito dissacratore del comico toscano.

Il sesso degli angeli Leonardo Pieraccioni

 

Il corpo della donna, lo sguardo dell’uomo

Le premesse narrative del film sono dunque interessanti, specialmente per il prendere due aspetti così radicati nella cultura italiana. Il film, aiutato in particolar modo da Marcello Fonte, qui interprete nei panni del fido Giacinto, riesce a dar vita ad alcune gag e battute genuinamente divertenti. Questi momenti, insieme alle riflessioni e alle emozioni che Il sesso degli angeli intende suscitare, vengono però oscurati da alcune criticità piuttosto pesanti. In primis, vi è ancora una volta uno sguardo sul corpo femminile che sembra essere più interessato a compiacere un pubblico maschile che non a conferire alla donna un valore nuovo, comprensivo della sua sessualità.

Pieraccioni non è né il primo né l’ultimo a fare ciò, sia chiaro, ma è questa un’ulteriore occasione mancata per approdare a punti di vista nuovi. In seconda battuta, Il sesso degli angeli, rispetto ad altri film di Pieraccioni, sembra essere scritto con maggior approssimazione, specialmente giunti al finale, dove tutto l’intreccio si risolve in modo piuttosto discutibile, lasciando in sospeso delle questioni che risultano pertanto incompiute. Dallo collisione dei due mondi opposti non nascono delle situazioni forti a tal punto da far riflettere su quanto raccontato, facendo dunque rimanere questo un classico film di Pieraccioni, senza però l’evoluzione promessa e sperata.

Liam Neeson aperto alla possibilità di tornare come Qui-Gon Jinn, a una condizione

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Liam Neeson ha recentemente rivelato di essere interessato a tornare nell’universo di Star Wars nei panni del Maestro Jedi Qui-Gon Jinn, ma solo per un film. Sono passati più di 20 anni da quando Neeson ha fatto il suo memorabile debutto in franchising al fianco di Ewan McGregor e Natalie Portman in Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma. Da allora, il suo possibile ritorno nella galassia molto, molto lontana è stato atteso dai fan desiderosi di vedere di più sul leggendario Maestro Jedi.

Grazie all’espansione Disney+ della saga di Star Wars negli ultimi anni, diversi personaggi e interpreti iconici sono stati riportati nell’universo sul piccolo schermo in serie come The Mandalorian e The Book of Boba Fett. E con la premiere della serie Obi-Wan Kenobi proprio dietro l’angolo, molti fan hanno ipotizzato che Neeson potrebbe fare un cameo nello show nei panni di un fantasma di Forza. E mentre Neeson potrebbe tornare in Obi-Wan Kenobi, alcuni dei suoi recenti commenti mettono in dubbio la presunta apparizione di Qui-Gon in uno qualsiasi dei prossimi show di Star Wars.

Parlando con ComicBook del suo film d’azione in arrivo, Memory, Neeson ha confermato di essere disposto a riprendere il ruolo di Qui-Gon, ma a una condizione. Quando gli è stato chiesto se sarebbe tornato nell’universo di Star Wars, Neeson ha detto che lo avrebbe fatto solo per un film, non per una serie Disney+.

“Oh, penso di sì, sì, sì, sì, penso di sì… se fosse un film. Sì, sono un po’ snob quando si tratta di TV, devo ammettere che mi piacciono i grandi schermi, sai? Qui-Gon, non posso credere che siano trascorsi 24 anni da quando abbiamo realizzato [Star Wars:] La minaccia fantasma, non riesco proprio a credere a dove sia passato il tempo. Girare quel film a Londra è stata un’esperienza formidabile .”

Thor: Love and Thunder, c’è un errore nel trailer?

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Thor: Love and Thunder, c’è un errore nel trailer?

I fan di Thor: Love and Thunder hanno scovato quello che sembra un errore, ma sarebbe meglio difinirla una incongruenza, nel trailer del film di Taika Waititi. Si tratta dell’occhio destro di Thor.

In Ragnarok, il nostro Dio del tuono perde un occhio. Sappiamo che in Avengers: Infinity War, Rocket Raccoon gli fornisce un occhio di vetro che sistema l’aspetto del Dio, anche se ha un colore differente.

Ora, nel trailer di Thor: Love and Thunder vediamo invece un primo piano di Chris Hemsworth con gli occhi uguali, azzurro intenso, proprio come prima dell’incidente di Thor in Ragnarok. Tuttavia il trucco sul personaggio mantiene la cicatrice intorno all’orbita, e questo potrebbe voler dire che l’incongruenza di colore dell’occhio non è una svista, perché ci si è ricordati della ferita subita dal personaggio, ma che si troverà il modo di spiegare come mai i due occhi del protagonista sono adesso dello stesso colore.

Thor: Love and Thunder, teaser trailer ufficiale!

Thor: Love and Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 Luglio 2022.

Il film segue Thor (Chris Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr the God Butcher (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria (Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor, brandisce inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor. Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e fermarlo prima che sia troppo tardi.

Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and Thunder, un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Shining: messa all’asta l’ascia di Jack Torrance

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Shining: messa all’asta l’ascia di Jack Torrance

L’iconica ascia usata da Jack Nicholson in Shining è stata messa all’asta. Il film, diretto dal grande Stanley Kubrick, segue la storia della famiglia Torrance, guidata dal patriarca Jack, interpretato da Jack Nicholson.

Dopo aver accettato un lavoro come custode invernale dell’Overlook Hotel, Jack porta sua moglie, Wendy (Shelley Duvall), e suo figlio, Danny (Danny Lloyd), nell’isolata località di montagna dove una forza sinistra inizia a tormentarlo mentre Danny è un sensitivo con la dote della “luccicanza” che gli permette di vedere i veri orrori dell’hotel. Il film vanta molte scene iconiche che sono immediatamente riconoscibili dal pubblico, come il sangue che sgorga dagli ascensori, il labirinto invernale di siepi, le inquietanti gemelline e Jack che sfonda una porta con l’ascia.

Ora, i fan di Shining hanno la possibilità di portarsi a casa l’ascia usata da Jack Nicholson nel film, grazie a un’asta di Gotta Have Rock and Roll. Secondo la descrizione dell’asta, l’ascia viene fornita con un certificato di autenticità e una lettera di NORANK Engineering come prova del suo utilizzo nel film.

Inoltre, l’ascia presenta una lama e un manico graffiati, ed è esposta in una cornice con le immagini del film e il logo del film. L’offerta minima è attualmente fissata a $ 50.000, sebbene l’oggetto sia stato valutato tra $ 60.000 e $ 90.000 e l’asta scadrà tra 11 giorni.

Ecco l’oggetto originale così come lo abbiamo visto esposto alla mostra al Palazzo delle Esposizioni dedicata a Kubrick, nel 2007:

Darkling: recensione e commenti del cast sul film

Darkling: recensione e commenti del cast sul film

Darkling è un film che parla della paura lasciata dalla guerra. Con una produzione che coinvolge diversi paesi europei – Serbia, Danimarca, Italia, Bulgaria e Grecia, attraverso la messa in scena di un periodo storico ben definito, il lungometraggio di Dusan Milic è in grado di affrontare sentimenti e sensazioni profondamente sentite oggi quanto ieri in Europa.

La sinossi di Darkling

Poco dopo la fine della guerra in Kosovo, lo stralcio di una famiglia un tempo felice vive in una casa dell’entroterra. I tre abitanti sono Milica (Miona Ilov), una bambina di 11 anni, la madre Vukica (Danica Curcic) e il nonno Milutin (Slavko Stimac). Quella di Milica è una delle poche famiglie a non aver ancora abbandonato la regione perché è in attesa che il papà e lo zio di Milica, scomparsi misteriosamente, facciano ritorno. Durante il giorno, i funzionari della KFOR, mandati dalla NATO per mantenere la pace nella regione, supportano le famiglie del luogo: in particolare, due soldati italiani (Flavio Parenti e Fulvio Falzarano) scortano Milica e gli altri bambini alla scuola locale, aiutando come possono la popolazione reduce dalla guerra.

Il vero problema per Milica e per la sua famiglia arriva di notte: rimasti soli, al buio e privi di elettricità, essi vivono nel terrore di essere attaccati. Percepiscono una costante angoscia, temono un nemico misterioso. Ma la minaccia è reale o sono gli strascichi lasciati dalla guerra a farli tremare di paura?

Darkling, ovvero ”oscuro”

Il regista del film Dusan Milic prende due elementi e li combina perfettamente in un’opera capace di parlare al grande pubblico. Da un lato c’è l’ancestrale, infantile e irrazionale paura del buio, dall’altro c’è la fobia di una guerra reale e consistente. In Darkling, un topos antico della narrazione, il nemico misterioso che si muove al buio e si nasconde nella foresta, esce dall’ambiente favolistico e si inserisce nella realtà. Milic, serbo di origine, ha ammesso la sua duplice intenzione nel raccontare la storia del suo paese: è partito da un fatto reale e solido, la guerra in Kosovo, ma ne ha tratto un racconto più ampio e universale.

Il regista dice anche di aver scelto un unico punto di vista per raccontare il film, quello della bambina Milica. ”In questo modo ho potuto rendere bene l’idea che le paure più grandi da affrontare sono quelle nelle nostre teste. Esse sono di due tipi: la paura della morte, che è la fobia più spaventosa, e la paura del nemico. Con un unico punto di vista, ho voluto dare un’unica prospettiva, estremamente soggettiva, di tutto ciò che viene visto e udito sulla scena”.

La decisione ha senso perché unisce i timori infantili ad una minaccia tangibile. Milica è infatti una bambina che, a causa della guerra, vede le paure tipiche dell’infanzia trasformarsi in realtà. In Darkling non c’è una vera distinzione tra adulti e giovani, tutti sono sullo stesso piano: terrorizzati come dei neonati e coraggiosi come dei guerrieri.

Darkling è più un film di guerra o un thriller psicologico?

Il regista ha inoltre dichiarato di aver scelto la dimensione horror e il genere thriller per ambientare Darkling: ”Collaborando soprattutto con i direttori della fotografia, ho cercato di generare un senso di angoscia e di claustrofobia costanti”. Darkling si svolge quasi interamente nella casa di legno della famiglia. Per questo genere di film, con pochi dialoghi e ambientato in spazi così ridotti, il lavoro maggiore da fare è quello con il team tecnico, legato all’audio e al video.

Nel film coesistono dunque due generi. Da una parte abbiamo il war movie, con il dopoguerra, i carri armati, i soldati, ma soprattutto il grande dilemma della migrazione. Dall’altra c’è la dimensione del thriller psicologico, con l’angoscia di un nemico sconosciuto, che sembra possa arrivare da un momento all’altro, la casa sperduta nel bosco e il dubbio se ciò che si percepisce – un suono, una visione – sia reale.

Milic stesso ribadisce che fare un thriller ”È stata una scelta ben ragionata e quasi necessaria per rendere il film più ‘godibile’, sia come genere che a livello di riprese. Ho puntato molto sulle immagini: sono più avvincenti e più interessanti dei lunghi dialoghi esplicativi.” Come ogni regista in grado di comunicare con il cinema, anche quello di Darkling punta tutto sul mostrare: riprese con angoli particolari, setting claustrofobici, ma anche una dimensione sonora potente e penetrante fanno realmente percepire la polpa e l’essenza del film.

I volti di Darkling

Nonostante i pochi dialoghi, nonostante la grande rilevanza data alle immagini, Darkling deve la sua riuscita anche agli interpreti. In primis alla piccola Miona Ilov, volto di pietra in grado di rappresentare perfettamente la condizione dei bambini in guerra, costretti a crescere troppo in fretta ma, nel profondo, ancora fiduciosi e desiderosi di ritrovare la spensieratezza perduta. L’attrice serbo-danese Danica Curcic (L’uomo delle castagne, Un’ombra negli occhi) interpreta Vukica. Il personaggio, nel triplice opprimente ruolo di figlia, madre e vedova, prova a tenere in piedi la famiglia. Slavko Stimac è invece abilissimo nei panni del nonno impaurito che, nel tentativo disperato di proteggere i suoi cari, si avvicina ogni giorno di più alla pazzia. Personaggio buono, rassicurante e un po’ vigliacco è invece il soldato interpretato dall’attore italiano Flavio Parenti (Io sono l’amore, To Rome With Love, Raffaello – il principe delle arti).

L’attrice Danica Curcic fa una considerazione sulla particolarità di Darkling rispetto ad altre produzioni. ”Lo scenario molto piccolo del film mi ha permesso di creare una forte connessione con il mio personaggio e con tutta la troupe. C’è così tanta azione in così poco spazio che tutto dev’essere estremamente calcolato per riuscire ad essere comunicativo”.

Perché vedere Darkling?

In conclusione, Darkling arriva come un pugno nello stomaco allo spettatore: è forte, crudo, ancestrale. La scelta registica è necessaria. Non solo per raccontare in modo rispettoso la storia spesso affossata del dopoguerra in Kosovo, ma anche per affascinare lo spettatore con le possibilità di racconto offerte dalla settima arte.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia, Wanda nella Dimensione Specchio nel nuovo spot

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Il nuovo spot tv di Doctor Strange nel Multiverso della Follia ci mostra una fugace immagine di Wanda (Elizabeth Olsen) intrappolata nella Dimensione Specchio. Sappiamo che il personaggio sarà chiave per lo sviluppo della storia, e che deciderà ad un certo punto di affrontare gli Illuminati, ma sembra che lo farà solo per difendere e liberare Strange (Benedict Cumberbatch), non perché è diventata ili nuovo villain.

Ecco di seguito il promo in cui oltre alla minaccia di Mordo (Chiwetel Ejiofor) e al pericolo corso da Strange, possiamo appunto vedere Wanda nella Dimensione Specchio.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: il nuovo misterioso trailer!

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier. Doctor Strange nel Multiverso della Follia arriverà al cinema il 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Chris Hemsworth condivide l’entusiasmo per il trailer di Thor: Love and Thunder

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Chris Hemsworth ha condiviso il trailer di Thor: Love and Thunder accompagnando il video con un messaggio di grande entusiasmo, come potete vedere di seguito.

“Ecco il primo trailer di Thor: Love and ThunderTutte le emozioni di una classica avventura di Thor. Grande, rumoroso e folle e pieno di cuore. Riderai e piangerai, poi riderai così forte da piangere di più!! Love and Thunder arriverà l’8 luglio” (da noi il 6).

Thor: Love and Thunder, teaser trailer ufficiale!

Thor: Love and Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 Luglio 2022.

Il film segue Thor (Chris Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr the God Butcher (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria (Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor, brandisce inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor. Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e fermarlo prima che sia troppo tardi.

Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and Thunder, un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Minecraft: Jason Momoa nel cast del film live-action

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Minecraft: Jason Momoa nel cast del film live-action

Arriva dal THR la notizia che la Warner Bros è nelle fasi finali delle trattative con Jason Momoa per farlo entrare ufficialmente nel cast di Minecraft, l’annunciato adattamento cinematografico dell’omonimo film. Non si sa ancora chi interpreterà Momoa nel film, anche se non ci sono molti personaggi con nome nel gioco sandbox oltre al giocatore principale generico noto come Steve e Alex a seconda della skin utilizzata.

Il progetto vedrà Jason Momoa riunirsi con la produttrice di Dune Mary Parent, che sta producendo il film insieme a Roy Lee. Anche la defunta Jill Messick sarà accreditata nelle vesti di produttore per il suo lavoro nel film prima della sua morte nel 2018. I produttori esecutivi sono Jon Berg, Cale Boyter e Jon Spaihts. Nella produzione sono coinvolti anche Lydia Winters e Vu Bui di Mojang, sviluppatore di Minecraft.

Minecraft, il gioco

Il popolare videogioco è stato rilasciato nel 2011 ed è diventato un fenomeno globale. Il suo successo ha portato Microsoft ad acquisire Mojang per 2,5 miliardi di dollari. Un film basato sulla serie è in lavorazione da diversi anni con Shawn Levy e Rob McElhenney precedentemente collegati.

Mads Mikkelsen elogia la fisicità di Harrison Ford

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Mads Mikkelsen elogia la fisicità di Harrison Ford

Nelle sale di tutto il mondo con Animali Fantastici: I segreti di Silente, nel ruolo di Gellert Grindelwald, Mads Mikkelsen ha avuto la possibilità di parlare della sua partecipazione a Indiana Jones 5 , dove ha condiviso il set per la prima volta in carriera con Harrison Ford.

Proprio di Ford l’attore ha parlato durante una recente intervista, elogiandone la fisicità e la presenza scenica. Ecco cosa ha detto Mads Mikkelsen sul collega di 79 anni:

“Era la prima volta che lo incontravo ed è una persona follemente potente. Non solo come attore, ma fisicamente. Ricordo che il primo giorno in cui stavamo girando, era una ripresa notturna, poi ci siamo fermati alle 5 del mattino – e poi è salito sulla sua mountain bike e ha pedalato per 50 chilometri. Harrison è un uomo mostruoso, un mostro molto carino”. 

Cosa sappiamo di Indiana Jones 5

James Mangold (Logan – The Wolverine) sarà il regista di Indiana Jones 5 al posto di Steven Spielberg, che invece aveva diretto tutti gli altri capitoli precedenti della saga. A bordo del progetto torna invece John Williams, già compositore dell’iconica colonna sonora che accompagna il personaggio da 40 anni. Nel cast, oltre a Harrison Ford, ci saranno Phoebe Waller-Bridge, Toby Jones, Antonio Banderas, Oliver Richters, Thomas Kretschmann, Boyd Holbrook, Shaunette Renée Wilson e Mads Mikkelsen.

Prima dell’ingaggio di Mangold, la sceneggiatura era stata affidata a David Koepp,  he ha poi lasciato il progetto insieme a Spielberg. Prima di Koepp, anche Jonathan Kasdan (figlio dello sceneggiatore de I predatori dell’arca perduta, Lawrence Kasdan) aveva messo le mani sullo script. L’uscita nelle sale del film è già stata posticipata diverse volte: inizialmente previsto per il 19 Luglio 2019, il film è stato rinviato prima al 10 Luglio 2020, poi al 9 Luglio 2021 e infine al 29 Luglio 2022. L’ultima data d’uscita utile del film è il 30 giugno 2023.

The Batman: il costumista rivela 20 versioni scartate del Bat-Segnale

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Il Bat-Segnale è fondamentale per ogni incarnazione del Crociato di Gotham, e questo vale ovviamente anche per The Batman e per il personaggio di Robert Pattinson. Per arrivare la pipistrello stilizzato che vediamo sulla sua tuta, il costumista Glyn Dillion ha dovuto ragionare molto sulla forma precisa che voleva dare al simbolo di questa versione di Batman, e questo ha portato alla realizzazione di molti bozzetti.

Di seguito, via Instagram, il costumista britannico che ha lavorato al film ha finalmente pubblicato i bozzetti scartati e alcuni disegni davvero suggestivi che ritraggono le prove costume del personaggio interpretato da Robert Pattinson.

The Batman, il film

The Batman diretto da Matt Reeves uscirà nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia. Protagonisti del film insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

Due anni trascorsi a pattugliare le strade nei panni di Batman (Robert Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali, hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth (Andy Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini. Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino (Colin Farrell), Carmine Falcone (John Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista (Paul Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione che da tempo affliggono Gotham City.

Animali fantastici: I segreti di Silente, l’omaggio al “Sempre” di Piton

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Il finale di Animali fantastici: I segreti di Silente riutilizza la frase “Sempre” di Severus Piton, che il personaggio pronuncia in Harry Potter e i Doni della Morte Parte 2 e che è diventata iconica per il franchise. Le vicende del film si svolgono molto prima di Harry Potter, il che significa che la storia di Piton non verrà raccontata per molti altri decenni in termini di linea temporale nell’universo del Wizarding World. Tuttavia, ciò non impedisce al franchise di tracciare parallelismi con il suo arco narrativo, cosa che I segreti di Silente fa in parte attraverso il personaggio di Credence Barebone (Ezra Miller).

Ci sono diversi punti in comune tra il personaggio di Credence e quello di Piton, se non fosse anche soltanto per la loro oscillazione tra bene e male. Il percorso di Credence, da orfano in cerca di una casa e di amore, di un posto dove stare, a vittima del fascino del lato oscuro rispecchia il viaggio di Piton da Mangiamorte all’uomo di Silente e doppio agente all’interno della cerchia di Lord Voldemort, un ruolo che ha interpretato alla perfezione fino alla sua morte.

Nel finale di Animali fantastici: I segreti di Silente, confermato che Credence è in realtà un Silente perché figlio di Aberforth Silente (Richard Coyle), scopriamo anche che il ragazzo sta per morire.  Alla fine del film il giovane chiede a suo padre “Hai mai pensato a me?” La risposta di Aberforth sembra fin troppo familiare: “Sempre”. Questa è una delle ultime battute di Piton in Harry Potter e i Doni della Morte (sebbene la ascoltiamo dopo la sua morte), ed è rimasta impressa nel cuore del franchise: è un tributo al personaggio, al compianto attore Alan Rickman e un segno di amore duraturo per Harry Potter, ancora, dopo tutto questo tempo, sempre appunto. È una parola che porta con sé il peso culturale, emotivo e narrativo del settimo libro e dell’ottavo film.

Animali fantastici: I segreti di Silente è uscito al cinema il 13 aprile, distribuito da Warner Bros. Alla regia c’è David Yates, mentre alla sceneggiatura torna JK Rowling, affiancata questa volta da Steve Kloves, sceneggiatore storico della saga di Harry Potter. Nel cast del film tornano Eddie RedmayneKatherine Waterston, Dan Fogler, Alison Sudol, Ezra Miller Jude Law. Nel film fa il suo debutto Mads Mikkelsen nel ruolo di Gellert Grindelwald.

Animali fantastici: I segreti di Silente, lungometraggio diretto da David Yates, riprende la narrazione dopo i fatti accaduti in ‘Animali Fantastici – I crimini di Grindelwald’ (2018) in cui viene rivelata la vera identità di Credence (Ezra Miller). In questo capitolo l’ascesa di Grindelwald (Mads Mikkelsen) deve essere fermata: il suo intento è quello di trasformare il mondo magico in una platea di ciechi sottoposti e dichiarare guerra al mondo dei non maghi. Silente (Jude Law), tuttavia, non può combattere Grindelwald a causa di un patto di sangue stretto in giovinezza quando il suo attuale nemico era la persona a lui più cara. Toccherà dunque a Newt Scamander (Eddie Redmayne) e alla sua squadra agire per conto di Silente e impedire che l’inganno e il terrore abbiano la meglio nell’elezione del nuovo leader del mondo magico.

Come mai in Avengers: Endgame è stato modificato il design dello Scudo di Cap?

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Parlando con Phase Zero, il maestro di scena dei Marvel Studios Russell Bobbitt spiega cosa ha portato al cambiamento dello Scudo di Cap in Avengers: Endgame. Apparentemente, la decisione è riconducibile alla sua interpretazione di ciò che stava accadendo a quel punto del film. Leggi il suo commento completo di seguito:

“La mia scelta è dipesa dal modo in cui ho guardato la scena, e il modo in cui l’ho interpretata era, ‘Sto passando la torcia. Sto passando la torcia. Ho apportato alcuni miglioramenti. Voglio che tu corra con questo. È il tuo scudo, non è il mio.’ Ora, questa è l’interpretazione di una persona soltanto. Si spera che molte altre persone l’abbiano vista allo stesso modo. Ma in poche parole è ciò che la Marvel ha voluto seguire.”

Lo Scudo di Cap: la timeline dell’arma più famosa e amata del MCU

Attraverso 26 film e cinque programmi televisivi su Disney+ (finora), l’MCU ha collezionato una buona quota di oggetti iconici. Il reattore ad arco di Iron Man, il martello di Thor e, naturalmente, lo scudo rosso, bianco e blu di Capitan America, che ha subito una metamorfosi sia nel design che nel significato nel corso degli anni.

La versione vista impugnata dal personaggio di Steve Rogers è in circolazione dagli anni ’40, quando Howard Stark gli ha regalato il suo scudo di vibranio durante la seconda guerra mondiale in Captain America: Il Primo Vendicatore. Dopo aver trascorso decenni congelato nel ghiaccio, Steve ha continuato a usarlo da The Avengers fino a Captain America: Civil War, quando lo lasciò alle spalle dopo il suo litigio con Iron Man. Sette anni dopo, Tony ha restituito a Steve il suo scudo rinnovato proprio prima del “Colpo nel Tempo” di Avengers: Endgame, e, sebbene sia stato distrutto da Thanos, un anziano Rogers ha passato uno scudo nuovo di zecca a Sam Wilson alla fine del film.

Thor: Love and Thunder, Nuova Asgard sarà un’attrazione turistica!

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Il sito Entertainment Earth ha reso disponibile per l’acquisto on line una serie di gadget dal film Thor: Love and Thunder. In particolare, vediamo di seguito una tazza che suggerisce che New Asgard, il nuovo regno di Asgard sulla Terra, governato da Valchiria dopo che Thor la ha passato il testimone alla fine di Avengers: Endgame, sarà una specie di attrazione turistica.

Sulla tazza di seguito si notano infatti diverse scritte che portano in questa direzione: “Saluti da Nuova Asgard”, “New Asgard Tours” e così via. Guardate voi stessi!

Thor: Love and Thunder

Thor: Love and Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 Luglio 2022.

Il film segue Thor (Chris Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr the God Butcher (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria (Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor, brandisce inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor. Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e fermarlo prima che sia troppo tardi.

Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and Thunder, un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Top Gun: Maverick, l’allenamento nella nuova featurette

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Top Gun: Maverick, l’allenamento nella nuova featurette

Cresce l’attesa per il debutto al cinema finalmente di Top Gun: Maverick, il nuovo film che vedrà protagonista Tom Cruise di nuovo nei panni di Pete. In attesa di vedere lui e il cast sul red carpet del Festival di Cannes, ecco una nuova Featurette “L’allenamento più intenso del cinema”. Dal 21 aprile sarà possibile acquistare i biglietti per le esclusive anteprime che si terranno il 21 e 22 maggio in tutti i cinema italiani che parteciperanno all’iniziativa.Il film sarà nelle nostre sale dal 25 maggio, mentre farà il suo esordio in USA due giorni dopo, il 27 maggio.

https://youtu.be/dDrks4NzgOU

Top Gun: Maverick, il film

Il Tenente Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise), tra i migliori aviatori della Marina, dopo più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando coraggiosamente nuovi aerei. Chiamato ad addestrare una squadra speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.

Batgirl: rivelato un nuovo personaggio nel film DC

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Batgirl: rivelato un nuovo personaggio nel film DC

In una recente intervista con E! News, Leslie Grace, protagonista di Batgirl, ha parlato del film che la vedrà presto protagonista e che è in produzione alla Warner Bros con HBO Max. Oltre a condividere i dettagli della sua interpretazione di Barbara Gordon, Grace ha anche fatto dei cenni interessanti al cast di supporto.

Stando a quello che ha dichiarato l’attrice, Jacob Scipio che è entrato a far paerte del cast qualche mese fa, interpreterà il personaggio di Anthony Bressi, un boss della mafia che potrebbe affiancare Firefly (Brendan Fraser) andando ad arricchire la schiera degli antagonisti della storia.

Cosa sappiamo di Batgirl

Batgirl è il film del 2022 di Adil El Arbi e Bilall Fallah con Leslie Grace, JK Simmons, Michael Keaton  e Brendan Fraser. È stato annunciato che Leslie Grace interpreterà Batgirl. Il suo precedente ruolo cinematografico è stato nell’adattamento della WB di In the Heights, acclamato dalla critica. Mentre la trama di Batgirl è ancora nascosta, il film vedrà J.K. Simmons torna nel ruolo del commissario Gordon, visto l’ultima volta in Justice League di Zack Snyder. Jacob Scipio partecipa al film in un ruolo non rivelato e Brendan Fraser interpreta il cattivo Garfield Lynns, noto anche come Firefly. Ivory Aquino si è unita al cast nel ruolo di Alysia Yeoh

Batgirl doveva essere diretto da Joss Whedon, regista di The Avengers e Avengers: Age of Ultron, nonché della versione cinematografica di Justice League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a “decifrare la storia”. Il film è diretto da Adil El Arbi e Bilall Fallah.

Shining Girls: recensione della serie Apple TV+

Shining Girls: recensione della serie Apple TV+

L’adattamento di Apple TV+ del bestseller scritto da Lauren Beukes promette di essere una delle serie thriller più interessanti e originali dell’anno. A giudicare dalle prime quattro puntate  – su un totale di otto – Shining Girls possiede più di un motivo per soddisfare il pubblico seriale disposto a cimentarsi con generi diversi.

Vi consigliamo (sorprendentemente) di non leggere il romanzo di partenza o la sua trama prima di vedere lo show, dal momento che potrebbe spoilerare alcune sorprese. Vi invitiamo però a farlo una volta finito di gustarlo al fine di apprezzare le modifiche fatte dagli sceneggiatori. 

La trama di Shining Girls

Partiamo dunque con il sintetizzare la storia di Shining Girls: nella Chicago dei primi anni ‘90 la giovane Kirby Mazrachi (Elisabeth Moss), sei anni dopo essere sopravvissuta a un attacco orrendo, capisce con l’aiuto del reporter Dan Velasquez (Wagner Moura) che il suo assalitore ha ucciso altre donne e sta meditando un altro omicidio. La caccia all’uomo per i due comincia immediatamente, ostacolata purtroppo dallo stato mentale di Kirby rimasta gravemente traumatizzata dalla brutale aggressione del serial-killer. 

Fin dall’episodio pilota Shining Girls si presenza come un puzzle avvincente, composto da tasselli che si incastrano tra loro con efficacia. Prima di tutto la Chicago di trent’anni fa risulta un’ambientazione magnificamente sfruttata: l’eleganza industriale della città, con la sua metropolitana sopraelevata e i sobborghi proletari si prestano con enorme efficacia al processo di “invecchiamento” senza necessariamente che questo stesso venga ostentato da un lavoro insistente sulle scenografie. Su questa cornice realistica eppure messa in scena con eleganza si dipana una trama che fin da subito non procede con la classica linearità della detective-story ma propone allo spettatore un rompicapo assolutamente stimolante.

Sfruttando infatti principalmente i problemi mentali del personaggi principale, Shining Girls sceglie di sviluppare di tanto in tanto piccoli scarti di senso, minime variazioni sulla logica degli eventi e la loro plausibilità: un gioco col pubblico che invece di togliere credibilità alla storia gli infonde al contrario un interesse ancora maggiore. Merito va attribuito anche alla regia accurata di ogni episodio e a un montaggio di indubbia competenza. Se nei vari episodi non si capisce fino in fondo la concatenazione degli eventi è perché, una volta tanto, si tratta di una scelta precisa degli autori, fattore che impreziosisce il risultato dello show. 

Shining GirlsI protagonisti non seguono percorsi scontati

Il secondo asso nella manica di Shining Girls sono i ruoli non stereotipati: l’arco narrativo di Kirby è reso interessante dal gioco di specchi a cui la sua mente continuamente la sottopone suo malgrado. La personalità di Dan è tutt’altro che affascinante, presentata come quella di un uomo che ha ormai soltanto il proprio lavoro a tenerlo da un fallimento totale. Le interpretazioni di Elisabeth Moss e Wagner Moura assecondano con efficacia la natura dei loro rispettivi personaggi: la star di Mad Men e The Handmaid’s Tale lavora sulla fragilità fisica e mentale di Kirby con indubbia competenza, mentre il protagonista di Narcos riesce a costruire Dan come un “uomo senza qualità” che però risulta sempre credibile e capace di interessare.

Il meglio però ce lo regala Jamie Bell nel ruolo dello psicopatico Harper – non è uno spoiler, attore e personaggio vengono presentati nella primissima scena del pilot. Con un lavoro di stilizzazione impressionante, Bell permette alla compostezza di Harper di farsi scena dopo scena sempre più terrificante, senza mai diventare esercizio di stile. Il suo non è un maniaco affascinante in stile Hannibal Lecter ma un assassino che calcola le sue mosse con gelida praticità. Il suo giocare con la coppia che si è messa sulle sue tracce eleva la tensione della serie in maniera esponenziale. 

Anche se alcuni indizi ci hanno indirizzato in un verso specifico, onestamente non possiamo scrivere di sapere dove andrà a dirigersi la seconda parte di Shining Girls. E questo è motivo di stupore, se non addirittura entusiasmo. Ciò che gli autori hanno costruito nei primi quattro episodi è uno spettacolo di qualità, sia per gli occhi che la mente. 

Thor: Love and Thunder, teaser trailer ufficiale!

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Thor: Love and Thunder, teaser trailer ufficiale!

Marvel Studios ha diffuso l’attesissimo teaser trailer di Thor: Love and Thunder, il nuovo film sul Dio del Tuono interpretato da Chris Hemsworth.

Thor: Love and Thunder

Thor: Love and Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 Luglio 2022.

Il film segue Thor (Chris Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr the God Butcher (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria (Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor, brandisce inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor. Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e fermarlo prima che sia troppo tardi.

Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and Thunder, un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Michele Riondino: 10 cose che non sai sull’attore

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Michele Riondino: 10 cose che non sai sull’attore

Michele Riondino è uno di quegli attori italiani che ha contribuito a cambiare la storia del cinema italiano recente, grazie anche alle sue incredibili interpretazioni. L’attore, che fa questo lavoro praticamente da sempre, è entrato sin da subito nel cuore degli spettatori, dimostrando di essere molto in gamba e di avere un talento per la recitazione fuori dal comune e scegliendo i ruoli più adatti alla sua persona.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Michele Riondino.

Michele Riondino: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. La carriera cinematografica dell’attore è iniziata nel 2003, quando debutta sul grande schermo con il film Uomini & Donne, amori & bugie, per poi continuare a recitare in film come Principessa (2008), Il passato è una terra straniera (2008), Fortapàsc (2009), Dieci inverni (2009), Maripiccolo (2009), Noi credevamo (2010), Henry (2010) e Qualche nuvola (2011). In seguito, recita in Gli sfiorati (2011), Acciaio (2012), Bella addormentata (2012), Il giovane favoloso (2014), Meraviglioso Boccaccio (2015) e Senza lasciare traccia (2016). Tra i suoi ultimi film, vi sono La ragazza del mondo (2016), Falchi (2017), Diva! (2017), Un’avventura (2019), Restiamo amici (2019) e I nostri fantasmi (2021).

2. Ha recitato in molte serie tv. Nel corso della sua carriera di attore, Riondino non ha prestato la sua opera solo per prodotti dedicati al grande schermo, ma ha anche recitato in diversi progetti televisivi. Infatti, nel 2001 è apparso in Compagni di scuola, per apparire poi in Incatesimo 5 (2002), Distretto di Polizia (2003-2005), La freccia nera (2006), Giorni da Leone 2 (2006) e Il segreto dell’acqua (2011). In seguito, ha preso parte alle serie Il giovane Montalbano (2012-in corso), Pietro Mennea – La freccia del Sud (2015) La mossa del cavallo – C’era una volta Vigata (2018), La guerra è finita (2020) e Fedeltà (2022).

3. È stato candidato a diversi premi. Nel corso della sua carriera, l’attore ha ricevuto diverse nomination, come ai David di Donatello nel 2017 per La ragazza migliore del mondo, ai Nastri d’argento nel 2009, 2012, 2013 e 2017 rispettivamente per Il passato è una terra straniera, Gli sfiorati, Bella Addormentata e Acciaio, e La ragazza del mondo. Inoltre, è stato candidato al Globo d’oro nel 2017 per La ragazza migliore del mondo e ai Ciak d’oro nel 2015 per Il giovane favoloso. In totale, l’attore ha vinto due premi: un Nastro d’argento nel 2010 per Dieci inverni e un Ciak d’oro per la Miglior coppia, insieme a Sara Serraiocco, per La ragazza del mondo.

michele riondino

Michele Riondino e il padre

4. Non è il figlio del noto cantautore. Contrariamente a quanto si pensa, il padre di Michele Riondino, l’interprete del Giovane Montalbano, è un un ex operaio Ilva di nome Franco e non David Riondino: il celebre cantautore, attore e regista di grande successo, molto apprezzato dal pubblico italiano.

Michele Riondino: la fidanzata e la figlia

5. È fidanzato da diverso tempo. L’attore è fidanzato da qualche anno con la make up artist Eva Nestori. Il caso ha voluto che i due si conoscessero sul set de Il giovane Montalbano, finendo per innamorarsi e non lasciarsi più. L’attore ha ammesso più volte che sia lui che la compagna sono fermamente decisi di non voler convolare a nozze, per il semplice fatto di avere la libertà di scegliersi ogni giorno senza imposizione alcuna.

6. È padre di una bambina. L’attore è diventato padre da qualche anno della piccola Frida, nata nel 2014 dall’unione con la compagna. Il nome della bambina non è casuale: infatti, è un omaggio alla celebre Frida Kahlo.

michele riondino

Michele Riondino è Montalbano

7. Ha avuto l’approvazione del Montalbano originale. Scritturato dopo essere stato proposto dal produttore Carlo Degli Esposti, l’attore ha avuto diversi colloqui soprattutto con Luca Zingaretti per poter valutare a pieno il progetto. L’interprete storico di Montalbano voleva infatti essere sicuro di trovare l’attore migliore per il personaggio e Riondino è risultato il prescelto.

8. È stato aiutato da Camilleri. Per interpretare il giovane Montalbano in Il giovane Montalbano, l’attore ha avuto l’onore di poter costruire il personaggio con Andrea Camilleri, creatore del personaggio e del suo mondo, il quale gli ha fornito indicazioni utili sul carattere di questa versione più giovane del suo celebre commissario.

Michele Riondino e Venezia

9. È stato padrino del Festival di Venezia. Nel 2018, l’attore ha avuto l’onore di vestire i panni del padrino della Mostra del Cinema di Venezia, cerimoniere delle serate di apertura e chiusura del Festival.

Michele Riondino: età e altezza

10.Michele Riondino è nato il 14 marzo del 1979 a Taranto, in Puglia. La sua altezza complessiva misura 180 centimetri.

Fonte: IMDb

Ethan Hawke: intervista al protagonista di The Northman

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Ethan Hawke: intervista al protagonista di The Northman

Guarda l’intervista a Ethan Hawke, protagonista di The Northman, il nuovo film dal visionario regista Robert Eggers. The Northman, un film epico ricco di azione che segue le vicende di un giovane principe Vichingo alla ricerca di vendetta per l’omicidio del padre. Il cast è ricco di star e include  Alexander SkarsgårdNicole KidmanAnya Taylor-JoyEthan HawkeWillem Dafoe.

Nel film il principe Amleth sta per diventare un uomo quando suo padre viene brutalmente assassinato. Due decenni dopo, Amleth, ora un vichingo, incontra una veggente che gli ricorda il suo voto.

Barry Keoghan, star di Eternals e The Batman, arrestato per ubriachezza

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Barry Keoghan, star di Eternals e The Batman, è stato arrestato a Dublino. Metro riferisce che l’attore è stato arrestato per ubriachezza. Fonti affermano che le autorità hanno risposto a una denuncia per rumore di un uomo che ha sentito un putiferio fuori dalla sua finestra.

Presumibilmente, Keoghan non era minaccioso, ma si stava semplicemente divertendo un po’ troppo fuori. I testimoni hanno confermato questa storia. Fortunatamente per tutte le parti coinvolte, l’incidente è giunto al termine ed è stato risolto. Un “avviso di addebito fisso” significa che la persona in custodia viene rilasciata senza alcun procedimento legale. Quindi, non abbiamo una situazione sul modello di quello Ezra Miller in questo caso. Non c’è stata alcuna dichiarazione né dai Marvel Studios né dalla DC Comics su questa faccenda. Ecco cosa ha detto la polizia irlandese a Metro su questa situazione.

“Gardaí ha arrestato un uomo sui 20 anni per un incidente di ordine pubblico avvenuto a Clongriffin, intorno alle 6:45, domenica 10 aprile 2022. Successivamente è stato rilasciato senza accusa e gli è stato rilasciato un FCN (avviso di addebito fisso).”

Finale a sorpresa – Official Competition, recensione del film con Penelope Cruz

Dal 21 aprile arriva nelle sale italiane Finale a sorpresa – Official Competition. Il film, già presentato alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, è un’insolita commedia meta-cinematografica. Il super cast – Penelope Cruz, Antonio Banderas e Oscar Martinez – unito ad una maestosa villa moderna, sono gli ingredienti essenziali per la riuscita del film.

La sinossi di Finale a sorpresa – Official Competition

Un imprenditore miliardario vuole produrre un film per poter accrescere la sua notorietà. Sceglie un romanzo – che non ha nemmeno letto – e lo affida alla famosa regista Lola Cuevas (Penelope Cruz) affinché ne tiri fuori un capolavoro cinematografico. Per realizzare il film, l’eccentrica regista sceglie due attori di estrema fama: Félix Rivero (Antonio Banderas), un divo Hollywoodiano affascinante e pluripremiato, e Iván Torres (Oscar Martínez), talentoso attore teatrale legato al cinema non commerciale. Inserite in uno stesso progetto, le personalità così diverse dei due divi entrano subito in competizione.

Dovendo interpretare due fratelli in conflitto, durante le prove Félix e Iván vengono sottoposti da Lola a prove attoriali (e non solo) stravaganti, che portano entrambi al limite della sopportazione. Riuscirà tutta l’energia che circola attorno ai due divi ad essere incanalata nella realizzazione di un film capolavoro?

Un film che parla di cinema

Meno tecnico di Effetto notte (La nuit américaine) di François Truffaut, ma similmente ironico sui divi del cinema. Meno metaforico de La finestra sul cortile di Hitchcock, ma ugualmente celebrativo dei movimenti di macchina. Finale a sorpresa – Official Competition è un film meta-cinematografico che parla della realizzazione di un film in modo comico.

Gli attori interpretano a loro volta degli attori (e una regista) dalle personalità spiccate ed eccentriche. Lola, Félix e Iván sono tre teste calde, rappresentano gli stereotipi del mondo divistico in modo estremamente divertente, senza essere eccessivamente caricaturali. Penelope Cruz (Blow, Vicky Cristina Barcelona, Madres Paralelas), vestita con abiti appariscenti a dotata di una folta, riccia chioma rossa, è l’artista pazza, geniale, indipendente e sensibile. Antonio Banderas (The Code, Ballistic) è il divo sciupafemmine sicuro di sè, scaltro, egocentrico e finto tonto. Oscar Martinez (Il cittadino illustre) rappresenta l’arte di nicchia, sofisticata, un po’ narcisista che disprezza la massa. Uniti, i tre grandi attori riempiono le scene.

Finale a sorpresa - Official CompetitionPochi attori per spazi immensi

Oltre ai tre attori principali, compaiono pochi personaggi, nessuno dei quali è troppo rivelante. In Finale a sorpresa – Official Competition, le rare figure si muovono in spazi immensi. Le stanze mastodontiche e deserte in cui avvengono le prove del film fittizio sono luoghi di design dalle linee nette e definite.

Un edificio enorme per i soli tre personaggi: in un’alternanza di campi lunghi e primissimi piani, la fotografia di Arnau Valls Colomer esalta l’arte cinematografica, fatta dai luoghi quanto dai volti. Nelle sconfinate inquadrature può esplodere l’ego degli artisti. Lola sottopone i due divi a prove assurde, li schiaccia, li lega, li fa piangere. Nella desolazione e nell’ampiezza della villa, tutto sembra concesso. E, anche Félix e Iván hanno modo di esprimersi, sia nelle loro performance attoriali, sia nei loro assurdi atteggiamenti.

Un lavoro registico degno di nota

La coppia di registi che dirige Finale a sorpresa – Official Competition è composta da Mariano Cohn e Gastón Duprat. I due noti cineasti argentini si dedicano alla produzione di un film spagnolo degno di nota. Il lungometraggio è una commedia, che spicca per la qualità. In un mondo in cui film comico è sempre più sinonimo di cattiva recitazione, film costruiti in studio e battute volgari, la pellicola di Cohn e Duprat alza l’asticella. L’umorismo è sottile e raffinato, la cinepresa asseconda le dinamiche relazionali tra gli attori, le ambientazioni e la qualità della fotografia esaltano la storia.

La competizione è viva e il finale è una sorpresa

Il titolo del film è molto suggestivo. La pellicola è una produzione spagnola,  il nome originale è ”Competencia Official”, tradotto in inglese con Official Competition. La competizione tra Félix e Iván è infatti al centro sia del film principale che del film fittizio a cui devono lavorare. I duelli a suon di battute, i momenti faccia a faccia vissuti dai due attori sono ciò che costruisce l’aspetto ironico della pellicola.

In italiano, il titolo è invece ”Finale a sorpresa”, una scelta non casuale che stuzzica la curiosità dello spettatore. Il film di Lola sarà realizzato o no? Succederà qualcosa di sorprendente che cambierà il corso delle vicende? Per scoprirlo, non resta che andare in sala e vedere Finale a sorpresa!

Thor: Love and Thunder, 10 storyline dei fumetti su Jane Foster da leggere

Mentre i fan aspettano pazientemente il primo trailer di Thor: Love And Thunder, l’attesa per il film è alle stelle, soprattutto dato che questo quarto capitolo della saga di Thor introdurrà una nuova versione dell’eroe titolare, che assumerà il volto di Jane Foster. Questo personaggio sarà basato su alcune delle migliori storyline dei fumetti di Jane Foster, compresa un’iconica striscia degli anni 2010 che ha ridefinito il personaggio verso una nuova era.

Jane Foster è una delle figure più importanti nella storia di Mighty Thor e lo è divenuta maggiormente negli ultimi anni, rendendo quindi essenziale per i fan la conoscenza approfondita dei suoi archi. L’eroina è passata dall’essere il tipico interesse amoroso all’interno della narrazione, fino a diventare uno dei personaggi più potenti dell’Universo dei fumetti Marvel e, quando il film finalmente arriverà nelle sale, sarà anche uno dei più potenti dell’intero MCU.

What If..? #10

Jane-Foster-in-What-If-Marvel-Comic.jpg (740×370)Un albo chiave da leggere prima di vedere il film è quello che per primo introduce Jane Foster nel ruolo di Thor. Questo avviene in una delle realtà più insolite dei fumetti What If…, in cui Jane recupera il Mjölnir al posto del Dr. Donald Blake e diventa così Thor.

What If…? #10 è uscito nel 1978, decenni prima che Jane Foster diventasse Thor nell’iconica run del 2014, ma è un primo esempio del suo potenziale e avvenire che potrebbe essere fonte di ispirazione per il film tanto quanto lo è probabilmente la run moderna.

Journey Into Mystery #84

Jane-Foster-as-a-nurse-in-Marvel-Comics.jpg (740×370)L’eredità di Jane Foster nella Marvel Comics è radicata quasi quanto quella di Thor: è infatti apparsa per la prima volta in Journey Into Mystery #84, proprio un numero dopo Thor. Anche se il personaggio si è evoluto considerevolmente da allora, questo primo numero è un ottimo fumetto per iniziare a capire meglio Jane.

Inizialmente si presenta come infermiera nell’ufficio del Dr. Blake, l’alter ego umano di Thor in quel momento, e con un nome diverso: Jane Nelson. Ma, come per il personaggio di Due Facce, che nei fumetti era Harvey Kent, questa caratteristica venne modificata rapidamente.

Thor #236

Thor-watches-over-an-ill-Jane-Foster-in-Marvel-Comics..jpeg (740×370)In quella che potrebbe essere un’anteprima degli eventi a cui assisteremo nel film, la personalità di Jane Foster si è unita a quella di Sif in Thor #236. Infatti, Sif ha essenzialmente sacrificato la sua vita per proteggere quella di Jane, dopo che lei si è ammalata. Jane ha guadagnato poteri asgardiani come risultato e questo potrebbe essere un punto di partenza anche per la trama del film nel MCU.

La ragione principale per cui è fondamentale leggere questo numero prima del film è che sia Sif che Jane ritorneranno, ed entrambe si contenderanno l’affetto di Thor. La storia potrebbe dunque concludersi in maniera agrodolce, se il film si basasse su questo fumetto…

Thor #249

Jane-Foster-inhabits-Lady-Sifs-body-in-Marvel-Comics.jpeg (740×370)Anche la trama del fumetto Thor #249 potrebbe essere rilevante per il MCU. In questo numero, Jane Foster scopre il sacrificio di Sif, grazie al quale si converte in un potente essere asgardiano e ciò potrebbe essere sfruttato dal MCU in diversi modi.

Jane Foster potrebbe essere all’altezza di Thor nel film avendo già beneficiato di una qualche interazione con Sif, ma questo è ancora da vedere poiché nei fumetti il ruolo di Jane ha continuato ad evolversi.

Valkyrie #1

Jane-Foster-becomes-Valkyrie-in-Marvel-Comics..jpeg (740×370)Il MCU ha già una Valchiria, ma in origine ce ne erano diverse versioni e potrebbero essercene molte altre in futuro. Valkyrie #1 reimmagina Jane Foster come una nuova Valchiria dopo che si è dimostrata degna della stima di Odino grazie al suo eroico sacrificio nelle vesti di Thor.

Valchiria è un personaggio chiave nei fumetti, mentre nel MCU è stata ritratta semplicemente come una delle tante guerriere. Jane potrebbe apparire nel film come un nuovo membro della rinnovata squadra delle Valchirie, forse persino al fianco della stessa Valchiria.

Thor: The Mighty Avenger #1

Jane-Foster-sees-an-Asgardian-Rainbow-Bridge-in-Marvel-Comics..jpeg (740×370)Thor: The Mighty Avenger #1 è una fantastica miniserie di fumetti ambientata in una realtà alternativa, che potrebbe essere materiale fondamentale per il film se la Jane Foster di Love and Thunder è effettivamente una variante del personaggio. Questa storia racconta la sua origin story dalla sua prospettiva, a partire dal suo primo incontro con Thor.

La serie, composta da otto numeri totali, merita di essere letta indipendentemente dal film, soprattutto per il fantastico stile del fumettista Chris Samnee. In più, è ancora più interessante approcciarsi a questa lettura, che potrebbe essere un possibile accenno al futuro di Jane nel MCU, se il film deciderà di renderla una variante del multiverso invece della Jane Foster che i fan hanno conosciuto.

Thors #4

Jane-Foster-fights-variant-Thors-in-Marvel-Comics..jpeg (740×370)Thors #4 è uno dei capitoli di una mini-serie collegata a Secret Wars del 2015, nonché uno dei fumetti evento più significativi della Marvel. Questo numero mette Jane Foster contro numerose varianti di Thor su Battleworld, qualcosa che potrebbe accadere nel MCU e che lo rende un fumetto must-read prima del film.

Con il multiverso in continua espansione nel MCU e la prospettiva di vedere più varianti di Thor nel film, questo numero in cui Jane Foster raduna versioni alternative dell’eroe per combattere le bugie del Dio Imperatore Doom ha potenzialmente molto da offrire ai fan del MCU.

All-New, All-Different Avengers #5

Jane-Foster-Thor-and-Sam-Wilson-Captain-America-kiss-in-Marvel-Comics..jpeg (740×370)All-New, All-Different Avengers #5 è una lettura essenziale prima del film in quanto presenta un potenziale interesse amoroso che potrebbe essere introdotto nel MCU. Infatti, in questo numero, Jane Foster e Sam Wilson si baciano nelle loro rispettive vesti di Capitan America e Thor.

Questo numero finisce anche con la rivelazione del fatto che Sam è una delle pochissime persone che sanno che Jane è in realtà Thor in quel momento. Dunque, sembra possibile che questa intrigante storia d’amore potrebbe essere parte del futuro di entrambi personaggi al cinema.

Mighty Thor #705

Jane-Foster-Thor-in-Marvel-Comics.jpg (740×370)Mighty Thor #705 sembra segnare la fine di Jane Foster nella Marvel Comics, ma in realtà è solo l’inizio. Si tratta di un numero chiave da leggere nella serie di punta dello scrittore Jason Aaron e dell’artista Russell Dauterman, poiché probabilmente annuncia in qualche modo quale potrebbe essere il futuro di Jane nel MCU.

In questo numero, Jane sta morendo di cancro e le è rimasta ormai ben poca forza per combattere. Tuttavia, decide di impugnare il Mjölnir e tramutarsi in Thor per combattere Mangog: in questa battaglia, salva Asgard ma perde la vita, sacrificio che Odino ricompenserà concedendole la resurrezione.

Thor #1

Jane-Foster-wields-Mjolnir-in-Marvel-Comics..jpeg (740×370)Thor #1 del 2014 dà il via all’arco che ha ridefinito la trasformazione di Jane Foster in Thor e ha portato questa versione del personaggio nel MCU. In questo numero, Jane sta morendo di cancro mentre una nuova versione femminile di Thor impugna il Mjölnir dopo che Odinson è stato ritenuto indegno.

L’identità di questo nuovo Thor rimane un mistero per un po’ di tempo nei fumetti, ma assume comunque uno status iconico fin dal suo ingresso in scena, grazie alla fantastica grafica di Russell Dauterman, che realizza alcun delle vignette più iconiche della storia recente della Marvel Comics.

Eternals e Hawkeye sono stati premiati per la rappresentazione della disabilità

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Eternals e Hawkeye, prodotti dei Marvel Studios, hanno ricevuto un riconoscimento, grazie a due dei suoi supereroi.

La serie Disney+ e il film di Chloe Zhao si sono guadagnate il sigillo di rappresentazione autentica dalla Ruderman Family Foundation, che sostiene la piena inclusione delle persone con disabilità nella società. Il sigillo riconosce i film e i programmi televisivi che presentano attori con disabilità in ruoli con almeno cinque battute di dialogo.

Sia Makkari (Lauren Ridloff) di Eternals che Echo (Alaqua Cox) di Hawkeye sono individui dotati di superpoteri che hanno anche disabilità.

“Makkari è piena di cuore e saggezza. È forte, carismatica, misteriosa e maliziosa. Siamo molto fortunati ad aver trovato Lauren Ridloff, che è la nostra Makkari nella vita reale!” ha detto Chloe Zhao in una dichiarazione. “Ha dato vita a questo personaggio con amore e convinzione e ci ha insegnato così tanto nel processo”.

Ridloff e Cox sono entrambe sordi e quest’ultima inoltre è un’amputata che usa una protesi alla gamba. “Non solo [Ridloff] era eccessivamente qualificato per entrare a far parte di un cast già di alto livello, ma ha elevato l’ensemble con il suo spirito, talento e carisma unici. È stato un privilegio conoscerla attraverso il processo e vedere che eroe nella vita reale è diventata per così tanti”, ha detto Sarah Finn, che guida il casting per il Marvel Cinematic Universe.

Di Cox, ha aggiunto: “Il personaggio di Alaqua Cox, Maya Lopez/Echo, è basato su un personaggio Marvel esistente che è sordo e nativo americano. Nel casting per il ruolo, volevamo celebrare e onorare sia la cultura dei sordi che quella dei nativi americani. Non potremmo essere più deliziati dalla performance di Alaqua Cox. È fenomenale e fa parte di una nuova cultura nel cinema e in televisione, dove la rappresentazione autentica non solo conta, ma è fondamentale per il tipo di storie che vogliamo raccontare e come le diamo forma”.

Tim Roth racconta la sua esperienza sul set di Sundown, il nuovo film di Michel Franco

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In occasione dell’uscita al cinema di Sundown, la sua nuova collaborazione con Michel Franco, dopo Chronic, abbiamo incontrato Tim Roth, che ha parlato del film girato interamente ad Acapulco, lì dove il regista ha passato le sue estati dell’infanzia.

La storia di Sundwon è quella di Neil Bennett, un uomo di mezz’età, che alloggia in un lussuoso resort di Acapulco assieme alla sorella Alice, erede come lui di una multinazionale dell’industria della carne, e i due figli di lei. La notizia improvvisa della morte della madre li costringe a interrompere la vacanza e tornare subito in Inghilterra per il funerale, ma Neil, che da un po’ manifesta insoddisfazione nei confronti di tutto per ragioni sconosciute, finge di aver smarrito il passaporto al momento dell’imbarco e rimane in città a crogiolarsi pigramente sulla spiaggia.

Roth e Franco hanno lavorato insieme alla storia

Neil è un personaggio insolito, non lo capiamo mai davvero, eppure potrebbe persino far simpatia. Affascina e respinge lo spettatore. Per Tim Roth è stato complicato interpretarlo perché è stato il primo tassello intorno cui si è costruito il film: “Io e Michel abbiamo lavorato sulla storia che poi è diventata una sceneggiatura, che si evolveva mentre giravamo. Quindi non è mai stata una cosa fissa, decisa. Io sapevo nel mio privato quali erano le motivazioni del mio personaggio che però non tutti gli altri conoscevano. Loro sapevano l’arco che percorrevamo, ma le motivazioni di ognuno erano oscure. È stato molto difficile, credo sia stato uno dei personaggi più emotivamente complicati che io abbia mai approcciato, e non ho ancora visto il film, vorrei vederlo con un pubblico, ma è difficile per via della pandemia.”

“Quello che volevamo era che la nozione di performance svanisse – continua RothVolevamo vedere che lui è un uomo che ti capita di riconoscere, perché magari hai visto la mia faccia in altri film, ma lui semplicemente scende in spiaggia, incontra qualcuno e così via… l’idea era di eliminare la barriera tra attore e pubblico e farsi cogliere dall’inaspettato. Inoltre credo che ogni persona che lo vede lo percepisce in maniera diversa, per alcuni è divertente, per altri è terrificante. Il personaggio era stato deciso prima della sceneggiatura, e da qui abbiamo lavorato in maniera evolutiva. È stato difficile, ma anche eccitante. Così è lavorare con Michel, non sai mai quello che ne verrà fuori. Per un attore è divertente sperimentare in questo modo.”

Il film è ambientato ad Acapulco proprio perché Franco voleva tornare sui posti della sua infanzia, ma Tim Roth ha detto che lui non ha nessun desiderio di tornare nei posti in cui è cresciuto:

“Non torno mai nei posti in cui sono cresciuto, non credo siano interessanti. Il posto in cui andavo a scuola a South London… ero bullizzato, quindi perché tornare? Non ho bei ricordi, non ho interesse a tornare indietro a quei posti. Quando penso a quei posti e alla vita che ho avuto lì, sono felice che sia passato, che non sia più nel presente.”

Tim Roth: “ogni aspetto della mia vita contiene una contraddizione”

Sundown racconta soprattutto le contraddizioni di un luogo magnifico, funestato però da esplosioni di violenza che sembrano non trovare alcuna giustificazione razionale, una contraddizione profonda per Acapulco. Per Tim Roth la contraddizione è un elemento costitutivo di ogni esperienza, come lui stesso spiega: “Non c’è nessuna ragione per cui io dovrei essere a questo punto della mia carriera, a parlare con voi di un film che ho girato in Messico. Per me è una contraddizione anche questa, direi che ogni aspetto della mia vita contiene una contraddizione.”

Per quanto riguarda il lavoro sul set, per Tim Roth e la troupe di Michel Franco è stato insolito lavorare in mezzo al caos di Acapulco, ma a mano a mano che le riprese procedevano, i locali si abituavano alla macchina cinematografica:

“Quelli sono i posti in cui Michel andava in vacanza da piccolo, proprio quella spiaggia lì. Ma niente ti prepara a quello che trovi, la gente, il rumore, l’interazione con la persone. Ero veramente guardato come un alieno. Le cose sono cambiate piano piano mentre si avanzava con la produzione. Eravamo una cosa insolita per i locali, con le telecamere sulla spiaggia affollata, ma è bastato poco perché diventassimo poco interessanti. Girare a New York è un incubo, girare ad Acapulco ci ha permesso invece di lavorare molto più tranquillità, come se niente fosse. Non ti aspetti che una cosa del genere sia semplice, ma è stato così, facile, principalmente grazie alla popolazione del posto.”

Sundown arriva al cinema il 14 aprile distribuito da Europictures.

Star Wars: la leggendaria saga rivive nella nuova collezione formato 4k UHD

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Star Wars, la leggendaria saga Lucasfilm che appassiona i fan di tutto il mondo da più di 40 anni, è disponibile da oggi, 15 aprile, con una nuova collezione per rivedere tutti gli episodi con la perfezione e la potenza del formato 4K UHD. La raccolta è composta da tre diversi box set in edizione limitata che racchiudono le tre iconiche trilogie: la trilogia prequel che dà inizio all’avventura spaziale, la trilogia originale in cui gli eroi si ribellano per salvare la Galassia, e la trilogia sequel con i film finali della saga di Skywalker.

Oltre alle scene dei film da vedere e rivedere, i box set includono anche tutti i contenuti extra di ciascun titolo, tra cui le scene eliminate ed estese, le interviste ai protagonisti, i documentari esclusivi e tanti altri approfondimenti con il cast e i filmmaker per ripercorrere la storia di Star Wars dalle origini a oggi.

CONTENUTI EXTRA Star Wars

La Minaccia Fantasma – Episodio I

  • Conversazioni: Doug Chiang guarda indietro
  • Scoperte dall’interno: modelli e miniature
  • George Lucas sulla rivoluzione digitale
  • Documentario: L’inizio
  • La corsa di sgusci: montaggio cinematografico
  • Scene tagliate ed estese
  • Interviste

L’Attacco dei Cloni – Episodio II

  • Conversazioni: suoni nello spazio
  • Scoperte dall’interno: costumi svelati
  • L’arte de L’attacco dei cloni
  • Documentario: Dai pupazzi ai pixel: i personaggi digitali in Episodio II
  • Documentario: I film non vengono distribuiti: scappano
  • Episodio II: analisi del montaggio degli effetti visivi (Siggraph Reel)
  • Scene tagliate ed estese
  • Interviste

La Vendetta dei Sith – Episodio III

  • Conversazioni: lo Star Wars che quasi fu
  • Scoperte dall’interno: ologrammi ed errori
  • Scene tagliate ed estese
  • Interviste

Una Nuova Speranza – Episodio IV

  • Conversazioni: creazione di un universo
  • Scoperte dall’interno: armi e la prima spada laser
  • Contenuti storici
  • Trailer di lancio di Star Wars
  • Scene tagliate ed estese
  • Interviste

L’impero Colpisce Ancora – Episodio V

  • Conversazioni: le interviste perdute
  • Scoperte dall’interno: mascherini svelati
  • Una conversazione con i Maestri
  • Dennis Murren: come camminano i Camminatori
  • Scene tagliate ed estese
  • Interviste

Il Ritorno dello Jedi – Episodio VI

  • Conversazioni: Gli effetti speciali
  • Scoperte dall’interno: i suoni di Ben Burtt
  • Scene tagliate ed estese
  • Interviste

Il Risveglio della Forza – Episodio VII

  • Segreti de Il Risveglio della Forza
  • Il Risveglio della Storia: La Lettura a Tavolino
  • Creazione delle Creature
  • Costruzione di BB-8
  • Progetto di Battaglia: Il Combattimento nella Neve
  • ILM: La Magia Visiva della Forza
  • John Williams: La Settima Sinfonia
  • Scene eliminate
  • Forza per il Cambiamento

Gli Ultimi Jedi – Episodio VIII

  • Il Regista e i Jedi
  • L’Equilibrio della Forza
  • L’Analisi delle Scene
  • Andy Serkis Live! (Solo per Una Notte)
  • Scene tagliate ed estese
  • Interviste

L’Ascesa di Skywalker – Episodio IX

  • L’eredità di Skywalker
  • Pasaana: creare l’inseguimento degli speeder
  • Alieni nel deserto
  • D-O: chiave del passato
  • Warwick e figlio
  • Cast di creature

Un figlio: clip in esclusiva del film dal 21 aprile in sala

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Un figlio: clip in esclusiva del film dal 21 aprile in sala

Sarà nelle sale dal 21 aprile Un figlio, film presentato a Venezia 78. Un potente dramma familiare all’alba della primavera araba, teso come un thriller e ispirato al cinema di Asghar Farhadi. Il film è l’opera prima di Mehdi M. Barsaoui ed è distribuito da Valmyn e I Wonder. Ecco una clip in esclusiva dal film:

https://www.youtube.com/watch?v=HHFtbqiMkh0

 

DCEU: i nuovi vertici Warner Bros vogliono espandere il mondo dei personaggi secondari

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I nuovi proprietari della Warner Bros. stanno cercando di esplorare più personaggi “non protagonisti” DC per espandere il DCEU. Circa una settimana fa, AT&T ha annunciato di aver concluso un accordo per fondere Warner Bros. Media con Discovery Inc. L’ex presidente e amministratore delegato di Discovery Inc. David Zaslav gestirà la nuova filiale, chiamata Warner Bros. Discovery Inc.

Per anni, la DC è stata uno dei franchise più redditizi della Warner Bros., sia che si tratti della trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan o del più recente DC Extended Universe. A partire da Man of Steel nel 2013, la Warner Bros. ha lavorato a stretto contatto con Zack Snyder per costruire un universo cinematografico DC in grado di rivaleggiare con il MCU. La Warner Bros. ha avuto un inizio difficile con Batman v Superman: Dawn of Justice e successivamente con Justice League ottenendo recensioni poco brillanti. Tuttavia, lo studio ha iniziato a raccogliere più successo quando ha iniziato a realizzare film indipendenti tra loro, come Joker del 2019 con Joaquin Phoenix.

La Warner Bros. ha senza dubbio tratto profitto da famosi supereroi come Batman e Superman per decenni, ma Variety ha riferito che il nuovo CEO della Warner Bros. Discovery sta cercando di raccontare più storie che hanno per protagonisti i personaggi secondari della DC. Zaslav vorrebbe sperare di rivitalizzare personaggi popolari come Superman sfruttando anche il potenziale di quei personaggi che gli fanno da contorno. Tuttavia, il report non ha specificato a quali personaggi sta pensando la Warner Bros. Discovery.

Film come Aquaman e il regno perduto e The Flash del 2023 si collegheranno ancora alla trama più ampia del DCEU, ma la Warner Bros. ha preso provvedimenti negli ultimi anni per esplorare altri personaggi che non si legano direttamente al piano originale di Snyder. Progetti come Shazam! e lo spinoff di The Suicide Squad Peacemaker fanno ancora riferimento a personaggi DCEU prestabiliti, ma le loro storie non aggiungono molto alla più ampia narrativa DC. Più di recente, la Warner Bros. ha distribuito The Batman con Robert Pattinson, ambientato in un universo completamente diverso, come Joker. La Disney ha guadagnato miliardi trasformando ogni progetto MCU in una storia più ampia, ma sembra che la Warner Bros. Discovery continuerà ad espandere l’universo DC senza concentrarsi sul rendere tutto connesso.

The Northman: la recensione del film di Robert Eggers

The Northman: la recensione del film di Robert Eggers

Sono bastati due film a Robert Eggers per esser definito un regista di culto, tra i più promettenti della sua generazione. The Witch e The Lighthouse sono infatti due autentici gioielli, che fanno della rispettiva atmosfera l’elemento di maggior forza comunicativa, dimostrando la grande capacità di Eggers di padroneggiare il mezzo cinematografico per ottenere prodotti estremamente personali e originali. Giunto al suo terzo lungometraggio, il regista ripropone questa sua unicità coniugandola ad un racconto molto più epico e ambizioso. The Northman è infatti la prima produzione dal grande budget per lui, ambientata in un contesto vichingo e incentrata su un forte desiderio di vendetta.

La storia è quella di Amleth (interpretato da Alexander Skarsgård), il quale da bambino vede suo padre Aurvandill (interpretato da Ethan Hawke) morire per mano del fratello Fjölnir (interpretato da Claes Bang). Riuscito a mettersi in salvo da quel tradimento, Amleth cresce come un violento e indomabile vichingo, fino a quando non ottiene informazioni sullo zio che riaccendono in lui il desiderio di vendetta. Oltre a rendere giustizia al padre, però, Amleth dovrà anche salvare sua madre Gudrún (interpretata da Nicole Kidman), senza sapere quali ostacoli e scelte dovrà affrontare lungo il suo percorso.

The Northman e la costruzione del mito

Scritto dallo stesso Eggers in collaborazione con Sjón, scrittore e paroliere islandese, il film trae liberamente spunto da una leggenda su cui si basò anche William Shakespeare per dar vita al suo celebre Amleto. Questa è quella di Amleth, raccontata da Saxo Grammaticus nella Vita Amlethi, parte delle Gesta Danorum, opera storica della Danimarca risalente al XII secolo. I due sceneggiatori, pur rimanendo grossomodo fedeli all’intreccio narrativo, arricchiscono questo di tutta una serie di suggestioni, simbolismi e dettagli storici in più. Obiettivo dichiarato di Eggers è quello di dar vita al “film definitivo sui vichinghi”.

The Northman Alexander Skarsgard
Aidan Monaghan / © 2021 Focus Features, LLC.

Anche con questo suo terzo film, Eggers mira dunque a proporre una propria rielaborazione del concetto di mito, portando alla luce gli aspetti più brutali e affascinanti della cultura vichinga. The Northman è infatti ricco di elementi folkloristici, di crudo iperrealismo e di elementi onirici che pongono in crisi il confine tra reale e immaginario. Già con i precedenti due film il regista aveva lavorato proprio su tale dicotomia, portando tanto i suoi personaggi quanto il suo pubblico a dubitare di quanto avviene. Il discorso viene ora ripreso e portato a nuovi livelli, perché indubbiamente questo nuovo lungometraggio è per Eggers un banchetto di prova.

Con un budget maggiore, un cast di grandi stelle del cinema e un respiro narrativo più ampio egli deve dimostrare di saper coniugare le sue ambizioni autoriali con un prodotto destinato ad un pubblico più mainstream. La struttura da revenge movie gli permette certamente di affidarsi ad un qualcosa di consolidato nel cinema, a cui Eggers aggiunge tutti i suoi principali interessi stilistici e tematici, vincendo dunque la sua sfida. La felice unione tra una storia “popolare” e un modo di raccontarla fortemente ricercato, sembra infatti confermare la capacità di Eggers di andare oltre i significati apparenti, costruendo immagini e atmosfere ricche di sottotesti estremamente comunicativi a livello emotivo e sensoriale.

The Northman cast
Aidan Monaghan / © 2022 Focus Features

Un’opera viscerale, guidata come il suo protagonista dall’istinto

Un film tanto atteso quanto The Northman non può che dar vita a netti scontri di opinione tra chi lo considererà un passo falso per Eggers e chi invece lo indicherà come il suo miglior film ad oggi. La verità, come al solito, non sta né dall’una né dall’altra parte. Proprio come è difficile stabilire il limite tra realtà e sogno nel film, così lo è formulare un giudizio preciso su di esso. È certo che si tratta di un’opera viscerale, guidata come il suo protagonista dall’istinto, dalla ferocia e dal desiderio di non lasciare indifferente nessuno. Eggers abbandona almeno apparentemente il controllo manifestato nei precedenti lungometraggi per dar vita ad un film imperfetto eppure affascinante proprio per questo suo non volerlo essere.

Lo spettatore si troverà infatti qui dinanzi a continui colpi di scena, sequenze tanto violente quanto irresistibili, ambienti e atmosfere fortemente suggestive e funzionali al racconto, personaggi complessi e ricchi di imperfezioni, interpretati da attori come sempre impeccabili. Tutto ciò conferisce al film una forza travolgente a cui difficilmente si può resistere. Se non tutti ameranno questo nuovo capitolo nella filmografia di Eggers, c’è di certo che però egli continua a dimostrarsi un regista capace di generare attenzione come pochi. The Northman non sarà il suo miglior film, ma è indubbiamente un’opera capace di far convivere dentro di sé anime diverse, dal cui incontro si genera qualcosa che non capita di vedere spesso al cinema.

Kraven the Hunter: un nuovo giovane volto si unisce al cast

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Kraven the Hunter: un nuovo giovane volto si unisce al cast

Levi Miller si è unito al cast di Kraven the Hunter, il prossimo film Marvel-SONY che vedrà protagonista Aaron Taylor-Johnson.

Kraven the Hunter, il film

Dopo il successo di Venom: Let There Be Carnage e Spider-Man: No Way Home , Sony continua ad espandere il suo universo Marvel e Kraven the Hunter si unisce a una lista che include anche Madame Web con Dakota Johnson e il progetto Spider-Woman di Olivia Wilde.  Art Marcum, Matt Holloway e Richard Wenk hanno scritto la sceneggiatura di Kraven the Hunter e il fatto che il film attiri talenti di alto livello è sicuramente un buon segno.

Nel cast del film sono stati confermati Aaron Taylor-Johnson, Ariana DeBose, Russell Crowe, Alessandro Nivola, Christopher Abbott e Fred Hechinger. J.C. Chandor dirigerà il film, con la produzione di Avi Arad e Matt Tolmach. Art Marcum, Matt Holloway e Richard Wenk hanno scritto la sceneggiatura.

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