Black
Panther 2 potrebbe entrare in produzione con l’inizio
delle riprese a marzo 2021. Dopo che l’originale Black
Panther ha infranto i record al botteghino ed è
diventato il primo film tratto dai fumetti nominato per il miglior
film agli Oscar, era inevitabile che ci sarebbe stato un seguito.
La Marvel ha confermato ufficialmente
Black Panther 2
al San Diego Comic-Con 2019, per un’uscita
prevista nel maggio 2022. Ryan Coogler tornerà a
scrivere e dirigere.
A seguito della pandemia di
coronavirus, Disney (come ogni altro studio) ha modificato in modo
significativo la sua lista di uscite programmate. Ciò ha incluso la
risistemazione della maggior parte dei prossimi titoli della Fase 4
del MCU, ma, data la sua previsione di
uscita, Black
Panther 2 è stato in grado di rimanere nella sua
finestra originale e potrebbe rispettarla.
Secondo un post trovato nella lista
di produzione (tramite l’utente di Reddit smoove4254), Black
Panther 2 inizierà le riprese nel marzo 2021 in
Australia.
Successo planetario capace di
incassare 1,3 miliardi in tutto il mondo, secondo film Marvel con il maggior risultato
domestico di sempre secondo solo ad Avengers: Endgame e vincitore di
tre premi Oscar, Black Panther tornerà con un
nuovo capitolo – Black Panther
2 – inserito nella Fase 5 del MCU, come confermato da Kevin
Feige.
Ryan
Coogler è stato confermato a capo
del sequel per il quale curerà sia regia che
sceneggiatura. Intervistato da Indiewire, il filmaker americano ha
confessato di non sentire alcuna pressione per questo nuovo
progetto e spiegato cosa intende raggiungere con la prossima
avventura di T’Challa:
“Credo che la pressione sarà
sempre lì ad aspettarmi. Ho avuto la possibilità di realizzare tre
lungometraggi, ognuno dei quali aveva il suo specifico tipo di
pressione e sui quali gravavano aspettative diverse […] Ma
qui si tratterà di girare un sequel, il che è qualcosa che non
ho mai fatto prima, ed è un sequel di un film che ho diretto,
quindi penso che ci sarà molta pressione e per questo cercherò di
concentrarmi sul lavoro come sempre. Giorno dopo giorno, un passo
alla volta, eliminando l’ansia intorno a noi, per creare una storia
che abbia un qualche tipo di significato.“
“Percorso mitico e carico di
emozioni, Dune
racconta la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e dotato
nato sotto un grande destino al di là della sua comprensione, che
dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso dell’universo per
assicurare alla sua famiglia e alla sua gente un futuro: mentre
forze maligne esplodono in un conflitto per avere il controllo
esclusivo del pianeta e della risorsa più preziosa esistente (una
merce in grado di sbloccare il più grande potenziale dell’umanità),
a sopravvivere saranno solo quelli che potranno sconfiggere la loro
paura“.
La star di Killing
Eve, Jodie Comer, è tra le attrici tenute d’occhio
per recitare nel film prequel di Mad Max,
che sarà concentrato sul passato di Furiosa.
Sono passati esattamente cinque anni da quando Mad Max:
Fury Road è arrivato nelle sale, guadagnando critiche
entusiaste e consolidando rapidamente la sua reputazione come uno
dei film d’azione più audaci (per non dire, visivamente suggestivi)
del nuovo secolo.
Ora, dopo che una causa legale che
coinvolge la Warner Bros in merito ai profitti del film ha impedito
di portare avanti il progetto del sequel, il regista George
Miller spera di riaprire il franchise post-apocalittico
con il prequel su Furiosa.
All’inizio di quest’anno, è stato
riferito che Miller vuole iniziare a girare uno spin-off su
Furiosa
il prossimo anno e ha valutato Anya Taylor-Joy per un ruolo chiave, forse
anche un giovane Imperatrice Furiosa
(che Charlize Theron ha interpretato in
Fury Road). Più di recente, il regista ha
confermato che sta lavorando a un prequel di Fury Road e sta
cercando di trovare un’altra attrice per interpretare Furiosa
piuttosto che utilizzare la tecnica del de-invecchiamento digitale
su Theron, come aveva inizialmente previsto. Anya Taylor-Joy non è l’unica attrice ad
ambire al ruolo.
Secondo
THR, Comer è tra le attrici che potrebbero essere considerate
per il ruolo di Furiosa.
Il film dovrebbe esplorare più retroscena di Furiosa
– incluso il suo periodo nel “Green Place” e le esperienze con le
donne guerriere Vuvalini – quindi dovrebbero esserci più
protagoniste femminili, per cui non è detto che Taylor-Joy e
Jodie Comer siano in lizza per lo stesso
ruolo.
Phil Lord e
Chris Miller, il duo dietro a 21 Jump
Street e The Lego Movie,
dirigeranno e produrranno il film di astronauti con protagonista
Ryan Gosling. Di recente, Lord e Miller hanno
vinto un Oscar per la produzione di Spider-Man: Un
nuovo Universo, che Lord ha anche co-scritto.
Dopo il successo del film, il duo
creativo ha siglato un accordo importante con la Sony Pictures TV e
sta sviluppando un universo televisivo per i suoi personaggi
Marvel, tra cui Spider-Man, Black
Cat e Silver Sable e Venom. Hanno anche ottenuto un accordo
cinematografico con la Universal lo scorso agosto per sviluppare
sia progetti comedy che drammatici, insieme allo studio.
Gosling,
che era già a bordo del progetto, ha recentemente recitato in
First Man, diretto da Damien
Chazelle, in cui interpreta l’astronauta Neil
Armstrong. In precedenza ha lavorato sempre con Chazelle
in La La Land, con Emma Stone, in un ruolo che gli è valso un
Golden Globe e la sua seconda nomination all’Oscar. È stato
nominato per la prima volta un decennio fa per Half Nelson. Gosling
è anche noto per i suoi ruoli in film famosi come Blade
Runner 2049, Drive e La grande
scommessa.
Il film MGM non ha ancora un nome ma
sarà basato sul libro di Andy Weir in uscita. Weir
ha scritto The Martian, che nel 2015 è
stato adattato in un film pluripremiato con Matt
Damon. Il suo nuovo libro uscirà all’inizio del 2021 con
un titolo non confermato di Project Hail
Mary, sebbene Variety riferisca che questo non è il
titolo ufficiale del romanzo.
La storia parla di un astronauta
solitario su un’astronave che ha il compito di salvare il pianeta.
Gosling ha già interpretato molti eroi stoici, quindi questo ruolo
dovrebbe adattarsi perfettamente all’attore.
Bruce
Willis è stato fotografato dalla figlia Rumer che
camminava per casa mentre indossava la sua tuta spaziale dal film
di Michael Bay del 1998,
Armageddon. La pandemia di Coronavirus
del 2020 è un evento senza precedenti nella storia moderna, secondo
solo dall’epidemia di influenza spagnola del 1918.
L’unico modo per combattere
efficacemente Covid-19 è rimanere in casa, isolati, e seguire le
linee guida sul distanziamento sociale. In alcune comunità, è stato
difficile a causa delle difficoltà finanziarie e del clima dei mesi
estivi, che non incoraggia certo il rimanere chiusi in casa.
Tuttavia, scienziati ed esperti informati concordano sul fatto che
la sicurezza della quarantena deve continuare a essere seguita per
il prossimo futuro.
Per le persone che stanno pian piano
cercando di tornare alla normalità, con i primi decreti che
permettono alle attività di riaprire e alle persone di uscire, è
importante e consolante vedere che anche i vip prendono molto sul
serio la questione dell’isolamento e del distanziamento
sociale.
I social media, in particolare, sono
stati fondamentali per mantenere le celebrità legate al loro
pubblico e intrattenere le masse in questo momento difficile.
L’ultima star che ha ispirato le masse attraverso i social media
non è altro che Bruce Willis.
La figlia, Rumer Willis, ha
fotografato suo padre mentre girovagava per casa con la sua tuta di
Armageddon addosso. In un post di Instagram, ha sottolineato che è,
in effetti, il costume reale del film e che la star di Die Hard
descrive la tuta come il suo “vestito per salvare il
mondo”.
Apprezzato e prolifico interprete
britannico, Ben Whishaw è negli anni apparso con
ruoli di rilievo in alcuni popolari lungometraggi, distinguendosi
come attore versatile e carismatico. Grazie alla cura con cui
sceglie i propri progetti è stato più volte apprezzato per il suo
saper trovare il ruolo giusto al momento giusto.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Ormai divenuto noto, Whishaw arriva
a recitare anche per il piccolo schermo, prendendo parte alla serie
The Hour (2011-2012). In seguito, è nel cast di London
Spy (2015), Queers (2017) e A Very English
Scandal (2018). Nel 2020 sarà invece tra i protagonisti della
quarta stagione della serie antologica Fargo, dove
reciterà nel ruolo di Rabbi Milligan accanto all’attore Chris
Rock.
8. Ha doppiato un noto
personaggio. Nel 2014 Whishaw viene scelto per dare la
voce all’orsetto protagonista del film Paddington. Basato
sull’omonimo personaggio della letteratura inglese per bambini, il
lungometraggio ottenne un grande successo, permettendo così la
realizzazione nel 2017 di un altrettanto fortunato film, dove
Whishaw doppiò nuovamente il personaggio protagonista.
Ben Whishaw ha un marito
7. È sposato con un
musicista. Nell’agosto del 2012 l’attore si è unito
civilmente con il compositore Mark Bradshaw. Nel ripensare a quel
momento, Whishaw ha affermato di essere stato piuttosto preoccupato
all’idea di fare coming out, riscontrando invece affetto da parte
di tutti i suoi cari. Negli anni, la coppia si è comunque mantenuta
piuttosto riservata, evitando di diffondere notizie sul proprio
privato.
Ben Whishaw non è su Instagram
6. Non ha un account
personale. L’attore ha affermato di non apprezzare molto i
social network, e pertanto di non possederne. È tuttavia possibile
trovare diverse fan page a lui dedicate, la più seguita delle quali
vanta 18 mila follower, dove si possono avere gli ultimi
aggiornamenti su di lui e i suoi progetti da interprete.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Ben Whishaw è Q nella saga di James
Bond
5. Interpreta una versione
molto giovane del personaggio. Whishaw è il quarto attore
nella storia della saga di James Bond a dar vita sullo schermo al
personaggio di Q. La sua è inoltre la versione più giovane fino ad
ora, e lo stesso attore ha affermato di essersi ispirati a i nuovi
giovani esperti di tecnologia e computer, tra cui il fondatore di
Facebook Mark Zuckerberg.
4. È pronto a riprendere il
personaggio. Dopo aver dato vita a Q in Skyfall e
Spectre, l’attore è pronto a riprendere il personaggio per
l’atteso No Time to Die. Whishaw ha garantito che il suo
ruolo, particolarmente apprezzato dai fan, verrà ulteriormente
esteso in questo nuovo capitolo della serie. Non ha però né
confermato né smentito le voci sul fatto che questa potrebbe essere
la sua ultima volta nei panni di Q.
Ben Whishaw è la voce di
Paddington
3. Ha dato ben più che la
sola voce al personaggio. Whishaw fu chiamato all’ultimo
per doppiare il personaggio protagonista del film. Per l’attore fu
tuttavia un lavoro particolarmente intenso, poiché oltre alla voce
si trovò a dover indossare uno speciale elmetto che registrava
anche le sue espressioni facciali, riutilizzate poi per
l’animazione del personaggio.
2. Non conosceva il
personaggio. Prima di venire scelto per dar voce
all’orsetto Paddington, Whishaw non aveva mai né letto né visto
nulla su di lui. Dovette pertanto spendere parte del suo tempo per
recuperare determinati materiale e potersi fare un idea della
storia del personaggio.
Ben Whishaw: età e altezza
1. Ben Whishaw è nato a
Clifton, in Inghilterra, il 14 ottobre 1980. L’attore è
alto complessivamente 175 centimetri.
Popolare cantante di origini
messicane, Becky G è da qualche anno sulla cresta
dell’onda grazie alla sua musica, ma di recente ha manifestato il
suo interesse anche per il mondo della recitazione. Ha così preso
parte ad alcuni popolari film per il cinema, così come ad alcuni
progetti per la televisione. Ancora esigua, la sua filmografia
potrebbe crescere sempre di più con il passare degli anni.
Ecco 10 cose che non sai di
Becky G.
Parte delle cose che non sai sulla
cantante e attrice
Becky G: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in due
film. Nel 2017 l’attrice viene scelta per ricoprire il
ruolo di Trini Kwan, alias Yellow Ranger, nel nuovo film dedicato
ai celebri Power
Rangers. Qui ha l’occasione di recitare accanto agli
attori Bryan
Cranston ed Elizabeth
Banks. L’anno seguente è invece la protagonista
femminile del film A.X.L – Un’amicizia extraordinaria, di
genere fantascienza.
9. Ha preso parte ad una
nota serie TV. Nel 2008 compie la sua prima performance
d’attrice per il film televisivo La estacion de la Calle
Olvera, per poi ricoprire il ruolo di Valentina Galindo nella
serie Empire (2015), incentrata sulle vicende di
un’eccentrica famiglia nel mondo dell’hip-hop.
8. Ha composto le colonne
sonore per diversi film. Negli anni la cantante ha messo
la propria musica a servizio di diversi opere per il cinema o la
televisione. In particolare, ha concesso i propri brani per film
come Hotel Transylvania (2012), I Puffi 2
(2013), Cattivi vicini 2
(2016), con Seth
Rogen, e Gnome Alone (2017), per il quale è
stata anche doppiatrice.
Becky G è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 24,9 mila persone. All’interno
di questo è solita condividere post legati alla sua attività di
cantante, promuovendo i propri singoli o album. Non mancano però
anche numerose immagini di momenti di svago quotidiano, in
compagnia di amici o colleghi.
Becky G canta Mayores
6. È il singolo che l’ha
resa celebre. Nel 2017 la cantante rilascia il brano
intitolato Mayores, grazie al quale raggiunte il successo
internazionale. Appartenente al genere cosiddetto “reggaeton”, il
singolo ha superato in breve tempo il miliardo di visualizzazioni
sulla piattaforma YouTube, ottenendo numerosi riconoscimenti, come
il disco d’oro in Italia.
Parte delle cose che non sai sulla
cantante e attrice
Becky G in Power Rangers
5. Non era una fan dei noti
personaggi. Nata sul finire degli anni Novanta, l’attrice
non ha propriamente vissuto il grande successo che in quel decennio
ebbero i Power Rangers. A lungo le furono infatti
pressoché sconosciuti, fino a quando, come da lei dichiarato, le
vennero fatti scoprire da suo cugino. Per prendere parte al film ha
poi condotto ulteriori ricerche sulla storia del celebre gruppo di
supereroi.
4. Era l’unica teenager del
gruppo. Benché nel film i giovani protagonisti vengano
identificati con un’età adolescenziale, l’unica che realmente
rientrava in questo criterio era proprio Becky G, la quale aveva 19
anni al momento delle riprese. Gli altri suoi co-protagonisti erano
invece più grandi di qualche anno.
Becky G e l’album Mala santa
3. È il suo primo
album. Nel 2019 l’attrice pubblica il suo primo album,
intitolato Mala santa. Contenente sedici tracce, tutte in
lingua spagnola, il disco è frutto di un lavoro durato diversi
anni, annunciato per la prima volta nell’aprile del 2016. Soltanto
nel 2019 stesso, però, la cantante ha affermato che il lavoro a
riguardo era diventato più organico.
2. Ha ottenuto un grande
successo. In breve tempo, l’album è diventato uno dei più
venduti dell’anno, aggirandosi intorno alle 500 mila copie vendute
nei soli Stati Uniti. Qui, e in Messico, dove la cantante gode di
ottima popolarità, Mala santa è inoltre diventato disco di
platino, confermandosi come un successo internazionale.
Becky G: età e altezza
1. Becky G è nata a
Inglewood, in California, Stati Uniti, il 2 marzo 1997. La
cantante e attrice è alta complessivamente 154 centimetri.
Arrow 3 è la terza stagione della serie tv Arrowideata
da Greg Berlanti, Marc Guggenheim e Andrew
Kreisberg per la DC Entertainment e
il network The
CW.
Arrow 3: uscita e dove vederla in streaming
La terza stagione di Arrow è andata
in onda dal 5 ottobre 2016 al 24 maggio 2017 sul network
The CW. Arrow 3 un
streaming è disponibile su Prime
Video.
Arrow 3: trama e cast
Nella terza stagione , dopo l’omicidio di Sara e la perdita
della compagnia della sua famiglia a causa di Ray Palmer , Oliver
si rifiuta di credere di poter condurre una vita normale pur
continuando come Arrow. Viene coinvolto in un conflitto con Ra’s al
Ghul , al fine di proteggere sua sorella Thea. Felicity diventa
vicepresidente dell’ormai ribattezzata Palmer Technologies e Laurel
si propone di seguire le orme di Sara, assumendo il ruolo di Black
Canary . I flashback della stagione vedono Oliver fuggire da Lian
Yu, solo per essere costretto a lavorare con Waller a Hong Kong,
nel tentativo di fermare il rilascio di un agente patogeno
letale.
In Arrow 3
protagonisti sono Oliver Queen/Green Arrow (stagioni 1-in corso),
interpretato da
Stephen Amell. Dinah Laurel Lance/Black Canary
(stagioni 1-4, guest star 5), interpretata da Katie Cassidy. Tommy Merlyn (stagione 1, guest
star 2-3, 5), interpretato da Colin
Donnell. John Diggle/Spartan (stagioni 1-in corso),
interpretato da David Ramsey. Thea
Queen/Speedy (stagioni 1-in corso), interpretata da Willa
Holland. Moira Queen (stagioni 1-2, guest star 3, 5),
interpretata da Susanna Thompson. Detective
Quentin Lance (stagioni 1-in corso), interpretato da Paul
Blackthorne. Felicity Smoak/Overwatch (stagioni 2-in
corso, ricorrente 1), interpretata da
Emily Bett Rickards.
Roy Harper/Arsenal (stagioni 2-3,
ricorrente 1, guest star 4), interpretato da Colton Haynes. Slade Wilson/Deathstroke
(stagione 2, ricorrente 1, guest 3-5), interpretato da Manu
Bennett. Malcolm Merlyn/Arciere Nero/Ra’s al Ghul
(stagioni 3-4, ricorrente 1-2, guest 5), interpretato da
John Barrowman. Moira Queen (stagioni
1-2, guest star stagioni 5, 8), interpretata da Susanna
Thompson.
Arrow 2 è la seconda stagione della serie tv
Arrowideata
da Greg Berlanti, Marc Guggenheim e Andrew
Kreisberg per la DC Entertainment e
il network The
CW.
Arrow 2: uscita e dove vederla in streaming
La seconda stagione di Arrow è andata
in onda dal 5 ottobre 2016 al 24 maggio 2017 sul network
The CW. Arrow 2 un
streaming è disponibile su Prime
Video.
Arrow 2: trama e cast
Nella seconda stagione, dopo la morte di Tommy Merlyn, Oliver
giura di non uccidere più. Operando sotto un nuovo pseudonimo, “The
Arrow”, viene messo alla prova quando la città viene attaccata da
Slade. Lotta anche per bilanciare le sue attività di vigilante
insieme al suo ruolo di CEO di Queen Consolidated . La stagione
vede il ritorno di Sara Lance , ora conosciuta anche come “The
Canary”, così come l’introduzione dell’agenzia governativa ARGUS e
della sua leader Amanda Waller . I flashback vedono Oliver
affrontare una nuova minaccia su Lian Yu, oltre a rivelare le
origini della sua faida con Slade.
Ispirato a una storia vera – il
disastro aereo di Überlingen in Germania, avvenuto nel 2002 –
Aftermath di Elliot
Lester è un film del 2017, prodotto dal regista di
The
Wrestler e Il cigno
nero, Darren
Aronofsky e dal protagonista Arnold Schwarzenegger, e distribuito da
Eagle Pictures. In Italia è disponibile su
Netflix.
Due uomini: Roman (Arnold
Schwarzenegger) e Jacob (Scoot
McNairy). Un architetto che lavora vicino Pittsburgh e un
controllore di volo. Il loro destino è legato ad un aereo. Quello
che dovrebbe riportare a casa per Natale la moglie e la figlia di
Roman, Nadiya (Danielle Sherrick), in attesa di un
bambino. Del suo atterraggio si occupa Jacob, ma è solo nella torre
di controllo. Il suo collega si è allontanato e lui si trova a
gestire diversi imprevisti, tra cui un volo inaspettato che ha
bisogno di un cambio di rotta. Una disattenzione è sufficiente a
provocare la tragedia. Due aerei si scontrano, uno è quello su cui
viaggiano la moglie e la figlia di Roman. Nessun passeggero
sopravvive. Da quel momento le vite di Roman e Jacob sono
ugualmente e specularmente sconvolte. Roman non si dà pace e non
riesce a riprendere la sua vita di prima. Jacob entra in una
profonda crisi depressiva, che porta sua moglie Christina
(Maggie Grace) e suo figlio Samuel (Judah
Nelson) ad allontanarsi da lui. Riusciranno a voltare
pagina?
Aftermath, thriller e
dramma psicologico
Al centro di questo thriller,
dunque, due vite devastate dalla tragedia: chi ha perso i propri
cari, morti nell’incidente, e chi lo ha causato. Queste due
esistenze sconvolte scorrono in parallelo. A ciascuna è dedicata
una sezione del film, intitolata col nome del protagonista. A
richiamare la traiettoria intrapresa da ciascuna di esse, scie di
aerei solitari che solcano i cieli. Dove andranno? Cosa decideranno
di fare? Si incontreranno? E nell’incontrare l’altro, quali saranno
le loro reazioni? Soprattutto però questi due uomini, queste due
scie solitarie, le cui esistenze si svuotano e sembrano essere
contraddistinte solo dal dolore, sono in tutto e per tutto simili:
solitudine, sofferenza, menti sconvolte.
Lester vede queste due
individualità come due facce della stessa medaglia.I ruoli di vittima e carnefice sono intercambiabili, già
ben prima che un filo narrativo semplice, forse fin troppo
esile, basato su una serie di inversioni di ruolo – con la
sceneggiatura di Javier Gullón –
porti Roman a dare allo spettatore ragione del titolo del
film.Ed è per questo che non si crea una vera
tensione, quella suspense suggerita dalla valida colonna
sonora di Mark Todd e di cui un thriller ha
bisogno. Anche l’ulteriore twist finale, a conferma di questa
visione, è ampiamente prevedibile. Lo sguardo del regista è
indulgente e bonario verso entrambi i protagonisti, come a
suggerire che quando si entra in quel meccanismo, nessuno è a
riparo dalla tentazione del male.
In questa visione la
grande assente è la giustizia. Non si accenna al processo, né si sa
se oltre a Jacob vengano individuati altri responsabili. Se,
insomma, il sistema giudiziario agisca per lenire almeno in parte
il dolore della perdita subita da Roman ed anche acquietare il
senso di colpa di cui è vittima lo stesso Jacob. Si mette invece in
evidenza il cinismo delle compagnie aeree, che offrono solo soldi e
soluzioni sbrigative di accordo per uscire esse stesse al più
presto e con meno danni possibile dalla vicenda. Assolutamente
noncuranti del lato umano. In un mondo così concepito, la vendetta
non può che farsi strada, anche nella mente delle persone più
pacate.
Le interpretazioni di Arnold Schwarzenegger e Scoot
McNairy
Il personaggio di Jacob è quello in
cui l’approfondimento introspettivo è maggiore: il senso di colpa
che lo lacera, la depressione, la sensazione di mancanza per la
separazione dalla famiglia. Scoot McNairy
(Argo,
Gone Girl – L’amore bugiardo,
C’era una volta a Hollywood) dà corpo
con incisiva efficacia a Jacob e ai suoi tormenti.
Mentre Roman – uno Arnold
Schwarzeneggerche si adatta
abbastanza bene a un ruolo più umano e meno muscolare rispetto a
quelli che solitamente interpreta, marito, padre e futuro nonno
amorevole – è un personaggio più difficile da decriptare e su
questo si costruisce un pur sottile filo di tensione. Un uomo tutto
d’un pezzo, che non mostra le proprie emozioni, affabile e onesto,
che anche nel dolore non ha eccessi. Di fronte alla tragedia che lo
colpisce, fin dal principio dice di volere solo le scuse di chi ha
ucciso i suoi cari. Vorrebbe sentirsi dire: “Mi dispiace”. Questo
sembra essere tutto ciò che cerca.
Insieme danno vita ad
Aftermath, un dramma psicologico che non avvince
con la suspense ma piuttosto prova a scandagliare l’animo umano e
le sue reazioni ad una situazione così estrema, assumendo punti di
vista diversi e solo apparentemente opposti.
Tra tutte le novità Home
Entertainment di Warner Bros. in arrivo tra giugno e luglio,
l’attesissimo “Me
contro Te Il Film – La vendetta del Signor S”, il
primo film dei Me contro Te, i personaggi più amati dai
bambini, che sarà finalmente disponibile in DVD a partire
dall’11 giugno anche nelle edizioni speciali con gadget
esclusivi per la gioia di tutti i loro piccoli fan.
Dopo il successo di “Blade Runner –
The Final Cut” di Ridley Scott, torna “Titans of Cult”, la
prestigiosa collana di Steelbook in Edizione Limitata che omaggia i
grandi cult del cinema, con le special edition di
“Wonder Woman” (disponibile dal 4 giugno), “Mad
Max Fury Road” (dal 9 luglio) e “Ready Player One” (dal 27
luglio).
“ME CONTRO TE IL FILM – LA VENDETTA DEL SIGNOR
S”, il primo film dei Me contro Te, i personaggi
più amati dai bambini, sarà disponibile in DVD a partire
dall’11 giugno.
I Classici Disney sono celebri per
le principesse, le avventure, le magie, gli eroi, tuttavia anche i
duelli e le lotte corpo a corpo degli eroi contro i villain
rappresentano una parte avvincente di queste storie immortali, e di
seguito, ecco i duelli più belli tra eroi e villain mai visto al
cinema nei Classici Disney.
Tarzan vs Clayton
Uno dei migliori combattimenti
Disney arriva alla fine di Tarzan, quando
l’eroe cresciuto nella giungla si scontra con Clayton. Dopo che
Clayton spara e uccide Kerchak, Tarzan si infuria e cerca di
combattere per salvare la sua famiglia di scimmie dal cacciatore,
il che porta a un acceso combattimento trai due.
Il modo in cui viene raccontata la
battaglia, che si avvale delle ombre e dell’oscurità, rende lo
scontro epico e indimenticabile. Il tutto è reso ancora più intenso
dalla brutalità della morte di Clayton, quando finisce impigliato e
impiccato alle liane. Tale brutalità non si vede molto spesso nei
film Disney!
Quasimodo vs Frollo
Il Gobbo di Notre
Dame è un film Disney incredibilmente sottovalutato
che presenta molti momenti incredibili. Ha personaggi e musica
fantastici, e culmina in una delle più grandi scene di
combattimento della Disney, quella tra Quasimodo e Frollo.
Avendo luogo in cima al campanile
con la città in fiamme ai loro piedi, già gode di uno scenario
mozzafiato, tuttavia la lotta in sé è davvero emozionante. Mentre
si accapigliano, cercando disperatamente di non precipitare verso
la morte, e c’è un sentimento di paura autentico, che rende lo
scontro ancora più epico.
Scar vs Simba
Il fatto che questa scena di
combattimento sia il grande momento de Il Re Leone, uno dei film più iconici
della Disney aiuta sicuramente, ma la grande battaglia tra Scar e
Simba è certamente epica. Mentre l’intera lotta, in generale, è di
grande intrattenimento, con le iene che cercano di mantenere la
propria posizione, è lo scontro trai due leoni che calamita
l’attenzione dello spettatore, grande o piccolo che sia.
Con uno scenario di fuoco che
incornicia alla perfezione la scena, Simba è stato finalmente in
grado di vendicare il padre per le azioni di Scar di tanti anni
prima. Le bugie di Scar sono state rivelate al resto del branco e
lo scontro trai due, con il trionfo di Simba, non può essere
dimenticato.
Baymax & Co vs Robert Callaghan
Considerando che Big Hero 6 è la versione Disney di un
film di supereroi, non sorprende che possa presentare una scena di
combattimento davvero fantastica. Robert Callaghan, che sfrutta al
massimo la tecnologia che ha rubato, ha dimostrato di essere un
avversario molto duro per Baymax e la sua squadra.
Lo scontro si conclude con una
battaglia incredibile, in cui ogni supereroe ha la possibilità di
mostrare le proprie abilità individuali, mentre alla fine lavorano
insieme per superare la situazione. È una battaglia colorata e
vibrante, incredibile da guardare.
Filippo vs Malefica
I film delle Principesse Disney
potrebbero non essere i primi film con combattimenti epici che
vengono in mente, tuttavia, La Bella Addormentata nel Bosco fa
eccezione e mostra il più grande e bel combattimento tra villain ed
eroe a memoria di Classici Disney. Non solo la scena è grandiosa,
ma si svolge anche coinvolgendo uno dei migliori villain della
storia della filmografia della Casa di Topolino.
L’incredibile combinazione di colori
di questa scena, mentre il Principe Filippo guarda coraggiosamente
la bestia nera e viola, è quella che rimane impressa nella storia
del cinema. È una scena classica, sicuramente una che il pubblico
ricorda, e questo la rende a mani basse la migliore scena di
combattimento della Disney.
Il fatto che i primi 22 film del
Marvel Cinematic Universe
implica che molti del film, soprattutto nella Fase 2 e 3, sono dei
sequel. Sì, perché all’interno della Infinity
Saga, c’è la saga di Iron Man, quella di Cap, di
Thor, degli Avengers, e così via.
Questo pezzo del puzzle
della Infinity Saga si adatta perfettamente al contesto, poiché la
sua trama si svolge su un binario completamente differente. La
storia infatti persegue la sorte di Janet Van Dyne e dà la priorità
alle conseguenze di Captain America: Civil
War. Si conclude anche con un gancio perfetto a
Infinity War.
In definitiva, si tratta di un film
spensierato che adotta con successo il tono del primo Ant-Man.
Eppure raddoppia su tutto, comprese le strane battute ricorrenti e
l’umorismo basato sulle dimensioni. Naturalmente, non piace a
tutti. Alcune trame sono un po’ confuse e il marchio aziendale
sembra più evidente. Ma è un prodotto incredibilmente divertente,
che lavora con una sceneggiatura brillante e dal buon ritmo.
Iron Man 3 – 7.2
Il secondo Iron Man era
così indaffarato a inserire tutti i riferimenti giusti, che è
finito per essere un mezzo pasticcio. Il lavoro che Shane Black ha
fatto con Iron
Man 3 ha del miracoloso, visto quanto è riuscito ad aggiungere
al MCU. Il film si concentra su Tony
Stark invece che su Iron Man. In realtà racconta il trauma
psicologico di Tony, in particolare dall’invasione aliena.
Anche se il nemico di Tony è un
altro residuo dei suoi vizi passati, il film si prende molte
libertà, e raccontare in quel modo il Mandarino è stata una scelta
molto controversa. Ma la commedia d’autore di Shane Black funziona
molto bene, e questo lo rende più un film suo che un film MCU, cosa che non si può dire
spesso ed è sicuramente intrigante e divertente.
È sempre un’impresa
impressionante destreggiarsi tra il numero crescente di eroi nel
MCU. Tuttavia, è stata una mossa
intrigante introdurre un nemico creato per molti versi proprio da
Tony Stark. Sfortunatamente, alcuni degli svantaggi del film
includono il disordine e persino l’umorismo giovanile non sempre in
tono.
Inoltre, la presenza di un altro
robot senziente che è determinato a salvare la Terra distruggendo
l’umanità non è affatto interessante. Ma la mitologia in espansione
e i singoli archi sono decisamente interessanti. Per non parlare di
alcuni entusiasmanti momenti dedicati ai fan, come la battaglia tra
Iron Man e Hulk.
L’argomento principale che
il film esplora è la pressione accumulata da Peter dopo la morte di
Iron Man. È molto appropriato che Peter affronti un cattivo che si
sarebbe dovuto scontrare con Iron Man stesso. Ma i cambiamenti di
tono potrebbero non essere apprezzati da tutti. Sia le illusioni
che il loro vero burattinaio sono sgargianti e folli.
E il senso dell’umorismo di
Homecoming era più indirizzato ai ragazzini, invece dei toni da
commedia pre-teenager che abbiamo qui. Tuttavia, le esibizioni, il
ritmo e l’azione restano di prim’ordine per tutti.
Proprio come il film
precedente, c’è una leggera transizione verso un umorismo più
fanciullesco. E la trama si basa ancora una volta sui problemi di
Star Lord con i suoi genitori. Ma non si può negare l’enorme senso
di divertimento generale dell’avventura. Il film si arricchisce di
un concerto di grandi successi musicali, con una grafica
accattivante.
Kurt Russell è un’aggiunta perfetta
all’equipaggio, simpatico e pieno di quella gravitas necessaria al
suo personaggio. Abbastanza da interpretare un villain davvero
accattivante, una volta che la trama entra nel vivo. E la storia
trova anche il modo di permettere a Star Lord di sconfiggere l’uomo
che ha causato la malattia di sua madre. È un seguito appropriato,
che offre tanto intrattenimento e una dose altissima di Baby
Groot.
Captain America: The Winter Soldier
– 7.7
Si tratta di un drastico
cambiamento di ritmo rispetto al primo film. Il MCU ha adottato il metodo di
maggior successo possibile per integrare Steve Rogers nei giorni
nostri. Fondamentalmente lo hanno raccontato con lo stile di Jason
Bourne, dal momento che l’eroe si confronta con un’agenzia
governativa corrotta, con inseguimenti mozzafiato e combattimenti
molto duri corpo a corpo.
Il taglio da spionaggio-thriller era
davvero una scelta perfetta. Ogni tema, motivazione e nemico è
tanto avvincente quanto le sequenze d’azione più intense. È
un’avventura guidata dai personaggi con stimoli accurati, grande
umorismo, maturità e acrobazie strabilianti.
Un film epico di
Vendicatori, visto attraverso gli occhi di Steve Rogers.
Continuando il tono settato con Thw Inter Soldier, la stessa
quantità d’azione e la maturità tematica il risultato è esaltante.
La sete di vendetta di Tony Stark si scontra con vigore con la
lealtà che Steve sente di avere verso l’amico d’infanzia.
Sarebbe un conflitto sufficiente,
anche senza il tema degli Accordi di Sokovia, che alla fine
coinvolgono tutti gli altri nella mischia. È vero, combattere gli
amici provoca conseguenze nascoste. Ma il film rimane
sorprendentemente intimo, pur offrendo uno spettacolo
incredibile.
Ancora un altro franchise
che è stato assolutamente stravolto, con Chris Hemsworth che
finalmente ha potuto dare sfogo al suo potenziale comico. Questa
volta, gli è stata concessa l’opportunità di sfoggiarlo. È una
completa inversione del film precedente, che mirava a un tono
deliberatamente sobrio e molto serio. Il risultato di quel film è
stato quanto di più basso si sia mai visto nel MCU.
Il regista Taika Waititi ha invece
regalato al franchise di Thor una sconcertante rivoluzione di
rotta, realizzando una commedia totale. È geniale sia da un punto
di vista della gag slapstick sia da quello della commedia per
battute, ma la soggettività dell’umorismo non lascerà tutti
soddisfatti.
Si tratta di un film che
usa con consapevolezza il viaggio nel tempo e rappresenta la
conclusione di una storia durata oltre 10 anni. Inaspettatamente
toccante, esplora metodicamente trauma, sconfitta e morte con un
tono riservato e un ritmo accurato. Ma c’è comunque un sacco di
umorismo, e l’assemblea di eroi per la guerra finale ha una portata
sbalorditiva.
Le poche scene d’azione in questo
film sono sicuramente elettrizzanti. Ma alla fine, la trama dà la
priorità alla riflessione guidata dal personaggio. È ambizioso,
divertente e creativo, un’esperienza soddisfacente sia per i fan
della Marvel che per gli spettatori
occasionali.
Questo film si riduce a
una trama semplice, ma racconta anche una storia di origine di
Thanos, che è assolutamente avvincente. Josh Brolin è un interprete
carismatico e minaccioso per Thanos, e il lavoro con la CGI è in
realtà desicamente convincente. Soprattutto, le motivazioni di
Thanos sono chiare.
Il cattivo è fisicamente potente, ma
i suoi metodi rivelano anche una grande intelligenza, è un
avversario formidabile. Il suo rapporto con le sue figlie è
affascinante e i suoi obiettivi terribili sono in realtà
comprensibili. Questo film è pieno di azione, battute e nuovi
incontri trai personaggi che vantano una grande chimica. E il
finale è un audace pugno nello stomaco che molti non si sarebbero
aspettati dalla Disney.
Non c’è nessun altra serie tv la cui
popolarità o il cui impatto sull’immaginario collettivo sia no
paragonabili a quelli di Friends.
Ancora oggi, nonostante sia trascorsi più di venticinque anni dalla
fine dello show, il cast continua ad essere amato e seguito dai fan
di tutto il mondo. Eppure Rachel, Monica, Phoebe, Ross, Chandler e
Joey – o meglio, gli attori che li interpretano -, hanno dato prova
di altre ottime performance durante la loro carriera.
Sia prima, durante che dopo la fine
di Friends,
i protagonisti dell’iconica sitcom statunitense sono stati
protagonisti di film e o di altri show televisivi fantastici che
meritano di essere ricordati. Ecco perché, di seguito, abbiamo
raccolto – per ognuno dei membri del cast (incluse alcune celebri
“guest star” ricorrenti) – i 10 migliori ruoli oltre
Friends:
Matt LeBlanc – Episodes
Anni dopo la sua
esperienza in Friends,Matt LeBlanc ha
recitato nei panni di stesso nella serie
Episodes, andanta in onda per cinque
stagioni sul network Showtime dal 2011 al 2017. La serie segue le
vicende di due sceneggiatori televisivi britannici, intenti a
scrivere il remake statunitense di una loro celebre serie di
successo, che però viene totalmente stravolto dalla produzione USA:
Matt LeBlanc, che il pubblico vede ancora e soltanto come
Joey,cerca di modificare lo show per meglio
adattarlo alle sue caratteristiche. La serie è purtroppo inedita in
Italia.
Matthew Perry – The Ron Clark
Story
Un
insegnante dotato e resiliente inizia a lavorare presso una scuola
pubblica di New York, insegnando ad un gruppo di giovani
svantaggiati il valore dell’educazione. Dopo le prime lotte,
inizia a legare con i suoi studenti e li aiuta a superare i loro
problemi personali. In quella che è sia una storia vera che un film
di grande ispirazione, The Ron Clark
Story mette in mostra le migliori capacità recitative
che Matthew Perry ha da offrire. Siamo molto
lontani dal sarcasmo tipico di Chandler, con Perry impegnato in una
prova drammatica e commovente.
Tom Selleck – Tre scapoli e un
bebè
Tre scapoli vivono insieme e non
potrebbero essere più contenti del loro stile di vita da playboy
incalliti, fino a quando una bambina abbandonata davanti la porta
di casa non li costringe a rivedere le loro priorità. A poco a
poco, i tre iniziano ad affezionarsi alla piccola e a mettere
gradualmente in discussione le loro vite. Tom
Selleck era già una grande star prima del ruolo di Richard
Burke in Friends (ruolo ricoperto dalla seconda alla sesta
stagione), e uno dei suoi film più popolari rimane sicuramente
Tre scapoli e un bebé.
Cole Sprouse – Riverdale
La città di
Riverdale
sembra un posto tranquillo con persone normali, ma la vita di
Archie Andrews è tutt’altro che semplice, dal momento che una serie
di oscuri segreti iniziano lentamente a svelarsi. Con Archie e il
suo gruppo di amici ben lungi dall’essere innocenti, una rete di
inganni ruoterà costantemente intorno alle loro vite. È
sorprendente quanti non sappiamo che l’attore che interpreta
Jughead Jones nella serie, ossiaCole Sprouse, interpretava
anche Ben, il figlio di Ross, in Friends. L’attore è poi
diventato famoso per il ruolo di Cody Martin nelle serie
Disney Zack e Cody al Grand Hotel.
Lisa Kudrow: Romy & Michelle
Romy e Michelle sono amiche
da sempre e vivono insieme a Los Angeles.Quando ricevono un invito
per partecipare ad una riunione di ex compagni di scuola, si
rendono conto di non aver concluso molto nella propria vita: così
decidono di presentarsi mentendo su chi sono e cosa fanno
realmente. Interpretato da Lisa Kudrow al fianco
del premio Oscar Mira Sorvino, in Romy
& Michelle i fan di Friends troveranno
nel personaggio di Michele Weinberger molto della Phoebe Buffay che
hanno amato per 10 lunghi anni.
Courteney Cox – Dirt
La fusione di due importanti riviste
spinge il caporedattore, Lucy Spiller, a perseguire mezzi lontani
da qualsiasi etica giornalistica per raccontare nuove storie. Una
volta che la sua discesa nell’oscurità ha inizio, Lucy inizia
lentamente ad accettare il caos che un certo tipo di stampa può
generare. Distaccandosi totalmente dalla dolce (anche se nevrotica)
natura di Monica, Courteney Cox si immerge
totalmente in un ritratto estremamente coraggioso del mondo dei
media. Ci sono un sacco di personaggi cattivi con cui la sua Lucy
deve scendere a patti, e la stessa sembra catturare nella sua
personalità tanto le caratteristiche del protagonista quanto quelle
dell’antagonista di turno. In un episodio di
Dirt, andata in onda dal 2007 al 2008 per
solo due stagioni, appare anche Jennifer Aniston.
Paul Rudd – Altruisti si
diventa
Dopo una tragedia personale, Ben, un
ex scrittore depresso, diventa il badante di un adolescente
disabile. Dopo aver appreso che il ragazzo vuole compiere un
viaggio prima della data prevista della sua morte, Ben decide di
esaudire il suo desiderio. Lungo la strada, faranno la conoscenza
di tanti personaggi e impareranno che la vera amicizia può arrivare
in modi del tutto inaspettati. Una storia molto toccante sull’amore
e sulla perdita, Altruisti si diventa è il film
perfetto per chi è alla ricerca di emozioni autentiche, con un
Paul Rudd (fidanzato e futuro marito di Phoebe
nelle stagioni 9 e 10 di Friends) impegnato a porre
rimedio ai suoi fallimenti passati davvero in splendida forma.
Anna Faris – Take Me Home
Tonight
Una coppia di fratelli e sorelle si
reca ad un party di lavoro con entrambi che nascondono segreti ai
rispettivi partner. Mentre la festa continua, ognuno capirà
qualcosa di più sulla propria vita dopo una serie di alcuni
divertenti imprevisti. Anna Faris (che nell’ultima stagione di
Friends ha interpretato la madre surrogata dei gemelli di
Monica e Chandler) ha spesso interpretato la ragazza che rovina la
sua vita e deve ricostruirla in qualche modo, e Take Me
Home Tonight offre all’attrice la possibilità di
aggirare un cliché e giocarci in maniera sorprendente. Nel film
recita al fianco del suo ex marito Chris Pratt.
David Schwimmer – American Crime
Story
Dedicata al
caso O.J. Simpson, la prima stagione di
American Crime Story drammatizza gli eventi che
hanno portato al procedimento giudiziario nei confronti dell’ex
giocatore di football americano. Anni dopo i fatti, lo show porta
alla luce numerosi dettagli che lo spettatore potrebbe non
conoscere. David Schwimmer è sempre stato
considerato l’attore più versatile del cast di Friends, e
non esiste un esempio migliore a sostegno di questa teoria della
sua interpretazione dell’avvocato Robert
Kardashian.
Jennifer Aniston – Cake
Una donna gravemente depressa
affronta il dolore cronico e le conseguenze della morte della sua
migliore amica. Con la vita apparentemente non più degna di essere
vissuta, Claire finisce per imbattersi in una serie di eventi
casuali che ritarderanno la sua decisione di porre fine alla sua
sofferenza. Il personaggio di Rachel ha avuto molti momenti
melodrammatici in Friends, ma Jennifer Aniston non si è mai trovato a dare
una voce al dolore e al tormento come ha fatto in
Cake, film dalla forte carica emotivo, che elogia
la speranza a massima di vita, senza evitare di mostrare i lati
negativi della depressione.
La moderna
tecnologia e l’evoluzione del CGI
hanno ridefinito i contorni dell’industria cinematografica e del
prodotto audiovisivo finale, con ogni cosa che sembra ormai essere
replicabile sul grande schermo. Ancora oggi, il green
screen (il famoso schermo verde) viene
comunemente utilizzato per dare vita a luoghi e situazioni che
altrimenti non avrebbero mai potuto prendere vita al cinema.
Il risultato finale è spesso
impeccabile, con i contorni tra realtà e finzione che diventano
sempre più sfumati. Tuttavia, quello stesso risultato può a volte
rivelarsi sconcertante e rovinare l’intero film. Ecco di seguito i
10 peggiori film girati interamente (o quasi) attraverso
l’impiego del green screen:
Sky Captain And The World Of
Tomorrow
Sebbene la tecnica del green screen
non fosse affatto una novità quando Sky Captain and the
World of Tomorrow uscì nel lontano 2004, è stato uno
dei primi film ad essere interamente girato senza gli impiego di
set costruiti. Ciò ha permesso al film di entrare in produzione
facendo affidamento su un budget relativamente ridotto. Nonostante
ciò, il risultato finale è molto lontano dall’essere qualcosa di
eccezionale. Tra sfondi sfocati e un utilizzo delle luci alquanto
sgradevole, il senso del realismo viene totalmente a mancare.
Sin City – Una donna per cui
uccidere
Molto
spesso il sequel di un film viene realizzato quasi subito l’uscita
del predecessore: nel caso di Sin City – Una donna per cui uccidere
sono trascorsi ben 9 anni dal primo film. Forse, è stata proprio
l’attesa snervante a contribuire al flop della pellicola. Sebbene
gli effetti visivi del sequel fossero affascinanti tanto quanto
Sin City, per l’anno in cui è uscito sembravano ormai già
superati. Con una storia poco brillante ed un’azione poco
adrenalinica, il sequel sarà destinato a vivere per sempre
all’ombra dell’originale.
300 – L’alba di un impero
300 – L’alba di un impero soffre, in
larga parte, degli stessi problemi che hanno “afflitto” lo
sfortunato sequel di Sin City. Nonostante il film sia stato accolto
molto bene dal pubblico, non c’è dubbio che l’originale sia
nettamente superiore. Se 300 aveva citazioni memorabili,
mostrando l’azione da un punto di vista più stilizzato, il sequel
ha semplicemente fallito nel tentativo di innovare tecniche già
usate in precedenza dal predecessore. Nonostante la performance di
Eva Green abbia ricevuto tanti elogi, il resto del film non è stato
così fortunato, restando nettamente inferiore all’originale.
Speed Racer
Dalle menti
visionarie delle sorelle Wachowski, già dietro la fortunata
trilogia di Matrix, un mondo stilizzato e fiorente ha
preso vita in Speed Racer grazie
all’utilizzo del green screen. Purtroppo, il risultato
finale ha lasciato molto a desiderare. Basato sull’omonimo manga,
il film – da un punto di vista visivo – ricorda fin troppo la serie
animata: tutto, dalle piste da corsa agli interni della casa dei
protagonisti, appare fin troppo artefatto e poco
realistico.
Star Wars: Episodio II – L’attacco
dei cloni
Sebbene
Star Wars: Episodio II – L’attacco dei
cloni utilizzi anche set costruiti, la maggior
parte del film è stata girata grazie all’impiego del green
screen. Questa tecnologia ha permesso di dare vita
all’universo fantascientifico in un modo che sarebbe stato
impossibile attraverso il solo impiego delle tecniche tradizionali.
Il risultato finale, però, è stato un bel pastrocchio, con molte
location apparentemente artificiali ed esteticamente inferiori alla
trilogia originale, nonostante i decenni trascorsi le uscite al
cinema delle due trilogie.
Star Wars: Episodio I – La minaccia
fantasma
Star Wars: Episodio I – La minaccia
fantasma può essere considerato il pioniere di
molte delle tecniche legate all’impiego del green screen
che sarebbero diventate una pratica standard nel cinema
mainstream. Tuttavia, quando il film è uscito nel 1999, la
tecnologia semplicemente non era ancora al massimo del suo
potenziale. A quel tempo gli effetti creavano più distrazione che
altro, e col passere del tempo l’utilizzo di uno stridente
green screen è diventato più evidente. Il risultato
finale, purtroppo, è un film che si fatica – almeno esteticamente –
a prendere sul serio.
Justice League
Nonostante il budget di oltre 300
milioni di dollari, Justice
League sembra un film realizzato con un risorse
assai ridotte. L’uso del green screen non è affatto un
evento raro nei film di supereroi, ma in Justice League appare senza dubbio
spropositato. La produzione notoriamente travagliata ha dato vita
ad un film dal punto di vista estetico è forse il peggior cinecomic
mai realizzato. Quella che doveva essere un’epopea in stile
Avengers, è finita per assomigliare ad un videogioco
dell’era targata PlayStation 2.
The Spirit
Dal 2000 in
poi, la tecnologia ha subito un’evoluzione senza precedenti, e con
lei anche la tecnica del green screen. Dopo l’uscita di
The Spirit nel 2009, l’utilizzo del green
screen era più diffuso che mai, con risultati tra i migliori che
fossero mai stati raggiunti. Tuttavia, il film di Frank Miller è
stato uno dei più grandi flop di quell’annata cinematografica, che
ha deluso i fan e scatenato la ferocia della critica. Al di là
degli effetti visivi, è stato il modo in cui gli stessi sono stati
utilizzati per raccontare la storia e i suoi personaggi ad aver
destato le maggiori perplessità.
Missione 3D – Game Over
La maggior parte della storia di
Missione 3D – Game Over si svolge
all’interno di un videogioco: per dare vita a questo mondo, è stato
utilizzato il green screen. Definire il risultato finale
terribile è usare un mero eufemismo. Nonostante le immagini
richiamino alla memoria l’assetto visivo tipico di un videogame, al
tempo stesso la loro artificialità rende la visione del film a
tratti insostenibile.
Le avventure di Sharkboy e Lavagirl in 3-D
Con oltre 1000 inquadrature piene
zeppe di effetti visivi, che hanno richiesto lo sforzo combinato di
undici diverse società di effetti speciali, Le
avventure di Sharkboy e Lavagirl in 3-D è un film che
non riesce mai a risultare convincente. Nonostante presenti diversi
concetti e personaggi interessanti ed elaborati che sarebbero stati
impossibili da ricreare con qualsiasi altra tecnologia, al film
manca completamente qualsiasi approccio realistico, senza
considerare una storia talmente fiacca che forse neanche i bambini
saranno in grado di digerire.
In occasione dell’uscita del film
“I miserabili” di Ladj Ly, disponibile in
esclusiva dal 18 maggio sulla nuova piattaforma
digitale MioCinema.it e sulla Pay
Per View Sky Primafila Premiere, il
disegnatore Marco Dambrosio in arte Makkox offre
il suo particolare punto di vista sul film realizzando un cartoon
originale ispirato alle vicende del film trionfatore al Festival
di Cannes.
Una recensione per
immagini, in cui il disegnatore ripercorre la storia
dell’avvincente poliziesco del regista Ladj Ly ambientato nella
periferia multietnica di Parigi: “A me non piacciono i film
francesi, tranne alcuni (segue una lista di 300 titoli)” –
afferma ironicamente Makkox – “Una lista di 300 film, più uno:
I miserabili. Un (gran) film di Ladj Ly”.
Ispirato alle sommosse di Parigi del
2005, il film “I miserabili” di Ladj Ly
ha vinto il Premio della Giuria al Festival di
Cannes, il Premio Miglior Rivelazione
agli European Film Awards, è stato candidato alPremio Oscar come Miglior Film Straniero e
ha trionfato ai César ottenendo numerosi
riconoscimenti tra cui Miglior Film.
Un affresco sincero e autentico
delle periferie parigine e dei miserabili del nuovo millennio, un
thriller dal ritmo avvincente e adrenalinico, che non si abbandona
a facili condanne e non cade nelle trappole della faziosità o del
vittimismo, dove il confine tra bene e male si fa assolutamente
labile, mentre tutti i personaggi diventano vittime alla ricerca di
un personale riscatto o, più semplicemente, di sopravvivenza.
Perché, proprio come affermava Victor Hugo nel suo celebre romanzo,
“non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo
cattivi coltivatori”.
Toshio Suzuki, tra
i produttori dello Studio Ghibli, ha condiviso su
YouTube
un bellissimo video in cui mostra ai bambini come disegnare
Totoro, l’iconico personaggio
immaginario creato nel 1988 da Hayao
Miyazaki per il capolavoro Il mio vicino
Totoro. Il video è stato realizzato a sostegno di
un’iniziativa benefica nata attraverso un sito giapponese che cerca
di sostenere con diverse attività ricreative tutti quei bambini
che, a causa della pandemia di Covid-19, sono costretti a restare a
casa.
Nel video tutorial, Toshio Suzuki
riesce in poco meno di un minuto a disegnare il tenerissimo custode
e protettore della foresta attraverso l’utilizzo di un semplice
foglio di carta e di una brush pen. Nel video, il
produttore dichiara: “Ciao a tutti. Oggi vi insegnerò come
disegnare Totoro. Quando si disegna Totoro, la cosa fondamentale è
ricordarsi dei suoi due occhi enormi e rotondi, molto distanti tra
loro. Adesso potete realizzarlo anche voi da casa. Coraggio,
disegniamo tutti insieme!”
Dopo l’uscita de Il mio
vicino Totoro, grazie all’enorme successo del film il
personaggio divenne il simbolo dello Studio Ghibli. È stato proprio
Toshio Suzuki a confessare che lo studio non riuscirà mai a
creare un personaggio che superi in popolarità Totoro,
come Walt Disney non riuscì mai a creare qualcosa più
popolare di Topolino.
Ne Il mio vicino
Totoro,le sorelline Satsuki e Mei si trasferiscono
insieme al padre in una nuova casa in campagna. Per le due bambine
inizia un viaggio alla scoperta di un nuovo mondo, abitato da
creature fantastiche: dai nerini del buio, spiritelli della
fuliggine, a buffi esseri di pelo di varie dimensioni, tra cui
Totoro, lo spirito buono della foresta! Insieme a lui, Satsuki e la
piccola Mei vivranno una magica e straordinaria avventura
all’insegna dell’amicizia!
In una recente intervista con il
New York Times, è stato il regista George
Miller – dopo i rumor delle ultime settimane – a
confermare che Mad Max 5, il nuovo
capitolo della saga post-apocalittica, sarà un prequel dedicato al
personaggio di Furiosa che
non vedrà il ritorno del premio Oscar Charlize Theron nei panni della ribelle
Imperatrice.
Al prestigioso quotidiano
statunitense, Miller ha confermato di essere al lavoro su un
prequel dedicato a Furiosa
che sarà basato su una sceneggiatura scritta insieme a Nick
Lathouris, già co-autore dello script di Mad Max: Fury Road. La sceneggiatura
è stata scritta anni prima che Fury Road facesse il suo
debutto nelle sale. Miller ha inoltre confermato che la Theron non
tornerà ad interpretare il personaggio, rivelando però di aver
considerato a lungo l’idea di utilizzare il de-aging (la stessa tecnica usata da
Martin Scorsese in The
Irishman) per ringiovanire l’attrice sullo
schermo e permetterle di tornare sul set. Alla fine però, proprio
dopo aver visto il film di Scorsese, Miller ha avuto la sensazione
che quella tecnica non sia ancora arrivata al massimo del suo
potenziale:
“Per lungo
tempo ho pensato che avremmo potuto semplicemente usare il de-aging
su Charlize, ma credo che non ci siamo ancora del tutto per quanto
riguarda quella tecnica. Nonostante i valorosi tentativi visti in
The
Irishman, penso che sia ancora un territorio misterioso che
vada studiato. Sembra che tutti siano sul punto di scoprirne il
massimo potenziale, in particolare i progettisti di videogiochi
giapponesi, ma credo che ci sia ancora molta strada da
fare.”
Al momento non sappiamo ancora
quale attrice interpreterà la giovane Furiosa.
Circa due mesi fa era emersa la
notizia che Anya-Taylor
Joy (Split, The New
Mutants) sarebbe la favorita per raccogliere l’eredità della
Theron, anche se all’epoca venne specificato che l’attrice non è
stata l’unica ad aver incontrato Miller per discutere della
parte.
Stando ai piani
originali di George Miller, ci
dovrebbero essere altri due film del franchise con
protagonista Tom
Hardy (l’attore ha firmato un contratto per
quattro film) e persino uno spin-off sul personaggio di
Furiosa
con Charlize
Theron. La battaglia
legale tra Miller e la Warner Bros. a causa del budget
impiegato per Fury Road ha inevitabilmente
rallentato i lavori sulla saga e lo sviluppo dei nuovi film.
Mad Max: Fury Road ha avuto un
successo travolgente. Dalla presentazione a Cannes alla vittoria di
sei Oscar (su dieci nomination), il film con Tom
Hardy e Charlize
Theron è certamente uno dei migliori film degli ultimi
dieci anni
Il regista Christopher
McQuarrie ha spiegato perché il nuovo film della saga di
Mission Impossible è stato diviso in due
parti distinte, che corrisponderanno ai capitoli sette e otto del
franchise. I dettagli sulla trama dei due film non sono ovviamente
stati ancora resi noti. Al momento sappiamo soltanto che, oltre a
Tom Cruise, nel cast torneranno anche Rebecca Ferguson, Vanessa Kirby, Simon
Pegg e Ving Rhamese. Tra le new entry,
invece, figurano Hayley Atwell,
Pom Klementieff, Shea Whigham e Nicholas
Hoult (quest’ultimo potrebbe interpretare il nuovo
antagonista principale).
McQuarrie, che ha diretto sia
Mission Impossible: Rogue Nation che
Mission Impossible:Fallout, tornerà
a scrivere e dirigere i prossimi due film della saga che verranno
girati back-to-back, cioè in maniera consequenziale, non
appena sarà possibile tornare sui set cinematografici. In un
recente podcast di Light the Fuse, il
regista ha spiegato che dal momento che Fallout ha rappresentato un viaggio
particolarmente ricco ed emozionante per Ethan
Hunt, il suo obiettivo era quello di espandere ancora di
più quel viaggio nel capitolo successivo: “Quando abbiamo
iniziato a lavorare al nuovo film, ho pensato che volevo prendere
ciò che avevamo imparato da Fallout e applicarlo a tutti i
personaggi della saga”, ha spiegato McQuarrie.
“Volevo che tutti avessero il
proprio arco narrativo e che ci fosse un maggiore coinvolgimento
emotivo da questo punto di vista”. Il regista ha poi aggiunto:
“Ci siamo resi conto di avere un film della durata di due ore e
quaranta minuti in cui ogni scena era necessaria.”
I due film verranno girati in
contemporanea ma non è ancora chiaro quali altri membri del cast
torneranno sul set per le riprese. Christopher
McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il
loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre
2021 e il 4 novembre 2022.
Nessun aggiornamento sul destino di
August Walker e Alan Hunley, i personaggi interpretati
da Henry
Cavill e Alec
Baldwin, che secondo le ultime
indiscrezioni rientrerebbero nei piani di McQuarrie per i
sequel. Ma come farli tornare, visto che nel precedente film sono
morti?
Nell’attesissimo
Black
Widow, il film del MCU interamente dedicato alla
Vedova Nera di Scarlett Johansson, farà il suo debutto il
personaggio di Mason, interpretato dall’attore
O-T Fagbenle, noto per la serie tv The Handmaid’s Tale. Secondo i primi
dettagli sul personaggio, dovrebbe trattarsi di un alleato di Nat,
che probabilmente rappresenterà anche l’interesse amoroso della
supereroina.
Da parecchio tempo, però, circola un
rumor secondo cui Mason sarebbe in realtà
Taskmaster, l’antagonista principale del film che
possiede la capacità di imitare le abilità dei suoi avversari.
Adesso, in una recente diretta su Instagram, è stato
proprio Fagbenle a commentare le voci con una sua amica. L’attore
ha dichiarato: “C’è questa teoria secondo cui nel film sarei
Taskmaster…”, con l’amica che ha risposto: “Probabilmente
lo sei!” e con la replica di Fagbenle che è stata: “Stai
cercando di farmelo dire? Pensavo che ne avessimo già parlato.
Pensavo che fossimo d’accordo sul fatto di tenerlo
segreto.”
Ciò non significa ovviamente che
dietro Mason si cela in realtà Taskmaster, ma è comunque
interessante notare come l’attore non abbia negato i rumor (anche
se è probabile che se ne stesse soltanto prendendo gioco). Per la
conferma ufficiale della reale identità del villain, bisognerà
attendere soltanto l’arrivo del film in sala, la cui uscita è
fissata per il prossimo 6 novembre.
La regia
di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of
Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno
anche David
Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà una
pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff
dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini.
Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di
sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di
spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che
diventasse un membro degli Avengers.
La Universal ha scelto Luca
Guadagnino per dirigere la sua rivisitazione
Scarface. Il regista italiano è molto amato
negli Usa, il suo ultimo film, Chiamami col tuo nome, ha ricevuto
numerose candidature agli Oscar e ha vinto la statuetta per la
migliore sceneggiatura non originale.
Joel Coen e Ethan
Coen hanno scritto l’ultima versione della sceneggiatura
dalle bozze precedenti di Gareth Dunnet-Alcocer, Jonathan Herman e
Paul Attanasio.
Scarface sarà prodotto da Dylan Clark per
la sua Dylan Clark Productions. Scott Stuber sarà produttore
esecutivo al fianco di Marco Marabito. SVP Brian Williams sarà
anche produttore esecutivo di Dylan Clark Productions.
La storia è stata adattata più
volte, di recente nel classico del 1983 con Al
Pacino e Michelle Pfeiffer con la regia
di Brian DePalma. La nuova versione è una
rivisitazione della storia originale ambientata a Los Angeles e già
ambientata nel 1932 e nel 1983.
Il vicepresidente senior della
produzione Jay Polidoro e il direttore dello sviluppo Lexi Barta
supervisioneranno il progetto Universal.
Per Guadagnino si tratta del
secondo remake recente, visto che il suo ultimo film è stato
Suspiria, rifacimento dall’omonimo
cult di Dario Argento, con Dakota Johnson,
Tilda Swinton e Chloe Moretz.
Distribuito in Italia nel 2019,
L’uomo del labirinto è il secondo
lungometraggio diretto da Donato Carrisi, che trae
anche in questo caso la storia da un suo romanzo. Per l’occasione,
chiama a recitare per sé uno dei più acclamati interpreti
statunitensi, ponendolo all’interno di un noir ricco di colpi di
scena.
Ecco 10 cose che non sai su
L’uomo del labirinto.
L’uomo del labirinto: la trama del
film
10. Al centro della vicenda
vi è un misterioso rapimento.L’uomo del
labirinto ha inizio con Samantha, che dopo essere
scomparsa per quindi anni in seguito ad un rapimento, viene
miracolosamente ritrovata. Con il suo aiuto, sulle tracce del
rapitore si incammineranno due criptici personaggi: un profiler che
la aiuta a ricordare quanto accaduto, e quello stesso investigatore
privato che non era stato in grado di ritrovarla al momento del
rapimento.
L’uomo del labirinto è tratto da
un libro
9. È l’adattamento del
romanzo omonimo. Per il suo secondo lungometraggio, il
regista Carrisi ha deciso di realizzare la trasposizione del
romanzo scritto da egli stesso nel 2017. L’uomo del
labirinto è il terzo capitolo della serie di libri
intitolata Ciclo di Mila Vasquez, personaggio ricorrente in ogni
titolo, e, in modo non dichiarato, è anche il seguito del romanzo
Il suggerito, pubblicato nel 2009.
L’uomo del labirinto: il cast del
film
8. Uno dei protagonisti è
interpretato da un noto attore americano. Per dar vita al
ruolo del dottor Green, uno dei protagonisti della storia, il
regista ha dichiarato di aver da subito voluto che ad interpretarlo
fosse il due volte premio Oscar Dustin Hoffman.
L’attore, che aveva già lavorato in Italia per la serie I
Medici, fu da subito entusiasta del progetto, avendo letto i
romanzi di Carrisi e visto il suo precedente film. A convincerlo
definitivamente fu la presenza di Servillo tra gli interpreti.
7. Vanta un cast di noti
attori italiani. Non solo Hoffman però, e il film si
arricchisce delle presenze di attori come Toni
Servillo, che interpreta l’investigatore Bruno Genko,
ValentinaBellè, nel ruolo di
Mila Vasquez, e VinicioMarchioni, nel ruolo di Simon Berish,
direttore dell’ufficio bambini scomparsi.
6. Servillo non era
inizialmente sicuro di voler partecipare al film. Già
protagonista di La ragazza nellanebbia, dove interpretava un detective, Servillo non
era convinto riguardo il ruolo di Genko, poiché non voleva
rischiare di essere associato a questo tipo di personaggi.
Tuttavia, si convinse nel momento in cui leggendo la sceneggiatura
scoprì lati inediti e nascosti del personaggio che gli permettevano
di renderlo diverso da quello precedentemente interpretato.
L’uomo del labirinto: le
recensioni del film
5. È stato accolto da
opinioni miste. Un film criptico come L’uomo del
labirinto non poteva mancare di dar vita ad ampie discussioni,
ricevendo pareri spesso contrastanti. In particolare, molti critici
hanno criticato l’eccessiva ambizione narrativa, che rallenta la
visione, mentre altri hanno invece elogiato le interpretazioni dei
due protagonisti.
L’uomo del labirinto è su Sky
4. È stata anticipata la
sua uscita On Demand. Distribuito nelle sale italiane a
partire dal 30 ottobre 2019, il film è ora attualmente disponibile
in streaming in alcune delle principali piattaforme
cinematografiche e televisive. Tra queste vi è Sky, che ha messo a
disposizione dei propri utenti la visione del film in modalità On
Demand.
L’uomo del labirinto: la
spiegazione del finale del film
[ALLERTA
SPOILER]
3. Ci sono due linee
narrative da seguire. Particolarmente complesso, il finale
del film ha generato numerosi dibattiti. Innanzitutto, occorre
sapere che nel film vi sono due storylinee che procedono
parallelamente. All’interno di una si muove l’indagine condotta
dall’investigatore Genko, il quale tenta di risalire al reale
colpevole del rapimento. Nella seconda, invece, si svolge il
rapporto tra la presunta ragazza rapita e il misterioso dottor
Green. Infine, la prima delle due linee narrative si svolge
all’incirca un anno prima della seconda.
2. I personaggi non sono
chi crediamo che siano. Con un audace plot twist finale,
allo spettatore viene rivelato che quella che si crede essere
Samantha è in realtà l’investigatrice Mila Vasquez, e quello che si
credeva essere il dottor Green è in realtà un impostore, nonché il
rapitore di turno che fa credere alla sua vittima di essere chi non
è.
1. Il senso finale è molto
cupo. Come si apprende dalle scoperte fatte da Genko,
dietro il rapimento della ragazza si nasconde una misteriosa setta
chiamata “i figli del buio”, il cui scopo non è solo quello di
abusare delle proprie vittime ma anche di tramandare di volta in
volta questa tradizione attraverso degli eredi.
Quicksilver e Scarlet Witch sono i
personaggi che più di tutti hanno catalizzato l’attenzione
all’uscita di Avengers: Age of
Ultron, nel 2015. I due personaggi sono molto
amati nei fumetti, e nella versione del MCU sono due “esperimenti” che
hanno ottenuto i loro poteri con l’utilizzo della Gemma della Mente
(che poi si incastona sulla fronte di Visione).
Ebbene, se Scarlet Witch diventa uno
dei personaggi “minori” più amati del MCU, l’arco narrativo di
Quicksilver ha vita breve, visto che il personaggio interpretato da
Aaron Taylor Johnson muore nel film stesso.
Di seguito, Andy Park ha condiviso
dei concept che mostrano il personaggio con un look molto accurato
rispetto alla controparte a fumetti di Pietro Maximoff.
Diretto da Joss
Whedon, Avengers: Age of Ultron
è il secondo team-up dei Vendicatori, film in cui viene introdotto
il personaggio di Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen)
che presto vedremo nella serie Diseny + WandaVision. Nel cast oltre a Johansson ed Evans,
anche Robert Downey Jr, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth,
Jeremy Renner e James Spader nei panni
del villain Ultron.
Matthew Savage, concept artist che ha lavorato alla
realizzazione di Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, ha rivelato un concept inedito che
mostra un dispositivo spia della Resistenza che però non è stato
utilizzato per il film.
Il dispositivo in questione doveva
essere una capsula spaziale che sarebbe stata utilizzata dalla
Resistenza per condividere informazioni. Nella didascalia alle
immagini di Savage si legge: “Scatola della Resistenza Dead
Drop per L’Ascesa di Skywalker: progettata per una scena che non è
stata girata, questa capsula sarebbe stata lasciata fluttuare nello
spazio utilizzata come device per trasmettere informazioni tra le
spie della Resistenza. Questo spunto si è evoluto nella scena di
Boolio che passa l’informazione a Fin e Poe “.
Il cast di
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker comprende
Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Da un decennio a questa parte
l’attore Armie Hammer ha dato prova di essere
maturato notevolmente, arrivando a ricoprire ruoli di sempre
maggior rilievo e complessità. Apprezzato anche per la sua
versatilità, Hammer passa con grande naturalezza dal western al
thriller, dall’action al drammatico, guadagnato spesso e volentieri
le lodi di critica e pubblico.
9. Ha partecipato ad alcune
serie televisive. Ancora agli esordi come attore, Hammer
recita in alcuni episodi delle serie Arrested Development
(2005), Veronica Mars (2006) e Desperate
Housewives (2007), per poi ottenere un ruolo di maggior
rilievo in Gossip Girl (2009), con Blake
Lively, dove è Gabriel Edwards. Nello stesso anno
recita anche in Reaper – In missione per il diavolo.
Tornerà sul piccolo schermo con l’annunciata serie Gaslit,
con Julia
Roberts.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Il ruolo che ha consacrato Hammer è quello
di Oliver in Chiamami con il tuo nome, per il quale
l’attore ha ricevuto nomination ai Golden Globe, Critics’ Choice
Awards, Independent Spirit Awards e Satellite Awards come miglior
attore non protagonista. Pur non riportando vittorie, l’attore ha
avuto modo di affermarsi ulteriormente all’interno dell’industria,
continuando ad imporre la propria personalità.
Armie Hammer: chi è sua moglie
7. È sposato.
Particolarmente riservato circa la propria vita privata, Hammer non
ha tuttavia mancato di annunciare le nozze con la giornalista
televisiva Elizbeth Chambers, avvenute nel maggio del 2010. In
seguito, la coppia annuncia la nascita del primo figlio nel 2014, e
del secondo nel 2017.
Armie Hammer doveva essere
Batman
6. Era stato scelto per
ricoprire il ruolo del noto supereroe. Uno dei più
affascinanti progetti mai realizzati è quello intitolato
Justice League: Mortal, dove Hammer avrebbe dovuto
interpretare proprio il personaggio di Batman. Il film venne
tuttavia messo da parte, e l’attore si limitò ad affermare che
aveva accettato il ruolo per la possibilità di dar vita ad una
versione ancora più dark e borderline del personaggio.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Armie Hammer non ha un gemello
5. Ha interpretato entrambe
le parti di due gemelli. Dopo averlo visto recitare in
The Social Network, molti spettatori hanno pensato che ad
interpretare i gemelli Winklevoss fossero i gemelli Hammer, uguali
in tutto e per tutto. In realtà, Hammer non ha alcun fratello
gemello, ed ha personalmente interpretato entrambi i ruoli visti
nel film.
4. La tecnologia lo ha
aiutato nell’interpretazione. Per poter dar vita a questa
doppia interpretazione, l’attore è stato notevolmente aiutato da
alcuni effetti speciali. Da un punto di vista fisico, uno dei due
gemelli è incarnato da un noto modello, il cui volto è stato poi
sostituito digitalmente con quello di Hammer. Un effetto speciale
invisibile che ha consentito all’attore di risultare estremamente
credibile nel ruolo dei due personaggi.
Armie Hammer: il suo fisico
3. È considerato uno dei
nuovi grandi sex symbol di Hollywood. Particolarmente
possente, Hammer ha avuto diverse occasioni per sfoggiare un fisico
definito e ricco di muscoli. L’attore è infatti solito tenersi in
perfetta forma, e grazie ad alcuni film dove gli era richiesto un
corpo allenato, ha potuto raggiungere risultati particolarmente
notevoli, venendo definito come uno degli uomini più attraenti
dell’attuale panorama cinematografico.
Armie Hammer: il suo
patrimonio
2. È un attore
particolarmente quotato. Nel corso del decennio appena
conclusosi Hammer ha dato vita ad alcune memorabili interpretazioni
in film particolarmente apprezzati da critica e pubblico. Ciò gli
ha permesso di diventare una personalità particolarmente affermata
e richiesta nel panorama hollywoodiano, arrivando a raggiungere un
patrimonio attuale di circa 16 milioni di dollari.
Armie Hammer: età e altezza
1. Armie Hammer è nato a Los
Angeles, in California, Stati Uniti, il 28 agosto 1986.
L’attore è alto complessivamente 196 centimetri.
Divenuto celebre grazie alla sua
partecipazione alla saga di film di Twilight, l’attore
Kellan Lutz è oggi un apprezzato interprete
distintosi per versatilità e carisma. Negli anni, si è dedicato a
progetti diversi tra loro, dimostrando però una predilezione verso
il genere action. Attualmente, ha portato il proprio volto sul
piccolo schermo, dove recita in un’apprezzata serie TV.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. All’inizio della sua carriera
l’attore ha preso parte ad alcune puntate di serie come
Beautiful (2004), CSI: NY (2005), Six Feet
Under (2005), The Comeback (2005), Heroes
(2007) e Generation Kill (2008). In seguito, recita in
90210 (2008-2009), per poi tornare sul grande schermo
soltanto nel 2020, con il ruolo di Kenny Crosby in FBI: Most Wanted, con protagonista
Julian
McMahon.
8. Ha ottenuto diversi premi
popolari. Il grande pubblico è rimasto particolarmente
colpito dal ruolo dell’attore nella saga di Twilight, a
tal punto da portarlo a vincere per ben tre volte ai Teen Choice
Awards come miglior attore ruba scena. Secondo i fan, infatti, in
diverse occasioni Lutz è stato in grado di oscurare i protagonisti,
attirando su di sé tutte le attenzioni.
Kellan Lutz è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 859 mila persone. All’interno
di questo Lutz è solito condividere numerose foto realizzate sui
set a cui ha partecipato, promuovendo dunque i suoi progetti da
interprete. Non mancano però anche immagini ritraenti momenti di
svago quotidiano, in compagnia di amici o di sua moglie.
Kellan Lutz: chi è sua moglie
6. Ha sposato una
modella. Nell’ottobre del 2017 l’attore rivela
pubblicamente di essere fidanzato con la modella e conduttrice
televisiva Brittany Gonzales. La coppia si sposa
il mese seguente, e tramite i rispettivi account Instagram
annunciano, nel novembre del 2019, di attendere una figlia. Nel
febbraio del 2020, tuttavia, annunciano di aver perso la bambina
per alcune complicazioni nella gravidanza.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Kellan Lutz in Twilight
5. Avrebbe voluto sfoggiare
dei capelli lunghi. Per ricoprire il ruolo di Emmett
Cullen, membro della famiglia di vampiri protagonista, l’attore
aveva espresso il desiderio di poter portare i capelli lunghi.
Tuttavia, per via di un taglio particolarmente corto effettuato per
un precedente film, questi non fecero in tempo a ricrescere, e dato
che la produzione non poteva aspettare l’attore si rassegnò a
girare con la lunghezza che aveva in quel momento.
4. Vorrebbe uno spin-off sul
suo personaggio. Parlando di Emmett Cullen, l’attore ha
dichiarato che esiste un breve racconto dove viene spiegato come
egli sia stato trasformato in vampiro. Lutz, dopo averlo letto, ha
espresso il forte desiderio di poterlo realizzare, dando così vita
ad uno spin-off sulle origini del proprio personaggio.
3. Ha adorato girare le
scene di combattimento. L’attore ha elencato diversi
momenti memorabili della saga, come la partita a baseball o il
matrimonio, ma i suoi preferiti rimangono quelli che prevedevano
scene di combattimento. Per Lutz, poter dar vita a quelle
coreografie dinamiche e complesse è stata una sfida particolarmente
gratificante.
Kellan Lutz è Hercules
2. Era già pronto
fisicamente per il ruolo. Lutz fu scelto per il ruolo del
semidio protagonista di Hercules – La leggenda ha inizio
soltanto due settimane prima delle riprese. Questo poco preavviso
non è però stato un problema, poiché l’attore, il quale si tiene
costantemente in allenamento, era già fisicamente pronto per la
parte.
Kellan Lutz: età e altezza
1. Kellan Lutz è nato a
Dickinson, in North Dakota, Stati Uniti, il 15 marzo 1985.
L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.
Non è un segreto che
l’Academy non sia una sostenitrice accanita del
genere horror. Troppo spesso, anche agli occhi dei
membri della prestigiosissima organizzazione, l’horror è
considerato un genere di serie b, inferiore ad altre forme di
intrattenimento. Proprio per questo, nel corso di ben 92 anni, non
abbiamo mai visto – salvo alcune dovute eccezioni (prendi
L’esorcista o Il silenzio degli innocenti) –
alcun film horror tra i grandi protagonisti della cerimonia di
premiazione.
Anche oggi, in una realtà
cinematografica dove il genere horror ha acquistato maggiore
rilevanza rispetto al passato, gli Oscar
continuano a non tributare il dovuto omaggio al genere. Ecco di
seguito 10 grandi film horror che sono stati totalmente “snobbati”
dall’Academy:
Hereditary – Le radici del male (2018)
Hereditary è probabilmente l’horror più
acclamato dell’ultimo decennio. Su Rotten Tomatoes ha raggiunto un
punteggio pari all’89%, mentre su Metascore una valutazione
stellare pari ad 87. Il film è stato ampiamente apprezzato dalla
critica, che ha lodato in particolar modo la straordinaria
interpretazione di Toni Collette.
Erano in molti a sperare che
l’attrice potesse conquistare la sua seconda candidatura agli Oscar
(dopo la prima ottenuta grazie a The Sixth Sense – Il sesto
senso), ma così non è stato. Un vero peccato!
Shining (1980)
Oggi, Shining di Stanley Kubrick è universalmente riconosciuto
come una pietra miliare del genere horror, oltre ad essere un film
che ha irreversibilmente segnato l’immaginario collettivo della
pop-culture. All’epoca della sua uscita in sala, però, il
film non venne accolto bene dalla critica, ed ottenne addirittura
due candidature ai Razzie Awards (peggior regista e peggiore
attrice a Shelley Duvall).
Anche l’Academy, l’anno successivo,
snobbò totalmente il film: quantomeno, l’incredibile lavoro di
Jack Nicholson doveva essere riconosciuto con
una candidatura al migliore attore. Stiamo parlando di una delle
performance più iconiche della storia del cinema…
Psyco (1960)
Psyco, probabilmente uno dei più
grandi film horror mai realizzati, ottenne ben quattro candidature
alla 33esima edizione degli Oscar: miglior regia, migliore attrice
non protagonista (Janet Leigh), migliore fotografia e migliore
scenografia. Tuttavia, il film non riuscì a portare a casa neanche
una statuetta. Clamorosamente, non venne considerato né per il
miglior film né per la miglior colonna sonora.
The Witch (2015)
The
Witch è stato uno degli horror più acclamati
dell’annata 2015. Ha ottenuto un punteggio pari al 90% su Rotten
Tomatoes e una valutazione stellare pari a 83 su Metacritica. In
particolare, la critica ne ha elogiato la sceneggiatura, la regia e
la recitazione. Nonostante abbiamo ricevuto numerosi riconoscimenti
a livello internazionale, inclusi il Directing Award al Sundance
Film Festival e ben due Independent Spirit Awards, il film non ha
ricevuto neanche una candidatura agli Oscar.
The Lighthouse (2019)
The
Lighthouse è l’opera seconda di Robert
Eggers, regista di The Witch. A differenze del
predecessore, il film è stato considerato dall’Academy, pur sempre
in minima parte: ha infatti ottenuto una candidatura all’ultima
edizione degli Oscar per la miglior fotografia, ma ha perso contro
1917 di Sam Mendes.
Molti critici hanno sostenuto che
anche le interpretazioni dei due protagonisti – soprattutto quella
di
Willem Dafoe – avrebbero meritato un doveroso
riconoscimento. Per la sua performance nel film, Dafoe ha ottenuto
una Satellite Award e un Independent Spirit Awards, ma nessuna
nomination all’Oscar.
La cosa (1982)
Il fatto che l’Academy non abbia
riconosciuto il lavoro de La cosa di John
Carpenter a livello di trucco ed effetti speciali è ancora
oggi uno dei più grandi misteri nella storia del premio. All’epoca
della sua uscita, la critica non fu particolarmente indulgente con
il film, che ottenne anche una candidatura ai Razzie Award per la
peggior colonna sonora. Oggi il film è considerato a tutti gli
effetti un cult del genere horror.
A Venezia… un dicembre rosso shocking (1973)
E parlando sempre di film horror che
hanno ricevuto la giusta considerazione, non si può non citare
A Venezia… un dicembre rosso shocking di
Nicolas Roeg, da sempre considerato uno dei
capisaldi del genere horrror.
E anche se il film non è stato
accolto come La cosa di Carpenter, non ha comunque
ricevuto dalla critica il plauso che avrebbe meritato. Il film
ottene sette candidature alla 27esima edizione dei BAFTA, vincendo
per la migliore fotografia. Agli Oscar di quell’anno non ottenne
neanche una nomination.
Poltergeist – Demoniache presenze
(1982)
Il 1982 è stato un anno veramente
incredibile per Steven
Spielberg, e non solo grazie all’uscita in sala del
capolavoro E.T. – L’extra-terrestre, ma anche perché il
celebre regista contribuì alla sceneggiatura e alla produzione di
un vero e proprio classico del genere horror, Poltergeist – Demoniache presenze.
Il film ottenne tre candidature agli
Oscar: miglior montaggio sonoro, migliori effetti speciali e
miglior colonna sonora. Tuttavia, non riuscì a portare a casa alcun
premio, nonostante in tutte e tre le categorie perse proprio contro
E.T.
Babadook (2014)
Babadook è stato uno degli horror più
acclamati del 2014. Su Rotten Tomatoes ha raggiunto un punteggio
pari al 98%, mentre su Metascore una valutazione stellare pari ad
86. Il film è stato universalmente acclamato, anche grazie alla
performance della protagonista Essie Davis, ed ad
oggi è già considerato un cult del genere. In patri il film è
riuscito a conquistare numerosi riconoscimenti importanti, mentre
gli Oscar hanno completamente ignorato la pellicola.
Carrie – Lo sguardo di Satana
(1976)
Carrie – Lo sguardo di Satana di
Brian De Palma è un altro celeberrimo horror a non aver ricevuto il
giusto riconoscimento da parte dell’Academy. Nel 1977 il film
ricevette soltanto due candidature: a Sissy Spacek
e Piper Laurie, rispettivamente nominate come
migliore attrice e migliore attrice non protagonista. Nessuna delle
due riuscì però a portare a casa l’ambita statuetta, nonostante
entrambi i loro ruoli sia oggi considerati assolutamente
iconici.
Arriva da
The Hollywood Reporter la notizia che Josh Gad, la voce di Olaf nel franchise
animato di Frozen e interprete di Le Tont nel live action
de La Bella e la Bestia, ha firmato
per unirsi al cast del prossimo disaster movie di
Roland Emmerich, dal titolo
Moonfall.
Nel film la Luna verrà proiettata
fuori dalla sua orbita da una forza misteriosa ed entrerà in rotta
di collisione con la Terra. Mentre il mondo si prepara ad
affrontare la catastrofe, una squadra di improbabili eroi unirà le
forze e verrà spedita in missione sulla superficie lunare per
cercare di salvare l’umanità, qualcosa di più o meno simile a
quanto visto in Armageddon di Michael
Bay.
Josh Gad interpreterà uno dei membri del team
che verrà inviato sulla Luna, tale KC Houseman, un personaggio
bizzarro e disorganizzato, ma dotato di una grandissima
intelligenza. Al momento non sappiamo quando il film arriverà nelle
sale, ma la produzione – ammesso che per allora i set
cinematografici saranno nuovamente agibili – dovrebbe partire il
prossimo autunno.
Josh Gad entra a far parte del
cast del nuovo disaster movie di Roland Emmerich
La sceneggiatura di
Moonfall porterà la firma di Emmerich
insieme al suo fidato Harald Kloser, che in molti
suoi film ha assunto anche il ruolo di compositore. Alla
sceneggiatura collaborerà anche Spenser Cohen.
Roland Emmerich è
un veterano del genere disaster movie: nella sua carriera,
infatti, ha diretto Independence Day
(1996), Godzilla (1998), The Day
After Tomorrow (2004), 2012
(2009) e Independence Day: Rigenerazione
(2016). L’ultimo film da lui diretto è il war movieMidway (2019).
Mad Max:
Fury Road di George Miller è considerato da
molti un autentico capolavoro, ma il viaggio del film per arrivare
ad un’effettiva realizzazione è stato davvero problematico, con il
progetto che ha più volte rischiato di non vedere mai la luce.
Il film è arrivato nelle sale
nel 2015, ma era da almeno 15 anni che Miller stava cercando di
realizzare un nuovo capitolo della saga distopica. Quando Mel Gibson era ancora associato al progetto, e
sarebbe dovuto tornare a vestire i panni di Max Rockatansky, pare
che la Warner Bros. fosse interessata ad affidare il ruolo di
Furiosa a Uma Thurman. Siamo orientativamente intorno al
2001, e la produzione fu costretta ad interrompersi dopo i tragici
attentati dell’11 settembre.
Quando il progetto di un quarto
Mad Max tornò nuovamente in pista, Miller
si rese conto che Gibson era effettivamente troppo “maturo” per
tornare nei panni del protagonista, e così iniziò a cercare un
attore più giovane che potesse raccoglierne l’eredità. A quanto
pare, una delle star del MCU era sul punto di ottenere la
parte del Guerriero della Strada, prima che venisse ufficialmente
scelto Tom Hardy: stiamo parlando di Jeremy Renner.
A rivelarlo è stata Zoe
Kravitz, interprete di Toast la Sapiente in Fury
Road, in una recente intervista (via
CBM): “Ho fatto uno screen test con Jeremy Renner che
leggeva la parte di Max quando ancora non avevano assunto Tom.
Dovevamo misurare la nostra alchimia.”
Alla fine, i ruoli di Max
Rockatansky e di Furiosa sono stati affidati rispettivamente ad
Hardy e al premio Oscar Charlize Theron, che
proprio di recente hanno parlato per la prima volta della faida
che c’è stata tra loro sul set del film.
Il premio Oscar Russell Crowe, indimenticabile Massimo Decimo
Meridio de
Il gladiatore, visto più di recente al cinema in
The
Nice Guys, La mummia e
Boy
Erased – Vite cancellate, sarà tra i protagonisti del
remake a stelle e strisce de Il Profeta,
film del 2009 diretto dal regista e sceneggiatore
francese Jacques Audiard.
L’adattamento americano ad opera
della Paramount, il cui titolo ufficiale sarà American
Son, porterà la firma di Dennis
Lehane, celebre scrittore e sceneggiatore britannico, noto
per i romanzi La morte non dimentica e
L’isola della paura, da cui sono stati
tratti rispettivamente i film Mystic
River di Clint Eastwood e Shutter
Island di Martin Scorsese.
Alla regia, invece, ci sarà
Andrew Onwubolu, rapper statunitense attivo anche
come attore, sceneggiatore e regista. Come apprendiamo da
Variety, nel film Russell Crowe avrà il ruolo
di uno spietato boss mafioso, probabilmente la parte interpretata
da Niels Arestrup nell’originale francese.
Russell Crowe tra i
protagonisti di American Son, remake USA del francese Il
Profeta
Il Profeta
di Jacques Audiard ha vinto il Grand Prix Speciale della
Giuria del 62esimo Festival
di Cannes, ben novePremi César 2010 (tra cui quello per il
miglior film), ed è stato candidato come miglior film
straniero ai Premi Oscar 2010.
Il film narra la prigionia del
giovane beurMalik, dall’ingresso in carcere, solo e appena
maggiorenne, all’uscita sei anni più tardi, che lo vedrà
completamente trasformato in un affermato boss criminale. Al
momento il giovane attore che interpreterà Malik nella versione USA
(nel film di Audiard era interpretato da Tahar
Rahim) non è ancora stato trovato.