Nel comunicato che posticipa la
Biennale Architettura al 2021 e la Biennale Arte al 2022, è stato
invece confermato che il Festival di Venezia si svolgerà invece
dal 2 al 12 settembre 2020.
Per ora non ci sono ancora i
dettagli sullo svolgimento di attività e proiezioni, ma si aspetta
un comunicato ufficiale di Alberto
Barbera.
Intanto, il presidente della
Biennale di Venezia Roberto Cicutto ha spiegato:
“Gli ultimi giorni hanno chiarito la realtà che abbiamo di
fronte. Con il massimo rispetto per il lavoro svolto da tutti, gli
investimenti fatti dai partecipanti e considerando le difficoltà
incontrate da tutti i paesi, le istituzioni, le università, gli
studi di architettura, insieme all’incertezza della mobilitazione
delle opere, dei viaggi e in virtù delle nuove misure in materia di
Covid-19 che sono state e saranno adottate, abbiamo deciso di
ascoltare coloro che, e sono la maggioranza, hanno richiesto il
rinvio della Biennale di Architettura. Ho ricevuto molti messaggi
che auspicavano un rinvio al 2021“.
Il mondo del cinema attende ancora
di sapere se Tenet,
il nuovo film di Christopher Nolan, riuscirà ad arrivare nelle
sale americane il prossimo 17 luglio. Al momento sembra che la
Warner Bros. non sia ancora in grado di prendere una decisione
definitiva, soprattutto a causa della grande incertezza
dell’odierna situazione delle sale cinematografiche, che a livello
mondiale potrebbero non essere tutte aperte per la data scelta
dalla major per il debutto dell’atteso
blockbuster.
Tenet è
costato circa 200 milioni di dollari, quindi c’è bisogno che almeno
l’80% dei cinema del mondo e degli Stati Uniti siano aperti per
evitare che la Warner rischi il flop commerciale. Proprio per
questo motivo, se nelle prossime settimane la situazione non sarà
chiara in merito all’apertura dei cinema su scala globale, allora
Tenet
verrà rinviato quasi sicuramente, e uscirà con molta probabilità in
autunno. Ciò, naturalmente, provocherà una sorta di effetto domino
che stravolgerà tutto il calendario delle principali uscite
cinematografiche programmate per l’anno che resta, tra cui quella
di Wonder
Woman 1984 (la cui uscita è attualmente fissata
per il 14 agosto).
In un recente articolo del
Washington Post, si leggono alcune dichiarazioni poco
rassicuranti di un insider di Hollywood: “Se Tenet non dovesse
uscire oppure dovesse rivelarsi un flop clamoroso, allora tutte le
altre case di distribuzione giocheranno in difesa. Non vedremo
alcun nuovo film almeno fino a Natale”. Al momento, dunque, la
Warner Bros. si trova costretta a prendere una decisione
estremamente importante, che avrà effetti collaterali non solo in
merito alle uscite dei propri film, ma anche a quelle delle
compagnie concorrenti. La speranza è che la major riesca a prendere
la decisione più giusta e adeguata a questi tempi incerti e
difficili.
Con Tenet, i
fan stanno pensando che la fine di Inception è
stata reale, non si sia trattato di un sogno, e che ora vedremo la
storia di quei bambini, espandendo così l’universo di Inception,
consentendo anche l’esplorazione di nuovi temi e nuove storie. Come
ipotizzato da The Hollywood Reporter, Tenetpotrebbe
rivelare che la tecnologia dei sogni sviluppata per i militari
in Inception è
andata ancora oltre, o è stata sviluppata in qualcosa di ancora più
pericoloso, questa volta permettendo alle missioni di spionaggio di
non funzionare nel regno dei sogni ma di attraversare tempo.
Forse gli eventi di Inception hanno
avuto conseguenze terribili e impreviste, portando la prossima
generazione a dover affrontare proprio quei cambiamenti.
È possibile, anzi probabile,
che Tenet sia
completamente scollegato da Inception. Una
delle cose che rende così affascinante il film del 2012 è il finale
ambiguo, dato che i fan possono decidere da soli se il ritorno a
casa di Dom nella sua famiglia è reale o è un sogno. Se Tenet
fosse davvero un sequel di Inception, potrebbe risolvere questa
ambiguità. Ma per ora si tratta solo di congetture.
Il film, il primo lungometraggio di
Nolan dal 2017, anno di Dunkirk,
viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo
dello spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la
sceneggiatura da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono
ora in corso. Lo studio ha già fissato la data di uscita per il 17
luglio 2020. Nolan ed Emma Thomas producono, con Thomas Hayslip
produttore esecutivo. Il team di Tenet include
il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van Hoytema (girato in un
mix di Imax e 70mm) e la montatrice Jennifer Lame, lo
scenografo Nathan Crowley, il costumista Jeffrey
Kurland e il supervisore del VFX Andrew Jackson.
Come la maggior parte delle
produzioni in quest’ultimo periodo, anche quella di Jurassic
World: Dominion è stata momentaneamente
bloccata a causa della pandemia di Covid-19. Adesso, in una recente
intervista con
Fitzy & Wippa, è stato Sam Neill, che
nel film tornerà a vestire i panni di Alan Grant (personaggio
interpretato nella trilogia originale), ad aggiornare sullo stato
delle riprese.
“Sono riusciti a girare per
circa due settimane”, ha spiegato Neill. “Stavo aspettando
di iniziare a girare le mie scene a Londra, poi abbiamo appreso che
la città sarebbe stata chiusa, così ho preso un aereo per Perth,
sono arrivato fino a Sydney e poi è stata disposta la
quarantena.”
Le riprese di Jurassic
World: Dominion si svolgeranno
principalmente ai Pinewood Studios di Londra, ma anche a Malta, in
Canada e in Australia. Neill ha ammesso che spera di poter tornare
sul set quanto prima: “Appena sarà possibile, torneremo a
girare. Dovremmo ripartire da Londra, ma al momento lì è il caos
totale. Magari potremmo iniziare a girare da qualche altra parte e
poi finire ai Pinewood Studios. Useremo i teatri di posa di Bonda
per i set londinesi. Se la situazione non cambia, però, non ho idea
di quando potremo davvero ricominciare.”
Jurassic
World: Dominionvedrà
sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice
Smith, Daniella Pineda, Jake
Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr.
Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti
per l’ultima volta nelJurassic Park
3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato
da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare
in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World: Il Regno
Distrutto.
Alla regia torna Colin
Trevorrow, che ha pubblicato il
cortometraggio Battle at Big
Rock, i cui eventi sono ambientati un anno
dopo Jurassic World:
Il Regno Distrutto mostrando i dinosauri che
vivono nel nostro mondo e lottano per la sopravvivenza. Vi
ricordiamo che Jurassic
World 3 uscirà nelle sale l’11 giugno
2021.
Un Pugno di
Amici approda in esclusiva su Amazon Prime Video il 20 Maggio
2020.
Protagonisti Matranga e Minafò, gli attori
del cast di Sicilia Cabaret e di Made in Sud, con la
partecipazione straordinaria di Maurizio
Casagrande.
Comicità siciliana quanto basta, un pizzico di immancabili
tormentoni e un cast d’eccezione sono gli ingredienti della ricetta
cinematografica che promette di saziare tutti, fan e non. Con la
regia di Sergio Colabona il cast della commedia annovera insieme a
Matranga e Minafò, anche Maria Bolignano, Mariano Bruno, Paride
Benassai, I Ditelo voi, Angelica Massera, Titina Maroncelli, Piera
Russo, Grazia Zappalà, Felicia Del Prete, Totino La Mantia, I 4
Gusti, I Respinti, I Badaboom, Ivan Fiore e tutto il cast di
Sicilia Cabaret.
Un Pugno di Amici: la trama
Un Pugno di
Amici racconta di quattro amici un po’ sgangherati
che organizzano una rapina con la speranza di risolvere tutti i
loro problemi, ma dopo una serie di disavventure saranno costretti
ad una precipitosa fuga da cui avranno inizio tutti i loro
problemi. Tra situazioni comiche e sketch esilaranti i quattro
amici dovranno sperimentare nuovi sistemi per sbarcare il
lunario.
La pellicola, completamente Made In
Sud, è stata girata tra Palermo e dintorni: tra Termini Imerese,
Gratteri, Lascari e Isola delle Femmine (all’interno del Saracen
Hotel). Prodotto da Sicilia Social Star e Tunnel Produzioni e
diretto da Sergio Colabona il film vede l’unione del cast di
Sicilia Cabaret e di Made in Sud
Mentre i film Fox degli
X-Men festeggiano il loro 20° anniversario, Funko
celebra la ricorrenza con una collezione di Funko Pop! dedicata ai
mutanti dei Marvel portati al cinema di
Hugh Jackman e compagnia.
Il sito ufficiale Funko ha
presentato la nuova linea di personaggi pop in vinile che ricordano
gli ultimi due decenni di film degli X-Men. Oltre al Wolverine di
Hugh Jackman, ci sono pupazzi dedicato al
Ciclope di James Marsden, alla Jean Gray di Famke Janssen e a Tempesta di Halle Berry.
Ci sono anche figure per la Rogue
di Anna Paquin, la Mistica di Rebecca Romijn, il
Magneto di Ian McKellen e il Professor Xavier di Patrick Stewart. Ma non mancano anche il
Nightcrawler di Alan Cummings e Bestia di
Kelsey Grammer.
Sebbene il focus principale sia
sulla trilogia originale anziché sulla seconda parte dei film, c’è
un Funko Pop esclusivo per Walmart! che mostra il giovane Magneto
di Michael Fassbender. Infine, Target ha la sua
esclusiva con un Mistica metallizzata in versione Funko Pop.
Infine, Wolverine ha non solo la
versione con la canotta bianca, ma anche quella con la divisa da
X-Men.
In attesa di poter tornare a
frequentare regolarmente le sale cinematografiche, la casa di
distribuzione Adler Entertainment offre agli
appassionati di cinema l’opportunità di vedere, per la prima volta
ospitate all’interno della piattaforma Amazon Prime Video,
una selezione di 8 titoli provenienti dal proprio
listino e appartenenti a generi differenti, in modo da poter
soddisfare le esigenze di tutti. Dal mese di maggio, il catalogo
della piattaforma Amazon Prime Video si arricchirà dei
seguenti titoli proposti da Adler Entertainment che saranno
disponibili on demand.
ANIMAZIONE
FREE BIRDS TACCHINI IN
FUGA di JIMMY HAYWARD
Free Birds – Tacchini in Fuga: dai
produttori di SHREK, il film d’animazione in 3D diretto da Jimmy
Hayward. Spassoso viaggio nel tempo di Reggie e Jake, chiamati a
salvare la loro specie dal menù del Ringraziamento.
HORROR
BEDEVIL – NON
INSTALLARLA di ABEL VANG E BURLEE
VANG
Dai creatori di Final Destination.
Se Siri diventasse improvvisamente malvagia? Cinque adolescenti
ricevono un invito a scaricare un’app, chiamata “Bedevil”, una
volta installata inizia a perseguitarli, facendo emergere le loro
peggiori paure. Per arrestare questa forza malvagia, i ragazzi
devono imparare a fidarsi l’uno dell’altro, contando solo sulla
propria intelligenza e coraggio.
1303 di MICHAEL
TAVERNA
Mischa Barton, l’indimenticata
Marissa Cooper di The O.C., torna protagonista di questo
inquietante supernatural horror, remake di un classico giapponese.
Janet abbandona la sua famiglia e si trasferisce a vivere da sola.
Durante la prima notte nella sua nuova casa qualcosa di
soprannaturale sembra impadronirsi dell’appartamento
HANSEL E GRETEL E LA
STREGA DELLA FORESTA NERA di DUANE JOURNEY
Dai produttori di Twilight, una
nuova rivisitazione in chiave horror della fiaba dei fratelli
Grimm. Hansel e Gretel sono due fratelli che vivono in una casetta
vicino Pasadena. Gretel e il suo ragazzo fumano parecchia erba e,
quando Hansel gli rivela di essere venuto a sapere dell’esistenza
di un’anziana signora che spaccia la migliore sul mercato, Gretel
manda il suddetto fidanzato a prenderne un po’. Quel che il
malcapitato scoprirà è che l’anziana signora è una strega cannibale
che cucina le persone attirate con la scusa della vendita della sua
erba Black Forest High, per poi succhiargli la giovinezza. La
scomparsa conduce Gretel e un’amica alla casa della strega, assieme
al boss della droga locale, là scoprirà tutto, rischiando, assieme
al fratello giunto in extremis, di finire in forno anch’essa.
COMEDY &
DRAMEDY
QUALCOSA DI TROPPO
di AUDREY DANA
Avete mai pensato a come sarebbe
mettersi nei panni di una persona dell’altro sesso, anche solo per
un giorno? Jeanne sicuramente no. Fresca di divorzio, lontano dai
suoi figli una settimana su due, Jeanne non vuole più sentire
parlare di uomini. Ma un bel giorno, la sua vita prende una svolta
totalmente inaspettata: a prima vista non sembra essere cambiato
nulla in lei… ad eccezione di un piccolo dettaglio!
LA FAMIGLIA FANG
di JASON BATEMAN
Nicole Kidman, Jason Bateman e
Christopher Walken sono i Fang, una famiglia fuori dal comune.
Caleb e Camilla Fang sono performer le cui creazioni scioccano il
pubblico e deliziano gli appassionati d’arte. Protagonisti sin
dalla più tenera età sono i loro figli, pedine fondamentali delle
loro opere provocatorie spesso al limite tra il genio e la follia.
A causa di queste esperienze, Annie e Baxter ormai adulti si sono
allontanati dai genitori, e, seppur a distanza, conducono esistenze
parallele e altamente problematiche. I fratelli sono costretti a
tornare a casa dai loro eccentrici genitori quando,
improvvisamente, scompaiono nel nulla. La polizia teme il peggio ma
Annie è convinta che si tratti di una nuova performance e che Caleb
e Camilla abbiano finto la propria morte per dare vita
all’ennesima, bizzarra, “opera d’arte”. Mettendo insieme i pezzi
del puzzle dei ricordi della loro infanzia, Annie e Baxter si
mettono alla ricerca dei genitori, sperando di scoprire la verità
su quanto accaduto e, magari, finire anche per ritrovare se
stessi.
ACTION
PAWN – FAI LA TUA MOSSA di DAVID A.
ARMSTRONG
Una rapina in un diner degenera col sequestro di alcuni ostaggi.
L’obiettivo è quello di recuperare un prezioso hard disk contenuto
in una cassaforte che si trova proprio nel retro della tavola
calda.
Dal vincitore del premio Oscar
Spike Lee arriva un nuovo film 5 Bloods –
Come Fratelli: la storia di quattro veterani
afroamericani: Paul (Delroy Lindo), Otis (Clarke Peters), Eddie
(Norm Lewis) e Melvin (Isiah Whitlock, Jr.) – che ritornano in
Vietnam. Alla ricerca di ciò che rimane del loro caposquadra,
caduto in guerra (Chadwick
Boseman) e di un tesoro sepolto, i nostri eroi,
riuniti dal preoccupato figlio di Paul (Jonathan Majors),
combattono le forze dell’uomo e della natura – mentre affrontano le
devastazioni durature dell’immoralità della guerra del Vietnam.
Scritto da Danny Bilson,
Paul DeMeo, Kevin Willmott e Spike Lee con Delroy
Lindo, Jonathan Majors, Clarke Peters, Norm Lewis, Isiah Whitlock,
Jr., Mélanie Thierry, Paul Walter Hauser and Jasper Pääkkönen,
Johnny Trí Nguyễn, Lê Y Lan, Nguyễn Ngọc Lâm, Sandy Hương Phạm, con
Jean Reno e
Chadwick Boseman
Netflix ha conferma oggi che laseconda
stagione di The
Umbrella Academy, la serie tratta dai popolari fumetti
vincitori del premio Eisner, creati e scritti da Gerard
Way e illustrati da Gabriel Bá, sarà
disponibile in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo
dal 31 luglio 2020.
https://www.youtube.com/watch?v=KOBOygY7Bn0
Nel video annuncio i protagonisti
hanno ricreato nelle proprie case la scena iconica della prima
stagione, in cui si scatenano sulle note “I think we’re alone
now” di Tiffany.
Composta da 10
episodi e prodotta da Universal Content
Productions per Netflix, la seconda stagione vedrà il
ritorno degli attori protagonisti, tra cui Ellen Page, Tom
Hopper, David Castañeda, Emmy Raver-Lampman, Robert Sheehan, Aidan
Gallagher e Justin Min.
Showrunner / Produttore
esecutivo: Steve Blackman (Fargo, Altered
Carbon).Produttori esecutivi: Jeff King,
Keith Goldberg, Mike Richardson, Gerard Way e Gabriel Bá
Con ruoli da protagonista in recenti
film di grande successo, Naomi Scott è diventata
una delle attrici di punta del momento, pronta ad affermarsi sempre
più nell’industria cinematografica. Apprezzata per la sua
versatilità, l’attrice è dunque oggi impegnata su più fronti nel
far valere il proprio talento artistico.
Ecco 10 cose che non sai di
Naomi Scott.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Naomi Scott: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice debutta al cinema con il film
colombiano The 33 (2015), dove recita nei panni della
figlia del personaggio interpretato da Antonio
Banderas. Successivamente viene scelta per
ricoprire il ruolo di Kimberly, alias Pink Ranger nel film
Power Rangers
(2017), dove ha modo di recitare con Becky
G, Bryan
Cranston ed Elizabeth
Banks. Il vero successo arriva però nel momento in cui
viene scelta per interpretare Jasmine nel live action Disney di
Aladdin (2019),
con Will
Smith. Nello stesso anno è poi protagonista del film
Charlie’s Angels, con Kristen
Stewart e Ella
Balinska.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Il primo ruolo ricoperto dalla
Scott è stato quello di Megan per la serie televisiva Life
Bites (2009), per poi recitare nel film Lemonade
Mouth (2011), e in seguito in Terra Nova (2011), dove
interpreta il ruolo di Maddy Shannon. Prende poi parte a due
episodi della serie televisiva Lewis (2015).
8. Ha scritto, diretto e
prodotto un cortometraggio. Nel 2019 la Scott esordisce
alla regia del suo primo cortometraggio, scritto insieme al marito.
Si tratta di Forget You, visibile su YouTube, che
attraverso l’elemento musicale esplora le difficoltà del
dimenticare chi si è amato. Per l’occasione, la Scott ha inoltre
ricoperto per la prima volta anche il ruolo di produttrice.
Naomi Scott: chi è suo marito
7. Ha sposato uno
sportivo. Dal 2010 l’attrice ha una relazione con il
calciatore inglese Jordan Spence, appartenente
alla squadra ADO Den Haag. La coppia si è in seguito sposata nel
giugno 2014, mantenendo privata la cerimonia. I due, infatti, già
piuttosto esposti al pubblico per via dei loro mestieri, cercano di
mantenere il più possibile un velo di riservatezza sulla propria
vita privata.
Naomi Scott in The Martian
6. Ha un piccolo ruolo nel
film. Nel 2015, ancora semi sconosciuta, l’attrice ottiene
una piccola parte nel film The Martian,
con Matt
Damon. Qui è membro del JPL, ovvero il Jet Propulsion
Laboratory, ma il suo personaggio compare soltanto sullo sfondo
della scena in cui compare. Nella versione estesa del film, invece,
l’attrice è possibile sentire l’attrice recitare alcune
battute.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Naomi Scott canta Speechless in
Aladdin
5. Ha interpretato il nuovo
brano nel film. Per il film live action di
Aladdin sono stati riproposti alcuni dei celebri brani
dell’originale animato, a cui si è aggiunto il nuovo brano
Speechlees, in italiano tradotto come La mia
voce. Il brano, che ha ricevuto una nomination come miglior
canzone ai Critics’ Choiche Award come miglior canzone, è
stato personalmente eseguito dalla Scott, che oltre ad essere
attrice è anche un’affermata cantante.
Naomi Scott in Aladdin
4. Stava quasi per non
ottenere la parte. Presentatasi per il ruolo della
principessa Jasmine, l’attrice stava inizialmente perdendo la parte
in favore di un’altra attrice, di origini indiane. Tuttavia,
infine, il regista Guy Ritchie decise di optare
per la Scott poiché aveva riscontrato un maggior chimica di coppia
con l’interprete di Aladdin.
3. Ha ottenuto significativi
riconoscimenti. Per il suo ruolo nel film l’attrice è
stata particolarmente lodata per aver saputo rendere autoritario e
caratterialmente forte il personaggio di Jasmine. La Scott è stata
poi nominata ai Saturn Awards come miglior attrice non
protagonista, mentre ha vinto il Teen Choice Awards come miglior
attrice in un film fantasy/sci-fi.
Naomi Scott in Charlie’s
Angels
2. Aveva già lavorato con la
regista del film. Nel film Power Rangers,
l’attrice aveva avuto modo di lavorare con Elizabeth
Banks, che lì interpretava il ruolo della villain. Colpita
dalle capacità della Scott, la Banks decise di tenerla in
considerazione per un ruolo nel suo film Charlie’s Angels,
all’epoca in pre-produzione. Alla fine, le affidò quello di Elena
Houghlin, una delle tre protagoniste.
Naomi Scott: età e altezza
1. Naomi Scott è nata a
Londra, in Inghilterra, il 6 maggio 1993. L’attrice è alta
complessivamente 163 centimetri.
Promettente interprete,
Dacre Montgomery si è ad oggi distinto tanto al
cinema quanto in televisione, prendendo parte a titoli dal grande
successo di pubblico. In particolare, è noto per il suo ruolo nella
serie StrangerThings, dove si è affermato come
uno dei personaggi principali, nonché uno tra i più iconici.
Ecco 10 cose che non sai su
Dacre Montgomery.
Dacre Montgomery: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in un noto
reboot cinematografico. L’attore ha compiuto il suo
debutto cinematografico con l’horror Meglio stare attenti
(2016), per poi ottenere il ruolo del protagonista nella commedia
Tre uomini e una bara (2017). La grande notorietà arriva
poi con il film Power
Rangers (2017), reboot dei precedenti lungometraggi
dedicati ai noti personaggi. Qui ricopre il ruolo di Jason, alias
Red Ranger, recitando accanto agli attori
Bryan Cranston, Becky G, Naomi Scott
ed Elizabeth
Banks.
9. Ha partecipato ad una
nota serie TV. Nel 2017 l’attore viene scelto per
interpretare il ruolo del violento e imprevedibile Billy Hargrove
nella serie NetflixStranger
Things, comparendo a partire dalla seconda stagione.
Grazie a tale ruolo, l’attore ha la possibilità di recitare accanto
agli attori Winona Ryder,David Harbour,
Finn
Wolfhard e Millie Bobby
Brown.
8. Ha scritto, diretto e
prodotto un cortometraggio. Nel 2020 Montgomery debutta
alla regia del cortometraggio In Vitro, da lui anche
scritto. Questo narra la storia di Amanda, una donna che crea una
realtà idilliaca in cui il suo bambino non è frutto di uno stupro.
A recitare nel ruolo della protagonista è l’attrice Naomi
Scott, con cui Montgomery aveva collaborato nel film
Power Rangers.
Dacre Montgomery è su
Instagram
7. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 6,5 milioni di persone.
All’interno di questo, Montgomery è solito pubblicare fotografie di
varia natura, portando avanti alcuni suoi progetti artistici. In
particolare, è solito promuovere i titoli in cui recita, come anche
immagini dagli eventi di gala a cui prende parte.
Dacre Montgomery: chi è la sua
fidanzata
6. Ha una relazione con una
modella. L’attore è da qualche anno impegnato
sentimentalmente con la modella australiana Liv Pollock. I due sono
molto riservati circa la propria vita sentimentale, non rilasciando
nessun dettaglio a riguardo. Hanno inoltre dichiarato come la
crescente notorietà di entrambi non abbia influito sul loro
rapporto, il quale rimane lontano dagli eccessi della
mondanità.
Dacre Montgomery in Stranger
Things
5. Ha dovuto trovare il
modo di fingere tensione verso una sua collega. Nella
celebre serie Netflix, l’attore ricopre il ruolo di Bill Hargrove,
fratellastro maggiore di Max Mayfield, interpretata da
Sadie Sink. I due attori nella realtà hanno un ottimo
rapporto, e perciò gli è stato difficile dar vita alla tensione
presente tra i rispettivi due personaggi. Per ottenerla hanno
dovuto lavorare a lungo affinché risultasse credibile.
4. Il suo personaggio non
era inizialmente previsto. L’idea iniziale degli autori
della serie era che una delle nemesi umane fosse il personaggio di
Steve. Tuttavia, dato l’apprezzamento del pubblico nei suoi
confronti, questi venne fatto diventare un buono. Per sopperire a
tale mancanza, allora, fu introdotto il personaggio di Bill, per il
quale Montgomery era un perfetto candidato.
Dacre Montgomery: il suo
fisico
3. Ha dovuto perdere massa
muscolare per il ruolo in Stranger Things. Al momento di
assumere il ruolo, Montgomery aveva da poco terminato di prendere
parte al film Power Rangers, per il quale aveva costruito
un fisico particolarmente scolpito. Per assumere i panni di Bill,
invece, decise di perdere molta della massa muscolare acquisita,
poiché riteneva che non sarebbe stata in linea con il
personaggio.
Dacre Montgomery in Power
Rangers
2. Il suo personaggio
doveva avere risvolti più romantici. Montgomery ha
dichiarato che tra il suo personaggio e quello di Kimberly,
interpretato dall’attrice Naomi Scott, doveva
inizialmente esserci una storia d’amore molto più approfondita. Si
decise però di non utilizzarla subito, lasciando aperto il futuro
sentimentale dei personaggi in vista dei sequel.
Dacre Montgomery: età e
altezza
1. Dacre Montgomery è nato
a Perth, in Australia, il 22 novembre 1994. L’attore è
alto complessivamente 178 centimetri.
Affermatosi come uno dei più
apprezzati film di fantascienza del 2013,
Oblivion ha dimostrato per l’ennesima
volta di cosa può essere in grado oggi la computer grafica,
sfoggiando ambienti ed effetti speciali particolarmente
all’avanguardia. Scritto e diretto da Joseph
Kosinski, Oblivion è
stato anche un buon successo di pubblico, grazie al sostegno del
quale ha potuto guadagnare il doppio del suo budget.
Ecco 10 cose che non sai di
Oblivion.
Parte delle cose che non sai sul
film
Oblivion: la trama del film
10. È ambientato in un
mondo post-apocalittico. Le vicende del film si svolgono
nel 2077, ed il pianeta terra è un posto ormai inospitale per via
di una guerra tra umani e alieni. Per sopravvivere, i superstiti
decidono di trasferirsi sul pianeta Titano, dove poter ricominciare
una pacifica esistenza. Incaricato di gestire le ultime operazioni
di evacuazione, Jack Harper inizia però ad avere misteriose
visioni, che potrebbero portarlo a scoprire una verità
terrificante.
9. La storia è tratta da
una graphic novel. La storia narrata nel film venne
inizialmente concepita dal regista Kosinski come un breve racconto,
divenuto poi una graphic novel rilasciata nel 2010 e dal buon
successo di pubblico. Per anni il suo autore tentò di adattare la
sua storia in un lungometraggio, e quando nel 2011 la Universal
acquisì i diritti dell’opera questo suo desiderio poté finalmente
diventare realtà.
Oblivion: il cast del film
8. Tom Cruise volle a tutti
i costi far parte del film. Ad interpretare il
protagonista Jack Harper è l’attore Tom
Cruise, il quale colpito dai precedenti film di
Kosinski si propose per avere un ruolo in Oblivion.
Affascinato dal progetto, e amante della fantascienza, decise anche
di collaborare alla scrittura del suo personaggio.
7. Ci fu un’agguerrita
selezione per il ruolo della protagonista femminile. Per
il ruolo della misteriosa Julia Rusakova furono prese in
considerazione diverse attrici. La prima scelta era Jessica
Chastain, la quale però rinunciò alla parte. Furono
poi provinate anche Olivia Wilde e Noomi
Rapace, ma ad ottenere il ruolo fu infine l’ucraina
Olga
Kurylenko.
6. Per prepararsi al ruolo,
la Kurylenko ha guardato dei film in particolare. Per
l’attrice, Oblivion rappresentava il primo confronto con
il genere fantascienza. Stando a quanto da lei dichiarato, per
prepararsi a quest’esperienza ha guardato molti filmati
sull’addestramento degli astronauti, e di essersi basata molto
anche su film di fantascienza come Solaris o romantici
come Casablanca.
Parte delle cose che non sai sul
film
Oblivion: gli altri attori
presenti nel film
5. Nel film recita anche un
noto premio Oscar. Ad avere un significativo ruolo nel
film è anche l’attore Morgan
Freeman, che ricopre il ruolo di Malcolm Beech. Questi
era il leader della resistenza umana contro la misteriosa
invasione. Il suo personaggio, benché inizialmente misterioso, avrà
un ruolo chiave nell’evoluzione della storia e dello stesso
protagonista.
Oblivion: altri film simili
4. Fa parte di un ricco
genere di film. Nel corso della storia del cinema sono
innumerevoli i film di fantascienza che si concentrano
sull’invasione extraterrestre. Tra i film più recenti che svelano
somiglianze con Oblivion si
possono elencare La guerra dei mondi (2005) e Edge of
Tomorrow (2014), entrambi con Cruise protagonista,
After Earth
(2013), con Will
Smith, Independece Day:
Rigenerazione (2016), con Jeff
Goldblum, e Ultimatum alla terra (2008) con
Keanu
Reeves.
Oblivion: la spiegazione del
finale
[ALLERTA
SPOILER]
3. Un grande colpo di scena
si manifesta verso il finale. In Oblivion Jack
esegue gli ordini della stazione spaziale TET, la quale si occupa
di mantenere in vita la razza umana. Tuttavia, avviandosi verso il
finale, il film rivela un grande colpo di scena nel momento in cui
il protagonista si scopre essere un clone incaricato di uccidere
quelli che crede essere i superstiti di una razza aliena, gli
Scavengers. Questi in realtà si rivelano essere umani, a cui
l’organizzazione aliena TET dà la caccia.
2. La minaccia non è quella
che ci si aspetterebbe. Alla fine del film, dunque, la
vera minaccia si rivela essere la spietata organizzazione aliena.
La missione di Jack a questo punto cambia, e diventa quella di
neutralizzare quelli che credeva fossero i rappresentanti del bene.
Per farlo, si avvale delle sue competenze tecniche, arrivando ad
attivare l’unità di carburante che funge da bomba nucleare, la
quale distrugge la stazione TET.
1. Il finale riapre alla
speranza. L’ultima scena del film è ambientata tre anni
dopo tali eventi, e vede Julia intenta a crescere la figlia che
aveva concepito con Jack. Questi, sacrificatosi per distruggere la
minaccia aliena, è ormai un lontano ricordo. Inaspettatamente,
però, l’arrivo di un suo clone sopravvissuto diventerà l’occasione
di riunire la famiglia e dare una nuova speranza per la vita sulla
terra.
Dall’Oscar al Sundance, da Cannes
ai Golden Globe: su CHILI continuano ad arrivare le grandi
prime visioni con titoli d’autore e film pluripremiati.
In esclusiva sulla piattaforma, e
direttamente in digitale dopo il mancato arrivo in sala causa
Coronavirus, ecco Honey
Boy, film sull’infanzia di Shia
LaBeouf scritto e interpretato dallo stesso attore e
vincitore del Premio della Giuria al Sundance.
Ma non solo: finalmente in
streaming ecco anche il caso cinematografico
dell’anno, Parasite di Bong Joon-ho, Palma d’oro a
Cannes 2019, vincitore di un Golden Globe nonché di quattro Oscar,
tra cui quello per il miglior film, prima pellicola non in lingua
inglese a vincerlo.
E sempre dalla scorsa edizione di
Cannes arriva anche un altro titolo inedito direttamente in
digitale: The Lighthouse di Robert Eggers, capolavoro in
bianco e nero con la coppia Robert Pattinson e Willem Dafoe.
Ma per chi ha nostalgia di Cannes,
in assenza della vera rassegna ecco altri titoli d’autore
presentati nell’edizione 2019 e finalmente disponibili su
CHILI.com: Ritratto della giovane in fiamme di Céline
Sciamma, il raffinato film brasiliano La vita invisibile di
Eurídice Gusmão, La ragazza d’autunno di Kantemir
Balagov, L’età giovane dei Dardenne e Il lago delle
oche selvatiche di Diao Ynan.
Presentato a Cannes 2019 in
Concorso, arriva finalmente in Italia I
Miserabili, il film di Ladj Ly
che inaugura la piattaforma Mio Cinema.
Il titolo parla chiaro, ma forse
non nel modo in cui ci si aspetta. Ly parte, in effetti, dal
classico della letteratura francese scritto da Victor Hugo, ma ne
racconta solo il senso, il nucleo tematico, lasciando da parte
qualsiasi tentativo di trasposizione letterale del romanzo,
evitando l’attualizzazione delle vicende dei ben noti miserabili
protagonisti.
L’operazione di Lyn è invece
fotografica, dal momento che si sofferma su quello che è oggi la
Francia. Il film si apre durante i Mondiali del 2018, precisamente
durante la finale della World Cup, in cui la Francia batte la
Croazia e la nazione sembra felice e pacificata, sotto al tricolore
che sventola, mentre la folla festante inneggia ai propri eroi.
I Miserabili, la periferia della
Ville Lumière
Il racconto si sposta
però rapidamente in periferia, un luogo lasciato in genere fuori
dai racconti glamour che il cinema ha sempre offerto della Città
delle Luci. È come se il percorso di Hugo venisse seguito al
contrario: se l’autore transalpino parte dalle singole miserie dei
suoi protagonisti per raccontarne poi la comunanza in lotta, Ly fa
il contrario e, dalla scena di comunione festosa per la vittoria ai
mondiali, che sembra appianare le differenze e le resistenze di una
città e di un Paese difficile, va a raccontare le singole storie,
le miserie individuali.
E così, siamo trascinati nella
periferia parigina, dove il contrasto sociale è fortissimo,
contrasto tra diverse etnie, tra diversi gruppi criminali, tra
spacciatori e papponi, tra adulti che cannibalizzano lo spazio e
bambini che cercano di trovarne un po’ per loro, imitandoli, tra
criminali e polizia, e tra poliziotti buoni e cattivi.
Così, seguendo le orme de
L’Odio di Mathieu
Kassovitz, ma senza quelle derive violente, I
Miserabili si muove a metà tra la volontà di
raccontare e drammatizzare una condizione sociale problematica e la
giusta distanza che c’è tra una tragedia e il drone che la
inquadra, sempre a debita distanza. L’espediente vuole essere
stilistico, ma il risultato è quello di allontanare sia lo
spettatore che il filmmaker stesso da ciò che racconta, e questa
sensazione di volontà di distanziarsi da quella miseria ce la dà
anche la scelta di seguire, nel loro privato, i poliziotti.
Nuovi Gavroche, che cambiano nome ma non
condizione
L’intenzione è chiara, il regista
vuole a tutti i costi mettere sullo stesso piano entrambi gli
schieramenti, dare spessore e umanità anche a quelli che nella
lotta di classe sono considerati i “cattivi”, tuttavia il risultato
è quello di un appiattimento, così che il racconto perde
profondità, fino alla scena finale.
L’assalto dei ragazzini, contro la
polizia, contro i boss di quartiere, contro qualsiasi tipo di
autorità che li vede relegati ai margini è lo sfogo ultimo, la via
di fuga tragica che, inevitabilmente li porterà a pagare un prezzo
alto per aver osato ribellarsi. Ma Ly non ce lo racconta, chiude
sul nero, e lascia all’oblio quella miseria a cui non è riuscito a
dare giustizia. Novelli Gavroche, quei ragazzini
hanno forse cambiato nome, ma non condizione.
Segno di una realtà viva e
problematica, I Miserabili si limita ad
occupare un territorio incerto, mettendo di continuo della distanza
di sicurezza tra chi racconta e chi viene raccontato e trovando in
questa cautela il suo limite più grande.
Si è spento all’età di 94 anni
Michel Piccoli. A darne notizia è la
famiglia all’agenzia di stampa AFP.
Vera e propria icona del cinema
europeo, Piccoli ha avuto una lunghissima carriera, lavorando con i
registi più grandi del panorama mondiale. Non solo i francesi Jean
Renoir e Claude Sautet, con cui ha lavorato
tantissimo, ma anche Agnès Varda, Alfred Hitchcock,
Costa-Gavras.
Anche il cinema italiano lo ha
immortalato, amandolo molto. Nel 1980, infatti, vinse il premio per
il migliore attore, a Cannes, grazie a Salto nel vuoto, di Marco
Bellocchio, mentre più recente è la sua interpretazione di un papa
riluttante in Habemus Papam di Nanni Moretti.
Nonostante la saga di Star Wars sia stata ideata
da George
Lucas, a parte il primo episodio della trilogia
originale e i tre episodi della trilogia prequel, non tutti i film
del franchise sono stati da lui diretti: L’Impero colpisce ancora e
Il ritorno dello Jedisono stati affidati ad
altri due registi, così come l’intera trilogia sequel, affidata
nelle mani di J.J. Abrams prima e di Rian Johnson dopo, e poi ancora di Abrams.
Da quando la Disney ha acquistato
la Lucasfilm, numerosi sono stati i progetti legati all’universo di
Star Wars che hanno visto il
coinvolgimento di registi anche parecchio importanti, ma che alla
fine non sono mai stati realizzati. Ecco di seguito 10 celebri
registi che hanno quasi diretto un film della saga di
Star Wars:
Steven Spielberg – Il ritorno dello Jedi
La prima scelta di
George Lucas per la regia de Il ritorno dello Jedi fu proprio il
suo caro amico Steven Spielberg, con lo stesso che all’epoca
della proposta non vedeva l’ora di prendere in mano le redini del
progetto. Tuttavia, Lucas aveva da poco abbandonato la Director’s
Guild of America, quindi la produzione del filma avrebbe avuto
luogo senza il sostegno della celebre associazione di registi
americana. La stessa non avrebbe mai permesso ad uno dei suoi
membri di dirigere un film senza la sua approvazione, così
Spielberg si vide costretto a rinunciare alla regia del
film.
Matthew Vaughn – Il risveglio della Forza
Quando Il Risveglio della Forza era ancora
in fase di sviluppo, a Matthew Vaughn, regista di Kick-Ass, venne offerto di dirigere
il film. Purtroppo, il regista non aveva approvato il grado di
violenza che sarebbe stato mostrato nel film, né tantomeno era
d’accordo con alcune scelte relative al casting, così rifiutò la
regia, dedicandosi alla realizzazione di Kingmsman.
Prima di Abrams, altri registi che la Lucasfilm cercò di
coinvolgere furono Christopher Nolan, David Fincher, Joss Whedon,
Ben Affleck, Guiller del Toro, Peter Jackson e anche Rian Johnson, che avrebbe poi diretto
Gli Ultimi Jedi.
Josh Trank – Spin-off su Boba Fett
A pochi anni dall’acquisizione
della Lucasfilm da parte della Disney, nei piani relativi al futuro
della saga di Star Wars sul grande schermo c’era
anche uno spin-off della serie “antologica” (la stessa a cui
appartengono Rogue One e Solo)
dedicato a Boba Fett. La sceneggiatura avrebbe
portato la firma di Simon Kinberg (celebre
produttore della saga degli X-Men e regista di
Dark
Phoenix), mentre dietro la macchina da presa
avremmo dovuto vedere Josh Trank. Il regista,
però, abbandonò il progetto a causa di alcune divergente creative
con la Lucasfilm. Di recente, è stato proprio Trank ha rivelare di
aver abbandonato il progetto perché sapeva che, se non l’avesse
fatto, l’avrebbero comunque licenziato….
Robert Zemeckis – La minaccia fantasma
Anche se alla fine è stato George Lucas a dirigere l’intera trilogia
prequel della saga di Star Wars, inizialmente lo stesso aveva
pensato di affidare i film ad altri colleghi. Uno dei registi che
vennero contattati per la regia de La minaccia
fantasma fu Robert Zemeckis, il
celebre “papà” della saga di Ritorno al
futuro. La regia del film venne offerta anche a
Steven Spielberg (di nuovo!) e a
Ron Howard (che avrebbe poi diretto lo spin-off
Solo).
Phil Lord & Chris Miller – Solo: A Star Wars Story
Parte della scarsa riuscita di
Solo: A Star Wars Story è dovuta al fatto che
metà del film è stato in realtà diretto da Phil Lord &
Chris Miller, registi di The Lego
Movie che vennero poi licenziati dalla Lucasfilm e
sostituiti nel bel mezzo della produzione da Ron Howard. Stando
alle varie voci che si sono susseguite negli anni, Lord & Miller
volevano realizzare un film in pieno stile
Guardiani della Galassia, con i creativi della
Lucasfilm che erano semplicemente terrorizzati all’idea.
David Lynch – Il ritorno dello Jedi
Quando George Lucas era alla ricerca di un regista
per Il ritorno dello Jedi, lo stesso
provò a coinvolgere nel progetto nientemeno che David
Lynch. Questo perché Lucas era un grandissimo fan di
Eraserhead – La mente che cancella e di The Elephant
Man, che avevano da pochi anni messo in luce, ad Hollywood, il
talento creativo e visionario di Lynch. Ad ogni modo, Lynch pensava
che il suo stile potesse letteralmente fare a pugni con la visione
di Lucas, con quest’ultimo che avrebbe vinto qualsiasi tipo di
battaglia creativo, così rifiutò l’incarico e si dedicò alla
realizzazione di Dune.
Brad Bird – Il risveglio della Forza
Prima che J.J.
Abrams venisse incaricato di dirigere il primo episodio
della trilogia sequel, la sedia di regia venne proposta a
Brad Bird, regista de Gli
Incredibili. Bird, però, rifiutò l’incarico per
potersi dedicare alla realizzazione di un progetto totalmente
originale, quello che è poi diventato
Tomorrowland con George
Clooney. Anni dopo, Bird dichiarò che quella è stata una
delle decisioni più difficili che abbia mai dovuto prendere nel
corso della sua carriera.
James Mangold – Spin-off su Boba Fett
Dopo che Josh
Trank abbandonò la regia dello spin-off su Boba
Fett, la Lucasfilm propose il progetto a James Mangold. Il regista di
Logan avrebbe dovuto occuparsi tanto della regia
quanto della sceneggiatura, facendone probabilmente una sorta di
western ambientato nello spazio. Il progetto, però, naufragò
nuovamente e la Lucasfilm decise di dare poi vita a
The Mandalorian, la prima serie
live action ambientata nell’universo di Star
Wars.
Paul Verhoeven – Il ritorno dello Jedi
Dopo che Steven
Spielberg si trovò costretto a rifiutare la regia de
Il ritorno dello Jedi, lo stesso consigliò
a George
Lucas di affidare la regia del film a Paul
Vehroeven: Lucas però non era troppo convinto del talento
del regista, soprattutto dopo aver visto il suo film
Spetters, che dal punto di vista visivo pare non l’abbia
mai troppo convinto. Anche David Cronenberg venne
considerato per la regia, ma rifiutò per dirigere il suo
Videodrome e l’adattamento di Stephen
King, La zona morta.
Colin Trevorrow – L’ascesa di Skywalker
Quando Episodio IX era
ancora in fase di sviluppo, Colin Trevorrow venne
assunto dalla Lucasfilm per occuparsi della regia e della
sceneggiatura del film insieme a Derek Connolly.
Purtroppo, Trevorrow abbondò il progetto e venne sostituito da J.J.
Abrams. Ancora oggi i motivi del ritiro di Colin Trevorrow non sono
del tutto chiari, ma pare che le solite “differenze creative”
abbiano portato il regista e sceneggiatore ad allontanarsi da
Kathleen Kennedy e dalla Lucasfilm. Proprio di recente sono emersi
online i dettagli sul film mai realizzato da Trevorrow, che avrebbe
dovuto chiamarsi Duel of the Fates.
All’interno dell’industria dello
spettacolo statunitense, i reduci di guerra sono da sempre uno dei
soggetti privilegiati. Il loro reinserimento nella società è
tutt’oggi una problematica mai realmente risolta, e la serie Amazon
Prime Homecoming continua a riflettere a
riguardo, confezionando il tutto in un contesto che a suo modo
dialoga con la fantascienza. Ideata a partire dall’omonimo podcast
degli autori Eli Horowitz e Micah
Bloomberg, la serie è ora pronta a rivelare la sua
seconda stagione,
dopo quella con protagonista Julia
Roberts, rilasciata nel 2018.
La Roberts non sarà tuttavia
presente nei nuovi episodi, che si avvalgono invece di nuovi
protagonisti, come gli attori Janelle
Monáee Chris Cooper,
alcuni personaggi già noti e lo stesso universo narrativo. Ciò non
la rende propriamente una serie antologica, quanto invece
un’evoluzione di quanto visto precedentemente. Se una storia legata
al mondo mostratoci si è conclusa, ve ne sono altre da poter
raccontare e che permettono di andare ancor più a fondo rispetto a
quei misteri rimasti irrisolti.
Stavolta lo spettatore si troverà a
seguire le vicende di una donna risvegliatasi improvvisamente
all’interno di una barca in mezzo ad un lago. Questa non ricorda né
chi è, né come sia finita lì. La sua ricerca la porterà però ad
imbattersi nella nota Geist Group, compagnia impegnata
nell’iniziativa Homecoming, destinata alla reintegro nella società
dei reduci. Nel momento in cui il mistero si infittisce, pericolose
rivelazioni verranno alla luce.
L’essenziale è il segreto
Nel dare un seguito a quanto
narrato nella prima stagione, Homecoming dimostra di voler
continuare a perseguire il detto secondo cui “meno è più”. Con i
suoi episodi da circa trenta minuti l’uno, infatti, si concentra
solamente su ciò che è essenziale alla storia e al suo mistero. Non
vi è tempo per particolari sottotrame o ulteriori tematiche, che
potrebbero invece far perdere il focus centrale. E nel trattarlo,
si raccoglie quanto rimasto in sospeso nella precedente stagione
per darvi qui uno sviluppo, il tutto mantenendo quel ritmo pacato
che aveva caratterizzato gli episodi del 2018.
Al contrario, i due autori
dimostrano di aver ulteriormente raddrizzato il tiro, eliminando
tutte quelle particolarità estetiche che avevano finito con il
rendersi di troppo nella prima stagione, rendendone faticosa la
visione. Con questa ricerca per l’essenziale, tanto nella scrittura
quanto nella messa in scena, è invece possibile concentrarsi sui
grandi meccanismi che muovono la storia e le sue tematiche.
Al centro di tutto vi è nuovamente
la manipolazione della mente, e l’uso che si potrebbe fare di tale
capacità. Forze positive e negative si muovono nei confronti di
tale conquista, e nel centellinare i propri indizi la serie si
conferma come un affascinante thriller, dotato di elementi, se non
fantascientifici, certamente distopici. L’ulteriore riduzione degli
episodi, da dieci a sette, permette inoltre di vivere in modo più
concentrato i pochi essenziali eventi che si manifestano, anche se
in più occasioni questi si dimostrano essere piuttosto
dimenticabili.
Homecoming è una serie complessa
da catalogare
Come già avvenuto per la prima
stagione, continua ad essere difficile ricondurre
Homecoming a delle etichette prestabilite, e proprio
questa sua complessità è certamente un gradito elemento, il quale
contribuisce alla sua originalità. Aver rinnovato molto del suo
volto, con nuovi protagonisti e vicende, inoltre, permette di
aggiungere sfumature che dovrebbero rendere sempre più intrigante
il mondo che i due autori vogliono narrare, cosa che però non
sempre qui si verifica. Se, infatti, come accennato, da un punto di
vista estetico questa seconda stagione dimostra uno sviluppo
rispetto alla precedente, altrettanto non si può dire a livello
narrativo.
Probabilmente è anche per via del
discontinuo coinvolgimento che genera, che nel giungere alla sua
conclusione Homecoming potrebbe risultare indigesta. Con
un finale brusco, in linea con quello della precedente stagione, la
serie sembra pronta a cambiare ancora, a portare i suoi spettatori
su altre strade, lasciando però in sospeso dettagli che si spera
possano trovare evoluzione con un’eventuale terza stagione.
Ad ogni modo, Homecoming
va ad aggiungersi all’ampio catalogo di Amazon Prime Video, il quale nell’ultimo anno
sembra aver puntato molto su serie dal sapore fantascientifico,
come Tales of the
Loop e Upload,
quasi come se volesse dar vita ad un grande mosaico nel quale, al
di là del genere, è possibile ritrovare le evoluzioni, naturali o
meno, dell’essere umano contemporaneo. E di tale operazione,
Homecoming è certamente un tassello degno di nota.
In attesa di scoprire quali saranno
i piani della Disney relativi al futuro di Deadpool 3, in una recente
intervista con
io9.comRob Liefeld, creatore del personaggio,
ha spiegato che dal suo punto di vista, il nuovo film sul
Mercenario Chiacchierone non sembra essere una priorità dei
Marvel Studios; ciononostante, quando il film
entrerà finalmente in produzione, Liefeld non ha dubbi al riguardo:
Ryan
Reynolds dovrà avere il pieno controllo creativo
sulla storia. Queste le sue dichiarazioni in merito:
“La mia opinione è che a Ryan
Reynolds andrebbero consegnate le redini del progetto e che sia lui
a guidare la nave. Come collegare i personaggi, ecc… dateli tre
personaggi che possa far interagire tra loro e lasciatelo creare!
Se le persone mi chiedono cosa voglio vedere in Deadpool 3, è da
qui che tutto deve avere inizio. Per favore, non togliete a Ryan il
ruolo che ha sempre avuto. Dategli soltanto libero
controllo.”
Di recente, parlando proprio di
Deadpool 3, Ryan Reynolds aveva dichiarato: “Deadpool
era di proprietà della Fox e adesso è passato alla Marvel, di proprietà della Disney.
In entrambi i casi, vedo infinite possibilità. Se Deadpool dovesse
davvero finire nell’Universo Cinematografico Marvel, sarebbe esplosivo e
straordinario. Sarebbe un territorio straordinario in cui giocare.
E anche se dovesse continuare a fare universo a sé, intravedo
sempre infinite possibilità. Sto scrivendo il terzo film con Rhett
Reese e Paul Wernick, due ragazzi geniali e straordinari in
tantissimi modi diversi. Ci divertiamo veramente tanto insieme. Di
solito lavoriamo al film proprio nella stanza in cui mi trovo
adesso. E ce la spassiamo alla grande. C’è ancora tanto da
raccontare. Speriamo di realizzare questo film prima o poi. Più
prima, che poi.”
Deadpool è un
personaggio molto amato, non solo dai lettori dei fumetti, e i
primi due film sotto l’egida della Fox sono stati un vero successo
al box office: non sorprende, dunque, che la Marvel abbia deciso di far
proseguire le avventure di Wade Wilson sul grande schermo. La vera
domanda adesso è un’altra: il film sarà vietato ai
minori? Deadpool
3rappresenterà ufficialmente il primo film
R-rated dei Marvel Studios?
Vi ricordiamo che a confermare
l’ingresso di Deadpool nel MCU era stato Alan
Horn, presidente di Walt Disney Studios, durante il
CinemaCon di Las Vegas, rassicurando il pubblico accorso al panel
che presto arriverà un altro titolo della serie di film
con Ryan
Reynolds.
Secondo alcune recenti voci, il
regista Zack Snyder avrebbe mostrato, attraverso
una proiezione riservata, la famigerata #SnyderCut
di Justice
Leagueai dirigenti della DC.
Come si legge su
Heroic Hollywood, una fonte anonima avrebbe rivelato:
“Sembra che qualcosa si stia muovendo in relazione alla
#SnyderCut di Justice League. Al momento non sappiamo se
Snyder si stia preparando per una speciale proiezione del film
insieme ai fan o se la versione del film mai arrivata al cinema
verrà distribuita in home video e/o in streaming. Ciò che è quasi
certo è che la #SnyderCut non arriverà in sala.”
Al momento, né la DC né la Warner
Bros. hanno confermato nulla in merito al futuro della
#SnyderCut di Justice
League. Inoltre, la fonte sottolinea che c’è
anche la possibilità che il taglio inedito di Snyder possa arrivare
direttamente sul servizio di streaming HBO Max, ma anche in questo
caso è doveroso attendere tutte le conferme (o le eventuali
smentite) del caso.
Fin dall’uscita in sala del
cinecomic, Zack Snyder non ha mai perso occasione per
mostrare attraverso il web diverse immagini della sua versione di
Justice
Leaguemai vista al cinema, a tal
punto che i fan si sono uniti dando vita ad un vero e proprio
movimento, esploso su Twitter come
#ReleaseTheSnyderCut.
Ricordiamo che dopo che il regista
decise di abbandonare il progetto, i lavori sul film vennero
portati a compimento da Joss Whedon, regista di
The Avengers e Avengers: Age of Ultron.
Negli ultimi mesi sono emersi
ulteriori dettagli circa la lavorazione “travagliata” di
Justice
League, con Zack
Snyder che ha spiegato che i cambiamenti
apportati in itinere sono stati causati da varie interferenze con
lo studio:
“Partivamo con l’idea che una
minoranza di persone non aveva amato Batman v Superman, e questo ha avuto un
effetto anche sul film successivo. La mia versione originale del
film, che avevo scritto insieme a Chris Terrio, non è mai stata
girata. L’idea reale, difficile, e spaventosa, non è mai stata
realizzata per le paure dello studio, e io e miei collaboratori
eravamo insicuri proprio a causa della reazione scatenata da Batman
v Superman […]
Sarebbe stata una lunga storia
da raccontare…saremmo finiti in un futuro a distanza dove
Darkseid conquistava la Terra e dove Superman cedeva all’equazione
dell’anti vita. Alcuni membri della Justice League sopravvivevano
in quel mondo combattendo, Batman rompeva il suo patto con Cyborg e
Flash tornava indietro nel tempo per dire qualcosa a
Bruce…“
Arriva da
Deadline la conferma che la star di Deadwood
Timothy Olyphant si unisce al casti di
The Mandalorian 2, l’attesissima
seconda stagione della serie che arriverà su Disney+.
Il noto sito americano annuncia che
l’attore ha firmato per entrare a far parte del cast della nuova
stagione anche se non ha reso noto nessun dettaglio su quale
personaggio interpreterà. Non è chiaro nemmeno se sarà un nuovo
personaggio o un personaggio famoso dell’universo esteso di
Star
Wars.
The Mandalorian
2
The Mandalorian 2
è la seconda stagione della serie tv The
Mandalorian live action basata sull’universo di
Star Wars prodotta dalla LucasFilm per la piattaforma
streaming Disney+.
Ambientata nell’universo di Guerre
stellari dopo le vicende de Il
ritorno dello Jedi e prima di Star
Wars: Il risveglio della Forza, racconta le avventure
di un pistolero mandaloriano oltre i confini della Nuova
Repubblica. Dopo la caduta dell’Impero, nella galassia si è diffusa
l’illegalità. Un guerriero solitario vaga per i lontani confini
dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie.
Ambientata dopo la caduta dell’Impero e prima della comparsa del
Primo Ordine, The
Mandalorian racconta le difficoltà di un
pistolero solitario che opera nell’orlo esterno della galassia,
lontano dall’autorità della Nuova Repubblica. La serie ha come
protagonista Pedro Pascal nei panni del Mandaloriano.
La
serie è prodotta e scritta da Jon
Favreau (già produttore de Il Re
Leone e delle saghe
di Avengers e Iron Man). Nel cast
anche Gina
Carano (Deadpool, Fast
and Furious); Carl Weathers (Apollo
Creed nella saga di Rocky), Nick
Nolte (Cape Fear, Il Principe delle
maree), Emily
Swallow (Supernatural, Le regole
del delitto perfetto), Taika
Waititi (premio Oscar 2019 per JoJo
Rabbit), Giancarlo
Esposito (Fa’ la cosa
giusta, Breaking Bad) e Omid
Abtahi (24, Homeland, Star
Wars: The Clone Wars).
The
Mandalorian, prodotta in esclusiva per Disney+ da Lucasfilm, è
la prima serie live-action di Star Wars e, nei suoi 8 episodi,
racconta vicende ambientate dopo la caduta dell’Impero, quando
nella galassia si è diffusa l’illegalità. Protagonista è un
guerriero solitario che vaga per i lontani confini dello spazio,
guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. A
interpretarlo Pedro
Pascal (Game of
Thrones, Narcos).
“Far parte di quell’universo è
incredibile”, ha spiegato Colin Farrell, che durante l’intervista ha
fatto riferimento alle numerose versioni di Batman con cui è
cresciuto, dalla serie tv anni ’60 con Adam West
fino ai due film diretti da Tim Burton. L’attore
ha poi elogiato anche la trilogia di Christopher
Nolan e ha dichiarato: “Far parte di quella mitologia,
di tutto quel folklore, è qualcosa di nuovo e di incredibilmente
eccitante.”
Farrell ha poi parlato nello
specifico del personaggio di Pinguino e di quanto sia entusiasta di
poterlo interpretare al cinema: “È stato molto divertente
dedicarsi alla creazione, anche in termini estetici, del
personaggio e sono entusiasta all’idea di poterlo portare di nuovo
sul grande schermo, anche se nel film non farò tantissimo. Ho le
mie scene a disposizione e alcune saranno veramente incredibili.
Sento di aver avuto la possibilità di esplorare davvero il
personaggio. Ci ho messo tanto del mio e spero si percepisca. Siamo
comunque ancora all’inizio di questo incredibile viaggio. Non vedo
l’ora di tornare sul set.”
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman
v Superman: Dawn of Justice, Justice
League, Wonder
Woman e del sequel Wonder
Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata
al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Come annunciato dal Presidente del
Consiglio, Giuseppe Conte, il 15 giugno riapriranno i
cinema e i teatri e dopo l’entusiasmo e la perplessità, ecco
regole e precauzioni da rispettare per avere accesso ai luoghi che
ospiteranno proiezioni e spettacoli.
Riapertura cinema, le regole
Ecco in dettaglio le regole da osservare per la
riapertura:
Mantenimento del distanziamento sociale (almeno un metro),
anche tra gli artisti.
Misurazione della temperatura
corporea a tutti i partecipanti all’evento, spettatori e operatori,
e a tutti i lavoratori nel luogo dello spettacolo, con accesso
vietato a chi ha una temperatura maggiore di 37,5 °C.
Utilizzo obbligatorio di
mascherine.
Utilizzo di dispositivi di
protezione individuale idonei da parte di lavora negli spazi
condivisi.
Adeguata periodica pulizia e
igienizzazione degli ambienti chiusi e dei servizi igienici di
tutti i luoghi interessati dall’evento, anche tra uno spettacolo e
l’altro nell’arco della stessa giornata.
Adeguata areazione naturale,
ricambio d’aria e rispetto delle raccomandazioni concernenti
sistemi di ventilazione e di condizionamento.
Ampia disponibilità e accessibilità
a sistemi per la disinfezione delle mani. In particolare, questi
sistemi devono essere disponibili accanto a tastiere, schermi touch
e sistemi di pagamento.
Divieto del consumo di cibo/bevande
e della vendita al dettaglio di cibo/bevande in occasione degli
eventi e durante lo svolgimento degli spettacoli.
Utilizzo della segnaletica per far
rispettare la distanza fisica di almeno 1 metro anche presso
biglietterie e sportelli informativi, nonché all’esterno dei luoghi
dove si svolgono gli spettacoli.
Regolamentazione dell’utilizzo dei
servizi igienici allo scopo di rispettare il distanziamento
sociale.
Limitazione dell’utilizzo di
pagamenti in contanti, se possibile.
Vendita dei biglietti e controllo
dell’accesso, se possibile, con modalità telematiche, anche al fine
di evitare file e aggregazioni.
Comunicazione agli utenti chiara e
diretta, delle misure di sicurezza da rispettare nei luoghi dove si
svolge lo spettacolo.
Restano esclusi dal decreto di
riapertura gli altri luoghi di aggregazione come locali e
discoteche, per i quali sarà necessario pazientare ancora un
po’.
Il canale americano
FX ha diffuso promo e trama di What We Do
In The Shadows 2×07, il settimo episodio della seconda
stagione di What
We Do In The Shadows.
In What We Do In The
Shadows 2×07 che si intitolerà “The Return” I
vampiri offrono rifugio a una vecchia nemesi che è sfortunata. “The
Return” è scritto e diretto da Jemaine Clement.
What We Do In The Shadows 2×07
What We Do In The Shadows
2 è l’annunciata seconda stagione della serie What
We Do In The Shadows creata da Jemaine Clement per il
canale FX e basata sull’omonimo film del 2014 scritto da Clement e
Taika Waititi. What We Do in the Shadows è ambientato a Staten
Island e segue quattro vampiri che sono stati coinquilini per
centinaia di anni.
Nella seconda stagione di What
We Do In The
Shadowsritorneranno i
protagonisti Kayvan Novak nel ruolo di Nandor the
Relentless, un vampiro che ha 757 anni e che una volta era un
soldato dell’Impero ottomano. Matt Berry nei panni
di Laszlo Cravensworth, un vampiro nobile inglese trasformato da
Nadja e ora sposato con lei. Natasia Demetriou nel
ruolo di Nadja, una vampira romana, sposata con Laszlo.
Harvey Guillén nel ruolo di Guillermo, familiare
“paziente” di Nandor. Mark Proksch nel ruolo di
Colin Robinson, un vampiro energetico che vive con il trio.
Nei ruoli ricorrenti troviamo
Doug Jones nel ruolo del barone Afanas, un antico
vampiro del Vecchio Paese che crede che i vampiri dovrebbero
governare il mondo. Beanie Feldstein nei panni di
Jenna, una LARPer e vergine che Guillermo ha attirato per i
banchetti dei vampiri. Jake McDorman nel ruolo di
Jeff Suckler, una reincarnazionedell’ex amante umano di Nadja,
Gregor, un cavaliere che è stato ucciso dalla decapitazione in
ciascuna delle sue vite.
Una nuova ricerca sui fossili dei
Velociraptor ha portato alla luce quanto la loro rappresentazione
in Jurassic Park sia ancora più
approssimativa di quanto già si credesse in passato. Il franchise
inaugurato dal film di Steven Spielberg nel lontano 1993
continuerà con Jurassic
World: Dominion di Colin
Trevorrow, atteso in sala per l’11 giugno 2021. Nonostante
le imprecisioni a livello scientifico, il successo del franchise è
sempre rimasto intatto, con l’ultimo capitolo della saga,
Jurassic World: Il regno perduto, che ha
incassato 1.3 miliardi di dollari a livello mondiale.
Il film di Steven
Spielberg continua ancora ad essere considerato un grande
classico della storia del cinema, nonostante la scienza continui a
dimostrare che nel film sono presenti alcune imprecisioni che,
purtroppo, minano il lavoro che Spielberg e il suo team hanno
provato a fare in termini di accuratezza. Di recente, un gruppo di
ricercatori ha pubblicato una nuova ricerca che rivela nuove
imperfezioni presenti nell’assetto narrativo del film.
Popular Mechanics, infatti, riporta un articolo pubblicato su
“Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology” che
riguarda nuove scoperte sui Velociraptor basate sulla ricerca
fossile. I risultati in questione concludono che era improbabile
che i raptor venissero cacciati in branco, cosa che rende le
migliori scene dei raptor in Jurassic
Park estremamente inaccurate. Le ultime ricerche
danneggiano anche la veridicità di quanto mostrato in
Jurassic
World. L’autore dell’articolo Joseph Frederickson
ha ipotizzato che i Velociraptor, molto probabilmente, cacciassero
da soli: questo perché “i dinosauri viventi (gli uccelli) e i
loro parenti (i coccodrilli) di solito non cacciano in gruppo e
raramente cacciano prede più grandi di loro”.
Gli scienziati hanno
utilizzato l’analisi isotopica stabile per ricercare fossili
relativi al “Deinonico”, un raptor risalente al primo periodo
cretaceo. Gli isotopi stabili non si deteriorano nel tempo, cosa
che li rende molto utili in archeologia e paleontologia. Il
Deinonico è diverso dal Velociraptor, ma presenta una serie di
somiglianze molto ravvicinate con i dinosauri ritratti in
Jurassic Park. I denti dei raptor – sia
adulto che più giovane – al centro dello studio mostravano diversi
livelli di isotopo di carbonio, il che significa che i dinosauri
seguivano diete differenti. Pertanto, i ricercatori hanno concluso
che i genitori non hanno dato da mangiare ai loro piccoli, il che
significa che i raptor non hanno mai cacciato insieme.
Ci sono molti fatti
interessanti sui Velociraptor che non sempre corrispondono a ciò
che viene rappresentato sul grande schermo. Naturalmente,
l’iconicità di un film come Jurassic Park
non può essere messa in discussione a causa del suo essere
imperfetto da un punto di vista meramente
scientifico.
Cresce l’attesa per l’arrivo nelle
sale di Top
Gun: Maverick, attesissimo sequel della
pellicola cult degli anni ’80 che contribuì a lanciare la carriera
internazionale di
Tom Cruise, attore ancora poco conosciuto all’epoca e
che, in breve tempo, sarebbe diventato una delle più grandi star di
Hollywood.
Il sequel sarebbe dovuto arrivare
nelle sale americane il prossimo Giugno, ma a causa della pandemia
di Covid-19 è stato posticipato a Dicembre. In una recente
intervista con Yahoo!, il produttore
Jerry Bruckheimer ha parlato dell’intenso
allenamento a cui si è sottoposto Tom Cruise per
meglio prepararsi alle riprese del nuovo film; allenamento in cui
pare siano stati coinvolti anche gli altri membri del cast.
Parlando dello speciale training per
il sequel, Bruckheimer ha spiegato: “Tom ha sottoposto gli
attori a questo estenuante allenamento per circa tre mesi, in modo
che potessero sostenere le forze gravitazionali una volta a bordo
degli F/A-18. È stata davvero dura per questi giovani attori. Hanno
dovuto seguire un allenamento per sopravvivere in acqua: sono stati
bendati e messi in un serbatoio capovolto e dovevano capire come
uscirne. Anche Tom ha dovuto affrontare le stesse cose. Mi hanno
detto che si è allenato con la forza tipica dei suoi colleghi più
giovani. È davvero incredibile.”
Dopo più di trent’anni di servizio
come aviatore della Marina, Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise) è
nel posto che gli appartiene, spingendo l’acceleratore nelle vesti
di un coraggioso pilota collaudatore, mentre ha schivato
l’avanzamento di grado che lo avrebbe radicato nel corpo. Quando si
ritrova ad addestrare un distaccamento dei diplomati di Top Gun per
una missione specializzata che nessun pilota vivente ha mai visto,
Maverick incontra il tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller),
segnale di chiamata: “Rooster”, il figlio del defunto amico di
Maverick e ufficiale di intercettazione radar Ten. Nick Bradshaw,
alias “Goose”. Di fronte a un futuro incerto e confrontandosi con i
fantasmi del suo passato, Maverick viene coinvolto in uno scontro
con le sue paure più profonde, che culmina in una missione che
richiede il massimo sacrificio a coloro che saranno scelti per
volarci incontro.
Tom Cruise e Val
Kilmer torneranno nei rispettivi ruoli del capitolo
originale, ovvero Pete “Maverick” Mitchell e Tom
“Iceman” Kazinsky. Insieme a loro anche Jennifer
Connelly, Jon
Hamme Miles
Teller. Il film arriverà al cinema il 23 dicembre
2020.
In occasione di una recente
ospitata all’interno del programma radiofonico EW Live in onda su
SiriusXM, Mark Hamill, il celeberrimo Luke Skywalker
della saga di Star Wars, ha rivelato che,
all’epoca della realizzazione de Il ritorno dello Jedi, il terzo episodio
della trilogia originale della saga fantascientifica, ci rimase
alquanto male quando scoprì che il Cavaliere Jedi non sarebbe
passato al Lato Oscuro della Forza.
Stando a quanto rivelato
dall’attore, Hamill si è addirittura lamentato con George Lucas dell’arco narrativo del
personaggio, spiegando alla mente creativa dietro la saga che – dal
suo punto di vista – il fatto che Luke riuscisse a resistere al
Lato Oscuro fosse qualcosa di fin troppo “pacato e prevedibile”;
naturalmente, Lucas non ha mai condiviso il suo pensiero. Di
seguito le dichiarazioni complete di Hamill, riportate da THR:
“Ricordo di
essermi lamentato con George [Lucas] per qualcosa relativa a
Il ritorno dello Jedi. Gli dissi: ‘È così pacato e
prevedibile’, e lui mi rispose: ‘Mark, non dimenticare che questi
film sono destinati ad un pubblico molto giovane!’. L’intento
originale di George era quello di realizzare dei film per ragazzi:
giovani… adolescenti. Siccome indossavo il nero per tutto il tempo,
ho pensato che alla fine mi sarei convertito al Lato Oscuro. In
qualche modo devi sempre redimere te stesso… ed ogni attore vuole
interpretare il proprio gemello cattivo.”
È interessante considerare la
possibilità che Luke potesse passare al Lato Oscuro della Forza.
Tuttavia, se George Lucas avesse ceduto e cambiato il
finale della trilogia originale, il franchise di Star Wars si sarebbe evoluto – da un
punto di vista narrativo – in maniera completamente diversa e
l’intera sara non sarebbe certamente stata quella che conosciamo e
amiamo ancora oggi.
Dopo la conclusione della “saga
degli Skywalker” lo scorso dicembre, con l’uscita in sala
di L’Ascesa
di Skywalker, la saga continua nelle sue
declinazioni fumettistiche e con le serie tv, tra cui The
Mandalorian che, dopo una stagione di grande
successo conclusasi il 2 maggio, è stata rinnovata per un secondo
ciclo.
Nel futuro cinematografico della
saga ci sarà spazio per nuovi personaggi che, attraverso le loro
storyline, dovrebbero andare a costituire l’assetto di una nuova
mitologia (ricordiamo che uno dei prossimi film del franchise sarà
diretto da Taika Waititi, regista di Thor:
Ragnarok e JoJo
Rabbit).
Arriva dal
New York Times la notizia della tragica scomparsa di
Lynn Shelton, regista, sceneggiatrice, attrice e
produttrice americana, che si è spenta all’età di 54 anni: soffriva
di una malattia al sistema sanguigno. La Shelton lascia soli il
compagno Marco Maron e il figlio Milo Seal.
Al cinema la Shelton – attiva
soprattutto nel circuito indipendente – si è fatta notare per la
commedia Humpday – Un mercoledì da sballo
del 2009 e per la commedia drammatica Dimmi quando del 2014 con Keira
Knightley e Chloë Grace Moretz. In tv ha diretto gli episodi di
tantissime serie tv di successo, come Mad Men, New
Girl, Shameless e le più recenti
GLOW e The Morning
Show.
Morta Lynn Shelton, regista di
GLOW e Little Fires Everywhere
Il suo ultimo lavoro è la regia
della miniserie Little Fires Everywhere,
basata sul romanzo del 2017 di Celeste Ng, con
protagoniste Reese Witherspoon e Kerry Washington. La serie, che arriverà su
Prime Video Italia dal 22 maggio, segue i destini
incrociati dei Richardson, la famiglia modello, e di una madre
enigmatica e sua figlia che stravolgeranno le loro vite.
La storia esplora vari temi come
quanto i segreti possano pesare, la natura dell’arte e
dell’identità, la forza feroce della maternità e il pericolo che
scaturisce dal pensare che solo seguendo le regole si possa evitare
un disastro.
In occasione della conferenza stampa
in cui il presidente del Consiglio, Giuseppe
Conte, ha spiegato quali saranno i provvedimenti che
scatteranno dal 18 maggio in vista dell’entrata in vigore della
Fase 2, è stato anche annunciato che il 15 giugno
riapriranno i cinema.
Le sale erano state ufficialmente
chiuse a marzo a causa della pandemia da coronavirus ed ora, sempre
rispettando le norme di distanziamento sociale previste dai
decreti, si procede verso l’apertura e verso una normalizzazione
che dovrebbe permettere all’attività della sala di riprendere dopo
due mesi di blocco totale.
Black
Panther 2 potrebbe entrare in produzione con l’inizio
delle riprese a marzo 2021. Dopo che l’originale Black
Panther ha infranto i record al botteghino ed è
diventato il primo film tratto dai fumetti nominato per il miglior
film agli Oscar, era inevitabile che ci sarebbe stato un seguito.
La Marvel ha confermato ufficialmente
Black Panther 2
al San Diego Comic-Con 2019, per un’uscita
prevista nel maggio 2022. Ryan Coogler tornerà a
scrivere e dirigere.
A seguito della pandemia di
coronavirus, Disney (come ogni altro studio) ha modificato in modo
significativo la sua lista di uscite programmate. Ciò ha incluso la
risistemazione della maggior parte dei prossimi titoli della Fase 4
del MCU, ma, data la sua previsione di
uscita, Black
Panther 2 è stato in grado di rimanere nella sua
finestra originale e potrebbe rispettarla.
Secondo un post trovato nella lista
di produzione (tramite l’utente di Reddit smoove4254), Black
Panther 2 inizierà le riprese nel marzo 2021 in
Australia.
Successo planetario capace di
incassare 1,3 miliardi in tutto il mondo, secondo film Marvel con il maggior risultato
domestico di sempre secondo solo ad Avengers: Endgame e vincitore di
tre premi Oscar, Black Panther tornerà con un
nuovo capitolo – Black Panther
2 – inserito nella Fase 5 del MCU, come confermato da Kevin
Feige.
Ryan
Coogler è stato confermato a capo
del sequel per il quale curerà sia regia che
sceneggiatura. Intervistato da Indiewire, il filmaker americano ha
confessato di non sentire alcuna pressione per questo nuovo
progetto e spiegato cosa intende raggiungere con la prossima
avventura di T’Challa:
“Credo che la pressione sarà
sempre lì ad aspettarmi. Ho avuto la possibilità di realizzare tre
lungometraggi, ognuno dei quali aveva il suo specifico tipo di
pressione e sui quali gravavano aspettative diverse […] Ma
qui si tratterà di girare un sequel, il che è qualcosa che non
ho mai fatto prima, ed è un sequel di un film che ho diretto,
quindi penso che ci sarà molta pressione e per questo cercherò di
concentrarmi sul lavoro come sempre. Giorno dopo giorno, un passo
alla volta, eliminando l’ansia intorno a noi, per creare una storia
che abbia un qualche tipo di significato.“
“Percorso mitico e carico di
emozioni, Dune
racconta la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e dotato
nato sotto un grande destino al di là della sua comprensione, che
dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso dell’universo per
assicurare alla sua famiglia e alla sua gente un futuro: mentre
forze maligne esplodono in un conflitto per avere il controllo
esclusivo del pianeta e della risorsa più preziosa esistente (una
merce in grado di sbloccare il più grande potenziale dell’umanità),
a sopravvivere saranno solo quelli che potranno sconfiggere la loro
paura“.
La star di Killing
Eve, Jodie Comer, è tra le attrici tenute d’occhio
per recitare nel film prequel di Mad Max,
che sarà concentrato sul passato di Furiosa.
Sono passati esattamente cinque anni da quando Mad Max:
Fury Road è arrivato nelle sale, guadagnando critiche
entusiaste e consolidando rapidamente la sua reputazione come uno
dei film d’azione più audaci (per non dire, visivamente suggestivi)
del nuovo secolo.
Ora, dopo che una causa legale che
coinvolge la Warner Bros in merito ai profitti del film ha impedito
di portare avanti il progetto del sequel, il regista George
Miller spera di riaprire il franchise post-apocalittico
con il prequel su Furiosa.
All’inizio di quest’anno, è stato
riferito che Miller vuole iniziare a girare uno spin-off su
Furiosa
il prossimo anno e ha valutato Anya Taylor-Joy per un ruolo chiave, forse
anche un giovane Imperatrice Furiosa
(che Charlize Theron ha interpretato in
Fury Road). Più di recente, il regista ha
confermato che sta lavorando a un prequel di Fury Road e sta
cercando di trovare un’altra attrice per interpretare Furiosa
piuttosto che utilizzare la tecnica del de-invecchiamento digitale
su Theron, come aveva inizialmente previsto. Anya Taylor-Joy non è l’unica attrice ad
ambire al ruolo.
Secondo
THR, Comer è tra le attrici che potrebbero essere considerate
per il ruolo di Furiosa.
Il film dovrebbe esplorare più retroscena di Furiosa
– incluso il suo periodo nel “Green Place” e le esperienze con le
donne guerriere Vuvalini – quindi dovrebbero esserci più
protagoniste femminili, per cui non è detto che Taylor-Joy e
Jodie Comer siano in lizza per lo stesso
ruolo.