Ha lavorato con Milena
Canonero, contribuendo al trionfo agli Oscar dei costumi
di Marie Antoinette di Sofia
Coppola, ma non ne fa un affare di Stato. Per
Bojana Nikitovic già lavorare accanto alla
costumista italiana sembra essere un premio sufficiente, visto che
parla del suo incontro con la Canonero come “la cosa
professionalmente più importante che mi sia mai capitata.”
“Ci siamo incontrate a Belgrado
sul set di un film italiano, poi lei mi ha portata con sé. –
ha raccontato la Nikitovic, ospite a Milano per parlare del suo
lavoro ai costumi de La
Conseguenza, di James Kent, in uscita
il 21 marzo – Quando mi chiedono del mio lavoro, io dico sempre
che tutto quello che so l’ho imparato da lei, non solo in merito al
costume per il cinema, ma anche per quello che riguarda
l’organizzazione delle comparse, il lavoro con gli attori. Lei è un
genio. Ci sentiamo sempre e spero di fare altri film insieme. Con
lei farei sempre l’assistente, non avrei nessun problema.”
Nonostante il grande debito
professionale che sente verso Milena Canonero, Bojana Nikitovic
cammina da tempo sulle sue gambe, svolgendo con successo il suo
lavoro di costumista, un impegno che comincia con la ricerca e le
preparazioni preliminari.
“La prima parte è di ricerca,
naturalmente. E per me è stato un viaggio bellissimo, ci sono
tantissimi documenti e fotografie d’epoca. Poi i tedeschi sono
organizzati e nonostante tutti i bombardamenti, sono state
conservate tantissime foto, e ci sono anche dei libri. E mi piace
molto che nel film si veda bene quanto Amburgo fosse distrutta, non
esisteva più.”
Nel film sono rappresentate diverse
classi sociali e attraverso i costumi, principalmente, è stata
evidenziata questa separazione di estrazione. E anche tra le mogli
degli ufficiali, una borghesia ricca dunque, c’è una leggera
differenza, visto che Rachel, la protagonista interpretata da
Keira Knightley, ha molto più stile delle altre
donne. “Il casting del film è stato molto ben fatto perché
tutte le attrici scelte per interpretare queste donne sono molto
diverse, quindi è stato anche interessante lavorare su questi
aspetti e differenziarle nei costumi.”
Tra queste attrici ovviamente
spicca la Knightley, la protagonista femminile del
film: “Keira è il sogno di ogni costumista. Avevo già
lavorato con James Kent e quando mi ha chiamata stavo lavorando a
un altro film. Appena mi ha detto che c’era lei, ho detto subito di
sì, anche se ero occupata su un altro set. C’è qualcosa in lei che
è incredibile, come porta gli abiti lei, il suo viso, le sue
spalle. Non è un caso che sia lei una delle testimonial di Chanel.
Ha un’eleganza incredibile!”
“Il mio ricordo principale
legato al set è il freddo, e la povera Keira indossava dei costumi
leggerissimi, dei tessuti per cui non potevi indossare nulla sotto,
e a fine riprese ha voluto conoscere il nome di quei tessuti così
che non li avrebbe mai più indossati!”.
Nel film il lavoro dei costumi non
serve solo a vestire e coprire gli attori, ma, nel caso del
personaggio della Knightley, anche a raccontare il suo percorso, e
la Nikitovic ha usato un indumento preciso per spiegarne
l’evoluzione: il cappotto. Un elegantissimo cappotto lungo,
accompagnato, a inizio e a fine film, da un abbigliamento (e un
atteggiamento) molto differente, a indicare la progressiva
“apertura” della donna, sempre secondo la moda degli anni ’40.
La Conseguenza,
recensione del film
con Keira Knightley
Ma il lavoro concreto sugli abiti è
stato di ricostruzione o recupero? “È stato complesso e
abbiamo studiato e ricostruito, ma anche recuperato, sistemato e
riadattato, cambiando fibbie e bottoni, per esempio. Il lavoro è
stato fatto principalmente con case italiane, ma anche con alcune
case inglese, perché abbiamo preso spunto dalla moda inglese,
ovviamente.”
Il risultato è stato un lavoro di
assemblaggio che, ispirandosi ovviamente alle ricerche e allo stile
dell’epoca, ha dato vita a un look completamente personale, con una
serie di capi d’abbigliamento che si indosserebbero anche oggi,
cosa che sembra sia stata molto gradita anche all’attrice. Una
serie di golfini e twin-set appositamente realizzati per
Keira Knightley sono dei pezzi unici che si
confonderebbero molto bene nella moda contemporanea, portando con
sé un tocco di eleganza e stile.
Per il personaggio di Jason
Clarke, l’ufficiale Lewis Morgan, è stato un po’ più
difficile mostrare l’evoluzione del personaggio attraverso i
costumi, visto che lo vediamo sempre in divisa, tuttavia, proprio
attraverso i costumi riusciamo a scoprire la fragilità, la crepa
dentro a quest’uomo ligio e dedito al dovere: quando Lewis ricorda
il figlio morto, si aggrappa a un golfino del bambino, con un buco
nel centro, il segno della ferita che lo ha ucciso. “Quando
Jason ha girato quella scena, abbiamo pianto tutti” ha
raccontato la Nikitovic.
Si è potuto giocare e raccontare
molto di più con i costumi del personaggio di Alexander
Skarsgård, Lubert. Un uomo bello ed elegante, ma che
veniva da un momento difficile, già dalla sua prima apparizione e
dall’incontro dei due, possiamo intuire la storia di quest’uomo.
“Doveva essere un uomo elegante ma con un abito di almeno dieci
anni addosso. Sono almeno 4 o 5 anni che lui non compra nulla di
nuovo, quindi ci voleva un abito giusto. Un volta, probabilmente,
si vestiva benissimo, essendo molto ricco e di bell’aspetto, ma in
questa scena si doveva vedere che era in difficoltà, che era
dimagrito, anche, quindi abbiamo realizzato una camicia un po’ più
larga.”
Per quanto riguarda, di nuovo, i
costumi di Rachel (Keira Knightley), nella storia
è lei che cuce da sola i suoi vestiti, quindi è lei stessa che
adatta i suoi abiti ai suoi cambiamenti emotivi. Emblematico è
l’abito di velluto blu che indossa a metà film, un abito iconico
con cui, simbolicamente, rinuncia al marito e abbraccia la
possibilità di una nuova esperienza.
La Conseguenza, le interviste al
cast
Oltre a cappotto, i golfini, e il
velluto blu, un altro momento importantissimo per il personaggio di
Keira Knightley e soprattutto per il lavoro di
Bojana Nikitovic è stato l’abito oro, una
realizzazione preziosa e fondamentale per ciò che accade nel
film.
“Abbiamo realizzato un abito
verde acqua, ed era importantissimo che il vestito risaltasse sulla
neve. Io volevo usare il fucsia, perché sta benissimo a Keira, ma
non potevamo usare quel colore, e nemmeno il rosso, perché nella
scena deve risaltare il sangue che macchia l’abito. Non potevamo
usare nemmeno il verde, perché il costume di Espiazione è
famosissimo ed è verde. Così abbiamo scelto questo verde acqua, che
è piaciuto a tutti, era un abito molto bello, ma non ero convinta e
così, nonostante le prove fossero andate bene, ho deciso di
realizzare un’altra possibilità.
Ho trovato questo tessuto a
Praga, ma non è che di questi abiti se ne fa uno soltanto, allora
mi servivano almeno 25 metri di tessuto. Di questo abito ne sono
stati realizzati almeno sei. E la prima scena che abbiamo girato
era proprio questa sulla neve, e il giorno prima dell’inizio delle
riprese, Keira è venuta sul set per le prove e quando l’hanno vista
con l’abito dorato, tutti hanno scelto quello. Questo abito
comunicava proprio perfettamente la sua esigenza di fuggire. Il
tessuto era molto difficile da indossare, satin di seta, non poteva
mettere niente sotto e nelle scene sulla neve aveva degli scarponi
da sci, mentre correva. E poi le pieghe che si creavano ad ogni
pausa… insomma, è stato un vestito dalla gestione
difficilissima.”
Ma dove vengono conservati gli
abiti di scena, dopo il film? “Per la maggior parte
finiscono dentro a scatoloni, a portata di mano per delle eventuali
riprese aggiuntive, alcuni abiti vengono usati per delle
esposizioni, altri invece diventano proprietà della casa di
sartoria che li ha prodotti.”
Come ha raccontato Bojana
Nikitovic, il percorso di un film si può dunque scoprire e
ricostruire anche attraverso il lavoro di artigianato e ricerca che
porta alla realizzazione dei costumi. Storie, segreti e percorsi
emotivi parlano non solo attraverso sceneggiature e
interpretazioni, ma anche attraverso il modo in cui gli attori, i
personaggi si presentano a noi.
Di seguito, alcuni bozzetti degli
abiti realizzato per La conseguenza: