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Aladdin 2: secondo il protagonista è “molto improbabile” che il sequel venga realizzato

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Aladdin è stato uno dei maggiori successi cinematografici del 2019, incassando oltre un miliardo di dollari al botteghino mondiale, affermandosi come uno dei remake in live-action della Disney più apprezzati, pur non vantando una particoolare originalità. Proprio per via di questo successo, un sequel inizialmente intitolato Aladdin 2 è stato confermato non molto tempo fa, come anche la conferma del ritorno di Will Smith,  ma è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che si è sentito parlare di questo progetto. Il protagonista, Mena Massoud ha ora fornito un proprio parere su tale sequel, sorprendendo però quanti si aspettavano aggiornamenti positivi.

Nonostante sia sempre rimasto fiducioso riguardo ad Aladdin 2, Massoud, rispondendo alla domanda di un fan su Twitter, ha ora affermato che l’effettiva realizzazione del film è “molto improbabile a questo punto“. Alcuni hanno espresso la loro delusione nei commenti, con un utente che ha persino considerato l’originale come il miglior remake Disney live-action. L’attore non ha fornito maggiori dettagli a riguardo, ma è noto che, nostante l’entusiasmo iniziale della Disney per questo progetto, i lavori per il suo sviluppo sono andati particolarmente a rilento, ufficialmente per via della ricerca di una storia adeguata.

Le controversia riguardante Will Smith, interprete del Genio nel film, agli Oscar del 2022 sullo schiaffo a Chris Rock è stata poi vista come un ostacolo a tale sviluppo, anche se il regista Guy Ritchie ha assicurato che Smith non sarebbe stato sostituito come Genio, ma anzi affermato nel febbraio del 2023 che ci sono diverse idee pronte per essere sviluppate. Di certo ad ora c’è però che dal momento dell’annuncio di questo sequel, sono molti pochi i passi in avanti fatti verso la sua realizzazione. Non resta che attendere per scoprire se la situazione si sbloccherà o Aladdin 2 finirà definitivamente nel cassetto dei progetti abbandonati.

Fonte: ScreenRant

Don’t Let Go: tutto quello che c’è da sapere sul film

Don’t Let Go: tutto quello che c’è da sapere sul film

Una particolare categoria di film molto amata è quella che mescola il genere thriller con elementi soprannaturali o sci-fi. Film come Looper, Predestination o Déja vù – Corsa contro il tempo, nei quali alle indagini del protagonista si uniscono o oppongono forze misteriose, che rendono l’intera vicenda più complessa, ma naturalmente anche molto più avvincente. Un titolo particolarmente riuscito a tal proposito è Don’t Let Go, diretto nel 2019 da Jacob Aaron Estes, fattosi notare grazie al film Mean Creek e, in seguito, l’horror The Ring 3, da lui però solo sceneggiato.

Con Don’t Let Go, da lui anche scritto, si offre dunque un nuovo racconto che unisce la possibilità dei viaggi nel tempo alla comunicazione con i defunti, il tutto con l’obiettivo di risolvere un complicato caso prima che questo diventi irreversibile. A produrre un simile opera vi è la Blumhouse Productions di Jason Blum, la casa di produzione dietro ai successi di Paranormal Activity, Scappa – Get Out, La notte del giudizio e numerosi altri celebri film horror o thriller. Passato piuttosto in sordina, il film sta però ora godendo di un forte successo grazie alla sua presenza nel catalogo di Netflix.

Qui, infatti, si trova attualmente al 3° posto nella Top 10 dei film più visti in Italia. Il motivo è presto detto: si tratta di un film capace di offrire ottimo intrattenimento e colpi di scena avvincenti, il tutto impreziosito da interpretazioni di grandi attori. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà utile approfondire alcune curiosità relative ad esso. Proseguendo nella lettura sarà possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed altro ancora, come le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Don’t Let Go

Protagonista del film è il detective della omicidi Jack Radcliffe, uno zio molto solidale con Ashley, sempre presente quando lei chiama. Egli ha un ruolo molto importante nella vita della ragazza, perché sua madre è molto impegnata e suo padre Garret, fratello di Jack, ha invece uno stile di vita da gangster. Una sera, Jack riceve una chiamata breve e confusa da una spaventata Ashley. Precipitandosi presso la sua abitazione, trova Garret, la madre di Ashley e Ashley, così come il cane della famiglia, tutti uccisi. La polizia giudica frettolosamente il caso un omicidio-suicidio ad opera del capofamiglia.

Nonostante la consolazione del suo partner Bobby, a cui è stato assegnato il caso, Jack non può non darsi la colpa per quanto avvenuto. Due settimane dopo, tuttavia, egli inizia a ricevere chiamate dal telefono di Ashley, anche se la linea è stata disconnessa. Quando risponde, è proprio Ashley a parlargli, come se non fosse successo nulla di male. Jack si rende ben presto conto che, in qualche modo, sta comunicando con una Ashley del passato. La stessa ragazza al telefono, infatti, è ignara del suo destino e non sa di star parlando con il Jack in futuro. Per il detective, questa può essere l’unica occasione per salvare l’adorata nipote dal suo triste destino.

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Il cast di Don’t Let Go

Ad interpretare Jack Radcliffe vi è l’attore David Oyelowo, noto per aver interpretato Martin Luther King in Selma – La strada per la libertà, ma anche per i film A United Kingdom – L’amore che ha cambiato la storia e Nelle pieghe del tempo. Come rivelato dall’attore, originariamente il ruolo del protagonista era stato scritto per un attore bianco, ma ciò è stato cambiato nel momento in cui si è ritenuto che Oyelowo sarebbe potuto essere perfetto per tale ruolo. Accanto all’attore, nel ruolo di sua nipote Ashley vi è invece l’attrice Storm Reid, divenuta celebre grazie alla serie Euphoria e recentemente vista anche nell’episodio Left Behind della serie The Last of Us.

L’attrice, qui al suo primo film di genere thriller sci-fi, ha descritto l’esperienza come particolarmente importante all’interno della sua carriera. Per lei è stato fonte di grande crescita, per via dell’essersi trovata a gestire scene d’azione, complessità emotiva del personaggio e gli spetti più cupi della storia. Fanno poi parte del cast gli attori Mykelti Williamson nel ruolo di Bobby Owens, collega di Jack, Shinelle Azoroh in quelli di Susan Radcliff, madre di Ashley e il candidato all’Oscar Bryan Tyree Henry in quelli di Garret Radcliff, padre di Ashley. Alfred Molina, infine, interpreta Howard Keleshian, capo di Jack.

Don’t Let Go e altri film simili

Se si è apprezzato Don’t Let Go e la sua caratteristica di un protagonista abilitato a comunicare con una persona cara su di una differente linea temporale, ci sono anche altri film simili che si possono recuperare per una visione. Don’t Let Go ha infatti una premessa simile a quella di Frequency – Il futuro è in ascolto (2000), interpretato da Jim Caviezel e Dennis Quaid, che narra le vicende di un uomo che, mentre cerca di individuare un serial killer, riesce a mettersi in contatto, tramite una ricetrasmittente, col padre morto trent’anni prima. Il film ha poi ricevuto anche un adattamento televisivo con la serie Frequency (2016), dove una persona del presente ha la capacità di salvare un parente nel passato grazie all’uso del cellulare, diversamente dalla ricetrasmittente utilizzata per il film.

Il trailer di Don’t Let Go e dove vedere il film in Streaming

È possibile fruire di Don’t Let Go grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb Nylon

Era Ora: recensione del film con Edoardo Leo

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Era Ora: recensione del film con Edoardo Leo

Vi è mai capitato di provare la sensazione che il tempo passi più veloce di quello che sembra? Questo è quello che succede a Dante il personaggio principale nel film Era Ora, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2022 e ora disponibile in streaming su Netflix. Questa commedia romantica è un remake dell’australiano Come se non ci fosse un domani – Long Story Short, del 2021 e diretto da Josh Lawson con per protagonista il britannico Rafe Spall. Questo adattamento per la regia di Alessandro Aranadio non vuole essere solo un semplice rifacimento dell’originale ma una versione italiana, che punta sul talento dell’attore romano Edoardo Leo, che torna a farsi dirigere dal regista dopo il successo dellla commedia del 2018 Io c’è.

La trama di Era Ora

Dante e Alice (Barbara Ronchi) si sono conosciuti, per caso a causa di un bacio e uno scambio di persona, durante una Festa di Capodanno del 2008. Dopo due anni nel 2010 li ritroviamo fidanzati che convivono in una casa dove hanno appena traslocato da poco, piena ancora di scatoloni da disfare e con un bagno senza porta. Questo però non è un giorno qualunque per Dante, ma è il suo quarantesimo compleanno ma come ogni mattina è di fretta e deve correre in ufficio. Alice invece vive la giornata più tranquillamente, anche grazie alla fortuna di lavorare come illustratrice di libri, lei è decisamente la più sognatrice, una disegnatrice del suo destino e la più giocosa della coppia, tanto che per la sera organizza al compagno un festa a sorpresa con tutti i suoi amici. Dante la mattina dopo i festeggiamenti dei suoi 40 anni, si risveglia, un anno dopo, nel 2011 e scopre di essere bloccato in un loop temporale.

Il protagonista di Era Ora all’inizio non capisce, anzi pensa di vivere un episodio di precoce alzheimer, malattia che invece ha colpito e soffre il padre che vive in una casa di riposo. Dante si sente sperduto e soprattutto incapace di fermare questo strano gioco del destino che gli ha riservato. Intanto passano i giorni, anzi gli anni per lui, e si ritrova padre di una bellissima bambina che si chiama Galadriel, come l’elfa della Terra di Mezzo de Il Signore degli Anelli. Nel frattempo cambia il rapporto con la fidanzata Alice, i due dopo anche il tentativo di una terapia di coppia si lasciano e Dante si ritrova in un vortice senza una via di uscita. Ma per fortuna nulla è perduto, anche grazie alla sempre presente figura del miglior amico Valerio, il protagonista capisce gli sbagli e finalmente inizia a godersi la sua vita. Alla fine di Era Ora l’uomo riesce a ristabilire l’equilibrio temporale e la sua vera realtà cioè quella dell’amore per Alice e per sua figlia.

La casa di Dante e Alice

Dopo i mesi passati tra le mura di casa, in quel primo lockdown nella Primavera del 2020, abbiamo scoperto tutti l’importanza della nostra abitazione, anche come luogo che rispecchia noi come persone e il nostro essere interiore. Questo avviene anche in Era Ora, gli spettatori capiscono e forse anche prima del protagonista, che è cambiato qualcosa, che è passato del tempo proprio dall’arredamento dell’appartamento di Dante e Alice. Nei primi anni della convivenza la casa è piena di luce che entra dai finestroni sul giardino, è colorata e molto femminile, con l’arrivo di Galadriel appaiono anche i giochi e nel momento della separazione il salotto e la cucina si trasformano e diventano più funzionali, con mobili minimali e freddi che rispecchiano l’involuzione di Dante che vive solo e pensa solo al lavoro.

Era Ora come una favola contemporanea

Il quarto lungometraggio diretto da Alessandro Aranadio porta sullo schermo uno dei problemi della nostra società, il tempo che passa e non si riesce mai a trovare il momento per godersi lentamente e insieme qualcosa di bello, come ad esempio una semplice colazione. Dante è un uomo che rispecchia fedelmente le ossessioni contemporanee e come l’incomunicabilità in una coppia porta prima o poi ad una separazione anche se ci si ama veramente. Questo film possiede una parte fantasy, dosata molto bene da risultare uno dei punti di forza ma anche un vero omaggio alla commedia americana cult degli anni Novanta come Ricomincio da capo, dove il protagonista finiva, anche lui, in un circolo temporale.

Dante però non vive lo stesso giorno all’infinito, ma ogni giorno è un anno che va avanti, suo padre intanto muore, la figlia cresce e quindi deve sprigarsi e capire come risolvere l’incubo in cui è intrappolato. La recitazione di Edoardo Leo e Barbara Ronchi sono il punto fermo di un racconto ripetivo ma sempre mutevole, come i numerosi personaggi che ruotano intorno alla coppia durante i 109 minuti del racconto. Era Ora è una favola contemporanea, una commedia romantica che parla di sentimenti, dei rimorsi e del tempo, quello che passa come gli anni senza che c’è ne accorgiamo.

Il Gladiatore 2: Denzel Washington e Barry Keoghan in trattative

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Il Gladiatore 2: Denzel Washington e Barry Keoghan in trattative

La leggenda di Hollywood Denzel Washington e il neo-candidato all’Oscar Barry Keoghan sono in trattative per unirsi a Paul Mescal, che interpreterà il ruolo principale in Il Gladiatore 2,  sequel di Il Gladiatore di Ridley Scott. Il report è di Deadline.

Mescal ricoprirà il ruolo principale di Il Gladiatore 2 che continua gli eventi del kolossal vincitore dell’Oscar, e anche Ridley Scott tornerà a dirigere e produrre. Il Gladiatore ha vinto cinque Academy Awards ed è stato nominato in 12 categorie nel 2000. il ruolo sarà senza dubbio il più importante nella carriera in rapida ascesa di Paul Mescal da quando ha recitato in Normal People nel 2020.

L’attore interpreterà Lucius, il figlio Lucilla nell’originale, poiché il sequel sarà ambientato anni dopo che Maximus Decimus Meridius ha incontrato la sua fine a seguito di una battaglia nel Colosseo contro Commodo (Joaquin Phoenix).

Non è ancora noto quale ruolo occuperà Denzel Washington nella sua prima reunion con Scott dai tempi di American Gangster, ma sembra che le riprese del film cominceranno a giugno, quindi sapremo presto più dettagli sul progetto ancora misterioso.

Barry Keoghan interpreterà invece una versione fittizia del vero imperatore romano Geta, secondo il sito di intrattenimento Giant Freakin Robot. Conosciuto anche come Publio Settimio Geta, l’imperatore governò Roma tra il 209 d.C. e il 211 d.C. ed era noto per il suo temperamento furioso. Si ritiene quindi che Keoghan interpreterà il cattivo del film.

Keoghan deve ancora confermare il suo ruolo nel sequel de Il Gladiatore e, sebbene ci siano pochi dettagli noti sul blockbuster, le riprese dovrebbero iniziare all’inizio di giugno. Il sequel uscirà a un quarto di secolo di distanza dall’originale che ha incassato 460 milioni di dollari al botteghino.

Lance Reddick, morto l’attore di John Wick, The Wire e Fringe

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Lance Reddick, morto l’attore di John Wick, The Wire e Fringe

Lance Reddick, il prolifico attore che ha interpretato il personaggio di Charon in tutti e quattro i film di John Wick ed è stato regular in serie come The Wire, Fringe e Bosch, tra dozzine di altri ruoli che hanno attraversato un quarto di secolo, si è spento all’età di 60 anni.

Il suo rappresentante di Portrait PR ha confermato la notizia, dicendo che è l’attore morto per cause naturali ma senza fornire altri dettagli. Lance Reddick aveva rilasciato delle interviste per l’imminente John Wick 4 con Keanu Reeves proprio questa settimana. Sarebbe dovuto apparire anche nello spin-off del franchise, Ballerina.

Il suo ruolo più famoso è forse quello di Cedric Daniels in Ballerina, drama della HBO ideato e scritto da David Simon. Sebbene all’epoca non fosse un successo straordinario, la serie è diventata tra le più acclamate e influenti del 21° secolo. Apparso in tutti i 60 episodi, il personaggio di Reddick è una forza in ascesa nel dipartimento di polizia di Baltimora ed è promosso da tenente a maggiore a commissario durante le sue cinque stagioni.

Reddick ha poi preso parte a Ballerina della Fox nei panni di Phillip Broyles, un agente speciale della Homeland Security che gestiva la divisione Fringe che indagava su fenomeni inspiegabili e terrorismo. È apparso nella maggior parte dei 100 episodi della serie creata da J.J. Abrams, Roberto Orci e Alex Kurtzman, andato in onda dal 2008 al 2013. Sono seguiti molti altri spot televisivi per Reddick dopo la conclusione di Fringe, tra cui The Blacklist, Wilfred e un arco narrativo su Intelligence. Poi è arrivato il turno di John Wick.

Lance Reddick ha recitato nel primo film del franchise del 2014 nei panni di Charon, il concierge del Continental Hotel di New York che lavora spesso con il personaggio di Keanu Reeves. È apparso in tutti i film di Wick, incluso il capitolo quattro, che arriverà a breve al cinema. Avrebbe ripreso il suo ruolo di Charon per Ballerina, il film spin-off di John Wick con Ana de Armas.

Lance Reddick lascia sua moglie, Stephanie, e i loro figli Yvonne e Christopher.

Sudestival: tutti i vincitori della ventitreesima edizione

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Sudestival: tutti i vincitori della ventitreesima edizione

Si è appena conclusa nella suggestiva cornice di Monopoli la ventitreesima edizione del Sudestival, primo e unico festival di cinema italiano in Puglia che si svolge in inverno, progetto dell’Associazione Culturale Sguardi, fondato e diretto da Michele Suma. Il festival, afferente all’Apulia Cinefestival Network e all’AFIC, viene realizzato nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola promosso da MIC e MIM, grazie anche al sostegno della Città di Monopoli, del Comune di Polignano a Mare, della città di Fasano e col patrocinio della Città Metropolitana di Bari, del Comune di Bari, dell’Università degli Studi di Bari e del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli.

Il primo e unico festival di cinema italiano in Puglia a svolgersi in inverno, divenuto in ben ventitrè edizioni il punto di riferimento per le opere prime e seconde della produzione nazionale di qualità, ha contato quest’anno sei sezioni e dodici premi, arricchendosi con il progetto Sudestival School, vincitore del bando Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola (MIC e MIM), e includendo una retrospettiva dedicata a Mattia Torre, senza dimenticare il gemellaggio con il Golden Apricot Yerevan International Film Festival, che si tiene dal 2004 ogni anno nella capitale armena.

Nella serata conclusiva di venerdì 17 marzo, presso il Teatro Radar di Monopoli, si sono svolte le premiazioni delle diverse sezioni a cura delle Giurie presenti. La Giuria Cinema Nazionale, presieduta da Pedro Armocida e composta da Roberto Silvestri, critico cinematografico e conduttore di Hollywood Party su Radio3, Viviana Del Bianco, direttrice N.I.C.E., Paolo Di Paolo, scrittore, e Esmeralda Calabria, montatrice, ha assegnato il prestigioso FARO D’AUTORE della Città di Monopoli per il miglior lungometraggio a Amanda di Carolina Cavalli.

A premiare il miglior documentario con il PREMIO “ALBERGO DIFFUSO” la Giuria Nazionale Doc presieduta da Antonella Gaeta, sceneggiatrice e giornalista, con Michele Sancisi, scrittore, autore e giornalista SKY, e Anna Maria Pasetti, critica cinematografica del Fatto quotidiano, che ha decretato vincitore Umberto Eco – La biblioteca del mondo di Davide Ferrario.

La Giuria Giovani del Sudestival, nata ventitré anni fa grazie all’impegno del Polo Liceale “Galilei-Curie” di Monopoli, che quest’anno conta oltre 600 studenti tra gli Istituti superiori coinvolti di Monopoli e Fasano, ha assegnato il PREMIO “FONDAZIONE PUGLIA” per il miglior lungometraggio a Acqua e anice di Corrado Ceron. Il PREMIO SUDESTIVAL SCHOOL – finanziato da AGE (Associazione Italiana Genitori) – per il miglior corto è andato a When you wish upon a star di Domenico Modafferi e quello di miglior doc SUDESTIVAL SCHOOL – finanziato da AGE – a Peso Morto di Francesco Del Grosso. Sono stati assegnati entrambi dalla Giuria Giovani. Anna Frank e il diario segreto di Ari Folman si è invece aggiudicato il PREMIO GIURIA KIDS SUDESTIVAL SCHOOL per il miglior film d’animazione.

Il PREMIO GIURIA DEL PUBBLICO “ARCADIA” per il miglior lungometraggio è andato a I pionieri di Luca Scivoletto, mentre il PREMIO CD D’ARGENTO “GIANNI LENOCI” è stato assegnato a  Bruno Falanga  per la colonna sonora di  Per niente al mondo di Ciro D’Emilio, grazie alla Giuria composta dal regista documentarista Francesco Conversano (presidente), dal maestro Giampaolo Schiavo, direttore del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli, e dai maestri Paolo Carlomè e Admir Shkurtaj, docenti di composizione, e Paolo Vivaldi, docente di Composizione per la Musica applicata alle immagini. Il PREMIO APULIA FILM COMMISSION “CARLO DELLE PIANE” alla miglior sceneggiatura è stato assegnato ad Andrea Magnani per La lunga corsa. È stato ancora Peso Morto di Francesco del Grosso ad aggiudicarsi il PREMIO GIURIA SNCCI come miglior Doc, grazie alla giuria composta da Ignazio Senatore, Irene Gianeselli e Marco Lombardi.

Il PREMIO “MASSERIA SANTA TERESA” per la miglior attrice del Sudestival 2023 è stato assegnato ex aequo a Stefania Sandrelli per Acqua e anice di Corrado Ceron e a Benedetta Porcaroli per Amanda di Carolina Cavalli. Infine, ma non meno importante, il PREMIO SUDESTIVAL 2023 “ECCELLENZA DEL SUD” è andato all’attrice Bianca Nappi, presente in sala e madrina dell’intera manifestazione.

Lo Strangolatore di Boston: l’incontro con il cast

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Lo Strangolatore di Boston: l’incontro con il cast

Keira Knightley torna protagonista e lo fa con Lo strangolatore di Boston, un film targato 20th Century Studios scritto e diretto da Matt Ruskin. Il film ha debuttato il 17 marzo 2023 su Star all’interno di Disney+ in Italia e qualche settimana fa abbiamo incontrato il cast protagonista del film per raccontare l’esperienza di aver portato al cinema una storia così misteriosa e intrigante, che si concentra sulla sequenza di omicidi efferati avvenuti negli anni ’60 a Boston, solo a danno di donne.

Knightley è Loretta McLaughlin e con lei, nel cast che ha partecipato all’incontro c’erano anche Carrie Coon (nel ruolo di Jean Cole), Alessandro Nivola (nel ruolo del detective Conley), Chris Cooper (nel ruolo di Jack MacLaine) e ovviamente Matt Ruskin che ha dichiarato: “Sono cresciuto a Boston e avevo sempre sentito parlare de Lo Strangolatore di Boston, ma non sapevo davvero nulla del caso. Poi, diversi anni fa, ho iniziato a leggere tutto quello che potevo e ho scoperto questo caso di omicidi differenti, tutti però apparentemente collegati, un caso incredibilmente stratificato che era pieno di colpi di scena. E, per molti versi, si rivelava anche un racconto su quella che era la città a quell’epoca. E così, sono stato completamente preso dal caso. E quando ho scoperto l’esistenza di queste giornaliste, Loretta McLaughlin e Jean Cole, ho scoperto che erano state tra le prime a collegare i diversi omicidi. Sono state loro a dare il nome al serial killer, lo Strangolatore di Boston, nel loro primo reportage. Così ho pensato che potevano essere il giusto punto di vista con cui raccontare il caso.”

Lo Strangolatore di Boston, Keira Knightley a caccia del mostro

A interpretare Loretta McLaughlin è stata chiamata Keira Knightley che, come Ruskin, aveva sentito parlare del serial killer che dà il titolo al film ma non conosceva nessuno dei dettagli legati alla storia vera dello Strangolatore di Boston: “Sono arrivata al film partendo dalla meravigliosa sceneggiatura di Matt. E ho pensato che fosse un modo davvero interessante di raccontare la storia di un serial killer, ma attraverso il punto di vista di queste due giornaliste. E il fatto che in realtà sono state due donne a dare visibilità a un caso così importante mi ha spronata a volerlo raccontare.” 

Al suo fianco, Carrie Coon, nel ruolo di Jean Cole, che segue la collega: “Sì, quella è stata la parte più scioccante per me, ovvero che queste donne siano state così parte integrante della risoluzione del caso e del costringere i dipartimenti di polizia a condividere informazioni. E i loro nomi non sono mai stati menzionati, associati a questo caso. È stato davvero scioccante per me. E poi, le loro storie di come sono diventate giornaliste, come individui, erano storie molto avvincenti e molto commoventi. Certamente in queste storie riecheggiava la vita delle donne del mio mondo, del Midwest. Mia madre era un’infermiera. Una delle mie nonne era un’insegnante e l’altra era una casalinga. E quelle erano le opportunità disponibili per le donne, a parte la segretaria. Quindi la lotta di Jean per diventare giornalista è stata molto commovente per me. E poi, ovviamente, avevo visto Il coraggio di lottare, che Matt aveva realizzato, e penso a lui come a un regista davvero, profondamente morale. E sapevo che il suo interesse era raccontare questa storia femminista.”

Queste due donne, purtroppo un’anomalia per il loro tempo, erano circondate da un mondo di uomini, di cui faceva parte Jack MacLaine, interpretato da Chris Cooper. “Quello che mi è piaciuto del mio personaggio è che all’inizio dice a Loretta che le vittime degli omicidi di cui lei vuole raccontare non erano nessuno, e alla risposta di Loretta, che gli dice che quelle persone in realtà erano lettori del suo giornale, si mette in allarme, come un campanello che gli suona in testa. È stata solo un piccolo appunto veloce, ma penso che abbia sortito l’effetto desiderato. E queste donne, sai, a volte vincono, a volte perdono. Devono cavarsela da sé e sicuramente il mio personaggio a volte non è la persona più gentile al mondo rispetto al loro lavoro, altre volte è una figura di mentore. Si commettono degli errori, e a volte reindirizzo Loretta là dove non è conoscenza di alcuni problemi legati alla burocrazia, ad esempio contea diversa, procuratore distrettuale diverso. Quindi Jack ha svolto anche le funzioni di insegnante per lei.”

Dalla parte della polizia, invece, c’è il detective Conley, interpretato da Alessandro Nivola: “Penso che il personaggio sia incazzato dal fatto che il dipartimento di polizia non si possa avvalere di tecniche di psicologia forense più all’avanguardia che possano permettergli di collegare questi omicidi. Sta affrontando il conflitto di tradire il suo dipartimento da una parte, mentre dall’altra la vergogna che sia la stampa a portare avanti le indagini e non la polizia. E quindi accetta di incontrare questa giornalista, e lo fa perché è totalmente ossessionato dal caso, e l’unica altra persona che incontra totalmente ossessionata dal caso è lei. E questo li fa sentire fatti della stessa pasta, forse è anche attratto da lei e prova piacere a incontrarla.”

Arrow 8 stagione: trama, cast e dove vederla in streaming

Arrow 8 stagione: trama, cast e dove vederla in streaming

Arrow 8 è l’ottava e ultima stagione della serie tv Arrow ideata da Greg Berlanti, Marc Guggenheim e Andrew Kreisberg per la DC Entertainment e il network The CW.

Arrow 8: uscita e dove vederla in streaming

L’ottava stagione di Arrow è andata in onda dal 15 ottobre 2019 al 28 gennaio 2020 sul network The CW. Arrow 8 un streaming è disponibile su Prime Video.

Arrow 8: trama e cast

Nell’ottava e ultima stagione, il Monitor recluta Oliver per aiutarlo nella sua missione per prevenire l’ imminente crisi . William, Connor Hawke e Mia viaggiano misteriosamente nel tempo dal 2040 all’odierna Star City. Durante la crisi, Oliver si sacrifica e diventa lo Spettro per fermare l’ Anti-Monitor . Dopo la loro battaglia finale, nasce un nuovo universo a costo della vita di Oliver. Si è poi riunito con Felicity in una “dimensione paradisiaca”,  nella scena finale della serie.

Arrow 8: trailer

Chloe – Tra seduzione e inganno: la trama e il cast del film

Chloe – Tra seduzione e inganno: la trama e il cast del film

Prima di realizzare apprezzati film come Devil’s Knot – Fino a prova contraria e The Captive – Scomparsa, il regista Atom Egoyan ha portato sul grande schermo nel 2009 il lungometraggio Chloe – Tra seduzione e inganno, remake del francese Nathalie…, scritto e diretto nel 2003 da Anne Fontaine. Si tratta di un opera in bilico tra i due valori proposti dal sottotitolo italiano, a cui si aggiungono la passione, l’ossessione e una costante atmosfera erotica. Tutto ciò rende questo film un thriller particolarmente ricco di colpi di scena, reso memorabile dai suoi intrecci narrativi e dalle pulsioni provate dai personaggi.

Per dar vita a tutto ciò, Egoyan ha scelto di rendere questo un film ricco di specchi e pareti riflettenti, strumenti attraverso cui sottolineare la differenza che intercorre tra la realtà e la menzogna. L’inganno diventa dunque un elemento ricorrente, che dona al tutto un’atmosfera imprevedibile nei suoi risvolti. Pur se poco apprezzato dalla critica, Chloe – Tra seduzione e inganno è stato un autentico successo commerciale, affermandosi addirittura come il maggior guadagno nella carriera del regista. A dirsi soddisfatta del risultato finale è stata anche la stessa Fontaine, regista dell’originale, che ha trovato qui sviluppate una serie di dinamiche non presenti nel suo film.

Interpretato da celebri attori, tra cui una premio Oscar, Chloe – Tra seduzione e inganno è il titolo perfetto se si è alla ricerca di un film simile a pellicole come Knock Knock e Il ragazzo della porta accanto. Thriller erotici che hanno fatto della loro ambiguità un punto di forza. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Chloe – Tra seduzione e inganno

Protagonista del film è Catherine, una donna che lavora come ginecologa e conduce una vita tranquilla e apparentemente perfetta, nonostante qualche diverbio col figlio Michael in piena adolescenza. A darle maggiori preoccupazioni, tuttavia, sono alcuni strani comportamenti di suo marito David. Sempre più sospettosa nei suoi confronti, Catherine scopre un giorno, sul telefono del marito, un messaggio ricevuto da una delle sue studentesse e una foto che li ritrae insieme. La cosa la preoccupa ulteriormente, spingendola a credere che David la tradisca. Per esserne sicura decide di ingaggiare Chloe, un’escort incaricata di sedurre l’uomo e provarne la fedeltà. Catherine non immagina neppure che presto si ritroverà intrappolata in un vortice di desiderio sessuale, che metterà in pericolo tutta la sua famiglia.

Chloe - Tra seduzione e inganno finale

Il cast del film

L’attrice premio Oscar Julianne Moore interpreta il ruolo della protagonista Catherine, scritto appositamente per lei dalla sceneggiatrice Erin Cressida Wilson. Nel ruolo della giovane e affascinante escort Chloe, invece, vi è Amanda Seyfried, interprete celebre per i film Mamma mia!, Lovelace e Mank. Inizialmente, tuttavia, l’attrice non era intenzionata ad accettare la parte, poiché si sentiva a disagio nel dover apparire nuda e dar vita ad alcune scene di sesso. Dopo aver parlato con alcuni amici, però, cambiò idea e si concentro su ciò che rende Chloe un personaggio unico e ricco di sfumature. Ancora oggi è una delle sue interpretazioni più apprezzate.

Nei panni di David, il marito di Catherine, vi è invece l’attore Liam Neeson. Durante le riprese, purtroppo, la moglie di Neeson ha avuto un brutto incidente mentre sciava, morendo qualche giorno dopo. L’assenza dell’attore da quel momento in avanti ha obbligato la sceneggiatrice a modificare parzialmente la trama del film, dovendosi dunque discostare dalla trama del film originale. In ultimo, nel ruolo di Michael, figlio di Catherine e David, si ritrova l’attore Max Thieriot, noto per serie come Bates Motel e SEAL Team. Completano il cast gli attori R.H. Thomson nei panni di Frank e Nina Dobrev in quelli di Anna.

Il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Chloe – Tra seduzione e inganno grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Now, Amazon Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento tra queste, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

Shazam! Fury of the Gods: la descrizione delle scene post-credits – SPOILER

Shazam! Furia degli Dei (qui la recensione), interpretato da Zachary Levi, è finalmente uscito nei cinema di tutto il mondo, svelando nuovi villain e offrendo ai propri spettatori numerosi colpi di scena, come anche una vera e propria necessità del protagonista di maturare e prendere consapevolezza delle proprie capacità. Se del finale del film abbiamo parlato qui, ipotizzando anche in che modo questo può anticipare il futuro del supereroe nel DC Universe, ulteriormente significative a tal riguardo sono naturalmente le due scene post-credits che il film contiene.

Se fino a prima dell’uscita di Shazam! Furia degli Dei non era chiaro se e quale ruolo Shazam avrebbe potuto avere nel nuovo DCU, le due scene presenti alla fine dei titoli di coda tolgono ora qualche dubbio a tal proposito. Certo, non è dato sapere se le scene sono state concepite prima del subentro di James Gunn e Peter Safran alla guida del DC Universe o siano state realizzate successivamente, proprio in funzione dei piani futuri per tale divisione. Ad ogni modo, ecco la descrizione delle due scene. Inutile dire che quanto segue contiene importanti spoiler.

Prima scena post-credits

Dopo aver salvato il mondo e essersi affermato come un vero supereroe, sembra ora che per Shazam siano in arrivo grandi novità. La prima scena dopo i titoli di coda inizia con i personaggi di The Suicide Squad e Peacemaker Emilia Harcourt (Jennifer Holland) e John Economos (Steve Agee) che camminano nella foresta discutendo del fatto che Amanda Waller ha organizzato un incontro tra loro e “qualcuno”. Questa persona misteriosa sembra piuttosto importante e si rivela poi essere proprio Shazam. Al supereroe, i due iniziano dicendo che vorrebbero offrirgli “un posto nella Justice…”, venendo interrotti prima di poter finire con un clamoroso “Sì!“.

Sfortunatamente per Shazam, il duo sta parlando in realtà della Justice Society e non della Justice League. Un deluso Shazam rivela allora che preferirebbe far parte della squadra principale, così da poter combattere fianco a fianco con Wonder Woman. Il supereroe continua poi a rimproverarli per averli fuorviati sottolineando che avrebbero potuto e dovuto usare un nome migliore. Tra le proposte che fa loro sul momento vi è anche The Avenger Society, un nome che, non sa perché, gli sembra di aver già sentito altrove.

Seconda scena post-credits

Comprensibilmente, ci sono state molte lamentele riguardo all’apparente assenza nel film del Dr. Sivana (Mark Strong), villain del primo lungometraggio dedicato a Shazam, e di Mister Mind, comparso in una delle scene post-credits del precedente film. I due, però, hanno a loro modo un ruolo in Shazam! Furia degli Dei, comparendo nella seconda scena post-credits. Qui vediamo Sivana ancora dietro le sbarre. Sono passati due anni da quando è finito lì e il suo aspetto è ora molto più trasandato.

Proprio mentre sta scarabocchiando sui muri, egli riceve ancora una volta la visita del bruco Mister Mind. Entrando dalla finestra della cella, il bruco alieno di due pollici di altezza ma dotato di grande intelligenza e poteri telepatici dice a Sivana che il suo piano malvagio ha bisogno di ancora più tempo per essere attuato, ma che presto avranno ciò di cui hanno bisogno per prendere il controllo di tutto. Detto ciò, Mister Mind si congeda da Sivana affermando di aver ancora un’ultima cosa da fare prima che tutto sia pronto.

Cosa anticipano queste scene sul futuro di Shazam e del DC Universe?

Fino a quando non saranno svelati ufficialmente i piani per il futuro di Shazam, è difficile fare previsioni sul ruolo che egli avrà nel DC Universe. Un eventuale terzo film a lui dedicato dipenderà, come già dicharato dallo stesso regista e da Zachary Levi, dai risultati di questo secondo film al box office. Alla luce, delle due scene post-credits si può in ogni caso provare a fare alcune ipotesi. Per quanto riguarda la prima, nonostante il fatto che Dwayne Johnson abbia dichiarato di non aver alcun interesse a far incrociare il suo Black Adam con Shazam, il tentativo di Amanda Waller di portare quest’ultimo nella Justice Society sembra far immaginare che proprio con questa si relazionerà in futuro Shazam, anche se attualmente è difficile immaginare in che modo.

La seconda scena post-crediti, però, suggerisce che Shazam sarà impegnato per un po’ con la minaccia rappresentata da Sivana e Mister Mind. La collaborazione tra due dei maggiori antagonisti di Shazam sembra porre le basi per la squadra malvagia nota come Monster Society of Evil. Si tratta di una delle prime squadre di supercriminali dei fumetti ad avere come membri quei cattivi che un supereroe aveva combattuto in precedenza. Prima di questo, le squadre di supercriminali erano composte da cattivi creati appositamente per specifiche storie. La Monster Society è composta invece da tutti i principali nemici che Shazam ha affrontato nel tempo. È dunque molto probabile che Mister Mind sia attualmente impegnato a metter su tale gruppo, con l’obiettivo di sconfiggere il supereroe e governare il mondo.

Gattaca: una serie in sviluppo per Showtime

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Gattaca: una serie in sviluppo per Showtime

Secondo Variety, Showtime sta attualmente sviluppando un adattamento in serie del thriller fantascientifico Gattaca della Sony Pictures del 1997. Il progetto proviene dai creatori di Homeland, Alex Gansa e Howard Gordon.

La serie Gattaca sarà creata e prodotta esecutivamente da Gansa, Gordon e Craig Borten, con Gansa che sarà anche showrunner. Il progetto è prodotto anche da Sony Pictures Television per Showtime. Ulteriori dettagli sulla trama e sui personaggi sono ancora tenuti nascosti.

Ethan Hawke, Uma Thurman, Alan Arkin e Jude Law sono i protagonisti di questo avvincente thriller fantascientifico su un uomo fin troppo umano che osa sfidare un sistema ossessionato dalla perfezione genetica. Hawke interpreta Vincent, un ‘In-Valid’ che assume l’identità di un membro dell’élite genetica per perseguire il suo obiettivo di viaggiare nello spazio con la Gattaca Aerospace Corporation”, si legge nella sinossi dell’originale. “Tuttavia, una settimana prima della sua missione, Vincent finisce trai sospettati per un’omicidio commesso. Con un implacabile investigatore sulle sue tracce e il collega di cui si è innamorato che inizia a sospettare il suo inganno, i sogni di Vincent si disfano costantemente. Nessuno del DNA “preordinato” che gli garantirà il successo. Nel disperato tentativo di realizzare il suo sogno di esplorare lo spazio, Vincent assume l’identità di un atleta geneticamente superiore (Jude Law). Evitando di essere individuato utilizzando i marcatori genetici dell’atleta, Vincent diventa una stella nascente al Gattaca Aer”

Nonostante sia stato una delusione al botteghino con un incasso interno di oltre $ 12 milioni contro il suo budget dichiarato di $ 36 milioni, Gattaca è stato ben accolto dalla critica grazie alla sua stimolante storia di fantascienza. L’imminente adattamento di Showtime non è il primo tentativo di Sony Pictures Television di adattare il film in una serie. Nel 2009, lo studio ha provato a sviluppare un dramma procedurale poliziesco basato sul classico cult del 1997

The Penguin: tre nuovi attori nel cast della serie con Colin Farrell

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L’imminente serie The Penguin della HBO ha aggiunto nuovi volti al suo cast, con Variety che ha annunciato che Michael Zegen, James Madio e Scott Cohen sono stati tutti scelti per ruoli ricorrenti nello spin-off di The Batman. I tre si uniscono a un cast già ricco di star, che includerà artisti del calibro di Colin Farrell, che riprenderà il ruolo di Oswald “The Penguin” Cobblepot, Cristin Milioti, Rhenzy Feliz, Michael Kelly, Shohreh Aghdashloo, Deirdre O’Connell e Clancy Brown.

Al momento HBO Max non ha rivelato dettagli in merito ai ruoli che andranno ad interpretare Madio e Cohen. Tuttavia, Variety riporta che Michael Zegen interpreterà il ruolo di Alberto Falcone, figlio di Carmine Falcone, interpretato da John Turturro in The Batman. Nel mondo di DC Comics, Alberto è anche accreditato come The Holiday Killer nell’iconica storia di Batman The Long Halloween, anche se non è noto se Zegen apparirà nel prossimo sequel di The Batman.

Ambientata nel mondo di The Batman del 2022 , la serie HBO Max si concentrerà su Oswald Cobblepot. The Penguin sarà basato sui personaggi DC creati da Bob Kane e Bill Finger. È stato scritto da Lauren LeFranc, che è anche la showrunner. I primi due episodi saranno diretti da Craig Zobel.

Il dramma limitato sarà basato sui personaggi DC creati da Bob Kane e Bill Finger. È stato scritto da Lauren LeFranc, che è anche la showrunner. I primi due episodi saranno diretti da Craig Zobel. La prossima  serie The Penguin sarà prodotta da Dylan Clark e Matt Reeves di The Batman, Farrell, LeFranc, Daniel Pipski, Adam Kassanand e Rafi Crohn. È un progetto congiunto tra 6th e Idaho, DC Entertainment, Dylan Clark Productions e Warner Bros. Television.

The Flash: i Funko Pops comprendono molti eroi di primo piano del DCU

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Con un tweet l’azienda Funko ha diffuso i primi personaggi legati al  merchandising di The Flash e con sorpresa oltre al resto degli eroi confermati e visti nel trailer compare anche un noto eroe della DCU, : Wonder Woman di Gal Gadot.

Un rapporto di dicembre affermava che i cameo di Gal Gadot e Henry Cavill in The Flash erano stati tagliati, il che ora renderebbe sorprendente l’inclusione di Wonder Woman. ComicBookMovie ha rivelato di aver sentito che Wonder Woman sarebbe apparsa in una delle prime sequenze d’azione del film insieme al Batman di Ben Affleck, il che potrebbe spiegare il suo far parte del merchandising del film.

Accanto a Wonder Woman, gli altri Funko Pop includono varie versioni di Flash, il generale Zod, Iris West e le versioni di Batman di Ben Affleck e Michael Keaton. Ci sono anche alcuni set deluxe che includono Batman nel Batwing, Flash in esecuzione e altro ancora.Puoi dare un’occhiata ai vari oggetti da collezione nel tweet qui sotto:

Il film The Flash

“I mondi si scontrano in “The Flash” quando Barry usa i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo per cambiare gli eventi del passato. Ma quando il suo tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il Generale Zod è tornato, minacciando l’annientamento, e non ci sono supereroi a cui rivolgersi. Cioè, a meno che Barry non riesca a convincere un Batman molto diverso a uscire dalla pensione e salvare un kryptoniano imprigionato… anche se non quello che sta cercando. Alla fine, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al futuro che conosce, l’unica speranza di Barry è correre per salvarsi la vita. Ma fare l’ultimo sacrificio sarà sufficiente per resettare l’universo?”

The Flash arriverà finalmente nelle sale il 23 giugno 2023. Il film vede Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da Justice League. Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 23 giugno 2023. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Ben Affleck non dirigerà nulla per la DC di James Gunn

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Ben Affleck non dirigerà nulla per la DC di James Gunn

Prima dell’uscita di The Flash a giugno, Ben Affleck aveva espresso i suoi sentimenti sulla possibilità di dirigere un film DC. Dopo aver interpretato Batman in film come Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League, l’attore e regista era stato molto aperto sul fatto che sarebbe potuto tornare r a lavorare con la DC per dirigere qualche progetto. Ebbene a distanza di mesi sembra che qualcosa sia accaduto e ora il due volte premio Oscar sembra aver cambiato decisamente opinione. Parlando con THR  Ben Affleck ha chiarito che non dirigerà qualcosa per la DC, indipendentemente da chi si trova al comando.

Non dirigerei qualcosa per [James] Gunn DCAssolutamente no“, ha detto Affleck. “Non ho niente contro James Gunn. Bravo ragazzo, certo che farà un ottimo lavoro. Non vorrei entrare e dirigere nel modo in cui lo stanno facendo. Non mi interessa.

Ben Affleck apparirà in The Flash nei panni di Bruce Wayne/Batman al fianco di Michael Keaton, che interpreterà anche la sua rispettiva versione del Caped Crusader. A loro si uniranno Ezra Miller, Sasha Calle, Kiersey Clemons, Maribel Verdú, Sasha Calle e Ron Livingston. Proprio di recente, Gunn ha rivelato che dirigerà Superman: Legacy, oltre ad aver firmato la sceneggiatura. Il film farà parte della prima fase del DCU, chiamata Chapter One: Gods and Monsters. Questo primo capitolo conterrà una moltitudine di diversi film e programmi televisivi, tra cui un film incentrato su Batman e Robin chiamato  The Brave and the Bold, un film di Supergirl intitolato  Supergirl: Woman of Tomorrow, un  film di Swamp Thing e diversi programmi TV

Il film The Flash

“I mondi si scontrano in “The Flash” quando Barry usa i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo per cambiare gli eventi del passato. Ma quando il suo tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il Generale Zod è tornato, minacciando l’annientamento, e non ci sono supereroi a cui rivolgersi. Cioè, a meno che Barry non riesca a convincere un Batman molto diverso a uscire dalla pensione e salvare un kryptoniano imprigionato… anche se non quello che sta cercando. Alla fine, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al futuro che conosce, l’unica speranza di Barry è correre per salvarsi la vita. Ma fare l’ultimo sacrificio sarà sufficiente per resettare l’universo?”

The Flash arriverà finalmente nelle sale il 23 giugno 2023. Il film vede Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da Justice League. Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 23 giugno 2023. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Quasi Orfano con Riccardo Scamarcio arriva su SKY

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Quasi Orfano con Riccardo Scamarcio arriva su SKY

Arriva su Sky QUASI ORFANO, divertente commedia di Umberto Carteni, in prima tv lunedì 20 marzo alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Comedy), in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K.  

Nel film – remake della pellicola francese Ti ripresento i tuoi – un grande cast corale che comprende Riccardo Scamarcio, Vittoria Puccini, Antonio Gerardi, Grazia Schiavo, Adriano Pappalardo, con Nunzia Schiano e con la partecipazione di Bebo Storti.

La trama del film

Valentino e Costanza sono marito e moglie, vivono a Milano e hanno fondato un famosissimo brand nel mondo del design. Valentino, di origine pugliese, ha progressivamente tagliato i ponti con la sua famiglia, al punto di dichiararsi orfano e cambiare cognome. La famiglia di Valentino, colorita e numerosa, tenta di riallacciare i contatti presentandosi all’improvviso a Milano.

QUASI ORFANO – Lunedì 20 marzo alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Comedy), in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K.

Spider-Man: Across the Spider-Verse: il villain sarà molto più forte rispetto ai fumetti

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Lo sceneggiatore e produttore Christopher Miller, il co-regista Joaquim Dos Santos e la produttrice Amy Pascal hanno offerto alcune informazioni in più su ciò che il pubblico può aspettarsi dal principale antagonista del film Spider-Man: Across the Spider-Verse, sequel di quel Spider-Man: Un nuovo universo premiato con l’Oscar al miglior film d’animazione nel 2019. Villain di questo atteso nuovo capitolo sarà La Macchia, un personaggio meno noto ma estremamente affascinante, mai apparso sino ad ora in un lungometraggio dedicato all’amato Uomo Ragno.

Parlando di questo villain, Dos Santos ha ora osservato che: “Nei fumetti, La Macchia era un personaggio a basso costo, ma ha tutto il potenziale del mondo“. Miller ha invece aggiunto che: “Inizia in modo sciocco, con i suoi portali alla Looney Tunes, ma man mano che il film avanza diventa più potente. Dovrà essere preso sul serio“. Pascal, infine, ha aggiunto che si  tratta di “un personaggio in cui tutti hanno trovato grande commedia e pathos“. Sembra dunque che, al di là del suo aspetto poco minaccioso, La Macchia si rivelerà un villain molto più pericoloso del previsto per il protagonista.

Spider-Man: Across the Spider-Verse introdurrà però non solo La Macchia, doppiato da Jason Schwartzman, ma anche oltre 200 varie iterazioni dell’eroe titolare. Miller ha dichiarato nell’aprile 2022 che “in mezzo a questo multiverso ci sono 240 personaggi unici … ma sono per lo più personaggi minori o secondari“. Tra questi ci sarà Miguel O’Hara, alias Spider-Man 2099, doppiato da Oscar Isaac. Isaac sarà affiancato da un cast corale che include Brian Tyree Henry nei panni di Jefferson Davis, Luna Lauren Vélez nei panni di Rio Morales e Issa Rae nei panni di Jessica Drew, alias Spider-Woman. Spider-Man: Across the Spider-Verse, come noto, arriverà nei cinema il 2 giugno.

Fonte: CBR

What’s Love: recensione del film di Shekhar Kapur

What’s Love: recensione del film di Shekhar Kapur

What’s Love è il nuovo film del regista indiano Shekhar Kapur, che ha raggiunto la fama internazionale dirigendo il celebre Elizabeth del 1998, il suo seguito Elizabeth: The Golden Age e Le quattro piume del 2002, quest’ultimo con protagonista lo splendido Heath Ledger.

Scritto dalla giornalista e produttrice Jemima Khan, What’s Love ha il titolo che in inglese aggiunge Got to do with it, ed è proprio ispirato a parte della vita personale della sceneggiatrice inglese che dal 1995 al 2004 è stata sposata con l’ex giocatore di cricket e primo ministro pakistano Imran Khan. Il respiro festoso e folkloristico è dunque appartenente ad un’esperienza diretta, che vuole mostrare una facciata della cultura varia e arricchente del Pakistan, per quanto si tratti sempre del contesto di una commedia.

Il regista ha abbracciato appieno il progetto e quello che ne è emerso è una riflessione sull’amore combinato – “assistito”, come diranno i protagonisti – in una Gran Bretagna che si ritrova a doversi soffermare di fronte a idee e credenze estremamente distanti dal proprio pensiero anglosassone.

What’s Love, la trama

La talentuosa Lily James è Zoe, amica d’infanzia di Kaz (Shazad Latif). Lui è un medico professionalmente stabile e affermato, lei invece è una documentarista poco apprezzata finché, però, non riesce per il rotto della cuffia ad attirare l’attenzione dei suoi produttori proprio con l’idea di girare un documentario sul suo amico.

Vicini di casa, cresciuti insieme giocando su una casetta su un albero, Zoe e Kaz sono in realtà molto diversi perché mentre la famiglia di lei è inglese, e la sua mamma è un’esilarante e magnifica Emma Thompson, quella di lui è pakistana dalle tradizioni molto vive alle quali tiene molto e che osserva con passione e senza le minime diluizioni causate dal contesto. È perciò che Zoe decide di seguirlo con la sua macchina da presa. Infatti, dopo una chiacchierata fatta insieme proprio su quella casetta sull’albero nel giardino di Kaz, lui le confessa di aver deliberatamente aderito all’idea di un matrimonio combinato con una giovane pakistana, con tanto di agente preposto alla selezione della candidata. L’incredulità di Zoe sarà l’oggetto del documentario che lei girerà, alla quale ci affiancheremo noi spettatori durante tutta la durata del film.

What's Love Lily James e Shazad Latif

What’s Love è veramente una commedia godibile, che alterna le varianti di colori in base al personaggio di cui segue la storia affiancandole alla leggerezza con qualche punta d’indagine su alcuni temi per nulla superficiale. La videocamera di Zoe segue Kaz e il suo bizzarro percorso sentimentale, mentre noi seguiamo lei e il suo ben più caotico mondo affettivo.

Una romcom affatto banale

Shekar Kapur gira una romcom affatto banale, che abbraccia tante delle note attribuite all’idea di amore del nostro secolo. Il senso della vita di coppia viene scandagliato ascoltando tantissime voci, dalle più tradizionaliste a quelle più scanzonate, passando per (quasi) ogni fascia d’età e raccogliendo più d’una massima, che non hanno niente a che vedere con i Baci Perugina.

What's Love film recensione
PH Robert Viglasky

La piccola rincorsa del cinema di Zoe nel cinema del regista indiano, fa specchiare l’uno nell’altro, evocando evidentemente l’esperienza di Jemima Khan, ma anche le decine di modi di stare al mondo dei personaggi con i microcosmi che incarnano. La messa in scena, il ritmo, i colori, le luci e gli spazi sono posizionati sempre in maniera armoniosa e guidati con piacevolezza, senza sbavature o incoerenze.

La riprova della riuscita di What’s Love è la conferma di quanto uno strumento come quello della commedia riesca a veicolare e stimolare tematiche molto più serie e attuali di quanto vengano vendute. Così i dubbi, le confusioni, le ritrosie di due trentenni, diventano molto facilmente quelle di milioni di donne e uomini del nostro tempo. Con tutta la giocosa semplicità dei codici di stile.

Dear Santa: Jack Black protagonista del nuovo film dei fratelli Farrelly

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Dopo oltre due decenni da quando hanno lavorato insieme nella commedia Amore a prima svista, il candidato al Golden Globe Jack Black si riunira con il duo di cineasti Peter Farrelly (premio Oscar per Green Book) e Bobby Farrelly in un nuovo progetto intitolato Dear Santa. Secondo alcune fonti, Black ha infatti firmato ufficialmente per il ruolo principale nella prossima commedia natalizia dei fratelli Farrelly, che sarà però diretto dal solo Bobby a partire da una sceneggiatura che i due stanno attualmente scrivendo insieme a Ricky Blitt, basata su un’idea originale di Dan Ewen.

Il film sarà incentrato su un ragazzino, che ogni anno scrive lettere a Babbo Natale. A sua insaputa, le sue lettere vengono invece inviate per errore a Satana. Stando alla pagina IMDb del film, Black interpreterà proprio quest’ultimo personaggio, il quale sulla carta si sposa benissimo con le sue note doti comiche. Nel cast ci saranno poi anche Robert Timothy Smith, Keegan-Michael Key, Brianne Howey, Hayes MacArthur, PJ Byrne e l’esordiente Jaden Carson Baker.

Black, in realtà, sembra aver anticipato il suo coinvolgimento nel film con un post su Instagram di sei giorni fa, una fotografia che lo ritrae in mezzo ad alcune decorazioni natalizie. Con un post successivo, l’attore ha poi confermato nuovamente il suo ruolo nel progetto, aggiungendo di “aver riso a crepapelle quando ho letto la sceneggiatura. Credo di essere nato per interpretare questo ruolo”. Non resta dunque che attendere ulteriori notizie relative al film, come anche un primo sguardo al personaggio che Black andrà ad interpretare.

Fonte: Deadline

Brendan Fraser e Dwayne Johnson, interpreti di La mummia – Il ritorno, di nuovo insieme in un video

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Tramite il proprio profilo Instagram, Dwayne Johnson ha condiviso la sua reunion, nel backstage degli Oscar, con Brendan Fraser, vincitore del premio Oscar come miglior attore per The Whale. Fraser e Johnson avevano infatti recitato insieme nel 2001 nel film La mummia – Il ritorno, dove l’ex wrestler compariva sul finale nel ruolo del Re Scorpione. Ora, a distanza di oltre vent’anni, i due si sono rincontrati in quella che è stata una serata particolarmente importante per Fraser, tornato alla ribalta dopo anni di ruoli di scarso rilievo.

In allegato al video, Johnson ha anche scritto la seguente didascalia: “Un momento di chiusura del cerchio molto bello qui con il mio amico di lunga data Brendan Fraser e i suoi figli. Il  primissimo film della mia carriera a Hollywood è stato La mummia – Il ritorno, di cui Brendan era il protagonista. Molti critici e cinici scommettevano contro di me in quel momento, ma Brendan mi ha accolto a braccia aperte ed è stato di grande aiuto. Non dimentico mai le persone gentili. Adesso, anni dopo, Brendan vince il suo Oscar come MIGLIORE ATTORE in “The Whale” e io sono diventato famoso per aver indossato un marsupio. Congratulazioni, fratello, goditi i tuoi fiori.”

Un bel momento, dunque, che dimostra una volta di più l’affetto che i colleghi nutrono per Fraser. Già in seguito alla standing ovation che Fraser aveva ricevuto alla premiere del film al Festival di Venezia, nel settembre 2022, Johnson aveva ringraziato pubblicamente l’attore per averlo aiutato in La mummia – Il ritorno. Johnson ha in quell’occasione dichiarato: “[Brendan Fraser] mi ha supportato facendomi entrare nel suo franchise con il mio primo ruolo in assoluto, che ha dato il via alla mia carriera a Hollywood. Faccio il tifo per tutto il tuo successo fratello e congratulazioni al mio amico Darren Aronofsky“. Qui di seguito si può vedere il video pubblicato da Johnson.

Fonte CBR

J.K. Rowling afferma che un sacco di fan di Harry Potter le sono stati grati per i suoi controversi tweet

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Nell’ultimo episodio del podcast The Witch Trials of J.K. Rowling, l’autrice di Harry Potter ha parlato delle reazioni al suo tweet del 2019, in cui esprimeva sostegno a Maya Forstater, ricercatrice britannica licenziata per commenti interpretati come anti-trans, e per i quali si è attirata la condanna di GLAAD.

A quel tempo, l’autrice di Harry Potter si è rivolta a Twitter per parlare a sostegno di Forstater, dicendo: “Vestiti come preferisci. Chiamati come preferisci. Dormi con qualsiasi adulto consenziente vorrà. Vivi la tua vita migliore in pace e sicurezza. Ma costringere le donne a lasciare il lavoro per aver affermato che il genere di nascita è reale? #IStandWithMaya #ThisIsNotADrill”

“Sapevo che avrebbe causato una tempesta enorme”, ha detto la Rowling nel podcast, dicendo che ciò che le è venuto addosso è stata “furia assoluta“. L’autrice ha riportato le risposte al suo tweet in cui alcuni commentatori la chiamavano TERF – un acronimo che sta per “femminista radicale transesclusiva” – un’altra che ha scritto: “Sono abbastanza sicuro che tu e Maya condividete le stesse convinzioni di Hitler e dei nazisti… loro gassavano le persone trans” e ancora un altro che ha scritto, “che peccato che tu sia diventato il male che ci hai insegnato a resistere. Sei dalla parte sbagliata della storia con questa posizione.”

Ma, J.K. Rowling ha continuato: “Un sacco di fan di Harry Potter erano ancora dalla mia parte. E, infatti, un sacco di fan sono stati grati per quello che ho detto.” La Rowling ha affermato di aver ricevuto migliaia di e-mail di supporto al suo indirizzo e-mail privato. Tuttavia, dice nel podcast che il contraccolpo l’ha influenzata.

“Personalmente, non è stato divertente e a volte ho avuto paura per la mia sicurezza e, soprattutto, per quella della mia famiglia. Il tempo dirà se ho sbagliato. Posso solo dire che ci ho pensato profondamente, intensamente e a lungo e ho ascoltato l’altra parte.”

Ma la Rowling ha anche detto che non ha rimpianti. “Sostengo ogni parola che ho scritto lì, ma la domanda è: qual è la verità? E sto discutendo contro le persone che stanno letteralmente dicendo che il sesso è un costrutto.”

I primi episodi di The Witch Trials of J.K. Rowling hanno debuttato il 21 febbraio, e in uno di quei pezzi, l’autrice di Harry Potter ha detto che non si preoccupa dei pensieri sull’eredità o di come sarà ricordata. “Non vado in giro per casa pensando alla mia eredità”, ha affermato. “Sai, che modo pomposo di vivere la tua vita andando in giro pensando: ‘Quale sarà la mia eredità?’ Comunque, sarò morta. Mi importa di adesso. Mi importa dei vivi.”

Zack Snyder condivide un’altra criptica immagine legata al DCEU

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I fan della DC stanno vivendo giorni particolarmente vivaci, poiché Zack Snyder ha da poco condiviso un’altra criptica immagine che suggerisce qualcosa di importante accadrà durante gli ultimi giorni di aprile, precisamente il 28, 29 e 30. Dopo il misterioso video pubblicato qualche giorno fa, che riportava un messaggio di Darkseid, il regista ha ora pubblicato un’immagine in bianco e nero con il Superman di Henry Cavill (la si può trovare qui). L’immagine riporta i titoli dei film diretti da Snyder per il DC Extended Universe, ovvero Man of Steel, Batman v. Superman e la Zack Snyder’s Justice League.

Sono poi riportate le sequenti frasi: “La vita è un cerchio, dalla nascita alla morte alla rinascita. E così il viaggio dell’eroe è un cerchio a sua volta. Un continuo viaggio di crescita e trasformazione”. Non sappiamo a cosa queste frasi vogliano far riferimento, anche se lasciano intendere ad una rinascita o al continuo di un percorso. Di certo c’è che Snyder sta stuzzicando apertamente i fan su qualcosa relativo all’Universo DC, qualcosa che verrà rivelato a fine aprile. In molti sperano che il regista annunci ufficialmente la sua volontà di portare avanti quello che è oggi chiamato lo Snyderverse, ovvero la sua personale versione dei film dedicati ai supereroi DC.

Non resta dunque che attendere quei tre giorni di fine aprile, come anche eventuali altri annunci, per sapere una volta per tutte cosa Zack Snyder ha in serbo per i suoi fan. Nel mentre, il regista è anche impegnato sull’imminente film di fantascienza Rebel Moon, che verrà rilasciato su Netflix teoricamente entro la fine dell’anno. Questo sarà ambientato in una pacifica colonia su un pianeta lontano, dove una giovane donna (Sofia Boutella) dovrà salvare la galassia da Balisaurus (Ed Skrein), uno spietato reggente tirannico che minaccia tutto ciò che lo circonda.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, nuovi concept art svelano diversi look di Kang

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Ant-Man and the Wasp: Quantumania è uscito nelle sale il mese scorso e ha segnato la seconda apparizione di Jonathan Majors nell’universo cinematografico Marvel. L’attore è apparso per la prima volta nel finale di stagione di Loki come “Colui che Rimane”, e ora è tornato come Kang il Conquistatore. La scena post-credit del film ha poi anticipato un grande futuro per il personaggio, ma per ora i fan dovranno aspettare fino alla sua prossima apparizione. Nel frattempo, alcune delle persone coinvolte nel film hanno condiviso alcuni concept art a lui dedicati, che svelano look alternativi rispetto a quello visto nel film.

Jerad S. Marantz, che ha lavorato come concept artist in molti film Marvel, tra cui Avengers: Endgame, Spider-Man: No Way Home, Doctor Strange nel Multiverso della Follia e altri, ha infatti ora condiviso con i fan le ulteriori idee considerate per il costume di Kang. “Per un po’ si è discusso del guardaroba di Kang – ha spiegato Marantz su Instagram – Mi è stato assegnato il compito di esplorare le opzioni al di fuori del suo look classico. Fondamentalmente, cosa indossa quando non è nella sua armatura e pronto a combattere. Mi sono divertito molto a trovare un sacco di opzioni. Ecco solo alcuni. Mi sono davvero divertito a dipingerli”.

Marantz ha poi continuato: “Adoro lavorare con forme semplici e colori piatti. È stata anche un’occasione per rispolverare i miei ritratti. Il mio processo cambia parecchio a seconda dell’incarico e della quantità di tempo che ho. È molto importante per i concept artist avere un set abbastanza ampio di strumenti. Devi davvero variare il tuo approccio in base non solo a quanto tempo hai, ma anche per chi lavori e cosa possono interpretare. Grazie mille ad Andy Park e al team della Marvel sviluppo visivo. È sempre un onore lavorare con così tanti artisti di talento“. In attesa che Kang il Conquistatore ritorni nell’MCU, è possibile dare un’occhiata ai concept art di Marantz al link qui di seguito:

Fonte: ComicBookMovie

Lo Strangolatore di Boston, recensione del film con Keira Knigthley e Carrie Coon

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Il cinema ha sempre amato le storie di serial killer, forse perché si prestano a una narrazione particolarmente coinvolgente, o forse perché inconsciamente, fanno sentire lo spettatore-essere umano migliore, più giusto, rispetto ai mostri che vede raccontati (almeno nella maggior parte dei casi, si spera!). E questa storia d’amore tra killer seriali e settima arte deve essere stata una delle motivazioni che ha spinto Matt Ruskin a scrivere e dirigere un film che racconta di un serial killer ancora senza nome e che è passato alla storia con l’epiteto de “Lo Strangolatore di Boston“.

Lo Strangolatore di Boston, la trama

A battezzare così il misterioso killer che negli anni ’60 terrorizzò la città del MidWest fu Loretta McLaughlin, giornalista del Boston Record American che prese a cuore la terribile sorte toccata a queste donne trovate morte e cominciò, da sola, col il sostegno della collega Jean Cole,  a collegare gli omicidi, facendosi anche molti nemici. Non solo il killer, ma anche i suoi colleghi al giornale, che preferivano che le donne fossero relegate alle sezioni di moda e casalinghi, e la polizia, che non poteva certo tollerare che delle giornaliste, donne per di più, facessero il loro lavoro. L’indagine di McLaughlin e Cole riuscì a ricostruire i legami trai vari omicidi, anche se tutt’oggi il vero strangolatore di Boston resta senza un nome. Ancora oggi infatti si dibatte in merito alla confessione di Albert DeSalvo, che confessò gli omicidi ma che non venne mai condannato per mancanza di prove (anche se scontò una pena per degli stupri).

Ruskin ha tra le mani una storia molto accattivante, raccontata da un punto di vista inedito, tuttavia non riesce a trovare una chiave che possa fungere da gancio emotivo con lo spettatore. Tutti gli ingredienti vengono mescolati male e anche le due protagoniste, Keira Knigthley e Carrie Coon, non vengono sfruttate al meglio.

Tutta l’ambientazione e la messa in scena appare “di mestiere”, un compitino poco ispirato che mette in cattiva luce le interpreti, specialmente Knigthley, tornata al cinema drammatico dopo una lunga assenza e che aveva invece bisogno di una direzione diversa per risultare convincente. Al contrario, invece, sempre ottimo risulta il lavoro di David Dastmalchian che, nei panni di DeSalvo, mette a segno un altro ruolo da caratterista inquietante e superbamente portato a casa grazie a un misto di fisicità studiata, espressività e naturale aspetto fisico che gli conferisce sempre un’aria sospettosa.

Lo strangolatore di BostonKnigthley e Coon perdono il confronto con Kazan e Mulligan

Il film non è il primo quest’anno che vede una coppia di giornaliste donne alle prese con una importante indagine. Arriva infatti immediato il collegamento tra Anche io, film uscito in sordina quest’anno che racconta delle indagini che portarono alla prima inchiesta contro gli abusi di Harvey Weinstein, e Lo Strangolatore di Boston e sebbene le due storie abbiano una potenza molto diversa e un’attualità decisamente differente, mostrano comunque una coppia di donne, con lavoro, famiglia, figli, insomma, una vita piena, alle prese con un mostro da sconfiggere. Chiaramente i casi in esame differiscono, ma se nel caso di Zoe Kazan e Carey Mulligan, le due attrici sono sostenute da una scrittura solida e da una mano ferma e accomodante nel seguire le sue due eroine, Knigthley e Coon non godono dello stesso privilegio, uscendo sconfitte dal confronto.

Non a caso, purtroppo, Lo strangolatore di Bostonnon finisce in sala ma direttamente in streaming. C’è ancora differenza trai prodotti destinati al grande schermo, con una visione, un respiro e un’ambizione da grande pubblico, e i film che invece sono decisamente modesti anche se comunque dignitosi e per i quali non vale la pena pagare il costo del biglietto. Giusto quello dell’abbonamento.

Lo strangolatore di Boston targato 20th Century Studios dello scrittore e regista Matt Ruskin ha debuttato il 17 marzo 2023 in esclusiva su Hulu negli Stati Uniti, su Star+ in America Latina e su Star all’interno di Disney+ in Italia.

Il capofamiglia, la recensione della Metamorfosi egiziana

Il capofamiglia, la recensione della Metamorfosi egiziana

Dopo un lungo tour internazionale, arriva nei cinema italiani – dal 16 marzo, grazie a Wanted Cinema – un film capace di conquistare il Gran premio della giuria al Torino Film Festival 2021 e di esser scelto come Miglior film dalla Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2021, dal Calgary International Film Festival e dai Roberto Rossellini Awards del China’s Pingyao International Film Festival. Apprezzato dalla critica, Il capofamiglia (Feathers) dell’esordiente Omar El Zohairy si prepara a sorprendere anche il nostro pubblico, con un racconto surreale della realtà egiziana, una tragicommedia che esplode a partire da un momento magico all’interno della famiglia protagonista.

Un mix di dramma e commedia

Una innocente festa di compleanno, un mago ingaggiato per far divertire i piccoli di casa, un gioco che avrebbe dovuto rivelare tutt’altra sorpresa: questo è il contesto nel quale scopriamo – insieme alle vittime incredule, sullo schermo – l’esito di un incantesimo andato storto. Nel quale il padre autoritario di una famiglia modesta viene trasformato in un pollo.

Con buona pace delle tante promesse e del sogno di andare a vivere in una villa con piscina, quando l’uomo non può più andare a lavorare nella fabbrica vicina, tanto che i suoi fumi invadono quotidianamente la casa, tutto cambia. E ad affrontare la catena di incredibili quanto assurde conseguenze si trova, da sola, la madre, fino ad allora interamente dedita a marito e figli.

Il capofamiglia vero

Non è solo per l’incredibile metamorfosi che il regista pone come premessa del film che questa tragicommedia (soprattutto “tragi”) possa esser definita a buon diritto “kafkiana”, ma per il tono che la pervade e il contesto nel quale si svolge. Quello egiziano, ma di qualsiasi altro ambito svantaggiato e in balia di forme di civiltà e scambi commerciali meno sviluppati di quelli ai quali siamo abituati. Un contesto nel quale si è più disposti ad accettare una situazione surreale che a riconoscere i diritti fondamentali a un qualsiasi essere umano.

il capofamigliaIn questo caso una madre in ambasce, lei sì costretta a farsi carico dell’intera famiglia, compreso il fu marito, che nella sua nuova forma necessita di cure e attenzioni particolari e non è in grado di contribuire alla ben povera economia casalinga. Costretta a slalom olimpici tra loschi pretendenti alla sua virtù e rigidi kapo burocrati, è l’incredibile interpretazione dell’esordiente Demyana Nassar a trasmettere l’angoscia esistenziale dell’assurdo che affronta con un aplomb al limite del non espressivo. Controllata, e quasi senza parlare, riesce a mostrare la dignità, la forza, il coraggio di un soggetto mai vittima degli eventi, sempre in grado di rispondere agli “urti della vita” senza credere a illusorie “love story” (come sottolineato dalla colonna sonora).

Una dark comedy nella quale si fatica a ridere di tanta disperazione, ma che oppone al dramma un tale livello di inverosimile e paradossale da vincere ogni resistenza. Grazie anche all’equilibrio e la sensibilità mostrata da El Zohairy nel rappresentare l’approccio quasi rassegnato all’apparentemente inevitabile, e ingiustificabile, che qui non esistono magia o cospirazioni, ma solo priorità. Quelle della vita. Che costringe la donna e i suoi figli a un periodo di scoperta di sé e a una emancipazione nella quale vale forse la pena di leggere un suggerimento, o una allegoria, soprattutto visto il riferimento all’Egitto maschilista e patriarcale che fa lo stesso regista.

Mephisto: la Marvel starebbe realizzando uno Special dedicato all’iconico villain

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Sembra che i Marvel Studios abbiano trovato un nuovo Special da realizzare e distribuire su Disney+. Mesi dopo il debutto di Werewolf by Night, il nuovo progetto sarebbe incentrato sul villain Mephisto, la cui comparsa nel Marvel Cinematic Universe è attesa da tempo, e ad interpretarlo dovrebbe esserci proprio Sacha Baron Cohen. Il rumor arriva da Jeff Sneider, che ha dichiarato nell’ultimo episodio del suo podcast The Hot Mic, che lo speciale è attualmente in fase di riprese proprio sul set di un altro progetto MCU. “Mi è  stato detto che ci sono delle riprese speciali di Mephisto sul set di Agatha: House of Harkness“, ha affermato Sneider.

Sebbene la Marvel non abbia ancora confermato tale Special, la sequenza temporale della produzione è perfettamente in linea con ciò che abbiamo visto dallo studio in passato. In questo periodo l’anno scorso, la Marvel aveva iniziato le riprese di Werewolf by Night, completandolo in poco meno di un mese. Già ai tempi di WandaVision si era ipotizzato che potesse esserci Mephisto dietro ciò che stava accadendo alla protagonista, ma le teorie si sono poi rivelate inesatte. Il rumor per cui il personaggio sarebbe prossimo ad una comparsa nel Marvel Cinematic Universe era però circolata di nuovo qualche mese fa, con alcune indiscrezioni che lo vorrebbero come antagonista nella serie Ironheart.

Allo stesso tempo, già al momento della diffusione di quella notizia si ipotizzò una sua presenza in Agatha: House of Harkness. Dato quanto riportato da Snider, questa voce si fa ora più insistente e addirittura il personaggio potrebbe non solo essere parte dello show ma avere anche un proprio Special. Il coinvolgimento di Mephisto avrebbe ovviamente importanti implicazioni soprannaturali per il futuro dell’MCU e sarà dunque molto interessante scoprire, nel caso il personaggio venga introdotto realmente, come verrà gestito nelle prossime fasi.

Fonte: ComicBookMovie

Faces of Death: Dacre Montgomery e Barbie Ferreira si uniscono al controverso reboot

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Sono passati quasi due anni da quando la Legendary ha annunciato l’intenzione di realizzare un reboot di Faces of Death, in Italia distribuito come Le facce della morteQuesto film del 1978, divenuto nel tempo un cult del genere shockumentary, cioè un documentario contenente immagini violente e scioccanti, è un misto di filmati di repertorio autentici e ricostruzioni effettuate dai cineasti. Dopo un lungo silenzio a riguardo, sembra ora che il progetto stia giungendo ad una nuova fase, con l’annuncio che l’attore di Stranger Things Dacre Montgomery e l’ex star di Euphoria Barbie Ferreira sono stati scelti per recitare nel film, che sarà scritto da Isa Mazzei e diretto da Daniel Goldhaber, la coppia dietro il successo dell’horror di Netflix CAM.

In una dichiarazione, Mazzei e Goldhaber hanno dichiarato: “‘Faces of Death’ è stata una delle prime videocassette virali, e siamo così fortunati a poterla usare come punto di partenza per questa esplorazione dei cicli di violenza e del modo in cui si perpetuano online.” È stato precedentemente riferito che il nuovo film avrà le sue radici in un problema molto moderno e, secondo quanto riferito, la sua trama “ruoterà attorno a una moderatrice di un sito Web simile a YouTube, il cui compito è eliminare contenuti offensivi e violenti che si imbatte in un gruppo che sta ricreando gli omicidi del film originale”.

Ma nella storia ambientata nell’era digitale e della disinformazione, la domanda da affrontare è: gli omicidi sono reali o falsi?. Non resta che attendere dunque maggiori informazioni sul progetto, che la Legendary sembra dunque intenzionata a portare avanti. Lo studios si sta infatti affermando come una nuova casa per remake e revival ad alto budget di film horror. In precedenza era stato annunciato che la società stava sviluppando remake di The Texas Chainsaw Massacre, The Toxic Avenger, Quatermass e Gundam e altri ancora.

Fonte: ComicBookMovie

Sciame, la recensione del thriller-horror di Prime Video con Dominique Fishback

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Quando il fandom da semplice passatempo diventa mortale. Sciame, la nuova serie thriller-horror di Prime Video in uscita sulla piattaforma dal 17 marzo ci mostra fin dove ci si è pronti a spingere per i propri idoli. La protagonista di questa storia è Dre (interpretata da Dominique Fishback) che ha un idolo: la fittizia icona pop Ni’jah, che per molti veri ha ricordato la Regina del Pop, Beyoncé. Il suo livello di attrazione verso il personaggio di Ni’jah la porta a comportarsi in modo pericoloso. In sette episodi assisteremo al viaggio di Dre, un viaggio anche emotivo che la ragazza affronta prima del grande concerto della sua pop star preferita.

Il vincitore dell’Emmy Donald Glover ha co-creato la serie insieme alla sua co-produttrice esecutiva di Atlanta, Janine Nabers e Jamal Olori. Hanno messo insieme una serie di guest star di talento, tra cui Chlöe Bailey nel ruolo della sorella di Dre, Marissa, e Damson Idris nel ruolo del fidanzato di Marissa, Khalid. Tra gli altri membri del cast figurano Rickey Thompson, Paris Jackson, Kiersey Clemons e Byron Bowers.

Sciame, la recensione

Chi è il vostro artista preferito?” per Dre la risposta a questa domanda è facilissima: Ni’jah. Gestisce un fan account in onore dalla pop star, chiacchiera con i membri del fandom di quanto sia fantastica Ni’jah, guarda video del suo idolo fino a tarda notte ed è disposta a tutto pur di andare a un suo concerto dal vivo. L’attenzione maniacale verso questi dettagli, il modo in cui Dre mette il suo idolo su un piedistallo rasenta l’ossessione. Purtroppo le cose sono destinate a peggiorare perché una tragedia personale che la riguarda da vicino metterà Dre a dura prova. Le tinte di questa serie erano già state tratteggiate dal trailer di presentazione:

La storia di Dre ha evocato un fenomeno odierno e reale del rapporto tra fan e idolo, che non riguarda solo l’ossessione ma anche il terrore che questo idolo non sia come ce lo siamo sempre immaginato. Il personaggio della pop star Ni’jah è stato accostato a quello di Beyoncé che ha uno dei fandom più accaniti al mondo, pronto a fare una esecuzione a chiunque osi insultare il suo idolo. Fino a che punto si spingerà Dre per dimostrare il suo impegno nei confronti del culto di Ni’Jah? Sciame da proprio la risposta a questa domanda alla fine del primo episodio della serie, quando ancora conosciamo poco i personaggi, il primo sconvolgimento di trama mette Dre davanti a una scelta.

Senza addentrarci negli spoiler lasciando che lo spettatore si goda a pieno questa avventura, alcuni episodi di Sciame sono volutamente inquietanti e violenti e si intervallano a momenti caratterizzati da black humor. Tutto nella norma, ma la serie di Prime Video è anche una scoperta dal punto di vista del cast dato che più andate avanti con la visione più verrete a conoscenza della quantità di guest star famose presenti nella serie – tra cui Rory Culkin presente nella prima puntata. Ma la guest star più eclatante è davvero una sorpresa per chi avrà il coraggio di arrivare fino al quarto episodio dopo tutto questo sangue versato.

Sciame recensione

Idoli e follia

Quando Sciame però entra nel vivo, già a metà di questa prima stagione della serie Prime Video, ci accorgiamo che non lascia spazio ai giudizi. La storia che si tinteggia del rosso sangue non cerca di identificare un colpevole – anche se lo spettatore capirà fin da subito di chi si tratta. La serie non tenta di condannare l’aggressore ma cerca in tutti i modi di dare una spiegazione a cosa è il fandom, soprattutto trattato in questo modo così aggressivo e violento. La stessa Dre viene descritta come un’adolescente problematica che idolatra la sua cantante preferita ma senza cercare di renderla simpatica o giustificabile.

Il sesto episodio è quello che più sconvolge i canoni narrativi di questa prima stagione di Sciame. Utilizzando una tecnica molto cara al cinema del passato, la serie tv di Glover porta lo spettatore su un altro livello della storia di Dre. Ne vediamo le sfaccettature e i contorni, anche se ancora abbiamo qualche dubbio su dove voglia andare a parare. Ma come abbiamo detto, Sciame non tende a giudicare ma accoglie tutti nel suo alveare.

Chi è il tuo cantante preferito?

Questa domanda incessante, nelle nostre menti e nella mente di Dre si ripercuote per tutta la durata della serie. Sciame ci mette di fronte alle debolezze dell’animo umano e lo fa con violenza, freddezza e una lucidità che non lascia scampo. Sciame ci invita a vedere gli idoli – qualunque essi siano – come persone reali. Pero allo stesso tempo, durante il corso degli episodi – sette della durata di 30 minuti – le persone reali, quelle che ci circondano ogni giorno diventano oggetto dei nostri giudizi, delle nostre violenze e rancori.

Sciame fa anche questo. Serve a ricordare che, per quanto si possa essere pazzi o letteralmente fuori di testa per la propria celebrità preferita, c’è sempre qualcuno più pazzo e più fuori di testa di te. Lo sciame che ci creiamo interno non ci salverà, ma nella rappresentazione della denuncia alla società odierna Donald Glover ne fa veramente il suo tratto caratteristico, così come ha già fatto egregiamente in Atlanta. La serie dimostra cosa sia l’ossessione e cosa sia l’ossessione per la banalità e di come sia facile caderne vittime. Il faro di punta in questo sciame di api è sicuramente la protagonista, Dominique Fishback. Poliedrica in tutte le varie trasformazioni che il suo personaggio, Dre, assume lungo la durata della serie. A tratti ironica, ma spietata. Lunatica e fredda allo stesso tempo: Dominique Fishback. Non fatela diventare il vostro idolo però.

Ben Affleck: il suo Batman ha trovato giustizia grazie alla Zack Snyder’s Justice League

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A quasi due anni dall’uscita della Zack Snyder’s Justice League, Ben Affleck parla della giustizia avuta grazie a questa versione rispetto al film Justice League del 2017. Non è un segreto che la produzione per l’uscita nelle sale di questo film sia stata piena di problemi. Tra vari drammi dietro le quinte e un cambio di regista all’ultimo minuto, non c’è da meravigliarsi nell’apprendere che Affleck non abbia vissuto un’esperienza particolarmente entusiasmante. Fortunatamente per lui, è stato poi in grado di riscattarsi come Batman nella versione curata da Snyder.

Justice League… Potresti tenere un seminario su tutti i motivi per cui questo è il modo di non fare un film. – ha affermato l’attore – Dalla produzione alle decisioni sbagliate fino all’orribile tragedia personale, per finire con la sensazione più amara possibile in bocca. Il genio, e il lato positivo, è che Zack Snyder alla fine abbia detto: “Guardate, posso darvi quattro ore di contenuti”. Ed è principalmente tutto lo slowmo che ha girato in bianco e nero e un giorno di riprese con me. Mi ha detto tipo, “Vuoi venire a girare nel mio giardino?” E io, “Penso che ci siano dei sindacati, Zack. Penso che dobbiamo fare un accordo.”

“Ma ci sono andato e l’ho fatto. E ora la Zack Snyder’s Justice League è il mio film con il punteggio più alto su IMDb”. Grazie alla nuova versione del film, dunque, Affleck sente che il suo Batman ha trovato la giustizia che meritava. Il futuro di Ben Affleck nei panni del Cavaliere Oscuro sembra però destinato ad interrompersi quei, in quanto la sua presenza nel DC Universe di James Gunn e Peter Safran è attualmente incerta. È confermato che egli apparirà in The Flash di Andy Muschietti, ma Affleck lo ha descrito come un cameo di pochi minuti.

Fonte: ScreenRant

Fantastici Quattro: Mason Gooding sarà la Torcia Umana?

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Fantastici Quattro: Mason Gooding sarà la Torcia Umana?

Con Scream VI  attualmente re del box office, una delle star emergenti del film ha recentemente stuzzicato i fan della Marvel con un possibile legame al personaggio Torcia Umana, membro dei Fantastici Quattro. Si tratta dell’attore Mason Gooding, interprete di Chad nel quinto e nel sesto capitolo della saga slasher, che proprio quando è iniziato il casting per il film dei Fantastici Quattro, ha condiviso un’immagine sul proprio account Instagram citando uno dei membri più famosi della Prima Famiglia della Marvel.

Flame on! As the Kids say“, ha scritto la star di Scream VI accanto a un’immagine di sé che accende un accendino. Naturalmente, nei commenti i fan si sono affrettati a chiedere se l’attore è stato scelto come nuova versione della Torcia Umana dell’MCU. L’attore, però, ha naturalmente evitato di dare qualsiasi conferma e pertanto al momento non ci sono ancora certezze. Come noto, il casting per il film dei Fantastici Quattro è seguito con molto interesse, in quanto si tratta non solo di personaggi particolarmente iconici ma anche molto amati e che sembra proprio avranno un ruolo chiave nelle nuove Fasi del Marvel Cinematic Universe.

Gooding, apparso per la prima volta in un ruolo secondario in Scream del 2022, divenendo poi uno dei protagonisti del sesto capitolo, vanta ad oggi ruoli anche nei film La rivincita delle sfigate, Let it Snow e Fall, ma anche nella serie Love, Victor, di cui è uno dei protagonisti. Si tratta dunque di un giovane emergente, che potrebbe benissimo assumere il ruolo della Torcia Umana. Un personaggio che nei precedenti adattamenti live action è stato interpretato da Chris Evans (oggi noto come Captain America) e da Michael B. Jordan. Qui di seguito, si può trovare il post Instagram che ha suscitato le attenzioni dei fan e fatto scatenare le teorie sul coinvolgimento di Gooding nell’atteso film Marvel.

https://www.instagram.com/p/Cp3KrWpP16A/?utm_source=ig_embed&utm_campaign=loading

Fonte: ComicBookMovie

Il gladiatore 2: Barry Keoghan in trattative per un ruolo nel film

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Il candidato all’Oscar e vincitore del BAFTA Barry Keoghan, reduce dal successo di Gli spiriti dell’isola, sarebbe attualmente in fase di trattative per unirsi al sequel (ancora senza titolo ufficial) Il Gladiatore 2, diretto da Ridley Scott. Se l’accordo dovesse concludersi positivamente, Keoghan si unirebbe al collega candidato all’Oscar 2023 Paul Mescal (candidato invece agli Oscar 2023 come miglior attore per Aftersun).

Come noto, l’originale Il gladiatore vedeva Russell Crowe nei panni di Massimo Decimo Meridio, un soldato romano costretto alla schiavitù che giura vendetta contro Commodo, interpretato da Joaquin Phoenix. Dato che Massimo muore alla fine del film, Mescal andrà ad interpretare Lucius, il figlio dell’amante di Massimo, Lucilla (interpretata da Connie Nielsen). Keoghan, invece, sarebbe in trattative per interpretare l’imperatore Geta, co-imperatore romano dal 209 al 211, prima col padre e poi col fratello. È possibile immaginare che tra Lucius e Geta possa generarsi uno scontro al pari di quello tra Massimo e Commodo visto nel primo film.

Keoghan, come anticipato, è reduce da un anno particolarmente importante della sua carriera, caratterizzato dalla sua straziante interpretazione in Gli spiriti dell’isola, oltre a uno scioccante cameo come Joker in The Batman. Prima di questi due film, egli si era fatto notare grazie a pellicole come Il sacrificio del cervo sacro, Dunkirk, Sir Gawain e il Cavaliere Verde e la miniserie Chernobyl. Ha inoltre preso parte al film Eternals della Marvel e se ora dovesse unirsi a Il Gladiatore 2, questo segnerebbe il suo ritorno in un blockbuster. Si attendono dunque ulteriori conferme, ricordando che il film ha attualmente una data d’uscita fissata al 22 novembre 2024.

Fonte: Variety

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