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Ant-Man and the Wasp: Quantumania, la featurette dei BTS svela scene inedite del film!

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Mancano poco più di tre settimane all’uscita di Ant-Man and the Wasp: Quantumania e i Marvel Studios hanno condiviso la sua prima featurette dietro le quinte del trequel di Peyton Reed. Il video include clip di interviste con i membri principali del cast Paul Rudd, Evangeline Lilly e Michelle Pfeiffer, così come il capo della Marvel Kevin Feige, che spiega perché hanno deciso di fare di Ant-Man 3 il primo film della Fase 5 del MCU.

Mentre la maggior parte del filmato è stato ripreso dai trailer rilasciati in precedenza, c’è un nuovo momento divertente con Scott Lang e sua figlia Cassie proprio alla fine.

I Super Eroi Scott Lang (Paul Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) tornano per continuare le loro avventure come Ant-Man e Wasp. Insieme ai genitori di Hope, Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer) e Hank Pym (Michael Douglas), e alla figlia di Scott Cassie Lang (Kathryn Newton), la famiglia si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò che pensavano fosse possibile.

Diretto da Peyton Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard, p.g.a., Ant-Man and The Wasp: Quantumania è interpretato anche da Jonathan Majors nel ruolo di Kang, David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz e Bill Murray in quello di Lord Krylar.

Un fantasma in casa: trailer della commedia Netflix con Anthony Mackie & David Harbour

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Netflix USA ha diffuso il trailer di Un fantasma in casa (We Have a Ghost) l’imminente commedia horror di Netflix con David Harbour e Anthony Mackie. Il progetto proviene dal regista di Happy Death Day Christopher Landon. Un fantasma in casa (We Have a Ghost) Uscirà sullo streamer venerdì 24 febbraio.

Kevin e la sua famiglia diventano celebri all’improvviso sui social dopo aver trovato un fantasma di nome Ernest che infesta la loro nuova casa. Ma quando infrangono le regole per indagare sul misterioso passato dello spettro, Kevin ed Ernest entrano nel mirino della CIA. Dai un’occhiata al trailer di Un fantasma in casa (We Have a Ghost) qui sotto:

Un fantasma in casa (We Have a Ghost) è scritto e diretto da Landon, basato sul racconto di Geoff Manaugh intitolato Ernest. Insieme a Harbour e Mackie ci sono la vincitrice del Golden Globe Jennifer Coolidge, Jahi Di’Allo Winston, Tig Notaro, Erica Ash, Faith Ford, Niles Fitch, Isabella Russo e Steve Coulter.

I Razzie Award si scusano per la nomination all’attrice attrice di 12 anni di Firestarter

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Le nomination al Razzie Award sono state annunciate all’inizio di questa settimana, e mentre l’annuale “celebrazione” del peggior cinema ha ricevuto la solita pioggia di critiche, è stata una nomination in particolare a causare davvero scalpore online e nella community a Hollywood.  La dodicenne star di Firestarter Ryan Kiera Armstrong è stata nominata come “Peggior attrice” per la sua interpretazione nel tanto criticato adattamento di Stephen King, e la decisione di scegliere una così giovane interprete è stata accolta una pioggia di condanne e e accuse di bullismo.

Il fondatore di Razzies, John Wilson, ha ora rilasciato delle scuse (tramite Variety ), revocando la nomina di Armstrong e affermando che, andando avanti, nessuno di età inferiore ai 18 anni potrà essere nominato. “A volte, fai le cose senza pensare. Poi sei chiamato a riflettere su questo”, ha scritto Wilson in una dichiarazione. “Allora capisci. È per questo che i Razzies sono stati creati in primo luogo. La recente valida critica alla scelta dell’undicenne Armstrong come candidato per uno dei nostri premi ha portato la nostra attenzione su quanto siamo stati insensibili in questo caso. Di conseguenza, abbiamo rimosso il nome di Armstrong dal ballottaggio finale che i nostri membri esprimeranno il mese prossimo. Riteniamo inoltre che le scuse pubbliche siano dovute alla signora Armstrong e desideriamo esprimere il nostro rammarico per qualsiasi ferita subita a causa di le nostre scelte».

I Razzies sono stati fondati nel 1981 e il premio parodia degli Oscar è stato visto come un divertimento innocuo per molti anni (Halle Barry si è persino presentata per ritirare il suo premio come peggior attrice per Catwoman), ma è comprensibile capire perché questa particolare nomination sia stata una scelta infelice, che ha causato un generale sentimento di critica. Sebbene il nome della  Armstrong sia stato ora rimosso dalla votazione per la peggiore attrice, Firestarter rimane nominato per il peggior remake/fregatura/sequel.

Shazam! Furia degli Dei: secondo trailer ricco d’azione!

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Shazam! Furia degli Dei: secondo trailer ricco d’azione!

Warner Bros. e New Line hanno pubblicato un nuovissimo trailer di Shazam! Furia degli Dei prima della sua uscita in arrivo al cinema il 17 marzo 2023. Quest’ultimo sguardo al sequel di DC Comics presenta molta azione, mentre il Big Red Cheese e i suoi compagni membri della famiglia Shazam affrontano le malvagie – e apparentemente molto potenti – Figlie di Atlante. Di seguito la versione in lingua originale, in attesa della versione italiana. 

Shazam! Furia degli Dei

Shazam! Furia degli Dei continua la storia dell’adolescente Billy Batson che, dopo aver recitato la parola magica “SHAZAM!“, si trasforma nel suo alter ego da supereroe adulto, Shazam.

Il cast del sequel include Zachary Levi nei panni di Shazam, Asher Angel nei panni di Billy Batson, Jack Dylan Grazer nei panni di Freddy Freeman, Adam Brody nei panni del supereroe Freddy, Ross Butler nei panni del supereroe Eugene, Meagan Good nei panni del supereroe Darla, DJ Cotrona nei panni del supereroe Pedro, Grace Caroline Currey nel ruolo di Mary Bromfield/la supereroina Mary. Djimon Hounsou ritorna nei panni del Mago, mentre Rachel Zegler, Lucy Liu e Helen Mirren si sono unite al film come cattivi appena creati.  Shazam! Furia degli Dei uscirà il 17 marzo 2023. Il film è prodotto da Peter Safran.

65: Adam Driver contro i dinosauri nel primo trailer del film

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65: Adam Driver contro i dinosauri nel primo trailer del film

Sony Pictures ha diffuso il trailer di 65, il prossimo thriller fantascientifico. Il trailer presenta Adam Driver e Ariana Greenblatt che rimangono bloccati su un pianeta pieno di dinosauri. Il nuovo contributo mostra le sequenze d’azione da batticuore del film, poiché il personaggio di Adam Driver dovrà affrontare creature preistoriche per sopravvivere.

Il film dovrebbe fare il suo debutto nelle sale il 17 marzo, nello stesso weekend di uscita del il sequel DC Shazam! Furia degli Dei. Inoltre la pellicola uscirà lo stesso mese di altre pellicole di alto profilo tra cui Creed III, Scream VIJohn Wick: Chapter 4 e Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri.

65 è scritto e diretto da Scott Beck e Bryan Woods, noti per aver co-scritto A Quiet Place e aver diretto il film slasher del 2019 Haunt. Il film vedep protagonisti Adam Driver ( film di Star Wars), Ariana Greenblatt (Love and Monsters) e Chloe Coleman (My Spy).

Dopo un catastrofico incidente su un pianeta sconosciuto, il pilota Mills (Adam Driver) scopre rapidamente di essere effettivamente bloccato sulla Terra… 65 milioni di anni fa“, si legge nella sinossi. “Ora, con una sola possibilità per salvarsi, Mills e l’unico altro sopravvissuto, Koa (Ariana Greenblatt), devono farsi strada attraverso un terreno sconosciuto pieno di pericolose creature preistoriche in un’epica lotta per la sopravvivenza.

Il film è prodotto da Beck e Woods attraverso il loro banner Beck/Woods insieme al creatore di Evil Dead e al regista di Doctor Strange in the Multiverse of Madness Sam Raimi attraverso il suo banner Raimi Productions. Questo segnerà anche l’ultima collaborazione del duo di registi con Sam Raimi dopo aver lavorato insieme a un episodio di 50 States of Fright di Quibi . Altri produttori sono Zainab Azizi e Debbie Liebling di Raimi Productions, con Douglas Merrifield come produttore esecutivo.

Oltre a 65, Adam Driver sarà presto visto in alcuni progetti di alto profilo, tra cui il film biografico sulla Ferrari di Michael Mann e l’epico dramma di Francis Ford Coppola Megalopolis . Nel frattempo, Greenblatt e Coleman sono stati entrambi scelti per progetti imminenti ad alto budget, con Greenblatt che apparirà nell’adattamento cinematografico di Borderlands di Eli Roth. Per quanto riguarda Coleman, reciterà accanto a Chris Pine in Dungeons & Dragons: Honor Among Thieves della Paramount .

Succession: teaser trailer della quarta stagione!

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Succession: teaser trailer della quarta stagione!

Pubblicato il teaser trailer della quarta, attesissima stagione di Succession, il premiato cult HBO creato da Jesse Armstrong. La nuova stagione, in dieci episodi, andrà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 3 aprile, con un nuovo episodio ogni lunedì.

Succession esplora i temi del potere e delle dinamiche familiari attraverso gli occhi del magnate dei media Logan Roy (Brian Cox) e dei suoi quattro figli, Kendall (Jeremy Strong), Siobhan (Sarah Snook), Roman (Kieran Culkin) e Connor (Alan Ruck).

Succession: la trama

Nella quarta stagione, la vendita della media company Waystar Royco al visionario del tech Lukas Matsson (Alexander Skarsgård) si avvicina sempre di più. La prospettiva di questa vendita epocale provoca angoscia e contrasti familiari tra i Roy, che prefigurano come saranno le loro vite una volta completato l’affare. La famiglia intravede un futuro in cui il proprio peso culturale e politico sarà fortemente ridimensionato, ne scaturirà quindi una lotta per il potere ancora più accesa.

Succession: il cast

Il cast della quarta stagione: Brian Cox, Jeremy Strong, Sarah Snook, Kieran Culkin, Alan Ruck, Matthew Macfadyen, Nicholas Braun, J. Smith-Cameron, Peter Friedman, David Rasche, Fisher Stevens, Hiam Abbass, Justine Lupe, Dagmara Domińczyk, Arian Moayed, Scott Nicholson, Zoë Winters, Annabelle Dexter Jones, Juliana Canfield e Jeannie Berlin. Si aggiungono al cast Alexander Skarsgård, che diventa regular dei nuovi episodi, Cherry Jones, Hope Davis, Justin Kirk e Stephen Root. E vengono annunciati oggi anche Annabeth Gish, Adam Godley, Eili Harboe e Jóhannes Haukur Jóhannesson. Fra gli attori delle precedent Stagioni che tornano nei nuovi episodi, annunciati anche Harriet Walter (Lady Caroline Collingwood), James Cromwell (Ewan Roy), Natalie Gold (Rava Roy), Caitlin Fitzgerald (Tabitha), Ashley Zukerman (Nate Sofrelli), Larry Pine (Sandy Furness), Mark-Linn Baker (Maxim Pierce), Pip Torrens (Peter Munion).

Creata da Jesse Armstrong; produttori esecutivi Jesse Armstrong, Adam McKay, Frank Rich, Kevin Messick, Jane Tranter, Mark Mylod, Tony Roche, Scott Ferguson, Jon Brown, Lucy Prebble, Will Tracy e Will Ferrell. Jesse Armstrong è lo showrunner.

Le prime tre stagioni di SUCCESSION hanno ottenuto 48 nomination agli Emmy® e 13 premi vinti, tra cui Miglior serie drammatica, per la seconda e la terza stagione. La terza stagione, che ha debuttato nell’ottobre 2021, ha ottenuto il SAG Award per il cast e ha vinto ai WGA, DGA e PGA.

Profeti, recensione del film di Alessio Cremonini

Profeti, recensione del film di Alessio Cremonini

Dopo Sulla mia pelle, dedicato all’Odissea di Stefano Cucchi e alla sua ultima settimana di vita, Alessio Cremonini si conferma un regista al quale dare ascolto, e sale. Mai banale, il suo cinema continua a raccontare storie comunque utili a sollevare interrogativi e a sfidare l’abitudine nella quale spesso pigrizia e timore ci spingono. Come succede anche nel suo nuovo Profeti, in sala dal 26 gennaio (distribuito da Lucky Red), nel quale torna a collaborare con Jasmine Trinca, già Ilaria Cucchi nel film del 2018.

Profeti: Jasmine Trinca prigioniera dell’ISIS nel Califfato

In Profeti l’attrice romana è Sara è una giornalista italiana, in Medio Oriente per un reportage sulla guerra nello Stato Islamico, che viene rapita dall’Isis. In quanto donna, quindi inferiore e rispettabile solo se sottomessa al maschio, non può stare in una prigione dove siano anche degli uomini, per cui viene trasferita nella casa di Nur (interpretata dalla Isabella Nefar di Waiting for the Barbarians), che da quel momento diventa la sua carceriera.

Anche Nur è una straniera, una foreign fighter radicalizzata a Londra che ha poi sposato un miliziano e ora vive nel Califfato nella casa che le due donne saranno costrette a condividere a lungo, proprio nel mezzo di un campo di addestramento dell’ISIS, dove altri prigionieri vengono torturati e uccisi. Fuori continua il conflitto che conosciamo, mentre tra le quattro mura si sviluppa una diversa guerra, psicologica, fatta di silenzi e sottili ricatti, per convertire Sara.

ISIS, Islam, religione, libertà

Non saranno mai abbastanza le occasioni di sottolineare l’abisso che intercorre tra fanatismo religioso e l’Islam praticato dai musulmani che la stessa foreign fighter attacca sullo schermo, un tema e un ambito culturale che il regista conosce bene, e al quale si dedica – come sottolinea lo stesso vincitore del David di Donatello come Miglior regista esordiente del 2018 – sin dal Private di Saverio Costanzo (del quale era co-sceneggiatore) e dal Border del 2013, “un piccolissimo film sulla rivoluzione siriana mai uscito nelle sale“. Alla base il “desiderio di guardare fuori, a storie non italiane, ma che ci devono interessare“.

In Medio Oriente, se sei una donna, devi imparare a difenderti il prima possibile“, queste parole ci accolgono all’inizio del film, ma più – e oltre – che essere un inevitabile riferimento a quanto vediamo accadere in Iran, con l’incedere della storia è altrettanto naturale tornare con la mente alla vicenda vissuta dalla cooperante Silvia Aisha Romano, convertitasi all’Islam durante la prigionia in Somalia. Una scelta sincera? Disperata? Figlia della costrizione? Per quanto riguarda i casi citati, non ci permettiamo di fare ipotesi, ma per quanto riguarda il film speriamo sia una scelta deliberata quella di lasciare il dubbio nello spettatore riguardo quel che accade nella casa, tra le due donne.

Nessun dubbio, troppi dubbi

In Profeti, ci sono due donne occidentali che hanno fatto scelte diametralmente opposte, una lontana da qualsiasi fede, l’altra assolutamente convinta della propria, come molti, troppi. Temi cardinali – insieme a quello della prigionia, fisica e non solo, declinato anche nel film sul caso Cucchi – che il film tratta in maniera forse troppo ordinata, dall’inizio, quando la prima stazione del calvario di Sara si rivela particolarmente sopportabile, evidentemente in considerazione del reale obiettivo della cellula.

In un cinema politico come quello di Cremonini, d’altronde, l’importante è mettere in scena una realtà e delle metafore che il pubblico possa digerire, e portare con sé, anche a costo di rischiare di non chiarire elementi narrativi importanti o di aprire crepe nella coerenza interna dei personaggi. Se dopo aver visto il film qualcuno in più penserà che sia meglio spegnere le fiamme della casa del vicino piuttosto che voltargli le spalle, il resto non sarà poi così importante.

Io rispetto la fede ma è il dubbio che ti educa. (Bruce Lee)

Aperte le prevendite per il film di James Cameron Titanic

Aperte le prevendite per il film di James Cameron Titanic

Sono ufficialmente aperte le prevendite dei biglietti per il celebre film di James CameronTitanic, che tornerà nelle sale italiane in 3D dal 9 febbraio in occasione del 25° anniversario, distribuito da The Walt Disney Company Italia. Per prenotare i biglietti è possibile accedere al sito www.titanicilfilm.it, in continuo aggiornamento.

Una versione rimasterizzata di Titanic, il film di James Cameron pluripremiato agli Academy Award, torna nelle sale cinematografiche in 3D durante il periodo di San Valentino: con un cast guidato dai vincitori del premio Oscar Leonardo DiCaprio e Kate Winslet, il film è un’epica storia d’amore ricca di azione ambientata nello sfortunato viaggio inaugurale dell’“inaffondabile” Titanic, all’epoca il più grande oggetto in movimento mai costruito.

Titanic ha vinto un record di 11 Academy Award, tra cui miglior film, miglior regia, miglior fotografia, miglior montaggio, miglior scenografia, migliori costumi, miglior colonna sonora originale, miglior canzone originale, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro e migliori effetti speciali. Alla sua prima uscita, nel 1997, il film è diventato il campione d’incassi mondiale numero 1 di tutti i tempi ed è attualmente il terzo film di maggior incasso a livello mondiale.

Paramount Pictures e 20th Century Studios presentano una produzione Lightstorm Entertainment, Titanic, con Leonardo DiCaprio, Kate Winslet, Billy Zane, Kathy Bates, Frances Fisher, Bernard Hill, Jonathan Hyde, Danny Nucci, Gloria Stuart, David Warner, Victor Garber e Bill Paxton. Scritto e diretto da James Cameron, il film è prodotto da Cameron e Jon Landau, mentre Rae Sanchini è la produttrice esecutiva.

Spider-Man: 8 costumi che i Marvel Studios dovrebbero proporre nella prossima trilogia

La Sony Pictures sarà anche responsabile di portare Spider-Man sul grande schermo, ma la Disney è ancora proprietaria dei diritti di merchandising dell’arrampica muri. Questo spiega in parte il motivo per cui, da Captain America: Civil War del 2016, il Peter Parker di Tom Holland ha indossato così tanti costumi diversi!

Nei momenti finali di Spider-Man: No Way Home, l’adolescente ha dato l’addio alla sua tuta tecnologicamente avanzata per indossarne una più in linea con la sua controparte fumettistica. Una svolta praticamente perfetta e che rappresenta un’interpretazione dell’eroe che speriamo di vedere al centro della scena nella prossima trilogia di film. Tuttavia, non crediamo che Spidey rinuncerà presto a indossare costumi alternativi. Anzi, ci sono alcuni costumi dei fumetti che non vediamo l’ora di vedere un giorno in versione live-action.

La tuta del clone Ben Reilly

Ben Reilly clone Spider-Man

Ben Reilly farà parte di Spider-Man: Across the Spider-Verse, vestito con il costume classico che ha ispirato la tuta casalinga di Peter del MCU in Spider-Man: No Way Home. Tuttavia, quando è passato ad essere Spider-Man a tempo pieno, ha cominciato ad indossare il costume rosso e blu che vedete qui sopra.

I Marvel Studios si sono avvicinati all’idea di adattare il costume in diverse occasioni ma non si pensa che sia necessariamente questa la scelta definitiva. Quindi, perché non cedere questo costume allo Spider-Man di Holland? Potrebbe mantenere gli elementi classici della tuta che abbiamo visto per la prima volta alla fine di No Way Home, anche se in un modo che faccia risaltare questa variante dell’eroe. Il logo renderebbe omaggio ai tempi dell’Iron Spider, mentre gli spara-ragnatele esterni rimarrebbero sempre efficaci a livello di design.

Il  “bombastic Bag-Man”

Bombastic Bag-Man

I Fantastici Quattro stanno per arrivare nel Marvel Cinematic Universe e, sebbene Jon Watts non sia più al timone del film, una collaborazione tra Spider-Man e questi eroi rimane un must. Dopotutto, Peter ha un passato storico con la Prima Famiglia Marvel e sarebbe assurdo se non incrociasse la sua strada con quella dei prossimi Avengers. Se e quando ciò accadrà, dobbiamo assolutamente vedere il Bombastic Bag-Man in azione!

Se il suo costume venisse danneggiato o distrutto in battaglia, Peter potrebbe facilmente prendere in prestito una delle tute di Johnny Storm e indossare un comico sacchetto di carta per nascondere il suo volto durante il ritorno a casa. Sarebbe una chicca per i fan e un ottimo modo per aumentare il valore di Amazing Spider-Man #258 (al momento facile da trovare) se siete collezionisti!

Superior Spider-Man

Superior Spider-Man

Non vogliamo assolutamente che Otto Octavius diventi il nuovo Spider-Man del MCU, e la storyline di Superior Spider-Man nel suo complesso preferiremmo che rimanesse sulla pagina per il momento. Tuttavia, quel costume… beh, è davvero notevole. Il talentuoso team di concept artist dei Marvel Studios si è sicuramente ispirato a questo costume per Spider-Man: Far From Home, come si evince dal libro di approfondimento “Art of”. Il simbolo del ragno è davvero bello, mentre il nero e il rosso sono qualcosa che ormai sappiamo funzionare bene.

Potrebbe trattarsi di un semplice aggiornamento della tuta di Peter Parker con l’avanzare dell’età, e forse di un modo per alludere al fatto che sta imboccando una strada oscura dopo aver affrontato alcuni anni tragici che lo hanno visto perdere Tony Stark, zia May e persino l’amore della sua vita dopo che il mondo ha dimenticato chi è.

La tuta “Big Time”

tuta big-timeUna delle cose migliori della serie Amazing Spider-Man di Dan Slott sono stati i costumi. Questo è sicuramente il caso della tuta “Big Time” dell’Arrampica-Muri, un costume con lo scopo principale di proteggere l’eroe dalla risata sonica del nuovo Hobgoblin. Tuttavia, possiede anche una modalità mimetica che la rende una tuta stealth che siamo sicuri Spidey potrebbe utilizzare all’occorrenza. Dove troverebbe la tecnologia? Questa è una domanda a cui un film futuro dovrà rispondere.

Nel corso degli anni è stata sia verde che arancione, e una di queste due varianti potrebbe funzionare nel MCU. Ora che Spidey è apparentemente percepito come una minaccia grazie a J. Jonah Jameson, potrebbe essere costretto a essere un po’ più furtivo come Spidey!

 La tuta antiproiettile

tuta antiproiettile spider-man

Questa versione aggiornata della Spider-Armatura proviene anch’essa dalla serie Amazing Spider-Man di Dan Slott ed è stata creata per compensare la perdita del senso di ragno di Peter Parker (che è stato usato solo sporadicamente nel MCU tra Spider-Man: Far From Home e la scena con Norman Osborn nell’appartamento di Happy Hogan nel sequel).

Completamente antiproiettile, questa tuta è di grande impatto visivo e, se avete giocato al videogioco Spider-Man per PlayStation, saprete che in azione è a dir poco straordinaria. Cosa potrebbe portare al MCU? Beh, se Spider-Man è in qualche modo indebolito o ha bisogno di proteggersi dalla polizia, questo potrebbe essere un ottimo costume da utilizzare… tuttavia, vorremmo vederlo indossare per combattere il Punitore di Jon Bernthal!

Scarlet Spider II

Peter Parker non ha mai indossato questo costume, che apparteneva invece al suo clone Kaine. Come nuovo Scarlet Spider, era sicuramente un eroe, ma con un approccio molto diverso da quello di suo “fratello”.

Quindi, cosa potrebbe portare Peter a indossare questo costume da Ragno Scarlatto? Beh, non siamo sicuri che ci sia bisogno di un motivo… è semplicemente bello! Si tratterebbe di un grande cambiamento per lo spara-ragnatele, ma anche di un altro costume che potrebbe indicare la sua maturazione come supereroe. Se le voci che lo vogliono in squadra con Daredevil sono vere, questo costume sarebbe davvero tosto al fianco del vecchio Hornhead! Naturalmente, il modo più semplice per portare questo costume sul grande schermo sarebbe quello di adattare la Saga dei Cloni, e anche se non tutti saranno d’accordo, siamo sicuri che i Marvel Studios potrebbero rendere giustizia alla trama.

La Spider-Armor

Uno dei primi costumi alternativi di Peter Parker, lo “Spider-Armor Mk I”, non è rimasto a lungo in circolazione, ma rimane un costume di grande impatto visivo che potrebbe risultare incredibile in un’ambientazione live-action.

L’arrampica muri indossava questa tuta per combattere i Nuovi Enforcer e, sebbene lo rallentasse, ha reso l’eroe meno vulnerabile agli attacchi (in particolare ai proiettili). Benché Spidey abbia indossato un costume separato e isolante per combattere Electro, la combinazione di questi due costumi – mantenendo l’aspetto di questa tuta – potrebbe essere un modo intelligente per dare a Peter un potente aggiornamento per affrontare un futuro nemico mortale. Ci viene subito in mente Scorpion, così come il formidabile avversario che la versione di Kingpin del MCU si prospetta essere. Se Spider-Man sta per affrontare le famiglie del crimine organizzato della Grande Mela, questo potrebbe essere un must.

“Black Suit” Spider-Man

Se ci si ferma a pensare, è assurdo che Spider-Man non sia tornato dallo spazio con questa nuova tuta. È probabile che i piani della Sony per Venom abbiano fatto deragliare l’idea, ma No Way Home ha aperto la porta alla possibilità di realizzarla.

Non è un segreto che lo studio desideri che il Peter Parker di Tom Holland incroci la sua strada con l’Eddie Brock di Tom Hardy, ed entrambi gli attori hanno espresso il loro interesse a realizzarlo. Purtroppo, pensiamo che Venom: La furia di Carnage e Spider-Man: No Way Home siano quanto di più vicino a un crossover otteremo. Tuttavia, un pezzo del costume è ora nel MCU! Dovrebbe avvenire prima di Avengers: Secret Wars, giusto? Sarebbe anche la scusa perfetta per far sì che Spidey cerchi l’aiuto dei Fantastici Quattro, portando all’introduzione del già citato Bombastic Bag-Man

Quei due – Edda e Galeazzo Ciano in onda in prima serata su Rai Tre

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Una donna, un uomo, la storia di una coppia tra amore, complicità, equivoci, tradimenti, addii. Una storia appassionata, unica e insieme comune, se non fosse per i nomi che portano: Mussolini lei, Ciano lui. Lei la figlia più amata del Capo del regime, lui lo sposo, il brillante diplomatico, l’uomo della comunicazione e dei rapporti col mondo. Una coppia seguita, discussa, invidiata. Due rampolli sotto i riflettori del novecento, destinati a diventare protagonisti schiacciati da un potere molto più grande di quello che pensavano di avere. Sono i protagonisti di “Quei due – Edda e Galeazzo Ciano”, il nuovo film di Wilma Labate, prodotto da Luce Cinecittà con la collaborazione di Rai Documentari, ideato da Beppe Attene che lo sceneggia con la regista, in onda in prima serata su Rai Tre venerdì 3 febbraio, dopo il successo della presentazione al Tertio Millennio Film Festival, dove si è aggiudicato sia la Menzione speciale del Concorso che il premio del Sindacato Critici Cinematografici per il Miglior film. 

In un gioco cinematografico affascinante “Quei due – Edda e Galeazzo Ciano” mescola, accanto alle straordinarie immagini dell’Archivio Luce con momenti anche privati e familiari della coppia Edda-Galeazzo, un racconto filmico contemporaneo, vivace e ‘pop’, che vive delle interpretazioni di due talenti come Silvia D’Amico e Simone Liberati, in azione all’interno di un teatro di Cinecittà, fotografati dalla lente creativa di Daniele Ciprì. Un racconto che rende emotiva una storia italiana e ci avvicina ai suoi contraddittori personaggi. Giocando con la scenografia e i costumi contaminati dall’attualità, Edda e Galeazzo si raccontano senza pudore grazio all’uso delle parole originali contenute nei diari privati e nei discorsi pubblici di Galeazzo Ciano e nelle autobiografie di Edda Mussolini. Un lavoro di tessitura che dà al vivo le espressioni dei protagonisti, in un dialogo serrato e coinvolgente. 

Importanti i contributi tecnico-artistici: oltre alla fotografia di Daniele Ciprì, le musiche di Riccardo Giagni, insieme al montaggio di Patrizia Penzo, le scenografie di Valeria Zamagni, i costumi di Metella Raboni. Le riprese del film si sono tenute interamente negli Studi di Cinecittà. Le parole di Galeazzo Ciano sono tratte dal ‘Diari 1937-1943’, e dai volumi di Giordano Bruno Guerri ‘Galeazzo Ciano, Una vita’, ‘Galeazzo Ciano’ e ‘Un amore fascista. Benito, Edda e Galeazzo’, e da ‘Ciano. L’ombra di Mussolini’ di Ray Moseley, oltre che da interventi parlamentari. Le parole di Edda provengono dai libri ‘La mia vita’ di Edda Ciano e Domenico Oliveri, e ‘La mia testimonianza’.  Dopo la prima serata firmata Rai Documentari su Rai Tre, “Quei due – Edda e Galeazzo Ciano” sarà disponibile su Raiplay.

Luce-Cinecittà – Direzione di Cinecittà spa attiva nella distribuzione di opere prime e seconde e nella produzione di documentari. Con una rilettura della nostra storia grazie al materiale dell’Archivio Luce, e di indagine del presente con grandi autori, scouting di giovani talenti, presenza nei festival internazionali, in sala e in tv, che ne fanno una grande Casa del cinema del reale.  

Rai Documentari – Creata nel gennaio 2020, Rai Documentari è la Direzione di riferimento all’interno dell’azienda per l’industria del documentario. Direttore Fabrizio Zappi. 

Tra il mondo e noi, la recensione della serie turca su Disney+

Tra il mondo e noi, la recensione della serie turca su Disney+

A dicembre del 2022 è approdata sulla piattaforma Disney+ Tra il mondo e noi, serie drammatico-sentimentale diretta dalla regista Hulya Gezer e scritta da Pinar Bulut. Conclusasi il 25 gennaio 2023, la storia ha come protagonista una delle attrici più famose nel panorama cinematografico turco, Demet Ozdemir, conosciuta e amata anche in Italia grazie al suo ruolo di Sanem in DayDreamer – Le ali del sogno.

Ozdemir, dopo il successo della soap opera che l’ha lanciata come stella nella serialità turca, ha svestito i panni della ingenua e sognatrice Sanem Aydin per potersi calare in ruoli più sfaccettati e drammatici, come quello di Zeynep nel drama Doğduğun Ev Kaderindir. Per questa nuova serie l’attrice ha dovuto ricoprire un ruolo complesso, quello della disillusa caporedattrice Ilkin, grazie alla quale Demet è tornata a mostrare le sue spiccate doti recitative. Tra il mondo e noi è prodotta da MF Yapim per The Walt Disney Company.

Tra il mondo e noi, la trama

Ilkin (Demet Ozdemir) è caporedattrice di una famosa rivista a Istanbul, fidanzata con un noto attore turco di nome Tolga (Bugra Gulsoy). La loro relazione però inizia a vacillare quando quest’ultimo entra in crisi con la produzione della sua nuova serie. A causa della incomunicabilità tra di loro, Ilkin, sotto suggerimento della sua amica nonché collega Burçin (Zerrin Tekindor), decide di creare un profilo falso per poter parlare con il suo compagno da perfetta sconosciuta.

Il rapporto che si instaura fra la fittizia Berlin (nome del profilo) e Tolga, finisce per degenerare, tanto da spingere Ilkin a dare un vero volto a questa donna inesistente. Il coinvolgimento di un’impiegata della rivista, Sinem (Hafsanur Sancaktutan), sarà la goccia che farà traboccare il vaso, capovolgendo all’improvviso la sfera sentimentale della giornalista a cui seguirà un crollo psicologico.

Turchia, allora sei brava!

Le produzioni turche, arrivate ad occupare il palinsesto delle reti italiane nel lontano 2016 con Cherry Season – La stagione del cuore, sono sempre apparse avvolte in una rigida atmosfera pudica agli occhi dei propri spettatori. Sembrava – e in realtà lo era – esserci una censura, motivo per il quale non erano concesse e contemplate né effusioni esplicite né tantomeno scene hardcore. Con il tempo però qualcosa nel sistema si è mosso e, complici gli investimenti delle grandi piattaforme di streaming, anche la Turchia ha cominciato ad aprirsi a prodotti di diverso tipo e registro. La serialità turca è riuscita così a compiere quel passo in avanti necessario per guadagnarsi una fetta di spazio nei servizi a pagamento, ottenendo anche un plauso per le proposte originali di cui oggi possiamo fruire.

Il velo, perciò, è caduto. Se prima erano le soap a riempire gran parte dell’offerta turca, adesso le serie disponibili sono di tutt’altro genere e tono, e le dinamiche al loro interno vengono presentate senza troppo filtri. Fra le novità del 2022 Tra il mondo e noi è quello che segue le nuove “linee guida” delle rinnovate produzioni turche, emancipandosi da operette di basso rilievo, portando su Disney+ una storia intensa e ben costruita. È Hulya Gezer a mettersi dietro la macchina da presa, strutturando una trama d’impatto emotivo e di bellezza formale.

Quel che colpisce subito l’occhio cinefilo è lo stile adottato dalla regista. Per seguire le dinamiche di Ilkin e Tolga, Gezer sceglie spesso lo split screen, arricchito con transizioni a tendina e dissolvenze, volte a separare visivamente i percorsi dei due protagonisti. Di entrambi i personaggi vengono così restituite le luci e le ombre e tale dicotomia è esaltata da una fotografia mista. Il bianco e nero racconta le sequenze di maggior pathos, enfatizzandone le emozioni e sottolineandone la solitudine; le immagini a colori, invece, fungono più da maschera metaforica, indossata da Ilkin e Tolga per interfacciarsi con il mondo esterno.

La trama progredisce senza interruzioni e il suo ritmo incalzante invoglia alla visione; unica pecca potrebbe essere il suo script, non proprio solido nella composizione di alcune parti, ma la cui ottima resa visiva arriva in soccorso per non lasciar navigare l’impianto drammaturgico negli abissi dell’inanità.

Perdere se stessi nell’oscurità

Il baricentro di Tra il mondo e noi è l’amore, ma non quello da favola. Il sentimento, nella storia fra Ilkin e Tolga, è trattato nella sua forma discinta e caduca, causa di un effetto che va oltre l’idilliaco romanticismo: la perdita di se stessi. È partendo dall’amore che Gezer incastra all’interno della narrazione un discorso più ampio, tanto contemporaneo quanto anacronistico. Amare qualcuno in modo errato conduce al disinnamoramento di se stessi e, di conseguenza, allo smarrimento. L’amore non è dunque il punto di arrivo, quanto piuttosto quello di partenza, da cui si ramificano le diverse tematiche quali fragilità psicologica, depressione e trauma, dispiegate in maniera omogenea fino alla risoluzione ultima.

È nell’impeccabile e audace recitazione di Demet Ozdemir che confluiscono tutti i contenuti di cui la serie si fa carico; Ozdemir riesce a frammentare lentamente e dolorosamente la sua Ilkin in numerosi beat strazianti, segmenti in cui lo sguardo spiritato e l’espressione angosciata irrompono sullo schermo stretto per riportare ogni singola sfaccettatura della donna. Ma è solo riducendo in mille pezzi il suo animo – nonché la sua vita – che Ilkin riesce a ricostruire la giusta versione di sé, pronta ad amare davvero se stessa.

Tra il mondo e noi si trasforma, in conclusione, in una bella parabola sulla forza delle donne, sul loro coraggio di rialzarsi nonostante le ferite e sulla determinazione nel chiedere aiuto; un invito a non lasciarsi mai abbattere né tantomeno ad avvilirsi per una relazione malsana; un monito ad amarsi sempre, anche quando allo specchio il trucco è sbavato, gli occhi sono stanchi e le lacrime solcano il viso. Perché, come la fenice, si può sempre rinascere dalle proprie ceneri.

Sento ancora la vertigine: la prima docu-serie su Elodie

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Sento ancora la vertigine: la prima docu-serie su Elodie

La prima docu-serie di Elodie, “Sento ancora la vertigine”, sarà disponibile dal 20 febbraio su Prime Video.

In “Sento ancora la vertigine”, una produzione Groøenlandia in collaborazione con Prime Video. Elodie per la prima volta sceglie la narrazione attraverso immagini video per mostrare alcuni dei momenti più importanti della sua carriera, la sua sfida per trovare la canzone per Sanremo 2023 e il suo essere costantemente in bilico tra la continua voglia di migliorarsi e la paura di non essere mai abbastanza. I tre episodi, prodotti da Matteo Rovere e Leonardo Godano, sono stati diretti da Nicola Sorcinelli.

Sempre a febbraio, venerdì 10, è prevista l’uscita del nuovo album “Ok. Respira”, all’interno del quale sarà contenuto anche “Due”, brano con cui Elodie sarà in gara al Festival della canzone italiana. Già annunciato, tra gli appuntamenti del 2023, anche il suo primo show al Mediolanum Forum il 12 maggio, prodotto da Vivo Concerti.

Brendan Gleeson: 10 cose che non sai sull’attore

Brendan Gleeson: 10 cose che non sai sull’attore

Brendan Gleeson, noto per i suoi personaggi da mentore o da figura burbera e autoritaria, è un attore dotato di un talento raro, che gli permette non solo di interpretare qualunque tipo di personaggio, passando con naturalezza da un genere cinematografico ad un altro, ma anche di conferire a tali personaggi una profonda umanità, ben oltre quella che viene per lo scritta. È proprio questo uno degli aspetti più incantevoli della sua attività di interprete e che lo rende tanto memorabile nel cuore degli spettatori.

Ecco 10 cose che non sai di Brendan Gleeson.

Brendan Gleeson: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. Gleeson ottiene una prima popolarità al cinema recitando in film come Cuori ribelli (1992), Braveheart – Cuore impavido (1995) e Michael Collins (1996), con Liam Neeson. In seguito ha recitato in Mission: Impossible 2 (2000), con Tom Cruise, A.I. – Intelligenza artificiale (2001), 28 giorni dopo (2002), Gangs of New York (2002), con Daniel Day-Lewis, Troy (2004), The Village (2004), Le crociate (2005) e Harry Potter e il calice di fuoco (2005). Tra gli altri film in cui ha recitato negli ultimi anni si annoverano In Bruges – La coscienza dell’assassino (2008), Un poliziotto da happy hour (2011), Safe House (2012), Edge of Tomorrow (2014), Calvario (2014), Suffragette (2015), Heart of the Sea (2015), con Chris Hemsworth, La legge della notte (2016), Paddington 2 (2017), La ballata di Buster Sgruggs (2018), Frankie (2019), Macbeth (2021), con Denzel Washington, e Gli spiriti dell’isola (2022).

2. Ha preso parte anche a progetti per la TV. Oltre ai tanti film per il cinema in cui ha recitato, Gleeson ha preso parte, ancora agli inizi della sua carriera, anche a film per la TV come Hard Shoulder (1990), Saint Oscar (1991), The Treaty (1991), The Snapper (1993), Avventure nei mari del nord (1995), Making the Cut (1998) e Into the Storm – La guerra di Churchill (2009). Negli ultimi anni ha poi recitato anche in tre serie: 1916 Seachtar Dermadta (2013), Mr. Mercedes (2017-2019), tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King, e State of the Union (2022).

3. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Nel corso della sua carriera Gleeson ha ricevuto nomination ad alcuni dei più importanti premi assegnati per il cinema. Tra questi si anoverano sette candidature ai Satellite Award, dove ha vinto due volte come miglior attore per Into the Storm e Mr. Mercedes, due candidature agli Emmy Award, dove ha vinto come miglior attore per Into the Storm, e cinque nomination ai Golden Globe. Nel 2023 ha infine ricevuto la sua prima candidatura ai premi Oscar come miglior attore non protagonista per Gli spiriti dell’isola.

Brendan-Gleeson-harry-potter

Brendan Gleeson è Malocchio Moody in Harry Potter

4. Non era sicuro di voler recitare nel film. Il ruolo più celebre di Gleeson è senza dubbio quello di Alastor “Malocchio” Moody nella saga di Harry Potter. Più precisamente egli compare nel quarto, nel quinto e nel settimo film. Inizialmente, però, l’attore ha raccontato di aver firmato solo per un film, poiché non se la sentiva di partecipare ad una saga di un genere che non sentiva suo. In particolare, l’attore era preoccupato all’idea di lavorare con interpreti molto giovani. Una volta sul set, però, si è lasciato conquistare dall’atmosfera magica e tutt’altro che infantile, decidendo di rimanere nella saga.

5. Ha basato il personaggio su sue esperienze pregresse. Prima di diventare un attore, Gleeson a lavorato per dieci anni come insegnante di lingua e letteratura inglese e irlandese al Catholic Belcamp College di Dublino. L’attore ha raccontato di essersi basato sulle sue esperienze come docente per interpretare Malocchio Moody, riproponendo alcuni dei suoi atteggiamenti in aula, portandoli naturalmente all’estremo. Gleeson, inoltre, ha affermato di essersi sentito capace di “esorcizzare” qualche cattiveria compiuta nella sua carriera di professore.

Brendan Gleeson in Braveheart – Cuore impavido

6. Quello in Braveheart è stato uno dei suoi primi ruoli importanti. Dopo alcuni ruoli per il cinema e la televisione, Gleeson si è fatto conoscere per il personaggio di Hamish, ruolo secondario nel film Braveheart – Cuore impavido, diretto e interpretato da Mel Gibson. Nel film Gleeson interpreta dunque uno dei più fedeli capitani del protagonista, anche se il vero condottiero a cui il suo Hamish è ispirato era scozzese e non irlandese, come è invece l’attore. Ad ogni modo, fu questo uno dei primi ruoli a conferire popolarità a Gleeson.

Brendan-Gleeson-Colin-Farrell

Brendan Gleeson in Troy

7. Ha interpretato un celebre condottiero. Dopo essere stato un guerriero in Braveheart, Gleeson ha avuto l’occasione pochi anni dopo di interpretarne un altro ancor più celebre nel film epico Troy. Qui egli è infatti Menelao, l’uomo a cui Paride ruba la bella Elena, di fatto scatenando la guerra tra greci e troiani. Gleeson si è dunque stavolta trovato a doversi confrontare con abiti di scena particolarmente elaborati e con sequenze di battaglia molto complesse. Anche questo è poi divenuto un altro dei ruoli per cui l’attore è oggi maggiormente ricordato.

Brendan Gleeson e Colin Farrell

8. Ha lavorato in due occasioni con il collega irlandese. Brendan Gleeson e Colin Farrell si sono dimostrati essere una straordinaria coppia cinematografica, forte della grande sintonia esistente tra i due interpreti. I due hanno ad oggi lavorato insieme per i film In Bruges – La coscienza dell’assassino e Gli spiriti dell’isola, entrambi diretti da Martin McDonagh, anche lui irlandese di origini. In entrambi i casi i due si sono sempre dichiarati entusiasti del lavoro svolto insieme, considerando il periodo di lavoro sui due film realizzati insieme come estremamente creativo e personalmente rinvigorente.

Brendan Gleeson e i suoi figli

9. Ha quattro figli. Sposato dal 1982 con Mary Weldon, l’attore ha quattro figli: lo scrittore Rory e gli attori Fergus, Brian e Domhnall Gleeson. Quest’ultimo è il più noto tra i tre, celebre per aver recitato, come il padre, nella saga di Harry Potter, ricoprendo il ruolo di Bill Weasley, ma anche nei film Ex Machina, Anna Karenin e nella trilogia sequel di Star Wars nei pani del Generale Armitage Hux. Domhnall ha dunque recitato accanto al padre in Harry Potter, anche se inizialmente contrario alla cosa per via del suo non voler essere giudicato in base alla loro parentela.

Brendan Gleeson: età e altezza dell’attore

10. Brendan Gleeson è nato a Dublino, Irlanda, il 20 marzo del 1955. L’attore è alto complessivamente 1,86 metri.

Fonte: IMDb

La favorita: la vera storia dietro al film di Yorgos Lanthimos

La favorita: la vera storia dietro al film di Yorgos Lanthimos

Negli ultimi anni la figura femminile al cinema si è arricchita di sempre più sfumature e ruoli, allontanandosi dagli stereotipi con cui per troppo a lungo era stata raccontata e abbracciando rappresentazioni più variegate e fedeli alla realtà. Uno dei film più recenti che senza dubbio ha contribuito a ciò è La favorita (qui la recensione), uscito nel 2018 per la regia del greco Yorgos Lanthimos, già autore di The Lobster e Il sacrificio del cervo sacro e ora al cinema con Povere creature! (qui la recensione). Scritto da Deborah Davis e Tony McNamara, il film non solo ritrae figure realmente esistite nella storia, ma si concentra su dinamiche e temi particolarmente attuali ancora oggi.

Le prime bozze della sceneggiatura erano in circolazione già dalla fine degli anni Novanta, ma il progetto faticava a trovare finanziatori per via della mancanza di personaggi maschili significativi e per i contenuti lesbici. Con il cambiamento della società e l’accresciuta popolarità del movimento #MeToo, il film ha infine potuto trovare il proprio posto in un contesto ormai pronto a questa tipologia di storie. Curato sino al minimo dettaglio e girato prevalentemente nella Hatfield House, nell’Hertfordshire, il film venne poi presentato in concorso al Festival di Venezia, dove ottenne i primi onori.

Osannato dalla critica, La favorita divenne uno dei principali protagonisti della stagione dei premi, ottenendo infine ben 10 nomination al premio Oscar. Tra i film più importanti del suo anno, è un’opera che merita più visioni per poter essere sviscerata in ogni suo elemento, tema e significato. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast del film La favorita

Ambientato durante i primi ani del 1700, nel pieno della guerra tra Francia e Inghilterra, il film ha per protagonista la regia Anna Stuart, donna ormai non più giovane e con diversi problemi di salute che la portano a trascurare i suoi impegni di regnante. Al suo fianco non manca mai Sarah Churchill, sua fidata consigliera nonché amica intima. È lei ad amministrare il potere per conto della regina, traendone benefici di ogni sorta. L’arrivo a corte della cugina di Sarah, Abigail Masham, nobile caduta in disgrazia, finirà per scuotere gli equilibri vigenti. Ben presto, tra le due donne avrà inizio una vera e propria guerra per decretare chi sarà la favorita della regista.

Per il ruolo della regina Anna, Lanthimos aveva preso in considerazione un’unica interprete, Olivia Colman, che aveva già lavorato per lui in The Lobster. L’attrice si è dichiarata da subito molto attratta dal ruolo, per il quale ha accettato di guadagnare circa 16 chili. Per la sua complessa interpretazione, l’attrice ha poi vinto numerosi onori, tra cui la Coppa Volpi al Festival di Venezia e l’Oscar alla miglior attrice protagonista. Nel ruolo di Sarah Churchill vi è invece Rachel Weisz, la quale ha affermato di aver accettato la parte poiché raramente le erano capitati personaggi femminili tanto complessi. Anche lei è poi stata nominata all’Oscar nella categoria alla miglior attrice non protagonista.

Chiude il terzetto di attrici la premio Oscar Emma Stone, interprete di Abigail Masham. Inizialmente la Stone pensava di rifiutare il ruolo, credendo che il personaggio di Abigail non sarebbe stata altro che una succube, ma quando arrivò alla fine della sceneggiatura implorò Lanthimos di assegnarle la parte. Per prepararsi a questa, però, la Stone dovette fare molta pratica con l’accento britannico e in particolare con il modo di parlare vigente nell’700. Come le due colleghe, anche la Stone è poi stata candidata all’Oscar nella categoria alla miglior attrice non protagonista. Nel film si ritrovano poi anche Nicholas Hoult nel ruolo di Robert Harley e Joe Alwyn in quelli di Samuel Masham.

La favorita storia vera

La favorita: la vera storia dietro al film

Seppur molto romanzata e spesso discordante rispetto alla realtà, la vicenda di La favorita è ispirata alla vera regina Anna, salita al trono di Inghilterra nel 1702. Poiché questa aveva ricevuto una scarsa educazione, non poteva essere particolarmente autonoma nel prendere decisioni politiche. Per tale motivo le venne affiancata l’amica d’infanzia Sarah Churchill, duchessa di Marlborough, la quale divenne di fatto la detentrice del potere. Benché fossero legatissime, Sarah era solita abusare del controllo che aveva sulla regina, manipolandola proprio come un burattino. In breve, divenne così la donna più influente del regno.

Questo almeno fino a quando non si trovò spodestata dal suo ruolo di favorita dalla cugina Abigail Masham. Contrariamente a Sarah, Abigail si presentava come gentile, affabile e disposta ad esaudire ogni desiderio della regina. Ella finì con il diventare, nel 1704, Lady of the Bedchamber della Regina. A questo punto del film, il regista enfatizza le teorie su un possibile rapporto sentimentale tra le tre donne. In realtà gli storici tendono a screditare tali voci, le quali sembrerebbero essere state messe in giro dalla stessa Sarah al fine di rovinare il rapporto tra la regina e Abigail. Attraverso la vicenda delle tre, però, Lanthimos può parlare di tematiche a lui care: il potere e le sue implicazioni e sfumature.

La salute della regina peggiorò poi nel corso del 1713. Anna, che già soffriva di gotta, fu colpita da un’erisipela che le causò un ascesso e febbre, conducendola a 49 anni alla morte il 1º agosto 1714. Sarah, che dopo la definitiva rottura con Anna nel 1711 era stata allontanata insieme al marito dalla corte degli Stuart, ritornò in auge quando alla morte della regina salirono al trono gli Hannover, continuando dunque ad avere un ruolo importante fino alla sua morte, avvenuta nel 1744. Abigail, invece, si ritirò a vita privata nel 1714, alla morte della regina, spegnendosi poi il 6 dicembre 1734.

Il trailer di La favorita e dove vedere il film in streaming

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. La favorita è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Prime Video, Disney+ e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo.

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood

Life Upside Down, la recensione del film con Bob Odenkirk

Life Upside Down, la recensione del film con Bob Odenkirk

Life Upside Down era stato presentato alla scorsa edizione delle Giornate degli Autori durante la 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Si tratta del nuovo film di Cecilia Miniucchi, cineasta italiana che lavora negli Stati Uniti, e che aveva inizialmente il titolo di Worlds Apart – Monti Lontani.

Interamente girato tra giugno e luglio 2020, in pieno lockdown, dagli stessi attori protagonisti della pellicola con i loro smartphone, tablet e PC, è stato poi man mano montato dalla regista che guidava il cast tramite FaceTime. Dal 27 gennaio uscirà on demand e in sala in diverse città USA, tra cui Los Angeles e New York, e in Italia verrà distribuito a maggio da Genoma Films.

Life Upside Down girato in pieno lockdown

I protagonisti di questa storia di (più o meno) vecchi ricordi da quarantena, sono Jonathan (Bob Odenkirk, celeberrimo per Better Call Saul), Clarissa (Radha Mitchell), Paul (Danny Huston) e Rita (Rosie Fellner). Nella prima sequenza (che è l’unica, oltre all’ultima, ad essere stata girata all’aperto, in presenza) il gallerista Paul accoglie entusiasta la sua amante Clarissa, accompagnata dai suoi ricchi amici Paul e Rita, venuti a trovarlo in occasione di una nuova esposizione di opere nel grande spazio che ha affittato. La passione e la complicità con Clarissa sono al massimo, mentre la loro coppia di amici, per quanto sembri poco avvezza all’arte, sta per comprare un quadro dalla cifra esorbitante garantendo così a Jonathan un incasso coi fiocchi. Tutto sembra andare per il meglio, se non fosse che un’epidemia di proporzioni globali mette in ginocchio il mondo attorno e dentro di loro.

L’effetto generato dalle riprese ottenute con device mobili è naturalmente straniante, dal punto di vista dell’immagine, perché è chiaro che i colori e la fluidità risultino inevitabilmente freddi, quasi come se spiassimo gli attori da telecamere di sorveglianza. Tra l’altro Cecilia Miniucchi sceglie di far posizionare il punto di vista delle riprese tendenzialmente in basso, accentuando l’impressione di cogliere di sorpresa le scene a cui assistiamo, sensazione alla quale siamo ben abituati, quali continui spettatori di filmati amatoriali che guardiamo instancabili dai nostri telefoni.

Chiusi in casa prima di tutto con noi stessi

Una volta blindati in casa i protagonisti, iniziano a innescarsi tutte le dinamiche che abbiamo imparato a conoscere molto bene, con fiumi d’inchiostro che si sono sprecati sulle riflessioni rispetto alle menzogne su cui costruiamo le nostre relazioni più intime (in primis verso noi stessi), e la quantità di idee che ci vengono per alienarci da esse.

Da una parte c’è la coppia composta da Paul e Rita: lui abbastanza più grande di lei, scrittore e intellettuale, lei affascinante, sportiva e giovanile, che inizieranno progressivamente a toccare con mano la distanza sostanziale tra loro e a riflettere su quale sia davvero il collante che li tiene insieme. Dall’altro lato, anzi: due, c’è Jonathan malvolentieri rinchiuso in casa con la moglie, e Clarissa, sola. Cercheranno in ogni modo di sentirsi in quei brevi ritagli di tempo tra la proverbiale passeggiata con il cane e il tragitto per buttare sacco dell’immondizia.

Quanti ricordi – e forse altrettanti incubi – lascia emergere Life Upside Down. È bello il coraggio creativo che Cecilia Miniucchi tira fuori e a cui dà vita insieme a questo piccolo cast di grandi attori. Riporta alla memoria tanti dei discorsi che abbiamo ascoltato e letto in ore e ore di calma (per chi ha avuto la grazia di non vivere l’emergenza in prima linea, chiaramente) e silenzi, quando riflettevamo sul senso delle nostre vite con un’ottica globale come forse mai prima di quei momenti era capitato. È quindi interessante fare un riepilogo di come stanno le cose a distanza di tre anni, perché le brevi storie dei quattro protagonisti di Life Upside Down sono identiche a quelle che ognuno di noi ha vissuto in quei mesi, quando ci siamo posti domande importanti senza però aver modo di sfuggire alle risposte.

JUNG_E, recensione del nuovo film Netflix

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JUNG_E, recensione del nuovo film Netflix

Trasportandoci in un futuro dai tratti distopici, JUNG_E è la nuova pellicola sci-fi scritta e diretta dal regista sudcoreano Yeon Sang-ho. Il film prodotto dalla Climax Studios e distribuito in tutto il mondo da Netflix, presenta un cast di figure rilevanti nel cinema sudcoreano. Tra queste si ricorda specialmente l’attrice Kang Soo-yeon  nel ruolo di Yun Seo-hyun, prematuramente scomparsa il sette maggio dello scorso anno, dopo la fine delle riprese di JUNG_E. A questa si affiancano Kim Hyun-joo e Ryu Kyung-soo nei panni rispettivamente di JUNG_E e del direttore Kim Sang-Hoon. Nei primi giorni dall’uscita sulla piattaforma streaming, JUNG_E ha  scalato le classifiche piazzandosi ai primi posti a  livello globale su Netflix.

JUNG_E: un futuro di guerra

Con l’aggravarsi delle condizioni climatiche sul pianeta Terra per via dell’innalzamento delle temperature e del livello dei mari, gran parte della popolazione umana è costretta ad abbandonare la propria casa alla volta di rifugi spaziali. Qui alcuni di questi si auto proclamano indipendenti, formando la Repubblica Adriana, scatenando una guerra con le altre forze alleate, conflitto che durerà per decenni.

In questo contesto, il progetto JUNG_E si occupa di creare cloni da guerra; per fare ciò, la scienziata Yun Seo-hyun porta avanti numerosi esperimenti con la memoria della formidabile mercenaria Yun Jung-yi, sua madre, immagazzinata in cervelli artificiali. Numerosi cloni di Yun Jung-yi vengono sottoposti a delle simulazioni della sua ultima battaglia, per poterne studiare le stimolazioni cerebrali ed usare tale conoscenza per creare soldati perfetti come questa eroina. Trattandosi di una clonazione di tipo c, i cloni non vengono riconosciuti come persone e non hanno alcun diritto. Ma gli esperimenti non sembrano dare i risultati sperati, e con la fine della guerra il progetto JUNG_E sembra essere destinato a concludersi senza risultati.

Dalla clonazione al rapporto madre-figlia

Le tematiche trattate in JUNG_E sono molteplici: prima fra tutte la condizione umana in questo futuro dai tratti post apocalittici. L’elemento del disastro ambientale provocato dall’uomo permea nelle vicende già dal preambolo, dal motivo che ha portato gli umani a vivere nello spazio. Resta presente nel resto del film tramite visioni di paesaggi di inquietanti distese di rifiuti nel nuovo centro abitato. Anche dopo aver distrutto la Terra, non sembra si sia ancora imparata la lezione di dover avere cura dell’ambiente in cui si vive.

Jung_E netflixAltro fattore dominante è la clonazione. Si tratta di uno dei temi maggiormente presenti nelle pellicole sci-fi. Si pensi a film come Ghost in the shell, diretto da Rupert Sanders e con l’attrice Scarlett Johansson,  oppure al cult  Blade Runner, diretto da Ridley Scott con Harrison Ford. La possibilità  di prolungare la propria esistenza in corpi robotici sembra essere un tema molto affascinante nel cinema, ma anche qui in JUNG_E ne vengono riconosciuti i limiti: la macchina non potrà mai sostituire in tutto e per tutto l’uomo

Infine, l’ultimo tema che viene sviluppato nel film è il rapporto tra Yun Seo-hyun e sua madre. Yun Jung-yi ha fatto molti sacrifici per dare la possibilità alla figlia di guarire, malata da piccola di cancro. Questo la portò a divenire una mercenaria. Yun Seo crede che la madre sia bloccata nella simulazione per una sorta di risentimento nei suoi confronti, si sente in colpa ed in qualche modo responsabile per la morte di Jung-yi. Nel volgere verso la fine del film, la figlia potrà chiarire i propri sentimenti, se pur solo con un clone della propria madre.

La violazione dei diritti della personalità

Una tematica presente i JUNG_E che merita un  suo particolare focus è il trattamento dei dati personali, che qui non si limitano ad essere semplicemente nome cognome, data di nascita o altre cose simili. Qui ad essere venduti come se nulla fosse sono interi complessi cerebrali che danno vita a persone. Considerando il diritto privato attuale, una cosa del genere sarebbe al momento impensabile. La stessa Costituzione italiana, tra i diritti inviolabili dell’uomo all’articolo 2, garantisce il diritto all’identità personale. Ma riflettendoci un attimo, giorno dopo giorno, social dopo social, tutti noi accettiamo continuamente delle micro-violazioni della nostra privacy, accettando condizioni sul trattamento dei nostri dati, i “cookies”, a cui non facciamo molto caso. Pellicole di questo genere ci aiutano a riflettere sull’importanza e sull’unicità del nostro essere, che deve sempre essere salvaguardato, per evitare di divenire un giorno un clone di tipo c!

JUNG_E: una pellicola a metà

La più grande pecca di JUNG_E è il pressappochismo con cui tutti questi elementi vengono riportati sullo schermo. In soli 99 minuti si cerca di rappresentare tutta una realtà nuova, ma in tale maniera si lascia molto inspiegato ed in sospeso allo spettatore. Si sarebbe potuto approfondire l’aspetto sociale, che ci è noto solo in qualche fugace scena, mentre Yun Seo-hyun è sul treno. Piuttosto che posizionare delle semplici didascalie all’inizio del film, esplicative della  guerra tra adriani e forze alleate, sarebbe stato preferibile sviluppare alcune scene in funzione di flashback.

Alessio Cremonini, intervista al regista di Profeti

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Alessio Cremonini, intervista al regista di Profeti

Ecco la nostra intervista a Alessio Cremonini, il regista di Sulla mia pelle che arriva in sala con la sua opera seconda, Profeti, interpretata da Jasmine Trinca. Il film arriva in sala dal 26 gennaio distribuito da Lucky Red.

Profeti, il nuovo film di Alessio Cremonini, vincitore del David di Donatello come Miglior regista esordiente per Sulla mia pelle, arriverà solo al cinema dal 26 gennaio, dopo aver vinto il Black Panther Award 2022 – Menzione speciale della giuria al Noir InFestival, dove è stato presentato in anteprima. Il lungometraggio con protagonista Jasmine Trinca due volte David di Donatello come Migliore attrice e Premio Un Certain Regard per la migliore interpretazione femminile al Festival di Cannes una sorprendente Isabella Nefar e Ziad Bakri, è una produzione Cinemaundici e Lucky Red con Rai Cinema in collaborazione con Sky Cinema.

Profeti è la storia del confronto tra Sara (Jasmine Trinca), una giornalista italiana andata in Medio Oriente per raccontare la guerra dello Stato Islamico, e Nur (Isabella Nefar), una foreign fighter radicalizzata a Londra che ha sposato un miliziano e ora vive nel Califfato. Sara viene rapita dall’Isis e in quanto donna, in quanto essere inferiore che ha dignità solo se sottomessa al maschio, non può stare in una prigione dove sono presenti anche degli uomini. Per questo motivo viene data in custodia ad una sua “pari”: ad una donna. Nur diventa la sua carceriera. La casa di Nur, la sua prigione. E sarà proprio quella casa nel mezzo di un campo di addestramento dello Stato Islamico il luogo dove Sara e Nur si confronteranno. Un confronto quasi impossibile che si trasforma in guerra psicologica mentre attorno scoppiano le bombe e i nemici vengono bruciati vivi per vendetta. Un confronto fatto di silenzi, di sottili ricatti, e dal progressivo tentativo di Nur di convertire Sara.

Dopo aver raccontato le vicende di Stefano Cucchi in Sulla mia pelle, Alessio Cremonini si confronta con temi altrettanto attuali: la prigionia, i diritti delle donne, il Medio Oriente, la religione, lo scontro di civiltà. «Sono questi i temi della mia indagine: lo strumento è il cinema. Un cinema inteso come “viaggio” che svela storie, che percorre strade poco battute. Un cinema politico. Un cinema radicale. Un cinema essenziale» – ha dichiarato Cremonini – «Un film su due donne occidentali che hanno fatto scelte diametralmente opposte. Sara, una giornalista italiana rapita dall’Isis durante un reportage di guerra in Siria, e Nur che la tiene prigioniera per mesi in una casa costruita in un campo di addestramento dello Stato Islamico. Quello che il cinema può e deve fare, è mettere in scena la vicenda di Sara e Nur senza manicheismi o semplificazioni retoriche. Questa storia, infatti, non soltanto è metafora di quello che accade in molte parti del Medio Oriente, ma ci riguarda da vicino. Poiché, ormai lo sappiamo, se nell’altra sponda del Mediterraneo inizia un incendio poi le fiamme arrivano anche da noi».

Il film inizia con le parole di una combattente curda intervistata da Sara, la giornalista italiana interpretata da Jasmine Trinca:  «Combatto per i curdi, per la libertà e per le donne. In Medio Oriente, se sei una donna, devi imparare a difenderti il prima possibile. Qui, la maggior parte dei regimi è basata sulla sottomissione, sull’oppressione delle donne. È per questo che le uniche persone che possono cambiare questa mentalità sono le donne», parole che portano subito la mente quanto sta accadendo in Iran.

Shrinking, recensione della serie con Jason Segel e Harrison Ford

Dopo il successo di The Shrink Next Door con Will Ferrell e Paul Rudd, Apple TV+ propone Shrinking, una nuova serie dramedy, creata da Brett Goldstein, Bill Lawrence e lo stesso Jason Segel che la interpreta, che vede protagonisti un gruppo di psicoterapeuti, ognuno di essi alle prese con i propri problemi personali.

Shrinking, la trama

Al centro della storia di Shrinking si trova Jimmy (Jason Segel), il quale dopo aver perso la moglie in un tragico incidente non riesce a rimettere in piedi la propria vita. A farne le spese è principalmente sua figlia adolescente. Sua collega è Gaby (Jessica Williams), donna che riesce a vedere il lato positivo di ogni cosa, anche del divorzio che sta affrontando. A capo dello studio si trova invece il veterano Phil (Harrison Ford), affetto dalle prime fasi del Morbo di Parkinson. Insieme questi tre terapeuti devono affrontare non soltanto i pazienti che si presentano loro ma anche una serie di piccole, grandi catastrofi di tutti i giorni.

Fin dal pilot di Shrinking si può facilmente comprendere come ogni elemento dello show sia stato curato con discreta precisione, dall’ambientazione alla delineazione psicologica dei personaggi. Tutti i tasselli del puzzle sono stati incastrati con cura, a formare un ritratto che non possiede sbavature o imprecisioni. Il che però non significa necessariamente essere in grado di catturare l’attenzione del pubblico o rimanere impresso nella memoria.

Mancanza di originalità

Poiché per quanto non si riescano a trovare evidenti difetti nelle varie puntate di Shrinking, ugualmente si fatica a scovarne un minimo di originalità. Ogni elemento dello show realizzato per Apple TV+ possiede un vago sapore derivativo, il quale sembra essere stato già provato  – e probabilmente gustato con maggiore efficacia – da qualche altra parte. Certo, quando poi hai nel cast attori consumati alla commedia come Jason Segel (How I Met Your Mother) o Christa Miller (Scrubs), a cui aggiungere una leggenda vivente come Harrison Ford, è quasi scontato che non ci si annoi.

Harrison Ford, un’icona inossidabile

In particolare proprio l’attore che non vediamo l’ora di rivedere nel ruolo di Indiana Jones “gioca” con discreta intelligenza con il suo essere un’icona apparentemente inossidabile. E così gli episodi di Shrinking scorrono via leggeri e spigliati, lasciando comunque la sensazione costante che avrebbero potuto regalare allo spettatore qualche brivido emotivo in più, un momento di malinconia o addirittura di melodramma capace di produrre quella lacrimuccia che in fondo ci aspettiamo in produzioni di questo tipo. Tutto sommato il personaggio che convince maggiormente è quello di Gaby, anche perché Jessica Williams rappresenta l’elemento di novità e freschezza rispetto al resto del cast.

Creata da Brett Goldstein, Bill Lawrence e lo stesso Jason Segel, Shrinking è una serie dramedy che a conti fatti non aggiunge o toglie nulla al proprio genere di appartenenza. e questo è probabilmente il suo maggior difetto. Un prodotto che avesse rischiato qualcosa in più uscendo fuori dai binari del consueto, magari rischiando anche qualche strafalcione nel tono o nella linea narrativa, avrebbe probabilmente suscitato una maggiore curiosità rispetto uno show che invece scivola via pacato, fin troppo, tanto da non incidere mai veramente. Rimane l’efficacia di qualche duetto, il divertimento assicurato da alcune situazioni più propriamente di genere, elementi che di certo non bastano a fare di Shrinking uno show degno di essere ricordato a lungo…

Prime Video annuncia che la nuova docu-serie Marc Márquez: ALL IN

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Prime Video ha annunciato oggi la data di uscita e il trailer dell’attesissima docu-serie Marc Márquez: ALL IN, che racconta la storia dell’otto volte campione del mondo di MotoGP. La serie in cinque episodi sarà disponibile dal 20 febbraio in esclusiva su Prime Video in tutto il mondo.

Dopo non aver potuto gareggiare per ben due anni a causa di un infortunio, Marc comincia la stagione 2022 con un unico obiettivo: tornare al livello di prima e diventare il miglior pilota della storia. Per fare questo, Marc decide di lasciare la sua città natale e la sua famiglia per intraprendere una nuova avventura a Madrid ed essere più vicino al suo team medico.

In questo viaggio, Marc si trova di fronte a un dilemma e deve decidere se continuare a gareggiare a velocità ridotta o sottoporsi a un ulteriore intervento chirurgico. Decide di fermarsi, per poter tornare ad essere il pilota che è sempre stato. “La felicità mi ha sempre permesso di vincere”, afferma l’otto volte campione del mondo.

Grazie a un accesso senza precedenti, la docu-serie mostra il lato più personale di Marc: i continui rischi dell’operazione e il lungo percorso di recupero, la sofferenza di un campione impossibilitato a gareggiare ai suoi massimi livelli, il costante supporto della sua famiglia e degli amici… ma soprattutto, la sua capacità di superare le difficoltà e lottare ancora una volta per il podio. Marc ripercorre, inoltre, alcuni dei momenti chiave della sua carriera, che lo hanno reso uno dei migliori piloti della storia.

Prodotti da Fast Brothers in collaborazione con Red Bull Media House, TBS e Dorna, i cinque episodi seguiranno la carriera di questo pilota unico, nella cornice della sua stagione più decisiva. È il suo ultimo shot, la sua occasione per riposizionarsi come il migliore

Make or Break: la seconda stagione in arrivo su su Apple TV+

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Make or Break: la seconda stagione in arrivo su su Apple TV+
La seconda stagione di Make or Break, la docuserie che porta lo spettatore dietro le quinte delle competizioni più prestigiose, insieme ai migliori surfisti del mondo in gara per il titolo al World Surf League (WSL) Championship Tour (CT), farà il suo debutto su Apple TV+ il prossimo 17 febbraio con i primi quattro episodi; gli altri quattro episodi usciranno la settimana successiva, il 24 febbraio.

Con interviste inedite, Make or Break torna nel mondo del surf professionale, offrendo un’immersione intima e profonda nelle aspirazioni, nelle sfide, nella carriera e nella vita personale dei surfisti che competono per rimanere nell’élite del WSL Championship Tour maschile e femminile. La docuserie porterà il pubblico nelle splendide località che hanno ospitato la stagione agonistica 2022, catturando gli alti e bassi del “Dream Tour”, tra cui il mid-season cut, le rivalità internazionali e i ribaltamenti da record che hanno infranto ogni pronostico.

Ogni episodio della serie, suddivisa in otto puntate, accende i riflettori sui surfisti di fama internazionale, offrendo interviste inedite con:

  • Kelly Slater
  • Tatiana Weston-Webb
  • Stephanie Gilmore
  • Owen Wright
  • Tyler Wright
  • Jack Robinson
  • Morgan Cibilic
  • Gabriel Medina
  • Filipe Toledo
  • Kanoa Igarashi
  • Griffin Colapinto
  • Italo Ferreira
  • Matthew McGillivray
  • Johanne Defay
  • John John Florence
  • Brisa Hennessy
La docuserie Make or Break è prodotta per Apple da Box to Box Films (“F1: Drive to Survive”, “Break Point”) in collaborazione con la World Surf League. I produttori esecutivi sono il vincitore dell’Oscar e del BAFTA James Gay-Rees (“Exit Through the Gift Shop”, “Amy”), il candidato al premio BAFTA Paul Martin, Warren Smith e il CEO della World Surf League Erik Logan.

Make or Break, la trama

La seconda stagione di “Make or Break” si aggiunge all’offerta sempre più ampia di programmi di saggistica sportiva su Apple TV+, tra cui un documentario recentemente annunciato sulla vita e la carriera rivoluzionaria del sette volte campione del mondo di Formula Uno Sir Lewis Hamilton; il docufilm recentemente annunciato “Underrated”, con la leggenda dell’NBA Stephen Curry; l’acclamata docuserie in quattro parti nominata agli Emmy Award “They Call Me Magic”, che racconta la vita e la carriera del due volte NBA Hall of Famer e icona culturale Earvin “Magic” Johnson; “The Dynasty”, una nuova docuserie sui New England Patriots, realizzata da Imagine Documentaries di Brian Grazer e Ron Howard, in associazione con NFL Films; “The Long Game: Bigger Than Basketball” sul fenomeno della pallacanestro Makur Maker; e “Greatness Code”, una serie breve senza sceneggiatura diretta da Gotham Chopra e co-prodotta da Uninterrupted e Religion of Sports.
Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti.  Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019,Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming di prodotti completamente originali lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima titoli originali e ha ricevuto il maggior numero di premi più rapidamente che altri servizi di streaming dal momento del loro debutto. Ad oggi, i film, i documentari e le serie Apple Original sono stati premiati con oltre 315 vittorie e oltre 1.383 nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e il vincitore dell’Oscar per il miglior film di quest’anno “CODA“.

Avatar: un concept del 2004 rivela un look ai Na’vi molto diverso da quello che conosciamo

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Joseph C. Pepe, concept artist e Lead Character Designer per i sequel di Avatar ha condiviso dei concept art risalenti al 2004 in cui vediamo un’idea generale di Na’vi molto diversa rispetto a ciò che abbiamo poi avuto sullo schermo.

Nella didascalia, Pepe conferma l’interesse straordinario di James Cameron per la ricerca naturale e antropologica legata a quello che è stato costruire il mondo di Pandora. Ecco di seguito la prima immagine fotorealistica di un Na’vi mai realizzata:

Avatar: la via dell’acqua, la recensione

Attualmente sono previsti altri tre film del franchise, con Avatar 3  programmato provvisoriamente per il 20 dicembre 2024, Avatar 4 fissato per il 18 dicembre 2026 e Avatar 5 il 22 dicembre 2028.

Con Avatar: La Via Dell’Acqua, l’esperienza cinematografica raggiunge nuove vette: Cameron trasporta il pubblico nel magnifico mondo di Pandora in un’avventura spettacolare e ricca di azione. Ambientato più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar: La Via Dell’Acqua inizia a raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che combattono per rimanere in vita e delle tragedie che affrontano.

Diretto da James Cameron e prodotto da Cameron e Jon Landau, la produzione Lightstorm Entertainment è interpretata da  Sam WorthingtonZoe SaldanaSigourney Weaver, Stephen Lang e Kate Winslet. La sceneggiatura è scritta da James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver, e il soggetto è di James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver & Josh Friedman & Shane Salerno. David Valdes e Richard Baneham sono i produttori esecutivi.

Harrison Ford si trasforma in Red Hulk in una fanart

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Harrison Ford si trasforma in Red Hulk in una fanart

Con la decisione della Marvel di riportare in scena il personaggio del Generale Thunderbolt Ross con le fattezze di Harrison Ford, a causa della scomparsa di William Hurt che lo aveva interpretato in cinque film del Marvel Cinematic Universe fino a Black Widow, avremo ancora la possibilità di vedere il personaggio sul grande schermo.

Questa volta però potrebbe davvero compiere il suo destino dei fumetti e trasformarsi in Red Hulk. Per questo, vi proponiamo una fanart di 21xfour che si immagina che aspetto potrebbe avere un Red Hulk di Harrison Ford.

https://www.instagram.com/p/Cnsy59vL83e/?utm_source=ig_embed&ig_rid=be254df3-2450-492a-a6bd-eb3c747a7ef8

Vi ricordiamo che Thunderbolts  uscirà nelle sale il 26 luglio 2024. Il film sarà diretto da Jake Schreier, e vedrò protagonisti Florence Pugh, Hannah John-Kamen (?), Sebastian Stan, David Harbour, Olga Kurylenko, Wyatt Russell, Julia Louis-Dreyfus l’ultimo grande annuncio Harrison Ford.

Titanic, aperte le prevendite per il film che torna in sala dal 9 febbraio

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Sono ufficialmente aperte le prevendite dei biglietti per il celebre film di James CameronTitanic, che tornerà nelle sale italiane in 3D dal 9 febbraio in occasione del 25° anniversario, distribuito da The Walt Disney Company Italia. Per prenotare i biglietti è possibile accedere al sito www.titanicilfilm.it, in continuo aggiornamento.

Una versione rimasterizzata di Titanic, il film di James Cameron pluripremiato agli Academy Award®, torna nelle sale cinematografiche in 3D durante il periodo di San Valentino: con un cast guidato dai vincitori del premio Oscar® Leonardo DiCaprio e Kate Winslet, il film è un’epica storia d’amore ricca di azione ambientata nello sfortunato viaggio inaugurale dell’“inaffondabile” Titanic, all’epoca il più grande oggetto in movimento mai costruito.

Titanic: 25th Anniversary | Prevendite aperte

Titanic ha vinto un record di 11 Academy Award®, tra cui miglior film, miglior regia, miglior fotografia, miglior montaggio, miglior scenografia, migliori costumi, miglior colonna sonora originale, miglior canzone originale, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro e migliori effetti speciali. Alla sua prima uscita, nel 1997, il film è diventato il campione d’incassi mondiale numero 1 di tutti i tempi ed è attualmente il terzo film di maggior incasso a livello mondiale.

Paramount Pictures e 20th Century Studios presentano una produzione Lightstorm Entertainment, Titanic, con Leonardo DiCaprio, Kate Winslet, Billy Zane, Kathy Bates, Frances Fisher, Bernard Hill, Jonathan Hyde, Danny Nucci, Gloria Stuart, David Warner, Victor Garber e Bill Paxton. Scritto e diretto da James Cameron, il film è prodotto da Cameron e Jon Landau, mentre Rae Sanchini è la produttrice esecutiva.

Call My Agent – Italia: da domani il terzo e  quarto episodio

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C’è chi si cala troppo nel personaggio che interpreta, non trovando più un modo per “ritornare in sé”, e chi invece, fuori del set, è forse fin troppo sé stessa. È la quotidianità della CMA, l’agenzia di management di attori raccontata in Call My Agent – Italia, e dei suoi talent. Tra terapie d’urto ed escamotage imprevedibili, gli agenti della CMA troveranno la soluzione. Per il bene dei loro assistiti, certo, ma anche per il bene dell’agenzia.

Sono PierfrancescoFavino & Anna Ferzetti e Matilda De Angelis le guest star del terzo e  quarto episodio della serie Sky Original prodotta da Sky Studios e da Palomar sul dietro le quinte del mondo dello spettacolo, da domani venerdì 27 gennaio in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

Nei nuovi episodi di Call My Agent – Italia, diretti da Luca Ribuoli e scritti da Lisa Nur Sultan (il quarto in collaborazione con Federico Baccomo), Pierfrancesco Favino fa fatica ad abbandonare l’accento (e non solo quello) del Che, da lui appena interpretato in una serie da cui proprio sembra non essere in grado di uscire. Anna Ferzetti, le sue figlie e perfino la governante sono molto preoccupate per lui, che è tra l’altro fra gli ospiti più attesi della cerimonia più prestigiosa del cinema italiano, quella dei David di Donatello. Nei panni di sé stessa sarà proprio Piera Detassis, Presidente e Direttrice Artistica della Fondazione Accademia del Cinema Italiano, a introdurre sul palco dei David Favino, in una serata che vedrà anche la partecipazione di Joe Bastianich e del giovanissimo – ma già impegnatissimo – Federico Ielapi.

Matilda De Angelis invece si troverà vittima di una tempesta mediatica dopo che un suo post ironico verrà frainteso. Mentre fan e haters si infiammano sul web, il suo essersi esposta senza filtri sui social diventerà davvero problematico quando la produzione di un film che la vede protagonista si sentirà obbligata a prendere le distanze dall’attrice. Ma i guai non sono finiti, perché come se non bastasse, spunta anche un video che la vede coinvolta in una discussione a dir poco appassionata con una vicina di casa…

A interpretare gli agenti della CMA, tornano Michele Di Mauro, Sara Drago, Maurizio Lastrico e Marzia Ubaldi, tutti alle prese con tragicomiche problematiche da risolvere in ciascun episodio. Con loro gli assistenti interpretati da Sara Lazzaro, Francesco Russo, e Paola Buratto. E con Kaze nel ruolo di Sofia, la receptionist dell’agenzia, ed Emanuela Fanelli in quello di una delle più “stravaganti” attrici rappresentate dall’agenzia.

La trama degli episodi

Anna Ferzetti, le sue figlie e perfino la governante sono molto preoccupate per Pierfrancesco Favino: si è immedesimato troppo nell’ultimo ruolo e ora non riesce più a uscirne. Tocca a Lea (Sar Drago) trovare una soluzione con una terapia shock che gli permetta di partecipare alla serata dei David e proiettarsi nel prossimo film. Intanto alla CMA gli agenti devono fare i conti con l’arrivo della Guardia di finanza e iniziano a guardare con occhi diversi Sofia (Kaze).

È anche il primo giorno di riprese sul set di un film western per Matilda De Angelis, ma uno stupidissimo post pubblicato sui social genera una tempesta mediatica che rischia di far colare a picco la sua carriera e tutta la CMA. Mentre Vittorio (Michele Di Mauro) cerca di capire se è più conveniente provare a metterci una toppa o abbandonare la nave, Gabriele (Maurizio Lastrico) riesce a ribaltare la situazione proponendo uno “scambio”. Lea intanto fa breccia nel cuore della bella finanziera.

Sudestival KIDS 2023, ecco il programma a cura di Marino Guarnieri

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Dal 27 gennaio al 17 marzo 2023 torna il Sudestival, progetto dell’Associazione Culturale Sguardi, fondato e diretto da Michele Suma. Giunto alla sua 23esima edizione, il Sudestival propone, dopo la forzata pausa dovuta alla pandemia, una sezione totalmente dedicata ai più piccoli. Il Sudestival KIDS 2023 è curato da Marino Guarnieri, regista (Gatta Cenerentola), animatore, illustratore e presidente di ASIFA Italia, l’associazione degli autori e dei professionisti dell’animazione italiana. Si parte il prossimo 25 gennaio per proseguire con altri quattro appuntamenti, all’insegna di proiezioni e laboratori – a cura dell’Associazione Allegra Brigata – che si terranno presso il Teatro “Radar” di Monopoli, dalle ore 9:00 alle ore 12.30.

Di seguito il programma completo:

25 gennaio 2023 | LABORATORIO DIDATTICO, a cura di Marino Guarnieri, che sarà incentrato sul linguaggio del cinema di animazione e sulle diverse tecniche di lavorazione adoperate nei quattro film in concorso, per coinvolgere e preparare i giovani spettatori alla visione e alla formulazione di un giudizio personale.

26 gennaio 2023 | ANNA FRANK E IL DIARIO SEGRETO di Ari Folman – Belgio, Francia, Olanda, Lussemburgo, Israele (2021) / 2D

Dopo  “Valzer con Bashir” e “The Congress”, Ari Folman torna all’animazione con un film diretto ai più piccoli, che racconta in modo inedito la storia del diario di Anna Frank, attraverso gli occhi della sua amica immaginaria, Kitty, che ne ricostruisce la vicenda. Interessante risulta l’animazione prevalentemente in 2D con innesti di scene in stop-motion.

 09 febbraio 2023 | MISTER LINK di Chris Butler – USA (2019) / Stop Motion

LAIKA è una delle poche case di produzione che realizza film con una tecnica antica e molto artigianale, la Puppet Animation. Schiere di artigiani e artisti contribuiscono, film dopo film, a mantenere viva quest’arte sempre più rara, portandola nel mondo delle tecnologie digitali, con marionette stampate in 3d ed un notevole impiego degli stessi effetti speciali dei grandi colossal di Hollywood, dove però i protagonisti sono dei pupazzi con complicati meccanismi e scheletri mobili che li rendono perfettamente in grado di replicare emozioni e sentimenti come gli attori più smaliziati. Un interessante comparto estetico che si pone come originale alternativa alla computer grafica e riesce a dare vitalità ad una storia che parla di avventura, uguaglianza, tolleranza e della possibilità di trovare una famiglia, anche se non è quello che si stava cercando.

 24 febbraio 2023 | TRASH – LA LEGGENDA DELLA PIRAMIDE MAGICA di Francesco Dafano e Luca della Grotta – Italia (2020) / 3D

Opera prima di Luca della Grotta e Francesco Dafano che ambientano le loro creature di animazione in luoghi reali, per raccontare una favola che insegni ai bambini (e agli adulti!) il potere del riciclo. Trash è un film di animazione digitale interamente italiano e il primo lungometraggio prodotto dalla società di produzione cinematografica Al One, con il contributo del MiBAC.

03 marzo 2023 | LA FORTUNA DI NIKUKO di Ayumu Watanabe – Giappone (2021) / Animazione Giapponese

Il film, tratto dal pluripremiato romanzo di Nishi Kanako, è diretto da Ayumu Watanabe, uno dei più interessanti artisti giapponesi e già autore de “I figli del mare”, e racconta con la tecnica dell’animazione tradizionale, il percorso di formazione di una bambina che vive il suo passaggio all’adolescenza specchiandosi in una madre a cui non assomiglia né vuole assomigliare. 

Tutto il programma e gli aggiornamenti sono consultabili su: www.sudestival.org – Facebook SUDESTIVAL – Twitter SUDESTIVAL – Instagram SUDESTIVAL

Joker: Folie à Deux, Lady Gaga ha finalmente cominciato le sue riprese?

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Sembra che Lady Gaga possa essere al momento impegnata sul set di Joker: Folie à Deux. Non abbiamo nessuna conferma ufficiale se non l’affermazione della stessa popstar che dice di essere, al momento “impegnata sul set”.

In occasione dell’annuncio delle nomination agli Oscar 2023, Lady Gaga ha condiviso una sua immagine in cui ringrazia l’Academy per averla nominata per la migliore canzone originale in Top Gun: Maverick, confermando che è impegnata nelle riprese di un film. Che sia proprio Joker: Folie à Deux?

I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”. Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista.

Todd Phillips ha scritto il film e lo dirigerà. In Joker: Folie à Deux Joaquin Phoenix e Zazie Beetz riprenderanno i rispettivi ruoli di Arthur Fleck e Sophie Dummond, mentre c’è grande curiosità per quella che sarà l’Harley Quinn di Lady Gaga. Recentemente abbiamo appreso che anche Brendan Gleeson, Catherine Keener e Jacob Lofland si sono uniti al cast. Joker: Folie à Deux uscirà il 4 ottobre 2024.

Great Freedom, recensione del film con Franz Rogowski

Great Freedom, recensione del film con Franz Rogowski

Presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2021, dove si è aggiudicato il Premio della giuria, Great Freedom (Große Freiheit) di Sebastian Meise arriva per il pubblico italiano il 27 gennaio su MUBI. Il film, con un sempre brillante Franz Rogowski protagonista, si regge tutto sui silenzi di una personalità costretta alla reclusione e che vive e sperimenta proprio secondo le regole di codice della prigionia, uniche che conosce e a cui fa affidamento in un contesto in cui, paradossalmente, sbarre e limitazioni possono anche proteggere.

Great Freedom: la trama

Hans (Franz Rogowski) non conosce affatto il concetto di libertà, o meglio, lo ha plasmato da sè. Dal 1945, il giovane tedesco ha trascorso la maggior parte della sua vita all’interno del sistema carcerario, passando dal campo di concentramento prima della caduta del Terzo Reich a innumerevoli prigioni della Germania occidentale. Il suo crimine? Accettare apertamente la propria omosessualità. Secondo l’articolo 175 del codice penale, allora in vigore nella nazione, qualsiasi attività sessuale tra individui dello stesso sesso era punita dalla legge con pene severe che – durante il regime nazista – ammontavano a un massimo di cinque anni di confino.

Dopo essere stato colto in flagrante nella toilette di un parco nel 1968, il protagonista viene rimandato in prigione, l’unico posto al mondo dove può essere se stesso senza il costante giudizio e rifiuto della società. È lì, tra le faccende quotidiane del laboratorio di cucito, che incontra Leo (Anton von Lucke), un insegnante che sta scontando una condanna per le sue preferenze sessuali. Immediatamente, il rapporto tra i due detenuti diventa più di una semplice amicizia e Hans, forte della sua esperienza di oltre vent’anni dietro le sbarre, decide di diventare il suo angelo custode, senza curarsi del fatto che tali manifestazioni d’affetto lo portano a trascorrere lunghi giorni e notti in una buia e minuscola prigione di isolamento.

Ma Hans non è solo. Ogni volta che il suo spirito sta per cedere, una luce – in senso letterale e figurato – torna a illuminare il suo cammino e gli restituisce la forza e il coraggio di non arrendersi. Il suo nome è Viktor (Georg Friedrich), un criminale con cui ha condiviso la cella dopo aver lasciato il campo di concentramento in cui era prigioniero. Sebbene all’inizio il ruffiano lo tratti con lo stesso disprezzo del resto dei detenuti e dei gendarmi a causa delle sue “perversioni”, inizia a empatizzare con il giovane quando si rende conto delle prove che ha dovuto superare nella vita, sfidando coraggiosamente il rifiuto e l’oppressione di un intero sistema.

Franz Rogowski in Great Freedom

Franz Rogowski è Hans

Il personaggio di Franz passa di cella in cella in Great Freedom come se sapesse che quello è il suo destino, predisposizione attitudinale che ci porta direttamente alla “grande libertà” del titolo, che ha a che fare con il rimanere rinchiusi ma agire in nome di una ribellione che, storicamente, arriverà più tardi, ma viene anticipata da una personalità come questa. Rogowski – ormai pupillo del cinema europeo e che abbiamo visto lo scorso anno in Freaks Out di Gabriele Mainetti – offre una performance brillante nei panni di Hans, che procede per sottrazione dal punto di vista verbale, ma punta tutto sulla mimica facciale di un uomo che sta costruendo la propria vita sui silenzi e sulla rassegnazione.

Unicità e contingenza

L’incontro con l’uomo è, per Hans, all’ordine del giorno. Il confronto con altre variazioni di mascolinità e, contemporaneamente, con la propria sessualità, passa attraverso gli uomini che incontra ogni giorno. Alcune sono conoscenze fugaci, con altri si ritroverà più spesso, ma il punto di vista maschile – sebbene Hans sia quanto di più lontano ci sia da un’idea di maschile tosto, possente e risoluto – permea l’intera narrazione e le immagini. Un cast di soli uomini, una fotografia impostata sui toni del blu e dell’azzurro, il ricordo della guerra e dei campi di concentramento è filtrato dalla memoria degli uomini. Una messa in scena che si contrappone totalmente a quella di un film agli antipodi di Great Freedom, Chicago, in cui si trovano rinchiuse donne frizzanti che non hanno paura di cantare e schiaffarci in faccia i loro crimini. Nelle carceri che attraversa Hans, invece, regna il silenzio di una consapevolezza comune: chi è omosessuale è un pervertito e le inclinazioni sessuali sono un delitto grave quanto l’aver ucciso.

Great Freedom si prende tutto il tempo necessario per seguire lo sguardo di Franz, dall’arrendevolezza ai momenti di luce che riesce comunque a scorgere. Non è un film che ricerca il coinvolgimento assoluto dello spettatore e, forse, a cui proprio per la gestione del ritmo narrativo risulta difficile approcciarsi. La grande libertà non scende a compromessi, non vuole fare di chi la ricerca un capobranco: è individuale, contingente, parla del privato di un personaggio e, solo in secondo luogo, diventerà consapevolezza collettiva.

Bergamo Film Meeting – Ursula Meier e Jaco Van Dormael sono i protagonisti di Europe, Now!

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La ricognizione nel cinema europeo contemporaneo della 41a edizione di Bergamo Film Meeting sarà incentrata sul lavoro di Ursula Meier (Francia – Svizzera), le cui opere – che si collocano sulla sottile linea di confine tra finzione e documentario – analizzano abilmente la profonda ambivalenza dei legami emotivi, e Jaco Van Dormael (Belgio), autore dallo stile narrativo sperimentale, non-lineare, onirico e visionario, che ha da sempre indirizzato il suo cinema verso personaggi e temi dell’infanzia, soffermandosi con grande sensibilità sulla raffigurazione della complessità della vita. Dei due registi sarà presentata in anteprima nazionale la personale completa.

La sezione sarà arricchita da una selezione dei film di diploma delle scuole di cinema europee che aderiscono al CILECT – realizzata in collaborazione con la Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti di Milano -, e da Europe, Now! Film Industry Meetings (13 – 14 marzo) le due giornate rivolte ai professionisti di settore che intendono essere un’occasione di networking e una piattaforma di aggiornamento.

Ursula Meier (Besançon, Francia, 1971)

Ursula Meier è regista e sceneggiatrice. Lavora spesso sulla sottile linea di confine tra finzione e documentario, analizzando con grande abilità la profonda ambivalenza dei legami emotivi. Cresciuta nella Francia orientale, vicino al confine svizzero, studia produzione cinematografica e televisiva in Belgio presso lo IAD – Institut des Arts de Diffusion e inizia a lavorare come assistente di Alain Tanner nella seconda metà degli anni ’90. Il suo film di diploma Le Songe d’Isaac e il successivo Des Heures sans sommeil (1998), che vince il premio speciale della giuria al Festival international du court métrage de Clermont-Ferrand e il Gran Premio Internazionale al Toronto Film Festival, le permettono di dedicarsi completamente al cinema.

Nel 2001 dirige il cortometraggio Tous à table, che racconta di un gruppo di amici che si ritrovano ad una particolare cena di compleanno: il corto vince il premio del pubblico a Clermont-Ferrand. Dopo due documentari, Autour de Pinget (2000) – omaggio al lavoro dello scrittore Robert Pinget – e Pas les flics, pas les noirs, pas les blancs (2002) – sulla straordinaria storia di Alain Devegney, vice sergente della gendarmeria di Ginevra -, dirige Des épaules solides (2003), prodotto per la serie di ARTE “Masculin-Féminin/Petite Caméra”, ottenendo un grande successo di pubblico e una candidatura allo Swiss Film Prize. Il film racconta la storia di Sabine, una giovane atleta di grande talento che vuole intraprendere una carriera sportiva da professionista e per farlo spinge il suo corpo a limiti estremi.

Il suo primo lungometraggio è Home, con Isabelle Huppert, del 2008, in cui racconta le vicissitudini di una famiglia che vive in un villino isolato situato nei pressi di un’autostrada chiusa, che con loro grande sorpresa e preoccupazione sta per essere riaperta, con tutte le spiacevoli conseguenze del caso. Il film è stato presentato durante la Settimana Internazionale della Critica al Festival di Cannes 2008 e ha ricevuto la candidatura ai Premi César 2009 nella categoria migliore opera prima, ottenendo inoltre la nomination per la migliore fotografia e migliore scenografia. Nel 2012 con L’Enfant d’en haut (Sister), storia dei fratelli Simon e Louise, riceve una menzione speciale per l’Orso d’argento al Festival di Berlino e rappresenta la Svizzera nell’ambito dei film proposti per l’Oscar 2013 al miglior film straniero; riceve inoltre una candidatura ai Premi Lumière 2013 per il miglior film francofono e una agli Independent Spirit Awards 2013 come miglior film straniero.

Nel 2014 fa parte dei 13 registi che realizzano il film collettivo I ponti di Sarajevo, girato in occasione del centenario della prima guerra mondiale e presentato al Festival di Cannes; il suo segmento, Tišina Mujo, si svolge durante un allenamento di calcio nello stadio Zetra, dove il piccolo Mujo fallisce un calcio di rigore mandando il pallone oltre la recinzione. Realizza poi Kacey Mottet Klein, Naissance d’un acteur (2015), cortometraggio in cui la regista documenta la crescita fisica e professionale del giovane attore protagonista dei suoi due precedenti film, e Ondes de choc – journal de ma tête (2018), lungometraggio con Fanny Ardant, in cui un giovane uccide i genitori dopo aver inviato il proprio diario segreto alla sua professoressa di francese.

La ligne (La ligne – La linea invisibile, 2022), storia di tre sorelle, una madre e una distanza forzata, è l’ultimo lavoro di Ursula Meier presentato in concorso al Festival di Berlino 2022 con protagonista Valeria Bruni Tedeschi. Il film racconta le dinamiche di una famiglia atipica, in cui è soprattutto lo spazio a definire affetti e relazioni. La regista sarà presente al Festival dal 13 al 15 marzo. Con il patrocinio del Consolato Generale di Svizzera a Milano. In collaborazione con SWISS FILMS.

Jaco Van Dormael (Ixelles, Belgio, 1957)

È regista, sceneggiatore e drammaturgo. Cresciuto tra Germania e Belgio, Van Dormael sviluppa in primis la passione per il teatro, che lo accompagna lungo tutta la sua carriera artistica. A diciott’anni intraprende la professione di clown e diventa regista di spettacoli per bambini. Dopo aver studiato cinema alla Louis-Lumière di Parigi e all’INSAS di Bruxelles, agli inizi degli anni ’80 scrive e dirige i suoi primi cortometraggi documentari e di finzione. Il più conosciuto, È pericoloso sporgersi (1984), è la storia di un bambino che vive due possibili versioni del suo futuro. Il corto vince il Gran Prix al festival di Clermont-Ferrand e già rivela il suo stile narrativo sperimentale, non-lineare, onirico e visionario, la predilezione per i personaggi e i temi dell’infanzia, e la quasi ossessione nel raffigurare la complessità della vita, racchiusa tra scelte e destino, tra limitazioni e possibilità.

Il successo di pubblico e critica arriva nel 1991, con il primo lungo, Toto le héros – Un eroe di fine millennio, dove il vecchio Totò è convinto di essere stato scambiato ancora in fasce con il suo vicino di casa ed è deciso a vendicarsi per essere stato derubato della sua vera vita. Al debutto a Cannes, il film vince la Caméra d’Or, cui seguono un César e 4 European Film Award. Nel 1996, presenta L’ottavo giorno, Palma d’oro a Cannes per i due protagonisti, Daniel Auteuil e Pascal Duquenne, che interpretano sullo schermo la speciale amicizia tra un uomo qualunque e un ragazzo Down. Al centro, un altro dei temi che percorrono la filmografia di Van Dormael, ossia quello della disabilità fisica e mentale, sempre affrontata con rispetto e sensibilità. Passano molti anni prima che il regista belga realizzi Mr. Nobody (2009), con Jared Leto e Sarah Polley e premio per la miglior sceneggiatura alla Mostra del Cinema di Venezia. Riprendendo il soggetto delle vite “alternative” di È pericoloso sporgersi (in realtà tutti i film di Van Dormael si richiamano l’un l’altro), ci racconta di un ipotetico futuro dove Nemo Nobody, l’ultimo dei mortali nonché uomo più vecchio al mondo, ripercorre le possibili versioni del suo passato, in un intrico di vite vissute o immaginate, condizionate da scelte individuali e casualità.

Si arriva al 2015 per vedere Dio esiste e vive a Bruxelles. Ancora una volta una storia fantastica e surreale, dove un Dio dispotico e violento tormenta e controlla i destini degli umani attraverso un vecchio computer. Presentato in anteprima alla Quinzaine des Réalisateurs, il film è stato un nuovo successo di pubblico, di critica e di incassi, ha vinto quattro Magritte Awards, tra cui Miglior Film, Miglior Regista e Miglior Sceneggiatura. Jaco Van Dormael, non è un autore prolifico, abituato a sviluppare le sue sceneggiature per anni, rielaborando idee e suggestioni raccolte in appunti accumulati di giorno in giorno. Tra un film e l’altro può passare oltre un decennio, anche se intervallato da alcuni corti e lavori teatrali. In tal senso, il suo ultimo lavoro rappresenta un’anomalia: Bovary (2021), nato da un adattamento teatrale del romanzo di Flaubert, scritto da Michael De Cock, direttore artistico del Royal Flemish Theatre di Bruxelles. Lo spettacolo originale doveva essere rappresentato dal vivo, ma viene cancellato a causa della pandemia. Pur di consegnarlo a un pubblico, Van Dormael accetta di girare in pochissimo tempo e di dargli vita sullo schermo: «In cinque giorni ho provato a fare qualcosa che non è un film e che non è teatro», facendo largo uso di retroproiezioni e primi piani prolungati o ricorrendo ad altri stratagemmi cinematografici. Un esperimento figlio di una situazione emergenziale, che tuttavia gli consente di unire, per una volta, la sua passione per il cinema e per il palcoscenico.

James Gunn continua ad avere a che fare con fan arrabbiati per aver licenziato Henry Cavill

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Sembra che la decisione di James Gunn e Peter Safran di licenziare Henry Cavill dal ruolo di Superman per il futuro del DC Universe non sia ancora stata digerita dai fan che sostenevano l’attore britannico nei panni dell’ultimo figlio di Krypton.

Di recente, il regista e produttore che co-dirige la DC Films per Warner Bros Discovery ha risposto a un attacco diretto di un suo follower proprio in merito a quel licenziamento. Sotto a una foto del suo gatto, un utente ha scritto: “Che si fo*ta il tuo gatto, amico. Hai fatto incazzare il fandom di un intero franchise. A nessuno frega un c*zzo del tuo gatto. #Cavilisclark”. Per tutta risposta, Gunn ha replicato: “@edgedmoon1141 sarebbe bello se almeno imparaste a scrivere correttamente il nome degli attori, se volete andare avanti.”

Non deve essere facile tenera a bada un fandom così deluso, ma sembra che James Gunn se la cavi piuttosto bene. Intanto si aspettano ancora informazioni ufficiali in merito a quello che succederà alla DC Films.

Frankenstein Junior torna al cinema dal 27 Febbraio

Frankenstein Junior torna al cinema dal 27 Febbraio

“Si-può-fare!”, “Rimetta a posto la candela”, “Potrebbe essere peggio… potrebbe piovere”, ”Se-da-ta-vo??”: sono solo alcune delle esilaranti battute entrate nella memoria dei fan di Frankenstein Junior. Per tutti gli appassionati del Dottor Frederick Frankenstein, discendente del famoso barone Victor, il capolavoro comico di Mel Brooks, con l’indimenticabile doppiaggio di Oreste Lionello, arriva nelle sale italiane solo dal 27 febbraio al 1° marzo con la Frankenstein Junior Night al cinema, tre notti di festeggiamenti in attesa del 50esimo anniversario del film uscito nel 1974.

Dopo il successo dell’evento di dieci anni fa, quando Nexo Digital riportò nelle sale il film raccogliendo migliaia di spettatori, si ripeterà uno dei riti più amati dagli appassionati di cinema. Anche in questo caso, infatti, l’invito, per celebrare a dovere l’anniversario, sarà quello di recarsi al cinema vestiti come gli indimenticabili protagonisti del film (con gobbe, carri, candele, mantelli, proprio come accaduto nel 2013) pronti a recitarne le battute salienti e a rivivere su grande schermo le scene entrate nella leggenda. Nelle sale italiane saranno inoltre disponibili materiali visuali per scattare il proprio selfie accanto al poster celebrativo e speciali allestimenti a tema. Al via sui social, con l’hashtag #FrankensteinJuniorNight, anche un challenge per sfidarsi nella messa in scena dei passaggi più famosi: l’incontro tra Igor e il Dottor Frankenstein, la (piovosa) notte al cimitero, il sorprendente balletto del Dottor Frankenstein e della creatura, l’incontro con l’eremita cieco, i misteriosi cervelli “abnormal” e le candele che celano stanze segrete, ma che è meglio rimettere al loro posto.

Film cult senza tempo e capolavoro del divertimento Frankenstein Junior, vede protagonisti personaggi entrati a pieno titolo nell’immaginario collettivo: il geniale Gene Wilder nei panni del Dottor Frankenstein, lo straordinario gobbo Igor reso immortale da Marty Feldman, la terribile e innominabile Frau Blücher interpretata da Cloris Leachman, la creatura – mostro portata in scena dall’immenso Peter Boyle e Madeline Kahn in Elizabeth.

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