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Avatar: La Via dell’Acqua, la battaglia spaziale Na’vi tagliata dal film

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Lo sceneggiatore di Avatar: la via dell’acqua, Rick Jaffa, ha recentemente spiegato che una battaglia spaziale è stata tagliata dalla sceneggiatura del film. Ambientato 14 anni dopo che i Na’vi hanno abbattuto la Resources Development Administration (RDA) in Avatar, il sequel dell’avventura fantasy racconta di Jake Sully (Sam Worthington) e di sua moglie Na’vi Neytiri (Zoe Saldana) mentre combattono per proteggere la loro famiglia e la loro casa da una nuova minaccia. La RDA ritorna dalla parte dei cattivi, dal momento che ha permesso la nascita del colonnello Miles Quaritch (Stephen Lang) in versione ricombinante, in un corpo Na’vi in cui è stata impiantata la mente clonata del soldato. Questa macchina da guerra guida una squadra d’élite di soldati su Pandora con l’unico scopo di eliminare Jake.

Con Avatar: la via dell’acqua che ha superato i 40 milioni al box office italiano e si avvicina ai $ 2 miliardi a quello worldwide, Jaffa parla con EW e racconta di una scena tagliata dalla sceneggiatura originale: “C’era un’idea di una battaglia spaziale con Na’vi. Quell’idea ha avuto molto seguito, e ne abbiamo parlato molto. Eravamo in difficoltà, però. Come avrebbe funzionato con la storia che stavamo già raccontando? Jim disse: “Beh, dammi qualche settimana”. Se n’è andato e ha scritto un’intera sceneggiatura (comprensiva di quell’idea). E, tra l’altro, una sceneggiatura brillante. Alla fine, l’intera sceneggiatura è stata buttata via perché non funzionava davvero con la storia che stavamo raccontando”.

Avatar: la via dell’acqua, la recensione

Avatar: la via dell’acqua ha debuttato il 14 dicembre 2022, e sarà seguito dal terzo capitolo il 20 dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre 2026 e 22 dicembre 2028.

Il cast della serie di film è formato da Kate Winslet, Edie Falco, Michelle Yeoh, Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang, Sigourney Weaver, Joel David Moore, Dileep Rao e Matt Gerald.

Marvel Cinematic Universe: ecco il Teaser Trailer della Fase 5!

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Un nuovo teaser trailer del Marvel Cinematic Universe mostra nuovi filmati della Fase 5 del MCU. Poiché la Fase 4 si è conclusa con l’uscita di Black Panther: Wakanda Forever, l’MCU è destinato a passare alla Fase 5, che consiste nella continuazione della saga multiverso in corso della Marvel. Kang il Conquistatore è libero e pronto a far precipitare il multiverso in una guerra eterna che vedrà la distruzione di interi universi. Il roster inedito dei Vendicatori della Marvel dovrà prepararsi ad affrontare un cattivo dall’altro lato del multiverso.

Il video recentemente pubblicato da Marvel India mostra alcune immagini di: la stagione 2 di Loki, Secret Invasion, Ant-Man and the Wasp: Quantumania e Guardiani della Galassia vol. 3.

https://twitter.com/Marvel_India/status/1614859192455823361?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1614859192455823361%7Ctwgr%5E75dad1cbd32ce5bbecb30d0570557ae0b7617ccc%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fmcu-phase-5-teaser-trailer-kang-loki-marvel%2F

Vision Quest, ecco perché la serie con White Vision potrebbe coinvolgere Bruce Banner

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Uno scambio chiave in Avengers: Infinity War rende il Bruce Banner di Mark Ruffalo essenziale per la serie Marvel’s Vision Quest. Secondo quanto riferito, l’Android Avenger di Paul Bettany sarà uno dei numerosi supereroi MCU esistenti a ottenere la propria serie Disney+ nei prossimi anni e presumibilmente, farà parte dei piani della Marvel per la Multiverse Saga.

Il personaggio ha incontrato la sua fine per mano di Thanos in Avengers: Infinity War, ma l’ascesa di White Vision nel finale di WandaVision offre alla Marvel l’opportunità di mantenere viva la sua storia nella Fase 5 e oltre. Dopo aver riacquistato i suoi ricordi nel finale della serie, White Vision è volato via verso luoghi sconosciuti. Non è stato ancora chiarito quello che ha fatto da allora, ma l’apparente intenzione della Marvel di rivisitare il personaggio con Vision Quest fornisce alcuni indizi su cosa c’è in serbo per il sintezoide. Nella versione a fumetti dell’omonima storia, White Vision – essendo stato recentemente rianimato senza le sue emozioni – ha intrapreso un viaggio alla scoperta di sé.

Poiché il White Vision del MCU si è trovato nella stessa situazione, è ovvio che Vision Quest di Disney+ si atterrà alla stessa premessa. Se è vero, c’è una buona probabilità che White Vision venga a cercare Bruce Banner. Infatti, in Avengers: Infinity War, Banner ha detto a Vision: “La tua mente è costituita da un complesso costrutto di sovrapposizioni. J.A.R.V.I.S., Ultron, Tony, io, la Pietra. Tutti mescolati insieme”. Sembrerebbe che Banner attribuisca una grossa importanza al ruolo che ha svolto nell’aiutare Iron Man a caricare J.A.R.V.I.S. nel corpo sintezoide, processo che ha portato alla nascita di Vision.

Se Banner fa davvero parte di Vision in qualche modo, allora avrebbe perfettamente senso che White Vision lo cercasse. Di tutte le cose che compongono il “complesso costrutto di sovrapposizioni” nella mente di Vision, Smart Hulk di Mark Ruffalo è l’unico rimasto ancora in circolazione. La Gemma della Mente è stata distrutta, Iron Man è morto e Ultron è stato eliminato diversi anni fa (proprio con l’aiuto di Vision!). E poiché i ricordi di White Vision sono stati ripristinati, lui dovrebbe essere ben consapevole del coinvolgimento di Bruce Banner nella sua origine. Se Vision intende sviluppare una comprensione approfondita di chi è veramente, parlare con Banner sarebbe un logico passo successivo per lui nella sua storia dell’MCU.

L’incontro con Banner potrebbe essere un incontro illuminante per White Vision, che attualmente è molto lontano dal diventare il Vendicatore che era la sua versione precedente. Banner non solo può offrire una prospettiva sul lato scientifico della questione, ma è anche una delle poche persone che potrebbero essere in grado di connettersi al personaggio di Paul Bettany a livello personale. Dopotutto, Banner è un altro Vendicatore e non ce ne sono molti ancora disponibili in giro. Attraverso di lui, White Vision potrebbe essere in grado di capire perché la Visione originale è diventata un Vendicatore e cosa significava esattamente per lui.

The Mandalorian 3: il primo trailer della serie con Pedro Pascal

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Dopo il grande successo delle prime due stagioni, ecco in arrivo The Mandalorian 3, del quale vi mostriamo il primo trailer, presentato durante la partita di Monday Night Football Wild Card tra i Dallas Cowboys e i Tampa Bay Buccaneers.

La seconda stagione di The Mandalorian si è conclusa con Din Djarin (Pedro Pascal) che ha detto addio a Grogu e lo ha lasciato alle cure di Luke Skywalker (Mark Hamill), ma abbiamo rivisto i personaggio nella serie The Book of Boba Fett, dove Mando si è riunito con il suo adorabile compagno di viaggio. e partì per il suo pianeta natale di Mandalore. Una sinossi piuttosto vaga della terza stagione e stata diffusa e riporta quanto segue: “I viaggi del Mandalorian attraverso la galassia di Star Wars continuano”, si legge. “Un tempo cacciatore di taglie solitario, Din Djarin si è riunito a Grogu. Nel frattempo, la Nuova Repubblica lotta per allontanare la galassia dalla sua oscura storia.” “Il Mandaloriano incontrerà vecchi alleati e si farà nuovi nemici mentre lui e Grogu continuano il loro viaggio insieme.”

Questo in realtà non ci dice molto, ma il primo teaser ha confermato che Djarin e Grogu incontreranno di nuovo Bo-Katan Kryze (Katee Sackhoff), quindi diremmo che è probabile un duello per il diritto di impugnare la Darksaber si ripresenterà!

Gina Lollobrigida: i migliori film della Bersagliera

Nel panorama cinematografico nostrano Gina Lollobrigida, la famosa Bersagliera, è considerata una vera e propria diva italiana, al pari di Sofia Loren e Virna Lisi, per citarne alcune. Il suo carisma e la sua versatilità le hanno permesso, nel corso degli anni, di lasciare una firma indelebile nell’universo della settima arte, rendendola non solo una protagonista iconica e affascinante, ma anche una star internazionale.

Basti pensare che la Lollobrigida, dopo essersi affermata come attrice in seguito ad alcuni ruoli nei popolari film operistici del dopoguerra, è stata diretta da registi di grande fama fra cui Vittorio De Sica, Mario Soldati, Pietro Germi sul versante italiano e, fra gli altri, da Vincent Sherman, John Huston e King Vidor sul versante americano.

Seppur oggi il cinema pianga una stella, la sua eredità artistica, costellata di numerosi successi e vittorie, resta un immenso dono per il settore culturale, oltre a essere una stella che rimarrà immortale. Fra le tante pellicole a cui la Lollobrigida ha preso parte, spiccano anche molti premi e statuette, e tra questi si possono annoverare un Henrietta Award, 7 David di Donatello, 2 Nastri d’argento e una stella sulla Hollywood Walke of Fame.

Nonostante la sua carriera nel cinema abbia avuto un arresto negli anni Novanta, le opere diventate cult in cui lei ha avuto un ruolo di rilievo non sono poche, e alcune di queste possono definirsi intramontabili. Di seguito perciò i migliori film di Gina Lollobrigida, in memoria di una stella che non si spegnerà mai.

Pane, amore e fantasia

Pane, amore e fantasia, diretto da Luigi Comencini e uscito in Italia il 22 dicembre del ’53, è il film che ha consacrato Gina Lollobrigida come attrice nel panorama cinematografico, tanto da vincere uno dei due Nastri d’argento. La storia ruota attorno ad un maresciallo dei Carabinieri, interpretato da Vittorio de Sica, che si trasferisce nel paese immaginario di Sagliena e fa la conoscenza di una bellissima fanciulla, Maria de Ritis (la Lollobrigida) chiamata “La Bersagliera”, della quale si innamora perdutamente.

Il personaggio della Lollobrigida non solo diventa iconico, ma era anche ispirato a Lucia Travaglini, una donna che nel primo Novecento fece innamorare molti uomini grazie alla sua avvenenza ma che poi, alla fine, si sposò uno degli uomini più poveri di Palena, luogo di nascita del regista.

La donna più bella del mondo

La pellicola, diretta da Robert Z. Leonard, ricostruisce in forma romanzata la storia della cantante lirica Lina Cavalieri, vissuta fra l’Ottocento e il Novecento, interpretata da Gina Lollobrigida. Il biopic della Cavalieri valse il primo David di Donatello all’attrice, proprio l’anno in cui il premio fu istituito. Il film uscì il 21 ottobre del 1955.

Trapezio

La pellicola diretta da Carol Reed e tratta dall’omonimo romanzo nato dalla penna di Max Catto, è stata la seconda esperienza americana della Lollobrigida. La trama si incentra su Mike Ribble (Burt Lancaster), che dopo un incidente con il trapezio in uno spettacolo del circo smette di esibirsi a causa del suo essere claudicante.

Quando incontra Orsini, giovane trapezista che vuole farsi insegnare il triplo salto mortale, Ribble decide di seguirlo per esibirsi insieme a lui, fino a quando fra i due non si insinua un’altra trapezista, Lola, per l’appunto Gina Lollobrigida, che farà nascere un triangolo amoroso. Il film uscì il 30 marzo del ’56.

Torna a settembre

Torna a settembre è una pellicola americana diretta da Robert Mulligan grazie a cui la Lollobrigida vinse un Henrietta Award come migliore attrice. Il film uscì negli Stati Uniti il 9 agosto del ’61, distribuito dalla Universal Picture e racconta di un miliardario americano, Robert Talbot (Rock Hudson), il quale è solito passare il mese di settembre in una villa nei dintorni di Firenze assieme ad una ragazza romana, Lisa Helena Fellini (Gina Lollobrigida). Un anno però Talbot arriva in anticipo e lì scopre che la sua amata sta per sposarsi.

Buonasera, Mrs. Campbell

Il film, diretto da Melvin Frank, vede Gina Lollobrigida vestire i panni della protagonista Carla Campbell, grazie alla cui interpretazione vinse anche un David di Donatello. Le riprese furono girate all’interno di Cinecittà, a Roma, mentre altre sequenze ad Ariccia, presentata con il nome di fantasia di San Fiorino.

La storia ruota attorno ad una donna italiana, Carla, che durante la guerra partorisce una bambina di nome Gia, nata da una relazione avuta con tre militari americani. I tre uomini, non sapendo di avere dei rivali, credono di essere ognuno di loro il padre della bambina, e così Carla se ne approfitta facendosi mantenere per vent’anni e fingendosi nel frattempo vedova. La pellicola uscì nel dicembre del ’68.

Race – Il colore della vittoria: trama, cast e la vera storia dietro il film

Ci sono eventi della storia che sembrano nati per essere raccontati al cinema. Uno di questi è certamente quello riguardante il velocista Jesse Owens e la sua grande vittoria alle Olimpiadi di Berlino del 1936, in pieno regime nazista. Il film Race – Il colore della vittoria (qui la recensione), diretto da Stephen Hopkins, porta sul grande schermo proprio questo epico racconto, ricordando una volta di più il valore delle azioni di Owens e il loro grande significato in quel preciso contesto storico. Per riuscire in ciò, si avvale di un cast di noti attori, i quali vanno a ricoprire quelli che sono i ruoli principali del film.

Arrivato in sala nel 2016, il film era in sviluppo già dal 2014. Questo si sarebbe basato sulla vita dell’atleta fino alla sua storica vittoria ai giochi olimpici. Per poter garantire la maggior fedeltà possibile alla reale vicenda, la produzione si affidò al supporto della famiglia Owens, attraverso la Jesse Owens Foundation. Non mancarono però anche alcune modifiche a quanto avvenuto, con il fine di far acquisire una struttura più cinematografica al racconto. Race – Il colore della vittoria venne poi apprezzato dalla critica, che esaltò il racconto e le interpretazioni dei protagonisti.

Arrivato in sala, il film si rivelò un buon successo di pubblico. A fronte di un budget di soli 5 milioni di dollari, questo arrivò infatti ad incassarne ben 25 a livello globale. Di produzione canadese, il titolo venne infine nominato a ben otto Canadian Screen Awards, prestigioso premio locale. Qui vinse in quattro categorie, tra cui quella per il miglior attore. Proprio legate al cast si ritrovano le principali curiosità del film. Proseguendo nella lettura sarà possibile scoprire queste come anche dove si può ritrovare il film in streaming.

Race – Il colore della vittoria: la trama del film

Il film si apre sulla giovinezza di Jesse Owens, che negli anni Trenta si divide unicamente tra la famiglia e la sua passione per lo sport. La sua tranquilla quotidianità viene ad essere stravolta nel momento in cui sostiene un colloquio con l’allenatore Larry Snyder. Intuendo le potenzialità del ragazzo, questi si offre di allenarlo come velocista. Per Owens ha così inizio un duro periodo di allenamenti, che gli permetteranno di implementare le proprie capacità. Raggiunta in breve tempo una gran notorietà, questi viene inviato come rappresentante degli Stati Uniti alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Per lui ha inizio un avventura che lo porterà nel cuore del regime nazista, dove dovrà dimostrare di non essere secondo a nessuno, affermando il proprio valore proprio sotto lo sguardo severo di Adolf Hitler.

Race - Il colore della vittoria cast

Race – Il colore della vittoria: il cast del film

Come sempre, molto del successo di un film è racchiuso nel suo cast di attori. Per assicurarsi di trovare i giusti interpreti per ogni ruoli, i produttori svolsero lunghi casting. Il ruolo di Jesse Owens venne inizialmente affidato all’attore John Boyega, il quale decise però di abbandonare il progetto dopo aver ottenuto il ruolo di Finn in Star Wars: Il risveglio della Forza. Al suo posto venne allora scelto il poco noto Stephen James. Questi aveva precedentemente recitato in Selma – La strada per la libertà ed è poi stato tra i protagonisti della serie Homecoming. Per prepararsi al ruolo, James si sottopose ad un lungo allenamento fisico, con il quale poté ottenere la fisicità richiesta come anche la capacità di poter eseguire alcune delle sequenze di corsa previste.

Accanto a lui si ritrovano altri noti attori di provenienza internazionale. Jason Sudeikis, noto per i suoi ruoli comici, dà qui volto all’allenatore Larry Snyder. Per lui si è trattato di un ruolo particolarmente importante e complesso. Era infatti la sua prima interpretazione drammatica, e date le scarse informazioni disponibili su Snyder, egli decise di costruire la personalità di questo traendo ispirazione dai personaggi ricoperti da Kevin Costner in Bull Durham – Un gioco a tre mani, e da Gene Hackman in Colpo vincente. Il premio Oscar Jeremy Irons è invece presente nei panni di Avery Brundage, presidente dei giochi olimpici. Carice van Houten, nota per la serie Il Trono di Spade, interpreta la regista tedesca Leni Riefenstahl, mentre William Hurt è Jeremiah Mahoney, presidente della Amateur Athletic Union, il quale cercò di boicottare le Olimpiadi.

Race – Il colore della vittoria: la vera storia dietro al film

Quella di Owens è una storia che ha inizio nei campi di cotone dell’Alabama, dove la sua famiglia lavorava. Dopo essersi trasferiti a Cleveland, in Ohio, il giovane inizio a sviluppare un grande passione per la corsa durante gli anni del liceo. Dopo una serie di gloriose vittorie, egli ottiene di poter entrare a far parte della Ohio State University, dove conosce l’allenatore Larry Snyder. Grazie agli insegnamenti di questo, Owens ha modo di sviluppare il suo talento, fino ad entrare a far parte nella squadra olimpionica degli Stati Uniti. La sua partecipazione alle Olimpiadi di Berlino del 1936 non venne accolta particolare favore. Owens ricevette infatti molte pressioni per non gareggiare, ma egli decise di non curarsi di queste e partire ugualmente alla volta della Germania. Qui si dimostrò da subito un campione. Egli si trovò a stabilire un record senza precedenti vincendo ben 4 medaglie d’oro.

La prima arrivò nella corsa dei 100 metri il 3 agosto, seguita da quella nel salto in lungo del 5 agosto e dalla corsa dei 200 metri il 6 agosto. Il 9 agosto egli ottiene l’ultima grande vittoria arrivando primo nella staffetta 4×100. Particolarmente celebre rimane però la gara del salto in lungo. Qui in seguito alla sua vittoria, Owens viene raggiunto dall’atleta tedesco Luz Long, il quale si complimenta con lui dimenticando le teorie sulla razza all’epoca tanto diffuse. Durante quella stessa giornata, la vittoria di Owens viene salutata dallo stesso Hitler. A lungo è stata riportata la leggenda secondo cui il Fürher avrebbe lasciato lo stadio inorridito da tale risultato. Con il tempo è invece stato dimostrato come tale versione sia falsa, e che anzi vi è stato anche un vero e proprio incontro privato tra il tedesco e lo sportivo di colore.

Race – Il colore della vittoria: il trailer e dove trovare il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi dovesse ancora vederlo, è possibile fruire di Race – Il colore della vittoria grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione lunedì 16 gennaio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood

Guardiani della Galassia Vol. 3, Adam Warlock protagonista della nuova foto del film

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Empire Magazine e James Gunn hanno diffuso una nuova immagine di Guardiani della Galassia Vol. 3 che vede protagonista Adam Warlock, con il volto di Will Poulter. Una delle aggiunte più attese del film di chiusura della saga dei Guardiani è senza dubbio il personaggio “cosmico” dei fumetti Marvel, annunciato molto tempo fa, in una delle scene post credits di Guardiani della Galassia Vol. 2 e ora finalmente realtà. Cosa ve ne pare del look del personaggio?

Guardiani della Galassia Vol. 3, il trailer del film di James Gunn

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale il 3 maggio 2023. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff, Karen Gillan, Will Poulter insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor. Insieme a loro ci sono i nuovi arrivati ​​del MCU Will Poulter e Chukwudi Iwuji, con Poulter che ha confermato di interpretare il ruolo di Adam Warlock.

In Guardiani della Galassia Vol. 3, la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso rispetto a quanto visto fino a questo momento. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo e proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani come li conosciamo.

 

Jenna Ortega aggiorna sui progressi della seconda stagione di Mercoledì

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Netflix ha già annunciato l’arrivo di una seconda stagione della serie di successo Mercoledì. Tuttavia, la star Jenna Ortega non ha ancora visto molto di ciò che è stato pianificato. Parlando con Variety, a Ortega è stato chiesto se avesse visto qualcosa della prossima stagione. L’attrice ha ammesso di non saperne molto, aggiungendo però ch crede che la stanza degli scrittori si stia riunendo proprio in questo periodo.

“Non ho visto niente e non so niente“, ha detto Ortega. “Sento che a volte come attore, ti viene semplicemente detto cosa fare. Lo sto aspettando, penso che stiano appena iniziando a mettere insieme una stanza degli scrittori, quindi … forse presto.”

Dopo essere diventato un grande successo per lo streamer, Netflix ha annunciato che la serie sarebbe tornata per una seconda stagione la scorsa settimana. Il successo di Jenna Ortega è diventato la seconda serie in lingua inglese più popolare di Netflix con 1,237 miliardi di ore visualizzate nei primi 28 giorni.

Mercoledì, prodotto da MGM Television, continua ad avere un clamoroso impatto culturale in diversi ambiti: dall’intrattenimento al web, dalla musica alla moda, passando per la cosmesi.

Da quando la serie ha debuttato a novembre 2022:

  • Mercoledì è ora una delle serie di maggior successo di sempre su Netflix. Si colloca al secondo posto nella classifica dei prodotti TV più popolari (in lingua inglese) con 1,237 miliardi di ore visualizzate nei primi 28 giorni.

  • Più di 182 milioni di famiglie hanno visto la serie dal suo debutto.

  • Mercoledì ha superato il miliardo di ore di visualizzazioni solo tre settimane dopo il debutto, unendosi a Stranger Things 4 e Squid Game come terzo titolo a raggiungere questo traguardo nei suoi primi 28 giorni.

  • La serie ha battuto il record per il maggior numero di ore visualizzate in una settimana per una serie TV in lingua inglese su Netflix – non una, ma due volte – quando ha debuttato al primo posto con un record di 341,23 milioni di ore visualizzate, e di nuovo nella sua seconda settimana con l’incredibile cifra di 411,29 milioni di ore visualizzate.

  • Ad oggi, Mercoledì è stata sei settimane consecutive con oltre 100 milioni di ore visualizzate nella classifica dei prodotti TV più popolari (in lingua inglese): un altro record!

  • Su TikTok, #WednesdayAddams ha accumulato oltre 22 miliardi di visualizzazioni.

  • La colonna sonora di Mercoledì ha raggiunto il primo posto nella classifica delle colonne sonore di iTunes, dove è rimasta nella Top 10 per tre settimane. MercoledìAddams ha ora oltre 1 milione di follower su Spotify.

  • Su Spotify, “Goo Goo Muck” dei The Cramps ha registrato un aumento dello streaming di oltre il 9500% rispetto al mese precedente l’uscita della serie.

  • L’iconica scena del ballo di Mercoledì è diventata virale sui social media di tutto il mondo. I contenuti generati dai fan che utilizzano “Bloody Mary” di Lady Gaga hanno portato a un aumento dello streaming di oltre il 1800% della canzone su Spotify rispetto al mese precedente l’uscita della serie. Anche Lady Gaga si è unita al divertimento.

  • Con oltre 80 milioni di visualizzazioni, i fan non ne hanno mai abbastanza della reazione del cast all’iconico video della scena del ballo.

  • Il trucco virale di Mercoledì è stato cercato e visto oltre 100 milioni di volte dai fan su TikTok.

  • I prodotti di Mercoledì sono molto richiesti con articoli selezionati esauriti presso rivenditori come Hot Topic, MAC e Cakeworthy.

The Last of Us, ultimo trailer, stasera il debutto su SKY

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Dal questa sera, 16 gennaio in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW arriva l’attesissima The Last of Us, basata sull’omonimo videogioco acclamato dalla critica sviluppato da Naughty Dog in esclusiva per le piattaforme PlayStation. Con un episodio a settimana, la serie andrà su Sky Atlantic e su NOW tutti i lunedì in contemporanea assoluta con la messa in onda di HBO, alle 3 del mattino e poi alle 21.15. Dal 23 gennaio andrà in onda in italiano. Gli episodi saranno disponibili on demand.

Già apprezzatissima dalla critica internazionale e italiana, la serie racconta una storia che si svolge vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, un sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere.

Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e l’astro nascente britannico Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice britannica Nico Parker è Sarah. Murray Bartlett veste i panni di Frank, Nick Offerman quelli di Bill, Storm Reid è Riley, Merle Dandridge è Marlene. Il cast include anche Jeffrey Pierce nel ruolo di Perry, Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn Woodard nel ruolo di Sam, Graham Greene nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel ruolo di Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.

La serie è scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i produttori esecutivi. The Last Of Us è una co-produzione Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, e Naughty Dog.

Superman & Lois, stagione 3: trailer della terza stagione

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Il trailer della terza stagione di Superman & Lois è stato rilasciato prima del ritorno della serie negli USA su The CW il 14 marzo. Il nuovo contributo video ci dà una buona occhiata a Clark Kent di Tyler Hochlin e Lois Lane di Elizabeth Tulloch e alla posta in gioco dell’ultima stagione. Dai un’occhiata al trailer della terza stagione di Superman & Lois qui sotto:

Superman & Lois è interpretato da Tyler Hoechlin nei panni di Clark Kent/Superman, Elizabeth Tulloch nei panni di Lois Lane e Alexander Garfin nei panni di Jordan Kent. La serie comprende anche Dylan Walsh nei panni del generale Lane, Emmanuelle Chriqui nei panni di Lana Lang-Cushing, Erik Valdez nei panni di Kyle Cushing, Inde Navarette nei panni di Sarah Cushing e Wolé Parks nei panni di John Henry Irons.

“La serie vede la coppia tornare a Smallville per gestire alcuni affari della famiglia Kent. Clark e Lois ritrovano Lana Lang, un’ufficiale di prestito locale che è anche il primo amore di Clark, e suo marito Kyle Cushing, capo dei pompieri”, si legge nella sinossi ufficiale. “Gli adulti non sono gli unici a riscoprire vecchie amicizie a Smallville mentre i figli di Kent ritrovano la conoscenza della figlia ribelle di Lana e Kyle, Sarah. Non c’è mai un momento di noia nella vita di un supereroe, specialmente con il padre di Lois, il generale Samuel Lane, che cerca Superman per sconfiggere un cattivo o salvare la situazione in un attimo. Nel frattempo, il ritorno di Superman e Lois nell’idilliaca Smallville è destinato a essere sconvolto quando un misterioso sconosciuto entra nelle loro vite.

Superman & Lois è stato creato e scritto dal   produttore esecutivo di The Flash Todd Helbing. È prodotto esecutivamente dal creatore dell’universo DC TV Greg Berlanti, Sarah Schechter e Geoff Johns attraverso il loro banner Berlanti Productions.

Allison Williams parla delle possibilità del sequel di M3GAN

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Il finale del recente film horror di Blumhouse M3GAN non ha preso in giro un sequel, ma ha lasciato le cose abbastanza aperte da poterne realizzare uno. Secondo la star Allison Williams, lavorare su un’altra puntata sarebbe fantastico. Parlando con Variety, a Williams, che ha recitato nel film insieme a Violet McGraw, è stato chiesto del potenziale per un sequel, a cui il regista Gerad Johnstone ha detto di essere interessato. Secondo la Williams, il cast si chiedeva cosa potesse accadere in un sequel durante le riprese, ma ha ammesso di essere solo felice che le persone vogliano già di più del primo film!

Mentre lo fai, non puoi fare a meno di chiederti: ‘Se dovessimo farne di più, quali sarebbero? Gran parte di ciò che facciamo è al servizio delle persone che lo guardano“, ha affermato Williams. “Quindi penso che l’idea che le persone vogliano di più e siano in grado di offrire sia così meravigliosa.Allison Williams ha continuato dicendo che è semplicemente “grata” che le persone abbiano abbracciato il film fin dall’inizio, e ha notato che se un sequel verrà mai realizzato, sarebbe “davvero divertente” e vorrebbe capire come possono mantenere le aspettative così alte e sorprendenti come nel primo film.

“Sono così grato che tutto sia andato come è andato, dal trailer che è uscito e le persone l’hanno davvero abbracciata, le persone che sono uscite e hanno sostenuto il film, lo hanno visto e sono tornate con i loro amici”, ha detto Williams. “Il fatto che vogliano di più è fantastico. Sarà davvero divertente se riusciamo a lavorarci su, per capire come possiamo zigzagare attorno alle aspettative di ciò che sarebbe e cercare di mantenere le cose sorprendenti fornendo anche i motivi per cui le persone vogliono di più nel primo luogo.”

M3GAN è ora disponibile per la visione nei cinema. Dalle menti più prolifiche dell’horror – James Wan, il regista dei franchise Saw, Insidious e The Conjuring, e Blumhouse, il produttore dei film Halloween, The Black Phone e The Invisible Man – arriva un nuovo volto del terrore.

M3GAN è diretto da Gerard Johnstone (Housebound) da una sceneggiatura scritta da Akela Cooper (Malignant The Nun 2) e basata su una storia di Akela Cooper e James Wan. Il film è interpretato da Allison Williams, Violet McGraw, Ronny Chieng, Brian Jordan Alvarez, Lori Dungey e Stephane Garneau-Monten. “M3GAN è una meraviglia dell’intelligenza artificiale, una bambola realistica programmata per essere la più grande compagna di un bambino e la più grande alleata di un genitore”, si legge nella sinossi. “Progettato dalla brillante robotica dell’azienda di giocattoli Gemma, M3GAN può ascoltare, guardare e imparare mentre diventa amica e insegnante, compagna di giochi e protettrice, per il bambino a cui è legata.

Prodotto da Jason Blum e James Wan, M3GAN è diretto dal pluripremiato regista Gerard Johnstone (Housebound), sceneggiatura di Akela Cooper (Malignant, The Nun 2) basata su una storia di Akela Cooper e James Wan. Il film è interpretato anche da Ronny Chieng (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli), Brian Jordan Alvarez (Will & Grace), Jen Van Epps (Cowboy Bebop), Lori Dungey (Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello, edizione estesa) e Stephane Garneau-Monten (Straight Forward).  Universal Pictures e Blumhouse presentano una produzione Atomic Monster in associazione con Divide/Conquer. I produttori esecutivi del film sono Allison Williams, Mark Katchur, Ryan Turek, Michael Clear, Judson Scott, Adam Hendricks e Greg Gilreath.

Damien Chazelle a Roma presenta Babylon: “Mostro quello che Hollywood è brava a nascondere”

Ha floppato rumorosamente negli Stati Uniti, ma Babylon, il nuovo film di Damien Chazelle, è pronto ad uscire anche in Italia, alla “ricerca di un suo pubblico“, come ha detto lo stesso regista, che ha incontrato la stampa romana per raccontare il suo punto di vista su questo progetto così denso e vasto che ha tanto indignato la stampa estera.

Babylon mostra una Hollywood che non c’è più, eccessiva e volgare, violenta e morbosa, ma anche estremamente vivace e vitale, totalmente libera. E per Chazelle proprio quella libertà è il prezzo più caro che l’industria del cinema ha pagato per diventare una forma d’arte riconosciuta.

Damien Chazelle rivendica la libertà dei primordi del cinema

Oggi, a Hollywood è andata perduta la libertà ed è comprensibile, perché la libertà a cui faccio riferimento io è quella che c’era nei primissimi giorni della storia del cinema. Lo vediamo e lo riscontriamo nei film muti che vediamo raccontati e rappresentati in questo film. È un fenomeno intrinsecamente legato al fatto che Hollywood all’epoca fosse qualcosa di completamente nuovo. Il cinema era considerato una forma d’arte volgare, e forse nemmeno era considerato una forma d’arte e la società guardava a Los Angeles come la frontiera del Selvaggio West dove questi pionieri si creavano le proprie regole e facevano ciò che volevano.

È stata una vera esplosione di possibilità artistiche, possibilità che all’epoca si potevano sfruttare, ma era inevitabile che questa fiamma creativa si affievolisse ad un certo punto e che venisse sostituita da qualcos’altro. Io credo che oggi abbiamo molto da imparare da quella Hollywood: il mondo di oggi è conformista, moralista e puritano e, secondo me, in questo periodo è compito degli artisti respingere tutta questa morale e andare a rivendicare quella libertà che è stata repressa. Questa storia racconta anche questo, e lo fa in maniera evolutiva perché ho cominciato a scriverla 15 anni fa e in questo periodo Hollywood è cambiata tanto, e non purtroppo in meglio.

Questa grande vitalità è raccontata attraverso una serie di generi che partono con la commedia e il musical, perfettamente incarnati nella selvaggia sequenza iniziale della festa nel deserto. Successivamente, mentre il tono di Babylon rallenta, si arriva a toccare generi molto diversi, fino a sfociare nel dramma puro e quasi nel film dell’orrore. Per Damien Chazelle questa era un’intenzione sin dal primo momento.

Babylon film 2023Un viaggio attraverso i generi

“Credo che fin dall’inizio, da quando è nato il seme del film c’era l’idea che la storia si sarebbe trasformata in un’altra storia, in termini di genere e di stile. Era un modo per riflettere la condizione in cui si trovava quella società e quindi l’idea principale è stata quella di passare dalla commedia alla tragedia. Mi sono reso conto man mano che scrivevamo la sceneggiatura che quello che avevamo in partenza, questo altissimo livello di esuberanza, si dovesse poi trasformare in tragedia e dalla tragedia siamo arrivati ai toni horror della sequenza nell’ultima parte. Abbiamo raccontato l’apice del divertimento contrapposto alla tragedia, alla caduta, tutto questo passando per il tentativo di arrivare alle stelle. Per poi arrivare nella conclusione, ambientata negli anni ’50, che rappresenta la sintesi e il significato di quello che volevo raccontare.”

Nonostante lo scopo fosse così nobile e universale, l’accoglienza negli Stati Uniti è stata molto tiepida, e anche il pubblico non è stato molto partecipativo, tanto che gli incassi sono stati veramente desolanti. Tuttavia, pare che Damien Chazelle fosse pronto a questa evenienza e che, secondo lui, Babylon sta ancora cercando il suo pubblico, che forse potrebbe essere quello europeo.

Sapevo che il film avrebbe suscitato determinate reazioni. La base della mia idea era quella di dare fastidio alle persone, di farle arrabbiare, era la mia aspettativa: realizzare un film che fosse controcorrente, tant’è vero che ci è voluto tanto tempo a finanziarlo e a sostenerlo. Siamo stati fortunati, sono estremamente grato alla Paramount perché, pur sapendo che sarebbe stato un film che avrebbe generato una polarizzazione delle opinioni, ha creduto lo stesso nel progetto, lo ha finanziato e lo ha sostenuto, e non ha mai esercitato nessuna pressione, non mi ha mai messo in condizione di dover scendere a compromessi.

Un film in cerca del suo pubblico

Per me è stato importante perché mi sono sentito libero e protetto, sono stato felice di non dover attenuare o filtrare niente di ciò che volevo raccontare, anche perché in caso contrario non avrei mai accettato di farlo. Mi rendo conto che è uno shock, ma era importante che lo fosse, volevo scavare in profondità, perché sono fin troppi oggi i film che parlano della vecchia Hollywood celebrandola ma guardando solo la facciata.

“L’unica speranza è che questo film possa trovare il suo pubblico – ha poi proseguito – e che, qualsiasi cosa succeda, possa suscitare dibatti e discussione, che possa risvegliare gli animi, non semplicemente scivolare via in maniera tranquilla. L’idea che avevo era quella di fare rumore. Ora il film non è più mio, una volta che è uscito diventa di chi lo guarda. Io ho fatto quello che sentivo di dover fare, ho portato questo film nel mondo, e ora tocca al mondo giudicarlo e accoglierlo.”

La volontà di guardare dietro alla facciata di Hollywood

Per fare rumore e per “dare fastidio” alle persone, Damien Chazelle ha scelto la via dell’eccesso, della volgarità, della sgradevolezza, perché quello è ciò che Hollywood era e quello è ciò che Hollywood ha sempre nascosto:

“Credo che sia importante mostrare quello che Hollywood sia fin troppo brava a nascondere. All’epoca del film il cinema non godeva del rispetto e del prestigio di cui gode oggi, era visto come qualcosa di basso, volgare e pornografico, ed era parte del DNA anche dei film, di mostrare la volgarità e lo ‘sporco’, in mancanza di un altro termine, per essere all’altezza della cattiva reputazione di cui godeva. Già nel titolo che ho scelto, Babylon, è insita questa idea di qualcosa che nasceva dal vizio, e che era spesso e definita con termini biblici, Sodoma e Gomorra, o la stessa Babilonia, erano i nomi riservati al luogo di nascita di un’industria completamente nuova che cercava di rivendicare il suo status, un’industria che veniva fondata da criminali, reietti, personaggi ai margini della società che avevano costruito qualcosa nel mezzo del nulla.

Era folle la stessa idea di andare a costruire una città in mezzo al deserto e c’è da dire che anche le cose più estreme che vedete nel film sono state attenuate e ammorbidite, perché se avessimo dovuto rappresentare la realtà per quello che era all’epoca, vi assicuro che non saremmo mai riusciti a realizzare il film. Persone nate povere, improvvisamente si sono trovate a possedere più soldi di quanti ne avesse chiunque al mondo.”

E in questo delirio di eccessi e nefandezze, ma anche sogni e speranze, affondano le radici di Babylon, il film più rischioso di Damien Chazelle e anche l’unico, a oggi, che ha ricevuto una tiepida accoglienza da parte di stampa e pubblico. Quello che accadrà da noi in Italia però è ancora da scrivere, e potremo cominciare a leggerlo a partire dal 19 gennaio, quando il film arriverà nelle nostre sale distribuito da Eagle Pictures.

The Last Of Us, il primo episodio: la spiegazione del finale

L’episodio 1 della serie di The Last of Us della HBO apre la porta all’attesissima serie, basata sull’omonimo videogioco e co-creata da Craig Mazin di Chernobyl e dall’autore e regista di entrambi i giochi di The Last of Us, Neil Druckmann. La serie racconta la storia di Joel ed Ellie, che devono viaggiare attraverso il paesaggio infestato degli Stati Uniti post-apocalittici e annientati da una pandemia, per scopi più grandi di quanto entrambi potessero immaginare.

Il primo episodio della serie HBO si svolge in due diversi periodi temporali. Passiamo dal 2003, anno dello scoppio dell’infezione da Cordyceps, al 2023, quando troviamo Joel vivere nella zona di quarantena di Boston. Ci viene mostrato il primo incontro tra Joel ed Ellie, con l’inclusione di elementi già noti ma anche inediti rispetto al gioco originale. Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’episodio 1 della serie HBO, in particolare sul suo finale drammatico e sulle indubbie ramificazioni che questo avrà in futuro.

Attenzione: l’articolo contiene spoiler su The Last Of Us 1×01!

Ellie è immune in The Last Of Us?

bella ramsay the last of usThe Last of Us si conclude con una rivelazione di proporzioni enormi. All’inizio, né Tess né Joel sanno perché Ellie (Bella Ramsey) sia così importante per le Luci e Marlene. Tuttavia, il finale dell’episodio 1 della serie si conclude con Ellie che viene scansionata per l’infezione da Cordyceps da un agente della FEDRA prima che Joel – interpretato da Pedro Pascal – lo picchi a morte. Tess (Anna Torv) si rende conto che lo scanner è risultato rosso, il che significa che Ellie è infetta. Dopo una breve crisi di panico, Ellie rivela il suo morso a Joel e Tess e afferma che è vecchio di tre settimane, cosa che si pensava impossibile visto che di solito gli infetti iniziano a trasformarsi entro un giorno dall’infezione.

Ellie è dunque apparentemente immune all’infezione da Cordyceps. Questo spiega quanto le Luci e Marlene abbiano fatto per tenere Ellie al sicuro e perché Joel e Tess siano stati ingaggiati per portarla fuori dalla città. Questo è l’elemento centrale della trama del gioco originale di The Last of Us, così come dell’adattamento, e guiderà la storia fino all’episodio 2 della serie.

Dove Joel e Tess stanno portando Ellie (e perché)

Bella-Ramsey-The-Last-of-UsJoel e Tess sono stati ingaggiati da Marlene per portare Ellie fuori dalla città dalle Luci nell’ultimo atto dell’episodio 1 di The Last of Us. Marlene è rimasta ferita in un combattimento e Joel e Tess sono stati incaricati di portare Ellie fuori dalla zona di quarantena di Boston, alla Massachusetts State House, per incontrarsi con la squadra di Luci di Marlene. Queste porteranno poi Ellie a ovest per tentare di raggiungere una cura per l’infezione da Cordyceps attraverso la sua immunità.

Il significato della canzone “Never Let Me Down Again” alla radio

pedro pascal the last of usUna delle inquadrature finali dell’episodio 1 di The Last of Us è quella della radio di Joel, che viene utilizzata come segnale per altri due contrabbandieri di nome Frank e Bill, il primo interpretato da Murray Bartlett e il secondo da Nick Offerman nella serie. La radio trasmette una canzone del 1987, “Never Let Me Down Again” dei Depeche Mode. All’inizio dell’episodio, Ellie inganna Joel e gli rivela che se sente suonare una canzone degli anni ’80, significa che Bill e Frank hanno incontrato un pericolo nei loro luoghi sconosciuti.

Ciò significa che se The Last of Us dovesse continuare a seguire fedelmente la trama gioco, Joel andrà incontro al pericolo quando visiterà la città di Bill e Frank. Poiché il finale dell’episodio 1 della serie mostra Joel, Tess ed Ellie che si dirigono verso la degradata Boston accompagnati da “Never Let Me Down Again“, è chiaro che la canzone preannuncia problemi all’orizzonte. Questo aspetto sarà probabilmente esplorato negli episodi 3 o 4 di The Last of Us, se consideriamo la timeline del gioco e la conclusione dell’episodio 1 della serie.

Dov’è Tommy e cosa gli è successo?

Uno dei fili conduttori principali dell’episodio 1 di The Last of Us della HBO, dopo il salto temporale al 2023, era la ricerca di Tommy da parte di Joel. Nel 2003, Tommy e Joel lavoravano insieme e il primo aveva aiutato il secondo e Sarah a sfuggire all’epidemia. Dopo il salto temporale, però, Tommy non si trova più a Boston con Joel. Anche se Joel e Tommy si tengono vagamente in contatto attraverso una torre radio, Tommy non ha risposto in tre settimane, il che ha portato Joel a voler cercare Tommy per garantire la sua sicurezza.

L’episodio 1 di The Last of Us fornisce alcuni indizi sulla posizione di Tommy e su cosa gli sia successo, soprattutto nella scena in cui Joel incontra Marlene – un altro personaggio tratto dal gioco – e gli viene detto di portare Ellie alla State House. Dopo aver affermato che il compito di Marlene è quello di sapere le cose, Joel replica: “Sapere le cose? Sei tu la causa, hai messo mio fratello contro di me”. Questo insinua che Tommy si sia unito alle Luci tra il 2003 e il 2023, cosa su cui Joel non è d’accordo. Per quanto riguarda la posizione di Tommy, tutto ciò che si sa è che si trova da qualche parte a ovest di Boston.

Come l’episodio 1 di The Last Of Us si colloca rispetto al gioco

Per quanto riguarda il confronto tra l’episodio 1 di The Last of Us e il gioco, non ci sono molte differenze. Possiamo citare una piccola modifica alla linea temporale, che potrebbe anche introdurre il Re dei Ratti di The Last of Us Part II, dato che il lasso di tempo in cui si svolgono gli eventi è compreso tra il 2003 e il 2023 anziché il 2013 e il 2033. A parte questo, gli unici cambiamenti reali sono espansioni relativamente ridotte. La scena d’apertura, ad esempio, include una sorta di preludio all’epidemia di Cordyceps e collega l’infezione a un problema del mondo reale, fornendoci maggiori spiegazioni rispetto al gioco.

Altre aggiunte includono un maggior tempo sulla scena per Sarah, che seguiamo nel corso di tutta la sua giornata nel 2003 prima dell’epidemia, piuttosto che soltanto la sera in cui esplode il contagio. Inoltre, la vita di Joel nella zona QZ di Boston viene sviluppata maggiormente, mentre la sua ricerca di Tommy non era presente nel gioco. Sebbene l’episodio 1 di The Last of Us contenga altre aggiunte al mondo del gioco, questi sono i cambiamenti principali che riguardano la storia e i personaggi, mentre gli altri elementi si limitano ad aggiungere qualcosa a ciò che era già presente nel gioco originale.

The Good Mothers sarà in concorso nella sezione “Berlinale Series” della Berlinale

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La nuova serie originale italiana targata Disney+, The Good Mothers, sarà in concorso nella sezione “Berlinale Series” alla 73° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino. La serie è candidata al “Berlinale Series Award”, premio istituito quest’anno e il primo dedicato alla serialità nella storia del Festival.  La serie che arriverà prossimamente su Disney+ e che racconta la ‘Ndrangheta interamente dal punto di vista delle donne che hanno osato sfidarla.

The Good Mothers è interpretata da Gaia Girace (L’amica geniale) nel ruolo di Denise Cosco, Valentina Bellè (Catch-22, I Medici) nei panni di Giuseppina Pesce, Barbara Chichiarelli (Suburra – La serie, Favolacce) in quelli di Anna Colace, Francesco Colella (ZeroZeroZero, Trust) in quelli di Carlo Cosco, Simona Distefano (Il Traditore) nel ruolo di Concetta Cacciola, Andrea Dodero (Non odiare) in quello di Carmine e con Micaela Ramazzotti (La pazza gioiaLa prima cosa bella) nel ruolo di Lea Garofalo.

The Good Mothers è un’opera corale e sfaccettata che racconta la storia vera di tre donne, cresciute all’interno dei più feroci e ricchi clan della ‘Ndrangheta, che decidono di collaborare con una coraggiosa magistrata che lavora per distruggerla dall’interno. Queste donne dovranno quindi combattere contro le loro stesse famiglie per il diritto di sopravvivere e di costruire un nuovo futuro per se stesse e per i loro figli.

Basato sull’omonimo bestseller del giornalista Alex Perry, premiato dalla Foreign Press Association, e adattato per lo schermo da Stephen Butchard (Bagdad Central, The Last Kingdom), nominato ai BAFTA, il progetto vede la regia di Julian Jarrold, nominato ai BAFTA e agli Emmy (The CrownBecoming Jane) e della premiata Elisa Amoruso (SirleyChiara Ferragni: Unposted) ed è prodotto da House Productions (Sherwood, Il prodigio) e Wildside (L’amica geniale, Anna), una società del gruppo Fremantle.

La storia racconta di una giovane e brillante pm, Anna Colace, che ha l’intuizione di attaccare la ‘Ndrangheta facendo leva sulle sue donne, le mogli e le madri dei boss, figure da sempre marginalizzate con oppressione e violenza dal sistema estremamente patriarcale dell’organizzazione criminale. L’indagine di Anna inizia con l’agghiacciante scomparsa di Lea Garofalo, che aveva testimoniato contro il marito Carlo Cosco per sfuggire alla sua morsa e iniziare una nuova vita con la figlia Denise. Man mano che Anna si addentra nel torbido mondo della ‘Ndrangheta, scopre le potenti storie di Giuseppina Pesce e Concetta Cacciola, due donne molto diverse ma legate dall’esperienza di aver vissuto un’esistenza oppressiva e soffocante e dallo stesso desiderio e impulso di scappare per garantire a se stesse e ai propri figli un futuro migliore.

I produttori esecutivi di The Good Mothers sono Juliette Howell, Tessa Ross e Harriett Spencer per House Productions e Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, una società del gruppo Fremantle.

Decision to Leave: trailer dell’ultimo film di Park Chan-wook

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Trailer ufficiale del film Decision to Leave, l’ultimo film dell’acclamato regista sudcoreano Park Chan-wook che arriverà nelle sale italiane dal 2 Febbraio distribuito da Lucky Red.

Applaudito al Festival di Cannes, dove è stato premiato per la Miglior Regia, Decision to Leave è anche stato candidato dalla Cor ea per la corsa agli Oscar come Miglior Film Internazionale, rientrando nella short list annunciata il 21 dicembre, e ha ricevuto una nomination come Miglior Film Straniero ai Golden Globes 2023.

Lontano dai toni della trilogia della vendetta che hanno fatto conoscere al mondo intero Park Chan-wook, il nuovo film del cineasta sudcoreano è un thriller dal tocco noir, che riesce a coniugare il respiro dei grandi classici con la freschezza del cinema contemporaneo: in molti lo hanno salutato come un omaggio al cinema di Alfred Hitchcock. Una detective story ricca di colpi di scena che intreccia i suoi fili con il melodramma romantico, portando sul grande schermo un mistero, che è al tempo stesso sentimentale e d’azione.

La trama del film

Premiato al Festival di Cannes per la Migliore regia, “Decision to Leave” è il nuovo film di Park Chan-wook, che dopo la Trilogia della vendetta sceglie la strada di un raffinato thriller sentimentale.

Mentre indaga sulla morte di un uomo precipitato misteriosamente dalla montagna, il detective Hae Jun incontra la sfuggente Seo-rae, giovane vedova della vittima, che non sembra essere sconvolta per la scomparsa del marito e che, proprio per questo, diventa subito la principale sospettata dell’omicidio. Colpevole o innocente? Malinconica e misteriosa, la donna riesce a destare l’interesse del detective e accendere in lui una passione dirompente, che lo porterà a mettere in pericolo la sua professione.

Maccio Capatonda è lo special guest della terza stagione di LOL: Chi ride è fuori

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Sarà Maccio Capatonda lo special guest della terza stagione di LOL: Chi ride è fuori, il comedy show Original dei record prodotto in Italia disponibile in esclusiva dal 9 marzo su Prime Video. Maccio Capatonda, vincitore della seconda stagione di LOL: Chi ride è fuori, sarà il disturbatore ufficiale dello show e avrà il compito di indurre alla risata Herbert Ballerina, Fabio Balsamo, Luca Bizzarri, Cristiano Caccamo, Paolo Cevoli, Marta Filippi, Nino Frassica, Paolo Kessisoglu, Brenda Lodigiani e Marina Massironi. I concorrenti proveranno a rimanere seri per sei ore consecutive, cercando contemporaneamente, di far ridere i loro avversari per aggiudicarsi un premio finale di 100.000 euro a favore di un ente benefico scelto dal vincitore.

La terza stagione del comedy show in sei episodi LOL: Chi ride è fuori è prodotta da Endemol Shine Italy per Amazon Studios, sarà disponibile dal 9 marzo su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. I primi quattro episodi saranno disponibili in streaming da subito e gli ultimi due dal 16 marzo, con il gran finale.    Dopo lo straordinario successo delle prime due stagioni, LOL: Chi ride è fuori torna per una nuova sorprendente stagione con l’esilarante sfida a colpi di battute fra i dieci professionisti della risata impegnati nel tentativo di strappare un sorriso agli altri partecipanti senza mai cedere alla comicità degli avversari, in una battaglia di sketch senza esclusione di colpi che mostra diversi stili comici: dalla stand-up, all’improvvisazione, fino alla commedia fisica e a tanto altro.

Ad osservare l’esilarante gara comica dalla control room, torna nelle vesti di arbitro e conduttore, Fedez, affiancato dal co-host Frank Matano, uno dei comici sfidanti della prima stagione. Alla prima risata di uno dei partecipanti, dalla control room scatterà un cartellino giallo di ammonizione, seguito alla successiva dal temuto cartellino rosso di espulsione dal gioco. L’ultimo sfidante che riuscirà a resistere rimanendo serio per tutte le sei ore di gioco sarà il vincitore, e potrà donare 100.000 euro a un ente benefico di sua scelta.

LOL: Chi ride è fuori S3 si unirà a migliaia di film, show e serie già presenti nel catalogo di Prime Video tra cui le produzioni italiane Original The Bad Guy, Prisma, Bang Bang Baby,Gianluca Vacchi: Mucho Más, Laura Pausini – Piacere di conoscerti, The Ferragnez – La serie, All or Nothing: Juventus, Anni da cane, Dinner Club, Vita da Carlo, FERRO, le prime 3 stagioni di Celebrity Hunted- Caccia all’Uomo e le prime due stagioni di LOL: Chi ride è fuori ; le serie pluripremiate Fleabag e The Marvelous Mrs. Maisel e i grandi successi come Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, Argentina 1985, Jack Ryan, The Boys, Borat – Seguito di film cinema, Il principe cerca figlio, Senza Rimorso, Good Omens e Carnival Row, oltre a contenuti in licenza disponibili in oltre 240 paesi e territori nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle 16 migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della Supercoppa UEFA, per tre stagioni dal 2021/22. Altre produzioni Original già annunciate sono il capitolo italiano dell’universo Citadel, Everybody Loves Diamonds e The Ferragnez – La Serie Stagione 2

Addio a Gina Lollobrigida

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È morta Gina Lollobrigida. Grande protagonista del cinema italiano, era nata a Subiaco il 4 luglio del 1927, aveva 95 anni. Tra le più importanti attrici del cinema italiano, durante la sua carriera è stata diretta da registi italiani di grande spessore artistico come Alberto Lattuada, Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Pietro Germi, Alessandro Blasetti e Mario Soldati. Sul versante americano, è stata diretta, tra gli altri, da Vincent Sherman, John Huston, Carol Reed, King Vidor, Melvin Frank, Robert Z. Leonard affiancando divi di fama mondiale come Rock Hudson, Tony Curtis, Yul Brynner, Anthony Quinn, Sean Connery, Robert Alda, Burt Lancaster, Errol Flynn, Humphrey Bogart e David Niven.

È stata nominata Cavaliere della Repubblica e nell’ottobre 1996 Accademica onoraria dell’antica Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Nel ’99 è stata nominata Ambasciatrice di buona volontà dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura. Nel 2016 un David speciale alla carriera le è stato consegnato dal Presidente Mattarella.

Con il rallentamento della sua carriera cinematografica ne iniziò anche una seconda come fotoreporter, che la portò negli anni settanta a intervistare Fidel Castro. Durante la sua carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra i quali un Golden Globe per il film Torna a settembre, sette David di Donatello, due Nastri d’argento, una stella sulla Hollywood Walk of Fame, oltre a una candidatura ai BAFTA per Pane, amore e fantasia.

Road House: ecco Jake Gyllenhaal & Conor McGregor-Led nel remake!

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L’imminente rivisitazione di Road House con protagonista Jake Gyllenhaal è attualmente in produzione e, in una serie di nuove foto dal set, i fan possono dare una buona occhiata sia a Jake Gyllenhaal che la star della UFC Conor McGregor mentre girano.

Le ultime immagini dal set del film Road House, così come lo stesso McGregor. In alcune foto scattate da dietro le quinte delle riprese, Gyllenhaal e McGregor possono essere visti uscire sul set, così come in acqua mentre si preparano a girare una scena. Nelle foto condivise da McGregor, lo si vede galleggiare nell’acqua. Puoi dare un’occhiata al nuovo lotto di foto qui sotto:

Il remake di Road House sarà diretto dal regista di The Bourne Identity  Doug Liman e si baserà su una sceneggiatura scritta da Anthony Bagarozzi e Charles Mondry. La produzione ha avuto inizio questo mese nella Repubblica Dominicana. Insieme a Gyllenhaal e McGregor ci sono Daniela Melchior, Billy Magnussen (Game Night), Gbemisola Ikumelo (The Last Tree), Lukas Gage (The White Lotus), Hannah Love Lanier (A Black Lady Sketch Show), Travis Van Winkle (Accepted), BK Cannon (Switched at Birth), Arturo Castro ( Broad City ), Dominique Columbus (Ray Donovan), Beau Knapp (Southpaw) e Bob Menery.

“La nuova interpretazione segue un ex combattente UFC che accetta un lavoro come buttafuori in una rozza taverna nelle Florida Keys, ma scopre presto che non tutto è come sembra in questo paradiso tropicale”, si legge nella sinossi. Il film originale è stato diretto da Rowdy Herrington. Ha interpretato Patrick Swayze mentre interpretava il ruolo di un buttafuori di nome Dalton, che è stato assunto per ripulire uno dei bar più chiassosi e rumorosi del Missouri, The Double Deuce. Al defunto attore si sono uniti anche Kelly Lynch, Sam Elliott e Ben Gazzara.

Black Panther 2, il produttore rivela che l’infortunio di Letitia Wright è stato “Enorme, traumatico”

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Il produttore di Black Panther: Wakanda Forever e vicepresidente della produzione e dello sviluppo dei Marvel Studios, Nate Moore, ha recentemente preso parte a una tavola rotonda dei produttori in cui ha parlato dell’infortunio della star Letitia Wright durante la produzione del sequel dei Marvel Studios.

Parlando come parte della tavola rotonda di THR insieme a numerosi colleghi produttori come Viola Davis e Jerry Bruckheimer, Moore ha descritto l’infortunio di Letitia Wright come “una cosa enorme e traumatica da affrontare per lei” e ha detto che è il tipo di cosa che “non sai se ti riprenderai del tutto da questo“.

Black Panther: Wakanda Forever è stato difficile da portare sullo schermo, ma il momento più spaventoso è stato in realtà quando Tish [Letitia Wright] si è infortunata“, ha detto Moore. “Stavamo girando alcuni lavori di seconda unità [e] alcuni lavori acrobatici a Boston. L’intero equipaggio era ancora ad Atlanta, quindi ho ricevuto una chiamata nel cuore della notte dall’ambulanza. È terrificante perché a quel punto non si tratta solo del film, si tratta di una persona e di una persona che conosco da anni. Come produttore, ti senti responsabile per tutti i membri della tua troupe.”

Ti senti responsabile di averla messa in quella posizione in primo luogo e di aver raccolto i pezzi. Capire il programma era quasi la parte più facile che capire come rimettere a posto la testa di Tish e procurarle l’aiuto di cui aveva bisogno, sia fisicamente che mentalmente. È stata una cosa enorme e traumatica da affrontare per lei. Per metterla a suo agio nel tornare e esibirsi al livello in cui si stava esibendo – non sai se tornerai da quello, a dire il vero, ma lo ha fatto.”

Dalla sua uscita nelle sale lo scorso novembre, Black Panther: Wakanda Forever  ha già incassato oltre 800 milioni di dollari al botteghino mondiale. Per la sua interpretazione della regina Ramonda, Angela Bassett ha vinto il suo secondo Golden Globe come migliore attrice non protagonista.

Il sequel ha visto il ritorno di Lupita Nyong’o, Danai Gurira, Angela Bassett nei panni di Ramonda, Martin Freeman, Letitia Wright, Winston Duke e Florence Kasumba. A loro si sono uniti i nuovi arrivati ​​in franchising Tenoch Huerta, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.  Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.

Matt Reeves ricorda che Cloverfield ha spaventato a morte Steven Spielberg

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Durante una recente intervista con Comingsoon, il regista di Cloverfield e The Batman , Matt Reeves, ha rivelato che Steven Spielberg (in odore di Oscar per il suo ultimo film The Fabelmans) è rimasto molto colpito dal film di mostri di Reeves, che sta per debuttare in un’edizione limitata per il 15° anniversario in 4K UHD e Blu-ray Steelbook. Parlando dell’impatto del film, Matt Reeves ha discusso dell’incontro con Steven Spielberg e ha affermato che la visionaria leggenda del cinema è stata spaventata dal film del 2008.

Bryan Burk mi ha chiamato dal set di  Star Trek, dove [Spielberg] era seduto con JJ Abrams, gli sceneggiatori e Bryan e mi ha detto: “Oh ehi, dov’è il regista di  Cloverfield? Voglio parlargli’”, ha rivelato Reeves. “Quindi Bryan ha detto, ‘Faresti meglio a venire alla Paramount adesso. Spielberg sta chiedendo dove sei.’ Ero tipo, ‘Oh! Bene!Così sono andato lì e mi sono seduto lì e poi si è rivolto a me e dopo aver parlato, ha dato loro molti input sulla sceneggiatura e cose del genere ed è stato davvero adorabile. Poi si è rivolto a me, ha detto: “Aspetta, quindi hai diretto  Cloverfield ?” E io ho detto, ‘Sì.’ e lui: “Mi hai spaventato a morte”E io ero tipo, ‘Oh.’ È stato fantastico. Non c’era complimento più alto che potessi ricevere di quello. Ho spaventato Steven Spielberg. Questo era il massimo.

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Steven Spielberg alla 62esima edizione dei David di Donatello – Foto di Aurora Leone © Cinefilos.it

Cloverfield è uscito nelle sale di tutto il mondo nel 2008 ed è un film in stile mockumentary di firmati ritrovati sul luogo di un disastro che ruota attorno a un gruppo di amici che devono sopravvivere a un massiccio attacco di mostri a New York. La pellicola ottenne un successo globale generando ben due spin-off-sequel da 10 Cloverfield Lane nel 2016 e The Cloverfield Paradox nel 2018.

James Cameron rivela che Leonardo DiCaprio inizialmente pensava che il Titanic fosse noioso

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L’acclamato regista James Cameron ha parlato in passato di come Leonardo DiCaprio abbia quasi rifiutato di fare il ruolo di Jack Dawson in Titanic. In una recente intervista, James Cameron è tornato sull’argomento rivelando che DiCaprio inizialmente non voleva nemmeno essere nel film. Parlando con People ai Golden Globes lo scorso fine settimana, il regista ha scherzato sul fatto che Leonardo DiCaprio non avesse alcun desiderio di essere un protagonista, con il leggendario regista che ha detto che gli ha dovuto “torcere il braccio” per coinvolgere DiCaprio nel film.

“Non voleva fare un protagonista“, ha detto Cameron. “Ho dovuto davvero torcergli il braccio per essere nel film. Non voleva farlo. Pensava che fosse noioso.”  Cameron ha continuato dicendo che DiCaprio ha finito per interpretare il ruolo solo dopo che il regista è riuscito a convincerlo che il ruolo di Jack Dawson era “una sfida difficile“, quindi ha elogiato il talento di DiCaprio. “Non mi ha sorpreso, prima di tutto, che abbia fatto molte scelte autentiche andando avanti. E in secondo luogo, non ho mai dubitato del suo talento.”

Uscito nelle sale di tutto il mondo nel 1997,  Titanic  è diventato un grande successo dal momento in cui è stato presentato in anteprima, con elogi da parte della critica e del pubblico. Il film è stato il primo film in assoluto a raggiungere il miliardo di dollari al botteghino ed è rimasto il film con il maggior incasso film di tutti i tempi fino a quando Cameron ha battuto se stesso un altro suo film nel 2009 –  Avatar. Per coloro che desiderano rivivere il film del 1997, Titanic è attualmente impostato per essere diffuso nelle sale di tutto il mondo in 3D 4K HDR il 09 febbraio 2023.

Michael Bay accusato di aver ucciso un piccione in Italia

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Il regista Michael Bay è stato accusato dell’uccisione di un piccione sul set di 6 Underground di Netflix in Italia nel 2018. Bay ha negato le accuse e, secondo quanto riferito, ha tentato più volte di comunicare con le autorità italiane per chiarire la questione. Sono un noto amante degli animali e un grande attivista per gli animali“, ha detto Bay a TheWrap in una dichiarazione. “Nessun animale coinvolto nella produzione è stato ferito o ferito. O su qualsiasi altra produzione a cui ho lavorato negli ultimi 30 anni.”

Il regista è fiducioso di avere prove sufficienti per scagionare la produzione del film da queste accuse, prove che includono testimoni e addetti alla sicurezza. Abbiamo chiare prove video, una moltitudine di testimoni e agenti di sicurezza che ci esonerano da queste affermazioni“, ha affermato Michael Bay. “E smentisce la loro unica foto dei paparazzi, il che fornisce una storia falsa“.

Infine, Michael Bay ha detto che gli è stata offerta la possibilità di pagare una piccola multa per risolvere la questione, ma si è rifiutato di pagare poiché non intende dichiararsi colpevole. Mi è stata offerta dalle autorità italiane la possibilità di risolvere la questione pagando una piccola multa, ma ho rifiutato di farlo perché non mi sarei dichiarato colpevole di aver danneggiato un animale“, ha chiarito Michael Bay. L’Italia ha una legge nazionale che vieta il danneggiamento o l’uccisione dei piccioni, in quanto il paese li considera una specie protetta. Il procedimento giudiziario contro Michael Bay è attualmente in corso, quindi ulteriori dettagli specifici sono attualmente nascosti.

Everything Everywhere All At Once: recensione del film con Michelle Yeoh

Prima di arrivare – finalmente – in Italia, Everything Everywhere All At Once del duo registico The Daniels è stato il film dei record negli Stati Uniti. Presentato in anteprima al South by SouthWest, ha superato la soglia dei 100 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando il primo film indipendente dopo la pandemia e nella storia dell’A24 – che si è occupata della sua produzione e distribuzione – a riuscirci. È diventato il film con la media più alta di sempre su Letterbox, app social incentrata sulla condivisione di opinioni per i film, sorpassando Parasite di Bong Joon-ho che, fino ad allora, deteneva il record di 4.6/5 di media.

Si è presentato inoltre al pubblico come primo film in cui figura un cast di attori protagonisti “all-asian“, conferendo a Michelle Yeoh il ruolo di attrice protagonista (ha sempre avuto ruoli da comprimaria, anche se è quasi impossibile crederci) e riportando in scena dopo ben 30 anni di assenza dagli schermi Ke Huy Quan, lo Short Round di Indiana Jones e il Tempio Maledetto e Data dei Goonies.

Una nuova frontiera del cinema indipendente

La trama di Everything Everywhere All at Once segue Evelyn Wang (Yeoh), una donna che annaspa sotto lo stress della lavanderia a gettoni in fallimento della sua famiglia, del suo matrimonio in crisi con Waymond (Ke Huy Quan) e dell’anziano padre (James Hong) che disapprova le sue scelte di vita. Ma è il crescente divario tra Evelyn e sua figlia Joy (Stephanie Hsu) che minaccia di disfare il tessuto della sua esistenza, almeno fino a quando la donna scopre di essere solo una delle molteplici versioni di Evelyn presenti nel Multiverso – e l’unica che può salvarlo. Il film, che arriverà nelle nostre sale dal 6 ottobre 2022, è stato prodotto dai fratelli Russo.

Con Everything Everywhere All At Once gli eclettici Daniels sono riusciti a sfruttare un budget di appena 25 milioni di dollari per realizzare un vero e proprio kolossal d’autore e dare vita a una personalissima idea di Multiverso, in cui l’incontro di altre versioni del sè è funzionale al ristabilirsi di un dialogo famigliare totalmente offuscato dalla frenesia quotidiana. Ci troviamo di fronte a un film unico nel suo genere, rivoluzionario, delirante nella sua struttura narrativa e con un cast praticamente perfetto per come deve adeguarsi ad ogni singolo cambio di registro.

Incredibile a dirsi, ma il film è stato girato in una singola location; tutto il budget a disposizione è stato utilizzato per esplorare mondi paralleli ma a cui è stata data conformazione visiva in un semplice capannone abbandonato. Il livello di creatività dei Daniels è alle stelle in Everything Everywhere All At Once, percepiamo chiaramente l’urgenza creativa di un duo che si era già fatto notare per la regia di coloratissimi video musicali e per Swiss Army Man (2016), in cui avevano già inglobato in una cornice fantastica il racconto di un’amicizia grottesca ma paradossalmente tenerissima.

Everything Everywhere All At Once film recensione
Michelle Yeoh, Jamie Lee Curtis Photo Credit: Allyson Riggs

Benvenuti nell’Evelyn-verso

Everything Everywhere All At Once è a tutti gli effetti un film sensoriale, in cui siamo chiamati ad attivare la nostra capacità di giudizio confrontandoci con ogni sperimentazione di reparto che ci viene proposta: gli effetti visivi, le transizioni, i volti che lasciano il segno; le battute precisissime che ci danno fin dall’inizio un’idea sommaria e poi totale di cosa può essere il Multiverso con le sue infinite potenzialità. Sfidando le leggi della probabilità, plausibilità e coerenza – parti fondamentali della costruzione di un mondo narrativo – i Daniels confezionano una storia in cui è la specificità della famiglia protagonista a trasferirci un senso di universalità, tramite l’esposizione di sensazioni e la messa in scena di circostanze in cui chiunque può riconoscersi.

Il Multiverso è nella quotidianità di Evelyn, Raymond e Joy, nella caoticità straziante di una famiglia che deve cercare di salvare un’attività in fallimento, un confronto dialogico mancante, pensieri che viaggiano a velocità elevata ma in menti diverse, senza mai riuscire a trovare un punto di incontro. Scelte di vita, potenziali cambi di rotta, molteplici “what if”, proiezioni siderali che portano ad una sensazione di benessere per poi rimpiombare nel caos che abbiamo creato noi stessi: tutto il film è ovunque e in molti momenti di un’esistenza che deve riprendere forma con i rinnovati legami familiari.

Impossibile non soffermarsi sulla performance esemplare di Michelle Yeoh in Everyhting Everywhere All At Once, che si è cimentata personalmente con gli stunt, confermandosi una meravigliosa star del cinema d’azione, ma non solo. Attraverso il personale viaggio di Evelyn nel Multiverso, tra la donna che era e che è diventata, riesce a consegnarci il ritratto a tutto tondo di una madre che deve mettersi costantemente in discussione, sospesa tra un retaggio che la costringe alla diligenza e al dovere, e un presente talmente fluido che le risulta impossibile trovare dei punti di appiglio, immersa com’è in una quotidianità miope, che ci domina con routine prestabilite, con compiti da assolvere e ruoli in cui siamo costretti a identificarci.

Un frame di Jobu Tupaki in Everything Everywhere All At Once
Stephanie Hsu Photo Credit: Allyson Riggs

La circolarità del bagel di Joy/Jobu

Il caos è sempre presente nella vita di Evelyn, ma assume carattere e forma visuale grazie alla creazione lungimirante di una villain che parla tanto alle giovani generazioni: Jobu Tupaki. Tutto ciò che è contenuto nella mente di una giovane creativa, variopinta, gioiosa ragazza ma contenuta in una gabbia di percezioni e pregiudizi esplode in maniera dirompente tramite questo personaggio. Così, Evelyn è costretta a rivedere e ricalibrare la propria opinione rispetto alla psicologia di una figlia che conosce a fondo ogni sfumatura di un mondo in costante cambiamento. Tra i mille universi di Everything Everywhere All At Once inizia a propagarsi uno scontro diretto fra vecchio e nuovo, fra realtà vissuta dagli adulti e fantasie generate dalla nostra generazione o a quelle dopo la nostra. Il Multiverso è la resa dei conti per Jobu, un tentativo di trasferimento di conoscenze e significati a chi ci sembra abbia vissuto in un tempo lontano, scevro dalle molteplici possibilità legate alle nostre abilità o alla sensibilità con cui vorremmo metterci in gioco, ma che spesso siamo costretti a occultare, soprattutto con chi ci sta più vicino.

Non bisogna smettere di respirare, perché nel Multiverso non si è mai soli. Certo, siamo inseguiti da una temibilissima villain, potremmo perdere tutto da un momento all’altro – professionalmente ed emotivamente – eppure ci rendiamo conto che in nessuna dimensione del Multiverso dobbiamo caricarci il peso di mille domande solo sulle nostre spalle. Siamo costantemente alla ricerca dell’altro, di chi potrà vedere e capire cosa abbiamo affidato al nostro Everything Bagel, commistione delle voci che sembrano distanti ma che provengono dalla nostra coscienza, paure che si concretizzano in un senso di ribellione ancorato ad un buco nero che risucchia qualsiasi imperfezione.

Il Bagel è un cerchio perfetto, che sta sulla testa di Jobu, narratrice onniscente del multiverso, ed è conformazione geometrica ultima di un simbolo che torna ripetutamente nel film: dall’oblò delle sfilze di lavatrici in lavanderia, passando per i Google Eyes, l’angosciante cerchio nero con cui Jamie Lee Curtis sottolinea su carta tutto ciò che i Wang devono all’Agenzia delle Entrate, fino allo specchio di casa Wang, che racchiude simbolicamente uno dei frame più memorabili del film: mamma, papà e figlia insieme, a suggellare come questo sia – prima di tutto – un film sulla circolarità, anche simbolica, delle unioni famigliari e dei viaggi che siamo portati a compiere insieme.

È proprio attraverso il movimento, questo dialogo multiversale tra individui, generi cinematografici e comparti tecnici, che il cinema indipendente compie un salto potentissimo, mostrandosi vigorosamente in tutte le sue possibilità produttive, come una Evelyn Wang pronta a saltare da una dimensione all’altra per ricodarci che il cinema deve essere, soprattutto, condivisione.

Gabriel Luna: 10 cose che non sai sull’attore

L’attore Gabriel Luna vanta già diversi ruoli di rilievo, specialmente in prodotti televisivi, ma non è ancora un volto particolarmente noto del mondo della recitazione. Grazie ad alcuni progetti in arrivo, però, il suo status di celebrità sembra essere destinato a crescere notevolmente. Dotato di carisma e solida presenza scenica, Luna sta convincendo sempre più critici e spettatori del suo valore ed ogni sua interpretazione rimane difficilmente dimenticabile.

Ecco 10 cose che non sai su Gabriel Luna.

Gabriel Luna: i suoi film e le serie TV

1. È noto per alcune serie TV. Dopo aver recitato in alcuni episodi di serie come Prison Break (2008), Touch (2013) e NCIS: Los Angeles (2013), Luna ottiene una prima notorietà recitando in Matador (2014) e nella seconda stagione di True Detective, con Colin Farrell. In seguito ha recitato in Wicked City (2015) e Agents of S.H.I.E.L.D (2016-2017), dove ha avuto un altro ruolo di primo piano. Nel 2023 lo si vedrà nella serie The Last of Us, accanto a Pedro Pascal e Bella Ramsey.

2. Ha recitato in alcuni noti film. Nel corso della sua carriera l’attore ha avuto anche modo di recitare in diversi film, alcuni di maggior rilievo e altri meno noti. Il primo lungometraggio a cui ha preso parte è stato Fall to Grace (2005), seguito poi da Dance with the One (2010). Nel 2011 ha avuto un ruolo in Bernie, con Jack Black, mentre in seguito ha recitato in Spring Eddy (2012), Palle fuori (2014), Freeheld: Amore, giustizia, uguaglianza (2015), con Julianne Moore, Gravy (2015) e Transpecos (2016). Nel 2019 torna al cinema con un ruolo di rilievo in Terminator: Destino oscuro, con Arnold Schwarzenegger. Nel 2022 è protagonista di Eddie & Sunny.

Gabriel Luna è Ghost Rider

3. Ha interpretato il quinto Ghost Rider della Marvel. Tutti ricorderanno il Johnny Blaze interpretato da Nicolas Cage nei due film dedicati al supereroe Ghost Rider. Blaze è stato il secondo umano ad incarnare il demoniaco personaggio, ma nella quarta stagione della serie Agents of S.H.I.E.L.D. i fan hanno imparato a conoscere un altro dei possessori dei poteri del Ghost Rider. Si tratta di Robbie Reyes, quinto umano ad incarnare il supereroe, interpretato nella serie proprio la Luna. L’attore si è detto estremamente grato di tale ruolo, per il quale si è preparato a lungo e che gli ha donato grande popolarità.

Gabriel-Luna-Ghost-Rider

4. Avrebbe dovuto avere una serie tutta sua. Dopo essere comparso come Ghost Rider in Agents of S.H.I.E.L.D., Luna avrebbe dovuto interpretare nuovamente tale personaggio anche in una serie a lui interamente dedicata. Tuttavia, in seguito all’unificazione tra Marvel Television e i Marvel Studios nel 2019, il progetto è stato attualmente cancellato. Non è del tutto escluso però che in futuro si possa decidere di realizzare una serie dedicata al celebre supereroe, da introdurre così ufficialmente all’interno del Marvel Cinematic Universe.

Gabriel Luna è Tommy Miller in The Last of Us

5. Interpreta uno dei personaggi principali. Nella serie HBO The Last of Us, tratta dall’omonimo videogioco, Luna interpreta Tommy Miller, uno dei personaggi più importanti del racconto. Questi è un infallibile cecchino, nonché fratello di Joel. Tale personaggio si è affermato come uno dei più amati della serie videoludica, vantando non solo una fisicità simile a quella del fratello ma anche una forte componente emotiva e tanta gentilezza. Con questo personaggio, Luna avrà dunque un ruolo di primo piano nell’attesa serie e il suo potrebbe affermarsi anche in essa come uno degli elementi più importanti ai fini narrativi.

6. Conosceva già il videogioco. Prima di iniziare le riprese della serie, agli attori del cast era stato chiesto di non giocare al videogioco The Last of Us, in modo tale da non farsi influenzare da questo. Luna, tuttavia, conosceva già il gioco e aveva iniziato a giocarci ben prima che gli fosse comunicata tale richiesta. Confrontarsi con il videogioco, a suo dire, gli ha però permesso di entrare meglio nel mondo e nell’atmosfera del racconto, così da poter poi riproporre le sensazioni provate al momento di interpretare il suo Tommy Miller.

Gabriel Luna in Terminator: Destino oscuro

7. È stato l’antagonista del film. In Terminator: Destino oscuro, sesto film della celebre saga di fantascienza, Luna ha interpretato il Rev-9, un Terminator avanzato inviato indietro nel tempo per terminare Dani, costituito da un tradizionale endoscheletro solido circondato da una “pelle” di poli-lega mimetica. Possiede la capacità di separare questi due componenti in due unità Terminator completamente autonome. Un avversario affermatosi come particolarmente minaccioso, anche per la grande presenza scenica sfoggiata da Luna.

Gabriel-Luna-Terminator

Gabriel Luna è su Instagram

8. Ha un profilo sul social network. Gabriel Luna è naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 161 mila persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato oltre mille e seicento post, la maggior parte relativi alle sue attività come attore. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti e altre immagini che lo raffigurano ad eventi a cui ha preso parte. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

Gabriel Luna e Diego Luna

9. Non sono imparentati. Pur facendo Luna di cognome e vantando origini messicane, Gabriel non è in alcun modo imparentato con l’attore Diego Luna, recentemente visto nella serie Andor, ambientata nell’universo di Star Wars. I due non hanno dunque legami di alcun tipo, se non il condividere lo stesso cognome. Gabriel, inoltre, non è propriamente messicano, essendo nato negli Stati Uniti. Solo i suoi genitori erano discendenti di cittadini messicani.

Gabriel Luna: età e altezza dell’attore

10. Gabriel Luna è nato ad Austin, in Texas, Stati Uniti, il 5 dicembre del 1982. L’attore è alto complessivamente 1,79 metri.

Fonte: IMDb, Instagram

Avatar: La Via dell’Acqua, oltre 40 milioni al box office italiano

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Il nuovo film di James Cameron Avatar: la via dell’acqua, sequel del lungometraggio vincitore di tre Academy Award® Avatar, ha conquistato il pubblico italiano con un incasso di oltre 40 milioni di euro e con oltre 4,5 milioni spettatori entrando nella classifica dei 10 migliori incassi di tutti i tempi in Italia.

“Il successo straordinario di Avatar: La Via dell’Acqua non solo ci rende orgogliosi come azienda ma ci permette di guardare al futuro del cinema in Italia con positività”, ha dichiarato Daniel Frigo, Amministratore Delegato The Walt Disney Company Italia. “Grazie al grandissimo lavoro di tutti gli esercenti e di tutte le persone coinvolte nel lancio, il team di Disney Italia, partner e licenziatari, Avatar ha infatti generato un effetto positivo a cascata durante le festività, di cui il beneficiario finale è l’intera filiera cinematografica, riportando nelle sale tante persone che si erano allontanate con la pandemia. Nel 2023 occorre continuare a lavorare in questa direzione comune ed è questo l’impegno che porteremo avanti nell’anno delle celebrazioni del centenario della Walt Disney Company, dando sostegno alla sala con l’uscita di moltissimi film di generi diversi che continueranno a ricordare a tutto il pubblico italiano l’unicità dell’esperienza e la bellezza della visione di un film al cinema: Ant-Man and The Wasp: Quantumania, Gli Spiriti dell’Isola, La Sirenetta, Indiana Jones, Guardiani della Galassia Vol. 3, The Marvels, Haunted Mansion ma non solo… Perché il successo di un singolo sia il successo di tutti così come l’impegno per il futuro del cinema”.

Con Avatar: la via dell’acqua, l’esperienza cinematografica raggiunge nuove vette: Cameron trasporta il pubblico nel magnifico mondo di Pandora in un’avventura spettacolare e ricca di azione.

Ambientato più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar: la via dell’acqua inizia a raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che combattono per rimanere in vita e delle tragedie che affrontano.

Diretto da James Cameron e prodotto da Cameron e Jon Landau, la produzione Lightstorm Entertainment è interpretata da Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang, Sigourney Weaver e Kate Winslet. La sceneggiatura è scritta da James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver, e il soggetto è di James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver & Josh Friedman & Shane Salerno. David Valdes e Richard Baneham sono i produttori esecutivi.

Michelle Yeoh tornerebbe a interpretare Evelyn solo in un specifico spin-off di Everything Everywhere All at Once

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La star di Everything Everywhere All at Once, Michelle Yeoh, dice che sarebbe disposta a tornare al ruolo del film solo per uno specifico spin-off. L’attrice protagoniste della stagione dei premi di quest’anno interpreta Evelyn Quan Wang, una donna, madre e moglie in difficoltà, proprietaria di una lavanderia a gettoni nel selvaggio film del 2022, che ha guadagnato un sacco di elogi sin dalla sua uscita. Dato il successo critico e commerciale del film dei Daniels, molti si sono chiesti se il film genererà un sequel, che potrebbe potenzialmente continuare la storia di Evelyn e sua figlia Joy (Stephanie Hsu) o esplorare uno dei tanti universi introdotti nel film.

Durante un’intervista con Variety, a Michelle Yeoh è stato chiesto se fosse interessata a tornare nel ruolo di Evelyn per un secondo film Everything Everywhere All at Once. Mentre l’attrice afferma chiaramente che non ha alcun interesse a vedere o partecipare a un sequel del film multiversale, sembra più incline a considerare uno spin-off. Se l’attrice dovesse tornare per uno spin-off di Everything Everywhere All at Once, vorrebbe interpretare una variante “rock star” del suo personaggio, citando cantanti come Adele, Enya e Lady Gaga come ispirazione. “Non lo so. Voglio un universo in cui sono una rock star. Voglio tornare, se devo tornare, come qualcuno che ha questa voce incredibile, sai… Questo è ciò che manca al nostro mondo in questo momento, c’è pace e amore, e credo che per raggiungere altre realtà e più persone possibili, una gran voce è lo strumento migliore.”

Everything Everywhere All at Once: intervista a The Daniels

Dai fratelli Russo (produttori esecutivi), A24 e Ley Line Entertainment, il film definitivo sul multiverso con le icone del cinema Michelle Yeoh (La Tigre e il Dragone, Shang-Chi) e Jamie Lee Curtis (Halloween, Una poltrona per due) dirette dal duo di registi visionari The Daniels. Il caso dell’anno al botteghino USA.

Scritto, diretto e prodotto dai The Daniels. Il film è prodotto anche da Jonathan Wang, dalla AGBO dei fratelli Russo e da A24. I produttori esecutivi sono Ley Line Entertainment, IAC e Josh Rudnick.

Noah Centineo ha accettato la fine della sua esperienza nei panni di Atom Smasher

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Noah Centineo, interprete di Atom Smasher in Black Adam, sembra aver accettato il fatto che non tornerà a interpretare il personaggio DC Comics al cinema. Il tentativo di Dwayne Johnson di prendere in carico il DC Extended Universe è fallito, e ormai è chiaro che alcune delle decisioni di cui si era fatto carico, incluso il ritorno di Henry Cavill nei panni di Superman, abbiano facilitato la sua archiviazione del franchise.

Mentre il wrestler diventato attore sembrava lasciare la porta aperta a un eventuale ritorno nei panni di Teth-Adam, è diventato evidente che i piani ambiziosi per sequel e spin-off ora non troveranno seguito. Tuttavia, sembra che Noah Centineo abbia capito che il suo tempo alla DC Films è finito. Durante una recente intervista con The Hollywood Reporter, l’attore ha riflettuto sul fatto di far parte dell’adattamento della DC Comics, ma non sembra eccessivamente ottimista sul suo prosieguo.

“Ci siamo divertiti così tanto a girare quel film. Non credo di essermi mai goduto quattro mesi di riprese come durante le riprese di quel film”, ricorda Centineo. “Eravamo così tanti, e ci siamo semplicemente mescolati insieme, e tutti erano così disposti a fare amicizia l’un l’altro, e siamo diventati davvero una famiglia, e questo include anche Dwayne [Johnson].” Ha dato il tono, non solo al cast, ma a tutte le persone coinvolte. Andavamo costantemente a cena e passavamo del tempo insieme, e lo porterò con me per il resto della mia vita, per non parlare delle lezioni imparate a lavorare con attori così iconici, profondamente esperti e talentuosi, il nostro direttore della fotografia Lawrence Sher, il nostro regista [Jaume Collet-Serra], porterò sempre con me quell’esperienza”.

Alla domanda se fosse “depresso” nel sentire che il tempo di Henry Cavill come Superman è finito, Centineo ha schivato la domanda e ha condiviso la sua eccitazione per ciò che i DC Studios hanno pianificato. Tuttavia, l’attore non esprime davvero alcuna aspettativa per farne parte e chiaramente non è stato contattato per interpretare Atom Smasher nel nuovo DCU.

“Onestamente non posso nemmeno parlare di nulla di tutto ciò. Non so davvero quale sia il loro piano e sono entusiasta di vedere cosa hanno pensato di fare con quello che alla DC ha funzionato”, ha detto. “Per quanto mi riguarda, sono davvero entusiasta di vedere la visione di Peter Safran e James Gunn per la DC, quei ragazzi sanno cosa stanno facendo. Quindi, gli daremo fiducia. Sono entusiasta.”

Da quello che Noah Centineo dice, sembra chiaro che il giovane interprete abbia accettato la scarsa risposta di pubblico e critica riservata a Black Adam, e che alla luce di questo sia pacifico che non verrà ulteriormente coinvolto nel futuro della DC Films.

Madame Web, un nuovo intrigante logo per il film SONY

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È stato rivelato un nuovo logo per Madame Web, con un ragno rosso e blu che proietta l’ombra del personaggio del titolo. Anche se il significato di una tale scelta grafica può essere tutto e niente, visivamente è comunque un bel logo per presentare un progetto per molti versi ancora misterioso.

Madame Web è un film intrigante, questo è certo, e suggerisce fortemente che Sony intende esplorare il lato mistico del mito di Spider-Man. Resta da vedere come Peter Parker influisca su tutto questo, anche se ci sono rumors online che la storia si svolga molto prima ancora che il l’arrampicamuri sia nato.

In effetti, tra una serie di voci e ciò che è stato rivelato nelle foto dal set, abbiamo motivo di credere che una Mary Parker incinta sarà al centro della storia, con Madame Web che riunisce un gruppo di eroi al femminile per proteggerla. È un concetto intrigante, ma non abbiamo molta fiducia nel fatto che lo studio riesca a realizzarlo.

GUARDA IL LOGO DI MADAME WEB

Madame Web: 5 dettagli sul personaggio

Madame Web è uno dei tanti film in via di sviluppo mentre lo studio costruisce il suo Sony Universe di personaggi Marvel. Sony, che controlla i diritti cinematografici di Spider-Man e altri personaggi correlati, ha già distribuito Venom (2018) e Venom: La furia di Carnage (2020) e il film con Jared Leto, Morbius, uscirà ad aprile. La Sony ha anche in cantiere Kraven il Cacciatore con la star Aaron Taylor-Johnson.

Nel cast di Madame Web ci sono Dakota Johnson e Sydney Sweeney. Lo studio si trova in una posizione di forza dopo l’uscita di Spider-Man: No Way Home, che ha incassato 1,74 miliardi di dollari a livello globale, l’incasso più alto nella storia della Sony.

Nel cast di Madame Web sono stati confermati Dakota Johnson, Sydney Sweeney, Isabela Merced, Emma Roberts, Celeste O’Connor, Tahar Rahim, Mike Epps, Zosia Mamet e Adam Scott.

Shazam! Furia degli Dei: un drago protagonista del nuovo spot

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Il nuovo spot di Shazam! Furia degli Dei ci mostra molta azione con protagonista un grosso drago. Il film arriverà a marzo ed è uno dei pochi sopravvissuti all’accetta Gunn/Safran che si è abbattuta sui progetti DC Films.

Shazam! Furia degli Dei

Shazam! Furia degli Dei continua la storia dell’adolescente Billy Batson che, dopo aver recitato la parola magica “SHAZAM!“, si trasforma nel suo alter ego da supereroe adulto, Shazam.

Il cast del sequel include Zachary Levi nei panni di Shazam, Asher Angel nei panni di Billy Batson, Jack Dylan Grazer nei panni di Freddy Freeman, Adam Brody nei panni del supereroe Freddy, Ross Butler nei panni del supereroe Eugene, Meagan Good nei panni del supereroe Darla, DJ Cotrona nei panni del supereroe Pedro, Grace Caroline Currey nel ruolo di Mary Bromfield/la supereroina Mary. Djimon Hounsou ritorna nei panni del Mago, mentre Rachel Zegler, Lucy Liu e Helen Mirren si sono unite al film come cattivi appena creati.  Shazam! Furia degli Dei uscirà il 17 marzo 2023. Il film è prodotto da Peter Safran.

Emily Blunt ricorda di quando Tom Cruise le disse di smettere di “fare la fi***tta” sul set di Edge of Tomorrow

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Basato sull’acclamato romanzo del 2004 di Hiroshi Sakurazaka All You Need Is Kill, Edge of Tomorrow è stato distribuito nel 2014 con recensioni positive e un solido incasso di 370 milioni di dollari al botteghino mondiale con un budget di 178 milioni di dollari.

Diretto da Dough Liman, il film ha visto Tom Cruise ed Emily Blunt nei panni di soldati intrappolati in un loop temporale, con il primo che usa questa condizione come un’opportunità per migliorare le sue abilità e alla fine sconfiggere gli alieni invasori della Terra. Il film è stato un buon successo di pubblico e critica, tanto che si pensava ad un sequel che al momento non ha ancora preso piede, tuttavia Emily Blunt ha dei ricordi molto vividi di quel set, e durante la sua partecipazione al podcast SmartLess, ha raccontato un aneddoto che ha visto protagonista Cruise:

“Dovevamo indossare questi costumi enormi, e penso che sarebbe stato fantastico se li avessimo realizzati in CGI, ma volevamo farlo in modo tattile. Quando senti la parola ‘tattile’, pensi che suoni piacevole e accogliente. Non c’era niente di accogliente in quelle tute. Pesava quasi 40 chili. Era così pesante. (…) La prima volta che l’ho indossato ho iniziato a piangere , e [Cruise] non sapeva cosa fare”, ha ammesso l’attrice. “Ero tipo, ‘Tom, non sono sicura di come supererò queste riprese’ e ho appena iniziato a piangere. ‘Mi sento un po’ in preda al panico’”.

“Lui mi ha semplicemente fissata a lungo, non sapendo cosa fare, e mi ha detto: ‘Dai, smettila di fare così la fighetta, ok?'” Per nulla offesa dalle osservazioni del suo collega, Blunt ricorda di essere scoppiata in una sonora risate dopo essere stata colta alla sprovvista da ciò che ha detto Cruise e ha spiegato come ha reso molto più facile l’avvio della produzione. Tuttavia, indossare quella tuta le ha provocato lesioni di lunga durata alle costole e alla clavicola.

Cruise non è estraneo alle acrobazie pericolose e continua a spingersi oltre i limiti di ciò di cui è capace. Con questo in mente, le sue dure parole di consiglio hanno senso e hanno chiaramente aiutato Blunt in un momento in cui aveva bisogno di aiuto per superare questo ostacolo. Anche il racconto dell’attrice non ha nulla di recriminatorio nei confronti di Tom Cruise che con quella frase completamente inaspettata ha scosso la collega e l’ha aiutata a portare a termine il lavoro. Edge of Tomorrow è uno dei film più insoliti nella filmografia di Emily Blunt, in cui l’attrice mostra davvero una range di capacità insospettate.