A febbraio 2023
arriverà nelle sale italiane, distribuito da Notorious
Pictures, Asterix & Obelix – Il Regno di
Mezzo, l’attesissimo quinto film sulla serie francese
di culto, diretto da Guillaume Canet. I due
celebri galli sono lo stesso Guillaume Canet (Asterix) e
Gilles Lellouche (Obelix), insieme a loro il
premio Oscar® Marion Cotillard nei panni di
Cleopatra, Vincent Cassel in quelli di Cesare e un
inedito Zlatan Ibrahimović nel ruolo del romano
Caius Antivirus.
In questa nuova storica avventura, i
due valorosi guerrieri dovranno aiutare Fu Yi, l’unica figlia
dell’imperatore cinese Han Xuandi, fuggita dalle grinfie di un
principe malvagio e arrivata in Gallia in cerca del loro aiuto.
Mel Gibson è diventato un’icona grazie ai suoi ruoli
in film come Arma
letale, Bravehearte Mad
Max, ma c’è stato un tempo in cui è andato
vicino ad aggiungere al suo incredibile CV anche il ruolo di
James Bond!Mentre gli attori britannici sono
stati sempre stati la prima scelta per interpretare 007, all’attore
americano è stato offerto il ruolo e ha scelto di rifiutarlo.
Gibson ha recentemente riflettuto su quella decisione durante
un’intervista con JoBlo.com, spiegando
perché Sean Connery ha interpretato ruoli simili a
quelli di Bond fino a quando il ruolo neGli intoccabililo ha portato ad
una nuova fase della recitazione lasciandosi alle spalle il ruolo
della SPIA.
“Mi hanno offerto i film di James
Bond quando avevo ventisei anni, che è come quaranta anni fa,
ok?” Gibson ricorda. “E loro hanno
detto: ‘Ehi, vogliamo che tu sia il prossimo James Bond.’ E ci ho
pensato; ero in Australia, stavo lavorando con Peter
Weir”. “E ci ho pensato, e in un certo
senso ho rifiutato, per questo
motivo”, continua
l’attore. “Perché ho pensato, ‘Guarda
cosa è successo al povero Sean, è rimasto bloccato lì per tre
decenni.'”
È interessante che
Mel Gibson abbia rifiutato quello che avrebbe
potuto essere il ruolo di una vita, ma in tutta onestà, ha reso
iconici molti altri personaggi a pieno titolo. Sì, quelli sono
ruoli a cui è più spesso associato anche decenni dopo, ma c’è una
tale varietà che l’attore non è noto solo per uno ruolo specifico,
(come invece è capitato a Sean Connery per un certo periodo e, in una
certa misura, lo è ancora).Daniel Craig è stato l’ultimo
attore a interpretareJames Bond, ma non si sa
ancora chi sarà il suo sostituto. Si dice che la caccia sia in
corso, ma i produttori del franchise non sembrano avere fretta
mentre cercano qualcuno che sia disposto a impegnarsi nel ruolo per
un’enorme fetta della loro carriera.
Su Netflix dal 28 settembre arriva Blonde, il biopic di Marilyn Monroe con l’attrice Ana de Armas. La storia della Monroe ha spesso
sollevato dubbi su come effettivamente venissero trattate e
considerate le star del tempo e la verità è che sono stati tanti i
divi che a causa di Hollywood hanno avuto una vita difficile.
Hollywood non è mai stata
un’oasi felice. Chiunque sia finito nella sua morsa è
stato masticato, modellato e sputato fuori senza pietà alcuna. Ai
tempi dello star system – che ha contribuito a creare l’epoca d’oro
del cinema americano – ciò che contava non era chi facesse la
differenza, ma chi piuttosto riuscisse a rimanere a galla.
Blonde, Marilyn e le altre: le
clausole di Hollywood
Le case di produzione
cinematografica, le “Majors” (MGM, Paramount, 20th Century Fox, RKO
Pictures, Warner Bros), negli anni successivi alla loro fondazione
erano mosse dal principio dello star system. Esso altro non era che
la creazione e la promozione di divi, persone da far crescere ad
Hollywood e poter lanciare affinché portassero il maggior numero di
introiti per i loro film. I divi erano ciò che serviva per
catturare l’attenzione del pubblico e spesso erano giovani
comuni, alcuni senza né arte né parte, che venivano istruiti per
diventare qualcun altro. Il personaggio che veniva rigurgitato –
letteralmente – da Hollywood, era diverso, costruito, e aveva
persino un altro nome.
Il prezzo della fama, però, era la
libertà. Spesso le case di produzione avevano regole ferree,
molte delle quali non erano solo sfiancanti ma anche eccessivamente
limitanti. Venivano istituite delle clausole di moralità fra
Studios e divi, i quali avevano delle linee ben precise da seguire
e alle quali non potevano sottrarsi dopo aver firmato il contratto.
Ciò che contava non era la recitazione, ma
l’immagine. L’epoca d’oro del divismo, iniziata negli anni
’20, verrà sempre ricordata come un momento florido per il cinema
americano, ma che si trascina anche il peso di aver ridotto in
cenere molte star.
Come nasceva una stella
All’epoca Hollywood era famosa per
mettere in pratica il processo di glamorizzazione,
ossia la “fabbricazione di una star”. Gli Studios si ponevano
l’obiettivo di glamorizzare circa 10 future “stelline” all’anno
secondo il principio del piantare un albero. Chiunque fosse
riuscito a germogliare dopo 3 anni, e quindi a diventare qualcuno,
sarebbe rimasto lì. Gli altri, come le radici della pianta,
sarebbero stati estirpati da quel posto e buttati via. Tutto
cambiava: il nome, i capelli, i denti, le pose, il comportamento,
persino come sorridere e sbattere le ciglia. Non tutte però, seppur
superassero la prova, riuscivano a reggere quel tipo di vita e
imposizioni.
Marilyn Monroe non è stata
l’unica ad aver avuto una vita tormentata dopo essere approdata a
Los Angeles. Non è stata neppure l’unica ad aver dovuto
cambiare nome e vivere per due: per Norma Jane (suo vero nome) e
per Marilyn Monroe, la diva dai capelli d’oro che ancora oggi è
considerata un’icona nel panorama hollywoodiano. Altre sono state
le attrici che hanno dovuto subire in silenzio e rinunciare alla
propria felicità. Non sempre, come si suol dire, è tutto oro ciò
che luccica.
Judy Garland, una bambina cresciuta
in fretta
Altre due figure di spicco nel
cinema americano sono state Judy Garland e
Gene
Tierney. Entrambe hanno un comune denominatore uguale
a quello della Monroe: la tragedia. Ed entrambe sono state figlie
di Hollywood.
Judy Garland, il cui vero nome è Frances Ethel Gumm,
non ha mai avuto un buon rapporto con gli Studios sin da subito;
Los Angeles le portò una serie di problemi sin dall’adolescenza e
questi si riversarono spietati poi nell’età adulta.
Come lei stessa raccontò, non aveva
mai voluto fare l’attrice. Decisero per lei i genitori quando aveva
10 anni e cantava con il padre e le sorelle a teatro. Lì fu vista
da un esponente della MGM che le fece fare un provino: è lì che
Judy divenne di loro proprietà. Il periodo alla MGM non fu mai
facile: essa era diventata il “padre” della Garland e veniva
costantemente minacciata dalla madre “che lo avrebbe raccontato a
Louis Mayer”, se qualcosa non andava nel verso giusto.
Judy, nella sua permanenza
lì, era costretta a una dieta ferrea e se infrangeva la
regola mangiando qualcosa che non fosse brodo, Louis Mayer la
riempiva di offese. Uno dei suoi primi e iconici film, Il Mago
di Oz, fu quasi un trauma per lei. Come lei stessa ricorda, la
trattavano come se fosse un pollo al mercato definendola “grassa e
brutta”. Fu lì che Judy, resasi conto di non poter fare a meno del
cibo, iniziò a prendere le pillole per dimagrire. Pillola dopo
pillola, ne diventò dipendente. Prendeva di tutto: pillole
per dormire, per stare tranquilla, per svegliarsi e… per essere
felice. Il suo sistema nervoso era a pezzi.
La vita di Judy fu costellata di
problemi matrimoniali e divorzi. Per Hollywood non andava bene che
avesse dovuto divorziare, non andavano bene i suoi atteggiamenti,
non andava bene che lei mangiasse. Il suo compito era soddisfare la
MGM che la voleva impeccabile, non permettendole neppure di pensare
ai suoi figli, e allo stesso tempo doveva impegnarsi per far
rimanere in piedi i suoi matrimoni. Nella sua breve vita, la
Garland ha avuto molti esaurimenti nervosi che l’hanno portata non
solo ad assumere più farmaci del previsto, ma anche ad essere
spesso alcolizzata.
Gene Tierney, fra amore e
follia
La Tierney, a differenza della
Garland, voleva invece diventare attrice a tutti i costi e il suo
sogno più grande era debuttare a Broadway. Il suo primo
vero contratto lo firmò con la 20th Century Fox all’età di 17
anni, diventando una vera e propria diva a 19. Nel 1941
Gene sposò Oleg Cassini, un nobil uomo dalle origini italiane. Se
fino a quel momento Hollywood con lei era stata clemente, dopo la
nascita della loro bambina Daria affetta da alcuni disturbi
mentali, diventò spietata.
Gene, infatti, sconvolta dai
problemi di salute della figlia si era ritirata nel Connecticut con
il bisogno di riprendersi da quel forte scossone. Ma la
20th Century Fox ignorò il problema, imponendole di tornare a Los
Angeles e di condurre la vita di prima come se nulla fosse
successo. Ancora una volta gli Studios volevano il personaggio e
gettavano nella spazzatura la persona.
Da qui, la Tierney cominciò a
condurre una vita malinconica e trascurata, tanto che ad un certo
punto decise di andare da uno psicanalista. Le pressioni della casa
di produzione e il non riuscire a conciliarle con la sua vita
privata che, piano piano, stava andando alla deriva, la
abbandonarono in una “dolce follia” dalla quale non si riprese mai
più.
Da sempre con Hollywood esiste solo
un concetto: o la si ama o la si odia. Ma una cosa è certa: spesso
quel che si vede dall’esterno non rispecchia mai cosa realmente
accade all’interno. E nonostante Hollywood sia stata quasi spietata
con le proprie stelle, i divi che ha partorito sono
diventati dei grandi immortali.
Blonde, diretto da Andrew
Dominik, è disponibile su Netflix dal 28 settembre, dopo
essere stato presentato in anteprima alla Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica della Biennale di Venezia 2022.
Hugh Jackman notoriamente si “ritirò” come l’eroe mutante
preferito dai fan quando seppellì (letteralmente) Wolvie in
Logan di James
Mangold. Il film acclamato dalla
critica è stato ampiamente visto come un appropriato canto del
cigno per il personaggio, quindi, mentre molti fan non vedono l’ora
di vedere come farà squadra con
Deadpool, la notizia del ritorno dell’attore candidato
all’Oscar non è stata accolta con entusiasmo sfrenato da tutti.
Poco dopo che il video ha fatto il giro, il regista Mangold è
andato su Twitter per condividere una reazione piuttosto
eloquente:
Dovremmo prenderlo come un segno
che il regista di Indiana
Jones 5 è dell’opinione che la versione di
Jackman su Wolverine dovrebbe rimanere sepolta?
Bene, ha seguito il suo Tweet iniziale è ritornato sulla questione
incalzato dalla rete, confermato che non c’è nessun rancore e che è
solo uno scherzo!
Oh my gosh! Everybody chill. Just kidding!
I’m all good! LOGAN will always be there. Multiverse or prequel,
time warp or worm hole, canon or non-canon or even without a
rationale, I cannot wait to see what maddness my dear friends
@VancityReynolds
and @RealHughJackman
cook up! pic.twitter.com/qaCG4Z39x4
Shawn Levy
dirigerà Deadpool
3. Rhett Reese e Paul
Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul
Mercenario Chiacchierone, scriveranno anche Deadpool 3, basandosi sui fumetti creati da
Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa
del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti
da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy
Molyneux.
Oltre a Ryan Reynolds non ci sono nomi confermati nel
cast del film. In Deadpool 2 c’erano Josh
Brolin nel ruolo di Cable e Zazie Beetz
in quello di Domino, mentre il primo film vedeva la presenza di
Morena Baccarin come Vanessa e T.J.
Miller come Weasel. Paul Wernick e
Rhett Reese hanno dichiarato sul film: “È
una meravigliosa opportunità per i pesci fuor d’acqua. Deadpool è
un pazzo al centro di un film. Far cadere un pazzo in un mondo
molto sano di mente, è oro puro. Sarà davvero divertente.”Deadpool
3 uscirà il 6 settembre 2024.
Il nuovo live-action DisneyPinocchio riporta
sul grande schermo il nemico del film originale:
Postiglione (Luke
Evans). Ancora una volta, il losco rapitore dei
bambini non ottiene la punizione che merita. Ecco un altro
personaggio cinematografico che appartiene al gruppo dei cattivi
rimasti impuniti: nella storia del cinema, accade molto spesso che
il
nemico, seppur feroce, alla fine riesca a farla franca. Ecco
dieci casi esemplari.
Ozymandias – Watchmen (2009)
Anche se inizialmente viene
presentato come uno dei più grandi eroi rimasti al mondo,
Ozymandias utilizza metodi controversi per ottenere i suoi
obiettivi. In Watchmen, viene rivelato che
Ozymandias è responsabile di un attacco che ha ucciso
innumerevoli persone. Ozymandias vede il suo attacco
come un atto veramente eroico che, a suo dire, impedisce lo scoppio
di una guerra nucleare. In ogni caso, il personaggio meritava di
essere punito per la distruzione messa in atto. Al contrario,
quando gli eroi del film scoprono ciò che ha fatto
Ozymandias, scelgono di tenere segreto l’attacco.
L’infermiera Mildred Ratched –
Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975)
La performance da Oscar di Jack Nicholson in
Qualcuno volò sul nido del cuculo è nota a tutti, ma
quella di MildredRatched è altrettanto
iconica. Louise Fletcher interpreta
l’infermiera che controlla e manipola i pazienti del noto ospedale
psichiatrico.
Mildred Ratched è
considerata uno migliori cattivi cinematografici di tutti i tempi,
in grado di manipolare i suoi pazienti fino a portare
una giovane paziente al suicidio. Il fatto che l’infermiera
Ratched riesca a farla franca mostra la triste realtà del
manicomio messo in scena da Forman.
Paul & Peter – Funny Games
(1997)
Anche se contiene elementi che
rompono la quarta parete, il film horror Funny Games è
inquietante soprattutto perché è calato nella realtà. Il
lungometraggio segue una famiglia che va in una casa vacanza e
viene continuamente intimorita dagli scherzi di due giovani.
Il fatto che Paul e
Peter agiscano in modo violento solo per divertirsi è
davvero angosciante. Alla fine, la famiglia cade vittima dei due
folli giovani. Non solo: il finale del film lascia aperta la
possibilità che Paul e Peter
continuino ad importunare gli innocenti.
Raymond Lemorne – Il mistero della donna
scomparsa (1988)
Il
thriller giallo olandese Il mistero della donna
scomparsa segue le vicende di una donna scomparsa durante
una vacanza in Francia con il compagno. Dopo la sparizione, il film
mostra la ricerca senza fine della donna portata avanti dal
fidanzato Rex Hofman.
Alla fine, Rex trova il
rapitore: si tratta di Raymond Lemorne. Purtroppo però,
anche questo personaggio è uno di quei cattivi che
riescono a farla franca, come mostra l’inquietante finale de Il
mistero della donna scomparsa.
Anton Chigurh – Non è un paese per vecchi
(2007)
Continuando a parlare di
cattivi, probabilmente l’elemento che rende
Non è un paese per vecchiun’opera memorabile è
il nemico principale: Anton Chigurh. Non motivato da
denaro o vendetta, il personaggio interpretato da Javier Bardem è un assassino spietato e
inarrestabile che non permette a nessuno di ostacolare il suo modo
di ”lavorare”.
Nel corso del film dei fratelli
Coen, Chigurh lascia una scia di corpi e,
alla fine, è colui che riesce a mettere le mani sulla valigetta coi
soldi. Fino alla scena di chiusura Chigurh mostra la sua
forza: anche dopo che è stato colpito da una macchina, il
cattivo si rialza e cammina via.
Noah Cross – Chinatown (1974)
Il neo-noir
di Roman Polanski Chinatown
segue l’indagine su un adulterio condotta dall’investigatore
privato Jake Gittes. La situazione precipita velocemente e
Gittes si trova ad indagare su una cospirazione che
coinvolge una serie di personaggi cattivi.
Tra questi malviventi,
spicca Noah Cross, un potente uomo d’affari
che ha anche abusato della propria figlia. Il film si conclude
tristemente con la morte della figlia di Cross e con la
resa di Gittes: Noah appare come un
nemico troppo potente da abbattere.
Amy
Dunne – Gone Girl (2014)
Ecco un altro thriller che
segue un uomo in cerca della compagna scomparsa: Gone
Girl di David Fincher.
Inizialmente, le prove fanno sospettare che il responsabile
della scomparsa (e della morte) di Amy sia proprio
il marito Nick. Tuttavia, il plot twist centrale rivela
che Amy non solo è viva, ma sta addirittura cercando
di incastrare Nick.
Amy è contorta: prima
inventa una bugia e successivamente arriva ad uccidere per coprire
le tracce del suo ritorno. Fino alla fine, Amy porta
avanti i suoi magheggi e, tutto sommato, riesce ad agire
indisturbata.
The Coachman – Pinocchio (1940)
I tratti più tenebrosi del
classico DisneyPinocchio girano
soprattutto attorno ai personaggi cattivi. Questo
è vero soprattutto per Postiglione, il criminale che
attira i ragazzi in fuga da casa e, con la promessa di una vita
senza regole, li conduce nel Paese dei Balocchi.
Adescati i ragazzini,
Postiglione li trasforma in asini da vendere. Nella
scena terrificante del film in cui viene svelata l’attività del
cattivo, Pinocchio riesce a sfuggire. Tuttavia, stando a
quanto mostrato, Postiglione continua a
praticare la sua vendita di ragazzi-asini.
Draco Malfoy – La saga di Harry Potter
(2001-2011)
Fin dall’inizio della
saga di Harry Potter, Draco Malfoy si presenta come
un personaggio antipatico. Si tratta di un’arrogante studente
di Hogwarts che si comporta in modo terribile
con Harry e con gli altri compagni.
Alcuni pensano che Draco
non sia completamente crudele, soprattutto se paragonato a cattivi
come Voldemort. Tuttavia, nel corso della
saga Draco cresce in malvagità e, alla fine,
sembra che l’unico motivo per cui non arriva ad uccidere
Harry Potter è per codardia. Nonostante tutti i suoi
comportamenti, DracoMalfoy riesce
sempre a farla franca.
Mr. Potter – La vita è meravigliosa
(1946)
Il cult La vita è
meravigliosa è un film edificante che contiene un
messaggio importante e significativo. Eppure, anche un film così
piacevole ha bisogno di un cattivo, ed è qui che entra in gioco
Mr. Potter.
Si tratta di un anziano miserabile
che s’interessa solo dei soldi. Potter convinto di
poter far fallire George Bailey e di poter diventare
l’unico finanziatore in città. Quando Mr. Potter trova il
denaro di George, lo tiene per sé e prova a
ricattare Bailey. Alla fine, la città si raduna
intorno a George e cerca di salvarlo, ma Potter
non viene mai scoperto: presumibilmente, il cattivo riesce a tenere
i soldi per sé.
In Doctor Strange nel Multiverso dellafollia, la Strega Scarlatta si è
dimostrata l’eroe più potente dell’Universo Cinematografico
Marvel. Nemmeno lo Stregone Supremo riesce ad
esercitare un potere simile.
Tuttavia, ci sono altri
personaggiche utilizzano la magia
all’interno dell’MCUe alcuni di
loro potrebbero facilmente raggiungere il livello
di Scarlet. Scopriamo allora quali sono i maghi
più forti dell’MCU.
Loki
Le abilità magiche di
Loki derivano dalla madre Frigga.
Nelle varie apparizioni MCU, Loki
sfodera una varietà di conoscenze assurde, ma il suo potere
principale è l’illusionismo. Loki è abilissimo nel
mascherarsi da altre persone: così ha fatto con il padre
Odino per anni.
Loki sa creare
illusioni che possono alterare la realtà. Ad esempio, ha fatto
finta di tagliare la mano di Thor. Loki riesce
anche a rendersi invisibile ma la sua magia è abbastanza
inutile all’interno della TVA.
Sylvie
Sylvie è tra le più
potenti varianti di Loki, sia nell’MCU che nei fumetti.
Anche lei è straordinaria nell’uso della magia: è
specializzata in incantesimi in grado di manipolare le persone e
fare loro eseguire i suoi ordini. Il suo potere supera persino gli
sforzi soppressivi dell’Autorità della Varianza
Temporale.
Sylvie è anche in grado di
generare esplosioni attraverso la magia. Anche se usa i suoi poteri
soprattutto per difendersi, in alcune occasioni la maga ha
attaccato altri personaggi (vedi il caso di Loki
nella battaglia contro Colui Che Rimane).
Wong
Wong è l’attuale Stregone Supremo
dell’MCU e ha guadagnato il
titolo grazie alla sua incredibile conoscenza e alla sua vasta
saggezza. Con le sue abilità può facilmente
superare Dottor Strange. Non a caso, in
Multiverse of Madness, Wong è
preziosissimo perché rivela la posizione del monte
Wundagore, la sorgente del Darkhold.
Wong può creare portali e
scudi magici con relativa facilità e sa lanciare incantesimi anche
complessi. Ad esempio, ha aiutato Stephen a
sconfiggere Gargantos, il mostro tentacolo che invade New
York.
Clea
È vero, Clea viene
solo introdotta nella scena a metà dei titoli di coda di Dottor
Strange nel Multiverso della Follia. Tuttavia, il personaggio
mostra subito il suo immenso potere e sembra sapere tutto
sulle incursioni tra gli universi. Con una lama, Clea apre
un portale verso la Dimensione Oscura.
Gli appassionati dei fumetti sanno
che Clea proviene dalla Dimensione Oscura ed è la
nipote di Dormammu. Sulla carta stampata, possiede un
potere incredibile, tanto che alla fine diventa lei stessa
lo Stregone Supremo.
Agatha Harkness
Agatha Harkness è tra i maghi più potenti della
Marvel Comics, e lo
stesso vale per l’MCU.
Agatha ha posseduto il Darkhold per un lungo periodo e lo ha usato per
prolungare la sua vita di diversi secoli (tutt’ora la sua vera età
rimane un mistero).
La maga è in grado di rubare
l’energia vitale dalle persone viventi. La sua grande ambizione e
la mancanza di un senso morale la rendono ancora più potente e
pericolosa. Agatha farebbe di tutto per possedere il potere
che Wanda Maximoff ha usato nella creazione di
Westview.
L’Antico
L’Antico
ha ricoperto il ruolo di Stregone Supremo per molti anni,
anche per via della sua immortalità. La sua lunga esistenza le ha
fornito una conoscenza impareggiabile sulle forme di magia.
L’Antico conosce la magia della Dimensione
Oscura e la usa per difendere la Terra e per
esplorare regni e realtà.
L’Antico resiste al potere
e all’influenza di Dormammu, dimostrando un’eccezionale forza di volontà.
Possiede anche una percezione del tempo e dello spazio che supera
quella degli altri personaggi MCU e, grazie
all’Occhio di Agamotto, può manipolare il tempo.
Hela
Quando cattura e distrugge
il Mjölnir, Hela dimostra immediatamente il
suo potere magico. Grazie a lei, la forza del martello
incantato viene messa in discussione. È sempre lei a distruggere le
difese di Asgard. La magia le fa guadagnare il titolo di
”Dea della Morte”.
Hela ha anche resuscitato i
morti in Thor: Ragnarok. Inoltre, la sorella di
Loki ha governato Hel, un regno in cui
possono vivere i guerrieri asgardiani dopo la loro morte.
Dormammu
Dormammu è tra i più potenti esseri magici
dell’MCU. Il sovrano della
Dimensione Oscura possiede una forza impari all’interno
del suo regno: controlla il tempo, lo spazio e la realtà a livelli
che Thanos ha raggiunto solo con il Guanto
dell’Infinito.
Dormammu possiede anche la
capacità di conferire il suo potere agli altri, l’ha fatto con
Kaecilius e potrebbe averlo fatto anche con
Clea. Intatti, con l’arrivo di Clea,
probabilmente Dormammu tornerà
nell’MCU, cosa che sarebbe di
pessimo auspicio per i Vendicatori… In particolare
per uno.
Doctor
Strange
Strange scampa alla morte
grazie alla Pietra del Tempo nascosta nell’Occhio di
Agamotto e grazie alla Dimensione Oscura. La sua
conoscenza e il suo ingegno, combinati con il suo eccezionale
talento nell’uso della magia, lo aiutano ad avvicinarsi allo
Stregone Supremo.
Strange possiede una
straordinaria energia che permette alle sue varianti di distruggere
interi universi dentro e fuori l’MCU. Esemplare della sua
conoscenza e della sua forza è il terzo occhio mistico.
Scarlet Witch
La Strega Scarlatta rende
Dottor Strange e l’intero mondo magico
di Kamar-Taj impotente in pochi minuti. Wanda
Maximoff possiede una singolare conoscenza della magia del
caos, è come un’affinità naturale verso il destino di Strega
Scarlatta.
La Strega Scarlatta
attraversa gli universi, distrugge i supereroi più potenti in
Terra-838 e resiste al potere multiversale di America
Chavez. Solo il dolore e il senso di colpa le impediscono di
togliere la vita ad America.
Come parte dell’evento TUDUM dello scorso fine
settimana, Netflix ha condiviso una nuovissima
featurette dietro le quinte che esplora le complesse tecniche di
burattini e stop-motion utilizzate nell’imminente rivisitazione
di Pinocchio
da parte di Guillermo del Toro. Il recente riavvio dal vivo
della Disney non è riuscito a conquistare fan e spettatori, quindi
tutti gli occhi sono ora puntati su questa versione per offrire una
nuova interpretazione della storia iconica.
“Volevo davvero che questo
film arrivasse in un modo che avesse l’espressività e la natura
materiale di un’animazione fatta a mano”, spiega il
regista nel video qui sotto. “Un esercizio artigianale
e bellissimo di intaglio, pittura [e] scultura, ma aveva il
movimento [sofisticato] a cui ci hanno portato la ricerca sulle
piattaforme e sulla creazione di marionette”. Alcuni dei
pupazzi usati sono abbastanza piccoli da stare nella mano di
qualcuno, mentre altri sono più grandi di una persona
reale. Tuttavia, questo fa tutto parte dell’esclusivo processo
di realizzazione del film.
“Pinocchio è una favola
vissuta nei secoli”, dice del Toro del suo amore per la
fiaba “[È] una favola che mi sta molto a cuore e siamo
molto sicuri che questa iterazione sia particolarmente
bella”. La versione Disney+ è stata una grande
delusione, e qualcosa ci dice che la sensibilità horror e fantasy
di del Toro trarrà grandi benefici da questa versione. Si
spera che un altro trailer sia proprio dietro l’angolo (per ora
puoi dare un’occhiata al primo proprio qui).
PINOCCHIO DI GUILLERMO DEL TORO arriva su Netflix questo
dicembre. Diretto da Guillermo del Toro e Mark
Gustafson, il film presenta un cast vocale stellare con
Ewan McGregor nei panni del Grillo Parlante,
David Bradley in quelli di Geppetto, mentre
l’esordiente Gregory Mann presta la voce a
Pinocchio. Nel cast vocale figurano anche
Finn Wolfhard, la vincitrice dell’Oscar
Cate Blanchett,John Turturro, Ron Perlman, Tim Blake
Nelson, Burn Gorman, insieme al premio Oscar Christoph Waltz e alla vincitrice
dell’Oscar Tilda Swinton.
All’inizio di quest’anno, la Warner Bros.
Discovery ha deciso di eliminare Batgirl nonostante
il film fosse molto vicino al completamento. Piuttosto che
attenersi ai piani per pubblicare l’adattamento DC
Comics su HBO Max o addirittura
consentirgli di essere proiettato nei cinema, lo studio ha scelto
di liquidarlo per limitare le eventuali
perdite. È stata una decisione che ha sconvolto
Hollywood, lasciando i registi incerti sul fatto che potessero
ancora fidarsi della Warner Bros. Il CEO dello studio, David
Zaslav, ha staccato la spina ai piani dellaJustice League Dark di JJ Abrams
(tra
cui Constantine e Madame
X)
e Wonder
Twins, e si è ipotizzato che Blue
Beetle sarebbe potuto essere il
prossimo titolo a farne le spese.
Ebbene in una recente
intervista conNPR,
il regista di Blue
BeetleAngel Manuel Soto ha spiegato come ha
reagito alla notizia diBatgirl
. “Non ho intenzione di mentire.
All’inizio c’era preoccupazione, rabbia,
paura” ,
ammette. “Mi hanno detto di non
preoccuparmi, il film ha il loro pieno sostegno”.Solo il tempo dirà se il film è veramente sicuro, ma il
regista ha condiviso alcuni dettagli in più su ciò che i fan
possono aspettarsi dall’uscita del 2023.“È
una specie di fusione di Lanterna Verde e Iron
Man”, anticipa
Soto. “Ha uno scarabeo dallo spazio che è
attaccato al suo corpo chiamato Khaji da.”
Gareth Dunnet
Alcocer, che ha scritto la sceneggiatura, ha anche
spiegato come Blue
Beetle affronterà la dinamica
di Jaime Reyes con la sua famiglia. “Cosa
farebbe mia madre se una tecnologia aliena si infiltrasse nella mia
spina dorsale? Non penserebbe che sia bello. E per la famiglia
Reyes, è terribile. ‘Otterremo attenzione dalle istituzioni
americane, dal governo, dai militari , dalla
polizia.'”Il piano originale prevedeva che
il film uscisse direttamente anche su HBO Max, anche se in seguito
è stato aggiornato come un prodotto per il grande schermo. Questo è
un segnale promettente e speriamo che questo significhi che
manterrà al sicuro il potenziale successone in un anno che sembra
destinato a essere uno dei più impegnativi per il
DCEU.
Nel cast di Blue
Beetle ci sono Xolo Maridueña
che interpreta il protagonista, insieme a Harvey
Guillén, Bruna Marquezine,
Sharon Stone, Raoul Max Trujillo,
Susan Sarandon e Belissa Escobedo.
Marquezine interpreterà Penny, la protagonista femminile e
l’interesse amoroso di Jaime, mentre Escobedo interpreterà la
sorella minore di Jaime, Milagros. Stone è Victoria Kord mentre
Trujillo interpreterà il
villain. L’uscita
del film è prevista per il 18 agosto 2023.
Cosa sappiamo su Blue Beetle?
Blue
Beetle è un personaggio immaginario dei fumetti; venne
pubblicato negli Stati Uniti d’America da diverse case editrici a
partire dal 1940; è un supereroe che ha avuto nel tempo diversi
alter ego. Kord “è saltato” nell’universo DC Comics durante
Cisis on Infinite Earths insieme a un certo
numero di altri personaggi di Charlton Comics. Il secondo Blue
Beetle in seguito ha recitato nel suo fumetto di 24
numeri. Kord non ha mai avuto superpoteri, ma ha usato la
scienza per creare vari dispositivi che lo aiutassero a combattere
il crimine. È diventato un membro della Justice League of
America ed è stato successivamente ucciso durante
il crossover Infinite Crisis della DC
Comics .
Sulla
scia della notizia che riavremo Hugh Jackman nei panni di
Wolverine in Deadpool 3, abbiamo nuovi
aggiornamenti su uno dei film in pre-produzione dei Marvel Studios poiché The Hollywood
Reporter ha appreso che Bassam Tariq
(Mogul Mowgli; These Birds Walk ) ha
abbandonato il riavvio di Blade,
dunque il regista non dirigerà più il prossimo film che vedrà
la vincitrice dell’Oscar Mahershala Ali nel ruolo del protagonista.
In una dichiarazione a THR, i
Marvel Studios hanno confermato
l’uscita inaspettata: “A causa dei continui cambiamenti nel
nostro programma di produzione, Bassam non sta più andando avanti
come regista di Blade, ma rimarrà un
produttore esecutivo del film. Apprezziamo il talento di Bassam e
tutto il lavoro che ha fatto per portare Blade dove si
trova.” Tariq ha anche condiviso la sua stessa
dichiarazione: “È stato un onore lavorare con le persone
meravigliose della Marvel. Siamo stati in grado di
mettere insieme un cast e una troupe killer. Desideroso di vedere
dove il prossimo regista porterà il film “.
La ricerca di un nuovo regista è
già avviata, quindi forse riceveremo un annuncio ufficiale
relativamente presto, ma se dovesse protrarsi, allora immaginiamo
che Kevin Feige rimescolerà alcune date di uscita, forse spingendo
Blade
nel 2024.
Le riprese dovrebbero iniziare
provvisoriamente a novembre, con il tanto atteso film sui supereroi
già fissato per la data di uscita del 3 novembre 2023, ma ora non è
chiaro se la produzione o la data di uscita verrà posticipata o
meno. Oltre ad Ali, Delroy Lindo (Da 5
Bloods; Malcolm X) e Aaron
Pierre (Krypton; Mufasa: Il
re leone) sono stati recentemente scelti nel film, in
ruoli che al momento non sono stati rivelati. Secondo le loro
fonti, anche la sceneggiatura è in fase di revisione. La
sceneggiatura originale è stata scritta da Stacy
Osei-Kuffour (Watchmen;The
Morning Show ) e Tariq, ma ha subito diverse
riscritture nei mesi successivi, con Beau DeMayo
(The
Witcher; Moon
Knight ) incaricato di scrivere la bozza più
recente.
Del nuovo Blade e
si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del
personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole
che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il
personaggio era già stato raccontato al cinema con i film
Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad
interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes.
La scelta di Ali per assumere ora tale ruolo sembra aver messo d’accordo
tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello
estetico che di carisma.
Il Blade di
Ali, come noto, ha già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti la voce che si
può ascoltare nella scena post titoli di coda del film Eternals, quella in cui
compare anche l’attore Kit Harington e
la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in
Blade. Con il periodo di riprese annunciato, è solo
questione di tempo prima che inizio ad arrivare ulteriori notizie
sul film, sia per quanto riguarda il cast sia per quanto riguarda
il look del protagonista e dell’opera in sé.
È una vera e propria bomba che è
esplosa poche ore fa in rete: in un video di presentazione di
Deadpool
3, Ryan Reynolds ha confermato che Hugh Jackman sarà di nuovo
Wolverine nel film che introdurrà i due personaggi
nel MCU.
I due attori si erano già
“scontrati” in X-Men: le origini – Wolverine, ma quel primo
incontro su grande schermo non fu proprio felicissimo, né per la
raffigurazione di Deadpool né per il franchise di Wolverine, che
poi è migliorato senza dubbio. Reynolds inizia
scusandosi per aver perso D23, ma dice che hanno lavorato molto
duramente sul terzo film per un po’. Vediamo quindi l’attore
abbattuto fare una piccola passeggiata attraverso i boschi e
versarsi un drink… Continua riconoscendo che il debutto
nell’MCU di The Merc With A Mouth deve
“sentirsi speciale”, prima di ammettere che non è stato in grado di
inventare nulla.
Shawn Levy
dirigerà Deadpool
3. Rhett Reese e Paul
Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul
Mercenario Chiacchierone, scriveranno anche Deadpool 3, basandosi sui fumetti creati da
Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa
del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti
da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy
Molyneux.
Oltre a Ryan Reynolds non ci sono nomi confermati nel
cast del film. In Deadpool 2 c’erano Josh
Brolin nel ruolo di Cable e Zazie Beetz
in quello di Domino, mentre il primo film vedeva la presenza di
Morena Baccarin come Vanessa e T.J.
Miller come Weasel. Paul Wernick e
Rhett Reese hanno dichiarato sul film: “È
una meravigliosa opportunità per i pesci fuor d’acqua. Deadpool è
un pazzo al centro di un film. Far cadere un pazzo in un mondo
molto sano di mente, è oro puro. Sarà davvero divertente.”Deadpool
3 uscirà il 6 settembre 2024.
Questa è l’ultima battaglia di
Laurie Strode. Dopo 45 anni, il franchise horror più
acclamato e venerato della storia del cinema giunge alla sua epica
e terrificante conclusione: Laurie Strode affronta per l’ultima
volta l’incarnazione del male,
Michael Myers, in uno scontro finale diverso da qualsiasi altro
mai visto sullo schermo. Solo uno di loro sopravviverà. L’icona
Jamie Lee Curtis torna per l’ultima volta nei
panni di Laurie Strode, la prima “final girl” dell’horror e il ruolo
che ha lanciato la carriera della Curtis. La Curtis ha interpretato
Laurie per più di quarant’anni, una delle più lunghe coppie
attore-personaggio della storia del cinema. Quando il franchise è
stato rilanciato nel 2018, Halloween ha battuto i record al
botteghino, diventando il capitolo di maggior incasso del franchise
e stabilendo un nuovo record per il più grande weekend di apertura
per un film horror con protagonista una donna. Halloween
Ends vede nel cast il ritorno di Will
Patton nel ruolo dell’agente Frank Hawkins, Kyle Richards
nel ruolo di Lindsey Wallace e James Jude Courtney nel ruolo di
“The Shape”.
La trama di Halloween Ends
Quattro anni dopo gli eventi di
Halloween Kills dello scorso anno, Laurie vive con la nipote
Allyson (Andi Matichak) e sta finendo di scrivere le sue memorie.
Michael Myers non è più stato visto da allora. Laurie, dopo aver
permesso allo spettro di Michael di determinare e guidare la sua
realtà per decenni, ha deciso di liberarsi dalla paura e dalla
rabbia e di abbracciare la vita. Ma quando un giovane, Corey
Cunningham (Rohan Campbell; The Hardy Boys, Virgin River), viene accusato di aver ucciso un
ragazzo a cui faceva da babysitter, si scatena una cascata di
violenza e terrore che costringerà Laurie ad affrontare finalmente
il male che non può controllare, una volta per tutte.
Dal team creativo che ha rilanciato
il franchise con Halloween del 2018 e Halloween Kills, il film è diretto da
David Gordon Green da una sceneggiatura di Paul
Brad Logan (Manglehorn), Chris Bernier (serie The Driver), Danny
McBride e David Gordon Green, basata sui personaggi creati da John
Carpenter e Debra Hill. Halloween
Ends è prodotto da Malek Akkad, Jason Blum e Bill
Block. I produttori esecutivi sono John Carpenter, Jamie Lee Curtis, Danny McBride, David Gordon
Green, Ryan Freimann, Ryan Turek, Andrew Golov, Thom Zadra e
Christopher H. Warner. Universal Pictures, Miramax e Blumhouse presentano una produzione di Malek Akkad,
in associazione con Rough House Pictures.
Sono iniziate le riprese di The
Cage – Nella Gabbia, di Massimiliano
Zanin, con Aurora Giovinazzo, Valeria Solarino, Brando
Pacitto, Alessio Sakara, Desirèe
Popper e con Patrizio Oliva e
con la partecipazione di Fabrizio Ferracane.
Il film, prodotto da Rodeo Drive, Wave
Cinema, Fairway Film con Rai
Cinema, è uno sport-action movie al femminile, ambientato
nella spettacolare arena dell’MMA (Mixed Martial
Arts).
Il racconto, infatti, vede protagonista Giulia (Aurora
Giovinazzo), ex promessa dell’MMA femminile, che ha
lasciato il mondo degli incontri dopo un tragico incidente avvenuto
proprio durante uno dei suoi combattimenti. Lavora in un piccolo
zoo insieme al fidanzato Alessandro (Brando
Pacitto) ma la sua nuova vita è scossa dal forte desiderio
di ritornare sul ring per ottenere la sua rivincita contro Beauty
Killer (Desirèe Popper), l’atleta che è stata
causa del suo abbandono. Ad aiutarla ed incoraggiarla c’è Serena
(Valeria Solarino), la sua nuova allenatrice. Il
loro legame profondo aiuterà Giulia ad affrontare le sue paure
liberandola dalla gabbia all’interno della quale rischia di
rimanere rinchiusa.
The
Cage – Nella Gabbia è un boxing movie adrenalinico e
pieno di sorprese in cui l’MMA – sport in grande ascesa nazionale e
internazionale – è il filo conduttore della storia. Un racconto
intimo, delicato e toccante basato su amicizia, amore, competizione
e voglia di riscatto. Le riprese del film si svolgeranno tra
Roma e Padova (nella cornice
dello zoo Tiger Experience) e dureranno fino a
fine ottobre, per una durata complessiva di 6 settimane.
C’è un’enorme quantità di anticipazione sull’imminente riavvio di
Power Rangers firmato Netflix,
in particolare perché il servizio di streaming sembra avere piani
molto grossi per il franchise. Sappiamo che un film e una
serie TV sono attualmente in lavorazione e con il creatore e
regista di
End of the F***ing
WorldJonathan
Entwistle alla guida di questo nuovo universo
cinematografico dei Power Rangers insieme a Jenny
Klein (The
Witcher, Jessica
Jones), e sembra che questi
personaggi sono in buone mani. Si spera che ciò significhi che
eviteremo una ripetizione di quel
deludente riavvio del 2017.
Ora, alcuni nuovi dettagli su cosa aspettarsi su questo
franchise sono trapelati online, e siamo sicuri che
questi nuovi dettagli ci renderà ancora più in trepida attesa di
saperne di più sul futuro deiPower
Rangers.
Cosa aspettarci dai nuovi Power
Rangers?
Come puoi vedere di seguito,
la stessa squadra apparirà nel film e nella serie TV, mentre questi
Rangers saranno nuovi personaggi e non la squadra di Mighty
MorphinPower Rangers. Dal punto dei
vista dei toni, sembra che Netflix metterà da parte la voglia di trovare un
approccio più serio a questa proprietà, con una forma serializzata
di narrazione simile alla maggior parte degli spettacoli in
streaming.
Gli Zords sembrano destinati
ad essere usati con parsimonia, mentre è probabile che anche il
Giappone sia molto presente. Sembra anche che stiamo ricevendo
di nuovo nuove interpretazioni su Zordon e Alpha, quindi
incrociamo le dita ma i fan potrebbero avere molto di più di quello
visto al
cinema cinque anni fa. Il 2023, ovviamente,
segnerà il 30° anniversario del franchise
dei Power Rangers.All’inizio di quest’anno, è stato riferito che Hasbro vuole
che il cast di Mighty Morphin Power
Rangerstorni per festeggiarlo, anche se non
prevediamo che i loro ritorni siano necessariamente collegati a ciò
che Netflix ha pianificato in quanto ci sono, ovviamente, altri
programmi TV con questi personaggi. Che dire, pre premesse sono
buone, dunque non resta che aspettare ulteriori
sviluppi!
“Sarai finalmente conosciuto per quello che sei… Lord
Sauron.” L’ episodio 5 de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere
è ora disponibile in streaming e oggi Prime Video ha rilasciato una nuova intrigante
anteprima per la sesta puntata della prossima settimana.
“Partings” ha lasciato alcuni suggerimenti persuasivi sul fatto che
“The Stranger” potrebbe rivelarsi essere Sauron, e mentre ciò
sembra altamente improbabile, questo teaser promo sembra indicare
che Il signore oscuro possa finalmente rivelarsi ad un certo punto
durante l’episodio.
Lo spettacolo ha ora introdotto
quel misterioso gruppo vestito di bianco (uno dei quali si credeva
fosse Sauron nella sua forma Annatar all’inizio), e possono essere
visti qui, apparentemente mentre eseguono una sorta di rituale.
Stanno in qualche modo facilitando il ritorno di The Enemy, o si
tratta dell’ennesima falsa pista? Dai un’occhiata al teaser
nel player qui sotto e facci sapere cosa ne pensi.
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere
uscirà il 2 settembre 2022 su Prime Video in 240 territori dove è
attivo il servizio. La serie de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Potere ha riunito un cast enorme, che include:
Robert Aramayo, Owain Arthur, Nazanin Boniadi, Tom Budge,
Morfydd Clark, Ismael Cruz Córdova, Ema Horvath, Markella Kavenagh,
Joseph Mawle, Tyroe Muhafidin, Sophia Nomvete, Megan Richards,
Dylan Smith , Charlie Vickers e Daniel
Weyman.
La serie Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Potere è scritta da J.D. Payne e Patrick
McKay. Inoltre, Bryan Cogman di Game of
Thrones ha firmato come produttore consulente del
progetto con J.A. Bayona che ha diretto più
episodi. Oltre a quelli precedentemente annunciati, il team
creativo completo dello show sarà composto da: i produttori
esecutivi Lindsey Weber, Bruce Richmond, Callum Greene e l’ex capo
della programmazione di genere di Amazon Sharon Tal Yguado; lo
scrittore e produttore esecutivo Gennifer Hutchison; lo scrittore e
produttore esecutivo Jason Cahill; lo scrittore e produttore
esecutivo Justin Doble; produttore consulente Stephany Folsom; il
produttore Ron Ames; la scrittrice e co-produttrice Helen Shang; e
consulente di scrittura Glenise Mullins. Bayona sarà anche
produttore esecutivo insieme alla sua partner Belén Atienza. Chris
Newman è co-produttore.
Werewolf by Night arriva su Disney+ il 7 ottobre e sembra destinato
ad essere la prima presentazione speciale dei Marvel Studios. Il prossimo
sarà The Guardians of the Galaxy Holiday
Special e la speranza è che queste storie autonome
permettano al MCU di raccontare storie molto
diverse. Se queste prime reazioni a Werewolf
by Night sono indicative, il bizzarro, spaventoso speciale
in bianco e nero regalerà la storia dell’orrore che tutti fan
Marvel (compreso noi) stavamo
aspettando.
“In una notte buia e cupa, una cabala segreta di
cacciatori di mostri emerge dall’ombra e si riunisce al Tempio di
Bloodstone dopo la morte del loro leader”, si legge nella
sinossi dello speciale. “In uno strano e macabro
memoriale della vita del leader, i partecipanti sono coinvolti in
una misteriosa e mortale competizione per una potente reliquia, una
caccia che alla fine li porterà faccia a faccia con un mostro
pericoloso”.
È
stato anche confermato che Werewolf by Night avrà una
durata di poco meno di 53 minuti, sperando che questo minutaggio
sia più che sufficiente per farci conoscere questi personaggi! Dai
un’occhiata alle prime reazioni di Werewolf by
Night nei Tweet qui sotto:
Super violent, with a morbid sense of humor and plenty of heart.
Gael García Bernal & Laura Donnelly are welcome additions to the
MCU. Man-Thing steals the show!
pic.twitter.com/OintiS3TCi
#WerewolfByNight is the MCU Halloween treat I was hoping
for! A delightful ode to the classic monster movies with MCU-level stuntwork, production
design & effects. LOVED the dynamic between Gael García Bernal &
Laura Donnelly’s characters and … pic.twitter.com/6KFGTcxZE9
I hope we get to see a lot more projects
like Werewolf By Night in the future of the MCU. It’s a super simple story, but
also aggressively self-contained and stylish in a way that’s unique
for the franchise. A very cool Halloween treat.
Adored @m_giacchino’s
#WerewolfByNight, a delicious Halloween treat that is funny,
violent, and full of wonderful new additions to the MCU. (There are also some great
surprises so watch out for spoilers!) Can we get an all-monster
Avengers? Gael Garcia Bernal can lead the team 🐺 pic.twitter.com/Iu3TLws4is
#WerewolfByNight is a classic Hollywood monster movie you won’t
want to end. SPOOKY and STRIKING, it’s one of the coolest things
EVER to come out of the MCU. @GaelGarciaB
is thrilling to watch suppress the beast within. More Jack Russell!
What can’t @m_giacchino
do at this point? pic.twitter.com/P1AB1702td
#WerewolfByNight is the most idiosyncratic MCU project since GOTG. As good?
No. But it’s a remarkable breath of fresh air to see Marvel try something like this, as
its tone and style are VERY MUCH that of the trailer.
Marvel’s WEREWOLF BY NIGHT is a
B-movie flavored monster mash that’s clearly made with love and
passion by total horror nerds. As a Marvel fan and a horror fan, I hope
they explore more of this corner of the universe. And I hope
Michael Giacchino is given the reins.
Werewolf by Night è
un l’annunciato speciale televisivo diretto da Michael
Giacchino e scritto da Heather Quinn e Peter Cameron
per il servizio di streaming Disney+, basato sull’omonimo
personaggio della Marvel Comics. È destinata a
essere la prima presentazione speciale dei Marvel Studios nel Marvel Cinematic
Universe (MCU), condividendo
la continuità con i film del franchise.
Werewolf by Night: quando esce e
dove vederlo in streaming
Werewolf by Night in
streaming debutterà il 7 ottobre 2022, come parte
della Fase
Quattro del MCU su
Disney+.
Lo speciale è prodotto
dai Marvel Studios e segue un gruppo
segreto di cacciatori di mostri mentre competono per una potente
reliquia mentre affrontano un pericoloso mostro. Un gruppo segreto
di cacciatori di mostri si riunisce a Bloodstone Manor dopo la
morte del loro leader e si impegna in una misteriosa e mortale
competizione per una potente reliquia, che li porterà faccia a
faccia con un pericoloso mostro.
Gael García Bernal recita nello speciale
nel ruolo diJack Russell/Werewolf by
Night , insieme a Laura
Donnelly e Harriet Sansom
Harris. Lo sviluppo dello speciale era iniziato
nell’agosto 2021, con il cast di Bernal a novembre. Giacchino
si è unito a marzo 2022, prima dell’inizio delle riprese nello
stesso mese ai Trilith Studios di Atlanta, in
Georgia, che si sono concluse alla fine di aprile. Lo speciale
è stato formalmente annunciato a settembre, quando Giacchino ha
rivelato che stava anche componendo.
Nel cast protagonisti sono
Gael García Bernalnel
ruolo di Jack Russell / Werewolf by Night: un uomo
afflitto da una maledizione che lo trasforma in un lupo mannaro pur
mantenendo il suo intelletto umano. Laura Donnelly nel ruolo
di Elsa Bloodstone: una cacciatrice di mostri e la
figlia separata di Ulisse a cui non piace la sua tradizione
familiare. Harriet Sansom
Harris nel ruolo di Verusa: la leader di un gruppo
segreto di cacciatori di mostri e la vedova di
Ulisse.
Altri cacciatori di mostri
includono Al Hamacher come Billy Swan, Eugenie Bondurant come
Linda e Kirk Thatcher come Jovan, mentre Jaycob
Maya, Daniel J. Watts, e Leonardo Nam sono
stati scelti in segreto ruoli. Nello speciale
dovrebbero apparire anche Ulysses Bloodstone , il padre
cacciatore di mostri di Elsa che è diventato un essere animato
simile a uno zombi, la creatura Uomo-Cosa e
membri dell’Autorità di variazione del tempo.
Confermando che “[siamo] in
pre-produzione, stiamo mettendo insieme tutto per iniziare le
riprese il prossimo anno”,ha aggiunto
Anthony Mackie, “Voglio una
scena di combattimento che possa competere con la scena di
combattimento di Chris Evans nell’ascensore [in Captain
America: The Winter Solider del 2014 ] quando ha combattuto come 10
tizi nell’ascensore. È stata una scena tosta”. “La prima volta che
l’ho visto, ho esclamato tipo ‘È pazzesco’”, ha
continuato. “Quindi voglio solo una scena di
combattimento che possa competere con quel
livello”
Durante questa conversazione,
a
Anthony Mackie è stato anche chiesto se l’ultima scena
vista di Chris Evans nei panni di Steve Rogers nel MCU sarà anche l’ultima
della storia. Non sappiamo ancora cosa ne sia stato dell’ex Capitan
America in seguito agli eventi diAvengers: Endgamee l’attore ha raddoppiato le affermazioni passate secondo cui
Evans ha finito con il ruolo.“Chris è così
lontano dalla Marvel”, ha
scherzato Mackie. “Ad esempio, la
Marvel non è nemmeno nel suo
raggio. È andato così lontano. Si sta godendo la vita. È come un
vecchio tizio in pensione”.
Nonostante ciò, la star di
Captain America: New World
Order rimane un caro amico
dell’attore Sebastian Stan di Evans e
Bucky. “Non capita spesso di incontrare
persone con cui lavori che ti mancano sinceramente e che consideri
amiche. Fortunatamente, tra noi tre, siamo davvero amici. Andiamo a
casa l’uno dell’altro e trascorriamo i compleanni
insieme”.
È bello sentire che sono
rimasti amici, ma è un peccato che tutti i segnali indichino che
Evans non tornerà come Capitan America. Il destino del
personaggio dovrà essere affrontato ad un certo punto, a meno che
non si debba credere che Steve sia appena morto fuori campo, ma non
sembra essere una priorità per i Marvel Studios in questo momento. Captain America: New World
Order arriva nelle sale il 3
maggio 2024. Ecco la famosa scena dell’ascensore di The
Winter Soldier:
Anthony Mackie, che ha interpretato il supereroe
Sam Wilson, alias il
Falcon, nel Marvel Cinematic Universe
dai tempi di Captain America: New World Order,
guida il film come nuovo Capitan America per la prima volta. Il
cast del quarto film di “Captain America” includerà anche
Shira Haas nei panni di Sabra e Tim Blake
Nelson nei panni di The Leader, oltre a Danny
Ramirez e Carl Lumbly, che sono apparsi
nella serie The Falcon and the Winter Soldier, nei panni di
Joaquin Torres e Isaiah Bradley, rispettivamente.
Lo sviluppo di Captain America
4 è stato annunciato il giorno del finale di The Falcon and the Winter Soldier, con il creatore
dello show Malcolm Spellman e lo sceneggiatore
Dalan Musson chiamati a firmare la sceneggiatura.
Nell’ambito del panel dello studio al Comic-Con di San Diego, a cui
era presente Screen Rant, la Marvel ha rivelato la data di
uscita del film: 3 maggio 2024, oltre al titolo ufficiale: Captain America: New World Order. A dirigere è
stato chiamato Julius Onah.
I
fan della Marvel Comics hanno atteso a lungo il debutto
sul grande schermo dell’eroe/antieroe acquatico
Namor,
The Sub-Mariner, e il personaggio farà finalmente il suo
debutto nel MCU quando verrà presentato come il
cattivo principale in Black
Panther: Wakanda Forever. Parlando con Empire, il
regista Ryan Coogler rivela di vedere Namor come
un “antagonista dei sogni” per il sequel perché “il
contrasto tra T’Challa e Namor – i loro personaggi e le loro
nazioni – salta letteralmente fuori dalle pagine dei
comics”.
Ovviamente, T’Challa non farà effettivamente parte
di Wakanda Forever dopo la tragica
scomparsa di
Chadwick Boseman, ma la sua eredità andrà avanti e un
nuovo personaggio (molto probabilmente lo Shuri di Letitia
Wright) assumerà il ruolo di z per proteggere
Wakanda da Namor e dai suoi eserciti. Il Sub-Mariner viene spesso
definito il primo mutante dell’universo Marvel e, mentre ci sono stati
alcuni dibattiti sulle sue origini canoniche nel corso degli anni,
Tenoch Huerta ha ora
confermato che la sua interpretazione del
personaggio seguirà l’ esempio.
L’attore come spesso accade in queste esternazione ovviamente non
approfondisce la questione, ma ovviamente sarà interessante vedere
se questo ha delle ramificazioni per il MCU quando andrà avanti. Ecco cosa
ha detto l’attore su Namor che secondo lui sarà
“attirato in superficie in seguito alle conseguenze
della decisione di T’Challa nella parte finale di Black Panther di
rivelare la verità sul mondo di Wakanda”.
“Questa decisione mette Talocan in pericolo”,
prosegue l’attore. “E Talocan deve agire per
proteggersi”. Guarda una nuova immagine di Huerta
come The Savage Sub-Mariner al link qui sotto.
EXCLUSIVE IMAGE 🚨
Namor is “a dream antagonist” for Black Panther:
#WakandaForever, Ryan Coogler tells Empire.
I dettagli ufficiali della trama
sono ancora nascosti, ma ci è stato assicurato che il sequel del
MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità
del suo personaggio, T’Challa. Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11
novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative
con i Marvel Studios per
interpretare il villain principale del sequel.
In un’intervista con EW insieme a
Iman Vellani, Teyonah Parris
e Nia DaCosta durante l’Expo D23 del 2022,
Brie
Larson discute della maggiore quantità di difficoltà
in The
Marvels rispetto a Captain
Marvel. Sebbene possa sembrare divertente agli
spettatori sul set e agli spettatori durante le featurette dietro
le quinte, la star ha sottolineato che può anche essere fisicamente
difficile essere appesa a dei cavi, specialmente per quanto tempo
Carol sia in volo in The
Marvels rispetto a Captain Marvel.
“Anche un’altra cosa dei cavi è
che sembrano davvero divertenti e belli, ma le persone dimenticano
[quanto sia difficile]. Non vuoi farne un grosso problema, ma è
scomodo, anche se sembra bello.
Vorrei essere chiara, è
fantastico e molto, molto, molto eccitante, ma ciò che è diverso in
questo film dal primo è che Carol non ha volato fino alla fine,
quindi lì non avevo così tanto lavoro con i cavi. Quindi in questo
c’era proprio un gruppo muscolare completamente nuovo che
soffriva.”
Tutto ciò che sappiamo su The
Marvels
The
Marvels, il sequel del cinecomic Captain
Marvel con protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman. Nel
cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms.
Marvel, che vedremo anche
nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del
quale però non è ancora stata rivelata l’identità.
Nessun dettaglio sulla trama del
sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe
spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri.
Naturalmente, Brie
Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il
sequel di Captain
Marvelarriverà il 28 luglio 2023.
L’esordio come
protagonista in una serie
televisiva, The Old Man, del grande Jeff Bridges non poteva che costituire un
evento degno di attenzione, e ancora una volta l’attore-icona ha
dimostrato di saper scegliere con intelligenza i propri ruoli. La
trasposizione del romanzo omonimo scritto da Thomas
Perry possiede una qualità raramente reperibile quando si
tratta di show che affrontano un genere come la spy-story (fin
troppo spesso mescolata all’action soprattutto in tempi recenti: il
tono e il ritmo del racconto si sposano con enorme coerenza all’età
e allo status del protagonista. O meglio dei due protagonisti, ma
ci arriveremo.
The Old Man, la
trama
Partiamo invece con
sintetizzare la trama di The Old Man: Dan Chase
(Jeff
Bridges) sembra vivere gli ultimi anni della propria
vita nel ricordo della moglie scomparsa cinque anni prima,
ritiratosi in una casa di campagna nella più anonima provincia
americana. Un’improvvisa irruzione notturna inizia però a rivelare
il passato dell’uomo, da decenni costretto a nascondersi a causa
del suo coinvolgimento come spia in una guerra ormai dimenticata.
Sulle sue tracce si lanciano l’agente della CIA Harold Harper
(John
Lithgow) e la sua assistente Angela Adams
(Alia Shawkat), con il primo che ha un lungo e
doloroso conto in sospeso con il fuggiasco…
Questa la premessa
narrativa di uno show in sette puntate che invece di puntare alla
spettacolarità delle scene action si concentra nello sviluppare
personaggi a tutto tondo, figure dallo spessore psicologico ed
emotivo potente, in grado di catturare non soltanto l’attenzione
del pubblico ma soprattutto la sua empatia. Una delle prerogative
principali di The Old Man sta nel raccontare con perizia tutte le
sfaccettature non soltanto del protagonista ma anche di quello che
dovrebbe essere l’antagonista, ma che fin dal pilot si rivela
essere un uomo con più di una dimensione. Ed ecco allora che il
rapporto tra i due contendenti prima della storia diventa uno di
quegli affascinanti scontri tra figure in chiaroscuro, che sanno
quello che devono fare pur conoscendo il peso e le conseguenze
delle loro azioni. Quando poi a confrontarsi sono due attori di
enorme esperienza e bravura quali Jeff Bridges e il sempre troppo
sottovalutato John Lithgow, ecco che il livello della tensione
emotiva di The Old Man si eleva fino a livelli di intrattenimento
potente, adulto, realmente in grado di emozionare. Eppure tra i due
grandi decano dell’entertainment americano stavolta a convincere
maggiormente è una Alia Shawkat stringata, precisa del dipingere il
suo personaggio eppure vibrante quando si tratta di lasciarne
trasparire la vita interiore. Insomma, un trio di attori
superlativi – a cui vogliamo aggiungere l’apporto efficace di Amy
Brenneman – in grado di rendere lo show assolutamente degno di
essere visto.
Jeff Bridges esordisce nella serialità
È dunque una serie senza
difetti The Old Man? Francamente ci sarebbe
piaciuto molto poterlo scrivere. Il grosso problema dello show sta
nei flashback frequenti che vengono adoperati per raccontare la
backstory di Chase e il suo coinvolgimento in Medio Oriente: in
questo caso purtroppo sia narrazione che in particolar modo messa
in scena di fanno visibilmente più approssimative, arrivando
addirittura in alcuni momenti a minare la credibilità morale ed
emotiva dei personaggi raccontati. Un vero peccato, in quando una
maggiore compressione di questa linea temporale e il tentativo
magari di suggerire maggiormente invece di “spiegare” il passato di
Chase lo avrebbero reso un personaggio ancor più ricco.
Rimane il fatto che The
Old Man è intrattenimento corposo, in grado di restituire il dramma
dei personaggi e della loro vicenda. E in più possiede [no
spoiler!] un finale aperto soltanto in apparenza, mentre invece
chiude con grazia e precisione un discorso sul valore dei rapporti
umani che è poi la base portante dello stesso show. Da vedere senza
il minimo dubbio.
In una nuova intervista con
EW, Ana de Armas discute delle sue scene di
nudo in Blonde, rivelando che non si è mai sentita
sfruttata in quelle occasioni. L’attrice afferma che le scene sono
state ampiamente discusse in anticipo e che l’ambiente sul set era
sicuro e dominato da un senso di rispetto per il materiale
originale.
In definitiva, spiega Ana de Armas, guardare quelle scene come
membro del pubblico è probabilmente un’esperienza più difficile di
quella che ha avuto lei quando le stava effettivamente girando.
“È più difficile per le persone
guardare [quelle scene] che per me realizzarle, perché ho capito
cosa stavo facendo e mi sono sentita molto protetta e al sicuro.
Non mi sentivo sfruttata perché avevo il controllo. Ho preso io
quella decisione. Sapevo che film stavo facendo. Mi sono fidata del
mio regista. Mi sentivo come se fossi in un ambiente sicuro.
Abbiamo avuto centinaia di conversazioni su queste scene. Tutti
sentivano un profondo rispetto per il film che stavamo girando. E
in questo senso, non avevo paura. Non mi sentivo affatto a disagio,
anche se erano scene davvero difficili.”
Blonde di Andrew Dominik, con
Ana de Armas nei panni dell’icona di Hollywood
Marilyn Monroe. Il film, basato sul romanzo
bestseller di Joyce Carol Oates, è degno di nota
per la sua classificazione vietata ai minori di 17 anni. Il cast di
supporto include Bobby Cannavale, Adrien
Brody, Julianne Nicholson, Xavier
Samuel e Evan Williams.
“[Il film] reinventa audacemente
la vita di una delle icone più durature di Hollywood, Marilyn
Monroe. Dalla sua instabile infanzia come Norma Jeane, attraverso
la sua ascesa alla celebrità e ai coinvolgimenti romantici,
“Blonde” offusca i confini tra realtà e finzione per esplorare la
crescente divisione tra il suo sé pubblico e privato”.
La serie The Mandalorian su Disney+ è di gran lunga il progetto
di Star
Wars più popolare da un po’ di tempo a questa parte,
ed è così stata apprezzata che sia i fan che coloro che sono
coinvolti nello spettacolo hanno iniziato a pensare di portare la
storia sul grande schermo. Durante la loro recente
apparizione al D23 Expo, al produttore esecutivo
di The
Mandalorian Rick Famuyiwa e alla star
Pedro Pascal è stato chiesto se avrebbero mai voluto
concludere la serie con un film. Mentre Famuyiwa ha detto che
la decisione non dipendeva da lui e non lo sa,
Pascal ha subito detto che è qualcosa che vorrebbe
davvero fare.
Oggi l’attore è tornato sulla
questione in una recente intervista dichiarando ancora:
“Risponderò per lui, sì, lo vuole”, ha detto Pascal, prima di
prendere in giro che potrebbe essere qualcosa di cui parleranno in
futuro. “Questa è una grande idea. E se non è già una
conversazione, lo sarà dopo oggi”.
Se un film basato su The
Mandalorian arriverà mai al cinema,
dovrà essere dopo la terza e la quarta stagione del famosissimo
spettacolo, poiché il regista Jon Favreau ha
già iniziato a scrivere la quarta stagione dello
spettacolo, che non ha ancora ricevuto l’ordine
ufficiale – prima della premiere della terza stagione dello show il
prossimo anno.The
Mandalorianha recentemente concluso la
produzione della sua terza
stagione, che continuerà le avventure di Din Djarin
(Pedro
Pascal), un guerriero mandaloriano. Il personaggio di
Pascal è apparso di recente anche nella serie Disney+The
Book ofBoba
Fett.
La serie
di Star
Warsè guidata da
Pedro Pascal nei panni di un solitario pistolero
mandaloriano nei confini della galassia. Prima della
nuova stagione, Din Djarin di Pascal era già apparso nello
spin-off
The Book of Boba Fettdell’anno scorso.
The
Mandalorian proviene dai produttori esecutivi Favreau,
Filoni, Kathleen Kennedy, Colin Wilson, Karen Gilchrist e Carrie
Beck. Favreau è anche impostato come showrunner e uno dei suoi
registi.
Mentre si avvicina sempre di più
l’uscita in sala di Black
Adam, ecco un nuovo spot del film con Dwayne
Johnson, mentre il suo personaggio ha a che fare con i
membri della Justice Society of America.
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non
pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre,
la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e
costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del
film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black
Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
Il giornale inglese The Guardian
ha diffuso alcuni stralci del diario personale di Alan Rickman, l’amato interprete di Severus
Piton nel franchise di Harry Potter, scomparso a
causa di un tumore nel 2016. Adesso, grazie a queste pubblicazioni
scopriamo alcuni segreti che l’attore appuntava sul suo diario, e
tra questi anche il motivo che lo ha spinto ad accettare di
continuare a interpretare il personaggio fino alla fine.
Durante le riprese del quarto film
nel 2004, Rickman aveva scritto di sentirsi “stanco” dal suo ruolo.
Tuttavia, quando è arrivato il momento di lavorare su Harry
Potter e l’Ordine della Fenice, Rickman ha deciso di
continuare a interpretarlo. Questo è successo dopo che gli è stato
diagnosticato un cancro e il 30 gennaio 2006 ha scritto:
“Infine, sì a HP 5. La
sensazione non è né su né giù. Il motivo che mi ha convinto è
quello che dice: “Guardalo fino in fondo. È la tua
storia.””
E chi ha letto e visto la saga, sa
quanto è veramente la storia di Piton l’intera
vicenda con protagonista il maghetto con gli occhiali tondi.
Nel diario ci sono però anche altre
curiosità, come i commenti poco carini riguardo alla colonna sonora
del film composta da John Williams. Ecco cosa scriveva nel
2001:
“4 novembre
PRIMA DI HARRY POTTER.
18:30 Il film dovrebbe essere
visto solo su un grande schermo. Acquisisce una scala e una
profondità che corrispondono all’orribile colonna sonora di John
Williams. La festa dopo al Savoy è stata molto più
divertente.”
Per quanto riguarda invece la
toccante scena della morte del personaggio, Alan Rickman ha
commentato:
“La morte di Piton. Quasi 10
anni dopo. Almeno dipende solo da due attori… David è vulnerabile e
accattivante quando è eccitato. Ed è vicino a questa scena. È
l’esempio assoluto di cosa può succedere quando una coppia di
attori prende una scena dalla pagina e lavora con la storia, lo
spazio e l’altro. La darsena [set] di Stuart Craig gli ha dato
qualcosa di ironico ed eterno. Come ho detto a un certo punto a
David, è tutto un po’ epico e giapponese.”
Non possiamo giurare sulla parte
“giapponese” del commento di Alan Rickman, ma
sull’epicità del momento certamente sì e sul fatto che, anche
grazie ai romanzi, quel momento e quel personaggio rimarranno per
sempre nella memoria collettiva.
Dopo aver assaporato, sul grande
schermo, sia il gusto di interpretare un eroe che quello che regala
la performance nei panni di un villain,
Christian Bale ha scelto da che parte stare.
Come ha rivelato in esclusiva
a Screen Rant, Bale preferisce interpretare i cattivi non solo
perché è più divertente, ma perché secondo lui è in realtà più
facile. Ecco cosa ha raccontato l’attore:
“Non solo (i cattivi) si
divertono di più, ma sono anche più facili da interpretare. Perché
tutti sono affascinati dai cattivi, giusto? Nel momento in cui il
cattivo appare sullo schermo, nessuno guarda più il bravo ragazzo.
Tutti gli occhi sono puntati sul cattivo, quindi è molto più facile
recitare.”
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel Studios al
Comic-Con. Il film è uscito il 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Funko ha ufficialmente svelato la sua prima ondata di prodotti POP
dedicati a Black
Panther: Wakanda Forever all’inizio di
quest’anno, ma oggi una nuova aggiunta alla linea è stata ora
fotografata nei negozi e ci offre il nostro primo vero sguardo al
nuovo costume di Black Panther. Questo è (presumibilmente) l’abito
che indosserà chiunque finirà per prendere l’eredità di T’Challa
(il defunto
Chadwick Boseman), e mentre abbiamo intravisto il
design in LEGO set e simili questo nuovo gadget ci dà una migliore
rappresentazione del nuovo costume che apparirà nel prossimo
sequel.
Come potete vedere nel link sottostante, i dettagli dorati sulla
maschera corrispondono agli accenti che abbiamo visto nella metà
inferiore del costume nell’inquadratura finale del trailer. A
questo punto, sembra abbastanza ovvio che Shuri (Letitia
Wright) diventerà la nuova Black
Panther, ma deve ancora essere confermato ufficialmente.
C’è sempre la possibilità che il film ci sorprenda e presenti un
personaggio diverso, ma la sorellina di T’Challa sembra la
scommessa più sicura.
Nova imagem dos Funkos de “Wakanda Forever”
mostra um vislumbre do traje do novo Pantera Negra.
I dettagli ufficiali della trama
sono ancora nascosti, ma ci è stato assicurato che il sequel del
MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità
del suo personaggio, T’Challa. Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11
novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative
con i Marvel Studios per
interpretare il villain principale del sequel.
Guarda il trailer di
Rosaline,
la commedia romantica targata 20th Century Studios con
Kaitlyn Dever, Isabela Merced, Kyle Allen, Sean
Teale, e con Minnie Driver e
Bradley Whitford. Il film debutterà il 14 ottobre
come Hulu Original negli Stati Uniti, come Star+ Original in
America Latina e come Star Original su Disney+ in Italia.
Rosaline
è una rivisitazione leggera e comica della classica storia d’amore
di Shakespeare “Romeo e Giulietta”, raccontata dal punto di vista
della cugina di Giulietta, Rosaline (Kaitlyn Dever), che si dà il
caso sia anche un recente amore di Romeo. Con il cuore spezzato
dopo che Romeo (Kyle Allen) incontra Giulietta (Isabela Merced) e
inizia a corteggiarla, Rosaline organizza un piano per sabotare la
famosa storia d’amore e riconquistare il suo uomo.
Rosaline
è diretto da Karen Maine da una sceneggiatura di
Scott Neustadter e Michael H. Weber, basata sul romanzo “When You
Were Mine” di Rebecca Serle. Shawn Levy, Dan Cohen e Dan Levine
sono i produttori, mentre Kaitlin Dever, Scott Neustadter, Michael
H. Weber, Whitney Brown, Emily Morris e Becca Edelman sono gli
executive producer.
La sua biografia ci
ricorda che David Bowie è morto il 10 gennaio
2016, ma in pochi potrebbero dire tutte le volte che è rinato nei
69 anni della vita – indimenticabile – che Moonage
Daydream
cerca di raccontare. In maniera sostanzialmente cronologica, ma
non del tutto lineare, inseguendo la rockstar e la sua produzione
musicale, ma soprattutto lo sviluppo del suo pensiero, attraverso
esperienze di ogni tipo.
Che negli anni lo hanno
portato a vestire i panni di Ziggy Stardust e
Aladdin Sane, Halloween Jack o
Nathan Adler, fino al Pierrot di
Scary Monsters e l’immortale White Duke fino al Profeta
Cieco (o Button Eye), nel Lazarus del Black Star
comunemente considerato il suo testamento. Tante facce di un prisma
che non poteva che restituire una luce cangiante e avvolgente,
difficile da definire in maniera univoca.
Special Screening al
Festival
di Cannes 2022 – e in sala nei giorni del 26, 27 e 28
settembre, dopo una settimana di esclusiva Imax – risulta riduttivo
definire come documentario il film con il quale Brett
Morgen (Cobain: Montage of Heck,
Crossfire Hurricane) punta a offrire “un’odissea
spaziale audiovisiva senza limiti” più che una mappa per
comprendere e spiegare il fenomeno Bowie.
Un’icona capace di
attraversare mezzo secolo della nostra storia come performer,
pittore, scultore, oltre che ovviamente attore – anche protagonista
– per Nicolas Roeg (L’uomo che cadde sulla Terra), Tony
Scott (Miriam si sveglia a mezzanotte), Nagisa Ōshima
(Furyo), John Landis, Julien Temple, Jim Henson
(Labyrinth), Martin Scorsese, David Lynch, Julian Schnabel,
Giovanni Veronesi e Christopher Nolan (nel Prestige che
continua a essere uno dei suoi tre migliori film).
Per chi lo ha amato e per
chi non lo ha vissuto
“Un uomo
straordinario, pieno di amore e di vita” lo definisce lo
storico produttore Tony Visconti, e questa è forse l’unica sintesi
possibile alla fine della visione del film e dopo i tanti stralci
di Bowie pensiero. Forse troppi, come magmatica è la prima parte
della narrazione per immagini e suoni, evidentemente funzionale a
rendere la stessa confusione del protagonista, e a sottolineare la
progressiva individuazione di un traguardo raggiunto più che del
percorso lasciato dietro le spalle. A scongiurare ogni rischio di
tentativo di emulazione – impossibile! – e per regalarci la
sorpresa definitiva: quella di un uomo soddisfatto, felice, a suo
modo ottimista e profondamente innamorato. Della sua Iman, della
vita e della gente, alla quale scopriamo esser lui stato sempre
molto più vicino di quanto non avremmo mai immaginato. Quasi a
ricostruire una immagine più umana dell’alieno androgino del quale
in tanti ci siamo innamorati.
L’accettazione di sé è la
chiave, l’esortazione a non sprecare il tempo a disposizione e a
continuare ad andare avanti il consiglio che resta. Più dei tanti
video inediti, anche da concerti mai visti prima d’ora e dietro le
quinte incredibili, concessi – insieme alla proprio benedizione –
dalla David Bowie Estate, che comunque rendono unico e imperdibile
questo documento (più che documentario), nonostante alcuni eccessi
filosofici, pur strumentali.
Superata la sensazione di
essere al cospetto di una lunga lezione, è a tratti emozionanti
sentirsi parte di un flusso di stimoli e suggestioni, prima, e di
emozioni, poi. Moonage Daydream è un viaggio che
finisce per mostrare il cuore di un artista in costante mutazione,
quel nucleo sconosciuto anche a lui stesso – inizialmente – che
negli ultimi anni sembra avergli fornito dei punti fermi, che oggi
restano come l’eredità che forse gli sarebbe piaciuto di più sapere
di averci lasciato.
Dante è
l’ultimo film di Pupi Avati. In uscita il 29
settembre, è stato presentato alla Casa del Cinema a Roma. Un
progetto che era iniziato a maturare nella mente del regista quasi
vent’anni fa e che oggi prende forma attraverso il punto di vista
di Giovanni Boccaccio, interpretato da Sergio Castellitto, che compie un lungo
viaggio per consegnare un risarcimento in fiorini d’oro a Suor
Beatrice, figlia del sommo poeta, come rimedio all’esilio che aveva
subito il padre.
Del cast sono presenti
anche i giovani Dante e Beatrice: Alessandro
Sperduti (I Cassamortari) e Carlotta
Gamba (America
Latina). A moderare l’incontro è Luca
Sommi, scrittore, docente universitario e autore del libro
Il cammin di nostra vita, per il quale Pupi Avati
ne ha chiesto una lunga consulenza.
«Fare un film sulla
Divina Commedia è impossibile», spiega, «perché quello che
è stato scritto è troppo per poter essere rappresentato
cinematograficamente, ma Pupi Avati ha trovato lo stratagemma nel
far raccontare tutto a Boccaccio, appunto: biografo di Dante che ne
promuove la poetica e i lavori. È un film di evocazione e viaggio,
ed è di questo che si parla nel film».
«L’amore reciproco
per Dante ci ha resi amici», interviene Pupi Avati
rivolgendosi a Sommi, «per me questo è un film del tutto
speciale, forse per voi lo è meno, ma io ho con esso un rapporto
antico: un senso di adempienza nei confronti di Dante Alighieri che
abbiamo lasciato relegato tra i banchi di scuola. Soprattutto dopo
il centenario dell’anno scorso è stato reso ancora più distante di
prima. La scuola ci ha trasmesso un senso di inadeguatezza nei suoi
riguardi che ce lo ha fatto odiare, anche dal punto di vista
estetico: Alessandro Sperduti (che veste i panni di Dante n.d.r.) è
un Brad Pitt a confronto», ride, «ho scritto e girato Dante perché
ho pensato che fosse un autore che meritava di essere risarcito e
riavvicinato alle persone».
Ed è la possibilità di
rendere prossimo agli spettatori di oggi un autore di quella
levatura ad interrogare il regista: «La battuta che dice
Boccaccio a Suor Beatrice sintetizza tutto: continuo a vederlo
ragazzo. Se noi continuassimo a vederci ragazzi e a rapportarci
alle cose con quella capacità poetica che abbiamo durante
giovinezza… Se riprendessimo ad usare il “per sempre”, che è una
locuzione avverbiale che oggi è totalmente omessa… Quante volte
anch’io da ragazzo, durante un concerto, ho detto “per sempre”, e
me lo sono giurato. Il poeta ha dentro di sé quest’idea del tempo
che è per sempre. A leggere oggi alcuni versi di Dante vengono i
brividi, nonostante siano passati cento anni».
«Per quanto mi
riguarda io “per sempre” lo dico spesso», ride intervenendo
Sergio Castellitto, «trovo che Dante sia
irraccontabile, come diceva Luca Sommi, nessuno ha mai osato fare
un film sulla Divina Commedia perché può essere solo letta e
rivissuta con l’immaginazione. Penso che la chiave sia stata
proprio la trovata narrativa di mostrare tutto attraverso il
viaggio di un altro gigante come Boccaccio e che compie un gesto
filiale, di sconfinata umiltà, come quello di portare i fiorini
alla figlia del poeta. L’umiltà è un sentimento che spesso viene
frainteso, essendo visto più come sottomissione. Invece è
granitico: ci vuole un gran carattere nel chinare la testa di
fronte a chi è più grande di te, serve molta personalità. Qua
vediamo un autore, che a scuola abbiamo detestato, cacciato,
ridotto in povertà, solo, lontano dai propri affetti, che è stato
soldato e forse ha ucciso anche delle persone. Chi non ha provato
la sensazione di essere stato estromesso dalla propria vita?
Allontanato da qualcosa che amava… Oggi se parliamo di depressione
viviamo esattamente “una selva oscura”. La grandezza del poeta è
quella di rendere la sofferenza della propria esistenza qualcosa di
straordinario che è l’opera. Perciò i poeti sono gli unici che ci
possono salvare, perché non ricompongono qualcosa, ma lo estraggono
dal buco nero della mente. Sono dei veri benefattori».
Riprende poi la parola il
regista, spiegando che era proprio la visceralità più terrena
dell’epoca che voleva mettere in scena, incluso il tanfo che si
respirava nell’aria in quel periodo storico. Cosa che emerge
distintamente anche dal Boccaccio incarnato da Castellitto, che
rivela di aver voluto calcare la mano sulla fatica e la malattia
del poeta.
A coronare il cast, anche
in scene piuttosto brevi, grandi nomi come Milena Vukotic,
Alessandro Haber, Gianni Cavina, Enrico Lo Verso, Enrico
Beruschi.
Domink Moll torna
al cinema, dal 29 settembre, con La
notte del 12, un film dai toni crudi presentato nella
selezione ufficiale all’ultimo Festival di
Cannes. Il lungometraggio è ispirato a uno dei casi raccolti da
Pauline Guéna nel libro 1.83 – Une année à la
PJ, un libro d’inchiesta in cui l’autrice ha dovuto
trascorrere circa un anno insieme alla polizia giudiziaria.
Già famoso per il suo film Only
the Animals – Storie di spiriti amanti, il regista questa
volta ci presenta una storia a tratti macabra, dove il crimine e il
modo di investigazione sono al centro della sua sceneggiatura,
scritta insieme a Gilles Marchand.
La notte del 12, la trama
Yohan (Bastien
Bouillon) è stato appena messo a capo della polizia
giudiziaria di Grenoble quando deve confrontarsi con l’omicidio di
una giovane donna, Clara (Lula Cotton Frapier),
bruciata viva mentre tornava a casa di notte. Il caso si apre
immediatamente e il poliziotto, principalmente assieme al suo
collega Marceau (Bouli Lanners), inizia ad
indagare sull’accaduto.
L’interrogatorio dei giovani ragazzi
che hanno avuto rapporti con Clara – molti dei quali sprezzanti nei
confronti della vittima – porta il protagonista alla consapevolezza
che ognuno di loro può essere un potenziale carnefice. Ed è proprio
cercando di capire cosa è successo quella notte del 12 ottobre che
Yohan farà di quel caso la sua più grande ossessione.
Fra tormenti e denunce alla
misoginia
Fra alcuni movimenti di macchina che
prediligono inquadrature irregolari attraverso l’uso della macchina
a mano – tipica soprattutto della Nouvelle Vogue degli anni
Sessanta e in questo caso usata per mostrarci il
protagonista nel suo massimo tormento – e altre che invece pongono
attenzione sulla sovrimpressione – molto utilizzata nel cinema
francese muto – Moll restituisce allo spettatore un personaggio,
ossia Yohan, complesso e profondo. Un uomo che deve fare
necessariamente i conti con la misoginia della società,
grande e importante piaga di cui ancora purtroppo si è
afflitti.
Attraverso l’interrogatorio dei
principali ragazzi indagati, e i suoi stessi colleghi che esprimono
concetti maschilisti e sessisti, il regista mostra nel film quanto
il male non riesca a trattenersi neppure davanti a un omicidio. Ed
è proprio a causa di questo che Yohan, apparentemente forte, si
sbriciola attraverso il progredire della storia; quando la vittima
rimane senza colpevole, perché in realtà lo sono tutti, lui piano
piano diventa sempre più fragile, e questa fragilità si trasforma
nell’ossessione dell’omicidio di Clara.
L’essere impotente, il non riuscire
a trovare il carnefice e il dover accettare qualcosa di talmente
brutale, lo mette davanti ad una consapevolezza: c’è qualcosa che
non va fra uomini e donne. Ed è qui che l’ossessione della morte di
Clara si sbatte contro la verità, contro una realtà nuda e cruda,
difficile da digerire ma necessaria. È questo il fulcro de
La notte del 12: il rapporto, forse malsano, fra
l’uomo e la donna e la loro differenza.
Clara, un femminicidio che ne
rappresenta altri
La scelta di Moll di far seguire il
caso solo ad un gruppo di uomini, nella prima parte della diegesi,
non è un caso. L’ennesima violenza nei confronti di una
donna è stata consumata e adesso, per risolvere
l’omicidio, viene incaricato un uomo che deve indagare su altri
uomini. Questo rende la storia e le scene pregne di significato,
perché è qui che Yohan capisce cosa realmente un uomo sia in grado
di fare senza avere il minimo scrupolo.
Clara, nello sceneggiato, è una
ragazza innocente, vittima degli abusi maschili e senza alcuna arma
per difendersi. È l’ennesima donna uccisa, bruciata viva senza
alcuna pietà, in un mondo in cui ancora i femminicidi non riescono
ad essere fermati. Clara è la sorella, l’amica, la compagna di
tutti e rappresenta tutte le donne massacrate e tutti gli uomini
che non hanno mai rimpianto il gesto.
E se nella seconda parte del film –
dopo che il caso era rimasto irrisolto e quindi chiuso – è stata
proprio una donna, la giudice istruttrice, a spingere Yohan a
riaprilo, un motivo c’è: chi realmente può comprendere quel
male non è un uomo, è solo una donna. Sono solo loro che
combattono fino alla fine perché solo loro sanno realmente cosa
voglia dire essere vittime.
In La notte del 12
Moll è stato magistrale. Ha permesso quell’identificazione
necessaria al cinema, riuscendo a far immedesimare lo spettatore
nei personaggi. Ed è forse proprio perché si opera un
riconoscimento di sé attraverso l’immagine speculare di un altro,
in questo caso di Yohan, che il regista riesce a far porre delle
domande, utili e indispensabili, al fine di innescare in chi
fruisce un processo di riflessione che inevitabilmente si porterà
anche a casa.