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I Want You Back, i protagonisti parlano della nuova commedia romantica Prime Video

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Uscirà su Prime Video l’11 febbraio, proprio in tempo per San Valentino, I Want You Back, la nuova commedia diretta da Jason Orley e scritta da Isaac Aptaker e Elizabeth Berger che riflette sui traumi successivi alle le rotture delle relazioni, su come uscirne e su come cercare di superare le delusioni d’amore, cercando di ritrovare se stessi. 

Insieme agli sceneggiatori e al regista, abbiamo ascoltato i protagonisti, Jenny Slate, Manny Jacinto, Gina Rodriguez, Charlie Day, Scott Eastwood e Clark Backo, nel corso di una divertente chiacchierata transoceanica.

Protagonista non ancora troppo nota da noi, ma una vera superstar della commedia USA, Jenny Slate interpreta Emma: “È stato bellissimo lavorare con tutto il cast e incontrarli davvero per la prima volta. Appena li ho incontrati è stato subito affiatamento e il lavoro è stato facilissimo, tutto è andato liscio.”

Sua “rivale” in amore nel film è invece la vincitrice del Golden Globe Gina Rodriguez, nei panni di Anne: “Jenny è stata modesta, lei ha settato il tono del nostro incontro e del lavoro di tutti. È stata dolcissima e gentilissima. Il giorno prima delle riprese mi ha mandato il più dolce dei messaggi e mi ha fatta sentire davvero la benvenuta nel gruppo.”

In mezzo a queste due splendide e diversissime donne si pone l’affascinante maestro di teatro, Logan, interpretato da Manny Jacinto: “Il nostro incontro è stato naturale, tutto è andato liscio e mi è sembrato davvero tutto semplice, merito di un cast straordinario e di Jenny. Come lavorava lei con i ragazzini sul set, nessuno. È stato davvero splendido.”

Isaac Aptaker e Elizabeth Berger, che oltre a firmare la sceneggiatura hanno anche prodotto il film sembrano entusiasti più che mai del progetto che si pone all’interno del genere ‘commedia romantica’, mescolando però umorismo e dramma. 

Aptaker ha dichiarato: “Amiamo le commedie romantiche, le classiche soprattutto, tipo Harry ti presento Sally. Le commedie romantiche che funzionano hanno come protagonisti dei personaggi che il pubblico deve sentire realistici, come se potessero diventare loro amici. E allora l’idea è stata: e se raccontassimo una specie di Cruel Intention ma con protagonisti delle persone normali, che possono essere nostri amici nella vita reale?” E Berger segue: “E poi era importante che potesse essere guardata da uomini e donne, che i toni fossero leggeri ma anche drammatici all’occorrenza, quindi non solo romanticismo, ma anche molto divertimento. E abbiamo cercato di assemblare il gruppo di persone più divertente del mondo per creare questa magia. Siamo partiti da questo.”

A completare il cast, Charlie Day, protagonista ed eroe romantico improbabile, con il suo Peter, che vorrebbe fare di tutto per riconquistare l’amata Anne: “Non conoscevo Jenny, ma ero suo grande fan. Avevo già lavorato con Scott, però, questo è il nostro secondo film insieme. E poi ho incontrato Gina sul set per la prima volta ed è stato tutto bellissimo.” Lo Scott di cui parla Day è proprio lui, Eastwood Junior, che in questo film interpreta un ruolo insolito: è colui che lascia e quindi fa soffrire la nostra eroina, ma non è affatto un villain, è semplicemente un uomo che ha trovato la felicità altrove, situazione con cui la nostra Emma dovrà scendere a patti. Il suo ruolo, nel film, è simbiotico a quello di Day, una vera e propria Buddy Comedy nell’ambito della storia più ampia: “Non abbiamo potuto familiarizzare quanto volevamo, per via del Covid, sai? Eppure siamo riusciti a ricreare quella dinamica, quella magia trai nostri personaggi.”

A chiudere questo eterogeneo e divertente ensemble di attori, l’affascinante Clark Backo che nel film interpreta Ginny: “Non conoscevo nessuno, sapevo che Manny è canadese e mi sembrava di conoscerlo, per questo. Ma no, ho incontrato tutti sul set per la prima volta. Ho incontrato Scott, Jenny e Charlie alle prove, il che è stato veramente bello, perché non sempre si ha il tempo di fare delle prove. È anche per questo che il risultato finale è così efficace.”

A dirigere l’intero gruppo è stato chiamato Jason Orley: “Il primo giorno di riprese abbiamo girato la scena della palestra, e lì ho capito che c’erano delle possibilità per la bromance nel film, tra i personaggi di Charlie e di Scott. Il cast era spettacolare, portava ogni scena ad un livello superiore. Il film ha molti momenti delicati e drammatici, ma è anche divertente, perché c’è una parte di noi che si sente rappresentato. Tutti si possono relazionare con le rotture, sono cose che capitano.”

I Want You Back sarà disponibile su Amazon Prime Video dall’11 febbraio.

Phil Lord e Chris Miller svelano la ragione del licenziamento dalla regia di Solo

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Phil Lord e Chris Miller, che avrebbero dovuto dirigere Solo: A Star Wars Story prima di essere licenziati dalla Lucasfilm, hanno spiegato come mai lo Studio li sostituì all’epoca con Ron Howard, che ha supervisionato una massiccia campagna di riprese per il film per riuscire a far uscire il film nella data prefissata, il 25 maggio 2018.

Mentre Solo: A Star Wars Story ha ricevuto una reazione relativamente positiva al momento dell’uscita e c’è interesse a continuare la storia, il film è stato un flop al botteghino, in parte a causa del budget gonfiato per le riprese. La partenza di Lord e Miller è stata citata come dovuta a differenze creative con la presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy e lo sceneggiatore Lawrence Kasdan. Lord e Miller volevano adottare un approccio più rischioso per allinearsi con la personalità di Han Solo, mentre la Lucasfilm avrebbe voluto un film d’azione tradizionale con elementi comici.

In un’intervista con Playlist, Lord e Miller hanno elaborato i loro piani per Solo e come volevano correre dei rischi ed evitare eccessivo fan-service. Questa decisione potrebbe essere stata il grande scontro che ha portato Lucasfilm a licenziare il duo poiché Miller lascia cadere un riferimento alle grandi aziende che cercano di risparmiare profitti trimestrali in contrasto con quelle persone che stanno facendo i film. Lord ha detto che dare al pubblico esattamente ciò che vuole lascia il pubblico deluso e che si dovrebbe pensare in anticipo rispetto al pubblico.

Phil Lord: Se diamo al pubblico esattamente quello che si aspetta e un sacco di “fan service”, finirà per rimanere deluso, diranno: “Sì, questa è roba che già sapevo.” Il trucco è capire cos’è che non si rendono ancora conto di volere e ogni idea che aggiungi all’insieme è qualcosa che il pubblico percepisce come un regalo (…) penso che le persone siano davvero esperte ora e quindi devi stare due passi avanti a loro e sento che questo è il nostro lavoro.

Chris Miller: Non puoi giocare con la paura. Quindi, non mi riferisco davvero alla paura della fan-base. Non la pensiamo in questo modo. Ci sono persone là fuori, suppongo, che stanno cercando di giocare sul mercato e seguire una formula. Stanno cercando di servire i guadagni trimestrali di una grande azienda, ma un’azienda non fa un film né scrive una canzone, queste cose sono fatte da esseri umani e cerchiamo sempre di servire gli esseri umani che fanno il film e gli esseri umani che assistono al film, ricordando sempre, quello che stai facendo uscire è solo una metà del lavoro. L’altra metà è che c’è una persona in un cinema e tu stai trasmettendo suoni e luci sulla sua faccia e loro contribuiscono a creare il film nel loro cervello. Quindi per fare i film bisogna sapersi mettere nei panni dello spettatorte.

Jurassic World: Dominion, il trailer ufficiale

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Jurassic World: Dominion, il trailer ufficiale

Universal Pictures ha diffuso il primo trailer ufficiale di Jurassic World: Dominion, prima del Super Bowl.

Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar SyLaura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

The Adam Project, il primo teaser trailer con Ryan Reynolds

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The Adam Project, il primo teaser trailer con Ryan Reynolds

Ecco il teaser di The Adam Project, il nuovo film Netflix con Ryan Reynolds in uscita l’11 marzo. Diretto da Shawn Levy e scritto da Jonathan Tropper, T.S. Nowlin, Jennifer Flackett e Mark Levin, il film si avvale della produzione di David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Shawn Levy e Ryan Reynolds, mentre nel cast compaiono Ryan Reynolds, Mark Ruffalo, Jennifer Garner, Walker Scobell, Catherine Keener e Zoe Saldaña.

The Adam Project, la trama

Un pilota viaggia nel tempo e fa squadra con se stesso ragazzino e con suo padre defunto per fare i conti con il passato e salvare il futuro.

Tom Hardy sputò a Armie Hammer durante il provino per Mad Max: Fury Road

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Secondo quanto riferito, Tom Hardy ha sputato all’allora concorrente Armie Hammer durante un’audizione per Mad Max: Fury Road. Uscito nel 2015, Mad Max: Fury Roaddi George Miller è stato un successo sia di critica che di pubblico. Mentre il film ha trascorso quasi due decenni nell’inferno dello sviluppo e tecnicamente è andato in perdita al botteghino, è attualmente nelle prime fasi di produzione un prequel, Furiosa, con Anya Taylor-Joy che prende il posto di Charlize Theron per interpretare una versione più giovane dell’eroina del titolo.

Sebbene, in molti modi, Furiosa abbia rubato la scena in Mad Max: Fury Road, anche la performance di Tom Hardy nei panni di Max Rockatansky ha ricevuto molti elogi. Uscito da ruoli secondari come Inception, Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno e Lawless, Hardy ha conferito al personaggio di Max un’intensa fisicità e alla fine è stato in grado di trasmettere molte emozioni a fronte di pochissime battute nel film. Prima che Hardy ottenesse il ruolo principale in Mad Max, la concorrenza per il ruolo era spietata, e trai contendenti c’erano anche Jeremy Renner e Channing Tatum.

In Blood, Sweat & Chrome: The Wild and True Story of Mad Max: Fury Road (per Vulture), l’autore Kyle Buchanan rivela che anche Armie Hammer era in corsa per il ruolo principale. Con i tre finalisti che sono stati ridotti a Hardy, Hammer e Renner, Miller ha chiesto a Hardy e Hammer di leggere una scena insieme. Secondo quanto riferito, Hardy “digrignò i denti e sputò al suo compagno di scena”, il che portò Hammer a dire a Miller che “Hardy doveva essere Max più di lui”. Il resto è storia!

Zack Snyder condivide il nuovo cast e i concept di Rebel Moon

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Zack Snyder condivide il nuovo cast e i concept di Rebel Moon

Zack Snyder ha rivelato i nuovi membri del cast di Rebel Moon, il suo film in via di sviluppo a Netflix. Il film è stato inizialmente proposto come parte del franchise di Star Wars, ma quando non si è fatto nulla con quella idea, è stato ripensato come una serie tv di fantascienza. Quando non ha funzionato, il concetto è stato rivisitato di nuovo, questa volta come un film originale Netflix con Zack Snyder come regista e co-sceneggiatore e Sofia Boutella nel ruolo principale.

Rebel Moon ruota attorno a una piccola colonia ai margini di una galassia sul punto di essere sopraffatta da un tiranno di nome Belisario e dai suoi eserciti. Nella speranza di salvare la loro galassia, le persone di questa colonia inviano giovani donne su altri pianeti per trovare chi le assisterà. Snyder ha co-scritto la storia di Rebel Moon, insieme a Shay Hatten e Kurt Johnstad. Sofia Boutella è stata la prima a unirsi al cast nei panni della giovane guerriera inviata dalla piccola colonia per ottenere l’aiuto degli altri.

Zack Snyder ha dato il benvenuto ai nuovi membri del cast di Rebel Moon su Twitter. L’elenco dei nuovi attori include Charlie Hunnam, Djimon Hounsou, Doona Bae e Ray Fisher. Nel suo tweet, ha anche menzionato Jena Malone, Staz Nair, E. Duffy, Charlotte Maggi e Sky Yang come altri che si uniranno a Sofia Boutella e alla troupe nella creazione di questo viaggio fantascientifico.

Adam Driver, Penélope Cruz e Shailene Woodley in Ferrari di Michael Mann

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Adam Driver, Penélope Cruz e Shailene Woodley si sono uniti al progetto di Michael Mann, Ferrari. Oltre alla regia di Mann, lo sceneggiatore di The Italian Job Kennedy Martin scriverà la sceneggiatura basata sul libro del 1991, Enzo Ferrari: The Man and the Machine. Il prossimo progetto sarà prodotto dalla Moto Productions di Mann insieme a PJ van Sandwijk, John Lesher, Lars Sylvest, Thorsten Schumacher e Gareth West, con il produttore esecutivo Niels Juuls.

A seguito dei diritti di distribuzione globale acquisiti da STXfilms per il progetto Ferrari di Mann, lo studio ha annunciato il casting. Il film seguirà il due volte candidato all’Oscar Driver nei panni di Enzo Ferrari, il premio Oscar Cruz nei panni della moglie separata di Enzo, Laura, e la candidata agli Emmy Woodley nei panni dell’amante Lina Lardi. Il film biografico racconterà delle vicende dell’estate del 1957 del leggendario imprenditore, Enzo Ferrari, alla vigilia della Mille Miglia, mentre affronta contemporaneamente la bancarotta e la deriva del suo matrimonio. In una dichiarazione, Mann condivide il suo entusiasmo nel portare la sua esperienza cinematografica con questo cast mentre dà vita alla sua visione a Modena e all’Emilia-Romagna.

“Essere in grado di avere questi artisti meravigliosamente talentuosi, Adam Driver, Penélope Cruz e Shailene Woodley, che portano in vita questi personaggi unici in location a Modena e in Emilia-Romagna è una visione realizzata”.

Barbie: America Ferrara con Margot Robbie e Ryan Gosling

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Barbie: America Ferrara con Margot Robbie e Ryan Gosling

America Ferrera si unisce al cast del film Barbie prodotto da Warner Bros e Mattel, al fianco di Margot Robbie e Ryan Gosling. Diretto e co-sceneggiato dalla regista di Lady Bird Greta Gerwig, il film live-action sarà incentrato sui giocattoli per bambini Mattel, con Robbie nei panni di Barbie e Gosling nei panni di Ken. L’adattamento cinematografico live-action dell’amata bambola è in lavorazione da diversi anni, con star come Amy Schumer e Anne Hathaway che sono state considerate brevemente per il ruolo della protagonista.

Margot Robbie seguirà il film anche come produttrice, con la sua LuckyChap Entertainment, che è reduce dal grande successo agli Oscar dello scorso anno per Una donna promettente. I produttori di Barbie includono anche Tom Ackerley e Josey McNamara di LuckyChap; Robbie Brenner e Ynon Kreiz di Mattel; e David Heyman.

I piani per adattare la storia di Barbie per il grande schermo hanno subìto alcune battute d’arresto negli ultimi anni, ma quando Robbie, Gerwig e Baumbach si sono imbarcati nel progetto rispettivamente nel 2018 e nel 2019, le cose sono andate a gonfie vele. Secondo quanto riportato da Variety, Barbie avrebbe dovuto iniziare la produzione all’inizio del 2022 presso i Leavesden Studios di WB a Londra, con un’uscita nelle sale prevista per il 2023.

Guardiani della Galassia Vol. 3: Zoe Saldana “spoilera” il film, ma fa ammenda

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Zoe Saldana sta tenendo un vero e proprio diario della lavorazione di Guardiani della Galassia Vol. 3, tuttavia, può capitare che nella spensieratezza della condivisione con i propri fan, scappi qualcosa che non dovrebbe.

Ed è proprio quello che le è successo, con un video in cui, con il trucco di Gamora, sfoglia quello che sembra un piano di lavorazione del film di James Gunn. Dopo che la Marvel le ha chiesto di rimuoverlo, ecco di seguito i video “corretto” e la spiegazione nel copy:

Guardiani della Galassia Vol. 3, quello che sappiamo

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff, Karen Gillan, Will Poulter insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Kate Bosworth: 10 cose che non sai sull’attrice

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Kate Bosworth: 10 cose che non sai sull’attrice

Kate Bosworth è un’attrice che ha contribuito a fare la storia del cinema con la sua grazie e con il suo talento, riuscendo a conquistare una grande fetta di pubblico mondiale grazie anche alla sua bellezze eterea. L’attrice ha sempre lavorato sodo per costruire una carriera solida e concreta, in grado di saper scegliere ruoli iconici e indimenticabili e che l’hanno resa famosa agli occhi del mondo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Kate Bosworth.

Kate Bosworth: i suoi film

 

1. Ha recitato in celebri film. La carriera dell’attrice è iniziata nel 1998, debuttando sul grande schermo in L’uomo che sussurrava ai cavalli. In seguito lavora in Il sapore della vittoria – Uniti di vince (2000), Le regole dell’attrazione (2002), Beyond the Sea (2004), Superman Returns (2006), 21 (2008) e The Warrior’s Way (2010). Tra i suoi ultimi lavoro vi sono Straw Dogs (2011), Comic Movie (2013), Homefront (2013), Still Alice (2014), Amnesiac (2014), 90 minuti in Paradiso (2015), Life on the Line (2015), Somnia (2016), The Domestics (2018), The Devil Has a Name (2019), La forza della natura (2020), Wild Indian (2021) e Bring on the Dancing Horses (2022).

2. Ha recitato per la televisione ed è anche produttrice. Nel corso della sua carriera, l’attrice ha lavorato alle serie Young Americans (2000), The Art of More (2015-2016), SS-GB (2017), The Long Road Home (2017) e The I-Land (2019). Non è però rimasta ferma alla sola attività della recitazione. Infatti, ha vestito diverse volte i panni della produttrice, lavorando ai film Amnesiac, Hot Bot (2016), Nona e The I-Land (2019).

Kate Bosworth Instagram

Kate Bosworth marito

3. È sposata da qualche anno. L’attrice, dopo qualche anno di frequentazione (più precisamente dal 2011) con il compagno, il regista Michael Polish, si è sposata a Philipsburg, nel Montana, il 31 agosto del 2013. Nell’agosto del 2021, tuttavia, hanno annunciato la loro separazione. La coppia non ha avuto figli.

4. Ha avuto diversi fidanzati famosi. Prima di frequentare quello che è poi stato suo marito, l’attrice è stata fidanzata per quattro anni con il collega Orlando Bloom. Due anni dopo, invece, si è frequentata con l’attore Alexander Skarsgård dal 2009 al 2011. Tra i vari flirt che le sono stati attribuiti, ci sarebbero quelli con Ian Somerhalder e con Chris Evans.

Kate Bosworth: i suoi occhi

5. Ha gli occhi di colore diverso. L’attrice ha una particolarità che riguarda i suoi occhi, ovvero li ha di colore diverso, uno marrone e l’altro blu. Questa condizione è dovuta ad una patologia chiamata Heterochromia Iridum, una caratteristica cromatica che riguarda la colorazione dell’iride. Nel corso degli anni in molti sono rimasti stregati da questa particolarità dell’attrice, tra cui tanti suoi colleghi.

Kate Bosworth in Superman

6. Ha avuto il ruolo grazie a Kevin Spacey. Se l’attrice è riuscita ad interpretare Lois lane in Superman Returns, ciò è dovuto a Kevin Spacey. Pare, infatti, che l’attore abbia convinto il regista del film, Bryan Singer, a scriturarla dopo aver recitato insieme a lei in Beyond the Sea. Dopo averla provinata, Singer si disse estremamente grato a Spacey per avergli suggerito la Bosworth, ritenuta perfetta per la parte.

7. Ha battuto diverse attrici. Prima di essere inserita ufficialmente nel cast del film, erano però state considerate anche le attrici Mischa Barton e Keira Knightley per il ruolo di Lois Lane. Inoltre, per lo stesso ruolo era stata provinata anche Amy Adams, attrice che poi ha comunque avuto modo di interpretare Lois Lane nel nel successivo L’uomo d’acciaio (2013).

kate bosworth

Kate Bosworth in Still Alice

8. Non ha provato per interpretare il suo ruolo. Nel costruire il suo personaggio, l’attrice non ha discusso circa la contrapposizione del ruolo con quello di Kristen Stewart. Stando alle sue dichiarazione “Non mi piace molto provare. Mi piacere quando la macchina da presa va avanti e vedere cosa succede. A causa dei tempi, è così che abbiamo fatto per Still Alice. Non c’era molto tempo per le discussioni o prove”.

Kate Bosworth è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo verificato seguito da 896 mila persone. Qui, con oltre mille post, la Bosworth è solita condividere foto o video di suoi momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi, mentre compie particolari attività o visita luoghi specifici. Non mancano però anche post dedicati alla sua attività di attrice, con curiosità, dietro le quinte e immagini promozionali.

Kate Bosworth: età e altezza

10. Kate Bosworth è nata il 2 gennaio del 1983 a Los Angeles, in California. La sua altezza complessiva corrispondente è di 165 centimetri.

Fonti: IMDb, Tribeca

Spider-Man: Homecoming, la Sony non aveva i soldi per “ristrutturare” l’armatura di Iron Man

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Peter Parker è entrato per la prima volta nel Marvel Cinematic Universe nel 2016 in Captain America: Civil War, ma è stato l’anno successivo che l’arrampica-muri è stato ufficialmente reintrodotto in Spider-Man: Homecoming. Cercando di trarre vantaggio dalla loro nuova relazione con i Marvel Studios, la Sony Pictures ha incluso un sacco di riferimenti al MCU in quel film, inclusi alcuni grandi cameo.

Chris Evans si è presentato in un cameo come Capitan America, mentre Robert Downey Jr. ha interpretato un vero e proprio ruolo secondario come Iron Man. Tuttavia, la sua armatura ha subito solo alcune modifiche superficiali piuttosto che subire la normale riprogettazione tra i film. Ora, sappiamo perché il costume di Tony Stark è comparso nel film con una nuova combinazione di colori chiaramente ispirata all’apparizione di Iron Man nei fumetti di The Ultimates.

“Chi ha un occhio attento capirà che questo modello è solo una ricolorazione del mio Mk XLVI di [Captain America: Civil War]”, spiega il concept artist Phil Saunders nel post di Instagram di seguito. “Sony non aveva il budget VFX per un costume completamente nuovo, quindi Kevin Feige ha richiesto un cenno all’Ultimate Iron Man nel ridipingere l’armatura. E dopo alcune variazioni, è nato il Mk XLVII.”

È interessante sapere che la Sony Pictures non aveva spazio nel budget per dare una revisione a Iron Man, ma senza dubbio era tutt’altro che una priorità per lo studio. Già solo la presenza dell’Avenger in Spider-Man: Homecoming ha avuto l’effetto desiderato sugli incassi al botteghino, e una nuova armatura non avrebbe cambiato questo effetto (mentre cambiare colore senza dubbio ha fatto vendere molti più giocattoli alla fine della Disney, però).

The Batman: ecco l’emoji di Twitter di Catwoman

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The Batman: ecco l’emoji di Twitter di Catwoman

La Catwoman di Zoe Kravitz che vedremo in The Batman di Matt Reeves ha ricevuto la sua emoji su Twitter. L’attrice debutterà nei panni di Selina Kyle, la famigerata gatta/ladra di Gotham, insieme al Crociato Incappucciato di Robert Pattinson.

Catwoman è uno dei nemici più amati di Batman. A volte ritratto come un antieroe e altre volte ritratto come un cattivo in piena regola, Kyle è un’agile ladra che modella il suo costume e il suo movimento sui felini. Nelle precedenti iterazioni live-action, il personaggio è stato interpretato da attrici tra cui Julie Newmar, Eartha Kitt, Michelle Pfeiffer, Halle Berry e Anne Hathaway. Ora, Kravitz proporrà una nuova versione, offrendo potenzialmente la lettura più radicata del personaggio vista sul grande schermo fino ad oggi.

Ora, con The Batman in arrivo nelle sale il mese prossimo, la spinta al marketing per il film è al massimo. In effetti, l’account Twitter ufficiale di The Batman ha rivelato una nuovissima emoji per Catwoman di Kravitz. Eccola!

The Batman, il film

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

San Valentino e le commedie romantiche, un’accoppiata vincente

San Valentino e le commedie romantiche, un’accoppiata vincente

Come ogni anno, il mese di febbraio porta con sé le festività di San Valentino oltre a Carnevale, così come tanti nuovi film adatti a passare una serata romantica. Tra i generi migliori da guardare durante la sera di San Valentino spiccano sicuramente le commedie romantiche: storie romantiche sì, ma con leggerezza, per strappare qualche risata (ed evitare scene troppo sdolcinate).

Un genere molto seguito qui in Italia, patria della commedia: nella classifica dei film più visti nelle sale del bel Paese, ci sono ben quattro commedie tra i primi cinque titoli (tutte e quattro opere con Checco Zalone). Anche se ormai, con l’avvento delle piattaforme streaming, probabilmente il botteghino per valutare un film non basta più e bisogna guardare altre metriche, non limitandosi solo alle sale. Di certo, San Valentino è un ottimo momento per andare in sala o guardarsi un film a casa.

L’evoluzione della commedia romantica nel corso del tempo

Il genere della commedia romantica risale ai tempi di Shakespeare e le sue opere (mentre la commedia risale ai tempi dell’Antica Grecia, ovviamente). Durante il medioevo si affermò il genere romantico, con le più classiche storie di amore tra cavalieri e fanciulle da salvare. Ma si dovette aspettare l’epoca di Shakespeare per vedere la nascita di questo nuovo genere, che di fatto ne univa due diversi fra loro.

Molti secoli dopo, questo genere sbarcò anche al cinema e oggi ormai abbiamo l’imbarazzo della scelta quando si tratta di scegliere una commedia romantica da vedere insieme al proprio partner, come mostra l’infografica per San Valentino di ExpressVPN dove vengono mostrati molti dei migliori film di questo genere.

Molti storici riconoscono ai film “Sherlock Jr.” e “Girl Shy”, due film muti del 1924, l’onore di aver portato sul grande schermo le prime commedie romantiche al mondo. Quando poi arrivò il sonoro, dal 1928 in avanti, questo nuovo genere si ritagliò un suo spazio particolare, le cosiddette “comedies of manners”, dove di solito una persona ricca si innamorava di una persona povera.

Per esempio, “Happened One Night” (1934) rappresenta un film di questa nicchia, che all’epoca vinse ben 5 Oscar. Successivamente bisogna fare un salto alle Screwball Comedies, dove nelle commedie romantiche le protagoniste della storia erano di solito personaggi femminili: tra i due film principali spiccano Bringing Up Baby (1938) e The Philadelphia Story (1940).

Lol: Chi ride è fuori: trailer della seconda stagione

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Lol: Chi ride è fuori: trailer della seconda stagione

Prime Video ha svelato oggi il trailer ufficiale della seconda stagione di Lol: Chi ride è fuori, il comedy show Amazon Original italiano che, dopo il successo della prima stagione, vedrà sfidarsi a colpi di gag: Virginia Raffaele, Corrado Guzzanti, Diana Del Bufalo, Maccio Capatonda, Maria Di Biase, Mago Forest, Alice Mangione, Gianmarco Pozzoli, Tess Masazza e Max Angioni. Chi riuscirà a non cedere alla risata per tutte le sei ore, si aggiudicherà il premio di 100 mila euro, che sarà devoluto a un ente benefico di sua scelta. Ad osservare questa esilarante gara comica dalla control room, un nuovo inedito duo, composto dall’ormai padrone di casa e game master Fedez, affiancato da Frank Matano. Ma non è tutto. In questa seconda edizione ci sarà anche Lillo, l’arma letale della risata: il popolare comico sarà un ospite speciale, un vero asso nella manica, che potrà essere coinvolto nel gioco per mettere in difficoltà i concorrenti.

La seconda stagione di LOL: Chi ride è fuori è prodotta in Italia per Amazon Studios da Endemol Shine Italy e sarà disponibile dal 24 febbraio in esclusiva su Prime Video, in più di 240 Paesi e territori nel mondo. I primi quattro episodi saranno disponibili in streaming da subito e gli ultimi due dal 3 marzo, con il gran finale.

Gary Oldman: 10 cose che non sai sull’attore

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Gary Oldman: 10 cose che non sai sull’attore

Gary Oldman è uno degli attori che ha letteralmente fatto la storia del cinema, grazie al suo talento e all’abilità dell’essere versatile e sempre brillante. L’attore ha sempre avuto la capacità di scegliere ruoli iconici e rimasti nell’immaginario collettivo grazie anche alle sue eccellenti ed ineccepibili interpretazioni.

Ecco, allora, dieci cose sa sapere su Gary Oldman.

Gary Oldman: i suoi film

 

1. Ha recitato in celebri film. La carriera dell’attore inizia nel 1982, quando debutta nel film Remembrance. In seguito, lavora nei film Sid e Nancy (1986), Stato di grazia (1990), JFK – Un caso ancora aperto (1991), Dracula di Bram Stoker (1992), Una vita al massimo (1993), Léon (1994) e La lettera scarlatta (1995). La sua carriera è proseguita con Il quinto elemento (1997), Lost in Space (1998), Hannibal (2001), Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (2004), Batman Begins (2005), Harry Potter e il calice di fuoco (2005), Harry Potter e l’Ordine della Fenice (2007), Il cavaliere oscuro (2008), Cappuccetto rosso sangue (2011), Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 (2011) e La talpa (2011). Tra i suoi ultimi progetti vi sono Il cavaliere oscuro – Il ritorno (2012), Lawless (2012), Il potere dei soldi (2013), RoboCop (2014), Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie (2014), Child 44 – Il bambino n. 44 (2015), L’ora più buia (2017) e Hunter Killer – Caccia negli abissi (2018), Panama Papers (2019), Mank (2020) e La donna alla finestra (2021).

2. È anche doppiatore, regista, produttore e sceneggiatore. L’attore non ha svolto solo questa attività, ma, ad esempio, ha prestato la propria voce diverse volte per film come La spada magica – Alla ricerca di Camelot (1998), Planet 51 (2009), Kung Fu Panda 2 (2011) e Tau (2018), oltre che per alcuni videogiochi come The Fifth Element (1998), Call of Duty: World at War (2008) e LEGO Dimensions (2015). Inoltre, ha vestito i panni del produttore, lavorando ai film Punkett / Macleane (1999), The Contender (2000), Nobody’s Baby (2001), oltre dirigere, sceneggiare e produttore Niente per bocca (1997).

gary oldman

Gary Oldman: chi è sua moglie

3. Si è sposato cinque volte. L’attore ha avuto una vita sentimentale abbastanza turbolenza in passato e culminata in ben cinque matrimoni. Oldman si è sposato la prima volta nel 1987 con Lesley Manville, per poi divorziare nel 1990 e, nello stesso anno, sposare una giovane Uma Thurman con cui è rimasto legato fino al 1992. Cinque anni dopo, si è sposato per la terza volta con Donya Fiorentino, da cui si è separato nel 2001. Nel 2008 ha dato vita al suo quarto matrimonio con Alexandra Edenborough, da cui ha divorziato nel 2015, per poi sposarsi l’ultima volta con Gisele Schmidt nel settembre del 2017.

4. È padre di tre figli. Il primo figlio, Alfie, è nato nel 1988, dall’unione con la sua prima moglie Lesley Manville, mentre gli ultimi due, Gulliver Flynn (nato il 20 agosto del 1997) e Charlie John (nato ben febbraio del 1999) sono nati dal matrimonio con Donya Fiorentino. Pur non essendo più legato alle due donne che lo hanno reso padre, Oldman ha affermato di cercare comunque di stare vicino ai suoi figli e di crescerli nel migliore dei modi.

Gary Oldman è Dracula

5. Ha accettato il ruolo solo per poter pronunciare una nota frase. Sembra che Gary Oldman non fosse particolarmente interessato al ruolo di Dracula in Dracula di Bram Stoker. L’attore, però, ha detto che quando ha letto per la prima volta la sceneggiatura ha deciso che sarebbe valsa la pena fare il film solo per poter pronunciare la battuta “ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti“, da lui considerata tra le più belle mai lette in tutta la sua carriera.

6. Non andava d’accordo con Winona Ryder. Pare che sul set del film tirasse una brutta aria, determinata dal cattivo rapporto con la co-protagonistaWinona Ryder. Il resto del cast era rimasto sconvolto da questa cosa, anche perché i due erano stati amichevoli durante le prove, per poi arrivare ad odiarsi a vicenda, come se tra di loro fosse successo qualcosa di irreparabile.

Gary Oldman in Léon

7. Ha improvvisato molte sue battute. Nel film del 1994 Léon Oldman interpreta lo spietato Norman Stansfield. Come raccontato in più occasioni dallo stesso attore, sul set egli ha avuto grande libertà di improvvisazione. Alcuni di questi momenti poi finiti nel film sono quando egli parla del suo apprezzamento per Ludwig van Beethoven al padre di Mathilda o quando grida l’iconica frase “bring me everyone!”. Quest’ultima fu da lui ideata semplicemente per divertire il regista, il quale la apprezzò così tanto da inserirla nel film.

gary oldman

Gary Oldman in Harry Potter

8. Ha suggerito l’hairstyle. Sul set di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, film in cui Sirius Black compare per la prima volta, pare che Oldman abbia fornito egli stesso dei suggerimenti circa l’acconciatura del suo personaggio e i costumi del personaggio. L’attore, che ha sempre dichiarato di considerare quello di Sirius uno dei ruoli più belli della sua carriera, vi si è infatti dedicato con grande cura e dedizione al fine di costruirlo al meglio.

9. Si è fatto aiutare da Cuaron. Per costruire il suo personaggio, pare che l’attore abbia tratto ispirazione da come Alfonso Cuaron aveva descritto Sirius, ovvero “con tanto entusiasmo e gioia di vivere”, comparandolo con John Lennon. Per Oldman, infatti, Black è una sorta di rockstar all’interno della saga di Harry Potter e voleva che la sua personalità spiccasse particolarmente.

Gary Oldman: età e altezza

10. Gary Oldman è nato il 21 marzo del 1958 a New Cross, a Londra. La sua altezza complessiva corrisponde a 174 centimetri.

Fonti: IMDb, Ranker

Obi-Wan Kenobi: primo poster e data di uscita

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Obi-Wan Kenobi: primo poster e data di uscita

La Lucasfilm ha diffuso il primo poster che annuncia la data di uscita di Obi-Wan Kenobi, l’attesissima nuova serie tv sull’universo di Star Wars in arrivo su Disney+ con Ewan McGregor nei panni dell’iconico Maestro Jedi.

La storia inizia 10 anni dopo i drammatici eventi di Star Wars: La Vendetta dei Sith, dove Kenobi ha affrontato la sua più grande sconfitta, la caduta e la corruzione del suo migliore amico e apprendista Jedi, Anakin Skywalker, diventato il malvagio Signore dei Sith Darth Vader. Obi-Wan Kenobi è diretta da Deborah Chow, già regista di due acclamati episodi della prima stagione di The Mandalorian. La serie segna anche il ritorno di Hayden Christensen nel ruolo di Darth Vader.

Iscriviti a Disney+ per vedere le più belle storie sull’universo di Star Wars e molto altro. Dove voi, quando vuoi. 

Obi-Wan Kenobi

Obi-Wan Kenobi: la serie tv

Obi-Wan Kenobi è l’annunciata serie tv sul personaggio dell’universo di Star Wars scritta da Joby Harold per Lucasfilm per Disney+ La serie è basata sull’omonimo personaggio interpretato da Ewan McGregor che riprenderà il ruolo di Obi-Wan Kenobi dalla trilogia prequel di Star Wars. Avrà luogo dieci anni dopo Star Wars: Episodio III La vendetta dei Sith.

In Obi-Wan Kenobi protagonisti saranno Ewan McGregor che riprenderà il ruolo di Obi-Wan Kenobi e Hayden Christensen che interpreterà Darth Vader, a più di dieci anni da La Vendetta dei Sith. Nel cast anche Moses Ingram, Joel Edgerton, Bonnie Piesse, Kumail Nanjiani, Indira Varma, Rupert Friend, O’Shea Jackson Jr., Sung Kang, Simone Kessell e Benny Safdie.

Men: teaser trailer del nuovo film di Alex Garland

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Men: teaser trailer del nuovo film di Alex Garland

L‘A24 Films ha diffuso il teaser trailer originale di Men, l’annunciato nuovo film del regista di Ex-Machina Alex Garland. La pellicola che dovrebbe debuttare nelle sale americano il 20 Maggio 2022 vede protagonista con la candidata all’Oscar Jessie Buckley, Rory Kinnear e Papa Essiedu.

Men parla di una giovane donna va in vacanza da sola nella campagna inglese dopo la morte dell’ex marito.

Curiosità

Il 6 gennaio 2021 è stato annunciato che Alex Garland scriverà e dirigerà un film per A24 , con Jessie Buckley e Rory Kinnear in trattative per recitare.  Per quanto riguarda il casting aggiuntivo, il Sunday Times ha riferito che Paapa Essiedu stava provando con Jessie Buckley e Rory Kinnear. Le riprese principali sono iniziate il 19 marzo 2021 e si sarebbero dovute concludere il 19 maggio 2021 nel Regno Unito. Il 22 maggio 2021, il direttore della fotografia Rob Hardy ha annunciato su Instagram che le riprese erano terminate

Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit: i diritti di film e giochi battuti all’asta

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Una serie di diritti su film, merchandising, giochi ed eventi live di Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit e altri titoli dell’autore J.R.R. Tolkien è stato messo all’asta ora che la Saul Zaentz Co. ha deciso di vendere le sue partecipazioni.

Zaentz Co. ha assunto la ACF Investment Bank per gestire il processo di vendita, che si sta svolgendo questa settimana mentre i banchieri fanno il giro dei possibili acquirenti a Hollywood. Si prevede che le proprietà di Tolkien raggiungeranno almeno $ 2 miliardi, cifra stimata sulla base di recenti valutazioni elevate per IP di alto livello e produttori di contenuti.

La tempistica del processo di vendita non è casuale. Amazon presenterà in anteprima la sua tanto attesa serie TV a mega budget basata sugli antefatti de Il Signore degli Anelli, Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, il 2 settembre. Lo Studio è quindi in cima alla lista dei candidati ad accaparrarsi i diritti aggiuntivi ora detenuti da Zaentz.

Le partecipazioni di Zaentz Co. comprendono i diritti di sfruttamento delle proprietà di Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit in film, videogiochi, merchandising, eventi dal vivo e parchi a tema. Include anche diritti di corrispondenza limitati nel caso in cui la Tolkien Estate decidesse di realizzare film o altri contenuti basati su due raccolte di scritti di Tolkien pubblicate dopo la sua morte nel 1973: “The Silmarillion” e “The Unfinished Tales of Numenor and Middle-Earth”.

La Warner Bros. manterrà alcuni diritti di sviluppo del film su Il Signore degli Anelli attraverso la New Line Cinema, di sua proprietà. New Line ha avuto enormi successi al botteghino mondiale e ha vinto l’Oscar con la trilogia del regista Peter Jackson (La compagnia dell’anello, Le due torri e Il ritorno del re). La Warner Bros. l’anno scorso ha annunciato i piani per la produzione di un film anime per il cinema insieme a New Line e Warner Bros. Animation, Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim.

Ma resta inteso che i sostanziali diritti dei film live-action sono tornati alla Zaentz Co. l’anno scorso, in parte perché la Warner Bros. non aveva sviluppato attivamente nuovi prodotti legati alle IP. Quello sviluppo, oltre all’attesa per la nuova serie Amazon, è stato sufficiente per convincere Zaentz Co. che i tempi erano maturi per una vendita.

Anche i progetti relativi a Tolkien sono stati oggetto di importanti contenziosi nel corso degli anni. Zaentz Co. ha citato in giudizio Warner Bros. e New Line per la sua quota di profitti dalla trilogia di film di Jackson. La proprietà e l’editore di Tolkien HarperCollins hanno citato in giudizio la Warner Bros. più volte per i profitti dei film e dei tre lungometraggi basati su Lo Hobbit.

Fonte: Variety

Tom Holland, da Spider-man all’adattamento di Uncharted

Tom Holland, da Spider-man all’adattamento di Uncharted

Lo abbiamo visto tutti in Spider-Man: No Way Home, ma prima ancora di quello Tom Holland aveva dovuto impegnarsi nelle riprese dell’Uncharted di Ruben Fleischer, film che oggi finalmente arriva in sala (dal 17 febbraio, distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia).

Una avventura emozionante ispirata a una delle serie di videogiochi più vendute e amate nella quale l’attore venticinquenne veste i panni del protagonista Nathan Drake nella sua prima avventura cinematografica. Con lui, in una adrenalinica caccia al “più grande tesoro mai trovato” che da New York porta alle Filippine, troviamo il Victor ‘Sully’ Sullivan di Mark Wahlberg, oltre a Sophia Ali, Tati Gabrielle e Antonio Banderas.

“Di fatto è stato molto divertente per me, da attore giovane sono un fan dell’incredibile carriera cinematografica di Mark Wahlberg ed è stato emozionante avere la possibilità di lavorare con lui – ha detto Holland, parlando del suo compagno di set. – Il film vive del rapporto tra loro due, ed era importante che riuscissimo a renderlo nella maniera migliore. Non c’è niente di peggio che sforzarsi di creare una chimica con qualcuno, ma tra noi è stato tutto molto naturale, il ché ha reso tutto facile, e divertente. Ha permesso di arricchire il film di una relazione come quella tra fratello maggiore e minore”.

L’ennesimo elemento perfettamente inserito in quello che il produttore Charles Roven definisce un “Cubo di Rubik che ci è voluto un po’ per comporre correttamente. Un incastro che ha trovato nuova linfa nel 2019 con l’ingresso di Tom Holland nel cast, ma già dal 2009 era arrivato sulla scrivania del producer grazie all’intuizione del suo collega Alex Gartner, il quale presente all’incontro di Palazzo Manfredi a Roma conferma: “questo è stato il momento perfetto”.

“Molte delle scoperte che fa Nathan erano chiare prima di arrivare sul set, ma molte sono venute dopo – spiega ancora Holland. – Anche le scene con Mark sono nate momento per momento, come quando lo prendo in giro perché usa Tinder”. “L’action e il genere avventuroso sono sempre stati i miei preferiti – continua – Sono cresciuto amando questi film. Ed è stato un sogno avere l’opportunità di raccontare una mia versione di quel che mi piacerebbe che fosse Indiana Jones”.

Un riferimento importante, che si unisce a quelli citati dal regista, Ruben Fleischer, al suo fianco anche in questo momento: “Il videogioco è stato la base, ma credo che chi ha creato Uncharted si fosse ispirato a Indiana Jones a sua volta. E’ stato come chiudere un cerchio. Sicuramente ho pensato anche ai Goonies o Star Wars, Mission Impossible o James Bond”.

Oltre che, ovviamente, ai vari capitoli della saga videoludica iniziata nel 2007. Che Fleischer ha portato sul grande schermo in maniera anche piuttosto esplicita: “La sequenza della caduta dall’aereo in volo è presa direttamente da Uncharted 3: L’inganno di Drake, come anche il ‘Kitty got wet’ che vediamo nella scena del bar, da Uncharted 2: Il covo dei ladri”. “Ma non volevamo che il fosse una copia del videogame o sovrapporci a elementi esistenti, volevamo essere rispettosi dei personaggi, del tono, dell’umorismo, che sono una caratteristica distintiva della saga, ma anche che fosse qualcosa di nostro – aggiunge. – Quanto agli altri Easter Eggs, ce ne sono diversi, abbiamo lavorato a stretto contatto con la Naughty Dog per realizzarli, ma vogliamo che questa sia una caccia al tesoro anche per i fan, ora tocca a loro trovarli!”.

Lo stesso Nathan Drake originale (l’attore Nolan North, doppiatore del personaggio nel videogame) era stato sul set, dove il giovane Tom ha potuto conoscerlo. “Avevo giocato a tutti i giochi, e conoscevo il grande lavoro che aveva fatto, è una vera leggenda – ha confessato l’interprete britannico. – È stato importante avere la sua approvazione e il suo sostegno. Sono orgoglioso di poterlo affermare, e della fantastica mail che mi ha mandato in cui mi diceva quanto gli fosse piaciuto il film. Da parte mia c’è stata una grande esplorazione del personaggio, voglio che i fan possano scoprire un nuovo Drake”.

Una grande preparazione, anche fisica, per la gioia del regista che lo ha definito “uno degli attori più divertenti da guardare, ma anche uno stuntman e un acrobata”, dichiarandosi “fortunato di poter girare un primo piano di un attore nel pieno di una azione a 4 metri di altezza” senza dover ricorrere a controfigure o CGI.

Semmai, la preoccupazione per Tom Holland è stata un’altra, legata al blockbuster dei record già citato, Spider-Man: No Way Home. “La mia versione di Peter Parker è nota per essere un po’ infantile, ma con Nathan Drake dovevo pormi in maniera diversa – ha ricordato. – È qualcosa di cui abbiamo parlato molto con il regista e con Amy Pascal (producer del Cinecomic di Jon Watts ndr), che quando sono arrivato sul suo set mi ha rimproverato di esser ‘troppo uomo’. Ci son volute settimane…”. Per chiudere una chicca, sempre relativa all’abitudine di Holland a eseguire in prima persona i suoi stunt, come hanno scoperto Tobey Maguire e Andrew Garfield: “Mi son divertito molto con loro, quando gli ho raccontato di aver fatto io quelle acrobazie mi hanno guardato come se fossi matto”.

Tom Holland è Nathan Drake

tom holland uncharted

Nicola Piovani e Charline Bourgeois – Tacquet presentano Les Amours d’Anaïs

Nella splendida cornice dell’Accademia di Francia a Roma, a Villa Medici, è stato presentato alla stampa romana Les Amous d’Anaïs, esordio leggero ma acuto della giovane Charline Bourgeois-Tacquet, già selezionato per la Settimana della Critica a Cannes e per il Festival di cinema francese di Firenze France Odeon, che, giunto alla sua tredicesima edizione, ha deciso di conferire al Maestro Nicola Piovani il premio per la miglior colonna sonora. Ecco perchè la serata si apre con un breve saluto ai giornalisti intervenuti e con la consegna ufficiale a Piovani del Premio France Odeon – FoglLes Amours d’Anaïsia d’Oro Manetti Battiloro, che rinsalda la collaborazione tra l’Accademia e il Festival fiorentino.

Sulla composizione delle musiche originali e la scelta di brani non originali da abbinare al film Nicola Piovani spiega: “Innanzitutto, questo è un film di Charline. Lei è molto chiara nel suo bagaglio di proposte e per quel che riguarda le presenze di musica nella sua vita. Io non ho fatto che scrivere alcune musiche che potessero incastonarsi, soprattutto che potessero entrare in punta di piedi, senza proporsi in modo protagonistico. Questo è un film in cui la musica non deve cantare niente, si limita timidamente a cantare un po’ qualcosa, quando si accenna all’amore tra le protagoniste” il suo obiettivo, prosegue, è stato quello di lavorare “cercando di non rompere la cristalleria. È un lavoro non sempre facile, che però vale la pena fare”. 

Les Amours d’Anaïs non è solo incentrato su una giovane donna in cerca di sé, ma vuole essere anche una riflessione sulla possibilità di trovare un equilibrio tra passione, istinto e razionalità. Sulla dicotomia tra le due, la regista,  Charline Bourgeoise-Tacquet, afferma che, sebbene la passione sia più importante della saggezza, preferirebbe apprendere i segreti della seconda. 

La regista illustra poi così la sua scelta di dare alla protagonista lo stesso nome, Anaïs, dell’attrice che la interpreta, Anaïs Demoustier: “La prima ragione è che cercavo un nome che non fosse legato a nessuna connotazione sociale. Ecco perché ho scelto Anaïs. Avevo già lavorato con lei in un cortometraggio. Ho chiesto il suo permesso per intitolare il film col suo nome e lei ha accettato. Anche perchè il personaggio le rassomiglia molto”. Prosegue poi precisando che la protagonista racchiude in sé alcune caratteristiche proprie della personalità, del modo di essere di Demoustier, e altre più vicine alla regista stessa. 

Sulla scelta di un’attrice molto amata in Francia come Valeria Bruni Tedeschi, Bourgeois-Tacquet afferma di aver cercato: “un’attrice bella, sensuale, che fosse credibile nel ruolo dell’intellettuale”. Valeria Bruni Tedeschi possedeva tutte queste caratteristiche. 

Les Amours d’Anais sarà nelle sale italiane da aprile, distribuito da Officine UBU.

Il truffatore di Tinder, recensione del documentario Netflix su Simon Leviev

Tinder è la nuova frontiera delle relazioni amorose, ma non solo. C’è chi cerca l’amore on-line e chi usa l’app mascherando la propria identità per i più contorti motivi. È il caso di Simon Leviev, il truffatore israeliano che per diversi anni è riuscito a vivere sulle spalle di  decine di donne, facendole credere le sue uniche amanti. Il documentario Netflix Il truffatore di Tinder esplora, attraverso gli occhi delle sue vittime, il sistema di frodi architettato da Simon e mette all’erta sul fenomeno del catfishing.

Di cosa parla Il truffatore di Tinder

L’intero docu-film ruota attorno ad un uomo che maschera la sua identità per vivere un’esistenza lussuosa a spese degli altri. Israeliano d’origine, cresciuto umilmente in una famiglia ebrea, Simon Leviev è un truffatore fin dalla adolescenza. Allontanatosi dalla sua terra natale, ha cambiato più volte nome e identità: dal 2016, si finge figlio di un magnate che lavora nel commercio dei diamanti. Attraverso l’app per incontri Tinder, Simon ha messo in piedi un sistema di frodi estremamente efficace: ammalia donne benestanti per poi portarle sul lastrico.

Riprendendo lo schema di Charles Ponzi, truffatore italiano risalente agli anni Venti, Leviev riesce a pagare la sua costosissima vita – fatta di viaggi, feste e lusso – con i soldi delle donne che trova su Tinder. Prima le incanta con la sua apparente ricchezza, che in realtà è pagata da altre vittime precedentemente infatuate, poi inizia a chiedere loro soldi in prestito, fino a mandarle in rovina. Lo schema regge fino a quando una delle sue amanti, Cecilie Fjellhøy, decide di smascherarlo con un azione combinata di polizia e giornalisti.

La truffa perfetta

Simon Leviev mette in piedi un sistema che coinvolge decine e decine di vittime e, purtroppo, funziona perfettamente. Utilizzando costantemente carte di credito di altri per le operazioni, mettendo le vittime in rapporto con le banche, riesce a rimanere sempre nell’ombra. Nonostante la truffa di Leviev sia pari a 10 milioni di dollari, le autorità non possono, dopo averlo arrestato, trattenere il ladro per più di cinque mesi. Mancano le prove, Leviev per il mondo della finanza non esiste e no ha mai fatto nulla.

Per due anni, Simon è andato in giro per il mondo, passando da un hotel lussuoso all’altro e da una donna all’altra, il tutto senza sborsare un centesimo. Ogni nuova spesa è pagata da un creditore – o più spesso una creditrice – incastrato precedentemente. Se lo schema di Ponzi poteva funzionare nel 1920, oggi con i social network e la miriade di informazioni tacciabili sulla rete, è impossibile essere del tutto invisibili.

Il potere della comunicazione

Cecilie Fjellhøy, Pernilla Sjoholm e Ayleen Charlotte sono solo tre delle vittime che Leviev ha mandato in bancarotta. Sono però anche coloro che hanno tentato di andare fino in fondo. Non trovando supporto da parte della polizia, Cecilie ha usato un’altra arma: il giornalismo. Ha contattato un noto giornale norvegese e, con il supporto del giornalista israeliano Uri Blau, ha fatto scrivere un pezzo, chiamato The Tinder Swindler (Il truffatore di Tinder) che raccontasse quello che Leviev stava facendo. Nel 2019, il pezzo è stato pubblicato e, grazie alle condivisioni, ha permesso a tutto il mondo di conoscere la verità.

Il docu-film Netflix è un ulteriore passo: per una soggetto simile, che non può essere condannato in termini legali, la diffamazione è l’arma più potente. Leviev è ora un uomo libero, gestisce una sua attività in Israele e ancora nega le azioni compiute, ma, almeno, ora tutti sanno che cosa è in grado di fare.

Il truffatore di Tinder è un ottimo docu-film

Avvincente, ricco di contenuti multimediali e di volti, Il truffatore di Tinder è un documentario fatto coi fiocchi. Racconta una storia vera, mettendo anche in evidenza l’aspetto sentimentale che, in questo caso, è imprescindibile. Facendo parlare le vittime di Leviev, non possiamo che calarci nei loro panni e comprendere meglio quanto hanno vissuto. Le immagini realmente scattate, i messaggi vocali, i video, danno sostanza al protagonista del documentario: veniamo a conoscenza di ogni aspetto del truffatore, dalla voce alle movenze.

In conclusione, Il truffatore di Tinder è investigativo al punto giusto, non è troppo tecnico ma permette di comprendere meglio come funziona il catfishing e come stare allerta rispetto ai truffatori online.

Firestarter: il primo trailer del nuovo adattamento di Stephen King

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In un nuovo adattamento del classico thriller di Stephen King, Firestarter, dai produttori de L’Uomo Invisibile; una ragazza con straordinari poteri pirocinetici combatte per proteggere la sua famiglia e se stessa da forze sinistre che cercano di catturarla e controllarla.

Per più di dieci anni, i genitori Andy (Zac Efron; Ted Bundy – Fascino criminale; The Greatest Showman) e Vicky (Sydney Lemmon; Fear the Walking Dead, Succession) sono fuggiti, cercando disperatamente di nascondere la figlia Charlie (Ryan Kiera Armstrong; American Horror Story: Double Feature, La Guerra di Domani) da un’oscura agenzia federale che vuole sfruttare il suo dono senza precedenti per trasformare il fuoco in un’arma di distruzione di massa.

Andy ha insegnato a Charlie come disinnescare il suo potere, che viene innescato dalla rabbia o dal dolore. Ma quando Charlie compie 11 anni, il fuoco diventa sempre più difficile da controllare. Dopo che un incidente rivela la posizione della famiglia, un misterioso agente (Michael Greyeyes; Wild Indian, Rutherford Falls) viene inviato per dare la caccia alla famiglia e catturare Charlie una volta per tutte. Ma Charlie ha altri piani.

Con Kurtwood Smith (Amityville: Il risveglio, Hitchcock), John Beasley (Anarchia – La Notte del Giudizio, Al Vertice della Tensione) e Gloria Reuben (Lincoln, Mr. Robot). La colonna sonora di Firestarter è composta dal leggendario John Carpenter (Halloween, Christine, Fog) e dai compositori del franchise Halloween Cody Carpenter e Daniel Davies.

Diretto da Keith Thomas (The Vigil – Non ti lascerà andare), da una sceneggiatura di Scott Teems (Halloween Kills) basato sul romanzo di Stephen King, Firestarter è prodotto da Jason Blum (Halloween, L’Uomo Invisibile) per Blumhouse e dal premio Oscar Akiva Goldsman (Io Sono Leggenda, Constantine) per Weed Road Pictures. I produttori esecutivi sono Ryan Turek, Gregory Lessans, Scott Teems, Martha De Laurentiis, J.D. Lifshitz e Raphael Margules.

Firestarter, il poster

firestarter

Power Book: IV Force, recensione del pilot della serie STARZPLAY

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Power Book: IV Force, recensione del pilot della serie STARZPLAY

Disponibile su STARZPLAY dal 6 febbraio, arriva Power Book: IV Force, il terzo spin-off dell’amata serie Starz prodotta da 50 Cents. Dopo Ghost e Rising Kanan, che approfondivano, una nel futuro (quella di Ghost) e l’altra nel passato (Rising Kanan), la sorte dei personaggi principali della serie, in questo caso seguiamo Tommy Egan, che abbandona New York e Ghost per andare a Chicago, in cerca di una nuova vita. Ritroviamo quindi prxotagon ista assoluto Joseph Sikora.

La trama di Power Book: IV Force

Tommy Egan taglia tutti i legami e mette New York nel suo specchietto retrovisore per sempre quando arriva a Chicago. Decide di diventare il più grande spacciatore che la Second City abbia mai visto. Mentre Tommy inizia a fare scalpore nel giro della droga di Chicago, attira l’attenzione dei più grandi spacciatori della città e si ritrova a stringere alleanze redditizie e a incrociare la strada con nemici mortali. Tommy instaura una relazione difficile con la CBI, una delle squadre più formidabili di Chicago guidata dall’ex detenuto Diamond Sampson, ed entra in conflitto con Walter Flynn, capo della mafia irlandese, e i suoi due figli. Le loro strade convergono tutte quando una misteriosa nuova droga arriva sulla scena e Tommy si rende conto che chiunque controlli il circolo di questa droga controllerà la città. Ma Tommy non è sicuro di chi può fidarsi, soprattutto quando i fantasmi del suo passato si presentano inaspettatamente e sconvolgono il suo mondo.

L’epica di Power trapiantata a Chicago

L’epica di Power viene trasportata direttamente nelle strade di Chicago, mentre New York, una città che non è mai solo location, ma sempre anche personaggio, sparisce davvero. Allo stesso tempo, Tommy si libera della sua dipendenza da Ghost, e questo fa di lui un uomo nuovo e forse anche più pericoloso per chi vorrebbe tenerlo a bada. Lo sa bene Walter Flynn che già nella prima puntata si vede costretto a “sporcarsi le mani” per fargli capire chi comanda a Chicago. 

Tommy Egan è “his own boss”

L’uomo in fuga dal passato, in cerca di una strada tutta sua, questa volta non ha più alcun legame che gli impone un rapporto di fedeltà nei confronti di un altro, e quindi non accetta padroni. “I’m my own boss now” dirà a chiusura del pilota a un Flynn furioso. E così, Chicago si stende ai suoi piedi, con tutte le possibilità che offre. Interessante la scrittura che si mantiene leggera anche se non manca di momenti profondi e violenti, tutte caratteristiche che rispecchiano l’indole del nostro protagonista.

In Power Book: IV Force, Tommy Egan dovrà fare i conti con nuovi avversari, nuove situazioni, ma sappiamo anche che la vecchia strada non è perduta e che dal passato potrebbero arrivare fantasmi che vogliono chiedergli conto delle sue azioni. Come si comporterà Tommy?

X-Men: Giorni di un Futuro Passato, 10 grandi differenze tra il fumetto e il film

Quando si pensa alle storyline iconiche degli X-Men, The Dark Phoenix Saga e Giorni di un Futuro Passato sono le prime a venire in mente. Entrambi gli episodi sono stati adattati per il grande schermo, ma l’accoglienza riservata a X-Men – Giorni di un futuro passato è stata di gran lunga più positiva rispetto al risultato ottenuto da Dark Phoenix.

Ci sono differenze nelle premesse

La storia di base su un X-Man del futuro che arriva nel presente per impedire che un futuro oscuro sovrasti il mondo, si è dimostrata avvincente in entrambi i formati. Detto questo, l’adattamento cinematografico è tristemente noto per essersi preso forse troppe libertà rispetto al materiale di partenza.

Anche se X-Men: First Class è uscito solo tre anni prima, ne sono passati undici nell’universo e in quel periodo sono successe molte cose agli X-Men appena formatisi. Nel film, sia gli X-Men che la Confraternita sono stati arrestati o uccisi dopo che Magneto è stato incastrato per aver ucciso John F. Kennedy, il che ha reso Charles Xavier piuttosto amareggiato.

Ci sono meno sopravvissuti nel futuro del fumetto

Nella linea temporale futura presentata dal film, la maggior parte dei principali personaggi degli X-Men sono sopravvissuti, con le sole notevoli eccezioni di Bestia, Nightcrawler e Angel. Nonostante gli X-Men finiscano per essere massacrati dalle Sentinelle, è impressionante che siano sopravvissuti così a lungo.

Gli X-Men nei fumetti non sono così fortunati, in quanto, nel corso degli anni, la maggior parte della popolazione mutante ha visto morire diversi membri nel corso degli anni. Gli ultimi X-Men rimasti sono Kitty Pryde, Wolverine, Tempesta, Colosso, Rachel Summers, Franklin Richards e Magneto, che si uniscono per compiere un’ultima missione per salvare il mondo.

L’impatto sull’Universo Marvel in senso lato è menzionato nei fumetti

I film degli X-Men della Fox non potevano presentare molti altri eroi Marvel al di fuori dei Merry Mutants, dato che i diritti dei Vendicatori e dell’Uomo Ragno erano detenuti da altre compagnie e i Fantastici Quattro vivevano in un purgatorio cinematografico. Così, X-Men: Days Of Future Past è, come molti si aspetterebbero, un film piuttosto X-Men-centrico.

Nei fumetti, tuttavia, non solo i mutanti sono stati lentamente spazzati via quando le Sentinelle hanno preso il sopravvento, bensì tutti i Vendicatori, i Fantastici Quattro e altri ancora sono stati uccisi nella raccolta. Se X-Men: Giorni di un Futuro Passato verrà mai rifatto nel MCU, è probabile che un destino oscuro attenda gli eroi più forti della Terra in questo sinistro futuro.

Le Sentinelle sono più spietate nel film

X-Men: Giorni di un Futuro Passato finisce praticamente in un bagno di sangue per quella che sarà la resistenza del futuro, con molte morti strazianti che colpiscono gli X-Men. Le Sentinelle, le cui abilità sono amplificate da un campione del DNA di Mystica, sembrano concentrate sull’uccisione indiscriminata di mutanti nel film.

Le Sentinelle nei fumetti hanno invece trasferito i restanti mutanti in campi di internamento, oltre a minacciare di espandere il loro impero al di là del Nord America, inaugurando il pericolo di una guerra nucleare. Questo fa si che le motivazioni degli X-Men riguardino non tanto l’evitare il futuro, quanto tentare di impedire che l’oscuro avvenire che si presenti sia portato a peggiorare.

L’X-Man inviato nel passato è Kitty Pryde nei fumetti

Non è una sorpresa che i creatori di X-Men: Giorni di un Futuro Passato abbiano deciso che fosse Wolverine l’incaricato della missione di tornare nel passato. E’ indubbio che egli sia il migliore X-Man nel film e che il coinvolgimento del personaggio si adatti al meglio all’ambientazione anni ’70 del film, oltre al fatto che il suo nome è assolutamente di richiamo al botteghino.

Tuttavia, anche se Wolverine occupa una posizione di rilievo nei fumetti, nel film il ruolo dell’inviato è affidato a Kitty Pryde. Kitty, che era stata precedentemente ritratta come ottimista ma svampita, viene trasformata in una veterana incallita in un istante, qualcosa che il personaggio è diventato lentamente nel corso degli anni.

Il destino di Wolverine è più cupo nei fumetti

X-Men: Days Of Future Past ci regala una delle migliori interpretazioni di Hugh Jackman nei panni di Wolverine, con l’attore completamente calato nel personaggio; il film termina con uno sguardo ad un futuro più felice dove Wolverine vive allegramente con il resto degli X-Men.

I frangenti dedicati a Wolverine nei fumetti non lo vedono uscire vincitore; per far guadagnare tempo a Kitty, Wolverine viene scagliato contro una Sentinella attaccante da Colosso, solo per essere prontamente vaporizzato dal robot, e senza alcuna speranza di un futuro migliore nei fumetti, il destino di questa versione di Wolverine è piuttosto triste.

Il roster degli X-Men è diverso

Quando Wolverine ritorna nel passato, c’è scompiglio tra gli X-Men. Con parte della squadra morta o in prigione, solo un avvilito Charles Xavier e un riluttante Bestia sono lì per aiutare Wolverine a salvare la situazione.

Il roster degli X-Men dei fumetti è molto più corposo, con Tempesta a capo della squadra e Wolverine, Colosso, Angel, Nightcrawler e Kitty Pryde che la sostengono. Laddove Charles e Hank non riescono a credere a Wolverine nel film, la squadra è notevolmente più veloce a fidarsi di Kitty nei fumetti.

L’assassino nei fumetti è la Fratellanza

Il punto cruciale di entrambe le versioni di X-Men: Giorni di un Futuro Passato è che gli X-Men devono impedire a un assassino di uccidere un bersaglio specifico, evitando così l’infausto futuro. L’assassino nel film è familiare, nientemeno che il Magneto di Michael Fassbender, anche se ci viene presentata una Mystica combattuta con il suo obiettivo.

Nei fumetti, gli assassini sono la Confraternita, che si riunisce sotto la guida di Mystica per compiere l’omicidio. Anche se entrambe le versioni vedono quindi gli X-Men impegnati a fermare l’assassinio, hanno esiti molto diversi.

L’obiettivo differisce nelle versioni

Una morte nel passato ha conseguenze importanti nel futuro, ma entrambe le versioni della storia hanno obiettivi diversi. Nel film Magneto tenta di uccidere Richard Nixon, mentre Mystica progetta di uccidere il principale cattivo del film, Bolivar Trask, il creatore delle Sentinelle, anche se alla fine sceglie di risparmiarlo.

Al contempo, nei fumetti, la Confraternita tenta di uccidere il senatore Robert Kelly, verso il quale Mystica non mostra lo stesso ritegno. Mentre gli X-Men riescono a salvare entrambi gli individui, il che forse rappresenta la più grande differenza tra le due versioni della storia.

Le conseguenze degli eventi sono sostanzialmente diverse

Dopo che le morti di Richard Nixon e Bolivar Trask vengono evitate nel film, la minaccia di un futuro oscuro svanisce definitivamente. Questo porta a una nuova linea temporale in cui la comunità mutante è più accettata dal grande pubblico, come si vede in X-Men: Apocalypse e Dark Phoenix.

Il fumetto, d’altra parte, termina con una saggia citazione di Xavier, mentre il senatore Kelly si schiera con Trask, lasciando potenzialmente intendere che il futuro oscuro che la storia presenta è garantito; gli eventi di questa storia hanno avuto un’eco nella storia degli X-Men, specialmente nella recente run di Jonathan Hickman.

Non siamo più vivi (All of Us Are Dead), recensione della serie tv coreana Netflix

Non siamo più vivi è la serie più bingeable attualmente disponibile su Netflix: con le sue 12 ore di minutaggio totale, ogni episodio è un viaggio indimenticabile nelle pieghe di un sottogenere ormai rivitalizzato, non senza un buon quantitativo di emotività risonante. Nel cast Park Ji-hu, Yoon Chan-young, Cho Yi-hyun, Lomon, Yoo In-soo, Lee Yoo-mi, Kim Byung-chul, Lee Kyu-hyung, e Jeon Bae-soo.

Non siamo più vivi: lo slancio che lo zombie-movie necessitava

Probabilmente l’evento apocalittico a cui stiamo tutti collettivamente sopravvivendo ha dato la necessaria iniezione di adrenalina di cui lo zombie-movie aveva avuto bisogno per oltre un decennio; prima che arrivasse Train to Busan, l’ultima volta che il genere zombie è stato testimone di una tale revisione è stato quando Edgar Wright ha suggerito che poteva essere divertente. Non siamo più vivi (All of Us Are Dead) non è la serie che porterà il genere al livello successo, ma costituisce sicuramente un tassello significativo in termini di grande risonanza conferita a un sottogenere amato ma, a tratti, dimenticato.

Durante i primi quattro episodi la serie gioca, in gran parte, secondo le regole tipiche del sottogenere, o così ci fa pensare, fino al quinto episodio, che realmente apporta modifiche sostanziali alla narrazione: ecco che Non siamo più vivi (All of Us Are Dead) prende la spinta necessaria per fornirci una rappresentazione spaventosamente credibile della pandemia di coronavirus, migliorando ulteriormente una materia filmica dalle grandi premesse. Eravate già investiti, ora allacciate le cinture che siamo in dirittura d’arrivo, sembra suggerirci lo show.

La serie mostra particolare focus narrativo sulle disuguaglianze sociali che sono state ulteriormente esposte dalla pandemia e, allo stesso tempo, offre un forte commento sulla tossicità dell’esperienza adolescenziale. È, dopo tutto, ambientato all’interno del più darwiniano di tutti i campi da gioco, e il più gelido di tutti gli ingranaggi sociali: la scuola superiore. È, sostanzialmente, uno show costantemente avvincente e immediatamente bingeable che si attiene al programma e prosegue poi accumulando punti bonus anche per le attività extracurricolari.

all of us are dead netflix

Non siamo più vivi: un mix perfetto di azione ed emotività

Ciò che distingue veramente Non siamo più vivi (All of Us Are Dead) da altri prodotti sui generis sono i protagonisti della serie: l’eterogeneo equipaggio di sopravvissuti non sono i classici personaggi armati di pistola, che brandiscono il machete e sono esperti ad uccidere gli zombie, ma comuni adolescenti che devono letteralmente afferrare l’oggetto più vicino a loro e ricavarne frettolosamente un’arma. Partendo proprio dalle scelte di cast, la serie si allontana enormemente dal percorso tradizionale che prevede di mantenere un’ambientazione da apocalisse zombie comicamente caotica; al contrario, i registi Lee JQ e Kim Nam-su non evitano di affrontare il peso emotivo che la morte e il caos portano con sé.

Viviamo il dolore paralizzante della perdita reiterata di amici, compagni di classe e insegnanti, messo in primo piano dalla scrittura affilata dello sceneggiatore Chun Sung-Il, che caratterizza attentamente questi adolescenti, perno di un racconto in cui il body horror ha una deriva emotiva, intrinsecamente connessa con le trasformazioni che il passaggio adolescenziale porta con sé. Il miglior esempio di questo si vede quando entriamo nell’analisi della zombificazione o “trasformazione” degli umani: un’inquadratura solitamente riservata a soddisfare la percentuale di orrore è capovolta per giocare con lo struggimento emotivo; al posto di una trasformazione affrettata siamo di fronte a un processo prolungato, in cui l’orrore deriva dallo zombie ormai morto che si riconcilia con la perdita della sua umanità, spesso proprio di fronte ai suoi compagni di classe.

La narrazione stratificata non va comunque mai a sovrastare sequenze d’azione ad alto tasso adrenalinico, jump scares e VFX gore ben eseguiti. Portando a compimento la promessa fatta allo spettatore già dal titolo, anche dal punto di vista tecnico viene rimarcata la desolazione che l’apocalisse zombie porta con sé: quella che inizia come una scuola illuminata da colori vivaci, alla fine si trasforma in un luogo nauseante e tedioso, con la saturazione dei colori che va riducendosi, man mano che il virus si diffonde.

In definitiva, in un genere che brulica del bisogno imperituro da parte di Hollywood di fornire il perfetto racconto post-apocalittico su un assassino zombie tipicamente monolitico, la Corea del Sud ha coraggiosamente proposto una storia di sopravvivenza. Oscillando tra vivi e non morti, lo show vive del messaggio che trasmette: la resistenza non significa sempre forza, a volte nasce da ripetuti atti di gentilezza.

Elizabeth Banks: 10 cose che non sai sull’attrice

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Elizabeth Banks: 10 cose che non sai sull’attrice

Elizabeth Banks è un’attrice che si è dimostrata molto versatile e brillante, in grado di scegliere ruoli e dirigere film che sono diventati iconici. L’attrice ha sperimentato diverse attività, diventando una professionista nel campo della recitazione, della regia e della produzione, lavorando a progetti destinati a rimanere nell’immaginario collettivo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Elizabeth Banks.

Elizabeth Banks: i suoi film

 

1. Ha recitato in celebri film. La carriera del’attrice è iniziata nel 1999, quando recita in L’escluso. In seguito appare in Shaft (2000), Spider-Man (2002), Travolti dal destino (2002), Prova a prendermi (2002), Seabiscuit – Un mito senza tempo (2002) e Spider-Man 2 (2004). Negli anni successivi, invece è apparsa in 40 anni vergine (2005), Spider-Man 3 (2007), Zack & Miri – Amore a… primo sesso (2008), W. (2008), The Next Three Days (2010), Hunger Games (2012), Che cosa aspettarsi quando si aspetta (2012), Voices (2012), Hunger Games: La ragazza di fuoco (2013) e Una notte in giallo (2014). Tra i suoi ultimi lavori vi sono Love & Mercy (2014), Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte I (2014), Pitch Perfect 2 (2015), Magic Mike XXL (2015), Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte II (2015), Power Rangers (2017), Pitch Perfect 3 (2017) e L’angelo del male – Brightburn (2019) e Call Jane (2022). L’attrice ha lavorato anche in molte serie tv come Scrubs – Medici ai primi ferri (2006-2009), 30 Rock (2010-2012), Modern Family (2009-2017) e Mrs. America (2020).

2. È anche doppiatrice, regista e produttrice. Nel corso della sua carriera, l’attrice ha avuto modo di sperimentare diversi ambiti del cinema, prestando, per esempio, la propria voce per la serie American Dad! (2007-2008), The LEGO Movie (2014) e The LEGO Movie 2 – Una nuova avventura (2019). In quanto regista, ha diretto i corti AIDS: We Did It! (2010) e Just a Little Heart Attack (2011), il segmento Middleschool Date di Comic Movie (2013) e i film Pitch Perfect 2 (2015) e Charlie’s Angels. Come produttrice, invece, ha lavorato ai film Il mondo dei replicanti (2009), Voices (2012), Pitch Perfect 2 (2015), La donna più odiata d’America (2017), Pitch Perfect 3 (2017), The Trustee (2017) e Project 13 (2018), oltre che delle serie Resident Advisors (2015) e Shrill (2019).

elizabeth banks

Elizabeth Banks: chi è suo marito

3. È sposata da diversi anni. L’attrice ha conosciuto il suo compagno, Max Handelman, il primo giorno in cui ha frequentato l’Università della Pennsylvania, nel 1992. Dopo undici anni di fidanzamento, i due sono convolati a nozze nel 2003. I due sono poi divenuti genitori di Felix nel 2011 e di Magnus Mitchell nel 2012. Entrambi i bambini sono nati tramite madre surrogata a causa dell’infertilità dell’attrice.

Elizabeth Banks in Hunger Games

4. Il nome del suo personaggio è stato a lungo un mistero. Per chi ha guardato il primo film della saga senza aver prima letto il romanzo da cui è tratto, il nome del personaggio interpretato dalla Banks è rimasto pressocché un segreto. Pur essendo fondamentale nella storia, ed essendo divenuto un’immagine iconica nella cultura pop, il suo nome (Effie Trinket) non viene mai pronunciato in questo film, ma solo nei sequel.

5. Ha passato molto tempo nel reparto make-up. La Banks ha ammesso che per sfoggiare i tratti caratteristici del suo personaggio, è stato necessario passare circa quarantacinque minuti, ogni giorno, al reparto make-up per fare la manicure alle dita delle mani. Molto del look realizzato per il personaggio è stato ideato con il contributo della stessa Banks, che ha suggerito colori, abiti e accessori.

Elizabeth Banks in Modern Family

6. Ha avuto un ruolo ricorrente nella sitcom. In Modern Family, tra le più celebri sitcom degli ultimi anni, l’attrice ha avuto un ruolo ricorrente, ovvero quello di Sal, una delle amiche più strette di Cameron e Mitchell. La Banks ha ricoperto tale personaggio per un totale di sette episodi, apparendo almeno in un episodio di ogni stagione tranne la seconda, la terza, la settima e la nona. Nel 2015 è stata candidata anche agli Emmy Awards come miglior Guest Star in una serie comedy.

Elizabeth Banks in Spiderman

7. Ha fatto un provino per il ruolo di Mary-Jane. L’attrice ha raccontato di aver fatto uno screentest per interpretare la fidanzata di Spider-Man per il primo capitolo ma non essere stata scelta perché ritenuta troppo vecchia per il ruolo. La cosa che ha lasciato perplessa l’attrice sul fatto di non essere scelta per l’età era che sia lei che il protagonista, Tobey Maguire, avevano entrambi 28 anni all’epoca. Tuttavia, alla fine il ruolo è andato a Kirsten Dunst, di dieci anni più giovane.

Elizabeth Banks Spider-Man

Elizabeth Banks in Scrubs

8. È apparsa in diverse puntate della serie. L’attrice è apparsa negli ultimi due episodi della quinta stagione delle serie e ha continuato a lavorarvi fino all’ottava stagione, interpretando l’urologa Kim Biggs che diventa anche la fidanzata di J.D. I due, poi, avranno addirittura un figlio insieme, cosa che cambierà profondamente il protagonista, interpretato da Zach Braff.

Elizabeth Banks è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo verificato seguito da 3,4 milioni di persone. Qui, con oltre duemila post, la Banks è solita condividere foto o video di suoi momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi, mentre compie particolari attività o visita luoghi specifici. Non mancano però anche post dedicati alla sua attività di attrice, con curiosità, dietro le quinte e immagini promozionali.

Elizabeth Banks: età e altezza

10. Elizabeth Banks è nata il 10 febbraio del 1974 a Pittsfield, nel Massachusetts. La sua altezza complessiva corrisponde a 164 centimetri.

Fonti: IMDb, Biography

Matrix Resurrections dal 10 febbraio in Home Premiere Digitale

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Matrix Resurrections dal 10 febbraio in Home Premiere Digitale

Diretto dalla visionaria regista Lana Wachowski, Matrix Resurrections disponibile da domani, giovedì 10 febbraio, in home premiere digitale per Warner Bros. Home Entertainment. Il tanto atteso nuovo capitolo dell’innovativo franchise che ha ridefinito un genere riunisce nuovamente le star Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss nei ruoli iconici che hanno reso famosi Neo e Trinity.

Ecco i primi 10 minuti di Matrix Resurrections

In Matrix Resurrections ritorna in un mondo in cui esistono due realtà: la vita quotidiana e ciò che si cela dietro ad essa. Per scoprire se la sua realtà è vera o solo immaginazione e per conoscere realmente se stesso, Thomas Anderson dovrà scegliere di seguire ancora una volta il Bianconiglio. E se Thomas… Neo… ha imparato qualcosa, è che scegliere, sebbene sia un’illusione, è tuttora l’unica via d’uscita, o d’entrata, per Matrix. Ovviamente Neo sa già cosa deve fare, ma cosa ancora non sa è che Matrix è più forte, più sicura e più pericolosa che mai. Déjà vu.

Keanu Reeves ritorna nel ruolo di Thomas Anderson / Neo, l’uomo salvato da Matrix per diventare il salvatore dell’umanità, che dovrà scegliere ancora una volta quale strada seguire.

Carrie-Anne Moss torna nei panni dell’iconica guerriera Trinity… o è forse Tiffany? Una moglie di periferia e madre di tre figli con un debole per le moto superpotenti.

Yahya Abdul-Mateen II (Candyman, la franchise di Aquaman) interpreta il saggio e mondano Morpheus che come sempre funge da guida per Neo mentre raggiunge il suo più grande obiettivo in un viaggio singolare alla scoperta di se stesso.

Jessica Henwick (La serie TV Iron Fist, Star Wars: Il risveglio della Forza) nel ruolo dell’hacker Bugs, il proverbiale Bianconiglio alla ricerca dell’eletto che ha sacrificato se stesso per salvare l’umanità. Bugs è disposta a correre ogni rischio necessario alla ricerca della leggenda che idolatra.

Jonathan Groff (Hamilton, la serie TV Mindhunter), interpreta Smith, il socio in affari di Thomas Anderson: un tipo aziendale scaltro e sicuro di se con un fascino spensierato, un sorriso disarmante e un occhio ai profitti, tutto ciò che il Signor Anderson non è.

Neil Patrick Harris (Gone Girl), nel ruolo dell’Analista, il terapista di Thomas che lavora a stretto contatto con il suo paziente per comprendere il significato dietro i suoi sogni e distinguerli dalla realtà.

Priyanka Chopra Jonas (La serie TV Quantico) interpreta Sati, una giovane donna con una saggezza che smentisce la sua età e un’abilità nel vedere la verità, non importa quanto torbide siano le acque.

Jada Pinkett Smith (Attacco al potere 3 – Angel Has Fallen, la serie TV Gotham) ritorna nel ruolo di Niobe, l’agguerrita Generale che un tempo lottò per la sopravvivenza di Zion e che ora si occupa del benessere del suo popolo con un fuoco familiare negli occhi nonostante nutra un senso di scetticismo e diffidenza verso il ritorno di Neo.

Lana Wachowski ha diretto il film da una sceneggiatura di Wachowski & David Mitchell & Aleksander Hemon, basato sui personaggi creati dalle sorelle Wachowski. Il film è stato prodotto da James McTeigue, Lana Wachowski e Grant Hill. I produttori esecutivi sono Garrett Grant, Terry Needham, Michael Salven,Karin Wachowski, Jesse Ehrman e Bruce Berman.

Il team creativo scelto da Wachowski dietro le quinte comprende i collaboratori di “Sense8”: i direttori della fotografia Daniele Massaccesi e John Toll, gli scenografi Hugh Bateup e Peter Walpole, il montatore Joseph Jett Sally, la costumista Lindsay Pugh, il supervisore agli effetti visivi Dan Glass e i compositori Johnny Klimek e Tom Tykwer.

La Warner Bros. Pictures presenta, in associazione con Village Roadshow Pictures e Venus Castina Productions, Matrix Resurrections. Il film è distribuito in tutto il mondo da Warner Bros. Pictures.

Ghosts: il corto con le musiche di RONE, scritto da Spike Jonze e diretto da (LA)HORDE

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Esce oggi GHOSTS: il corto con la colonna sonora di RONE e la sceneggiatura di Spike Jonze diretto da (LA)HORDE. Un museo dalle atmosfere oniriche, corpi che danzano, la musica che accompagna come un’ombra l’energia cinetica, contenuta e crescente. Esce oggi “Ghosts”, il cortometraggio in cui si incontrano una coalizione di artisti all’apice dei rispettivi ambiti. 

La colonna sonora è firmata infatti dall’acclamato compositore e produttore francese Rone, fresco della pubblicazione di “Les Olympiades”, la colonna sonora composta per l’omonimo film di Jacques Audiard in nomination ai Premi César 2022. La sceneggiatura è di Spike Jonze, voce vitale e innovativa della cultura statunitense fin dagli anni ’90, iconico regista di videoclip e film di culto tra cui “Essere John Malkovich” e “Lei”, con cui si è aggiudicato l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale. La direzione infine arriva dal pionieristico collettivo di danza (LA)HORDE, con la performance dei ballerini del Balletto Nazionale di Marsiglia.

Ambientata e girata al Museo di Belle Arti del Palais Lonchamp a Marsiglia, la sceneggiatura di Jonze segue un’unica protagonista mentre incontra un cast di personaggi apparentemente invisibili, tutti intrappolati all’interno del grande edificio deserto.

Muovendosi – dapprima esitante – nello spazio, la protagonista passa dalla solitudine e dalla fisicità minacciosa a stati di estasi e intimità. Il film si conclude quando la guardia notturna esce dal museo all’alba, indemoniata, svelando all’improvviso la separazione tra fantasia e realtà.

Forse in modo non convenzionale, la coreografia di (LA)HORDE non è stata creata per adattarsi a nessuna colonna sonora, mentre la musica di Rone è stata composta appositamente per accompagnare il filmato. La colonna sonora sembra essere emanata direttamente dai corpi dei ballerini, attraverso un crescendo di energia che si chiude in un picco finale esaltante. Organici e tattili, i suoni diventano arti invisibili che pettinano l’aria vuota.

Oltre a una nuova sfida, “Ghosts” ha offerto a Rone un’opportunità unica per lavorare al fianco di Spike Jonze, che l’artista definisce “un idolo della mia adolescenza”.

Con questo progetto prosegue dunque la collaborazione di (LA)HORDE con Rone, già consolidato in “Room With A View”, lo spettacolo del 2020 al Théâtre du Châtelet di Parigi, e vede il collettivo di danza estendere la sua continua esplorazione artistica di rivolta e ribellione attraverso la lente del movimento.

RONE

Rone è uno dei principali artisti della scena elettronica francese e internazionale, protagonista sia come dj e performer in consolle che come producer e compositore in studio. Al secolo Erwan Castex, il suo ultimo progetto discografico è “Les Olympiades”: la colonna sonora composta per l’omonimo film di Jacques Audiard uscita a gennaio per InFiné. È in nomination ai Premi César 2022 come “Migliore colonna sonora”, premio già conquistato l’anno scorso con il film “Night Ride”. Ha dimostrato da sempre un’eclettica capacità di coniugare la sua musica con altre forme d’arte come la letteratura, con Alain Damasio; la fotografia, con Stéphane Couturier; e la danza contemporanea con il collettivo (La)Horde. Per il cinema, ha composto le colonne sonore di Vladimir Mavounia-Kouka per il film d’animazione “La Femme à cordes” (2010), “La Bête” (2014) e “I Want Pluto to be a planet again” (2016). Nel 2015 è stato il primo musicista a pubblicare un videoclip in VR per il suo brano Quitter la ville. Nel 2020 ha composto la colonna sonora di LA NUIT VENUE (Night Ride) di Frédéric Farrucci.

SPIKE JONZE

Regista e sceneggiatore, Spike Jonze è voce vitale e innovativa della cultura statunitense fin dagli ’90. Firma video musicali iconici per artisti quali Beastie Boys e Björk, e raggiunge il grande pubblico con il film cult “Essere John Malkovich” (1999) e “Lei” (2013, titolo orginale “Her”), con cui si aggiudica il premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Da allora Jonze continua a diffondere il suo talento impegnandosi su vari progetti: teatro, spot pubblicitari, video musicali.

(LA)HORDE

(LA)HORDE è un collettivo di danza fondato nel 2013 dai tre artisti: Marine Brutti, Jonathan Debrouwer e Arthur Harel. Insieme mettono in discussione i codici di varie discipline artistiche, concentrandosi in particolare sull’arte contemporanea dal vivo e le arti performative. A capo del Balletto Nazionale di Marsiglia da settembre 2019, hanno creato opere coreografiche, film, installazioni video e performance che si evolvono sempre attorno al corpo in movimento. Dall’interazione e dalla giustapposizione dei diversi media, si sviluppano scenari e azioni che riprendono temi e interrogativi radicalmente contemporanei.

The Continental: nuovi ingressi al cast della serie su John Wick

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The Continental: nuovi ingressi al cast della serie su John Wick

STARZPLAY, il servizio streaming premium internazionale di STARZ, ha annunciato il cast aggiuntivo per la serie-evento speciale in tre parti The Continental,  adattamento del franchise cinematografico di successo della Lionsgate John Wick, in arrivo su STARZPLAY in Europa, America Latina e Giappone e su STARZ negli Stati Uniti e Canada. La serie-evento è prodotta per STARZ da Lionsgate Television.

  • Ray McKinnon nei panni di “Jenkins”
  • Katie McGrath nei panni di “Il Giudice”
  • Adam Shapiro nel ruolo di ‘Lemmy”
  • Mark Musashi e Marina Mazepa nei panni degli assassini “Hansel & Gretel”

Gli attori si uniscono al cast precedentemente annunciato: Colin Woodell, nel ruolo del protagonista “Winsotn Scott”, una versione giovane dell’iconico personaggio del franchise cinematografico John Wick, le cui origino sono raccontate attraverso questa serie-evento; Hubert Point-Du Jour nel ruolo di “Miles”, Jessica Allain come “Lou”, Mishel Prada come “KD”, Nhung Kate nel ruolo di “Yen”, Mel Gibson nel ruolo di “Cormac” e Ben Robson come “Frankie”, Peter Greene nel ruolo di “Zio Charlie,” Ayomide Adegun cime “Charon” e Jeremy Bobb nei panni di  “Mayhew.”

The Continental esplorera le origini del Continental – l’hotel per assassini – fulcro del mondo di John Wick, attraverso lo sguardo e le azioni di un giovane Winston Scott. Mentre viene trascinato nella New York infernale del 1975, dove affronta un passato che pensava di essersi lasciato alle spalle, Winston segue un percorso letale attraverso il misterioso mondo sotterraneo di New York nel tentativo straziante di impossessarsi dell’iconico hotel, punto d’incontro dei criminali più pericolosi del mondo.

The Continental è un adattamento della saga cinematografica della Lionsgate scritta da Derek Kolstad, John Wick. I produttori esecutivi Greg Coolidge (Wayne, Un poliziotto in prova) e Kirk Ward (The Turkey Bowl, Wayne) sono autori e showrunner.

Il produttore esecutivo Albert Hughes (The Good Lord Bird – La storia di John Brown, Codice Genesi)dirigerà gli episodi “Prima Notte” e “Terza Notte” ed è produttore esecutivo di tutti e tre; Charlotte Brändström (Il Signore degli Anelli, The Witcher) dirigerà l’episodio “Seconda Notte”; Basil Iwanyk ed Erica Lee, Chad Stahelski, Derek Kolstad, David Leitch, Shawn Simmons, Paul Wernick, Rhett Reese e Marshall Persinger della Thunder Road Pictures saranno anche produttori esecutivi.

La saga di John Wick comprende tre film di successo, che hanno incassato oltre 600 milioni di dollari al botteghino mondiale, con ogni capitolo che ha quasi raddoppiato il precedente. John Wick 4 sarà nei cinema nel 2023.

The Batman, i nuovi character poster: dove sono Alfred e Gordon?

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The Batman, i nuovi character poster: dove sono Alfred e Gordon?

È stata rilasciata una nuova serie di poster di personaggi internazionali per The Batman, che offrono uno sguardo nuovo al Cavaliere Oscuro, Catwoman, L’Enigmista e “Oz”, alias Il Pinguino.

Un personaggio che ancora una volta non riesce a ricevere i riflettori di in Character Poster è Alfred Pennyworth di Andy Serkis. Sia lui che Jim Gordon sono stati messi da parte nella campagna di marketing del film, con la Warner Bros. che ha invece deciso di mettere in evidenza i quattro personaggi che compaiono nei poster di seguito.

The Batman, il film

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.