Il giorno 21 febbraio, l’attore
statunitense aveva confermato – tramite il suo profilo Twitter – di trovarsi a
Londra, senza offrire ulteriori dettagli sul motivo della sua
permanenza nella capitale. Tutti sanno, però, che è proprio lì che
sono attualmente in corso le riprese di Doctor Strange
2, ed è così che sono cominciate a circolare nuove
speculazioni riguardo il suo coinvolgimento nel sequel.
Ora, però, le cose hanno assunto una
piega ancora più intrigante, dal momento che Campbell ha condiviso
– sempre via
Twitter – un nuovo post, volutamente evasivo, che lascia
intendere che potrebbe essere stato davvero Doctor Strange
2 il motivo della sua permanenza a Londra. L’attore,
infatti, ha condiviso una foto dello skyline della capitale al
tramonto, accompagnato dalla seguente didascalia: “Ragazzi, è
stato fantastico… lavorare in una certa città, con un certo
regista, in un certo film, con un certo attore. Lo è stato
davvero!”.
Bruce Campbell sarà davvero in Doctor Strange 2?
Il post è volutamente enigmatico,
probabilmente a causa del fatto che Campbell non possa rivelare
nulla, ma è impossibile non pensare ad una sua eventuale
partecipazione a Doctor Strange
2, o quantomeno sperarci. Ricordiamo che le voci su un
possibile coinvolgimento dell’attore nel progetto dei Marvel Studios sono iniziate a circolare
subito dopo la conferma che Sam Raimi avrebbe
sostituito Scott Derrickson alla regia.
Sappiamo bene che Campbell è uno
degli attori feticcio di Raimi: i due hanno lavorato insieme per la
celebre trilogia horror di Evil Dead, e Campbell
è persino apparso in tutte e tre i capitoli della saga
di Spider-Man
diretta da Raimi, interpretando ogni volta un personaggio diverso
in un breve cameo. Inoltre, quando Saimi è stato
ufficializzato al timone del sequel, è stato proprio
Campbell a dichiarare che
avrebbe voluto prendere parte al film.
Annunciato ufficialmente questa
estate al Comic-Con di San Diego, Doctor
Strange 2 vedrà Benedict
Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange.
Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà
anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista
dopo WandaVision.
Secondo Collider, la
produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo
sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non
è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere
firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe
intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro
mani con il regista.
Il primo film su Doctor
Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la
nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al
confronto con Dormammu. Nel film c’erano
anche Benedict Wong, Tilda
Swinton e Chiwetel
Ejiofor. Rachel
McAdams non tornerà nei panni di Christine
Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity
War e in Endgame. Doctor Strange in
the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 5
novembre 2021.
I Golden Globes
2021 hanno riservato diverse sorprese nel corso della
premiazione svoltasi la notte scorsa, tuttavia, quello che non ha
sorpreso, è stata la vittoria meritata di Chloé
Zhao nella categoria “migliore Regia” per
Nomadland, film che aveva già vinto il Leone d’Oro
a Venezia 2020 e che ha vinto ieri notte il premio per il miglior
film nella categoria drama.
La regista ha battuto una
concorrenza importante composta da Emerald Fennell
(Promising Young Woman), David
Fincher (Mank), Regina
King (One Night in Miami) e Aaron
Sorkin (Il processo ai Chicago 7),
battendo anche un record storico per la Hollywood Foreign Press
Association: è non solo la seconda donna a vincere il premio in
categoria, dopo Barbra Streisand nel 1984, ma è
anche la prima donna di colore a ottenere questo
riconoscimento.
Il prossimo film di Chloé
Zhao sarà Gli Eterni, film di Casa
Marvel che permette alla regista di
affrontare il blockbuster. dai primi commenti trapelati tra chi ha
già visto il film, sembra che anche con questo tipo di film Zhao si
trovi estremamente a suo agio.
In occasione dell’IGN
Fan Fest 2021, Zack Snyder ha svelato tantissimi nuovi
dettagli in merito alla Snyder Cut di Justice
League, in arrivo su HBO Max il prossimo 18 marzo.
Oltre ad aver confermato che il generale Swanwick di Harry Lennix è sempre stato concepito come
l’alter ego dell’eroe alieno Martian Manhunter nel DCEU, il regista
ha anche anticipato un inatteso team-up fra il Batman di Ben Affleck e il Deathstroke di Joe Manganiello.
Snyder ha spiegato che la relazione
tra i due personaggio sarà molto diversa quando li ritroveremo nel
film. A causa di alcune circostanze che non sono state menzionate,
la coppia si ritroverà a collaborare per affrontare un nemico più
grande. Secondo il regista, i due personaggi si impegneranno per
cercare di proteggere il mondo insieme, piuttosto che lottare l’uno
contro l’atro perché spinti da obiettivi diversi.
Sempre nel corso della medesima
intervista, Snyder ha anche discusso del futuro del suo
SnyderVerse, anticipando che la Snyder Cut
terminerà con “un enorme cliffhanger” che spianerà la
strada ad un possibile Justice League 2 (che in origine era nei piani
del regista). Tuttavia, Snyder ha riconfermato (come
già dichiarato in passato) che non crede che un sequel vedrà
mai la luce, dal momento che WB non sembra essere interessata ad
una rinnovata collaborazione.
La Snyder Cut di Justice League in
bianco e nero
Il regista ha però confermato che
una versione in bianco e nero del film sarà distribuita sempre su
HBO Max. Il regista, che ha parlato di tale versione
identificandola come “Justice League: Justice Is Grey“, ha
specificato che sarà comunque distribuita dopo quella a colori.
Tuttavia, considera la versione IMAX in bianco e nero come la
“versione definitiva”, nonché la sua preferita.
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
Il reboot di Red
Sonja torna ufficialmente in sviluppo. Come riportato da
THR, la sceneggiatrice Tasha Huo è stata
ingaggiata da Millennium per occuparsi di scrivere il nuovo film
basato sull’eroina Marvel creata dallo scrittore Roy
Thomas e dall’illustratore Barry Windsor-Smith nel 1973, e
parzialmente basata sui personaggi creati dalla scrittore Robert E.
Howard.
Il personaggio aveva debuttato sul
grande schermo nel 1985, nell’omonimo film interpretato da
Brigitte Nielsen al fianco di Arnold Schwarzenegger. Da allora, numerosi
sono stati i tentativi di riportare l’eroina al cinema. Al
Comic-Con del 2008 venne annunciato che Robert Rodriguez avrebbe diretto e prodotto un
nuovo film che avrebbe visto Rose McGowan nei
panni della diavolessa con la spada, ma quel progetto venne poi
cancellato.
Diversi anni dopo, nel 2018,
Bryan Singer (la saga di
X-Men) venne ufficializzato alla regia di un nuovo
adattamento, ma dopo le accuse di violenza sessuale e cattiva
condotta del regista, il film è passato ufficialmente nella mani di
Jill Soloway, creatrice della serie
Transparent.
Soloway, fan di lunga data del
personaggio, ha ammesso che non vede l’ora di lavorare con Huo al
film: “Amo Red Sonja da sempre. Mi sento davvero onorata di
portare avanti la sua storia e iniziare questo nuovo viaggio
cinematografico. Non potrebbe esserci un momento più grande nel
nostro mondo per il modo in cui Red Sonja esercita il potere e la
sua connessione con la natura e il nostro pianeta. È un’antica
eroina con una vocazione epica e portarla sullo schermo è un sogno
che diventa realtà per me in quanto regista.”
Millennium inizierà il processo di
casting per Red Sonja il prima possibile. Tasha
Huo è attualmente showrunner, produttore esecutivo e sceneggiatore
per conto di Netflix di una nuova serie d’animazione basata su
Tomb Raider. Inoltre, è al lavoro anche su
The
Witcher: Blood Origin, l’acclamata serie con protagonista
Henry Cavill.
Sappiamo ormai da tempo che
Junkie XL si occuperà delle musiche
dell’attesissima Snyder Cut di Justice
League, ma non è la prima volta che il celebre
compositore si trova a lavorare con Zack Snyder. In passato, infatti, aveva
collaborato con Hans Zimmer alle colonne sonore
sia de L’uomo
d’acciaio che di
Batman v Superman.
Adesso, in una recente intervista
con
The Film Junkie, Tom Holkenborg (questo il
vero nome di Junkie XL) ha parlato dell’ispirazione alla base del
celebre tema di Wonder
Woman che ha segnato l’epico debutto di Diana nel
DCEU. Nell’intervista, Holkenborg ha confermato di aver voluto
rendere, attraverso il tema di Diana, un omaggio alla potente
“Immigrant
Song” dei Led Zeppelin.
“Ci sono alcune cose piuttosto
interessanti che riguardano il tema di Wonder Woman”, ha spiegato Junkie XL.
“Prima di tutto, io e Hans siamo innamorati di ‘Immigrant Song’
dei Led Zeppelin. È da qui che viene davvero l’ispirazione. Ci sono
voluti cinque anni per realizzare un vero omaggio che fosse
rispettoso dei Led Zeppelin e di Jimmy Page. Volevo qualcosa che
suonasse come originale, e non come una copia.”
“Hans aveva alcune idee
originale su come creare qualcosa che avesse un po’ più di
femminilità”, ha continuato il compositore. “E allora io
ho continuato a suggerirgli idee che potessero ricordare l’era dei
gladiatori. Diana è una donna con un grande cuore, ma quando prende
a calci qualcuno… voglio dire, faresti meglio a non essere nei
paraggi! Volevo che questa cosa venisse fuori.”
La storia di Wonder Woman sul grande schermo
Ci sono molti elementi che rendono
Wonder Woman uno degli eroi più avvincenti ed emozionati del DCEU,
ed è innegabile che il suo iconico tema sia uno dei più memorabili
mai realizzati. Gal Gadot ha debuttato nei panni di
Wonder Woman in Batman v Superman: Dawn of Justice del 2016. Di
recente l’attrice ha rivelato che prima di essere scelta per la
parte, aveva deciso di abbandonare la recitazione. Gadot è tornata
nei panni di Diana Prince in Wonder
Woman del 2017 e in Wonder
Woman 1984 del 2020. Un terzo capitolo è già stato messo
in cantiere.
La premiazione di Chadwick
Boseman come migliore attore in un film drammatico sarà
ricordata senza dubbio come il momento più commovente dell’intera
cerimonia dei Golden Globes 2021.
L’attore, scomparso lo scorso anno,
è stato nominato in categoria per la performance in Ma
Rainey’s Black Bottom, il film che lo ha visto, nella sua
ultima performance, recitare al fianco di Viola Davis. La vittoria,
che non è arrivata a sorpresa data la bellezza della performance
dell’attore e date le circostanze, è stata accompagnata da un
discorso di ringraziamento tenuto dalla moglie di Chadwick,
Simone Ledward Boseman, che visibilmente commossa
ha cercato di ripetere quello che avrebbe potuto dire il marito in
una circostanza del genere.
Quella di Tom
Holland è sicuramente una delle iterazioni più
apprezzate di Spider-Man, e a quanto pare anche i
Anthony e Joe Russo sono
sempre stati dei grandi sostenitori del giovane attore: i due
registi, infatti, pare abbiano combattuto per spingere Sony
Pictures a scegliere Holland come nuovo Peter Parker
cinematografico.
Tom Holland ha
debuttato nei panni di Spider-Man in Captain
America: Civil War del 2016, dopo che Marvel e Sony avevano raggiunto un
accordo per l’utilizzo del personaggio nel MCU. A quanto pare, i due studi
hanno provinato più di 1.500 attori per la parte, prima di
restringere la cerchia a sei giovani interpreti (tra questi,
figurano anche
Asa Butterfield e Charlie Plummer). La scelta di Holland si è
rivelata vincente, apprezzata non soltanto dalla critica ma anche
dal pubblico: attualmente l’attore è impegnato sul set di
Spider-Man:
No Way Home, la cui uscita nelle sale è prevista per
Natale di quest’anno.
Durante una recente intervista con
GQ UK, i fratelli Russo hanno parlato del fatto che,
all’inizio, Sony non era sicura della scelta di Tom Holland
come nuovo Spider-Man. Secondo i registi, parte della loro
reticenza era dovuta ad un’incertezza iniziale su come avrebbe
potuto funzionare l’accordo con la Marvel, senza considerare che anche
la giovane età di Holland è stata motivo di forti incertezze per la
casa di produzione e distribuzione (all’epoca dell’annuncio del
casting, Holland aveva solo 19 anni).
“Abbiamo parlato di Holland con
Feige della Marvel ed era entusiasta. Così
siamo andati da Sony, ma loro continuavano a ripetere: ‘Pensiamoci
un attimo’. Diciamo che abbiamo dovuto fare i conti con un po’ di
resistenza da parte della Sony. Così abbiamo riproposto Holland
tantissime volte. Siamo stati implacabili nei nostri tentativi.
Volevano a tutti i costi che la Sony scegliesse lui. Si arrivò ad
un vero e proprio scontro, ma loro continuavano ad essere
titubanti.”
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel Studios e da Amy
Pascal per la Pascal Production. Dovrebbe arrivare al
cinema a dicembre 2021.
L’attesissimo Guardiani
della Galassia Vol. 3 seguirà i due precedenti
capitoli di successo dedicati alla squadra di eroi capitanata da
Star Lord. Lo sviluppo del film è stato parecchio travagliato,
soprattutto a causa del momentaneo allontanamento di James Gunn dalla Disney, che nel frattempo ha
deciso di accettare di dirigere The
Suicide Squad per conto della Warner Bros.
Dopo il ricongiungimento tra il
regista e la multinazionale, i lavori sul film sono continuati ma a
rilento, senza considerare lo scoppio della pandemia di Covid-19
che ne ha ulteriormente rallentato lo sviluppo. Tuttavia, a
dicembre dello scorso anno è arrivata la conferma che il film
sarebbe arrivato nelle sale nel 2023, mentre ora sappiamo
ufficialmente che le riprese partiranno quest’anno.
A confermarlo è stato
James Gunn attraverso il suo profilo
Twitter. Il regista è noto per interagire molto con i suoi fan
attraverso i social, dedicando loro numerose sessioni di Q&A.
Di recente, alla domanda esplicita di un fan circa l’inizio delle
riprese di Guardiani
della Galassia Vol. 3, Gunn, senza rivelare altro, ha
confermato che il film entrerà in produzione entro la fine del
2021.
Al momento, i dettagli sulla trama
di Guardiani
della Galassia Vol. 3 sono decisamente scarsi. I fan non
sanno ancora cosa aspettarsi da questo terzo capitolo, la cui
sceneggiatura potrebbe aver subito numerosi cambiamenti non solo
per le vicissitudini che hanno colpito Gunn, ma anche per gli
effetti della pandemia sull’intero programma della Fase 4 del
MCU (anche se lo stesso Gunn ha più
volte ribadito che non ci sono stati stravolgimenti rispetto alla
prima stesura originale). Tuttavia, sapere che il film entrerà in
produzione quest’anno è sicuramente una notizia positiva,
soprattutto per tutti coloro che non vedo l’ora di scoprire cosa il
futuro ha in serbo per il personaggio di Gamora.
La notte dei Golden Globes
2021 è stata davvero emozionante per Sacha Baron Cohen, che ha portato a casa due
delle tre nomination ricevute dalla Hollywood Foreign Press
Association, quest’anno (le interpretazioni in Borat
seguito di film e in Il processo ai Chicago
7 e il miglior film musical o comedy per Borat
seguito di film).
Oltre ad essere l’unico attore della
storia del premio ad aver vinto due volte per l’interpretazione
dello stesso personaggio, a distanza di 16 anni dal primo Borat,
Cohen ha anche fatto in modo di puntare il dito contro la mancanza
di membri di colore nell’organizzazione, parlando dio una
“all-white” Hollywood Foreign Press Association, ma soprattutto ha
ritenuto giusto ringraziare nel suo discorso… Rudy
Giuliani che, suo malgrado, è il protagonista di una delle
scene più importanti del film.
Ecco cosa ha detto Sacha Baron Cohen: “Grazie alla
Hollywood Foreign Press tutta bianca. Devo dire che questo film non
sarebbe stato possibile senza il mio co-protagonista, un nuovo
talento che è venuto dal nulla e si è rivelato un genio della
commedia. Sto parlando, ovviamente, di Rudy Giuliani. Voglio dire,
chi può ottenere più risate da una semplice decompressione?
Incredibile. Il nostro film è stato solo l’inizio per
lui.”
BORAT SUBSEQUENT MOVIEFILM:
DELIVERY OF PRODIGIOUS BRIBE TO AMERICAN REGIME FOR MAKE BENEFIT
ONCE GLORIOUS NATION OF KAZAKHSTAN è diretto da Jason
Woliner, scritto da
Sacha Baron Cohen & Anthony Hines & Dan Swimer & Peter Baynham
& Erica Rivinoja & Dan Mazer & Jena Friedman & Lee Kern, prodotto
da Sacha Baron Cohen, Monica Levinson e Anthony Hines, executive
producer: Buddy Enright, Nicholas Hatton, Peter Baynham, Dan Mazer
e Stuart Miller, con Sacha Baron Cohen & Irina Nowak.
The
Crown e Nomadland possono essere
considerati i vincitori di una atipica e speriamo unica edizione
dei Golden Globes 2021 che si è svolta la notta scorsa in
collegamento da tutto il mondo. Tina Fey e Amy
Poehler hanno guidato la cerimonia rispettivamente da New
York e Los Angeles in diretta streaming, con pochi presentatori che
sono intervenuti di persona e i vincitori tutti collegati da
casa.
Ecco la lista completa dei vincitori dei Golden Globes
2021
È stato nominato “uomo vivente più
sexy” e si è aggiudicato tre nomination agli Oscar di seguito:
Bradley Cooper è un personaggio piuttosto interessante. Ha
lavorato sodo per costruirsi una carriera, che ha avuto degli alti
e bassi, ed è riuscito a liberarsi dell’etichetta di attore
belloccio, per conquistarsi la reputazione di un attore dal talento
eccezionale. Ecco dieci cose che (forse) non sapevate su Bradley
Cooper.
Bradley Cooper: film
1. I film con Bradley Cooper:
gli inizi. Bradley Cooper, dopo alcuni piccoli ruoli in
televisione durante gli anni della scuola di recitazione, fece il
proprio debutto cinematografico con Wet Hot American Summer
(2001), per poi proseguire con Una ragazza per due (2002),
con la serie The $treet, Ipotesi di reato (2002) e in My
Little Eye, per poi trasferirsi a Los Angeles, dove si
aggiudica un ruolo nella serie tv Alias. Dopo la serie, la
carriera sbanda un po’, e Cooper si aggiudica una serie di ruoli
secondari in film come 2 single a nozze (2005), A casa
con i suoi (2006), Il peggiore allenatore del mondo
(2007), The rocker – Il batterista nudo (2008), e Una
parola può cambiare tutto – Yes Man (2008). La svolta arriva
per Bradley Cooper con i film La verità è che non gli piaci abbastanza (2009),
Una notte da leoni (2009), Appuntamento con
l’amore (2010), A-Team (2010), Limitless (2011).
2. Bradley Cooper si è perso la
laurea per recitare in Wet Hot American Summer. Verso la
fine del proprio corso di recitazione alla The New School di New
York, Bradley Cooper stava già facendo partire la propria carriera
d’attore. Si era aggiudicato alcuni piccoli ruoli in alcuni show
televisivi (tra cui Sex and the City), e aveva presentato
una serie a tema viaggi chiamata Globe Trekker. Il debutto
cinematografico, però, arrivò con la commedia Wet Hot American
Summer. Il problema? Cominciarono a girare il film proprio in
concomitanza con la laurea di Cooper. Fu così che si perse la
propria cerimonia di laurea.
3. Bradley Cooper ha chiesto a
J. J. Abrahams di farlo uscire da Alias. Glielo chiese
personalmente, di essere tolto da Alias, perché era convinto
che sarebbe stato licenziato comunque. Durante un’intervista con
GQ, infatti, ha raccontato di come il suo personaggio stesse
diventando sempre meno importante, e di come la propria carriera
stesse colando a picco. Così, decise di chiedere di persona di
essere cancellato dallo show, nonostante non avesse ancora piani
per il futuro, o altri ingaggi all’orizzonte. L’anno successivo,
Bradley Cooper lo passò senza lavoro, pensando addirittura di
lasciare la recitazione.
Nel 2019 ritorna a prestare la sua
voce al personaggio di Rocket nell’epico epilogo della
saga dell’infinito dei Marvel Studios, il film campione d’incassi:
Avengers: Endgame. Nel 2021 Bradley Cooper invece
ritornerà ad essere protagonista in Nightmare Alley,
l’atteso
thriller diretto dal regista premio Oscar Guillermo del Toro
nel quale recita al fianco di Cate Blanchett, Rooney Mara e Toni
Collette. Nel 2021 sarà anche trai protagonisti di un titolo molto
atteso, il nuovo film di Paul Thomas Anderson che
non ha ancora un titolo ufficiale. In pre-produzione invece ci sono
ben tre titoli Maestro che
lo vedrà nei panni di Leonard Bernstein, Guardians
of the Galaxy Vol. 3 e Atlantic Wall.
5. Bradley Cooper ha messo su
più di 18 chili per American Sniper. Per il ruolo di
Chris Kyle, l’attore ha guadagnato 18 chili di muscoli. Per il
film, Bradley Cooper ha dovuto fare due sessioni
di esercizio da due ore al giorno, tutti i giorni, per tre mesi.
Come ha raccontato a Vanity Fair, mentre faceva esercizio,
ha ascoltato la stessa playlist che Chris Kyle ascoltava mentre si
esercitava tra un turno e l’altro, quando era nelle Forze Speciali
della Marina. Inoltre, per quei tre mesi, ha mangiato 5.000 calorie
al giorno. Ma non solo: ha imparato a maneggiare e sparare con
diverse armi grazie ad un ex compagno della Marina di Kyle.
6. Il ruolo più difficile
per Bradley Cooper? Una notte da leoni. Quando si
tratta di un attore che ha interpretato un uomo bipolare, un eroe
di guerra, e un agente dell’FBI, è
difficile credere che il ruolo più difficile da interpretare sia
stato quello di Phil. In un’intervista con il Guardian,
invece, l’attore ha spiegato le difficoltà dell’interpretare un
ruolo all’apparenza non particolarmente impegnativo: “Questo tizio
è così diverso da me. Mi sorprende sempre, in realtà. Quando vedo
il personaggio sullo schermo, davvero non vedo me stesso”.
7. Bradley Cooper aveva fatto il
provino per Lanterna Verde. Nel lontano 2009, Bradley
Cooper era uno dei contendenti, insieme a
Ryan Reynolds, per il ruolo di protagonista in
Lanterna Verde. Come ha raccontato in un’intervista, però,
durante l’audizione non riuscì a fare a meno di imitare il Batman
di Christian Bale: “Non so come mai!” ha raccontato.
Bradley Cooper: la fidanzata
8. Bradley Cooper è stato
fidanzato con una super modella. Bradley Cooper è stata
fidanzata con Irina Shayk (modella con la quale l’attore fa coppia
fissa dal 2015). La coppia ha tenuto molto alla propria privacy, e
raramente hanno parlato della vita privata e familiare.
“Semplicemente, non parlo di certe cose” raccontò Cooper, che
spesso si rifiutava di parlare delle proprie relazioni, e una volta
ha portato la madre al red carpet, anziché la fidanzata (con la
quale ha “debuttato” pubblicamente ad un anno dall’inizio della
relazione). Quando un giornalista, poi, lo ha attaccato per
l’atteggiamento, la sua risposta è stata: “Hai ragione, è
fantastico portare la persona con cui stai in un posto con un
centinaio di persone che fotografano ogni tuo passo, e ti fanno
tantissime domande, per poi farti a pezzi il giorno dopo. No, no,
no, no, no”. Successivamente nacquero pettegolezzi sulla
fantomatica liason con Lady Gaga, sua co-star in A Star Is Born che
provocò diversi equivoci che è culminata con la fine della sua
relazione con la modella.
Bradley Cooper e Irina Shayk
9. Irina Shayk e Bradley Cooper
hanno avuto il primo figlio nel 2017. Bradley Cooper e Irina
Shayk, la supermodella russa, sono stati insieme dal 2015, e
nell’aprile 2017 hanno avuto la prima figlia. Ovviamente, la coppia
ha evitato di pubblicizzare la cosa, sia durante la gravidanza, che
alla nascita, che dopo. La bambina, che ha poco più di un anno, si
chiama Lea De Seine Shayk Cooper.
10. Appena trasferito a New
York, Bradley Cooper ha fatto il portiere di notte in un hotel.
Bradley Cooper è famosissimo, ha una moglie famosa, ha una carriera
eccezionale. Ma, appunto, non è sempre stato così. Quando si
trasferì a New York per studiare recitazione alla New School,
Bradley Cooper lavorò come portiere di notte al Morgans Hotel di
Manhattan. E l’hotel era frequentato da parecchie celebrità: una
volta, accolse all’hotel niente di meno che Leonardo DiCaprio,
ancora reduce dall’incredibile successo di Titanic.
Stephen King è più volte stato
“accusato” di saper costruire appassionanti intrecci narrativi e
personaggi particolarmente approfonditi, per poi smontare tutto ciò
con dei finali a dir poco sbrigativi e approssimativi. Uno dei più
contestati a riguardo è proprio quello di L’ombra dello
scorpione, tra i suoi romanzi più ampi e amati dai fan. Sin
dal momento in cui un nuovo adattamento televisivo di questo è
stato annunciato, dunque, vi era grande attesa e paura proprio per
come si sarebbe svolta la sua conclusione. Presentatasi da subito
come piuttosto caotica e compressa nei suoi eventi, la miniserie
TheStand, ideata da Josh Boone e
Benjamin Cavell, ha così piano piano accompagnato
i suoi spettatori verso gli ultimi episodi, rivelando in realtà
molte meno sorprese di quelle promesse.
Disponibile con cadenza settimanale
sulla piattaforma streaming Starz Play, questa ha
sfoggiato una lodevole fedeltà al romanzo, tanto negli eventi
quanto nei personaggi. Prende così forma il mondo devastato dal
morbo noto come Captain Trips. Sfuggito ad un laboratorio segreto,
questo semina in breve morte e terrore. In questo contesto, il 99%
della popolazione non sopravvive all’apocalittica epidemia, e per i
pochi immuni si manifesta un’ulteriore guerra da combattere. Due
fazioni sono infatti presto destinate a scontrarsi tra loro. A
formarle vi è chi ha deciso di seguire il Bene, rappresentato
dall’anziana Mother Abagail (WhoopiGoldberg), e chi invece si affida al Male,
incarnato dal signore delle tenebre Randall Flagg (Alexander
Skarsgård).
Una questione di scrittura
Come accennato, The Stand
manifesta sin da subito la volontà di presentare quanti più eventi
possibili di quelli narrati nel libro. Per far ciò, si avvale nei
primi quattro episodi (qui la recensione) di una serie
di salti temporali che finiscono con lo stordire lo spettatore,
gettato avanti e indietro senza sosta, da un personaggio ad un
altro. Fortunatamente, a partire dal quinto episodio (qui la recensione) si abbandona
tale struttura in favore di una maggiore linearità, indirizzata di
gran corsa verso il gran finale. La difficoltà con cui dunque la
serie deve prima di tutto misurarsi è quella di condensare oltre
mille pagine in nove episodi da un’ora ciascuno.
Se questo risultato può a suo modo
dirsi raggiunto, la domanda da porsi è: a quale costo? Il fan del
romanzo potrà certamente trarre piacere dal vedere sullo schermo
alcuni degli episodi più noti del romanzo, come anche personaggi
caratteristici come Flagg o Trashcan Man. Andando oltre tale
iniziale piacere, ci si rende conto però di come la quantità di
materiale presentato non sia a sua volta sostenuta da una qualità
che renda il tutto più avvincente. Giunta alla sua conclusione,
The Stand permette di evidenziare nella sua scrittura il
difetto più grande. Personaggi e situazioni mancano infatti di quel
carisma e di quell’approfondimento che li avrebbe potuti rendere
memorabili anche a visione conclusa.
Nessuno riesce realmente ad
ottenere questa possibilità, neanche quelli su cui la serie sembra
concentrarsi di più. Si afferma l’ovvio nel dire che è sbagliato
aspettarsi da ogni serie livelli di scrittura pari ai titoli più
amati della televisione. Eppure, con un materiale complesso come
quello del libro di King un maggior impegno sembrava quantomeno
necessario. Ciò che si ottiene dalla visione è invece la sensazione
di una riproposizione priva di inventiva e idee proprie. Se i
timori iniziali erano limitati ad un finale potenzialmente
sbrigativo, tale valore sembra invece applicarsi all’intero
prodotto.
The Stand: la fine di tutto
Consapevoli di tali carenze, si
arriva infine all’ottavo episodio, quello a cui è realmente
affidata la conclusione della miniserie. Naturalmente, ciò che mal
inizia è difficile possa terminare bene, e questo caso non fa
eccezione. Privo di una solida base su cui reggersi, il finale
risulta riproporre e amplificare tutto ciò che di sbagliato c’è in
quello presente nel romanzo. La situazione che si viene a
presentare appare infatti quanto mai caotica e sbrigativa. La
tensione che gli autori cercano di costruire non appare quasi mai
efficace, complice anche l’insensatezza di alcune azioni e
decisioni da parte dei personaggi coinvolti. Essendo inoltre
mancata la forte componente spirituale presente invece nel romanzo
e vero cuore di questo, l’episodio appare anche piuttosto stonato
rispetto ai precedenti.
Ma ad essere realmente conclusivo
della serie è l’episodio numero 9, intitolato The Circle
Closes. Scritto dallo stesso King, questo dovrebbe
apparentemente fornire ulteriori dettagli sul termine della storia.
Sfortunatamente, risulta essere l’ennesima occasione sprecata,
specialmente se si pensa che lo si sarebbe potuto utilizzare per
diluire gli eventi fin qui raccontati. The Stand manca
dunque di costruire tanto un coinvolgimento emotivo quanto visivo,
dimostrando una volta di più l’importanza della scrittura.
Nell’intraprendere una visione della miniserie occorre dunque
chiedersi se si è alla ricerca di un prodotto di qualità o che
semplicemente fornisca una pallida versione in copia carbone di
quanto trovato nel romanzo. A seconda del punto di vista con cui la
si sceglie di guardare si potrà infatti avere giudizi
diametralmente opposti.
Scarlett Johansson è una di quelle
star che riescono a far parlare di sé senza selfie e senza social
media: presentissima nel cinema americano da parecchi anni, ha un
talento eccezionale, una bellezza invidiabile, ed è una donna
impegnata politicamente. È conosciuta per la sua predilezione per
ruoli strani, difficili, alieni, e per l’amore per il cinema
indipendente. Ma non solo: è anche una delle eroine di un successo
commerciale come i film del MCU.
Se ne sta lontana dagli scandali e dai gossip, ma ha sempre
qualcosa da dire sul proprio lavoro e sulle cause importanti.
Cosa non sapete su Scarlett
Johansson? Ecco dieci curiosità su di lei.
Scarlett Johansson: chi è
1. Scarlett Johansson ha un
fratello gemello. Ebbene, Scarlett Johansson ha un fratello
gemello, Hunter, più giovane di lei di tre minuti. I due si
assomigliano abbastanza, e hanno alcune cose in comune: ad esempio,
Hunter ha lavorato alla campagna per Obama, del quale anche Scarlet
si è apertamente dichiarata una sostenitrice. Ma Hunter non è
l’unico fratello: Scarlett ha un altro fratello, un’altra sorella,
e un fratellastro.
2. Scarlett Johansson:
l’infanzia e l’inizio della carriera. Scarlett Johansson è nata
a New York. La madre viene dal Bronx, mentre il padre è nato a
Copenhagen. Ha cominciato a recitare sin da giovanissima, facendo
il proprio debutto professionale in una produzione off-Broadway dal
titolo Sophistry, con Ethan Hawke. Il debutto
cinematografico arrivò all’età di nove anni, con la commedia
Genitori cercasi (1994), seguito da piccoli ruoli in La
giusta causa (1995), Appuntamento col ponte (1996),
Manny & Lo (1996), Felicità rubata (1997), Mamma,
ho preso il morbillo (1997). Scarlett cominciò a catturare
l’attenzione di alcuni critici nel 1998, con il film di Robert RedfordL’uomo che sussurrava ai
cavalli (1998).Tra i ruoli successivi, ci sono Ghost
World (2001), L’uomo che non c’era (2001), e Arac
Attack – Mostri a otto zampe (2002).
Scarlett Johansson: film
3. Scarlett Johansson: i film e
la carriera. La vera svolta arrivò nel 2003, quando fu nominata
a due Golden Globe, per La ragazza con l’orecchino di perla
(2003), e per Lost in Translation – L’amore tradotto (2003).
Fu quest’ultimo film che lanciò davvero la sua carriera. Da allora,
la sua filmografia si è allungata sempre di più, arricchendosi di
film di altissima qualità e di grande successo al box office, tra
cui Match Point (2004), The Island (2005),
Scoop (2006), The Prestige (2006), L’altra donna
del re (2008), Vicky Cristina Barcelona (2008), La
verità è che non gli piaci abbastanza (2009),
Iron Man 2 (2010), The Avengers (2012), Under the Skin (2013), Lei (2013), Captain America: The Winter Soldier(2014),
Lucy(2014),
Avengers: Age of Ultron (2015), Ave, Cesare!
(2016), Il libro della giungla (2016), Captain America: Civil War (2016), Sing (2016),
Ghost in the
Shell (2017), Crazy Night – Festa
col morto (2017), L’isola del
cani (2018), Avengers: Infinity
War (2018). Nel 2019 Scarlett Johansson è protagonista al
cinema nel nuovo film Marvel
Avengers: Endgame, in
Storia di un Matrimonio di Noah Baumbach, in
Jojo Rabbit che gli vale la nomination ai
Golden Globe e gli Oscar. Nella prima parte del 2020 doveva uscire
il film di Black
Widow ma a causa della pandemia COVID 19 la
pellicola è stata spostata all’autunno 2020. Nel 2021 ritornerà a
prestar la voce al personaggi di Ash in Sing
2, sequel del film del 2016. Second alcuni
rumors l’attrice sarà anche nel cast di Little Shop of
Horrors, al fianco del collega Chris Evans. La pellicola in
pre-produzione che sarà diretta da Greg Berlanti.
4. Scarlett Johansson non fa
solo film: ha due album alle spalle. Scarlett Johansson ha alle
spalle una quantità di film invidiabile, ma non solo. Infatti, è
anche una cantante: per il film Chasing Ice, Scarlett
Johansson ha cantato Before My Time, canzone che è stata
candidata all’Oscar come Miglior Canzone Originale nel 2013. Oltre
ad aver cantato per album di altri arstisti, Scarlett ha rilasciato
anche due album propri: il primo si chiama Anywhere I Lay My
Head, è uscito nel 2008, ed è stata definito “bizzarro”. Il
secondo album, Break Up, è frutto di una collaborazione con
Pete York, ed è uscito un anno dopo.
Scarlett Johansson: altezza e
fisico
5. Scarlett Johansson è
piccoletta. A Hollywood le attrici piacciono altissime, ma
Scarlett Johansson ha un’altezza sicuramente sotto la sua media.
Piccoletta, ma una forza della natura, Scarlett è alta 160 cm.
6. Scarlett Johansson ha parlato
di Woody Allen. Scarlett Johansson, una delle paladine di
Time’s Up, ha recitato in tre film di Woody Allen e ha chiarito
la propria posizione
riguardo alle accuse fatte al regista. Nel marzo 2014,
Johansson aveva detto al Guardian: “Non è che qualcuno
sia stato indagato e riconosciuto colpevole di qualcosa. (…) Sono
tutte ipotesi”. Inoltre, ha detto di quanto, secondo lei, non
abbia senso chiedere la propria opinione o di prendere una
posizione a delle star di Hollywood che non sono al corrente di
cosa sia veramente successo: “Sarebbe ridicolo, per me, fare
qualunque tipo di supposizione, in una direzione o
nell’altra”.
Scarlett Johansson hot
7. Scarlett Johansson non
è una fan della monogamia. Scarlett Johansson è dell’opinione
che la monogamia non sia naturale. Nonostante si sia sposata due
volte, con
Ryan Reynolds e con Roman Duriac, ha anche divorziato due
volte. Durante un’intervista, l’attrice ha spiegato la propria
controversa posizione: “Credo che l’idea del matrimonio sia
davvero romantica; è un’idea bella, e la sua pratica può essere una
cosa bella. Ma non penso che sia naturale essere monogami”.
8. Scarlett Johansson hot: ha
ispirato I Kissed a Girl. Le bellissime labbra di
Scarlett Johansson, a quando pare, sono state fonte d’ispirazione
per Katy Perry. Quando è uscita, I Kissed a Girl è stata
sulla bocca di tutti, suscitando molta curiosità e domande sulla
sua origine. Quando a Scarlett fu rivelato di aver ispirato la
canzone, Scarlett ha risposto: “Sono molto lusingata, ma le mie
labbra sono già prese”.
Scarlett Johansson e l’apparire
nuda in Under the Skin
9. Scarlett Johansson nuda
per Under the Skin. Il film, nel quale l’attrice
interpreta un alieno “travestito” da donna umana, è stato
presentato alla 70esima Mostra del Cinema di Venezia, e ha ricevuto
un’accoglienza tiepida, ma ha anche fatto molto parlare di sé. Nel
film, Scarlett Johansson appare nuda, e riguardo alla nudità nel
film, ha commentato: “Sono una persona piuttosto riservata.
Non mi piace esporre me stessa ovunque. Ma credo di aver capito che
solo lasciandomi completamente andare, e permettendo a me stessa
come personaggio di essere completamente presente a se stessa, sono
riuscita a scoprire qualcosa di me, come è accaduto. Ho capito che
tipo di giudizio avevo di me stessa, e come sono intimamente
conscia di cose diverse. Non era solo la nudità, ma tantissime
situazioni diverse in cui ho dovuto mettermi. Non saremmo riusciti
a catturare quello di cui avevamo bisogno se non mi fossi sentita
libera da me stessa. E in realtà è stata un’esperienza molto
liberatoria”.
Scarlett Johansson non è su
Instagram
10. Scarlett Johansson non ha
Instagram. In generale, non è una fan dei social media: “Non
ho un account Facebook o Twitter” ha raccontato, “Non riesco
a pensare a qualcosa che mi piacerebbe fare meno di dover
continuamente condividere dettagli della mia vita
quotidiana”.
Ecco la prima promo art ufficiale
de Gli Eterni,
il nuovo film Marvel Studios diretto da
Chloe Zhao. Dopo diversi concept, questa è la
prima volta che vediamo i protagonisti del film in costume. Non
resta che aspettare la diffusione di altro materiale dal film per
avere la conferma dei look dei personaggi.
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti,
il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
Sono molti i film che affrontano
l’eterna lotta tra Bene e Male attraverso la presenza di forze
divine e infernali. Celebri titoli di questo filone del genere
thriller/horror sono Rosemary’s Baby, L’esorcista, Il presagio
o L’avvocato del diavolo o il più recente I segni del male. Tra
questi si colloca anche La mossa del
diavolo, film del 2000 diretto da Chuck
Russell, regista divenuto noto grazie ad altri film di
questo genere come Nightmare 3 – I guerrieri del sogno e
Blob – Il fluido che uccide. Con questo suo ennesimo
lungometraggio ha così confermato la propria predisposizione al
genere, affrontando tematiche sempre ricche di fascino.
Per La mossa del diavolo
egli si è affidato al romanzo Bless the Child, scritto da
Cathy Cash Spellman. Realizzando una trasposizine
di questo Russell ha così avuto modo di dar vita ad un’opera
incentrata sulla natura della fede come anche sui peccati
dell’uomo. Riflessioni che gli amanti del genere potranno trovare
qui declinati in modi inaspettati, con una trama ricca di colpi di
scena. Arricchito da un cast di celebri star di Hollywood, tra cui
anche una premio Oscar come protagonista, il film non manca ancora
oggi di generare un certo fascino.
Costato circa 65 milioni di dollari
per via dei suoi numerosi effetti speciali, La mossa del
diavolo non ottenne in realtà ottimi riscontri al momento
della sua uscita. Negli anni è però diventato un vero e proprio
scult, da recuperare se appassionati di questa tipologia
di storie. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La mossa del diavolo: la trama del film
Il film racconta la storia di
Maggie O’Connor, un’infermiera newyorkese che vive
una vita tranquilla e solitaria. Questa viene però stravolta nel
momento in cui si imbatte in Cody, neonata che sua
sorella Jenna le ha lasciato prima di scappare via
senza spiegazioni. Maggie deciderà allora di crescere la bambina
nella speranza che un giorno possa ricongiungersi con la madre. Con
il passare degli anni, la donna si affeziona sempre di più alla
bambina e la tratta come se fosse proprio sua figlia. Sei anni
dopo, la sorella Jenna torna nella vita di Maggie insieme al marito
Eric Stark, il capo di una nota setta satanica che
ufficialmente aiuta chi si trova in difficoltà.
Senza troppe spiegazioni, i due
sono intenzionati a prendere Cody e portarla via con sé. Maggie,
intuendo qualcosa di malvagio nelle loro azioni, specialmente per
via dell’attività di Eric, decide di opporsi. Le sue proteste però
potranno poco contro i due, che riusciranno a rapire la bambina.
Nel disperato tentativo di ritrovarla prima che le accada qualcosa,
Maggie inizia un’indagine insieme all’agente dell’FBIJohn Travis. Ben presto, la donna scoprirà il
motivo del rapimento, come anche gli straordinari poteri racchiusi
in Cody, la quale si rivela non essere una comune bambina.
La mossa del diavolo: il cast del film
Ad interpretare il personaggio di
Maggie O’Connor vi è l’attrice Kim Basinger,
premio Oscar per il film L.A. Confidential.
Originariamente il personaggio da lei interpretato era pensato per
essere la nonna di Cody. Dal momento che nella realtà la Basinger
aveva però una bambina più o meno coetanea di quella presente nel
film, fu ritenuta troppo giovane per essere una nonna. Il
personaggio venne così riscritto per essere la sorella della madre
di Cody. L’attrice si disse particolarmente attratta dal ruolo e
dal film, specialmente per via delle sue tematiche. Non avendo mai
recitato in un film di questo genere, inoltre, fu ulteriormente
invogliata a partecipare al progetto.
Accanto a lei, nei panni di Cody,
si ritrova l’attrice Holliston Coleman. Oggi nota
per la serie Medium, questa aveva all’epoca del film
recitato solo in un precedente lungometraggio. Grazie a questo fu
notata e scelta per la parte della misteriosa bambina. Nei panni
del malvagio Eric Stark si ritrova invece l’attore Rufus Sewell,
oggi noto per essere stato John Smith nella serie L’uomo
nell’alto castello. Nei panni di Jenna, madre di Cody, vi è
l’attrice Angela Bettis, mentre Christina
Ricci interpreta Cheri Post, una giovane ragazza
tossicodipendente che fornirà a Maggie preziosi indizi.
Jimmy Smith, infine, è l’agente John Travis.
L’attore è in particolare noto per aver interpretato Bail Organa
nella trilogia prequel di StarWars.
La mossa del diavolo: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di La
mossa del diavolo grazie alla sua presenza su una delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nel catalogo di
Infinity. Su questa si avrà modo
di guardare il film in totale comodità e al meglio della qualità
video. In alternativa si potrà guardare il film in diretta
streaming, gratuitamente, su Mediaset Play, nella
pagina dedicata alle dirette. Il film sarà infatti disponibile
gratuitamente on-demand su Mediaset Play dopo la messa in onda,
prevista per sabato 27 febbraio alle ore
21:00 sul canale Iris.
Nell’ultimo decennio lo studios di
produzione Illumination Entertainment si è imposto
come uno dei maggiori protagonisti per quanto riguarda il cinema
d’animazione, sfidando colossi come Disney, Pixar e DreamWorks.
Suoi sono grandi successi come Cattivissimo me e
Pets. Tra i suoi titoli di maggior popolarità si può
ritrovare anche Sing,
vero e proprio musical animato nato da un’idea originale di
Garth Jenning, che firma anche la regia. Uscito in
sala nel 2016, il film è in breve divenuto un vero e proprio caso
cinematografico, in particolar modo per la sua capacità di unire
grande animazione a grandi brani musicali.
All’interno di Sing si
possono infatti ritrovare oltre 65 canzoni di alcuni tra i più noti
artisti di sempre. Avvalersi di queste si è rivelato un impegno
economico non indifferente, ma ha certamente permesso al film di
distinguersi per originalità e comicità. Contribuisce al successo
del film anche un cast di doppiatori originali composto da alcune
tra le più grandi star di Hollywood, tra cui diversi premi Oscar.
Colorato, vivace e accattivante, il film ha dunque messo in campo
una lunga serie di elementi che hanno coinvolto un pubblico
estremamente ampio.
A fronte di un budget di 75 milioni
di dollari, Sing è infatti arrivato ad incassarne
complessivamente circa 634 in tutto il mondo. Un risultato che ha
permesso allo studios di consolidare il proprio prestigio,
annunciando anche un sequel diretto del film. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori, al suo sequel e
alle canzoni presenti nel film. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Sing: la trama del film
Il film racconta di koala
Buster Moon, indebitatissimo proprietario di un
teatro che, per risanare i suoi debiti, tenta di coinvolgere i
cittadini indicendo una gara di canto. A causa della distrazione
dell’anziana segretaria Miss Crawly, viene messo in palio il premio
errato ma, data la grande partecipazione, Moon decide di continuare
a mentire sui soldi a sua disposizione. L’ingente somma di denaro
risveglia la passione di molti cittadini e, al termine delle
bizzarre esibizioni, Buster sceglie i più talentuosi tra tutti i
candidati. Nel cast ci sono l’istrice punk-rock
Ash, il gorilla Johnny che cerca
di allontanarsi dal giro di loschi affari di suo padre, l’arrogante
topo Mike, la maialina Rosita e
lo stravagante Gunter, il cammello
Peter e un formidabile trio di ranocchi.
Mentre Moon evita di rivelare la
verità sul montepremi, concentrando tutte le sue forze nel
progetto, i concorrenti devono conciliare le loro frenetiche vite
con la loro passione. Grazie all’entusiasmo dello scaltro koala e
all’aiuto reciproco, tutti riusciranno a superare i propri limiti e
la paura dell’insuccesso, dando giusta importanza alla propria
felicità. Nel giorno del grande debutto, tuttavia, la vita privata
dell’irriverente Mike rischia di compromettere il duro lavoro di
Moon e di tutti i concorrenti. Solo grazie all’amicizia e all’amore
per lo spettacolo che oramai legano indissolubilmente lo
strampalato gruppo di amici, lo show potrà andare avanti.
Sing: il cast del film
Come anticipato, il film si avvale
di una schiera di attori di grande popolarità qui però nelle sole
vesti vocali. A dare voce al koala Buster Moon vi è il premio Oscar
Matthew
McConaughey. Accanto a lui si ritrovano poi Reese
Witherspoon nei panni della maialina
Rosita, Seth MacFarlane in quelli del
topo Mike e Scarlett
Johanssonin quelli dell’istrice Ash.Taron
Egerton, prima di cantare in Rocketman,
si esibisce qui nel ruolo del gorilla Johnny. La cantante premio
Grammy Tory Kelly è la voce dell’elefantessa
Meena, mentre il noto John C. Reilly compare nel
ruolo del montone Eddie Noodleman. Jennifer
Hudson, premio Oscar per Dreamgirls, dà voce alla
giovane Nana Noodleman, che da anzian ha invece quella di
Jennifer Saunders.
Sing: le canzoni presenti nel
film
Essendo incentrato su una gara di
canto, il film non poteva non contenere una lunga serie di celebri
brani. Molti di questi sono davvero tra i più popolari e amati
della storia della musica, e nel film vengono il più delle volte
interpretati dagli stessi attori coinvolti. Tra i brani più celebri
si possono annoverare Golden Slumbers, dei
Beatles, eseguito dalla Hudson durante lo
spettacolo d’apertura del film o The Way I Feel Inside,
del gruppo The Zombie e qui cantato da Egerton
durante la scena in cui il gorilla Johnny è coinvolto in una
rapina. Il celebre brano Ben, in originale eseguito da
Michael Jackson, è qui utilizzato per l’audizione
della giraffa. Altro noto brano è Call Me Maybe, di
Carly Rae Jepsen e qui interpretato dalla
Johansson nei panni dell’istrice Ash.
Altri popolari brani si possono
invece udire verso la fine del film. Ad esempio, il celebre
Hallelujah di Leonard Cohen viene cantato
da Tory Kelly all’interno del teatro distrutto. Durante la
ricostruzione di questo si può invece ascoltare Under
Pressure, nella sua versione originale cantato da
Queen con DavidBowie. Durante lo spettacolo, invece, il gorilla
Johnny interpreta il brano I’m Still Standing di
Elton John. Egerton avrebbe poi interpretato
proprio il celebre cantante nel film venuto tre anni dopo. My
Way, famoso brano di Paul Anka, è qui
eseguito dal topo Mike durante la sua esibizione, mentre durante il
suo turno Meena esegue Don’t You Worry ‘Bout a Thing, di
Stevie Wonder. Durante i titoli di coda si può
invece ascoltare il brano originale Faith, eseguito dallo
stesso Wonder con Ariana Grande.
Sing: il sequel, il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
Dato il grande successo del film,
la Illumination Entertainment annunciò da subito la realizzazione
di un sequel. Questo, nuovamente diretto da Jenning, vedrà tornare
gli attori più su citati nei rispettivi ruoli, mentre nuove
personalità si aggiungeranno al cast. Tra questi si annoverano
Bobby Cannavale, Letitia Wright, Pharrell
Williams. Al centro delle vicende vi sarà un nuovo
tentativo del koala Buster di dar vita ad un grande spettacolo al
Crystal Tower Theater. Il simpatico animale cercherà di coinvolgere
nel progetto anche il leggendario rocker Clay Calloway, un leone
che avrà la voce del cantante Bono. Inizialmente
previsto per il dicembre del 2020, i lavori del film sono stati
ritardati a causa della pandemia di Covid-19, ma Sing 2 è
ora attualmente previsto in sala per luglio del 2021.
In attesa di poter vedere il
sequel, è possibile fruire di Sing grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten Tv, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple
iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
sabato 27febbraio alle
ore 21:20 sul canale Italia
1.
ATTENZIONE –
L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER DALL’EPISODIO 8 DI WANDAVISION
L’episodio di WandaVision che
è stato reso disponibile il 26 febbraio su Disney+ ha raccontato allo spettatore,
in maniera precisa e dettagliata, il viaggio di Wanda nei dolori e
nei traumi della sua vita, esperienze che l’hanno portata a
ripararsi in una finzione creata dalla sua stessa mente, per
proteggersi proprio da quel male e dall’impossibilità di
superarla.
Per quanto l’episodio sia stato
esaustivo da questo punto di vista, potrebbe aver detto molto più
di quanto immaginiamo, proponendo una retcon al MCU che
spalancherebbe la porta dell’universo condiviso all’entrata in
scena dei mutanti. Ebbene sì, WandaVision 8 sembra mettere in
continuity la possibilità dei geni X dormienti in alcune
persone che popolano il Marvel Cinematic Universe.
Ma andiamo con ordine.
Il principio era “l’Era dei
Miracoli”
All’annuncio che in
Avengers: Age of Ultron avremmo visto in campo
Scarlet Witch e Quicksilver, abbiamo anche appreso che l’origine
dei personaggi, per le questioni di sfruttamento dei diritti
cinematografici degli stessi che ben sappiamo, sarebbero state
modificate. I due giovani sokoviani infatti non sono i
figli di Magneto, potenti mutanti che collaboreranno con
Avengers e con X-Men, ma sono dei “miracoli“,
o almeno così li chiama il Barone Strucker nella scena post-credits
di Captain America: The Winter Soldier, loro
prima apparizione. I due ragazzi sono dei miracoli, unici
sopravvissuti agli esperimento che l’Hydra ha condotto su
volontari, utilizzando il potere della Gemma della Mente nello
Scettro di Loki.
Due giorni sotto le macerie
E questo è quello che
sapevamo fino a questo momento. Tuttavia, nell’episodio 8 di
WandaVision
succede una cosa importante. Agatha, che conduce Wanda lungo il
sentiero dei ricordi e dei traumi, chiede alla giovane donna per
quanto tempo, nel giorno dell’esplosione che uccise i suoi
genitori, lei e Pietro rimasero bloccati sotto al letto, tra le
macerie e le bombe inesplose, sopravvivendo incolumi. Wanda
risponde “due giorni”, come aveva anche detto in Age of
Ultron a Tony Stark (vediamo nell’episodio la bomba con il
logo delle Stark Industries).
Come sono sopravvissuti davvero i
gemelli Maximoff? A questo punto Agatha appare interdetta: due
giorni interi di bombardamenti, una bomba innescata a un tiro di
schioppo, e i due gemelli Maximoff restano incolumi? Sembra chiaro
che la strega sospetti qualcosa, e sembra altrettanto chiaro che
stia insinuando che Wanda, involontariamente, abbia impedito che
macerie o bombe danneggiassero lei e il fratello nel corso di due
giorni, prima che i bambini riuscissero a trovare il coraggio di
uscire da quella casa in rovina.
Il gene X dormiente
Cosa vuol dire? Significa
che Wanda possedeva già i suoi poteri, e che l’incontro con la
Gemma, durante il quale, come ci viene svelato, la ragazza ha una
visione di Scarlet Witch, non ha fatto altro che stimolare e
risvegliare quei poteri. E cosa significa tutto ciò nel grande
disegno del MCU? Semplice: che il gene mutante
esiste nell’universo condiviso, ma che è dormiente e che l’utilizzo
delle Gemme sulla Terra, da parte di Thanos, Hulk e Iron Man,
potrebbe aver generato dei “risvegli”. In questo modo i Marvel Studios potrebbero aver messo in
continuity il fatto che prima o poi vedremo dei mutanti nei loro
film, operando a tutti gli effetti una retcon della loro
linea narrativa.
Alla luce di queste osservazioni,
possiamo solo aspettare e scoprire se questa che sembra a tutti gli
effetti una correzione retroattiva del MCU verrà ufficializzata e
aprirà davvero la porta ai mutanti e agli X-Men
nell’universo creato da Kevin Feige.
Quello dell’home invasion
è un sottogenere del thriller particolarmente apprezzato al cinema.
Film come Panic Room, Funny Games, La notte del giudizio o il
particolare Man in the Dark sono alcuni
tra gli esempi più noti di questa tipologia di storie. Un film
particolarmente recente che si colloca in questo filone è
Survive the Night, diretto nel 2020 da
Matt Eskandari, il quale torna a lavorare con
l’attore Bruce Willis dopo Trauma Center –
Caccia al testimone. Negli ultimi anni questi si è cimentato
proprio in una serie di titoli d’azione a basso costo, ai quali ha
apportato il proprio carisma e la propria esperienza.
Scritto da DougWolfe, Survive the Night si configura
come un aggiornamento del classico del 1955 Ore disperate,
diretto da William Wyler con Humphrey
Bogart. Di questo era stato realizzato anche un remake nel
1990 per la regia di MichaelCimino con gli attori Mickey Rourke e
Anthony
Hopkins. Pur non trattandosi di un vero e proprio
remake, il film di Eskandari riprende quelle stesse dinamiche, dai
ladri invasori alla famiglia presa in ostaggio, per dar vita ad un
thriller dal ritmo serrato e colpi di scena continui. Girato in
soli 10 giorni e ambientato prevalentemente durante gli orari
notturni, il film è stato poi distribuito direttamente per il
mercato home video.
Survive the Night presenta
una serie di omaggi ai film degli anni Settanta e Ottanta di questo
stesso genere, configurandosi come un prodotto particolarmente
appetibile per i fan del genere. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti
il film nel proprio catalogo.
Survive the Night: la trama del film
La vicenda del film ha inizio nel
momento in cui due ladri, i fratelli Jamie e
Matthias Granger, mettono a segno una sanguinosa
rapina e aspirano a fuggire quanto prima in Messico con l’obiettivo
di disperdere le proprie tracce e godersi il bottino. Durante una
sosta in una stazione di servizio, però, si genera un improvviso
scontro a fuoco, originatosi a partire dall’impulsività di Jamie.
In questo perdono la vita due innocenti, mentre Matthias rimane
gravemente ferito ad una gamba. Impossibilitati a recarsi in
ospedale, i due decidono di seguire un medico fino a casa sua, nel
tentativo di ottenere le cure necessarie.
Lo sfortunato dottore è
RichClark, il quale ha visto da
poco crollare la propria carriera in seguito alla morte di un suo
paziente. Ritiratosi in cerca di pace nella sua cittadina natale
insieme alla moglie e alla figlia adolescente, questi soggiorna
attualmente nella casa dei suoi genitori, tra cui spicca il padre
Frank. È proprio in questa che si intrufoleranno i
due criminali, rendendo loro ostaggi i presenti. Mentre Rich
tenterà di temporeggiare con loro, cercando di curare la ferita di
Matthias, Frank si adopererà per ottenere la sua personale
giustizia. Egli intende infatti far capire ai due criminali di
essere entrati nella casa sbagliata.
Survive the Night: il cast del film
Ad interpretare l’agguerrito Frank
Clark vi è l’attore Bruce Willis.
Negli ultimi anni abituato ad interpretare ruoli piuttosto
marginali, questo accettò di partecipare al film a patto di poter
girare tutte le proprie scene nel minor numero possibile di giorni.
Willis, alla fine, completò quanto previsto per il suo personaggio
in meno della metà del periodo complessivo di riprese. Nonostante
ciò, dovette comunque arrivare sul set con una buona preparazione
fisica, così da poter eseguire anche alcune delle acrobazie più
complesse. Ad interpretare la moglie Rachel vi è invece l’attrice
Jessica Abrams.
Nei panni di Rich Clark si ritrova
invece l’attore Chad Michael Murray, noto per le
sue interpretazioni nelle serie televisive Dawson’s Creek, Una
mamma per amica e One Tree Hill. Con Survive the
Night è tornato ad avere un ruolo da protagonista anche al
cinema. Sua moglie Riley e la figlia Jan sono invece interpretate
da Riley Wolfe e Lydia Hull.Shea Buckner, noto pallanuotista statunitense oggi
noto come attore, ricopre il ruolo del ladro Jamie, mentre
Tyler Jon Olson è suo fratello Matthias. I loro
personaggi sono stati ispirati dai due fratelli protagonisti del
romanzo Uomini e topi di John Steinbeck.
Survive the Night: il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
È possibile fruire di Survive
the Night grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Amazon Prime Video Store, Rakuten TV, Google
Play, Microsoft, Chili Cinema e Rai Play. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente, in prima visione
assoluta, nel palinsesto televisivo di venerdì 26
febbraio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Anni prima che il Marvel Cinematic Universe
diventasse la potenza cinematografica che è oggi, alcuni dei suoi
supereroi più celebri già calcavano autonomamente il grande schermo
con film a loro dedicati. È questo il caso di Spider-Man, arrivato
per la prima volta sul grande schermo nel 2002 grazie al regista
Sam Raimi, già celebre per la trilogia de La
casa. Basato sui fumetti dedicati al celebre personaggio, il
film ha poi avuto due seguiti di cui
l’ultimo, Spider-Man 3, arrivato sul
grande schermo nel 2007. Questo si caratterizzò in particolare per
nuovi approfondimenti sul personaggio, come anche l’introduzione di
molteplici villain.
Inizialmente il film era stato
pensato per dar vita alla fallibilità morale di Spider-Man, che gli
avrebbe richiesto una particolare crescita emotiva. I villain
principali sarebbero dovuti essere l’Uomo Sabbia, considerato
visivamente affascinante dal regista, e l’Avvoltoio. Tuttavia, a
causa delle insistenze del produttore Avi Arad, la
storia virò sul narrare i lati oscuri del protagonista, permettendo
così l’introduzione del personaggio di Venom al posto
dell’Avvoltoio. Prevedendo dunque un numero di effetti speciali e
di personaggi superiore rispetto ai precedenti due capitoli,
Spider-Man 3 arrivò ad essere al momento della sua uscita
il film più costoso della storia del cinema.
Con un budget di quasi 250 milioni
di dollari, questo arrivò a guadagnarne ben 895 in tutto il mondo,
divenendo il maggior incasso della trilogia. Pur con i suoi
difetti, il film è ancora oggi un affascinante tentativo di dar
vita anche agli aspetti più dark dell’amato supereroe. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e al suo sequel
cancellato. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Spider-Man 3: la trama del film
La vicenda di questo film si svolge
a pochi mesi da dove si interrompeva quella del precedente. Il
giovane Peter Parker ha finalmente trovato
l’equilibrio ricercato tra la propria vita privata e la sua
attività di supereroe. Egli è infatti riuscito a conquistare
l’amata Mary JaneWatson e il
lavoro per il Daily Bugle, al quale rivende foto inedite di
Spider-Man, è un’ulteriore fonte di soddisfazione. Tutto sembra
però prendere una piega inaspettata nel momento in cui Peter si
imbatte in una strana sostanza nera fuoriuscita da un piccolo
meteorite caduto dal cielo. Entrato in contatto con la sostanza,
Peter inizia a manifestare una personalità diversa, che finisce con
il far uscire la parte peggiore di sé. Allo stesso tempo, la città
di New York si ritrova a doversi confrontare con nuove pericolose
minacce.
Spider-Man 3: il cast del film
La prima scelta di Raimi per il
ruolo di Peter Parker fu Tobey Maguire,
e proprio lui ottenne la parte, nonostante non avesse mai letto
nessuno dei fumetti sul personaggio. Per calarsi il più possibile
nei panni di Spider-Man Maguire studiò le movenze tipiche dei ragni
e continuò a tenersi in allenamento praticando regolarmente
esercizi e arti marziali. Ad attrarlo in particolare di questo
terzo film è stata la possibilità di dar vita ai lati più oscuri
del personaggio. Kirsten Dunst è
invece la bella Mary Jane Watson. Come già fatto per il secondo
film, l’attrice decise di tingersi i capelli di rosso invece che
usare una parrucca. Le sue urla sentite nel film, invece, sono
state riciclate da quelle realizzate per il precedente capitolo.
L’attrice Bryce Dallas
Howard interpreta qui il celebre personaggio di Gwen
Stacy, amica e compagna di classe di Peter.
James Franco,
che originariamente aveva sostenuto il provino per la parte di
Peter Parker, torna qui a vestire i panni di Harry Osborn. L’attore
ebbe inoltre qui modo di prendere parte a molte più scene d’azione
con il fatto che il suo personaggio eredita il ruolo di Green
Goblin. Nel film sono poi presenti gli attori Rosemary
Harris nei panni di May Parker e il premio Oscar J. K. Simmons
in quelli dell’iconico J. Jonah Jameson, tra i suoi personaggi più
celebri. Ad interpretare i due principali villain vi sono invece
gli attori Topher Grace, nei panni di Venom, e
Thomas Haden Church, in quelli dell’Uomo Sabbia.
Per dar vita ai rispettivi personaggi, entrambi gli attori si sono
sottoposti a diversi mesi di allenamento. Grace racconto poi di
aver basato il suo personaggio sulle personalità dipendenti dalla
droga. Church, invece, trasse ispirazione da mostri incompresi come
la creatura di Frankenstein e King Kong.
Spider-Man 3: il sequel, il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Parallelamente all’uscita in sala
di Spider-Man 3 entrò in pre-produzione anche il quarto
capitolo della serie. Il mai realizzato Spider-Man 4 era
stato concepito come un film particolarmente ambizioso. Villain di
questo sarebbero stati Mysterio, Shocker e Rhino,
mentre avrebbe fatto la sua comparsa anche Black
Cat. Secondo altre fonti, Raimi avrebbe voluto includere
nel film la presenza dei Sinistri Sei, storico
gruppo di nemici di Spider-Man. Tuttavia, a causa di disaccordi tra
il regista, gli attori e la produzione, tutto ciò venne
definitivamente cancellato nel 2010. Al suo posto si preferì invece
dar vita ad un reboot, concretizzatosi poi nel 2012 con The Amazing
Spider-Man.
Sequel o non sequel, è possibile
fruire di Spider-Man 3 grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di venerdì 26 febbraio alle ore
21:30 sul canale TV8.
Warner Bros. sta lavorando ad un
nuovo adattamento cinematografico di Superman. Il
primo report è stato confermato da Deadline, sembra dunque
attendibile e parla di un nuovo sguardo su l’Uomo d’Acciaio, con JJ
Abrams alla produzione insieme alla sua Bad Robots. La
sceneggiatura è stata invece affidata a Ta-Nehisi
Coates.
Hannah Minghella di
Bad Robots compare trai produttori, mentre non c’è ancora nessun
nome collegato al film, oltre a non essere ancora chiaro se
Henry Cavill avrà un ruolo nel progetto e quale
sarà. Lo sceneggiatore, che ha confermato che non ci sono ancora
attori a bordo del progetto, ha anche detto che il film sarà
ambientato all’interno del DCEU.
Questo è il terzo progetto DC/WB
supervisionato da JJ Abrams, che già sta curando
Justice League Dark e la serie reboot
di Constantine.
ATTENZIONE – L’ARTICOLO CONTIENE
SPOILER DALL’EPISODIO 8 DI WANDAVISION
Il dolore è l’amore che persevera
“Che cos’è il dolore, se non
l’amore che persevera?” Visione (Paul
Bettany) chiede a Wanda (Elizabeth Olsen)
nell’ottavo episodio di WandaVision,
disponibile su Disney+ dalla mattina del 26 febbraio.
Questa frase, che viene inserita all’indomani della morte di
Pietro, assume un significato potentissimo quando Wanda la risente
durante l’episodio, mentre insieme a Agatha Harkness sta
ripercorrendo i suoi ricordi, perché ora è morto anche Visione.
“Genitori morti, fratello morto, Visione morto” per dirla
con le parole di Agatha.
L’episodio è interessante dal
momento che ci pone alla mercé di Agatha, un’antica e potente maga
che ci spinge a ripercorrere a ritroso i ricordi di Wanda per
ricostruire le tappe che hanno portato alla creazione di Westview.
Da questo, il brillante titolo dell’episodio: Negli episodi
precedenti.
Questa puntata, la penultima, ci
porta a scoprire effettivamente la verità una verità che
immaginavamo ma che era stata contaminata, nel corso di queste
settimane, con teorie e supposizioni. Non è statp Mephisto,
Nightmare o addirittura Agatha, come abbiamo pensato alla fine
dell’episodio 7, a creare il mondo delle sit-com a cui il dottor
Darcy Lewis (Kat Dennings) si riferisce come ESA;
è stata Wanda.
Nel corso della camminata sul viale
dei ricordi di Wanda con Agatha, scopriamo che le sit-com sono una
costante nei momenti traumatici per la nostra eroina. Durante
l’episodio scopriamo che Wanda, sin da piccola, ha sempre amato
quel genere di serialità, che l’ha accompagnata sia quando i
genitori sono morti, sia quando ha dovuto elaborare la sofferenza
per la morte del fratello.
In tutti questi momenti, l’unica
costante che ha portato a Wanda un elemento di conforto sono state
le sit-com: The Dick Van Dyke Show (l’episodio
specifico è il 2×21 in cui “alla fine si scopre che è tutto un
sogno”), La famiglia Brady,
Malcolm. Le piacciono queste sit-com perché
mettono in scena scherzi e marachelle, negli episodi, ma che alla
fine “ti rendi conto che era tutto un brutto sogno”, appunto.
La verità sul corpo di Visione
Quando Wanda ritorna dal blip e
vede il corpo di Vision smantellato allo SWORD, soffre moltissimo,
naturalmente. “È tutto quello che ho”, dice Wanda, desiderando il
corpo del suo compagno così da poterlo seppellire e andare avanti.
Ma, per Tyler Hayward (Josh Stamberg, che si
rivela dunque essere il vero cattivo), Visione non è una persona ma
un’arma pericolosa fatta di vibranio, un oggetto unico e molto
costoso. “Beh, è solo che non è tuo”, le risponde Hayward,
mostrando davvero poco tatto.
Scopriamo così che Wanda è uscita
dallo SWORD senza il corpo di Visione, come ci avevano fatto
credere fino a questo momento, e che si è recata a Westview, dove,
ci viene rivelato, Visione aveva comprato un lotto per costruire
una casa e “invecchiare insieme”. Qui, Wanda impazzisce di dolore e
scatenando il suo potere, crea involontariamente il mondo da
sit-com con tanto di broadcast. Scatena per la prima volta il
potere di Scarlet Witch.
La verità dietro Westview e Pietro
È il dolore di Wanda che ha portato
alla creazione del mondo delle sit-com di WandaVision.
Non essendo in grado di seppellire Vision e avere la possibilità di
elaborare il dolore come tutti gli altri, ha creato un luogo in cui
può vivere una realtà alternativa con Visione, lontana dal trauma
del mondo reale. Crea dal nulla Visione, e per questo il sintezoide
non poteva lasciare il perimetro di Westview, perché si sarebbe
disgregato.
Quindi, Agatha è stata attirata da
tutto quel potere ed è intervenuta nel corso della storia per
capire come ha agito Wanda, trasmutando una persona in suo fratello
Pietro, o meglio Fietro, il Finto Pietro, come dice lei stessa. In
questo modo, il grande mistero di WandaVision è
risolto, viene finalmente citato il nome di Scarlet Witch, che a
quanto pare è un livello superiore di stregoneria, e nella scena
post credits, con un enorme omaggio ai fumetti, vediamo che la resa
dei conti sarà violenta e dolorosissima.
L’episodio numero nove, l’ultimo,
sarà completamente dedicato all’action, e proietterà questa serie
direttamente nella storia di Doctor Strange e il Multiverso della
Pazzia.
Ancora un Premio importante
per
Sophia Loren, il prestigioso Nastro di platino, ideato
per la nostra più grande attrice che resterà unico nella storia dei
Giornalisti Cinematografici: le viene assegnato dai Nastri
d’Argento per la toccante interpretazione nel film La vita davanti a sé, diretto dal
figlio Edoardo Ponti, a vent’anni esatti dall’Oscar® alla carriera
e oltre mezzo secolo dal diluvio di riconoscimenti che ha ricevuto
nel mondo fin dalla prima statuetta dell’Academy che conquistò,
giovanissima, nel 1962 per La Ciociara.
L’annuncio dei Nastri d’Argento alla
vigilia della serata finale dei Golden Globes 2021 – domenica
notte, a Los Angeles – ai quali La vita davanti a sé è
candidato come Miglior film in lingua straniera e per la Migliore
canzone originale Io sì/Seen, interpretata da Laura
Pausini, frutto della collaborazione tra la Pausini, Diane Warren e
Niccolò Agliardi.
“Nella sua toccante interpretazione
ne ‘La vita davanti a sé’ diretta da suo figlio Edoardo
Ponti con una straordinaria sensibilità – si legge nella
motivazione – Sophia Loren ancora una volta ha toccato il cuore di
milioni di spettatori con il suo talento e con un messaggio d’amore
universale. La vita davanti a sé’ è un film che parla di
tolleranza e di generosità, un invito a donare amore assoluto e,
insieme, una lezione di civiltà. Nella storia di un amore unico, il
diritto non solo di poter amare ma di essere tutti, comunque,
amati”.
Il grazie di Sophia
Loren
Dall’attrice, che ha accolto la
notizia a Ginevra, un messaggio più che emozionato: “Grazie di
cuore per quest’onore. Mi tocca profondamente perché celebra un
film e un personaggio che mi sono entrati nell’anima. Quando
Edoardo mi ha offerto il ruolo devo ammettere che una parte di me
era ansiosa di camminare sul set dopo dieci anni di assenza, gli
anni passano per tutti, ma nel momento in cui mi sono trovata
davanti alla macchina da presa, tutte le paure e le ansie sono
state sostituite dalla passione e l’impegno a raccontare questa
bellissima storia piena di umanità, amore e tolleranza. Voglio
anche dedicare questo premio – dice Sophia – a tutti coloro che
condividono la mia età. I sogni e la passione per la vita non hanno
età e quindi perché non vivere ogni giorno come se fosse l’inizio
di un bellissimo nuovo capitolo? Auguro a tutti le gioie
inaspettate della vita davanti a voi”.
Con la motivazione per questo Nastro
unico, che sarà irripetibile nella storia del Premio, in attesa che
la pandemia ne consenta la consegna, la Presidente Laura Delli
Colli, a nome del Direttivo Nazionale dei Giornalisti
Cinematografici, ricorda un piccolo aneddoto: “È stata proprio lei,
Sophia, a suggerirci indirettamente questo riconoscimento così
speciale. In un filmato di venticinque anni fa, ricevendo con
Michelangelo Antonioni e Alberto Sordi il Nastro d’Oro dei
primi 50 anni del Sindacato, proprio Sophia commenta: “Dopo un
omaggio come questo, per me, forse, potreste un giorno solo
inventare il Nastro di platino…” L’abbiamo fatto e adesso
festeggiamo questo suo grande, emozionante ritorno sul set”.
Il film
Diretto da Edoardo
Ponti, che ha firmato anche la sceneggiatura con Ugo
Chiti, La vita davanti a sé è tratto dall’omonimo romanzo
di Romain Gary. Racconta di Madame Rosa, superstite dell’Olocausto,
che a Bari nella sua piccola casa si prende cura dei figli delle
prostitute. Tra loro Momo, il ragazzino senegalese che l’ha
derubata: insieme supereranno la loro solitudine, formando
un’insolita famiglia. Accanto a Sophia Loren fanno parte del cast
il piccolo Ibrahima Gueye, Renato Carpentieri, Babak
Karimi e Massimiliano Rossi.
La vita davanti a sé è un film originale
Netflix prodotto da Palomar in collaborazione con
Artemis Rising Foundation ed è stato realizzato con il supporto di
Regione Puglia, Apulia Film Commission e Pugliapromozione.
La Snyder Cut di
Justice
League sta per arrivare. Dopo mesi e mesi di richieste
da parte dei fan, la versione del famigerato cinecomic ad opera di
Zack Snyder farà il suo debutto il prossimo 18
marzo (in America su HBO Max e in Italia in esclusiva digitale).
Per prepararsi all’arrivo di questa nuova versione, Screen
Rant ha raccolto 10 fumetti imprescindibili che bisognerebbe
leggere prima della visione:
Darkseid War
Forse il cambiamento più
significativo tra il film del 2017 e la Snyder Cut è la
presenza dello stesso Darkseid, l’equivalente DC di Thanos. Si
sapeva che c’era lui dietro gli eventi minacciosi che hanno avuto
luogo in Justice
League, ma non c’erano mai stati piani per includerlo nel
film, cosa che è invece cambiata con l’arrivo del taglio di
Snyder.
“Darkseid War” è una delle storie
più recenti con al centro il più grande antagonista della DC ed è
stato l’evento culminante della serie New 52, che ruota attorno
alla guerra tra i supercriminali Darkseid e Anti-Monitor.
Deathstroke: Rebirth
Deathstroke, il migliore e più letale assassino dell’universo
DC, ha fatto il suo debutto sul grande schermo in Justice
League, ma sfortunatamente il suo ruolo è stato limitato a
una scena post-credits che a malapena aveva senso (visti come sono
cambiati nel tempo i piani della WB). Non sappiamo se gli verrà
concesso più tempo nella Snyder Cut, ma un personaggio del
suo calibro è destinato a svolgere un ruolo importante prima o
poi.
“Judas Contract”
potrebbe essere considerata la più famosa e classica storia di
Deathstroke, ma la serie “Rebirth” fornisce il resoconto di alcune
delle sue fughe più recenti.
Justice League: The New 52
Il rilancio
di Justice League: The New 52 è una lettura quasi
essenziale, considerando il fatto che sia il film del 2017 che la
Snyder Cut sono fortemente basati su di esso. Il film si
prende la sua giusta dose di libertà, come l’assenza di Lanterna
Verde e altri punti della trama, ma nel complesso costituisce un
solido background anche per la Snyder Cut.
Il primo volume,
“Origin”, è un ottimo punto di partenza per lettori vecchi e nuovi,
poiché riavvia la Justice League e mostra la sua formazione
dall’inizio e da una prospettiva moderna.
Sinestro Corps War
Un film su Lanterna Verde,
apparentemente intitolato Green Lantern Corps, è in
lavorazione da molto tempo ormai. Sappiamo, inoltre, che Kilowog e
Tomar-Re sarebbero dovuti apparire in Justice
League in una scena post-credits. Una scena che ritrae il
loro incontro con Batman è stata filmata, ma è stata poi tagliata.
Dovrebbe essere inclusa nella Snyder Cut.
“Sinestro Corps War” è considerata
una classica storia delle Lanterne Verdi da tempi immemori e
racconta la storia della loro guerra con le Lanterne Gialle. Questi
personaggi sono destinati ad apparire nel DCEU prima o poi, e la
Snyder Cut fungerà da possibile introduzione.
New Gods
Justice
League del 2017 si è focalizzato su Steppenwolf e sul suo
esercito di Parademoni come principali antagonisti, ma non ha speso
molto tempo a rimpolpare il suo personaggio. Creato dal leggendario
disegnatore di fumetti Jack Kirby, Steppenwolf fa parte di una
razza di esseri extraterrestri chiamati New Gods che vivono sui
pianeti New Genesis e Apokolips.
La Snyder Cut introdurrà
anche altri membri di questa razza, e sebbene la serie originale di
New Gods sia piuttosto vecchia (del 1972) aiuterà a fornire un
contesto importante a questi personaggi e alle loro origini e
motivazioni.
Justice League Of America: The Atom Rebirth
Un altro
personaggio che originariamente sarebbe dovuto apparire in
Justice
League, ma che in seguito è stato completamente rimosso,
era The Atom. Ray Palmer e Ryan Choi sono due dei tanti personaggi
che hanno adottato l’identità di The Atom nel corso degli anni, ed
entrambi hanno fatto il loro debutto live action grazie
all’Arrowverse.
“Justice League of
America: The Atom Rebirth”, one-shot del 2016, presenta la storia
delle origini di Ryan Choi come The Atom nel modo più compatto e
preciso possibile, pur mantenendo una relazione con il precedente
Atom di Ray Palmer.
Justice League: Rebirth
Prima di guardare un film
intitolato Justice
League si dovrebbe, se possibile, leggere alcuni dei
fumetti che portano lo stesso nome. Ma ce ne sono semplicemente
troppi, poiché il team è stato rinominato, riavviato e
riorganizzato più volte, ed è praticamente impossibile tenerne
traccia.
In tali circostanze, è generalmente
una buona regola scegliere tra le ultime storie disponibili e
“Justice League: Rebirth” si adatta a tale esigenza. Dopo gli
eventi complessi e un po’ confusi che piegano la realtà del New 52,
funge da nuovo e fresco riavvio per la squadra.
John Ostrander’s Martian Manhunter
Sorprendentemente,
all’insaputa di molti Martian Manhunter è esistito nel DC
Extended Universe sin dal suo inizio. Appare ne L’uomo d’acciaio sotto le mentite
spoglie di un personaggio di nome Calvin Swanwick, e la sua
identità di J’onn J’onzz verrà rivelata proprio nella Snyder
Cut.
La popolarità e la presenza di
Martian Manhunter nei fumetti è sempre stata irregolare, ma era
comunque parte integrante della Justice
League. Il lavoro dello scrittore John Ostrander su
Martian Manhunter nel secondo volume da solista del personaggio ha
contribuito a plasmarlo in quello che rappresenta oggi.
Reign of the Supermen
È già stato confermato più
volte che Superman sfoggerà il suo abito nero nella Snyder
Cut. In quanto tale, leggere le origini del suddetto costume
potrebbe rivelarsi utile per i fan accaniti, ed è qui che il “Reign
of the Supermen” si rivela utile.
Nella parte finale di The Death of
Superman, l’eroe kryptoniano è stato riportato in vita dopo la
morte per mano di Doomsday. Lo vediamo indossare l’abito nero,
ufficialmente chiamato “Recovery Suit”, che ha la funzione di
accelerare il suo recupero assorbendo l’energia solare.
Cyborg: Rebirth
All’epoca del suo inizio
Cyborg era un membro dei Teen Titans, ma il riavvio di New 52 gli
ha dato un ruolo più ampio e lo ha stabilito come uno dei membri
fondatori della Justice League. Nonostante sia in circolazione da
così tanto tempo, è stato soltanto nel 2015 che finalmente ha
ottenuto la sua serie solista.
Dal punto di vista cinematografico,
è anche l’unico membro che non ha (o forse non ne riceverà uno nel
prossimo futuro) il suo film solista. Quindi i fan che cercano
altre storie legate a Cyborg dopo (o prima) della Snyder
Cut dovranno attenersi ai suoi fumetti, vale a dire alla sua
più recente run: “Rebirth”.
Sono iniziate il 25
febbraio le riprese del film La donna per
me di Marco Martani, scritto con Eleonora
Ceci.
Prodotto da Lucky Red con
Rai Cinema e in collaborazione con Sky, La
donna per me è una commedia romantica con
protagonisti Andrea
Arcangeli eAlessandra
Mastronardi. Nel cast anche Stefano
Fresi, Cristiano
Caccamo,Eduardo Scarpetta e
Francesco Gabbani, al suo primo ruolo
cinematografico. Le riprese si svolgeranno tra Spoleto e Roma.
In La donna per
me Cosa faresti se ti potessi togliere qualsiasi
dubbio prima di prendere la decisione più importante della tua
vita? Cosa succederebbe se, per magia, potessi vivere assecondando
tutti i tuoi desideri più profondi? Tutto questo sta per succedere
ad Andrea, un ragazzo di trent’anni alla vigilia del matrimonio con
Laura, conosciuta all’università e con cui da allora ha costruito
la sua vita. Qualche dubbio di troppo trasforma l’esistenza di
Andrea che si risveglia ogni giorno in una vita diversa, in un se
stesso diverso e in realtà in cui Laura non è mai stata la sua
compagna. Scoprendo le mille declinazioni che avrebbe potuto
prendere la sua vita, da single scapestrato e sciupafemmine a
rockstar di successo, Andrea deve fare però i conti con la mancanza
di Laura. Cercherà di rompere l’incantesimo?
Wonder
Woman 1984, l’attesissimo film diretto da
Patty Jenkins con protagonista
Gal Gadot, arriva in DVD, Blu-Ray, 4K e
Steelbook 4K da venerdì 12 marzo. Dalla regista Patty
Jenkins e con protagonista
Gal Gadot nel ruolo che dà il titolo al film, Wonder
Woman 1984 fa un balzo in avanti fino agli anni ’80,
dove l’ultima avventura di Wonder Woman la vede cavalcare fulmini nel
cielo, indossare ali dorate e inseguire un suo sogno mentre è alla
caccia di due nuovi e formidabili nemici: Max Lord e Cheetah.
In Wonder
Woman 1984, il destino del mondo è nuovamente in
pericolo, e solo l’intervento di Wonder Woman riuscirà a salvarlo.
Questo nuovo capitolo della storia di Wonder Woman, vede Diana
Prince vivere tranquillamente in mezzo ai mortali nei vibranti e
scintillanti anni ‘80—un’epoca di eccessi spinta dal bisogno di
possedere tutto. Nonostante sia ancora in possesso di tutti i suoi
poteri, mantiene un basso profilo, occupandosi di antichi manufatti
e agendo come supereroina solo in incognito. Ma adesso,
Diana dovrà uscire allo scoperto e fare appello alla sua saggezza,
alla sua forza e al suo coraggio per salvare il genere umano da un
mondo in pericolo di vita.
In Wonder
Woman 1984 sono protagonisti anche
Chris Pine nel ruolo di Steve Trevor,
Kristen Wiig in quello di Cheetah,
Pedro Pascal è Max Lord, Robin Wright
è Antiope e Connie Nielsen come Hippolyta. Charles
Roven, Deborah Snyder, Zack Snyder, Patty Jenkins, Gal Gadot e
Stephen Jones hanno prodotto il film. Rebecca Steel Roven Oakley,
Richard Suckle, Marianne Jenkins, Geoff Johns, Walter Hamada,
Chantal Nong Vo e Wesley Coller sono i produttori esecutivi.
Jenkins ha diretto da una
sceneggiatura scritta da lei stessa assieme a Geoff Johns & Dave
Callaham, da un soggetto di Jenkins & Johns, basato sui personaggi
della DC. Wonder Woman è stata ideata da William Moulton Marston.
Accanto alla regista, dietro le quinte, troviamo diversi membri
della troupe del primo “Wonder
Woman”, tra cui il direttore della fotografia Matthew Jensen,
la scenografa candidata all’Oscar Aline Bonetto (“Amélie”) e la
costumista premio Oscar Lindy Hemming (“Topsy-Turvy”). Il montatore
candidato all’Oscar Richard Pearson (“United 93”) ha curato il
montaggio del film. Le musiche sono del compositore premio Oscar
Hans Zimmer (“Dunkirk”, “The Lion King”).
Nelle versioni Blu-Ray e
4K sono inclusi i contenuti extra del
film, tra cui spiccano gli speciali “Scene
Studies”, “The Making Of Wonder Woman 1984” e “Gal &
Kristen”.
Il fratello minore di Tom
Holland, Harry, avrà un piccolo ruolo in
Spider-Man:
No Way Home, ma in realtà si tratta dello stesso
personaggio che ha interpretato in Cherry, sempre
con protagonista Holland, l’ultimo film diretto da
Anthony e Joe Russo.
In occasione di un’ospitata durante
lo show di
Jimmy Fallon, a Tom Holland è stata proprio chiesto di spiegare
quale ruolo avrebbe interpretato Harry in Spider-Man:
No Way Home. Il giovane attore ha così rivelato che
suo fratello aveva girato un breve cameo per Cherry nei
panni di uno spacciatore. Proprio sulla base di quel cameo, sarebbe
nata un’idea.
“Sì, in Cherry ha un piccolo
cameo. Interpreta un personaggio chiamato Shaky Kid ed è uno
spacciatore. Quindi… ci è venuto questa’idea: in ogni film in cui
sarei stato coinvolto, Harry avrebbe ripreso il ruolo di Shaky Kid.
Quindi è tornato di nuovo nel suo strano universo cinematografico
Marvel proprio nei panni di Shaky
Kid.”
Allo stato attuale, il cast di
Spider-Man:
No Way Home è uno degli aspetti legati al film su cui
i fan stanno speculando maggiormente, proprio a causa del fatto che
verrà esplorato il Multiverso. Sappiamo che Benedict Cumberbatch tornerà nei panni di
Doctor Strange, insieme a Jamie Foxx e Alfred Molina che riprenderanno i ruoli di
Electro e Doctor Octopus interpretati nei precedenti franchise
dell’Uomo Ragno. Tuttavia, ancora non è stato ufficializzato se nel
film rivedremo anche Tobey Maguire e Andrew Garfield, nonostante siano ormai mesi
che si parla del loro coinvolgimento.
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel Studios e da Amy
Pascal per la Pascal Production. Dovrebbe arrivare al
cinema a dicembre 2021.
La serie WandaVision sta
mostrando al pubblico il graduale potenziamento del personaggio di
Monica Rambeau. In particolare, nell’episodio
7 i suoi straordinari poteri si sono finalmente manifestati e
sembrano essere in linea con le abilità mostrate nei fumetti. Il
personaggio ha una lunga tradizione alle spalle, essendo stato
prima Captain Marvel e in seguito sia Photon che
Spectrum. In attesa di scoprire quale identità assumerà
ufficialmente nel
MCU,
Screen Rant ha raccolto tutti i poteri di Monica in base a ciò
che è stato raccontato nei fumetti:
Trasformarsi in energia elettromagnetica
Monica Rambeau è una delle
supereroine più potenti della Marvel Comics, e lo stata fin dal suo debutto
in Spider-Man Annual #16 nell’ottobre del 1982. È stata co-creata
dallo scrittore Roger Stern e dall’artista John Romita Jr. e uno
dei primi poteri che le hanno donato è stata la capacità di
trasformarsi in qualsiasi forma di energia nello spettro
elettromagnetico.
Ciò significa che può letteralmente
diventare microonde o onde radio. In WandaVision,
potrebbe plausibilmente diventare un segnale televisivo.
Manipolare e controllare qualsiasi forma di energia
Monica può
fare molto di più che trasformarsi in energia. Può anche manipolare
e controllare qualsiasi forma di energia elettromagnetica. Questo
la rende uno dei personaggi più potenti dell’universo Marvel e il suo set di poteri è
simile per molti aspetti ai poteri di Captain Marvel.
Monica può
manipolare i raggi gamma, i raggi X, la luce infrarossa e tanto
altro ancora. Quando assorbe l’energia, assume tutte le sue
proprietà, il che le conferisce una gamma dinamica di abilità
assolutamente sbalorditiva.
Invisibilità
Monica ha ottenuto i suoi
superpoteri in seguito a un incidente. È stata esposta a radiazioni
elettromagnetiche dopo aver tentato di impedire l’attivazione di
un’arma sperimentale nella sua città natale di New Orleans.
Questo l’ha resa immediatamente
visibile al pubblico, ma uno dei suoi più grandi poteri è in realtà
quello di diventare invisibile. Poiché Monica può controllare
qualsiasi energia sullo spettro elettromagnetico, può controllare
la luce visibile e quindi rendersi invisibile alle persone e a
qualsiasi metodo di rilevamento.
Intangibilità
Insieme all’invisibilità,
Monica può assumere la qualità diafana dell’energia e rendersi
intangibile. Ciò le consente di attraversare qualsiasi cosa: in
qualità di semplice radiazione di fondo, è capace di penetrare
qualsiasi barriera al di fuori del piombo. Nel caso di WandaVision,
sembra che questo sia ciò che le permette di passare attraverso
l’Hex.
La capacità di intangibilità di
Monica è molto simile a quella di Kitty Pryde, storico membro degli
X-Men che un tempo avrebbe dovuto avere un suo film in solitaria.
Con gli amati mutanti che entreranno a far parte ufficialmente del
MCU, potrebbero addirittura
incrociarsi in futuro.
Volare alla velocità della luce
Molti supereroi possono
volare, ma nessuno di loro – con l’eccezione forse di Carol Danvers
– può volare alla velocità della luce. In virtù della capacità di
trasformarsi in luce, Monica può volare alla velocità della luce,
il che la rende una dei supereroi più veloci dei fumetti.
La luce viaggia a 186.282 miglia al
secondo e la luce del sole impiega circa otto minuti per
raggiungere la Terra. Ecco quanto tempo impiegherebbe Monica
Rambeau a coprire la stessa distanza: oltre 93 milioni di
miglia.
Esplosioni di energia
Monica può anche convertire
l’energia che acquisisce in raggi di forza. Queste esplosioni
fotoniche trasportano oltre 300 tonnellate di TNT di forza
esplosiva.
Questa è la principale arma
offensiva di Monica ed è stata incredibilmente distruttiva contro i
nemici che ha affrontato durante la sua storia nei fumetti. Come
membro e leader di lunga data degli Avengers, Monica ha affrontato
numerose minacce, tra cui I Signori del Male, guidati dal Barone
Zemo.
Illusioni olografiche
Una conseguenza della
capacità di Monica di manipolare la luce è che può lanciare
illusioni olografiche basate proprio su di essa. Monica può creare
oggetti, alterare il proprio aspetto o creare più immagini di se
stessa per confondere i nemici. Questo è stato un potere
tradizionale per Monica nei fumetti.
Muta forma
Ant-Man non è l’unico
Avenger che può diventare davvero piccolo. Quando si trova nella
sua forma energetica, Monica può ridurre la sua energia a
dimensioni microscopiche e tornare indietro a suo piacimento,
quindi alle sue dimensioni normali. Focalizzando la sua forma di
energia luminosa in un unico e stretto raggio, può anche diventare
un laser. È inoltre capace di dividersi in molti raggi di energia
di diverse forme e dimensioni.
Ciò è stato utile una volta contro
Rhino, quando i Vendicatori hanno collaborato con Spider-Man per
abbattere il cattivo in Avengers #237 di Roger Stern e dell’artista
Al Milgrom. È stata in grado di regolare la sua taglia per
affrontare l’enorme supercriminale.
Immortale
Un’altra conseguenza dei
suoi straordinari poteri è che Monica, in quanto pura energia
vivente, non invecchia e non morirà mai. Ciò è stato stabilito in”
Avengers: No Road Home”, una trama del 2019 in cui il team affronta
Nyx.
Questo potrebbe anche essere il
caso di Monica nel MCU, che potrebbe portare a
qualcosa di ancora più doloroso per lei della tragica esperienza
che ha dovuto affrontare durante il Blip. È destinata a
sopravvivere ai suoi amici e alla sua famiglia, con la possibile
eccezione di Carol Danvers (anche lei sembra non invecchiare).
Interfaccia dimensionale
Uno dei poteri meno noti di
Monica è in realtà il più rilevante per WandaVision. Dopo
essere stata sovraccaricata e aver perso le sue capacità per un
po’, Monica ha scoperto come incanalare l’energia diretta a lei in
un’interfaccia dimensionale a cui anche lei può accedere.
Lo spot “Nexus” dell’episodio sette
parla di un antidepressivo che “agisce per ancorarti alla tua
realtà o alla realtà che hai scelto”. Questo sembra essere un
riferimento al
Nexus di tutte le realtà, un portale dimensionale o
un’interfaccia che potrebbe avere enormi implicazioni per la
serie.
Il cast di Shazam! Fury
of the Gods, l’atteso sequel del cinecomic con
Zachary Levi, si arricchisce della presenza di
Rachel Zegler, attrice e cantante americana che
vedremo prossimamente nei panni di Maria nel nuovo adattamento di
West Side
Story ad opera di
Steven Spielberg.
Il primo Shazam! è
uscito nelle slae nel 2019, nonostante Warner Bros. e DC FIlms
fossero al lavoro sul cinecomic da parecchi anni. Diretto da
David F. Sandberg (noto all’epoca per aver diretto
numerosi horror, tra cui Lights Out e
Annabelle 2),Shazam! è
stato un successo al botteghino ed è stato particolare apprezzato
anche dalla critica per i suoi toni leggeri e spensierati, tipici
della tradizionale commedia anni ’80. Il film ha incassato 366
milioni di dollari in tutto il mondo, a fronte di un budget di 100
milioni.
Il sequel vedrà il ritorno di
Sandberg dietro la macchina da presa e, naturalmente, quello del
giovane Asher Angel e di Zachary Levi nei panni delle due metà di Billy
Batson: l’adolescente e il supereroe. Il titolo ufficiale del
sequel sarà Shazam! Fury of the
Gods e l’uscita nelle sale è fissata per il 2 giugno
2023.
Ora, secondo quanto riportato da
The Wrap, l’attrice e cantante Rachel Zegler è
stata scelta per interpretare un ruolo misterioso nel sequel. I
dettagli non sono stati rivelati, ma come confermato dalla stessa
Zegler via
Twitter, si tratterà di un personaggio chiave all’interno della
storia. Nulla esclude che l’attrice possa interpretare
l’antagonista principale o uno degli antagonisti principali
(ricordiamo che in passato si era parlato della possibilità che le
Tre Facce del Male o addirittura le sorelle Hecate avrebbero
giocato il ruolo di cattivo della storia).
Tutto quello che c’è da sapere su
Shazam!
Shazam!è
uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary
Levi, Asher Angel, Mark
Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian
Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta
Milans e Djimon
Hounsou.
Abbiamo tutti un supereroe dentro di
noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di
Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni
si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico
mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si
diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che
qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi!
Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole
testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un
bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per
combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus
Sivana.
Il MCU sta andando incontro ad una
serie di importanti e significativi cambiamenti, dal momento che la
tanto agognata Fase 4 è ufficialmente iniziata con l’arrivo di
WandaVision su
Disney+. Sappiamo ormai da tempo che la
serie con protagonisti i personaggi di Wanda Maximoff e Visione
sarà collegata in modo particolare a due progetti futuri
dell’universo condiviso, due sequel, ossia Doctor
Strange in the Multiverse of Madness e Captain
Marvel 2.
Nel primo, diretto da Sam
Raimi, ritroveremo il personaggio di Wanda interpretato da
Elizabeth Olsen, mentre nel secondo, diretto
da Nia DaCosta, vedremo Teyonah Parris riprendere il ruolo di Monica
Rambeau. La domanda sorge dunque spontanea: sarà necessario per il
pubblico guardare WandaVision per
capire cosa accadrà nei sequel di Doctor
Strange e Captain
Marvel? A questo importante quesito ha risposto l’unica
autorità rilevante in materia, ossia Kevin Feige,
il presidente dei Marvel Studios.
In occasione di un intervento
durante il panel della Disney ai TCA (via
CinemaBlend), Feige è stato interrogato proprio sulla
questione, spiegando: “Beh, mi preoccupo sempre di tutto. Il
mio lavoro consiste in questo: preoccuparmi di tutto. Una cosa di
cui non mi preoccupo più è Teyonah Parris. Penso che sia sempre una
cosa buona. Cerchiamo di fare in modo che le storie si svolgano in
modo tale che se ci stai seguendo e hai visto cosa le ha precedute,
sarai immediatamente al passo. E, cosa più importante, se non lo
fai, potrai comunque gustartele.”
Poi ha aggiunto: “Ci sono state
molte conversazioni con Sam Raimi, Michael Waldron e l’intero team
di Doctor Strange sul fatto che questo film deve
funzionare per le persone che hanno visto WandaVision;
ma soprattutto, deve funzionare anche per le persone che non lo
hanno visto, che forse hanno visto Wanda l’ultima volta in Endgame
o in uno dei film precedenti. O per chi, forse, incontra questo
personaggio per la prima volta.”
In attesa di scoprire quale sarà il
futuro di Black Widow (se il film
arriverà in sala o uscirà direttamente su Disney+), veniamo a conoscenza di un
dettaglio molto curioso a proposito dell’atteso cinecomic: pare,
infatti, che i Marvel Studios non abbiamo personaggio a
Tom Holland di vedere il film.
In una recente intervista con
Screen Rant, l’interprete di Spider-Man nell’universo condiviso
ha rivelato che la Marvel non gli ha ancora permesso
di vedere il film, nonostante le sue numerose richieste.
“Abbiamo tormentato la Marvel per settimane per capire se
avessero organizzato una proiezione di Black Widow per noi, ma non l’hanno fatto”,
ha spiegato il giovane attore. “Se mi stanno ascoltando:
Marvel, risolvi la questione,
perché noi vogliamo vederlo!”
Negli anni, Tom Holland si è guadagnato la fama di colui
che ha spesso anticipato – durante le interviste – alcuni dettagli
chiave relativi ai film del MCU, nonostante la Marvel sia nota per la segretezza
che aleggia attorno ad ognuno dei suoi progetti. È chiaro, quindi,
che una personalità come Holland possa essere ritenuta
“pericolosa”, anche nei confronti di un film come Black Widow.
All’apparenza il film non sembra
avere molti legami con la Fase 4, ma sappiamo bene quanto la
Marvel sia brava a dissimulare
qualsiasi aspetto della sua intricata narrativa, quindi non è
escluso che anche il cinecomic su Vedova Nera possa gettare alcune
basi importanti per il futuro del MCU.
Quale sarà il futuro di Black Widow?
Inizialmente previsto per maggio
dello scorso anno, Black Widow è stato posticipato
più volte a causa della pandemia di Covid-19. Allo stato attuale,
la data di uscita del film è fissata per il prossimo 7 maggio, ma
non è ancora chiaro se il film con protagonista Scarlett
Johansson – che i fan attendono impazienti da
anni – riuscirà davvero ad uscire in sala.
Il film sarà diretto da Cate
Shortland ed esplorerà il passato di Natasha Romanoff,
essendo ambientato tra gli eventi di Captain
America: Civil War e Avengers: Infinity
War. Nel cast, oltre a Johansson, ci saranno
anche Florence
Pugh, David
Harbour e il premio Oscar Rachel Weisz. Si dice che il personaggio di
Pugh, Yelena Belova, raccoglierà l’eredità di Nat diventando la
nuova Vedova Nera del MCU: in effetti, è stata già
confermata la sua presenza in un altro futuro progetto del MCU, ossia la serie Hawkeye,
attualmente in produzione.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.