L’attore di 12 anni schiavo ha confermato non solo che rivedremo
Mordo nel sequel, ma ha anche anticipato qualcosa in merito
all’inizio della produzione. “Tutto quello che posso dire è che
speriamo di poter iniziare a girare quanto prima. Il prima
possibile, come potete immaginare. Siamo davvero tutti eccitati
all’idea di andare avanti. Non vedo l’ora”, ha dichiarato
l’attore.
Il personaggio del Barone Mordo non
è apparso né in Avengers:
Infinity War né in Avengers:
Endgame, ma Ejiofor – durante un’altra intervista
con Comicbook – ha
anticipato che probabilmente il sequel di Doctor Strange racconterà che cosa ha
fatto il personaggio dagli eventi del primo film. Quando gli stato
chiesto se sapeva qualcosa a proposito di ciò che Mordo ha fatto
tra gli eventi di Infinity War e Endgame,
l’attore ha anticipato: “Tutto quello che posso dire è che
credo che verrà rivelato cosa ha fatto in questi anni.”
I personaggi che dovremmo vedere in
Doctor Strange 2
Oltre a Chiwetel Ejiofor, nel sequel di Doctor
Strange torneranno anche
Benedict Cumberbatch nei panni di Stephen Strange
e Benedict Wong in quelli di Wong. Non ci sarà
invece Rachel
McAdams, che non tornerà a vestire i panni di
Christine Palmer. Tra le new entry, invece, figura Elizabeth Olsen, che tornerà ad interpretare
Scarlet Witch. Gli ultimi rumor suggeriscono che nel sequel
dovremmo vedere tutta una serie di nuovi personaggi, tra cui
Clea,
Fratello Voodoo e
America Chavez, ma nulla di ufficiale è stato ancora
confermato.
Annunciato ufficialmente questa
estate al Comic-Con di San Diego, Doctor
Strange 2 vedrà Benedict
Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange.
Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche
Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista
dopo WandaVision.
Secondo Collider, la
produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo
sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non
è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere
firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe
intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro
mani con il regista.
Il primo film su Doctor
Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la
nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al
confronto con Dormammu. Nel film c’erano
anche Benedict Wong,
Tilda Swintone Chiwetel Ejiofor. Rachel
McAdams non tornerà nei panni di Christine
Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity
War e in Endgame.
La Warner Bros. ha di nuovo
posticipato l’uscita in sala di Tenet, il nuovo e attesissimo film di
Christopher Nolan. Si tratta del secondo
spostamento per il film che inizialmente doveva essere nelle sale
il 17 luglio. A causa della pandemia, la produzione ha deciso di
spostare l’uscita al 31 luglio, ma adesso si è deciso per una data
ancora più cauta, il 12 agosto.
“La Warner Bros si impegna a
portare Tenet al pubblico del cinema, in sala, sullo schermo,
quando gli esercenti saranno pronti e la salute pubblica dirà
ufficialmente che è tempo – ha dichiarato lo studio – In
questo momento abbiamo bisogno di essere flessibili, e non stiamo
trattando questo come una tradizionale uscita di un film. Stiamo
valutando di far uscire il film a metà settimana, per permettere al
pubblico di scoprire il film nei loro tempi, e pensiamo di
pianificarlo a lungo, per un periodo superiore alla norma, per
sviluppare una strategia di distribuzione differente ma di
successo.” Ricordiamo che il budget di Tenet è stato
ufficializzato per una cifra di 200 milioni di dollari.
Tenet
arriverà al cinema il 03 Agosto 2020.
Christopher Nolan ed Emma Thomas
producono, con Thomas Hayslip come produttore esecutivo. Il team di
Tenet
include il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van
Hoytema (girato in un mix di Imax e 70mm) e la montatrice
Jennifer Lame, lo scenografo Nathan
Crowley, il costumista Jeffrey Kurland e
il supervisore del VFX Andrew Jackson.
Elizabeth Banks ha firmato con Universal per
il ruolo della Signora Frizzle nell’adattamento in live action di
Allacciate le cinture! Viaggiando si impara (The Magic
School Bus). La serie animata, basata sui libri scolastici
scritti da Joanna Cole, era celebre durante gli anni Novanta e
segue le vicende dell’insegnate e della sua classe mentre va in
giro a scoprire scienza e natura a bordo di un magico scuolabus,
che si adegua a tutte le situazioni e le circostanze (si trasforma
in astronave, in sottomarino, e così via…).
Oltre a recitare nel film, Elizabeth Banks produrrà il progetto con Max
Handelman per Brownstone Productions, insieme al presidente della
Scholastic Entertainment e capo dell’ufficio strategico, Iole
Lucchese, e Caitlin Friedman, senior VP e general manager, e
con Marc Platt e Adam Siegel per Marc Platt Productions. Alison
Small sarà produttore esecutivo per la Brownstone Productions.
“Siamo lieti di dare vita
all’iconica signora Frizzle e al suo entusiasmo per la conoscenza e
l’avventura in un modo nuovo e originale che ispirerà la prossima
generazione di bambini a esplorare la scienza e supporterà gli
insegnanti dedicati che aiutano a rendere la scienza reale e
accessibile ai giovani studenti ogni giorno” ha dichiarato
Lucchese in una nota. Ryan Christians della Marc Platt Productions
supervisionerà la produzione con Sara Scott e Lexi Barta della
Universal Pictures.
Lily Tomlin ha
doppiato la signora Frizzle nella serie TV animata PBS, andata in
onda per 18 anni consecutivi negli Stati Uniti ed è trasmessa in
oltre 100 paesi, tra cui l’Italia, naturalmente. Nel 2017 ha
debuttato su Netflix un sequel animato con Kate
McKinnon che doppiava la sorella della signora Frizzle,
Fiona. Ora tocca ad Elizabeth Banks che conferma così anche la sua
collaborazione con Universal, dopo Pitch Perfect, Invisible Woman e Charlie’s Angels.
Legendary Pictures ha
diffuso le prime immagini ufficiali di Enola
Holmes, il nuovo film che sarà distribuito da Netflix a settembre, con protagonista Millie Bobby Brown (Stranger Things) nei panni della
sorella minore di Sherlock Holmes. Nel cast del film, oltre a
Brown, anche Henry Cavill, Sam Claflin e
Helena Bonham Carter nei panni della nuova
famiglia Holmes.
Le ultime due incarnazioni di
Sherlock Holmes, tra cinema e tv, sono state quelle di
Robert Downey Jr. per la Warner Bros, nei film
diretti da Guy Ritchie, e di Benedict
Cumberbatch, per la BBC, nell’adattamento seriale che lo
ha visto al fianco di Martin Freeman / John
Watson. Di seguito le immagini dal film in cui compaiono anche
Claflin e Cavill:
1 di 3
Il film sarà ambientato nel 1880 e
seguirà la giovane Enola che parte da sola alla volta di Londra in
cerca di sua madre, scomparsa misteriosamente nel giorno del suo
16esimo compleanno. Durante il suo viaggio, Enola si troverà al
centro di una grande cospirazione che potrebbe avere gravi
conseguenze sul corso della politica e della sua storia.
La fonte principale del film saranno
i sei romanzi Young Adult della serie “The
Enola Holmes Mysteries” firmati da Nancy
Springer, che hanno come protagonista proprio la piccolina
di casa Holmes. Il film sarà diretto da Harry Bradbeer (Fleabag,
Killing Eve) e sceneggiato da Jack Thorne. Nel cast figurano anche
Henry Cavill (nei panni di Sherlock Holmes) e
Helena Bonham Carter (in quelli della madre di
Enola).
Enola Holmes segnerà la seconda
esperienza cinematografica di Millie Bobby Brown. La giovane attrice ha
debuttato sul grande schermo lo scorso anno in Godzilla II – King of the Monsters, film di
Michael Dougherty e sequel del film del 2014 Godzilla.
Arriverà il 2 luglio su Amazon Prime VideoÈ per il tuo
bene, il nuovo film di Rolando
Ravello con Marco Giallini, Valentina Lodovini,
Vincenzo Salemme, Claudia Pandolfi, Giuseppe Battisto e
Isabella Ferrari. Il film è
una produzione PICOMEDIA in
collaborazione con MEDUSA FILM, prodotto
da Roberto Sessa.
È per il tuo bene, la trama
Tre famiglie entrano in crisi quando
le rispettive figlie si fidanzano. Arturo, avvocato conservatore,
Sergio, irascibile operaio con problemi di autocontrollo e Antonio,
poliziotto integerrimo con un debole per la figlia, sono tre padri
che vedono il loro peggior incubo avverarsi, quando si rendono
conto che le loro tre giovani e belle figlie sono cresciute troppo
in fretta. Arturo vedrà la figlia scappare nel giorno del
matrimonio con una donna. Sergio, padre iperprotettivo, dovrà fare
i conti con il fidanzato della figlia che ha trent’anni più di lei
e Antonio dovrà confrontarsi con il ragazzo di sua figlia, un
giovane rapper.
Sicuri di agire per il loro bene, i
tre padri uniranno le forze per sbarazzarsi dei partner delle
figlie il prima possibile, mettendo a dura prova la pazienza delle
loro mogli tanto da rischiare di far naufragare i loro stessi
matrimoni. Alla fine il bene vincerà, ma quello di chi?
Quando l’ex attrice di Disney
Channel, Zendaya, venne
annunciata come interprete di un personaggio chiamato “MJ” in
Spider-Man: Homecoming, le
polemiche sono state molte. Il personaggio di Mary Jane era troppo
radicato nell’immaginario per subire un restyling così profondo,
secondo i fan. Eppure, la MJ di Zendaya è riuscita a trovare il suo
posto, rivelandosi una scelta perfetta per quello che è stato il
nuovo Peter Parker di Tom Holland.
La verità è che questa MJ, acronimo
per Michelle Jones, non è mai stata pensata per essere la stessa
ragazza dei fumetti né un doppio dell’incarnazione del personaggio
di Kirsten Dunst della serie originale di Raimi. Zendaya ha di fatto
creato un nuovo personaggio, un nuovo love interest per questo
nuovo Spider-Man.
Come Zendaya ha trasformato un personaggio iconico
In una recente intervista video con
Variety, Zendaya ha parlato della
sua esperienza nelle riprese di Spider-Man:
Homecoming, nonché di come è stato dare vita al
personaggio di MJ agli occhi dei Marvel Studios. L’attrice ha parlato del
passaggio da Disney Channel ai Marvel Studios e di come è
diventata MJ:
“Spider-Man è stato uno dei
primi film che ho fatto al di fuori di Disney Channel. E sì, non
avevo molto da fare nel primo film, ma ero così entusiasta di farne
parte. E sono stata fortunata perché volevano già ricreare il
personaggio e trasformarlo in una nuova versione e farlo a modo
nostro in questo universo cinematografico Marvel.”
Zendaya ha quindi
brevemente approfondito ciò che i Marvel Studios avevano in mente per
il suo personaggio sin dall’inizio: “In un certo senso ci sono
entrata e il personaggio era già lì, sulla carta, una ragazza
intelligente, svelta, forte che appare un po’ eccentrica e
insolita. Mi diverto molto a farlo. Mi piace essere in grado di
fare commedie e cose che non sono così pesanti.”
In questo momento, l’attrice di
Euphoria ha senza dubbio conquistato tutti
i fan, anche i più scettici, e non c’è dubbio che lo abbia fatto
proprio grazie al fatto che il suo è un personaggio differente da
quello di carta e inchiostro.
La troveremo di nuovo nei panni di
MJ in Spider-Man 3, che arriverà nei cinema il 5
novembre 2021.
Nel corso degli anni, i film sugli
Avengers sono stati un elemento fondamentale per
l’universo cinematografico Marvel, soprattutto perché si
posizionavano alla fine di ogni Fase e determinavano uno scarto
importante per il racconto generale dell’Universo Condiviso.
L’enorme seguito e il successo generale della serie porta,
naturalmente, a pensare che lo studio non abbia alcuna intenzione
di cambiare traiettoria, nonostante alcuni aggiustamenti si
renderanno necessari, e così dobbiamo sicuramente aspettarci un
Avengers 5, ma con una formazione diversa.
Mentre la prossima lista di film
della MCU non fa menzione di un film
sugli Avengers, il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige ha detto che il prossimo film di
gruppo vedrà protagonista “una squadra molto diversa da quella che
abbiamo visto prima […] con alcune persone che hai già incontrato e
alcune persone non hai ancora incontrato.” I commenti di Feige
sembrano confermare la chiara visione dei Marvel Studios in cui la squadra si
evolve con il racconto.
Quando arriverà Avengers 5, è chiaro che la
presenza di volti nuovi offrirà una nuova dinamica che verrà
esplorata nel film. Inoltre, ogni film sugli Avengers ha visto la
morte o la scomparsa di uno dei componenti del gruppo, questo
potrebbe significare che anche in un quinto film ci sarà una morte,
magari eroica, come accaduto per Quicksilver in Avengers: Age of Ultron o per Iron
Man e Vedova Nera in Avengers: Endgame, o accidentale, che
porterà avanti la narrazione, come quella dell’agente Phil Coulson
in The Avengers. Ma chi potrebbe essere il personaggio destinato a
morire in Avengers 5? Possiamo fare soltanto congetture:
Menzione d’onore: Steve Rogers
(Funerale)
Avengers 5 potrebbe
offrire un funerale adeguato a uno dei più grandi personaggi del
franchise. In Civil War abbiamo visto il funerale di Peggy Carter
(Hayley
Atwell) e abbiamo assistito ad un servizio
commemorativo a cui hanno partecipato Steve Rogers (Chris
Evans), Sam Wilson (Anthony
Mackie) e Sharon Carter (Emily
VanCamp). Il prossimo film di gruppo potrebbe fornire
un espediente appropriato per assistere allo stesso trattamento
riservato al personaggio di Steve Rogers, segnando la vera fine
della sua story-line. Detto questo, i vecchi e nuovi membri dei
Vendicatori dovrebbero essere presenti al funerale, imitando il
tributo che Endgame ha porto a Tony Stark (Robert
Downey Jr.).
War Machine
Dopo Avengers: Endgame, non
si sa molto di quella che sarà la sorte di James Rhodes (Don
Cheadle). Durante il divario di cinque anni tra
Infinity War ed Endgame, Rhodes svolgeva missioni secondarie per la
squadra improvvisata dei Vendicatori guidata da Natasha Romanoff
(Scarlett
Johansson), quindi è probabile che si offra di nuovo
volontario per rimettersi in gioco non appena quella squadra
tornerà in azione.
Da Iron Man a Endgame, Rhodey si è
evoluto da personaggio di supporto (e il migliore amico di Tony) a
un membro a pieno titolo dei Vendicatori, aiutando la squadra in
più di un modo. Nonostante la sua situazione contrattuale
sconosciuta con i Marvel Studios, è possibile che il
prossimo film dei Vendicatori sarà l’ultimo di Don Cheadle. La
morte di Tony Stark in Endgame potrebbe avere implicazioni per
Rhodey maggiori di quanto i fan abbiano realizzato, e il
personaggio potrebbe essere ulteriormente esplorato in Avengers
5.
Sebbene Rhodey sia un membro
ufficiale del team, molti sosterrebbero che l’Infinity Saga non gli
ha dato molto da fare. Avengers 5 potrebbe cambiare tutto ciò,
dandogli la possibilità di essere uno dei leader nella missione,
portandolo ad un eroico sacrificio, alla fine. Sacrificando la sua
vita per uno dei nuovi membri della squadra o persino salvando dei
civili, l’ultimo atto del personaggio potrebbe benissimo ispirare
la prossima generazione di eroi, rafforzando al contempo la sua
eredità.
Hulk
Nella prossima Fase 4, ci
sono molti titoli già annunciati in cui potrebbe comparire
plausibilmente anche l’Hulk di Mark Ruffalo, con She-Hulk e Thor: Love and Thunder come primi
della lista. Tuttavia, essendo uno dei membri rimanenti del team
originale dei Vendicatori, l’inclusione di Bruce Banner in
Vendicatori 5 dovrebbe essere un gioco da ragazzi.
Dalla lotta per controllare la sua
parte “verde” al combinarla con successo con la sua mente per
diventare Smart Hulk, Banner ha già fatto un viaggio molto
interessante nel MCU durante la Infinity Saga. In
Endgame, il personaggio ha compiuto un grande sacrificio nello
schioccare per primo le dita, per riportare in vita coloro che
Thanos aveva spazzato via, danneggiando gravemente la sua mano
destra nel processo. Anche se non si sa se il suo braccio sarebbe
completamente guarito al momento dell’arrivo di Avengers
5, c’è motivo di credere che Banner possa essere un po’
più vulnerabile.
Vale la pena notare che l’arco di
Hulk è tornato al punto di partenza durante Endgame, ed è difficile
immaginare quale sarebbe il suo ruolo previsto nella prossima serie
di film. Con questa prospettiva, il tempo del Gigante di Giada
potrebbe finire così, proprio durante Avengers 5, con un sacrificio
finale all’altezza della sua importanza nel MCU.
Thor
Proprio come Hulk, l’arco
di Thor (Chris
Hemsworth) è stato in qualche modo completato durante
Endgame. Il finale di Endgame ha inoltre mostrato che Thor non ha
idea di quale possa essere il suo prossimo passo, tanto che ha
chiesto un passaggio ai Guardiani della Galassia. Mentre
Love and Thunder potrebbe raccontare un nuovo ostacolo da superare
per il personaggio, l’idea di Jane Foster (Natalie
Portman) che prende il Mjolnir e il mantello di Thor,
potrebbe indicare che il percorso di Hemsworth nel MCU è finito.
E quale sarebbe una possibile uscita
dis cena all’altezza del suo coraggio se non un sacrificio estremo
in Avengers 5? Appartenendo agli Original Six, potrebbe benissimo
uscire di scena in questo modo.
Occhio di Falco
Clint Barton (Jeremy
Renner) consegnerà il mantello di Occhio di Falco a
Kate Bishop nella prossima serie dedicata a Occhio di Falco
Disney+. Non si sa molto sull’impatto
duraturo della serie sulla vita da supereroe Barton, ma c’è una
possibilità che possa essere preso in considerazione per un film
per un’ultima volta per aiutare la prossima squadra di
Vendicatori.
Barton si è ritirato un paio di
volte durante la Saga dell’Infinito, ma non ci ripensa due volte ad
entrare di nuovo in campo quando il dovere chiama, come visto
durante Civil War e Endgame. Come i fan possono ricordare, Barton
ha già avuto esperienze di pre-morte nell’MCU, ma il personaggio è stato
salvato in tali momenti sia in Age of Ultron che in Endgame. Mentre
sarebbe straziante per la famiglia di Barton il fatto che lui
morisse, combattere fianco a fianco con altri eroi durante Avengers
5 sarebbe il momento perfetto per concludere il suo viaggio in
MCU.
Nick Fury
Nick Fury (Samuel
L. Jackson) ha fatto parte del MCU fin dal suo concepimento nel
2008. Con una nuova ondata di eroi che debutterà nei prossimi anni,
c’è la possibilità che il tempo di Fury nella serie stia per
finire. Mentre è plausibile che Fury sarà ancora in giro per
guidare e supervisionare le missioni della prossima squadra di
Vendicatori, la sua mancanza nei precedenti due film sembra
suggerire che anche in futuro gli Avengers potranno fare a meno di
lui.
Nel corso dell’Infinity Saga, i
Marvel Studios hanno già finto di
uccidere Nick Fury, ma il franchise può lanciare una palla curva ai
fan uccidendo davvero il personaggio durante Avengers 5. Uccidere
un personaggio importante come Fury potrebbe presumibilmente avere
un impatto duraturo sull’intero MCU.
L’attesissimo The
Batman di Matt Reeves ci permetterà
non solo di vedere il Crociato di Gotham interpretato da
Robert Pattinson alle prese con diversi iconici
villain, ma anche una nuova iterazione del Crociato di Gotham molto
diversa dalla precedenti. Secondo alcuni recenti rumor, Reeves
avrebbe già pensato ad un’ipotetica trilogia in cui introdurre
anche il personaggio del Joker. In attesa di scoprire se ciò
corrisponderà a realtà,
CBM ha raccolto 10 storyline dai fumetti dedicate allo scontro
tra Batman e Joker che un’eventuale trilogia di Reeves potrebbe
adattare:
Batman: Sotto il cappuccio
“Sotto il Cappuccio” racconta la
storia del ritorno di Jason Todd a Gotham City in qualità di
omicida vigilante. Era stato creduto morto dopo essere stato
assassinato dal Joker, ma ha assunto l’identità originariamente
detenuta dal Clown Principe del Crimine per vendicarsi sia di lui
che del suo ex mentore.
Questa storia ruotava principalmente
attorno al rapporto tra Batman e Robin, con Joker messo più
nell’ombra, ma non sarebbe necessariamente una brutta storia da
adattare. I fan hanno pianto per anni dietro a queste serie. E se
in futuro venisse rivelato che Robin ha aiutato Batman durante il
primo anno della sua carriera (visto che The
Batman si svolge rà durante il secondo), prima di essere
ucciso dal Joker? In caso contrario, questa è una trama che
potrebbe essere adattata in un terzo o quarto film con protagonista
il Crociato di Gotham.
The Joker’s Five-Way Revenge
“Five Way Revenge” è arrivato in un
momento in cui i fumetti di Batman avevano un disperato bisogno di
allontanarsi dal tono campy stabilito dalle serie tv degli
anni ’60. La storia ruota attorno al tentativo del Joker di
eliminare cinque scagnozzi che lo avevano offeso in vari modi,
lasciando il Cavaliere Oscuro senza nessun altra scelta che
proteggere coloro che normalmente avrebbe sconfitto e messo dietro
le sbarre.
Oltre a mostrare il disinteresse del
Joker per coloro lavorano per lui, questa storia ha anche aumentato
la complessità della relazione tra Batman e il Clown Principe del
Crimine. Dopo aver teso un’imboscata ad un Batman stanco e
indebolito, il supercriminale sceglie comunque di lasciare vivo il
suo nemico. Tutti questi elementi funzionerebbero benissimo
all’interno di un film. È una storia certamente oscura, ma Reeves
potrebbe concretizzarla in tantissimi modi soddisfacenti.
Batman: Il lungo Halloween
Tra le storie a fumetti più epiche
di tutte, ne “Il Lungo Halloween” il Joker ha un ruolo abbastanza
secondario, ma comunque fondamentale. La storia ruota attorno a un
mistero lungo un anno, con Batman che affronta quasi tutti i suoi
iconici nemici e, contemporaneamente, cerca di eliminare un
misterioso assassino noto come Holiday.
Furioso per essere stato messo in
ombra dal rivale, alla vigilia di Capodanno il Clown Principe del
Crimine raggiunge i cieli di Gotham nel tentativo di sprigionare
nell’aria un gas velenoso. Ne consegue un’epica battaglia che vede
Batman combattere contro il suo nemico per il controllo dell’aereo,
con il mantello che ad un certo punto finisce anche incastrato in
un’elica. Alla fine Batman riesce ad abbattere il Joker. Nonostante
si vociferi che già The
Batman possa trarre ispirazione da questa run, sicuramente
ci piacerebbe vedere questa storyline adattata in futuro.
Batman: La morte della famiglia
Quando il Joker sfugge alla
prigionia, sia lascia qualcosa alle spalle: la sua faccia! Mesi
dopo, il cattivo riemerge e reclama il suo viso, trascorrendo
l’arco narrativo de “La Morte della Famiglia” con la pelle in
decomposizione, legata alla sua faccia con una cintura e con degli
ami da pesca. Le cose si fanno ancora più complicate di così,
soprattutto quando viene rivelato che Bruce ha sempre sospettato
che il Joker conosca la sua identità segreta; questo perché lo
stesso ha trovato una carta da gioco lasciata per lui nella
Batcaverna: lo stesso, inoltre, ha fatto visita al Joker
nell’Arkham Asylum (senza il costume di Batman) per vedere se il
cattivo l’avesse riconosciuto.
Batman afferma addirittura di
conoscere il vero nome del suo nemico, spingendola a saltare da una
scogliera prima di pronunciarlo. Questa trama ha davvero
approfondito la relazione del Cavaliere Oscuro con il Clown
Principe del Cfrimine: potrebbe dunque essere il modo migliore per
reintrodurre il personaggio, in un modo tanto originale quanto
memorabile.
L’uomo che uccise Batman
Questa è una storia che proviene
dalla serie animata su Batman e non da un fumetto: vedere elementi
di questa classica storia in un film potrebbe essere interessante.
L’episodio in questione è incentrato su uno sfortunato gangster
noto come Sid the Squid, un criminale che sembra essere riuscito ad
uccidere Batman.
Questo ovviamente lo mette in
contatto con molti cattivi riconoscenti, ma il Joker non è contento
che qualcuno sia riuscito dove lui ha fallito. Infastidito sia da
ciò che dalla morte del suo nemico, cerca di sconfiggere Sid, ma
viene fermato all’ultimo minuto proprio da… Batman!. Ovviamente, in
questo caso non c’è abbastanza materiale per un intero film, ma non
si può negare che alcuni elementi di questa storyline potrebbero
funzionare brillantemente in un film.
Batman: L’uomo che ride
“L’Uomo che Ride” di Ed Brubaker e
Doug Mahnke funge da moderna rivisitazione della storia delle
origini del Clown Principe del Crimine e anche da sequel di
“Batman: Year One”. Solo questo potrebbe renderlo il seguito ideale
di The
Batman, e anche se abbia già visto un’origine del villain
in Joker, un adattamento fedele ai fumetti che incorpori
Cappuccio Rosso e le ACE Chemicals sarebbe sicuramente apprezzato
dai fan.
Batman potrebbe persino passare la
maggior parte del film combattendo contro Cappuccio Rosso prima che
avvenga la trasformazione e venga presentato al suo nemico più
contorto. “L’Uomo che Ride” ha offerto una versione approfondita e
stratificata del Joker, e questa run è sicuramente qualcosa che
potrebbe aiutare a differenziare questa versione dalle altre che
abbiamo visto in precedenza.
Batman: The Killing Joke
Probabilmente la più famosa e iconica storia di Batman e Joker
di tutti i tempi, “The Killing Joke” aspetta da anni di essere
adattato al cinema. Mentre il trattamento di Barbara Gordon/Batgirl
da parte del Joker è sempre stato oggetto di polemica (le spara e
poi scatta foto di lei nuda per schernire suo padre), la serie
merita comunque di arrivare al cinema, e si spera nel migliore dei
modi.
Dopo aver tentato di
corrompere mentalmente Jim Gordon, ne consegue uno scontro epico
con Batman che finisce in modo sorprendente: i due condividono una
risata mentre aspettano l’arrivo della polizia, ma c’è chi ipotizza
che la risata del Joker sia dovuta al fatto che in realtà Batman lo
ha ucciso. Questo dovrebbe essere un adattamento fedele al 100%, e
Reeves saprebbe sicuramente come rendere uno scontro tra i due
davvero memorabile.
Batman: Endgame
Questa storia, ua sorta di seguito
de “La Morte della Famiglia”, ha visto il Joker tornare a Gotham
City più potente che mai, avvelenando l’intera città con una
formula che ha fatto impazzire tutti. L’unico modo per curare la
popolazione è che Batman estragga una misteriosa sostanza chimica
dalla spina dorsale del Clown Principe del Crimine.
Folle, non è vero? Successivamente
viene rivelato che il Joker ha trovato una sostanza chimica che ha
guarito il suo volto e gli ha donato una forza maggiore. Dopo una
battaglia che vede sia Batman che il Joker arrivare insanguinati e
mutilati alla fine, entrambi vengono sepolti sottoterra. Inutile
dire che questa runa ha tutte le caratteristiche per essere
adattata in un film epico: soprattutto, potrebbe essere un ottimo
modo per reinventare la storia e il personaggio del Clown Principe
del Crimine.
Batman: Il ritorno del Cavaliere Oscuro
Batman
v Superman: Dawn of Justice ha ovviamente reso omaggio a
“Il Ritorno del Cavaliere Oscuro” in molti modi, anche se il
personaggio del Joker non è presente nel film. Il ruolo del cattivo
in questa famosa storia di Frank Miller potrebbe essere facilmente
usato per influenzare un possibile sequel di The
Batman.
Fingendo di essersi
ripreso dopo anni di reclusione, il Joker finisce per avvelenare un
intero studio televisivo durante un’intervista e, di conseguenza,
si ritrova presto in rotta di collisione con Batman. Tuttavia,
Batman non ha voglia di giocare con la sua nemesi: così, lo acceca
con un Batarang e gli rompe il collo dopo un violento pestaggio.
Incapace di uccidere il suo nemico, il Joker se la ride mentre
porta a termine il lavoro, incastrando Batman per il suo omicidio.
È una storia troppo dark per Reeves? Forse… ma ricordiamoci che il
villain potrebbe sempre fingere la sua morte!
Batman: Una morte in famiglia
Questa storia iconica ha visto Robin
morire dopo un brutale pestaggio da parte del Joker con un piede di
porco. L’immagine di Batman che prende tra le bracia il suo
aiutante è diventata iconica. Si tratta di un momento che ha
cambiato per sempre il Crociato di Gotham e che ha fatto dubitare
gli abitanti della città: perché avrebbe portato un bambino in
battaglia contro un nemico così pericoloso come il Clown Principe
del Crimine?
Non sarebbe male per un eventuale
sequel di The
Batman adattare questa storia e raccontare il ritorno di
Jason Todd. Il DC
Extended Universe ha accennato al destino di Robin in
Batman v Superman: Dawn of Justice, con Zack Snyder che
avrebbe rivelato in seguito che il costume deturpato apparteneva
all’incarnazione di Dick Grayson. Preferiremmo che questo nuovo
franchise non percorresse una strada simile: tuttavia l’ascesa, la
caduta e la risurrezione di Robin è una storia che vale la pena
raccontare.
Il romanzo scritto nel 1865 da
Lewis Carroll, Le avventure di Alice nel Paese
delle Meraviglie è tutt’oggi fonte di grande ispirazione per
il cinema. La Walt Disney ne trasse infatti una prima versione
animata nel 1951, per poi realizzare a quasi sessant’anni di
distanza una versione live-action intitolata Alice in
Wonderland, con la regia del visionario
Tim Burton.
La storia narrata nel film ricalca
grossomodo quella riportata nel romanzo di Carroll, e ha per
protagonista la giovane Alice, che caduta attraverso la profonda
tana di un coniglio si ritrova in un mondo fantastico, popolato da
strane creature di tutte le forme e di tutti i colori. Sul suo
percorso, Alice si imbatterà in diversi alleati, come il
Bianconiglio, il Cappellaio Matto e lo Stregatto, ma anche in
alcuni temibili nemici, come la Regina Rossa.
Alice in Wonderland: il cast del
film
Per dar vita al suo film, Burton si
è assicurato di poter avere con sé alcuni dei suoi attori più
ricorrenti. Il personaggio del Cappellaio Matto è infatti stato
affidato all’attore Johnny
Depp, con il quale vanta una lunga collaborazione. Per
l’attore si è trattato di un’occasione unica, attendendo da anni un
ruolo come quello. La sua intenzione era inoltre quella di dar vita
ad una versione più cupa e psicologicamente complessa del
personaggio. Le riprese per Depp si sono però rivelate più
difficili del previsto. Dovendo recitare costantemente davanti ad
un green screen, l’attore definì questo un vero ostacolo per la sua
interpretazione, rendendo faticoso immedesimarsi nella
situazione.
L’attrice Mia
Wasikowskaricopre invece il ruolo di Alice, la
protagonista del film. Ancora pressoché sconosciuta, questa ebbe
modo grazie al film di ottenere estrema popolarità, dando poi vita
ad una carriera ricca di titoli di successo. A farle ottenere il
ruolo, stando a quanto dichiarato da Burton, è stata la sua
solennità, che conferiva al personaggio il mood che il regista
stava cercando. La Wasikowska vinse così il ruolo battendo rivali
come Amanda
Seyfried e Lindsay Lohan.
Altri due ruoli fondamentali nel
film sono quello della Regina Bianca, interpretata da Anne
Hathaway, e della Regina Rossa, interpretata da
Helena Bonham
Carter, all’epoca moglie di Burton. La prima di queste
era stata inizialmente considerata per il ruolo di Alice, ma non
volendo ricoprire nuovamente un ruolo simile ad alcuni suoi
precedenti, chiese di poter avere una parte diversa. Il film si è
inoltre avvalso di un ricco cast di doppiatori, come Alan
Rickman, che ha dato voce al Brucaliffo, Christopher
Lee, per il Ciciarampa, e Stephen
Fry, per lo Stregatto.
Alice in Wonderland: le riprese
del film
Per Burton, Alice in
Wonderland è stato il primo film girato con la tecnica del 3D.
Ciò è dovuto anche al grande impatto che tale formato stava avendo
in quegli anni su alcuni film, e dopo il successo di
Avatar, anche la Disney era intenzionata a realizzare un
film che potesse sorprendere lo spettatore sotto tale punto di
vista.
Le riprese del film si sono svolte
in normali studi di posa, realizzate con tecnica tradizione, e solo
in seguito convertite in tridimensionale. Tale processo è stato
motivato come una strategia per risparmiare parte del budget e
avere un maggior controllo del girato in fase di montaggio. Il film
vanta infatti un budget di circa 200 milioni di dollari, uno dei
più grandi nella carriera di Burton.
Per il regista, inoltre, realizzare
il film era l’occasione per dar vita ad una trasposizione del
romanzo di Carroll basata su una più chiara struttura. Il regista
ha infatti più volte dichiarato di non essersi mai sentito attratto
dalle altre versioni realizzate negli anni, poiché queste seguivano
un andamento “nonsense”, dove Alice finiva con l’apparire più
un’osservatrice che una diretta protagonista degli eventi.
Alice in Wonderland: box office,
sequel, streaming e trailer
Distribuito in tutto il mondo nel
marzo del 2010, il film ha ricevuto un’accoglienza mista da parte
della critica, la quale ne elogiava le stravaganze e alcune
invenzioni visive, ma criticava invece la mancanza di quel realismo
che ha sempre contraddistinto le opere di Burton, accusato qui di
aver ceduto alla CGI. L’accoglienza di pubblico fu invece
particolarmente entusiasmante, e il film arrivò a guadagnare oltre
un miliardo di dollari a livello globale, di cui 30 milioni nella
sola Italia. Questo ha permesso al film di affermarsi come uno dei
maggior incassi nella storia del cinema.
Il film ottenne poi anche tre
nomination al premio Oscar, rispettivamente nelle categoria
“migliori effetti speciali”, “migliori costumi” e “migliore
scenografia”, trionfando in queste ultime due. Dato il grande
successo, la Disney non ha mancato di confermare la realizzazione
di un sequel, uscito poi al cinema nel 2016 con il titolo di
Alice attraverso lo
specchio, liberamente ispirato al romanzo di Carroll
Attraverso lo specchio e quel che alice vi trovò.
Ad oggi gli appassionati del film,
o coloro che non l’avessero ancora visto, possono fruirne grazie
alla sua presenza su alcune delle principali piattaforme streaming
presenti in rete. Alice in Wonderland è infatti presente
nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple
iTunes, Tim Vision e, ovviamente, su Disney+. In base a quale di queste si
sceglierà, sarà sufficiente sottoscrivere un abbonamento generale o
noleggiare il singolo film, potendo poi vederlo in tutta
comodità.
Arrivato sul grande schermo nel
2013, il film La notte del giudizio ha dato il via ad una
delle più fortunate saghe cinematografiche ambientate in una realtà
distopica. Composta da quattro film e una serie televisiva, la saga
è stata ideata da James DeMonaco, ed ha in breve
ottenuto ottimi riscontri di pubblico, tanto da giustificare la sua
espansione.
Basata sull’ipotesi di un
diverso corso della storia, la premessa della saga è
quella secondo cui una volta all’anno, negli Stati Uniti, viene
concesso unperiodo di dodici ore chiamato
“Sfogo” (Purge in originale), dove ogni crimine è
permesso, compreso l’omicidio, e tutte le forze dell’ordine sono
momentaneamente sospese. Nella mitologia della saga, ciò venne
introdotto nel 2017 dall’organizzazione nota come i “Nuovi Padri
Fondatori d’America”, i quali saliti al potere nel 2014 hanno
instaurato un regime totalitario.
Per far fronte ai problemi della
nazione, come l’elevata criminalità e il livello di disoccupazione,
venne pertanto concesso tale periodo di sfogo collettivo, che portò
ad un drastico calo delle problematiche principali del paese. In
realtà, come si scoprirà nei film, lo Sfogo è un sofisticato
sistema per controllare la popolazione, attaccando perlopiù i
cittadini considerati un peso ai fini dello sviluppo economico. La
notte dello sfogo si svolge tra il 21 e il 22 marzo, e tali date
non sono casuali.
Nei paesi anglofoni, infatti, il 21
marzo viene indicato come 3/21 nella forma abbreviata. Il fatto che
il mese 3 e il giorno 21 possano essere letti come un conto alla
rovescia sta a indicare l’arrivo di un evento particolare, quello
della rinascita. Stando al calendario gregoriano, inoltre, il 21
marzo cade nel giorno dell’equinozio di primavera, momento della
rinascita e del risveglio.
DeMonaco ha raccontato che
l’ispirazione per il primo film gli venne in seguito ad un
evento che capitò realmente a lui e a sua moglie. I due
stavano guidando quando all’improvviso rischiarono di essere
coinvolti in un incidente stradale con un altro automobilista.
Fermatisi sul bordo della strada, DeMonaco e questi iniziarono a
prendersi a male parole, passando poi alle mani, e separati
soltanto dall’intervento della polizia. Sconvolta da quell’evento,
la moglie del regista sembra aver espresso l’idea che una volta
all’anno dovrebbe essere consentito commettere omicidio.
La notte del giudizio: la timeline
della saga e l’ordine di come guardare i film
Dal 2013 ad oggi sono stati
realizzati quattro film e una serie televisiva appartenenti alla
saga di La notte del giudizio. Questi titoli affrontano un
arco temporale piuttosto ampio, nel quale si esplorano le origini
dello Sfogo come anche di alcuni dei personaggi ricorrenti. Per
comprendere meglio il potenziale della saga, nonché i suoi maggiori
segreti, può essere particolarmente utile guardare i suoi film non
solo secondo l’ordine in cui sono stati distribuiti in sala ma
anche in ordine cronologico.
Ecco dunque la timeline della saga
di La notte del giudizio:
Il primo film della saga,
La notte del
giudizio(2013), venne inizialmente
realizzato per essere a suo modo conclusivo. Ad ora è infatti
l’unico capitolo ad includere dei personaggi non ricorrenti, ovvero
la famiglia Sandin, nel film minacciata per l’intera notte da un
gruppo di aggressori. Ad interpretare i due adulti furono chiamati
gli attori Ethan
Hawke e Lena
Headey. Hawke, in particolare, accettò di partecipare
al film per poter dare al progetto, di natura low-budget, un nome
noto grazie a cui poter puntare ad una maggior distribuzione.
DeMonaco si è infatti dovuto
accontentare di un budget di soli 2.7 milioni di dollari, e le
riprese durarono in tutto appena 19 giorni. Per poter rientrare in
questi vincoli, decise di raccontare la storia totalmente da un
punto di vista interno alla casa dei Sandin, limitandosi ad
accennare quanto avveniva fuori. Grazie al successo del film, che
ha incassato nel mondo un totale di 90 milioni, DeMonaco ha potuto
avere accesso a cifre più sostanziose per i sequel, potendo così
mostrare di più riguardo allo Sfogo.
Anarchia – La notte del
giudizio
Con
Anarchia – La notte del
giudizio (2014), si esplorano dunque nuovi punti
di vista riguardo alla notte più violenta dell’anno. Ambientato nel
2023, il film è il primo ad introdurre il personaggio di Leo
Barnes, interpretato dall’attore Frank
Grillo, che sarà protagonista anche del successivo
film. Sergente fuori servizio, Barnes intende approfittare dello
Sfogo per vendicare la morte del figlio, ma i suoi piani subiscono
un cambio di direzione nel momento in cui si trova a dover
proteggere una coppia.
Per girare il film, DeMonaco ha
stavolta avuto a disposizione un budget di 9 milioni di dollari,
potendo così portare lo spettatore direttamente nelle strade dove
gli scontri avvengono. Compreso il potenziale della serie, inoltre,
inizia a costruire i film in modo che possano essere collegati tra
di loro pur raccontando la storia da punti di vista diversi. Ha
così inizio l’universo narrativo di La notte del giudizio,
espansosi ulteriormente grazie ad uno spin-off ed una serie
televisiva.
La notte del giudizio – Election
Year
Ambientato nel 2037, il
terzo capitolo della trilogia, intitolato La notte del giudizio –
Election Year(2016), compie un notevole
salto in avanti nel tempo, avendo però come protagonista sempre Leo
Barnes, ora divenuto capo della sicurezza della senatrice Charlie
Roan, candidata alla presidenza degli Stati Uniti e decisa ad
abolire lo Sfogo. Ciò verrà naturalmente ostacolato in più modi dai
Nuovi Padri Fondatori.
Con questo terzo capitolo, DeMonaco
continua ad esplorare lo Sfogo, espandendo inoltre i suoi confini.
Se nel primo film la vicenda si svolgeva dall’interno di una casa,
e nel secondo tra le strade, con il terzo si arriva invece agli
ambienti governativi. Questo ha portato inoltre ad un necessario
cambio nel punto di vista. Nel primo film la vicenda è infatti
raccontata dai ricchi, nel secondo dai poveri, e nel terzo dagli
uomini di politica. Il film è inoltre stato distribuito pochi mesi
prima delle vere elezioni presidenziali, lasciando quasi presagire
il clima teso che sarebbe poi seguito alla vittoria di Donald
Trump.
La prima notte del giudizio
Conclusasi la trilogia
principale della saga, nel 2018 viene distribuito in sala il primo
spin-off, intitolato La prima notte del giudizio. Questo
porta gli spettatori al 2017, anno in cui venne introdotto per la
prima volta lo Sfogo. Come si vedrà nel film, per la prima edizione
di questo violento evento i Nuovi Padri Fondatori decisero di
limitarlo all’isola di Staten Island, dando così vita ad un vero e
proprio esperimento poi esteso all’intera nazione. Tra i
protagonisti del film si possono ritrovare la premio Oscar Marisa
Tomei, e la giovane Melonie
Diaz. Con un budget di 13 milioni, questo è anche il
film di maggior incasso della saga, avendo totalizzato 127 milioni
complessivi al box office.
Inizialmente, questo capitolo
spin-off era previsto come terzo film della saga, ma dato
l’interesse di Grillo e DeMonaco a continuare le vicende relative a
Leo Barnes, si preferì realizzare prima Election Year,
rimandando di due anni le riprese di La prima notte del
giudizio. Si tratta inoltre del primo film non diretto da
DeMonaco, il quale si è occupato soltanto della sceneggiatura,
cedendo la regia a Gerard McMurray. Questi si era
fatto notare nel 2017 grazie al film Burning sands: Il codice
del silenzio, contenente alcune tematiche simili alla saga
ideata da DeMonaco.
The Purge, la serie tv
Dopo quattro film per il cinema, la
saga estende i suoi confini anche alla televisione, dove nel 2018
debutta con The Purge, serie ideata dallo stesso DeMonaco
con l’obiettivo di espandere ulteriormente la narrativa intorno
allo Sfogo. In Italia, la serie è stata distribuita sulla
piattaforma Amazon Prime Video, e ad oggi si compone di due
stagioni per un totale di 20 episodi.
The Purge è ambientata nel
2027, ovvero tra gli eventi dei film Anarchia ed
Election Year, e segue diversi personaggi, apparentemente
non collegati tra loro, i quali durante la notte dello Sfogo
dovranno fare i conti con le loro paure più grandi. Portando la
narrazione verso nuovi orizzonti, all’interno della serie non si
ritroveranno i protagonisti dei precedenti capitoli, lasciando così
spazio a nuovi volti e nuove storie.
Nonostante un iniziale
interessamento favorevole da parte del pubblico, la serie è stata
ufficialmente cancellata dopo sole due stagioni. Il motivo
principale sarebbe da ricondurre agli elevati costi, giudicati
eccessivi rispetto ai risultati ottenuti in termini di
audience.
La notte del giudizio: dove vedere
la saga in streaming
Vedere, o rivedere, la saga è
possibile grazie alla presenza dei quattro film su alcune delle
principali piattaforme streaming presenti in rete. Queste sono
Chili Cinema, Tim Vision, Rakuten TV, Google Play, Apple
iTunes, e Amazon Prime Video, dove sono inoltre presenti
le due stagioni della serie The Purge, strettamente
collegata agli eventi del film. Per poter guardare uno di questi
titoli basterà scegliere tra queste piattaforme e noleggiare il
film o sottoscrivere un abbonamento generale.
La maggior parte degli spettatori lo
ricordano con le fattezze di Thorin Scudodiquercia, ma l’attore
Richard Armitage vanta numerose altre celebri
partecipazioni in noti titoli, tanto per il cinema quanto per la
televisione, dove oggi Armitage è principalmente attivo. Apprezzato
da critica e pubblico, l’attore ha saputo provare la propria
versatilità, affermandosi come interprete di tutto rispetto.
9. È noto per i suoi ruoli
televisivi. Tra i primi ruoli di rilievo ricoperti
dall’attore in televisione vi sono quelli per le
miniserie Between the Sheets (2003) e Nord e
Sud (2004). Successivamente, si afferma con il personaggio di
Guy of Gisborne in Robin Hood (2006-2009), che gli dà
grande notorietà. Recita poi in titoli come Spooks
(2008-2010), Strike Back (2010-2011) e Hannibal
(2015), con Mads
Mikkelsen, Berlin Station (2016), con
Rhys
Ifans, e The Stranger (2020).
8. È il doppiatore
principale di una nota serie. Dal 2017 Armitage si diletta
anche con il doppiaggio, dando voce al personaggio Trevor Belmont,
protagonista della serie animata Castelvania, basata
sull’omonimo videogioco. Il personaggio doppiato da Armitage è un
cacciatore di vampiri caduto in disgrazia, il cui compito è però
ancora quello di difendere la Valacchia da Dracula e le sue maligne
creature. Per l’attore si tratta del primo, e per ora unico, ruolo
da doppiatore.
Richard Armitage non ha una
moglie
7. Ha avuto una relazione
con un’attrice. Nel prendere parte allo spettacolo
teatrale The Crucible (2014), Armitage conosce l’attrice
Samantha Colley, nota anche per i suoi ruoli in
Solo: A Star Wars Story (2018) e
Genius (2017-2018). I due intraprendono una relazione,
annunciando poi nel 2016 di essere ufficialmente fidanzati e pronti
al matrimonio. Questo, tuttavia, non avrà mai luogo, poiché i due
interpreti interromperanno il loro rapporto senza fornire
particolari motivazioni. Ad oggi Armitage sembra dunque essere
single.
Richard Armitage in Star Wars
6. Ebbe un cameo nel primo
film della trilogia prequel. Mentre terminava i propri
studi alla London Academy of Music and Dramatic Art, l’attore
iniziò a recitare in alcuni piccoli ruoli per il cinema o la
televisione. Uno di questi fu come pilota in Star Wars:
Episodio 1 – La minaccia fantasma. Armitage ha raccontato di
essere rimasto particolarmente colpito dalla grandezza del set,
come anche la sua difficoltà nell’individuare sé stesso all’interno
del film, per via della breve apparizione concessagli.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Richard Armitage in Lo Hobbit
5. Il suo personaggio
avrebbe dovuto portare una lunga barba. Originariamente,
il nano Thorin, interpretato da Armitage, era stato concepito con
un look diverso da quello poi apparso nel film. Questi avrebbe
dovuto infatti portare una lunga barba, proprio come descritto
anche nel romanzo. Tuttavia, la produzione pensò che questa avrebbe
potuto limitare la recitazione di Armitage, e optò dunque per una
barba corta, simbolo del lutto per la perdita di Erebor.
4. Ha odiato uno dei suoi
costumi. Durante le riprese di Lo Hobbit – La desolazione di
Smaug, all’attore fu fornito un soprabito da lui poco
apprezzato tanto per il materiale quanto per la sua non praticità.
Armitage richiese dunque al regista Peter Jackson
di trovare il modo affinché potesse non doverlo più utilizzare.
Jackson fu così costretto a riscrivere una delle scene, prevedendo
uno scontro con il drago Smaug dove il soprabito prendeva fuoco,
dando così all’attore la possibilità di poterlo abbandonare.
3. Ha tenuto per sé
un’oggetto di scena. È norma piuttosto diffusa ad
Hollywood che al termine delle riprese di un film gli attori
coinvolti possano prendere per sé alcuni cimeli dal set. Con la
conclusione del terzo capitolo della trilogia di Lo
Hobbit, anche Armitage ebbe tale possibilità. L’attore scelse
di tenere per sé la spada ammazza orchi, da lui sfoggiata durante
l’intera trilogia.
Richard Armitage in Hannibal
2. Ha interpretato un noto
personaggio. Nel 2015 l’attore prende parte agli ultimi
sei episodi della terza stagione di Hannibal, recitando
nel ruolo del celebre serial killer Francis Dolarhyde. Il
personaggio è l’antagonista principale del romanzo Il delitto
della terza luna, e da subito si pone come uno dei principali
avversari di Hannibal Lecter. Anche nella serie, i due ingaggeranno
uno scontro fino all’ultimo sangue.
Richard Armitage: età e
altezza
1. Richard Armitage è nato a
Leicester, in Inghilterra, il 22 agosto 1971. L’attore è
alto complessivamente 189 centimetri.
Il personaggio di Darkseid, tagliato
dalla versione cinematografica di Justice
League e sostituito da Steppenwolf, farà il suo
attesissimo debutto nella Snyder Cut
del film, che arriverà su HBO Max il prossimo anno. L’arrivo del
potente villain è stato anticipato dal primissimo teaser trailer
dell’unica versione del cinecomic riconosciuta da Zack
Snyder.
Adesso, grazie a quanto riportato da
un utente di Twitter
(via
Screen Rant), sono emersi nuovi dettagli sul ruolo originale
del temibile personaggio. L’utente Twitter in questione, infatti,
avrebbe tradotto il murales del Tempio delle Amazzoni che racconta
propria la battaglia della prima invasione di Steppenwolf, a cui
avrebbe dovuto prendere parte anche Darkseid.
La traduzione dell’utente
confermerebbe quanto già trapelato in un vecchio report del 2018:
nella versione originale, Zeus avrebbe mandato suo figlio Ares a
combattere contro Darkseid. Il villain riuscirebbe a sopravvivere
alla battaglia, nonostante ne esca gravemente ferito: per questo
motivo, è costretto a ritirarsi e a lasciare le tre Scatole Madre
agli umani, agli atlantidei e alle amazzoni.
Lo scontro tra Ares e Darkseid
nella Snyder Cut di Justice League?
Questa storyline è stata totalmente
eliminata dalla versione cinematografica rimaneggiata da
Joss Whedon, in cui è stato Steppenwolf il villain
principale del film. Dunque, nella Snyder
Cut di Justice
League – che arriverà su HBO Max nella prima metà
del 2021 – dovremmo finalmente vedere lo scontro tra Ares e
Darkseid.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Come sappiamo ormai da diverso
tempo, le riprese di Avatar 2 sono ufficialmente ripartite
agli Stone Street Studios di Wellington, in Nuova Zelanda. Il
regista James
Cameron, il produttore Jon Landau e
tutta la troupe americana coinvolta nella produzione del film hanno
dovuto sottoporsi ad un periodo di quarantena prima di poter
tornare effettivamente operativi.
Adesso, l’account
Twitter ufficiale della saga ci regala una nuova immagine dal
backstage del film con protagonista il giovane attore
Britain Dalton, che nei sequel interpreterà Lo’ak,
il secondogenito di Jake e Neytiri. Nello scatto possiamo vedere
l’attore impegnato nella realizzazione, attraverso la
performance capture, di una particolare sequenza
subacquea.
Di recente abbiamo appreso
la notizia che,
proprio a causa dell’arrivo della troupe dei sequel
di Avatar in Nuova Zelanda, la
produzione dei film è stata accusata di “favoritismo
politico” da parte dell’opposizione dell’attuale governo.
Il leader del partito liberista ACT New Zealand aveva
dichiarato: “Quali sono le regole sui confini? Per adesso
sembra che se sei un amico del governo, allora tutto ti è concesso.
Altrimenti, problemi tuoi! Dovrebbe esserci una regola per tutti. È
inaccettabile che la scelta di chi far entrare nel paese spetti ai
politici.”
Avatar
2debutterà
il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo
capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 19 dicembre 2025 e 17
dicembre 2027.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
Split,
il film di M. Night Shyamalan del 2016 interpretato da
James McAvoy, è finito sotto accusa. Secondo
quanto leggiamo su Screen
Rant, sarebbe stata lanciata infatti una petizione per chiedere
a Netflix di rimuovere il film. Il motivo? La
rappresentazione che nel film verrebbe fatta delle persone affette
da disturbo dissociativo della personalità.
Secondo gli utenti che hanno dato
il via alla petizione su Change.org,
la storia e i personaggi di Split offenderebbero chi
soffre di disturbo dissociativo dell’identità, dando un quadro
della malattia che non corrisponderebbe alla realtà. A sostegno
della campagna è esploso su Twitter anche l’hashtag
#GetSplitOffNetflix.
Al momento il colosso dello
streaming non ha commentato in alcun modo la vicenda: non sappiamo
quindi se il film verrà effettivamente rimosso o se
Netflix si limiterà ad anteporre ai titoli di
testa un disclaimer relativo all’autenticità o meno di quanto
rappresentato nella pellicola. Non è escluso che anche M. Night Shyamalan – molto attivo sui social –
possa intervenire personalmente sulla questione, magari rilasciando
una comunicazione ufficiale.
Split e la trilogia concepita da M. Night Shyamalan
In attesa di aggiornamenti, ricordiamo che il soggetto
di Split è
ispirato alla figura di Billy Milligan, un criminale statunitense
affetto da disturbo dissociativo della personalità. Il film fa
parte di una trilogia concepita dallo stesso Shyamalan, a cui
appartengono anche Unbreakable – Il predestinato (2000) e
Glass
(2019).
Nel 2015, quando Black
Panther era ancora in fase di sviluppo, alcune voci
volevano che Ernie Hudson, noto per i suoi ruoli
nella saga di Ghotsbusters
e nel film Il
Corvo, fosse il favorito per interpretare il personaggio
di Re T’Chaka nel film. Quando la parte venne poi ufficialmente
affidata a John Kani, il possibile coinvolgimento
di Hudson è passato alla storia come l’ennesimo rumor, ma oggi
scopriamo che in realtà l’attore è stato molto vicino ad ottenere
il ruolo.
Anche se non è mai stato in lizza
per la parte, Hudson ha rivelato (via
ComicBook) di aver incontrato Louis D’Esposito, co-presidente
dei Marvel Studios, per discutere proprio della
possibilità di interpretare il ruolo del padre di T’Challa nel
film. All’epoca però D’Esposito gli disse che la parte in questione
“era troppo piccola”, e che alla fine, per l’attore,
sarebbe emerso sicuramente qualcosa di più importante.
Dopo Black Panther, Ernie Hudson
spera ancora di poter entrare nel MCU
L’attore ha anche rivelato di essere
ancora in contatto con D’Esposito: periodicamente, infatti, Hudson
manda al co-presidente della Marvel un messaggio per sapere se
c’è qualche nuovo ruolo o qualche nuova possibilità di entrare a
far parte del MCU. L’attore è un grandissimo fan
dei fumetti e sembra essere davvero ansioso di unirsi alla grande
famiglia Marvel prima o poi.
E se ci fosse per lui una
possibilità nell’atteso sequel di Black
Panther? In attesa di scoprirne di più, ricordiamo che
prossimamente ritroveremo Ernie Hudson nei panni
di Winston Zeddemore in Ghostbusters:
Legacy, quarto film dell’omonima saga che sarà diretto
da Jason Reitman e che arriverà al cinema il 5
marzo 2021.
Batman v Superman: Dawn of Justice è stato il film che
ha introdotto il personaggio di Diana Prince nell’era presente,
mentre Wonder
Woman è stato il film che ha esplorato non solo il suo
passato, ma ha anche introdotto le guerriere Amazzoni al mondo
degli umani. Ambientato durante i giorni bui della Prima Guerra
Mondiale, nel film Diana ha dovuto fare i conti con le conseguenze
del conflitto e con la perdita dell’amore della sua vita.
In una recente intervista con
Games Radar,
l’attrice
Gal Gadot ha parlato del personaggio di Diana e
ha spiegato come cambierà in Wonder
Woman 1984, attesissimo sequel che arriverà al cinema
il prossimo ottobre. “Il primo film era davvero una sorta di
coming-of-age.Abbiamo visto come Diana Prince è diventata
Wonder Woman e come ha acquisito la sua forza e
i suoi poteri”, ha spiegato Gadot. “Era pura, acerba, era
una sorta di pesce fuor d’acqua… era molto più
giovane!”
Parlando del sequel, l’attrice ha
anche specificato che il nuovo film non sarà propriamente un
seguito. “Non riprendiamo la storia
dal punto in cui l’abbiamo lasciata l’ultima volta, anche perché
sono passati 66 anni”, ha detto Gadot. “Vive da oltre sei
decenni da sola, nel mondo degli uomini, al servizio dell’umanità e
facendo del bene. E questa nuova storia è una storia a sé stante.
L’unica cosa che probabilmente condividono le due storie è
probabilmente il fatto che ci siano sia Diana Prince che Steve
Trevor.”
Gal Gadot anticipa una Diana più
saggia e matura in Wonder Woman 1984
Dopo aver sottolineato quindi che
Wonder
Woman 1984 non sarà esattamente un sequel diretto
del primo film, Gadot ha poi aggiunto: “Al di là di questo,
però, si tratta di un mondo completamente nuovo, di un’epoca
diversa… anche Diana è diversa, e la storia è totalmente nuova. È
un film a sé stante. Autentico. Nel primo film, una cosa importante
che abbiamo sottolineato era l’ingenuità del personaggio di Diana.
Adesso Diana non è più così ingenua. Ha vissuto tante esperienze. È
diventata più matura. Questa volta incontreremo un personaggio
evoluto rispetto al passato.”
Wonder
Woman 1984 uscirà il 2 ottobre 2020. Il film è
stato definito dal produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del
personaggio di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata
introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justice per poi tornare al vecchio secolo
con Wonder Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
The Handmaid’s Tale
4 è la quarta stagione della serie tv The
Handmaid’s Tale creata da Bruce
Miller per HULU e
basata sul romanzo omonimo distopico del 1985 dell’autrice
femminista Margaret Atwood.
In The Handmaid’s Tale
4 ritorneranno June Osborne / Difred (stagione 1-in
corso), interpretata da
Elisabeth Moss, Serena Joy Waterford (stagione
1-in corso), interpretata da Yvonne Strahovski, Comandante
Fred Waterford (stagione 1-in corso), interpretato da
Joseph Fiennes, Emily / Diglen /
Disteven (stagione 1-in corso), interpretata da
Alexis Bledel, Janine / Diwarren / Didaniel
(stagione 1-in corso), interpretata da Madeline
Brewer, Lydia Clements / Zia Lydia (stagioni 1-in
corso), interpretata da Ann Dowd, Luke Bankole
(stagioni 1-in corso), interpretato da O. T.
Fagbenle, Custode Nick Blaine (stagioni 1-in corso),
interpretato da Max Minghella, Moira Strand
(stagioni 1-in corso), interpretata da Samira
Wiley, Rita (stagioni 2-in corso, ricorrente stagione 1),
interpretata da Amanda Brugel e Comandante Joseph
Lawrence (stagioni 3-in corso, ricorrente stagione 2), interpretato
da Bradley Whitford.
La serie racconta di In un futuro
non lontano, il tasso di fertilità umana è in calo a causa di
malattie e inquinamento. Dopo una guerra civile, il regime
teocratico totalitario di Gilead prende il comando nella zona un
tempo conosciuta come Stati Uniti d’America. La società è
organizzata da leader assetati di potere e divisa in nuove classi
sociali, in cui le donne sono brutalmente soggiogate e non possono
lavorare, leggere o maneggiare denaro.
Ron
Perlman è tornato a parlare del tanto chiacchierato
reboot di Hellboy,
il film di Neil Marshall uscito nelle sale lo
scorso anno, che ha visto nei panni del personaggio dei fumetti
creato da Mike Mignola l’attore David Harbour, noto per la serie Stranger
Things.
In una nuova intervista concessa a
ComciBookMovie, Perlman – che aveva interpretato il personaggio
di Anung Un Rama nei due adattamenti diretti da Guillermo
del Toro, usciti nel 2004 e nel 2008 – ha rivelato che
ha avuto la possibilità di apparire nel reboot. L’attore ha
spiegato di aver declinato l’offerta proprio perché il film non
sarebbe stato diretto da Del Toro.
“L’unica cosa che ha fermato il
terzo Hellboy diretto da Guillermo del Toro è perché quel ragazzo è
uno dei registi più impegnati del mondo”, ha spiegato
l’attore. “Non avrebbe mai potuto farlo con tutte le cose che
ha già in cantiere, anche se avesse voluto. I due film non hanno
nulla a che fare l’uno con l’altro.”
Ron Perlman rivela di non aver mai
visto il reboot di Hellboy
“Il reboot è qualcosa a cui mi è
stata data la possibilità di partecipare, ma l’unica versione di
Hellboy che mi interessa è quella che ho fatto con Guillermo,
quindi ho rifiutato. In realtà, mi sono tenuto proprio alla larga
da quel progetto: ne ho sentito parlare pochissimo e non l’ho
neanche visto”, ha aggiunto Perlman. “Ho augurato loro
ogni bene, ma non era una cosa che mi interessava.”
Non sappiamo quando sia stata
offerta esattamente a Ron
Perlman la possibilità di tornare, ma è sicuramente
interessante sapere che lo studio – almeno inizialmente – lo
volesse di nuovo nei panni di Red, cosa che forse avrebbe portato
maggior fortuna al reboot di Neil Marshall (anche
se non possiamo saperlo con certezza).
Dopo anni di rumor e speculazioni,
ad agosto dello scorso anno è stato ufficialmente confermato che la
Warner Bros. è al lavoro su Matrix
4, nuovo capitolo della celebre saga che vedrà non
solo il ritorno di Lana Wachowski (co-regista e
co-sceneggiatrice della trilogia originale insieme alla
sorella Lilly)
dietro la macchina da presa, ma anche quello di
Keanu Reeves e
Carrie-Ann Moss rispettivamente nei panni dei
personaggi di Neo e Trinity.
La produzione del film era stata
bruscamente interrotta (così come quella di tantissime altre
produzioni in tutto il mondo) a causa della pandemia di Covid-19.
Adesso, la produzione ha finalmente ricevuto il via libera per
poter tornare a girare a Berlino, e grazie a
TMZ abbiamo la possibilità di dare un primissimo sguardo al
ritorno degli attori sul set.
Nei nuovi scatti è possibile vedere,
oltre a
Keanu Reeves e
Carrie-Ann Moss, anche la new netry Neil Patrick Harris: nessun dettaglio sul
ruolo che la star di How I Met Your Mother avrà nel nuovo
episodio è stato rivelato, ma stando alle prime indiscrezioni
l’attore dovrebbe interpretare un villain. Potete vedere tutte le
nuove foto dal set cliccando
QUI.
Come torneranno in vita i
personaggi di Neo e Trinity in Matrix 4?
Sia Neo che Trinity sono stati
uccisi alla fine di Matrix: Revolutions del 2003, quindi
sarà certamente interessante scoprire in che modo i due personaggi
verranno riportati in vita. Nel film non ci sarà invece Laurence Fishburne, dal momento che nel nuovo
capitolo dovremmo vedere una versione più giovane di Morpheus,
probabilmente interpretata dall’attore Yahya Abdul-Mateen II(Aquaman).
Matrix
4 vedrà nel cast il ritorno
di Keanu
Reeves, Carrie-Ann
Moss e Jada
Pinkett-Smith al fianco delle new
entry Yahya Abdul-Mateen II,
Neil Patrick Harris, Jonathan Groff, Jessica
Henwicke Toby
Onwumere. L’uscita nelle sale è fissata per il 1 aprile
2022. Il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana Wachowski. La sceneggiatura del film è
stata firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell.
Dopo la release di Justice
League nel 2017, le possibilità che
Henry Cavill tornasse ad interpretare Superman
nel DCEU si sono abbassate drasticamente. Anche in Shazam!,
ad esempio, il cameo dell’eroe kryptoniano è stato realizzato
utilizzando uno stunt, e questo perché all’epoca si vociferava che
l’attore e la Warner Bros. non fossero riusciti a raggiungere un
nuovo accordo economico.
Tuttavia, lo scorso mese abbiamo
appreso la
notizia che Cavill è ufficialmente in trattative per tornare
nei panni dell’uomo d’acciaio nell’universo condiviso: il ritorno
in questione però sarà relegato ad un ruolo di supporto in uno dei
prossimi film del DCEU in uscita (non è stato ancora rivelato
quale); quindi, almeno per ora, non ci sono possibilità di vedere
un’eventuale sequel de L’Uomo d’Acciaio di Zack
Snyder.
Adesso, in una recente intervista
con Variety,
l’attore ha parlato proprio dell’iconico ruolo di Superman, senza
rivelare nulla in merito al futuro cinematografico del personaggio,
ma spiegando che amerebbe interpretarlo ancora per molto tempo:
“Sono sempre stato un fan di Superman”, ha detto Cavill.
“Con un personaggio del genere, porti quel ruolo con te anche
fuori dal set. E diventa parte della tua immagine
pubblica.”
Henry Cavill parla di Superman:
“Il ruolo che mi ha cambiato la vita.”
“Quando incontri dei bambini,
dei bambini che non mi vedono come Henry Cavill, ma che mi vedono
come Superman, sai che c’è una responsabilità che deriva da tutto
questo. È un personaggio meraviglioso. È una responsabilità che
sono felice di avere, così come spero di avere la possibilità di
interpretare Superman ancora nel corso degli anni”, ha
aggiunto l’attore in riferimento al suo futuro nei panni
dell’eroe.
“La mia vita è cambiata
drasticamente a causa di quel ruolo”, ha spiegato l’attore in
merito a ciò che ha significato interpretare il personaggio al
cinema. “Mi ha aperto tantissime porte. È uno di quei
personaggi che può davvero cambiare l’intero corso di una carriera.
Sono incredibilmente grato per questo. Inoltre, è un ruolo che mi
ha insegnato tanto anche a proposito di me stesso.”
“Superman è fondamentalmente un
bravo ragazzo, e quando lo interpreti inizi a fare inevitabilmente
dei paragoni con te stesso. Pensi: ‘Sono una brava persona?’ Sono
abbastanza bravo da essere in grado di interpretare Superman’. E se
per caso senti di non esserlo, allora devi lavorare su te stesso
per assicurarti di essere una persona migliore. Penso che sia
questo che facciamo nella vita di tutti i
giorni.”
Ricordiamo che di recente è stata
annunciata la release della Snyder
Cut di Justice
League su HBO Max. La versione del cinecomic
di Zack
Snyder così come concepito inizialmente dal regista
verrà lanciata sulla piattaforma di streaming nella prima metà del
2021. Durante il commento in diretta a L’Uomo d’Acciaio – in cui Snyder ha
ufficializzato l’arrivo della Snyder Cut su HBO
Max -, era stato lo stesso Henry
Cavill ad ammettere che sarebbe stato onorato di
tornare a vestire i panni di Superman.
Durante una lunga intervista con
Vogue India, l’attrice, regista, produttrice e attivista
Angelina Jolie ha raccontato le ragioni del
suo divorzio da Brad Pitt, nel 2016, dopo una relazione di
dodici anni, due anni di matrimonio e sei figli, di cui tre
adottati.
“Ho scelto il divorzio per il
bene della mia famiglia e so che è stata la decisione più giusta
(…) Continuo a preoccuparmi per loro e concentrarmi sulla loro
guarigione. Alcuni hanno approfittato del mio silenzio e i bambini
vedono bugie su di me e se stessi nei media, ma ricordo sempre loro
che conoscono la verità (…) In effetti, sono sei ragazzi molto
coraggiosi e molto forti» ha continuato Jolie.”
Angelina Jolie e i figli, dopo il
divorzio
La notizia della separazione trai
due attori ha messo fine a un sogno di Hollywood, nato sul set di
Mr. e Mrs. Smith, nel 2004. L’esigenza di
difendere i figli da una relazione che non poteva più funzionare
sembra stata quindi la molla che ha scatenato la decisione,
condivisa dai due. Inoltre, di fronte ad alcune accuse mosse
all’attrice di essere poco stabile, Angelina Jolie
ha commentato che lei non ha bisogno di difendersi da nessuna
accusa, visto che i suoi figli la conoscono e sacco che tipo di
persona è.
“I miei figli conoscono la vera
me e mi hanno aiutato a ritrovarmi e a volermi bene (…) Anche loro
ne hanno passate molte. Imparo dalle loro forze. Come
genitori, incoraggiamo i nostri figli ad accettare tutto ciò che
sono e tutto ciò che sanno essere giusto nei loro cuori, ma a loro
volta si guardano indietro e vogliono lo stesso per noi”.
Per quanto riguarda invece gli
impegni cinematografici dell’attrice, lo scorso anno l’abbiamo
vista di nuovo al cinema nei panni di Malefica, in Maleficent: Signora del Male.
Popolare attrice spagnola,
Lydia Bosch ha negli anni conquistato sempre più
fama, tanto nel proprio paese natale quanto a livello
internazionale. In Italia, ad esempio, è nota per alcune note serie
televisive. Il titolo che più le ha conferito fama, tuttavia, è
quello di Un medico in famiglia, la versione originale da
cui fu poi tratta l’omonima e celebre trasposizione italiana.
Ecco 10 cose che non sai su
Lydia Bosch.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Lidya Bosch: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
film spagnoli per il cinema. L’attrice debutta sul grande
schermo nel 1986, con la pellicola El disputado voto del señor
Cayo. Successivamente, recita in titoli come
Jarrapellejos (1988), La luna negra (1989),
Adeus Princesa (1992), Una casa en las afueras
(1995), Al limite (1997), con Bud
Spencer, e You’re the one (una historia de
entonces) (2000), con il quale si consacra. Tornerà poi al
cinema soltano nel 2013, con il film La hermandad.
9. È nota per i suoi ruoli
televisivi. All’inizio della sua carriera l’attrice recita
in alcuni titoli televisivi come le serie Un, dos, tres…
responda otra vez (1984-1992), El olivar de Atocha
(1989), El obispo leproso (1990), Lleno, por
favor (1993) e ¿Quién dá la vez? (1995). Il vero
successo arriva però grazie Médico de familia, dove dal
1995 al 1999 recita nel ruolo di Alicia Soller. A partire dal nuovo
millennio intensifica la propria presenza in televisione recitando
nella serie Motivos personales (2005), Gran Hotel
(2013), Los misterios de Laura (2014), Senza
identità (2014-2015), e Le verità
nascoste (2018).
8. Ha ricevuto
un’importante nomination. Con il film You’re the one
(una historia de entonces), drammatica storia d’amore al temo
del regime fascista in Spagna, l’attrice ha ottenuto alcuni dei
maggiori riconoscimenti della sua carriera. Tra questi vi è la
nomination come miglior attrice protagonista al prestigioso premio
Goya, considerato l’equivalente spagnolo del premio Oscar. Pur non
riportando la vittoria, la Bosch ha avuto modo di affermarsi
ulteriormente all’interno dell’industria.
Lidya Bosch è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo verificato seguito da oltre 230 mila
persone. All’interno di questo la Bosch è solita condividere
immagini relative a suoi momenti di svago, in compagnia di amici o
colleghi. Non mancano poi anche foto di curiosità a lei legate,
come anche di serate di gala o eventi a cui ha preso parte
6. Utilizza il social per
promuovere il proprio lavoro. Tramite il proprio profilo,
inoltre, l’attrice condivide con i propri follower immagini
promozionali dei suoi progetti da interprete. Sono presenti anche
interviste da lei rilasciate e foto di backstage tratte dai set a
cui ha preso parte. Numerose sono anche le immagini realizzati per
riviste dedicate al mondo dello spettacolo.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Lidya Bosch: chi è suo marito
5. È stata sposata con un
attore. Nel corso degli anni l’attrice ha sempre cercato
di evitare la diffusione di dettagli relativi alla propria vita
sentimentale. È tuttavia noto che nel 1992 diede alla luce la prima
figlia, avuta con l’attore spagnolo Miguel Molina, con la quale si
frequentava in quel periodo. I due si sposano poi ufficialmente nel
1994, divorziando tuttavia soltanto due anni dopo, nel 1996,
citando differenze inconciliabili.
4. Si è sposata una seconda
volta. Nel 2001 l’attrice si è sposata per una seconda
volta con l’architetto Alberto Martín, con il quale si frequentava
già precedentemente. Nel 2003 la coppia diede alla luce due
gemelli, e per loro la Bosch decise di prendersi una pausa di due
anni dal mondo della recitazione. Nel 2009, l’attrice ha poi dato
vita ad una turbolenta separazione dal marito, culminata nel
divorzio ufficializzato nel 2010.
Lidya Bosch: chi è il suo partner
attuale
3. È molto
riservata. Dal momento del suo secondo divorzio ad oggi,
l’attrice ha ulteriormente diradato le notizie sulla propria vita
privata. Il suo impegno è infatti quello di tenere nettamente
separati lavoro e famiglia, cercando così di crescere i tre figli
lontani dai riflettori della mondanità. Attualmente, perciò, non è
possibile stabilire se la Bosch abbia o meno una nuova relazione, e
i suoi profili social non sembrano suggerire nulla a riguardo.
Lidya Bosch in Le verità
nascoste
2. È la protagonista della
serie. Nel 2018 l’attrice recita nel ruolo di Lidia
McMahón in Le verità nascoste. All’interno della serie, il
suo personaggio è la madre di Paula, ragazza scomparsa in strane
circostanza e ricomparsa dopo anni ormai adolescente. Intorno a
tale mistero si svolgeranno una serie di indagini, che porteranno
la stessa Lidia ad essere una delle principali accusate della
scomparsa della figlia.
Lidya Bosch: età e altezza
1. Lydia Bosch è nata a
Barcellona, in Spagna, il 26 novembre 1963. L’attrice è
alta complessivamente 165 centimetri.
Mentre Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è stato
distribuito nelle sale lo scorso dicembre, per molti versi la sua
storia è tutt’altro che finita. Nei mesi successivi alla sua
uscita, i fan hanno appreso dal cast e dai creatori del film le
molteplici sceneggiature, riscritture e concetti che non sono
finiti sullo schermo.
Una cosa su cui molti fan e critici
hanno concordato è la performance di Adam Driver nei panni di Kylo Ren. Il suo
personaggio è stato l’antagonista principale della trilogia sequel,
è stato senza dubbio il personaggio più avvincente di questo nuovo
corso ed è stato magistralmente interpretato da
Driver. Tuttavia, come molti personaggi de L’Ascesa di
Skywalker, sembra che per Kylo Ren sia stato pianificato più di
quello che è apparso nel montaggio finale.
Lev Grossman, noto
per la sua trilogia di Magicians e che ha scritto il primissimo
articolo in merito ad Episodio IX per Vanity Fair, ha recentemente
condiviso alcuni spunti delle sue interviste con il cast del film
sul set. IndieWire ha
riportato i pensieri di Grossman: “Penso che probabilmente
la cosa che mi mancava è che volevo vedere più dettagli
sull’infanzia di Kylo Ren… Pensavo che sarebbero tornati indietro
nel tempo per mostrarci di più sul perché si è rivolto al lato
oscuro. [Adam
Driver] ha avuto molti pensieri interessanti sull’infanzia di
Ben Solo”.
Adam Driver avrebbe voluto dei flashback del piccolo
Ben Solo
Ne
Gli Ultimi Jedi di Rian Johnson, il
pubblico ha visto che Ben Solo si è rivolto al lato oscuro quando
suo zio e maestro, Luke Skywalker, ha tentato di ucciderlo. Oltre a
ciò, non sappiamo molto della caduta di Ben oltre a poche righe di
dialogo su come è stato tentato da Snoke. Guardando indietro, il
suo aver ceduto al lato oscuro è sembrata un po’ troppo rapido,
allo stesso modo della sua redenzione nel film di J.J.
Abrams. Grossman ha continuato a parlare di come Adam Driver aveva immaginato l’educazione di
Kylo:
“Si tratta in realtà di qualcosa
che
Adam Driver ha detto… Ha detto Han Solo e Leia erano troppo
egocentrici e avevano un’idea di se stessi come eroi che era troppo
ingombrante per lasciare spazio all’essere genitori attenti nel
modo in cui un giovane e tenero Kylo Ren aveva davvero bisogno. Non
ci sono molti di questi aspetti nel film, quindi penso solo che
dobbiamo supporre che la sua infanzia sia stata
trascurata”.
Sembra certamente che Adam Driver sapesse di più sul perché il suo
personaggio sia caduto e credeva che il pubblico sarebbe riuscito a
vederlo. Delle scene di flashback sulla sua relazione con Han e
Leia, o persino qualche pezzo di dialogo sui suoi ricordi
d’infanzia, sarebbero serviti non solo al suo personaggio, ma alla
storia generale e a come il pubblico sarebbe potuto entrare meglio
in connessione con la sua caduta e poi redenzione.
Subito dopo l’annuncio del listino 01
Distribution e della scoperta che
Diabolik, dei Manetti Bros,
uscirà il 31 dicembre 2020, ecco che arriva anche il teaser poster
del film, con protagonisti Luca Marinelli e
Miriam Leone. Eccolo di seguito:
A dare il volto al Re del Terrore
è Luca Marinelli, l’affascinante Eva
Kant è interpretata da Miriam
Leone mentre Valerio
Mastandrea veste i panni dell’ispettore
Ginko. Nel cast anche Alessandro
Roia, Serena
Rossi e Claudia Gerini. Il
film, adattamento cinematografico delle avventure
del personaggio creato da Angela e Luciana
Giussani, è scritto da Michelangelo La
Neve e Manetti bros., che hanno
firmato il soggetto insieme a Mario
Gomboli.
DIABOLIK è una
produzione Mompracem con Rai
Cinema, prodotto da Carlo
Macchitella e Manetti
bros., in associazione
con Astorina, con il sostegno
di Emilia – Romagna Film
Commission, Friuli Venezia Giulia Film
Commission, Film Commission Vallee
D’Aoste. Il film uscirà nelle sale italiane il 31
dicembre 2020 distribuito da 01
Distribution.
È stato presentato questa mattina il
listino 01 Distribution per la prossima stagione
cinematografica e, a confermare una tendenza che sembra stia
assumendo sempre maggiore sostanza, negli ultimi anni, le proposte
della distribuzione sono tutte interessanti, differenti tra loro e
molto valide, sulla carta.
Nel mondo che sta uscendo dalla
pandemia, anche la distribuzione parte con cautela proponendo, dal
15 luglio, Gli Anni più belli, di Gabriele
Muccino, una ri-distribuzione che dovrebbe instaurare di
nuovo la confidenza tra pubblico e sala in quanto spazio comune e
condiviso. L’11 agosto toccherà a The Turning – La casa del
male, horror di Floria Sigismondi con
Mackenzie Davis e Finn Wolfhard.
Torna al cinema il 19 agosto Volevo Nascondermi,
il film di Giorgio Diritti con Elio
Germano, mentre settembre si presenta ricco nella seconda
metà del mese.
Il 17 settembre arrivano
Mister Link e Miss Marx. Il primo
è il nuovo capolavoro Laika, già premiato con un Golden Globe per
il miglior film d’animazione nella passata stagione
cinematografica, il secondo è il racconto biografico su Eleanor, la
figlia minore di Karl Marx, con Romola Garai, di
Susanna Nicchiarelli. Chiude il mese, il 24,
Il giorno sbagliato, con protagonista
Russell Crowe.
Il primo ottobre esce
Lacci, di Daniele Lucchetti, con
Alba Rohrwacher e Luigi Lo
Cascio, l’8 Divorzio a Las Vegas con
Giampaolo Morelli, Andrea Delogu,
Ricky Memphis e Gianmarco
Tognazzi e il 29 Come Play – Gioca con
me, horror acclamato all’estero con Gillian
Jacobs e Azhy Robertson, scritto e
diretto da Jacob Chase.
Due titoli italiani ci aspettano
invece a novembre. Il 5 del mese arriva Il cattivo
poeta, che di Gianluca Jodice, in cui ci
aspetta un Sergio Castellitto completamente
irriconoscibile, mentre il 26 arriva Ritorno al
crimine, il sequel di Non ci resta che il crimine ancora una volta
scritto e diretto da Massimiliano Bruno.
Sono stati tenuti in coda, nel
periodo che dovrebbe essere più ricco per il box office, due dei
titoli più attesi dei prossimi mesi. Arriverà il 16 dicembre al
cinema Freaks Out, il nuovo film di Gabriele
Mainetti che è stato finalmente completato, mentre il 31
dicembre arriva Diabolik, dei Manetti Bros,
con Luca Marinelli nei panni del personaggio dei
fumetti.
La timeline del listino 01 Distribution
Fanno parte del listino, anche se
non hanno ancora una data d’uscita, che quindi slitta
presumibilmente nel 2021, il nuovo film di Sergio
Castellitto, Il Materiale Emotivo,
l’attesissimo film di Nanni Moretti, Tre
Piani, che probabilmente andrà a Cannes 2021, i nuovi film
di Salvatores e Martone, ma anche la nuova attesissima
collaborazione di Martin Scorsese e
Leonardo DiCaprio, Killers of Flower Moon, le cui
riprese dovrebbero cominciare a breve.
Il debutto degli Skrull nel MCU è avvenuto nel 2019 grazie al
film Captain Marvel. A differenza di
quanto raccontato nella serie a fumetti “Secret Invasion”, però, nel cinecomic
con protagonista il premio Oscar Brie Larson gli
Skrull sono dei personaggi buoni piuttosto che dei cattivi, visto
che vogliono solamente cercare una nuova casa dopo che il loro
vecchia ambiente è stato distrutto dagli spietati Kree. Nonostante
ciò, Kevin Feige ha più volte dichiarato che tra gli Skrull esiste
una “moralità” molto variegata, lasciando intendere che prima o poi
le loro versioni cattive prenderanno il sopravvento. Il sito
The Direct ha ipotizzato quali personaggi potrebbero essere
presi di mira ed essere rubati delle loro identità in base agli
obiettivi degli Skrull di invadere la Terra…
Happy Hogan
Per portare a compimento
un’invasione programmata da tempo, sono necessarie numerose
risorse. Nel MCU, uno dei modi migliori per
ottenerle è quello di infiltrarsi in una multinazionale affermata
come le Stark Industries. Dal momento che
Gwyneth Paltrow che tornerà più a vestire i panni di Pepper
Potts, il personaggio più vicino all’azienda che potremmo ritrovare
è certamente Happy Hogan (Jon
Favreau).
Dopo la morte di Tony Stark in
Avengers:
Endgame e dopo aver aiutato Peter Parker a risolvere i
suoi problemi in Spider
Man: Far From Home, Hogan è un personaggio che potrebbe
non apparire in molti altri film del MCU (a parte l’annunciato
Spider-Man 3): gli Skrull potrebbero quindi cogliere al
volo l’occasione e sostituirsi al capo della sicurezza delle Stark
Industries senza che gli eroi principali se ne accorgano.
Thunderbolt Ross
Non è difficile immaginare che il
generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross (William
Hurt) possa essere già stato sostituito da uno Skrull nel
MCU. Dopo la sua prima apparizione
ne L’Incredibile Hulk del 2008, non abbiamo più visto Ross
fino a Captain
America: Civil War del 2016, dove ha rivestito un ruolo
chiave in merito allo scioglimento dei Vendicatori.
In teoria, potrebbe essere stato il
primo tentativo degli Skrull di provare ad ingannare direttamente
gli eroi. Lo scopo di sostituire Ross potrebbe essere dovuto ai
suoi legami con i leader dell’esercito e del governo. Avendo
fiducia in questi leader, per gli Skrull dovrebbe poi essere una
passeggiata assumere le sembianze di altri personaggi chiave nel
corso del tempo…
Janet Van Dyne
Dopo essere rimasta bloccata nel regno quantico per molti
anni, Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer) è tornata nel mondo reale durante Ant-Man
e The Wasp del 2018. Tuttavia, in seguito è stata vittima
dello schiocco della dita di Thanos insieme a suo marito Hank Pym
(Michael Douglas) e a sua figlia Hope (Evangeline
Lilly). Anche se è tornata durante gli eventi di Endgame
(come visto durante il funerale di Tony Stark), i fan del MCU non sanno ancora molto sul
personaggio, il che la rende una candidata principale per essere
una sostituita degli Skrull.
La ragione dietro la
sostituzione di Janet potrebbe essere dovuta alla sua connessione
con le “Particelle Pym” e con il regno quantico. È stato
accertato durante Ant-Man
e The Waspche le particelle sono una tecnologia
molto ricercata nel MCU e che gli Skrull ne sarebbero
consapevoli. Per riuscire ad ottenerle, gli Skrull avrebbero
bisogno di qualcuno che stia sempre con Hank Pym: pertanto,
sostituire Janet dovrebbe essere la via più semplice per i
mutaforma per studiare le particelle ed il regno quantico, e
successivamente colpire ed entrarne in possesso.
Maria Hill
Maria Hill (Cobie
Smulders) è un altro possibile personaggio che potrebbe essere
stato sostituito dagli Skrull. Anche se in Spider-Man:
Far Far Home è stata già sostituita da Soren sulla Terra,
dove si trovi la vera Maria Hill è ancora sconosciuto alla maggior
parte dei fan. Essendo la più fidata alleata di Nick Fury, si
presume che sia persa con lui nello spazio – come anticipato anche
dalla scena post-credits del film -, impegnati a dare vita ad una
nuova organizzazione (presumibilmente la S.W.O.R.D.) per combattere
le minacce ultraterrene.
Dato che la Hill si trova nelle
immediate vicinanze degli Skrull, sarebbe stato facile per i
mutaforma sostituirsi a lei prima, durante o dopo gli eventi di
Far
From Home. Avere una versione Skrull di Hill a stretto
contatto con Nick Fury sarebbe un grande vantaggio per loro,
permettendo alla razza extraterrestre di prendere coscienza dei
diversi piani segreti riguardo la nuova organizzazione di Fury.
Wong
Un altro possibile candidato è Wong
(Benedict Wong), prezioso alleato del Dottor Strange (Benedict
Cumberbatch). Durante gli eventi di Avengers:
Infinity War, l’esistenza di Strange divenne di dominio
pubblico a causa della sua battaglia contro l’Ordine Nero di Thanos
per le strade di New York. Gli Skrull sarebbero consapevoli di
quanto sia potente il Dottore e tenerlo d’occhio sarebbe una mossa
saggia, poiché rappresenta una grande minaccia per la loro
invasione.
Prendere il post di Wong offrirebbe
ai mutaforma uno sguardo all’interno del lato magico e mistico del
MCU. In questo modo, gli Skrull
avrebbero accesso a tutta una serie di artefatti magici che
potrebbero potenzialmente modificare ed usare a loro vantaggio.
Carol Danvers (Captain Marvel)
In quanto
membro più potente dei Vendicatori, è normale che gli Skrull
proverebbero a rubare l’identità di Carol Danvers (Brie
Larson). Con la morte di Tony Stark e il ritiro di Captain
America alla fine di Avengers:
Endgame, è facile ipotizzare che Captain Marvel prenderà le redini del team
di Vendicatori, ponendosi come leader della squadra.
Tuttavia, la fiducia
di Danvers nei confronti degli Skrull potrebbe essere usata contro
di lei, rendendola vulnerabile e un bersaglio facile da colpire per
i mutaforma. Chiaramente, avere una versione Skrull di Captain
Marvel sarebbe un vantaggio enorme
per l’infiltrazione della razza aliena…
Sam Wilson (Captain America/Falcon)
Un altro candidato a cui gli Skrull
potrebbe provare a rubare l’identità se la serie a fumetti “Secret
Invasion” venisse mai adattata è Sam Wilson (Anthony
Mackie), attuale Capitan America dopo gli eventi di Avengers:
Endgame.
Assumere l’identità di Wilson
dovrebbe rappresentare una mossa saggia per gli Skrulls, in quanto
c’è la possibilità che Sam sarà co-capitano degli Avengers insieme
a Captain Marvel, creando così una nuova
dinamica molto simile a quella esistente tra Tony Stark e Steve
Rogers. Attraverso Danvers e Wilson, gli Skrull cercherebbe di
ottenere il controllo del team, portando ad inevitabili scontri
emotivi tra gli eroi.
Wanda Maximoff (Scarlet Witch)
È difficile prevedere come potremmo
trovare Wanda Maximoff (Elizabeth
Olsen) durante “Secret Invasion”, ma si presume che sarà dalla
parte degli eroi. Non c’è dubbio che Wanda Maximoff sia uno dei
Vendicatori più potenti, il che la rende uno degli obiettivo
primari degli Skrull.
Tuttavia, non è noto se gli Skrull
siano anche in grado replicare i suoi poteri esadecimali. Gli
Skrull sarebbero consapevoli dei folli livelli di potere di
Maximoff, quindi abbatterla e cercare di copiare i suoi poteri
dovrebbe essere nella loro lista di priorità. Far sostituire
Maximoff dagli Skrull peggiorerebbe sicuramente le cose per il
resto degli eroi….
Shuri
Nel canone del MCU, è stato confermato che Shuri
(Letitia Wright) è la persona più intelligente dell’intero
universo. Per questo motivo, gli Skrull potrebbero provare a
sostituirla durante gli eventi di “Secret Invasion”. Solo con
Avengers:
Infinity War i confini di Wakanda sono stati aperti
al resto del mondo; un’apertura al mondo esterno avrebbe reso più
facile per gli Skrull catturare Shuri.
Wakanda non è solo la sede del
Vibranium ma anche della maggior parte delle tecnologia avanzate
della Terra. Assumere l’identità di Shuri darebbe agli Skrull un
accesso diretto alla tecnologia del paese e al Vibranium, che
potrebbero tornare loro utile per la battaglia contro gli eroi del
MCU.
La pandemia di
COVID-19 ha cambiato la forma della vita sociale
per tutto il pianeta e, in particolare, anche la stagione delle
convention si presenta molto diversa da quella che è sempre stata,
con il Comic Con di San Diego previsto per
un’edizione totalmente in digitale. Ma al gruppo di convention che
porteranno ad annunci e celebrazioni per la cultura nerd si è
aggiunto quest’anno il
DC FanDome, un evento completamente a tema DC durante il quale
scopriremo quali sono le ultime novità e i grandi annunci relativi
al cinema di casa Warner Bros dedicato ai supereroi.
Questo nuovo evento, che si svolgerà
naturalmente on line per evitare gli ormai celebri assembramenti
principale causa di contagio da coronavirus, potrebbe non solo
togliere al San Diego Comic Con alcuni degli annunci più succulenti
per la prossima stagione, ma potrebbe potenzialmente essere un
fattore importante nel cambiare per sempre la scena delle
convention e degli eventi dedicati ai fan.
Tutto sulla DC, tutto il
giorno
DC
FanDome sarà un evento online della durata di un solo giorno
durante il quale verranno annunciate notizie su ogni aspetto del
marchio DC tra fumetti, programmi TV, videogiochi e, naturalmente,
film (È già stato confermato che diversi film DCEU in arrivo
presenzieranno all’evento).
Warner Bros. aveva precedentemente
annunciato che il DCEU avrebbe fatto un grande ritorno a San Diego
quest’anno con un panel nella Hall H dopo aver saltato l’evento
dell’anno scorso e aver lasciato i loro “rivali” dei Marvel Studios tutti i riflettori. È ancora
possibile che DC sia presente all’evento online di SDCC a luglio,
ma molto probabilmente conserverà le più interessanti novità per il
DC FanDome, il mese successivo. Una tale mossa darà a DC una
possibilità in più di dominare il ciclo delle notizie
sull’intrattenimento per un periodo più lungo, poiché in questo
modo i suoi annunci non si batteranno per “le prime pagine” con
altre società e studi come accade al SDCC.
Il destino degli Studios?
Questa strategia è in
linea con la direzione che sempre più aziende stanno adottando
quando si tratta di eventi dedicati ai fan per gestire dei
franchise. Negli ultimi dieci anni, la Disney ha ospitato la sua
D23 Expo ogni due anni, un evento pieno di annunci che pian piano
ha cominciato a includere anche annunci relativi ai marchi
di Star
Wars e Marvel. Allo stesso modo, Star Wars
Celebration è un evento annuale che promuove esclusivamente quel
franchising. Si è persino verificato un cambiamento nel settore dei
videogiochi, con sempre più aziende che si tirano fuori dal
mega-evento E3 a favore di singoli eventi organizzati dal marchio,
che di volta in volta mette al centro il suo prodotto.
Mentre la prossima celebrazione di
Star Wars è stata sospesa fino al 2022 e la prossima Expo D23
fissata per il 2021, potrebbero esserci altri eventi specifici per
il fandom in arrivo nel prossimo futuro oltre a quelli di DC.
Warner Bros. ha registrato diversi eventi del genere per le sue
proprietà più famose, come Harry Potter, Looney Toons e persino
Pretty Little Liars. Tuttavia, la fattibilità di questi eventi
dipenderà dal successo di
DC FanDome. Se tutto andrà bene per la DC ad agosto, c’è da
aspettarsi una serie di eventi sullo stesso stile.
Il
futuro delle convention?
In questo momento, FanDome
è esclusivamente un evento online. Tuttavia, se si rivelasse un
successo, non sarebbe sorprendente vedere l’evento trasformarsi in
un evento dal vivo nel futuro post-pandemia, proseguendo sulla
strada delle altre convention “a marchio”.
Con un numero crescente di aziende e
studi che intraprendono il percorso solista, è molto probabile che
nel prossimo futuro, il Comic-Con di San Diego non sarà considerato
il gigante tra gli eventi dedicati alla cultura pop che invece è
oggi. Il Comic Con di San Diego, così come quello di New York, o il
CCXP di San Paolo, hanno una copertura mediatica importante, ma è
chiaro che se gli annunci in sede di convention diminuiscono perché
vengono ricollocati, calerà anche l’attenzione dei giornali verso
l’evento cumulativo.
Che
ne sarà dei fan?
Gli eventi da solista
sono ovviamente l’opzione migliore per le aziende nella maggior
parte dei casi, poiché possono essere certe che tutti gli occhi dei
partecipanti sono puntati su di loro e non devono competere
direttamente con i loro concorrenti. E i fan? Molti partecipanti
alle convention amano andare al SDCC, ad esempio, descrivendolo
come un’oasi di cultura pop che racchiude i loro universi preferiti
che offre la miscela perfetta tra senso di comunità e
grandezza.
La maggior parte delle convention di
fandom monotematiche accolgono un pubblico più vario, grazie anche
al numero incredibile di talent coinvolti, ma hanno poco da offrire
sul lato dei contenuti sui fan. SDCC è famosa per le sue enormi
presentazioni nella Hall H, ma anche per regalare ai fan un grande
senso di comunità, tuttavia possono rivelarsi anche dispersivi
proprio perché nella folla il singolo fan non ha lo spazio che
vorrebbe. Se una persona va al SDCC per partecipare agli
eventi legati a Star Wars, potrebbe anche essere sfortunato e non
riuscire ad entrare proprio a quell’evento, cosa che non può
capitare alla Star Wars Celebration, dove ogni evento è legato a
Star Wars.
DC FanDome si rivelerà un punto di svolta per la scena delle
convention così come la conosciamo? Potrebbe. In che modo, non lo
sappiamo ancora, ma gli organizzatori avranno il vantaggio di
osservare come si svolgerà il
SDCC at Home e avranno l’opportunità di imparare da eventuali
errori.
Sappiamo quanto interpretare un eroe
o un villain in uno dei film dei Marvel
Studios sia, oggi, uno dei ruoli più ambiti dagli
attori ad Hollywood, e non soltanto per i soldi, ma anche per il
riconoscimento da parte del pubblico e per l’affetto dei fan.
Oltretutto, gli attori appartenenti alla grande famiglia Marvel non hanno mai nascosto
quanto sia divertente girare un film dello studio, sottolineando
più volte quanto salutare sia l’ambiente di lavoro durante le
riprese.
A volte, capita però che ci si possa
sentire disorientati quando si ha a che fare per la prima volta con
dei progetti così importanti e, soprattutto, con un team di lavoro
così grande come quello della Marvel. È quanto successo a
Paul Rudd la prima volta che ha dovuto
dividere il set con il resto dei suoi colleghi: l’aneddoto è stato
rivelato da una fan page su
Tumbler (via
The Direct) dedicata a
Chris Evans, che ha condiviso un estratto da uno
speciale del format “Actors on Actors” di Variety, mai rilasciato,
che ha visto protagonisti proprio i due attori del MCU.
Nel post condiviso online, si parla
della prima volta in cui Rudd ha incontrato Evans durante il primo
giorno sul set di
Captain America: Civil War, uscito nel 2016. Evans ha
spiegato che lui e il resto del cast dei Vendicatori erano ansiosi
di conoscere il collega e del fatto che il personaggio di Ant-Man
si unisse finalmente al gruppo; dall’altro lato, però, Rudd era
veramente ansioso all’idea di recitare al fianco del resto del
team, al punto da celarsi dietro il nervosismo che avrebbe
caratterizzato il personaggio di Scott Lang per nascondere la sua
preoccupazione.
Il primo incontro tra Chris Evans e
Paul Rudd dimostra quanto “salutare” sia l’ambiente sui set dei
film Marvel
Nonostante le tensioni del collega,
Evans – che fino a quel momento non lo aveva mai incontrato –
decise di metterlo subito a suo agio e di coinvolgerlo in una sorta
di video parodia in cui lui e gli altri Vendicatori si divertivano
a ballare sulle note della celebre canzone di Grease “We Go
Together”, proprio a sottolineare l’importanza di Civil
War e del fatto che il film riunisse la maggior parte dei
personaggi dell’universo condiviso.
A quanto pare, al di là dei timori
di Paul Rudd, l’ambiente sul set era talmente
rilassato che spesso
Chris Evans era solito andare in giro e disturbare gli
altri membri del cast con la sua macchina fotografica, proprio per
dar vita a momenti esilaranti e divertenti. Questo dimostra quanto,
nonostante la costante pressione, i Marvel Studios sono molto attenti a creare
degli ambienti di lavoro in cui agli attori sia anche permesso di
divertirsi e godersi anche momenti di relax.
In una recente intervista con il
Wall Street Journal (via Uproxx), Jess Shell,
amministratore delegato della NBCUniversal, ha svelato un dettaglio
inedito e assolutamente divertente a proposito di The
Hateful Eight, l’ottavo film di Quentin
Tarantino uscito nelle sale di tutto il mondo nel
2015.
Nel corso dell’intervista Shell ha
raccontato di un incontro con Tarantino prima dell’uscita del film,
per discutere appunto i dettagli della distribuzione. All’epoca il
regista aveva già spiegato di essere intenzionato a far uscire il
suo film nel formato Ultra Panavision 70mm, inutilizzato da circa
cinquant’anni. Tarantino, grande estimatore e sostenitore della
pellicola e dell’esperienza cinematografica da sempre, voleva che
il 70mm servisse non soltanto ad evidenziare i paesaggi, quindi i
luoghi dell’azione, ma anche a mettere in risalto le performance
degli attori.
Durante l’incontro tra Shell e
Tarantino, subito dopo che il regista espresse le proprie volontà,
sottolineando che i cinema in cui sarebbe stato programmato
The Hateful
Eight in 70mm dovevano essere attrezzato con
proiettori speciali, l’amministratore esclamò: “E se facessimo
uscire il film, in esclusiva, direttamente sugli iPhone?”. A
quel punto, senza mostrare il ben che minimo turbamento, Tarantino
esclamò un semplice – ed ironico – “Fantastico!” e
abbandonò il meeting.
Non sappiamo cosa abbia spinto Jess
Shell a rivelare l’aneddoto, ma è palese dalle sue dichiarazioni
quanto Tarantino disapprovasse l’idea. Anche se The Hateful
Eight non è stato accolto all’unanimità né dalla
critica né dal pubblico, è innegabile quanto una release destinata
ai dispositivi mobile avrebbe tolto gran parte del fascino ad un
film concepito proprio per essere goduto sul grande schermo,
privando lo spettatore di quell’esperienza cinematografica
fortemente voluta da Tarantino.
Attraverso Hindustan Times, Roger Wardell – che
già in passato aveva anticipato diversi scoop relativi al futuro
del MCU – ha sganciato una nuova bomba
che ovviamente deve essere presa non come una notizia ufficiale ma
soltanto come un puro e semplice rumor. La nuova speculazione
riguarda Ryan
Reynolds e le sue speranze circa l’effettiva
realizzazione di Deadpool 3.
Una fonte anonima avrebbe rivelato
che, nel corso del 2019, Ryan
Reynolds aveva sviluppato un’idea secondo cui Deadpool
avrebbe ucciso l’Universo Marvel sotto l’egida di Fox. Il
film in questione, con Michael Bay in trattative per occuparsi della
regia, avrebbe così permesso al Mercenario Chiacchierone di poter
entrare ufficialmente a far parte del MCU.
Anche se si tratta di una voce a cui
è molto difficile credere, ci sono in realtà diversi elementi che
potrebbero avere una propria logica: Reynolds, infatti, aveva
lavorato con Bay per il film Six Underground, finanziato da Netflix e sceneggiato proprio dagli autori di
Deadpool, Rhett Reese e Paul Wernick; l’attore potrebbe
aver discusso del progetto con il noto regista proprio durante la
produzione del film.
Quale sarà il futuro cinematografico di Deadpool?
Ryan
Reynolds ha già incontrato i Marvel Studios e Kevin Feige lo scorso anno
anno per discutere proprio del futuro cinematografico di Deadpool,
ma ad oggi non è ancora chiaro come si evolverà la figura del
Mercenario Chiacchierone sul grande schermo, soprattutto in
relazione all’ingresso del personaggio nell’Universo
Cinematografico Marvel. È innegabile quanto la
prospettiva descritta da Wardell possa essere a dir poco eccitante,
ma ovviamente fino a quando non ci sarà una conferma ufficiale, è
bene che i fan non lavorino troppo di fantasia…
Deadpool è un
personaggio molto amato, non solo dai lettori dei fumetti, e i
primi due film sotto l’egida della Fox sono stati un vero successo
al box office: non sorprende, dunque, che la Marvel abbia deciso di far
proseguire le avventure di Wade Wilson sul grande schermo. La vera
domanda adesso è un’altra: il film sarà vietato ai
minori? Deadpool 3 rappresenterà
ufficialmente il primo film R-rated dei Marvel Studios?
Vi ricordiamo che a confermare
l’ingresso di Deadpool nel MCU era stato Alan Horn,
presidente di Walt Disney Studios, durante il CinemaCon di Las
Vegas, rassicurando il pubblico accorso al panel che presto
arriverà un altro titolo della serie di film con Ryan
Reynolds.