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Andrew Scott: 10 cose che non sai sull’attore

Andrew Scott: 10 cose che non sai sull’attore

Andrew Scott è uno di quegli attori che è facile aver visto recitare in più occasioni per progetti particolarmente diversi l’uno dall’altro. Attivo tanto al cinema quanto in televisione, l’attore ha preso parte ad alcuni dei titoli più noti degli ultimi anni, arrivando ad interpretare personaggi di rilievo che ne hanno decretato il successo. La sua carriera ha così conosciuto un notevole incremento, con numerose lodi anche da parte del pubblico e della critica. Ecco 10 cose che non sai su Andrew Scott.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Andrew Scott: i suoi film

1. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore ha esordito nel 1998 con un piccolo ruolo nel film Salvate il soldato Ryan, per poi recitare in film come Locke (2013), Jimmy’s Hall (2014), Pride (2014), Spectre (2015), Victor – La storia segreta del dott. Frankenstein (2015), Alice attraverso lo specchio (2016), La verità negata (2016) e 1917 (2019).

2. È noto per i suoi ruoli televisivi. L’attore si è fatto conoscere per aver preso parte a celebri serie TV come John Adams (2008), Sherlock (2010-2017), dove ha ricoperto il ruolo del Professor Moriarty, Black Mirror (2019), Fleabag (2019), Modern Love (2019) e His Dark Materials – Queste oscure materie (2019-in corso).

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Andrew Scott è Moriarty

3. È il personaggio che gli ha cambiato la carriera. L’attore è diventato celebre per aver interpretato il ruolo del dottor James Moriarty nella serie Sherlock, con protagonista Benedict Cumberbatch. Moriarty il villain principale, pronto a tutto pur di distruggere il suo rivale. L’attore ha affermato di essere particolarmente grato al personaggio, poiché grazie a questo la sua carriera ha conosciuto un periodo particolarmente ricco.

4. Il personaggio non era inizialmente previsto. Quando gli ideatori della serie, Steven Moffat e Mark Gatiss, iniziarono a dar vita al progetto, non avevano contemplato la presenza di Moriarty, poiché non erano sicuri di trovare l’interprete giusto. Quando fecero la conoscenza di Scott, tuttavia, si convinsero che l’attore aveva la giusta personalità per dar vita ad un inedito ritratto del personaggio, decidendo così di aggiungerlo alla serie.

Andrew Scott ha preso parte a Black Mirror

5. È stato il protagonista di un episodio. L’attore è apparso come protagonista nell’episodio Smithereens, della quinta stagione della serie Black Mirror. Qui interpreta Chris, un vedovo che lavora come autista, e che a causa del lutto e del dolore provato deciderà di dar vita ad un gesto estremo. Ambientato prevalentemente all’interno di un auto, l’attore ha tuttavia dichiarato di non aver realmente guidato, ma che i movimenti del veicolo sulla strada erano simulati.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Andrew Scott in Modern Love

6. Ha recitato nella serie Amazon Prime. Scott recita nell’episodio Hers Was a World of One della serie antologica Modern Love, disponibile sulla piattaforma Amazon Prime. Qui l’attore interpreta un omosessuale che, insieme al suo compagno, cercano di adottare un bambino. Le loro sorti cambieranno nel momento in cui incontreranno una donna in cerca di genitori adottivi per il suo bambino non ancora nato.

Andrew Scott ha un cameo in Queste oscure materie

7. Ha un importante cameo. L’attore appare solo brevemente nella serie Queste oscure materie, ricoprendo il ruolo di John Parry, colonnello della marina e padre di Will. Il personaggio, per ora solo accennato, avrà modo di comparire in modo più approfondito nelle successive stagioni della serie, con il progredire della storia.

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Andrew Scott ha recitato in Fleabag

8. È stato ringraziato dalla protagonista della serie.  L’attrice Phoebe Waller-Bridge, protagonista della serie Fleabag, ha rivelato che il merito del finale della seconda stagione è dell’attore Andrew Scott. Questi propose infatti una conclusione ben lontana da quella pensata dall’attrice, la quale alla fine si convinse ed ebbe modo di verificare che l’idea avuta dal collega aggiungeva forte emotività al tutto.

9. Ha interpretato uno dei personaggi più apprezzati. Nella serie l’attore ha interpretato il ruolo di un prete molto particolare, che è diventato in breve tempo uno dei personaggi più apprezzati. Questo ruolo ha infatti permesso a Scott di dar vita a nuove e inedite sfumature del suo talento, e di affermarsi inoltre come sex symbol.

Andrew Scott età e altezza

10. Andrew Scott è nato a Dublino, in Irlanda, il 21 ottobre 1976. L’altezza complessiva dell’attore è di 173 centimetri.

Fonte: IMDb

Hammamet: dietro al trucco di Pierfrancesco Favino – video

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Hammamet: dietro al trucco di Pierfrancesco Favino – video

Pierfrancesco Favino, protagonista di Hammamet, ha raccontato, tramite alcuni video sul suo profilo ufficiale Facebook, la realizzazione dei film di Gianni Amelio, in cui interpreta Bettino Craxi.

Per trasformarsi nel politico italiano, Favino si è sottoposto ogni giorno a 5 ore di trucco, che sono state raccontate un questo video diario e in particolare nel video che segue:

Hammamet: la trama

Hammamet riflette su uno spaccato scottante della nostra Storia recente. Sono passati vent’anni dalla morte di uno dei leader più discussi del Novecento italiano, e il suo nome, che una volta riempiva le cronache, è chiuso oggi in un silenzio assordante. Fa paura, scava dentro memorie oscure, viene rimosso senza appello. Basato su testimonianze reali, il film non vuole essere una cronaca fedele né un pamphlet militante. L’immaginazione può tradire i fatti “realmente accaduti” ma non la verità. La narrazione ha l’andamento di un thriller, si sviluppa su tre caratteri principali: il re caduto, la figlia che lotta per lui, e un terzo personaggio, un ragazzo misterioso, che si introduce nel loro mondo e cerca di scardinarlo dall’interno.

01 distribution distribuisce Hammamet, il nuovo film di Gianni Amelio con protagonista Pierfrancesco Favino nei panni di Bettino Craxy. Fanno parte del cast anche Livia Rossi, Luca Filippi, Renato Carpentieri, Claudia Gerini, Silvia Cohen, Omero Antonutti, Giuseppe Cederna, Roberto De Francesco.

Leggi la recensione di Hammamet

Mark Strong: 10 cose che non sai sull’attore

Mark Strong: 10 cose che non sai sull’attore

Per i lineamenti duri del suo volto, l’attore Mark Strong si è affermato negli anni per aver preso parte ad alcuni celebri film in ruoli da villain, risultando spesso convincente nel dar vita a personaggi spietati e privi di morale. Strong ha tuttavia sfoggiato anche buone capacità drammatiche e comiche, ottenendo così le lodi della critica per la sua versatilità.

Ecco 10 cose che non sai su Mark Strong.

Mark Strong: i suoi film

1. Ha recitato da villain in celebri film. L’attore debutta al cinema con il film Captives – Prigionieri (1994), per poi recitare in Due volte ieri (1998), Sunshine (1999), The Martins (2001), Le forze del destino (2003), Oliver Twist (2005), Syriana (2005), Tristano e Isotta (2006), Sunshine (2007), Stardust (2007), e RocknRolla (2008). L’attore è poi divenuto celebre per aver ricoperto il ruolo del villain nei film Sherlock Holmes (2009), Kick-Ass (2010). Tra gli altri film da lui interpretati si annoverano Robin Hood (2010), Lanterna Verde (2011), La talpa (2011), John Carter (2012), Zero Dark Thirty (2012), Kingsman – Secret Service (2014), The Imitation Game (2014), Grimbsy – Attenti a quell’altro (2016), Miss Sloane – Giochi di potere (2016), Kingsman – Il cerchio d’oro (2017), Shazam! (2019) e 1917 (2019).

2. È apparso in numerose produzioni televisive. Nel corso della sua carriera l’attore ha recitato in numerosi film TV, tra cui Emma (1996), In the Name of Love (1999), Falling Apart (2002), e Henry VIII (2003). L’attore ha poi preso parte alle serie TV Our Friends in the North (1996), Anna Karenina (2000), Low Winter Sun (2013) e Deep State (2018).

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Mark Strong parla italiano

3. Ha origini italiane. L’attore possiede origini italiane da parte di padre. Strong è infatti nato con il nome di Marco Giuseppe Salussolia. Il nome gli fu cambiato su suggerimento della madre, per permettergli di integrarsi tra i coetanei britannici. L’interprete non ha mai nascosto di aver continuato a coltivare la lingua italiana, parlandola discretamente.

Mark Strong e Stanley Tucci

4. Viene spesso confuso un altro attore. Strong è in quella lista di attori che vengono spesso confusi con alcuni colleghi dalle fattezze simili. In molti sono infatti soliti scambiare l’attore con Stanley Tucci. Su Internet è infatti possibile ritrovare numerose foto che mettono in evidenza le somiglianze tra i due, ma anche alcune differenze che possono aiutare a distinguerli.

Mark Strong in Sherlock Holmes

5. Ha interpretato il villain del film. Nel film Sherlock Holmes, con Robert Downey Jr., l’attore ha ricoperto il ruolo di Lord Blackwood, esperto di effetti speciali e magia nera che darà del filo da torcere al celebre investigatore. Blackwood sembra infatti possedere la capacità di tornare in vita dalla morte, cosa a cui però Holmes non crede.

6. Si è ispirato ad celebre personaggio letterario. Per il ruolo di Lord Blackwood, l’attore ha dichiarato di essersi ispirato al personaggio del vampiro Dracula. Strong ha infatti accentuato l’aspetto del personaggio secondo cui sarebbe in contatto con il diavolo, ottenendo così la capacità di vincere sulla morte.

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Mark Strong in Shazam!

7. Si è allenato a lungo per il ruolo. Per riuscire a sostenere le impegnative sequenze di combattimento richieste per il film, il più delle quali si svolge sospesi nel vuoto, l’attore si è sottoposto ad un lungo allenamento fisico. Strong si è inoltre esercitato in diverse forse di combattimento per un lungo periodo, aumentando così le proprie capacità fisiche.

8. Ha potuto dar vita alla propria versione del personaggio. L’attore si è dichiarato entusiasta all’idea di poter lavorare su di un personaggio che nessuno aveva ancora mai interpretato. Così Strong ha potuto lavorare libero da eventuali condizionamenti, dando vita a tutte le sfumature e alle caratteristiche dello spietato villain.

Mark Strong: il suo 2019

9. Ha recitato in due film di diverso genere. Il 2019 è stato un anno particolarmente impegnativo per l’attore. Ad aprile è infatti uscito nelle sale il cinecomic Shazam!, dove ricopre il ruolo del villain. Nello stesso anno l’attore ha preso parte ad un importante film d’autore, 1917, incentrato su un evento reale svoltosi durante l’apice della prima guerra mondiale.

Mark Strong età e altezza

10. Mark Strong è nato a Londra, in Inghilterra, il 5 agosto del 1963. L’attore è alto complessivamente 188 centimetri.

Fonte: IMDb

Alicia von Rittberg: 10 cose che non sai sull’attrice

Alicia von Rittberg: 10 cose che non sai sull’attrice

La giovane attrice tedesca Alicia von Rittberg ha mosso i primi passi nello spettacolo nel proprio paese d’orgine, conquistando poi una più ampia fama trasferendosi a recitare in quel di Hollywood. Qui ha avuto modo di confrontarsi con personaggi e generi diversi, dando prova della propria versatilità. Ancora in cerca del ruolo che possa mettere in maggior risalto le sue qualità, la von Rittberg non manca di prendere parte a produzioni tedesche ed europee, mantenendo così salde le proprie radici.

Ecco 10 cose che non sai di Alicia von Rittberg

Alicia von Rittberg: i suoi film

1. Ha recitato in un celebre film americano. Dopo aver preso parte a lungometraggi di produzione tedesca come La scelta di Barbara (2012), l’attrice si fa conoscere anche negli Stati Uniti grazie al film di guerra Fury (2014), dove recita accanto all’attore Brad Pitt. Successivamente recita nel film Il traditore tipo (2016), e nuovamente in lungometraggi tedeschi come Ballon (2018), Rate Your Date (2019). Nel 2020 reciterà invece nel film americano Resistance.

2. Ha partecipato anche a produzioni televisive. La carriera dell’attrice ha inizio grazie ad alcuni film per la televisione tedesca come Il principe delle balene (2010), The Midwife 2 (2016) e Bauhaus (2019). Nel corso degli anni ha inoltre preso parte ad alcune serie televisive, tra cui si annoverano Il commissario Voss (2006-2011), Charité (2017) e Genius (2017).

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Alicia von Rittberg è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo seguito da 61,4 mila persone. All’interno di questo la von Rittberg è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma non mancano anche immagini promozionali dei suoi progetti da attrice. Frequenti sono anche scatti e video realizzati per riviste di moda.

Alicia von Rittberg ha un account Facebook

4. Ha una propria pagina Facebook. Molto attiva sui social network, l’attrice possiede anche una pagina ufficiale su Facebook, dove ha un totale di oltre 25 mila follower. Qui la von Rittberg è solita condividere post legati ai propri lavori da interprete, ma non mancano anche curiosità su di lei o immagini tratte dalle premiere a cui prende parte.

Alicia von Rittberg in Fury

5. Ha avuto una parte nel film di guerra. La produzione del film Fury era alla ricerca di un’interprete tedesca per il ruolo di Emma, una delle ragazze con cui interagiscono i protagonisti. L’attrice, su suggerimento della sua agenzia, registrò così un provino con il proprio cellulare, ricevendo due settimane dopo una chiamata per incontrare il regista.

6. È stata lodata da David Ayer. Il regista di Fury, David Ayer, ha dichiarato di aver particolarmente apprezzato l’interpretazione dell’attrice, perché pur trovandosi a ricoprire il ruolo di una ragazza che vive in piena guerra, la von Rittberg non ha marcato questo aspetto drammatico, conferendo invece grande spensieratezza al personaggio.

Alicia von Rittberg e Brad Pitt

7. È rimasta colpita dalla gentilezza dell’attore. L’esperienza più bella del set di Fury, stando alle parole dell’attrice, è stata la possibilità di lavorare con Brad Pitt. Ad averla colpita è stata in particolare la sua gentilezza e disponibilità. Pur avendo una piccola parte, infatti, Pitt ha tenuto in grande considerazione il ruolo dell’attrice, aiutandola in più occasioni a calarsi nel personaggio.

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Alicia von Rittberg in Resistance

8. Reciterà accanto a celebri attori. Nel 2020 l’attrice tornerà sul grande schermo con il film Resistance, basato sulla vita del celebre attore e mimo Marcel Marceau. Qui avrà l’occasione di recitare accanto agli attori Jesse Eisenberg, Ed Harris e Édgar Ramìrez.

Alicia von Rittberg: il suo patrimonio

9. Ha origini nobili. L’attrice proviene dalla ricca famiglia von Rittberg, il che le ha permesso di ereditare una buona somma di denaro. Unita ai guadagni ottenuti come attrice, attività che svolge sin dalla giovane età, l’attrice avrebbe oggi un patrimonio stimato di circa 90 milioni di dollari.

Alicia von Rittberg età e altezza

10. Alicia von Rittberg è nata a Monaco, in Germania, il 10 dicembre 1993. L’altezza complessiva dell’attrice è di 165 centimetri.

Fonte: IMDb

Avengers: Endgame, l’arma che Thanos avrebbe dovuto impugnare in origine

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Thanos avrebbe dovuto impugnare un’ascia al posto della spada in Avengers: Endgame. È quanto emerso grazie ad alcuni nuovi concept del film, diffusi online nelle ultime ore.

L’arrivo del Titano Pazzo in Avengers: Infinity War era stato anticipato in molti dei precedenti film dell’Universo Cinematografico Marvel. Anche se alla fine è stato sconfitto due volte in Endgame, Thanos resta uno dei più grandi nemici contro i quali i Vendicatori abbiano mai combattuto, dal momento che la sua sconfitta ha richiesto il coinvolgimento di tutti i più grandi eroi della terra. La battaglia finale di Endgame ha infatti visto Thanos scontrarsi contro tutti i più grandi personaggi del MCU in un solo colpo, difendendosi dagli eroi brandendo la sua doppia spada.

Sappiate però che la celebre spada del Titano Pazzo non è stata l’unica arma presa in considerazione dai registi Anthony e Joe Russo. Stando a quanto rivelato via Twitter dall’artista Ian Joyney, che ha lavorato a diversi film dei Marvel Studios, incluso Infinity War e Endgame, in origine Thanos avrebbe dovuto entrare in azione non con la sua minacciosa spada, ma bensì una grande ascia da combattimento.

Potete vedere i concept e il design dell’arma in questione di seguito:

LEGGI ANCHE – Avengers: Endgame, Thanos e la sua armata pronti alla battaglia nei concept inediti

Ricordiamo che Avengers: Endgame è il film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza pari.

Film evento del decennio, è riuscito in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man, riunendo sul grande schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima alla classifica Avatar di James Cameron.

Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd Brie Larson.

What We Do In The Shadows 2: Mark Hamill guest star

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What We Do In The Shadows 2: Mark Hamill guest star

Arriva da Deadline la notizia che il noto attore Mark Hamill sarà una delle guest star di What We Do In The Shadows 2, l’attesa seconda stagione della serie What We Do In The Shadows trasmessa da FX.

A darne notizia al noto sito è stato il creatore di Jemaine Clement, che ha confermato che l’attore di Star Wars Mark Hamill sarà guest star nella stagione 2. Al momento non è stato rivelato chi interpreterà esattamente Hamill dunque non resta che aspettare ulteriori notizie.

What We Do In The Shadows 2

What We Do In The Shadows 2 è l’annunciata seconda stagione della serie What We Do In The Shadows creata da Jemaine Clement per il canale FX e basata sull’omonimo film del 2014 scritto da Clement e Taika Waititi.

What We Do in the Shadows è ambientato a Staten Island e segue quattro vampiri che sono stati coinquilini per centinaia di anni.

Nella seconda stagione di What We Do In The Shadows ritorneranno i protagonisti Kayvan Novak nel ruolo di Nandor the Relentless, un vampiro che ha 757 anni e che una volta era un soldato dell’Impero ottomano. Matt Berry nei panni di Laszlo Cravensworth, un vampiro nobile inglese trasformato da Nadja e ora sposato con lei. Natasia Demetriou nel ruolo di Nadja, una vampira romana, sposata con Laszlo. Harvey Guillén nel ruolo di Guillermo, familiare “paziente” di Nandor. Mark Proksch nel ruolo di Colin Robinson, un vampiro energetico che vive con il trio.

Nei ruoli ricorrenti troviamo Doug Jones nel ruolo del barone Afanas, un antico vampiro del Vecchio Paese che crede che i vampiri dovrebbero governare il mondo. Beanie Feldstein nei panni di Jenna, una LARPer e vergine che Guillermo ha attirato per i banchetti dei vampiri. Jake McDorman nel ruolo di Jeff Suckler, una reincarnazionedell’ex amante umano di Nadja, Gregor, un cavaliere che è stato ucciso dalla decapitazione in ciascuna delle sue vite.

Better Call Saul 5: prime foto ufficiali

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Better Call Saul 5: prime foto ufficiali

La AMC ha diffuso le prime foto ufficiali di Better Call Saul 5, la quinta attesissima stagione della serie spin-off Better Call Saul.

Better Call Saul 5

Better Call Saul 5 è la quinta stagione della serie spin-off Better Call Saul, prequel della pluripremiata serie Breaking Bad. Il creatore Vince Gilligan e lo sceneggiatore e produttore Peter Goul hanno lavorato anche in qualità di co-produttori. Il cast vede la partecipazione di Bob Odenkirk, Jonathan Banks, Michael McKean, Rhea Seahorn, Patrick Fabian, Michael Mando rispettivamente nei ruoli di Jimmy McGill, Mike Ehrmantraut, Chuck McGill, Kim Wexler, Howard Hamlin e Nacho Varga.

Better Call Saul 5 è scritta ancora una volta da Vince Gilligan e Peter Gould che sono anche produttori esecutivi insieme a Mark Johnson (Breaking Bad, Diner, Rain Man), Melissa Bernstein (Breaking BadRectify, Halt and Catch Fire) e  Thomas Schnauz.

Nella quarta stagione di Better Call Saul, la morte di Chuck catalizza la trasformazione di Jimmy McGill (Odenkirk) in Saul Goodman. Sulla scia della sua perdita, Jimmy prende provvedimenti nel mondo criminale che metterà il suo futuro come avvocato – e il suo rapporto con Kim (Rhea Seehorn) – a rischio. La morte di Chuck (Michael McKean) colpisce profondamente gli ex colleghi Howard (Patrick Fabian) e Kim, rimettendo i due ancora sui due lati opposti di una battaglia scatenata dai fratelli McGill.

Nel frattempo, Mike Ehrmantraut assume un ruolo più attivo come il più recente (e più completo) consulente di sicurezza di Madrigal Electromotive. E’ un momento molto delicato per essere in servizio a Gus Fring, dato che il crollo di Hector manda segnali in tutto il mondo sotterraneo di Albuquerque e getta il cartello nel caos – facendo a pezzi i piani ben strutturati di Gus e Nacho. Mentre Gus cambia rotta, Nacho si ritrova nel mirino di forze nemiche.

Loki: il personaggio di Kid Loki apparirà nella serie Disney+?

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Loki: il personaggio di Kid Loki apparirà nella serie Disney+?

Un nuovo casting call potrebbe aver rivelato nuovi interessanti particolari su Loki, la serie tv che vedrà il ritorno di Tom Hiddleston nei panni del Dio dell’Inganno e che arriverà sulla piattaforma streaming di Disney +.

È da parecchio tempo che si vocifera che in Loki vedremo sia la versione femminile del Dio dell’Inganno che Kid Loki, la versione preadolescente del personaggio, apparsa per la prima volta in “Thor 617”. Grazie al casting call sappiamo adesso che la produzione è alla ricerca di “un bambino di 10 anni, inglese, di qualunque etnica, intelligente e coraggioso, con uno spirito arguto e con esperienze di vita che superano i suoi anni”; tale personaggio avrà un ruolo ricorrente nella serie. Parallelamente, la produzione è anche alla ricerca di “una bambina di 10 anni, britannica, caucasica, in lacrime a causa di una situazione spaventosa, che si affida alla sua intelligenza e resilienza per cercare una via di uscita.”

Al momento non sappiamo chi potrebbe essere il personaggio femminile e se sarà effettivamente la versione femminile del Dio dell’Inganno.

Di recente è stato annunciato l’ingresso nel cast della serie dell’attrice Sophia Di Martino: sono in molti a sostenere che quest’ultima potrebbe interpretare Amora l’Incantatrice, quindi è probabile che la serie andrà ad esplorare l’amicizia durante gli anni dell’infanzia tra la versione bambina di Amora e il giovane Loki, attraverso dei flashback.

Potrebbe anche trattarsi di Leah, un personaggio estremamente popolare della serie a fumetti “Journey Into Mystery” di Kieron Gillen: si tratta di un stretta alleata di Loki e non è da escludere che i Marvel Studios possano prendere ispirazione proprio da quel fumetto per la tanto attesa serie dedicata all’amatissimo villain. 

LEGGI ANCHE – Loki: 5 nuovi personaggi che vorremmo vedere nella serie

A quanto pare gli episodi dello show televisivo riempiranno quegli spazi lasciati vuoti tra la fine di Infinity War – dove avevamo visto Loki morire per mano di Thanos – e Endgame, dove il personaggio è apparso nel 2012 nel corso dei viaggi nel tempo dei Vendicatori.

Negli anni trascorsi da Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame sono state poste due domande: Loki è davvero morto? E cosa farà con il cubo cosmico, ovvero il Tesseract? Ecco, la serie risponderà a entrambe le domande“, ha dichiarato Hiddleston in un’intervista.

Ricordiamo che la serie verrà sviluppata dallo showrunner e sceneggiatore di Rick and Morty, Michael Waldron, ingaggiato dai Marvel Studios per scrivere il primo episodio figurando anche come produttore esecutivo.

Creato da Stan Lee, Jack Kirby Larry LieberLoki è uno dei personaggi ricorrenti all’interno dell’universo cinematografico Marvel ed è apparso in ben sei cinecomic dei Marvel Studios. Noto come “Il Dio dell’Inganno“, è stato fra i primi villain davvero apprezzati dai fan grazie soprattutto all’egregia interpretazione a tinte shakespeariane di Tom Hiddleston, l’attore che ne veste i panni da Thor (2011).

Fonte: ComicBookMovie

Nicholas Hoult entra nel cast di Mission Impossible 7 e 8

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Nicholas Hoult entra nel cast di Mission Impossible 7 e 8

Nicholas Hoult si è unito ufficialmente al cast dei due nuovi sequel di Mission Impossible, i capitoli 7 e 8 della celebre saga. La conferma è arrivata attraverso l’account Instagram ufficiale del regista Christopher McQuarrie: la notizia è stata riportata poi da Variety, secondo il quale Hoult potrebbe interpretare il nuovo villain.

Nicholas Hoult, che di recente è stato in lizza con Robert Pattinson per ottenere il ruolo di Bruce Wayne nell’atteso The Batman di Matt Reeves, è conosciuto per il ruolo di Bestia nella saga degli X-Men. Nel corso della sua carriera è apparso anche in Mad Max: Fury Road, La favorita e nel biopic Tolkien, nel quale ha interpretato il celebre scrittore britannico.

Hoult andrà ad affiancare altre tre new entry nella saga di Mission Impossible annunciate di recente: Shea Whigham (Kong: Skull Island), Hayley Atwell (Captain America: Il primo vendicatore) e Pom Klementieff (Guardiani della Galassia). Tom Cruise e Rebecca Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e Ilsa Faust.

I due film verranno girati in contemporanea ma non è ancora chiaro quali altri membri del cast torneranno sul set per le riprese. McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 23 luglio 2021 e il 5 agosto 2022.

Nessun aggiornamento sul destino di August Walker e Alan Hunley, i personaggi interpretati da Henry Cavill e Alec Baldwin, che secondo le ultime indiscrezioni rientrerebbero nei piani di McQuarrie per i sequel. Ma come farli tornare, visto che nel precedente film sono morti?

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L’ultimo film del franchise, Mission Impossible: Falloutè arrivato il 12 dicembre 2018 in Dvd, Blu-ray, 4k Ultra HD e Digital HD con Universal Pictures Home Entertainment Italia. Prodotto da Tom Cruise e Bad Robot, Paramount Pictures e Skydance, è stato uno dei titoli meglio recensiti della scorsa stagione, con critica e pubblico entusiasti ed un incredibile indice di Rotten Tomatoes del 97%.

Impegnato in una pericolosa missione per recuperare del plutonio rubato, Ethan Hunt (Tom Cruise) sceglie di salvare i suoi amici anziché la missione, permettendo così ad un network letale di agenti segreti altamente qualificati di entrare in possesso del plutonio, con l’intento di distruggere la civiltà. Così, con il mondo in pericolo, Ethan ed il suo team (Simon Pegg, Ving Rhames, Rebecca Ferguson) sono costretti a lavorare con uno schietto agente della CIA (Henry Cavill) in una corsa contro il tempo per fermare la minaccia nucleare. Scritto e diretto da Christopher McQuarrie, Mission: Impossible – Fallout vede nel cast anche Sean Harris, Angela Bassett, Michelle Monaghan e Alec Baldwin.

Doctor Strange: Scott Derrickson abbandona la regia del sequel

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Doctor Strange: Scott Derrickson abbandona la regia del sequel

Come un fulmine a ciel sereno, arriva la notizia che Scott Derrickson ha deciso di abbandonare la regia di Doctor Strange in the Multiverse of Madness, attesissimo sequel del cinecomic Marvel con Benedict Cumberbatch uscito ormai 5 anni fa.

Dopo che Variety aveva riportato in esclusiva la notizia, è stato lo stesso Scott Derrickson a confermarla attraverso il suo account Twitter. Al di là delle solite “divergenze creative”, non sono stati forniti ulteriori dettagli sui motivi che hanno spinto il regista ad abbandonare la regia del film. Derrickson sarà comunque coinvolto nel sequel in qualità di produttore esecutivo, quindi è probabile che la scissione tra lui e la Marvel sia stata tutto sommato amichevole.

Su Twitter, Scott Derrickson ha scritto: “La Marvel ed io abbiamo deciso di comune accordo di non lavorare più insieme a Doctor Strange in the Multiverse of Madness a causa di alcune divergenze creative. Sono grato per la nostra collaborazione e figurerò comunque nei panni di produttore esecutivo.”

Sembra che la ricerca di un sostituto di Derrickson sia già iniziata. La produzione del film dovrebbe partire ufficialmente il prossimo maggio. In una recente intervista, a proposito del sequel, Kevin Feige aveva dichiarato: “Non direi che si tratta necessariamente di un film horror, ma… sarà sicuramente un grande film ambientato nel MCU con una serie di sequenze davvero spaventose.”

LEGGI ANCHE – Doctor Strange: il sequel introdurrà personaggi inattesi

Annunciato ufficialmente questa estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange 2 vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision. Le riprese dovrebbero cominciare nella prima metà del 2020.

Secondo Collider, la produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro mani con il regista.

Il primo film su Doctor Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda Swinton, Chiwetel Ejiofor e Rachel McAdams. Abbiamo rivisto Strange in Infinity War e in Endgame.

Doctor Strange nel Multiverso della Pazzia arriverà al cinema il 7 maggio 2021.

Piccole Donne, recensione del film di Greta Gerwig

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Piccole Donne, recensione del film di Greta Gerwig

Greta Gerwig sceglie il capolavoro di Louisa May Alcott, Piccole Donne, per portare avanti il suo percorso da regista, cominciato con grande successo con Lady Bird. Ancora una volta, dunque, l’attrice e sceneggiatrice manifesta il suo interesse nel raccontare storie di giovani donne, partendo questa volta da un testo che non tocca il suo vissuto ma che rappresenta una montagna molto più difficile da scalare, data la popolarità del materiale di partenza e anche il numero di volte che la storia è stata portata al cinema (cinque trasposizioni per il grande schermo).

Il primo elemento di rilievo della lettura di Piccole Donne a firma Gerwig è la decostruzione della narrativa del racconto; il film prende infatti spunto non solo da Piccole Donne, ma anche da Piccole Donne Crescono e dai due seguiti, meno famosi, Piccoli Uomini e I ragazzi di Jo. Il risultato è una storia che drammaturgicamente si spezza tra passato e presente. In questo modo Greta Gerwig produce due effetti, il primo è quello di dare movimento, trasporto, vivacità al racconto, e questo rappresenta sicuramente un pregio. Il secondo effetto è invece quello di sovvertire la scoperta degli eventi da parte dello spettatore: l’ordine naturale dei fatti raccontati da Alcott regalava senza dubbio alla storia una forma più coesa, che manteneva alta la curiosità del lettore. Poco male, si dirà, visto che la storia di Piccole Donne è molto conosciuta, anche grazie al cinema.

In Piccole Donne, Jo incarna anche Alcott

E proprio come la versione di Gillian Armstrong, con Winona Rider nei panni di Jo, anche Gerwig contamina il testo con episodi biografici dell’autrice, come si capisce chiaramente soprattutto nel finale del film, con Jo/Louisa che contratta in maniera scaltra e decisa con il suo editore, fino a stringere tra le mani la copia rilegata della storia, sua e delle sorelle.

Il lavoro di adattamento di Greta Gerwig è tutto incentrato alla modernizzazione dei personaggi, cosa che effettivamente suona bizzarra, se consideriamo che ancora oggi Jo, Amy, Laurie e persino Meg risuonano incredibilmente moderni. La regista ne traspone forse una versione con cui è più semplice entrare in contatto, a partire dal rapporto che nasce tra Jo e Laurie, questi due giovani pieni di vita che già dai loro nomignoli giocano con i generi e si rincorrono per poi perdersi definitivamente, in una delle scene sicuramente più intense del film che non a caso la regista sposta nel terzo atto.

Interessante il fatto che i personaggi intorno ai quali Gerwig ha costruito gran parte della sua drammaturgia siano le uniche due sorelle che provano a coltivare il loro talento artistico. Se Meg (Emma Watson) viene relegata a margine della storia, lei che rinuncia alla sua passione per la recitazione in favore di un matrimonio non troppo furbo, e Beth (Eliza Scanlen) muore senza mostrare mai allo spettatore a pieno il suo talento musicale, Jo e Amy sono le uniche che trovano spazio, nel film, per mettersi alla prova e affinare la propria arte. È quindi indicativo che la regista si sia concentrata principalmente sulle due sorelle che cercano di sbocciare in quanto artiste e non solo come donne: Jo ci riuscirà, diventando una scrittrice di successo, Amy accantonerà la pittura, dal momento che non ha abbastanza talento per essere la migliore.

Jo e Amy vere protagoniste

Piccole DonneE proprio i due personaggi, interpretati da Saoirse Ronan e da Florence Pugh, sono quelli che risentono della riscrittura più interessante da parte di Gerwig: l’attrice irlandese dà alla sua Jo una fragilità e una delicatezza che il personaggio non aveva mai avuto, dal canto suo, la protagonista di Midsommar si trova a confrontarsi con un personaggio molto più solido, realistico, molto distante dalla frivola e capricciosa Amy che invece viene descritta nelle pagine di Alcott. Forse proprio per la scrittura più attenta dei loro personaggi, sono loro a brillare maggiormente in tutto il film, anche se Laura Dern e Meryl Streep riescono ugualmente a sorprendere, commuovere e divertire, la prima con una dolcezza materna davvero toccante, la seconda con un’interpretazione che non cede a facili smorfie da macchietta e che imprime un piglio molto personale a Zia March.

Per quello che riguarda la regia, Greta Gerwig si dimostra bravissima a mettere in scena i quadri d’insieme, forte anche della fotografia brillante e vivace di Yorick Le Saux. Risulta invece meno incisiva nel dare corpo omogeneo al racconto, forse proprio per la scelta di confondere e mescolare i piani temporali e tentare di dare maggiore movimento al racconto.

Con Piccole Donne, Greta Gerwig si mette alla prova con materiale che tocca il suo interesse ma che non appartiene al suo vissuto e risulta dunque un po’ meno ispirata di quanto era riuscita a fare con Lady Bird. Tuttavia la bellezza della storia, la fotografia vivace e limpida, le interpreti rendono il suo adattamento del romanzo di Alcott una tappa fondamentale della stagione per gli appassionati di cinema.

Birds of Prey: il nuovo trailer ufficiale italiano

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Birds of Prey: il nuovo trailer ufficiale italiano

È stato diffuso il nuovo trailer ufficiale italiano di Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn, il film di Cathy Yan con Margot Robbie, Mary Elizabeth Winstead, Jurnee Smollett-Bell, Rosie Perez, Chris Messina ed Ewan McGregor.

Margot Robbie ammette di non aver mai visto Star Wars

Birds of Prey, diretto da Cathy Yan, arriverà nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black Canary), Rosie Perez (Renee Montoya) e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).

Ewan McGregor interpreta invece uno dei due principali villain del film, Maschera Nera, alter ego di Roman Sionis. Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham City.

Di seguito la nuova sinossi ufficiale:

Avete mai sentito la storia del poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz, puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra scelta che allearsi per abbattere Roman.

Hammamet, recensione del film con Pierfrancesco Favino

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Hammamet, recensione del film con Pierfrancesco Favino

Dopo Il Divo, Il Traditore, Loro (parte 1 e 2) arriva al cinema anche Hammamet, il nuovo film di Gianni Amelio che, come i film citati, si annuncia come il ritratto di uno degli uomini di potere che hanno plasmato il nostro Paese, così come lo conosciamo oggi. La scelta di Amelio cade sulla figura di Bettino Craxi, il segretario del Partito Socialista Italiano che fu il centro dell’inchiesta Mani Pulite e che morì in Tunisia all’inizio del 2000.

Il regista calabrese dà inizio al suo racconto nel momento in cui Craxi è all’apice del suo potere, il congresso di partito che si è tenuto a Milano nel 1989. Nel momento che rappresenta l’apogeo della sua parabola di potere, Amelio inserisce un disturbatore, il tesoriere del Partito, che gli va incontro in quella occasione per manifestare le sue perplessità e preoccupazioni sui movimenti della Magistratura: si stanno muovendo cose più grandi di lui e il loro metodo di gestione dei fondi del “più grande partito di opposizione” sarà presto sotto i riflettori di tutta Italia. Due anni dopo scoppierà infatti l’inchiesta, ma Amelio fa un balzo in anvanti di 10 anni. È la fine del 1999, Craxi è vecchio e afflitto dal diabete nella sua villa ad Hammamet, sulla costa della Tunisia, da dove, nelle giornate limpide, si vede l’Italia. Una notte, un giovane fa irruzione nella sua casa, rischiando di prendersi anche un colpo di pistola da parte della milizia tunisina che presidia la villa. È Fausto, figli del tesoriere del partito, suicidatosi durante le indagini della magistratura.

Hammamet parla di un uomo che ha perso il potere

In questo modo, Amelio mette il personaggio del presidente in mezzo a due fuochi: da una parte Anita, la figlia/infermiera che si prende cura di lui e ne mitiga i temperamenti ancora vivaci, che lo lega a un presente di sofferenza e reclusione, che gli ricorda con ogni premura che lui ha perso il potere che tanto amava; dall’altra il misterioso Fausto, che riporta alla memoria del protagonista tutte le sue mancanze, i suoi errori, quel passato in cui, nel pieno vigore del suo corpo, possedeva tutto il potere e la capacità decisionale che aveva sempre voluto. Questo doppio rapporto, a metà tra il racconto biografico e il messaggio simbolico, è lo scheletro attorno al quale Amelio costruisce il suo Hammamet e la sua figura di Craxi.

Un Craxi che però non viene mai nominato. Un Presidente, così viene chiamato, senza nome, così come ogni personaggio storico che il film mostra. Neppure la figlia del protagonista si chiama Stefania, come nella realtà, ma Anita, a ricordare la moglie di Giuseppe Garibaldi, personaggio storico molto caro a Craxi e che viene rievocato più di una volta e in più di un modo, nel corso del film. Un uomo senza nome, dunque, quasi un simbolo di una persona che ha perso il potere e che ora fa i conti con la malattia e la morte che si avvicina, in un oblio inevitabile.

Pierfrancesco Favino è straordinario

A differenza di questa indeterminatezza del protagonista, che ricorda quasi il modo in cui Paolo Sorrentino ha trattato la figura di Berlusconi in Loro 1, la rappresentazione fisica che ne fa Pierfrancesco Favino sfiora la perfezione, non solo per il modo in cui l’attore utilizza il trucco prostetico e che non ha nulla da invidiare al make-up departement che ha trasformato Christian Bale in Dick Cheney o Gary Oldman in Winston Churchill, ma anche per un studio profondo di movenze, toni, tempi, respiro addirittura. E di fronte a questo lavoro titanico dell’attore romano il resto del cast scompare, completamente inadeguato a stargli intorno e a confrontarsi con quella performance.

È difficile capire quale fosse l’intento preciso di Gianni Amelio, sembra quasi che con Hammamet il regista stesso sia confuso nello scegliere un modo per raccontare un personaggio storico tanto importante e ingombrante per la Storia italiana. Forse la chiave del film va ricercata nel personaggio di Fausto: uno sconosciuto che attraverso un forte legame con il suo passato mette il protagonista di fronte alla terribile condizione di sconfitta che rappresenta il suo presente.

Avengers: Endgame, i dettagli sulla scena alternativa della morte di Iron Man

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Dopo che Tony Stark usa il Guanto dell’Infinito per fermare Thanos ed il suo esercito in Avengers: Endgame, rimane gravemente sfregiato e incapace di parlare. Si tratta di un’immagine abbastanza cruda che ha reso la visione della morte di Iron Man ancora più difficile da “sopportare” per tutti i fan, ma sappiate che le cose potevano essere ancora più… brutali!

Matt Aitaken, supervisione degli effetti digitali visivi della Weta, ha dichiarato: “Abbiamo dato ai registi una gamma completa di sguardi tra cui scegliere e uno di quelli rappresentava il punto esatto in cui l’energia delle pietre aveva agito fino al viso e aveva fatto spuntare fuori uno dei bulbi oculari di Tony, che gli pendeva sulla guancia”. Ridendo, Aitaken ha poi aggiunto: “Ovviamente, non hanno scelto quello.”

Certamente, siamo tutti contenti che la scena sia stata realizzata in modo totalmente diverso, ma c’è una ragione precisa se il team VFX del film aveva deciso di spingersi così oltre: “Con qualsiasi tipo di progetto in sviluppo, vuoi essere in grado di offrire ai registi una gamma completa di possibilità, che si tratti di un leggero tocco o di qualcosa che possa addirittura sfociare nell’orrore, anche se sai che quella non sarà mai la loro scelta”, ha spiegato il produttore Jen Underdahl. “Facendo questo tipo di esercizio e dando loro la possibilità di vedere ogni sorta di piccola sfumature del processo, possiamo essere in grado di prevedere i loro gusti e le loro scelte per il futuro.”

LEGGI ANCHE – Avengers: Endgame, lo schiocco di Iron Man ci augura buon anno

Ricordiamo che Avengers: Endgame è il film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza pari.

Film evento del decennio, è riuscito in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man, riunendo sul grande schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima alla classifica Avatar di James Cameron.

Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd Brie Larson.

Fonte: ComicBookMovie

Marvel: 5 personaggi che vedremo spesso nel prossimo decennio

Marvel: 5 personaggi che vedremo spesso nel prossimo decennio

La Marvel ha attraversato numerosi cambiamenti negli ultimi 10 anni. Mentre ci prepariamo all’inaugurazione di un nuovo decennio di storie, è importanti ricordare tutti i personaggi che sono stati presentati nel MCU, per capire se gli stessi saranno effettivamente presenti anche in futuro.

Altrettanto importante, però, è capire quali sono i personaggi che non hanno ancora debuttato sul grande schermo e che potrebbero farlo prossimamente. Ecco quindi 5 personaggi di cui probabilmente sentiremo ancora parlare nel prossimo decennio, tanto tra le pagine scritte quanto sul grande schermo…

Miles Morales

Miles Morales è passato dall’Ultimate Universe alla continuity principale #616, decisione che si è rivelata ottimale da parte dei dirigenti della Marvel. Il personaggio è estremamente popolare e ora lo è diventato ancora di più grazie alla sua apparizione in Spider-Man: Un Nuovo Universo

Il personaggio si collega ad una generazione completamente nuova di fan dei fumetti, crescendo al pari di quanto faranno loro. Entro dieci anni, Morales guiderà l’universo Marvel: ha davvero un futuro molto luminoso davanti a sé, destinato a crescere ancora di più grazie all’arrivo dell’annunciato sequel cinematografico di Into the Spider-Verse. 

Ms Marvel

Ms Marvel è un altro nuovo personaggio degli ultimi anni ad essere completamente decollato. Con l’annunciata serie Disney+ in arrivo, la popolarità della controparte femminile di Captain Marvel e alter ego di diversi personaggi è cresciuta in maniera esponenziale, generando un fenomeno quasi senza precedenti.

Che questa popolarità sia aumenta per una maggiore attenzione alla diversità degli eroi della Marvel, impegnati adesso in storie anche in base alla loro età e alla loro cultura, o soltanto perché si tratta di un’eroina dotata di un potere unico, la stravagante Kamala Kahn è un pilastro della Marvel che merita tutta l’attenzione possibile. 

Knull

Knull, il Dio dei simbionti, è stato annoverato di recente tra i più grandi nemici di Venom. Immediatamente, è divetanto un personaggio iconico, anche grazie al suo fantastico design, che ha aggiunto un tocco di novità al tradizionale aspetto dei parassiti amorfi extraterrestri.

Il personaggio ha il potenziale necessario per tornare, in tantissimi modi. Anche se non figura come parte costante dell’universo Marvel, è giusto dire che ci sono diverse opportunità per sfruttare il personaggio altrove: ci piacerebbe vederlo assumere il ruolo di minaccia intergalattica, a partire magari dall’annunciato sequel del film con Tom Hardy o in uno dei futuri titoli dedicati all’Uomo Ragno.

Mister Negative

Che sia per via delle sue apparizioni nei fumetti o per via del ruolo da protagonista nel videogioco su Spider-Man per PS4, Mister Negative è diventato uno dei villain favoriti dai fan della Marvel, nonostante sia rimasto in circolazione per un breve periodo di tempo.

È difficile dare vita ad un cattivo che possa essere paragonato ad altri storici nemici e possedere una vera connessione interpersonale con l’eroe di turno. A modo suo, la Marvel è riuscita a farlo con Martin Li e siamo certi che tra 10 anni, il personaggio  sarà altrettanto minaccioso e chissà, forse avrà fatto anche il suo debutto sul grande schermo!

The Mighty Thor

Jane Foster che assume i poteri e l’identità di Thor è stato un assoluto colpo di genio ed ha creato un personaggio che avrà certamente un’eredità molto lunga. Farà già il suo debutto sul grande schermo, nell’attesissimo Thor: Love and Thunder, ma non possiamo immaginare fino a che punto il personaggio possa essere spinto.

C’è sicuramente il potenziale giusto affinché The Mighty Thor sostituisca il figlio di Odino, come già accaduto in passato. Non è di certo a corto di fan e il fatto che sia legata ad un personaggio così affermato le conferisce indubbiamente una longevità ancora maggiore.

Fonte: CBR

Ghostbusters: Legacy, 10 cose che vogliamo vedere nel film

Ghostbusters: Legacy, 10 cose che vogliamo vedere nel film

Dopo il flop del recente reboot al femminile di Ghostbusters, i fan del franchise erano preoccupati che le possibilità di vedere un nuovo capitolo della saga fossero praticamente nulle. La notizia di un nuovo riavvio del franchise di certo più promettente, Ghostbusters: Legacy, ha fatto quindi la gioia di chi è cresciuto con i film dedicati agli Acchiappafantasmi.

In seguito alla release del primo trailer ufficiale del film diretto da Jason Reitman, non sono mancate le speculazioni a proposito della trama, dal momento che le domande dei fan su questo ulteriore riavvio, su cosa racconterà e in che modo sarò collegato ai primi due film originali, si sprecano.

Ecco, quindi, 10 cose che ci auguriamo di vedere in Ghostbusters: Legacy

Nuovi fantasmi

Una delle cose che ha reso fantastici i film originali della saga di Ghostbusters è stato l’aspetto unico dei fantasmi. Alcuni erano abbastanza terrificanti; altri invece avevano un aspetto decisamente più comico. Questa miscela di horror e comedy è riuscita quasi sempre bene, lasciando a molti bambini la stessa dose di incubi e risate.

La creatività è la chiave per la buona riuscita di Ghostbusters: Legacy. Se il team creativo del film dimostrerà di aver saputo lavorare con intelligenza al design dei fantasmi, allora il pubblico amerà senza ombra di dubbio il film; se si punterà, invece, ad una rielaborazione di vecchi personaggi… allora l’insuccesso del film è praticamente già scritto!

Paul Rudd che ruba la scena

I fan di Ghostbusters e, più in generale, gli appassionati di cinema, sono stati estremamente contenti di vedere Paul Rudd ricoprire un ruolo importante nel primo trailer di Ghostbusters: Afterlife. Rudd è tornato alla ribalda dopo il successo ottenuto grazie al ruolo di Ant-Man nel MCU e a numerose commedie di successo, come la recente serie Netflix dal titolo Living With Yourself.

Tra le star più amate ed apprezzate dell’odierno panorama cinematografico hollywoodiano, Paul Rudd merita decisamente di avere un ruolo di assoluto rilievo all’interno della storia di Ghostbusters: Legacy. Uno dei motivi del successo del primo film del 1984 è stato anche il suo incredibile cast: la cosa potrebbe ripetersi proprio grazie alla presenza di Rudd nel nuovo film.

Preparare il terreno per eventuali sequel

L’odierna industria cinematografica è completamente assorbita dalla moda dei franchise, con sequel, remake e reboot che ormai non si contano più. È inevitabile che una saga come quella di Ghostbusters lasci pensare all’inevitabile realizzazione di episodi sempre nuovi. Vogliamo tutti che questo nuovo capitolo porti la storia principale verso una degna conclusione, ma al tempo stesso è innegabile quanto sarebbe bello che lo stesso film preparasse il terreno per eventuali e futuri sequel.

Collegamenti con i primi due film originali

I fan dei film originali di Ghostbusters muoiono dalla voglia di vedere uno dei loro universi cinematografici favoriti tornare in vita sul grande schermo. Per questo motivo, sarebbe opportuno e più che sensato includere in Ghostbusters: Legacy diversi collegamenti con i personaggi e le linee narrative di Ghostbusters e Ghostbusters II. 

In questo modo, i fan delle pellicole originali avranno uno stimolo in più per andare a vedere il nuovo film al cinema. Negli ultimi dieci anni, puntare alla nostalgia si è rivelata una tattica infallibile per l’industria cinematografica: anche Ghostbusters: Legacy dovrà attingere a piene mani da quell’effetto nostalgia…

Una buona dose di commedia

Ciò che ha reso i primi due film un successo in tutto il mondo, è stato l’efficace utilizzo della commedia. Dopotutto, Ghostbusters è a tutti gli effetti una commedia! Nel reboot al femminile del 2016, la maggior parte del pubblico ha ritenuto piatti e monotoni gran parte degli aspetti comici del film.

Dal primo trailer ufficiale, sembra che Ghostbusters: Legacy sia più vicino allo spirito della grande avventura soprannaturale sulla scia dei recenti Stranger Things e IT. Speriamo che il nuovo film non dimentichi le sue origini e che ponga lo spirito della commedia tra le sue priorità. 

La costruzione di un universo

Sia con film originali che con il reboot al femminile, i registi coinvolto nella saga di Ghostbusters hanno sempre cercato di costruire un vero e proprio universo attorno ai personaggi. Questo nuovo film rappresenta l’occasione perfetta per iniziare una costruzione dell’Universo Ghostbusters più seria che mai.

Speriamo che Ghostbusters: Legacy sia in grado di trarre ispirazione dai film precedenti e di mostrare al pubblico come sarebbe il mondo se i fantasmi fossero davvero.

Un minimo cenno al reboot al femminile

Anche se il reboot al femminile di Ghostbusters non è stato esattamente un successo, il film di Paul Feig è comunque parte della storia del franchise. Sicuramente i fan non muoiono dalla voglia di vedere un sequel di quel film, ma forse un piccolo collegamento con quella pellicola in Ghostbusters: Legacy potrebbe comunque risultare divertente.

Che si tratti di un semplice cameo di una delle attrici protagoniste o addirittura di un invisibile easter egg, siamo certi che coloro che hanno apprezzato il reboot al femminile vorrebbero vedere anche un breve cenno a quell’operazione, visto e considerato che un sequel ufficiale è altamente improbabile. 

Easter egg

Oltre ai collegamenti con il reboot di Paul Feig, ci auguriamo di vedere moltissimi easter egg con i primi due film originali. In un momento storico in cui l’effetto nostalgia sembra dominare il box office mondiale, offrire ai fan di Ghostbusters uno o più riferimenti ai film del passato non farebbe altro che renderli felici.

Il franchise di Ghostbusters è riuscito ad espandersi attraverso altri media di successo: ci sono stati infatti videogiochi, show televisivi, fumetti e altro ancora. Gli easter egg in riferimento all’impatto sulla cultura pop del franchise sarebbero di sicuro una buona mossa per soddisfare al meglio la parte più hardcore del fandom di Ghostbusters.

Slimer

Di tutti i fantasmi apparsi nei vari film di Ghostbusters, Slimer è senza dubbio il più amato, quello più riconoscibile. In parte, è anche diventato un’icona all’interno della cultura pop. Oggi, la sua immagine e la sua figura sono un sinonimo di tradizione per tutti i fan di Ghostbusters.

Che sia effettivamente parte della storia, o che venga ricordato tramite un easter egg, o addirittura soltanto menzionato da uno dei personaggi, ci deve necessariamente essere un riconoscimento al fantasma più popolare della saga nel film di Jason Reitman!

Il cast originale sotto forma di… fantasmi!

Dal primo trailer ufficiale, emerge chiaramente che l’eredità del cast originale di Ghostbusters avrà un ruolo chiave nella trama del nuovo film. Questa è sicuramente una grande mossa, che piacerà sicuramente a tutte le tipologie di pubblico.

Se Reitman vuole davvero catturare il cuore dei fan più nostalgici, c’è una scelta narrativa che potrebbero rivelarsi vincente: riportare il cast originale… sotto forma di fantasmi! Da spettri, gli Acchiappafantasmi originali potevano guidare la nuova squadra e insegnare loro come agire da eroi, prima di passare definitivamente all’aldilà.

Fonte: ScreenRant

City of Crime, recensione del film con Chadwick Boseman

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City of Crime, recensione del film con Chadwick Boseman

Esce in sala il 9 gennaio City of Crime, ultimo film di Brian Kirk che in originale pota il titolo assai più significativo di 21 Bridges, che sta ad indicare proprio i 21 ponti, di cui tre tunnel, che verranno chiusi ad un certo punto della storia per isolare la città.

La trama di City of Crime

Il poliziesco è un genere coriaceo, come i suoi protagonisti, non si estingue mai del tutto e spesso riemerge negli anfratti di Hollywood per dare vita a film che si inseriscono alla perfezione nel filone che vede protagonisti poliziotti incorruttibili e criminali inafferrabili. In questa circostanza, il film, prodotto dai Fratelli Russo, vede protagonista nei panni del detective Andre Davis Chadwick Boseman, attore reso celebre dal ruolo di Black Panther nel Marvel Cinematic Universe e qui interprete di un poliziotto incorruttibile, con la fama di cecchino e con un codice d’onore immacolato. Tutti i giorni, in strada, l’uomo si fa carico dell’eredità del padre, anche lui poliziotto e morto in servizio, lasciandosi alle spalle un figlio e un ideale.

L’azione prende il via quando otto poliziotti restano uccisi in uno scontro a fuoco con una banda di narcotrafficanti e piccoli spacciatori. Un prezzo altissimo in fatto di vite di agenti, che la città non perdonerà agli “sventurati” criminali, che presto si riveleranno essere giovani sprovveduti non pienamente consapevoli del pasticcio in cui si sono messi. Il capitano della polizia, interpretato da J.K. Simmons, fa affiancare Davis dalla detective Sienna Miller, specializzata in narcotraffico. I due, in un inseguimento che dura tutta una notte, si avventureranno in una corsa contro il tempo per fermare i due criminali.

City of Crime è un poliziesco tradizionale

City of Crime adotta ogni archetipo del genere poliziesco e lo mette al servizio di una storia tanto prevedibile quanto solida, in cui la città di New York diventa protagonista, lontana dalle spettacolarizzazioni e pienamente inserita dentro il suo tessuto stradale. Incroci, metropolitane, ponti (appunto), ogni elemento fisico della città diventa protagonista nel corso di un inseguimento sempre più confusionario, che sfocia in un colpo di scena tanto annunciato quanto ben costruito.

La prevedibilità non è però da attribuire a una cattiva scrittura, ma ad un’aderenza al genere così precisa e puntuale in ogni suo cardine che il film si scrive da solo nella mente dello spettatore avvezzo a quel tipo di intreccio. City of Crime è un poliziesco che potrebbe essere uscito vent’anni fa, senza infamia e senza lode, nonostante l’impegno che la nutrita schiera di interpreti di alto livello infonde in ogni singolo personaggio.

Martin Scorsese ancora sulla Marvel: “Ricordo che faceva fumetti”

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Il leggendario regista Martin Scorsese ha ammesso di non sapere quali siano i supereroi dell’Universo Cinematografico Marvel… e, a quanto pare, non gli interessa saperlo! Le recenti dichiarazioni di Scorsese (“I film di supereroi non sono cinema”) hanno fatto il giro del mondo e scatenato le ieri di tantissimi fan della Casa delle Idee. C’è anche però chi ha saputo ironizzare sulla questione, come la stessa figlia del regista, Francesca, che ha ben pensato di incartare i regali di Natale indirizzati al suo illustre papà con della carta a tema Marvel!

Certo, per alcuni, pensare che Martin Scorsese non sappia neanche chi siano i supereroi Marvel può essere semplicemente assurdo, dal momento che Avengers: Endgame è diventato il più grande incasso nella storia del cinema, con il marketing del film che ha invaso praticamente ogni tipo di media. Ma anche prima del successo di Endgame, la Marvel ha dominato il box office mondiale per oltre un decennio. Il primo film del MCU, Iron Man, uscito nel 2008, ha sancito l’inizio di una nuova era per i film di supereroi e ha contribuito a rilanciare la carriera di Robert Downey Jr.; dall’uscita del film, i personaggi e le storie del MCU sono diventati sempre più interconnessi, fino al culmine di un arco narrativo lungo ben 11 anni, la chiusura di un cerchio rappresentata appunto da Endgame. 

Ospite di una delle celebri roundtable di THR organizzata in occasione dell’award season, Martin Scorsese ha risposto candidamente alle critiche che gli sono state mosse per i suoi commenti in merito ai film di supereroi. Quando il moderatore della tavola rotonda ha sottolineato che il regista avesse espressamente criticato i film della Marvel, lo stesso Scorsese ha replicato: “Ho detto film di supereroi, non ho mai detto film della Marvel. Neanche conosco i supereroi della Marvel. Mi ricordo che la Marvel realizzava fumetti”. 

Tornando invece sulle sue dichiarazioni secondo le quali i film di supereroi non sarebbero cinema ma soltanto dei grandi parchi giochi, il regista ha preferito anche una volta spiegarsi meglio: “Ricordo che quando venne costruita Disneyland, una delle aspirazioni degli studio era quella di diventare importante nella cultura americana proprio come Disneyland. Il primo studio a fare una cosa del genere è stata la Universal con i suoi tour, con i suoi blockbuster in cima alle attrazioni. Il senso dei parchi a tema è sempre stato questo. Non è una cosa cattiva. Tutti si divertono nei parchi giochi. Soltanto che adesso in un parco divertimenti ci sono anche i film.”

Fonte: ScreenRant

David Ayer a ruota libera su The Suicide Squad, Gotham City Sirens e il sequel di Bright

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In occasione di un panel targato Fox e dedicato alla serie Deputy durante il press tour della Television Critics Association, il regista di Suicide Squad, David Ayer, ha rivelato che il suo viaggio all’interno del DCEU potrebbe ancora continuare: lo stesso, infatti, in riferimento all’imminente arrivo nelle sale di Birds of Prey, ha confermato che Gotham City Sirens, il cinecomic che riunirà sullo schermo Harley Quinn, Catwoman e Poison Ivy, non è stato cancellato, ma soltanto “messo in pausa” dalla Warner Bros., con buona possibilità che prima o poi riceva definitivamente il via libera.

E sempre a proposito di Suicide Squad, Ayer ha rivelato che avrebbe potuto dirigere il sequel. Dopo aver espresso attraverso i social tutto il suo supporto e la sua ammirazione nei confronti di James Gunn, il regista ha rivelato a proposito di The Suicide Squad che gli sarebbe stata offerta la possibilità di dirigerlo: “Mi è stato offerto di farlo, ma ho preferito intraprendere un’altra strada”, ha spiegato Ayer.

Il film di Gunn sarà un vero e proprio reboot con alcuni collegamenti alla pellicola di Ayer, incluso diversi attori di quel film che torneranno ufficialmente nel cast, come Margot Robbie, Joel Kinnaman, Jai Courtney e Viola Davis. Anche se non sarà lui a riportare sul grande schermo la Task Force X, Ayer è apparso fiducioso in merito ai suoi impegni con la DC Films, rivelando di essere assolutamente disponibile a dirigere un nuovo adattamento: “Adoro la creazione di quel mondo e adoro il potere che ha la comunicazionie al giorno d’oggi e, soprattutto, che hanno i fan. Può essere pericoloso: è come essere un giocoliere con tante motoseghe al posto delle sfere, ma al tempo stesso è qualcosa che mi affascina, quindi sono certo che mi immergerò ancora in quell’universo.” 

LEGGI ANCHE – Suicide Squad, David Ayer: “Vorrei una macchina del tempo”

Sempre in occasione del medesimo evento, David Ayer ha avuto anche la possibilità di aggiornare sul sequel di Bright, il film Netflix da lui diretto nel 2017, con protagonisti Will Smith e Joel Edgerton: “Lo stiamo sviluppando e spero che saremo in grado iniziare i lavori sul film al più presto”, ha dichiarato il regista, che ha poi espresso il desiderio di voler esplorare ulteriormente quel mondo, dal momento che si tratta di un “universo davvero ricco” che ha intenzione di “approfondire ancora”. 

The Flash: Andy Muschietti adatterà una versione “diversa” di Flashpoint

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Quando il film dedicato al personaggio di The Flash interpretato nel DCEU da Ezra Miller venne annunciato per la prima volta, trapelò online l’indiscrezione che la trama del film si sarebbe basata sulla serie a fumetti del 2011 “Flashpoint”, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert. Il film ha avuto poi una gestazione particolarmente travagliata e quando è stato annunciato che il progetto era ufficialmente tornato in carreggiata con Andy Muschietti (IT e IT – Capitolo Due) alla regia, in molti hanno pensato che il film avrebbe adattato per il grande schermo una nuova storia basata sul Velocista Scarlatto.

Adesso però, come riportato in esclusiva da That Hashtag Show, apprendiamo che The Flash, nella versione di Muschietti, sarà ancora basato su “Flashpoint”. La conferma è arrivata dallo stesso regista in occasione di un panel dedicato al thriller/horror Underwater con Kristen Stewart, in cui Muschietti ha fatto da moderatore: il regista ha però specificato alla fonte che il suo film prenderà in prestito diversi elementi da “Flashpoint”, ma non sarà un adattamento diretto di quella serie, dichiarando che il film presenterà una “diversa versione di Flashpoint rispetto a quella che i fan si aspettano.”

Muschietti non ha rivelato di più: anche se il film dovesse concedersi grandi libertà rispetto alla storia originale, è comunque probabile che la trama racconti di realtà alternative e di viaggi nel tempo. Forse, c’è ancora una possibilità di rivedere Jeffrey Dean Morgan nei panni di Thomas Wayne…

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The Flash arriverà al cinema il 1 luglio 2022. Christina Hodson è attualmente in trattative per scrivere una nuova versione del film, dopo i suoi lavori in pellicole come Bumblebee Birds of Prey, quest’ultimo dedicato prevalentemente alla figura di Harley Quinn, interpretata nuovamente da Margot Robbie.

L’attore Ezra Miller ha più volte ribadito che il film è assolutamente confermato e certo, e con la conferma di Andy Muschietti alla regia sembrerebbe essere tutto pronto per un imminente inizio della produzione.

The Flash avrà nuovamente Miller nel ruolo del protagonista, Barry Allen, mentre sembra confermato anche Billy Crudup nel ruolo di Herny Allen.

Fonte: ComicBookMovie

Oscar 2020: anche quest’anno nessun presentatore

Oscar 2020: anche quest’anno nessun presentatore

Anche la cerimonia degli Oscar 2020, come quella dello scorso anno, si svolgerà senza nessun presentatore ufficiale.

Oggi, durante la sua sessione esecutiva del tour stampa invernale della Television Critics Association, Karey Burke, a capo della ABC Entertainment, ha confermato che l’imminente spettacolo durante il quale verranno assegnati i famosi premi cinematografici non avrà “nessun presentatore tradizionale”. Le votazioni per gli Academy Awards si sono concluse martedì sera e le nomination che saranno annunciate il 13 gennaio.

“Ci aspettiamo di avere un set di nomination molto commerciale e un sacco di incredibili elementi sono stati messi insieme per farci pensare che avremo di nuovo uno spettacolo molto divertente”, ha spiegato Burke in risposta alla richiesta di motivazioni per la scelta di rinunciare di nuovo al presentatore.

L’edizione degli Oscar 2019 sono stati i primi a non avere un presentatore dal 1989. Kevin Hart era stato inizialmente scelto per ricoprire il ruolo, ma si è dimesso pochi giorni dopo l’annuncio dopo che molti dei suoi tweet omofobi sono riemersi dal passato della sua timeline social su Twitter.

Gli Oscar dell’anno scorso, che hanno attirato poco meno di 30 milioni di telespettatori, hanno visto un leggero aumento delle valutazioni dal 2018, ma hanno comunque ottenuto il secondo numero di spettatori più piccolo di sempre per una trasmissione degli Academy Awards. Parte del motivo per cui gli spettatori sono tornati agli Oscar lo scorso anno è stato senza dubbio per vedere se la trasmissione televisiva avrebbe funzionato lo stesso senza presentatore, date tutte le polemiche che hanno circondato l’abbandono di Hart.

Fonte: Variety

Hammamet: Gianni Amelio e Pierfrancesco Favino presentano il film

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Uscirà il 9 gennaio e punta a far discutere Hammamet, il nuovo film di Gianni Amelio che racconta gli ultimi mesi di vita di Bettino Craxi, nella città tunisina che ne ha visto la morte. Ad interpretare il segretario del PSI è stato chiamato Pierfrancesco Favino, che dopo aver vestito i panni di Tommaso Buscetta ne Il Traditore di Marco Bellocchio, torna a trasformarsi in una delle personalità più importanti della Storia d’Italia.

“Non considero Craxi una star – esordisce Amelio – lo considero un politico, sul quale è calato da decenni un silenzio assordante, ingiusto. Le opinioni si esprimono anche quando sono in disaccordo. Si può criticare anche in modo non fazioso. Ho voluto fare un film non sul Craxi degli anni ’80, ma su quello della fine del secolo scorso. Prendo in esame 6 – 7 mesi della sua vita e racconto la sua agonia, quella di un uomo di potere che ha perso il potere e va verso la morte.”

Una visione inedita rispetto ad un personaggio che ha sempre creato dibattito e discussioni, essendo stato protagonista di una delle pagine più nere della politica italiana.

Secondo Gianni Amelio, Craxi “non si è messo in salvo, ad Hammamet. Lì lui coltiva rimpianti, rimorsi, desideri, è un uomo macerato fino all’auto-distruzione. Lui muore in Tunisia, ma se gli avessero dato la possibilità di essere operato da qualche altre parte, chissà… è un uomo che è andato verso la morte, e lo racconto in modo evidente.”

Superstar del film, protagonista intorno al quale ruota tutta la storia è Pierfrancesco Favino: “Senza Favino, il film non sarebbe mai nato – ha chiarito il regista – Sfido chiunque altro al mio posto a trovare un altro attore che potesse fare il personaggio del Presidente come lo ha fatto lui.”

Per interpretare Craxi, Favino si è sottoposto a lunghe ore di make up che lo hanno completamente trasformato. Il colpo d’occhio è impressionante, il lavoro mimetico egregio, lo stile e il talento dell’attore romano messi a dura prova da un ruolo tanto impegnativo: “Spesso è il trucco che ti dà la chiave. Lavoravamo 5 ore e mezza ogni giorno e siamo arrivati a un rituale, quando mi mettevo le sopracciglia e gli occhiali, quello era il momento in cui, come nel teatro No giapponese, si attraversa il ponte verso l’oblio di sé. Piano piano, tutte le mattine e le notti passate insieme, era questo il momento in cui si apriva quella porta. La maschera, molto spesso, ti consente di toccare qualcosa di molto più profondo che altrimenti non si sarebbe toccato.”

Hammamet: trailer del film di Gianni Amelio con Pierfrancesco Favino

Nel film è presente un personaggio apparentemente misterioso, un personaggio che non viene indagato ma che si delinea soltanto per il suo confronto con il protagonista. Interpretato da Luca Filippi, si tratta di Fulvio, figlio di Vincenzo Balzamo. “Affrontando gli ultimi mesi di vita di un ex leader, avevo bisogno di un antagonista per ragioni drammaturgiche, ho scelto di metterci un personaggio che fosse il figlio di chi in vita aveva sempre cercato di mettere sul chi vive lo stesso protagonista. Ci sono tanti nodi da sciogliere, e questo personaggio in qualche modo cerca le risposte e instaura con il Presidente un rapporto speciale.”

Ma nella realtà e nel film, Bettino Craxi era un latitante o esule?

“Nessuno dei due – risponde Amelio – Un latitante si nasconde, la legge non sa dove si trova. Provenzano è stato latitante per molto tempo. Di Craxi si conosceva persino il numero di telefono. Giornalisti che lo intervistavano, politici, amici, cantanti che lo avvisavano che sarebbero passati. Non è nemmeno un esule, visto che su di lui pendevano condanne passate in giudicato. Era un contumace: ovvero qualcuno che dovrebbe andare in tribunale e non si presenta.”

Il lavoro di Pierfrancesco Favino è stato anche quello di costruire il privato di un uomo che naturalmente conosceva solo nell’aspetto privato: “Conoscevo il politico, la figura pubblica, ma non l’uomo privato, ed è questo che io ho ricercato, quello che mi ha interessato. Dovendo fare lui, cerco di assumere il suo punto di vista, anche perché è l’unica cosa che posso fare, non essendo politico né magistrato. Mi tengo stretta la mia prospettiva da attore.

(…) Penso che, questo film sicuramente non nasconde il rapporto padre/figlia, che ovviamente mi ha portato a pensare a me come padre e a me come figlio. Ho sentito che stavamo toccando la fine di una generazione di uomini che avevano, nei confronti della propria intimità ed emotività, un rapporto molto complesso, a cui era stato insegnato che mostrare la propria emotività ai figli era segno di grande debolezza. Non si faceva. Questa leadership familiare ti lascia da solo. Al di là di ogni merito o demerito, Craxi si sentiva paterno verso l’Italia, si sentiva molto italiano come appartenenza alla bandiera. Credo che questa sua paternità l’abbia molto sentita, e quella leadership ti lascia profondamente solo. Quelle sono le emozioni con le quali ho empatizzato per interpretarlo.”

Hammamet, di Gianni Amelio, con Pierfrancesco Favino esce in sala il 9 gennaio, distribuito in 450 copie da 01 Distribution.

Cosa mi lasci di te: trailer del film su Jeremy Camp

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Cosa mi lasci di te: trailer del film su Jeremy Camp

Notorious Pictures ha diffuso il trailer ufficiale di Cosa mi lasci di te l’emozionante film diretto da Jon e Andrew Erwin‚ e ispirato alla vita del cantante statunitense Jeremy Camp

La pellicola arriva a marzo nelle sale italiane. A vestire i panni del musicista sarà KJ Apa il giovane attore che ha avuto il suo primo ruolo nel 2014 con Qua la zampa! e ha ottenuto fama internazionale con la sua partecipazione nella serie tv Riverdale, del network The CW.

Cosa mi lasci di te‚ presentato al CinemaCon di Las Vegas‚ è ispirato ad una commovente storia vera e racconta dell’amore di Jeremy Camp per la sua fidanzata Melissa. I due giovanissimi decidono di sposarsi nonostante le gravi condizioani di salute della ragazza e da questa esperienza nasce la canzone I Still Believe, uno dei brani più famosi di Jeremy Camp e colonna sonora del film.

Jeremy Camp ha pubblicato undici album. La sua musica, un mix di ballate con influenze rock, lo ha portato a vincere cinque GMA Dove Awards, a ricevere tre nomination all’American Music Awards e un Grammy Award come ‘miglior album Pop/Contemporary Gospel’ nel 2010 per il suo album, Speaking Louder Than Before.

Nel cast, accanto a KJ Apa, troviamo Britt Robertson (Tomorrowland) nei panni di Melissa, Gary Sinise (CSI: New York) sarà Tom Camp il padre del ragazzo, Shania Twain, Britt Robertson, Melissa Roxburgh e Nathan Dean Parsons.

Cosa mi lasci di te è diretto dai fratelli Jon Erwin e Andrew Erwin, da una sceneggiatura di Jon Erwin e Jon Gunn.

Piccole Donne: diretto da Greta Gerwig, al cinema dal 9 gennaio

Piccole Donne: diretto da Greta Gerwig, al cinema dal 9 gennaio

Piccole Donne, diretto da Greta Gerwig, al cinema dal 9 gennaio prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.

Protagoniste del film, nei ruoli delle quattro sorelle March, Jo, Meg, Amy e Beth, sono Saoirse Ronan, Emma Watson, Florence Pugh e Eliza Scanlen. Nel cast anche Laura Dern, Timothée Chalamet, Tracy Letts, Bob Odenkirk, James Norton, Louis Garrel, Chris Cooper e l’attrice Premio Oscar Meryl Streep. Il film, che ha ricevuto cinque nomination ai BAFTA Awards, sarà nelle sale italiane dal 9 gennaio prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia in 400 copie.

Piccole Donne, le protagoniste

Mi sono immersa in questo film con tutta me stessa – racconta la regista Greta Gerwig, nominata all’Oscar nel 2018 per Lady Bird. Gerwig aggiunge – Piccole Donne ha fatto parte della mia vita da sempre. Non ho passato un istante della mia vita senza sapere chi fosse Jo March, lei è la mia donna, la persona che avrei voluto essere e la persona che spero di essere diventata”. Ad interpretare il ruolo di Jo March è Saoirse Ronan che ritrova la regista Greta Gerwig dopo il successo di Lady Bird.

Non ho mai lavorato con una regista come Greta Gerwig. Sembra che Greta voglia invitarci nel mondo segreto della famiglia March – dichiara Ronan sulla regista, e sul film aggiunge – Credo che oggi questa storia sia più attuale che mai. Racconta di giovani donne che stanno per intraprendere importanti percorsi di vita e la percezione della storia cambia in base a quale fase della vita stiamo vivendo”.

“Credo che il desiderio di Meg di sposarsi e diventare madre sia una scelta femminista. Si pensa che per essere femminista tu debba rifiutare il matrimonio ma per Meg sposarsi è la cosa che più conta” racconta Emma Watson che nel film interpreta la sorella maggiore Meg. Il ruolo di Amy è interpretato da Florence Pugh che sul suo personaggio afferma: “Amy è vista come la giovane viziata della famiglia ma in realtà è un’artista che fa di tutto per essere la migliore versione di sé stessa”. La giovane attrice australiana Eliza Scanlen, che invece interpreta il ruolo di Beth, afferma: “Il film ci spiega che le emozioni che proviamo durante l’infanzia sono importanti tanto quanto quelle che proviamo da adulti”

Piccole Donne, il film

La sceneggiatrice e regista Greta Gerwig (Lady Bird) ha realizzato il film di Piccole Donne basandosi sia sul romanzo di Louisa May Alcott che sui suoi scritti, ripercorrendo avanti e indietro nel tempo la vita dell’alter ego dell’autrice, Jo March.

Secondo la Gerwig, la tanto amata storia delle sorelle March – quattro giovani donne ognuna determinata a inseguire i propri sogni – è al tempo stesso intramontabile e attuale. Jo, Meg, Amy e Beth March, nel film sono interpretate da Saoirse Ronan, Emma Watson, Florence Pugh, ed Eliza Scanlen, con Timothee Chalamet nei panni del loro vicino Laurie, Laura Dern in quelli di Marmee, e Meryl Streep nel ruolo della Zia March.

I più importanti eventi di questa decade per il cinema di genere

I più importanti eventi di questa decade per il cinema di genere

La decade appena trascorsa ha visto il cinema di genere dominare il box office, e dar vita ad alcuni dei più interessanti discorsi cinematografici degli ultimi anni. Tra la nascita di veri e propri universi cinematografici, acquisizioni miliardarie che hanno dato nuova vita ad alcune delle più celebri storie di sempre, e l’affermarsi di nuovi registi che hanno permesso all’horror, la fantascienza e alla distopia di tornare da re al cinema, numerosi sono i casi eclatanti da appuntare anche in vista del futuro.

Il magazine «The Hollywood Reporter» ha così stilato un elenco di quelli che sono i principali eventi legati al cinema di genere che hanno segnato gli ultimi dieci anni, e che continueranno ad avere il loro peso su quelli ancora da venire.

Ecco dunque, i più importanti eventi di questa decade per il cinema di genere.

Alice in Wonderland da il via ai live-action Disney

Nel 2010 il film Alice in Wonderland diretto dal regista Tim Burton diventa il primo di una serie di fortunati live-action basati sui classici d’animazione Disney. Il film si è infatti rivelato un grandissimo successo al box office, raggiungendo la cifra di un miliardo di incasso globale. Da quel momento, numerose sono le storie riproposte al cinema con attori in carne ed ossa, da Maleficent a Cenerentola, da Dumbo ad Aladdin, per un incasso totale di oltre 5 miliardi. Un fenomeno che tutt’ora non accenna a fermarsi, con gli attesi Mulan, La Sirenetta e Crudelia de Mon.

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Gli Avengers danno il via al Marvel Cinematic Universe

Quando nel 2008 Iron Man arrivò al cinema, tutti pensavano si trattasse solo di un altro film su di un supereroe dei fumetti, proprio come se ne erano già visti negli anni precedenti. Il progetto a cui quel film aveva dato iniziò fu però chiaro solo nel 2012, quando al cinema arrivò il film The Avengers. Con questo film diventa chiaro che il Marvel Cinematic Universe è pronto per diventare una delle principali attrazioni cinematografiche di questi anni. Il film, che supera il miliardo di incassi nel mondo, dà vita al genere cinecomic, portando il fumetto a diventare una delle fonti privilegiate da cui trarre storie per il cinema.

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La Disney acquista Star Wars

Nell’ottobre del 2012, la Disney annuncia l’acquisizione della Lucasfilm per un totale di oltre 4 miliardi di dollari. La notizia scuote i fan della saga ideata da George Lucas, il cui ultimo capitolo era arrivato al cinema nel 2005. Nasce così una nuova speranza negli appassionati della galassia lontana lontana, e la Disney non si fa attendere. Nel 2015 arriva al cinema Star Wars VII – Il risveglio della forza, primo capitolo di una nuova trilogia dedicata a quell’universo narrativo. Oltre a questa arrivano una serie di spin-off, serie TV e altri progetti ancora in cantiere che promettono di intrattenere i fan per gli anni a venire.

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Hunger Games segna il successo dei film Young Adult

Il film Hunger Games non è solo stato il trampolino di lancio per la carriera dell’attore Jennifer Lawrence, ma ha segnato anche il successo dei film Young Adult, in particolare quelli di genere distopico. Questa saga, composta da quattro film, ha infatti guadagnato circa 1,4 miliardi di dollari nel mondo, spianando la strada a film come Maze Runner e Divergent, divenute saghe di altrettanto successo.

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Patty Jenkins si afferma nel mondo dei supereroi

Nell’epoca del cinecomic, la regista Patty Jenkins si è affermata per essere diventata la prima regista donna a firmare un contratto per dirigere un film dedicato ai supereroi. Il film in questione è Wonder Woman, che arriva poi in sala nel 2017, guadagnando complessivamente 821 milioni di dollari, divenendo il film live-action diretto da una donna con il più alto incasso di sempre.

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Il fallimento del Dark Universe

La Universal aveva annunciato il progetto di dar vita, sull’onda del successo del MCU, ad un Dark Universe, basato sui classici mostri della major, tra cui la mummia, Frankenstein e l’uomo invisibile, i quali sarebbe apparsi in film interconnessi tra loro. Lo studios spese milioni per progettare tali lungometraggi, rivelando che questi sarebbero stati interpretato da attori del calibro di Russell Crowe, Javier Bardem, Tom Cruise e Johnny Depp. Il progetto ebbe però vita breve. Quando il film La mummia arrivò al cinema, si rivelò uno scottante fallimento. Tale flop convinse la Universal a rinunciare al Dark Universe, preferendo concentrarsi sui singoli film.

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Bright diventa il primo blockbuster targato Netflix

Nel 2017, nel suo momento di massima espansione, Netflix rilascia sul proprio catalogo il film Bright, che diventa il primo blockbuster prodotto e distribuito dalla celebre piattaforma streaming. Con un budget di 90 milioni di dollari, il film ha per protagonista una attore del calibro di Will Smith, ed ha in breve tempo infranto numerosi record per il suo elevato numero di visualizzazioni. Tale evento ha contribuito a rendere ancor più minaccioso l’ingresso in campo di Netflix, da quel momento in grado di sfidare le altre grandi major.

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Jordan Peele rivoluziona l’horror con Get Out

Quello appena trascorsa è stata una decade che ha visto rinvigorito il genere horror, grazie ad una serie di registi che hanno portato al cinema storie originali, spaventose e in grado di affascinare un ampio pubblico. Tra questi, Jordan Peele è probabilmente il nome da tenere più d’occhio per il futuro. Con Get Out, infatti, ha contribuito a cambiare nuovamente le regole dei film horror, inserendo in tale genere una storia fortemente legata all’attuale società americana. Con un budget di soli 5 milioni, il film arrivò a guadagnare ben 255 al box office globale, vincendo inoltre l’Oscar come miglior sceneggiatura, sfatando dunque il mito secondo cui i film di genere non sono soliti ottenere simili riconoscimenti.

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Black Panther infrange ogni record

Con il MCU ormai solidificatosi, nel 2018 arriva al cinema il film Black Panther, il primo dedicato ad un supereroe afroamericano e con un cast composto da soli attori di colore. Il film ottiene da subito importanti riconoscimenti, diventando il film dal maggior incasso del 2018 e il più alto incasso dell’MCU, esclusi i film dedicati agli Avengers. Ha poi infranto un altro record diventando il primo film di supereroi a ricevere la nomination come miglior film ai premi Oscar, vincendo poi per la scenografia, i costumi e la colonna sonora. Il film ha così dimostrato la concreta possibilità di successo per un film contenente cotanta diversità.

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La morte di Stan Lee

La morte di Stan Lee ha significato la fine di un era. Il fondatore della Marvel ha avuto infatti un ruolo importante nella realizzazione dell’impero cinematografico che oggi tutti conosciamo, fondato proprio su quei personaggi che tanti anni addietro aveva contribuito a ideare e rendere celebri. Divenuto una vera e propria icona, grazie anche ai suoi cameo nei film Marvel, Lee ha plasmato la cultura popolare, vivendo fino a poter vedere i propri personaggi venire amati in ogni parte del mondo.

stan lee

La Disney acquista la Century Fox

Una delle più significative notizie cinematografiche di questa decade è l’acquisizione da parte della Disney della Fox, storica major hollywoodiana. L’accordo ha permesso alla Disney di implementare in modo esponenziale il proprio patrimonio culturale, accogliendo nella sua famiglia personaggi Marvel di cui non possedeva i diritti (come gli X-Men o I Fantastici Quattro), e potendo aggiungere la vasta storia cinematografica della Fox alla propria piattaforma da poco disponibile, Disney+. La Disney aggiunge così un nuovo fondamentale tassello al proprio impero audiovisivo.

Fonte: THR

Jon Favreau: 10 cose che non sai sul regista

Jon Favreau: 10 cose che non sai sul regista

Tra le personalità più poliedriche attualmente in attività vi è senza dubbio Jon Favreau. Regista, sceneggiatore, attore, produttore e doppiatore, Favreau si è distinto in ogni campo, divenendo celebre da una decina d’anni a questa parte per essere un elemento ricorrente in casa Disney, dove in particolare ha prestato le sue abilità per alcuni film Marvel.

Ecco 10 cose che non sai di Jon Favreau.

Jon Favreau: i suoi film

1. Ha diretto diversi celebri film. Favreau esordisce alla regia nel 2001 con il film Made – Due imbroglioni a New York. Nel 2003 realizza invece il film natalizio Elf – Un elfo di nome Buddy, per poi dirigere Zathura – Un’avventura spaziale nel 2005, e divenire popolare con Iron Man (2008) e Iron Man 2 (2010), con protagonista Robert Downey Jr..Successivamente dirige il film Cowboys & Aliens (2011), Chef – La ricetta perfetta (2014) e più recentemente i live-action Disney Il libro della giungla (2016) e Il re leone (2019).

2. È un noto produttore. Nel corso della sua carriera Favreau si distingue anche come produttore, ricoprendo tale carica per i film Iron Man, Iron Man 2, Cowboys & Aliens, The Avengers (2012), Iron Man 3 (2013), Chef – La ricetta perfetta, Avengers: Age of Ultron (2015), Il libro della giungla (2016), Avengers: Infinity War (2018), Avengers: Endgame (2019) e Il re leone (2019). Per la televisione Favreau è invece produttore della serie The Mandalorian, con protagonista Pedro Pascal.

3. Ha una lunga carriera d’attore. Favreau si è affermato inizialmente come attore, recitato in celebri film come Hoffa – Santo o mafioso? (1992), Batman Forever (1995), Deep Impact (1998), Made – Due imbroglioni a New York (2001), Elf – Un elfo di nome Buddy (2003), Daredevil (2003), Ti odio, ti lascio, ti… (2006), Iron Man (2008), L’isola delle coppie (2009), Iron Man 2 (2010), John Carter (2012), Iron Man 3 (2013), The Wolf of Wall Street (2013) e nei film Spider-Man: Homecoming (2017), Avengers: Endgame (2019) e Spider-Man: Far from Home (2019).

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4. È anche doppiatore. Negli anni Favreau si è distinto anche come doppiatore, prestando la sua voce per il film d’animazione Boog & Elliott a caccia di amici (2006) e per i film G-Force – Superspie in missione (2009), Il signore dello zoo (2011), Il libro della giungla (2016) e Solo: A Star Wars Story (2018). Ha inoltre doppiato il personaggio di Pre Vizsla nella serie animata Star Wars The Clone Wars (2010-2013).

Jon Favreau è su Instagram

5. Ha un account personale. Favreau è presente sul social network Instagram con un proprio profilo verificato, seguito da 2,1 milioni di persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago, con amici o colleghi, ma anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete, regista e produttore.

Jon Favreau ha recitato in Friends

6. Ha avuto un ruolo nella celebre sit-com. Jon Favreau, nel 1997, ottiene il ruolo di Pete Becker, personaggio apparso in sei episodi della serie Friends. Qui l’attore interpretava uno dei fidanzati di Monica. Favreau ha dichiarato di ripensare ancora oggi a quel personaggio, chiedendosi quali siano state le sue sorti dopo la sua uscita di scena dalla serie.

Jon Favreau e la serie The Mandalorian

7. È lo sceneggiatore della serie. Oltre ad averla prodotta, Favreau è lo sceneggiatore di tutti gli otto episodi della serie Disney+ The Mandalorian. Per la sua scrittura ha affermato di essersi ispirato alle vecchi storie western e di samurai, immaginando il protagonista come una nuova versione del personaggio interpretato da Clint Eastwood nella celebre Trilogia del Dollaro.

8. Ha avuto lui l’idea di tenere segreto “Baby Yoda”. Tra le cose più apprezzate della serie The Mandalorian vi è senza dubbio il piccolo “Baby Yoda”. Favreau ha detto che l’idea di tenere segreto tale personaggio gli è stata data da alcune parole pronunciate dall’attore Donald Glover, il quale affermava che spesso la sorpresa è la miglior arma nei confronti del pubblico.

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Jon Favreau ha diretto Chef – La ricetta perfetta

9. Ha realmente imparato a cucinare. Per le riprese del film da lui scritto, diretto e interpretato, Favreau si è impegnato per imparare a cucinare così da non doversi far sostituire da una controfigura. Il regista e attore ha infatti preso lezioni presso un noto chef di Los Angeles, imparando da lui i segreti del mestiere.

Jon Favreau: il suo patrimonio

10. Ha un ricco patrimonio. Grazie ai suoi numerosi lavori e ai numerosi ambiti ricoperti, Favreau si è affermato negli anni come una figura particolarmente redditizia dell’industria hollywoodiana. Il suo patrimonio stimato è di circa 60 milioni di dollari.

Fonte: IMDb

I 10 migliori abiti delle celebrità del 2019

I 10 migliori abiti delle celebrità del 2019

Nel pieno della “Awards season” le celebrità di Hollywood sono solite sfoggiare alcuni tra i più eleganti e migliori abiti che si possano vedere, vere e proprie opere d’arte di stilisti famosi e apprezzati in tutto il mondo. Il 2019, come ogni altro anno, ha così visto sfilare sui prestigiosi red carpet abiti di grande eleganza, stravaganza o dall’indiscusso gusto provocatorio.

In attesa di scoprire cosa indosseranno le star per prendere parte ai premi cinematografici del 2020, ecco un elenco dei migliori abiti sfoggiati durante l’anno appena conclusosi, dalla classe di Zendaya alla provocazione di Billy Porter.

Billy Porter

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L’attore Billy Porter, premio Emmy per la serie Pose, si è presentato alla cerimonia degli Oscar 2019 con un abito gender-fluid firmato da Christian Siriano, noto per i suoi particolari design. L’abito, composto da una giacca di velluto e una lunga gonna da ballo, ha dato vita ad un vero e proprio seguito, e l’attore è stato particolarmente elogiato per il suo coraggio di portare anche nel campo della moda i discorsi riguardanti il gender.

Jennifer Lopez

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Attualmente nominata ai Golden Globe per il suo ruolo nel film Le ragazze di Wall Street, Jennifer Lopez è sempre stata nota per i suoi abiti, scelti sempre per esaltare le curve del suo corpo. Alla Milano Fashion Week la cantante e attrice ha sfoggiato un nuovo abito verde, a tema giungla, firmato Versace e ispirato al celebre vestito verde che nel 2000 la rese estremamente popolare. All’età di 50 anni, la Lopez ha così dimostrato ancora una volta la sua bellezza senza tempo, sfoggiando con classe un abito che solo lei avrebbe potuto portare.

Lady Gaga

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Un mese prima di vincere l’Oscar per la miglior canzone per il film A Star Is Born, Lady Gaga aveva già conquistato l’attenzione presentandosi ai Golden Globe con un elegantissimo abito celeste ispirato allo stile aristocratico europeo del sedicesimo secolo. Disegnato da Tom Erebout e Sandra Amador, il vestito è stato giudicato tra i più belli dell’anno, e ha permesso alla cantante di sfoggiare un look diverso dai soliti a cui aveva abituato il pubblico.

Gemma Chan

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La star del film Crazy Rich Asians, Gemma Chan, si è presentata ai premi Oscar con un lungo abito rosa, disegnato da Rebecca Corbin-Murray per Valentino. Indicato come il più bello tra quelli presenti all’edizione 2019 dei premi Oscar, questo è stato apprezzato per il suo colore e la silhouette, che si sposava perfettamente con il corpo dell’attrice.

Zendaya

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La giovane Zendaya, interprete di Spider-Man: Far from Home e della serie Euphoria, ha conquistato tutti in occasione della cerimonia degli Emmy Awards. L’attrice vestiva un affascinante abito di seta verde con corsetto di Vera Wang. Ispirato al personaggio dei fumetti, Poison Ivy, questo è stato giudicato tra i migliori abiti dell’anno, e ha permesso all’attrice di sfoggiare tutta la sua sensualità, facendola affermare come una delle personalità meglio vestite dell’anno.

Beyoncé

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Apprezzata per il suo doppiaggio nel film Disney Il re leone, Beyoncé ha sfoggiato proprio alla premiere del film a Londra un abito dorato in tinta con i colori del film. Ideato da Cong Tri, l’abito è stato abbinato a dei sandali firmati da Jimmy Choo, a dei gioielli Lorrain Schwartz e ad una borsetta firmata Anna Cecere. Nel suo complesso, il vestito ha permesso all’attrice e cantate di esaltare le forme del suo corpo, attirando inevitabilmente su di sé l’attenzione dei presenti.

Chadwick Boseman

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La stare del film Black Panther, Chadwick Boseman, ha decisamente vissuto un anno particolarmente ricco di successi e riconoscimenti. L’attore è stato inoltre apprezzato per l’abito indossato ai SAG Awards, dove ha sfoggiato una giacca con tema a foglia color legno su di un dolcevita marrone e pantaloni neri. Disegnato da Ashley Weston, l’abito è stato poi accessoriato con spille di diamanti Tiffany sul risvolto della giacca. Il tutto ha permesso all’attore di affermarsi come una delle celebrità maschili meglio vestite dell’anno.

Elle Fanning

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Membro della giuria del concorso del Festival di Cannes, l’attrice Elle Fanning ha potuto sfoggiare molteplici abiti di alta moda. Tra tutti, ha colpito l’attenzione quello disegnato dalla stilista Samantha McMillen. Ispirato ad uno stile retrò, l’attrice ha potuto incarnare il glamour della vecchia Hollywood grazie ad una blusa in seta color avorio, maniche drappeggiate e una gonna a trapezio in tulle blu. Tocco di classe è stato il cappello nero a tesa larga.

Timothée Chalamet

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L’apprezzato interprete del film Il Re, l’attore Timothée Chalamet si è presentato all’anteprima veneziana del film indossando un abito di raso con monopetto grigio argento, caratterizzato da una doppia fascia in vita. Disegnato da Haider Ackermann, all’abito è stato infine dato un tocco di stravaganza con il risvolto impreciso dei pantaloni, che ha permesso di sfoggiare degli eleganti stivali neri.

Mahershala Ali

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Vincitore del premio Oscar come miglior attore non protagonista per il film Green Book, Mahershala Ali ha per l’occasione indossato un abito disegnato da Van Van Alonso. La giacca di broccato nero è stata abbinata ad una camicia con collo alla coreana e pantaloni smoking neri, venendo giudicato come uno dei migliori abiti dell’anno. Accessoriato con eleganti scarpe in velluto scamosciato, l’abito ha poi trovato il tocco di classe nel cappello Gigi Burris indossato dall’interprete.

Fonte: THR

Luca Medici: 10 cose che non sai sull’attore

Luca Medici: 10 cose che non sai sull’attore

Se non tutti sanno chi è Luca Medici, tutti conoscono però il suo nome d’arte: Checco Zalone. Il comico pugliese è ad oggi il vero re mida del box office italiano, con i suoi film che hanno guadagnato decine di milioni di euro. Apprezzato dal pubblico e dalla critica, Medici ha imparato a mostrarsi con parsimonia, alimentando un vero e proprio culto nei suoi confronti che lo rende oggi un attore tanto desiderato quanto controverso.

Ecco 10 cose che non sai di Luca Medici.

Luca Medici: i suoi film

1. I suoi film sono stati dei grandi successi al box office. Pochi i titoli nella sua filmografia, ma scelti e progettati con cura. Il comico debutta infatti al cinema nel 2009 con Cado dalle nubi, per poi essere nuovamente protagonista in Che bella giornata (2011), Sole a catinelle (2013) e Quo vado? (2016). Nel 2020 torna al cinema con il film Tolo Tolo.

2. Si è formato in televisione. Medici ha fatto le sue prime apparizioni pubbliche in televisione, nel programma comico Zelig, dove partecipa dal 2006 al 2008 interpretando il personaggio di Checco Zalone, parodia di un cantante neomelodico pugliese. Nel 2009 è protagonista del programma Checco Zalone Show, mentre nel 2011 porta in televisione un programma intitolato Resto Umile World Show, basato su di un suo spettacolo comico.

3. È anche sceneggiatore e regista. L’attore ha partecipato alla scrittura di tutti e cinque i film da lui interpretati. Nel 2020 ha inoltre debuttato alla regia dirigendo il suo nuovo film, Tolo Tolo.

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Luca Medici è su Instagram

4. Ha da poco aperto un proprio profilo. L’attore è da poco arrivato sul social network Instagram, con un profilo a nome Checco Zalone, seguito da sole 191 mila persone. Medici sembra infatti intenzionato ad utilizzare il social esclusivamente per promuovere il suo film, limitando quindi il numero dei suoi post.

Luca Medici: la sua vita privata

5. Ha una compagna. L’attore ha una relazione con Mariangela Eboli, amministratrice della MXL, società del celebre compagno. I due sono particolarmente riservati riguardo alla loro vita sentimentale, e per tanto si sa poco. Nel 2018 era circolata la notizia di un loro imminente matrimonio, ma ad oggi i due sembrano ancora non aver compiuto il grande passo.

6. È padre. Pur non rilasciando dettagli circa la sua vita privata, è tuttavia noto che il comico ha avuto con la compagna due bambine, nate rispettivamente nel 2013 e nel 2017.

Luca Medici: le sue canzoni

7. Ha inciso numerosi singoli. Nel corso degli anni l’attore non è venuto meno alla sua attività di musicista, incidendo alcuni brani divenuti estremamente popolari, in particolare per i testi di genere comico. Tra questi si annoverano Siamo una squadra fortissimi (2006), I uomini sessuali (2010), L’amore non ha religione (2011) e Immigrato (2019).

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Luca Medici è laureato

8. Si è laureato all’Università di Bari. Ben prima di dar vita al personaggio che tutti conoscono, Luca Medici, dopo aver conseguito il diploma presso il liceo scientifico, ha ottenuto una laurea in giurisprudenza all’Università di Bari “Aldo Moro”.

Luca Medici: il suo patrimonio

9. Ha un guadagnato molto grazie ai suoi incassi. I film dell’attore sono tra i più redditizi degli ultimi anni nel panorama italiano. Se il suo primo film aveva infatti guadagnato 14 milioni, il secondo è arrivato ad una cifra record di 43 milioni. I successivi hanno poi continuato ad infrangere record, con Sole a catinelle arrivato a 52 milioni e Quo Vado? a 65. Grazie anche alla sua società, la MZL, l’attore sarebbe così arrivato ad ottenere un patrimonio stimato tra i 4 e 7 milioni di euro.

Luca Medici età e altezza

10. Luca Medici è nato a Capurso, nei pressi di Bari, il 3 giugno 1977. L’altezza complessiva dell’attore è di 173 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

Rebel Wilson: 10 cose che non sai sull’attrice

Rebel Wilson: 10 cose che non sai sull’attrice

L’attrice comica Rebel Wilson ha negli anni partecipato ad alcune delle più celebri commedie cinematografiche viste di recente sul grande schermo. che sia per ruoli da protagonista o da caratterista, la Wilson si è fatta apprezzare in più occasioni per le sue capacità comiche, ottenendo l’apprezzamento di pubblico e critica.

Ecco 10 cose che non sai di Rebel Wilson.

Rebel Wilson: i suoi film

1. Ha recitato in celebri commedie. L’attrice debutta al cinema nel 2007 con il film Ghost Rider. Si fa notare ulteriormente con un piccolo ruolo nel film Le amiche della sposa (2011), ottenendo poi ulteriore notorietà recitando in Tre uomini e una pecora (2011), The Wedding Party (2012), Che cosa aspettarsi quando si aspetta (2012) e Pitch Perfect (2013), che ne consacra il talento comico. Da quel momento recita in popolari film come Pain & Gain (2013), Notte al museo – Il segreto del faraone (2014), Pitch Perfect 2 (2015), Grimsby – Attenti a quell’altro (2016), Single ma non troppo (2016), Pitch Perfect 3 (2018), Non è romantico? (2019), Attenti a quelle due (2019), Cats (2019) e Jojo Rabbit (2019).

2. Ha recitato anche in televisione. La Wilson debutta in televisione nel 2006 con la serie World Record Pizza, per poi recitare anche in Pizza (2003-2007), The Wedge (2006-2007), Bogan Pride (2008), Super Fun Night (2013-2014) e Les Norton (2019).

3. Ha collaborato come sceneggiatrice. Nel corso della sua carriera l’attrice ha in più occasioni partecipato alla scrittura delle serie TV, a cui ha inoltre preso parte come interprete. Tra queste si annoverano The Wedge, Bogan Pride e Super Fun Night.

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Rebel Wilson è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 7 milioni di persone. Qui l’attrice è particolarmente attiva, condividendo fotografie scattate in momenti di svago con amici o colleghi. Numerose sono anche le immagini o i video promozionali dei suoi progetti da interprete.

Rebel Wilson non è fidanzata

5. La celebrità le ha reso difficile la vita sentimentale. La Wilson ha recentemente dichiarato di aver riscontrato particolare difficoltà a dar vita ad una relazione sentimentale stabile, poiché la sua celebrità sarebbe un ostacolo più grande del previsto. Alcuni uomini con cui l’attrice ha avuto appuntamenti non l’avrebbero trovata divertente come si aspettavano, ha raccontato l’attrice, mentre altri sarebbero stati intimoriti dalla continua presenza di paparazzi.

Rebel Wilson in Cats

6. È allergica ai gatti. L’attrice è stata scelta per il ruolo della gatta Jennyanydots nel film musical Cats, trasposizione dell’omonima opera teatrale, dove recita accanto agli attori Jennifer Hudson e Judi Dench. La Wilson si è dichiarata particolarmente sorpresa dall’esperienza di interpretare un gatto, considerata la sua forte allergia ai felini.

Rebel Wilson in Pitch Perfect

7. Ha improvvisato molte delle sue battute. Il film Pitch Perfect permette all’attrice di dar sfogo alla propria comicità, divenendo così particolarmente celebre. Stando a quanto dichiarato dalle sue co-star nel film, la Wilson avrebbe improvvisato gran parte delle sue battute, dando vita ad alcuni dei momenti più riusciti e più comici dell’intero film.

8. Vorrebbe realizzare un quarto capitolo. La Wilson si è detta particolarmente legata al personaggio interpretato nella trilogia, quello di Fat Amy, a tal punto da spingere affinché venga realizzato un quarto capitolo. Nel novembre del 2018, infine, arriva la conferma che un nuovo film è in produzione, e le riprese dovrebbero iniziare quanto prima.

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Rebel Wilson: il suo 2019

9. Ha recitato in diversi film. Il 2019 è stato un anno particolarmente ricco per l’attrice, che è stata protagonista assoluta del film Non è romantico?, ma anche di Attenti a quelle due, dove recita accanto all’attrice Anne Hathaway. Ha inoltre dei ruoli di rilievo anche nei film Jojo Rabbit e Cats.

Rebel Wilson età e altezza

10. Rebel Wilson è nata a Sydney, in Australia, il 2 marzo 1980. L’attrice è alta complessivamente 163 centimetri.

Fonte: IMDb

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, Maz Kanata era un animatronic nel film

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Se pensavate che il personaggio di Maz Kanata interpretato dal premio Oscar Lupita Nyong’o in Star Wars: L’Ascesa di Skywalker fosse opera dei prodigi della CGI, beh… vi sbagliavate di grosso! In una recente intervista con Cinemablend, infatti, l’artista Neal Scanlan ha rivelato che il personaggio non è stato ricreato digitalmente, ma era un animatronic, ossia un pupazzo meccanico.

Ne Il Risveglio della Forza il personaggio di Maz Kanata ha preso vita grazie alla motion capture che ha visto coinvolta l’attrice Lupita Nyong’o (12 Anni Schiavo, Noi); per L’Ascesa di Skywalker, invece, le cose sono andate diversamente, con J.J. Abrams che ha deciso di ricorrere all’animatronica per ricreare la pirata e contrabbandiere. A tal proposito la Scanlan, supervisore creativo agli effetti di creature e trucco speciale del film, ha spiegato:

“Per noi Maz Kanata rappresenta molto più di un animatronic. Per noi rappresentava un coinvolgimento molto più intimo della tecnologia dell’animatronica all’interno della scena. E ovviamente, visto che il personaggio era coinvolto nelle scene con Leia, J.J. Abrams ci ha spinto a fare questo tipo di tentativo. Voleva che tutti i personaggi coinvolti in quelle sequenze fossero intimamente coinvolti, e ciò riguardava anche gli animatronic.”

LEGGI ANCHE – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, i dettagli sul flashback con i giovani Luke e Leia

Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Il cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid Billy Dee Williams.

Diretto da J.J. Abrams e prodotto da Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i produttori esecutivi.

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