Arriva da
Deadline la notizia che il noto attore Mark
Hamill sarà una delle guest star di What We Do In
The Shadows 2, l’attesa seconda stagione della serie
What We
Do In The Shadows trasmessa da FX.
A darne notizia al noto sito è stato il creatore di Jemaine
Clement, che ha confermato che l’attore di Star
Wars Mark Hamill sarà guest star nella stagione 2. Al momento
non è stato rivelato chi interpreterà esattamente Hamill dunque non
resta che aspettare ulteriori notizie.
What We Do In The Shadows 2
What We Do In The Shadows 2 è l’annunciata
seconda stagione della serie What We
Do In The Shadows creata da Jemaine Clement per il
canale FX e basata sull’omonimo film del 2014 scritto da Clement e
Taika Waititi.
What We Do in the Shadows è ambientato a Staten Island e segue
quattro vampiri che sono stati coinquilini per centinaia di
anni.
Nella seconda stagione di
What We
Do In The Shadowsritorneranno i
protagonisti Kayvan Novak nel ruolo di Nandor the
Relentless, un vampiro che ha 757 anni e che una volta era un
soldato dell’Impero ottomano. Matt Berry nei panni
di Laszlo Cravensworth, un vampiro nobile inglese trasformato da
Nadja e ora sposato con lei. Natasia Demetriou nel
ruolo di Nadja, una vampira romana, sposata con Laszlo.
Harvey Guillén nel ruolo di Guillermo, familiare
“paziente” di Nandor. Mark Proksch nel ruolo di
Colin Robinson, un vampiro energetico che vive con il trio.
Nei ruoli ricorrenti troviamo
Doug Jones nel ruolo del barone Afanas, un antico
vampiro del Vecchio Paese che crede che i vampiri dovrebbero
governare il mondo. Beanie Feldstein nei panni di
Jenna, una LARPer e vergine che Guillermo ha attirato per i
banchetti dei vampiri. Jake McDorman nel ruolo di
Jeff Suckler, una reincarnazionedell’ex amante umano di Nadja,
Gregor, un cavaliere che è stato ucciso dalla decapitazione in
ciascuna delle sue vite.
Better Call Saul 5
è la quinta stagione della serie spin-off Better
Call Saul, prequel della pluripremiata serie
Breaking
Bad. Il creatore Vince Gilligan e lo
sceneggiatore e produttore Peter Goul hanno lavorato anche in
qualità di co-produttori. Il cast vede la partecipazione di
Bob Odenkirk, Jonathan Banks, Michael McKean, Rhea Seahorn,
Patrick Fabian, Michael Mando rispettivamente nei ruoli di
Jimmy McGill, Mike Ehrmantraut, Chuck McGill, Kim Wexler,
Howard Hamlin e Nacho Varga.
Better Call Saul 5 è scritta ancora una volta
da Vince Gilligan e Peter Gould che
sono anche produttori esecutivi insieme a Mark Johnson
(Breaking Bad, Diner,
Rain Man), Melissa Bernstein (Breaking
Bad, Rectify, Halt and Catch
Fire) e Thomas Schnauz.
Nella quarta stagione
diBetter Call
Saul, la morte di Chuck catalizza la trasformazione di
Jimmy McGill (Odenkirk) in Saul Goodman. Sulla scia della sua
perdita, Jimmy prende provvedimenti nel mondo criminale che metterà
il suo futuro come avvocato – e il suo rapporto con Kim (Rhea
Seehorn) – a rischio. La morte di Chuck (Michael McKean)
colpisce profondamente gli ex colleghi Howard (Patrick Fabian) e
Kim, rimettendo i due ancora sui due lati opposti di una battaglia
scatenata dai fratelli McGill.
Nel frattempo, Mike Ehrmantraut
assume un ruolo più attivo come il più recente (e più completo)
consulente di sicurezza di Madrigal Electromotive. E’ un
momento molto delicato per essere in servizio a Gus Fring, dato che
il crollo di Hector manda segnali in tutto il mondo sotterraneo di
Albuquerque e getta il cartello nel caos – facendo a pezzi i piani
ben strutturati di Gus e Nacho. Mentre Gus cambia rotta, Nacho
si ritrova nel mirino di forze nemiche.
Un nuovo casting call potrebbe aver
rivelato nuovi interessanti particolari su
Loki, la serie tv che vedrà il ritorno di
Tom
Hiddleston nei panni del Dio dell’Inganno e che
arriverà sulla piattaforma streaming di Disney
+.
È da parecchio tempo che si
vocifera che in Loki vedremo sia la
versione femminile del Dio dell’Inganno che Kid
Loki, la versione preadolescente del personaggio, apparsa
per la prima volta in “Thor 617”. Grazie al casting call sappiamo
adesso che la produzione è alla ricerca di “un bambino di 10
anni, inglese, di qualunque etnica, intelligente e coraggioso, con
uno spirito arguto e con esperienze di vita che superano i suoi
anni”; tale personaggio avrà un ruolo ricorrente nella serie.
Parallelamente, la produzione è anche alla ricerca di “una
bambina di 10 anni, britannica, caucasica, in lacrime a causa di
una situazione spaventosa, che si affida alla sua intelligenza e
resilienza per cercare una via di uscita.”
Al momento non sappiamo chi
potrebbe essere il personaggio femminile e se sarà effettivamente
la versione femminile del Dio dell’Inganno.
Di recente è stato annunciato
l’ingresso nel cast della serie dell’attrice Sophia Di
Martino: sono in molti a sostenere che quest’ultima
potrebbe interpretare Amora l’Incantatrice, quindi
è probabile che la serie andrà ad esplorare l’amicizia durante gli
anni dell’infanzia tra la versione bambina di Amora e il giovane
Loki, attraverso dei flashback.
Potrebbe anche trattarsi di
Leah, un personaggio estremamente popolare della
serie a fumetti “Journey Into Mystery” di Kieron Gillen:
si tratta di un stretta alleata di Loki e non è da
escludere che i Marvel Studios possano prendere ispirazione
proprio da quel fumetto per la tanto attesa serie dedicata
all’amatissimo villain.
A quanto pare gli episodi dello
show televisivo riempiranno quegli spazi lasciati vuoti tra la fine
di Infinity War – dove avevamo visto Loki morire
per mano di Thanos – e Endgame, dove il personaggio è
apparso nel 2012 nel corso dei viaggi nel tempo dei
Vendicatori.
“Negli anni trascorsi da
Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame sono state poste due
domande: Loki è davvero morto? E cosa farà con il cubo cosmico,
ovvero il Tesseract? Ecco, la serie risponderà a entrambe le
domande“, ha dichiarato Hiddleston in un’intervista.
Ricordiamo che la serie verrà
sviluppata dallo showrunner e sceneggiatore di Rick and
Morty,Michael Waldron,
ingaggiato dai Marvel Studios per scrivere il
primo episodio figurando anche come produttore esecutivo.
Creato da Stan Lee,
Jack Kirby e Larry
Lieber, Loki
è uno dei personaggi ricorrenti all’interno dell’universo
cinematografico Marvel ed è apparso in ben sei
cinecomic dei Marvel Studios. Noto come “Il Dio
dell’Inganno“, è stato fra i primi villain davvero apprezzati dai
fan grazie soprattutto all’egregia interpretazione a
tinte shakespeariane di Tom
Hiddleston, l’attore che ne veste i panni
da Thor (2011).
Nicholas Hoult si è
unito ufficialmente al cast dei due nuovi sequel di
Mission Impossible, i capitoli 7 e 8
della celebre saga. La conferma è arrivata attraverso l’account
Instagram ufficiale
del regista Christopher McQuarrie: la notizia è
stata riportata poi da Variety, secondo il
quale Hoult potrebbe interpretare il nuovo villain.
Nicholas Hoult, che
di recente è stato in lizza con Robert Pattinson per ottenere il
ruolo di Bruce Wayne nell’atteso The
Batman di Matt Reeves, è conosciuto per il ruolo
di Bestia nella saga degli X-Men.
Nel corso della sua carriera è apparso anche in Mad Max: Fury
Road, La favorita e nel biopic Tolkien, nel quale ha
interpretato il celebre scrittore britannico.
Hoult andrà ad affiancare altre tre
new entry nella saga di Mission
Impossible annunciate di recente: Shea
Whigham (Kong: Skull Island), Hayley
Atwell (Captain America: Il primo vendicatore) e
Pom Klementieff (Guardiani della Galassia).
Tom Cruise e Rebecca Ferguson
torneranno nei panni di Ethan Hunt e Ilsa Faust.
I due film verranno girati in
contemporanea ma non è ancora chiaro quali altri membri del cast
torneranno sul set per le riprese. McQuarrie scriverà e
dirigerà i film, che faranno il loro debutto nelle sale americane
rispettivamente il 23 luglio 2021 e il 5 agosto 2022.
Nessun aggiornamento sul destino di
August Walker e Alan Hunley, i personaggi interpretati da
Henry Cavill e Alec
Baldwin, che secondo le ultime indiscrezioni
rientrerebbero nei piani di McQuarrie per i sequel. Ma come farli
tornare, visto che nel precedente film sono morti?
L’ultimo film del
franchise, Mission
Impossible:Fallout, è arrivato il 12
dicembre 2018 in Dvd, Blu-ray, 4k Ultra HD e Digital HD con
Universal Pictures Home Entertainment Italia. Prodotto da Tom
Cruise e Bad Robot, Paramount Pictures e Skydance, è stato uno dei
titoli meglio recensiti della scorsa stagione, con critica e
pubblico entusiasti ed un incredibile indice di Rotten Tomatoes del
97%.
Impegnato in una pericolosa missione
per recuperare del plutonio rubato, Ethan Hunt (Tom Cruise) sceglie
di salvare i suoi amici anziché la missione, permettendo così ad un
network letale di agenti segreti altamente qualificati di entrare
in possesso del plutonio, con l’intento di distruggere la civiltà.
Così, con il mondo in pericolo, Ethan ed il suo team (Simon Pegg,
Ving Rhames, Rebecca Ferguson) sono costretti a lavorare con uno
schietto agente della CIA (Henry Cavill) in una corsa contro il
tempo per fermare la minaccia nucleare. Scritto e diretto da
Christopher McQuarrie, Mission: Impossible –
Fallout vede nel cast anche Sean Harris, Angela
Bassett, Michelle Monaghan e Alec Baldwin.
Come un fulmine a ciel sereno,
arriva la notizia che Scott Derrickson ha deciso
di abbandonare la regia di Doctor Strange in the
Multiverse of Madness, attesissimo sequel del
cinecomic Marvel con Benedict
Cumberbatch uscito ormai 5 anni fa.
Dopo che Variety aveva
riportato in esclusiva la notizia, è stato lo stesso Scott
Derrickson a confermarla attraverso il suo account
Twitter. Al di là
delle solite “divergenze creative”, non sono stati forniti
ulteriori dettagli sui motivi che hanno spinto il regista ad
abbandonare la regia del film. Derrickson sarà comunque coinvolto
nel sequel in qualità di produttore esecutivo, quindi è probabile
che la scissione tra lui e la Marvel sia stata tutto sommato
amichevole.
Su Twitter, Scott
Derrickson ha scritto: “La Marvel ed io abbiamo deciso di
comune accordo di non lavorare più insieme a Doctor Strange in the
Multiverse of Madness a causa di alcune divergenze creative. Sono
grato per la nostra collaborazione e figurerò comunque nei panni di
produttore esecutivo.”
Sembra che la ricerca di un
sostituto di Derrickson sia già iniziata. La produzione del film
dovrebbe partire ufficialmente il prossimo maggio. In una recente
intervista, a proposito del sequel, Kevin
Feige aveva dichiarato: “Non direi che si tratta
necessariamente di un film horror, ma… sarà sicuramente un grande
film ambientato nel MCU con una serie di sequenze
davvero spaventose.”
Annunciato ufficialmente questa
estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange
2 vedrà Benedict
Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange.
Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà
anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista
dopo WandaVision. Le riprese
dovrebbero cominciare nella prima metà del 2020.
Secondo Collider, la
produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo
sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non
è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere
firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe
intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro
mani con il regista.
Il primo film su Doctor
Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita
dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con
Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda
Swinton, Chiwetel
Ejiofor e Rachel McAdams.
Abbiamo rivisto Strange in Infinity
Ware
inEndgame.
Greta
Gerwig sceglie il capolavoro di Louisa May
Alcott, Piccole Donne, per
portare avanti il suo percorso da regista, cominciato con grande
successo con Lady
Bird. Ancora una volta, dunque, l’attrice e
sceneggiatrice manifesta il suo interesse nel raccontare storie di
giovani donne, partendo questa volta da un testo che non tocca il
suo vissuto ma che rappresenta una montagna molto più difficile da
scalare, data la popolarità del materiale di partenza e anche il
numero di volte che la storia è stata portata al cinema (cinque
trasposizioni per il grande schermo).
Il primo elemento di rilievo della
lettura di Piccole Donne a firma Gerwig è
la decostruzione della narrativa del racconto; il film prende
infatti spunto non solo da Piccole Donne,
ma anche da Piccole Donne Crescono e dai
due seguiti, meno famosi, Piccoli Uomini
e I ragazzi di Jo. Il risultato è una
storia che drammaturgicamente si spezza tra passato e presente. In
questo modo Greta
Gerwig produce due effetti, il primo è quello di dare
movimento, trasporto, vivacità al racconto, e questo rappresenta
sicuramente un pregio. Il secondo effetto è invece quello di
sovvertire la scoperta degli eventi da parte dello spettatore:
l’ordine naturale dei fatti raccontati da Alcott regalava senza
dubbio alla storia una forma più coesa, che manteneva alta la
curiosità del lettore. Poco male, si dirà, visto che la storia di
Piccole Donne è molto conosciuta, anche
grazie al cinema.
In Piccole Donne, Jo incarna anche Alcott
E proprio come la versione di
Gillian Armstrong, con Winona Rider nei panni di Jo, anche Gerwig
contamina il testo con episodi biografici dell’autrice, come si
capisce chiaramente soprattutto nel finale del film, con Jo/Louisa
che contratta in maniera scaltra e decisa con il suo editore, fino
a stringere tra le mani la copia rilegata della storia, sua e delle
sorelle.
Il lavoro di adattamento di
Greta Gerwig è tutto incentrato alla
modernizzazione dei personaggi, cosa che effettivamente suona
bizzarra, se consideriamo che ancora oggi Jo, Amy, Laurie e persino
Meg risuonano incredibilmente moderni. La regista ne traspone forse
una versione con cui è più semplice entrare in contatto, a partire
dal rapporto che nasce tra Jo e Laurie, questi due giovani pieni di
vita che già dai loro nomignoli giocano con i generi e si
rincorrono per poi perdersi definitivamente, in una delle scene
sicuramente più intense del film che non a caso la regista sposta
nel terzo atto.
Interessante il fatto che i
personaggi intorno ai quali Gerwig ha costruito gran parte della
sua drammaturgia siano le uniche due sorelle che provano a
coltivare il loro talento artistico. Se Meg (Emma
Watson) viene relegata a margine della storia, lei che
rinuncia alla sua passione per la recitazione in favore di un
matrimonio non troppo furbo, e Beth (Eliza
Scanlen) muore senza mostrare mai allo spettatore a
pieno il suo talento musicale, Jo e Amy sono le uniche che trovano
spazio, nel film, per mettersi alla prova e affinare la propria
arte. È quindi indicativo che la regista si sia concentrata
principalmente sulle due sorelle che cercano di sbocciare in quanto
artiste e non solo come donne: Jo ci riuscirà, diventando una
scrittrice di successo, Amy accantonerà la pittura, dal momento che
non ha abbastanza talento per essere la migliore.
Jo e Amy vere protagoniste
E proprio i due
personaggi, interpretati da Saoirse
Ronan e da Florence Pugh, sono quelli che risentono della
riscrittura più interessante da parte di Gerwig: l’attrice
irlandese dà alla sua Jo una fragilità e una delicatezza che il
personaggio non aveva mai avuto, dal canto suo, la protagonista di
Midsommar si trova a confrontarsi con
un personaggio molto più solido, realistico, molto distante dalla
frivola e capricciosa Amy che invece viene descritta nelle pagine
di Alcott. Forse proprio per la scrittura più attenta dei loro
personaggi, sono loro a brillare maggiormente in tutto il film,
anche se Laura Dern e Meryl Streep riescono ugualmente a
sorprendere, commuovere e divertire, la prima con una dolcezza
materna davvero toccante, la seconda con un’interpretazione che non
cede a facili smorfie da macchietta e che imprime un piglio molto
personale a Zia March.
Per quello che riguarda la regia,
Greta
Gerwig si dimostra bravissima a mettere in scena
i quadri d’insieme, forte anche della fotografia brillante e vivace
di Yorick Le Saux. Risulta invece meno incisiva
nel dare corpo omogeneo al racconto, forse proprio per la scelta di
confondere e mescolare i piani temporali e tentare di dare maggiore
movimento al racconto.
Con Piccole
Donne, Greta
Gerwig si mette alla prova con materiale che
tocca il suo interesse ma che non appartiene al suo vissuto e
risulta dunque un po’ meno ispirata di quanto era riuscita a fare
con Lady Bird. Tuttavia la bellezza della
storia, la fotografia vivace e limpida, le interpreti rendono il
suo adattamento del romanzo di Alcott una tappa fondamentale della
stagione per gli appassionati di cinema.
È stato diffuso il nuovo trailer
ufficiale italiano di Birds of Prey e la
fantasmagorica rinascita di Harley Quinn, il film di
Cathy Yan con Margot Robbie, Mary
Elizabeth Winstead, Jurnee Smollett-Bell, Rosie Perez, Chris
Messina ed Ewan McGregor.
Birds of
Prey, diretto
da CathyYan, arriverà
nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast
anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee
Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black
Canary), Rosie Perez (Renee Montoya)
e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).
Ewan McGregor interpreta invece uno dei
due principali villain del film, Maschera
Nera, alter ego di Roman Sionis.
Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi
nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi
del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham
City.
Di seguito la nuova sinossi ufficiale:
“Avete mai sentito la storia
del poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della
principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita
di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa
Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista
di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz,
puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta
per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e
Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra
scelta che allearsi per abbattere Roman.“
Dopo Il
Divo, Il
Traditore, Loro (parte
1 e 2) arriva al cinema anche Hammamet,
il nuovo film di Gianni
Amelio che, come i film citati, si annuncia come il
ritratto di uno degli uomini di potere che hanno plasmato il nostro
Paese, così come lo conosciamo oggi. La scelta di Amelio cade sulla
figura di Bettino Craxi, il segretario del Partito
Socialista Italiano che fu il centro dell’inchiesta Mani Pulite e
che morì in Tunisia all’inizio del 2000.
Il regista calabrese dà inizio al
suo racconto nel momento in cui Craxi è all’apice del suo potere,
il congresso di partito che si è tenuto a Milano nel 1989. Nel
momento che rappresenta l’apogeo della sua parabola di potere,
Amelio inserisce un disturbatore, il tesoriere del Partito, che gli
va incontro in quella occasione per manifestare le sue perplessità
e preoccupazioni sui movimenti della Magistratura: si stanno
muovendo cose più grandi di lui e il loro metodo di gestione dei
fondi del “più grande partito di opposizione” sarà presto
sotto i riflettori di tutta Italia. Due anni dopo scoppierà infatti
l’inchiesta, ma Amelio fa un balzo in anvanti di 10 anni. È la fine
del 1999, Craxi è vecchio e afflitto dal diabete nella sua villa ad
Hammamet, sulla costa della Tunisia, da dove, nelle giornate
limpide, si vede l’Italia. Una notte, un giovane fa irruzione nella
sua casa, rischiando di prendersi anche un colpo di pistola da
parte della milizia tunisina che presidia la villa. È Fausto, figli
del tesoriere del partito, suicidatosi durante le indagini della
magistratura.
Hammamet
parla di un uomo che ha perso il potere
In questo modo, Amelio mette il
personaggio del presidente in mezzo a due fuochi: da una parte
Anita, la figlia/infermiera che si prende cura di lui e ne mitiga i
temperamenti ancora vivaci, che lo lega a un presente di sofferenza
e reclusione, che gli ricorda con ogni premura che lui ha perso il
potere che tanto amava; dall’altra il misterioso Fausto, che
riporta alla memoria del protagonista tutte le sue mancanze, i suoi
errori, quel passato in cui, nel pieno vigore del suo corpo,
possedeva tutto il potere e la capacità decisionale che aveva
sempre voluto. Questo doppio rapporto, a metà tra il racconto
biografico e il messaggio simbolico, è lo scheletro attorno al
quale Amelio costruisce il suo Hammamet e
la sua figura di Craxi.
Un Craxi che però non viene mai
nominato. Un Presidente, così viene chiamato, senza nome, così come
ogni personaggio storico che il film mostra. Neppure la figlia del
protagonista si chiama Stefania, come nella realtà, ma Anita, a
ricordare la moglie di Giuseppe Garibaldi,
personaggio storico molto caro a Craxi e che viene rievocato più di
una volta e in più di un modo, nel corso del film. Un uomo senza
nome, dunque, quasi un simbolo di una persona che ha perso il
potere e che ora fa i conti con la malattia e la morte che si
avvicina, in un oblio inevitabile.
Pierfrancesco
Favino è straordinario
A differenza di questa
indeterminatezza del protagonista, che ricorda quasi il modo in cui
Paolo Sorrentino ha trattato la figura di
Berlusconi in Loro 1, la rappresentazione fisica che ne fa
Pierfrancesco Favino sfiora la perfezione, non
solo per il modo in cui l’attore utilizza il trucco prostetico e
che non ha nulla da invidiare al make-up departement che
ha trasformato Christian Bale in Dick Cheney
o Gary Oldman in Winston
Churchill, ma anche per un studio profondo di movenze,
toni, tempi, respiro addirittura. E di fronte a questo lavoro
titanico dell’attore romano il resto del cast scompare,
completamente inadeguato a stargli intorno e a confrontarsi con
quella performance.
È difficile capire quale fosse
l’intento preciso di Gianni Amelio, sembra quasi
che con Hammamet il regista stesso sia confuso
nello scegliere un modo per raccontare un personaggio storico tanto
importante e ingombrante per la Storia italiana. Forse la chiave
del film va ricercata nel personaggio di Fausto: uno sconosciuto
che attraverso un forte legame con il suo passato mette il
protagonista di fronte alla terribile condizione di sconfitta che
rappresenta il suo presente.
Dopo che Tony Stark
usa il Guanto dell’Infinito per fermare Thanos ed
il suo esercito in Avengers: Endgame, rimane
gravemente sfregiato e incapace di parlare. Si tratta di
un’immagine abbastanza cruda che ha reso la visione della morte di
Iron Man ancora più difficile da “sopportare” per
tutti i fan, ma sappiate che le cose potevano essere ancora più…
brutali!
Matt Aitaken,
supervisione degli effetti digitali visivi della Weta, ha
dichiarato: “Abbiamo dato ai registi una gamma completa di
sguardi tra cui scegliere e uno di quelli rappresentava il punto
esatto in cui l’energia delle pietre aveva agito fino al viso e
aveva fatto spuntare fuori uno dei bulbi oculari di Tony, che gli
pendeva sulla guancia”. Ridendo, Aitaken ha poi aggiunto:
“Ovviamente, non hanno scelto quello.”
Certamente, siamo tutti contenti che
la scena sia stata realizzata in modo totalmente diverso, ma c’è
una ragione precisa se il team VFX del film aveva deciso di
spingersi così oltre: “Con qualsiasi tipo di progetto in
sviluppo, vuoi essere in grado di offrire ai registi una gamma
completa di possibilità, che si tratti di un leggero tocco o di
qualcosa che possa addirittura sfociare nell’orrore, anche se sai
che quella non sarà mai la loro scelta”, ha spiegato il
produttore Jen Underdahl. “Facendo questo tipo
di esercizio e dando loro la possibilità di vedere ogni sorta di
piccola sfumature del processo, possiamo essere in grado di
prevedere i loro gusti e le loro scelte per il futuro.”
Ricordiamo
che Avengers: Endgame è il film
di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei
Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe
Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e
11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza
pari.
Film evento del decennio, è riuscito
in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso
narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man, riunendo sul grande
schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno
premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima
alla classifica Avatar di James
Cameron.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris
Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict
Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman,
Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian
Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh
Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon
Favreau, Paul Rudd e Brie
Larson.
La Marvel ha attraversato
numerosi cambiamenti negli ultimi 10 anni. Mentre ci prepariamo
all’inaugurazione di un nuovo decennio di storie, è importanti
ricordare tutti i personaggi che sono stati presentati nel MCU,
per capire se gli stessi saranno effettivamente presenti anche in
futuro.
Altrettanto importante, però, è
capire quali sono i personaggi che non hanno ancora debuttato sul
grande schermo e che potrebbero farlo prossimamente. Ecco quindi
5 personaggi di cui probabilmente sentiremo ancora
parlare nel prossimo decennio, tanto tra le pagine scritte quanto
sul grande schermo…
Miles Morales
Miles Morales è passato
dall’Ultimate Universe alla continuity principale #616, decisione
che si è rivelata ottimale da parte dei dirigenti della Marvel. Il personaggio è
estremamente popolare e ora lo è diventato ancora di più grazie
alla sua apparizione in Spider-Man: Un Nuovo
Universo.
Il personaggio si collega ad una
generazione completamente nuova di fan dei fumetti, crescendo al
pari di quanto faranno loro. Entro dieci anni, Morales guiderà
l’universo Marvel: ha davvero un futuro molto
luminoso davanti a sé, destinato a crescere ancora di più grazie
all’arrivo dell’annunciato sequel cinematografico di Into the
Spider-Verse.
Ms Marvel
Ms Marvel è un altro nuovo personaggio
degli ultimi anni ad essere completamente decollato. Con
l’annunciata serie Disney+ in arrivo, la
popolarità della controparte femminile di Captain Marvel e alter ego di diversi
personaggi è cresciuta in maniera esponenziale, generando un
fenomeno quasi senza precedenti.
Che questa
popolarità sia aumenta per una maggiore attenzione alla diversità
degli eroi della Marvel, impegnati adesso in storie
anche in base alla loro età e alla loro cultura, o soltanto perché
si tratta di un’eroina dotata di un potere unico, la stravagante
Kamala Kahn è un pilastro della Marvel che merita tutta
l’attenzione possibile.
Knull
Knull, il Dio dei simbionti, è stato
annoverato di recente tra i più grandi nemici di Venom.
Immediatamente, è divetanto un personaggio iconico, anche grazie al
suo fantastico design, che ha aggiunto un tocco di novità al
tradizionale aspetto dei parassiti amorfi extraterrestri.
Il personaggio ha il potenziale
necessario per tornare, in tantissimi modi. Anche se non figura
come parte costante dell’universo Marvel, è giusto dire che ci sono
diverse opportunità per sfruttare il personaggio altrove: ci
piacerebbe vederlo assumere il ruolo di minaccia intergalattica, a
partire magari dall’annunciato sequel del film con
Tom Hardy o in uno dei futuri titoli dedicati all’Uomo Ragno.
Mister Negative
Che sia per via delle sue
apparizioni nei fumetti o per via del ruolo da protagonista nel
videogioco su Spider-Man per PS4, Mister Negative è diventato uno
dei villain favoriti dai fan della Marvel, nonostante sia rimasto in
circolazione per un breve periodo di tempo.
È difficile dare vita ad un cattivo
che possa essere paragonato ad altri storici nemici e possedere una
vera connessione interpersonale con l’eroe di turno. A modo suo, la
Marvel è riuscita a farlo con
Martin Li e siamo certi che tra 10 anni, il personaggio sarà
altrettanto minaccioso e chissà, forse avrà fatto anche il suo debutto sul grande
schermo!
The Mighty Thor
Jane Foster che assume i poteri e
l’identità di Thor è stato un assoluto colpo di genio ed ha creato
un personaggio che avrà certamente un’eredità molto lunga. Farà già
il suo debutto sul grande schermo, nell’attesissimo Thor: Love and
Thunder, ma non possiamo immaginare fino a che punto il
personaggio possa essere spinto.
C’è sicuramente il potenziale giusto
affinché The Mighty Thor sostituisca il figlio di Odino, come già
accaduto in passato. Non è di certo a corto di fan e il fatto che
sia legata ad un personaggio così affermato le conferisce
indubbiamente una longevità ancora maggiore.
Dopo il flop del recente reboot al
femminile di Ghostbusters, i fan del
franchise erano preoccupati che le possibilità di vedere un nuovo
capitolo della saga fossero praticamente nulle. La notizia di un
nuovo riavvio del franchise di certo più promettente,
Ghostbusters: Legacy, ha fatto quindi la
gioia di chi è cresciuto con i film dedicati agli
Acchiappafantasmi.
In seguito alla release del primo
trailer ufficiale del film diretto da Jason
Reitman, non sono mancate le speculazioni a proposito
della trama, dal momento che le domande dei fan su questo ulteriore
riavvio, su cosa racconterà e in che modo sarò collegato ai primi
due film originali, si sprecano.
Ecco, quindi, 10 cose che ci
auguriamo di vedere in Ghostbusters:
Legacy:
Nuovi fantasmi
Una delle cose che ha reso
fantastici i film originali della saga di Ghostbusters è
stato l’aspetto unico dei fantasmi. Alcuni erano abbastanza
terrificanti; altri invece avevano un aspetto decisamente più
comico. Questa miscela di horror e comedy è
riuscita quasi sempre bene, lasciando a molti bambini la stessa
dose di incubi e risate.
La creatività è la chiave per la
buona riuscita di Ghostbusters: Legacy. Se il team
creativo del film dimostrerà di aver saputo lavorare con
intelligenza al design dei fantasmi, allora il pubblico amerà senza
ombra di dubbio il film; se si punterà, invece, ad una
rielaborazione di vecchi personaggi… allora l’insuccesso del film è
praticamente già scritto!
Paul Rudd che ruba la scena
I fan di Ghostbusters e,
più in generale, gli appassionati di cinema, sono stati
estremamente contenti di vedere Paul Rudd ricoprire
un ruolo importante nel primo trailer di Ghostbusters:
Afterlife. Rudd è tornato alla ribalda dopo il successo
ottenuto grazie al ruolo di Ant-Man nel MCU e a numerose commedie di
successo, come la recente serie Netflix dal titolo Living With
Yourself.
Tra le star più amate ed apprezzate
dell’odierno panorama cinematografico hollywoodiano, Paul Rudd
merita decisamente di avere un ruolo di assoluto rilievo
all’interno della storia di Ghostbusters: Legacy. Uno dei
motivi del successo del primo film del 1984 è stato anche il suo
incredibile cast: la cosa potrebbe ripetersi proprio grazie alla
presenza di Rudd nel nuovo film.
Preparare il terreno per eventuali sequel
L’odierna industria cinematografica
è completamente assorbita dalla moda dei franchise, con sequel,
remake e reboot che ormai non si contano più. È inevitabile che una
saga come quella di Ghostbusters lasci pensare
all’inevitabile realizzazione di episodi sempre nuovi. Vogliamo
tutti che questo nuovo capitolo porti la storia principale verso
una degna conclusione, ma al tempo stesso è innegabile quanto
sarebbe bello che lo stesso film preparasse il terreno per
eventuali e futuri sequel.
Collegamenti con i primi due film originali
I fan dei film originali di
Ghostbusters muoiono dalla voglia di vedere uno dei loro
universi cinematografici favoriti tornare in vita sul grande
schermo. Per questo motivo, sarebbe opportuno e più che sensato
includere in Ghostbusters: Legacy diversi collegamenti con
i personaggi e le linee narrative di Ghostbusters e
Ghostbusters II.
In questo modo, i fan delle
pellicole originali avranno uno stimolo in più per andare a vedere
il nuovo film al cinema. Negli ultimi dieci anni, puntare alla
nostalgia si è rivelata una tattica infallibile per l’industria
cinematografica: anche Ghostbusters: Legacy dovrà
attingere a piene mani da quell’effetto nostalgia…
Una buona dose di commedia
Ciò che ha reso i primi due film un
successo in tutto il mondo, è stato l’efficace utilizzo della
commedia. Dopotutto, Ghostbusters è a tutti gli effetti
una commedia! Nel reboot al femminile del 2016, la maggior parte
del pubblico ha ritenuto piatti e monotoni gran parte degli aspetti
comici del film.
Dal primo trailer
ufficiale, sembra che Ghostbusters: Legacy sia più vicino
allo spirito della grande avventura soprannaturale sulla scia dei
recenti Stranger
Things e IT. Speriamo
che il nuovo film non dimentichi le sue origini e che ponga lo
spirito della commedia tra le sue priorità.
La costruzione di un universo
Sia con film originali che con il
reboot al femminile, i registi coinvolto nella saga di
Ghostbusters hanno sempre cercato di costruire un vero e
proprio universo attorno ai personaggi. Questo nuovo film
rappresenta l’occasione perfetta per iniziare una costruzione
dell’Universo Ghostbusters più seria che mai.
Speriamo che Ghostbusters:
Legacy sia in grado di trarre ispirazione dai film precedenti
e di mostrare al pubblico come sarebbe il mondo se i fantasmi
fossero davvero.
Un minimo cenno al reboot al femminile
Anche se il reboot al femminile di
Ghostbusters non è stato esattamente un successo, il film
di Paul Feig è comunque
parte della storia del franchise. Sicuramente i fan non muoiono
dalla voglia di vedere un sequel di quel film, ma forse un piccolo
collegamento con quella pellicola in Ghostbusters: Legacy
potrebbe comunque risultare divertente.
Che si tratti di un
semplice cameo di una delle attrici protagoniste o addirittura di
un invisibile easter egg, siamo certi che coloro che hanno
apprezzato il reboot al femminile vorrebbero vedere anche un breve
cenno a quell’operazione, visto e considerato che un sequel
ufficiale è altamente improbabile.
Easter egg
Oltre ai collegamenti con il reboot
di Paul Feig, ci auguriamo di vedere moltissimi easter egg con i
primi due film originali. In un momento storico in cui l’effetto
nostalgia sembra dominare il box office mondiale, offrire ai fan di
Ghostbusters uno o più riferimenti ai film del passato non
farebbe altro che renderli felici.
Il franchise di
Ghostbusters è riuscito ad espandersi attraverso altri
media di successo: ci sono stati infatti videogiochi, show
televisivi, fumetti e altro ancora. Gli easter egg in riferimento
all’impatto sulla cultura pop del franchise sarebbero di sicuro una
buona mossa per soddisfare al meglio la parte più hardcore del
fandom di Ghostbusters.
Slimer
Di tutti i fantasmi apparsi nei vari
film di Ghostbusters, Slimer è senza dubbio il più amato,
quello più riconoscibile. In parte, è anche diventato un’icona
all’interno della cultura pop. Oggi, la sua immagine e la sua
figura sono un sinonimo di tradizione per tutti i fan di
Ghostbusters.
Che sia effettivamente parte della
storia, o che venga ricordato tramite un easter egg, o addirittura
soltanto menzionato da uno dei personaggi, ci deve necessariamente
essere un riconoscimento al fantasma più popolare della saga nel
film di Jason Reitman!
Il cast originale sotto forma di… fantasmi!
Dal primo trailer ufficiale, emerge
chiaramente che l’eredità del cast originale di
Ghostbusters avrà un ruolo chiave nella trama del nuovo
film. Questa è sicuramente una grande mossa, che piacerà
sicuramente a tutte le tipologie di pubblico.
Se Reitman vuole davvero catturare
il cuore dei fan più nostalgici, c’è una scelta narrativa che
potrebbero rivelarsi vincente: riportare il cast originale… sotto
forma di fantasmi! Da spettri, gli Acchiappafantasmi originali
potevano guidare la nuova squadra e insegnare loro come agire da
eroi, prima di passare definitivamente all’aldilà.
Esce in sala il 9 gennaio City of
Crime, ultimo film di Brian Kirk che
in originale pota il titolo assai più significativo di
21 Bridges, che sta ad indicare proprio i
21 ponti, di cui tre tunnel, che verranno chiusi ad un certo punto
della storia per isolare la città.
La trama di City of Crime
Il poliziesco è un genere coriaceo,
come i suoi protagonisti, non si estingue mai del tutto e spesso
riemerge negli anfratti di Hollywood per dare vita a film che si
inseriscono alla perfezione nel filone che vede protagonisti
poliziotti incorruttibili e criminali inafferrabili. In questa
circostanza, il film, prodotto dai Fratelli Russo, vede protagonista nei panni
del detective Andre DavisChadwick
Boseman, attore reso celebre dal ruolo di Black
Panther nel Marvel Cinematic
Universe e qui interprete di un poliziotto
incorruttibile, con la fama di cecchino e con un codice d’onore
immacolato. Tutti i giorni, in strada, l’uomo si fa carico
dell’eredità del padre, anche lui poliziotto e morto in servizio,
lasciandosi alle spalle un figlio e un ideale.
L’azione prende il via quando otto
poliziotti restano uccisi in uno scontro a fuoco con una banda di
narcotrafficanti e piccoli spacciatori. Un prezzo altissimo in
fatto di vite di agenti, che la città non perdonerà agli
“sventurati” criminali, che presto si riveleranno essere giovani
sprovveduti non pienamente consapevoli del pasticcio in cui si sono
messi. Il capitano della polizia, interpretato da J.K. Simmons, fa affiancare Davis dalla
detective Sienna
Miller, specializzata in narcotraffico. I due, in un
inseguimento che dura tutta una notte, si avventureranno in una
corsa contro il tempo per fermare i due criminali.
City of Crime è un poliziesco
tradizionale
City of
Crime adotta ogni archetipo del genere poliziesco e lo
mette al servizio di una storia tanto prevedibile quanto solida, in
cui la città di New York diventa protagonista, lontana dalle
spettacolarizzazioni e pienamente inserita dentro il suo tessuto
stradale. Incroci, metropolitane, ponti (appunto), ogni elemento
fisico della città diventa protagonista nel corso di un
inseguimento sempre più confusionario, che sfocia in un colpo di
scena tanto annunciato quanto ben costruito.
La prevedibilità non è però da
attribuire a una cattiva scrittura, ma ad un’aderenza al genere
così precisa e puntuale in ogni suo cardine che il film si scrive
da solo nella mente dello spettatore avvezzo a quel tipo di
intreccio. City of
Crime è un poliziesco che potrebbe essere uscito
vent’anni fa, senza infamia e senza lode, nonostante l’impegno che
la nutrita schiera di interpreti di alto livello infonde in ogni
singolo personaggio.
Il leggendario regista Martin Scorsese ha ammesso di non sapere quali
siano i supereroi dell’Universo Cinematografico Marvel… e, a quanto pare, non gli
interessa saperlo! Le recenti dichiarazioni di Scorsese (“I film di supereroi
non sono cinema”) hanno fatto il giro del mondo e
scatenato le ieri di tantissimi fan della Casa delle Idee. C’è
anche però chi ha saputo ironizzare sulla questione, come la stessa figlia del
regista, Francesca, che ha ben pensato di incartare i regali di
Natale indirizzati al suo illustre papà con della carta a tema
Marvel!
Certo, per alcuni, pensare che
Martin Scorsese non sappia neanche chi siano i
supereroi Marvel può essere semplicemente
assurdo, dal momento che Avengers:
Endgame è diventato il più grande incasso nella
storia del cinema, con il marketing del film che ha invaso
praticamente ogni tipo di media. Ma anche prima del successo di
Endgame, la Marvel ha dominato il box office
mondiale per oltre un decennio. Il primo film del MCU, Iron
Man, uscito nel 2008, ha sancito l’inizio di una
nuova era per i film di supereroi e ha contribuito a rilanciare la
carriera di Robert Downey Jr.; dall’uscita del
film, i personaggi e le storie del MCU sono diventati sempre più
interconnessi, fino al culmine di un arco narrativo lungo ben 11
anni, la chiusura di un cerchio rappresentata appunto da
Endgame.
Ospite di una delle celebri
roundtable di THR organizzata in
occasione dell’award season, Martin
Scorsese ha risposto candidamente alle critiche che gli
sono state mosse per i suoi commenti in merito ai film di
supereroi. Quando il moderatore della tavola rotonda ha
sottolineato che il regista avesse espressamente criticato i film
della Marvel, lo stesso Scorsese ha
replicato: “Ho detto film di supereroi, non ho mai detto film
della Marvel. Neanche conosco i supereroi
della Marvel. Mi ricordo che la Marvel realizzava
fumetti”.
Tornando invece sulle sue
dichiarazioni secondo le quali i film di supereroi non sarebbero
cinema ma soltanto dei grandi parchi giochi, il regista ha
preferito anche una volta spiegarsi meglio: “Ricordo che quando
venne costruita Disneyland, una delle aspirazioni degli studio era
quella di diventare importante nella cultura americana proprio come
Disneyland. Il primo studio a fare una cosa del genere è stata la
Universal con i suoi tour, con i suoi blockbuster in cima alle
attrazioni. Il senso dei parchi a tema è sempre stato questo. Non è
una cosa cattiva. Tutti si divertono nei parchi giochi. Soltanto
che adesso in un parco divertimenti ci sono anche i film.”
In occasione di un panel targato
Fox e dedicato alla serie Deputy durante il press tour
della Television Critics Association, il regista di
Suicide Squad,David
Ayer, ha rivelato che il suo viaggio all’interno del DCEU
potrebbe ancora continuare: lo stesso, infatti, in riferimento
all’imminente arrivo nelle sale di Birds of
Prey, ha confermato che Gotham City
Sirens, il cinecomic che riunirà sullo schermo
Harley Quinn, Catwoman e Poison Ivy, non è stato cancellato, ma
soltanto “messo in pausa” dalla Warner Bros., con buona
possibilità che prima o poi riceva definitivamente il via
libera.
E sempre a proposito di
Suicide Squad, Ayer ha rivelato che avrebbe
potuto dirigere il sequel. Dopo aver espresso attraverso i social
tutto il suo supporto e la sua
ammirazione nei confronti di James
Gunn, il regista ha rivelato a proposito di
The Suicide Squad che gli sarebbe stata
offerta la possibilità di dirigerlo: “Mi è stato offerto di
farlo, ma ho preferito intraprendere un’altra strada”, ha
spiegato Ayer.
Il film di Gunn sarà un vero e
proprio reboot con alcuni collegamenti alla pellicola di Ayer,
incluso diversi attori di quel film che torneranno ufficialmente
nel cast, come Margot Robbie, Joel Kinnaman, Jai
Courtney e Viola Davis. Anche se non sarà
lui a riportare sul grande schermo la Task Force X, Ayer è apparso
fiducioso in merito ai suoi impegni con la DC Films, rivelando di
essere assolutamente disponibile a dirigere un nuovo adattamento:
“Adoro la creazione di quel mondo e adoro il potere che ha la
comunicazionie al giorno d’oggi e, soprattutto, che hanno i fan.
Può essere pericoloso: è come essere un giocoliere con tante
motoseghe al posto delle sfere, ma al tempo stesso è qualcosa che
mi affascina, quindi sono certo che mi immergerò ancora in
quell’universo.”
Sempre in occasione del medesimo
evento, David Ayer ha avuto anche la possibilità
di aggiornare sul sequel di Bright, il
film Netflix da lui diretto nel 2017, con protagonisti
Will Smith e Joel Edgerton:
“Lo stiamo sviluppando e spero che saremo in grado iniziare i
lavori sul film al più presto”, ha dichiarato il regista, che
ha poi espresso il desiderio di voler esplorare ulteriormente quel
mondo, dal momento che si tratta di un “universo davvero
ricco” che ha intenzione di “approfondire
ancora”.
Quando il film dedicato al
personaggio di The
Flash interpretato nel DCEU da Ezra
Miller venne annunciato per la prima volta, trapelò online
l’indiscrezione che la trama del film si sarebbe basata sulla serie
a fumetti del 2011 “Flashpoint”, scritta da Geoff
Johns e disegnata da Andy Kubert. Il film ha avuto poi una
gestazione particolarmente travagliata e quando è stato annunciato
che il progetto era ufficialmente tornato in carreggiata con
Andy Muschietti (IT e
IT – Capitolo
Due) alla regia, in molti hanno pensato che il film
avrebbe adattato per il grande schermo una nuova storia basata sul
Velocista Scarlatto.
Adesso però, come riportato in
esclusiva da That Hashtag Show,
apprendiamo che The Flash, nella versione
di Muschietti, sarà ancora basato su “Flashpoint”. La conferma è
arrivata dallo stesso regista in occasione di un panel dedicato al
thriller/horror Underwater con Kristen Stewart, in
cui Muschietti ha fatto da moderatore: il regista ha però
specificato alla fonte che il suo film prenderà in prestito diversi
elementi da “Flashpoint”, ma non sarà un adattamento diretto di
quella serie, dichiarando che il film presenterà una “diversa
versione di Flashpoint rispetto a quella che i fan si
aspettano.”
Muschietti non ha rivelato di più:
anche se il film dovesse concedersi grandi libertà rispetto alla
storia originale, è comunque probabile che la trama racconti di
realtà alternative e di viaggi nel tempo. Forse, c’è ancora una
possibilità di rivedere Jeffrey Dean
Morgan nei panni di Thomas Wayne…
The Flash
arriverà al cinema il 1 luglio 2022. Christina
Hodson è attualmente in trattative per scrivere una nuova
versione del film, dopo i suoi lavori in pellicole come Bumblebeee Birds of
Prey, quest’ultimo dedicato prevalentemente alla
figura di Harley Quinn, interpretata nuovamente da Margot
Robbie.
L’attore Ezra Miller ha più
volte ribadito che il film è assolutamente confermato e certo, e
con la conferma di Andy Muschietti alla regia
sembrerebbe essere tutto pronto per un imminente inizio della
produzione.
The
Flash avrà nuovamente Miller nel ruolo del
protagonista, Barry Allen, mentre sembra confermato
anche Billy Crudup nel ruolo di Herny
Allen.
Anche la cerimonia degli
Oscar 2020, come quella dello scorso anno, si
svolgerà senza nessun presentatore ufficiale.
Oggi, durante la sua sessione
esecutiva del tour stampa invernale della Television Critics
Association, Karey Burke, a capo della ABC
Entertainment, ha confermato che l’imminente spettacolo durante il
quale verranno assegnati i famosi premi cinematografici non avrà
“nessun presentatore tradizionale”. Le votazioni per gli
Academy Awards si sono concluse martedì sera e le nomination che
saranno annunciate il 13 gennaio.
“Ci aspettiamo di avere un set
di nomination molto commerciale e un sacco di incredibili elementi
sono stati messi insieme per farci pensare che avremo di nuovo uno
spettacolo molto divertente”, ha spiegato Burke in risposta
alla richiesta di motivazioni per la scelta di rinunciare di nuovo
al presentatore.
L’edizione degli Oscar 2019 sono
stati i primi a non avere un presentatore dal 1989. Kevin
Hart era stato inizialmente scelto per ricoprire il ruolo,
ma si è dimesso pochi giorni dopo l’annuncio dopo che molti dei
suoi tweet omofobi sono riemersi dal passato della sua timeline
social su Twitter.
Gli Oscar dell’anno scorso, che
hanno attirato poco meno di 30 milioni di telespettatori, hanno
visto un leggero aumento delle valutazioni dal 2018, ma hanno
comunque ottenuto il secondo numero di spettatori più piccolo di
sempre per una trasmissione degli Academy Awards. Parte del motivo
per cui gli spettatori sono tornati agli Oscar lo scorso anno è
stato senza dubbio per vedere se la trasmissione televisiva avrebbe
funzionato lo stesso senza presentatore, date tutte le polemiche
che hanno circondato l’abbandono di Hart.
Uscirà il 9 gennaio e punta a far
discutere Hammamet, il nuovo film di
Gianni Amelio che racconta gli ultimi mesi di vita
di Bettino Craxi, nella città tunisina che ne ha
visto la morte. Ad interpretare il segretario del PSI è stato
chiamato Pierfrancesco Favino, che dopo aver
vestito i panni di Tommaso Buscetta ne Il
Traditore di Marco Bellocchio,
torna a trasformarsi in una delle personalità più importanti della
Storia d’Italia.
“Non considero Craxi una star
– esordisce Amelio – lo considero un politico, sul quale è
calato da decenni un silenzio assordante, ingiusto. Le opinioni si
esprimono anche quando sono in disaccordo. Si può criticare anche
in modo non fazioso. Ho voluto fare un film non sul Craxi degli
anni ’80, ma su quello della fine del secolo scorso. Prendo in
esame 6 – 7 mesi della sua vita e racconto la sua agonia, quella di
un uomo di potere che ha perso il potere e va verso la
morte.”
Una visione inedita rispetto ad un
personaggio che ha sempre creato dibattito e discussioni, essendo
stato protagonista di una delle pagine più nere della politica
italiana.
Secondo Gianni
Amelio, Craxi “non si è messo in salvo, ad Hammamet.
Lì lui coltiva rimpianti, rimorsi, desideri, è un uomo macerato
fino all’auto-distruzione. Lui muore in Tunisia, ma se gli avessero
dato la possibilità di essere operato da qualche altre parte,
chissà… è un uomo che è andato verso la morte, e lo racconto in
modo evidente.”
Superstar del film, protagonista
intorno al quale ruota tutta la storia è Pierfrancesco Favino:
“Senza Favino, il film non sarebbe mai nato – ha chiarito il
regista – Sfido chiunque altro al mio posto a trovare un altro
attore che potesse fare il personaggio del Presidente come lo ha
fatto lui.”
Per interpretare Craxi, Favino si è
sottoposto a lunghe ore di make up che lo hanno completamente
trasformato. Il colpo d’occhio è impressionante, il lavoro mimetico
egregio, lo stile e il talento dell’attore romano messi a dura
prova da un ruolo tanto impegnativo: “Spesso è il trucco che ti
dà la chiave. Lavoravamo 5 ore e mezza ogni giorno e siamo arrivati
a un rituale, quando mi mettevo le sopracciglia e gli occhiali,
quello era il momento in cui, come nel teatro No giapponese, si
attraversa il ponte verso l’oblio di sé. Piano piano, tutte le
mattine e le notti passate insieme, era questo il momento in cui si
apriva quella porta. La maschera, molto spesso, ti consente di
toccare qualcosa di molto più profondo che altrimenti non si
sarebbe toccato.”
Nel film è presente un personaggio
apparentemente misterioso, un personaggio che non viene indagato ma
che si delinea soltanto per il suo confronto con il protagonista.
Interpretato da Luca Filippi, si tratta di Fulvio, figlio di
Vincenzo Balzamo. “Affrontando gli ultimi mesi
di vita di un ex leader, avevo bisogno di un antagonista per
ragioni drammaturgiche, ho scelto di metterci un personaggio che
fosse il figlio di chi in vita aveva sempre cercato di mettere sul
chi vive lo stesso protagonista. Ci sono tanti nodi da sciogliere,
e questo personaggio in qualche modo cerca le risposte e instaura
con il Presidente un rapporto speciale.”
Ma nella realtà e nel film, Bettino
Craxi era un latitante o esule?
“Nessuno dei due – risponde
Amelio – Un latitante si nasconde, la legge non sa dove si
trova. Provenzano è stato latitante per molto tempo. Di Craxi si
conosceva persino il numero di telefono. Giornalisti che lo
intervistavano, politici, amici, cantanti che lo avvisavano che
sarebbero passati. Non è nemmeno un esule, visto che su di lui
pendevano condanne passate in giudicato. Era un contumace: ovvero
qualcuno che dovrebbe andare in tribunale e non si
presenta.”
Il lavoro di Pierfrancesco
Favino è stato anche quello di costruire il privato di un
uomo che naturalmente conosceva solo nell’aspetto privato:
“Conoscevo il politico, la figura pubblica, ma non l’uomo
privato, ed è questo che io ho ricercato, quello che mi ha
interessato. Dovendo fare lui, cerco di assumere il suo punto di
vista, anche perché è l’unica cosa che posso fare, non essendo
politico né magistrato. Mi tengo stretta la mia prospettiva da
attore.
(…) Penso che, questo film
sicuramente non nasconde il rapporto padre/figlia, che ovviamente
mi ha portato a pensare a me come padre e a me come figlio. Ho
sentito che stavamo toccando la fine di una generazione di uomini
che avevano, nei confronti della propria intimità ed emotività, un
rapporto molto complesso, a cui era stato insegnato che mostrare la
propria emotività ai figli era segno di grande debolezza. Non si
faceva. Questa leadership familiare ti lascia da solo. Al di là di
ogni merito o demerito, Craxi si sentiva paterno verso l’Italia, si
sentiva molto italiano come appartenenza alla bandiera. Credo che
questa sua paternità l’abbia molto sentita, e quella leadership ti
lascia profondamente solo. Quelle sono le emozioni con le quali ho
empatizzato per interpretarlo.”
Hammamet,
di Gianni Amelio, con Pierfrancesco
Favino esce in sala il 9 gennaio, distribuito in 450 copie
da 01 Distribution.
Notorious Pictures ha diffuso il
trailer ufficiale di Cosa mi lasci di
te‚ l’emozionante film diretto
da Jon e Andrew Erwin‚ e ispirato alla
vita del cantante statunitense Jeremy
Camp.
La pellicola arriva a marzo nelle
sale italiane.A vestire i panni del
musicista sarà KJ
Apa il giovane attore che ha avuto il suo primo
ruolo nel 2014 con Qua la zampa! e ha ottenuto
fama internazionale con la sua partecipazione nella serie
tv Riverdale, del network The CW.
Cosa mi lasci di
te‚ presentato al CinemaCon di Las Vegas‚ è ispirato ad
una commovente storia vera e racconta dell’amore di Jeremy Camp per
la sua fidanzata Melissa. I due giovanissimi decidono di
sposarsi nonostante le gravi condizioani di salute della ragazza
e da questa esperienza nasce la canzone I Still
Believe, uno dei brani più famosi di Jeremy Camp e colonna
sonora del film.
Jeremy Camp ha
pubblicato undici album. La sua musica, un mix di ballate con
influenze rock, lo ha portato a vincere cinque GMA Dove Awards, a
ricevere tre nomination all’American Music Awards e un Grammy Award
come ‘miglior album Pop/Contemporary Gospel’ nel 2010 per il suo
album, Speaking Louder Than Before.
Nel cast, accanto a
KJ Apa, troviamo Britt Robertson (Tomorrowland) nei
panni di Melissa, Gary Sinise (CSI: New York) sarà Tom Camp il
padre del ragazzo, Shania Twain, Britt Robertson, Melissa
Roxburgh e Nathan Dean Parsons.
Cosa mi lasci di te è diretto dai fratelli Jon
Erwin e Andrew Erwin, da una sceneggiatura di Jon Erwin e Jon
Gunn.
Piccole
Donne, diretto da Greta
Gerwig, al cinema dal 9 gennaio prodotto da Sony Pictures
e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.
Protagoniste del film, nei ruoli
delle quattro sorelle March, Jo, Meg, Amy e Beth, sono
Saoirse Ronan,
Emma Watson,
Florence Pugh e Eliza Scanlen. Nel cast anche
Laura Dern,
Timothée Chalamet, Tracy Letts, Bob Odenkirk, James Norton,
Louis Garrel, Chris Cooper e l’attrice Premio Oscar
Meryl Streep. Il film, che ha ricevuto cinque
nomination ai BAFTA Awards, sarà nelle sale italiane dal 9 gennaio
prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros.
Entertainment Italia in 400 copie.
Piccole Donne, le protagoniste
“Mi sono immersa in questo film
con tutta me stessa – racconta la regista Greta Gerwig,
nominata all’Oscar nel 2018 per
Lady Bird. Gerwig aggiunge – Piccole Donne ha
fatto parte della mia vita da sempre. Non ho passato un istante
della mia vita senza sapere chi fosse Jo March, lei è la mia donna,
la persona che avrei voluto essere e la persona che spero di essere
diventata”. Ad interpretare il ruolo di Jo March è Saoirse
Ronan che ritrova la regista Greta Gerwig dopo il successo di
Lady Bird.
“Non ho mai lavorato con una
regista come Greta Gerwig. Sembra che Greta voglia invitarci nel
mondo segreto della famiglia March – dichiara Ronan sulla
regista, e sul film aggiunge – Credo che oggi questa storia sia
più attuale che mai. Racconta di giovani donne che stanno per
intraprendere importanti percorsi di vita e la percezione della
storia cambia in base a quale fase della vita stiamo
vivendo”.
“Credo che il desiderio di Meg
di sposarsi e diventare madre sia una scelta femminista. Si pensa
che per essere femminista tu debba rifiutare il matrimonio ma per
Meg sposarsi è la cosa che più conta” racconta Emma Watson che
nel film interpreta la sorella maggiore Meg. Il ruolo di Amy è
interpretato da Florence Pugh che sul suo personaggio afferma:
“Amy è vista come la giovane viziata della famiglia ma in
realtà è un’artista che fa di tutto per essere la migliore versione
di sé stessa”. La giovane attrice australiana Eliza Scanlen,
che invece interpreta il ruolo di Beth, afferma: “Il film ci spiega
che le emozioni che proviamo durante l’infanzia sono importanti
tanto quanto quelle che proviamo da adulti”
Piccole Donne, il
film
La sceneggiatrice e regista Greta
Gerwig (Lady Bird) ha realizzato il film di Piccole Donne
basandosi sia sul romanzo di Louisa May Alcott che sui suoi
scritti, ripercorrendo avanti e indietro nel tempo la vita
dell’alter ego dell’autrice, Jo March.
Secondo la Gerwig, la tanto amata
storia delle sorelle March – quattro giovani donne ognuna
determinata a inseguire i propri sogni – è al tempo stesso
intramontabile e attuale. Jo, Meg, Amy e Beth March, nel film sono
interpretate da Saoirse Ronan, Emma Watson, Florence Pugh, ed Eliza
Scanlen, con Timothee Chalamet nei panni del loro vicino Laurie,
Laura Dern in quelli di Marmee, e Meryl Streep nel ruolo della Zia
March.
La decade appena trascorsa ha visto
il cinema di genere dominare il box office, e dar vita ad alcuni
dei più interessanti discorsi cinematografici degli ultimi anni.
Tra la nascita di veri e propri universi cinematografici,
acquisizioni miliardarie che hanno dato nuova vita ad alcune delle
più celebri storie di sempre, e l’affermarsi di nuovi registi che
hanno permesso all’horror, la fantascienza e alla distopia di
tornare da re al cinema, numerosi sono i casi eclatanti da
appuntare anche in vista del futuro.
Il magazine «The Hollywood
Reporter» ha così stilato un elenco di quelli che sono i principali
eventi legati al cinema di genere che hanno segnato gli ultimi
dieci anni, e che continueranno ad avere il loro peso su quelli
ancora da venire.
Ecco dunque, i più
importanti eventi di questa decade per il cinema di
genere.
Alice in Wonderland da il via ai
live-action Disney
Nel 2010 il film Alice in
Wonderland diretto dal regista Tim
Burton diventa il primo di una serie di fortunati
live-action basati sui classici d’animazione Disney. Il film si è
infatti rivelato un grandissimo successo al box office,
raggiungendo la cifra di un miliardo di incasso globale. Da quel
momento, numerose sono le storie riproposte al cinema con attori in
carne ed ossa, da Maleficent a
Cenerentola, da
Dumbo ad
Aladdin, per un
incasso totale di oltre 5 miliardi. Un fenomeno che tutt’ora non
accenna a fermarsi, con gli attesi Mulan, La
Sirenetta e Crudelia de
Mon.
Gli Avengers danno il via al
Marvel Cinematic Universe
Quando nel 2008 Iron
Man arrivò al cinema, tutti pensavano si trattasse
solo di un altro film su di un supereroe dei fumetti, proprio come
se ne erano già visti negli anni precedenti. Il progetto a cui quel
film aveva dato iniziò fu però chiaro solo nel 2012, quando al
cinema arrivò il film The
Avengers. Con questo film diventa chiaro che il
Marvel Cinematic Universe è pronto
per diventare una delle principali attrazioni cinematografiche di
questi anni. Il film, che supera il miliardo di incassi nel mondo,
dà vita al genere cinecomic, portando il fumetto a diventare una
delle fonti privilegiate da cui trarre storie per il cinema.
La Disney acquista Star Wars
Nell’ottobre del 2012, la Disney
annuncia l’acquisizione della Lucasfilm per un totale di oltre 4
miliardi di dollari. La notizia scuote i fan della saga ideata da
George Lucas, il cui ultimo capitolo era arrivato al cinema nel
2005. Nasce così una nuova speranza negli appassionati della
galassia lontana lontana, e la Disney non si fa attendere. Nel 2015
arriva al cinema Star Wars VII
– Il risveglio della forza, primo capitolo di una
nuova trilogia dedicata a quell’universo narrativo. Oltre a questa
arrivano una serie di spin-off, serie TV e altri progetti ancora in
cantiere che promettono di intrattenere i fan per gli anni a
venire.
Hunger Games segna il successo dei
film Young Adult
Il film Hunger
Games non è solo stato il trampolino di lancio
per la carriera dell’attore Jennifer Lawrence, ma
ha segnato anche il successo dei film Young Adult, in particolare
quelli di genere distopico. Questa saga, composta da quattro film,
ha infatti guadagnato circa 1,4 miliardi di dollari nel mondo,
spianando la strada a film come Maze
RunnereDivergent, divenute saghe di altrettanto
successo.
Patty Jenkins si afferma nel mondo
dei supereroi
Nell’epoca del cinecomic, la
regista Patty Jenkins si è affermata per essere
diventata la prima regista donna a firmare un contratto per
dirigere un film dedicato ai supereroi. Il film in questione è
Wonder
Woman, che arriva poi in sala nel 2017,
guadagnando complessivamente 821 milioni di dollari, divenendo il
film live-action diretto da una donna con il più alto incasso di
sempre.
Il fallimento del Dark
Universe
La Universal aveva annunciato il
progetto di dar vita, sull’onda del successo del MCU, ad un Dark Universe, basato
sui classici mostri della major, tra cui la mummia, Frankenstein e
l’uomo invisibile, i quali sarebbe apparsi in film interconnessi
tra loro. Lo studios spese milioni per progettare tali
lungometraggi, rivelando che questi sarebbero stati interpretato da
attori del calibro di Russell Crowe,
Javier Bardem,
Tom Cruise e
Johnny
Depp. Il progetto ebbe però vita breve. Quando il film
La mummia arrivò al cinema, si rivelò uno scottante
fallimento. Tale flop convinse la Universal a rinunciare al Dark
Universe, preferendo concentrarsi sui singoli film.
Bright diventa il primo
blockbuster targato Netflix
Nel 2017, nel suo momento di
massima espansione, Netflix rilascia sul proprio catalogo il film
Bright, che diventa il primo blockbuster
prodotto e distribuito dalla celebre piattaforma streaming. Con un
budget di 90 milioni di dollari, il film ha per protagonista una
attore del calibro di Will
Smith, ed ha in breve tempo infranto numerosi record
per il suo elevato numero di visualizzazioni. Tale evento ha
contribuito a rendere ancor più minaccioso l’ingresso in campo di
Netflix, da quel momento in grado di sfidare le altre grandi
major.
Jordan Peele rivoluziona l’horror
con Get Out
Quello appena trascorsa è stata una
decade che ha visto rinvigorito il genere horror, grazie ad una
serie di registi che hanno portato al cinema storie originali,
spaventose e in grado di affascinare un ampio pubblico. Tra questi,
Jordan Peele è probabilmente il nome da tenere più
d’occhio per il futuro. Con Get
Out, infatti, ha contribuito a cambiare
nuovamente le regole dei film horror, inserendo in tale genere una
storia fortemente legata all’attuale società americana. Con un
budget di soli 5 milioni, il film arrivò a guadagnare ben 255 al
box office globale, vincendo inoltre l’Oscar come miglior
sceneggiatura, sfatando dunque il mito secondo cui i film di genere
non sono soliti ottenere simili riconoscimenti.
Black Panther infrange ogni
record
Con il MCU ormai solidificatosi, nel 2018
arriva al cinema il film Black
Panther, il primo dedicato ad un supereroe
afroamericano e con un cast composto da soli attori di colore. Il
film ottiene da subito importanti riconoscimenti, diventando il
film dal maggior incasso del 2018 e il più alto incasso
dell’MCU, esclusi i film dedicati agli
Avengers. Ha poi infranto un altro record diventando il primo film
di supereroi a ricevere la nomination come miglior film ai premi
Oscar, vincendo poi per la scenografia, i costumi e la colonna
sonora. Il film ha così dimostrato la concreta possibilità di
successo per un film contenente cotanta diversità.
La morte di Stan Lee
La morte di Stan Lee ha significato
la fine di un era. Il fondatore della Marvel ha avuto infatti un ruolo
importante nella realizzazione dell’impero cinematografico che oggi
tutti conosciamo, fondato proprio su quei personaggi che tanti anni
addietro aveva contribuito a ideare e rendere celebri. Divenuto una
vera e propria icona, grazie anche ai suoi cameo nei film Marvel, Lee ha plasmato la cultura
popolare, vivendo fino a poter vedere i propri personaggi venire
amati in ogni parte del mondo.
La Disney acquista la Century
Fox
Una delle più significative notizie
cinematografiche di questa decade è l’acquisizione da parte della
Disney della Fox, storica major hollywoodiana. L’accordo ha
permesso alla Disney di implementare in modo esponenziale il
proprio patrimonio culturale, accogliendo nella sua famiglia
personaggi Marvel di cui non possedeva i
diritti (come gli X-Men o I Fantastici Quattro), e potendo
aggiungere la vasta storia cinematografica della Fox alla propria
piattaforma da poco disponibile, Disney+. La Disney aggiunge così un
nuovo fondamentale tassello al proprio impero audiovisivo.
Tra le personalità più poliedriche
attualmente in attività vi è senza dubbio Jon
Favreau. Regista, sceneggiatore, attore, produttore e
doppiatore, Favreau si è distinto in ogni campo, divenendo celebre
da una decina d’anni a questa parte per essere un elemento
ricorrente in casa Disney, dove in particolare ha prestato le sue
abilità per alcuni film Marvel.
Ecco 10 cose che non sai di
Jon Favreau.
Jon Favreau: i suoi film
1. Ha diretto diversi
celebri film. Favreau esordisce alla regia nel 2001 con il
film Made – Due imbroglioni a New York. Nel 2003 realizza
invece il film natalizio Elf – Un elfo di nome Buddy, per
poi dirigere Zathura – Un’avventura spaziale nel 2005, e
divenire popolare con Iron Man (2008) e Iron Man 2
(2010), con protagonista Robert Downey
Jr..Successivamente dirige il film Cowboys &
Aliens (2011), Chef – La ricetta
perfetta (2014) e più recentemente i live-action Disney
Il libro della
giungla (2016) e Il re leone
(2019).
2. È un noto
produttore. Nel corso della sua carriera Favreau si
distingue anche come produttore, ricoprendo tale carica per i film
Iron Man, Iron Man 2, Cowboys & Aliens, The Avengers
(2012), Iron Man 3
(2013), Chef – La ricetta perfetta, Avengers: Age of
Ultron (2015), Il libro della giungla (2016),
Avengers: Infinity
War (2018), Avengers:
Endgame (2019) e Il re leone (2019). Per la
televisione Favreau è invece produttore della serie The Mandalorian, con protagonista
Pedro
Pascal.
3. Ha una lunga carriera
d’attore. Favreau si è affermato inizialmente come attore,
recitato in celebri film come Hoffa – Santo o mafioso?
(1992), Batman Forever (1995), Deep Impact
(1998), Made – Due imbroglioni a New York (2001), Elf
– Un elfo di nome Buddy (2003), Daredevil (2003),
Ti odio, ti lascio, ti… (2006), Iron Man (2008),
L’isola delle coppie (2009), Iron Man 2 (2010),
John Carter (2012), Iron
Man 3 (2013), The Wolf of Wall
Street (2013) e nei film Spider-Man:
Homecoming (2017), Avengers: Endgame (2019) e
Spider-Man: Far from
Home (2019).
4. È anche
doppiatore. Negli anni Favreau si è distinto anche come
doppiatore, prestando la sua voce per il film d’animazione Boog
& Elliott a caccia di amici (2006) e per i film G-Force –
Superspie in missione (2009), Il signore dello zoo
(2011), Il libro della giungla (2016) e Solo: A Star Wars
Story (2018). Ha inoltre doppiato il personaggio di Pre
Vizsla nella serie animata Star
Wars The Clone Wars (2010-2013).
Jon Favreau è su Instagram
5. Ha un account
personale. Favreau è presente sul social network Instagram
con un proprio profilo verificato, seguito da 2,1 milioni di
persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere
fotografie scattate in momenti di svago, con amici o colleghi, ma
anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete,
regista e produttore.
Jon Favreau ha recitato in
Friends
6. Ha avuto un ruolo nella
celebre sit-com. Jon Favreau, nel 1997, ottiene il ruolo
di Pete Becker, personaggio apparso in sei episodi della serie
Friends. Qui l’attore interpretava uno dei fidanzati di
Monica. Favreau ha dichiarato di ripensare ancora oggi a quel
personaggio, chiedendosi quali siano state le sue sorti dopo la sua
uscita di scena dalla serie.
Jon Favreau e la serie The
Mandalorian
7. È lo sceneggiatore della
serie. Oltre ad averla prodotta, Favreau è lo
sceneggiatore di tutti gli otto episodi della serie Disney+The Mandalorian. Per
la sua scrittura ha affermato di essersi ispirato alle vecchi
storie western e di samurai, immaginando il protagonista come una
nuova versione del personaggio interpretato da Clint Eastwood nella celebre Trilogia
del Dollaro.
8. Ha avuto lui l’idea di
tenere segreto “Baby Yoda”. Tra le cose più apprezzate
della serie The Mandalorian vi è senza dubbio il piccolo
“Baby Yoda”. Favreau ha detto che l’idea di tenere segreto tale
personaggio gli è stata data da alcune parole pronunciate
dall’attore Donald
Glover, il quale affermava che spesso la sorpresa è la
miglior arma nei confronti del pubblico.
Jon Favreau ha diretto Chef – La
ricetta perfetta
9. Ha realmente imparato a
cucinare. Per le riprese del film da lui scritto, diretto
e interpretato, Favreau si è impegnato per imparare a cucinare così
da non doversi far sostituire da una controfigura. Il regista e
attore ha infatti preso lezioni presso un noto chef di Los Angeles,
imparando da lui i segreti del mestiere.
Jon Favreau: il suo patrimonio
10. Ha un ricco
patrimonio. Grazie ai suoi numerosi lavori e ai numerosi
ambiti ricoperti, Favreau si è affermato negli anni come una figura
particolarmente redditizia dell’industria hollywoodiana. Il suo
patrimonio stimato è di circa 60 milioni di dollari.
Nel pieno della “Awards season” le
celebrità di Hollywood sono solite sfoggiare alcuni tra i più
eleganti e migliori abiti che si possano vedere, vere e proprie
opere d’arte di stilisti famosi e apprezzati in tutto il mondo. Il
2019, come ogni altro anno, ha così visto sfilare sui prestigiosi
red carpet abiti di grande eleganza, stravaganza o dall’indiscusso
gusto provocatorio.
In attesa di scoprire cosa
indosseranno le star per prendere parte ai premi cinematografici
del 2020, ecco un elenco dei migliori abiti sfoggiati durante
l’anno appena conclusosi, dalla classe di Zendaya
alla provocazione di Billy Porter.
Billy Porter
L’attore Billy
Porter, premio Emmy per la serie Pose, si è
presentato alla cerimonia degli Oscar 2019 con un abito
gender-fluid firmato da Christian Siriano, noto per i suoi
particolari design. L’abito, composto da una giacca di velluto e
una lunga gonna da ballo, ha dato vita ad un vero e proprio
seguito, e l’attore è stato particolarmente elogiato per il suo
coraggio di portare anche nel campo della moda i discorsi
riguardanti il gender.
Jennifer Lopez
Attualmente nominata ai Golden
Globe per il suo ruolo nel film Le ragazze di Wall
Street, Jennifer
Lopez è sempre stata nota per i suoi abiti, scelti
sempre per esaltare le curve del suo corpo. Alla Milano Fashion
Week la cantante e attrice ha sfoggiato un nuovo abito verde, a
tema giungla, firmato Versace e ispirato al celebre vestito verde
che nel 2000 la rese estremamente popolare. All’età di 50 anni, la
Lopez ha così dimostrato ancora una volta la sua bellezza senza
tempo, sfoggiando con classe un abito che solo lei avrebbe potuto
portare.
Lady Gaga
Un mese prima di vincere l’Oscar
per la miglior canzone per il film A Star Is
Born, Lady Gaga aveva già conquistato
l’attenzione presentandosi ai Golden Globe con un elegantissimo
abito celeste ispirato allo stile aristocratico europeo del
sedicesimo secolo. Disegnato da Tom Erebout e Sandra Amador, il
vestito è stato giudicato tra i più belli dell’anno, e ha permesso
alla cantante di sfoggiare un look diverso dai soliti a cui aveva
abituato il pubblico.
Gemma Chan
La star del film Crazy Rich
Asians, GemmaChan, si è
presentata ai premi Oscar con un lungo abito rosa, disegnato da
Rebecca Corbin-Murray per Valentino. Indicato come il più bello tra
quelli presenti all’edizione 2019 dei premi Oscar, questo è stato
apprezzato per il suo colore e la silhouette, che si sposava
perfettamente con il corpo dell’attrice.
Zendaya
La giovane Zendaya, interprete
di Spider-Man: Far from Home e
della serie Euphoria, ha conquistato tutti in occasione
della cerimonia degli Emmy Awards. L’attrice vestiva un
affascinante abito di seta verde con corsetto di Vera Wang.
Ispirato al personaggio dei fumetti, Poison Ivy, questo è stato
giudicato tra i migliori abiti dell’anno, e ha permesso all’attrice
di sfoggiare tutta la sua sensualità, facendola affermare come una
delle personalità meglio vestite dell’anno.
Beyoncé
Apprezzata per il suo doppiaggio
nel film Disney Il re leone, Beyoncé ha
sfoggiato proprio alla premiere del film a Londra un abito dorato
in tinta con i colori del film. Ideato da Cong Tri, l’abito è stato
abbinato a dei sandali firmati da Jimmy Choo, a dei gioielli
Lorrain Schwartz e ad una borsetta firmata Anna Cecere. Nel suo
complesso, il vestito ha permesso all’attrice e cantate di esaltare
le forme del suo corpo, attirando inevitabilmente su di sé
l’attenzione dei presenti.
Chadwick Boseman
La stare del film Black
Panther, Chadwick Boseman, ha decisamente
vissuto un anno particolarmente ricco di successi e riconoscimenti.
L’attore è stato inoltre apprezzato per l’abito indossato ai SAG
Awards, dove ha sfoggiato una giacca con tema a foglia color legno
su di un dolcevita marrone e pantaloni neri. Disegnato da Ashley
Weston, l’abito è stato poi accessoriato con spille di diamanti
Tiffany sul risvolto della giacca. Il tutto ha permesso all’attore
di affermarsi come una delle celebrità maschili meglio vestite
dell’anno.
Elle Fanning
Membro della giuria del concorso
del Festival
di Cannes, l’attrice Elle
Fanning ha potuto sfoggiare molteplici abiti di alta
moda. Tra tutti, ha colpito l’attenzione quello disegnato dalla
stilista Samantha McMillen. Ispirato ad uno stile retrò, l’attrice
ha potuto incarnare il glamour della vecchia Hollywood grazie ad
una blusa in seta color avorio, maniche drappeggiate e una gonna a
trapezio in tulle blu. Tocco di classe è stato il cappello nero a
tesa larga.
Timothée Chalamet
L’apprezzato interprete del film
IlRe, l’attore Timothée
Chalamet si è presentato all’anteprima veneziana del
film indossando un abito di raso con monopetto grigio argento,
caratterizzato da una doppia fascia in vita. Disegnato da Haider
Ackermann, all’abito è stato infine dato un tocco di stravaganza
con il risvolto impreciso dei pantaloni, che ha permesso di
sfoggiare degli eleganti stivali neri.
Mahershala Ali
Vincitore del premio Oscar come
miglior attore non protagonista per il film Green Book,
Mahershala Ali ha per l’occasione indossato un
abito disegnato da Van Van Alonso. La giacca di broccato nero è
stata abbinata ad una camicia con collo alla coreana e pantaloni
smoking neri, venendo giudicato come uno dei migliori abiti
dell’anno. Accessoriato con eleganti scarpe in velluto scamosciato,
l’abito ha poi trovato il tocco di classe nel cappello Gigi Burris
indossato dall’interprete.
Se non tutti sanno chi è
Luca Medici, tutti conoscono però il suo nome
d’arte: Checco Zalone. Il comico pugliese è ad
oggi il vero re mida del box office italiano, con i suoi film che
hanno guadagnato decine di milioni di euro. Apprezzato dal pubblico
e dalla critica, Medici ha imparato a mostrarsi con parsimonia,
alimentando un vero e proprio culto nei suoi confronti che lo rende
oggi un attore tanto desiderato quanto controverso.
Ecco 10 cose che non sai di
Luca Medici.
Luca Medici: i suoi film
1. I suoi film sono stati
dei grandi successi al box office. Pochi i titoli nella
sua filmografia, ma scelti e progettati con cura. Il comico debutta
infatti al cinema nel 2009 con Cado dalle nubi, per poi
essere nuovamente protagonista in Che bella giornata
(2011), Sole a catinelle
(2013) e Quo vado? (2016). Nel 2020 torna al cinema con il
film Tolo Tolo.
2. Si è formato in
televisione. Medici ha fatto le sue prime apparizioni
pubbliche in televisione, nel programma comico Zelig, dove
partecipa dal 2006 al 2008 interpretando il personaggio di Checco
Zalone, parodia di un cantante neomelodico pugliese. Nel 2009 è
protagonista del programma Checco Zalone Show, mentre nel
2011 porta in televisione un programma intitolato Resto Umile
World Show, basato su di un suo spettacolo comico.
3. È anche sceneggiatore e
regista. L’attore ha partecipato alla scrittura di tutti e
cinque i film da lui interpretati. Nel 2020 ha inoltre debuttato
alla regia dirigendo il suo nuovo film, Tolo Tolo.
Luca Medici è su Instagram
4. Ha da poco aperto un
proprio profilo. L’attore è da poco arrivato sul social
network Instagram, con un profilo a nome Checco Zalone, seguito da
sole 191 mila persone. Medici sembra infatti intenzionato ad
utilizzare il social esclusivamente per promuovere il suo film,
limitando quindi il numero dei suoi post.
Luca Medici: la sua vita
privata
5. Ha una compagna.
L’attore ha una relazione con Mariangela Eboli, amministratrice
della MXL, società del celebre compagno. I due sono particolarmente
riservati riguardo alla loro vita sentimentale, e per tanto si sa
poco. Nel 2018 era circolata la notizia di un loro imminente
matrimonio, ma ad oggi i due sembrano ancora non aver compiuto il
grande passo.
6. È padre. Pur non
rilasciando dettagli circa la sua vita privata, è tuttavia noto che
il comico ha avuto con la compagna due bambine, nate
rispettivamente nel 2013 e nel 2017.
Luca Medici: le sue canzoni
7. Ha inciso numerosi
singoli. Nel corso degli anni l’attore non è venuto meno
alla sua attività di musicista, incidendo alcuni brani divenuti
estremamente popolari, in particolare per i testi di genere comico.
Tra questi si annoverano Siamo una squadra fortissimi
(2006), I uomini sessuali (2010), L’amore non ha
religione (2011) e Immigrato (2019).
Luca Medici è laureato
8. Si è laureato
all’Università di Bari. Ben prima di dar vita al
personaggio che tutti conoscono, Luca Medici, dopo aver conseguito
il diploma presso il liceo scientifico, ha ottenuto una laurea in
giurisprudenza all’Università di Bari “Aldo Moro”.
Luca Medici: il suo patrimonio
9. Ha un guadagnato molto
grazie ai suoi incassi. I film dell’attore sono tra i più
redditizi degli ultimi anni nel panorama italiano. Se il suo primo
film aveva infatti guadagnato 14 milioni, il secondo è arrivato ad
una cifra record di 43 milioni. I successivi hanno poi continuato
ad infrangere record, con Sole a catinelle arrivato a 52
milioni e Quo Vado? a 65. Grazie anche alla sua società,
la MZL, l’attore sarebbe così arrivato ad ottenere un patrimonio
stimato tra i 4 e 7 milioni di euro.
Luca Medici età e altezza
10. Luca Medici è nato
aCapurso, nei pressi di Bari, il 3
giugno 1977. L’altezza complessiva dell’attore è di 173
centimetri.
L’attrice comica Rebel
Wilson ha negli anni partecipato ad alcune delle più
celebri commedie cinematografiche viste di recente sul grande
schermo. che sia per ruoli da protagonista o da caratterista, la
Wilson si è fatta apprezzare in più occasioni per le sue capacità
comiche, ottenendo l’apprezzamento di pubblico e critica.
Ecco 10 cose che non sai di
Rebel Wilson.
Rebel Wilson: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
commedie. L’attrice debutta al cinema nel 2007 con il film
Ghost Rider. Si fa notare ulteriormente con un piccolo
ruolo nel film Le amiche della sposa (2011), ottenendo poi
ulteriore notorietà recitando in Tre uomini e una pecora
(2011), The Wedding Party (2012), Che cosa aspettarsi
quando si aspetta (2012) e Pitch Perfect (2013), che
ne consacra il talento comico. Da quel momento recita in popolari
film come Pain & Gain (2013), Notte al museo – Il
segreto del faraone (2014), Pitch Perfect
2 (2015), Grimsby – Attenti a quell’altro (2016),
Single ma non
troppo (2016), Pitch Perfect
3 (2018), Non è romantico? (2019), Attenti a
quelle due (2019), Cats (2019) e Jojo Rabbit
(2019).
2. Ha recitato anche in
televisione. La Wilson debutta in televisione nel 2006 con
la serie World Record Pizza, per poi recitare anche in
Pizza (2003-2007), The Wedge (2006-2007),
Bogan Pride (2008), Super Fun Night (2013-2014) e
Les Norton (2019).
3. Ha collaborato come
sceneggiatrice. Nel corso della sua carriera l’attrice ha
in più occasioni partecipato alla scrittura delle serie TV, a cui
ha inoltre preso parte come interprete. Tra queste si annoverano
The Wedge, Bogan Pride e Super Fun Night.
Rebel Wilson è su Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 7 milioni di persone. Qui
l’attrice è particolarmente attiva, condividendo fotografie
scattate in momenti di svago con amici o colleghi. Numerose sono
anche le immagini o i video promozionali dei suoi progetti da
interprete.
Rebel Wilson non è fidanzata
5. La celebrità le ha reso
difficile la vita sentimentale. La Wilson ha recentemente
dichiarato di aver riscontrato particolare difficoltà a dar vita ad
una relazione sentimentale stabile, poiché la sua celebrità sarebbe
un ostacolo più grande del previsto. Alcuni uomini con cui
l’attrice ha avuto appuntamenti non l’avrebbero trovata divertente
come si aspettavano, ha raccontato l’attrice, mentre altri
sarebbero stati intimoriti dalla continua presenza di
paparazzi.
Rebel Wilson in Cats
6. È allergica ai
gatti. L’attrice è stata scelta per il ruolo della gatta
Jennyanydots nel film musical Cats, trasposizione
dell’omonima opera teatrale, dove recita accanto agli attori
Jennifer
Hudson e Judi
Dench. La Wilson si è dichiarata particolarmente
sorpresa dall’esperienza di interpretare un gatto, considerata la
sua forte allergia ai felini.
Rebel Wilson in Pitch Perfect
7. Ha improvvisato molte
delle sue battute. Il film Pitch Perfect
permette all’attrice di dar sfogo alla propria comicità, divenendo
così particolarmente celebre. Stando a quanto dichiarato dalle sue
co-star nel film, la Wilson avrebbe improvvisato gran parte delle
sue battute, dando vita ad alcuni dei momenti più riusciti e più
comici dell’intero film.
8. Vorrebbe realizzare un
quarto capitolo. La Wilson si è detta particolarmente
legata al personaggio interpretato nella trilogia, quello di Fat
Amy, a tal punto da spingere affinché venga realizzato un quarto
capitolo. Nel novembre del 2018, infine, arriva la conferma che un
nuovo film è in produzione, e le riprese dovrebbero iniziare quanto
prima.
Rebel Wilson: il suo 2019
9. Ha recitato in diversi
film. Il 2019 è stato un anno particolarmente ricco per
l’attrice, che è stata protagonista assoluta del film Non è
romantico?, ma anche di Attenti a quelle due, dove
recita accanto all’attrice Anne
Hathaway. Ha inoltre dei ruoli di rilievo anche nei
film Jojo Rabbit e Cats.
Rebel Wilson età e altezza
10. Rebel Wilson è nata a
Sydney, in Australia, il 2 marzo 1980. L’attrice è alta
complessivamente 163 centimetri.
Se pensavate che il personaggio di
Maz Kanata interpretato dal premio Oscar
Lupita Nyong’o in Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker fosse opera dei prodigi della CGI, beh…
vi sbagliavate di grosso! In una recente intervista con Cinemablend, infatti,
l’artista Neal Scanlan ha rivelato che il
personaggio non è stato ricreato digitalmente, ma era un
animatronic, ossia un pupazzo meccanico.
Ne Il Risveglio della Forza
il personaggio di Maz Kanata ha preso vita grazie
alla motion capture che ha visto coinvolta l’attrice
Lupita Nyong’o (12 Anni Schiavo, Noi); per
L’Ascesa di Skywalker, invece, le cose sono andate
diversamente, con J.J. Abrams che ha deciso di
ricorrere all’animatronica per ricreare la pirata e
contrabbandiere. A tal proposito la Scanlan, supervisore creativo
agli effetti di creature e trucco speciale del film, ha
spiegato:
“Per noi Maz Kanata rappresenta
molto più di un animatronic. Per noi rappresentava un
coinvolgimento molto più intimo della tecnologia dell’animatronica
all’interno della scena. E ovviamente, visto che il personaggio era
coinvolto nelle scene con Leia, J.J. Abrams ci ha spinto a fare
questo tipo di tentativo. Voleva che tutti i personaggi coinvolti
in quelle sequenze fossero intimamente coinvolti, e ciò riguardava
anche gli animatronic.”
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione
dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende
e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver,
Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi
Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri
Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie
Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris
Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
In seguito al grande successo
ottenuto da The
Irishman di Martin
Scorsese in occasione dell’award season di
quest’anno, Netflix ha deciso di diffondere online una bellissima
featurette della durata di ben 13 minuti dedicata al processo di
de-aging degli attori protagonisti realizzato dai maghi
della Industrial Light and Magic.
La nuova speciale featurette sugli
effetti visivi di The
Irishman è dedicata ai segreti dietro il processo
necessario al ringiovanimento dei personaggi interpretati da
Robert De Niro, Al Pacino e Joe
Pesci.
Ricordiamo che The
Irishman ha ottenuto 14 candidature
ai Critics Choice
Awards (tra cui Miglior Film e Miglior Regista),
5 candidature ai Golden
Globes (incluso Miglior Film Drammatico e Miglior
Regista) e 4 candidature ai SAG
Awards (incluso Miglior Cast). La pellicola è stata
inoltre eletta il Miglior Film del 2019 dalla National Board of
Review e dal New York Film Critics Circle. Potete gustarvi la
featurette sui VFX di seguito:
The
Irishman è stato scelto per aprire il New York
Film Festival. In Italia ha debuttato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma
2019, prima del debutto su Netflix avvenuto lo scorso 27
novembre. Protagonisti della pellicola, Robert De
Niro, Al
Pacino e Joe Pesci, in un’epica
saga sulla criminalità organizzata nell’America del dopoguerra.
La storia è raccontata attraverso
gli occhi del veterano della Seconda Guerra Mondiale, Frank Sheeran
– imbroglione e sicario – che ha lavorato al fianco di alcune delle
figure più importanti del 20° secolo: nel corso dei decenni, uno
dei più grandi misteri irrisolti della storia americana, la
scomparsa del leggendario sindacalista Jimmy Hoffa, ci accompagnerà
in uno straordinario viaggio attraverso i segreti del crimine
organizzato, i suoi meccanismi interni, le rivalità e le
connessioni con la politica tradizionale.
I fan della Marvel non vedono l’ora che arrivi
nelle sale Thor: Love and Thunder
di Taika Waititi. A far crescere l’hype attorno al
quarto film del MCU dedicato al Dio del Tuono
interpretato da Chris Hemsworth è arrivata nelle
ultime ore la notizia del casting di Christian
Bale nel film.
Come spesso accade quando si tratti
di grandi blockbuster, non è trapelata la minima indiscrezione a
proposito al personaggio che l’ex incarnazione di Batman nella
trilogia de Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan
interpreterà nel film. Guardando sia alla serie “The Mighty Thor”
che ad altre storie a fumetti, ci sono una serie di
interessantissimi personaggi che Bale potrebbe interpretare.
Ma quali sono i più probabili? Gli
abbiamo raccolti di seguito, scegliendo i 10 personaggi ai quali
l’attore premio Oscar per The Fighter potrebbe prestare il
proprio volto.
Cul Borson
Introdotto nella deludente storyline
di “Fear Itself”, Cul è il fratello di Odino ed è stato rinchiuso
dal re di Asgard eoni fa per proteggere il mondo. Il fumettista
Jason Aaron ha provveduto ad una una sorta di restyling del
personaggio: in quanto sovrano di fatto di Asgard, ha dimostrato di
essere una vera spina nel fianco di Jane Foster nelle vesti di
Mighty Thor.
Ora che Asgard è stata distrutta in
Thor: Ragnarok, il ritorno di Cul ora che
Odino è morto potrebbe avere un senso: lo stesso potrebbe essere un
primo nemico formidabile per Jane e uno sfidante più che leggittimo
per il dominio di Valchiaria. È facile immaginare che Bale possa
divertirsi con un personaggio del genere, in quanto sarebbe
perfettamente in grado di catturarne tutte le eccentricità.
Balder
Balder è stato un personaggio
trascurato sin dall’inizio nel MCU, ma è tempo che il fratellastro
di Thor abbia la sua occasione per brillare sul grande schermo. È
un altro personaggio che potrebbe sfidare Valchiaria e la sua
bramosia del trono: inoltre, esplorare le dinamiche tra Balder ed
il Dio del Tuono potrebbe aggiungere quel pizzico di divertimento
necessario alla trama, mentre le fila principali della storia si
spostano su Jane Foster.
Se i Marvel sono alla ricerca di un
attore che sia in grado di tenere testa a Chris Hemsworth in scena,
allora Bale è la scelta perfetta: siamo certi che il suo talento
possa conferire al personaggio la giusta dose di fascino e quella
vitalità necessaria in vista di un eventuale debutto al cinema.
Beta Ray Bill
In seguito alla notizia che Bale è
in trattative per unirsi al cast di Thor: Love and
Thunder, Beta Ray Bill è entrato tra le tendenze di Twitter:
questo perché i fan vogliono a tutti i costi che il personaggio
faccia il suo debutto sul grande schermo. Riuscire ad immaginare un
attore in carne ed ossa che interpreta la parte non è così
difficile, ma immaginare Bale che veste i panni del personaggio è
sicuramente qualcosa alla quale nessuno avrebbe mai pensato.
Non sappiamo se Bill
riuscirà effettivamente a trovare uno spazio all’interno della
storia di Thor: Love and Thunder, ma è innegabile quanto
sarebbe divertente vedere l’alieno che si scontro contro il
Dio del Tuono. È un personaggio piuttosto particolare, ma è proprio
questa sua particolarità a renderlo affascinante e senza alcun
dubbio degno di un debutto nel MCU.
Minotauro
Tra i personaggi che Bale potrebbe
interpretare e che abbiamo elencato fino a questo momento, Dario
Agger è certamente il più plausibile di tutti. Amministratore delegato della Roxxon Energy Corporation, Agger
possiede la capacità di trasformarsi nel Minotauro: è un individuo
veramente spregevole, che ha fatto tutto quanto fosse in suo potere
per accrescere la propria ricchezza (incluso scendere a patti con
Malekith).
Agger è stato uno dei cattivi
principali durante gli anni di Jason Aaron dedicati alla serie di
Thor e Bale – visti anche i suoi ruoli passati – sarebbe certamente
in grado di incarnarne tutte le sfumature “demoniache”. Inoltre,
vedere l’attore giocare con un doppio ruolo – l’uomo e il suo
temibile alter ego – sarebbe di sicuro affascinante.
Hercules
A lungo si è vociferato sulla
possibilità che Hercules sarebbe stato introdotto ne Gli
Eterni come il primo supereroe apertamente gay del MCU: ad oggi non sappiamo se il
personaggio apparirà effettivamente nel film. È innegabile quanto
Ercole sia una figura mitologica difficile da usare sul grande
schermo, soprattutto considerando le numerose iterazioni del
semidio greco nel corso degli anni.
È un po’ difficile
immaginare Bale sfoggiare un costume come quello tipico del
personaggio nei fumetti Marvel, ma la Casa delle Idee è
nota anche per le operazioni di restyling dei suoi personaggi nei
film: dunque, non è da escludere che potremmo vedere Bale nei panni
proprio di Ercole, impegnato a dare calci insieme al Dio del
Tuono.
Galactus
Quanto sarebbe bello vedere Bale nei
panni di Galactus? Sappiamo che gli X-Men non faranno il loro
debutto nel MCU tanto presto, ma sappiamo anche
che i personaggi legati all’X-Universe – inclusi di Fantastici
Quattro – faranno il loro debutto nell’Universo Cinematografico
Marvel molto prima. Ciò apre ad una
possibile apparizione del Mangiatore di Mondi nel MCU prima del previsto, forse
proprio in Thor: Love and Thunder.
È difficile dire con
precisione quale ruolo potrebbe avere nella storia, ma dare a Bale
la possibilità di interpretarlo sarebbe sicuramente interessante,
soprattutto perché l’attore andrebbe così ad interpretare il
prossimo grande villain del MCU. Sostituire Josh Brolin nei
panni di Thanos non sarà certamente un’impresa facile, ma per Bale
nei panni di Galactus potrebbe tranquillamente
riuscirsi.
Gorr
Potente come
Galactus, l’unico scopo di Gorr è quello di distruggere tutti gli
Dei del Multiverso, in quanto crede che siano crudeli e incapaci di
governare. Taika Waititi ha dato alcuni dei poteri del personaggio
a Hela in Thor: Ragnarok, ma nulla vieta che Gorr possa
finalmente fare il suo debutto sul grande schermo, terrorizzare il
Dio del Tuono e provare a distruggere Asgard una volta per
tutte.
E un attore
talentuoso come Bale riuscirebbe tranquillamente ad interpretarlo,
dal momento che non si tratterebbe di interpretare un altro
semplice distruttore che vuole sconfiggere Thor perché si sente
sbagliato e irrisolto, ma un nuovo travolgente cattivo al pari di
Malekith.
Mefisto
Se da un
lato è piuttosto sorprendente che Mephisto non sia ancora apparso
nel MCU, dall’altro è difficile
immaginare in quale film avrebbe potuto fare il suo debutto.
Potrebbe essere in Doctor Strange in the
Multiverse of Madness, ma sappiamo che il villain
principale del film dovrebbe già essere Incubo. Forse, proprio
Thor: Love and Thunder potrebbe essere il cinecomic ideale
per un ipotetico debutto del personaggio.
Nei fumetti, Jane Foster diventa
Thor dopo che il figlio di Odino viene ritenuto indegno di
maneggiare il Mjolnir. E se, nel MCU, Jane avesse stretto un accordo
con Mefisto per salvarsi dal cancro che la stava uccidendo e rubare
così i poteri di Thor? Una linea narrativa decisamente intrigante,
con Bale che riuscirebbe certamente a rubare la scena nei panni del
potente e spietato supercriminale ispirato a Mefistofele.
Mister Hyde
Personaggio
ispirato al famoso romanzo di Jekyll & Hyde, il Dottor Calvin Zabo
inventò una formula simile a quello raccontata nella letteratura.
L’uso ripetuto ne ha compromesso la sanità mentale e lo ha
trasformato in una creatura schizofrenica e selvaggia che ha
combattuto contro tutti nel corso degli anni, da Thor agli Avengers
(è stato anche un membro dei Thunderbolts per un certo periodo). Da un
lato, il talento di Bale sarebbe sprecato per un personaggio del
genere; dall’altro potrebbe offrire un’incarnazione del personaggio
unica nel suo genere.
Thunderstrike
Nei fumetti, Eric
Masterson è un architetto molto amico di Thor, anche quando l’eroe
venne punito per aver ucciso Loki. Mentre Thor alla fine venne
liberato, Eric ricevette un’arma incantata da Odino come segno di
ringraziamento per il suo operato, assumendo definitivamente il
mantello di Thunderstrike. La storia del personaggio dovrebbe
essere un attimo rivista in prossimità di un eventuale debutto sul
grande schermo, ma lo stesso ha delle potenzialità che sono
indubbie.
Sebbene non sia un personaggio
estremamente popolare, Eric è stato un membro del Thor Corps al
fianco di Beta Ray Bill: vedere quel gruppo sul schermo potrebbe
essere davvero fantastico. Vedere Bale in questo ruolo non è la
possibilità più eccitante di tutte, ma è comunque una che potrebbe
funzionare se gestita in maniera corretta.
È cosa nota ormai che le scene di
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker con protagonista la compianta Carrie
Fisher sono state realizzate grazie all’utilizzo di
materiale inedito proveniente da Il Risveglio della Forza.
In una particolare scena del film di J.J. Abrams,
però, è stato necessario utilizzare un corpo sul quale poter
applicare il volto della Fisher: si tratta del flashback in cui
appaiono i giovani Luke e Leia allenarsi con le spade laser, scena
realizzata grazie ai giornalieri de Il Ritorno dello
Jedi.
In una recente intervista con
Yahoo Entertainment,
Patrick Tubach, VFX supervisior della Lucasfilm,
ha rivelato che il corpo utilizzato nella sequenza flashback con
Luke e Leia è quello di Billie
Lourd, figlia di Carrie Fisher e
interprete del Tenente Connix nella trilogia sequel.
“Billie ha interpretato sua
madre”, ha spiegato Tubach. “È stato un momento
commovente, e nessuno ha mai preso alla leggera il fatto che Billie
fosse disposta a sostituire sua madre. È stato un momento
fantastico per tutti noi. Se hai la possibilità di avere qualcuno
che interpreta la parte di Carrie, è grandioso che sia Billie a
farlo, perché ci sono tantissime somiglianze tra loro, ed è proprio
su queste che abbiamo lavorato. La vera sfida è stato il processo
di sincronizzazione delle immagini di Leia e far sì che tutto
funzionasse nella scena.”
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione
dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende
e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver,
Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi
Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri
Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie
Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris
Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
Nonostante le riprese del film siano
terminate, non sappiamo ancora molto su
Morbius, l’attesissimo nuovo cinecomic
Sony che vedrà il premio Oscar Jared Leto (Dallas
Buyers Club, Suicide Squad) nei panni del Vampiro Vivente
creato da Roy Thomas e Gil Kane.
Il film arriverà nelle sale il
prossimo luglio, ma ancora non è stata rilasciata nessuna immagine
ufficiale del cinecomic. Adesso però, stando a quanto riportato
dalla pagina Patreon del noto scooper Daniel Richtman, sembra che
il primo trailer ufficiale di Morbius sia
pronto a fare il suo debutto.
Secondo quanto apprendiamo dal
report di ComicBook, in base a
quanto dichiarato da Richtman le prime immagini ufficiali del film
con Jared Leto arriveranno online nei giorni
successivi al prossimo 12 gennaio. Il trailer del film potrebbe
essere associato alle copie statunitensi di Bad Boys for
Life con Will Smith e Martin Lawrence o a quelle di
Dolittle con
Robert Downey Jr.
Jared Leto è il
protagonista dello spin-off dedicato al personaggio dello
Spider-Verse in produzione alla Sony, Morbius: il Vampiro
Vivente. Il premio Oscar interpreta il Dr. Michael
Morbius, un biochimico che tenta di curare una fatale malattia del
sangue iniettandosi un siero derivato da pipistrelli. Diventando
Morbius, ha tutte le qualità di un vampiro – incluso il gusto per
il sangue umano.
Tyrese Gibbs, Adria
Arjona e Jared Harris completano il cast
del film, che uscirà nelle sale il 31 luglio 2020. La Arjona
interpreterà Martine Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista
Morbius: nei fumetti, Martine diventa una potenziale vittima della
sua sete di sangue mentre è alle prese con la trasformazione che lo
ha reso una strana versione da laboratorio dei vampiri
soprannaturali della tradizione.
Con
Morbius continua il piano della Sony per
espandere un universo parallelo a quello dei Marvel Studios, inaugurato lo scorso anno da
Venom di Ruben
Fleischer. Il film sarà diretto da Daniel Espinosa
(Safe House – Nessuno è al sicuro, Life – Non oltrepassare il
limite), mentre la sceneggiatura è stata firmata da Matt Sazama e
Burk Sharpless, che vantano nel proprio curriculum titoli come
Power Rangers, Dracula Untold, The
Last Witch Hunter– L’Ultimo Cacciatore di
Streghe e Gods of Egypt.
Creato dallo
scrittore Roy Thomas e
dall’artista Gil Kane, il personaggio di
Morbius è apparso per la prima volta nei panni di un criminale di
Spider-Man nell’ottobre 1971 e si è evoluto in una specie di eroe
dei fumetti nel corso dei decenni.
Nonostante sia stato acclamato
tanto dalla critica quanto dal pubblico, la lavorazione di Jokerpare
sia stata decisamente travagliata a causa dei comportamenti
problematici del protagonista Joaquin Phoenix, di recente premiato con un
Golden Globes per la
sua memorabile interpretazione di Arthur Fleck. Al di là di alcuni
piccoli screzi che molti sostengono ci siano stati tra lo stesso
Phoenix e il regista Todd
Phillips, pare che a soffrire di più
dell’atteggiamento dell’attore sul set del film sia stato il
restante comparto tecnico.
Nuovi interessanti dettagli su
quanto accaduto durante la lavorazione di Joker tra
Joaquin Phoenix e la troupe del film sono
emersi online nelle ultime ore grazie ad una presentazione dedicata
ai dieci titoli candidabili per il miglior trucco e acconciatura in
vista dei prossimi Oscar. È stato proprio durante tale
presentazione che sono emerse nuove indiscrezioni sul comportamento
turbolento di Phoenix durante le riprese del film. Il
sito Next Best
Picture si offre un resoconto su ciò che è stato
sviscerato:
“Uno dei punti focali della
presentazione è stata la difficoltà di lavorare con Phoenix.
Inizialmente voleva occuparsi da solo del trucco e
dell’acconciatura, perciò con i truccatori si è dovuto trovato un
compromesso. Inoltre, sembra che a Phoenix non piaccia essere
toccato molto spesso. Aveva perso più di 20 kg per il film e diceva
spesso di essere ‘affamato’. Di conseguenza, capitava che se ne
andasse durante una sessione di tinta ai capelli o che scomparisse
dal set tra un ciak e l’altro: la troupe incaricata di badare ai
ritocchi ha avuto non pochi problemi con lui. Garantire una
continuità al trucco è stato un processo talmente arduo che la
persona incaricata di mantenere quella continuità, alla fine, ha
deciso di licenziarsi. La troupe cercava di tenerlo a bada dandogli
dei cracker per farlo stare fermo (dal momento che non poteva
mangiare altro).”
Al di là del suo strano
comportamento sul set o dei metodi bizzarri impiegati per entrare
nei panni del Clown Principe del Crimine, è innegabile quanto
Joaquin Phoenix si sia messo in discussione per
offrire una performance assolutamente magistrale, già premiata con
un Golden Globes e in odore – ne siamo certi – di altri
importantissimi riconoscimenti, Oscar incluso.
Joker
diretto da Todd Phillips vede nel cast Joaquin Phoenix, Zazie
Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais ed è
arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019.
Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e
racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione
nel criminale che tutti conosciamo.
Da sempre solo in mezzo alla folla,
Arthur Fleck (Joaquin
Phoenix) desidera ardentemente che la luce risplenda
su di lui. Cercando di cimentarsi come comico di cabaret, scopre
che lo zimbello sembra invece essere proprio lui. Intrappolato in
un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia, crudeltà e, in
definitiva, tradimento, Arthur prenderà una decisione sbagliata
dopo l’altra, provocando una reazione a catena di eventi.