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Cure: recensione del film di Kiyoshi Kurosawa

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Cure: recensione del film di Kiyoshi Kurosawa

A ventotto anni dalla sua realizzazione, “Cure” trova finalmente in Double Line la distribuzione capace di porre rimedio alla clamorosa svista che aveva negato a questo capolavoro del cinema giapponese una degna diffusione internazionale. Restaurato in 4K e per la prima volta doppiato in una lingua diversa dal giapponese, il film di Kiyoshi Kurosawa si conferma come una pietra miliare del J-Horror e del thriller psicologico. Nelle sale italiane dal 3 aprile.

Cure è un’opera chiave per il cinema giapponese

Uscito nel 1997, “Cure” si colloca tra i titoli più influenti del cinema giapponese contemporaneo. Insieme a “Ringu” (1998), ha segnato la nascita e l’evoluzione del J-Horror, distinguendosi per il suo approccio metafisico e per il magistrale lavoro di sottrazione stilistica. È stato il film che ha consacrato Kiyoshi Kurosawa a livello mondiale, ponendolo come uno dei registi più interessanti del panorama cinematografico nipponico. Ancora oggi, insieme a “Kairo” (2001), rappresenta la summa del suo stile enigmatico e ipnotico.

La Trama di Cure tra indagine e ossessione

Una serie di brutali omicidi sconvolge Tokyo: le vittime presentano tutte un’incisione a forma di X sul collo e gli assassini, privi di un movente apparente, si trovano in stato confusionale al momento dell’arresto. Il detective Ken’ichi Takabe (Koji Yakusho), affiancato dallo psichiatra forense Shin Sakuma (Tsuyoshi Ujiki), si imbatte in un caso apparentemente inspiegabile. Le indagini lo portano a Kunio Mamiya, un misterioso studente di psicologia che sembra in grado di ipnotizzare chiunque incontri, spingendolo a compiere atti violenti. Takabe, diviso tra il lavoro e le difficoltà della vita privata (la moglie soffre di schizofrenia), si trova progressivamente risucchiato in un vortice di dubbi e inquietudini, fino a mettere in discussione la propria stessa identità.

Uno stile disturbante e ipnotico

Kurosawa attinge dichiaratamente dal thriller statunitense – “Il silenzio degli innocenti” (1991) e “Seven” (1995) – ma rielabora il genere in modo personale e innovativo. “Cure” si distingue per il suo approccio minimalista e profondamente inquietante: piani sequenza dilatati, campi lunghi e un montaggio che lascia spazio al vuoto e all’incertezza. La tensione non è costruita attraverso la musica (quasi assente), ma dai rumori diegetici: il fruscio del vento, il gocciolio dell’acqua, il crepitare di un accendino. L’atmosfera claustrofobica e alienante trasforma gli ambienti più ordinari in scene da incubo.

Il Male e la perdita di controllo

Al centro di “Cure” vi è una domanda essenziale: cos’è il Male? Kurosawa rifiuta la figura del serial killer carismatico e onnisciente tipica del cinema occidentale. Mamiya non è Hannibal LecterJohn Doe: è un enigma, un’assenza, una presenza indefinita che agisce nel vuoto, senza lasciare tracce tangibili del proprio operato. Il film non offre risposte, ma amplifica il senso di smarrimento dello spettatore, esattamente come accade al protagonista Takabe, che si ritrova progressivamente privato di ogni punto di riferimento.

Un’opera visionaria e senza tempo

Nel contesto del cinema giapponese dell’epoca, “Cure” riflette la crisi identitaria e il senso di disorientamento di una società in transizione. Kurosawa costruisce un’opera geometrica ed elegante, ma anche spiazzante e destabilizzante. Ogni elemento, anche il più ordinario, si carica di un potenziale sinistro. Il confine tra vittima e carnefice, tra realtà e suggestione, si dissolve in un vortice di inquietudine.

A quasi trent’anni dalla sua uscita, “Cure” si conferma non solo uno dei film più importanti di Kiyoshi Kurosawa, ma anche un’opera imprescindibile per chiunque voglia esplorare il lato più oscuro e cerebrale del thriller e dell’horror giapponese. La sua rinnovata distribuzione in 4K rappresenta un’occasione unica per riscoprirne il fascino perturbante sul grande schermo.

Una battaglia dopo l’altra: il trailer italiano del film di Paul Thomas Anderson con Leonardo DiCaprio

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Da Warner Bros. Pictures e dal regista candidato all’Oscar® e vincitore del BAFTA Paul Thomas Anderson, arriva “Una battaglia dopo l’altra”, con protagonista l’attore Premio Oscar® e vincitore del BAFTA Leonardo DiCaprio.

Nel cast anche i vincitori di Oscar® e BAFTA Benicio Del Toro e Sean Penn, affiancati da Regina Hall, Teyana Taylor e Chase Infiniti, oltre a Wood Harris e Alana Haim.

Paul Thomas Anderson, che firma la regia e la sceneggiatura originale, è anche produttore insieme ai candidati all’Oscar® e al BAFTA Adam Somner e Sara Murphy; Will Weiske è il produttore esecutivo.

Il team creativo dietro la macchina da presa include diversi collaboratori abituali di Anderson, tra questi i direttori della fotografia Michael Bauman e lo stesso Anderson, la scenografa candidata all’Oscar® e vincitrice del BAFTA Florencia Martin, il montatore candidato al BAFTA Andy Jurgensen, la costumista vincitrice di Oscar® e BAFTA Colleen Atwood, la direttrice del casting Cassandra Kulukundis; le musiche sono firmate dal compositore candidato all’Oscar® e al BAFTA Jonny Greenwood.

Warner Bros. Pictures presenta una produzione Ghoulardi Film Company, un film di Paul Thomas Anderson, “Una battaglia dopo l’altra”. Distribuito da Warner Bros. Pictures, il film arriverà nelle sale italiane il 25 settembre.

Il film ha iniziato le riprese principali con il titolo provvisorio “BC Project” nel gennaio 2024 in California, dove si svolge la maggior parte dei film di Anderson. One Battle After Another è stato girato su pellicola da 35 mm con telecamere VistaVision. Oltre alla produzione in California, sono state effettuate altre riprese in loco a El Paso, in Texas.

Guglielmo Tell, la spiegazione del finale: Guglielmo ha condotto il suo Paese alla libertà?

Indipendentemente dall’età, dalla nazione o dagli eventi, i film storici epici sono sempre un piacere da guardare, specialmente se visivamente affascinanti come il “Guglielmo Tell” di Nick Hamm (qui la nostra recensione). Ambientato nella Svizzera medievale, il film racconta l’insurrezione violenta della ribellione svizzera contro il dominio degli Asburgo d’Austria, guidata dalla leggendaria figura di Guglielmo Tell. Inevitabilmente, il film presenta alcune inesattezze storiche, poiché i creatori hanno preso libertà artistiche per attrarre il pubblico moderno. Oltre a una caratterizzazione stereotipata e a una narrazione non particolarmente ispirata, gli appassionati di storia potrebbero trovare fastidiosi questi elementi. Tuttavia, l’intrattenimento è assicurato e garantisce due ore di coinvolgimento agli spettatori.

Qual è stato il ruolo di Baumgarten nella rivolta svizzera?

La dinastia degli Asburgo d’Austria (di origine svizzera) iniziò a governare la Svizzera centrale e settentrionale nell’XI secolo. Quando Alberto I salì al trono alla fine del XIII secolo, i cantoni agricoli del paese iniziarono a soffrire sotto l’oppressione della famiglia reale. I signori e baroni svizzeri non avevano la forza militare o economica per resistere agli invasori, e con il supporto del re, il temuto viceré Gessler acquisì una reputazione spietata. Nobili svizzeri, come il Barone Attinghausen, speravano che suo nipote Rudenz unisse il popolo per formare un’alleanza tra i cantoni contro gli oppressori stranieri. Tuttavia, Rudenz era innamorato di Berta e, per conquistarne la mano, aveva giurato fedeltà agli Asburgo, per la delusione della donna. La madre di Berta apparteneva alla nobiltà svizzera e desiderava che il suo amante lottasse per la sua terra e la sua gente. Nel frattempo, Alberto progettava di far sposare Berta a Gessler contro la sua volontà.

Il film inizia con Wolfshot, un esattore delle tasse al servizio di Gessler, che visita una comunità contadina a Untervaldo. Ubriaco del potere conferitogli dagli Asburgo, Wolfshot violenta e uccide la moglie di un contadino locale, Baumgarten, che, in preda alla furia, lo uccide per vendetta. Questo evento è storicamente accurato e non un espediente narrativo. Costretto a fuggire per salvarsi la vita, Baumgarten incontra Guglielmo Tell, un abile cacciatore con la balestra ed ex crociato, il quale accetta di aiutarlo nella fuga, mettendosi così contro l’esercito di Gessler, che inizia a saccheggiare i villaggi per catturare il fuggitivo.

La notizia delle azioni di Baumgarten raggiunge il re Alberto, che teme che l’episodio possa innescare una ribellione svizzera contro la dinastia asburgica. La storia del coraggio di un semplice contadino contro un governo tirannico si diffonde rapidamente nelle valli dei cantoni svizzeri. Essendo impossibile affrontare un’insurrezione su larga scala in un territorio montuoso difficile da controllare, Alberto invia Gessler per sedare la situazione prima che degeneri.

Perché Guglielmo Tell non voleva combattere contro gli Asburgo?

Guglielmo porta Baumgarten a Svitto, a casa del suo fidato amico Werner Stauffacher e di sua moglie Gertrude, per nascondersi. Seguendo le tracce di Baumgarten, anche Gessler arriva in zona e, pur non identificando subito il fuggitivo, inizia a sospettare che Guglielmo sia coinvolto.

Gertrude e Stauffacher vogliono che Guglielmo guidi la ribellione contro gli Asburgo, ma lui, avendo già vissuto gli orrori della guerra, sa quanto sia inutile e quanto comporti solo spargimenti di sangue tra innocenti. Durante le crociate, un giovane Guglielmo aveva cercato di salvare vite e aveva protetto Suna, una donna di fede nemica, prendendo perfino le armi contro i suoi stessi compagni per difenderla. Pieno di sensi di colpa, aveva abbandonato la sua vita passata per costruirsi un futuro tranquillo con Suna e il loro figlio Walter. Questo spiega la sua riluttanza a entrare in guerra, nonostante conosca le sofferenze del popolo svizzero. Tuttavia, decide di portare Stauffacher e Baumgarten ad Altdorf, sotto il controllo austriaco, per chiedere aiuto al prete Fürst, che segretamente sta incitando la popolazione contro gli Asburgo.

In che modo Guglielmo è diventato il simbolo della ribellione?

La famiglia di Guglielmo Tell arriva ad Altdorf e Gessler escogita un piano crudele per abbattere le forze ribelli in crescita. Ordina di posizionare un elmo asburgico in piazza, obbligando i cittadini a inchinarsi in segno di rispetto. Guglielmo si rifiuta di partecipare a questa umiliazione e viene costretto a dimostrare la sua abilità di tiratore, colpendo una mela posta sulla testa del figlio Walter. Baumgarten si consegna spontaneamente per risparmiare Tell da questo destino, ma Gessler lo giustizia pubblicamente. Questo evento rafforza la determinazione di Guglielmo a combattere contro la tirannia.

Con una precisione straordinaria, Guglielmo colpisce la mela senza ferire suo figlio, ma confessa di aver pensato di uccidere Gessler. Questo fornisce al viceré un pretesto per arrestarlo, ma ormai la scintilla della ribellione è stata accesa e il popolo inizia a insorgere. Nel frattempo, Rudenz, testimone delle atrocità di Gessler, rinnega la sua fedeltà agli Asburgo e viene imprigionato. Dopo la sua fuga, si unisce alla ribellione e torna dallo zio Attinghausen, solo per trovarlo in punto di morte.

Guglielmo è riuscito a liberare il suo Paese?

Durante il trasporto in Austria, Guglielmo e Berta riescono a fuggire. Lei lo convince a non agire per vendetta personale, ma a unire i cantoni per la libertà. Nel frattempo, Suna e Gertrude radunano i ribelli e Rudenz si unisce a loro per liberare Altdorf. Tuttavia, un traditore rivela il piano a Gessler, che massacra i ribelli. Gertrude perde la vita, scatenando la furia di Guglielmo.

Nel frattempo, Berta uccide re Alberto, causando la ritirata delle truppe austriache. Gessler rimane solo e, mentre Guglielmo Tell è pronto a giustiziarlo, Walter gli ricorda il valore della giustizia rispetto alla vendetta. La lotta per la libertà continua e Guglielmo Tell diventa il simbolo dell’indipendenza svizzera, portando alla nascita della Confederazione Svizzera.

Il Critico, spiegazione del finale: alla fine Nina muore?

Il Critico, spiegazione del finale: alla fine Nina muore?

Il film di Anand Tucker, Il Critico – Crimini tra le righe (qui la nostra recensione), è un dramma criminale che cambia marcia un po’ troppo presto. Jimmy Erskine, interpretato da Ian McKellen, era noto per i suoi commenti spietati e taglienti: se da un lato alcuni apprezzavano il suo feroce senso critico, dall’altro gli attori lo temevano. La prima parte del film esplora il narcisismo di Erskine e il suo bisogno compulsivo di sentirsi potente e validato, ma la trama presto degenera in una direzione fin troppo cupa per la premessa iniziale. Jimmy Erskine si sente minacciato quando il nuovo caporedattore, il Visconte Brooke, lo avverte di moderare il tono delle sue critiche. Era forse la prima volta che qualcuno osava mettere in discussione il suo stile, e Jimmy non sapeva come reagire. Non voleva vivere nel costante timore di perdere il lavoro, ma al tempo stesso era deciso a non tradire il proprio stile. Negli anni ’30 l’omosessualità era considerata un crimine: una sera, ubriaco e in cerca di emozioni forti, Erskine provoca alcuni poliziotti e viene sorpreso in un momento di intimità con il suo segretario, Tom Turner. Entrambi vengono arrestati, e da lì nascono ulteriori problemi.

Perché Jimmy Erskine ha ordito una vendetta?

La notizia dell’arresto di Jimmy giunge a Brooke, che si trova costretto a chiedere favori per far rilasciare lui e Tom. La mattina seguente, Jimmy riceve una lettera di licenziamento e viene informato che dovrà rispettare un periodo di preavviso di un mese. Per un istante, il suo mondo crolla. Senza la sua rubrica al Daily Chronicle, Jimmy si sente perso. Amava i lussi che il lavoro gli permetteva e non era disposto a rinunciarvi. Capisce che l’unico modo per salvare il suo posto è complottare contro il Visconte Brooke. Ogni uomo ha i suoi segreti, e Jimmy è determinato a trovare il punto debole del suo capo. Ben presto scopre che Brooke è infatuato dell’attrice Nina Land: è sempre presente tra il pubblico ad ogni sua esibizione e la sua ammirazione è evidente. Jimmy cerca di avviare una conversazione con Brooke su Nina, ma lui finge di non conoscerla bene. La sua esitazione conferma i sospetti di Jimmy, che inizia a pianificare la sua vendetta.

The Critic – Mark Strong e Ian McKellen – Cortesia di Universal

Jimmy sa che Brooke non lo riassumerà spontaneamente: deve essere manipolato. Brooke non ha mai approvato il suo stile e lo disprezzava in particolare per le critiche feroci rivolte a Nina Land. Jimmy decide di ricattare Brooke per riavere il suo posto. Recentemente aveva stretto amicizia con Nina, la quale ammirava la sua rubrica ed era ansiosa di ottenere la sua approvazione. Jimmy decide di usarla per raggiungere il suo scopo, ma Nina accetterà il patto?

Perché Nina Land ha accettato la proposta di Jimmy?

Nina aveva ormai perso la speranza di conquistare il favore di Jimmy ed è sorpresa quando lui definisce straordinaria la sua ultima performance. Aveva sempre letto la sua rubrica e, inconsciamente, aveva sempre cercato la sua approvazione. Felice ma dubbiosa, si chiede il motivo di quel cambiamento improvviso. Quando lo chiede direttamente a Jimmy, lui le risponde che, a suo avviso, aveva finalmente raggiunto il suo vero potenziale. Jimmy la invita a casa sua e Nina pensa che discuteranno della sua arte. Ma quando lo incontra, capisce che vuole qualcosa in cambio. Jimmy le promette recensioni entusiastiche, interviste e la consacrazione come la più promettente attrice della sua generazione. Per ottenere tutto questo, le chiede di trascorrere qualche notte con il Visconte Brooke. Nina è visibilmente a disagio: non vuole compromettersi per ottenere buone recensioni, ma Jimmy è abile con le parole. Le ricorda che, ormai trentenne, presto le parti da protagonista avrebbero smesso di arrivare, facendola cadere nell’oblio. Ma lui può evitarle questo destino. Nina alla fine cede: è pronta a sacrificare il proprio orgoglio per la fama. Il giorno dopo incontra il Visconte e lo seduce. Brooke è al settimo cielo: la donna che ha sempre desiderato ora sembra ricambiare i suoi sentimenti. Passano la notte insieme, ma Nina si sente soffocare dal senso di colpa. Cerca di sgattaiolare via, ma Brooke si sveglia. Intuisce il suo turbamento, ma lei finge che sia tutto a posto.

Perché il Visconte David Brooke si è tolto la vita?

Brooke si sente umiliato quando scopre di essere stato ingannato da Jimmy, che ha usato Nina per incastrarlo. Aveva sempre ammirato segretamente Nina dal 1928, mandandole rose bianche prima di ogni spettacolo. Per lui, vivere un momento con lei era stato un sogno diventato realtà. Ma quando Jimmy gli rivela la verità, il Visconte ne rimane distrutto. Brooke è un uomo di sessant’anni, sposato, con nipoti. Sapeva che la sua infatuazione non sarebbe stata accettata dalla società, motivo per cui l’aveva sempre tenuta nascosta. Ma quando Nina ha mostrato interesse per lui, non ha saputo resistere.

Il giorno successivo, Brooke incontra Stephen Wyley, che si scopre essere suo genero. Sua figlia Cora gli aveva confidato di sospettare un tradimento da parte del marito. Brooke promette di convincerlo a non divorziare, ma quando lo interroga sulla sua amante, Stephen confessa che è Nina Land. Brooke rimane sconvolto. Ora sa che la sua famiglia scoprirà prima o poi della sua relazione con Nina, e teme che lo scandalo distrugga la sua reputazione. Per evitare questa vergogna, decide di togliersi la vita.

Il Critico - Crimini tra le righe
The Critic – Alfred Enoch e Ian McKellen – Cortesia di Universal

Cosa è successo a Jimmy Erskine di Il Critico?

Stephen intuisce che tra Nina e Brooke c’è qualcosa e la affronta. Nina crolla e confessa tutto. Sconvolto, Stephen la lascia. Devastata, Nina beve troppo e finisce a casa di Jimmy. Lui, appena rientrato dal funerale di Brooke, non si sente responsabile della sua morte. Nina minaccia di denunciarlo, ma Jimmy non cede. Lei continua a dire di voler raccontare tutto alla polizia, e Jimmy capisce che il suo segreto non è al sicuro. Per proteggersi, decide di annegare Nina.

Tom, stanco della crudeltà di Jimmy, vuole denunciarlo. Ma Jimmy lo manipola ancora una volta, ricordandogli che, in quanto uomo nero e omosessuale, la polizia non gli crederebbe mai. Alla fine, i due lasciano il corpo di Nina su una spiaggia del Kent, facendo sembrare tutto un incidente. Tuttavia, Tom non riesce a convivere con il peso di questo segreto. Scrive tutto in una lettera e la invia a Cora. Jimmy viene arrestato, ma non mostra alcun rimorso. Si illude che Tom continuerà a raccontargli dei teatri e delle critiche. Ma ciò che rimane aperto è una domanda: Tom diventerà come Jimmy?

Robinson Crusoe: le differenze tra il libro e il film del 1997 con Pierce Brosnan

Da poco aggiunto al catalogo Netflix, il Robinson Crusoe del 1997 con Pierce Brosnan e diretto da Rod Hardy e George T. è balzato in Top 10. Basato sull’omonimo celebre romanzo di Daniel Defoe, il film è uno dei tanti adattamenti cinematografici della famosa storia di sopravvivenza.

Molte rivisitazioni moderne di Robinson Crusoe hanno eliminato alcuni aspetti religiosi e aggiunto invece alcuni elementi contrari rispetto al testo originale. Confrontando questa relativamente recente iterazione della storia con il libro, si notano grandi differenze che alterano il significato della storia e cambiano completamente l’approccio verso la religione in generale e il cristianesimo in particolare.

Le maggiori differenze tra Robinson Crusoe e il film del 1997

  • Nel libro Robinson è ridotto in schiavitù per 24 anni (cap. II). Nel film Robinson non viene mai ridotto in schiavitù.
  • Nel libro Robinson sperimenta una conversione religiosa, una visione onirica in cui gli viene detto di pentirsi. Nel film Robinson non sperimenta alcuna conversione.
  • Nel libro Venerdì scappa e Robinson spara ai suoi persecutori, ferendone uno e uccidendo di conseguenza l’altro. Mercoledì uccide il nativo ferito. Nel film Robinson uccide gli indigeni con una pistola e solo allora Venerdì riesce a scappare.
  • Nel libro Venerdì giura volentieri di gratitudine a Robinson. Nel film Venerdì viene incatenato con la forza da Robinson.
  • Nel libro Robinson prende Venerdì come servo. Nel film Robinson prende Venerdì come schiavo.
  • Nel libro l’atteggiamento di Robinson verso Venerdì è amorevole, controllato e paterno (Cap. XIV). Venerdì gli è leale. Nel film l’atteggiamento di Robinson verso Venerdì è inizialmente maleducato, irritato e duro. Venerdì lo lascia per questo.
  • Nel libro mentre Robinson istruisce Venerdì “nella conoscenza del vero Dio”, il nativo si mostra allegro e profondamente interessato. “Ascoltava con grande attenzione e riceveva con piacere l’idea che Gesù Cristo fosse stato mandato per redimerci” (Cap. XV). Nel film Robinson predica in modo fanatico e intollerabile a Venerdì sul Creatore. Venerdì sembra piuttosto perplesso e confuso dalla predicazione di Robinson e informa fin dall’inizio che non gli piace la religione di Robinson.
  • Nel libro Venerdì conclude che il Dio cristiano deve essere “un Dio più grande del loro Benamuckee”, poiché i sacerdoti pagani affermano che il dio del cannibale non dovrebbe ascoltare sottoterra a meno che non salgano sulla montagna. La natura aiuta le argomentazioni di Robinson a dimostrare a Venerdì “la necessità di una grande Causa Prima” (Cap. XV). Nel film Venerdì reagisce negativamente all’idea di Dio di Robinson e afferma in modo conclusivo “Non mi piace il tuo Dio”. Informa che preferisce il dio pagano coccodrillo dei cannibali che si dice senta i cannibali anche sugli alberi e nell’acqua.
  • Nel libro Venerdì diventa cristiano e finisce per accettare lo stile di vita di Robinson. Robinson commenta: “questo selvaggio era ora un buon cristiano, molto migliore di me” (Cap. XVI). Nel film Robinson finisce per accettare lo stile di vita culturale di Venerdì e in qualche modo abbandona il suo cristianesimo.
  • Nel libro Robinson riflette se uccidere i nativi vada contro i principi della sua religione. Venerdì cerca di convincere Robinson a cristianizzare e civilizzare altri cannibali sull’isola, chiedendogli di “insegnare agli uomini selvaggi a essere buoni… dire loro di conoscere Dio, pregare Dio e vivere una nuova vita” (Cap. XVI). Venerdì si mostra entusiasta. Finiscono entrambi in Inghilterra. Nel film Robinson e Venerdì vanno contro la tribù nemica dei cannibali. Robinson sembra credere di essere superiore in modo fanatico, diventa un Lord, uno spadaccino e una specie di guerriero contro i nativi. Combatte anche Venerdì e, alla fine, Venerdì viene assassinato sull’isola.

“La scrittura della storia riflette gli interessi, le predilezioni e persino i pregiudizi di una data generazione”, ha affermato John Hope Franklin, e la scrittura di questa storia non fa eccezione. Nello spazio e nel tempo in cui visse Defoe, il cristianesimo era più favorito e generalmente visto con più simpatia pubblica, mentre oggi è affrontato con disprezzo da molti circoli nei media tradizionali.

Come si può vedere, la versione cinematografica qui discussa travisa notevolmente la storia originale, soprattutto per quanto riguarda il ruolo della religione: sfavorisce ciò che Defoe voleva favorire e sostituisce il suo sentimento religioso con elementi ad esso avversi, trasformando una giustificazione della “Saggezza della Provvidenza in tutta la varietà delle nostre circostanze” in un attacco contro di essa.

Banger, la spiegazione del finale: Rose cattura Dricus?

Banger, la spiegazione del finale: Rose cattura Dricus?

Banger di Netflix è una commedia francese con Vincent Cassel in cui un DJ caduto in disgrazia si ritrova coinvolto in un’operazione antidroga. L’ultimo successo di Scorpex nella scena musicale francese risale a oltre un decennio fa. Di conseguenza, la sua carriera è in declino mentre nuovi artisti come Vestax conquistano l’ammirazione del pubblico. Tuttavia, ciò che nessuno sa è che quest’ultimo è coinvolto in affari illeciti con noti trafficanti di droga. Per questo motivo, Rose Espino, un’agente dell’intelligence impegnata in un’importante operazione antidroga, prende di mira Vestax per arrivare ai suoi superiori. Di conseguenza, decide di reclutare Scorpex come agente sotto copertura per infiltrarsi nella cerchia sociale del DJ e raccogliere informazioni preziose. Tuttavia, mentre l’artista si trova intrappolato in una situazione sempre più pericolosa, si interroga su quale sarà il destino della sua carriera o persino della sua vita.

Trama di Banger

Quindici anni prima, Scorpex aveva pubblicato un brano che gli aveva garantito un enorme successo come DJ. Tuttavia, nel presente, fatica a ottenere ingaggi di rilievo. Durante uno spettacolo sponsorizzato da un noto brand, viene relegato in un camerino spoglio e riceve un’accoglienza fredda che sottolinea la sua ormai scarsa notorietà. Per cercare di riguadagnare visibilità, mette in atto un trucco scorretto: chiude Vestax, la star della serata, nel suo camerino e lo sostituisce all’ultimo momento. Tuttavia, il suo momento di gloria dura poco, poiché il pubblico acclama con entusiasmo il giovane DJ, rendendo evidente che la carriera di Scorpex, il cui vero nome è Luis, ha ormai raggiunto un punto morto.

Proprio per questa ragione, Luis diventa il candidato ideale per l’operazione BMP di Rose. L’agente sta monitorando da tempo un’organizzazione criminale dedita al traffico di droga. Il leader, Dricus, è recentemente scomparso dai radar dopo un incidente che lo ha costretto a sottoporsi a un intervento di chirurgia facciale, rendendolo irriconoscibile. Tuttavia, un collegamento con lui rimane: Molotov. Vestax ha infatti un legame con Molotov, avendo suonato al suo matrimonio due anni prima di diventare famoso. Le autorità hanno così scoperto che il criminale sta finanziando la carriera del DJ emergente, utilizzandolo come copertura per le attività della sua organizzazione.

Vincent Cassel, Panayotis Pascot – Steve Ney/Netflix
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© 2024 Netflix, Inc.

Per questo motivo, Rose ha bisogno di infiltrarsi nell’ambiente di Vestax e coinvolge Luis. Dopo averlo messo alle strette fuori da un negozio di dischi, gli propone di lavorare per lei come informatore. Davanti alla sua riluttanza, lo minaccia con problemi fiscali, costringendolo ad accettare. Stringere amicizia con Vestax si rivela un compito facile, ma il vero problema inizia quando Luis si trova coinvolto nei suoi affari illeciti. Finisce per partecipare a pericolose attività, tra cui giochi con i coltelli e biliardo nudo con criminali. Questa nuova vita mette a rischio non solo lui, ma anche sua figlia Toni, che vive con lui mentre cerca di intraprendere la carriera di DJ. Alla fine, per portare a termine l’operazione, Luis utilizza il demo della figlia per ottenere un ingaggio a un evento di moda a cui Dricus potrebbe essere presente.

Finale di Banger: Chi è Dricus? Rose riesce a catturarlo?

Dricus rimane una figura enigmatica per gran parte della storia. È il cervello dell’organizzazione Angel Rocket, l’obiettivo principale dell’operazione di Rose. Grazie ai suoi legami con il mondo della musica, Luis rappresenta la chiave per smantellare il giro criminale. Dopo un errore iniziale nell’identificazione del bersaglio, Luis inizia a raccogliere indizi. Un episodio cruciale si verifica quando Molotov si infuria per un brano destinato alla sfilata di VanStraat, mostrando un interesse eccessivo per la sua realizzazione. Grazie a un commento di Vestax, Luis capisce che Dricus non ha mai mancato un evento della stilista Tabitha Jenkins. Da qui, giunge alla conclusione che l’uomo sarà presente alla prossima sfilata.

Dopo aver informato Rose, Luis cerca di ottenere un invito rivolgendosi direttamente a Tabitha. Approfittando dell’abbandono del progetto da parte di Vestax, tenta di conquistare la stilista con i propri brani, senza successo. Tuttavia, quando presenta il demo di Toni spacciandolo per suo, riesce a ottenere l’ingaggio. Durante l’evento, scopre che Capitani, l’assistente della stilista, è in realtà Dricus. Grazie alla sua falsa identità, il criminale è riuscito a rimanere nascosto pur mantenendo il controllo della sua rete. Infine, Rose e il suo team riescono a catturarlo e a consegnarlo alla giustizia.

Toni perdona Luis?

Mister V, Vincent Cassel, Laura Felpin – Steve Ney/Netflix
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Anche se Luis riesce a completare la missione, il suo rapporto con Toni ne risente gravemente. La ragazza, che sogna di seguire le orme del padre come DJ, tenta di avvicinarsi a lui, ma viene respinta. Per proteggerla, Luis la allontana, temendo che possa essere coinvolta nei suoi affari pericolosi. Tuttavia, quando la verità viene a galla, Toni crede che suo padre voglia solo disfarsi di lei. La situazione peggiora quando scopre che lui ha usato il suo demo senza permesso.

Durante la sfilata, Toni, presente come modella, si rende conto della verità solo quando si trova in pericolo e viene salvata dal padre. In quel momento, comprende le sue reali intenzioni e il loro legame si ricuce.

Che fine fa la carriera di Luis?

Sebbene Rose abbia promesso una possibile ripresa della carriera di Luis, il suo ritorno al successo non è garantito. Anche con la caduta di Vestax, il DJ non riesce a riconquistare il pubblico. I suoi vecchi dischi valgono pochissimo e la sua musica non attira più l’attenzione. Alla fine, Luis accetta il declino della sua carriera, trovando gioia nel successo di Toni, che ottiene importanti ingaggi. Pur lasciando la scena musicale, supporta la figlia e il suo futuro brillante.

Ana De Armas parla della “connessione” con Keanu Reeves sul set di Ballerina

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Sebbene i fan di John Wick possano aspettarsi uno scontro ad alto numero di ottani tra i due, Ana de Armas era emozionata di entrare in contatto con il suo co-protagonista di Ballerina Keanu Reeves, stando alle sue dichiarazioni.

Un decennio dopo aver recitato insieme in Knock Knock (2015), l’attrice ha parlato a Deadline al CinemaCon della sua esperienza “molto speciale” nel lavorare con Reeves nel suo prossimo film From the World of John Wick: Ballerina, in anteprima il 6 giugno.

“È stato fantastico averlo sul set, onestamente. La scena si è rivelata più lunga di quanto pensassimo sarebbe stata nella sceneggiatura originale e durante le prove”, ha spiegato. “E poi sul set, quel giorno, abbiamo continuato a trovare cose e piccoli momenti tra loro, non solo azione, ma i momenti di recitazione e la connessione tra questi due personaggi e stabilire qual è la loro relazione”.

De Armas ha continuato, “E penso che in così poco tempo, ci siamo riusciti molto bene. È una buona impostazione per chi sono queste due persone e cosa succederà con loro. Quindi, è stato molto speciale avere quel momento con lui”.

Ambientato durante gli eventi di John Wick 3 – Parabellum (2019), Ballerina vede Ana de Armas nei panni di Eve Macarro, la ballerina che inizia il suo addestramento nelle tradizioni assassine dei Ruska Roma, per vendicare la morte del padre.

Un trailer pubblicato il mese scorso mostra Eve affrontare John Wick di Reeves in una sequenza di combattimento epica. Il film vede anche la partecipazione di Anjelica Huston, Gabriel Byrne, Lance Reddick, Catalina Sandino Moreno, Norman Reedus e Ian McShane.

Len Wiseman ha diretto lo spinoff, mentre Shay Hatten (John Wick 3 – Parabellum; Army of the Dead) ha scritto la sceneggiatura. Basil Iwanyk, Erica Lee e Chad Stahelski sono i produttori.

John Wick (2014) ha incassato più di 86 milioni di dollari in tutto il mondo, con il franchise che ha superato il traguardo di 1 miliardo di dollari l’anno scorso con John Wick 4. Il franchise continuerà con Ballerina. Nel frattempo, Donnie Yen è pronto a riprendere il suo ruolo di Caine, l’assassino cieco e altamente qualificato, in un prossimo film della Lionsgate. È anche in fase di sviluppo un film anime prequel.

Oltre alla serie limitata prequel di Peacock dell’anno scorso The Continental, è in lavorazione la serie sequel John Wick: Under the High Table.

Wicked: For Good, il primo sguardo svelato al CinemaCon

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Wicked: For Good, il primo sguardo svelato al CinemaCon

La Universal ha chiuso la sua presentazione al CinemaCon con un emozionante primo sguardo a Wicked: For Good di Jon M. Chu, la seconda parte del suo musical fantasy basato sull’omonimo spettacolo di Broadway. Ariana Grande e Cynthia Erivo erano sul palco con Chu e il produttore Marc Platt.

Il trailer mostrato agli esercenti è stato abbastanza epico. Wicked: For Good continuerà la storia di Glinda di Grande e della Strega Cattiva dell’Ovest di Erivo, precedentemente nota come Elphaba. Uscirà nei cinema USA il 21 novembre.

“Elphaba, so che sei là fuori”, dice Galinda con una voce fuori campo. Vediamo la strega rosa emergere dal suo castello di smeraldo. Elphaba cade sul balcone. “Si tratta del Mago e di me”, esclama la strega verde. Vediamo Galinda indossare la grande tiara. Il principe Fiyero e i suoi uomini corrono attraverso la foresta alla ricerca di Elphaba. C’è un’inquadratura di Elphaba che scrive nel cielo “IL NOSTRO MAGO MENTE”.

Galinda dice, “Elphaba, stanno venendo a prenderti. Pensa a cosa possiamo fare insieme”, in un’inquadratura della strega rosa che appoggia la testa sulla spalla di quella verde del primo film. Vediamo Galinda camminare lungo la navata nuziale verso il principe. Poi c’è il mago di Jeff Goldblum ai suoi pannelli di controllo; in seguito dice a Dorothy, al Leone, all’Uomo di Latta e allo Spaventapasseri: “Portatemi la scopa della Strega Cattiva dell’Ovest!!” Le riprese finali sono Elphaba che allunga la mano verso il suo cappello che le vola in mano e la sua scopa nell’altra. “Vado a vedere il mago!”

Jonathan Bailey tornerà come Fiyero e tornerà anche Boq di Ethan Slater, così come Nessarose di Marissa Bode, Madame Morrible di Michelle Yeoh e Il Mago di Oz di Goldblum.

Wicked: For Good ha terminato la produzione, con Chu che ha montato entrambi i film uno accanto all’altro prima dell’uscita di Wicked. Quel primo film ha incassato oltre 747 milioni di dollari a livello globale dopo la sua uscita a novembre 2024 ed è stato candidato a 10 Oscar, vincendone due.

Winnie Holzman, la scrittrice che ha adattato il musical teatrale dal romanzo bestseller di Gregory Maguire, è dietro la sceneggiatura con la co-autrice Dana Fox. Il cantautore del musical di Broadway Stephen Schwartz è produttore esecutivo insieme a Jared LeBoff e David Nicksay. I produttori includono Platt e David Stone.

Julia Roberts protagonista nel trailer del CinemaCon di After the Hunt di Luca Guadagnino

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L’attesissimo dramma After the Hunt è stato protagonista del CinemaCon, offrendo un’emozionante e profondamente conflittuale prima occhiata alla collaborazione cinematografica tra Julia Roberts e Luca Guadagnino.

After the Hunt ha conquistato il pubblico dei proprietari di cinema di tutto il mondo alla loro convention annuale di Las Vegas. Julia Roberts interpreta una professoressa universitaria che “si ritrova a un bivio personale e professionale quando un’alunna modello (Ayo Edebiri) muove un’accusa contro uno dei suoi colleghi (Andrew Garfield)”, secondo una sinossi. Mentre è alle prese con una brutta situazione, “un oscuro segreto del suo passato minaccia di venire alla luce”.

In quella che Guadagnino ha definito la migliore performance della carriera di Roberts, il filmato riprodotto mostra la vincitrice dell’Oscar in ottima forma nei panni di una bionda elitaria della costa orientale. La sua cerchia di colleghi leggermente adulatori (Michael Stuhlbarg, Chloe Sevigny) ne decanta la genialità, anche se il suo sconsiderato ex amante Garfield oltrepassa i limiti verbalmente e, alla fine, fisicamente.

Ha anche una promettente protetta, interpretata da Edebiri, che si presenta al suo appartamento sostenendo che Garfield “ha oltrepassato un limite. Ha continuato dopo che gli ho detto di no”. Lo scandalo che ne consegue mette alla prova i limiti di uno spettro di convinzioni e aspettative e ha gravi conseguenze per il personaggio di Roberts.

“Non mi sento più a mio agio ad avere questa conversazione con te”, dice Edebiri a Roberts in un confronto particolarmente teso. “Non tutto dovrebbe farti sentire a tuo agio”, ribolle Roberts in risposta.

Sul palco, Guadagnino ha detto agli espositori di essere “estremamente orgoglioso di ciò che condividerò con voi stasera”. Potrebbe benissimo ripeterlo molte altre volte man mano che ci avviciniamo alla stagione dei premi.

Luca Guadagnino, il regista candidato all’Oscar di “Call Me by Your Name” e del prossimo dramma sul triangolo amoroso del tennis “Challengers“, sta avendo una carriera piuttosto impegnata. Dirigerà presto anche Separate Rooms, un adattamento del romanzo del defunto scrittore italiano Pier Vittorio Tondelli. Josh O’Connor, protagonista di Challengers, è in trattative per guidare il cast di “Separate Rooms”, un dramma malinconico su uno scrittore italiano che piange la perdita del suo ragazzo.

Challengers, con Zendaya e Mike Faist, è uscito il 26 aprile. Il suo dramma romantico ambientato in Messico, “Queer” con Daniel Craig nel ruolo di un espatriato americano che si infatua di un uomo più giovane, è stato presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia e arriverà al cinema il 17 aprile.

Julia Roberts, che ha dominato il botteghino negli anni ’90 con commedie romantiche come “Pretty Woman“, “Notting Hill” e “Il matrimonio del mio migliore amico“, ha recentemente guidato il cast del thriller post-apocalittico di NetflixLeave the World Behind“.

007: Amazon promette un “nuovo, esotico” film di James Bond che sta “cominciando” ora a Londra

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Sebbene non sia stato ancora deciso molto, i nuovi proprietari di 007 – James Bond, Amazon MGM, si sono fermati a Las Vegas per il CinemaCon, la convention annuale dedicata agli esercenti, per parlare del futuro della spia britannica bevitrice di martini.

“Ci impegniamo a onorare l’eredità di questo personaggio iconico, offrendo al contempo un nuovo capitolo fresco ed esotico al pubblico di tutto il mondo insieme ad Amy [Pascal] e David [Heyman]“, hanno affermato mercoledì sera sul palco del Caesars Palace i dirigenti dello studio Courtenay Valenti e Sue Kroll. “Sono entrambi a Londra per iniziare e non hanno potuto essere qui stasera, ma volevamo ringraziarli per ciò che sappiamo per creare una partnership incredibile”.

All’inizio di quest’anno, i produttori di lunga data Michael G. Wilson e Barbara Broccoli hanno preso la scioccante decisione di fare un passo indietro dal franchise di James Bond e cedere il controllo creativo ad Amazon MGM. Le tre entità, Wilson, Broccoli e Amazon MGM, hanno formato una joint venture per ospitare i diritti di proprietà intellettuale, consentendo a tutti e tre di rimanere comproprietari della PI. La scorsa settimana, Pascal e Heyman sono stati scelti per produrre il prossimo capitolo di Bond.

Con l’acquisto di MGM da parte di Amazon per 8,5 miliardi di dollari nel 2021, lo streamer ha acquisito i diritti per distribuire tutti i film di James Bond, ma possedeva solo il 50% del franchise ed è stato relegato a essere un partner passivo in termini di scelte artistiche. Dal quinto e ultimo turno di Daniel Craig nei panni di Bond in “No Time to Die” del 2021, ci sono state infinite speculazioni sulla stampa sui prossimi passi. Ma ciò probabilmente cambierà presto, dati i nuovi incarichi di Pascal e Heyman. Sono stati nominati dal responsabile del cinema di Amazon MGM Courtenay Valenti, che ora ricoprirà il ruolo di presidente Mike Hopkins dopo l’uscita di Jen Salke dal ruolo di capo dello studio.

“James Bond è uno dei personaggi più iconici della storia del cinema”, hanno affermato Pascal e Heyman in una dichiarazione sulla loro assunzione. “Siamo onorati di seguire le orme di Barbara Broccoli e Michael Wilson che hanno realizzato così tanti film straordinari e onorati ed entusiasti di mantenere vivo lo spirito di Bond mentre si imbarca nella sua prossima avventura”.

Masters of the Universe: la prima foto ufficiale di He-Man

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Masters of the Universe: la prima foto ufficiale di He-Man

Al CinemaCon è stato mostrato il primo sguardo all’attesissimo adattamento cinematografico di “Masters of the Universe“. Nonostante alcune riprese scarse dal set, la convention è rimasta abbagliata da ciò che Amazon MGM ha messo in moto con le star Nicholas Galitzine e Camila Mendes sotto la direzione di Travis Knight.

“È la rinascita di questo mondo incredibile”, ha detto il produttore Jason Blumenthal dal set. Il regista Knight ha parlato del suo amore di lunga data per i giocattoli e per l’amata serie animata degli anni ’80 (aveva un taglio di capelli alla He-Man da bambino, ha rivelato). Ha anche mostrato alcuni pezzi di scena enormi che hanno guadagnato urla di approvazione dalla folla, tra cui il pianeta immaginario Eternia e l’iconica Spada del Potere di He-Man.

Soprattutto, il protagonista Nicholas Galitzine ha condiviso sui social questa immagine che mostra un bicipite all’altezza del principe Adam!

Il cast di Masters of the Universe

Travis Knight, regista di Bumblebee, sta dirigendo il film sul più grande guerriero di Eternia e ha ingaggiato Sam C. Wilson (House of the Dragon) per il ruolo di Trap Jaw, Kojo Attah (The Beekeeper) per Tri-Klops e Hafthor Bjornsson (Game of Thrones) per Goat Man.

Il cast comprende Nicholas Galitzine nei panni di He-Man; Alison Brie (Promising Young Woman) nel ruolo del luogotenente di Skeletor, Evil-Lyn; Camila Mendes (Riverdale) nel ruolo della fidata compagna di He-Man, Teela; e Idris Elba (Thor: Ragnarok) nel ruolo del padre di Teela, Man-at-Arms.

Sebbene i dettagli sulla trama non siano stati resi noti, sappiamo che il collaboratore di Knight in Wildwood, Chris Butler (ParaNorman), ha scritto l’ultima bozza della sceneggiatura. David Callaham e Aaron e Adam Neem si erano già occupati della sceneggiatura.

He-Man ha guadagnato una vasta popolarità grazie alla serie televisiva animata He-Man and the Masters of the Universe, andata in onda dal 1983 al 1985, che ha generato una vasta gamma di merchandising, fumetti e un seguito di culto.  Masters of the Universe arriverà nelle sale il 5 giugno 2026.

Elle: prima foto ufficiale della serie prequel di La rivincita delle bionde

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Reese Witherspoon ha condiviso una prima occhiata a Lexi Minetree nel ruolo di Elle Woods in “Elle”, la prossima serie prequel di Prime Video La rivincita delle bionde. La serie ha recentemente iniziato le riprese, ha annunciato Witherspoon su Instagram. “Harvard è stata dura. Il liceo è stato più duro. La nostra nuova serie, Elle, è ora in produzione!” ha scritto.

Secondo la sinossi ufficiale, la serie “segue Elle Woods al liceo mentre apprendiamo le esperienze di vita che l’hanno trasformata nella giovane donna iconica che abbiamo imparato a conoscere e ad amare nel primo film di “La rivincita delle bionde“.

Lexi Minetree è stata annunciata come protagonista a febbraio. Il cast include anche Tom Everett Scott nel ruolo del padre di Elle e June Diane Raphael in quello della madre.

Uscito nel 2001, il film originale “La rivincita delle bionde” è stato un’importante spinta per la carriera di Witherspoon, subito dopo i suoi ruoli di successo in “Cruel Intentions” e “Election”. Ha ripreso il ruolo di Elle nel sequel del 2003 “La rivincita delle bionde 2: Rosso, bianco e biondo“.

Un film Minecraft: recensione del film di Jared Hess

Un film Minecraft: recensione del film di Jared Hess

Chi ama i videogiochi ha sempre coltivato un sogno segreto: immergersi completamente – e quindi fisicamente – in quegli universi virtuali, e vivere in prima persona le avventure digitali. Dal 2009, uno dei titoli più amati dai gamer di tutto il mondo è Minecraft, e il suo successo globale ha spinto Hollywood a prendere in considerazione un adattamento cinematografico nel 2012.

Dopo una lunga gestazione, fatta di rinvii, cambi di regia e riscritture, il progetto – dal titolo Un film Minecraft – ha finalmente preso forma con la direzione di Jared Hess. Ma la pellicola, a causa di ulteriori ostacoli come lo sciopero degli attori, ha avuto ulteriori ritardi nelle riprese, con la data d’uscita posticipata fino a quest’anno, in cui finalmente arriva nelle nostre sale dal 3 aprile. Il cast del film vanta nomi di spicco appartenenti all’industria, come Jason Momoa e Jack Black, affiancati dai bravi Emma Myers, Danielle Brooks e Sebastian Hansen.

La trama di Un film Minecraft

Steve è un bambino con la passione per la miniera, ma un misterioso minatore gli impedisce di avvicinarsi troppo. Da adulto, decide di tornare in quel luogo che lo ha sempre affascinato e lì trova due cubi particolari: il Cristallo Terrestre e la Sfera del Predominio. Incuriosito, decide di unire i due oggetti, senza sapere che questi aprono un portale verso un mondo magico. Incantato e desideroso di cambiare vita, Steve attraversa il varco e si ritrova nell’Overworld, un mondo straordinario dal quale non vorrebbe più andarsene.

Ben presto, però, scopre che in quell’universo esistono altri portali, tra cui uno che conduce al Nether, un luogo infuocato dove regna Malgosha, a capo dei Piglin, creature suine ossessionate dall’oro. L’obiettivo della strega è impossessarsi della Sfera del Predominio per gettare quel mondo colorato, chiamato l’Overworld, nell’oscurità. A contrastare i suoi piani ci saranno Steve e un gruppo di improbabili alleati: Garrett, Natalie, Dawn ed Henry, finiti nell’Overworld per caso ma pronti a combattere per salvarlo.

Un film Minecraft (A Minecraft Movie)

Un mondo pieno di riferimenti per i fan

Chi ha trascorso ore davanti a Minecraft riconoscerà subito le numerose reference disseminate nella pellicola. L’universo cubico del videogioco prende vita con fedeltà e introduce un nuovo personaggio inedito: Malgosha, una strega dal passato difficile che, dopo essere stata derisa per la sua musica, ha giurato vendetta contro la creatività stessa. La sua presenza è in realtà il motore narrativo che scatena il classico scontro tra Bene e Male, creando una storia originale basata su un gioco che, di per sé, non ha una trama definita.

Proprio come nel videogame, anche Un film Minecraft ripropone diversi biomi, ricreati con un’ottima CGI. Un design dettagliato che si estende non solo agli ambienti, ma anche alle creature, rendendo l’esperienza visiva immersiva, andando al contempo a sottolineare l’impegno produttivo della pellicola.

Fra follia, intrattenimento e parentesi musicali

Oltre agli animali, i golm di ferro, i villici e i pillager, il film presenta anche un cast di personaggi in carne e ossa che interagiscono con l’universo pixelato. Questo contrasto visivo, pur potendo essere considerato un limite per i gamer abituati ad altre forme e caratteristiche in Minecraft, aggiunge dinamicità alla narrazione, rendendola ritmata e, alla fine, molto divertente.

La vera punta di diamante è senza dubbio Jack Black, che porta con sé tutta la sua energia comica, regalando alcuni dei momenti più esilaranti del film. Le sue scene, impreziosite da inserti musicali, restituiscono un tocco di eccentricità e follia al racconto, che lo rende più godibile, soprattutto per chi, di quell’universo, conosce ben poco. Meno incisivi, invece, risultano i personaggi di Natalie e Dawn, il cui ruolo è più marginale e scarico sia a livello narrativo che interpretativo, senza però andare a inficiare davvero né sull’atmosfera generale né sulla trama di per sé.

Nel complesso, perciò, Un film Minecraft adempie al suo compito: essere una pellicola genuina e teneramente enfatica, fatta principalmente per un pubblico molto giovane e per chi passava pomeriggi interi davanti alla console, a creare la propria skin, costruire case e combattere scheletri, zombie e creeper durante la notte.

Dragon Trainer: le prime reazioni elogiano il remake live-action “visivamente sbalorditivo”

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Il remake live-action di Dragon Trainer della Universal e della DreamWorks Pictures è stato presentato ai membri della stampa e agli esercenti al CinemaCon, e le prime reazioni lo definiscono “uno dei migliori remake live-action” finora. Ai partecipanti al CinemaCon è stato detto che stavano assistendo a una versione incompiuta del film, ma ciò che hanno visto ha suscitato comunque grande entusiasmo. Anche la scena in cui Hiccup cavalca per la prima volta il drago Sdentato ha generato applausi a metà proiezione.

“”Dragon Trainer” è spettacolare”, ha scritto il giornalista Scott Menzel su X. “Una rivisitazione visivamente sbalorditiva ed emotivamente coinvolgente del classico animato. Il regista Dean DeBlois ricrea la magia dell’originale con tanta azione, umorismo e cuore. Mason Thames nel ruolo di Hiccup è la definizione di casting perfetto, così come la maggior parte di questo cast… è un film da non perdere sul grande schermo e ci ricorda perché il pubblico ama andare al cinema. Sarà un successo enorme”.

Il produttore e conduttore di “The Movie Podcast” Daniel Baptista ha definito il film “una splendida rivisitazione di uno dei film animati più amati di tutti i tempi. Pieno di cuore, prende tutto ciò che ha reso l’originale così speciale e si libra verso nuove vette con effetti visivi mozzafiato e una storia spettacolare per un’intera nuova generazione“.

La critica cinematografica Tessa Smith ha scritto che il remake live-action “ha tutto il fascino dell’originale migliorato in qualcosa che non avrei mai pensato si potesse realizzare. Il cast è incredibile e i draghi adorabili. Ho perso il conto di quante volte ho pianto. Questa è una cosa veramente fantastica”.

Il reporter senior di Gizmodo Germain Lussier ha scritto su X: “Il film live-action cattura la magia dell’originale in quasi ogni modo. Ci sono tutti i grandi momenti, tutto il cuore e l’eccitazione. Interpretazioni meravigliose in tutto. La mia unica lamentela è che le novità, sebbene buone e sottili, non elevano mai abbastanza le cose”.

“‘Dragon Trainer’ potrebbe essere una delle animazioni più fedeli al live-action che abbia mai visto”, ha aggiunto il membro della stampa Emmanuel Gomez. “Cast perfetto con un grande equilibrio nei design dei draghi che non ti distraggono dal film. La colonna sonora è incredibile. Non vorrai perdertelo! Voglio un drago!”

La trama di Dragon Trainer

Sulla selvaggia isola di Berk, dove vichinghi e draghi sono stati acerrimi nemici per generazioni, Hiccup (Mason Thames; Black Phone, Per tutta l’umanità) è diverso dagli altri. Figlio geniale ma sottovalutato dal capo Stoick l’Immenso (Gerard Butler, che torna a dare voce al personaggio della serie animata), Hiccup sfida secoli di tradizione stringendo un’insolita amiciza con Sdentato, un temibile drago Furia Buia. Questo legame inaspettato rivela la vera natura dei draghi, mettendo in discussione le fondamenta stesse della società vichinga.

Con al suo fianco la determinata e coraggiosa Astrid (la candidata al BAFTA Nico Parker; Dumbo, The Last of Us) e l’eccentrico fabbro del villaggio Gambedipesce (Nick Frost; Biancaneve e il cacciatore, L’alba dei morti dementi), Hiccup affronta un mondo diviso dalla paura e dall’incomprensione.

Quando una minaccia antica riemerge, mettendo in pericolo sia i vichinghi che i draghi, l’amicizia tra Hiccup e Sdentato diventa la chiave per forgiare un nuovo futuro. Insieme, dovranno navigare un delicato percorso verso la pace, spingendosi oltre i confini dei loro mondi e ridefinendo cosa significa essere un eroe e un leader.

Il film include anche nel cast Julian Dennison (Deadpool 2), Gabriel Howell (Bodies), Bronwyn James (Wicked), Harry Trevaldwyn (Smothered), Ruth Codd (The Midnight Club), il candidato al BAFTA Peter Serafinowicz (Guardiani della Galassia) e Murray McArthur (Il Trono di Spade).

Dragon Trainer è scritto, prodotto e diretto da Deblois. È prodotto anche dal tre volte candidato all’Oscar® Marc Platt (Wicked, La La Land) e dal vincitore di un Emmy Adam Siegel (Drive, Cani Sciolti). Dragon Trainer fa parte del programma “Filmed For IMAX®”, che fornisce ai registi la teconologia IMAX® per offrire un’esperienza cinematografica immersiva al pubblico di tutto il mondo.

Ispirato alla serie di libri più venduti del New York Times di Cressida Cowell, franchise d’animazione DreamWorks Dragon Trainer ha conquistato il pubblico globale, ottenendo quattro candidature agli Oscar® e incassando oltre 1,6 miliardi di dollari al box office mondiale. Ora, grazie agli effetti visivi all’avanguardia, DeBlois trasforma la sua amata saga animata in uno spettacolo live-action, portando le epiche avventure di Hiccup e Sdentato alla vita con un realismo straordinario mentre scoprono il vero significato dell’amicizia, del coraggio e del destino.

Chloe – Tra seduzione e inganno: la spiegazione del finale del film

Atom Egoyan, che ha fatto la sua comparsa sulla scena come parte della New Wave di Toronto degli anni ’80, ha una predilezione per la realizzazione di film che sono principalmente studi sui personaggi e che si fondono con temi psicosessuali. Il suo Exotica incorpora i migliori aspetti di un thriller erotico, offrendo una ricca e vertiginosa discesa in un labirinto di segreti e inganni, in cui il fascino sessuale lega una trama intrigante fino alla fine. Quasi 15 anni dopo, Egoyan ha diretto Chloe – Tra seduzione e inganno, un remake del thriller erotico francese Nathalie…, che affronta le ansie di un’anziana donna sposata che sospetta che il marito sia un adultero.

Sebbene i due film condividano lo stesso nucleo narrativo, il trattamento di Egoyan dell’argomento prende alcune pieghe inaspettate, culminando in un finale macabro che si discosta significativamente da quello del dramma psicosessuale francese. Il film di Egoyan, incentrato sulle insicurezze di Catherine (Julianne Moore), che ha un rapporto complicato con la sua sessualità, lo sguardo maschile e il suo valore agli occhi del marito David (Liam Neeson), ha un ampio potenziale. In Chloe – Tra seduzione e inganno c’è infatti molto da scoprire, soprattutto per quanto riguarda il finale ambiguo.

Un finale che ricontestualizza Catherine come individuo e aggiunge un contesto poco rassicurante al suo comportamento nel corso del film. Tutte le relazioni nel film sono nfatti imperniate su dinamiche di potere, e Chloe – Tra seduzione e inganno mette a nudo proprio queste gerarchie non dette, mantenendo al centro l’autonomia sessuale femminile e la percezione sociale del lavoro sessuale. Sebbene il punto di vista di Catherine colori la nostra percezione del suo mondo, è Chloe (Amanda Seyfried) a portarci in una verità più profonda dei colpi di scena che tentano di animare il terzo atto.

Chloe - Tra seduzione e inganno cast
Amanda Seyfried e Julianne Moore in Chloe – Tra seduzione e inganno

La trama di Chloe

Cosa si fa quando si sospetta che il proprio coniuge sia infedele? Non ci sono risposte facili, perché queste situazioni possono essere estremamente complicate. Quando l’affermata ginecologa Catherine trova una foto sospetta del marito David (professore universitario) con una giovane studentessa della sua classe, il suo mondo si blocca. Fin dall’inizio, la percezione che Catherine ha di David è codificata in modo iper-specifico: lo vede come un uomo anziano, ma affascinante, con un’evidente attrazione per le donne più giovani che lo circondano. La tendenza di David a flirtare non aiuta la situazione e Catherine, invece di affrontarlo, mette gli occhi su una prostituta di nome Chloe per coglierlo sul fatto.

Sebbene questo possa sembrare un espediente per dare impulso alla trama, non è difficile comprendere la preferenza di Catherine nel raccogliere le prove dell’apparente infedeltà del marito piuttosto che avere una conversazione onesta con David. È interessante il modo in cui Catherine considera tutte le altre donne che la circondano prima di venire a conoscenza di questo presunto tradimento. Una delle sue clienti si sente infelice per il fatto di non riuscire a raggiungere l’orgasmo, e Catherine minimizza la cosa come una contrazione muscolare mantenendo un’aria di fredda freddezza, quasi a trasmettere l’idea che la soddisfazione sessuale femminile sia irrilevante.

Sembra che anche le sue amiche donne siano in qualche modo inferiori a lei, mentre le donne che frequentano arbitrariamente gli spazi pubblici o quelle che, ai suoi occhi, violano la sua casa (come Anna, la ragazza del figlio adolescente Michael), sono considerate con silenziosa rabbia e disprezzo. Tuttavia, Chloe, che Catherine osserva mentre la prima si incontra con i suoi clienti di lusso nei bar di lusso, emerge come un’anomalia nella sua percezione consolidata delle donne come inferiori a lei o come una minaccia diretta per lei dal punto di vista psicosessuale.

Chloe - Tra seduzione e inganno finale
Amanda Seyfried e Julianne Moore in Chloe – Tra seduzione e inganno

La radice dell’agonia emotiva di Catherine quando si tratta dell’infedeltà di David è la sua convinzione di essere invisibile agli occhi del marito perché sta invecchiando. Si tratta, ovviamente, di una convinzione dannosa e profondamente radicata, dettata dagli standard di bellezza. Catherine vede gli uomini più anziani, come suo marito, come quelli che diventano sempre più attraenti con l’età, il che è uno sconcertante doppio standard che non è in grado di analizzare a causa delle sue insicurezze. Questo senso autoironico di diventare invisibili nel contesto dello sguardo maschile si estende anche al figlio Michael, che sta per esercitare la propria autonomia sessuale, cosa che Catherine trova profondamente preoccupante.

La qualità onirica che Chloe emana è intenzionale. Questa libertà è un’arma a doppio taglio, poiché la società vede Chloe come un mezzo per raggiungere un fine, al punto che la disumanizzazione è radicata nel lavoro sessuale di cui lei gode. Innamorata e respinta da tutto ciò che Chloe rappresenta, Catherine va a letto con lei per capriccio, per simulare come si sente il marito mentre fa sesso con un’altra donna. Questo atto di sostituzione sessuale, in cui si mette nei panni di David per sentirsi più vicina a lui, è intriso dello stesso marchio di misoginia patriarcale che uomini come David adottano con disinvoltura.

Di conseguenza, Catherine dimostra di non essere diversa dagli uomini che trattano Chloe come un oggetto, poiché le ricorda freddamente che la loro notte di passione insieme era solo una transazione commerciale. Sebbene Catherine si senta “vista” da Chloe quando dormono insieme (e Catherine esplora la sua affinità per il voyeurismo indiretto e l’attrazione verso le donne), non ritiene che l’esperienza sia abbastanza consistente da convalidarla come significativa.

Julianne Moore e Liam Neeson in Chloe - Tra seduzione e inganno
Julianne Moore e Liam Neeson in Chloe – Tra seduzione e inganno

Chloe è innamorata di Catherine?

L’atteggiamento sprezzante di Catherine nei confronti di Chloe rivela alcune scomode verità. Sebbene possa essere sinceramente attratta dalla giovane, Catherine razionalizza freddamente l’esperienza come un incontro sessuale surrogato dal punto di vista di David, anziché dal suo. Anche in un fugace momento di piacere, Catherine non è in grado di liberarsi della persistente presenza dello sguardo maschile che detta parametri problematici su ciò che conta come piacere femminile. Questo non va d’accordo con Chloe, che sa esattamente cosa vuole ed è molto orgogliosa della sua capacità di anticipare i bisogni fisici e psicologici del cliente.

Dopo che Catherine decide di affrontare David per averla tradita con Chloe, si rende infatti conto che il marito, pur essendo adultero, non ha mai incontrato la giovane. Le storie erotiche che Chloe aveva raccontato a Catherine sulla sua relazione con David erano tutte inventate, rendendo chiaro che l’ossessione di Chloe era iniziata molto prima che i due sviluppassero la loro complessa e carica relazione. Non è difficile capire perché Chloe si sia fissata su una bella donna di mezza età che l’ha assunta per valutare la fedeltà del marito, completamente ignara del fatto che potrebbe essere desiderabile per un’altra donna.

Mentre Chloe comprende intimamente che la liberazione sessuale e gli impulsi psicosessuali non dovrebbero essere definiti esclusivamente da standard eteronormativi, il suo oggetto del desiderio, Catherine, si rifiuta di disgiungere la propria autostima da come viene percepita dagli uomini. Questo crea un conflitto, rendendo Catherine irraggiungibile sotto ogni punto di vista e alimentando la crescente ossessione di Chloe nei suoi confronti. È amore? Difficile dirlo, ma ciò che conta è che questi sentimenti intensi sono abbastanza forti da spingere Chloe a perseguire Catherine in modi sempre più inquietanti.

Julianne Moore e Amanda Seyfried in Chloe - Tra seduzione e inganno
Julianne Moore e Amanda Seyfried in Chloe – Tra seduzione e inganno

La spiegazione del finale di Chloe – Tra seduzione e inganno

Rendendosi conto che l’unico modo per far presa su Catherine è andare a letto con suo figlio Michael, Chloe la provoca e afferma che il ragazzo le “ricorda” Catherine. Si tratta di un’affermazione sgradevole a più livelli, che Chloe interpreta come un modo per vendicarsi di Catherine per il suo rifiuto di riconoscere il loro rapporto nella stanza d’albergo per i suoi meriti. Inoltre, il modo in cui Chloe seduce Michael è ripreso in una luce inquietante e surreale, come quella di un vampiro che gira intorno alla sua preda prima di essere invitato a entrare nella loro casa, dove colpirà al momento giusto.

La reazione di Catherine è comprensibilmente feroce, ma Chloe diventa violenta attaccandola con una forcina dai bordi seghettati. La forcina era stata una delle prime cose che Catherine aveva notato di Chloe quando si erano incontrate per la prima volta, e aveva funzionato come rompighiaccio durante la loro prima conversazione. Il fatto che un oggetto di fascino e interesse diventi un’arma che incanala rabbia e invidia è una metafora eloquente che Egoyan impiega verso la fine.

Ne consegue una lotta tra i due e Chloe finisce per cadere da una delle enormi finestre, morendo poco dopo. La domanda se Chloe cada accidentalmente o se lasci deliberatamente il telaio della finestra durante il momento culminante può essere meglio compresa se si prendono in considerazione i finali alternativi del film. Nella prima versione alternativa, si sente la voce fuori campo di Chloe dopo la sua morte, in cui ammette di essere caduta di proposito per diventare per sempre parte della vita di Catherine. L’inquadratura finale della forcina nella versione teatrale del film, in cui si vede Catherine indossarla durante il funerale di Chloe, rafforza questo sentimento.

L’altro finale alternativo, invece, è più cupo: questa versione termina con la voce fuori campo di Catherine, la quale pensa che la morte di Chloe, sebbene vana, le abbia concesso una seconda possibilità di vita. Questo finale caratterizzava però Catherine come una persona che considera la macabra morte di una donna come una sua seconda possibilità di vita. Entrambe le loro registrazioni sono poi state scartate da Egoyan, che ha preferito lasciare il finale così come lo si vede oggi, particolarmente ambiguo e rimandando alla più completa interpretazione dello spettatore, che può dunque associargli un dato valore in base a se si ritiene che sia stato commesso un omicidio o un suicidio dettato dall’amore.

Forrest Gump: la storia vera dietro il film con Tom Hanks

Forrest Gump: la storia vera dietro il film con Tom Hanks

Forrest Gump mette notoriamente il suo protagonista al centro di un gran numero di importanti eventi storici, ma molti non conoscono le ispirazioni reali che stanno dietro al personaggio. Tra i film più amati di tutti i tempi, questo lungometraggio del 1994 è oggi considerato un classico dei giorni nostri. Interpretato da Tom Hanks, vincitore di un premio Oscar, l’adattamento segue gli eventi della vita di Forrest, dalla sua infanzia in Alabama fino al servizio militare in Vietnam, passando per le sue scelte professionali di successo, fino all’incontro con il figlio Forrest Gump Jr. alla fine del film.

Gli eventi storici in cui Forrest Gump è coinvolto nel corso del film variano da quelli relativamente oscuri fino ad alcuni degli eventi più significativi della storia americana moderna, cementando il personaggio come icona della cultura pop. Non solo Forrest presta servizio nella guerra del Vietnam, ma incontra anche i presidenti John F. Kennedy, Lyndon B. Johnson e Richard Nixon, rappresenta gli Stati Uniti in una partita di ping-pong contro la Cina e ispira una delle canzoni più famose di John Lennon. L’accuratezza storica del ruolo di Forrest in questi eventi è ovviamente fittizia, ma il film lo presenta come una figura chiave in molti momenti significativi.

Forrest incontra JFK

Partiamo proprio dall’incontro con JFK. Come giocatore di successo dell’Università dell’Alabama nella storia vera di Forrest Gump, il protagonista viaggia con la squadra di football Collegiate All-American per incontrare il Presidente John F. Kennedy alla Casa Bianca nel 1963. Quando racconta la maggior parte degli eventi storici, Forrest Gump alterna il Forrest dei finti telegiornali alla sua presenza fisica all’evento. Forrest è stupito da tutto il cibo e le bevande gratuite lì presenti e beve almeno 15 bottiglie di Dr Pepper.

Quando la squadra di football incontra poi il presidente, Forrest riesce solo a dire “Devo fare pipì” mentre stringe la mano a JFK. Poi racconta come, poche settimane dopo, il presidente fu assassinato a Dallas, in Texas. Mentre Forrest Gump voleva un motivo narrativo facile per cui Forrest potesse incontrare JFK, l’occasione a cui si ispira non è mai accaduta. La squadra Collegiate All-American Football fu annunciata il 6 dicembre 1963, mentre JFK fu assassinato il 22 novembre di quello stesso anno. Si tratta dunque di una forzatura narrativa che altera ulteriormente la realtà.

Tom Hanks in Forrest Gump

Forrest Gump nella guerra del Vietnam

Molti degli eventi storici in Forrest Gump, come anticipato, sono presenti come brevi frammenti di quella che è la narrazione della storia americana sullo sfondo, mentre la guerra del Vietnam occupa invece una quantità sostanziale di tempo nella vita di Forrest negli anni ’60 e ’70. Egli si arruola nel 1967 con il 47° reggimento di fanteria, un vero reggimento degli Stati Uniti che risale alla prima guerra mondiale. Forrest crede che la sua divisione stia cercando un uomo solo di nome “Charlie”, che in realtà è il soprannome dato dagli Stati Uniti ai nordvietnamiti. Fa amicizia con gli altri uomini del suo battaglione, soprattutto con Bubba, un neurodiverso del Sud che chiede a Forrest di entrare con lui nel business dei gamberi.

Bubba viene però tragicamente ucciso sul campo di battaglia e Forrest, ferito, viene mandato in un centro medico dell’esercito. Molti veterani della guerra del Vietnam hanno lodato le scene di battaglia di Forrest Gump per l’accuratezza di ciò che hanno vissuto. L’aspetto che molti hanno criticato è il suo sprint attraverso il campo, che sarebbe estremamente improbabile da eseguire con successo sul campo di battaglia, a meno che non si tratti di un corridore straordinario come Forrest. Sebbene non sia specifica della guerra del Vietnam, la storia vera di Forrest Gump tratta anche del difficile ritorno dalla guerra di veterani gravemente feriti come il tenente Dan, amico di Forrest.

La marcia contro la guerra al Pentagono

Durante il congedo dall’esercito, Forrest Gump torna negli Stati Uniti e visita Washington D.C. Mentre passeggia per scattare foto, una donna lo scambia per un membro dei “Veterani del Vietnam contro la guerra in Vietnam”. Viene allora coinvolto nella marcia del gruppo fino al palco centrale della manifestazione contro la guerra al Pentagono. Un uomo che indossa una maglietta con la bandiera americana e che “dice continuamente la parola con la ‘F’” lo porta sul palco davanti a una folla numerosissima per parlare. Un soldato stacca però gli altoparlanti e interrompe l’intero discorso di Forrest.

Tuttavia, un’informazione importante di questo evento, tralasciata dal film, è il nome dell’uomo con la camicia con la bandiera americana: Abbie Hoffman. Egli era un noto attivista tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, interpretato da Sacha Baron Cohen nel film Il processo ai 7 di Chicago. La partecipazione di Forrest all’evento è naturalmente del tutto fittizia. Ciò che il film ha però reso bene è la dimensione della folla e il suo entusiasmo: oltre 50.000 manifestanti di diversa provenienza, tra cui hippy, veterani di guerra, professionisti della classe media e attivisti neri, vi parteciparono.

forrest gump

La partita di ping-pong con la Cina

Mentre si riprende dalla ferita nell’ospedale militare, Forrest diventa un talentuoso giocatore di ping-pong. Alla fine viene inviato dal Presidente Richard Nixon a giocare nella squadra americana di ping-pong in Cina. L’evento divenne noto come “diplomazia del ping-pong” per la sua natura strumentale nel sanare le relazioni tra Stati Uniti e Cina. Forrest fece parte di uno dei primi gruppi statunitensi ad entrare in Cina dopo oltre 20 anni e tornò a casa come maestro di ping-pong e celebrità internazionale. La rappresentazione dell’evento è abbastanza accurata se si sostituisce Forrest con Glenn Cowan, che ha effettivamente assunto il titolo di celebrità del ping-pong.

La Cina e gli Stati Uniti sono stati in conflitto per i precedenti 20 anni, con un embargo cinese sugli americani, finché non hanno capito che il ping-pong internazionale poteva unire le nazioni. Il giocatore statunitense Glenn Cowan incontrò così il giocatore cinese Zhuang Zedong ai Campionati mondiali di tennis da tavolo del 1971 in Giappone, permettendo alle due nazioni di trovare un terreno comune per riparare le loro relazioni diplomatiche. L’evento a cui Forrest partecipò ebbe luogo nell’aprile del 1971, dopo che Mao Zedong e Richard Nixon si accordarono per permettere alla squadra americana di ping-pong di disputare partite per una settimana in Cina.

L’intervista con John Lennon

L’abilità di Forrest nel ping-pong lo trasforma in una celebrità nazionale, facendogli guadagnare un posto nel Dick Cavett Show accanto a John Lennon dei Beatles. Quella reale intervista, che avvenne l’8 settembre del 1971, viene dunque modificata per aggiungere Gump, la cui presenza ispirerà il testo della canzone di successo di Lennon “Imagine”. Nell’intervista reale c’era in realtà la moglie di Lennon, Yoko Ono, al posto di Forrest. La versione del film dell’intervista a Dick Cavett prevede invece che quest’ultimo faccia domande sul servizio militare e sul periodo trascorso in Vietnam da Forrest, suscitando così in Lennon l’idea di una canzone contro la guerra.

Tom Hanks e John Lennon in Forrest Gump

Lo scandalo Watergate

Infine, Forrest racconta come la squadra di ping-pong degli Stati Uniti sia poi stata invitata alla Casa Bianca per incontrare il Presidente Nixon, il quale lo manda personalmente in un hotel “più bello” del complesso Watergate. Quella sera, Forrest vede degli uomini in un altro edificio che frugano in un ufficio con delle torce elettriche. Pensando che gli uomini stiano cercando di trovare una scatola di fusibili, Forrest telefona all’hotel per informarli e inviare la manutenzione. La scena successiva di Forrest Gump taglia direttamente sul discorso di dimissioni di Nixon in televisione, indicando che Forrest era responsabile della denuncia dello scandalo Watergate.

Lo scandalo Watergate è un famigerato scandalo politico che coinvolge un’irruzione nella sede del Comitato Nazionale Democratico a Washington D.C., presente negli eventi storici di Forrest Gump. Un’indagine sul Watergate e su Nixon fu presto condotta dopo che alcuni informatori fornirono informazioni ai giornali nazionali, e Nixon si dimise dall’incarico. Sebbene il film fornisca un modo ingenuo per coinvolgere Forrest nel Watergate, nella realtà la rivelazione dello scandalo non venne da un osservatore che soggiornava nell’hotel di fronte. Inoltre, la squadra di ping-pong degli Stati Uniti non ha mai soggiornato all’Hotel Watergate né ha incontrato il Presidente Nixon alla Casa Bianca nel giugno 1972.

Forrest Gump

Le vere fonti di ispirazioni per Forrest Gump

Sebbene gli eventi storici di Forrest Gump siano molto reali, Forrest non lo è. Tuttavia, il personaggio è stato direttamente ispirato da una manciata di persone reali. Il primo è Sammy Lee Davis, un veterano della guerra del Vietnam la cui storia è decisamente simile a quella di Forrest. Gli altri sono amici di Winston Groom, autore del romanzo originale di Forrest Gump, tra cui Jimbo Meador, che ha ispirato direttamente la compagnia di gamberi di Forrest, e George Radcliff, il cui modo di parlare è simile a quello di Forrest. Quello di Gump è dunque tecnicamente un personaggio di fantasia, ma condivide tratti e storie con queste tre figure reali.

La vita reale di Sammy Lee Davis durante la guerra del Vietnam è infatti molto simile a quella del protagonista del film. Entrambi gli uomini furono coinvolti in imboscate che li portarono a salvare diverse vite e a subire ferite da proiettile sui rispettivi glutei. In effetti, il filmato di Forrest che riceve la Medaglia d’Onore da Lyndon B. Johnson sovrappone Hanks a Davis, a riprova del legame esistente tra i due uomini. Degli altri ispiratori, Jimbo Meador è stata la fonte di riferimento per l’idea della barca per gamberi di Forrest, in quanto possedeva una barca sul fiume delta e lavorava nella lavorazione dei frutti di mare.

Forrest Gump sarà dunque anche un personaggio di fantasia, ma il suo impatto sulla cultura pop è molto reale. Poiché il film lo vede coinvolto in così tanti eventi storici reali, è naturale pensare che ci sia stata una figura reale che lo ha ispirato direttamente. Sebbene il fatto che non lo sia possa far sembrare falsi alcuni aspetti di Forrest Gump, in realtà conferisce una maggiore credibilità al vero significato del film: Forrest Gump è in realtà l’incarnazione dell’americano medio, e il suo ruolo in così tanti eventi storici chiave è un’affermazione di come la persona media sia parte della storia tanto quanto qualsiasi figura di alto profilo.

Juno Temple protagonista della serie Apple TV+ The Husbands

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Juno Temple protagonista della serie Apple TV+ The Husbands

La star di “Ted Lasso” e “Fargo Juno Temple sarà la protagonista di una nuova serie drammatica di A24, The Husbands, per Apple TV+. La serie ambientata a Londra, basata sull’omonimo romanzo di Holly Gramazio, segue Lauren (Temple) che una sera torna a casa e viene accolta dal marito Michael, un uomo che non ha mai conosciuto. “Mentre Lauren cerca di capire come possa essere sposata con qualcuno che non ricorda di aver conosciuto, Michael va in soffitta per cambiare una lampadina e scompare all’improvviso”, si legge nella trama.

Al suo posto, emerge un nuovo marito. Rendendosi conto che la sua soffitta sta creando una riserva infinita di mariti, Lauren affronta la questione: Se scambiare le vite è facile come cambiare una lampadina, come si fa a sapere di aver preso la strada giusta? Quando si smette di cercare di fare meglio e si inizia a vivere davvero?”. Temple è nota per aver interpretato Keeley in “Ted Lasso” e Dorothy “Dot” Lyon in “Fargo”. Tra i suoi crediti figurano anche “Venom: The Last Dance”, ‘The Offer’ e il prossimo film di Channing TatumRoofman’.

The Husbands, stando a quanto riportato da Variety, è prodotto esecutivamente dalla sceneggiatrice Miriam Battye (”Succession“, ‘Dead Ringers’, ‘Beef’), dal regista Craig Gillespie (”I, Tonya“, ‘Your Friends & Neighbors’, ‘Pam & Tommy’) e da Annie Marter (”The Guilty”, ‘Nobody’, ‘The Devil All The Time’) con Fortunate Jack Productions, insieme a Gramazio e A24.

Assassinio sull’Orient Express: le differenze tra il libro e il film

Assassinio sull’Orient Express (qui la recensione) è il classico della letteratura di Agatha Christie, adattato con successo per lo schermo più volte. Tenendo presente questo, non è un vero e proprio shock che il regista Kenneth Branagh volesse adattare il libro in questione, ma anche creare un adattamento diverso dalle altre versioni di Assassinio sull’Orient Express che abbiamo visto in precedenza. Così facendo, ha apportato diversi cambiamenti rispetto al libro, con alcuni di essi che hanno più senso di altri.

Il libro, come noto, si basa sia su fatti che su equivoci per raccontare la sua storia, e molto è stato condensato per mantenere il film sotto le due ore di durata. Inoltre, molte cose sono state tralasciate per dare spazio a una fotografia straordinaria, a un divertente cold open e ad altro ancora. In questo articolo approfondiamo dunque i maggiori cambiamenti tra il libro di Agatha Christie e il film di Kenneth Branagh. Naturalmente, seguiranno molti spoiler, quindi meglio non continuare a leggere se non si ha ancora visto il film.

Le differenze tra il libro e il film Assassinio sull’Orient Express

I baffi di Poirot

I baffi di Poirot sono diversi nel film Assassinio sull’Orient Express. Per il ruolo di Hercule Poirot, il costumista di Kenneth Branagh ha scelto un paio di baffi rigogliosi, enormi e grigi. È molto lontano dai baffi decisamente tinti e accuratamente coltivati che la Christie descrive nei suoi romanzi, ma è comunque un dettaglio impressionante, che rende più particolare il personaggio e trova anche una sua spiegazione nei film successivi.

L’inizio del film

Il film Assassinio sull’Orient Express inizia al Muro del Pianto di Gerusalemme. Lì, ci viene offerto un cold open in cui Hercule Poirot risolve in modo sorprendente e divertente un crimine. Il libro inizia invece in Siria con Poirot che conversa faticosamente con un tenente dopo aver già risolto un problema. L’inizio scelto per il film, dunque, ci presenta in modo più dinamico e incisivo il personaggio e la sua grande intelligenza.

Kenneth Branagh in Assassinio sull'Orient Express (2017)
© 20th Century Fox

L’incontro con Mary Debenham

Poirot incontra Mary Debenham e il dottor Abuthnot su una nave che porta all’Orient Express. Mary riconosce subito il volto del famoso detective, mentre nel libro vede la sua testa a forma di uovo e il suo costume infagottato e pensa che sia il tipo di persona da non prendere sul serio. Anche in questo caso, tale modifica serve per descrivere meglio la notorietà di Poirot, che lo precede ancor prima che egli si presenti ufficialmente.

I personaggi del film

Sebbene ci siano 12 sospetti sia nel libro che nel film, i personaggi sono molto diversi nel film. Il colonnello Abuthnot è un medico. La svedese Greta Ohlsson è sostituita da Pilar Estravados, interpretata da Penelope Cruz. Il venditore di auto italiano diventa il cubano Biniamino Marquez, interpretato da Manuel Garcia-Rulfo. Cyrus Hardman diventa un tedesco di nome Gerhard Hardman, per un certo periodo. Il maggiordomo di Ratchett è molto più vecchio nel film rispetto al valletto di 39 anni descritto nei libri.

La nazionalità di M. Bouc

M. Bouc è un personaggio decisamente diverso, che nel film Assassinio sull’Orient Express ama il vizio, compresa una prostituta. Anche lui è interpretato dall’inglese Tom Bateman. Nel libro è invece un belga, come lo stesso Hercule Poirot, ed è più abbottonato. Inoltre, non ha bisogno di convincere Poirot ad accettare il caso, come avviene nel film. In quest’ultimo caso, Poirot aderisce al canone del “rifiuto alla chiamata all’avventura”, salvo poi cambiare idea.

I cambiamenti in Ratchett

Quando Ratchett chiede a Poirot di occuparsi del caso, cerca di convincerlo con il dessert e le chiacchiere. È Hercule Poirot a interromperlo e a chiedergli di arrivare al punto. Nel libro, Ratchett è il tipico americano e nota che gli americani “arrivano subito al punto” prima di cercare di assumere il famoso detective. Anche nel film Ratchett ammette di essere un po’ sgradevole nei suoi rapporti e punta addirittura una pistola contro Poirot come una sorta di minaccia.

Johnny Depp in Assassinio sull'Orient Express (2017)
© 20th Century Fox

La neve che blocca il treno

Il blocco del treno derivato della neve è un momento importante del film. Vediamo una tonnellata di neve staccarsi dal fianco della montagna e precipitare sui binari, quasi rischiando di far deragliare il treno e far morire quanti vi sono a bordo. Questo aggiunge un po’ di emozione in più rispetto al libro, dove i passeggeri del treno sembrano essersi accorti solo durante la notte che il treno si era fermato.

Il ritrovamento di Ratchett

Nel film Poirot scopre egli stesso il cadavere di Ratchett. Questo è possibile grazie allo scompartimento in cui si trova (non viene spostato come nel libro). Inoltre, sfonda la porta, aggiungendo un po’ di emozione alla scena. Nel libro, invece, il corpo viene scoperto da M. Bouc non vuole allarmare i passeggeri, chiedendo a Poirot di occuparsi del caso in modo discreto.

Il ruolo di Hecteer McQueen

Hecter McQueen stava effettivamente rubando soldi a Ratchett prima della sua morte. Questo accade dopo che ha cercato di saltare dal treno e bruciare le prove prima che Poirot le trovasse. Nel libro, ammette subito di essere collegato al caso di Daisy Armstrong attraverso suo padre, ma afferma di non sapere che Ratchett e il rapitore Cassetti sono la stessa persona.

Cambiamenti nelle indgagini

Nel film molti indizi vengono condensati, cambiati e rimescolati. La contessa Adrenyi è una tossicodipendente. Hercule Poirot non intrappola Hildegarde Schmidt per farle ammettere di essere una brava cuoca. L’orologio è sul bancone, rotto, e non nella tasca del morto. La carta bruciata rivela il caso Armstrong attraverso un codice ingegnoso che prevede lo spostamento delle lettere.

Judi Dench e Olivia Colman in Assassinio sull'Orient Express (2017)
© 20th Century Fox

Hercule Poirot in azione

Hercule Poirot è un po’ una star dell’azione. All’inizio del film stende qualcuno con il suo bastone, a un certo punto insegue Hecter McQueen fuori dal treno e alla fine del film affronta una pistola, usando ancora una volta il suo bastone in un modo ingegnoso. Nei libri Hercule Poirot non è affatto un uomo d’azione. In genere usa le parole come armi, cosa che fa anche nel film, al quale si aggiunge però un po’ di pepe in più.

La pugnalata alla signora Hubbard

A un certo punto la signora Hubbard viene pugnalata con l’arma del delitto. La ferita non è mortale, ma il momento è molto diverso da quello in cui il coltello viene trovato nella borsa delle spugne della signora Hubbard nei libri. Nel film, la serie di indizi relativi al sacchetto di spugna viene omessa e Arbuthnot pugnala invece la signora Hubbard, per depistare Poirot.

Lo sparo a Poirot

Hercule Poirot viene effettivamente colpito. Il dottor Arbuthnot gli spara in modo da non ucciderlo, dimostrando di essere un tiratore esperto. Dal momento che nel film è anche il medico, questo aiuta a spiegare come sarebbe stato collegato al colonnello Armstrong, la cui figlia Daisy è stata rapita nell’affare Cassetti. È una storia emozionante, anche se diversa da quella del libro. Gli arti di Poirot rimangono intatti nel romanzo della Christie.

La risoluzione finale

Nel film Assassinio sull’Orient Express, infine, Poirot affronta l’omicidio Ratchett in modo molto più difficile che nel libro. Le sue convinzioni morali lo portano a lasciare una pistola scarica sul tavolo quando chiama la signora Hubbard. Lei tenta di spararsi con la pistola, ma la trova vuota. Dopodiché, Poirot lascia andare tutti. Nel libro, M.Bouc prende la decisione finale su quale versione dell’omicidio raccontare alla polizia e il medico, che non è Arbuthnot, si oppone.

Thunderbolts*: un nuovo teaser svela la minacciosa voce di Sentry

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A un mese esatto dall’uscita (negli Stati Uniti, in Italia sarà al cinema dal 30 aprile) nelle sale di Thunderbolts*, i Marvel Studios hanno condiviso sui social media un nuovo spot del film sulla squadra di antieroi. Sebbene duri solo 17 secondi e sia composto per lo più da filmati tratti da teaser precedenti, il promo svela un audio di Sentry (Lewis Pullman) che si rivolge alla squadra come entità malvagia e quasi onnisciente nota come Il Vuoto. Abbiamo già sentito Bob/Sentry parlare, ma l’effetto digitalizzato conferisce alla sua voce un’atmosfera più minacciosa e ultraterrena. Non abbiamo ancora visto un’immagine ufficiale di Pullman nel suo costume da Sentry, ma abbiamo un’idea abbastanza precisa di cosa aspettarci grazie al merchandising rilasciato di recente. Qui di seguito, il nuovo teaser:

Tutto quello che c’è da sapere su Thunderbolts*

Diretto da Jake Schreier (Paper Towns), il cast di Thunderbolts* comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes, Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker, David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus ‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di Bob alias Sentry.

In Thunderbolts*, i Marvel Studios riuniscono una insolita squadra di antieroi: Yelena Belova, Bucky Barnes, Red Guardian, Ghost, Taskmaster e John Walker. Dopo essersi ritrovati nel mezzo di una trappola mortale orchestrata da Valentina Allegra de Fontaine, questi emarginati disillusi devono affrontare una missione pericolosa che li costringerà a confrontarsi con gli aspetti più oscuri del loro passato. Questo gruppo disfunzionale si distruggerà dall’interno o riuscirà a trovare redenzione, unendosi e trasformandosi in qualcosa di più grande, prima che sia troppo tardi?

Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della serie MarvelDisney+ Occhio di Falco). Inoltre, Julia Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine, con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di impegni).

Lo sceneggiatore di Black Widow e Thor: Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts* arriverà nelle sale il 30 aprile 2025, in ritardo rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo, restate aggiornati sul MCU con la nostra guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.

Thunderbolts* è diretto da Jake Schreier e Kevin Feige è il produttore. Louis D’Esposito, Brian Chapek, Jason Tamez e Scarlett Johansson sono i produttori esecutivi.

Fountain of Youth – L’eterna giovinezza: trailer del nuovo film Original Apple

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Apple Original Films ha presentato oggi il trailer di “Fountain of Youth – L’eterna giovinezza”, il nuovo film all’insegna dell’azione e dell’avventura diretto da Guy Ritchie e interpretato da John Krasinski, Natalie Portman, Eiza González, Domhnall Gleeson, Arian Moayed, Laz Alonso, Carmen Ejogo e Stanley Tucci. Il film farà il suo debutto il 23 maggio su Apple TV+.

Fountain of Youth – L’eterna giovinezza” segue due fratelli (John Krasinski e Natalie Portman) che si ritrovano dopo anni di lontananza e collaborano a una serie di rapine in giro per il mondo allo scopo di trovare la mitologica Fonte della Giovinezza. Grazie alla loro conoscenza della storia, dovranno seguire gli indizi per risolvere il mistero, in un’avventura epica che cambierà le loro vite per sempre… e forse li porterà all’immortalità.

Natalie Portman, John Krasinski, Domhnall Gleeson, Carmen Ejogo and Laz Alonso in “Fountain of Youth,” premiering May 23, 2025 on Apple TV+.

“Fountain of Youth – L’eterna giovinezza” è diretto da Guy Ritchie e scritto da James Vanderbilt. Da Skydance Media, il film Apple Original è prodotto da David Ellison, Dana Goldberg e Don Granger per Skydance, insieme a Vinson Films (Tripp Vinson) e Project X Entertainment di Vanderbilt (James Vanderbilt, William Sherak, Paul Neinstein), con Guy Ritchie, Ivan Atkinson e Jake Myers, e Radio Silence (Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett, Chad Villella e Tara Farney) come produttori esecutivi.

  • DIRETTO DA: Guy Ritchie
  • SCRITTO DA: James Vanderbilt
  • CAST: John Krasinski, Natalie Portman, Eiza González, Domhnall Gleeson, Arian Moayed, Laz Alonso, Carmen Ejogo e con Stanley Tucci
  • PRODUTTORI: David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Guy Ritchie, Ivan Atkinson, Tripp Vinson, Jake Myers, James Vanderbilt, William Sherak, Paul Neinstein
  • PRODUTTORI ESECUTIVI: Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett, Chad Villella, Tara Farney
Natalie Portman, Benjamin Chivers, John Krasinski, Domhnall Gleeson and Michael Epp in “Fountain of Youth,” premiering May 23, 2025 on Apple TV+.

Guy Ritchie ha avuto una lunga carriera cinematografica, dirigendo film come Snatch del 2000 ed entrambi i film di Sherlock Holmes con Robert Downey Jr. e il remake live-action di Aladdin della Disney. Il regista è attualmente impegnato nella regia del rifacimento live-action di Hercules della Disney.

Guglielmo Tell: recensione del film con Claes Bang

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Guglielmo Tell: recensione del film con Claes Bang

Il regista Nick Hamm porta sul grande schermo la leggenda di Guglielmo Tell con un’opera ambiziosa e visivamente imponente, radicata nell’omonima opera teatrale di Friedrich von Schiller. Il risultato è un film che mescola azione, dramma storico e un pizzico di ironia, con una chiara intenzione di avviare un possibile franchise cinematografico.

Claes Bang interpreta il leggendario eroe svizzero con una presenza scenica imponente e un’interpretazione misurata. Questo Tell non è solo un abile tiratore con la balestra, ma un uomo segnato dalle Crociate, un veterano che, pur avendo visto l’orrore della guerra, non esita a ribellarsi contro l’oppressione degli Asburgo. L’antagonista principale è il malvagio esattore delle tasse Gessler, interpretato con sadico piacere da Connor Swindells, mentre Ben Kingsley veste i panni di un dispotico re Alberto d’Austria, reso ancora più memorabile da un iconico monocolo.

Guglielmo Tell, un eroe radicato nella leggenda

Il film si concentra più sugli scontri e sulle tensioni crescenti tra Tell e gli oppressori piuttosto che su epiche battaglie. Forse per limiti di budget, le scene di combattimento sono più vicine a schermaglie localizzate che a grandi battaglie campali, ma Hamm riesce comunque a mantenere alta la tensione e a costruire una progressione drammatica efficace. Tuttavia, il copione presenta alcuni limiti: il linguaggio pseudo-shakespeariano dona un’atmosfera arcaica, ma talvolta suona eccessivamente artificioso. Inoltre, il finale lascia un retrogusto amaro con un cliffhanger che sembra un’aperta richiesta di sequel, rovinando in parte la chiusura del racconto.

Uno degli elementi più riusciti del film è il suo cast corale. Rafe Spall nei panni del leale amico di Tell, Emily Beecham come sua moglie e Jonathan Pryce nel ruolo di un nobile svizzero aggiungono profondità alla narrazione. Anche Jonah Hauer-King e Ellie Bamber offrono interpretazioni solide nei ruoli di giovani alleati del protagonista. Visivamente, la pellicola si distingue per scenografie dettagliate e una fotografia che esalta le ambientazioni medievali, grazie al lavoro del direttore della fotografia Jamie D. Ramsay.

Guglielmo Tell tra tra il serio e il grottesco

Il tono del film oscilla tra il serio e il grottesco: Hamm non si trattiene dal portare in scena momenti di violenza sopra le righe, con arti mozzati e combattimenti che ricordano le scene più esagerate de Il Trono di Spade o addirittura del Cavaliere Nero dei Monty Python. Questo contrasto tra solennità e assurdità contribuisce al fascino del film, rendendolo un’esperienza divertente e a tratti surreale.

Uno degli aspetti più innovativi è l’aggiunta di elementi moderni alla storia classica. Hamm introduce una moglie musulmana per Tell, Suna (interpretata da Golshifteh Farahani), e un figlio adottivo, dettagli che aggiungono sfumature inedite alla sua caratterizzazione e forniscono un sottotesto critico sulle Crociate e il fanatismo religioso. Tuttavia, questi spunti non sempre vengono approfonditi adeguatamente e restano sullo sfondo della narrazione.

Dal punto di vista tecnico, il film vanta un budget considerevole di 45 milioni di dollari, che si riflette nella qualità delle ambientazioni e dei costumi, ma non sempre nella spettacolarità delle sequenze d’azione. La colonna sonora di Steven Price enfatizza l’epicità delle scene chiave, anche se in alcuni momenti risulta eccessivamente enfatica. Il risultato è un progetto insolito per i tempi, che sembra arrivare da un passato in cui l’epica pre-Signore degli Anelli si vendeva un tanto al chilo, puntando più alla simpatia che all’eroismo.

Guglielmo Tell è un film che indubbiamente intrattiene grazie alla sua serietà quasi paradossale e alla sua interpretazione di una storia classica con toni da blockbuster moderno. Se si riesce a chiudere un occhio su alcune scelte narrative discutibili, rimane un omaggio interessante al mito di Tell, con il potenziale per una saga cinematografica.

Spider-Man: Brand New Day, si cerca un maschio tra i 30 e i 50 anni per un ruolo da villain

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Una recente indiscrezione ha affermato che il Peter Parker di Tom Holland incontrerà per la prima volta un cattivo femminile in Spider-Man: Brand New Day, ma sembra che l’Uomo Ragno potrebbe avere a che fare con più di un cattivo. Lo scooper Daniel Richtman riporta infatti che, oltre al misterioso nemico femminile, è in corso il casting per un attore di età compresa tra i 30 e i 50 anni per interpretare un antagonista maschile senza nome.

Si ipotizza già che si tratti di una nuova versione di Norman Osborn, alias Green Goblin, ma ci sono numerose altre possibilità. Una precedente indiscrezione suggeriva che Spidey avrebbe affrontato un cattivo mai visto prima in live-action, il che potrebbe restringere un po’ il campo – anche se ovviamente potrebbe rivelarsi l’altro cattivo, quello femminile. Naturalmente, non ci sono maggiori indicazioni a riguardo, per cui non resta che attendere nuove rivelazioni sul film e i suoi contenuti.

Cosa sappiamo su Spider-Man: Brand New Day

Precedenti indiscrezioni hanno affermato che Tom Rothman della Sony e Kevin Feige, capo dei Marvel Studios, hanno avuto dei disaccordi per quanto riguarda la storia di Spider-Man: Brand New Day, con quest’ultimo che sperava di ridimensionare il Multiverso per un’avventura più piccola. Rothman, invece, si dice che voglia capitalizzare il successo di No Way Home riportando Tobey Maguire e Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Peter Parker.

Più di recente, abbiamo sentito che entrambi gli studios si sono accordati su una storia prevalentemente terrestre con alcuni elementi multiversali, anche se il film viene ancora descritto come un “evento di livello Avengers”. Oltre a Tom HollandZendaya dovrebbe riprendere il suo ruolo di MJ, mentre è confermata la partecipazione di Sadie Sink. Si dice inoltre che Sydney Sweeney potrebbe interpretare Black Cat, mentre è stato ampiamente riportato – ma non confermato – che Charlie CoxVincent D’Onofrio e Paul Rudd potrebbero a loro volta apparire come Daredevil, The Kingpin e Ant-Man.

Si ritiene però che Holland sia “sempre più diffidente” nei confronti del ruolo dell’iconico eroe, per cui questa potrebbe essere la sua ultima uscita da solista nei panni del wall-crawler – anche se quasi certamente avrà un ruolo in uno o entrambi i prossimi film degli Avengers. Gli sceneggiatori di No Way Home, Chris McKenna e Erik Sommers, stanno scrivendo la sceneggiatura. Mentre a dirigere il progetto vi sarà Destin Daniel Cretton, già regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli. Spider-Man: Brand New Day uscirà al cinema il 31 luglio 2026.

Il Critico – Crimini tra le righe: recensione del film con Ian McKellen

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Con Il Critico – Crimini tra le righe, il regista Anand Tucker ci porta nei teatri della Londra degli anni ’30, un mondo affascinante e spietato, dominato dall’acida penna del critico Jimmy Erskine, interpretato con magistrale perfidia da Ian McKellen. Basato sul romanzo Curtain Call di Anthony Quinn, il film si muove tra thriller, dramma e commedia nera, offrendo uno sguardo impietoso su un’epoca in cui la critica poteva determinare il destino di un artista con una sola recensione.

Ian McKellen incarna Erskine con una raffinatezza e un’energia quasi teatrali: il suo volto solcato dal tempo è un perfetto palcoscenico per esprimere disprezzo, ironia e, a tratti, malinconia. Erskine è un personaggio larger-than-life, un uomo che gode nel distruggere carriere con frasi affilate come lame e che esercita il potere della parola con la sicurezza di chi non teme conseguenze. Tuttavia, quando il nuovo proprietario del Daily Chronicle, il Visconte David Brooke (Mark Strong), minaccia il suo posto, Erskine si trasforma in un animale ferito, pronto a tutto pur di mantenere la sua posizione.

Al centro della sua macchinazione troviamo la giovane attrice Nina Land (Gemma Arterton), bersaglio delle sue critiche più spietate ma anche pedina chiave nel suo piano di vendetta. Disposta a tutto pur di ottenere il favore della stampa, Nina si lascia coinvolgere in un gioco pericoloso, accettando di sedurre Brooke in cambio di recensioni lusinghiere. Un intreccio che diventa sempre più intricato e che porta a conseguenze inaspettate, segnando il destino di tutti i protagonisti.

The Critic – Mark Strong e Ian McKellen – Cortesia di Universal

Il valore della parola

La sceneggiatura di Patrick Marber (Diario di uno Scandalo) offre dialoghi taglienti e un ritmo serrato, regalando a McKellen battute memorabili che riecheggiano i fasti di personaggi iconici come Addison DeWitt di Eva contro Eva. In un film così ancorato alla parola, la sceneggiatura è senza dubbio un punto di forza, raccontando molto bene il periodo in cui la parola scritta aveva un peso, un valore, era importante ma anche pericolosa e spietata. Tuttavia, se la prima parte del film si distingue per la sua eleganza e la costruzione dei personaggi, il terzo atto risulta più confuso e affrettato, perdendo parte della forza narrativa accumulata fino a quel momento. Nonostante alcuni reshoot e un nuovo montaggio dopo la tiepida accoglienza alla prima del 2023, il film fatica a trovare un equilibrio tra il dramma personale di Erskine e il contesto storico-politico in cui si muove.

Un aspetto particolarmente riuscito però è la resa visiva: la fotografia noir di David Higgs e la scenografia di Lucien Surren contribuiscono a creare un’atmosfera cupa e sofisticata, perfettamente in linea con il tono del racconto. Il contrasto tra l’opulenza del mondo teatrale e la brutalità della realtà esterna, dominata dalla crescente minaccia del fascismo, aggiunge una dimensione storica che, pur interessante, non sempre viene esplorata con la dovuta profondità.

The Critic – Gemma Arterton e Ian McKellen – Cortesia di Universal

Il cast di Il Critico – Crimini tra le righe

A livello attoriale, oltre a Ian McKellen, brillano anche i comprimari. Gemma Arterton porta sullo schermo una Nina fragile ma ambiziosa, sempre più bella e consapevole a ogni apparizione sullo schermo, mentre Mark Strong tratteggia un Brooke contenuto ma vulnerabile, la cui rigidità nasconde insicurezze profonde. Alfred Enoch, nel ruolo del segretario e amante di Erskine, offre un’interpretazione sottile ma intensa, evidenziando le dinamiche di potere e oppressione legate all’omosessualità nell’Inghilterra dell’epoca.

Il difetto principale di The Critic sta forse nella sua stessa ambizione: nel tentativo di essere al contempo thriller, dramma psicologico e satira sul mondo della critica teatrale, il film rischia di disperdere la sua forza. Le rivelazioni e i colpi di scena si susseguono con un ritmo quasi forsennato, fino a un finale che, pur efficace nel suo cinismo, manca di un vero impatto emotivo.

Nonostante ciò, il film rimane un’esperienza godibile, grazie soprattutto alla prova straordinaria di Ian McKellen, che riesce a rendere Erskine un personaggio tanto detestabile quanto irresistibile. La sua interpretazione ci porta a riflettere sul ruolo della critica, sulla crudeltà del giudizio e sulla fragilità dell’ego artistico, lasciandoci con la sensazione che, in fondo, la vera forza di The Critic risieda proprio nella sua caustica ironia.

Daredevil: lo showrunner della serie Netflix rivela i piani per le cancellate stagioni 4 e 5

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Sebbene Daredevil: Rinascita serva effettivamente come quarta stagione dell’ormai defunto show di Netflix, sembra che la storia avrebbe preso una direzione molto diversa se alla serie originale fosse stato permesso di continuare. Daredevil, come noto, è infatti rimasto in onda per tre stagioni su Netflix prima di essere prematuramente cancellato nel 2018, quando i Marvel Studios/Disney hanno riacquistato i pieni diritti sul personaggio prima del lancio del servizio di streaming Disney+.

Parlando con The Wrap, lo showrunner Erik Oleson ha ora rivelato che Bullseye non sarebbe stato presente nella quarta stagione, mentre l’Uomo Senza Paura avrebbe affrontato un altro dei suoi più noti cattivi dei fumetti. “Sono molto eccitato dal fatto che la serie sia tornata su un altro network. È così strano. Come showrunner, sei preparato ad affrontare la cancellazione del tuo show. Non sei necessariamente preparato alla cancellazione del tuo studio. È stata una cosa molto strana”, racconta Oleson al sito.

La stagione 4 che avevo programmato era molto diversa”, ha continuato. “Era una storia di Typhoid Mary. Avrebbe preso una direzione diversa. E poi sarei tornato alla storyline di Bullseye nella quinta stagione. Stavo iniziando a pianificare le stagioni future e quello che avremmo fatto, una specie di lungo arco. Poi, ovviamente, Netflix e Marvel hanno rotto perché Disney+ voleva la Marvel”.

Il cast di Daredevil: Rinascita

Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.

La serie Daredevil: Rinascita vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

Gli episodi sono diretti da Justin Benson e Aaron Moorhead, Michael Cuesta, Jeffrey Nachmanoff e David Boyd; e i produttori esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron Moorhead.

Daredevil: Rinascita è su Disney+ dal 4 marzo 2025.

Lanterns: foto dal set mostrano John Stewart nel bel mezzo di una sparatoria

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Le riprese di Lanterns stanno andando avanti ad Atlanta e, mentre abbiamo già avuto una prima occhiata ufficiale ai personaggi del DCU Hal Jordan e John Stewart, quest’ultimo – interpretato dall’attore Aaron Pierre – è stato ora nuovamente avvistato sul set. Ancora una volta, il suo costume da supereroe non si trova da nessuna parte. Non si vede nemmeno l’anello del potere del Corpo delle Lanterne Verdi di John e il fatto che porti una pistola in battaglia suggerisce che potrebbe non averlo per qualche motivo.

I fan si sono chiesti come Lanterns ritrarrà questi eroi, soprattutto con un budget televisivo. La HBO non rinuncia a investire pesantemente nelle sue offerte, ma diversi episodi di azione delle Lanterne Verdi con l’uso della computer grafica potrebbero essere un investimento non da poco. Depotenziare Hal e John per un po’, consentendo di dar vita a sequenze dove gli effetti speciali non sono poi così necessari, potrebbe dunque essere d’aiuto. Qui di seguito, ecco le nuove foto dal set:

Di cosa parla Lanterns?

L’attesa serie Lanterns, parte del rinnovato Universo DC guidato da Gunn e Safran, seguirà le Lanterne Verdi Hal Jordan e John Stewart mentre indagano su un misterioso omicidio legato a una cospirazione più ampia e sconvolgente. La serie della HBO è descritta come una storia “alla True Detective” che mescola intrighi cosmici con un tono di ispirazione noir. Con una durata di otto episodi, Lanterns promette di introdurre una versione fresca e dinamica degli amati eroi intergalattici della DC.

Kyle Chandler e Aaron Pierre sono stati confermati per Lanterns e saranno i protagonisti della serie, rispettivamente nei panni di Hal Jordan e John Stewart, segnando il loro attesissimo debutto nell’Universo DC. Tra gli altri membri del cast finora confermati figurano anche Kelly Macdonald, Garret Dillahunt e Poorna Jagannathan. In quanto progetto cardine del rinnovato DCU, Lanterns dovrebbe collegarsi direttamente ad archi narrativi più ampi, pur offrendo una narrazione autonoma e incentrata sui personaggi. Con la sua attenzione al mistero, al dramma e alla mitologia cosmica della DC, Lanterns è destinata a diventare un capitolo fondamentale dell’Universo DC in evoluzione.

La serie si propone di mettere in luce entrambi gli eroi in egual misura, offrendo una nuova interpretazione della loro iconica collaborazione e rimanendo al contempo fedele alla ricca storia dei fumetti dei personaggi. Con la sua narrazione concreta e il tono ispirato al noir, la serie dovrebbe fornire un nuovo livello di profondità al mito di Lanterna Verde, attraendo sia i fan di lunga data che i nuovi arrivati nell’Universo DC. I fan possono attendere il debutto sulla HBO nel 2026.

Superman: James Gunn rivela l’unica condizione posta a David Corenswet prima di assumerlo

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In una nuova intervista rilasciata a Time Magazine, dedicata a David Corenswet e al suo imminente ruolo in Superman, James Gunn ha condiviso alcuni retroscena sul casting dell’attore, rivelando una condizione non negoziabile che il nuovo Uomo d’Acciaio ha dovuto accettare prima di essere scritturato. Descrivendo le sue esperienze di lavoro con John Cena e Chris Pratt, Gunn ha riferito di aver offerto a Corenswet il ruolo a condizione che trattasse con dignità anche coloro che lo circondavano.

“Hanno trattato tutti con gentilezza e rispetto. Ho visto set che soddisfano l’ego di un attore o di un regista, e questo non sarebbe successo con David. È Superman, anche nel suo essere nerd. Ascolta vecchi standard jazz. Come se fosse quello che ascolta normalmente, come una normale procedura. Come Superman, è un uomo semplice in tempi complicati”. Sebbene Corenswet abbia ovviamente ottenuto il ruolo di Superman attraverso il suo processo di audizione, la storia di Gunn è comunque cruciale per l’impostazione della linea temporale del DCU.

Poiché il franchise di Gunn sta sostituendo la timeline dei film del DCEU, con l’intento di diventare per i DC Studios quello che il Marvel Cinematic Universe è per i Marvel Studios, quello di Superman è l’attore più importante che deve essere azzeccato, compreso chi porterà quel titolo per gli anni a venire. Se i DC Studios si ritrovassero con un attore che si rivelasse problematico, non solo l’immagine del DCU ne risentirebbe, ma anche le molte persone che dovrebbero lavorare intorno a questa star.

La storia di Gunn serve a ricordare che l’ottenimento di uno dei ruoli più importanti di Hollywood non giustificherà mai l’elevazione di qualcuno al di sopra degli altri sul set cinematografico. In base a tutto ciò che Gunn ha descritto riguardo all’arrivo di Corenswet per il film di Superman, sembra che i DC Studios avranno in lui un protagonista eccezionale per tutta la durata del DCU. Si tratta inoltre di un ottimo standard da definire per altri ruoli che il DCU si appresta a lanciare, sia che si tratti di qualcuno della Justice League del DCU che di alcuni eroi minori con cui il grande pubblico potrebbe non avere molta familiarità.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

Con la sua solita cifra stilistica, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e dall’innato convincimento nel bene del genere umano.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio 2025.

Daredevil: Rinascita, l’episodio 7 dimostra che Punisher aveva ragione

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Le parole del Punisher a Matt Murdock hanno trovato la loro verità nell’episodio 7 di Daredevil: Rinascita, dove l’approccio diretto di Frank Castle alla lotta al crimine sembra più necessario che mai nel MCU. L’episodio 7 presenta una morte inaspettata: Heather Glenn uccide Muse per legittima difesa e la task force di polizia di Wilson Fisk se ne prende il merito. Nonostante i suoi sforzi, Daredevil non riesce a fermare Muse usando il suo metodo tradizionalmente non letale e Heather ne esce viva a malapena.

La guerra del sindaco Fisk contro il vigilantismo inizia ufficialmente in questo episodio. L’attacco di Muse a Heather Glenn fornisce a Fisk la scusa perfetta per dipingere individui mascherati come pericolose minacce per la città, nonché per tratteggiare la sua task force privata come la soluzione. Ora, vigilanti come Daredevil, il Punitore e persino Spider-Man potrebbero essere accomunati a criminali come Muse.

Daredevil: Rinascita Episodio 7 ha rivelato le conseguenze della sopravvivenza di Muse

Daredevil non è riuscito a fermare Muse in tempo

In Daredevil: Rinascita Episodio 6, Matt Murdock trova la tana di Muse giusto in tempo per salvare Angela del Toro mentre Muse le prosciuga il sangue. Daredevil prende il sopravvento dopo un breve combattimento e riesce a strangolare Muse con il suo manganello, ma si ferma prima che la mossa diventi letale. Quando Daredevil si gira dopo aver rimosso la pompa dal corpo di Angela, Muse è già sparito.

Solo un episodio dopo, Muse quasi uccide Heather Glenn nel suo ufficio. Fortunatamente, Daredevil blocca Muse e Heather spara al cattivo prima che arrivi la task force di Wilson Fisk. Sebbene la detective Angie Kim faccia rapidi progressi nello scoprire la vera identità di Muse, la sua indagine non è abbastanza rapida da fermare Muse prima che possa prendere di mira la sua prossima vittima. In breve, Heather Glenn è miracolosamente viva entro la fine dell’episodio 7.

Muse dimostra che The Punisher aveva ragione

Frank Castle ha predetto il pericolo per Heather Glenn nell’episodio 4

Quando Matt Murdock e Frank Castle si riuniscono nell’episodio 4 di Daredevil: Rinascita, The Punisher rimprovera Daredevil per aver creduto nel sistema giudiziario e aver lasciato che Bullseye “respirasse la stessa aria” che respira Matt. Quando The Punisher e Daredevil si sono incontrati per la prima volta nella seconda stagione di Daredevil, i due eroi hanno avuto un’accesa discussione sull’uccidere. Daredevil ha detto che un’altra figura simile a Punisher potrebbe decidere di uccidere innocenti e Frank stesso in qualsiasi momento, e Punisher ha osservato che i criminali catturati da Daredevil riacquisteranno inevitabilmente la loro libertà. Frank Castle ha detto:

Sì, cosa fai? Cosa fai? Ti comporti come se fosse un parco giochi. Picchi i bulli con i pugni. Li butti in prigione. Tutti ti chiamano eroe, giusto? E poi, un mese, una settimana, un giorno dopo, sono di nuovo in strada a fare la stessa dannata cosa!

Anni dopo il loro primo incontro, le parole di Punisher si dimostrano vere in Daredevil: Rinascita. Daredevil ha scelto di non uccidere Muse quando il cattivo ha quasi assassinato Angela del Toro, e Muse è tornata subito dopo per uccidere Heather Glenn. Se Daredevil avesse seguito le orme del Punitore nel finale della terza stagione di Daredevil, avrebbe potuto uccidere Bullseye prima che Benjamin Poindexted avesse la possibilità di uccidere Foggy Nelson.

The Stolen Girl: il trailer della nuova serie originale Disney+

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The Stolen Girl: il trailer della nuova serie originale Disney+

Disney+ ha diffuso il trailer di The Stolen Girl, la serie originale britannica prodotta da Quay Street Productions (parte di ITV Studios) con Brightstar. Psychological drama in cinque episodi, la serie debutterà il 16 aprile in esclusiva su Disney+ in Italia. Negli Stati Uniti, gli episodi saranno disponibili su Freeform e su Hulu.

Il trailer conduce lo spettatore nel cuore della periferia, dove la vita non è così tranquilla come sembra. Quando Lucia (Beatrice Cohen), la figlia di Elisa (Denise Gough) e Fred Blix (Jim Sturgess), scompare dopo quello che sembrava essere un normale pigiama party a casa di un’amica di scuola, l’esistenza ordinaria della coppia precipita nel caos. Elisa è costretta a intraprendere una frenetica caccia all’uomo attraverso l’Europa per scoprire la scioccante verità sulla scomparsa della figlia. Perché l’enigmatica Rebecca Walsh (Holliday Grainger) ha preso proprio Lucia? È stata una vittima casuale? Quale prezzo personale dovrà pagare Elisa per riaverla? Mentre quest’ultima inizia a mettere insieme i pezzi, la giornalista Selma Desai (Ambika Mod), caoticamente ostinata, realizza un reportage in diretta, distruggendo inesorabilmente la vita familiare di Elisa. Poco a poco, l’inquietante verità emerge: Rebecca non voleva una bambina qualunque, voleva Lucia. E ciò che sembrava un classico caso di rapimento si trasforma rapidamente in qualcosa di molto più oscuro…

Le nuove immagini diffuse introducono l’ispettrice Shona Sinclair (Bronagh Waugh) e la sergente Lizzie Walker (Layo-Christina Akinlude), le principali detective che indagano sulla scomparsa di Lucia. Kaleb Negasi (Michael Workéyè) è, invece, l’esasperato editore di Selma, che vorrebbe che lei si concentrasse su qualcosa di diverso da questo caso.

Nicola Shindler (Un inganno di troppoHappy ValleyMissing YouIt’s A Sin) è l’executive producer per Quay Street Productions (parte di ITV Studios), insieme a Tanya Seghatchian e John Woodward per Brightstar (Il potere del caneCold War). Anche Alex Dahl, Eva Husson e Catherine Moulton ricoprono il ruolo di executive producer, con James Dean come produttore. Hannah Scott è executive producer per Disney+.

Guida pratica per insegnanti: il trailer italiano

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Guida pratica per insegnanti: il trailer italiano

Movie Inspired ha diffuso il trailer di Guida pratica per insegnanti, il nuovo film diretto da Thomas Lilti, che uscirà nelle sale italiane il 17 aprile 2025 distribuito proprio da Movies Inspired.

Il titolo originale del film e Un métier sérieux e vede nel cast Vincent Lacoste, François Cluzet, Louise Bourgoin. 

La trama di Guida pratica per insegnanti

È finita l’estate. Pierre, Meriem, Fouad, Sophie, Sandrine, Alix e Sofiane, un gruppo impegnato e unito di insegnanti di una scuola secondaria, si ritrovano per iniziare un nuovo anno scolastico. Si unisce al gruppo Benjamin, un giovane supplente alla prima esperienza che presto si trova a confrontarsi con le difficoltà del mestiere. Grazie a loro scoprirà quanto sia viva la passione per l’insegnamento all’interno di un’istituzione sempre più fragile

Mortal Kombat 2: il footage del CinemaCon mette in evidenza Karl Urban: “Johnny F***ing Cage”

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Il nuovo filmato di Mortal Kombat 2 è stato proiettato al CinemaCon e ruota attorno al personaggio di Johnny Cage. Il prossimo sequel presenta Karl Urban come Johnny Cage, Martyn Ford come Shao Kahn, Hiroyuki Sanada come Scorpion, Lewis Tan come Cole Young, Joe Taslim come Sub-Zero, Jessica McNamee come Sonya Blade, Tadanobu Asano come Lord Raiden e Mehcad Brooks come Jax. La storia di Mortal Kombat 2 includerà un torneo, un evento molto atteso dal momento che non è stato presentato nell’adattamento del 2021. Il sequel dovrebbe debuttare nelle sale il 24 ottobre.

Durante il panel del Warner Bros. CinemaCon, via ScreenRant, sappiamo che un filmato ha mostrato gli attori principali e i loro personaggi, tra cui Urban che diceva “Sono Johnny fottuto Cage” e “È ora di spettacolo“. Il presidente e amministratore delegato della New Line Cinema Richard Brener ha aggiunto che per Mortal Kombat 2, il pubblico dovrebbe “aspettarsi combattimenti incredibili, battaglie epiche e qualche fatalità“.

Allo stato attuale, potrebbe non passare molto tempo prima che venga rilasciato il primo trailer di Mortal Kombat 2. Da Il Signore degli Anelli a Star Trek, Urban ha avuto un ruolo fondamentale in molti franchise e ha attirato ancora più attenzione negli ultimi anni per la sua interpretazione di Billy Butcher in The Boys di Prime Video. L’attenzione su Urban nel filmato del CinemaCon è un chiaro segno di come Cage sarà uno dei principali punti di forza del sequel.

Quello che sappiamo su Mortal Kombat 2

Gran parte del film Mortal Kombat 2021 ruotava intorno a Lewis Tan nel ruolo di Cole Young. Un discendente dello Scorpione di Sanada, impegnato in una sorta di eterna faida con il non-morto Noob Saibot. Durante il San Diego Comic Con 2024 di agosto, Tan ha parlato in modo approfondito e ha offerto dettagli su ciò che i fan possono aspettarsi dal sequel. L’attore ha accennato a ulteriori combattimenti, affermando che:

“Per il sequel posso promettere molti più combattimenti, molto più lunghi. È molto cruento, molto sanguinoso. Abbiamo Karl Urban che interpreta Johnny Cage. Abbiamo una mia cara amica, Adeline [Rudolph], che interpreta Kitana. Martyn Ford interpreta Shao Khan. C’è un torneo in questo film. È tutto quello che posso dire prima che si arrabbino con me. Ma guardate, hanno davvero ascoltato le persone e quello che abbiamo imparato dal primo film, e lo abbiamo migliorato di 100 volte nel secondo film. Non vedo l’ora che i fan lo vedano”.

Il sequel prevedrà anche l’arrivo di una serie di personaggi da brivido come Karl Urban nei panni di Johnny Cage, Tati Gabrielle nei panni di Jade, Adeline Rudolph nei panni della principessa Kitana, Desmond Chiam nei panni di Re Jerrod, il negromante Quan Chi (Damon Herriman) e Ana Thu Nguyen nei panni della regina Sindel. Tra i volti noti del reboot del 2021 ci saranno Tadanobu Asano nel ruolo di Raiden, Hiroyuki Sanada in quello di Scorpion e Mehcad Brooks nel ruolo di Jax.

Mortal Kombat 2 uscirà nelle sale il 24 ottobre 2025.

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