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I Fantastici 5: due clip dal terzo e quarto episodio con Raoul Bova

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Guarda due nuove clip tratte dal terzo e quarto episodio della serie tv I Fantastici 5 prodotta da Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con RTI, che andrà in onda oggi, mercoledì 24 gennaio, in prima serata su Canale 5.  

Nel cast Raoul Bova, Gianluca Gobbi, Francesca Cavallin, Gaia Messerklinger, Chiara Bordi, Vittorio Magazzù, Fiorenza D’Antonio, Enea Barozzi, Rachele Luschi e Giulia Patrignani.  La regia è affidata ad Alexis Sweet e Laszlo Barbo.

https://youtu.be/eR8bA2fd4zo

https://www.youtube.com/watch?v=JdEP6EzEtD8

I Fantastici 5: la trama del terzo episodio

Proprio prima dei campionati italiani, Riccardo sembra aver trovato un po’ di fiducia dai suoi atleti, ma un nuovo problema sembra subito scalfire la loro serenità: Marzia non si presenta agli allenamenti. Trovarla sarà una corsa contro il tempo, mentre capire cosa c’è dietro alla sua fuga racconterà aspetti nascosti del suo passato. Nel frattempo, mentre Laura cerca di integrarsi nel gruppo e Christian si accorge di alcuni comportamenti strani di Isabella, Riccardo esce per la prima volta con Alessandra. Che tra i due stia per nascere qualcosa?

I Fantastici 5: la trama del quarto episodio

La squadra è ormai pronta per le gare che potrebbero garantire la qualificazione agli Europei e la tensione è alle stelle. Ma le prestazioni sportive di Christian e Laura sono in calo: problemi sentimentali e questioni legali li distraggono dalla pista. Nel frattempo, Anna cerca conferme nella sua relazione con Elia, che sembra però allontanarsi da lei e avvicinarsi sempre di più a Giorgia, con cui ha una chiara sintonia. Le due sorelle, il cui legame corre così su un filo sempre più sottile, scopriranno però qualcosa che potrebbe sconvolgere il rapporto con il padre.

Oscar: Christopher Nolan paragona il ruolo di Oppenheimer di Cillian Murphy al Joker di Heath Ledger

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Christopher Nolan ha rivelato che vedere Cillian Murphy trasformarsi in J. Robert Oppenheimer gli ha ricordato quando ha visto Heath Ledger trasformarsi nel Joker del Il Cavaliere Oscuro. Parlando con Variety, Nolan ha reagito alla recente nomination all’Oscar di Cillian Murphy per la sua interpretazione in Oppenheimer nel 2023.

Era già dalle prove di trucco e parrucco, che giriamo in Imax e in bianco e nero“, ha detto Nolan. “Si inizia a vedere l’attore che dà vita a un’icona, mettendosi il cappello, la sigaretta all’angolo della bocca. Si inizia a vedere come si muove. È un momento emozionante. Lo è in ogni film. Vedere Cillian mettere insieme questa iconografia mi ha ricordato le mie prove di trucco e parrucco con Heath Ledger per il Joker“.

Come ha reagito Cillian Murphy alla nomination agli Oscar per Oppenheimer di Christopher Nolan?

Cillian Murphy, nel frattempo, ha detto che si trovava a casa sua in Irlanda quando ha saputo di aver ricevuto una nomination all’Oscar per il suo ruolo, affidatogli da Christopher Nolan, di Oppenheimer.

Le parole non rendono giustizia“, ha detto Murphy a proposito della sua nomination. “Credo che i superlativi non bastino a questo punto. Sono davvero onorato e un po’ sopraffatto. Ma soprattutto orgoglioso del film e del fatto che abbia ottenuto così tanto. Ha superato tutte le nostre aspettative, di tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di questo film. Mi capita sempre che la gente venga da me per strada e mi dica: “Ho visto il film cinque volte. E poi si tratta di persone anziane, giovani e ragazzi e ragazze. È pazzesco. E poi essere riconosciuti dall’Academy come lo siamo stati noi, è semplicemente sbalorditivo”.

Cillian Murphy ha detto di aver festeggiato la nomination, di cui è venuto a conoscenza mentre si trovava a casa sua in Irlanda, con una tazza di tè e una fetta di torta. “È stato molto bello“, ha aggiunto. “Mia madre ha fatto un pan di Spagna. Era molto gustoso“.

Gli altri candidati all’Oscar 2024 come attore protagonista sono Bradley Cooper per Maestro, Colman Domingo per Rustin, Paul Giamatti per The Holdovers e Jeffrey Wright per American Fiction.

Oppenheimer, invece, è stato nominato anche per Miglior film, Attore non protagonista, Attrice non protagonista, Fotografia, Costumi, Regia, Montaggio, Trucco e acconciature, Musica (colonna sonora originale), Scenografia, Suono e Scrittura (sceneggiatura non originale). I vincitori saranno annunciati domenica 10 marzo 2024.

Daredevil: Born Again, confermato il ritorno di Bullseye

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Daredevil: Born Again, confermato il ritorno di Bullseye

Un recente report di ComicBook.com ha rivelato che il Benjamin Poindexter di Wilson Bethel, meglio conosciuto come Bullseye, farà il suo ritorno nella prossima serie Daredevil: Born Again di Disney+.

Bethel è apparso nella terza stagione della serie Daredevil Netflix nei panni di Poindexter, e il finale suggeriva che in futuro sarebbe diventato l’iconico cattivo dei fumetti. La fonte sottolinea che che non è chiaro quanto sarà ampio il suo ruolo, ma Bullseye avrà una parte nella prossima avventura televisiva del Diavolo di Hell’s Kitchen.

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Annunciato inizialmente al Comic-Con 2022 di San Diego dal presidente dei Marvel Studios Kevin Feige, Daredevil: Born Again vedrà Charlie Cox e Vincent D’Onofrio riprendere i loro ruoli della serie Netflix nei panni di Matt Murdock/Daredevil e Fisk.

Entrambi i personaggi sono già apparsi anche nel MCU: Daredevil è apparso in She-Hulk: Attorney at Law e brevemente in Echo, mentre Fisk è tornato in Hawkeye e in un ruolo importante sempre in Echo.

Ricordiamo che non è la prima volta che vediamo una incarnazione di Bullseye. Colin Farrell ha portato sul grande schermo il personaggio nel Daredevil con Ben Affleck.

America Ferrera è “un po’ sotto shock” per le nomination agli Oscar 2024, nel bene e nel male

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America Ferrera ha dichiarato di essere “un po’ sotto shock”, nel bene e nel male, in merito alle nomination agli Oscar 2024. L’aspetto che la rende felice è sicuramente la sua prima nomination personale, come Migliore attrice non protagonista, per Barbie, che lei definisce “surreale e incredibile”; il lato negativo è il fatto che Greta Gerwig e Margot Robbie, le visionarie dietro l’innovativo blockbuster, sono state snobbate, rispettivamente nelle categorie Regia e Miglior Attrice. Il suo disappunto segue delle dichiarazioni simili di Ryan Gosling.

“Sono le mie ragazze e voglio vedere celebrato il loro incredibile, straordinario lavoro. Hanno fatto la storia, hanno fissato un nuovo standard”, ha detto Ferrera a Deadline. “Non solo hanno battuto i record al botteghino, ma hanno realizzato qualcosa che ha avuto risonanza in tutto il mondo, e l’impatto di ciò che hanno realizzato è e continuerà a farsi sentire nella nostra cultura. Penso di unirmi a molte persone nel volerle vedere riconosciute per questo.”

Per America Ferrera, ciò che ha reso Barbie un progetto così unico è stato quanto fosse inaspettato, a partire dalla decisione della star produttrice Margot Robbie di rivolgersi a Greta Gerwig come co-sceneggiatrice e regista. “Penso che da quel momento la gente si sia interessata a ciò che la mente di Greta come regista avrebbe fatto con Barbie, e lei ha messo insieme artisti incredibili, davanti alla macchina da presa e dietro, per dare vita alla sua visione” ha detto l’attrice. “La sceneggiatura era così divertente, sovversiva e irriverente, ma osava anche avere un cuore e un messaggio.”

“È un viaggio davvero incredibile, incredibilmente divertente e sorprendente da intraprendere, per tornare indietro e rendersi conto che il film parlava sempre di noi, della bellezza della vita e della vita che vale la pena vivere. Sento che è così che mi fanno sentire i grandi film”, ha detto Ferrera. “Quando ho visto un film fantastico, mi sento più entusiasta non solo di ciò che è possibile nella narrazione, ma anche di ciò che è possibile nella vita, e sento che questo è ciò che Greta è riuscita a realizzare con questo film.”

La cerimonia degli Oscar 2024 si terrà domenica 10 marzo alle 16:00. PT al Dolby Theatre dell’Ovation Hollywood di Los Angeles. Jimmy Kimmel torna come presentatore per il secondo anno consecutivo e per la quarta volta complessiva.

Nella categoria per la Migliore attrice non protagonista, America Ferrera se la vedrà con Emily Blunt – Oppenheimer, Danielle Brooks – Il colore viola, Jodie Foster – Nyad e con la favorita, Da’Vine Joy Randolph – The Holdovers – lezioni di vita.

La finestra sul cortile: il film sulla visione spettatoriale di Alfred Hitchcock ha 70 anni

Il cinema è fatto di sguardi. Occhi che si posano su immagini impresse su un telaio bianco, le cui forme e colori disegnano un mondo con una lingua tutta propria, in cui perdersi è inevitabile, e a volte persino necessario. Perché la settima arte è la dimensione fittizia perfetta per evadere da una realtà in cui sentirsi scomodi o ingombranti non è evento raro. Allora si cerca altrove, in uno spazio fatto di luci e ombre, dove il solo guardare diventa piacere viscerale, desiderio, bramosia, anche ossessione. Essere spettatori delle vite altrui e trarne godimento è un’esperienza che si può vivere con l’arte cinematografica, lì dove il pubblico diventa voyeur eccitato, e si abbandona dentro la cornice di un’inquadratura in cui ci si appropria di personaggi, luoghi e situazioni. Un concetto che dagli albori del cinema ha visto la sua massima rappresentazione in La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock, film-manuale in technicolor datato 1954 che quest’anno compie settant’anni, e che non sembra invecchiato di un giorno.

La finestra sul cortile, la “regia pura”

Un lungometraggio fondato su un concetto di regia puro, un vero e proprio manuale per i filmmaker. Un thriller costruito ad hoc, come lo sono in fondo anche gli altri della filmografia del maestro del brivido, in cui le architetture scenografiche, esaltate dal gioco visivo di inquadrature studiate, esprimono chiaramente quale sia il significato del cinema stesso, esaltandolo, e come noi dall’altra parte ne assorbiamo l’essenza. Un inno, perciò, a ciò che è il linguaggio filmico, ma in particolare a chi ne fruisce, diventandone a sua volta protagonista.

Pur essendo una storia di detection, La finestra sul cortile si impianta su una trama lineare visivamente stratificata: Jeff, interpretato da un meraviglioso James Stewart (che aveva già lavorato con Hitchcock in Nodo alla gola), è un fotoreporter costretto su una sedia a rotelle a causa di un infortunio, che passa le sue giornate a guardare il vicinato dalla finestra, entrando nelle quotidianità degli inquilini dei palazzi di fronte. Man mano che il suo sguardo penetra nelle abitazioni, invadendo la loro privacy, Jeff inizia a familiarizzare con la loro routine, fino a quando un giorno non ipotizza l’assassinio della signora Thorwald, perpetrato dal marito. Convinto di quanto crede di aver visto, Jeff inizia a indagare con il solo uso dello sguardo, finché la sua fidanzata, Lisa, un’incredibile e elegantissima Grace Kelly, non decide di aiutarlo.

Jeff: spettatore e regista

Truffaut aveva spiegato bene, in un’intervista, la natura di La finestra sul cortile: “In questo film abbiamo un uomo immobile che guarda fuori, poi ciò che vede e poi la sua reazione. Ciò rappresenta la più pura idea cinematografica”. Dove per idea cinematografica si intende quel meccanismo proprio del cinema per cui osservazione e reazione sono strettamente legate. È il cosiddetto Effetto Kuleshov, per il quale ogni inquadratura acquisisce di senso grazie a quella che la segue e la precede. Un principio su cui si fonda il film di Hitchock, per dimostrare quanto siano potenti non solo gli strumenti del cinema, ma anche la visione spettatoriale che ne deriva. Con Jeff, il cineasta fa un’esericizio di tecnica – magistrale – per raccontarci due figure chiave della settima arte: il regista con la sua macchina da presa, e il pubblico.

Per quanto riguarda il regista, attraverso una meticolosa scelta di inquadrature, sembra che il fotoreporter operi allo stesso modo di un cineasta: modella la sua storia in base a ciò che capta al di là della sua finestra, dunque sceglie cosa osservare, e soprattutto chi, a quale porzione di spazio dare rilievo e cosa far essere importante e incisivo. Taglia, cuce, seleziona delle immagini per dare forma a un racconto che nel frattempo si concretizza. Allo stesso tempo, però, nella sua immobilità, Jeff diventa lo spettatore, che esaminando l’altro si immedesima, ipotizza e si fa coinvolgere a tal punto da farsi delle idee, senza però poter agire. Proprio come chi è in sala, seduto sulla poltrona, che subisce gli eventi senza poter intervenire. Un’analogia che si riscontra anche nella funzione dello sguardo, l’unica che il protagonista può esercitare: fra Jeff e ciò che accade c’è una distanza che non si può colmare o accorciare, e così per lo spettatore. Nessuno dei due può influenzare ciò che avviene, non può intervenire. Hitchcock usa lo spazio scenico per restituire questo concetto, avvalendosi di soli due ambienti: quello esterno, che è primario, focalizzato sui palazzi che si vedono dalla postazione del protagonista, dove si svolge l’omicidio e si costruisce il tono thriller, e quello interno, la casa in cui Jeff è bloccato, il controcampo del primo ambiente.

Per ognuno di essi riserva un tipo di inquadratura, scegliendo le soggettive – la ripresa favorita e primaria del film – quando Jeff è nell’atto dell’osservare, con zoom e raccordi sull’asse nel momento in cui ricorre alla macchina fotografica e imposta alcuni teleobiettivi. È in quell’istante che noi spettatori siamo Jeff a tutti gli effetti. Diventiamo una sola cosa con il protagonista perché ci riconosciamo: guardiamo come lui guarda, ragioniamo come lui ragiona. Maciniamo pensieri, giusti o sbagliati che siano, e abbiamo un’opinione come Jeff. Il culmine di tale processo è quando l’assassino – Thorwald – si rende conto di essere guardato e guarda a sua volta, ma direttamente in camera. I suoi occhi incrociano quelli di Jeff, ma sembrano volgersi verso noi spettatori, che nel frattempo ci siamo identificati con lui – l’obbiettivo primario di Hitchcock – e veniamo trascinati totalmente nella narrazione. Ci sentiamo in trappola, colti alla sprovvista e spaventati. Ecco che qui Hitchcock ci mostra la prima grande abilità del cinema: inghiottirci in un racconto fittizio in cui però il processo di elaborazione, percezione e sentimenti sono tutto, fuorché fasulli.

La finestra sul cortile film

Il cinema come evasione dalla realtà

Nella costruzione del suo discorso narrativo e del suo protagonista Jeff, Hitchcock tiene a sottolineare il valore del cinema come sfera dentro la quale entrare per alienarsi dalla realtà vissuta, se la condizione in cui si è non è confortevole. Il cinema, i film, sono l’opportunità da una parte per estraniarsi, dall’altra per riflettere su se stessi mentre guardiamo l’altro, che può anche diventare il nostro doppio. Come se fosse in una sala cinematografica, in cui la finestra diventa lo schermo dove si svolge lo spettacolo, Jeff si stacca dalla sua realtà domestica, nella quale sente il peso della responsabilità che ha nei confronti della sua amata Lisa, per proiettare la sua attenzione sui condomini che gli si palesano di fronte. La ragazza, molto più giovane di lui, nel fargli visita ogni giorno, sfrutta l’occasione per ricordare a Jeff del loro matrimonio, e di quanto sia necessario iniziare i preparativi per le nozze. Il fotoreporter però non è disposto a legarsi ufficialmente a lei poiché reputa i loro stili di vita incompatibili, e vorrebbe che la loro relazione rimanesse così per timore che, una volta sposati, si distrugga un equilibrio che crede intoccabile.

Per evadere da quello che è il suo contesto quotidiano, Jeff direziona il suo impegno mentale sulle coppie degli appartamenti di fronte a sé, proiettando sugli altri i suoi timori per la sua relazione e trovando, specie i coniugi Thorwald, la conferma alle sue paure, rispetto alle varie sfumature – anche negative – che può avere un rapporto d’amore, e a come si può trasformare in un rapporto tanto conflittuale che può portare all’omicidio. Lo spettatore, similmente, opera allo stesso modo. Nel racconto che si modella sullo schermo, Jeff trova una via di fuga che lo distoglie dalle sue dinamiche personali, ma anche uno spunto che lo spinge a riflettere ancora di più su quello che lo affligge. Come se, rintracciando delle affinità con quelle persone, vedesse una rappresentazione di sé e di un suo possibile futuro. È qui, dunque, che Hitchcock dimostra quanto la macchina del cinema ha una doppia funzione e svolge due compiti che si intrecciano l’uno all’altro, facendoci capire quanto, pur non accorgendocene in maniera conscia, la materia narrativa, ma soprattutto le immagini filmiche, possano influenzare il nostro privato e essere rivelatrici. Rendendoci, di conseguenza, parte integrante della storia.

Il piacere del guardare

La tematica più centrale messa in campo da Hitchcock in La finestra sul cortile, che si lega a doppio filo al concetto di spettatore, è il piacere del guardare, il voyeurismo, su cui il maestro del brivido fa una disamina quasi filosofica. Se il cinema è evasione e universo parallelo attraverso cui ragionare su alcuni aspetti della propria vita (come abbiamo detto poc’anzi), è anche dimostrazione di quanto l’essere umano sia attratto dalle esistenze altrui e provi assoluto godimento nel guardarle. Jeff è, infatti, rapito da ciò che può vedere dalla finestra del suo appartamento, pezzi di vita quotidiana che gli si dipanano davanti agli occhi e di cui non riesce a fare a meno. Il fotoreporter rappresenta un’altra caratteristica dello spettatore al cinema, interessato ai personaggi che si muovono sullo schermo, desideroso di fare ingresso – pur tacitamente – nel loro intimo quotidiano e così interpretarlo. È un’attrazione la sua, una pulsione viva, un potere che solo lui possiede, lo stesso che accomuna il protagonista hitchcockniano al pubblico in sala, e a cui non riesce a sottrarsi, tanto che Stella – l’infermiera che si prende cura di Jeff – a un certo punto gli dirà “siamo diventati una razza di guardoni”, dichiarando la sua, ma anche la nostra, posizione voyeuristica (e spettatoriale).

Ecco perché quando nel film Lisa si intrufola nella casa di Thorwald, diventando oggetto di visione e soggetto attivo della diegesi, cresce in Jeff l’interesse per lei che prima, quando gli era accanto, non provava. La ragazza è entrata di diritto nella narrazione, è protagonista del racconto da lui “fruito”, e riesce a guadagnarsi la sua attenzione totale, fino a che il suo gesto da eroina non distenderà il loro rapporto (Jeff si renderà conto di quanto tiene a lei) e risolverà, in ultimo, la crisi.

La finestra sul cortile è dunque un manifesto sul cinema e lo spettatore e, come scrive Paolo Bertetto in L’interpretazione dei film, è “un processo che insieme esibisce e analizza non solo l’orizzonte tecnico del cinema, ma anche quello comunicativo, e che progressivamente ci fa vedere come funziona la macchina cinema, come si realizza il rapporto spettatoriale, come si costruisce la visione filmica, come si sviluppa la narrazione e la messa in scena cinematografica.” In definitiva, uno dei capolavori indiscussi del cinema, da vedere, studiare, ricordare in eterno.

The Mandalorian: ufficializzato un fondamentale cambiamento per il personaggio di Din Djarin

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Star Wars ha finalmente confermato un importante cambiamento nel Din Djarin di Pedro Pascal all’indomani della stagione 3 di The Mandalorian, qualcosa che offre all’amato personaggio un futuro promettente nel franchise.

Mentre la stagione 3 di The Mandalorian è stata accolta con recensioni contrastanti, in particolare in termini di cambiamento e per come viene messo da parte l’arco narrativo del personaggio di Din Djarin, la sua eredità ha infine aperto la strada al prossimo film di The Mandalorian & Grogu. Il finale della stagione 3 definisce ancora magnificamente il futuro di Din, con Star Wars che ora ha confermato un importante cambiamento nel suo personaggio.

In un comunicato stampa di Hasbro, una nuova figura di Din Djarin – modellata sulla sua apparizione nella stagione 3 di The Mandalorian, episodio 2 “Capitolo 18: Le miniere di Mandalore” – è stata fornita una descrizione che definisce il suo futuro di Star Wars. Hasbro scrive che Din Djarin era “una volta un cacciatore di taglie solitario” prima di riunirsi con Grogu e adottarlo come suo, confermando che Din non è più un cacciatore di taglie. Questa è la prima volta che Star Wars parla veramente di questo cambiamento chiave del personaggio, dopo che la stessa stagione 3 di The Mandalorian ha anticipato il suo nuovo ruolo nella Nuova Repubblica nel finale.

Anche la descrizione di Hasbro della loro nuova figura di Grogu enfatizza questo nuovo ruolo di Din, dal momento che vi si può leggere che il duo “prenderà posizione contro i residui imperiali”. Si tratta di qualcosa che è stato parzialmente visto nella stagione 3 di The Mandalorian, ma sarà senza dubbio al centro del film The Mandalorian & Grogu, così come di una potenziale stagione 4.

Lily Gladstone: la sua reazione alla nomination agli Oscar 2024

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Lily Gladstone: la sua reazione alla nomination agli Oscar 2024

Abbiamo già segnalato quanto sia importante e storica la nomination di Lily Gladstone agli Oscar 2024. L’attrice è infatti la prima donna nativa americana a entrare in categoria per la sua performance in Killers of the Flower Moon. Dopo mesi di successo di critica, il film ha ottenuto diverse nomination agli Oscar, tra cui Miglior film, Miglior regista e Miglior attrice per Gladstone.

Parlando con Entertainment Weekly, Gladstone ha espresso una risposta emotiva a questa storica nomination all’Oscar. L’attrice ha iniziato la sua dichiarazione rendendo omaggio alle fantastiche attrici indigene che l’hanno preceduta, tra cui Sheila Tousey di Cuore di tuono e Keisha Castle-Hughes di La ragazza delle balene, che è stata “la più giovane e la prima candidata indigena nella categoria”. Ecco la dichiarazione completa:

“È incredibile e gran parte di me vuole solo dire che non avrei dovuto essere io. Questo sarebbe dovuto accadere molto tempo fa. Ho condiviso lo schermo in questo film con Tantoo Cardinal, che viene dal Canada, un confine che ha attraversato molti di noi. Sono cresciuta guardando le esibizioni di Sheila Tousey, con cui ho avuto la fortuna di condividere il palco ad un certo punto della mia carriera. Il suo lavoro in Cuore di tuono, lo sento, sarebbe dovuto essere nominato in ogni cosa. Non esiste attrice viva che superi il talento di Sheila. È una delle vere grandi.

È incredibile che ciò sia accaduto, e ci è voluto un po’ di tempo. Ricordo quando Keisha Castle-Hughes fu nominata per La ragazza delle balene, e ricordo come mi sentii quando guardai questa incredibile attrice, la più giovane e la prima candidata indigena nella categoria, raccontare questa storia. Sembrava così universale e così vicino alla mia educazione, al mio rapporto con la mia terra, con la mia famiglia, con mio padre, con la mia lingua, tutto questo. È stato incredibile vedere la sua rappresentazione, e sembra che sia un vero onore.

Lo dico sempre, non è del tutto mio (questo traguardo). Appartiene a così tante persone: la nazione Osage, la nazione dei piedi Neri, la nazione Nez Perce, ogni attore indigeno sulle cui spalle sto. È circostanziale che io sia la prima e ne sono molto grato. So solo che non sarò l’ultima, neanche lontanamente.”

Squid Game: la seconda stagione uscirà entro il 2024

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Squid Game: la seconda stagione uscirà entro il 2024

Netflix ha confermato che la seconda stagione di Squid Game arriverà entro la fine del 2024. Nell’annuncio in merito al secondo ciclo della serie in lingua coreana del creatore Hwang Dong-hyuk, la piattaforma ha dichiarato:

“Guardando al futuro, nonostante gli scioperi dello scorso anno abbiano ritardato il lancio di alcuni titoli, abbiamo un programma ampio e audace per il 2024. Il pubblico potrà scegliere tra serie drammatiche di grande successo come ‘The Diplomat’ S2, ‘Bridgerton’ S3, ‘Squid Game’ S2 e ‘L’Imperatrice’ S2; serie senza sceneggiatura come “Tour de France: Unchained” S2, “Love is Blind” S6, “F1: Drive to Survive” S6 e “Full Swing” S2; e nuovissimi programmi come ‘3 Body Problem’ (basato sul romanzo più venduto e dagli showrunner di ‘Il Trono di Spade’), ‘Griselda’ (con Sofia Vegara, in anteprima questa settimana), ‘The Gentlemen’ (di Guy Ritchie ), ‘Eric’ (con Benedict Cumberbach), ‘Avatar: The Last Airbender’, ‘Cien Años de Soledad’, dalla Colombia basato sul romanzo di Gabriel García Márquez e Senna dal Brasile.”

I dirigenti di Netflix hanno confermato che anche la quarta stagione di “Emily in Paris” verrà lanciata entro la fine dell’anno.

La prima stagione di nove episodi di Squid Game di Dong-hyuk è stata lanciata nel 2021. Il dramma su una gara mortale tra poveri concorrenti per vincere 45,6 miliardi di ₩ si è rivelato un grande successo per Netflix ed è stato nominato per 14 Emmy, inclusa la categoria riservata alla migliore serie drammatica (la prima per una serie non in lingua inglese), vincendo sei riconoscimenti.

Squid Game ha fatto la storia anche agli Screen Actors Guild Awards 2022, diventando la prima serie in lingua non inglese e la prima serie coreana a ottenere nomination per il cast di una serie drammatica, l’attore in una serie drammatica (Lee Jung-jae), attrice in una serie drammatica (Jung Ho-yeon) e in un ensemble di stunt. Lee Jung-jae e Ho-yeon hanno vinto i premi. Squid Game ha vinto anche tre Golden Globe, tra cui quello per la migliore serie drammatica.

Dopo mesi di speculazioni sull’opportunità o meno per lo show di avere una seconda stagione, Netflix ha confermato nel gennaio 2022 che la serie sarebbe stata rinnovata. Il CEO di Netflix, Ted Sarandos, ha dichiarato durante una call con gli analisti: “Assolutamente. L’universo di ‘Squid Game’ è appena iniziato.” Da allora l’universo di Squid Game è stato ampliato con una serie unscripted, Squid Game: La Sfida, e un videogioco di prossima uscita.

Ryan Gosling contrariato con l’Academy per le mancate nomination agli Oscar di Greta Gerwig e Margot Robbie

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Non c’è Ken senza Barbie“, così ha detto Ryan Gosling in una dichiarazione, dopo l’annuncio delle nomination agli Oscar 2024. Il protagonista maschile di Barbie, che ha ricevuto una nomination come miglior attore non protagonista, si è espressa contro l’Academy per aver ignorato il lavoro di attrice di Margot Robbie e quello di regista di Greta Gerwig.

“Sono estremamente onorato di essere nominato dai miei colleghi insieme ad artisti così straordinari in un anno di così tanti grandi film. E non avrei mai pensato di dirlo, ma sono anche incredibilmente onorato e orgoglioso che sia per aver interpretato una bambola di plastica di nome Ken”, inizia la dichiarazione di Gosling. “Ma non esiste Ken senza Barbie, e non esiste il film ‘Barbie’ senza Greta Gerwig e Margot Robbie, le due persone maggiormente responsabili di questo film storico e celebrato in tutto il mondo”.

Gerwig e Robbie erano due nomi che si davano per scontati alla vigilia di queste nomination, tanto che qualcuno pensava che Robbie avrebbe anche potuto ambire alla vittoria. Entrambe hanno avuto la loro nomination, Margot Robbie per il miglior film, essendo produttrice con la sua LuckyChap, e Greta Gerwig come sceneggiatrice, nella categoria riservata agli script adattati. Tuttavia si immaginavano per loro delle doppie nomination che non sono arrivate, generando lo scontento, tra gli altri, di Ryan Gosling.

“Nessun riconoscimento sarebbe possibile per qualcuno che ha partecipato al film senza il loro talento, la loro grinta e il loro genio. Dire che sono deluso dal fatto che non siano state nominate nelle rispettive categorie sarebbe un eufemismo”, continua Gosling. “Contro ogni previsione, con nient’altro che un paio di bambole senz’anima, poco vestite e, per fortuna, senza genitali, ci hanno fatto ridere, ci hanno spezzato il cuore, hanno smosso la cultura e hanno fatto la storia. Il loro lavoro dovrebbe essere riconosciuto insieme agli altri candidati molto meritevoli. Detto questo, sono così felice per America Ferrera e gli altri incredibili artisti che hanno contribuito con il loro talento a realizzare questo film così innovativo”.

Gosling nomina Ferrera, che ha ottenuto una nomination come migliore attrice non protagonista per la sua interpretazione in Barbie. La commedia ha ottenuto otto nomination in totale, tra cui costumi, scenografia e due canzoni originali (“I’m Just Ken” e “What Was I Made For?”). Per Ryan Gosling è la terza candidatura all’Oscar per l’attore, dopo due precedenti candidature per “Half Nelson” (2006) e “La La Land” (2016).

Il 10 marzo se la vedrà con Sterling K. Brown American FictionRobert De Niro Killers of the Flower Moon, Robert Downey JrOppenheimer e Mark RuffaloPovere Creature.

Dieci minuti: recensione del film di Maria Sole Tognazzi

Dieci minuti: recensione del film di Maria Sole Tognazzi

Il cinema di Maria Sole Tognazzi è donna. La regista, che ha all’attivo cinque lungometraggi, un documentario e un corto, ama posare gli occhi – e la macchina da presa – su sguardi, tormenti e gioie femminili, per affrescarne un dipinto elegante, delicato e dettagliato. Da Viaggio da sola a Io e lei, fino all’ultimo Dieci minuti, Tognazzi mette al centro della sua poetica le donne, figure che, come lei stessa dice quando era agli inizi della sua carriera, non hanno mai ricoperto un ruolo centrale e privilegiato, ma si sono spesso dovute accontentare di essere un supporto, comprimarie secondarie, “costrette” a rimanere un passo indietro e mai nel cono di luce che meritavano.

I tempi, però, stanno cambiando, non solo nel tessuto sociale ma anche in quello cinematografico, e lo dimostrano i recenti prodotti audiovisivi in cui non solo ci sono più protagoniste da raccontare, ma anche più registe che esprimono la loro unica e attenta visione. E così la cineasta si inserisce in quella categoria di artiste che sente l’esigenza di far emergere, o per meglio dire irrompere, voci e presenze femminili sullo schermo, partendo da un testo di riferimento scritto da una donna, Chiara Gamberale, e avvalendosi di una co-sceneggiatrice, Francesca Archibugi (La Storia), che la aiutasse a modellare la storia di Bianca, nel romanzo Chiara. Dieci minuti è una produzione Indiana Production e Vision Distribution, in collaborazione con Netflix e Sky, ed è nelle sale dal 25 gennaio, giorno in cui – coincidenza – debutterà un altro film che si cuce addosso a una donna e porta sulle spalle il suo percorso di crescita e scoperta: il Leone d’Oro Povere Creature!

Dieci minuti, la trama

Bianca è nel periodo peggiore della sua vita. Il marito Niccolò l’ha lasciata all’improvviso e lei non si capacita del perché: in fondo, secondo la sua distorta visione, andava tutto bene. Eppure lui è risentito: non si sente ascoltato e supportato, gira tutto intorno alla moglie. Non è riuscita nemmeno ad accorgersi che ha un’altra. Sul fronte del lavoro, le cose procedono allo stesso modo: sul treno verso casa, Bianca viene chiamata dal suo responsabile e licenziata in tronco. In più, in un gioco di flashback, pare che la donna sia segnata anche da un incidente, avvenuto poco dopo la separazione, che l’ha fatta smettere di guidare. Tutti questi eventi l’hanno destabilizzata, rendendola assente e inerme davanti a tutto e tutti. Non riesce a fare molto, Bianca, se non andare dalla dottoressa Brabanti, psicanalista che le propone una sfida per scuoterla dal suo torpore quotidiano: tutti i giorni, una volta al giorno, Bianca deve fare qualcosa di completamente nuovo, che fuoriesca dalla sua normalità. Qualcosa che magari non farebbe mai. Grazie a questa terapia, Bianca farà nuovi incontri, scoprirà legami speciali e inizierà ad ascoltare chi le ha sempre voluto bene. Tentando di affrontare la sua crisi.

Dieci minuti

Oltre le barriere della mente

Il quasi omonimo romanzo di Chiara Gamberale, Per dieci minuti, è un racconto intimo e autobiografico di una donna nel pieno della sua (ri)fioritura. Un percorso, ma anche un processo, di ardua rinascita che si riscontra nel film liberamente ispirato di Tognazzi, in cui a essere messa in luce è la paura dell’abbandono e come questa lavori sulla psiche umana tanto da disintegrarla. Bianca è piena di fragilità, spesso immobile e cieca davanti a una vita che le scorre e in cui c’è un crocevia di persone a cui lei non riesce a dare la dovuta attenzione. Neppure al marito. Crede di essere partecipe delle esistenze degli altri, ma in realtà non ascolta, non si connette con il resto del mondo e nel frattempo, senza accorgersene, viene risucchiata in una solitudine che, se prima era solo prigione mentale, diventa poi fisica con la separazione da Niccolò.

Si intersecano in lei emozioni contrastanti, ma è l’essere inerme a dominarla nel quotidiano e a farla sprofondare nel buio. È spenta ed egoriferita la Bianca di una quanto più umana e tenera Barbara Ronchi, consumata dalle sue stesse paranoie e dal timore di conoscere verità che sarebbe meglio sigillare in un cassetto faendo finta che non esistano. Perché spesso è più semplice crearsi una realtà immaginaria, piuttosto che fare i conti con quella vera, più dura e complessa. Occhi smarriti, sguardo basso e cupo, labbra spesso arricciate: rimanendo fissa sul suo volto sofferente, la regista intercetta tutte le sfumature di un animo travagliato, compiendo un viaggio nelle emozioni e nei turbamenti di una donna in piena crisi esistenziale, che tenta alla fine di tornare a galla e rinascere dalle sue ceneri. Dandosi la possibilità di riscoprirsi e forse proprio di conoscersi nel profondo.

Un cast ben assortito

Come dicevamo all’inizio di questa recensione, Maria Sole Tognazzi si dedica anima corpo e cuore alle sue protagoniste, le accarezza dolcemente, ecco perché le donne del film, e in particolare la sua Bianca, hanno una posizione di assoluto rilievo. Ronchi ha due comprimarie di tutto rispetto, una più che credibile Margherita Buy nelle vesti della psicanalista, il cui ruolo le calza a pennello, e Fotinì Peluso, il cui personaggio è stato scritto per il film, che interpreta Jasmine, la sorella di Bianca, una ragazza da un lato esuberante, dall’altro bisognosa di trovare un posto (che non è un luogo bensì una persona) da chiamare casa. Nonostante Dieci minuti sia una storia che favorisce il punto di vista e la solidarietà femminile, la figura maschile – in questo caso Niccolò in primis – non è mai posta sotto la lente del giudizio.

La regista non è intenta a fare la morale e non vuole trasformare un racconto prevalentemente drammatico – con deliziosi inserti divertenti – in una narrazione femminista, tanto che empatizzare e comprendere il personaggio di Alessandro Tedeschi è pressoché naturale. Resta sì sullo sfondo, ma è bilanciato e ben caratterizzato e considerato, non diventando mai oggetto di critiche. Al netto di quanto scritto, ciò che invece sembra mancare un po’ è la completezza del gioco dei “dieci minuti”: seppur si riesca a mostrare come una soluzione divertente e funzionale per far uscire Bianca dall’impasse in cui si trova, sembra che non ci si sia voluti sbilanciare troppo sui vari momenti in cui si dedica a fare quell’altro che le fa paura, schifo o la entusiasmi. Sarebbe stato interessante esplorare meglio questo aspetto, e vedere fin dove la fantasia delle creatrici potesse spingersi. Ciononostante, Dieci minuti è un film godibile, buono, che si lascia amare nel suo essere delicato e calibrato, e dimostra quanto Maria Sole Tognazzi si prenda cura delle sue antieroine, facendole brillare di luce propria nonostante le ferite che si portano addosso.

Black Box – La scatola nera: la spiegazione del finale del film

Black Box – La scatola nera: la spiegazione del finale del film

Nel 2021 il regista e sceneggiatore Yann Gozlan, regista anche di Un homme idéal, Burn Out Visions porta al cinema un film che da tempo desiderava realizzare: Black Box – La scatola nera. Appassionato di aviazione civile, Gozlan si è infatti sempre detto interessato a dar vita ad una storia su questo tema, concentrandosi però sugli aspetti più cupi e drammatici legati all’aviazione, ovvero quello dell’incidente aereo e di quanto ne segue. “Questo universo, incredibilmente cinematografico dal mio punto di vista, con una posta in gioco finanziaria colossale, in cui coesistono interessi divergenti, mi sembrava un’ambientazione originale ed emozionante per un film“, ha dichiarato.

Gozlan, insieme ai tre co-sceneggiatori Jérémie Guez, Simon Moutaïrou e Nicolas Bouvet-Levrard dà dunque vita ad un thriller ricco di colpi di scena, sospetti, verità celate e la ricerca ossessiva per portarle alla luce. Ma Black Box – La scatola nera è anche un film che vuole riflettere sulla facilità con cui gli uomini o le aziende di potere possano manipolare la realtà a loro piacere, scampando così alle conseguenze dei problemi di cui sono più o meno direttamente artefici. Offrendo tutto ciò, il film si è affermato come un grande successo in Francia, ottenendo riscontri di pubblico e critica particolarmente positivi.

Il film si è poi distinto per il suo lavoro sul sonoro e il montaggio, che contribuiscono ad un’esperienza visiva particolarmente accattivante. Per chi ha apprezzato film simili come Flight o Sully, Black Box – La scatola nera è dunque un film da non perdere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori e riguardo la spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Black Box – La scatola nera

Quando il volo Dubai-Parigi con 300 passeggeri a bordo si schianta con una dinamica misteriosa, il giovane Mathieu Vasseur, tecnico della BEA, (l’autorità responsabile delle inchieste sulla sicurezza nell’aviazione civile), viene chiamato ad occuparsi del caso. Rinvenuta la scatola nera, questa non sembra riportare nulla di anomalo e il caso viene chiuso in fretta. Tuttavia, Vasseur, poco convinto dell’esito, continua le sue indagini personali. Le tracce audio rivelano dei dettagli che gli fanno pensare a una manomissione del contenuto della scatola nera. La sua ipotesi è quella di attentato. Contravvenendo agli ordini del suo capo Philippe Rénier, inizia una coraggiosa ricerca di prove in grado di confermare la sua tesi.

Ad interpretare Mathieu Vasseur vi è l’attore Pierre Niney, noto per i film Yves Saint Laurent, Masquerade – Ladri d’amore e Il libro delle soluzioni. Per prepararsi al ruolo, Pierre Niney ha trascorso diverse settimane lavorando a fianco degli agenti del BEA. Per la sua interpretazione in questo film, Niney è stato candidato al premio Cesar come Miglior attore. Accanto a lui, nel ruolo di sua moglie Noémie vi è l’attrice Lou de Laâge, recentemente vista anche in Un colpo di fortuna – Coup de Chance. Recitano poi nel film gli attori André Dussollier nel ruolo di Philippe Rénier, capo di Mathieu, e Sébastien Pouderoux in quelli di Xavier Renaud, capo dell’azienda Pegase Security. Olivier Rabourdin è infine Victor Pollock, superiore di Mathieu.

Black Box - La scatola nera Pierre Niney

La spiegazione del finale di Black Box – La scatola nera

Tutto il film è dunque costruito sul sospetto di una realtà diversa da quella che si cerca di portare avanti. Le ricerche di Mathieu, infine, confermeranno questo sospetto portando alla luce come le aziende operanti nel campo della sicurezza – in questo caso in quello dell’aviazione – non possano permettersi che avvengano incidenti che ne macchino la reputazione. Quando questi però si verificano, l’unica soluzione sembra essere quella di occultare le prove. Ecco allora che verso il finale Mathieu scopre che proprio il suo superiore Victor Pollock ha alterato le registrazioni audio dell’incidente aereo. Arriva a tale scoperta dopo aver riascoltato le registrazioni audio di un precedente incidente di elicottero.

In tale registrazione rileva dei numeri che rappresentano delle coordinate GPS che conducono ad uno stagno sul fondo del quale trova la vera registrazione della scatola nera dell’aereo. Insieme ad essa c’è dunque un video di Pollock che racconta di aver lavorato in segreto con Xavier Renaud, per anni, il quale l’ha costretto a falsificare le scatole nere. Nonostante Mathie rimanga poi ucciso in un incidente d’auto, causato da coloro che lo tenevano d’occhio, la sua scoperta viene comunque alla luce e durante una presentazione pubblica per la sua azienda, Xavier viene infine arrestato per gli atti da lui commessi contro la verità.

Black Box - La scatola nera spiegazione finale

Black Box – La scatola nera è tratto da una storia vera?

Il film Black Box – La scatola nera non è ispirato ad una storia vera in particolare, ma riprende in modo evidente elementi presenti nella realtà e propri del mondo dell’aviazione. Il primo di questi è proprio la scatola nera, il noto dispositivo elettronico di registrazione dei dati installati in un aeromobile o una imbarcazione con lo scopo di facilitare le indagini dopo un incidente. Questi apparati sono generalmente progettati per resistere alle condizioni che si possono creare in un incidente grave, preservando le registrazioni. In numerosi noti casi di incidenti aerei, la scatola nera si è infatti rivelata decisiva per stabilire cosa ha causato l’incidente. Il film però costruisce da zero il complotto alla base del film, non prendendo spunto in questo dalla realtà.

Il trailer di Black Box – La scatola nera e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente presente nel palinsesto televisivo di martedì 23 gennaio alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Atomica Bionda: 10 cose che forse non sai sul film

Atomica Bionda: 10 cose che forse non sai sul film

Dinamico film d’azione con l’attrice Charlize Theron, Atomica Bionda è stato distribuito nelle sale nel 2017, ottenendo un buon riscontro di critica e pubblico. In particolare sono divenute memorabili l’interpretazione della protagonista, le numerose sequenze d’azione e la regia, tutti elementi che hanno aggiunto spessore ad una storia intrisa di toni thriller, incentrata in contesto di spionaggio nella Berlino del 1989.

Ecco 10 cose che forse non sai su Atomica Bionda.

Atomica Bionda: la trama del film

1. È ambientato in un anno cruciale. Nel 1989, alla vigilia del crollo del muro di Berlino e del cambiamento nelle alleanze tra superpotenze, Lorraine Broughton, una spia del massimo livello dell’MI6, viene inviata a Berlino per recuperare una lista contenente i nomi di tutti gli agenti occidentali in azione e i loro affari. La donna riceve l’ordine di cooperare col direttore della sede di Berlino, David Percival. I due formano un’incerta alleanza, scatenando tutto il loro arsenale di abilità nel perseguire una minaccia che mette a rischio l’intero mondo delle operazioni di spionaggio dei paesi occidentali.

Atomica Bionda: il cast del film

2. Ha una premio Oscar per protagonista. Al centro del film vi è l’attrice premio Oscar Charlize Theron, nel ruolo di Lorraine Broughton. Accanto a lei è possibile ritrovare gli attori James McAvoy, nel ruolo di David Percival, gli attori John Goodman, Bill Skarsgård e Eddie Marsan.

3. Charlize Theron si è allenata duramente per il ruolo. Per essere in forma smagliante e poter interpretare al meglio le dinamiche scene del film, l’attrice si è allenata con otto personale trainer, che l’hanno aiutata ad implementare le sue capacità fisiche. L’attrice si è inoltre allenata insieme all’attore Keanu Reeves, che stava invece lavorando al film John Wick – Capitolo 2.

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4. James McAvoy ha recitato con una mano rotta. McAvoy si ruppe la mano sul set del film Split, girato prima di Atomica Bionda, e fu costretto a recitare le sue scene con la mano ancora infortunata, cosa che si è fatta notevolmente sentire specialmente nelle diverse sequenze d’azione.

Atomica Bionda è tratto da un fumetto

5. Il film è la trasposizione di un fumetto. La pellicola è l’adattamento cinematografico della graphic novel del 2012 intitolata The Coldest City, scritta da Antony Johnston e illustrata da Sam Hart. La Theron, fan di tale opera, ha speso ben 5 anni per riuscire a portare al cinema questa storia.

Atomica Bionda: la colonna sonora del film

6. Ha una colonna sonora molto dinamica. Per accompagnare al meglio le sequenze più spettacolari del film è stata scelta una colonna sonora composta da brani di celebri artisti e musiche dai toni electro-pop. Tra i pezzi più celebri della colonna sonora figurano Cat People (Putting out fire) di David Bowie, 99 Luftballons dei Nena, Der Kommissar dei After the Fire e London Calling del gruppo The Clash.

Atomica Bionda è in streaming

7. È possibile rivedere il film in streaming. Per gli amanti del film, è possibile riguardare il film comodamente in streaming, grazie alla presenza della pellicola su piattaforme come Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes e Prime Video. Per vedere il film sarà sufficiente noleggiarlo o sottoscrivere un abbonamento alla piattaforma di riferimento.

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Atomica Bionda: il finale del film

8. Il finale ha generato molteplici domande. Il finale del film si è rivelato esplosivo tanto quanto il lungometraggio in sé. Esplicitamente aperto ad un sequel, la conclusione lascia aperte numerose porte per il futuro, introducendo nuovi elementi per un nuovo capitolo della storia del personaggio. Molti spettatori sono rimasti confusi dal modo in cui termina la pellicola, e gli interrogativi sollevati potrebbero trovare risposta in futuro.

Atomica Bionda 2: il sequel è ufficiale

9. È stato annunciato il sequel del film. Dato l’enorme successo riportato al box office, la Theron ha annunciato ufficialmente un sequel del film, affermando che lo sceneggiatore del primo capitolo è già al lavoro sulla nuova sceneggiatura. Si prevede inoltre una storia che si svilupperà e completerà nel corso di tre film. Per anni, tuttavia, sembrava che il progetto non dovesse concretizzarsi. Nel dicembre del 2023, però, Theron ha confermato che Atomica Bionda 2 è in fase di sviluppo e

Atomica Bionda: film simili

10. Esistono diversi film simili a questo. La tradizione di film di spionaggio è assai lunga, e tra i titoli più simili ad Atomica Bionda si segnala la saga di Mission: Impossibile, con Tom Cruise, Red Sparrow con Jennifer Lawrence, Salt con Angelina Jolie e la trilogia di John Wick con Keanu Reeves.

Fonte: IMDb

Colin Firth protagonista della serie Sky “Lockerbie”

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Colin Firth protagonista della serie Sky “Lockerbie”

Colin Firth sarà il protagonista della prossima serie originale di Sky e Peacock “Lockerbie“, che racconta il disastro aereo del 1988 in cui persero la vita 259 passeggeri e membri dell’equipaggio.

Il 21 dicembre 1988, il volo Pan Am 103 esplose sopra Lockerbie, in Scozia, 38 minuti dopo il decollo. Oltre alle 259 vittime a bordo del volo, altri 11 residenti morirono quando l’aereo cadde sopra la tranquilla cittadina. L’attore premio Oscar Colin Firth interpreterà il dottor Jim Swire, che ha tragicamente perso la figlia Flora in quell’evento e che da allora lavora con la moglie Jane per cercare di ottenere giustizia per le famiglie delle vittime.

Sulla scia del disastro e della morte di sua figlia Flora, il dottor Jim Swire (Firth) è nominato portavoce delle famiglie delle vittime del Regno Unito, che si sono unite per chiedere verità e giustizia“, si legge nella descrizione ufficiale dello show. “Viaggiando attraverso i continenti e le divisioni politiche, Jim intraprende un viaggio implacabile che non solo mette a repentaglio la sua stabilità, la sua famiglia e la sua vita, ma che ribalta completamente la sua fiducia nel sistema giudiziario. Mentre la verità si sposta sotto i piedi di Jim, la sua visione del mondo viene lasciata per sempre sporca. Esplorando gli eventi del disastro e le sue conseguenze, Lockerbie fornisce un resoconto intimo di un uomo, un marito e un padre che rischia tutto in memoria di sua figlia e nella ricerca incessante della verità e della giustizia.”

Basata sul libro di Swire e Peter Biddulph “The Lockerbie Bombing: A Father’s Search for Justice“, la serie limitata Lockerbie in cinque parti è una coproduzione tra i produttori di “Downton AbbeyCarnival Films, che fa parte degli Universal International Studios, e Sky Studios. Il drammaturgo scozzese David Harrower (“Blackbird”, “Knives in Hens”) sarà lo scrittore principale, mentre Maryam Hamidi (“Vigil”) sarà la scrittrice ospite di un episodio. Otto Bathurst, regista di “Peaky Blinders“, sarà il regista principale, mentre Jim Loach (“Save Me”) dirigerà un episodio.

La produzione di “Lockerbie” inizierà all’inizio dell’anno. Tra i produttori esecutivi figurano Gareth Neame e Nigel Marchant per Carnival Films, Sam Hoyle per Sky Studios e David Harrower, Liz Trubridge, Jim Sheridan, Kirsten Sheridan e Oskar Slingerland. Hamidi è produttore associato e Brian Kaczynski è produttore.

Lockerbie sarà disponibile su Sky e sul servizio di streaming NOW nel Regno Unito, in Irlanda, Italia, Germania, Svizzera e Austria, e su Peacock negli Stati Uniti. NBCUniversal Global TV Distribution si occupa delle vendite internazionali.

Netflix guida le nomination agli Oscar con 18 nomination superando Apple

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Netflix ha battuto la rivale Apple nella corsa al maggior numero di nomination agli Oscar, ottenendo 18 nomination, tra cui quella per il miglior film per Maestro. Questo totale ha superato Apple, che ha ottenuto 13 nomination.

In effetti, il bottino di Netflix è stato rafforzato soprattutto dal film biografico su Leonard Bernstein diretto da Bradley Cooper, che ha ottenuto sette nomination, tra cui quella per il miglior film. Apple è riuscita a conquistare il titolo con una serie di nomination per “Killers of the Flower Moon” e “Napoleon“. Complessivamente, la Walt Disney Company ha ottenuto 20 nomination attraverso i suoi vari marchi e piattaforme di contenuti che rappresentano 20th Century Studios, Disney+, Hulu, Lucasfilm Ltd., Marvel Studios, National Geographic Documentary Films, Pixar Animation Studios e Searchlight, ma bisogna contare ogni etichetta separatamente.

Il grande giorno di Netflix e Apple ha coronato un anno di spese stravaganti per la stagione dei premi da parte di tutti gli studios, con alcuni film che si sono dati da fare con budget a otto cifre. Gli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA dello scorso anno hanno costretto gli studios a tagliare molte campagne di marketing, dato che i talenti non potevano promuovere i film. Questo ha lasciato sul tavolo denaro extra da destinare alle spese della stagione dei premi, tra cui proiezioni e tavole rotonde. “Barbie“, “Killers of the Flower Moon“, “Maestro” e “Oppenheimer” sono stati tra i film che hanno speso di più e tutti hanno ottenuto importanti riconoscimenti questa mattina, in particolare “Oppenheimer” della Universal, che ha guidato il gruppo con 13 candidature e si è assicurato le categorie principali di miglior film e regia per Christopher Nolan.

Una volta terminato lo sciopero della SAG-AFTRA a novembre, le star hanno recuperato il tempo perduto con la campagna di candidature. Cooper è stato particolarmente visibile con “Maestro“, più di quanto non lo sia stato quando ha promosso il suo film drammatico del 2018 “A Star Is Born” per la Warner Bros. L’attore, notoriamente riservato, ha sollevato delle perplessità quando ha portato la figlia Lea de Seine, di 6 anni, alla proiezione di “Maestro” all’Academy Museum a dicembre.

L’impressionante mattinata di Netflix si è rivelata un momento agrodolce per il responsabile del settore cinematografico Scott Stuber, che ieri ha annunciato di voler lasciare lo studio. Ma le nomination agli Oscar saranno probabilmente un argomento di conversazione quando Netflix terrà la consueta conferenza con gli azionisti.

Lily Gladstone entra nella storia degli Oscar come prima candidata nativa americana come migliore attrice

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Lily Gladstone è diventata la prima donna nativa americana a ricevere una nomination come miglior attrice agli Academy Awards. La Gladstone è stata premiata per il ruolo della donna Osage e figura storica Mollie Burkhart nell’epico “Killers of the Flower Moon” di Martin Scorsese.

La candidatura di Lily Gladstone arriva quattro anni dopo che Yalitza Aparicio, indigena messicana, ha ricevuto una nomination come miglior attrice agli Oscar 2019. Aparicio ha recitato nel film “Roma” di Alfonso Cuarón del 2018 nel ruolo della governante Cleodegaria “Cleo” Gutiérrez. Oltre ad Aparicio, altre due donne indigene – Merle Oberon per “L’angelo nero” del 1933, che si ritiene abbia origini māori oltre che sud-asiatiche, e Keisha Castle-Hughes per “Whale Rider” del 2003 – sono state nominate per il premio di miglior attrice nella storia degli Oscar. Oberon è inglese, mentre Castle-Hughes è kiwi.

Killers of the Flower Moon si è assicurato anche diverse altre nomination agli Oscar, tra cui quelle per il miglior film, la regia e l’attore non protagonista per Robert De Niro. In precedenza era stato candidato per il miglior trucco e acconciatura, il miglior suono, la miglior musica – colonna sonora originale e la miglior musica – canzone originale per “Wazhazhe (A Song for My People)”

La Gladstone ha recentemente vinto il premio come miglior attrice in un film drammatico ai Golden Globes. È la prima donna indigena a vincere il premio. Durante il suo discorso ai Globes, ha sottolineato l’importanza del momento, dicendo: “Questa è una vittoria storica. Non appartiene solo a me. La sto tenendo in mano in questo momento. Lo sto tenendo con tutte le mie bellissime sorelle del film al tavolo laggiù, e con mia madre, in piedi sulle vostre spalle“.

Questo è per ogni piccolo ragazzo rez, ogni piccolo ragazzo urbano, ogni piccolo ragazzo nativo là fuori che ha un sogno e si vede rappresentato nelle nostre storie raccontate da noi stessi, con le nostre parole, con enormi alleati e un’enorme fiducia dall’interno, gli uni dagli altri“, ha continuato.

Sebbene Killers of the Flower Moon sia stato candidato a sette premi ai Globes, Gladstone ha ricevuto l’unico riconoscimento del film. L’attrice di Killers of the Flower Moon ha avuto molto successo in questa stagione dei premi, nonostante sia stata recentemente snobbata ai BAFTA. Oltre ai Globes, la Gladstone è stata nominata nelle categorie di miglior attrice per premi come i Critics’ Choice Awards e gli Screen Actors Guild Awards.

Avatar – La leggenda di Aang: trailer ufficiale del nuovo adattamento targato Netflix

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Netflix dopo il teaser ha pubblicato il trailer ufficiale del prossimo adattamento live-action dell’amata serie di Nickelodeon Avatar – La leggenda di Aang (Avatar: The Last Airbender), la cui uscita è prevista sulla piattaforma di streaming giovedì 22 febbraio.

Basato sull’amata serie animata di Nickelodeon, Avatar – La leggenda di Aang (Avatar: The Last Airbender) è stato ideato da Albert Kim di Sleepy Hollow, che ne è showrunner, sceneggiatore e produttore esecutivo. La serie sarà guidata dall’attore filippino-canadese Gordon Cormier nel ruolo di Aang, Kiawentiio in quello di Katara, Ian Ousley in quello di Sokka e Dallas Liu in quello di Zuko. A loro si aggiungono Daniel Dae Kim nel ruolo del Signore del Fuoco Ozai, Paul Sun-Hyung Lee nel ruolo dello zio Iroh, Lim Kay Siu nel ruolo di Gyatso e Ken Leung nel ruolo del Comandante Zhao.

Il cast aggiuntivo comprende Elizabeth Yu nel ruolo della Principessa Azula, Maria Zhang nel ruolo della guerriera Kyoshi Suki, C.S. Lee nel ruolo dell’Avatar Roku, Amber Midthunder nel ruolo della Principessa Yue, A Martinez nel ruolo di Pakku, Yvonne Chapman nel ruolo dell’Avatar Kyoshi, Tamlyn Tomita nel ruolo di Yukari e Casey Camp-Horinek nel ruolo di Gran Gran.

Di cosa parla Avatar: The Last Airbender?

Acqua. Terra. Fuoco. Aria. Una volta le quattro nazioni vivevano in armonia e l’Avatar, il dominatore di tutti e quattro gli elementi, manteneva la pace tra loro. Ma tutto è cambiato quando la Nazione del Fuoco ha attaccato i Nomadi dell’Aria annientandoli e compiendo così il primo passo verso la conquista del mondo. L’attuale incarnazione dell’Avatar non è ancora emersa e il mondo ha perso la speranza.

Ma come un bagliore nell’oscurità, la speranza si riaccende quando Aang (Gordon Cormier), un giovane Nomade dell’Aria nonché l’ultimo della sua specie, si risveglia per assumere il ruolo che gli spetta come prossimo Avatar. Insieme ai suoi nuovi amici Sokka (Ian Ousley) e Katara (Kiawentiio), fratelli e membri della Tribù dell’Acqua del Sud, Aang intraprende una missione fantastica e ricca di azione per salvare il mondo e contrastare il temibile assalto del Signore del Fuoco Ozai (Daniel Dae Kim). Ma non sarà un compito facile, dal momento che il principe ereditario Zuko (Dallas Liu) è determinato a catturarli. Avranno infatti bisogno dell’aiuto dei numerosi alleati e dei pittoreschi personaggi che incontreranno lungo il cammino.

Godzilla e Kong – Il nuovo impero: nuovo spettacolare trailer internazionale

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Recentemente abbiamo appreso che Godzilla e Kong – Il nuovo Impero arriverà nelle sale due settimane prima di quanto precedentemente annunciato, il 29 marzo, e la Legendary ha ora rilasciato un trailer cinesi per l’ultimo film del MonsterVerse.

Il promo riutilizza alcune immagini del primo teaser, ma contiene anche una nuova fantastica inquadratura di Kong che brandisce la sua nuova arma simile a un guanto.

Non abbiamo ancora idea di come l’abbia ottenuta, ma si ipotizza che si tratti di una sorta di tutore di cui Kong è dotato dopo essersi fatto rompere il braccio dal Re Skar in un incontro precedente.

Come Kong, il Re Scar è un’altra scimmia gigante proveniente dalla Terra Cava, ma avevamo sentito voci che anche Godzilla avrebbe avuto una controparte malvagia con cui confrontarsi, e alcuni recenti gadget lo hanno reso ufficiale.

Queste nuove action figure non solo ci hanno dato la nostra migliore visione del Re Cicatrice, ma hanno anche rivelato una creatura albina, apparentemente basata sul gelo, nota come Shimo, che potete vedere qui sotto insieme al trailer.

 

Cosa sappiamo sul film Godzilla e Kong – Il nuovo Impero?

Godzilla e Kong – Il nuovo Impero approfondisce ulteriormente le storie e le origini di questi due Titani, nonché i misteri di Skull Island, tra gli altri, svelando la mitica battaglia che ha contribuito a forgiare questi esseri straordinari e li ha legati per sempre all’umanità. Adam Wingard torna a dirigere il film, interpretato da Rebecca Hall (“Godzilla vs. Kong”, The Night House – la casa oscura”), Brian Tyree Henry (“Godzilla vs. Kong”, “Bullet Train”), Dan Stevens (la serie TV “Gaslit”, “Legion”, “La Bella e la Bestia”), Kaylee Hottle (“Godzilla vs. Kong”), Alex Ferns (“The Batman”, “La furia di un uomo – Wrath of Man”, “Chernobyl”) e Fala Chen (“Irma Vep”, “Shang Chi e la leggenda dei Dieci Anelli”).

La sceneggiatura di Godzilla e Kong – Il nuovo Impero è di Terry Rossio (“Godzilla vs. Kong”, la serie “Pirati dei Caraibi”), Simon Barrett (“You’re Next”) e Jeremy Slater (“Moon Knight”), da una storia di Rossio, Wingard e Barrett, basato sul personaggio “Godzilla” di proprietà e creato da TOHO Co., Ltd..

Il film è prodotto da Mary Parent, Alex Garcia, Eric Mcleod, Thomas Tull, Jon Jashni e Brian Rogers, mentre i produttori esecutivi sono Wingard, Jen Conroy, Jay Ashenfelter, Yoshimitsu Banno, Kenji Okuhira. Wingard torna a collaborare con il direttore della fotografia Ben Seresin (“Godzilla vs. Kong”, “World War Z”), lo scenografo Tom Hammock (“Godzilla vs. Kong”, “X: A Sexy Horror Story”, “The Guest”), il montatore Josh Schaeffer (“Godzilla vs. Kong”, “Molly’s Game”), la costumista Emily Seresin (“L’uomo invisibile”, “Top of the Lake – Il mistero del lago”). Le musiche del film sono opera dei compositori Tom Holkenborg (“Godzilla vs. Kong”, “Mad Max: Fury Road”) e Antonio Di Iorio (musica aggiuntiva su “Godzilla vs. Kong”, i film “Sonic”). Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures presentano una produzione Legendary Pictures, un film di Adam Wingard: “Godzilla e Kong – Il nuovo Impero”.

Mortal Kombat 2: il produttore conferma che la produzione è finita ma per un trailer …

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Mortal Kombat è uscito contemporaneamente nelle sale e su Max nel 2021, ed è stato l’anno successivo che abbiamo appreso per la prima volta dei piani per un sequel del film Mortal Kombat 2.

Dopo i ritardi causati dagli scioperi SAG-AFTRA dello scorso anno, i lavori per il seguito sono ripresi di recente e il produttore del franchise Todd Garner e la star Lewis Tan hanno confermato che le riprese sono terminate. Anche Max Huang, che interpreta Kung Lao, ha condiviso su Instagram una foto della festa di fine riprese.

Questo significa che Mortal Kombat 2 può finalmente iniziare la post-produzione in vista di un’uscita nelle sale prevista per il 2025. “Per me Mortal Kombat è finito“, dice Garner nel video qui sotto. “È stato un viaggio incredibile, incredibile. Non vedo l’ora che tutti voi vediate quello che abbiamo fatto. Ci vorrà un po’ di tempo, abbiamo molto lavoro da fare“.

“So che inizierò a ricevere un sacco di messaggi del tipo: ‘Quando c’è il trailer? Quando c’è il trailer?”. Ci vorrà un po’ di tempo”, ammette. “Lavoreremo sodo, lo porteremo a termine. Penso che abbiamo creato qualcosa di speciale. Spero che voi siate d’accordo“.

Questo arriva solo pochi giorni dopo che Garner è andato su X per stuzzicare ancora una volta il Johnny Cage di Karl Urban (che potete vedere anche qui sotto).

[La Warner Bros. Discovery] è molto soddisfatta del film, che ovviamente è andato molto bene”, aveva detto Tan a proposito dei piani di sequel un paio di anni fa. “È uno dei film più visti del loro Warner Bros. Slate, anche se è uscito nel peggior momento possibile. Ma no, andiamo avanti a tutta forza. E ora abbiamo con noi anche Ed Boon, quindi abbiamo il timbro di approvazione della leggenda in persona. Il secondo sarà assolutamente folle. Molto più grande“.

 

Tutto quello che c’è da sapere su Mortal Kombat 2

Mortal Kombat 2 è diretto da Simon McQuoid da una sceneggiatura scritta dallo sceneggiatore di Moon Knight Jeremy Slater. Il sequel vedrà il ritorno di Lewis Tan come Cole Young, Jessica McNamee come Sonya Blade, Josh Lawson come Kano, Tadanobu Asano come Lord Raiden, Mehcad Brooks come Jax, Ludi Lin come Liu Kang, Chin Han come Shang Tsung, Joe Taslim come Bi-Han e Sub-Zero, Hiroyuki Sanada nei panni di Hanzo Hasashi e Scorpion e Max Huang nei panni di Kung Lao.

Il sequel d’azione introdurrà anche una serie di nuovi personaggi oltre Johnny Cage, ovvero Adeline Rudolph (Resident Evil) nei panni di Kitana, Tati Gabrielle (You) nei panni di Jade, Martyn Ford (F9) nei panni dell’imperatore Shao Kahn, Damon Herriman di Mindhunter nei panni del demone di Netherrealm Quan Chi, Desmond Chiam (The Falcon and the Winter Soldier) nei panni del Re Edeniano Jerrod e Ana Thu Nguyen (Get Free) nei panni della Regina Sindel. Ulteriori dettagli sulla trama sono ancora tenuti nascosti. Il film è prodotto da James Wan, Michael Clear, Todd Garner e E. Bennet Walsh.

Levante Ventitré – Anni di voli pindarici: il racconto di un anno su Paramount+

Paramount+ e Levante annunciano oggi l’uscita di “Levante Ventitré – Anni di voli pindarici”, il racconto su e giù dal palco di un anno straordinario. Saranno le parole e le immagini, istantanee del 2023 appena concluso, al centro del racconto che la cantautrice e scrittrice Levante porterà in esclusiva sul servizio di streaming in Italia dal 23 febbraio.

Ad accompagnare l’uscita di “Levante Ventitré – Anni di voli pindarici” sarà “Mi Manchi in versione live dall’Arena di Verona (in uscita il 26 gennaio), uno dei brani più importanti del suo ultimo album Opera Futura, un brano che ha segnato uno sliding doors nell’ultimo anno dell’artista.

Attraverso documenti inediti, foto, video, stralci di momenti intimi e preziosi strappati dal dietro le quinte che raccontano riflessioni, retroscena, riti scaramantici, momenti di gioia ma anche momenti di smarrimento, il pubblico potrà ripercorrere gli ultimi 12 mesi della vita di Levante, un anno che ha segnato in modo indelebile questa straordinaria artista della parola.

Sarà un viaggio tra gli stati d’animo che hanno guidato le parole della cantautrice che si racconterà in una lunga intervista scavando dentro di sé e raccontando per la prima volta la profonda trasformazione, esteriore e interiore, che l’ha attraversata, portandola a un nuovo modo di concepire il futuro, che oggi Levante guarda con occhi curiosi in attesa di altri traguardi da raggiungere.

Durante la lavorazione di questo racconto per immagini Levante si è resa conto di come il numero 23 sia stato così straordinariamente ricorrente non solo nella sua vita in generale ma soprattutto nell’ultimo anno.

23 è il giorno del compleanno di Claudia Lagona. 23 sono i suoi anni di carriera, dalla prima apparizione pubblica ancora adolescente ad oggi. L’anno appena concluso, il 2023 è stato un anno di grandi soddisfazioni, ma anche di terremoti e di nuove ricostruzioni: ha compreso il significato di essere madre dopo un inizio avvolto nel buio dopo la nascita di sua figlia Alma Futura, ha pubblicato un album necessario e complesso che guarda al futuro (“Opera futura”), ha partecipato per la seconda volta al Festival di Sanremo arrivando alla posizione n. 23 con un brano che è stato un rischio ma anche una grande opportunità (quella “VIVO” che è stata giudicata a volte più dall’aspetto e dal “nuovo look” della sua autrice, più che dal brano in sé) è salita per la prima volta sul palco dell’Arena di Verona per chiudere un cerchio, un decennale importante (segnato da un altro 23 ossia quello del suo primo Forum di Assago), e aprire un nuovo capitolo che la porterà questa primavera a calcare i palchi di 23 teatri italiani. Ma non è tutto: il 23 tornerà in alcuni dei momenti più complessi della vita di Levante che l’artista siciliana troverà la forza di raccontare in “Levante Ventitré – Anni di voli pindarici”.

In questo racconto non saranno solo le parole al centro ma ci sarà soprattutto la musica di LEVANTE che, aldilà di quello che sceglie di mostrare ogni giorno attraverso i suoi social network, aprirà per la prima volta al pubblico le porte dell’Arena di Verona per raccontare le paure, le emozioni che hanno avvolto il suo ritorno live accompagnata da una band che è stata nel tempo una famiglia da proteggere e una “carovana gipsy” che la accompagna sin dai suoi esordi, in quella Torino in cui  Claudia serviva cappuccini e caffè per pagarsi la musica, tempi lontani da guardare oggi con un misto di orgoglio e tenerezza perché la Levante di oggi è il frutto di quei sacrifici, di quelle serate in studio a comporre e suonare, di quei sogni in cui credere e a cui aggrapparsi nelle difficoltà.

Su e giù dal palco Levante accoglierà il pubblico a braccia aperte camminando insieme ai suoi fan sulle note di canzoni che sono entrate ormai nel cuore della gente come “Invincibile”, “Vivo, “Alfonso”, “Alma Futura” e “Magmamemoria”.

I 4 atti dello show dell’Arena di Verona (Autunno, inverno, primavera ed estate) saranno per il pubblico anche l’occasione per rivivere quella indimenticabile serata e scoprire una Levante nuova, una donna capace di ridere di sé stessa, guardare con maggiore leggerezza e spontaneità alla vita e abbracciare l’amore per la sua famiglia in un modo nuovo, più consapevole.

Levante Ventitré – Anni di voli pindarici è l’istantanea di un momento di serenità non intaccato dalla nostalgia, uno degli stati d’animo che da sempre accompagna Claudia. Alla fine del racconto che si sviluppa in questi 60 minuti di video, troveremo una Levante per la prima volta completamente proiettata in avanti, concentrata sul futuro, senza avere più lo sguardo ancorato al passato. Un passato che è memoria da non dimenticare ma che non è più catena che la lega.

Se Levante Ventitré – Anni di voli pindarici da una parte racconta LEVANTE, dall’altra è Claudia a farsi strada fino a fare capolino tra le parole, gli sguardi e le risate.

Claudia è una donna e un artista volitiva e autodeterminata, consapevole oggi del suo ruolo pubblico (di cui ha studiato e testato sulla sua pelle le dinamiche e le gabbie social) e privato, una donna capace di riflettere sui temi della contemporaneità e sulle sue emozioni, convinta che la musica debba “emozionare e non impressionare”, un principio che è alla base anche del suo modo di vivere e di pensare ogni sua esibizione live. Levante è una cantautrice che ha sicuramente qualcosa da dire che ha Claudia a guardarle le spalle, a contagiarla con una risata e una carica di energia positiva fuori dal comune.

Levante Ventitré – Anni di voli pindarici  è una produzione VIVO Concerti, in collaborazione con Metatron, TAIGA e Warner Music Italy; in collaborazione con Paramount+; la regia e il montaggio sono di Giacomo Triglia; la scrittura è di Katamashi; la produzione esecutiva è di deAntartica.

Levante Ventitré – Anni di voli pindarici chiude un cerchio e lascia spazio ad un nuovo capitolo: il 10 marzo, infatti, sarà il momento di tornare sul palco con “OPERA FUTURA LIVE NEI TEATRI”, il tour (prodotto e distribuito da Vivo Concerti) che la porterà nei principali teatri italiani.

 

Mercoledì: la prima stagione in home video

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Mercoledì: la prima stagione in home video

Dal regista Tim Burton (Nightmare Before Christmas; Beetlejuice – Spiritello porcello) e dai creatori Alfred Gough e Miles Millar (“Smallville“), il 28 marzo 2024 arriva in DVD la stravagante e spettrale prima stagione di Mercoledì, la serie TV di successo basata sul personaggio di Mercoledì Addams dell’iconica Famiglia Addams. La serie è trasmessa in streaming su Netflix e prodotta da MGM Television, una divisione di Amazon MGM Studios. La prima stagione di Mercoledì sarà acquistabile presso i principali rivenditori, online sui maggiori siti di e-commerce ed è già disponbile per il pre-order.

La serie vede tra i protagonisti Jenna Ortega nel ruolo di Mercoledì, Gwendoline Christie che interpreta la preside Larissa Weems, Jamie McShane nel ruolo dello sceriffo Donovan Galpin, Hunter Doohan è Tyler Galpin, Percy Hynes White nel ruolo di Xavier Thorpe, Emma Myers intepreta Enid Sinclair e Joy Sunday nel ruolo di Bianca Barclay. Nel cast anche Catherine Zeta-Jones che interpreta Morticia Addams, Luis Guzmán nel ruolo di Gomez Addams, Isaac Ordonez è Pugsley Addams e Fred Armisen interpreta lo Zio Fester.

La serie Mercoledì, acclamata da critica e pubblico, ha ricevuto ben 12 nomination agli Emmy nel 2023 tra cui Miglior Serie Comica, Miglior Regia in una serie comedy per Tim Burton e Miglior attrice protagonista in una serie comedy per Jenna Ortega – rendendola la seconda più giovane interprete femminile ad essere nominata nella categoria nonché la terza attrice latina dopo Rita Moreno e America Ferrera. Mercoledì ha registrato risultati sensazionali e conquistato numerosi record a livello globale e rimane ad oggi la serie televisiva inglese più popolare di tutti i tempi.

La trama di Mercoledì

Mercoledì è una commedia horror di tipo investigativo e soprannaturale che esplora gli anni di Mercoledì Addams come studentessa della Nevermore Academy. Mercoledì tenta di dominare le sue emergenti abilità psichiche, di indagare su una mostruosa serie di omicidi che sta terrorizzando la città, e di risolvere il mistero soprannaturale che ha coinvolto i suoi genitori 25 anni prima, il tutto mentre si trova a gestire le sue nuove e intricate relazioni alla Nevermore Academy.

Io Capitano di Matteo Garrone arriva su SKY e NOW

Io Capitano di Matteo Garrone arriva su SKY e NOW

Io Capitano, intensa pellicola firmata da Matteo Garrone, in corsa per l’Oscar per il miglior film internazionale, arriva in prima tv in versione originale con sottotitoli lunedì 29 gennaio alle 21.15 su Sky Cinema Uno (alle 21.45 anche su Sky Cinema Drama), in streaming su NOW è disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.

Presentato in concorso all’80ª edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e vincitore del Leone d’argento per la miglior regia e del Premio Marcello Mastroianni al protagonista Seydou Sarr, Io Capitano, è stato inoltre candidato come Miglior Film straniero ai Golden Globes 2024.

La pellicola, interpretata da Seydou Sarr e Moustapha Fall, è il racconto di un’odissea contemporanea che segue i passi di due giovani migranti senegalesi, Seydou e Moussa, che attraversano l’Africa con tutti i suoi pericoli per inseguire un sogno chiamato Europa. Il film è scritto da Matteo Garrone, Massimo Ceccherini, Massimo Gaudioso e Andrea Tagliaferri.

La trama di Io Capitano

Il film racconta il viaggio avventuroso di due giovani, Seydou e Moussa, che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa. Un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare.

Io Capitano – In prima tv lunedì 29 gennaio alle 21.15 su Sky Cinema Uno, (alle 21.45 anche su Sky Cinema Drama), in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand, anche in 4K per i clienti Sky Q o Sky Glass con pacchetto Sky Cinema e con servizio opzione Sky HD/Sky Ultra HD attivo.

Oscar 2024: con Matteo Garrone, c’è anche l’Italia

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Oscar 2024: con Matteo Garrone, c’è anche l’Italia

Come era accaduto per i Golden Globes 2024, anche per gli Oscar 2024, nella categoria Miglior film internazionale fa bella mostra di sé Io Capitano di Matteo Garrone. In quella occasione che ha visto trionfare Anatomia di una caduta, aveva come avversari quest’ultimo e Fallen Leaves, Past Lives, La società della Neve e La Zona di Interesse, mentre questa volta se la vedrà con Perfect Days, The Teachers’ Lounge, La società della Neve e La Zona di Interesse.

Tutte le nomination agli Oscar 2024

La cerimonia degli Oscar 2024 si terrà domenica 10 marzo alle 16:00. PT al Dolby Theatre dell’Ovation Hollywood di Los Angeles. Jimmy Kimmel torna come presentatore per il secondo anno consecutivo e per la quarta volta complessiva.

Io Capitano – il film

Io Capitano racconta il viaggio avventuroso di due giovani, Seydou e Moussa, che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa. Un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare.

Leggi la recensione di Io Capitano

Oscar 2024: tutte le nomination

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Oscar 2024: tutte le nomination

Ospiti sui canali ufficiali dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, Zazie Beetz e Jack Quaid hanno annunciato le nomination agli Oscar 2024. Nell’anno che ha visto per la prima volta il declino dei Marvel Studios, almeno al botteghino, e lo scontro tra Barbie e Oppenheimer, le nomination all’96esima edizione hanno sancito in qualche modo la vittoria del secondo, che si è aggiudicato ben 13 nomination, mentre il primo “solo” 8.

Trai titoli più nominati ci sono anche Killers of the Flower Moon, La Zona di Interesse, Povere Creature e, per noi italiani, c’è anche la grande gioia di vedere Matteo Garrone nominato con il suo Io Capitano. Il regista conquista così la sua prima nomination agli Academy Awards e entra nella storia dei grandi del nostro cinema all’estero.

La cerimonia degli Oscar 2024 si terrà domenica 10 marzo alle 16:00. PT al Dolby Theatre dell’Ovation Hollywood di Los Angeles. Jimmy Kimmel torna come presentatore per il secondo anno consecutivo e per la quarta volta complessiva.

Ecco tutte le nomination agli Oscar 2024

Miglior Film

American Fiction
Anatomia di una caduta
Barbie
The Holdovers – lezioni di vita
Killers of the Flower Moon
Maestro
Oppenheimer
Past Lives
Povere Creature
La Zona di Interesse

Migliore attore protagonista

Bradley CooperMaestro
Colman Domingo – Rustin
Paul Giamatti The Holdovers – lezioni di vita
Cillian MurphyOppenheimer
Jeffrey Wright American Fiction

Migliore attrice protagonista

Annette Bening Nyad
Lily Gladstone Killers of the Flower Moon
Sandra Huller – Anatomia di una caduta
Carey MulliganMaestro
Emma StonePovere Creature

Migliore attore non protagonista

Sterling K Brown – American Fiction
Robert De Niro Killers of the Flower Moon
Robert Downey JrOppenheimer
Ryan GoslingBarbie
Mark RuffaloPovere Creature

Migliore attrice non protagonista

Emily BluntOppenheimer
Danielle Brooks – Il colore viola
America FerreraBarbie
Jodie Foster Nyad
Da’Vine Joy Randolph – The Holdovers – lezioni di vita

Migliore regia

Justine Triet – Anatomia di una caduta
Martin Scorsese Killers of the Flower Moon
Christopher NolanOppenheimer
Yorgos Lanthimos – Povere Creature
Jonathan Glazer – La Zona di Interesse

Migliore Sceneggiatura (Adattata)

American Fiction
Barbie
Oppenheimer
Povere Creature
La Zona di Interesse

Migliore Sceneggiatura (Originale)

Anatomia di una caduta
The Holdovers – lezioni di vita
Maestro
May December
Past Lives

Miglior film internazionale

Io Capitano
Perfect Days
La società della Neve
La sala professori
La Zona di Interesse

Miglior film d’animazione

Il ragazzo e l’airone
Elemental
Nimona
Il mio amico robot
Spider-Man: Across the Spider-Verse

Miglior Documentario

Bobi Wine: The People’s President
The Eternal Memory
Four Daughters
To Kill a Tiger
20 Days in Mariupol

Miglior cortometraggio

The Actor
Invincible
Knight of Fortune
Red, White and Blue
The Wonderful Story of Henry Sugar

Miglior corto documentario

The ABCs of Book Banning
The Barber of Little Rock
The Island In Between
The Last Repair Shop
Nǎi Nai and Wài Pó

Miglior cortometraggio d’animazione

Letter to a Pig
Ninety-Five Senses
Our Uniform
Pachyderme
War Is Over!

Miglior Montaggio

Anatomia di una caduta
The Holdovers – lezioni di vita
Killers of the Flower Moon
Oppenheimer
Povere Creature

Migliore fotografia

El Conde
Killers of the Flower Moon
Maestro
Oppenheimer
Povere Creature

Migliore scenografia

Barbie
Killers of the Flower Moon
Napoleon
Oppenheimer
Povere Creature

Migliori costumi

Barbie
Killers of the Flower Moon
Napoleon
Oppenheimer
Povere Creature

Migliore colonna sonora

American Fiction
Indiana Jones e il Quadrante del destino
Killers of the Flower Moon
Oppenheimer
Povere Creature

Miglior canzone originale

The Fire Inside – Flamin’ Hot
I’m Just Ken – Barbie
It Never Went Away – American Symphony
Wahzhazhe (A Song for My People) – Killers of the Flower Moon
What Was I Made For? – Barbie

Miglior Makeup e Hairstyling

Golda
Maestro
Oppenheimer
Povere Creature
La società della Neve

Miglior sonoro

The Creator
Maestro
Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One
Oppenheimer
La Zona di Interesse

Migliori effetti visivi

The Creator
Godzilla Minus One
Guardiani della Galassia Vol. 3
Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One
Napoleon

Marvel Studios conferma il primo Evento Canone del MCU

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Marvel Studios conferma il primo Evento Canone del MCU

La cronologia degli eventi dell’MCU è stata costruita nel corso degli anni con film quali Thor, Guardiani della Galassia, Avengers, Black Panther ed Eternals, ma ora è stata ufficialmente confermata.

Come riportato da The Direct, i Marvel Studios hanno realizzato un’impresa senza eguali rispetto ad altre società di produzione di Hollywood. Con 24 serie e 33 film distribuiti (fino a Echo e The Marvels), l’arazzo di storie del MCU ha finora accumulato l’enorme durata di 121,9 ore (o 7.315 minuti). Recentemente lo Studio ha confermato che le sei serie Netflix sono canoniche, il che aggiunge altre 161 ore alla serie per una durata totale di 282,9 ore o 11,79 giorni, rendendo l’MCU uno dei franchise di intrattenimento più elaborati ed espansivi fino ad oggi. È giusto che alla fine sia stato stabilito un canone di eventi cronologici, qualcosa che The Marvel Cinematic Universe – An Official Timeline dei Marvel Studios ha tracciato nei minimi dettagli.

Il libro è una guida definitiva al MCU e ai suoi numerosi eventi canonici e, come previsto, molti sono probabilmente curiosi di scoprire prima la genesi dell’intero universo. Il libro lo conferma in una voce intitolata “L’opera dei Celestiali”, che descrive gli esseri come “una delle forme di vita più antiche e potenti mai esistite”. I Celestiali sono stati brevemente citati nei Guardiani della Galassia del 2014 prima di essere incarnati da Ego (interpretato da Kurt Russell) in Guardiani della Galassia Vol. 2 e dall’apparizione di Arishem in Eternals.

Il libro ha inoltre confermato l’ordine cronologico degli eventi che hanno plasmato l’universo cinematografico Marvel, dalla creazione delle Gemme dell’Infinito dopo il Big Bang alla formazione della Terra, Asgard e Yggdrasil, l’Albero del Mondo a cui si fa riferimento in Thor e Thor: The Dark World (lo stesso albero è stato recentemente menzionato nel finale della seconda stagione di Loki). La sequenza temporale evidenzia anche il ruolo significativo degli Eterni negli eventi a livello cosmico; Eternals del 2021 ha esplorato le loro origini e il loro scopo come contromisura contro i Devianti. Quel film confermava che la Terra ospitava il concepimento di Tiamut, uno dei tanti Celestiali che Arishem ha impiantato in innumerevoli altri pianeti.

Essendo una guida onnicomprensiva a tutto ciò che è accaduto finora nel MCU, il libro riesce a fornire un contesto al retroscena di molti film Marvel. La creazione del Monte Wundagore collega la profezia di Scarlet Witch al multiverso, come esplorato in WandaVision e Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Sono stati menzionati altri eventi canonici come l’arrivo del Vibranio sulla Terra, con riferimento alla genesi di Wakanda e Atlantide. Il libro funge da riferimento per il canone del MCU mentre il franchise si avventura ulteriormente nel multiverso.

The Direct e Marvel Studios’ The Marvel Cinematic Universe – An Official Timeline

Antonia: la nuova serie dramedy di Prime Video

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Antonia: la nuova serie dramedy di Prime Video

Prime Video ha svelato oggi il poster della nuova serie dramedy  Antonia.  La serie, ideata da  Chiara Martegiani, diretta da  Chiara Malta  e scritta da Elisa Casseri,  Carlotta Corradi e Chiara Martegiani con la supervisione creativa di Valerio Mastandrea, ha per protagonisti  Chiara Martegiani e Valerio Mastandrea. Nel cast anche Barbara Chichiarelli,  Emanuele Linfatti,  Leonardo Lidi e Chiara Caselli.  Una produzione Fidelio e Groenlandia (una società del Gruppo Banijay) in collaborazione con Prime Video, in collaborazione con Rai Fiction, Antonia sarà disponibile in esclusiva su Prime Video dal 4 marzo.

Antonia è un’ironica serie dramedy in sei episodi che ruota intorno a una giovane donna in fuga dal dolore e da se stessa. Dopo aver lasciato la sua famiglia poco più che adolescente, Antonia ha trovato una sorta di equilibrio a Roma, una giungla urbana ed emotiva perfetta per integrarsi senza dover fornire troppe spiegazioni. Ma al suo 33esimo compleanno, il suo piano di difesa fallisce: litiga con tutti, viene licenziata e finisce in ospedale, dove scopre di avere l’endometriosi, malattia cronica che, senza che Antonia se ne rendesse conto, ha influenzato tutta la sua vita. Attraverso uno strano percorso di psicoterapia, la scoperta della malattia diventerà però un’occasione per conoscersi e smettere di scappare, iniziando ad affrontare i nodi della sua vita.

Antonia si unirà a migliaia di film e serie già presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni italiane Original No Activity – Niente da segnalare, Elf Me, Gigolò per caso e tanti altri.

Barbie: The World Tour, il libro fotografico con Margot Robbie e lo stilista Andrew Mukamal

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Margot Robbie e lo stilista Andrew Mukamal hanno realizzato una campagna promozionale per Barbie davvero stravagante e approfondita, cominciata nell’aprile del 2022 al CinemaCon, quando fu presentato il primo sguardo al film di Greta Gerwig.

Questa collaborazione è andata avanti per lo straordinario tour promozionale del film, fino a mostrare gli ultimi scampoli sul red carpet della stagione dei premi, con Margot Robbie ancora in rosa, e con il culmine nella notte del Golden Globes con un abito che omaggiava Barbie Superstar del 1977.

Tutto questo lavoro è stato organizzato e raccolto in un libro fotografico dal titolo Barbie: The World Tour.

“Questo libro è stata un’idea che ho avuto nel mio soggiorno quando ho iniziato a sognare il guardaroba di Margot per il tour stampa di ‘Barbie’ nel marzo 2023”, ha scritto Mukamal in un post su Instagram rivelando la copertina del libro, che presenta una Margot Robbie vestita come Barbie, in un abito rosa di Chanel. “Non avrei mai immaginato che solo pochi mesi dopo saremmo stati in studio a girare questo progetto con il team dei nostri sogni… Questo libro è un lavoro d’amore, dedicato a tutti gli amanti di Barbie e agli appassionati di moda di tutto il mondo.”

Il tour stampa di Barbie ha portato Robbie, la sceneggiatrice e regista Greta Gerwig e il cast in un tour estivo mondiale, con tappe a Toronto, in Canada; Sydney, Australia (Robbie è del Queensland); Seul, Corea del Sud; Città del Messico, Messico; Los Angeles, California; e Londra, Inghilterra. In ciascuna di queste tappe – e negli aeroporti – Mukamal ha acquistato o commissionato dozzine di abiti che facevano riferimento a un look indossato dalla bambola originale.

Ma quando il tour stampa è stato interrotto a causa dell’inizio dello sciopero del SAG-AFTRA a luglio, Robbie e Mukamal “hanno lavorato con il famoso fotografo di moda Craig McDean per fotografare i look esattamente così come sono stati curati: Schiaparelli a Los Angeles, Vivienne Westwood a Londra, Chanel vintage con valigie Streamline abbinate all’aeroporto e oltre.”

Vogue ha recentemente pubblicizzato il guardaroba “Barbie” di Robbie come conferma che “questo modo di vestirsi non sarà passeggero”, ma, per la recente storia di copertina di Variety che saluta LuckyChap come showperson dell’anno 2023, la rivista ha ipotizzato che i look fossero un’estensione di la sua visione di produttrice. “Ho partecipato volentieri perché era in linea con tutto ciò che volevo”, ha risposto Robbie. “L’esperienza di Barbie non è iniziata semplicemente quando qualcuno si è seduto al suo posto e ha guardato il film, e non volevo che finisse quando il film finiva.”

“La nostra visione di Barbie, sia come personaggio che come film, è gioiosa e impenitente”, ha concluso Robbie. “Quindi, ecco questi look grandi, audaci e gioiosi. Hanno anche molta abilità artigianale e sono radicati nella storia, e i designer brillanti hanno lavorato davvero duramente”.

Il libro arriverà sugli scaffali l’8 marzo, edito da Rizzoli, e presenta una prefazione di Edward Enninful, un’introduzione di Margaret Zhang e una postfazione della regista di “Barbie” Greta Gerwig.

Chi c’era nel film di Barbie?

Barbie è stato diretto da Greta Gerwig da una sceneggiatura scritta insieme a Noah Baumbach. È stato prodotto da Margot Robbie e Tom Ackerly per LuckyChap e da Robbie Brenner di Mattel Films insieme a Josey McNamara e Ynon Kreiz. Durante la sua programmazione nelle sale, il film ha ottenuto un incasso mondiale di oltre 1,4 miliardi di dollari, diventando così il film di maggior incasso del 2023.

Il film è interpretato da Margot Robbie, Ryan Gosling, America Ferrera, Simu Liu, Kingsley Ben-Adir, Scott Evans, Kate McKinnon, Ariana Greenblatt, Alexandra Shipp, Emma Mackey, Issa Rae, Michael Cera, Hari Nef, Will Ferrell, Helen Mirren, Dua Lipa e altri ancora.

Superman: Legacy, per David Corenswet è stato difficile entrare nel costume di Henry Cavill

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Sappiamo già che David Corenswet indosserà un costume nuovo di zecca quando debutterà come nuovo Uomo d’Acciaio in Superman: Legacy. Ma sappiamo anche, come lo stesso James Gunn ha confermato, che ogni attore che fa il provino per diventare Superman, fa un provino in cui indossa il costume del Superman precedente. E pare che per Corenswet sia stato complicato entrare dentro alla tuta fatta per Henry Cavill.

Il regista James Gunn ha rivelato che l’attore, insieme a tutti gli altri che hanno fatto il provino per il ruolo, lo ha fatto nel “vestito precedente” che Henry Cavill indossava per le sue apparizioni nel DCEU. Tuttavia, il regista nota che Corenswet “ha avuto difficoltà ad adattarsi al costume”.

A quanto pare, il suo metro e 93, era un po’ troppo rispetto agli appena 185 cm di Cavill. Gunn non ha dato alcun suggerimento sul nuovo costume, ma ha risposto a un commento spiegando che il costume “non sarà quello che ci aspettiamo”. Non possiamo immaginare che Gunn si allontanerà troppo dal classico schema di colori blu e rosso, ma potrebbe correre qualche rischio con il design generale.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Dune – Parte Due: uno sguardo ravvicinato ai vermi della sabbia

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Dune – Parte Due: uno sguardo ravvicinato ai vermi della sabbia

Una nuova featurette per Dune – Parte Due è disponibile online (tramite SFFGazette.com) e, insieme ai commenti delle star Timothée Chalamet, Zendaya e Florence Pugh, ci sono un sacco di sequenze mai visti prima dell’attesissimo film di fantascienza. seguito.

Paul Atreides può essere visto cavalcare un verme della sabbia prima di un faccia a faccia con Feyd-Rautha di Austin Butler, ed è chiaro che la posta in gioco in questo film sarà incredibilmente alta. Sono presenti anche Lady Jessica (Rebecca Ferguson) e l’Imperatore di Christopher Walken, così come i Fremen mentre si radunano attorno a Paul.

Cosa aspettarsi da Dune: Parte Due?

Questo film successivo esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta di prevenire un futuro terribile che solo lui può prevedere.”

Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides, Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica, Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha, Florence Pugh nei panni della Principessa Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban, Léa Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.

Dune – Parte Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert ed uscirà nei cinema il 28 Febbraio 2024.

Il secondo capitolo continuerà la storia di Dune – Parte Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre 402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165 milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.

Madame Web: una clip dal film. Nuovi rumor sul coinvolgimento di Spider-Man

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È stata diffusa on line la prima clip di Madame Web e mostra Cassandra “Cassie” Webb che salva tre future supereroine dal malvagio Ezekiel mentre i suoi poteri psichici entrano in azione durante un viaggio in metropolitana.

La rappresentazione dei poteri della protagonista è innegabilmente intrigante. Durante la sua apparizione al The Tonight Show, Dakota Johnson ha ribadito che Madame Web è un “film a sé stante”. Presumibilmente, Sony è ansiosa di spargere la voce che questa storia non è ambientata nel MCU e nemmeno nella stessa realtà di Venom e Morbius, e forse potrebbe essere una buona idea tenere queste storie separate.

Sempre in merito a Madame Web, l’affidabile leaker @Cryptic4KQual ha condiviso alcuni nuovi e intriganti dettagli su ciò che accadrà nel debutto live-action del chiaroveggente il prossimo mese. Apparentemente nel film viene menzionato Spider-Man, ma “non nel modo in cui penseresti”. Si tratta chiaramente di un rumor non confermato, ma staremo a vedere cosa accadrà nel film.

Per quanto riguarda la trama, sembra che la mamma di Cassie stia facendo ricerche sui ragni in Amazzonia, cercando una cura per una malattia chiamata Miastenia Gravis. La stessa malattia di cui soffre Madame Web nei fumetti (che la lascia cieca e collegata a una macchina di supporto vitale). La versione del Multiverso di Madame Web è presumibilmente chiamata “rete spazio-temporale”, mentre Ezekiel ha il potere di avvelenare le persone con il suo tocco. Si tratta di una deviazione dai fumetti ma in linea con ciò che abbiamo visto nei trailer del film.

https://twitter.com/BeyondReporter/status/1749659181592743978?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1749659181592743978%7Ctwgr%5E18ca9ee11f261ce56790b07abe953b75222fe420%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbookmovie.com%2Fspider_man%2Fmadame-web%2Fmadame-web-cassie-has-a-vision-of-the-future-in-first-clip-new-rumor-teases-spider-mans-role—spoilers-a209019

https://twitter.com/FallonTonight/status/1749657282252828892?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1749657282252828892%7Ctwgr%5E18ca9ee11f261ce56790b07abe953b75222fe420%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbookmovie.com%2Fspider_man%2Fmadame-web%2Fmadame-web-cassie-has-a-vision-of-the-future-in-first-clip-new-rumor-teases-spider-mans-role—spoilers-a209019

La trama e il cast di Madame Web

Madame Web è la storia delle origini di una delle eroine più enigmatiche dei fumetti Marvel. Dakota Johnson interpreta la protagonista, Cassandra Webb, un paramedico di Manhattan con poteri di chiaroveggenza. Costretta a confrontarsi con alcune rivelazioni del suo passato, stringe un legame con tre giovani donne destinate a un futuro straordinario ma che dovranno sopravvivere a un presente pieno di minacce.

Madame Web è basato su un personaggio del mondo dei fumetti Marvel creato da Dennis O’Neil e John Romita Jr. Il film è diretto da S. J. Clarkson (Orange Is the New Black, Jessica Jones, Anatomy of a Scandal) da una sceneggiatura di Claire Parker e S. J. Clarkson e interpretato da Dakota Johnson, nel ruolo di protagonista, insieme a Sydney Sweeney, Celeste O’Connor, Isabela Merced, Tahar Rahim, Mike Epps, Emma Roberts e Adam Scott. Madame Web sarà nelle sale italiane dal 14 febbraio 2024 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

DCEU: è tempo di bilanci. Il botteghino ha deluso

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DCEU: è tempo di bilanci. Il botteghino ha deluso

L’ultimo capitolo del DCEUAquaman e il Regno Perduto – ufficializza un risultato deludente del progetto al botteghino, portando questo universo cinematografico a concludersi con un tonfo invece che con il botto.

Il DCEU sta per essere riavviato nel DCU da James Gunn e Peter Safran, e il 2023 ha dimostrato che il riavvio sta avvenendo al momento giusto. Shazam: Fury of the Gods, The Flash e Blue Beetle hanno tutti fallito al botteghino, costando a DC e Warner Bros. centinaia di milioni di dollari. Aquaman e il Regno Perduto era l’ultima speranza del box office  DCEU e non è riuscito da solo a fare il miracolo.

Gli incassi del film hanno superato tutti gli incassi dei precedenti film DC del 2023, compreso Black Adam, ma hanno comunque sottoperformato, soprattutto se paragonati agli incassi del primo film. Questi ultimi risultati certificano purtroppo un fallimento dell’intero progetto che chiude il suo mandato con un solo film che supera una certa soglia di incassi.

La sequenza temporale del DCEU è iniziata con L’Uomo d’Acciaio nel 2013. Sebbene il film guidato da Henry Cavill non abbia fatto scintille al botteghino, ha comunque dimostrato che c’era del materiale e tutte le premesse per raccontare delle storie avvincenti. Sfortunatamente, l’universo è andato in pezzi piuttosto rapidamente. Batman V. Superman: Dawn of Justice è andato bene al botteghino, ma ha ricevuto recensioni negative e molti hanno criticato il suo tono cupo. Suicide Squad ha avuto similmente dei problemi di produzione, poiché memore delle critiche al film precedente, la DC ha cercato di aggiustare il tono del film per dargli un’atmosfera più leggera, intervento che alla fine ha però rovinato il progetto.

Quando è arrivato il momento di Justice League, si era già di fronte a un DCEU in difficoltà, che non riusciva a equiparare gli incassi effettivi alle aspettative. I momenti più alti di questo universo sono stati Wonder Woman e Aquaman. Entrambi avevano eroi simpatici e storie divertenti e, sebbene Aquaman abbia ricevuto recensioni critiche contrastanti, il pubblico gli ha fatto guadagnare 1,15 miliardi di dollari in tutto il mondo. Sfortunatamente, dopo Aquaman lo studio non ha mai più superato la soglia del miliardo di dollari.

Solo altri tre film hanno avuto la possibilità di raggiungere il miliardo di dollari nel DCEU. Batman V. Superman: Dawn of Justice è arrivato il più vicino, incassando 874,3 milioni di dollari, con Wonder Woman al secondo posto e Suicide Squad al terzo. Altri due film, L’Uomo d’Acciaio e Justice League, hanno incassato oltre 650 milioni di dollari ma non si sono avvicinati al miliardo di dollari. Joker e The Batman hanno performato bene, ma questi film esistono al di fuori del DCEU. Oltre a questi, lo studio non ha altri film che hanno raggiunto i 500 milioni di dollari, un’impresa che fa sembrare i risultati al botteghino del DCEU ancora peggiori.

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