Come noto, DC
Universe Infinite ha recentemente reso noti i quattro fumetti che hanno ispirato
il filmSuperman: Legacy, scritto
e diretto da James Gunn.
Questi sono: Superman: Birthright di Mark
Waid, Leinil Francis Yu e Gerry
Alanguilan (2003-04); All-Star Superman di
Grant Morrison e Frank Quitely
(2005- 06); Superman: Ending Battle di
Johns, Joe Casey, Joe
Kelly e Mark Schultz (2002); e
Superman: Brainiac di Geoff Johns e
Gary Frank (2008). Proprio rivelando quest’ultimo,
la DC potrebbe aver inavvertitamente svelato il villain del
film.
Quest’ultimo, infatti, vede l’alieno
ossessionato dalla conoscenza di nome Brainiac che rivolge le sue
attenzioni al pianeta Terra. Il cattivo, come noto, ha la tendenza
a recarsi in vari mondi per rapire la sua popolazione e le sue
città aggiungendole così alla sua vasta collezione di reperti
provenienti da ogni parte dell’universo. Naturalmente, Superman
cercherà di impedire che ciò avvenga anche alla Terra e alle sue
persone. Si tratterebbe di una buona storia per dimostrare il
legame che il supereroe ha sviluppato con il nostro pianeta e come
dunque egli si impegni al massimo pur di poterlo proteggere.
Al momento non si hanno però notizie
ufficiali riguardo il villain, dunque quella di Brainiac è una
possibilità da prendere con le pinze per il momento. È però
difficile pensare che la serie a fumetti con Brainiac
esplicitamente nel titolo venga inclusa in un elenco come questo se
poi l’iconico cattivo non fosse effettivamente coinvolto in qualche
modo nel film. Certo, James
Gunn potrebbe aver ripreso alcuni aspetti della storia e non
necessariamente l’antagonista, ma, appunto, sembra difficile
crederlo. Non resta però che attendere ulteriori notizie per poter
avere conferma di quanto ad ora riportato da The Direct.
Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul
film
Superman: Legacy, scritto e
diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting,
come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman: Legacy è il vero
fondamento della nostra visione creativa per l’Universo
DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC,
ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti,
dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il
mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Le lunghe e calde notti d’estate si
illuminano con la magia del grande schermo grazie a
Cinema Nights, l’iniziativa del Circuito
UCI Cinemas che offre ai cinefili e alle famiglie di tutta Italia
la possibilità di vedere i film più attesi della stagione e le
nuove uscite a un prezzo scontato negli spettacoli serali. A
partire dal 29 luglio i biglietti delle proiezioni
incluse nella promozione acquistati tramite i canali online del
Circuito costeranno solo 4.90 euro, 5,90
euro quelli acquistati direttamente alla cassa del cinema
o tramite ATM. Nei cinema Luxe aderenti il costo del biglietto
online sarà invece di 6.90 euro, 7,90 euro per l’acquisto in cassa
e presso gli ATM.
Le multisala che parteciperanno
all’iniziativa dalla domenica al mercoledì a partire dalle
ore 22:00 sono: UCI Bicocca (MI), UCI Orio (BG), UCI Luxe
Campi Bisenzio (FI), UCI Casoria (NA), UCI Lissone (MB), UCI Luxe
Marcon (VE), UCI Molfetta (BA), UCI Porta di Roma (RM), UCI Romagna
Savignano sul Rubicone (FC), UCI RomaEst (RM), UCI Verona (VR), UCI
Torino Lingotto (TO), UCI Reggio Emilia (RE), UCI Cinepolis
Marcianise (CE), UCI Fiume Veneto (PN), UCI Curno (BG), UCI
Alessandria (AL), UCI Arezzo (AR), UCI Showville Bari (BA), UCI
Firenze (FI), UCI Megalò (CH), UCI Certosa (MI), UCI Palermo
(PA).
A UCI MilanoFiori (MI), UCI
Pioltello (MI), UCI Perugia (PG), UCI Fiumara (GE), UCI Cinemas
Meridiana Bologna (BO), UCI Moncalieri (TO), UCI Montano Lucino
(CO), UCI Piacenza (PC), UCI Catania (CT) e UCI Luxe Palladio (VI)
la promozione sarà attiva dal sabato al mercoledì a partire
dalle ore 22:00.
A UCI Bolzano (BZ), UCI Villesse
(GO), UCI RedCarpet Matera (MT), UCI Seven Gioia del Colle (BA),
UCI Ferrara (FE), UCI Sinalunga (SI) e UCI Parco Leonardo (RM), il
divertimento inizia prima, saranno infatti incluse nella promozione
tutte le proiezioni in programma dalla domenica al
mercoledì a partire dalle ore 21:00.
Dopo il debutto nelle sale italiane
arriva in prima tv
Romantiche, divertentissima opera prima di
Pilar Fogliati, lunedì 31 luglio alle
21.15 su Sky Cinema Uno(alle 21.45 anche su Sky
Cinema Romance), in streaming su NOW e disponibile on
demand.
Nel film Pilar
Fogliati – oltre a curare la regia – interpreta quattro ritratti
ironici che danno vita a una commedia a episodi. Il film vede la
partecipazione di Barbora Bobulova,
Levante, DianeFleri, Giovanni Toscano,
Ibrahim Keshk, Emanuele Propizio
e Giovanni Anzaldo, con l’amichevole
partecipazione di Rodolfo Laganà ed
Edoardo Purgatori. Il soggetto è di
Giovanni Veronesi e Pilar
Fogliati. La sceneggiatura è di Giovanni Veronesi, Pilar
Fogliati e Giovanni Nasta. Il film è stato premiato con il Nastro
D’Argento 2023 per la Migliore attrice in un film commedia a Pilar
Fogliati e con il Globo d’Oro 2023 per la per la Miglior Commedia e
quello per la Miglior Attrice (sempre a Pilar Fogliati).
ROMANTICHE è una produzione INDIANA
PRODUCTION e VISION DISTRIBUTION, in collaborazione con SKY,
PRIME VIDEO e con OGI Film.
La trama del film
Le storie di quattro ragazze che
vivono a Roma e dintorni: Eugenia Praticò, l’aspirante
sceneggiatrice fuggita da Palermo per inseguire il successo, purché
sia di nicchia; Uvetta Budini di Raso, l’aristocratica, bella e
addormentata nel centro storico, che debutta nel mondo del lavoro;
Michela Trezza che sta per sposarsi e ama la sua vita di provincia
a Guidonia; Tazia De Tiberis, la bulletta di Roma nord che vuole
avere tutto sotto controllo, anche i desideri del suo fidanzato. E
tutte e quattro, a modo loro, cercano il loro posto nel mondo.
Lionsgate dopo la data di uscita ha
diffuso il trailer ufficiale di Saw X, il
nuovo horror del franchise di successo SAW che
vedrà il ritorno di Tobin Bell nei panni
dell’iconico personaggio Jigsaw/John Kramer. Il
decimo capitolo della serie di lunga data arriverà il 29 settembre
negli USA. Il film presenta Tobin Bell che ritorna nei panni
dell’iconico personaggio Jigsaw/John Kramer e si svolge tra il
primo film e il suo sequel. Anche Kevin Greutert , che ha diretto
Saw VI e Saw: The Final Chapter, torna a dirigere
Saw
X.
Il regista ha anche notato che
spera di mantenere il titolo provvisorio di Saw
X come nome del film, sottolineando che “torna
alle radici di ciò che rende Saw così
speciale”. Ha poi elogiato l’intero cast, inclusa la star di
ritorno Tobin Bell, così come altri che hanno lavorato al
film. “Spero che potremo usare il titolo Saw
X perché questo capitolo torna davvero
alle radici di ciò che rende Saw così
speciale per me e per tutti gli altri che amano la saga di John
Kramer“, ha detto Greutert. “Grazie di cuore a tutto
il cast, non tutti quelli che posso nominare qui ma inclusi Tobin
Bell, Shawnee Smith, Synnøve Lund, Steven Brand, Renata Vaca… e
tutti gli altri che hanno contribuito a realizzare tutto questo,
così come i produttori Mark Burg, Oren Koules, Ulrich Maier, Erick
Ahedo e Lionsgate per avermi affidato questa bestia sputa sangue di
una storia. Questo è un giorno incredibile per me, non vedo
l’ora che il mondo veda il film finale“.
L’ultimo film di
Saw,Spiral, è stato scritto da Josh Stolberg e
Pete Goldfinger e diretto da Darren Lynn Bousman, che in precedenza
aveva diretto Saw II, Saw
III e Saw IV. Il
film è stato generalmente considerato una delusione, con il
progetto che ha ricevuto recensioni contrastanti e ha incassato
solo circa $ 40 milioni al botteghino. Saw
X uscirà negli USA il 29 settembre 2023.
Sony ha
annunciato la data di uscita di Bad Boys
4, il film d’azione con protagonisti
Will Smith e Martin Lawrence e sequel di
Bad Boys for Life.La data di uscita di
Bad Boys 4 è fissata per il 14 giugno 2024. Questa
uscita estiva lo rende un film di alto profilo ed è sequel
all’ultima puntata, Bad Boys for Life del 2020, uscita il 17
gennaio. Il secondo film del franchise uscì il 18 luglio 2003,
mentre l’originale è uscito il 7 aprile 1995.
Chi sta realizzando Bad
Boys 4?
Bad Boys 4 è
diretto dai registi di Bad Boys for Life Adil El Arbi e Bilall Fallah
e scritto da Chris Bremner. Il duo di registi ha anche diretto
il film inedito di Batgirl con Leslie Grace e
Brendan Fraser e due episodi della serie Disney+ della Marvel Ms. Marvel. Poco si sa dei
dettagli della storia.Jerry Bruckheimer, Will Smith
per Westbrook, Doug Belgrad e Chad Oman produrranno, con Martin
Lawrence, James Lassiter, Mike Stenson, Barry Waldman e Jon Mone
come produttori esecutivi.
La data di uscita di
Madame
Web per il film Marvel che vede protagonista
Dakota Johnson di Sony è stata
leggermente anticipata nel calendario delle uscite. The Hollywood
Reporter ha dettagliato i vari ritardi
annunciati da Sony, insieme al piccolo cambio di data di uscita di
Madame
Web. Il film da solista del personaggio di
Spider-Man è stato spostato di due giorni dal 16 febbraio 2024
al 14 febbraio 2024.
Madame
Web di Sony è guidata da Dakota Johnson nei panni del personaggio
titolare di Spider-Man. Insieme a Johnson ci sono Sydney
Sweeney (Euphoria), Celeste O’Connor
(Ghostbusters: Afterlife), Isabela Merced
(Transformers: The Last Knight) ed Emma Roberts
(American Horror Story), insieme al candidato al Golden Globe
Tahar Rahim, Mike Epps (The Upshaws) e
Adam Scott (Severance).
Madame
Web è diretto da SJ Clarkson (Jessica Jones) da una
sceneggiatura scritta dagli sceneggiatori di Morbius Matt Sazama e
Burk Sharpless. Creata dallo scrittore Denny O’Neil e dall’artista
John Romita Jr. nel 1980, Madame Web è una sensitiva cieca che è
diventata una protagonista nel mondo di Spider-Man grazie ai suoi
legami con “The Great Web”, un costrutto multiversale che lega
insieme tutti i personaggi di “Spider” in tutto il multiverso. Nel
cast di Madame
Web sono stati confermati Dakota Johnson,
Sydney Sweeney, Isabela Merced,
Emma Roberts, Celeste O’Connor, Tahar Rahim, Mike Epps, Zosia
Mamet e Adam Scott.
Quando la Disney ha acquisito la
Lucasfilm per 4 miliardi di dollari, il piano
era quello di basare la nuova trilogia sequel di Star Wars su quanto
immaginato per essa da George Lucas. Anche se il
regista non sarebbe stato dietro la macchina da presa, questo
suggeriva che la saga da nove film dedicata agli Skywalker sarebbe
stata completata secondo la sua visione. Come noto, con i nuovi tre
film è invece poi stata presa la decisione di percorrere una strada
completamente diversa, con risultati non da tutti apprezzati.
Ora, nei commenti pubblicati per la
prima volta su The Star
Wars Archives – Episode I – III, 1999 – 2005 (tramite
SFFGazette.com), Lucas ha
finalmente rivelato come sarebbe stata strutturata la sua trilogia
sequel. “Dopo la vittoria dei Ribelli, non c’erano più
assaltatori nella mia versione della terza trilogia. Avevo
programmato che la prima trilogia riguardasse il padre, la seconda
trilogia il figlio e la terza la figlia e i nipoti“, ha
affermato Lucas. “Gli episodi VII, VIll e IX avrebbero preso
spunto da ciò che è accaduto dopo la guerra in Iraq“.
“Gli stormtrooper si rifiutano
di arrendersi quando la Repubblica vince. Vogliono essere
stormtrooper per sempre, quindi vanno in un angolo lontano della
galassia, fondando un proprio paese e la propria ribellione.“,
spiega poi il regista. “I gangster, come gli Hutt, stanno
approfittando della situazione e c’è il caos. La persona chiave è
Darth Maul, che era stato resuscitato nella serie The Clone Wars e
riunisce tutte le bande. Inizialmente ha una serie di gambe
cibernetiche simili a quelle di un ragno, e più tardi ha delle
gambe di metallo ma è un po’ più grande, simile ad un
supereroe“.
“Darth Maul ha addestrato una
ragazza, Darth Talon, che era nei fumetti, come sua
apprendista. Lei è il nuovo Darth Vader, e la maggior parte
dell’azione era con lei. Quindi questi erano i due cattivi
principali della trilogia. Maul alla fine diventa il padrino del
crimine nell’universo perché, con la caduta dell’Impero, prende il
sopravvento”, afferma Lucas. “Il tutto inizia alcuni anni
dopo Il ritorno dello Jedi e capiamo
abbastanza rapidamente che c’è questo mondo sotterraneo, ci sono
questi stormtrooper che hanno creato i propri pianeti e che Luke
sta cercando di riavviare l’ordine Jedi“.
“Sparge la voce, quindi su
100.000 Jedi, ne rimangono forse 50 o 100. Gli Jedi devono allora
crescere di nuovo da zero, quindi Luke deve trovare bambini di due
e tre anni e addestrarli. Ci vorranno però 20 anni prima che si
possa avere una nuova generazione di Jedi. I film parlano allora di
come Leia – voglio dire, chi altro potrebbe essere il leader? –
stia cercando di ricostruire la Repubblica. Hanno ancora l’apparato
della Repubblica ma devono tenerlo sotto controllo dai gangster.
Questa era la storia principale. Entro la fine della trilogia, Luke
avrebbe ricostruito gran parte dei Jedi, e avremmo avuto il
rinnovamento della Nuova Repubblica“.
“Leia sarebbe dunque diventata
Cancelliere Suprema, responsabile di tutto. Quindi si svela essere
lei la Prescelta“, conclude Lucas. Ci sono molte idee tra
quelle fornite da Lucas che probabilmente i fan avrebbero
apprezzato di più di quanto poi effettivamente raccontato dalla
trilogia Disney, incluso il
ritorno di Maul e l’introduzione
di Darth Talon. Anche le trame di Luke Skywalker e Leia Organa
sembrano un miglioramento rispetto a quanto visto, specialmente per
il primo dei due. Sfortunatamente, questa è la trilogia che non
vedremo mai, ma che potremo solo immaginare grazie alle parole di
Lucas.
Anche se Andrew Garfield
non può garantire che la sua versione di Spider-Man, vista nei due
film The Amazing Spider-Man,
sarà riproposta in futuro, l’attore vede “un potenziale
infinito” per il futuro della storia del suo Peter Parker.
Dopo essere stato protagonista dei due film Sony, Garfield ha
infatti poi ripreso il suo ruolo in Spider-Man: No Way
Home, dove ha fornito alcuni aggiornamenti su quanto
successogli nel corso degli anni passati tra l’ultimo dei due film
Sony e quello Marvel. Per One Take News, Garfield è ora
tornato ad affrontato il possibile ritorno nei panni del
personaggio.
“La storia non finisce
mai“, ha scherzato Garfield. “Sia che lo filmiamo o meno,
c’è una storia che accade in un universo, da qualche parte. C’è un
potenziale infinito con questo personaggio e altre
iterazioni“. Parole che alludono ma non rivelano, dunque,
lasciando potenzialmente aperte le porte ad un futuro ritorno di
Garfield come Spider-Man. Mentre Tom Holland e
Tobey Maguire
hanno entrambi avuto la propria trilogia di Spider-Man, Garfield è
l’unico del trio rimasto con due film da solista. Molti fan
hanno chiesto che The Amazing
Spider-Man 3 si concretizzasse, dando così all’attore la
possibilità di completare la sua trilogia.
Mentre resta da vedere se ciò
accadrà mai, ci sono state recenti voci secondo cui
Sam Raimi starebbe collaborando con Maguire per
realizzare lo Spider-Man 4 all’epoca inizialmente messo in
programma e poi mai realizzato. Con il solidificarsi dello
Spider-Verse della Sony, quindi, forse anche un altro film con
Garfield non è del tutto fuori discussione. Al momento, con gli
scioperi degli attori e degli sceneggiatori in corso, ogni
discussione a riguardo è sospesa, rimandando dunque eventuali
conversazioni a riguardo, così come anche quelle relative al quarto
film con protagonista Holland.
A24è una delle aziende
indipendenti più attive e conosciute nel mondo del cinema e della
televisione ora, ma un recente rapporto suggerisce che i loro
budget per i film sono diventati un po’ alti.Secondo
l’episodio più recente del podcast The Hot Mic con
i presentatori John Rocha e Jeff Sneider di Above the Line, Sneider
ha affermato di aver sentito da una fonte che i film più recenti di
A24 hanno avuto dei budget “strabilianti”.
“Fondamentalmente hanno
detto che i budget di A24 sono fuori controllo“, ha detto
Sneider. “Hanno speso 75 milioni di dollari
per Civil War di
Alex Garland, che è un po’ più commerciale per
A24… hanno detto di aver speso 70 milioni di dollari
per Beau is
Afraid“.Sneider ha continuato
menzionando che il prossimo Problemista di Julio
Torres con Tilda Swinton ha un budget di $ 12 milioni e
che anche il film Past Lives di Celine Song del
2023 aveva un budget di $ 12 milioni.
Ha continuato menzionando che
la sua fonte ha detto che “gli accordi che A24 ha firmato con
Showtime e con Apple hanno indotto i Manager a pensare che gli
streamer avrebbero pagato un sacco di soldi per i loro film a causa
del marchio A24“, ha continuato Sneider. “Ma la
verità è che gli streamer non pagano più quel tipo di cifre, quindi
ora A24 ha una lista di film molto costosa tra le
mani.”L’uscita più recente di A24 è il film
horror del 2023 Talk to
Me. Il prossimo film per la compagnia è Medusa
Deluxe, film poliziesco di Thomas Hardiman, così
come The Iron Claw, un film sulla vita della
famiglia di wrestling Von Erich.
Paramount+
ha diffuso il trailer ufficiale italiano di Evil
3, l’attesa terza stagione della serie tv EVIL.
La psicologa forense Kristen Bouchard (Katja Herbers) e padre
David Acosta (Mike Colter) continuano le loro indagini mentre il
sentiero verso la salvezza si fa sempre più tortuoso. Tra
tentazioni irrefrenabili e maledizioni da espiare, la nuova
stagione di EVIL
Le riprese della stagione 3 di
Evil
sono iniziate all’inizio del 2021, e i primi episodi debutteranno a
Luglio del 2023. Creato da Robert e Michelle King,
il resto del cast di Evil comprende Kurt Fuller
nel ruolo del Dr. Kurt Boggs, Marti Matulis nel
ruolo di George, Brooklyn Shuck nel ruolo di Lynn
Bouchard, Skylar Gray nel ruolo di Lila Bouchard,
Maddy Crocco nel ruolo di Lexis Bouchard,
Dalya Knapp nel ruolo di Laura Bouchard,
Christine Lahti nel ruolo di Sheryl Luria e
Michael Emerson nel ruolo del Dr. Leland
Townsend.
Una vita contro tendenza quella che
Sky
Documentaries in simulcast con Sky Arte cerca
di raccontare parlando di Sinéad O’Connor.
Disponibile anche su NOW e intitolato Nothing
Compares, la vita della cantante irlandese viene
messa sotto una lente diversa, fatta di voci e mai di volti.
Nessuno degli intervistati o la stessa O’Connor appaiono in video,
ma il documentario Showtime diretto da Kathryn
Ferguson pone al centro il fulcro della carriera
dell’artista, che va oltre l’aspetto fisico e le tendenze, da cui
la stessa Sinéad O’Connor è sempre fuggita. Il
documentario, che ha il titolo di uno dei suoi più grandi successi,
ha avuto la sua messa in onda americana nel 2022 e arriverà in
Italia su Sky Documentaries in prima serata il 30
luglio.
Nothing Compares, la
trama
“Volevano che avessi capelli
lunghi e indossassi gonne corte, così mi sono tagliata i capelli
cortissimi”, racconta Sinéad O’Connor in
Nothing Compares. Un gesto rivoluzionario
come rivoluzionaria è stata a tratti la sua vita, che viene qui
raccontata attraverso l’occhio di Kathryn
Ferguson. Non solo le performance dei suoi concerti e
della carriera che ha attraversato quasi un decennio ma anche
racconti di filmati in prima persona mai visti che l’artista ha
deciso di condividere. La voce fuori campo di altre personalità
appartenenti al mondo della musica racconta il punto di vista
esterno della vita dell’artista che lascia un’eredità musicale e
sociale al mondo: l’arte che si intreccia con la storia irlandese,
la religione e la politica.
Venendo da una società patriarcale,
la sua vita è stata dedicata a fare esattamente il contrario di
quello che le dicevano gli altri. Quindi se l’etichetta
discografica la voleva in un modo, lei prese la decisione di
rasarsi a zero e di indossare giacche di pelle oversize. La sua
immagine andava oltre il femminismo dell’epoca, era già moderna,
anticipando mode e discorsi di genere di circa quarant’anni. Se
però oggi parliamo di Sinéad
O’Connor come anticipatrice del movimento femminista,
all’epoca negli anni ’80 il suo atteggiamento contro corrente non
la fece ben vedere in primo luogo dalla casa discografica ma anche
dall’audience.
Io volevo urlare
Sinéad O’Connor ha
solo vent’anni quando canta Mandinka
davanti a Stevie Wonder e se il mondo vede la pop
star, una ragazza ribelle che ha deciso di tagliare i ponti con il
suo passato e di vivere lontano dalle imposizioni della cultura
irlandese, lei invece si emoziona pensando di aver cantato davanti
a uno dei suoi idoli musicali. Voleva solo urlare, che sia il suo
dolore, la sua vita, voleva solo cantare. Con Nothing
Compares 2 U raggiunge l’apice della sua carriera,
l’album da solista diventa presto uno degli album più venduti in
America e lei ha solo ventiquattro anni quando succede. Non è più
quella ragazzina di vent’anni, lo dice lei stessa. Diventa più
sicura, gioca con gli stili e con la moda, si diverte.
Così alla sua voce armoniosa si
sovrappongono immagini di vita vera che hanno caratterizzato il
decennio: le manifestazioni per la pace, mani di politici che si
stringono siglando l’ennesima alleanza contro una guerra infinita,
Audrey nel pilot di Twin Peaks
che balla. La stessa America che l’ha accolta con così tanto
entusiasmo è la prima che inizia ad affiggere cartelloni con la sua
faccia e un segnale di divieto. Durante un concerto all’aperto nel
New Jersey, la cantante si è rifiutata di far suonare l’inno
nazionale e nulla è più suscettibile degli americani.
La fede che vacilla
Alla fine di Nothing
Compares, nella sua lettera aperta, Sinéad
O’Connor ancora una volta racconta a testa alta il suo
punto di vista. In un mondo moderno dove la cancellazione è
all’ordine del giorno, la cantante irlandese l’ha provata per la
prima volta sulla pelle ma per i motivi opposti a quelli per cui si
combatte oggi. È diventata uno spettro, un eco contrario allo
stesso vento che voleva trascinarla via. Una voce che aveva smesso
di urlare, che era diventata un sussurro. La compassione, l’amore e
l’empatia auspicati da Sinéad O’Connor nei tesi
delle sue canzoni alla fine si sono realizzati nella sua Irlanda
che oggi appare trasformata, non più in bianco e nero, ma a colori.
Piccole tracce di Sinéad, la sua eredità.
“Mi hanno spezzato il cuore ma
non sono morta. Mi hanno seppellita, ma non sapevano fossi un
seme”.
Con la loro complessa personalità e
le terribili azioni commesse, i serial killer sono ormai una figura
ricorrente nella cultura di massa, divenendo anche protagonisti di
innumerevoli opere tra cui, naturalmente, i film. Che siano frutto
di fantasia come l’Hannibal Lecter di Il silenzio degli
innocenti o ispirati a reali assassini come quello del film
Zodiac, tali personaggi sono estremamente ricorrenti al
cinema. Nel 2019 è stato il turno di Ted Bundy,
uno dei più crudeli serial killer della storia degli Stati Uniti,
raccontato nel film Ted Bundy – Fascino
criminale (qui la recensione) diretto da
Joe Berlinger.
Il film, il cui titolo originale è
Extremely Wicked, Shockingly Evil and Vile, è l’adattamento
del libro The Phantom Prince: My Life with Ted Bundy,
scritto da Elizabeth Kendall, fidanzata di lunga
data dell’assassino. Non si tratta del primo lungometraggio
dedicato a Bundy, ma è certamente quello che ha ricevuto maggior
risalto mediatico tra tutti, merito anche della presenza di un cast
di noti attori. Dividendo le opinioni di critica e pubblico, il
film si è infatti guadagnato una buona popolarità, riportando le
attenzioni su una dei serial killer più crudeli di sempre, da molti
giudicato come l’incarnazione stessa del male.
Raccontato qui dal punto di vista
della sua storica compagna, Bundy viene affrontato sotto nuovi
aspetti e visto anche attraverso gli occhi di chi lo amava. Per gli
amanti di questo genere di racconti, si tratta di un titolo
imperdibile. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
vera storia dietro il film. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Ted Bundy – Fascino
criminale: la trama e il cast del film
La vicenda del film si apre nel
1969, quando la giovane Liz Kendall e
l’affascinante Ted Bundy intraprendono una
relazione. Per la donna, Ted sembra essere l’uomo perfetto, colui
che potrà prendersi cura di lei e di sua figlia. Pochi anni dopo,
nel 1975, tuttavia, il loro idillio sembra però spezzarsi
bruscamente nel momento in cui Ted viene arrestato con l’accusa di
aver rapito e ucciso diverse donne. Da quel momento ha inizio un
susseguirsi di processi e di prove schiaccianti, e mentre la
popolarità di Ted cresce enormemente, Liz è sempre più divisa tra i
sentimenti per l’uomo e il ribrezzo per ciò che questi sembra aver
commesso.
Ad interpretare il ruolo
dell’assassino Ted Bundy vi è l’attore Zack Efron.
Inizialmente, però, egli aveva rifiutato tale parte poiché era
preoccupato che il casting di qualcuno percepito come “bello”
poteva essere preso come una sorta di glorificazione
dell’assassino. Egli si decise infine ad accettare, intrigato dalla
complessa personalità del personaggio. Accanto a lui, nel ruolo
della compagna Liz Kendall vi è invece Lily Collins,
mentre Kaya Scodelario
è Carole Ann Boone, amica di Ted. Jeffrey Donovan
è John O’Connell, avvocato di Ted, mentre Jim
Parsons è Larry Simpson, avvocato dell’accusa. John Malkovich
recita infine nel ruolo del giudice Edward Cowart, a cui è affidato
il caso.
Ted Bundy – Fascino
criminale: la vera storia dietro il film
Quella di Ted Bundy è una vicenda
particolarmente complessa e ancora oggi oggetto di studio. Tra il
1974 e il 1978 egli ha ucciso un totale di 30 vittime accertate,
tutte giovani donne. Si sospettano però almeno altrettante vittime
a lui riconducibili. Bundy sfruttava il proprio fascino per
conquistare la fiducia delle donne, attirando la loro attenzione
fingendo di essere disabile o in difficoltà oppure impersonando
figure autoritarie. Egli era poi solito compiere i propri omicidi
tramite strangolamento o utilizzo di armi bianche, senza
risparmiarsi anche in stupri e atti di necrofilia. Dopo essere
stato identificato da alcuni testimoni, egli è infine stato
incarcerato una prima volta nel 1975.
Dotato di grande carisma, Bundy non
ebbe però mai problemi a sedurre quanti lo circondavano,
conquistando un seguito di fedeli pronti a difenderlo da ogni
accusa. Fuggito due volte di galera, egli venne definitivamente
catturato nel 1978 in Florida e condannato a morte in due processi
separati. Bundy fu dunque destinato alla sedia elettrica e
giustiziato la mattina del 24 gennaio 1989. Ancora oggi Bundy è
parte della cultura di massa. Molti sono gli studiosi che
ripercorrono le modalità con cui l’assassino riuscì a guadagnare
un’ampia schiera di fan. Si dimostrò così come la bellezza estetica
possa facilmente far passare in secondo piano le terribili gesta
commesse.
Ted Bundy – Fascino
criminale: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Ted Bundy – Fascino
criminale è infatti disponibile nei cataloghi di
Google Play, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di domenica 30luglio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Prima che Barbie uscisse nelle sale, la
colonna sonora del film è stata
gradualmente pubblicata, regalando al pubblico un
soundrack davvero molto bello, energico e variegato. Non
lascia perciò perplessi se le canzoni, sia quelle originali che
non, hanno subito raggiunto il successo, diventando alcune di
queste fra le più ascoltate e trasmesse. Nell’album del film,
intitolato proprio Barbie: The Album,
hanno partecipato una serie di cantanti noti, fra cui Dua Lipa, Billie Eilish e Sam Smith. La colonna sonora gioca
un ruolo molto importante all’interno di
Barbie poiché accompagna il pubblico, a
livello musicale, nelle varie fasi della bambola, da quelle felici
a quelle tristi. Vediamo quali sono le migliori canzoni.
Closer to Fine – The
Indigo Girls
Nell’energico
Barbie: The Album troviamo una canzone di
Indigo Girl, gruppo iconico degli anni ’80:
Closer to Fine, ma nel film è riportata come
cover, cantata da Brandi e Catherine Carlile. Closer to
Fine la sentiamo un paio di volte all’interno di Barbie, tipo
quando la bambola è alla guida della sua Chevrolet Corvette C1
rosa, in compagnia di Gloria e sua figlia Sasha, mentre stanno
tornando a Barbieland. La canzone è uno dei tanti momenti in cui il
gap generazionale tra Sasha e Gloria viene sottolineato. Infatti,
quando la musica risuona, Sasha se ne lamenta, mentre la madre la
elogia. Tra l’altro, Closer to Fine rappresenta molto bene
il succo del film della Gerwig,
ossia la lotta di Barbie Stereoptipo. Basti
pensare ad una frase all’interno del testo che dice: “Meno vedo
la mia fonte per qualche motivo definitivo, più mi avvicino alla
fine“.
Man I Am – Sam Smith
Nel soundrack di
Barbie c’è anche Sam
Smith che canta la brillante canzone Man I Am. La
si sente per la prima volta in sottofondo nella scena in cui
Barbie Stereotipo scopre che il suo
Ken ha trasformato Barbieland in Kendom, sottomettendo il suo
universo al patriarcato, presente nel mondo reale che, quando lui
si è recato lì, lo ha influenzato. Man I am è la scelta
perfetta per questo momento specifico, in quanto è un inno al
maschilismo obsoleto.
Push – Matchbox
Twenty
Nel terzo atto di
Barbie c’è una scena in cui tutti i
Ken, accanto ad un falò davanti alle loro Barbie, impugnano una
chitarra e cantano loro una canzone: Push dei Matchbox
Twenty. Pur non essendo un’originale, la canzone risuona in uno dei
momenti più esilaranti, poiché in realtà quella è l’occasione per
le Barbie di manipolarli e prenderli in giro
fingendo di essere interessate, solo per potersi riprendere
Barbieland. Prestando attenzione al testo si può cogliere l’ironia,
in quanto la canzone parla di una relazione abusiva in cui una
persona vuole dare per scontata l’altra. Considerato che Ken si
sente dato per scontato da Barbie, Push sta già spiegando
da sola perché i Ken abbiano fondato a Barbieland il
patriarcato.
Journey to the Real World
– Tame Impala
Fra le original song di
Barbie spicca poi Journey to the Real
World, un testo con musica molto breve ma incredibile. La
canzone si sente quando Barbie passa da Barbieland
al mondo reale insieme a
Ken a bordo della sua Corvette C1: le parole sono quanto più
azzeccate per descrivere il viaggio che sta compiendo
Barbie. Il pop psichedelico dei Tame Impala si
sposa bene in quella scena surreale in cui Barbie
e Ken attraversano diversi spazi e stagioni, cambiando poi anche
veicoli, rendendo la sequenza visivamente impattante.
Speed Drive – Charlie
XCX
Charlie XCX contribuisce al
soundrack di Barbie creando Speed
Drive, una canzone energica e divertente che riesce a
racchiudere tutte le vibes della vita di Barbie.
Si sente quando Barbie cerca di scappare dal
dirigente della Mattel e i suoi “scagnozzi”, i quali vogliono
prenderla per chiuderla nella sua scatola e farla così tornare nel
suo mondo magico. Il ritornello di Speed Drive, poi, fa
riferimento alla canzone di Toni Basil “Mickey”, ma cambia il testo
in “Hey, Barbie, you’re so fine“.
Barbie World – Nicki
Minaj, Ice Spice e Aqua
Quando pensiamo a
Barbie, nonostante tutte le canzoni originali che
il film regala,
non possiamo fare a meno di canticchiare Barbie Girl del
gruppo danese Aqua, sopra il cui testo Ava Max ha
ideato la versione più “femminista” Not your Barbie girl.
Nonostante la canzone sia iconica, gli Aqua non hanno potuto
partecipare all’album del film per alcuni attriti con Mattel, di
conseguenza Nicky Minaj e Ice
Spice hanno creato Barbie World, che campiona
l’iconica canzone e ne fa un remix davvero notevole. Barbie
World risuona nei titoli di coda, una scelta quanto più
azzeccata per poter salutare il film più atteso dell’anno.
Pink – Lizzo
Dopo l’iconico omaggio a 2001:
Odissea nello Spazio di Kubrik, il film apre la finestra
sul mondo magico di Barbieland, in cui ci immergiamo sin da subito
nella vita idilliaca e colorata della Barbie
Stereotipo di Margot Robbie. La seguiamo nella sua
quotidianità, da quando si alza e si fa la doccia, a quando fa
colazione, fino a quando vola dalla sua stanza alla sua auto per
farsi un giro in città. Questa scena, scenograficamente magistrale,
è accompagnata dalla canzone Pink di
Lizzo che, se si presta attenzione al testo,
inizia già a toccare alcuni temi femministi. Uno stralcio dice:
“Cosa indossi? Vestito o abito? In ogni caso, quel potere ti
sta benissimo“.
I’m Just Ken – Ryan
Gosling
Una delle scene più comiche e
divertenti di Barbie risiede alla fine
del secondo atto, quando
Ken si sta preparando alla guerra con gli altri Ken dopo
l’imbroglio al falò delle Barbie. Qui, un
incredibile ed eclettico Ryan Gosling intona I’m Just Ken, in
cui spiega le tristi emozioni di Ken, il quale percepisce che a
Barbieland non c’è un vero posto per lui e che Barbie lo dà per
scontato. Se infatti si riflette su quello che Barbieland
rappresenta, ci si accorge che lì le cose funzionano allo stesso
modo del mondo reale, solo che nel regno di Barbie
a vincere è il matriarcato, mentre in quello degli esseri umani il
patriarcato. Questo fa sì che la canzone non sia solo divertente,
ma anche riflessiva, poiché consente al pubblico di vedere le cose
dalla prospettiva di Ken e, in tal modo, immedesimarsi con lui.
Dance the Night – Dua
Lipa
Ancor prima che
Barbie uscisse nelle sale, la presenza di
Dua Lipa all’interno del film ha scatenato ed
eccitato moltissimi fan. La cantante, qui in veste di
Barbie Sirena, non si è però limitata a
interpretare una bambola, ma ha comunque contribuito a creare una
origin song diventata un successone. Dance the Night è
energica, spensierata, divertente, e risuona in una scena dalle
vibes anni ’80, ossia quando
Barbie organizza il mega party a casa sua (qui
troviamo anche una reference a La febbre del sabato sera).
In realtà, però, è proprio da quella canzone che
Barbie avverte una spaccatura al suo interno
poiché mentre balla inizia ad avere pensieri di morte che,
comunicandolo alle altre Barbie, interrompono la
canzone (salvo poi riprendersi). Dance the Night
caratterizza molto quel momento simbolico in quanto descrive anche
una persona che continua a ballare nonostante i sentimenti
negativi.
What Was I Made For –
Billie Eilish
Se le altre canzoni, pur nascondendo
un sottotesto tematico importante, mantengono un ritmo più o meno
energico e divertente, What Was I Made For di Billie Eilish è quella che invece ha una
musica più lenta e malinconica e che rappresenta il cuore emotivo
del film. What Was I Made For la sentiamo in due momenti
cruciali del
film: quando Barbie Stereotipo incontra
Ruth Handler all’inizio e quando poi viene
accompagnata, sempre da quest’ultima ma alla fine, in una sorta di
limbo. Il testo scritto e cantato da Eilish mette in discussione lo
scopo stesso dell’esistenza della bambola, perciò è funzionale alle
scene in cui incontra la sua creatrice. La canzone riesce così a
riassumere il tema principale del film: Barbie
all’improvviso prende coscienza di sé ed è in quel momento che
capisce di non sapere davvero quale sia il suo ruolo. What Was
I Made For diventa una canzone straziante quando, prendendo le
mani di Ruth, Barbie fa i conti con il mondo reale
e tutto ciò che comporta. Ma proprio come il
film, si conclude con una nota di speranza.
Affermatosi come uno dei più famosi
attori di action movie orientali, Jackie Chan ha
nel corso dei decenni dato vita a veri e propri titoli cult, dove
ha potuto sfoggiare il suo particolare stile di combattimento che
unisce le arti marziali alla mimica del cinema muto. Giunto ad
Hollywood, ha sempre più dato vita ad ibridi contenenti tanto le
sue tradizioni orientali quanto quelle del cinema statunitense. A
farlo entrare nell’Olimpo del cinema statunitense, è stato il film
del 1998 Rush Hour – Due mine
vaganti, un comico poliziesco dal successo
strepitoso. Nel 2001 è poi stato realizzato il primo sequel,
intitolato Colpo grosso al drago
rosso.
Come noto, il primo film si basava
su un improbabile duo di poliziotti, configurandosi dunque come un
Arma letale ma con più demenzialità e scene di
combattimento con arti marziali. Questo sequel diretto ancora una
volta da Brett Ratner, regista ache di
The Family Man, Red Dragon e Hercules – Il
guerriero, riprende la formula spostando però l’azione tra
Hong Kong e Las Vegas. Con un incasso di quasi 350 milioni di
dollari, questo secondo capitolo superò di gran lunga il successo
del primo film, configurandosi come il più grande successo
commerciale della storia per un film di arti marziali.
Per gli amanti del genere, per chi
ha giù visto il primo epico Rush Hour e in attesa di
vedere il terzo capitolo della trilogia, questo sequel è allora un
titolo da non perdere, che offre intrattenimento, epico
combattimenti e grandi risate. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e al suo sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Colpo grosso al drago
rosso: la trama del film
Dopo gli eventi del primo film,
l’ispettore Lee e il detective James
Carter, ormai grandi amici, hanno deciso di andare in
vacanza a Hong Kong. Tuttavia, quello che doveva essere un periodo
di riposo viene ben presto spezzato dall’esplosione di una bomba
presso l’ambasciata americana. Il caso viene subito assegnato a
Lee, il quale prende la faccenda sul personale: si scopre infatti
che il responsabile dell’accaduto è proprio Ricky
Tan, l’ex compagno di lavoro di suo padre. Tan, passato
poi capo della Triade, la più letale gang criminale di tutta la
Cina, ebbe un ruolo decisivo nella morte del padre di Lee.
Mentre le autorità americane e
cinesi si contendono la giurisdizione del caso, Lee e Carter
intercettano Tan sul suo yacht privato, nel bel mezzo di un party.
Qui, però, il boss afferma di essere stato incastrato dai suoi
nemici, ma proprio in quel momento la sua tirapiedi Hu
Li gli spara e scappa. Creduto a questo punto responsabile
della morte di Tan, a Lee viene tolto il caso e torna insieme a
Carter a Los Angeles. Qui i due, però, decidono di continuare a
investigare sul caso per conto loro: le tracce che seguono li
portano a Las Vegas, al casinò del Drago Rosso, dove ci sarà una
resa dei conti senza esclusione di colpi.
Colpo grosso al drago
rosso: il cast del film
Come noto, i produttori del primo
film erano poco convinti del fascino che l’attore Jackie
Chan poteva esercitare sul pubblico statunitense, ma dopo
il successo del primo film non ci furono più dubbi e Chan tornò ad
interpretare l’ispettore Lee. L’attore, notoriamente un maestro
d’arti marziali, ebbe modo di cimentarsi anche in questo caso in
diverse scene di lotta, senza ricorrere ad alcuna controfigura. Per
il ruolo del detective James Carter, invece, vi è ancora una volta
l’attore ChrisTucker, il quale
in questo film si lancia anche in un’imitazione di Michael Jackson
divenuta particolarmente celebre.
Accanto a loro, nei panni di Ricky
Tan vi è l’attore John Lone, celebre per il film
L’ultimo imperatore. Alan King, invece,
interpreta il corrotto uomo d’affari di nome Steven Reign.
L’attrice Zhang Ziyi, celebre per film come La
tigre e il dragone e La foresta dei pugnali volanti,
interpreta qui l’assassina Hu Li. La Ziyi non parla inglese e sul
set è dunque stata aiutata da Chan ad orientarsi nella
comunicazione con il regista. L’attrice Roselyn
Sanchez, invece, interpreta l’agente Isabella Molina,
mentre Don Cheadle è Kenny,
proprietario di un ristorante cinese. L’attore accettò il ruolo
solo a condizione di potersi battere con Jackie Chan.
Colpo grosso al drago
rosso: il sequel, trailer del film e dove vederlo in TV e in
streaming
Dato il successo del film, si parlò
da subito di realizzare un terzo capitolo della serie. Per questo
ci volle però più tempo del previsto. Solamente nel 2007 è infine
stato realizzato il terzo capitolo, intitolato Rush
Hour – Missione Parigi, ancora con Chan e Tucker
protagonisti. Dopo che anche questo ebbe ottenuto notevoli
guadagni, si iniziò a parlare della possibilità di realizzare un
quarto capitolo. Ad oggi, tuttavia, non sembrano esserci piani a
riguardo. Nel 2016, però, è stata realizzata una serie sempre dal
titolo Rush Hour, non interpretata dagli attori dei film
ma basata sulle stesse premesse.
È possibile fruire di
Colpo grosso al drago rosso grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Google Play. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
29 luglio alle ore 21:00 sul canale
20 Mediaset.
Ryan Gosling è uno
degli interpreti più brillanti degli ultimi anni e della sua
generazione. Attore sin da ragazzino, ha sempre dimostrato al mondo
le sue capacità recitative ma anche quelle di cantante e ballerino.
La sua è stata una lunga gavetta costellata da titoli importanti,
che lo ha portaato nel tempo a conquistare una grande fetta di
pubblico con i suoi talenti e a rimanere nell’immaginario
collettivo con i suoi ruoli.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Ryan Gosling.
2. Non solo attore, ma
anche sceneggiatore, regista e produttore. Nel corso della
sua carriera, Ryan Gosling non si è limitato al solo ruolo di
attore, ma ha vestito anche i panni dello sceneggiatore e regista
per il suo progetto intitolato Lost River (2014). Inoltre,
oltre ad aver prodotto questo film, l’attore ha partecipato anche
alla produzione di Blue Valentine, ReGeneration
(2010), Solo Dio persona e White Shadow
(2013).
Ryan Gosling in Young Hercules
3. È diventato celebre
grazie alla serie TV sul semidio. Dopo essere apparso nel
programma Mickey Mouse Club dal 1993 al 1995, la carriera
di Gosling ha preso subito il via con le serie Hai Paura del
buio? (1995), Piccoli brividi (1996) e Breaker
High (1997-1998). Ad averlo reso celebre è però stata la serie
Young Hercules, andata in onda dal 1998 al 1999 con una
stagione composta da 50 episodi. Gosling interpreta proprio il
giovane semidio, che in ogni episodio vive un’avventura
diversa.
Ryan Gosling in La La Land
4. Ha imparato la musica a
memoria. Secondo il compositore
Justin Hurwitz, tutte le esibizioni per pianoforte in La La
Land sono state registrate per la prima volta dal pianista
Randy Kerber durante la pre-produzione. In seguito, Gosling ha
trascorso due ore al giorno, per sei giorni alla settimana, a
sostenere lezioni di pianoforte, arrivando a suonare tutte le
sequenze pianistiche senza uso di doppia mano o CGI, distinguendosi
anche per le sue qualità canore.
Ryan Gosling in Drive
5. Si è preparato a lungo
per il ruolo. Per interpretare il silenzioso e
vendicativo e stuntman protagonista di Drive,
Gosling si è sottoposto ad un lungo addestramento come stuntman,
eseguendo poi personalmente molte delle acrobazie. Inoltre, il modo
insolito in cui egli tiene il volante nel film, con i pollici
piegati all’esterno piuttosto che agganciati all’interno del
manubrio, è in realtà il modo comune in cui gli stuntman tengono il
volante per evitare di rompersi i pollici durante gli impatti del
veicolo. Un dettaglio da Gosling appreso passando diverso tempo a
contatto con veri stuntman.
Ryan Gosling è Ken in Barbie
6. Ha accettato per dare
giustizia a Ken. Stando a quanto dichiarato dall’attore,
egli ha accettato il ruolo di Ken dopo aver visto la bambola Ken di
sua figlia sdraiata a faccia in giù nel fango accanto a un limone
schiacciato. Quindi ha fatto una a questa triste scena e l’ha
inviata alla regista Greta Gerwig, dicendo:
“Sarò il tuo Ken, la sua storia deve essere raccontata“.
Per l’attore, dunque, era importante rendere giustizia ad una
bambola troppo spesso bistrattata.
7. Ha fortemente voluto una
scena musical nel film. Il compositore Mark
Ronson ha scritto la canzone “I’m Just Ken” in
gran parte per scherzo, e ha registrato un demo per la Gerwig non
aspettandosi seriamente che fosse inclusa nella colonna sonora.
Tuttavia alla regista è piaciuta molto la canzone e quando l’ha
condivisa con Ryan Gosling, lui ha subito ritenuto che aggiungesse
moltissimo al personaggio di Ken, richiedendo dunque la sua
inclusione nel film con una vera e propria scena da musical.
Ryan Gosling ed Emma Stone
8. Hanno recitato in tre
film e sono davvero amici. Ci sono coppie di attori che,
pur non essendo fidanzate, hanno un’alchimia tale che diventa
esplosiva sul grande schermo. Questo è quello che succede quando
Emma Stone e
Ryan Goslilng appaiono al cinema ed è capitato in tutti e tre i
film a cui hanno collaborato: Crazy, Stupid, Love, Gangster Squad e La La Land. Tra i due
non c’è solo uno splendido rapporto sullo schermo, ma anche nella
vita reale. Infatti, i due attori sono molti amici, tanto da
ammettere che ognuno non potrebbe vivere senza l’altro.
Ryan Gosling, Eva Mendes e le
figlie
9. È sposato con la nota
attrice. Ryan Gosling ed Eva Mendes si sono
conosciuti sul set del film di Derek Cianfrance, Come un tuono,
nel 2011, iniziando a frequentarsi quasi da subito. I due attori,
che si sono sposati con una cerimonia privata nel 2016, hanno dato
vita a due bambine: Esmeralda Amada, nata nel
2014, e Amada Lee, nata nell’aprile del 2016. Il
caso ha voluto che sia proprio Gosling a cercare di convincere
Cianfrance ad ingaggiare la Mendes per il film, perché la riteneva
un’attrice sottovalutata e molto capace.
Ryan Gosling non è su Instagram
10. Non possiede un account
sul noto social. Contrariamente alla stragrande
maggioranza dei suoi colleghi, Gosling non è presente su Instagram
con un proprio profilo. L’attore è infatti notoriamente attento
alla propria vita privata e non gli piace condividere con altri
momenti o eventi della sua sfera personale. I suoi fan possono però
ritrovare su Instagram diverse fan page dedicate all’attore, grazie
alle quali si può rimanere aggiornati sulle sue attività.
Margot Robbie è
una di quelle attrici che ha saputo buttarsi nel mondo del cinema e
ha avuto il coraggio di farlo: grazie ai suoi ruoli, un po’
rischiosi, ha saputo dimostrare al mondo la sua bravura, riuscendo
ad conquistare un folto pubblico di ammiratori. Certo, la sua è una
bellezza disarmante così come lo è il suo talento per la
recitazione, tanto da non metterci molto prima di arrivare alle
grandi produzioni cinematografiche, mettendosi sempre in gioco.
2. Margot Robbie è anche
doppiatrice e produttrice. La carriera di Margot Robbie è
in continua espansione, tanto che è riuscita a svolgere delle
esperienze in qualità di doppiatrice e produttrice. L’attrice,
infatti, ha partecipato al doppiaggio del film d’animazione
Peter Rabbit (2018) e Peter Rabbit 2 – Un birbante in
fuga (2021), mentre ha lavorato alla produzione dei film
Tonya, Terminal,Dreamland (2019),
Una donna promettente (2020), Birds of Prey e
Barbie, ma anche delle serie Dollface
(2019) e Maid (2021).
Margot Robbie in The Wolf of Wall Street
3. Ha provato forte
imbarazzo sul set di The Wolf of Wall
Street. Sebbene la scena che ritrae Margot Robbie
mentre seduce Leonardo
DiCaprio nel film di Martin Scorsese
sia una delle più hot da lei girate, l’attrice ha ammesso di essere
stata pervasa dall’imbarazzo totale. Pare, infatti, che quella
scena sia stata girata in un piccola stanza con intorno una troupe
composta da circa 30 uomini. Nonostante ciò, la Robbie ha saputo
nascondere l’imbarazzo e sfoggiare tutto il suo charme.
Margot Robbie è Harley Quinn in Suicide Squad
4. Ha realizzato la maggior
parte delle sue performance. Per dare vita al personaggio
di Harley Quinn, Margot Robbie ha acquisito diverse abilità,
realizzando molte performance senza utilizzo di stuntman. Il
divertimento provato nell’interpretare la celebre antieroina,
infatti, era tale da aver spinto l’attrice a voler ricoprire quanto
più possibile il personaggio, anche nei momenti più pericolosi. Tra
le varie caratteristiche, l’attrice ha imparato a trattenere il
fiato per più di 5 minuti, arrivando quasi a sentirsi in
competizione con i propri stunt.
Margot Robbie in Babylon
5. È la protagonista
femminile del film. Nel film Babylon la Robbie interpreta l’aspirante attrice
Nellie LaRoy. Il personaggio era inizialmente stato affidato
ad Emma Stone, la quale dovette però
rinunciarvi per via di altri impegni. Il regista Damien
Chazelle scelse a quel punto la Robbie in quanto
“avevo bisogno di qualcuno assolutamente senza paura. Avevo la
sensazione che lei avrebbe attaccato. C’è questa sorta di famelica
spavalderia fisica in lei. D’altra parte, è anche la l’attrice
tecnicamente più abile con cui potresti sperare di lavorare come
regista“.
Margot Robbie in Tonya
6. Per diventare Tonya si è
allenata nel pattinaggio. Interpretare Tonya
Harding non è cosa facile, sia per quanto riguarda la sua
personalità, sia il modo di pattinare. Per prepararsi al meglio per
il ruolo, l’attrice australiana si è allenata per circa 4 mesi e
quasi tutti i giorni per poter pattinare in maniera disinvolta,
mentre per le parti coreografate impegnative e i salti sono stati
usati degli effetti speciali. Inoltre, la Robbie ha anche studiato
tante interviste rilasciate dalla vera Tonya per poter replicare la
sua parlata e come si muoveva, incontrandola poi solo una settimana
prima delle riprese per poter creare il personaggio senza farsi
troppo influenzare.
Margot Robbie in Barbie
7. Ha fatto una specifica
richiesta alla regista. In Barbie la Robbie
interpreta la bambola del titolo, un ruolo da lei accettato in
quanto si è fortemente fidata della visione della Gerwig per il
film. Tuttavia, l’attrice ha avuto una richiesta stravagante per la
regista prima di iniziare le riprese, ovvero quello di “avere
la Casa dei Sogni di Barbie dove c’è uno scivolo che va dalla
camera da letto fino alla piscina”. La Robbie ha infatti
dichiarato di essersi appassionata alle Barbie dopo che le fu
regalata la Casa dei Sogni per Natale. La sua richiesta, come il
film dimostra, è stata soddisfatta.
Margot Robbie non è più su
Instagram
8. Aveva un profilo
Instagram ufficiale. Come tanti suoi colleghi e coetanei,
anche Margot Robbie aveva deciso di aprire un proprio account
Instagram ufficiale, seguito da qualcosa come 15,4 milioni di
persone, cifre davvero da capogiro. L’attrice, tuttavia, non si è
mai dimostrata una fanatica del social, e negli scorsi mesi ha
infatti deciso di disattivare il proprio profilo. Per i fan,
tuttavia, è possibile seguire le tante fan page a lei dedicate,
grazie alle quali si potrà rimanere aggiornati sulle attività
dell’attrice.
Margot Robbie: chi è suo
marito
9. Margot Robbie è una
donna sposata. Della sua vita privata non si è mai saputo
più di tanto, soprattutto il versante sentimentale. Di lei si
sapeva che era fidanzata da diverso tempo con Tom
Ackerley, aiuto regista britannico. I due si sono
conosciuti nel 2013 sul set del film Suite Francese per non
lasciarsi più e sorprendere il mondo: dopo tre anni di
fidanzamento, infatti, sono convolati a nozze il 18 dicembre del
2016 in Australia, con una cerimonia molto intima ed emozionante.
Al momento i due non hanno avuto figli.
Margot Robbie: età e altezza
dell’attrice
10. Margot Robbie è nata il
2 luglio del 1990 a Dalby, in Australia. L’attrice è alta
complessivamente 1.68 metri.
Greta
Gerwig con Barbie, terzo film della regista
attualmente in sala, ha portato sul grande schermo una storia
pregna di riflessioni sulla nostra società, ma anche sul
significato insito nella bambola più famosa al mondo nata dalla
mente geniale (e si potrebbe dire rivoluzionaria) di Ruth Handler. Pur toccando una serie di
tematiche importanti, stimolando nello spettatore alcuni pensieri
sul mondo in cui vive, la pellicola non ha una trama complicata, ed
è per questo che riesce ad essere apprezzata da un pubblico molto
eterogeneo. Nonostante questo, il film lascia comunque delle
domande a fine visione, riguardanti anzitutto
Barbie stessa, ma anche il suo mondo magico.
Alcuni passaggi, infatti, non vengono approfonditi e questo fa
sorgere alcuni dubbi a riguardo, che probabilmente non verranno mai
sciolti. Cerchiamo di capire quali sono.
Come si viaggia tra i mondi?
Quando Barbie
inizia ad avere pensieri di morte e si accorge di avere cellulite e
piedi piatti, decide di rivolgersi subito – ma non senza alcun
timore – a Barbie Stramba, la quale le dice che non esiste una
spaccatura che la farà arrivare nel mondo reale, ma che deve
prendere una serie di veicoli, fra cui un astronave, un camper e
una nave, per poter andare e tornare. È definita come una membrana
che divide i due mondi, quello vero e quello dell’immaginazione, ma
in realtà il film non chiarisce mai se si tratta di un portale o
meno. Un’altra sequenza, poi, contribuisce a creare confusione sul
meccanismo in cui si può viaggiare da Barbieland al mondo reale e
viceversa: quando Barbie arriva da Mattel, loro le
dicono che per poter tornare a casa deve solo entrare nella sua
scatola rosa d’appartenenza. In tal modo il film suggerisce che
quello non sia altro che un portale che la può teletrasportare, ma
anche lì non viene approfondita la questione. Considerato poi che
la Mattel ha una stanza dei fantasmi che ospita la creatrice di
Barbie, Ruth Handler, è possibile che la scatola
sia magica. Oppure potrebbe essere scientifica, in grado di piegare
lo spazio e il tempo. Ad ogni modo, Barbie non risponde mai a
questa domanda.
Come fa il fantasma di Ruth Handler
a esistere?
Un’altra scena che lascia il punto
interrogativo è quella del fantasma di
Ruth Handler, l’inventrice di Barbie. Quando
Barbie Stereotipo sta scappando dalla Mattel che la vuole chiudere
nella scatola, si imbatte in una stanza dall’atmosfera calda e
familiare, situata all’interno del grattacielo, in cui incontra
un’anziana signora, che prima di salutarla le dice d’essere per
l’appunto Ruth Handler. Lei, però, è solo
un fantasma, ma il film non spiega mai come
il suo spirito rimanga in quella stanza, perché sia lì e non vada
nell’aldilà, e soprattutto quale sia il suo scopo. Solo alla fine
si capisce qualcosa in più, ossia che serviva come preparazione al
finale, nel quale appare a Barbieland per aiutare Barbie
Stereoptipo a trovare un senso alla sua vita. Il problema, però, è
che la sua eterea presenza non si adatta alla narrazione.
Chi ha creato Barbieland?
Barbieland è rappresentato come un
mondo tutto rosa e fluo in cui vive non solo la
Barbie creata dalla Handler, ma anche tutte le
altre Barbie pensate e realizzate dalla Mattel,
sia quelle ancora in produzione che non. Ognuna di esse rimane
legata alla bambina che usava giocarci insieme, la quale ha di
conseguenza il potere di abusare di lei o riempirla d’amore,
causando cambiamenti fisici ma anche di personalità alle bambole
nel loro regno magico. Nonostante questo, il film non spiega mai
davvero come Barbieland nasca, e tra l’altro non è neppure connesso
a
Ruth Handler. Una scena però sembra suggerire qualcosa: quando
i Ken prendono il controllo di Barbieland, la Mattel inizia
improvvisamente a produrre giocattoli Kendom nel mondo reale per
sfruttare la sua popolarità. Sembra perciò che il Kendom
sia entrato nella coscienza pubblica, ma non è mai
spiegato nel dettaglio come questo sia accaduto, come sia stato
possibile creare giocattoli in pochi minuti e cosa questo
misterioso creatore intendesse per Barbieland.
Perché Allan non è stato un
successo?
A Barbieland non vivono soltanto le
Barbie e i
Ken, ma c’è anche Allan (interpretato da Michael Cera), progettato per essere il
migliore amico di Ken, che quando fu creato prese il nome dal
genero di Handler. Allan, però, non è mai davvero considerato, anzi
è una bambola scartata di cui però non si spiega il motivo.
All’inizio, nell’introduzione all’universo magico di
Barbie, la voce narrante di
Helen Mirren spiega perché, ad esempio, la Barbie Incinta sia
andata fuori produzione, ossia poiché non era popolare. Per quanto
riguarda Allan, invece, non viene mai detto. Che sia perché è goffo
e impacciato? Perché è la versione opposta dei Ken? Non è dato
saperlo, eppure alla fine Allan è proprio quello che aiuta le
bambole ad abbattere il patriarcato, quindi non aver esplorato la
sua storia è stato un peccato.
Come arriva la Mattel a
Barbieland?
Dopo che Barbie
torna insieme a Sasha e Gloria nel suo universo magico, alcuni
operai iniziano a costruire un muro che possa tenere lontane le
persone del mondo reale da Barbieland. Questi vengono mostrati
quando Gloria e Sasha prendono la Corvette C1 di Barbie per tornare
a casa, prima di decidere di aiutare Barbie a
salvare Barbieland. A quel punto, la domanda sorge spontanea: come
ha fatto lo staff Mattel a intrufolarsi essendoci solo un modo per
entrare? Il
film non dà una risposta su come siano stati in grado di
superare i costruttori, ne salta proprio il passaggio, limitandosi
a mostrarli mentre si nascondono nella città. La scelta compiuta è
di convenienza, in quanto la loro presenza serviva per far
accettare loro l’idea di Gloria di una Barbie
ordinaria e creare un lieto fine. Sarebbe stato però più
interessante vederli entrare di soppiatto da una porta secondaria,
usare strumenti e armi segrete o manipolare il potere del
regno.
Le Barbie e i Ken hanno i genitali
sì o no?
Oltre a parlare di femminismo,
denuncie al patriarcato e scoperta di sé,
Barbie fa anche delle allusioni sessuali
implicite ed esplicite. Nel
film, però, c’è molta differenza fra una consapevolezza, seppur
inconscia, di
Ken, e l’indifferenza totale di Barbie sulla questione. Quando
ad esempio i due arrivano a Los Angeles, alcuni uomini molestano
Barbie, ma lei risponde loro dicendo che non ha genitali, mentre
Ken sostiene di averli. Sembra che Ken abbia una libido molto
forte, soprattutto perché pensa ad uccelli e api e tenta sempre di
passare la sera con Barbie, mentre quest’ultima
non è neanche lontamanete attratta da lui e non è neppure
interessata al romanticismo, il che fa pensare che sia colpa della
mancanza di parti intime. Seppur la scena finale sembri dare una
risposta alla domanda, il film non mostra mai davvero la scoperta
di Barbie (o Ken) di averli effettivamente, tanto
che gli spettatori si sono chiesti se Barbie abbia mentito ai
molestatori solo per metterli a tacere ma ne sia stata da sempre
consapevole o se un Ken, senza parti intime, avesse semplicemente
troppo testosterone in testa.
Netflix annuncia che i primi 7 episodi della seconda
stagione di DI4RI,
la serie italiana Netflix di successo per ragazzi creata da
Simona Ercolani prodotta da Stand By Me, saranno disponibili in
Italia dal 14 settembre 2023, e prossimamente in tutti i
Paesi in cui il servizio è attivo.
I giovani protagonisti
della serie Andrea Arru, Flavia Leone e
Fiamma Parente, insieme al regista Alessandro
Celli e alla showrunner Simona Ercolani, presentano oggi in
anteprima al Giffoni Film Festival la nuova stagione con la
proiezione del primo episodio e un incontro con i giurati della
sezione Elements (+10 anni) del Festival.
In questa seconda stagione
ritroviamo le vicende dei protagonisti che ora fanno parte della
3°D: Pietro (Andrea Arru), Livia (Flavia Leone), Isabel (Sofia
Nicolini), Daniele (Biagio Venditti), Monica (Federica
Franzellitti), Giulio (Liam Nicolosi), Mirko (Pietro Sparvoli) e
Arianna (Francesca La Cava). A loro si aggiunge la new entry Bianca
(Fiamma Parente), una ragazza talentuosa che si trova da subito
benissimo con il gruppo di amici di suo cugino Giulio. Nel cast
della serie, che vede la partecipazione di Pow3r e di Luciano
Spinelli, anche Emily Shaqiri (Katia) e Gabriele Taurisano
(Roby).
1 di 4
“Diari” Netflix
DI4RI, la seconda
stagione
Che cosa è successo ai
ragazzi della 2°D dopo l’occupazione? Saranno rimasti in classe
insieme nella scuola di Marina Piccola? E Livia avrà perdonato
Pietro dopo aver scoperto della scommessa? La seconda stagione di
DI4RI riparte dalle risposte a queste domande e dall’arrivo di un
nuovo personaggio, quello di Bianca, la cugina di Giulio, una
ragazza talentuosa e solare che saprà integrarsi nel gruppo con la
sua vitalità e la capacità di capire gli altri.
In questa seconda stagione
i nostri protagonisti affronteranno il loro terzo e ultimo anno di
medie. Un anno indimenticabile e carico di sfide, che si chiuderà
con la prima prova importante della loro vita, l’esame di terza
media, e con una scelta determinante: che cosa fare dopo? Se ognuno
dovrà prendere la propria strada, l’amicizia sopravviverà alla
separazione?
Anche in questa stagione
il racconto dei protagonisti rompe la quarta parete e si rivolge
direttamente allo spettatore: ogni episodio si concentra su uno dei
nove protagonisti, raccontando le dinamiche scolastiche attraverso
il suo punto di vista e, allo stesso tempo, affrontando con taglio
moderno e realistico la sua storia personale che diventa tematica e
universale. I temi affrontati sono diversi: la ribellione, l’ansia
per il proprio futuro, l’affermazione di sé, il bullismo femminile,
il senso di appartenenza ad un gruppo, l’accettazione dei nuovi
partner dei genitori, l’amore e l’amicizia. La verità e il realismo
con cui sono state raccontate le storie e le emozioni dei ragazzi
durante la prima stagione saranno il punto di forza anche della
seconda.
Dopo aver recitato per anni in
tantissimi film indipendenti, Greta Gerwig, nata
il 4 agosto del 1983 a
Sacramento, California, StatiUniti, ha stravolto la sua
carriera cominciando a lavorare anche dietro la macchina da presa,
diventando in breve una delle registe più promettenti della sua
generazione. Con i suoi film, campioni di incassi e pluricandidati
agli Oscar, ha portato sul grande scorso la ribellione e
l’emancipazione femminile, affrontando tematiche complesse con
grande intelligenza.
Ecco 10 cose che non sai di
Greta Gerwig.
Greta Gerwig: i suoi film da
attrice, da regista e da sceneggiatrice
1.Ha
recitato in celebri film. La sua carriera d’attrice
comincia nel 2006 quando partecipa ai film LOL (2006) e
Hannah Takes The Stairs (2007), entrambi diretti dal suo
mentore Joe Swanberg. Negli anni successivi
continua a sperimentare dietro e davanti la macchina da presa con
film come Baghead (2008), The House of the Devil
(2009) e Northern Comfort (2010). A cambiare completamente
la carriera della Gerwig è l’incontro con il regista Noah
Baumbach, con il quale la Gerwig lavora ai film Lo
stravagante mondo di Greenberg (2010), Frances Ha
(2012), Mistress America
(2015) e Rumore bianco (2023).
Lavora però anche nei film Damsels in
Distress (2011), To Rome With
Love (2012), Eden (2014), Il piano di
Maggie (2015), Jackie (2016) e Le
donne della mia vita (2016).
2. È anche
regista. Nel 2017 la Gerwig ha debuttato come regista in
solitaria (aveva già co-diretto un film nel 2008, Nights
and Weekends) con il film dal titolo Lady
Bird, con protagonisti Saoirse
Ronan e Timothée
Chalamet. In seguito ha diretto un nuovo adattamento
di Piccole
Donne con protagoniste ancora una volta la Ronan
e poi Emma
Watson, Florence
Pugh) ed Eliza
Scanlen. Nel 2023 arriva al cinema il suo terzo film
da regista, Barbie, con protagonisti
Margot
Robbie e Ryan
Gosling.
3. Ha firmato la
sceneggiatura di diversi film. Oltre ad aver recitato e
diretto, la Gerwig si è occupata anche di sceneggiatura, scrivendo
quelle dei film Hannah Takes the
Stairs (2007), Nights and
Weekends (2008), Northern
Comfort (2010), The Dish & The
Spoon (2011) e poi dei film Frances Ha, Mistress
America, Lady Bird, Piccole donne e Barbie. Il suo prossimo film in arrivo al
cinema per cui ha scritto la sceneggiatura è
invece Biancaneve (2024).
Greta Gerwig dirige Lady
Bird
4.È
stata candidata all’Oscar per il film. Con Lady
Bird la Gerwig ha avuto modo di raccontare molto del contesto
dove è cresciuta, inserendo nel racconto paure e speranze di una
ragazza che si trova davanti ad un momento decisivo della sua vita.
Il film ha poi ottenuto cinque candidature ai Premi Oscar, incluse
quelle per la Miglior sceneggiatura e Miglior regista per la
Gerwig, che è così diventata una delle sette donne candidate come
Miglior regia ai premi Oscar.
Greta Gerwig adatta il romanzo
Piccole Donne
5. Ha costruito una
particolare versione del film. La sceneggiatrice e regista
Greta Gerwig ha raccontato di aver lavorato a lungo affinché la sua
versione di Piccole donne rispecchiasse la storia della
scrittrice Louisa May Alcott, che ha attinto dalla
sua stessa vita per il suo lavoro. Gerwig ha detto di aver visto Jo
come l’eroina della sua giovinezza e Louisa May Alcott come
l’eroina della sua età adulta: “Quello che ha fatto è di aver
scritto e reso la vita di ragazze e donne un best-seller, ed è
stato straordinario“.
Greta Gerwig porta al cinema
Barbie
6. È una regista da
record. Sono bastati pochi giorni in sala perché il film
diretto da Greta Gerwig infrangesse numerosi record, concludendo il
suo primo weekend di apertura con un risultato che ha proietta la
regista nella storia. Barbie ha infatti fatto guadagnare
alla Gerwig un primato, quello di fine settimana di apertura più
alto per una regista donna a livello statunitense, mentre a livello
globale la Gerwig è la seconda regista con il miglior risultato
ottenuto in un fine settimana, seconda solo alla regista del film
Captain Marvel, che aveva
avuto un weekend a livello globale pari a 456,6 milioni di
dollari.
7. Si è opposta al taglio
di una specifica scena. Greta Gerwig si è rifiutata
di tagliare la scena con l’anziana
signora e Barbie alla fermata del bus, dicendo “amo così
tanto quella scena, e la donna anziana sulla panchina è la
costumista Ann Roth. È una leggenda. È un un momento che, in un
certo senso, non porta da nessuna parte e mi è stato suggerito di
tagliarlo, ma se avessi tagliato quella scena si sarebbe perso il
cuore del film“. La scena è il cuore del film perché mostra
quanto sia genuina Barbie ed è un promemoria di ciò per cui sta
combattendo. Dimostra che tutti i discorsi di Barbie e la sua
convinzione nell’emancipazione delle donne sono reali.
Greta Gerwig e Le Cronache di Narnia
8. Dirigerà due film per
Netflix. Netflix ha affidato a Greta
Gerwig la regia di due dei film che l’azienda produrrà
basandosi sulle storie de
Le Cronache di Narnia. Saranno dunque questi i prossimi
progetti della regista, che ha però dichiarato di non aver ancora
iniziato i lavori e di essere piuttosto spaventata all’idea di
confrontarsi per la prima volta con una storia fantasy. Ad oggi,
non sappiamo che tempi ci vorranno per poter vedere il primo dei
due film sulla piattaforma streaming, ma si tratta già di un
progetto molto atteso.
Greta Gerwig e Noah Baumbach
9. Ha una relazione con il
noto regista e sceneggiatore. La Gerwig vive a Manhattan
con il suo compagno, il regista e sceneggiatore Noah
Baumbach, suo partner dalla fine del 2011, dopo che si
sono conosciuti sul set di Lo stravagante mondo di
Greenberg, da lui diretto e da lei interpretato. Insieme hanno
poi lavorato ai film Frances Ha, Mistress America e
Rumore Bianco, avendo inoltre scritto insieme i primi due
di questi tre film come anche Barbie. Nel marzo 2019, è
stato annunciato che Gerwig aveva dato alla luce il loro primo
figlio, un maschio. Il loro secondo figlio, un altro maschio, è
nato nel febbraio 2023.
Greta Gerwig è su Instagram?
10. Non possiede un account
ufficiale. Purtroppo a oggi Greta Gerwig non possiede un
account Instagram ufficiale, né tanto meno nessun
altro account social personale. Tuttavia, è possibile seguire le
sue vicissitudini professionali tramite il nostro sito ufficiale o
tenendo sotto controllo gli account dedicati ai suoi film più
famosi o alle fanpage a lei dedicate.
Molti dei film dello sceneggiatore e
regista Christopher
Nolan sono caratterizzati da narrazioni complesse e
non lineari, caratteristica che ha reso il suo cinema dotato di una
forte personalità. Il regista, il cui nuovo film
Oppenheimer (qui la recensione) arriverà in
Italia il 23 agosto, ha ora spiegato perché si avvicina alla
narrazione per cinema in questo particolare modo. Sebbene
ampiamente noto per il suo lavoro sulla trilogia de Il cavaliere oscuro,
molti dei film di Nolan, come The Prestige, Inception e fino al recente
Tenet, richiedono più visioni per poter
essere veramente compresi.
In una recente intervista con il
canale YouTube HugoDécrypte per promuovere il
suo nuovo film, Nolan, usando la battuta presente in Tenet,“Non cercare di capirlo, sentilo”,
come premessa alla sua spiegazione, ha dichiarato che: “Non
vedo i film in termini di equilibrio tra semplicità e complessità,
penso che sia più una questione che ha a che fare col mistero. Le
nostre aspettative nei confronti dei film, grossomodo per tutta la
mia vita, ma soprattutto dagli anni ’50, sono state influenzate
dalla televisione e dalle sue aspettative. E a volte non è il
massimo“.
“Per questo spesso uso strutture
non cronologiche, non lineari. – ha poi continuato a spiegare
Nolan – Questa cosa era un espediente che veniva sfruttato
molto nell’era del cinema muto, nei primi film sonori, fino
all’arrivo della televisione. Poi la televisione ha imposto un
approccio più lineare e semplice, a causa del modo in cui abbiamo
iniziato a guardarla dagli anni ’50 in poi. In seguito, quando sono
arrivati l’home video e i DVD e ora lo streaming, siamo nuovamente
tornati a essere più avventurosi perché puoi guardare qualcosa,
fermarlo, riavvolgerlo e rivederlo. E possiamo creare narrazioni
più dense e complesse“.
“Ma a conti fatti, –
conclude Nolan – la cosa fondamentale riguardante l’esperienza
di una sala cinematografica piena di persone, è che dovrebbe essere
un’esperienza incentrata sul mistero. Non desideri capire l’intera
storia fin dall’inizio. Altrimenti, non c’è nulla da svelare e
scoprire. Quindi, in realtà, il compito del regista è cercare di
essere un po’ avanti rispetto al pubblico, non troppo avanti, non
troppo indietro. Quando sei indietro rispetto al pubblico, il
pubblico capisce le cose prima che tu le spieghi, e il pubblico
rimane frustrato in un altra maniera.”
Tutto quello che sappiamo sul
film Oppenheimer
Scritto e diretto
daChristopher Nolan,
Oppenheimer è un
thriller storico girato in IMAX che porta il pubblico
nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve
rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare. Il film è
interpretato da Cillian
Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer e
da Emily
Blunt nel ruolo della moglie, la biologa e
botanica Katherine “Kitty” Oppenheimer. Il premio
Oscar Matt
Damon interpreta il generale Leslie Groves Jr.,
direttore del Progetto Manhattan, e Robert Downey Jr.
interpreta Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione
statunitense per l’energia atomica. La candidata all’Oscar Florence
Pugh interpreta la psichiatra Jean Tatlock,
Benny Safdie interpreta il fisico teorico Edward
Teller, Michael Angarano interpreta Robert Serber
e Josh Hartnett
interpreta il pionieristico scienziato nucleare americano Ernest
Lawrence. Il film è anche interpretato dal vincitore
dell’Oscar Rami
Malek e questo film vede Nolan riunirsi con
l’attore, scrittore e regista otto volte candidato
all’Oscar Kenneth
Branagh. Il cast comprende anche Dane DeHaan
(Valerian e la città dei mille pianeti), Dylan
Arnold (serie Halloween), David Krumholtz
(La ballata di Buster Scruggs), Alden Ehrenreich
(Solo: A Star Wars Story) e
Matthew Modine (Il Cavaliere Oscuro – Il
ritorno).
Il film è tratto dal libro vincitore
del premio Pulitzer American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert
Oppenheimer di Kai Bird e del compianto
Martin J. Sherwin. Il film è prodotto da
Emma Thomas, Charles Roven di
Atlas Entertainment e Christopher Nolan. Oppenheimer è girato sia
in IMAX 65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include,
per la prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica
IMAX in bianco e nero. I film di Nolan, tra cui Tenet, Dunkirk, Interstellar, Inception e la
trilogia del Cavaliere Oscuro, hanno incassato più di 5 miliardi di
dollari al botteghino mondiale e sono stati premiati con 11 Oscar e
36 nomination, tra cui due nomination come miglior film.
I Marvel Studios hanno pubblicato il primo
poster per Loki 2, ovvero la seconda
stagione della serie LOKI,
e su questo possiamo ritrovare quelle che potrebbero essere diverse
varianti del Dio dell’Inganno che corrono in tondo su un cronometro
che altri non è se non Miss Minutes. Il poster in
sé non rivela molto oltre a questo, anche se quelli presenti
sembrano tutti costumi che abbiamo visto indossare nella serie alla
variante Loki di Terra-616. Uno di questi potrebbe anche essere
quello che gli è stato visto indossare nella scena post credits di
Ant-Man and The Wasp:
Quantumania.
Indipendentemente da ciò, il poster
comunica una vera e propria corsa contro il tempo, che Loki dovrà
intraprendere per salvare la situazione. Con il poster inizia
inoltre il conto alla rovescia di 100.000 minuti
che ci separano dal ritorno di Loki su Disney+. Abbiamo sentito rumori secondo
cui un trailer verrà rilasciato a breve, forse già nei prossimi
giorni. In attesa di poterlo vedere e di scoprire cosa questo ci
rivelerà in più sulla serie, ecco qui di seguito il post
dell’account ufficiale Loki su X (ex
Twitter), che ci rivela il poster:
Loki 2, tutto quello che
sappiamo sulla seconda stagione
LOKI
2 sarà la “prima seconda stagione in assoluto” dello
studio, e che tornerà a raccontare le imprese del Dio
dell’Inganno e dei suoi tentativi di preservare l’integrità del
Multiverso. La sinossi ufficiale rilasciata dalla Disney recita:
“la seconda stagione di Loki riprende all’indomani dello
scioccante finale di stagione, quando Loki si ritrova coinvolto in
una battaglia per l’anima della Time Variance Authority. Insieme a
Mobius, Hunter B-15 e a una squadra di personaggi vecchi e nuovi,
Loki naviga in un Multiverso in continua espansione e sempre più
pericoloso alla ricerca di Sylvie, Judge Renslayer e Miss Minutes
per comprendere su cosa significhi possedere il libero arbitrio e
uno scopo glorioso“.
Tom Hiddleston
interpreterà naturalmente il Dio dell’inganno, mentre è confermato
anche il ritorno di
Owen Wilson e Sophia DiMartino,
così come l’arrivo della new entry Ke Huy
Quan, reduce dalla vittoria dell’Oscar per
Everything Everywhere All at Once.
Jonathan Majors tornerà invece nel ruolo di Kang,
anche se il suo personaggio non viene citato nel sinossi. La
seconda stagione di Loki, infatti, dovrebbe fornire
agli spettatori maggiori indizi su quello che sarà il suo futuro
nell’MCU. Il debutto della nuova
stagione è previsto su Disney+ per il
6 ottobre.
Kraven il
cacciatore, l’atteso film con Aaron
Taylor-Johnson nel ruolo del celebre cacciatore della
Marvel, si sposta infatti da
un’uscita inizialmente prevista per il 6 ottobredi quest’anno al 30 agosto 2024.
Un rinvio decisamente importante, dovuto all’impossibilità del
protagonista Taylor-Johnson di impegnarsi in un tour promozionale a
livello mondiale. Anche per il sequel Ghostbusters:
Firehouse, con protagonista Paul Rudd c’è stato un
significativo rinvio, dal 20 dicembre 2023
al 29 marzo 2024, ovvero il fine settimana di
Pasqua del prossimo anno.
Più prevedible e già in qualche
modo anticipato è invece il rinvio di Spider-Man: Beyond the
Spider-Verse, il terzo film del franchise animato
di successo, che al momento è stato del tutto privato di
una data di uscita. Il film sarebbe dovuto arrivare nei
cinema dal 29 marzo 2024. Ma a causa delle
interruzioni dovute agli scioperi, il cast vocale non può
completare la registrazione dei dialoghi in tempo per l’apertura
primaverile, ha detto una fonte Sony, e in più il lavoro sulla
post-produzione del film sarebbe ancora da completare. Nelle
prossime settimane è attesa una nuova data.
Anche il riavvio della saga di
Karate
Kid è stato rinviato dal 7 giugno
2024 al 13 dicembre 2024. Buone notizie
invece per i fan di Dakota Johnson,
che potranno vedere il film dello Spider-Verse della Sony, Madame Web, il
giorno di San Valentino del 2024, quindi due
giorni prima rispetto all’uscita prevista per il 16
febbraio. Anche Venom 3 ha ora ricevuto
una data di uscita ufficiale, fissata al il 12 luglio
2024, mentre Bad Boys 4 è atteso in
sala per il 14 giugno 2024. Occorrerà però vedere
se, dovessero protrarsi a lungo gli scioperi, tali date verranno
confermate o cambiate.
Questo terremoto in casa Sony è
solo la punta dell’iceberg di un problema che nelle prossime
settimane potrebbe riguardare tutti gli studi di produzione con
grandi film in uscita nei prossimi mesi. Con le produzioni sospese
e le star impossibilitate a partecipare tanto a riprese quanto ad
eventi promozionali, più major si troveranno infatti a dover
aggiorneranno le proprie uscite in sala, come nel caso della Warner
Bros., che Variety ha riferito in precedenza sta valutando la
possibilità di rimandare l’epopea fantascientifica
Dune: Parte 2 nel 2024 o stesso discorso per la Disney con The
Marvels. Non resta dunque che attendere sviluppi di questa
difficile situazione.
Ci sono storie che sembrano non
poter esistere se non nei film. Molto spesso, però, sono proprio
questi a prendere spunto da eventi realmente accaduti, che
dimostrano dunque l’imprevedibilità dell’esistenza e dell’animo
umano. Se nel film BlackKklansman di Spike Lee un
agente della polizia afroamericano riesce ad infiltrarsi nel Ku
Klux Klan, in Migliori nemici si narra
invece dell’amicizia nata tra il leader del Ku Klux Klan e una nota
attivista per i diritti degli afroamericani. Una storia che pone
dunque a confronto due mondi lontanissimi, che vengono finalmente
qui a confronto, dimostrando la possibilità sempre esistente del
cambiamento.
Scritto e diretto nel 2019 da
Robin Bissell, qui al suo esordio alla regia, il
film è tratto dal libro The Best of Enemies: Race and
Redemption in the New South, scritto da Osha Gray
Davidson. Tale opera, che riporta alla luce un evento
chiave nelle battaglie per l’integrazione della comunità di colore
negli Stati Uniti, ha suscitato da subito un grande interesse,
spingendo alcuni studios cinematografici a produrne l’adattamento
per il grande schermo. Migliori nemici ripropone così
quell’incredibile amicizia, affermandosi come un film ricco di
colpi di scena, testimonianze storiche e rilevanza sociale,
specialmente in tempi notoriamente difficili per gli USA e il
mondo.
Per tutti gli appassionati di
storia, il film è dunque un buon titolo da recuperare per saperne
di più su tale vicenda. Probabilmente in alcuni passaggi sarebbero
serviti approfondimenti ulteriori, ma Migliori nemici
rimane ugualmente un buon prodotto, specialmente per il suo
messaggio. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
storia vera. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio
catalogo.
Migliori nemici: la trama
e il cast del film
La storia si svolge nel 1971, quando
a seguito di un terribile incendio scoppiato in una scuola per
studenti di colore, nella città di Durham, iniziano a verificarsi
tumulti e dissensi tra gli abitanti: i bianchi radicali rifiutano
infatti l’integrazione degli studenti di colore nelle loro scuole,
portando a numerosi scontri. L’afroamericano laureato e
progressista, Bill Riddick decide allora di
tentare la via del dialogo e fare ricorso ad un dibattito,
consapevole dei rischi. Riddick invita infatti a fare da
rappresentati per i due gruppi etnici a confronto il capo
carismatico del Ku Klux Klan, C. P. Ellis, e
l’agguerritissima attivista per i diritti dei neri, Ann
Atwater. Due mondi opposti destinati a scontrarsi.
Ad interpretare l’attivista Ann
Atwater vi è l’attrice Taraji P. Henson, celebre
per film come Il curioso caso di Benjamin Button e Il
diritto di contare. Per prepararsi al ruolo, l’interprete ha
approfondito la personalità della Atwater, con l’obiettivo di
rappresentarla nel modo più accurato possibile. Il premio Oscar
Sam Rockwell
interpreta invece Claiborne Paul Ellis, il leader del Ku Klux Klan.
Per questo ruolo, Rockwell si è concentrato sul non giudicare il
suo personaggio e il suo pensiero, cercando di attenersi alla
realtà storica. Nel film sono poi presenti anche gli attori
Babou Ceesay nei panni di Bill Riddick,
Wes Bentley in quelli di Floyd Kelly e
Anne Heche per la parte di Mary Ellis.
Migliori nemici: la vera
storia dietro il film
Come anticipato, quella narrata in
Migliori nemici è una storia vera, raccontata tanto nel
libro The Best of Enemies quanto nel documentario An
Unlikely Friendship, da cui il film ha tratto ispirazione.
Partendo da queste fonti, il film di Bissell si attiene quanto più
possibile ai reali fatti storici. Gli scontri razziali nella
Carolina del Nord del 1971 sono infatti un evento ampiamente
documentato, che videro tra gli episodi più cruenti l’incendio in
una scuola elementare nella città di Durham. Da questo evento la
comunità si spacca in due circa la questione di ammettere o meno
gli alunni di colore nelle classi fino a quel momento per soli
bianchi.
Poiché la questione generò un forte
malcontento, con un’evidente difficoltà ad arrivare ad un accordo
ultimo, venne chiamato a gestire la cosa il mediatore Bill
Riddick. Egli, con una mossa tanto azzardata quanto
rivoluzionaria, chiamò a confrontarsi sulla questione la Atwater e
Ellis. Quello che sembrava dover essere uno scontro irrisolvibile,
diede invece ai due la possibilità di conoscersi meglio e conoscere
meglio le rispettive culture. Da qui nacque una profonda amicizia,
votata al sostegno reciproco della comunità locale. Ellis, dal
canto suo, abbandono il Klan, rinnegandolo e strappando
pubblicamente la propria tessera. Un cambiamento ideologico che
dimostra come l’essere umano abbia sempre la possibilità di
cambiare in meglio.
Migliori nemici: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Migliori nemici grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple
TV+, Prime Video e
Infinity+. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 28 luglio alle ore 23:05
sul canale Rai Movie.
Sin dal suo esordio nel 1996 con
Sydney, il regista Paul Thomas Anderson
si è imposto come uno dei maggiori autori cinematografici
contemporanei. Con le sue opere ha scandagliato l’animo umano e la
sua storia nel corso del tempo, consacrandosi con titoli come
Il petroliere e
The Master, indicati come
due tra i film più importanti del nuovo millennio. Nel 2017
Anderson regala poi al mondo un nuovo capolavoro, Il
filo nascosto (qui la recensione), dove ancora
una volta va a scavare nei rapporti umani, nelle loro dinamiche ed
equilibri. Ne nasce un’opera tanto delicata quanto potente, con una
storia destinata a rimanere eternamente nella memoria.
Interessatosi al mondo della moda
londinese degli anni Cinquanta, Anderson era in cerca di una storia
quando si ammalò improvvisamente. Fu sua moglie, l’attrice
Maya Rudolph a prendersi cura di lui, ispirando
nel regista l’idea giusta. Anderson raccontò infatti di aver temuto
per un momento che sua moglie godesse del suo malanno, così da
poterlo accudire a proprio piacimento. Se questa sia o meno
un’esagerazione raccontata dal regista non è noto, ma l’evento gli
ha certamente permesso di iniziare a svolgere una serie di ricerche
per unire il contesto di suo interesse ad una storia dai torbidi
rapporti tra i protagonisti.
Il filo nascosto si affermò
poi come uno dei film più acclamati dell’anno e più importanti del
decennio. Guadagnò infine anche 6 nomination al premio Oscar, tra
cui miglior film e miglior regia. Per tutti gli appassionati di
film intensi e imprevedibili, questa è un’opera assolutamente
imperdibile. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
sue frasi più belle. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Il filo nascosto: la trama
del film
Nella cornice glamour e scintillante
della Londra degli anni Cinquanta, il sarto Reynolds
Woodcock dirige insieme con sua sorella
Cyril la celebre House of Woodcock, inconfondibile
marchio di stile e bellezza, richiesto da reali, stelle del cinema,
ereditiere e nobildonne. Nonostante la conoscenza dei desideri e
della figura femminile, lo scapolo impenitente considera l’amore un
privilegio precluso a un artista del suo calibro, e preferisce
intrattenersi con donne diverse che gli forniscono la giusta dose
di ispirazione e compagnia. Finché non incontra
Alma, ragazza ambiziosa e caparbia che riesce a
insinuarsi nel suo cuore come musa e come amante, sconvolgendo da
un giorno all’altro la sua perfetta vita su misura.
Il filo nascosto: il cast
del film
Ad interpretare il ruolo dello
stilista Reynolds Woodcock vi è l’iconico attore Daniel Day-Lewis. Tre
volte premio Oscar, egli è noto per il suo studio maniacale dei
personaggi interpretati. Per Il filo nascosto non ha fatto
eccezioni, immergendosi completamente nel contesto della moda
londinese e costruendo il carattere del personaggio basandosi su
veri stilisti dell’epoca. L’attore prese inoltre lezioni di
sartoria, arrivando infine a realizzare di proprio pugno un abito
per sua moglie. La sua grande interpretazione lo ha infine portato
ad ottenere la sua sesta nomination all’Oscar. L’aver partecipato a
tale film si è però rivelata un’esperienza estremamente intensa
emotivamente, dopo la quale Day-Lewis ha annunciato il suo ritiro
definitivo dal mondo della recitazione.
Nei panni di Alma vi è invece
Vicky Krieps. Grazie a questo film l’attrice ha
avuto modo di ottenere fama mondiale, dovendo però superare a sua
volta le difficoltà del set. L’attrice ha avuto pochi contatti con
Day-Lewis, a cui si doveva rivolgere sempre con il nome del suo
personaggio. Nei panni della sorella di Reynolds, Cyril, vi è
invece l’attrice Lesley Manville. Questa ebbe
invece modo di conoscere Day-Lewis molto prima delle riprese, così
da poter sviluppare con lui quella reciproca intesa necessaria ad
un rapporto tra fratelli. Anche per lei è poi arrivata una
nomination all’Oscar come miglior attrice non protagonista. Nel
film sono poi presenti gli attori Camilla
Rutherford nei panni di Johanna, Gina
McKee in quelli di Henrietta Harding e Brian
Gleeson per il dottor Robert Hardy.
Il filo nascosto: le frasi
più belle, il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il filo
nascosto è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Google Play, Apple
TV+ e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di venerdì 28 luglio
alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Qui di seguito si riportano invece
alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai
personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente
comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate
personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del
film:
Si può cucire quasi ogni cosa
nella stoffa di un soprabito. Da bambino ho cominciato a…
nascondere cose nelle fodere dei vestiti, solo io ne conoscevo
l’esistenza… segreti. (Daniel Day-Lewis)
Mi sembra di averti cercata per
moltissimo tempo. Tu sei molto bella… bellissima. Ci sono alcune
cose che voglio fare, cose che non posso fare senza di te.
(Daniel Day-Lewis)
Reynolds ha realizzato i miei
sogni e io gli ho dato in cambio ciò che desidera di più: ogni
singola parte di me… (Vicky Krieps)
Posso metterti in guardia? Mio
fratello tende a sentirsi condannato, crede che l’amore gli sia
precluso (Lesley Manville)
Qualunque cosa farai… falla con delicatezza (Vicky
Krieps)
Divenuto popolare grazie alla serie
SKAM Italia, Rocco Fasano è oggi uno
degli interpreti più ricercati della sua generazione. Attivo tra
cinema e televisione, ma non solo, egli si sta distinguendo grazie
alla scelta di progetti capaci non solo di valorizzarlo come
interprete ma anche di porlo dinanzi a sempre nuove sfide. Proprio
per questa sua sensibilità e capacità di mettersi in gioco, è ora
uno degli attori più promettenti per il futuro.
Ecco 10 cose che non sai su
Rocco Fasano.
Rocco Fasano: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in note
serie TV. Nel 2016 Fasano debutta in televisione con la
miniserie Hundred to Go, per poi ottenere grande
popolarità grazie al ruolo di Niccolò nella serie SKAM
Italia, con Ludovica
Martinoe Federico Cesari,
ricoprendo il ruolo di co-protagonista nella seconda stagione. È
poi comparso anche nelle successive stagioni. Nel 2020 ha
invece preso parte alla serie francese Mytho, menre dal
2022 recita nei panni di Gianluca in Hotel Portofino.
2. Ha preso parte a film
per il cinema. Tra i film a cui Fasano ha preso parte si
annoverano Tender Eyes (2014), La sorpresa
(2015), Il ragazzo della Giudecca (2015), A Mors
(2016), Terapia di coppia per amanti (2017), con Ambra
Angiolini, e Non mi uccidere (2021),
dove ha recitato da protagonista accanto ad Alice Pagani. È
poi co-protagonista del film Noi anni luce, mentre
prossimamente sarà in Home Education.
3. Ha lavorato anche per
cortometraggi e videoclip musicali. Oltre a recitare per
il cinema e la serialità, Fasano ha preso parte a diversi
cortometraggi, come Apeiron (2015), Pipinara
(2017), The Taylor (2018), Shirley and Baby
(2018), da lui anche scritto, Paese che vai (2020) e
Deathmate (2020). Ha poi recitato nel videoclip di
Finalmente piove, brano di Valerio Scanu,
Mondo sommerso, di Lowlow, e
Belva, di Gazzelle.
Rocco Fasano in Skam
4. È stato co-protagonista
della seconda stagione. Ad aver reso particolarmente
celebre Fasano ci ha pensato la popolare serie SKAM
Italia, di cui è diventato uno dei protagonisti a partire
dalla seconda stagione. Qui ha ricoperto il ruolo di Niccolò, un
ragazzo con una vita più complicata del previsto, che sviluppa una
relazione sentimentale con Martino, non priva però di una serie di
difficili ostacoli da dover superare.
5. Ha imparato molto dal
suo personaggio. Parlando di Niccolò, il suo personaggio,
il quale è affetto da un disturbo borderline della personalità,
Fasano ha affermato che si è trattato di un ruolo che “mi ha
insegnato la consapevolezza del dolore altrui, di persone che
vengono messe al margine: a causa della loro omosessualità, o
perché non stanno bene, o perché fanno fatica ad
integrarsi”.
Rocco Fasano in Hotel
Portofino
6. Ha recitato in una serie
britannica.Hotel Portofino è la serie
britannica che dal 25 luglio 2023 va in onda su Rai 1. Il racconto
si svolge all’interno di un lussuoso hotel di Portofino,
all’interno del quale si intrecciano le vite di personaggio di
varia provenienza. Tra questi vi è anche Gianluca Bruzzone, giovane
attivista antifascista del luogo, interpretato proprio da Fasano.
Egli è l’unico attore italiano a recitare nella serie insieme a
Lorenzo
Richelmy e Daniele Pecci.
Rocco Fasano in Noi anni luce
7. Si è confrontato con un
nuovo complesso ruolo. In Noi anni luce, Fasano
interpreta Edo, ragazzo affetto da leucemia come la protagonista,
Elsa, interpretata da CarolinaSala. Dalla loro conoscenza, che si protrarrà
oltre le mura ospedaliere, la ragazza troverà la forza per
intraprendere – insieme a Edo – un viaggio alla ricerca del padre
che l’ha abbandonata anni prima e che ora è l’unico in grado di
poterle garantire un futuro. Parlando del film, Fasano ha
raccontato di aver apprezzato particolarmente quest’esperienza,
trovatosi a confrontare con un personaggio il cui insegnamento è
che non bisogna mai attendere il peggio per poter iniziare a vivere
davvero.
Rocco Fasano, quale agenzia lo
rappresenta?
8.È
rappresentato da una nota agenzia. Maini è attualmente
rappresentato dalla Take Off, un’agenzia di
management artistico fondata da Rosaria Cicolani
nel 1995 e distintasi nel lavoro di scouting, lanciando diversi
giovani attori nel mondo del Cinema. Proprio grazie al lavoro con
quest’agenzia, che rappresenta numerosi volti noti del cinema
italiano, Fasano ha avuto possibilità di trovare importanti
opportunità come attore, recitando in diversi progetti.
Rocco Fasano è su Instagram
9. Ha un profilo sul social
network. L’attore è naturalmente presente sul social
network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 206 mila
persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato circa
seicento post, tutti relativi alle sue attività come attore o
modello. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a
momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi
progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue
attività.
Rocco Fasano: età e altezza
dell’attore
10. Rocco Fasano è nato a
Potenza, in Basilicata, il 21 febbraio del
1993. L’attore è alto 1,78 metri.
Il casting del film Fantastici Quattro, con buone
probabilità il film più atteso delle prossime fasi dell’MCU, si starebbe rivelando più
complicato del previsto. Nonostante siano stati fatti numerosi nomi
noti per i ruoli dei protagonisti, ad oggi non ci sono ancora
conferme riguardo chi comparirà nel film. Per un po’, in realtà, è
sembrato che il cast fosse prossimo all’essere confermato, con
Adam Driver
scelto per interpretare il ruolo di Mister Fantastic, Margot Robbie
quello della Donna Invisibile, Paul Mescal per
la Torcia Umana e Daveed Diggs pronto ad assumere
il ruolo de La Cosa.
Ad oggi, tuttavia, non si ha più
alcuna notizia riguardo il loro coinvolgimento e con gli scioperi degli sceneggiatori e degli
attori il processo di casting dovrebbe essere temporaneamente
sospeso. L’ultima notizia a riguardo, giunta sul finire di giugno,
vuole però Driver aver abbandonato il ruolo di Mister Fantastic.
Proprio a tal riguardo, parlando con John Rocha, lo
scooper Jeff Sneider ha ora rivelato che “Adam
Driver non è mai stato veramente coinvolto” quando si trattava
di dover interpretare Reed Richards. Secondo Sneider, l’attore di
Star
Wars semplicemente “non riusciva a connettersi con il
personaggio così come era stato scritto“.
Ciò potrebbe spiegare la
riscrittura già pianificata della sceneggiatura, che dovrebbe
avvenire quando gli scioperi si saranno conclusi. Se il personaggio
dovesse cambiare adeguatamente, non è da escludersi un
riavvicinamento di Driver al progetto. Al momento, però, ogni
attività nei confronti della realizzazione del film sembra sospesa,
cosa che probabilmente porterà anche Fantastici
Quattro ad essere rimandato nella sua data di uscita,
attualmente fissata al 14 febbraio 2025, la quale,
considerando lo stato ancora embrionale del progetto, risulta
sempre più irrealistica.
L’assetto della Fase 6 del
MCU
ha già subito diversi cambiamenti da quando questa è stata
annunciata per la prima volta al San Diego Comic Con 2022.
Dopo l’inizio della Fase 4 del Marvel Cinematic
Universe nel 2021, i Marvel Studios sono stati oggetto di critiche
per la loro mancanza di coesione e la direzione poco chiara, tanto
che Kevin Feige ha deciso di svelare in anticipo
il futuro della Saga del
Multiverso del MCU
al SDCC 2022. Sebbene sia stata rivelata la maggior parte del
programma della Fase 5, sono stati confermati solo tre
progetti per la Fase 6, che dovrebbe essere il capitolo finale
della
Saga del Multiverso, inizialmente prevista per
culminare nel 2025 con due progetti crossover, Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars.
La Fase 4 del MCU
si è sviluppata attraverso sette lungometraggi, otto show
televisivi su Disney+ e due presentazioni speciali
tra WandaVision del 2021 e Guardians of the Galaxy Holiday Special del
2022. La Fase 5 ha preso il via con Ant-Man and the Wasp:
Quantumania, e si concluderà con Blade
del 2025, comprendendo sette film e sette serie tv prima che la
Fase 6 inizi ufficialmente nel maggio 2025 con
l’uscita di Fantastic Four.
Da quando Feige ha annunciato la Fase 6 del MCU
nel 2022, sono state apportate molte modifiche al programma in
arrivo e al funzionamento interno dei Marvel Studios nel loro complesso,
il che suggerisce che la Fase 6 potrebbe essere molto diversa da quella
che molti si aspettavano inizialmente.
La storia della Fase 6 del MCU
sarebbe cambiata a causa di Kang
Kang
il Conquistatore dei Marvel Comics era stato indicato come
l’antagonista principale della Saga del Multiverso del MCU,
dopo il debutto di Jonathan Majors nei panni di Colui che resta
nella prima stagione di Loki. Tuttavia, nel maggio del 2023,
Joanna Robinson, autrice del libro MCU:
The Reign of Marvel Studios, ha parlato al
podcast The Big Picture di The Ringer e ha rivelato che Kang il
Conquistatore non era inizialmente il fulcro Saga del Multiverso.
Secondo Robinson, l’interpretazione di Majors nel ruolo di Colui
che resta in Loki e di Kang il Conquistatore in Ant-Man and the Wasp: Quantumania ha indotto i
Marvel Studios ad adattare il
futuro del MCU
per concentrarsi maggiormente su Majors e Kang.
Non è chiaro, dunque, cosa
intendessero fare in origine i Marvel Studios con la Saga del
Multiverso: si pensa che si sarebbe concentrata maggiormente sul
concetto di incursioni, viaggi multiversali e sugli eventi
potenzialmente catastrofici di Avengers: Secret Wars. Sebbene ci si
aspettasse che Jonathan Majors avesse un ruolo importante nel
futuro del MCU nel ruolo di Kang il Conquistatore, che avrebbe portato
direttamente agli eventi di Avengers: The Kang Dynasty, non è chiaro quale
direzione prenderanno i Marvel Studios dopo le accuse di
violenza che hanno coinvolto Jonathan Majors nel marzo 2023. È possibile
che il MCU
torni al suo piano originale, anche se non si sa nulla del futuro
di Majors nel franchise.
I Marvel Studios hanno rimosso 2
date di uscita della Fase 6 del MCU
Dall’annuncio della
Fase 6 del MCU,
Disney e Marvel Studios sono stati afflitti
da una serie di gravi ritardi, aggravati dagli scioperi della
Writers Guild of America e della Screen Actors Guild del 2023. Nel
giugno del 2023, tutto ciò è culminato nella sostituzione di due
film Marvel senza titolo previsti per il
2025, precisamente il 25 luglio 2025 e il 17 novembre 2025, con
film Disney senza titolo. Questo ha ridimensionato e ridotto il
programma della Fase 6 del MCU,
anche se non è chiaro quali sarebbero stati esattamente questi
progetti. Si ipotizza che Armor Wars, un potenziale progetto su
World War Hulk, un presunto film sui Midnight Sons o il progetto non
confermato degli Young Avengers avrebbero potuto occupare
questi posti.
Fantastic Four è stato ritardato di
3 mesi (e poi di altri 3)
Il capo dei Marvel Studios, Kevin
Feige, ha fatto un primo accenno ai Fantastici Quattro del MCU
al SDCC 2019, dopo l’acquisizione della Fox da parte della Disney,
ma ha annunciato ufficialmente il progetto nel dicembre 2020.
Inizialmente previsto per l’8 novembre 2024, Fantastic Four è stato vittima dei ritardi dei
Marvel Studios. Matt
Shakman di WandaVision ha sostituito il regista
Jon Watts nel settembre 2022 e l’uscita del film è
stata posticipata al 14 febbraio 2025. Nel marzo 2023, Josh
Friedman ha sostituito gli sceneggiatori Jeff
Kaplan e Ian Springer, e Fantastic Four è stato ritardato ancora una
volta: ad oggi, la Fase 6 del MCU
dovrebbe iniziare il 2 maggio 2025, anche se è probabile che il
film subisca un ulteriore ritardo in seguito agli scioperi della
WGA e della SAG.
I Marvel Studios hanno posticipato
Avengers 5 al 2026
Poiché Fantastic Four è stato indicato come il primo
film della Fase 6 del MCU,
i ritardi che stanno intaccando questo film significano che anche
l’intero programma della Fase 6 è stato posticipato. Avengers: The Kang Dynasty è stato annunciato
al SDCC 2022, con una data di uscita prevista per il 2 maggio 2025
(lo spazio ora occupato da Fantastic Four). Anche se il regista di
Shang-Chi e la leggenda dei dieci
anelli Destin Daniel Cretton e
lo sceneggiatore di Ant-Man and the Wasp: Quantumania e l’autore
Jeff Loveness sono legati al progetto, nel giugno
2023 Avengers: The Kang Dynasty è stato posticipato
di un intero anno e ora la sua uscita è prevista per il 1° maggio
2026, il che prolungherebbe decisamente la Fase 6 del MCU.
I Marvel Studios hanno ritardato
Avengers 6 due volte
La storia è leggermente
diversa per l’altro evento crossover della Fase 6, Avengers: Secret Wars, che inizialmente doveva
uscire il 7 novembre 2025, solo sei mesi dopo Avengers: The Kang Dynasty, in una mossa senza
precedenti da parte dei Marvel Studios. A seguito di
problemi di produzione con diverse storie del MCU,
in particolare con Blade,
nell’ottobre 2022 Avengers: Secret Wars è stato posticipato al
1° maggio 2026, estendendo il divario tra The Kang Dynasty e Secret Wars a un anno intero. Secret Wars è stato nuovamente posticipato a
giugno 2023 e ora è previsto per il 7 maggio 2027, chiudendo la
saga del Multiverso ben due anni dopo la data
prevista.
Lo scarto tra Avengers 5 e 6 sarà
molto più lungo
L’annuncio della Fase 6 del MCU
da parte di Kevin Feige al SDCC 2022 è stato
accompagnato da un’enorme entusiasmo, poiché ha rivelato che due
film dei Vendicatori sarebbero usciti nello stesso anno, a soli sei
mesi di distanza l’uno dall’altro, per la prima volta nella storia
del MCU.
Arrivati nelle sale rispettivamente nel maggio e nel novembre del
2025, Avengers: The Kang Dynasty e Secret Wars non avrebbero dato agli spettatori
molto tempo per riprendersi, anche se tra i due film erano previsti
altri due progetti. Dopo una serie di ritardi, tuttavia, Secret Wars uscirà un anno dopo The Kang Dynasty, permettendo forse l’uscita
di altri progetti tra i due e prolungando la Fase 6 fino al 2027.
Anche i progetti della Fase 6 del
MCU non annunciati hanno subito ritardi
La Fase 6 è stata annunciata nel 2022 con solo
tre progetti confermati, ma con una pletora di posizioni vuote
nello slate. Otto progetti non sono stati confermati e, mentre due
di queste date di uscita sono state rimosse, si pensa che solo tre
degli spazi vuoti siano collegati a lungometraggi. Gli altri tre
potrebbero essere show Disney+, e potenzialmente ce ne sono
ancora di più ora che la
Fase 6 è stata estesa. Tuttavia, anche i progetti non
confermati hanno subito notevoli ritardi: inizialmente, infatti, la
Fase 6 doveva terminare nel novembre 2025, ma
i tre progetti non annunciati occupano gli slot di uscita del 13
febbraio, 24 luglio e 6 novembre 2026.
Spider-Man 4 e Shang-Chi 2 sono in
fase di sviluppo
Due progetti che dovrebbero
uscire nella Fase 6 del MCU
sono i sequel di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli e
Spider-Man: No Way Home. Nel luglio 2023, la
star di Shang-Chi, Simu Liu, ha rivelato che la
data di uscita di Shang-Chi 2 era prevista “dopo Avengers”, ma ha
anche detto che “continua a slittare”. È possibile che
Shang-Chi 2 esca come parte della Fase
7 del MCU,
anche se il confermato Spider-Man 4 dovrebbe ancora uscire nella
Fase 6. Feige ha confermato
in un’intervista a Entertainment Weekly che la storia di Spider-Man 4 è stata definita e che gli
sceneggiatori “stanno solo mettendola su carta“, lasciando
forse intendere un’uscita nella Fase 6.
Armor War è diventato un film
invece che una serie Disney+
Don
Cheadle riprenderà il ruolo di James “Rhodey”
Rhodes, alias War Machine, in Armor Wars, confermato nel dicembre 2020.
Armor Wars è stata annunciata come una serie
Disney+ in sei parti, che segnerebbe la
prima avventura in solitaria di Rhodey nel
MCU,
dopo Endgame e Secret Invasion. Anche se non è stato
confermato, Armor Wars dovrebbe uscire nella Fase 6 dell’MCU,
potenzialmente riempiendo uno degli slot vuoti nelle sale
cinematografiche, dato che è stato annunciato che Armor Wars verrà rielaborato come
lungometraggio nel settembre 2022. Questo ha portato a speculazioni
sul fatto che star di maggior profilo avrebbero avuto un ruolo nel
film, compreso il potenziale ritorno del Tony
Stark di Robert Downey Jr.
La Fase 6 del MCU includerà meno
show Disney+
La Fase 4 dell’MCU
comprendeva otto show Disney+, mentre la Fase 5 ne prevede sette, il che aumenta in
modo massiccio il volume di contenuti prodotti dai Marvel Studios. Questo ha portato a
un esame della qualità dei progetti della Fase 4, che è stato riconosciuto
dall’amministratore delegato della Disney Bob Iger
nel luglio 2023 (via The Wrap). Iger ha suggerito che i progetti
Disney+ dei Marvel Studios “hanno diluito
la concentrazione e l’attenzione“, portando alla
“stanchezza da supereroi” espressa da molti spettatori.
Ciò suggerisce che i Marvel Studios svilupperanno un
minor numero di serie Disney+, il che potrebbe influire sulle
serie Disney+ previste per la Fase 6 del MCU,
tra cui Vision Quest, Nova e Wonder Man.
Nelle scorse settimane si ipotizzava
che la cerimonia degli EmmyAwards
2023 avrebbe rischiato di dover essere rimandata per via
degli scioperi degli attori e degli
sceneggiatori attualmente in corso negli Stati Uniti. È ora,
come riportato da THR, arrivata ufficialmente la
notizia che la cerimonia non si terrà più il 18
settembre ma in una nuova data ancora da fissare.
Idealmente, lo spettacolo non avrà luogo fino a quando SAG-AFTRA e
la Writers Guild of America non raggiungeranno accordi con
l’Alleanza dei produttori cinematografici e televisivi, il che può
voler dire che per assistere alla settantacinquesima edizione del
premio si potrebbe dover aspettare il 2024.
Se la Television Academy e la Fox
fossero rimaste fedeli alla data del 18 settembre, avrebbero corso
il rischio di dar vita ad una cerimonia priva di partecipanti: 16
dei 25 premi assegnati durante la trasmissione televisiva degli
Emmy sono infatti dedicati ad attori o scrittori. Le regole dello
sciopero di SAG-AFTRA richiedono agli attori di non fare pubblicità
né prendere parte ad eventi promozionali, e uno spettacolo di premi
rientrerebbe in questa categoria. Gli scrittori WGA, invece, sono
soliti scrivere anche i discorsi per i presentatori (che sarebbero
quasi certamente membri SAG-AFTRA). La loro assenza è dunque
altrettanto grave.
Tale rinvio è il primo per gli Emmy
Awards in più di due decenni. La Television Academy e la CBS
avevano infatti rinviato la cerimonia nel 2001, in seguito agli
attacchi terroristici dell’11 settembre. La cerimonia di quell’anno
andò dunque in onda all’inizio di novembre. In questo caso,
considerando che voci interne allo sciopero sostengono che questo
potrebbe protrarsi per tutto l’autunno, la cerimonia potrebbe
svolgersi non prima dell’inverno, andandosi dunque a porre nel già
affollato periodo dei premi cinematografici, tra Golden Globe e
Oscar. A meno che, caso si spera non si verifichi, anche questi
ultimi non saranno costretti a rimandare le proprie cerimonie.
Con film di supereroi importanti
come Shazam! Furia degli
Dei, Ant-Man and the Wasp: Quantumania e
The Flash che hanno faticato al
botteghino, può essere facile arrivare alla conclusione che i film
sui supereroi siano ormai superati. James Gunn ha affrontato il tema della
stanchezza da film di supereroi
e quale potrebbe essere la ragione alla base di tanti progetti di
supereroi recentemente mal recensiti o non apprezzati dal pubblico.
Il regista, che dirigerà Superman: Legacy, ed è diventato
anche co-CEO dei DC Studios, dovrà dunque cercare di risolvere
questi e altri problemi relativi a questo tema per far sì che il
suo progetto di universo condiviso cinematografico. Ecco allora in
che modo il DCU di Gunn potrà risolvere tali questioni.
Il DCU di James Gunn non avrà
un’estensione eccessiva
James Gunn discute del problema dei film di
supereroi attuali, il co-CEO dei DC Studios ha
rivelato che “alla DC non hanno intenzione di
sovraestendersi“. Gunn ha aggiunto che i DC Studios
“saranno molto attenti” alle loro uscite,
“assicurandosi che tutto sia il più giusto possibile“. I
commenti di Gunn suggeriscono che il nuovo Universo
DC si concentrerà sulla qualità di ogni nuovo film e show
televisivo DC, e non solo sul numero di uscite. Bilanciare
l’aspetto commerciale di un franchise di supereroi con l’aspetto
creativo è una sfida difficile, e molti blockbuster hanno fallito
nell’impresa.
James Gunn ha già pianificato
tutto
I DC Studios hanno annunciato parte
della prossima serie del DCU, ufficialmente intitolata
Dei e Mostri. L’attuale programmazione comprende
sia serie televisive che film, e Superman: Legacy di Gunn è il primo
lungometraggio di questo nuovo franchise. Secondo James Gunn, durante la presentazione dello
slate del DC
Universe, quest’ultimo racconterà una storia
interconnessa attraverso film, televisione, animazione e giochi. In
altre parole, il nuovo DCU è già stato tutto pianificato.
La struttura dei capitoli
Il DCU di James Gunn sarà diviso in capitoli e il nome
che il regista ha dato a questa nuova fase del franchise suggerisce
che ogni capitolo avrà un tema generale. Si tratta di un approccio
interessante simile alla struttura della saga cinematografica del
Marvel Cinematic Universe. Avere capitoli che
seguono una tema generale può aiutare l’Universo DC a evitare
sequel non necessari. Se l’Universo DC si attiene ai suoi piani
originali, un film potrebbe non ricevere un sequel solo perché è
andato bene al botteghino: dovrebbe adattarsi a ciò che il prossimo
capitolo proporrà tematicamente.
Superman: Legacy parla di
Clark e Lois
Parlando dei numerosi personaggi del
DCU che saranno presenti in Superman: Legacy, James Gunn ha tenuto a precisare che il
prossimo reboot di Superman è ancora incentrato su
Clark Kent e Lois Lane. Secondo
Gunn, altri supereroi – Hawkgirl, Lanterna
Verde, Mr. Terrific e
Metaphormo – sono al servizio della storia di
Superman: Legacy e sottolineano
l’aspetto supereroistico della vita di Clark Kent.
Questo crea un interessante parallelo con la vita civile di Clark
al Daily Planet. Questo approccio significa che Clark Kent sarà il
cuore della storia e che Superman: Legacy non sarà solo su
Superman e i suoi poteri.
Siamo stanchi dei supereroi?
Anche se è ovviamente presto per
dire se i film del DCU eviteranno un problema di saturazione da supereroi, il
fatto che James Gunn stia affrontando questa critica
comune ai film del genere è un buon segno. In particolare, un
dettaglio su cui si soffermano le critiche su questo tipo di film è
la resa finale del combattimento del terzo atto. I film di
supereroi più recenti tendono a concludersi con un’enorme battaglia
che di solito coinvolge un sacco di CGI e di azione non-stop. Di
conseguenza, quelle che dovrebbero essere storie completamente
diverse come Ant-man and the Wasp: Quantumania e
The Flash finiscono per avere
conclusioni simili.
Il DCU esplorerà generi
diversi
James Gunn ha anche discusso di come i recenti
film di supereroi manchino di una varietà di generi, come qualcosa
che combini il genere stesso dei film di supereroi con altri stili.
Gunn ha dichiarato di essere un fan dei “film di supereroi comici”
o di qualsiasi altra storia che combini gli adattamenti dei fumetti
con altri generi. Anche se è presto per dire che tono avranno i
film e gli show televisivi del DCU. Sappiamo però, ad esempio, che
l’annunciato progetto SwampThing, avrà dei connotati da film horror.
L’Universo DC riconosce le sue
ispirazioni fumettistiche
Uno dei maggiori problemi dei film
di supereroi, soprattutto per quanto riguarda il marketing ad essi
associato, è che raramente vengono riconosciuti i fumetti che hanno
ispirato questi progetti. Naturalmente, ogni film di supereroi trae
ispirazione da decenni di storie, dato che i personaggi DC e
Marvel esistono da molto tempo. Tuttavia,
James
Gunn ha rivelato quali fumetti stanno ispirando,
direttamente o indirettamente, alcune delle prossime proprietà del
DCU. Ad esempio, All-Star
Superman di Grant
Morrison è stato indicato come fonte di ispirazione per
Superman: Legacy, mentre Supergirl: Woman of Tomorrow è
ovviamente ispirato al fumetto di Tom King.
Film e serie avranno la stessa
importanza
I film di supereroi hanno un enorme
potenziale di incassi. Di conseguenza, gli eroi Marvel o DC più importanti sono solitamente
riservati al grande schermo, il che può portare a storie che
diventano grandi eventi teatrali solo perché possono essere un
successo al botteghino. Il DCU sta bilanciando i film live-action
con altri media. Ad esempio, la serie animata Creature Commandos sarà la prima uscita
dell’Universo DC, mentre una serie live-action della Waller
debutterà nello stesso anno di Superman: Legacy. Un altro esempio è
la serie live-action Lanterns, che avrà
come protagonisti Hal Jordan e John Stewart, due dei più importanti
personaggi della DC Comics.
I creatori del DCU sono finora
grandi nomi
Sebbene non siano ancora stati
annunciati molti registi e sceneggiatori del DCU, gli attuali creatori legati ai
progetti sono finora tutti nomi grandi ed esperti. James Gunn stesso sta dirigendo Superman: Legacy, anche se non è
chiaro se Gunn dirigerà altre proprietà del DC
Universe in futuro. Andy Muschietti, che ha diretto The Flash e ha già lavorato a film di
successo, dirigerà Batman: The Brave and the Bold.
James Mangold, che ha diretto Logan e Indiana Jones e il quadrante del
destino, è impegnato in Swamp Thing. I
creatori di film di supereroi di solito devono fare i conti con le
interferenze degli studios, ma avere registi affermati aiuta a
evitare questo problema.
L’Universo DC di James Gunn non
sarà l’unico franchise della DC
Forse il problema più grande dei
franchise di supereroi è che i film e gli spettacoli televisivi
possono diventare troppo ripetitivi. Per esempio, la “formula
MCU“, che risale
all’incredibile successo di Iron Man, può essere notata in molti film
e spettacoli Marvel. Allo stesso modo, dopo la trilogia del
Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, molti franchise hanno
cercato di emulare il tono del Cavaliere Oscuro. Il genere dei film di
supereroi prospera nelle sue differenze, non nelle somiglianze, e
l’idea di un universo cinematografico può giocare a sfavore.
Fortunatamente, l’Universo DC dei DC Studios non sarà l’unico
franchise della DC. La DC continuerà ad avere uscite non
appartenenti all’Universo DC, o DC Elseworlds,
come Joker: Folie à Deux e The Batman – Parte 2.
Come ormai noto,verso la fine di
The
Flash (qui la recensione), compaiono in
scena diverse varianti di Batman e Superman, con il volto dei
precedenti attori che hanno interpretato tali ruoli. Tra questi vi
è anche Nicolas Cage,
che i fan hanno finalmente potuto ammirare sul grande schermo nei
panni di Superman. Come noto, nei primi anni Novanta l’attore avrebbe dovuto interpretare
il celebre supereroe in un film diretto da Tim Burton, ma
il progetto non si è mai concretizzato e tutto quello che abbiamo
di quel tentativo sono alcune foto di Cage con indosso il celebre
costume azzurro e rosso.
Dopo essersi dunque potuto vedere
sul grande schermo nei panni di quel personaggio che non ha mai
avuto l’occasione di interpretare per davvero, Cage, parlando con
USA Today ha confessato tutta la
sua felicità per quel cameo, dichiarando però anche che se fosse
stato per lui avrebbe apportato una precisa modifica. “Quel
look, per quel particolare personaggio, vederlo finalmente sullo
schermo è stato soddisfacente. – ha detto l’attore – Ma
sono anche contento di non aver chiuso gli occhi proprio in quel
momento. Il tutto succede piuttosto velocemente“. Cage,
dunque, ha lasciato intendere che avrebbe gradito un cameo più
esteso all’interno di The Flash.
L’attore ha poi continua spiegando
come avrebbe interpretato l’ultimo figlio di Krypton se il
famigerato progetto Superman Lives fosse entrato in
produzione. “Se volete davvero sapere cosa avrei fatto con quel
personaggio, guardate la mia interpretazione in City of Angels.
Avrei dovuto interpretare Clark Kent dopo quel film, e stavo già
sviluppando questa alterità aliena interpretando l’angelo in quel
film. Quello è un perfetto esempio della tonalità che avrei portato
al mio Kal-El e a Clark Kent.“
The Flash, la trama e il cast del film
The
Flash è uscito al cinema il 15 giugno
2023 distribuito da Warner Bros Italia.
Nel film, Barry Allen usa i suoi superpoteri per viaggiare indietro
nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo
di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry
rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato,
minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi.
L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione
un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano
imprigionato… malgrado non sia più colui che sta cercando.
Fanno parte del cast di
The
Flash l’attore Ezra Miller nei panni
del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da
JusticeLeague, ma anche l’astro nascente
Sasha Calle nel ruolo
di Supergirl,
Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”),
in quelli del Generale Zod, Ron Livingston
(“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”),
Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también –
Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack
Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”),
Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo
d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”,
“Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30
anni.