Anche quest’estate,
Disney+ continua a regalare
emozioni: la terza stagione dell’attesissima Only Murders in the Building arriva sulla
piattaforma streaming, con nuovi episodi settimanali a partire
dall’8 agosto. Anche i fan dei viaggi spaziali saranno accontentati
questo agosto, con Star
Wars: Ahsoka e con il film Marvel StudiosGuardiani della Galassia: Vol 3, due titoli
che arricchiscono un mese colmo di appuntamenti! Per gli amanti del
cibo, anche Carmy e la sua brigata tornano ad agosto con la
seconda stagione di The Bear.
Disney+ è la casa dedicata
allo streaming di film e serie di Disney, Pixar, Marvel, Star
Wars, National Geographic e Star, compresi gli esclusivi
Disney+ original. Un ultimo saluto alla
East High: L’amatissima serie High School Musical: The
Musical: La Serie, si concluderà con la quarta stagione
il 9 agosto… ma la musica non finisce qui. Tutti i film e gli
spin-off di High School Musical sono disponibili in streaming su
Disney+.
Il 2 agosto preparatevi a vivere
emozioni incredibili quando approderanno su Disney+ il finale della sesta stagione
di 9-1-1 e
il finale della quarta stagione di 9-1-1:
Lone star. Giornata mondiale dell’elefante: Dal 2012,
il 12 agosto si festeggia la Giornata mondiale dell’elefante, un
momento per onorare questi grandi animali intelligenti e riflettere
sulla loro condizione. Per celebrare i maestosi animali, è
disponibile in streaming I segreti degli elefanti di National
Geographic, una serie che cambierà per sempre tutto ciò che
pensavate di sapere su di loro. Per tutti i fan di Star Wars! Il 2
agosto arriveranno su Disney+ i nuovi episodi della prima
stagione di Star Wars: Young Jedi Adventures.
Io
Capitano racconta il viaggio avventuroso di due
giovani, Seydou e Moussa, che lasciano Dakar per raggiungere
l’Europa. Un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del
deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli
del mare.
I Marvel Studios hanno fornito
innumerevoli esempi di costumi straordinari da quando il MCU
è stato lanciato nel 2008, ma ce n’è una piccola manciata di questi
che, per dirla senza mezzi termini, ha deluso enormemente i fan dei
fumetti… Dall’uscita di Iron Man nel 2008, ci sono
stati presentati tantissimi costumi incredibili di eroi e cattivi
nel Marvel Cinematic
Universe. Sfortunatamente, c’è sempre qualcosa di
negativo e una piccola minoranza di questi, nel corso degli anni,
non è stata all’altezza delle aspettative dei fan.
Ant-Man (Ant-Man)
Apprezziamo il fatto che la
tuta indossata da Scott Lang in
Ant-Man del 2015 fosse la stessa indossata da
Hank Pym durante la Guerra Fredda, ma il motivo
per cui sembrava così malmessa non ha aiutato molto: l’aspetto
coriaceo del materiale non gli ha giovato, mentre il design del
casco non è affatto convincente. Ora, siamo disposti ad ammettere
che questo costume ha un aspetto al 100% Ant-Man,
ma se tiriamo in ballo i fumetti, siamo sicuri che converrete che
ci sono versioni migliori che i Marvel Studios avrebbero potuto
adattare. Se l’intenzione è sempre stata quella di utilizzare un
costume retrò, perché non abbracciare il casco originale e un
design più colorato nel MCU?
Il sequel ha migliorato questo design, anche se si potrebbe
affermare che la Marvel non ha ancora trovato una
soluzione per questo eroe, soprattutto dopo aver visto i
nano-caschi dell’ultimo film.
Iron Man (Spider-Man:
Homecoming)
Un nuovo film Marvel significa che Iron
Man deve avere un’armatura diversa. Siamo sicuri che la
Disney non lo ammetterebbe mai, ma il motivo, secondo molti fan, è
il vile denaro e le alte vendite di merchandising associate al
Vendicatore corazzato. Così, quando nel 2017 è arrivato Spider-Man: Homecoming, nessuno si è sorpreso
di vedere Iron Man vestito con un’altra nuova
armatura che, nonostante si ispirasse agli Ultimates, non
rendeva giustizia all’armatura disegnata da Bryan
Hitch. In effetti, era semplicemente “sgradevole da
guardare” secondo i fan, senza una vera ragione per un torso
argentato al di là del desiderio di smuovere un po’ le cose e di
creare un’altra costosa action figure di Hot Toys da
vendere nei negozi.
Gorr Il Macellatore di Dei (Thor:
Love and Thunder)
Apprezziamo il fatto che
Christian Bale non volesse necessariamente
indossare una tuta in motion-capture per interpretare Gorr
il Macellatore di Dei, ma sarebbe stato infinitamente
meglio di questo tentativo a metà in Thor: Love and Thunder. Un trucco bizzarro e
alcune cicatrici sulla pelle hanno fatto poco per rendere
Bale meno ridicolo, e il fatto che indossasse poco
più di un mantello grigio… beh, impallidisce in confronto alla
sostanza nera vivente che circondava la sua controparte nei fumetti
(che formava anche la Necrosword e rendeva Gorr
un’arma vivente). Non ha funzionato ed è stata un’altra delusione
in un film del MCU
pieno di delusioni.
Deathlok (Agents Of
S.H.I.E.L.D.)
Non è ancora chiaro se
Agents of S.H.I.E.L.D. sia da considerare canonico
(almeno su Terra-616), ma sarebbe sbagliato non menzionare quello
che è stato definito dai fan un “costume orrendo“. Sebbene
sia innegabile che questo personaggio dovesse subire modifiche nel
passaggio dalla pagina allo schermo, il costume con cui è finito
sembra solo spazzatura da quattro soldi. Il materiale gommoso e le
luci inutili lo rendono più adatto a un vecchio episodio dei Power
Rangers degli anni Novanta. Non è difficile capire che i costumi
dei supereroi con un budget televisivo non sono un’impresa facile,
ma chi ha ideato questo… beh, ha mai visto una foto di
Deathlok? La serie ABC è migliorata con il passare
del tempo, ma questo è stato un punto basso indimenticabile.
Ghost (Ant-Man & The Wasp)
Fare di
Ghost una villain femminile in Ant-Man and The Wasp non è stata una cattiva
idea e la scelta di Hannah John-Kamen per
interpretare il personaggio è stata una mossa geniale da parte
della Marvel. È solo un peccato che sia
il film stesso del MCU
che il costume indossato dal cattivo siano stati così poco
convincenti. Nei fumetti Ghost ha un qualcosa di
inquietante che qui manca del tutto, grazie a questo sforzo sterile
e plasticoso che sullo schermo appare più che generico. La maschera
è stata una vera mancanza, mentre l’aggiunta del cappuccio ha fatto
sì che praticamente nulla di ciò che abbiamo visto qui funzionasse
davvero. Siamo entusiasti di vedere il ritorno di
Ghost in Thunderbolts
ma, se il concept art può darci un’idea di ciò che dobbiamo
aspettarci, non è stato fatto abbastanza per sistemare
l’aspetto del personaggio.
Captain America (The Avengers)
Capitan
America ha indossato molti costumi diversi nel MCU
da quando è stato introdotto in Captain America: Il primo vendicatore, ma
quando è stato trasportato ai giorni nostri, le cose sono andate
terribilmente, terribilmente male. Creato nella storyline
dall’Agente Coulson, questo costume stravagante faceva “sembrare
Chris Evans un’erbaccia” ed era fin troppo
impegnativo. Ricoperta di cerniere, tasche e righe (fin troppe,
questa misera scusa di look moderno per Capitan America è stata una
delusione totale, e il fatto che sia stata ampiamente ridisegnata
per Avengers: Age of Ultron suggerisce almeno che
i Marvel Studios erano consapevoli
degli errori commessi. Anche Chris Evans odiava l’armatura, anche se è
stato stranamente nostalgico vederla rivisitata in Avengers: Endgame qualche anno fa.
Green Goblin (Spider-Man: No Way
Home)
Detestiamo essere
negativi nei confronti di questo incredibile film, ma Spider-Man: No Way Home non ha davvero reso
giustizia a Green Goblin dal punto di vista dei
costumi. Il suo classico (e, a quanto pare, discutibile) costume
verde è stato a malapena mostrato e la maschera è stata distrutta
troppo presto. Quando il Goblin fa sentire la sua presenza più
avanti nel film, è in un costume raffazzonato che si salva solo per
il fatto che il poncho viola e il cappuccio rendono almeno omaggio
ai fumetti. Abbiamo apprezzato ogni espressione facciale “da pazzo”
di
Willem Dafoe durante queste scene, ma la maschera
avrebbe dovuto avere un’altra possibilità. Sarebbe stato utile
anche se le scene in cui Norman costruisce la sua nuova tuta non
fossero state eliminate.
Whiplash (Iron Man 2)
Whiplash –
che era uno strano mashup sia di quel cattivo che di
Crimson Dynamo – ha avuto un paio di look diversi
in Iron Man 2, ma entrambi hanno deluso. Il primo
è stato forse il peggiore e, sebbene il suo utilizzo della
tecnologia del reattore arc di Tony Stark abbia
giocato un ruolo chiave nella trama del sequel, sembra solo un
pigro imitatore di Iron Man e di conseguenza risulta poco ispirato.
La sua apparizione finale (che ha ricevuto una quantità di tempo
risibile) è così generica che è difficile ricordare l’aspetto di
Whiplash quando finalmente indossa la sua armatura. I fan dei
fumetti la definisco un’apparizione “semplicemente
brutta“, perché non c’era nulla in questo film che riscattasse
il grande cattivo di Mickey Rourke.
Shocker (Spider-Man:
Homecoming)
Prima di concludere questa
rubrica, dobbiamo menzionare un altro cattivo dimenticabile che
meritava molto di più all’interno dell’MCU. Un’action figure ha confermato
che i Marvel Studios avevano preso in
considerazione un design accurato per Shocker, che
però è stato abbandonato e ha finito per assomigliare a un generico
teppista con guanti fantascientifici piuttosto che a un
supercriminale memorabile. Onestamente, è una delle più grandi
mancanze di Spider-Man: Homecoming. L’Avvoltoio aveva un
aspetto fantastico, quindi non sappiamo cosa sia andato storto in
questo caso. Da allora non c’è traccia di Shocker (o Scorpion),
quindi forse i Marvel Studios sperano di
riscattarli in futuro. Per ora, però, i fan dei fumetti
“continueranno a lottare” per accettare il fatto che
Shocker sia apparso così durante il suo debutto nel
live-action.
Taskmaster (Black Widow)
Il fatto che
Taskmaster di Black Widow non avesse letteralmente un
teschio al posto della faccia è una decisione facile da capire da
parte della Marvel, e il tentativo di includere
lo schema di colori blu, bianco e arancione che siamo abituati a
vedere nei fumetti è apprezzato. Tuttavia, il modo in cui è stato
combinato per il MCU
non funziona e sembra piuttosto insulso. Come per Ghost, non sono
state apportate modifiche significative all’aspetto del personaggio
in Thunderbolts,
una decisione sconcertante da parte dei Marvel Studios. Il MCU
di solito è in grado di realizzare grandi costumi, ma in questo
caso qualcosa non è stato tradotto correttamente. Di conseguenza,
Taskmaster appare un generico cattivo da film
d’azione.
Dopo essere stato annunciato
in concorso alla Mostra del Cinema
di Venezia di quest’anno, The Killer, il nuovo film
diretto da David Fincher dopo Mank, si mostra ora con
una prima foto ufficiale svelata tramite Empire. Rilasciata da
Netflix, che distribuirà il film nel proprio
catalogo a partire dal 10novembre, l’immagine ci offre un primo sguardo a
Michael
Fassbender, protagonista del film, mentre nei panni
dell’assassino del titolo guarda fuori dalla finestra di un
appartamento con un cannocchiale, probabilmente intento a pedinare
una delle sue vittime.
Accanto a Fassbender,
in The
Killer ritroveremo in un ruolo da protagonista anche
Tilda Swinton.
La logline ufficiale fornita da Netflix recita: “dopo un
incidente quasi fatale, un assassino combatte i suoi datori di
lavoro e se stesso, mentre porta avanti una caccia all’uomo
internazionale che insiste non avere nulla di personale“. Sono
dunque ancora vaghi i dettagli sulla trama del film, adattamento
dell’omonima graphic novel francese di Alexis
Nolent e Luc Jacamon, con una
sceneggiatura di Andrew Kevin Walker.
The Killer, il cast del film
Come già riportato, Michael
Fassbender e Tilda Swinton
interpreteranno i protagonisti, ma il cast include anche
Kerry O’Malley nei panni di Dolores e
Charles Parnell (Top Gun: Maverick) nei
panni di Hodges, Arliss Howard (Full Metal
Jacket) e la star brasiliana Sophie Charlotte
nel film. Il direttore della fotografia Erik
Messerschmidt (Mindhunter) collabora ancora una
volta con Fincher per il film, mentre il regista torna a
collaborare con Trent Reznor e Atticus
Ross (The Social Network, Millennium, Gone Girl, Mank) per
comporre la colonna sonora di The Killer. Sappiamo inoltre che la
durata del film è pari a 113 minuti, il che lo rende il secondo
film più corto nella filmografia di Fincher dopo Panic
Room.
Come ormai noto, il DC
Universe sta per ripartire da zero, con l’inizio di un nuovo
universo guidato da James Gunn e
Peter Safran, che stanno supervisionando l’intera
operazione. Il primo film del DCU sarà Superman: Legacy, che
non solo lancerà un intero universo di storie, ma darà anche
all’amato supereroe una nuova direzione per il futuro. Il film,
scritto e diretto da Gunn, ha da poco trovato i suoi protagonisti,
come anche altri importanti membri del cast. La
scenografa Beth Mickle si è unita ora alla troupe,
lavorando al fianco di Gunn per dare vita a Metropolis e al resto
del nuovo Universo DC.
Durante una recente intervista con
ScreenRant, Mickle ha elogiato
la “visione cristallina” di Gunn per Superman:
Legacy. “Sto lavorando al nuovo film di Superman e non
potrebbe esserci un onore più grande di questo. Sono molto felice.
Siamo tutti molto entusiasti di far parte della squadra. Siamo
molto fortunati che Gunn abbia una visione così cristallina di ciò
che vuole che siano i suoi film. E non succede spesso.“, ha
spiegato Mickle. “Molto spesso questa visione ce l’ha il
regista, ma spesso sono gli scenografi o i costumisti che la
trovano per il regista”.
“Ma Gunn è arrivato con una
brillante prima bozza della sceneggiatura, che è un’altra cosa
molto rara, e da questa emerge davvero un’idea chiara di come sarà
girato il film, di come vuole che si presenti“, ha continuato.
“Ha forti riferimenti. Ha riferimenti musicali fantastici, ed è
davvero articolato al riguardo. Ha davvero delineato questa
meravigliosa tabella di marcia per il mio team, me e gli altri
dipartimenti creativi. Proponiamo dunque concept art, riferimenti e
li condividiamo con lui, che dà sempre ottimi feedback,
suggerimenti ma anche molta licenza creativa, il che è anche raro,
specialmente per qualcuno che ha una tale visione“.
Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul
film
Superman: Legacy, scritto e
diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting,
come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman: Legacy è il vero
fondamento della nostra visione creativa per l’Universo
DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC,
ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti,
dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il
mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025
Potere, denaro, lealtà:
New York è da anni il palcoscenico sul quale i protagonisti di
Billions,
l’acclamata serie americana con Paul Giamatti (John Adams, Sideways) e
Damian Lewis (Una spia tra noi, Band Of
Brothers, Homeland), si scontrano nel gioco ad alto rischio che è
l’alta finanza. Dal 12 agosto su Sky e in streaming su NOW la
settima e ultima stagione del titolo SHOWTIME che
Sky ha portato sugli schermi fin dal primo episodio, e di cui oggi
viene rilasciato il trailer ufficiale.
Il capitolo finale della
serie vede il ritorno del miliardario Bobby Axelrod (Damian
Lewis), per affrontare un’ultima volta il procuratore
federale Chuck Rhodes (Paul
Giamatti), suo avversario (e a tratti alleato) da
sempre. Ma quando la posta in gioco aumenta tanto da
raggiungere Wall Street, il loro gioco di abilità minaccia di
rovesciare imperi. Sarà un trionfo per alcuni e un crollo per
altri, e tutte le certezze iniziano a vacillare sotto il peso di
una tensione crescente. Le alleanze si ribalteranno, le vecchie
ferite diventeranno armi con cui destabilizzare i fragili equilibri
fin qui raggiunti, la lealtà di ognuno dei protagonisti verrà messa
alla prova e il tradimento sarà sempre dietro l’angolo per far
crollare ogni sicurezza.
Nel cast tornano
Maggie Siff,
Corey Stoll, David Costabile,
Asia Kate Dillon, Condola Rashad, Jeffrey DeMunn, Toby Leonard
Moore, Malin Akerman, Toney Goins, Daniel Breaker e Sakina
Jaffrey. Una serie SHOWTIME, prodotta da Best
Available! e TBTF Productions Inc. I creatori della serie Brian
Koppelman e David Levien stanno sviluppando
quattro potenziali spin-off: Millions sui finanzieri emergenti;
Trilioni sugli ultra-ricchi; e altri due spettacoli senza titolo
che si svolgeranno rispettivamente a Miami e Londra.
Contrariamente a quanto inizialmente
riportato, un sequel di Dungeons & Dragons: L’onore
dei ladri (qui la recensione) non è ancora
fuori da ogni discussione. Il CEO della Paramount, Brian
Robbins, ha infatti anticipato che il seguito potrebbe
ancora concretizzarsi, purché venga soddisfatta una precisa
condizione. Diretto da John Francis Daley e
Jonathan Goldstein, il film, adattamento
dell’amato gioco di ruolo da tavolo, è come noto stato accolto da
ottime recensioni, ma ha sottoperformato al botteghino, terminando
la sua corsa nelle sale con soli 208 milioni di dollari su un
budget di 150 milioni di dollari.
Alla luce di ciò, in una recente
intervista con Variety, Robbins ha rivelato che
un sequel di Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri non è
in realtà impensabile, nonostante appunto il primo film abbia perso
denaro. La condizione che deve però essere soddisfatta è il
“trovare un modo per realizzarlo a un costo inferiore“.
Data la buona accoglienza ricevuta dal film, basterebbe dunque che
il sequel venga realizzato con un budget ridotto, così da poter
eventualmente ottenere maggiori profitti.
Non si tratta però di un requisito
da poco, considerando che per ottenere effetti speciali importanti
come quelli presenti nel primo film saranno necessarie delle spese
non indifferenti. Se però si troverà un modo per dar vita ad una
storia meno complessa, allora il progetto potrebbe davvero prendere
vita. Per mantenere basso il budget del sequel, ad esempio, si
potrebbe potenzialmente ridurre in qualche modo il numero dei
grandi set e degli effetti speciali, puntando su altri elementi che
hanno funzionato bene nel primo film. Non resta dunque che
aspettare, per sapere se le discussioni relative al sequel andranno
a buon fine.
Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri
Il film live-action di
Dungeons & Dragons – L’onore dei
ladri è scritto e diretto dal
duo di Game Night Jonathan
Goldstein e John Francis Daley. Il film è interpretato da
Chris Pine (Wonder Woman 1984),
Michelle Rodriguez (F9), Justice Smith
(Detective Pikachu),
Hugh Grant (Quattro matrimoni e un funerale),
Sophia Lillis (Itfilm), Chloe
Coleman (My Spy) e la star di BridgertonRegé-Jean Page.
Il film è coprodotto e cofinanziato da Hasbro, eOne e Paramount
Pictures. eOne gestisce la distribuzione nel Regno Unito e in
Canada, mentre Paramount distribuisce ovunque. È anche prodotto da
Brian Goldner e Jeremy Latcham di Hasbro come parte del suo accordo
con eOne, ramo di intrattenimento di Hasbro.
In quest’ultima settimana di luglio
al cinema ci sono solo poche novità ma sono
davvero molto interessanti. In sala è possibile vedere, oltre ai
quattro titoli che fanno parte del panorama
paneuropeo, anche
Il Castello nel Cielo di
Hayao Miyazaki realizzato nel 1986 e ispirato
all’isola immaginaria creata da Jonathan Swift.
Questo classico, che fa parte della rassegna estiva Un
mondo di sogni animati, rimarrà disponile sul grande
schermo fino al 2 agosto e permetterà, a chi non lo ha ancora
visto, di scoprire una delle opere più belle del maestro giapponese
dell’animazione.
Ovviamente il gradino più alto del
Box Office italiano, ma anche di tutto il mondo, è
tinto di color
rosa come tutte le persone che sono corse negli ultimi sette
giorni per vedere
Barbie di
Greta Gerwig. Il live action dedicato alla celebre bambola
Mattel si è aggiudicato il premio come Miglior weekend di
apertura per un film diretto da una regista e non solo ma anche
quello per essere il Miglior weekend di apertura per un film nel
2023.
Vediamo insieme le ultime
novità di luglio al cinema
Hai mai avuto paura?
La prima novità di luglio è
Hai mai avuto paura? l’opera prima della regista
Ambra Principato, diplomata al Centro Sperimentale di
Cinematografia di Milano e specializzata nella realizzazione di
contenuti per il web. Questo film è un horror
gotico ambientato nel passato, nell’Italia del 1813 in un
borgo. La trama racconta la storia di un villaggio scosso da
inspiegabili episodi violenti che sembrano accadere ad ogni
plenilunio, i contadini disperati infatti scoprono che sono
continuamente attaccati da un animale selvatico sconosciuto che sta
uccidendo il loro bestiame. Quando la bestia miete però la sua
prima vittima umana, un cacciatore proveniente dalle montagne
inizia a dargli la caccia tra i boschi e nel paese. Intanto il
piccolo Orazio è l’unico a notare il comportamento strano e
misterioso di suo fratello Giacomo. Il cast di quest’opera da
brivido è composto da Justin Korovkin, Lorenzo
Ferrante, Elisa Pierdominici, Mirko Frezza e Marta
Richeldi.
Kursk
Prima di
Un altro giro e di vincere nel 2021 l’Oscar come Miglior film
in lingua straniera il regista danese
Thomas Vinterberg ha girato il film drammatico e storico
Kursk che finalmente esce anche in Italia. Questo
lungometraggio mostra il disastro del sottomarino nucelare russo
K-141 e la negligenza governativa che ha caratterizzato la
tragedia. Mentre i marinai lottano per la sopravvivenza nel mare di
Barents nell’agosto del 2000, le loro famiglie combattono contro i
politici e gli impossibili ostacoli burocratici cercando
disperatamente di portarli in salvo. I protagonisti di questa
pellicola tratta sulla tragedia vera del sommergibile sono
interpretati da
Matthias Schoenaerts, Lea
Seydoux e
Colin Firth.
Noi anni luce
Sulla scia lasciata da
Colpa delle stelle e dei “sick movie”, cioè film con almeno uno
dei giovanissimi protagonisti che soffre di una malattia grave o
terminale, arriva nelle nostre sale
Noi anni luce. Il lungometraggio di Tiziano
Russo è incentrato su Elsa, una ragazza di 17 anni che
scopre di essere affetta da leucemia. La sua unica possibilità di
salvarsi è un trapianto di midollo, ma il solo a poterglielo donare
è suo padre che non ha mai conosciuto. Inizia così questo viaggio
on the road alla ricerca dell’uomo che può
salvarle la vita e ad accompagnarla c’è Edo, un ragazzo conosciuto
in ospedale affetto dalla sua stessa malattia. I due adolescenti
Elsa e Edo sono interpretati da Carolina Sala e
Rocco Fasano nel cast anche
Caterina Guzzanti,
Fabio Troiano e Daniele
Parisi.
Rheingold
L’ultima novità di luglio è
Rheingold, il biopic del 2022 diretto da
Fatih Akin. Questo
gangster dramaè basato sul romanzo
autobiografico Everything or
Nothing di Xatar
e si concentra sulla vita del rapper e produttore musicale tedesco
passato dal ghetto alla vetta delle classifiche musicali.
Dall’inferno di una prigione irachena Giwar Hajabi, il futuro
Xatar, arriva in Germania da ragazzino con la sua famiglia a metà
degli anni Ottanta, crescendo poi in poco tempo passa da piccolo
criminale a grande spacciatore, ma quando perde un prezioso carico
di droga la sua vita cambierà del tutto.
É stato presentato oggi nel corso
della conferenza stampa il programma della ventesima edizione
delle GIORNATE DEGLI AUTORI che si svolgerà
nell’ambito dell’80
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia dal 30 agosto al 9 settembre.
Per le Giornate degli Autori la
ventesima edizione è una sorta di “rito di passaggio”, ben
rappresentato dall’immagine dell’anno, tratta dalla
performance “Doposole” di Anna Franceschini, in cui il passato
dialoga con il presente, il tempo viene interrogato alla ricerca di
una identità. Un’indagine che ben si accompagna alla scelta di
autrici e autori che hanno il coraggio di uscire dalla loro comfort
zone; registi che, come si dovrebbe fare a vent’anni, partono alla
scoperta del mondo, spesso un mondo lontano da quello in cui
vivono, ma che serve a meglio definire la costruzione di
un’identità adulta.
Le Giornate degli Autori compiono
vent’anni, escono dall’adolescenza, fanno i primi conti con un
segmento di passato e gettano le basi per l’avvenire. E noi
festeggiamo questo importante compleanno con autrici e autori che
hanno il coraggio di uscire dalla loro zona di comfort.
A partire dal film di apertura del
Concorso internazionale delle Giornate degli
Autori, Los océanos son los verdaderos
continentes, esordio al lungometraggio del regista
milanese Tommaso Santambrogio. Il film,
co-produzione italo-cubana, è integralmente ambientato a Cuba e
della Cuba contemporanea riesce a restituire malinconia e
vitalità, speranze e sogni perduti, attraverso una storia che
tocca tre generazioni.
La regista
francese Élise Girard si trasferisce in
Giappone per il suo terzo lungometraggio, Sidonie
au Japon. Bisogna andare in capo al mondo per
ritrovare se stessi? Per Sidonie, magnificamente interpretata
da Isabelle
Huppert, pare proprio di sì. In un luogo sconosciuto
e impenetrabile, in un continuo alternarsi tra passato e presente,
tra fantasmi e persone reali, la donna ritrova senso e identità
perduti.
Restiamo in Giappone
con Kyoshi Sugita, uno dei nomi più
interessanti del cinema asiatico contemporaneo che
in Kanata no uta affronta, con
uno stile lineare, semplice ma mai semplicistico, il tema
dell’empatia e dell’altruismo. Qui una ragazza solitaria osserva il
dolore nei volti di sconosciuti, altrettanto solitari, che poi si
trasformano in persone familiari da abbracciare.
La sofferenza ritratta
dall’esordiente olandese Stefanie
Kolk in Melk potrebbe
apparire come un muro invalicabile che non offre alcuna speranza.
Ma donare agli altri ciò che la sorte ha reso inutile per se
stessi – in questo caso il latte materno destinato a un bambino mai
nato – è un segnale probabilmente spiazzante, sicuramente forte.
Ed è l’indicazione, non retorica, ma pratica, di un voler
rinascere con gli altri.
La belga Delphine
Girard in Quitter la
nuit, sorta di sequel del cortometraggio Une
sœur che le valse la candidatura agli Oscar 2020, è
lucida e mai retorica nel narrare l’indagine poliziesca che ruota
attorno a una violenza di stupro e riesce a restituire la forza
salvifica di un sodalizio femminile (in questo caso tra la vittima
e la poliziotta).
Un figlio, una madre biologica, una
madre adottiva. La più classica delle triangolazioni narrative che
portano al conflitto. E invece il basco Víctor
Iriarte (Sobre todo de
noche), rompendo convenzioni letterarie e
con l’aiuto delle straordinarie interpreti Lola Dueñas e
Ana Torrent, formula il racconto di un’alleanza sorta per cercare e
difendere il senso autentico delle relazioni, anche di quelle che
spesso sono intrappolate in vincoli burocratici costruiti da chi
non pensa ai sentimenti.
La canadese Ariane
Louis-Seize è interprete di un cinema indipendente e
di genere e in Vampire humaniste cherche
suicidaire consentant mette in scena una
giovanissima vampira malata di empatia. Rifiuta di nutrirsi perché
ucciderebbe, sovvertendo dunque la regola scritta da chi per vivere
si sente autorizzato a sopraffare il prossimo.
E parlano di sodalizi ed alleanze
artistiche due film pur molto distanti tra loro, il
marocchino Backstage di Afef
Ben Mahmoud e Khalil Benkirane e il
greco To kalokairi tis
Karmen di Zacharias
Mavroeidis. Nel primo, sorta di road movie danzante che si
avvale delle bellissime coreografie del belga-marocchino Sidi Larbi
Cherkaoui, i registi si addentrano nella vita di una compagnia di
ballo e di questa svelano le dinamiche interne tra piccole vendette
e regolamenti di conti, segreti e confessioni. Il secondo è una
commedia apertamente queer che esplora il significato di varie
relazioni, tra cui quelle con la famiglia, i partner,
gli amici e gli animali domestici e racconta di due amici che
si godono una giornata nella spiaggia gay di Atene collaborando a
un’idea di lungometraggio.
A una presa di coscienza collettiva
si affida Wu yue
xue di Chong Keat Aun.
Fantasmi di una tragedia passata che nel presente provano a
riproporsi per riportare alla luce il rimosso. I massacri della
storia spesso sono dimenticati. E allora un regista dalla Malaysia
sfida il silenzio con l’immaginazione e con un linguaggio
personale.
Dal teatro di strada di Chong Keat
Aun alla commedia greca di Aristofane (Lisistrata) come fonte di
ispirazione per il regista iraniano Ayat
Najafi. Dal concorso agli eventi speciali, permane il
serrato confronto tra vita e arte. Aftab
mishavad, film che inaugura il nostro fuori concorso,
racconta di una potente e complessa ribellione, del rischio della
vita, delle repressioni, di libertà da conquistare, di donne che
si prendono in carico il compito di sovvertire regole che non sono
state scolpite sulla pietra e che dovrebbero, al più presto,
dissolversi per una volontà generale.
Due registi
slovacchi, Ivan Ostrochovský e Pavol
Pekarčík (Photophobia),
arrivano in Ucraina. Tra le rovine di una guerra devastante
decidono di assumere un punto di vista alternativo, quello dei
bambini che hanno trovato riparo in una stazione della
metropolitana. Non hanno intenzione di nascondere nulla,
semplicemente inseguono il quotidiano nella distruzione, pedinano
la vita ostinata.
Gianluca
Matarrese in L’expérience
Zola ci porta in un altrove linguistico e
letterario dove lavora con una coppia di attori teatrali francesi e
con loro percorre il tragitto che dalla realtà porta alla finzione
e viceversa in uno scambio continuo tra arte e vita.
La regista
franco-palestinese Lina
Soualem (Bye Bye
Tibériade) compie un percorso a ritroso nel tempo,
incontrando sua madre, la nota attrice Hiam Abbass, e le altre
donne che compongono una grande famiglia, quelle che hanno vissuto
nella Palestina del secolo scorso, tra guerre, speranze,
ingiustizie, diaspore e quella fiera volontà di restare per
affermare la propria presenza.
Un altro regista
italiano, Edoardo
Morabito (L’avamposto), si
mette in movimento, prende la direzione della foresta amazzonica
per seguire le tracce di un eco-guerriero scozzese che
all’Amazzonia ha dedicato la sua vita. Il mondo così com’è ora
non corrisponde ai nostri desideri. O meglio, i nostri desideri non
dialogano con le nostre pratiche e quel mondo reagisce, muta,
talvolta diventa inospitale. Si può cambiare rotta? Possiamo
affidarci agli ideali di chi pare destinato a una grandiosa
sconfitta?
E poi, la celebre regista
francese Céline Sciamma,
Presidente di giuria della scorsa edizione, ci fa omaggio di un
breve film girato a Roma in modalità produttiva completamente
autonoma e avvalendosi del contributo artistico della cantante
Chiara Civello: un piccolo gioiello legato al nome di Patrizia
Cavalli (This is how a child becomes a
poet).
Lo stesso giorno, alla stessa ora,
nella stessa sala, Sciamma si troverà accanto a Teona
Strugar Mitevska (21 days until the end
of the world). Anche la regista macedone ha deciso di
regalare qualcosa al pubblico, un diario intimo, una riflessione
politica, un atto di ribellione. E chi meglio di Mitevska e Sciamma
per l’insubordinazione?
Film di chiusura fuori concorso è
lo
statunitense Coup! di Austin
Stark e Joseph Schuman con Peter Sargsaard.
Protagonista è un piccolo gruppo asserragliato in una villa nel
1918 per proteggersi dall’Influenza Spagnola in preda agli istinti
umani dai quali dovremmo liberarci. Egoismi, ambizioni, sotterfugi,
trame oscure, tradimenti. Saremo mai in grado di essere
migliori?
Arriverà nelle sale italiane dal 17
agosto il nuovo film DC Blue Beetle, incentrato su
un ragazzo che viene scelto per diventare un ospite simbiotico
dello Scarabeo, un’antica reliquia biotecnologica aliena che gli
garantisce una potente armatura esoscheletrica, trasformandolo nel
supereroe Blue
Beetle. Il film è diretto dal regista Angel Manuel
Soto, il quale però ha recentemente raccontato di aver
inizialmente avuto il desiderio di realizzare una origin story
dedicata al personaggio Bane.
Intervistato da Den of Geek, il regista ha
dunque spiegato cosa è successo quando ha ricevuto per la prima
volta la chiamata per lavorare con DC. “Volevo presentare delle
idee, e una di queste era la storia delle origini di Bane“, ha
detto Soto. “Ho sempre pensato che ci fosse qualcosa di
interessante nell’esplorare la sua realtà e come nasce un
personaggio del genere“. Tuttavia, la conversazione è andata
in un modo diverso e la Warner Bros. ha detto: “C’è questo
personaggio che stiamo sviluppando da un paio d’anni. Il Blue
Beetle, un supereroe latino“. Il resto, come si suol dire, è
storia.
Bane, come noto, è già stato portato
al cinema, anche se i due film in questioni non hanno
effettivamente proposto la storia delle sue origini. La prima
apparizione risale al film Batman & Robin, dove
però è rappresentato come un forzuto senza cervello, incapace di
parlare. Una versione più apprezzata del personaggio è poi apparsa
in Il cavaliere oscuro – Il
ritorno, dove ad interpretare un Bane molto più
intelligente e pericoloso vi è l’attore Tom Hardy. Deve
dunque ancora esserci un film esclusivamente incentrato sulla
storia delle origini di questo famoso supercriminale di Batman e
chissà che proprio Soto non avrà occasione di realizzarlo in futuro
nel nuovo DC
Universe.
Cosa sappiamo su Blue Beetle?
Blue Beetle è un personaggio
immaginario dei fumetti; venne pubblicato negli Stati Uniti
d’America da diverse case editrici a partire dal 1940. Tale
supereroe ha avuto nel tempo diversi alter ego. Kord “è saltato”
nell’universo DC Comics durante Cisis on Infinite
Earths insieme a un certo numero di altri
personaggi di Charlton Comics. Il secondo Blue Beetle in
seguito ha recitato nel suo fumetto di 24 numeri. Kord non ha
mai avuto superpoteri, ma ha usato la scienza per creare vari
dispositivi che lo aiutassero a combattere il crimine.
È diventato un membro
della Justice League of America ed è stato
successivamente ucciso durante il crossover Infinite
Crisis della DC Comics. Soto (“Charm City
Kings”, “The Farm”) dirige da una sceneggiatura di
Gareth Dunnet-Alcocer (“Miss Bala”),
basata sui personaggi DC. Al fianco di Xolo
Maridueña (“Cobra Kai”) troviamo Adriana
Barraza(“Rambo: Last Blood”, “Thor”) nel ruolo
della nonna di Jaime, Nana, Damían Alcázar
(“Narcos”, “Narcos: Mexico”) in quello di suo padre,
Elpidia Carrillo (“Mayans M.C.”, la saga
di “Predator”) nel ruolo della madre, Bruna
Marquezine (“Maldivas”, “God Save the King”) in
quello di Jenny Kord, Raoul Max Trujillo (i film
di “Sicario”,“Mayans M.C.”) come Carapax. I
Il Premio Oscar
Susan Sarandon (“Monarch”, “Dead Man
Walking”) come Victoria Kord e George Lopez
(le saghe di “Rio” e “I Puffi”) nel ruolo di suo
zio Rudy. Nel cast anche Belissa Escobedo
(“American Horror Stories”, “Hocus Pocus 2”) nel ruolo
della sorella di Jaime, Milagro, e Harvey Guillén
(“What We Do in the Shadows”) che interpreta il Dott.
Sanchez. Blue Beetle sarà disponibile nelle sale italiane
a partire dal 17 agosto 2023 distribuito da Warner Bros.
Pictures.
Sembra che il pubblico avrà modo di
tornare a Barbieland in futuro, con un sequel di
Barbie(qui la recensione)
apparentemente in una fase iniziale di sviluppo presso la Warner
Bros. Dopo l’enorme successo che il film di
Greta Gerwig ha
riscosso al botteghino, era infatti solo questione di tempo prima
che lo studio decidesse di portare avanti con la
narrazione stabilita dal film con protagonista Margot Robbie.
Le Barbie possono essere qualunque cosa vogliano essere, e un
sequel sembra un buon modo per esplorare come le idee e i temi che
hanno reso speciale il primo film possono essere approfonditi in
una storia diversa da quella che ha visto la Barbie stereotipata
creare il proprio percorso.
Durante una recente intervista con
Variety, Ynon
Kreiz, CEO di Mattel, ha dunque parlato dell’approccio
dello studio per i film in uscita: “Barbie, come marchio, ha
molte iterazioni diverse. Le linee di prodotti di Barbie sono un
marchio molto ampio. Oltre alla figura principale di Barbie, ha
un’intera famiglia e molti elementi nel suo universo. È un mondo
molto ricco… un marchio molto ampio e molto elastico, in termini di
opportunità.” L’amministratore delegato ha però anche spiegato
che non c’è fretta di portare un secondo film di Barbie
sul grande schermo.
L’idea sarebbe quella di prendersi
il giusto tempo per ideare la migliore storia possibile: “Non
stiamo dicendo, ‘Okay, pensiamo già al film due e tre”. Facciamo
bene il primo e rendiamolo un successo. E se lo fai, le opportunità
si aprono molto rapidamente, una volta stabilito che il primo film
è una rappresentazione di successo di un franchise sul grande
schermo.” Resta da vedere se la Robbie e Ryan Gosling
avranno voglia di riprendere i loro ruoli, mentre più difficile è
il coinvolgimento della Gerwig, la quale al momento si è detta
priva di idee per dei sequel ed
è ora pronta ad impegnarsi con i film di
Le Cronache di Narnia per Netflix. Se ci saraanno
davvero più sequel, questi dovranno dunque essere pianificati
attentamente.
Barbie, tutto quello che c’è da sapere sul
film
Dalla sceneggiatrice/regista
candidata all’Oscar Greta
Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva
Barbie
con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie
(Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e
Ryan Gosling (La La
Land, Drive) nei panni di Barbie
e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera
(End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon
Trainer), Kate McKinnon
(Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday),
Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World,
Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga
dalla Terra), Issa Rae (The Photograph –
Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea
Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e
Will Ferrell
(Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva
contare fino a uno).
Fanno parte del cast del film anche
Ana Cruz Kayne (Piccole donne),
Emma Mackey (Emily,
Sex Education), Hari Nef (Assassination
Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men),
Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky
Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda
dei dieci anelli), Ncuti Gatwa (Sex
Education), Scott Evans (la serie TV
Grace e Frankie), Jamie Demetriou
(Crudelia), Connor Swindells (Sex
Education, Emma.), Sharon Rooney
(Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan
(Bridgerton, Derry Girls), Ritu
Arya (The Umbrella Academy) e il premio
Oscar Helen Mirren
(The Queen – La Regina). Il film è al cinema dal
20 luglio.
Una casa nel film Barbie
(la nostra
recensione) è stata ispirata dal famoso thriller
Psycho di Alfred
Hitckcock. La nuova commedia fantasy di Greta
Gerwig è interpretata da Margot Robbie nei
panni di Barbie e Ryan Gosling nei panni di Ken. Il
film è stato un successo sia di critica che di pubblico, ottenendo
ottimi risultati al botteghino. Uno dei momenti più divertenti del
film è quando Stereotip Barbie (Robbie) deve fare
visita a Weird Barbie (Kate McKinnon), che
vive in una strana casa isolata dal resto delle Barbie.
La scenografa Sarah
Greenwood ha condiviso i suoi pensieri sulla costruzione
della casa di Weird Barbie. “Uno dei miei primi
riferimenti è che sali le scale, e c’è la casa di ‘Psycho’, e
abbiamo introdotto altri elementi.” Il suo design è stato
deliberatamente distorto con tutto messo fuori forma e fuori
ordine“, ha detto a Variety.
“Ha una piscina di fronte e abbiamo dipinto uno squalo sul
fondo“, aggiunge. “Abbiamo aggiunto il gatto di Weird
Barbie. Come tutto il resto, è camuffato. Ma il suo gatto
è alto 4 piedi e 6 pollici ed è un ritaglio che guarda lo
squalo”.
Barbie,
tutto quello che c’è da sapere sul film
Dalla sceneggiatrice/regista
candidata all’Oscar Greta
Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva
Barbie
con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie
(Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e
Ryan Gosling (La La
Land, Drive) nei panni di Barbie
e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera
(End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon
Trainer), Kate McKinnon
(Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday),
Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World,
Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga
dalla Terra), Issa Rae (The Photograph –
Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea
Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e
Will Ferrell
(Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva
contare fino a uno).
Fanno parte del cast del film anche
Ana Cruz Kayne (Piccole donne),
Emma Mackey (Emily,
Sex Education), Hari Nef (Assassination
Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men),
Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky
Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda
dei dieci anelli), Ncuti Gatwa (Sex
Education), Scott Evans (la serie TV
Grace e Frankie), Jamie Demetriou
(Crudelia), Connor Swindells (Sex
Education, Emma.), Sharon Rooney
(Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan
(Bridgerton, Derry Girls), Ritu
Arya (The Umbrella Academy) e il premio
Oscar Helen Mirren
(The Queen – La Regina). Il film è al cinema dal
20 luglio.
Il 23
agosto arriverà al cinema una nuova versione
di La Casa dei
Fantasmi, il film prodotto da Walt Disney
Pictures e Rideback, secondo adattamento cinematografico
dell’attrazione dei parchi a tema Disney The Haunted
Mansion, dopo l’omonimo film del 2003 con protagonista Eddie Murphy.
Si tratta di una nuova versione molto attesa, che potrebbe in caso
di successo essere il primo capitolo di un nuovo franchise
cinematografico. In effetti, il regista Justin
Simien ha dichiarato a Comicbook.com che il film dà
sicuramente modo di esistere a potenziali sequel e spin-off.
“Sicuramente lascia una porta
aperta per molti altri spazi dove, sai, i fantasmi potrebbero
materializzarsi“, ha dichiarato Simien. Se dunque il film
dovesse ottenere il giusto riscontro da parte del pubblico, è molto
probabile che arrivino ulteriori film in futuro legati a questo
franchise molto amato. Proprio come avvenuto per Pirati dei
Caraibi, anche quello basato su una delle attrazioni più note
dei parchi a tema della Disney, anche La Casa dei Fantasmi
potrebbe dunque rivelarsi un titolo molto fortunato per la
Disney.
La Casa dei Fantasmi, la trama e il cast del film
La Casa dei Fantasmi
racconta di una donna e di suo figlio che si rivolgono a un
variegato gruppo di cosiddetti esperti spirituali per aiutarli a
liberare la loro casa da intrusi soprannaturali. Il film,
presentato in anteprima italiana a #Giffoni53 il 27 luglio,
arriverà nelle sale italiane dal 23 agosto.
Diretto da Justin Simien, La
Casa dei Fantasmi (Haunted
Mansion) è interpretato da un cast stellare che
include LaKeith Stanfield, Tiffany Haddish,
Owen Wilson, Danny DeVito,
Rosario Dawson, Chase W. Dillon e Dan
Levy, con Jamie Lee Curtis e Jared Leto nel ruolo di The Hatbox
Ghost. Il film è prodotto da Dan Lin e Jonathan Eirich,
mentre Nick Reynolds e Tom Peitzman sono i produttori
esecutivi.
Il prossimo
film Hot Wheelsdi
J.J. Abrams ha un nuovo aggiornamento.Con il successo del nuovo film Barbie
di Mattel, la società è pronta a realizzeranno nuovi film basati su
molte delle loro linee di giocattoli. J.J. Abrams, che ha prodotto film come
Star
Trek,
Star Wars: The Force Awakens e
Mission: Impossible – Fallout,
produrrà il nuovo film, che è in fase di sviluppo da alcuni
anni.
“Per molto tempo, abbiamo
parlato con Mattel di Hot Wheels, e non siamo riusciti a trovare la
cosa che faceva fare il clic, che lo rendesse degno di ciò che Hot
Wheels, quel titolo, meritava“, ha detto J.J. Abrams. “Poi
abbiamo escogitato qualcosa di… emotivo, radicato e
grintoso.”Robbie Brenner, capo
della Mattel Films, ha condiviso un altro aggiornamento sul
film. Ha detto a Variety che
il film avrà “personaggi reali con cui puoi relazionarti, che
sono tridimensionali, che hanno viaggi
emotivi“. Aggiunge: “Guarda qualsiasi film di JJ
Abrams. Tutti i suoi film hanno una storia incredibile e
personaggi incredibili. Era qualcosa di importante per lui:
realizzare un film che non fosse solo divertente ed eccitante, ma
che avesse vere emozioni e una vera posta in
gioco”.
Quando
esce il film Hot Wheels?
Il film Hot Wheels non ha una data di uscita fissa. È
prodotto con la Warner Bros.
Le recenti foto dal set di Deadpool 3 hanno
rivelato il mercenario protagonista (interpretato da Ryan Reynolds)
e Wolverine (interpretato da Hugh Jackman)
verranno finalmente alle mani
nel trequel, ma sappiamo anche che la coppia alla fine si troverà a
dover unire le forze per affrontare un minaccia più grande che,
stando a quanto riportato da alcuni rumor, sarà rappresentata da un
volto già familiare all’interno dell’MCU. Sebbene non menzioni il nome
del personaggio, l’affidabile scooper @MyTimeToShineHello afferma infatti che
l’antagonista principale di Deadpool 3 sarà qualcuno che abbiamo già
incontrato nell’MCU.
Le prime ipotesi hanno spinto i fan
a pensare a Wanda/Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen), che si vocifera abbia preso parte alle
riprese. Sono però poi emerse notizie contrastanti sul
coinvolgimento del personaggio nel film, spingendo dunque a dover
rivolgere altrove la ricerca del potenziale villain. Il nome più
accreditato per tale ruolo, al momento, sembra essere quello del
giudice Renslayer, interpretato da Gugu
Mbatha-Raw e visto già nella serie Loki. Si tratta di un
personaggio a conoscenza del Multiverso e del suo funzionamento,
con la possibilità di spostarsi all’interno di esso.
Proprio tale possibilità la
renderebbe il candidato ideale ad essere una minaccia per Deadpool
e i suoi amici mutanti. Se ciò si rivelerà vero, però, solo il
tempo potrà dircelo. Non mancano però anche altre teorie, tra cui
una molto popolare che suggerisce che Ultron (interpretato da
James Spader in
Avengers: Age of Ultron) farà il
suo tanto atteso ritorno proprio in Deadpool 3. Insomma, in ogni caso,
sembra che il villain principale del film sarà un volto già
conosciuto, che andrà ad aggiungersi ai tanti altri personaggi già
noti presenti all’interno del film.
Deadpool 3: quello che sappiamo sul film
Sebbene i dettagli ufficiali della
storia di Deadpool 3, con
protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò preserva i
film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato
da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU.
Nel film saranno poi presenti anche
personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come
Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera
che anche altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck. L’attrice Jennifer Garner
sarà presente nel film con il ruolo di Elektra, che riprende dunque
a quasi vent’anni di distanza dal film a lei dedicato.
In attesa di ulteriori conferme,
sappiamo che Shawn
Levy dirigerà Deadpool 3,
mentre Rhett Reese e Paul
Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul
Mercenario Chiacchierone, scriveranno la sceneggiatura basandosi
sui fumetti creati da Rob Liefeld,
confermandosi nella squadra creativa del progetto. Il presidente
dei Marvel Studios, Kevin
Feige, aveva precedentemente assicurato ai fan che rimarrà
un film con rating R, proprio come i primi due film, il che lo
renderebbe il primo film dello studio con tale classificazione
matura.
È stata rivelata una nuova
clip di Talk to
Me, il prossimo thriller soprannaturale
di A24. Il
contributo presenta un gruppo di adolescenti che escogitano un
gioco in cui evocano gli spiriti con una mano imbalsamata per
divertimento.
Il video mostra Mia di Sophia Wilde
che partecipa con riluttanza al gioco, mentre altri la spingono a
continuare il possesso. Il film arriva nelle sale italiane il
28 settembre 2023 Distribuito da Plaion Pictures. Dai un’occhiata
al nuovo trailer di Talk to Me qui sotto.
Di cosa parla Talk to Me?
Talk to
Me segna il debutto alla regia di un lungometraggio
dei gemelli Danny e Michael Philippou, che hanno raggiunto la
notorietà grazie alla loro attività su loro canale YouTube. Il film
è interpretato da Sophia Wilde, Joe Bird, Alexandra Jensen,
Otis Dhanji, Miranda Otto, Marcus Johnson, Alexandria Steffensen,
Zoe Terakes e Chris Alosio.
“Nel film, Mia (Wilde) è
determinata a ottenere un legame con il mondo ultraterrena in
seguito alla prematura morte di sua madre”, si legge nella sinossi.
“Ma quando il suo gruppo di amici si riunisce per un’altra seduta
spiritica con una misteriosa mano imbalsamata che rappresenta il
tramite per il collegamento con il mondo degli spiriti, il gruppo è
impreparato alle conseguenze dell’infrangere le regole con un
contatto prolungato. Mentre il confine tra i mondi crolla e
inquietanti visioni soprannaturali perseguitano sempre più Mia, lei
si affretta a riparare l’orribile danno prima che sia
irreversibile”.
Talk to Me segna il debutto
alla regia di un lungometraggio dei gemelli Danny e Michael
Philippou aka RackaRacka, che per primi hanno ottenuto il
riconoscimento attraverso il loro canale YouTube. Il film è
interpretato da Sophia Wilde, Joe Bird, Alexandra Jensen, Otis
Dhanji, Miranda Otto, Marcus Johnson, Alexandria Steffensen, Zoe
Terakes e Chris Alosio.Il film è scritto da Danny
Philippou, Bill Hinzman e Daley Pearson. I produttori
esecutivi sono Ari Harrison, Jeff Harrison, Phil Hunt, Daniel
Negret e Compton Ross, con Kristina Ceyton, Samantha Jennings e
Christopher Seeto come produttori.
Secondo quanto riferito,
l’imminente film drammatico sulla mattanza occidentale diretto
dall’acclamato regista Martin Scorsese e con protagonista
Leonardo DiCaprioKillers
of the Flower Moon non subirà ritardi. Fonti
hanno riferito a The
Hollywood Reporter che il film probabilmente non verrà
posticipato rispetto alla data di uscita attuale. Le due
grandi star del film, Leonardo DiCaprioe
Robert De Niro, non potranno promuovere il film
durante lo sciopero in corso. Tuttavia, il film ha generato
una solida pubblicità dopo la sua prima di successo al
Festival di
Cannes, dove Martin Scorsesee il
cast hanno sfilato sul tappeto rosso.
Quando è la data di uscita di Killers of the Flower Moon?
Il film uscirà in sale selezionate
il 19 ottobre 2023 distribuito da 01 Distribution. Sarà poi diffuso
negli Stati Uniti il 20 ottobre da Apple TV+. In Italia
qualche settimana dopo.
Killers of the Flower Moon, il
film
Basato sull’omonimo libro
best-seller, Killers
of the Flower Moon è ambientato nell’Oklahoma
degli anni ’20 e segue l’omicidio seriale di membri della Osage
Nation, l’associazione di ricca di petrolio. La storia
racconta una serie di crimini brutali in circostanze misteriose che
si sono verificati conosciuto come “il regno del terrore”. Oltre a
dirigere, Martin Scorsese ha scritto la sceneggiatura
con Eric Roth, co-sceneggiatore di Dune e A
Star is Born. Leonardo
DiCaprio interpreta Ernest Burkhart, il nipote di un
potente allevatore locale interpretato da Robert De Niro, mentre Lily
Gladstone interpreta la moglie Osage Mollie e
Jesse Plemons è Tom White, l’agente dell’FBI
incaricato di indagare sugli omicidi. Il cast include anche
Brendan Fraser e John Lithgow.
Killers
of the Flower Moon riunisce ancora una volta Martin Scorsese con i collaboratori di lunga
data Leonardo DiCaprioe
Robert De Niro. Insieme a loro ci sono l’attore premio
Oscar
Brendan Fraser, Jesse Plemons, Lily Gladstone,
Tantoo Cardinal, Jason Isbell, Sturgill Simpson, Louis Cancelmi,
William Belleau, Tatanka Means, Michael Abbott Jr., Pat Healy,
Scott Shepherd e molti altri. La pellicola è
diretto e prodotto da Martin Scorsese. Il film è una produzione
di Apple Studios, Imperative Entertainment e Appian Way
Productions, con Dan Friedkin e Bradley Thomas come produttori.
È in uscita la seconda stagione
della serie apocalittica più spassosa che ci sia: Good
Omens 2 partirà dal 28 luglio sempre su
Prime Video. Ancora diretta da
Douglas Mackinnon, era stata scritta ed
effettivamente creata da Neil Gaiman – che ne è anche lo
showrunner – a partire dal suo romanzo del 1990 composto a quattro
mani con l’adorato e compianto Sir Terry
Pratchett, che in italiano aveva il titolo tradotto in
Buon Apocalisse a tutti! e in lingua
originale come Good Omens: The Nice and Accurate
Prophecies of Agnes Nutter, Witch. Un titolo, un
programma.
Infatti, le premesse del libro, per
quanto riguarda la prima stagione uscita nel 2019, erano state
pienamente rispettate. Tutta la linea dissacrante, e al contempo
leggera, dal divertimento brillante, è stata la base sulla quale
ogni puntata, ogni svolta di trama e tutto il circolo dei
personaggi, si sono sempre mossi insieme, coronati dalla voce fuori
campo di Dio, che in inglese ha il tono sardonico di Frances
McDormand.
La trama di GoodOmens
La storia parla dell’angelo
Aziraphale (Michael Sheen) e del demone Crowley
(David Tennant) che fanno amicizia durante la
cacciata di Adamo ed Eva dal giardino dell’Eden. Subito vivono
un’inconsueta e segreta sintonia, unita ad una marcata morbidezza
nell’adesione alle regole d’appartenenza alle rispettive fazioni
d’origine. Questo aspetto, oltre a fornire innumerevoli pretesti di
comicità, sarà il motore principale della trama che darà continuità
anche alla seconda stagione.
Il soggetto della prima, che
combacia con gli eventi presentati nel romanzo, vede i due che,
terminati i propri compiti nella genesi dell’umanità, vengono
assegnati alla supervisione e mediazione sulla terra degli
obiettivi dei rispettivi “datori di lavoro”: l’esecuzione del piano
divino per l’uno, e l’introduzione di scompiglio per l’altro. Ma
con il passare – è il caso di dirlo – dei secoli e dei millenni,
Aziraphale e Crowley si affezionano al mondo e agli uomini, al loro
stile di vita e ai piaceri della tavola e dell’arte (cosa valida
specialmente per l’angelo, naturalmente) e cercheranno, perciò, di
far di tutto affinché l’Apocalisse così imminente non distrugga
l’universo e, con esso, anche la loro piacevolissima routine.
Gli eventi della seconda stagione,
invece, hanno toni di maggior raccoglimento intorno alla relazione
tra i due protagonisti e, nell’essere sempre correlati al destino
precario e tragicomico dell’umanità, trattano in generale pochi
personaggi e un paio di linee narrative. Anche gli stessi attori
che ritornano si limitano ai tre arcangeli che mantengono lo stesso
ruolo: il meraviglioso Jon Hamm,
Doon Mackichan e Gloria Obianyo,
e alle attrici Miranda Richardson e Nina
Sosanya che però cambiano completamente
interpretazione.
Aziraphale e Crowley al centro del racconto
È dunque piuttosto diverso il ritmo
delle nuove puntate. Pur mantenendo la stessa briosità, ha
un’inevitabile rallentamento sulla freschezza degli sviluppi del
racconto che mette in campo. Neil Gaiman aveva discusso con Terry
Pratchett su un eventuale secondo volume di Good Omens e
pare dovesse intitolarsi 668: The Neighbor of the Beast,
cosa che lascerebbe già pregustare un’ingente quantità di spazi per
l’esilarante fantasia degli autori. Ma il risultato finale di
questo secondo capitolo è lontano da tutto questo.
Tante sono le digressioni e gli
approfondimenti del legame che unisce l’angelo e il demone, e sono
tutti sempre ben costruiti e interessanti dal punto di vista della
messa in scena così come delle performance sempre eccezionali di
Sheen e Tennant, ma risultano quasi pretestuose nel diventare un
canale attraverso il quale dover mostrare il sentimento che nasce
tra i due, che era comunque già chiaro e, nell’essere la colonna
portante della trama, indebolisce la forza dei guizzi narrativi che
tanto avevano caratterizzato l’inizio di tutto.
Good Omens 2 è, perciò,
estremamente godibile considerando l’originalità dell’argomento di
partenza che inevitabilmente rimane come cassa di risonanza per
tutta la durata delle puntate, ma banalizza le sue stesse qualità
decidendo di concentrarsi sui punti che, al contrario, erano
coinvolgenti proprio perché solamente accennati.
Castlevania, la serie
basata sull’omonima saga di videogiochi tornerà
su Netflix a
settembre con una nuova serie spin-off,
Castlevania: Nocturne. Secondo
quanto apprendiamo da Bloody Disgusting,
Castlevania: Nocturne sarà presentato in anteprima su Netflix il 28 settembre 2023. Il primo teaser trailer
per la prossima stagione dovrebbe uscire online il 27 luglio 2023.
Netflix Geeked ha rilasciato un nuovo poster per la serie su
Twitter, che include uno slogan che recita: “Prego per
te, Richter Belmont”.
Dettagli su
Castlevania: Nocturne sono stati
in gran parte tenuti nascosti; tuttavia, si dice che la serie sia
ambientata durante la Rivoluzione francese nel 1792 e seguirà
Richter Belmont, un discendente di Trevor, in una pericolosa
avventura piena di vampiri, mostri e altro ancora.
Castlevania: Nocturne è stato creato e scritto da
Clive Bradley, con Kevin Kolde come showrunner. Basata sul
videogioco creato da Konami, la serie è adattata da Castlevania:
Rondo of Blood del 1993 e Castlevania: Symphony of the Night del
1997.
Netflix ritorna nel mondo
di Castelvania
Creata e scritta da Warren Ellis,
la prima stagione di Castlevania è uscita su
Netflix nel luglio 2017. La serie animata vede
Trevor Belmont (doppiato da
Richard Armitage), un cacciatore di mostri con un’eredità
complicata, entrare in guerra con Dracula (Graham McTavish) dopo il
vampiro non morto cerca di distruggere tutta l’umanità con un
esercito di mostri demoniaci.
Insieme a Trevor in battaglia ci
sono un potente mago di nome Sypha Belnades (Alejandra Reynoso) e
il figlio di Dracula, Alucard (James Callis), che nutre solo odio
per suo padre. La serie vede anche
Theo James nei panni di un falsario di nome Hector, Adetokumboh
M’Cormack nei panni di un falsario rivale di nome Isaac, Jaime
Murray nei panni di un’amante vampira di nome Carmilla e altri.
Castlevania ha funzionato per quattro stagioni in totale, con la
seconda stagione in arrivo nel 2018, la terza nel 2020 e la quarta
nel 2021. Castlevania: Nocturne sarà presentato in anteprima su
Netflix il 28 settembre 2023.
Qualcosa nella scrittura del finale
di The
Witcher 3 è andata storta. Una consapevolezza che
non accogliamo certo di buon grado, considerato che la seconda
parte della serie creata da Lauren Schmidt Hissrich,
preannunciava una chiusura con il botto. Netflix
con la terza stagione di The Witcher ha voluto adottare lo
stesso metodo applicato con Stranger Things l’anno scorso, ossia
dividerla in due parti (qui la recensione del primo
volume). Una scelta da non scartare a priori, soprattutto se ha
alla base un ragionamento di engagment, volto in particolar modo a
tenersi stretto il più a lungo possibile il pubblico.
Il problema nasce però quando questa
soluzione non aiuta a mantenere lineare e accattivante la
narrazione, ma anzi la spezza inutilmente e la depotenzia,
ottenendo così l’effetto opposto. Quindi, prima di addentrarci
nella recensione del secondo blocco di episodi, dobbiamo dirlo
subito: aver lanciato The Witcher 3 in
due volumi non è servito a niente, se non a far storcere il naso e
generare altri malumori. Che già, con l’abbandono di Henry Cavill,
sono sufficientemente alimentati.
The Witcher 3, la trama della
seconda parte
In questa secondo blocco di episodi,
in seguito al tradimento di Vilgefortz (Mahesh
Jadu), Aretuza è stata assediata dagli Scoi’atel e i
Nilfgaardiani, con l’obiettivo principale di distruggere Tissaia
(MyAnna Buring) e prendere Ciri (Freya Allan).
Ancora una volta, Yennefer (Anya Chalotra)
e Geralt (Henry Cavill)
devono separarsi, per proteggere la principessa di Cintra, oramai
loro figlia, nel migliore dei modi. Mentre la strega è impegnata a
salvare la sua casa e impedire che le sue consorelle vengano
uccise, lo strigo affronta Vilgefortz.
Nello scontro fisico tra i due,
quest’ultimo ha la meglio, ferendolo quasi a morte e costringendolo
ad allontanarsi per potersi curare. Nel frattempo, però, a seguito
di un incantesimo troppo potente da poter sostenere, Ciri si
ritrova persa nel deserto, un luogo in cui tutti i suoi scheletri
nell’armadio, le sue paure e le sue difficoltà vengono a galla.
Yennefer e Geralt riusciranno a salvarla ancora una volta?
Cosa c’è che non va?
L’ultimo episodio della prima parte
di The Witcher 3 aveva lasciato con il
fiato sospeso. In circa un’ora, la festa ad Aretuza era stata
sviscerata attraverso più punti di vista, una scelta narrativa
vincente che, se da una parte aveva dato ritmo al racconto,
dall’altra aveva alzato la posta in gioco in preparazione del
finale, svelando l’antagonista inaspettato che poi il secondo
volume avrebbe avuto il compito di approfondire meglio. È proprio
qui che la storia si ferma, per poi riprendere con una battaglia
all’ultimo sangue fra gli Scoia’tel e i maghi e la fuga di
Vilgefortz, ravvivando la fiamma ardente dell’action – in fondo uno
dei punti cardini della serie – che nella prima parte era stata
meno alimentata per dare più spazio alla linea romance e
familiare.
Superata la prima ventina di
minuti circa del sesto episodio, pregno di lotte, sangue e
magia (visivamente efficace e coinvolgente), la scrittura
inizia a scricchiolare e sfumare, cedendo il passo ad una
lentezza quasi estenuante legata a dei passaggi filler, come
l’intera puntata di Cirilla nel deserto, che non arricchisce né dà
una svolta alla storia. Si perde subito il focus dei combattimenti
e dei giochi di potere, per abbracciare ancora una volta un tono
più soft in cui si elevano – di nuovo – i rapporti fra Geralt, Ciri
e Yennefer, in una ridondanza di dinamiche e tematiche spesso
inglobate da una fotografia che continua ad essere troppo calda,
non più al servizio degli eventi e quindi funzionale, come avevamo
detto nella recensione della prima parte.
Sul piano del costrutto narrativo,
invece, tutte le parentesi che si aprono e si incasellano al di
fuori del contesto familiare sono abbastanza brevi, quasi
frettolose, come se non si avesse il tempo per soffermarsi su altri
aspetti essenziali, generando di conseguenza solo molta confusione.
Al netto di quanto detto, l’impressione avuta è che la prima
tranche, attraverso plot twist e cliffhanger, ha promesso (senza
riflettere sul materiale che aveva fra le mani) una corposità di
eventi nel blocco finale (come una guerra apocalittica fra le
fazioni del Continente) che alla fine non ha mostrato, in favore di
una verbosità di scene e di continui spiegoni sulla crucialità del
personaggio di Cirilla. Rimandando all’infinito il climax
finale – comunque molto scarico – e dando la sensazione di essere
sempre sul punto di arrivare al culmine dell’intreccio, per poi non
raggiungerlo mai.
Addio Henry
La discesa presa da The
Witcher 3 nel finale la appuriamo molto a malincuore,
intanto perché non ce lo aspettavamo in base alla prima parte molto
ben fatta, e soprattutto perché è il canto del cigno del
Geralt di Rivia di Henry Cavill, il quale meritava di
sicuro un atto conclusivo migliore di quello che è stato. L’ultima
parte aveva tutte le carte in regola per riprendere l’anima
tormentata, caotica e guerragliesca proprio della prima stagione,
per dare a quel Lupo Bianco l’ultimo momento di gloria sul campo di
battaglia. Siamo entrati nel mondo high fantasy di The
Witcher seguendo costantemente uno strigo in lotta con se
stesso e con il Continente intero, sempre alla ricerca di qualcosa
(Ciri) e in missione per salvare popoli e fare giustizia, del quale
ci erano state regalate tante incredibili scene di lotta con mostri
e creature d’ogni tipo.
Era stato questo a fare innamorare
il pubblico di Geralt di Rivia, con un Cavill che recitava spesso
in sottrazione per restituire un personaggio complesso, fragile e
forte, che andasse a rappresentare le due faccie della stessa
medaglia: l’umano e il mutante. Il suo cambiamento, iniziato nella
seconda stagione e continuato
nella terza, era stato comunque ben accolto perché funzionale allo
sviluppo del character e al rapporto con Cirilla e Yennefer, ma non
doveva trascinarsi così tanto in quest’ultimo blocco, il quale
doveva impregnarsi più d’azione che di sentimenti.
La conclusione di The
Witcher 3 non è stata vuota sul piano dei
combattimenti – che ancora una volta ribadiamo essere sempre ben
coreografati, con degli stunt memorabili e un montaggio
impeccabile. Ma sono stati pochi per quello che richiedeva il
finale. E in queste ultime battute Henry Cavill meritava di
gustarsi, per l’ultima volta, una guerra epocale nella quale
esibire le impeccabili capacità del suo Geralt. Per potergli dire
addio nel migliore dei modi e non avere la conferma che, se le cose
dovessero così continuare nella quarta stagione, è fortunato a non
fare più parte del progetto.
Prima della sua uscita il 12
settembre 2023, è uscito un nuovo trailer di Batman:
Mask of the Phantasm 4K, che mette in evidenza la grafica
aggiornata del classico film di Batman. Il nuovo trailer di
Batman: Mask of the Phantasm 4K arriva direttamente
dalla Warner Bros. Entertainment e mette in evidenza una
varietà di momenti del film originale, inclusi sguardi più
dettagliati su Batman, The Phantasm, Joker e altro ancora. Dai
un’occhiata al trailer di Batman: Mask of the Phantasm 4K qui
sotto:
La Warner Bros. ha anche confermato
il prezzo della versione 4K Ultra HD di Batman: Mask of the
Phantasm, osservando che la versione solo digitale del film
manterrà il prezzo negli USA di $ 14,99, mentre la versione 4K
Ultra HD + digitale e le versioni standalone 4K Ultra HD costerà
rispettivamente $ 33,99 e $ 39,99. Il film dovrebbe essere
disponibile anche per il mercato europeo.
I contenuti speciali dell’uscita
includono una nuova featurette che evidenzia il tempo del compianto
Kevin Conroy come Batman, così come un episodio bonus di Justice League: Unlimited con un cameo di The
Phantasm.
Di cosa parla Batman: Mask of the
Phantasm?
“Quando una donna del passato
di Bruce Wayne, Andrea Beaumont, torna nella sua vita, Bruce si
chiede se debba continuare a proteggere Gotham City nei panni di
Batman“, si legge nella sinossi ufficiale del
film. “Ma la sua introspezione ha vita breve quando i boss
criminali più famosi della città vengono uccisi e il Caped Crusader
viene accusato dei loro omicidi. Il Cavaliere Oscuro si
propone di riabilitare il suo nome, rivelando un nuovo vigilante
mascherato: il Fantasma.
La riedizione in 4K di Mask of
the Phantasm arriva giusto in tempo per il 30° compleanno
dell’acclamato film d’animazione. È uscito originariamente
nelle sale il 25 dicembre 1993 come primo lungometraggio tratto
dall’amato Batman: The Animated Series. Mentre Mask
of the Phantasm inizialmente non è riuscito a prendere il volo al
botteghino, è diventato un successo in home video ed è diventato
considerato una delle migliori storie di Batman mai
filmate.
I creatori di Batman: The
Animated Series Eric Radomski e Bruce
Timm hanno diretto Mask of the Phantasm da una
sceneggiatura di Alan Burnett, Paul
Dini, Martin Pasko
e Michael Reaves. Il film
ha come protagonista il defunto, grande Kevin
Conroy come voce di Bruce Wayne/Batman, accanto
a Mark
Hamill come voce del Joker. Altri membri del cast
di Batman: The Animated Series per riprendere i loro ruoli per Mask
of the Phantasm includevano Efrem Zimbalist Jr. nei panni di Alfred
Pennyworth, Bob Hastings nei panni di James Gordon e Robert
Costanzo nei panni di Harvey Bullock.
Anche Arleen Sorkin è apparsa nel
film, anche se non nel suo solito ruolo di Harley Quinn nella serie
animata. Altri membri del cast includevano Dana Delany, Hart
Bochner, Stacy Keach, Abe Vigoda, Dick Miller e John P. Ryan.
Batman: Mask of the Phantasm uscirà in 4K Ultra HD il 12 settembre.
Nel frattempo, il film è attualmente in streaming su Max.
Universal
Pictures ha rivelato un nuovissimo trailer di
Strays,la sua imminente commedia vietata. Il nuovo contributo
risaltaWill Ferrell e Jamie
Foxxche prestano le rispettive voci
all’ottimista Reggie e allo sboccato Bug.Il video
presenta Reggie di Ferrell, che intraprende un pericoloso viaggio
con un gruppo di randagi per vendicarsi del proprietario che lo ha
abbandonato. Il film debutterà nelle sale americane il 18
agosto.
Strays è
diretto da Josh Greenbaum da una sceneggiatura scritta da Dan
Perrault. È descritta come una commedia dal vivo esilarante,
vietata ai minori, sulle complicazioni dell’amore, l’importanza
delle grandi amicizie e le virtù inaspettate del salto sul
divano. Insieme a Ferrell e Foxx ci sono Will Forte,
Isla Fisher, Randall Park, Josh Gad, Harvey Guillén, Rob Riggle,
Brett Gelman, Jamie Demetriou e Sofia Vergara. Dai
un’occhiata al trailer di Strays qui sotto:
“Quando Reggie, un border
terrier ingenuo e inesorabilmente ottimista, viene abbandonato
nelle strade cittadine dal suo malvivente proprietario, Doug,
Reggie è certo che il suo amato proprietario non lo lascerebbe mai
di proposito”, si legge nella sinossi. “Ma una volta che
Reggie si imbatte in un Boston Terrier dalla parlantina veloce e
sboccata di nome Bug, un randagio che ama la sua libertà e crede
che i proprietari siano degli idioti, Reggie finalmente si rende
conto di avere una relazione tossica e inizia a vedere Doug per il
squallido senza cuore qual è.
Il film è prodotto dal
fondatore e CEO di Picturestart Erik Feig (Cha Cha Real Smooth),
Louis Leterrier (Fast X), Dan Perrault (American Vandal) e dai
partner di Lord Miller Phil Lord e Chris Miller (Spider-Man: Into
The Spider-Verse ) e Lord Miller President of Film Aditya Sood
(Cocaine Bear). I produttori esecutivi sono Jessica Switch,
Nikki Baida e Julia Hammer.
In una breve dichiarazione, l’attore
Kevin Spacey ha parlato alla stampa dopo che
una giuria del Regno Unito lo ha ritenuto non colpevole delle sue
varie accuse di violenza sessuale. Mercoledì scorso, infatti, una
giuria del Regno Unito ha dichiarato Kevin Spacey non colpevole di nove accuse di
violenza sessuale, aggressione indecente e induzione a un’attività
sessuale penetrativa. Fuori dall’aula,
Spacey ha rilasciato una breve dichiarazione alla stampa,
dicendo di essere “grato alla giuria“, ringraziando anche
il suo team legale e coloro che sono coinvolti nella decisione.
“Immagino che molti di voi
possano capire che c’è molto da elaborare per me dopo quello che è
appena successo oggi“, ha detto Spacey (tramite Variety ). “Ma vorrei dire
che sono enormemente grato alla giuria per aver avuto il tempo di
esaminare attentamente tutte le prove e tutti i fatti prima di
prendere la decisione. E sono umiliato dal risultato di
oggi. Voglio anche ringraziare il personale all’interno di
questo tribunale, la sicurezza e tutti coloro che si sono presi
cura di noi ogni singolo giorno, il mio team legale… per essere qui
ogni giorno e questo è tutto quello che ho da dire per il
momento. Grazie mille.”
Kevin Spacey spoke to press after being
cleared of all sexual assault charges in the U.K. “I am enormously
grateful to the jury for having taken the time to examine all of
the evidence and all of the facts carefully before they reached the
decision.” https://t.co/zmP0695pDppic.twitter.com/LBRPvhilFP
In totale,
Spacey aveva 12 accuse contro di lui, tra cui violenza sessuale
e aggressione indecente, con diverse accuse su fatti che si presume
si siano verificate in un intervallo dal 2001 fino al 2013. Sebbene
Spacey abbia negato tutte le accuse, ha anche affermato
che, a causa delle accuse, pensa che le persone abbiano
“paura” di sostenerlo.
L’anno scorso, una giuria di New
York ha prosciolto Spacey confermando che l’attore non ha
aggredito sessualmente l’attore Antony Rapp, che per la prima volta
si è fatto avanti contro Spacey nel 2017. Spacey afferma che i
risultati a Londra dovrebbero essere simili a quelli di New York.
“Nel momento in cui viene applicato il controllo, queste cose
vanno in pezzi“, ha detto Spacey. “Questo è quello
che è successo nel processo Rapp, ed è quello che succederà in
questo caso.”
Una volta considerato come attore
leggendario, la carriera di Spacey si è interrotta bruscamente nel
2017 quando è stato accusato di aver fatto avance sessuali
all’allora quattordicenne Anthony Rapp (che è
apparso in uno spettacolo di Broadway con Spacey) nel 1986. In
seguito sono arrivate altre accuse che hanno spinto Netflix a tagliare i legami con Spacey nel loro film
in programma Gore, oltre a rimuoverlo dall’ultima stagione della
serie House of Cards.
Da quando nel 2012 ha vinto l’Oscar
come miglior attore per The Artist,
Jean Dujardin ha conquistato una popolarità senza
precedenti, recitando da quel momento in numerosi film sempre
diversi tra loro. Egli è infatti passato dal biografico
The Wolf of Wall Street
alla commediaGrandi
bugie tra amici, dal dramma storico
di L’ufficiale e la
spiaal grottesco Doppia pelle. Nel corso di questi anni
non ha però mancato di recitare anche in una commedia sentimentale
come Un amore all’altezza, uscito al
cinema nel 2016 per la regia di Laurent
Tirard. All’interno di questo si snoda una vicenda che
sfida il pregiudizio per aprirsi al sentimento vero.
Scritto dallo stesso Tirard insieme
a Grégoire Vigneron, il film è il rifacimento in
chiave francese del film argentino Corazon de Leon, del
2013. Inserendosi in pieno nei canoni della commedia
francese, Un amore all’altezza si concentra sul
raccontare determinati sentimenti, i quali sono però ostacolati da
una serie di pregiudizi che i personaggi hanno sviluppato anche per
via di influenze esterne. Si generano così situazioni molto
comiche, come anche altre molto romantiche, e alla fine il racconto
riesce non solo a coinvolgere ma a dimostrare come, nel momento in
cui si abbandona ogni pregiudizio, si sia in grado di vivere più
serenamente ciò che ci circonda.
Apprezzato da critica e pubblico,
Un amore all’altezza è certamente tra le più affascinanti
commedie francesi degli ultimi anni, merito anche di una coppia di
protagonisti particolarmente affiatata. Per gli amanti del genere è
dunque un titolo da non perdere, che può regalare diverse piacevoli
sorprese. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Un amore all’altezza: la trama del film
Protagonista del film è
Diane Duchene, donna affascinante, avvocato di
successo e con un matrimonio fallito alle spalle. Da quando è
tornata ad essere una donna single, Diane si concede una serie di
appuntamenti al buio, ed è così che finisce per incontrare
Alexander. Parlando con lui al telefono, egli si
dimostra simpatico, intelligente e ricco di carisma, rivelando
inoltre di essere anche un noto architetto. Diane ne rimane
assolutamente affascinata e non vede dunque l’ora di incontrare
quello che sembra essere un uomo assolutamente perfetto.
In occasione del loro incontro,
però, Diane si trova davanti a qualcosa di inaspettato: Alexander,
infatti, è alto soltanto 136 centimetri, uno “gnomo”, come si
autodefinisce scherzosamente lui. Anche se Diane e Alexandre
inizieranno una relazione romantica, facilitata dall’autoironia di
lui, non potranno evitare gli imbarazzi derivati dall’evidente
diversità, fino ad arrivare alla crisi del rapporto, nonostante
un’evidente affinità tra loro. Divisa tra ciò che prova e ciò che
gli altri pensano, Diane si troverà dunque a dover imparare a
vedere oltre le apparenze, superando i pregiudizi e abbandonandosi
a nuovi sentimenti.
Un amore all’altezza: il cast del film
Come anticipato, nel ruolo di
Alexander vi è l’attore Jean Dujardin.
Qui interprete di un personaggio alto solo 136 centimetri, egli
vanta in realtà un’altezza pari a 182 centimetri. Nel renderlo più
basso non sono stati usati particolari effetti speciali, bensì
diversi trucchi della macchina da presa, posizionata in angolazioni
favorevoli all’effetto da raggiungere. Ad esempio, egli veniva
ripreso dall’alto, in ginocchio o seduto su uno sgabello con ruote.
Durante le sue scene di dialogo con gli altri personaggi, spesso
girate senza questi trucchi, lui doveva guardare più in alto della
testa altrui, mentre gli altri dovevano guardare più in basso del
petto di lui. Al montaggio l’effetto finale risultò perfetto.
Nel ruolo di Diane Duchene, invece,
si ritrova l’attrice Virginie Efira, vista anche
in 7 uomini a mollo e
Elle e recentemente distintasi come protagonista di
Benedetta. Raccontando del suo personaggio, la Efira ha
dichiarato di essere rimasta affascinata dal percorso di Diane.
Recitare facendo finta che Dujardin fosse molto basso, però, le ha
richiesto tanta immaginazione e anche un po’ di fatica. Accanto a
lei, nel ruolo del suo patrigno Philippe si ritrova Bruno
Gomila, mentre Christian Valsamidis è un
amico di lei. L’attore Cédric Kahn, noto per i
film Dopo l’amore e Cold War, interpreta
invece l’ex marito di Diane, Bruno Cassoni. Stéphanie
Papanian, infine, è Coralie.
Un amore all’altezza: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Un amore
all’altezza è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple
TV+, Infinity+ e Tim Vision. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di mercoledì 26 luglio
alle ore 21:00 sul canale
Iris.
L’estate addosso è
un film di Gabriele Muccino ha conquistato il pubblico per la sua
frizzantezza e per il fatto di raccontare un passaggio
adolescenziale che non è così semplice come può sembrare. Questo
film ha il sapore dell’estate, di quegli amori che sono destinati a
nascere altrove, di amicizie che resteranno tali anche una volta
tornati casa. Una stagione del cuore per diversi motivi.
Ecco, allora, dieci cose da sapere su L’estate
addosso.
L’estate addosso, il
film
1. È un film molto
personale. Come lo stesso regista, Gabriele Muccino, ha avuto modo di dichiarare,
c’è sempre un po’ della sua vita nei film che fa e anche questo non
poteva essere da meno. Anche se non è una vera e propria
autobiografia, con questo film il regista ha voluto raccontare una
parte della sua vita, introducendo elementi a lui conosciuti e
dando vita ad un gruppo autentico di personaggi.
2. La collaborazione con
Jovanotti è stata importante. Prima di dare via al film,
Muccino ha fatto leggere la sceneggiatura al suo amico
Lorenzo Cherubini, aka Jovanotti, che si è messo a comporre dapprima
una canzone e poi l’intera colonna sonora del film. Tra i vari
brani, quello che riprende il titolo del film, L’estate
addosso, è quello diventato più famoso, diventando la chiave
di lettura del film stesso.
3. America come sinonimo di
libertà. Non è un caso il fatto che Muccino abbia voluto
girare il film in America. I motivi sono presto detti: ampio
respiro, una libertà di narrazione e di vedute che in Italia sembra
mancare. Ciò si lega anche alla parte di vita vissuta dal regista
negli Stati Uniti, conscio della propria vastità e delle diversità
che vanno di Stato in Stato.
L’estate addosso, dove
vederlo in streaming
4. Il film è disponibile in
streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere
L’estate addosso, è possibile farlo grazie alla sua
presenza sulle varie piattaforme di streaming online digitali come
Rakuten Tv, Now, Google Play, Apple
TV+, Rai Play, Prime Video, Disney+ e Tim Vision.
L’estate addosso, il
trailer
5. Un trailer dal sapore
estivo. Prima di visionare il film, potrebbe essere
opportuno vedere il trailer, ottimo motivo per godere di un
assaggio estivo e di quello che è il film.
L’estate addosso, il cast
del film
6. Brando Pacitto non è
stato scelto per il merito di Braccialetti rossi. A
dispetto di quanto si possa pensare, l’attore non è stato
scelto per il fatto di essere diventato famoso grazie alla
serie di Rai 1. Per poter avere la parte, ha dovuto fare
diversi provini, riuscendo a vincere su centinaia di ragazzi che si
erano proposti per la parte.
7. Matilda Lutz si è davvero
trasferita negli Stati Uniti per sfondare. Sebbene il film
parli di giovani ragazzi che intraprendono un viaggio negli Usa
alla scoperta di sé stessi, l’attrice Matilda Lutz ha deciso di fare le stessa cosa
alla fine del diploma, andando negli States per sfondare come
attrice. Paradossalmente, però, è stata la moglie di Muccino a
notarla mentre lei si manteneva come cameriera in un ristorante
americano.
8. Il passaggio
dall’adolescenza all’età adulta è il vero protagonista. A
rubare la scena ai ragazzi protagonisti del film, è proprio questo
sottile ma deciso passaggio. Il fatto di passare dall’adolescenza
spensierata all’età adulta con tutte le sue cattiverie ed il suo
disincanto è messo sotto la lente di ingrandimento del regista,
continuando un percorso che è iniziato da Come te nessuno mai e che
è stato affrontato, più o meno marginalmente, anche nei film
successivi.
L’estate addosso, la trama
del film
9. L’estate come stagione
dei nuovi incontri. Marco (interpretato da Brando Pacitto)
ha diciotto anni e sta per ottenere il diploma. Tuttavia, si rende
conto di essere tremendamente insicuro e turbato dal proprio
futuro. Sarà un incidente in scooter e, soprattutto, il
risarcimento dell’assicurazione a permettergli un viaggio alla
scoperta di se stesso.
10. Non tutto è come
sembra. Al momento della partenza, il protagonista scopre
che anche la compagna di scuola Maria (Matilda Lutz),
soprannominata La Suora, sta per partire per la stessa meta,
ospitati da una stessa coppia di amici che si riveleranno essere
una coppia gay consolidata. Ma ci vorrà poco tempo per conoscersi
meglio e capire che non tutto è davvero come appare.
Con la serie di film intitolati
Scream, il
regista dell’horror Wes Craven regala al cinema un
nuovo iconico killer, chiamato Ghostface per via della
caratteristica maschera da lui indossata. Protagonista di quattro
film, il personaggio è tutt’oggi una delle figure chiave del cinema
thriller, mentre la serie ha contribuito a ridefinire le
caratteristiche del genere, segnando un momento di passaggio
all’interno di questo. In particolare, tali titoli contribuirono a
rilanciare il successo degli slasher, film nei quali un
maniaco omicida dà la caccia ad un gruppo di persone. L’arrivo di
Scream al cinema nel 1996 fu dunque una
vera e propria rivoluzione.
Con la scomparsa di Craven, nel 2015,
la saga cinematografica sembrava destinata a concludersi con quarto
capitolo, Scream 4,
uscito nel 2011. Per un’intero decennio, nonostante vari tentativi
di realizzare un nuovo film, sembrava dovesse essere proprio questo
il destino della saga. Finché non sono arrivati i registi
Matt Bettinelli-Olpin e Tyler
Gillett, già affermatisi con lo slasher Finché morte
non ci separi. I due si sono dunque occupati di portare sullo
schermo una sceneggiatura scritta da James
Vanderbilt e Guy Busick, riportando
dunque non solo Ghostface sul grande schermo, ma inaugurando anche
una nuova fase per la saga.
Il nuovo
Scream (qui la recensione) rinuncia
infatti al numero nel titolo per configurarsi come un capitolo che
pur dialogando con il passato guarda al futuro, riprendendo le
regole dei precedenti film per tradirle e rinnovarle. Novità che
hanno permesso al film di affermarsi come un autentico successo,
riportando dunque in auge la saga. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà utile approfondire alcune curiosità
relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Scream
Sono passati ben 25 anni dal
massacro avvenuto a Woodsboro, in California, e un decennio
dall’ultima manifestazione di Ghostface. Ma nonostante l’apparente
quiete ritrovata, sembra proprio che la città sia destinata a non
vivere in tranquillità. Una nuova serie di crimini sconvolge
infatti il paese e le indagini iniziano a diventare talmente
ostiche che il nuovo sceriffo Judy Hicks, il
precedente, ovvero Dewey Riley, e sua moglie
Gale decidono di contattare Sidney
Prescott, che come loro è riuscita a rimanere in vita
nelle precedenti stragi. Sperano che Sidney riesca a dar loro aiuto
nello scoprire chi è l’autore di alcuni orribili omicidi commessi e
chi è il serial killer che si nasconde dietro la maschera di
Ghostface.
La donna fa ritorno nella sua città
natale, che continua a registrare ogni giorno sempre più vittime e
sembra che questa volta nel mirino del killer siano finiti alcuni
giovani del posto. In particolare, sono Samantha “Sam”
Carpenter e sua sorella minore Tara ad
essere continuamente sotto attacco, in quanti figlie di
Billy Loomis, l’originale Ghostface. Insieme al
fidanzato Richie e ai fidati
Chad, Mindy,
Amber e Wes, ma aiutata anche da
Sidney, Gale e Dewey, Samantha cercherà dunque di arrivare
all’identità dell’assassino prima che sia troppo tardi. Ma se
proprio uno dei suoi fidati amici si rivelasse essere
l’omicida?
Il cast di Scream
Nel ruolo di Sidney Prescott vi è
ancora una volta Neve Campbell,
la quale era però inizialmente esitante a tornare nella saga,
principalmente per via della mancanza di Craven. Fu però infine
convinta da una lettera che i due nuovi registi le scrissero, dove
le raccontavano del loro profondo amore e rispetto per la saga.
Tornano poi anche gli attori Courteney Cox e
David Arquette
nei ruoli di Gale e Dewey, mentre Marley Shelton
interpreta lo sceriffo Judy Hicks. Skeet Ulrich
compare come fantasma di Billy Loomis mentre, in lingua originale,
la voce al telefono di Ghostface è affidata ancora una volta a
Roger L. Jackson.
Vera e propria protagonista del film
è però l’attrice Melissa Barrera, che interpreta
Sam Carpenter, pur essendo di circa dieci anni più grandi rispetto
ai 23 previsti per Sam. Prima di diventare popolarissima con la
serie Mercoledì, Jenna Ortega si
è fatta notare con questo film, dove interpreta Tara Carpenter.
Sono poi presenti anche gli attori Jasmin SavoyBrown nei panni di Mindy Meeks-Martin e
Mason Gooding in quelli del fratello Chad.
Dylan Minnette recita nel ruolo di Wes, mentre
Mikey Madison è Amber Freeman, migliore amica di
Tara. L’attore Jack Quaid, oggi noto per il ruolo
di Hughie Campbell nella serie The
Boys, è invece Richie Kirsch, fidanzato di Sam.
Il sequel di Scream, il
trailer e dove vedere il film in streaming
Dato il successo del film e
l’introduzione di nuovi personaggi, nel 2023 è arrivato al cinema
il sesto capitolo della saga, Scream VI
(qui la recensione). Questo nuovo
lungometraggio apporta ulteriori cambiamenti al franchise, a
partire dall’ambientazione. Per la prima volta ci si sposta infatti
da Woodsboro a New York, nuovo teatro per gli omicidi di Ghostface.
È inoltre questo il primo film in cui non compare Sydney Prescott,
in quanto la Campbell si era detta non più interessata a prendere
parte alla saga. Ci si concentra dunque sui nuovi personaggi
introdotti nel precedente film, ora protagonisti assoluti. Il
risultato economico ancora maggiore di questo sesto capitolo ha ora
aperto le porte anche ad un ulteriore sequel.
È possibile fruire di
Scream grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema,
Google Play, Paramount+, Prime Video e Netflix. Su quest’ultima piattaforma si
trova attualmente al 1° posto nella Top 10 dei film
più visti in Italia. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.
Mostrate oggi – a una platea di
oltre 700 ragazzi del 53 Giffoni Film Festival – le prime immagini
dell’attesa seconda stagione del crime drama
Blanca, una produzione Lux
Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai
Fiction, diretta da Jan Maria
Michelini e Michele
Soavi, scritta da Francesco
Arlanche Mario
Ruggeri.
Protagoniste dell’incontro – per
presentare al giovanissimo pubblico la seconda stagione di Blanca –
le attrici Maria Chiara Giannetta e Sara
Ciocca. Nel cast
di “Blanca” ritroviamo Maria
Chiara Giannetta con Giuseppe
Zeno e Pierpaolo
Spollon; la serie tv andrà in onda dal 5
ottobre in prima serata su Rai 1.
https://youtu.be/pg1DT61ovyM
La trama della seconda stagione
Blanca
La follia di Blanca e la sua fame
di vita ci hanno conquistato nella prima stagione, e questa seconda
sarà l’occasione per entrare ancora di più nel suo mondo.
Scopriremo segreti inaspettati sulla sua famiglia, che porteranno
non pochi sconvolgimenti nella sua vita e in quella di chi le sta
vicino…soprattutto ora che, diventata consulente della Polizia a
tutti gli effetti, si trova ad affrontare anche sul lavoro nuove e
difficili sfide, che la porteranno ancora una volta ad essere
protagonista delle indagini al commissariato San Teodoro.
Torneranno gli amati compagni di avventura: la fedele Linneo,
Lucia, che avrà un ruolo ancora più importante nella vita di
Blanca, l’amica Stella, l’ispettore Liguori, che farà ingelosire
Blanca con una nuova fiamma che viene dal passato, il commissario
Bacigalupo e anche Sebastiano, di cui scopriremo nuovi lati
inediti.
Ma arriveranno anche personaggi nuovi che costringeranno Blanca a
fare i conti con il suo passato e a decidere chi vuole essere.
Apple TV+ ha
svelato oggi il trailer della
seconda stagione della serie di fantascienza Invasion, in uscita il 23 agosto. Dal
produttore candidato all’Oscar e due volte nominato agli Emmy Award
Simon Kinberg, (“X-Men”, “Deadpool”,
“Sopravvissuto – The Martian”) e David Weil (“Citadel”) e prodotto
da Boat Rocker, Invasion è una travolgente serie di
fantascienza incentrata sulle prospettive di personaggi in diverse
parti del mondo in seguito a un’invasione aliena. “Invasion”
debutterà il 23 agosto su Apple TV+
con il primo di dieci episodi, seguito da un nuovo episodio
settimanale, ogni mercoledì fino al 25 ottobre.
La
seconda stagione di Invasion, ricca di azione, riprende pochi mesi
dopo, con gli alieni che intensificano i loro attacchi in una
guerra totale contro gli umani. Il trailer offre un’anteprima ricca
di suspense della nuova stagione, in cui alieni e distruzione
abbondano, le risposte sono perseguite senza sosta e la lotta per
la sopravvivenza del mondo continua.
La serie è interpretata da Golshifteh Farahani, Shioli Kutsuna,
Shamier Anderson, India Brown, Billy Barratt, Azhy Robertson, Paddy
Holland e Tara Moayedi. Si uniscono alla seconda stagione come
personaggi ricorrenti Enver Gjokaj, Nedra Marie Taylor e Naian
González Norvind. Invasion è prodotta per Apple
TV+ da Boat Rocker. Oltre ai creatori della serie Simon Kinberg
e David Weil, Audrey Chon, David Witz, Alik Sakharov, Andrew
Baldwin e Katie O’Connell Marsh sono produttori esecutivi.
Sarà lo stesso Frankie hi-nrg
mc, autore degli adattamenti delle canzoni originali
del film, ad accompagnare il Rheingold di
Fatih Akin in alcune delle sale italiane dove
I Wonder Pictures lo distribuisce dal 27
luglio. Una introduzione che potrebbe vincere la curiosità
di molti e rinfrescare il ricordo della presentazione all’ultima
Festa del Cinema di Roma di un film duro e incredibile, come la
storia vera che racconta: quella del rapper e produttore
discografico – ex profugo ed ex criminale – Xatar, che ha collaborato
strettamente alla realizzazione del film con il regista turco
vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino 2004 per La
sposa turca, Leone d’Argento a Venezia 2009 con Soul
Kitchen e Golden Globe come Migliore film straniero nel 2017
per Oltre la notte.
Rheingold, la storia di
Xatar
Dall’inferno di una prigione
irachena alla Siria, per poi fuggire a Parigi con la famiglia e
successivamente ad Amsterdam, Giwar Hajabi arriva in Germania
ancora ragazzino a metà degli anni ’80. Sono solo le tappe
principali del drammatico e avventuroso percorso del rapper oggi
noto come Xatar (“pericoloso”), del quale Rheingold
ripercorre la parabola esistenziale a partire dalla sua stessa
autobiografia “Alles oder Nix: Bei uns sagt man, die Welt
gehört dir” (“All or nothing: We say the world belongs to
you”).
Dal ghetto alla vetta delle
classifiche musicali, il ragazzo di origine curda vive ogni tipo di
repressione e violenza, superando molte avversità e scalando la
scena della criminalità locale fino a diventare uno spacciatore di
riferimento. Almeno fino a quando non progetta con i suoi amici e
complici di sempre un leggendario furto d’oro che gli permetterà di
saldare i suoi debiti con il cartello per un carico di droga
perduto e realizzare il suo sogno di fare musica.
Una vita difficile
“Qual è il tuo primo
ricordo?” chiede Xatar/Giwar Hajabi (Emilio
Sakraya), “qual è il nostro?” viene spontaneo
pensare dopo aver a lungo assistito al crescendo di una vita
spericolata e sempre al limite – come viene presentato questo
biopic crime nel quale tutto sembra finzione, soprattutto
i momenti più duri e veri. Una vita segnata dalla tortura e dalla
persecuzione – quella dei curdi, come si vede
nella prima parte della narrazione, incentrata sulle questioni
familiari degli Hajabi – che troppo spesso siamo portati a
giudicare a partire dalla punta di iceberg inimmaginabili.
Questo solo uno degli spunti che
offre il lungo e dettagliato racconto di redenzione, o vendetta e
successo, nel quale Fatih Akin ammette di aver visto “il
potenziale per un film epico” e che alla fine scopriamo essere
dedicato al padre del regista. Non a caso, per quanto sarebbe
interessante sapere i motivi della scelta, vista l’importanza delle
figure paterne, assenti o poco esemplari, almeno inizialmente.
Ennesimi modelli scartati in una ricerca incessante e frustrata che
il protagonista risolve come può, affidandosi ad amici faccendieri,
sognatori violenti come lui o paternalistici boss dello
spaccio.
Un personaggio e un film ‘larger
than life’
Sono molte le figure che si
succedono sullo schermo nelle oltre due ore di durata di una
vicenda alla quale avrebbe certo giovato una maggior sintesi (e un
maggior spazio alla eroica figura della madre e alla sua vita di
sacrificio). Nonostante i temi principali emergano comunque con
grande forza, Akin si dilunga molto nella costruzione del profilo
criminale di Xatar, ben oltre le necessità di caratterizzazione del
personaggio.
Disney+ ha annunciato che
Welcome to Wrexham, la pluripremiata
docuserie di successo targata FX, debutterà prossimamente in Italia
con la seconda stagione. L’annuncio è arrivato dopo che
Welcome to Wrexham ha ricevuto sei
nomination agli Emmy Award, tra cui Outstanding Unstructured
Reality Series, mentre il Wrexham AFC inizia il suo primo tour
statunitense di partite amichevoli contro Chelsea, Manchester
United e altri.
Rob McElhenney(C’è sempre il sole a Philadelphia) e Ryan Reynolds(Deadpool) sono alla
guida della terza squadra di calcio professionistica più antica del
mondo. Welcome to Wrexham è una docuserie che segue i
sogni e le preoccupazioni di Wrexham, una città operaia nel Galles
settentrionale, Regno Unito, mentre due star di Hollywood plasmano
il futuro della storica squadra di calcio della città.
Nel 2020, Rob e Ryan si sono uniti
per acquistare i Red Dragons, una squadra di quinta categoria, con
la speranza di trasformare il club e creare una storia di riscatto
che il mondo potesse tifare. Il mondo ha preso atto di questo
cambiamento e la trasformazione è iniziata. Dopo una dolorosa
eliminazione ai playoff, la seconda stagione continua a seguire il
club nella lotta per la promozione al campionato nazionale e per il
ritorno nella English Football League. Il personale e i sostenitori
si aggrappano al sogno di riportare la squadra e la città alla
gloria, affrontando insieme le nuove sfide che la fama ha portato
nella loro piccola comunità.
Da Hollywood al Galles, dal campo
allo spogliatoio, dalla dirigenza al pub, Welcome to
Wrexham segue la gestione di Rob e Ryan e i destini
inestricabilmente legati di una squadra e di una città nel mentre
cercano di fare la storia. I produttori esecutivi di Welcome to
Wrexham sono McElhenney, Reynolds, Josh Drisko, Bryan Rowland,
Jeff Luini, Nicholas Frenkel, George Dewey e Andrew Fried, Alan
Bloom, Dane Lillegard, Sarina Roma e Jordan Wynn della Boardwalk
Pictures. La serie è prodotta da Boardwalk Pictures.
Un efficace sistema
di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di
visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo
Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono
impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più
adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire
massima tranquillità ai genitori.