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Ray Stevenson: morto l’attore di Punisher: War Zone, RRR e Thor

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Ray Stevenson: morto l’attore di Punisher: War Zone, RRR e Thor

Ray Stevenson, l’attore irlandese che ha recitato in film come Punisher: War Zone, King Arthur, i film di Thor e l’imminente serie Ahsoka, è morto. Lo apprendiamo da Variety che ha avuto la notizia dall’addetto stampa dell’attore. Aveva 58 anni. Non ci sono informazioni o dettagli sulla causa della morte, per il momento.

Stevenson ha iniziato la sua carriera apparendo in programmi televisivi negli anni ’90, quindi ha iniziato a recitare, a partire dagli anni 2000, in film che prediligevano l’action. Il suo primo ruolo cinematografico importante è stato nel film d’avventura di Antoine Fuqua del 2004 King Arthur, dove interpretava Dagonet, uno dei Cavalieri della Tavola Rotonda. Nel film, il suo personaggio si sacrifica in battaglia per aiutare Arthur (Clive Owen) e la sua confraternita di guerrieri.

Nel 2008, Stevenson ha ottenuto un ruolo da protagonista nel film Marvel, Punisher: War Zone, dove ha interpretato il mercenario titolare, alias Frank Castle. Il film è stato distribuito da Lionsgate in Nord America, prima che la Disney acquisisse i diritti dell’universo Marvel e successivamente reintroducesse il personaggio nella serie Netflix Daredevil.

Negli anni 2010, è apparso in film d’azione come The Book of Eli, G.I. Joe: Retaliation e franchise come Thor della Marvel e l’adattamento Divergent della Lionsgate. Nel suo secondo ruolo Marvel, Ray Stevenson ha interpretato l’eroe asgardiano Volstagg, uno dei Tre Guerrieri alleati del Thor di Chris Hemsworth. È apparso nei primi tre film della serie prima di essere ucciso da Hela di Cate Blanchett in Thor: Ragnarok.

Di recente, Stevenson è apparso nel film di Tollywood candidato all’Oscar RRR nei panni del malvagio governatore Scott Buxton. Apparirà anche nella serie Disney + Star Wars di questa estate Ahsoka nei panni di un Jedi di nome Baylan Skoll, che si rivolge al lato oscuro ed è un alleato del diabolico Grand’ammiraglio Thrawn.

A testa alta: trama e cast del film con Dwayne Johnson

A testa alta: trama e cast del film con Dwayne Johnson

Dopo aver lasciato il ring di wrestling per il cinema, e aver recitato nei grandi successi Il Re Scorpione e Il tesoro dell’Amazzonia, Dwayne Johnson ha nel 2004 preso parte ad un nuovo importante progetto basato su una storia vera. Si tratta del film A testa alta, diretto da Kevin Bray, crime d’azione incentrato su un uomo deciso a portare ordine e pulizia nella sua città natale, invasa da criminalità e corruzione. Una storia che si presentava dunque da subito particolarmente adatta a Johnson, che con il suo fisico imponente ha sfoggiato una volta di più una gran presenza scenica.

Come accennato, il film è basato sulle vicende riguardanti lo sceriffo della contea di McNairy, nel Tennessee, anch’egli ex wrestler come Johnson. Questi è infatti noto per la sue ferrea battaglia contro la prostituzione, il gioco d’azzardo e altri vizi simili presenti nel suo territorio. Le sue vicende divennero così note da aver ispirato libri, canzoni, serie TV e diversi film, tra cui il più famoso è Un duro per la legge, del 1974, di cui A testa alta è un esplicito remake. Nonostante ciò, sono diversi gli elementi differenti tra le due opere. In particolare, l’ambientazione è naturalmente stata portata alla contemporaneità, con il protagonista ora intento a combattere contro un traffico di droga.

A testa alta si affermò come un buon successo al momento della sua uscita, ottenendo un guadagno di quasi 60 milioni di dollari. Per gli appassionati dei film di questo genere, con il celebre The Rock come protagonista, si tratta ancora oggi di un titolo imperdibile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

A testa alta: la trama del film

Protagonista del film è Chris Vaughn Jr., soldato in congedo delle forze speciali che decide di ritornare al proprio paese natale per ricominciare una nuova vita. Tuttavia, per il tempo che è stato lontano le cose sono profondamente cambiate in città, la cui atmosfera è ora particolarmente più cupa e meno piacevole. La segheria dove lavorava il padre di Chris è ora stata chiusa e al suo posto è stato istituito un ricco casinò, principale fonte di reddito della città. Questo è gestito da Jay Hamilton, vecchio rivale e compagno di liceo di Chris. Ben presto, il protagonista si renderà conto di quanto profonda e marcia sia l’influenza di Jay sulla città.

Non solo scopre che la sua ex fiamma Deni lavora come spogliarellista sottopagata all’interno del casinò, ma che in questo oltre al gioco d’azzardo si commercia anche droga. Proprio a causa di questa sua nipote Pete si riduce in fin di vita. È la goccia che fa traboccare il vaso, e che spingerà Chris ad intraprendere una vera e propria guerra contro Jay e il suo casinò. Consapevole del fatto che anche gli uomini di legge sono dalla parte di quest’ultimo, Chris potrà fare affidamento solo sulla propria forza. Deciso a farsi eleggere come nuovo sceriffo, egli potrà solo così aver la possibilità di sgominare dall’interno quel luogo di perdizione.

A testa alta cast

A testa alta: il cast del film

Protagonista del film, nei panni di Chris Vaughn Jr. è dunque l’ex wrestler Dwayne Johnson. All’epoca delle riprese di questo film egli era però ancora solito calcare il ring, e l’allenamento che ciò gli richiedeva gli tornò utile anche in vista delle riprese. L’attore poté però fare affidamento su suo cugino, il quale partecipò come controfigura per le scene più pericolose. Johnson ha in seguito raccontato di aver accettato il ruolo poiché sentiva che era la cosa giusta da fare. Grazie a questo ha potuto guadagnare ulteriore fama nel cinema, ottenendo sempre più ruoli di rilievo.

Accanto a lui, nei panni del rivale Jay Hamilton vi è invece l’attore Neal McDonough, noto per le serie Justified, Arrow e Legends of Tomorrow. Johnny Knoxville, noto per essere la star principale della serie televisiva Jackass, è qui presente nei panni di Ray Templeton, amico fidato del protagonista. Michael Bowen è invece presente nel ruolo dello sceriffo Stan Watkins, mentre Kevin Durand è Booth, capo della sicurezza del casinò. John Beasley interprete Chris Vaughn Sr., Kristen Wilson è Michelle Vaughn e Barbara Tarbuck è Connie Vaughn. Il nipote Pete è interpretato da Khleo Thomas, mentre Deni ha il volto di Ashley Scott. Il film segna inoltre l’esordio di Cobie Smulders, qui indicata come “Bellezza Esotica”.

A testa alta: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Prima di vedere tali sequel, è possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. A testa alta è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 22 maggio alle ore 21:30 sul canale TV8.

Fonte: IMDb

Everest: la vera storia dietro al film con Jake Gyllenhaal

Everest: la vera storia dietro al film con Jake Gyllenhaal

Film d’apertura alla 72ª edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Everest (qui la recensione) è il thriller d’avventura firmato dal regista islandese Baltasa Kormákur, ispirato alla reale spedizione che si tenne nel 1996 in direzione della cima del monte Everest. Prodotto dalla Universal, il film arrivò ad ottenere un budget di circa 65 milioni di dollari per via della ricostruzione delle location e del cast di stelle che lo compone, tra cui Jake Gyllenhaal e Josh Brolin.

Per raccontare la storia degli alpinisti che si cimentarono nell’impresa, gli autori hanno tratto ispirazione da diversi saggi sull’argomento. Tra questi vi sono Aria sottile, scritto da Jon Krakauer, Everest 1996, scritto da Anatolij Bukreev e Left for Dead, di Beck Weathers, uno dei sopravvissuti alla tragedia. Tra questi, Krakauer accusò il regista di aver stravolto gli eventi, ma questi sottolineo come per il film la fonte di ispirazione principale sia stato lo scritto di Weathers, il quale semplicemente presentava diversi elementi di contrasto con quello di Krakauer.

Dopo la presentazione alla celebre mostra veneziana, dove raccolse recensioni generalmente positive, il film arrivò finalmente in sala, ottenendo un buon successo di pubblico. A fronte del suo budget, infatti, Everest riuscì a guadagnare circa 203 milioni di dollari a livello globale. In particolare, gli effetti speciali utilizzati hanno ottenuto un buon apprezzamento, giudicati realistici e in grado di rendere l’idea della pericolosità del luogo e delle sue avversità atmosferiche.

Everest: la trama e il cast del film

Il film si concentra sul gruppo che, sotto la guida di Rob Hall (Jason Clarke,) proprietario dell’Adventure Consultants, si accinge ad intraprendere la scalata dell’Everest. Allo stesso tempo, un altro gruppo, formato dall’alpinista Scott Fischer (Jake Gyllenhaal ) si trova lì per una spedizione “turistica”. Incontratisi al campo base, la presenza di più persone del previsto rende il tentativo di scalata più affollato del dovuto, complicando di conseguenza la preparazione della spedizione. Per semplificare la scalata Rob e Scott decidono di collaborare e fissano la data della partenza in comune per il 10 maggio 1996. Durante il loro percorso, tuttavia, un’improvvisa bufera di neve mette in grave difficoltà gli scalatori, che si ritrovano a fronteggiare ostacoli al limite delle loro possibilità.

L’attore Christian Bale aveva inizialmente ottenuto il ruolo di Rob Hall, salvo poi lasciarlo per via di altri impegni. Al suo posto subentrò Jason Clarke, il quale espresse particolare entusiasmo per la parte. Per prepararsi al meglio, infatti, decise anche di dedicarsi ad alcune scalate sulle montagne della Scozia e della Nuova Zelanda. Nel cast figura anche l’attore Josh Brolin, nel ruolo del dottor Beck Weathers. Questi è uno dei sopravvissuti alla spedizione, il quale tuttavia perse l’utilizzo delle mani e del naso per via dell’estremo freddo incontrato sulla montagna. Per prepararsi al ruolo, l’attore decise anche di incontrare il vero Weathers, per avere da lui ulteriori dettagli sul suo comportamento nel corso della vicenda.

Uno dei nomi più noti legati al progetto è quello di Jake Gyllenhaal . L’attore, che interpreta il ruolo di Scott Fischer, venne inoltre contattato dai figli di questo. Ebbe così modo di scoprire molti dettagli sulla persona che avrebbe interpretato, e la sua performance fu infatti giudicata particolarmente realistica dai parenti di Fischer. Nel film sono inoltre presenti altri noti nomi di Hollywood, come Keira Knightley, nel ruolo della moglie di Hall, Robin Wright, come moglie di Weathers, Sam Worthington, nella parte della guida Guy Cotter, e Elizabeth Debicki, che interpreta la dottoressa Caroline Mackenzie.

Everest cast

Everest: la storia vera dietro al film

Nell’attingere alle fonti letterarie citate in apertura, il film si dimostra particolarmente fedele alle varie testimonianze del tragico evento. I due gruppi, Adventure Consultants e Mountain Madness, partirono effettivamente poco dopo la mezzanotte del 10 maggio, trovandosi da subito a fronteggiare diversi imprevisti. La presenza di ben 34 scalatori fu infatti motivo di confusione nell’organizzazione, e benché questi riuscirono a raggiungere la vetta, il ritardo nella discesa si rivelò essere l’elemento decisivo per la tragedia. Avendo iniziato tale operazione dopo le ore 15:00, la luce iniziò infatti a diminuire, con l’aggiunta di un’imprevista nevicata che portò il gruppo a perdere l’orientamento.

Con fatica, l’alpinista Anatolij Bukreev riuscì a riportare indietro quasi tutti i dispersi. Sulla montagna restano però Doug Hansen, Andy Harris e Rob Hall. I primi due alpinisti muoiono nel corso della notte, mentre Hall riesce a mettersi in contatto con la moglie prima di spegnersi anche lui. Il suo corpo viene poi ritrovato il 23 maggio, ma su volontà del coniuge venne lasciato a riposare sull’amata montagna. Bukreev ritrova poi Weathers, ma dandolo per spacciato si trova a doverlo abbandonare. L’uomo riuscì tuttavia, motivato dal desiderio di riabbracciare la propria famiglia, a discendere dalla montagna, trovando poi salvezza in un soccorso tramite elicottero. All’epoca, si trattò dell’operazione più ad alta quota compiuta con tale mezzo.

I soccorsi ritrovano poi lo stesso Scott, insieme ad altri alpinisti, ma le loro condizioni disperate non permettono interventi di salvataggio. Scott, in particolare, sembra soffrisse di mancanza di ossigeno e di edema cerebrale, causato dagli eccessivi sforzi e dal mancato riposo. Viene infine constatata la morte per assideramento, e anche i loro corpi si trovano ancora sull’Everest. In totale, la spedizione registrò 4 dispersi e 8 morti, diventando l’evento con il maggior numero di vittime verificatosi sulla montagna. Rimase tale fino al 2014, quando una valanga causò 14 vittime.

Everest: il trailer e dove vedere il film in streaming

Per gli amanti del film, o per chi volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Everest è infatti presente nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 22 maggio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood

La Sirenetta: recensione del live action di Rob Marshall

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La Sirenetta: recensione del live action di Rob Marshall

Questa recensione de La Sirenetta proverà a mettere da parte mesi, anzi anni di lamentele social per concentrarsi sull’unica cosa che, in fatto di cinema, dovrebbe davvero contare: la riuscita o meno di un film, nel momento in cui viene finalmente proiettato sul grande schermo. Ed è quello che faremo, dato che, a oltre cinque anni dall’annuncio di Halle Bailey come protagonista del film di Rob Marshall, il 24 maggio La Sirenetta arriva al cinema, distribuito da The Walt Disney Company.

La Sirenetta, la trama

Come accaduto a quasi tutti i remake in live action Disney degli ultimi anni, anche la trama di questa versione de La Sirenetta ricalca quella del classico animato, con l’adolescente Ariel, figlia più giovane del Re del Mare, Tritone, appassionata del mondo degli umani, mondo che il padre le dice essere pericolosissimo, vietandole di andare in superficie. Niente di più matematico che vietare a un adolescente di fare qualcosa per ottenere l’effetto opposto, anche in fondo al mare. E così Ariel entra in contatto con gli umani, salvandone addirittura uno da un naufragio. Il principe Eric, il naufrago in questione, diventa l’ossessione di Ariel, e la Strega del Mare, Ursula, desiderosa di prendere il potere di Re Tritone, vede in questa figlia testarda e ribelle il grimaldello con cui insinuarsi sul trono del Mare.

La Sirenetta Halle Bailey
Photo by Giles Keyte. © 2023 Disney Enterprises

Halle Bailey è spettacolare

Nonostante ognuno abbia un gusto personale che lo farà approcciare a questo live action con un diverso grado di apertura o pregiudizio, è bene mettere immediatamente le cose in chiaro: sebbene il casting di Halle Bailey abbia fatto molto discutere per via dell’etnia della performer, una volta vista a schermo, la nuova Ariel non può fare altro che far innamorate proprio tutti gli spettatori. Dotata di una voce incredibile e di una fisicità molto adatta al ruolo, Bailey è un’Ariel perfetta, che non ha certo timore di confrontarsi con una titanica Melissa McCarthy, nei panni tentacolari di Ursula. Nominata due volte agli Oscar e capace di spaziare con agilità tra il registro comico e quello tragico, McCarthy dà voce e corpo a una Strega del Mare in forma smagliante, ammaliatrice, calcolatrice e cattivissima. In mezzo a due tali giganti è davvero difficile trovare spazio per altri personaggi degni di nota, lo sa bene il buon Javier Bardem, che forse è davvero l’unico pesce fuori d’acqua del film, oppure Jonah Hauer-King che interpreta un Eric inedito che brilla più in fase di scrittura che in quella interpretativa.

Finalmente un’identità per il principe Eric

Uno dei cambiamenti più rilevanti del film è infatti relativo proprio al principe Eric che in questo remake in live action de La Sirenetta è un erede al trono adottato, orfano di padre e desideroso di scoprire il mondo, affascinato dai mari non ancora disegnati sulle mappe, grande collezionista di oggetti riportati alla sua isola dai viaggi e cresciuto da sua madre, la regina Selina (personaggio creato appositamente per il live action) nel terrore del popolo del mare e della forza delle onde che, di generazione in generazione, erode le coste dell’isola. Gli sceneggiatori Jane Goldman David Magee sono stati attenti a dare una struttura al personaggio, un punto di contatto emotivo con Ariel, un’affinità elettiva con questa figlia ribelle del Re del Mare che vuole vedere il mondo e colleziona oggetti trovati nei relitti dei galeoni. Su queste basi narrative, la storia d’amore è molto più solida e strutturata, oseremo dire più credibile se non avessimo paura di offendere i puristi del film d’animazione.

Photo by Giles Keyte. © 2023 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved.

Alan Menkel e Lin Manuel-Miranda sulle musiche de La Sirenetta

Alan Menkel ha messo di nuovo mano alla sua splendida colonna sonora originale, aggiustando alcuni testi per adeguarli alla sensibilità contemporanea, eliminando alcune canzoni che non servivano al nuovo flusso del racconto, e scrivendo, insieme a Lin Manuel-Miranda, altri brani nuovi, che contribuiscono a dare solidità e ricchezza a diversi momenti del racconto. Primo tra tutti l’arrivo di Ariel, con le sue gambe nuove, al villaggio dei pescatori intorno al castello, oppure il principe Eric che canta al mare la sua voglia di avventura e la sua frustrazione per essere l’erede di un regno che non vuole governare. Al netto però dei brani nuovi che danno spessore alla storia, è innegabile quanto i grandi classici musicali del film, su tutti “Parte del tuo mondo” e “In fondo al mar”, siano ancora oggi potenti e immortali, rivisitati dalle nuove voci scelte per il film.

Melissa McCarthy as Ursula in Disney’s live-action THE LITTLE MERMAID. Photo courtesy of Disney. © 2023 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved.

Il segreto è nel doppiaggio

Anche negli elementi meno felici della realizzazione, ovvero gli amici animali parlanti di Ariel, La Sirenetta riesce a trovare il modo di addolcire quell’aspetto lievemente inquietante che assumono Sebastian, Flounder e Scuttle nella loro realizzazione in computer grafica indecisa tra un look realistico e uno più cartoonesco, che si sposa certo meglio con il fatto che questi animali parlano e cantano. Il segreto di questi design incidentati che la Disney ha pensato potessero andar bene è infatti il doppiaggio: Daveed Diggs, Jacob Tremblay e Awkwafina offrono delle performance deliziose. E mentre Tremblay veicola alla perfezione la personalità dolce e un po’ timida del pesciolino, Diggs e Awkwafina sono una coppia comica irresistibile, un valore aggiunto importantissimo al film. L’impressione che si potesse fare meglio in fase di progettazione non passa, ma è innegabile che il contributo degli interpreti regala ai personaggi uno spirito che travalica la pochezza del design.

Il segreto di questo La Sirenetta è tutto qui: il film ha grande spirito che scaturisce principalmente dalla dolcezza e il talento di una Ariel inedita e moderna, non tanto nel carattere, che già in origine lo era, quanto nell’attitudine. Quello che poteva essere un enorme passo falso della Disney si rivela invece uno dei migliori remake in live action di sempre della Casa di Topolino, ai livelli de Il Re Leone di Jon Favreau. Un’avventura romantica, un racconto di libertà e autodeterminazione che parla all’oggi e che dà nuova vita a una magia e a delle note che negli anni ’90 hanno fatto la storia del cinema.

Alicia Vikander: “Si preferisce drammatizzare le mogli che non ce l’hanno fatta” su Firebrand presentato a Cannes 76

Ha ricevuto una standing ovation di 8 minuti Firebrand, il film diretto da Karim Aïnouz con Alicia Vikander e Jude Law, nei panni rispettivamente di Katherine Parr e Enrico VIII, dopo la prima proiezione del film al Festival di Cannes 2023.

In Gran Bretagna, agli studenti che imparano la storia dei Tudor viene insegnata una pratica filastrocca per ricordare l’ordine delle sei mogli di re Enrico VIII: “Divorziata, decapitata, morta. Divorziata, decapitata, sopravvissuta”.

Hollywood è stata per decenni concentrata sulle “decapitate” e “divorziate”, essenzialmente le mogli del sovrano che hanno sofferto, ma ciò che raramente viene ricordato agli spettatori è la moglie che è sopravvissuta a Henry. Il film in questione fa proprio questo, mettendo sotto i riflettori Katherine Parr.

“Ciò che è stato maggiormente drammatizzato sono le mogli che non ce l’hanno fatta”, afferma la star svedese Alicia Vikander, che interpreta la regina sopravvissuta accanto al monarca malato di Jude Law. “[Quando ho letto la sceneggiatura] ho subito pensato: ‘Eh, non è interessante che la maggior parte delle persone sappia di più sulle altre mogli?’ È quasi come se le persone fossero attratte da storie piuttosto cupe”.

Più Alicia Vikander leggeva Parr e la sua esperienza, più era sconcertata dalla macabra narrativa che circondava le mogli di Enrico VIII. “Ero tipo, ‘Come potrebbe [Parr] non essere più conosciuta?’ Soprattutto considerando che, sì, è sopravvissuta più anni delle altre, ma è stata anche la prima donna con il proprio nome nella storia britannica a essere pubblicata” dice Vikander.

La dotta e curiosa Parr pubblicò una serie di testi religiosi a partire dal 1545. Ma come raccontato dettagliatamente in Firebrand, la sua ricerca di conoscenza e passione per il dibattito le costò quasi la vita quando fu accusata di eresia. La particolare interpretazione della storia di Aïnouz ha un tocco revisionista che conferisce agli stanchi annali della storia un punto di vista moderno. (“Si trattava di avere la libertà artistica di creare una storia forte e di sorprendere le persone”, spiega Vikander.)

Sia l’attrice che il regista, una svedese l’altro brasiliano, si sono sentiti abbastanza a loro agio a rivisitare la Storia. “Se stessi raccontando una storia svedese, potrebbe esserci una parte di me che sentirebbe una sorta di obbligo di onorare una storia che fa parte della mia cultura”, spiega Alicia Vikander “Può essere una buona cosa quando non hai quel riferimento così forte, perché provieni da un’altra prospettiva.”

The Woman King in prima tv su SKY e NOW

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The Woman King in prima tv su SKY e NOW

Arriva in prima tv su Sky l’avvincente The Woman King, lunedì 29 maggio alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 su Sky Cinema Adventure), in streaming su NOW e disponibile on demand.

Emblema del female empowerment nella sua forma più pura, questo film racconta la storia delle leggendarie guerriere Agojie. Con una regia e un incredibile cast al femminile, il film è diretto Gina Prince-Bythewood (nominata ai BAFTA 2023 per Miglior Regia) e vede protagonista la vincitrice del Premio Oscar Viola Davis nei panni della guerriera Nanisca, ruolo per cui l’attrice ha ricevuto una nomination ai Golden Globe e ai BAFTA.

La trama del film The Woman King

The Woman King è la straordinaria storia delle Agojie, un gruppo di guerriere tutte al femminile che nell’Ottocento proteggeva il Regno africano di Dahomey con un’abilità e una ferocia mai viste al mondo. The Woman King segue l’epico ed emozionante viaggio del generale Nanisca (il premio Oscar Viola Davis) mentre addestra la nuova generazione di reclute e le prepara alla battaglia contro un nemico determinato a distruggere il loro stile di vita. Per alcune cose vale la pena combattere…

E, in occasione della prima visione del film The Woman King e quella de Le avventure di Errol FLynn, tratto dal libro “Beam Ends” dello stesso Flynn (in prima tv domenica 28 mag. alle 21.15 su Sky Cinema Uno e alle 23.15 su Sky Cinema Collection – Adventure), da lunedì 22 a mercoledì 31 maggio su Sky Cinema Collection (canale 303) si accende Sky Cinema Adventure, una selezione dei migliori film d’avventura con oltre 70 titoli: un vero e proprio concentrato di emozioni straordinarie, al fianco di viaggiatori, eroi fantastici e uomini valorosi moderni e del passato.

Tra i titoli presenti nella collezione, anche The Lost City, avventura dai risvolti sentimentali con Sandra Bullock, Channing Tatum e un imperdibile cammeo di Brad Pitt; due film della saga con l’attore premio Oscar® 2023 Brendan Fraser LA MUMMIA e LA MUMMIA – LA TOMBA DELL’IMPERATORE DRAGONE, rispettivamente primo e terzo capitolo della saga; i cult I GOONIES, prodotto da Steven Spielberg e diretto da Richard Donner, e JUMANJI con un Robin Williams intrappolato nei pericolosi labirinti di un gioco da tavolo; il reboot da 3 Oscar, firmato Peter Jackson, KING KONG, con Naomi Watts, Jack Black e Adrien Brody; la versione di Ridley Scott sulle avventure dell’eroe popolare britannico ROBIN HOOD con Russell Crowe nei panni dell’arciere; e l’avventurosa commedia TUTTI PAZZI PER L’ORO con Matthew McConaughey e Kate Hudson.

Non mancheranno poi avvincenti storie ispirate a romanzi, personaggi della letteratura o videogiochi, tra cui: le nuove imprese dei tre moschettieri e D’Artagnan in MOSCHETTIERI DEL RE: LA PENULTIMA MISSIONE e TUTTI PER 1 – 1 PER TUTTI, diretti da Giovanni Veronesi e interpretati da Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea e Rocco Papaleo; VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA con Brendan Fraser e VIAGGIO NELL’ISOLA MISTERIOSA con Dwayne Johnson e Michael Caine; il kolossal di Ron Howard HEART OF THE SEA – LE ORIGINI DI MOBY DICK con Chris Hemsworth; HOOK – CAPITAN UNCINO di Steven Spielberg, in cui Robin Williams è un Peter Pan ormai adulto e Dustin Hoffman il suo arcinemico; tra i film tratti da noti videogame infine il blockbuster UNCHARTED con Tom Holland, Mark Wahlberg e Antonio Banderas, e i due capitoli cinematografici che vedono protagonista l’archeologa interpretata da Angelina Jolie LARA CROFT: TOMB RAIDER e LARA CROFT TOMB RAIDER – LA CULLA DELLA VITA.

Succession 4×09, la spiegazione dell’episodio: cosa è successo a Roman?

La notte scorsa in America è andato in onda su HBO il penultimo episodio di Succession. Un episodio amaro e crudo che raccoglie l’eredità di quei penultimi episodi storici di Game of Thrones: così puliti e completi da potersi anche considerare finali in senso stretto. Eppure, in Succession 4×09 non abbiamo l’impressione che sia finita anzi non vorremmo che il prossimo episodio sia l’ultimo di questa serie che regalerà tantissime emozioni agli Emmy Awards del prossimo anno. Come annunciato in questo episodio si svolge il funerale di Logan Roy (Brian Cox) e come un’opera teatrale tutto si svolge all’interno di una Chiesa. Tutte le persone più autorevoli sono presenti all’evento, compreso il neopresidente degli Stati Uniti.

Stato e Chiesa” il titolo su Succession 4×09 dove i colpi di scena non mancano e dove è ancora troppo presto per buttare le carte in tavola e stabilire chi si aggiudica la mano. Solo che nel mondo multimiliardario della famiglia Roy perdere non è contemplato. Una delle puntate più emozionanti e sorprendenti alla quale è affidato il compito tenere lo spettatore con il fiato in sospeso fino a domenica prossima. La spiegazione dell’episodio ci guida verso il finale di un’ora e mezza.

Kendall e Logan: la custodia legale dei figli

Succession 4x09 Kendall

Il rapporto di Kendal (Jeremy Strong) con i suoi figli e con l’ex moglie Rava è stato una trama secondaria per tutta la quarta stagione, ma diventa una parte importante del suo personaggio in Succession 4×09. Dato che le manifestazioni contro il nuovo presidente si fanno incontrollabili, Rava decide di portare i figli fuori città.

Nell’episodio viene rivelato che Kendall vuole ottenere la piena custodia dei suoi figli e ha persino fissato un appuntamento con un avvocato di famiglia. Sebbene Kendall abbia dichiarato di voler essere diverso dal padre, le azioni di Kendall nei confronti dei figli dimostrano che diventerà proprio come lui, visto che Logan ha strappato i figli alla madre per poi trascurarli lui stesso.

Marcia sostiene Kerry al funerale di Logan

La relazione tra Kerry e Logan è stata tenuta sottobanco per tutta la scorsa stagione. Dopo la morte del personaggio interpretato da Brian Cox, Kerry ne è uscita devastata e durante la veglia funebre, Marcia caccia di casa la doccia per gelosia. In Succession 4×09, durante il funerale avviene una piccola svolta: moglie e amanti si riuniscono con il solo obiettivo di piangere l’uomo che hanno amato in passato per l’ultima volta.

Marcia, infatti, cambia atteggiamento nei confronti di Kerry, la consola e si consolano a vicenda. Come sottolinea Shiv (Sarah Snook), Logan Roy era terribile nei confronti delle donne ma questo non significa che non le abbia amate a modo suo.

Il breakdown di Roman

Roman Roy (Kieran Culkin), sicuramente tra i fratelli Roy è quello più complesso. Il suo arco narrativo della stagione ha oscillato tra alti e bassi. Avrebbe dovuto tenere un elogio funebre in Succession 4×09 ma le cose sono andate diversamente. Così la struttura stessa dell’episodio diventa un ciclo: all’inizio Roman prova il suo discorso con sicurezza e anche con un po’ di spavalderia. Alla fine, come vedremo dopo ha un vero e proprio crollo emotivo. Una volta salito sul palco, Roman scoppiando a piangere ha favorito l’ascesa al fratello Kendall che ha preso il suo posto dimostrando agli occhi esterni di essere il più lucido tra i tre.

È comprensibile commuoversi al funerale di un padre, ma nel mondo spietato di Succession questo momento potrebbe rovinare le possibilità di successo di Roman alla Waystar Royco. Il video dell’elogio funebre di Roman viene diffuso dopo il funerale e non solo i dipendenti della Waystar ridono, ma anche il Presidente Mencken di cui Roman stesso ha favorito l’ascesa adesso nutre dei dubbi. Per loro, Roman è apparso debole, e questo ha danneggiato gravemente la sua immagine.

Il discorso di Ewan Roy

Succession 4x09 James Cromwell

Ewan (James Cromwell), il fratello di Logan, ha tenuto un elogio funebre a sorpresa durante il funerale di rivelando molto del loro passato. Nonostante l’ambientazione, Ewan non si trattiene e mette sotto accusa il fratello. Ewan sottolinea che Logan voleva essere percepito come generoso, anche se era immensamente avido: la ricchezza di Logan Roy superava di gran lunga i suoi contributi caritatevoli.

Prima di questa Succession 4×09, già altre volte la serie tv HBO aveva esplorato il rapporto tra i due fratelli. Questa volta Ewan con gli occhi lucidi sottolinea che Logan ha smesso di cercare di essere una brava persona alla fine della sua vita, causando un’immensa quantità di dolore e di oscurità alle persone che gli stavano intorno.

Il vero significato dei discorsi di Kendall e Shiv

Succession 4x09 Shiv

Dopo il mancato discorso di Roman, il fratello Kendall prende il suo posto. Dopo di lui anche Shiv si alza in piedi e cerca di ricordare il padre attraverso aneddoti divertenti ma efficaci. Questi due discorsi sono estremamente rivelatori. Entrambi i fratelli Roy disprezzavano il padre e avevano molte parole poco carine da dire su di lui. Sebbene il loro disgusto per Logan sia trapelato nei loro discorsi, è stato sopraffatto da una motivazione molto più grande: il denaro.

I discorsi di Kendall e Shiv sono delle disoneste trovate da parte delle pubbliche relazioni per la Waystar Royco, in quanto acclamano falsamente Logan Roy come un eroe e un titano dell’industria. Un uomo che soffriva la presenza delle donne: “La sua testa non riusciva a contenere una donna per intero”. Shiv soprattutto ricorda quanto è stato difficile farsi largo in quel branco di lupi, i suoi fratelli, per cercare di ottenere l’approvazione del padre.

Il discorso di Connor

Succession 4x07 Roman Roy

Alla sepoltura di Logan in Succession 4×09, Connor (Alan Ruck) rivela di essere a conoscenza della tomba di famiglia da 5 milioni di dollari di Logan e si stupisce che il padre non ne abbia parlato agli altri fratelli. Connor voleva fare un discorso al funerale, ma è stato tagliato da Shiv, e il dettaglio della sepoltura lo rende ancora più triste.

Sembra che Logan abbia parlato della sua morte solo con Connor, dimostrando che forse avevano un rapporto più forte di quello degli altri fratelli Roy.

L’esaurimento di Tom

Anche Tom (Matthew Macfadyen) ha un crollo emotivo in Succession 4×09 che potrebbe far riavvicinare lui e Shiv o rovinare la sua vita. Il rapporto tra Tom e Shiv è stato al centro di questa quarta stagione tra alti e bassi. Questo momento di connessione emotiva potrebbe essere risolutivo per il loro rapporto.

Potrebbe però essere un’arma a doppio taglio. Non sappiamo con quale intenzione Shiv abbia convito Tom ad andare a dormire nel suo appartamento né tanto meno cosa sia passato nella testa del personaggio interpretato da Matthew Macfadyen a rivelare di essere stato l’unico in grado di dare l’ultimo saluto a Logan.

Perché Mencken sostiene il piano CEO di Shiv e Matsson

Succession 4x09 Alexander Skarsgård, Sarah Snook, Justin Kirk

Kendall e Roman volevano che Jeryd Mencken diventasse presidente della Succession in modo da bloccare l’acquisizione di Waystar Royco da parte della GoJo. Tuttavia, Shiv e l’amministratore delegato della GoJo, Lukas Matsson (Alexander Skarsgård) escogitano un modo per mantenere l’accordo.

Propongono a Mencken che Shiv diventi l’amministratore delegato delle attività americane della GoJo, e Mencken apparentemente lo appoggia. La piattaforma presidenziale di Mencken si basa sul sostegno alle imprese americane e sulle paure xenofobe nei confronti delle tecnologie straniere, e questo piano consente a Mencken di far sembrare la GoJo una parte forte dell’America.

Roman nel finale di Succession 4×09

Succession 4x09 Kieran Culkin

In Succession 4×09 assistiamo anche ai vari disordini politici in seguito all’elezione presidenziale di Mencken, con i manifestanti che riempiono costantemente le strade di New York. Nella scena finale dell’episodio Roman Roy si butta nella folla mostrando quanto gli abusi di Logan lo abbiano influenzato. Il giovane Roy non riesce a gestire l’affetto genuino e cerca il conflitto e il dolore dei manifestanti. Questo episodio evidenzia anche la sua crescente radicalizzazione politica, che è stata solo favorita dal suo sostegno al candidato di estrema destra Jeryd Mencken.

Il suo personaggio è stato sempre altalenante ma dalla morte del padre il pubblico aveva visto un cambiamento. A quanto pare, il più piccolo dei fratelli non è ancora in gradi di prendere le redini della compagnia. In questo episodio lo vediamo fragile ed emotivo, quasi timido, il che è l’esatto opposto di come viene ritratto alla fine dell’episodio. La contrapposizione tra le due scene di Roman in Succession 4×09 ritrae le due facce della medaglia della serie stessa. La differenza tra le due scene mostra anche che Roman è molto simile a suo padre, con forti sbalzi d’umore.

Succession 4×09 prepara il finale di Kendall e Roman contro Shiv

Succession 4x09 Jeremy Strong, Sarah Snook

Mentre i due fratelli si alleano e rompono continuamente le alleanze, Succession 4×09 rompe finalmente le alleanze fittizie. Siamo in un altro mondo rispetto a quello prospettato nella recensione del primo episodio: i tre fratelli insieme che cercano in tutti i modi di tenere testa al padre. Ma adesso il cattivo è morto e i tre sono diventati nemici l’uno dell’altra.

Kendall e Roman sono stati fermamente contrari all’accordo con la GoJo, ma ora che Shiv sembra aver mantenuto l’accordo, i due fratelli dovranno lottare contro di lei. Kendall e Roman decidono di rivolgersi al consiglio di amministrazione per agire direttamente contro Shiv, e questo emozionante confronto sarà una parte importante del finale di Succession.

Cosa succederà in Succession 4×10?

Il trailer del finale di Succession anticipa la fine della serie nell’episodio intitolato “With Open Eyes”. Il finale della serie sarà il culmine della saga della vendita della Waystar-GoJo che ha dominato l’ultima stagione. Poiché il futuro dell’azienda di famiglia è in bilico, è difficile essere sicuri di chi ne uscirà vincitore alla fine della stagione. Ciascuno dei fratelli Roy è stato in qualche momento il favorito in questa stagione, ma potrebbero rimanere a bocca asciutta.

La durata del finale di Succession è di 90 minuti, come ha confermato il compositore Nicholas Britell, assicurando che la serie avrà tutto il tempo necessario per concludere con cura ogni trama, anche se il fulcro del finale sarà il voto finale del consiglio di amministrazione sull’accordo Waystar-GoJo. Nell’anteprima c’è un’inquadratura di Matsson che sembra furioso, suggerendo che l’accordo potrebbe. L’eredità di uno show, come Game of Thrones, è spesso decisa dalla qualità del suo finale di serie; quindi, nonostante tutte le basi gettate finora da Succession, molto dipende dall’episodio finale della prossima settimana.

Le Syndrome des Amours Passées, la recensione – Cannes 76

Le Syndrome des Amours Passées, la recensione – Cannes 76

Non è tra i film che concorreranno alla vittoria della 62esima Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2023, ma chissà se Le Syndrome des Amours Passées non avrebbe potuto vincere il premio per la commedia romantica più incredibile e divertente. Il secondo film di Ann Sirot e Raphaël Balboni, scelto come Special Screening di questa edizione, sarà prossimamente anche in Italia (distribuito da Wanted Cinema) dopo aver allietato le giornate del pubblico sulla Croisette e offerto – forse utili, forse pericolose – idee nuove alle tante coppie che cercano di avere un bambino.

“Sono curiosa di vedere come sarà tradotto in Italia il titolo – dice la Sirot passando poi a parlare della loro opera prima La folle vita, distribuito da Wanted dal 29 giugno – In originale è Une vie démente, ma il distributore ci ha sconsigliato di usare il termine ‘demenziale’. Spesso la traduzione letterale non è la più adatta, d’altronde, e bisogna davvero conoscere la cultura locale per trovare il titolo migliore. Usare Sindrome non era la cosa migliore, e alla fine abbiamo scelto questo anche per l’assonanza con La dolce vita“.

The (EX)perience of Love di Rémy e Sandra

Questo l’obiettivo di Rémy e Sandra (Lazare Gousseau e Lucie Debay), marito e moglie avviati verso i quarant’anni e con il sogno di essere genitori. Un esito niente affatto scontato, come sanno in molti, che spesso passa attraverso un iter fatto di esami e consulti medici interminabili. Eppure è proprio il dottore che sta seguendo il loro caso che regala loro una speranza inattesa, una soluzione, che passa però da un surreale tuffo nel passato, non solo sentimentale, dei due.

Per guarire dalla Sindrome degli amori passati, infatti, Rémy e Sandra saranno costretti a ripercorrere la loro vita sessuale, tappa dopo tappa, tornando a fare l’amore con ogni singolo ex (o meno) con il/la quale abbiano avuto rapporti fisici. Un viaggio inedito e dal risultato incerto, del quale i due si mostrano convinti, sostenendosi a vicenda, nonostante gli ‘appuntamenti’ previsti siano molto diversi nei numeri e nei generi. Un problema?

Chi vuole un figlio (non) insiste…

Come anche nel loro film precedente – presto in sala, come detto – anche qui si ritrova l’ironia e lo humor con cui i due registi dimostrano di saper affrontare temi delicati, persino dolorosi. Di nuovo approfittando del contesto familiare di una giovane coppia costretta ad affrontare prove che rischiano di cambiare molto della loro vita e delle loro relazioni, e – in questo caso – sfruttando una premessa che esula dai canoni del genere della commedia sentimentale al punto dallo sfiorare il genere fantastico.

Ognuno di noi è diverso dagli altri, in grado di decidere legittimamente e liberamente della propria vita e delle proprie scelte, ma dubitiamo che sarebbero molte le coppie pronte a condividere una “Experience” (come la definisce il titolo internazionale del film) come quella che offre la scusa e fa da spina dorsale a un’esplorazione dell’amore nelle sue forme e declinazioni più diverse, senza limite alcuno.

La scelta di mettere in discussione l’eteronormatività (convinzione che l’eterosessualità sia l’unico orientamento possibile) e l’abitudine all’esclusività sessuale è dichiarata da parte dei due registi, che giocano in primis con i codici del genere e con lo spettatore. Messo alla prova da esplorazioni per adulti, animal party e giochi di ogni sorta o invitato alla riflessione sulla mancanza di poesia nella vita moderna e sul valore della scienza e la fiducia nella medicina. Ma soprattutto premiato con gli inusitati e colorati intermezzi che spezzano una narrazione abbastanza convenzionale e segnano il procedere del conto alla rovescia, risparmiandoci un numero spropositato di scene di sesso che rischiavano di essere noiose e ripetitive e controbilanciando un finale forse un po’ troppo prevedibile.

Questo mondo non mi renderà cattivo: Giancane torna a collaborare con Zerocalcare per la nuova serie

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Schietto, irriverente, dissacrante, depresso, cazzone: tutto questo è GIANCANE, al secolo Giancarlo Barbati, pronto a tornare con un nuovo lavoro discografico per Questo mondo non mi renderà cattivo. Dopo “Una vita al top” (2015) e “Ansia e disagio” (2017) e dopo “Strappati lungo i bordi” (2021), colonna sonora della serie di animazione scritta e diretta da Zerocalcare, sarà disponibile da venerdì 9 giugno sulle piattaforme digitali e in diversi formati fisici TUTTO MALE, nuovo album del cantautore romano. Il disco uscirà per Woodworm e sarà distribuito da Universal Music Italia ed è già in preorder.

Dopo l’annuncio dell’uscita dell’album e la release del primo estratto VOGLIO MORIRE, già in radio e sulle piattaforme digitali, arriva oggi per GIANCANE un’altra importante novità: si rinnova la collaborazione con ZEROCALCARE, che ha scelto i brani del cantautore romano per la sua nuova serie originale Netflix Questo mondo non mi renderà cattivo, prodotta da Movimenti Production – società del gruppo Banijay – in collaborazione con BAO Publishing. Le 11 tracce saranno disponibili in digitale e in un doppio vinile – in uscita sempre il 9 giugno – che vedrà nel primo LP il nuovo album TUTTO MALE, contenente la title track nonché sigla della serie SEI IN UN PAESE MERAVIGLIOSO, che dà il nome al secondo LP, la raccolta di canzoni scelte per la serie. La cover del doppio LP è disegnata da ZEROCALCARE stesso. Anche il doppio LP è disponibile da oggi in preorder: https://giancane.lnk.to/TuttoMaleSIUPM

Così GIANCANE commenta la rinnovata collaborazione con Zerocalcare: “Sono molto onorato di aver contribuito a musicare la nuova serie di Zerocalcare: ho composto le musiche di alcune parti mentre finivo il mio nuovo disco e ho potuto metterci un po’ di depressione accumulata nel tempo, che nelle tracce del disco non ha trovato sbocchi. La cosa che mi ha divertito molto è stata quella di poter dare ad alcune canzoni, apparentemente divertenti, una veste minimale riprendendo i temi solo con il pianoforte e provando ci siamo accorti che calzavano a pennello su alcune scene”. 

GIANCANE è pronto a tornare sui palchi di tutta Italia e lo fa con le prime date annunciate di TUTTO MALE TOUR ESTIVO 2023: gli appuntamenti prenderanno il via il 9 giugno a Fiorano Modenese, MO (Quarantenna Festival), per poi proseguire il 10 giugno a Casaleone, VR (Click Park Festival), il 27 giugno a Bologna (BOtanique Festival), il 30 giugno a Torino(Flowers Festival), il 1 luglio a Teramo (Remind Festival), il 5 luglio a Padova (Sherwood Festival), il 6 luglio ad Arezzo(Men/Go Music Fest), il 7 luglio a Cenaia, PI (Melasòno Music Fest), il 14 luglio a Milano (Circolo Magnolia), l’8 agosto a Squillace Lido, CZ (Ondarock Festival), l’8 settembre a Bergamo (NTX Station).

Durante il tour i grandi classici della carriera del cantautore, ma soprattutto i brani del nuovo disco TUTTO MALE: “È il mio terzo disco di ineditiracconta GIANCANEe racchiude 5 anni di vita, di tour, di depressione, di felicità, di infelicità, di malattie, di autostrade, concerti, lutti, vabbè insomma 5 anni di vita. È un disco un po’ depresso, un po’ cazzone ed è una raccolta che racchiude anche tutto ciò che musicalmente volevo fare”.

Giancarlo Barbati torna sulle scene e lo fa in pieno stile GIANCANE, decidendo di complicarsi la vita, ma solo per regalare ai fan un disco che sia un vero e proprio oggetto di culto. Oltre al doppio vinile, TUTTO MALE sarà disponibile infatti in diversi formati, tutti corredati da un album di figurine, un booklet alternativo che comprende, oltre alla cover, 10 illustrazioni – una per ciascun brano – di 8 artisti diversi, coinvolti da GIANCANE nella realizzazione dell’apparato grafico del disco. Primo tra tutti ZEROCALCARE, con cui il sodalizio è già consolidato dal 2018 per il video di Ipocondria che ha costituito la colonna sonora degli short animati di “Rebibbia Quarantine”, prodotti nel 2020, e per la OST della serie “Strappare lungo i bordi”. Ma non solo, al team di lavoro si sono presto aggiunti anche GLISCARABOCCHIDIMAICOLEMIRKO, MARCELLO CRESCENZI, DOMENICO MIGLIACCIO (che ha disegnato la cover), TIMIDESSEN, NOVA, SILVIA SICKS e WALLIE.

L’album sarà disponibile nei seguenti formati:

  • CD + album di figurine
  • LP azzurro, in edizione limitata con sticker numerato + album di figurine
  • LP verde con cover alternativa, in edizione limitata con sticker numerato + card autografata + album di figurine (esclusiva Discoteca Laziale)
  • LP rosso, in edizione limitata con sticker numerato + album di figurine (esclusiva Amazon)
  • Doppio vinile con cover di Zerocalcare che contiene “Tutto Male” e “Sei in un Paese Meraviglioso”

Only Murders in the Building, dall’8 agosto la terza stagione su Disney+

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Disney+ ha annunciato che la terza stagione dell’acclamata serie originale comedy Only Murders in the Building, prodotta da 20th Television, debutterà in Italia il prossimo 8 agosto sulla piattaforma streaming.

Dalle menti di Steve Martin, Dan Fogelman e John Hoffman, Only Murders in the Building segue tre estranei (Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez) che condividono la stessa ossessione per il genere true crime e si trovano improvvisamente coinvolti in un delitto. Quando si verifica un’orribile morte nell’esclusivo palazzo dell’Upper West Side in cui vivono, i tre sospettano che si tratti di un omicidio e utilizzano la loro grande conoscenza del genere true crime per investigare. Mentre registrano un podcast per documentare il caso, i tre scoprono i segreti del palazzo, che riguardano eventi accaduti molti anni prima. Forse, le bugie che i protagonisti si raccontano a vicenda potrebbero essere ancora più esplosive. Si rendono presto conto che il killer potrebbe nascondersi tra loro, mentre cercano di decifrare gli indizi prima che sia troppo tardi.

I co-creatori e sceneggiatori di Only Murders in the Building sono Steve Martin e John Hoffman (Grace and Frankie, Looking). Martin e Hoffman sono i produttori esecutivi insieme a Martin Short, Selena Gomez, il creatore di This Is Us Dan Fogelman e Jess Rosenthal.

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

James Bond: “Avrei potuto affondare il franchise”, ecco perché Rupert Friend ha detto no a 007

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L’attore di Homeland e Star Wars Rupert Friend rivela il motivo per cui ha rinunciato all’opportunità di interpretare James Bond nel 2006 in Casino Royale. Basato sull’omonimo romanzo di Ian Fleming del 1953, Casino Royale ha segnato l’esordio di Daniel Craig nei panni della famosa spia britannica.

Prima del casting di Craig, secondo quanto riferito, oltre 200 attori sono stati presi in considerazione per il ruolo, tra cui Henry Cavill e la star di Outlander Sam Heughan. Dopo un estenuante processo di selezione, Craig è stato ufficialmente annunciato come il sesto attore a interpretare James Bond nell’ottobre 2005.

Tuttavia, in una recente intervista con Variety, Friend rivela che il pubblico avrebbe potuto vedere un Bond molto diverso da quello di Craig. Secondo l’attore, i produttori lo avevano avvicinato a 22 anni con l’intenzione di riavviare il franchise di Bond con il personaggio principale “praticamente appena uscito dal college“. Suggerendo che in quel momento si sentiva come se gli mancasse l’esperienza, Rupert Friend ha rinunciato all’opportunità per un motivo importante.

“Quando avevo 22 anni, appena uscito dalla scuola di recitazione, ho girato tre film uno dopo l’altro: “The Libertine”, “Orgoglio e pregiudizio” e “Mrs. Palfrey al Claremont. E mi è stato detto: “Ci piacerebbe parlarti dell’interpretazione di James Bond, del riavvio della serie. Vogliamo farlo praticamente subito dopo il college.” E ho incontrato Barbara Broccoli e suo fratello Michael e Debbie McWilliams, la direttrice del casting di Bond. Ovviamente li ho visti crescere e adoro tutti gli attori e tutti i film. In sostanza dicevano: farai un provino, e se va bene firmi per tre film che non leggerai e non saprai chi è il regista. Sarai legato al progetto. E all’improvviso ho pensato: “Sento che a questo punto della mia vita e carriera, sono troppo giovane, non ho l’esperienza, non ho le doti di recitazione e non ho nessuna delle carte in regola – emotivamente, psicologicamente, fisicamente – che un grande impegno come questo presuppone. Quindi rifiuterò educatamente. Probabilmente è stato un po’ una sorpresa per loro. Ad essere onesti, sono grato di averlo fatto. Perché allora, non solo la parte avrebbe potuto in qualche modo eclissarmi, ma sentivo che la parte era più grande di me come attore o anche come persona. Che mi avrebbe inghiottito e avrei potuto affondare il franchise, o almeno essere il peggior Bond mai vissuto. E quella non era un’opzione, perché amo il franchise.”

Mentre Friend dovrebbe essere elogiato per aver riconosciuto i suoi limiti come attore più giovane e meno esperto, i suoi commenti sollevano una domanda interessante su cosa sarebbe potuto diventare Casino Royale con un attore più giovane nel ruolo. Craig, l’attore su cui i produttori hanno puntato, aveva 38 anni quando ha preso in mano per la prima volta il Walther PPK di Bond e la licenza di uccidere, ed era ben lontano dalla descrizione del personaggio che era stato proposto a Friend.

La produttrice Barbara Broccoli ha già ammesso di aver accarezzato l’idea di 007 più giovani in passato, anche se ha anche suggerito che provare a visualizzare l’idea semplicemente “non funziona”. Invece, Broccoli insiste sul fatto che il personaggio deve essere un veterano “che ha attraversato le guerre, per così dire”. Intanto il destino di Bond è ancora incerto, mentre si aspetta l’annuncio dell’attore che lo interpreterà dopo Daniel Craig.

Guardiani della Galassia Vol. 3: James Gunn svela la sorte dell’Alto Evoluzionario

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Durante una recente intervista su Guardiani della Galassia Vol. 3, uno degli esperti di effetti visivi che hanno lavorato al film, Miguel Ángel Acevedo Montserrat, ha confermato che l’Alto Evoluzionario di Chukwudi Iwuji, villain del film, sopravvive alla battaglia finale del film conclusivo della trilogia di James Gunn.

Nella dichiarazione di Montserrat, anche se si dichiara che la scena in cui si vede chiaramente che il personaggio si salva è stata tagliata, sembra ci sia un fotogramma particolare del film in cui appare Drax che lo porta sulle spalle per salvarlo dall’esplosione della sua nave spaziale.

La scena del salvataggio di tutti quegli animali dalle prigioni dell’Alto Evoluzionario è molto concitata, quindi è difficile leggere bene tutto quello che sta succedendo, ma un primo controllo ha confermato la dichiarazione, e se non bastasse, anche James Gunn, sceneggiatore e regista del film, ha confermato. Ha persino spiegato perché la squadra salva il cattivo dopo che Rocket si è rifiutato di sparare al suo creatore.

“È il culmine del viaggio di Rocket. Il suo cambiamento si palesa nel momento in cui decide di non uccidere il suo aguzzino – passa dall’essere il meno empatico al più empatico trai  Guardiani”, spiega Gunn. “Sembrava sciocco [e] vuoto che si rifiuti di ucciderlo per poi lasciarlo su quella nave che sta esplodendo. E, sì, c’è una scena cancellata. In realtà è davvero fantastica, ma avrebbe incasinato il ritmo della fine”, ha continuato. “Probabilmente la vedrete negli extra.”

Per quanto riguarda la sua sorte, alla fine del film, sempre Gunn ha confermato che adesso l’Alto Evoluzionario si trova imprigionato su Ovunque. Questo ovviamente lascia la porta spalancata per un suo ritorno, anche se Gunn ha già chiuso la sua di fronte alla possibilità di realizzare lui un quarto capitolo.

Guardiani della Galassia Vol. 3 – tutto sul film

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film è al cinema dal 5 maggio.

Fast X ha spodestato Guardiani della Galassia Vol. 3 dalla vetta del box office USA

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Come era facile pronosticare, Fast X ha battuto Guardiani della Galassia Vol. 3 e ha conquistato la vetta del botteghino nordamericano. Il film con Vin Diesel arriva con una forza propulsiva importante, spodestando dal primo posto il film Marvel, alla sua terza settimana di programmazione nelle sale.

Fast X ha aperto con $ 67 milioni, poco meno di F9 che ha invece aperto con $ 70 milioni. Il film ambisce a un’apertura globale di $ 320 milioni, il terzo debutto più alto per il franchise di lunga data. Probabilmente non arriverà al $ 1 miliardo quando le acque si saranno calmate, ma i film di Fast & Furious rimangono un’enorme attrazione per molti spettatori anche dopo recensioni per lo più negative per questa puntata. Infatti, Fast X ha ricevuto una B+ CinemaScore e attualmente ha il 54% su Rotten Tomatoes.

Le prossime settimane vedranno però l’uscita, in sequenza, di La Sirenetta, Spider-Man: Across the Spider-Verse e Transformers: Il Risveglio, tra titoli che sembrano portarci indietro nel tempo in quanto ad ambizione di blockbuster estivo che ricorda un periodo di ricchezza pre-pandemia di cui le sale hanno decisamente bisogno. Sembra quindi improbabile che Fast X rimanga a lungo in vetta alla classifica.

Al momento però l’avversario da battere per la famiglia di Dom Toretto è la ciurma di Star Lord, e il suo piano sta andando a meraviglia. Entrambi i film sono disponibili in sala.

Michelle Yeoh conferma: non ci sarà nessun sequel per Everything Everywhere All at Once

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Dopo una carriera di quattro decenni, Michelle Yeoh ha finalmente vinto un premio Oscar, lo scorso marzo, per Everything Everywhere All at Once, il film diretto dai Daniels che ha portato a casa sette statuette durante la notte delle stelle di Hollywood. Intervistata da Variety, l’attrice ha parlato di come è cambiata la percezione nell’industria per gli attori asiatici e di quello che il cinema riserva alla saga di Evelyn e della sua lavanderia.

Durante la cerimonia di Women in Motion a Cannes, al Festival di Cannes, Michelle Yeoh ha raccontato della prima volta che ha partecipato all’evento, per presentare La tigre e il Dragone, oltre 20 anni fa. Per Yeoh “è abbastanza ovvio” che all’epoca Hollywood non fosse pronta a riconoscere il valore degli attori asiatici. Il film di Ang Lee è stato un successo al botteghino, guadagnando oltre 200 milioni di dollari in tutto il mondo e ottenendo 10 nomination agli Oscar, tra cui miglior film, miglior regista e sceneggiatura. Ma nessuno degli attori è stato nominato.

Michelle Yeoh afferma che il successo di Everything Everywhere All at Once è la prova che la narrazione inclusiva dovrebbe essere abbracciata e che il pubblico è interessato a nuove idee. “È solo questione di spingersi oltre e rifiutarsi di dire che questo è il ‘modo normale’. Nel ‘modo normale’, sarebbe stato nominato ‘Everything Everywhere All At Once’? Le probabilità dicono di no, cinque o dieci anni fa”, dice Yeoh.

Per Michelle Yeoh non è solo una questione etnica, ma anche di genere, dal momento che attori suoi coetanei non vivono il peso degli anni e per loro sembra esserci sempre spazio: “Ci sono mega film che subiscono terribili perdite, eppure continuano a fare la stessa cosa”, ha detto Yeoh. “Sono gli studi che pensano che sia la loro zona di comfort: questi film, i budget aumentano e ci mettono più violenza, più CGI pensando che questi interventi li renderanno migliori, ma la verità è che non è così. L’importante è davvero la narrazione. In “Everything Everywhere All At Once”, anche se abbiamo viaggiato nei multi-versi, il tema principale era l’amore.” E poi conferma che non ci sarà un sequel per il film, perché un sequel potrebbe essere soltanto un ripetersi, e non è quello che vogliono fare.

Secret Invasion: il regista rivela che sarà ispirata a “The Winter Soldier”, nessun personaggio “volerà”

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Non appena è stato rilasciato il primo trailer di Secret Invasion, i fan hanno iniziato a confrontare la serie Disney+ con un film di enorme successo come Captain America: The Winter Soldier del 2014. Ora, il regista Ali Selim e il produttore Jonathan Schwartz hanno entrambi confermato che ci sono molte somiglianze tra i due progetti MCU. Tuttavia, ciò significa mettere da parte i superpoteri per un thriller di spionaggio basato sui personaggi.

“Le prime conversazioni che ho avuto [con la Marvel] sono state, ‘Nessuno vola in aria nello show'”, racconta Selim a Total Film“Mi sono reso conto, ‘Sì, stanno facendo qualcosa di molto diverso, ed è eccitante.'” Schwartz aggiunge: “Il successo di The Winter Soldier ci ha sicuramente dato molta fiducia sul fatto che avremmo potuto raccontare una storia in quello spazio narrativo che sembrava più un thriller paranoico. Secret Invasion fa un ulteriore passo avanti e puoi davvero scavare dentro Nick [Fury] Diventa molto più incentrato sul personaggio in un modo che amo davvero”.

Tutto quello che sappiamo su Secret Invasion

Samuel L. Jackson e Ben Mendelsohn riprenderanno i loro ruoli rispettivamente di Fury e Talos, e saranno affiancati da Olivia Colman, che si dice interpreterà un’incarnazione di Union Jack, ed Emilia Clarke, che potrebbe essere o meno raffigurante Abigail Brand. Kingsley Ben-Adir sarà il cattivo nei panni di Gravik. Ne cast di Secret Invasion rivedremo anche Cobie Smulders nei panni di Maria Hill, Don Cheadle nei panni di James “Rhodey” Rhodes e Martin Freeman nei panni di Everett K. Ross.Thomas Bezucha (Let Him Go) e Ali Selim (The Looming Tower) hanno diretto la miniserie, scritta da Kyle Bradstreet (Mr. Robot).

Secret Invasion sarà presentata in anteprima il 21 giugno 2023 su Disney+ e vede la partecipazione anche di Ben Mendelsohn, che riprende il ruolo di Skrull Talos, Olivia Colman, Emilia Clarke, Kingsley Ben-Adir, Christopher McDonald e Killian Scott. La serie di eventi comici crossover mette in mostra una fazione di Skrull mutaforma che si sono infiltrati sulla Terra per anni. La Smulders ha ripreso il ruolo in diverse foto Marvel tra cui Spider-Man: Far From Home, Captain America: Civil War e tutti i film degli Avengers. Di recente ha ricevuto ottime recensioni per la sua interpretazione di Ann Coulter in American Crime Story: Impeachment.

Ali Selim dirige la serie e ne è produttore esecutivo, insieme agli altri produttori esecutivi Kevin Feige, Jonathan Schwartz, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Samuel L. Jackson, Ali Selim, Kyle Bradstreet e Brian Tucker. Bradstreet è anche la scrittrice principale e Jennifer L. Booth, Allana Williams e Brant Englestein sono co-produttori esecutivi.

Jennifer Lawrence ha prodotto “Bread and Roses” dopo essersi sentita “impotente e frustrata” per le donne afghane represse

Jennifer Lawrence e la sua partner di produzione Justine Ciarrocchi sono arrivate al Festival di Cannes per promuovere il primo documentario in assoluto della loro casa di produzione, Bread and Roses, uno sguardo straziante ed emozionante sulla vita delle donne in Afghanistan sotto il dominio talebano.

Dopo due decenni di occupazione americana, la nazione è caduta ancora una volta sotto il gruppo dei ribelli, che si è mosso rapidamente per privare le donne dei diritti fondamentali: libertà semplici come la possibilità di lavorare, apparire in pubblico senza un accompagnatore maschio e ricevere un’istruzione.

“Tutto è crollato ed è questione di giorni”, ha ricordato Lawrence a Variety. “Stavo guardando questo cambiamento da casa, dagli Stati Uniti, mentre la Roe v. Wade stava per essere ribaltata. Ci siamo sentiti impotenti e frustrati perché volevamo trovare il modo di portare queste storie fuori dal ciclo delle notizie della tv e farle entrare dentro la testa delle persone. Per aiutare le persone a essere consapevoli e a prendersi cura della situazione di queste donne”.

All’inizio della costruzione della loro società di produzione, Excellent Cadaver, Lawrence e Ciarrocchi hanno inseguito la regista afgana Sahra Mani (A Thousand Girls Like Me) per aiutarla a raccontare le storie sul campo delle donne represse. Il film finito, che è stato accolto da grande commozione alla sua prima mondiale sulla Croisette, è composto in gran parte da video girati dalle tre donne protagoniste. Una troupe cinematografica non poteva entrare in sicurezza in Afghanistan, né poteva farlo Mani, che lavorava all’estero quando i talebani hanno ripreso il potere.

“Alla regista sono state fornite riprese di donne che usavano i loro telefoni cellulari, c’era una persona di fiducia che occasionalmente faceva le riprese con i loro telefoni”, ha detto Jennifer Lawrence. Justine Ciarrocchi ha ricordato tutto il lavoro fatto per proteggere la regista e gli altri coinvolti nel film da possibili ritorsioni: “Sahra era fuori da Kabul da circa un mese quando è la città è caduta, era in Francia. La grande notizia ora è che tutti i nostri protagonisti sono al sicuro fuori dall’Afghanistan. Volevamo assicurarci che queste donne fossero al sicuro e che fossimo premurosi, mentre cercavamo di dare forma a un film. Si è trattato di una serie di responsabilità assurde per noi e un’esperienza completamente nuova”.

Lawrence e Ciarrocchi hanno anche osservato un effetto collaterale preoccupante generato dal filmato di queste donne che vivono in isolamento, danni psicologici dovuti alle restrizioni e all’impossibilità di uscire di casa: “Abbiamo dovuto assistere al ritmo di vita monotono della vita di una delle protagoniste, Sharifa. Da donne che sono sul posto di lavoro e si godono la libertà nella loro città con i loro amici: assistere al suo stress da reclusione è stato doloroso.”

Un altro personaggio centrale, una dentista di successo costretta a rinunciare al suo studio sotto il regime talebano, ha offerto a Jennifer Lawrence un nuovo angolo per apprezzare le proprie libertà: “Mi fa pensare a quando ero piccola, quanto odiavo andare a scuola. Diamo per scontato che l’istruzione sia una via d’uscita per queste donne. [Il nostro soggetto] si è spogliato di tutto e non può nemmeno uscire senza un accompagnatore. È un diritto da avere come essere umano, avere qualcosa da fare ogni giorno ed essere produttivo nella società”.

“Non c’è molto che ci separa da questi altri paesi”, ha concluso Jennifer Lawrence “La democrazia è tutto ciò che abbiamo e sta scivolando pian piano via. Dobbiamo rimanere concentrati sull’obbiettivo, ovvero le libertà individuali”.

House of the Dragon: un video dal set rivela uno spoiler piuttosto importante

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È ora in corso la produzione della seconda stagione di House of the Dragon della HBO in Spagna e, grazie a WatchersOnTheWall.com, diamo una prima occhiata ad alcune foto rivelatrici e un video dal set. Attenzione: se non hai letto Fire and Blood di George RR Martin, da questo punto in poi seguono importanti spoiler.

Le foto e il video mostrano un enorme oggetto di scena di un drago blu (la CGI sarà usata per creare una testa di drago mozzata) che sfila per le strade su un carro insanguinato mentre la folla esulta. Quando il regista chiama all’azione, si può sentire qualcuno gridare: “Guarda! Il drago traditore Meleys – ucciso a Rook’s Rest per il tuo re! Per Aegon!” Sì, la potente Meleys cadrà in battaglia ad un certo punto durante la seconda stagione, quando affronterà gli altri sputafuoco Sunfye e Vhagar, e molto probabilmente anche il suo cavaliere, Rhaenys (Eve Best), verrà ucciso (il corpo scoperto in il libro era troppo bruciato per essere identificato, ma la serie probabilmente non sarà altrettanto ambiguo).

Tutto quello che sappiamo su House of the Dragon

Recentemente abbiamo appreso che la seconda stagione di House of the Dragon sarà composta da 8 episodi, 2 in meno rispetto all’acclamata stagione di debutto, che si è conclusa lo scorso novembre. Apparentemente, “una parte della trama originariamente prevista per la seconda stagione, inclusa una grande battaglia”, viene ora “rimandata” per la terza stagione. Se dovessimo azzardare un’ipotesi, questo confronto è probabilmente il culmine della guerra civile dei Targaryen nota come La danza dei draghi, che vedrà due personaggi principali scontrarsi in una “schermaglia volante”. Una data per la premiere della seconda stagione di House of the Dragon deve ancora essere annunciata.

House of the Dragon è stato un incredibile successo per HBO, con una media di circa 29 milioni di spettatori per episodio al momento della sua uscita. Un altro spin-off di Game of Thrones, A Knight of the Seven Kingdoms, è stato appena annunciato. La produzione della seconda stagione è iniziata la scorsa settimana nel Regno Unito. Non è stata rivelata alcuna finestra di uscita, ma con le riprese iniziate, è probabile che ci sarà a breve un annuncio.

Nel cast della seconda stagione di House of the Dragon Matt SmithEmma D’ArcyOlivia Cooke, Eve Best, Steve Toussaint, Fabien Frankel, Ewan Mitchell, Tom Glynn-Carney, Sonoya Mizuno e Rhys Ifans. Fra gli attori della prima stagione che tornano nel cast dei nuovi episodi anche Harry Collett, Bethany Antonia, Phoebe Campbell, Phia Saban, Jefferson Hall e Matthew Needham. I crediti della seconda stagione: co-creatore e produttore esecutivo George R.R. Martin; co-creatore, showrunner e produttore esecutivo Ryan Condal; produttori esecutivi Sara Hess, Alan Taylor, Melissa Bernstein, Kevin de la Noy, Loni Peristere, Vince Gerardis. Tratto dal bestseller di George R.R. Martin “Fuoco e Sangue”.

James Gunn stizzito sulle continue voci false sulla DC

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James Gunn stizzito sulle continue voci false sulla DC

Da quando è stata annunciata la parte 1 della lista DCU, le voci relative ai progetti cinematografici e televisivi pianificati si sono diffuse online. Mentre ci sono alcuni addetti ai lavori abbastanza affidabili con solidi track record là fuori, molti di questi cosiddetti scooper si occupano di disinformazione e pubblicano regolarmente bugie sfacciate per attirare l’attenzione. Il co-CEO dei DC Studios James Gunn ha spesso denunciato queste voci fasulle su Twitter, ma il regista di Guardiani della Galassia Vol. 3 ha ora deciso di allentare questa pratica.

“Stamattina vengo bombardato da voci di cazzate sulla DC”, ha twittato Gunn . “Ripeterò solo la regola generale di non credere a niente a meno che non provenga da me o da Peter. Ma, a meno che non sia particolarmente eclatante, rallenterò nel dire cazzate. (Scusa, lo so, è uno delle miei tradizioni preferite) Ci sono tre ragioni per questo: 1) Alcune persone stanno inventando bugie per attirare la mia attenzione o per ottenere clic e non voglio incoraggiarlo 2) Ho letto un centinaio di voci questa mattina. UNO di loro è vero per metà. Quindi non voglio essere usato come un modo per le persone di lanciare sciocchezze al muro finché qualcosa non si attacca. 3) Sto creando lo storyboard di Superman Legacy e non ho tempo! giorno!”

Un recente rapporto ha affermato che James Gunn aveva completato e consegnato la prima bozza della sceneggiatura del suo riavvio di Superman prima che iniziasse lo sciopero WGA, ma sembra che siano stati fatti più progressi sul progetto di quanto siamo stati indotti a credere. Quando gli è stato chiesto se fosse “uno storyboard basato su una prima bozza“, il regista ha risposto: “È ben lungi dall’essere la prima bozza“. A James Gunn è stato anche chiesto se lo sciopero in corso ha avuto un impatto sul suo lavoro sulla sceneggiatura, ma deve ancora dare una risposta su questo. Di seguito ecco il post lapidario sui scooper o presunti tali:

Tutto quello che sappiamo su Superman: Legacy

Superman: Legacy non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting è attualmente in corso, con la speranza che venga fatto un annuncio ufficiale al Comic-Con di San Diego di quest’anno. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro. “Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentarti la nostra versione di Superman che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”.

Secret Invasion: G’iah porta Nick Fury al lavoro in un nuovo trailer ricco di azione

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“Il mondo sta bruciando e sei stato tu ad accendere il fiammifero.” A solo un mese dall’arrivo di Secret Invasion su Disney+, i Marvel Studios hanno presentato un nuovissimo trailer dell’attesissimo “thriller di spionaggio rivoluzionario”. Questo ultimo teaser presenta un sacco di nuovi filmati Nick Fury e G’iah in azione, ed è stato ampiamente chiarito che la figlia di Talos incolpa l’ex direttore dello SHIELD per l’invasione degli Skrull. La combattente per la libertà alla fine si schiererà con la sua stessa gente quando arriverà il momento critico?

In una recente intervista con USA Today , Ben Mendelsohn (Talos) ha lasciato intendere che la serie sarà molto più grintosa della solita cifra stilistica MCU. “Questo è uno che gli adulti possono scavare. È mentale. Spero che finisca per essere una delle cose più belle che abbiano fatto”. Dai un’occhiata al teaser qui sotto:

Tutto quello che sappiamo su Secret Invasion

Samuel L. Jackson e Ben Mendelsohn riprenderanno i loro ruoli rispettivamente di Fury e Talos, e saranno affiancati da Olivia Colman, che si dice interpreterà un’incarnazione di Union Jack, ed Emilia Clarke, che potrebbe essere o meno raffigurante Abigail Brand. Kingsley Ben-Adir sarà il cattivo nei panni di Gravik. Ne cast di Secret Invasion rivedremo anche Cobie Smulders nei panni di Maria Hill, Don Cheadle nei panni di James “Rhodey” Rhodes e Martin Freeman nei panni di Everett K. Ross.Thomas Bezucha (Let Him Go) e Ali Selim (The Looming Tower) hanno diretto la miniserie, scritta da Kyle Bradstreet (Mr. Robot).

Secret Invasion sarà presentata in anteprima il 21 giugno 2023 su Disney+ e vede la partecipazione anche di Ben Mendelsohn, che riprende il ruolo di Skrull Talos, Olivia Colman, Emilia Clarke, Kingsley Ben-Adir, Christopher McDonald e Killian Scott. La serie di eventi comici crossover mette in mostra una fazione di Skrull mutaforma che si sono infiltrati sulla Terra per anni. La Smulders ha ripreso il ruolo in diverse foto Marvel tra cui Spider-Man: Far From Home, Captain America: Civil War e tutti i film degli Avengers. Di recente ha ricevuto ottime recensioni per la sua interpretazione di Ann Coulter in American Crime Story: Impeachment.

Ali Selim dirige la serie e ne è produttore esecutivo, insieme agli altri produttori esecutivi Kevin Feige, Jonathan Schwartz, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Samuel L. Jackson, Ali Selim, Kyle Bradstreet e Brian Tucker. Bradstreet è anche la scrittrice principale e Jennifer L. Booth, Allana Williams e Brant Englestein sono co-produttori esecutivi.

Festival di Cannes: 8 minuti di standing ovation per Alicia Vikander e il brutale dramma storico Firebrand

Come un amato monarca, Alicia Vikander è stata accolta con una standing ovation di otto minuti alla premiere al Festival di Cannes di ieri sera di Firebrand del regista Karim Aïnouz, accolto da una folla di star che comprendeva le vincitrici dell’Oscar come miglior attrice Michelle Yeoh e Marion Cotillard. Con suo marito Michael Fassbender raggiante dalla fila dietro, Alicia Vikander ha fatto cenno al pubblico esultante di fermarsi o avrebbe pianto. Ma poi ha ceduto all’adulazione e mandato baci ai balconi superiori

Anche il co-protagonista di Vikander, Jude Law, che interpreta un re Enrico VIII crudele e spietato, e il regista brasiliano Aïnouz hanno ricevuto grandi applausi dalla sala. Vikander si unisce a un gruppo di attrici di Cannes, tra cui Lily Gladstone, Natalie Portman e Julianne Moore, che si sono esibite in performance mozzafiato. La vincitrice dell’Oscar Alicia Vikander recita in “Firebrand nei panni di Katherine Parr, la sesta e ultima moglie del brutale re, mentre cerca di superare in astuzia e sopravvivere alla Legge a malapena riconoscibile. Il film, adattato dal romanzo del 2013 “Queen’s Gambit” di Elizabeth Fremantle, è ambientato nell’Inghilterra intrisa di sangue dei Tudor, quando Parr viene nominato Reggente mentre il tirannico Henry combatte all’estero. Quando il monarca sempre più malato e paranoico ritorna, rivolge la sua furia contro i radicali e accusa l’amica d’infanzia di sua moglie di tradimento e la brucia sul rogo. Inorridita e addolorata ma costretta a negarlo, Katherine si ritrova a lottare per la propria sopravvivenza, terrorizzata all’idea di finire decapitata come alcune delle precedenti mogli di Henry.

Ciò che è stato per lo più drammatizzato sono le mogli che non ce l’hanno fatta“, ha recentemente detto Vikander a Variety. “[Quando ho letto la sceneggiatura] ho subito pensato, ‘Eh, non è interessante che la maggior parte delle persone sappia di più sulle altre mogli.’ È quasi come se le persone fossero attratte da storie piuttosto cupe. Prima della sua prima mondiale a Cannes, Variety ha riferito in esclusiva che Firebrand” è stato venduto in quasi tuti i paesi a livello internazionale. Prime Video ha comprato il dramma storico in una manciata di territori, incluso il Regno Unito. Vikander ha detto a Variety che era eccitata dalla possibilità di realizzare un dramma in costume che fosse molto poco affascinante. “Ci ha fatto venire voglia di spogliarci e creare qualcosa che sembri molto crudo e autentico“, ha detto Vikander. “Ho adorato il fatto che volesse spogliare il dramma in costume.” Firebrand sta cercando la distribuzione negli Stati Uniti ed è venduto da CAA e FilmNation.

Benicio del Toro nel cast del prossimo film di Wes Anderson

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Benicio del Toro nel cast del prossimo film di Wes Anderson

In un recente episodio di The Hot Mic Podcast, lo scooper del settore Jeff Sneider ha rivelato che si dice che il premio Oscar Benicio del Toro sia l’ultimo attore a unirsi al cast del prossimo film di Wes Anderson . Nella puntata della scorsa settimana, ti ho detto che West Anderson stava lanciando un nuovo film“, ha detto Sneider. “Sai che [a Wes Anderson] piace lavorare con molti volti familiari. Mi è stato detto che uno di questi attori di The French Dispatch si unirà al prossimo film di Wes Anderson è il signor Benicio del Toro.

Se il suo casting fosse dimostrato, vorrà dire che l’attore reciterà accanto all’altro attore precedentemente annunciato Michael Cera, che attualmente dovrebbe apparire in un altro film di alto profilo, il live-action Barbie di Greta Gerwig. Il progetto senza titolo di Anderson riunirà del Toro con l’acclamato regista dopo aver lavorato insieme in The French Dispatch del 2021 .

I prossimi film di Wes Anderson nel 2023

Prima di dirigere il progetto senza titolo, Anderson è attualmente impegnato a prepararsi per l’imminente debutto dei suoi due nuovi film: Asteroid City per Focus Features e The Wonderful Story of Henry Sugar per Netflix, entrambi previsti per il 2023.

Asteroid City presenterà una serie di nuovi volti per Anderson tra cui Tom Hanks, Margot Robbie, Scarlett Johansson e altri. “Asteroid City si svolge in un’immaginaria città americana nel deserto nel 1955. Sinossi: L’itinerario di una convention di giovani astronomi e cadetti spaziali (organizzata per riunire studenti e genitori di tutto il paese per una competizione accademica e di affiatamento) viene spettacolarmente sconvolto da eventi che cambiano il mondo. Nel cast anche Adrien Brody, Tilda Swinton, Bill Murray, Jason Schwartzman, Bryan Cranston, Jeffrey Wright, Liev Schreiber, Willem Dafoe, Tony Revolori, Jeff Goldblum e Jack Ryan.

Martin Scorsese: “Il mondo intero si è aperto davanti a me, ma è troppo tardi”

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Martin Scorsese ha ancora il fuoco dentro per fare più film, ma il prolifico regista sente di aver imparato le cose troppo tardi. Parlando con Deadline in un profilo esclusivo, a Scorsese è stato chiesto se avesse ancora il fuoco per fare film a 80 anni. Il regista ha detto che “deve farlo“, ma sente che il mondo gli si è aperto troppo tardi.

Devo. Devo. Sì“, ha detto Martin Scorsese. “Vorrei potermi prendere una pausa per otto settimane e fare un film allo stesso tempo [ride]. Il mondo intero si è aperto a me, ma è troppo tardi. È troppo tardi.” Quando gli è stato chiesto esattamente cosa intendesse, la leggenda ottantenne ha riconosciuto la alla sua età sente come se non ci fosse “più tempo“. Ha poi fatto riferimento a una storia del collega regista e leggenda Akira Kurosawa. Quando ha ricevuto un Oscar onorario nel 1990, Kurosawa ha notoriamente notato che stava appena iniziando a capire la “possibilità del cinema“, ma che era troppo tardi per lui.

Secondo Scorsese, all’epoca non capiva cosa intendesse il leggendario regista, ma ora sì. Io sono vecchio. Ho letto cose. Vedo cose. Voglio raccontare storie e non c’è più tempo”, ha detto Scorsese. “Kurosawa, quando ha vinto il suo Oscar, quando George [Lucas] e Steven [Spielberg] glielo hanno dato, ha detto: “Sto solo ora iniziando a vedere la possibilità di cosa potrebbe essere il cinema, ed è troppo tardi“. Aveva 83 anni. A quel tempo, ho detto: “Mi sono chiesto cosa intendesse” Ora so cosa intendeva”.

Il prossimo film di Martin Scorsese sarà l’attesissimo Killers of the Flower Moon, presentato al Festival di Cannes in questi giorni e accolta da una lunga standing ovation di applausi. Il film vede protagonisti Leonardo DiCaprio, Robert De Niro, Lily Gladstone, Jesse Plemons, Tantoo Cardinal e Brendan Fraser. Il film uscirà il 6 ottobre 2023.

A Complete Unknown: Benedict Cumberbatch nel biopic su Bob Dylan

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A Complete Unknown: Benedict Cumberbatch nel biopic su Bob Dylan

Deadline ha confermato che Benedict Cumberbatch reciterà in A Complete Unknown, il film biografico di James Mangold sul musicista Bob Dylan. Sono emerse notizie secondo cui Cumberbatch sarebbe apparso nel film all’inizio di quest’anno, ma non era stato annunciato nulla di concreto. In un rapporto di Deadline su un afterparty durante il Festival di Cannes del 2023, è stato notato che Cumberbatch avrebbe recitato nel film insieme a Timothée Chalamet ed Elle Fanning.

Secondo la notizia, Benedict Cumberbatch interpreterà il ruolo dell’iconico cantante Pete Seeger. La storia di Seeger come cantautore è prolifica, con l’artista che ha scritto canzoni come “Where Have All the Flowers Gone?“, “If I Had a Hammer (The Hammer Song)” e “Turn! Giro! Giro! (C’è una stagione per tutto)“. Nella loro storia, Seeger è stato uno dei primi sostenitori di Bob Dylan.

Chi altro c’è in A Complete Unknown?

A Complete Unknown (precedentemente intitolato Going Electric) sarà diretto da James Mangold e si baserà su una sceneggiatura scritta da Jay Cocks con revisioni di Mangold. Racconta l’ascesa di Bob Dylan nella musica folk e l’improvvisa transizione al rock ‘n’ roll. Il film racconterà il rapporto di Bob Dylan con le leggende della musica degli anni ’60, tra cui Joan Baez e Pete Seeger. Searchlight Pictures detiene anche i diritti sulla musica dell’icona della cultura pop.

Il film è prodotto da Bob Dylan insieme a Brian Kavanaugh-Jones e Andrew Rona. Jeff Rosen, che è il manager di lunga data di Dylan, ha anche firmato un contratto come produttore con Mangold, Bob Bookman, Alan Gasmer e Peter Jaysen di Veritas Entertainment Group, Fred Berger di Automatik e Alex Heineman di The Picture Company. Oltre all’imminente film biografico su Bob Dylan, Timothée Chalamet è anche attualmente atteso come il protagonista di due progetti di alto profilo Dune – Parte Due e prequel musicale Warner Bros.’ Wonka.

Echo, per Kevin Feige era “inguardabile”, la serie è stata rigirata?

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Secondo Jeff Sneider del podcast The Hot Mic, il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha considerato l’imminente serie Disney+ Echo “non pubblicabile”. Nel podcast, Sneider ha affermato di aver sentito alcune voci che sostenvano che la serie era “afflitta da problemi” durante la produzione, che ha descritto come “un disastro”. Dopo aver girato otto episodi, la Marvel avrebbe discusso di ridurre la serie a quattro o sei episodi, ma alla fine hanno deciso di riprendere la serie. Infine, Sneider ha notato che “Kevin non era contento”.

Cosa pensava Kevin Feige di Echo?

Ho sentito che la serie tv è stata afflitta da problemi durante la produzione“, ha dichiarato Sneider. “Ho sentito che era un disastro e che la serie è andato così male che hanno praticamente dovuto girare di nuovo l’intera cosa. Mi è stato detto che originariamente avevano girato otto episodi e [Kevin Feige] pensava che non fosse rilasciabile, quindi hanno parlato di ridurlo a quattro episodi, o sei in post-produzione. Ma poi hanno finito per girarlo di nuovo, quindi la mia fonte non sapeva in realtà con quanti episodi fossero finiti. Ma sì, a quanto pare aveva bisogno di un rejigger dall’alto verso il basso, e che Kevin non ne era contento.

Tutto quello che sappiamo su Echo

Echo presenterà il ritorno di Alaqua Cox mentre riprende il ruolo di Maya Lopez dopo aver debuttato in Hawkeye dello scorso anno, dove è stato rivelato che Maya aveva una lunga storia con Kingpin di Vincent D’Onofrio. Insieme a D’Onofrio nella serie ci sono Charlie Cox nei panni di Matt Murdock/Daredevil, Zahn McClarnon (Fargo), Devery Jacobs (Reservation Dogs), Cody Lightning, Chaske Spencer, Tantoo Cardinal e Graham Greene.

Nei fumetti Marvel, Echo – la figlia adottiva del Kingpin – è una donna nativa americana sorda che possiede la capacità di copiare perfettamente i movimenti di altre persone pur essendo un’artista marziale e acrobata altamente capace. Marion Dayre è la scrittrice principale dello spin-off di Hawkeye. La stanza degli scrittori include anche Bobby Wilson, Rebecca Roanhorse, Shoshannah Stern, Josh Feldman, Kaitlyn Jeffers, Steven Paul Judd, Jason Gavin, Ken Kristensen, Dara Resnik e Jessica Mecklenburg.

Alicia Vikander e Jude Law sulla croisette del Festival di Cannes per Firebrand

Quattro anni dopo il Premio Un Certain Regard assegnato a La Vie invisible di Eurídice Gusmão, Karim Aïnouz reclama per la prima volta la Palma d’oro al Festival Di Cannes. Come all’epoca, affronta l’adattamento di un romanzo e firma Firebrand, con protagonisti Alicia Vikander e Jude Law.

Alla corte di Enrico VIII, Catherine Parr occupa un posto speciale. La guerra infuriò quando, temporaneamente, fu nominata reggente durante le campagne militari. Questo incarico sarà l’occasione per esercitare un certo potere e per diffondere i principi protestanti che gli sono cari. Il re, di ritorno dal combattimento, condanna al rogo un amico della regina per tradimento. Catherine cammina quindi sul filo del rasoio, di fronte a un marito capace delle peggiori atrocità. Firebrand è la storia di Catherine Parr, sesta e ultima moglie di Enrico VIII, colei che sopravvisse a colei che avrebbe ispirato “Barbablù”. Prima di lei, tutti i matrimoni del re fallirono. Peggio ancora, ha ucciso due delle sue mogli.

Il film è ispirato al romanzo di Elizabeth FremantleThe Queen’s Game, pubblicato nel 2012. L’autrice britannica descrive nel dettaglio la vita travagliata di Catherine Parr alla corte dei Tudor, una storia di amore e tirannia, manipolazione e potere. Non sorprende vedere Karim Aïnouz affezionarsi a questa potente figura storica, per di più femminile. Persegue la messa in scena delle donne a confronto con l’ordine sociale, come in La vita invisibile di Eurídice Gusmão, un melodramma sull’emancipazione di due sorelle. Questa volta lascia il Brasile per interferire nelle ambientazioni dell’Inghilterra del XVI secolo, dove invita Alicia Vikander a incarnare una figura determinata a stabilire la sua influenza. Sulla croisette a sfilare oltre al regista Karim Aïnouz, Alicia Vikander e Jude Law, molte star presenti tra cui Michael Fassbender, Cecile de France, irina Shayke. Ecco tutte le foto:

Marion Cotillard e Mona Achache presentano Little Girl Blue

Marion Cotillard e Mona Achache presentano Little Girl Blue

Mona Achache scopre il passato di sua madre in Little Girl Blue, presentato in una proiezione speciale. Dopo la sua morte ha lasciato lettere e registrazioni, materiale prezioso da cui il regista attinge per dare corpo alla defunta. A metà strada tra documentario e fiction, Little Girl Blue cerca di svelare i segreti rimasti dopo la scomparsa della madre di Mona Achache. Per questo esercizio di resurrezione, la regista va oltre la realtà e invita gli attori a interpretare i personaggi che hanno avuto importanza nella vita di sua madre. Quest’ultima è incarnato da Marion Cotillard che, subito dopo le riprese, si è deliziata a parlare di questo “progetto creativo e mozzafiato” sul quotidiano Le Figaro.

Attrice e regista franco-marocchina, si è fatta conoscere attraverso cortometraggi e documentari, prima di dirigere il suo primo lungometraggio nel 2009, Le Hérisson, con Josiane Balasko. In questa 76a edizione, il Festival di Cannes esplora i documentari in tutte le loro forme.  Ecco tutte le foto della regista e Marion Cotillard che accompagnano il film verso la proiezione ufficiale.

Jennifer Lawrence presenta “Bread And Roses” al Festival di Cannes in veste di produttrice

Nel 2018, il film incisivo di Sahra Mani, A Thousand Girls Like Me, ha documentato una giovane donna vittima di incesto nella ricerca di giustizia in Afghanistan. Con Bread and Roses, il regista afghano testimonia il degrado dei diritti delle donne a Kabul. Una sessione speciale nel cuore dell’inferno talebano. Arrivano al Festival di Cannes per presentare il film tutti gli interpreti e l’attrice premio Oscar Jennifer Lawrence in questo caso nelle vesti di produttrice. La pellicola fa parte della selezione proiezioni speciali.

Robert De Niro definisce “stupido” Donald Trump mentre insieme al cast presenta Killers of The Flower Moon

Robert De Niro ha criticato Donald Trump definendolo un uomo “stupido” durante la conferenza stampa del Festival di Cannes per Killers of the Flower Moon, paragonando l’ex presidente al contorto personaggio avido di potere che interpreta nell’epopea poliziesca di Martin Scorsese, presentato in anteprima Sabato sera. De Niro ammette di aver faticato a entrare in sintonia con William Hale, dicendo: “Non capisco molto del mio personaggio. Una parte di lui è sincera. L’altra parte, dove sta tradendo [la tribù degli Osage], c’è una sensazione di diritto. Siamo diventati molto più consapevoli [di quella dicotomia] dopo George Floyd con il razzismo sistemico”.

Robert De Niro, un critico dell’ex presidente, ha tracciato parallelismi tra il suo personaggio e Trump, il cui nome l’attore inizialmente si è rifiutato di pronunciare ad alta voce durante la conferenza stampa. “Quel ragazzo è stupido“, ha detto. Lily Gladstone, che interpreta il membro della tribù Osage Mollie Burkhart, ha sottolineato che i membri di Osage hanno ancora partecipato al funerale di William Hale, negando il suo coinvolgimento nei brutali omicidi dei membri della tribù. Robert De Niro, ancora una volta, ha evocato Trump in risposta a quel tipo di lealtà cieca verso gli uomini malvagi. “Ci sono persone che pensano ancora che possa fare un buon lavoro. Immagina quanto sia folle”.

Robert De Niro e Martin Scorsese
Robert De Niro e Martin Scorsese al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Killers of the Flower Moon, uno dei film più attesi proiettati al Festival di Cannes di quest’anno, racconta la storia degli omicidi avvenuti nei primi anni ’20 dopo la scoperta di importanti giacimenti petroliferi sulla terra della nazione Osage. Il film, basato sul romanzo del 2017 di David Grann, descrive anche come l’FBI appena formato abbia indagato sugli omicidi.  Nel caso di Killers of the Flower Moon, il collaboratore di lunga data di Scorsese, Leonardo DiCaprio, ha elogiato la capacità del regista di catturare quel tipo di banalità del male. “Ciò che Marty fa così incredibilmente bene è che è in grado di esporre l’umanità anche dei personaggi più contorti e sinistri che tu possa mai immaginare.”

Alla premiere costellata di stelle di sabato sera, Martin Scorsese è stato raggiunto sul famoso tappeto rosso da A-list Leonardo DiCaprio, Robert De Niro, Jesse Plemons e Gladstone, nonché membri della nazione Osage. Prima di entrare al Palais, DiCaprio e Scorsese hanno diligentemente firmato autografi e scattato selfie con i fan che erano in fila dentro e intorno alla Croisette. Nonostante le sue indulgenti tre ore e 26 minuti, l’epopea poliziesca è stata accolta da un enorme applauso al Palais, mentre Scorsese e il suo cast sono stati accolti con una standing ovation di 9 minuti.

È stato il culmine di anni di lavoro“, ha detto Scorsese commentando l’accoglienza ricevuta dal film. Gladstone, che interpreta la moglie del personaggio di Leonardo DiCaprio, Ernest Burkhart, ha ricevuto alcuni degli applausi più convinti mentre i titoli di coda scorrevano su Killers of the Flower Moon. Della reazione del pubblico al film, ha detto “Sembrava molto giusto“.

Robert De Niro, Lily Gladstone e Leonardo Dicaprio
Robert De Niro, Lily Gladstone e Leonardo Dicaprio al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Martin Scorsese ha parlato dell’importanza di trascorrere del tempo con le persone di Osage, oltre a girare sul posto. “Quando mi è stato presentato il libro, ho detto che se andiamo vicino alle nazioni indigene, dobbiamo essere molto rispettosi“, ha detto. Il capo della Osage Nation Geoffrey Standing Bear, che ha lavorato come consulente e si è unito al regista e al cast alla conferenza stampa, crede che Scorsese abbia mantenuto quella promessa. “La mia gente ha sofferto molto. E fino ad oggi, quegli effetti sono con noi. Ma posso dire a nome degli Osage che Marty e il suo team hanno ristabilito la fiducia e sappiamo che la fiducia non verrà tradita“.

 

Christopher Nolan conferma che Oppenheimer è il suo film più lungo

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Christopher Nolan ha finalmente valutato la durata di Oppenheimer, confermando alla rivista Total Film che è il suo film più lungo fino ad oggi. La conferma del regista significa che “Oppenheimerr” dura almeno più di 2 ore e 49 minuti. Quella era la durata di “Interstellar”, il film più lungo del regista fino a Oppenheimer. Rapporti precedenti fissavano il tempo di esecuzione di Oppenheimer a tre ore, cosa che secondo Nolan è quasi vera.

È leggermente più lungo del più lungo che abbiamo fatto“, ha detto Nolan. “Toccate le tre ore.” Oppenheimer vede uno degli attori più utilizzati da Christopher Nolan, Cillian Murphy, nei panni del fisico teorico e “padre della bomba atomica” J. Robert Oppenheimer. Il film segue Oppenheimer mentre lancia il Progetto Manhattan e sovrintende alla creazione della bomba atomica. “Penso di qualsiasi personaggio con cui ho avuto a che fare, Oppenheimer è di gran lunga il più ambiguo e paradossale”, ha detto Christopher Nolan alla rivista Total Film. “Il che, dato che ho realizzato tre film su Batman, la dice lunga.”

La sceneggiatura era così emozionante, e sembra un thriller”, ha aggiunto Emily Blunt, che interpreta la biologa e moglie di Oppenheimer, Katherine. “È quasi come se fosse un cavallo di Troia da un film biografico a un thrillerÈ davvero un battito cardiaco accelerato, l’intera faccenda. Sono stato completamente catturato dalla storia, dal ritratto di quest’uomo e, immagino, dal trauma di un cervello del genere.

Insieme a Cillian Murphy e Emily Blunt nel cast ci sono Matt Damon nei panni del direttore del progetto Manhattan, il generale Leslie Groves Jr. e Robert Downey Jr. nei panni di Lewis Strauss, un commissario fondatore della Commissione per l’energia atomica degli Stati Uniti. Nel cast anche Florence Pugh, Benny Safdie, Michael Angarano, Josh Hartnett, Rami Malek e altri.

Ti rendi conto che questa è una grande responsabilità. Era complicato, contraddittorio e così iconico“, ha detto in precedenza Cillian Murphy sull’interpretare il personaggio. “Ma sai che sei con uno dei più grandi registi di tutti i tempi. Mi sentivo fiducioso nell’affrontarlo con Chris. Ha avuto un profondo impatto sulla mia vita, creativamente e professionalmente. Mi ha offerto ruoli molto interessanti e li ho trovati tutti davvero impegnativi. E adoro stare sui suoi set”. Oppenheimer esce nelle sale il 21 luglio dalla Universal Pictures.

Black Knight: recensione della nuova serie Netflix

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Black Knight: recensione della nuova serie Netflix

In una Corea di solo deserto e cenere, Black Knight racconta una drammatica realtà post-apocalittica in cui si è dato vita ad una società fortemente ingiusta e discriminatoria. Diretta da Cho Ui-seok, la serie è ispirata all’omonimo webtoon, fumetto digitale tipico sudcoreano, scritto da Lee Yun-kyun. La serie è formata da una sola stagione da sei episodi, ognuno da circa 45 minuti l’uno. Il cast è formato prevalentemente da figure note ed affermate nel solo panorama cinematografico nazionale: l’attore Kim Woo-bin interpreta il leggendario corriere 5-8, mentre Song Seung-heon è nel ruolo di Ryu Seok. Nel cast si ritrovano anche l’attrice e modella Esom e Kang You-seok.

Black Knight: un futuro senza ossigeno

Dopo che una cometa colpisce la terra, la vita di tutto il genere umano è destinato a cambiare per sempre. Tutto il territorio della Corea del sud è divenuto un deserto con un aria così inquinata da essere praticamente irrespirabile. Il Cheonmyeong Group ha dato vita al nucleo d’aria, permettendo ad alcuni cittadini coreani di poter continuare a respirare ed a vivere senza pericoli. La società coreana viene spaccata in varie classi sociali: tra queste la più importante nella serie diviene quella dei rifugiati, la stragrande maggioranza di poveri emarginati dalla società e non classificati da un codice Qr. L’unica vera possibilità per avere una vita migliore per  i rifugiati è divenire corrieri: coloro che, contro ogni avversità e respingendo i cacciatori, effettuano le importanti consegne di ossigeno e viveri ai cittadini.

Yoon Sa-wol è un rifugiato che si nasconde a casa del militare Jeong Seol-ah da ormai più di dieci anni e sogna di divenire un corriere per non doversi più nascondere. Dopo la morte della sorellastra per mano di strane  figure sconosciute, Sa-wol farà di tutto per raggiungere questo suo obiettivo, grazie anche all’aiuto del leggendario corriere 5-8.

Contemporaneamente, la Cheonmyeong organizza insieme al governo l’apertura del nuovo distretto A, in cui verranno trasferiti nuovi cittadini, tra cui anche gli stessi rifugiati. Ryu Seok, figlio ed erede della Cheonmyeong, disprezza i rifugiati e fa di tutto per escluderli dal distretto A e per eliminarli.  In una società così fortemente ingiusta gli scontri divengono inevitabili.

Black Knight (L to R) Esom as Seol-ah, Kang You-seok as Sa-wol in Black Knight Cr. Kim Jin-young/Netflix © 2023

Una lotta per la vita e contro le discriminazioni

Black Knight, come abbiamo già sottolineato sopra, è una serie distopica, che rappresenta una società in cui gli esseri umani, le vite umane hanno un valore differente. Temi così forti, di marcata denuncia sociale, sono stati già in parte affrontati in altre serie distopiche sudcoreane: un esempio è Squid Game, serie prodotta da Netflix e subito divenuta un fenomeno mondiale.

Qui i rifugiati vengono trattati come se la loro stessa esistenza non avesse valore: vengono privati di tutto ciò che è necessario per sopravvivere, anche dell’ossigeno. Ogni tentativo di rivolta viene represso nelle maniere più brutali: ce lo mostrano i flashback di 5-8 e di Jeong Seol-ah. Le vite dei rifugiati vengono considerate così irrilevanti tanto da divenire sacrificabili in inquietanti esperimenti.

Altro tema focale in Black Knight è il potere economico, e come esso in alcune determinate condizioni, arriva a sovrastare il potere politico. La Cheonmyeong non è altro che una società che controlla la produzione e vendita di ossigeno, quindi fondamentalmente un’attività economica. Per la rilevanza che il bene che produce ha, e per tutto ciò che la società riesce a creare per i cittadini coreani, questa arriva a sovrastare in fatto di potere lo stesso governo statale. La Cheonmyeong arriva a controllare la vita dei cittadini sotto ogni aspetto: le abitazioni vengono fornite ai cittadini con un Qr code dalla Cheonmyeong e così anche tutti i viveri.

Un nuovo eroe all’azione

La serie Black Knight è caratterizzata da una forte presenza di scene di azione e combattimenti di vario tipo: pur non essendoci una forte e perenne vista di sangue per  gli spettatori, tutta questa azione rende le vicende molto più avvincenti.

Facendo riferimento ad aspetti più tecnici, possiamo notare l’utilizzo di una rappresentazione di alcune scene a fumetto: in particolare l’antefatto nel primo episodio ed ogni scena finale dei vari episodi è fatta in stile fumetto.

Un elemento che, riflettendoci, può risuonare in parte ironico è il fatto che in questa narrazione coloro che vengono dipinti come dei combattenti formidabili, quasi degli eroi, sono dei semplici corrieri. Nella vita di tutti i giorni i corrieri vengono visti come dei semplici soggetti che fanno un lavoro ordinario, quasi noioso. Di conseguenza è interessante notare come  in Black Knight si sia totalmente trasformata una figura così banale ergendola ad eroe della storia.

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