In un’edizione snobbata da stampa e
star, i Golden Globes 2022 hanno assegnato comunque i
loro riconoscimenti per il 79° anno. La Hollywood Foreign Press
Association dopo aver affrontato i suoi problemi, legati
alla mancanza di diversità e rappresentazione nel suo comitato e
che comunque hanno avuto ripercussioni sull’evento di quest’anno,
ha così assegnato i premi a cinema e tv.
La piattaforma americana
Paramount+ dopo
il secondo episodio ha diffuso le anticipazioni di 1883
1×03, il terzo episodio della nuova serie tv 1883,
l’annunciato spin-off Yellowstone.
In 1883 1×03 che si intitolerà “River” James si scontra
con Shea e Thomas per una decisione importante. La tensione sale
nel campo quando viene lanciata un’accusa. Elsa inizia un flirt con
un cowboy.
1883, la serie tv
1883
è la nuova serie tv prequel di Yellowstonecreata
e prodotta da Taylor Sheridan e basata
sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato
interpretato da Kevin Costner nella serie madre.
1883
segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest
attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America
selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e
un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare
un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il
Montana.
Nel cast di 1883
protagonisti saranno
Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy
bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo
passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al
Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim
McGraw e Faith Hill interpreteranno
rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la
matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle
prossime settimane.
Principalmente celebre per film come
Taxi Driver, Quei bravi ragazzi e
The Departed, nel 2011
il regista Martin Scorsese ha dato
vita a quello che è considerato uno dei suoi film più personali:
Hugo Cabret (qui la recensione). Molto
diverso rispetto ai titoli con cui si è affermato come uno dei
maestri del cinema mondiale, Scorsese ha in questo fatto confluire
tutto il suo amore per la settima arte, rileggendola a partire da
uno dei suoi pionieri, ovvero l’illusionista e regista francese
Georges Méliès. La storia, però, non è una
biografia diretta di questi, bensì un racconto fantastico che porta
alla sua riscoperta.
Il film, scritto da John
Logan, è tratto dal romanzo La straordinaria
invenzione di Hugo Cabret, scritto da Brian
Selznick e pubblicato nel 2007. All’interno di questo si
fondono romanzo e immagini, dando vita ad una storia che partendo
dalla vicenda di Méliès costruisce un’avventura fantastica alla
scoperta di quella meravigliosa invenzione che è il cinema. Un atto
d’amore nei confronti della settima arte, dunque, che Scorsese non
ha mancato di voler portare sul grande schermo al massimo del suo
potenziale. Per rendere giustizia a quanto ideato da Selznick, egli
fece di Hugo Cabret il suo primo (e ad oggi unico) film
girato in 3D.
Questa tecnica ha permesso alla
pellicola di acquisire un ulteriore fascino, fondendosi
perfettamente con le intenzioni del racconto. Accolto in modo
estremamente positivo, Hugo Cabret è poi stato nominato a
ben 11 premi Oscar, tra cui quello per il miglior film. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla vera storia dietro
il film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il titolo nel
proprio catalogo.
Hugo Cabret: la trama e il cast del film
Ambientato nella Parigi degli anni
’30, e più precisamente nella stazione ferroviaria di Montparnasse,
il film ha per protagonista il dodicenne Hugo
Cabret, che lavora come orologiaio da quando suo padre è
morto in un incendio. Prima di questo tragico evento, padre e
figlio stavano cercando di riparare un vecchio automa, convinti che
questo nasconda un grande segreto. Nel tentativo di terminare
l’opera, Hugo continua a ricercare l’unico pezzo mancante: una
chiave a forma di cuore. La sua ricerca lo porterà ad imbattersi
nel proprietario di un negozio di giocattoli di nome
Georges e nella sua figlioccia
Isabelle. Quest’ultima si interessa al caso
dell’automa, decidendo di aiutare Hugo a risolvere il mistero. Più
compiono progressi a riguardo, più comprendono di come proprio il
misterioso Georges sembra esserne coinvolto.
Per interpretare il protagonista
Hugo Cabret, Scorsese ha scelto il giovane Asa
Butterfield, all’epoca già apparso in Il bambino
con il pigiama a righe, ma divenuto celebre proprio grazie a
questo ruolo. Nei panni di Isabelle, invece, vi è Chloe Grace
Moretz. Jude Law
compare brevemente nei panni del padre di Hugo, mentre Ray
Winston è lo zio Claude. Nei panni di Georges Méliès vi è
il premio Oscar Ben Kingsley,
prima ed unica scelta per il ruolo. L’attore ha basato la
caratterizzazione del suo personaggio proprio su Scorsese. Sacha Baron
Cohen, che desiderava ardentemente recitare per
Scorsese, ha invece il ruolo dell’ispettore ferroviario Gustav.
Completano il cast gli attori Helen McCrory nei panni
di Mama Jeanne, Emily Mortimer in quelli di
Lisette e Christopher Lee
con il ruolo di monsieur Labisse.
La straordinaria invenzione di
Hugo Cabret: il libro e la vera storia di Georges Méliès
Nello scrivere il suo libro, vero e
proprio atto d’amore nei confronti del cinema, Selznick si è
lasciato ispirare dalla vera storia di uno dei pionieri di
quest’arte: Georges Méliès. Vissuto tra il 1861 e
il 1938, Méliès è stato uno dei primi a comprendere il potenziale
del cinema quale mezzo per sfidare ogni limite del reale. A lui è
infatti attribuita l’invenzione del cinema fantastico e
fantascientifico, avendo realizzato film dove si portano in scena
trucchi altrimenti impossibili e si esplorano dimensioni e pianeti
altrimenti non visitabili. Proprio questo suo desiderio di
esplorare ogni possibilità del cinema lo portò ad divenire il padre
degli effetti speciali, nonché uno dei primi ad avvalersi del
montaggio quale elemento base per la riuscita dello stupore che
sperava di suscitare.
Autore di numerosi film nell’arco di
pochi anni, tra i suoi titoli più famosi si annoverano
L’Affaire Dreyfus, L’homme à la tête en caoutchouc,
Viaggio attraverso l’impossibile, Ventimila leghe sotto i mari
e, naturalmente, Viaggio nella Luna,
pellicola citata apertamente anche in Hugo Cabret.
Sfortunatamente, pur se le sue opere venivano proiettate in tutto
il mondo, egli non percepiva alcun diritto d’autore e ciò portò nel
1913 alla bancarotta della sua compagnia, la Star Film. Con
l’arrivo della Grande guerra Méliès si ritrovò estromesso da
quell’ambiente che aveva così profondamente contribuito a cambiare.
A partire dal 1925, egli (come si riscontra anche nel film di
Scorsese) gestì un chiosco di giocattoli nella stazione di
Montparnasse, per poi ritirarsi a vita privata nel 1932 e facendo
perdere ogni traccia di sé.
HugoCabret: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire
di Hugo Cabret grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Rai
Play, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di sabato 8 gennaio alle ore
22:55 sul canale Rai
Movie.
55° classico Disney,
Zootropolis (qui la recensione) è da subito
diventato uno dei film d’animazione più apprezzati, acclamati e
popolari degli ultimi anni. Co-diretto nel 2016 da Byron
Howard, Rich Moore e Jared Bush, il
titolo è oggi uno dei più apprezzati recentemente prodotti dallo
studios, affermatosi tanto presso un pubblico di piccoli quanto di
spettatori più adulti. Ambientato in un mondo di animali
antropomorfi, questo trova proprio nei suoi personaggi il suo primo
di tanti elementi di attrattiva. Carismatici e divertenti, questi
sono da subito divenuti iconici per le loro particolarità e
stranezze.
I registi hanno affermato di aver
immaginato il film come un omaggio in CGI al classico animato del
1973 Robin Hood. Dopo aver proposto tale progetto al
celebre John Lasseter della Pixar, Howard iniziò
così ad immaginare un film con animali che si discostasse però da
quanto fino a quel momento realizzato a riguardo. Nella sua idea,
infatti, i protagonisti vivono in un mondo moderno ideato a misura
d’animale. Da qui ha preso sviluppo il film, arrivato poi alla sua
forma finale dopo diversi anni di scrittura e realizzazione grafica
dei protagonisti. In particolare, in Zootropolis si
ritrovano alcune delle ultime novità tecniche nel campo
dell’animazione, che hanno permesso di realizzare una realistica
pelliccia degli animali.
Arrivato infine in sala, il film si
è rivelato come uno dei maggiori incassi della stagione,
classificandosi al nono posto tra i film d’animazione di maggiore
incasso della storia del cinema. A fronte di un budget di circa 150
milioni di dollari, Zootropolis è infatti stato in grado
di incassare oltre un miliardo a livello globale. Ottenuto anche un
ottimo apprezzamento da parte della critica, il film è diventato un
vero e proprio caso, ottenendo numerosi riconoscimenti nel corso
della stagione dei premi. Tra questi si annovera anche il premio
Oscar al miglior film d’animazione, vinto sbaragliando la
concorrenza.
Zootropolis: la trama del
film
Ambientata nella moderna cittadina
di Zootropolis, dove animali di ogni specie convivono in modo
pacifico, la storia ha per protagonista la piccola ma
intraprendente coniglietta Judy Hopps. Dopo essere
stata a lungo una poliziotta in zone di campagna, questa vede
infine realizzarsi il suo sogno trasferendosi a lavorare proprio
nella grande città. Qui però si trova a doversi scontrare con i
pregiudizi del suo superiore, il bufalo Bogo.
Questi, infatti, dubita che con la sua piccola stazza la
coniglietta possa mai essere una buona poliziotta, e decide
pertanto di relegarla al ruolo di vigile stradale. Judy però non si
abbatte, e determinata a dimostrare il proprio valore decide di
svolgere al meglio anche quel primo ruolo.
La grande occasione arriva per lei
nel momento in cui si imbatte nella lontra Virna
Otterton, la quale denuncia la misteriosa scomparsa di suo
marito Emmit. Non si tratta del primo caso simile.
Come Bogo spiegherà a Judy, negli ultimi tempi a Zootropolis sono
infatti scomparsi senza lasciare traccia ben quattordici predatori.
La coniglietta si offre allora di indagare a riguardo, ma il suo
superiore le concede soltanto due giorni, dopo i quali in caso di
fallimento dovrà rassegnare le dimissioni. Judy è però convinta di
poter venire a capo del mistero, ma per riuscire nell’impresa avrà
bisogno di un aiuto esterno. Per sua fortuna, si imbatte nella
carismatica e truffaldina volpe di nome Nick
Wilde, che si offrirà di darle una mano con le
indagini.
Zootropolis: i doppiatori
dei personaggi
Come sempre la Disney si è rivolta a
noti interpreti di Hollywood per dar voce ai personaggi del film. È
così che a dare voce alla coniglietta Judy vi è l’attrice Ginnifer
Goodwin, celebre per aver interpretato Biancaneve
nella serie C’era una volta. L’attrice è stata scelta per
la sua capacità di dar vita a personaggi estremamente dolci e con
un grande senso dello humor. Jason
Bateman, attualmente noto per la serie Ozark,
è invece la voce della volpe Nick Wilde. Questi a sua volta è stato
scelto per conferire al personaggio un carattere divertente ma
anche sfumature più emotive. Accanto a loro si ritrovano poi noti
attori come Idris
Elba nei panni del bufalo Bogo, J. K.
Simmons in quelli del sindaco Lionheart, e Octavia
Spencer per la lontra Virna Otterton.
Per il doppiaggio italiano del film,
allo stesso modo, i ruoli sono stati affidati a note personalità
dello spettacolo. Ilaria Latini, nota per essere
la doppiatrice di Katie
Holmes, dà qui voce a Judy, mentre Alessandro
Quarta, voce italiana di Jeremy
Renner, è la voce Nick. Il comico Paolo
Ruffini dà voce allo yak Yax, mentre Massimo
Lopez è il sindaco Lionheart, il quale ha naturalmente le
sembianze di un leone. Sono poi presenti Frank
Matano nei panni della donnola Duke, e la celebre
Ilaria Stagni, voce di Bart Simpson, che
interpreta qui Gazelle la gazzella. Leo Gullotta,
noto per il doppiaggio del mammut Manny in L’era glaciale,
dà voce al malavitoso toporagno Mr. Big. Infine, Diego
Abatantuono recita nei panni di Finnick, volpe del
deserto, mentre la comica Teresa Mannino è Fru
Fru, figlia di Mr. Big.
Zootropolis: il sequel, il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Dato lo straordinario successo del
film e dei suoi personaggi, era lecito aspettarsi che la Disney
ponesse in lavorazione dei sequel per il grande schermo. Già nel
2016, infatti, i registi avevano confessato che molto materiale
ideato per Zootropolis era stato scartato dalla versione
finale, con la possibilità però di riutilizzarlo per futuri film.
Nel 2019 viene poi rilasciata la notizia secondo cui lo studios
starebbe attualmente lavorando a ben due sequel, con
l’intenzione dunque di dar vita ad una trilogia. Prima di poter
vedere il primo di questi seguiti al cinema bisognerà però
attendere un tempo ancora indefinito. La Disney sembra infatti
puntare molto sul film, con il desiderio di avvalersi per questo di
tutti i più recenti progressi nel campo dell’animazione. Non c’è
però dubbio che sarà possibile rivedere Judy e Nick presto in nuove
avventure.
Nell’attesa di questo momento, gli
appassionati del film possono fruirne grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Zootropolis è infatti disponibile
nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play,
Apple iTunes, Tim Vision, Amazon Prime Video e Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione
sabato 8 gennaio alle ore 21:20
sul canale Italia 1.
Karen Gillan è una
delle attrici più brillanti della sua generazione che ha saputo, in
breve tempo, conquistare i fan di tutto il mondo con la sua
bravura, con le sue capacità e con il suo fascino scozzese. La sua
carriera è iniziata poco più di una decina di anni fa, ed è stata
capace di cogliere i progetti giusti e di dare ad ognuno un gran
valore aggiunto.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Karen Gillan.
2. Ha recitato anche per la
televisione. Oltre ad essere comparsa in film
particolarmente noti, la Gillan ha in diverse occasioni recitato
anche per il piccolo schermo. Si annoverano infatti sue
partecipazioni a serie come Rebus (2006), Coming
Up (2008) e The Well (2009). Dal 2010 al 2013 ha
interpretato il personaggio di Amy Pond nella serie Doctor
Who. Ha poi recitato nelle serie NTSF:SD:SUV (2013),
A Touch of Cloth (2014), Selfie (2014) ed Emo
Dad (2016). Nel 2021 ha dato voce a Nebula nella serie animata
della MarvelWhat If.
3. Non solo attrice, ma
anche sceneggiatrice, regista e produttrice. La carriera
di Karen Gillan non è sviluppata soltanto nell’ambito della
recitazione. L’attrice, infatti, ha vestito di panni della regista
e della produttrice per i corti Coward (2015, di cui è
anche sceneggiatrice) e Conventional (2015), per il
segmento Conventional del film Fun Size Horror: Volume
Two (2015) e per il film The Party’s Just Beginning
(2018).
Karen Gillan è Nebula
4. Si è rasata la
testa. Per poter interpretare il ruolo di Nebula in
maniera realistica, Karen Gillan ha deciso di radersi completamente
la testa prima di iniziare a girare Guardiani della
Galassia. Per chi tende a portare i capelli lunghi come lei
l’evento potrebbe essere traumatico, ma l’attrice pare che tutto
sommato si sia anche divertita a sperimentare questo nuovo taglio.
Tra l’altro, in rete esiste anche un video che mostra la Gillan
durante la sua seduta di rasatura totale.
5. Si è divertita molto ad
interpretarla. Al termine delle riprese di Avengers:
Infinity War e Avengers: Endgame, Karen Gillan ha
rivelato di essere stata molto contenta di aver interpretato Nebula
e di essersi divertita molto anche insieme a tutto il cast degli
Avengers: “Sono d’accordo con quanto detto da Sebastian [Stan]:
un set caotico e a livello logistico deve essere una sfida per i
Marvel Studios… per questo immagino quanto sia difficile
organizzare tutto. Ma è così divertente, per l’atmosfera creatasi
sul set, uno dei migliori mai vissuti. Sono riusciti ad impostare
un tono davvero piacevole per l’ambiente, e io mi sto divertendo
tantissimo!”.
Karen Gillan, Jumanji e il
suo costume nel film
6. Si è allenata di più qui
che nei film Marvel. Stando a quando rivelato dalla stessa
Karen Gillan, pare che il suo ruolo in Jumanji: Benvenuti nella
giungla abbia richiesto un training maggior che quello per il
suo ruolo di Nebula per i Marvel Studios: “Ho fatto molto
allenamento. Non l’ho mai fatto niente di simile per nessun film,
per nessun film Marvel. Per questa [la scena di danza e
combattimento] dovevo fare tutto in una singola scena. Ha richiesto
molto lavoro e anche aiuto da parte delle mie stuntman”.
7. Ha difeso il suo
costume. All’attrice è stato contestato il costume da lei indossato per
dare vita al suo personaggio di Jumanji perché troppo sexy
e succinto. Tuttavia, il costume non ha niente a che vedere con
della sensualità gratuita: “Ho avuto un’esperienza simile con
Doctor Who, quando c’è stato così tanto rumore per il mio costume
quando vennero pubblicare le foto, quindi mi aspettavo che
accadesse di nuovo. Ma devo dire che non ho mai scelto un ruolo che
fosse gratuito. C’è un valido motivo per cui lei indossa quei
vestiti, il mio personaggio non ne è affatto contenta”.
Karen Gillan è fidanzata
8. Ha avuto una relazione
durata sei anni. Di Karen Gillan non si è mai saputo molto
circa la sua vita privata e soprattutto sentimentale. Ciò che è
emerso è che l’attrice scozzese ha avuto una relazione durata sei
anni, dal 2006 al 2012, con il fotografo Patrick
Green. In seguito, si sa che l’attrice ha avuto una
relazione con il produttore britannico Andrew
Brooke, ma non è chiaro se i due siano ancora insieme.
9. Il presunto flirt con
Matt Smith. La Gillan e Smith avevano lavorato insieme
grazie alla serie Doctor Who e pare che tra i due ci sia
una grande intesa che in tanti hanno voluto intendere come più di
una semplice amicizia. Quegli che sembravano degli indizi, ovvero
il fatto che i due si fossero lasciati con i rispettivi compagni
nel 2012 e che poi, un paio di anni dopo, i due si sarebbero
trovati a Los Angeles insieme, in realtà non lo erano, tanto che
poi Matt Smith si è
fidanzato con Lily James nel 2014.
Karen Gillan è su Instagram
10. Ha un profilo Instagram
seguitissimo. Karen Gillan ha voluto aprire, come la
maggior parte dei suoi colleghi, un proprio profilo Instagram
ufficiale e il suo è seguito da qualcosa come 7,4 milioni di
persone. Molto attiva sul social, il suo profilo la mostra intenta
nei suoi progetti di lavoro, soprattutto quando protagonista di
servizi fotografici e sei dei film in cui è protagonista. Ma non
mancano anche i post dedicati ai cosplayer di Nebula, il suo
personaggio Marvel.
Il regista premio Oscar
Roman Polanski, dopo aver portato al cinema nel
corso dell’ultimo decennio film come L’uomo nell’ombra,
Carnage e Quello che
non so di lei, nel 2019 ha firmato la regia di
L’ufficiale e la spia (qui la recensione), il cui
titolo originale è J’accuse. Affermatosi come una delle
sue opere recenti più apprezzate, premiate ma anche controverse,
il film è un dramma storico che ripercorre un evento che sconvolse
la società di fine Ottocento. Polanski, tuttavia, riprende questo
celebre episodio storico per farne un racconto il cui eco si può
ritrovare anche nella nostra contemporaneità.
Tratto dall’omonimo romanzo del 2013
di Robert Harris, che firma qui la sceneggiatura
insieme a Polanski, il film racconta delle indagini del tenente
colonnello Georges Picquart volte a far luce sul
celebre affare Dreyfus. Alfred Dreyfus, capitano
dell’esercito francese, venne infatti dichiarato colpevole di alto
tradimento nel 1894 e condannato all’esilio. Questa vicenda,
tuttavia, non mancò di suscitare perplessità in Francia,
specialmente per via delle prove presentate e tutt’altro che
schiaccianti e, in maggior misura, per via del credo ebraico di
Dreyfus. Partendo da questa complessa vicenda, Polanski parla al
pubblico del presente, mettendolo in guardia dalle accuse prive di
un fondamento verificabile.
Presentato con clamore al Festival
di Venezia, dove ha poi vinto il Gran Premio della giuria,
L’ufficiale e la spia è un avvincente racconto alla
scoperta di un caso che sconvolse l’Europa e anticipò gli orrori
antisemiti della prima metà del Novecento, ma è anche un atto
d’accusa nei confronti di coloro che accusano offendendo la verità.
Prima di intraprendere una visione del film, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla vera storia
qui raccontata. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
L’ufficiale e la spia: la trama e il cast del
film
La vicenda narrata dal film si apre
nel 1894, quando il militare di origini ebree Alfred
Dreyfus viene accusato di alto tradimento come spia dei
tedeschi. Degradato sulla pubblica piazza e condannato all’esilio,
egli sembra un caso chiuso e destinato ad essere dimenticato. Il
tenente colonnello Georges Picquart, promosso a
capo dell’unità di controspionaggio militare, inizia però ad
indagare sul caso Dreyfus, accorgendosi di come la fuga di notizie
continui nonostante il suo isolamento. L’ufficiale si convince
dunque che il suo collega è stato accusato ingiustamente e che la
spia è ancora tra loro. Desideroso di giustizia e di verità,
Picquart inizia a indagare per anni, scontrandosi con il suo stesso
Paese e con il rischio di compromettere la sua stessa carica
militare.
Originariamente Polanski aveva
espresso il desiderio di realizzare il film con un cast di attori
hollywoodiani, ma preferì infine affidarsi ad interpreti francesi e
dunque di far recitare in tale lingua l’intero film. Nei panni del
tenente colonnello Georges Picquart si ritrova così il premio Oscar
Jean Dujardin,
mentre nei panni del capitano Alfred Dreyfus vi è Louis Garrel,
sottopostosi ad ore di trucco per poter assomigliare maggiormente
al vero Dreyfus. Entrambi sono poi stati candidati rispettivamente
come miglior attore e miglior attore non protagonista ai premi
César. Completano il cast gli attori Emmanuelle
Seigner nei panni di Pauline Monnier, Grégory
Gadebois in quelli del maggiore Hubert-Joseph Henry e
Mathieu Amalric per il criminologo Alphonse
Bertillon.
L’ufficiale e la spia: la vera storia dietro il
film
Il cosiddetto Affare
Dreyfus fu il maggiore conflitto politico e sociale della
Francia di fine Ottocento. Questo ha inizio con l’accusa nel 1894
di alto tradimento nei confronti di Alfred
Dreyfus, capitano alsaziano di origine ebraica. Un
documento appartenente a Maximilian von
Schwartzkoppen, addetto militare tedesco a Parigi,
riportava in modo evitende di come alcune informazioni militari
segrete dell’esercito francese fossero state riportate all’esercito
tedesco. Tra i sospettati, le accuse ricaddero ben presto su
Dreyfus, la cui calligrafia sembrava coincidere con quella della
spia. Il processo nei suoi confronti si svolse evidentemente in
modo imparziale e Dreyfus venne condannato all’unanimità sulla base
di prove mai realmente verificate.
Deportato nell’Isola del Diavolo, un
isolotto al largo della Guyana francese, Dreyfus rimase lì in
esilio e la sua storia sembrò conclusa. Il colonnello dei servizi
segreti George Picquart si interessò però alla
vicenda e riuscì ad entrare in possesso di alcuni documenti che
sembravano scagionare Dreyfus e individuare in Ferdinand
Walsin Esterhazy il vero traditore. A partire da quella
convinzione Picquart intraprese un’accesa battaglia per far
riesaminare il caso Dreyfus in modo imparziale. I suoi superiori,
tuttavia, erano fortemente contrari a questa sua volontà, poiché
significava dover ammettere di aver perpetrato degli errori
particolarmente gravi. Alla causa di Picquart si unirono però
diverse personalità, tra cui il celebre scrittore Emile
Zola, che il 13 gennaio del 1989 pubblico
sull’Aurore il celebre articolo J’Accuse.
Indirizzato al Presidente della
Repubblica, in questo Zola sosteneva la ricerca assoluta della
verità e della giustizia, facendo i nomi di quanti si erano
macchiati di menzogna e negligenza. Con il paese spaccato in due
sulla vicenda, il maggiore Hubert-Joseph Henry
ammise infine di aver falsificato molti dei documenti contro
Dreyfus. Ciò costrinse a riaprire ufficialmente il processo del
1894, anche per via della dichiarazione di Esterhazy, il quale
sembrò confessare di essere stato lui a scrivere il famoso
bordereau in cui si ritrovano le informazioni trasmesse
all’esercito tedesco. A Dreyfus venne quindi offerta la libertà nel
1899, ma solo nel 1906 venne reintegrato nell’esercito. A quel
punto, però, la sua carriera era irrimediabilmente stata
rovinata.
Il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
È possibile fruire di
L’ufficiale e la spia grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple
iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di venerdì 7 gennaio alle ore
21:20 sul canale Rai 3.
È morto Sidney
Poitier, attore, regista e attivista per i diritti civili
pionieristico e icona afroamericana del cinema. Aveva 94 anni. Ad
annunciarlo è stato il ministro degli Esteri delle Bahamas
Fred Mitchell. I dettagli della sua morte non sono
immediatamente disponibili.
Con una bellezza e una classe come
non se ne sono viste spesso sul grande schermo, Sidney
Poitier ha scritto la storia di Hollywood, diventando il
primo afroamericano a vincere un premio Oscar come miglior
attore, per Gigli del campo del 1964.
Poitier era una figura di spicco a
Hollywood e non solo, ha recitato in classici come Indovina
chi viene a cena, In the Heat of the
Night e To Sir With Love, per citarne
alcuni, mentre si occupava nella sua vita pubblica della tutela dei
diritti civili, promuovendo l’uguaglianza razziale e la dignità
umana.
Nel 2022 gli è stato assegnato un
altro Oscar alla carriera, questa volta,
un’onorificenza che si affolla insieme a tutti i premi di cinema e
ai riconoscimenti per il suo impegno civile, tra cui la
Medaglia Presidenziale della Libertà, insignitagli nel
2009 da Obama.
Arriva sabato 8 gennaio
alle 21.15 in prima visione su Sky Cinema Uno, in
streaming su NOW e disponibile on demand il film campione
d’incassi Dune, del
regista candidato all’Oscar Denis Villeneuve
(Arrival, Blade Runner 2049), scritto da Denis Villeneuve insieme a
Jon Spaihts ed Eric Roth, basato sull’omonimo romanzo di Frank
Herbert. Il film è stato presentato Fuori Concorso, in prima
mondiale, alla 78a Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica della Biennale di Venezia.
Nel cast di Duneil
candidato all’Oscar Timothée
Chalamet (“Call Me by Your Name”, “Piccole Donne”),
Rebecca Ferguson (“Stephen King’s Doctor Sleep”,
“Mission: Impossible – Fallout”),
Oscar Isaac (i film di “Star
Wars”), il candidato all’Oscar Josh
Brolin (“Milk”, “Avengers: Infinity War”),
Stellan Skarsgård (“Chernobyl” di HBO, “Avengers:
Age of Ultron”),
Dave Bautista (la serie di film di “Guardiani della
Galassia”, “Avengers: Endgame”),
Zendaya (“Spider-Man: Homecoming”, “Euphoria” di HBO),
Chen Chang (“Mr. Long”, “Crouching Tiger, Hidden
Dragon”), David Dastmalchian (“Blade Runner 2049”,
“The Dark Knight”), Sharon Duncan-Brewster (“Rogue
One: A Star Wars Story”, “Sex Education”), con la candidata
all’Oscar Charlotte Rampling (“45 Years”,
“Assassin’s Creed”), con Jason Momoa (“Aquaman”,
“Il Trono di Spade” di HBO) e il premio Oscar Javier
Bardem (“No Country for Old Men”, “Skyfall”).
Dune diretto
da Denis Villeneuve, è un film di Warner Bros. Pictures e Legendary
Pictures, distribuito nelle sale cinematografiche italiane da
Warner Bros. Pictures.
La trama
Dune
un’epica avventura ricca di emozioni, narra la storia di Paul
Atreides, un giovane brillante e talentuoso, nato con un grande
destino che va ben oltre la sua comprensione, che dovrà viaggiare
verso il pianeta più pericoloso dell’universo per assicurare un
futuro alla sua famiglia e alla sua gente. Mentre forze maligne si
fronteggiano in un conflitto per assicurarsi il controllo esclusivo
della più preziosa risorsa esistente sul pianeta – una materia
prima capace di sbloccare il più grande potenziale dell’umanità –
solo coloro che vinceranno le proprie paure riusciranno a
sopravvivere.
Rooney Mara sarà la protagonista di un
prossimo film biografico sull’iconica star di Hollywood
Audrey Hepburn. L’attrice britannica di origine
belga è tra le più rappresentative personalità del cinema degli
anni d’oro, con tanto di premio Oscar su 5 nomination di carriera,
per Vacanze Romane, del 1953. L’American Film Institute ha
classificato la Hepburn come la terza più grande attrice del cinema
di sempre, dietro solo a Katharine Hepburn e
Bette Davis.
Mara, nel frattempo, ha costruito
una sua impressionante carriera cinematografica. Dopo aver ottenuto
l’attenzione per il suo breve ruolo di supporto in The
Social Network, l’attrice americana ha collaborato di
nuovo con il regista David Fincher per
Millennium del 2011, offrendo una performance
eccezionale che le è valsa una nomination all’Oscar come migliore
attrice. Da allora ha continuato a collaborare con alcuni dei
registi più talentuosi del panorama contemporaneo, tra cui
Steven Soderbergh, Spike Jonze,
David Lowery e Todd Haynes, che
l’ha diretta in Carol, ruolo per il quale ha ottenuto la sua
seconda nomination agli Oscar. A breve nel thriller neo-noir di
Guillermo del ToroLa
Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley come
parte di un cast stellare che include artisti del calibro di
Bradley Cooper,
Cate Blanchett e
Toni Collette.
Ora, Puck sta segnalando (tramite
Deadline) che Rooney Mara produrrà e reciterà in un film
sulla vita di Hepburn, sotto l’ala protettrice di Apple. Il nostro
Luca Guadagnino è stato chiamato alla regia e si
conferma il regista italiano più internazionale del nostro cinema.
Michael Mitnick, che in precedenza ha collaborato
con Guadagnino in un cortometraggio del 2019, è pronto a scrivere
la sceneggiatura.
Ora che Spider-Man:
No Way Home è uscito da quasi un mese,
Andrew Garfield ha rotto il silenzio sulla sua
partecipazione al film in una nuova intervista con Variety.
L’attore ha rivelato cosa significa per lui avere la possibilità di
riscattare il suo Uomo Ragno. Anche se ora sembra che tutti stiano
cantando le sue lodi, i film di The Amazing
Spider-Man sono stati tra i film di supereroi meno amati
dell’ultimo decennio e lo stesso Garfield ha espresso apertamente
la sua delusione nei loro confronti. Con Spider-Man:
No Way Home, tuttavia, si sente molto meglio, come ha
spiegato:
“Sono così grato. Sono davvero,
davvero grato di aver potuto chiudere alcune questioni in sospeso
per il Peter che stavo interpretando. Amo quel personaggio e sono
grato di aver potuto lavorare con questi attori incredibili, questo
incredibile regista e la Marvel in collaborazione con Sony.
È stato gioioso e ho percepito una sensazione di compimento per me.
C’erano così tante domande senza risposta per il mio Peter, dove
l’abbiamo lasciato. Dovevo fare un passo indietro e riuscire a
farlo guarire un po’. E anche sostenere davvero Peter [di Holland]
e onorare il suo personaggio completando quella trilogia, senza
distrarlo o sminuirlo.”
“Voglio dire, sì, sono
decisamente aperto a qualcosa se dovesse sembrare giusto. Peter e
Spider-Man, quei personaggi sono tutti incentrati sul servizio, per
il bene più grande e per molti. È un ragazzo della classe operaia
del Queens che conosce la lotta e la perdita ed è profondamente
empatico. Proverei a prendere in prestito la struttura etica di
Peter Parker in quanto, se ci fosse l’opportunità di fare un passo
indietro e raccontare di più su quella storia, dovrei sentirmi
molto sicuro di me stesso”.
David Boreanaz è
uno di quegli attori che a riscritto la storia delle serie tv,
facendo innamorare fan di tutto il mondo tra la fine degli anni ’90
e l’inizio del 2000 grazie alle serie Buffy
l’ammazzavampiri e al suo spin-off Angel. Per
arrivare fino a dove è arrivato ora, l’attore, produttore e regista
americano ha dovuto fare una bella gavetta e ha sempre lavorato
sodo per costruirsi una carriera concreta e solida.
Ecco, allora, dieci cose che
forse non sapevate su David Boreanaz.
David Boreanaz: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in celebri
film e serie TV. David Boreanaz debutta come attore nel
1993 grazie ai film Aspen- Sci estremo e Kickboxing
mortale e grazie alla serie Sposati.. con figli.
Raggiunge subito il successo grazie alla serie Buffy l’ammazzavampiri
(1997-2003) ed Angel (1999-2004) e anche grazie ai film
come Valentine – Appuntamento con la morte (2001) e Il
corvo – Preghiera maledetta (2005). La sua carriera è
continuata con i film The Mighty Macs (2010) e Officer
Down (2012) e con le serie Baby Blues (2002),
Bones (2005-2017), Sleepy Hollow (2015) e
SEAL Team (2017-in
corso).
2. Non solo attore, ma anche
regista e produttore. Nel corso della sua carriera, David
Boreanaz non si è limitato a fare solo l’attore, ma che ha avuto
modo di sperimentare anche gli ambiti della produzione e della
regia. Boreanaz, infatti, ha iniziato a dirigere nel 2004 un
episodio di Angel, per continuare quest’attività con
Il risolutore (2012) e con diversi episodi di
Bones e SEAL Team. Inoltre, al di là della regia,
l’attore si è anche concentrato nella produzione, partecipando in
questa veste alle serie Bones e SEAL Team.
David Boreanaz, Ingrid Quinn e i
figli Jaden Rayne e Bella
3. David Boreanaz si è
sposato due volte. Prima della sua attuale moglie,
Boreanaz è stato già sposato con Ingrid Quinn, con
un matrimonio durato dal 7 giugno del 1997 fino al 1999, anno del
divorzio. In seguito, si è sposato con Jaime
Bergman, ex conigletta di Playboy ed attrice, il 24
novembre del 2001: dalla loro unione sono nati due figli,
Jaden Rayne (nato nel 2002) e
Bella (nata nel 2009), il cui nome originale era
però Bardot Vita, poi cambiato in quello
attuale.
4. In passato è stato
infedele alla sua attuale moglie. Pare che David Boreanaz
non sia stato molto fedele alla moglie diversi anni fa e di questo
fatto ne ha parlato. Sicuramente l’attore, come si è lui stesso
definito, è stato irresponsabile, tuttavia è stato ricattato dalla
sua amante. Il nome non è stato divulgato, ma pare che questa
persona abbia ricattato l’attore, minacciando di rivelare ai media
la loro relazione, chiedendo soldi in cambio del silenzio.
David Boreanaz in
Bones
5. L’attore ha vinto una
causa milionaria. Stando a quando è stato divulgato circa
un paio di mesi fa, pare che le star di Bones, David
Boreanaz e Emily Deschanel, abbiano vinto una
causa intentata insieme ai produttori della serie, ottenendo un
risarcimento pari a 178.695.778,90 di dollari. Questa cifra copre
essenzialmente i pagamenti per la distribuzione dello show su
diverse piattaforme, inclusa Hulu. Il giudice, infatti, ha ritenuto
che la FOX abbia mentito e coperto diversi dettagli finanziari
dell’accordo di distribuzione.
6. David Boreanaz non
vorrebbe partecipare ad un revival della serie. Stando a
quanto dichiarato, all’attore americano non piacerebbe tornare
indietro. Lui e la sua collega Emily Deschanel hanno ammesso di
aver realizzato diversi finali di stagione, pensando che ogni volta
potesse essere l’ultima e tuttti contraddistinti da un livello
qualitativo soddisfacente.
David Boreanaz è su
Instagram
7. Il suo account ufficiale
è seguitissimo. Anche David Boreanaz, come la maggior
parte dei suoi colleghi, è caduto della trappola di Instagram,
tanto da aprire un proprio profilo ufficiale che conta qualcosa
come 697 mila fan al seguito. L’attore è abbastanza attivo sul
social, tanto da condividere spesso immagini che riguardano i suoi
progetti lavorativi e che lo vedono spesso protagonista. Ma molti
altri post sono dedicati alla nostalgia della gioventù, ai ricordi
lavorativi di un tempo e alla sua famiglia.
David Boreanaz in Buffy l’Ammazzavampiri
8. Ha dimostrato di poter
essere molto cattivo. La prima volta che fu pianificato
che Angel avrebbe perso la sua anima, Joss Whedon
dubitava che David Boreanaz fosse in grado di rappresentare la
crudeltà di Angelus. Tuttavia, Whedon ha poi affermato che Boreanaz
lo ha spaventato talmente tanto nella sua interpretazione del
crudele Angelus da decidere di realizzare una serie spin-off
dedicata a lui, così da poter esplorare ulteriormente il
personaggio nei suoi lati buoni e in quelli negativi.
David Boreanaz in
Angel
9. Ha avuto modo
improvvisare molte battute. Andata in onda dal 1999 al
2004, la serie Angel è dedicata a raccontare le gesta del
vampiro Angel nella città di Los Angeles, dove egli si dedica ad
aiutare i bisognosi per tentare di espiare i propri peccati. Nel
corso dello show, però, Boreanaz ha avuto modo anche di
interpretare la versione malvagia del suo personaggio, ovvero
Angelus. Durante il suo arco narrativo della quarta stagione nei
panni di questo, inoltre, a David Boreanaz è stato permesso di
improvvisare molte delle sue battute.
David Boreanaz: il suo 2020
10. È impegnato con una
nuova serie TV. Conclusasi nel 2017 l’esperienza con la
serie Bones, Boreanaz ha subito iniziato a recitare per
SEAL Team, dove interpreta Jason Haynes. La serie segue le
vicende del Team Bravo una unità d’élite del DEVGRU dei Navy
SEAL. La squadra è impegnata in operazioni militari non solo sul
suolo statunitense, ma soprattutto in giro per il mondo dove
affrontano terroristi, aiutano innocenti, e combattono in nome del
loro Paese. Il personaggio interpretato da Boreanaz è un Master
Chief Special Warfare Operator, leader del Team
Bravo.
In una recente intervista
con The
Herald Sun, Ben Affleck ha parlato delle sue
scene di Batman in The
Flash. In particolare, l’attore ha affermato che il
materiale che ha girato per il film diretto da Andy
Muschietti potrebbe essere la sua migliore performance
come Batman nel DCEU. Di seguito la dichiarazione:
“Non l’ho mai detto – questo è fresco di stampa – ma forse le mie
scene preferite in termini di Batman e dell’interpretazione di
Batman che ho fatto, sono nel film Thr Flash… Spero che mantengano
l’integrità di ciò che abbiamo fatto perché pensavo fosse
fantastico e davvero interessante, diverso, ma non in modo
incongruente con il personaggio. Chissà? Forse decideranno che non
funziona, ma quando l’ho fatto, è stato davvero divertente e
davvero, davvero soddisfacente e incoraggiante e ho pensato: ‘Wow,
penso di averlo finalmente capito.'”
Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Kiersey Clemons tornerà nei
panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack
Snyder’s Justice League (il personaggio era stato
tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche
l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il
labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la
madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha
Calle(Febbre d’amore) che interpreterà
Supergirl.
America Chavez è
pronta a fare il suo debutto in live-action nel film del MCUDoctor
Strange nel Multiverso della Follia. Sebbene la trama
del film di prossima uscita rimanga avvolta dal mistero, è
probabile che incorporerà almeno alcuni aspetti delle migliori
storyline di America Chavez della MarvelComics, specialmente quelle che riguardano la sua
singolare e tragica storia.
America Chavez
riesce a farsi prepotentemente largo verso nuove dimensioni,
aprendo portali a forma di stella che conducono ad altri universi.
Questo la rende un personaggio ideale da aggiungere alla trama del
film, con uno degli universi di cui verremo a conoscenza che è in
realtà quello che lei credeva essere la sua realtà natale. Molte
delle sue migliori storie a fumetti riguardano ciò che America
pensava di sapere sulla sua singolare identità: vediamo assieme le
migliori.
1All-New Hawkeye #3
Ci
sono molte versioni di Capitan America nella
Marvel Comics: una delle più potenti è una versione futura di
America Chavez. In una futura linea temporale
alternativa intravista nella serie solista di Kate Bishop Hawkeye, è proprio America che ne ha assunto
il ruolo.
È
una storia entusiasmante che la fa entrare in contatto con entrambe
le versioni di Occhio di Falco, entrambe più
vecchie di 30 anni in questa linea temporale alternativa. Uno
scenario del genere potrebbe potenzialmente manifestarsi nel
MCU in
qualche modo, sia in What If… o in una qualche trama resa in
live-action.
Dopo L’uomo fedele, Abel (Louis
Garrel) e Marianne (Laetitia
Casta) tornano insieme in La Crociata.
Protagonista del nuovo film di Louis Garrel è però il figlio della coppia,
Joseph, un ragazzino estremamente maturo e preoccupato per
il pianeta. La Crociata è un racconto della
contemporaneità, fatta di giovani precoci, disastri ambientali e
genitori spaesati.
La Crociata per salvare il
pianeta
Joseph (Joseph
Engel) è un ragazzino di Parigi preoccupato per il
pianeta. Non è il solo: insieme ad altri giovani in tutto il mondo
ha creato un movimento per salvare l’ecosistema. Per finanziarsi, i
figli hanno venduto i beni più vari dei loro genitori. La scoperta
da parte della madre di Joseph, Marianne, e del
padre Abel, provoca reazioni diverse tra i genitori: lei
ammira il figlio e prova a sostenerlo, mentre Abel è
restio. Tra divari d’opinione e tematiche legate al nostro tempo,
La Crociata affronta con piacevole leggerezza le
angosce delle famiglie di oggi.
Joseph, il giovane adulto
Joseph avrà al massimo
tredici anni, eppure mostra una serietà e un senso di
responsabilità che supera di gran lunga quello degli adulti de
La Crociata. Non solo è informato sulla situazione
ambientale, ma è pratico della rete e, a modo suo, della vita
amorosa e sessuale. Vende on-line gli oggetti più preziosi dei
genitori e con estrema sicurezza spiega loro le ragioni del gesto.
Abel e Marianne sono spiazzati e non riescono a
controbattere. Scaltro e preparato su ogni tematica,
Joseph – come anche i coetanei presenti nel film –
ribaltano il rapporto genitori e figli: le nuovissime generazioni
sembrano insegnare a quelle più adulte, non hanno bisogno di
approvazione né di conforto da parte delle figure parentali.
Joseph non è solo la
versione maschile e francese della giovane
ambientalista Greta Thunberg. Per come viene
rappresentato, il ragazzino è ironicamente investito di
un’eccessiva maturità. In chiave ugualmente divertente,
Joseph ricorda Max Fischer di
Rushmore di Wes Anderson:
un adolescente che, nel suo mondo, riesce a sentirsi adulto e a
essere considerato, stimato, idolatrato dai grandi.
Genitori depotenziati
Marianne, la mamma, non
prova che stima per ogni cosa detta e fatta dal figlio, mentre
Abel è più critico. Lei sembra accecata, non ha alcuno
spirito critico nei confronti di Joseph, però riversa
senza problemi il suo disprezzo sul marito. Un matrimonio instabile
fa da sfondo a questa insicurezza genitoriale tremendamente attuale
che spesso è rappresentata nelle commedie di oggi. Madri e padri
che, come amebe, non sembrano avere nessun controllo, potere,
influenza e dialogo coi figli, figure a loro volta incomprensibili,
immersi negli smartphone e in sogni estremamente innovativi.
Scenari apocalittici o pandemici
oggi estremamente attuali
La Crociata
inserisce il tema ambientale in una commedia fatta di interni
domestici e luoghi parigini. Non siamo in un mondo apparentemente
lontano, non siamo immersi in
scenari apocalittici, ma in una Parigi a tratti deserta che
ricorda le immagini dei Lock-down degli ultimi anni. Come è
accaduto nella realtà con il Corona Virus, anche in La
Crociata le preoccupazioni per il pianeta e la salute
s’inseriscono nei meandri della normalità. In una famigliola
tranquilla, nella loro casa luminosa, minano un pranzo tra amici o
una pomeriggio ordinario.
Parlare d’ambiente e di futuro, con
leggerezza
La Crociata tratta
temi importanti ma è pur sempre una commedia. Non siamo nella
realtà tragicomica ed estrema di Don’t Look Up, film
catastrofico del momento. Louis Garrel racconta il rapporto genitori e
figli adolescenti, mettendo in evidenza il punto di vista degli
adulti, con le loro preoccupazioni volte al presente, al
matrimonio, alla crescita dei figli, sempre più incomprensibili e
ai beni concreti. Il regista non dimentica d’inserire la
prospettiva dei giovani, che non devono solo preoccuparsi dei primi
innamoramenti, di fare i compiti, ma che, spinti anche dai media,
provano un senso di responsabilità ingombrante e pesante per il
futuro.
La sceneggiatura di Carrière
Anche La Crociata,
come L’uomo fedele, vede una sceneggiatura a quattro mani:
Louis Garrel è affiancato da
Jean-Claude Carrière. Lo scrittore e
sceneggiatore, scomparso lo scorso febbraio, geniale collaboratore
diLuisBuñuel e
grande personalità del cinema francese, ha chiuso la sua carriera
con questo film (e con uno sguardo alle prossime generazioni).
Per finire, tra una risata e una
riflessione profonda, La Crociata è un film
estremamente godibile, al tempo stesso profondo e divertente.
Presentata a Cannes 2019 alla Semaine de la critique, Tiepide
acque di primavera è l’opera prima del regista cinese
Xiao Gang Gu. Pensata come la prima parte di una trilogia,
la pellicola è
ambientata a Fuyang, dove è nato il regista. Il film affronta con
garbo e delicatezza il tema della transizione verso la modernità e
del rapporto con le secolari tradizioni cinesi, mostrando le
vicende di una famiglia che vive sulle sponde del fiume
Fuchun.
La trama diTiepide acque di primavera
Nel distretto cinese di
Fuyan, sulle rive del fiume Fuchun, vive la famiglia dell’anziana
signora Bai,Du
Hongjun. La signora ha quattro figli ormai adulti. Mentre in
città si discute dell’imminente demolizione dei vecchi caseggiati
per la costruzione della nuova metropolitana e di un nuovo
quartiere residenziale, tutta la famiglia è riunita per festeggiare
il compleanno dell’anziana. Proprio durante la festa, però, la
signora si sente male. Col peggiorare delle sue condizioni di
salute, i figli dovranno occuparsene. Spetterà al primogenito
Youfu, Youfa Qian, che dirige un ristorante di proprietà del
signor Wang, e vorrebbe far sposare sua figlia Gu Xi, Luqi
Peng, al giovane figlio di questi? Toccherà a Youlou, Zhang
Renliang, che non ha ancora trovato una moglie, mentre sua
madre vorrebbe tanto vederlo sistemato? Sarà compito del figlio
pescatore, che riesce con fatica a mantenere sé e sua moglie con un
lavoro che non rende più come una volta? O sarà piuttosto il
fratello minore Youjin, ZhangjianSun, lo scapestrato
della famiglia, giocatore d’azzardo pieno di debiti e con un figlio
disabile, a prendersi cura della signora Bai? Intanto il nuovo
avanza in una società in cui le logiche materialistiche e
l’ossessione per il denaro sembrano aver soppiantato i valori
tradizionali.
Tiepide acque di
primavera, uno sguardo tra il cinematografico e il
pittorico
Tiepide acque di
primavera ha avuto una lunga gestazione. Quella necessaria
al suo giovane regista, classe 1988, autore anche del soggetto e
della sceneggiatura, per riprendere lo splendido paesaggio lungo le
rive del fiume Fuchun nel corso delle quattro stagioni. È infatti
la natura che prospera rigogliosa lungo le sue sponde, una
protagonista assoluta di questo film. Il regista la immortala con
occhio cinematografico, ma anche pittorico, attraverso lunghi e
suggestivi piani sequenza e con il contributo della fotografia di
Yu Nin Ghui e Deng Xu, traendo ispirazione, come egli
stesso ha affermato, da opere come il famoso rotolo dipinto da
Huang Gongwang, dal titolo: Abitare tra le montagne di
Fuchun – che non a caso è il titolo originale del film. È
l’incedere lento del fiume a richiamare lo spettatore alla natura,
e con essa alla tradizione millenaria di queste terre, al rispetto
dei tempi naturali e umani, in un presente che sembra
allontanarsene sempre più.
La bellezza dei paesaggi
è dunque, senza dubbio il punto forte del film, a cui il regista
riesce a dare una chiara valenza simbolica. Attorno alle acque del
fiume Fuchun ruota la vita del posto, e il branzino bianco servito
in tavola il giorno del compleanno della signora Bai, oltre ad
essere segno di abbondanza, è indice di una tradizione che affonda
le sue radici nel letto del fiume e vuole mantenersi viva.
Modernità, status e
ricchezza, la nuova Cina in cerca di affermazione
Purtroppo però, nel
Ventunesimo secolo, le tradizioni, la spiritualità e i ritmi
naturali rischiano di essere fagocitati nel vortice del cambiamento
veloce, dell’accelerazione e dell’accumulazione di ricchezza.
L’ossessione per il denaro è centrale nel film. Si parla
spesso dell’aumento vertiginoso del prezzo delle case, si cerca il
miglior partito possibile per la giovane Gun Xi, in termini di
posizione sociale e di ricchezza, appunto. Questo elemento sembra
essere al centro delle esistenze dei protagonisti, mentre, di tanto
in tanto, si guarda con nostalgia a un passato di acque pescose e
di prosperità, vissuto in armonia con l’ambiente circostante. Il
presente è veloce e feroce con l’ambiente e con l’uomo. Si
demolisce in un secondo, in nome dello sviluppo e di un supposto
ineluttabile progresso, ciò che per decenni è stato l’essenza della
zona.
La visione di Xiao
Gang Gu
Di fronte a questa
frattura apparentemente insanabile, il regista propone una terza
via, in cui sia possibile coniugare modernità e tradizione in un
felice scambio. Questo sembra dimostrare concretamente la vicenda
dei due ragazzi, Gu Xi e il giovane insegnante signor Jiang,
Zhuang Yi, che cercano una loro strada, mostrando anche alle
famiglie un’alternativa possibile. Non si fanno attrarre da
scorciatoie e all’arrivismo preferiscono un vivere semplice, ma
sereno, in armonia con l’ambiente, senza però rinunciare alle
proprie ambizioni. La loro storia non può che prendere corpo sulle
rive del fiume. La visione di Xiao Gang Gu è
chiara.
Tiepide acque di
primavera
ha tempi lenti e cadenzati, come quelli delle quattro stagioni che
si succedono. Due ore e trenta è la durata di questo primo capitolo
della trilogia. Le storie sono, dopo tutto, quelle di una normale
famiglia e non risultano particolarmente coinvolgenti. I silenzi
nei lunghi piani sequenza, accompagnati dalle musiche
diDou Wei
sono significativi, mentre non sempre lo sono i dialoghi.
L’intensità e l’emozione finiscono per essere un po’ sacrificati.
Il film resta comunque un interessante esordio, riflessione sul
presente di un paese in forte espansione che cerca di non perdere
le sue radici, con un aspetto scenografico e paesaggistico
importante. Distribuito da Movies Inspired, Tiepide
acque di primavera è al cinema dal 28 dicembre.
Addio a Peter Bogdanovich. Si è spento a 82 anni uno
dei pilastri della New Hollywood che aveva contribuito a
rivoluzionare il linguaggio della settima arte. Trai suoi film più
famosi ricordiamo The Last Picture Show e
Paper Moon – Luna di Carta.
Bogdanovich è
diventato un membro iconico di Hollywood, al pari di Scorsese e
Spielberg, dopo che il suo secondo lungometraggio, The Last
Picture Show, lo ha catapultato in cima alla classifica
nel 1971. Il dramma in bianco e nero ha ottenuto ben otto
nomination agli Academy Awards, tra cui Miglior regia e Miglior
Sceneggiatura non originale (condivisa con Larry
McMurtry).
Il regista è nato il 30 luglio 1939
a Kingston, New York, e ha trascorso gran parte della sua
giovinezza a studiare recitazione a New York City. All’inizio degli
anni ’60, ha cominciato a lavorare al Museum of Modern Art,
presentando le opere di Orson Welles, John Ford e
Howard Hawks prima di diventare lui stesso un
pioniere del cinema. Ha iniziato a scrivere critiche
cinematografiche per Esquire, scrivendo anche un libro su
Ford basato sul suo lavoro retrospettivo al MoMA.
Nel 1966, seguendo l’esempio dei
critici dei Cahiers du Cinéma come Jean-Luc
Godard e François Truffaut, Bogdanovich
si recò a Los Angeles per diventare regista. Ha iniziato a lavorare
al fianco di Roger Corman, collaborando con il
regista in Targets e Voyage to the Planet
of Prehistoric Women.
Nel 1971 arriva The Last
Picture Show e la sua vita cambia. Mentre lavorava al
film, Bogdanovich si innamorò dell’attrice Cybill
Shepherd, cosa che portò alla fine del suo matrimonio con
la scenografa e frequente collaboratrice Polly
Platt.
Il regista ha dato seguito al grande
successo del film del ’71 con Ma papà ti manda
sola? con Barbra Streisand e Ryan
O’Neal, oltre a Paper Moon – Luna di
Carta, che ha fatto vincere l’Oscar come migliore attrice
non protagonista a Tatum O’Neal a soli 10
anni.
Ha anche fondato The Directors
Company con Francis Ford Coppola e
William Friedkin alla Paramount nel 1972, anche se
si è rapidamente dissolta. I soci hanno poi preso strade separate
dopo la produzione di Daisy Miller.
Peter Bogdanovich è
poi passato alla tv e ai film per la TV. Il suo film del 1981
… e tutti risero fu seguito da altri scandali
personali, quando il regista cominciò una relazione con l’attrice
Dorothy Stratten, che fu in seguito assassinata da
suo marito Paul Snider, il quale poi si suicidò.
Bogdanovich ha scritto sull’accaduto un libro, The Killing of
the Unicorn: Dorothy Stratten 1960-1980, incolpando
Hugh Hefner per aver innescato Snider con la
nomina dell’attrice Playmate of the Year per Playboy nel 1980.
Bogdanovich si è anche dedicato alla
recitazione, recitando nel ruolo dello psicoterapeuta ne I
Soprano della HBO mentre ha scritto e diretto anche una
manciata di episodi. Più di recente, ha contribuito a portare a
compimento il progetto finale del suo amico Orson Welles,
The Other Side of the Wind. Nel film tanto atteso, ha
interpretato il ruolo di Brooks Otterlake.
Lascia le sue figlie, Antonia e
Sashy, e i suoi nipoti, Maceo, Levi e Wyatt.
La piattaforma americana
Paramount+ dopo la
season premiere ha diffuso le anticipazioni di 1883
1×02, il secondo atteso episodio della nuova serie tv
1883,
l’annunciato spin-off Yellowstone.
In 1883 1×02 che si intitolerà “Behind Us, A Cliff” Thomas e
Shea reclutano James e alcuni cowboy locali per radunare una
mandria di bestiame. All’inizio del viaggio, la carovana deve
affrontare alcuni dei tanti pericoli che dovrà affrontare lungo la
strada.
1883, la serie tv
1883
è la nuova serie tv prequel di Yellowstonecreata
e prodotta da Taylor Sheridan e basata
sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato
interpretato da Kevin Costner nella serie madre.
1883
segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest
attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America
selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e
un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare
un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il
Montana.
Nel cast di 1883
protagonisti saranno
Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy
bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo
passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al
Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim
McGraw e Faith Hill interpreteranno
rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la
matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle
prossime settimane.
Dopo aver ottenuto grande notorietà
con i film La casa e La casa 2, considerati oggi
dei cult dell’horror a basso costo, e prima di realizzare il terzo
capitolo intitolato L’armata delle tenebre, Sam
Raimi ha dato vita nel 1990 ad un proprio personalissimo
supereroe per il cinema. Si tratta naturalmente di un personaggio
ben diverso dagli eroi che si è soliti vedere sul grande schermo,
con una storia particolarmente cupa che mescola orrore e
fantascienza. Si tratta di Darkman, un
progetto tanto ambizioso quanto complesso, che andò incontro a
notevoli difficoltà nel corso della sua realizzazione.
Con un protagonista vagamente
ispirato al Fantasma dell’Opera e all’Uomo Ombra, il film doveva
essere per Raimi un violento racconto di sofferenza e vendetta, che
esprimesse però anche emozioni più profonde di quello che si poteva
immaginare. Trovandosi a lavorare per la prima volta con una major,
la Universal, Raimi andò però incontro a numerosi contrasti con i
produttori, che avevano un’idea opposta riguardo a come il film
sarebbe dovuto essere. Dopo una lunga fase di montaggio, Raimi
riuscì tuttavia ad avere l’ultima parola, anche se in seguito si
dichiarerà non pienamente soddisfatto del risultato.
Nonostante ciò, Darkman si
affermò come un buon successo di pubblico e critica, divenendo in
breve tempo un cult su cui sono stati basati ulteriori film,
fumetti, videogiochi, libri e giocattoli. Ancora oggi è uno dei
film più affascinanti di Raimi, che meglio esprimono il suo
immaginario cinematografico. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e ai suoi due sequel. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Darkman: la trama del film
Protagonista del film è il giovane
scienziato Peyton Westlake, il quale sta portando
a termine con successo una ricerca sulla pelle artificiale. Un
giorno la fidanzata, Julie Hastings, affermata
avvocatessa, dimentica nel laboratorio di Peyton un documento
estremamente compromettente per uno dei suoi più spregiudicati
clienti. Per impadronirsi di quel documento, una banda di criminali
irrompe nel laboratorio di Peyton, lo tortura con inaudita ferocia
e ne manda a fuoco le sofisticate attrezzature: l’intero stabile è
ridotto un cumulo di macerie carbonizzate, ma, incredibilmente,
Peyton, orribilmente ustionato e sfigurato, sopravvive.
All’ospedale gli assegnano un nome
provvisorio, e per risparmiargli inutili sofferenze, date le quasi
inesistenti possibilità di sopravvivenza, gli recidono dal cervello
il nervo che presiede alla sensibilità. Ma gli effetti collaterali
sono terrificanti. Una collera smisurata, associata a una carica
sovrumana di violenza consente a Peyton di liberarsi dall’infernale
macchina che lo immobilizza e di fuggire dall’ospedale. Ritornato
nel suo laboratorio, Peyton cerca con scarsi risultati di
ricostruirsi la faccia con la pelle artificiale. Compreso che non
sarà mai più come prima, egli decide di intraprendere una vendetta
spietata contro coloro che lo hanno ridotto in quello stato.
Darkman: il cast del film
Per il ruolo di Peyton Westlaker,
Raimi avrebbe voluto il suo amico Bruce Campbell,
già protagonista di La casa e il suo sequel. La
produzione, tuttavia, non lo ritenne adatto ed impose piuttosto un
allora poco conosciuto Liam Neeson,
qui al sua prima esperienza in un film d’azione. Raimi fu comunque
soddisfatto di Neeson, ritenendolo perfettamente capace di dar vita
ad un mostro con un’anima. Particolarmente attratto dal ruolo,
Neeson si prepararò parlando con organizzazioni che si occupano di
aiutare persone brutalmente sfigurate. La sfidia più grande per
lui, fu quella di basare la sua recitazione esclusivamente sugli
sguardi, sulla gestualità e sul tono della voce, andando oltre al
trucco che ne nasconde il volto.
Nel ruolo della fidanzata Julie
Hastings, invece, vi è la pluripremiata all’Oscar Frances
McDormand, scelta all’ultimo al posto di Julia Roberts,
la quale si tirò fuori dal progetto per recitare in Pretty Woman.
Nonostante fosse amica di vecchia data di Raimi, la McDormand ebbe
diversi contrasti con lui durante il set, non condividendo lo
sviluppo emotivo del suo personaggio e riscrivendo personalmente
alcune delle sue scene. Altri attori principali del film sono
Colin Friels nei panni di Louis Strack Jr.,
principale antagonista del film, e Larry Drake in
quelli di Robert G. Durant, criminale alle dipendenze di Strack.
Ted Raimi, fratello di Sam, ricopre invece
il ruolo di Rick Anderson, braccio destro di Durant.
Darkman: i sequel, il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Dato il grande successo, vennero poi
realizzati due sequel destinati direttamente alla televisione. Si
tratta di Darkman II – Il ritorno di Durant, distribuito
nel 1994, e di Darkman III – Darkman morirai, distribuito
nel 1996. È però bene notare che questi due seguiti non sono dai
fan considerati ufficiali, in quanto privi del coinvolgimento tanto
di Raimi come regista quanto degli attori del primo film. Raimi si
occupò infatti soltanto di produrre i due titoli. Neeson, invece,
rifiutò di riprendere il ruolo di Darkman, che venne pertanto
affidato all’attore Sudafricano Arnold Vosloo,
meglio noto per essere stato il terribile gran sacerdote Imhotep in
La mummia.
È possibile fruire di
Darkman grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play e Apple
iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 5
gennaio alle ore 23:35 sul canale
Iris.
Con l’inizio del nuovo anno vi
segnaliamo EKI Magazine, una rivista cartacea
indipendente, redatta in italiano e inglese, che parla di Luce,
attraverso tecniche e idee creative diverse. Progettato e
guidato da un team di donne lo scopo di EKI è quello di creare uno
spazio dicondivisione e confronto, ospitando artisti
affermati ed emergenti provenienti da tutto il mondo. Fanno
parte del team creativo di EKI, Camilla
Cattabriga, Claudia Sicuranza e Eleonora
Contessi, tre ragazze fotografe e direttrici della
fotografia, diplomate al Centro sperimentale di Cinematografia di
Roma.
La rivista ospita artisti ed
esperti provenienti da tutto il mondo e il suo scopo è quello di
creare uno spazio per condividere e confrontare molteplici modi di
approccio alla luce, attraverso tecniche e idee creative diverse.
Ogni numero della rivista tratterà di un tipo specifico di luce. Il
nome EKI fa riferimento alla divinità del Sole nel pantheon basco,
figli di Ama Lur (Madre Terra), colei al principio di tutto. Ama
Lur donò agli uomini la luce di Eki, grazie alla quale riuscirono a
liberarsi dalle sofferenze provocate da Gaueko, Dio delle
tenebre. Eki Magazine è semestrale e il 29
novembre è uscita l’ISSUE01 che affronta il tema della LUCE
NOTTURNA. Particolarità della rivista è la Open call a cadenza
semestrale che chiama a raccolta tutti i talenti che vogliono
proporsi per essere pubblicati con i propri lavori.
ISSUE01
Nella Issue 01 di
Eki che ha debuttato il 29 novembre scorso, il magazine
indaga le dinamiche di quella luce che brilla là dove vi è solo
oscurità. Al centro della narrazione ci sono le luci della luna e
delle stelle, dei lampioni e delle insegne luminose, dei neon e dei
locali notturni, delle candele e delle abats jour a far da guida
all’uomo nelle sue notti buie, e sono proprio queste particolari
luci il tema di Eki Issue 01, nel quale, ci auguriamo, potrete
trovare un po’ di quella ispirazione che assale gli animi di fronte
al cielo stellato, o al chiaro di luna. In Issue 01 troverete
le interviste di Agnès Godard, Manuele Fior, Kari Kola, Lena
Sjoberg, Claudio Simonetti e Pietro Palladino. Gli articoli sono
curati da Filippo Marzatico, Citta di notte, Lynsey Addario, Lucia
Cor. In Open call di questo numero troviamo i lavoro di Anne-Laure
Maison, Kerem Asfuroglu e Gundula Blumi.
1 di 3
EKI Issue 01 – Night
light può essere acquistata sul sito ufficiale al
prezzo di 25 € più spese di spedizione. Dal vivo è possibile
trovarlo Modo Infoshop di Bologna, Leporello di Roma, Frab’s di
Forlì, LMC Vision di Torino e Fashion Room Bookstore di Firenze. Vi
consigliamo vivamente di scoprire al più presto questa preziosa
gemma dell’editoria indipendente italiana.
Elisabeth Moss è
delle attrici più brave e brillanti degli ultimi anni, in grado di
conquistare il pubblico con il suo talento e con il suo indiscusso
fascino. La sua carriera è iniziata ben presto, a soli 8 anni, e
con grande impegno e dedizione è riuscita a partecipare a film e
serie di successo che l’hanno fatta conoscere al grande
pubblico.
Ecco, allora, dieci cose che
non sai su Elisabeth Moss.
Elisabeth Moss: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. La Moss ha iniziato la sua carriera recitando in
film come Cose dell’altro mondo (1991), Crimini
immaginari (1994), Segreti (1997) e Ragazze
interrotte (1999). In seguito recita in The
Missing(2003), The
Attic (2008), Che fine hanno fatto i
Morgan? (2009), In viaggio con una rock star
(2010), On the Road (2012),
Queen of Earth (2015) e Truth: il prezzo della verità (2015). Tra i suoi
ultimi lavori vi sono invece The Square (2017),
Old Man & The Gun (2018), Noi
(2019),Light
of My Life(2019), L’uomo invisibile
(2020), Shirley (2020) e The French Dispatch
(2021).
2. È nota in particolare per
alcune serie TV. Dopo essere comparsa nel film per tv
Bar Girls (1990) a soli 8 anni, rimane nell’ambiente
televisivo, lavorando alla serie Lucky Chances (1990),
Anything But Love (1991) e La famiglia Bock
(1992-1995). In seguito, la sua carriera si continua a dividere tra
film e serie, lavorando in West Wing – Tutti gli uomini del
Presidente (1999-2006), Invasion (2005-2006), Law
& Order – Il verdetto (2005), Grey’s Anatomy (2007),
Ghost Whisperer – Presenze (2007), e Mad Man
(2007-2015), grazie a cui si consacra. In seguito ha recitato in
Top of the Lake – Il mistero del
lago (2013-2017) e nelle serie The Handmaid’s Tale
(2017-2021), di cui è protagonista, e The Shining Girls
(2022).
Elisabeth Moss è la figlia di Ron e Linda Moss
3. È figlia di due
musicisti. Elisabeth Moss è la figlia dell’inglese
Ronald Charles Moss (da non confondere con Ronn
Moss, l’ex Ridge di Beautiful) e di Linda
Ekstrom Moss, di origini svedesi. Entrambi i genitori
dell’attice sono musicisti. Sua madre, in particolare, suona
professionalmente l’armonica jazz e blues. I due hanno sempre
supportato Elisabeth nella sua volontà di diventare attrice,
permettendole di proseguire gli studi da casa al fine di potersi
dedicare maggiormente a tale attività.
Elisabeth Moss in Ragazze interrotte
4. Era l’unica vera teenager
del cast. Nel 1999 la Moss ottiene una delle sue prime
grandi occasioni cinematografiche quando recita nel ruolo di Polly
in Ragazze interrotte, film con attori come Angelina Jolie,
Winona Ryder,
Jared Leto e
Brittany
Murphy. Ognuno di questi, pur avendo avuto all’epoca
delle riprese 24, 28, 28 e 22 anni, interpretava nel film un
adolescente. L’unica del cast ad avere un età simile a quella del
suo personaggio era proprio la Moss, che al momento delle riprese
aveva 17 anni.
Elisabeth Moss in Mad Men
5. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Nella pluripremiata serie Mad
Men, la Moss interpreta Peggy Olson, che da semplice
segreteria intraprende una scalata lavorativa che la porta ad
essere una delle più brillanti copywriter dell’agenzia per cui
lavora. Grazie a tale ruolo, la Moss si è consacrata come attrice e
ha ricevuto numerosi riconoscimenti. In particolare si citano le
cinque candidature agli Emmy Awards come miglior attrice
protagonista, una nomination ai Golden Globe e ben 7 ai Sag
Awards.
Elisabeth Moss: The Handmaid’s Tale
6. Elizabeth Moss decide
sulle scene, soprattutto di nudo. In quanto produttrice,
Elizabeth Moss ha piena facoltà di intraprendere alcune decisioni e
la stessa attrice ha rivelato di aver personalmente il controllo
totale sulle scene, soprattutto quelle di nudo. Ogni scena deve
avere la sua approvazione e non è tutto: pare, infatti che questa
procedura l’abbia ereditata dalla regista Jane
Campion e la inserisca come uno dei prerequisiti in ogni
contratto di lavoro.
7. La serie le ha fatto
capire che è importante essere sempre informati. Quando un
attore realizza un proprio progetto di lavoro, torna sempre a casa
arricchito e la stessa cosa è successa ad Elizabeth Moss.
L’attrice, infatti, ha dichiarato che The Handmale’s Tale
è stata una grande lezioni di vita e che l’ha resa molto più
interessata al mondo circostante, capendo quanto sia importante
essere sempre informati, soprattutto circa la politica.
Elisabeth Moss è su Instagram
8. Ha un account sul social
network. L’attrice possiede un proprio profilo verificato
sul social network Instagram, il quale vanta circa 1,5 milioni di
followers. All’interno di questo, con oltre 800 post, l’attrice è
solita condividere principalmente immagini relative al proprio
lavoro, con curiosità, retroscena ma anche foto promozionali o che
anticipano suoi progetti futuri. In mezzo a tutto ciò non mancano
però anche immagini o video relativi ai suoi momenti di svago.
Seguendola, si potrà dunque rimanere aggiornati sulle sue
attività.
Elisabeth Moss e Scientology
9. Elisabeth Moss fa parte
del culto religioso di Scientology. L’attrice americana
non ha mai fatto mistero di essere uno dei membri di questo culto
e, anzi, ne va molto fiera tanto da difendere l’organizzazione da
critiche e utilizzando un linguaggio adatto per comunicare al cuore
delle persone ritenute comuni. Quando i fan hanno scoperto la sua
appartenenza a Scientology, in molti hanno gridato allo scandalo,
dimenticandosi che il talento recitativo e l’appartenenza al culto
non sono legate e che tanti degli attori più amati ne fanno parte,
come Tom Cruise o John
Travolta.
Elisabeth Moss è fidanzata?
10. Ha affermato di essere
fidanzata. Elisabeth Moss non ha mai rivelato troppo della
sua vita privata e preferisce tenere per sé determinate cose.
L’attrice ha dichiarato di recente di essere fidanzata ma di non
voler rivelare chi esso sia: “Ho imparato a non parlarne. A chi
importa davvero con chi io sia fidanzata? Odio darne tutta questa
importanza”. Si sa tuttavia che dal 2009 al 2010 l’attrice è
stata sposata con Fred Armisen, comico del
Saturday Night Live.
In attesa di vedere le prime
immagini da un trailer ecco le prime foto di
Non aprite quella porta, l’annunciato remake del
film cult dell’horror che avrà un ennesimo rifacimento
questa volta prodotto dalla Legendary Pictures per
un film originale Netflix. Non aprite quella porta
si baserà su un soggetto scritto da Fede Alvarez
(La
casa Remake) e Rodo Sayagues e su una
sceneggiatura scritta da Chris Thomas Davlin. Dopo
essere rimasto nascosto per quasi mezzo secolo, Faccia di cuoio
torna a terrorizzare, colpendo alcuni giovani amici idealisti che
accidentalmente interferiscono con il suo mondo occulto in una
remota cittadina del Texas. Il film è diretto da David Blue
Garcia. Nel film protagonisti sono i volti giovani di
Elsie Fisher, Sarah Yarkin, Nell Hudson, Jacob
Latimore.
Melody (Sarah Yarkin) e la giovane
sorella Lila (Elsie Fisher) raggiungono con gli amici Dante (Jacob
Latimore) e Ruth (Nell Hudson) il paese sperduto di Harlow, nel
Texas, per dar vita a una nuova e visionaria iniziativa
imprenditoriale. Ma il loro sogno si trasforma in un incubo quando
senza volerlo disturbano Faccia di cuoio, il serial killer
squilibrato che con la sua eredità di sangue continua a tormentare
gli abitanti della zona. Tra questi c’è Sally Hardesty (Olwen
Fouéré), l’unica sopravvissuta al tristemente famoso massacro del
1973 che è determinata a ottenere vendetta.
Un episodio di dicembre 2021 del
podcast “The Problem with Jon Stewart” di Jon
Stewart sta facendo notizia per l’attenzione che il
conduttore ha posto sulla rappresentazione dei goblin in
Harry Potter. Nell’universo creato da JK
Rowling, i goblin lavorano e gestiscono la Gringotts, la
Banca dei Maghi. Stewart ha tracciato un confronto tra i goblin
raffigurati sullo schermo nei film di Harry Potter
e le illustrazioni antisemite presenti nel libro del 1903 “The
Protocols of the Elders of Zion”.
Anche se in toni leggeri,
Jon Stewart accusa JK Rowling di
antisemitismo, dal momento che l’autrice ha scelto di rappresentare
gli avidi e sgradevoli gestori della banca dei maghi con delle
fattezze che ricordano le caricature degli ebrei presenti in quel
libro palesemente antisemita. Se questa storia dovesse avere un
seguito, non sarebbe la prima bufera nella quale si ritrova
l’autrice, visto che di recente è stata al centro di polemiche per
dei commenti definiti anti-transgender.
Nonostante le polemiche, l’autrice
rimane coinvolta in veste di sceneggiatrice nel franchise spin-off
di Harry Potter della Warner Bros. Animali
fantastici, il cui terzo capitolo (I
segreti di Silente) uscirà nelle sale il 13
aprile.
Nonostante la
recente conferma alla sua partecipazione a
Kitbag di Ridley Scott, Jodie Comer ha dovuto rinunciare alla
possibilità di collaborare nuovamente con il regista, dopo The Last
Duel, a causa di conflitti di produzione dovuti ai
ritardo causati dalla pandemia. Nelle settimane che sarebbero
dovute essere di ripresa, infatti, Comer è impegnata a West End, e
quindi la produzione ha affidato il suo ruolo nel film storico di
Scott a
Vanessa Kirby.
Secondo Deadline, Ridley Scott vuole
infatti Kirby per interpretare Josephine, moglie dell’imperatore
Napoleone che sarà invece interpretato da Joaquin Phoenix, che così
torna a vestire i panni di un imperatore sotto la regia di Ridley
Scott, dopo quel Commodo di tanti anni fa ne Il
Gladiatore.
Kitbag si
concentrerà sulle origini di Napoleone e sul suo rapporto instabile
con sua moglie Giuseppina. Condusse campagne militari durante le
guerre rivoluzionarie francesi e fu imperatore della Francia dal
1804 al 1814, guidando il paese in una serie di battaglie prima di
essere sconfitto a Waterloo. Fu esiliato prima all’isola d’Elba e
poi nell’isola di Sant’Elena, dove morì nel 1821 all’età di 51
anni.
Il titolo del film deriva dal detto
“C’è la staffa di un generale nascosta
nella valigia di ogni soldato”, stando a quanto riporta
Deadline, che per primo ha dato la notizia.
Kitbag è nelle prime fasi di pianificazione e sarà
girato nei 20th Century Studios della Disney. Il progetto sarà
diretto e prodotto da Scott attraverso la sua società di produzione
Scott Free con Kevin Walsh produttore. Scott ha
contattato lo sceneggiatore David Scarpa per
scrivere la sceneggiatura. Scarpa e Scott hanno già collaborato al
thriller poliziesco del 2017 Tutti i soldi del
mondo, reso tristemente noto dalla cancellazione di
Kevin Spacey dal film, a seguito delle accuse di
molestie.
Un nuovo pezzo del merchandise di
Doctor Strange nel Multiverso della Follia
contiene un importante cenno alla storia dei fumetti americani e
suggerisce anche che questo particolare verrà trasferito nel
MCU. Attualmente disponibile per
l’acquisto su
Amazon c’è una T-shirt che riporta la stampa del costume di
America Chavez sul davanti.
L’immagine della giacca di jeans
presenta cenni alla sua eredità latino-americana e ha anche una
piccola bandiera LGBTQ+ appuntata su una delle tasche. Questo vuol
dite che le caratteristiche del personaggio dei fumetti saranno
rispettate e che la nostra America sarà una sostenitrice dei
diritti LGBTQ+ (anche se questo non dovesse essere approfondito o
importante per la trama, è un dettaglio in più su un personaggio
che ancora non conosciamo).
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Doctor Strange nel Multiverso della
Follia arriverà al cinema il 4 maggio
2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e
avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel
dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Sony Pictures
Italia ha diffuso una prima clip ufficiale di Uncharted,
in cui vediamo il Nathan Drake di Tom
Holland impegnato in una sequenza action davvero
folle!
L’attesissimo film è l’adattamento
dell’omonimo videogioco che vedrà protagonista Tom
Holland nei panni di Nathan Drake. Diretto da
Ruben FleischerUncharted
arriverà al cinema il 17 febbraio 2022. Fanno parte del cast oltre
a Tom
Holland anche Mark Wahlberg, Sophia
Ali, Tati Gabrielle e Antonio Banderas.
Basato su una delle serie di
videogiochi più vendute e acclamate dalla critica, Uncharted
presenta al pubblico il giovane e furbo Nathan Drake (Tom Holland)
nella sua prima avventura alla ricerca del tesoro con l’arguto
partner Victor “Sully” Sullivan (Mark Wahlberg). In un’epica
avventura piena di azione che attraversa il mondo intero, i due
protagonisti partono alla pericolosa ricerca del “più grande tesoro
mai trovato”, inseguendo
Christopher Nolan
aggiunge Josh Hartnett al suo attesissimo prossimo film
Oppenheimer.
Il suo prossimo progetto, un film biografico sul fisico J.
Robert Oppenheimer la cui eredità è stata definita dal
contributo nello sviluppo della prima bomba atomica, continua a
generare enorme entusiasmo non solo per la sua intrigante premessa,
ma perché segnerà il primo progetto di Nolan da quando ha lasciato
acrimoniosamente la Warner Bros.
Deadline riporta che l’ultimo ad
unirsi al cast è Josh Hartnett, scelto per un ruolo non
rivelato. Dopo aver avuto successo nei primi anni 2000 con parti in
Black Hawk Down e Pearl Harbor,
Hartnett ha rifiutato il ruolo di Batman nella trilogia di Nolan a
favore di Crazy in Love. L’attore, che dall’epoca
è quasi scomparso dai radar di Hollywood, ha ora la possibilità di
tornare per lavorare con il regista che lo aveva voluto come prima
scelta nella sua trilogia su Batman.
L’uscita del film è prevista per il
21 luglio 2023. Uno slot che Nolan ha occupato in passato con
Dunkirk e Il Cavaliere Oscuro il Ritorno con un enorme successo. La
capacità virtuosistica di Nolan di realizzare “film evento”
assicura che non manchi mai l’interesse dei più grandi attori di
Hollywood, quindi Hartnett sicuramente non sarà l’ultimo annuncio
del casting di Oppenheimer.
Oppenheimer, il
film
Universal distribuirà Oppenheimer
nelle sale in tutto il mondo e distribuirà il film in Nord America.
Christopher Nolan produrrà anche insieme a
Emma Thomas e Charles Roven di Atlas
Entertainment. Il film si baserà sul libro vincitore del
Premio Pulitzer American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J.
Robert Oppenheimer di Kai Bird e del compianto Martin J. Sherwin.
Nel cast Cillian Murphy, Emily Blunt, Rami Malek, Robert Downey Jr., Florence Pugh, Josh Hartnette
Matt Damon.
Per la prima volta nella storia
recente, la cerimonia di premiazione dei Golden
Globes non prevederà un presentatore. I Golden Globes 2022 saranno diversi per
tanti motivi. I premi sono assegnati dalla Hollywood Foreign Press
Association, un gruppo che è stato preso di mira nel 2021 per le
sue pratiche commerciali discutibili e la mancanza di diversità nel
proprio panel di voto. I Golden Globes sono stati boicottati da più
studi e attori, tra cui Netflix, Amazon e WarnerMedia. I premi 2022
continueranno, ma la NBC si rifiuta di mandare in onda il programma
come precedentemente concordato.
Ora, secondo
Variety, la cerimonia di premiazione non è stata in grado di
garantire a nessuna celebrità la presentazione dei premi di
quest’anno il 9 gennaio, indipendentemente dal fatto che la
cerimonia venga o meno trasmessa in televisione. Un’e-mail da un
talent booker per i Golden Globes ha indicato che
gli showrunner hanno chiesto informazioni sulle celebrità che si
sarebbero unite allo show per presentare i vari premi, ma le fonti
di Variety affermano che nessun volto famoso ha accettato di
presentare, probabilmente considerando il contraccolpo.
I Golden Globes si
terranno ancora il 9 gennaio, ma non è stato rivelato se lo
spettacolo sarà trasmesso in televisione, in che modo verranno
rivelati i vincitori o dove si svolgerà la cerimonia.
Da quando l’HFPA è stato preso di
mira lo scorso anno, il comitato ha aggiunto 21 nuovi membri al suo
corpo di voto per aumentare la diversità e ha approvato nuovi
statuti per aiutare a combattere le critiche mosse contro
l’organizzazione. Molti dei dettagli che circondano la cerimonia
del 2022 sono ancora vaghi a pochi giorni dalla data programmata
per lo spettacolo, a parte la lunga lista di
nominati ai Golden Globes che è stata rivelata il mese
scorso.
Secondo quanto riferito dalle
principali testate di informazione cinematografica mondiale,
Chris Evans interpreterà il leggendario
attore/cantante/ballerino Gene Kelly in un film
biografico immaginario scritto da John Logan,
sceneggiatore di Skyfall.
Gene Kelly è una vera icona, è
apparso in classici successi di Hollywood come Cantando
sotto la pioggia, Un americano a Parigi, Hello, Dolly! e
molti, molti altri film musicali. Kelly è morto nel 1996 all’età di
83 anni, lasciando dietro di sé un’eredità di film, molti dei quali
hanno contribuito a rendere popolare il musical di Hollywood. Uno
degli ultimi film di Kelly è stato il musical cult
Xanadu, che è stato un flop al botteghino, ma ha
comunque prodotto una colonna sonora di successo.
Tramite Deadline, apprendiamo ora che Chris Evans interpreterà Kelly in un film
biografico immaginario su “un ragazzo di 12 anni che lavora
alla MGM Lot nel 1952 e inizia a instaurare un’amicizia immaginaria
con la leggendaria star del cinema Gene Kelly mentre lavora al suo
prossimo film”. Il concept si basa su un’idea originale
concepita da Chris Evans, che dovrebbe anche
produrre il film. Lo sceneggiatore di Skyfall, L’ultimo samurai e
Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet
Street, John Logan, scriverà la
sceneggiatura e produrrà insieme a Evans.
La piattaforma americana
Paramount+ ha diffuso le anticipazioni di
1883 1×01, il primo atteso episodio della nuova serie tv 1883,
l’annunciato spin-off Yellowstone.
In 1883 1×01 che si intitolerà 1883″ La
famiglia Dutton intraprende un viaggio verso ovest attraverso
l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. James arriva in Texas,
dove lui e la sua famiglia si preparano a farsi strada attraverso
le Grandi Pianure in cerca di una nuova casa e la promessa di
un’opportunità.
1883, la serie tv
1883
è la nuova serie tv prequel di Yellowstonecreata
e prodotta da Taylor Sheridan e basata
sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato
interpretato da Kevin Costner nella serie madre.
1883
segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest
attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America
selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e
un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare
un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il
Montana.
Nel cast di 1883
protagonisti saranno
Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy
bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo
passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al
Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim
McGraw e Faith Hill interpreteranno
rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la
matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle
prossime settimane.
Ecco un nuovo breve promo per
The
Batman, ricco di action e di confronti che si
preannunciano epici tra
il pipistrello e la gatta. Nel video abbiamo anche la
possibilità di vedere una breve scena con Colin Farrell nei panni (irriconoscibili) di
Pinguino!
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.