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Paolo Calabresi: 10 cose che non sai sull’attore

Paolo Calabresi: 10 cose che non sai sull’attore

L’attore e comico Paolo Calabresi è tra le personalità più apprezzate del panorama cinematografico e televisivo. Capace di dar vita a personaggi tanto brillanti quanto crudeli o drammatici, Calabresi si è distinto partecipando ad alcuni tra i più celebri film italiani degli ultimi anni, ottenendo in più occasioni le lodi della critica e del pubblico. Quest’ultimo ha imparato ad apprezzarlo sin dal ruolo dello scorbutico elettricista Augusto Biascica, nella serie Boris.

Ecco 10 cose che non sai su Paolo Calabresi.

Paolo Calabresi: i suoi film

1. Ha recitato in importanti film italiani. L’attore esordisce al cinema con il film Cuore cattivo (1994), per poi recitare in Il talento di Mr. Ripley (1999), Il pranzo della domenica (2004), I Viceré (2007), Amore 14 (2009) e Boris – Il film (2011), che ne consacra la notorietà. Successivamente ottiene ruoli di rilievo in film come Diaz – Don’t Clean Up This Blood (2012), Una famiglia perfetta (2012), Tutta colpa di Freud (2014), Smetto quando voglio (2014), Ti ricordi di me? (2014), Tutto molto bello (2014), La corrispondenza (2016), Se mi lasci non vale (2016), Come diventare grandi nonostante i genitori (2016), Smetto quando voglio – Masterclass (2017), Smetto quando voglio – Ad honorem (2017), L’agenzia dei bugiardi (2019), Bentornato Presidente (2019), Appena un minuto (2019) e Figli (2019).

2. È celebre per i ruoli televisivi. Nel corso della sua carriera Calabresi ha preso parte a produzioni televisive come Padre Pio (2000), Distretto di Polizia 4 (2003) e Don Bosco (2004), per poi ottenere la fama con la serie Boris (2007-2010). Appare poi nuovamente in televisione con Distretto di Polizia 11 (2011), Il restauratore (2012-2014), Zio Gianni (2014), Immaturi – La serie (2018), Baby (2018) e L’ispettore Coliandro (2018).

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Paolo Calabresi: i figli

3. Ha un figlio celebre. L’attore è padre di quattro figli, tra cui di Arturo Calabresi, classe 1996 e calciatore professionista. Questi è infatti difensore dell’Amiens. L’attore ha dichiarato di essere un grande appassionato di calcio, e di essere fiero che il figlio abbia trovato la sua strada proprio in questo sport.

4. Reciterà nel film di Mattia Torre. Parlando di figli, l’attore sarà tra i protagonisti del film Figli, atteso per il 23 gennaio 2020 e dove reciterà accanto agli attori Valerio Mastandrea, Paola Cortellesi e Stefano Fresi. Tratto da un monologo scritto da Mattia Torre, il film affronta con un tocco originale il mondo della genitorialità, tra le gioie e le frustrazioni.

Paolo Calabresi in Le Iene

5. Fa parte del noto programma televisivo. Nel 2008 l’attore è entrato a far parte del programma Le Iene, per cui ha condotto numerosi servizi, il più delle volte travestito per non rendersi riconoscibile. Particolarmente apprezzato dal pubblico, e ben calato nel ruolo, a partire dal 2016 l’attore subentra alla conduzione del programma.

Paolo Calabresi in Baby

6. Ha recitato nella prima stagione della serie Netflix. L’attore ha preso parte alla prima stagione di Baby, ricoprendo il ruolo di Saverio. Egli è il proprietario del locale dove le due protagoniste iniziano ad attirare i primi clienti, ed è proprio lui a sfruttare la loro bellezza intuendo di poterne ricavare qualcosa. Il personaggio è stato definito come uno dei più loschi nella carriera di Calabresi.

Paolo Calabresi in Boris

7. Biascica è il personaggio che più ha amato interpretare. Calabresi ha dichiarato di essere particolarmente devoto al personaggio di Biascica, burbero elettricista della serie Boris. L’attore ha infatti affermato che è il ruolo che rifarebbe per tutta la vita, affascinato dalla sua tenerezza rinchiusa nel corpo di un energumeno.

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Paolo Calabresi in Smetto quando voglio

8. Ha preso parte alla celebre trilogia. Nel 2014 l’attore ricopre il ruolo di Arturo Frantini nel film Smetto quando voglio, e che poi riprenderà anche nei successivi due sequel. Questi è un archeologo che lavora per l’Università, sfruttato e malpagato. Per cambiare la propria condizione deciderà di unirsi ad altri laureati disperati nella realizzazione di una nuova droga con cui poter diventare ricchi.

Paolo Calabresi imita Nicolas Cage

9. Ha imitato il celebre attore. Nel 2008 l’attore diventa celebre per la sua imitazione dell’attore Nicolas Cage. Nei suoi panni, Calabresi si è inoltre riuscito a entrare nello stadio dove si giocava la partita Real Madrid contro Roma, la squadra preferita dall’attore. Già nel 2000 Calabresi aveva messo in atto un simile scherzo, venendo invitato ad assistere alla partita Milan contro Roma.

Paolo Calabresi età e altezza

10. Paolo Calabresi è nato a Roma, in Italia, il 17 giugno 1964. L’altezza complessiva dell’attore è di 190 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Morbius: il primo trailer del film con Jared Leto

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Morbius: il primo trailer del film con Jared Leto

È stato diffuso il primo trailer italiano ufficiale di Morbius, il film che vede Jared Leto interpretare il personaggio del Vampiro Vivente. Inoltre, nel trailer, possiamo anche vedere, alla fine, Michael Keaton che torna ad interpretare Adrian Toomes, ovvero Avvoltoio, già visto in Spider-Man: Homecoming. Questo collega il film al Marvel Cinematic Universe!

Jared Leto è il protagonista dello spin-off dedicato al personaggio dello Spider-Verse in produzione alla Sony, Morbius: il Vampiro Vivente. Il premio Oscar interpreta il Dr. Michael Morbius, un biochimico che tenta di curare una fatale malattia del sangue iniettandosi un siero derivato da pipistrelli. Diventando Morbius, ha tutte le qualità di un vampiro – incluso il gusto per il sangue umano.

Tyrese Gibbs, Adria Arjona Jared Harris completano il cast del film, che uscirà nelle sale il 31 luglio 2020. La Arjona interpreterà Martine Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista Morbius: nei fumetti, Martine diventa una potenziale vittima della sua sete di sangue mentre è alle prese con la trasformazione che lo ha reso una strana versione da laboratorio dei vampiri soprannaturali della tradizione.

Con Morbius continua il piano della Sony per espandere un universo parallelo a quello dei Marvel Studios, inaugurato lo scorso anno da Venom di Ruben Fleischer. Il film sarà diretto da Daniel Espinosa (Safe House – Nessuno è al sicuro, Life – Non oltrepassare il limite), mentre la sceneggiatura è stata firmata da Matt Sazama e Burk Sharpless, che vantano nel proprio curriculum titoli come Power RangersDracula UntoldThe Last Witch Hunter – L’Ultimo Cacciatore di Streghe e Gods of Egypt.

Creato dallo scrittore Roy Thomas e dall’artista Gil Kane, il personaggio di Morbius è apparso per la prima volta nei panni di un criminale di Spider-Man nell’ottobre 1971 e si è evoluto in una specie di eroe dei fumetti nel corso dei decenni.

Scarlett Johansson entra nel club ristretto della “doppia nomination”

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Prima di questo pomeriggio, Scarlett Johansson non era mai stata nominata per un Oscar. E ora, con la sua doppia nomination come migliore attrice (per Storia di un matrimonio) e migliore attrice non protagonista (per Jojo Rabbit), l’attrice si unisce a uno dei club più elitari di Hollywood: attori che sono stati nominati ad un Oscar due volte nello stesso anno.

Mentre il regolamento impedisce agli attori di essere nominati due volte nella stessa categoria, permette loro di gareggiare in categorie differenti, che per gli attori sono appunto Leading actor/actress e supporting actor/actress. Tuttavia, riceve una nomination per categoria è estremamente raro. Prima di Scarlett Johansson, solo 11 attori erano riusciti nell’impresa.

Fay Bainter fu la prima a compiere l’impresa, l’attrice ottenne una nomination come migliore attrice per il film drammatico del 1938, Bandiere Bianche, ma perse contro Bette Davis, che conquistò la statuetta con Figlia del vento, il che potrebbe esserle andato bene, dal momento che Bainter vinse comunque la statuetta per la migliore attrice non protagonista per la sua interpretazione al fianco di Davis proprio in quel film.

Quattro anni più tardi, Teresa Wright ha vissuto la stessa esperienza: ha ricevuto una nomination a migliore attrice in L’idolo delle folle e alla migliore attrice non protagonista in Mrs. Miniver, vincendo la prima ma perdendo la seconda in favore di Greer Garson, sempre per Mrs. Miniver.

Il primo uomo a ricevere una doppia nomination, Barry Fitzgerald, è anche l’unico attore a guadagnare doppie nomination per la stessa performance: nei panni di padre Fitzgibbon in Going My Way del 1944, Fitzgerald si è aggiudicato le nomination come miglior attore e miglior attore non protagonista. Proprio per lui, l’Academy ha cambiato le regole, impedendo ad un attore di essere nominato due volte per lo stesso ruolo.

Dopo Fitzgerald, ci sono voluti 38 anni per un’altra doppia nomination: Jessica Lange, per Frances (miglior attrice) del 1982 e Tootsie (miglior attrice non protagonista, che ha vinto). Quattro anni dopo, Sigourney Weaver è diventata la prima attrice a ricevere una doppia nomination senza però vincere nulla. Venne nominata come migliore attrice in Gorilla nella Nebbia e come migliore non protagonista per Una donna in carriera.

L’anno in cui Al Pacino vinse il suo primo e unico Oscar, come miglior attore Profumo di donna del 1992, fu anche nominato come miglior attore non protagonista per Glengarry Glen Ross. Anche l’anno seguente si registrò un evento che scrisse la storia degli Oscar: Emma Thompson e Holly Hunter guadagnarono una doppia nomination, ma solo una delle due se ne andò con una statuetta. Thompson era stata nominata per Quel che resta del giorno (per la migliore attrice) e Nel nome del Padre (per la migliore attrice non protagonista), ma ha perso entrambe le categorie. Invece, Holly Hunter è diventata la prima doppia candidata a vincere nella categoria principale, per Lezioni di Piano; ha perso invece la sua nomination come migliore attrice non protagonista (per Il socio) con la sua co-protagonista di Lezioni di Piano, Anna Paquin.

Tre attori sono stati nominati due volte negli anni 2000. Julianne Moore si è guadagnata il titolo di migliore attrice per Lontano dal paradiso del 2002 e migliore attrice non protagonista per The Hours, ma ha perso entrambi – la prima contro la co-protagonista in The Hours Nicole Kidman, la seconda contro Catherine Zeta Jones in Chicago. Jamie Foxx, nel frattempo, ha vinto come miglior attore per Ray del 2004 e ha perso il miglior attore non protagonista per Collateral.

Tre anni dopo, Cate Blanchett è diventata la prima donna a ottenere due nomination agli Oscar per lo stesso ruolo (migliore attrice per Elizabeth: The Golden Age del 2007 dopo la sua nomination nella stessa categoria per Elizabeth del 1998) e solo la seconda donna a guadagnare una nomination per il ruolo di un cisgender (la migliore attrice non protagonista per il ruolo di Bob Dylan in Io non sono qui, dopo la performance di Linda Hunt all’Oscar per Un anno vissuto pericolosamente del 1983). Ma alla fine ha perso entrambe le categorie.

Ora Scarlett Johansson si è unito ai loro ranghi. L’attrice non è certo la favorita in nessuna delle due categorie, da momento che per la categoria secondaria, la favorita è Laura Dern, per Storia di un Matrimonio, mentre in quella principale c’è Renee Zelwegger che ha già l’Oscar 2020 prenotato per la sua interpretazione di Judy.

Anche se non dovesse vincere, la Johansson è sicuramente una delle migliori attrici in circolazione, e questa doppia nomination non fa che constatarlo agli occhi del mondo.

John Williams da record: raggiunge la 52° nomination agli Oscar

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Alla luce delle recenti nomination agli Oscar 2020, possiamo dire che Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è stato per lo più ignorato nelle categorie principali, tuttavia il film ha rappresentato un nuovo record per John Williams, nominato per la migliore colonna sonora.

Williams raggiunge così la 52° nomination in carriera, un vero record per una sola persona che ha già conquistato cinque premi Oscar nella stessa categoria. Il compositore ha vinto per Guerre Stellari (l’originale del 1977), Schindler’s List, ET: l’Extra Terrestre, Lo Squalo e Fiddler On The Roof – e questa è la sesta volta che è stato nominato per un film di Star Wars in un elenco senza precedenti di nomination che ha avuto inizio nel 1968 con La Valle delle Bambole.

Solo il defunto Walt Disney ha ottenuto più nomination: ha vinto 22 dei 59 Oscar per cui è stato nominato. Per mettere in prospettiva il record di Williams con quello degli altri nomi da record rispetto agli Oscar, ricordiamo che il record per il maggior numero di nomination è detenuto da Meryl Streep con 21 candidature, di cui 3 vittorie.

Quest’anno però John Williams difficilmente raggiungerà la sua sesta vittoria, visto che la categoria è molto competitiva e vede come favorita Hildur Guonadottir per la sua colonna sonora di Joker, che ha già vinto Golden Globe e Critics Choice. Con i due compositori, nella cinquina dei nominati alla migliore colonna sonora originali per gli Oscar 2020, ci sono Alexandre Desplat per Piccole Donne, Randy Newman per Storia di un matrimonio e Thomas Newman per il 1917.

Oscar 2020 nomination: tutti i candidati ai 92° Academy Awards

Notte degli Oscar 2020: dove vederla in tv e in streaming

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Notte degli Oscar 2020: dove vederla in tv e in streaming

Dopo l’annuncio delle nomination, entra nel vivo il countdown verso la Notte degli Oscar 2020, che si terrà domenica 9 febbraio come sempre al Dolby Theatre di Los Angeles. Anche quest’anno, la cerimonia di premiazione della 92ª edizione degli Academy Awards® sarà in onda in diretta su Sky, sul canale dedicato Sky Cinema Oscar, che si accenderà sul canale 303 da sabato 1 a venerdì 14 febbraio, con oltre 90 film premiati nelle precedenti edizioni, disponibili anche on demand su Sky e NOW TV.

Tra i titoli trasmessi sul canale, alcuni dei film più rilevanti dell’edizione 2019: GREEN BOOK con Viggo Mortensen, il road movie premiato con 3 Oscar delle principali categorie, ossia miglior film, miglior sceneggiatura originale e miglior attore non protagonista a Mahershala Ali; BOHEMIAN RHAPSODY, il film sulla storia dei Queen che ha ottenuto un eccezionale successo mondiale e 4 statuette tra cui quello al protagonista Rami Malek; BLACKKKLANSMAN, Oscar alla sceneggiatura non originale per il film di Spike Lee con John David Washington e Adam Driver; SE LA STRADA POTESSE PARLARE, il dramma di Berry Jenkins (Moonlight) su ingiustizia e razzismo che ha fatto ottenere a Regina King l’Oscar come miglior attrice non protagonista; il biopic di Damien Chazelle (La La Land), premiato per i migliori effetti speciali, FIRST MAN – IL PRIMO UOMO con Ryan Gosling nei panni di Neil Armstrong; VICE – L’UOMO NELL’OMBRA con Christian Bale, Amy Adams e Sam Rockwell, il biopic di Adam Mckay che ha ottenuto la statuetta per il miglior trucco; e SPIDER-MAN: UN NUOVO UNIVERSO, miglior film d’animazione della scorsa edizione. Inoltre, altri grandi classici come l’intenso dramma con Ralph Fiennes, Kristin Scott Thomas e Juliette BinocheIL PAZIENTE INGLESE (9 Oscar®); la biografia del leader pacifista interpretato da Ben Kingsley GANDHI (8 Oscar®); il kolossal storico-avventuroso con Peter O’Toole LAWRENCE D’ARABIA (7 Oscar®); l’epico western diretto e interpretato da Kevin Costner BALLA COI LUPI (7 Oscar®) e anche gli italiani LA GRANDE BELLEZZA di Paolo Sorrentino e IERI, OGGI, DOMANI di Vittorio De Sica, entrambi premiati come miglior film straniero

 

Oscar 2020 nomination: tutti i candidati ai 92° Academy Awards

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Oscar 2020 nomination: tutti i candidati ai 92° Academy Awards

Sono state annunciate, dal Samuel Goldwyn Theater a Beverly Hills, California, le nomination per gli Oscar 2020, la 92° edizione del premio più prestigioso per il cinema statunitense e quindi mondiale.

Le nomination non hanno riservato grandi sorprese, prediligendo i film che erano già alti nelle liste dei bookmaker. Alcune cose sono però da notare, come il grande successo di Jojo Rabbit, che conquista sei nomination, e la doppia nomination per Scarlett Johansson, nelle due categorie della recitazione.

Ci aspettavamo tutti le nomination per Joker (11 nomination, il numero maggiore),The Irishman e C’era una volta a Hollywood, ma bene anche Piccole Donne che, sebbene non sia rientrato nella categoria Miglior Regia, è nominato per le attrici (Ronan e Pugh) e per la sceneggiatura, oltre che per il Miglior Film.

Grande risultato anche per Parasite, che oltre ad essere presente nella categoria Film Internazionale, spicca anche nel montaggio, nella regia e nella sceneggiatura.

Ecco le nomination agli Oscar 2020

Miglior Film:

Le Mans ’66
The Irishman
Jojo Rabbit
Joker
Piccole Donne
Storia di un matrimonio
1917
C’Era una volta a Hollywood
Parasite

Migliore attore protagonista:

Antonio Banderas – Dolore e Gloria
Leonardo DiCaprio – C’Era una volta a Hollywood
Adam Driver – Storia di un matrimonio
Joaquin Phoenix – Joker
Jonathan Pryce – I due papi

Migliore attrice protagonista:

Cynthia Erivo – Harriet
Scarlett Johansson – Storia di un matrimonio
Saoirse Ronan – Piccole donne
Charlize Theron – Bombshell
Renee Zellweger – Judy

Migliore attore non protagonista:

Tom Hanks – A Beautiful Day in the Neighborhood
Anthony Hopkins – I due papi
Al Pacino – The Irishman
Joe Pesci – The Irishman
Brad Pitt – C’era una volta a Hollywood

Migliore attrice non protagonista:

Kathy Bates – Richard Jewell
Laura Dern – Storia di un matrimonio
Scarlett Johannson – Jojo Rabbit
Florence Pugh – Piccole Donne
Margot Robbie – Bombshell

Regia:

Martin Scorsese – The Irishman
Todd Phillips – Joker
Sam Mendes – 1917
Quentin Tarantino – C’era una volta a Hollywood
Bong Joon Ho – Parasite

Sceneggiatura adattata:

The Irishman – Steven Zaillian
Jojo Rabbit – Taika Waititi
Joker – Todd Phillips, Scott Silver
Just Mercy – Destin Daniel Cretton e Andrew Lanham
Piccole donne – Greta Gerwig
I due papi – Anthony McCarten

Sceneggiatura originale:

Cena con delitto – Rian Johnson
Storia di un matrimonio – Noah Baumbach
1917 – Sam Mendes e Krysty Wilson-Cairns
C’era una volta a Hollywood – Quentin Tarantino
Parasite – Bong Joon-ho, Jin Won Han

Miglior Fotografia:

The Irishman – Rodrigo Prieto
Joker – Lawrence Sher
The Lighthouse – Jarin Blaschke
1917 – Roger Deakins
C’era una volta a Hollywood – Robert Richardson

Miglior film internazionale:

Corpus Christi – Jan Komasa
Honeyland – Tamara Kotevska, Ljubo Stefanov
Les Miserables – Ladj Ly
Dolore e gloria – Pedro Almodovar
Parasite – Bong Joon Ho

Miglior montaggio:

Le Mans ’66 – Michael McCusker, Andrew Buckland
The Irishman – Thelma Schoonmaker
Jojo Rabbit – Tom Eagles
Joker – Jeff Groth
Parasite – Jinmo Yang

Miglior montaggio sonoro:

Le Mans ’66 – Don Sylvester
Joker – Alan Robert Murray
1917 – Oliver Tarney, Rachel Tate
C’era una volta a Hollywood – Wylie Stateman
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker – Matthew Wood, David Acord

Miglior missaggio sonoro:

Ad Astra
Le Mans ’66
Joker
1917
C’era una volta a Hollywood

Miglior Scenografia:

The Irishman – Bob Shaw e Regina Graves
Jojo Rabbit – Ra Vincent e Nora Sopkova
1917 – Dennis Gassner e Lee Sandales
C’era una volta a Hollywood – Barbara Ling e Nancy Haigh
Parasite – Lee Ha-Jun and Cho Won Woo, Han Ga Ram e Cho Hee

Miglior colonna sonora originale:

Joker – Hildur Guðnadóttir
Piccole Donne – Alexandre Desplat
Storia di un matrimonio – Randy Newman
1917 – Thomas Newman
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker – John Williams
The King – Nicholas Britell

Miglior canzone originale:

“I Can’t Let You Throw Yourself Away”
“I’m Gonna Love Me Again,” “Rocketman”
“I’m Standing With You,” “Breakthrough”
“Into the Unknown,” “Frozen 2”
“Stand Up,” “Harriet”

Trucco e capelli:

Bombshell
Judy
Joker
Maleficent: Signora del male
1917

Migliori costumi:

The Irishman – Sandy Powell, Christopher Peterson
Jojo Rabbit – Mayes C. Rubeo
Joker – Mark Bridges
Piccole Donne -Jacqueline Durran
C’era una volta a Hollywood – Arianne Phillips

Effetti visivi:

Avengers: Endgame
The Irishman
1917
Il re leone
Star Wars: L’ascesa di skywalker

Miglior film d’animazione:

Dragon Trainer 3: il regno nascosto – Dean DeBlois
I Lost My Body – Jeremy Clapin
Klaus – Sergio Pablos
Missing Link – Chris Butler
Toy Story 4 – Josh Cooley

Corto d’animazione:

Dcera – Daria Kashcheeva
Hair Love – Matthew A. Cherry
Kitbull – Rosana Sullivan
Memorable – Bruno Collet
Sister – Siqi Song

Miglior documentario:

American Factory – Julia Rieichert, Steven Bognar
The Cave – Feras Fayyad
The Edge of Democracy – Petra Costa
For Sama – Waad Al-Kateab, Edward Watts
Honeyland – Tamara Kotevska, Ljubo Stefanov

Miglior corto documentario:

In the Absence
Learning to Skateboard in a Warzone – Carol Dysinger
Life Overtakes Me – Kristine Samuelson, John Haptas
St. Louis Superman
Walk Run Cha-Cha – Laura Nix

Miglior cortometraggio:

Brotherhood – Meryam Joobeur
Nefta Football Club – Yves Piat
The Neighbors’ Window – Marshall Curry
Saria – Bryan Buckley
A Sister – Delphine Girard

Critics Choice Awards 2020: tutte le star sul red carpet

Critics Choice Awards 2020: tutte le star sul red carpet

Ecco tutte le star che hanno sfilato sul red carpet (o forse sarebbe meglio dire blue carpet) dei Critics Choice Awards 2020.

Critics Choice Awards 2020: tutti i vincitori

Gli Eterni: le prime foto di Kit Harington sul set del film Marvel

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Grazie all’account Twitter MarvelNews, abbiamo la possibilità di dare finalmente un primo sguardo a Kit Harington, ex star di Game of Thrones, sul set de Gli Eterni, l’attesissimo film Marvel basato sui personaggi creati da Jack Kirby.

Harington interpreterà Black Knight nel film, ma le immagini dal set ci mostrano l’attore nei panni dell’alter ego Dane Whitman. Al suo fianco è possibile vedere anche l’attrice Gemma Chan nei panni di Sersi: dalle foto sembra che i due attori siano intenti a girare una scena ambientata ai giorni nostri; le foto sembrano inoltre confermare che il film esplorerà la relazione amorosa che esiste nei fumetti tra i due personaggi.

Potete vedere gli scatti dal set di seguito:

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Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh).

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato al The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6 novembre 2020.

Fonte: ScreenRant

Black Widow: Red Guardian è stato il Captain America della Russia

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Parlando del suo ruolo in Black Widow, David Harbour ha detto che Red Guardian è stato la versione russa di Captain America. Dopo 11 anni di MCU, il 2020 darà finalmente il via ai piani dei Marvel Studios dopo la fine della Saga dell’Infinito. Diversi interessanti film andranno a comporre la Fase 4, insieme alle prime serie tv destinate a Disney+ che introdurranno nuovi personaggi. La Fase 4 avrà inizio proprio con l’attesissimo film dedicato al personaggio interpretato da Scarlett Johansson, che sarà ambientato nel passato, vista la morte di Vedova Nera in Avengers: Endgame.

Black Widow è destinato a fare maggiore chiarezza sulla storia della celebre spia, dal momento che potrebbe trattarsi della sua ultima apparizione sul grande schermo: al tempo stesso, infatti, il film introdurrà una serie di nuovi personaggi che potrebbero potenzialmente continuare a vivere nel MCU. Uno di questi è Alexei Shostakov, alias Red Guardian, interpretato dalla star di Stranger Things David Harbour. I fan hanno avuto modo di dare un primo sguardo al personaggio grazie al primo trailer ufficiale del film: lo vediamo uscire di prigione ed indossare il suo vecchio costume dopo essersi riunito con Natasha. Per tutti coloro che ancora non conoscono la storia di Red Guardian, Harbour ha spiegato che Black Widow sarà molto fedele ai fumetti quando si tratterà di spiegare le ragioni dietro la creazione di Red Guardian. 

In una recente intervista con The Wrap, David Harbour ha ribadito che Red Guardian è stato la versione russa di Captain America. Si tratta di una parte fondamentale della storia delle origini di Alexei nei fumetti, cosa che gli ha fatto vedere Steve Rogers come un rivale inevitabile, portando i due a scontrarsi. È altamente improbabile che Alexei combatterà contro Cap in Black Widow, ma Harbour ha spiegato come Red Guardian sia stato un simbolo di speranza per la Russia, proprio come Cap lo è stato per gli Stati Uniti:

“È un ragazzo che è strettamente legato a Natasha. Non credo che sia mai stato spiegato bene, ma penso che si possa capire, in relazione alle sue dinamiche familiari, che Alexei era una sorta di figura paterna per Natasha. Adesso sono passati diversi anni e lui ha superato i suoi momenti migliori. Quindi indossa di nuovo il suo vestito da supereroe: gli va ancora, anche se è un po’ più stretto rispetto al passato. Penso che la cosa grandiosa di Red Guardian sia che è stato davvero il Capitano America della Russia a suo tempo. In un certo senso, era la grande speranza del Paese.”

LEGGI ANCHE – Black Widow: le action figure rivelano il costume completo di Red Guardian

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh, e Rachel Weisz.

Dopo lo straordinario successo di Avengers: Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale di sempre, Scarlett Johansson riprende il suo ruolo di Natasha Romanoff/Black Widow.

Avengers: Endgame, 10 cose che abbiamo scoperto grazie alla sceneggiatura

Che si tratti di scene eliminate o di bozze iniziali, è abbastanza raro che tutto ciò che è presente nella sceneggiatura di un film rientri nella versione dello stesso destinata al grande schermo. E lo script Avengers: Endgame non fa eccezione!

Dopo anni trascorsi a tenere nascosta – anche agli stessi membri del cast (tranne a Robert Downey Jr.) – la sceneggiatura del film di Anthony e Joe Russo, la Marvel l’ha finalmente resa disponibile come parte della campagna promozionale del film in vista della prossima edizione degli Oscar.

Ecco alcuni nuovi dettagli emersi dallo script:

La distruzione di un’Audi

Col passare del tempo, i grandi blockbuster necessitano di un budget sempre più ingente: è inevitabile, quindi, l’inserimento del product placement in film di successo. La Casa di Topolino può gestire il budget come meglio crede, ma di certo anch’essa non è esclusa da alcuni vincoli.

Prima del ritorno di Ant-Man dal Regno Quantico, la sceneggiatura prevedeva alcune scene che avrebbero dato un senso ancora più forte alla devastazione provocata da Thanos. Una di queste scene includeva anche la distruzione di un’Audi. Probabilmente, gli sceneggiatori McFeely e Markus avevano soltanto il desiderio di vedere la celebre automobile fatta a pezzi. Qualunque sia stata la ragione, è interessante che nello script sia stato menzionato il modello specifico dell’auto…

Il tentativo fallito di Ant-Man

Uno dei segreti che Endgame non è riuscito a tener così ben nascosto è il fatto che Bruce Banner e Hulk si sarebbero completamente fusi in un’unico personaggio che in sceneggiatura è stato chiamato Smart Hulk. Per alcuni non è stato così sorprendente vederlo per la prima volta sul grande schermo, quando il personaggio condivide la sua nuova fama con alcuni piccoli ammiratori.

Nel film, vediamo che Ant-Man cercare di ottenere un po ‘di quella fama, ricevendo in cambio soltanto disapprovazione. Questo momento, in realtà, non era presente nella sceneggiatura. Che sia stato improvvisato o semplicemente eliminato dalla bozza inviata ai membri dell’Academy… è comunque un’omissione interessante.

Smart Hulk e Bill Nye sono buoni amici

Quando i Vendicatori iniziano a testare la possibilità di viaggiare nel tempo grazie ad Ant-Man, sono tutti un po’ preoccupati. È vero, hanno Smart Hulk dalla loro parte, ma sono in molti a nutrire ancora dei dubbi sul piano e sulla sua effettiva riuscita. 

Per cercare di tranquillizzare i Vendicatori, Smart Hulk condivide alcuni dettagli salienti sul proprio passato. Il più sorprendente di tutti è che lui e Bill Nye sono buoni amici! Ciò significa che prima o poi vedremo uno spin-off su Smart Hulk e Bill Nye destinato a Disney +? Probabilmente no, visto e considerato che Nye è attualmente coinvolto in una serie di  cause legali contro la Disney… ma come si dice: mai dire mai, no?

Tony ringrazia Rocket Raccoon

Tony Stark è molto più del suo ego smisurato. In genere, ritiene di essere sempre il più intelligente di tutti… e nella maggior parte dei casi ha perfino ragione! Ma quando si tratta di avere a che fare con gli altri Vendicatori, le cose diventano un tantino più complicate… 

Al di là della sua intelligenza, Tony non è una persona che si abbandona con facilità a complimenti o ringraziamenti. In una scena presente nello script, tuttavia, Tony ringrazia Rocket Raccoon dopo aver sistemato una parte del nuovo tunnel quantistico. Rocket risponde: “Abituati a dire grazie!”. È un momento molto breve, ma è sicuramente uno di quei momenti che non avremmo mai visto nei precedenti film con Iron Man…

Il divieto di accesso ai poteri della Gemma della Realtà

Mentre i nostri eroi si riuniscono per cercare di mettere insieme un piano per recuperare le Gemme dell’Infinito, li vediamo intenti a riesaminare tutto ciò che sanno sulle stesse. Quando Thor prende parola, è in realtà un po’ confuso e fatica a fornire informazioni utili sulla Gemma della Realtà.

Una battuta di Thor sulla Pietra della Realtà che è stata tagliata dal film riguarda il fatto che ai poteri della Pietra in questione si poteva avere accesso solo ogni 5.000 anni in base alla sua posizione. Un’informazione che di per sé non ha influenzato il piano dei Vendicatori, ma è comunque interessante al fine di capire quanto sia stato complicato per Thor e Jane accedere ad Aether in Thor: The Dark World. 

Rocket accarezza l’idea di uccidere Thor

Come parte del piano attuato in Endgame, i Vendicatori partono in squadre di due o tre per cercare di trovare tutte le Gemme dell’Infinito. Quando Thor e Rocket arrivano ad Asgard durante gli eventi di Thor: The Dark World, Rocket fa fatica a convincere Thor, che è ancora impegnato ad elaborare alcune questioni personali. Il Dio del Tuono scompare all’improvviso, lasciando Rocket da solo. 

Una battuta nella sceneggiatura che è stata tagliata dal film, rivela che Rocket, in merito alla scomparsa di Thor, avrebbe dichiarato: “Lo potrei uccidere e dare la colpa agli elfi oscuri”. Naturalmente, Rocket non avrebbe mai ucciso Thor, ma è divertente sapere che unabattuta del genere sarebbe potuta finire nel film.

Il Cap del presente contro il Cap del 2012

A causa di alcuni contrattempi durante la sua presenza a New York, il Captain America del presente finisce per combattere contro il Captain America del 2012. Una parte di questa battaglia che non era presente nella sceneggiatura e che invece è stata realizzata per il film è quando il Cap del presente viene bloccato per il collo dal Cap del 2012, solo per rivelare poi all’altro che: “Bucky è vivo!”

Ciò consente al Cap del presente di liberarsi dalle braccia del Cap del 2012 e congelarlo grazie allo scettro di Loki. La sceneggiatura inizialmente semplificava di molto la scena, mettendo in scena lo scettro nelle mani del Cap del presente senza questo scambio di battute. 

Un cameo dell’elmo di Iron Patriot

Proprio quando sembra che i nostri eroi hanno vinto recuperando tutte le Gemme dell’Infinito e annullando lo schiocco di Thanos, il Titano Pazzo attacca la base dei Vendicatori, lasciandone molti tra le macerie, tra cui Ant-Man.

Nella sceneggiatura, ci si focalizza molto sul fatto che mentre Ant-Man emerge dalle macerie, sta mentendo sull’elmo di Iron Patriot. In nessun altro punto della sceneggiatura o del film si fa nuovamente riferimento a questo momento. Ci chiediamo se gli sceneggiatore Markus e McFeely avessero dei piani più grandi in qualche altra versione della sceneggiatura, dal momento che abbiamo già visto Rhodey indossare l’armatura di Iron Patriot in Iron Man 3: quindi, sembra che in origine la cosa fosse destinata ad essere molto di più del classico easter egg che i fan avrebbero sicuramente apprezzato… 

La confusione di Occhio di Falco

Quando Thanos attacca la base dei Vendicatori verso la fine del film, ha anche le Gamora e Nebula del 2014 con lui, che alla fine si ritrova a combattere contro la Nebula del presente. Le due Nebule si muovono avanti e indietro nel tempo, mentre la versione odierna cerca di riconciliarsi con la versione del 2014.

Alla fine, l’attuale Nebula spara alla Nebulosa del 2014 e la debilita. Ciò che la sceneggiatura indica e che invece il film ha lasciato fuori è che “Clint raccoglie il guanto, molto confuso”, con lo stesso che esclama “Non ci proverò neanche a chiedere perché!”. Ti siamo vicini, Clint! Tutta questa continuity relativa ai viaggio nel tempo può far davvero venire il mal di testa…

Thor sa che Valchiria è una leader molto più valida

Dopo che i nostri eroi vincono la battaglia e Thanos viene sconfitto, vediamo Thor e Valchiaria parlare per l’ultima volta prima di dirsi addio. Nel film, Thor dice a Valchiaria che è arrivato per lei il momento di guidare Asgard. Una battuta di Thor presente nella sceneggiatura e tagliata invece dal film riguarda proprio l’ammissione da parte del figlio di Odino che Valchiria è “un sovrano di gran lunga migliore di quanto potrebbe mai esserlo lui”. 

È sorprendente che proprio questa battuta non sia finita nella versione del film uscita in sala, dal momento che non sminuisce il viaggio che Thor o Valchiaria hanno intrapreso fino a questo punto, né compromette qualche futura implicazione narrativa che potremmo vedere in Thor: Love and Thunder.

Fonte: ScreenRant

Oscar 2020 nomination: la diretta streaming

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Oscar 2020 nomination: la diretta streaming

Tra poche ore saranno annunciate le nomination agli Oscar 2020, la 92° edizione del premio assegnato dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences. Potete seguire la diretta streaming dell’annuncio a partire dalle 14.18.

Oscar 2020 nomination: la diretta streaming

Trai film favoriti ad ottenere il maggior numero di nomination, citiamo ovviamente C’era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino, che stando all’esito dei Golden Globes e dei Critics Choice Award ha una buona possibilità anche di vittoria. Ci sono anche The Irishman, Storia di un Matrimonio e Joker trai film più quotati di quest’anno, oltre a Parasite, che potrebbe essere il candidato più interessante, visto che concorrerà sicuramente nella categoria per il Miglior Film Internazionale ma anche in quella, probabilmente, della migliore regia.

La 92° edizione dei premi dell’Academy Awards, Oscar 2020, si svolgerà il 24 febbraio presso il Dolby Theatre. Come lo scorso anno, la cerimonia non prevederà nessun presentatore ufficiale.

Robert Downey Jr. e la ragione per cui ha scelto di fare Dolittle

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Ora che Robert Downey Jr. si è ritirato ufficialmente dal Marvel Cinematic Universe, ha molto più tempo a disposizione per affrontare progetti nuovi. E mentre il prossimo Dolittle potrebbe sembrare una scelta insolita come primo film post Iron Man e post Avengers, la star e sua moglie Susan hanno spiegato che dietro a questa scelta per la carriera di Robert ci sono dei motivi personali che promettono di farci amare ancora di più l’attore americano.

Dolittle di Stephen Gaghan è stato co-prodotto da Susan Downey, che di recente ha partecipato ad un’intervista con Extra, in compagnia del marito Robert. Oltre a crescere due bambini insieme, la coppia ha adottato un gruppo di animali, una specie di piccola fattoria, che vivono nei terreni della loro casa di Malibu e, secondo Robert, queste creature sono parte del motivo per cui è salito a bordo del progetto che lo vede nei panni del Professor John Dolittle:

“Mi chiedevo perché accettare, perché dire di sì a questo film, poi ho guardato dalla finestra e i miei alpaca hanno guardato me, e le capre, e le mucche pezzate e i maiali… e ho pensato che fosse tutto sincronizzato. Inoltre, sai, non ci piace stare troppo a lungo senza un progetto estremamente difficile da realizzare insieme, che si tratti di un film o di un bambino”.

Alla domanda sul perché questo è stato il film perfetto su cui lavorare insieme per lui e Susan, Robert Downey Jr. ha scherzato sul fatto che è stata una decisione di lei, prima di aggiungere che è stato frutto del buon intuito di Susan. Susan stessa ha poi spiegato che era felice di lavorare su qualcosa che potevano mostrare ai loro figli:

“È stato divertente scegliere qualcosa che i nostri bambini potevano vedere. Perché anche se abbiamo permesso a nostro figlio di vedere i film della Marvel, gli altri film non sono stati in gradi di vederli, per ora. E così è stato davvero divertente fare qualcosa che [potevano vedere]. Penso che ci fosse anche un certo grado di difficoltà di cui ero entusiasta in merito agli effetti visivi e alla creazione di mondi che non eravamo riusciti a sperimentare nemmeno con progetti come Sherlock.”

Sebbene dunque sia stato un film complicato da realizzare, l’attore sembra fiducioso del fatto che ne sarà valsa la pena:

“Ha finito per esserci davvero una bella atmosfera sul set. Per noi è stato un processo molto arduo, molto lungo, abbiamo imparato molto. Ed ora mi sembra tutto bellissimo, e tutto ciò che mi interessa è sapere se alla gente è piaciuto il film. E siamo felici nel sentire che i primi feedback sono positivi, perché vogliamo essere genitori orgogliosi dei nostri figli e dei nostri film.”

Insieme a Susan e Robert Downey Jr., il cast del Dottor Dolittle è pieno di star che prestano la loro voce ai protagonisti in CGI: Rami Malek, Emma Thompson, Michael Sheen, Selena Gomez, Octavia Spencer, Antonio Banderas, John Cena, Marion Cotillard e Tom Holland.

Il Dottor Dolittle è stato creato dall’autore britannico Hugh Lofting nel 1920. L’epoca Vittoriana, un medico decide di curare animali invece che persone perché si scopre in grado di parlare con loro.

Già nel 1967 c’era stato un adattamento per il cinema, con Rex Harrison che interpretò il personaggio e il film che vinse due Oscar, per la migliore canzone e per gli effetti visivi.

Fonte

Critics Choice Awards 2020: tutti i vincitori

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Critics Choice Awards 2020: tutti i vincitori

Ecco tutti i vincitori del Critics Choice Awards 2020, evento in cui si è distinto Quentin Tarantino, che ha portato a casa il premio per il miglior film (C’era una volta a Hollywood) e la migliore sceneggiatura, e che potrebbe essere il front runner per la corsa agli Oscar, che comincerà tra poche ore con l’annuncio delle nomination.

Ecco tutti i vincitori dei Critics Choice Awards 2020

MOVIES

BEST PICTURE
“Once Upon a Time in Hollywood” (WINNER)
“1917”
“Ford v Ferrari”
“The Irishman”
“Jojo Rabbit”
“Joker”
“Little Women”
“Marriage Story”
“Parasite”
“Uncut Gems”

BEST ACTOR
Joaquin Phoenix – “Joker” (WINNER)
Antonio Banderas – “Pain and Glory”
Robert De Niro – “The Irishman”
Leonardo DiCaprio – “Once Upon a Time in Hollywood”
Adam Driver – “Marriage Story”
Eddie Murphy – “Dolemite Is My Name”
Adam Sandler – “Uncut Gems”

BEST ACTRESS
Renée Zellweger – “Judy” (WINNER)
Awkwafina – “The Farewell”
Cynthia Erivo – “Harriet”
Scarlett Johansson – “Marriage Story”
Lupita Nyong’o – Us
Saoirse Ronan – “Little Women”
Charlize Theron – “Bombshell”

BEST SUPPORTING ACTOR
Brad Pitt – “Once Upon a Time in Hollywood” (WINNER)
Willem Dafoe – “The Lighthouse”
Tom Hanks – A Beautiful Day in the Neighborhood”
Anthony Hopkins – “The Two Popes”
Al Pacino – “The Irishman”
Joe Pesci – “The Irishman”

BEST SUPPORTING ACTRESS
Laura Dern – “Marriage Story” (WINNER)
Scarlett Johansson – “Jojo Rabbit”
Jennifer Lopez – “Hustlers”
Florence Pugh – “Little Women”
Margot Robbie – “Bombshell”
Zhao Shuzhen  – “The Farewell”

BEST YOUNG ACTOR/ACTRESS
Roman Griffin Davis – “Jojo Rabbit” (WINNER)
Julia Butters – “Once Upon a Time in Hollywood”
Noah Jupe – “Honey Boy”
Thomasin McKenzie – “Jojo Rabbit”
Shahadi Wright Joseph – “Us”
Archie Yates – “Jojo Rabbit”

“The Irishman” (WINNER)
“Bombshell”
“Knives Out”
“Little Women”
“Marriage Story”
“Once Upon a Time in Hollywood”
“Parasite”

BEST DIRECTOR
Sam Mendes – “1917” (WINNER – TIE)
Bong Joon Ho – “Parasite” (WINNER – TIE)
Noah Baumbach – “Marriage Story”
Greta Gerwig – “Little Women”
Josh Safdie and Benny Safdie – “Uncut Gems”
Martin Scorsese – “The Irishman”
Quentin Tarantino – “Once Upon a Time in Hollywood”

BEST ORIGINAL SCREENPLAY
Quentin Tarantino – “Once Upon a Time in Hollywood” (WINNER)
Noah Baumbach – “Marriage Story”
Rian Johnson – “Knives Out”
Bong Joon Ho and Han Jin Won – “Parasite”
Lulu Wang – “The Farewell”

BEST ADAPTED SCREENPLAY
Greta Gerwig – “Little Women” (WINNER)
Noah Harpster and Micah Fitzerman-Blue – A Beautiful Day in the Neighborhood”
Anthony McCarten – “The Two Popes”
Todd Phillips & Scott Silver – “Joker”
Taika Waititi – “Jojo Rabbit”
Steven Zaillian  – “The Irishman”

BEST CINEMATOGRAPHY
Roger Deakins – “1917” (WINNER)
Jarin Blaschke – “The Lighthouse”
Phedon Papamichael   – “Ford v Ferrari”
Rodrigo Prieto – “The Irishman”
Robert Richardson – “Once Upon a Time in Hollywood”
Lawrence Sher – “Joker”

BEST PRODUCTION DESIGN
Barbara Ling, Nancy Haigh – “Once Upon a Time in Hollywood” (WINNER)
Mark Friedberg, Kris Moran – “Joker”
Dennis Gassner, Lee Sandales  – “1917”
Jess Gonchor, Claire Kaufman – “Little Women”
Lee Ha Jun – “Parasite”
Bob Shaw, Regina Graves – “The Irishman”
Donal Woods, Gina Cromwell – “Downton Abbey”

BEST EDITING
Lee Smith – “1917” (WINNER)
Ronald Bronstein, Benny Safdie – “Uncut Gems”
Andrew Buckland, Michael McCusker – “Ford v Ferrari”
Yang Jinmo  – “Parasite”
Fred Raskin – “Once Upon a Time in Hollywood”
Thelma Schoonmaker – “The Irishman”

BEST COSTUME DESIGN
Ruth E. Carter – “Dolemite Is My Name” (WINNER)
Julian Day – “Rocketman”
Jacqueline Durran – “Little Women”
Arianne Phillips – “Once Upon a Time in Hollywood”
Sandy Powell, Christopher Peterson – “The Irishman”
Anna Robbins – “Downton Abbey”

BEST HAIR AND MAKEUP
“Bombshell” (WINNER)
“Dolemite Is My Name”
“The Irishman”
“Joker”
“Judy”
“Once Upon a Time… in Hollywood”
“Rocketman”

BEST VISUAL EFFECTS
Avengers: Endgame” (WINNER)
“1917”
“Ad Astra”
“The Aeronauts”
“Ford v Ferrari”
“The Irishman”
“The Lion King”

BEST ANIMATED FEATURE
“Toy Story 4” (WINNER)
“Abominable”
“Frozen II”
“How to Train Your Dragon: The Hidden World”
“I Lost My Body”
“Missing Link”

BEST ACTION MOVIE
“Avengers: Endgame” (WINNER)
“1917”
“Ford v Ferrari”
“John Wick: Chapter 3 – Parabellum”
“Spider-Man: Far From Home”

BEST COMEDY
“Dolemite Is My Name” (WINNER)
“Booksmart”
“The Farewell”
“Jojo Rabbit”
“Knives Out”

BEST SCI-FI OR HORROR MOVIE
“Us” (WINNER)
“Ad Astra”
“Avengers: Endgame”
“Midsommar”

BEST FOREIGN LANGUAGE FILM
“Parasite” (WINNER)
“Atlantics”
“Les Misérables”
“Pain and Glory”
“Portrait of a Lady on Fire”

BEST SONG
“Glasgow (No Place Like Home)” – “Wild Rose” (WINNER – TIE)
“(I’m Gonna) Love Me Again” – “Rocketman” (WINNER – TIE)
“I’m Standing With You” – “Breakthrough”
“Into the Unknown” – “Frozen II”
“Speechless” – “Aladdin”
“Spirit” – “The Lion King”
“Stand Up” – “Harriet”

BEST SCORE
Hildur Guðnadóttir – “Joker” (WINNER)
Michael Abels – “Us”
Alexandre Desplat   – “Little Women”
Randy Newman – “Marriage Story”
Thomas Newman  – “1917”
Robbie Robertson – “The Irishman”

TELEVISION

DRAMA SERIES
“Succession” (HBO) (WINNER)
The Crown” (Netflix)
“David Makes Man” (OWN)
Game of Thrones” (HBO)
“The Good Fight” (CBS All Access)
“Pose” (FX)
“This Is Us” (NBC)
“Watchmen” (HBO)

Jeremy Strong – “Succession” (HBO) (WINNER)
Sterling K. Brown – “This Is Us” (NBC)
Mike Colter – “Evil” (CBS)
Paul Giamatti – “Billions” (Showtime)
Kit Harington – “Game of Thrones” (HBO)
Freddie Highmore – “The Good Doctor” (ABC)
Tobias Menzies – “The Crown” (Netflix)
Billy Porter – “Pose” (FX)

ACTRESS IN A DRAMA SERIES
Regina King – “Watchmen” (HBO) (WINNER)
Christine Baranski – “The Good Fight” (CBS All Access)
Olivia Colman – “The Crown” (Netflix)
Jodie Comer – “Killing Eve” (BBC America)
Nicole Kidman – “Big Little” Lies (HBO)
Mj Rodriguez – “Pose” (FX)
Sarah Snook – “Succession” (HBO)
Zendaya – “Euphoria” (HBO)

SUPPORTING ACTOR IN A DRAMA SERIES
Billy Crudup – “The Morning Show” (Apple) (WINNER)
Asante Blackk – “This Is Us” (NBC)
Asia Kate Dillon – “Billions” (Showtime)
Peter Dinklage – “Game of Thrones” (HBO)
Justin Hartley – “This Is Us” (NBC)
Delroy Lindo – “The Good Fight” (CBS All Access)
Tim Blake Nelson – “Watchmen” (HBO)

SUPPORTING ACTRESS IN A DRAMA SERIES
Jean Smart – “Watchmen” (HBO) (WINNER)
Helena Bonham Carter – “The Crown” (Netflix)
Gwendoline Christie – “Game of Thrones” (HBO)
Laura Dern – “Big Little Lies” (HBO)
Audra McDonald – “The Good Fight” (CBS All Access)
Meryl Streep – “Big Little Lies” (HBO)
Susan Kelechi Watson – “This Is Us” (NBC)

COMEDY SERIES
“Fleabag” (Amazon) (WINNER)
“Barry” (HBO)
“The Marvelous Mrs. Maisel” (Amazon)
“Mom” (CBS)
“One Day at a Time” (Netflix)
“Pen15” (Hulu)
“Schitt’s Creek” (Pop)

ACTOR IN A COMEDY SERIES
Bill Hader – “Barry” (HBO) (WINNER)
Ted Danson – “The Good Place” (NBC)
Walton Goggins – “The Unicorn” (CBS)
Eugene Levy – Schitt’s Creek (Pop)
Paul Rudd – “Living with Yourself” (Netflix)
Bashir Salahuddin – “Sherman’s Showcase” (IFC)
Ramy Youssef – “Ramy” (Hulu)

ACTRESS IN A COMEDY SERIES
Phoebe Waller-Bridge – “Fleabag” (Amazon) (WINNER)
Christina Applegate – “Dead to Me” (Netflix)
Alison Brie – “GLOW” (Netflix)
Rachel Brosnahan – “The Marvelous Mrs. Maisel” (Amazon)
Kirsten Dunst – “On Becoming a God in Central Florida” (Showtime)
Julia Louis-Dreyfus – “Veep” (HBO)
Catherine O’Hara – “Schitt’s Creek” (Pop)

Andrew Scott – “Fleabag” (Amazon) (WINNER)
Andre Braugher – “Brooklyn Nine-Nine” (NBC)
Anthony Carrigan – “Barry” (HBO)
William Jackson Harper – “The Good Place” (NBC)
Daniel Levy – “Schitt’s Creek” (Pop)
Nico Santos – “Superstore” (NBC)
Henry Winkler – “Barry” (HBO)

SUPPORTING ACTRESS IN A COMEDY SERIES
Alex Borstein – “The Marvelous Mrs. Maisel” (Amazon) (WINNER)
D’Arcy Carden – “The Good Place” (NBC)
Sian Clifford – “Fleabag” (Amazon)
Betty Gilpin – “GLOW” (Netflix)
Rita Moreno – “One Day at a Time” (Netflix)
Annie Murphy – “Schitt’s Creek” (Pop)
Molly Shannon – “The Other Two” (Comedy Central)

LIMITED SERIES
“When They See Us” (Netflix) (WINNER)
“Catch-22” (Hulu)
“Chernobyl” (HBO)
“Fosse/Verdon” (FX)
“The Loudest Voice” (Showtime)
“Unbelievable” (Netflix)
“Years and Years” (HBO)

TV MOVIE
“El Camino: A Breaking Bad Movie” (Netflix) (WINNER)
“Brexit” (HBO)
“Deadwood: The Movie” (HBO)
“Guava Island” (Amazon)
“Native Son” (HBO)
“Patsy & Loretta” (Lifetime)

ACTOR IN A LIMITED SERIES OR MOVIE MADE FOR TELEVISION
Jharrel Jerome – “When They See Us” (Netflix) (WINNER)
Christopher Abbott – “Catch-22” (Hulu)
Mahershala Ali – “True Detective” (HBO)
Russell Crowe – “The Loudest Voice” (Showtime)
Jared Harris – “Chernobyl” (HBO)
Sam Rockwell – “Fosse/Verdon” (FX)
Noah Wyle – “The Red Line” (CBS)

ACTRESS IN A LIMITED SERIES OR MOVIE MADE FOR TELEVISION
Michelle Williams – “Fosse/Verdon” (FX) (WINNER)
Kaitlyn Dever – “Unbelievable” (Netflix)
Anne Hathaway – “Modern Love” (Amazon)
Megan Hilty – “Patsy & Loretta” (Lifetime)
Joey King – “The Act” (Hulu)
Jessie Mueller – “Patsy & Loretta” (Lifetime)
Merritt Wever – “Unbelievable” (Netflix)

SUPPORTING ACTOR IN A LIMITED SERIES OR MOVIE MADE FOR TELEVISION
Stellan Skarsgård – “Chernobyl” (HBO) (WINNER)
Asante Blackk – “When They See Us” (Netflix)
George Clooney – “Catch-22” (Hulu)
John Leguizamo – “When They See Us” (Netflix)
Dev Patel – “Modern Love” (Amazon)
Jesse Plemons – “El Camino: A Breaking Bad Movie” (Netflix)
Russell Tovey – “Years and Years” (HBO)

Toni Collette – “Unbelievable” (Netflix) (WINNER)
Patricia Arquette – “The Act” (Hulu)
Marsha Stephanie Blake – “When They See Us” (Netflix)
Niecy Nash – “When They See Us” (Netflix)
Margaret Qualley – “Fosse/Verdon” (FX)
Emma Thompson – “Years and Years” (HBO)
Emily Watson – “Chernobyl” (HBO)

ANIMATED SERIES
“BoJack Horseman” (Netflix) (WINNER)
“Big Mouth” (Netflix)
“The Dark Crystal: Age of Resistance” (Netflix)
“She-Ra and the Princesses of Power” (Netflix)
“The Simpsons” (Fox)
“Undone” (Amazon)

TALK SHOW
“The Late Late Show with James Corden” (CBS) (WINNER – TIE)
“Late Night with Seth Meyers” (NBC) (WINNER – TIE)

“Desus & Mero” (Showtime)
“Full Frontal with Samantha Bee” (TBS)
“The Kelly Clarkson Show” (NBC)
“Last Week Tonight with John Oliver” (HBO)

COMEDY SPECIAL
“Live in Front of a Studio Audience: Norman Lear’s ‘All in the Family’ and ‘The Jeffersons’” (ABC) (WINNER)
“Amy Schumer: Growing” (Netflix)
“Jenny Slate: Stage Fright” (Netflix)
“Ramy Youssef: Feelings” (HBO)
“Seth Meyers: Lobby Baby” (Netflix)
“Trevor Noah: Son of Patricia” (Netflix)
“Wanda Sykes: Not Normal” (Netflix)

Uncharted: il regista di Venom si occuperà della regia del film?

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Uncharted: il regista di Venom si occuperà della regia del film?

Lo scorso dicembre abbiamo appreso la notizia che anche Travis Knight (Bumblebee) ha deciso di abbandonare la regia dell’adattamento cinematografico di Uncharted ad opera della Sony Pictures. In base a quanto emerso online, i motivi dietro l’addio di Knight erano puramente organizzativi: a causa degli impegni di Tom Holland con le riprese del terzo Spider-Man fissate per la prossima estate, la produzione del film basato sul celebre videogioco Naughty Dog è stata ufficialmente posticipata; proprio per questo, Knight era impossibilitato ad occuparsi ancora della regia.

Adesso pare che un nuovo sostituto sia già stato trovato. Come riportato da Deadline, infatti, la Sony avrebbe puntato a Ruben Fleischer, regista di Zombieland e Venom, che di recente è tornato sul grande schermo con Zombieland – Doppio colpo. Al momento il regista non ha ancora firmato alcun accordo, ma stando alla fonte ci sono buone possibilità che sia proprio Fleischer a raccogliere nuovamente le redini del travagliatissimo progetto.

È altamente improbabile che Uncharted riesca ad essere pronto per il 18 dicembre 2020, data inizialmente fissata dalla Sony per la release del film. Tom Holland resta collegato al progetto nei panni di Nathan Drake, così come Mark Wahlberg in quelli di Sully Sullivan.

Non tutti sanno che, inizialmente, Mark Wahlberg avrebbe dovuto interpretare l’eroe del titolo anni fa quando David O. Russell era coinvolto nel progetto, mentre negli anni la Sony ha deciso di sviluppare il film come una origin story. La sceneggiatura è stata firmata da Art Marcum, Matt Holloway e Rafe Judkins, e racconterà le avventure del protagonista Nathan Drake nei suoi anni giovanili mentre diventa il cacciatore di tesori che tutti conosciamo.

LEGGI ANCHE – Uncharted: il videogioco sarà soltanto un’ispirazione per il film

Vi ricordiamo che Uncharted sarà la prima produzione cinematografica di Sony PlayStation Productions, divisione interna della Sony fondata lo scorso anno da Asad Qizilbash e Carter Swan in collaborazione con PlayStation Productions, Chuck Roven, Avi Arad, Alex Gartner e Ari Arad.

Marvel: gli attori deceduti non verranno ricreati in CGI

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Marvel: gli attori deceduti non verranno ricreati in CGI

Nonostante la recente tendenza di alcuni studios a riportare sullo schermo attori deceduti attraverso l’impiego della computer grafica, la Marvel sembra non voler seguire la medesima politica per i suoi film.

L’Universo Cinematografico Marvel è riuscito a monopolizzare il box office mondiale degli ultimi dieci anni, battendo numerosi record e aumentando in maniera esponenziale il proprio fandom. In molti hanno cercato di replicare la formula dietro il successo della Marvel, ma i risultati – seppur in alcuni casi soddisfacenti – sono sempre stati lontani da quel tipo di impatto, sia in termini economici che in termini meramente culturali.

In un certo senso, la Disney ha fatto da apripista per quanto riguarda la resurrezione degli attori sul grande schermo, dopo che Peter Cushing era tornato nei panni di Grand Moff Tarkin in Rogur One: A Star Wars Story: all’epoca della release dello spin-off, Cushing era morto da 22 anni, senza considerare il fatto che il film è entrato in produzione quando l’attore era già morto da 20 anni.

In seguito alla tragica scomparsa di Carrie Fisher, l’iconica Leia nella saga di Star Wars, la Disney ha deciso di non ricreare l’attrice digitalmente – al pari di quanto fatto con Cushing – ma di utilizzare del materiale inedito proveniente da Il Risveglio della Forza, nonostante gli effetti digitali abbiamo comunque giocato un ruolo importante nella sua apparizione postuma ne L’Ascesa di Skywalker (ricordiamo che una versione più giovane della Fisher da Una Nuova Speranza venne ricreata digitalmente per Rogue One, e questo prima della scomparsa dell’attrice).

Molto sono state le domande che la decisione della Disney di ricreare attori deceduti sul grande schermo ha generato: un dibattito che probabilmente continuerà ancora a lungo, soprattutto in vista della crescita che la moderna tecnologia continuerà ad affrontare. Come dichiarato da Victoria Alonso, vicepresidente esecutivo della produzione dei Marvel Studios, il MCU non userà la CGI per riportare al cinema attori morti: “Non l’abbiamo mai considerato”, ha dichiarato la Alonso in una recente intervista con Yahoo Movies (via CBR).

Parlando invece dell’importante dilemma morale dietro la ricreazione digitale di attori deceduti, Craig Hammack, artista degli effetti visivi che ha lavorato a Captain Marvel, ha aggiunto:

“È un processo del quale siamo tutti consapevoli, perché le possibilità stanno arrivando. La nostra speranza è che, se dovesse accadere, nulla venga fatto irresponsabilmente. Dal mio punto di vista, non voglio vedere una performance recitata da qualcuno che non sia quell’attore in carne ed ossa.”

La Alonso ha continuato dicendo che, nonostante la Marvel utilizzi una notevole quantità di CGI nei suoi film, fa comunque ancora tanto affidamento sulla motion capture e sul lavoro degli attori per cercare di realizzare delle buone storie. A tal proposito ha aggiunto: “L’esperienza con Thanos e Hulk ha reso ancora più evidente che hai bisogno del lavoro dal vivo di attori come Josh Brolin e Mark Ruffalo”.

Considerato l’attuale scenario, sarà “interessante” vedere se, in un prossimo futuro, gli studios arriveranno a firmerare una sorta di “clausola di risurrezione” con gli attori per lo sfruttamento della loro immagine dopo la loro dipartita. Almeno per il momento, sembra che la Marvel non abbia alcuna intenzione di farlo con gli attori del MCU. 

Fonte: ScreenRant

Star Trek: Picard 2, arriva la conferma ufficiale

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Star Trek: Picard 2, arriva la conferma ufficiale

La CBS All Access ha annunciato oggi il rinnovo della seconda stagione della sua prossima serie originale Star Trek: Picard. L’annuncio è stato fatto da Julie McNamara, Vicepresidente esecutivo dei contenuti originali per CBS All Access, durante la presentazione semestrale del servizio Television Critics Association.

L’energia e l’entusiasmo per la premiere di STAR TREK: PICARD ha raggiunto una grandezza superiore a quella che tutti noi di CBS All Access avremmo potuto sperare“, ha dichiarato Julie McNamara, Vicepresidente esecutivo, Contenuto originale, CBS All Access. “Siamo entusiasti di annunciare i piani per una seconda stagione prima del debutto della serie, e siamo fiduciosi che i fan di” Star Trek “e i nuovi spettatori saranno catturati dal cast stellare e dalla trama meticolosamente elaborata del team creativo quando della serie che debutterà il 23 gennaio.”

La prima stagione di STAR TREK: PICARD sarà presentato in anteprima su CBS All Access negli Stati Uniti giovedì 23 gennaio. Dopo la premiere, nuovi episodi di STAR TREK: la prima stagione di 10 episodi di PICARD sarà disponibile settimanalmente il giovedì, in esclusiva per gli abbonati CBS All Access negli Stati Uniti. In Italia la serie sarà su PRIME VIDEO. 

La seconda stagione di Star Trek: Picard vede Sir Patrick Stewart riprendere il ruolo iconico di Jean-Luc Picard, che ha interpretato per sette stagioni in “Star Trek: The Next Generation”. La nuova serie segue questo personaggio iconico nel prossimo capitolo della sua vita. La serie è prodotta da CBS Television Studios in associazione con Secret Hideout e Roddenberry Entertainment. Per la seconda stagione della serie, Alex Kurtzman, Akiva Goldsman, Michael Chabon, Patrick Stewart, Terry Matalas (“12 Monkeys”, “MacGyver”), Heather Kadin, Rod Roddenberry e Trevor Roth sono produttori esecutivi; Aaron Baiers (Secret Hideout) e Kirsten Beyer sono coproduttori esecutivi.

STAR TREK: I membri del cast della prima stagione di PICARD includono Sir Patrick Stewart (Jean-Luc Picard), Alison Pill (Dr. Agnes Jurati), Isa Briones (Dahj), Evan Evagora (Elnor), Michelle Hurd (Raffi Musiker), Santiago Cabrera ( Cristobal Rios) e Harry Treadaway (Narek) insieme a stelle speciali come Brent Spiner (Data), Jonathan Del Arco (Hugh), Jonathan Frakes (William Riker), Jeri Ryan (Seven of Nine) e Marina Sirtis (Deanna Troi).

Prima stagione di Star Trek: Picard sarà trasmesso in esclusiva su CBS All Access negli Stati Uniti e sarà distribuito contemporaneamente a livello internazionale da CBS Studios International su Prime Video in oltre 200 paesi e territori.

Brad Pitt ricorda la disastrosa premiere di Fight Club al Festival di Venezia

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A quanto pare, Brad Pitt ed Edward Norton non erano esattamente lucidi quando hanno partecipato ad un’importantissima proiezione – ma altrettanto disastrosa, secondo le ricostruzioni – di Fight Club, il film di David Fincher uscito nel 1999, divenuto negli anni un vero e proprio cult movie. Nonostante si tratti di uno dei titoli più amati della filmografia di entrambe le star hollywoodiane, all’inizio Fight Club non è stato accolto bene dal pubblico.

Quando l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk è arrivato sul grande schermo, il pubblico non ha reagito bene alla sua eccessiva dose di violenza e al suo umorismo estremamente dark, tanto che il film si è trasformato in un colossale insuccesso al botteghino. Prima ancora della sua uscita in sala, il film vantava già una quantità enorme di recensioni negative in seguito alle numerose anteprime, come quella tenutasi alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove il film venne proiettato nel corso della 56esima edizione. 

In un recente podcast di Marc Maron, è stato Brad Pitt in persona a rivelare un aneddoto molto particolare relativo proprio alla premiere di Fight Club a Venezia, alla quale parteciparono sia lui che Edward Norton. Secondo le parole di Pitt, già durante la proiezione il pubblico sembrava non gradire il film, e sia lui che Norton reagirono alla cosa in maniera decisamente inusuale, e questo perché entrambi si erano presentati alla proiezione… strafatti! Come raccontato dall’attore:

“Per qualche ragione, io e Ed abbiamo pensato che sarebbe stata una buona idea fumare una canna prima di andare alla proiezione. Entriamo in sala e ci fanno accomodare in galleria. Ti siedi accanto all’organizzatore del Festival. Tutti ti guardano, ti applaudono… è tutto molto formale. Inizia il film e nessuno ride alle battute. E così… ancora e ancora. C’era il gelo totale. Più andava avanti così, più io ed Edward non smettevamo di ridere. Eravamo gli unici in tutta la sala a ridere delle nostre stesse battute.”

Pitt ha poi aggiunto che il momento più “imbarazzante” durante la proiezione è stato quando il personaggio di Helena Bonham Carter pronuncia la battuta: “Nessuno mi scopava così dalle elementari”: a quel punto il direttore del Festival, che era stato notevolmente a disagio per tutta la proiezione, si alzò e se ne andò senza dire una parola, cosa che stando al resoconto di Pitt fece divertire ancora di più sia lui che Norton.

Col senno di poi, è evidente quanto i due attori fossero assolutamente inconsapevoli di quello che sarebbe accaduto dopo, dal momento che Fight Club è poi diventato uno dei film più controversi e memorabili degli anni ’90.

Fonte: ScreenRant

Star Trek: Noah Hawley anticipa un nuovo inizio per la saga

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Star Trek: Noah Hawley anticipa un nuovo inizio per la saga

Il regista Noah Hawley ha parlato per la prima volta del nuovo capitolo della saga di Star Trek, anticipando che il film a lui commissionato dalla Paramount Pictures potrebbe rappresentare un nuovo riavvio cinematografico per il celebre franchise. Sul versante tv la saga è riuscita a trovare una propria stabilità, grazie alle serie targate CBS All-Access; per quanto riguarda il grande schermo, invece, le cose sono state decisamente più turbolente…

I primi due film della saga reboot diretti da J.J. Abrams si sono rivelati un successo, ma il terzo capitolo, Star Trek: Beyond, è stato un vero e proprio flop al box office. Per anni si è discusso di un possibile Star Trek 4 che avrebbe dovuto vedere il ritorno di Chris Hemsworth nei panni di George Kirk, fino a quando non è stato ufficializzato che Noah Hawley avrebbe scritto e diretto il nuovo film della saga.

Quando Hawley è stato annunciato come nuovo regista e sceneggiatore di Star Trek, non è stato mai specificato in realtà se il film sarebbe stato o meno un prosieguo della trilogia con protagonista Chris Pine. In molti lo hanno dato quasi per scontato, auspicando un ritorno nel cast non solo di Pine, ma anche di Zachary Quinto, Zoe Saldana e Karl Urban. Adesso, però, alcune recenti dichiarazioni di Hawley sul progetto hanno in qualche modo ribaltato le carte in tavola, lasciando intuire che il suo film potrebbe non riportare al cinema il cast della trilogia lanciata da Abrams nel lontano 2009.

Intervistato da Collider a proposito di Star Trek 4, infatti, Noah Hawley ha dichiarato: “Siamo ancora agli inizi. Si tratta di intraprendere una nuova direzione, ma è ancora tutto in fase di sviluppo, soprattutto per quanto riguarda quali attori e personaggi saranno coinvolti e quali no. Non penso al mio film come ad un quarto capitolo di Star Trek… sarebbe riduttivo. Piuttosto, è un nuovo inizio.”

A tal proposito, il regista e sceneggiatore ha aggiunto: “Star Trek riguarda l’essere umano, la diversità, l’esplorazione… come si riesce a superare in astuzia il tuo avversario e non soltanto come si riesce a sconfiggerlo attraverso la forza fisica. Sono eccitato all’idea di usare i personaggi in un modo nuovo… o di usare nuovi personaggi… o qualsiasi cosa sarà.”

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Iniziato nel lontano 2009 con Star Trek e proseguito rispettivamente a distanza di quattro e tre anni con Star Trek: Into Darkness (2013) e Star Trek: Beyond (2016), il progetto di un reboot della nota serie televisiva creata nel 1966 da Gene Roddenberry ha visto J.J.Abrams – anche regista dei primi due episodi – mettere in atto veri e propri sforzi per rivitalizzare al meglio il franchise.

Nonostante Star Trek: Beyond abbia ottenuto un grande riscontro di pubblico e critica, il film diretto da Justin Lin si è fermato a quota 345.5 milioni di dollari nel mondo contro un budget di oltre 185.000.000 dollari, e ciò a portato la Paramount a frenare la corsa verso un possibile Star Trek 4.

Morbius: il primo trailer arriverà oggi, il film sarà collegato al MCU?

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Morbius, l’attesissimo cinecomic della Sony che avrà come protagonista Jared Leto, dovrebbe essere ambientato nella medesima realtà del MCU. Il film, che vedrà Leto vestire i panni del Dr. Michael Morbius, sarà diretto da Daniel Espinosa, noto per Life – Non oltrepassare il limite con Ryan Reynolds e Jake Gyllenhaal. Si tratta del secondo film dello studio incentrato su uno dei più celebri nemici di Spider-Man, dopo il campione d’incassi Venom con Tom Hardy.

I dettagli sulla trama di Morbius non sono ancora stati resi noti, ma è probabile che il film sarà una storia di origini: ad ogni modo, l’arrivo del primo trailer ufficiale del cinecomic dovrebbe rivelare di più sull’attesissimo titolo. Come riportato nelle ultime ore da FandomWire, Morbius sarà parte della continuity del MCU: alcune fonti anonime, infatti, avrebbero rivelato una particolare connessione tra il film e il personaggio di J. Jonah Jameson interpretato dal premio Oscar J.K. Simmons nella scena dei titoli di coda di Spider-Man: Far From Home

In attesa di maggiori dettagli sull’eventuale collegamento tra Morbius e il MCU, nella giornata di ieri è arrivata la conferma, attraverso l’account Instagram ufficiale di Tyrese Gibson – uno dei membri del cast -, che il primo trailer ufficiale del film arriverà online nella giornata di oggi. Mancano dunque poche ore e finalmente sapremo qualcosa in più sul ritorno di Jared Leto nell’universo dei supereroi…

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Jared Leto è il protagonista dello spin-off dedicato al personaggio dello Spider-Verse in produzione alla Sony, Morbius: il Vampiro Vivente. Il premio Oscar interpreta il Dr. Michael Morbius, un biochimico che tenta di curare una fatale malattia del sangue iniettandosi un siero derivato da pipistrelli. Diventando Morbius, ha tutte le qualità di un vampiro – incluso il gusto per il sangue umano.

Tyrese Gibbs, Adria Arjona Jared Harris completano il cast del film, che uscirà nelle sale il 31 luglio 2020. La Arjona interpreterà Martine Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista Morbius: nei fumetti, Martine diventa una potenziale vittima della sua sete di sangue mentre è alle prese con la trasformazione che lo ha reso una strana versione da laboratorio dei vampiri soprannaturali della tradizione.

Con Morbius continua il piano della Sony per espandere un universo parallelo a quello dei Marvel Studios, inaugurato lo scorso anno da Venom di Ruben Fleischer. Il film sarà diretto da Daniel Espinosa (Safe House – Nessuno è al sicuro, Life – Non oltrepassare il limite), mentre la sceneggiatura è stata firmata da Matt Sazama e Burk Sharpless, che vantano nel proprio curriculum titoli come Power RangersDracula UntoldThe Last Witch Hunter – L’Ultimo Cacciatore di Streghe e Gods of Egypt.

Creato dallo scrittore Roy Thomas e dall’artista Gil Kane, il personaggio di Morbius è apparso per la prima volta nei panni di un criminale di Spider-Man nell’ottobre 1971 e si è evoluto in una specie di eroe dei fumetti nel corso dei decenni.

Ian McKellen pubblica il suo diario dal set de Il Signore degli Anelli

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Il 10 gennaio 2020, Ian McKellen ha condiviso attraverso i suoi canali social il link a un suo blog, un diario che l’attore britannico ha scritto durante la lavorazione de Il Signore degli Anelli, in occasione del ventennale del suo arrivo in Nuova Zelanda, proprio per interpretare lo stregone Gandalf (e per consegnarlo alla storia del cinema, aggiungiamo noi).

“Vent’anni fa, sono arrivato in Nuova Zelanda per cominciare le riprese de Il Signore degli Anelli. Mi sono unito al resto del cast, che era già lì sul set da diversi mesi, il 10 gennaio 2000. Durante quel periodo, ho tenuto un diario, che oggi chiameremmo blog, secondo termini che non erano ancora in uso all’epoca. Forse vi piacerà leggerlo: LINK

L’attore ha interpretato il personaggio di Tolkien anche nella trilogia de Lo Hobbit, e questo ne ha fatto l’attore con il maggior numero di presenze in trasposizioni cinematografiche dall’opera del Professore.

In occasione dell’annuncio dell’entrata in produzione della serie Amazon su Il Signore degli Anelli, Ian McKellen ha palesato la sua disponibilità a tornare ad interpretare lo stregone, spiegando che, dal momento che il personaggio nei romanzi ha tantissimi anni, lui non sarà mai troppo vecchio per interpretarlo. Naturalmente si tratta solo di uno scherzo, nel senso che non solo Amazon non può investire il suo budget su un attore tanto costoso, ma è anche notizia risaputa che la serie non racconterà della Guerra dell’Anello, ma che parlerà di vicende avvenute molto prima nella mitologia tolkieniana.

Ian McKellen, la vita e l’arte, tra Shakespeare, X-Men e Gandalf

Star Wars: i piani originali di George Lucas per i nove film

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L’uscita al cinema di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker ha messo fine alla storia, durata nove film, che vede protagonista la famiglia di Luke e Leia. Tuttavia, i nove episodi arrivati in sala sono molto diversi da quello che era il progetto iniziale di George Lucas, che da subito aveva pensato a una storia strutturata in nove capitoli.

Adesso, grazie alle parole di Gary Kurtz, produttore di Una nuova speranza e L’Impero colpisce ancora, abbiamo la possibilità di capire in che modo Lucas voleva strutturare la sua saga galattica. Ecco di seguito l’elenco degli argomenti in cui sarebbe stata divisa la sua avventura, nei progetti iniziali:

  • EPISODIO I: Dedicato ai Jedi, al loro reclutamento e addestramento.
  • EPISODIO II: Introduzione e sviluppo di Obi-Wan Kenobi.
  • EPISODIO III: Introduzione e vita di Darth Vader.
  • EPISODIO IV: Ci sono state diverse bozze del film. In una addirittura Luke era una donna e Han suo fratello; il padre di Luke era in prigione e vi erano 40 wookie.
  • EPISODIO V: Una volta scritta la sceneggiatura non è mai cambiata. Sono state tagliate solo alcune scene, quelle sulla base ribelle ed alcuni minuti di addestramento con protagonisti Luke e Yoda (privi di dialogo).
  • EPISODIO VI: Leia doveva essere eletta la regina del suo popolo. Han doveva morire. Luke doveva affrontare Vader e poi proseguire la sua vita da solo. Leia non era assolutamente la sorella di Luke.
  • EPISODIO VII: Doveva basarsi sulla vita di Luke come Jedi, ma non vi erano grossi piani sulla trama.
  • EPISODIO VIII: Doveva apparire la vera sorella di Luke da una parte diversa della Galassia.
  • EPISODIO IX: Era prevista la prima apparizione dell’Imperatore.

Sembra chiaro che già a partire dall’Episodio IV, alcune cose sono andate in una certa direzione e alcuni elementi della storia, sono stati modificati e anticipati, soprattutto la presentazione della sorella dell’eroe, che nell’originale avveniva molto più avanti e soprattutto non era Leia.

Inoltre anche il ruolo dell’Imperatore sarebbe stato fondamentale soltanto alla fine della serie, come in effetti è avvenuto, anche se in maniera differente, nei film che abbiamo avuto.

LEGGI ANCHE – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, i dettagli sul flashback con i giovani Luke e Leia

Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Il cast di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid Billy Dee Williams.

Fonte

Better Call Saul 5: la data di uscita ufficiale

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Better Call Saul 5: la data di uscita ufficiale

AMC ha annunciato oggi che Better Call Saul 5, prodotto da Sony Pictures Television, tornerà con uno speciale evento di due notti in anteprima il 23 e 24 febbraio 2020.

La quinta stagione di Better Call Saul, tanto attesa ed esplosiva, sarà presentata in anteprima domenica 23 febbraio alle 10:00 pm ET / 9c dopo un nuovo episodio di The Walking Dead. La stagione continuerà la notte successiva, lunedì 24 febbraio, con una presentazione in anteprima della premiere della stagione alle 20:00 ET / 7c seguita dalla seconda puntata della stagione alle 21:00 ET / 8c. Gli episodi successivi andranno in onda il lunedì sera alle 21:00 ET / 8c.

Better Call Saul 5

Better Call Saul 5 è la quinta stagione della serie spin-off Better Call Saul, prequel della pluripremiata serie Breaking Bad. Il creatore Vince Gilligan e lo sceneggiatore e produttore Peter Goul hanno lavorato anche in qualità di co-produttori. Il cast vede la partecipazione di Bob Odenkirk, Jonathan Banks, Michael McKean, Rhea Seahorn, Patrick Fabian, Michael Mando rispettivamente nei ruoli di Jimmy McGill, Mike Ehrmantraut, Chuck McGill, Kim Wexler, Howard Hamlin e Nacho Varga.

Better Call Saul 5 è scritta ancora una volta da Vince Gilligan e Peter Gould che sono anche produttori esecutivi insieme a Mark Johnson (Breaking Bad, Diner, Rain Man), Melissa Bernstein (Breaking BadRectify, Halt and Catch Fire) e  Thomas Schnauz.

Nella quarta stagione di Better Call Saul, la morte di Chuck catalizza la trasformazione di Jimmy McGill (Odenkirk) in Saul Goodman. Sulla scia della sua perdita, Jimmy prende provvedimenti nel mondo criminale che metterà il suo futuro come avvocato – e il suo rapporto con Kim (Rhea Seehorn) – a rischio. La morte di Chuck (Michael McKean) colpisce profondamente gli ex colleghi Howard (Patrick Fabian) e Kim, rimettendo i due ancora sui due lati opposti di una battaglia scatenata dai fratelli McGill.

Nel frattempo, Mike Ehrmantraut assume un ruolo più attivo come il più recente (e più completo) consulente di sicurezza di Madrigal Electromotive. E’ un momento molto delicato per essere in servizio a Gus Fring, dato che il crollo di Hector manda segnali in tutto il mondo sotterraneo di Albuquerque e getta il cartello nel caos – facendo a pezzi i piani ben strutturati di Gus e Nacho. Mentre Gus cambia rotta, Nacho si ritrova nel mirino di forze nemiche.

Shazam 2: le riprese cominceranno molto presto

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Shazam 2: le riprese cominceranno molto presto

Qualche settimana fa è stato annunciato ufficialmente che Shazam 2 uscirà l’1 aprile 2022. Secondo quanto dichiarato da Asher Angel, le riprese dovranno cominciare a breve.

Angel, che nel film interpreta Billy Batson, ha parlato con Entertainment Tonight spiegando che, secondo lui, le riprese del film cominceranno molto presto. Inoltre c’è da tener conto del fatto che trattandosi di un film che vede in scena dei ragazzini, è plausibile che la produzione voglia affrettarsi a girare il sequel del primo film, dato quanto crescono in fretta gli adolescenti!

Al momento Shazam 2 non sembra avere concorrenti diretti nella data scelta dalla major per la release: c’è da dire, però, che il film arriverà al cinema una settimana prima del sequel di Spider-Man: Un Nuovo Universo e di un misterioso film evento targato Universal che farà il suo debutto l’8 aprile 2022.

Lo scorso aprile abbiamo appreso che sarà Henry Gayden ad occuparsi ancora una volta della sceneggiatura del sequel, con David F. Sandberg (Annabelle 2: Creation) pronto a tornare dietro la macchina da presa. Le riprese del sequel dovrebbero partire all’inizio del 2020.

LEGGI ANCHE – Shazam!, recensione del film con Zachary Levi

Shazam! è uscito nelle sale lo scorso 3 aprile. Nel cast Zachary Levi, Asher Angel, Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta Milans e Djimon Hounsou.

La sinossi: Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana. 

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, i nomi in codice usati per evitare spoiler

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La segretezza sul set di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è stata fondamentale affinché chi arrivasse al cinema per vedere il film, fosse completamente all’oscuro di ciò che avveniva nel film e di ciò che sarebbe accaduto ai protagonisti.

Proprio per questo, oltre ai vari NDA firmati da cast e crew, i membri della produzione usavano dei nomi in codice per parlare di alcuni personaggi che non si doveva sapere sarebbero apparsi nel film. A parlarne è stato lo sceneggiatore Chris Terrio, durante una lunga intervista a GQ.

Il regista ha confessato di essere sollevato per il fatto di poter finalmente parlare in maniera aperta del film, senza usare sottintesi e soprattutto senza fare riferimento ad alcuni personaggi della storia usando dei nomi in codice. Terrio ha spiegato, per esempio, che durante le conversazioni sul film, in compagnia di J.J. Abrams, dovevano utilizzare pseudonimi per alcuni personaggi, ad esempio l’Imperatore era Trooper 13, mentre Han Solo era The Janitor.

Sembra infatti che dopo una loro conversazione privata, in un bar di Oxford, all’epoca della stesura della sceneggiatura, qualcuno abbia registrato la loro conversazione e pubblicata in rete. I due hanno così capito che dovevano usare ogni possibile precauzione per salvaguardare il loro pubblico dagli spoiler.

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Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Il cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid Billy Dee Williams.

Joaquin Phoenix arrestato alla vigilia delle nomination agli Oscar

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In maniera coerente al suo discorso di ringraziamento ai Golden Globes 2020, in cui invitava tutti i presenti a fare uno sforzo in più, personale, per tutelare l’ambiente per combattere il cambiamento climatico, Joaquin Phoenix ha partecipato ad una manifestazione non autorizzata, contro il climate change, sui gradini del Campidoglio.

A seguito della protesta, l’attore è stato arrestato con altri 146 manifestanti. Che è quello che sta facendo Jane Fonda da diversi mesi, ovvero farsi arrestare una volta a settimana per le proteste contro il cambiamento climatico che i leader del mondo, e Trump in particolare, continuano a non considerare una vera minaccia per il genere umano.

L’attore è quindi finito in manette alla vigilia dell’annuncio delle nomination agli Oscar 2020, che verranno rese note lunedì nel primo pomeriggio italiano (mattina presto a Los Angeles). L’attore è il front-runner nella categoria Migliore attore protagonista, con la sua interpretazione di Arthur Fleck in Joker, di Todd Phillips.

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Joker vede nel cast Joaquin PhoenixZazie BeetzFrances ConroyBrett CullenDante Pereira-OlsonDouglas Hodge e Josh Pais ed è arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019.

Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio nei Batman di Tim Burton, nella trilogia del Cavaliero Oscuro di Christopher Nolan e in Suicide Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.

 

 

Valerio Mastandrea: 10 cose che non sai sull’attore

Valerio Mastandrea: 10 cose che non sai sull’attore

Tra i più apprezzati attori italiani vi è Valerio Mastandrea, personalità versatile che negli hanno ha dato vita ad interpretazioni memorabili, ricche di emotività e gentilezza. Apprezzato da critica e pubblico, Mastandrea si è distinto come una delle personalità più influenti nell’attuale panorama cinematografico italiano, continuando a rinnovarsi senza concedersi facilmente, partecipando solo ai progetti in cui crede davvero.

Ecco 10 cose che non sai di Valerio Mastandrea.

Valerio Mastandrea: i suoi film

1. Ha recitato in celebri lungometraggi italiani. Mastandrea debutta al cinema nel 1994 con il film Ladri di cinema, per poi recitare in film come Bruno aspetta in macchina (1996), La classe non è acqua (1997), Viola bacia tutti (1997), L’odore della notte (1998), La carbonara (2000), Velocità massima (2002), Gente di Roma (2003), Il caimano (2006), N – Io e Napoleone (2006), Tutta la vita davanti (2008), Non pensarci (2008), Un giorno perfetto (2008), Nine (2009), La prima cosa bella (2010), Nessuno mi può giudicare (2011), Romanzo di una strage (2012), Gli equilibristi (2012), Viva la libertà (2013), Pasolini (2014), La felicità è un sistema complesso (2015), Perfetti sconosciuti (2016), Fiore (2016), The Place (2017), Tito e gli alieni (2018), Euforia (2018), Moschettieri del re (2018), Il grande salto (2019) e Figli (2020).

2. Ha ricoperto il ruolo di produttore. Nel corso degli anni Mastandrea ha più volte prodotto diversi film, tra cui Good Morning, Aman (2009), L’Aquila bella mè (2009), Pezzi (2012), La mia classe (2013) e Non essere cattivo (2015), per cui è stato apprezzato lo sforzo produttivo, e in seguito i film Fiore (2016) e Ride (2018).

3. Ha esordito alla regia. Nel 2018 Mastandrea esordisce alla regia con il film Ride, di cui ha firmato anche la sceneggiatura. Questo è incentrato su una donna che, rimasta vedova, non riesce a versare lacrime di dolore. Particolarmente apprezzato, il lungometraggio ha permesso a Mastandrea di ricevere la nomination ai David di Donatello come miglior regista esordiente.

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Valerio Mastandrea è su Twitter

4. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Twitter, con un profilo seguito da ltre 196 mila followers. Qui l’attore è solito condividere tweet particolarmente ermetici, con cui esprime la propria opinione sui principali fatti di cronaca.

Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi

5. Sono in ottimi rapporti. Mastandrea è stato fidanzato per diverso tempo con l’attrice Paola Cortellesi, con cui è rimasto in ottimi rapporti anche in seguito alla loro separazione. I due attori reciteranno insieme nel film Figli, scritto da Mattia Torre.

Valerio Mastandrea: chi è sua moglie

6. È stato sposato. Mastandrea è stato sposato con Valentina Avenia, attrice e autrice televisiva. I due hanno avuto un figlio, chiamato Giordano, nel marzo del 2010. Particolarmente riservati, e lontani dai social, i due coniugi hanno raramente rilasciato notizie circa la loro vita privata. Nel 2018, tuttavia, i due attori hanno annunciato la separazione.

Valerio Mastandrea e il monologo “Figli”

7. Il suo monologo diventerà un film. Scritto da Mattia Torre, il monologo figli diventerà un film per il cinema. Il testo fu interpretato da Mastandrea in occasione di un episodio dello show E Poi C’è Cattelan, riscuotendo ottimo successo di pubblico. Il monologo descrive la fatica dell’essere genitore senza sfociare in facili stereotipi.

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Valerio Mastandrea in Diabolik

8. Reciterà nell’adattamento dell’omonimo fumetto. L’attore sarà tra i protagonisti del film Diabolik, dove avrà il ruolo dell’ispettore Ginko. A ricoprire il ruolo del protagonista mascherato sarà invece l’attore Luca Marinelli, mentre Miriam Leone darà vita al personaggio di Eva Kant.

Valerio Mastandrea e Paolo Ruffini

9. Ci sono state incomprensioni su un loro scambio di battute. Nell’edizione dei David di Donatello del 2014, dove Paolo Ruffini era conduttore, Mastandrea ha dato vita con ad uno scambio di battute che ha fatto ipotizzare molti circa un loro conflitto. In seguito è stata chiarata la natura ironica delle loro battute, fugando ogni dubbio.

Valerio Mastandrea età e altezza

10. Valerio Mastandrea è nato a Roma, in Italia, il 14 febbraio 1972. L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.

Fonte: IMDb

Piccole Donne, adattamenti a confronto: meglio il 1994 o il 2019?

Il famoso romanzo di Louisa May Alcott, Piccole Donne, è stato riadattato diverse volte per il grande schermo nel corso degli anni. Pubblicato nel 1868, è un romanzo in grado di appassionare ancora oggi il pubblico di tutte le età. E anche se parti della trama sono rimaste invariate in base alla visione dei registi dei numerosi adattamenti, il modo in cui i personaggi e le loro dinamiche si intrecciano sono stati spesso oggetti di diverse rivisitazioni.

Sia la versione del 2019 che quella del 1994 di Piccole Donne sono state dirette da registe donne: Greta Gerwig (quella del 2019) e Gillian Armstrong (quella del 1994). In un’industria in cui è ancora difficile per la donna riuscire ad affermarsi, la Gerwig e la Armstrong hanno certamente compreso in profondità la lotta del personaggio di Jo, riflesso della vera storia della stessa Alcott, per cercare di diventare una scrittrice affermata.

Ma in cosa è riuscito meglio l’adattamento del 2019 con Saoirse Ronan e in cosa, invece, è stato superato da quello del 1994 con Winona Ryder? Scopriamolo di seguito:

Il personaggio di Amy (2019)

Molti parlano del nuovo modo in cui è stata presentata Amy nel film del 2019. In un certo senso, è una figura speculare a quella di Jo: forte, intelligente, dallo spirito artistico ma pragmatico. Sia Amy che Jo condividono la stessa idea in merito al matrimonio, che nella maggior parte dei casi ha più a che fare con questioni di prestigio sociale ed economico che non con un reale sentimento. Nel libro e nei precedenti adattamenti, Amy è sempre stata considerata la sorella March meno popolare; tuttavia, le cose potrebbero cambiare dopo la visione del film della Gerwig.

Nel film del 1994, Amy appare forte, amorevole, irrequieta e a tratti un po’ viziata, ma a mano a mano che la storia procede, il suo personaggio appare decisamente ai margini. Nel film del 2019, invece, vediamo che Amy da adulta non è affatto nell’ombra, ma addirittura capiamo perché il personaggio di Laurie avrebbe potuto fidanzarsi con lei.

Il personaggio di Beth (1994)

Beth è piena di vita all’inizio della versione del 1994: è timida ma al tempo stesso è anche molto dolce e affettuosa. Quando il nonno di Laurie le regala un pianoforte, Beth è sorpresa ma al tempo stesso pazza di gioia all’idea di essere così amata da qualcuno. In questa particolare scena, tutte le sorelle March mostrano quanto tengono a Beth e quanto si preoccupano per lei, qualcosa che nella versione del 2019 è invece meno evidente.

Inoltre, nel film del 1994, vediamo più momenti che mostrano quanto siano vicini i personaggi di Beth e Jo, come quando Beth conforta Jo per il suo taglio di capelli o quando si identifica in tutte le sue storie. Nel film del 2019, questo forte legame tra le due sorelle non scompare del tutto, ma essenzialmente Beth serve più a sciogliere alcuni nodi della trama, invece di risultate come un personaggio dotato di un forte spessore: è lei l’anello di congiunzione tra il passato e il presente, ciò che spingerà Jo a scrivere “Piccole Donne”.

I talenti delle sorelle March (2019)

Nella versione del 2019, grande attenzione viene riposta su tutte e quattro le sorelle e sui loro talenti artistici. Jo è un’aspirante scrittrice, Meg un’attrice, Beth una musicista e Amy un’artista. Tutte e quattro hanno talento da vendere e spesso uniscono le loro grandi passioni per realizzare insieme dei piccoli spettacoli.

Jo crede fortemente nella sua arte; fa parte di chi è, la definisce come persona. Inoltre, sfrutta questa sua passione anche per guadagnare qualcosa ed aiutare così la sua famiglia, cosa che la stessa Louisa May Alcott ha davvero fatto. Poiché Jo crede così tanto nella scrittura, non capisce bene perché Meg decisa così repentinamente di lasciarsi alle spalle la sua passione per la recitazione. Tuttavia, alla fine della versione del 2019, ritroviamo le tre sorelle che usano il loro talento per creare una scuola e insegnare ai bambini il valore dell’arte.

Il professor Friedrich Bhaer (1994)

Nella versione del 2019 il professor Friedrich Bhaer è un giovane francese accattivante, interpretato da Louis Garrell. Nei romanzi, però, il personaggio è un uomo di mezza età, di origine tedesca. Da questo punto di vista, la versione del 1994 è sicuramente più fedele alla pagine scritte.

Nel film della Armstrong, infatti, seguiamo l’evolversi della relazione tra Bhaer (interpretato da Gabriel Byrne) e Jo. Abbiamo modo di scoprire anche delle lettere di Jo indirizzate alle sorelle, in cui la ragazza rivela i sui suoi sentimenti per l’uomo. Il professore è un uomo molto generoso, ma è anche abbastanza ingenuo, tanto da non capire che Jo vorrebbe qualcosa di più di una sincera e leale amicizia. Sicuramente la fedeltà al romanzo ha intriso anche il rapporto tra i due personaggi sul grande schermo di quella dolcezza e di quel sentimentalismo necessari. 

La relazione tra Jo e Marmee (2019)

Il forte legame tra Jo e Marmee testimonia quanto madre e figlia abbiano due caratteri molto simili. Marmee è una madre paziente e una donna estremamente saggia, ma in realtà ha dovuto lavorare molto su se stessa per diventare così.

Nasconde in realtà un carattere molto coraggioso, e anche da questo punto di vista Jo finirà per assomigliarle. Nel film del 1994 vediamo il personaggio di Marmee (interpretato da Susan Sarandon) prendere importanti decisioni, ma è nella versione del 2019 che il suo spirito intrepido viene fuori grazie alla straordinaria interpretazione di Laura Dern.

La situazione economica della famiglia March (1994)

In entrambi i film ci viene raccontato che la famiglia March vive in una grande casa a pochi passi da alcuni ricchi vicini: la famiglia March, però, non è una famiglia ricca. Sappiamo che i March sono più ricchi della famiglia Hummel, ma anche più poveri di molti altri personaggi (Laurie, gli amici di Meg e i compagni di scuola di Amy). Tuttavia, apprendiamo molto di più sulla situazione economica della famiglia nel film del 1994.

Una volta la famiglia March era ricca: essendo la più grande, Meg ricorda meglio il passato della famiglia rispetto alle sue sorelle; ecco perché fa più fatica adesso a vivere in condizioni meno agiate. Sia lei che Jo lavorano per aiutare la loro famiglia. Jo lavora per zia March, mentre Meg lavora come governante. Data la difficile situazione, un pranzo di Natale può rappresentare una specie di miracolo per le sorelle March…

Il riscatto economico di Meg (2019)

Un aspetto della storia sicuramente più approfondito nel film del 2019 è il fatto che Meg non sia totalmente entusiasta del suo matrimonio, guardando con nostalgia alla sua vecchia vita e, soprattutto, alle sue vecchie passioni.

La versione del film uscita nel 1994 ci mostra una Meg sposata molto più contenta della sua vita, mentre in quella del 2019 Meg è decisamente più tormentata e pensierosa, cosa che contribuisce a rendere il personaggio decisamente più realistico, dal momento che Meg sembra essere sprofondata in una situazione economica anche più instabile di quella della sua famiglia.

Il contesto storico e le questioni razziali (1994)

Piccole Donne è ambientato durante la Guerra Civile. Nel film del 2019 ciò viene appena menzionato, mentre in quello del 1994 assume una connotazione decisamente più rilevante. Quando Marmee e le sorelle March si radunano per ascoltare i racconti del padre, vengono raccontati diversi dettagli a proposito dell’esperienza dell’uomo sul campo di battaglia. Inoltre, una volta terminata la guerra, c’è una sequenza in cui è possibile vedere alcuni soldati che tornano a casa con le loro attrezzature, tristi e stanchi.

Per quanto riguarda invece le questioni razziali, nella scena in cui Meg rimane con le sue amiche prima che lei vada al ballo e queste decidano di vestirla, la ragazza protesta. Le amiche vogliono vestirla con un abito di seta, ma Meg è contraria perché sostiene che la seta è lavorata dagli schiavi nel Sud o dai bambini cinesi nelle fabbriche. È solo quando la sua amica le assicura che quell’abito è stata creato nel Nord, che Meg si convince ad indossarlo.

Mescolare finzione e realtà (2019)

La Gerwig e l’intero cast del film hanno svolto numerose ricerche. Ecco perché Laura Dern (Marmie) usa effettivamente le parole che la madre di Louisa May Alcott le scrisse in una lettera. Il finale è probabilmente la più importante testimonianza del modo in cui i romanzi si sono mescolati con quanto accaduto realmente nella vita della Alcott: Jo parla della fine del libro a un editore.

Pressata per far sposare la sua eroina, Jo rivela scherzosamente come andrà a finire la storia, mentre sotto la pioggia battente cerca di ottenere i diritti sul suo libro e sui suoi guadagni. Si tratta di qualcosa che è successa veramente alla Alcott, quando le hanno detto che Jo avrebbe dovuto sposarsi per accontentare i lettori. È un momento altamente sarcastico – dato anche il contesto formale – che nel film funziona alla perfezione.

La resistenza di Jo al cambiamento (1994)

Uno dei motivi per cui Jo non vuole che Meg si sposi è che la ragazza adora la loro vita così com’è, e non vuole cambiarla. Inoltre, quando Laurie le propone di sposarlo, è arrabbiata perché si accorge che il loro rapporto potrebbe cambiare.

Jo vuole che le cose rimangano come sono: è disposta a cambiare, ma con profonda riluttanza. Nella sua mente, il tempo trascorso con le sue sorelle e con Laurie è prezioso. Una parte fondamentale del suo arco narrativo è proprio riuscire ad imparare e ad accettare che tutto prima o poi cambia, anche le cose, le situazioni e le persone che ami.

Fonte: ScreenRant

Thor: Love and Thunder, Beta Ray Bill farà il suo debutto nel film?

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Stando ad un nuovo rumor, il personaggio di Beta Ray Bill creato da Walter Simonson, potrebbe apparire in Thor: Love and Thunder di Taika Waititi, il nuovo film Marvel che renderà il celebre Dio del Tuono interpretato da Chris Hemsworth l’unico personaggio ad aver avuto ben 4 film all’interno del MCU a lui dedicati.

In seguito al successo di Thor: Ragnarok, era altamente prevedibile che i Marvel Studios chiedessero a Taika Waititi di tornare dietro la macchina da presa per le nuove avventure del figlio di Odino. Chris Hemsworth tornerà nei panni dell’iconico personaggio, insieme a Tessa Thompson che riprenderà il ruolo di Valchiria. Al momento i dettagli sulla trama del film non sono stati resi noti, ma sappiamo che il premio Oscar Natalie Portman tornerà nei panni di Jane Foster dopo che il suo personaggio non era stato incluso in Ragnarok. 

Nelle ultime ore, stando a quanto riportato da FandomWire, il personaggio di Beta Ray Bill potrebbe apparire in Thor: Love and Thunder. Nei fumetti, Beta Ray Bill è noto per il suo aspetto particolarmente mostruoso, ma alla fine si rivela essere un vero eroe. È stato uno dei pochi personaggi degni di sollevare il martello di Thor, il Mjolnir, prima di ricevere un proprio martello da guerra, lo Stormbreaker. Oltre a maneggiare il suo martello, Beta Ray Bill possiede anche una forza sovrumana, velocità, agilità, una durata della vita più estesa della media, oltre ad eccellenti capacità nel combattimento corpo a corpo.

Dopo la notizia del casting di Christian Bale nel film, i fan hanno immediatamente iniziato a speculare su quale sarà il personaggio che l’attore premio Oscar interpreterà. Sono in molti a volere che Bale interpreti proprio Beta Ray Bill e forse, con il rumor del possibile debutto del personaggio nel film, i sogni più reconditi di alcuni potrebbe finalmente diventare realtà. Tra gli altri personaggi che Bale potrebbe interpretare nel film, c’è anche Darrio Agger/Minotauro, come suggerito di recente dal fumettistra Jason Aaron. 

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Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarok, così come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto The Mighty Thor, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo”.

L’uscita nelle sale è fissata invece al 5 novembre 2021.

Fonte: ScreenRant

Carnage: le 5 migliori storie da adattare al cinema

Carnage: le 5 migliori storie da adattare al cinema

Sono già in corso le riprese di Venom 2, in cui Tom Hardy tornerà ad interpretare Eddie Brock, che questa volta si dovrà confrontare con Carnage, anticipato dalla scena post credits del primo film e che sarà interpretato da Woody Harrelson.

Ma quali sono le possibilità di storia per questo folle e pericoloso villain dei fumetti Marvel? Quali sono le migliori storie che lo vedono protagonista nei fumetti e che potrebbero ispirare il film? Ecco di seguito le 5 migliori:

VENOM VS. CARNAGE

Solo perché Carnage è un personaggio legato a Spider-Man non significa che non possa sviluppare trame in cui è protagonista. La prima storia che fa parte di questo breve elenco è quella che vede il personaggio scontrarsi contro la nemesi di Peter Parker: Venom. Naturalmente si tratta della storia che più plausibilmente vedremo in sala, almeno per il sequel diretto di Venom.

Questa mini-serie in quattro parti di Peter Milligan e Clayton Crain non solo ci mostra una battaglia tra questi cattivi molto attesa ma porta anche alla luce il figlio di Carnage. Esatto, Carnage ha in realtà la sua progenie proprio come è la progenie di Venom. L’introduzione di Toxin aggiunge un altro elemento alla storia, mettendo in scena una lotta tra tre simbionti. È una storia che piacerà a tutti gli appassionati di Spider-Man, Venom o Carnage e che entra subito nel vivo dell’azione.

CARNAGE, U.S.A.

Vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se i Vendicatori fossero stati i padroni di casa del simbionte? In Carnage U.S.A. di Zeb Wells e Clayton Crain vediamo cosa succede quando Carnage prende il controllo di ogni persona in una piccola città del Colorado.

Rispondendo alla chiamata, i Vendicatori (Capitan America, Spider-Man, Occhio di Falco, Wolverine e La Cosa) si precipitano nella trappola di Carnage e vengono rapidamente consumati dal simbionte. Questa mini-serie è fantastica su diversi livelli. Per iniziare, Wells fa un lavoro incredibile nel rappresentare quanto potente possa essere Carnage e riaccende anche la rivalità tra lui e Spider-Man. Infine, ognuna delle cinque uscite fornisce alcune copertine incredibili che sono, senza dubbio, alcune delle migliori nella storia di Carnage.

CARNAGE (2010)

Ogni volta che una trama di Carnage è collegata a Zeb Wells o Clayton Crain, è destinata ad avere successo. Quel modello segue sicuramente l’esempio con la sua mini-serie Carnage, formata da cinque numeri, in cui vediamo il protagonista incastrato contro Iron Man e Spider-Man.

Non solo ci viene data una nuova interpretazione creativa di Carnage, con apparizioni sia di Cletus Kasady che del Dr. Tanis Nieves, ma diamo anche uno sguardo alla portata del simbionte nella forma di altri simbionti Scorn e Shriek. Inoltre, Crain ci fornisce ancora un’altra serie di incredibili copertine ispirate al mostro simbionte.

MAXIMUM CARNAGE

Fino allo scorso anno, la trama principale di Carnage era Maximum Carnage in 14 parti, del 1993. Questa storia è una delle prime opere incentrate su Carnage a cui siamo mai stati introdotti e, insieme ad esso, abbiamo imparato molto sul personaggio al di fuori della sua relazione con Spider-Man e Venom.

Non solo questa è una delle migliori storie che collegano e espandono magnificamente Carnage rispetto all’universo Marvel, ma lascia anche un’eredità duratura per il personaggio. Con Maximum Carnage è nato un nuovo amore e interesse per Carnage e il desiderio di creare più storie incentrate su di lui. Questa fantastica storia potrebbe essere il modo migliore per presentare il personaggio ai neofiti.

ABSOLUTE CARNAGE

Infine, siamo giunti a quello che è probabilmente il miglior pezzo dedicato a Carnage che abbiamo mai visto. Dalla brillante combinazione di Donny Cates e Ryan Stegman nasce Absolute Carnage. L’epopea in cinque parti racconta il ritorno del serial killer Cletus Kasady mentre cerca di dare la caccia a chiunque abbia mai avuto un legame con il simbionte. Lungo la strada incrocia due dei suoi nemici più longevi: Venom e Spider-Man.

Absolute Carnage è completo di una serie di legami che mettono a confronto alcuni degli eroi Marvel preferiti dal pubblico con il pazzo simbiote. La storia porta nuova e rinfrescante vita a Carnage e mette in mostra le magnifiche cose che Cates e Stegman possono fare con i mostri simbionti.

I Miserabili: trailer del film di Ladj Ly

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I Miserabili: trailer del film di Ladj Ly

Lucky Red ha diffuso il trailer ufficiale de I Miserabili (recensione) di Ladj Ly, la pellicola che arriver al cinema dal 30 gennaio 2020 distribuito da Lucky Red.

Ispirato alle sommosse di Parigi del 2005, il film ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes, il Premio Miglior Rivelazione agli European Film Awards ed è attualmente candidato al Premio Oscar per la Francia come Miglior Film Straniero.

Citando con eleganza l’omonimo romanzo di Victor Hugo, nel suo lungometraggio d’esordio il regista Ladj Ly realizza un affresco sincero e autentico delle periferie parigine e dei miserabili del nuovo millennio: il risultato è un thriller dal ritmo avvincente e adrenalinico, che non si abbandona a facili condanne e non cade nelle trappole della faziosità o del vittimismo, dove il confine tra bene e male si fa assolutamente labile, mentre tutti i personaggi diventano vittime alla ricerca di un personale riscatto o, più semplicemente, di sopravvivenza. Perché, proprio come affermava Victor Hugo nel suo celebre romanzo, “non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”.

I Miserabili, la trama

I miserabili, acclamata opera prima del regista Ladj Ly, è candidato all’Oscar come miglior film straniero. Girato esattamente dove Victor Hugo aveva ambientato il suo romanzo, a Montfermeil, nella periferia a un’ora dal cuore di Parigi si consuma un thriller dal ritmo avvincente e adrenalinico. Stéphane, insieme a due colleghi veterani di una squadra anticrimine, si trova a fronteggiare una guerra tra bande, membri di un ordine religioso, ragazzini in rivolta. Un semplice episodio di cronaca diventerà il pretesto per una deflagrante battaglia per il controllo del territorio, in un tutti contro tutti senza pietà.