Home Blog Pagina 984

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, i nomi in codice usati per evitare spoiler

0

La segretezza sul set di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è stata fondamentale affinché chi arrivasse al cinema per vedere il film, fosse completamente all’oscuro di ciò che avveniva nel film e di ciò che sarebbe accaduto ai protagonisti.

Proprio per questo, oltre ai vari NDA firmati da cast e crew, i membri della produzione usavano dei nomi in codice per parlare di alcuni personaggi che non si doveva sapere sarebbero apparsi nel film. A parlarne è stato lo sceneggiatore Chris Terrio, durante una lunga intervista a GQ.

Il regista ha confessato di essere sollevato per il fatto di poter finalmente parlare in maniera aperta del film, senza usare sottintesi e soprattutto senza fare riferimento ad alcuni personaggi della storia usando dei nomi in codice. Terrio ha spiegato, per esempio, che durante le conversazioni sul film, in compagnia di J.J. Abrams, dovevano utilizzare pseudonimi per alcuni personaggi, ad esempio l’Imperatore era Trooper 13, mentre Han Solo era The Janitor.

Sembra infatti che dopo una loro conversazione privata, in un bar di Oxford, all’epoca della stesura della sceneggiatura, qualcuno abbia registrato la loro conversazione e pubblicata in rete. I due hanno così capito che dovevano usare ogni possibile precauzione per salvaguardare il loro pubblico dagli spoiler.

LEGGI ANCHE – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, i dettagli sul flashback con i giovani Luke e Leia

Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Il cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid Billy Dee Williams.

Joaquin Phoenix arrestato alla vigilia delle nomination agli Oscar

0

In maniera coerente al suo discorso di ringraziamento ai Golden Globes 2020, in cui invitava tutti i presenti a fare uno sforzo in più, personale, per tutelare l’ambiente per combattere il cambiamento climatico, Joaquin Phoenix ha partecipato ad una manifestazione non autorizzata, contro il climate change, sui gradini del Campidoglio.

A seguito della protesta, l’attore è stato arrestato con altri 146 manifestanti. Che è quello che sta facendo Jane Fonda da diversi mesi, ovvero farsi arrestare una volta a settimana per le proteste contro il cambiamento climatico che i leader del mondo, e Trump in particolare, continuano a non considerare una vera minaccia per il genere umano.

L’attore è quindi finito in manette alla vigilia dell’annuncio delle nomination agli Oscar 2020, che verranno rese note lunedì nel primo pomeriggio italiano (mattina presto a Los Angeles). L’attore è il front-runner nella categoria Migliore attore protagonista, con la sua interpretazione di Arthur Fleck in Joker, di Todd Phillips.

LEGGI ANCHE – Joker sequel: Todd Phillips non ne ha ancora parlato con Joaquin Phoenix

Joker vede nel cast Joaquin PhoenixZazie BeetzFrances ConroyBrett CullenDante Pereira-OlsonDouglas Hodge e Josh Pais ed è arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019.

Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio nei Batman di Tim Burton, nella trilogia del Cavaliero Oscuro di Christopher Nolan e in Suicide Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.

 

 

Valerio Mastandrea: 10 cose che non sai sull’attore

Valerio Mastandrea: 10 cose che non sai sull’attore

Tra i più apprezzati attori italiani vi è Valerio Mastandrea, personalità versatile che negli hanno ha dato vita ad interpretazioni memorabili, ricche di emotività e gentilezza. Apprezzato da critica e pubblico, Mastandrea si è distinto come una delle personalità più influenti nell’attuale panorama cinematografico italiano, continuando a rinnovarsi senza concedersi facilmente, partecipando solo ai progetti in cui crede davvero.

Ecco 10 cose che non sai di Valerio Mastandrea.

Valerio Mastandrea: i suoi film

1. Ha recitato in celebri lungometraggi italiani. Mastandrea debutta al cinema nel 1994 con il film Ladri di cinema, per poi recitare in film come Bruno aspetta in macchina (1996), La classe non è acqua (1997), Viola bacia tutti (1997), L’odore della notte (1998), La carbonara (2000), Velocità massima (2002), Gente di Roma (2003), Il caimano (2006), N – Io e Napoleone (2006), Tutta la vita davanti (2008), Non pensarci (2008), Un giorno perfetto (2008), Nine (2009), La prima cosa bella (2010), Nessuno mi può giudicare (2011), Romanzo di una strage (2012), Gli equilibristi (2012), Viva la libertà (2013), Pasolini (2014), La felicità è un sistema complesso (2015), Perfetti sconosciuti (2016), Fiore (2016), The Place (2017), Tito e gli alieni (2018), Euforia (2018), Moschettieri del re (2018), Il grande salto (2019) e Figli (2020).

2. Ha ricoperto il ruolo di produttore. Nel corso degli anni Mastandrea ha più volte prodotto diversi film, tra cui Good Morning, Aman (2009), L’Aquila bella mè (2009), Pezzi (2012), La mia classe (2013) e Non essere cattivo (2015), per cui è stato apprezzato lo sforzo produttivo, e in seguito i film Fiore (2016) e Ride (2018).

3. Ha esordito alla regia. Nel 2018 Mastandrea esordisce alla regia con il film Ride, di cui ha firmato anche la sceneggiatura. Questo è incentrato su una donna che, rimasta vedova, non riesce a versare lacrime di dolore. Particolarmente apprezzato, il lungometraggio ha permesso a Mastandrea di ricevere la nomination ai David di Donatello come miglior regista esordiente.

valerio-mastandrea-figli

Valerio Mastandrea è su Twitter

4. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Twitter, con un profilo seguito da ltre 196 mila followers. Qui l’attore è solito condividere tweet particolarmente ermetici, con cui esprime la propria opinione sui principali fatti di cronaca.

Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi

5. Sono in ottimi rapporti. Mastandrea è stato fidanzato per diverso tempo con l’attrice Paola Cortellesi, con cui è rimasto in ottimi rapporti anche in seguito alla loro separazione. I due attori reciteranno insieme nel film Figli, scritto da Mattia Torre.

Valerio Mastandrea: chi è sua moglie

6. È stato sposato. Mastandrea è stato sposato con Valentina Avenia, attrice e autrice televisiva. I due hanno avuto un figlio, chiamato Giordano, nel marzo del 2010. Particolarmente riservati, e lontani dai social, i due coniugi hanno raramente rilasciato notizie circa la loro vita privata. Nel 2018, tuttavia, i due attori hanno annunciato la separazione.

Valerio Mastandrea e il monologo “Figli”

7. Il suo monologo diventerà un film. Scritto da Mattia Torre, il monologo figli diventerà un film per il cinema. Il testo fu interpretato da Mastandrea in occasione di un episodio dello show E Poi C’è Cattelan, riscuotendo ottimo successo di pubblico. Il monologo descrive la fatica dell’essere genitore senza sfociare in facili stereotipi.

valerio-mastandrea-twitter

Valerio Mastandrea in Diabolik

8. Reciterà nell’adattamento dell’omonimo fumetto. L’attore sarà tra i protagonisti del film Diabolik, dove avrà il ruolo dell’ispettore Ginko. A ricoprire il ruolo del protagonista mascherato sarà invece l’attore Luca Marinelli, mentre Miriam Leone darà vita al personaggio di Eva Kant.

Valerio Mastandrea e Paolo Ruffini

9. Ci sono state incomprensioni su un loro scambio di battute. Nell’edizione dei David di Donatello del 2014, dove Paolo Ruffini era conduttore, Mastandrea ha dato vita con ad uno scambio di battute che ha fatto ipotizzare molti circa un loro conflitto. In seguito è stata chiarata la natura ironica delle loro battute, fugando ogni dubbio.

Valerio Mastandrea età e altezza

10. Valerio Mastandrea è nato a Roma, in Italia, il 14 febbraio 1972. L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.

Fonte: IMDb

Piccole Donne, adattamenti a confronto: meglio il 1994 o il 2019?

Il famoso romanzo di Louisa May Alcott, Piccole Donne, è stato riadattato diverse volte per il grande schermo nel corso degli anni. Pubblicato nel 1868, è un romanzo in grado di appassionare ancora oggi il pubblico di tutte le età. E anche se parti della trama sono rimaste invariate in base alla visione dei registi dei numerosi adattamenti, il modo in cui i personaggi e le loro dinamiche si intrecciano sono stati spesso oggetti di diverse rivisitazioni.

Sia la versione del 2019 che quella del 1994 di Piccole Donne sono state dirette da registe donne: Greta Gerwig (quella del 2019) e Gillian Armstrong (quella del 1994). In un’industria in cui è ancora difficile per la donna riuscire ad affermarsi, la Gerwig e la Armstrong hanno certamente compreso in profondità la lotta del personaggio di Jo, riflesso della vera storia della stessa Alcott, per cercare di diventare una scrittrice affermata.

Ma in cosa è riuscito meglio l’adattamento del 2019 con Saoirse Ronan e in cosa, invece, è stato superato da quello del 1994 con Winona Ryder? Scopriamolo di seguito:

Il personaggio di Amy (2019)

Molti parlano del nuovo modo in cui è stata presentata Amy nel film del 2019. In un certo senso, è una figura speculare a quella di Jo: forte, intelligente, dallo spirito artistico ma pragmatico. Sia Amy che Jo condividono la stessa idea in merito al matrimonio, che nella maggior parte dei casi ha più a che fare con questioni di prestigio sociale ed economico che non con un reale sentimento. Nel libro e nei precedenti adattamenti, Amy è sempre stata considerata la sorella March meno popolare; tuttavia, le cose potrebbero cambiare dopo la visione del film della Gerwig.

Nel film del 1994, Amy appare forte, amorevole, irrequieta e a tratti un po’ viziata, ma a mano a mano che la storia procede, il suo personaggio appare decisamente ai margini. Nel film del 2019, invece, vediamo che Amy da adulta non è affatto nell’ombra, ma addirittura capiamo perché il personaggio di Laurie avrebbe potuto fidanzarsi con lei.

Il personaggio di Beth (1994)

Beth è piena di vita all’inizio della versione del 1994: è timida ma al tempo stesso è anche molto dolce e affettuosa. Quando il nonno di Laurie le regala un pianoforte, Beth è sorpresa ma al tempo stesso pazza di gioia all’idea di essere così amata da qualcuno. In questa particolare scena, tutte le sorelle March mostrano quanto tengono a Beth e quanto si preoccupano per lei, qualcosa che nella versione del 2019 è invece meno evidente.

Inoltre, nel film del 1994, vediamo più momenti che mostrano quanto siano vicini i personaggi di Beth e Jo, come quando Beth conforta Jo per il suo taglio di capelli o quando si identifica in tutte le sue storie. Nel film del 2019, questo forte legame tra le due sorelle non scompare del tutto, ma essenzialmente Beth serve più a sciogliere alcuni nodi della trama, invece di risultate come un personaggio dotato di un forte spessore: è lei l’anello di congiunzione tra il passato e il presente, ciò che spingerà Jo a scrivere “Piccole Donne”.

I talenti delle sorelle March (2019)

Nella versione del 2019, grande attenzione viene riposta su tutte e quattro le sorelle e sui loro talenti artistici. Jo è un’aspirante scrittrice, Meg un’attrice, Beth una musicista e Amy un’artista. Tutte e quattro hanno talento da vendere e spesso uniscono le loro grandi passioni per realizzare insieme dei piccoli spettacoli.

Jo crede fortemente nella sua arte; fa parte di chi è, la definisce come persona. Inoltre, sfrutta questa sua passione anche per guadagnare qualcosa ed aiutare così la sua famiglia, cosa che la stessa Louisa May Alcott ha davvero fatto. Poiché Jo crede così tanto nella scrittura, non capisce bene perché Meg decisa così repentinamente di lasciarsi alle spalle la sua passione per la recitazione. Tuttavia, alla fine della versione del 2019, ritroviamo le tre sorelle che usano il loro talento per creare una scuola e insegnare ai bambini il valore dell’arte.

Il professor Friedrich Bhaer (1994)

Nella versione del 2019 il professor Friedrich Bhaer è un giovane francese accattivante, interpretato da Louis Garrell. Nei romanzi, però, il personaggio è un uomo di mezza età, di origine tedesca. Da questo punto di vista, la versione del 1994 è sicuramente più fedele alla pagine scritte.

Nel film della Armstrong, infatti, seguiamo l’evolversi della relazione tra Bhaer (interpretato da Gabriel Byrne) e Jo. Abbiamo modo di scoprire anche delle lettere di Jo indirizzate alle sorelle, in cui la ragazza rivela i sui suoi sentimenti per l’uomo. Il professore è un uomo molto generoso, ma è anche abbastanza ingenuo, tanto da non capire che Jo vorrebbe qualcosa di più di una sincera e leale amicizia. Sicuramente la fedeltà al romanzo ha intriso anche il rapporto tra i due personaggi sul grande schermo di quella dolcezza e di quel sentimentalismo necessari. 

La relazione tra Jo e Marmee (2019)

Il forte legame tra Jo e Marmee testimonia quanto madre e figlia abbiano due caratteri molto simili. Marmee è una madre paziente e una donna estremamente saggia, ma in realtà ha dovuto lavorare molto su se stessa per diventare così.

Nasconde in realtà un carattere molto coraggioso, e anche da questo punto di vista Jo finirà per assomigliarle. Nel film del 1994 vediamo il personaggio di Marmee (interpretato da Susan Sarandon) prendere importanti decisioni, ma è nella versione del 2019 che il suo spirito intrepido viene fuori grazie alla straordinaria interpretazione di Laura Dern.

La situazione economica della famiglia March (1994)

In entrambi i film ci viene raccontato che la famiglia March vive in una grande casa a pochi passi da alcuni ricchi vicini: la famiglia March, però, non è una famiglia ricca. Sappiamo che i March sono più ricchi della famiglia Hummel, ma anche più poveri di molti altri personaggi (Laurie, gli amici di Meg e i compagni di scuola di Amy). Tuttavia, apprendiamo molto di più sulla situazione economica della famiglia nel film del 1994.

Una volta la famiglia March era ricca: essendo la più grande, Meg ricorda meglio il passato della famiglia rispetto alle sue sorelle; ecco perché fa più fatica adesso a vivere in condizioni meno agiate. Sia lei che Jo lavorano per aiutare la loro famiglia. Jo lavora per zia March, mentre Meg lavora come governante. Data la difficile situazione, un pranzo di Natale può rappresentare una specie di miracolo per le sorelle March…

Il riscatto economico di Meg (2019)

Un aspetto della storia sicuramente più approfondito nel film del 2019 è il fatto che Meg non sia totalmente entusiasta del suo matrimonio, guardando con nostalgia alla sua vecchia vita e, soprattutto, alle sue vecchie passioni.

La versione del film uscita nel 1994 ci mostra una Meg sposata molto più contenta della sua vita, mentre in quella del 2019 Meg è decisamente più tormentata e pensierosa, cosa che contribuisce a rendere il personaggio decisamente più realistico, dal momento che Meg sembra essere sprofondata in una situazione economica anche più instabile di quella della sua famiglia.

Il contesto storico e le questioni razziali (1994)

Piccole Donne è ambientato durante la Guerra Civile. Nel film del 2019 ciò viene appena menzionato, mentre in quello del 1994 assume una connotazione decisamente più rilevante. Quando Marmee e le sorelle March si radunano per ascoltare i racconti del padre, vengono raccontati diversi dettagli a proposito dell’esperienza dell’uomo sul campo di battaglia. Inoltre, una volta terminata la guerra, c’è una sequenza in cui è possibile vedere alcuni soldati che tornano a casa con le loro attrezzature, tristi e stanchi.

Per quanto riguarda invece le questioni razziali, nella scena in cui Meg rimane con le sue amiche prima che lei vada al ballo e queste decidano di vestirla, la ragazza protesta. Le amiche vogliono vestirla con un abito di seta, ma Meg è contraria perché sostiene che la seta è lavorata dagli schiavi nel Sud o dai bambini cinesi nelle fabbriche. È solo quando la sua amica le assicura che quell’abito è stata creato nel Nord, che Meg si convince ad indossarlo.

Mescolare finzione e realtà (2019)

La Gerwig e l’intero cast del film hanno svolto numerose ricerche. Ecco perché Laura Dern (Marmie) usa effettivamente le parole che la madre di Louisa May Alcott le scrisse in una lettera. Il finale è probabilmente la più importante testimonianza del modo in cui i romanzi si sono mescolati con quanto accaduto realmente nella vita della Alcott: Jo parla della fine del libro a un editore.

Pressata per far sposare la sua eroina, Jo rivela scherzosamente come andrà a finire la storia, mentre sotto la pioggia battente cerca di ottenere i diritti sul suo libro e sui suoi guadagni. Si tratta di qualcosa che è successa veramente alla Alcott, quando le hanno detto che Jo avrebbe dovuto sposarsi per accontentare i lettori. È un momento altamente sarcastico – dato anche il contesto formale – che nel film funziona alla perfezione.

La resistenza di Jo al cambiamento (1994)

Uno dei motivi per cui Jo non vuole che Meg si sposi è che la ragazza adora la loro vita così com’è, e non vuole cambiarla. Inoltre, quando Laurie le propone di sposarlo, è arrabbiata perché si accorge che il loro rapporto potrebbe cambiare.

Jo vuole che le cose rimangano come sono: è disposta a cambiare, ma con profonda riluttanza. Nella sua mente, il tempo trascorso con le sue sorelle e con Laurie è prezioso. Una parte fondamentale del suo arco narrativo è proprio riuscire ad imparare e ad accettare che tutto prima o poi cambia, anche le cose, le situazioni e le persone che ami.

Fonte: ScreenRant

Thor: Love and Thunder, Beta Ray Bill farà il suo debutto nel film?

0

Stando ad un nuovo rumor, il personaggio di Beta Ray Bill creato da Walter Simonson, potrebbe apparire in Thor: Love and Thunder di Taika Waititi, il nuovo film Marvel che renderà il celebre Dio del Tuono interpretato da Chris Hemsworth l’unico personaggio ad aver avuto ben 4 film all’interno del MCU a lui dedicati.

In seguito al successo di Thor: Ragnarok, era altamente prevedibile che i Marvel Studios chiedessero a Taika Waititi di tornare dietro la macchina da presa per le nuove avventure del figlio di Odino. Chris Hemsworth tornerà nei panni dell’iconico personaggio, insieme a Tessa Thompson che riprenderà il ruolo di Valchiria. Al momento i dettagli sulla trama del film non sono stati resi noti, ma sappiamo che il premio Oscar Natalie Portman tornerà nei panni di Jane Foster dopo che il suo personaggio non era stato incluso in Ragnarok. 

Nelle ultime ore, stando a quanto riportato da FandomWire, il personaggio di Beta Ray Bill potrebbe apparire in Thor: Love and Thunder. Nei fumetti, Beta Ray Bill è noto per il suo aspetto particolarmente mostruoso, ma alla fine si rivela essere un vero eroe. È stato uno dei pochi personaggi degni di sollevare il martello di Thor, il Mjolnir, prima di ricevere un proprio martello da guerra, lo Stormbreaker. Oltre a maneggiare il suo martello, Beta Ray Bill possiede anche una forza sovrumana, velocità, agilità, una durata della vita più estesa della media, oltre ad eccellenti capacità nel combattimento corpo a corpo.

Dopo la notizia del casting di Christian Bale nel film, i fan hanno immediatamente iniziato a speculare su quale sarà il personaggio che l’attore premio Oscar interpreterà. Sono in molti a volere che Bale interpreti proprio Beta Ray Bill e forse, con il rumor del possibile debutto del personaggio nel film, i sogni più reconditi di alcuni potrebbe finalmente diventare realtà. Tra gli altri personaggi che Bale potrebbe interpretare nel film, c’è anche Darrio Agger/Minotauro, come suggerito di recente dal fumettistra Jason Aaron. 

LEGGI ANCHE – Thor: Love and Thunder, 10 personaggi che potrebbe interpretare Christian Bale

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarok, così come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto The Mighty Thor, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo”.

L’uscita nelle sale è fissata invece al 5 novembre 2021.

Fonte: ScreenRant

Carnage: le 5 migliori storie da adattare al cinema

Carnage: le 5 migliori storie da adattare al cinema

Sono già in corso le riprese di Venom 2, in cui Tom Hardy tornerà ad interpretare Eddie Brock, che questa volta si dovrà confrontare con Carnage, anticipato dalla scena post credits del primo film e che sarà interpretato da Woody Harrelson.

Ma quali sono le possibilità di storia per questo folle e pericoloso villain dei fumetti Marvel? Quali sono le migliori storie che lo vedono protagonista nei fumetti e che potrebbero ispirare il film? Ecco di seguito le 5 migliori:

VENOM VS. CARNAGE

Solo perché Carnage è un personaggio legato a Spider-Man non significa che non possa sviluppare trame in cui è protagonista. La prima storia che fa parte di questo breve elenco è quella che vede il personaggio scontrarsi contro la nemesi di Peter Parker: Venom. Naturalmente si tratta della storia che più plausibilmente vedremo in sala, almeno per il sequel diretto di Venom.

Questa mini-serie in quattro parti di Peter Milligan e Clayton Crain non solo ci mostra una battaglia tra questi cattivi molto attesa ma porta anche alla luce il figlio di Carnage. Esatto, Carnage ha in realtà la sua progenie proprio come è la progenie di Venom. L’introduzione di Toxin aggiunge un altro elemento alla storia, mettendo in scena una lotta tra tre simbionti. È una storia che piacerà a tutti gli appassionati di Spider-Man, Venom o Carnage e che entra subito nel vivo dell’azione.

CARNAGE, U.S.A.

Vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se i Vendicatori fossero stati i padroni di casa del simbionte? In Carnage U.S.A. di Zeb Wells e Clayton Crain vediamo cosa succede quando Carnage prende il controllo di ogni persona in una piccola città del Colorado.

Rispondendo alla chiamata, i Vendicatori (Capitan America, Spider-Man, Occhio di Falco, Wolverine e La Cosa) si precipitano nella trappola di Carnage e vengono rapidamente consumati dal simbionte. Questa mini-serie è fantastica su diversi livelli. Per iniziare, Wells fa un lavoro incredibile nel rappresentare quanto potente possa essere Carnage e riaccende anche la rivalità tra lui e Spider-Man. Infine, ognuna delle cinque uscite fornisce alcune copertine incredibili che sono, senza dubbio, alcune delle migliori nella storia di Carnage.

CARNAGE (2010)

Ogni volta che una trama di Carnage è collegata a Zeb Wells o Clayton Crain, è destinata ad avere successo. Quel modello segue sicuramente l’esempio con la sua mini-serie Carnage, formata da cinque numeri, in cui vediamo il protagonista incastrato contro Iron Man e Spider-Man.

Non solo ci viene data una nuova interpretazione creativa di Carnage, con apparizioni sia di Cletus Kasady che del Dr. Tanis Nieves, ma diamo anche uno sguardo alla portata del simbionte nella forma di altri simbionti Scorn e Shriek. Inoltre, Crain ci fornisce ancora un’altra serie di incredibili copertine ispirate al mostro simbionte.

MAXIMUM CARNAGE

Fino allo scorso anno, la trama principale di Carnage era Maximum Carnage in 14 parti, del 1993. Questa storia è una delle prime opere incentrate su Carnage a cui siamo mai stati introdotti e, insieme ad esso, abbiamo imparato molto sul personaggio al di fuori della sua relazione con Spider-Man e Venom.

Non solo questa è una delle migliori storie che collegano e espandono magnificamente Carnage rispetto all’universo Marvel, ma lascia anche un’eredità duratura per il personaggio. Con Maximum Carnage è nato un nuovo amore e interesse per Carnage e il desiderio di creare più storie incentrate su di lui. Questa fantastica storia potrebbe essere il modo migliore per presentare il personaggio ai neofiti.

ABSOLUTE CARNAGE

Infine, siamo giunti a quello che è probabilmente il miglior pezzo dedicato a Carnage che abbiamo mai visto. Dalla brillante combinazione di Donny Cates e Ryan Stegman nasce Absolute Carnage. L’epopea in cinque parti racconta il ritorno del serial killer Cletus Kasady mentre cerca di dare la caccia a chiunque abbia mai avuto un legame con il simbionte. Lungo la strada incrocia due dei suoi nemici più longevi: Venom e Spider-Man.

Absolute Carnage è completo di una serie di legami che mettono a confronto alcuni degli eroi Marvel preferiti dal pubblico con il pazzo simbiote. La storia porta nuova e rinfrescante vita a Carnage e mette in mostra le magnifiche cose che Cates e Stegman possono fare con i mostri simbionti.

I Miserabili: trailer del film di Ladj Ly

0
I Miserabili: trailer del film di Ladj Ly

Lucky Red ha diffuso il trailer ufficiale de I Miserabili (recensione) di Ladj Ly, la pellicola che arriver al cinema dal 30 gennaio 2020 distribuito da Lucky Red.

Ispirato alle sommosse di Parigi del 2005, il film ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes, il Premio Miglior Rivelazione agli European Film Awards ed è attualmente candidato al Premio Oscar per la Francia come Miglior Film Straniero.

Citando con eleganza l’omonimo romanzo di Victor Hugo, nel suo lungometraggio d’esordio il regista Ladj Ly realizza un affresco sincero e autentico delle periferie parigine e dei miserabili del nuovo millennio: il risultato è un thriller dal ritmo avvincente e adrenalinico, che non si abbandona a facili condanne e non cade nelle trappole della faziosità o del vittimismo, dove il confine tra bene e male si fa assolutamente labile, mentre tutti i personaggi diventano vittime alla ricerca di un personale riscatto o, più semplicemente, di sopravvivenza. Perché, proprio come affermava Victor Hugo nel suo celebre romanzo, “non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”.

I Miserabili, la trama

I miserabili, acclamata opera prima del regista Ladj Ly, è candidato all’Oscar come miglior film straniero. Girato esattamente dove Victor Hugo aveva ambientato il suo romanzo, a Montfermeil, nella periferia a un’ora dal cuore di Parigi si consuma un thriller dal ritmo avvincente e adrenalinico. Stéphane, insieme a due colleghi veterani di una squadra anticrimine, si trova a fronteggiare una guerra tra bande, membri di un ordine religioso, ragazzini in rivolta. Un semplice episodio di cronaca diventerà il pretesto per una deflagrante battaglia per il controllo del territorio, in un tutti contro tutti senza pietà.

Captain America: tutti i frame del suo fondoschiena in Endgame

0
Captain America: tutti i frame del suo fondoschiena in Endgame

Un fan particolarmente ambizioso dei Marvel Studios ha deciso di assemblare in un’unica immagine tutte le inquadrature del fondoschiena di Captain America in Avengers: Endgame. Nel cinecomic campione d’incassi di Anthony e Joe Russo, abbiamo visto concludersi l’arco narrativo di SteveRogers/Chris Evans. Dopo aver contribuito alla sconfitta di Thanos, Cap ha restituito le Gemme dell’Infinito alla loro precisa collocazione temporale e ha deciso di rimanere nel passato per vivere finalmente la sua vita con Peggy Carter/Hayley Atwell. Questo finale è stato ampiamente dibattuto dai fan, soprattutto in relazione alla timeline dell’intero MCU: al di là di tutte le implicazioni cronologiche, si è trattato di trovare il modo più appropriato possibile per registi e sceneggiatori di chiudere la storia dell’iconico eroe a stelle e strisce.

Al di là del possibile malcontento, però, è innegabile che Avengers: Endgame abbia regalato diverso fanservice in modo da offrire agli spettatori un’esperienza cinematografica epica e sciogliere tutti i nodi di una trama estremamente articolata. Tra i momenti più epici del film c’è sicuramente quello in cui Captain America brandisce il martello di Thor, il Mjolnir, durante la battaglia finale contro Thanos. Eppure, nonostante queste grandi sequenze, Steve Rogers è stato protagonista, nel film, anche di momenti più leggeri e divertenti. Tutti ricorderete la battuta sul fondoschiena di Captain America, inserita proprio perché i fan hanno sempre dimostrato un particolare “interesse” nei confronti del derrière di Chris Evans.

Un utente di Reddit, nonché fan dei Marvel Studios, ha raccolto in un’unica immagine tutti i frame del fondoschiena di Captain America in Avengers: Endgame. Come specificato dall’utente, ci sono almeno 54 fotogrammi del sedere di Cap nel film, esclusi quelli dove è visibile soltanto una parte dello stesso. Chiaramente, l’utente non ha potuto confermare che il sedere rappresentato in ogni singolo frame sia effettivamente quello di Evans, dal momento che alcuni potrebbero appartenere a qualche controfigura, specie nella sequenza del combattimento di Cap contro Cap.

Potete vedere l’immagine di seguito:

LEGGI ANCHE – Captain America: le teorie sul futuro dell’eroe nel MCU

Ricordiamo che Avengers: Endgame è il film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza pari.

Film evento del decennio, è riuscito in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man, riunendo sul grande schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima alla classifica Avatar di James Cameron.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd Brie Larson.

Fonte: ScreenRant

Rufus Sewell: 10 cose che non sai sull’attore

Rufus Sewell: 10 cose che non sai sull’attore

Pur con una lunga carriera cinematografica e televisiva alle spalle, l’attore Rufus Sewell non è particolarmente conosciuto. Ciò non gli ha però impedito di prendere parte ad alcuni celebri film, che gli hanno permesso di ottenere una propria schiera di fan. Apprezzato per la sua versatilità, Sewell non manca di destreggiarsi tra ruoli e generi diversi, ottenendo in più occasioni le lodi della critica. Ecco 10 cose che non sai di Rufus Sewell.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Rufus Sewell: i suoi film

1. Ha recitato in numerosi lungometraggi. L’attore esordisce al cinema nel 1994 con il film Un uomo senza importanza, per poi recitare nei film Hamlet (1996), Dark City (1998), Illuminata (1998), La mossa del diavolo (2000), Il destino di un cavaliere (2001), The Legend of Zorro (2005), Tristano & Isotta (2006), Paris, je t’aime (2006), Amazing Grace (2006), L’amore non va in vacanza (2006), The Tourist (2010), Le leggenda del cacciatore di vampiri (2012), Hercules – Il guerriero (2014), The Devil’s Hand (2014), Billy il koala (2015), Gods of Egypt (2016) e Judy (2019).

2. Ha recitato anche per la televisione. Nel corso della sua carriera l’attore ha preso parte anche a diverse produzioni televisive. Tra queste si annoverano i film TV Cold Comfort Farm (1995), Lei, la creatura (2001) e Killing Jesus (2015); e le serie TV Helen of Troy – Il destino di un amore (2003), Carlo II – Il potere e la passione (2003), John Adams (2008), Eleventh Hour (2008-2009), I pilastri della terra (2010), Le inchieste dell’ispettore Zen (2011), Restless (2012), L’uomo nell’alto castello (2015-2019) e Victoria (2016-2017).

rufus-sewell-john-smith

Rufus Sewell è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 65,5 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago, mentre maggiormente presenti sono invece immagini promozionali dei suoi progetti da interprete. Non mancano inoltre foto tratte dalle premiere o alle cerimonie a cui Sewell ha preso parte.

Rufus Sewell è anche su Twitter

4. È presente sul celebre social network. Sewell dispone anche di un profilo su Twitter, dove ha un totale di 53,8 mila followers. Qui l’attore è solito condividere novità riguardanti i propri progetti da attore, ma frequentemente esprime anche proprie opinioni su fatti d’attualità. Non manca inoltre di mostrarsi disponibile per i propri fan, rispondendo alle loro curiosità.

Rufus Sewell è l’interprete di John Smith

5. È stato il villain di una celebre serie TV. L’attore è particolarmente noto per aver interpretato il ruolo di John Smith nella serie Amazon Prime L’uomo nell’alto castello, ambientata in una realtà distopica dove la Germania nazista ha vinto la guerra e domina ora gli Stati Uniti d’America. Qui il personaggio di Sewell è uno spietato caporale tedesco che cerca di sgominare la resistenza.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

6. È particolarmente affascinato dal personaggio. L’attore ha dichiarato un iniziale interesse nei confronti del personaggio per via della sua natura di cattivo, che permette di sbizzarrirsi nell’interpretazione. Sewell ha però aggiunto di essere rimasto particolarmente affascinato dal personaggio nel momento in cui questo ha presentato delle sfumature che non lo rendevano soltanto un cattivo, bensì un uomo che perseguiva il suo credo perché convinto che questo fosse il bene.

rufus-sewell-zorro

Rufus Sewell in Zorro

7. Ha recitato nel film sul celebre spadaccino. Nel 2005 l’attore interpreta il personaggio del Conte Armand, villain del film The Legend of Zorro, con l’attore Antonio Banderas. All’interno del film, Armand è intenzionato a dar vita ad una serie di atti terroristi nel cuore degli Stati Uniti d’America, sfruttando le nuove linee ferroviarie da poco costruite. Sul suo cammino incontrerà tuttavia il giustiziere Zorro.

Rufus Sewell ha dei figli

8. È padre. L’attore è diventato padre una prima volta nel 2002, quando ebbe un figlio dalla relazione con la produttrice e sceneggiatrice Amy Gardner, sposata nel 2004 e da cui divorziò poi nel 2006. In seguito Sewell ha avuto una figlia dalla relazione con la modella Ami Komai.

Rufus Sewell: il suo 2019

9. È tornato a recitare in televisione. Nel 2019 l’attore recita nella nuova stagione della serie Victoria, basata sulla celebre regina britannica e dove Sewel ricopre il personaggio di Lord Melburne. Sempre nello stesso anno l’attore riprende il ruolo di John Smith nell’ultima stagione di L’uomo nell’alto castello. Recita anche al cinema nel film Judy, accanto all’attrice Renée Zellweger. Qui Sewell ricopre il ruolo di Sidney Luft.

Rufus Sewell età e altezza

10. Rufus Sewell è nato Twickenham, in Inghilterra, il 29 ottobre 1967. L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Andrew Scott: 10 cose che non sai sull’attore

Andrew Scott: 10 cose che non sai sull’attore

Andrew Scott è uno di quegli attori che è facile aver visto recitare in più occasioni per progetti particolarmente diversi l’uno dall’altro. Attivo tanto al cinema quanto in televisione, l’attore ha preso parte ad alcuni dei titoli più noti degli ultimi anni, arrivando ad interpretare personaggi di rilievo che ne hanno decretato il successo. La sua carriera ha così conosciuto un notevole incremento, con numerose lodi anche da parte del pubblico e della critica. Ecco 10 cose che non sai su Andrew Scott.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Andrew Scott: i suoi film

1. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore ha esordito nel 1998 con un piccolo ruolo nel film Salvate il soldato Ryan, per poi recitare in film come Locke (2013), Jimmy’s Hall (2014), Pride (2014), Spectre (2015), Victor – La storia segreta del dott. Frankenstein (2015), Alice attraverso lo specchio (2016), La verità negata (2016) e 1917 (2019).

2. È noto per i suoi ruoli televisivi. L’attore si è fatto conoscere per aver preso parte a celebri serie TV come John Adams (2008), Sherlock (2010-2017), dove ha ricoperto il ruolo del Professor Moriarty, Black Mirror (2019), Fleabag (2019), Modern Love (2019) e His Dark Materials – Queste oscure materie (2019-in corso).

andrew-scott-moriarty

Andrew Scott è Moriarty

3. È il personaggio che gli ha cambiato la carriera. L’attore è diventato celebre per aver interpretato il ruolo del dottor James Moriarty nella serie Sherlock, con protagonista Benedict Cumberbatch. Moriarty il villain principale, pronto a tutto pur di distruggere il suo rivale. L’attore ha affermato di essere particolarmente grato al personaggio, poiché grazie a questo la sua carriera ha conosciuto un periodo particolarmente ricco.

4. Il personaggio non era inizialmente previsto. Quando gli ideatori della serie, Steven Moffat e Mark Gatiss, iniziarono a dar vita al progetto, non avevano contemplato la presenza di Moriarty, poiché non erano sicuri di trovare l’interprete giusto. Quando fecero la conoscenza di Scott, tuttavia, si convinsero che l’attore aveva la giusta personalità per dar vita ad un inedito ritratto del personaggio, decidendo così di aggiungerlo alla serie.

Andrew Scott ha preso parte a Black Mirror

5. È stato il protagonista di un episodio. L’attore è apparso come protagonista nell’episodio Smithereens, della quinta stagione della serie Black Mirror. Qui interpreta Chris, un vedovo che lavora come autista, e che a causa del lutto e del dolore provato deciderà di dar vita ad un gesto estremo. Ambientato prevalentemente all’interno di un auto, l’attore ha tuttavia dichiarato di non aver realmente guidato, ma che i movimenti del veicolo sulla strada erano simulati.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Andrew Scott in Modern Love

6. Ha recitato nella serie Amazon Prime. Scott recita nell’episodio Hers Was a World of One della serie antologica Modern Love, disponibile sulla piattaforma Amazon Prime. Qui l’attore interpreta un omosessuale che, insieme al suo compagno, cercano di adottare un bambino. Le loro sorti cambieranno nel momento in cui incontreranno una donna in cerca di genitori adottivi per il suo bambino non ancora nato.

Andrew Scott ha un cameo in Queste oscure materie

7. Ha un importante cameo. L’attore appare solo brevemente nella serie Queste oscure materie, ricoprendo il ruolo di John Parry, colonnello della marina e padre di Will. Il personaggio, per ora solo accennato, avrà modo di comparire in modo più approfondito nelle successive stagioni della serie, con il progredire della storia.

andrew-scott-fleabag

Andrew Scott ha recitato in Fleabag

8. È stato ringraziato dalla protagonista della serie.  L’attrice Phoebe Waller-Bridge, protagonista della serie Fleabag, ha rivelato che il merito del finale della seconda stagione è dell’attore Andrew Scott. Questi propose infatti una conclusione ben lontana da quella pensata dall’attrice, la quale alla fine si convinse ed ebbe modo di verificare che l’idea avuta dal collega aggiungeva forte emotività al tutto.

9. Ha interpretato uno dei personaggi più apprezzati. Nella serie l’attore ha interpretato il ruolo di un prete molto particolare, che è diventato in breve tempo uno dei personaggi più apprezzati. Questo ruolo ha infatti permesso a Scott di dar vita a nuove e inedite sfumature del suo talento, e di affermarsi inoltre come sex symbol.

Andrew Scott età e altezza

10. Andrew Scott è nato a Dublino, in Irlanda, il 21 ottobre 1976. L’altezza complessiva dell’attore è di 173 centimetri.

Fonte: IMDb

Hammamet: dietro al trucco di Pierfrancesco Favino – video

0
Hammamet: dietro al trucco di Pierfrancesco Favino – video

Pierfrancesco Favino, protagonista di Hammamet, ha raccontato, tramite alcuni video sul suo profilo ufficiale Facebook, la realizzazione dei film di Gianni Amelio, in cui interpreta Bettino Craxi.

Per trasformarsi nel politico italiano, Favino si è sottoposto ogni giorno a 5 ore di trucco, che sono state raccontate un questo video diario e in particolare nel video che segue:

https://www.facebook.com/pierfrancescofavino/videos/2510633022558074/

Hammamet: la trama

Hammamet riflette su uno spaccato scottante della nostra Storia recente. Sono passati vent’anni dalla morte di uno dei leader più discussi del Novecento italiano, e il suo nome, che una volta riempiva le cronache, è chiuso oggi in un silenzio assordante. Fa paura, scava dentro memorie oscure, viene rimosso senza appello. Basato su testimonianze reali, il film non vuole essere una cronaca fedele né un pamphlet militante. L’immaginazione può tradire i fatti “realmente accaduti” ma non la verità. La narrazione ha l’andamento di un thriller, si sviluppa su tre caratteri principali: il re caduto, la figlia che lotta per lui, e un terzo personaggio, un ragazzo misterioso, che si introduce nel loro mondo e cerca di scardinarlo dall’interno.

01 distribution distribuisce Hammamet, il nuovo film di Gianni Amelio con protagonista Pierfrancesco Favino nei panni di Bettino Craxy. Fanno parte del cast anche Livia Rossi, Luca Filippi, Renato Carpentieri, Claudia Gerini, Silvia Cohen, Omero Antonutti, Giuseppe Cederna, Roberto De Francesco.

Leggi la recensione di Hammamet

Mark Strong: 10 cose che non sai sull’attore

Mark Strong: 10 cose che non sai sull’attore

Per i lineamenti duri del suo volto, l’attore Mark Strong si è affermato negli anni per aver preso parte ad alcuni celebri film in ruoli da villain, risultando spesso convincente nel dar vita a personaggi spietati e privi di morale. Strong ha tuttavia sfoggiato anche buone capacità drammatiche e comiche, ottenendo così le lodi della critica per la sua versatilità.

Ecco 10 cose che non sai su Mark Strong.

Mark Strong: i suoi film

1. Ha recitato da villain in celebri film. L’attore debutta al cinema con il film Captives – Prigionieri (1994), per poi recitare in Due volte ieri (1998), Sunshine (1999), The Martins (2001), Le forze del destino (2003), Oliver Twist (2005), Syriana (2005), Tristano e Isotta (2006), Sunshine (2007), Stardust (2007), e RocknRolla (2008). L’attore è poi divenuto celebre per aver ricoperto il ruolo del villain nei film Sherlock Holmes (2009), Kick-Ass (2010). Tra gli altri film da lui interpretati si annoverano Robin Hood (2010), Lanterna Verde (2011), La talpa (2011), John Carter (2012), Zero Dark Thirty (2012), Kingsman – Secret Service (2014), The Imitation Game (2014), Grimbsy – Attenti a quell’altro (2016), Miss Sloane – Giochi di potere (2016), Kingsman – Il cerchio d’oro (2017), Shazam! (2019) e 1917 (2019).

2. È apparso in numerose produzioni televisive. Nel corso della sua carriera l’attore ha recitato in numerosi film TV, tra cui Emma (1996), In the Name of Love (1999), Falling Apart (2002), e Henry VIII (2003). L’attore ha poi preso parte alle serie TV Our Friends in the North (1996), Anna Karenina (2000), Low Winter Sun (2013) e Deep State (2018).

mark-strong-italiano

Mark Strong parla italiano

3. Ha origini italiane. L’attore possiede origini italiane da parte di padre. Strong è infatti nato con il nome di Marco Giuseppe Salussolia. Il nome gli fu cambiato su suggerimento della madre, per permettergli di integrarsi tra i coetanei britannici. L’interprete non ha mai nascosto di aver continuato a coltivare la lingua italiana, parlandola discretamente.

Mark Strong e Stanley Tucci

4. Viene spesso confuso un altro attore. Strong è in quella lista di attori che vengono spesso confusi con alcuni colleghi dalle fattezze simili. In molti sono infatti soliti scambiare l’attore con Stanley Tucci. Su Internet è infatti possibile ritrovare numerose foto che mettono in evidenza le somiglianze tra i due, ma anche alcune differenze che possono aiutare a distinguerli.

Mark Strong in Sherlock Holmes

5. Ha interpretato il villain del film. Nel film Sherlock Holmes, con Robert Downey Jr., l’attore ha ricoperto il ruolo di Lord Blackwood, esperto di effetti speciali e magia nera che darà del filo da torcere al celebre investigatore. Blackwood sembra infatti possedere la capacità di tornare in vita dalla morte, cosa a cui però Holmes non crede.

6. Si è ispirato ad celebre personaggio letterario. Per il ruolo di Lord Blackwood, l’attore ha dichiarato di essersi ispirato al personaggio del vampiro Dracula. Strong ha infatti accentuato l’aspetto del personaggio secondo cui sarebbe in contatto con il diavolo, ottenendo così la capacità di vincere sulla morte.

mark-strong-shazam

Mark Strong in Shazam!

7. Si è allenato a lungo per il ruolo. Per riuscire a sostenere le impegnative sequenze di combattimento richieste per il film, il più delle quali si svolge sospesi nel vuoto, l’attore si è sottoposto ad un lungo allenamento fisico. Strong si è inoltre esercitato in diverse forse di combattimento per un lungo periodo, aumentando così le proprie capacità fisiche.

8. Ha potuto dar vita alla propria versione del personaggio. L’attore si è dichiarato entusiasta all’idea di poter lavorare su di un personaggio che nessuno aveva ancora mai interpretato. Così Strong ha potuto lavorare libero da eventuali condizionamenti, dando vita a tutte le sfumature e alle caratteristiche dello spietato villain.

Mark Strong: il suo 2019

9. Ha recitato in due film di diverso genere. Il 2019 è stato un anno particolarmente impegnativo per l’attore. Ad aprile è infatti uscito nelle sale il cinecomic Shazam!, dove ricopre il ruolo del villain. Nello stesso anno l’attore ha preso parte ad un importante film d’autore, 1917, incentrato su un evento reale svoltosi durante l’apice della prima guerra mondiale.

Mark Strong età e altezza

10. Mark Strong è nato a Londra, in Inghilterra, il 5 agosto del 1963. L’attore è alto complessivamente 188 centimetri.

Fonte: IMDb

Alicia von Rittberg: 10 cose che non sai sull’attrice

Alicia von Rittberg: 10 cose che non sai sull’attrice

La giovane attrice tedesca Alicia von Rittberg ha mosso i primi passi nello spettacolo nel proprio paese d’orgine, conquistando poi una più ampia fama trasferendosi a recitare in quel di Hollywood. Qui ha avuto modo di confrontarsi con personaggi e generi diversi, dando prova della propria versatilità. Ancora in cerca del ruolo che possa mettere in maggior risalto le sue qualità, la von Rittberg non manca di prendere parte a produzioni tedesche ed europee, mantenendo così salde le proprie radici.

Ecco 10 cose che non sai di Alicia von Rittberg

Alicia von Rittberg: i suoi film

1. Ha recitato in un celebre film americano. Dopo aver preso parte a lungometraggi di produzione tedesca come La scelta di Barbara (2012), l’attrice si fa conoscere anche negli Stati Uniti grazie al film di guerra Fury (2014), dove recita accanto all’attore Brad Pitt. Successivamente recita nel film Il traditore tipo (2016), e nuovamente in lungometraggi tedeschi come Ballon (2018), Rate Your Date (2019). Nel 2020 reciterà invece nel film americano Resistance.

2. Ha partecipato anche a produzioni televisive. La carriera dell’attrice ha inizio grazie ad alcuni film per la televisione tedesca come Il principe delle balene (2010), The Midwife 2 (2016) e Bauhaus (2019). Nel corso degli anni ha inoltre preso parte ad alcune serie televisive, tra cui si annoverano Il commissario Voss (2006-2011), Charité (2017) e Genius (2017).

alicia-von-rittberg-instagram

Alicia von Rittberg è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo seguito da 61,4 mila persone. All’interno di questo la von Rittberg è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma non mancano anche immagini promozionali dei suoi progetti da attrice. Frequenti sono anche scatti e video realizzati per riviste di moda.

Alicia von Rittberg ha un account Facebook

4. Ha una propria pagina Facebook. Molto attiva sui social network, l’attrice possiede anche una pagina ufficiale su Facebook, dove ha un totale di oltre 25 mila follower. Qui la von Rittberg è solita condividere post legati ai propri lavori da interprete, ma non mancano anche curiosità su di lei o immagini tratte dalle premiere a cui prende parte.

Alicia von Rittberg in Fury

5. Ha avuto una parte nel film di guerra. La produzione del film Fury era alla ricerca di un’interprete tedesca per il ruolo di Emma, una delle ragazze con cui interagiscono i protagonisti. L’attrice, su suggerimento della sua agenzia, registrò così un provino con il proprio cellulare, ricevendo due settimane dopo una chiamata per incontrare il regista.

6. È stata lodata da David Ayer. Il regista di Fury, David Ayer, ha dichiarato di aver particolarmente apprezzato l’interpretazione dell’attrice, perché pur trovandosi a ricoprire il ruolo di una ragazza che vive in piena guerra, la von Rittberg non ha marcato questo aspetto drammatico, conferendo invece grande spensieratezza al personaggio.

Alicia von Rittberg e Brad Pitt

7. È rimasta colpita dalla gentilezza dell’attore. L’esperienza più bella del set di Fury, stando alle parole dell’attrice, è stata la possibilità di lavorare con Brad Pitt. Ad averla colpita è stata in particolare la sua gentilezza e disponibilità. Pur avendo una piccola parte, infatti, Pitt ha tenuto in grande considerazione il ruolo dell’attrice, aiutandola in più occasioni a calarsi nel personaggio.

alicia-von-rittberg-brad-pitt

Alicia von Rittberg in Resistance

8. Reciterà accanto a celebri attori. Nel 2020 l’attrice tornerà sul grande schermo con il film Resistance, basato sulla vita del celebre attore e mimo Marcel Marceau. Qui avrà l’occasione di recitare accanto agli attori Jesse Eisenberg, Ed Harris e Édgar Ramìrez.

Alicia von Rittberg: il suo patrimonio

9. Ha origini nobili. L’attrice proviene dalla ricca famiglia von Rittberg, il che le ha permesso di ereditare una buona somma di denaro. Unita ai guadagni ottenuti come attrice, attività che svolge sin dalla giovane età, l’attrice avrebbe oggi un patrimonio stimato di circa 90 milioni di dollari.

Alicia von Rittberg età e altezza

10. Alicia von Rittberg è nata a Monaco, in Germania, il 10 dicembre 1993. L’altezza complessiva dell’attrice è di 165 centimetri.

Fonte: IMDb

Avengers: Endgame, l’arma che Thanos avrebbe dovuto impugnare in origine

0

Thanos avrebbe dovuto impugnare un’ascia al posto della spada in Avengers: Endgame. È quanto emerso grazie ad alcuni nuovi concept del film, diffusi online nelle ultime ore.

L’arrivo del Titano Pazzo in Avengers: Infinity War era stato anticipato in molti dei precedenti film dell’Universo Cinematografico Marvel. Anche se alla fine è stato sconfitto due volte in Endgame, Thanos resta uno dei più grandi nemici contro i quali i Vendicatori abbiano mai combattuto, dal momento che la sua sconfitta ha richiesto il coinvolgimento di tutti i più grandi eroi della terra. La battaglia finale di Endgame ha infatti visto Thanos scontrarsi contro tutti i più grandi personaggi del MCU in un solo colpo, difendendosi dagli eroi brandendo la sua doppia spada.

Sappiate però che la celebre spada del Titano Pazzo non è stata l’unica arma presa in considerazione dai registi Anthony e Joe Russo. Stando a quanto rivelato via Twitter dall’artista Ian Joyney, che ha lavorato a diversi film dei Marvel Studios, incluso Infinity War e Endgame, in origine Thanos avrebbe dovuto entrare in azione non con la sua minacciosa spada, ma bensì una grande ascia da combattimento.

Potete vedere i concept e il design dell’arma in questione di seguito:

LEGGI ANCHE – Avengers: Endgame, Thanos e la sua armata pronti alla battaglia nei concept inediti

Ricordiamo che Avengers: Endgame è il film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza pari.

Film evento del decennio, è riuscito in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man, riunendo sul grande schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima alla classifica Avatar di James Cameron.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris EvansScarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd Brie Larson.

What We Do In The Shadows 2: Mark Hamill guest star

0
What We Do In The Shadows 2: Mark Hamill guest star

Arriva da Deadline la notizia che il noto attore Mark Hamill sarà una delle guest star di What We Do In The Shadows 2, l’attesa seconda stagione della serie What We Do In The Shadows trasmessa da FX.

A darne notizia al noto sito è stato il creatore di Jemaine Clement, che ha confermato che l’attore di Star Wars Mark Hamill sarà guest star nella stagione 2. Al momento non è stato rivelato chi interpreterà esattamente Hamill dunque non resta che aspettare ulteriori notizie.

What We Do In The Shadows 2

What We Do In The Shadows 2 è l’annunciata seconda stagione della serie What We Do In The Shadows creata da Jemaine Clement per il canale FX e basata sull’omonimo film del 2014 scritto da Clement e Taika Waititi.

What We Do in the Shadows è ambientato a Staten Island e segue quattro vampiri che sono stati coinquilini per centinaia di anni.

Nella seconda stagione di What We Do In The Shadows ritorneranno i protagonisti Kayvan Novak nel ruolo di Nandor the Relentless, un vampiro che ha 757 anni e che una volta era un soldato dell’Impero ottomano. Matt Berry nei panni di Laszlo Cravensworth, un vampiro nobile inglese trasformato da Nadja e ora sposato con lei. Natasia Demetriou nel ruolo di Nadja, una vampira romana, sposata con Laszlo. Harvey Guillén nel ruolo di Guillermo, familiare “paziente” di Nandor. Mark Proksch nel ruolo di Colin Robinson, un vampiro energetico che vive con il trio.

Nei ruoli ricorrenti troviamo Doug Jones nel ruolo del barone Afanas, un antico vampiro del Vecchio Paese che crede che i vampiri dovrebbero governare il mondo. Beanie Feldstein nei panni di Jenna, una LARPer e vergine che Guillermo ha attirato per i banchetti dei vampiri. Jake McDorman nel ruolo di Jeff Suckler, una reincarnazionedell’ex amante umano di Nadja, Gregor, un cavaliere che è stato ucciso dalla decapitazione in ciascuna delle sue vite.

Better Call Saul 5: prime foto ufficiali

0
Better Call Saul 5: prime foto ufficiali

La AMC ha diffuso le prime foto ufficiali di Better Call Saul 5, la quinta attesissima stagione della serie spin-off Better Call Saul.

Better Call Saul 5

Better Call Saul 5 è la quinta stagione della serie spin-off Better Call Saul, prequel della pluripremiata serie Breaking Bad. Il creatore Vince Gilligan e lo sceneggiatore e produttore Peter Goul hanno lavorato anche in qualità di co-produttori. Il cast vede la partecipazione di Bob Odenkirk, Jonathan Banks, Michael McKean, Rhea Seahorn, Patrick Fabian, Michael Mando rispettivamente nei ruoli di Jimmy McGill, Mike Ehrmantraut, Chuck McGill, Kim Wexler, Howard Hamlin e Nacho Varga.

Better Call Saul 5 è scritta ancora una volta da Vince Gilligan e Peter Gould che sono anche produttori esecutivi insieme a Mark Johnson (Breaking Bad, Diner, Rain Man), Melissa Bernstein (Breaking BadRectify, Halt and Catch Fire) e  Thomas Schnauz.

Nella quarta stagione di Better Call Saul, la morte di Chuck catalizza la trasformazione di Jimmy McGill (Odenkirk) in Saul Goodman. Sulla scia della sua perdita, Jimmy prende provvedimenti nel mondo criminale che metterà il suo futuro come avvocato – e il suo rapporto con Kim (Rhea Seehorn) – a rischio. La morte di Chuck (Michael McKean) colpisce profondamente gli ex colleghi Howard (Patrick Fabian) e Kim, rimettendo i due ancora sui due lati opposti di una battaglia scatenata dai fratelli McGill.

Nel frattempo, Mike Ehrmantraut assume un ruolo più attivo come il più recente (e più completo) consulente di sicurezza di Madrigal Electromotive. E’ un momento molto delicato per essere in servizio a Gus Fring, dato che il crollo di Hector manda segnali in tutto il mondo sotterraneo di Albuquerque e getta il cartello nel caos – facendo a pezzi i piani ben strutturati di Gus e Nacho. Mentre Gus cambia rotta, Nacho si ritrova nel mirino di forze nemiche.

Loki: il personaggio di Kid Loki apparirà nella serie Disney+?

0
Loki: il personaggio di Kid Loki apparirà nella serie Disney+?

Un nuovo casting call potrebbe aver rivelato nuovi interessanti particolari su Loki, la serie tv che vedrà il ritorno di Tom Hiddleston nei panni del Dio dell’Inganno e che arriverà sulla piattaforma streaming di Disney +.

È da parecchio tempo che si vocifera che in Loki vedremo sia la versione femminile del Dio dell’Inganno che Kid Loki, la versione preadolescente del personaggio, apparsa per la prima volta in “Thor 617”. Grazie al casting call sappiamo adesso che la produzione è alla ricerca di “un bambino di 10 anni, inglese, di qualunque etnica, intelligente e coraggioso, con uno spirito arguto e con esperienze di vita che superano i suoi anni”; tale personaggio avrà un ruolo ricorrente nella serie. Parallelamente, la produzione è anche alla ricerca di “una bambina di 10 anni, britannica, caucasica, in lacrime a causa di una situazione spaventosa, che si affida alla sua intelligenza e resilienza per cercare una via di uscita.”

Al momento non sappiamo chi potrebbe essere il personaggio femminile e se sarà effettivamente la versione femminile del Dio dell’Inganno.

Di recente è stato annunciato l’ingresso nel cast della serie dell’attrice Sophia Di Martino: sono in molti a sostenere che quest’ultima potrebbe interpretare Amora l’Incantatrice, quindi è probabile che la serie andrà ad esplorare l’amicizia durante gli anni dell’infanzia tra la versione bambina di Amora e il giovane Loki, attraverso dei flashback.

Potrebbe anche trattarsi di Leah, un personaggio estremamente popolare della serie a fumetti “Journey Into Mystery” di Kieron Gillen: si tratta di un stretta alleata di Loki e non è da escludere che i Marvel Studios possano prendere ispirazione proprio da quel fumetto per la tanto attesa serie dedicata all’amatissimo villain. 

LEGGI ANCHE – Loki: 5 nuovi personaggi che vorremmo vedere nella serie

A quanto pare gli episodi dello show televisivo riempiranno quegli spazi lasciati vuoti tra la fine di Infinity War – dove avevamo visto Loki morire per mano di Thanos – e Endgame, dove il personaggio è apparso nel 2012 nel corso dei viaggi nel tempo dei Vendicatori.

Negli anni trascorsi da Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame sono state poste due domande: Loki è davvero morto? E cosa farà con il cubo cosmico, ovvero il Tesseract? Ecco, la serie risponderà a entrambe le domande“, ha dichiarato Hiddleston in un’intervista.

Ricordiamo che la serie verrà sviluppata dallo showrunner e sceneggiatore di Rick and Morty, Michael Waldron, ingaggiato dai Marvel Studios per scrivere il primo episodio figurando anche come produttore esecutivo.

Creato da Stan Lee, Jack Kirby Larry LieberLoki è uno dei personaggi ricorrenti all’interno dell’universo cinematografico Marvel ed è apparso in ben sei cinecomic dei Marvel Studios. Noto come “Il Dio dell’Inganno“, è stato fra i primi villain davvero apprezzati dai fan grazie soprattutto all’egregia interpretazione a tinte shakespeariane di Tom Hiddleston, l’attore che ne veste i panni da Thor (2011).

Fonte: ComicBookMovie

Nicholas Hoult entra nel cast di Mission Impossible 7 e 8

0
Nicholas Hoult entra nel cast di Mission Impossible 7 e 8

Nicholas Hoult si è unito ufficialmente al cast dei due nuovi sequel di Mission Impossible, i capitoli 7 e 8 della celebre saga. La conferma è arrivata attraverso l’account Instagram ufficiale del regista Christopher McQuarrie: la notizia è stata riportata poi da Variety, secondo il quale Hoult potrebbe interpretare il nuovo villain.

Nicholas Hoult, che di recente è stato in lizza con Robert Pattinson per ottenere il ruolo di Bruce Wayne nell’atteso The Batman di Matt Reeves, è conosciuto per il ruolo di Bestia nella saga degli X-Men. Nel corso della sua carriera è apparso anche in Mad Max: Fury Road, La favorita e nel biopic Tolkien, nel quale ha interpretato il celebre scrittore britannico.

Hoult andrà ad affiancare altre tre new entry nella saga di Mission Impossible annunciate di recente: Shea Whigham (Kong: Skull Island), Hayley Atwell (Captain America: Il primo vendicatore) e Pom Klementieff (Guardiani della Galassia). Tom Cruise e Rebecca Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e Ilsa Faust.

I due film verranno girati in contemporanea ma non è ancora chiaro quali altri membri del cast torneranno sul set per le riprese. McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 23 luglio 2021 e il 5 agosto 2022.

Nessun aggiornamento sul destino di August Walker e Alan Hunley, i personaggi interpretati da Henry Cavill e Alec Baldwin, che secondo le ultime indiscrezioni rientrerebbero nei piani di McQuarrie per i sequel. Ma come farli tornare, visto che nel precedente film sono morti?

LEGGI ANCHE – Nicholas Hoult: 10 cose che non sai sull’attore

L’ultimo film del franchise, Mission Impossible: Falloutè arrivato il 12 dicembre 2018 in Dvd, Blu-ray, 4k Ultra HD e Digital HD con Universal Pictures Home Entertainment Italia. Prodotto da Tom Cruise e Bad Robot, Paramount Pictures e Skydance, è stato uno dei titoli meglio recensiti della scorsa stagione, con critica e pubblico entusiasti ed un incredibile indice di Rotten Tomatoes del 97%.

Impegnato in una pericolosa missione per recuperare del plutonio rubato, Ethan Hunt (Tom Cruise) sceglie di salvare i suoi amici anziché la missione, permettendo così ad un network letale di agenti segreti altamente qualificati di entrare in possesso del plutonio, con l’intento di distruggere la civiltà. Così, con il mondo in pericolo, Ethan ed il suo team (Simon Pegg, Ving Rhames, Rebecca Ferguson) sono costretti a lavorare con uno schietto agente della CIA (Henry Cavill) in una corsa contro il tempo per fermare la minaccia nucleare. Scritto e diretto da Christopher McQuarrie, Mission: Impossible – Fallout vede nel cast anche Sean Harris, Angela Bassett, Michelle Monaghan e Alec Baldwin.

Doctor Strange: Scott Derrickson abbandona la regia del sequel

0
Doctor Strange: Scott Derrickson abbandona la regia del sequel

Come un fulmine a ciel sereno, arriva la notizia che Scott Derrickson ha deciso di abbandonare la regia di Doctor Strange in the Multiverse of Madness, attesissimo sequel del cinecomic Marvel con Benedict Cumberbatch uscito ormai 5 anni fa.

Dopo che Variety aveva riportato in esclusiva la notizia, è stato lo stesso Scott Derrickson a confermarla attraverso il suo account Twitter. Al di là delle solite “divergenze creative”, non sono stati forniti ulteriori dettagli sui motivi che hanno spinto il regista ad abbandonare la regia del film. Derrickson sarà comunque coinvolto nel sequel in qualità di produttore esecutivo, quindi è probabile che la scissione tra lui e la Marvel sia stata tutto sommato amichevole.

Su Twitter, Scott Derrickson ha scritto: “La Marvel ed io abbiamo deciso di comune accordo di non lavorare più insieme a Doctor Strange in the Multiverse of Madness a causa di alcune divergenze creative. Sono grato per la nostra collaborazione e figurerò comunque nei panni di produttore esecutivo.”

Sembra che la ricerca di un sostituto di Derrickson sia già iniziata. La produzione del film dovrebbe partire ufficialmente il prossimo maggio. In una recente intervista, a proposito del sequel, Kevin Feige aveva dichiarato: “Non direi che si tratta necessariamente di un film horror, ma… sarà sicuramente un grande film ambientato nel MCU con una serie di sequenze davvero spaventose.”

LEGGI ANCHE – Doctor Strange: il sequel introdurrà personaggi inattesi

Annunciato ufficialmente questa estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange 2 vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision. Le riprese dovrebbero cominciare nella prima metà del 2020.

Secondo Collider, la produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro mani con il regista.

Il primo film su Doctor Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda SwintonChiwetel Ejiofor e Rachel McAdams. Abbiamo rivisto Strange in Infinity War e in Endgame.

Doctor Strange nel Multiverso della Pazzia arriverà al cinema il 7 maggio 2021.

Piccole Donne, recensione del film di Greta Gerwig

0
Piccole Donne, recensione del film di Greta Gerwig

Greta Gerwig sceglie il capolavoro di Louisa May Alcott, Piccole Donne, per portare avanti il suo percorso da regista, cominciato con grande successo con Lady Bird. Ancora una volta, dunque, l’attrice e sceneggiatrice manifesta il suo interesse nel raccontare storie di giovani donne, partendo questa volta da un testo che non tocca il suo vissuto ma che rappresenta una montagna molto più difficile da scalare, data la popolarità del materiale di partenza e anche il numero di volte che la storia è stata portata al cinema (cinque trasposizioni per il grande schermo).

Il primo elemento di rilievo della lettura di Piccole Donne a firma Gerwig è la decostruzione della narrativa del racconto; il film prende infatti spunto non solo da Piccole Donne, ma anche da Piccole Donne Crescono e dai due seguiti, meno famosi, Piccoli Uomini e I ragazzi di Jo. Il risultato è una storia che drammaturgicamente si spezza tra passato e presente. In questo modo Greta Gerwig produce due effetti, il primo è quello di dare movimento, trasporto, vivacità al racconto, e questo rappresenta sicuramente un pregio. Il secondo effetto è invece quello di sovvertire la scoperta degli eventi da parte dello spettatore: l’ordine naturale dei fatti raccontati da Alcott regalava senza dubbio alla storia una forma più coesa, che manteneva alta la curiosità del lettore. Poco male, si dirà, visto che la storia di Piccole Donne è molto conosciuta, anche grazie al cinema.

In Piccole Donne, Jo incarna anche Alcott

E proprio come la versione di Gillian Armstrong, con Winona Rider nei panni di Jo, anche Gerwig contamina il testo con episodi biografici dell’autrice, come si capisce chiaramente soprattutto nel finale del film, con Jo/Louisa che contratta in maniera scaltra e decisa con il suo editore, fino a stringere tra le mani la copia rilegata della storia, sua e delle sorelle.

Il lavoro di adattamento di Greta Gerwig è tutto incentrato alla modernizzazione dei personaggi, cosa che effettivamente suona bizzarra, se consideriamo che ancora oggi Jo, Amy, Laurie e persino Meg risuonano incredibilmente moderni. La regista ne traspone forse una versione con cui è più semplice entrare in contatto, a partire dal rapporto che nasce tra Jo e Laurie, questi due giovani pieni di vita che già dai loro nomignoli giocano con i generi e si rincorrono per poi perdersi definitivamente, in una delle scene sicuramente più intense del film che non a caso la regista sposta nel terzo atto.

Interessante il fatto che i personaggi intorno ai quali Gerwig ha costruito gran parte della sua drammaturgia siano le uniche due sorelle che provano a coltivare il loro talento artistico. Se Meg (Emma Watson) viene relegata a margine della storia, lei che rinuncia alla sua passione per la recitazione in favore di un matrimonio non troppo furbo, e Beth (Eliza Scanlen) muore senza mostrare mai allo spettatore a pieno il suo talento musicale, Jo e Amy sono le uniche che trovano spazio, nel film, per mettersi alla prova e affinare la propria arte. È quindi indicativo che la regista si sia concentrata principalmente sulle due sorelle che cercano di sbocciare in quanto artiste e non solo come donne: Jo ci riuscirà, diventando una scrittrice di successo, Amy accantonerà la pittura, dal momento che non ha abbastanza talento per essere la migliore.

Jo e Amy vere protagoniste

Piccole DonneE proprio i due personaggi, interpretati da Saoirse Ronan e da Florence Pugh, sono quelli che risentono della riscrittura più interessante da parte di Gerwig: l’attrice irlandese dà alla sua Jo una fragilità e una delicatezza che il personaggio non aveva mai avuto, dal canto suo, la protagonista di Midsommar si trova a confrontarsi con un personaggio molto più solido, realistico, molto distante dalla frivola e capricciosa Amy che invece viene descritta nelle pagine di Alcott. Forse proprio per la scrittura più attenta dei loro personaggi, sono loro a brillare maggiormente in tutto il film, anche se Laura Dern e Meryl Streep riescono ugualmente a sorprendere, commuovere e divertire, la prima con una dolcezza materna davvero toccante, la seconda con un’interpretazione che non cede a facili smorfie da macchietta e che imprime un piglio molto personale a Zia March.

Per quello che riguarda la regia, Greta Gerwig si dimostra bravissima a mettere in scena i quadri d’insieme, forte anche della fotografia brillante e vivace di Yorick Le Saux. Risulta invece meno incisiva nel dare corpo omogeneo al racconto, forse proprio per la scelta di confondere e mescolare i piani temporali e tentare di dare maggiore movimento al racconto.

Con Piccole Donne, Greta Gerwig si mette alla prova con materiale che tocca il suo interesse ma che non appartiene al suo vissuto e risulta dunque un po’ meno ispirata di quanto era riuscita a fare con Lady Bird. Tuttavia la bellezza della storia, la fotografia vivace e limpida, le interpreti rendono il suo adattamento del romanzo di Alcott una tappa fondamentale della stagione per gli appassionati di cinema.

Birds of Prey: il nuovo trailer ufficiale italiano

0
Birds of Prey: il nuovo trailer ufficiale italiano

È stato diffuso il nuovo trailer ufficiale italiano di Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn, il film di Cathy Yan con Margot Robbie, Mary Elizabeth Winstead, Jurnee Smollett-Bell, Rosie Perez, Chris Messina ed Ewan McGregor.

Margot Robbie ammette di non aver mai visto Star Wars

Birds of Prey, diretto da Cathy Yan, arriverà nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black Canary), Rosie Perez (Renee Montoya) e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).

Ewan McGregor interpreta invece uno dei due principali villain del film, Maschera Nera, alter ego di Roman Sionis. Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham City.

Di seguito la nuova sinossi ufficiale:

Avete mai sentito la storia del poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz, puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra scelta che allearsi per abbattere Roman.

Hammamet, recensione del film con Pierfrancesco Favino

0
Hammamet, recensione del film con Pierfrancesco Favino

Dopo Il Divo, Il Traditore, Loro (parte 1 e 2) arriva al cinema anche Hammamet, il nuovo film di Gianni Amelio che, come i film citati, si annuncia come il ritratto di uno degli uomini di potere che hanno plasmato il nostro Paese, così come lo conosciamo oggi. La scelta di Amelio cade sulla figura di Bettino Craxi, il segretario del Partito Socialista Italiano che fu il centro dell’inchiesta Mani Pulite e che morì in Tunisia all’inizio del 2000.

Il regista calabrese dà inizio al suo racconto nel momento in cui Craxi è all’apice del suo potere, il congresso di partito che si è tenuto a Milano nel 1989. Nel momento che rappresenta l’apogeo della sua parabola di potere, Amelio inserisce un disturbatore, il tesoriere del Partito, che gli va incontro in quella occasione per manifestare le sue perplessità e preoccupazioni sui movimenti della Magistratura: si stanno muovendo cose più grandi di lui e il loro metodo di gestione dei fondi del “più grande partito di opposizione” sarà presto sotto i riflettori di tutta Italia. Due anni dopo scoppierà infatti l’inchiesta, ma Amelio fa un balzo in anvanti di 10 anni. È la fine del 1999, Craxi è vecchio e afflitto dal diabete nella sua villa ad Hammamet, sulla costa della Tunisia, da dove, nelle giornate limpide, si vede l’Italia. Una notte, un giovane fa irruzione nella sua casa, rischiando di prendersi anche un colpo di pistola da parte della milizia tunisina che presidia la villa. È Fausto, figli del tesoriere del partito, suicidatosi durante le indagini della magistratura.

Hammamet parla di un uomo che ha perso il potere

In questo modo, Amelio mette il personaggio del presidente in mezzo a due fuochi: da una parte Anita, la figlia/infermiera che si prende cura di lui e ne mitiga i temperamenti ancora vivaci, che lo lega a un presente di sofferenza e reclusione, che gli ricorda con ogni premura che lui ha perso il potere che tanto amava; dall’altra il misterioso Fausto, che riporta alla memoria del protagonista tutte le sue mancanze, i suoi errori, quel passato in cui, nel pieno vigore del suo corpo, possedeva tutto il potere e la capacità decisionale che aveva sempre voluto. Questo doppio rapporto, a metà tra il racconto biografico e il messaggio simbolico, è lo scheletro attorno al quale Amelio costruisce il suo Hammamet e la sua figura di Craxi.

Un Craxi che però non viene mai nominato. Un Presidente, così viene chiamato, senza nome, così come ogni personaggio storico che il film mostra. Neppure la figlia del protagonista si chiama Stefania, come nella realtà, ma Anita, a ricordare la moglie di Giuseppe Garibaldi, personaggio storico molto caro a Craxi e che viene rievocato più di una volta e in più di un modo, nel corso del film. Un uomo senza nome, dunque, quasi un simbolo di una persona che ha perso il potere e che ora fa i conti con la malattia e la morte che si avvicina, in un oblio inevitabile.

Pierfrancesco Favino è straordinario

A differenza di questa indeterminatezza del protagonista, che ricorda quasi il modo in cui Paolo Sorrentino ha trattato la figura di Berlusconi in Loro 1, la rappresentazione fisica che ne fa Pierfrancesco Favino sfiora la perfezione, non solo per il modo in cui l’attore utilizza il trucco prostetico e che non ha nulla da invidiare al make-up departement che ha trasformato Christian Bale in Dick Cheney o Gary Oldman in Winston Churchill, ma anche per un studio profondo di movenze, toni, tempi, respiro addirittura. E di fronte a questo lavoro titanico dell’attore romano il resto del cast scompare, completamente inadeguato a stargli intorno e a confrontarsi con quella performance.

È difficile capire quale fosse l’intento preciso di Gianni Amelio, sembra quasi che con Hammamet il regista stesso sia confuso nello scegliere un modo per raccontare un personaggio storico tanto importante e ingombrante per la Storia italiana. Forse la chiave del film va ricercata nel personaggio di Fausto: uno sconosciuto che attraverso un forte legame con il suo passato mette il protagonista di fronte alla terribile condizione di sconfitta che rappresenta il suo presente.

Avengers: Endgame, i dettagli sulla scena alternativa della morte di Iron Man

0

Dopo che Tony Stark usa il Guanto dell’Infinito per fermare Thanos ed il suo esercito in Avengers: Endgame, rimane gravemente sfregiato e incapace di parlare. Si tratta di un’immagine abbastanza cruda che ha reso la visione della morte di Iron Man ancora più difficile da “sopportare” per tutti i fan, ma sappiate che le cose potevano essere ancora più… brutali!

Matt Aitaken, supervisione degli effetti digitali visivi della Weta, ha dichiarato: “Abbiamo dato ai registi una gamma completa di sguardi tra cui scegliere e uno di quelli rappresentava il punto esatto in cui l’energia delle pietre aveva agito fino al viso e aveva fatto spuntare fuori uno dei bulbi oculari di Tony, che gli pendeva sulla guancia”. Ridendo, Aitaken ha poi aggiunto: “Ovviamente, non hanno scelto quello.”

Certamente, siamo tutti contenti che la scena sia stata realizzata in modo totalmente diverso, ma c’è una ragione precisa se il team VFX del film aveva deciso di spingersi così oltre: “Con qualsiasi tipo di progetto in sviluppo, vuoi essere in grado di offrire ai registi una gamma completa di possibilità, che si tratti di un leggero tocco o di qualcosa che possa addirittura sfociare nell’orrore, anche se sai che quella non sarà mai la loro scelta”, ha spiegato il produttore Jen Underdahl. “Facendo questo tipo di esercizio e dando loro la possibilità di vedere ogni sorta di piccola sfumature del processo, possiamo essere in grado di prevedere i loro gusti e le loro scelte per il futuro.”

LEGGI ANCHE – Avengers: Endgame, lo schiocco di Iron Man ci augura buon anno

Ricordiamo che Avengers: Endgame è il film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza pari.

Film evento del decennio, è riuscito in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man, riunendo sul grande schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima alla classifica Avatar di James Cameron.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris EvansScarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd Brie Larson.

Fonte: ComicBookMovie

Marvel: 5 personaggi che vedremo spesso nel prossimo decennio

Marvel: 5 personaggi che vedremo spesso nel prossimo decennio

La Marvel ha attraversato numerosi cambiamenti negli ultimi 10 anni. Mentre ci prepariamo all’inaugurazione di un nuovo decennio di storie, è importanti ricordare tutti i personaggi che sono stati presentati nel MCU, per capire se gli stessi saranno effettivamente presenti anche in futuro.

Altrettanto importante, però, è capire quali sono i personaggi che non hanno ancora debuttato sul grande schermo e che potrebbero farlo prossimamente. Ecco quindi 5 personaggi di cui probabilmente sentiremo ancora parlare nel prossimo decennio, tanto tra le pagine scritte quanto sul grande schermo…

Miles Morales

Miles Morales è passato dall’Ultimate Universe alla continuity principale #616, decisione che si è rivelata ottimale da parte dei dirigenti della Marvel. Il personaggio è estremamente popolare e ora lo è diventato ancora di più grazie alla sua apparizione in Spider-Man: Un Nuovo Universo

Il personaggio si collega ad una generazione completamente nuova di fan dei fumetti, crescendo al pari di quanto faranno loro. Entro dieci anni, Morales guiderà l’universo Marvel: ha davvero un futuro molto luminoso davanti a sé, destinato a crescere ancora di più grazie all’arrivo dell’annunciato sequel cinematografico di Into the Spider-Verse. 

Ms Marvel

Ms Marvel è un altro nuovo personaggio degli ultimi anni ad essere completamente decollato. Con l’annunciata serie Disney+ in arrivo, la popolarità della controparte femminile di Captain Marvel e alter ego di diversi personaggi è cresciuta in maniera esponenziale, generando un fenomeno quasi senza precedenti.

Che questa popolarità sia aumenta per una maggiore attenzione alla diversità degli eroi della Marvel, impegnati adesso in storie anche in base alla loro età e alla loro cultura, o soltanto perché si tratta di un’eroina dotata di un potere unico, la stravagante Kamala Kahn è un pilastro della Marvel che merita tutta l’attenzione possibile. 

Knull

Knull, il Dio dei simbionti, è stato annoverato di recente tra i più grandi nemici di Venom. Immediatamente, è divetanto un personaggio iconico, anche grazie al suo fantastico design, che ha aggiunto un tocco di novità al tradizionale aspetto dei parassiti amorfi extraterrestri.

Il personaggio ha il potenziale necessario per tornare, in tantissimi modi. Anche se non figura come parte costante dell’universo Marvel, è giusto dire che ci sono diverse opportunità per sfruttare il personaggio altrove: ci piacerebbe vederlo assumere il ruolo di minaccia intergalattica, a partire magari dall’annunciato sequel del film con Tom Hardy o in uno dei futuri titoli dedicati all’Uomo Ragno.

Mister Negative

Che sia per via delle sue apparizioni nei fumetti o per via del ruolo da protagonista nel videogioco su Spider-Man per PS4, Mister Negative è diventato uno dei villain favoriti dai fan della Marvel, nonostante sia rimasto in circolazione per un breve periodo di tempo.

È difficile dare vita ad un cattivo che possa essere paragonato ad altri storici nemici e possedere una vera connessione interpersonale con l’eroe di turno. A modo suo, la Marvel è riuscita a farlo con Martin Li e siamo certi che tra 10 anni, il personaggio  sarà altrettanto minaccioso e chissà, forse avrà fatto anche il suo debutto sul grande schermo!

The Mighty Thor

Jane Foster che assume i poteri e l’identità di Thor è stato un assoluto colpo di genio ed ha creato un personaggio che avrà certamente un’eredità molto lunga. Farà già il suo debutto sul grande schermo, nell’attesissimo Thor: Love and Thunder, ma non possiamo immaginare fino a che punto il personaggio possa essere spinto.

C’è sicuramente il potenziale giusto affinché The Mighty Thor sostituisca il figlio di Odino, come già accaduto in passato. Non è di certo a corto di fan e il fatto che sia legata ad un personaggio così affermato le conferisce indubbiamente una longevità ancora maggiore.

Fonte: CBR

Ghostbusters: Legacy, 10 cose che vogliamo vedere nel film

Ghostbusters: Legacy, 10 cose che vogliamo vedere nel film

Dopo il flop del recente reboot al femminile di Ghostbusters, i fan del franchise erano preoccupati che le possibilità di vedere un nuovo capitolo della saga fossero praticamente nulle. La notizia di un nuovo riavvio del franchise di certo più promettente, Ghostbusters: Legacy, ha fatto quindi la gioia di chi è cresciuto con i film dedicati agli Acchiappafantasmi.

In seguito alla release del primo trailer ufficiale del film diretto da Jason Reitman, non sono mancate le speculazioni a proposito della trama, dal momento che le domande dei fan su questo ulteriore riavvio, su cosa racconterà e in che modo sarò collegato ai primi due film originali, si sprecano.

Ecco, quindi, 10 cose che ci auguriamo di vedere in Ghostbusters: Legacy

Nuovi fantasmi

Una delle cose che ha reso fantastici i film originali della saga di Ghostbusters è stato l’aspetto unico dei fantasmi. Alcuni erano abbastanza terrificanti; altri invece avevano un aspetto decisamente più comico. Questa miscela di horror e comedy è riuscita quasi sempre bene, lasciando a molti bambini la stessa dose di incubi e risate.

La creatività è la chiave per la buona riuscita di Ghostbusters: Legacy. Se il team creativo del film dimostrerà di aver saputo lavorare con intelligenza al design dei fantasmi, allora il pubblico amerà senza ombra di dubbio il film; se si punterà, invece, ad una rielaborazione di vecchi personaggi… allora l’insuccesso del film è praticamente già scritto!

Paul Rudd che ruba la scena

I fan di Ghostbusters e, più in generale, gli appassionati di cinema, sono stati estremamente contenti di vedere Paul Rudd ricoprire un ruolo importante nel primo trailer di Ghostbusters: Afterlife. Rudd è tornato alla ribalda dopo il successo ottenuto grazie al ruolo di Ant-Man nel MCU e a numerose commedie di successo, come la recente serie Netflix dal titolo Living With Yourself.

Tra le star più amate ed apprezzate dell’odierno panorama cinematografico hollywoodiano, Paul Rudd merita decisamente di avere un ruolo di assoluto rilievo all’interno della storia di Ghostbusters: Legacy. Uno dei motivi del successo del primo film del 1984 è stato anche il suo incredibile cast: la cosa potrebbe ripetersi proprio grazie alla presenza di Rudd nel nuovo film.

Preparare il terreno per eventuali sequel

L’odierna industria cinematografica è completamente assorbita dalla moda dei franchise, con sequel, remake e reboot che ormai non si contano più. È inevitabile che una saga come quella di Ghostbusters lasci pensare all’inevitabile realizzazione di episodi sempre nuovi. Vogliamo tutti che questo nuovo capitolo porti la storia principale verso una degna conclusione, ma al tempo stesso è innegabile quanto sarebbe bello che lo stesso film preparasse il terreno per eventuali e futuri sequel.

Collegamenti con i primi due film originali

I fan dei film originali di Ghostbusters muoiono dalla voglia di vedere uno dei loro universi cinematografici favoriti tornare in vita sul grande schermo. Per questo motivo, sarebbe opportuno e più che sensato includere in Ghostbusters: Legacy diversi collegamenti con i personaggi e le linee narrative di Ghostbusters e Ghostbusters II. 

In questo modo, i fan delle pellicole originali avranno uno stimolo in più per andare a vedere il nuovo film al cinema. Negli ultimi dieci anni, puntare alla nostalgia si è rivelata una tattica infallibile per l’industria cinematografica: anche Ghostbusters: Legacy dovrà attingere a piene mani da quell’effetto nostalgia…

Una buona dose di commedia

Ciò che ha reso i primi due film un successo in tutto il mondo, è stato l’efficace utilizzo della commedia. Dopotutto, Ghostbusters è a tutti gli effetti una commedia! Nel reboot al femminile del 2016, la maggior parte del pubblico ha ritenuto piatti e monotoni gran parte degli aspetti comici del film.

Dal primo trailer ufficiale, sembra che Ghostbusters: Legacy sia più vicino allo spirito della grande avventura soprannaturale sulla scia dei recenti Stranger Things e IT. Speriamo che il nuovo film non dimentichi le sue origini e che ponga lo spirito della commedia tra le sue priorità. 

La costruzione di un universo

Sia con film originali che con il reboot al femminile, i registi coinvolto nella saga di Ghostbusters hanno sempre cercato di costruire un vero e proprio universo attorno ai personaggi. Questo nuovo film rappresenta l’occasione perfetta per iniziare una costruzione dell’Universo Ghostbusters più seria che mai.

Speriamo che Ghostbusters: Legacy sia in grado di trarre ispirazione dai film precedenti e di mostrare al pubblico come sarebbe il mondo se i fantasmi fossero davvero.

Un minimo cenno al reboot al femminile

Anche se il reboot al femminile di Ghostbusters non è stato esattamente un successo, il film di Paul Feig è comunque parte della storia del franchise. Sicuramente i fan non muoiono dalla voglia di vedere un sequel di quel film, ma forse un piccolo collegamento con quella pellicola in Ghostbusters: Legacy potrebbe comunque risultare divertente.

Che si tratti di un semplice cameo di una delle attrici protagoniste o addirittura di un invisibile easter egg, siamo certi che coloro che hanno apprezzato il reboot al femminile vorrebbero vedere anche un breve cenno a quell’operazione, visto e considerato che un sequel ufficiale è altamente improbabile. 

Easter egg

Oltre ai collegamenti con il reboot di Paul Feig, ci auguriamo di vedere moltissimi easter egg con i primi due film originali. In un momento storico in cui l’effetto nostalgia sembra dominare il box office mondiale, offrire ai fan di Ghostbusters uno o più riferimenti ai film del passato non farebbe altro che renderli felici.

Il franchise di Ghostbusters è riuscito ad espandersi attraverso altri media di successo: ci sono stati infatti videogiochi, show televisivi, fumetti e altro ancora. Gli easter egg in riferimento all’impatto sulla cultura pop del franchise sarebbero di sicuro una buona mossa per soddisfare al meglio la parte più hardcore del fandom di Ghostbusters.

Slimer

Di tutti i fantasmi apparsi nei vari film di Ghostbusters, Slimer è senza dubbio il più amato, quello più riconoscibile. In parte, è anche diventato un’icona all’interno della cultura pop. Oggi, la sua immagine e la sua figura sono un sinonimo di tradizione per tutti i fan di Ghostbusters.

Che sia effettivamente parte della storia, o che venga ricordato tramite un easter egg, o addirittura soltanto menzionato da uno dei personaggi, ci deve necessariamente essere un riconoscimento al fantasma più popolare della saga nel film di Jason Reitman!

Il cast originale sotto forma di… fantasmi!

Dal primo trailer ufficiale, emerge chiaramente che l’eredità del cast originale di Ghostbusters avrà un ruolo chiave nella trama del nuovo film. Questa è sicuramente una grande mossa, che piacerà sicuramente a tutte le tipologie di pubblico.

Se Reitman vuole davvero catturare il cuore dei fan più nostalgici, c’è una scelta narrativa che potrebbero rivelarsi vincente: riportare il cast originale… sotto forma di fantasmi! Da spettri, gli Acchiappafantasmi originali potevano guidare la nuova squadra e insegnare loro come agire da eroi, prima di passare definitivamente all’aldilà.

Fonte: ScreenRant

City of Crime, recensione del film con Chadwick Boseman

0
City of Crime, recensione del film con Chadwick Boseman

Esce in sala il 9 gennaio City of Crime, ultimo film di Brian Kirk che in originale pota il titolo assai più significativo di 21 Bridges, che sta ad indicare proprio i 21 ponti, di cui tre tunnel, che verranno chiusi ad un certo punto della storia per isolare la città.

La trama di City of Crime

Il poliziesco è un genere coriaceo, come i suoi protagonisti, non si estingue mai del tutto e spesso riemerge negli anfratti di Hollywood per dare vita a film che si inseriscono alla perfezione nel filone che vede protagonisti poliziotti incorruttibili e criminali inafferrabili. In questa circostanza, il film, prodotto dai Fratelli Russo, vede protagonista nei panni del detective Andre Davis Chadwick Boseman, attore reso celebre dal ruolo di Black Panther nel Marvel Cinematic Universe e qui interprete di un poliziotto incorruttibile, con la fama di cecchino e con un codice d’onore immacolato. Tutti i giorni, in strada, l’uomo si fa carico dell’eredità del padre, anche lui poliziotto e morto in servizio, lasciandosi alle spalle un figlio e un ideale.

L’azione prende il via quando otto poliziotti restano uccisi in uno scontro a fuoco con una banda di narcotrafficanti e piccoli spacciatori. Un prezzo altissimo in fatto di vite di agenti, che la città non perdonerà agli “sventurati” criminali, che presto si riveleranno essere giovani sprovveduti non pienamente consapevoli del pasticcio in cui si sono messi. Il capitano della polizia, interpretato da J.K. Simmons, fa affiancare Davis dalla detective Sienna Miller, specializzata in narcotraffico. I due, in un inseguimento che dura tutta una notte, si avventureranno in una corsa contro il tempo per fermare i due criminali.

City of Crime è un poliziesco tradizionale

City of Crime adotta ogni archetipo del genere poliziesco e lo mette al servizio di una storia tanto prevedibile quanto solida, in cui la città di New York diventa protagonista, lontana dalle spettacolarizzazioni e pienamente inserita dentro il suo tessuto stradale. Incroci, metropolitane, ponti (appunto), ogni elemento fisico della città diventa protagonista nel corso di un inseguimento sempre più confusionario, che sfocia in un colpo di scena tanto annunciato quanto ben costruito.

La prevedibilità non è però da attribuire a una cattiva scrittura, ma ad un’aderenza al genere così precisa e puntuale in ogni suo cardine che il film si scrive da solo nella mente dello spettatore avvezzo a quel tipo di intreccio. City of Crime è un poliziesco che potrebbe essere uscito vent’anni fa, senza infamia e senza lode, nonostante l’impegno che la nutrita schiera di interpreti di alto livello infonde in ogni singolo personaggio.

Martin Scorsese ancora sulla Marvel: “Ricordo che faceva fumetti”

0

Il leggendario regista Martin Scorsese ha ammesso di non sapere quali siano i supereroi dell’Universo Cinematografico Marvel… e, a quanto pare, non gli interessa saperlo! Le recenti dichiarazioni di Scorsese (“I film di supereroi non sono cinema”) hanno fatto il giro del mondo e scatenato le ieri di tantissimi fan della Casa delle Idee. C’è anche però chi ha saputo ironizzare sulla questione, come la stessa figlia del regista, Francesca, che ha ben pensato di incartare i regali di Natale indirizzati al suo illustre papà con della carta a tema Marvel!

Certo, per alcuni, pensare che Martin Scorsese non sappia neanche chi siano i supereroi Marvel può essere semplicemente assurdo, dal momento che Avengers: Endgame è diventato il più grande incasso nella storia del cinema, con il marketing del film che ha invaso praticamente ogni tipo di media. Ma anche prima del successo di Endgame, la Marvel ha dominato il box office mondiale per oltre un decennio. Il primo film del MCU, Iron Man, uscito nel 2008, ha sancito l’inizio di una nuova era per i film di supereroi e ha contribuito a rilanciare la carriera di Robert Downey Jr.; dall’uscita del film, i personaggi e le storie del MCU sono diventati sempre più interconnessi, fino al culmine di un arco narrativo lungo ben 11 anni, la chiusura di un cerchio rappresentata appunto da Endgame. 

Ospite di una delle celebri roundtable di THR organizzata in occasione dell’award season, Martin Scorsese ha risposto candidamente alle critiche che gli sono state mosse per i suoi commenti in merito ai film di supereroi. Quando il moderatore della tavola rotonda ha sottolineato che il regista avesse espressamente criticato i film della Marvel, lo stesso Scorsese ha replicato: “Ho detto film di supereroi, non ho mai detto film della Marvel. Neanche conosco i supereroi della Marvel. Mi ricordo che la Marvel realizzava fumetti”. 

Tornando invece sulle sue dichiarazioni secondo le quali i film di supereroi non sarebbero cinema ma soltanto dei grandi parchi giochi, il regista ha preferito anche una volta spiegarsi meglio: “Ricordo che quando venne costruita Disneyland, una delle aspirazioni degli studio era quella di diventare importante nella cultura americana proprio come Disneyland. Il primo studio a fare una cosa del genere è stata la Universal con i suoi tour, con i suoi blockbuster in cima alle attrazioni. Il senso dei parchi a tema è sempre stato questo. Non è una cosa cattiva. Tutti si divertono nei parchi giochi. Soltanto che adesso in un parco divertimenti ci sono anche i film.”

Fonte: ScreenRant

David Ayer a ruota libera su The Suicide Squad, Gotham City Sirens e il sequel di Bright

0

In occasione di un panel targato Fox e dedicato alla serie Deputy durante il press tour della Television Critics Association, il regista di Suicide Squad, David Ayer, ha rivelato che il suo viaggio all’interno del DCEU potrebbe ancora continuare: lo stesso, infatti, in riferimento all’imminente arrivo nelle sale di Birds of Prey, ha confermato che Gotham City Sirens, il cinecomic che riunirà sullo schermo Harley Quinn, Catwoman e Poison Ivy, non è stato cancellato, ma soltanto “messo in pausa” dalla Warner Bros., con buona possibilità che prima o poi riceva definitivamente il via libera.

E sempre a proposito di Suicide Squad, Ayer ha rivelato che avrebbe potuto dirigere il sequel. Dopo aver espresso attraverso i social tutto il suo supporto e la sua ammirazione nei confronti di James Gunn, il regista ha rivelato a proposito di The Suicide Squad che gli sarebbe stata offerta la possibilità di dirigerlo: “Mi è stato offerto di farlo, ma ho preferito intraprendere un’altra strada”, ha spiegato Ayer.

Il film di Gunn sarà un vero e proprio reboot con alcuni collegamenti alla pellicola di Ayer, incluso diversi attori di quel film che torneranno ufficialmente nel cast, come Margot Robbie, Joel Kinnaman, Jai Courtney e Viola Davis. Anche se non sarà lui a riportare sul grande schermo la Task Force X, Ayer è apparso fiducioso in merito ai suoi impegni con la DC Films, rivelando di essere assolutamente disponibile a dirigere un nuovo adattamento: “Adoro la creazione di quel mondo e adoro il potere che ha la comunicazionie al giorno d’oggi e, soprattutto, che hanno i fan. Può essere pericoloso: è come essere un giocoliere con tante motoseghe al posto delle sfere, ma al tempo stesso è qualcosa che mi affascina, quindi sono certo che mi immergerò ancora in quell’universo.” 

LEGGI ANCHE – Suicide Squad, David Ayer: “Vorrei una macchina del tempo”

Sempre in occasione del medesimo evento, David Ayer ha avuto anche la possibilità di aggiornare sul sequel di Bright, il film Netflix da lui diretto nel 2017, con protagonisti Will Smith e Joel Edgerton: “Lo stiamo sviluppando e spero che saremo in grado iniziare i lavori sul film al più presto”, ha dichiarato il regista, che ha poi espresso il desiderio di voler esplorare ulteriormente quel mondo, dal momento che si tratta di un “universo davvero ricco” che ha intenzione di “approfondire ancora”. 

The Flash: Andy Muschietti adatterà una versione “diversa” di Flashpoint

0

Quando il film dedicato al personaggio di The Flash interpretato nel DCEU da Ezra Miller venne annunciato per la prima volta, trapelò online l’indiscrezione che la trama del film si sarebbe basata sulla serie a fumetti del 2011 “Flashpoint”, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert. Il film ha avuto poi una gestazione particolarmente travagliata e quando è stato annunciato che il progetto era ufficialmente tornato in carreggiata con Andy Muschietti (IT e IT – Capitolo Due) alla regia, in molti hanno pensato che il film avrebbe adattato per il grande schermo una nuova storia basata sul Velocista Scarlatto.

Adesso però, come riportato in esclusiva da That Hashtag Show, apprendiamo che The Flash, nella versione di Muschietti, sarà ancora basato su “Flashpoint”. La conferma è arrivata dallo stesso regista in occasione di un panel dedicato al thriller/horror Underwater con Kristen Stewart, in cui Muschietti ha fatto da moderatore: il regista ha però specificato alla fonte che il suo film prenderà in prestito diversi elementi da “Flashpoint”, ma non sarà un adattamento diretto di quella serie, dichiarando che il film presenterà una “diversa versione di Flashpoint rispetto a quella che i fan si aspettano.”

Muschietti non ha rivelato di più: anche se il film dovesse concedersi grandi libertà rispetto alla storia originale, è comunque probabile che la trama racconti di realtà alternative e di viaggi nel tempo. Forse, c’è ancora una possibilità di rivedere Jeffrey Dean Morgan nei panni di Thomas Wayne…

LEGGI ANCHE – The Flash: Ezra Miller inizierà le riprese dopo Animali Fantastici 3?

The Flash arriverà al cinema il 1 luglio 2022. Christina Hodson è attualmente in trattative per scrivere una nuova versione del film, dopo i suoi lavori in pellicole come Bumblebee Birds of Prey, quest’ultimo dedicato prevalentemente alla figura di Harley Quinn, interpretata nuovamente da Margot Robbie.

L’attore Ezra Miller ha più volte ribadito che il film è assolutamente confermato e certo, e con la conferma di Andy Muschietti alla regia sembrerebbe essere tutto pronto per un imminente inizio della produzione.

The Flash avrà nuovamente Miller nel ruolo del protagonista, Barry Allen, mentre sembra confermato anche Billy Crudup nel ruolo di Herny Allen.

Fonte: ComicBookMovie

Oscar 2020: anche quest’anno nessun presentatore

Oscar 2020: anche quest’anno nessun presentatore

Anche la cerimonia degli Oscar 2020, come quella dello scorso anno, si svolgerà senza nessun presentatore ufficiale.

Oggi, durante la sua sessione esecutiva del tour stampa invernale della Television Critics Association, Karey Burke, a capo della ABC Entertainment, ha confermato che l’imminente spettacolo durante il quale verranno assegnati i famosi premi cinematografici non avrà “nessun presentatore tradizionale”. Le votazioni per gli Academy Awards si sono concluse martedì sera e le nomination che saranno annunciate il 13 gennaio.

“Ci aspettiamo di avere un set di nomination molto commerciale e un sacco di incredibili elementi sono stati messi insieme per farci pensare che avremo di nuovo uno spettacolo molto divertente”, ha spiegato Burke in risposta alla richiesta di motivazioni per la scelta di rinunciare di nuovo al presentatore.

L’edizione degli Oscar 2019 sono stati i primi a non avere un presentatore dal 1989. Kevin Hart era stato inizialmente scelto per ricoprire il ruolo, ma si è dimesso pochi giorni dopo l’annuncio dopo che molti dei suoi tweet omofobi sono riemersi dal passato della sua timeline social su Twitter.

Gli Oscar dell’anno scorso, che hanno attirato poco meno di 30 milioni di telespettatori, hanno visto un leggero aumento delle valutazioni dal 2018, ma hanno comunque ottenuto il secondo numero di spettatori più piccolo di sempre per una trasmissione degli Academy Awards. Parte del motivo per cui gli spettatori sono tornati agli Oscar lo scorso anno è stato senza dubbio per vedere se la trasmissione televisiva avrebbe funzionato lo stesso senza presentatore, date tutte le polemiche che hanno circondato l’abbandono di Hart.

Fonte: Variety