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Il diritto di opporsi arriva in digital

Il diritto di opporsi arriva in digital

Il diritto di opporsi, il dramma illuminante che porta sul grande schermo una delle storie più importanti del nostro tempo, con protagonisti Michael B. Jordan e i premi Oscar Jamie Foxx  e Brie Larson a partire dal 14 maggio sarà disponibile per l’acquisto in digitale (anche in 4K UHD*) su Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMvision, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV. Dal 28 maggio sarà inoltre disponibile anche per il noleggio su Sky Primafila, Infinity e VVVVID.

In occasione dell’uscita digitale del film, i primi 10 minuti di Il diritto di opporsi sono già disponibili sul canale Youtube ufficiale di Warner Bros. Italia. Tra i contenuti extra spiccano la riflessione di Michael B. Jordan e Bryan Stevenson sull’importanza di raccontare questa storia al pubblico di oggi, lo speciale dedicato alla Equal Justice Initiative, dai modesti inizi fino a diventare un protagonista del cambiamento capace di avere un impatto positivo su migliaia di persone, e oltre 15 minuti di scene inedite.

IL FILM

Il premiato regista Destin Daniel Cretton (“Il castello di vetro”, “Short Term 12”) ha diretto il film da una sceneggiatura che ha co-scritto, tratta dal pluripremiato best-seller di memorie ad opera di Bryan Stevenson.

Il diritto di opporsi si basa sulla vera storia, potente e stimolante, del giovane avvocato Bryan Stevenson (Jordan) e la sua storica battaglia per la giustizia. Dopo essersi laureato ad Harvard, Bryan avrebbe potuto scegliere fin da subito di svolgere dei lavori redditizi. Al contrario, si dirige in Alabama con l’intento di difendere delle persone condannate ingiustamente, o che non avevano una rappresentanza adeguata, con il sostegno dell’attivista locale Eva Ansley (Larson). Uno dei suoi primi casi, nonché il più controverso, è quello di Walter McMillian (Foxx), che nel 1987 viene condannato a morte per il famoso omicidio di una ragazza di 18 anni, nonostante la preponderanza di prove dimostri la sua innocenza, e il fatto che l’unica testimonianza contro di lui sia quella di un criminale con un movente per mentire. Negli anni che seguono, Bryan si ritroverà in un labirinto di manovre legali e politiche, di razzismo palese e sfacciato, mentre combatte per Walter, e altri come lui, con le probabilità – e il sistema – contro.

Fanno parte del cast principale anche Rob Morgan (“Mudbound”) nei panni di Herbert Richardson, un detenuto che si trova nel braccio della morte in balia del proprio destino; Tim Blake Nelson (“Wormwood”) nel ruolo di Ralph Myers, la cui cruciale testimonianza contro Walter McMillian verrà messa in discussione; Rafe Spall (“La grande scommessa”) è Tommy Chapman, il procuratore distrettuale che si batte per la colpevolezza e la condanna di Walter; O’ Shea Jackson Jr. (“Straight Outta Compton”) nei panni di Anthony Ray Hinton, un altro detenuto condannato a morte ingiustamente, la cui causa viene presa in carico da Bryan, e Karan Kendrick (“Il coraggio della verità”) nel ruolo della moglie di Walter, Minnie McMillian, che è sempre rimasta al fianco di suo marito.

Il film è prodotto dal due volte candidato all’Oscar® Gil Netter (“La vita di Pi”, “The Blind Side”), Asher Goldstein (“Short Term 12”) e Michael B. Jordan, mentre Bryan Stevenson, Mike Drake, Niija Kuykendall, Gabriel Hammond, Daniel Hammond, Scott Budnick, Jeff Skoll e Charles D. King sono i produttori esecutivi.

Cretton ha scritto la sceneggiatura con Andrew Lanham (“Il castello di vetro”), basata sul libro di Stevenson Just Mercy: A Story of Justice and Redemption (Fazi Editore). Pubblicato nel 2014 da Spiegel & Grau, il libro è stato per 180 settimane nella lista dei best seller del New York Times, e nel complesso è stato nominato uno dei migliori libri dell’anno da numerosi top outlets, tra cui TIMEMagazine. Per la sua opera, Stevenson si è aggiudicato inoltre la Andrew Carnegie Medal for Excellence, un NAACP Image Award e il Dayton Literary Peace Prize per la Nonfiction.

La squadra creativa che ha collaborato con Cretton dietro le quinte comprende il direttore della fotografia Brett Pawlak, la scenografa Sharon Seymour, il montatore Nat Sanders e il compositore Joel P. West, che hanno tutti precedentemente collaborato con il regista in “Il castello di vetro”. Fa parte del gruppo anche la costumista Francine Jamison-Tanchuck (“Detroit”, “End of Justice – Nessuno è innocente”).

Warner Bros. Pictures presenta, in associazione con Endeavor Content/One Community/Participant Media/Macro, una produzione Gil Netter, una produzione Outlier Society: Il diritto di opporsi

CONTENUTI EXTRA

  • MAKING MERCY: Michael B. Jordan presenta la crew di professionisti che, davanti e dietro la camera, ha messo tutta la propria passione per onorare il racconto della storia di Bryan Stevenson sul grande schermo
  • THE EQUAL JUSTICE INITIATIVE: Bryan Stevenson e Michael B. Jordan raccontano la nascita e lo sviluppo della Equal Justice Initiative, dai suoi modesti inizi fino a diventare un potente protagonista del cambiamento, capace di avere un impatto positivo sulla vita di migliaia di persone, arrivando alla creazione del National Memorial for Peace and Justice
  • THIS MOMENT DESERVES: Michael B. Jordan discute insieme alla sua controparte fuori dallo schermo, il vero Bryan Stevenson, sulla storia de Il diritto di opporsi, sul perchè questo film sia importante per il pubblico di oggi e sul processo creativo e le ricerche svolte per adattare il libro al grande schermo
  • 15 MINUTI DI SCENE TAGLIATE

Il diritto di opporsi è già disponibile per il pre-order su:

Mad Max: Tom Hardy vs Charlize Theron, gli attori parlano dei retroscena

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Mad Max: Fury Road di George Miller è stato uno degli ultimi film, arrivati in sala di recente, che ha davvero fatto innamorare gli amanti del cinema, dell’avventura e del grande schermo.

Il regista ha diretto Charlize Theron e Tom Hardy, nei panni di Furiosa e Max, facendo di loro due vere e proprie icone del cinema moderno, pur spingendo al limite i due attori. Sono state frequenti infatti le voci di liti e screzi sul set, soprattutto trai due protagonisti.

Adesso, in una lunga intervista concessa al New York Times, le due star hanno parlato nel dettaglio delle loro discussioni e di qual è stata la causa scatenante dei litigi sul set.

Theron ha dichiarato: “Ripensandoci non avevo capito realmente cosa deve aver provato Tom Hardy nel raccogliere l’eredità di Mel Gibson. Deve essere spaventoso! E credo che a causa della mia paura abbiamo alzato delle barriere per proteggerci invece che dirci ‘Questo è spaventoso per te e lo è anche per me. Cerchiamo di essere gentili tra di noi’. In un modo strano stavamo agendo come i nostri personaggi: tutto riguardava la sopravvivenza“.

Aggiungendo poi: “La cosa più forte che ci stava facendo portare avanti l’intera produzione era la paura. Ero incredibilmente spaventata perché non ho avevo mai fatto niente di simile. Credo che la cosa più difficile tra me e George fosse che lui aveva il film nella sua testa e io cercavo disperatamente di capirlo“.

Tom Hardy ha detto in merito: “Sotto molti punti di vista era troppo per me. La pressione su entrambi alle volte era troppa. Ciò di cui avevo bisogno era un partner con più esperienza rispetto a me. Ed è qualcosa che non si può fingere. Voglio pensare che ora che sono più vecchio e brutto sarei all’altezza della situazione“.

Hardy ha poi proseguito, spiegando che le riprese si svolgevano in pochissimo tempo, era un set molto veloce e gli attori dovevano fidarsi del regista ciecamente, ma spesso non sapevano in che modo avrebbe agito. Questo, ovviamente, generava tensione.

Stando a quanto hanno dichiarato anche Rosie Huntington-Whitley e Zoe Kravitz in merito ai difficili rapporti sul set del film, sembra opinione condivisa che la visione di Miller era così totale e completa che nessuno riusciva a stargli dietro, e in un film così impegnativo, anche fisicamente, deve essere un elemento che sicuramente aumenta la tensione.

Tuttavia, dal canto suo, anche George Miller ha sofferto molto queste riprese, tanto che la moglie ha dichiarato in passato: “Alla fine delle riprese, dopo sei mesi, era quasi a pezzi. Ero preoccupata per lui. Avreste dovuto vederlo alla fine delle riprese, era così magro“.

Jay e Silent Bob: i dettagli dietro il cameo di Carrie Fisher

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Jay e Silent Bob: i dettagli dietro il cameo di Carrie Fisher

Invece di un compenso economico, la compianta Carrie Fisher, la celeberrima Leia della saga di Star Wars, chiese qualcosa di molto particolare come “riconoscimento” per la sua apparizione nei panni di una suora in Jay & Silent Bob… Fermate Hollywood!, il film del 2001 scritto, diretto e prodotto da Kevin Smith.

A rivelarlo è stato lo stesso Smith via Twitter, durante un #QuarantineWatchParty dedicato proprio al film: “Carrie Fisher ha accettato di apparire in Fermate Hollywood! gratis”, si legge nel tweet del regista. “Ha soltanto richiesto che le comprassimo un paio di antiche sedie di castoro. Quando l’ho incontrata sul set le ho chiesto: ‘Perché le sedie?, e lei mi ha risposto: ‘Pensavo che il castoro potesse rappresentare una valuta ironica adeguata per essere nel tuo film’. L’amavo davvero tanto…”

Carrie Fisher ha raggiunto la fama internazionale grazie al ruolo della Principessa (poi Generale) Leia nella saga di Star Wars. La sua prima apparizione nel franchise risale al 1977, nel film Una Nuova Speranza. L’attrice è tragicamente scomparsa il 27 dicembre 2016, all’età di 60 anni. L’ultima volta che l’abbiamo vista nella celebre saga fantascientifica è stato lo scorso Dicembre, quando l’utilizzo di materiale d’archivio ha permesso che il personaggio di Leia fosse comunque presente ne L’Ascesa di Skywalker.

Jay & Silent Bob… Fermate Hollywood! raccontava una spassosissima avventura dei due personaggi più iconici del View Askewniverse ideato da Smith: nel film, i personaggi del titolo si recavano a Hollywood per impedire la realizzazione di un film. Anche Mark Hamill, interprete di Luke Skywalker nella saga di Star Wars e grande amico della Fisher, aveva un cameo nella pellicola.

Nel 2019 Kevin Smith ha realizzato Jay e Silent Bob – Ritorno a Hollywood, in cui sia lui che Jason Mewes sono tornati nei panni dei due protagonisti. Il film è uscito negli Stati Uniti direttamente in VOD.

The Mandalorian 2: Katee Sackhoff nel cast

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The Mandalorian 2: Katee Sackhoff nel cast

Arriva da Deadline la notizia di un nuovo ingresso nel cast di The Mandalorian 2, poco dopo l’annuncio di Temuera Morrison. Secondo quanto apprendiamo dal noto sito Americano Katee Sackhoff è stato ingaggiato per la seconda stagione.

L’attrice che presta la voce a Bo-Katan Kryze in Star Wars: The Clone Wars e Star Wars Rebels interpreterà la versione live-action del personaggio in The Mandalorian 2. Bo-Katan ha fatto il suo debutto nella stagione 4 di Clone Wars, che ha appena avuto il suo finale di serie. Il personaggio è stato determinante in una trama persistente che ha coinvolto Darksaber in entrambe le trame di Clone Wars e Rebels.

The Mandalorian 2

The Mandalorian 2 è la seconda stagione della serie tv live action The Mandalorian basata sull’universo di Star Wars prodotta dalla LucasFilm per la piattaforma streaming Disney+.

Ambientata nell’universo di Guerre stellari dopo le vicende de Il ritorno dello Jedi e prima di Star Wars: Il risveglio della Forza, racconta le avventure di un pistolero mandaloriano oltre i confini della Nuova Repubblica. Dopo la caduta dell’Impero, nella galassia si è diffusa l’illegalità. Un guerriero solitario vaga per i lontani confini dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. Ambientata dopo la caduta dell’Impero e prima della comparsa del Primo Ordine, The Mandalorian racconta le difficoltà di un pistolero solitario che opera nell’orlo esterno della galassia, lontano dall’autorità della Nuova Repubblica. La serie ha come protagonista Pedro Pascal nei panni del Mandaloriano.

La serie è prodotta e scritta da Jon Favreau (già produttore de Il Re Leone e delle saghe di Avengers e Iron Man). Nel cast anche Gina Carano (DeadpoolFast and Furious); Carl Weathers (Apollo Creed nella saga di Rocky), Nick Nolte (Cape FearIl Principe delle maree), Emily Swallow (SupernaturalLe regole del delitto perfetto), Taika Waititi (premio Oscar 2019 per JoJo Rabbit), Giancarlo Esposito (Fa’ la cosa giustaBreaking Bad) e Omid Abtahi (24HomelandStar Wars: The Clone Wars).

The Mandalorian, prodotta in esclusiva per Disney+ da Lucasfilm, è la prima serie live-action di Star Wars e, nei suoi 8 episodi, racconta vicende ambientate dopo la caduta dell’Impero, quando nella galassia si è diffusa l’illegalità. Protagonista è un guerriero solitario che vaga per i lontani confini dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. A interpretarlo Pedro Pascal (Game of ThronesNarcos).

Braccio di Ferro di Genndy Tartakovsky torna in sviluppo

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Braccio di Ferro di Genndy Tartakovsky torna in sviluppo

È Animationmagazine.net a riportare in esclusiva che il regista Genndy Tartakovsky, conosciuto principalmente per aver diretto i tre film della saga animata di Hotel Transylvania, è tornato ad occuparsi dello sviluppo di un nuovo film d’animazione basato su Braccio di Ferro, il celeberrimo personaggio dei fumetti creato da Elzie Crisler Segar.

Genndy Tartakovsky aveva iniziato a lavorare al film nel lontano 2012, quando il progetto era nelle mani della Sony Pictures. Adesso il regista, sceneggiatore e animatore collaborerà con la King Features alla realizzazione del film. Tartakovsky aveva abbandonato l’idea di una pellicola animata dedicata a Popeye nel 2015, quando scelse di dedicarsi ad un altro progetto, il mai realizzato Can You Imagine?. All’epoca vennero anche diffuse online le primissime immagini del film animato:

Quando nel 2014 Tartakovsky annunciò di aver accantonato il progetto, il regista dichiarò quanto segue: “Avevamo realizzato davvero un bello screening, il test d’animazione era stato apprezzato da tutti… insomma, le reazioni sono state positive. Amavo quello che stavo facendo, la la Sony sta andando incontro a cambiamenti importanti e ad un certo punto non sapevo più se avevano intenzione di portare avanti il Braccio di Ferro che aveva in mente di fare. Quindi dovevo prendere una decisione. Non è mai facile lasciare un progetto, ma d’altronde si tratta anche di affari”.

All’epoca, la sceneggiatura del film era stata affidata a T.J. Fixman (Ratchet & Clank), incaricato di rimaneggiare lo script messo insieme da Jay Scherick e David Ronn. Al momento non ci sono ulteriori dettagli sulla nuova direzione che prenderà il redivivo progetto su Braccio di Ferro.

Genndy Tartakovsky torna al lavoro sul film d’animazione dedicato a Braccio di Ferro

Creato da E.C. Segar, Braccio di Ferro apparve per la prima volta nelle strisce a fumetti Thimble Theater nel 1929. Solo dopo divenne il protagonista di una striscia a fumetti tutta sua. Nel 1933 The Fleischers cominciò a lavorarci per realizzarne figure animate e nel 1940 arrivò in tv con i cartoni animati. Nel 1980 Braccio di Ferro divenne addirittura il protagonista di un film live action, diretto dal grande Robert Altman e interpretato dal compianto Robin Williams.

Tenet: chiarito un importante dettaglio sulla trama

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Tenet: chiarito un importante dettaglio sulla trama

Sulla trama di Tenet vige ancora il più assoluto mistero, e quasi sicuramente nulla verrà rivelato sulla storia del nuovo attesissimo film di Christopher Nolan fino a quando non arriverà il fatidico giorno del debutto in sala. I film di Nolan sono sempre stati avvolti da un’aura di segretezza, e la Warner Bros. non ha cambiato strategia neanche per l’ultima fatica dell’acclamato regista, che già promette di essere ancora più complessa dei precedenti Inception e Interstellar.

Adesso però, in una recente intervista con GQ, Robert Pattinson si è inaspettatamente sbottonato a proposito della trama, confermando che dettaglio sul film che – a questo punto – contraddice quanto spifferato dal web negli ultimi mesi. In base a ciò che sappiamo (e che abbiamo avuto modo di vedere grazie al primo trailer ufficiale), Tenet sarà ambientato nel mondo dello spionaggio internazionale, con i protagonisti che dovranno impegnarsi per evitare lo sviluppo di un evento catastrofico su scala mondiale.

A lungo si è parlato del fatto che nel film ci sarebbero stati anche dei viaggi nel tempo, ma è stato proprio Pattinson a rivelare che non sarà così. Il nuovo Batman cinematografico, infatti, non ha soltanto ribadito – al pari del collega Michael Caine – di non sapere effettivamente quale sia la trama del film, ma anche specificato che non ci sarà alcun viaggio nel tempo: “Il mio personaggio non è un viaggiatore del tempo. In realtà, non ci sono proprio viaggi nel tempo. È l’unica cosa che sono autorizzato a dire”, ha spiegato divertito Pattinson.

Anche se potrebbe non esserci un viaggio nel tempo nel senso più letterale del termine, è innegabile da quei pochi indizi sulla trama a nostra disposizione che, in un modo o nell’altro, Tenet giocherà molto a mescolare le coordinate spazio-temporali. Un libro interamente dedicato al backstage della pellicola – già disponibile per il pre-order su Amazon – ha anticipato che il film racconterà una “Guerra Fredda quantica”.

LEGGI ANCHE – Tenet: quale futuro per il film di Christopher Nolan in sala?

Tenet, il nuovo film di Christopher Nolan, vede protagonista John David Washington insieme a Robert Pattinson Elizabeth Debicki.

Con Tenet, i fan stanno pensando che la fine di Inception è stata reale, non si sia trattato di un sogno, e che ora vedremo la storia di quei bambini, espandendo così l’universo di Inception, consentendo anche l’esplorazione di nuovi temi e nuove storie. Come ipotizzato da The Hollywood Reporter, Tenet potrebbe rivelare che la tecnologia dei sogni sviluppata per i militari in Inception è andata ancora oltre, o è stata sviluppata in qualcosa di ancora più pericoloso, questa volta permettendo alle missioni di spionaggio di non funzionare nel regno dei sogni ma di attraversare tempo.

Forse gli eventi di Inception hanno avuto conseguenze terribili e impreviste, portando la prossima generazione a dover affrontare proprio quei cambiamenti.

È possibile, anzi probabile, che Tenet sia completamente scollegato da Inception. Una delle cose che rende così affascinante il film del 2012 è il finale ambiguo, dato che i fan possono decidere da soli se il ritorno a casa di Dom nella sua famiglia è reale o è un sogno. Se Tenet fosse davvero un sequel di Inception, potrebbe risolvere questa ambiguità. Ma per ora si tratta solo di congetture.

Protagonisti di Tenet oltre ai già citati Robert Pattinson e John David Washington ci sono anche Elizabeth Debicki, Michael Caine, Kenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson e Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la sceneggiatura da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono ora in corso.

Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la sceneggiatura da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono ora in corso. Lo studio ha già fissato la data di uscita per il 17 luglio 2020. Nolan ed Emma Thomas producono, con Thomas Hayslip produttore esecutivo. Il team di Tenet include il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van Hoytema (girato in un mix di Imax e 70mm) e la montatrice Jennifer Lame, lo scenografo Nathan Crowley, il costumista Jeffrey Kurland e il supervisore del VFX Andrew Jackson.

Charlie Cox poteva essere Superman per Matthew Vaughn

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Charlie Cox poteva essere Superman per Matthew Vaughn

Charlie Cox ha rischiato di interpretare Superman in un film DC mai realizzato e pensato, all’epoca, da Matthew Vaughn (che aveva diretto Cox in Stardust) e Mark Millar. Il regista americano e il fumettista scozzese hanno lavorato insieme diverse volte nel corso degli anni: Vaughn, infatti, ha portato al cinema diversi fumetti di Millar, come Kick-Ass e Kingsman.

Anni prima della realizzazione dei due film sopracitati, e prima ancora della nascita del DCEU, Matthew Vaughn e Mark Millar ebbero un’idea per rilanciare il personaggio di Superman al cinema. Non sappiamo fino a che punto dello sviluppo del progetto il duo si sia effettivamente spinto (Millar ha più volte dichiarato che non arrivarono mai a scrivere un vero pitch), ma sembra che nei loro intenti ci fosse la realizzazione di una vera e propria trilogia. Ovviamente, il progetto non ha mai visto la luce, dal momento che – come la storia ci insegna – l’eroe kryptoniano è tornato al cinema grazie ad un progetto totalmente differente, ossia L’Uomo d’Acciaio di Zack Snyder.

In una recente intervista con The Aspiring Kryptonian, Millar è tornato a parlare del film mai realizzato, rivelando che all’epoca Vaughn avrebbe voluto Charlie Cox (che in seguito sarebbe diventato il Daredevil della Marvel nell’omonima serie tv targata Netflix) per il ruolo di Superman: “Matthew aveva già lavorato con Charlie per Stardust, circa uno o due anni prima”, ha spiegato il fumettista. “Pensava ci fosse davvero qualcosa di attraente in merito a Charlie. Sapeva che la stazza di Charlie non si adattava alle tradizionali dimensioni di Superman, ma continuava a dire: ‘Assomiglia un po’ al Superman della Golden Age, quando è un po’ più simile ad un qualunque essere umano.”

LEGGI ANCHE – Daredevil in Spider-Man 3? Charlie Cox commenta i rumor

Tornando al presente, non sappiamo ancora se Henry CavillSuperman attualmente in carica – tornerà a vestire i panni del supereroe sul grande schermo. L’attore ha più volte dichiarato di non aver ancora chiuso con il personaggio, ma ad oggi i piani della Warner Bros. e della DC Films in merito al futuro cinematografico dell’Uomo d’Acciaio sono ancora avvolti nel mistero.

Ricordiamo che al momento Henry Cavill è la star della serie The Witcher disponibile su Netflix, in cui interpreta l’eroe Geralt di Rivia. Di recente è emerso che l’attore potrebbe interpretare un “mutante famoso” in Captain Marvel 2, ma per ora non esiste ancora una conferma ufficiale.

Robert Pattinson “sopravvissuto” al lockdown grazie a Batman

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Robert Pattinson “sopravvissuto” al lockdown grazie a Batman

Robert Pattinson, star dell’attesissimo The Batman, ha rivelato che inizialmente non sapeva se accettare o meno il ruolo del Crociato di Gotham. Per qualsiasi attore di tratta di una grande responsabilità e, senza ombra di dubbio, di una parte che può segnare profondamente la carriera di un interprete (basti pensare a George Clooney, ancora oggi criticato per la sua incarnazione del Cavaliere Oscuro in Batman & Robin).

Robert Pattinson non è di certo estraneo a ruoli in grado di catalizzare l’attenzione a livello internazionale, basti pensare al personaggio di Edward Cullen interpretato nella saga di Twilight. Eppure, interpretare un personaggio come quello di Batman rappresenta una sfida ancora più grande, dal momento che si tratta di una parte che ha avuto già diverse iterazioni in passato, ognuna con risultati molto differenti.

In una recente intervista con GQ, Pattison ha parlato proprio del mondo in cui ha deciso di preparsi al suo debutto nei panni del Crociato di Gotham. Proprio come Clooney, l’attore era piuttosto scettico all’idea di accettare l’iconico ruolo nel film di Matt Reeves, ma invece di permettere alle paure e ai timori di prendere il sopravvento, l’attore ha scelto di concentrarsi sulla grande opportunità che gli era stata concessa e di prendere spunto da tutte le precedenti incarnazioni del personaggio:

“Pensavo che fosse divertente il fatto che si trattasse di un personaggio che era già stato portato tante e tanto volte sul grande schermo. Quindi, si è trattato di capire dove fosse il divario. Abbiamo visto così tante versioni di Batman che alla fine mi sono ritrovato di fronte ad una sorta di puzzle davvero soddisfacente, in cui c’era bisogno di inserire una nuova sfumatura. Pensavo: quale sarà il mio posto in tutto ciò? C’è qualcosa dentro di me che potrebbe aiutarmi ad interpretarlo al meglio? E poi… c’è tutto il discorso legato all’eredità del personaggio, che è un qualcosa che mi piace molto.”

Sappiamo che le riprese di The Batman sono state momentaneamente sospese a causa della pandemia di Covid-19. Sempre nella medesima intervista, Pattinson ha rivelato di essere in isolamento a Londra, nell’appartamento che la Warner Bros. ha affittato per lui e la sua ragazza, e ha parlato di come le sue giornate siano comunque focalizzate sulla preparazione al ruolo. Nello specifico, l’attore continua a tenersi in forma attraverso un programma alimentare che la major ha stabilito per lui: “Devo seguire un regime alimentare per Batman. Grazie a Dio. Altrimenti non so cosa avrei fatto.” 

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Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Andy Serkis (Alfred), Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon) e Paul Dano (Enigmista). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard, ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.

HN Entertainment ha suggerito che le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di Batman v Superman: Dawn of JusticeJustice LeagueWonder Woman e del sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Star Wars, Mark Hamill: “La saga non ha più bisogno di Luke”

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Star Wars, Mark Hamill: “La saga non ha più bisogno di Luke”

Mark Hamill ha ripreso il ruolo di Luke Skywalker ne L’Ascesa di Skywalker, il terzo e ultimo capitolo della trilogia sequel di Star Wars. Uscito nelle sale di tutto il mondo lo scorso Dicembre (e disponibile dallo scorso 4 Maggio su Disney+), il film ha ufficialmente chiuso la “saga degli Skywalker”, iniziata nel lontano 1977 con il primissimo Una Nuova Speranza (in cui, ovviamente, recitava anche Hamill).

Sappiamo che nel futuro cinematografico della saga ci sarà spazio per nuovi personaggi che, attraverso le loro storyline, dovrebbero andare a costituire l’assetto di una nuova mitologia (ricordiamo che uno dei prossimi film del franchise sarà diretto da Taika Waititi, regista di Thor: Ragnarok e JoJo Rabbit). In una recente intervista con Entertainment Weekly, Mark Hamill ha parlato della possibilità di tornare a vestire i panni di Luke Skywalker nella saga, e sembra proprio che quello sia ormai un capitolo definitivamente chiuso per l’attore:

“Non riesco proprio ad immaginare di poter tornare. Il mio personaggio ha avuto un inizio, un centro e una fine. Quei film mi hanno dato più di quanto potessi mai aspettarmi, ma non ho mai pensato di poter fare ritorno. Il mio addio è stato in Episodio IX, ed è stato un addio agrodolce. Amo tutte le persone che hanno lavorato alla saga e nutro un profondo affetto per George Lucas e per il personaggio che ha creato. Sono veramente grato per ciò che è riuscito a regalarmi e per la mia carriera, ma non voglio essere avido. Ci sono ancora tante grandi storie da raccontare e tanti grandi attori per raccontarle. Non hanno più bisogno di me.”

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Dopo la conclusione della “saga degli Skywalker” lo scorso dicembre, con l’uscita in sala di L’Ascesa di Skywalker, la saga continua nelle sue declinazioni fumettistiche e con le serie tv, tra cui The Mandalorian che, dopo una stagione di grande successo conclusasi il 2 maggio, è stata rinnovata per un secondo ciclo.

Rosie Huntington-Whiteley: 10 cose che non sai sull’attrice

Rosie Huntington-Whiteley: 10 cose che non sai sull’attrice

Rosie Huntington-Whiteley è oggi una delle più affermate modelle del momento, protagonista di numerose celebri campagne che l’hanno portata ad essere una vera e propria icona. Nel corso della sua carriera ha poi avuto modo di recitare anche in due film di grande successo, che le hanno permesso di mettere in mostra le proprie qualità da interprete.

Ecco 10 cose che non sai di Rosie Huntington-Whiteley.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Rosie Huntington-Whiteley fisico

Rosie Huntington-Whiteley: i film in cui ha recitato

10. Ha recitato in due noti lungometraggi. La ancora esigua filmografie dell’attrice si compone di due titoli particolarmente celebri. Il primo è il film Transformers 3 (2011), dove recita accanto all’attore Shia LaBeouf, nel ruolo di Carly. Successivamente, nel 2015, ricopre il ruolo di Angharad la splendida in Mad Max: Fury Road, con protagonista Tom Hardy. Al momento, l’attrice non sembra avere altri progetti in lavorazione.

9. È stata nominata per un indesiderato premio. Per il suo ruolo nel film Transformers 3, l’attrice ha ricevuto due nomination ai temuti Razzie Awards, ovvero i premi al peggio del cinema. Le due categorie in cui è stata candidata sono quella per la peggior attrice non protagonista e quella per la peggior coppia sullo schermo. Per sua fortuna, non ha trionfato né nell’una né nell’altra.

Rosie Huntington-Whiteley è su Instagram

8. Ha un account personale. La modella è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 11,3 milioni di persone. Qui è solita condividere immagini personali, siano esse di svago che legate al suo lavoro. Sono molto presenti, infatti, foto tratte da servizi fotografici, ma non mancano anche elementi della sua quotidianità.

7. Possiede un profilo per la sua linea di prodotti di bellezza. La Huntington-Whiteley gestisce anche il profilo Rose Inc., seguito da 318 mila persone, dove pubblicizza la propria linea di cosmetici. Si possono qui ritrovare diversi tutorial e immagini dimostrative delle proprietà di tali prodotti.

Rosie Huntington-Whiteley: chi è suo marito

6. Ha una relazione con un noto attore. Dal 2010, la modella ha una relazione con l’attore Jason Statham, celebre per film come Fast & Furious – Hobbs & ShawI mercenari. La coppia ha poi ufficializzato il fidanzamento nel gennaio del 2016, e nell’attesa del matrimonio hanno dato vita al loro primo figlio, nato nel 2017.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Rosie Huntington-Whiteley Mad Max

Rosie Huntington-Whiteley: il suo fisico

5. Fu vittima di bullismo. L’attrice ha raccontato di essere stata vittima di bullismo durante gli anni del liceo, attaccata per via del proprio fisico, giudicato acerbo. Ciò la spinse a prendere lezioni di judo, grazie al quale ha potuto irrobustirsi e sviluppare un fisico particolarmente curato.

4. Ha recitato in alcune note campagne pubblicitarie. Per la Mark & Spencer, nel 2013 la Huntington-Whiteley ha preso parte alle pubblicità ispirate alle favole di Alice nel Paese delle Meraviglie, Il mago di Oz e Aladino. Qui ha modo di recitare con l’attrice Helena Bonham Carter, nota proprio per aver interpretato la Regina di Cuori in Alice in Wonderland.

3. È una delle modelle più pagate al mondo. Grazie alla sua collaborazione con alcuni dei principali marchi di moda, come Valentino, Louis Vuitton, e Kenzo, la modella ha raggiunto compensi particolarmente elevanti, stabiliti tra i 9 e gli 11,5 milioni di dollari. Ciò le ha permesso di essere indicata dalla rivista Forbes come una delle modelle più pagate al mondo.

Rosie Huntington-Whiteley in Mad Max

2. Ha indossato una particolare protesi. Nel film Mad Max: Fury Road, l’attrice interpreta una delle “Cinque Mogli” destinate ad accoppiarsi con Immortan Joe per dare vita ad una nuova stirpe. Poiché nel film il suo personaggio è incinta, l’attrice ha dovuto indossare una speciale protesi che le conferisse il tipico “pancione”. Questo ha inoltre limitato i suoi movimenti, costringendola a lavorare sulla propria mobilità.

Rosie Huntington-Whiteley: età e altezza

1. Rosie Huntington-Whiteley è nata a Plymouth, in Inghilterra, il 18 aprile 1987. L’attrice e modella è alta complessivamente 175 centimetri.

Fonte: IMDb

Batman v Superman: il film mai realizzato con Colin Farrell e Jude Law

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Il regista e sceneggiatore Akiva Goldsman, in una recente intervista con Collider, ha parlato della versione mai realizzata di Batman v Superman che avrebbe dovuto vedere Colin Farrell nei panni del Crociato di Gotham e Jude Law in quelli dell’Uomo d’Acciaio, con Wolfgang Petersen impegnato dietro la macchina da presa. Il progetto, che risale agli inizi del 2000, non entrò mai in produzione e al suo posto la Warner Bros. decise di realizzare Troy, diretto sempre da Petersen e con protagonista Brad Pitt.

Akiva Goldsman è noto per aver curato le sceneggiature di Batman Forever e Batman & Robin, entrambi diretti da Joel Schumacher. Stando a quanto rivelato dallo stesso alla fonte, la versione mai realizzata di Batman v Superman era basata sulla collana antologica a fumetti “World’s Finest“. I toni del film erano oscuri e molti inquietanti, e la storia avrebbe incluso anche il funerale di Alfred e l’omicidio della moglie di Bruce per mano del Joker. A proposito della sceneggiatura del film, Goldsman ha spiegato:

“Ho scritto questa versione di Batman v Superman, intorno al 2001 o forse al 2002. Colin Farrell doveva interpretare Batman e Jude Law doveva interpretare Superman. Il regista Wolfgang Petersen avrebbe dovuto dirigere il film. Eravamo impegnati con la pre-produzione e sarebbe stata la cosa più dark che avreste mai visto. La storia partiva dal funerale di Alfred, con Bruce che si era innamorato e aveva rinunciato ad essere Batman. Il Joker aveva ucciso sua moglie, ma poi avremmo scoperto che era tutto una menzogna. Quella relazione era stata architettata dal Joker per distruggere Bruce. All’epoca c’era la possibilità di trasformare questo tipo di storie in una sceneggiatura, ma la verità è che forse il mondo non era pronto ad accoglierle. Ad ogni modo, credo che le aspettative sul progetto – sotto diversi punti di vista – non si stessero concretizzando nel modo in cui volevamo quando abbiamo scritto il film.”

Circa quindici anni dopo, precisamente nel 2016, Batman v Superman è finalmente arrivato sul grande schermo, come parte del DCEU: un progetto totalmente diverso da quello pensato da Goldsman, che ha visto Zack Snyder dietro la macchina da presa e Ben Affleck e Henry Cavill nei panni dei due eroi protagonisti, e che non ha mancato di dividere tanto la critica quanto il pubblico.

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Sam Worthington: 10 cose che non sai sull’attore

Sam Worthington: 10 cose che non sai sull’attore

L’attore Sam Worthington si è reso noto al grande pubblico grazie alla sua partecipazione ad alcuni dei maggiori blockbuster degli ultimi anni. In particolare, ha dimostrato una predilezione per i generi action e avventura, distinguendosi come l’eroe in grado di affrontare sfide titaniche. L’attore è ora atteso, nei prossimi anni, come protagonista dei sequel del film che lo resero celebre.

Ecco 10 cose che non sai di Sam Worthington.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Sam Worthington Scontro tra titani

Sam Worthington: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri film mainstream. Il primo grande successo per l’attore arriva grazie al film Terminator Salvation (2009), con Christian Bale, e ancor di più come protagonista del campione d’incassi Avatar (2009), dove recita accanto a Zoe Saldana. Negli anni successivi conferma la sua popolarità grazie a titoli come Scontro tra titani (2010), Last Night (2010), Il debito (2011), La furia dei titani (2012), 40 carati (2012), Drift (2013), Cake (2014), con Jennifer AnistonEverest (2015), con Jake GyllenhaalLa battaglia di Hacksaw Ridge (2016), di Mel GibsonThe Titan (2017) e Fractured (2019). Tornerà poi al cinema con gli attesi Avatar 2 (2021), Avatar 3 (2023), Avatar 4 (2025) e Avatar 5 (2027).

9. Ha recitato per la televisione. Nel corso della sua carriera l’attore ha compiuto una serie di sporadiche apparizioni anche sul piccolo schermo. I ruoli di maggior rilievo sono stati quelli per per le serie Love My Way (2004-2005) e The Surgeon (2005). Nel 2017 è però protagonista della miniserie Manhunt: Unabomber, dove ricopre il ruolo di Jim Fitzgerald, profiler dell’FBI che viene inviato ad individuare il noto terrorista, interpretato dall’attore Paul Bettany.

Sam Worthington: chi è sua moglie

8. È sposato. Nell’ottobre del 2013 l’attore ha confermato le voci che lo vedevano impegnato in una relazione con la modella Lara Bingle. Un anno dopo, nel dicembre del 2014 i due si sono ufficialmente sposati, dando poi la luce al primo figlio, nato nel 2015. Nel 2016 nasce invece il secondo figlio. Particolarmente riservata, la coppia non è solita rilasciare grandi dichiarazioni riguardo la propria vita sentimentale.

Sam Worthington in Scontro tra titani

7. Non ha indossato veri sandali. Ambientato al tempo delle divinità greche, il film vede l’eroe Perseo cercare di riportare la pace nella propria terra. Nel film, dunque, l’attore indossa abiti usati comunemente dai guerrieri di quel tempo. I suoi sandali, tuttavia, sono in realtà delle scarpe Nike realizzate appositamente per l’occasione. Utilizzare una riproduzione delle calzature dell’epoca gli avrebbe infatti impedito di eseguire al meglio le coreografie richieste.

6. Avrebbe dovuto avere i capelli lunghi. Inizialmente, il suo personaggio era previsto che avesse i capelli lunghi, e che solo in seguito se li tagliasse. Tuttavia, la produzione decise di scartare quest’idea, considerando anche che l’attore in quel momento portava un taglio già corto per le riprese del film Avatar.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Sam Worthington Avatar

Sam Worthington in Avatar

5. È il film che gli ha cambiato la vita. Worthington ha raccontato come prima di Avatar fosse solito vivere di stenti. L’attore si era infatti ridotto a vivere nella sua macchina, senza averi. Quando venne chiamato a sostenere un provino per il film, non gli venne rivelato nulla a riguardo, né il nome del regista né l’argomento della sceneggiatura. Worthington era inizialmente seccato, poiché temeva si sarebbe rivelata una perdita di tempo, salvo poi scoprire solo in seguito la portata del progetto.

4. È stato aiutato dal suo essere sconosciuto. Per il ruolo del protagonista, lo studios voleva nomi di attori già celebri, ma il regista James Cameron decise in modo irremovibile di affidare la parte a Worthington, poiché il suo essere sconosciuto lo rendeva perfetto affinché lo spettatore potesse immedesimarsi nelle sue avventure.

3. Ha avuto difficoltà a recitare con un accento diverso. Essendo cresciuto in Australia, l’attore sfoggia l’accento tipico della sua terra. In un’intervista, ha raccontato che per lui è stato più facile imparare la lingua dei Na’vi che riuscire a recitare con un corretto accento americano.

Sam Worthington in Avatar 2

2. Sarà nuovamente protagonista nel sequel. A più di dieci anni di distanza, Worthington è pronto a riprendere il ruolo che lo ha reso celebre in Avatar 2, primo dei quattro annunciati sequel dell’originale. L’attore, attualmente impegnato nelle riprese, ha raccontato di come la produzione di questo secondo film superi di gran lunga la portata del primo, lasciando immaginare un evento cinematografico senza precedenti.

Sam Worthington: età e altezza

1. Sam Worthington è nato a Godalming, in Inghilterra, il 2 agosto 1976. L’attore è alto complessivamente 178 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Gina Carano: 10 cose che non sai sull’attrice

Gina Carano: 10 cose che non sai sull’attrice

Tra le più grintose attrici di Hollywood, Gina Carano si è costruita una fama da vera dura grazie alla sua partecipazione a film d’azione con grandi scene di combattimento. Prima di approdare alla recitazione, la Carano ha infatti avuto una carriera nel mondo delle arti marziali miste, che l’hanno aiutata a formare il fisico che oggi sfrutta per ricoprire i ruoli che le vengono offerti.

Ecco 10 cose che non sai di Gina Carano.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Gina Carano MMA

Gina Carano: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti lungometraggi d’azione. Dopo aver debuttato nella recitazione con il film Blood and Bone (2009), l’attrice arriva sul grande schermo con il film Knockout – Resa dei conti (2012), di Steven Soderbergh, per poi prendere parte a Fast & Furious 6 (2013), con Vin Diesel, In the Blood (2013), Bus 657 (2013), Extraxtion (2015), con Bruce Willis, e Deadpool (2016), dove recita accanto a Ryan Reynolds ed Ed Skrein. Negli ultimi anni ha poi preso parte a Kickboxer – La vendetta del guerriero (2016), Scorched Earth – Cacciatrice di taglie (2018) e Daughter of the Wolf – La figlia del lupo (2019).

9. Ha recitato in una nota serie TV. Dopo essere comparsa nell’episodio Unbound, della prima stagione di Almost Human (2014), con Karl Urban, l’attrice ha guadagnato maggior popolarità sul piccolo schermo dando vita al ruolo di Cara Dune nella serie Disney+ The Mandalorian (2019), dove ha recitato accanto a Pedro Pascal.

Gina Carano e l’MMA

8. È stata una lottatrice professionista. Dal 2006 al 2009 la Carano si è cimentata con ottimi risultati nel mondo delle arti marziali miste. Ha combattuto in particolare per le organizzazioni Strikeforce ed EliteXC, arrivando a detenere il record personale di 7 vittorie e una sola sconfitta. Ha inoltre gareggiato per il titolo dei pesi piuma, senza però riuscire ad ottenerlo.

7. Ha ottenuto un importante riconoscimento. Durante il suo periodo di attività, la Carano è stata indicata tra le prime dieci lottatrici al mondo per la sua categoria di peso. Nel 2008, visti i suoi successi e la sua popolarità, ha ottenuto il premio come lottatrice donna dell’anno ai Fighters Only World MMA.

Gina Carano e Henry Cavill

6. Ha avuto una relazione con il noto attore. Nel settembre del 2013 viene rivelata la relazione tra la Carano e l’attore Henry Cavill, noto per il ruolo di Superman nell’DC Extended Universe. La coppia sta insieme però soltanto pochi mesi, annunciando una prima separazione nel maggio del 2013. Nell’ottobre dello stesso anno viene poi confermato un loro ritorno di fiamma, che li porterà a stare insieme per circa un anno, fino all’autunno del 2014.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Gina Carano Deadpool

Gina Carano in Deadpool

5. Voleva indossare delle speciali lenti. Per ricoprire il ruolo della mutante Angel Dust, l’attrice propose di indossare delle lenti a contatto che conferissero ai suoi occhi un’iride di color giallo. Ciò le avrebbe permesso di assomigliare ulteriormente al personaggio dei fumetti. Tuttavia, l’addetto al trucco rifiutò tale richiesta, sostenendo che gli occhi gialli avrebbero ricordato i vampiri del film Twilight.

4. Aveva timore ad essere troppo aggressiva. Il protagonista Ryan Reynolds ha raccontato che nelle scene di combattimento tra i protagonisti la Carano manifestava più volte il timore di fare realmente male a qualcuno. Anche se colpito dalla sua gentilezza, l’attore dovette comunque chiederle di trattarlo con più aggressività, affinché il loro scontro potesse risultare più realistico.

3. Non aveva paura di farsi male. Se l’attrice manifestava timore per l’incolumità altrui, altrettanto non fece per sé stessa. Si rese infatti disponibile ad eseguire personale le scene di combattimento o le spericolate acrobazie, senza dover ricorrere a controfigure. A spaventarla, invece, erano i ragni in cui temeva di imbattersi nella scena dello scontro nella discarica.

Gina Carano in The Mandalorian

2. Ha imparato ad accettarsi grazie al suo ruolo nella serie. La Carano ha raccontato di aver pensato più volte di abbandonare la recitazione, sentendosi lontana e inadeguata rispetto all’attrice standard. Interpretando il personaggio di Cara Dunne in The Mandalorian, ha però iniziato a sentirsi sempre più legata a tale mestiere, comprendendosi e accettandosi per il tipo di attrice che è, e che può diventare.

Gina Carano: età e altezza

1. Gina Carano è nata a Dallas, in Texas, Stati Uniti, il 16 aprile 1982. L’attrice è alta complessivamente 173 centimetri.

Fonte: IMDb

Kelly Reilly: 10 cose che non sai sull’attrice

Kelly Reilly: 10 cose che non sai sull’attrice

Divisa tra cinema e televisione, l’attrice Kelly Reilly ha negli anni costruito la propria carriera recitando in alcuni celebri titoli, dando prova di versatilità e carisma. Attualmente impegnata sul piccolo schermo, la Reilly è oggi apprezzata per il suo ruolo di Beth Dutton nella serie Yellowstone, grazie alla quale ha ottenuto nuova popolarità.

Ecco 10 cose che non sai su Kelly Reilly.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Kelly Reilly True Detective

Kelly Reilly: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice esordisce sul grande schermo con il film Maybe Baby (2000), con Hugh Laurie, per poi recitare in titoli come The Libertine (2004), con Johnny Depp, Orgoglio e pregiudizio (2005), con Keira Knightley e Matthew Macfadyen, Bambole russe (2005), Lady Henderson presenta (2005), Me and Orson Welles (2008), Sherlock Holmes (2009), con Robert Downey Jr., Ti presento un amico (2010), con Raoul Bova, Sherlock Holmes – Gioco di ombre (2011), Flight (2012), Rompicapo a New York (2013), Calvario (2014), e Bastille Day – Il colpo del secolo (2016), con Idris Elba.

9. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso della sua carriera sono molti i titoli televisivi a cui l’attrice ha preso parte, ma tra i più significativi si annoverano le serie Above Suspicion (2009-2012), Black Box (2014) e True Detective (2015), dove ha recitato nella seconda stagione nel ruolo di Jordan Semyon, accanto agli attori Colin Farrell Vince Vaugh. Successivamente recita in Britannia (2017-2018), mentre dal 2018 è tra i protagonista di Yellowstone, recitando accanto a Kevin Costner.

8. Ha prodotto una serie TV. In un’occasione, la Reilly ha ricoperto il ruolo di produttrice per una serie di cui è stata anche protagonista. Si tratta di Black Box, dove l’attrice dà vita al personaggio della neuroscienziata Catherine Black, la quale in prima persona soffre di problemi neurologici, nascondendo però numerosi altri segreti. Composta di soli 13 episodi, la serie è andata in onda nel 2014.

Kelly Reilly è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 78,3 mila persone. All’interno di questo la Reilly è solita condividere fotografie scattate durante i set a cui prende parte, come anche immagini promozionali dei suoi progetti recenti o imminenti. Non mancano ovviamente anche foto ritraenti momenti di svago o curiosità a lei legate.

Kelly Reilly in Flight

6. Ha ottenuto il ruolo grazie ad un provino molto convincente. Protagonista femminile del film Flight, dove ha una relazione con il personaggio interpretato da Denzel Washington, la Reilly fu scelta dopo che ebbe inviato un video provino alla direttrice del casting. Questa rimase particolarmente sorpresa dalla capacità della Reilly di rendere umano un personaggio tossicodipendente, e dopo averla mostrata al regista, questi la confermò per il ruolo.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Kelly Reilly Yellowstone

Kelly Reilly in True Detective

5. Aveva sostenuto il provino per un altro ruolo. Per la seconda stagione della serie antologica True Detective, l’attrice aveva inizialmente sostenuto il provino per il personaggio della detective Antigone Bezzerides, andato poi all’attrice Rachel McAdams. Colpiti dalla performance della Reilly, però, i produttori decisero di assegnarle il ruolo di Jordan Semyon, rientrate sempre tra i personaggi principali della stagione.

Kelly Reilly in Britannia

4. Ha interpretato una guerriera. Nella prima stagione della serie Britannia, ambientata nel 43 d.C., durante la guerra tra l’esercito romano e i guerrieri della Britannia, l’attrice ha dato vita al personaggio di Kerra, figlia del re e disposta a guidare il proprio popolo in battaglia pur di salvare la propria terra.

3. Le ha permesso di sperimentare cose nuove. Assumere i panni della guerriera Kerra, ha permesso all’attrice, come da lei dichiarato, di cimentarsi in cose nuove, che mai prima nella sua carriera aveva avuto modo di fare. Tra questi vi sono i sanguinosi combattimenti, come anche la possibilità di recitare in lingue diverse da quella che le è propria.

Kelly Reilly in Yellowstone

2.Era attratta dalla forza del suo personaggio. Nell’assumere il ruolo di Beth Dutton, figlia del protagonista, la Reilly si è dichiarata particolarmente entusiasta nel poter dar vita ad un personaggio femminile caratterialmente così forte, come se ne vedono pochi. Tra i principali elementi che rendono Beth particolarmente predominante nel confronto con gli altri protagonisti vi è la sua acuta intelligenza.

Kelly Reilly: età e altezza

1. Kelly Reilly è nata a Surrey, in Inghilterra, il 18 luglio 1977. L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Favolacce, recensione del film dei fratelli D’Innocenzo

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Favolacce, recensione del film dei fratelli D’Innocenzo

A due anni da La terra dell’abbastanza, i Fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo tornano a fare grande cinema con Favolacce, già presentato al Festival di Berlino 2020 e vincitore dell’Orso d’Argento per la migliore sceneggiatura. Il film arriva on demand l’11 maggio, saltando l’uscita in sala prevista per il 16 aprile a causa dell’emergenza COVID-19.

I Fratelli D’Innocenzo nascondono in piena vista, proprio nel titolo, il primo indizio sulla storia che stanno per raccontarci: non sono fiabe, con principesse e magia, ma favole, parlano di animali, bestie e cuccioli. Inoltre, il dispregiativo indirizza ancora più precisamente lo sguardo dello spettatore. Assisteremo a storie brutte, sicuramente non edificanti, di animali.

La realtà non è molto diversa dalla premessa. La storia si apre con una voice over, quella di Max Tortora (già papà di uno dei due protagonisti de La terra dell’Abbastanza), racconta di aver trovato un diario di una bambina e ha deciso di continuare la storia che lei stava raccontando. Nelle parole dei D’Innocenzo, è quindi il racconto vero di una storia inventata.

Siamo a Spinaceto, nella periferia romana, ma non si tratta di quella periferia realistica di cemento che abbiamo visto nell’opera prima dei due registi. Siamo di fronte ad un margine della città completamente disancorato da luoghi reali e indicazioni geografiche. Siamo fuori al Grande Raccordo Anulare, ma potremmo essere anche in una campagna americana, con villette monofamiliari a schiera, atmosfera assolata e arsa dal sole dell’estate, nelle giornate lunghe e pigre.

Messa in scena impeccabile

La messa in scena, sempre impeccabile, racconta proprio di un luogo che potrebbe essere ovunque sulla Terra, ma anche nei sogni di qualcuno, un luogo sospeso dove le case possono sembrare quelle che vediamo nei film di Tim Burton, le persone quelle che raccontava il primo Pasolini, l’atmosfera quella magica e realistica, ma meno ruvida, di un film di Garrone, eppure Fabio e Damiano D’Innocenzo emergono con il loro occhio affettuoso e allo stesso tempo disincantato, raccontando di età, di famiglie, di realtà che irrompe nell’irrealtà nella scena di un primo rapporto sessuale, nella bellezza di una bambina con i pidocchi accanto ad una ragazza rimasta incinta, sfatta e trasandata, completamente abbandonata alla feccia che la circonda, immagine disperata di gioventù perduta.

Eppure non c’è mai condanna o giudizio, nell’occhio dei registi, solo, forse, una profonda compassione per l’abisso profondo in cui cercano di non affogare i grandi e la via di fuga che invece trovano i ragazzini, unica e sola, verso l’autodistruzione. Una compassione che finisce per mostrare dei bambini che nella loro purezza assurgono a eroi drammatici, di fronte ad una miserabile umanità, rappresentata dai loro genitori, che di contro sembra non smettere di sognare di evadere, senza mai fare i conti con ciò che succede davvero e provando a trascinare sul fondo anche la piccola innocente progenie.

Favolacce è un’opera di grandissima bellezza

FavolacceFavolacce è un’opera di grandissima bellezza, in cui i D’Innocenzo costruiscono ogni inquadratura con una cura certosina, disponendo nello spazio dello schermo un piccolo racconto per ogni frame, con un’eleganza formale frutto sicuramente di studio ma anche di talento e di una sensibilità che emerge in maniera cristallina nelle inquadrature affettuose e carezzevoli, sui protagonisti più piccoli.

E loro, tutti volti talmente belli da sembrare davvero usciti da una fiaba, sono invece gli attori principali delle favolacce che si intrecciano, in un racconto crudo e ordinario che riesce a mantenere la purezza di uno sguardo fanciullo che trova la sua via di fuga, la sua salvezza, in un finale brutale eppure, liberatorio.

Favolacce racconta storie di bestie e cuccioli, in un non luogo da cui si scappa soltanto scomparendo da quello spazio-tempo indefinito, oppure spostandosi più in là, quel poco che basta per mettersi a guardare la tv, traendo conforto dalle miserie degli altri.

Hamilton: il film sulla produzione di Broadway anticipa l’uscita

Hamilton: il film sulla produzione di Broadway anticipa l’uscita

The Walt Disney Company, Lin-Manuel Miranda, Jeffrey Seller e Thomas Kail hanno annunciato che Disney+ anticiperà la premiere di Hamilton, la versione filmata della produzione originale di Broadway. Il musical teatrale che ha vinto 11 Tony Award, i GRAMMY Award, gli Olivier Award e il Premio Pulitzer arriverà nelle case di tutto il mondo dal 3 luglio 2020.   I produttori di Hamilton, il film della produzione originale di Broadway, includono Lin-Manuel Miranda, Jeffrey Seller e Thomas Kail, quest’ultimo sarà anche regista.

Il film è un passo avanti nell’arte della “ripresa dal vivo” che trasporta il pubblico nel mondo dello spettacolo di Broadway in modo unico e intimo. Combinando i migliori elementi del teatro dal vivo, del cinema e dello streaming, il risultato è un’esperienza cinematografica che rappresenta un modo completamente nuovo di vivere Hamilton.

«Nessun altro lavoro artistico nell’ultimo decennio ha avuto l’impatto culturale di Hamilton, una storia stimolante e accattivante raccontata ed eseguita in modo fortemente creativo. Alla luce delle straordinarie sfide che il nostro mondo sta affrontando, questa storia sulla leadership, la tenacia, la speranza, l’amore e il potere delle persone di unirsi contro le avversità è di grande impatto», ha affermato Robert A. Iger, Executive Chairman di The Walt Disney Company. «Siamo entusiasti di portare questo show su Disney+ alla vigilia del Giorno dell’Indipendenza e dobbiamo ringraziare il geniale Lin-Manuel Miranda e il team di Hamilton per averci permesso di farlo un anno prima di quanto previsto».

«Sono così orgoglioso di come Tommy Kail sia riuscito a portare sullo schermo Hamilton. Ha riservato a tutti coloro che guardano questo film un biglietto in prima fila», ha dichiarato Lin-Manuel Miranda. «Sono molto grato a Disney e Disney+ per aver re-immaginato e anticipato l’uscita al weekend del 4 luglio di quest’anno, alla luce di questa situazione in cui il mondo è sottosopra. Sono davvero grato a tutti i fan che l’hanno chiesto a gran voce e sono molto felice che sia stato possibile farlo. Sono davvero orgoglioso di questo show e non vedo l’ora che tutti possano vederlo».

Registrato al The Richard Rodgers Theatre di Broadway nel giugno del 2016 Hamilton annovera nel cast il vincitore del Tony Award Lin-Manuel Miranda nel ruolo di Alexander Hamilton. Daveed Diggs interpreta Marquis de Lafayette/Thomas Jefferson, mentre Renée Elise Goldsberry è Angelica Schuyler; Leslie Odom, Jr. è Aaron Burr; il nominato ai Tony Award Christopher Jackson interpreta il ruolo di George Washington; Jonathan Groff è King George; Phillipa Soo è Eliza Hamilton e Jasmine Cephas Jones interpreta Peggy Schuyler/Maria Reynolds; Okieriete Onaodowan è Hercules Mulligan/James Madison e Anthony Ramos è John Laurens/Philip Hamilton.

Il cast include anche Carleigh Bettiol, Ariana DeBose, Hope Easterbrook, Sydney James Harcourt, Sasha Hutchings, Thayne Jasperson, Elizabeth Judd, Jon Rua, Austin Smith, Seth Stewart e Ephraim Sykes.

COme VIte Distanti: anche Alessandro Baricco e Milo Manara nel progetto Arf!

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Anche Alessandro Baricco e Milo Manara si uniscono agli oltre 80 autori del Fumetto italiano nel progetto benefico COme Vite Distanti ideato e coordinato da ARF! il Festival del Fumetto di Roma in collaborazione con PressUp a sostegno della raccolta fondi per l’emergenza Coronavirus dell’INMI Lazzaro Spallanzani di Roma, al quale – grazie alle copie pre-ordinate del libro dallo scorso 25 marzo – sono già stati donati 50.000 euro.

Alessandro Baricco, scrittore, saggista, autore teatrale, critico musicale e fondatore della prestigiosa Scuola Holden di Torino, firmerà l’introduzione del volume. Non è certo un segreto la sua grande passione per i fumetti: da sempre affezionatissimo lettore di Tex così come dei paperi & topi della Walt Disney, le sue “incursioni” nella Nona Arte contano almeno un paio di precedenti illustri. Come la trasposizione a fumetti – splendida “parodia Disney” con protagonisti Topolino e Pippo – del suo La vera storia di Novecento adattata da Tito Faraci e disegnata da Giorgio Cavazzano; o ancora, sempre grazie ai testi di Faraci, l’adattamento di Senza Sangue (Feltrinelli Comics), diventata graphic novel con le matite di Francesco Ripoli.

COme VIte Distanti, il racconto collettivo in cui il protagonista è un “eroe mascherato” catapultato nelle vite – e nelle case – degli altri, vedrà tra i suoi autori anche Milo Manara, Maestro del fumetto amato in Italia e all’estero per la sensualità del suo segno, già protagonista della grande mostra «MACROMANARA» per ARF! Festival e COMICON nel 2017.

Manara opererà all’interno di COme VIte Distanti un inedito, esclusivo “collegamento” con una delle sue opere di maggior successo: Il profumo dell’invisibile (racconto del 1985, pubblicato in tutto il mondo) dove esordì il suo personaggio più celebre, la biondissima Miele.

IL PROGETTO COme VIte Distanti

“Di fronte al prezioso compito che quotidianamente svolgono medici e ricercatori scientifici, soprattutto in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, noi fumettisti ci sentiamo spesso piccoli e impotenti. D’altronde il nostro lavoro è raccontare storie, non salvare vite. Ci siamo chiesti, quindi, se esisteva un modo per contribuire a essere utili – presto e concretamente – all’intera comunità. “COme VIte Distanti” è la nostra risposta a questo bisogno. La risposta del Fumetto Italiano.” ARF! Festival del Fumetto

In un momento in cui tutta l’Italia è ferma, i migliori fumettisti italiani si mobilitano da casa, a sostegno della raccolta fondi dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani e si uniscono per raccontare un’unica, grande storia. Ideatore e promotore dell’iniziativa è ARF! «Festival di Storie, Segni & Disegni», il Festival del Fumetto di Roma che seguirà, passo dopo passo, tutto il progetto, curandone il coordinamento editoriale, la comunicazione, la stampa del volume e il flusso delle donazioni.

COme VIte Distantiche sta prendendo vita sul sito e sui canali social di ARF! Festival con la pubblicazione di una tavola al giorno per diventare a fine maggio un libro cartonatoè già preordinabile on-line alla pagina www.arfestival.it/covid, così che l’INTERO RICAVO venga donato sin da subito, vista l’urgenza del momento, all’Ospedale Spallanzani.

Il gesto solidale di un intero ambito professionale, unito alla volontà di continuare a intrattenere con una lettura quotidiana gratuita, resterà per sempre una testimonianza di questo momento storico e sociale così umanamente intenso e surreale.

Guns Akimbo: recensione del film con Daniel Radcliffe

Guns Akimbo: recensione del film con Daniel Radcliffe

Daniel Radcliffe è il protagonista indiscusso di un nuovo prodotto Amazon Prime. Dopo aver vestito i panni del maghetto nella saga di Harry Potter che lo ha portato al successo, Radcliffe è l’eroe di un fumettone nerd che combatte il male armato di tanta goffaggine e, suo malgrado, di due pistole. Diretto da Jason Lei Houden, Guns Akimbo è un concentrato di action adrenalinico e violenza, una storia di fantascienza ambientata in un futuro distopico, venata di uno humour goffo quanto il suo protagonista.

Guns Akimbo, la trama

Miles è uno sviluppatore di videogame che, quando non lavora, passa le giornate a lanciare  commenti al vetriolo agli appassionati di Skism: persone che restano incollate a uno schermo a guardare uomini e donne che si uccidono come se fossero in un videogame, ma è tutto vero. Un gioco mortale e illegale in diretta streaming, in cui coppie di sfidanti combattono fino alla morte con ogni tipo di armi. Per il criminale ideatore di Skism, Riktor, Ned Dennehy, Miles è un disturbatore. Così lo costringe a entrare nel gioco: Miles si ritrova con due pistole inchiodate alle mani e ventiquattro ore per uccidere la sua avversaria Nix, Samara Weaving, o esserne ucciso. Inizia così la partita di Miles, una corsa affannosa contro il tempo, che da innocuo nerd in pantofole, lo trasforma in un vero combattente, non solo a parole e non solo dietro una tastiera, per salvare sé stesso e la sua ragazza, Nova, Natasha Liu Bordizzo, rapita da Riktor.

Guns Akimbo è critica?

La domanda che viene da porsi nell’affrontare la visione del film è: riuscirà a non crogiolarsi nel meccanismo che dice di voler denunciare? Il film propone uno scenario distopico, ma come tutte le distopie, per funzionare ha bisogno di non essere troppo lontano dalla realtà. Guns Akimbo sembra voler essere un monito, mostrare la deriva che si rischia se si continua a trascorrere più tempo davanti a uno schermo, rapiti da una realtà virtuale, che impegnati a vivere la vita reale, come spesso accade già oggi.

Ad esempio, Miles a un certo punto dice: “Non ricordo l’ultima volta che ho camminato per strada senza gli occhi sul telefono. È tutto così in HD!”. Tutti noi sappiamo quanto questa affermazione possa essere pericolosamente vicina al vero. Se gli ideatori di Skism sono criminali violenti senza scrupoli e i giocatori a loro volta psicopatici e criminali disposti a tutto, chi sembra uscirne peggio sono gli spettatori, che vogliono illudersi di stare guardando un videogioco, ma sono complici e anzi principali artefici di una trappola mortale ordita a colpi di visualizzazioni.

Compiacimento, visivo e non solo

Tuttavia, nonostante le enunciazioni e i nobili intenti, Guns Akimbo affonda le sue radici nel pieno di una contraddizione e dai suoi risvolti più orrendi, truculenti e feroci trae il suo appeal. Dal punto di vista visivo, il film mette in campo tutte le armi possibili, le stesse usate nei videogiochi, ne emula le tecniche per far presa sul pubblico, soprattutto nelle scene d’azione e combattimento, esasperandone l’aspetto di finzione attraverso il ralenti o effetti grafici da fumetto. Lo spettatore si trova così a guardare una violenza esibita, ma che sembra irreale e questo approccio lo induce all’indulgenza, anziché alla riflessione su come quello che sembra un gioco sia in effetti una tremenda realtà. Inoltre, il protagonista, un Radcliffe che ha conservato e se possibile accentuato l’ingenua espressione del maghetto Harry Potter , di fatto semina a sua volta morte, sebbene nei panni dell’eroe giustiziere. Il gioco non si ferma, il business neanche  e a farla da padrona è sempre la violenza. A questa si attinge a piene mani per catturare lo spettatore. Il ritmo è frenetico, sparatorie ed esplosioni si susseguono, fiotti di sangue schizzano ovunque con assoluta gratuità.

Ciò che dovrebbe stemperare questa valanga di violenza è l’ironia, quelle venature di commedia, incentrate soprattutto sull’attitudine nerd del protagonista, sulla sua inadeguatezza al ruolo di eroe che si trova suo malgrado a ricoprire, che restano però circoscritte e ben poca cosa a fronte di una narrazione brutale e incalzante, scandita da una colonna sonora trascinante, fatta di classici rock reinterpretati in versione metal industrial, come Spin me round e Wild one (real wild child).

Guns Akimbo è un film stucchevole forse avvincente per gli amanti dell’adrenalina e del videogioco violento, per un pubblico di teenagers che difficilmente si soffermeranno sulla critica, e certo sono il target scelto per il film. Un’overdose di brutalità e ripetitiva per gli altri.

10 film troppo ansiogeni da riguardare

10 film troppo ansiogeni da riguardare

L’horror è il genere per eccellenza che presenta immagini tanto violente ed inquietanti da lasciare turbato lo spettatore anche dopo la fine della visione di un film. Ma questo non è una regola: anche il dramma o il thriller possono rivelarsi talmente strazianti da lasciare un solco profondo nello spettatore più sensibile o suscettibile.

Alcuni film, al di là di quanto siano stati riconosciuti dalla critica o apprezzati dal pubblico, sono talmente inquietanti, disturbanti o sconcertanti che spesso è altamente improbabile che si decida di dedicare loro una seconda visione. Ecco 10 film carichi di suspense che la maggior parte del pubblico ha forse visto soltanto una volta nella sua vita, o che forse ha rivisto parecchio tempo dopo la primissima visione:

Requiem for a Dream

L’opera seconda di Darren Aronofsky è un film incentrato sulle speranze che sorreggono la vita di ognuno di noi, almeno fino a quando non si cade vittime di un baratro dal quale sembra impossibile fare ritorno (nel caso dei protagonisti, si parla di dipendenza da droga e psicofarmaci).

In Requiem for a Dream, attori del calibro di Jared Leto, Jennifer Connelly, Marlon Wayans e l’iconica Ellen Burstyn devono fare i conti con una dipendenza che finirà per annientare totalmente le loro esistenze, quando il loro unico desiderio era soltanto quello di sperare di riuscire a sfuggire da una realtà opprimente e miserevole.

Irreversible

Irreversible è uno dei film più controversi di Gaspar Noé: non soltanto per la struttura narrativa (la storia viene raccontata al contrario, giustificando così il titolo), ma anche per la sconvolgente scena che riguarda il brutale pestaggio e il conseguente stupro ai danni di Alex, il personaggio interpretato da Monica Bellucci.

Nel dettaglio, il film racconta la spietata ricerca di vendetta da parte del suo ragazzo e, oltre alla scena dello stupro, ce n’è anche un’altra parecchio disturbante in cui un uomo viene brutalizzato con un estintore.

Millennium – Uomini che odiano le donne

La versione americana dell’adattamento cinematografico del romanzo di Stieg Larsson ad opera di David Fincher ruoto attorno ad uno dei personaggi femminili più complessi che la recente storia della letteratura e del cinema abbiano mai conosciuto.

In Millennium – Uomini che odiano le donne, attraverso una serie di sequenze particolarmente crude, veniamo a conoscenza del passato di Lisbeth Salander, un passato fatto di violenze, ricoveri e perizie psichiatriche, al punto che la stessa venne riconosciuta incapace di badare a sé stessa e per questo affidata a un tutore. Ma la verità è che ognuno dei personaggi della storia sembra nascondere qualcosa di particolarmente oscuro e scabroso…

L’amore bugiardo – Gone Girl

Se per caso state facendo i conti con una relazione potenzialmente dannosa, allora L’amore bugiardo – Gone Girl non è il film che fa al caso vostro. Rosamund Pike veste i panni di Amy, donna vendicativa che scompare misteriosamente e gettando la figura del marito al centro di un vero e proprio circo mediatico. Ma qual è la verità? Chi ha ucciso veramente Amy?

Tratto dall’omonimo bestseller di Gillian Flynn e diretto ancora una volta da David Fincher: il ritorno del celebre regista nella nostra classifica sottolinea quanto è a lui che si devono alcuni dei thriller meglio riusciti degli ultimi tre decenni.

L’esorcista

Anche se non siete propriamente dei fan del genere horror, L’esorcista è uno di quei film che bisogna guardare almeno una volta nella vita. E forse, dopo la sua visione, non si avrà mai più voglia di rivederlo.

La storia della piccola Regan che inizia a manifestare segni di inspiegabile – all’apparenza – violenza e che solo in seguito – con l’aiuto di un prete che sembra aver perduto la fede – si capirà essere posseduta da un feroce demone, ha segnato l’immaginario collettivo e turbato i sogni di più generazioni a partire dall’inizio degli anni ’70. A cinquant’anni dalla sua uscita, il capolavoro di William Friedkin è ancora considerato il film più spaventoso di tutti i tempi.

Saw – L’enigmista

Nonostante abbia dato vita ad un franchise i cui vari capitoli non sono mai stati ritenuti all’altezza dell’originale, è innegabile quanto il primo film della saga di Saw sia una dei film più disturbanti della recente storia del cinema. Due uomini, incatenati, si svegliano in un bagno sporco e lurido, senza sapere minimamente come siano arrivati lì.

Una voce registrata inizia a dare loro alcune istruzioni per garantirsi la sopravvivenza: è solo l’inizio di un gioco a dir poco mortale, in cui uno dovrà uccidere l’altro per evitare che la propria famiglia venga massacrata. Entrambi cercano di capire come fuggire senza dover ricorrere al gesto più estremo di tutti, fino a quando la speranza abbandonerà entrambi…

American Psycho

Ambientanto alla fine degli anni ’80, in una nuova New York decadente, in American Psycho, ispirato  all’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis, Christian Bale interpreta Patrick Bateman, un uomo alle prese con una sanità mentale precaria e con una doppia identità.

La vita da consulente finanziario freddo e distaccato, ossessionato dalla cura del corpo, si alterna a quella da killer psicopatico che cerca in tutti i modi di nascondere alle persone che lo circondano la sua vera natura.

Seven

Anche una volta David Fincher, regista capace di mescolare costantemente le carte in tavola ad ogni nuovo film che realizza. In effetti, tutto ha avuto inizio con Seven, considerato uno dei più bei thriller mai realizzati, con uno dei finali più strazianti di tutti i tempi.

Interpretato da Brad Pitt e Morgan Freeman, il film vede il detective William Somerset e il giovane collega, impulsivo ed istintivo, David Mills sulle tracce di un pericoloso serial killer che sta punendo con la morte i colpevoli dei sette vizi capitali: avarizia, gola, accidia, invidia, superbia, ira e lussuria.

Assassini nati – Natural Born Killers

Sesso, droga, rock & roll, omicidi e caos sono alla base del celebre film di Oliver Stone su come i media e la violenza si alimentano a vicenda secondo una logica perversa.

Basato su un soggetto di Quentin Tarantino, in Assassini nati – Natural Born Killers Woody Harrelson e Juliet Lewis interpretano Mickey e Mallory Knox, entrambi segnati da un’infanzia problematica, che si incontrano, si innamorano e decidono di uccidere insieme, in una storia in cui la violenza più brutale si mescola a dialoghi brillanti.

American History X

A volte, i film più inquietanti sono quelli che ispirati a fatti che potrebbero tranquillamente accadere nella realtà. American History X di Tony Kaye racconta la storia di Derek Vinyard, sostenitore del suprematismo bianco, che viene scarcerato dopo aver scontato tre anni di carcere per aver ucciso due ragazzi di colore che stavano tentando di rubargli l’auto.

Tornato a casa, cerca di salvare il fratello minore Danny, che a quanto pare ha intrapreso la sua stessa strada. Il film, dedicato al tema delle tensioni sociali e del razzismo negli Stati Uniti, è valso a Edward Norton una candidatura all’Oscar come miglior attore protagonista.

Fonte: Screen Rant

Kill Bill Vol. 1: la citazione a Le Iene nascosta nel film

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Kill Bill Vol. 1: la citazione a Le Iene nascosta nel film

Michael Madsen, attore feticcio di Quentin Tarantino, ha rivelato in una recente intervista con Cinemablend che il primo capitolo del dittico Kill Bill con protagonista Uma Thurman contiene una citazione a Le iene, primo film diretto da Tarantino nel 1992 e in cui recita anche Madsen.

“Le citazioni piacciono tanto a Quentin”, ha spiegato Madsen. “Ecco perché la mia Cadillac è in C’era una volta a Hollywood… quella è la macchina di Mr. Blonde (il personaggio interpretato dall’attore ne Le iene, NdR), ma chi se ne sarebbe accorto senza saperlo? Quentin non vuole mai parlarne, vuole che il pubblico scopra tutti questi riferimenti da solo.”

E sempre a proposito de Le iene, Michael Madsen ha rivelato che un easter egg legato al film è presente anche in Kill Bill Vol. 1: “Quando vidi il film per la prima volta a Londra, dopo la premiere andai a cena con Quentin, che mi disse: ‘L’hai visto?’. E io risposi: ‘Che cosa?’. E lui: ‘Quando Uma è sotto terra, l’hai visto?’. Io non avevo la minima idea di cosa stesse parlando, e lui insistette: ‘Michael, il rasoio!’. E poi aggiunse: ‘Era il tuo. Era proprio quello che hai usato ne Le iene’.”

A proposito di Kill Bill, sappiamo che Quentin Tarantino ha “un’idea interessante” per un possibile terzo capitolo, idea di cui avrebbe anche parlato con Uma Thurman:

“Proprio ieri ho cenato con Uma Thurman”, aveva spiegato Tarantino a dicembre dello scorso anno. “Eravamo in un ristorante giapponese davvero molto figo. Ho un’idea in merito a ciò che mi piacerebbe fare con Kill Bill 3. Ed il punto di tutta la questione è proprio questo: conquistare l’idea alla base del film. Cosa è successo esattamente alla Sposa dall’ultima volta? Cosa voglio fare adesso? Non mi interessa trovare un’idea che non funzioni e che possa risultare ridicola. Beatrix non lo merita. Adesso ho un’idea che potrebbe essere interessante. Ad ogni modo, non ci lavorerei subito. Ci vorrebbero almeno tre anni a partire da ora. Ma è sicuramente nei miei piani.”

Più di recente, di un possibile Kill Bill Vol. 3 ha parlato l’attrice Vivica A. Fox, interprete di Vernita Green/Testa di rame. Alle pagine di THR l’attrice, che sarebbe assolutamente interessata a prendere parte ad un nuovo film, ha spiegato: “L’ultima notizia che so in merito è che Quentin e Uma ne stanno parlando. Vorrei tanto che riuscissero a trovare un modo per farlo. Quentin è bravissimo con i flashback e sa come riportare in vita i suoi personaggi. Quindi spero proprio che Vernita Green riuscirà a vendicarsi.”

Avatar 2 potrebbe ancora arrivare nel 2021, nonostante la pandemia

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In una recente intervista rilasciata ad Empire, James Cameron ha aggiornato sullo stato della produzione dei sequel di Avatar, attualmente ferma a causa dell’emergenza Covid-19. Il regista ha spiegato che poco prima dello scoppio della pandemia stava per affrontare una nuova sessione di riprese: “Voglio tornare a lavorare ai sequel”, ha spiegato il regista. “Ma al momento è una cosa che non ci è permesso fare. Prima che tutto venisse bloccato, stavamo per tornare in Nuova Zelanda per le riprese. Speriamo di riuscire a tornare a girare il prima possibile.”

Parlando invece della data di uscita del primo sequel, James Cameron è apparso abbastanza fiducioso sul fatto che la stessa non subirà variazioni e, di conseguenza, nessuna delle altre date già fissate per i successivi nuovi capitoli: “Il lato positivo è che la Nuova Zelanda sembra aver risposto in maniera davvero molto efficiente al controllo del virus. L’obiettivo non è la riduzione ma l’eradicazione, cosa che si crede possibile attraverso il tracciamento dei contatti e i test. Queste sono buone notizie. C’è una buona possibilità che le nostre riprese possano essere ritardate soltanto di un paio di mesi. Laddove possibile, tutti quelli della Weta Digital e di Lightstorm stanno lavorano da casa. Il mio lavoro, invece, è sul set, con le macchine da presa virtuali e tutto il resto. Al momento mi sto dedicando un po’ al montaggio, ma ad essere sinceri, per uno come me, non è proprio il massimo.”

Sempre a proposito dei sequel di Avatar, di recente abbiamo appreso che a quanto pare, i film potranno contare su un budget totale di 1 miliardo di dollari. In un report di Deadline non è stato specificato in che modo l’ingente cifra è stata suddivisa per i vari capitoli che arriveranno in sala tra il 2021 e il 2027: è probabile comunque – anche in base ad una voce che circolava da parecchio tempo – che per ogni singolo episodio sia stato utilizzato un budget di 250 milioni di dollari.

LEGGI ANCHE – Avatar: la produzione dei sequel si ferma per il Coronavirus

Avatar 2 debutterà il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 19 dicembre 2025 17 dicembre 2027.

Il cast della serie di film è formato da Kate WinsletEdie FalcoMichelle YeohVin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam WorthingtonZoe SaldanaStephen LangSigourney WeaverJoel David MooreDileep Rao e Matt Gerald.

Chris Pratt è Indiana Jones nel video deepfake

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Chris Pratt è Indiana Jones nel video deepfake

Si è parlato a lungo della possibilità che Chris Pratt potesse interpretare Indiana Jones nel quinto capitolo della celebre saga, quando si vociferava che il progetto dovesse essere in realtà un reboot del franchise. Le cose sono poi cambiate, con il nuovo film che sarà a tutti gli effetti un prosieguo e che vedrà Harrison Ford ancora una volta nei panni del celebre archeologo.

Adesso però, grazie allo youtuber Shamook, i fan hanno la possibilità di immaginare come sarebbe stato Chris Pratt nei panni dell’iconico personaggio partorito dalla mente di George Lucas grazie ad un nuovo video deepfake in cui il volto di Harrison Ford nelle immagini dai primi tre film della saga viene sostituito con quello della star di Guardiani della Galassia. Potete vedere il divertente esperimento di seguito:

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Per quanto riguarda Indiana Jones 5, sappiamo che Steven Spielberg ha lasciato la regia del film ad un altro regista. Si tratta della prima volta in 39 anni in cui il franchise avrà un regista differente.

Le fonti di Variety dicono che, sebbene l’accordo non sia ancora concluso, la regia passerà a James Mangold, che ha diretto Le Mans ’66 e Logan. Questo secondo film ha garantito al regista un enorme successo e una nomination agli Oscar per la migliore sceneggiatura non originale.

Spielberg rimarrà a bordo del progetto in veste di produttore esecutivo. Secondo una fonte vicina al regista, la decisione di lasciare la regia è stata interamente di Spielberg, nel desiderio di passare il testimone, o meglio la frusta di Indy a una nuova generazione di registi che potrebbero portare nella storia la loro visione.

Tenet sarà ancora più complesso di Inception e Interstellar

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Tenet sarà ancora più complesso di Inception e Interstellar

La Warner Bros. si sta impegnando al massimo, come forse è solita fare soltanto la Disney con i film del MCU e con gli episodi della saga di Star Wars, per cercare di tenere assolutamente sotto chiave i dettagli sulla trama di Tenet, il nuovo attesissimo film di Christopher Nolan.

Neanche Michael Caine, attore feticcio del regista che sarà presente anche in quest’ultima fatica, conosce i dettagli sulla storia, come rivelato da lui stesso in una recente intervista. Le unica informazioni in nostro possesso, ad oggi, riguardano il fatto che il film sarà ambientato nel mondo dello spionaggio internazionale e che i protagonisti dovranno impegnarsi per evitare lo sviluppo di un evento catastrofico su scala mondiale (forse una Terza Guerra Mondiale?); inoltre, sappiamo che nel film si dovrebbe addirittura parlare di viaggi nel tempo.

Lo scorso gennaio, la Warner Bros. ha rilasciato il primo trailer ufficiale del film che ci ha permesso di dare un primissimo sguardo al ricco cast della pellicola, composto da John David Washington, Robert Pattinson, Elizabeth Debicki, Kenneth Branagh e il già citato Caine. In seguito alla scoppio dell’emergenza legata al Covid-19, tutta l’attenzione riservata alla segretissima trama del film si è improvvisamente spostata sull’effettiva release dello stesso: inizialmente previsto per il 17 luglio nelle sale americane, ad oggi non sappiamo ancora con certezza se il film di Nolan potrà davvero fare il suo debutto al cinema tra circa due mesi esatti. Una decisione in merito da parte della major – che vorrebbe mantenere la release originale – dovrebbe essere comunicata a breve.

In attesa di capire quando Tenet arriverà ufficialmente sul grande schermo, sembra che la diffusione del merchandising legato al film proceda come inizialmente pianificato, con un libro interamente dedicato al backstage della pellicola che è già disponibile per il pre-order su Amazon. I dettagli sulla trama del film potrebbero essere nascosti proprio nel titolo del libro: The Secrets of Tenet: Inside Christopher Nolan’s Quantum Cold War“.

Stando alla descrizione del libro: “Tenet è un thriller di spionaggio strabiliante, talmente unico che negli anni a venire il pubblico starà ancora parlando della sua complessità. ‘The Secrets of Tenet’ accompagna i lettori in un viaggio inedito alla scoperta del capolavoro di Nolan che piega le leggi del tempo, offrendo rari spunti di riflessione su tutti gli aspetti della sua lavorazione. Si tratta della massima esplorazione di un film concepito per indugiare nell’immaginazione relativa al futuro… o forse al passato…”

È probabile dunque che i protagonisti di Tenet si ritroveranno a dover viaggiare nel tempo per impedire il ripetersi di un guerra nucleare dalla conseguenze devastanti che probabilmente ha già avuto luogo. Ma, probabilmente, per avere certezza di ciò non bisognerà far altro che attendere con impazienza l’uscita del film, preparandoci al fatto che quasi certamente ci ritroveremo di fronte ad una narrazione ancora più “macchinosa” di Inception o Interstellar.

LEGGI ANCHE – Tenet: il primo trailer ufficiale del nuovo film di Christopher Nolan

Tenet, il nuovo film di Christopher Nolan, vede protagonista John David Washington insieme a Robert Pattinson Elizabeth Debicki.

Con Tenet, i fan stanno pensando che la fine di Inception è stata reale, non si sia trattato di un sogno, e che ora vedremo la storia di quei bambini, espandendo così l’universo di Inception, consentendo anche l’esplorazione di nuovi temi e nuove storie. Come ipotizzato da The Hollywood Reporter, Tenet potrebbe rivelare che la tecnologia dei sogni sviluppata per i militari in Inception è andata ancora oltre, o è stata sviluppata in qualcosa di ancora più pericoloso, questa volta permettendo alle missioni di spionaggio di non funzionare nel regno dei sogni ma di attraversare tempo.

Forse gli eventi di Inception hanno avuto conseguenze terribili e impreviste, portando la prossima generazione a dover affrontare proprio quei cambiamenti.

È possibile, anzi probabile, che Tenet sia completamente scollegato da Inception. Una delle cose che rende così affascinante il film del 2012 è il finale ambiguo, dato che i fan possono decidere da soli se il ritorno a casa di Dom nella sua famiglia è reale o è un sogno. Se Tenet fosse davvero un sequel di Inception, potrebbe risolvere questa ambiguità. Ma per ora si tratta solo di congetture.

Protagonisti di Tenet oltre ai già citati Robert Pattinson e John David Washington ci sono anche Elizabeth Debicki, Michael Caine, Kenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson e Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la sceneggiatura da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono ora in corso.

Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la sceneggiatura da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono ora in corso.

Lo studio ha già fissato la data di uscita per il 17 luglio 2020. Nolan ed Emma Thomas producono, con Thomas Hayslip produttore esecutivo. Il team di Tenet include il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van Hoytema (girato in un mix di Imax e 70mm) e la montatrice Jennifer Lame, lo scenografo Nathan Crowley, il costumista Jeffrey Kurland e il supervisore del VFX Andrew Jackson.

Cate Blanchett nei nuovi film di Adam McKay e James Gray

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Cate Blanchett nei nuovi film di Adam McKay e James Gray

Apprendiamo grazie a Variety che il due volte premio Oscar Cate Blanchett è entrata a far parte del cast dei prossimi progetti cinematografici di due cineasti molti noti: stiamo parlando di Adam McKay, regista de La grande scommessa, e di James Gray, regista di Ad Astra. Ma andiamo per ordine…

Per quanto riguarda Adam McKay, il progetto in questione è Don’t Look Up, film targato Netflix di cui abbiamo già sentito parlare per via del casting di Jennifer Lawrence. Il film, che vedrà McKay coinvolto anche in qualità di sceneggiatore, racconterà la storia di due astronomi che intraprendono un tour mediatico per avvisare l’umanità dell’avvicinamento alla Terra di un asteroide che potrebbe distruggere il pianeta. Al momento non sappiamo i dettagli sul ruolo che la Blanchett interpreterà. McKay si occuperà anche della produzione del film insieme a Kevin Messick e alla sua Hyperobject Industries.

Per quanto riguarda invece James Gray, il progetto cinematografico del regista in cui sarà coinvolta la Blanchett è Armageddon Times, di cui Gray firmerà anche la sceneggiatura. Il film sarà ispirato all’adolescenza dello stesso regista e agli ani trascorsi presso la “Few Forest School” nel Queens, il celebre quartiere di New York; all’epoca, tra gli studenti figuravano anche Donald Trump, attuale Presidente degli Stati Uniti d’America, e l’attore Hank Azaria. A quanto pare la storia dovrebbe focalizzarsi sulla figura dell’allora preside dell’istituto.

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L’ultima volta che abbiamo visto Cate Blanchett sul grande schermo è stato lo scorso anno in Che fine ha fatto Bernadette? di Richard Linklater. L’attrice è attualmente la protagonista di Mrs. America, miniserie targata Hulu in cui interpreta la scrittrice e politica statunitense Phyllis Schlafly, celebre per la sua strenua opposizione al femminismo.

Di recente abbiamo appreso anche che Cate Blanchett è in trattative per recitare in Borderlands, adattamento live action del videogioco sviluppato dalla Gearbox Software, che sarà diretto da Eli Roth, regista di Cabin Fever, Hostel e Knock Knock. Roth e la Blanchett avevano già lavorato insieme nell’ultimo film del regista, il fantasy Il mistero della casa del tempo.

Le Cronache di Narnia: che fine ha fatto il progetto Netflix?

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Le Cronache di Narnia: che fine ha fatto il progetto Netflix?

Ad ottobre del 2018 Netflix aveva annunciato un accordo pluriennale con The C.S. Lewis Company per lo sviluppo di film e serie tv basati sull’amata saga fantasy di C.S. Lewis Le cronache di Narnia. Da allora, però, non ci sono stati più aggiornamenti sul progetto.

Adesso, in una lunga intervista diffusa su YouTube nelle ultime ore, è stato Douglas Gresham, figlio adottivo di Lewis e produttore della saga cinematografica basata su Le cronache di Narnia, ha parlato proprio dell’ambizioso progetto affidato al colosso dello streaming. Gresham, che è stato confermato come produttore anche dei futuri adattamenti, ha spiegato:

“Da quando abbiamo stretto l’accordo con Netflix nell’ottobre del 2018, non abbiamo più avuto notizie da parte loro. Sono un po’ preoccupato sinceramente… ho come la sensazione che non accadrà davvero. Mi piacerebbe che fosse qualcosa a episodi. Con i film hai a disposizione al massimo due ore per cercare di metterci dentro un intero libro, ed è sempre difficile farlo nel modo più giusto. Vorrei che questo nuovo progetto fosse il più fedele possibile al materiale originale e con la formula della serie o della miniserie sarebbe possibile adattare la saga per intero, in ogni suo dettaglio e sfumatura.”

La saga de Le cronache di Narnia è già stata adattata per il grande schermo tra il 2005 e il 2010, con gli adattamenti de Il leone, la strega e l’armadio (2005) e Il principe Caspian (2008), entrambi diretti da Andrew Adamson, e con Il viaggio del veliero diretto da Michael Apted (2010).

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Sulla base di un accordo pluriennale con The C.S. Lewis Company, Netflix darà vita alle incredibili storie ambientate nell’universo di Narnia con nuovi film e serie TV disponibili in esclusiva per gli utenti di tutto il mondo.

I titoli generati da questa collaborazione saranno produzioni originali Netflix, Mark Gordon di Entertainment One (eOne), Douglas Gresham e Vincent Sieber saranno produttori esecutivi delle serie e produttori dei film. In totale, i romanzi della serie Le cronache di Narnia hanno venduto oltre 100 milioni di copie e sono stati tradotti in più di 47 lingue in tutto il mondo. Per la prima volta, grazie a questo accordo, i diritti dei sette libri che compongono la saga sono proprietà di una sola compagnia.

«Le splendide storie di C.S. Lewis hanno conquistato il cuore di generazioni di lettori in tutto il mondo», ha affermato Ted Sarandos, Chief Content Officer di Netflix. «Intere famiglie si sono innamorate di personaggi come Aslan e dell’intero universo di Narnia, siamo molto emozionati perché Netflix diventerà la loro casa nei prossimi anni».

«È meraviglioso sapere che il pubblico di tutto il mondo potrà scoprire nuovi aspetti del mondo di Narnia. Le nuove tecnologie di produzione e distribuzione avanzata ci consentiranno di far vivere ancora una volta le avventure dei protagonisti in tutto il mondo», ha osservato Douglas Gresham, figlio adottivo di C.S. Lewis. «Netflix rappresenta il medium migliore per questo progetto, non vedo l’ora di lavorare con loro per realizzarlo».

«Narnia rappresenta un fenomeno raro, una storia che supera i confini geografici, amata da diverse generazioni», ha affermato Mark Gordon, Presidente e Chief Content Officer, Film & Television di eOne. «eOne ed io siamo emozionati di poter collaborare con la C.S. Lewis Company e con Netflix, che trasformeranno l’universo di Narnia in film e serie TV. Non potremmo essere più felici di iniziare a lavorare su queste nuove produzioni».

Hugh Jackman nel MCU come Wolverine? Rob Liefeld ci crede!

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Hugh Jackman nel MCU come Wolverine? Rob Liefeld ci crede!

Hugh Jackman ha detto addio al personaggio di Wolverine dopo l’uscita di Logan, il film di James Mangold del 2017 che ha ufficialmente segnato l’ultima apparizione cinematografica dell’attore australiano nei panni dell’iconico mutante con gli artigli di adamantio. Eppure, c’è chi spera ancora che Jackman possa tornare a vestire i panni del personaggio che gli ha regalato la fama internazionale.

Stiamo parlando di Rob Liefeld, creatore del personaggio di Deadpool, che nel corso degli anni non ha mai nascosto la sua passione per la saga degli X-Men e, in particolare, per il personaggio di Wolverine interpretato da Hugh Jackman. In una recente intervista con Inverse, Liefeld ha ribadito il suo attaccamento nei confronti di Logan:

“Sono praticamente fissato con Hugh Jackman. Dopo aver incontrato Hugh, averlo conosciuto e averlo amato, posso dire che se Deadpool esiste è solo perché esiste Wolverine. Mi sono dedicato a Deadpool, a creare il personaggio dei fumetti, soltanto per arrivare a Wolverine. È sempre stato quello l’obiettivo.”

Quando gli è stato poi chiesto quale attore potrebbe raccogliere l’eredità di Jackman nei panni del personaggio ora che i diritti cinematografici appartengono alla Marvel, Liefeld ha detto: “È una domanda alla quale non posso rispondere. Sono troppo fissato con Hugh Jackman. Spero che ritorni ad interpretarlo… lo spero davvero! È stato molto deciso sul fatto che non vuole più interpretare Wolverine, ma io da ingenuo continuo a non credergli.”

Di recente è stato proprio Hugh Jackman a rivelare che, se si fosse presentata davvero l’opportunità, sarebbe stato ben felice di poter recitare al fianco di Iron Man e Captain America nel MCU.

LEGGI ANCHE – Hugh Jackman celebra il suo Wolverine a tre anni dall’uscita di Logan

Per quanto riguarda il personaggio di Wolverine, gli ultimi rumors riferiscono che sarebbe Henry Cavill il prescelto ad indossare gli artigli ereditandoli da Hugh Jackman, comparendo in Captain Marvel 2. Ma la notizia non ha trovato ancora conferma ufficiale.

Per quanto riguarda Logan, invece, si tratta sicuramente del migliore adattamento dedicato al singolo personaggio e in generale il miglior film sugli X-Men mai visto al cinema. Il film ha debuttato al Festival di Berlino ed è stato nominato agli Oscar per la migliore sceneggiatura adattata, primo cinecomic a raggiungere tale livello di riconoscimento dall’industria.

Per quello che riguarda invece Hugh Jackman, il personaggio di Wolverine gli ha regalato la fama internazionale imperitura, il successo e sicuramente la visibilità che lo ha portato ad interpretare molti dei suoi ruolo più importanti, nel corso della sua carriera, sempre divisa tra cinema e musical.

Najwa Nimri: 10 cose che non sai sull’attrice

Najwa Nimri: 10 cose che non sai sull’attrice

Divenuta celebre a livello internazionale grazie ai suoi ruoli più recenti, l’attrice spagnola Najwa Nimri è in realtà attiva da diversi anni, vantando nella propria filmografia titoli di grande rilievo. Eclettica e carismatica, la Nimri ha infatti avuto modo di collaborare con importanti autori, grazie ai quali ha potuto maturare come interprete.

Ecco 10 cose che non sai di Najwa Nimri.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Najwa Nimri Bella ciao

Najwa Nimri: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice ottiene il suo primo ruolo di rilievo al cinema con il film Morire a San Sebastian (1997), per poi confermare la propria popolarità con titoli come Apri gli occhi (1997), con Penelope Cruz, Gli amanti del circolo polare (1998), Prima che sia notte (200), con Javier Bardem e Johnny Depp, Lucìa y el sexo (2001), Piedras (2002), Agents secrets (2004), 20 centimetri (2005), L’altra verità (2010), Habitaciòn en Roma (2010) e L’albero del sangue (2018), con Úrsula Corbero.

9. È nota per i suoi ruoli cinematografici. L’attrice ottiene una prima popolarità internazionale grazie alla serie Vis a vis – Il prezzo del riscatto (2015-2019), dove interpreta il ruolo di Zulema “Zule” Zahir, recitando accanto all’attrice Alba Flores. Dal 2019 dà invece vita al personaggio di Alicia Sierra nella popolare serie La casa di carta, recitando con gli attori Itziar Ituño, Álvaro Morte e Miguel Herrán. Nel 2020 riprende poi il ruolo di Zulema per lo spin-off Vis a vis – El Oasis.

8. Ha ricevuto importanti nomination. Nel corso degli anni l’attrice è stata nominata per ben cinque volte al premio Goya, considerato l’Oscar spagnolo. In particolar, ha ricevuto candidature come miglior attrice protagonista per Gli amanti del circolo polare, come miglior attrice non protagonista per Lucì y el sexo, e di nuovo come protagonista per Quién te cantara.

Najwa Nimri è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 4,2 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie che la ritraggono nei panni dei personaggi da lei interpretati, ma anche in momenti di svago in compagnia di amici o colleghi. Non mancano immagini promozionali dei suoi progetti da attrice, come anche piccole curiosità a lei legate.

Najwa Nimri: il marito e il figlio Teo Nabil

6. È stata sposata con un regista. Nel 1995 l’attrice intraprende una relazione con Daniel Calparsoro, regista del film Morire a San Sebastian, nel quale la Nimri ha recitato. I due si sono poi separati nel 2000. Nel 2004, invece, l’attrice ha avuto un figlio chiamato Teo Nabil, mantenendo però segreta l’identità del nuovo compagno. La Nimri è infatti particolarmente restìa a condividere dettagli sulla propria vita privata.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Najwa Nimri vis a vis

Najwa Nimri in Vis a vis

5. Ha richiesto di non dover eseguire dei nudi. Per interpretare la criminale Zulema, l’attrice ha espressamente chiesto ai produttori della serie che non venissero previste per il personaggio delle scene di nudo. La Nimri ha infatti dichiarato di non sentirsi a suo agio nel girare tali scene, specialmente davanti a troupe numerose. I produttori acconsentirono alle richieste dell’attrice, che fu così libera di ricoprire il ruolo.

4. Si è ispirata ad un noto personaggio di un film. Per la costruzione del suo personaggio, l’attrice, in collaborazione con gli autori, si è ispirata all’antagonista del film Faster Pussycat, Kill Kill. I due sono infatti estremamente simili, sia nell’acconciatura quanto nella caratterizzazione e nelle tendenze da sociopatica.

3. Aveva un’agguerrita rivale al ruolo. Quello di Zulema è stato un personaggio particolarmente ambito, desiderato da molte attrici. Una delle principali rivali durante i casting era l’attrice Alba Flores, la quale venne però preferita dalla produzione per il personaggio di Saray. Ciò permise alla Nimri di ottenere il ruolo, ritenuta tra tutte maggiormente adatta a ricoprirlo.

Najwa Nimri canta Bella ciao

2. Ha interpretato la celebre canzone italiana. La Nimri, oltre ad essere un’affermata attrice, è anche un’apprezzata cantante. In particolare, la si può sentire eseguire il brano Bella ciao durante i titoli di coda dell’ultima puntata della quarta stagione di La casa di carta. Per l’esecuzione del brano, l’attrice ha puntato su un’atmosfera più soft ed un ritmo più disteso, conferendovi così una nota di malinconia.

Najwa Nimri: età e altezza

1. Najwa Nimri è nata a Pamplona, in Spagna, il 14 febbraio 1972. L’attrice è alta complessivamente 172 centimetri.

Fonte: IMDb

Maggie Civantos: 10 cose che non sai sull’attrice

Maggie Civantos: 10 cose che non sai sull’attrice

Popolare attrice spagnola, Maggie Civantos ha negli ultimi anni guadagnato notorietà grazie ai suoi ruoli in progetti diversi, dal cinema alle soap opera, e fino ad alcune acclamate serie televisive. Grazie a queste ultime, in particolare, ha potuto oltrepassare i confini nazionali guadagnando consensi in diverse parti del mondo.

Ecco 10 cose che non sai di Maggie Civantos.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Maggie Civantos Najwa Nimri

Maggie Civantos: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti lungometraggi spagnoli. La filmografia dell’attrice si compone ancora di sole pellicole di produzione spagnola, come Prime Time (2008), che segna il suo debutto. Negli anni successivi guadagna poi popolarità grazie ai titoli Temporal (2013), 321 dìas en Michigan (2014), Crustàceos (2014), Escombros (2018), El mejor verano de mi vida (2018), Alegria, tristeza (2018), Antes de la quema (2019), La pequeña Suiza (2019), e Influenze maligne (2019).

 9. È nota per i suoi ruoli cinematografici. Il primo ruolo televisivo a rendere popolare l’attrice è quello nella serie Eva y kolegas (2008). In seguito, la Civantos torna sul piccolo schermo per recitare in Hospital Central (2009-2011), Arrayàn (2012-2013), Bienvenidos al Lolita (2014), e Ciega a citas (2014). A renderla davvero famosa, però, è la serie Vis a vis – Il prezzo del riscatto, dove dal 2015 al 2019 recita nel ruolo di Macarena Ferreiro, una delle protagoniste, recitando anche al fianco dell’attrice Alba Flores. Altro ruolo importante per la Civantos è quello di Angeles Vidal in Le ragazze del centralino (2017-2020). Nel 2020 riprende il ruolo di Macarena nella serie spin-off Vis a vis: El Oasis, dove recita accanto a Najwa Nimri.

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Con la serie Vis a vis, la Civantos è diventata una delle più apprezzate interpreti del panorama spagnolo. Ciò viene ulteriormente ribadito anche dalle due nomination come miglior attrice televisiva che la Civantos ha ricevuto nel 2016 e nel 2017 agli Award of the Spanish Actors Union, vincendo nella prima di queste due occasioni.

Maggie Civantos è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 2 milioni di persone. All’interno di questo, la Civantos è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano però anche curiosità personale, e immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Maggie Civantos e il litigio con Najwa Nimri

6. Ha discusso realmente con la sua collega. Nella nuova serie che vede protagonista la Civantos, Vis a vis: El Oasis, dove recita accanto a Najwa Nimri, si sarebbe rivelato l’astio presente tra le due attrici. Durante una delle puntate, infatti, quest’ultima da uno schiaffo alla prima, cosa che a quanto pare non era prevista in sceneggiatura. Questo sarebbe il culmine di un periodo di divergenza tra le due attrici, che però non è stato ufficialmente commentato dalle due.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Maggie Civantos Le ragazze del centralino

Maggie Civantos in Vis a vis

5. È stata assente per un lungo periodo. A partire dal secondo episodio della terza stagione, e fino al penultimo della quarta, il personaggio interpretato dall’attrice esce di scena. La Civantos ha motivato questa lunga assenza per via degli impegni previsti con la serie Le ragazze del centralino. L’attrice non sapeva come sarebbe stato gestito a riguardo il suo personaggio, ma gli sceneggiatori hanno deciso di farlo semplicemente entrare in coma, così da permettergli un futuro ritorno.

4. È la protagonista dello spin-off. Nel 2020 l’attrice riprende ufficialmente il ruolo di Macarena per essere la protagonista dello spin-off intitolato Vis a vis: El Oasis. Ambientata qualche anno dopo il termine della serie originale, questa segue ora le vicende di Macarena e Zulema una volta uscite di prigione. Le due sono ancora solite dedicarsi a furti e crimini, ma le loro strade sono prossime a separarsi.

Maggie Civantos in Le ragazze del centralino

3. Ha scelto di lasciare la serie. Costretta a doversi dividere per diverso tempo tra le riprese delle serie Vis a vis e Le ragazze del centralino, la Civantos ha infine deciso di abbandonare quest’ultima. Arrivata alla quarta stagione, ha infatti appeso al chiodo in panni di Angeles, per potersi dedicare a tempo pieno allo spin-off dell’altra serie spagnola di cui era protagonista.

2. Si è detta soddisfatta della conclusione scritta per il suo personaggio. Molti fan si sono dimostrati delusi da quanto previsto per il personaggio di Angeles, interpretato dall’attrice. Questa, però, ha affermato che per quanto si tratti di una conclusione brusca, era la migliore che si potesse trovare, completando in modo coerente l’arco narrativo del personaggio.

Maggie Civantos: età e altezza

1. Maggie Civantos è nata a Malaga, in Spagna, il 28 dicembre 1984. L’attrice è alta complessivamente 171 centimetri.

Fonte: IMDb

Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re, le differenze tra libro e film

Dopo l’analisi de La Compagnia dell’Anello e de Le Due Torri, siamo infine giunti a segnalare le differenze dell’adattamento de Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re, rispetto all’originale di Tolkien. I punti di differenza non sono molti, ma sono perfettamente inseriti nella riscrittura che Peter Jackson ha fatto dei bellissimi romanzi del Professore.

L’inizio

Come già anticipato nell’articolo che parla delle differenze tra libro e film de Le Due Torri, è chiaro che anche qui ci sono alcune cose che cambiano. Infatti il secondo libro della trilogia termina con Frodo prigioniero degli orchi, dopo essere stato punto da Shelob, Sam da solo, con l’Anello fuori alle porte di Minas Morgul, mentre, dall’altro lato della Terra di Mezzo, Aragorn, Legolas e Gimli, con Gandalf, si sono ricongiunti con Merry e Pipino trai relitti di Isengard.

Tutto questo invece, sia l’incontro con Shelob che la riunione dei Tre Cacciatori con i due Hobbit a Isengard, fa parte della prima parte del terzo film di Peter Jackson. Con l’unica differenza che nei libri sono gli hobbit a raccontare a Gandalf e gli altri l’attacco di Isengard da parte degli Ent, mentre nei film lo vediamo, mentre accade, alla fine de Le Due Torri.

Sam vs Gollum

Il lavoro che Peter Jackson fa nel costruire la rivalità tra Sam e Gollum, come rappresentati di due accompagnatori complementari per Frodo, è davvero mirabile, imbastendola sin dall’inizio. Nel libro, però, Sam non si separa mai da Frodo, mentre nel film Gollum trama contro lo “hobbit grasso” per separarlo da Frodo, e alla fine ci riesce, tanto che Frodo si avventura da solo nella tana di Shelob e lì viene ferito.

Nel libro, invece, i due hobbit entrano insieme nell’insidioso antro, e mentre Sam ha la meglio su Gollum che lo ha attaccato, Frodo viene punto dal ragno.

La voce di Saruman

Nei romanzi c’è un intero capitolo, alla fine de Le Due Torri, dedicato all’incontro della compagnia con Saruman. Sembra strano a pensarci, ma in realtà è la prima volta che incontriamo lo stregone votato al male nei libri, perché le altre volte era stato solo evocato nei racconti. Nel film lo vediamo sulla sua fortezza, Gandalf gli distrugge il bastone, tuttavia lo vediamo anche assassinato da Grima Vermilinguo. La caduta di Saruman dalla torre, causa anche la caduta del palantir che viene raccolto da Pipino.

Nei romanzi, invece, sia Saruman che Grima restano prigionieri a Orthanc, sotto la supervisione di Barbalbero e degli antri Ent. In questo caso, è Grima che butta via dalla finestra della torre il palantir, sperando di colpire qualcuno dei guerrieri sotto di essa. Anche in questo caso, Pipino raccoglie la pietra veggente.

L’intervento di Arwen

Il romanzo parte con Theoden alla guida dei Rohirrim in marcia verso Gondor, con Aragorn, Legolas, Gimli e Merry nelle sue schiere, mentre Gandalf e Pipino sono andati avanti verso Gondor. Durante la traversata, i Dunedain si uniscono all’esercito e suggeriscono ad Aragorn di percorrere la strada del suo, verso la roccia nera di Erech, dove c’è l’esercito dei morti che infranse un giuramento fatto a Isildur. Quest’esercito maledetto risponderà solo alla chiamata del vero re, per sfuggire alla sua condanna. Aragorn intraprende così il cammino verso sud e indossa lo stemma di Gondor, l’albero bianco, uno stemma ricamato da Arwen stessa che lo renderà riconoscibile in quanto legittimo re agli occhi dei re dei morti.

Nel film, invece, Elrond arriva all’accampamento di Theoden con Narsil riforgiata in Anduril, la fiamma dell’occidente. Arwen ha convinto il padre a riforgiarla e a consegnarla ad Aragorn per abbracciare il suo destino di re degli uomini. Con quella spada, Aragorn, con Legolas e Gimli al seguito, convincerà i morti a seguirlo in battaglia e a liberarsi così dalla loro maledizione. Non molti ci fanno caso, ma in entrambi i casi, sia nel film che nel libro, è un dono di Arwen ad aiutare Aragorn ad assumere il ruolo di comando che gli spetta per nascita.

Il re guaritore

La battaglia nei campi del Pelennor è più o meno simile nell’adattamento cinematografico de Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re, tuttavia la sequenza successiva del romanzo si concentra molto sul potere di guarigione del re Aragorn. A questo punto della storia, sia nel romanzo che nel film, Aragorn ha abbracciato il suo destino, e si rivela in quanto erede di Isildur. Lo fa confrontandosi con Sauron nel palantir, ma lo fa anche guarendo tutti quelli rimasti feriti durante la battaglia del Pelennor. In particolare guarisce anche Faramir, Eowyn e Merry.

Nella versione estesa del film, c’è una piccolissima parte dedicata invece alle Case di Guarigione, il luogo di Gondor che vede sbocciare l’amore tra Faramir e Eowyn, evento che si svolge in contemporanea con l’attacco al cancello nero di Mordor. Per Tolkien è importantissimo il segmento del racconto che parla di re guaritore: le mani di re sono mani di guaritore, e da questo che di riconosce un vero re.

La fine di Gollum

L’attraversamento della terra di Mordor da parte di Frodo e Sam è più o meno simile tra libro e film, tuttavia c’è un piccolo dettaglio che differisce. Quando, quasi alla voragine del Fato, Gollum raggiunge di nuovo gli hobbit, aggredisce prima Sam, poi Frodo indossa l’Anello e sparisce. Gollum aggredisce Frodo invisibile e gli stacca l’Anello dal dito.

Nel romanzo gioisce per il Tesoro ritrovato, ma scivola e cade. Nel film lotta corpo a corpo con Frodo ed entrambi cadono, ma come sappiamo Frodo sopravvive, ancora una volta grazie all’aiuto di Sam.

Molte Separazioni

In molti pensano che il finale del Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re sia troppo lungo, o meglio che comprenda troppi momenti conclusivi, troppi finali. La verità è che il romanzo ne contiene anche di più, perché Tolkien ha dato spazio e un lieto fine a tutti i suoi personaggi.

Oltre all’incoronazione di Aragorn e al suo matrimonio con Arwen, sulla strada verso la Contea, assistiamo anche al funerale di Theoden, all’incoronazione di Eomer, al commiato di Barbalbero, all’amore tra Faramir e Eowyn, e infine, sulla soglia di Casa Baggins, nel cuore della Contea, alla morte di Saruman per mano di Vermilinguo.

Conclusione

Alla fine di questo viaggio tra i fotogrammi e le pagine, anche a distanza di un ventennio, si può affermare senza ombra di dubbio che il lavoro di Peter Jackson sul romanzo di Tolkien, con cambiamenti tagli e aggiustamenti, è stato un prezioso percorso che ha ridato visibilità ad una delle opere più importanti del ‘900, regalando a più di una generazione il fascino del fantasy senza tempo.

Festival di Cannes: ecco le sorti dell’edizione 2020

Festival di Cannes: ecco le sorti dell’edizione 2020

Il Festival di Cannes presenterà una selezione di film all’inizio di giugno e collaborerà con diversi festival, tra cui Venezia, per presentare altre pellicole, stando a quanto riportato da Variety. Gli organizzatori sembrano anche aver escluso la possibilità di un festival fisico in autunno.

“Ad oggi, un’edizione fisica sembra complicata da organizzare, quindi stiamo andando avanti con l’annuncio dei film della selezione (ufficiale) che ci sarà a giugno”, ha detto un portavoce del festival, confermando ciò che il diettore artistico di Cannes Thierry Fremaux aveva detto domenica in un’intervista con Screen Daily.

Invece di optare per un festival virtuale, Cannes organizzerà una “ridistribuzione” fuori dalle mura (di Cannes), in collaborazione con i festival autunnali”, ha detto il portavoce. Questo include anche il festival di Venezia, come precedentemente riportato da Variety, con cui sono iniziati i colloqui, e alcuni cinema.

Il direttore di Cannes, fervente sostenitore dei cinema, ha dichiarato: “Il cinema e le sue industrie sono minacciati. Dovremo ricostruire, riaffermare la sua importanza con energia, unità e solidarietà ”, ha detto Fremaux ad Variety ad aprile.

Durante il fine settimana, Fremaux ha dichiarato che invece di svelare tutto ciò che avrebbe dovuto essere la selezione ufficiale di quest’anno – tra cui Concorso ufficiale, Fuori concorso e Un Certain Regard – annuncerà solo un elenco di film che facevano parte del roster e che dovrebbero essere distribuiti nei cinema tra oggi e la prossima primavera. A questi film verrà assegnata un’etichetta “Cannes 2020”. Il processo di selezione per il festival del prossimo anno, nel frattempo, inizierà in autunno. Alcuni film selezionati per questa edizione e che hanno ritardato la loro uscita di un anno verranno presi in considerazione per l’edizione 2021.

Cannes presenterà i suoi film “etichettati” in festival come Toronto, Deauville, Angoulême, San Sebastian, New York, Busan e il festival Lumière di Fremaux a Lione. Fremaux ha aggiunto che c’è anche l’idea di presentare i film insieme al Festival di Venezia.

Nel frattempo, l’edizione virtuale del Marché du Film di Cannes è prevista tra il 22 e il 26 giugno, insieme a un mercato virtuale guidato da agenzie statunitensi.

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