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Chadwick Boseman svela le ragioni dietro alle critiche di Scorsese alla Marvel

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Ancora un’altra voce si è unita al coro sul dibattito che ha ormai preso l’improprio nome di Marvel Cinematic Universe vs. Martin Scorsese. Questa volta è Chadwick Boseman che entra nella mischia e dice la sua.

Il dibattito, misto a polemica, è iniziato a ottobre quando Scorsese ha affermato che il MCU non è cinema e ha paragonato i film a “parchi a tema”. Ciò ha dato il via a una lunga discussione online in cui sia Scorsese che il Marvel Cinematic Universe hanno guadagnato sostenitori.

Famosi registi come Francis Scott Coppola e Roland Emmerich si sono schierati dalla parte di Scorsese, mentre attori del MCU come Sebastian Stan e Robert Downey Jr. hanno sostenuto il loro franchise. Scorsese ha recentemente pubblicato un editoriale in cui ha chiarito le sue dichiarazioni, ma ha comunque rifiutato di annoverare i prodotti del MCU nel computo dei “film che fanno cinema”.

Questo fine settimana, anche il capo della Marvel Kevin Feige ha offerto le sue opinioni sui commenti di Scorsese, affermando di non essere d’accordo e di considerare “sfortunati” quei commenti. Ora, Boseman è entrato nella mischia. L’attore interpreta T’Challa alias Black Panther nel MCU e finora è apparso in quattro film. Il suo film solista, Black Panther, ha il primato di essere l’unico film del MCU ad essere stato nominato nella categoria miglior film agli Academy Awards. All’inizio di quest’anno, il film ha vinto tre premi tra cui Miglior costume, Miglior scenografia e Miglior colonna sonora originale, un traguardo insperato.

Ora, IndieWire riferisce che durante una conversazione con la BBC 5 Live, Boseman ha condiviso i suoi pensieri sul perché Scorsese ha parlato così duramente contro i film Marvel. Mentre ha detto che rispetta Scorsese perché “è un genio in quello che fa”, ha poi aggiunto, “[Scorsese] lo sta dicendo quando probabilmente sta facendo una campagna per un premio. Lo sta dicendo in un momento in cui ha girato un film per Netflix, quindi è così che tiene gli occhi puntati sul suo film, visto che non sarà nei cinema e non sarà visto nel modo migliore “. L’ultimo film di Scorsese, The Irishman, ha suscitato grande successo. Boseman ha inoltre difeso il MCU spiegando perché i punti di Scorsese su ciò che conta come cinema sono parti essenziali di Black Panther:

“Il mistero del cinema di cui parla Scorsese è in Black Panther. Se lo ha visto, non ha capito che nel film c’era la paura di non sapere cosa sarebbe successo ai neri. Abbiamo pensato, sai, “I bianchi ci uccideranno, quindi c’è una possibilità che potremmo uscire anzitempo.” Abbiamo provato quell’angoscia. Abbiamo sentito quella cosa che sentiresti dal cinema mentre guardi il film. È una questione culturale. Forse è generazionale.”

Boseman sta attualmente promuovendo il suo nuovo film 21 Bridges, che uscirà il 22 novembre, in cui interpreta un detective di New York City a caccia di un paio di assassini di poliziotti in tutta la città. Nel 2022, Boseman riprenderà il suo ruolo di T’Challa in Black Panther 2, che è stato annunciato ufficialmente la scorsa estate.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, Daisy Ridley si è divertita a interpretare Dark Rey

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Daisy Ridley si è divertita molto a interpretare Dark Rey in Star Wars: L’Ascesa di Skywalker. Tra meno di due mesi uscirà il capitolo finale della saga di Skywalker, che concluderà il racconto di nove film incentrato sulla famosa famiglia protagonista della saga Lucasfilm.

Tuttavia, con Luke Skywalker (Mark Hamill) scomparso e il coinvolgimento di Leia Organa limitato a causa della morte prematura di Carrie Fisher, l’attenzione si concentrerà sul nuovo gruppo di personaggi, su tutti Kylo Ren (Adam Driver) e Rey. Tuttavia, mentre il leader supremo ha una connessione certa con il suo lignaggio Skywalker, dal momento che è il figlio di Leia e Han Solo, sarà ora il turno di capire una volta per tutte chi è quel “nessuno” che ha dato la vita a Rey, dal momento che sarà lei a portare equilibrio nella Forza, nonostante quello che abbiamo visto nell’ultimo trailer del film.

Lo svelamento di Dark Rey ha infatti colto tutti di sorpresa e mescolato le carte, anche se sappiamo che se lo vediamo già nel trailer possiamo essere sicuri che non si tratterà della versione definitiva o ultima della storia, e che sicuramente ci saranno molteplici salti mortali prima di arrivare a quel momento, o dopo di esso.

Da quando è stata rivelata Dark Rey, la massiccia comunità di Star Wars ha escogitato varie teorie su cosa ciò potrebbe significare in termini di storia per il film. Alcuni addirittura lo collegano al ritorno di Ian McDiarmid nei panni dell’Imperatore Palpatine. Qualunque sia il caso, Ridley afferma che le è piaciuto molto interpretare Dark Rey.

“È divertente interpretare la versione migliore di qualcuno, e poi la sua versione peggiore. È una cosa incredibile da fare come attrice, ma non possiamo farlo spesso. […] Mi sentivo molto bene. Questo è il massimo che posso dire, sfortunatamente … E ho pensato: “Mio Dio, se questa è la reazione immediata della gente quando la scena non è nemmeno pronta, immagina come sarà vederla nei film, con la colonna sonora di John Williams e tutto il resto.”” ha dichiarato l’attrice inglese.

C’è da dire che per quanto la cosa possa far storcere il naso, è innegabile che la scena, già nel trailer, ha una sua potenza e che su schermo sarà molto suggestiva. Resta da capire che sarà o meno ben gestita all’interno della storia.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, gli indizi che confermano Dark Rey

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019. Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Fast and Furious 9, completate le riprese del film

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Fast and Furious 9, completate le riprese del film

Il regista Justin Lin ha confermato che le riprese di Fast and Furious 9 sono state completate. Il nono episodio del rombante franchise era inizialmente previsto per quest’anno, ma è stato successivamente rimandato al 2020, mentre quella che era la sua data d’uscita precedente è stata assegnata al primo spin off del franchise, Hobbs & Shaw.

Ciò ha provocato un po’ di astio trai membri del cast, tanto che non è mancata anche una diatriba social che ha visto Tyrese Gibson criticare Dwayne Johnson, definendolo “egoista” per aver messo al primo posto il suo film da solista. Ovviamente, tutto questo è avvenuto dopo che Johnson e Vin Diesel si sono scontrati durante la produzione di Fast and Furious 8, prima che lo spinoff venisse effettivamente annunciato e poi prodotto.

Per fortuna, ora sembra tutto passato. A parte i post su Instagram cancellati da Gibson, Hobbs & Shaw si è rivelato un successo al box office grazie agli incassi worldwide, sintomo che tutto il mondo ama molto, forse più del pubblico americano, il franchise. Nel frattempo, Johnson e Diesel hanno pubblicamente messo da parte la loro faida personale, con The Rock che ha persino suggerito il ritorno di Hobbs per Fast and Furious 10 (già in pre-produzione).

Secondo quanto riferito, il capitolo numero 10 della saga concluderà definitivamente la serie principale Fast and Furious, a seguito degli eventi che vedremo nel nono capitolo. Questa informazione ci fa pensare che alla fine del franchise si sia pensato più a un dittico di chiusura che a due film separati.

Lin, che ha diretto quattro degli otto precedenti film di Fast and Furious, ha utilizzato Twitter per annunciare che le riprese di Fast and Furious 9 sono state finalmente completate. Ecco di seguito il tweet dall’account ufficiale del regista:

Nonostante la longevità e la formula sempre uguale a se stessa, il franchise di Fast and Furious ha dimostrato negli anni di poter sopportare qualsiasi tipo di contrattempo, dalla lite di due trai protagonisti, alla morte, tragica e prematura, di uno dei volti simbolo del franchise, Paul Walker.

Attraverso turbamenti e tragici eventi, la serie è diventata sempre più grande, rumorosa e divertente, toccando location sempre più suggestive (da Rio de Janeiro all’Islanda), moltiplicando ogni volta le sue acrobazie per la gioia della sala e coinvolgendo star sempre più importanti, non ultime i due premi Oscar Helen Mirren e Charlize Theron.

In Fast and Furious 9 reciteranno i veterani del franchise Vin Diesel, Charlize Theron, John Cena, Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, Ludacris, Tyrese Gibson e Helen Mirren. Nel cast anche Michael Rooker e Cardi B.

Vi ricordiamo che la release del film stata spostata al 22 maggio 2020, e che la regia sarà firmata da Justin Lin. Non sono state fornite spiegazioni ufficiali che hanno motivato questa scelta, ma è evidente che nei piani della Universal Pictures ci sia la volontà di garantire alla saga il miglior posizionamento al box office possibile in una stagione già ricchissima di blockbuster molto attesi.

Babylon, la data d’uscita del film di Damien Chazelle con Emma Stone

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Babylon di Damien Chazelle ha finalmente una data di uscita. La Paramount ha scelto una release nel 2021 per il film con Emma Stone e Brad Pitt in trattative per ruoli da protagonista. L’acclamato giovane regista è diventato in un istante una figura interessante e di spicco nel panorama hollywoodiano, a partire dal suo esordio, il folgorante Whiplash, che nel 2014 ha portato a casa ben tre premi Oscar, tra cui migliore attore non protagonista, J.K. Simmons.

Whiplash ebbe un tale successo che molti critici si chiesero se Chazelle potesse mai essere in grado di replicare quel successo e quella bellezza. Eventuali dubbi su questo fronte si sono rapidamente estinti quando Chazelle ha presentato al Festival di Venezia 2016 La La Land. L’affascinante tributo ai classici musical di Hollywood vede Emma Stone e Ryan Gosling nei panni di una coppia di giovani ambiziosi in cerca della loro carriera artistica nella Hollywood dei sogni e delle illusioni. Il film è stato campione di incassi, e non solo.

La La Land ha raddoppiato il conteggio dei tre Oscar di Whiplash, portando a casa sei premi tra cui un Oscar come miglior regista per Chazelle e un trofeo per la migliore attrice a Stone. Eppure, nonostante il successo di Whiplash e La La Land, Chazelle non è riuscito a ripetere la sua formula di grande successo con First Man del 2018. Anche se il film ha visto il ritorno di Gosling con il regista, non è riuscito a eguagliare le alture vertiginose dei precedenti lavori di Chazelle. Il film è anche il primo caso in carriera, per Chazelle, di una regia su sceneggiatura non sua.

Forse apprendendo proprio questa lezione, il nuovo film di Chazelle, Babylon, sarà scritto e diretto dal 33enne. Il nuovo film rimane in qualche modo misterioso, ma come riporta Variety, Paramount ha battuto Lionsgate per i diritti di distribuzione. Al momento, Babylon arriverà durante la stagione cinematografica di Natale del 2021 e continuano a circolare voci secondo cui Emma Stone è attualmente in trattative per raddoppiare la sua già fortunata collaborazione con Damien Chazelle, mentre anche Brad Pitt dovrebbe essere vicino a firmare.

Marvel Cinematic Universe: ecco il catalogo Disney +

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Marvel Cinematic Universe: ecco il catalogo Disney +

La Marvel ha confermato l’elenco completo dei film del MCU disponibili su Disney + nel giorno del suo lancio. Il servizio di streaming Disney ospiterà tutti i film e gli spettacoli televisivi dello studio, compresi quelli di Marvel, Lucasfilm, Pixar e Fox. La maggior parte dei film MCU, fino ad oggi, è stata già trasmessa in streaming su Netflix per un certo periodo, con l’eccezione dei film arrivati quest’anno in sala, ovver Captain Marvel e Avengers: Endgame. Quei successi da miliardi di dollari andranno invece direttamente a Disney +.

Proprio la scorsa settimana Disney ha annunciato la premiere di Endgame su Disney +. La scelta è stata considerata una mossa intelligente, intesa a garantire ai fan del MCU di iscriversi al servizio in abbonamento prima, in anticipo rispetto alla prossima serie di prodotti MCU/Disney + che la Marvel ha pianificato. Ora, a poche ore dall’arrivo di Disney + negli Stati Uniti, la Marvel ha rivelato la sua gamma completa di film appartenenti al MCU che saranno già in catalogo al lancio.

Su Twitter, la Marvel ha confermato il suo elenco di film MCU per il lancio di Disney +. Oltre a Captain Marvel ed Endgame, l’elenco include Iron Man 1-3, la trilogia di Captain America (The First Avenger, Winter Soldier, Civil War), Thor e Thor: The Dark World, The Avengers e Avengers: Age of Ultron, Guardians of the Galaxy vol. 1 e 2, Doctor Strange e Ant-Man.

Ecco di seguito il tweet ufficiale e la conversazione che ne è seguita sul social.

Per quello che riguarda il futuro di Disney + in fatto di prodotti Marvel, possiamo essere certi che con il tempo l’intero catalogo dello studio sarà disponibile sulla nuova piattaforma streaming che promette di sbaragliare tutta la concorrenza con un’offerta davvero notevole.

Intanto, mentre si aspetta l’uscita di Vedova Nera, il prossimo film del MCU, sono in produzione sia Gli Eterni che Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli.

Harry Potter: il ritorno del cast originale è improbabile

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Harry Potter: il ritorno del cast originale è improbabile

La star di Harry Potter, Tom Felton, ha cattive notizie per i fan: dubita che il cast originale tornerà mai nei nuovi film. Nonostante sia giunto al termine nel 2011 con Harry Potter e i Doni della Morte Parte II, il successo della saga continua a crescere.

Ci sono voluti solo cinque anni dopo l’ultimo film affinché la Rowling rimettesse mano al suo cosiddetto Potterverse. Con otto film nel corso di 10 anni, molti fan sono cresciuti con i maghi Harry, Hermione e Ron. Di conseguenza, milioni di fan erano tristi di dire loro addio. Libri e film hanno lasciato un segno speciale non solo nei fan, ma anche nella cultura popolare, e la stessa Rowling ha ammesso in numerose occasioni quanto sia stato difficile dire addio ai suoi personaggi.

Tuttavia, nel 2016, due nuove avventure nel Potterverse sono diventate realtà. È arrivato al cinema prima un film basato sulla breve guida dell’autore del 2001, Animali fantastici e dove trovarli (per il quale la Rowling ha firmato la sceneggiatura) e una produzione teatrale intitolata Harry Potter e il bambino maledetto, messa in scena nell’illustre West End di Londra con un enorme successo. La commedia, che si svolge 19 anni dopo gli eventi de I Doni della Morte, ha lasciato alcuni fan di Potter nella speranza che il cast originale un giorno potesse riunirsi per un altro film.

Le voci sulla riunione dei fan sono persistite nonostante l’insistenza della Rowling sul fatto che Il Bambino Maledetto sia un’opera esclusiva per il teatro e che non sarà adattata per il grande schermo. Ora, sfortunatamente per i fan, la possibilità di un nuovo film è diventata ancora più remota.

ComicBook.com riferisce che durante una recente intervista con Tom Felton (che ha interpretato la nemesi di Potter, Draco Malfoy, nella serie di film), la star di Harry Potter ha messo in dubbio le voci su un ulteriore film con il cast originale. Felton dichiara: “Quanto offri? Sto scherzando. Non credo che sarà possibile, ad essere sincero. Penso che siano stati otto capitoli meravigliosi, e tutto ciò che doveva essere fatto è stato fatto.” Dopo aver aggiunto che Warner Bros. ora porterà il franchise “più avanti”, Felton ha continuato: “Ma siamo tutti immensamente orgogliosi di farne parte, e siamo contenti che la saga sia ancora così popolare come una volta.”

In realtà il Potterverse continua a far parte della programmazione cinematografica con la nuova saga di Animali Fantastici. Concepita come una pentalogia, la nuova serie ha visto al cinema già due capitoli. Tuttavia, il secondo, I Crimini di Grindelwald, ha destato qualche perplessità nell’accoglienza da parte del pubblico, per cui, complici anche alcuni problemi legale legati a Johnny Depp che interpreta Grindelwald, la produzione del terzo film è stata rimandata e prenderà il via nel 2020.

Annette Bening: 10 cose che non sai sull’attrice

Annette Bening: 10 cose che non sai sull’attrice

Tra le più apprezzate interpreti femminili, Annette Bening si è distinta negli anni per i suoi ruoli incisivi in pellicole di successo. Nel corso della sua carriera ha avuto modo di collaborare con importanti autori e attori, riuscendo sempre a trovare il modo per affermarsi. Critica e pubblico, infatti, l’hanno più volte riconosciuta con numerosi premi, coronamento di una grande carriera.

Ecco 10 cose che non sai di Annette Bening.

Annette Bening e i suoi film

1. Ha recitato in numerosi film da Oscar. La carriera cinematografica dell’attrice ha inizio nel 1988 con il film Non è stata una vacanza… è stata una guerra!. Il ruolo che la consacra arriva tuttavia nel 1991, grazie al film Bugsy, con il quale ottiene la prima nomination ai premi Oscar. Successivamente recita in Riccardo III (1995), Mars Attacks! (1996) e American Beauty (1999), dove ha il ruolo per cui è maggiormente ricordata. Seguono Da che pianeta vieni? (2000), La diva Julia – Being Julia (2004), Correndo con le forbici in mano (2006), I ragazzi stanno bene (2010), Ruby Sparks (2012), Le donne della mia vita (2016), L’eccezione alla regola (2016), Il gabbiano (2018), La vita in un attimo (2018), Captain Marvel (2019) e The Report (2019).

2. Ha recitato anche in televisione. Prima di apparire sul grande schermo, l’attrice ha recitato in diversi film per la TV, come Manhunt for Claude Dallas (1986), L’ostaggio (1988), Mrs. Harris (2005) e Other Plans (2019). Recita anche in alcuni episodi delle serie Miami Vice (1987), Liberty’s Kids: Est. 1776 (2002-2003) e I Soprano (2004).

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Annette Bening e Instagram

3. Non ha un profilo sul social network. L’attrice non è presente sul social network Instagram, probabilmente preferendo tenere la sua vita privata lontana dai riflettori. Esistono tuttavia diverse fan page dedicate alla Bening, dove è possibile trovare sue fotografie e le ultime notizie riguardo i suoi progetti da attrice.

Annette Bening il marito e i figli

4. È sposata con un noto attore. Sul set del film Bugsy l’attrice incontra Warren Beatty, attore celebre per i suoi ruoli in Gangster Story e Il paradiso può attendere. I due si sposano nel 1992, dando poi alla luce tre figli rispettivamente nel 1994, 1997 e 2000.

Annette Bening: la sua filmografia

5. È stata sconfitta due volte da Hilary Swank. La Bening è stata nominata ai premi Oscar per ben quattro volte. In due di queste occasioni fu sconfitta entrambe le volte dall’attrice Hilary Swank, aggiudicatasi il premio. La Bening era nominata per American Beauty e La diva Julia.

6. Doveva essere Catwoman. L’attrice era stata scelta per il ruolo della celebre Catwoman nel film Batman – Il ritorno. Tuttavia la Bening rimase incinta e così lo studio di produzione affidò il ruolo alla giovane Michelle Pfeiffer.

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7. Ha recitato più volte per Mike Nichols. Uno dei mentori cinematografici dell’attrice è il regista Mike Nichols, celebre per il film Il laureato (1967). Per lui l’attrice ha recita in ben tre film: Cartoline dall’inferno (1990), A proposito di Henry (1991) e Da che pianeta vieni? (2000).

8. Ha recitato in Captain Marvel. Uno dei più recenti ruoli dell’attrice è stato quello della dottoressa Wendy Lawson alia Mar-Vell. Il ruolo era stato tenuto segreto fino all’ultimo, per evitare che si potessero rivelare con esso dettagli legati alla trama e alla natura del film.

Annette Bening nel 2019

9. Ha un nuovo ruolo importante. Oltre ad aver recitato in Captain Marvel, la Bening nel 2019 sarà tra i protagonisti del film The Report, dove recita accanto agli attori Adam Driver e Jon Hamm. Il film, diretto da Scott Z. Burns, ruota intorno alle vicende di alcuni agenti della CIA, accusati di torture dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Per il suo ruolo della senatrice Dianne Feinstein, la Bening ha ricevuto numerosi lodi, e in molti pronosticano una sua nuova nomination ai premi Oscar.

Annette Bening età e altezza

10. Annette Bening è nata a Topeka, in Kansas, Stati Uniti, il 29 maggio 1958. L’altezza complessiva dell’attrice è di 173 centimetri.

Fonte: IMDb

Caitriona Balfe: 10 cose che non sai sull’attrice

Caitriona Balfe: 10 cose che non sai sull’attrice

Attrice e supermodella irlandese, Caitriona Balfe è conosciuta prevalentemente per il suo ruolo nella serie TV Outlander, per il quale ha ricevuto diversi premi da parte della critica e l’apprezzamento del pubblico. La sua carriera è poi proseguita anche al cinema, dove ha recitato in importanti produzioni con celebri autori e attori. In attesa del ruolo che possa consacrarla anche al grande pubblico, l’attrice non smette di mostrare un talento che matura interpretazione dopo interpretazione.

Ecco 10 cose che non sai di Caitriona Balfe.

Caitriona Balfe e i suoi film

1. Ha recitato in importanti film. Il debutto cinematografico dell’attrice avviene nel 2011, con il film Super 8. Successivamente prende parte a Now You See Me (2012), Crush (2013), Escape Plan – Fuga dall’inferno (2013) e Money Monster – L’altra faccia del denaro (2016). Nel 2019 è invece tra i protagonisti del film Le Mans ’66 – La grande sfida, dove recita accanto agli attori Matt Damon e Christian Bale.

2. È celebre per i ruoli televisivi. L’attrice inizia a recitare in televisione nel 2012, prendendo parte ad alcuni episodi della serie The Beauty Inside. Recita poi in H+: The Digital Series (2012-2013), e ottiene la celebrità con il ruolo di Claire Fraser nella serie Outlander. Nel 2019 ricopre invece il ruolo di Tavra nella serie Netflix Dark Crystal: la resistenza.

Caitriona Balfe è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da un milione di persone. All’interno di questo la Balfe è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma anche immagini promozionali dei propri progetti da attrice.

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Caitriona Balfe e Tony McGill

4. Ha una relazione sentimentale. Dal gennaio 2018 l’attrice è fidanzata con il produttore discografico Tony McGill. I due si sono conosciuti nel 2015 e da quel momento hanno mantenuto la loro relazione estremamente riservata. McGill, inoltre, non è presente su nessun social network.

Caitriona Balfe e il matrionio

5. Si è sposata. Dopo un fidanzamento di un anno e mezzo, l’attrice ha sposato Tony McGill, celebrando la cerimonia in modo particolarmente intimo presso la chiesa di St. Mary a Bruton, nel Somerset, nell’agosto 2019.

Caitriona Balfe incinta

6. Ha smentito le voci sulla sua gravidanza. Nel giugno del 2019 diversi siti hanno riportato la notizia che l’attrice fosse incinta. La Balfe, attraverso i suoi profili social, ha smentito la cosa, lasciando intendere di essere rimasta particolarmente infastidita da tali voci.

Caitriona Balfe: il fansite

7. Esiste un sito web dedicato a lei. Alcuni fan devoti hanno aperto un sito Web dedicato all’attrice, chiamato appunto “Caitriona Balfe Fan”. All’interno di questo è possibile trovare tutte le notizie passate, presenti e future sull’attrice, dagli eventi a cui prende parte fino ai suoi prossimi progetti lavorativi.

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Caitriona Balfe Outlander

8. È la protagonista della serie. La Balfe in Outlander interpretaa il ruolo di Claire Randall Fraser, viaggiatrice nel tempo alle prese con numerose avventure. L’attrice è stata protagonista fin dalla prima stagione, apparendo in tutti i 55 episodi, e sarà protagonista anche delle annunciate quinta e sesta stagione.

9. Per il ruolo ha vinto diversi premi. Per il suo ruolo l’attrice è stata nominata per quattro volte ai Golden Globe come miglior attrice in una serie drammatica. Ha invece vinto un BAFTA Scotland, un People’s Choice Awards e due Saturn Awards come miglior attrice.

Caitriona Balfe età e altezza

10. Caitriona Balfe è nata a Dublino, in Irlanda, il 4 ottobre 1979. L’altezza complessiva dell’attrice è di 175 centimetri.

Fonte: IMDb

Casey Affleck: 10 cose che non sai sull’attore

Casey Affleck: 10 cose che non sai sull’attore

Personalità dalle mille sorprese, Casey Affleck si è negli anni affermato come interprete sopraffino, dimostrando di sapersi adattare a ruoli e contesti sempre diversi. Protagonista di numerosi film indipendenti divenuti cult, Affleck si è sempre distinto per le sue scelte, spingendosi più volte lontano da una comfort zone. Affermatosi poi anche come regista e sceneggiatore, negli anni ha ricevuto diversi onori e riconoscimenti da parte di critica e pubblico.

Ecco 10 cose che non sai di Casey Affleck.

Casey Affleck e i suoi film

1. Ha recitato in celebri film d’autore. Affleck debutta al cinema nel 1995 con il film Da morire di Gus Van Sant, per il quale torna poi a recitare in Will Hunting – Genio ribelle (1997), accanto a Matt Damon e al fratello Ben Affleck. Successivamente continua ad ottenere successo con i film American Pie (1999), Hamlet 2000 (2000), Ocean’s Eleven (2001), American Pie 2 (2001), Gerry (2002), Ocean’s Twelve (2004), Ocean’s Thirteen (2007) e L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford (2007), con cui ottiene la sua prima nomination agli Oscar. Recita poi in celebri film come Gone Baby Gone (2007), Joaquin Phoenix – Io sono qui (2010), Tower Heist (2011), Senza santi in paradiso (2013), Il fuoco della vendetta (2013), Interstellar (2014), Manchester by the Sea (2016), con cui vince l’Oscar come miglior attore, Storia di un fantasma (2017), Old Man & the Gun (2018) e Light of My Life (2019).

2. È anche sceneggiatore e regista. Affleck si cimenta nella sceneggiatura per la prima volta scrivendo, insieme a Matt Damon, il film Gerry, diretto nel 2002 da Gus Van Sant. Scrive e dirige poi il suo primo film, Joaquin Phoenix – Io sono qui!, mockumentary interpretato dall’amico Joaquin Phoenix. Nel 2019 esordisce invece con il suo primo film di fiction, Light of My Life, del quale è anche interprete.

Casey Affleck e la moglie

3. È stato sposato. Nel 1995, durante le riprese del film Da morire, l’amico e collega Joaquin Phoenix gli presenta la sorella minore Summer. Nel 2000 i due intraprendono una relazione, e nel 2004 nasce il loro primo figlio. I due si sposano poi nel 2006 e nel 2008 nasce il secondo figlio. Tuttavia, nel 2016 la coppia annuncia la separazione, e il divorzio viene ufficializzato nel 2017. Stando a quanto dichiarato dai due, sono comunque rimasti in buoni rapporti.

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Casey Affleck in Interstellar

4. Ha un piccolo ruolo. L’attore ha recitato nel film Interstellar, di Christopher Nolan, dove ha interpretato la versione adulta di Tom Cooper, il figlio del protagonista Joseph Cooper, interpretato dal premio Oscar Matthew McConaughey.

Casey Affleck in Will Hunting

5. Ha recitato accanto al fratello. Will Hunting – Genio ribelle è il secondo ruolo importante nella carriera di Affleck, che gli ha permesso di farsi notare anche per le sue doti comiche. Nel film l’attore interpreta Morgan O’Mally, membro del gruppo di amici di Will Hunting. Affleck si è trovato così a recitare accanto all’amico Matt Damon e al fratello Ben Affleck, il quale lo ha caldamente consigliato per il ruolo.

Casey Affleck e Joaquin Phoenix

6. Hanno girato un film insieme. Legati da profonda amicizia e da motivi famigliari, i due attori hanno realizzato insieme nel 2010 il mockumentary Joaquin Phoenix – Io sono qui!, il quale racconta la vita di Phoenix, a partire dal suo annuncio riguardo l’abbandono della carriera cinematografica in favore di una nuova carriera nel mondo dell’hip hop.

Casey Affleck e gli Oscar

7. Ha vinto l’ambito premio. Dopo una prima nomination come miglior attore non protagonista ottenuta nel 2008, Affleck vince il premio Oscar come miglior attore nel 2017 per il suo ruolo da protagonista nel film Manchester by the Sea.

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Casey Affleck dirige Light of My Life

8. Ha scritto la sceneggiatura dopo la nascita del primo figlio. In Light of My Life Affleck è un affettuoso padre che cerca di proteggere la figlia dal brutale mondo circostante, dove un epidemia ha quasi estinto il genere femminile. L’attore ha dichiarato di aver avuto l’idea per il film in seguito alla nascita del primo figlio, avvertendo l’esigenza di dare forma al forte senso di protezione avvertito nei suoi confronti.

9. Si è sentito in grande sintonia con la protagonista femminile. Per il ruolo della giovane figlia, Affleck ha scelto l’esordiente Anna Pniowsky, scoperta attraverso un video-provino. L’attore ha in seguito dichiarato di essere rimasto impressionato dalle capacità interpretative della giovane, sviluppando con lei una naturale sintonia durante le riprese.

Casey Affleck età e altezza

10. Casey Affleck è nato a Falmouth, nel Massachusetts, Stati Uniti, il 12 agosto 1975. L’altezza complessiva dell’attore è di 175 centimetri.

Fonte: IMDb

Gli Eterni è “un rischio che vale la pena correre”

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Gli Eterni è “un rischio che vale la pena correre”

Anche se riconosce che la Disney sta correndo un rischio con il suo budget considerevole e il suo cast d’insieme, Kevin Feige afferma di credere fortemente che il film sugli Eterni in produzione alla Marvel è un “rischio che vale la pena correre”.

Produzione ad alto budget fissata per una data di uscita nel novembre 2020, Gli Eterni è diretto dalla pluripremiata regista indipendente Chloe Zhao e interpretato, tra gli altri grandi nomi, da Kit Harrington, Angelina Jolie e Richard Madden. Con gli eroi omonimi tutt’altro che conosciuti nel mainstream (proprio come molti precedenti protagonisti della MCU), alcuni fan temono che la serie potrebbe essere a rischio.

Gli Eterni sono una squadra quasi immortale di supereroi che devono ancora essere introdotti nell’MCU. Nei fumetti, gli Eterni sono esseri umani estremamente potenti dotati di poteri straordinari da una razza di esseri cosmici noti come i Celesti. Per dare vita agli Eterni sul grande schermo, la Marvel conta su un cast impressionante, e oltre ai citati Jolie, Harrington e Madden, nel gruppo di attori compaiono Kumail Nanjiani, Brian Tyree Henry e Salma Hayek. Avendo già sfruttato in passato l’appeal dei suoi protagonisti, anche in questo caso e data la delicatezza del materiale di partenza, il cast sarà la principale attrazione per il pubblico mainstream.

Secondo Kevin Feige, il film tenterà di spingere i limiti del genere che viene ormai connesso alla Marvel. “È un film molto grande – ha detto nel Podcast Chatter Awards di THR – È un film molto costoso. E lo stiamo realizzando perché crediamo nella visione di [Zhao] e crediamo in ciò che questi personaggi possono fare e crediamo di dover continuare a crescere, evolvere, cambiare e spingere il nostro genere in avanti, quello che stiamo portando avanti è un rischio”.

Le preoccupazioni di Feige non sono prive di motivazioni, dopotutto nessun film è una garanzia, una lezione che il cast di Gli Eterni ha appreso dopo il ritrovamento di una bomba nazista inesplosa proprio sul set.

Gli Eterni: 10 cose che il film potrebbe rivelare sul MCU

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight)  Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh).

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato al The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

La sceneggiatura è stata scritta da Matthew e Ryan Firpo mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6 novembre 2020.

Abigail Breslin: 10 cose che non sai sull’attrice

Abigail Breslin: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre sin da bambina, l’attrice Abigail Breslin è tra quelle personalità che hanno saputo incantare il pubblico e la critica grazie ai propri ruoli, e crescendo la Breslin ha saputo continuamente convincere con un talento sempre più maturo. Oggi è un’apprezzata attrice, che si divide tra cinema d’autore e film più popolari dal grande budget.

Ecco 10 cose che non sai di Abigail Breslin.

Abigail Breslin film

1. È celebre per i suoi ruoli da bambina. L’attrice debutta giovanissima nel film Signs (2002), e raggiunge una grande popolarità con il film Little Miss Sunshine (2006). Da quel momento recita in numerosi film, come Santa Clause è nei guai (2006), Sapori e dissapori (2007), La custode di mia sorella (2009), Benvenuti a Zombieland (2009), Capodanno a New York (2011), The Call (2013), Ender’s Game (2013), I segreti di Osage County (2013), Contagious – Epidemia mortale (2015), Final Girl (2015) e Zombieland – Doppio Colpo (2019).

2. Ha recitato anche in televisione. Negli anni l’attrice è apparsa anche in televisione, recitando nelle serie TV NCIS – Unità anticrimine (2004), Ghost Whisperer – Presenze (2006), Grey’s Anatomy (2006), e Scream Queens (2015-2016), dove ricopre il ruolo di Libby Putney.

3. Ha lavorato anche come doppiatrice. Negli anni l’attrice si è distinta anche come doppiatrice, prestando la sua voce ai film Air Buddies – Cuccioli alla riscossa (2006), Quantum Quest: A Cassini Space Odyssey (2009), Rango (2011) e Zambezia (2012).

abigail-breslin-instagram

Abigail Breslin Instagram

4. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 535 mila persone. All’interno di questo è possibile ritrovare numerose foto scattate in momenti di svago, ma anche immagini promozionali dei progetti dell’attrice o anche curiosità su di lei.

Abigail Breslin bambina

5. Recita sin da piccola. La Breslin è entrata nel mondo dello spettacolo nel 1999, a soli tre anni, nel ruolo di protagonista di uno spot televisivo. Debutta nel 2002 al cinema con il film Signs, recitando accanto agli attori Mel Gibson e Joaquin Phoenix.

Abigail Breslin e Michael Clifford

6. Aveva una relazione con il musicista. Nel 2013, in occasione dei Teen Choice Awards, l’attrice conosce il musicista Michael Clifford, del gruppo 5 Seconds Of Summers. I due hanno avuto una relazione, fino a che non hanno annunciato di essersi separati. In seguito l’attrice ha pubblicato il suo primo singolo musicale, intitolato You Suck e dedicato proprio all’ex fidanzato.

Abigail Breslin Zombiland 2

7. Ha ripreso il suo ruolo. L’attrice torna ad interpretare il personaggio Little Rock, recitando accanto agli attori Woody Harrelson, Emma Stone e Jesse Eisenberg. All’interno del sequel il suo personaggio, ora cresciuto, trova maggiore approfondimento e l’attrice ha avuto modo così di ottenere uno spazio maggiore all’interno della pellicola.

abigail-breslin-zombiland

8. Il ruolo le ha permesso di fare qualcosa di nuovo. L’attrice ha dichiarato di non sopportare chi la vorrebbe ancora bambina, e ha affermato che proprio il ruolo nel sequel del film le ha permesso di togliersi definitivamente i panni della bambina e dell’adolescente, consentendole di dire e fare cose nuove e che fino ad ora non ci si aspettava da lei.

Abigail Breslin 2019

9. Ha nuovi progetti in programma. L’attrice, dopo essersi presa una pausa dalla recitazione nel 2018, è tornata nel 2019 ad essere protagonista al cinema con il film Zombieland – Doppio Colpo, mentre attualmente è a lavoro sui film Saturday at the Starlight e Stillwater, previsti entrambi per il 2020.

Abigail Breslin età e altezza

10. Abigail Breslin è nata a New York, Stati Uniti, il 14 aprile 1996. L’altezza complessiva dell’attrice è di 155 centimetri.

Fonte: IMDb

Chris Evans rivela a Scarlett Johansson se tornerà mai nei panni di Cap

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Chris Evans non crede che riprenderà di nuovo il ruolo di Captain America nell’universo cinematografico Marvel. Ha spiegato perché in una conversazione con Scarlett Johansson, in uno dei nuovi episodi di Actors on Actors, il format di Variety in arrivo dal 12 novembre.

Johansson, che interpreta Vedova Nera nei film Marvel, partecipa alla trasmissione per la sua doppia interpretazione, Storia di un matrimonio di Noah Baumbach e Jojo Rabbit di Taika Waititi. Evans, che ha interpretato Captain America in un totale di 11 film, apparentemente ha concluso il viaggio del personaggio con Avengers: Endgame, della scorsa primavera. Adesso lo vedremo in Cena con delitto, il nuovo film corale, acclamato dalla critica, di Rian Johnson.

“Torneresti?” Gli chiede Johansson. “Alla Marvel?” Risponde Evans. “Mai dire mai. Adoro il personaggio. Non lo so.

Ma sotto pressione, Chris Evans dà una risposta più definitiva. “Non è un no difficile, ma non è neanche un ansioso sì – dice Evans – Ci sono altre cose su cui sto lavorando in questo momento. Penso che Cap abbia fatto un gesto così complicato alla fine, e penso che abbiano fatto davvero un buon lavoro permettendogli di completare il suo viaggio. Se hai intenzione di rivisitarlo, non può essere alla leggera. Non può essere solo perché il pubblico vuole che sia così. Cosa stiamo rivelando? Cosa stiamo aggiungendo alla storia? Molte cose dovrebbero essere considerate, prima.

Johansson concorda sul fatto che l’ultimo film di Avengers abbia trovato una chiusura adeguata per Captain America, noto anche come Steve Rogers.

“Non ero lì per l’ultimo terzo del film o altro – dice Johansson, il cui personaggio esce di scena a metà film, circa – In realtà non avevo idea di cosa sarebbe successo. Non sapevo come funzionasse, esattamente, se fosse stato scritto. È stato un finale catartico così bello, e l’ho adorato per Steve. Penso che se lo meritasse. Era tutta la sua felicità.”

Evans ci pensa ancora: “Sarebbe un peccato inasprirlo. Sono molto protettivo. È stato un momento così prezioso, e andare oltre quel film è stata una prospettiva terrificante per me. Ho detto di no un sacco di volte, e ci sono un milione e un modo in cui avrebbe potuto andare storto. Sembra quasi che dovremmo lasciarlo lì dov’è.”

Sembra chiaro che gli attori, così come il pubblico, sono contenti di come le cose siano andare per Steve, che alla fine di Endgame trova il modo per rimanere con Peggy Carter nel passato, tuttavia è plausibile che la Marvel possa tirare di nuovo fuori il personaggio, magari in un futuro lontano.

Scooby! Il teaser trailer ufficiale del film d’animazione

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Scooby! Il teaser trailer ufficiale del film d’animazione

La prima avventura d’animazione di Scooby-Doo per il grande schermo, è il racconto inedito delle origini di Scooby-Doo e del più grande mistero nella carriera della Mystery Inc.

“SCOOBY!” ci svela come gli amici di sempre Scooby e Shaggy si siano incontrati e, in seguito, uniti ai giovani investigatori Fred, Velma e Daphne per formare la famosa Mystery Inc. Con centinaia di casi risolti e avventure condivise, Scooby e la banda ora dovranno affrontare il loro mistero più grande e impegnativo di sempre: sventare un piano volto a sguinzagliare il cane fantasma Cerberus nel mondo. Mentre si apprestano a fermare questa “can-apocalisse globale”, i membri della banda scoprono che Scooby ha un retaggio segreto e un destino epico più grande di quanto potessero immaginare.

Nella versione originale di “SCOOBY!” fanno parte del cast di doppiatori Kiersey Clemons (“Cattivi vicini 2”; la serie TV “Angie Tribeca”) nei panni di Dee Dee; Zac Efron (“The Greatest Showman”; la saga “Cattivi vicini”) in quelli di Fred; Will Forte (“La rivincita delle sfigate”; la serie TV “The Last Man on Earth”) è la voce del migliore amico di Scooby-Doo, Shaggy; Jason Isaacs (i film di “Harry Potter”; “The OA” in TV) è la voce del famigerato Dick Dastardly; Ken Jeong (“Crazy & Rich”; la trilogia di “Una notte da leoni”) nel ruolo di Dynomutt; Tracy Morgan (“What Men Want”; “30 Rock” in TV) nel ruolo di Captain Caveman; Gina Rodriguez (“Deepwater: Inferno sull’Oceano”; la serie TV “Jane the Virgin”) è la voce di Velma; Amanda Seyfried (i film “Mamma Mia!”; “Ted 2”) è Daphne; l’attore due volte candidato all’Oscar Mark Wahlberg (“The fighter”; “The Departed – Il bene e il male”) è Blue Falcon, mentre Frank Welker (il franchise di “Transformers”) presta la voce a Scooby-Doo.

“SCOOBY!” è diretto da Tony Cervone, candidato all’Annie Award per il film “Space Jam”, e due volte candidato agli Emmy per il suo lavoro su “Duck Dodgers”.

Il film uscirà nelle sale italiane il 14 maggio 2020, distribuito da Warner Bros. Pictures.

Vivere, che rischio, recensione del documentario su Cesare Maltoni

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Si intitola Vivere, che rischio il documentario che Michele Mellara e Alessandro Rossi hanno dedicato alla vita e all’operato di Cesare Maltoni, uno dei più brillanti scienziati di questo secolo: un pioniere nell’ambito della cancerogenesi ambientale e industriale, della prevenzione oncologica, della chemio prevenzione. Un uomo di scienza noto in tutto il mondo e dalle cui ricerche si è stabilita una prassi e una metodologia scientifica ancora oggi insuperata.

I due registi adottano il racconto in prima persona, utilizzando una voce fuori campo, che si fa portavoce di Maltoni stesso, e così facendo conferiscono una certa vitalità al prodotto e innescano un rapporto di fiducia con lo spettatore che è invitato ad entrare nella storia, proprio dal tono colloquiale e diretto che assume il voice over.

Il ritratto che ne viene fuori è quello di uno scienziato instancabile, curioso e moderno, che si scontra contro un sistema rigoroso e passatista per portare alla luce le sue scoperte e soprattutto la sua ricerca sul cancro. Un pioniere della biologia, dunque, più noto all’estero che nel nostro Paese, e la cui figura questo documentario potrebbe aiutare a sdoganare anche tra gli italiani che, ignari, tanto gli devono.

Vivere, che rischio racconta la vita di un pioniere

È stato infatti lui a mettere a punto l’ormai comunissimo pap test per la prevenzione del tumore al collo dell’utero, un controllo preventivo che è diventato routine ma che per prendere piede ha dovuto affrontare pregiudizi, timori, mentalità, tutti muri contrari affinché tale pratica venisse applicata. Soprattutto, Maltoni si è battuto perché il concetto di prevenzione venisse applicato proprio alle malattie come il cancro, da cui la sua battaglia per rendere accessibili gli screening periodici (tra cui il pap test, appunto).

Suo grande merito, e punto nevralgico del documentario, è il lavoro di Cesare Maltoni contro le industrie e la scoperta della cancerosità di sostanze utilizzate nell’industria e a cui l’uomo cominciava ad essere esposto per via del progresso industriale. Tra questi materiali dannosi c’è l’amianto, ad esempio, che come sappiamo rilascia nel corso di diverse decadi il suo potenziale mortale.

Una vita da scienziato che però non era chiuso tra le pareti del suo laboratorio. Maltoni è stato un uomo curioso e avventato che non ha mai voltato le spalle a un principio o ad una causa se questa poteva portare beneficio ad un paziente. E questa sua passione per il lavoro si riversava anche in una condotta tumultuosa per quello che riguarda la vita privata, aspetto che pure il documentario affronta.

Cesare Maltoni, affamato di verità

Il ritratto che i registi scelgono di dipingere e che sembra essere molto vicino alla verità, stando alle numerose testimonianze dirette raccolte nel film, è quello di un uomo diretto e ligio, passionale ma devoto al suo lavoro, soprattutto devoto alla parte umana da curare e preservare da malattie che si sono palesate e trasformate con il cambiamento e la modernizzazione della vita dell’uomo, un campo inesplorato in cui Cesare Maltoni ha fatto scuola.

Vivere, che rischio racconta di un uomo difensore del diritto pubblico alla salute, coraggioso pioniere nella ricerca sulla sostanze chimiche e inquinanti dannose per la salute, promotore di screening importantissimi come il pap test e creatore del primo hospice in Italia per l’assistenza ai pazienti con cancro in fase avanzata. Uno scienziato che ha precorso i tempi, un uomo eccezionale che ha lottato per la difesa della salute pubblica e dell’ambiente con tutte le sue straordinarie capacità.

Vivere, che rischio è prodotto con il supporto di Istituto Ramazzini, in associazione con I Wonder Pictures, in collaborazione con RAI Cinema e con il contributo di MIBAC (Direzione generale Cinema), Fondo Audiovisivo della Regione Emilia Romagna. Il documentario è stato inoltre insignito di numerosi premi, tra cui il Premio del pubblico, Storie italiane (2019), al Biografilm Festival di Bologna.

Marvel: 10 serie che vorremmo vedere su Disney +

Marvel: 10 serie che vorremmo vedere su Disney +

Con l’arrivo della Fase 4 e gli annunci sulla Fase 5 non si fa che parlare di tutti quei personaggi che potrebbero finalmente arrivare nel Marvel Cinematic Universe, anche attraverso la nuova piattaforma streaming di Disney +. E se tra di loro ci fossero alcuni supereroi e villain mai visti prima al cinema o in tv?

Quali vorremmo come nuovi protagonisti insieme ai Vendicatori?

Nova

Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame hanno visto riuniti sul grande schermo quasi tutti i personaggi dell’universo cinematografico Marvel introdotti da Iron Man del 2008 fino a oggi. Tra questi, uno molto atteso dai fan avrebbe potuto debuttare proprio nel corso di questi due film, come rivelato di recente dagli sceneggiatori Christopher Markus e Stephen McFeely, ovvero Richard Rider aka Nova.

Negli ultimi mesi si è parlato spesso del possibile arrivo del supereoe nel MCU, suggerito anche dalle parole del presidente dei Marvel Studios Kevin Feige a proposito dei piani sul personaggio, e da quanto riportato dal sito MCU Cosmic in via non ufficiale, sembrerebbe tutto pronto per accogliere il razzo umano nella Fase 5 insieme a Blade, Fantastici Quattro e X-Men. Magari proprio in una serie tv?

Squirrel Girl

Squirrel Girl, alter ego di Doreen Allene Green (personaggio dei fumetti creato da Will Murray e Steve Ditko nel 1992) porterebbe sicuramente una ventata d’aria fresca nell’universo Marvel, e sarebbe perfetta per un adattamento televisivo impostato sul tono della commedia. D’altronde l’eroina era stata concepita per dare tocco di allegria e spensieratezza al mondo sempre più dark dei supereroi, quindi perché non ideare una serie scanzonata?

Jessica Drew

Jessica Drew debutta sui fumetti nel 1977 come prima donna a indossare il costume dell’Uomo Ragno, e con la notizia del nuovo accordo tra Disney e sony, è possibile che l’universo dedicato all’arrampicamuri sia pronto ad un’ulteriore espansione portando al cinema e in tv altri personaggi. E se fosse Jessica l’erede di Peter Parker e futura Spider-Woman del MCU?

Miss America

MISS AMERICA

Uno dei membri più interessanti del team dei Giovani Vendicatori è America Chavez, prima supereroina latinoamericana LGBTQA della serie, sfacciata e sicura di sé che negli ultimi anni è diventata molto popolare tra i lettori. Miss America, questo il suo alter ego, viene cresciuta dalle sue madri nell’Utopian Parallel, una realtà fuori dal tempo governata dal Demiurgo. Da lui ha assorbito, o forse ereditato, tutti i suoi superpoteri e dopo l’infanzia decide di fuggire di casa viaggiando attraverso diversi universi.

Young Avengers

Ampliando il discorso sui supereroi adolescenti del MCU, tempo fa era stato Daniel Richtman tramite Full Circle a rivelare che i Marvel Studios starebbe sviluppando non un film, ma una serie tv destinata alla piattaforma di Disney + e che anche i Campioni di Los Angeles (The Campions) potrebbero essere coinvolti nella trama insieme ad America Chavez a.k.a. Miss America. Se così fosse sarebbe interessante vedere in uno show gli Young Avengers introducendo Kate Bishop (la figlia di Occhio di Falco), Hulkling, Iron Lad, Patriot, Wiccan, Stature e Visione (non la versione di Paul Bettany ovviamente).

Ghost Rider

Originariamente Hulu era intenzionata a produrre una serie su Ghost Rider con protagonista uno degli attori di Agents of the S.H.I.E.L.D., Gabriel Luna, tuttavia i piani furono eliminati e del personaggio non abbiamo avuto più notizie. Forse, dopo il fallimentare adattamento cinematografico con Nicolas Cage, è ora che i Marvel Studios tengano fede ai desideri dei fan portando sul piccolo schermo uno show degno del suo nome?

Agents of SHIELD spinoff

Mentre la ABC si prepara a mandare in onda la stagione finale di Agents of S.H.I.E.L.D., è già tempo di pensare al futuro dell’universo Marvel e alla possibilità che alcuni di quei personaggi possano continuare il loro viaggio sul piccolo schermo. E se il progetto fosse quello di creare degli spinoff per Disney +? Magari focalizzandosi sulle organizzazioni  della S.W.O.R.D. o sui Secret Warriors, oppure su Phil Coulson e Maria Hill?

Shuri

Sin dalla sua prima apparizione in Black Panther Shuri ha messo in mostra le infinite potenzialità di un personaggio che in molti danno come erede di Tony Stark alla guida del lato “scientifico” del MCU. La conferma è arrivata in Avengers: Infinity War, dove la sorella minore di T’Challa si è resa utile fino all’arrivo di Thanos (e sappiamo che è sopravvissuta allo schiocco…).

Dunque non sarebbe poi così sbagliato dedicarle uno standalone, meglio se prequel, in cui mostrare cosa ha reso Shuri la mente brillante che conosciamo ora e cosa ha fatto prima degli eventi di Black Panther. La principessa wakandiana potrebbe inoltre dirigere il settore scientifico e tecnologico in America, dopo che T’Challa ha aperto le frontiere del suo paese oltre i confini nazionali.

Ironheart

Riri Williams è uno dei personaggi più controversi della storia recente della Marvel Comics, ora conosciuta come Ironheart, ma originariamente esordì nel ruolo di Iron Man nel 2014 tra l’amore e l’odio dei fan. Di certo il successo di Captain Marvel al botteghino ci dimostra come le eroine femminili riescano a conquistare ugualmente il pubblico con risultati straordinari, dunque Riri potrebbe essere l’erede perfetta di Tony Stark nel MCU dopo l’addio di Robert Downey Jr.

Fantastici 4

Al termine del panel dei Marvel Studios al recente Comic Con di San Diego Kevin Feige ha accennato all’ingresso dei Fantastici 4 nel MCU, senza specificare in quale punto della nuova timeline sarebbero arrivati i personaggi e soprattutto in che modo. Di recente anche il sito MCU Cosmic era tornato a parlare dei personaggi, insieme a Galactus e Tyrant come obiettivi principali in vista della recente fusione tra Disney e Fox che ha permesso la cessione dei diritti finora blindati (X-Men compresi). Magari si sta preparando la strada per un’eventuale serie invece che un film?

Leggi anche – Marvel: 10 personaggi delle serie Netflix che vorremmo nel MCU

Fonte: Screenrant

Guardiani della Galassia 3: le teorie dei fan sul film

Guardiani della Galassia 3: le teorie dei fan sul film

Attualmente impegnato con la pre-produzione di The Suicide Squad, James Gunn tornerà presto al timone di Guardiani della Galassia 3, cinecomic che con molte probabilità farà parte della Fase 5 del MCU non ancora annunciata. Ma cosa sappiamo davvero del film? Poco o nulla, tuttavia questo non ha impedito ai fan di formulare interessanti teorie sulla trama.

Ecco le migliori:

Adam Warlock

In una delle scene post-credits di Guardiani della Galassia Vol. 2, Ayesha mostrava ai suoi servi un bozzolo dorato in grado di distruggere i nemici e chiamato “Adam”, dettaglio che non è sfuggito ai fan. Da lì sono iniziate le speculazioni: si trattava di Adam Warlock? Stiamo parlando dell’unico personaggio, esclusa Captain Marvel, che potrebbe competere con Thanos a parità di fama e caratteristiche, e niente esclude che rientri nei piani di James Gunn per il terzo capitolo.

Anni fa i due sceneggiatori del film Christopher Markus e Stephen McFeely avevano spiegato le ragioni dietro l’assenza di Warlock nella Fase 3 dopo l’uscita di Infinity War: Non abbiamo introdotto Adam Warlock nel film perché è un personaggio troppo importante e per farlo dovresti girare un film intero. Non puoi semplicemente farlo apparire sullo schermo. C’è stato un breve momento in cui eravamo indecisi, poi guardando alla lista già numerosa di personaggi abbiamo deciso di escluderlo. Un po’ come per Silver Surfer, che si, ci sarebbe stato utile, ma non possiamo toccarlo adesso“.

Thor insieme ai Guardiani

Guardiani della Galassia Vol. 3

Dopo la battaglia finale di Avengers: Endgame, Thor decide di lasciare il trono di Asgard a Valchiria e di unirsi ai Guardiani della Galassia, con i quali – sostengono diverse teorie -presumibilmente attraverserà lo spazio in cerca di qualche avventurosa missione, diventando ciò che era destinato a essere. Questo però non ha escluso, come abbiamo visto, la possibilità di vedere al cinema il quarto capitolo del franchise sul dio del tuono (già annunciato e intitolato Love and Thunder).

Lo stesso Chris Hemsworth si era detto entusiasta di fronte sulla prospettiva di un cinecomic sugli “Asgardiani” della Galassia dicendo che “Lavorerei con quei ragazzi senza esitazione. Asgardiani della Galassia…questo si che è davvero fantastico”. Sarà davvero così e Thor apparirà in Guardiani 3?

Drax ritroverà sua figlia

Un’interessante teoria circa gli sconvolgimenti di trama del terzo film riguardano la comparsa della figlia di Drax, Moondragon, che tutti credevamo morta e che potrebbe invece ai Guardiani della Galassia creando un maggiore legame con il passato del personaggio interpretato da Dave Bautista. Inoltre Moondragon è una figura affascinante nei fumetti, con poteri telepatici e telecinetici, abilità nelle arti marziali e nel pilotaggio, quindi sarebbe un’ottima aggiunta al cast.

In un’intervista lo stesso Bautista aveva espresso il desiderio di vedere prodotto uno spin-off sul suo personaggio in cui raccontare qualcosa in più della storia della famiglia di Drax, “bellissima e commovente, con la moglie e la figlia che vengono uccise lasciandogli il cuore spezzato.” Sarà davvero così e il terzo capitolo esaudirà i suoi sogni?

Gamora sarà il villain

Una delle domande con cui ci lasciava Avengers: Endgame riguarda il destino di Gamora e del suo possibile ritorno in Guardiani della Galassia 3, lei che – a differenza degli altri personaggi – non viene “resuscitata” dallo schiocco di Hulk, ma torna in scena grazie ai viaggi nel tempo nella sua versione passata durante la battaglia finale con i Vendicatori. E se fosse lei la vera villain del terzo capitolo?

Sul finale di Endgame poi vediamo Star-Lord interagire con lei, oltre al fatto che sul Benatar compare la schermata “searching” con la sua immagine. Possibile allora che sia ancora viva e che sia fuggita da qualche parte? Oppure lo schiocco di Tony Stark l’ha spazzata via insieme agli altri?

Uno dei personaggi principali morirà

james gunn guardiani della galassia vol. 3

Chiudiamo con la più triste delle ipotesi, ovvero che uno dei personaggi principali del team potrebbe morire alla fine del film. James Gunn aveva stuzzicato i fan dicendo che qualcosa del genere sarebbe successo al termine della trilogia, anche se è ciò che accade in quasi tutti i fumetti…In Volume 1 abbiamo detto – provvisoriamente – addio a Groot, in Vol.2 abbiamo salutato per sempre Yondu, e nel Vol.3 a chi toccherà la drammatica sorte?

Leggi anche – Guardiani della Galassia: 10 cose che non sapevi sul dietro le quinte dei film

Fonte: ScreenRant

The Crown 3: recensione della serie Netflix con Olivia Colman

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The Crown 3: recensione della serie Netflix con Olivia Colman

Per un sovrano è un bene non parlare, non trasmettere emozioni, punti di vista o opinioni. E il non schierarsi è spesso più difficile del prendere una posizione. È questa la lezione, imparata sul campo, che Elisabetta impartisce a Carlo, ed è questo dictat che la “nuova” Regina segue in tutto The Crown 3, la terza stagione della serie The Crown  disponibile sulla piattaforma Netflix a partire da domenica 17 novembre.

È un cambio di rotta deciso, quello dello show britannico, che in primo luogo sostituisce gli interpreti, scegliendo un cast più adulto e tuffando la famiglia Windsor nei tumultuosi anni ’60, un trambusto di avvenimenti sia da un punto di vista sociale e politico, sia da quello privato, nascosto nei corridoi di Buckingham Palace. Ma i cambiamenti si riscontrano anche nella struttura della serie e nella maggiore verticalizzazione degli episodi, mentre cambia pure il modo di raccontare e inquadrare la protagonista: Elisabetta II.

The Crown 3, nuovo cast a corte

Il primo esame superato di The Crown 3 è senza dubbio la scelta del nuovo cast, via Foy, Smith, Kirby, dentro Olivia Colman, reduce dall’Oscar per La Favorita e qui strepitosa Elisabetta II, che fa i conti con gli anni che avanzano e con i tumulti del suo regno e della sua corona, Tobias Menzies, perfettamente a suo agio nei panni di un nuovo Filippo, più anziano e posato, ma non più sereno, Helena Bonham Carter, che regala una Principessa Margaret vivace, brillante, esuberante, ma anche tremendamente infelice, superando ogni più rosea aspettativa.

The Crown 3 assume una forma antologica e focalizza ogni episodio su un avvenimento preciso della storia pubblica e/o privata di Elisabetta. A partire dagli episodi di apertura, che si concentrano sul suo rapporto con il nuovo primo ministro, il laburista Harold Wilson, considerato inadatto al suo ruolo da Elisabetta stessa, fino a che non ci si rende conto (e lei con noi) che, nonostante la tendenza politica, i due hanno molte cose in comune e devono svolgere un lavoro molto simile.

The Crown 3 ha una struttura antologica

Ci sono poi i personaggi comprimari che prendono il loro posto sotto i riflettori, dalla turbolenta Margaret, il cui carattere è sempre stato considerato dalla sorella troppo estroverso e “rumoroso” per un membro della famiglia reale, ma verso il quale Elisabetta sembra nutrire una segreta invidia, non solo per la più felice predisposizione alla socializzazione della sorella, ma anche per un ruolo sociale che glielo permette.

Anche Filippo ha la sua occasione di occupare il centro della scena, rivelandosi sempre, come nelle precedenti stagioni, un uomo inquieto, ma ormai devoto alla moglie e regina e quasi rassegnato al suo ruolo e alla rinuncia delle ambizioni che non ha potuto perseguire a causa del suo fortunato matrimonio e degli obblighi che ne sono conseguiti.

La serie trova anche spazio per far emergere la nuova generazione di Windsor; Carlo e Anna diventano finalmente personaggi attivi, e non più bambini sullo sfondo, e in particolare il primogenito viene seguito in un percorso e in un momento della sua vita fondamentale per la sua futura posizione di re (almeno lo si pensava all’epoca, visto che ad oggi Elisabetta sembra più convinta che mai a regnare in eterno).

Non solo, il giovane principe sarà anche protagonista di diatribe sentimentali, che i giornaletti di gossip hanno riportato fin troppo a lungo, ma che in The Crown assumono la sostanza e la forma di tormenti estremamente umani, determinanti, sappiamo, per il destino della corona.

The Crown 3

Elisabetta II, imperturbabile nella tempesta

Tra le figure di spicco, chi entra ed esce di scena, traditori e madri esuli, zii pentiti ed eventi epocali (un episodio è dedicato anche allo sbarco sulla Luna), si erge granitica e imperturbabile Elisabetta II. La serie, ancora meglio di come fatto con Claire Foy nelle prime due stagioni, costruisce una figura elegante, composta, autoritaria, sempre in controllo della situazione, apparentemente insensibile, lontana, algida, inattaccabile e inavvicinabile. Tuttavia, gli showrunner si sono assicurati di inserire almeno due episodi che incrinano questa facciata, questa intangibilità.

L’episodio dedicato alla tragedia di Aberfan, che racconta il crollo della miniera che nel 1966 causò la morte di 28 adulti e 116 bambini, squarcia il ritratto pubblico di Elisabetta II. La Regina, riservata, chiusa nelle sue stanze, scende in piazza, tra i suoi sudditi, tra le madri in lutto, tra le salme dei piccoli, si commuove, piange in pubblico, sorprendendo forse prima se stessa ma poggiando il primo tassello per la costruzione di quella fortezza dentro cui ha murato la monarchia britannica, facendola passare indenne attraverso anni in cui si credeva che non avesse più senso di esistere e che fosse troppo onerosa per il popolo.

Il secondo episodio in cui Elisabetta mostra inequivocabilmente il suo lato umano, è quello di chiusura, in cui si festeggia il Giubileo del suo regno, i primi 25 anni di sovranità sul Regno Unito. Il confronto con la sorella Margaret è da manuale di recitazione e di scrittura per la tv. E Olivia e Helena si dimostrano assolutamente all’altezza dei nobili personaggi che interpretano.

Il prezzo per la sopravvivenza è l’apertura

Il prezzo per la sopravvivenza è stata l’apertura, come vedremo meglio nella prossima stagione; Peter Morgan, creatore e showrunner, ha tenuto presente ogni singolo dettaglio, ogni momento cardine della vita della sovrana, per regalare allo spettatore, non solo un prodotto di grande classe e straordinaria fattura, ma anche un viaggio emozionante nel privato della donna più potente del mondo.

Con The Crown 3 sono messi completamente da parte i turbamenti di Lilibet, non c’è più spazio per i tradimenti di Filippo, l’ansia di essere all’altezza del ruolo, le domande e i dubbi. Ora c’è solo spazio per Elisabetta II, una donna pacificata con il suo ruolo di comando, una regina all’altezza del suo compito, che con grande fatica ha portato la sua famiglia e la sua corona nel futuro.

Hawkeye: quello che sappiamo sulla serie tv

Hawkeye: quello che sappiamo sulla serie tv

Hawkeye è l’annunciata serie tv per Disney Plus basata sul personaggio interpretato da Jeremy Renner nel Marvel Cinematic Universe. Jonathan Igla (Mad Men, Pitch, Sorry for Your Loss) è stato scelto come sceneggiatore e produttore esecutivo della serie tv che avrà un arco narrativo limitato.

Hawkeye: anticipazioni

La serie tv Hawkeye arriverà nel 2021 la prima stagione che sarà composta da otto episodi e si baserà sulle avventure di Young Avenger, Kate Bishop, che ha assunto il ruolo dopo dopo che Clint Barton lascia in seguito agli eventi di Endgame. La serie vedrà Jeremy Renner tornare nei panni del personaggio, e l’attore stesso ha presentato il progetto alla gremita Hall H durante il Comic-Con di San Diego. Secondo le parole di Renner la serie racconta “la fibra di ciò che è Occhio di Falco, ovvero un supereroe senza super poteri, e questo vuol dire che tutti possono essere dei supereroi.”

Secondo le prime indiscrezioni nella serie Kate Bishop utilizza le sue notevoli capacità di combattimento per combattere delle buone battaglia, sia come come Young Avenger, al fianco del mentore Clint Barton, sia da sola.

Hawkeye: cast

Oltre al già citato Jeremy Renner  che riprenderà il ruolo cinematografico di CLint protagonista della serie sarà Hailee Steinfeld (Dickinson, Bumblebee, The Edge of Seventeen, Spider-Man: Into the Spider-Verse) che interpreterà appunto Kate Bishop.

Kate Bishop è nara a Manhattan, New York, da Derek e Eleanor Bishop, in una delle famiglie più ricche e potenti degli Stati Uniti. Kate cresce tra gli agi assieme alla sorella maggiore, Susan, divenendo a tratti una ragazzina viziata e snob, carattere in realtà costruitosi per mascherare il dolore dovuto alla perdita dell’amatissima madre a soli quattordici anni, fatto a seguito del quale il padre, per natura emotivamente distante, si allontana sempre di più dalle due figlie tentando di esorcizzare il dolore con una seconda moglie, Heather, ex-compagna di liceo di Kate con soli tre anni in più di lei. Vi ricordiamo che la serie tv fa parte dei progetti televisivi limitati annunciata dai Marvel Studios per Disney Plus che si concentreranno su personaggi del MCU come Falcon e Winter Soldier, oltre a  Loki, WandaVision. Disney ha annunciato al D23 che ci saranno anche serie tv basati sui personaggi Marvel Ms. Marvel, Moon Knight e She-Hulk.

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Hawkeye fa parte della prima ondata di serie tv prodotte dai Marvel Studios che avrebbero dovuto uscire su Disney+ a partire dall’autunno 2020. Il primo spettacolo doveva essere stato The Falcon and The Winter Soldier, ma la serie è stata ritardata a causa della pandemia di coronavirus che ha colpito la produzione. Altre serie tv includono WandaVision (sempre nel 2020?)Loki (primavera 2021) oltre a HawkeyeTutti vedranno i thespian del grande schermo che completano la serie.

Hawkeye, la serie tv

Hawkeye è l’annunciata spin off del franchise di Avengers e fa parte della fase 4 del Marvel Cinematic Universe che si estenderà nel racconto seriale per debuttare su Disney+.

La trama si svolge dopo gli eventi di Avengers: Endgame e si baserà sulle avventure di Young AvengerKate Bishop, che ha assunto il ruolo dopo dopo che Clint Barton lascia in seguito agli eventi di Endgame. La serie vedrà Jeremy Renner tornare nei panni del personaggio, e l’attore stesso ha presentato il progetto alla gremita Hall H durante il Comic-Con di San Diego. Secondo le parole di Renner la serie racconta “la fibra di ciò che è Occhio di Falco, ovvero un supereroe senza super poteri, e questo vuol dire che tutti possono essere dei supereroi.” Secondo le prime indiscrezioni nella serie Kate Bishop utilizza le sue notevoli capacità di combattimento per combattere delle buone battaglia, sia come come Young Avenger, al fianco del mentore Clint Barton, sia da sola.

Ploi: recensione del film d’animazione di Árni Ólafur Ásgeirsson

Ploi: recensione del film d’animazione di Árni Ólafur Ásgeirsson

Terzo lungometraggio del regista islandese Árni Ólafur Ásgeirsson, Ploi è il suo primo lavoro d’animazione dopo due film drammatici dalle atmosfere piuttosto oscure, Thicker than water (2007) e Undercurrent (2010). Per questo esordio nel mondo animato, Ásgeirsson ha voluto al suo fianco Gunnar Karlsson, autore del primo film d’animazione prodotto in Islanda – Thor – The legend of Valhalla (2011), ma anche di Anna and the moods e The lost little caterpillar, presentato al Giffoni Film Festival nel 2003. Karlsson è qui co-regista assieme a Ives Agemans, ma anche character designer. A dirigere l’animazione c’è Dirk Henrotay.

Ploi: il film

Ploi è un pulcino di piviere allegro e curioso. Per suo padre il coraggio è il valore più importante e vuole trasmetterlo al piccolo. Ploi sogna di diventare un giorno la guida dello stormo, proprio come il suo papà. Ha una compagna di giochi, Ploveria, dalla quale è inseparabile. Insieme imparano tutto ciò che c’è da sapere per diventare adulti, soprattutto a procurarsi il cibo e a volare. Solo così potranno andare nei paesi caldi a trascorrere l’inverno. Ploi però, ha paura di volare e durante un’esercitazione è attaccato dal temibile falco Shadow.

Suo padre si sacrifica per salvarlo, ma lui, traumatizzato, non vuole più volare. Così, quando il suo stormo migra verso sud, lui rimane ad affrontare il rigido inverno da solo. Non gli resta che cercare di arrivare a Paradise Valley, dove i codardi che non se la sentono di migrare, trascorrono l’inverno. Nel viaggio verso la valle, Ploi incontra amici come la pernice Giron, che vuole vendicarsi di Shadow, o il topolino Mousy, che lo aiuta più di una volta. Ma affronta anche nemici come la volpe o il gatto. Queste avventure lo aiutano a crescere e lo preparano a raccogliere l’eredità del padre, imparando non solo a volare, ma anche a difendere il proprio stormo.

Il tema della crescita

Ploi è un film d’animazione per bambini, che affronta il tema della crescita, di cosa significhi diventare adulti, concentrandosi su chi, come il protagonista, in questo percorso può incontrare qualche difficoltà più degli altri. In particolare si parla di paure, che vengono considerate da chi le vive e magari da qualcuno intorno come debolezze, di quel senso di esclusione e inadeguatezza che avvince chi ha paura e finisce per sentirsi diverso. Un senso di esclusione che può essere talvolta alimentato dai coetanei e da atteggiamenti di disprezzo o derisione, come quelli del piviere Sloi nei confronti di Ploi.

Ebbene, quelle stesse paure che possono sembrare ostacoli insormontabili, se affrontate con l’aiuto di chi ci vuole bene – qui un folto gruppo di amici, dal simpatico Mousy all’amorevole cervo, fino al pentito falco Skua – possono essere superate e far scoprire invece i propri punti di forza. Ci sono figure di riferimento nel mondo adulto con le quali si può stabilire un forte e proficuo legame, anche quando vengono meno i genitori. È quello che accade con la buffa pernice Giron, che fa da guida a Ploi, aiutandolo a orientarsi nel mondo. Il film è una storia di crescita e riscatto dall’immancabile lieto fine, dove il timido e insicuro diventa eroe, dimostrando che in ciascuno può esserci un eroe, basta solo avere un po’ di fiducia in sé stessi per scoprirlo.

Per questo racconto animato Ásgeirrson e Karlsson scelgono toni delicati e pacati e si rivolgono anche al pubblico dei piccolissimi. Il ritmo ne risente un po’ e nonostante le diverse avventure, tutte molto semplici e lineari, risulta a tratti lento. Il film riesce però a mescolare leggerezza e serietà, facendo sorridere e riflettere. Ad accompagnarlo la colonna sonora di Atli Örvarsson, che ben si adatta ai vari momenti del film.

Per quanto riguarda l’estetica, che si deve al disegno di Karlsson e al character modelling di Filip Van Mieghem, l’immagine dei pivieri non brilla per le fattezze – un’enorme testa con occhioni e becchi da peluche – ma più che altro per il colore arancio vivo e per la resa del piumaggio dall’effetto realistico. Più accattivanti nel complesso sono invece la pernice, i falchi, i topi e gli altri animali. Alla fotografia, Frederik Sallaerts e Tomas Kvӕrner.

Joker: tutte le risate del clown in un video

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Joker: tutte le risate del clown in un video

Niente definisce di più il personaggio di Joker come la sua risata. Nel corso della storia televisiva e cinematografica abbiamo assistito a diverse versioni con gli attori impegnati a definirne una caratteristica per ogni interpretazione, da Cesar Romero nella serie degli anni Sessanta all’ultimo clown principe del crimine di Joaquin Phoenix nel film di Todd Phillips.

E a tal proposito è molto suggestivo il video pubblicato da Mark Hamill (voce del Joker animato) su Instagram, a sua volta realizzato da TheScenesOfCinema, che illustra tutte le risate delle star che hanno dato voce al celebre antagonista di Batman.

Sei, finora, gli iconici Joker della storia: Cesar Romero, Jack Nicholson nel primo Batman di Tim Burton, Heath Ledger nel secondo capitolo della trilogia sul Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, Jared Leto in Suicide Squad, Phoenix nella pellicola vincitrice del Leone d’oro a Venezia e infine la voce inconfondibile di Hamill nelle numerose serie animate.

Ho visto tantissimi video di persone che soffrono di risate patologiche, un disturbo neurologico che fa ridere in modo incontrollato le persone.“, aveva dichiarato Phoenix nell’intervista con il Venerdì prima della presentazione di Joker a Venezia, spiegando che questo elemento recitativo è stato studiato guardando per ore filmati su youtube.

Joker è il cinecomic più redditizio di tutti i tempi

Joker vede nel cast Joaquin Phoenix, Zazie BeetzFrances ConroyBrett CullenDante Pereira-OlsonDouglas Hodge e Josh Pais ed è arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019.

Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio nei Batman di Tim Burton, nella trilogia del Cavaliero Oscuro di Christopher Nolan e in Suicide Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.

Ho amato il Joker di The Dark Knight, e anche quello di Jared Leto di Sucide Squad che è venuto dopo, così come il ritratto di Jack Nicholson“, ha dichiarato Phillips parlando dei possibili riferimenti alle vecchie versioni del clown principe del crimine e dell’eredità che il suo Joker si porta dietro. “Negli Stati Uniti, i fumetti sono il nostro Shakespeare, e come esistono varie versioni dell’Amleto, così noi potremmo offrire varie versioni di Joker in futuro.” “Onestamente non riusciamo ancora a credere alla vittoria di Venezia. Ci vorrà del tempo per realizzare“, ha commentato il regista nell’intervista con Variety.

Joker: rivelato il destino di Sophie in una scena tagliata

Fonte: Mark Hamill

Moon Knight, She Hulk e Ms. Marvel arriveranno anche al cinema

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Moon Knight, She Hulk e Ms. Marvel arriveranno anche al cinema

La nuova sfida, dopo il traguardo raggiunto con la fine della Fase 3, per i Marvel Studios è rappresentata dall’approccio alla tv. A partire dal prossimi anno infatti saranno disponibili sulla piattaforma streaming di Disney + alcuni titoli originali che porteranno il concetto di “condivisione” ad un livello successivo, e tra questi ci saranno le serie dedicate a Moon Knight, Ms. Marvel e She-Hulk. Proprio riguardo questi tre eroi, è Kevin Feige a confermare in un recente podcast che arriveranno anche al cinema dopo il loro debutto sul piccolo schermo.

Alcuni personaggi che abbiamo annunciato come She-Hulk, Ms. Marvel e Moon Knight li incontrerete per la prima volta in uno show di Disney + e successivamente nei film, ma nel frattempo il MCU andrà avanti e indietro“.

Fin dall’inizio“, spiega il presidente e direttore creativo dello studio, “l’idea era creare delle storie che facessero parte di un grande universo connesso. Quindi anche queste serie sono state pianificate specificamente per entrare sia nell’universo cinematografico, sia nell’universo delle serie tv“.

Feige ha poi aggiunto che “Stiamo realizzando produzioni con un livello artistico da cinema per Disney +. The Falcon and The Winter Soldier è attualmente in fase di riprese e proprio ieri sono stato sul set di WandaVision, che gireremo tra poco. Tutti questi personaggi saranno sottoposti a trasformazioni e cambiamenti molto entusiasmanti negli show e nei nostri film“.

Marvel Studios: tutte le serie in arrivo su Disney +

Moon Knight e le altre serie arriveranno nei prossimi anni su Disney +, il servizio di video on-demand ad abbonamento che The Walt Disney Company che, come saprete, offrirà all’utente la possibilità di accedere a contenuti esclusivi più titoli dell’archivio della casa di Topolino. Sulla piattaforma saranno disponibili una vasta collezione di prodotti originali, tra cui film e serie tv, e tutti i titoli di Disney, Pixar, Marvel Studios, Lucasfilm e National Geographic.

Ma quando arriverà in Italia? Il profilo twitter ufficiale ha confermato che il pubblico del Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Spagna e altri paesi dovranno aspettare fino al 31 marzo del 2020 per abbonarsi. Negli Stati Uniti invece Disney + debutterà il 12 novembre 2019.

La piattaforma streaming è stata concepita per competere con i colossi dello streaming già attivi come Netflix e Amazon Prime Video e vanterà di un catalogo con il meglio delle produzioni Disney, Pixar, Marvel, Lucasfilm (Star Wars) e National Geographic, oltre ai titoli prodotti da 21st Century Fox grazie all’acquisizione recente da parte dello studios.

Kevin Feige a ruota libera sul futuro del MCU, le serie di Disney + e l’arrivo di Deadpool

Fonte: THR

Avengers: Endgame, ecco cosa avrebbe voluto dire Downey Jr. sul finale

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Omaggio al suo primo film solista e chiusura del cerchio di una saga iniziata undici anni fa, la battuta finale di Tony Stark in Avengers: Endgame è qualcosa che si cristallizzerà nella mente dei fan per molto tempo. Sono bastate tre semplici parole per provocare l’entusiasmo e la commozione del pubblico, quel “Io sono Iron Man” che ha messo fuori gioco Thanos e il suo esercito salvando la vita dei compagni eroi, ma come rivelato dai realizzatori, l’idea di chiudere così è stata una scelta dell’ultimo minuto selezionata tra varie alternative.

Lo stesso Robert Downey Jr. ha dichiarato ieri sera, durante la cerimonia di premiazione dei People’s Choice Awards, che il suo piano originale non prevedeva l’epica battuta sentita nel film, ma “Oh snap!“. Questo è insomma ciò che l’attore avrebbe voluto esclamare come perfetta conclusione del suo arco narrativo in Endgame.

A quanto pare la battuta è stata sostituita poco prima del montaggio definitivo, con il team dei fratelli Russo che si è affrettato a sistemare la scena nel migliore dei modi. “Inizialmente Tony non avrebbe detto nulla in quel momento. E stavamo andando nella sala di montaggio quando ci siamo accorti che doveva dire qualcosa, perché questo è un personaggio che è vissuto e morto facendo battute”, aveva dichiarato Joe Russo durante un Q&A.

Abbiamo provato un milione di frasi diverse, con Thanos che esclamava “Sono ineluttabile”, mentre il nostro editor Jeff Ford, che è stato con noi in tutti e quattro i film Marvel, ci ha suggerito di tornare alla frase del primo Iron Man“.

Avengers: Endgame, una scena di Captain Marvel è stata aggiunta all’ultimo

Un anno dopo la folle corsa agli Oscar di Black Panther (il primo cinecomic della storia ad essere candidato nella categoria Miglior Film capace di conquistare ben tre statuette) Disney e Marvel Studios lanciano ufficialmente la campagna a sostegno di Avengers: Endgame.

Film evento del decennio, è riuscito in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man riunendo sul grande schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima alla classifica Avatar di James Cameron.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Avengers: Endgame, le scene eliminate che lo avrebbero migliorato

Fonte: Comicbook

Joker è il cinecomic più redditizio di tutti i tempi

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Contro ogni previsione o aspettative, il nuovo Joker di Todd Phillips vincitore del Leone d’oro a Venezia non è più soltanto uno dei maggiori incassi della stagione, ma anche il cinecomic più redditizio di tutti i tempi. A rivelarlo è una recente indagine di Forbes relativa al percorso in sala del film che vede protagonista Joaquin Phoenix, paragonando la sua corsa a quella altrettanto fortunata di Avengers: Infinity War dello scorso anno.

Dunque a partire da venerdì 8 novembre, Joker avrà incassato più di 304,2 milioni di dollari in Nord America e 957 milioni globalmente, cifre da capogiro che assumono un’importanza ancora più significativa se confrontate con il budget che ammonta a “soli” 62,5 milioni per un prodotto che racconta le origini dell’antagonista di Batman. Questo risultato è ovviamente provvisorio, visto che il film è ancora in sala e potrebbe battere altri record prima della fine del 2019.

Vi ricordiamo che già al suo debutto Joker aveva messo a segno il miglior weekend di apertura ad ottobre superando rapidamente Deadpool come film vietato ai minori con il più alto incasso di sempre. Sarebbe un numero sbalorditivo per qualsiasi pellicola, ma qui si parla di un personaggio che poteva non incontrare il gusto popolare, senza contare le polemiche che hanno accompagnato l’uscita con accuse di istigazione alla violenza.

Joker: rivelato il destino di Sophie in una scena tagliata

Joker diretto da Todd Phillips vede nel cast Joaquin PhoenixZazie BeetzFrances ConroyBrett CullenDante Pereira-OlsonDouglas Hodge e Josh Pais ed è arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019. Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio nei Batman di Tim Burton, nella trilogia del Cavaliero Oscuro di Christopher Nolan e in Suicide Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.

Da sempre solo in mezzo alla folla, Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) desidera ardentemente che la luce risplenda su di lui. Cercando di cimentarsi come comico di cabaret, scopre che lo zimbello sembra invece essere proprio lui. Intrappolato in un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia, crudeltà e, in definitiva, tradimento, Arthur prenderà una decisione sbagliata dopo l’altra, provocando una reazione a catena di eventi.

Ho amato il Joker di The Dark Knight, e anche quello di Jared Leto di Sucide Squad che è venuto dopo, così come il ritratto di Jack Nicholson“, ha dichiarato Phillips parlando dei possibili riferimenti alle vecchie versioni del clown principe del crimine e dell’eredità che il suo Joker si porta dietro. “Negli Stati Uniti, i fumetti sono il nostro Shakespeare, e come esistono varie versioni dell’Amleto, così noi potremmo offrire varie versioni di Joker in futuro.” “Onestamente non riusciamo ancora a credere alla vittoria di Venezia. Ci vorrà del tempo per realizzare“, ha commentato il regista nell’intervista con Variety.

Joker: Todd Phillips sulle scene eliminate e la director’s cut

Fonte: Forbes

Kevin Feige risponde al commento di Scorsese sui film Marvel

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Dopo settimane di silenzio assoluto, Kevin Feige ha finalmente risposto al commento di Martin Scorsese sui film Marvel, discussione che si è estesa nel tempo a varie personalità coinvolte nel mondo dei cinecomic come James Gunn, Bob Iger (CEO Disney) e vari attori. Sostanzialmente il regista americano aveva ribadito che la sua idea di arte non coincideva con quella dei prodotti dello studio e che il sistema è ormai monopolizzato da questo tipo di prodotto.

Penso che non sia vero“, ha dichiarato Feige spiegando che i film sui supereroi non sono negativi per il cinema. “Penso che io stesso e tutti coloro che lavorano su questi film adorano il cinema, amano i film, adorano andare al cinema, amano partecipare ad un’esperienza comunitaria in un cinema pieno di gente“.

Non c’è rivelazione, mistero o un vero pericolo emotivo“, aveva scritto Scorsese nella lettera pubblicata dal New York Times, “Nulla è a rischio. Le immagini sono realizzate per soddisfare una serie specifica di esigenze e sono progettate come variazioni su un numero finito di temi“. Il pensiero del presidente e ora direttore creativo dei Marvel Studios però è del tutto opposto: “Da anni cerchiamo di realizzare diversi tipi di film, come Ant-Man che è un heist movie e Captain America: The Winter Soldier come thriller politico. Un altro rischio è non aver realizzato film con Iron Man dal 2013, contrapponendo invece il Tony Stark di Robert Downey Jr. contro il Captain America di Chris Evans in Civil War.

Abbiamo fatto Civil War, una storia in cui i nostri personaggi più popolari entravano in un grave scontro ideologico e fisico. Abbiamo ucciso metà dei nostri personaggi alla fine di Infinity War. Penso che sia divertente per noi prendere il nostro successo e usarlo per correre dei rischi e andare in direzioni diverse“.

Martin Scorsese chiude il discorso sui film Marvel e spiega perché non sono cinema

Ognuno ha una diversa definizione di cinema. Ognuno ha una diversa definizione di arte. Ognuno ha una diversa definizione di rischio“, afferma Feige. “Alcune persone non pensano che sia il cinema. Tutti hanno diritto alla loro opinione. Tutti hanno il diritto di ripetere quell’opinione. Tutti hanno il diritto di scrivere articoli su quell’opinione, e non vedo l’ora di scoprire cosa succederà dopo. Ma nella nel frattempo continueremo a fare film“.

E sempre a proposito di rischi, la mente dietro il MCU ha fatto l’esempio di WandaVision, la serie ora in cantiere di cui ha recentemente visitato il set e che vedrà protagonisti Elizabeth Olsen e Paul Bettany in un’ambientazione da sitcom degli anni ’50. “È diverso da qualsiasi cosa che abbiamo fatto finora. È diverso da qualsiasi cosa questo genere abbia mai fatto prima.”

Martin Scorsese e i cinecomic: ecco tutta la verità

Fonte: THR

Liev Schreiber: 10 cose che non sai sull’attore

Liev Schreiber: 10 cose che non sai sull’attore

Apprezzato attore cinematografico, televisivo e teatrale, Liev Schreiber si è negli anni distinto come interprete capace di affrontare generi totalmente differenti, dalla commedia all’horror, dal crime al dramma. Fattosi notare grazie alla sua presenza scenica, Schreiber si è negli anni distinto anche come doppiatore e regista, ottenendo buoni consensi.

Ecco 10 cose che non sai di Liev Schreiber.

Liev Schreiber film

1. Ha recitato in film di successo. Il debutto cinematografico dell’attore avviene nel 1994 con il film Agenzia salvagente. In seguito recita nella trilogia Scream (1996), Scream 2 (1997) e Scream 3 (2000). Raggiunta a questo punto una buona notorietà, l’attore partecipa a film come Kate & Leopold (2001), The Manchurian Candidate (2004), Omen – Il presagio (2006), Il velo dipinto (2006), L’amore ai tempi del colera (2007) e in X-Men le origini – Wolverine (2009), dove recita a stretto contatto con Hugh Jackman. Successivamente reciterà in Salt (2010), Il fondamentalista riluttante (2012), The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca (2013), Gigòlò per caso (2013), Il caso Spotlight (2015) e Un giorno di pioggia a New York (2019).

2. È celebre anche per i ruoli televisivi. L’attore ottiene una buona notorietà recitando il ruolo di Orson Welles nel film TV RKO 281 – La vera storia di Quarto Potere (1999). Reciterà ancora per il piccolo schermo in Il giovane Hitler (2003), CSI – Scena del crimine (2007), e come protagonista della celebre serie Ray Donovan (2013-in corso).

3. È stato doppiatore in più occasioni. Negli anni Schreiber si è distinto anche come doppiatore, prestando la sua voce per diversi film o serie d’animazione, come BoJack Horseman (2015), My Little Pony – Il film (2017), L’isola dei cani (2018) e Spider-Man – Un nuovo universo (2018).

4. Ha diretto un film. Nel 2005 Schreiber debutta alla regia con il film Ogni cosa è illuminata, di cui è stato anche sceneggiatore. L’opera è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Jonathan Safran Foer, con protagonista l’attore Elijah Wood.

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Liev Schreiber vita privata

5. Aveva una relazione con l’attrice Naomi Watts. I due attori si erano incontrati per la prima volta al gala annuale sui costumi al Metropolitan Museum of Art nel 2005. Dopo essere rimasti in contatto, i due si sono poi rincontrati, ufficializzando la loro relazione. La coppia ha poi avuto due figli, rispettivamente nel 2007 e nel 2008. Nel 2016, dopo undici anni di relazione, i due si separano, rimanendo in ottimi rapporti e continuando a crescere insieme i loro figli.

Liev Schreiber Scream

6. Ha interpretato un ruolo ricorrente. Nella trilogia horror diretta da Wes Craven, l’attore interpreta Cotton Weary, sospettato per l’omicidio della madre di uno dei protagonisti. Il personaggio avrà poi occasione di riscattarsi nel momento in cui il temibile Ghostface si prenderà il merito delle numerose morti presenti nel film.

Liev Schreiber Wolverine

7. Si è allenato per competere con il protagonista. All’attore era stato fornita una tuta che accentuava la muscolatura, così da non sfigurare accanto al fisico imponente di Hugh Jackman. Schreiber tuttavia si sentì umiliato dalla cosa, chiedendo di poter avere il tempo di acquisire naturalmente la muscolatura richiesta. Dopo un lungo addestramento, l’attore fu in grado di competere ad armi pari con Jackman.

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8. Fu raccomandato da Jackman. L’attore di Wolverine aveva già lavorato con Schreiber nel film Kate & Leopold, e lo raccomandò alla produzione per il ruolo di Victor Creed, alia Sabretooth, nel film. Schreiber venne infine scelto per la parte, e i due attori sfoggiarono un’ottima sintonia durante la lavorazione.

Liev Schreiber 2019

9. Il 2019 è stato un anno ricco. Nel 2019 l’attore è tra i protagonisti del nuovo film di Woody Allen, intitolato Un giorno di pioggia a New York, dove recita accanto agli attori Timothée Chalamet ed Elle Fanning. Nello stesso anno l’attore recita nel film Human Capital e nella nuova stagione della serie Ray Donovan.

Liev Schreiber età e altezza

10. Liev Schreiber è nato a San Francisco, California, Stati Uniti, il 4 ottobre 1967. L’altezza complessiva dell’attore è di 191 centimetri.

Fonte: IMDb

Alec Baldwin: 10 cose che non sai sull’attore

Alec Baldwin: 10 cose che non sai sull’attore

Attore celebre anche per la sua vita al di fuori del set, Alec Baldwin si è fatto notare sin da giovane con ruoli di rilievo in film, arrivando ad ottenere anche importanti riconoscimenti. Negli anni l’attore ha saputo rinnovarsi, arrivando a lavorare con successo tanto al cinema quanto in televisione.

Ecco 10 cose che non sai di Alec Baldwin.

Alec Baldwin: film

1. Ha recitato in film di successo. Il debutto cinematografico dell’attore avviene nel 1987 con il film Forever Lulu. Successivamente ottiene una prima fama recitando in Un amore rinnovato (1988) e BeetleJuice – Spiritello Porcello (1988). Negli anni successivi l’attore recita nei film Una donna in carriera (1988), Talk Radio (1988), Caccia a Ottobre Rosso (1990), Alice (1990), Americani (1993), Il giurato (1996), The Confession (1999), e consacrando la propria celebrità con titoli come Pearl Harbor (2001), The Cooler (2003), … e alla fine arriva Polly (2004), Patto col diavolo (2004), The Aviator (2004), Dick & Jane – Operazione furto (2005), The Departed (2006), È complicato (2009), To Rome With Love (2012), Blue Jasmine (2013), Still Alice (2014), Zona d’ombra (2015), BlackKklansman (2018) e Motherless Brooklyn – I segreti di una città (2019), dove recita accanto a Edward Norton.

2. È celebre anche per i ruoli televisivi. L’attore si è fatto notare recitando anche in episodi di serie come California (1985), Friends (2002), Nip/Tuck (2004), Las Vegas (2003-2004), Will & Grace (2005-2017), ed è stato particolarmente apprezzato per il ruolo di Jack Donaghy nella serie TV 30 Rock (2006-2013).

3. Ha lavorato come doppiatore. Negli anni Baldwin si è fatto apprezzare anche come doppiatore, prestando la sua voce a film come Un giorno da ricordare (1995),  Come cani e gatti (2001), SpongeBob – Il film (2004), Madagascar 2 (2008), Le 5 leggende (2012) e Baby Boss (2017).

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Alec Baldwin e Kim Basinger

4. È stato sposato con la famosa attrice. Dal 1993 al 2002 l’attore è stato sposato con Kim Basinger, conosciuta sul set del film Bella, bionda… e dice sempre sì. Nel 1995 la coppia ha avuto una figlia. In seguito alla separazione, Baldwin ha affrontato una lunga battaglia legale per ottenere di poter continuare a vedere la figlia.

Alec Baldwin ha una moglie e dei figli

5. Si è sposato una seconda volta. Nel 2012 l’attore sposa la sua insegnante di ginnastica, Hilaria Lynn Thomas. Nel 2013 i due diventano genitori della prima figlia. Avranno poi un secondo figlio nel 2015, un terzo nel 2016 e un quarto nel 2018. Baldwin ha un totale di cinque figli con due differenti mogli.

Alec Baldwin e Trump

6. È celebre per la sua imitazione del presidente. Nel 2016, durante la campagna per le elezioni presidenziali degli Stati Uniti, Baldwin propone una riuscita imitazione di Donald Trump all’interno del famoso programma Saturday Night Live. L’imitazione viene così apprezzata che Baldwin la riprenderà più volte nel corso degli anni successivi.

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Alec Baldwin in Beetlejuice

7. Non è soddisfatto della sua performance. Successivamente al rilascio del film, tra i primi diretti dal regista Tim Burton, Baldwin ha confessato di non essere soddisfatto della sua interpretazione, e di non aver gradito in generale il film.

8. Ha recitato accanto a celebri attori. Il film è tra le prime esperienze cinematografiche dell’attore, che si è nell’occasione trovato a lavorare insieme ad attori già celebri come Michael Keaton e Winona Ryder.

Alec Baldwin e i suoi fratelli

9. Proviene da una famiglia di attori. Baldwin è il primo di quattro figli maschi. I suoi fratelli sono Daniel, William e Stephen Baldwin, ed essendo tutti attori i quattro sono conosciuti nel settore come “i fratelli Baldwin”.

Alec Baldwin: età e altezza

10. Alec Baldwin è nato a Massapequa, New York, Stati Uniti, il 3 aprile 1958. L’altezza complessiva dell’attore è di 183 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Leslie Mann: 10 cose che non sai sull’attrice

Leslie Mann: 10 cose che non sai sull’attrice

L’attrice Leslie Mann si è distinta negli anni per i suoi ruoli in celebri film comici, non mancando tuttavia di sfoggiare anche delle buone qualità drammatiche. Apprezzata da critica e pubblico, la Mann sa conquistare grazie alla sua presenza scenica e ad i suoi irresistibili tempi comici.

Ecco 10 cose che non sai di Leslie Mann.

Leslie Mann e i suoi film

1. È celebre come attrice comica. La carriera dell’attrice ha inizio nel 1996 con il film Le cose che non ti ho mai detto. Successivamente inizia ad acquisire popolarità con i film Il rompiscatole (1996), Big Daddy – Un papà speciale (1999) e Orange County (2002). Nel 2005 ottiene nuova notorietà grazie al film 40 anni vergine. Inizia così a comparire in una serie di popolari commedie come Molto incinta (2007), Colpo di fulmine – Il mago della truffa (2009), 17 Again – Ritorno al liceo (2009), Funny People (2009), Questi sono i 40 (2012) e in film come Bling Ring (2013), Single ma non troppo (2016), The Comedian (2016), Benvenuti a Marwen (2018) e Motherless Brooklyn – I segreti di una città (2019) accanto agli attori Edward Norton e Bruce Willis.

2. Ha recitato anche in televisione. Nel corso della sua carriera l’attrice ha ricoperto ruoli anche per il piccolo schermo, apparendo in Birdland (1994), Hercules (1998), Freaks and Geeks (2000), Modern Family (2011), Allen Gregory (2011), e prossimamente sarà tra i protagonisti della serie The Power.

3. È stata anche doppiatrice. Negli anni la Mann ha lavorato anche come doppiatrice, prestando la sua voce ai film d’animazione Rio (2011), ParaNorman (2012), Mr. Peabody e Sherman (2014) e Rio 2 – Missione Amazzonia (2014).

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Leslie Mann è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 541 mila persone. All’interno di questo è possibile trovare numerose foto scattate in momenti di svago, ma anche immagini promozionali dei progetti dell’attrice.

Leslie Mann ha un marito e dei figli

5. È sposata con un celebre regista. L’attrice è sposata dal 1997 con il regista e sceneggiatore Judd Apatow, autore di celebri commedie, conosciuto grazie al film Il rompiscatole, di cui Apatow era produttore. La Mann ha recitato in diversi dei film del marito, come 40 anni vergine, Molto incinta e Questi sono i 40.

6. Ha dei figli. L’attrice ha avuto con Apatow due figlie, di nome Iris e Maude. Le due ragazze sono inoltre apparse nel film Questi sono i 40, diretto dal padre e interpretato dalla madre.

Leslie Mann: la filmografia

7. Ha iniziato recitando in spot pubblicitari. All’età di 17 anni l’attrice inizia a recitare in svariati spot pubblicitari. Per cercare di dare una svolta alla sua carriera, ed inserirsi nel mondo del cinema, si presenta alle audizioni per il film Il rompiscatole, superando oltre 500 aspiranti per la parte della fidanzata dell’attore Matthew Broderick.

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8. Ha recitato più volte con Steve Carell. L’attrice si è trovata a recitare con l’attore e amico Steve Carell in più di un’occasione. La prima è stata per il film 40 anni vergine. I due hanno poi recitato nuovamente insieme per il film Benvenuti a Marwen.

9. È tra i protagonisti di Motherless Brooklyn. Nel nuovo film diretto da Edward Norton, basato sull’omonimo romanzo di Jonathan Lethem, l’attrice ricopre il ruolo di Julia Minna, moglie di Frank Minna, interpretato da Bruce Willis.

Leslie Mann: età e altezza

10. Leslie Mann è nata a San Francisco, California, Stati Uniti, il 26 marzo 1972. L’altezza complessiva dell’attrice è di 169 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

 

EFA 2019: tutte le nomination. Il Traditore fa poker

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EFA 2019: tutte le nomination. Il Traditore fa poker

Sono state annunciate le nomination agli European Film Awards, gli EFA 2019, i premi al cinema europeo che verranno assegnati il 7 dicembre a Berlino.

Con Il Traditore di Marco Bellocchio, l’Italia fa una bellissima figura, visto che il film presentato a Cannes 2019 ha guadagnato 4 nomination, anche se dovrà vedersela con il meglio del cinema europeo di quest’anno: L’ufficiale e la Spia di Roman Polanski, Les Miserables di Ladj Ly, Dolor y Gloria di Pedro Almodóvar, La Favorita di Yorgos Lanthimos e Systemsprenger di Nora Fingscheidt.

Oltre a Bellocchio, sono in nomination anche Selfie di Agostino Ferrente e La Scomparsa di mia Madre di Beniamino Barrese, che contribuiscono a siglare l’ottima annata per il nostro cinema.

Ecco tutte le nomination agli EFA 2019

MIGLIOR FILM EUROPEO 2019
L’ufficiale e la spia di Roman Polanski
Les Miserables di Ladj Ly
Dolor y Gloria di Pedro Almodóvar
System Crasher di Nora Fingscheidt
La favorita di Yorgos Lanthimos
Il Traditore di Marco Bellocchio

REGISTA EUROPEO 2019:
Pedro Almodóvar per DOLOR Y GLORIA
Marco Bellocchio per Il Traditore
Yorgos Lanthimos per LA FAVORITA
Roman Polanski per L’UFFICIALE E LA SPIA
Céline Sciamma per PORTRAIT OF A LADY ON FIRE

ATTRICE EUROPEA 2019:
Olivia Colman in LA FAVORITA
Trine Dyrholm in QUEEN OF HEARTS
Noémie Merlant e Adèle Haenel in PORTRAIT OF A LADY ON FIRE
Viktoria Miroshnichenko in BEANPOLE
Helena Zengel in SYSTEM CRASHER

ATTORE EUROPEO 2019:
Antonio Banderas in DOLORE E GLORIA
Jean Dujardin in L’UFFICIALE E LA SPIA
PierFrancesco Favino in Il Traditore
Levan Gelbakhiani in AND THEN WE DANCED
Alexander Scheer in GUNDERMANN
Ingvar E. Sigurðsson in A WHITE, WHITE DAY

SCENEGGIATORE EUROPEO 2019:
Pedro Almodóvar per DOLORE E GLORIA
Marco Bellocchio, Ludovica Rampoldi, Valia Santella e Francesco Piccolo per Il Traditore
Robert Harris e Roman Polanski per L’UFFICIALE E LA SPIA
Ladj Ly, Giordano Gederlini e Alexis Manenti per LES MISÉRABLES
Céline Sciamma per PORTRAIT OF A LADY ON FIRE

PREMIO FIPRESCI 2019
Aniara di Pella Kågerman e Hugo Lilja
Atlantique di Mati Diop
Blindstone di Tuva Novotny
Irina di Nadejda Koseva
Les Miserables di Ladj Ly
Ray & Liz di Richard Billingham

MIGLIORE COMMEDIA 2019
Ditte & Louise di Niclas Bendixen
Tutti pazzi a Tel Aviv di Sameh Zoabi
La favorita di Yorgos Lanthimos

MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE 2019
Buñuel in the Labyrinth of the Turtles di Salvador Simó
I Lost My Body di Jérémy Clapin
Marona’s Fantastic Tale di Anca Damian
The Swallows of Kabul di Zabou Breitman ed Éléa Gobbé-Mévellec

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO 2019
Dogs Barking at Birds di Leonor Teles
Reconstruction di Jiří Havlíček e Ondřej Novák
The Christmas Gift di Bogdan Mureşanu
The Marvelous Misadventures of the Stone Lady di Gabriel Abrantes
Watermelon Juice di Irene Moray

Dampyr è il ‘tempo zero’ del Bonelli Universe. Parola del produttore Vincenzo Sarno

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Sergio Bonelli Editore ha sancito l’inizio del suo universo cinematografico, il vero e proprio Bonelli Cinematic Universe. Dopo l’annuncio, risalente allo scorso anno, dell’entrata in produzione del film su Dampyr, personaggio creato nel 2000 da Mauro Boselli e Maurizio Colombo, la casa editrice ha ufficialmente mostrato al pubblico i volti gli eroi di questa prima avventura del BCU. Si tratta di Harlan, Kurjak e Tesla, i tre eroi riluttanti di Dampyr – il film, che hanno occupato il centro di piazza Antelminelli per tutta la durata del Lucca Comics and Games 2019, in forma di giganteschi character poster.

A dare loro corpo e (è proprio il caso di dirlo) sangue, sono, rispettivamente, Wade Briggs, Stuart Martin e Frida Gustavsson i cui volti cominciano adesso ad entrare nell’immaginario collettivo degli appassionati di fumetto. Ma perché cominciare proprio da Dampyr? E come è nata l’idea del BCU? E soprattutto quali sono le speranze, le ambizioni e le aspettative per un progetto del genere? Ne abbiamo parlato con Vincenzo Sarno, Responsabile Ufficio Sviluppo e produttore del film per Bonelli Entertainment insieme a Roberto Proia (di Eagle Pictures) e Andrea Sgaravatti (di. Brandon Box).

Dampyr ha una collocazione storica molto chiara, la guerra civile nei Balcani, un momento molto preciso della nostra timeline – esordisce Sarno – Questo ci permetteva di avere un punto da cui partire e avventurarci verso il futuro. Se fossimo partiti dal nostro presente, avremmo avuto altri personaggi che interagivano sul domani, invece noi volevamo che il nostro universo si muovesse su una linea temporale limpida, volevamo incasellare precisamente ognuno di loro in un periodo storico. Dire che Dampyr è l’origine, significa dire che la guerra dei Balcani è il tempo zero, da cui si evolveranno tutte le nostre storie. Non è detto che alcuni di loro non possano agire prima di quel momento storico, ma li vedremo principalmente attraverso flashback.

La guerra dei Balcani è un periodo della storia molto conosciuto e che ha un impatto realistico molto forte. Le scene di quella guerra spaventosa sono molto vive negli occhi di tutti. Volevamo dire che partiamo da un orrore reale, non un evento fantastico. L’avventura degli eroi Bonelli è l’avventura delle persone comuni, che si trovano ad interagire con la grande storia e con un orrore reale.”

Dampyr è il ‘tempo zero’ del Bonelli Universe

A sentir parlare di timeline, sembra chiaro che c’è una progettualità precisa. Ci dobbiamo aspettare scene post credits, easter eggs, riferimenti agli altri personaggi bonelliani già in Dampyr?

“Vogliamo che Dampyr sia un film indipendente e che abbia il suo pubblico, ma che sia facilmente identificabile come prodotto Bonelli. Gli elementi che useremo per connotarlo, saranno quelli che diventeranno comuni a tutti gli altri progetti del Bonelli Cinematic Universe.”

Il Marvel Cinematic Universe è un modello di riferimento obbligato, anche solo per l’aspetto strutturale del progetto. Ma i film Marvel si somigliano per estetica e realizzazione, e questa è una critica che si rivolge spesso a questi prodotti, perché sembrano annichilire completamente il cinema di storytelling. In che direzione si muoverà l’Universo Bonelli?

“Il nostro punto di partenza è la centralità degli autori. Questo significa non tradire mai quello che Maurizio Colombo e Mauro Boselli hanno scritto. Per questo abbiamo creato una writing room con autori che già lavoravano con noi, in modo che potessero trasporre senza tradire, perché conoscono le regole del fumetto Bonelli e sanno come replicarle nel mondo cinematografico. Per questo abbiamo scelto tre persone che hanno un forte background cinematografico e bonelliano: Giovanni Masi, Mauro Uzzeo e Alberto Ostini. Il modello produttivo sarà costruito intorno al personaggio, perché prima di tutto vogliamo raccontare la storia di queste persone che non saltano da un palazzo all’altro né che vivono in una giostra, ma che devono fare i conti con fallimento, crescita e difficoltà, con la necessità di superare tutto con la propria umanità. Dampyr è il racconto di un alcolizzato che vive per strada senza credere più in niente, ma che sceglie di assumersi delle responsabilità, per difendere gli uomini come lui da persone e mostri che sono estremamente realistici.”

Il fatto di dare fiducia a risorse interne alla Bonelli, come vi ha fatto porre rispetto a co-produzioni che avrebbero potuto voler intervenire nella scrittura? Il fatto che Masi, Ostini e Uzzeo conoscano e facciano fumetti è una dichiarazione di intenti verso il materiale di partenza del BCU?

“Prima di arrivare allo svelamento di oggi, che rimarrà un momento fissato nella nostra storia (le 17.30 del 31/10/2019), abbiamo lavorato per cinque anni per attuare una strategia, per poterci sedere al tavolo dei produttori ed avere la facoltà e i poteri legali di dire cosa dovevano o non dovevano essere la sceneggiatura e il film. Trovare i partner giusti e costruire questo progetto è stato complicatissimo ma se volevamo mettere i personaggi e gli autori al centro, senza dimenticare il core business dell’azienda, dovevamo riuscirci. Non volevamo che un produttore ci spiegasse come si fa un film, dovevamo essere noi a trovare le giuste regole con i coproduttori giusti che ci comprendessero.”

Una writing room per rispettare il Dampyr del fumetto

Quando è nata l’idea del Bonelli Cinematic Universe?

“Storicamente ci sono delle cene e delle riunioni. Non c’è stato un giorno in cui ci siamo detti: ‘partiamo’, ma un periodo in cui Davide Bonelli ha dichiarato che voleva un futuro per l’azienda e dei talenti a lavorarci, per realizzare quel futuro. Devo ringraziare lui per aver messo insieme la squadra.”

Com’è stato il confronto della Writing Room di Dampyr con Mauro Boselli (co-autore del personaggio)?

“Costante, continuo, impegnativo, ma fondante. Ci siamo presi il tempo e gli spazi, ma anche la possibilità di tornare indietro ed andare avanti, di confrontarci sempre, di lavorare con un obbiettivo che non era quantificabile in termini di tempo ma di qualità.”

E come si coniugano le necessità industriali con le necessità di tempo e qualità?

“Con la volontà di realizzare un progetto d’unione. La nostra squadra non vuole vincere il campionato, la prima volta che scende in campo, ma vuole giocare una partita bellissima. Questo vuol dire imporre all’industria la qualità. Cambiare un modello industriale è stata la cosa che ci ha richiesto più impegno, ma è stato anche il primo obbiettivo da raggiungere. L’importante non era avere attori di richiamo, o effetti visivi importanti. Era avere storie bellissime da raccontare, con un team di creatori di storie straordinario, e darsi come obbiettivo raccontare al meglio quelle storie bellissime, non l’uscita al cinema.”

“Il film di Dampyr è un unicum, al momento, nel panorama cinematografico italiano – spiega Vincenzo Sarnoma il nostro obbiettivo è quello di fare un film che piaccia alla gente, indipendentemente da dove è stato fatto. Per questo vorremmo che piacesse non solo al pubblico italiano. Scegliere di adottare una grammatica universale forse è arrogante, ma è anche l’unica strada percorribile.”

“Tutto il percorso di Dampyr ha un set-up internazionale, pur rimanendo italiano. Questo vuol dire che le maestranze per la realizzazione del film vengono da tutto il mondo, ma non tradiscono né il gusto per il cinema italiano, né quello per il cinema d’azione e horror a marchio internazionale. Vogliamo realizzare un bel film.” Conclude, infervorato.

Timeline, comics, cinematic universe. Sono parole che l’industria del cinema americano ha imparato a conoscere molto bene nel corso dell’ultimo decennio, da quando i Marvel Studios hanno traslato sul grande schermo il loro immaginario a fumetti, creando un universo coerente e affollato. Dal prossimo anno, da quando Dampyr arriverà al cinema, linee temporali, fumetti, universi cinematografici cominceranno a parlare anche il linguaggio del cinema a marchio Bonelli Entertainment.

Dampyr: svelato il first look del film al Lucca Comics 2019

Iron Man: 10 cose che non sapevi sulla Mark 1

Iron Man: 10 cose che non sapevi sulla Mark 1

L’armatura è il vero “superpotere” di Tony Stark, e senza di essa non potrebbe mai definirsi un supereroe. Da pezzi di ferro è nato Iron Man, coniugando l’intelligenza del magnate allo studio della tecnologia più avanzata. Ma sappiamo davvero tutto sulla corazza dell’eroe del MCU?

Ecco di seguito 10 curiosità sulla Mark 1:

Il tempo di utilizzo nei fumetti

Tony Stark è un vero guru della costruzione di armi di distruzione di massa, che progetta da quando era adolescente nel garage di suo padre reinventando la scienza delle micro-munizioni con i suoi nuovi bombardieri miniaturizzati. All’epoca del rapimento, gli fu chiesto di mettere insieme delle armi ed è allora che nasce la prima armatura di Iron Man, ma a differenza del film, nei fumetti Tony aveva già realizzato altre armature e ha continuato a usare l’originale per molto più tempo.

La prima armatura da Vendicatore

Iron Man è un membro fondatore dei Vendicatori, e insieme a Hulk, Ant-Man, Wasp e Thor, forma la prima squadra originale di supereroi dell’universo Marvel. Diversamente dagli altri però, Tony Stark non aveva superpoteri, ma poteva contare sulla sua armatura di metallo super resistente e all’epoca nemmeno così all’avanguardia. In effetti, quando si unì agli altri Avengers, Tony indossava ancora la Mark I, la meno sofisticata del suo arsenale.

Può “leggere” i suoi pensieri

La Mark 1 debutta sul numero 39 di Tales of Suspense nel 1963, e all’epoca non esisteva tutta la tecnologia digitale che conosciamo oggi, ma la descrizione di quel modello parla di un’armatura dotata di un equipaggiamento poco sofisticato e in grado di essere azionata dopo aver subito danni cerebrali estremi. Nella storia originale viene inoltre rivelato che la Mark 1 può effettivamente leggere le onde cerebrali, dunque i pensieri di chi la indossa.

Il primo strumento per aiutare le persone

Come designer di armi, Tony Stark ha sporcato le sue mani con il sangue delle vittime di guerra, ed è durante la trama di EXTREMIS (che ha aggiornato la sua storia di origine) che un giornalista lo informa che il 18% delle bombe realizzate per l’Aeronautica hanno ucciso tantissimi bambini. Per riscattarsi, Tony utilizza la Mark 1 per fare del bene e salvare quante più vite possibili usando la sua ricchezza a scopo filantropico.

Il progetto della Mark 1

Un altro dettaglio rivelato nella storia di EXTREMIS spiega che Tony Stark aveva già avuto l’idea dell’armatura ben prima di realizzare effettivamente la Mark I, un progetto chiamato “Iron Man Project” di cui solo Yinsen – il medico che ha contribuito a salvargli la vita – era a conoscenza.

Il cambio di colore

Quando la Mark I ha debuttato in Tales of Suspense, la tonalità andava su un grigio-ferro che trasformava il carismatico bel playboy in un mostro inumano meccanico, molto simile ad un golem. Nei nuovi numeri però ricompare come simbolo di speranza anziché oggetto di paura, con una nuova colorazione dorata.

Originariamente fu costruita in Vietnam

Nelle recenti storie su Iron Man, l’origine del personaggio è stata riconnessa al rapimento in Afghanistan, anche se inizialmente Tony Stark non è mai stato in ma catturato dai guerriglieri del Vietnam. Aggiornare l’origin story significa non riferirsi più ad un pezzo di storia superata e a rappresentazioni stereotipate di personaggi asiatici.

Post Extremis

Sempre durante la trama di Extremis si verificano diversi cambiamenti importanti sul personaggio, tra cui il già citato aggiornamento delle origini di Tony Stark. Dopo essere stato ferito a morte, l’eroe usa il siero EXTREMIS appena realizzato per riscrivere il suo DNA, conservando parti della tuta di Iron Man nelle cavità delle sue ossa.

Il confronto con le armature moderne

Quando Tony Stark utilizzò la Mark 1 per proteggersi dalla caccia di Norman Osborn, sapeva di essere in svantaggio, e lo stesso Osborn aveva riproposto la struttura di Iron Man per crearsi una nuova identità come Iron Patriot. In questo epico scontro Stark non ha dubbi: si cala nella sua prima armatura e combatte fino all’ultimo respiro.

Gadget

Che Iron Man avesse inserito diversi gadget nella sua armatura non dovrebbe sorprenderci, tuttavia durante la silver age, la Mark 1 sembrava molto più simile alla versione a cartoni dell‘ispettore Gadget piuttosto che ad un eroe super tecnologico. Alcuni di questi supporti includevano una sega in miniatura sulla punta delle dita, un tubo che sparava olio e un dispositivo di radio-disturbo che creava interferenze di rumore e permetteva a Iron Man di dirottare i sistemi di altoparlanti per parlare a distanza.

Leggi anche – Iron Man: 10 cose che non sapevi sul dietro le quinte della trilogia

Fonte: CBR