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37° Bolzano FIlm Festival Bozen: Blind Husbands (Mariti ciechi) di Erich von Stroheim il film d’apertura

Bolzano Film Festival Bozen

Il Bolzano Film Festival Bozen prenderà ufficialmente il via venerdì 12 aprile 2024 con la proiezione del film muto del 1919 Blind Husbands di Erich von Stroheim. Nella serata inaugurale, in contemporanea nelle tre sale del Filmclub, il film d’esordio alla regia di Stroheim sarà proiettato in versione restaurata e virata a cura dell’Österreichische Filmmuseum di Vienna e, per la prima volta in Italia, con accompagnamento musicale dal vivo. In questo dramma sentimentale ambientato sulle alpi tirolesi – che secondo la guida cinematografica della casa editrice Reclam del 1973 mette in primo piano “la frustrazione delle donne per l’ignoranza degli uomini” – lo stesso regista appare davanti alla macchina da presa nel ruolo dell’ufficiale e donnaiolo Erich von Steuben.

Il film, dedicato alla guida alpina Sepp Innerkofler, fu girato agli Universal Studios con uno sfondo cinematografico delle Dolomiti di Cortina d’Ampezzo e riscosse, all’epoca, un grande successo. Nel 1982, l’Österreichische Filmmuseum di Vienna ha ritrovato una copia positiva 35 mm in nitrocellulosa della versione in lingua tedesca della durata di circa sette minuti superiore all’edizione originale. Questa copia contiene riprese più lunghe dei singoli ciak e scene che erano state tagliate nella versione americana. L’Österreichische Filmmuseum ha restaurato e recuperato il colore del film, ha ricostruito la lunghezza delle scene basandosi sullo script originale ed ha inserito le didascalie originali della versione americana.

In occasione della prima mondiale della copia restaurata del film che ha avuto luogo nel 2022 alla Elbphilharmonie di Amburgo è stata presentata una nuova colonna sonora. Ora anche a Bolzano il film sarà accompagnato da musiche eseguite dal vivo. A questo proposito il Presidente del Südtirol Jazzfestival Alto Adige Stefan Festini Cucco dichiara: “Siamo lieti di essere partner del BFFB ed abbiamo accettato con piacere la sfida di trovare la musica che verrà eseguita dal vivo durante la proiezione di Blind Husbands, che inaugurerà la prossima edizione del Bolzano Film Festival Bozen.

Il film è assai dinamico, dura 1 ora e 40 minuti e supera la durata standard di un set di musica jazz. I musicisti avranno molti spazi da riempire e la musica sarà in parte scritta ed in parte improvvisata. L’esecuzione nata dalla collaborazione tra i due Festival potrebbe divenire un progetto artistico autonomo da riproporre anche altrove.” Vincenzo Bugno, direttore artisitco del Bolzano Film Festival Bozen, sottolinea: “Mi immagino sempre la Storia non come un passato immobile ma come una dimensione dinamica con la quale possiamo dialogare e che possiamo nuovamente interpretare. La Storia ma anche la storia del cinema. Per questo mi emoziona e entusiasma questa collaborazione con l’Österreichische Filmmuseum di Vienna e il Südtirol Jazz Festival Alto Adige.

La musica dal vivo ci offrirà l’opportunità di sentire e vedere Blind Husbands, più di un secolo dopo la sua realizzazione, creando associazioni ed emozioni inaspettate sia per chi già lo conosce sia per chi si avvicina a questa meraviglia del muto per la prima volta.” L‘edizione 2024 del Festival sarà chiusa, come già lo scorso anno, da un film di animazione. Il film di chiusura del BFFB 37 sarà infatti Linda veut du poulet! (Linda e il pollo) diretto da Chiara Malta e Sébastien Laudenbach e vincitore del Cristal per il miglior lungometraggio al Festival del Cinema d’Animazione di Annecy e del premio per la migliore sceneggiatura nel concorso internazionale per lungometraggi al Torino Film Festival 2023. Il film racconta il rapporto di una bambina di otto anni con la madre e, grazie a un piatto del cuore – il pollo alla paprika – anche con il padre defunto. Mostra il mondo dal punto di vista dei bambini con umorismo, sensibilità e libertà di pensiero

 
 

Belcanto: al via le riprese della nuova serie di Carmine Elia

belcanto inizio riprese

La storia di tre donne e di come abbandonano una vita povera per scalare il mondo dello star system dell’Ottocento: l’Opera. La racconta “Belcanto”, la nuova serie in otto episodi da 50’, diretta da Carmine Elia (Mare Fuori – prima stagione, Noi siamo leggenda), di cui sono iniziate le riprese che dureranno circa 16 settimane e si svolgeranno tra il Lazio, la Campania e la Lombardia. Nel cast, Vittoria Puccini, Carmine Recano, Giacomo Giorgio, Adriana Savarese, Caterina Ferioli, Vincenzo Ferrera, Nicolò Pasetti, Andrea Verticchio, Serena De Ferrari, con Andrea Bosca e Antonio Gerardi. La serie è coprodotta da Rai Fiction – Lucky Red con UMEDIA, in partecipazione con Newen Connect e in collaborazione con UFunds.

Ambientata a metà Ottocento tra Napoli e Milano, “Belcanto”, scritta da Mariano Di NardoFederico FavaAntonio Manca e Andrea Valagussa, porta sul piccolo schermo l’universo dell’opera lirica e i suoi capolavori intramontabili. Protagoniste le celebri musiche dei grandi compositori che hanno fatto la storia, da Mozart a Bellini, da Donizetti a Rossini fino Verdi, che con le loro Opere continuano a riempire i teatri di tutto il mondo. 

La serie racconta la storia di Maria (Vittoria Puccini) e delle figlie Antonia (Caterina Ferioli) e Carolina (Adriana Savarese). Aggraziata e dotata di una straordinaria voce la prima, selvatica e ribelle la seconda, le sorelle sono all’oscuro di un grande segreto della madre. Fuggono da Napoli per liberarsi dall’oppressione del violento marito di Maria, Iginio (Antonio Gerardi), inseguendo il sogno di Milano e di uno dei Teatri d’Opera più importanti d’Italia: il Teatro alla Scala. 

Essere ammessi nel tempio della lirica non è per tutti e, mentre Maria dedica tutta se stessa per far scoprire al mondo la primogenita Antonia, sarà la voce di Carolina ad attirare l’attenzione del famoso maestro di canto Crescenzi (Vincenzo Ferrera). Così le protagoniste, inseguendo i propri sogni e le proprie passioni, tradiranno, soffriranno, subiranno colpi bassi, affronteranno nemici spietati. Ameranno per scoprire che l’amore fa male, cadranno e si rimetteranno in piedi.

 
 

Mercoledì e diverse serie di successo Netflix non arriveranno fino al 2025

Netflix

Secondo quanto riportato da Deadline, alcune delle serie più interessanti di Netflix non torneranno prima del 2025.

A causa delle conseguenze sulla programmazione degli scioperi WGA e SAG-AFTRA del 2023, la seconda stagione di Mercoledì non dovrebbe tornare nel 2024. Il dramedy horror di successo interpretato da Jenna Ortega inizierà le riprese in Irlanda il prossimo aprile.

La stagione 5 di Stranger Things, che sarà l’ultima dello show, ha iniziato la produzione a gennaio. Ma mancherà anche il 2024, segnando un altro intervallo di tre anni tra una stagione e l’altra.

Tra la lunga lista di altri show di Netflix che non torneranno quest’anno ci sono Sweet Magnolias, Ginny & Georgia e Virgin River. Sebbene nessuno dei tre drammi romantici richieda una lunga post-produzione, altri fattori, come il tempo, entrano in gioco. Anche One Piece, The Lincoln Lawyer, The Watcher, XO Kitty e The Recruit non torneranno nel 2024.

Quali sono le serie Netflix che torneranno?

Anche se molti dei principali e altri popolari originali Netflix sembrano destinati a saltare il 2024, i titoli che ritornano includono grandi successi come Il gioco dei calamari, Bridgerton, The Night Agent, Cobra Kai, Emily a Parigi, That ’90s Show e The Diplomat.

 
 

Deep Cover: la nuova action comedy Prime con Bryce Dallas Howard e Orlando Bloom

Prime video 2023

Prime Video annuncia il nuovo Original britannico Deep Cover. Questa action comedy conta su un cast stellare composto da Bryce Dallas Howard (Jurassic World), Orlando Bloom (Il Signore degli anelli), Sean Bean (Il Trono di Spade), Nick Mohammed (Ted Lasso), Ian McShane (John Wick), Paddy Considine (House of the Dragon) e Sonoya Mizuno (Maniac, House of the Dragon). Il film racconta di tre attori assunti dalla polizia per aiutarli a mettere in scena operazioni di copertura di poco conto. Il loro istinto di “dire sempre di sì” senza mai uscire dalla parte li trascina nel sottobosco criminale di Londra. Le riprese inizieranno il 5 febbraio a Londra.

Deep Cover debutterà in anteprima esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. Deep Cover è l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese.

Deep Cover è basato su una sceneggiatura originale di Derek Connolly & Colin Trevorrow (Jurassic World, Safety Not Guaranteed) che hanno ambientato la storia a Londra con il duo di improvvisazione britannico Ben Ashenden & Alexander Owen. Il film sarà prodotto da Colin Trevorrow attraverso Metronome Film Co. insieme a Walter Parkes e Laurie MacDonald (Men In Black, Galaxy Quest). Annys Hamilton è co-produttrice. Tom Kingsley, noto per la rivoluzionaria serie comica Stath Lets Flats, firma la regia.

“Siamo lieti di offrire questa nuova commedia d’azione ai nostri clienti”, ha detto Tushar Jindal, head of Content, UK per Prime Video. “Con un cast incredibile, un team creativo di alto livello e una sceneggiatura fantastica sappiamo che sarà un successo”.

 
 

Mary & George: trailer della serie con Julianne Moore

Mary & George

Sky rilascia oggi dopo il teaser, il trailer ufficiale della nuova serie Sky Original Mary & George, con la vincitrice del premio Oscar e del BAFTA Julianne Moore (Still Alice, Lontano dal paradiso), Nicholas Galitzine (Cenerentola, Purple Hearts) e Tony Curran (Mayflies, Your Honour). Ispirata all’oltraggiosa storia d’amore fra il re di Scozia Giacomo VI e il suo amante George Villiers, la serie in sette episodi sarà disponibile in esclusiva su Sky e Mary & George  in streaming solo su NOW dal 7 aprile, con due nuove puntate ogni settimana in onda di domenica in prima serata su Sky Atlantic.

Un audace psicodramma storico che racconta la storia di Mary Villiers (Julianne Moore), una donna di umili origini ma estremamente ambiziosa, che convinse il suo secondo figlio, George (Nicholas Galitzine), a sedurre il Re di Scozia Giacomo VI, conosciuto anche come Giacomo I d’Inghilterra (Tony Curran).

Mary, donna dall’incredibile intelligenza, non era mai stata in grado di esprimere tutto il suo potenziale fino a quando non intravide l’opportunità di approfittare del vorace appetito del Re per il buon vino, la buona compagnia e per gli uomini più affascinanti. George, ingenuamente bello e carismatico, si trova sotto i riflettori mentre la madre tesse le sue trame per arrivare al Re. Attraverso audaci intrighi e seduzioni, Mary e George si fanno strada fino al vertice della corte e diventano la famiglia più potente d’Inghilterra. Ma mentre George aumenta il suo potere, il suo rapporto con la madre sarà spinto al limite.

Dovrà dimostrare a se stesso che può essere definito da qualcosa di più della sua bellezza. Vorrà lasciare un segno nella storia, a prescindere dalle conseguenze.

Il cast comprende anche Nicola Walker (The Split, Unforgotten), Niamh Algar (The Wonder, Malpractice), Trine Dyrholm (The Legacy, Queen Of Hearts), Sean Gilder (Sherwood, Slow Horses), Adrian Rawlins (Living, Chernobyl), Mark O’Halloran (The Miracle Club, The Virtues), Laurie Davidson (Masters of the Air, Guilty Party), Samuel Blenkin (Atlanta, The Witcher: Blood Origin), Jacob McCarthy (SAS: Rogue Heroes, The Tragedy of Macbeth), Tom Victor (Consent), Alice Grant (Anthem at Almeida Theatre), Amelia Gething (Emily, The Amelia Gething Complex), Mirren Mack (The Nest, The Witcher: Blood Origin), Rina Mahoney (Happy Valley, Cobra) e Simon Russell Beale (The Death of Stalin, The Outfit).

Prodotta da Hera Pictures in associazione con Sky Studios, Mary & George è scritta da DC Moore (Killing Eve, Temple), ispirata al saggio “The King’s Assassin” di Benjamin Woolley. Liza Marshall è produttrice esecutiva per Hera Pictures insieme a DC Moore, Oliver Hermanus e Julianne Moore. Hermanus (Living, Moffie) è il lead director della serie. Sam Hoyle è produttrice esecutiva per Sky Studios.

Mary & George andrà in onda su Sky e in streaming su NOW in tutti i territori in cui Sky è presente in Europa. La serie verrà distribuita da STARZ, in esclusiva, negli Stati Uniti e in Canada. La distribuzione internazionale è di NBCUniversal Global Distribution per conto di Sky Studios.

La trama di Julianne Moore

Mary Villiers, una donna incredibilmente intelligente, non è mai stata in grado di realizzare a pieno il suo potenziale, fino a quando non intravede un’opportunità per approfittare del re Giacomo VI. Con grande astuzia decide di far sedurre il sovrano da suo figlio George, un giovane bello e carismatico. Fra intrighi e seduzione Mary riesce a farsi strada a corte grazie all’amore e il desiderio del re per George, riuscendo a diventare fra le donne più potenti d’Inghilterra. Ma suo figlio le rimarrà fedele o vorrà staccarsi dalla figura materna per trovare il suo posto nella storia?

 
 

Bridgerton – stagione 3: nuova clip dalla prima parte di stagione!

Bridgerton - stagione 3

Netflix ha diffuso una prima clip dalla prima parte di stagione di Bridgerton – stagione 3.  Da Shondaland e dalla nuova showrunner Jess Brownell, Bridgerton torna per la terza stagione e vede Penelope Featherington (Nicola Coughlan) rinunciare finalmente alla sua cotta di lunga data per Colin Bridgerton (Luke Newton) dopo aver sentito i suoi commenti denigratori su di lei nella scorsa stagione.

Bridgerton – stagione 3 debutterà con la Parte 1 il 16 maggio 2024 e la Parte 2 il 13 giugno 2024.

Tuttavia, ha deciso che è ora di trovare un marito, preferibilmente qualcuno che le dia abbastanza indipendenza per continuare la sua doppia vita come Lady Whistledown, lontano da sua madre e dalle sue sorelle. Ma, a causa della sua mancanza di fiducia in se stessa, i tentativi di Penelope di trovare un marito falliscono clamorosamente. Nel frattempo, Colin è tornato dai suoi viaggi estivi con un nuovo look e una sfacciata spavalderia. Ma è scoraggiato nel rendersi conto che Penelope, l’unica persona che lo ha sempre apprezzato così com’era, lo tratta con freddezza. Desideroso di riconquistare la sua amicizia, in questa stagione Colin si offre di fare da mentore a Penelope per aiutarla a trovare un marito.

Ma quando le sue lezioni iniziano a funzionare un po’ troppo bene, Colin deve capire se i suoi sentimenti per Penelope sono davvero soltanto di amicizia. A complicare le cose per Penelope si aggiunge il suo allontanamento da Eloise (Claudia Jessie), che ha trovato una nuova amicizia in un posto molto improbabile, mentre la sempre più assidua presenza di Penelope nell’alta società londinese rende ancora più difficile mantenere segreto il suo alter ego di Lady Whistledown.

Bridgerton 3, la trama

Penelope Featherington (Nicola Coughlan) ha finalmente rinunciato alla sua cotta di lunga data per Colin Bridgerton (Luke Newton) dopo aver sentito i suoi commenti denigratori su di lei nella scorsa stagione. Tuttavia, ha deciso che è ora di trovare un marito, preferibilmente qualcuno che le dia abbastanza indipendenza per continuare la sua doppia vita come Lady Whistledown, lontano da sua madre e dalle sue sorelle. Ma, a causa della sua mancanza di fiducia in se stessa, i tentativi di Penelope di trovare un marito falliscono clamorosamente.

Nel frattempo, Colin è tornato dai suoi viaggi estivi con un nuovo look e una sfacciata spavalderia. Ma è scoraggiato nel rendersi conto che Penelope, l’unica persona che lo ha sempre apprezzato così com’era, lo tratta con freddezza. Desideroso di riconquistare la sua amicizia, in questa stagione Colin si offre di fare da mentore a Penelope per aiutarla a trovare un marito. Ma quando le sue lezioni iniziano a funzionare un po’ troppo bene, Colin deve capire se i suoi sentimenti per Penelope sono davvero soltanto di amicizia. A complicare le cose per Penelope si aggiunge il suo allontanamento da Eloise (Claudia Jessie), che ha trovato una nuova amicizia in un posto molto improbabile, mentre la sempre più assidua presenza di Penelope nell’alta società londinese rende ancora più difficile mantenere segreto il suo alter ego di Lady Whistledown.

Informazioni su Bridgerton 3:

  • Numero episodi: 8
  • Location delle riprese: Londra, UK
  • Showrunner / Produttore esecutivo: Jess Brownell
  • Produttori esecutivi: Shonda Rhimes, Betsy Beers, Tom Verica, Chris Van Dusen
  • Cast: Nicola Coughlan (Penelope Featherington), Luke Newton (Colin Bridgerton), Claudia Jesse (Eloise Bridgerton), Luke Thompson (Benedict Bridgerton), Golda Rosheuvel (Regina Carlotta), Adjoa Andoh (Lady Danbury), Ruth Gemmell (Violet Bridgerton), Lorraine Ashbourne (Mrs. Varley), Simone Ashley (Kate Sharma), Jonathan Bailey (Anthony Bridgerton), Harriet Cains (Philipa Featherington), Bessie Carter (Prudence Featherington), Florence Hunt (Hyacinth Bridgerton), Martins Imhangbe (Will Mondrich), Calam Lynch (Theo Sharpe), Will Tilston(Gregory Bridgerton), Polly Walker (Portia Featherington), Rupert Young (Jack), Julie Andrews (Lady Whistledown), Hugh Sachs (Brimsley), Emma Naomi (Alice Mondrich), Kathryn Drysdale (Genevieve Delacroix), Sam Phillips (Lord Debling)

Oltre alle due stagioni precedenti, il franchise di Bridgerton ha visto di recente l’uscita di La regina Carlotta: una storia di Bridgerton che ha raccontato la giovinezza della regina che torna anche nella terza stagione.

 

 
 

Squid Game 2: rivelate le prime foto della seconda stagione

Squid Game 2
Squid Game | In foto l'attore protagonista Lee Jung-jae. Credit: Netflix

Sono state svelate le prime immagini di Squid Game 2, l’attesa seconda stagione della serie Netflix Original Squid Game, che anticipano il tanto atteso ritorno della serie thriller di Netflix e mostrano il ritorno di Gi-hun ai giochi mortali.

La serie Netflix Squid Game tornerà quest’anno con l’attesissima seconda stagione. L’evento New on Netflix di oggi svela maggiori dettagli su uno show che, a più di due anni dal debutto, resta una delle serie Netflix più popolari. Una clip presentata all’evento mostra Gi-hun che prende una decisione importante. Interpretato da Lee Jung-jae, che ha vinto un Primetime Emmy Award al Miglior Attore Protagonista alla 74esima edizione dei Primetime Emmys, Gi-hun abbandona i suoi piani americani dopo una chiamata misteriosa e si imbarca in un inseguimento.

Le foto offrono un’anteprima colorata di ciò che accadrà quando Squid Game debutterà nel 2024, concentrandosi sul ritorno di Lee Jung-jae nei panni di Seong Gi-hun e mettendo in evidenza anche altri personaggi nuovi e di ritorno.

Le foto rivelano che, oltre a Gi-hun, i prossimi episodi vedranno il ritorno di Front Man (Lee Byung-hun) e di The Recruiter (Gong Yoo). C’è anche un nuovo personaggio interpretato da Park Gyu-youn.

Anche se i dettagli della trama della seconda stagione sono stati tenuti nascosti, si sa che il ritorno di Squid Game vedrà Gi-hun tornare ai giochi mortali per distruggere la misteriosa organizzazione che sta dietro a tutto.

La serie Squid Game

Squid Game, racconta di un misterioso invito a partecipare alla gara è inviato a persone con un disperato bisogno di denaro. I 456 partecipanti di ogni ceto sociale sono intrappolati in un luogo segreto dove competono per vincere 45,6 miliardi di won. Ad ogni turno si cimentano in un popolare gioco coreano per l’infanzia come “Un, due, tre, stella”, ma chi perde… muore. Chi vincerà e qual è il vero motivo della gara?

Squid Game è diventata rapidamente una delle serie più viste di Netflix in tutto il mondo. Ha ottenuto oltre 1,65 miliardi di ore di visione ed è stata vista da più di 142 milioni di famiglie nei primi 28 giorni. Oltre all’enorme audience, la serie ha ottenuto premi prestigiosi come il Gotham Awards’ Breakthrough Series, l’AFI Special Award e sei Primetime Emmy Awards.

 
 

Netflix rivela le serie, i film e i videogiochi del 2024

Netflix

Netflix svela le novità del 2024 e rende disponibili gli asset di nuovi film, serie tv e videogiochi in uscita nel corso dell’anno. Quest’anno i fan potranno ritrovare alcuni tra i propri show preferiti, come Squid Game Stagione 2 o Rebel Moon – Parte 2: la sfregiatrice o affrontare l’ignoto con Il problema dei 3 corpi, per vivere una nuova avventura lungo tutto il corso dell’anno.

Eddie Murphy tornerà in Beverly Hills Cop IV, Avatar – La leggenda di Aang è l’ultimo adattamento live-action, e Jennifer Lopez tenterà di salvare l’umanità in Atlas. Inoltre, nuove stagioni di Emily in Paris, Bridgerton e The Diplomat arriveranno questo 2024. Ma non è tutto: nuovi videogiochi, tra cui Hades e Sonic Mania Plus, arricchiranno l’offerta di Netflix Games. Di seguito la lista dei film, serie e videogiochi del 2024, con sinossi, crediti, date di debutto, nuove clip e prime immagini, insieme al link al trailer del Next on Netflix.

1DAMSEL (8 marzo)

Una devota damigella accetta di sposare un affascinante principe, per poi scoprire che la famiglia reale vuole offrirla in sacrificio per ripagare un vecchio debito. Intrappolata in una caverna con un drago sputafuoco, dovrà utilizzare astuzia e caparbietà per sopravvivere.

  • REGISTA: Juan Carlos Fresnadillo
  • AUTORE: Dan Mazeau
  • PRODUTTORI: Joe Roth, Jeff Kirschenbaum, Chris Castaldi
  • CO-PRODUTTORE: Emily Wolfe
  • PRODUTTORI ESECUTIVI: Sue Baden-Powell, Zack Roth, Millie Bobby Brown, Robert Brown, Dan Mazeau, Mark Bomback
  • CAST: Millie Bobby Brown, Ray Winstone, Nick Robinson, Shohreh Aghdashloo, con Angela Bassett e Robin Wright
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Nasce il Premio Carlo Mazzacurati

Carlo Mazzacurati - foto di Emilia Mazzacurati
Carlo Mazzacurati - foto di Emilia Mazzacurati

L’idea del Premio, promosso dalla Scuola di Cinema Carlo Mazzacurati e dal Cinema Odeon di Vicenza, nasce dallo sguardo sui personaggi di Carlo Mazzacurati: personaggi liberi, coraggiosi, parte di un tempo e di un territorio che li ospita ma a cui non si adattano, sognatori che pensano l’impossibile e per questo universali.

Il Premio cerca, tra i film usciti nelle sale cinematografiche nell’ultima stagione, il Personaggio -non necessariamente il protagonista- che più ha colpito al cuore, si è distinto ed è rimasto memorabile. Segnalerà inoltre il Film Nascosto, il film che avrebbe meritato di essere visto e di rimanere in sala più a lungo.

Il premio al miglior Personaggio consisterà in una speciale stampa fine art glicée, opera di Lorenzo Mattotti e la menzione al Film Nascosto darà la possibilità al vincitore di essere programmato e presentato in sale e arene d’essai.

Il 25 febbraio a Vicenza, al Cinema Odeon, la Giuria Preliminare annuncerà i dieci (10) titoli finalisti che verranno valutati dalla Giuria Ufficiale del Premio Carlo Mazzacurati al Miglior Personaggio in un’opera cinematografica italiana. Verranno inoltre annunciati i componenti della Giuria Ufficiale.

In occasione di questo primo evento verrà proiettata la copia in pellicola 35 mm del film Il prete bello (1989), dagli archivi della Cineteca di Bologna. Il 21 aprile a Vicenza, al Cinema Odeon, la Giuria Ufficiale composta da tre membri proclamerà il personaggio cinematografico vincitore e la Giuria Preliminare assegnerà la Menzione speciale al Film Nascosto.

Entro il prossimo 15 febbraio è possibile segnalare le opere oggetto del Premio – i film di finzione o co-produzione italiana usciti nelle sale cinematografiche dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023 – scrivendo a: [email protected]

 
 

Doc – Nelle tue mani 3: anticipazioni dagli episodi 7 e 8

DOC. Nelle tue mani 3
Foto di Virginia Bottoja

Dopo la messa in onda degli episodi 5 e 6 che abbiamo recensito qui, oggi vi svegliamo le anticipazioni dei nuovi episodi di terza stagione della serie tv DOC – Nelle tue mani che andranno in onda questa sera giovedì 18 gennaio, in prima serata su Rai 1. Ecco le anticipazioni dell’episodio settimo e ottavo, che si intitolano rispettivamente “Fantasmi” e “salto nel buio”.

Doc – Nelle tue mani 3 EPISODIO 7 – “Fantasmi”

Le sedute di terapia con Enrico sembrano avere degli improvvisi effetti collaterali su Doc, che vede messa in discussione la sua capacità di occuparsi dei pazienti. E se Agnese coglie la palla al balzo per stroncare la sua ricerca sul passato, Giulia è convinta che Andrea non debba demordere, nonostante i problemi personali che si trova ad affrontare: in reparto viene infatti ricoverato suo fratello Fabio.

Doc – Nelle tue mani 3 EPISODIO 8 – “Salto nel buio”

Doc sa finalmente come rintracciare la donna che sta cercando, ma deve prima trovare il coraggio per farlo. Nel frattempo, in reparto, Riccardo si trova ad affrontare il caso di un indisciplinato personal trainer, mentre Damiano deve fare i conti con il ricovero di una modella, che scopre essere la fidanzata di suo fratello Samuele con i quale non ha rapporti da anni. Un caso che rischia di riportare alla luce antichi rancori familiari.

DOC – Nelle tue mani è una produzione Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction. Tra partenze e nuovi arrivi in DOC – Nelle tue mani, nuove sfide attendono la squadra del Policlinico Ambrosiano di Milano, guidata dall’amatissimo dottor Andrea Fanti (Luca Argentero), che torna finalmente a rivestire il ruolo di primario mentre prova a recuperare quei ricordi che ormai tutti (o quasi) ritenevano perduti per sempre.

DOC – Nelle tue mani, la serie

DOC – Nelle tue mani è la serie tv prodotta da RAI FICTION scritta da Francesco Arlanch e Viola Rispoli. Una produzione Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction

Nel cast di DOC – Nelle tue mani Luca Argentero, Matilde Gioli, Pierpaolo Spollon, Sara Lazzaro, Marco Rossetti, Laura Cravedi, Giacomo Giorgio, Elisa Wong, Elisa Di Eusanio, Giovanni Scifoni, Aurora Peres e Diego Ribon. La regia è affidata a Jan Maria Michelini (ep. 1-4), Nicola Abbatangelo (ep. 5-10) e Matteo Oleotto (ep. 11-16).

Le riprese della serie si sono svolte tra Roma, Milano e Formello; per la location ospedaliera il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e l’Università Campus Bio-Medico di Roma hanno messo a disposizione spazi e tecnologie.

 
 

Sei nell’anima: la storia di Gianna Nannini diventa un film per Netflix

Sei nell'anima - Netflix
Sei nell'anima (foto Ralph Palka - SNA_491A7764)

Sei nell’anima, il film tratto dalla storia di Gianna Nannini, prodotto da Indiana Production e diretto da Cinzia TH Torrini, con protagonista Letizia Toni nei panni dell’icona del rock femminile italiano, è in arrivo solo su Netflix dal 2 maggio.

Un frammento della storia di una delle voci più incisive e rinomate della nostra musica, trent’anni raccontati partendo dall’infanzia, dalle radici della sua vita e della sua carriera, fino alla consacrazione, passando da una svolta che trancia di netto in due parti la vita di Gianna, tanto da considerarla la sua vera nascita: l’anno 1983.

“Sei nell’anima” accompagna il pubblico in un viaggio dentro la vita e la mente creativa di una donna capace di plasmare emozioni con poesia e musica. Un’artista unica, rivoluzionaria, fuori da qualsiasi schema e definizione, alla continua ricerca di ispirazione, di trasformazione, che ha fatto della musica e della libertà il suo manifesto.

Fanno parte del cast del film anche Selene Caramazza, Maurizio Lombardi, e Stefano Rossi Giordani, con la partecipazione di Andrea Delogu che interpreta una giovane Mara Maionchi.

“Sei nell’anima”, di cui Netflix ha rilasciato oggi anche le prime immagini, è scritto da Cinzia TH Torrini e Cosimo Calamini insieme a Donatella Diamanti e alla stessa Gianna Nannini, ed è tratto da Cazzi Miei, autobiografia dell’artista, pubblicata nel 2016.

 
 

We are the World. La notte che ha cambiato la storia del pop: la recensione del documentario Netflix

We are the World. La notte che ha cambiato la storia del pop recensione film

Sono passati 39 anni da quando fu incisa una delle canzoni simbolo degli anni Ottanta, We are the World, per sollevare l’attenzione sul tema della povertà in Africa. We are the World. La notte che ha cambiato la storia del pop, il documentario diretto da Bao Nguyen che ne porta il titolo, racconta la lunga sessione di registrazione e lo straordinario lavoro di preparazione che ha consentito di riunire per beneficienza quasi cinquanta artisti agli A&M Studio di Los Angeles nella notte tra il 28 e il 29 gennaio 1985 per interpretare il brano.

C’erano proprio tutte, o quasi, le voci più note dell’epoca, oltre ad alcune ingloriose assenze, come quella di Madonna, ritenuta una fugace meteora, alla quale fu preferita la ‘rivale’ Cindy Lauper, e Prince, che snobbò invece l’invito a partecipare a brano già assegnato. Il numero dei cantanti riuniti in studio scese a quarantaquattro dopo le defezioni in corso d’opera di Waylon Jennings, che rifiutò la proposta di cantare un verso in swahili non comprendendone il significato, e di Sheila E, batterista di Prince, stanca di sentirsi chiedere quando sarebbe arrivato Lui.

We are the World. We are the Stars

Il documentario racconta il dietro le quinte di quella notte ma, soprattutto, le settimane che l’hanno preceduta e durante le quali lo staff del produttore musicale Ken Krieger ha organizzato l’evento con modalità da agenti dei servizi segreti per non far trapelare la notizia. Niente smartphone, email, chat a disposizione: stiamo parlando di quattro decennni fa, quando i business men viaggiavano con valigie ricolme di rubriche cartacee e i cantanti incidevano i demo su musicassetta. Portar fuori dalle chart e dai tour mondiali le star più acclamate dell’epoca per farle incontrare in una data condivisa da tutti apparve fin da subito estremamente complicato. Come ci riuscirono?

USA for Africa: dagli American Music Awards all’Etiopia

Fu Harry Belafonte ad avere l’idea di quello che nasce come l’Ethiopia Project. La sua attività per il riconoscimento dei diritti civili e l’attenzione per le condizioni della povertà in Africa erano note, per quanto, come testimonierà tra gli altri Bruce Springsteen, non si parlava né si sapeva molto del problema della fame (e chissà se il Boss avrà poi apprezzato il titolo originale inglese del film, We are the Word. The greatest night in Pop, dimenticandosi completamente dei rocker). Il 23 dicembre 1984, Belafonte propone a Kriegen di organizzare un evento per sollevare l’attenzione sulla questione, perché “i bianchi salvano i neri ma non ci sono neri che salvano i neri“.

Il riferimento è chiaramente a Bob Geldof, in corsa per il Live Aid che si sarebbe tenuto nel successivo mese di luglio. Nessuna competizione tra i due eventi, tanto che Geldof portò di persona i suoi saluti agli A&M Studios per raccontare ai colleghi gli aspetti della povertà in Africa e l’importanza dell’aiuto che sarebbe potuto arrivare anche solo da quel semplice brano. Il vero motivatore della serata e dell’intera avventura fu tuttavia Lionel Richie, narratore principale nel video e mattatore dell’evento benefico, che per tutta la notte si mosse da un gruppo all’altro per raccogliere focolai di discontento e spegnerli tempestivamente.

Il 28 gennaio, Richie, all’apice della sua carriera, avrebbe presentato gli American Music Awards: tutte le personalità più importanti del mondo della musica USA sarebbero state riunite nella stessa città, in uno stesso luogo: quale altra occasione avrebbe consentito di avere tutte quelle star in una volta? Gli artisti furono invitati a incidere subito dopo la cerimonia di premiazione. Alcuni mossi dallo scopo benefico dell’operazione, altri semplicemente legati da un profondo rapporto di stima agli organizzatori. Mancava solo la canzone e qui cominciano gli aneddoti con Stevie Wonder che, contattato per primo dal produttore Quincy Jones, se la prende comoda e Lionel Richie che si ritrova a comporre musica e testo di We are the World nella villa-zoo di Michael Jackson in mezzo a uccelli, scimmie e pitoni.

We are the World. La notte che ha cambiato la storia del pop Michael Jackson Bob Dylan

Tutto in una notte

Una sola notte a disposizione per legare insieme voci, altezze e personalità di oltre quaranta primedonne. Jones appese un foglio A4 all’ingresso della sala di registrazione con su scritto ‘Check your Ego at the door’ e, a giudicare dai filmati d’archivio, lo scopo è stato raggiunto, tanto che alla fine c’è chi, come Diana Ross, scoppia a piangere perché non vuole che quella notte finisca.

Il documentario si avvale anche del materiale audio raccolto dal giornalista David Breskin, della rivista Life Magazine, che intervistò molti degli intervenuti nelle settimane precedenti la registrazione, fermando anche testimonianze oggi impossibili da recuperare come quella di Jackson.

Tre mesi dopo la canzone fu trasmessa dalle radio di tutto il mondo e fu un successo: We Are the World totalizzò un milione di dollari nel primo fine settimana di vendite per raggiungere la cifra record di ottanta milioni di dollari. La somma fu destinata all’Etiopia, toccata da una pluriennale carestia che le Nazioni Unite stimarono aver provocato un milione di morti. Sarebbe bello sapere come fu speso il denaro raccolto per la beneficienza ma per questo ci vorrebbe un altro documentario.

 
 

Mr. & Mrs. Smith: recensione della serie con Donald Glover e Maya Erskine

Mr. & Mrs. Smith recensione serie
Donald Glover e Maya Erskine in Mr. & Mrs. Smith. Foto di David Lee/Prime Video

Nel 2005 i coniugi Mr. e Mrs. Smith erano – senza saperlo – entrambi spie facenti capo a due agenzie diverse. Le loro rocambolesche avventure come anche le loro sedute di terapia di coppia hanno dato vita ad una commedia sentimentale ricca d’azione (oltre che alla storia d’amore tra Brad Pitt e Angelina Jolie). Quasi vent’anni dopo ci confrontiamo ora con due nuovi Mr. e Mrs. Smith, non più coniugi in crisi né spie rivali, bensì coppia appena nata in cerca del proprio equilibrio e di seconde opportunità. Inizia dunque così la nuova serie di Prime Video Mr. & Mrs. Smith, ideata da Francesca Sloane e Donald Glover, con quest’ultimo che svolge anche il ruolo di protagonista accanto a Maya Erskine.

Il legame tra questa serie e il film si limita però ad alcuni pochi elementi: il nome fittizio dei due protagonisti, il loro essere spie e il loro trovarsi potenzialmente all’interno di un gioco più pericoloso del previsto. Per il resto, la serie segue un percorso autonomo, cosa che era auspicabile, rinunciando dunque all’elemento che caratterizzava il film del 2005, ovvero la terapia di coppia dei due protagonisti. Niente racconto intervallato da flashback ad un anonimo terapeuta, dunque, bensì azione e sentimenti espressi senza intermediazioni, il tutto all’interno di un prodotto che fa quel che deve, intrattenere, seppur non nel modo in cui ci si aspetterebbe da una serie di spionaggio.

La trama di Mr. & Mrs. Smith

Protagonisti sono allora John (Donald Glover) e Jane (Maya Erskine), due sconosciuti solitari che vengono assunti da una misteriosa agenzia di spionaggio che offre loro una meravigliosa vita in incognito, ricchezza, viaggi in giro per il mondo e una casa da sogno a Manhattan. La fregatura? Nuove identità e un matrimonio combinato. Da sposati John e Jane si trovano allora a dover portare a termine missioni ad alto rischio ogni settimana, ogni volta raggiungendo nuovi livelli nel loro rapporto. La loro complessa storia di copertura diventa però ancora più complicata quando iniziano a provare sentimenti reali l’uno per l’altra, rischiando di metterli in una posizione rischiosa con il loro misterioso datore di lavoro.

Mr. & Mrs. Smith Maya Erskine
Maya Erskine in Mr. & Mrs. Smith. Foto di David Lee/Prime Video

Missione numero uno: non farsi ingannare dall’episodio pilota

C’era molta curiosità nei confronti di questa nuova serie, che avrebbe dovuto vantare tra i propri autori anche l’attrice e sceneggiatrice Phoebe Waller-Bridge, poi uscita dal progetto per via di divergenze creative. Nonostante ciò, Prime Video ha continuato a scommettere su Mr. & Mrs. Smith quale nuovo titolo di punta, considerando anche il coinvolgimento di un autore apprezzato come Glover, consacratosi grazie alla pluripremiata Atlanta. Mostratasi finalmente con tre episodi in anteprima, la serie è effettivamente dotata di un suo fascino, anche se la visione del primo episodio potrebbe lasciare qualche dubbio. Al netto di una scena d’apertura molto forte, che destabilizza anche per via dei noti attori coinvolti, ciò che segue non sembra fornire motivi impellenti per proseguire nella visione.

Certo, la presentazione dei due protagonisti è affascinante, il modo in cui si svolge la loro prima missione bizzarro in senso positivo, e poco prima del finale si verifica un evento che destabilizza non poco. Manca però un gancio forte verso l’episodio successivo, cosa che potrebbe scoraggiare dal proseguire la visione. Eppure, chi si spingerà oltre il pilota scoprirà che tale “mancanza” potrebbe essere tutt’altro che casuale. Difficile poterlo dire con certezza dopo solo tre episodi, ma Mr. & Mrs. Smith sembra volersi fondare sull’anti-spettacolarità (per quanto diverse scene abbiano un loro fascino). I due protagonisti non sono le spie super addestrate in cui si è soliti imbattersi, anzi sembrano capitati a fare quel lavoro per mancanza d’altro.

Mr. & Mrs. Smith Donald Glover Maya Erskine
Donald Glover e Maya Erskine in Mr. & Mrs. Smith. Foto di David Lee/Prime Video

Questa loro inesperienza li porta dunque ad affrontare le missioni con un certo grado di approssimazione, non ponendosi minimamente domande riguardo ciò che sono chiamati a compiere e lasciando dunque alcuni eventi completamente senza risposta. Lo spettatore dovrebbe allora allinearsi a questo loro modo di fare, godendosi più il come che non il perché. L’assenza di un gancio forte nel primo episodio sembra dunque rimarcare l’atipicità di questa spy story. Nell’assistere a tutto ciò, emerge però il dubbio nello spettatore su quanto potranno andare avanti prima di cacciarsi nei guai e a cosa questi guai potrebbero effettivamente corrispondere. Il finale del secondo episodio pone in tal senso una sorta di timer, di fatto configurandosi come quel gancio atteso che stabilisce la posta in gioco.

Missione numero due: riconoscere i personaggi come il cuore di Mr. & Mrs. Smith

Lentamente iniziano dunque ad essere chiari gli elementi di questa storia, il tono e la struttura con cui si intende raccontare tutto ciò, con un misto tra narrazione verticale e orizzontale. Dentro questa cornice, che gioca con le aspettative dello spettatore, si muovono i due protagonisti, che in fin dei conti sono davvero il cuore dell’intero progetto. Lo sono non solo in quanto il focus è evidentemente l’evoluzione del loro rapporto, ma anche in quanto caratterizzati e approfonditi adeguatamente, anche per merito di quei momenti di pausa dall’azione che permettono tale viaggio introspettivo. John e Jane sono una coppia molto interessante, resa ancor più accattivante dai loro due interpreti, che si fanno seguire con piacere in un prodotto che potrebbe dunque regalare diverse sorprese.

 
 

Khaby Lame, la star di Tik Tok, prepara il debutto al cinema

Khaby Lame

Khaby Lame, l’influencer italiano di origine senegalese e il creatore di contenuti più seguito su TikTok, farà il suo debutto cinematografico interpretando un fattorino che consegna cibo a domicilio reclutato dalla CIA in una commedia d’azione che lo porterà in giro per il mondo.

La commedia di spionaggio in lingua inglese intitolata “00Khaby” – e ambientata in Italia, Stati Uniti, Monte Carlo, Dubai e Costa Azzurra francese, tra le altre località – vedrà Khaby Lame interpretare un rider di JustEat che, dopo essersi scontrato con uno scienziato dissidente, viene reclutato dalla CIA come esca per ingannare i servizi segreti nemici. “Mentre fugge dai trafficanti d’armi e ruba campioni di DNA, il goffo agente segreto deve fare i conti anche con la gelosa fidanzata italo-cinese e il suo fastidioso fratellino”, si legge nella sinossi del film. “Ma alla fine, grazie a un mix di astuzia, fortuna e il suo incrollabile ottimismo, riuscirà a sventare nientemeno che la Terza Guerra Mondiale”.

La parodia di spionaggio che porterà Lame – che ha 162 milioni di follower su TikTok – sul grande schermo è prodotta da Marco Belardi, produttore di Perfetti Sconosciuti. La sceneggiatura di “00Khaby” è stata scritta da Nicola Guaglianone e Menotti.

Belardi si recherà a Los Angeles questa settimana con Lame e la sceneggiatura di “00Khaby” “cercando di mettere in piedi una produzione internazionale”, ha detto il produttore. Belardi ha aggiunto di essere in trattative avanzate con almeno un importante regista internazionale.

Nel frattempo, Lame parteciperà ai Grammy Awards il 4 febbraio – forse tra le celebrità che consegneranno un premio lì – e sarà anche presente al Super Bowl il 12 febbraio come parte di una campagna di marketing. Negli Stati Uniti, Lame affinerà anche le sue capacità di recitazione e perfezionerà il suo inglese.

Recitare è sempre stato il mio sogno, ma non voglio improvvisare“, ha dichiarato Lame in un comunicato, aggiungendo: “Ecco perché sono pronto ad approfondire i miei studi di recitazione e di inglese per esibirmi al meglio in questo film“. Lame ha anche sottolineato che sta facendo tanto allenamento fisico perché “come ho chiesto a Marco Belardi, non voglio essere sostituito da uno stuntman nelle scene d’azione“.

Lame ha rivelato che il mese prossimo a Los Angeles incontrerà una star di Hollywood “che ho sempre stimato e mi verrà sicuramente dato qualche consiglio su come muovermi davanti alla telecamera“. Si ritiene che quella star sia Will Smith che, secondo le fonti, ha ingaggiato Lame per un cameo in un film di prossima uscita non specificato.

 
 

Warrior: la terza e ultima stagione su SKY e NOW

WARRIOR - Terza Stagione

Basata sugli scritti originali del leggendario Bruce Lee, torna con la sua terza ed ultima stagione della serie HBO Warrior, che andrà in onda con due nuovi episodi ogni venerdì dal 2 febbraio in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

La serie, un dramma storico, ambientato durante le Tong Wars alla fine del 1870, vede protagonista Ah Sahm (Andrew Koji), un immigrato cinese, maestro di arti marziali, che diventa una delle punte di diamante di una delle famiglie criminali più potenti di Chinatown nella San Francisco dell’800. Combattendo le guerre Tong Ah ritrova sua sorella Mai Ling (Dianne Doan) che però lavora per la fazione opposta. In quest’ultimo capitolo Mai Ling prende il controllo di Chinatown. Utilizzerà i suoi legami politici per consolidare i suoi poteri, mentre Ah Sahm cercherà di trovare nuovi modi per sopravvivere in una città che è diventata ostile alla sua esistenza.

Nel cast Andrew Koji (Fast & Furious 6), Dianne Doan (Good Trouble), Olivia Cheng (Deadly Class), Jason Tobin (The Fast and the Furious: Tokyo Drift), Dean Jagger (Il Trono di Spade) è Kieran Bew (Da Vinci’s Demons). New entry nel cast di questa terza stagione Mark Dacascos (Hawaii Five-0) e Chelsea Muirhead (Spare Parts).

WARRIOR – Terza Stagione | Dal 2 febbraio in esclusiva su Sky e in streaming su NOW

 
 

Call My Agent – Italia: teaser della seconda stagione in arrivo su SKY

Call My Agent - Italia

Si avvicina il debutto della seconda stagione di Call My Agent – Italia, la serie Sky Original remake del cult Dix pour cent che come annunciato dai sei teaser appena rilasciati tornerà con i nuovi episodi in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW da marzo.

Prodotta da Sky Studios e da Palomar, la nuova stagione della serie su segreti, manie, vizi e virtù dei protagonisti del nostro showbiz è diretta da Luca Ribuoli e scritta da Lisa Nur Sultan con Federico Baccomo e Dario D’Amato.

In sei nuovi episodi, la seconda stagione promette di tornare a divertire svelando nuovi aspetti del dietro le quinte del mondo dello spettacolo. Luci e ombre, humour e glamour. Al centro ancora le vicissitudini della CMA, la Claudio Maiorana Agency, immaginaria agenzia di spettacolo con sede a Roma, e le disavventure dei suoi soci, sempre alle prese con le carriere dei più grandi protagonisti dello showbiz e pronti a nuove sfide: un nuovo capo, storie d’amore inaspettate, tormenti imprevisti e tante nuove, straordinarie, special guest.

Tornano tutti i protagonisti della prima stagione: Michele Di Mauro, Sara Drago, Maurizio Lastrico e l’appena scomparsa Marzia Ubaldi, a cui sarà dedicato il primo episodio, ancora nei ruoli di Vittorio, Lea, Gabriele ed Elvira, talentuosi, instancabili e appassionati agenti di alcuni fra i più grandi nomi del mondo dello spettacolo italiano. E i loro assistenti: Monica, interpretata da Sara Lazzaro, Pierpaolo (Francesco Russo) e Camilla (Paola Buratto). Nei nuovi episodi ritornano anche Kaze nel ruolo di Sofia, la receptionist dell’agenzia, ed Emanuela Fanelli nei panni di una delle attrici più “stravaganti” della CMA, Luana Pericoli, ancora alle prese con il suo “attore preferito”, Corrado Guzzanti.

A dare filo da torcere agli agenti e ai loro assistenti con le loro tragicomiche vicende fra lavoro e vita privata, anche per questa stagione dei grandissimi nomi del nostro spettacolo, guest di ciascuna puntata nei panni di se stessi.

Le due guest del primo episodio saranno Valeria Golino e Valeria Bruni Tedeschi, alle prese con un nuovo film la cui sceneggiatura si rivela un disastro. Riusciranno gli agenti a salvarle dal flop?

Mattatore assoluto del secondo episodio sarà Gabriele Muccino, il cui arrivo si preannuncia come un vero e proprio terremoto per la CMA. Con Gian Marco Tognazzi.

Claudio Santamaria è la guest star del terzo episodio. Sarà disposto a tutto pur di ottenere un ruolo da lui molto ambito, anche a trasformarsi in un bad guy.

Volano scintille fra le guest del quarto episodio Serena Rossi e Davide Devenuto, suo marito. Stremati da una frenetica maratona di interviste, si sveleranno segreti inconfessabili.

La magica voce di Elodie potrà tutto nel quinto dei nuovi episodi, anche riportare in vita il giovane Giuliano. Ma anche i fan più adoranti possono rivelarsi un incubo.

Sabrina Impacciatore madrina del Festival di Venezia è la star del sesto episodio. Calcare quel palco è per lei un sogno che si avvera, ma Lea sa che questo ruolo non consentirà a Sabrina alcun margine di errore.

 
 

The Family Stallone: trailer della seconda stagione

The Stallone Family
© Paramount+

Paramount+ ha svelato oggi il trailer ufficiale della seconda stagione della docuserie di successo The Family Stallone, che vede protagonisti il candidato all’Oscar Sylvester Stallone, la moglie Jennifer Flavin Stallone e le figlie Sophia, Sistine e Scarlet. Dopo Stati Uniti, Regno Unito, Australia, America Latina e Brasile, dal 22 febbraio gli episodi saranno disponibili settimanalmente sul servizio in Italia, oltre che in Francia, Germania, Svizzera, Austria e Corea del Sud.

In questa stagione, dopo quattro decenni trascorsi come una delle famiglie più famose di Los Angeles, gli Stallone lasciano definitivamente Hollywood e si trasferiscono a est. Rimasti solo in due, con le figlie Sophia e Sistine che inseguono i loro sogni a New York City e Scarlet che frequenta il college e un nuovo amore a Miami, Sly e Jen mettono radici a Palm Beach. Ma la distanza non può tenerli separati: la stagione culmina in un meraviglioso viaggio tutti insieme in Italia per esplorare la storia della loro famiglia, ravvivare l’amore e creare ricordi per tutta la vita.

The Family Stallone è prodotto da MTV Entertainment Studios, con Benjamin Hurvitz e Nadim Amiry come produttori esecutivi. Julie Pizzi, Farnaz Farjam e Jonathan Singer sono produttori esecutivi per Bunim-Murray Productions con Chris Ray e Jason Williams sono co-produttori esecutivi.

 
 

How to Have Sex: recensione del film di Molly Manning Walke

How to Have Sex (2023)

La regista ventinovenne Molly Manning Walker ha trionfato nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes di quest’anno con How to Have Sex, il suo debutto come sceneggiatrice e regista, selezionato poi per il concorso di Alice nella città, nell’ambito della Festa del Cinema di Roma 2023. Si è formata come direttrice della fotografia (ha girato Scrapper, passato al Sundance, con Harris Dickinson protagonista) e, alla sua prima prova registica, trasforma quella che poteva essere una storia piuttosto banale di amicizia femminile e dei pericoli dei predatori maschili in qualcosa di molto più interessante. Una vacanza estiva in cui i nightclub diventano prigioni di persone, sudore e dissolutezza, in cui il lenzuolo è un muro di sfida e il concetto di solitudine va molto oltre il semplice sentirsi soli.

La trama: la vacanza “migliore di sempre”

Il film si apre con tre adolescenti britanniche – Tara (Mia McKenna-Bruce, di Persuasione), Em (l’esordiente Enva Lewis) e Skye (Lara Peake, di Brave New World) – che si preparano a trascorrere la “migliore vacanza di sempre” in una città costiera. Presto scopriremo che, per loro, questo significa fare festa il più possibile, bere a tutte le ore del giorno e incontrare ragazzi con cui sperano di andare a letto. “Se non fai sesso in questa vacanza, non lo farai mai“, dice una delle ragazze a Tara, l’unica di loro che non ha ancora perso la verginità. E, ben presto, Tara incontra un ragazzo. Si fa chiamare Badger (Shaun Thomas, di Ali & Ava) e le invita nella sua stanza, che condivide con il suo amico Paddy (Samuel Bottomley, di Tutti parlano di Jaimie) e altri amici. “Cosa diremo? Abbiamo tipo 18 anni, giusto?“, concordano le ragazze minorenni prima di uscire.

Presto iniziano a fare festa tutti insieme e le dinamiche tra i due gruppi cambiano immediatamente. Da un lato, c’è l’eccesso che deriva dal comportarsi esattamente nel modo in cui ci si aspetta che ci si comporti in questo tipo di feste, ubriacandosi e partecipando a tutti i tipi di giochi “divertenti” che coinvolgono il sesso e di cui il giorno dopo si dimenticheranno completamente. Dall’altro lato, ci sono i segreti che si nascondono l’uno con l’altro, nel timore che, se rivelano che non stanno trascorrendo la “migliore vacanza di sempre“, non si sentano più a loro agio.

How to Have Sex (2023)

How to have Sex: un manuale di crescita?

C’è anche la pressione esercitata sulle ragazze affinché si vestano e si comportino in un certo modo per poter fare l’unica esperienza che le farebbe apparire “cool” e confermerebbe che sono “normali”: fare sesso con un ragazzo. E poi c’è l’aspettativa di quanto la prima volta debba essere incredibile e piena di vita, il che significa che non puoi assolutamente dire alle tue migliori amiche che in realtà non lo è stato e che non solo non ti ha fatto sentire amata e appagata, ma che ne hai odiato ogni secondo e, se ci pensi bene, non volevi nemmeno che accadesse.

E poi c’è la gelosia di quelle stesse amiche che vi amano, ma che per il loro bisogno di essere “migliori” e più esperte di voi dicono e fanno cose orribili che nascondono come scherzi. Dopotutto, è naturale che le ragazze debbano competere l’una con l’altra, poiché la società ci dice che l’unico modo per una ragazza di inserirsi e realizzarsi è essere desiderata da un ragazzo. Così, questo strano paradosso diventa la norma: ti diverti come non mai, circondata dai tuoi migliori amici, ma allo stesso tempo ti senti più sola che mai, incapace di parlare delle esperienze estremamente traumatiche e segnanti che stai vivendo per paura di essere giudicata. Si beve per anestetizzare il dolore, isolandosi ancora di più e lasciando che il ciclo continui, diventando improvvisamente “adulti” nel modo peggiore possibile.

L’attimo prima del futuro

Nonostante le ripetute dichiarazioni da ubriachi, del tipo “ti amerò per sempre“, il trio centrale non può sfuggire alla strisciante sensazione che la loro amicizia sia appesa a un filo, mentre l’ombra dei risultati del GCSE e dei diversi futuri che hanno scelto incombe su di loro. Si tratta di uno sguardo senza mezzi termini sulla realtà della pubertà, dell’alcol e delle idee confuse sul consenso sessuale. Walker affronta abilmente le complessità dell’amicizia tra adolescenti, il desiderio di conformismo e la paura sempre presente, forse più che mai in una vacanza alcolica, che tutti gli altri si stiano divertendo più di te.

How to Have Sex non reinventa la formula del coming-of-age, ma grazie a Walker e McKenna-Bruce, e al forte lavoro di supporto dell’intero cast, non ne ha bisogno. Non si tratta di “come fare sesso“, riprendendo il titolo, ma di come il sesso – e soprattutto il consenso “da ubriachi e pentiti” – possa danneggiare in modi apparentemente invisibili. Così, la “migliore vacanza di sempre” può diventare una vacanza che si vorrebbe dimenticare. Ma forse non si può.

 
 

Matthew Vaughn sarebbe interessato ad adattare un popolare fumetto su Superman con Henry Cavill

Matthew Vaughn 2023
Credit foto © Universal Pictures

Matthew Vaughn, regista di Kick-Ass e X-Men – L’inizio, ha parlato del suo desiderio di realizzare un preciso film su Superman in un’intervista al Post Credit Podcast. Dopo aver parlato del film Supergirl: Woman of Tomorrow in lavorazione presso i DC Studios, a Vaughn è stato chiesto di parlare di Superman: Red Son, serie a fumetti scritta dal suo amico Mark Millar. Il fumetto Elseworlds immagina come Superman sarebbe se provenisse dall’Unione Sovietica invece che dagli Stati Uniti, e Vaughn ha notato come la sua storia sia diventata sempre più rilevante dalla sua prima pubblicazione nel 2003. Ha poi immaginato di fare un film su Red Son proprio con la star del suo nuovo film Argylle – La super spia, Henry Cavill, che come noto ha già interpretato l’Uomo d’Acciaio nel DCEU.

Ho pensato che Red Son fosse uno dei fumetti più intelligenti che abbia mai letto e, nel mondo attuale in cui viviamo, è certamente diventato molto più rilevante perché l’ignoranza causa più problemi e penso che più impariamo a conoscere la Russia e la storia russa meglio sia“, ha spiegato Vaughn. Il regista ha poi aggiunto: “Wow, vi immaginate il remake di Red Son con Henry Cavill? Sarebbe un film interessante…“. Per quanto Superman sappiamo tornerà al cinema con il volto di David Corenswet in Superman: Legacy, non è del tutto impossibile che un progetto come quello descritto da Vaughn possa prendere forma.

Questo perché ci saranno anche film DC realizzati sotto il marchio Elseworlds, come The Batman Joker, che saranno separati dagli eventi del DCU. Gunn ha recentemente lasciato intendere che anche un film standalone su Superman di J. J. Abrams e Ta-Nehisi Coates sarebbe ancora in lavorazione, nonostante la produzione di Superman: Legacy. C’è però da chiedersi se Gunn e il collega Peter Safran, co-CEO dei DC Studios, vogliano un terzo film su Superman in tempi brevi, soprattutto con Henry Cavill che, dopo aver appeso definitivamente il mantello al chiodo nel 2022, si dedicherà ad Highlander e Warhammer 40K.

 
 

Daredevil: Born Again, foto dal set mostrano la reunion tra Kingpin e Matt Murdock nel MCU

Daredevil: Born Again serie tv 2024

Dopo le foto emerse online qualche giorno fa, arrivano ora nuove immagini dal set di Daredevil: Born Again, che mostrano stavolta l’attesa reunion tra Kingpin e Matt Murdock. Questo nuovo incontro, che segna il primo caso conosciuto in cui il Wilson Fisk di Vincent D’onofrio e il Daredevil di Charlie Cox vengono filmati insieme dalla terza stagione di Daredevil, era molto atteso. A tal fine, potrebbe anche confermare un’importante rivelazione della stagione finale dello show di Netflix.

Pubblicate da diversi utenti di Twitter/X il 31 gennaio, come @OT_Tristan e @downeyjessevan, le foto mostrano dunque il Fisk di D’onofrio e il Murdock di Cox mentre girano in quello che sembra essere lo Square Diner di Tribeca, una location utilizzata in entrambe le stagioni 1 e 2 di Daredevil. A sorpresa, sembra che Kingpin e Daredevil si incontreranno faccia a faccia all’interno del locale, ma è ovviamente sconosciuto il motivo e la natura del loro incontro.

L’incontro stesso ha però alcune importanti ramificazioni se si considera la terza stagione di Daredevil e il suo finale. Questo incontro potrebbe infatti confermare che Kingpin sa ancora che Matt è anche Daredevil, una scoperta fatta e confermata nella terza stagione dedicata al personaggio. Allo stesso modo, è molto probabile che questo incontro possa anche rivelare lo stato della loro rivalità alla luce dell’accordo stipulato nel finale della terza stagione di Daredevil, in cui Murdock prometteva di non rivelare i crimini della moglie di Fisk finché Kingpin fosse rimasto in prigione. Visto che Kingpin è un uomo libero da quando è tornato nella serie Hawkeye del 2021, questo incontro potrebbe rivelare nuove cose.

Cosa sappiamo su Daredevil: Born Again

Daredevil: Born Again durerà 18 episodi e vedrà il ritorno delle star principali Charlie Cox e Vincent D’Onofrio, che riprenderanno i rispettivi ruoli di Matt Murdock/Daredevil e Wilson Fisk/Kingpin.

Lo scorso ottobre è stato reso noto che Daredevil: Born Again stava subendo un “significativo reboot creativo” dopo la pausa produttiva dovuta agli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Gli sceneggiatori Chris Ord e Matt Corman sono stati tolti dal progetto insieme ai registi della serie, mentre alcune scene ed episodi già terminati saranno mantenuti con l’aggiunta di ulteriori elementi seriali.

Entrambi i personaggi hanno debuttato nel Marvel Cinematic Universe nel 2021. Kingpin è stato guest-star nella serie Disney+ Hawkeye e Matt Murdock è apparso brevemente in Spider-Man: No Way Home. Cox è stato anche guest-star in due episodi di She-Hulk: Attorney at Law, dove ha mostrato un lato più leggero dell’eroe. Kingpin, invece, è stato tra i protagonisti della recente serie Echo.

 
 

James Gunn rivela che altri 2 progetti del DCU entreranno in produzione nel 2024

James Gunn DCU 2023

Nella giornata di ieri James Gunn ha celebrato il primo anniversario dagli annunci da lui fatti insieme a Peter Safran riguardo il nuovo DC Universe e alcuni progetti che lo comporranno. La celebrazione è però stata anche l’occasione per aggiornare i fan sullo stato dei lavori, confermando non solo l’inizio della produzione di Superman: Legacy ma anche due nuovi progetti, ad oggi non identificati, che entreranno in produzione a breve. Il regista che ha infatti scritto sul proprio profilo Instagram quanto segue:

Un anno fa Peter Safran e io abbiamo presentato per la prima volta la nostra serie DC – grazie a tutti voi per il sostegno che ci avete dato durante l’anno. Oggi, Superman Legacy sta per iniziare la produzione, si stanno ultimando gli episodi di Creature Commandos che usciranno più avanti nel corso dell’anno, almeno altri due progetti si stanno preparando per partire nei prossimi due mesi, continuano ad arrivare sceneggiature straordinarie e incredibili talenti sono stati ingaggiati per nuovi progetti, pianificati e non. Grazie!“.

Al momento sembra abbastanza ovvio che uno dei progetti di cui parla Gunn sia Supergirl: Woman of Tomorrow. Gunn e i DC Studios hanno annunciato questa settimana che la star di House of the Dragon, Milly Alcock, è stata scritturata per il ruolo di Kara Zor-El/Supergirl. Per quanto riguarda il secondo progetto, questo potrebbe essere The Authority. Il personaggio dell’ingegnere di The Authority appare già in Superman: Legacy, il che potrebbe far pensare che la sua sia un’introduzione in vista del progetto a lui dedicato. Ci sono però anche le serie televisive Booster Gold o Waller o il film come Swamp Thing di James Mangold, che potrebbero rivelarsi essere questo secondo progetto in fase di partenza.

 
 

Denis Villeneuve smetterà di fare film su Dune dopo “Dune – Parte Tre”.

Denis Villeneuve
Foto di Luigi de Pompeis © Cinefilos.it

Denis Villeneuve ha espresso a gran voce la sua intenzione di realizzare un terzo film di Dune, che sarebbe basato sul secondo romanzo della serie, “Dune Messiah“, di Frank Herbert. La Warner Bros. non ha ancora dato il via libera ufficiale a questo Dune – Parte Tre, ma, se lo studio dovesse andare avanti con tale progetto, molto probabilmente sarà l’ultimo capitolo diretto da Villeneuve per il franchise, nonostante la serie letteraria di Herbert continui con vari sequel come “Children of Dune“, “God Emperor of Dune“, “Heretics of Dune” e “Chapterhouse: Dune“.

‘Dune Messiah’ dovrebbe essere l’ultimo film di ‘Dune’ per me“, ha infatti confermato Denis Villeneuve alla rivista Time in una nuova intervista prima dell’uscita nelle sale di Dune – Parte Due. Il regista aveva dichiarato proprio lo scorso dicembre che “Dune Messiah” è “in fase di scrittura proprio ora“, aggiungendo che “la sceneggiatura è quasi finita, ma non è finita. Ci vorrà un po’ di tempo… C’è il sogno di fare un terzo film… per me avrebbe assolutamente senso“. Come noto, Zendaya si è detta subito disponibile a tornare per un terzo film, ma Villeneuve ha frenato l’entusiasmo dicendo che Dune – Parte Tre potrebbe non essere il suo prossimo progetto come regista.

Cosa aspettarsi da Dune – Parte Due?

Questo film successivo esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta di prevenire un futuro terribile che solo lui può prevedere.”

Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides, Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica, Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha, Florence Pugh nei panni della Principessa Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban, Léa Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.

Dune – Parte Due è diretto da Denis Villeneuve da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert ed uscirà nei cinema il 28 Febbraio 2024.

Il secondo capitolo continuerà la storia di Dune – Parte Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre 402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165 milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.

 
 

28 anni dopo: la Sony produrrà il film, Cillian Murphy potrebbe far parte del cast

28 Giorni Dopo / 28 anni dopo

Recentemente annunciato, il film 28 anni dopo ha ora trovato casa presso la Sony – e la star del film originale (28 giorni dopo) Cillian Murphy potrebbe riprendere il proprio ruolo di quel film anche per questo sequel. Secondo The Hollywood Reporter, la Sony ha infatti vinto la gara d’appalto per i diritti del pacchetto sequel del seguito, con il regista Danny Boyle e lo scrittore Alex Garland che torneranno insieme per scrivere e dirigere tale sequel. Il pacchetto comprende anche una Parte 2, che sarà sempre scritta da Garland, ma Boyle dovrebbe dirigere solo il primo dei due film, mentre il regista del secondo verrà scelto in seguito.

Per quanto riguarda Murphy, il suo ritorno è previsto in veste di produttore esecutivo, anche se il rapporto indica che è possibile che torni anche in veste di attore. Non sono stati resi noti ulteriori dettagli. Secondo il rapporto, alla fine l’offerta è stata presentata da Warner Bros. e Sony e si pensa che ogni film abbia un budget di 60 milioni di dollari. All’inizio del mese era stato riferito che Boyle e Garland stavano offrendo 28 anni dopo agli studios con la speranza di lanciare una nuova trilogia di film. Secondo quel rapporto, Boyle e Garland saranno anche produttori insieme al produttore originale Andrew Macdonald e all’ex capo della Fox Searchlight Pictures, Peter Rice.

Cillian Murphy accetterà di partecipare al sequel di 28 anni dopo?

L’anno scorso Cillian Murphy ha dichiarato che gli piacerebbe realizzare un sequel di 28 giorni dopo. Murphy ha scherzato sul fatto che il film si sarebbe dovuto chiamare 28 anni dopo a causa del lungo intervallo tra i film.

Uscito nel 2002, l’originale 28 giorni dopo aveva come protagonista Cillian Murphy, allora ancora prevalentemente sconosciuto al pubblico cinematografico. Il film sconvolse gli spettatori con le sue orde di non-morti in fuga, il pessimismo implacabile e l’uso all’avanguardia della torbida frontiera della fotografia digitale. Boyle diresse il film, mentre Garland lo scrisse. Il film è però ricordato anche per aver ottenuto un guadagno di circa 84 milioni di dollari a fronte di un budget di appena 8, dimostrando dunque il potenziale che anche film a basso costo potevano avere se dotati di forti elementi attrattivi.

 
 

Argylle – La super spia: recensione dello spy con Henry Cavill

argylle la super spia recensione

Annunciato dal 2021, è da allora che aspettavamo il film nel quale Matthew Vaughn era riuscito a coinvolgere la star Dua Lipa (prima ancora della sua apparizione come sirena in Barbie). Finalmente Argylle – La super spia arriva in sala, distribuito al cinema da Universal Pictures a partire dal 1 febbraio 2024, e con lui tutti gli strani personaggi partoriti dalla fantasia “contorta” del regista della saga di Kingsman (ma soprattutto di Stardust e Kick-Ass) e produttore dei primi film di Guy Ritchie. Uno, insomma, che col cinema, i generi e le aspettative si diverte da sempre a giocare, e che in questa occasione ha trascinato nel suo mondo anche Henry Cavill, Bryce Dallas Howard, Sam Rockwell, Bryan Cranston, Catherine O’Hara, Ariana DeBose, John Cena, Samuel L. Jackson e la Sofia Boutella di Rebel Moon.

Argylle – La super spia, la trama

Elly Conway (Howard) è la solitaria autrice di una serie di romanzi a tema spionistico in testa a ogni classifica di vendita e di gradimento. Per lei il massimo della vita è una serata a casa al computer con il proprio gatto, Alfie, almeno fino a che non piomba nella sua vita Aidan (Rockwell), una spia allergica ai felini. Una spia vera, non come l’agente segreto Argylle protagonista delle storie che scrive, nelle quali racconta della sua lotta per impedire il piano della Divisione, una potentissima organizzazione criminale su scala planetaria. Una trama pericolosamente simile a quella che sembra esser ordita davvero e per opporsi ala quale la povera Elly – per tacer del gatto – si troverà a dover correre in giro per il mondo per rimanere sempre un passo avanti a quegli spietati assassini, mentre la separazione fra il suo mondo di finzione e quello reale sembra farsi sempre più sfocata.

Realtà, ma soprattutto illusioni

E proprio del continuo intrecciarsi e alternarsi di realtà e fantasia vive questo primo capitolo di una annunciata trilogia. Nel quale, parafrasando il Conte Mascetti di Amici miei, pare esserci tutto e invece… Di certo, c’è l’attesissima Dua Lipa, giocata come un jolly sin dall’incipit, in una dance scene che difficilmente ruberà il titolo di iconico a quella di John Travolta e Uma Thurman in Pulp Fiction, ma che permette al pubblico di sincronizzarsi immediatamente con il tono dello spy thriller più infarcito di bugie e menzogne in circolazione.

O almeno con un livello di esso, considerato che anche la rocambolesca e spettacolare scena iniziale – ormai imprescindibile, almeno per ogni film di agenti segreti che si rispetti – si svolge tutta nella fantasia dell’autrice protagonista, la tranquilla e casalinga Elly interpretata da Bryce Dallas Howard. Sarà lei l’anello di congiunzione tra le diverse realtà assemblate da Vaughn (anche con trovate simpatiche di regia), stavolta meno felice nel tenere in equilibrio follia e coerenza narrativa, trovate e personaggi. Che pure non mancano.

argylle la super spiaPiatto ricco, mi ci impiccio

In Argylle, la spia inespressiva da videogioco di Henry Cavill fa il paio con l’agente segreto troppo impreparato per essere vero dell’irresistibile Sam Rockwell, come l’MVP Bryan Cranston fa il paio con se stesso e Samuel L. Jackson con “quello nero di un film qualunque” su cui ironizzava Seth MacFarlane in Ted. Insomma, un gioco di ruolo continuo che qualsiasi sceneggiatore avrebbe avuto difficoltà a gestire e che anche il Jason Fuchs di La La Land e It – Capitolo 2 non riesce sempre a tenere sotto controllo (ammesso che non sia vera la leggenda che vorrebbe Taylor Swift come vera Elly Conway e autrice del libro alla base della storia).

Uno spy che gioca col pubblico

Si consiglia di prenderlo con molto spirito, e pronti a giocare, per sorvolare più facilmente su qualche leggerezza e artificiosità e godersi la rilettura ironica dei canoni del genere spy-action. Anche perché nella prima ora il mix funziona – senza assomigliare né ai vari Kingsman, Austin Powers o Get Smart, ma evitando di raggiungere il livello del terribile Mordecai – affidandosi a qualche furbizia formale per movimentare l’azione quando la trama mostra i primi cedimenti. Purtroppo in Argylle – La super spia la carne al fuoco è troppa, per quanto il moltiplicarsi delle possibilità e delle citazioni (inevitabile e dovuta quella esplicita a un cult come The Manchurian Candidate) si assicurino l’attenzione dello spettatore, più per curiosità che per la tensione che tanta critica statunitense ha esaltato, vista la sostanziale prevedibilità dell’intreccio.

Che si conclude in maniera piuttosto dovuta, dopo una eccessivamente prolungata risoluzione, e un finale multiplo, dopo aver messo in scena ogni possibile stereotipo del genere e aver trovato spazio per un altro numero di ballo – surreale quanto letale – con la promessa di continuare ancora il gioco di specchi. Moltiplicandolo, vista l’apparizione che apre a una nuova lettura dello spettacolo al quale abbiamo dovuto assistere nelle oltre due ore appena trascorse. Ma avremo tempo per preparaci, ammesso che la trilogia – anche quella – diventi realtà.

 
 

Matthew Vaughn ritiene “strano” il cast di Supergirl: Woman of Tomorrow, “Il regista dovrebbe fare il casting del film”

Matthew Vaughn 2023
Credit foto © Universal Pictures

Il nuovo Universo DC di James Gunn e Peter Safran è stato messo maggiormente a fuoco questa settimana, al di là dell’imminente Superman: Legacy  le cui riprese inizieranno all’incirca tra un mese – Gunn ha anche confermato che Milly Alcock, la star di House of the Dragon, è stata scritturata per il ruolo di Supergirl, un personaggio che sta per ottenere un proprio film da protagonista con Supergirl: Woman of Tomorrow. Ad oggi, però, ancora non è noto chi dirigerà il film, un dettaglio che al regista di X-Men – L’inizio e Argylle – La super spia, Matthew Vaughn, risulta piuttosto strano.

Vaughn ha infatti recentemente partecipato al “Post Credit Podcast” di BroBible e ha rivelato di sentirsi piuttosto confuso sull’ordine di sviluppo del film. “Sono un grande fan di Milly Alcock. Una grande fan“, ha detto Vaughn. “L’ho incontrata per un altro progetto a cui stiamo lavorando – mi ha rifiutato, il che è stato triste. È un’attrice favolosa. D’altra parte, trovo molto strano che non abbiano trovato un regista. Mi ha sorpreso, perché non si dovrebbe fare il casting di un film – il regista dovrebbe fare il casting del film. Non capisco chi abbia fatto il casting se non c’è un regista“.

Un dubbio lecito quello di Vaughn, che si è anche detto interessato a dirigere egli stesso il progetto essendo un grande fan non solo di Alcock ma anche di Superman e Supergirl. Ana Nogueira (The Vampire Diaries) sta come noto scrivendo la sceneggiatura di Supergirl: Woman of Tomorrow, mentre Variety ha riportato, poco dopo l’annuncio del casting di Alcock, che la DC conta di assegnare un regista al film nelle prossime settimane. A breve si potrebbe dunque scoprire chi andrà a ricoprire tale ruolo, anche se chi si siederà dietro la macchina da presa non potrà effettivamente dire la propria riguardo al casting del personaggio protagonista.

 
 

Febbraio al cinema e suoi primi film: arriva Argylle – La super spia

Argylle - La super spia film 2023
Dua Lipa e Henry Cavill in “Argylle - La super spia”

Questo Febbraio al cinema si apre all’insegna dell’azione con Argylle – la super spia diretto da un esperto del genere come Matthew Vaughn. Il regista del franchise Kingsman, l’organizzazione supersegreta britannica che recluta e forma giovani spie, torna con un nuovo film di spionaggio ma che stravolgerà gli spettatori tra la finzione e realtà. Ma in questa settimana c’è anche spazio per due titoli drammatici come How to Have Sex e The Warrior – The Iron Claw.

Vediamo insieme le novità di Febbraio al cinema di questa prima settimana del mese

Argylle – La super spia

Argylle

Bryce Dallas Howard è la protagonista Elly Conway, un’autrice di Best Seller di spionaggio, introversa che lascia raramente la sua casa solo per presentare nelle librerie i romanzi che scrive. Dopo uno strano incontro su un treno, viene trascinata nel mondo reale dello spionaggio e scopre che le trame dei suoi libri si avvicinano un po’ troppo alle attività di un sinistro sindacato clandestino. Aiden, una vera spia, cercherà di salvare la scrittrice e il suo amato animale domestico Alfie, da tutti i nemici che inconsapevolmente la donna si è fatta. Nel cast di Argylle – la super spia, oltre a Dallas Howard, troviamo l’attore Sam Rockwell, Henry Cavill, Bryan Cranston, Catherine O’HaraDua Lipa, Ariana DeBose, John Cena, Samuel L. Jackson e anche Chip il gatto di Claudia Schiffer.

How to Have Sex

How To Have Sex Film 2023

How to have sex è un film sui rischi dell’analfabetismo sessuale ed emotivo, perché le ragazze e i ragazzi non hanno le parole per affrontare, il consenso, l’intimità, il piacere e il sesso. Questo è quello che mostra la regista londinese Molly Manning Walker nella sua opera prima e vincitrice di un premio nella sezione Un Certain Regard di Cannes 2023. Le protagoniste di questo coming of age sono tre adolescenti, Tara, Skye ed Em che partono per Creta, dopo aver terminato la scuola, per vivere quella che sperano sia la migliore vacanza della loro vita.

Prima danza, poi pensa. Alla ricerca di Beckett

Prima Danza, poi pensa. Alla ricerca di Beckett è un biopic dedicato al drammaturgo irlandese Samuel Beckett, Premio Nobel nel 1969. Dopo aver vinto il Nobel per la letteratura il protagonista, interpretato da Gabriel Byrne, non sembra affatto contento. Sale sul palco, strappa bruscamente la busta dell’assegno e comincia a scalare le quinte, dove un suo doppio lo attende. Da qui parte un resoconto della storia, dei successi, degli amori e delle amicizie di Beckett, una delle figure più rivoluzionarie e influenti del teatro del Novecento. Nel cast della pellicola del regista Premio Oscar James Marsh, ci sono Fionn O’Shea, nei panni del protagonista versione giovane e Aidan Gillen nel ruolo dello scrittore James Joyce.

Te l’avevo detto

Te l'avevo detto film recensione

Te l’avevo detto di Ginevra Elkann è l’unico titolo italiano di questo Febbraio al cinema. Questo lungometraggio svolge a Roma nel mese di Gennaio durante un’insolita ondata di caldo in pieno Inverno. La protagonista è Gianna, Valeria Bruni Tedeschi, è alle prese con un’ossessione decennale per la sua ex migliore amica Pupa, l’attrice Valeria Golino, una matura pornostar degli anni Ottanta in bancarotta e che si aggrappa ai suoi giorni di gloria. Con l’aumento della tensione e del calore, le peggiori paure e i vizi iniziano a venire a galla. Nel cast, oltre alle due attrici già citate, ci sono anche Alba Rohrwacher, Riccardo Scamarcio, Greta Scarano, Marisa Borini, Greta Scacchi e Danny Huston. 

The Warrior – The Iron Claw

The Warrior (The Iron Claw)

The Warrior – The Iron Claw poteva essere l’occasione, finalmente, per Zac Efron d’essere uno dei candidati come Miglior attore  agli Oscar, ma anche per questa volta niente. Scritto e diretto da Sean Durkin, racconta la storia vera della famiglia Von Erich, soffermandosi sui tre fratelli che negli anni Ottanta sono riusciti a scrivere la storia nel mondo altamente competitivo del wrestling professionistico. Nei panni dei fratelli Von Erich con il protagonista Efron ci sono anche Jeremy Allen White e Harris Dickinson, il cast si completa con Maura Tierney, Holt McCallany e Lily James.

Una bugia per due

Una bugia per due recensione

Una bugia per due racconta di Louis, l’attore francese Vincent Dedienne, un giovane che lavora in uno studio legale e conduce una vita solitaria. Sul posto di lavoro nessuno si accorge di lui, ma il giorno in cui scopre di soffrire una grave malattia, quelli intorno sembrano notare la sua esistenza per la prima volta. Quando poi lo studio gli chiede di difendere una multinazionale da uno scandalo, questa diventa l’occasione per il protagonista di farsi finalmente notare. Tutto però ha un prezzo e Louis sarà costretto a ricorrere ad una bugia per ritagliarsi un posto agli occhi degli altri e poter compiere qualcosa di grande. In questa brillante commedia francese, diretta da Rudy Milstein sono presenti anche Clémence Poésy e Géraldine Nakache.

Upon Entry – L’arrivo

Upon entry – L’arrivo è un dramma aeroportuale diretto a quattro mani da Alejandro Rojas e Juan Sebastián Vásquez. I protagonisti sono l’urbanista venezuelano Diego e la compagna Elena, ballerina di danza contemporanea di Barcellona, che ottengono i visti per gli Stati Uniti e sono pronti a cominciare una nuova vita. Partendo da una critica nei confronti del sistema statunitense e dalla sua visione dell’immigrazione, i due registi allargano il discorso al concetto di fiducia coniugale.

 
 

Prima danza, poi pensa – Alla ricerca di Beckett: recensione

Prima danza poi pensa - Alla ricerca di Beckett, Gabriel Byrne

James Marsh torna dietro la macchina da presa con Prima danza, poi pensa – Alla ricerca di Beckett , biopic su uno degli scrittori più influenti del Novecento, che rivoluzionò il modo di fare teatro, dando corpo alle insicurezze e alle fragilità umane attraverso il teatro dell’assurdo e per i suoi meriti ricevette nel 1969 il Nobel per la letteratura. Protagonista l’irlandese Gabriel Byrne, portatore di innegabile somiglianza e altrettanta misura.

James Marsh, il privato dietro le grandi storie

Documentarista e regista di finzione, James Marsh vinse l’Oscar con il documentario Man on wire, prima di arrivare a tracciare ne La teoria del tutto: la parabola umana più che scientifica di un genio della fisica come Stephen Hawking (2015). Qui l’Oscar andò a Eddie Redmayne come miglior attore protagonista. Ha proseguito poi cambiando genere, con King of thieves (2018), su un gruppo di truffatori alle prese con la rapina del secolo, sempre tratto da una storia vera. Quello che, infatti, Marsh non ha mai abbandonato è la curiosità di scoprire ciò che si cela dietro vicende realmente accadute, con protagonisti più o meno noti. Che sia la vita privata di un genio della fisica, o come in Prima danza, poi pensa – Alla ricerca di Beckett quella di un grande scrittore contemporaneo, o quella del funambolo tra le Torri Gemelle, Philippe Petit. Una volontà di scoprire la persona dietro al personaggio, che Marsh si porta dietro dalla sua lunga esperienza di documentarista.

La trama di Prima danza, poi pensa – Alla ricerca di Beckett

1969. Cerimonia per la consegna dei premi Nobel. Un Beckett basito, Gabriel Byrne, bolla l’aver ricevuto il premio più prestigioso per la letteratura come “una catastrofe”. Da qui inizia un lungo confronto con il suo doppio. Beckett e Beckett ripercorrono assieme la propria vita, analizzandola da punti divista differenti. Le fasi dell’esistenza dello scrittore irlandese sono scandite principalmente dal rapporto con le donne della sua vita. Vediamo dunque Beckett bambino molto legato al padre, con un rapporto a dir poco difficile con una madre anaffettiva e svalutante. Il giovane Beckett, Fionn O’Shea, si trasferisce quindi a Parigi, stringe amicizia con Joyce, Aidan Gillen, e inizia una relazione con la figlia Lucia, che avrà però breve durata. Vi è poi l’incontro con Suzanne, che diventerà sua moglie. Arriva la guerra e Beckett sceglie di partecipare alla resistenza. Lo si ritrova poi già maturo. Ha sposato Suzanne, Sandrine Bonnaire, e sta iniziando ad assaporare il riconoscimento cui ha sempre aspirato, sebbene la notorietà non si confaccia a un solitario come lui. Incontra Barbara Bray, Maxine Peake, traduttrice e critica con cui intraprende una relazione. La conflittualità tra le due donne della sua vita segnerà gli ultimi anni. E non gli mancheranno i sensi di colpa. I suoi capolavori, su tutti Aspettando Godot, restano sullo sfondo.

Samuel Beckett: un uomo segnato dai sensi di colpa?

Lo stratagemma del doppio, il dialogo con la propria coscienza fa emergere un ritratto di Beckett martoriato dai sensi di colpa. Nei confronti della madre, che sente di aver abbandonato, pur cosciente di che donna difficile fosse. Colei che lo aveva iniziato alla poesia, all’amore per la letteratura, ma lo faceva sentire incapace, inadatto, con quel mantra dal quale Samuel era fuggito lontano, portandone però con sé l’eco: “che spreco!”. Negatività per esorcizzare la quale Beckett aveva presto imparato l’uso dell’ironia e del nonsense, che avrebbero poi caratterizzato la sua scrittura. Senso di colpa verso le sue donne: Lucia, la più fragile, avvicinata più per ammirazione di Joyce che per autentico trasporto; Suzanne, che gli è sempre stata accanto e che lui ha tradito, Barbara, cui non ha potuto dare quanto avrebbe voluto. Ma anche l’amico Alfred e Joyce stesso. Beckett sembra sentirsi in colpa verso tutti.

Prima danza, poi pensa. Scoprendo BeckettCarica su di sé tutti i fardelli possibili, tutte le responsabilità. Allo spettatore questa appare come una forzatura. Ci si chiede se Beckett fosse davvero così, dal momento che sembra non si sia, poi, fatto bloccare dai suoi sensi di colpa. Ha vissuto la sua vita a pieno, ottenendo anche grandi risultati, affrancandosi dal giogo ella madre, diventando uno dei drammaturghi più importanti del Novecento. Allora perché questo scontento, questo continuo rovello? Il regista sembra voler far emergere, attraverso il dialogo con il doppio, la visione di Marsh stesso, più che quella di Beckett. Il doppio, infatti, spinge il protagonista a lasciar andare i rimpianti e agire sul presente, l’unico che si può ancora cambiare. Lo spinge ad avere un po’ di indulgenza verso sé stesso e infine, a dare valore alle gioie della vita che si nascondono nella quotidianità. Una vita che, come recita il titolo del film, va innanzitutto vissuta e forse un po’ meno ri-pensata.

Una sceneggiatura disomogenea e poco coinvolgente

Prima danza, poi pensa – Alla ricerca di Beckett ha un andamento diseguale. La prima parte, che si concentra sul giovane Beckett, è più movimentata e non priva di alcuni guizzi ironici e divertenti, che rimandano allo stile del Beckett scrittore, lasciando intravedere ciò da cui può aver tratto ispirazione. Questa vena di vivacità, però, si perde nella seconda parte. Il film diventa piuttosto monotono e stanco. Un grosso salto temporale catapulta lo spettatore agli anni della maturità, poveri di accadimenti, se non una infedeltà, i dubbi sui pro e i contro del successo e gli immancabili rimpianti. La sensazione è che ci sia poco materiale, o che il regista non abbia scelto i momenti più significativi, o ancora che non sia riuscito a renderlo in modo coinvolgente.

L’interpretazione di Gabriel Byrne

La somiglianza senza dubbio non difetta a Gabriel Byrne per calarsi nei panni di Samuel Beckett. Bisogna dire che l’attore irlandese – divenuto famoso con I soliti sospetti di Brian Singer, ma visto anche più di recente in serie tv come Zerozerozero, o nell’americana In treatment – interpreta con misura il personaggio. Forse però, quello che manca, già in fase di scrittura, è la scintilla, la volontà di scompaginare e anche di stupire, che certo ha caratterizzato il drammaturgo suo conterraneo. Elemento questo che avrebbe dato al solido attore la possibilità di cimentarsi con un personaggio più interessante, variegato e complesso rispetto a quello immaginato da Marsh. È così che, nel complesso, un po’ di quel regret di cui si parla in Prima danza, poi pensa – Alla ricerca di Beckett, rimane anche addosso allo spettatore, per aver perso l’occasione di vedere un racconto davvero appassionante su una figura dirompente nel panorama letterario del Novecento europeo. Presentato in anteprima al Torino Film Festival, Prima danza, poi pensa – Alla ricerca di Beckett, è nelle sale dal 1 febbraio.

 
 

Argylle da oggi al cinema il film con Henry Cavill

Argylle
© Universal Pictures

Più grande è la spia, più grande è la bugia. Dalla mente brillante di Matthew Vaughn (del franchise Kingsman e Kick-Ass) arriva al cinema Argylle, un thriller di spionaggio acuto, che stravolge la realtà e vi porta in giro per il mondo.

Bryce Dallas Howard (Jurassic World) è Elly Conway, autrice solitaria di una serie di romanzi best-seller di spionaggio, la cui idea di felicità è una serata a casa al computer con il suo gatto Alfie. Ma quando le trame dei libri di Elly, incentrate sull’agente segreto Argylle e sulla sua missione di smascherare un’organizzazione criminale globale, iniziano a rispecchiare le azioni segrete di un’organizzazione di spionaggio reale, le tranquille serate a casa diventano un lontano ricordo.

Accompagnata da Aiden (il premio Oscar Sam Rockwell), una spia allergica ai gatti, Elly (che porta Alfie nello zaino) corre per il mondo cercando di stare un passo avanti agli assassini, mentre il confine tra il mondo immaginario di Elly e quello reale inizia a svanire.

Matthew Vaughn 2023
Credit foto © Universal Pictures

Il cast di prim’ordine comprende Henry Cavill (The Witcher), John Cena (Fast X), la vincitrice dell’Oscar Ariana DeBose (West Side Story), la superstar del pop Dua Lipa (Barbie), il vincitore dell’Emmy e candidato all’Oscar Bryan Cranston (Breaking Bad), la vincitrice dell’Emmy e icona della commedia Catherine O’Hara (Schitt’s Creek), Sofia Boutella (Kingsman – The Secret Service) e il leggendario Samuel L. Jackson. Alfie è interpretato da Chip, che nella vita reale è il gatto della top model Claudia Vaughn (nata Schiffer).

Argylle è diretto e prodotto da Matthew Vaughn, da una sceneggiatura di Jason Fuchs (Sei ancora qui – I Still See You). Il film è prodotto da Matthew Vaughn, Adam Bohling (del franchise Kingsman), Jason Fuchs e David Reid (del franchise Kingsman). I produttori esecutivi sono Adam Fishbach, Zygi Kamasa, Carlos Peres e Claudia Vaughn. Apple Original Films presenta, in associazione con MARV, una produzione Cloudy. Argylle è distribuito da Universal Pictures Italia.

 
 

Captain America: New World Order, i reshoot potrebbero rimuovere la Società dei Serpenti

Captain America: New World Order

Captain America: New World Order sarebbe dovuto uscire nel corso dell’estate 2024, ma quando gli scioperi della WGA e  della SAG-AFTRA hanno bloccato Hollywood, i Marvel Studios si sono resi conto che era necessario apportare modifiche significative al film, che ha dunque subito ovvi ritardi. Quest’anno, dunque, si svolgeranno estesi reshoot e sono ora emersi nuovi dettagli su quanto saranno significativi. Secondo lo scooper Daniel Richtman, le riprese sono attualmente previste da maggio ad agosto.

Come si noterà, si tratta di un periodo abbastanza lungo da girare un intero film dall’inizio alla fine. Non è detto che l’intero periodo venga utilizzato, magari solo determinati giorni o settimane, permettendo così di conciliare il tutto con gli impegni degli attori coinvolti. Se però tale periodo di reshoot venisse confermato, potrebbe anche significare che molto sta cambiando all’interno del film. Di questo parere è anche lo scopper @CanWeGetToast, il quale afferma infatti che la Serpent Society verrà completamente rimossa dal film seguito di The Falcon e The Winter Soldier.

Questa avrebbe dovuto essere una delle principali minacce per il nuovo Captain America all’interno del film, con un primo importante scontro già presente nel primo atto. Ma se questi rumor dovessero rivelarsi veri potrebbe non comparire affatto. Ciò significa che anche le scene girate dal wrestler Seth Rollins non finiranno nel montaggio definitivo di Captain America: New World Order. Di certo, molto potrebbe cambiare nel film, per cui ad oggi rimane in vigore una forte incertezza su ciò che il film conterrà o meno.

Quello che sappiamo sul film Captain America: New World Order

Captain America: New World Order riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Importante sarà anche la presenza di Harrison Ford nel ruolo del generale Ross, che secondo alcuni potrebbe trasformarsi nell’Hulk Rosso. Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreta la cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora, Captain America: New World Order è indicato come uno dei titoli più importanti della Fase 5.

 
 

Zac Efron racconta The Warrior (The Iron Claw): “Una saga familiare”

Zac Efron

Dopo un esordio folgorante come La fuga di Martha – che lanciò la carriera di Elizabeth Olsen  e un altro film di notevole impatto quale The Nest con Carrie Coon e Jude law, Sean Durkin è tornato dietro la macchina da presa per The Warrior (The Iron Claw), storia vera di una delle storiche dinastie del wrestling negli anni ‘80, quella dei Von Erich. In un cast che comprende Jeremy Allen White, Harris Dickinson, Holt McCallany e Maura Tierney, il regista ha inserito anche Zac Efron come protagonista nel ruolo di Kevin, e l’attore lo ha ripagato con una di quelle performance che possono davvero cambiare una carriera. Abbiamo incontrato proprio Zac Efron a New York, dove ci ha raccontato The Warrior (The Iron Claw) dal 1° febbraio al cinema in Italia.

Sapeva nulla dei Von Erich prima di accettare la parte di Kevin?

Prima di leggere la sceneggiatura non ne sapevo nulla, durante il nostro primo incontro, Sean Durkin mi ha spiegato in maniera approfondita la loro storia e ho capito che si trattava di una vera e propria tragedia familiare, sembrava quasi impossibile che tutto quello fosse successo a una sola persona quale Kevin. Ho sentito immediatamente che non sarebbe stato soltanto un film che parlava di wrestling quanto piuttosto una saga familiare, una storia di perdita. Volevo assolutamente interpretare quest’uomo che pian piano capisce di doversi tirare fuori da determinate dinamiche, che vuole rompere la catena della maledizione che avvolge i Von Erich.

Come Zac Efron è entrato nel ruolo a livello psicologico?

Per fortuna non ho vissuto le tragedie personali che Kevin ha dovuto affrontare, ma avendo un fratello minore che amo moltissimo ho potuto capire alla perfezione quello a cui il personaggio va incontro nel corso della storia. I fratelli Von Erich sono i migliori amici l’uno dell’altro, tentano costantemente di motivarsi a vicenda. Si tratta di un microcosmo che Sean è riuscito a cogliere alla perfezione, mettendone in scena i tratti piú intimi ed emozionanti.

E a livello fisico che tipo di lavoro ha svolto Zac Efron per diventare Kevin Von Erich?

Per arrivare a raggiungere il livello di fisicità che aveva mostrato nei filmati che lo vedevano sul ring, sapevo di dover sviluppare una sorta di ossessione. Ho realmente passato tre mesi a mangiare, dormire e allenarmi. Il che era praticamente quello che i veri fratelli Von Erich facevano nella vita reale. Sul set e sul ring ho incontrato i miei colleghi Jeremy Allen White, Harris Dickinson e Stanley Simons, che pian piano sono diventati miei amici. Fuori dal set la nostra vita era praticamente inesistente, il che mi ha aiutato molto a entrare nella psicologia e nello stato d’animo  del personaggio.

Avete lavorato insieme al vero Kevin Von Erich per la realizzazione del film?

Sean ha preso la decisione di non coinvolgerlo nella preparazione e durante le riprese perché non voleva correre il rischio di essere coinvolto in maniera troppo emotiva dal rapporto che si sarebbe sviluppato.Tutti volevamo dare una nostra versione di quella storia, mettendo in risalto quello che ritenevano fosse il cuore del dramma. Una decisione che ho rispettato e condiviso. Vi sono ore e ore di interviste televisive a Kevin che ho visionato per avvicinarmi al personaggio, momenti in cui parla in maniera molto spontanea sia del suo amore per il wrestling che degli eventi in cui la sua famiglia è rimasta coinvolta. Poi ovviamente lo abbiamo contattato per raccontargli quello che avevamo fatto, l’idea che abbiamo portati avanti girando The Iron Claw, e si è dimostrato un uomo aperto e molto saggio. L’ho incontrato finalmente alla première mondiale del film a Dallas e abbiamo parlato molto, è stato un momento emozionante per me, oserei dire l’apice emotivo della mia carriera.

Le sequenze di lotta sono vibranti, come le avete realizzate?

Abbiamo girato praticamente tutte le scene in pochi giorni: la produzione ha affittato il palazzetto dello sport che poi è stato riempito di comparse. È stata un’esperienza incredibile, un vero happening. Dopo essermi preparato fisicamente per tre mesi ho potuto esprimere tutto quello che avevo imparato, tutta l’energia accumulata in veri match di lotta. Sean ha scelto di girare gli incontri dall’inizio alla fine per ottenere realismo, in modo che il pubblico si emozionasse e partecipasse veramente, quindi abbiamo avuto qualcosa come quindici minuti di vero wrestling ogni volta. Io, Jeremy e il resto del cast avevamo studiato a fondo le coreografie degli incontri, ma abbiamo anche avuto modo di improvvisare qualche mossa durante i match, che in questo modo si sono trasformati in qualcosa di ulteriormente più reale e sentito. È stata una grande esperienza, un tour de force fisico ma anche emotivo non facile ma assolutamente gratificante.

Il background di ballerino di Zac Efron l’ha aiutata in qualche modo per i match?

Certamente, l’aver studiato coreografie per così tanto tempo da giovane mi ha favorito, soprattutto perché ho sviluppato negli anni un modo di imparare prevalentemente fisico e visivo. Il wrestling è un momento di show, una coreografia concertata con un certo spazio concesso all’improvvisazione. Kevin Von Erich era un maestro in questo, aveva sviluppato un linguaggio del corpo sul ring che sembrava realmente l’elaborazione di una danza.

The Warrior (The Iron Claw) arriva al cinema dal primo febbraio.