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Come sarebbero gli X-Men diretti da Wes Anderson [VIDEO]

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Come sarebbero gli X-Men diretti da Wes Anderson [VIDEO]

Dal Saturday Night Live arriva uno dei video più belli e divertenti degli ultimi anni che mostra Gli X-Men, i noti supereroi Marvel/Fox come sarebbero se alla regia dei film ci fosse il talentuoso Wes Anderson:

Vi ricordiamo che il prossimo film sui mutanti sarà X-Men Apocalypse:

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x-men-apocalypseCon Bryan Singer alla regia e allo script, in X-Men Apocalypse tornerà anche Simon Kinberg a scrivere la sceneggiatura che si baserà su una storia di Singer, Kinberg, Michael Dougherty e Dan Harris.

Inoltre ci sono anche già i primissimi dettagli relativi alla trama del film: il film sarà ambientato una decina di anni dopo Giorni di un Futuro Passato e rappresenta un passo successivo nella storia. L’aver alterato la storia nel film precedente ha causato delle reazioni imprevedibili e incontrollate, e la nascita di un nuovo e potente nemico. Charles (James McAvoy), Erik/Magneto (Michael Fassbender), Raven/Mistica (Jennifer Lawrence), Wolverine (Hugh Jackman) e Hank/Bestia (Nicholas Hoult) saranno raggiunti da Ciclope, Tempesta e Jean Grey e dagli altri X-Men per combattere contro il formidabile menico, una antica e potente forza, determinata a causare un’apocalisse come mai si è verificato nella storia dell’umanità. Oscar Isaac è stato scelto per interpretare Apocalisse. Al cast si aggiungono anche Sophie Turner (Jean Grey), Tye Sheridan (Ciclope), Alexandra Shipp (Tempesta) e Kodi Smit-McPhee (Nightcrwaler)

Alcune indiscrezioni vorrebbero nel film anche Channing Tatum nei panni del nuovo Gambit.

Come rompere una storia….con i titoli dei film!

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Come rompere una storia….con i titoli dei film!

titoli dei filmTutti i fan di Jessica Chastain sanno che l’attrice gestisce (sembra) in prima persona la sua pagina Facebook. Oggi, per ringraziare i fan di essere arrivata a 200,000 like, l’attrice straordinaria, oltre che bellissima, ha postato un divertente video che, a modo suo, che mette nel giusto mood per San Valentino.

Nel video, realizzato da POYKPAC Comedy, una coppia è a cena per festeggiare la romantica ricorrenza, ma nella loro conversazione, molto presto si insinuerà il dubbio: perchè lui ha tardato così tanto ad arrivare a cena, e di chi è il bambino che la donna aspetta?

Un simpatico video in cui le battute sono completamente ricavate da titoli dei film (quelli originali in Inglese) messi in sequenza per formare la migliore sceneggiatura di sempre!

Ecco il video:

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Intanto la bellissima Jessica Chastain, che quest’anno, dopo annate impegnative, non è trai protagonisti della season awards, si sta dedicando ai suoi progetti cinematografici. In fase di post produzione ci sono Miss Julie e Interstellar, che la vedono trai protagonisti, e intanto si accinge a recitare per Guillermo Del Toro in Crimson Peak, per Niki Caro in The Zookeeper’s Wife e in A Most Violent Year di  J.C. Chandor.

Come può uno scoglio: recensione del ritorno di Pio e Amedeo

Come può uno scoglio: recensione del ritorno di Pio e Amedeo

Mentre nei teatri di tutta Italia continuano a impazzare con il loro Felicissimo Show, Pio D’Antini e Amedeo Grieco – in arte Pio e Amedeo – arrivano anche nei cinema con il loro secondo film, Come può uno scoglio, diretti ancora da Gennaro Nunziante (Quo vado?, Sole a catinelle) come nel precedente Belli ciao. In attesa di Alessandro Siani e Fabio De Luigi, saranno loro a dover soddisfare la voglia di commedia del pubblico italiano, sulla quale punta molto Vision Distribution che dal 28 dicembre porta in sala questa commedia per tutti, o come la definiscono i due protagonisti, “un film sincero, onesto” nel quale la vera rockstar è proprio il regista, che è partito dall’osservazione delle dinamiche del duo per accompagnarli in una crescita che – a prescindere da tutto – appare evidente.

Come può uno scoglio, la trama

Stavolta, Pio è un ragazzo dal carattere debole e impacciato, al quale il defunto papà Salvatore, ricco costruttore, ha imposto le sue scelte regalandogli una vita agiata al fianco di Borromea (Francesca Valtorta), alla guida di una storica azienda vinicola e della famiglia che completano i due piccoli Ginevra e Manfredi. Una vita che cambia radicalmente quando don Boschin (Claudio Bigagli) gli mette accanto Amedeo, un ragazzo dal passato turbolento che dopo il carcere sta cercando di reinserirsi nel mondo del lavoro e che dovrà fargli da autista nella campagna elettorale che potrebbe portare Pio a diventare sindaco del paese dove vive, come si augurano gli imprenditori locali che lo hanno candidato per poterlo facilmente manovrare. Contro tutto e tutti, Pio verrà invece travolto dall’irruenza dell’altro fino a trovare il coraggio di mettere in discussione la sua vita, scavando nel proprio passato e nei tanti segreti che il padre gli aveva sempre nascosto.

Pio e Amedeo Vs Pio e Amedeo

Facile avere dei pregiudizi nei confronti di Pio e Amedeo, soprattutto dopo averli visti imperversare sul piccolo schermo nei panni degli intollerabili e incivili Emigratis che li hanno resi famosi, ma le differenze ci sono, come sottolineano loro stessi, consapevoli della necessità di cambiare quel registro per raggiungere un pubblico diverso. Più nazional-popolare, forse, come sembrerebbe suggerire il riferimento più che subliminale insito già nel titolo. Un pubblico da conquistare senza censurarsi, ma anche senza esagerare, come sanno i loro fan più convinti, e approfittando dell’occasione e del grande schermo per mostrarsi in grado di fare altro, grazie anche alla guida di un esperto come Nunziante.

Come può uno scoglioNei live siamo più liberi“, ammettono Pio e Amedeo, qui comunque abbastanza a loro agio anche entro i limiti della sceneggiatura di un personalissimo Quasi amici del quale risultano anche come autori, insieme al regista, e nel quale si ammicca ai Blues Brothers e al Freddie Mercury di Wembley mentre si continua a fare ironia sui malcostumi italici (e sul potere della chiesa), limitando il politically incorrect a un breve riferimento al bere che Oltreoceano avrebbe fatto urlare alla celebrazione dell’alcolismo.

C’è molto del terrunciello di Giorgio Porcaro e Diego Abatantuono nei personaggi con i quali si spera di conquistare il pubblico di oggi, e di “distrarlo dai problemi della vita”. Un obbiettivo che il film sembra capace di raggiungere facilmente, nonostante una evidente disomogeneità tra l’ovvia chimica che sviluppa la coppia protagonista e le reazioni cartoonistiche o le faccette dei tanti comprimari. Elementi di un contorno che resta sullo sfondo e che non sostiene come potrebbe uno sviluppo che risolve le sue necessità narrativamente con qualche strappo e colpi di scena poco sorprendenti, ma che funziona proprio nel suo lasciare la scena alle due star, veri professionisti nello strappare la risata voluta.

Come può uno scoglio: il trailer del nuovo film di Pio e Amedeo

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Come può uno scoglio: il trailer del nuovo film di Pio e Amedeo

Vision Distribution ha diffuso il trailer di Come può uno scoglio, il nuovo film diretto da Gennaro Nunziante con Pio D’Antini, Amedeo Grieco, Francesca Valtorta, Nicola Rignanese, Christina Andrea Rosamilia, e con Claudio Bigagli. Il film uscirà il 28 dicembre in sala.

Come può uno scoglio, la trama

E se un giorno scoprissi che la vita che hai non è quella che volevi? Che qualcuno giorno dopo giorno ha addormentato i tuoi desideri fino a farti diventare un altro da te stesso? È quello che succede a Pio, un ragazzo dal carattere debole e impacciato, al quale il defunto papà Salvatore, ricco costruttore, ha imposto le sue scelte. Eppure, la sua è una vita agiata da fare invidia. Avvocato e ora anche presidente dell’azienda del papà, sposato con Borromea, padre di due bambini, Ginevra e Manfredi, vive nel castello dei marchesi Pasin, i suoi suoceri, proprietari della storica cantina vinicola di famiglia dove producono prosecco. E non è finita.  Adesso un gruppo di imprenditori locali lo ha candidato a sindaco del paese perché essendo un debole lo possono manovrare facilmente. Pio è come anestetizzato in quella vita non sua ma gli uomini si sa sono come i vulcani, dormono silenziosi per anni e poi è un attimo e il fuoco torna ad esplodere. La scintilla la offre il parroco del paese don Boschin, guida spirituale del defunto padre di Pio che gli chiede il favore di assumere come autista Amedeo, un ragazzo dal passato turbolento che l’ha visto spesso finire in carcere e che sta cercando di reinserirsi nel mondo del lavoro. Quella di Amedeo è una vera e propria irruzione nella vita di Pio; con i suoi modi espliciti e la sua esuberanza inizia a sovvertire la consolidata armonia famigliare. La situazione diventa presto ingestibile; Borromea e i suoceri marchesi chiedono la testa di Amedeo, ma Pio non ha la forza di mandarlo via, una scelta che risulterà vincente. Sì, perché, contagiato dal coraggio di Amedeo, Pio metterà in discussione tutto e andrà a riprendersi la vita che voleva e farà pace con i suoi desideri. Una rivolta totale che lo porterà con Amedeo a intraprendere un viaggio carico di sorprese, fino alla scoperta che quell’autista non è giunto lì per caso, che quelle loro vite così diverse sono unite da qualcosa di forte e incredibile perché nessuno è niente per nessuno

Come Pietra Paziente: recensione del film con Golshifteh Farahani

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In Come Pietra Paziente in un paesino senza nome dell’Afghanistan, una donna (Golshifteh Farahani) veglia il marito (Hamidreza Javdan) in coma. Lui è un eroe di guerra ferito da una pallottola al collo, lei un’invisibile compagna rimasta sola ad accudirlo. Fuori, nelle strade e nelle case, gli scontri e i bombardamenti, i miliziani che uccidono i civili, la mancanza di cibo e di acqua.

Disperata per la sorte che le toccherà se dovesse morire il marito, lei lo accudisce con cura, nella speranza che lui si risvegli. Le sue attenzioni, però, col tempo mutano: potendo parlare con il suo uomo senza ottenere risposte né giudizi, la donna lentamente comincia a svelare al compagno incosciente i suoi pensieri, i suoi sentimenti, le sue paure, i suoi segreti. Un giorno un miliziano (Massi Mrowat) irrompe in casa sua e, scambiandola per una prostituta la costringe a fare sesso, facendola sentire inizialmente in colpa e usata, ma poi, incontro dopo incontro, viva e desiderata, cosciente di sé e del suo corpo. Il marito, chiuso nel suo sonno forzato, resta immobile ad ascoltare, come la Pietra Paziente della leggenda; una pietra a cui si può confidare tutto e che, una volta distrutta, compie la magia di liberare da ogni sofferenza.

Come Pietra Paziente, il film

I personaggi di Come Pietra Paziente non hanno nome, ma solo il loro ruolo: la protagonista è moglie, madre, amante, amata, l’uomo è un marito, un eroe, un guerriero e il giovane che si invaghisce di lei è un ragazzo, un miliziano, una vittima e un innamorato. Così il film diventa una metafora universale e un percorso di liberazione dall’oppressione del silenzio, di tutti i silenzi. Le parole della donna da pudiche diventano sempre più audaci, le rivelazioni meno trattenute e questo monologo che scorre come un flusso quasi fisico da lei al marito ripristina un equilibrio di potere e di importanza in una società, come quella afghana, che fa del disequilibrio di genere e della repressione sessuale il suo tratto dominante.

Tratto dal romanzo Pietra di Pazienza, dello scrittore Atiq Rahimi nel film in veste di regista, Come Pietra Paziente si impone per il suo ritmo discontinuo, le sue inquadrature in lento movimento, i suoi dettagli e per l’effetto provocato dalla commistione della voce della bravissima Golshifteh Farahani e le immagini che scorrono sullo schermo.

L’abuso del parlato e la scelta di rappresentare una sorta di monologo interiore, inizialmente straniante, é decisamente funzionale alla riuscita del film e soprattutto al messaggio che sembra voler veicolare, poiché la protagonista, grazie alle parole e attraverso le parole, smette di essere la serva invisibile del marito e acquista sostanza, diventando un corpo pulsante, una mente riflessiva, una donna, un profeta.

Come Pietra Paziente che mostra come i regimi si possano abbattere dall’interno delle mura di una casa, semplicemente infrangendo il silenzio. In sala dal 28 marzo.

Come per disincanto: tutti gli Easter Eggs a tema Disney

Come per disincanto: tutti gli Easter Eggs a tema Disney

È logico che Come per disincanto di Disney+ sia ricco di Easter egg e di riferimenti ad altri film Disney. Il film è il sequel tanto atteso della fiaba live-action Come d’incanto del 2007, che segue le avventure della principessa Giselle (Amy Adams) dopo essere stata cacciata dal regno fatato di Andalasia ed essere riemersa nella Grande Mela, alla ricerca del suo “per sempre felici e contenti”. Così come il primo film, anche il sequel gioca con i tropi delle fiabe Disney, alcuni dei quali sono stati utilizzati per decenni. Non solo molti di questi continuano a comparire nella vita di Giselle, ma i riferimenti diretti ad altri film Disney si verificano sia nel “mondo reale” che al di fuori di esso: scopriamoli assieme.

Il libro delle fiabe

Come Biancaneve e i sette nani, Cenerentola, La bella addormentata nel bosco, Il libro della giungla, Pinocchio, Robin Hood e altri ancora, la trama di Come per disincanto viene introdotta dalla voce narrante di un magico libro di fiabe.

Nella scena di apertura, lo scoiattolo Pip legge la storia del primo film ai suoi due figli, informa lo spettatore che c’è dell’altro e tira fuori un secondo libro di fiabe che contiene la storia del sequel.

Cantare con gli animali

BiancaneveAnche se tutte le principesse Disney sembrano avere un legame con gli animali e la natura, alcune di loro riescono addirittura a comunicare con loro.

La capacità di Giselle di cantare e parlare con tutti gli animali nelle sue vicinanze segue il modello stabilito dai più vecchi film Disney sulle principesse: Biancaneve, Cenerentola e La bella addormentata nel bosco, in cui le eroine comunicano con uccelli, topi e ogni sorta di altri animali. A volte, gli animali nei film Disney assistono le principesse in alcuni compiti o forniscono loro compagnia e conforto.

Le tre fate buone

Con i loro abiti rossi, verdi e blu, le tre giardiniere al lavoro quando la famiglia di Giselle si trasferisce a Monroeville in Come per disincanto sono vestite come le tre fate buone della Bella Addormentata. Si offrono anche di fare da babysitter e dicono di essere particolarmente brave nell'”ora del pisolino”.

Questo si riferisce al fatto che ne La Bella Addormentata, dopo la maledizione di Malefica, le tre fate buone Flora, Fauna e Serenella crescono Aurora come fosse loro figlia per 16 anni, tenendola al sicuro fino a quando la principessa non si riunisce ai suoi genitori. Il parallelismo si consolida quando l’incantesimo di Giselle entra in azione e dona loro delle vere ali da fata.

Elettrodomestici senzienti

Gli elettrodomestici senzienti, che parlano e funzionano da soli, sono un chiaro riferimento a La Bella e la Bestia.

In quel film, gli elettrodomestici sono in realtà i membri del personale domestico del palazzo che è stato maledetto, il che rende spontanea una domanda: queste nuove aggiunte alla casa di Giselle erano un tempo i suoi vicini di casa a Monroeville?

“Stia con noi”

Disney-Bella-e-la-BestiaMentre gli abitanti della neonata Monroelasia cantano della loro magica vita quotidiana in Come per disincanto, una delle frasi che intonano è “Stia con noi!”.

Questo è un riferimento alla famosa canzone de La Bella e la Bestia, un film che presenta molti numeri musicali simili a quelli di Broadway.

“Le matrigne malvagie hanno i gatti”

Quando Pip si trasforma da scoiattolo in gatto, Giselle osserva che le matrigne possiedono gatti anziché dolci compagni animali come le principesse Disney.

La matrigna cattiva più prolifica della biblioteca Disney, Lady Tremaine di Cenerentola, aveva un gatto domestico che era malvagio quanto la sua padrona. Si chiamava addirittura Lucifero!

Conto alla rovescia per la mezzanotte

Poche fiabe possono essere considerate complete senza il fatidico conto alla rovescia per la mezzanotte, e Come per disincanto non fa eccezione; in particolare, Cenerentola potrebbe aver fatto l’uso più iconico dei rintocchi della torre dell’orologio come strumento per il conto alla rovescia.

La posa “Ariel” di Morgan

La SirenettaAlla fine della canzone “Perfect” di Come per disincanto, durante la quale esprime il desiderio di essere se stessa, Morgan si china su una pila di scatole proprio mentre una cittadina di Monroeville getta un secchio d’acqua dietro di lei.

L’effetto visivo di questa posa di fronte all’acqua ricorda Ariel de La sirenetta. Oltre a molte locandine del film, anche Ariel (l’unica principessa non umana della Disney) appare in questa posa dopo aver cantato “Part of Your World”, dove esprime desideri simili a quelli di Morgan e il suo sentirsi in conflitto con il mondo che la circonda.

Le canzoni “dei cattivi”

Durante la canzone “del cattivo” che Giselle e Malvina cantano insieme, Malvina fruga nei suoi armadi per trovare un modo per liberarsi della sua nuova rivale. Tra questi ci sono alcuni strumenti familiari utilizzati dai cattivi Disney per liberarsi delle principesse: sullo sfondo, ad esempio, si vede un arcolaio, un riferimento alla maledizione del sonno nella Bella Addormentata.

Aprendo gli armadietti, gli spettatori più attenti potrebbero aver notato una rosa in una teca di vetro, una fiala con l’etichetta “bevimi” e una mela avvelenata (riferimenti rispettivamente a La Bella e la Bestia, Alice nel Paese delle Meraviglie e Biancaneve) prima che Malvina si decida per un sonnifero.

Trasformazione del vestito di Morgan

Cenerentola 1950Quando il vestito a brandelli di Morgan si trasforma in un bellissimo abito da ballo in Come per disincanto, gli effetti speciali riproducono l’esatta trasformazione che avviene in Cenerentola.

Nel caso di Cenerentola, si tratta di ciò di cui ha bisogno per poter partecipare al ballo reale, ma la trasformazione di Morgan è un piacevole effetto secondario di una magia più grande che opera per riportare l’ordine nel mondo attraverso l’albero dei desideri di Giselle.

Let It… Go?

elsa frozenDurante la sua canzone sul potere dell’amore e dei ricordi, Nancy canta “let it grow, let it glow” in riferimento ai ricordi in questione.

Non solo si tratta di un riferimento lirico alla famosa canzone di Frozen, Let It Go, ma anche la voce potrebbe risultare familiare. Nancy di Come per disincanto è infatti interpretata da Idina Menzel, che ha prestato la sua stupenda voce anche a Elsa.

Abiti da favola

Nessun film di fiabe è completo senza abiti iconici, e quelli della Disney non fanno eccezione. In tutta Monroelasia, la versione fiabesca di Monroeville di Giselle, i personaggi sono acconciati in modo da rispecchiare le loro controparti dei film Disney. Dopo aver espresso il suo desiderio, Giselle indossa una vaporosa camicia da notte blu e rosa, come la fata madrina di Cenerentola.

L’abito casual di Morgan è molto simile agli stracci che la figliastra maltrattata della Disney, Biancaneve, indossa all’inizio del film. Tyson, nel ruolo del Principe Azzurro, è acconciato come i principi di Biancaneve e Cenerentola. Le due “tirapiedi” di Malvina, Ruby e Rosaleen, partecipano al festival con un aspetto molto simile alle due sorellastre cattive di Cenerentola, Anastasia e Genoveffa.

Come per DisIncanto: Amy Adams racconta com’è stato tornare nei panni di Giselle

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Era il 2007 quando al cinema arrivò Come d’Incanto e in quell’anno il mondo conobbe finalmente un’attrice che sarebbe poi diventata una delle più brave della sua generazione: Amy Adams. Dopo 15 anni, numerosi film culto all’attivo e cinque nomination agli Oscar, Adams torna al mondo che l’ha resa famosa, nei panni di Giselle, una principessa Disney a tutti gli effetti che cerca il suo “per sempre felici e contenti” nella New York della contemporaneità. Ma come ben sappiamo, i film finiscono sempre all’inizio delle storia d’amore, e così Come per DisIncanto si chiede che fine ha fatto il “felici e contenti” di Robert (Patrick Dempsey) e Giselle, dopo 10 anni di matrimonio. 

In occasione della conferenza stampa internazionale, Amy Adams ha spiegato cosa l’ha convinta a tornare nei vestiti a fiori colorati e romantici di Giselle: “Per me è stato interessante perché cercavamo di capire a che punto fosse Giselle adesso. Da quando l’abbiamo lasciata nel primo film, c’è stata già un’evoluzione rispetto a quello che era Giselle all’inizio della sua storia. Quindi prendere quell’evoluzione di chi sarebbe potuta essere dopo aver trascorso 10 anni nel mondo reale, e assicurarci di mantenerla radicata in una sorta di verità dei suoi sentimenti, senza perdere quella gioia, quell’ingenuità, l’innocenza e la purezza che rendono Giselle così speciale (…) è più o meno lì che ho fissato il mio punto di partenza, ho preso tutto ciò che amavo di Giselle nel primo film, e poi avere l’opportunità di farlo crescere durante questo secondo film. È stato un vero piacere ritrovare il cast originale. È stato così divertente vedere tutti tornare indietro, siamo stati abbastanza fortunati da avere tutti con noi. E non posso ringraziarli abbastanza, sono molto riconoscente. Ed ero così felice anche per i nuovi membri del cast.”

Proprio trai nuovi membri del cast di Come per DisIncanto c’è la nuova Morgan, ovvero la figlia di Robert che Giselle in qualche modo adotta, diventandone la matrigna, interpretata da Gabriella Baldacchino, ma anche la villain del film (anche se sarebbe improprio definirla così…) Maya Rudolph, che interpreta invece Malvina Monroe.

Per Rudolph si tratta di un’esperienza nuova, nonostante un curriculum lungo e vario: “Ho avuto altre volte l’opportunità di cantare, ma non è mai stato come in questo caso. E sapere che avrei scritto questa canzone di Menken & Schwartz è stato davvero, davvero quasi come un traguardo della vita. Come se mi stessi allenando per la maratona, mi sono allenata per tutta la vita fare questa cosa, ed è quello che facevamo davvero. Andavamo alle prove vocali, e andavamo alle prove di ballo, e lavoravamo sodo per il giorno in cui avremmo girato la canzone. E poi l’abbiamo fatto. È stato incredibile.”

Baldacchino ha un ruolo davvero importante nella storia, e non è difficile immaginarlo, data la sua natura di “figliastra” rispetto a Giselle. Per la giovane attrice però stare sul set di Come per DisIncanto è stato un sogno che si avvera, dal momento che lei può certamente dire di essere cresciuta con questo film (è classe 2001). 

“Penso, onestamente, che fare questo film per me sia stato davvero un desiderio che si avvera – ha spiegato Baldacchino – Voglio dire, quando ero piccola, e anche crescendo, Come D’Incanto era il mio film preferito. Quindi, essere in grado di unirmi a tutte queste persone è stato surreale per me. Era il mio sogno far parte di qualcosa del genere. È che ha cambiato completamente la mia vita. E sono così, così grata di cantare la musica scritta da Alan Menken e Stephen Schwartz. Sono cresciuta esibendomi. Amavo il teatro musicale e il canto, quindi non era una novità per me. Ma arrivare a dare origine a qualcosa che hanno scritto, è un onore, no?”

Dal 18 novembre, quando Come per disincanto e vissero infelici e scontenti sarà disponibile su Disney+, si potrà scoprire se la giovane interprete sia stata o meno all’altezza di questo onore.

Come per Disincanto, Giulia Ottonello torna a prestare il canto a Giselle

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La cantante e attrice Giulia Ottonello torna a prestare la propria voce a Giselle nelle canzoni di Come per disincanto e vissero infelici e scontenti, la nuova commedia musicale live action che debutta domani, venerdì 18 novembre, in esclusiva su Disney+.

Giulia Ottonello aveva prestato la propria voce nelle canzoni interpretate da Giselle anche nel primo film di successo Come d’incanto. A poche ore dal debutto dell’atteso sequel, Giulia ha raccontato il suo ritorno al doppiaggio per i brani di questo nuovo live action.

Per celebrare l’arrivo del film, il cast e i filmmaker si sono riuniti ieri sera a El Capitan Theatre di Hollywood. Presenti alla premiere Amy Adams, Patrick Dempsey, Idina Menzel, James Marsden, Maya Rudolph, Yvette Nicole Brown, Jayma Mays, Gabriella Baldacchino, Oscar Nunez, Kolton Stewart e Griffin Newman, insieme al regista Adam Shankman, la sceneggiatrice Brigitte Hales, il produttore Barry Josephson e il compositore/autore Alan Menken. Tra gli ospiti della serata anche Darren Criss, Rachel Covey, Spencer Stevenson e Riele Downs.

Come per Disincanto – E vissero infelici e scontenti, il trailer del film in arrivo su Disney+ il 18 novembre

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Disney+ ha annunciato con il secondo trailer ufficiale la nuova data di debutto di Come per disincanto e vissero infelici e scontenti, la commedia musicale live action che debutterà il 18 novembre in esclusiva sulla piattaforma streaming. L’atteso sequel di Come d’incanto riunisce i membri del cast originale Amy Adams, Patrick Dempsey, Idina Menzel e James Marsden, oltre ai nuovi ingressi di Maya Rudolph, Gabriella Baldacchino, Yvette Nicole Brown e Jayma Mays. Il film è diretto da Adam Shankman e include nuove canzoni di Alan Menken e Stephen Schwartz.

Come per disincanto e vissero infelici e scontenti, la trama

Sono passati 15 anni dal matrimonio di Giselle (Amy Adams) e Robert (Patrick Dempsey), ma Giselle è ormai disillusa dalla vita in città, così i due decidono di trasferirsi con la loro famiglia in crescita nella tranquilla comunità suburbana di Monroeville alla ricerca di una vita da favola. Sfortunatamente, questa soluzione non è così semplice come Giselle aveva sperato. Le regole lontano dalla città sono completamente nuove e un’ape regina locale, Malvina Monroe (Maya Rudolph), fa sentire Giselle più fuori posto che mai. Frustrata dal fatto che il suo “e vissero per sempre felici e contenti” non sia stato così facile da raggiungere, si rivolge alla magia di Andalasia per chiedere aiuto, trasformando accidentalmente l’intera Monroeville in una fiaba e mettendo a rischio la felicità futura della sua famiglia. Ora Giselle deve affrontare una corsa contro il tempo per annullare l’incantesimo e scoprire cosa significhi davvero “e vissero felici e contenti” per lei e la sua famiglia.

Come per disincanto e vissero infelici e scontenti è interpretato da Amy Adams, Patrick Dempsey, Maya Rudolph, Yvette Nicole Brown, Jayma Mays, Gabriella Baldacchino, con Idina Menzel e James Marsden. Diretto da Adam Shankman, da una sceneggiatura di Brigitte Hales e un soggetto di J. David Stem & David N. Weiss e Richard LaGravenese, Come per Disincanto – E vissero infelici e scontenti è prodotto da Barry Josephson, Barry Sonnenfeld e Amy Adams, mentre Jo Burn, Sunil Perkash e Adam Shankman sono gli executive producer. Il film include canzoni con le musiche del compositore otto volte vincitore del premio Oscar® Alan Menken e testi del paroliere tre volte vincitore dell’Oscar® Stephen Schwartz, il cui lavoro per Come d’incanto ha ottenuto tre candidature agli Academy Award®. La colonna sonora è di Alan Menken.

Nella versione italiana tornano a prestare le proprie voci ai protagonisti del film: Ilaria Latini (“Giselle”/Amy Adams – dialoghi), Giulia Ottonello (“Giselle”/AmyAdams – canto), Stefano Benassi (“Robert”/Patrick Dempsey – dialoghi e canto), Francesco Bulckaen (“Principe Edward”/James Marsden – dialoghi), Luca Velletri (“Principe Edward”/James Marsden – canto), Laura Lenghi (“Nancy”/Idina Menzel – dialoghi), Claudia Paganelli (“Nancy”/Idina Menzel – canto), Luigi Ferraro (“Pip” – dialoghi e canto); mentre si aggiungono Laura Romano (“Malvina Monroe”/Maya Rudolph – dialoghi), Renata Fusco (“Malvina Monroe”/Maya Rudolph – canto), Emanuela Ionica (“Morgan”/Gabriella Baldacchino – dialoghi), Cristiana Alviti (“Morgan”/Gabrilla Baldacchino – canto), Stella Gasparri (“Rosaleen”/Yvette Nicole Brown – dialoghi), Francesca Manicone (“Ruby”/Jayma Mays – dialoghi) e Nanni Baldini (gli scoiattoli Skip e Kip – dialoghi e canto).

Come per disincanto e vissero infelici e scontenti: cambia la data di uscita del sequel di Come d’Incanto

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Disney+ ha ufficialmente cambiato la data di uscita di Come per disincanto e vissero infelici e scontenti (Disenchanted), l’attesissimo sequel fantasy con il ritorno di Amy Adams. Inoltre, lo streamer ha anche pubblicato un poster nuovo di zecca, fornendoci un nuovo look alla Giselle di Amy Adams. Originariamente previsto per l’uscita del 24 novembre 2022, il film farà il suo debutto una settimana prima venerdì 18 novembre, poco prima del giorno del Ringraziamento di quest’anno.

Come per disincanto e vissero infelici e scontentiBasato sui personaggi originali dello scrittore di Enchanted  Bill Kelly, Come per disincanto e vissero infelici e scontenti è diretto da Adam Shankman. Presenta il ritorno del cast originale, tra cui l’attrice sei volte candidata all’Oscar Amy Adams nei panni dell’irrimediabilmente romantica ed eternamente ottimista Giselle, ora sposata e che vive a Monroeville; Patrick Dempsey (Grey’s Anatomy) nel ruolo del marito di Giselle, il cinico pragmatico Robert Philip; James Marsden (X-Men) nel ruolo dell’affascinante ma sciocco Principe Edoardo dall’Andalasia; e Idina Menzel (Frozen) nei panni di Nancy Tremaine, l’ex sarta ora sposata con il principe Edoardo. A loro si uniscono i nuovi membri del cast Maya Rudolph, Kolton Stewart, Yvette Nicole Brown, Jayma Mays, Oscar Nunez e presentano Gabriella Baldacchino nei panni della figlia ormai cresciuta di Robert Philip, Morgan.

Il primo film è stato diretto da Kevin Lima e ha ottenuto un incasso mondiale di oltre $ 340 milioni contro un budget dichiarato di $ 85 milioni. E ‘stato anche ben accolto dalla critica e dal pubblico, che ha fatto guadagnare al film due nomination ai Golden Globe tra cui quella come migliore attrice per Amy Adams.

Come per disincanto e vissero infelici e scontenti, trailer dell’atteso sequel di Come d’incanto

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È disponibile il trailer della nuovissima commedia musicale live action Come per disincanto e vissero infelici e scontenti. L’atteso sequel di Come d’incanto, che riunisce i membri del cast originale Amy Adams, Patrick Dempsey, James Marsden, Idina Menzel, oltre a Maya Rudolph, Gabriella Baldacchino, Yvette Nicole Brown e Jayma Mays, è diretto da Adam Shankman e include nuove canzoni di Alan Menken e Stephen Schwartz. Come per disincanto e vissero infelici e scontenti sarà disponibile in streaming dal 24 novembre, in esclusiva su Disney+.

La trama del film

Sono passati 15 anni dal matrimonio di Giselle (Amy Adams) e Robert (Patrick Dempsey), ma Giselle è ormai disillusa dalla vita in città, così i due decidono di trasferirsi con la loro famiglia in crescita nella tranquilla comunità suburbana di Monroeville alla ricerca di una vita da favola. Sfortunatamente questa soluzione non è così semplice come Giselle aveva sperato. La periferia ha delle regole completamente nuove e un’ape regina locale, Malvina Monroe (Maya Rudolph), che fa sentire Giselle più fuori posto che mai. Frustrata dal fatto che il suo “e vissero per sempre felici e contenti” non sia stato così facile da raggiungere, si rivolge alla magia di Andalasia per chiedere aiuto, trasformando accidentalmente l’intera città in una fiaba e mettendo a rischio la felicità futura della sua famiglia. Ora Giselle deve affrontare una corsa contro il tempo per annullare l’incantesimo e scoprire cosa significhi davvero “e vissero felici e contenti” per lei e la sua famiglia.

Come per disincanto e vissero infelici e scontenti è interpretato da Amy Adams, Patrick Dempsey, Maya Rudolph, Yvette Nicole Brown, Jayma Mays, Gabriella Baldacchino, con Idina Menzel e James Marsden. Diretto da Adam Shankman, da una sceneggiatura di Brigitte Hales e un soggetto di J. David Stem & David N. Weiss e Richard LaGravenese, Come per disincanto e vissero infelici e scontenti è prodotto da Barry Josephson, Barry Sonnenfeld e Amy Adams, mentre Jo Burn, Sunil Perkash e Adam Shankman sono gli executive producer. Il film include canzoni con le musiche del compositore otto volte vincitore del premio Oscar® Alan Menken e testi del paroliere tre volte vincitore dell’Oscar® Stephen Schwartz, il cui lavoro per Come d’incanto ha ottenuto tre candidature agli Academy Award®. La colonna sonora è di Alan Menken. Il film Disney Come per disincanto e vissero infelici e scontenti sarà disponibile in streaming in esclusiva su Disney+ dal 24 novembre 2022.

Come per disincanto (DISENCHANTED): la recensione

Come per disincanto (DISENCHANTED): la recensione

La principessa Giselle torna a barcamenarsi tra mondo reale e fiabesco in Come per disincanto e vissero infelici e scontenti. Il film, disponibile su Disney+, è il sequel di Come d’incanto, lungometraggio del 2007 che racconta di una principessa esiliata nella New York dei giorni nostri. Nel secondo capitolo, animazione e realtà si mescolano con la stessa autoironia che aveva contraddistinto il primo Come d’incanto.

come per disincanto 2La sinossi di Come per disincanto

 Alla fine del primo film, la storia della principessa Giselle (Amy Adams) sembrava essersi conclusa con un lieto fine: la sovrana di Andalasia aveva scelto di restare a New York insieme all’amato avvocato Robert (Patrick Dempsey) e alla figliastra Morgan. Tuttavia, all’inizio di Come per disincanto, la situazione non è così idilliaca: Giselle e Robert hanno avuto una bambina e si amano ancora, ma l’adolescente Morgan e la caotica New York sembrano mettere i bastoni tra le ruote alla serenità della famiglia.

Per cambiare aria, il quartetto decide di trasferirsi in provincia, a Monroeville. La pace tanto cercata non sembra però arrivare. Giselle, sconfortata, esprime un desiderio che nuovamente mescola mondo reale e mondo magico, La cittadina, apparentemente tranquilla, diventa presto lo scenario di scontri con vicini, streghe cattive e forze magiche. Riconquistare l’equilibrio questa volta sarà ancora più difficile.

Di tutto un po’

Come per disincanto è un film difficile da decifrare. È un prodotto Disney ma parla di principesse in modo satirico, usa sia l’animazione che il live-action e si serve della musica in modo quasi eccessivo. La domanda è: fino a che punto il regista Adam Shankman vuole ironizzare la favola del ‘vissero per sempre felici e contenti’? Rispetto a Come d’Incanto, l’impressione questa volta è di guardare una fiaba molto più standardizzata, che passa dal mondo ordinario a quello straordinario e confuso, per poi ritrovare una forma di equilibrio.

Anche a livello estetico, Come per disincanto è un prodotto molto più fiabesco: l’ambientazione rurale, la casa enorme che sembra un castello in rovina, tutti gli elementi scenici si adattano perfettamente al tema di Cenerentola e della matrigna. L’inserimento delle sequenze animate, nel più classico stile Disney della Golden Age, non fa che confermare questo aspetto. In fin dei conti, il film esplicita una serie di metafore che nelle fiabe più classiche rimangono implicite, dai temi adolescenziali a quelli più maturi.

La protagonista non è più solo una principessa

L’ironia della storia di Come per disincanto è inserita in alcuni dettagli curiosi: Giselle, esempio di innocenza e bontà in pieno stile Biancaneve, per errore crea un incantesimo che la trasforma in una perfida matrigna. A differenza del primo capitolo, questa volta Giselle non è più una giovane ragazza innocente, ma è una madre matura che, addirittura, sembra passare al lato oscuro. Dilaniata – si esagera – tra ll bene e il male, Giselle vive una vera e propria lotta interiore molto poco fiabesca e decisamente umana: non sa come comportarsi con la figliastra adolescente.

come per disincanto Amy Adams Patrick Dempsey

Come per disincanto non è infatti una fiaba costruita sull’amore, ma è un racconto dei rapporti inter-famigliari contemporanei tra figli e genitori, di sangue come acquisiti. In questo mix di elementi vecchi e nuovi, disneyiani ed umani, il film merita una visione, quanto più spensierata, per rituffarsi dopo quindici anni nella tragicomica vita della principessa urbana Giselle.

Come pecore in mezzo ai lupi, la recensione del crime di Lyda Patitucci

Continua – e felicemente – la collaborazione di Lyda Patitucci con Matteo Rovere e la sua Groenlandia, almeno a vedere il Come pecore in mezzo ai lupi dal 13 luglio nelle sale distribuito da Fandango. Già regista di seconda unità, specializzata in scene d’azione, in film Veloce come il vento e Il Primo Re (ma anche nei vari Smetto quando voglio e la serie Vostro onore), la ferrarese dietro la macchina da presa di Curon passa al lungometraggio vero e proprio per chiudere un cerchio aperto molto tempo fa. E ci regala un crime a tinte forti con una durissima Isabella Ragonese e un Andrea Arcangeli sempre più lontano dal Baggio de Il Divin Codino.

Come pecore in mezzo ai lupi, tutto in famiglia

Lei è Vera, agente di polizia sotto copertura sulle tracce di una banda internazionale di criminali serbi. Isolata da tutto e impermeabile a ogni possibile emozione o affetto, la corazza costruita in anni di solitudine viene messa a rischio da un incontro che potrebbe vanificare tutti gli sforzi fatti fino a quel punto. Quello con Bruno, suo fratello minore, che dopo un matrimonio fallito, con la instabile madre di sua figlia Marta, ormai ha solo la bambina come ragione di vita.

Lui, da poco uscito di prigione, fa coppia fissa con un partner che lo trascina in un colpo troppo più grande di loro, proprio quello che stanno organizzando gli slavi. Il comune doloroso passato familiare, che ancora tiene legati i due fratelli al padre predicatore e anaffettivo (un magnetico Tommaso Ragno), continua a fare da collante, e nonostante le vecchie ferite e la paura di essere scoperti, il desiderio di qualcosa di più – o di poter cambiare per sempre la propria vita e il destino che sembrava essere segnato – dà loro forza. Anche se le scelte davanti alle quali si troveranno metteranno a dura prova il raggiungimento dei reciproci obiettivi.

Final Girl all’italiana

L’esperienza maturata sui set citati, come anche la professionalità nella coreografia e organizzazione di sequenze spesso molto affollate, sono evidenti anche in un film che sceglie di rinunciare alle scene d’azione tipiche del crime che avrebbe potuto essere per puntare su altro. Ed è probabile che proprio la possibilità di confrontarsi con un aspetto complementare a quelli tanti praticati sia quello che ha attratto Patitucci nella sceneggiatura di Filippo Gravino (La terra dei figli, Il Primo Re) che Matteo Rovere le aveva proposto.

Come pecore in mezzo ai lupiQuella di un poliziesco moderno, ambientato in una Roma criminale diversa e soprattutto con una donna tanto dura nel suo lavoro quanto sempre a un passo dal crollo definitivo. Ma le ferite personali, i fallimenti sentimentali o familiari, restano accenni, ché al centro della storia stavolta troviamo il rapporto con il fratello. Che pur condividendo molti di quei traumi, non ha nulla dell’apparente solidità della sorella.

Entrambi sembrano rinnegare ogni legame col passato, nella speranza di poter avere un futuro, ed è sulla continua oscillazione tra la possibilità e la disperazione che si crea la tensione di Come pecore in mezzo ai lupi, un film asciutto ed essenziale come molte delle scenografie e delle location scelte, dalle case dove nessuno sembra vivere ai marmi del cimitero e dell’architettura fascista dell’EUR. La direzione degli attori è perfettamente coerente con il contesto creato, un pregio che non sempre il cinema italiano sfoggia, soprattutto quello ‘di genere’, il ritorno del quale sembra ormai una realtà grazie anche e proprio a film come questo.

Nella quale anche l’importanza di una tale protagonista femminile (spesso definita “unica” non senza retorica e con poco tatto nei confronti del Bruno di Arcangeli) è evidente senza aver bisogno di esser sottolineata. E si inserisce in un intreccio la forza del quale sono tutti i personaggi, nessuno escluso. Oltre alla coerenza data al risultato finale da quella che qualcuno già chiama la ‘Kathryn Bigelow italiana’ – attualmente al lavoro sul prossimo

Obliquo 616 – e che forse ha fatto bene ad aspettare questa storia per esordire come regista, senza nulla togliere alla Mila del fumetto di Mirko Giacchetti che avrebbe dovuto adattare quando sembrava che il suo debutto sarebbe stato quello anticipato dal pitch trailer datato 2013, al quale però non seguì lo sviluppo di un lungometraggio.

Come Pecore in Mezzo ai Lupi gratis al cinema con Cinefilos.it

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Come Pecore in Mezzo ai Lupi gratis al cinema con Cinefilos.it

Cinefilos.it offre la possibilità di vedere al cinema, gratis, Come Pecore in Mezzo ai Lupi, diretto da Lyda Patitucci e interpretato, tra gli altri da Isabella Ragonese ed Andrea Arcangeli. Il film arriverà nelle sale il 13 luglio distribuito in Italia da Fandango.

Ecco le città in cui sarà possibile partecipare alle anteprime:

ANTEO PALAZZO DEL CINEMA – MILANO
giovedì 13 luglio – 10 biglietti (5×2)
venerdì 14 luglio –  10 biglietti (5×2)
sabato 15 luglio – 10 biglietti (5×2)
domenica 16 luglio – 10 biglietti (5×2)
GIULIO CESARE – ROMA
giovedì 13 luglio – 10 biglietti (5×2)
venerdì 14 luglio –  10 biglietti (5×2)
sabato 15 luglio – 10 biglietti (5×2)
domenica 16 luglio – 10 biglietti (5×2)
lunedì 17 luglio – 10 biglietti (5×2)
martedì 18 luglio – 10 biglietti (5×2)
mercoledì 19 luglio – 10 biglietti (5×2)
QUATTRO FONTANE – ROMA
giovedì 13 luglio – 10 biglietti (5×2)
venerdì 14 luglio –  10 biglietti (5×2)
sabato 15 luglio – 10 biglietti (5×2)
domenica 16 luglio – 10 biglietti (5×2)
lunedì 17 luglio – 10 biglietti (5×2)
martedì 18 luglio – 10 biglietti (5×2)
mercoledì 19 luglio – 10 biglietti (5×2)
LUX – ROMA
lunedì 17 luglio – 10 biglietti (5×2)
martedì 18 luglio – 10 biglietti (5×2)
mercoledì 19 luglio – 10 biglietti (5×2)
ODEON – BOLOGNA
giovedì 13 luglio – 10 biglietti (5×2)
venerdì 14 luglio –  10 biglietti (5×2)
sabato 15 luglio – 10 biglietti (5×2)
domenica 16 luglio – 10 biglietti (5×2)
lunedì 17 luglio – 10 biglietti (5×2)
martedì 18 luglio – 10 biglietti (5×2)
mercoledì 19 luglio – 10 biglietti (5×2)
 
NAZIONALE – TORINO
giovedì 13 luglio – 10 biglietti (5×2)
venerdì 14 luglio –  10 biglietti (5×2)
sabato 15 luglio – 10 biglietti (5×2)
domenica 16 luglio – 10 biglietti (5×2)
lunedì 17 luglio – 10 biglietti (5×2)
martedì 18 luglio – 10 biglietti (5×2)
mercoledì 19 luglio – 10 biglietti (5×2)
PLANET – CATANIA
venerdì 14 luglio –  10 biglietti (5×2)
sabato 15 luglio – 10 biglietti (5×2)
domenica 16 luglio – 10 biglietti (5×2)
lunedì 17 luglio – 10 biglietti (5×2)
martedì 18 luglio – 10 biglietti (5×2)
mercoledì 19 luglio – 10 biglietti (5×2)

I biglietti saranno validi per qualsiasi spettacolo dal 13 al 19 luglio e potranno essere richiesti, fino ad esaurimento, inviando una email a [email protected] in cui andranno specificati il giorno in cui si intende utilizzare i biglietti e un secondo giorno alternativo nel caso per il giorno prescelto non ci sia più disponibilità di posto.

I biglietti dovranno essere richiesti improrogabilmente entro e non oltre il prossimo giovedì 13 luglio e che non saranno prese in considerazioni eventuali richieste formulate successivamente alla suddetta data.

NB: riceveranno risposta solo gli assegnatari dei biglietti.

Gli orari delle proiezioni andranno consultati direttamente sui siti dei cinema.

È di fondamentale importanza che nell’email venga evidenziato che si sta chiedendo l’invito via CINEFILOS.

I biglietti potranno essere ritirati direttamente alla cassa dei cinema presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un documento di identità.

Come Pecore in Mezzo ai Lupi, il trailer

Come Out And Play, il film shock del misterioso Makinov

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Come Out And Play, il film shock del misterioso Makinov

Per chi non conoscesse ancora la misteriosa figura di Makinov, basti sapere che perturbante regista di origini russe ha pubblicato in questi giorni le prime immagini on-line del suo ennesimo e controverso lungometraggio dal titolo Come Out And Play. La figura di Makinov è avvolta da un alone di leggenda e di mistero che impregna tutta la sua giovane carriera di regista, che secondo alcune scarne informazioni di seconda mano sarebbe iniziata come operatore per convergere in seguito alla regia di numerosi spot pubblicitari e documentari dal sapore gotico e disturbante. Si dice poi che, in seguito a terribili allucinazioni causate da una massiccia assunzione di peyote, Makinov abbia avuto la sua prima rivelazione cinematografica, convergendo verso un cinema fatto di orrore e distorsione. Dopo aver pubblicato on line un video-manifesto in cui compare con il viso coperto da un cappuccio rosso e con una voce distorta, Makinov si sta lentamente imponendo all’attenzione internazionale attraverso la rete.

Come Out And Play, primo lungometraggio del regista, si presenta come un remake dell’opera Who Can Kill A Child? del 1976 diretta dallo spagnolo Ibanez Serrador e tratterebbe di una giovane coppia che decide di prendersi una vacanza in una tranquilla isola, per poi scoprire che essa è abitata da bambini selvaggi intenti ad uccidere tutti gli adulti. Per compensare il budget estremamente ridotto, Makinov ha puntato molto su una campagna pubblicitaria fatta di provocazioni e di un passa parola sul web, data la poca considerazioni all’interno dei festival di genere. Inoltre vi sono richiami diretti ed indiretti al racconto Children Of The Corn di Stephen King, già ispiratore del film originale. Per il momento non esiste ancora una data di uscita e distribuzione internazionale, ma nell’attesa ecco i primi due poster ufficiali.

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Come-Out-and-Play-Movie-Poster

Come non detto: il poster e il teaser trailer

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Come non detto: il poster e il teaser trailer

Ecco il primo poster e il teaser trailer di Come Non Detto, la commedia per il perfetto coming out… Dal 7 settembre al cinema!

Nel cast del film Josafat Vagni, Monica Guerritore, Valeria Bilello, Andrea Rivera, Nini Bruschetta, Alan Cappelli, Valentina Correani e la parteipazione di Francesco Montanari.

Come mai Vermithor ha accettato Hugh come suo cavaliere?

Come mai Vermithor ha accettato Hugh come suo cavaliere?

Attenzione SPOILER sull’episodio 7 di House of the Dragon 2 – La Semina Rossa

Vermithor accetta Hugh Hammer come suo nuovo cavaliere nell’episodio La Semina Rossa e non solo perché ha in sé sangue di drago. Dopo aver perso Rhaenys e Meleys, Rhaenyra è disperata e si lancia nel tentativo di trovare nuovi cavalieri per i draghi non reclamati su Roccia di Drago. Con Seasmoke che reclama Addam come suo nuovo cavaliere (non il contrario) nell’episodio precedente, la Regina convoca di nascosto i bastardi Targaryen a Roccia di Drago per tentare di trovare un cavaliere per Vermithor e Ali d’Argento. Solo due ci riescono, Hugh Hammer e Ulf il Bianco.

Quando il primo Targaryen illegittimo trova il coraggio di toccare Vermithor, si scatena il caos mentre il drago sputa fuoco su numerosi “semi di drago”. I semi di drago si disperdono e vengono bruciati, schiacciati o mangiati dalla “Furia di bronzo”, e solo Hugh Hammer alla fine trova il coraggio di distrarre Vermithor che sta per bruciare una donna, mettendosi di fronte a lui. Mentre Hugh resta fermo e si prepara a essere bruciato dal drago, il nipote bastardo di re Jaehaerys I Targaryen è sorpreso quando il drago si piega a lui. Alla fine dell’episodio, Hugh Hammer viene visto sulla schiena di Vermithor come un nuovo membro dell’esercito di Rhaenyra.

Il coraggio e la ferocia di Hugh potrebbero aver spinto Vermithor a sceglierlo

Hugh abbraccia la furia di un cavaliere di draghi di fronte a Vermithor

Il momento in cui si mette coraggiosamente di fronte al drago in mezzo al caos infuocato sembra essere quello in cui Vermithor lo ha scelto. Hugh provoca addirittura Vermithor spingendolo a bruciarlo, urlandogli “Dai!“, prendendo con filosofia la morte. Simile a Laena Velaryon che desiderava morire nel fuoco di Vhagar o Rhaenys che accettava la sua morte su Meleys, Hugh Hammer che abbracciava la morte di un cavaliere di draghi lo rende più degno di cavalcare Vermithor. La sua apparente mancanza di paura e la sua calma mentre stava di fronte a Vermithor, dicendo al drago che era “pronto” a morire per le fiamme del drago, potevano provenire solo da qualcuno con abbastanza fuoco nel sangue da giustificare di cavalcare un drago.

Naturalmente, essere coraggiosi e avere sangue Targaryen non sono le uniche ragioni per cui un drago dovrebbe accettare qualcuno come cavaliere. Nel momento in cui Hugh salva la donna e mostra ferocemente potere sul drago, dimostra di essere una “Furia di bronzo“, il che lo rende adatto a cavalcare questo specifico drago. I draghi hanno le loro personalità e spesso si affezionano ai loro cavalieri e Vermithor aveva bisogno di una “Furia di bronzo” umana con cui legare. Similmente al coraggio e alla ferocia che Aemond Targaryen mostrò quando reclamò Vhagar da bambino, il secondo drago più grande della Casa Targaryen accettò queste qualità in Hugh Hammer.

Hugh potrebbe essere imparentato al precedente cavaliere di Vermithor

Vermithor era precedentemente legato a re Jaehaerys I Targaryen

Un altro motivo per cui Vermithor ha permesso a Hugh Hammer di reclamarlo potrebbe essere legato alla sua vera parentela. Se l’affermazione di Hugh Hammer sulla sua discendenza Targaryen è corretta, allora è direttamente collegato all’ultimo cavaliere di Vermithor, re Jaehaerys I Targaryen. In La Semina Rossa, Hugh spiega alla moglie la verità sui suoi genitori: sua madre era una donna dai capelli argentati, sorella di Baelon Targaryen, questo rende Hugh nipote di re Jaehaerys. Sebbene Hugh non dica esplicitamente chi sia sua madre, ci sono alcuni indizi che potrebbe essere un membro estremamente importante di questa generazione nell’albero genealogico della Casa Targaryen.

Hugh racconta alla moglie che sua madre lavorava in una “casa di piacere” e che le era stata concessa più libertà rispetto ad altri per “ciò che era” e perché gli uomini ricchi avrebbero pagato di più per andare a letto con una donna dai capelli argentati. Il fabbro di Approdo del Re Hugh spiega che sua madre gli diceva sempre che lui “non era diverso dai suoi fratelli, Viserys e Daemon“. Ciò significa che la madre di Hugh è sorella o sorellastra del padre di Viserys e Daemon, Baelon Targaryen, il che la rende anche figlia bastarda di re Jaehaerys I Targaryen.

Similmente a Seasmoke che sceglie Addam di Hull, fratellastro di Laenor Velaryon, per il suo prossimo legame, i draghi sembrano favorire legami di sangue più diretti nei loro cavalieri.

Re Jaehaerys e la regina Alysanne hanno avuto 13 figli, e una delle loro figlie, Saera, era nota per le sue promiscue imprese ad Approdo del Re. Fuoco e Sangue rivela che Saera fugge da Approdo del Re per Lys, lavora in una casa di piacere e ha alcuni figli bastardi. È più probabile che la madre di Hugh sia la figlia bastarda di re Jaehaerys, ma alcuni dettagli suggeriscono che potrebbe in realtà essere una figlia bastarda della principessa Saera Targaryen. Se così fosse, Hugh avrebbe un denso sangue valyriano che gli scorre nelle vene. Non solo, ma Jaehaerys era molto affezionato a Saera, quindi Vermithor potrebbe percepire il sangue di entrambi in Hugh.

Cosa succede dopo a Hugh e Vermithor nella Danza dei Draghi

Hugh e Vermithor non arrivano alla fine della Danza dei Draghi

Kieran Bew House of The Dragon
Credit © HBO

Hugh e Vermithor diventano rapidamente delle risorse enormi per Rhaenyra nella Danza dei Draghi. Con la forza di Vermithor, Seasmoke, Ali d’Argento, Syrax e Caraxes, la regina Rhaenyra Targaryen prende Approdo del Re dai Verdi in Fuoco e Sangue. A meno che la Battaglia della Gola non arrivi prima, la Caduta di Approdo del Re sembra essere il prossimo grande evento in programma per i cavalieri dei draghi del Team Nero. Tuttavia, non molto tempo dopo questa vittoria della Regina Rhaenyra, Hugh Hammer e Vermithor cambiano le loro alleanze.

Nella Prima Battaglia di Tumbleton, Ulf il Bianco, Ali d’Argento, Hugh Hammer e Vermithor tradiscono Rhaenyra rivoltandosi contro le forze del Team Nero in battaglia. Disertando per i Verdi, Hugh inizia a farsi chiamare “Lord Hammer” ed esprime il desiderio di diventare re, e le sue ambizioni sono supportate da una profezia che parla di un nuovo re che sorgerà quando un martello cadrà su un drago. Il Team Verde uccide presto Hugh Hammer per il suo tradimento contro entrambe le fazioni Targaryen durante la Seconda Battaglia di Tumbleton, e anche Vermithor muore in questa battaglia quando combatte contro Seasmoke e Tessarion senza cavaliere.

Come mai in Avengers: Endgame è stato modificato il design dello Scudo di Cap?

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Parlando con Phase Zero, il maestro di scena dei Marvel Studios Russell Bobbitt spiega cosa ha portato al cambiamento dello Scudo di Cap in Avengers: Endgame. Apparentemente, la decisione è riconducibile alla sua interpretazione di ciò che stava accadendo a quel punto del film. Leggi il suo commento completo di seguito:

“La mia scelta è dipesa dal modo in cui ho guardato la scena, e il modo in cui l’ho interpretata era, ‘Sto passando la torcia. Sto passando la torcia. Ho apportato alcuni miglioramenti. Voglio che tu corra con questo. È il tuo scudo, non è il mio.’ Ora, questa è l’interpretazione di una persona soltanto. Si spera che molte altre persone l’abbiano vista allo stesso modo. Ma in poche parole è ciò che la Marvel ha voluto seguire.”

Lo Scudo di Cap: la timeline dell’arma più famosa e amata del MCU

Attraverso 26 film e cinque programmi televisivi su Disney+ (finora), l’MCU ha collezionato una buona quota di oggetti iconici. Il reattore ad arco di Iron Man, il martello di Thor e, naturalmente, lo scudo rosso, bianco e blu di Capitan America, che ha subito una metamorfosi sia nel design che nel significato nel corso degli anni.

La versione vista impugnata dal personaggio di Steve Rogers è in circolazione dagli anni ’40, quando Howard Stark gli ha regalato il suo scudo di vibranio durante la seconda guerra mondiale in Captain America: Il Primo Vendicatore. Dopo aver trascorso decenni congelato nel ghiaccio, Steve ha continuato a usarlo da The Avengers fino a Captain America: Civil War, quando lo lasciò alle spalle dopo il suo litigio con Iron Man. Sette anni dopo, Tony ha restituito a Steve il suo scudo rinnovato proprio prima del “Colpo nel Tempo” di Avengers: Endgame, e, sebbene sia stato distrutto da Thanos, un anziano Rogers ha passato uno scudo nuovo di zecca a Sam Wilson alla fine del film.

Come mai il cameo di Henry Cavill in Deadpool & Wolverine gli ha fatto venire mal di stomaco

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In Deadpool & Wolverine, il Mercenario Chiacchierone va a caccia di una Variante di Logan che possa diventare la nuova “Ancora” di Terra-100005. Prima di incontrare il Wolverine che è al centro della scena in questo film, Wade Wilson si fa prendere a calci da mnumerose varianti come Patch, il Logan dell’Era di Apocalisse e la Cavillrine. Sì, la star della Justice League ed ex Superman Henry Cavill fa il suo debutto nell’MCU come una formidabile Variante di Wolverine che non perde tempo a mandare a casa Deadpool.

Parlando con il conduttore di Happy Sad Confused Josh Horowitz, il regista Shawn Levy ha spiegato come lui e Ryan Reynolds hanno reso realtà il cameo (e l’ispirazione per quella frecciatina ironica alla Warner Bros. e alla DC).

“Questo è un altro esempio in cui Ryan e io eravamo seduti lì a scrivere e letteralmente ci passavamo il portatile avanti e indietro”, ha detto il regista. “Mi sembra che tutta quella roba fosse andata giù con la DC all’inizio della scrittura e noi eravamo tipo, ‘Dobbiamo farlo. Vogliamo vedere Cavill come Cavillrine.’ Quindi, un altro messaggio, un altro rapido sì, boom, era dentro.”

“[Henry] si è divertito quel giorno, anche se ricordo che era così impegnato e eccitato… e aveva quel disgustoso sigaro in bocca per ore. Era completamente dentro. Penso che si sia sentito male allo stomaco se la memoria non mi inganna”, ha rivelato in seguito Levy. “Era una combinazione di muscoli ossigenati e nessun ossigeno che gli saliva nel naso. Era un soldato ed era favoloso.”

Quello è stato un impegno importante da parte di Cavill e, per molti fan, l’idea di vederlo interpretare Wolverine dell’MCU quando Jackman appenderà gli artigli per sempre sta già generando eccitazione. Resta da vedere se ciò accadrà; tuttavia, l’attore britannico è riuscito a dimostrare in una sola scena che sarebbe adatto a dare vita al mutante insieme agli X-Men dei Marvel Studios una volta che la squadra finalmente debutterà.

Levy ha anche rivelato che una variante di Wolverine è stata tagliata dal montaggio a causa di limiti di tempo. “[C’era] un vero Wolverine“, ha confermato. “Volevamo davvero, davvero un vero Wolverine, l’animale. Avrebbe massacrato Deadpool. Abbiamo avuto quell’idea troppo tardi per fare un Wolverine digitale convincente. Quello è nella mia tasca posteriore nel caso ne avessi bisogno per eventuali sequel”.

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Shawn Levy dirige Deadpool & Wolverine, con Ryan Reynolds, Hugh Jackman, Emma Corrin, Morena Baccarin, Rob Delaney, Leslie Uggams, Karan Soni, Matthew Macfadyen, e Dafne Keen. Il film è stato scritto da Ryan Reynolds, Rhett Reese, Paul Wernick, Zeb Wells e Shawn Levy.

Come mai Andrew Garfield si è sentito così a suo agio a mentire su No Way Home?

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Come ormai ben sappiamo, Andrew Garfield ha mentito in più di una occasione in merito al suo coinvolgimento in Spider-Man: No Way Home, dal momento che ogni volta che gli veniva chiesto se avesse partecipato o no al film di Jon Watts, rispondeva, anche in maniera seccata, che no, non ne sapeva niente.

L’attore ha dovuto mantenere il segreto per due anni, ma sembra che la cosa non gli sia costata fatica né dilemmi morali sulla questione se mentire o meno possa essere una cosa giustificabile.

In una nuova dichiarazione, Andrew Garfield ha spiegato chiaramente come mai non si sente colpevole di aver mentito a tutti e anzi, si è trovato a suo agio:

“Ho amato mantenere il segreto. Sono stato capace di andare oltre il mio dilemma morale e etico con la questione delle bugie. Si tratta davvero di una bugia, o è un divertente regalo che sto facendo alle persone?”

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2. Nel film, accanto a Tom Holland, tornano a interpretare Peter Parker/Spider-Man anche Tobey Maguire e Andrew Garfield.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

Come mai Addam di Hull può cavalcare un drago anche se non è un Targaryen

Attenzione SPOILER sull’episodio 7 di House of the Dragon 2 – La Semina Rossa

L’episodio 7 di House of the Dragon 2, rivela che Addam di Hull è il cavaliere che ha rivendicato Seasmoke, sollevando interrogativi sulle sue origini e sulla relazione tra draghi e cavalieri. Come spiega Jacaerys Velaryon nell’ultimo episodio, parte di ciò che mantiene al potere la dinastia Targaryen è l’idea che abbiano una connessione con i draghi. Se qualcuno può domare un drago, la mistificazione che circonda il suo regno viene dissipata e la gente comune lo vedrà come mortale.

Ciò si collega all’idea più ampia della Danza dei Draghi che porta all’eventuale caduta della dinastia. Interpretato da Clinton Liberty in House of the Dragon, Addam di Hull viene mostrato per tutta la stagione 2 come il figlio bastardo di Corlys Velaryon. L’episodio 6 ha visto Seasmoke respingere Ser Steffon Darklyn e poi volare a cercare Addam, il che implica che avesse una sorta di connessione con lui. Seasmoke era precedentemente legato a Ser Laenor Velaryon, il figlio legittimo di Lord Corlys, ma c’è dell’altro da analizzare.

Addam di Hull non è un Targaryen ma ha sangue di Valyria

Il fatto che Addam abbia legato con Seasmoke suggerisce che il sangue di Valyria è l’unico requisito

Addam di Hull non è un Targaryen per quanto rivela la storia. Potrebbe avere sangue di Targaryen, ma questo non è il punto. Addam ha sangue di Velaryon, un’altra casata che proveniva dall’Antica Valyria e si era stabilita a Westeros. Ciò suggerisce che non si tratti necessariamente di sangue Targaryen ma di sangue di Valyria. Dopotutto, Valyria era governata da molte famiglie di signori dei draghi, non solo dai Targaryen, quindi non c’è motivo di pensare che i draghi possano legarsi a tutti loro.

Come accennato, il governo della Casa Targaryen sui Sette Regni ha un’aria di misticismo. Le casate e la gente comune di Westeros credono che i Targaryen siano più vicini agli dei per via della loro capacità di legarsi ai draghi. Pertanto, se qualcuno con sangue valyriano può rivendicare un drago, perde un aspetto del suo dominio che fa sì che la popolazione lo veneri. I Targaryen volevano che il Reame credesse che solo loro potessero farlo, ma non è vero.

Essere valyriani è davvero necessario per cavalcare un drago?

Sembra possibile, ma non è confermato al 100%

Addam of Hull
Addam di Hull

Sebbene quelli con sangue valyriano siano gli unici a rivendicare i numerosi draghi in House of the Dragon, non c’è motivo di sospettare che sia necessario al 100%. È una specie di profezia che si autoavvera. Valyriani e Targaryen, per estensione, hanno perpetuato l’idea che solo loro possano rivendicare i draghi; pertanto, sono generalmente gli unici ad avere l’opportunità di farlo. Se i non-valyriani si credono incapaci, non ci proveranno mai e la domanda non potrà avere una risposta concreta.

Nel materiale originale della serie, Fuoco e Sangue, c’è un personaggio di nome Nettles che finisce per reclamare un drago durante la Danza. La sua origine di sangue valyriano è discutibile e usa una strategia intelligente per legarsi al suo drago invece del solito metodo. L’esistenza di Nettles solleva il dibattito sulla necessità di essere valyriani. Tuttavia, sembra essere stata tagliata da House of the Dragon, quindi la serie TV probabilmente non fornirà una risposta concreta a questa domanda.

Come lo sai?: recensione del film con Jack Nicholson

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Come lo sai?: recensione del film con Jack Nicholson

Come lo sai? è l’ultima commedia romantica di James L. Brooks, il regista di Qualcosa è cambiato e Voglia di tenerezza, che ha tra i protagonisti la minuta Reese Witherspoon, l’imbranato Paul Rudd, il biondo e sfacciato Owen Wilson e l’intramontabile Jack Nicholson che già ha lavorato con Brooks nel bellissimo Qualcosa è cambiato.

Il titolo (quello italiano stranamente fedele all’originale How do you know?) è l’inizio di una domanda che il personaggio di Wilson si pone a circa metà film: “Come lo sai quando sei innamorato?”, la risposta, molto divertente e irriverente, la lasciamo in sospeso, ma il film segue proprio questa scia: il ritratto di diversi personaggi in cerca dell’amore, qualcuno ne ha troppo, qualcun altro troppo poco, qualcuno ancora non ne sa dare o ricevere, e in questa moltitudine di sentimenti confusi si muovono le storie quasi parallele di Lisa e George, destinati a scontrarsi, incontrarsi e incrociarsi nel corso del film.

La commedia ben scritta e girata è molto semplice, leggera e divertente, trovando il suo punto di forza nella caratterizzazione dei personaggi. Jack Nicholson nel ruolo del padre disonesto di George offre come al solito una leggera e divertente prova del suo istrionismo, forse il suo ritagliarsi parti sempre più piccole può significare l’inizio della sua ‘fine’ come attore, ma chi lo guarda può sempre gustare una grande interpretazione ed un’ironia beffarda che nessuno come lui riesce ad esprimere con un solo sguardo.

Ben tratteggiato anche il personaggio di Kathryn Hahn, la fedelissima segretaria Annie: nelle sue crisi emotive dovute allo stato avanzatissimo della sua gravidanza la giovane mostra una devozione materna verso il suo capo George, coinvolto ingiustamente in guai finanziari, diventando la protagonista di alcuni dei momenti più esilaranti del film. Un po’ più opachi i personaggi della Witherspoon e di Wilson che si riducono a rappresentazione più o meno autoreferenziale in contrasto invece con quello che risulta i vero e proprio protagonista del film, Paul Rudd. Merito anche di una sceneggiatura impeccabile, il suo George concentra in sé quanto di più deliziosamente imbranato può esserci in una persona sola, e l’attore, con il suo viso pulito e il suo sorriso tenero riesce a strappare sorrisi divertiti al pubblico che inevitabilmente parteggia per lui.

Come lo sai? si fregia dello zampino di Hans Zimmer per la soundtrack, a dimostrazione che il grande compositore riesce, quando è necessario, a mettere da parte le sue maniere wagneriane, realizzando musiche discrete e appropriate che incorniciano con delicatezza i destini di due giovani che camminano inconsapevolmente l’uno verso l’altra fino a incrociarsi.

Come la seconda stagione di The Sandman di Netflix cambia il mito greco più famoso di tutti i tempi

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The Sandman porta sullo schermo una delle tragedie più amate della mitologia greca, ma aggiunge un tocco personale alla storia classica, rendendola perfetta per l’universo dark fantasy. L’adattamento Netflix dell’influente serie DC Comics segue Dream (Tom Sturridge), membro dei misteriosi Endless, esseri che sono la personificazione dei concetti fondamentali dell’universo.

L’arco narrativo di Dream nel primo volume della seconda stagione di The Sandman lo ha già portato a contatto con molti nuovi personaggi provenienti da diversi regni. Dopo aver riparato i danni causati dalla sua prigionia nella prima stagione, il secondo e ultimo capitolo vede Dream intraprendere un viaggio per rimediare a una delle sue peggiori azioni liberando Nada (Umulisa Nahiga).

Oltre all’introduzione di nuovi membri della famiglia Endless con Delirium (Esme Creed-Miles) e Destiny (Adrian Lester), Dream riceve la visita di varie figure mitologiche, tra cui gli dei nordici Odino, Loki e Thor (rispettivamente Clive Russell, Freddie Fox e Laurence O’Fuarain). Tuttavia, viene anche esplorata la relazione molto più stretta di Dream con una certa mitologia chiave.

La seconda stagione di The Sandman cambia il classico mito greco di Orfeo ed Euridice

I due amanti sono personaggi iconici della mitologia greca

Il cast della seconda stagione di The Sandman include Orfeo (Ruairi O’Connor), il bardo e poeta tracio che viaggiò a bordo dell’Argo e divenne l’amante di Euridice. Come nel mito, la serie vede la loro storia d’amore finire tragicamente quando Euridice (Ella Rumpf) calpesta una vipera, che la morde e la infetta con un veleno che le toglie la vita.

Nel mondo di The Sandman, Orfeo è il figlio di Dream.

Tra il dolore e il lutto, l’amore di Orfeo persiste e lo spinge a immergersi negli Inferi, nella speranza di convincere gli dei a restituirgli Euridice. Grazie al suo talento musicale, Orfeo conquista il cuore del dio greco della morte, Ade (Garry Cooper), e di sua moglie, Persefone (Antonia Desplat), che gli permettono di tornare nel regno dei mortali con Euridice.CorrelatiLa seconda stagione di The Sandman debutta con un ottimo punteggio su Rotten Tomatoes: riuscirà a mantenere il successo?Sono passati tre anni da quando la serie fantasy basata sui fumetti di Neil Gaiman è stata pubblicata su Netflix. La seconda stagione riuscirà a mantenere l’ottimo punteggio su RT?

Tuttavia, a Orfeo viene imposta una condizione: deve fare da guida e non può voltarsi indietro finché entrambi non avranno varcato la soglia degli Inferi. In un momento di scarsa lucidità, Orfeo si volta indietro per guardare sua moglie prima che lei possa mettere piede nel regno dei mortali, condannandola così a rimanere per sempre negli Inferi.

Cosa succede a Orfeo nella rivisitazione del mito greco in The Sandman

The Sandman - Stagione 2 Orfeo
The Sandman – Stagione 2 – foto di Ed Miller – Cortesia di Netflix

Orfeo è una delle grandi vergogne di Dream

Nel mondo di The Sandman, Orfeo è il figlio di Sogno. Nonostante il suo legame con gli Eterni, la vita di Orfeo procede per lo più normalmente per un mortale, fino alla sua fatidica avventura negli Inferi per salvare Euridice. Per questo, chiede l’aiuto di sua zia, Morte (Kirby Howell-Baptiste), che gli concede l’immortalità per sopravvivere al viaggio.

Quando Orfeo commette l’errore fatale di voltarsi indietro, però, la sua vita prende una piega molto più oscura. Orfeo viene decapitato dopo il suo tentativo di salvare Euridice, ma poiché possiede ancora il dono dell’immortalità di sua zia, continua a vivere in questo stato, rimanendo intrappolato per secoli.

Durante l’era della Rivoluzione francese, Dream recluta Johanna Constantine (Jenna Coleman) per salvare suo figlio dalla prigionia. Alla fine, nella linea temporale attuale, Dream sceglie di porre fine alla vita di suo figlio per dargli pace, anche se questo infrange le antiche leggi degli Endless, concludendo la stagione 2, volume 1, di The Sandman con un finale sospeso.

Come l’acqua per gli elefanti: recensione del film

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Come l’acqua per gli elefanti: recensione del film

Arriva al cinema distribuito da Come l’acqua per gli elefanti, il film diretto da Francis Lawrence, con Robert Pattinson e Reese Witherspoon.

In Come l’acqua per gli elefanti  Jacob è un giovane studente di veterinaria, figlio di immigrati polacchi, che nel giorno del suo esame finale all’università perde entrambi i genitori in un incidente stradale. Siamo negli anni ’30 e gli Stati Uniti sono nel pieno della Depressione. Il ragazzo decide quindi di andare verso la città, ma sulla strada salta su di un treno che si rivela essere quello del circo itinerante dei fratelli Benzini. Entra subito nelle simpatie di un altro espatriato polacco, che gli troverà lavoro come spalatore di deiezioni degli animali. Il suo primo giorno di lavoro, Jacob rimane folgorato da Marlena, stella del circo oltre che moglie del bipolare August, capo della struttura. August alterna momenti di tenerezza e amore per la moglie a scatti d’ira che rivolge con la stessa violenza su esseri umani e animali. Dopo aver scoperto gli studi di Jacob, lo promuove veterinario del circo e in seguito addestratore della nuova attrazione: Rosie l’elefantessa. Grazie all’animale, ma anche a causa della sempre maggiore irascibilità del marito di Marlena, i due si avvicineranno inevitabilmente.

Come l’acqua per gli elefanti, il film

Francis Lawrence, regista di questo film, ha al suo attivo la regia di Constantine, film apocalittico con Keanu Reeves arcangelo e Io sono leggenda, altro film apocalittico con Will Smith. Anche in questo caso un animale accompagna la storia del film e c’è da dire che probabilmente è quello che riesce a procurare le maggiori emozioni. Come l’acqua per gli elefanti infatti, che vuole narrare una storia di amore osteggiato, durante la Depressione degli anni Trenta, non prende mai decisamente la strada del melodrammatico, i personaggi non sono mai delineati a livello caratterialmente profondo, non c’è un cattivo contro il quale opporsi e anche i buoni comunicano poca empatia. Christoph Waltz si impegna enormemente, riuscendo a caratterizzare con successo il suo personaggio come uno psicotico, non è alla fine il male assoluto, e dall’altro canto Robert Pattinson e Reese Witherspoon non sembrano mai disperatamente attratti l’uno dall’altra.

Le carte in tavola per un film che potesse sbaragliare il campo c’erano tutte: su tre personaggi principali, figurano due premi Oscar, con l’aggiunta da box office dell’idolo delle teenager in vena di riscatto attoriale. Il progetto però fallisce, visto che tra i tre non si percepisce un lavoro fatto in armonia, non ci sono tracce di chimica, ognuno recita  il suo ruolo a prescindere dalla presenza dell’altro. Di sicuro si cerca, anche attraverso la fotografia, virata sul giallo/ambra di Rodrigo Prieto di creare l’atmosfera di quegli anni, anche sottolineando l’assoluta assenza di idee riguardanti ad esempio, la violenza sugli animali o una certa etica professionale.

Inoltre, e questo è parte ormai delle strategie della distribuzione italiana, nel titolo si richiama il film di Alfonso Arau “Come l’acqua per il cioccolato”. Questo non vi tragga in inganno, i due non sono affatto tormentati, o osteggiati dalla società, la sicurezza della fuga che i due faranno insieme si percepisce già  dalle prime sequenze. L’elemento di distrazione da una storia essenzialmente lineare ce lo danno quindi gli animali, che come dice uno dei personaggi, sono al primo posto come importanza nello spettacolo. Anche in questo, inteso come opera filmica. La chiave di volta della storia Come l’acqua per gli elefanti, forse non a caso, ricade infatti nelle loro zampe.

Come Invinicible ha trasformato gli eroi Marvel e DC

Come Invinicible ha trasformato gli eroi Marvel e DC

La serie Amazon Prime Invincible ha fatto la sua comparsa l’anno scorso, portando una ventata d’aria fresca e ironica nel panorama dei supereroi. Lo show, esattamente come i fumetti di Robert Kirkman da cui è tratto, interpreta il mondo dei superpoteri in chiave satirica e realistica. I personaggi di Invincible ricordano spesso altri celebri eroi già noti al grande pubblico. Vediamo come sono diventate le controparti degli eroi Marvel e DC all’interno della serie!

Darkwing e Batman

Darkwing BatmanI Guardiani del Globo hanno avuto poco spazio sullo schermo ma, nonostante ciò, è possibile notare grandi somiglianze tra questo team e la Justice League. Tra gli altri, in Invincible spicca Darkwing, personaggio molto simile a Batman. Esperto in arti marziali e potenziato da gadget, Darkwing è scaltro tanto quanto il Cavaliere Oscuro.

Red Rush e The Flash

The Flash Justice LeagueRed Rush, il supereroe-velocista dei Guardiani del Globo richiama un eroe altrettanto scattante della Justice League. Stiamo parlando di Flash. Entrambi i personaggi indossano una tutina rossa e sono dotati di super-velocità. Sfortunatamente però, in Invincible la velocità impressionante di Red Rush non è stata sufficiente per salvarlo da Omni-Man.

Rex Splode e Gambit

Gambit Rex Splode InvincibleRex Splode è ispirato al personaggio del X-Men Gambit. L’eroe di Invincible è un membro dei Teen Team e dei Nuovi Guardiani del Globo. Come Remy Lebeau, anche Rex Splode può fare esplodere gli oggetti che lo circondano. Gambit usa principalmente le sue carte da gioco, mentre Rex in battaglia si serve di una varietà di accessori esplosivi alquanto creativi.

Green Ghost e Visione

Green Ghost e Visione InvincibleLa supereroina Green Ghost ha il potere di cambiare densità e muoversi come un fantasma. C’è nella Marvel un eroe dotato della stessa abilità: Visione. Inoltre, entrambi i personaggi possono volare e attivano i loro poteri attraverso una gemma. Green Ghost si serve di un amuleto di giada, mentre sappiamo che nell’MCU Visione ha ottenuto i suoi poteri attraverso la Gemma dell’Infinito posta sulla sua fronte.

War Woman e Wonder Woman

War Woman e Wonder Woman InvincibleSe i Guardiani del Globo di Invincible rendono omaggio alla Justice League, non può mancare una controparte di Wonder Woman. L’eroina più affine al personaggio della DC è War Woman. Anche senza considerare le allitterazioni, Wonder Woman e War Woman hanno molto in comune. I poteri delle due sono molto simili tra loro: super forza e invulnerabilità. Inoltre, anche se non è stato dichiarato apertamente, War Woman proviene da un’altra epoca, proprio come Wonder Woman.

Battle Beast e Doomsday

Il personaggio di Invincible Battle Beast riprende i tratti tipici di un eroe della DC: Doomsday. Entrambi sono dei mostri colossali dalle sembianze aliene e sono dotati di super forza, capacità di volo e invulnerabilità. Tuttavia, a differenza di Doomsday, Battle Beast non vuole solo distruggere i suoi avversari: esso passa la sua vita esplorando l’universo per trovare un combattimento degno del suo livello.

Atom Eve e Scarlet Witch

Atom Eve e Scarlet Witch InvincibleAtom Eve e Scarlet Witch hanno superpoteri molto simili: entrambe possono plasmare la realtà come vogliono. Tuttavia, i due personaggi usano in modi completamente diversi il potere della manipolazione della realtà. Se Atom Eve vive felicemente e aiuta con le sue abilità le persone ad irrigare i deserti e a far crescere i raccolti, Scarlet Witch, tiene in ostaggio un’intera città, riscrivendone completamente la storia.

Martian Man e Martian Manhunter

Martian Man e Martian Manhunter InvincibleMartian Man e Martian Manhunter non sono simili solo nei loro nomi, essi condividono l’origine e i poteri mutaforma. Martian Manhunter usa le sue abilità per mantenere intatta la sua identità segreta, “John Jones“, mentre Martian Man in Invincible muta la forma ispirandosi a Reed Richards. Inoltre, entrambi i personaggi hanno perso i loro mondi e la loro casa su Marte.

Immortal e Vandal Savage

Immortal e Vandal Savage InvincibleC’è un membro dei Guardiani del Globo di Invincible che non è ispirato ad un supereroe, ma ad un criminale. Si tratta di Immortal, tratto liberamente dal cattivo della DC Vandal Savage. Quest’ultimo è un personaggio immortale e super potente che sopravvive nel corso della storia sottoforma di vari alias come Caino o Gengis Khan e ha l’obiettivo di conquistare la Terra. Anche Immortal è un immortale che permane nel tempo passando da un corpo all’altro. Inoltre, i due personaggi hanno la stessa barba.

Omni-Man e Superman

Invincible Omni Man e SupermanAlla base di Invincible c’è una domanda: e se Superman fosse malvagio? Da questa supposizione nasce la somiglianza tra Omni-Man e Superman. D’altronde, entrambi gli eroi raccontano al pubblico la storia di un dio che vive tra gli umani. Inoltre, Superman e Omni-Man hanno poteri e capacitò molto simili. Tuttavia, è la differenza tra i due ciò che rende Invincible una serie avvincente. Al contrario di Superman, Omni-Man non si preoccupa di integrarsi con gli uomini e, nel profondo, non ha alcun riguardo per l’umanità.

Come il vento: recensione del film di Marco Simon Puccioni

Come il vento: recensione del film di Marco Simon Puccioni

Come il vento è stato presentato all’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, nella categoria “fuori concorso”. In Come Il Vento fino alla primavera del 1990 Umberto Mormile (Filippo Timi) e Armida Miserere (Valeria Golino) sono una coppia felice. Lui lavora come educatore nell’attività di riabilitazione dei carcerati; lei è un gradino più su e delle carceri ne è il direttore. Ma Umberto, forse scomodo a qualcuno, viene ucciso mentre sta andando a lavoro. Da lì in avanti la vita di Armida non sarà più la stessa.

Tratto dalla vera storia di Armida Miserere, una delle prime donne direttrici di carcere, Come il vento di Marco Simon Puccioni è un accurato ritratto di una donna in costante ricerca. Una ricerca di normalità che la vita le ha strappato di mano e di verità, per fare luce intorno all’omicidio del marito. E il tutto deve essere forzatamente posto in secondo piano, un gradino sotto l’obbligo professionale. Nel caso specifico, Armida gestisce le carceri impeccabilmente, non permettendo nemmeno minimi strappi alla regola.

Il risultato della voglia di uscire da ciò che è stato, è inevitabile: insuccessi uno dietro l’altro, una frustrazione che la divora lentamente. Rimane in vita solo un filo di speranza a cui aggrapparsi, prima che si affievolisca anche la speranza stessa, smentita dai fatti.

Ecco, il punto colto da Puccioni è stato quello di non intrappolare la storia dentro un contenitore che facesse solo del bisogno di verità della protagonista e della sua disperazione il centro assoluto; bensì, di mettere in primo piano il suo bisogno di normalità, la sua voglia di tornare al gesto singolo e che esso non dovesse limitarsi solo a piccoli frammenti senza continuità. Puccioni tratta la sua protagonista come una donna normale che ha voglia di riprendersi. Vale, pur spietata, la legge di uno dei più banali modi di dire: “la vita continua”.

In Come il vento il regista è attento al dettaglio anche visivamente. Forse si perde solo un po’ nella parte finale, diventando un filo prolisso, ma le inevitabili sequenze conclusive sono costruite con grande accuratezza, piene di piccoli segnali anche a livello registico. Memorabile anche la scena in cui Armida conversa con un carcerato che sembra avere informazioni sugli assassini del marito, con un crocefisso a separare i due, che resta lì anche quando il detenuto sembra andar via.

Menzione anche per Valeria Golino, brava ad interpretare una donna che di sfaccettature in realtà ne mostra solo in superficie, perché in profondità è ancorata, nolente, ad un unico, interminabile pensiero. Non era facile.

Come il poker ha influenzato il cinema

Come il poker ha influenzato il cinema

Il poker è sempre stato una fonte di ispirazione per il cinema. L’ultima dimostrazione arriva da Poker Face, il film di Russell Crowe che è uscito nelle sale qualche mese fa. Presentata alla Festa del Cinema di Roma, la pellicola è stata non solo diretta ma anche scritta dal protagonista de Il Gladiatore e di A Beautiful Mind. Si tratta di thriller psicologico, che ha per protagonista un miliardario che invita gli amici d’infanzia nella sua villa di Miami per una partita a poker. Una specie di versione avvelenata del film Regalo di Natale di Pupi Avati, in cui l’elemento del poker è fondamentale.

Il cinema riflette la realtà e la influenza

L’ennesima dimostrazione che il mondo del cinema ha sempre avuto una specie di ossessione per il tavolo verde e il suo gioco principe. Anche in questa pellicola di Russel Crowe, la partita a poker viene vista come occasione di confronto, quasi che una volta seduti intorno al tavolo da gioco gli individui perdessero la maschera che indossano nella vita reale, fossero messi a nudo e costretti a giocare la loro parte senza finzioni. Un elemento che nell’ultimo film della star di Hollywood conduce a tensioni e problemi difficili da risolvere. Ancora una volta il mondo del cinema si appoggia a un tema chiave e finisce per rappresentare la cultura popolare. Solo che il cinema riveste anche un forte ruolo di influenza sulla società, quindi può riuscire a determinare il successo del gioco del poker. Ma quali sono i film sul poker più memorabili nella storia del cinema? Cercheremo di tracciarne un elenco guardando prima al mercato internazionale e in particolare hollywoodiano e poi alle produzioni di casa nostra.

Un’ossessione che arriva da lontano

Se si considera il numero di film realizzati in Usa e in Italia appare evidente come il mondo del cinema sia vittima di una fascinazione se non di un’ossessione per il poker. Tanto che scene di gioco si trovano in film di ogni genere, dal giallo al dramma, dalla commedia al comico. Dipende forse dall’atmosfera delle sale da gioco e dei casinò e dal fatto che intorno ai giocatori di carte spesso aleggia un’aria di mistero, che li rende affascinanti. Nella realtà, però, i giocatori di poker non sono sempre dei “duri”. Anzi, spesso si caratterizzano per a calma e la pazienza, per l’intelligenza e la capacità di riflettere e di ragionare. Tanto che queste sono le doti fondamentali da avere se si intende cominciare a giocare a poker. Per esercitarsi prima di sedere a un vero e proprio tavolo, si può scegliere uno dei migliori siti di gioco on line che permette ai suoi giocatori di partecipare a tavoli virtuali dove il conteggio dei punti poker, viene fatto in maniera automatica dal sistema.

Cinque capolavori da rivedere

Per quanto riguarda il mondo americano, occorre partire citando The Cincinnati Kid, film del 1965, che ha visto protagonista Steve McQueen, interprete di Eric Stoner. Questo giocatore di talento, soprannominato “The Kid”, vuole diventare il giocatore di poker migliore degli anni Trenta, quelli della Grande Depressione, e per riuscirci sfida il leggendario Lancey Howard. Una partita impossibile, che viene portata avanti tra numerose peripezie. Facendo un salto in avanti d trent’anni fino al 1994 nella lista va inserito il film Maverick. Una commedia dai grandi incassi, con attori del calibro di Jodie Foster e Mel Gibson, che è appunto il protagonista, ovvero Bret Maverick. Un giocatore di poker impegnato a riscuotere debiti e conquistare un torneo dal montepremi straordinario.

Grandi protagonisti per film ad alta tensione

Nell’epopea di celluloide del poker, va sicuramente collocato anche Rounders, film del 1998 con Matt Damon come protagonista, che in Italia si intitolava Il Giocatore. Nella pellicola si gioca a Texas Hold’em tra New York e Atlantic City. Lo studente Mike si siede di nuovo al tavolo da gioco per aiutare un amico indebitato con la malavita russa. Una sfida da capogiro, ma con un obiettivo positivo. Nel 2006, invece, a portare sugli schermi l’atmosfera del poker e la sua incertezza ha provveduto James Bond, l’agente segreto di Sua Maestà Elisabetta, che in Casinò Royal è impegnato niente meno che nella sua prima emozione. Il protagonista è Daniel Craig, al suo debutto come 007; il compito fermare un gioco di riciclaggio di denaro attraverso un torneo di poker truccato, per finanziare il terrorismo.  Anche Molly’s Game, film del 2017, è un dramma giuridico che riprende una storia vera. Quella di Molly Bloom, ex-sciatrice del Colorado divenuta milionaria a 21 anni, organizzando partite di poker tra i vip. Un’attività portata avanti per dieci anni, fino all’arresto da parte dei Federali.

Anche l’Italia si ispira al tavolo verde

Se il mondo di Hollywood ha fatto ossequio al poker osservando il suo mondo incantato da diversi punti di vista, anche in Italia questo gioco di carte ha affascinato. Tra i capolavori del cinema di casa nostra, che vedono protagoniste le carte e le loro infinite combinazioni, occorre citare Asso, con Adriano Celentano, campione di poker dal cuore tenero, che riesce a smascherare i bluff del suo avversario e anche ad assicurarsi la donna affascinante di cui è innamorato e che non sembrerebbe mai una conquista alla sua portata. Anche un classico del cinema degli anni Settanta ha strizzato l’occhio al mondo del poker. Parliamo di Continuavano a chiamarlo Trinità, uno degli episodi della mitica serie con Bud Spencer e Terence Hill: i due eroi degli spaghetti-western, che nei paesaggi deserti vivono avventure straordinarie, risolte a suon di cazzotti e scapaccioni. Tra le pellicole che fanno menzione di questa pratica, diventata quasi una febbre negli Usa, va annoverata pure Fracchia contro Dracula, del 1985, con protagonista uno dei personaggi mitici di Paolo Villaggio dopo il ragionier Fantozzi.

Con le carte in mano si ride e si piange

Un film “gioiello” in questo senso è poi Regalo di Natale di Pupi Avati, cui si faceva cenno anche prima. Con grandi attori come personaggi principali, tra cui Diego Abatantuono, Alessandro Haber, Carlo Delle Piane (per citarne alcuni), questa pellicola è rimasta un classico del cinema italiano. Un ritratto amaro di una generazione che ha visto spegnersi valori e aspettative e che, intorno al tavolo da poker, cala gli assi ma anche le barriere e si mostra con le ferite e i dolori più profondi. Oltre a Pupi Avati, anche altri grandi protagonisti del cinema italiano si sono cimentati con il soggetto del poker. Come dimostra il fatto che esista un film di Ciccio e Franco, che ha le carte come elemento distintivo. Si tratta di Due mafiosi nel Far West, pellicola del 1964, esilarante come sempre, che inizia con un riferimento alla Briscola, gioco di casa nostra, e poi procede lungo le strade della Grande Mela dove invece si pratica il poker.

Ma il cinema come vede il poker?

Stabilito che il poker è amato dai registi, si può spiegare come vedono i protagonisti? Rispondere non è semplice, anche perché dipende un po’ dal genere di film. Spesso il poker e i giocatori di poker vengono presentati come degli eroi senza paura e senza regole, che assecondano il desiderio di avere una vita piena di luci ed emozioni, nascosto un po’ in ogni persona. Altre volte, invece, sembrano individui normali, alle prese con un gioco come tanti, che nella calma della partita rivelano segreti sulla propria personalità e si mettono a nudo. Punti di vista diversi, che forse dimostrano come le partite a poker siano solo parte della vita delle persone, esattamente come i pranzi in famiglia, il lavoro in ufficio o le relazioni sentimentali. Una volta, infatti, il film fa pensare che il poker sia un gioco divertente da fare con gli amici per passare una bella serata. Un’altra volta che sia l’attività di un mondo sommerso, emozionante e da scoprire. In qualche caso, che si tratti di un gioco per gente pericolosa, ma sempre in un modo affascinante, come certi gangster degli anni Cinquanta. Merito dei personaggi, che sanno essere carismatici, ironici e affascinanti.

Come il MCU potrebbe riportare in vita Tony Stark

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Come il MCU potrebbe riportare in vita Tony Stark

La Fase Quattro del MCU ha dato vita a una nuova classe di eroi che si ergono a raccogliere il mantello dei Vendicatori originali. Sam Wilson (Anthony Mackie) è diventato ufficialmente Capitan America, succedendo a Steve Rogers (Chris Evans); Yelena Belova (Florence Pugh) e Kate Bishop (Hailee Steinfeld) sono state designate a diventare rispettivamente la nuova Vedova Nera e Occhio di Falco, titoli precedentemente detenuti da Natasha Romanoff (Scarlett Johansson) e Clint Barton (Jeremy Renner).

Ironheart di Riri Williams potrebbe essere il prossimo membro dei Giovani Vendicatori, completando il roster. Anche se la serie Ironheart di Riri è stata tolta dal programma di uscite di Marvel 2023, con una possibile uscita nel 2024, il suo personaggio è intrinsecamente legato a Tony Stark (Robert Downey Jr.) e potrebbe portare al suo ritorno. Nonostante la sua storia sia finita sul grande schermo, Robert Downey Jr. ha dichiarato che tornerebbe volentieri nel MCU. L’inclusione del multiverso e dei viaggi nel tempo, e in generale l’espansione delle realtà, nella Fase Cinque ci offre diversi modi interessanti per il ritorno di Iron Man, con Ironheart che presenta una delle soluzioni più intriganti.

Ironheart è la cornice perfetta per il ritorno di Iron Man nel MCU

Riri Williams in Wakanda Forever

Iron Man ha dato il via al MCU come lo conosciamo oggi, con il carismatico Tony Stark al centro. Dalla morte di Tony in Avengers: Endgame, il mondo ha atteso con ansia un nuovo Iron Man per riempire il buco grande come un reattore ad arco che si è lasciato alle spalle. Grazie a Black Panther: Wakanda Forever, il pubblico ha conosciuto il suo vero successore, Riri Williams, interpretata da Dominique Thorne, una geniale studentessa del MIT che costruisce la propria tuta di volo basandosi su quelle di Iron Man. La sua introduzione è stata significativa perché presto sarà protagonista di una serie Disney+ tutta sua, Ironheart, basata sull’omonimo fumetto.

In Wakanda Forever, il governo degli Stati Uniti e Namor (Tenoch Huerta Mejía) cercano di rintracciare la studentessa universitaria nata a Chicago dopo che uno dei suoi progetti è responsabile del ritrovamento di vibranio fuori dal Wakanda. Grazie alle informazioni di Everett Ross (Martin Freeman), Okoye (Danai Gurira) e Shuri (Letitia Wright) la raggiungono per prime e cercano di proteggerla, ma Shuri e Riri vengono fatte prigioniere a Talokan dai Talokanil. Dopo che Nakia (Lupita Nyong’o) salva Riri e Shuri, viene portata a Wakanda per essere protetta. In seguito, Riri aiuta la nuova Pantera Nera e i wakandiani a combattere Namor e i Talokanil con un’armatura costruita in vibranio. Sebbene non possa lasciare il Wakanda con la sua nuova tuta sovralimentata, ha ancora i progetti per ricreare una tuta di volo da sola.

Nei fumetti Ironheart, Riri diventa il nuovo Iron Man dopo che Tony è rimasto in coma a causa degli eventi di Civil War. Combinando la sua intelligenza con le sue impressionanti capacità ingegneristiche, Riri crea da zero la sua tuta di Iron Man, usandola per combattere i cattivi e salvare la situazione come Tony prima di lei. Come Ironheart, diventa un membro prezioso dei Campioni della Marvel, un gruppo di eroi adolescenti guidati da Ms. Marvel, che nel MCU è interpretata da Iman Vellani. Anche se è un peccato che Tony e Riri non si incontreranno mai fisicamente nel MCU, c’è un modo per Tony Stark di tornare a far parte del MCU ancora una volta.

Tony potrebbe tornare nel MCU sotto forma di IA?

Tony Stark

Grazie a Tony Stark, Iron Man ha introdotto la tecnologia A.I. attraverso J.A.R.V.I.S. (doppiato da Paul Bettany) nel 2008. Tony aveva due diversi sistemi di IA con cui lavorava: J.A.R.V.I.S. e F.R.I.D.A.Y. (doppiato da Kerry Condon). In Spider-Man: Homecoming, la tuta dell’Uomo Ragno che Peter Parker (Tom Holland) utilizza ha un’IA incorporata chiamata K.A.R.E.N., doppiata da Jennifer Connolly. Più tardi, in Spider-Man: Far From Home, Peter riceve in eredità gli occhiali di Tony con E.D.I.T.H., doppiato da Dawn Michelle King. Far From Home è anche il film in cui Peter è alle prese con la pressione di diventare il nuovo Iron Man, al che Happy Hogan (Jon Favreau) lo libera da questa aspettativa per essere l’eroe di se stesso.

Al di fuori del mondo di Iron Man, Shuri ha un proprio sistema di intelligenza artificiale che utilizza nei suoi laboratori in Wakanda. Shuri usa Griot (doppiato da Trevor Noah) per aiutarla a condurre i suoi esperimenti. Mentre Riri è in Wakanda, usa anche Griot per costruirsi una tuta di volo potenziata con il vibranio. Tornando al MIT e alla sua serie Ironheart, possiamo aspettarci che Riri voglia avere un proprio sistema di intelligenza artificiale. Infatti, nei fumetti, un duplicato dell’IA di Tony Stark la aiuta a costruire la sua tuta quando assume il ruolo di Ironheart. Questa versione A.I. di Tony è un mentore per Riri, mentre lei si costruisce la sua strada. Grazie all’uso dell’integrazione dell’intelligenza artificiale nei film e nei fumetti, questo è un modo semplice per riportare Tony Stark nell’ovile di Ironheart.

Oltre alla tecnologia A.I., Tony Stark potrebbe tornare nel MCU attraverso un ologramma. Nei fumetti di Ironheart, Tony appare proprio in questo modo, poiché la sua A.I. gestisce le tute di Iron Man e proietta un’immagine di sé. Nel MCU, i wakandiani utilizzano già la tecnologia olografica per comunicare attraverso le perle Kimoyo. Per quanto riguarda Iron Man stesso, durante il funerale di Tony in Endgame, Tony lascia un messaggio olografico per i suoi amici e familiari, tra cui Pepper Potts (Gwyneth Paltrow) e sua figlia Morgan (Lexi Rabe). Il messaggio emotivo getta le basi per potenziali ologrammi di se stesso e messaggi olografici che Tony ha lasciato da qualche parte nei suoi archivi. Forse Riri scaverà in qualche vecchio hardware delle Stark Industries e scoprirà un ologramma del genio miliardario.

Ironheart non ha bisogno di Tony Stark, ma la sua influenza potrebbe essere grande

Iron Heart non ha bisogno di Tony Stark

Parlando con Screen Rant, Dominique Thorne ha rivelato ciò che Robert Downey Jr. le ha detto quando ha avuto la possibilità di parlare con lui. L’ha incoraggiata a dire che “Riri Williams è e deve essere sempre la sua persona”. Questo tipo di incoraggiamento suggerisce che lo stesso Downey Jr. non farà parte della serie Ironheart. Inoltre, Lyric Ross è stata scritturata per il ruolo della migliore amica di Riri, Natalie Washington; la sua amica diventerà poi uno dei sistemi A.I. di Riri, N.A.T.A.L.I.E. nei fumetti di Ironheart.

Poiché questa è la prima volta che appare al di fuori dei fumetti, Riri Williams merita l’opportunità di portare avanti la sua serie da sola, senza la spinta di Tony Stark. Questo è stato un problema in passato, quando Tony è stato trattato come il mentore di Peter Parker nel MCU, con un ruolo più importante in Homecoming. Tuttavia, visto il suo impatto e il suo legame con lei nei fumetti, sarebbe un peccato se Tony non comparisse o non venisse citato in qualche modo.

Come Hughes nessuno mai – Biografilm omaggia John Hughes

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Padre dell’high school movie e fondatore del movimento Brat Pack (lett.: banda di monelli), John Hughes è considerato il principale esponente del cinema teen made in USA degli anni’80.

Come funziona l’accordo SONY/Marvel per lo sfruttamento dei personaggi?

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Tom Rothman di Sony ha confermato che Spider-Man di Tom Holland tornerà per un altro crossover MCU. Spider-Man di Holland fa parte del Marvel Cinematic Universe sin dalla sua introduzione in Captain America: Civil War. La presenza del personaggio nel MCU è stata a lungo subordinata a una delicata collaborazione tra Marvel Studios e Sony per condividerlo tra i film corali prodotti dalla Marvel e i film solisti prodotti dalla Sony. Con l’attuale trilogia di Spider-Man con protagonista Tom Holland che si conclude, alcuni fan si chiedono esattamente cosa potrebbe riservare il futuro dell’attore nel MCU.

Sono state rivelate alcune nuove informazioni sul futuro di Spider-Man nel MCU. Parlando con il podcast Phase Zero alla premiere di Spider-Man: No Way Home a Los Angeles, Tom Rothman di Sony Pictures ha spiegato che, sulla base dell’attuale partnership tra Sony e Marvel, c’è ancora almeno un crossover MCU che porterebbe Holland nell’orbita di gli altri personaggi Marvel. Rothman ha detto:

“Ne prestiamo uno a loro, poi loro ne prestano uno a noi, ed è così che Benedict è in questo film, quindi abbiamo un altro prestito da restituire.” Quindi possiamo aspettarci un altro Tom Holland in un crossover Marvel, anche se non sappiamo quando.

Spider-Man: No Way Home, il trailer ufficiale

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale italiane il 15 dicembre 2021.