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Primal: trama, cast e curiosità sul film con Nicolas Cage

Primal: trama, cast e curiosità sul film con Nicolas Cage

Negli ultimi anni l’attore Nicolas Cage ha partecipato ad alcuni film che gli hanno permesso di guadagnare nuova popolarità dopo un periodo ricco di opere poco riuscite. Titoli come USS Indianapolis, 211 – Rapina in corso e 2030 – Fuga per il futuro hanno infatti rappresentato il fondo della carriera del premio Oscar. Oltre a questi, un altro film molto poco apprezzato ma imperdibile per i fan dei B-Movie dell’attore è Primal, un thriller d’azione del 2019 scritto da Richard Leder e diretto da Nick Powell, meglio noto come stuntman del cinema ma già regista anche di Outcast – L’ultimo templare, altro film con Cage protagonista.

Primal prevede il coinvolgimento di animali noti per essere dei letali predatori, i quali sono resi ancor più pericolosi in quanto confinati su una nave merci insieme ai protagonisti umani. Il film si configura così come un bizzarro incrocio tra titoli come Snaks on Plane e il recente Beast. Ci si concentra dunque molto sugli istinti primitivi degli animali ma anche degli umani coinvolti, nel tentativo di offrire intrattenimento e forte tensione. Come anticipato, però, il film è stato accolto in maniera tutt’altro che positiva, aggiungendosi alla lunga serie di insuccessi cinematografici di Cage.

Anche questa tipologia di film trova però i propri fan e Primal è così diventato un titolo particolarmente ricercato, apprezzato anche per il suo essere così sgangerato e ricco di elementi improbabilmente messi insieme. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Primal: la trama del film

Protagonista del film è Frank Walsh, un cacciatore di animali rari della giungla amazzonica che, dopo aver catturato le bestie, le rivende agli zoo. Il bracconiere si ritrova ora su un mercantile greco con il suo bagaglio dall’Amazzonia, che comprende un rarissimo giaguaro bianco. Sulla nave viaggia però anche un pericoloso criminale politico di nome Richard Loffler, che viene trasportato per essere estradato negli USA. L’uomo, non potendo essere condotto negli Stati Uniti via aereo si trova dunque su quella stessa nave, cosa che rende nervosi tutti gli altri passeggeri.

A controllare il suo stato di salute vi è la dottoressa Ellen Taylor, la quale mal sopporta in particolare l’arroganza di Walsh. Quando due giorni dopo la partenza, il terrorista riesce però a fuggire, liberando tutti gli animali imprigionati da Frank, quest’ultimo e la dottoressa si trovano a dover unire le loro forze. Mentre le bestie seminano caos e tensione sulla nave, il cacciatore dovrà decidere infatti se diventare l’eroe della situazione e dare la caccia a una nuova specie, l’essere umano. Con il pericoloso giaguaro bianco a piede libero, però, la situazione è resa ancor più rischiosa.

Primal cast

Primal: il cast del film e altre curiosità

Come anticipato, protagonista del film nei panni del cacciatore Frank Walsh vi è il premio Oscar Nicolas Cage, il quale si è qui cimentato con un ulteriore lungometraggio d’azione, genere da lui prediletto in questi ultimi anni. Accanto a lui, nel ruolo della dottoressa Ellen Taylor vi è l’attrice Famke Janssen, celebre per aver interpretato Jean Grey alias Fenice nella prima trilogia di film dedicati agli X-Men. Kevin Durand, che invece in X-Men le origini: Wolverine è stato Blob, interpreta qui il pericoloso criminale Richard Loffler. Fanno parte del cast anche LaMonica Garrett nei panni di John Ringer e Michael Imperioli in quelli di Paul Freed.

La sceneggiatura di Primal circolava ad Hollywood già dal 1995 ma ci sono voluti 24 anni prima che si riuscisse a farla divenire un film. Inizialmente i produttori volevano che il titolo fosse Persona non grata, ma poiché questo era un titolo difficile da vendere all’estero decisero di cambiarlo in Primal. Girato a Puerto Rico, il film subì alcuni ritardi nelle riprese per via di un uragano che colpì la zona e che costrinse la produzione a fermarsi per un certo periodo di tempo. Infine, è interessante notare che ilnome della nave, Mimer, deriva dalla mitologia norrena “Mimir” che è una figura rinomata per la sua conoscenza e saggezza. La nave Mimer è inoltre una vera nave di proprietà di Godby Shipping situata nelle Isole Åland (una parte autonoma della Finlandia).

Primal: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Primal grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 26 settembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

https://www.youtube.com/watch?v=lqSWENsRUhQ

Fonte: IMDb

Dark Harvest, recensione del film horror di David Slade

Dark Harvest, recensione del film horror di David Slade

Halloween si avvicina e le piattaforme streaming aggiungono al loro catalogo nuovi film horror, per soddisfare la domanda degli spettatori. Proprio in questo contesto è arrivato su  Dark Harvest, tratto da un romanzo di Norman Partridge e diretto da David Slade, autore di successi passati come Hard Candy e 30 giorni di buio, oltre che del terzo capitolo della saga di Twilight, Eclipse. L’adattamento di Dark Harvest si presenta come una classica leggenda di Halloween trasformata in film: in una cittadina in cui prolifera il male, ogni Halloween i giovani devono uccidere un mostro che emerge dai campi di grano. Una sorta di The Purge, dove tutti i ragazzi scendono in strada per uccidere impunemente la bestia. C’è massima violenza, morti cruente e gruppi di adolescenti pronti a morire uccidendo: la ricetta perfetta per Halloween, pur con difetti importanti nell’esecuzione.

Dark Harvest, la trama

In una città maledetta del Midwest, il raccolto annuale si trasforma in una brutale battaglia per la sopravvivenza. La notte di Halloween del 1963, Sawtooth Jack, un mostro leggendario e terrificante, emerge dai campi di grano e minaccia i giovani della città. Ma i ragazzi vengono avvertiti e si preparano a dare la caccia al mostro e a ucciderlo, prima che raggiunga la chiesa del villaggio e passi la mezzanotte. Il ragazzo che finisce per uccidere Jack Sawtooth diventa l’eroe della città e lui e la sua famiglia vengono ricompensati con una fantastica casa per i genitori e una Corvette per permettere al ragazzo di uscire e vedere il mondo, possibilità inedita all’interno di questa comunità chiusa in se stessa. Questa volta, però, c’è un problema. Richie, il fratello dell’ultimo vincitore, vuole partecipare alla Corsa, cosa che non gli è permessa perché le altre famiglie devono avere la possibilità di vincere il premio. Ma il nostro protagonista è determinato a uccidere il mostro, cosa che avrà conseguenze terribili e porterà alla luce segreti a lungo nascosti.

Un approccio suggestivo

Questo approccio originale, in cui i ragazzi sono incaricati di dare la caccia al mostro, è il punto di forza di un film che ricorda il The Purge di Blumhouse Productions. Tre giorni prima di Halloween, i ragazzi vengono chiusi nelle loro stanze, senza cibo né bevande, in modo da essere poco più che bestie selvagge quando si tratta di affrontare Jack Sawtooth. Questo porta a sequenze piuttosto violente, in quanto i ragazzi non hanno il controllo di se stessi e si attaccano l’un l’altro o saccheggiano i negozi di alimentari della città.

David Slade e lo sceneggiatore/produttore Michael Gilio affrontano in maniera suggestiva temi cliché del cinema horror come la città maledetta, la leggenda terrificante, la città da cui non si può uscire, la realtà nascosta dagli adulti e la sottomissione collettiva a “ciò che deve essere fatto”, cosa che viene sottolineata dal contesto temporale della storia, gli anni ’60, in cui il sogno americano era qualcosa a cui aspirare, ma sempre all’interno di un quadro ordinato. Per questo c’è anche una critica al maschilismo e al razzismo, personificata anche dal personaggio dell’unica ragazza (di colore) che vuole prendere parte alla Corsa e che sarà il principale sostegno di Richie nella sua missione. Il tutto senza dimenticare il fenomeno delle bande giovanili, così tipico dell’epoca, che viene rispecchiato alla perfezione.

Una scena di Dark Harvest

Tra coming-of-age e leggenda spettrale

Dark Harvest mette in scena una cultura di addestramento dei giovani alla violenza, riflessa nella sfilza di uccisioni implacabili disseminate lungo il film. È qui che gli elementi del coming-of-age prosperano e non hanno bisogno di ulteriori sviluppi: il tragico messaggio alla base della Corsa è che ogni famiglia sceglie di mandare i propri figli verso la morte potenziale per fare progressi nella società. Sono costretti a crescere e a fare cose che nessun adolescente dovrebbe fare.

Dark Harvest parte da premesse interessanti, proponendo un’interpretazione tutto sommato originale di un tema ben noto, ideale per una visione nel weekend di Halloween. Tuttavia, fatica a  bilanciare la trama della Corsa con alcune spiegazioni coerenti sul background della storia e dei suoi personaggi, non riuscendo a nascondere il suo basso budget e le sue pretese di essere qualcosa di più di quello che è. Con forte attinenza al materiale narrativo, Slade e Gilio non si allontanano dalle regole di base dell'”infestazione annuale”. Le rivelazioni della trama non sorprenderanno nessuno e i personaggi poco tratteggiati rendono gli eventi raccontati per lo più dimenticabili. Ciononostante, il film è realizzato in modo intelligente e ottiene risultati sufficienti con il gore, l’ambientazione di Halloween e il suo mostro, il che potrebbe rendere per un certo tipo di pubblico Dark Harvest una scelta adatta per questa stagione.

YARATILAN – La creatura: recensione della serie Netflix

YARATILAN – La creatura: recensione della serie Netflix

“Dopo giorni e notti di un lavoro e di una fatica incredibili, riuscii a scoprire la causa della generazione e della vita… anzi, di più ancora, divenni io stesso capace di dare animazione alla materia morta.” Era l’inizio del XIX secolo quando una giovane inglese di nome Mary Shelley scriveva queste parole, un po’ per gioco, dando alla luce una delle opere che ha incantato, estasiato e influenzato migliaia di artisti per più di un secolo. Tra questi anche il famoso regista Çağan Irmak (Mio padre e mio figlio, Se mi dimentico sussurra) che, con il sostegno di Netflix, riporta sullo schermo il grande e cupo classico di Shelley, Frankestein, rielaborato in chiave ottomana.

La serie – composta da 8 episodi di circa 50 minuti – vede protagonisti gli attori Taner Ölmez, Erkan Kolçak Köstendil, Sifanur Gül, Bülent Sakrak, Devrim Yakut, Durul Bazan, Aram Dildar, Macit Koper, Engin Benli e Sennur Nogaylar.

Trama di Yaratilan – La creatura

L’epica storia di Yaratilan è ambientata nella Instanbul dei primi anni del Novecento, durante il declino dell’Impero Ottomano. Il protagonista è Ziya (Taner Ölmez): un giovane determinato, brillante e ribelle che, dopo aver osservato per anni suo padre, un grande e talentuoso dottore di Bursa, capisce di poter dare una svolta alla scienza della medicina e alla vita umana. Ziya vuole diventare uno straordinario medico, in grado non solo di curare orribili malattie infettive… ma anche capace di ridare la vita. Dunque, mosso da questo irrefrenabile desiderio e consapevole dell’esistenza dell’antico Libro della Resurrezione, parte per Istanbul per studiare medicina. Qui incontra Ihsan (Erkan Kolçak Köstendil), un eccentrico e ambizioso professore, espulso dalla scuola, con cui condivide genio e follia. È così che destini di Ziya e Ihsan, da quel momento, restano indissolubilmente legati tra la vita e la morte.

Cosa c’è dopo la morte?

La storia, sviluppata nel corso degli episodi come un racconto ad incastro, segue due linee narrative e temporali che giocano – grazie a continue analessi e intrecci – con le vite dei due protagonisti. Irmak realizza, quindi, una trama così completa e ricca di dettagli (persino riguardo ai personaggi minori) che a tratti sembra perdere il fulcro della storia e il suo messaggio.

Yaratilan eredita dal classico originale gli stessi profondi e controversi temi che possono essere riassunti nella fatidica domanda esistenziale: Cosa c’è dopo la morte?”. Ed è lo stesso Ziya ad anticiparcelo nel primo episodio, affermando: Gli uomini temono i demoni ma non temono la morte, perché di quest’ultima ne conoscono l’esistenza. A terrorizzarli è la possibilità che un giorno i demoni inizino a parlare, rivelando loro che non c’è assolutamente nulla dopo la morte.”

Ziya cerca ossessivamente le risposte a questa domanda facendo del Libro della Resurrezione di Shahram Amir il suo unico credo di vita. Coinvolgendo violentemente Ihsan, il giovane sfida Dio e la vita costruendo una “macchina delle seconde possibilità”. Ma il prezzo da pagare per fingersi Dio e voler fregare la morte è davvero alto: pur resuscitando egoisticamente Ihsan, rendendolo così un essere mostruoso, Ziya finisce per essere l’unico vero ignobile mostro della storia. Un uomo così accecato dalla superbia e della paura per l’ignoto che, mentre crede di aver ricreato la vita, dà origine ad un effetto domino di morte e sofferenza.

«Chi leggerà questa storia, penserà che la sua morale è che la scienza avrà conseguenze terribili e devastanti per l’umanità. Ma so per certo, io che sono l’ultimo a raccontarla, che non è così. Perché la colpa non è della scienza ma dell’arroganza». – Yaratilan

La diversità è ricchezza

Accanto al tema della morte e della resurrezione, Irmak aggiunge un altro tema universale, quello della diversità personificato dal professore Ihsan. Un uomo incompreso e generoso che, sia prima che dopo la sua “rinascita” in mostro, viene allontanato e isolato dal resto delle persone a causa del suo “essere diverso”. Si contano sul palmo di una mano le persone che, durante il racconto, scelgono di andare al di là dei pregiudizi e del suo aspetto spaventoso. Poche persone, diverse e sole a loro volta, che scoprono e abbracciano il suo profondo e buon animo.

Yaratilan – La creatura. ŞİFANUR GÜL nei panni di Asiye in Yaratilan. Cr. Courtesy of Netflix © 2023

Un Frankestein non così originale

Non sorprende poi così tanto che anche la serialità turca si sia inserita nella lunga lista di prodotti audiovisivi ispirati al mito di Frankestein. In fondo, negli ultimi anni la Turchia è alla continua sperimentazione di quei prodotti chiave – come lo sono stati, per esempio, Parasite e Squid Game per il Sud Corea – che possano spalancare le porte del successo internazionale. Ma riadattare un classico, per di più tanto amato e celebrato, non sempre risulta essere la strada più facile.

Yaratilan, infatti, per quanto intrattenga e incuriosisca lo spettatore dall’inizio alla fine, non riesce ad apportare nulla di realmente originale ad una storia che ha già girato il mondo intero nelle vesti più disparate. Irmak scrive e dirige, dunque, un oscuro dramma in costume che – con un po’ più di audacia e incisione e privilegiando la forma cinematografica piuttosto che quella seriale – avrebbe potuto guadagnarsi un posto in classifica tra i migliori prodotti netflixiani del Medio Oriente.

Yaratilan poteva essere LA creatura, ma finisce per essere solo una delle tante.

Rocky Balboa: tutto quello che c’è da sapere sul film con Sylvester Stallone

Il film del 1976 Rocky è una delle più celebri pellicole della storia del cinema, un classico intramontabile del genere sportivo capace di vincere l’Oscar come miglior film e lanciare la carriera del suo attore e sceneggiatore Sylvester Stallone. Il successo fu tale che i produttori decisero poi di dar vita ad un sequel nel 1979, Rocky II, il quale fu poi seguito nel 1982 da Rocky III. La saga sembrava concludersi così, ma solo tre anni dopo è arrivato Rocky IV, ancora scritto, diretto ed interpretato da Stallone, seguito poi nel 1990 da Rocky V. Ci sono poi voluti 16 anni prima di rivedere il personaggio al cinema con Rocky Balboa.

Come noto, Stallone aveva inizialmente intenzione di far morire il personaggio alla fine del quinto film. Questo finale venne però poi cambiato e ciò ha permesso all’iconico pugile del cinema di tornare sul grande schermo ancora una volta. Stallone è tornato alla regia della saga, dopo aver ceduto il ruolo per il quinto film a John G. Avildsen, già regista del primo film. Con questo nuovo capitolo, l’idea era di dare un degno finale a Rocky, mostrando però anche come non sia mai troppo tardi per dimostrare qualcosa di nuovo a sé stessi, lottando per ottenerlo. Rocky Balboa, in un certo senso, riporta il personaggio lì da dove era partito, ponendolo però dinanzi a nuove sfide.

Rocky, come noto, è poi apparso come personaggio secondario anche negli spin-off Creed e Creed II, ma è Rocky Balboa a fornire davvero l’ultimo epico saluto del personaggio ai suoi fan. Ecco allora che questo si configura davvero come un titolo imperdibile, da vedere o rivedere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Rocky Balboa

Dopo che la moglie Adriana è morta a causa di un tumore, la vita di Rocky Balboa è cambiata drasticamente. L’ex pugile ha ora aperto un ristorante, chiamato “Adrian’s”, dove tiene compagnia ai clienti raccontando le sue storie sul pugilato. Così le sue giornate trascorrono tra i racconti dei suoi trionfi sul ring e le visite nostalgiche al cimitero a trovare la sua amata. Quando un giorno in TV viene proposta una simulazione di un incontro di boxe fra Mason “The Line” Dixon, campione del mondo in carica, e Rocky, con quest’ultimo dato per vincente, l’ex pugile riceve poi realmente una sfida da parte di Dixon, il quale vuole ovviamente dimostrare che la simulazione si sbaglia ed è lui il numero uno.

Rocky si trova allora davanti a un dilemma: da una parte desidera tornare sul ring a combattere, nonostante il suo stato di salute, dall’altra parte vorrebbe ascoltare il consiglio del figlio Robert e del cognato Paulie e continuare a gestire in tranquillità il ristorante di famiglia. In questa situazione, la mancanza della moglie Adriana, che lo ha sempre sostenuto e consigliato, si fa sentire ancora più profondamente.
Quando, pur se ormai sessantenne, Rocky ottiene dalla commissione medica il benestare per poter tornare sul ring, l’ex campione prende quello come un segno e inizia un durissimo percorso di allenamento con il suo amico Duke, con l’obiettivo di salire sul ring un ultima volta e vincere i propri dolori dell’anima.

Rocky Balboa Sylvester Stallone

Il cast di Rocky Balboa

Ad interpretare Rocky Balboa, naturalmente, c’è ancora una volta Sylvester Stallone, rimessosi in forma per poter eseguire personalmente le scene degli incontri. Antonio Tarver interpreta Mason Dixon. Per interpretare il personaggio, Stallone voleva un vero pugile, così la parte andò a Tarver, l’allora campione dei pesi mediomassimi. Impegnato nelle prove già cinque settimane prima dell’inizio delle riprese, il mancino Tarver dovette prendere circa 10 chili per passare dalla condizione di peso mediomassimo a quella di peso massimo. L’attore Burt Young, invece, riprende il ruolo di Paulie Pennino, mentre Tony Burton ritorna nel ruolo di Tony “Duke” Evers, amico di Rocky ed ex allenatore e manager di Apollo Creed. Il pugile Mike Tyson interpretò sé stesso nel film con un cameo.

L’attore Milo Ventimiglia interpreta Robert Balboa Jr. che, ormai adulto, vive all’ombra del padre. Per la parte era stato considerato Sage Stallone, figlio di Sylvester, che aveva già interpretato il ruolo in Rocky V. Stallone raccontò di avere cambiato idea perché temeva che la gente vedesse nei conflitti tra Rocky e il suo erede un possibile parallelismo nel suo rapporto con il suo decisamente meno famoso figlio. Geraldine Hughes interpreta invece Marie, una madre single che da adolescente aveva imprecato contro Rocky, dopo che lui l’aveva accompagnata a casa e salvata da un futuro di delinquenza giovanile. James Francis Kelly III, infine, interpreta Steps, il figlio di Marie che instaura un legame con Rocky.

Il trailer di Rocky Balboa e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Rocky Balboa grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 28 ottobre alle ore 21:25 sul canale Rete 4.

Fonte: IMDb

Festa del Cinema di Roma 2023: tutti i vincitori della 18° edizione

A partire dalla scorsa edizione, la Festa del Cinema di Roma è stata ufficialmente riconosciuta come Festival Competitivo dalla FIAPF (Fédération Internationale des Associations de Producteurs de Films).

A seguire, tutti i riconoscimenti assegnati oggi, sabato 28 ottobre, nel corso della cerimonia di premiazione che si è svolta alle ore 17.00 presso la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone.

CONCORSO PROGRESSIVE CINEMA

Una giuria presieduta dall’attore, regista e produttore Gael Garcia Bernal e composta dalla regista britannica Sarah Gavron, dal regista, sceneggiatore e poeta finlandese Mikko Myllylahti, dall’attore e regista francese Melvil Poupaud e dall’attrice e regista italiana Jasmine Trinca, ha assegnato i seguenti riconoscimenti ai film del Concorso Progressive Cinema:

– Miglior Film: PEDÁGIO (TOLL) di Carolina Markowicz

– Gran Premio della Giuria: UROTCITE NA BLAGA (BLAGA’S LESSONS) di Stephan Komandarev

– Miglior regia: JOACHIM LAFOSSE per Un silence (A Silence)

– Miglior attrice – Premio “Monica Vitti”: Alba Rohrwacher per Mi fanno male i capelli

– Miglior attore – Premio “Vittorio Gassman”: HERBERT NORDRUM per Hypnosen (The Hypnosis)

– Miglior sceneggiatura: ASLI ÖZGE per Black Box

– Premi speciali della Giuria (proposti dal Presidente a scelta fra le categorie sceneggiatura, fotografia, montaggio e colonna sonora originale):

ASHIL (ACHILLES) di Farhad Delaram

C’È ANCORA DOMANI di Paola Cortellesi

THE MONK AND THE GUN di Pawo Choyning Dorji

MIGLIORE OPERA PRIMA BNL BNP PARIBAS

Una giuria presieduta dal cineasta Paolo Virzì e composta dalla produttrice e distributrice francese Adeline Fontan Tessaur e la drammaturga e sceneggiatrice Abi Morgan ha assegnato il Premio Miglior Opera Prima BNL BNP Paribas (scelta fra i titoli delle sezioni Concorso Progressive Cinema, Freestyle e Grand Public), al film:

– COTTONTAIL di Patrick Dickinson

Sono state inoltre assegnate due Menzioni Speciali Miglior Opera Prima BNL BNP Paribas ai film C’È ANCORA DOMANI di Paola Cortellesi e AVANT QUE LES FLAMMES NE S’ETEIGNENT (AFTER THE FIRE) di Mehdi Fikri.

MIGLIOR COMMEDIA – PREMIO “UGO TOGNAZZI”

Una giuria presieduta dall’attrice francese Philippine Leroy-Beaulieu e composta dal regista e sceneggiatore italiano Alessandro Aronadio e la sceneggiatrice italiana Lisa Nur Sultan ha assegnato il Premio “Ugo Tognazzi” alla Miglior commedia (scelta fra i titoli delle sezioni Concorso Progressive Cinema, Freestyle e Grand Public), al film:

– JULES di Marc Turtletaub

È stata inoltre assegnata la Menzione Speciale del Premio “Ugo Tognazzi” ad ASTA KAMMA AUGUST e HERBERT NORDRUM per Hypnosen (The Hypnosis).

PREMIO DEL PUBBLICO

Tra i film del Concorso Progressive Cinema, gli spettatori hanno assegnato il Premio del Pubblico al film:

C’È ANCORA DOMANI di Paola Cortellesi

Il pubblico della proiezione ufficiale e della prima replica di un film ha espresso il voto utilizzando l’APP ufficiale della Festa del Cinema “Rome Film Fest” e attraverso il sito www.romacinemafest.it.

PREMIO SIAE CINEMA

Lo scorso maggio è stato lanciato il bando per il Premio SIAE Cinema che va al progetto con la migliore sceneggiatura – scritta da uno sceneggiatore o una sceneggiatrice under 35 di nazionalità italiana o residente stabilmente in Italia – per la realizzazione di un’opera prima o seconda. Il riconoscimento del valore di 150 mila euro è destinato alla produzione italiana che realizzerà il film tratto dalla sceneggiatura vincitrice. I progetti sono stati valutati da una giuria composta dallo sceneggiatore Nicola Guaglianone, il produttore cinematografico Carlo Cresto-Dina e il compositore Pivio che ha premiato:

– IL PRIMO FIGLIO di Mara Fondacaro

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I PREMI ASSEGNATI DURANTE LA DICIOTTESIMA EDIZIONE

Nei giorni scorsi sono stati assegnati i seguenti riconoscimenti:

– Premio alla Carriera a ISABELLA ROSSELLINI

– Premio alla Carriera a SHIGERU UMEBAYASHI

– Premio Progressive alla Carriera a HALEY BENNETT

– Premio Progressive alla Carriera a CAMILA MORRONE

Fra i premi collaterali:

– Premio FS a LA NOSTRA MONUMENT VALLEY di Alberto Crespi e Steve Della Casa assegnato dal Gruppo FS Italiane

– Premio “Il viaggio in Italia” a L’IMPERO DELLA NATURA. UNA NOTTE AL PARCO DEL COLOSSEO di Luca Lancise e Marco Gentili patrocinato dal Ministero del Turismo ed Enit – Agenzia nazionale del turismo

La Regione Lazio ha assegnato il premio “Lazio Terra di Cinema” a JULIETTE BINOCHE

Pedágio: recensione del film di Carolina Markowicz – #RoFF18

Pedágio: recensione del film di Carolina Markowicz – #RoFF18

Carolina Markovicz porta nella sezione Progressive Cinema della Festa del Cinema di Roma il suo nuovo lavoro, Pedágio. Sceglie ancora Maeve Jinkings, con cui aveva già lavorato nel suo lungometraggio d’esordio, Charcoal nel 2022. Lì, la regista aveva confezionato un lavoro crudo, in cui la vita di una famiglia contadina, povera ma tranquilla, veniva sconvolta dall’arrivo di un boss della droga in cerca di un nascondiglio. In Pedágio, una trama da crime story si intreccia con il percorso di un ragazzo che vuole affermare la propria identità in un paese pieno di contraddizioni.

La trama di Pedágio

Suellen, Maeve Jinkings, vive a Cubatão, São Paulo, con il figlio diciassettenne Antonio, detto Tiquinho, Kauan Alvarenga. Lavora al casello dell’autostrada e conduce una vita grama, ma dignitosa. Da qualche tempo frequenta stabilmente Araudo, Thomás Aquino. É molto angosciata perché Tiquinho è omosessuale e lei non riesce ad accettarlo. Preferirebbe che il figlio nascondesse le proprie inclinazioni, che la imbarazzano. Il ragazzo invece, non intende rinunciare a mostrare liberamente la propria indole. Ama le dive del jazz e gira video pieni di luci, in cui mima il loro canto e si veste di rosa. Poi li posta su internet. Per cercare di risolvere quello che per lei è un “problema”, Suellen iscrive il figlio a un seminario di riconversione sessuale che promette miracoli.

Le contraddizioni del Brasile in Pedágio

Quello mostrato dalla regista di Pedagio è un Brasile pieno di contraddizioni. Una terra di verde e foresta, ma anche di inquinamento, fabbriche e autostrada – i grossi tubi, le ciminiere fumanti campeggiano in molte inquadrature. Una donna che manda avanti la casa e cresce il figlio in maniera umile, ma onesta – Suellen ci tiene a vivere onestamente – che però è disposta a tutto purché Antonio abbandoni le proprie tendenze omosessuali. Dunque, onestà da una parte, affari sporchi dall’altra. La fede religiosa, cattolica, di cui l’America Latina è intrisa, che qui sconfina nella superstizione e nel fanatismo. L’ipocrisia delle apparenze contro la ferocia della realtà.

pedagio filmUno stile eclettico e il lato umoristico dell’assurdo

Per raccontarle, Markovicz mette insieme il realismo, con la durezza di un mondo a volte spietato, e l’ironia grottesca e surreale, il dramma realistico e la crime story. Un insieme di registri che è croce e delizia del film. Inizialmente disorienta e può allontanare lo spettatore, specie quello meno incline agli esperimenti. Si rivela, infine, efficace per raccontare alcune derive della società e smascherarne assurdità e ipocrisia. Alleggerisce, poi, la crudezza del realismo. Ecco allora, la parte dedicata al seminario sulla riconversione sessuale, con un pastore, Isac Graça, che vuole somigliare a Gesù, ed ha delle tesi a dir poco creative. Il tutto risulta esilarante quanto, appunto, surreale: dalla messa in scena, ai dialoghi, ai gesti. Al netto del disorientamento, si tratta di un modo per mettere alla berlina certa ipocrisia cattolica e talune tesi, che ancora considerano l’omosessualità una malattia da curare ad ogni costo.

Pedágio, un inno alla libertà

Il film, però, oltre che cercare, e infine trovare, un difficile equilibrio tra le proprie anime, si regge sull’interpretazione di Kauan Alvarenga e la figura di Antonio, un ragazzo che, in una realtà spesso falsa e ipocrita, dove apparenza non fa rima con sostanza, sembra riportare un po’ di buon senso e normalità. È un giovane con la testa sulle spalle, va a scuola, si preoccupa che la madre non frequenti uomini poco raccomandabili. Porta, certo, anche il suo estro, i suoi colori, le luci pastello, i vestiti sgargianti, le canzoni delle dive del jazz. Dice però, in questo modo, chiaro e forte, che vuole poter essere sé stesso. Lo afferma con sicurezza, in modo assertivo e tranquillo. Lo sostiene il giovane interprete con una prova d’attore mai sguaiata, ma sempre consapevole e calibrata, nella quale si percepiscono orgoglio e fierezza. Pedágio è un lavoro in cui convivono momenti esilaranti accanto ad altri, in un certo modo poetici e potenti. Un inno alla libertà e al tempo stesso uno spaccato aspro di mondi spesso poco conosciuti.

Bussano alla porta arriva su SKY e NOW

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Bussano alla porta arriva su SKY e NOW

Night Shyamalan firma l’horror-thriller Bussano alla porta, in prima tv lunedì 30 ottobre alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Halloween), in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.

Tratto dal bestseller americano The Cabin at the End of the World (La casa alla fine del mondo) di Paul Tremblay, il film Bussano alla porta è interpretato da Dave Bautista, il vincitore del Tony Award e candidato all’Emmy Jonathan Groff, Ben Aldridge, la candidata al BAFTA Nikki Amuka-Bird, l’esordiente Kristen Cui, Abby Quinn e Rupert Grint. La sceneggiatura è di M. Night Shyamalan e Steve Desmond & Michael Sherman.

La trama di Bussano alla porta

Mentre sono in vacanza in uno chalet isolato, una bambina e i suoi genitori vengono presi in ostaggio da quattro sconosciuti armati che chiedono alla famiglia di fare una scelta impossibile per evitare l’apocalisse. Con un accesso limitato al mondo esterno, la famiglia deve decidere in cosa crede prima che tutto sia perduto.

La pellicola fa parte anche della programmazione del canale SKY CINEMA HALLOWEEN (canale 303) che, per celebrare la festa più spaventosa dell’anno, si accenderà dal 21 al 31 ottobre su Sky e NOW, con oltre 70 titoli “da paura” che spaziano nei generi: avventure a tinte dark, titoli per tutta la famiglia e horror. Tra i titoli proposti anche le prime tv DAMPYR e HALLOWEEN ENDS.

Five Nights at Freddy’s segna la migliore apertura al box office di sempre ad Halloween

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Five Nights at Freddy’s ha fatto registrare la più grande apertura nel weekend che precede Halloween di sempre. Il film della Universal/Blumhouse ha messo a segno un giovedì sera in stile Oppenheimer da 10,3 milioni di dollari e ora punta a un venerdì da 34 milioni di dollari per finire con un’enorme apertura da 68 milioni di dollari.

La strategia fa parte di quel lancio dinamico che lo studios ha migliorato dai precedenti film come Halloween Ends (40 milioni) dimostrando che i fan  vogliono vederlo in una sala cinematografica. La media delle sale negli USA è di ben 18,5.000 dollari da 3.675 sale. Di seguito un po’ di numeri della storia recente:

  • Il più grande weekend di apertura per un film horror da inizio anno, superando Scream VI (44,4 milioni di dollari)
  • Terza apertura più grande di sempre per un film di un videogioco, dietro Super Mario Bros (146,3 milioni di dollari) e Sonic the Hedgehog 2 (72 milioni di dollari)
  • Seconda apertura per Blumhouse, dopo Halloween del 2018 (76,2 milioni di dollari)
  • Maggiore apertura per un film del fine settimana di Halloween, battendo Il Gatto con gli Stivali (34 milioni di dollari)
  • È anche la diciannovesima volta che un film della Blumhouse arriva al primo posto e porterà il box office nazionale dell’etichetta di genere a oltre 3 miliardi di dollari.
  • Il secondo più grande debutto cinematografico giornaliero, dopo Black Widow di Disney+ (80,3 milioni di dollari).

Jason Statham sarà protagonista di Levon’s Trade diretta da David Ayer e scritto da Sylvester Stallone

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Black Bear e BlockFilm, le nuove società di produzione dell’ex capo della Miramax, Bill Block, sono pronte a riscaldare ancora di più il mercato AFM oggi con l’annuncio del film d’azione Levon’s Trade, che avrà come protagonista Jason Statham (franchise Fast & Furious) e sarà diretto da David Ayer (Suicide Squad) e si baserà su una sceneggiatura adattata da Sylvester Stallone (Creed).

Il progetto rappresenta la prima sceneggiatura di Sylvester Stallone dai tempi di Rambo: Last Blood nel 2019 e Creed II nel 2018. La star del grande schermo, notoriamente nominato all’Oscar per la sua sceneggiatura di Rocky nel 1977, ha adattato Levon’s Trade dal romanzo omonimo dell’autore di fumetti Chuck Dixon. Il libro è il primo degli undici della popolare serie thriller di Levon Cade. La Balboa Productions di Sylvester Stallone aveva precedentemente sviluppato il progetto come una serie TV.

Il film ripercorrerà il modo in cui Levon Cade (Jason Statham) ha lasciato la sua “professione” alle spalle per andare a lavorare nell’edilizia. Vuole vivere una vita semplice ed essere un buon padre per sua figlia. Ma quando la figlia adolescente del suo capo, Jenny, scompare, lui è chiamato a impiegare nuovamente le abilità che lo hanno reso una figura leggendaria nell’oscuro mondo delle operazioni segrete. La sua caccia allo studente universitario scomparso lo porta nel cuore di una sinistra cospirazione criminale che crea una reazione a catena che minaccerà il suo nuovo modo di vivere.

La squadra sta programmando le riprese per marzo 2024 a Londra. David Ayer e Chris Long (che ha collaborato con Statham e Block anche nel prossimo film d’azione The Beekeeper) produrranno per Cedar Park Entertainment, insieme a Jason Statham per Punch Palace Productions (The Beekeeper), Sylvester Stallone per Balboa Productions, John Friedberg ( Ferrari ) per Black. Bear e Bill Block ( franchise di Halloween di David Gordon Green ) per BlockFilm. Jason Statham è stato coinvolto nel progetto prima dello sciopero.

Il produttore Bill Block, che con una mossa scioccante ha lasciato la Miramax all’inizio di questo mese, ha dichiarato: “Sono entusiasta di riunirmi con alcuni dei miei partner più talentuosi e di lunga data in Levon’s Trade. Ho lavorato per la prima volta con David Ayer su Fury ed è stato subito chiaro che è un regista al top della sua capacità. Jason e io abbiamo lavorato insieme su numerosi film e più recentemente abbiamo collaborato tutti e tre su The Beekeeper. Il commercio di Levon sarà un altro spettacolare film d’azione e sono fiducioso che abbiamo messo insieme il dream team per portare il primo romanzo di questa celebre serie sul grande schermo”.

Killers of the Flower Moon: Apple e Paramount contro le sale che mettono intervalli alla proiezioni

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Martin Scorsese non ha incluso un intervallo nel suo film epico di 206 minuti, Killers of the Flower Moon. Ma ciò non ha impedito a una manciata di cinema in tutto il mondo di inserirne uno, con intervalli che vanno dai sei minuti ai 15 minuti.

Venerdì mattina, due catene di cinema europee e un teatro indipendente ad Amsterdam hanno venduto i biglietti per le proiezioni di Killers of the Flower Moon con una pausa di intervallo violando accordo pregressi. Un portavoce di UCI Cinemas, una catena di dicnema con sedi in Germania, Italia, Portogallo e Brasile, ha confermato che tutte le sue quasi 80 sale – ad eccezione degli schermi Imax a Porta di Roma, Orio e Campi Bisenzio – avevano incluso un “intervallo di sei minuti verso la metà del film”.

Anche Vue, una catena di teatri con sede nel Regno Unito, e un cinema di Amsterdam chiamato The Movies Haarlemmerdijk offrivano proiezioni con una pausa, secondo i loro siti web.

A livello nazionale, The Lyric, un teatro a Fort Collins, Colorado, ha proiettato il dramma storico con un intervallo fino al 26 ottobre. Tuttavia, hanno eliminato l’intervallo dopo aver avuto problemi con la Paramount, il distributore del film, e Apple Original Films, produttore del film. Secondo una fonte della catena le società hanno contattato le sale che hanno violato il loro contratto invitandoli a ripristinare la proiezione del film come originariamente previsto. 

Per essere chiari, solo una piccola parte delle oltre circa 10.000 sale in tutto il mondo che proiettano “Killers of the Flower Moon” hanno incluso un intervallo, ma non è passato inosservato. Thelma Schoonmaker, montatrice del film e collaboratrice di lunga data di Scorsese, ha dichiarato a The Standard: “Capisco che qualcuno lo sta spezzando con un intervallo che non è giusto. Questa è una violazione, quindi devo scoprirlo.

Anche se Martin Scorsese non ha affrontato direttamente la questione sull’intervallo (o la sua mancanza), ha difeso la lunga durata di Killers of the Flower Moon in un’intervista con l’Hindustan Times, dicendo: “La gente dice che sono tre ore, ma andiamo, puoi farlo”. siediti davanti alla TV e guarda qualcosa per cinque ore.

Altri analisti concordano con la posizione di Martin Scorsese. Se Scorsese non avesse voluto che ci fosse un intervallo, penso che questo dovrebbe essere almeno il modo principale in cui le persone possono vederlo“, afferma Shawn Robbins, capo analista di Boxoffice Pro. “Detto questo, è stato un film lungo. E penso che se c’è abbastanza domanda là fuori, e soprattutto se ciò significa una differenza nell’aiutare qualcuno a prendere la decisione di andare a comprare un biglietto, piuttosto che non andare a vedere il film, allora forse c’è un argomento economico e pratico per almeno un’opzione limitata.”

Barbarian: il film horror avrà un adattamento videoludico

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Barbarian: il film horror avrà un adattamento videoludico

Bloody Disgusting ha dato oggi la notizia esclusiva che New Regency Pictures e Diversion3 Entertainment stanno creando un gioco basato sul mondo di del film horror Barbarian con Justin Long per PC e console.

Posso dirti che l’adattamento per videogioco del film horror Barbarian con Justin Long era piuttosto in basso nella mia lista di potenziali notizie horror nel 2023, addirittura inesistente, ma eccoci qui. Ci sarà un videogioco basato sul film horror del 2022 di Zach Cregger.

Diversion3 ha una certa esperienza da film horror a gioco, avendo contribuito alla creazione di giochi come Friday the 13th: The Game e Evil Dead: The Game, quindi è una scelta abbastanza solida per realizzare un gioco Barbarian.

La trama del film vede una giovane donna (Georgina Campbell) arrivare al suo Airbnb a tarda notte solo per scoprire che è stato erroneamente prenotato due volte e che uno strano uomo (Bill Skarsgård) è già lì. Contro ogni buon senso, decide comunque di restare per la notte, ma presto scopre che in casa c’è molto di più di cui aver paura rispetto all’altro ospite della casa.

Il suo potenziale come gioco horror non è immediatamente evidente, ma la seconda metà di Barbarian offre alcuni ambienti familiari per opportunità di gioco che inducono terrore. Nella dichiarazione che annuncia il progetto, Yariv Milchan, Presidente e CEO di New Regency Pictures, ha dichiarato: “L’espansione dell’universo di Barbarian nei giochi offre un nuovo modo di catturare l’orrore che ha reso il film un tale successo. Siamo entusiasti di collaborare con il team incredibilmente talentuoso di Diversion3 Entertainment per immergere i fan nuovi ed esistenti in questo mondo”.

The Black Phone 2: rivelata la data di uscita del sequel horror di Blumhouse

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È stata rivelata la data di uscita di The Black Phone 2, il sequel del film horror di successo del 2021 prodotto da Universal e Blumhouse.

Variety ha rivelato che The Black Phone 2 uscirà nelle sale venerdì 27 giugno 2025. Secondo il noto sito, gli studi descrivono il prossimo sequel come il “lancio di un nuovo sinistro franchise“. Non sono state fornite informazioni sul casting o sulla trama di The Black Phone 2 insieme alla data di uscita.

The Black Phone ha come protagonista il candidato all’Oscar Ethan Hawke insieme ai giovani attori emergenti Mason Thames e Madeleine McGraw. A loro si sono uniti James Ransone, Jeremy Davies, Brady Hepner, Jacob Moran e Jordan Isaiah White. Ha anche riunito il regista Scott Derrickson e lo scrittore C. Robert Cargill con Ethan Hawke e James Ransone, che hanno lavorato tutti insieme in Sinister del 2012.

Di cosa parlava The Black Phone?

Il film racconta la storia di Finney Shaw, un ragazzo di 13 anni timido ma intelligente, che viene rapito da un sadico assassino e intrappolato in un seminterrato insonorizzato“, si legge nella sinossi ufficiale. “Quando un telefono staccato sul muro comincia a squillare, Finney scopre di poter sentire le voci delle precedenti vittime dell’assassino. E sono determinati a fare in modo che ciò che è successo a loro non accada a Finney”.

Conception: Keira Knightley protagonista del nuovo Sci-Fi

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Conception: Keira Knightley protagonista del nuovo Sci-Fi

Secondo Deadline, la star di Orgoglio e Pregiudizio Keira Knightley ha firmato per il ruolo da protagonista nel prossimo thriller distopico e fantascientifico intitolato Conception. Keira Knightley interpreterà una donna che lavora sotto un governo autoritario che controlla la genitorialità dei suoi cittadini. Il candidato all’Oscar si riunisce con la regista Camille Griffin dopo aver già lavorato insieme nella commedia dark del 2021 Silent Night.

Sono fortunato ad aver trovato Keira. È una grande alleata quanto un talento. Ho intenzione di realizzare insieme un film unico ed emozionante“, ha detto Griffin in una nota.

Oltre al suo ruolo iconico in Orgoglio e Pregiudizio del 2005, Keira Knightley è anche conosciuta per le sue acclamate interpretazioni in film di successo come Espiazione, The Imitation Game, Never Let Me Go, Anna Karenina e Begin Again. Inoltre, non è estranea ai blockbuster, grazie al ruolo di Elizabeth Swann nella serie Pirati dei Caraibi della Disney.

Cos’è Conception?

“Conception è un thriller fantascientifico ambientato in un futuro non troppo lontano della Gran Bretagna, dove il governo ha assunto un governo autoritario sulla genitorialità. Il film segue Rita (Knightley), una leale funzionaria pubblica che crede nel sistema spietato che sostiene, fino a quando eventi inattesi non mettono in pericolo il suo status di genitore, rendendola vittima delle stesse leggi che ha così prontamente inflitto agli altri”.

Conception sarà scritto e diretto da Griffin. Sarà prodotto da Celine Rattray e Trudie Styler attraverso il loro Maven Screen Media, con il finanziamento di Fortitude. Il casting è attualmente in corso.

Maven ha detto: “Siamo ammirati dalla vivida immaginazione e dal talento creativo di Camille. Ha una capacità unica di esprimere idee grandi e complesse negli eventi quotidiani in cui è possibile identificarsi. Siamo entusiasti di riunire il team di Silent Night e di lavorare nuovamente con Keira”.

Camille Griffin ha aggiunto: “Sono fortunata ad aver trovato Keira. È una grande alleata quanto un talento. Ho intenzione di realizzare insieme un film unico ed emozionante”.

Highlander: il remake con Henry Cavill ottiene il budget e la data di inizio produzione!

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Secondo un recente articolo di Deadline, Lionsgate inizierà a lanciare le vendite del tanto atteso riavvio di Highlander con Henry Cavill all’American Film Market, che si terrà dal 31 ottobre al 5 novembre 2023. Henry Cavill e Chad Stahelski, noto per aver diretto tutti e quattro i film della serie di John Wick, erano entrambi legati al progetto prima dell’inizio dello sciopero della Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists (SAG-AFTRA) a luglio. 2023. L’articolo di Deadline afferma che il film sarà una “proposta ad alto budget” che costerà più di 100 milioni di dollari. Secondo quanto riferito, la data di inizio della produzione del film è fissata nel 2024.

Il regista ha parlato recentemente del reboot di Highlander

Stiamo cercando di fare un po’ un prequel – un setup per The Gathering – così abbiamo spazio per far crescere la proprietà“, ha detto. Stahelski ha anche detto che Highlander di Cavill potrebbe portare a più film e serie televisive. “Abbiamo idee da giorni per i personaggi più interessanti [che potrebbero creare] uno show televisivo epico”, ha detto. “Penso solo che sia una mitologia ricca quando puoi scegliere qualsiasi periodo di tempo, nazionalità, cultura, tipo di persona e renderli immortali che devono duellare e affrontare il peso dell’immortalità – è dannatamente bello.”

Il nuovo film Highlander sarà basato sull‘originale del 1986, interpretato da Christopher Lambert, Sean Connery e Clancy Brown nei panni di esseri immortali, che si danno la caccia a vicenda e raccolgono più potere. Il film che salta nel tempo – con il suo slogan “Ce ne può essere solo uno” – ha generato quattro sequel e tre serie TV, inclusa la popolare serie americana con Adrian Paul. I Queen hanno scritto e prodotto la memorabile colonna sonora del film originale.

A produrre il riavvio sono Joshua Davis, il produttore di Fast And The Furious Neal H. Moritz, Stahelski (tramite la sua società di produzione 87Eleven Entertainment) e Louise Rosner. L’attuale bozza della sceneggiatura è scritta da Mike Finch. Il defunto Peter S. Davis, produttore dell’originale Highlander, ha avviato lo sviluppo del nuovo film. La Summit ha acquisito per la prima volta i diritti di remake dell’originale nel 2008.

Biancaneve: ecco la prima foto di Rachel Zegler, Disney posticipa l’uscita!

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Una nuova foto del live-action di Biancaneve dal prossimo remake Disney ci offre il nostro primo sguardo ufficiale a Rachel Zegler nel ruolo iconico. La foto, pubblicata da The Hollywood Reporter, mostra Rachel Zegler che interpreta Biancaneve e seduto in quello che sembra essere il cottage dei Nani. L’attrice è circondata dai sette nani, tutti realizzati in CGI.

Variety ha riferito inoltre che la data di uscita del live-action Biancaneve è stata modificata al 21 marzo 2025. Si tratta di quasi un anno di ritardo rispetto alla data di uscita precedente, fissata per il 22 marzo 2024.

Biancaneve film 2025
Credit © Walt Disney Pictures

Chi dirige e produce il remake live-action di Biancaneve?

Biancaneve vede protagonista Rachel Zegler (West Side Story, La ballata degli uccelli canori e dei serpenti) nel  ruolo della protagonista, con Gal Gadot nel ruolo della Regina Cattiva. A loro si uniscono Andrew Burnap nei panni di Jonathan e Martin Klebba nei panni di Grumpy. Diretto e prodotto da Marc Webb da una sceneggiatura di Greta Gerwig ed Erin Cressida Wilson, il progetto dovrebbe espandere la storia e la musica dell’originale. Il duo di La La Land e The Greatest Showman, Benj Pasek e Justin Paul, scriverà nuove canzoni per l’adattamento.

L’imminente adattamento live-action di Biancaneve della Disney è basato sul primo classico animato dello studio, Biancaneve e i sette nani, che ha debuttato oltre 80 anni fa e ha dato il via al successo della Disney con i film d’animazione. È stato ispirato anche dalla fiaba tedesca del 1812 scritta dai fratelli Grimm. Questo progetto fa parte della crescente lista della Disney di prossimi progetti live-action, tra cui Moana, Hercules, Lilo & Stitch e Bambi.

The Social Network 2: David Fincher e Aaron Sorkin hanno parlato di un sequel

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David Fincher e Aaron Sorkin hanno discusso di realizzare un sequel di The Social Network del 2010, anche se Fincher sembra almeno un po’ riluttante ad andare avanti con il progetto.

Parlando con The Guardian, a Fincher è stato chiesto del suo prossimo progetto dopo l’uscita di The Killer, il film Originale Netflix che abbiamo avuto modo di vedere e recensire alla Mostra del cinema di Venezia. Quando gli è stato chiesto se fosse possibile realizzare un seguito di The Social Network, Fincher ha detto: “Aaron [Sorkin] e io ne abbiamo parlato, ma, um… è un vaso di fiori.”

Sorkin ha anche parlato in passato della realizzazione di un sequel di The Social Network. Ha detto ad AP Entertainment nel gennaio 2019: “Prima di tutto, so molto di più su Facebook nel 2005 che nel 2018, ma ne so abbastanza per sapere che dovrebbe esserci un seguito. Sono accadute molte cose molto interessanti e drammatiche da quando il film si conclude con la risoluzione della causa tra i gemelli Winklevoss e Eduardo Saverin.

Diretto da Fincher e scritto da Sorkin, The Social Network è uscito nelle sale degli Stati Uniti nell’ottobre 2010. Il film vede Jesse Eisenberg interpretare Mark Zuckerberg, il co-fondatore di Facebook, mentre Andrew Garfield interpreta Eduardo Saverin e Justin Timberlake interpreta Sean Parker. Nel cast figurano anche Armie Hammer, Max Minghella, Brenda Song e Rashida Jones.

The Killer arriverà su Netflix a novembre

L’ultimo film di Fincher, The Killer, vede protagonisti Michael Fassbender, Charles Parnell e Tilda Swinton. Basato sull’omonima serie di graphic novel francese di Alexis “Matz” Nolan e Lucy Jacamon, il film è attualmente proiettato in sale selezionate degli Stati Uniti prima di arrivare su Netflix il 10 novembre 2023.

“Dopo un fatidico quasi incidente, un assassino combatte i suoi datori di lavoro – e se stesso – in una caccia internazionale di ritorsioni che, insiste, non sono personali”, si legge nella sinossi. Quando gli è stato chiesto se The Killer potesse trasformarsi in un franchise data la ricca storia del materiale originale, Fincher ha risposto: “Si potrebbe pensare. Ho rinunciato a cercare di prevedere ciò che la gente vuole.”

Elio: Disney posticipata il film Pixar nel 2025

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Elio: Disney posticipata il film Pixar nel 2025

Il prossimo film Pixar Elio non uscirà più l’anno prossimo poiché oggi apprendiamo che il film d’animazione ha subito un slittamento notevole. Walt Disney Studios ha annunciato oggi che la data di uscita di Elio è stata modificata dal 1 marzo 2024 al 13 giugno 2025. Ciò significa che il prossimo film Pixar sarà ora Inside Out 2 il 14 giugno 2024.

Elio è diretto da Adrian Molina, co-regista, sceneggiatore e cantautore di Coco del 2017. Elio, inoltre, sembra utilizzare uno stile di animazione simile a Luca, film Pixar del 2021 incentrato su un mostro marino che vive tra gli umani “camuffandosi” da ragazzo. Oltre a Kibreab che dà la voce al personaggio titolare, il cast vocale include anche America Ferrera nei panni di Olga, la madre di Elio.

Mentre il resto del cast vocale deve ancora essere confermato al momento, in particolare per quanto riguarda i personaggi alieni. Questi alieni sono centrali nella trama, poiché Elio dovrà convincerli di essere il leader della Terra, forse per proteggere il suo pianeta. Il film promette dunque un’avventura spaziale colorata piena di interessanti disegni e una storia su un ragazzo che ha letteralmente nelle sue mani il destino del mondo.

Di cosa parla Elio?

Il film originale introduce Elio, un perdente con un’immaginazione attiva che si ritrova inavvertitamente teletrasportato nel Communiverso, un’organizzazione interplanetaria con rappresentanti di galassie in lungo e in largo“, si legge nella sinossi ufficiale del film. “Identificato erroneamente come l’ambasciatore della Terra nel resto dell’universo, e completamente impreparato a quel tipo di pressione, Elio deve formare nuovi legami con eccentriche forme di vita aliene, sopravvivere a una serie di prove formidabili e in qualche modo scoprire chi è veramente destinato a essere.”

Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente, prima clip svela la selezione truccata di Lucy per la decima edizione di Hunger Games

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È stata rivelata la prima clip in lingua originale di Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente, l’attesissimo prequel di Hunger Games della Lionsgate (distribuito in Italia da Notorious Pictures), che offre ai fan un assaggio della cerimonia della mietitura del Distretto 12.

Il video presenta la Lucy Gray Baird di Rachel Zegler mentre viene scelta per diventare il tributo del Distretto 12 per i decimi Hunger Games. Tuttavia, sembra che la sua scelta non sia stata determinata dal destino, ma sia stata invece truccata dalla figlia gelosa del sindaco. Per vendetta, Lucy mette coraggiosamente un piccolo serpente nel vestito di Mayfair Lipp, che attira l’attenzione di Coriolanus Snow. Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente arriva nelle sale il 15 novembre.

 

La trama del film Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente

Anni prima di diventare il tirannico presidente di Panem, il diciottenne Coriolanus Snow è l’ultima speranza per il buon nome della sua casata in declino: un’orgogliosa famiglia caduta in disgrazia nel dopoguerra di Capitol City. Con l’avvicinarsi della decima edizione degli Hunger Games, il giovane Snow teme per la sua reputazione poiché nominato mentore di Lucy Grey Baird, la ragazza tributo del miserabile Distretto 12. Ma quando Lucy Grey magnetizza l’intera nazione di Panem cantando con aria di sfida alla cerimonia della mietitura, Snow comprende che potrebbe ribaltare la situazione a suo favore. Unendo i loro istinti per lo spettacolo e l’astuzia politica, Snow e Lucy mireranno alla sopravvivenza dando vita a una corsa contro il tempo che decreterà chi è l’usignolo e chi il serpente.

Daredevil: Born Again, Marvel ha trovato il nuovo team creativo

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Daredevil: Born Again, Marvel ha trovato il nuovo team creativo

Daredevil: Born Again ha trovato il suo nuovo team creativo. Dario Scardapane, che ha scritto e prodotto la serie Marvel di Netflix The Punisher, sarà lo showrunner per il nuovo show, dopo che i precedenti sceneggiatori Chris Ord e Matt Corman si sono allontanati dal progetto nel mezzo della produzione. Ord e Corman saranno ancora accreditati come produttori esecutivi.

Justin Benson e Aaron Moorhead – che hanno diretto Moon Knight della Marvel e sono i registi principali della seconda stagione di Loki – interverranno per dirigere il resto della prima stagione di Daredevil: Born Again. Come parte della revisione creativa dello show, la Marvel ha sostituito i registi precedentemente assunti per la prima stagione dopo la chiusura della produzione a causa dello sciopero del SAG-AFTRA. Elementi del materiale già girato verranno incorporati nella serie, ma lo show nel complesso è stato ripensato per andare in una nuova direzione.

Il capo dei Marvel Studios, Kevin Feige, aveva originariamente annunciato che “Born Again” sarebbe composto da 18 episodi, ma non è chiaro quanti di questi comporranno la prima stagione.

Sebbene il background di Scardapane includa The Punisher – che era esso stesso uno spin-off della serie Daredevil di Netflix andata in onda dal 2015 al 2018 – Daredevil: Born Again non vuole essere una continuazione degli eventi degli show Netflix. Tuttavia, le star di quella serie, Charlie Cox e Vincent D’Onofrio, torneranno ai rispettivi ruoli di supereroe Matt Murdock (alias Daredevil) e cattivo Wilson Fisk (alias Kingpin).

Cosa sappiamo sulla serie Daredevil: Born Again

I fan della Marvel stavano aspettando da tempo Daredevil: Born Again, poiché continua la storia del supereroe interpretato da Charlie Cox, comparso brevemente anche in Spider-Man: No Way Home, e il villan Kingpin di Vincent D’Onofrio. Inizialmente prodotta da Netflix, la prima serie su Daredevil è andata avanti per tre stagioni prima di essere cancellata. Cox è però ora stato chiamato a riprendere il ruolo ed è comparso anche in She-Hulk: Attorney at Law. D’Onofrio, invece, è tornato come Kingping in Hawkeye. Ora entrambi i personaggi torneranno ad essere leader di una loro serie, Daredevil: Born Again, la cui uscita dovrebbe avvenire nel 2024.

Trap: Josh Hartnett e Saleka nel cast del nuovo film di M. Night Shyamalan

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Josh Hartnett e la figlia di M. Night Shyamalan, Saleka  sono stati scelti nel nuovo film di M. Night Shyamalan. Secondo Film Updates, Josh Hartnett e Saleka sono stati scelti per il nuovo film di Shyamalan, noto come Trap. Al film è stata concessa una deroga dalla Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists (SAG-AFTRA) che consente a Shyamalan di lavorare durante lo sciopero degli attori in corso per salari migliori, protezione contro l’intelligenza artificiale e altro ancora.

Sebbene i dettagli della trama siano attualmente sconosciuti, secondo quanto riferito da Film Updates, il film sarà un “thriller psicologico ambientato in un concerto”. Saleka interpreterà un artista pop nel film, mentre Josh Hartnett interpreterà un padre che partecipa al concerto con suo figlio.

In cos’altro ha recitato Josh Hartnett?

Josh Hartnett è apparso di recente in un ruolo di primo piano in Oppenheimer di Christopher Nolan. È anche noto per aver recitato in l giardino delle vergini suicide del 1999, Pearl Harbor del 2001, Black Hawk Down del 2001, Sin City del 2005, Lucky Number Slevin del 2006, 30 Days of Night del 2007 e altro ancora.

Saleka è una cantautrice R&B che ha pubblicato il suo album di debutto, Seance, nel maggio 2023. Ha inoltre registrato e pubblicato diverse canzoni per Servant, una serie Apple TV+ di cui Shyamalan è stato showrunner fino alla fine dello spettacolo nel marzo 2023.

Shyamalan è noto per aver realizzato film come Il sesto senso del 1999, Unbreakable del 2000, Signs del 2002, The Visit del 2015, Split del 2016 e altro ancora. Dopo Old del 2021, il film più recente di Shyamalan, Knock at the Cabin, è uscito nei cinema nel febbraio 2023. Basato su un romanzo del 2018 intitolato The Cabin at the End of the World di Paul G. Tremblay, ha come protagonisti Dave Bautista, Jonathan Groff, Ben Aldridge, Nikki Amuka-Bird, Kristen Cui, Abby Quinn e Rupert Grint. Trap non ha ancora fissata una data di uscita ufficiale.

Chucky: teaser dalla seconda parte della terza stagione anticipa l’aspetto di Brad Dourif

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Dopo il finale di metà stagione, USA Network e Syfy hanno rilasciato il teaser trailer di Chucky Stagione 3 Parte 2, offrendo ai fan un assaggio di cosa aspettarsi nei restanti quattro episodi dell’ultima puntata della serie spin-off di Child’s Play.

Il video mostra un Chucky morente mentre si scatena una furia omicida alla Casa Bianca. Si anticipa anche l’apparizione di Brad Dourif, la voce di lunga data dietro la bambola assassina titolare. La seconda parte sarà presentata in anteprima nel 2024.

Chucky è creato e prodotto esecutivamente dal creatore del franchise Don Mancini, che è anche showrunner e regista. Nel cast ci sono Zackary Arthur, Bjorgvin Arnarson, Alyvia Alyn Lind, Devon Sawa, Lexa Doig, Barbara Alyn Woods, Christine Elis, Alex Vincent e Rosemary Dunsmore. A loro si uniscono i veterani del franchise Jennifer Tilly e Fiona Dourif. I produttori esecutivi sono il produttore in franchising e creatore di bambole David Kirschner e Nick Antosca tramite la sua etichetta di produzione Eat the Cat.

Nell’infinita sete di potere di Chucky, la terza stagione vede ora Chucky sistemato con la famiglia più potente del mondo: la Prima Famiglia d’America, all’interno delle famigerate mura della Casa Bianca”, si legge nella sinossi ufficiale della terza stagione di Chucky. “Come è finito Chucky qui? In nome di Dio, cosa vuole? E come possono Jake, Devon e Lexy raggiungere Chucky nella casa più sicura del mondo, il tutto bilanciando le pressioni delle relazioni romantiche e della crescita? Nel frattempo, anche Tiffany affronta una crisi incombente mentre la polizia la intrappola per la furia omicida di “Jennifer Tilly” della scorsa stagione”.

Aquaman e il regno perduto: Warner Bros ritarda l’uscita di 2 giorni

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La data di uscita di Aquaman e il Regno Perduto è stata ancora una volta posticipata ma di poco.  Warner Bros. ha annunciato oggi che la nuova data di uscita USA di Aquaman e il Regno Perduto è il 22 dicembre 2023. Si tratta di uno spostamento di due giorni, poiché originariamente era fissato per il 20 dicembre. Ora uscirà venerdì, che è il giorno in cui tradizionalmente escono i film negli USA piuttosto che la data originale del mercoledì. Al momento non sappiamo se in Italia il film uscirà invece il 21 Novembre, ovvero giovedì, quando tradizionalmente escono i film nel nostro paese.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman e il Regno Perduto

Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il regno perduto, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo seguito, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film. Il film uscirà al cinema il 20 dicembre.

Non essendo riuscito a sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malvagia. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm, l’ex re di Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.

Girl With the Dragon Tattoo: scelto lo showrunner della serie per Amazon MGM Studios

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Dopo oltre tre anni da quando è stato annunciato inizialmente, l’adattamento televisivo di Girl With the Dragon Tattoo è finalmente entrato ufficialmente nella fase di sviluppo presso Amazon MGM Studios. Come apprendiamo da Variety Veena Sud (The Killing) è stata ingaggiata per il ruolo di showrunner.

Secondo quanto riferito, il riavvio televisivo del franchise, basato sugli omonimi romanzi thriller psicologici più venduti di Stieg Larsson , era in lavorazione nel 2020, sebbene nessuno showrunner fosse incaricato di dirigere il progetto. Un romanzo meglio conosciuto come la “Trilogia Millennium”, Larsson ha pubblicato il primo capitolo nel 2005 e da allora ha generato due sequel, come The Girl Who Played with Fire e The Girl Who Kicked the Hornets’ Nest.

I diversi adattamenti de Girl With the Dragon Tattoo

Larsson, morto nel 2004, è diventato uno degli autori più venduti dopo che i suoi libri sono stati tradotti in inglese, ispirando una serie di adattamenti cinematografici e televisivi con protagonista Lisbeth Salander, il personaggio leaser di Girl With the Dragon Tattoo

Nel 2009 è uscito il film svedese-danese Girl With the Dragon Tattoo, con Noomi Rapace e Michael Nyqvist (Mission: Impossible – Ghost Protocol). Sono seguiti due sequel, entrambi pubblicati nello stesso anno, tra cui The Girl Who Played with Fire e The Girl Who Kicked the Hornets’ Nest. La serie del 2010, intitolata Millennium, con Rapace e Nyqvist, è stata la versione ampliata della trilogia cinematografica del 2009.

Nel 2011 è stata la volta del remake inglese della versione originale Girl With the Dragon Tattoo, diretto da David Fincher che è diventato un successo di critica e commerciale, incontrando così bene il pubblico da riuscire a ottenere numerosi riconoscimenti. E’ stato da interpretato Rooney Mara e Daniel Craig. Sfortunatamente, il film del 2018 diretto da Fede Álvarez, Millennium – Quello che non uccide, non è riuscito a essere all’altezza del primo film ed è stato addirittura considerato il peggior film della serie. La trama del prossimo riavvio televisivo rimane nascosta, ma Variety ha riferito che sarà una storia a sé stante su Lisbeth Salander .

I film e le serie tv in uscita a Novembre su Disney+

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I film e le serie tv in uscita a Novembre su Disney+

Tante novità in arrivo a Novembre su Disney+. Il 1° novembre, Disney+ introduce il suo piano di abbonamento con pubblicità, insieme a due opzioni senza inserzioni pubblicitarie, offrendo ai clienti la flessibilità di scegliere il piano più adatto alle loro esigenze. I clienti potranno scegliere tra Standard con pubblicità a 5,99 € al mese, Standard a 8,99 € al mese o 89,90 € all’anno e Premium a 11,99 € al mese o 119,90 € all’anno*.

I film in uscita a Novembre su Disney+

Quiz Lady, dal 03 novembre

In Quiz Lady, Anne (Awkwafina), una giovane donna brillante ma ossessionata dai giochi d’azzardo, e Jenny (Sandra Oh), la sua lontana e stravagante sorella, devono collaborare per aiutare a coprire i debiti di gioco della madre. Quando l’amato cane di Anne viene rapito, le due donne partono per un viaggio spericolato attraverso il paese per trovare i soldi nell’unico modo che conoscono: trasformare Anne in una vera e propria campionessa di gameshow.

Scivolando sulla Neve, dal 17 novembre

Eddie Garrick (Chris ‘Ludacris’ Bridges) è un uomo di buon cuore che ha voltato le spalle al Natale a causa di un’esperienza traumatica della sua infanzia.. Su richiesta di sua moglie, Allison Garrick (Teyonah Parris), da cui è separato, Eddie porta sua figlia di 9 anni, Charlotte (Madison Skye Validum), a lavorare con lui la Vigilia di Natale, dove incontrano un misterioso uomo in un vestito rosso di nome Nick (Lil Rel Howery). Eddie, che è un assistente sociale, pensa che l’uomo non sia del tutto affidabile e abbia bisogno di aiuto, ma quando scatena l’ira di un politico locale, Oscar Nuñez, lui e sua figlia vengono coinvolti in un’avventura magica che potrebbe riaccendere la sua fede nel Natale. Scivolando sulla neve, diretto da Tim Story e scritto da Scott Rosenberg, è prodotto da John Jacobs e Will Packer, con Tim Story, Johanna Byer, Ross Fanger e Zac Unterman come produttori esecutivi. Nel cast del film figurano anche Mary Lynn Rajskub, Ravi V. Patel, Gina Brillon, Kevin Connolly e Zulay Henao.

Le serie tv in uscita a Novembre su Disney+

NUOVO SANTA CLAUSE CERCASI, dall’08 novembre

Scott Calvin, dopo 28 anni, torna a vestire i panni di Babbo Natale, alla guida del Polo Nord e del Natale. Con la sua famiglia al suo fianco, composta da Carol, Sandra e Cal, e i suoi elfi alle redini, Scott Calvin affronta un mondo in continua evoluzione con l’obiettivo di mantenere vivo lo spirito del Natale per una nuova generazione.

A Murder at the End of the World, i primi due episodi a partire dal 14 novembre

A Murder at the End of the World serie tv 2023

A Murder at the End of the World è una serie mystery con al centro della scena un nuovo tipo di detective: un’investigatrice alle prime armi della generazione Z nonché hacker esperta di tecnologia di nome Darby Hart (Emma Corrin). Darby e altri otto ospiti sono stati invitati da un miliardario solitario (Clive Owen) a partecipare a un ritiro in una località remota e affascinante. Quando uno degli altri ospiti viene trovato morto, Darby deve usare tutte le sue capacità per dimostrare che si tratta di un omicidio, contro una marea di interessi contrastanti e prima che l’assassino faccia una nuova vittima.

Rapina e fuga, il 29 novembre con tutti gli episodi

Joe Petrus sta vivendo il sogno americano: fidanzato di Jules, padre di Frankie e Bud, ha avviato un’attività in proprio in una sonnolenta cittadina di periferia. Ma all’insaputa della sua famiglia, Joe ha un segreto. Tre anni fa, è stato reclutato dalla famigerata criminale britannica Dianne Harewood per unirsi alla sua banda e prendere parte a un crimine ad alto rischio che prometteva di rendere Joe ricco e di fornirgli una vita nuova di zecca. E ora il pericoloso passato di Joe sta tornando a galla. Quando un assassino inizia a prendere di mira la banda dietro al crimine, Joe capisce che l’unico modo per tenere al sicuro la sua famiglia è tornare a Londra, entrare in contatto con la sua vecchia banda e rintracciare Dianne

BRAWN: UNA STORIA IMPOSSIBILE DI FORMULA 1©, docuserie dal 15 novembre

Keanu Reeves racconta una delle più grandi saghe nella storia della Formula 1. In questa avvincente docuserie in quattro parti tutto viene svelato attraverso gli approfondimenti di Ross Brawn e di icone delle corse come Jenson Button e Rubens Barrichello. A partire dalla formazione della Brawn GP, si assiste allo straordinario viaggio attraverso manovre strategiche e sfide finanziarie in un’epoca straordinariamente competitiva negli annali di questo sport.

American Horror Story: Delicate, dal 29 Novembre

American Horror Story: Delicate

In American Horror Story: Delicate, dopo molteplici tentativi falliti di fecondazione assistita, l’attrice Anna Victoria Alcott non desidera altro che mettere su famiglia. Mentre cresce il clamore intorno al suo recente film, teme che qualcosa possa prendere di mira lei e la sua ricerca della maternità. AHS: Delicate è il 12° capitolo della pluripremiata serie antologica creata da Ryan Murphy e Brad Falchuk.

Gli altri titolo in arrivo

  • SOLAR OPPOSITES – S4 In streaming dal 1° novembre
  • RESERVATION DOGS – S3 In streaming dal 29 novembre
  • DRIVE WITH SWISS BEATZ – S1 La prima stagione complete in streaming dal 16 novembre
  • PAPÀ SU MISURA La seconda stagione completa In streaming dall’8 novembre
  • VIGILANTE S1 – in streaming dall’8 novembre

The Gilded Age: trailer della seconda stagione in arrivo su SKY

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The Gilded Age: trailer della seconda stagione in arrivo su SKY

Arriva oggi il trailer ufficiale in italiano di The Gilded Age, la seconda stagione della serie HBO e Sky Exclusive nasce dalla penna di uno dei più celebrati maestri del dramma in costume, sir Julian Fellowes (Downton Abbey, Belgravia). La serie andrà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 30 ottobre.

L’aristocrazia con i suoi sfarzosi balli, i meravigliosi palazzi decorati con gusto e una rigida etichetta e la nuova borghesia con le sue innovazioni, con invenzioni pronte a rivoluzionare il mondo e la voglia di infrangere le vecchie regole: sono queste le due fazioni che continuano a confrontarsi, scontrarsi e scoprirsi nel nuovo capitolo di The Gilded Age.

Affermarsi in società è un vero e proprio lavoro per la nuova borghesia di New York, che cerca faticosamente di farsi notare ritagliandosi un posto nei migliori teatri e ristoranti, guadagnando inviti ai balli più esclusivi. Bertha Russell (Carrie Coon), stella nascente della classe emergente, non ha sicuramente intenzione di accettare rifiuti e nella nuova stagione continua la sua lotta contro l’antiquata aristocrazia, rappresentata da Agnes van Rhijn (Christine Baranski), che cerca invece di mantenere la propria esclusiva supremazia. Ma il progresso, la modernità, lo stile di vita innovativo e libero che ormai regnano sovrani a New York minano dalle fondamenta quel vecchio status quo che sembra ormai dover cedere il passo ad una società più dinamica.

Il cast della seconda stagione di The Gilded Age

La serie vanta un cast stellare che include Christine Baranski (The Good Wife, Mamma Mia), Cynthia Nixon (Sex & the City, And Just Like That…), Carrie Coon (The Leftovers – Svaniti nel nulla, Fargo), Nathan Lane (The Blacklist, Modern Family), Morgan Spector (Il complotto contro l’America) e Louisa Jacobson (Gone Hollywood).

The Gilded Age è scritta e prodotta da Julian Fellowes, affiancato nella produzione da Gareth Neame, David Crockett e Bob Greenblatt. Producono e dirigono Michael Engler e Salli Richardson-Whitfield. La serie è una co-produzione HBO e Universal Television.

La trama della seconda stagione di The Gilded Age

L’Età dell’Oro americana fu un periodo di immensi cambiamenti economici, di grande conflitto tra vecchie modalità e nuovi sistemi, e di enormi fortune guadagnate e perse. La seconda stagione di The Gilded Age inizia la mattina di Pasqua del 1883, con la notizia che l’offerta di Bertha Russell per un palco all’Academy of Music è stata respinta. Durante gli otto episodi della stagione, osserviamo come Bertha sfidi Mrs. Astor e il vecchio sistema e lavori non solo per guadagnare una posizione sicura nella società, ma per assumere potenzialmente un ruolo di primo piano in essa. George Russell affronta la sua battaglia con un sindacato in crescita nella sua acciaieria a Pittsburgh. A casa Brook, Marian continua il viaggio per trovare la sua strada nel mondo insegnando segretamente in una scuola femminile, mentre con sorpresa di tutti Ada inizia un nuovo corteggiamento. Naturalmente, Agnes non approva per nulla. A Brooklyn, la famiglia Scott inizia a guarire da una scioccante scoperta e Peggy attinge al suo spirito attivista grazie al suo lavoro con T. Thomas Fortune al NY Globe.

The Gilded Age 2 quando esce e dove vederla in streaming

The Gilded Age 2 dal 30 ottobre in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

Blood Father: libro, trama e cast del film con Mel Gibson

Blood Father: libro, trama e cast del film con Mel Gibson

Negli ultimi anni il premio Oscar Mel Gibson ha abituato il pubblico a dinamici film d’azione come I mercenari 3 e Dragged Across Concrete. Tra questi, nel 2016, vi è stato anche Blood Father, dove egli dà vita ad un padre pronto a tutto pur di proteggere la sua unica figlia, cacciatasi in brutti guai. Il film è diretto dal regista francese Jean-François Richet, noto per aver diretto in patria film come Nemico pubblico N. 1 e Un momento di follia. Dotato di grande ritmo e di un protagonista particolarmente carismatico, il film si afferma così come un interessante rilettura del genere, in grado di appassionare anche il pubblico meno incline a questo.

Blood Father è l’adattamento dell’omonimo romanzo scritto nel 2005 da Pete Craig. Noto prevalentemente come sceneggiatore di The Town e Hunger Games: Il canto della rivolta, questi ha conosciuto buona fama anche grazie al romanzo in questione, divenuto in breve tempo particolarmente conteso tra gli studios cinematografici. Con l’interessamento di Gibson e della sua Icon Productions, questo prese infine vita sul grande schermo, non prima però di essere passato per il Festival di Cannes, nella sezione “Proiezioni di mezzanotte”.

Indicato dalla critica come uno dei migliori film d’azione del suo anno, il film ha però faticato ad affermarsi al box office, a causa anche di una distribuzione limitata. A fronte di un budget di circa 15 milioni di dollari, Blood Father è infatti riuscito ad incassarne solo 7 a livello globale. Si tratta però di un film da recuperare necessariamente, capace di fornire intrattenimento e buone emozioni. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile approfondire ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori coinvolti. Infine, si vedranno le principali piattaforme dove è possibile ritrovare il film per una comoda visione casalinga.

La trama di Blood Father

Protagonista del film è John Link, un motociclista dal passato violento e con problemi legati all’alcol. Dopo 9 anni passati in carcere per traffico d’armi, egli cerca ora di rigare dritto, tentando il più possibile di reinserirsi nella società da cui è sempre rifuggito. La sua quotidianità si svolge prevalentemente all’interno di una comunità di ex tossicodipendenti ed alcolisti, dove ognuno cerca di dare una mano agli altri per evitare di ricadere nei propri vizi. Nonostante ciò, John non riesce a non pensare al dolore causato ai suoi cari, e in particolare a sua figlia Lydia, che non vede da anni. Proprio questa, però, si ripresenterà improvvisamente da lui in cerca di aiuto.

La giovane, particolarmente scossa e poco lucida, racconta di aver tentato di ingannare il suo fidanzato, coinvolto in attività di narcotraffico. A causa di ciò, egli le dà ora la caccia con l’intenzione di farle quanto più male possibile. Chiamato a proteggere sua figlia, John vede in quella storia l’occasione per potersi riscattare e recuperare il rapporto con lei. I due iniziano così la loro fuga tattica, durante la quale l’ex galeotto rispolvererà la sua natura di soggetto pericoloso. Imbracciate nuovamente le armi, egli è ora pronto a scatenerà una vera e propria guerra contro quanti vogliono fare del male alla sua bambina.

Blood Father cast

Blood Father: il cast del film

Per dar vita al personaggio di John Link era necessario trovare l’interprete più adatto a questo tipo di ruolo, che fosse in grado di apportarvi una buona dose di carisma e presenza fisica. Originariamente, il progetto avrebbe dovuto essere interpretato, e anche diretto, da Sylvester Stallone. Questi preferì però concentrarsi su John Rambo, e abbandono così il film, che rimase nel libro per qualche altro anno. Fu l’arrivo di Mel Gibson nei panni di Link a ridare vita al progetto. Per prepararsi al ruolo l’attore passò diverso tempo a contatto con ex tossicodipendenti, motociclisti e tatuatori, al fine di apprendere quanto più possibile sulle loro attività. Gibson si sottopose inoltre ad un allenamento intensivo, al fine di poter interpretare personalmente anche le scene più complesse.

Accanto a lui, nel ruolo della figlia Lydia Jane Carson, vi è invece l’attrice Erin Moriarty. Oggi nota per il ruolo della supereroina Starlight nella serie Amazon The Boys, questa venne scelta dopo essere stata vista in Jessica Jones, dove aveva un ruolo ricorrente. Il legame stretto con Gibson durante il set ha permesso ad entrambi di rendere ancor più realistico il rapporto tra padre e figlia. Ad interpretare Jonah, il pericoloso fidanzato di Lydia, si ritrova l’attore Diego Luna, noto per Rogue One: A Star Wars Story. L’attore William H. Macy compare invece nel ruolo di Kirby, lo sponsor di Link presso la comunità da questi frequentata. Compaiono poi anche gli attori Thomas Mann nei panni di Jason e Michael Parks, qui al suo ultimo ruolo cinematografico, in quelli del predicatore Tom Harris.

Il trailer di Blood Father e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile vedere o rivedere tale film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Blood Father è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà semplicemente iscriversi, in modo del tutto gratuito alla piattaforma. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà a disposizione un determinato limite temporale entro cui effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno venerdì 27 ottobre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Loki Stagione 2 episodio 4: Easter Egg e riferimenti

Loki Stagione 2 episodio 4: Easter Egg e riferimenti

Loki stagione 2, episodio 4 presenta una ricca raccolta di divertenti riferimenti al MCU. Mentre il Dio dell’Inganno (Tom Hiddleston) e i suoi alleati alla TVA lavorano per impedire che l’intera istituzione imploda, ci sono diversi punti di connessione con altri capitoli del MCU così come alcuni riferimenti chiave ai fumetti Marvel originali. Allo stesso modo, potrebbero esserci anche anticipazioni per il resto della serie e per il futuro del nuovo grande cattivo del MCU, Kang il Conquistatore (Jonathan Majors).

Come visto nei precedenti episodi di Loki Stagione 2, il Dio dell’Inganno e i suoi alleati stanno cercando di stabilizzare il telaio temporale della TVA, che rischia di sovraccaricarsi e distruggerli tutti. Questo grazie a Sylvie (Sophia Di Martino) ha ucciso Colui che Rimane (Jonathan Majors) nel finale della prima stagione di Loki. Ricordiamo che è stato lui il fondatore della TVA e creatore della Cronologia sacra. Anche se le cose vanno terribilmente storte entro la fine di Loki stagione 2, episodio 4, nel corso dell’episodio ci sono diversi Easter Eggs e riferimenti entusiasmanti.

“Protocollo 42” (Un numero Marvel importante)

Osservando la sua storia segreta, Ravonna Renslayer (Gugu Mbatha-Raw) scopre che una volta ha combattuto al fianco di Colui che Rimane durante la prima Guerra Multiversale. Vediamo poi che Colui che Rimane ha poi incaricato Miss Minutes di attuare il “Protocollo 42”. Questa direttiva comporta il fatto che tutti i nuovi agenti della TVA vengono sottoposti a una cancellazione della memoria, inclusa la stessa Renslayer. Questo spiega perché nessuno degli agenti della TVA ricordava le proprie vite passate sulla Sacra Linea Temporale, ed è stato suggerito che le loro menti siano state poi regolarmente resettate per impedire loro di mettere in discussione il loro scopo. Detto questo, 42 è un numero importante nell’Universo Marvel, che si collega sia allo Spider-Man di Miles Morales che a Mister Fantastic.

42 era il numero identificativo del ragno che morse Miles Morales nei fumetti originali, ma era anche la designazione della Terra da cui proveniva il ragno, la realtà multiversale in cui Miles Morales divenne invece il Prowler, come visto in Spider-Man: Across the Spider-Verse. Allo stesso modo, “Prison 42” è il nome della prigione della Zona Negativa creata da Mister Fantastic con l’aiuto di Hank Pym e Tony Stark nei fumetti. Il numero 42 è anche un potenziale riferimento alla Guida galattica per gli autostoppisti poiché il numero era la “Risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e ogni cosa”.

La storia segreta di Ravonna rispecchia i fumetti: una volta era come la Renslayer originale

(Center): Gugu Mbatha-Raw as Ravonna Renslayer in Marvel Studios’ LOKI, Season 2, exclusively on Disney+. Photo by Gareth Gatrell. © 2023 MARVEL.

Apprendendo che era un comandante di eserciti durante la prima Guerra Multiversale e un’alleata chiave di Colui che Rimane, scopriamo che la storia segreta di Ravonna Renslayer nel MCU rispecchia la sua storia nei fumetti e quanto fosse critica per Kang il Conquistatore. Sulla carta, Ravonna ha dato a Kang una nuova motivazione per le sue conquiste e i due hanno condiviso una tumultuosa storia d’amore attraverso il tempo e lo spazio. Sebbene Victor Timely l’abbia rifiutata, sarà interessante vedere se Ravonna potrebbe instaurare una relazione con una diversa variante di Kang, in futuro.

Il paradosso del nome e del tempo di Ouroboros – “Come un serpente che si morde la coda”

Ke Huy Quan interpreta OuroborosMentre O.B. (Ke Huy Quan) afferma in Loki stagione 2, episodio 4 di aver imparato tutto ciò che sa da Victor Timely, Timely rivela di aver imparato tutto dalla guida TVA che ha scritto O.B. successivamente, creando un enorme paradosso temporale in cui entrambi impararono l’uno dall’altro senza alcun punto di origine noto. In quanto tale, O.B. dice che è come un serpente che si morde la coda, il classico simbolo noto come Ouroboros (suo omonimo). Ciò evidenzia ulteriormente il grande significato del personaggio O.B. nel futuro della seconda stagione di Loki.

Dispositivo temporale di Victor Timely: Victor ha creato il nucleo del motore di Kang?

Abbiamo visto Victor Timely in possesso di un congegno che è necessario a O.B. e Casey per ultimare il loro moltiplicatore di rendimento, un prototipo che Victor definisce il “culmine del suo lavoro”. L’oggetto sembra abbastanza famigliare, e somiglia tantissimo al Multiversal Engine Core visto in Ant-Man and the Wasp: Quantumania, strumento che veniva utilizzato per alimentare la Sfera temporale di Kang. Forse il congegno ha molteplici usi data la sua capacità di sfruttare e potenziare la tecnologia temporale, e questo mette Victor Timely in una luce molto diversa, decisamente più intimidatoria di ciò che può sembrare.

Loki fa riferimento al primo film di Thor, quando il fratello fu bandito da Asgard

Durante l’intenso dibattito tra Loki e Sylive sui meriti della TVA, Loki fa riferimento agli eventi di Thor del 2011 e all’esilio di suo fratello da Asgard sulla Terra. Il Dio dell’Inganno racconta che il cambiamento di suo fratello, durante l’esilio, il suo essere diventato più compassionevole, è stato considerato da parte sua come una debolezza. Tuttavia, da allora ha imparato che la compassione e il risparmiare la vita di un nemico non sono una debolezza, qualcosa di cui cerca di convincere Sylvie alla luce del fatto che lei stessa ha risparmiato la vita a Victor Timely.

“Raderò al suolo completamente questo posto” – Loki ha fatto tanta strada

Durante gli eventi di Loki stagione 2, episodio 4, Sylvie chiede a Loki se non sarebbe più semplice radere al suolo l’intera TVA e ricominciare da capo. Questo è probabilmente un riferimento alla prima stagione di Loki, quando Loki stesso viene messo per la prima volta sotto la custodia della TVA e promette di fare lo stesso, visto che il suo arco narrativo era all’inizio. In quanto tale, è davvero straordinario guardare e vedere fino a che punto è arrivato il Dio dell’Inganno, soprattutto ora che sta cercando di salvare la TVA per il bene dell’intero multiverso.

La frase di Sylvie, “Qualcuno di peggiore” anticipa Kang il Conquistatore: la seconda stagione di Loki potrebbe mostrare il Primo Kang

LOKI, Season 2 Sophia Di Martino
Sophia Di Martino nei panni di Sylvie in Loki Stagione 2. Photo by Gareth Gatrell. © 2023 MARVEL.

Sylvie teme anche in questo nuovo episodio della seconda stagione di Loki che risparmiare Victor Timely e la TVA significhi che lei e Loki dovranno semplicemente sperare che lui non diventi “Colui che rimane o qualcuno di peggiore“. Quel qualcuno peggiore è probabilmente una nuova variante di Kang il Conquistatore, come le tante viste in Ant-Man and the Wasp: Quantumania con il Consiglio di Kang. Forse Timely potrebbe anche diventare il primo Kang in vista di Avengers: The Kang Dynasty che uscirà nel 2026.

La citazione di Miss Minute a Jurassic Park – “Accesso negato!”

Lavorando con Ravonna per forgiare il proprio percorso senza Timely, Miss Minutes blocca diverse reti all’interno della TVA prima che O.B. decida di riavviare l’intero sistema per costringerla a uscirne. Tuttavia, inizialmente sugli schermi e sui TemPad della TVA appare uno schermo di blocco e un messaggio in cui Miss Minutes agita il dito e dice: “Ah ah! Accesso negato!”. Si tratta di una chiarissima citazione al Dennis Nedry di Wayne Knight in Jurassic Park quando bloccava allo stesso modo l’accesso ai sistemi del parco: “Ah ah ah! Non hai detto la parola magica!”.

Loki Stagione 2: spiegazione del finale del quarto episodio

Loki Stagione 2: spiegazione del finale del quarto episodio

Loki Stagione 2 Episodio 4 termina con un enorme cliffhanger con enormi ramificazioni per il futuro dello show e per l’MCU in generale. Inizialmente, il personaggio interpretato da Tom Hiddleston e i suoi alleati avevano un piano per riparare il telaio temporale della TVA prima che si sovraccaricasse. Tuttavia, un importante colpo di scena ha reso le cose molto più complicate del previsto.

Come visto nei precedenti episodi di Loki Stagione 2, il multiverso si è espanso rapidamente da quando Sylvie (Sophia Di Martino) ha ucciso Colui che Rimane (Jonathan Majors) nel finale della prima stagione di Loki. Ricordiamo che è stato lui il fondatore della TVA e creatore della Cronologia sacra. Di conseguenza, l’afflusso di nuove linee temporali ramificate ha messo in pericolo la stessa TVA, costringendo Loki, Sylvie, l’agente Mobius (Owen Wilson), Hunter B-15 (Wunmi Mosaku) e altri a cercare Victor Timely, una variante di Colui che Rimane che può aiutarli a stabilizzare il Telaio Temporale della TVA. Tuttavia, le cose sono andate terribilmente storte dopo il finale esplosivo (letteralmente) di Loki Stagione 2 Episodio 4.

Spiegazione di come è esplosa la sequenza temporale dell’MCU

Sebbene ci fosse un piano per espandere gli anelli del Telaio Temporale affinché fosse in grado di gestire l’afflusso di nuove realtà ramificate utilizzando un “moltiplicatore di portata”, l’intera sequenza temporale del MCU esplode in modo scioccante dopo che il Telaio Temporale si sovraccarica e prima che possa essere sistemato. Apparentemente, non c’era abbastanza tempo per stabilizzare il Telaio nonostante il tentativo di Victor Timely di ripararlo, poiché la radiazione temporale era diventata troppo forte, e questo ha causato una brutta fine per Victor prima ancora che potesse attraversare la passerella. Intanto, tutto ciò che Loki e i suoi alleati hanno potuto fare è stato stare a guardare.

Secondo il produttore di Loki Kevin Wright (tramite TechRader), quello che è successo quando è esploso il Telaio Temporale ha avuto un enorme impatto, impostanto quella che sarà la missione di Loki e dei suoi alleati per gli ultimi due episodi: “Beh… la realtà è scomparsa. Loki… deve riportare indietro la realtà in qualche modo, quindi penso che il tempo dirà se e come riuscirà a farlo.”

Loki e tutti gli altri sono morti?

Ora che l’intera linea temporale è esplosa con enormi fughe di energia temporale e radiazioni, c’è la grande preoccupazione che l’intera TVA sia stata completamente distrutta, insieme a tutti coloro che si trovavano al suo interno. Questo era proprio ciò che Loki e i suoi alleati stavano cercando di impedire, e ora è successo. Pertanto, sembra certamente che l’intero cast di personaggi della seconda stagione di Loki abbia trovato la propria fine nel MCU. Curiosamente, Kevin Wright ha anticipato a TechRadar che “tutti” saranno visti negli episodi 5 e 6 di Loki, rispondendo alla teoria secondo cui l’esplosione potrebbe aver agito allo stesso modo della potatura: “Ne abbiamo discusso e l’abbiamo descritta come se un’esplosione nucleare incontrasse una lenta eruzione vulcanica. Ma l’energia temporale è basata sulla stessa tecnologia utilizzata nei bastoncini utilizzati dalla TVA per potare, quindi non si può mai sapere dove sono finiti tutti.”

Vale anche la pena notare che Ravonna Renslayer uccide il generale Dox e i suoi Minutemen prima che l’intera sequenza temporale esploda. Dopo aver rifiutato di unirsi a lei nella sua nuova missione per gestire lei stessa la TVA insieme a Miss Minutes, Ravonna schiaccia il Generale Dox e i suoi soldati usando la macchina generatrice di cubi della TVA. L’unico sopravvissuto fu Hunter X-5/Brad Wolfe che accetta di unirsi a Renslayer, dal momento che lei gli ha promesso la vita che aveva una volta sulla Timeline come attore.

È possibile correggere la sequenza temporale?

È più che probabile che la linea temporale del MCU venga in qualche modo ripristinata nell’episodio a venire. Tuttavia, il mezzo esatto per riparare la linea temporale del MCU è attualmente sconosciuto dato il finale così ambiguo e sorprendente dell’episodio. Il vero shock del cliffhanger di Loki Stagione 2 Episodio 4 è il fatto che mostra quanto la serie sia imprevedibile, a questo punto, visto che tutto e tutti alla TVA sembrano non esistere più (per non parlare dell’intero multiverso stesso). I commenti di Kevin Wright sembrano indicare che sarà Loki a dover aggiustare la realtà.

Cosa accadrà nella seconda stagione di Loki dopo che la timeline è esplosa?

La migliore previsione è che ci sarà ancora un modo per ripristinare la linea temporale e il Telaio Temporale attraverso una sorta di nuovo loop temporale o paradosso. Dopotutto, ci sono ancora altri due episodi della seconda stagione che devono ancora svelare i propri segreti. Ne consegue che ci sarà una nuova via da seguire per Loki per riportare le cose sulla buona strada. In ogni caso, Loki Stagione 2 segue sicuramente la classica tendenza dei Marvel Studios con i suoi show su Disney+, il quarto episodio è quasi sempre uno dei capitoli migliori e più sorprendenti in assoluto.

Tutto quello che rivelano i trailer della Seconda Stagione

Vale la pena notare che ci sono molte inquadrature diverse dai trailer della seconda stagione di Loki che devono ancora essere viste, come B-15 che sembra essere un medico, Casey che percorre uno stretto corridoio e Loki in una tuta TVA (presumibilmente un futuro tentativo di stabilizzare il Telaio Temporale). Allo stesso modo, c’è anche un’inquadratura di Loki fuori da un concessionario di moto d’acqua, il che suggerisce che la spiaggia di cui ha parlato Mobius verrà rivelata negli episodi a venire. Dopo tanto parlare della realtà di Mobius e del perché deve ancora visitarla, forse l’implosione del multiverso riporterà tutti alle loro realtà del ramo originale.

Kang tornerà nella seconda stagione di Loki?

Uno degli elementi più sorprendenti oltre alla distruzione totale della TVA è stata la scomparsa improvvisa e altrettanto scioccante di Victor Timely. In quanto tale, mette in discussione il tipo di futuro che questa variante di Kang avrà nel resto della seconda stagione di Loki (se ne avrà uno). Considerando alcuni dei misteri che esistono ancora come il paradosso temporale di Victor con O.B. e da dove proviene la loro conoscenza condivisa del tempo e del multiverso, è ovvio che Timely farà di nuovo la sua comparsa prima che il MCU probabilmente si orienti verso qualche altra variante di Kang.

Victor Timely è davvero morto?

Si può immaginare che questa non sia l’ultima volta che vedremo Victor Timely, nonostante il fatto che abbiamo assistito alla sua morte feroce e istantanea a causa delle radiazioni temporali. Supponendo che Loki, Sylvie e i loro compagni alleati sopravvivano in qualche modo (cosa che probabilmente faranno), ne consegue che anche Timely verrà resuscitato. Tuttavia, ci si deve chiedere in che modo tali radiazioni potrebbero aver influenzato il futuro di Timely nel MCU. Forse Timely tornerà alterato, forse nei panni di una nuova variante di Colui che Rimane.

I limoni d’inverno: recensione del film di Caterina Carone – #RoFF18

Come si insegna all’altro a essere felice? Ma soprattutto, come lo si può fare con uno sconosciuto? Il segreto è l’amore, ma non quello a sfondo sentimentale, bensì quello che si prova per il genere umano, e che cammina di pari passo con l’empatia. Con il sapersi capire e il volersi dedicare al prossimo. Quell’amore capace di innestare legami indissolubili, che alcun tempo, spazio e luogo sono in grado distruggere. Come quello di Pietro ed Eleonora in I limoni d’inverno, secondo lungometraggio di Caterina Carone, presentato nella sezione Grand Public alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma.

Al centro della storia un’amicizia nata sotto il sole splendente di una Roma nascosta, che si rafforza attraverso occhi che dialogano più delle parole. Attraverso cuori che battono all’unisono senza bisogno di dichiararlo a gran voce. I limoni d’inverno ha come protagonisti principali Christian De Sica e Teresa Saponangelo; la sceneggiatura è scritta a cinque mani da Anna Maria Pavignano, Mario Luridiana, Remo Tebaldi, Alessio Galbiati e la stessa Caterina Carone. Il film sarà distribuito da Europictures.

I limoni d’inverno, la trama

Pietro è un professore solitario oramai in pensione, che passa gran parte delle giornate a fare giardinaggio sulla sua soleggiata terrazza. La sua ossessione è la pianta di limoni, della quale si prende cura come se fosse una figlia, ma che ancora non gli dà il frutto sperato. Un giorno nella casa di fronte la sua si trasferisce una nuova coppia. Mentre annaffia le sue piante, dopo aver scrutato all’interno dell’abitazione per capire chi siano i vicini, Pietro fa la conoscenza di Eleonora, con la quale sin da subito percepisce una sintonia. Da sconosciuti, perciò, i due diventano subito amici e si fanno compagnia l’un l’altro. In fondo anche la donna è sola: il marito, infatti, sembra non prestarle mai le attenzioni che vorrebbe. Nel farsi compagnia Pietro ed Eleonora riusciranno ad alleviarsi vicendevolmente il dolore che si portano dentro per qualcosa di grave, che però cercano di nascondere. Ma lontani dalla velocità della città, entrambi riusciranno a insegnarsi a vicenda a seguire il proprio cuore, a credere ancora nella “possibilità di essere felici”, prima che le loro strade si separino di nuovo.

I limoni d'inverno

Per essere felici bisogna credere nella possibilità di esserlo” (Tolstoj)

Riconoscersi nell’altro. Alleviare le sue sofferenze. Dargli confronto e speranza per una vita migliore. È questo il nucleo tematico di I limoni d’inverno, un film estremamente puro e dolce nel suo esprimersi e farsi, in cui l’amore svincolato da qualsiasi piacere passionale e carnale è la legge che lo domina, e l’emozione si riscontra nei più innocenti sguardi, dietro i quali si nasconde un enorme universo. Il più profondo e tenero è quello di Pietro, che si illumina all’improvviso nel momento esatto in cui, al balcone di fronte, vede Eleonora. Prima di lei i suoi occhi erano spenti, vittime di una solitudine abissale che sembrava farlo vivere dentro una campana di vetro nella quale non sentiva più niente. Quelli di Eleonora, invece, sono smarriti.

La sua è una solitudine che proviene dal cuore, non proprio identica a quella di Pietro, perché in fondo lei ha un marito, che però a stento si accorge dei suoi bisogni. Sono, comunque, entrambe anime fragili, sconsolate, che chiuse le finestre della terrazza devono fare i conti con il carico emotivo pesante di un segreto – e una condizione – dalla quale tentano di fuggire. Ma che nel momento in cui si incontrano, e si connettono, brillano, riuscendo a trovare nell’altro la forza per guardare avanti e affrontare ognuno il proprio dolore. Come una scintilla che si accende e dalla quale poi divampa un bel fuoco caldo, che rassicura e coccola.

Anime affini

Caterina Carone intesse una storia di empatia e affinità elettive, come lo sono Pietro ed Eleonora, nella quale si dà valore all’altro, inteso come fonte di energia da cui attingere per poter rifiorire. L’altro può essere salvezza, può essere stimolo per far rivivere parti di sé nel tempo assopite, anche per propria costrizione. L’altro può essere soprattutto colui che ti riporta sul giusto cammino per correre verso quella tanto desiderata felicità, nella quale però si è smesso di credere. Christian De Sica, con la sua recitazione sommessa e delicata, ci regala una delle sue migliori interpretazioni più recenti, restituendoci un uomo per il quale è impossibile non provare affetto.

La chimica con Teresa Saponangelo è poi una candida carezza che riempie e costella tutto il film, oltre che la sua carta vincente. Con I limoni d’inverno, la regista ci fa dono di una storia semplice, piena di bontà e universale, in cui riflettersi è facile, e nella quale le parole lasciano lo spazio ai silenzi, colmi d’amore e rispetto. Focalizzandosi sugli occhi di due persone che, prendendosi per mano, decidono di “credere di poter essere felici” nonostante traumi, malattie e solitudini. Se dovessimo definire il film diremmo che I limoni d’inverno è proprio questo: la storia di qualcuno che lascia in eredità all’altro la felicità. Come fa Pietro con Eleonora. E viceversa.

Cottontail: recensione del film di Patrick Dickinson – #RoFF18

Cottontail: recensione del film di Patrick Dickinson – #RoFF18

Quella di Patrick Dickinson è una vicenda personale comune a tante altre, dove si attraversano l’amore materno, la durezza paterna e la necessità di emanciparsi dal nucleo famigliare. È però anche, ed è questo a caratterizzarla, una vicenda che unisce culture diverse ma legate da insospettabili somiglianze. Tutto ciò, rivisto attraverso l’occhio del cinema ha portato all’ideazione e alla nascita di Cottontail, primo lungometraggio – presentato alla Festa del Cinema di Roma – del regista inglese formatosi in Giappone. Proprio in tale paese ha dunque inizio questo racconto parzialmente autobiografico che fa della riflessione sulle dinamiche famigliari il proprio cuore pulsante.

La trama di Cottontail: viaggio di riscoperta

Protagonista di questo racconto è Kenzaburo (Lily Franky), rimasto vedovo dell’amata Akiko, portata via da una malattia tanto rapida quanto feroce. Il suo processo di elaborazione del lutto viene però sconvolto dalla scoperta di una lettera scritta da sua moglie prima di andarsene per sempre. In questa, la donna amata gli chiede di esaudire un suo ultimo desiderio, ovvero quello che le sue ceneri vengano sparse nel lago Windermere, in Inghilterra, luogo preferito della sua infanzia. Per Kenzaburo ha dunque inizio un lungo viaggio, nel corso del quale sarà accompagnato da suo figlio Toshi, con il quale ha però sempre avuto un rapporto piuttosto complesso.

Cottontail Patrick Dickson
Ryo Nishikido in Cottontail

Alla scoperta dell’animo umano

Cresciuto da un padre restìo a spogliarsi della corazza per mostare la propria fragilità di uomo, Dickinson – per motivi di studio – ha viaggiato sino all’altra parte del mondo, in Giappone, solo per ritrovarsi accolto in un casa con una nuova figura paterna a sua volta contraria a mostrare il proprio mondo emotivo. Due culture profondamente diverse eppure con un simile modo di rapportarsi con le emozioni, l’interiorità e, di conseguenza, con quanti intorno a sé. Parte dunque da qui Cottontail, dal desiderio di scoprire in che modo poter abbattere questo muro, nello specifico quello che si erge tra padri e figli.

Il regista punta dunque a scavare quanto più a fondo possibile nell’animo dei suoi protagonisti e per farlo adotta il formato 2.39:1, che permette di ottenere immagini con un campo visivo particolarmente ampio, applicandolo però in modo inusuale non a dei panorami bensì ai primi piani degli attori. I loro volti riempiono così le inquadrature e la sensazione è quella di una vicinanza estrema, grazie alla quale poter catturare ogni loro più piccola espressione ed emozione. In generale, Dickinson presta molta attenzione a restituire il senso del proprio racconto attraverso le immagini, più che le parole.

Tra Kenzaburo e Toshi vige infatti un rapporto caratterizzato da silenzi, dal non occupare quasi mai la stessa inquadratura. I due personaggi vengono dunque rappresentati isolati anche quando occupano lo stesso spazio fisico. Il regista, già alla sua prima opera, dimostra dunque forti idee di composizione e messa in scena, ma anche di saper evitare che esse diventino superflui virtuosismi, il cui effetto più probabile era quello di appesantire inutilmente una storia che deve vivere invece di delicatezze. Perché scegliendo di raccontare il lutto e i rapporti famigliari attraverso una famiglia giapponese, Dickinson sa di dover disporre tutto secondo il modo in cui tale cultura vive questi temi.

Cottontail Lily Franku Ryo Nishikido
Ryo Nishikido e Lily Franku in Cottontail

La sceneggiatura limita l’emozione

Sapendolo, il regista si rifà allora ai grandi del cinema giapponese che prima di lui hanno affrontato tali questioni, spogliandole giustamente di ogni possibile orpello per cercare di catturarle al meglio nella loro essenzialità. Le intenzioni del suo Cottontail sono dunque quantomai chiare e precise, ciò che tuttavia inficia sulla completa riuscita del film è una scrittura che non si rivela all’altezza del racconto. Dickinson, anche unico sceneggiatore del film, sembra correre troppo verso determinati obiettivi, sacrificando invece parti del viaggio durante i quali avrebbe potuto emergere con più forza il rapporto tra i due protagonisti, come anche molte delle motivazioni che li guidano nel loro agire.

Alla loro ricerca del lago Windermere si alternano poi flashback di Kenzaburo e Akiko dal loro primo incontro fino alla scomparsa di lei, ma anche in questo caso ci si trova il più delle volte dinanzi a frammenti di passato che sembrano gettare nel racconto più di quanto occorre. È allora qui che il regista sembra non essere stato attento a portare avanti quell’economia che il racconto invece richiedeva, né a scegliere attentamente cosa raccontare o meno. Lo spettatore rischia pertanto di sentirsi gettato in mezzo a situazioni che non permettono di costruire e portare avanti un’unica forte emozione e limitano il coinvolgimento nei confronti di quanto padre e figlio stanno vivendo.

Quando poi è il momento di offrire allo spettatore uno sconvolgente colpo di scena, da cui si arriva alla conclusione del film, ci si accorge di trovarsi di fronte ad un bel finale ma di essere scarichi di quell’emozione che avrebbe invece potuto renderlo memorabile. Ad ogni modo, pur non essendo un esordio brillante come si sperava, Dickinson riesce a mettere in campo diversi elementi che lo rendono un regista da tenere d’occhio, che limando le ingenuità che ora – comprensibilmente – ancora lo limitano, potrebbe dar vita in futuro a racconti ricchi di un’umanità che sembra essergli propria.