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La famiglia dei diamanti, recensione della serie thriller su Netflix

Dal 21 aprile, sarà disponibile su Netflix la serie tv di produzione fiamminga La famiglia dei diamanti, realizzata dai creatori della serie campione d’incassi FAUDA, Rotem Shamir e Yuval Yefet. Muovendosi nel territorio del thriller poliziesco, la serie analizza come un’influente famiglia di trafficanti di diamanti con sede ad Anversa tenterà di scampare una clamorosa rovina, sfruttando tattiche illegali e forza bruta. Nel cast del progetto, Casper Knopf nel ruolo di Tommy McCabe, Kevin Janssens nel ruolo di Noah Wolfson, il protagonista della serie, Marie Vinck nel ruolo di Gia Wolfson, Robbie Cleiren nel ruolo di Eli Wolfson, Janne Desmet nel ruolo di Rivki Wolfson, Yona Elian nel ruolo di Sarah Wolfson, Ini Massez nel ruolo di Adina Glazer e Els Dotterman nel ruolo di Jo Smets.

La famiglia dei diamanti, la trama della serie

Questa nuova serie tv sarà una gioia per gli occhi dei fan delle serie crime-thriller, in cerca di qualcosa di inedito da visionare sulla piattaforma. La trama de La famiglia dei diamanti ruota attorno a una famiglia ebrea ultraortodossa, i Wolfson, e al loro impero commerciale: la famiglia ha infatti l’azienda di diamanti più longeva di Anversa e nel corso degli anni ha acquisito un notevole potere nella zona. Tuttavia, c’è una minaccia che incombe per i Wolfson: a causa di alcune decisioni sbagliate prese dall’erede dell’impero commerciale Eli, vedono infatti crollare la propria posizione di rilievo e prestigio.

Il primo episodio della serie si concentra sul ritorno di Noah Wolfson, il figlio ribelle ed ormai estraneo alla superpotenza aziendale, ad Anversa. Si tratta di un ritorno forzato, ma che smuove l’intera trama della serie: il figlio minore dei Wolfson, Eli, si è suicidato per motivi apparentemente sconosciuti ed è ritenuto responsabile di aver fatto precipitare l’impero della famiglia in un debito enorme. Noah dovrà dunque disperatamente cercare di salvare l’attività dei Wolfsons e proteggere l’eredità e l’onore della famiglia.

Scopriamo come a Eli piacesse scommettere in affari loschi e le sue decisioni sbagliate hanno quasi distrutto l’impero faticosamente costruito dalla famiglia. A questo punto, alla presunta azione salvifica di Noah, che dovrebbe risollevare le sorti dell’azienda, si lega il desiderio del protagonista di scoprire il motivo della morte del fratello, indagando su come l’azienda sia arrivata a questo punto di non ritorno.

La famiglia dei diamanti (Netflix)

Il significato del nucleo familiare

Proprio sviscerando le dinamiche familiari dei Wolfson, La famiglia dei diamanti catturerà maggiormente l’attenzione degli spettatori, trascinandoli lungo un sentiero narrativo in cui retaggio culturale e religioso, credenze e obblighi si intersecano. Le numerose restrizioni che vigono in queste famiglie e la “fame di libertà” che ne deriva hanno mosso le azioni dei fratelli. Noah cerca disperatamente di salvare l’eredità e l’onore della sua famiglia, ma rimane anch’egli invischiato nel mondo del crimine proprio per il suo desiderio inconscio di evadere, non sottomettersi nuovamente ai dettami intransigenti che lo hanno fatto scappare già una volta.

Alla connotazione così specifica della serie Netflix, che sceglie come punto di partenza il microcosmo di una comunità ebraica isolata, si aggancia tuttavia una sorta di universalità, di tematiche e rapporti mostratici, che ricalca in toto gli archetipi del genere crime, cercando volontariamente di non sfuggire agli aspetti più commerciali, e per questo appetibili, di progetti simili. In questo senso, non siamo di fronte a una produzione che si distingue in maniera significativa dalle tante altre presenti sulla piattaforma, ma che sfrutta gli archetipi di storie già scritte e lette, sempreverdi dal punto di vista dell’appeal che hanno sul pubblico.

Il thriller è nel dramma

I valori e le restrizioni religiose e le usanze della comunità dettano ogni azione e svolta ricca di suspense della serie. Il rapporto di Noah con la sua famiglia estranea, il ruolo delle donne negli affari, il calendario delle festività e il modo in cui l’intera famiglia tratta Tommy sono esplicitamente modellati dal contesto ebraico della serie e contribuiscono a rendere le dinamiche familiari e gli intrighi della comunità ancora più entusiasmanti, per una visione senza troppe pretese.

Nel complesso, la serie estende in maniera ottimale le dinamiche del thriller alla sfera familiare, accelerando il ritmo in base alle conseguenze che il continuo mantenimento di segreti e rancori porta con se. La trama centrale dell’industria dei diamanti dà ai personaggi motivazioni specifiche, ma non scorre in maniera particolarmente fluida: alcuni episodi si trascinano e denotano un grado di azione decisamente minore rispetto alle storyline più vincenti. Tutto sommato, La famiglia dei diamanti potrebbe coinvolgere gli spettatori soprattutto grazie al suo convincente impianto da dramma familiare e la specificità di raccontare questa storia con al centro una famiglia ebrea chassidica.

The Night Agent: le domande senza risposta della prima stagione

The Night Agent: le domande senza risposta della prima stagione

La serie tv di genere thriller spionistico di Netflix The Night Agent ha fatto un buon lavoro nel risolvere la maggior parte delle questioni lasciate in sospeso, ma ci sono ancora alcune domande che i fan si pongono mentre ci si sta preparando per la seconda stagione, tra cui: che fine farà la relazione emergente tra Peter Sutherland (Gabriel Basso) e Rose Larkin (Luciane Buchanan) ora che Peter è stato nominato Night Agent dal Presidente Travers (Kari Matchett)?

Quale sarà il nuovo ruolo dell’agente dei servizi segreti Chelsea Arrington (Fola Evans-Akingbola) come parte della scorta del Presidente? Collider ha quindi pensato di rispondere a queste domande mentre The Night Agent continua la sua corsa di successo mantenendosi nella top 10 degli show televisivi sul servizio di streaming.

Che ne sarà della relazione tra Peter e Rose?

Rose e Peter the night agentC’è voluto un po’ di tempo, ma dal momento in cui Rose ha chiamato il numero di The Night Action e Peter Sutherland ha risposto al telefono, si è capito che tra loro c’è chimica. Quando Peter accetta di aiutarla a scoprire cosa è successo alla zia e allo zio assassinati e diventa la sua guardia del corpo, il loro rapporto continua a progredire e imparano a fidarsi completamente l’uno dell’altro. Verso gli ultimi episodi, è diventato molto evidente che i due erano pronti a portare la loro relazione al livello successivo e, alla fine della stagione, sono diventati ufficialmente una coppia. Tuttavia, proprio quando Peter viene promosso Night Agent, i due sono costretti a separarsi.

In ogni caso, abbiamo la netta sensazione che Peter e Rose si riuniranno in qualche modo già nella Stagione 2. Peter sarà tornato dalla sua missione top secret come Night Agent e tornerà da Rose negli Stati Uniti o Rose lo raggiungerà ovunque il suo lavoro lo porti: funzionano troppo bene sia come coppia che come squadra nel lavoro. The Night Agent ha fatto un ottimo lavoro nel trovare due attori con una chimica perfetta e scrivere due personaggi impeccabili. Negli ultimi mesi si è assistito a una serie di thriller di spionaggio targati Netflix, come Treason e The Recruit, che non hanno sviluppato la chimica tra i loro protagonisti con lo stesso aplomb.

Qual è il primo incarico di Peter come Night Agent?

peter the night agentL’ultima scena della prima stagione vede Peter salire a bordo di un piccolo jet privato, aprire un computer portatile e ricevere istruzioni su dove e cosa farà durante il suo primo incarico come Night Agent ufficiale che lavora per il programma Night Action. Il cliffhanger ci lascia quindi a chiederci dove potrebbe finire all’inizio della seconda stagione. Dopo essersi lasciato alle spalle Rose e aver ripulito il suo nome, sta infatti iniziando un nuovo capitolo della sua carriera. Si spera che gli showrunner facciano di questo la genesi della trama della prossima stagione e che Rose si unisca a lui in qualche modo, oppure che torni a casa indenne e con un po’ di esperienza alle spalle da poter sfruttare per qualsiasi crisi nazionale si verifichi in seguito.

Come cambierà il ruolo di Chelsea in POTUS Detail?

chelsea the night agentChelsea Arrington prende molto sul serio il suo lavoro di agente dei servizi segreti. È giusto che sia così, perché il suo compito di proteggere beni preziosi che potrebbero essere usati come leva contro gli Stati Uniti è estremamente importante. Le ci è voluto un po’ di tempo per avvicinarsi all’agente Erik Monks (D.B. Woodside), che riteneva un anello debole e troppo vecchio stile dopo essere tornato da un periodo di disintossicazione. Sebbene fosse in posizione defilata quando le è stato assegnato il compito di proteggere Maddie Redfield, la figlia del vicepresidente, nella seconda stagione si assumerà una responsabilità molto più grande, visto che anche lei ha ottenuto una promozione. Inoltre, farà parte del più grande piano dei Servizi Segreti: lavorare per garantire la sicurezza del Presidente Travers.

Come abbiamo visto nella prima stagione, i servizi segreti del Presidente hanno fatto cilecca e, se non fosse stato per la tenace determinazione di Peter, il Presidente Travers sarebbe stato ucciso perché dei furfanti avevano piazzato una bomba a bordo del Marine One, pronta a esplodere non appena le ruote si fossero alzate. Speriamo di vederla portare la sua professionalità e la sua esperienza nella sorveglianza presidenziale e che non si verifichino più simili incidenti. Da non sottovalutare anche la possibilità che i creatori dello show riportino il personaggio di Maddie nella prossima stagione e continuino a sviluppare l’affiatato legame che si era creato tra i due mentre Arrington era sotto scorta.

Cosa succederà a Diane Farr?

A capo dello staff del presidente vi è Diane Farr, uno dei personaggi e degli aspetti migliori della serie, interpretato da Hong Chau. Per tutta la prima stagione è stato difficile capire quali fossero i suoi interessi, chi stesse veramente sostenendo e chi stesse cercando di abbattere. A volte, sembrava che fosse completamente d’accordo con Rose e Peter nello smascherare gli assassini della zia e dello zio di Rose, per poi cambiare idea e tradirli per coprire il coinvolgimento suo e del Vicepresidente nell’attentato alla metropolitana descritto nella sequenza di apertura della serie. È bravissima a convincere lo spettatore della sua lealtà, per poi fare un rapido dietrofront e lasciarci a bocca asciutta. Alla fine, però, il suo gioco è terminato e la sua fortuna si è esaurita a Camp David, quando viene finalmente smascherata per i suoi doppi affari che conduce e per il tentativo di incastrare Peter. Ci piacerebbe molto vederla confrontarsi con questa caduta e tornare in qualche modo nella seconda stagione, o magari alle prese con il carcere. Senza alcun dubbio, il suo personaggio è uno dei più avvincenti e ben recitati dello show.

E il Vicepresidente Redfield?

Abbiamo lasciato il personaggio più spregevole per ultimo: il violento e traditore Vicepresidente Redfield. Il pubblico di The Night Agent si augura che gli venga inflitta la pena di morte per aver partecipato a diversi tentativi di assassinio e per essere stato un pessimo genitore per Maddie, che ha incolpato della morte della sorella da bambina. Sì, ha cercato di scusarsi per i maltrattamenti subiti dalla figlia alla fine della stagione, ma il danno era già stato fatto. Dai fan della serie è stato definito “uno dei personaggi più stronzi, deplorevoli ed egocentrici che abbiamo visto in TV negli ultimi tempi”: una descrizione piuttosto eloquente.

Run All Night: trama e cast del film con Liam Neeson

Run All Night: trama e cast del film con Liam Neeson

L’attore Liam Neeson è oggi conosciuto in particolare per i suoi tanti thriller d’azione, dove fornisce sempre prove d’attore di grande livello. Tra i più recenti si trova Run All Night, diretto dal regista spagnolo Jaume Collet-Serra, con cui Neeson aveva già collaborato per Unknown – Senza identità e Non-Stop. Anche in questo caso si tratta di un film particolarmente dinamico, come suggerisce il titolo stesso, andando a raccontare della corsa contro il tempo di un sicario e del suo tentativo di sfuggire alla morte promessa da un pericoloso boss mafioso.

La storia originale è scritta da Brad Ingelsby ed è prodotta dalla Warner Bros., dichiaratasi particolarmente entusiasta dell’intrattenimento fornito dalla storia. Run All Night, il cui sottotitolo italiano è Una notte per sopravvivere, si basa infatti sulla scarsità di tempo a disposizione del protagonista per dar vita ad un crescendo emotivo di grande impatto. Arricchito da un grande cast, il film si è da subito imposto come uno dei film del suo genere di maggior attrattiva del suo anno, il 2015. Pur se accolto da un parere critico diviso a metà tra il positivo e il negativo, il film si è poi confermato come un discreto successo al box office.

A fronte di un budget di circa 50 milioni di dollari, Run All Night è infatti riuscito ad incassarne più di 70 a livello globale. A favorire tale risultato è certamente la presenza di Neeson, divenuto una vera e propria garanzia per i film di questo tipo. Prima di lanciarsi nella visione di questo, però, è certamente utile conoscere alcune curiosità ad esso legate. Proseguendo nella lettura si potranno infatti scoprire ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast e alle piattaforme dove è possibile ritrovare il film in streaming. Con un approfondimento di questo tipo, si potrà essere pronti ad una visione come si vede del film in questione.

Run All Night: la trama del film

La vicenda del film si apre nella città di Brooklyn, dove Jimmy Conlon è un ex cecchino noto con il nome di Il Becchino. Ormai avanti con gli anni, l’uomo sembra però essersi ritirato a vita privata, circondato dai sensi di colpa e dall’alcol. Egli è infatti costretto ad affrontare da solo il brutto rapporto che ha sempre avuto con il figlio Mike, il quale si è allontanato da lui per poter vivere in pace con la propria famiglia. Nel momento in cui Mike finisce con il cacciarsi in grossi guai, però, per Jimmy sembra presentarsi l’occasione di riallacciare i rapporti con lui aiutandolo ad uscire dalla sua brutta situazione. Ciò che Jimmy non sa ancora, però, è che alle calcagna del figlio c’è Shawn Maguire, il suo vecchio boss e partner nel mondo criminale.

Per il cecchino arriva dunque il momento di scegliere da che parte stare, se aiutare suo figlio o colui che lo ha cresciuto e introdotto nel mondo a cui appartiene. Se la scelta sembra per Jimmy abbastanza ovvia, altrettanto lo sono le conseguenze. L’uomo e suo figlio si trovano così a vivere una notte di fuga, nel tentativo di rimanere in vita e risolvere i loro guai. A complicare la loro situazione, però, ci si mette di mezzo anche l’astuto e inarrestabile detective John Harding. Questi ha dalla sua numerosi conti in sospeso con Jimmy, e non vede l’ora di poterlo acchiappare e consegnare alla giustizia. Basterà una sola notte a cambiare la vita di questi personaggi, i quali con il sorgere del sole non saranno più gli stessi di prima.

Run All Night cast

Run All Night: il cast del film

Come anticipato, nel ruolo del protagonista Jimmy Conlon vi è l’attore Liam Neeson. Avendo già recitato in ruoli e film simili, l’interprete non ha avuto alcun problema a rendere particolarmente credibile il suo personaggio. Per poter eseguire le complesse scene previste, però, Neeson ha dovuto sottoporsi a diverse settimane di allenamento fisico. Così facendo ha potuto raggiungere la forma ideale richiesta per non dover essere sostituito eccessivamente da controfigure. Nel ruolo di suo figlio Mike Conlon si trova invece l’attore Joel Kinnaman, divenuto celebre l’anno prima grazie al film RoboCop. Anche lui, come Neeson, si è cimentato in diverse acrobazie e scene complesse, dando ulteriormente prova delle sue buone qualità per tale genere.

Ad interpretare il pericoloso boss criminale Shawn Maguire vi è invece il candidato all’Oscar Ed Harris. L’attore, che già in passato aveva interpreto personaggi spietati, ha qui fornito una nuova convincente interpretazione. Per risultare ulteriormente realistico, inoltre, Harris si dedicò ad approfondire il codice d’onore dei criminali irlandesi, tentando di riproporlo fedelmente nella sua costruzione del personaggio. L’attore Boyd Holbrook, che aveva già avuto modo di collaborare con Neeson in La preda perfetta, interpreta qui il figlio di Maguire, Danny. Nei panni del detective Harding, invece, si ritrova l’attore Vincent D’Onofrio, celebre per il personaggio di Palla di Lardo nel film Full Metal Jacket. Nel film si ritrova anche un breve cameo di Nick Nolte nei panni di Eddie Conlon, fratello di Jimmy. L’attore aveva inizialmente un ruolo più ampio nel film, ma con il montaggio molte delle sue scene sono state tagliate.

Run All Night: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Run All Night è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno venerdì 21 aprile alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

La casa: tutti i film della saga e l’ordine di visione

La casa: tutti i film della saga e l’ordine di visione

La maggior parte dei franchise horror, indipendentemente da quanto possano essere popolari, vantano sempre almeno un passo falso. Anche grandi successi come Venerdì 13, Nightmare  e Halloween hanno uno o più film che non eguagliano gli originali e il loro successo. Lo stesso non si può dire per la serie Evil Dead, in Italia nota come La casa. Nessuno dei capitoli di essa è davvero considerabile “brutto”. Andando con ordine, ciò che il regista visionario Sam Raimi ha realizzato con il film originale del 1981 è a dir poco straordinario. Lavorando con un budget di meno di mezzo milione di dollari e in condizioni di lavoro tutt’altro che desiderabili, ha realizzato La casa.

È questo un film cha sfidato tutte le probabilità ed è diventato un classico di culto istantaneo, guadagnandosi persino una brillante recensione dall’acclamato romanziere horror Stephen King. Quel film si è poi rapidamente evoluto in un nome familiare tra tutti gli appassionati di horror, diventando nel tempo un franchise affermato con due sequel, un remake, una serie televisiva e un reboot. L’arrivo di La casa – Il risveglio del male (qui la recensione) ha ora permesso anche a nuove generazioni di spettatori di scoprire questa imprescindibile saga horror. Nell’andare alla sua scoperta, ecco di seguito tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.

La casa: l’ordine di visione della saga

Rispetto ad altre saghe, in cui l’ordine di uscita in sala non sempre corrisponde a quello cronologico del racconto, per La casa le due cose coincidono quasi del tutto. I primi tre film sono dunque da vedere nell’ordine in cui sono usciti e a seguire c’è la serie televisiva Ash vs. Evil Dead, uscita però dopo il remake La casa, del 2013. Quest’ultimo, in quanto remake, rappresenta un caso a parte, senza dunque una precisa collocazione temporale rispetto alle restanti opere della saga. Il nuovo film, La casa – Il risveglio del male, è invece concepito come un reboot ma presenta anche elementi da sequel, collocandosi dunque dopo la trilogia e la serie. Ecco dunque, per riepilogare, l’elenco per ordine di uscita e ordine cronologico:

Ordine di uscita

  1. La casa (1981)
  2. La casa II (1987)
  3. L’armata delle tenebre (1992)
  4. La casa (2013)
  5. Ash vs. Evil Dead (2015-2018)
  6. La casa – Il risveglio del male (2023)

Ordine cronologico

  1. La casa (1981)
  2. La casa II (1987)
  3. L’armata delle tenebre (1992)
  4. Ash vs. Evil Dead (2015-2018)
  5. La casa – Il risveglio del male (2023)
  6. La casa (2013)

La casa: i film e la serie che compongono la saga

La casa (1981)

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In La casa si offrono spaventi costanti ed effetti speciali impressionanti, nonostante il suo budget incredibilmente minimo. Protagonista è Ashley Williams (Bruce Campbell). Ash, insieme alla sua fidanzata Linda (Betsy Baker), alla sorella Cheryl (Ellen Sandweiss), al migliore amico Scott (Richard DeManicor) e alla fidanzata di Scott, Shelly (Theresa Tilly), sono tutti diretti a una piccola vacanza in una baita abbandonata nel boschi. Una volta arrivati, non ci vuole molto per scoprire il Necronomicon, un libro rilegato in pelle umana e scritto con sangue umano. Una volta recitato il testo, il gruppo rilascia inconsapevolmente il demone Kandarian, che isola lentamente i cinque adolescenti e li trasforma in orribili demoni simili a zombi noti come Deadites. Il gruppo dovrà lottare per poter sopravvivere alla notte.

La casa 2 (1987)

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Sebbene l’importanza di La casa non possa essere sottovalutata, il suo sequel, La casa 2 è spesso indicato come il preferito dei fan. Il film riprende esattamente da dove si era interrotto l’originale, con Ash, unico sopravvissuto, ancora impegnato a respingere il demone Kandarian. Forse uno dei motivi principali per cui La casa 2 è uno dei preferiti dai fan è il modo in cui mantiene gli elementi horror dell’originale, includendo però anche momenti di sottile farsa e umorismo dark. Ad esempio, un secondo Ash sta ridendo scherzosamente insieme ai mobili senzienti in tutta la cabina e poi usa una motosega per tagliarsi la mano infetta. Molti attribuiscono anche al film il merito di aver trasformato Ash nell’icona dell’orrore che è oggi.

L’armata delle tenebre (1992)

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Dopo un film horror al 100% e un sequel che bilancia horror e umorismo, con L’armata delle tenebre Raimi abbandonò quasi completamente gli elementi horror e andò invece nella direzione di una commedia d’azione in piena regola. Coloro che vogliono una sana porzione di spaventi non li troveranno qui, ma il film è ancora un’opera fantastica e alla moda, per non parlare del suo essere estremamente divertente da guardare. In essa si ritrova Ash trascinato in un portale che lo riporta indietro nel tempo al Medioevo. Armato della sua mano con la motosega, del suo potente fucile “boomstick” e del know-how dell’era moderna, Ash completa la sua evoluzione da impiegato S-Mart in un eroe uccisore di Deadite.

Ash vs Evil Dead (2015-2018)

 

Nel 2015 è stata realizzata la prima e ad ora unica serie della saga. In essa, composta da 3 stagioni e 30 episodi, Ash è un uomo ormai invecchiato. Nonostante abbia salvato un’intera civiltà in L’armata delle tenebre egli sta ancora vivendo i suoi giorni come un umile dipendente di S-Mart. Ciò cambia quando Ash decide di sballarsi con un’amica finendo con il leggere le maledizioni dal Necronomicon che rilasciano di nuovo il demone Kandarian sulla Terra. Ora tocca ad Ash, a due dei suoi colleghi di S-Mart Pablo (Ray Santiago) e Kelly (Dana DeLorenzo) e alla misteriosa cacciatrice di Deadite Ruby (Lucy Lawless) impedire a queste forze demoniache di causare l’apocalisse.

La casa – Il risveglio del male (2023)

La Casa - Il Risveglio del Male

Diretto da Lee Cronin, La casa – Il risveglio del male segna la prima volta che una nuova storia di La casa entra nei cinema ad un decennio dal precedente film, e sebbene questa volta Ash Williams non sia coinvolto nella trama, è stato confermato che il sequel ha luogo nella continuità della trilogia originale e di Ash vs Evil Dead, figurando però allo stesso tempo come reboot, da cui dovrebbero dunque partire nuovi racconti. Questa nuova avventura incentrata sull’orrore porta infatti il franchise fuori dal bosco, spostandosi ora in una città popolata, dove l’ex madre di famiglia Ellie (Alyssa Sutherland) viene trasformata in un Deadite da un nuovo Necronomicon. Ora tocca alla sorella di Ellie, Beth (Lily Sullivan), fermare la sorella posseduta e salvare i nipoti innocenti e spaventati.

La casa (2013)

La-casa-2013

 

Qui è dove le cose si fanno davvero complicate. Il regista Fede Alvarez vede il suo La casa non come un remake bensì come un sequel, il che sarebbe confermato dal cameo nei titoli di coda di Bruce Campbell e altri membri dei film originali. È dunque possibile che il film possa essere considerato parte della serie originale, ma ufficialmente questo è ancora considerato un remake disconnesso dagli altri film. Questo non vuol dire che non valga la pena di essere visto, in quanto è un rifacimento piuttosto sensazionale, con un’enfasi sugli effetti pratici che lo rende un degno membro del franchise. Qui, la tossicodipendente Mia (Jane Levy) viene portata in una capanna dai suoi amici per aiutare a sconfiggere la sua dipendenza, ma tutto va in tilt quando trovano il famigerato Libro dei Morti e scatenano nuove forze del male.

Inseparabili – Dead Ringers, la recensione della serie con Rachel Weisz

Il rifacimento di un’opera già esistente dovrebbe, idealmente, rendere evidenti da subito i motivi che giustifichino l’urgenza della sua realizzazione. Nel migliore dei casi, un remake dovrebbe ad esempio aggiornare le tematiche del suo predecessore ai tempi correnti, trovando così il proprio posto nell’attuale panorama culturale. Se è vero che purtroppo ciò non sempre avviene, Inseparabili – Dead Ringers, la nuova mini-serie di Prime Video, è invece un caso di rifacimento che aggiorna i discorsi proposti dal film omonimo del 1988, proponendoli anche da un punto di vista differente nonché, probabilmente, più idoneo.

L’originale di cui si parla è Inseparabili, firmato da David Cronenberg e con Jeremy Irons nel doppio ruolo dei due gemelli protagonisti. Un film che rifletteva, come spesso avviene nella filmografia del regista canadese, sulla mutazione del corpo e sulle sue possibili derive. Ma la serie, con protagonista ora l’attrice premio Oscar Rachel Weisz, può essere vista non solo come un remake del film, ma anche come un nuovo adattamento del romanzo da cui anche il film è tratto, ovvero Twins, di Bari Wood e Jack Geasland, a sua volta ispirato alla vite e alla morte dei rispettabili gemelli Marcus, entrambi ginecologi, ritrovati morti in circostanze misteriose.

L’importanza di sottolineare lo sguardo che Inseparabili – Dead Ringers rivolge tanto al film quanto al romanzo si spiega nel momento in cui la serie si dimostra essere, come suggerito in apertura, non una mera riproposizione di quei racconti, ma una raccolta della loro eredità più importante da aggiornare poi alla contemporanea sensibilità nei confronti del corpo della donna, del processo di gravidanza e della mutazione genetica. I sei episodi di cui Alice Birch è showrunner, portano dunque avanti questo racconto, che tra elementi thriller, splatter e tanto erotismo non si rivela esente da imperfezioni ma riesce ad avere forse anche per questo un proprio fascino.

Inseparabili – Dead Ringers, la trama della serie

Protagoniste della serie sono Elliot e Beverly Mantle (entrambe interpretate da Rachel Weisz), gemelle che condividono tutto: droghe, amanti e il desiderio di fare ogni cosa, incluso spingersi oltre i limiti dell’etica medica, pur di sfidare pratiche antiquate e portare in primo piano l’assistenza sanitaria delle donne. I loro obiettivi si rivelano però più difficili del previsto da raggiungere, ostacolati tanto da dinamiche esterne quanto interne. Il rapporto tra le due gemelle può infatti essere definito tanto stretto da diventare ossessivo e possessivo e nel momento in cui Beverly intraprende una relazione con l’attrice Genevieve (Britne Oldford), questo inizierà rovinosamente a sgretolarsi, mettendo a rischio ogni cosa.

Inseparabili-Rachel-Weisz

Dalla parte delle donne

Alla luce di quanto fin riportato, la prima cosa da notare è come la decisione di fare di Elliot e Beverly due gemelle invece che due gemelli risulti particolarmente funzionale nonché coerente con gli intenti del racconto. Per raccontare le esigenze delle donne in maternità come anche la volontà di offrire loro un’assistenza sanitaria priva di pregiudizi, era necessario uno sguardo femminile, che grazie alla presenza di una showrunner donna e di una doppia protagonista donna emerge in modo chiaro e netto. Non che questo renda Inseparabili – Dead Ringers meglio del film di Cronenberg, ci mancherebbe. Semplicemente, le due opere hanno intenti e obiettivi differenti, e la serie cerca le modalità più consone per portare a compimento i propri.

Una ricerca che non sempre si compie ma che anzi in più di un’occasione sembra accontentarsi di risposte poco esaustive. Questo può essere dipeso anche dalle molte dinamiche in gioco, che spostano l’attenzione ora sulla ricerca delle due gemelle ora sulla morbosità del loro rapporto. Alla fine, pur se queste due linee narrative sono teoricamente interconnesse tra loro, è la seconda indicata a prevalere, il che porta la serie a risultare piuttosto sbilanciata. Non aiuta poi il fatto che si alternino episodi più dinamici ad altri più statici, i quali pur se importanti narrativamente possono risultare più difficili da digerire.

Il conflitto tra apparenza e sostanza

Quello che in fin dei conti caratterizza la serie non è altro che il classico conflitto tra apparenza e sostanza. Inseparabili – Dead Ringers ambisce ad affrontare questioni importanti, come l’autonomia del corpo, i diritti riproduttivi, la salute materna fisica e psicologica, la dipendenza psicologica, l’influenza della maternità sull’identità. Non tutto ciò trova lo spazio adeguato a potersi esprimere al meglio, contribuendo nel generare i problemi poc’anzi accennati. In questo caos, si fa dunque maggiormente notare l’estetica della serie, composta di geometrie che vorrebbero suggerire un controllo che invece alle due protagoniste sfugge, una predominanza del colore rosso (amore, certo, ma anche sangue e violenza) e virtuosismi nei movimenti di macchina che rendono il tutto più ammaliante.

Naturalmente non può bastare questo a rendere interessante una serie, ed ecco perché fortunatamente si può contare sulla presenza di un’attrice straordinaria come la Weisz, capace di caratterizzare distintamente le due gemelle e costruendo sulla propria interpretazione il maggior valore della serie. È l’evoluzione che mette in scena delle due gemelle a rapire le attenzioni, riuscendo perfino a farle diventare incarnazioni di quelle tematiche e di quelle mutazioni che la serie vorrebbe affrontare. Molto di quanto bisognava dire, viene così implicitamente detto attraverso di loro e allora sì che, vista così, la serie acquisisce un senso che altrimenti stenta ad esprimere.

Io e mio fratello, la recensione del film di Luca Lucini

Io e mio fratello, la recensione del film di Luca Lucini

Il suo viaggio continua, con il Milano-Roma al quale sta già lavorando e che promette di riportarlo nella Capitale, dove nel 2004 iniziò tutto con Tre metri sopra il cielo, ma l’ultima tappa del percorso di Luca Lucini è quella del più recente Io e mio fratello, dal 21 aprile su Prime Video. Un ritorno a casa particolare che ci porta da Milano ad Altomonte, in Calabria, in compagnia del ben assortito cast di una commedia romantica scritta con Marta e Ilaria Storti e nella quale si mescolano tradizione e contemporaneità, individualismo e comunità, famiglia e amori di vario genere.

Io, lei e mio fratello

Tutto nasce dall’urgenza di Sofia (Denise Tantucci) di tornare a casa, al Sud. Pecora nera di una famiglia di viticoltori della provincia di Cosenza, si è trasferita da qualche anno a Milano, dove vive con il suo coinquilino Alessandro (Claudio Colica) e continua a passare da una conquista all’altra. Sempre con il rimpianto del suo grande amore, l’amica Michela (Greta Ferro) che ora sta per sposarsi con Mauro (Cristiano Caccamo), suo fratello.

Affidabile e “predestinato”, dopo la morte del padre (Marco Leonardi) è stato lui a portare avanti l’azienda di famiglia insieme all’esperto Bernardo (Nino Frassica) e a rimanere al fianco della madre (Lunetta Savino). Che ora si trova al centro dell’organizzazione di un matrimonio che Sofia cerca di boicottare, tentando di far innamorare di nuovo di sé la radiosa Michela. Una missione che scatenerà una serie di reazioni a catena che coinvolgeranno tutti, anche l’irrequieta e originale zia Tecla (Teresa Mannino), arrivata per l’occasione.

Una questione di famiglia

Nomi interessanti e di sicura presa sul grande pubblico, come si vede, danno vita a un intreccio piuttosto elementare, arricchito da ricami capaci di suggerire spunti e possibilità senza confondere o distogliere l’attenzione dalla trama principale. Quella che inizia come la storia della giovane scavezzacollo farfallona e irrisolta, promettendo gag da emigrata sullo sfondo della citylife meneghina, diventa quindi occasione per offrire alla regione Calabria una vetrina alla quale non tutti sono abituati, talmente abituati – come sottolineato dallo stesso regista – a vederla solo come terra di malaffare e ‘ndrangheta. Ma soprattutto per raccontare una contemporaneità che va oltre le app e i luoghi comuni (che pure non mancano), e nella quale trovano uno spazio importante le tradizioni e la comunità.

E l’amore, ovviamente. Etero, omo e familiare, tanto per citare i più evidenti sin dalla sinossi, nella quale non era possibile – né opportuno – dettagliare di più, lasciando alla scoperta in streaming dei contrasti e le piccole grandi sorprese messe in scena da Lucini. Del quale attendiamo il Le mie ragazze di carta (con Maya Sansa, Giuseppe Zeno e di nuovo Cristiano Caccamo) visto al Bif&st da lui definito “la prima storia che sento veramente mia” e nel quale si racconta il passaggio dalla pubertà alla preadolescenza di tre adolescenti e quello dal mondo della campagna al mondo della città.

Io-e-mio-fratello-denise-tantucci

L’individualismo non basta, il futuro è comune

Come anche in questo Io e mio fratello, dove la scelta su cosa voler essere o fare ‘da grandi’ torna, come sappiamo tutti, e continua a tornare, anche a distanza di anni. Perché le occasioni arrivano quando arrivano, a volte, le scelte portano rimpianti e dubbi, e altre scelte. Merito del regista aver evitato di lasciar troppo spazio alle scelte meno ‘etiche’, alla confusione, le bugie e i segreti, trovandone invece per un esempio di amore ‘maturo’ che regala forse il momento più commovente del film (insieme alla nostalgia legata alla figura paterna).

Che rimodula lo stereotipo della sceneggiata meridionale – che a tratti fa capolino, evidentemente impossibile da non citare – in un finale se non originalissimo e di rottura, un po’ diverso da quel che avrebbe potuto essere e che spezza una lancia in favore della libertà, nelle sue varie declinazioni vero fil rouge di tutta la storia. Ma soprattutto rilancia il fallimento dell’individualismo dilagante, vero ‘morto che cammina’ del nostro vivere quotidiano, che – per quanto in molti ci si ostini a far finta di non vederlo o ammetterlo – non ha altra speranza che nell’essere comune, e condiviso (non sui social).

Juan Carlos. La caduta di un re: la nuova docu-serie Sky Original

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Juan Carlos. La caduta di un re è la nuova docu-serie Sky Original, presentata in anteprima mondiale al Festival di Cannes, che racconta l’ascesa e la caduta dell’ex re spagnolo Juan Carlos I, in arrivo in esclusiva su Sky Documentaries e in streaming solo su NOW dal 21 maggio alle 21.15.

La serie, in quattro parti, ripercorre il regno di re Juan Carlos I, per molti anni considerato un eroe spagnolo, celebrato in tutto il mondo per aver riformato la Spagna con i suoi valori moderni, progressisti e democratici. Ha guidato il suo paese dalla dittatura franchista alla monarchia parlamentare, trasformando la Spagna in un moderno stato europeo e diventando il sovrano spagnolo più popolare della storia.

Re Juan Carlos aveva una regina fedele, una famiglia amorevole, rispetto internazionale, amici nelle alte sfere e sudditi fedeli; aveva tutto ciò che un re può desiderare. Allora, come ha fatto un venerato monarca a subire una caduta così drastica da essere costretto ad abdicare nel 2014 e infine a fuggire in esilio nel 2020?

L’avvincente documentario propone interviste esclusive ad amici intimi, giornalisti e sostenitori del Re, oltre che alla sua ex amante, Corinna zu Sayn-Wittgenstein. Tra gli altri intervistati l’ex agente dei servizi segreti José Manuel Villarejo, il biografo Jaime Peñafiel, l’ex presidente della banca Mario Conde e l’ex marito di Corinna zu Sayn-Wittgenstein, Philip Adkins.

Juan Carlos. La caduta di un re parte per una caccia internazionale attraverso Londra, Monaco, Ginevra, Abu Dhabi e New York per scoprire come Juan Carlos sia arrivato alla sua enorme fortuna e rispondere alle domande sui suoi affari finanziari, sui suoi lucrosi legami e sul suo presunto coinvolgimento in casi di corruzione globale.

La serie mostra come una fatidica battuta di caccia in Botswana abbia rivelato la storia d’amore segreta del Re con la compagna, Corinna zu Sayn-Wittgenstein, e abbia dato il via a una serie di eventi che hanno scosso profondamente la monarchia spagnola e fatto sgretolare il castello di carte. C’è poi l questione del perché Juan Carlos abbia trasferito la somma di 65 milioni di euro sul conto di Corinna poco prima della fine del suo regno.

Christian Beetz, coautore, produttore, Gebrueder beetz Filmproduktion: “Quando abbiamo iniziato a produrre questa serie investigativa sul re Juan Carlos I di Spagna, non eravamo consapevoli dell’entità e della portata dello scandalo reale, finanziario e politico. Poco alla volta si è dipanata una rete di intrighi, avidità e giochi di potere, che affondano le loro radici nei circoli più alti della società spagnola e che ancora oggi sono protetti dal servizio segreto spagnolo CNI. È una storia straordinaria e che abbiamo cercato di raccontare senza timori o favori”.

The Flash: il cameo dall’Arrowverse è stato rivelato e non è quello che ci si aspettava

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Come già rivelato, la prima proiezione ufficiale di The Flash avrà luogo al CinemaCon la prossima settimana, ma alcuni possibili spoiler sul film hanno già iniziato a circolare online, provenienti presumibilmente da una proiezione di prova finale. Non è però un segreto che il film includerà alcuni grandi cameo, ovviamente, e diverse fonti affidabili hanno ora parlato di un personaggio dell’Arrowverse che sembra comparirà in scena. Da subito in molti hanno ipotizzato che, se un personaggio di quell’universo avesse dovuto partecipare al film, quello sarebbe idelamente stato il Flash interpretato da Grant Gustin nella serie The Flash. Ma pare che non sarà lui ad avere un cameo nel film.

Alcuni rumor riportano infatti che sarà Teddy Sears a comparire nel film, presentandosi come Jay Garrick, un personaggio che ha interpretato brevemente nella serie TV prima che la sua vera identità come il malvagio Hunter Zolomon, anche noto come Zoom, fosse rivelata. La notizia ha generato una certa sorpresa, soprattutto considerando che John Wesley Shipp sarebbe stato la scelta più logica, dopo aver recitato nei panni del supereroe più veloce del mondo in uno show televisivo di breve durata negli anni ’90, prima di presentarsi come il vero Jay su The CW.

Ad ogni modo, sembra che quello di Sears sarà un cameo particolarmente breve e ininfluente nella storia del film. La sua, se confermata, dovrebbe dunque essere unicamente un’apparizione a sorpresa, che dovrebbe contribuire a rendere il film un viaggio divertente per i fan di lunga data dell’Universo DC sul grande e piccolo schermo. Per scoprire se tale comparsa avverrà davvero nel film, non resta che attendere la sua uscita in sala il 23 giugno 2023.

The Flash, come noto, sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due, e vedrà Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da Justice League. Egli viaggerà indietro nel tempo per impedire l’omicidio di sua madre. Tuttavia, dopo aver alterato la linea temporale, Barry Allen si ritrova intrappolato in una realtà alternativa senza metaumani. Per sistemare le cose, si allea con un vecchio Batman (Michael Keaton) e con la naufraga kryptoniana Supergirl (Sasha Calle) per salvare la nuova linea temporale dalle forze del generale Zod (Michael Shannon) e tornare nel suo universo.

Fonte: ComicBookMovie

Perry Mason: trailer della seconda stagione in arrivo su SKY

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Perry Mason: trailer della seconda stagione in arrivo su SKY

Rilasciato oggi il trailer ufficiale in italiano della seconda stagione di Perry Mason, l’apprezzatissima serie HBO prodotta da Robert Downey Jr e Susan Downey sulle origini dell’avvocato penalista più di successo della storia della TV. A impersonarlo torna il vincitore dell’Emmy Award Matthew Rhys.

La serie andrà dal 14 maggio in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. questa serie drammatica HBO ripercorre le origini del celeberrimo e amatissimo avvocato penalista Perry Mason.

https://youtu.be/qhq_CixYHbk

La seconda, avvincente stagione del raffinato noir HBO basato sulle opere di Erle Stanley Gardner torna con un cast ricchissimo in cui spiccano Chris Chalk (Paul Drake), Juliet Rylance (Della Street), Eric Lange (Gene Holcomb), Justin Kirk (Hamilton Burger), Diarra Kilpatrik (Clara Drake), Katherine Waterston (Ginny Aimes), Shea Whigham (Pete Strickland), Hope Davis (Camille Nygaard), Fabrizio Guido (Rafael Gallardo), Peter Mendoza (Mateo Gallardo), Onahoua Rodriguez (Luis Gallardo),Jee Young Han (Marion Kang), Sean (Sunny Gryce), Tommy Dewey (Brooks McCutcheon), Paul Raci (Lydell McCutcheon),Jen Tullock (Anita St. Pierre), Wallace Langham (Melville Phipps) e Mark O’Brien.

La serie è diretta dai regesti Fernando Coimbra (Narcos), Jessica Lowrey (Halo), Marialy Rivas (LaJauría), e Nina Lopez-Corrado (Agents of S.H.I.E.L.D.).

La trama della seconda stagione di Perry Mason

La seconda stagione riprende con Perry nella morsa del sistema legale di Los Angeles all’apice della Grande Depressione. Insieme all’assistente fuoriclasse Della Street e al duro ex poliziotto Paul Drake, l’ex investigatore privato si guadagna la fama di assumere clienti che pochi oserebbero difendere. Mesi dopo che il processo Dodson ha scosso la città, Perry si sta riabituando alla vita da avvocato quando un caso di omicidio di alto profilo lo porta di nuovo in pista. Mentre il procuratore distrettuale si reca da una coppia di fratelli della desolata Hooverville, Perry viene spinto al centro di una vasta cospirazione e costretto a fare i conti con ciò che significa veramente essere colpevoli.

Fantastici Quattro: ecco le attrici in lizza per il ruolo di Sue Storm secondo alcuni rumor

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Tra i progetti più attesi della Marvel vi è il nuovo film di Fantastici Quattro, attualmente previsto per la Fase 6. Ci sono ancora pochissime notizie riguardo tale progetto ma il principale mistero rimane quello legato a chi interpreterà i quattro protagonisti. Negli ultimi mesi sono stati ipotizzati diversi nomi, senza però che i Marvel Studios fornissero mai una conferma o una smentita. Stando però ad alcuni recenti rumor, i nomi delle attrici in lizza per il ruolo di Sue Storm sarebbero ora stati rivelati.

Secondo tali voci, ad ora non confermate, la star di Mission: Impossible – Fallout Vanessa Kirby sarebbe attualmente in cima alla lista dei Marvel Studios per il ruolo. L’attrice ha anche recitato in Fast & Furious: Hobbs & Shaw ed è stata candidata agli Oscar per Pieces of a Woman. Altre attrici ufficialmente in lizza per interpretare la Donna Invisibile nell’MCU sarebbero poi Mila Kunis (Family Guy), Allison Williams (M3GAN) e Jodie Comer (The Last Duel). È bene notare che quasi tutte queste attrici erano già state ipotizzate tempo addietro dai fan.

Secondo quanto riferito, il casting per Fantastici Quattro è iniziato a febbraio e sarebbe inoltre stato riferito che “l’obiettivo è prima scegliere Sue Storm e costruire il resto della squadra a partire da quella scelta“. Il regista di WandaVision Matt Shakman sarà al timone di Fantastici Quattro, e mentre si vocifera di molti nomi per Reed Richards, incluso Adam Driver, nessuno è stato ancora scelto ufficialmente e non sono ancora circolate voci per quanto riguarda la Torcia Umana e la Cosa. Galactus e Silver Surfer dovrebbero fungere da principali antagonisti. Come noto, il film è previsto nelle sale per il 14 febbraio 2025.

Fonte: ComicBookMovie

Guardiani della Galassia Vol. 3, un nuovo spot del film promette un “lieto fine”

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I Marvel Studios hanno rilasciato un nuovo spot per Guardiani della Galassia Vol. 3, che ironicamente promette un “lieto fine” alla trilogia del Marvel Cinematic Universe dello sceneggiatore e regista James Gunn. Finora, i trailer del film sono stati divertenti, ma si sono anche dimostrati fortemente malinconici (e potenzialmente tragici). Sebbene anche questo nuovo spot sia pieno di emozioni, i toni si spostano qui verso luoghi più spensierato e persino, in qualche modo, trionfanti.

Per quanto riguarda l’umorismo, questo finisce infatti con una nota ironica, con il narratore che invita gli spettatori a iniziare la loro estate con un “lieto fine” sulla scena di Peter Quill/Star-Lord (Chris Pratt) che fissa con desiderio Nebula (Karen Gillan), che però rifiuta preventivamente e violentemente qualsiasi potenziale flirt. Il promo passa quindi a una scena in cui Rocket (Bradley Cooper) dichiara: “Hai dei problemi, Quill“. Per i fan risulterà però difficile credere a questa promessa di lieto fine, sia perché il film sarà l’ultimo dedicato ai Guardiani, sia perché da tempo circolano voce su eventi tragici che potrebbero avvenire nel film.

La sinossi ufficiale per Guardiani della Galassia Vol. 3 recita infatti quanto segue: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film sarà al cinema dal 5 maggio. Di seguito, il nuovo spot pubblicato:

https://twitter.com/Guardians/status/1649165231711727617?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1649165231711727617%7Ctwgr%5Ea4f6b00d1f7a9f01a0eee1376b66cd305882a59a%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.cbr.com%2Fguardians-of-the-galaxy-3-happy-ending-promo%2F

Fonte: CBR

Disney+: i film di Spider-Man in arrivo sulla piattaforma streaming

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I film di Spider-Man stanno finalmente arrivando su Disney+, in quanto sembra sia stato raggiunto un accordo con Sony Pictures che consente di realizzare un archivio di film in streaming di Spider-Man. Dunque, la trilogia di Spider-Man con Tobey Maguire sarà disponibile a partire dal 21 aprile insieme a The Amazing Spider-Man con Andrew Garfield. Allo stesso modo, Spider-Man: Homecoming con Tom Holland arriverà su Disney+ il 12 maggio. Inoltre, è stato confermato che anche Venom con Tom Hardy sarà disponibile in streaming dal 12 maggio.

Per ora non è stato confermato se i titoli verranno inseriti anche nel catalogo italiano (dove però Homecoming e Venom sono già presenti). Sebbene poi questa sia una notizia entusiasmante, ci sono ancora alcuni film di Spider-Man molto significativi che Disney+ deve ancora aggiungere alla sua libreria. Questi sono Spider-Man: Far From Home e Spider-Man: No Way Home, ma anche The Amazing Spider-Man 2, Venom: La furia di Carnage e il film animato Spider-Man: Un nuovo universo. Il motivo della loro assenza potrebbe dipendere dal loro essere piuttosto recenti e ancora legati dunque a particolari e precedenti accordi

Tuttavia, questo nuovo annuncio suggerisce il desiderio di avere alla fine tutti i film e gli spin-off esistenti di Spider-Man su Disney+. Pertanto, è probabile che la Disney stia semplicemente aspettando la scadenza dei contratti prima di iniziare a lavorare con Sony per aggiungere l’intera raccolta di film di Spider-Man e Venom alla loro già piuttosto ampia libreria di contenuti Marvel. Nell’attesa che ciò avvenga, ecco di seguito lo spot rilasciato che comunica l’arrivo dei film in piattaforma.

https://twitter.com/DisneyPlus/status/1649080792839237632?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1649080792839237632%7Ctwgr%5E78c42d8b0fd56a68fae4a0225276246b899f6b60%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fmovieplayer.it%2Fnews%2Fspider-man-disney-plus-arrivo-streaming_125982%2F

Fonte: ScreenRant

Il Colibrì in prima tv su SKY e NOW

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Il Colibrì in prima tv su SKY e NOW

Arriva in prima tv lunedì 24 aprile Il Colibrì di Francesca Archibugi, melodramma corale con protagonista Pierfrancesco Favino, in onda alle 21.15 su Sky Cinema Uno (alle 21.45 anche su Sky Cinema Drama), in streaming su NOW e disponibile on demand.

Tratto dall’omonimo best-seller – vincitore del premio Strega – di Sandro Veronesi, il film vanta un grandissimo cast corale che vede, accanto a Pierfrancesco Favino, Kasia Smutniak, Bérénice Bejo, Laura Morante, Sergio Albelli, Alessandro Tedeschi, Benedetta Porcaroli, Massimo Ceccherini, Fotinì Peluso, Francesco Centorame, Pietro Ragusa, Valeria Cavalli e inoltre la partecipazione di Nanni Moretti. La sceneggiatura è firmata da Francesca Archibugi, Laura Paolucci e Francesco Piccolo.

La trama del film Il Colobrì

Il film è il racconto della vita di Marco Carrera, “il Colibrì”, una vita di coincidenze fatali, perdite e amori assoluti. La storia procede secondo la forza dei ricordi che permettono di saltare da un periodo a un altro, da un’epoca a un’altra, in un tempo liquido che va dai primi anni ‘70 fino a un futuro prossimo. È al mare che Marco conosce Luisa Lattes, una ragazzina bellissima e inconsueta. Un amore che mai verrà consumato e mai si spegnerà, per tutta la vita.

La sua vita coniugale sarà un’altra, a Roma, insieme a Marina e alla figlia Adele. Marco tornerà a Firenze sbalzato via da un destino implacabile, che lo sottopone a prove durissime. A proteggerlo dagli urti più violenti troverà Daniele Carradori, lo psicoanalista di Marina, che insegnerà a Marco come accogliere i cambi di rotta più inaspettati. Il Colibrì è la storia della forza ancestrale della vita, della strenua lotta che facciamo tutti noi per resistere a ciò che talvolta sembra insostenibile. Anche con le potenti armi dell’illusione, della felicità e dell’allegria.

Star Wars, John Boyega potrebbe unirsi al nuovo film con Daisy Ridley

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Stando ad alcuni rumor circolati nelle ultime ore, la star della trilogia sequel di Star Wars John Boyega potrebbe tornare nei panni di Finn per il prossimo film della saga, ancora senza titolo, con protagonista Daisy Ridley, nuovamente nei panni di Rey. Tale notizia arriva dagli affermati insider Jeff Sneider e John Rocha, con quest’ultimo che ha dichiarato che “diverse fonti mi hanno contattato a causa di questo film e mi hanno detto che – secondo loro e quello che stanno ascoltando – John Boyega farà parte del progetto“. “Questo è quello che sto sentendo anche io da un paio delle mie fonti e da persone fidate che conosco“, ha poi affermato Snieder.

Vale però la pena notare che, attualmente, Boyega non è ufficialmente collegato alla produzione del nuovo film di Star Wars con la Ridley, il che significa che questa voce deve per ora essere presa con le pinze. Come noto, la Lucasfilm ha annunciato questo nuovo progetto nel corso della Star Wars Celebration. Poco si sa di questo nuovo film, a parte il fatto che racconterà gli sforzi di Rey Skywalker (Ridley) per ricostruire l’Ordine Jedi, 15 anni dopo gli eventi di Star Wars: L’ascesa di Skywalker. Il due volte premio Oscar al miglior cortometraggio Sharmeen Obaid-Chino dirigerà il progetto a partire da una sceneggiatura di Steven Knight.

Considerando il legame esistente tra Rey e il personaggio di Boyega, Finn, è difficile credere che questi non sarà presente nel film. Una sua eventuale assenza dovrebbe infatti essere spiegata in modo convincente. Ma sappiamo anche che l’attore si è espresso in modo non propriamente favorevole nei confronti del franchise, dicendosi disposto a tornare solo ad alcune condizioni. Ad ora, però, non resta che attendere maggiori informazioni, per questo film che, oltre al titolo, è ancora privo di data di uscita ufficiale. Ora che è stato annunciato però, è lecito aspettarsi che da qui in avanti maggiori comunicazioni verranno fatte a riguardo, permettendo così di scoprire qualcosa di più riguardo questo misterioso, atteso e temuto nuovo capitolo della saga.

Fonte: CBR

Lezioni di chimica: primo teaser della serie interpretata e prodotta da Brie Larson

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Apple TV+ ha svelato oggi il primo teaser della serie drammatica “Lezioni di chimica” (“Lessons in Chemistry”), interpretata e prodotta esecutivamente dal premio Oscar Brie Larson (“Captain Marvel”, “Room”) e basata sul romanzo d’esordio best-seller di Bonnie Garmus, autore, editore scientifico e copyrighter. “Lessons in Chemistry” farà il suo debutto globale su Apple TV+ questo autunno.

La trama e il cast di Lezioni di chimica

Ambientata nei primi anni ’50, segue Elizabeth Zott (Brie Larson), il cui sogno di diventare una scienziata viene stroncato dalla società patriarcale in cui vive. Quando Elizabeth viene licenziata dal laboratorio, accetta un lavoro come conduttrice in un programma televisivo di cucina e si propone di insegnare a una nazione di casalinghe trascurate – e agli uomini che improvvisamente la stanno ascoltando – molto più che semplici ricette.

Al fianco di Brie Larson troviamo Lewis Pullman (“Top Gun: Maverick”, “Outer Range”), la vincitrice del NAACP Image Award Aja Naomi King (“Le regole del delitto perfetto”, “The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo”), Stephanie Koenig (“L’assistente di volo – The Flight Attendant”, “The Offer”), Kevin Sussman (“The Big Bang Theory,” “The Dropout”), Patrick Walker (“Gaslit”, “Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey”), e Thomas Mann (“Winning Time: L’ascesa della dinastia dei Lakers”, “Quel fantastico peggior anno della mia vita”).

Proveniente dagli Apple Studios, Lezioni di chimica è prodotto da Aggregate Films. Il sei volte candidato all’Emmy Award Lee Eisenberg (“WeCrashed”, “Little America”) è showrunner. La serie è prodotta esecutivamente dalla candidata all’Oscar Susannah Grant (“Unbelievable”, “Erin Brockovich – Forte come la verità”) insieme a Larson. Jason Bateman e Michael Costigan (“Ozark”, “A Teacher: una storia sbagliata”) sono produttori esecutivi della Aggregate Films. Natalie Sandy è produttrice esecutiva di Piece of Work Entertainment insieme a Eisenberg. Louise Shore è anche produttrice esecutiva.

Ghosted: Chris Evans ha adorato l’essere stato la “damigella in pericolo” del film

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Dopo anni passati a interpretare Capitan America nel Marvel Cinematic Universe, Chris Evans ha affermato che ha adorato il poter essere colui che viene salvato da un pericolo all’interno dell’imminente commedia d’azione di Apple TV+ Ghosted. Intervistato alla premiere di Ghosted a New York il 18 aprile, Evans ha insistito sul fatto di essere stato la “damigella in pericolo” per una volta, con la co-protagonista Ana de Armas che lo salva dai guai. “È stato fantastico. Voglio dire, abbiamo visto tutti Ana essere tosta; era così brava in No Time to Die“, ha detto Evans.

È stato bello essere la damigella in pericolo. È stato bello aver bisogno di essere salvato, principalmente perché non ho dovuto sudare durante le sequenze d’azione“. In Ghosted, infatti, Evans interpreta Cole Riggan, un romantico senza speranza innamoratosi di Sadie, interpretata dalla Armas. Dopo però che questa smette di rispondere ai suoi messaggi, Cole decide di cercarla, finendo però con lo scoprire che Sadie è in realtà un agente della CIA in missione. A quel punto Cole finirà per essere trascinato in un’avventura internazionale, durante il quale dovrà fare affidamento su Sadie per non rimanere ucciso.

Evans e la de Armas hanno già lavorato insieme in Knives Out e The Grey Man, ma a differenza di questi, in Ghosted faranno finalmente squadra. “Sì, finalmente siamo riusciti ad andare d’accordo“, ha detto Evans. “Ma la bellezza del film è che anche se c’è un interesse amoroso all’inizio, la maggior parte del film è una discussione tra loro, e questo è divertente perché Ana è davvero divertente, molto versatile, molto aperta all’improvvisazione. Era una compagna di scena perfetta per questo tipo di dinamica“. Alla luce di ciò, ricordiamo Ghosted arriva dal 21 aprile Apple TV+, permettendo così di poter ritrovare Evans negli inediti panni di colui che necessita di essere salvato.

Fonte: CBR

Reality: teaser trailer del biopic HBO con Sydney Sweeney

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Reality: teaser trailer del biopic HBO con Sydney Sweeney

HBO Films ha diffuso il primo teaser trailer di Reality, il prossimo thriller drammatico biografico che vedrà protagonista Sydney Sweeney

Come mostra il trailer teaser di Reality di un minuto , la star di Euphoria interpreta Reality Winner, un informatore nella vita reale. Winner, un ex membro dell’aeronautica americana e traduttore della NSA, ha scoperto il coinvolgimento della Russia nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2016. La premiere del film negli USA è prevista per il 29 maggio su HBO e Max. Basato sull’opera teatrale di Tina Satter Is This A Room , Reality è diretto da Tina Satter e si basa su una sceneggiatura scritta da Satter e James Paul Dallas. Il film è interpretato dal candidato all’Emmy Sydney Sweeney (Euphoria, The White Lotus), Josh Hamilton e Marchánt Davis.

Il 3 giugno 2017, Reality Winner, ex specialista dell’intelligence americana di 25 anni, si confronta con agenti dell’FBI che arrivano a casa sua per mettere in dubbio il suo ruolo sospetto nella cattiva gestione di informazioni riservate“, si legge nel logline. “Basato su fatti realmente accaduti, il dialogo del film è tratto direttamente dalla trascrizione della loro conversazione tesa e travolgente. I produttori esecutivi di Reality sono Satter, Ellyn Daniels, Will O’Connor, Daniel Ginsberg, Andrew Beck, Bill Way, Elliott Whitton, Eva Maria Daniells, Philipp Engelhorn e Caitlin Gold. I produttori sono Noah Stahl, Brad Becker-Parton, Riva Marker e Greg Nobile.

Avatar: La via dell’acqua ha ottenuto oltre mezzo miliardo di profitti

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Mentre Avatar: La via dell’acqua di James Cameron è appena tornato in sala per nuove proiezioni, è stato comunicato che il film ha ottenuto un profitto particolarmente importante dai suoi guadagni record al box office. Il pluripremiato sequel di Avatar, che attualmente è il terzo film di maggior incasso della storia, ha infatti ottenuto un utile netto di 531,7 milioni di dollari dopo la sua forte corsa nelle sale. Le entrate del film, che includono passaggio nelle sale cinematografiche, home-video e TV/streaming, ammontano a quasi 1,62 miliardi di dollari mentre le spese, sommando la produzione, il marketing e altri costi, avevano raggiunto oltre 1,08 miliardi di dollari.

come noto, Avatar – La via dell’acqua è stato per sette settimane consecutive al vertice del box office dopo la sua uscita a dicembre, incassando alla fine oltre 2,31 miliardi di dollari in tutto il mondo. Solo il film Avatar originale (2,92 miliardi) e Avengers: Endgame (2,79 miliardi) hanno guadagnato numeri al botteghino maggiori nella storia del cinema. Il successo di questo nuovo film ha dunque reso Cameron il primo regista a detenere tre film da due miliardi di dollari a suo nome (il terzo è Titanic), assicurando anche all’attrice Zoë Saldaña l’onore di diventare la prima star a recitare in quattro film che hanno incassato 2 miliardi al botteghino (i due Avatar e gli ultimi due Avengers).

Come noto, infine, lo scorso novembre, Cameron aveva affermato che l’enorme budget di La via dell’acqua era “un cattivo affare”, insistendo sul fatto che doveva diventare uno dei quattro maggiori incassi nella storia del cinema per poter raggiungere il pareggio. Un risultato ampiamente raggiunto, che ha permesso a Cameron di confermare, oltre al già annunciato Avatar 3 anche Avatar 4 e Avatar 5, con i quali dovrebbe portare a compimento l’epico racconto iniziato nel 2009. È molto probabile che gli incassi di Avatar: La via dell’acqua cresceranno ancora nel tempo e sarà interessante scoprire a quali cifre potranno arrivare i successivi capitoli.

Fonte: CBR

Il regista di Avengers: Endgame, Joe Russo, chiede ai fan di essere pazienti con la fase 5 dell’MCU

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Come ormai noto, la Fase 4 del Marvel Cinematic Universe è stata caratterizzata da alti e bassi, generando non poca confusione tra i fan. La Fase 5, con Ant-Man and the Wasp: Quantumania, non ha migliorato le cose, complicando ulteriormente la situazione e il futuro della Multiverse Saga. Ora, il co-regista di Avengers: Endgame, Joe Russo, ha però chiesto ai fan di essere pazienti con la Marvel e con la Fase 5 del Marvel Cinematic Universe. “Non c’è nessuno più bravo a raccontare storie del presidente dei Marvel Studios Kevin Feige in questo momento. Se hai intenzione di scommettere su qualcuno, scommetti su di lui“, ha detto il regista nel corso di un’intervista.

Penso che il tipo di storia che si è svolto nelle fasi su cui abbiamo lavorato fosse un tipo di storia molto specifico che si è concluso in quelle fasi e ora è il momento di una nuova storia, e penso che questa sia la direzione che la Marvel sta prendendo Ti stanno raccontando una storia molto diversa, una storia molto nuova e penso che il pubblico debba solo essere paziente con il reindirizzamento perché non puoi continuare a raccontare la stessa storia più e più volte o perdi il pubblico“. Per Russo, dunque, si tratta solo di avere pazienza, con il quadro generale di questo nuovo racconto che sarà presto chiaro.

Joe Russo ha poi continuato, affermando: “penso che stiano prendendo delle oscillazioni molto grandi e stanno giocando con il tono e stanno sostenendo la diversità tanto quanto chiunque nello spazio narrativo in questo momento e tutte queste cose sono enormi vittorie per grandi- narrazione su scala.” I commenti di Joe Russo arrivano dopo che i fan, come anticipato, hanno espresso preoccupazione per il fatto che l’MCU sia diminuito di qualità dopo la conclusione della Infinity Saga. Diversi titoli della Fase 4, tra cui Eternals e Thor: Love and Thunder, hanno ricevuto recensioni contrastanti da parte della critica e hanno avuto prestazioni inferiori alle aspettative al botteghino.

Le attenzioni sono ora tutte puntate su Guardiani della Galassia Vol. 3 in arrivo al cinema il 3 maggio, il quale avrà il compito di risollevare un po’ gli animi. I due precedenti film diretti da James Gunn sono tra i più apprezzati dai fan e le aspettative sono molto alte anche per questo nuovo capitolo, che se da una parte concluderà le avventure dei Guardiani, dall’altra introdurrà nuovi personaggi, che potrebbero rivelarsi decisivi per il futuro dell’MCU. In generale, volendo credere alle parole di Joe Russo, non resta che attendere e vedere cosa accadrà nel corso di questa Fase 5, decisamente decisiva in vista del gran finale della Fase 6.

Fonte: CBR

The Boroughs: Netflix ordina la nuova serie di fantascienza dai creatori di Stranger Things

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I creatori di Stranger Things Matt e Ross Duffer stanno sviluppando un nuovo dramma di fantascienza intitolato The Boroughs per Netflix, ad annunciarlo è il  The Hollywood Reporter. La nuova serie vedrà Jeffrey Addiss e Will Matthews (The Dark Crystal: Age of Resistance) agire come showrunner del progetto, con l’idea per la serie sviluppata sempre dal duo di scrittori. La serie sarà composta da una prima stagione di otto episodi e sarà prodotta da Addiss, Matthews e i Duffer tramite la loro società Upside Down Pictures.

Secondo una breve descrizione della serie, The Boroughs si svolgerà in una “comunità di pensionati apparentemente pittoresca nel deserto del New Mexico” e ruoterà attorno a “un gruppo di improbabili eroi che devono unirsi per impedire a una minaccia ultraterrena di rubare l’unico cosa che non hanno: il tempo.

Siamo fan della scrittura di Jeff e Will da molto tempo, e quando ci hanno presentato la loro idea per The Boroughs , abbiamo subito capito che avevano qualcosa di molto speciale tra le mani“, hanno detto i Duffer in un comunicato che annunciava la notizia su Giovedì. “Sebbene gli eroi di The Boroughs abbiano qualche anno in più rispetto ai ragazzi di Stranger Things, sono un gruppo di disadattati altrettanto adorabile, e non vediamo l’ora che tu ti unisca a loro in un’avventura che a volte è spaventosa, divertente e profondamente toccante”.

The Boroughs è un altro progetto su cui i Duffer stanno lavorando per Netflix insieme ad una serie di altri titolo annunciati in sviluppo. Oltre all’imminente quinta e ultima stagione di Stranger Things, il duo di fratelli ha anche recentemente annunciato una nuova serie animata ambientata nel mondo di Stranger Things, oltre a uno spettacolo teatrale e una serie spin-off live-action basata sul franchise di successo. La coppia sta anche lavorando a un adattamento di The Talisman di Stephen King e Peter Straub , nonché a un adattamento live-action della serie anime di successo Death Note .

La casa: nuovi film potrebbero uscire ogni 2 o 3 anni, afferma Bruce Campbell

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In occasione dell’uscita in sala di La casa – Il risveglio del male (qui la recensione), il produttore del franchise di La casa (nonché sua ex star) Bruce Campbell ha rivelato che lui e Sam Raimi hanno in programma di rilasciare nuovi film di La casa con maggior frequenza. Dopo il successo del primo film di Raimi nel 1981, Campbell è tornato nei panni di Ash Williams per due sequel e, più recentemente, per uno show televisivo. Il regista Fede Álvarez aveva invece diretto il remake del franchise nel 2013, e ora La casa – Il risveglio del male di Lee Cronin si propone come sequel-reboot del franchise, con un legame più profondo con i film originali.

Mentre Campbell non ha fornito risposte alle domande su un suo possibile ritorno nei panni di Ash per un futuro film della saga di La casa, ha invece rivela in un’intervista qual è il piano per il futuro del franchise. Sostanzialmente, Campbell condivide la speranza di creare una rete più interconnessa di nuovi film negli anni a venire. “Penso che le storie progrediranno un po’ di più adesso. Proveremo a farli più ogni 2 o 3 anni piuttosto che ogni 10 anni. È anche la prima volta che Sam lavora con suo fratello Ivan per creare una Bibbia complessiva che dia ai futuri scrittori e registi un’idea di dove dovrebbe andare questa cosa per legarsi potenzialmente ad alcune di queste storie”.

Quindi penso che diventerà un po’ più interconnesso con il passare degli anni. Ma perché è tutta una questione di libri. Potrebbe essere un libro nel passato, un libro nel futuro. È ancora da definire“. Il commento di Campbell suggerisce dunque che i tre Necronomicon potrebbero anche essere alla base di storie passate o future. Con La casa – Il risveglio del male che dimostra che il franchise può avere successo anche con una nuova ambientazione con nuovi personaggi e un nuovo regista, il campo di gioco può davvero essere aperto a nuove voci, ampliando il mondo in modo entusiasmante. Resta da vedere come proseguirà ora il franchise di La casa, ma è chiaro che c’è ancora molto da raccontare.

Fonte: ScreenRant

Venom 3: Juno Temple si unisce al cast con un ruolo ancora segreto

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Il film Venom 3 con Tom Hardy ha iniziato il suo processo casting e l’attrice di Ted Lasso Juno Temple è in trattative per unirsi al progetto, prossimo film Sony-Marvel. Mentre l’MCU si sta concentrando sulla Multiverse Saga, infatti, Sony Pictures continua a costruire il suo universo condiviso ispirato a Spider-Man. Attualmente c’è Venom 3 nella fase di pre-produzione, con Hardy che riprenderà ancora una volta il ruolo di Eddie Brock.

Mentre i dettagli della trama sono ancora nascosti, Venom 3 sembra dunque poter vantare un nuovo membro del cast. Secondo alcune fonti, Temple, meglio conosciuta per il suo ruolo in Ted Lasso di Apple TV +, starebbe stringendo un accordo per unirsi al sequel di Venom. La Sony Pictures, però, non ha ancora commentato riguardo casting di Temple, il cui ruolo che andrà a ricoprire rimane ancora sconosciuto.

Ad ora sappiamo unicamente che Venom 3 concluderà la trilogia dedicata ad Eddie Brock. La Sony Pictures è stata molto vaga su ciò che il futuro ha in serbo per Hardy all’interno del Sony’s Spider-Man Universe dopo questo terzo lungometraggio. Con altri film nell’universo di Spider-Man di Sony ancora in corso, è difficile immaginare che Venom non comparirà più sul grande schermo dopo questo trequel. Un film come Madame Web, che secondo quanto riferito si occuperà del multiverso, sarebbe il posto naturale in cui il personaggio potrebbe apparire.

Per ora, ad ogni modo, non resta che aspettare l’inizio effettivo della produzione, per scoprire di più sulla trama e sul ruolo che la Temple andrà a ricoprire nel film, qualora le trattative andassero per il meglio. E dato che il suo ruolo viene descritto come un personaggio “chiave”, probabilmente avrà una grande importanza in Venom 3. Per ora ci limitiamo a ricordare che Venom 3 sarà diretto da Kelly Marcel, che sta anche scrivendo la sceneggiatura. Sarà inoltre interpretato ancora una volta da Tom Hardy e prodotto da Avi Arad, Matt Tolmach, Amy Pascal e Hutch Parker.

Fonte: ScreenRant

After 2: tutto quello che c’è da sapere sul secondo film della serie

La letteratura per giovani si è affermata negli ultimi anni come un’inesauribile miniera d’oro per il cinema. La settima arte ha infatti potuto attingere a piene mani in un ampio bacino di racconti pensati per i ragazzi, nei quali si affrontano tematiche, dinamiche e tabù propri di quell’età. Si è così passati dai film tratti da romanzi per giovani di genere distopico fino ai più classici racconti di formazione, senza dimenticare la sfera dell’erotismo. A quest’ultima ci ha pensato la serie di quattro (ad oggi) lungometraggi After, tratti dai romanzi di Anna Todd. Il secondo capitolo di questi, After 2, si è in particolare affermato come un importante successo.

Questo perché, uscito nell’autunno del 2020 in vari paesi del mondo, ha contribuito al ritorno in sala di numerosi spettatori nonostante i timori relativi alla pandemia da Covid-19. Un risultato che conferma una volta di più il grande interesse nei confronti di tale serie, dei suoi protagonisti e delle tematiche affrontate. Questo secondo capitolo, adattamento cinematografico del romanzo del 2013 After – Un cuore in mille pezzi, porta infatti avanti il racconto dei due giovani protagonisti, aggiungendo però nuove dinamiche e proponendo passioni ancora più intense.

Per tutti gli appassionati di questo genere di storie, dunque, si tratta di un film da non perdere, che nel bene e nel male sa trovare il modo di comunicare con gli spettatori più giovani e in cerca di storie intense, che permettano di sognare e fantasticare. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di After 2

Dopo le dolorose rivelazioni emerse nel primo film, in questo nuovo capitolo Tessa Hardin si trovano a dover affrontare nuove sfide se vogliono tornare non uniti più di prima. Tessa, che intanto ha cominciato a lavorare come stagista nella prestigiosa casa editrice Vance, suscita l’interesse di altri ragazzi, disposti a farle dimenticare Hardin. Ma non soltanto la sua sfera sentimentale è un completo caos. Un improvviso ritorno, infatti, sconvolgerà la ragazza: qualcuno che non vedeva da tempo farà capolino nella sua vita, senza alcun preavviso. Hardin, invece, ha disperatamente bisogno di lei e, sebbene Tessa provi a perdonarlo, non sa ancora quali terribili segreti nasconde il passato del ragazzo.

A dar volto alla protagonista è di nuovo l’attrice Josephine Langford, la quale ha rivelato di essere stata una fan di After sin dalle sue prime pubblicazioni su Wattpad. Per sua fortuna, per questo secondo film ha avuto più tempo per prepararsi. Come noto, essendo stata scelta all’ultimo per il ruolo, ebbe a disposizione soltanto una settimana per prepararsi alle riprese del primo. Nei panni di Hardin Scott vi ancora Hero Fiennes-Tiffin, da sempre prima scelta per il ruolo. Per poter assumere tali panni, l’attore si è sottoposto di nuovo a diverse ore di trucco, volte ad applicare sul suo corpo i tatuaggi che caratterizzano il personaggio.

After-2-sequel

Per il ruolo della madre di Tessa è invece stata scelta l’attrice Selma Blair, la quale si è dichiarata entusiasta di poter prendere parte ad un progetto amato dai giovani. Per lei si è trattata dell’ultima volta nei panni di tale personaggio, essendo poi stata sostituita da Mira Sorvino a partire dal terzo film. Dylan Sprouse, conosciuto principalmente per il suo ruolo di Zack Martin nella serie Zack e Cody al Grand Hotel, è invece Trevor Matthews, collega di Tessa presso la casa editrice. Si ritrovano poi nel film anche Louise Lombard nel ruolo Trish Daniels, Charlie Weber in quello di Christian Vance, e Candice King nei panni di Kimberly “Kim” Vance.

I sequel di After 2, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

In seguito al buon successo del film, sono stati realizzati anche After 3basato su After – Come mondi lontani e After – Anime perdute e After 4, basato sull’ultimo libro della serie, After – Amore infinito. Per il 2023 è invece previsto After 5 (il cui titolo originale è After Everything). Questo è però basato sulla novella prequel, intitotala Before. La trama ruoterà attorno alla vita di Hardin Scott prima che incontrasse Tessa Young. Il progetto descriverà in dettaglio una “conversazione più ampia”, con una trama più ampia che include il trauma del personaggio e la vita familiare. Poiché il film ritrarrà il personaggio in giovane età, Hero Fiennes Tiffin non riprenderà il ruolo. Attualmente non è però nota la data di uscita.

In attesa di vedere i sequel, è possibile fruire di After 2 grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity+, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 20 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Fonte: IMDb

Mine: trama, cast e significato del film con Armie Hammer

Mine: trama, cast e significato del film con Armie Hammer

Quello del war movie è un genere che negli ultimi anni si è sempre più dimostrato interessato a narrare non tanto i vari conflitti bellici in sé quanto gli effetti che questi provocano sull’essere umano. Tra stress e psicosi, è facile ritrovare tutto ciò in opere esemplari come The Hurt Locker e Good Kill. Ci sono però film ancor più estremi di questo genere che puntano tutto sul confronto tra l’uomo con le proprie paure più grandi. Uno di questi è Mine (qui la recensione), lungometraggio del 2016 e titolo d’esordio per gli italiani Fabio Guaglione e Fabio Resinaro. In questa loro opera prima, infatti, il genere viene spogliato e ridotto all’osso per concentrarsi unicamente sulla psicologia del personaggio.

Un film estremamente complesso tanto da realizzare quanto da rendere efficace. I due giovani registi e sceneggiatori non si sono però fatti scoraggiare, dimostrando una volta di più la possibilità di realizzare anche opere di produzione italiana di questo genere. Con le riprese svoltesi nelle Isole Canarie, dove è stato ricostruito il deserto del Nord Africa, Mine risulta infatti particolarmente realistico e capace di generare tensione basandosi unicamente sui pochi elementi presi in considerazione. Accolto con grande entusiasmo dalla critica italiana, il film ha così lanciato la carriera dei due cineasti, interessati a dar vita ad opere diverse da quelle che si è solite vedere nel cinema italiano.

Venduto a livello internazionale, ancora oggi Mine è indicato come uno dei migliori atipici film di guerra. Pur rimanendo sullo sfondo, il conflitto riecheggia nel soldato protagonista, contribuendo alla formazione di tutte quelle psicosi che il cinema ha più volte raccontato. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo significato generale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Mine

Protagonista del film è il marines Mike Stevens, il quale insieme al commilitone Tommy Madison si trova a fuggire nel deserto del Nord Africa in seguito ad un fallito tentativo di assassinio. Nel tentativo di rientrare alla base, i due si rendono però conto di essersi persi e anche il loro strumento gps sembra essere fuori uso. Per loro sfortuna, vagando nel deserto, si imbattono in un campo minato. Tommy, che per primo finisce su una di queste, perde all’istante le gambe nell’esplosione. Nel tentativo di aiutarlo, anche Mike finirà con il pestare una mina. Impossibilitato a muoversi, il marines non può che attendere i soccorsi, i quali non arriveranno però prima di cinquantadue ore. Per Mike ha così inizio una terribile prova di resistenza, senza acqua né cibo, ed esposto a tutti i rischi possibili.

Per un film incentrato pressocché su di un unico attore, costretto ad una prova di resistenza data dall’immobilità, era assolutamente necessario trovare l’interprete. Il produttore statunitense propose ai due registi di affidare il ruolo ad Armie Hammer, distintosi in quegli anni in film come The Social Network e J. Edgar. Per i due Fabio, però, questi aveva troppo fascino per la parte di Mike Stevens ed erano convinti che avrebbe rovinato il film. Dopo averlo incontrato, però, si convinsero che questi poteva essere l’attore giusto. Hammer, infatti, si disse disponibile ad adattarsi al ruolo, preparandosi accuratamente a tutte le evoluzioni psicologiche che questo necessitava. La sua interpretazione è stata poi particolarmente lodata.

Accanto a lui, nei panni del commilitone Tommy Madison vi è l’attore inglese Tom Cullen, principalmente noto per le serie Downton Abbey, The Five e Knightfall. Prima di lui i due registi avevano però considerato attori come Ramy Malek e Adam Brody. L’attrice Annabelle Wallis, nota per film come Annabelle e King Arthur – Il potere della spada, è invece presente nei panni di Jenny, la ragazza di Mike. Gli attori Geoff Bell e Juliet Aubrey interpretano rispettivamente il padre e la madre del protagonista, mentre Clint Dyer è il Berbero. Questi fa parte di quella popolazione autoctona tipica delle zone del Nord Africa e nel corso del film darà diversi consigli di vita allo stesso protagonista.

Mine cast

Mine: il significato del film

Come anticipato, Mine è un film estremamente atipico per il suo genere. Non solo blocca il personaggio in mezzo ad uno spazio potenzialmente infinito, contrariamente ai soliti spazi angusti, ma pone anche una serie di metafore che lo spettatore è chiamato a raccogliere lungo la visione. La prima e più importante è naturalmente la mina. Questa rappresenta infatti la paura di proseguire, di muoversi e andare avanti. Se lo facesse, infatti, Mike teme che qualcosa di terribile potrebbe capitare. Rimanendo bloccato, però, il protagonista è costretto a confrontarsi con una serie di episodi del passato, di sensazioni e paure. Si sviluppa così un vero e proprio viaggio nella mente, che porta il protagonista a fare i conti con i propri demoni interiori. Soltanto nel momento in cui troverà il coraggio di andare avanti e muoversi, capirà di non essere mai stato realmente in pericolo.

Il trailer di Mine e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Mine è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 20 aprile alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Cocainorso: recensione del film di Elizabeth Banks

Cocainorso: recensione del film di Elizabeth Banks

La scioltezza e la versatilità con cui Elizabeth Banks, regista di Cocainorso, sta attraversando da qualche tempo a questa parte le pieghe dell’industria dello show business hollywoodiano è qualcosa che merita sincera ammirazione. Come attrice ha recentemente centrato due notevoli successi artistici “impegnati” quali la miniserie Mrs. America e soprattutto il lungometraggio Call Jane, esordio alla regia di Phyllis Nagy di cui non si è purtroppo parlato abbastanza ma che vi consigliamo assolutamente di recuperare. Dietro la macchina da presa invece Banks continua un percorso votato alla leggerezza, e Cocainorso non poteva che dirigersi con coerenza verso tale direzione.

Cocainorso, tratto da una storia vera

Questa commedia mescolata al survival-horror che rivisita una storia realmente accaduta possiede proprio nella sua idea di partenza il DNA necessario per diventare un piccolo oggetto di culto, fattore che l’autrice sa sfruttare con intelligenza. L’immersione dello spettatore nell’universo filmico dominato dall’orso strafatto di cocaina è immediato, scintillante ed esplicitamente votato al divertimento. Insomma, Banks si affida ancora una volta al genere che conosce meglio  per declinarlo nella sua espressione migliore, evitando però inutili sovrastrutture: Cocainorso non vuole essere una teorizzazione o un “manifesto” al femminile, semplicemente cerca di divertirsi a far divertire il pubblico.

In un momento in cui il cinema di intrattenimento stenta visibilmente nel tentativo di regalarci contenuti originali, spesso nascondendo tale mancanza dietro la ridondanza della messa in scena – in particolar modo quando si possono adoperare a dismisura gli effetti speciali – Cocasinorso invece punta sulla follia dell’assunto di partenza e lo sviluppa grazie a una sceneggiatura che accompagna i vari personaggi in scena (ma leggete pure “vittime designate”, immaginiamo sappiate bene di che tipo di film stiamo scrivendo…) dentro una trama capace di proporre momenti di azione ben congegnati: su di essi si poggia infine una messa in scena mai indecisa, che non risparmia colpi bassi allo spettatore  quando si tratta di mostrare il proprio lato gore.

Cocainorso recensione film
© 2022 Universal Studios. All Rights Reserved.

Un cast di lusso

A questo gioco goliardico si prestano recitando a briglia sciolta Keri Russell, Alden Ehrenreich, Margo Martindale, O’Shea Jackson Jr., il compianto Ray Liotta e altri caratteristi di lusso (vi risparmiamo una sorpresa o due…). Un cast che riesce con efficacia a sottolineare l’assurdità di situazioni e avvenimenti senza però lasciar scivolare il tono dentro la parodia ridanciana.

Perché l’aspetto forse più interessante di Cocainorso è proprio quello di non sbilanciarsi mai veramente in favore della commedia: ovviamente l’intento è quello di far passare al pubblico un’ora e mezzo di stralunato divertimento, ma non soltanto necessariamente attraverso la risata. Il lato horror e la conseguente estetica “forte” che esso necessariamente comporta sono elementi fondanti del progetto, e Elizabeth Banks non se ne dimentica nella maniera più assoluta.

La rappresentazione dell’animale protagonista è sotto questo punto di vista emblematica: ai brevi momenti di comicità assurda dovuta dall’essere “strafatto” si contrappongono quelli in cui diventa una belva sanguinaria, rendendo Cocainorso un mix con una sua specifica energia, stridente quanto produttiva.

Cocainorso Keri Russell
© 2022 Universal Studios. All Rights Reserved.

Cocainorso è un ibrido interessante

Il film di Elizabeth Banks risulta un ibrido interessante, che intrattiene ma tutto sommato non concede quasi mai momenti di cinema liberatorio (i quali troppo spesso peccano di una certa frivolezza). Se proprio vogliamo trovare un limite al suo operato è probabilmente quello di essere fin troppo “intelligente”, o meglio costruito in maniera tale che la volontà di creare un film che funzioni si sovrappone alla ricerca dell’imprevisto, di quel qualcosa di magari imperfetto ma comunque originale, diverso.

Cocainorso, sia ben chiaro nel bene molto più che nel senso deteriore del termine, è esattamente quello che ci si aspetta da esso. Frizzante, sanguigno, in poche parole inattaccabile nel suo essere cinema d’evasione. Eppure si ha comunque l’impressione che qualche caduta di tono, qualche variazione inaspettata lo avrebbero reso ancor più interessante. Ma tant’è, quello che Elizabeth Banks, il suo cast di attori e il suo bestione zannuto hanno realizzato è decisamente divertente.

Netflix annuncia l’uscita della terza parte di Lupin

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Netflix annuncia l’uscita della terza parte di Lupin

Netflix annuncia che la terza parte di Lupin, la serie francese fenomeno globale, sarà disponibile dal 5 ottobre in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.

In questi nuovi 7 episodi Omar Sy tornerà nel ruolo di Assane Diop al fianco di Ludivine Sagnier, Antoine Gouy, Soufiane Guerrab e Shirine Boutella. Creata da George Kay in collaborazione con François Uzan, la serie è diretta da Ludovic Bernard, Podz (Daniel Grou) e Xavier Gens e prodotta da Gaumont.

La trama della terza stagione di Lupin

Assane ora è in clandestinità e deve imparare a vivere lontano dalla moglie e dal figlio. Le sofferenze che lui stesso ha causato lo spingono a tornare a Parigi con una folle proposta: abbandonare la Francia e ricominciare da capo altrove. Ma gli spettri del passato sono sempre dietro l’angolo e un ritorno inatteso sconvolgerà i suoi piani.

Il sol dell’avvenire, recensione del film di Nanni Moretti

Il sol dell’avvenire, recensione del film di Nanni Moretti

Dopo Tre piani, Nanni Moretti torna dietro – e davanti – la macchina da presa con Il sol dell’avvenire, che tra commedia e dramma rappresenta una summa del Moretti regista, della sua concezione di cinema e del rapporto con gli attori, ma anche del Moretti uomo dai saldi principi, faticoso nei rapporti, scaramantico, con le sue idiosincrasie, sarcastico e tagliente – metaforicamente e letteralmente. Il Moretti che tutti conoscono, dai tempi di Ecce Bombo, insomma. Il film, che sarà in concorso al prossimo Festival di Cannes, accanto a Bellocchio e Rohrwacher, rappresenta anche un momento di autocritica e riflessione su sé stesso, soprattutto per quel che riguarda affetti e relazioni. Senza tralasciare la passione politica che ha sempre contraddistinto il regista.

La trama de Il sol dell’avvenire

Giovanni, Nanni Moretti,  è un regista alle prese con un film ambientato nel ’56, al tempo dell’invasione russa in Ungheria. In questo film, Silvio Orlando interpreta Ennio, un giornalista de L’Unità, animatore di una sezione del Pci al Quarticciolo. Accanto a lui, Barbora Bobulova veste i panni di Vera, una sarta, attivista del medesimo circolo. Proprio nei giorni in cui i carri armati entrano in Ungheria, la sezione romana ospita il circo ungherese Budavari. Ennio e Vera si trovano, come tutti i militanti del Pci, a dover prendere posizione riguardo ai fatti di Ungheria. Lo spettatore segue Giovanni e la sua troupe sul set, alle prese con i problemi quotidiani. Intanto, Giovanni sta pensando anche a un altro suo progetto cinematografico: un film incentrato sulla storia d’amore tra due ragazzi, con colonna sonora di canzoni italiane anni ’60. Nella vita privata del protagonista, poi, sta per succedere qualcosa di inatteso: sua moglie, Margherita Buy, che è anche la sua produttrice, vuole lasciarlo da tempo e sta cercando il modo giusto per dirglielo, mentre sua figlia, Valentina Romani, intraprende una relazione sentimentale con un uomo molto più grande di lei. Le certezze di Giovanni sembrano crollare e lui si trova spaesato.

Il sol dell’avvenire, summa morettiana

Il sol dell’avvenire sembra una summa di tutti i lavori più iconici di Moretti: da Ecce Bombo a Sogni d’oro, da La messa è finita, a Palombella rossa. Un florilegio, un amarcord – con il richiamo felliniano del circo – pieno di citazioni dei suoi film precedenti. Si parte dal nome del protagonista, Giovanni, e dalla coperta di Sogni d’Oro, per arrivare alla sua passione per i dolci, alle disquisizioni sulle scarpe – imperdibile il monologo sui sabot – al monopattino che prende il posto della storica vespa, a tante altre che lo spettatore più appassionato potrà divertirsi a scovare. Complice un finale rigorosamente top secret, il film sembra la chiusura di una fase, se non di una carriera – cosa fermamente smentita dal regista. Ne Il sol dell’avvenire c’è il Moretti che piace alla follia o si odia. Quello che i detrattori dicono noiosamente egoriferito e chi lo ama non vede l’ora di vedere. Perché si riconosce nel suo spirito tagliente e condivide parecchie delle sue considerazioni, ne apprezza la franchezza e la coerenza con cui tiene fede alla propria identità, nonostante le critiche.

Coerenza e coesione ne Il sol dell’avvenire

Nonostante la struttura complessa – due film nel film – le sceneggiatrici Federica Pontremoli, Valia Santella e Francesca Marciano hanno fatto, insieme con Nanni Moretti, un ottimo lavoro. Non era facile tenere tutto assieme, ma ci sono riusciti senza annoiare, dando dinamicità e riuscendo al tempo stesso a mantenere chiari i diversi filoni narrativi. Il sol dell’avvenire è un film estremamente coeso e coerente. Si può dire che i due film, uno girato e l’altro immaginato dal regista, rappresentino un po’ i due filoni lungo i quali Moretti si è sempre mosso: quello dei rapporti umani, privato, e quello politico, da regista e da uomo politicamente e socialmente impegnato quale è sempre stato. Entrambi confluiscono nel prodotto finale, restituendo un quadro completo della personalità del regista e del suo cinema. La durata, poi, non è eccessiva, e ciò fa sì che il lavoro non si disperda e diluisca in rivoli poco proficui, risultando anzi, anche poetico in alcuni momenti.

Lo stupore negli occhi

Un elemento che rimane impresso anche dopo la visione de Il sol dell’avvenire ed è ricorrente nel film, è lo sguardo stupito, esterrefatto del regista di fronte ad alcune cose del mondo, ad alcuni cambiamenti, talvolta derive, attuali, ma anche ad alcuni aspetti del carattere o dei gusti altrui, che lo lasciano, appunto basito. Valga ad esempio il gustosissimo colloquio con i dirigenti di Netflix. È da apprezzare questo coraggio di stupirsi, di essere ancora esterrefatti, se è il caso, di indignarsi, anziché farsi scivolare tutto addosso, come assuefatti. Questo, Moretti riesce ancora a farlo e forse invita anche lo spettatore a ritrovare lo stupore, perché, come afferma, “due o tre principi bisogna pure averli”.

Moretti cineasta intransigente ne Il sol dell’avvenire

Il Moretti regista si descrive qui come lo si immaginava, e forse anche peggio, nel suo essere dispotico e impositivo: l’ascolto, e il canto delle canzoni sul set per prepararsi a girare, l’attrice che deve obbedire, altrimenti viene cacciata, a costo di ricominciare da capo il film. Ma anche un’idea di cinema chiarissima e difesa a spada tratta, come nella godibilissima e surreale sequenza del film violento che Moretti interrompe. È un’estremizzazione, ma risponde a un’etica del cinema, a una visione reale, a un rifiuto categorico della violenza come forma di intrattenimento fine a sé stessa: “Comincerete a piangere perché vi renderete conto di quello che avete combinato”, dichiara il protagonista al suo giovane collega. Sulla propria visione del cinema Moretti non ha tentennamenti e non la mette in discussione, come non mette in discussione l’istituzione della sala, verso cui dichiara, anche da esercente, amore incondizionato.

Autocritica privata

Ciò su cui invece il regista pare riflettere anche in maniera autocritica è il sé privato. Forse è un segno dei tempi, rappresenta un elemento nuovo. Così, la convinzione iniziale di essere “delizioso” lascia il posto al dubbio, alla messa in discussione di sé, alla consapevolezza di un carattere non facile e a un tentativo di ammorbidimento di alcuni aspetti, alla ricerca di un dialogo, per andare incontro a degli affetti che non vuole perdere.

Qualcosa di sinistra ne Il sol dell’avvenire

Da un regista politico, nel senso più ampio del termine, per cui ogni inquadratura e sfumatura è un atto politico, non ci si poteva poi non attendere un riferimento alla politica in senso stretto, alla sinistra, verso cui, da elettore e cittadino, Moretti è sempre stato critico in maniera costruttiva. Basti pensare alla famosa scena di Aprile in cui esortava l’allora segretario del PDS D’Alema a dire “una cosa di sinistra” in un dibattito televisivo. Qui Moretti richiama sarcasticamente “il sol dell’avvenire” garibaldino prima e partigiano poi, non ancora apparso all’orizzonte, e pensa bene di intervenire direttamente, come non sveliamo. Compie però un gesto a suo modo rivoluzionario, contrario al realismo del “la storia non si fa coi se”. Il gesto poetico di un sognatore che vuole vedere in qualche modo realizzata l’utopia in cui ha creduto, che, superato il mezzo del cammin della propria vita, pensa bene di realizzarsela da sé. Forse proprio la sua coerenza, il non vergognarsi mai della propria identità, l’orgoglio nel rivendicarla che c’è ne Il sol dell’avvenire, una visione non solo del cinema, ma anche della società, propria di Moretti, che può insegnare molto alla sinistra italiana. Una visione su cui si può dibattere, dissentire, discutere, ma pur sempre una visione, che forse i partiti di sinistra hanno perso da tempo. Una visione in cui anche il dialogo con le nuove generazioni è importante, per spiegare cosa è stato a chi non lo sa, non lo ha vissuto.

Il cast de Il sol dell’avvenire

Infine il cast de Il sol dell’avvenire: un insieme ben assortito di certezze e nuovi ingressi, come Barbora Bobulova, perfettamente integrata nel gruppo. Dal canto suo, Margherita Buy, al quinto film con Moretti, riesce ancora a creare un bilanciamento perfetto con il regista e attore, facendo da contrappeso alla sua figura ingombrante, ricavandosi anche uno spazio più ampio. Silvio Orlando, che torna a collaborare con Moretti a diciassette anni di distanza da Il caimano, interpreta sé stesso ed Ennio con la consueta misura, ma anche con dei guizzi espressivi degni di nota. Nel cast anche Mathieu Amalric nel ruolo di un eccentrico amico finanziatore, e una serie di giovani attori. Valentina Romani è reduce dal successo di Mare Fuori e qui sa calarsi in un personaggio totalmente diverso. Altri giovani offrono buone prove, come Blu Yoshimi, molto intensa ed efficace, e Giuseppe Scoditti. A completare il lavoro, una colonna sonora in cui ritroviamo il Franco Battiato caro a Moretti – in un momento davvero poetico del film – ma anche altri classici della canzone d’autore italiana, come De André o Luigi Tenco, accanto a Noemi e Aretha Franklin. Il sol dell’avvenire, prodotto da Sacher Film e Fandango, con Rai Cinema e Le Pacte, è in sala dal 20 aprile.

Cocainorso: da oggi al cinema

Cocainorso: da oggi al cinema

Esce oggi in sala, distribuito da Universal, Cocainorso, il nuovo film diretto da Elizabeth Banks. Ispirato alla storia vera del 1985 dell’incidente aereo in cui un corriere della droga perde un carico di cocaina e un orso bruno la mangia, questa dark comedy feroce vede come protagonisti un gruppo stravagante di poliziotti, criminali, turisti e adolescenti che si ritrovano in una foresta della Georgia, dove un predatore enorme di 230 chili ha appena ingerito una quantità impressionante di cocaina e si aggira infuriato in cerca di altra droga… e di sangue.

Cocainorso: la storia vera che ha ispirato il film

Cocainorso vede nel cast Keri Russell (The Americans), la vincitrice dell’Emmy Margo Martindale (The Americans), il vincitore dell’Emmy Ray Liotta (I molti santi del New Jersey), Alden Ehrenreich (Solo: A Star Wars Story), O’Shea Jackson Jr. (Straight Outta Compton), Jesse Tyler Ferguson (Modern Family), Kristofer Hivju (Game of Thrones), Kahyun Kim (American Gods), Christian Convery (Sweet Tooth), Brooklynn Prince (Un sogno chiamato Florida) e il nuovo arrivato Scott Seiss.

Cocainorso, recensione del film di Elizabeth Banks

Diretto da Elizabeth Banks (Charlie’s Angels, Pitch Perfect 2) da una sceneggiatura di Jimmy Warden (La Babysitter: Killer Queen), Cocainorso è prodotto dai vincitori dell’Oscar® Phil Lord e Chris Miller (Spider-Man: Un nuovo universo, I Mitchells contro le macchine) e da Aditya Sood (Sopravvissuto – The Martian) per Lord Miller, da Elizabeth Banks e Max Handelman (Pitch Perfect franchise) per Brownstone Productions e da Brian Duffield (Spontaneous). Robin Fisichella (Ma) è il produttore esecutivo.

Carbonia Film Festival 2023: ecco il programma

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Carbonia Film Festival 2023: ecco il programma

Torna per l’edizione 2023 il Carbonia Film Festival, un lungo weekend di cinema che da giovedì 4 a domenica 7 maggio, grazie al progetto How to Film the World, proseguirà il suo lavoro di indagine della contemporaneità. Da sempre il festival ha posto l’accento su migrazione e lavoro, temi cruciali del nostro tempo e fortemente radicati nel territorio che lo ospita. Proprio il territorio sarà l’altro grande protagonista di questa edizione, in una dimensione che connette locale e globale attraverso le nuove generazioni e il loro sguardo sul mondo.

La manifestazione, organizzata dalla Società Umanitaria di Carbonia, con la direzione artistica di Francesco Giai Via, proporrà quattro giornate di cinema, declinato attraverso proiezioni, incontri e masterclass, musica e fotografia, per offrire uno spaccato sul nostro tempo, sulla città e sul territorio, attraverso un approccio multidisciplinare. CFF – How To Film the World come sempre intende focalizzarsi sulla riflessione e l’approfondimento, cercando di favorire un sempre maggiore dialogo con il pubblico.

L’edizione 2023 porterà a Carbonia diversi ospiti che con il proprio lavoro ed esperienza hanno cercato di raccontare la realtà del nostro tempo. Significativa è in tal senso la presenza di Claire Simon, regista internazionale che con il suo cinema del reale, fatto di documentari ma anche di fiction, ha aperto uno spaccato su piccole e grandi storie del quotidiano. Claire Simon presenterà a Carbonia il film Il figlio del droghiere, il sindaco, il paese e il mondo, e incontrerà il pubblico del festival per una masterclass sul suo cinema. Saranno a Carbonia anche il montatore e regista Jacopo Quadri che presenterà al pubblico il film UltiminaPaolo Pisanu con Tutti i cani muoiono soliNicola Prosatore con Piano Piano, esordio alla regia sullo sfondo della Napoli degli anni Ottanta; i registi Giulia CambaMichela Anedda, Antonello Carboni, Peter Marcias.

I FILM

Anche quest’anno il Carbonia Film Festival propone un programma che alternerà le proiezioni in sala a momenti di incontro e approfondimento. Si parte giovedì 4 maggio con la proiezione de Il figlio del droghiere, il sindaco, il paese e il mondo, film che racconta la vita del paese di Lussas, diventato punto di riferimento del cinema documentario in Francia e nel resto del mondo. Simon per tre anni compie un lavoro di osservazione della vita del villaggio agricolo, documentando la quotidianità e la genesi della piattaforma streaming Tënk, nata proprio a Lussas e dedicata al documentario d’autore. Al termine della proiezione Claire Simon dialogherà con il pubblico del festival.

Protagonista della giornata di venerdì 5 maggio sarà invece Jacopo Quadri, montatore cinematografico e regista che nella sua carriera ha lavorato a più di 90 lungometraggi, collaborando con autori come Bernardo Bertolucci, Paolo Virzì, Zhang Yuan, Apichatpong Weerasethakul, Mario Martone, Gianfranco Rosi. Quadri presenterà al pubblico il suo Ultimina, bellissimo ritratto di Ultima Capecchi, 86enne che vive sola vicino al borgo di Sovana, nella campagna maremmana. Un vero e proprio viaggio nel tempo e nel passato che, anche attraverso l’aiuto delle fotografie di famiglia, racconta la storia di una donna che ha attraversato il secolo a testa alta, non smettendo mai di lavorare.

Sabato 6 maggio fa tappa a Carbonia il tour promozionale – in collaborazione con Fondazione Sardegna Film Commission – di Tutti i cani muoiono soli, l’esordio alla regia del sassarese Paolo Pisanu, prodotto da Ang film e distribuito da Fandango. Presentato in anteprima al Bif&st di Bari, dove Orlando Angius ha vinto il premio come miglior attore protagonista, il film racconta il ricongiungimento tra un padre e una figlia, l’ultima speranza di una ragazza senza più nessuno al mondo, l’ultima occasione di un uomo alla deriva, che ha più passato che futuro. Mette in scena la storia del tempo perduto che non ritorna e del destino, a volte imprevedibile, a volte segnato. Il regista sarà in sala per incontrare il pubblico. 

Domenica 7 maggio consolidato appuntamento con lo Spazio Sardegna per la presentazione di alcuni progetti Made in Sardinia. Verranno proiettati i teaser di Uomini in marcia di Peter Marcias, film tutt’ora in lavorazione che racconta lo storico evento della Marcia per il Lavoro ovvero la mobilitazione che nei primi anni ‘90 riunì forze sindacali, politiche e sociali del Sulcis Iglesiente per chiedere un nuovo sviluppo; Le neoavanguardie in Sardegna di Antonello Carboni, sui primi gruppi di giovani artisti che a partire dalla fine degli anni ‘50 si riunivano essendo spesso accomunati più dalle teorie che dal segno; Opplà di Giulia Camba, un’estate umida nel Sud Sardegna e una bambina di 7 anni che soffre di insonnia e si perde tra realtà e immaginazione. La regista Giulia Camba presenterà anche il cortometraggio Eréntzia, un lavoro di ricerca che riflette sulla componente immateriale dell’artigianato sardo in un dialogo continuo tra materiali di archivio e immagini filmate nel presente.

Chiude il programma delle proiezioni Piano Piano, sorprendente esordio nel lungometraggio di finzione di Nicola Prosatore, storia di crescita e di speranza ambientata in una palazzina di periferia a Napoli nel 1987, anno in cui la squadra partenopea vinse lo scudetto. Insieme al regista sarà a Carbonia anche la protagonista del film, Dominique Donnarumma, volto noto del piccolo schermo per le sue interpretazioni nelle serie Il Commissario Ricciardi e Generazione 56k.

SABATO IN MUSICA

La serata di sabato prevede due momenti musicali molto diversi ma in qualche modo complementari, entrambi espressione della ricchezza culturale e artistica del territorio.  Entra a far parte del programma del Festival anche il classico concerto di Primavera a cura della Banda musicale cittadina Vincenzo Bellini (ore 20,30, Cine-Teatro Centrale). Il concerto verrà arricchito dalla proiezione di un montaggio di filmati di Cinema di Famiglia donati alla Società Umanitaria attraverso il progetto regionale di raccolta delle memorie famigliari La tua memoria è la nostra storia.
Ma il festival vuole anche essere spazio di espressione per giovani realtà artistiche. Alle 22,30 al Nuovo Caffé del Portico andrà in scena lo spettacolo QJAY DjSet DamaDì al Mic: l’artista urbana classe ’00 made in Carbonia Alessia Diana, al microfono, accompagnata alla consolle da Jacopo Piredda, in arte QJAY.

CARBONIA CINEMA GIOVANI / CFF SCUOLE

Carbonia Film Festival How to Film the World, attraverso il bando Carbonia Cinema Giovani, è da sempre fortemente orientato alla formazione e anche quest’anno proporrà un programma di proiezioni e incontri destinati ai più giovani. Oltre agli 8 partecipanti, selezionati in tutta Italia tramite il bando Carbonia Cinema Giovani, di cui due provenienti dal Cineclub Agorà di Pontedera attraverso una partnership con la rete nazionale dell’UCCA – Unione Circoli Cinematografici Arci, il programma coinvolgerà anche gli studenti delle scuole del territorio. Claire Simon dialogherà con i ragazzi a partire dalla visione del suo Giovani solitudini, mentre il direttore artistico del festival Francesco Giai Via terrà una masterclass sul tema Festival di Cinema e Territorio: lo sviluppo creativo di un evento cinematografico in rapporto con il suo contesto. Jacopo Quadri terrà invece un incontro pubblico e una masterclass su The Dreamers, capolavoro di Bernardo Bertolucci di cui Quadri è stato il montatore e che in questo 2023 compie 20 anni. L’appuntamento è per venerdì 5 maggio alle 17,00 alla Fabbrica del cinema.

LA MOSTRA

Come da tradizione il Carbonia Film Festival ospiterà anche quest’anno una mostra fotografica, che sarà inaugurata giovedì 4 maggio presso gli spazi della Biblioteca Comunale. La mostra, realizzata dal fotografo documentarista Alessio Cabras, è un progetto originale pensato appositamente per il festival nel quale l’artista, proseguendo un lavoro iniziato nel 2020 e incentrato sull’adolescenza, compie un viaggio attraverso gli sguardi dei giovani che vivono la città di Carbonia.

Una serie di 24 scatti realizzati nei mesi di marzo e aprile 2023 per approfondire il rapporto tra adolescenti e scuola ma anche le loro aspettative per il futuro, in un periodo storico molto complesso come quello che stiamo vivendo.

Volevo colori forti, il cui titolo riprende una celebre citazione del romanzo di Sergio Atzeni Il figlio di Bakunin, è una serie fotografica in cui i ritratti dei ragazzi e delle ragazze di Carbonia sono accompagnati dalle immagini di luoghi e paesaggi da loro abitualmente frequentati.

EVENTI COLLATERALI

A completare il cartellone anche una serie di eventi collaterali che coinvolgono il territorio urbano in connessione con il tessuto rurale e naturalistico. Sabato e domenica, a partire dalle 19.00, il centro di Carbonia sarà protagonista dei due Aperitivi Sonori: il 6 maggio al Gsg Concept Store con dj set di Lady Galluga, alla riscoperta dei suoni soul e funk tra gli anni ‘50 e i ‘70, e il 7 maggio al Nuovo Caffè del Portico con Agata Eyes in consolle per un tuffo nostalgico e spensierato negli scintillanti anni ‘80.

La mattina di domenica sarà invece dedicata alla scoperta del territorio grazie all’iniziativa Festival in cammino, un trekking in collaborazione con la Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara che partirà alle 10.30 dal Museo del Carbone – Grande Miniera di Serbariu: un percorso adatto a tutte e tutti verso lo splendido Nuraghe Sirai, ammirando intorno un paesaggio che è il frutto della stratificazione e del passaggio dell’uomo tra le epoche.

L’IMMAGINE DEL FESTIVAL

A firmare il poster di Carbonia Film Festival 2023, con un nuovo lettering e un nuovo concept grafico, è l’illustratrice Camilla Falsini. È una Carbonia immaginaria quella rappresentata: come in un collage emerge nell’immagine uno skyline surreale e surrealista, che parte da alcuni elementi architettonici iconici della città e del suo territorio, mentre nel cielo fluttua un enorme diamante nero che richiama il carbone sulla cui epopea Carbonia si è fondata. Un paesaggio urbano con un gigantesco minerale, lieve e che fluttua nel cielo, come nel famoso dipinto di Magritteun’eredità storica che è al contempo destino e possibilità. Se è vero che Carbonia esiste perché è stata fondata in funzione del carbone, è altrettanto vero che il peso della realtà storica può diventare un progetto e un’ipotesi di riscatto e sviluppo culturale. Un pezzo di carbone può essere prezioso come un diamante e leggero come aria.

Il matrimonio di mia sorella: la commedia di Noah Baumbach con Nicole Kidman

Nel corso della sua carriera il regista newyorkese Noah Baumbach ha spesso riflettuto sulla famiglia, con film attraverso i quali esplorarla in tutte le sue sfumature. Titoli come Il calamaro e la balena, The Meyerowitz Stories e Storia di un matrimonio (ad oggi considerato il suo capolavoro artistico) offrono infatti acuti racconti sul valore della famiglia, dei legami famigliari e sulla difficoltà di tenere in piedi questo fragile ma fondamentale nucleo affettivo. Un altro suo film sull’argomento, forse meno noto ma altrettanto profondo, è Il matrimonio di mia sorella, realizzato nel 2007.

Si tratta del lungometraggio prodotto dopo Il calamaro e la balena, nel quale Baumbach proponeva il divorzio di una coppia dal punto di vista del figlio maggiore. Un’opera molto personale, con cui il regista ha riflettutto sulla propria personale esperienza del divorzio dei genitori. Con Il matrimonio di mia sorella egli esplora un territorio simile, in modo altrettanto allusivo e indiretto, virando però su toni meno drammatici (per quanto dramma e commedia convivano sempre in modo difficilmente scindibile all’interno dei suoi film). Il risultato è un’opera tanto divertente quanto toccanta, che offre nuove possibilità di sguardo sui rapporti tra consaguinei.

La trama di Il matrimonio di mia sorella

Protagonista del film è Margot, una nevrotica scrittrice di successo che vive a Manhattan con il figlio undicenne Claude. I due si mettono in viaggio per andare a trovare Pauline, la sorella di Margot, una donna dallo spirito libero che vive a Long Island, nella vecchia casa di famiglia, insieme alla figlia Ingrid. Il motivo della riunione familiare è molto semplice: Pauline, l’indomani, si sposerà con Malcolm, un musicista disoccupato dall’animo altrettanto libertino. Appena Margot conosce il futuro marito della sorella, capisce però di dover fare di tutto per convincere la donna a desistere dal suo intento, facendo riemergere vecchie tensioni e frustrazioni.

Margot non ha infatti mai approvato le scelte di vita della sorella, soprattutto nel momento in cui scopre di essere di nuovo incinta. Cosa di cui ha però deciso di non dire a Malcom, tenendolo dunque all’oscuro del suo stato. Dal canto suo Pauline rimprovera la sorella di aver sfruttato le storie della loro famiglia per scrivere i suoi romanzi di successo, lucrando dunque su dolore e aspetti privati. Le due, tuttavia, invece di confrontarsi apertamente, sfogheranno le loro frustrazioni su Malcolm e Claude, salvo capire di non poter continuare a lungo così. La necessità di un definitivo chiarimento tra loro si farà dunque sempre più inevitabile.

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Il cast di Il matrimonio di mia sorella e il significato del film

Ad interpretare Margot, la protagonista, vi è l’attrice premio Oscar Nicole Kidman. Del suo personaggio l’attrice ha dichiarato “spero che si veda che la sua spigolosità, la cautela e la rabbia sono in realtà una manifestazione del suo bisogno di proteggersi. Non è in un posto sicuro, davvero, perché sua sorella non sa come prendersi cura di lei, e lei non sa come prendersi cura di sua sorella… sentono che dovrebbero essere molto, molto vicine, ma in realtà non tirano fuori il meglio l’una dall’altra“. Accanto a lei, nel ruolo di sua sorella Pauline, vi è invece l’attrice Jennifer Jason Leigh, all’epoca sposata con Baumbach. Jack Black interpreta invece Malcolm.

Per prepararsi ai loro ruoli e al film, gli attori protagonisti hanno vissuto insieme per un certo periodo di tempo in un’abitazione. “Ci sono state giornate di prove, in cui si esplorava il testo e concepivano scene, ma allo stesso tempo si mangiava insieme, si parla e ci si poteva stendere sul divano e sostanzialmente condividere“, ha raccontato la Kidman. “Perché gran parte della recitazione riguarda l’abbattimento di una serie di barriere. Molte volte, come attore, in particolare se sei famoso, hai molta protezione intorno a te. Strati interi di autodifesa. E quindi per abbatterli e improvvisamente entrare in qualcosa di profondamente intimo e vulnerabile, ci vuole un po’ di tempo“.

Il profondo rapporto generatosi tra gli attori ha dunque permesso al film di acquisire ciò che Baumbach ricercava. Egli voleva infatti che guardando Il matrimonio di mia sorella lo spettatore potesse sentirsi come una mosca sul muro della casa in cui si svolge la maggior parte del racconto, assistendo così ad una rappresentazione quanto più possibile realistica di conflitti famigliari. Ricercando l’imperfezione dei suoi personaggi, ottenuta poi grazie ai suoi attori, Baumbach ha così potuto raccontare il bisogno di ognuno di sentirsi vicino ai propri cari e proteggere e sentirsi protetto da questi, frenato però da paure o differenze caratteriali sopra le quali sembra impossibile passare. Nulla che l’aprire sé stessi e mettersi a nudo non possa però risolvere.

Il trailer di Il matrimonio di mia sorella e come vedere il film in streaming su Netflix o altrove

È possibile fruire di Il matrimonio di mia sorella grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Amazon Prime Video e Netflix. Su quest’ultima piattaforma si trova attualmente al 4° posto nella Top 10 dei film più visti in Italia. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb, OCRegister

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