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Bradley Cooper sarebbe lieto di unirsi al DC Universe di James Gunn

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La star di Guardiani della Galassia Vol. 3, Bradley Cooper, ha recentemente dichiarato che si unirebbe volentieri al nuovo DC Univese se James Gunn gli offrisse un ruolo in esso. Parlando con Entertainment Tonight alla premiere di Los Angeles del nuovo film Marvel, nel quale dà come sempre voce a Rocket Raccoon, Bradley Cooper ha infatti affermato che “vado dove mi dice James”, senza però indicare un personaggio DC che gli piacerebbe interpretare o un progetto che gli piacerebbe dirigere. Cooper ha però rivelato di essere un grande fan di Peacemaker, la serie televisiva che Gunn ha scritto e parzialmente diretto per HBO Max.

Adoro Peacemaker. Adoro quella serie che ha fatto“, ha ammesso Cooper. “Ho pensato che fosse incredibile. Mi ha lasciato senza fiato. Sono solo contento che stia lavorando, realizzando film e serie TV“. Cooper non è però il primo attore di Guardiani della Galassia a esprimere interesse nel seguire Gunn alla DC. Karen Gillan, che interpreta Nebula nel Marvel Cinematic Universe, si è in precedenza dichiarata desiderosa di dare vita a Poison Ivy sul grande schermo. “Ho sempre pensato che Poison Ivy fosse davvero divertente“, ha detto l’attrice.

Dal canto suo, Gunn ha affermato che almeno un attore di Guardiani della Galassia Vol. 3 reciterà in Superman: Legacy, il primo progetto del DC Universe, pur non svelando chi e in che ruolo. Data l’abitudine del regista a lavorare spesso con gli stessi attori, non è da escludere che possa esserci posto anche per Cooper nel nuovo universo cinematografico in preparazione. Data la stima che l’attore candidato all’Oscar nutre per Gunn, sembra certo che non si farebbe sfuggire l’occasione di poter tornare a lavorare con lui, anche fosse solo per un piccolo ruolo.

Fonte: CBR

In The Clearing con Teresa Palmer dal 24 maggio su Disney+

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Dopo avervi segnalato il trailer, oggi apprendiamo che Disney+ ha annunciato che la sua prima serie originale australiana, In The Clearing, debutterà il 24 maggio sulla piattaforma streaming. Gli episodi successivi verranno rilasciati a cadenza settimanale. In The Clearing è una serie thriller psicologica composta da otto episodi e basata sul best-seller poliziesco “In The Clearing” dell’autore J.P. Pomare, ispirata all’oscurità dei culti realmente esistenti in Australia e nel mondo.

Girato nello stato del Victoria, in Australia, In The Clearing è un thriller drammatico e psicologico che segue gli incubi di una setta e di una donna costretta ad affrontare i demoni del suo passato per fermare il rapimento e la coercizione di bambini innocenti nel futuro. La serie scava sotto la pelle e dentro la mente, confondendo i confini tra passato e presente, realtà e incubo in modo tormentato.

Teresa Palmer (A Discovery of Witches – Il manoscritto delle streghe), Miranda Otto (Unusual Suspects, Homeland – Caccia alla spia) e Guy Pearce (Jack Irish, Mare of Easttown) guidano una schiera stellare di attori australiani, tra cui Hazem Shammas (Safe Harbour), Mark Coles-Smith (Mystery Road), Kate Mulvany (The Twelve) e anche la star emergente Julia Savage (Blaze, Mr. Inbetween).

In The Clearing è diretta da Jeffrey Walker (Young Rock, Lambs of God) e Gracie Otto (Seriously Red, Bump, Deadloch). La serie è creata e scritta da Elise McCredie (Stateless) e Matt Cameron (Jack Irish), con il co-sceneggiatore Osamah Sami (Il matrimonio di Ali). La serie è prodotta per Disney+ da Jude Troy di Wooden Horse (The Other Guy 1 & 2), mentre Richard Finlayson di Wooden Horse ed Elizabeth Bradley di Egeria sono i produttori esecutivi insieme a Jeffery Walker, Jude Troy, Elise McCredie e Matt Cameron.

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

Matthew McConaughey protagonista del crime thriller The Rivals of Amziah King

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Come riportato da Collider, Matthew McConaughey reciterà in The Rivals of Amziah King, un nuovo thriller poliziesco scritto e diretto da Andrew Patterson, regista fattosi notare con il fantascientifico The Vast of Night, sua opera prima. I dettagli della trama di The Rivals of Amziah King sono attualmente tenuti nascosti dalle società di produzione Black Bear Pictures e Heyday Films, ma è stato reso noto che questo sarà un dramma poliziesco crudo e suggestivo ambientato nelle remote e terre dell’Oklahoma rurale.

McConaughey interpreterà qui il ruolo principale, Amziah King, su cui però altrettanto non ci sono ulteriori informazioni. Il dirigente di Heyday, David Heyman, ha affermato riguardo al progetto che “quando ho visto per la prima volta The Vast of Night, mi è stato chiaro che Andrew Patterson era un talento straordinario con una visione singolare. Sono incredibilmente entusiasta di lavorare con Andrew e di supportare lui e Matthew mentre portano Amziah a prendere vita e realizzare quello che credo sarà un film straordinario“.

Nativo dell’Oklahoma stesso, Patterson ha infatti ottenuto molte lodi per l’inquietante film di fantascienza The Vast of Night (disponibile su Prime Video), distintosi per le sue forti idee di regia e che è arrivato ad essere incluso in diversi elenchi dei migliori film del 2020. Non resta dunque che attendere ora maggiori informazioni sulla trama e sul restante cast di questo suo nuovo progetto, che otterrà sicuramente maggior risonanza grazie alla presenza di una star del calibro di Matthew McConaughey. Stando a quanto riferito, sarà presente al Mercato del Festival di Cannes di quest’anno, dove potrà ottenere l’attenzione di nuovi produttori e distibutori.

David di Donatello: la 68ª edizione domani in prima serata su Rai 1

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Carlo Conti con Matilde Gioli condurrà la 68ª edizione dei Premi David di Donatello in diretta domani, mercoledì 10 maggio, in prima serata su Rai 1 dalle ore 21:30, con la regia di Maurizio Pagnussat.

L’evento si svolgerà per la prima volta nei Cinecittà@Lumina, complesso di studi gestiti da Cinecittà. Nel corso della cerimonia saranno assegnati venticinque Premi David di Donatello e i David Speciali. Il David alla Carriera 2023 andrà a Marina Cicogna che ha prodotto alcuni tra i più importanti film della storia del cinema italiano e internazionale. Due i David Speciali assegnati nel corso di questa edizione: a Isabella Rossellini, una delle più note e apprezzate attrici italiane nel mondo, e a Enrico Vanzina, tra gli autori cinematografici più amati dal pubblico italiano, specialmente in coppia con il compianto fratello Carlo. Il grande giorno diretto da Massimo Venier con Aldo, Giovanni e Giacomo è il film vincitore del David dello Spettatore, a Le variabili dipendenti di Lorenzo Tardella va il David di Donatello per il Miglior cortometraggio.

Tra gli ospiti della serata, l’attore e regista statunitense Matt Dillon, che sarà al prossimo Festival di Cannes fra i protagonisti di Asteroid City di Wes Anderson, e i cantanti Matteo Bocelli e Noemi.

I Premi David di Donatello sono organizzati dalla Fondazione Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello e dalla Rai, in collaborazione con Cinecittà S.p.A. Piera Detassis è Presidente e Direttrice Artistica dell’Accademia, il Consiglio Direttivo è composto da Francesco Giambrone, Francesco Rutelli, Nicola Borrelli, Francesca Cima, Edoardo De Angelis, Domenico Dinoia, Valeria Golino, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Francesco Ranieri Martinotti.

La 68ᵃ edizione della manifestazione si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il contributo del MiC Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e audiovisivo, d’intesa con AGIS e ANICA, con la partecipazione, in qualità di Soci Fondatori Sostenitori, di SIAE e Nuovo IMAIE.

La diretta si terrà nei Cinecittà@Lumina, complesso di studi situati a Roma Nord che Cinecittà gestisce per rispondere alla crescente domanda di produzioni e consolidare il suo posizionamento di mercato in vista dell’ampliamento degli storici spazi di via Tuscolana, dove sorgeranno ulteriori cinque teatri nei prossimi tre anni.

I PREMI DELLA 68ᵃ EDIZIONE

La Giuria dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello assegna 21 riconoscimenti ai film usciti in Italia dal 1° marzo 2022 al 31 dicembre 2022 nelle sale cinematografiche e 1 Premio David per il cinema internazionale.

  • 20 Premi David per il cinema italiano: film, regia, esordio alla regia, sceneggiatura originale, sceneggiatura non originale (adattamento), produttore, attrice protagonista, attore protagonista, attrice non protagonista, attore non protagonista, autore della fotografia, compositore, canzone originale, scenografia, costumi, trucco, acconciatura, montaggio, suono ed effetti visivi VFX.
  • 1 Premio Cecilia Mangini per il miglior documentario di lungometraggio: una commissione formata da otto esperti – Guido Albonetti, Pedro Armocida, Osvaldo Bargero, Raffaella Giancristofaro, Stefania Ippoliti, Elisabetta Lodoli, Pinangelo Marino e Giacomo Ravesi – ha il compito di preselezionare le dieci opere da sottoporre al voto della giuria per poi arrivare alla cinquina. Si intende in questo modo favorire una visione più sostenibile, informata e attenta del “cinema del reale” da parte della giuria. Il Premio David di Donatello per il Miglior Documentario è dedicato a Cecilia Mangini.
  • 1 Premio David per il miglior film internazionale, destinato a una delle opere straniere distribuite in Italia.

Una Giuria nazionale di studenti degli ultimi due anni di corso delle scuole secondarie di II grado vota, in una selezione di film stabilita in sinergia tra Agiscuola, Accademia del Cinema Italiano, Anec e Alice Nella Città

  • 1 Premio David Giovani, destinato al miglior film italiano con temi vicini alle nuove generazioni.

Un’apposita commissione, composta da Domenico Dinoia, Mauro Donzelli, Marzia Gandolfi, Francesco Giai Via, Paola Jacobbi, Maria Grazia Mattei, Claudia Panzica, Marina Sanna, Maria Carolina Terzi, assegna

  • 1 Premio David di Donatello per il Miglior cortometraggio: il premio David di Donatello per il Miglior cortometraggio va a Le variabili dipendenti di Lorenzo Tardella.

Il David dello Spettatore è un premio che intende manifestare l’attenzione e il ringraziamento dell’Accademia ai film e agli autori che hanno fortemente contribuito al successo industriale dell’intera filiera cinematografica

  • 1 David dello Spettatore al film italiano uscito entro il 31 dicembre 2022, che ha totalizzato il maggior numero di spettatori nelle sale cinematografiche calcolato entro la fine di febbraio 2023: Il grande giorno diretto da Massimo Venier con Aldo, Giovanni e Giacomo è il film vincitore del David dello Spettatore

I David Speciali e il Premio alla Carriera, designati da Presidenza e Consiglio Direttivo, vengono assegnati a personalità del mondo del cinema: i David Speciali 2023 saranno assegnati a Isabella Rossellini e a Enrico Vanzina, il Premio alla Carriera a Marina Cicogna.

I NUMERI DELLA 68ª EDIZIONE

FILM ISCRITTI

  • 141 film italiani di lungometraggio di finzione iscritti al David di Donatello 2023
  • 20 diretti da registe donne
  • 48 opere prime iscritte al David di Donatello 2023
  • 132 documentari in concorso
  • 444 cortometraggi in concorso

FILM DI LUNGOMETRAGGIO NOMINATI IN CINQUINA

23 film italiani hanno ricevuto candidature

  • ESTERNO NOTTE 18
  • LA STRANEZZA 14
  • LE OTTO MONTAGNE 14
  • IL SIGNORE DELLE FORMICHE 11
  • NOSTALGIA 9
  • L’OMBRA DI CARAVAGGIO 5
  • IL COLIBRÌ 4
  • SICCITÀ 4
  • AMANDA 3
  • L’IMMENSITÀ 3
  • CHIARA 2
  • DIABOLIK – GINKO ALL’ATTACCO! 2
  • IL PATAFFIO 2
  • MARGINI 2
  • SETTEMBRE 2
  • ASTOLFO 1
  • BENTU 1
  • BRADO 1
  • CORRO DA TE 1
  • DAMPYR 1
  • DANTE 1
  • I RACCONTI DELLA DOMENICA – La storia di un uomo perbene 1
  • MARCEL! 1
  • PRINCESS 1
  • SPACCAOSSA 1
  • TI MANGIO IL CUORE 1

LA STORIA DEI DAVID DI DONATELLO

La storia dei David di Donatello inizia nel 1950, quando a Roma viene fondato l’Open Gate Club. Dato il rilievo sempre maggiore assunto dal cinema in quegli anni, tra il 1953 e il 1955 nasce il Comitato per l’Arte e la Cultura e il Circolo Internazionale del Cinema, che dà origine ai Premi David di Donatello destinati alla migliore produzione cinematografica italiana e straniera.

Il 5 luglio del 1956 ha luogo la prima cerimonia di premiazione dei David di Donatello: le pellicole Pane amore e… e Le grandi manovre sono premiate per la produzione italiana, Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida sono i Migliori attori protagonisti rispettivamente per le loro interpretazioni in Pane, amore e… e La donna più bella del mondo, Walt Disney è il Miglior produttore straniero per Lilli e il vagabondo. Nel corso degli anni si alternano le sedi delle premiazioni: Roma, Taormina, Firenze, poi dal 1981 ancora Roma.

Vittorio Gassman e Alberto Sordi sono gli attori che, per il maggior numero di volte, sette per la precisione, hanno ricevuto il Premio David di Donatello nella categoria Miglior attore protagonista; lo stesso riconoscimento è stato assegnato cinque volte a Marcello Mastroianni, quattro a Toni Servillo, Nino Manfredi, Giancarlo Giannini ed Elio Germano, tre a Ugo Tognazzi. Due premi a Carlo Verdone, Roberto Benigni, Sergio Castellitto, Stefano Accorsi, Valerio Mastandrea, Adriano Celentano, Francesco Nuti, Gian Maria Volonté e Silvio Orlando.

Sofia Loren è la primatista nella categoria Miglior attrice protagonista, con sette statuette; seguono Monica Vitti e Margherita Buy, cinque volte insignite del riconoscimento. Quattro Premi David sono andati a Mariangela Melato e Valeria Bruni Tedeschi, tre a Gina Lollobrigida e Silvana Mangano, due ad Anna Magnani, Claudia Cardinale, Giuliana De Sio, Elena Sofia Ricci, Lina Sastri, Florinda Bolkan e Asia Argento.

Francesco Rosi ha ottenuto il maggior numero di statuette per la Miglior regia: a lui, infatti, sono andati ben sei David. Quattro a Mario Monicelli e Giuseppe Tornatore, tre a Matteo Garrone, Marco Bellocchio, Ettore Scola, Ermanno Olmi, Federico Fellini. Tre i David a Paolo Sorrentino, due a Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Franco Zeffirelli, Gillo Pontecorvo, Pietro Germi e ai fratelli Taviani.

Per la sceneggiatura cinque riconoscimenti sono andati a Sandro Petraglia, quattro a Stefano Rulli e Ugo Chiti, tre a Furio Scarpelli, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Matteo Garrone e Francesco Piccolo, due a Francesco Bruni, Paolo Virzì, Ettore Scola, Paolo Sorrentino, Giancarlo de Cataldo, Massimo Gaudioso, Maurizio Braucci, Daniele Lucchetti, Francesca Archibugi, Carlo Verdone, Gianni Di Gregorio e Monica Zappelli.

Ennio Morricone ha ricevuto nove David come Miglior compositore, quattro sono andati a Nicola Piovani. Danilo Donati si è aggiudicato otto premi come scenografo e costumista, mentre quattro sono stati assegnati rispettivamente a Dante Ferretti (scenografia) e a Ursula Patzak (costumi). Luca Bigazzi ha ricevuto sette David come Miglior autore della fotografia, Tonino Delli Colli quattro. Cinque statuette sono state assegnate a Ruggero Mastroianni per il Miglior montaggio, tre a Esmeralda Calabria.

La ragazza del lago di Andrea Molaioli ha ottenuto dieci David di Donatello, nove per La grande bellezza di Paolo Sorrentino, Anime nere di Francesco Munzi, La vita è bella di Roberto Benigni, L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci, Pane e tulipani di Silvio Soldini, Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi e Dogman di Matteo Garrone. Otto riconoscimenti per Romanzo Criminale di Michele Placido e Vincere di Marco Bellocchio. Sette premi sono andati a Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, Il capitale umano di Paolo Virzì, Noi credevamo di Mario Martone, Il divo di Paolo Sorrentino, Gomorra di Matteo Garrone, Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli e Volevo nascondermi di Giorgio Diritti.

Di grande prestigio anche i numerosi David Speciali assegnati nel corso dei decenni: fra gli altri, a Steven Spielberg, Diane Keaton e Stefania Sandrelli, oltre a Dario Argento, Francesca Lo Schiavo, Uma Thurman, Tim Burton che ha ricevuto il David for Cinematic Excellence; alle star del cinema internazionale, da Martin Scorsese ad Al Pacino, da Sean Connery a Tom Cruise; agli interpreti del miglior cinema europeo, come Isabelle Huppert e Alain Delon; a tanti amati protagonisti del nostro cinema, che si aggiungono ai nomi già citati sopra, da Alida Valli a Virna Lisi, da Lina Wertmüller a Franca Valeri, da Dino Risi a Carlo Lizzani, da Paolo Villaggio a Bud Spencer e Terence Hill.

Il David Speciale 2022 è stato assegnato a Sabrina Ferilli e Antonio Capuano. Giovanna Ralli ha ricevuto il Premio alla Carriera.

Indiana Jones: un documentario di arte.tv racconta il mito pop

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A pochi giorni dal Festival di Cannes, in partenza il prossimo 16 maggio, cresce il fermento per l’attesissima anteprima alla kermesse di Indiana Jones e il Quadrante del Destino, quinto capitolo della saga con Harrison Ford, che vestirà nuovamente i panni dell’archeologo più amato del grande schermo.

In vista dell’uscita nelle sale del film diretto da James Mangold, prevista per fine giugno 2023, e a pochi giorni dall’inizio del festival, la piattaforma streaming europea arte.tv presenta Indiana Jones: alla ricerca della saga perduta: un documentario dedicato all’avventuriero, che ripercorre la genesi del personaggio nato dal sodalizio artistico tra George Lucas e Steven Spielberg. Il documentario sarà disponibile sulla piattaforma gratuitamente e sottotitolato in italiano a partire dal 19 maggio.

Celebrazione avvincente dedicata a esperti cinefili e spettatori occasionali, Indiana Jones: alla ricerca della saga perduta, co-diretto da Clelia Cohen e Antoine Coursat, ripercorre le vicende che portarono Harrison Ford, reduce dal successo di Guerre Stellari, a interpretare l’archeologo entrato nella leggenda. Per farlo, il mediometraggio mescola mezzi espressivi diversi (interviste, aneddoti, stralci di film e inediti dietro le quinte) partendo dalle origini del mito. È il 1977 e, alle Hawaii, due amici, Lucas e Spielberg, sono in spiaggia a riflettere su come riportare in auge la vecchia Hollywood del cinema d’avventura che avevano tanto amato da bambini. Ci riescono con una ricetta che ha già il sapore del successo: grazie a citazioni, influenze noir e spy, ritmi serrati ed effetti speciali a catena, danno vita a una narrazione irresistibile, che ancora oggi spinge milioni di fan in tutto il mondo a mettersi in fila fuori dalle sale cinematografiche.

Il primo film della serie, Indiana Jones e i Predatori dell’Arca Perduta, fece il suo debutto sul grande schermo il 12 giugno del 1981, ma il personaggio interpretato da Harrison Ford sembra non invecchiare mai, confermandosi un protagonista indiscusso dell’immaginario collettivo e un mito intramontabile: Henry Walton Jones Jr., detto Indiana, l’archeologo-avventuriero che, oggi, dopo più di 40 anni, si prepara nuovamente a sorprendere il pubblico.

Richard Dreyfuss sulle nuove regole sulla diversità per gli Oscar: “Mi fanno vomitare”

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Richard Dreyfuss, attore noto per i film Lo squalo Incontri ravvicinati del terzo tipo, nonché vincitore del premio Oscar per Goodbye amore mio!, ha dato vita a forti polemiche sui social media per i suoi commenti sulle nuove regole sulla diversità per i film che desiderano essere elegibili per il premio al Miglior film agli Oscar. “Mi fanno vomitare“, ha detto Dreyfuss su Firing Line della PBS. “Questa è una forma d’arte. È anche una forma di commercio e fa soldi, ma è un’arte. Nessuno dovrebbe dirmi come artista che devo cedere all’idea più recente e attuale di cosa sia la moralità“.

L’attore ha poi detto che non “pensa che ci sia una minoranza o una maggioranza nel paese che debba essere soddisfatta in questo modo“. “Mi è stato detto che non avrò mai la possibilità di interpretare un uomo di colore? Qualcun altro sta dicendo che se non si è ebrei non si dovrebbe interpretare il Mercante di Venezia? Siamo pazzi? Non sappiamo che l’arte è arte? Non dovrebbe esserci una differenza tra gruppi etnici perché è condiscendente“, ha concluso poi Dreyfuss, “ci dice che siamo così fragili che non possiamo ferire i nostri sentimenti. Dobbiamo anticipare il fatto che i nostri sentimenti vengano feriti o i sentimenti dei nostri figli. Non sappiamo come alzarci in piedi e colpire il bullo in faccia”.

Dichiarazioni che hanno naturalmente suscitato ampie polemiche ma che dimostrano come Hollywood e l’Academy Awards sia ancora profondamente scissa su tale argomento. Le regole stabilite dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, in ogni caso, entreranno in vigore nel 2024 e saranno dunque valide per la 96esima edizione del premio. Un edizione che già da ora si preannuncia particolarmente controversa e che nei prossimi mesi continuerà ad essere oggetto di analisi, critiche e riflessioni, come quella proposta da Dreyfuss.

Fonte: Deadline

Sanctuary – Lui fa il gioco, lei fa le regole: trailer del film in arrivo al cinema

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I WONDER PICTURES ha diffuso il trailer italiano di Sanctuary – Lui fa il gioco, lei fa le regole, il nuovo film di Zachary Wigon in arrivo nei cinema italiani dal 25 maggio.

Sanctuary – Lui fa il gioco, lei fa le regole si svolge in una suite d’albergo di lusso, dove due personaggi agli antipodi – il ricco e impacciato rampollo Hal e la vorace e irrefrenabile Rebecca, interpretati dalla coppia di star emergenti Margaret Qualley (C’era una volta a… Hollywood) e Christopher Abbott (Comma 22, Possessor) – si avvicendano in mille ruoli. Tra realtà e finzione, in un perverso gioco al massacro che non conosce attimi di tregua, Rebecca e Hal si troveranno pericolosamente invischiati nell’estremo tentativo di conquistare il potere e avere il controllo dell’avversario.

Rebecca è una dominatrice, una professionista del sesso e Hal è il suo cliente, un ottimo cliente. Fa infatti parte di una ricca famiglia di cui sta per ereditare le fortune e non può più permettersi di avere una pericolosa relazione con una donna che conosce i suoi segreti e le sue perversioni. Così decide di vederla per un’ultima volta e dirle che tra loro è tutto finito, ma il suo tentativo di tagliare i legami gli si potrebbe ritorcere contro. Rebecca è tutt’altro che d’accordo e farà tutto il possibile per fargli cambiare idea.

Sanctuary – Lui fa il gioco, lei fa le regole di Zachary Wigon, con protagonisti assoluti Margaret Qualley e Christopher Abbott, arriverà nei cinema italiani dal 25 maggio con I Wonder Pictures.

I Marvel Studios si preparano a un potenziale recasting di Kang il Conquistatore

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Con le indagini sull’aggressione di cui la star dell’MCU Jonathan Majors è stata accusata ancora in corso, i Marvel Studios starebbero prendendo in considerazione l’idea di un possibile recasting per il ruolo di Kang il Conquistatore. Fonti interne suggeriscono tale scenario, ma si tratta di rumor assolutamente non ufficiali e non confermati. Ad ora, Majors è stato abbandonato dalla sua agenzia di riferimento ed è stato escluso da un lungometraggio per il quale aveva firmato, ma rimane confermato per il ruolo del nuovo grande villain del Marvel Cinematic Universe.

Majors ha infatti recentemente fatto il suo debutto sul grande schermo a febbraio nei panni di Kang il Conquistatore in Ant-Man and The Wasp: Quantumania, ritrovandosi nei guai solo alla fine di marzo dopo essere stato arrestato e accusato di aggressione a New York. Precedentemente, aveva interpretato un’altra versione del personaggio, nota come Colui che Rimane, nella serie Loki. L’attore ha inoltre ripreso il ruolo di una delle varianti di Kang proprio per la seconda stagione di questa serie, la quale dovrebbe arrivare sulla piattaforma Disney+ nel corso dell’autunno di quest’anno.

Nel riportare aggiornamenti su questa seconda stagione, The Comic Circus ha inoltre suggerito che data la natura delle accuse nei confronti di Major, Marvel e Disney stanno monitorando sempre più attentamente il caso, in attesa di prendere una qualsiasi decisione ufficiale. Tuttavia, secondo fonti che hanno familiarità con la situazione, la Marvel avrebbe già avviato il processo per dar vita ad un recasting del personaggio, qualora la situazione di Majors dovesse definitivamente aggravarsi. Un’opzione dunque che la Marvel non starebbe escludendo e data la complessa natura del Multiverso non sarebbe neanche difficile motivare la presenza di un volto differente. Ad ora, si devono però attendere conferme ufficiali a riguardo.

Welcome to Derry: al via le riprese, prima foto dal set della serie prequel di IT

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Nonostante lo sciopero in corso sono ufficialmente iniziate le riprese di Welcome to Derry, l’annunciata serie prequel di IT targata MAX (Ex HBO MAX) e oggi dal set arriva anche la prima foto ufficiale dietro le quinte che suggerisce anche un legame con il film al cinema! A pubblicare la foto è stato il produttore e showrunner della serie Andy Muschietti che ha condiviso su Instagram la prima foto dietro le quinte dal set.

 

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Tutto quello che sappiamo sulla serie tv Welcome to Derry

Welcome to Derry è l’annunciata serie prequel di IT – PARTE 1 e IT – PARTE 2 che sarà scritta e prodotta da Andy Muschietti regista dei film insieme aB arbara Muschietti e al produttore Jason Fuchs. Andy Muschietti dirigerà anche diverse puntate della serie, incluso il primo episodio. I dettagli sulla trama non sono stati ancora rivelati, ma lo spettacolo dovrebbe fungere da storia prequel che “amplierà la visione” dei film recenti. Protagonisti della serie saranno Taylour Paige, Jovan Adepo, Chris Chalk e James Remare, nonostante le voci contrarie, Bill Skarsgård dovrebbe riprendere il ruolo di Pennywise.

Da adolescenti, leggevamo a turno i capitoli di It di Stephen King fino a quando il grosso tascabile non andava in pezzi”,   hanno detto i Muschietti in una dichiarazione quando il progetto è stato ordinato in serie. “È una storia epica che contiene moltitudini, ben oltre ciò che potremmo esplorare nei nostri film It. Non vediamo l’ora di condividere la profondità del romanzo di Steve, in tutto il suo cuore, umorismo, umanità e orrore”. “Sono entusiasta che la storia di Derry, la città più infestata del Maine, stia continuando, e sono felice che Andy Muschietti supervisionerà i festeggiamenti spaventosi, insieme a una fiducia del cervello che include la sua talentuosa sorella, Barbara”, ha aggiunto l’autore Stephen King. “Palloncini rossi tutt’intorno!”

Daredevil: Born Again, la produzione è stata interrotta per lo sciopero della WGA

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Anche se non sembra che sarà un problema in corso, la produzione di Daredevil: Born Again di Disney+ è stata interrotta dallo sciopero degli scrittori. “I membri della WGA in sciopero hanno organizzato un picchetto all’alba a Silvercup East, dove avrebbero dovuto avvenire una serie di riprese di Daredevil: Born Again, ma i membri del Teamster Local 817 e IATSE Locals 829 e 52 si rifiutano di oltrepassare la linea del picchetto”, ha detto WGA East su Twitter.

“Sembra che abbiamo finito per la giornata alla Silvercup East poiché Daredevil ha chiamato la loro giornata in risposta a un picchetto #WGASTRONG con l’aiuto di @SAGAFTRA e #Local802”, ha aggiunto il veterano showrunner (e capitano dello sciopero WGA) Warren LeightSecondo quanto riferito, le riprese della serie sono terminate per il giorno dopo le 13:00 ET, senza aver girato nulla. Le riprese dovrebbero continuare domani, ma al momento non sappiamo se la produzione riuscirà a girare qualche scena. Daredevil: Born Again è in lavorazione da due mesi e la produzione ha di fronte altri sei mesi di riprese, quindi c’è ancora molto lavoro da fare.

La nuova serie Daredevil: Born Again

Daredevil: Born Again è descritto come un revival di 18 episodi della serie Netflix originale, andata in onda per tre stagioni.  Vedrà il ritorno delle star principali Charlie Cox e Vincent D’Onofrio mentre riprendono i rispettivi ruoli di Matt Murdock/Daredevil e Wilson Fisk/Kingpin. Entrambi i personaggi hanno fatto il loro debutto nel Marvel Cinematic Universe nel 2021, con Kingpin come guest star nella serie Disney+ Hawkeye e Matt Murdock che è apparso brevemente in Spider-Man: No Way Home. Cox ha anche recentemente recitato in due episodi di She-Hulk: Attorney at Law, dove ha avuto modo di mostrare un nuovo lato dell’eroe.

Jon Bernthal tornerà nei panni di Frank Castle/The Punisher. E’ molto probabile che non vedremo nulla della serie fino al Comic-Con del prossimo anno, anche se abbiamo la sensazione vedremo molte foto dal set di New York che ci permetterò di avere piccole anteprime della serie! Cox è chiaramente impegnato a interpretare un nuovo Daredevil per l’MCU e, se si devono credere alle voci recenti, potrebbe andare direttamente da Born Again a Spider-Man 4. Daredevil: Born Again debutterà su Disney+ nel 2024.

The Flash: il regista Andy Muschietti potrebbe aver spoilerto un inaspettato villain del film

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Il regista di The Flash, Andy Muschietti potrebbe aver appena svelato un inaspettato villain del prossimo blockbuster DCU. Muschietti ha infatti pubblicato un’immagine sul proprio profilo Instagram che mostra un disegno abbastanza grezzo di un personaggio che ha una forte somiglianza con il classico cattivo di Flash, Anti-Flash. Alla foto è inclusa solo la parola “Flashdoodle” come didascalia. Come sapranno i fan del fumetto, Anti-Flash è uno dei cattivi più importanti di Flash, essendo più regolarmente l’alter ego di Eobard Thawne, uno scienziato del 25° secolo che trova l’abito di Flash nel futuro, inverte i colori del costume e adotta il soprannome di Anti-Flash.

I fan non hanno tardato a scatenarsi, non avendo a questo alcun dubbio che quello in foto sia effettivamente Anti-Flash e che tale personaggio comparirà nel film accanto al già confermato Dark Flash. Data la grande quantità di azione, scenari e personaggi già previsti, non sarebbe un grande shock se ora anche Anti-Flash si unisse alla partita, specialmente considerando che il film avrà diverse timeline alternative e molteplici realtà da esplorare. Come noto, inoltre, Anti-Flash è già stato portato in televisione con la serie The Flash, diventando uno dei nemici regolari di essa.

Per scoprire dunque se Anti-Flash farà il suo debutto anche sul grande schermo, non resta che attendere l’uscita in sala del film il 16 giugno. In The Flash si ritroverà Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da Justice League. Egli viaggerà indietro nel tempo per impedire l’omicidio di sua madre. Tuttavia, dopo aver alterato la linea temporale, Barry Allen si ritrova intrappolato in una realtà alternativa senza metaumani. Per sistemare le cose, si allea con un vecchio Batman (Michael Keaton) e con la naufraga kryptoniana Supergirl (Sasha Calle) per salvare la nuova linea temporale dalle forze del generale Zod (Michael Shannon) e tornare nel suo universo.

Fonte: Instagram

La sirenetta: le prime reazioni al film lodano Halle Bailey ma criticano la mancanza di “magia”

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Il remake live-action La Sirenetta della Disney arriverà in sala a partire dal 24 maggio e i critici statunitensi hanno ora condiviso le loro prime reazioni a seguito della visione in anteprima di questa nuova avventura acquatica per Ariel e i suoi amici. La rivisitazione di questo amato classico animato vede come noto un cast completamente nuovo, tra cui spicca Halle Bailey nel ruolo della sirena titolare, Ariel. Proprio la Bailey è al centro dei principali elogi, che la definiscono perfetta per questo ruolo, dotata di grande carisma e ottime capacità canore.

Alcuni pareri pongono però in dubbio il valore del film, giudicato “per lo più remake realizzato pedissequamente e che non è buono come il capolavoro animato“, come scritto da Kirsten Acuna di Insider. “Accattivante ma irregolare, La sirenetta non offre la magia del classico animato, ma ci sono molti tocchi creativi di Rob Marshall per far galleggiare le barche del pubblico”, scrive invece Simon Thompson. Pareri che dunque sembrerebbero allinearsi a quelli che sono stati espressi per i precedenti remake in live action dei classici Disney, accusati di perdere la magia delle versioni originali.

Qui di seguito, ecco altri pareri della critica:

La sirenetta, la trama e il cast del film

La Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una bellissima e vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la figlia più giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera scoprire di più sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Alle sirene è vietato interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il suo cuore e stringe un patto con la malvagia strega del mare, Ursula, che le offre la possibilità di sperimentare la vita sulla terraferma, mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di suo padre.

Il film è interpretato dalla cantante e attrice Halle Bailey (grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno di Mary Poppins) nel ruolo della regina Selina; Art Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar® Javier Bardem (Non è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con la due volte candidata all’Academy Award® Melissa McCarthy (Copia originale, Le amiche della sposa) nel ruolo di Ursula.

La Sirenetta è diretto dal candidato all’Oscar® Rob Marshall (Chicago, Il Ritorno di Mary Poppins), con una sceneggiatura del due volte candidato all’Oscar David Magee (Vita di Pi, Neverland – Un sogno per la vita). Le musiche delle canzoni sono composte dal pluripremiato agli Academy Award® Alan Menken (La Bella e la Bestia, Aladdin), con i testi di Howard Ashman e i nuovi testi del tre volte vincitore del Tony Award® Lin-Manuel Miranda. Il film è prodotto dal due volte vincitore dell’Emmy® Marc Platt (Jesus Christ Superstar Live in Concert, Grease: Live!), da Lin-Manuel Miranda, dal due volte vincitore dell’Emmy John DeLuca (Tony Bennett: An American Classic) e da Rob Marshall, mentre Jeffrey Silver (Il Re Leone) è il produttore esecutivo.

Blade: svelato il ruolo di Mia Goth nel film Marvel?

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La madre di tutti i demoni della Marvel, Lilith, potrebbe essere l’antagonista principale del prossimo film di Blade! Secondo l’insider Daniel Richtman, l’attrice Mia Goth – che si è unita al cast del film Marvel Cinematic Universe nell’aprile 2023 – interpreterà proprio tale personaggio. In una serie di post su Patreon, Richtman ha scritto che l’attore Aaron Pierre (Old) “non faceva più parte del cast e il suo personaggio è stato rimosso dalla sceneggiatura attuale“, rendendo così la Lilith della Goth il cattivo principale di Bladecon protagonista Mahershala Ali.

L’attrice, come noto, sta vivendo un momento di forte popolarità da quando ha interpretato il doppio ruolo di Maxine Minx e Pearl nell’acclamato film slasher di Ti West X – A Sexy Horror Story (2022), riprendendo poi quest’ultimo ruolo nel film prequel Pearl (sempre del 2022). Adesso, invece, tornerà nei panni di Maxine nel film in uscita MaXXXine, che chiuderà la trilogia di X. Blade dovrebbe dunque essere il suo prossimo grande progetto, che le conferirà certamente ulteriore notorietà. Se tale rumor fosse confermato, l’attrice avrebbe dunque il compito di portare sul grande schermo un personaggio particolarmente potente e temibile.

Di Lilith occorre sapere che ci sono state due versioni di lei nei fumetti Marvel: una figlia di Dracula e l’altra un’antica dea demone e maga. Mentre Richtman non è sicuro di quale versione la Goth stia interpretando (se non una fusione di entrambe), essendo Blade un cacciatore di vampiri risulta più probabile che il personaggio sarà la figlia di Dracula. Ovviamente, fino a quando i Marvel Studios non avranno annunciato ufficialmente chi la Goth interpreterà in Blade, è meglio prendere questi rapporti con le pinze. Ad ora il film, bloccato per via dello sciopero degli sceneggiatori, è previsto per il 6 settembre 2024, ma se lo sciopero dovesse protarsi la data di uscita dovrà naturalmente essere posticipata.

Il nuovo Blade

Del nuovo Blade e si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il personaggio era già stato raccontato al cinema con i film Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes. La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo sembra aver messo d’accordo tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello estetico che di carisma.

Il Blade di Ali, come noto, ha già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del film Eternals, quella in cui compare anche l’attore Kit Harington e la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in Blade. Con il periodo di riprese annunciato, è solo questione di tempo prima che inizio ad arrivare ulteriori notizie sul film, sia per quanto riguarda il cast sia per quanto riguarda il look del protagonista e dell’opera in sé.

Fonte: TheDirect

The Blair Witch Project: il nuovo film ha trovato un regista!

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A più di due decenni dall’uscita nelle sale dell’originale, la Lionsgate tornerà al franchise horror soprannaturale con un nuovo film basato sul successo di The Blair Witch Project. Secondo Production Weekly, il regista indipendente Oliver Park è stato scelto per dirigere il sequel senza titolo di Blair Witch. Le riprese dovrebbero iniziare alla fine dell’estate o nell’autunno di quest’anno.

Park non è estraneo al genere horror, in quanto è già stato regista di film come il cortometraggio StillA Night of Horror: Nightmare Radio e The Offering – insieme a un episodio di Strange Events. Tuttavia, il progetto senza ancora un titolo ufficiale  segna il suo primo progetto con uno studio importante.

Chi è coinvolto nel nuovo film di Blair Witch?

Il nuovo The Blair Witch Project della Lionsgate sarà prodotto da Haxan Films, la stessa società dietro il film originale del 1999. Il regista originale Daniel Myrick e lo sceneggiatore Eduardo Sanchez sono i produttori. Ulteriori dettagli sulla trama e sui personaggi non sono stati rivelati.

L’originale era incentrato su un gruppo di studenti che realizzavano un documentario sul folclore spettrale di Burkittsville, nel Maryland. Sin dal suo debutto, il film ha ottenuto un successo di critica e commerciale. Ha portato a casa un incasso mondiale di oltre $ 240 milioni contro un budget dichiarato inferiore a $ 1 milione. Il primo film ha generato due sequel – Book of Shadows del 2000 di Joe Berlinger e Blair Witch del 2016 di Adam Wingard – insieme a una serie di videogiochi. Questi includono un titolo di successo del 2019 dell’acclamato sviluppatore horror Bloober Team (The Medium).

Secret Invasion: il regista rivela i film di spionaggio a cui si è ispirato!

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Secret Invasion, l’imminente serie Marvel Cinematic Universe in arrivo su Disney+, come molti di voi già sapranno sarà una serie di genere di spionaggio, qualcosa di inedito nel panorama dei prodotto Marvel Studios.  Ebbene oggi, il regista Ali Selim ha parlato da quali film ha tratto ispirazione per girare Secret Invasion.

Quali sono state le ispirazioni  di Secret Invasion?

Parlando con Empir , Selim ha notato che film come Il terzo uomo e The Searchers (Sentieri selvaggi) sono serviti da ispirazione per il tono unico di Secret Invasion. “Abbiamo parlato molto del classico spionaggio noir, come Il terzo uomo“, ha rivelato Selim. “Mentre Nick [Fury] lo attraversa, esce da un noir per entrare in un western. Diventa il pistolero solitario che cammina lungo Main Street alla ricerca di cattivi da sconfiggere. Passiamo da The Third Man a John Wayne in The Searchers, e Sam passa senza sforzo da uno all’altro.

Il regista ha anche approfondito il modo in cui i temi del mondo reale hanno ispirato alcuni dei personaggi di Secret Invasion. “Chi è un terrorista e perché è un terrorista? Specialmente qui negli Stati Uniti, è facile dire che noi siamo i buoni e loro i terroristi”, ha detto. “La cosa interessante per me è chiedermi: in che modo noi come stato-nazione abbiamo influenzato l’ambiente da cui provengono queste persone? Gravik [Kingsley Ben-Adir] non è solo un cattivo con una bomba. La sua storia e il modo in cui è arrivato a questa reazione p quello che chiaramente esploreremo. Ciò non si riferisce solo alla storia del cinema e al noir; si riferisce ai nostri tempi di oggi”.

Secret Invasion, la serie 

Samuel L. Jackson e Ben Mendelsohn riprenderanno i loro ruoli rispettivamente di Fury e Talos, e saranno affiancati da Olivia Colman, che si dice interpreterà un’incarnazione di Union Jack, ed Emilia Clarke, che potrebbe essere o meno raffigurante Abigail Brand. Kingsley Ben-Adir sarà il cattivo nei panni di Gravik. Ne cast di Secret Invasion rivedremo anche Cobie Smulders nei panni di Maria Hill, Don Cheadle nei panni di James “Rhodey” Rhodes e Martin Freeman nei panni di Everett K. Ross.Thomas Bezucha (Let Him Go) e Ali Selim (The Looming Tower) hanno diretto la miniserie, scritta da Kyle Bradstreet (Mr. Robot).

Secret Invasion sarà presentata in anteprima il 21 giugno 2023 su Disney+ e vede la partecipazione anche di Ben Mendelsohn, che riprende il ruolo di Skrull Talos, Olivia Colman, Emilia Clarke, Kingsley Ben-Adir, Christopher McDonald e Killian Scott. La serie di eventi comici crossover mette in mostra una fazione di Skrull mutaforma che si sono infiltrati sulla Terra per anni. La Smulders ha ripreso il ruolo in diverse foto Marvel tra cui Spider-Man: Far From Home, Captain America: Civil War e tutti i film degli Avengers. Di recente ha ricevuto ottime recensioni per la sua interpretazione di Ann Coulter in American Crime Story: Impeachment.

Ali Selim dirige la serie e ne è produttore esecutivo, insieme agli altri produttori esecutivi Kevin Feige, Jonathan Schwartz, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Samuel L. Jackson, Ali Selim, Kyle Bradstreet e Brian Tucker. Bradstreet è anche la scrittrice principale e Jennifer L. Booth, Allana Williams e Brant Englestein sono co-produttori esecutivi.

Shark 2 – L’abisso, Jason Statham alle prese con un nuovo squalo gigante nel trailer del film

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Il trailer di Meg 2: The Trench, in Italia intitolato Shark 2 – L’abisso, è finalmente uscito, introducendo il pubblico a un livello completamente nuovo di terrore nelle profondità marine. Il trailer del sequel di Shark – Il primo squalo vede infatti l’attore Jason Statham nei panni dello scontento sommozzatore Jonas Taylor che affronta ancora una volta il megalodonte omicida e una miriade di altri orrori preistorici. Nel film, Statham è affiancato dagli attori Cliff Curtis nei panni di James “Mac” Mackreides e Page Kennedy come DJ, a cui si uniscono i nuovi arrivati Shuya Sophia Cai, Able Wanamakok, Skyler Samuels e Sienna Guillory.

Come si può notare dal trailer, il nuovo film promette ancor più momenti “epici”, coinvolgendo non solo lo spaventosamente grande megalodonte ma anche altre creature come un piova gigante e i dinosauri, tra cui l’iconico T-Rex. Una buona parte del film, inoltre, sembra sia dedicata all’esplorazione del fondale marino, dove i protagonisti si scontreranno appunto con forme di vita preistoriche. Attualmente, l’uscita in sala è prevista per il 3 agosto, periodo perfetto per poter vedere il film sviluppando quella certa paura per le creature che popolano il mare, molte delle quali ancora sconosciute.

Proprio come il primo film, che era basato sul romanzo di Steve Alten Meg: A Novel of Deep Terror del 1997, anche Shark 2 – L’abisso è basato su un romanzo, ovvero il seguito scritto sempre da Alten nel 1999 e intitolato semplicemente The Trench. Che questo secondo capitolo sarebbe stato realizzato è stato annunciato ufficialmente nell’ottobre 2018, meno di due mesi dopo la prima del precedente film. Alla fine del 2020, è stato poi annunciato che Ben Wheatley di Tomb Raider 2 avrebbe diretto il film, in sostituzione di Jon Turtletaub come regista.

 

Andor 2: Felicity Jones non tornerà come Jyn Erso!

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Come molti di voi sapranno Felicity Jones è stata la protagonista del film prequel di Star Wars Rogue One: A Star Wars Story. Nonostante il suo legame con Andor, tuttavia, Felicity Jones  ha commentato i rumors che suggerivano un suo potenziale ritorno in Andor 2, l’attesa e annunciata seconda stagione. L’attrice non pensa che tornerà per la seconda stagione di Andor 2.

Parlando con The One Show della BBC One, a Jones è stato chiesto se sarebbe mai tornata come Jyn Erso. Jyn è la figlia di Galen Erso e continua ad aiutare Cassian Andor a rubare i piani della Morte Nera in Rogue One. Secondo la diretta interessata non sarà nella serie, ma spera che Erso appaia in futuro.

Ho paura di dire che non lo farà, ma ho ancora la speranza che Jyn Erso a un certo punto possa tornare. Ma no, purtroppo non sarò nella seconda stagione”, ha detto Jones, prima di aggiungere che in realtà non è una grande fan di riprendere i ruoli già interpretati. “In realtà non vorrei ripetere nessuno dei [miei personaggi]. È così divertente: una volta che l’hai fatto e li hai messi a letto, allora sei pronto per la prossima sfida.

In Rogue One, Erso e Andor muoiono entrambi alla fine del film. Non prima di mettere i piani per la Morte Nera nelle mani dell’Alleanza Ribelle, però. Questo pone le basi per Star Wars: Una nuova speranza e la distruzione delle armi di distruzione di massa intergalattiche.

Recentemente, il creatore e showrunner di Andor Tony Gilroy ha rivelato che gli ultimi tre episodi di Andor 2 si svolgeranno durante i tre giorni che precedono l’inizio di Rogue One. Questo collegherà sia la serie che il film, oltre a chiudere la storia di Cassian Andor. La  serie prequel di Star Wars vede protagonisti anche Forest Whitaker nei panni di Saw Gerrera, Genevieve O’Reilly nei panni di Mon Mothma e Alan Tudyk nei panni del compagno droide di Cassian K-2SO. Il cast aggiuntivo include anche  i nuovi arrivati ​​di Star Wars  Denise Gough, Stellan Skarsgård, Kyle Soller e Adria Arjona.

Andor è prodotto esecutivamente dallo showrunner Tony Gilroy, che in precedenza ha diretto alcune riprese aggiuntive di Rogue One. Inizialmente Tony Gilroy avrebbe dovuto dirigere tre episodi, ma è stato costretto a cedere il ruolo a Toby Haynes di Black Mirror a causa di problemi di viaggio legati alla pandemia. 

I Am Groot: James Gunn aggiorna sulla seconda stagione

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La serie animata Disney+ del 2022 I Am Groot è stata un successo tra i fan e, di recente, il regista James Gunn ha affermato che potrebbe arrivare una seconda stagione di I Am Groot, ma non con lui coinvolto. In risposta alla domanda di un fan su Twitter, a James Gunn è stato chiesto se i fan possono aspettarsi la seconda stagione di I Am Groot  e se lui sarò coinvolto nei nuovi episodi della serie. Gunn ha detto che pensa che arriveranno altri episodi per la serie animata, ma ha confermato che non lui non sarà coinvolgo nella seconda stagione.

Questa notizia arriva proprio mentre James Gunn ha debuttato al cinema con il suo ultmo film per i Marvel Studios, Guardiani della Galassia Vol. 3, per il momento. Ora, il regista supervisionerà la creazione del nuovo DC Universe, poiché lui e Peter Safran sono stati nominati co-CEO dei DC Studios alla fine dell’anno scorso.

I Am Groot era una serie animata di cinque episodi ambientata tra la fine di Guardiani della Galassia Vol. 2 e la scena post-crediti del secondo film e per lo più ha raccontato la storia della crescita di Groot. La serie ha visto il personaggio entrare in vari dirottamenti, con il personaggio nella sua fase “Baby Groot” del secondo film. 

Guardiani della Galassia Vol. 3, la trama e il cast del film

La sinossi ufficiale per Guardiani della Galassia Vol. 3 recita quanto segue: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film è al cinema dal 5 maggio.

Tom Hiddleston e Mark Hamill reciteranno in The Life of Chuck, tratto da un racconto di Stephen King

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Dopo aver realizzato gli adattamenti cinematografici di Il gioco di Gerald e Doctor Sleep, il regista Mike Flanagan è ora pronto a tornare nell’universo letterario di Stephen King per dar vita all’adattamento di un’altra delle opere del celebre scrittore di fantasy e horror. In questo caso si tratta di un racconto, intitolato The Life of Chuck e contenuto nella raccolta Se scorre il sange, del 2020. Protagonista di questo è Chuck, un uomo di 39 anni la cui storia di vita è raccontata in ordine inverso, iniziando con lui morente in un letto d’ospedale a causa di un tumore al cervello e finendo con lui come un bambino orfano che va a vivere con i suoi nonni in una casa apparentemente infestata.

Per interpretare i due principali protagonisti di questo racconto, Chuck e il nonno Albie, Flanagan sembra abbia ora trovato gli attori giusti. Si tratta di Tom Hiddleston, celebre per il ruolo di Loki nel Marvel Cinematic Universe, e di Mark Hamill, celebre per quello di Luke Skywalker nella saga di Star Wars. Stando a quanto riportato, la sceneggiatura era già stata completata prima dell’attuale sciopero degli scrittori WGA e lo sviluppo del progetto è dunque in corso già da diversi mesi, cosa che potrebbe portare a breve all’inizio delle riprese. Ad ora, il progetto viene descritto non come un horror quanto più come un racconto emotivo ed esistenziale sullo stile di titoli come Stand by Me Le ali della libertà.

Tuttavia, la storia presenta anche elementi soprannaturali, che la fanno essere una riconoscibilissima opera di King. Questo film, inoltre, segnerà la seconda collaborazione di Flanagan con Hamill, che reciterà anche nella sua prossima serie Netflix Fall of The House of Usher, basata sul classico racconto di Edgar Allan Poe. Sarà, tuttavia, la prima volta che Flanagan lavorerà con Hiddleston. Al momento, non ci sono indicazioni su quando ci si può aspettare di vedere The Life of Chuck al cinema, anche se con questo annuncio di casting costellato di star, questo nuovo adattamento di un’opera di King inizierà da ora a suscitare sempre più interesse.

Fonte: ScreenRant

Stranger Things 5: ritardi in vista, dichiarazione dei Duffer Bros

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In risposta allo sciopero WGA in corso, i creatori/showrunner di Stranger Things Matt e Ross Duffer hanno confermato su Twitter che la produzione dell’attesissima quinta e ultima stagione della serie horror di fantascienza di Netflix non inizierà fino a quando gli sceneggiatori non si saranno assicurati un giusto accordo ad Hollywood. Prima che la WGA lanciasse il suo nuovo sciopero dopo quindici anni dall’ultima volta, le riprese della quinta stagione di Stranger Things erano originariamente programmate per il prossimo giugno.

La scrittura non si ferma quando iniziano le riprese“, hanno affermato i Duffer. “Anche se siamo entusiasti di iniziare la produzione con il nostro fantastico cast e troupe, non è possibile durante questo sciopero. Speriamo che venga raggiunto presto un accordo equo in modo da poter tornare tutti al lavoro. Fino ad allora, ancora e ancora”. Dai un’occhiata all’aggiornamento dello stato della stagione 5 di Stranger Things di seguito:

Stranger Things è ambientato negli anni ’80 nella città immaginaria di Hawkins, nell’Indiana. Quando un ragazzino scompare, una piccola città scopre un mistero che coinvolge esperimenti segreti, terrificanti forze soprannaturali e una strana ragazzina. Stranger Things è attualmente interpretata da  Winona RyderDavid HarbourFinn WolfhardMillie Bobby Brown, Gaten Matarazzo, Caleb McLaughlin , Natalia Dyer, Charlie Heaton, Cara Buono, Matthew Modine, Noah Schnapp, Sadie Sink, Joe Keer, Dacre Montgomery, Sean Astin, Paul Reiser , Maya Hawke , Priah Ferguson e Brett Gelman

La quarta stagione di Stranger Things ha stabilito un record per Netflix, essendo stata vista per oltre 287 milioni di ore durante la settimana dal 23 al 30 maggio. Questo non è solo un ottimo risultato per il primo posto della settimana per Netflix, ma è anche più che sufficiente per battere il record per il più grande fine settimana di premiere della piattaforma di streaming per una serie in lingua inglese, che era precedentemente detenuto dalla seconda stagione di Bridgerton (193 milioni di ore).

Lord of War 2: rivelato il titolo del sequel, Nicolas Cage e Bill Skarsgård nel cast!

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Secondo quanto apprendiamo da Variety, il premio Oscar Nicolas Cage riprenderà il ruolo del trafficante d’armi Yuri Orlov nel seguito del thriller del 2005 Lord of War. Nel frattempo, anche la star di John Wick 4 Bill Skarsgård è stata arruolata per interpretare il ruolo del figlio di Yuri Orlov, Anton. Il sequel, intitolato Lords of War, sarà ancora una volta scritto e diretto da Andrew Niccol, meglio conosciuto per la sua sceneggiatura nominata all’Oscar per The Truman Show. La produzione dovrebbe iniziare il prossimo autunno.

C’è molto di più da esplorare con questi personaggi“, ha detto Niccol. “Platone l’ha detto meglio: ‘Solo i morti hanno visto la fine della guerra.’ Non vedo l’ora di passare più tempo in compagnia dell’affascinante diavolo che è Yuri Orlov e ora suo figlio illegittimo, che si rivela in alcun modo non legittimo“.

Cosa aspettarsi in Lords of War?

“Lords of War trova Orlov (Cage), il pistolero più famoso del mondo, mentre scopre di avere un figlio, Anton (Skarsgård), che sta cercando di superare suo padre”, si legge nella sinossi. “Anton sta ammassando un esercito di mercenari per combattere i conflitti americani in Medio Oriente. Questo innesca un’aspra rivalità intergenerazionale, che mette padre e figlio l’uno contro l’altro.

Commentando il film, Philippe Rousselet di Vendôme ha dichiarato: “Il mondo di ‘Lord of War’ non ha carenza di munizioni nelle possibilità di storie che possiamo raccontare, e siamo molto entusiasti di raccontarne un’altra che segue il pericoloso viaggio di Yuri e Anton.” Niccol è uno scrittore e regista famoso per il suo lavoro nella sceneggiatura di “The Truman Show“, che gli è valsa una nomination all’Oscar. Ha continuato a dirigere le sue sceneggiature con crediti importanti tra cui: “Anon” con Clive Owen e Amanda Seyfried; “Good Kill” con Ethan Hawke, January Jones e Zoe Kravitz; e “The Host” con Saoirse Ronan.

Il progetto sarà prodotto da Nicolas Cage per Saturn Films, insieme ai produttori originali Philippe Rousselet e Fabrice Gianfermi per Vendôme Pictures. Skarsgård sarà anche produttore esecutivo. Il film originale è stato ispirato dalle storie di vita reale del trafficante d’armi russo Viktor Bout. Nel cast vedeva anche interpreti Ethan Hawke, Jared Leto e Bridget Moynahan. FilmNation Entertainment  rappresenterà i diritti di vendita internazionali e presenterà il film al Festival di Cannes, mentre CAA Media Finance gestirà i diritti nazionali.

The Bear: ecco quando sarà disponibile la seconda stagione

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Hulu ha annunciato che la seconda stagione di The Bear sarà disponibile dal 22 giugno. Interpretato da Jeremy Allen White nei panni di Carmen “Carmy” Berzatto, The Bear segue un giovane chef di formazione classica che torna a casa a Chicago per gestire il ristorante italiano di carne della sua famiglia dopo che suo fratello è morto suicida. La serie è interpretata anche da Ayo Edebiri, Ebon Moss-Bachrach, Lionel Boyce, Liza Colón-Zayas, Edwin Lee Gibson, Abby Elliott, Corey Hendrix, Matty Matheson, Richard Esteras e Jose M. Cervantes.

Ad aprile, Variety ha rivelato in esclusiva che Bob Odenkirk si unirà alla serie come guest star. Anche Molly Gordon è entrata a far parte della serie in un ruolo chiave ricorrente. In un teaser trailer per la seconda stagione, pubblicato durante la 95a edizione degli Academy Awards, lo staff della cucina fa le valigie mentre chiude il ristorante per prepararsi a rilanciarlo come The Bear. FX ha sottotitolato il teaser sui social media: “Non è una riapertura, è una rinascita”.

Creata da Christopher Storer, la seconda stagione di The Bear sarà composta da 10 episodi, due in più rispetto alla prima, e si concentrerà sull’apertura del nuovo ristorante. Storer è produttore esecutivo insieme a Joanna Calo, Josh Senior, Hiro Murai e Nate Matteson.

Dopo il suo debutto, The Bear è diventata la serie di mezz’ora più seguita di FX e ha vinto i trofei degli Screen Actors, Writers and Producers Guild Awards. Inoltre, White ha vinto il Golden Globe come miglior attore in una serie TV, musical o commedia. La stagione 1 di The Bear è disponibile per lo streaming su Disney+, dove arriverà anche la seconda, in Italia.

Stefano Bessoni. La Mole delle Meraviglie, a Torino la mostra dedicata al regista

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Il Museo Nazionale del Cinema propone Stefano Bessoni. La Mole delle Meraviglie, a cura di Stefano Bessoni e Domenico De Gaetano, la prima grande mostra dedicata al genio creativo del regista, illustratore e animatore, ospitata dal 10 maggio all’11 settembre 2023 al piano di accoglienza delle Mole Antonelliana, con ingresso libero negli orari di apertura del museo.

Le oltre 150 opere esposte – per lo più provenienti dall’archivio privato di Bessoni e dalle collezioni del Museo Nazionale del Cinema – raccontano gli ambiti in cui si muove la sua ricerca espressiva: dalle fiabe al mondo della scienza, dalle illustrazioni all’animazione stop-motion e alla fabbricazione di puppets, fino al grande amore per il cinema.

Tra fantastico e fiabesco, in un percorso popolato da burattini, illustrazioni, filmati, reperti e preparati scientifici, ci si ritrova immersi nel mondo di Stefano Bessoni, un’affascinante Wunderkammer all’interno della più maestosa e imponente fra le “camere delle meraviglie” torinesi, la Mole Antonelliana.

“La mostra di Stefano Bessoni rende omaggio a tutto quello che il cinema rappresenta per Torino – sottolinea Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. È racconto in forma divertente e affasciante della storia del museo, che è anche la storia della nostra città, oltre che un omaggio alla nostra fondatrice Maria Adriana Prolo. Proprio quest’anno ricorrono i 70 anni dall’istituzione della sua associazione, cuore fondante di tutto quello che oggi rappresenta la nostra istituzione, da sempre attenta a conservare e valorizzare il patrimonio delle proprie collezioni”.

“Stefano Bessoni è un vero talento del cinema italiano – afferma Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema. La sua libertà creativa e il suo stile hanno costruito un universo fiabesco personale, affascinante e inquietante al tempo stesso. Il suo stile visivo unico, paragonabile ai grandi della storia del cinema, è perfetto per raccontare Maria Adriana Prolo, studiosa, collezionista e visionaria, fondatrice del Museo Nazionale del Cinema, che con la sua determinazione e dedizione ha dato vita a un sogno che solo il linguaggio onirico e fiabesco di Bessoni poteva tratteggiare così bene”.

Il percorso espositivo prende forma attorno a cinque figure illustri, Antonelli, Prolo, Darwin, Lombroso e Greenaway, che, seppur in epoche e ambiti diversi, sono unite fra loro da una medesima vocazione: raccogliere e catalogare oggetti e idee. Bessoni le interpreta, le traduce in tratto grafico e in oggetti, in una alternanza di colori e bianco e nero tra reale e immaginario. L’arte e l’opera di Stefano Bessoni raccontano questo fil rouge.

“Ho voluto raccontare la Mole Antonelliana come una mastodontica camera delle meraviglie, progettata e costruita da quell’architetto visionario che era Alessandro Antonelli, sognatore di un’architettura colossale e dal simbolismo drammatico. E come per magia, La Mole si trasforma veramente in wunderkammer della Settima Arte quando, all’inizio del nuovo secolo, viene destinata a Museo del Cinema, includendo tra le tante meraviglie il frutto della raccolta instancabile di Maria Adriana Prolo autentica e sincera cacciatrice di mirabilia e memorabilia legate all’arte del cinema e fondatrice del museo. Nella mostra, come nelle antiche wunderkammer, ho seguito la logica libera dello stupore e della meraviglia. Così, un sottile filo conduttore, costituito dalle mie personali fascinazioni, unisce le varie stanze tematiche dedicate a Maria Adriana Prolo, Alessandro Antonelli, Charles Darwin, Cesare Lombroso e Peter Greenaway in un percorso suggestivo fatto di illustrazioni, burattini, oggetti, reperti, preparati scientifici. La visita si amplia inoltre in estrose ramificazioni e suggestioni scaturite dai tanti elementi della mia ricerca espressiva, dal mondo della scienza e della falsa scienza fino alle fiabe e le tradizioni occulte. Considero il mio lavoro, in ogni sua accezione, una camera delle meraviglie dove rinchiudere tutto quello che in me desta stupore e meraviglia e trovo peculiare che la cinepresa sia chiamata camera, perché permette di catturare, immagazzinare e conservare, vincendo, in maniera del tutto aleatoria, il concetto di morte.”

Numerose teche completano l’allestimento, e contengono puppets realizzati da Bessoni per la tecnica di stop-motion, oltre che scheletri, animali tassidermizzati, conchiglie e preparati zoologici provenienti dalle collezioni naturalistiche del Liceo Classico e Linguistico “V. Gioberti” di Torino, ripuliti, studiati, catalogati e rivalorizzati dagli studenti e dagli insegnanti del liceo. Nella sezione dedicata a Lombroso, sono esposti busti frenologici francesi con compassi antropometrici, modelli didattici sull’anatomia e sulle razze umane, antiche fotografie identificative dei criminali provenienti dalle collezioni Nautilus e un’elaborazione grafica dei disegni originali di tatuati conservati dall’Archivio del Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso”.

Al centro del percorso, la scrivania originale che Maria Adriana Prolo utilizzava a Palazzo Chiablese, prima sede del Museo Nazionale del Cinema, con esposto l’originale del volume Storia del cinema muto italiano, scritto dalla Prolo e edito nel 1951, la cui ristampa anastatica (revisionata ed edita in cofanetto) verrà presentata al Salone del Libro il 18 maggio alle ore 18:30.

A completamento della mostra, vedono la luce due volumi. Un catalogo, edito da Silvana Editoriale, con le opere in mostra, le introduzioni di Enzo Ghigo e Martino Gozzi e i testi di Domenico De Gaetano, Alfredo Accatino, Santo Alligo, Ivan Cenzi e Telmo Pievani, ai quali si aggiunge un’intervista a Stefano Bessoni realizzata da Claudia Gianetto e Marco Grifo.

Contestualmente, la Logos Edizioni ha pubblicato il volume di Stefano Bessoni Maria Adriana Prolo. La signorina del cinematografo, edito in due lingue e che racconta la storia di colei che ha portato alla nascita del Museo Nazionale del Cinema.

Oltre alla mostra sono previste una serie di iniziative che vedono protagonista Stefano Bessoni e la sua arte.

Venerdì 12 maggio 2023 alle ore 10:00 nella sala Blu del Palazzo del Rettorato, Stefano Bessoni dialogherà con Domenico De Gaetano nel corso della Masterclass Stop-motion. L’anima nera dell’animazione, realizzata dal Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e la Scuola Holden, a cui seguirà la visita guidata alla mostra (partecipazione gratuita fino ad esaurimento posti).

Sempre venerdì 12 maggio al Cinema Massimo alle ore 20:30 verrà proiettato il lungometraggio Krokodyle, che sarà introdotto dal regista Stefano Bessoni e dal direttore del Museo Nazionale del Cinema Domenico De Gaetano.

Sono inoltre previsti, nei mesi di giugno e luglio, una serie di workshop organizzati dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e la Scuola Holden in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino.

Blu e Flippy – Amici per le pinne dall’8 giugno al cinema

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Blu e Flippy – Amici per le pinne, il primo lungometraggio di animazione del regista iraniano Mohammad Kheirandish, arriverà nei cinema da giovedì 8 giugno, distribuito in esclusiva per l’Italia da Adler Entertainment. Un’avventura acquatica in compagnia del bimbo Blu e del suo amico Flippy, un piccolo delfino, che trasporterà le famiglie in un mondo fantastico, in cui tutto è possibile.

Quando un aereo precipita in mare, i delfini salvano un bambino e lo crescono come una famiglia. Il ragazzo vive una vita spensierata sotto le onde, fino a quando un mostro malvagio prende il potere sul mondo sottomarino. Il ragazzo viene esiliato sulla terraferma, dove un capitano dal cuore gentile lo accoglie. Con l’aiuto del capitano, il ragazzo intraprende un viaggio per risolvere il mistero della sua vera identità.

Best Movie Comics & Games 2023: 10 e 11 giugno a Milano

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Il 10 e 11 giugno, arriva a Milano Best Movie Comics & Games, la manifestazione nata nel 2022 come una festa per i 20 anni della rivista Best Movie e diventata ora una vera e propria fiera della cultura pop: un appuntamento annuale imperdibile per tutti gli appassionati.

Quest’anno l’evento organizzato da Best Movie, rivista di riferimento per il cinema e l’entertainment pubblicata da Duesse Communication, si allarga infatti su una superficie di oltre 10.000 metri quadrati, offrendo un intero weekend dedicato al cinema, alla serialità, al fumetto, ma anche ad action figures, cosplay e games. Confermata la location di Superstudio Più, nel cuore della città, che ospiterà il ricco programma di Best Movie Comics & Games, con ospiti e sorprese per tutti gli appassionati.

Il poster di questa edizione è firmato da Nova, illustratrice abruzzese classe 1984 che ha esordito nella graphic novel con Stelle o Sparo seguito da 24/7 (entrambi per Bao Publishing), oltre ad aver realizzato le illustrazioni per il video cult di thasup ft. Tiziano Ferro, r()t()nda. L’immagine di Best Movie Comics & Games 2023 omaggia il cult dell’animazione giapponese Akira, in occasione del suo 35° anniversario, e la serie House of the Dragon, che sarà al centro di un grande evento e verrà premiata con il Best Movie Award come Miglior Serie Internazionale dell’anno.

Il parterre degli ospiti di questa edizione spazia tra grandi nomi dell’entertainment, a livello nazionale e internazionale: attori, doppiatori, illustratori, creator, cosplayer e gamer. Tra i primi nomi annunciati: Fabien Frankel, tra i protagonisti dell’acclamata serie HBO – in Italia in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW – House of the Dragon, dove interpreta l’affascinante personaggio di Ser Criston Cole; Margherita Mazzucco, l’indimenticabile Lenù della serie L’amica geniale, che sarà premiata con il Best Movie Award come Miglior Interprete Femminile dell’anno, grazie anche al ruolo da protagonista in Chiara di Susanna Nicchiarelli; Lorenzo Zurzolo, che si è fatto notare in serie amatissime come Baby e Prisma, oltre che per aver recitato a fianco di Isabelle Huppert in EO di Jerzy Skolimowski, e che verrà premiato con il Best Movie Award come Miglior Interprete Maschile. Mentre il Best Movie Award per la Miglior Serie Italiana dell’anno andrà a Mare Fuori, a cui sarà dedicato un grande evento alla presenza del regista Ivan Silvestrini e di parte del cast.

E ancora, saranno presenti: Chiara Fabiano, doppiatrice classe 2004 che negli ultimi anni ha prestato la voce a personaggi iconici come Eleven di Stranger Things e Mercoledì Addams nella serie Netflix creata da Tim Burton; e i gamer e creator Teknoyd e Hontas G, protagonisti di un panel dedicato al mondo dei videogiochi.

Accanto a loro, tornano al Best Movie Comics & Games Zerocalcare, che racconterà la sua seconda esperienza nella serialità animata in un panel dedicato a Questo mondo non mi renderà cattivo (disponibile su Netflix dal 9 giugno) e Roberto Recchioni, scrittore, illustratore, sceneggiatore per il cinema e il fumetto che, assieme al direttore editoriale di Sergio Bonelli Editore, Michele Masiero, presenterà l’attesissimo crossover tra Dylan Dog e Batman, in uscita a fine giugno. Il Best Movie Comics & Games ospiterà panel, incontri, ma anche anteprime esclusive, concerti e proiezioni, che assieme ad altri ospiti verranno svelati nei prossimi giorni. Il tutto sarà naturalmente arricchito da aree gioco, escape room e aree espositive con stand. Il programma completo sarà annunciato nelle prossime settimane.

Come siamo passati da Apocalypse Now a Guardiani della Galassia?

Anche se non ne sono completamente sicuro, ho il forte sospetto che la colpa sia di Jack Sparrow. E in fondo mi dispiace, perché vent’anni fa vedendo La maledizione della prima luna mi sono divertito un mondo. Il fatto è che l’enorme e probabilmente inaspettato – almeno a quei livelli – successo del film di Gore Verbinski ha confermato definitivamente alla Disney che quella determinata formula funzionava: creare un prodotto capace di intrattenere sia con lo spettacolo degli effetti speciali che grazie alla gioiosa frivolezza di personaggi capaci di muoversi con grazia guascona tra serio e faceto. Soprattutto faceto.

In principio c’era Jack Sparrow

Insomma, per sintetizzare in maniera magari anche fin troppo sommaria, tale ricetta prevedeva spettacolo + ritmo + risate. Con le dovute variazioni derivate principalmente da registi o attori più o meno capaci di inserire in un film il proprio “tocco”, non si riduce a questo la produzione della Disney/Marvel degli ultimi vent’anni? E di conseguenza in larga parte anche quella delle altre major che hanno tentato di riprodurre tale successo senza per altro riuscirci? Le eccezioni, se ci sono, si possono purtroppo contare sulle dita di una mano.

Le cause di questo sostanziale impoverimento del cinema mainstream hollywoodiano sono molteplici, ampiamente dibattute e analizzate altrove con competenza maggiore. Le Major sono sempre più spinte da ragioni economiche a puntare su un numero minore di film che posseggono un budget sempre più esoso: sembra quasi che non possano fare altro se non continuare con la politica dei cinecomic, sequel, remake, spin-off, reboot o come preferite chiamare questo tipo di produzioni: conviene perché il pubblico giovanile è già “pronto”. E sempre meno invogliato verso la novità. Non mi interessa continuare a dibattere questo meccanismo per due motivi: prima di tutto perché non ritengo si possa ormai più fermare tale processo; in secondo luogo so per certo che addentrandomi in tale dissertazione finirei per fare dietrologia, probabilmente anche spicciola.

So bene che il cinema hollywoodiano è cambiato sotto molti punti di vista anche in maniera radicale, e io alla soglia dei cinquant’anni forse non sono più in grado di comprenderne in pieno le nuove coordinate, nelle modalità dello storytelling e magari anche estetiche. Come racconta il titolo di questo articolo, per fortuna (e qui mi permetto di diventare un po’ spocchioso) ho vissuto in una sala cinematografica i tempi in cui Hollywood investiva grandi budget in film di autori come Francis Ford Coppola o Michael Cimino, tanto per citare i più “titanici”; in cui il maggior incasso dell’anno in America, con tanto di Oscar per il miglior film, diventava un dramma familiare con protagonisti un cinico Tom Cruise e suo fratello autistico Dustin Hoffman; in cui il tessuto sociale veniva messo alla prova dallo “scandalo” di Martin Scorsese e il suo L’ultima tentazione di Cristo. Tempi diversi, passati, che spero tornino per il bene del cinema stesso anche se lo dubito fortemente. Non soltanto l’industria è cambiata ma anche la società, e sotto molti punti di vista (non tutti) è davvero un bene.

Una prospettiva più consapevole

Qual è dunque il senso di questo articolo? La verità è che vorrei davvero si tornasse almeno ad adoperare una prospettiva un poco più conscia riguardo quello che stiamo vedendo in sala a livello di cinema mainstream. Negli ultimi giorni ho letto, e non soltanto sui social media, lodi quasi incondizionate a Guardiani della Galassia Vol. 3 di James Gunn, cinecomic il quale mi ha senz’altro intrattenuto per due ore e mezzo. Il mio dubbio riguardo questo titolo è il seguente: in base a quale criterio viene considerato di così elevato valore? Perché sarebbe il miglior film della Disney/Marvel da qualche anno a questa parte? Se questo è il motivo allora credo si debba ribadire che stiamo parlando di quella stessa Major che nell’ultimo ventennio, come scritto all’inizio, ci ha rifilato una serie di prodotti intenti ad offrire al pubblico, giovane o meno che si voglia, un intrattenimento basato su formule talmente preconfezionate da non permettere alcun tentativo di problematizzazione o, peggio ancora, originalità.

Sono le scenografie pulp e una colonna sonora da revival anni ‘80 a fare di Guardiani della Galassia Vol. 3 un film originale? É la backstory di un procione parlante o la presenza di bambini e animali indifesi a farne un film “profondo”? In base a quale sia la risposta a tali domande bisogna allora a mio avviso porne un’altra, a questo punto davvero importante: un film mainstream hollywoodiano contemporaneo piace per il suo valore intrinseco o perché ogni tanto alcuni di questi prodotti riescono a raggiungere il picco di standard (soprattutto) contenutistici ormai ridotti ai minimi termini? Insomma, alcuni di questi cosiddetti blockbuster sono davvero buoni o li percepiamo come tali perché non abbiamo più di meglio?

Pur conscio di non appartenere ormai più a quella fascia di spettatori che in qualche modo indirizza il canoni dell’entertainment contemporaneo, sono altresì convinto che al cinema mainstream possiamo e dobbiamo chiedere di più. Diversificazione, approfondimento, spessore emotivo, il tutto inserito in sceneggiature che ci permettano di entrare realmente in contatto con personaggi e vicende. Io, per quanto possa essere ben scritto il suo arco narrativo, faccio fatica a identificarmi con un procione…

Dov’è l’anima dell’intrattenimento?

Il cinema è e deve rimanere anche intrattenimento, non ho alcun dubbio a riguardo. Il problema è che la Hollywood di oggi sembra aver dimenticato che si può produrne anche stimolando lo spettatore a riflettere su quello che si sta vedendo. Sia altrettanto chiaro che non punto il dito soltanto contro i cinecomic della Disney/Marvel, della Warner/DC, o contro i Fast & Furious di turno: se l’offerta di cinema destinata al grande pubblico fosse maggiormente stimolante, se i budget fossero decisi anche dallo spessore artistico di un progetto, probabilmente andrei a vederli libero da quel fastidioso preconcetto che ormai credo di aver sviluppato.

Il fatto è che quando entro in sala per assistere a uno qualsiasi di questi prodotti so già esattamente cosa sto per andare a vedere, a cambiare è soltanto l’intelligenza nel confezionamento. Quindi quando leggo che al nome di James Gunn viene accostato il concetto di “autore”, vorrei puntualizzare che per inserire il proprio “tocco” dentro un film di cassetta a mio avviso serve qualcosa in più che una colonna sonora da juke-box e quei cinquanta, cento milioni di dollari da spendere in effetti speciali. Spettacolo non significa necessariamente stupore, meraviglia, magari anche inquietudine. Quelle sono sensazioni che Hollywood non sa più produrre, ormai relegate a cineasti che hanno ancora il coraggio di sbagliare nella ricerca di una voce propria.

Il pianista: la vera storia dietro il film di Roman Polański

Nel corso della sua carriera il regista polacco Roman Polański ha realizzato opere di diverso genere entrate ormai di diritto nella storia del cinema, dall’horror Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York al noir Chinatown, dal thriller L’inquilino del terzo piano fino al dramma in costume Tess. Il suo film più personale, però, è senza ombra di dubbio Il pianista, realizzato nel 2002, dramma storico che ripercorre una storia vera con diversi elementi in comune con la vita dello stesso Polański. Con questo film, che lo ha definitivamente consacrato tanto in Europa quanto negli Stati Uniti, egli racconta della deportazione degli ebrei nel corso della Seconda guerra mondiale.

Per fare ciò si affida alla storia di Władysław Szpilman, un pianista ebreo realmente vissuto in quegli anni, trovatosi a poter contare solo sulla musica come strumento di sopravvivenza, fisica e spirituale. Quanto nel film narrato è basato sull’autobiografia di Szpilman dal titolo omonimo. In essa Polański ha ritrovato molta della propria esperienza personale: anche lui infatti sopravvisse a un ghetto polacco e ai campi di concentramento dove la sua famiglia perse invece la vita. Mosso dalla volontà di affrontare quel trauma, il regista ha così realizzato quello che ancora oggi è considerato uno dei suoi film più belli, importanti e struggenti.

Premiato con la Palma d’Oro al Festival di Cannes e poi agli Oscar, dove Polański ha vinto il premio per la miglior regia, Il pianista ripercorre dunque una delle pagine più nere della storia dell’umanità con una sensibilità e un gusto per la messa in scena rari. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Il pianista

Il racconto ha inizio nella Varsavia del 1939. La Germania ha appena dichiarato guerra alla Polonia e quella che diventerà la Seconda guerra mondiale ha così inizio. In tale contesto, Władysław Szpilman è un giovane e prodigioso pianista ebreo la cui vita viene drammaticamente sconvolta da questo evento, similmente a quella di tutti gli altri ebrei. Con l’occupazione di Varsavia, infatti, la libertà individuale e quella collettiva vengono definitivamente messa al bando. Il giovane Szpilman si ritrova esiliato insieme ai suoi familiari e a tutti gli ebrei della città all’interno di un Ghetto. Eppure, egli non si lascerà schiacciare dalle avversità e cercherà di lottare fino all’ultimo per la propria libertà. In questo, la musica si rivelerà una preziosa alleata.

Per il ruolo di Władysław Szpilman, Polański ha incontrato oltre mille attori ma solo un giovanissimo Adrien Brody risultò convincente ai suoi occhi, ottenendo così la parte. Per potersi connettere con la sensazione di perdita necessaria per interpretare il ruolo di Wladyslaw Szpilman, Brody ha lasciato il suo appartamento, venduto la sua auto e smesso di guardare la televisione. Inoltre è dimagrito 14 kg e ha imparato a suonare il pianoforte. Grazie alla sua intensa interpretazione, Brody ha poi vinto l’Oscar come Miglior attore, divenendo all’età di 29 anni il più giovane ad ottenere il riconoscimento in tale categoria. Ad interpretare il capitano Wilm Hosenfeld, che avrà un ruolo cruciale nella vicenda di Szpilman, vi è invece l’attore Thomas Kretschmann.

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La vera storia dietro Il pianista

Come anticipato, quella raccontata in Il pianista è una storia vera non solo da un punto di vista del contesto quanto anche per i personaggi protagonisti. In particolare, questa la storia di Władysław Szpilman, nato il 5 dicembre del 1911 in una famiglia ebrea di musicisti. Mentre il padre era violinista, sua madre suonava invece il piano ed è proprio questo secondo strumento che Szpilman decide di imparare a suonare. Ha così preso le sua prime lezioni di pianoforte con sua madre, sapere che questa scelta in futuro gli avrebbe salvato la vita. Szpilman decide infatti di portare avanti quella sua passione, ottenendo poi una borsa di studio dal 1931 al 1933 presso l’Accademia delle Arti di Berlino.

Nel 1935, Wladyslaw Szpilman divenne il pianista della Radio di Stato polacca a Varsavia, suonando opere classiche e jazz. Suonò qui fino al 1 settembre 1939, il giorno in cui la Germania invase la Polonia e mise in moto gli eventi della Seconda guerra mondiale. I tedeschi hanno poi costretto la radio di stato polacca a chiudere e l’ultima trasmissione in diretta che la gente ha potuto ascoltare prima dell’occupazione tedesca è stata l’esecuzione di Szpilman del Notturno in do diesis minore di Chopin. Wladyslaw Szpilman e la sua famiglia furono poi collocati nel ghetto di Varsavia, il più grande di tutti i ghetti ebraici istituiti dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.

Il ghetto, estremamente angusto, imprigionava oltre 400.000 ebrei e forniva minime razioni di cibo. Periodicamente si verificavano deportazioni, con le quali alcuni ebre veniva trasferiti nei campi di concentramento. Nonostante ciò, Szpilman ha continuato a suonare e per mantenere la sua famiglia, ha lavorato come pianista in un caffè chiamato Café Nowaczesna. L’estate del 1942 fu però l’inizio delle deportazioni su larga scala nei campi di concentramento e di sterminio. Sebbene siano riusciti a stare al sicuro per un po’, alla fine Szpilman e la sua famiglia ricevettero l’ordine di essere deportati a Treblinka, un campo di sterminio in Polonia.

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Al momento di essere deportati, però, un membro della polizia del ghetto ebraico riconobbe Szpilman da uno dei suoi concerti e lo portò via prima che salisse sul treno. Sebbene si fosse salvato, Szpilman dovette guardare i suoi genitori, il fratello e le due sorelle venire spediti a Treblinka, dove nessuno di loro sarebbe sopravvissuto. Szpilman rimase nel ghetto film al 13 febbraio 1943, quando riuscì a fuggire. Per lui ha inizio un periodo di vagabondaggio, che lo porterà ad incontrare un ufficiale tedesco, Wilm Hosenfeld, il quale dopo aver scoperto delle sue abilità con il pianoforte gli chiese di suonare per lui un brano di Chopin.

Successivamente, Hosenfeld ha continuato a tenere nascosto Szpilan. Gli portava periodicamente pane e marmellata e gli lasciò un soprabito militare tedesco per non soffire il freddo. I tedeschi furono poi sconfitti nel 1945. Wladyslaw Szpilman era sopravvissuto alla guerra, ma non ha saputo il nome dell’ufficiale che lo ha aiutato fino al 1950. Wilm Hosenfeld è stato successivamente condannato per presunti crimini di guerra e condannato a 25 anni di lavori forzati. Secondo quanto riferito, Hosenfeld ha salvato altri ebrei durante la guerra. L’ufficiale è poi deceduto nel 1952 in un campo di prigionia sovietico. Szpilman, invece, continuò a dedicare la sua vita alla musica fino alla sua morte, avvenuta il 6 luglio del 2000.

Il trailer di Il pianista e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il pianista grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 8 maggio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb, Allthatsinteresting

Boston – Caccia all’uomo: il cast e la vera storia dietro al film

Considerato uno dei grandi mali del nostro tempo, quello del terrorismo è un problema diffuso a livello globale, che non smette di generare paura e storie attraverso cui poterne riflettere con sguardo più lucido. Tra le più recenti e apprezzate tra queste vi è Boston – Caccia all’uomo, film del 2016 incentrato sul tristemente noto attentato alla maratona di Boston, avvenuto il 15 aprile del 2013. Diretto da Peter Berg, autore di titoli d’azione come Deepwater – Inferno sull’oceano e Lone Survivor, questo ripercorre il traumatico evento e le sue conseguenze dal punto di vista degli agenti che si occuparono del caso.

Il film non si ispira però solo all’evento in sé, ma adatta per il grande schermo anche quanto narrato nel libro Boston Strong, pubblicato nel 2015 da Casey Sherman insieme al giornalista Dave Wedge. In questo si ripercorrono in forma di inchiesta quanto avvenuto, cercando di dare delle risposte alle domande circa gli obiettivi degli attentatori. Con le riprese del film svoltesi tra New York, Boston e Los Angeles, il film si proponeva così di dar vita ad un appassionante racconto, consegnando al giudizio popolare una riflessione sull’attentato e le sue implicazioni più profonde.

Ben accolto dalla critica, che lodò in particolare la regia e le interpretazioni dei protagonisti, il film arrivò infine in sala, dove però non ottenne il successo sperato. A fronte di un budget di 45 milioni di dollari, Boston – Caccia all’uomo, arrivò infatti ad incassarne appena 52 in tutto il mondo. Se si è in cerca di un buon film d’azione, che racconti però anche una storia particolarmente toccante, questo è il film giusto, meritevole di essere riscoperto. Proseguendo qui nella lettura, in particolare, sarà possibile scoprire tutte le principali curiosità grazie a cui sarà possibile arricchire la propria visione.

Boston – Caccia all’uomo: la trama del film

La storia ha inizio il fatidico 15 aprile 2013, durante la Maratona di Boston, il più antico evento sportivo degli Stati Uniti, il quale improvvisamente si trasforma in un inferno. Sul luogo si trova il sergente Tommy Saunders, un poliziotto bravo ma troppo irascibile, che per una sanzione disciplinare è stato assegnato al servizio d’ordine all’arrivo della maratona. La festa viene però interrotta da una serie di esplosioni lungo la linea del traguardo sulla Boylston Street. Insieme ad altri agenti, Saunders si trova a dar vita ad una delle più grandi cacce all’uomo mai viste nella storia del Paese. Avvalendosi delle registrazioni video delle telecamere dei locali pubblici vicini, egli riesce a identificare i due attentatori, che vanno però ora rintracciati e fermati. La sua diventa così una corsa contro il tempo in una città in stato di shock.

Boston – Caccia all’uomo: il cast del film

Protagonista del film è il personaggio del sergente Tommy Saunders. Questi non è un reale poliziotto di Boston, bensì la summa di diversi agenti che realmente presero parte all’evento. Per interpretarlo, l’attore Mark Wahlberg è stato sin da subito il primo candidato. L’attore, tuttavia, non era inizialmente favorevole a realizzare un film su un evento così traumatico e recente. Si convinse però dopo aver letto la sceneggiatura ultimata, comprendendo di come il personaggio di Saunders fosse perfetto per lui. Per prepararsi, l’attore si sottopose come suo solito ad un periodo di allenamento intensivo, al fin e di ottenere il fisico necessario per la parte. Nel film figura poi anche l’attrice Michelle Monaghan nei panni di Carol Saunders, moglie del protagonista.

Kevin Bacon è invece l’agente speciale Richard DesLauriers, che collaborerà a stretto contatto con Saunders. L’attore John Goodman, invece, è Ed Davis, reale poliziotto della città di Boston. Si ritrova poi anche il premio Oscar J. K. Simmons nei panni del sergente Jeffrey Pugliese. Nei panni dei due attentatori, Dzhokhar Tsarnaev e Tamerlan Tsarnaev, si ritrovano invece gli attori Alex Wolff e Themo Melikidze. L’attrice Melissa Benoist, oggi nota per essere la protagonista di Supergirl, si era inizialmente proposta per il ruolo di Jessica Kensy, salvo poi ottenere la parte di Katherine Russell, la vedova di Tsarnaev. Ad interpretare la Kensy, una delle persone rimaste gravemente ferite dall’attentato vi è invece Rachel Brosnahan, nota per la serie La fantastica signora Maisel.

Boston - Caccia all'uomo cast

Boston – Caccia all’uomo: la vera storia dietro al film

Come già anticipato, il film Boston – Caccia all’uomo narra del reale attentato durante la maratona del 15 aprile 2013. Con la città bloccata per il tradizionale evento, grandi quantità di persone si sono riversate per le strade per assistere al passaggio degli atleti. Con l’avvicinarsi di questi al traguardo, due ordigni esplodono a distanza di circa 170 metri l’uno, uccidendo 3 persone e provocando circa 264 feriti. Le due bombe, in seguito, sono state identificate come due pentole a pressione riempite di esplosivo, chiodi, e pezzi di ferro. A posizionarle sono stati due fratelli ceceni di nome Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev. Di religione musulmana, questi accusavano gli Stati Uniti di aver intrapreso una vera e propria guerra contro l’Islam, e con il loro gesto desideravano rispondere a ciò che consideravano un accanimento militare e politico.

Scatenatosi il panico, risultò inizialmente difficile rintracciare i colpevoli di quel disastro. Nei giorni successivi, però, grazie ad alcune testimonianze, come quella di Jeff Bauman, la cui storia è narrata in Stronger, i due vengono identificati. Ha così inizio una caccia all’uomo che blocca ulteriormente l’intera città. Rintracciati dalla polizia, i due attentatori danno vita ad uno scontro a fuoco durante il quale Tamerlan perse la vita. Il fratello riuscì a nascondersi ancora per qualche ora, salvo poi essere trovato e arrestato. Questi venne poi condannato alla pena capitale il 15 maggio del 2015, dopo un lungo processo. Il 31 luglio del 2020, tuttavia, la sentenza è stata rivalutata con l’istituzione di un nuovo processo. Pur con gli attentatori fermati e consegnati alla giustizia, il dramma di quell’evento rimane ugualmente una ferita aperta nella società statunitense.

Boston – Caccia all’uomo: il trailer e come vedere il film in streaming su Netflix o altrove

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Boston – Caccia all’uomo è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Tim Vision, Amazon Prime Video e Netlflix. Su quest’ultima piattaforma il titolo si trova attualmente 6° posto nella Top 10 dei film più visti in Italia. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo.

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood

Succession 4×07: 7 grandi rivelazioni e colpi di scena

Succession 4×07 è finalmente uscito: ecco le più grandi rivelazioni della storia e i colpi di scena della famiglia Roy. Succession si sta avvicinando sempre di più al suo finale di serie, il che significa che le cose stanno finalmente cominciando a scaldarsi. Questo ultimo episodio è stato ricco di colpi di scena, rivelazioni e momenti esplosivi, con la serie che si sta avviando verso la sua conclusione definitiva.

La quarta stagione di Succession è già stata una corsa sfrenata: il triangolo amoroso di Shiv, l’incombente fusione con la GoJo e persino la morte di Logan Roy. Questo settimo episodio riprende proprio da dove si era interrotto l’episodio precedente, con i fratelli Roy che continuano a occuparsi dell’imminente acquisizione della GoJo e delle conseguenze degli eventi che hanno circondato l’incontro con gli investitori. La maggior parte dell’episodio 7 si svolge durante una festa nell’attico di Shiv e Tom, con molti dipendenti della Waystar Royco e altri individui facoltosi che si presentano per festeggiare le elezioni. Tuttavia, si presenta un ospite a sorpresa: Lukas Matsson, amministratore delegato di GoJo.

La figlia di Kendall è stata spinta in strada a causa di ATN e delle elezioni

Succession 4x07 Kendall e Rava

Sebbene l’ATN sia sempre stata una parte importante di Succession, le imminenti elezioni hanno fatto sì che il network giocasse un ruolo ancora più importante nella storia della quarta stagione. Durante l’episodio, Kendall riceve una richiesta di incontro dalla sua ex moglie, Rava, che gli racconta che la loro figlia è stata spinta in strada da un gruppo che indossava magliette di Jeryd Mencken.

Mencken è il candidato alla presidenza che è fortemente favorito da ATN, e Rava spera che Kendall possa fare qualcosa per contrastare l’influenza della rete di notizie conservatrice. Kendall è furioso quando viene a sapere dell’incidente e incolpa parzialmente Rava per non essere stata presente durante il conflitto.

Matsson rivela che la crescita degli abbonamenti di GoJo è stata enormemente gonfiata

Matsson Succession 4x07

Una delle più grandi rivelazioni di Succession 4×07 è che il tasso di crescita dei nuovi abbonati di GoJo è stato enormemente gonfiato. Lo status di stella nascente di GoJo è ciò che le ha permesso di arrivare lontano nell’acquisizione di Waytstar Royco, e ora che i numeri gonfiati della società cominciano a essere resi noti, è possibile che tutto cambi.

Questa rivelazione potrebbe aiutare seriamente il nuovo piano di Kendall Roy, che sta discutendo la possibilità di ribaltare l’accordo in modo che Waystar Royco possa acquistare GoJo. Ci sono ancora molti interrogativi intorno all’affare GoJo, ma la rivelazione di Matsson potrebbe scuotere seriamente le cose in futuro.

Matsson e Shiv dicono a tutti che Tom potrebbe essere licenziato da ATN

Shiv e Matsson

Sebbene Tom fosse una delle figure più potenti della Waystar Royco dopo il suo tradimento nella terza stagione di Succession, le cose stanno iniziando a cambiare. Con l’incombente acquisizione della Waystar da parte della GoJo, i vertici hanno iniziato a preoccuparsi della sicurezza del posto di lavoro e sembra che Tom possa essere licenziato.

Mentre fa due chiacchiere alla festa, Tom scopre che Lukas Matsson e Shiv hanno detto a tutti che Tom potrebbe non rimanere in azienda in futuro. Questa è una notizia per Tom, che aveva intenzione di rimanere, e questa scoperta peggiora il già burrascoso rapporto tra Tom e Shiv.

Connor potrebbe abbandonare la corsa alle presidenziali… e trasferirsi in Oman

Connor Roy

La storyline del personaggio di Connor Roy è stata focalizzata sulla corsa presidenziale. Tuttavia, a poche ore dall’apertura dei seggi, Roman decide di fare una mossa strategica chiedendo a Connor di ritirarsi dalla corsa.

L’1% di Connor è vitale per il successo di Mencken e, in cambio dell’abbandono della corsa, Roman dice a Connor che può procurargli un lavoro politico in un paese straniero. Dopo un po’ di tira e molla, i due si accordano sull’Oman. Tuttavia, l’ultima apparizione di Connor nell’episodio lo vede dire che potrebbe rimanere alle elezioni.

Roman parlerà al funerale di Logan Roy

Succession 4x07 Roman Roy

Il funerale di Logan Roy non si è ancora svolto, ma in Succession 4×07 è stato rivelato che Roman Roy parlerà alla cerimonia. Questo è sorprendente a causa dei rapporti travagliati dei fratelli Roy con il padre, anche se Roman è sempre stato il più vicino a Logan.

L’intervento di Roman al funerale del padre potrebbe causare ancora più drammi tra i fratelli Roy, tutti in disaccordo sull’eredità del padre. Roman lo ama, Kendall lo odia e Shiv vuole solo che la Waystar Royco vada avanti. Queste tre prospettive diverse hanno causato scontri tra i tre fratelli in passato e, con un evento così emozionante come il funerale di Logan Roy, è probabile che il conflitto si riproponga.

Il matrimonio di Shiv e Tom ancora più in crisi

Matrimonio Tom e Shiv

Dopo lo scorso episodio, la relazione tra Shiv e Tom sembrava essere migliorata. La coppia esce dall’episodio 7 in una situazione ancora peggiore, esprimendo a gran voce le loro rimostranze l’uno verso l’altro durante l’acceso litigio sul balcone. Questa lite non solo porta a una fine anticipata della festa, ma spezza ancora di più la coppia, rendendo apparentemente le cose peggiori di quanto non fossero dopo il tradimento della terza stagione.

Durante il litigio, Tom fa anche riferimento al fatto che Shiv non avrà il suo bambino, accennando a una trama su cui i fan hanno teorizzato fin dall’inizio della quarta stagione di Succession. All’inizio della stagione, ci sono stati diversi accenni al fatto che Shiv fosse incinta, anche se questa storia non è stata tirata fuori in diversi episodi. Il commento di Tom potrebbe confermare che Shiv è (o era) effettivamente incinta, anche se la situazione potrebbe essere cambiata dopo la telefonata con il dottore.

Kendall e Frank complottano per far sì che Waystar acquisti GoJo

Succession 4x06 Kendal Roy

Una delle ultime scene di Succession 4×07 presenta una conversazione tra Kendall e Frank che rivela la loro prossima mossa strategica. Sebbene all’inizio Kendall sperasse solo di fermare l’acquisizione di Waystar Royco da parte di GoJo, ora Kendall ha l’ambizione di far sì che Waystar Royco acquisti effettivamente GoJo.

Non si sa ancora quanto ciò sia fattibile, ma con l’acuta mente imprenditoriale di Kendall e le varie controversie di Lukas Matsson, è possibile che la quarta stagione di Succession si concluda con Waystar Royco più grande che mai.

Codacons vince ricorso al Tar. Annullati limiti al Tax Credit

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Così ha decretato, con sentenza n. 7624/2023 pubblicata il 5.05.2023, il Tar del Lazio, cui il Codacons si era rivolto per contestare il diniego al Tax Credit verso la casa di produzione Ila Palma di Rean Duilio Mazzone per il film di Moni Ovadia “La terra senza”. IL Tar del Lazio, con la sentenza citata, ha annullato il decreto interministeriale n. 368 del 13.10.2022, pubblicato sul sito del Ministero della Cultura, nella parte in cui limita il diritto al Tax Credit – ossia il credito d’imposta pari al 40% del costo eleggibile di produzione che spetta ai produttori cinematografici per opere riconosciute di nazionalità italiana – alle imprese costituite nella forma di società di capitali, escludendo dall’agevolazione fiscale le imprese di produzione cinematografica costituite come ditte individuali o società di persone.

Il decreto annullato dal Tar aveva penalizzato, tra le altre, anche la ditta individuale Ila Palma di Rean Mazzone che, dopo aver concluso le riprese del film “La terra senza”, per la regia di Moni Ovadia, si era vista negare l’accesso all’agevolazione fiscale prevista dalla normativa esistente al momento di avvio della produzione del film, in virtù delle nuove disposizioni dell’ottobre 2022.

Un provvedimento che, secondo il Codacons, era illegittimo in quanto la legge n. 220/2016 istitutiva del Tax Credit, cui i decreti ministeriali attuativi devono uniformarsi, attribuisce il beneficio, indistintamente, alle imprese di produzione cinematografica e audiovisiva, intendendo per tali tutti i soggetti che svolgono attività in veste imprenditoriale ed indipendentemente da quale sia la forma giuridica adottata. E ciò anche in considerazione dei fini perseguiti dalla legge sul Tax Credit, finalizzate al sostegno delle piccole imprese di produzione italiana, che detengono una incredibile forza creativa. Il decreto ministeriale dunque, escludendo dal beneficio fiscale le ditte individuali e le società di persone, si poneva in contrasto con la legge.  Il Tar del Lazio ha dato ragione al Codacons, sposando pienamente questa tesi.

Un risultato importantissimo per la Ila Palma, che ora si vedrà riconosciuto il beneficio fiscale che le era stato illegittimamente negato, ma anche per tutte le piccole case di produzione cinematografiche e audiovisive, che vedono tutelato il loro valore con il riconoscimento al Tax Credit.

Esprime soddisfazione per il provvedimento del Tar il Presidente del Codacons Carlo Rienzi, secondo il quale “i giudici hanno decretato la totale illegittimità dei limiti formali e del tutto iniqui che il Ministero della Cultura aveva posto all’accesso al Tax Credit per i piccoli produttori cinematografici italiani, omettendo, invece, di concentrare il proprio intervento al fine di garantire che i contributi siano richiesti e assegnati nel rispetto delle regole”.