The Big Door
Prize, la nuova serie dramedy prodotta da
Apple TV+ e tratta dal romanzo omonimo di
M.O. Walsh racconta di una piccola cittadina di
nome Deerfield che sta tentando di riprendersi dalla tragedia di un
incidente automobilistico in cui un uno dei giovani più amati del
luogo, Kolton, ha perso la vita. A un certo punto nell’emporio
della cittadina compare MORPHO, una misteriosa macchina in grado di
predirre il futuro delle persone scrivendo una sola parola in un
biglietto azzurro. Da quel momento il comportamento degli abitanti
sembra cambiare radicalmente, e questo influisce in maniera
determinante anche su Dusty (Chris O’Dowd), sua
moglie Cass (GabrielleDennis) e
sulla loro figlia adolscente Trina (Djouliet
Amara), che era impegnata con Kolton al momento della
sua morte.
The Big Door Prize, un’occasione persa
Alla fine della visione
completa di The Big Door Prize (guarda
il trailer) si può piuttosto chiaramente parlare di occasione
persa. Non tanto per la qualità complessiva dello show quanto per
la notevole differenza di spessore che possiamo riscontrare tra le
prime puntate e la seconda parte della stagione. La serie infatti
nei primi episodi sfrutta l’idea fantastica per raccontare in
realtà quanto i personaggi in scena si trovino a dover fare i conti
con i propri rimpianti, con le piccole frustrazioni di tutti i
giorni, con la malinconia soffusa di una vita che, pur agiata e in
superficie tranquilla, non è comunque quella che molti di loro
avevano sognato da giovani.
Sotto questo punto di
vista in particolar modo le prime tre puntate si sviluppano
attraverso un mix di commedia gentile e tono dolceamaro che fanno
davvero sperare per il meglio. In particolar modo il protagonista
interpretato da un efficace Chris O’Dowd, il
parroco Reuben e il giovane Jacob (fratello gemello di Kolton) si
rivelano personaggi in chiaroscuro di spesso drammatico preciso ed
emozionante. Intorno a loro The Big Door Prize si
dipana come una serie che indaga e riflette su quanto possa essere
complessa anche la vita delle persone più comuni, le quali devono
affrontare sfide di tutti i giorni caricando sulle proprie spalle
le responsabilità nei confronti del prossimo e della comunità.
Una premessa non
mantenuta
Superate però le prime,
efficaci puntate The Big Door Prize si assesta su
dei toni che spingono maggiormente verso la commedia di situazione
non riuscendo più a raccontare il lato malinconico dei protagonisti
delle varie puntate. L’effetto creato all’inizio si perde dunque
dentro un tono medio che, pur contenendo alcuni momenti di
divertimento scoppiettante, non ritrova la profondità dell’inizio.
Non avendo letto il testo letterario di partenza – cosa che la
serie ci ha comunque incuriosito a fare – non sappiamo se l’idea di
dedicare potenzialmente ogni episodio a un personaggio diverso sia
un’idea dei creatori.
A nostro avviso mantenere
maggiormente al centro del racconto le dinamiche familiari che
portano Dusty, Cass e Trina a confrontarsi avrebbe regalato una
compattezza diversa al prodotto. In questo modo invece The
Big Door Prize perde un vero e proprio centro narrativo
tentando di seguire figure anche figure di contorno che tutto
sommato avrebbero potuto (e dovuto) rimanere tali. Probabilmente
una maggiore compattezza a livello di storytelling avrebbe
aumentato la forza emotiva del racconto. Rimangono comunque le
buone prove di attori consumati quali Chris O’Dowd
(il quale sta sviluppando un modo di recitare dolceamaro di
discreta efficacia) e soprattutto Gabrielle
Dennis. Da tenere d’occhio anche il giovane Sammy Fourias,
il quale interpreta Jacob regalandogli il giusto mix tra commedia e
dramma introspettivo.
Non ci si annoia vedendo
The Big Door Prize, tutt’altro. Si tratta di un
altro feel-good show prodotto da Apple TV+ che non arriva di certo ai livelli
di Ted Lasso
(qui
la recensione), ma che comunque sa allietare il
pubblico nella mezz’ora di durata di ogni puntata. La discrepanza
tra l’idea di partenza, il modo in cui viene sfrutta all’inizio e
quello in cui viene “dimenticata” nel corso degli episodi
successivi lascia il dubbio che avrebbe potuto essere qualcosa di
memorabile, ma il risultato complessivo è tutt’altro che
deludente.
Dopo l’exploit del 2014,
come noto, l’ex killer di
Keanu Reeves è diventato a furor di popolo il
protagonista di una saga a lui dedicata. Che negli anni ci ha fatto
viaggiare attraverso diversi mondi, attraversare diverse fasi e non
pochi alti e bassi, fino ad arrivare al John Wick 4
che vedremo nei nostri
cinema dal 23 marzo grazie a 01 Distribution.
Si aspettava un gran finale, e in parte le attese non saranno
deluse, comprese quelle dei fan che vorrebbero il viaggio non
finisse mai (in attesa dello spin-off Ballerina
a marzo 2024), ma in questo – per ora – ultimo capitolo si torna
alle origini dell’anti-eroe in nero. Con qualche sorpresa.
John
Wick, l’immortale, senza tregua
Lasciato per morto in un
vicolo di New York, sapevamo che John Wick sarebbe tornato con
l’aiuto del Re della Bowery di
Laurence Fishburne, come lui assetato di vendetta e
intenzionato a opporsi alla Gran Tavola. Per farlo, però, stavolta
si dovrà lasciare la “città Dolente” dell’incipit dantesco, per la
più classica delle quest. Che ci porterà in Giordania a
conoscere il nuovo Reggente, a New York per scoprire il destino del
Continental – e della coppia che lo gestiva, composta
dall’immancabile Winston (Ian McShane) e il suo
fidato Charon (l’appena
scomparsoLance Reddick) – fino in Giappone e
in Francia, dove vedremo svilupparsi le trame del crudele Marchese
di
Bill Skarsgård.
Lui il vero villain di
questo quarto episodio della saga, soprattutto per il suo opporsi
alla volontà di pace, di liberazione, di Wick, ormai provato dalla
lunga lotta. Uno spietato e potentissimo deus ex
machina, in grado di controllare la Gran Tavola e i suoi
affiliati, compresi alcuni vecchi amici del solitario John,
rassegnato a non potersi fidare di nessuno, o quasi.
John
Wick 4: “l‘ultimo”
combattimento
Come in una sorta di
Game of Death, tutto è costruito per arrivare
all’incredibile – e forse risolutivo – ultimo combattimento di
Chen, ma nemmeno Bruce Lee avrebbe pensato di affrontare un
percorso tanto articolato per raggiungere l’obiettivo. E non è un
caso che, se in altre occasioni il nostro protagonista arrivava
alla fine della sua Odissea mortalmente ferito e a rischio
sopravvivenza, in questa lo si veda (semplicemente) stanco, come
non mai, letteralmente esausto, dalle lungaggini alla quale hanno
scelto di sottoporlo/ci Shay Hatten e
Michael Finch.
Loro i due sceneggiatori
chiamati a non far sentire la mancanza del creatore Derek
Kolstad, la perdita del quale in parte fa sì che la storia
vada dritta a un solo punto, per quanto tra molti innesti e
digressioni, per essere in qualche maniera compensata da una
estetica brutale, che alterna il minimalismo degli inizi con la
ricerca di scenografie da videogioco a tratti vista nei sequel.
Di
duello in duello, il viaggio continua
Una generale
indeterminatezza è la miglior novità di questo John Wick
4, nel quale si ha sempre il dubbio sulle reali
intenzioni o convenienze dei vari personaggi. A partire da quelli –
molto importanti, forse anche per il futuro – del Caine di
Donnie Yen e lo Shimazu di Hiroyuki
Sanada (e sua figlia) che incontriamo al Continental di
Osaka in una spettacolare sequenza. Una delle tante che
infarciscono il film, che tra la mattanza nella discoteca berlinese
e la sparatoria ‘contro mano’ dell’Étoile di Parigi, si concede
momenti carichi di una autoironia palpabile, o dominante, come per
la salita al Sacro Cuore con la quale dovrebbe mettersi la parola
fine a una lunga corsa.
Che avrebbe potuto finire
prima, vista la trovata da ‘Writers room‘ del duello, poco
presentabile quanto a coerenza interna, ma definitiva quanto a
funzionalità. In attesa di un possibile prossimo capitolo,
prepariamoci a un ulteriore regolamento di conti con figure del suo
passato o a una lotta definitiva per il trono di Re di New York,
dove speriamo di veder tornare John, finalmente libero, per godersi
la sua agognata e meritata pensione, magari con un nuovo cane.
I BAFTA hanno celebrato il maggior
numero di donne bianche anziane nominate come miglior attrice ai
Television Awards, a fronte di un forte calo della
diversità etnica nelle shortlist delle performance.
Tutte e sei le candidate nella
categoria Attrice protagonista sono bianche, con alcuni che hanno
osservato che Ambika Mod è stata trascurata per la
sua interpretazione nella serie della BBC/AMC This Is Going
To Hurt, serie che invece è stata nominata in altre sei
categorie.
Alla domanda se i BAFTA avessero
sperato in un risultato diverso, l’amministratore delegato Jane
Millichip ha dichiarato: “C’è rappresentazione in quella
categoria nel fatto che se si guarda all’età delle attrici e ai
ruoli scritti per loro, otteniamo un dato straordinario. È qualcosa
di cui abbiamo discusso a lungo nel mondo televisivo e
cinematografico: i ruoli sono scritti per donne di età superiore ai
40 anni? Questo è un risultato davvero impressionante”.
Imelda Staunton (67
anni) è stata nominata per la sua interpretazione della Regina
Elisabetta II in The Crown. Altri nominati includono Kate Winslet (47) per I Am
Ruth, Billie Piper (40) per I
Hate Suzie Too, Maxine Peake (48) per
Anne, Sarah Lancashire (58) per
Julia e Vicky McClure (39) per
Without Sin.
Tutte e sei le attrici sono molto
amate dai BAFTA. Staunton ha vinto un BAFTA nel 2005 ed è stata
nominata altre tre volte; Winslet ha tre vittorie e cinque
nomination precedenti; Lancashire ha due vittorie e altre tre
nomination; McClure ha una vittoria e due nomination precedenti;
Peake ha due nomination precedenti; Piper ha due nomination per le
prestazioni precedenti.
Sara Putt,
vicepresidente dei BAFTA e presidente del comitato televisivo,
ha affermato che tutte le
candidate donne “meritano” il loro posto nella rosa dei candidati.
Mod non è invece riuscita ad arrivare alla nomination pur essendo
stata riconosciuta come una delle migliori interpreti della
stagione. È stata nominata come attore non protagonista ai Royal
Television Society Awards, mentre la Broadcasting Press Guild l’ha
nominata come migliore attrice.
Putt ha dichiarato: “I nostri
premi sono un barometro di ciò che sta accadendo nel settore…
Prenderemo i dati e le statistiche dai premi di quest’anno –
nomination e vincitori – e questo farà parte delle nostre
conversazioni su ciò che faremo l’anno prossimo. È una
conversazione in corso.”
Il calo della diversità etnica segue
la preoccupazione per i BAFTA Film Awards 2023, durante i quali 47
dei 49 vincitori sono stati bianchi. L’unica star nera sul palco
era la co-conduttrice Alison Hammond.
Sono partite questa settimana in
Costiera amalfitana le riprese di INGANNO, la
serie Netflix
prodotta da Cattleya – parte di ITV Studios, diretta da
Pappi Corsicato e con protagonisti Monica
Guerritore e Giacomo Gianniotti, in arrivo solo su Netflix nel 2024.
Scritta da Teresa
Ciabatti, Eleonora Cimpanelli,
Flaminia Gressi, Michela
Straniero, INGANNO è un thriller
sentimentale che gioca tra la suspense, la rottura dei tabù e le
verità scomode sull’amore. È la storia di un’appassionante
relazione, in cui non mancano ombre e segreti, che mette in crisi
le convenzioni sociali e gli equilibri familiari, sovvertendo il
ruolo della maternità nella cultura mediterranea.
Gabriella (Monica
Guerritore) è la proprietaria di un prestigioso hotel in
Costiera Amalfitana, una donna elegante, fiera dei suoi
sessant’anni e consapevole del suo ruolo. I suoi tre figli ormai
sono grandi e la vita non sembra riservarle più molte sorprese,
finché non incontra Elia (Giacomo
Gianniotti): un ragazzo affascinante, vitale, libero,
coetaneo del suo figlio maggiore, che esercita su di lei un fascino
irresistibile, ma anche ambiguo e spaventoso. Nonostante la
differenza di età, Gabriella si riscopre donna, amante…e per Elia
sarà pronta a mettere in gioco tutto, anche il rapporto con i figli
e la loro eredità.
INGANNO è basata
sulla serie britannica Gold Digger, creata e scritta da Marnie
Dickens e prodotta da Mainstreet Pictures, format distribuito da
ITV Studios.
Sono in arrivo, al cinema e su
Disney+, due nuovi remake in
live action degli originali animati della Disney. Si tratta di
La
sirenetta e Peter Pan & Wendy. Il primo dei due,
che uscirà al cinema il 24 maggio, ha fatto molto
discutere per via della scelta di assegnare il ruolo della
protagonista all’attrice di coloreHalle Bailey,
mentre il secondo, disponibile su Disney+ dal 28
aprile, ha a sua volta generato diverse polemiche per via
della presenza di una Trilli di
colore, interpretata da YaraShahidi. Sembra però che i due film faranno
molto di più che proporre tali personaggi con un’etnia differente
rispetto alle rispettive versioni animate, andando ad abbattare gli
stereotipi sessisti esistenti in quei Classici Disney.
Parlando della sua sirenetta, la
Bailey ha detto di sentirsi “davvero entusiasta, perché abbiamo
decisamente cambiato la prospettiva del suo desiderio di lasciare
l’oceano per un ragazzo. Ora è molto più complessa di così.
Riguarda se stessa, il suo scopo, la sua libertà, la sua vita e
ciò che vuole. Come donne siamo fantastiche, siamo indipendenti,
siamo moderne, siamo tutto e ancora di più. E sono contenta che La
Disney stia aggiornando alcuni di questi temi”. La Shahidi, a
sua volta, ha spiegato come l’imminente remake di Peter
Pan corregga aspetti del film Disney originale.
“Penso che i remake debbano
dimostrare perché vale la pena di essere rifatti in primo luogo, e
avendo avuto la possibilità di guardare il film, credo che il
regista David Lowery lo abbia aggiornato in un modo che
corregge anche il tipo di stereotipi che sfortunatamente vengono
trasmessi attraverso quelle fiabe, come la rappresentazione
indigena, che era errata nella versione animata”. Nel Classico
Disney, infatti Peter Pan e i bimbi perduti entrano in contatto con
una tribù indigena, raffigurata attraverso numerosi stereotipi. I
due nuovi film in arrivo, dunque, offriranno una visione rinnovata
di tali aspetti, ponendo maggior rispetto e attenzione ad essi.
In vista dell’uscita dell’atteso
Air, il 6 aprile, Ben Affleck e
Matt Damon,
hanno spiegato com’è stato per Affleck dirigere finalmente Damon in
un progetto cinematografico. Come noto, i due sono amici sin da
quando erano ragazzi e insieme hannno anche vinto l’Oscar per la
miglior sceneggiatura originale nel 1998 per il film Will
Hunting – Genioribelle. Il loro nuovo progetto
collaborativo, Air, è un film biografico sul venditore di scarpe
Nike SonnyVaccario (Damon), che
mira ad ottenere un accordo promozionale con il debuttante Michael
Jordan prima che diventi una leggenda. Affleck, oltre
a dirigere il film, recita anche nei panni dell’uomo d’affari
Phil Knight.
Durante una recente intervista, i
due amici hanno commentato l’esperienza di aver finalmente trovato
l’occasione in cui Affleck dirigere Damon per la prima volta.
Scherzando tra loro, gli attori hanno discusso di come il loro
lavoro su Air sia stato lo stesso di ogni altra volta in
cui la coppia aveva collaborato precedentemente. “Abbiamo fatto
diverse recite al liceo in cui lui diceva: “Amico, penso che
dovresti farlo così”. – afferma Damon – “Mi ha diretto per
qualcosa come quarant’anni. Onestamente, è stata una specie di
progressione naturale. Abbiamo scritto un sacco di film, prodotto e
recitato insieme per così tanti anni e decenni, quindi non è stato
diverso lavorare in questo modo“.
“Abbiamo ricevuto spesso questa
domanda, continuo a pensare: “Avrebbe dovuto essere diverso?”
Perché sembrava esattamente lo stesso di sempre. – spiega poi
Affleck – E ciò che è stato davvero meraviglioso è che è stato
così bello lavorare insieme, è stata una specie di sensazione del
tipo “Dai, va tutto bene, amo gli attori, ti voglio bene, andrà
tutto bene, tutti, prendetevi tutto il tempo che volete, fate
quello che dovete fare e fatevi rispettare”, e in un certo senso
diffondere quell’energia“. Alla luce di ciò, non resta che
attendere dunque l’arrivo in sala di Air, per ritrovare i
due amici insieme sul grande schermo.
Come noto, Shazam! Furia
degli Dei (qui la recensione) ha debuttato
ben al di sotto delle aspettative al box office durante il fine
settimana appena passato, affermandosi come il titolo con il peggior risultato
di sempre per un film DCEU. L’attore protagonista, Zachary Levi,
interrogato a riguardo, sembra avere le idee molto chiare su chi ha
la colpa di tale flop: i fan tossici della DC e lo scarso
marketing. Un commento su Twitter ha infatti chiesto all’attore se
secondo lui i fan di Zack Snyder fossero contenti
del deludente esordio al botteghino di Shazam 2, in
quanto non vogliono supportare altri progetti della DC in seguito
alla decisione di non portare avanti lo Snyderverse.
L’attore di Shazam!
sembrava essere d’accordo con l’idea che il fandom tossico sia un
fattore, ma ha anche indicato come grande colpevole il marketing
del film. “Anche questo è vero. – ha scritto Levi –
Triste, ma vero. Quanto ciò influenzi effettivamente
il botteghino è difficile prevederlo. Ma penso che il problema più
grande che stiamo riscontrando sia il marketing. Questo è un
perfetto film per famiglie, eppure molte famiglie non ne sono a
conoscenza. Il che è un grande peccato”. Levi non però è
l’unico associato al sequel che ha detto la sua in seguito
all’esordio poco brillante del film.
Il regista David F.
Sandberg si è rivolto a Reddit per rispondere a un
commento sulla performance del film dicendo: “Non è che sia una
sorpresa. Ho visto dove stava andando a parare molto tempo
fa“. Ad oggi il film ha incassato in patria appena 31,8
milioni di dollari, arrivando a 66,4 milioni a livello globale. Un
risultato di molto al di sotto delle aspettative, considerando il
budget di circa 125 milioni. Dopo l’insuccesso di Black
Adam, dunque, continua la scia negativa della DC, la quale
dovrà sicuramente rivedere la propria strategia distributiva.
Prima c’era la tv. Rai Gulp,
Disney Channel, Nickelodeon. Reti traboccanti di storie,
programmi educativi, cartoons, telefilm per ragazzi. Era solo
davanti a quegli schermi che i più piccoli riempivano il loro
tempo. Adesso, invece, c’è anche YouTube, con
personaggi e format tutti da scoprire. I canali di intrattenimento
online per bambini sono nati in parallelo al progresso di internet,
diventando un altro bacino attraverso cui inebriarsi di racconti
fantasiosi e divertenti giochi.
L’approccio al
pubblico junior, in tal caso, è per certi
versi perfino più diretto e il cinema, che cerca di stare
al passo con i tempi sviluppando nuove narrazioni, ha intercettato
(quasi) subito questa modalità di fruizione, decidendo di trarne
qualche vantaggio. E così, passando da un medium piccolo come lo
schermo televisivo o il computer ad uno molto più grosso come
quello del grande schermo, questi nuovi protagonisti – gli
youtubers – sono riusciti ad ampliare il loro vasto e variegato
mondo.
Il caso box office di gennaio
dell’ultimo film dei Me contro Te nati dall’estro di Luì e Sofì,
che ha visto un superamento di Avatar – La via dell’acqua a livello di incassi, ha
fatto molto riflettere sulla direzione presa dal cinema italiano.
Il quale sta sperimentando nuove strade per permettere
all’industria di prendere una bella boccata d’aria e, in qualche
modo, risollevarsi. E chissà se Il viaggio
leggendario, primo film dei famosi youtubers
DinsiemE, non ne ripeterà l’evento, rallegrando il
nostro botteghino. La pellicola, diretta da Alessio
Liguori, è tratta dall’omonimo libro dei due protagonisti,
Erick Parisi e Dominick Alaimo, e sarà nelle sale
cinematografiche dal 23 marzo.
Il viaggio leggendario, la
trama
È una serata di pioggia. I DinsiemE
(Erick Parisi e Dominick Alaimo)
stanno dormendo sul divano, quando sentono bussare alla porta. È un
postino (Herbert Ballerina) che consegna loro un
misterioso pacco, dentro il quale la coppia trova un videogioco
intitolato “Il viaggio leggendario”. Decidono così di provarlo, ma
non appena lo avviano ne vengono risucchiati dentro. Approdati a
Leggendaria, i DinsiemE saranno separati e dovranno affrontare una
serie di livelli per poterne uscire fuori. Compito del duo sarà
sconfiggere il Dottor Giniu, fratello del Dottor Timoti, il quale
vuole impossessarsi dei tre amuleti dei Regni di Camelot, Atlantide
e Diamante per poter essere l’unico regnante.
Un film dal target specifico
Il viaggio
leggendario è un film che ben conosce il pubblico di
riferimento. Per quanto possa apparire una pellicola per famiglie,
è in realtà costruito con un linguaggio che solo lo
spettatore infantile può decodificare. La recitazione dei
protagonisti è caricaturale ma semplice, rimane invariata rispetto
al suo format digitale, adatta per comunicare ai bambini e a loro
soltanto. Tale approccio permette ai piccoli spettatori di
interfacciarsi con una narrazione in cui già si riconoscono e
amano, e che consente loro di vivere le stesse emozioni ma in
maniera molto più amplificata e suggestiva. Alessio Liguori, con
una regia basica e colorata, costruisce sullo schermo un mondo
fantasioso e magico, in cui far rivivere al pubblico – come lui
stesso dice – sia la scoppiettante storia dei Dinsieme che
l’avventura dei parchi tematici. Sfruttando i paesaggi meravigliosi
del Bel Paese, vengono rappresentati i Tre Regni di Leggendaria,
Camelot, Atlantide e Diamante, in cui il frizzante duo si muove per
superare i livelli del videogioco in cui è finito.
Buono persino il bilanciamento fra
effetti meccanici e digitali, i quali restituiscono una
composizione visiva tipica delle pellicole amate dal regista, da
Star
Wars a Ritorno al futuro. Anche la scrittura dei
dialoghi rimane fedele ai contenuti presenti sul web, con quella
giusta dose di ironia fanciullesca in grado di sviluppare
molti momenti di divertissement. A cui si
alternano, mai smorzando i toni ludici della pellicola, attimi di
riflessione sull’essere se stessi, sullo scoprirsi insieme e
tendersi la mano. Un argomento che calza a pennello considerato il
target in erba a cui si rivolge. Il motto di Erick e Dominick
“l’unione fa la forza” diventa così il cuore pulsante dell’intera
opera. Partendo dalla scoperta di sé e delle proprie abilità,
dall’affrontare paure e insicurezze, i protagonisti si
ricongiungono verso la fine per affrontare insieme, con più
consapevolezza e tenacia, i villain di Leggendaria.
Il viaggio leggendario, grazie alla sua freschezza e
vivacità, riesce dunque a veicolare messaggi importanti in modo
chiaro ed elementare, non sfociando mai nella noia e risultando
sempre ben leggibile allo sguardo dei bambini. Un prodotto
confezionato con sapienza per chi dall’altra parte lo fruisce, il
cui ritmo serrato mantiene alta l’attenzione e il coinvolgimento.
Non sorprenderebbe, quindi, se schizzasse in cima alla classifica
delle pellicole più viste già al primo weekend di proiezioni.
Il regista Gerard
Johnstone, ha condiviso nuovi dettagli sulla trama del suo
film Justice League Dark ed ha
espress il proprio interesse a tornare sul tale progetto,
attualmente scartato nel futuro, per il DC
Universe di James
Gunn. La DC, come noto, ha tentato molte volte di
realizzare un progetto sulla Justice League Dark, prima con Guillermo del
Toro e poi con J.J.
Abrams, i quali avevano firmato ciascuno per portare
sul grande schermo una propria versione di quel gruppo di
supereroi, senza però riuscirci. Johnstone, che ha recentemente
diretto il grande successo horror M3GAN, era a sua volta
in procinto di scrivere la sceneggiatura prima che le deludenti
performance al botteghino di Justice League e Suicide Squad portassero la DC a scartare
il film.
Promuovendo ora l’uscita in
home-video di M3GAN, Johnstone ha rivelato a ScreenRant
ulteriori dettagli sulla sua sceneggiatura di Justice League
Dark, spiegando perché il progetto è stato scartato e fornendo
dettagli intriganti sulla trama che dipingono
Zantana come il protagonista principale del film,
così come le sue speranze di parlare con Gunn del film per
eventualmente poterlo realizzare all’interno del nuovo DC
Universe. “Quello è stato un periodo difficile per la
DC. – ha affermato il regista – Mi è stato detto che non
volevano spendere soldi per un altro film con un mucchio di
personaggi di cui nessuno ha sentito parlare, e lo
capisco.”
“Ero a metà del processo di
scrittura della sceneggiatura, con Deadman, Swamp Thing,
Constantine, Zatanna. Quest’ultimo sarebbe stato personaggio
principale, perché sta scoprendo i suoi poteri magici per la prima
volta e i personaggi dovevano andare tutti all’inferno per prendere
il padre di Zatanna.“. Sono naturalmente in molti a sperare
nell’effettiva realizzazione di un film sulla Justice League
Dark, la quale potrebbe perfettamente trovare posto nel
DC
Universe di James Gunn, il quale non ha mai nascosto di apprezzare
tale squadra di antieroi. Non resta dunque che attendere per
scoprire se tale progetto riuscirà finalmente a prendere forma.
Daredevil:
Born Again potrebbe essere semplicemente una quarta
stagione della serie Netflix, almeno stando a ciò che ha dichiarato
Erik Oleson, uno degli showrunner dell’adattamento
televisivo di Daredevil di Netflix.
In un’intervista con ScreenRant, Oleson ha discusso
di come il futuro del personaggio potrebbe non essere completamente
separato da ciò che è accaduto prima. Disney+ espanderà il mondo
dell’eroe, nella sua prossima serie televisiva, Daredevil:
Born Again, con
Charlie Cox che torna nei panni di Matt Murdock dopo
le sue comparsate in Spider-Man: No Way Home e in
She-Hulk: Attorney At Law. Ufficialmente, il
progetto non è un sequel diretto dello show lanciato da Netflix nel
2015. Ma Oleson sente che c’è una sorta di connessione spirituale
che collega le due storie:
“Faccio il tifo per loro. Non ho
nessuna informazione privilegiata. Sapevo che sarebbe successo solo
dai passaparola tra gli amici coinvolti con la famiglia Marvel. Ma davvero non so ancora
cosa stiano pianificando. Abbiamo usato pezzi di Born Again nella
nostra stagione. Lo chiamo ancora [Daredevil:
Born Again] stagione 4, ma stanno cercando di insistere che non
lo sia, quindi andrò d’accordo con qualunque titolo vogliano
dargli.
Sono molto felice che Charlie e
Vincent, e si spera che altri nostri amici della Marvel, avranno la possibilità di
partecipare alla serie. Sono un loro grande fan; Sono un grande fan
dello show. Non vedo l’ora di vedere di cosa si tratta. Spero sia
fantastico, mettiamola così.”
Mentre è bello sentire Oleson
affermare che le avventure di Daredevil continueranno in qualche
modo senza deviare troppo da quanto già stabilito per il
personaggio, c’è ancora parecchio scompiglio tra le opinioni dei
fan a causa del fatto che, pare, Karen Page (Deborah Ann
Woll) e Foggy (Elden Henson) non
dovrebbero tornare per la serie Disney+. Se questa versione di
Matt Murdock è davvero quella che è stato presentato al pubblico
nel 2015, dovrebbe esserci una buona ragione per cui non dovrebbe
più accompagnarsi con i suoi migliori amici. Tuttavia, i fan
vedranno alcuni volti familiari nella serie.
È stato recentemente annunciato che
Jon Bernthal, che ha interpretato il Punitore
nella serie Netflix originale,
riprenderà il ruolo nel progetto Disney+. Il
vigilante ha incrociato la strada con Daredevil durante la seconda
stagione dello show, dove i due si sono scontrati riguardo ai loro
diversi punti di vista per portare giustizia. Punisher non sarà
l’unico cattivo a tornare, poiché
Vincent D’Onofrio tornerà nel ruolo di Kingpin.
L’attore è apparso in precedenza nei panni di Fisk in
Hawkeye del 2021.
Deadline ha confermato la
segnalazione di Above the Line secondo cui gli
sceneggiatori Damon Lindelof e Justin
Britt-Gibson hanno entrambi lasciato il loro film di
Star
Wars, che era ancora senza titolo. Il progetto, che sarà
diretto da Sharmeen Obaid-Chinoy, sta però ancora
andando avanti alla Lucasfilm.
Inoltre, nonostante l’uscita di
Lindelof dal progetto, è stato riferito che il film sarà annunciato
ufficialmente ad aprile durante la Star Wars
Celebration di quest’anno. La trama del film rimane in
gran parte misteriosa, ma le prime indicazioni suggeriscono che il
progetto è incredibilmente importante per Lucasfilm per una grande
ragione. Si dice che il film avrà luogo dopo Star Wars: L’ascesa di Skywalker e
conterrà i personaggi della trilogia del sequel. Se fosse vero,
questo segnerebbe la prima volta che i personaggi dei film più
recenti torneranno nel franchise. Inoltre, sarebbe probabilmente il
prossimo lungometraggio di Star Wars ad arrivare nei cinema.
La lista di progetti Stars Wars
destinati al cinema ha dovuto affrontare significativi problemi
negli ultimi tempi, problemi legati a uscite dai progetti “per
ragioni creative”. Recentemente, è stato riferito che il
misterioso progetto di Star Wars del presidente dei Marvel StudiosKevin Feige,
scritto da Michael Waldron di Doctor Strange and the Multiverse of
Madness, non stava più andando avanti. Inoltre,
Patty Jenkins non avrebbe più diretto il film sul
Rogue Squadron precedentemente annunciato,
oltretutto il progetto è stato accantonato a tempo indeterminato.
Le ragioni esatte delle loro cancellazioni premature rimangono poco
chiare. Detto questo, sembra che lo studio sia determinato a far
decollare il film di Obaid-Chinoy nonostante l’assenza di Lindelof
e Britt-Gibson.
Sebbene la notizia arrivi
inaspettata, non è del tutto sorprendente. Durante un’intervista
con /Film, Damon
Lindelof ha sottolineato la difficoltà di entrare
nell’universo di Star Wars e ha accennato all’inutilità di
realizzare il progetto:
“Dirò solo che per ragioni che
non posso approfondire, il grado di difficoltà è estremamente,
estremamente, estremamente alto. Se non può essere eccezionale, non
dovrebbe esistere. Questo è tutto ciò che dirò, perché è il primo
film che ho visto seduto in grembo a mio padre, a quattro anni, nel
maggio del 1977. Penso che sia possibile che a volte quando tieni
qualcosa in così grande rispetto e stima, cominci ad entrare in
cucina e dici semplicemente: “Forse non dovrei cucinare. Forse
dovrei solo mangiare”. “
Sembra proprio che i fan della
Marvel potrebbero dover
aspettare un po’ più del previsto per assistere alla conclusione di
Avengers: Secret Wars. Secondo
quanto riferito da alcune fonti, i Marvel Studios starebbero discutendo della
possibilità di dividere l’imminente epico film sugli Avengers in
due film, con la seconda metà ritardata dunque fino alla ancora non
annunciata Fase 7. Secondo Inside the
Magic, infatti, affidabili addetti ai lavori hanno
riportato che i Marvel Studios stanno
riconsiderando il modo migliore per distribuire Secret Wars e l’opzione più
quotata sarebbe proprio quella di dividere l’epico finale
della Multiverse Sagain
due parti.
Se questa sarà davvero l’opzione
portata avanti dalla Marvel, Secret Wars Part
II e la fine dell’intera Multiverse Saga sarebbero dunque
ritardati di “alcuni anni“. Al momento, naturalmente, i
Marvel Studios e la Disney non
hanno risposto a tali notizie, il che significa che i fan
dovrebbero prendere queste affermazioni con le pinze. per adesso.
Attualmente, Avengers: Secret Wars è
programmato per arrivare come un unico film sul grande schermo il
1 maggio 2026. Si tratterà come noto della
conclusione della già citata Multiverse Saga, anche se allo stato
attuale si sa molto poco della sua trama e dei personaggi che
saranno coinvolti.
È però certo che i fan aspettavano
da tempo notizie riguardo un potenziale adattamento live-action
dell’iconica serie di fumetti, che vede vari eroi e cattivi
Marvel
essere presi da un’entità cosmica nota come The
Beyonder, e portati a scontrarsi su un pianeta chiamato
Battleworld. Non sappiamo se sarà effettivamente questa la vicenda
alla base di Secret Wars, ma è logico pensare che
rappresenterà un’epica conclusione di questa Multiverse Saga e che
offrirà dunque uno scontro di proporzioni epiche, similmente a
quanto avvenuto in Avengers: Endgame.
Resta ora da scoprire se tale scontro sarà diviso in due film o
no.
Taron Egerton sarà pure un attore candidato all’Oscar,
ma non dimentica le sue radici come ragazzo cockney diventato super
spia e vorrebbe davvero fare un altro tentativo con il franchise di
Kingsman con il regista Matthew
Vaughn. Egerton si è fatto un nome in
Kingsman: The Secret Service nei panni di Eggsy, che
viene reclutato da Harry Hart (Colin
Firth) per diventare un membro di Kingsman, una
società segreta formata durante la prima guerra mondiale per
proteggere il Regno Unito e il mondo, dalle minacce globali. Ha
ripreso il ruolo in
Kingsman: The Golden Circle ed è destinato a tornare
ancora una volta in (quello che potrebbe essere chiamato)
Kingsman: The Blue Blood.
Parlando con Steve
Weintraub di Collider durante il suo tour stampa per
l’imminente Tetris,
l’attore ha confermato di desiderare di tornare al personaggio di
Eggsy per un altro round e di avere le sue idee per le direzioni in
cui dovrebbe muoversi la trama. Egerton ha spiegato: “Ho
un’idea per Kingsman. Ho la mia idea che vorrei presentare a
Matthew, e penso che accadrà presto, ma ha le ruote in movimento su
una sua grande idea. Quindi chissà, sai? Chissà dove
atterrerà?”
Per quanto riguarda i piani di
Vaughn che Egerton ha anticipato, dopo l’uscita di
The King’s Man nel 2021, lo sceneggiatore-regista ha
condiviso di avere grandi progetti per la dinamica tra Eggsy e
Harry. Il duo ne ha passate tante, con Harry che muore, torna in
vita e perde brevemente la memoria, e sembra che Vaughn abbia
intenzione di mettere alla prova la loro relazione nel trequel.
In linea con queste dichiarazioni,
durante l’intervista con Collider,
Taron Egerton ha condiviso che gli piacerebbe
vedere
Colin Firth tornare al suo fianco un’ultima volta,
aggiungendo che voleva rendere giustizia al ruolo che gli ha dato
la sua grande svolta, dicendo:
“[Vaughn] ha tutte le intenzioni
di farcela, e io ho tutte le intenzioni di interpretare Eggsy
ancora una volta. È sempre stato quello che ho pensato di
impegnarmi a fare. È il ruolo che mi ha dato un nome, quindi
suppongo, in un certo senso, voglio solo che sia assolutamente
giusto se lo facciamo di nuovo, e voglio che la storia renda
giustizia alla parte che ha davvero cambiato la mia vita.
Voglio che sia un finale
appropriato. E, ovviamente, spero davvero che Colin [Firth] torni
almeno per una parte, e chi lo sa? Bisognerà vedere, ma abbiamo in
programma di parlarne, in realtà, la prossima volta che ci vediamo,
quindi chi lo sa?”.
Kingsman 3 svelerà
un nuovo capitolo per l’agenzia di spionaggio britannica, dopo la
sua distruzione in
Kingsman: The Golden Circle che finisce per essere
salvata da The Statesmen (l’equivalente americano
di Kingsman), agenzia che ha fornito a Eggsy e Harry i mezzi per
ricostruire da zero. Un prequel,
The King’s Man, è stato distribuito nel 2021 e
basandoci sulla scena post-credit, Vaughn ha in programma di
espandersi anche in quell’angolo dell’universo.
Con l’uscita in sala di Avatar – La via
dell’acqua, lo scorso dicembre, la saga cinematografica
ideata da James Cameron e
ambientata sul pianeta Pandora ha ripreso il via, con anche altri
tre capitoli annunciati e in arrivo nei prossimi anni. Il primo di
questi sarà Avatar
3, ancora senza titolo ufficiale, che come noto
introdurrà importanti novità, a partire dal primo popolo Na’Vi
caratterizzato come “cattivo”, ovvero il Popolo della
Cenere. Sappiamo ancora pochissimo di questo e dei
personaggi che lo comporranno, ma sembra ora che non si tratterà
dell’unica nuova cultura che il film introdurrà nella saga.
Durante una conferenza stampa per
promuovere l’uscita in digitale di Avatar – La via
dell’acqua, il produttore Jon Landau ha
affermato che Avatar 3 esplorerà nuove culture Na’vi,
spiegando anche che insieme ai nuovi introdotti i Metkayina, ovvero
il popolo dell’acqua, continueranno ad essere una parte importante
della storia di Avatar. “Ogni film introduciamo nuovi
biomi e nuove culture. E poiché stiamo introducendo nuove culture,
abbiamo nuovi personaggi. Ma ciò non significa che perderemo quelli
vecchi, che rimarranno con noi. Quindi le persone del mare avranno
ruoli diversi, i Metkayina, dentro e fuori queste storie, ma fanno
ormai parte del canone che abbiamo creato”.
A quel punto Landau ha affermato
anche che “incontreremo almeno due nuovi clan nel prossimo
film, dal punto di vista culturale, e andremo avanti così anche per
i prossimi film”. Dunque, sembra proprio che oltre al Popolo
della Cenere ci sarà almeno anche un altro popolo introdotto in
Avatar 3, anche se al momento quest’ultimo rimane del
tutto sconosciuto. Come sappiamo, il terzo film della saga è già
stato girato, dunque potrebbe essere solo questione di tempo prima
di scoprire qualche dettaglio in più a riguardo e soprattutto
sapere se i popoli saranno effettivamente solo due o anche di più e
se staranno dalla parte dei buoni o dei cattivi.
ATTENZIONE – L’articolo contiene
spoiler su Shazam! Furia degli Dei
Si è alzato un polverone su internet
quando la modella Taylor Cahill ha pubblicato le
sue foto dal set del film in cui indossa il costume da amazzone di
Gal Gadot commentando: “Il segreto è stato
svelato! Sono così grata per la straordinaria opportunità di essere
stata la controfigura di Wonder Woman, alias Fake Wonder Woman! Vorrei
ringraziare
Gal Gadot, Zachary Levi, l’intero cast, la troupe e CLICK
Models che hanno permesso questa esperienza così incredibile. Ora
smettete di leggere e andate a vedere Shazam! Furia
degli Dei”.
Dal commento di Cahill e dalle foto,
sembra che il cameo di Gal Gadot nel film non sia stato altro che
opera del deepfake, cosa che coinciderebbe anche con i tempi delle
riprese del film, dal momento che Shazam! Furia
degli Dei è stato girato in concomitanza con
Assassinio sul Nilo, di cui
Gadot era protagonista. E infatti la reazione di internet non si è
fatta attendere, con tantissimi fan che si sono rivoltati su
Twitter additando il “finto cameo” come una presa in giro.
A sedare gli animi è intervenuto il
regista del film, David F. Sandberg, che ha
spiegato il ruolo di Taylor Cahill nella ripresa e
che ha sedato gli animi, per adesso: “Abbiamo girato la scena
con Taylor per capire quale copertura avremmo avuto bisogno di
ottenere con Gal dato che non poteva arrivare ad Atlanta. È anche
il corpo di Taylor con sopra la testa del mago. Non c’è
assolutamente nessun deepfake in corso. Quando vedete Gal, è lei al
100%”.
Più che una
controfigura, Taylor Cahill è stata
quindi uno stand-in, un riferimento per la troupe in vista delle
vere e proprie riprese con Gal Gadot, che a questo
punto si sono svolte in un momento successivo.
Shazam! Furia degli Dei, il
film
Shazam! Furia
degli Dei continua la storia dell’adolescente Billy
Batson che, dopo aver recitato la parola magica “SHAZAM!“,
si trasforma nel suo alter ego da supereroe adulto, Shazam.
Il cast del sequel include Zachary Levi nei panni di Shazam,
Asher Angel nei panni di Billy Batson,
Jack Dylan Grazer nei panni di Freddy Freeman,
Adam Brody nei panni del supereroe Freddy,
Ross Butler nei panni del supereroe Eugene,
Meagan Good nei panni del supereroe Darla,
DJ Cotrona nei panni del supereroe Pedro,
Grace Caroline Currey nel ruolo di Mary
Bromfield/la supereroina Mary. Djimon Hounsou ritorna nei panni del Mago,
mentre Rachel Zegler,
Lucy Liu e Helen Mirren si sono unite al film come
cattivi appena creati. Shazam! Furia
degli Dei è uscito il 17 marzo 2023. Il film è
prodotto da Peter Safran.
La serie vincitrice
dell’Emmy, Succession,
torna per la quarta stagione con l’aumento delle tensioni
alla e si promettono scintille alla Waystar Royco.
La battaglia per l’acquisizione del conglomerato mediatico si
infittisce dopo il devastante colpo di scena del finale della terza
stagione che ha messo Tom (Matthew
Macfayden) e Greg (Nicholas
Braun) in una posizione di vantaggio nei confronti dei
figli di Logan Roy (Brian
Cox), interpretati da Jeremy Strong, Kieran Culkin,
Sarah Snook e Alan Ruck.
Succession 4×01 si porta dietro il
pesante bagaglio emotivo del finale della stagione precedente. Non
è più una guerra tra Logan e
Kendall, ma quest’ultimo ha trovato in
Shiv e Roman nuovi alleati.
Succession 4×01 dà
l’inizio a una guerra mediatica all’ultimo sangue. Già dalle poche
righe di una segretissima trama possiamo comprendere il peso che
avrà Succession 4 nelle prossime settimane:
“La vendita del conglomerato mediatico Waystar Royco al
visionario tecnologico Lukas Matsson si avvicina sempre di più. La
prospettiva di questa vendita sismica provoca angoscia esistenziale
e divisione familiare tra i Roy, che prevedono come saranno le loro
vite una volta completato l’affare. Ne consegue una lotta per il
potere, mentre la famiglia valuta un futuro in cui il suo peso
culturale e politico è fortemente ridotto”.
Logan Roy in una scena di Succession 4×01
Succession 4×01, la
recensione
Dopo anni di continue lotte di
potere tra i membri della famiglia Roy, è giunto
il momento di decidere il destino della Waystar
Royco. Questa ultima stagione di
Succession, inizia dove ci eravamo lasciati. I
figli di Logan sono costretti a unire le forze per cercare di
superare il padre. Il dramma familiare che si è consumato sul
finale della terza stagione ha portato a delle conseguenze. Non si
può tornare indietro e a rimetterci sono soprattutto le relazioni:
tra Logan e i figli e tra Shiv e Tom.
I fratelli Roy,
interpretati da Kieran Culkin, Jeremy Strong e
Sarah Snook, uniscono le rispettive forze
aziendali per conquistare il conglomerato Waystar
Royco. L’alleanza ribelle prevede inizialmente la
creazione di un prodotto nuovo sul mercato, The Hundred,
un competitor che potrebbe dare del filo da torcere. “Qualcosa
di nuovo: un mix tra The Economist, The Indipendent”. Roman in
questo Succession4×01 sembra essere
quello più con i piedi per terra. Per una volta il fratello minore
dei Roy cerca di dimostrare il suo vero valore, mantenendo il suo
spiccato black humor.
Parallelamente, in un appartamento
a New York si sta festeggiando un blindatissimo compleanno di
Logan Roy. L’unico figlio presente alla festa è
Connor che non ha voltato le spalle al padre –
almeno per il momento – ma che si serve di lui come principale
fonte di denaro, una sorta di bancomat per portare avanti la sua
campagna elettorale – al momento disastrosa. Ma è evidente che la
sola presenza di Connor, così come di tutti gli
invitati alla festa infastidisce lo stesso Logan che in
Succession 4×01 ne esce sconfitto.
Il finale della terza stagione ci avevamo
mostrato un Logan vincitore, come sempre un passo avanti a tutti,
soprattutto ai suoi figli che stavano cercando di spodestarlo. La
posizione di Logan in questo Succession
4×01 cambia radicalmente. Il personaggio di Brian Cox sembra quasi reclamare l’assenza dei
figli chiedendo ai suoi tirapiedi di fare qualche battuta su di
lui, di criticarlo, di arrabbiarsi, di simulare il “roast comedy”
della stagione precedente. Invece, Logan ha davanti a sé persone
che hanno paura di lui, che sono terrorizzate come afferma lo
stesso cugino Greg. Gli unici in grado di poter
fare qualche battuta su di lui, che lo tenevano vivo in questo
senso sono i suoi figli che in questo episodio riescono a tenergli
testa, dimostrando di poter combattere la balena bianca.
La prima mossa la fanno i fratelli
Roy che unendo le loro finanze riescono a
strappare un accordo con la PGM a discapito del
padre. Naomi Pierce, uno dei membri del consiglio
di amministrazione del PGM, membro della famiglia Pierce ed ex di
Kendall, farà da tramite con Nan
Pierce che possiede l’azienda. Tornando indietro nel
tempo, prima degli avvenimenti di Succession 4×01,
la famiglia Pierce stava per firmare un accordo con
Logan sul finale della stagione precedente quando
trapelarono le accuse di violenza sessuale sulla crociera. In quel
frangente, l’accordo salta, portando Logan sull’orlo
dell’esaurimento.
Tom e Greg in una scena di Sccession 4×01
Un triste, triste giorno quando
l’amore muore
Parallelamente a queste dinamiche
aziendali che prevedono lo spostamento di somme di denaro folli –
impossibili da quantificare anche per Roman – i
fratelli Roy devono vedersela anche con le
rispettive vite private. In questo Succession 4×01
la vita di Shiv subisce le conseguenze degli
avvenimenti della passata stagione, complice il fatto che il marito
le ha voltato le spalle, tramato contro di lei per favorire il
padre. Shiv ha l’istinto naturale della leadership
ma sul finale della terza stagione commette un errore da
principiante. Si fida di Tom rivelandogli la
possibilità di un’importante cambiamento di rotta nell’azienda e lo
stesso Tom, suo marito, sarà il primo tradirla andando a rivelare a
Logan l’alleanza ribelle dei figli.
Questa mancata fiducia da parte di
Shiv che si aggiunge ai precedenti problemi
coniugali tra i due, evolveranno in Succession
4×01 con l’inizio di una separazione, apparentemente senza
conseguenze. La concreta affermazione di un divorzio però aiuterà
Shiv a stringere ancora di più una alleanza con i
Pierce – che non vedono di buon occhio il matrimonio di Shiv con un
membro della concorrenza – e chiudere l’accordo con Nan
Pierce. Superato dai suoi stessi figli, ed escluso dal
tavolo delle trattative, Logan fa un primo finto passo per
avvicinarsi a Shiv, Kendall e Roman: li chiama per congratularsi
per la chiusura del contratto.
Vedremo come evolverà questa quarta
stagione di Succession, come inizio non c’è male.
Il ritmo lento e scandito aiuta lo spettatore a immergersi
all’interno delle complicate dinamiche aziendali. Succederà di
tutto anche con il ritorno, confermato, del personaggio di Alexander Skarsgård, il norvegese Matsson con
cui Logan è in affari. Parte di questa quarta e ultima stagione è
stata girata in Norvegia occidentale, tra cui la Strada dell’Oceano
Atlantico, la Gondola di Romsdalen e il Juvet Landscape Hotel.
Nella filmografia di Matteo Garrone,
il film del 2008 Gomorra ha rappresentato
un vero e proprio spartiacque. Da quel momento il suo nome è
diventato uno dei più noti del panorama cinematografico italiano,
permettendogli di dar poi vita ad opere di grande richiamo come
Il racconto dei racconti,
Dogman e Pinocchio. Il film
tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano
ebbe infatti un successo straordinario, arrivando ad incassare
oltre 10 milioni di euro in Italia e oltre 46 in tutto il mondo.
Numerosi sono anche stati i riconoscimenti ottenuti, tra Festival
di Cannes, David di Donatello ed European Film Awards.
Curato con estremo e crudo realismo,
che ha poi fatto fatto la fortuna del film, Gomorra è ora
disponibile con una nuova edizione curata dallo
stesso Garrone. Questi ha aggiunto nuove scene e
cambianto il montaggio generale, rendendo l’opera
più fluida e fruibile. “L’idea di rimettere le
mani su “Gomorra” nasce in seguito a una proiezione che ho fatto
con mio figlio, – racconta Garrone – che ha la stessa età
del film: dodici anni. Rivedendolo con lui mi sono ritrovato spesso
a dover spiegare dinamiche che non erano chiare nel racconto. Già
questo non era un buon segno, e arrivati a una scena dell’episodio
del sarto, Nicola mi ha chiesto: “Papà, ma cosa sta
succedendo?”.”
Dalla necessità di rendere più
chiari certi passaggi drammaturgici, senza rinunciare
all’originalità della struttura originaria, il regista ha così dato
vita ad una versione che a distanza di anni può ancora essere in
grado di comunicare con fredda lucidità il dramma della camorra.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo e dove
invece poterlo vedere in TV.
La trama e i personaggi di Gomorra
Il film segue le vite di diversi
personaggi, ognuno con le proprie caratteristiche e la propia vita
autonoma, ma tutti legati da un filo invisibile chiamato camorra.
Il primo protagonista è Pasquale, abilissimo sarto
d’alta moda che si trova di fronte alla scelta di tradire o meno il
proprio datore di lavoro in favore di un’azienda cinese. Sulla sua
scelta pesa però il ruolo della camorra, che non accetta intralci
al proprio operato. Vi è poi Totò, che viva a
Scampia e la cui adolescenza è infestata dalla faida tra gli
scissionisti e il clan Di Lauro. A soli tredici anni, il ragazzo
dovrà a sua volta prendere una decisione molto difficile e
scegliere da che parte stare.
Terzo protagonista è
Franco, imprenditore napoletano che ha trovato un
modo tanto ingegnoso quanto dannoso per smaltire una serie di
rifiuti tossici. Per allargare il suo commercio, l’uomo assume
Roberto, incaricandolo di trovare le cave migliori
e i migliori veleni per smaltire tali sostanze, anche a scapito
della gente che abita nei dintorni. Infine vi sono
Marco e Ciro, due adolescenti
cresciuti con il mito dei gangster americani, i quali ambiscono ora
a fare il grande salto da semplici delinquenti del clan dei
casalesi al mettersi in proprio nel gestire una serie di traffici
illeciti. Scopriranno però a loro spese che nessuno può lasciare né
mettersi contro il clan.
Gomorra: il cast del film
Per il suo film il regista scelse di
ricorre in gran parte ad attori poco noto al cinema o in
televisione, attivi principalmente a livello teatrale in Campania.
Questi, che conoscono bene la difficile realtà raccontata nel film,
hanno così potuto donare alla storia un maggiore realismo. Nei
panni di Totò vi è dunque Salvatore
Abruzzese, mentre ad interpretare Marco e Ciro vi sono
Marco Macor e Ciro Petrone.
Quest’ultimo è poi comparso anche in altri film come Song’e
Napule, Ammore e malavita e Pinocchio. Sono poi
presenti nomi come Carmine Paternoster nei panni
di Roberto, Gaetano Altamura in quelli di
Gaetano e Alfonso Santaga per Dante
Serini.
Ad interpretare alcuni dei
personaggi principali vi sono però anche attori professioni. Primo
tra questi è Toni Servillo
nei panni dell’imprenditore Franco. L’attore si dichiarò da subito
interessato al progetto, considerandolo un caso unico nel cinema
italiano che mescola informazione a intrattenimento. Ad
interpretare il sarto Pasquale vi è invece Salvatore
Cantalupo, attore visto anche in Corpo celeste,
Qualunquemente e Il giovane favoloso. La cantante e
attrice Maria Nazionale interpreta Maria, madre di
Totò costretta a confrontarsi con difficili situazioni. Nei panni
del contabile noto come Don Ciro, presente nell’episodio di Totò,
vi è infine l’attore Gianfelice Imparato,
recentemente visto al cinema in Tito e gli alieni e
Figli.
Il trailer di Gomorra e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Gomorra
è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes e Tim
Vision. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento
generale alla piattaforma in questione o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio
della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio sarà
possibile disporre del film soltanto per un tempo determinato. In
alternativa, il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di martedì 21 marzo alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Le riprese di Captain
America: New World Order sono cominciate da poco
e Anthony
Mackieè stato fotografato sul set del film dove
indosserà ufficialmente il suo costume da nuovo Captain America,
raccogliendo l’eredità lasciatagli da Steve Rogers alla fine di
Avengers: Endgame. Mackie si trova
sul set del film ad Atlante, in Georgia, per le riprese
principali.
Anthony Mackie has started filming the
fourth “Captain America” film and there’s some interesting photos
from the set as well! https://t.co/nloMAG5qna
Julius Onah dirige
Captain
America: New World Order, su una sceneggiatura di
Malcolm Spellman e Dalan Musson. Il cast comprenderà
Anthony Mackie nei panni di Sam Wilson/Captain
America, Danny Ramirez nei panni di Joaquín
Torres/Falcon, Tim Blake Nelson nei panni di
Samuel Sterns/Leader, Carl Lumbly nei panni di
Isaiah Bradley e Shira Haas nei panni di Ruth
Bat-Seraph/Sabra. L’uscita al cinema è prevista per il 3
maggio 2024.
Jake Schreier
dirigerà Thunderbolts e
si baserà su una una sceneggiatura di Eric Pearson. Il cast
dell’ensemble è composto da Florence Pugh come Yelena Belova, Sebastian Stan come Bucky Barnes/Winter
Soldier, Wyatt Russell come John Walker/US Agent,
Olga Kurylenko come Antonia
Dreykov/Taskmaster, David Harbour come Alexei Shostakov/Red
Guardian, Hannah John-Kamen come Ava Starr/Ghost,
e Julia Louis-Dreyfus come Contessa Valentina
Allegra de Fontaine. Thunderbolts uscirà
nei cinema il 26 luglio 2024.
Uno dei vantaggi apportati dalle
piattaforme streaming è la possibilità di entrare in contatto con
prodotti, siano essi film o serie, proveniente da paesi diversi dai
soliti Stati Uniti, Inghilterra e Francia. Si ha invece ora modo di
imbattersi anche in opere proveniente da paesi poco esplorati a
livello cinematografico, che proprio grazie a piattaforme come
Netflix hanno dunque l’occasione di mostrarsi al
mondo intero. Uno dei più recenti esempi a riguardo è il
thriller Noise, proveniente dal
Belgio. Diretto da Steffen Geypens, è questo un
titolo che unisce mistero, introspezione psicologica e tanti colpi
di scena.
Il risultato è un godibile film di
genere che sta facendo parlare molto di sé. Attualmente, infatti,
aiutato anche dal buon passaparola, si trova al 2° posto
nella Top 10 dei film più visti in Italia. Elemento su cui
si fonda questo film è, come il titolo suggerisce, il sonoro. I
rumori a cui si fa riferimento diventano infatti l’origine di una
ricerca ossessiva da parte del protagonista, chiamato a risolvere
grandi misteri sul proprio passato. Ma procediamo con ordine.
Esploriamo qui di seguito sia la trama che il cast di attori
protagonisti di Noise, per poi cercare di far luce sul suo
significato complessivo.
La trama e il cast di Noise
Il film racconta la storia di
Matthias, influencer e giovane genitore del
neonato Julius, che, dopo essersi trasferito con
la sua famiglia nella sua casa di infanzia, scopre un oscuro
segreto appartenente al passato del padre colpito da demenza.
Inizia così un’indagine approfondita che lo porterà ad aprire un
vero e proprio vaso di Pandora pieno di segreti e a scatenare più
drammi familiari del previsto. Più prosegue nella sua ricerca
ossessiva, più Matthias inizia dunque a sviluppare una forma di
follia incontrollabile, che non può che preoccupare sua moglie
Liv. La donna, pronta a tutto pur di non perderlo,
dovrà però scontrarsi col fatto che potrebbe essere già troppo
tardi per salvare l’uomo che ama.
Il bello di imbattersi in film
proveniente da paesi cinematograficamente poco o per nulla a noi
noti è dato anche dal fatto di scoprire nuovi attori, come quelli
protagonisti di Noise. Ad interpretare Matthias, dunque,
ritroviamo Ward Kerremans, noto in patria per
serie come Grond, Billie vs Benjamin e Black Out.
Accanto a lui, poi, vi è l’attrice Sallie Harmsen
nel ruolo di Liv. La Harmsen è nota anche a livello internazionale
per aver interpretato una replicante nel film Blade Runner 2049 e
Carrie Price nella serie Diavoli. Vi è poi Johan
Leysen nel ruolo di Pol, padre di Matthias. Questi è un
prolifico attore belga, con all’attivo oltre 160 lavori tra cinema
e televisione. Infine, George Kluger interpreta
Julius, figlio di Matthias.
Noise: la spiegazione del film
Nel procedere ora con la spiegazione
del film Noise, si renderà necessario riportare alcuni
dettagli di trama che potrebbero rappresentare
spoiler per chi non avesse ancora visto il film.
Se dunque si desidera vederlo senza essere a conoscenza di tali
dettagli, si suggerisce di interrompere qui la lettura e tornare ad
essa in un secondo momento. Ma se invece si è già visto il film e
si è in cerca di chiarimenti sul significato del suo racconto, ecco
di seguito ciò che c’è da sapere.
Il mistero dietro la ricerca del
protagonista porta ad avere a che fare con una fabbrica
misteriosamente abbandonata vicino alla propria casa e che suo
padre, Pol, gli mostra. Matthias scopre poi che il posto era un
impianto chimico che era stato fondato ed era gestito dallo stesso
Pol molti anni fa. Sebbene l’istituzione fosse stata accolta con
favore dalla comunità dei quartieri circostanti in quanto creava
opportunità di lavoro, le cose non sono rimaste a lungo così
positive. Le acque reflue tossiche che venivano rilasciate
dall’impianto chimico avevano infatti causato danni alle persone,
tra cui irritazione agli occhi e difficoltà respiratorie.
Quando poi le camere della fabbrica
un giorno si allagano e cinque lavoratori rimangono uccisi
nell’incidente, Pol viene licenziato e la fabbrica viene chiusa.
Nel portare Matt per la prima volta ai cancelli della fabbrica, Pol
gli rivela che ci sono alcune cose che sono state accuratamente
tenute nascoste ai media e che altri segreti erano rimasti taciuti.
Da qui ha dunque inizio la ricerca ossessiva per la verità di
Matthias, che porterà però a scoprire semplicemente che non ci sono
affatto altri segreti. La follia che Matthias sviluppa nel corso di
questa ricerca, però, si rivela essere il frutto di una psicosi
postparto ereditata da sua madre.
Questa malattia spiega dunque la
crescente instabilità mentale del protagonista, che ha iniziato a
mostrarla già dopo la nascita del suo bambino. Mentre inizialmente
sembrava che tutto ciò fosse dovuto alla sua indagine sulla
fabbrica chimica, ora diventa chiaro che in realtà era il fatto di
diventare genitore a causare questo cambiamento in lui.
Impedendogli di suicidarsi come sua madre fece, Liv e Pol riescono
infine a farlo rinsavire, ristringendo i rapporti con lui, così che
Matthias possa a sua volta accettare il proprio ruolo di padre e
assumersene le responsabilità. Tuttavia, viene lasciato il dubbio
che la mente del protagonista non sia del tutto guarita, lasciando
dunque spazio a possibili nuovi pericoli.
Il trailer di Noise e dove
vederlo in streaming
Come anticipato, è possibile fruire
di Noise grazie alla sua presenza nel
catologo di Netflix. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo
tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso
a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.
Sky e Peacock
annunciano oggi che Eddie Redmayne (The Good Nurse, Il
processo ai Chicago 7, e La teoria del
tutto), attore pluripremiato, vincitore di un Oscar®, del
Tony Award e del Bafta Award, sarà protagonista (nei panni dello
Sciacallo) e produttore esecutivo della nuova serie Il
giorno dello Sciacallo, ispirata al thriller a sfondo
storico scritto da Frederick Forsyth “Il giorno dello
sciacallo” e all’omonimo adattamento cinematografico del 1973
della Universal Pictures.
Il giorno
dello Sciacallo è un’innovativa rivisitazione
contemporanea del romanzo e del film che pur rimanendo fedele al
DNA dell’opera originale approfondirà il camaleontico “antieroe” al
centro della storia, in un thriller ambientato nel turbolento
panorama geopolitico del nostro tempo, in una internazionale caccia
all’uomo, un gioco del gatto col topo ad alta tensione.
Lo sceneggiatore e
scrittore irlandese Ronan Bennett, creatore e scrittore
dell’acclamato successo mondiale Top Boy, sarà autore
scrittore e showrunner. Fra i lavori di Bennett anche la serie BBC
One Gunpowder con Kit Harington, Face e
Public Enemies con Johnny Depp e Christian Bale. Alla
regia Brian Kirk (Game of Thrones, Luther,
Boardwalk Empire, 21 Bridges).
La serie è prodotta
da Carnival Films (Downton Abbey, The Last Kingdom), parte
di Universal International Studios, una divisione di Universal
Studio Group, ed è stata commissionata da Sky e Peacock.
Gareth
Neame, Managing Director & Executive Producer at Carnival
Films “Siamo entusiasti di dare vita al remake di Ronan Bennett
dell’iconico thriller di Forsyth nel complesso mondo in cui viviamo
oggi e siamo incredibilmente fortunati ad avere un attore del
calibro di Eddie che interpreterà il nostro Sciacallo. La nostra
squadra creativa d’eccellenza si avvale anche della sceneggiatura
di Ronan e della regia di Brian Kirk.”
La produzione della
serie inizierà quest’anno. Gareth Neame e Nigel Marchant sono i
produttori esecutivi per Carnival Films. Frederick Forsyth sarà
consulente di produzione e Christopher Hall produttore. Sam Hoyle è
produttore esecutivo per Sky Studios.
La serie sarà
disponibile su Peacock negli Stati Uniti e su Sky nel Regno Unito,
Irlanda, Italia, Germania, Svizzera e Austria. La distribuzione
internazionale è di NBCUniversal per conto di Sky Studios.
Ecco il trailer italiano di
La Cospirazione del Cairo, il nuovo film
diretto da Tarik Saleh. La Cospirazione del
Cairo è stato presentato in anteprima al 75° Festival di Cannes, in
Concorso e ha vinto il premio alla
Migliore Sceneggiatura, firmata dallo stesso Tarik
Saleh.
Il film sarà distribuito in Italia da
Movies Inspired,
in collaborazione con BIM Distribution,dal
6 aprile 2023.
La Cospirazione del Cairo,
la trama
Il film è incentrato sulla morte del
Grande Imam durante il discorso di benvenuto di fronte un gruppo di
studenti della rinomata università del Cairo, quella di Al- Azhar,
nota come il centro del potere dell’Islam sunnita. La scomparsa
dell’Imam dà inizio a una lotta senza esclusione di colpi per
influenzare coloro che dovranno prendere il suo posto. Lo sa bene
Adam, un ragazzo di provincia da poco arrivato in città, che finirà
nel bel mezzo di questi scontri e di questi giochi di potere, dopo
che un suo compagno di studi viene rinvenuto morto nel cortile
dell’università.
Avengers: Endgame è stato il film in cui è avvenuto il
passaggio del testimone di Capitan America. In una
delle scene finali più memorabili, Steve Rogers dà lo scudo a Sam
Wilson, segnando così l’uscita dal MCU
di
Chris Evans, membro originale dei Vendicatori. Eppure circolano
voci di un possibile ritorno dell’attore. Ma come potrebbe essere
possibile questo?
Se ci pensiamo bene, la Saga
del Multiverso ha inserito nel MCU l’idea delle
varianti, ossia versioni di persone provenienti da altre realtà,
ragion per cui non sarebbe strana una sua apparizione. Al netto di
queste informazioni, possiamo dire che sono ben sei i prossimi
progetti del MCU che potrebbero vedere il
ritorno di Steve Rogers. Di seguito, un elenco di tutti i film e
serie che, nell’attesa del loro debutto, ci fanno sperare in una
comparsa dell’ex Capitan America.
Secret Invasion
Fra i prodotti in cui potrebbe
tornare Steve Rogers vi è Secret Invasion, che debutterà su Disney+ nel 2023. La miniserie vede il
ritorno di Nick Fury sulla Terra, il quale ha il compito di
indagare su alcuni Skrull mutaforma che si stanno infiltrando sulla
Terra da tempo. Essendo loro in grado di cambiare sembianze, questo
potrebbe essere un bell’escamotage per far apparire molti dei
personaggi esistenti e, in questo caso, anche dell’ex
Capitan America, seppur per un breve momento.
Ma non è l’unica soluzione, poiché
Secret Invasion avrà una parte ambientata
durante il Blip di cinque anni avvenuto in Avengers: Endgame. Tale evento è stato cruciale per la
storia della Terra e può essere sfruttato per far ritornare Chris
Evans nel MCU. Questo perché,
ricordiamo, Steve Rogers è sopravvissuto allo schiocco di Thanos ed
è stato un eroe attivo durante il Blip. Perciò si può ipotizzare
che, una volta tornato sulla Terra, Fury vada dagli ex Vendicatori
per farsi raccontare gli eventi di Avengers: Infinity War. In questo caso vedremmo però
una versione più giovane di Steve Rogers, ancora sofferente per la
sconfitta degli Avengers contro Thanos.
Capitan America: New World
Order
Capitan America: New World Order è il progetto in cui
è più probabile il ritorno di Steve Rogers. La pellicola segna il
debutto al cinema di Sam Wilson nei panni del nuovo Capitan
America ed è ambientata all’interno della Saga del
Multiverso. In questo caso, sempre se Steve Rogers sia ancora vivo
dopo la sua apparizione alla fine di Avengers: Endgame, potrebbe essere mostrato nella sua
versione più anziana. Questo perché, se l’ex Vendicatore dovesse
ancora esistere, il nuovo Capitan America potrebbe
cercarlo per chiedergli qualche consiglio su come essere un buon
eroe. In questo caso il MCU spiegherebbe anche l’attuale
posizione di Rogers, considerato che dall’ultimo film in cui è
apparso non si è saputo più niente.
Thunderbolts
Se in Captain America: New World Order Sam
Wilson potrebbe chiedere aiuto a Steve Rogers, Thunderbolts
potrebbe invece apporre la sua attenzione su Bucky Barnes, amico
d’infanzia dell’ex Vendicatore nonché super-soldato. Quest’ultimo
guiderà il gruppo di supereroi nella loro prima missione, seppur
sia Valentina Allegra de Fontaine la mente della squadra.
Essendo Steve Rogers stato in grado
di dare un ordine nel caos iniziale degli Avengers, e i Thunderbolts si presentano come un gruppo di
disadattati, l’ex Capitan America – più saggio e
anziano – potrebbe ritornare per dare consigli all’amico Barnes
riguardo la sua figura di leadership in questo nuovo team. Non
solo. Per riempire alcune lacune nella storia di Bucky nel
MCU durante Thunderbolts, Chris Evans potrebbe
comparire in alcuni flashback.
Deadpool 3
Un pensiero riguardo l’apparizione
di Chris Evans anche in Deadpool
3 è stato fatto, seppur sia fra le pellicole più
improbabili in cui vederlo. Ma, ragionando su quel che sarà il
film, non è da escludere. Infatti, la nuova avventura del mutante
lo vedrà esplorare il multiverso, ciò vuol dire che potrebbero fare
la loro comparsa alcune varianti dei leggendari eroi del
MCU, compreso l’ex Capitan America.
Ricordiamo, fra l’altro, che Deadpool 3 è, attualmente, l’unico progetto
che condurrà un personaggio del franchise X-Men della Fox nel
MCU.
Avengers: The Kang Dynasty
Un’altra probabile apparizione di
Steve Rogers potrebbe essere in Avengers: The Kang Dynasty. Il film potrebbe infatti
introdurre per la prima volta i Nuovi Vendicatori del
MCU, i quali si riuniscono per lottare contro le varianti di
Kang il Conquistatore. Questo si rivelerebbe un escamotage perfetto
per far tornare Chris Evans, magari come un Capitan
America multiversale, che arriva nell’universo 616 per
unirsi alla lotta contro Kang.
In Ant-Man and the Wasp:
Quantumania, Kang il Conquistatore è stato visto vantarsi
per aver sconfitto molte versioni degli Avengers nel multiverso,
ciò vuol dire che potrebbero esserci alcune versioni di
Capitan America sopravvissute ai suoi attacchi. In
questo caso, non è da escludere l’arrivo di una variante molto più
provata di Steve Rogers in Avengers: The Kang Dynasty,
in cui si potrebbe vedere un personaggio che è stato segnato da
anni di violenza per mano di Kang il Conquistatore.
Avengers: Secret Wars
Concludiamo con Avengers:
Secret Wars, la pellicola che dovrebbe portare a
conclusione la Saga del Multiverso. Gira voce che il film
accoglierà molti supereroi sia del MC che di altri franchise
Marvel quali gli X-Men e i
Fantastici 4 della Fox e gli Spider-Man della Sony. Va da sé che
questa potrebbe essere l’occasione per avere un grande ritorno di
molti personaggi del
MCU da tempo scomparsi, e i candidati principali sono proprio
Tony Stark/Iron Man di Robert Downey Jr. e Steve
Rogers/Capitan America di Chris Evans.
Avengers: Secret Wars potrebbe
essere l’opera volta a mettere un punto alle storie di questi
supereroi del passato.
Arriverà nelle sale a
giugno, distribuito da Lucky Red, Denti da
squalo, opera prima di Davide
Gentile, con Virginia Raffaele,
Claudio Santamaria, Edoardo Pesce
e, per la prima volta sul grande schermo, il giovane protagonista
Tiziano Menichelli.
Da un’idea di Valerio Cilio e
Gianluca Leoncini che firmano soggetto e sceneggiatura vincitori
del Premio Solinas, un racconto di formazione poetico e
avventuroso. Prodotto da Goon Films, Lucky
Red, Ideacinema con Rai
Cinema, in collaborazione con Prime Video. Il film vede per la prima
volta alla regia Davide Gentile, classe 1985, già autore del
pluripremiato cortometraggio “Food for Thought”.
La trama del film
Questa è la storia di Walter e
della più incredibile estate della sua vita. La scuola è finita e
Walter, 13 anni, ha appena perso suo padre. Nel suo vagare
apparentemente senza meta per il litorale romano, è un luogo
affascinante e misterioso a catturare la sua attenzione: una villa
abbandonata con una gigantesca, torbida, piscina. Ma la villa
non è incustodita e inizierà per lui un
viaggio indimenticabile.
Dopo aver ottenuto 9 nomination
agli Academy Award, tra cui quella per il Miglior Film, e 10
nomination ai BAFTA Award con 4 vittorie (Miglior Attrice Non
Protagonista, Miglior Attore Non Protagonista, Miglior
Sceneggiatura Originale, Miglior Film Britannico), il film
Searchlight Pictures Gli
Spiriti
dell’Isoladebutterà
domani, mercoledì 22 marzo, su Disney+.
Gli Spiriti dell’Isola, la trama
Ambientato su un’isola al largo
della costa occidentale dell’Irlanda, Gli
Spiriti dell’Isola segue due amici di lunga
data, Pádraic (il candidato ai premi Oscar e BAFTA
Colin Farrell) e Colm (il candidato ai premi Oscar e
BAFTA Brendan Gleeson), che si trovano in una situazione di stallo
quando Colm mette inaspettatamente fine alla loro amicizia.
Pádraic, scioccato da questa decisione, non si rassegna e tenta di
ricucire il rapporto, aiutato dalla sorella Siobhán (la candidata
all’Oscar e vincitrice del BAFTA Kerry Condon) e da un giovane e problematico
abitante dell’isola, Dominic (il candidato all’Oscar e vincitore
del BAFTA Barry Keoghan). Ma i ripetuti sforzi di
Pádraic non fanno altro che rafforzare la determinazione dell’ex
amico e quando Colm lancia un ultimatum disperato, gli eventi
precipitano rapidamente con conseguenze scioccanti.
Una clip dal film
Un efficace sistema
di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza
di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al
“Profilo Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati
possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un
pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per
garantire massima tranquillità ai genitori.
Dopo il
teaser Prime ha svelato trailer e la data di uscita della
rivoluzionaria quinta e ultima stagione dell’amata e acclamata
serie di Prime VideoThe Marvelous Mrs.
Maisel. La serie che ha intrattenuto i fan per sei
anni debutterà il 14 aprile 2023 con tre episodi seguiti da nuovi
episodi ogni settimana.
Dopo essersi fatta terra bruciata
intorno a sé ed essere stata esclusa dal tour, Midge Maisel
ha tenuto duro per tutta la quarta stagione per ricostruire la sua
carriera e reputazione. Gli ultimi momenti della precedente
stagione avevano visto Midge lasciare il Carnegie Hall rinfrancata
e pronta ad affrontare qualsiasi tempesta di neve le venisse
incontro. Dopo un’epifania di fronte al cartellone innevato del
The Gordon FordShow, Midge è pronta ad “Andare
avanti” e a lottare per la sua ascesa alla fama – munita solo della
sua lingua brillante e affilata e niente da perdere.
Nella quinta e ultima stagione,
Midge si trova più vicina che mai al successo che aveva sognato per
poi scoprire che “più vicina che mai” è ancora molto lontano. La
creatrice Amy Sherman-Palladino e l’executive
producer Daniel Palladino avevano già stampate in
mente le esatte scene finali della serie già dalla conclusione
della quarta stagione l’anno scorso.
Un colosso dei premi,
The Marvelous Mrs. Maisel ha vinto 20
Primetime Emmy Award, tra gli altri, nella categoria Outstanding
Comedy Series; sei Critics Choice Award; quattro Screen Actors
Guild Award; tre Golden Globe Award e molti altri. La serie è
diventata uno degli show più amati e acclamati della televisione e
ha cambiato le carte in tavola per il mondo dello streaming.
The Marvelous Mrs. Maisel,
dai celebri creatori Amy Sherman-Palladino e dall’executive
producer Daniel Palladino, è scritta e diretta da Sherman-Palladino
e Palladino e vede nel cast l’attrice premiata agli Emmy Rachel Brosnahan, il quattro volte vincitore
degli Emmy Tony Shalhoub,Alex
Borstein, vincitrice di tre Emmy Award, l’attrice nominata
agli Emmy Marin Hinkle, Michael Zegen, Kevin Pollak,
Caroline Aaron, il vincitore di un SAG Award Reid
Scott, Alfie Fuller e Jason Ralph.
Christopher Nolan è un regista che crea un film più
sorprendente dell’altro. Ma se dovessimo nominare un capolavoro di
Nolan, questo sarebbe probabilmente Interstellar.
Il film è semplicemente un lavoro di dimensioni immani, per
intensità, effetti speciali, scienza, e sentimenti umani. Il film
spazia dall’amore di un padre per la figlia, fino ai buchi
neri.
Quasi impossibile da descrivere,
ecco alcune cose che dovete sapere sul Interstellar.
Dal trailer a dove trovarlo in streaming, a dieci curiosità sul
film tra scienza, cast, ed effetti speciali.
Insterstellar: il cast
La pellicola è
interpretata da un cast d’eccezione composto dall’attore premio
Oscar Matthew
McConaughey nei panni di Joseph
Cooper, scelto dal regista in persona dopo averlo
apprezzato per il suo ruolo di Mud nell’omonimo
film di Jeff Nichols. Al suo fianco troviamo
due attrici, tra le più apprezzate del momento: Anne
Hathaway nel ruolo di Amelia Brand, alla seconda
collaborazione con il regista dopo
Il Cavaliere Oscuro Il ritorno e
Jessica Chastain, come Murphy “Murph” Cooper, la
versione adulta della figlia di Cooper; l’attrice è alla sua prima
collaborazione con il regista.
Nel cast del film anche Michael Caine nei panni del Professor Brand,
John Lithgow nel ruolo di Donald padre della
moglie defunta di Cooper, Mackenzie Foy come la
giovane Murphy “Murph”, Casey Affleck nella versione adulta di Tom
Cooper, figlio di Copper senior, Topher Grace come
Getty, Wes Bentley come il compagno di viaggio
Doyle e Ellen Burstyn come l’anziana Murphy
Cooper. Nel cast anche Timothée Chalamet nei panni del giovane
adolescente Tom Cooper e Matt Damon in un piccolo ruolo non
accreditato.
Interstellar in streaming
Abbandoniamo per sempre
Torrent, perché Interstellar è facilmente reperibile in
streaming legale. Interstellar si trova in streaming
italiano su Netflix e
Prime
Video. Inoltre, si può trovare per il noleggio o per
l’acquisto su RakutenTV, Chili Cinema, Google Play e
iTunes.
Interstellar: 10 curiosità
1. Per quanto ne sappiamo, in
Interstellar c’è la più accuratarappresentazione di un
buco neromai vista sullo schermo. L’astrofisico Kip
Thorne ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo di
Interstellar. La storia di Nolan, infatti, ha come
fondamento la dilatazione temporale: il tempo passa a diverse
velocità per i diversi personaggi. Perché ciò fosse
scientificamente plausibile, gli disse Thorne, avrebbe avuto
bisogno di un enorme buco nero, che girasse ad una velocità vicina
a quella della luce. Il risultato finale, è il frutto della
collaborazione tra Nolan, Thorne, e un team di trenta persone, che
ha lavorato alla simulazione per un anno intero.
Interstellar, la spiegazione della teoria
2. Le regole di Kip Thorne per
Insterstellar. Durante le prime fasi della
pre-produzione, Kip Thorne diede due linee guida da seguire
rigidamente: niente avrebbe violato leggi della fisica oramai
consolidate, e che tutte le speculazioni sarebbero scaturite dalla
scienza e non dalla mente creativa di uno sceneggiature. Christopher Nolan accettò questi termini, ad una
condizione: non dovevano ostacolare la creazione del film. Ma ci
furono comunque delle discussioni: ad un certo punto, sembra che
Thorne abbia passato due settimane a convincere Nolan ad eliminare
l’idea del viaggiare più veloci della luce del film.
3. Kip Thorne e la scommessa
conStephen
Hawkingsu Interstellar.Kip
Thorne, in occasione di Interstellar,
vinse una scommessa scientifica contro Stephen
Hawking, riguardo alla teoria di astrofisica che
costituisce la base scientifica del film. Di conseguenza, Hawking
dovette abbonarsi ad un anno della rivista Penthouse. La famosa
scommessa appare nel film
La teoria del tutto, uscito nelle sale lo
stesso anno di Interstellar.
Interstellar:
sperimentazioni
4. Gli effetti speciali di
Interstellar sono così notevoli, che il team ha dovuto
sviluppare nuove tecnologie per realizzarli. Per creare il buco
nero, Kip Thorne collaborò con Paul J.
Franklin e il suo team di effetti speciali alla Double
Negative. Thorne diede il suo contributo fornendo materiale teorico
ed equazioni affidabili al team, il quale creò dei nuovi software
per CGI basati su tali equazioni in modo da creare delle
simulazioni digitali accurate di questi fenomeni. Alcuni fotogrammi
singoli ebbero bisogno di addirittura 100 ore per essere
renderizzati. Il risultato, però, diede a Thorne delle nuove
informazioni sull’effetto delle lenti gravitazionali e sui dischi
di accrescimento dei buchi neri. Thorne pubblicò in seguito due
saggi scientifici, uno di astrofisica e uno di computer
graphics.
5. Molte delle lenti IMAX
utilizzate durante le riprese del film erano prototipi. Non
erano mai state viste o utilizzate prima di allora, e addirittura
furono necessarie alcune modifiche dell’ultimo minuto, realizzate
pochi giorni prima dell’inizio delle riprese.
6.Hans Zimmer dovette
scrivere la colonna sonora del filmsenza sapere niente su
di esso. Prima di scrivere Interstellar, Christopher Nolan chiese a Zimmer di comporre della
musica per il film, ma senza dirgli nulla sul genere, sul titolo,
sui personaggi o sulla trama. “Gli dissi, ‘Ti darò una busta con
una lettera al suo interno. una pagina. Questa ti racconterà la
storia che sta al cuore del film. Tu lavori per un giorno, e poi mi
fai sentire quello che hai scritto’. Zimmer accettò. Era perfetta.
Mi diede il cuore del film”, ha raccontato il regista. I due ebbero
poi lavorarono insieme per 45 sessioni (il doppio di quelle di
Inception), facendo soprattutto delle
sperimentazioni.
7. La prima volta che Nolan e
McConaughey si incontrarono, non parlarono del film.Interstellar ha un cast eccezionale. Primo tra questi, c’è
Matthew
McConaughey, che Nolan incontrò per la prima volta
quando questi volò da New Orleans per incontrarlo. “Non conoscevo
il titolo, non sapevo di cose parlasse o altro. (…) Ci siamo
incontrati un sabato mattina. Entriamo in questo ufficio, e
parliamo per tre ore. Non una parola sul film, o di cosa parlasse.
Abbiamo parlato di chi eravamo in quanto uomini di 43 anni, abbiamo
parlato di chi siamo in quanto padri, abbiamo parlato dei nostri
figli. Abbiamo parlato di altri film e di lavoro, e ci siamo
davvero fatti un’idea l’uno dell’altro” ha raccontato l’attore.
8. Matthew McConaughey non è mai
stato un amante della fantascienza. “Sono sempre stato uno che
non guarda i film di fantascienza, che non ha letto i
libri di fantascienza da bambino. E i miei pensieri si volgevano
(quasi) sempre a ciò che è tangibile, quello che abbiamo qui
davanti. Magari a quello che sta sotto il mare, ma non ho mai
guardato là fuori. Quello è sempre stato più o meno sconosciuto.
‘Oh, non te ne preoccupare, a quello non si può arrivare’” ha
raccontato l’attore.
9. Anne Hathaway è andata in
ipotermia. Un altro membro eccezionale del cast di
Interstellar è Anne
Hathaway, che ha mostrato tanta dedizione vero il
proprio lavoro da andare in ipotermia. “Tutti, a quel punto,
avevano freddo. (…) Non ero l’unica a provare del dolore. Ma ero
l’unica a provare un dolore ben specifico, e non volevo rallentare
le riprese. Ma ad un certo punto, non ero sicura di sentirmi i
piedi, o cominciarono a pizzicare, e quindi cominciai a sentire
ogni sorta di strane scariche, e le cose cominciavano a diventare
sfocate nei contorni, e fu allora che mi rivolsi al primo
assistente alla regia e gli dissi: ‘Hey, non ne so molto di
ipotermia, ma quali sono i sintomi?’ Io spiegai come mi sentivo, e
lui disse ‘Oh, ora?’, e io dissi ‘Sì!’. E così lui andò da Chris, e
lui disse tipo, “Ok. Chiudiamo, chiudiamo, chiudiamo ora!’ Poco
dopo, avevamo finito di girare.
10. Matt Damon fu escluso dalla
promozione del film.Interstellar ha un cast di star
d’eccezione, tra le quali Matt Demon.
Ma il suo nome non fu menzionato prima dell’uscita del film, e
l’attore non presenziò a nessuna delle première. Infatti, a parte
un articolo di Variety che annunciò la sua presenza nel cast
con un “ruolo non specificato”, il suo ruolo fu mantenuto segreto
fino all’uscita del film.
Le migliori frasi dal film
È come se ci fossimo dimenticati
chi siamo, Donald: esploratori, pionieri. Non dei guardiani.
Cooper)
Un tempo per la meraviglia
alzavamo al cielo lo sguardo sentendoci parte del firmamento, ora
invece lo abbassiamo preoccupati di far parte del mare di fango.
(Cooper)
Dopo che siete nati voi tua mamma
mi ha detto una cosa che non avevo mai capito. Mi ha detto “Ora
siamo qui solo come ricordi per i nostri figli”. Credo di aver
capito che cosa voleva dire. Quando diventi genitore sei il
fantasma del futuro dei tuoi figli. (Cooper)
Ti voglio bene per sempre e ti
prometto che tornerò. Tornerò, Murphy. (Cooper)
Non andartene docile in quella
buona notte, | I vecchi dovrebbero bruciare e delirare al serrarsi
del giorno; | Infuria, infuria, contro il morire della luce. ||
Benché i saggi conoscano alla fine che la tenebra è giusta, |
perché dalle loro parole non diramarono fulmini; | non andartene
docile in quella buona notte. || Infuriati, infuriati, contro il
morire della luce. (Professor Brand)
Non ho paura della morte. Sono un vecchio fisico. Ho paura del
tempo. (Professor Brand)
Pregate di non sapere mai quanto può essere bello vedere il
viso di un altro. (Dr. Mann)
La terza legge di Newton. L’unico modo che gli umani hanno
trovato per andare avanti è lasciarsi qualcosa alle spalle.
(TARS)
Interstellar: il trailer
Chi non ha mai visto
Interstellar? Ecco il trailer, perché lo
dovete recuperare immediatamente.
X-Men: The Animated
Series sta tornando in grande stile, ma questa volta su
Disney+. L’iconico cartone
animato è oggetto di un revival che lo vedrà tornare in forma di
una serie sotto il marchio Marvel Studios poiché la Casa delle
Idee ha finalmente riottenuto i diritti dei personaggi
degli
X-Men. Il servizio di streaming sta attualmente
lavorando su X-Men
’97, che continuerà lo spirito dello show degli anni
’90. Secondo quanto riferito, X-Men
’97 dovrebbe essere distribuita entro la fine
dell’anno. La serie proseguirà da dove X-Men: The Animated
Series si era interrotta nel 1997 dopo la stagione 5. I
Marvel Studios hanno chiarito che
X-Men
’97 non sarà legato al Marvel Cinematic Universe.
Sebbene i Marvel Studios non abbiano ancora
fissato una data per la premiere di X-Men
’97, i dettagli della trama stanno finalmente
iniziando a venire fuori. Lo showrunner Beau
DeMayo ha recentemente parlato della serie all’evento
virtuale X-Men: 60 Uncanny Years Live ed ecco cosa ha
detto:
“Ok, riprenderemo circa diversi
mesi dopo che il Professor X ha lasciato la Terra dopo essere stato
colpito da Henry Gyrich ed è dovuto tornare sul pianeta natale di
Shiar per stare con Lilandra. E ciò che finisce per accadere è che
il tentativo di omicidio ha portato a questa ondata di maggiore
simpatia e comprensione nei confronti dei mutanti.
Le cose stanno davvero iniziando ad andare bene per i mutanti. E
questo arriverà al culmine e porterà i nostri X-Men a dire, “Cosa
ci riserva il nostro futuro? Non ce lo aspettavamo. E Ciclope e
Tempesta vogliono davvero portare avanti il sogno di Xavier. E
hanno reclutato Morph e Bishop per diventare effettivamente membri
a tempo pieno del gruppo
… Altri X-Men come Jean, o come
Gambit e Rogue stanno iniziando a chiedersi: “Forse c’è una vita…
abbiamo combattuto per questa vita di accettazione, possiamo solo
andare là fuori e godercela per una volta?” E poi, naturalmente, si
presenta qualcuno che non dovrebbe presentarsi, Magneto, che si
sente anche lui tipo, “Sai, Professor X, ha fatto un bel lavoro per
i mutanti. Proverò a seguire le sue orme. Cercherò di essere una
forza del bene per il genere mutante.'”
Sembra una premessa davvero interessante per la serie, in attesa
di scoprire anche cosa ci riserva il
futuro degli X-Men in live action.
Dopo essere tornato al franchise lo
scorso anno, la star di
She-Hulk: Attorney at Law
Tim Roth sta valutando il futuro di
Abominio nel Marvel Cinematic Universe. Roth ha
originariamente fatto il suo debutto nell’MCU con il secondo film
nell’universo dei fumetti, The Incredible Hulk,
nel ruolo dell’ufficiale militare Emil Blonsky che viene sottoposto
a iniezioni sperimentali di siero per eguagliare il potere di Hulk,
ma la conseguenza è che si ritrova trasformato in
Abominio. Il personaggio di Roth è finalmente
tornato dopo oltre un decennio con un piccolo ruolo in Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli prima
di una svolta di supporto più profonda in
She-Hulk: Attorney at Law.
Mentre parlava in esclusiva con
Screen Rant per discutere del
dramma sportivo LGBTQ+ Punch, a Roth è stato
chiesto del futuro di Abominio nel MCU. Pur ammettendo di non aver
ricevuto aggiornamenti adeguati in merito, l’attore rimane
ottimista su ciò che verrà dopo e ha condiviso la sua idea dove
vorrebbe andare con il personaggio.
“Non ho idea se hanno in
programma qualcosa. Sarei molto felice di entrare direttamente in
Deadpool. Mi piacerebbe! [Ridacchia] Mi è piaciuto [She-Hulk: Attorney at Law], sono rimasto molto
sorpreso quando (quelli della Marvel) sono arrivati, e mi sono
decisamente divertito, quindi ovunque mi portino, va bene, purché
io possa interpretare il personaggio.”
Sebbene la serie Disney+ lo abbia mostrato in
libertà vigilata, il finale di
She-Hulk: Attorney at Law ha visto Blonsky tornare in
prigione dopo averla infranta, trasformandosi in Abominio per
seminari speciali nel suo ritiro spirituale. Questa permanenza in
prigione apparentemente non è durata a lungo, tuttavia, poiché lo
Stregone Supremo Wong interpretato da Benedict
Wong è entrato nella cella di Blonsky nella scena
post-crediti del finale e lo ha invitato a rimanere a
Kamar-Taj.
Con Blonsky ora liberato dalla
prigione, anche se ora è un personaggio molto meno malvagio
rispetto a come era in The Incredible Hulk, ci
sono una serie di strade per il ritorno di Abominio nel futuro
dell’MCU, tutte percorribili e tutte
nell’ambito delle possibilità.
Chiunque abbia mai giocato al Lotto
o ne abbia comunque sentito parlare, sa certamente del tradizionale
legame fra smorfia e Lotto nella
storia. Vista la grandissima popolarità sia della Smorfia che
del Gioco del Lotto, non c’è certo da stupirsi se anche il mondo
del cinema li ha spesso messi in primo piano, come del resto ha
messo in primo piano altre tipologie di giochi basati sulla
fortuna.Ma prima di scoprire qualche curiosità cinematografica,
ricordiamo brevemente cosa sono il Lotto e la Smorfia il perché del
loro legame.
Non c’è bisogno di dilungarsi in
grandi spiegazioni sul Lotto; trattandosi infatti
di un gioco italiano popolarissimo, sono ben pochi quelli che non
lo conoscono, perlomeno a grandi linee. Essenzialmente è un gioco
numerico basato sull’estrazione di cinque numeri, compresi tra 1 e
90, su un certo numero di ruote (11 per la precisione). Il
giocatore compila una schedina (cartacea o digitale) scegliendo tra
un minimo di 1 e un massimo di 10 numeri. Oltre a questi il
giocatore deve scegliere le cosiddette “sorti” (tipologie e
modalità di gioco). Il premio, in caso di vincita, dipende
ovviamente dai numeri scelti e dalle modalità di gioco
selezionate.
La Smorfia è
invece una tradizione popolare di antichissime origini; oggi si
distingue fra Smorfia napoletana e Smorfia moderna; la prima è
quella che ha le sue radici nelle tradizioni campane; di fatto è un
libro dei sogni molto dettagliato utilizzato dai giocatori per
ricavare dai sogni i corrispondenti numeri da puntare al
Lotto; sul libro dei sogni determinati vocaboli, eventi,
persone od oggetti che vengono trasformati in numeri attraverso una
particolare codifica.
La Smorfia moderna, invece,
raccoglie tutte le altre Smorfie presenti in Italia, decisamente
meno famose di quella napoletana e meno legate alla tradizione.
Gioco del Lotto, Smorfia e
cinema
Il Gioco del Lotto e la Smorfia
sono spesso stati ricordati dal mondo del cinema; alcuni celebri
omaggi sono per esempio arrivati da due grandissimi attori
napoletani: Totò e Peppino de Filippo che hanno girato insieme
molti film; Totò, Peppino e
la smorfia sono per esempio protagonisti nel celebre film
Totò ePeppino divisi a
Berlino(1961) e, ancora prima,
nel film Totò e i re di Roma (1951).
Un vecchio film la cui trama è
incentrata sul Gioco del Lotto e sulla Smorfia napoletana è Non
ti pago! pellicola diretta dal Carlo Ludovico Bragaglia e
tratta dall’omonima commedia di Eduardo De Filippo.
Gioco e cinema: un connubio
frequente
Non solo il Lotto viene omaggiato
al cinema; sono infatti molte le pellicole, italiane e no, che
mettono i giochi numerici al centro della trama; un esempio è il
film
The Gambler (2014), diretto da Rupert Wyatt e
interpretato dall’attore
Mark Wahlberg.
Si può poi ricordare il film
Gratta e Vinci, un film del 1996 diretto dal regista
Ferruccio Castronuovo.
Possiamo poi segnalare il
bellissimo Rain Man – L’uomo della pioggia, diretto nel
1988 da Barry Levinson e interpretato da Tom Cruise, Dustin Hoffman
e la nostra
Valeria Golino.
Altro film sul gioco è
Asso, girato nel 1981 da Castellano e Pipolo e
interpretato dal grande Adriano Celentano.
Ben Affleckdice che non
avrebbe mai realizzato “Air”
senza la benedizione di Michael Jordan, ma quella
benedizione è arrivata con una richiesta molto importante.Diretto da Affleck, il film è interpretato da Matt Damon nei panni di Sonny Vaccaro,
l’impiegato Nike che ha convinto Michael Jordan (Damian Young) a
firmare l’accordo che ha permesso la creazione della linea di
scarpe Air Jordan. Ben Affleck interpreta anche il co-fondatore
di Nike, Phil Knight.
Presentando “Air” alla sua prima
mondiale South by Southwest, Ben Affleck ha dichiarato: “Ho avuto
la possibilità di sedermi con Michael Jordan,
perché non avrei fatto questo film senza chiedergli: “Cosa ti
importa?” È interessante notare che aveva alcune cose che contavano
per lui.”“Uno di questi era che Howard White
doveva essere nel film“, ha detto Ben Affleck, riferendosi al vicepresidente del
marchio Jordan.Sentire parlare di White ha
fatto capire ad Affleck di avere l’opportunità di scritturare
Chris Tucker, con il quale desiderava lavorare da
molto tempo.
“Ho ricevuto la
sceneggiatura e poi ho avuto di nuovo la possibilità di parlare con
Michael. Michael Jordan, per quelli di
voi che non lo sanno, è uno degli uomini più intimidatori e
impressionanti che abbiate mai visto in vita vostra“, ha detto
Affleck. “Mi ha parlato di suo
padre.E poi ha parlato di sua madre. Era la
prima volta che vedevo questo sguardo attraversare il suo punto di
vista. Era uno sguardo di riverenza, di soggezione, di amore, di
gratitudine e di innocenza. Disse: “Niente di
tutto questo sarebbe mai successo senza mia
madre“. Ho detto: “Chi vorresti come
interprete di tua madre?‘Ha detto:
“Beh, deve essere
Viola Davis“.
“È come dire: ‘Posso giocare a
basket nel tuo campo?’ ‘Sì, se prendi Michael
Jordan.’ “Viola Davis è la migliore attrice che abbia
mai visto“, ha continuato Affleck. “Questo è un
affare difficile. È difficile sapere se hai successo. È
difficile sapere se hai realizzato qualcosa. Ma onesto con
Dio, ho sempre pensato che se un giorno fossi stato un regista e
avessi avuto Viola Davis in un film, sarebbe stato davvero
fantastico. Questo significherebbe il mondo per
me”.
Air, il film
Air è il film
del 2024 diretto da Ben
Affleck con Matt
Damon, Viola
Davis, Jason Bateman, Chris Messina, Matthew
Maher, Marlon Wayans, Chris Tucker, Gustaf Skarsgård e Julius
Tennon.
Il film racconterà la storia della
collaborazione di Michael Jordan con la Nike e la nascita delle Air
Jordan. Il film è il primo progetto di Artists Equity
di Affleck e Matt
Damon, in collaborazione con Amazon Studios, Skydance
Sports e Mandalay Pictures. Alex
Convery ha scritto Air, che è
prodotto da David Ellison, Jesse
Sisgold, Jon
Weinbach, Affleck,
Damon,Madison
Ainley, Jeff
Robinov, Peter
Guber e Jason Michael Berman. I
produttori esecutivi includono Dana
Goldberg, Don Granger, Kevin Halloran,
Michael Joe, Drew Vinton, John Graham, Peter E.
Strauss e Jordan Moldo.