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Alam: recensione del film di Firas Khoury

Alam: recensione del film di Firas Khoury

Alam di Firas Kohury è tra i film in concorso alla Festa del Cinema di Roma. Il regista e sceneggiatore palestinese, classe 1982, con diversi corti all’attivo, esordisce nel lungometraggio portando l’attenzione sulle nuove generazioni e su come esse vivano oggi la questione israelo-palestinese.

La trama di Alam

Tamer, Mahmood Bakri, e i suoi amici, Shekel, Mohammad Karaki e Safwat, Muhammad Abed Elrahmann, sono dei ragazzi palestinesi che studiano in una scuola superiore araba israeliana. Il giorno dell’indipendenza di Israele per gli israeliani è una festa, mentre per i palestinesi un giorno di lutto – nakba. Così, i ragazzi pensano ad un’azione dimostrativa per riaffermare i diritti del proprio popolo: sostituire nottetempo la bandiera israeliana che sventola sul tetto della scuola con quella palestinese. Tamer, che non è un attivista per la causa, si fa coinvolgere, più per trascorrere del tempo insieme alla bella compagna di classe, Maysaa, Sereen Khass, che per convinzione. Pian piano, però, comincia a interrogarsi sulla propria identità e il proprio ruolo nella società.

Un racconto di formazione in una terra di conflitto

Alam  – la bandiera – è un film semplice, con un filo narrativo lineare e un perimetro circoscritto di racconto. Kohury non pretende di raccontare troppo o di affollare la scena di personaggi dei quali, poi, sarebbe difficile tenere le fila. È una scelta giusta per un esordio. La storia di Tamer sarebbe un racconto di formazione come tanti. A renderla diversa è il luogo in cui si svolge e la situazione che lì perdura da più di settant’anni. Sta quindi più nel tema l’interesse del film, nel mostrare come le giovani generazioni vivono oggi sulla loro pelle un conflitto, quello tra Israele e Palestina, che si è trasformato e sta assumendo nuove forme. Sono giovani disillusi, che cercano vie nuove e non violente per affermare sé stessi e la propria identità. Ciò nonostante, anche una protesta pacifica o un atto dimostrativo in un contesto così teso può sfociare in qualcosa di imprevisto e mettere di fronte alla realtà di una repressione violenta e sproporzionata.

Alam recensione film

Un esordio semplice, con qualche pecca e alcuni spunti interessanti

Il giovane cast di Alam è credibile, ma non riserva particolari sorprese. Come il piglio del regista nel dirigere. Kohury firma anche la sceneggiatura. Qualche passaggio un po’ lento non aiuta. La cosa interessante è proprio la simbologia degli oggetti. La bandiera è un simbolo forte in un contesto come quello descritto. Si è in un ambiente dove intorno all’appartenenza, al riconoscersi in una bandiera o nell’altra, ruota tutto. Basti pensare all’ospedale. Dovrebbe essere il luogo senza bandiere per eccellenza, perché lì si curano tutti, a prescindere. Invece è pieno di bandiere israeliane che penzolano dal soffitto. Anche la scuola dovrebbe seguire la stessa logica: è araba israeliana, dunque, perché esporre solo una delle due bandiere? In fondo i ragazzi palestinesi vogliono solo essere visti e riconosciuti nella loro identità, come tutto il popolo palestinese. Alam, girato prevalentemente in Tunisia, è un film d’esordio con qualche pecca e alcuni spunti interessanti. Il percorso del regista, che insegna cinema ai giovani, è coerente, ma ancora lungo.

Slow Horses 2: l’acclamata serie di spionaggio torna il 2 dicembre su Apple TV+

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Slow Horses 2 è la seconda stagione della serie Slow Horses thriller di spionaggio di successo con protagonista il Premio Oscar Gary Oldman, che farà il suo debutto il 2 dicembre. Adattata da “Dead Lions”, il secondo romanzo della serie Slow Horses di Mick Herron, vincitore del CWA Gold Dagger Award.

Slow Horses 2: quando esce e dove vederla in streaming

Slow Horses 2 composta da sei episodi, uscirà in anteprima su Apple TV+ con i primi due episodi, seguiti da un nuovo episodio settimanale, ogni venerdì.

Slow Horses 2: trama e cast

La seconda stagione di Slow Horses vede riemergere alcuni segreti della Guerra Fredda a lungo sepolti che minacciano di portare a una carneficina per le strade di Londra. Quando la relazione con i russi prende una piega fatale, i nostri sfortunati eroi devono imparare a superare i propri fallimenti individuali e alzare il tiro per evitare un incidente potenzialmente catastrofico.

Slow Horses è un dramma di spionaggio dallo humor cupo e segue una squadra di agenti dell’intelligence britannica che prestano servizio in un dipartimento della discarica dell’MI5, noto in modo non affettuoso come Slough House. Gary Oldman interpreta Jackson Lamb, il brillante ma irascibile leader delle spie che finiscono a Slough House a causa di errori che hanno messo fine alla loro carriera, poiché spesso si ritrovano a vagare tra il fumo e gli specchi del mondo dello spionaggio. Accanto a lui, un cast pluripremiato che include la candidata all’Oscar Kristin Scott Thomas, il vincitore del BAFTA Scotland Award Jack Lowden, Saskia Reeves, Rosalind Eleazar, Dustin Demri-Burns, Christopher Chung, Freddie Fox, Chris Reilly, Samuel West, Aimee-Ffion Edwards, Kadiff Kirwan e il candidato all’Oscar Jonathan Pryce.

Slow Horses 2: trailer

https://youtu.be/xUEOSghdOfs

La serie Slow Horses è prodotta per Apple TV+ da See-Saw Films e adattata per la televisione da Will Smith (“Veep – Vicepresidente incompetente”). Jamie Laurenson, Hakan Kousetta, Iain Canning, Emile Sherman, Douglas Urbanski, Gail Mutrux, Will Smith e Graham Yost sono i produttori esecutivi della serie. La regia della seconda stagione è affidata a Jeremy Lovering.

Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i film, i documentari e le serie originali Apple sono stati premiati con 280 vittorie e 1.169 nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e il vincitore dell’Oscar® come Miglior film di quest’anno “CODA”.

Il Maledetto: la recensione del film di Giulio Base

Il Maledetto: la recensione del film di Giulio Base

Il Macbeth di William Shakespeare è stato adattato in molteplici e differenti modalità per il cinema, con opere più o meno fedeli al testo originale. Quelle che vi si discostano di più, sono solite riprendere le dinamiche narrative di base per inserirle in contesti inediti, proponendo così riletture che confermano l’immortalità di tale tragedia. È questa l’operazione che fa anche il regista Giulio Base (Il banchiere anarchico, Bar Giuseppe) con il suo nuovo film dal titolo Il Maledetto. Presentato alla Festa del Cinema di Roma, questo vede la vicenda del Macbeth animarsi nel contesto della mafia pugliese dei nostri giorni.

Protagonista di questo nuovo adattamento è Michele Anacondia (Nicola Nocella), un criminale della mafia pugliese che ricopre però per il suo clan solamente ruoli di poco rilievo. Quando però il suo figlio neonato muore per via di un agguato, egli svela una capacità di vendicarsi che gli fa subito guadagnare le attenzioni dei suoi capi. Vedendo in ciò l’occasione per migliorare la loro condizione sociale, la moglie di Michele (Ileana D’Ambra) lo spinge ad ottenere ancora di più, dando il via ad una scalata ai vertici del clan sempre più macchiata dall’ambizione, dalla rancore e dalla follia.

Un film votato all’eccesso

Il Macbeth di Shakespeare è notoriamente una delle opere più cupe, cruente, ambigue e sanguinarie del drammaturgo inglese. Allo stesso modo, Il Maledetto di Base si presenta come un film che ricerca l’eccesso per raccontare una vicenda parte della realtà italiana ma non per questo priva di situazioni ed emozioni che sembrano provenire dal mito. Il racconto, scritto dallo stesso Base, sembra dunque vivere di questo incrocio tra il realismo di un contesto sociale ben preciso e dei moti dell’animo che invece trascendono il tempo per rivelarsi universali ed eternamente ricorrenti nel corso di tutta la storia dell’umanità.

Si parla soprattutto dell’ambizione, che caratterizza in particolar modo il protagonista e, ancor di più, la sua consorte. Quella stessa ambizione che nel corso della Storia ha portato alla follia e all’autodistruzione chiunque vi si abbandonasse. In Il Maledetto assistiamo dunque al progressivo discendere dei due protagonisti in un inferno di potere e violenza, che se da un lato offre loro lusso e sfarzo, dall’altra corrompe in modo irrimediabile il loro animo. Michele Anacondia passa dunque dall’essere una figura solitaria che trascorre il proprio tempo nelle campagne pugliesi insieme alle pecore, ad un uomo corrotto, sempre più tormentato da ciò che ha fatto e da ciò che farà.

Pur mantenendo grossomodo quel carattere silenzioso e riflessivo che lo caratterizza, il protagonista sarà dunque sempre più circondato da un eccesso stilistico che il regista costruisce per esaltare non solo il mondo di cui entra a far parte ma anche la sua crescente follia. La fanno dunque da padroni fiotti interminabili di sangue, effetti speciali posticci, scene che non si risparmiano nel mostrare i dettagli più crudi ed un lavoro sul sonoro che va ulteriormente a sottolineare la natura malsana di quanto sta avvenendo.

Il-maledetto-Giulio-Base

Pregi e limiti di Il Maledetto

Tutti questi elementi non devono però far pensare a Il maledetto come un film che si allontana da una ricerca di realismo, la quale è invece sempre presente nelle intenzioni del regista, che costruisce dunque il suo lungometraggio con il tentativo di farlo reggere in equilibrio su questi due poli. Proprio come per il suo protagonista, l’ambizione che il film sembra sfoggiare sotto tali punti di vista rischia di esserne il suo limite maggiore e non mancano le scene meno convincenti o suggestive in quanto a messa in scena, come ad esempio quella della cena in cui Michele si presenta come nuovo capo clan.

Tuttavia, le ambizioni e gli eccessi di Il Maledetto riescono in fin dei conti a renderlo anche un film diverso rispetto ai tanti sull’argomento che si vedono ogni anno sugli schermi italiani. Certo, l’idea di ricollocare il Macbeth in un contesto da gangster movie non è nuova (basti pensare al film del 1990 Uomini d’onore), ma il renderlo così tanto parte dell’immaginario mafioso italiano è un elemento di ulteriore unicità. Nel contribuire al fascino del film non ci si può dimenticare dei due protagonisti. Nocella sfoggia una presenza scenica notevole e riesce a rendere palpabile il complesso mondo interiore del suo Michele, ma è la D’Ambra nei panni della Lady Macbeth di turno a rubare spesso e volentieri la scena. Insieme sono uno degli aspetti migliori del film.

Wild Men – Fuga dalla civiltà, la recensione

Wild Men – Fuga dalla civiltà, la recensione

Aspettative e doveri possono diventare macigni da portare per chi non riesce a trovare il proprio posto nella società, o nel proprio nucleo familiare, a patto di fare i conti con le frustrazioni quotidiane… o di fuggire. Queste le premesse dell’avventura raccontata da Wild Men – Fuga dalla civiltà di Thomas Daneskov, che sarà nelle sale da giovedì 20 ottobre con ARTHOUSE, nuovo progetto editoriale di I Wonder Pictures dedicato al cinema d’essai in collaborazione con Valmyn.

Wild Men – In fuga da se stessi

Al centro della scena, Martin, uomo adulto in piena crisi di mezza età, per sfuggire alla quale decide di darsi alla macchia. All’insaputa della famiglia va a vivere sulle montagne e nei boschi norvegesi come un autentico vichingo. La caccia e l’adattamento all’ambiente circostante, dovrebbero essere la sua via di salvezza e la sua unica fonte di sussistenza, come lo erano per i suoi antenati migliaia di anni fa, ma le cose sembrano essere piuttosto diverse…

E non solo perché i suoi piani di riconnessione con la natura vengono stravolti dall’incontro casuale con un fuggitivo di nome Musa. Un incontro che diventa per entrambi l’occasione per intraprendere un assurdo viaggio tra i fiordi della Norvegia, con alle calcagna la scombinata e disorganizzata polizia locale, due ‘spietati’ trafficanti di droga e la sua stessa moglie. E con l’utopica speranza di trovare altrove le risposte che non possono che essere dentro di sé.

Wild MenConsigli utili per la vita in prigione

Difficile vivere al di fuori della società nella quale siamo cresciuti, ancora più complicato far capire a chi ci è più vicino il bisogno di farlo, finendo con lo stare alle regole di un gioco che non prevede per noi la possibilità di uscirne vincitori. Una condizione, ormai, umana, che non a caso spinge molti a scelte estreme, o a una lunga psicoterapia. E che il regista danese – autodidatta – di Joe Tech e del corto Puff, Puff Pass (nel quale era il padre del protagonista a uscire di testa durante un campeggio fornendo al figlio Rasmus a la scusa per eludere le routine familiari) declina in maniera sarcastica e paradossale. Non surreale, che la realtà è un compagno di viaggio costante dei nostri due anti-eroi.

In fuga da un ruolo e da una mascolinità per una volta soffocante e non tossica, gli stereotipi qui vengono superati nella ricerca di una umanità che offre una via d’uscita sofferta, ma condivisibile. Nel sacrificio che tutti compiono – ognuno a modo suo, chi più e chi meno – c’è la speranza di trovare un modo di accettare le insicurezze e convivere con le proprie emozioni, magari al di fuori di un contesto consumistico e capitalista. E tanto nella ricerca iniziale quanto nella soluzione finale, un tono poetico e intimo che nulla toglie al divertimento di questo anomalo buddy movie scandinavo ricco di dialoghi surreali e situazioni ridicole.

House of the Dragon: le 10 coppie migliori dello show

House of the Dragon: le 10 coppie migliori dello show

Manca sempre meno al finale di stagione di House Of The Dragon. Questa prima stagione ha messo in scena l’epica guerra civile tra Rhaenyra e Aegon all’interno di casa Targaryen.

Le coppie sono l’unità elementare dello show e molte di loro possiedono un potere incredibile sul regno. Per ora, House of the Dragon ha presentato le grandi case del tempo attraverso alcune coppie esemplari. Quali sono i partner più avvincenti?

Viserys e AemmaHouse of the Dragon

Anche se la regina ha preso parte a un solo episodio della prima stagione, il rapporto tra King Viserys e Aemma è uno dei più significativi. Alicent ha ottenuto molto più tempo sullo schermo di Aemma, ma è chiaro che Viserys era più felice con la sua prima moglie. Anche dopo la sua morte, Viserys ha ribadito più volte il suo amore per Aemma. Inoltre, in un’occasione l’uomo ha chiamato accidentalmente Alicent con il nome della prima moglie. Prima della morte di Aemma, la coppia ha mostrato una profonda comprensione reciproca, confrontandosi più volte sul destino di Rhaenyra nel regno.

Laenor e Joffrey

Laenor e Joffrey sono la coppia più equilibrata di House of the Dragon, una delle poche che mostra un amore sincero e profondo. Anche dopo l’unione di Laenore e Rhaenyra, i due non hanno smesso di incontrarsi. Pur riconoscendo gli svantaggi del loro amore per la società, i due non hanno mai messo da parte il loro amore. Joffrey è contento di essere l’amante di Laenor, se questo è l’unico modo per stare insieme.

Daemon e Mysaria

Mysaria House Of The DragonDopo essere stato diseredato, Daemon si è servito di Mysaria per far arrabbiare suo fratello. Questa coppia non è durata a lungo in House of the Dragon, ma ha usato il proprio potere per creare ulteriori conflitti e costruire un mondo attorno ai propri personaggi. Se Mysaria non avesse avuto una storia con Daemon, probabilmente non si sarebbe evoluta nella Larva Bianca. Anche dopo la loro separazione, Mysaria ha continuato ad aiutare Daemon, proteggendolo e instaurando rapporti con persone potenti come lui.

Daemon e Laena

House of the dragon Daemon e Laena sono una delle coppie più sane, nonostante i mille difetti. È chiaro che Daemon vuole bene a sua moglie e ai loro figli, anche se non ha nessuna voglia di tornare a Driftmark con la famiglia. Tuttavia, in House of the Dragon vediamo che la coppia rimane insieme anche dopo il salto temporale. Inoltre, Daemon si è dimostrato molto comprensivo nei confronti di Laena quando si è scontrata con i Maestri di Pentos, un’attenzione che nemmeno Viserys è stato in grado di dare alla sua amata Aemma.

Laenor e Qarl

Dopo la scomparsa di Joffrey, in House of the Dragon Laenor ritrova la felicità con un nuovo amante: Qarl. Seppur dopo molti anni, Laenor sembra essere in lutto per il suo primo amore, ma si mostra anche felice di stare con qualcuno che può amare veramente. Qarl e Laenor sono una coppia potente: Qarl dimostra non solo di essere un compagno fedele, ma aiuta anche il suo amante a sfuggire dai pericoli prima che possano mettere la sua vita in pericolo.

Viserys e Alicent

Alicent Viserys House of the Dragon episodio 9Anche se Viserys ha nutrito chiaramente un amore speciale per la sua prima moglie, il suo matrimonio con Alicent Hightower gli ha dato qualcosa in più: un figlio. Al di là dei figli, Alicent e Viserys si vogliono realmente bene. Il rapporto tra il re e Alicent ha costituito l’essenza di House of the Dragon, creando una rivalità mortale tra Aegon e Rhaenyra.  Questa coppia potente ha mosso praticamente tutte le alleanze della serie, spingendo i membri dal lato di Rhaenyra o di Alicent.

Rhaenyra e Laenor

Rhaenyra e Laenor si sposano attraverso un accordo tra i loro padri. Anche se non hanno mai avuto alcun interesse a stare insieme, i due si sono avvicinati nel corso degli anni e hanno costruito una forte amicizia basata sul rispetto reciproco. I figli di Rhaenyra non sono anche figli di Laenor, ma egli accetta la situazione e non sembra disprezzare i tre ragazzi. Una delle scene più scioccanti di House of the Dragon avviene quando Rhaenyra finge la morte di Laenor ma, anche in questo caso, la decisione si rivela una dichiarazione di rispetto reciproco.

Alicent e Larys

Larys Alicent e Larys Strong non hanno una storia romantica, ma la loro strana alleanza si è dimostrata una delle più potenti e strategiche di House of the Dragon. Larys è fedele alla regina a tal punto da far assassinare suo fratello Harwin e suo padre Lyonel Strong. Anche se Alicent e Larys non hanno rapporti sessuali, c’è una scena particolarmente tesa del nono episodio di House of the Dragon in cui Alicent mostra i suoi piedi. Questo gioco è esemplare dello strano rapporto di potere tra i due, in cui entrambi danno e prendono qualcosa dall’altro.

Rhaenys e Corlys

Corlys RhaenysCorlys Velaryon potrà aver commesso alcuni errori come genitore, ma ha comunque dimostrato di avere una forte dedizione alla sua famiglia, in particolare alla moglie Rhaenys. La coppia deve costantemente fare i conti con le proprie decisioni e con lo status della propria famiglia. Sebbene Rhaenys non sia d’accordo con la decisione di Coryls di far sposare Laenor a Rhaenyra, alla fine entrambi scelgono di stare accanto ai figli che portano il loro nome. Anche se al momento Corlys è assente dalla trama di House of the Dragon, Rhaenys ha fatto di tutto per non disonorare il marito, schierandosi con persone che altrimenti sarebbero state una minaccia per la loro casata.

Rhaenyra e Daemon

Rhaenyra Daemon Targaryen House of The DragonRhaenyra e Daemon hanno attraversato diverse sfide nel corso degli anni, ma è stato chiaro fin dall’inizio di House of the Dragon che i due nutrivano sentimenti romantici l’uno per l’altro. Soltanto dopo la “morte” di Laenor Velaryon, la coppia ha potuto rendere ufficiale il loro amore unendosi in matrimonio.

Nonostante gli sforzi di Re Viserys per tenere suo fratello lontano da Rhaenyra, la connessione tra i due si è rivelata una forza insuperabile. Come Rhaenyra e Daemon hanno più volte sottolineato, insieme creano un legame che rafforza casa Targaryen e ostacola i nemici.

As Bestas, recensione del film di Rodrigo Sorogoyen

As Bestas, recensione del film di Rodrigo Sorogoyen

Presentato fuori concorso a Cannes 2021 e riproposto alla Festa del Cinema di Roma 2022 nella sezione Best of 2022, As Bestas di Rodrigo Sorogoyen è un thriller rurale permeato dal malessere di una Spagna svuotata dell’intelletto e relegata alla brutalità assoluta delle attività ancestrali.

As Bestas: tra il neo-western e thriller serrato

As Bestas parte come un western puro, dove due culture e due modi di risolvere i conflitti differenti guidano i capibranco che lottano per il loro spazio vitale. La famiglia dei fratelli Anta (Luis Zahera e Diego Anido) vive in Galizia da tempo immemorabile e si considera la vera e più pura anima della Comunidad spagnola. Non possono accettare che sia proprio un francese, Antonine (Denis Ménochet), a portare quella che concepiscono come un’innovazione pericolosa in paese. Con il suo piccolo progetto di orto biologico, che condivide con la moglie Olga (Marina Foïs), e impegnandosi nella ricostruzione delle case abbandonate, Antonine spera di riportare nel villaggio la parte di popolazione che è emigrata in città. Ma la lotta ideologica contro i fratelli Anta farà sì che la tensione nel villaggio raggiunga un punto di non ritorno.

As Bestas non è un film in cui la violenza fisica diventa necessariamente sfogo prediletto di due schieramenti agli antipodi; piuttosto, quella che si prefigura una vera e propria guerra tra latifondisti, avviene anzitutto a livello verbale e gestuale, canali primari per la creazione di un clima di insopportabile ansia e paranoia che invade la struttura narrativa.

Microcosmi inconciliabili

In As Bestias, il conflitto tra chi si stablisce in Galizia con i più nobili degli intenti – lavorare la terra e restaurare case per gli abitanti – e i locali che percepiscono l’intralcio di questo nuovo assetto territoriale è portato al parossisimo, diviene la spina dorsale di un film in cui è proprio la costruzione della tensione a innervare sceneggiatura e regia.

Il primo microcosmo a cui siamo introdotti è quello di chi c’è sempre stato, i fratelli Anta. Sono nati accanto alle loro mucche, hanno perso la testa cercando di domare cavalli selvaggi e vivono nella paura dell’alterità. Sono quelli che hanno trasformato il loro piccolo mondo nell’unico mondo possibile e che, per la loro stessa miseria morale e umana, si sentono intrappolati in un terreno senza orizzonti. Dall’altra parte ci sono i neo-rurali, Antonine e Gloria, quelli che credono nell’utopia che la campagna sia l’unica vestigia possibile di paradiso terrestre e che si congedano dalla vita frenetica per il bene di se stessi e del prossimo.

Neanche il femminile è immacolato

Dagli antieroi puntellati di estrema mascolinità tossica di Que Dios nos perdone e El Reino, passando per l’inquietande indagine psicologica di Madre, Sorogoyen unisce due punti di vista diversi in As Bestas, due storie separate da un’ellissi narrativamente perfetta e che le fa percepire come quasi completamente a se stanti. È infatti soprattutto nella seconda parte del film che Sorogoyen si supera, portando avanti un conflitto irrisolto e che a malapena ha più a che fare con sguardi e male parole, anzi, si adagia nel silenzio angosciante di un paesaggio che ha assorbito il marcio dei suoi abitanti.

As bestas finisce per essere un film in cui è il femminile a cercare di porsi molte domande sulle bestie umane e nel farlo non solo mette in discussione la placidità della campagna ma anche a nudo le miserie di un mondo in cui, forse, l’unica donna che ha visto tutto ha scelto di appropriarsi della più misera delle strategie di questi uomini beffardi: il silenzio.

Festa del Cinema di Roma, foto dal red carpet: Riccardo Scamarcio, Louis Garrel, Isabelle Huppert…

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E’ stato presentato alla Festa del Cinema di Roma L’ombra di Caravaggio, il film diretto da Michele Placido che ha attraversato il red carpet dell’Auditorium Parco della Musica con il cast al completo: Riccardo ScamarcioIsabelle HuppertLouis GarrelVinicio Marchioni, Lolita Chammah, Micaela Ramazzotti, Alessandro Haber, Brenno Placido, Moni Ovadia, Lorenzo Lavia, Tedua, Maurizio Donadoni, Gianfranco Gallo, Gianluca Gobbi.

TUTTE LE FOTO DAL RED CARPET:

Italia 1600. Michelangelo Merisi è un artista geniale e ribelle nei confronti delle regole dettate dal Concilio di Trento che tracciava le coordinate esatte nella rappresentazione dell’arte sacra. Dopo aver appreso che Caravaggio usava nei suoi dipinti sacri prostitute, ladri e vagabondi, Papa Paolo V decide di commissionare a un agente segreto del Vaticano una vera e propria indagine, per decidere se concedere la grazia che il pittore chiedeva dopo la sentenza di condanna a morte per aver ucciso in duello un suo rivale in amore. Così l’Ombra, questo il nome dell’investigatore, avvia le sue attività di inchiesta e spionaggio per indagare sul pittore che – con la sua vita e con la sua arte – affascina, sconvolge, sovverte. Un’Ombra che avrà nelle sue mani potere assoluto, di vita o di morte, sul destino di un genio.

L’Ombra di Caravaggio: la recensione del film con Riccardo Scamarcio

L’elemento dell’ombra nelle opere di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, è certamente uno degli aspetti più affascinanti, seducenti e talvolta inquietanti delle sue opere d’arte. Ma non solo i suoi dipinti, bensì tutta la vita del pittore è in realtà caratterizzata dalle ombre, da quelle dei luoghi scabrosi da lui frequentati fino a quelle dell’animo, che lo hanno portato ad essere indicato come uno degli artisti maledetti per eccellenza. Ombre, tormenti e passioni su cui il regista Michele Placido sceglie di costruire il suo L’Ombra di Caravaggio, un film a lungo pensato e voluto, che si svela ora per la prima volta in occasione della Festa del Cinema di Roma.

Da Placido anche scritto insieme a Fidel Signorile e Sandro Petraglia, il film si concentra in particolare sulla ricerca che un investigatore incaricato da Papa Paolo V e chiamato semplicemente Ombra (Louis Garrel) conduce nei confronti di Caravaggio (Riccardo Scamarcio). Mentre il pittore si trova a Napoli, fuggito dopo l’omicidio commesso, la sua vita viene dunque approfondita attraverso gli incontri che l’Ombra fa con quanti lo hanno conosciuto, amato e odiato. L’obiettivo è stabilire se il pittore sia meritevole o meno di ricevere la grazia dal Papa, nonostante la sua vita dissoluta e le ripetute accuse di blasfemia per aver utilizzato prostitute e barboni per raffigurare i Santi.

Ombre e luci di Caravaggio

Placido ha raccontato di aver voluto realizzare un film sul celebre pittore sin da quando in gioventù scoprì la sua grandezza artistica. Un lungometraggio a lui dedicato, però, avrebbe dovuto tenersi a distanza da ogni più piccolo artificio e falsità, con l’intento dunque di portare sullo schermo quello stesso senso di realismo che Caravaggio ricercava con le sue opere, giudicate fin troppo rivoluzionarie al loro tempo. Con lo scenografo Tonino Zerra (Il primo re) e il costumista Carlo Poggioli (The Young Pope) Placido lavora dunque per ricercare quel senso di vero imprescindibile, da trasmettere attraverso una ricostruzione storica viva, che si manifesta attraverso le zone più malfamate e quelle più altolocate della città di Roma.

Luoghi come bordelli, chiese, prigioni, palazzi nobiliari e sporche strade offrono dunque un contesto particolarmente convincente, facendo della ricostruzione scenografia un’assoluta protagonista del film. Allo stesso modo il lavoro sui costumi risulta particolarmente curato nel dettaglio. Gli abiti indossati dai personaggi non servono solo a caratterizzare il loro rango sociale ma anche a suggerire le loro inclinazioni caratteriali e quelle d’animo. Entrambi questi aspetti vengono poi arricchiti da un lavoro di costruzione fotografica particolarmente suggestivo. Con il direttore della fotografia Michele D’Attanasio (Freaks Out), il regista si impegna infatti a dar vita a scene e inquadrature di esplicita ispirazione caravaggesca.

Proprio come Caravaggio utilizzava le luci e le ombre per dar vita a quel chiaroscuro che conferisce alle figure un rilievo scultoreo, così il film si avvale della medesima tecnica per trasmettere una maggiore intensità e drammaticità a quanto mostrato. L’Ombra di Caravaggio è da questo punto di vista un film che si avvicina allo stile dell’artista di cui racconta. Un espediente particolarmente funzionale, che qui dà prova dell’efficacia della sua utilizzazione. Attraverso le luci e le ombre, Placido costruisce dunque il suo film con una maniera quasi espressionista, facendo emergere l’animo dei propri personaggi, rendendoli affascinanti e coinvolgenti.

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L’Ombra di Caravaggio: un film episodico per raccontare l’attualità del pittore

Se dunque da un punto di vista estetico L’Ombra di Caravaggio risulta essere un film se non interamente comunque in buona parte affascinante, diverse criticità si ritrovano invece a livello narrativo. Attraverso il personaggio Ombra e i suoi incontri, come detto, si ripercorre la vita di Caravaggio compiendo salti temporali che conducono a veri e propri episodi che non sempre riescono a reggere il ritmo e il tono del film. Non tutti gli episodi raccontati risultano infatti convincenti, talvolta per via di interpretazioni che inficiano sul risultato finale, talvolta per mancanza di quelle idee di regia che invece in altri momenti esprimono meglio il proprio valore.

Un esempio di episodio particolarmente riuscito è quello ambientato nel carcere dove si trova anche il filosofo Giordano Bruno, prossimo al rogo a Campo de’ Fiori. Si offre qui, sempre attraverso un sapiente uso di luci ed ombre, tutto quel forte bisogno di libertà di pensiero, parola e gesto che Bruno condivide con Caravaggio. Bisogni insopprimibili che sono alla base della lettura che Placido dà del pittore con questo suo film e che Riccardo Scamarcio interpreta in modo particolarmente convincente. Al netto dunque di un andamento altalenante e talvolta confuso, L’Ombra di Caravaggio non punta ad offrire un ritratto pedissequo della personalità e della vita di Caravaggio, quanto più a dar vita ad una sua rilettura che dimostri l’attualità ancora oggi dell’animo del pittore.

Ecco a voi i Chippendales: la nuova serie in arrivo su Disney+

Ecco a voi i Chippendales: la nuova serie in arrivo su Disney+

Ecco a voi i Chippendales è la nuova serie originale Disney+ creata da Robert Siegel e Mehar Sethi. Robert Siegel e Nanjiani sono gli executive producer insieme a Dylan Sellers, Jenni Konner, Matt Shakman, Emily V. Gordon, Nora Silver e Rajiv Joseph, che sarà sceneggiatore della serie al fianco di Mehar Sethi. Siegel e Konner sono co-showrunner e Shakman sarà il regista. Jacqui Rivera è co-executive producer mentre Annie Wyman è la co-produttrice.

 Ecco a voi i Chippendales: quando esce e dove vederla in streaming

Ecco a voi i Chippendales uscirà in Italia a partire da mercoledì 11 gennaio in esclusiva sulla piattaforma streaming Disney+

Ecco a voi i Chippendales: trama e cast

Ecco a voi i Chippendales è true crime che racconta la scandalosa storia di Somen “Steve” Banerjee, un immigrato indiano che è diventato l’improbabile fondatore del più grande impero di spogliarellisti al mondo – senza permettere a nulla e nessuno di intralciarlo nel raggiungimento del suo obiettivo.

Il cast di Ecco a voi i Chippendales comprende Kumail Nanjiani (The Big Sick – Il matrimonio si può evitare… l’amore no), Murray Bartlett (The White Lotus), Juliette Lewis (Yellowjackets) e Annaleigh Ashford (American Crime Story) con guest star ricorrenti del calibro di Quentin Plair (The Good Lord Bird – La storia di John Brown), Robin de Jesús (tick, tick… BOOM!), Andrew Rannells (Girls5eva) e Spencer Boldman (Cruise), oltre a Nicola Peltz Beckham (Holidate) e Dan Stevens (Gaslit) sempre nel ruolo di guest star.

Ecco a voi i Chippendales: trailer della serie

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

The Batman: in sviluppo film spin-off sui cattivi, ecco quali potrebbero essere i prescelti!

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Il mondo di Batman di Matt Reeves è destinato a crescere molto presto, poiché un nuovo rapporto di The Hollywood Reporter suggerisce che regista è attualmente impegnato ad espandere espandere l’universo di The Batman in grande stile. La notizia arriva per gentile concessione di un nuovo rapporto generale sui progetti DC alla Warner Bros. Discovery, con Borys Kit che sottolinea che Reeves sta cercando di estendere il mondo generale di The Batman al di fuori del suo sequel e della prossima serie spin-off di Penguin. Il rapporto menziona specificamente che Reeves ha iniziato a incontrare scrittori e registi per costruire film incentrati sull’iconica galleria di cattivi dalla storia di Batman.

Sebbene non sia stato confermato nulla di concreto, il rapporto ha menzionato che cattivi come Spaventapasseri, Clayface e persino il Professor Pyg – un cattivo noto per essere uno dei più oscuri e inquietanti di Batman – sono stati presi in considerazione per i film. Tutti questi progetti, secondo il rapporto, sono attualmente “nelle primissime fasi della gestazione”, quindi non aspettiamoci troppe informazioni su questi progetti d’ora in avanti. Il successo del film con Robert Pattinson ha certamente accelerato lo sviluppo di ulteriori progetti ma sicuramente questa fa parte della tanto paventata strategia decennale sulla proprietà della DC che fa capo a Warner Bros Discovery.

Il prossimo passo per Matt Reeves e il suo universo di Gotham City è la prossima serie drammatica basata sul personaggio del Pinguino di Colin Farrell di The Batman. Ambientata nel mondo di The Batman del 2022, la serie HBO Max si concentrerà sul passato di Oswald Cobblepot e mostrerà la sua ascesa al potere nel ventre squallido di Gotham piuttosto che ritrarlo come il boss affermato. Il personaggio ha una ricca storia di apparizioni in live action, poiché Danny DeVito ha interpretato il famoso Pinguino in  Batman Returns mentre Robin Lord Taylor lo ha interpretato in Gotham.

The Batman, il film

The Batman diretto da Matt Reeves è uscito nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia. Protagonisti del film insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

Due anni trascorsi a pattugliare le strade nei panni di Batman (Robert Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali, hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth (Andy Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini. Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino (Colin Farrell), Carmine Falcone (John Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista (Paul Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione che da tempo affliggono Gotham City.

Riverdale 7: al via la produzione, ecco quando esce!

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Riverdale 7: al via la produzione, ecco quando esce!

Lo scrittore e produttore esecutivo Ted Sullivan si è rivolto a Instagram per confermare che la produzione di Riverdale 7, la prossima settima e ultima stagione di Riverdale è iniziata ufficialmente nella Columbia Britannica. Dopo aver annunciato la fine di Riverdale, l’ex CEO di The CW Mark Pedowitz ha confermato che l’ultima stagione non sarà ridotta, nella speranza di dargli il giusto commiato che merita.

Riverdale è attualmente interpretato da KJ Apa come Archie Andrews, Lili Reinhart come Betty Cooper, Camila Mendes come Veronica Lodge, Cole Sprouse come Jughead Jones, Madelaine Petsch come Cheryl Blossom, Vanessa Morgan come Toni Topaz, Casey Cott come Kevin Keller, Charles Melton come Reggie Mantle e Drew Ray Tanner nel ruolo di Fangs Fogarty.

Riverdale 7, ecco quando uscirà!

Al momento non esiste una data di uscita allegata alla prossima puntata della serie drammatica per adolescenti di lunga data, ma probabilmente Riverdale 7 farà il suo ritorno nel 2023.

 

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Riverdale  proviene da  Warner Bros. Television  e  CBS Television Studios, in associazione con Berlanti Productions, con i produttori esecutivi Roberto Aguirre-Sacasa,  Greg Berlanti , Sarah Schechter e Jon Goldwater.

La serie è basata sui personaggi di Archie Comics . La serie è stata adattata per The CW dal direttore creativo di Archie Comics, Roberto Aguirre-Sacasa , ed è prodotta da Warner Bros. Television e CBS Studios , in associazione con Berlanti Productions e Archie Comics. Concepito come adattamento cinematografico per la Warner Bros. Pictures, l’idea è stata reimmaginata come una serie televisiva per la Fox.

Riverdale ha debuttato il 26 gennaio 2017 con recensioni positive. Nel febbraio 2021, la serie è stata rinnovata per una sesta stagione, presentata per la prima volta il 16 novembre 2021. Nel marzo 2022, la serie è stata rinnovata per una settima e ultima stagione, che dovrebbe debuttare nel 2023.

Il successo di Riverdale su Netflix

Riverdale è stato anche notato come uno degli spettacoli più popolari in tutto il mondo sulla popolare piattaforma di streaming Netflix. Il gran numero di fan che hanno guardato la serie sulla piattaforma ha anche dato allo show un grande aumento degli ascolti per la sua premiere della seconda stagione. Questo è stato successivamente citato in più occasioni dal presidente di The CW, Mark Pedowitz, che ha notato che avrebbero guardato i numeri di Netflix più da vicino per le nuove serie dopo aver visto come si comportava Riverdale sulla piattaforma.La quarta stagione è stata pubblicata sul sito web negli Stati Uniti il ​​15 maggio 2020 ed è rimasta tra i primi dieci titoli dell’intera piattaforma per il mese successivo

Il grande gioco: la nuova serie Sky Original sul calciomercato

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Il grande gioco: la nuova serie Sky Original sul calciomercato

Fra affari miliardari, personaggi senza scrupoli e trattative al cardiopalmo, il calciomercato – fra i momenti più appassionanti dell’intera stagione calcistica – è ora per la prima volta al centro di una serie tv. Il grande gioco è il nuovo titolo Sky Original di cui viene rilasciato oggi il trailer ufficiale e annunciato il debutto: dal 18 novembre in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

Il dietro le quinte del calcio in una serie Sky Studios e Èliseo entertainment prodotta da Luca Barbareschi e diretta da Fabio Resinaro (Mine, Dolceroma) & Nico Marzano, che vede Francesco Montanari (Il cacciatore, I Medici – Nel nome della famiglia) di nuovo protagonista di una serie Sky a più di dieci anni di distanza dal popolarissimo Romanzo Criminale – La serie. Ne Il Grande Gioco interpreta Corso Manni, fino a una decina di anni prima dell’avvio di questa storia una star nel mondo dei procuratori calcistici, caduto in disgrazia per un presunto legame con il mondo delle scommesse clandestine.

Protagonisti con lui anche Elena Radonicich (1992, La porta rossa, Fabrizio De André – Principe libero) nei panni di Elena De Gregorio, ex moglie di Manni e procuratrice a sua volta, e il vincitore del David di Donatello nonché candidato all’Oscar Giancarlo Giannini (Casino Royale, Il cuore altrove, Pasqualino Settebellezze), che nella serie interpreta Dino De Gregorio, il padre di Elena, fondatore e CEO dell’agenzia di calciatori più potente in Italia contro cui Corso medita vendetta.

Montanari, Radonicich e Giannini guidano un grande cast internazionale del quale fanno parte anche Lorenzo Cervasio (Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, Il Capitale Umano) nei panni di Federico De Gregorio, fratello minore di Elena, Jesus Mosquera Bernal (Toy Boy), che qui interpreta il campione Carlos Quintana, Lorenzo Aloi (Lasciarsi un giorno a Roma, Fedeltà, La compagnia del Cigno 2) nei panni di Marco Assari, giovane e talentuosissimo procuratore, Giovanni Crozza Signoris (Il Traditore, Zero), che presterà il suo volto alla giovane promessa del calcio Antonio Lagioia, e Vladimir Aleksic nei panni di Sasha Kirillov, procuratore russo senza scrupoli.

In otto episodi scritti da Tommaso Capolicchio, Giacomo Durzi, Filippo Kalomenidis, Marcello Olivieri e Andrea Cotti, la serie racconta per la prima volta il lavoro dei procuratori sportivi senza tralasciare gli interessi economici e politici che possono gravitare dietro l’ingaggio di un calciatore o il successo di un’intera squadra. Tommaso Capolicchio, Giacomo Durzi, Filippo Kalomenidis e Marcello Olivieri sono i creatori della serie, realizzata a partire da un’idea di Alessandro Roja con la collaborazione di Riccardo Grandi.

La trama de Il grande gioco

Screditato da false accuse, Corso Manni (Francesco Montanari) è passato dall’essere il golden boy dei procuratori della ISG, la più grande società di procuratori in Italia, ad essere emarginato dal mondo calcistico. Con l’aiuto del giovane procuratore Marco Assari, Corso ricostruisce la sua carriera contendendosi la procura del campione Quintana e del promettente Antonio Lagioia con Dino De Gregorio (Giancarlo Giannini) ed Elena De Gregorio (Elena Radonicich), rispettivamente CEO della ISG e sua ex moglie. Un inaspettato gioco di alleanze e tradimenti prende forma con l’ingresso di Sasha Kirillov, un navigato procuratore della russa Plustar, determinato a conquistare non solo il mercato calcistico italiano, ma anche dei preziosissimi terreni intestati alla ISG.

Il grande gioco: trailer della serie tv

Il Grande Gioco sarà disponibile in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW in tutti i Paesi in cui Sky è presente. La distribuzione internazionale è di NBCUniversal per conto di Sky Studios.

The Space Cinema: Black Adam arriva in lingua originale

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The Space Cinema: Black Adam arriva in lingua originale

In occasione dell’uscita nelle sale italiane di Black Adam prevista per il prossimo 20 ottobre, The Space Cinema propone la proiezione in lingua originale del film tratto dall’omonimo fumetto della DC Comics creato da Otto Binder e C. C. Beck nel 1945.

Il film, diretto da Jaume Collet-Serra, vede protagonista Dwayne Johnson nei panni dell’antieroe della Dc Comics, Black Adam. La storia racconta di Teth-Adam, un uomo dell’antico Egitto ridotto a schiavitù e in seguito ucciso che, grazie al potere del mago Shazam, ritorna in vita. Adesso a Black Adam sono stati conferiti poteri straordinari: forza, agilità e capacità di volare ma purtroppo non possiede un cuore puro. Dopo aver vissuto in prigionia per un lungo periodo viene finalmente liberato e dovrà confrontarsi con i supereroi in vita per capire che per essere un eroe non basta avere grandi poteri ma è necessario compiere nobili azioni e sacrificarsi per un bene più alto.

La rassegna Hear My Voice prosegue ogni giovedì nei multisala: Firenze (Novoli)LimenaBolognaTriesteVimercate, Parma CentroRoma (Parco de Medici)Roma (Moderno), Napoli e per tutta la settimana al The Space Cinema Odeon di Milano.

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

Babylon: cambia la data di uscita del film con Brad Pitt e Margot Robbie

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L’attesissimo film in uscita di Damien Chazelle, Babylon, ha cambiato la sua data di uscita spostata. A darne notizia è stato il noto sito americano Variety che ha riferito che il film uscirà nelle sale americano il 23 dicembre 2022. Il film era originariamente previsto per un’uscita limitata il 25 dicembre 2022, con un’uscita più ampia fissata per il 6 gennaio 2023. Invece, il film ora uscirà a livello nazionale due giorni prima della sua data limitata originale, dando a tutti i fan la possibilità di vedere il film un paio di settimane in anticipo durante il fine settimana di vacanza.

Babylon è un’epica storia originale ambientata nella Los Angeles degli anni ’20. La storia si svolge durante il grande passaggio dell’industria cinematografica dai film muti ai talkie. “Una storia di ambizioni smisurate ed eccessi oltraggiosi, ripercorre l’ascesa e la caduta di più personaggi durante un’era di sfrenata decadenza e depravazione nella prima Hollywood”, si legge nella sinossi.

Protagonisti sono Brad Pitt, Margot Robbie, Diego Calva, Jean Smart, Jovan Adepo, Li Jun Li, P.J. Byrne, Lukas Haas, Olivia Hamilton, Tobey Maguire, Max Minghella, Rory Scovel, Katherine Waterston, Flea, Jeff Garlin, Eric Roberts, Ethan Suplee, Samara Weaving e Olivia Wilde. Al cinema da Gennaio 2023.

Prodotto da Marc Platt, p.g.a., Matthew Plouffe, p.g.a., Olivia Hamilton, p.g.a. , con produttori esecutivi Michael Beugg, Tobey Maguire, Wyck Godfrey, Helen Estabrook, Adam Siegel.

La trama di Babylon

Dal Premio Oscar Damien Chazelle, regista di LA LA LAND e WHIPLASH, un racconto memorabile ambientato nella Los Angeles degli anni ’20. Babylon, una storia di ambizioni smisurate e di eccessi oltraggiosi, che ripercorre l’ascesa e la caduta di molteplici personaggi in un’epoca di sfrenata decadenza e depravazione nella sfavillante Hollywood.

Black Panther: Wakanda Forever, due canzoni di Rihanna nella colonna sonora?

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Anche se stiamo ancora aspettando un annuncio ufficiale, stanno arrivando notizie secondo cui Rihanna ha registrato (o sta attualmente lavorando) a due nuove canzoni per la colonna sonora di Black Panther: Wakanda ForeverHitsDailyDouble.com ha dato la notizia, con Kyle Buchanan del NY Times a sostenere il rapporto, aggiungendo di aver sentito che Rihanna eseguirà la melodia dei titoli di coda per il sequel dei Marvel Studios.

L’artista pluripremiata ai Grammy non pubblica nuova musica da un po’ di tempo, quindi questa notizia sarà sicuramente accolta molto positivamente dalle sue legioni di fan. Non è un compito da poco seguire lo straordinario “All The Stars” di Kendrick Lamar e SZA, ma diremmo che Rihanna è più che all’altezza della sfida!

Black Panther: Wakanda Forever, il film

Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.

Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.

Ironheart: altri indizi rivelano che Sacha Baron Cohen sta interpretando Mephisto?

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È circolata una voce secondo cui la star di Borat Sacha Baron Cohen si era unita a un imminente progetto MCU (molto probabilmente Ironheart) come Mephisto durante il fine settimana, e Deadline ora ha apparentemente confermato la notizie pubblicato un lungo rapporto. Anche se non c’è ancora una conferma ufficiale da parte dei Marvel Studiso il noto sito americano ha confermato che Sacha Baron Cohen  interpreterà il cattivo demoniaco nella prossima serie Disney+, legittimando la voce menzionando che “si è parlato sul set di Cohen come parte di Ironheart, probabilmente interpretando Mephisto.”

Se questo fosse vero, questo sarebbe un grosso problema. Non sappiamo ancora molto della serie Ironheart al di là della premessa di base, ma il coinvolgimento di Mephisto avrebbe ovviamente importanti implicazioni soprannaturali per la storia. Il personaggio potrebbe avere qualcosa a che fare con The Hood (Anthony Ramos) che sta guadagnando le sue abilità magiche, forse? Tuttavia, se Mephisto apparirà nello spettacolo, sembra che avrà un ruolo significativo nel MCU in futuro, con Deadline che aggiunge che potrebbe apparire anche nello spin-off di WandaVisionAgatha: Coven of Chaos.

Sam Bailey (Brown Girls) e Angely Barnes (Mythic Quest) sono stati recentemente ingaggiati come i registi di Ironheart e, secondo quanto riferito, sono stati arruolati per dirigere almeno un episodio a testa. Il regista di Black Panther: Wakanda Forever Ryan Coogler sarà il produttore esecutivo tramite la sua società di produzione Proximity.

UTAMA – Le terre dimenticate: intervista al regista Alejandro Loayza-Grisi

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Ecco la nostra intervista a Alejandro Loayza-Grisi, regista di UTAMA – Le terre dimenticate, presentato nella sezione Latinoamericana della 15a edizione del Festival del Cinema Spagnolo e Latinoamericano, al cinema in Italia dal 20 ottobre distribuite da Officine UBU.

Officine UBU porta in Italia UTAMA – Le terre dimenticate, la pluripremiata opera prima di Alejandro Loayza-Grisi, in arrivo nei cinema italiani il 20 ottobre, che offre uno sguardo inedito e suggestivo tra le terre aspre e remote della Bolivia e che vede protagonista una famiglia Quechua alle prese con il dramma della siccità, nella spettacolare cornice dell’altopiano sudamericano, a più di 3.500 metri sul livello del mare.

Il tempo sembra scorrere lentamente nella lontana terra incrinata e arida dell’Altiplano boliviano, dove un’anziana coppia Quechua di allevatori di lama, Virginio e Sisa, porta avanti un’umile routine. Quando il nipote Clever si presenta alla loro porta, Virginio si accorge subito che è venuto per convincerli a trasferirsi in città. Il fatto che la siccità li abbia lasciati senz’acqua non aiuta la loro causa a restare. Il respiro pesante di Virginio tradisce la sua capacità di nascondere ciò che lo affligge e l’apparizione di un condor inizia a destare in lui uno strano presagio. Improvvisamente lo scorrere del tempo diventa più che mai prezioso e pone la coppia davanti a un dilemma: resistere nell’attesa delle piogge o seguire le orme di altri Quechua e lasciare la loro casa per la città?

UTAMA – Le terre dimenticate, la recensione della serie

Life Is (Not) A Game: la recensione del docufilm con Laika la street artist romana

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Antonio Valerio Spera racconta la storia di Laika nel docufilm Life Is (Not) A Game al suo esordio alla regia. Nella sua scelta c’è la volontà di portare sotto i riflettori il personaggio della street artist romana – mantenendo segreta la sua identità. Life Is (Not) A Game, presentato alla Festa del Cinema di Roma, racconta attraverso il cinema e il personaggio di Laika la contemporaneità nei due anni della pandemia. Le sue opere provocatorie hanno attirato l’attenzione di tutto il mondo e pongono l’attenzione sui temi più caldi della politica nazionale ed internazionale. I lavori di Laika sono schierati politicamente e insieme alla sua identità tenuta nascosta l’hanno resa tra le street artist più rappresentative, da alcuni definita “la Bansky italiana”.

Life Is (Not) A Game, la trama

Due anni di storia recente raccontati attraverso gli occhi di Laika, street artist romana di cui non si conosce l’identità. Ironia, provocazione, denuncia le sue cifre stilistiche. La pandemia dilaga, il virus e le sue conseguenze sociali diventano i temi ricorrenti delle opere dell’artista. Ma quando termina il lockdown e il pianeta rimane assorbito dal terrore per il Covid19, Laika intraprende un viaggio lungo la “rotta balcanica” per restituire voce e volto al mondo degli “invisibili”.

Il racconto di Life Is (Not) A Game inizia dal quartiere Esquilino di Roma. Torniamo insieme al 2020 quando la pandemia non aveva ancora colpito l’Europa: “C’è in giro una epidemia di ignoranza, dobbiamo proteggerci”. La persona rappresentata nel primo poster è Fen Xia “Sonia”, la proprietaria di un noto ristorante cinese della Capitale. Sonia stessa racconta come appena giunta la notizia di Wuhan le persone hanno iniziato a guardarla diversamente, e il suo ristorante non ha ricevuto più clienti per paura di contrarre il covid. Inizia così la storia di Laika che con i suoi lavori ha dato del filo da torcere a non poche forze politiche. Il murales che raffigura Sonia, infatti, è stato uno dei pochi a rimanere impresso per più tempo. Come se fosse un mònito per le nostre azioni.

Life Is (Not) A Game recensione film

Il viaggio di Laika

Zaki&Regeni il poster di Laika a due passi dall’ambasciata egiziana rimosso dopo neanche 24 ore. La street artist ha colpito ancora e come racconta la giornalista Maria Gianniti, il coraggio di Laika non è stato tanto nell’appenderlo una volta ma nel riappenderlo modificato. Infatti, il murales che raffigurava Patrick Zacki e Giulio Regeni stretti in un abbraccio non è durato neanche 24 ore. È stato rimosso e sostituito con l’aggiunta di una mano invisibile che mimava il gesto di strapparlo via. Quello di Zaki e Regen è stato l’ultimo lavoro di Laika prima dell’inizio della pandemia in Italia. Il paese inizia quindi il periodo di chiusura e la stessa Laika tra le mura di casa sua inventa nuovi lavori basandosi sui fatti politici più salienti. È il caso del poster che raffigura l’ex Primo Ministro inglese Boris Johnson. Uno dei lavori di denuncia politica chiacchierati di Laika. L’ex Primo Ministro inglese puntava all’immunità di gregge e quindi viene rappresentato come una pecora con un termometro in bocca, insieme ad altre pecore con la mascherina.

Il viaggio di Laika in Life Is (Not) A Game ci porta davvero in giro per il mondo. Con i suoi lavori riusciamo ad arrivare ovunque, a riflettere nel confinamento durante i mesi più difficili del lockdown. Il suo viaggio tra le strade di Roma, mentre la accompagniamo nei suoi blitz notturni, si sofferma sulle espressioni dei passanti, sulle voci degli invisibili e sulle parole dei politici. Anche attaccare un poster è un segno di quello che vuoi raccontare, della denuncia che vuoi mandare al resto del mondo. Così il viaggio di Laika si fa ancora più grande quando decide di partire per la Bosnia nel 2021. Il suo scopo è quello di denunciare le condizioni di vita disumane in cui vivono i migranti. Proprio in Bosnia appenderà il suo poster Life Is (Not) A Game che dà il titolo al film di Spera.

Questo non è un documentario

La rappresentazione messa in moto da Laika con le sue opere ha raggiunto i maggiori vertici delle istituzioni europee. Quello che Antonio Valerio Spera racconta in Life Is (Not) A Game nasce proprio dall’esigenza di raccontare per non dimenticare, per denunciare, per dare coraggio al mondo intero. Proprio Il Mondo, quello che ci circonda e di cui canta Jimmy Fontana, chiude il film. Siamo niente accanto al mondo che continua il suo percorso qualsiasi cosa accada e noi siamo solo una parte infinitesimale di questo percorso. E mentre Fontana canta, ancora una volta Laika si fa portatrice di un messaggio. Questa volta si reca fino al vertice massimo dell’Unione Europea per completare il suo ultimo lavoro: “FUTURO. Voi riuscite a vederlo?”. Futuro, quello che la stessa Laika non riesce a vedere. Che ha i confini sempre più netti, come muri che si alzano tra i paesi. Futuro che le classi dirigenti tentano di soffocare e si sopprimere ad ogni costo. Ed è proprio con quel FUTURO, illuminato in un led sotto il simbolo dell’Euro, che si chiude Life Is (Not) A Game.

Maixabel: la recensione del film basato sulla storia di Maixabel Lasa

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Maixabel della regista Icíar Bollaín racconta la storia di dolore e trauma che l’ETA, il gruppo terroristico basco, ha disseminato negli anni. Uno dei pochi film – se non l’unico – che parla di questo argomento che prende vita da fatti di cronaca reali. La vera Maixabel ha partecipato all’intero processo del film insieme alla figlia Maria. In una scena finale, appare proprio la vedova di Juan Mari Jauregui, assassinato dall’ETA. Il gruppo separatista ETA ha compiuto omicidi e attentati che hanno causato la morte di oltre 800 persone in nome dell’indipendenza basca. Un racconto crudo che mette in scena le debolezze dell’animo umano ma anche una volontà quella di non dimenticare le atrocità compiute oltre 10 anni fa.

Maixabel, la trama

Nel 2000 l’ETA ha assassinato Juan Maria Jauregui. Undici anni dopo, la sua vedova Maixabel Lasa riceve una richiesta che la mette in crisi: uno degli assassini, dopo aver lasciato la lotta armata e la banda di terroristi di cui faceva parte, ha chiesto di parlare con lei. Nonostante i dubbi e l’immenso dolore, Maixabel accetta di incontrare faccia a faccia una delle persone che hanno posto spietatamente fine alla vita di colui che era il suo compagno sin dall’adolescenza. Maixabel Lasa è interpretata da una sorprendente Blanca Portillo che si è immersa nel personaggio con tutta sé stessa. La regista stessa racconta che per completare la sua trasformazione ha avuto dei colloqui con Maixabel in persona.

Finzione e realtà camminano su un filo sottilissimo nel film di Icíar Bollaín. Maixabel è rappresentata come una donna di cuore e di coraggio, una vera immagine di dialogo e di riconciliazione. Per far vivere sullo schermo questa storia dobbiamo tornare indietro nel tempo agli anni 2000. Jauregui era un esponente politico del partito socialista spagnolo ed è stato assassinato in un bar. Il film però non parla degli avvenimenti che hanno portato alla sua morte ma della storia della moglie Maixabel.

Maixabel recensione film

L’importanza del dialogo

La forte componente femminile di questo film è composta da Maixabel, la figlia Maria. Maixabel, a contrario della figlia Maria, vuole incontrare gli assassini del marito. La vita di entrambe le donne, come più volte diranno nel corso del film, non è più la stessa. Non conosceranno più la felicità dopo la morte del compianto marito e padre. Allora Maixabel decide di partecipare alla richiesta della polizia: incontrare gli assassini del marito. La sua voce si fa portatrice del dialogo dopo dieci anni dal tragico incidente ma non lo fa per vendetta ma come lei stessa racconta “sono legata a quelle persone per tutta la vita“. Bollaín con l’aiuto della sua co-sceneggiatrice, Isa Campo, costruisce un film sulle emozioni e non sul racconto dei fatti di cronaca in quanto tali. Lo scopo principale è quello di indagare i personaggi dall’interno a prescindere dal pregiudizio politico.

Nella pellicola della regista non si fanno sconti, non si vuole empatizzare con nessun personaggio. Ma vengono comunque sviscerati i tratti problematici di quelli che secondo le linee narrative canoniche chiameremo antagonisti. Il film però non crea fazioni né tanto meno bisogna guardando con lo scopo di entrare in empatia con i personaggi. L’unico messaggio di speranza che manda il personaggio di Maixabel è che tutti meritano una seconda possibilità. Così la donna incontra i due assassini. Prima Luis (interpretato da Urko Olazabal) e poi Ibon (interpretato da Luis Tosar). Entrambe queste scene di dialogo portano alla luce importanti rivelazioni. I membri dell’ETA dicono a Maixabel che non nutrivano alcun odio personale nei confronti del marito. Stavano semplicemente eseguendo degli ordini come dei mercenari assunti per un obiettivo specifico.

Le seconde occasioni

La pellicola entra ancora di più nel vivo dei temi di responsabilità quando Luis e Ibon le rivelano che la scelta di premere il grilletto è stata affidata al caso. Con questa rivelazione finale la scelta di Maixabel si rivela chiarificatrice. Nonostante le lunghe scene di dialogo ricche di intensità, la linea narrativa che segue tutto il film è abbastanza neutra. Per la popolazione spagnola rivivere questi momenti non deve essere facile, tanto che la stessa regista ricorda ancora il periodo in cui da bambina l’ETA faceva decine e decine di vittime. Tutto cambia per gli spettatori oltre il confine spagnolo. Le poche informazioni di base narrate nella storia potrebbero mandare in confusione anche lo spettatore più attento. Nonostante questo, il film si presenta come un progetto molto forte e sicuramente curato nei miei dettagli storici per questa ragione la stampa spagnola lo ha largamente premiato ed elogiato.

War – La guerra desiderata, recensione del film di Gianni Zanasi

War – La guerra desiderata, recensione del film di Gianni Zanasi

War – La guerra desiderata è il nuovo film che Gianni Zanasi porta alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione Grand Public, dedicata ai lavori per il grade pubblico.  Una tragicommedia nata nel 2019, in uscita il 10 novembre, con un ricco cast catapultato in uno scenario estremo. Niente meno che l’Italia in guerra contro la Spagna. É attraverso quest’iperbole che l’autore conduce una riflessione sugli umori ben poco rassicuranti che covano realmente nell’attuale società.

La storia di War – La guerra desiderata 

Tom, Edoardo Leo, è laureato in lingue romanze, ma alleva vongole. Tra i suoi migliori amici c’è il barista Mauro, Giuseppe Battiston. Lea, Miriam Leone, fa la psicoterapeuta alla Asl ed è la figlia dell’ex generale Benedetti, Massimo Popolizio, sottosegretario alla Difesa, mentre suo fratello, Marco Tè, fa il pilota militare. Le vite di Tom e Lea si intrecciano per caso a Roma, mentre una rissa tra ragazzi sfociata in violenti scontri si è trasformata in un incidente diplomatico tra Italia e Spagna e sta trascinando il paese in qualcosa di impensabile: una guerra contro un altro Stato europeo. Tom e Lea riusciranno a fermarla?

Una distopia pericolosamente vicina alla realtà

La prima considerazione che sorge spontanea a proposito di War – La guerra desiderata è che esso fosse una distopia nel 2019, quando è stato pensato, ovvero prospettasse il peggiore degli scenari possibili, percepito come impensabile a realizzarsi. Mentre oggi, nel 2022, a poco meno di un mese dalla sua uscita nelle sale, il film appare, suo malgrado, pericolosamente vicino alla realtà, visto che c’è davvero a una guerra nel cuore dell’Europa, tra Russia e Ucraina. Una guerra che, in qualche misura, ci coinvolge tutti. Questa contingenza non trascurabile rende il film ancora più scioccante, perché viene meno, almeno in parte, la rassicurante distanza che solitamente separa lo spettatore da scenari distopici. Da rilevare poi che, dopo Siccità di Paolo Virzì, questo è il secondo film italiano dell’anno a dare conto, prendendo a pretesto un’estremizzazione, della deriva umana ed esistenziale cui il paese sembra giunto. Forse non è neppure un caso che entrambi i lavori siano ambientati a Roma, luogo di mille emergenze trascurate e sulle cui criticità ormai croniche si potrebbe lungamente dibattere. 

L’immedesimazione coi personaggi e quell’inquietante desiderio di guerra

L’altro elemento che si evidenzia subito è l’alto grado di immedesimazione che si può creare tra lo spettatore e molti dei personaggi del film, grazie alla capacità del regista e di chi lo affianca alla sceneggiatura Lucio PellegriniFigli delle stelle, La vita facile e Michele Pellegrini – di dare loro spessore. Zanasi, Pellegrini e Pellegrini sanno raccontare, riuscendo a bilanciare, cosa non facile, la componente più immaginifica del film con il realismo. Delineano bene le molte figure di questo film corale. Un cast di attori di ottimo livello fa il resto. A partire dai due protagonisti, credibili anche nel surreale, Miriam Leone, Edoardo Leo, a un grande Giuseppe Battiston, cui spetta forse il ruolo più complesso, da Stefano Fresi e Carlotta Natoli a Massimo Popolizio e Antonella Attili, ma anche Paolo Briguglia e Teco Celio.

Tale meccanismo di immedesimazione fa riflettere ancor di più su ciò che siamo e su cosa ci muove. Così ci si ritrova a pensare che, sì, la situazione immaginata da Gianni Zanasi sarà pure estrema, surreale, ma quanto sono autentiche le spinte, sia emotive che razionali – più nuerose le prime che le seconde – che muovono i protagonisti? Quante volte si è provata la rabbia, la frustrazione per un torto subito, per un malcostume, per quell’abitudine alla prevaricazione del prossimo che è ormai diventata quasi normalità? Ecco allora che qualcosa di impensabile in un paese civile, come la guerra, può diventare paradossalmente desiderato.

C’è chi desidera la guerra per dare un senso alla propria vita, come il Mauro di Giuseppe Battiston. Chi per vendicarsi di essere stato bullizzato da piccolo, come Lucio, il fratello di Lea. Chi, come il protagonista interpretato da Edoardo Leo, lo fa per ottenere finalmente qualcosa che merita, ma che nessuno gli ha mai riconosciuto. Non ci sono insomma, solo i guerrafondai o i violenti ad alimentare l’interventismo, ma anche i miti, che tali si sono stancati di essere e cercano la loro rivincita. In questo, War – La guerra desiderata non è molto distante da Figli delle Stelle – il cui regista era, non a caso, Lucio Pellegrini – o dalla saga di Smetto quando voglio. 

La società di oggi tra alienazione, rabbia e speranza

Dunque, quanta alienazione e frustrazione ci sono nella società attuale e quanta rabbia cieca, latente? Le si ha spesso di fronte, ma c’è una sorta di assuefazione ad esse. Ecco perchè serve un evento catastrofico come la guerra che qui si immagina, per portarle in superficie. I segnali, però, ci sono già tutti e sono evidenti, vuol sottolineare Zanasi. Basterebbe una miccia per scatenare un disastro, proprio come accade nella finzione scenica del film. War – La guerra desiderata mette tutto questo sotto una lente di ingrandimento, vi accende un faro. Zanasi si domanda e domanda allo spettatore come si sia arrivati a tutto ciò e se si possa ancora fare qualcosa.

Una speranza sembra ancora esserci. Non solo perchè, nonostante il fosco scenario, Zanasi riesce ancora a farci ridere e sorridere,  perfino a farci intenerire, raccontandoci anche di un amore che nasce nel bel mezzo di un’”allerta guerra” nel cuore di Roma, con gli F35 pronti al decollo. Oltre a ciò, infatti, il regista non dimentica chi cerca, sempre e comunque, di fermare la violenza e il conflitto, chi non vuole stare a questo gioco disumano e così facendo, ricorda a tutti che esistono ancora il rispetto, anche per chi sbaglia, l’empatia, la solidarietà, l’umanità. 

War – La guerra desiderata è indubbiamente lungo, 130 minuti, ma non difficile da seguire. Il ritmo è vivace e tiene desta l’attenzione dello spettatore.  Il risultato è un lavoro maturo e complesso, con più livelli di lettura, al tempo stesso godibilissimo e disturbante, da vedere, anche per farsi sorprendere da un enigmatico finale e da un’interessante colonna sonora. 

Dove e quando vedere War – La guerra desiderata

Il film è una coproduzione Italia – Francia,  opera di Pumpkin Production, Vision Distribution, Éloïse Film, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video. War – La guerra desiderata arriva nelle sale dal 10 novembre.

Zatanna cancellato da HBO Max, JJ Abrams alla ricerca di una nuova casa

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La fusione tra Warner Bros e Discovery ha cambiato tutta la strategia di prodotto dell’intera filiera di contenuti che fanno capo a Warner Bros e DC ed è diventato evidente che la nuova leadership ha apportato alcuni grandi cambiamenti che hanno prodotto diverse buone e brutte notizie per il DC Extended Universe. Mentre l’entusiasmo per l’universo al cinema è alle stelle dopo il ritorno di Henry Cavill nei panni di Superman, ad esempio, ci sono una serie di progetti che avevano generato entusiasmo che sembrano destinati a non vedere mai la luce. Tra questi tutti i progetti in sviluppo alla Bad Robot di J.J. Abrams.

Oggi è il noto sito americano The Hollywood Reporter  ad affrontare la questione e a rivelare che anche il film di Zatanna di Emerald Fennell è trai progetti accantonati. Il film era in lavorazione per HBO Max, e dopo la cancellazione di Batgirl era evidente che la strategia del colosso stava mutando dato che voleva allontanarsi dai film prodotti per lo streaming. J.J. Abrams stava producendo sia Zatanna che il progetto Constantine con protagonista Ṣọpẹ Dìrísù con l’obiettivo di costruire un crossover di Justice League Dark. Apparentemente, il prolifico regista e produttore sta cercando di farli acquistarli ad altri streamer, e sembra che HBO Max non abbia nessuna intenzione di proseguire con la produzione.

Resta da vedere se un’altra piattaforma di streaming vorrà accollarsi il rischio di prodotti, ma questi sono due adattamenti DC Comics di alto profilo che possono probabilmente essere aggiunti all’elenco di quelli che non accadranno mai. Lo scambio rileva che la caccia ad un BOSS del  DC Extended Universe in stile Kevin Feige è stata un “fallimento totale”, con l’attuale dirigente Michael De Luca ora il candidato più probabile a farsi carico di ideare e attuare la strategia decennale annunciata. Secondo il noto sito lui e Pamela Adby siano desiderosi di sviluppare una serie di film e programmi TV, adottando quello che sembra un approccio un po’ meno strutturato di quello dei Marvel Studios

Dunque è improbabile che vedremo mai un film su Zatanna. Il personaggio è stato interpretato sullo schermo in precedenza, ma non nel suo stesso film. Tuttavia, ora che Constantine 2 è in lavorazione con Keanu Reeves che riprende il ruolo, forse una nuova versione dell’eroe potrebbe essere introdotta lì. Dunque le speranze non sono del tutto svanite!

Creed 3: trailer del terzo film con Michael B. Jordan e Jonathan Majors

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La MGM e WB hanno diffuso il primo trailer di CREED 3 che ci mostrerà Adonis Creed in azione contro Jonathan Majors nei panni del misterioso nuovo antagonista del film, Damian Anderson Il trailer vede Adonis (Michael B. Jordan) alle prese con il suo successo, ma il suo passato lo raggiunge in grande stile quando un vecchio amico (supponiamo che Adonis avesse qualcosa a che fare con il suo arresto) esce di prigione dopo un periodo di 18 anni dietro le sbarre e si posiziona come il prossimo sfidante di Creed.

I film di Creed non hanno mai deciso di reinventare la storia di Rocky Balboa, ma i primi due sono stati molto efficaci nella posta in gioco di azione/dramma, e quest’ultima puntata sembra essere altrettanto incisiva. CREED 3 è diretto da Michael B. Jordan con Michael B. Jordan, Tessa Thompson, Jonathan Majors e Phylicia Rashad.

Dopo aver dominato il mondo della boxe, Adonis Creed (Michael B. Jordan) ha prosperato sia nella sua carriera che nella vita familiare. Quando un amico d’infanzia ed ex prodigio della boxe, Damian (Jonathan Majors), riemerge dopo aver scontato una lunga pena in prigione, è ansioso di dimostrare di meritare il suo posto sul ring. Il confronto tra ex amici è più di una semplice rissa. Per regolare i conti, Adonis deve mettere in gioco il suo futuro per combattere Damian, un combattente che non ha nulla da perdere.

Michael B. Jordan si siede per la prima volta dietro la macchina da presa per dirigere questo terzo capitolo del franchise drammatico di boxe. Tessa Thompson e Phylicia Rashad riprenderanno i rispettivi ruoli, ma Sylvester Stallone non tornerà come Rocky Balboa. Zach Baylin e Keenan Coogler hanno scritto la sceneggiatura. Prodotto da Irwin Winkler, pga, Charles Winkler, William Chartoff, David Winkler, Ryan Coogler, Michael B. Jordan, Elizabeth Raposo, Jonathan Glickman e Sylvester Stallone, Creed 3 uscirà nei cinema 2 marzo 2023. Distribuito da Warner Bros. Pictures.

MIPCOM 2022: pioggia di star al party di Fremantle

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MIPCOM 2022: pioggia di star al party di Fremantle

Una sfilza delle più grandi star internazionali dei drammi, documentari e spettacoli di intrattenimento più importanti di Fremantle è arrivata sul tappeto rosso al party esclusivo di Fremantle al MIPCOM 2022 questa sera. L’icona della moda globale Cara Delevingne – produttrice e conduttrice della prossima serie di documentari Planet Sex – si è unita a Brian Cox, Melissa George, Edurne Garcia Almago, Raoul Bova, Antonella Clerici, Marianne James, Eric Antoine, Jarry e Cyril Chauquet.

Il 2022 è stato un anno incredibilmente positivo per il produttore e distributore globale e per celebrare Fremantle ha ospitato un evento esclusivo con A-listers, creativi, acquirenti e dirigenti senior di tutta l’azienda. La 38a edizione del MIPCOM si svolgerà a Cannes fino a giovedì 20 maggio.

Fremantle è una delle società leader a livello mondiale nell’ideazione, produzione e distribuzione di programmi di intrattenimento, serie tv, film e documentari che opera in 26 territori. Con una offerta che spazia dai più famosi format di intrattenimento (Too Hot To Handle, Family Feud, Game of Talents, Got Talent, X Factor) alle serie tv più amate a livello internazionale (L’Amica Geniale, The Young Pope, Mosquito Coast, The Investigation), fino agli imperdibili film e documentari pluripremiati e acclamati dalla critica (il film del regista candidato agli Oscar ® E’ stata la mano di Dio, Arctic Drift, Veleno), Fremantle trasforma contenuti locali in successi globali.  Fremantle è anche leader a livello internazionale nel digital e branded entertainment, con più di 480 milioni di follower distribuiti su 1.600 canali social e oltre 40 miliardi di visualizzazioni all’anno sulle varie piattaforme. Fremantle fa parte del gruppo internazionale RTL Group, a sua volta divisione del colosso editoriale Bertelsmann.

Lucca Comics & Games 2022: presentato il programma Lucca Junior dedicato ai bambini

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Una conferenza stampa unica nel suo genere ha trasformato oggi la splendida location di San Micheletto a Lucca in una sala stampa d’eccezione: un evento “vietato ai maggiori” in cui oltre 100 bambini delle scuole elementari di Lucca e provincia hanno vestito i panni di reporter per un giorno, per scoprire insieme a un gruppo di straordinari ospiti il programma di Lucca Junior, la sezione dedicata ai bambini e ragazzi di Lucca Comics & Games 2022.

Carolina Benvenga, Andrea Lucchetta, Dodò, la Pimpa e molti altri amici hanno raccontato ai curiosi “giornalisti del futuro” le novità che li aspetteranno nei cinque giorni di festival, a partire dal ritorno di Lucca Junior nella sua sede storica, il Real Collegio, denominata Family Palace, un luogo a misura dei visitatori più giovani, la location d’eccellenza per le famiglie, i piccoli lettori, gli esploratori di mondi fantastici, le scuole. E naturalmente saranno molte altre le attività diffuse in tutta la città.

Anche quest’anno Lucca Comics & Games sarà totalmente gratuito per i bambini sotto i 10 anni: l’ingresso è libero per i nati dal 01/01/2013 (che devono essere sempre accompagnati) e non è richiesto per loro il ritiro di un biglietto né di un braccialetto dedicato. Ma non finisce qui: come da tradizione, il Family Palace sarà accessibile a tutti, nella massima inclusione, senza necessità di avere alcun titolo di ingresso al festival. Un’occasione quindi per iniziare ad esplorare gli universi di Lucca Comics & Games, scoprendoli per la prima volta o rivedendoli con la meraviglia degli occhi dei bambini.

Ed ecco alcune delle novità svelate oggi…

IL PICCOLO SCHERMO IN ANTEPRIMA

Sabato 29/10, alle 10:30 al Teatro del Giglio, Sergio Bonelli Editore e Rai portano a Lucca Comics & Games, in anteprima mondiale, i primi quattro episodi della serie animata Dragonero. I Paladini, tratta dal fumetto creato da Luca Enoch e Stefano Vietti, una coproduzione internazionale Sergio Bonelli Editore insieme a Rai Kids, PowerKids e NexusTV. Un’iniziativa che darà il via ad una straordinaria Dragonero Experience fino al 1° novembre. E, grazie a una partnership con Unicef, sarà possibile acquistare per beneficenza le pigotte dei personaggi Ian e Gmor presso lo stand dell’organizzazione non governativa.

Tra le novità di questa edizione, anche l’arrivo di Super Benny, la prima produzione animata completamente dedicata alla food star Benedetta Rossi, protagonista della serie accanto alla sua famiglia. Tra realtà e fantasia, la serie offre anche spunti di riflessione su tematiche importanti come l’inclusione e la diversità. Super Benny, prodotta da KidsMe, la Children content Factory di De Agostini Editore, per Warner Bros. Discovery e realizzata con la collaborazione strategica di Talks Media, l’agenzia partner di Benedetta Rossi, sarà presentata sabato 29/10 alle 12:00 al Cinema Centrale. Dalle 16:00, Benedetta Rossi aspetterà i suoi fan di ogni età al Family Palace per autografare il suo nuovo libro edito da Mondadori.

NAVIGANDO TRA I CANALI DI RAI KIDS
Rai Kids porta il meglio della sua programmazione a Lucca Junior, regalando al pubblico momenti emozionanti dal vivo insieme con i conduttori, i personaggi e i programmi più amati.
Al Family Palace tutti i giorni, alle 18:30, Rai Gulp trasmetterà in diretta da Lucca (e sarà possibile far parte del pubblico, vivendo l’emozione dello show, previa registrazione mandando un’email a [email protected]). E ancora con l’Albero Azzurro, non mancherà l’occasione di farsi uno scatto insieme a Dodò o provare il Laboratorio Puffoso o vedere tutti insieme i cartoni animati di Rai Yoyo (Bing, Pinocchio, Bluey, Spikeball, Peppa Pig, Acchiappagiochi, Milo, Masha&Orso, Il mondo di Leo) e dei Peanuts, in una vera e propria maratona per festeggiare insieme i 100 anni dalla nascita dell’autore Charles Schulz (26 novembre 1922). Spazio anche allo sport con Spykeball: Andrea Lucchetta, il celebre ex pallavolista della nazionale, conduttore e commentatore sportivo d’eccezione, guiderà una serie di attività dedicate al volley nel terzo chiostro del Real Collegio e presenterà il suo videogioco nella sala laboratori del secondo chiostro (dal 28 al 30/10). Non mancheranno eccezionali momenti di show: Nina & Olga, lo spettacolo con Laura Carusino e i personaggi di Nicoletta Costa aspettano il pubblico sabato 29/10 alle 16:30, Nicoletta Costa terrà due laboratori speciali (lunedì 31/10, 11:00 e insieme a FABA martedì 1/11 11.15) e Mario Acampa incontrerà i suoi fan grandi e piccoli (martedì 01/11, alle 11:00). E ancora, all’Auditorium del Suffragio, spazio alla Live Kids Parade con i Puffi, Masha&Orso, Topo Tip, Bluey, Lampadino e Caramella, Pinocchio&Freeda, Nina&Olga (domenica 30/10, alle 15:00).

ALLEGRIA… A POIS
Domenica 30/10, alle 11:00 e 15:30, Pimpa e Olivia Paperina saranno al centro di uno spettacolo con pupazzi ispirato alle storie scritte da Francesco Tullio-Altan, realizzato grazie alla maestria dell’attrice e voce narrante Caterina Paolinelli.

L’EMOZIONE DEGLI INCONTRI DAL VIVO
I cinque giorni di festival saranno l’occasione per incontrare dal vivo alcuni tra i più grandi nomi della letteratura per bambini e ragazzi, grazie alla collaborazione con i principali marchi editoriali ed editori indipendenti per ragazzi: Salani, Giunti, Mondadori, Piemme Il Battello a Vapore, Rizzoli, Edizioni EL – Einaudi Ragazzi – Emme Edizioni, Carthusia, Kite edizioni, Terre di mezzo, Logos, Artebambini, Minibombo, Lavieri e molti altri che porteranno le novità e i migliori classici del loro catalogo.

Tra gli autori ospiti: David Almond (28 e 29/10), Francesco D’Adamo (28/10), Pierdomenico Baccalario ( 29/10), Davide Calì (dal 28 al 30/10), Angelo Mozzillo (28 e 29/10), Federico Taddia (28/10), Francesca Vecchioni (28/10). Non mancheranno anche illustratori e disegnatori quali Nicoletta Costa (31/10 e 01/11), Gary Frank (28/10), Otto Gabos (30/10), Marco Gervasio (28/10), Gud (29/10), Enrico Machiavello (31/10), Serena Riglietti (29/10), Laura Scarpa (30/10).

Chi vuole far volare la fantasia tra le tavole a fumetti, non deve assolutamente perdere lo Spazio Uack!, la libreria del fumetto per bambini e ragazzi a cura della Libreria PensieriBelli: un’area in cui bambini e ragazzi potranno scoprire tutte le novità degli editori (che saranno poi presenti anche negli altri padiglioni dedicati alla Nona Arte del festival). Tra questi Tunué, Editrice Il Castoro, Sinnos Editrice, Edizioni NPE, Bao Publishing, Sbam!, BeccoGiallo, Canicola, Allagalla, Shockdom.

Il Castoro partecipa a Lucca Junior con tanti nomi importanti del fumetto italiano, presenti al festival con i loro nuovi graphic novel: Brian Freschi e AlbHey Longo con Gioco Maledetto; Andrea Fontana e Ste Tirasso autori del fumetto Tempo Da Lupi, dal romanzo del grande autore per ragazzi Francesco D’Adamo – presente per la prima volta a Lucca – , Ilaria Ferramosca e Chiara Abastanotti con il graphic novel Lucille Degli Acholi e Sara Piazza, per l’albo illustrato Cinque minuti e Agnese Innocente. Saranno tutte e tutti coinvolti in sessioni continuative di firmacopie allo stand Castoro e in incontri con scuole e laboratori di illustrazione e fumetto per bambini e ragazzi, in area Lucca Junior.

DA YOUTUBE AI LIVE
Quest’anno al Family Palace arrivano anche gli Youtuber, che – grazie alla collaborazione con Rizzoli – presenteranno e firmeranno i loro nuovi libri: da non perdere gli appuntamenti con Willy Guasti (28/10 alle 11:00), Roby (30/10 e 31/10 alle 16.30), Arex e Vastatore (31/10 e 01/11 alle 10:00)

IMPARANDO ED ESPLORANDO CON I LABORATORI
Una serie di laboratori porteranno i bambini e ragazzi a sperimentare il mondo dell’illustrazione, del fumetto, dei videogames: la casa editrice Panini realizzerà laboratori sul mondo Disney, Barbie e molti altri personaggi dedicati al disegno e alla creatività (tutti i giorni); Empisa accompagnerà i più giovani alla scoperta del mondo di Star Wars con parate e laboratori per costruire maschere e spade laser e imparare a diventare un vero padawan (tutti i giorni); Tridimensional dedicherà molti appuntamenti ad alcuni dei suoi titoli più amati come 44 Gatti, Sumer&Todd, Winx Club, Hello Kitty (dal 29/10 al 31/10).
E ancora l’associazione Autori per Immagini (AI) insegnerà a disegnare un fumetto, creare un’illustrazione e scrivere una sceneggiatura insieme ai professionisti del fumetto e dell’illustrazione (tutti i giorni); ACSI proporrà laboratori di danza e attività ispirate ai personaggi del mondo Comics (dal 29/10 al 1° novembre); Ubisoft insegnerà a disegnare i personaggi di Mario + Rabbids Sparks of Hope insieme ai disegnatori del videogioco (30/10, ore 12:00); Artebambini realizzerà laboratori artistici per i più piccoli (tutti i giorni); Manidoro trasformerà il tema HOPE in un soggetto per laboratori manuali (30/10 e 01/11, al mattino) e Kartè darà spazio alla creatività.
Non mancherà anche la possibilità di testare piccoli esperimenti per scoprire il lato più curioso e giocoso della scienza: con INFN Kids, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare proporrà divertenti laboratori sull’elettricità e le particelle (tutti i giorni).

TUTTO PER I GIOCATORI
L’area espositiva del Family Palace accoglierà anche le migliori novità editoriali e i giochi più attesi e divertenti, tutti da provare.

Da Games 4 Kids – lo spazio gioco da tavolo a cura de Lo Stregatto – sarà possibile mettersi alla prova con i giochi in scatola per ogni età: una squadra di dimostratori ed esperti aiuterà grandi e piccini a sperimentare e scegliere tante nuove opportunità di gioco. Lo spazio è realizzato in collaborazione con Asmodee, DV Games / Ghenos, Haba, Mancalamaro e Oliphante!

Per i fan del mondo Lego, da non perdere la speciale esposizione e i laboratori di mattoncini curati dall’Associazione Orange TeamLug.

E per gli amanti della magia, largo ai giochi di prestigio.

Al Family Palace sarà presente anche il gruppo iSearch, laboratorio di ricerca sullo sviluppo cognitivo guidato da Azzurra Ruggeri (www.isearchlab.org), che lavora con bambini a partire da un anno di età, adolescenti, adulti e anziani, usando una varietà di strumenti che spazia dall’Eye-tracking, all’EEG, al disegno, ai giochi con la sabbia, labirinti, giochi su tablets, su computers e su piattaforme di realtà virtuale e aumentata. Il lavoro del gruppo si concentra sullo studio sperimentale del potenziale di apprendimento attivo: la competenza e capacità di apprendimento di bambini e adulti in contesti sociali, individuali, e digitali attraverso osservazione, esplorazione, ricerca di informazioni, e domande agli altri. Un potenziale che rappresenta una delle radici della sensitività e prontezza nell’adattarsi a cambiamenti e agli imprevisti, e la base necessaria di una cittadinanza consapevole ed attiva. Lo scopo in particolare è individuare i vari fattori culturali, educativi, e individuali – come la curiosità, l’immaginazione e la creatività – che influiscono sullo sviluppo del potenziale di apprendimento attivo, per poter in futuro riuscire a coltivarli in ambito scolastico ed extracurricolare. A Lucca Comics iSearch porterà alcuni dei suoi giochi digitali su tablets, rivolti a bambini e adulti dai 4 ai 99+ anni, e alcuni giochi analogici – come labirinti e tiro a segno – rivolti ai più piccoli, con ricchi premi per tutti i partecipanti, Il team, identificabile grazie al grembiule bianco e al logo in versione Lucca Comics, sarà presente allo stand al Real Collegio e in vari luoghi del festival per coinvolgere i partecipanti.

UN FAMILY PALACE SOLIDALE
Anche in questa edizione di Lucca Comics & Games, il Family Palace è lieto di aprire le sue porte alla solidarietà, grazie alla presenza di realtà associative e non profit internazionali.
Tra queste, Unicef con le sue esclusive pigotte, disponibili al suo stand, dedicate ai personaggi di Dragonero Ian e Gmor. Dopo le iniziative legate a Dylan Dog, Zagor e Nathan Never, Sergio Bonelli Editore e Unicef Italia tornano infatti di nuovo insieme per la Pigotta. Lo stand ospiterà anche il fumettista della Bonelli Giamauro Cozzi, presente per il firmacopie.

A Lucca Junior, gli attivisti di Amnesty International organizzeranno invece laboratori esperienziali e ludici sui diritti umani con particolare attenzione ai temi dell’accoglienza e della solidarietà. Lo faranno attraverso il gioco, la partecipazione attiva e l’empatia, elementi fondamentali per imparare a conoscere e difendere i diritti umani. Tra gli appuntamenti: una caccia al tesoro sui diritti umani (28/10 ore 14:00), in cui le squadre partecipanti potranno riflettere su questo importante tema in maniera partecipata e divertente; il laboratorio sull’albo illustrato Gli intrusi (31/10, ore 12:00), in cui i bambini e le bambine legheranno le loro creazioni artistiche all’importanza dell’empatia e dell’accoglienza; il laboratorio sull’albo illustrato Il nuovo nido dei piccoli Marsù (01/11, ore 14:00) per una riflessione sulla solidarietà, l’accoglienza e il rispetto dei diritti umani.

E ancora, Anffas realizzerà una serie di attività e laboratori creativi per tutti, totalmente senza barriere.

ILLUSTRAZIONE E NONA ARTE IN MOSTRA
Il Family Palace ospiterà alcuni splendidi percorsi espositivi tra i quali far viaggiare l’immaginazione.
I visitatori potranno ammirare i migliori progetti selezionati con il Premio di illustrazione editoriale Livio Sossi, il concorso di Lucca Comics & Games che dà l’opportunità a giovani illustratori di pubblicare le loro opere con un editore specializzato in albi illustrati ed essere distribuito a livello nazionale. In questa occasione i partecipanti si sono cimentati nella creazione di tavole che potessero accompagnare il testo inedito Non mi aspettavo di Angelo Mozzillo, già Premio Andersen. Sono stati 394 i progetti in gara e tra questi la Giuria – composta dal Presidente, Paolo d’Altan (illustratore) e dai giurati, Davide Calì (autore, illustratore e fumettista), AnnaLaura Cantone (illustratrice), Antonella Carnicelli (art director Terre di mezzo Editore) e Simone Sbarbati (direttore di Frizzifrizzi) – ha individuato il progetto vincitore e selezionato le tavole e lo storyboard più interessanti, raccolti in questa mostra, dedicata appunto al Premio Livio Sossi. Visitando la mostra, sarà così possibile scoprire come ciascun artista ha interpretato in modo personale lo stesso testo, con l’uso di soluzioni grafiche, compositive, personaggi, colori e tecniche spesso molto differenti. Il progetto vincitore di Francesco Faccia è diventato un albo illustrato pubblicato da Terre di mezzo Editore e sarà presentato in occasione di questa edizione di Lucca Comics & Games 2022.

Assolutamente da non perdere l’esposizione Fumetti dal mondo! promossa da Bologna Children’s Book Fair: la fiera internazionale di riferimento per l’editoria per giovani lettori presenta in questa mostra i libri premiati al BolognaRagazzi Award (BRAW) nella categoria Comics. Inaugurato nel 2020, il BRAW Comics mette in evidenza i fumetti per bambini e ragazzi più interessanti pubblicati nell’ultimo anno nelle categorie Early Reader (6-9), Middle Grade (9-12) e Young Adult (dai 13 anni in su). Sono centinaia i fumetti candidati in ogni edizione da tutto il mondo; tra questi una giuria internazionale di esperti della materia seleziona un vincitore e alcune menzioni speciali per ogni categoria. Per la prima volta in mostra a Lucca Comics & Games, la collezione completa delle tre edizioni del BolognaRagazzi Comics Award, con i 25 libri premiati provenienti da 12 paesi del mondo.

E ancora la Mostra dei Premiati degli Annual AI 2022, a cura di AI – Associazione Autori di Immagini nella quale sarà possibile ammirare le opere dei 27 vincitori degli Annual Awards, a cui si aggiungono il Premio Toppi (Il Mare Verticale di Ilaria Urbinati), vincitore assoluto del concorso, e i due premi offerti dagli sponsor, il Premio Belle Arti Lyra (Mercato di Marco Leoni), assegnato alla migliore opera realizzata con tecniche tradizionali e il Premio Wacom (Luna Chiama Terra da Fantascienza di Franco Brambilla), assegnato alla migliore opera digitale.

Autore di oltre un centinaio di libri, nominato Waterstones Children’s Laureate e Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico in riconoscimento del suo lavoro di illustrazione e beneficenza, vincitore di numerosi premi tra cui, unico al mondo, la Kate Greenaway Medal per ben tre volte, Chris Riddell è ospite a Lucca Comics & Games 2022 con una mostra che celebra la sua straordinaria carriera come illustratore e come autore. Personaggio colto e arguto, sempre in prima linea per difendere l’importanza delle biblioteche nel tessuto cittadino, è anche illustratore dal tratto raffinato e dettagliato, con il quale riesce a creare mondi e personaggi originali capaci di far viaggiare i lettori di tutte l’età. Esposti nelle sale di Palazzo Ducale oltre un centinaio di opere e alcuni sketchbook: dai lavori iconici come Ottoline e Agata De Gotici, fino ai grandi classici come Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie. Dagli inediti lavori di prossima uscita per l’edizione illustrata de Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, fino alle copertine per l’Observer. Avremo inoltre la possibilità di vedere studi mai visti prima e alcuni dei suoi sketchbook.
(Palazzo Ducale – Lucca / dal 15 al 27 ottobre ingresso gratuito, feriali ore 15.00 – 19.00, sabato e festivi ore 10.00 – 13.00 e 15.00 – 19.00. Chiuso il lunedì. Dal 28 ottobre al 1° novembre ingresso con biglietto del festival, ore 9.00 – 19.00).

IN PARTNERSHIP CON BOLOGNA CHILDREN’S BOOK FAIR
Bologna Children’s Book Fair, principale fiera al mondo dedicata all’editoria e ai contenuti per ragazzi, dal 2020 ha dato forma alla propria attenzione verso il settore comics e graphic novel dedicandogli per la prima volta una categoria permanente del premio internazionale BolognaRagazzi Award – BRAW, con l’obiettivo di individuare e dare risalto ai fumetti per bambini e ragazzi più interessanti pubblicati negli ultimi anni. Sono centinaia i libri candidati in ogni edizione da tutto il mondo, tra i quali una giuria internazionale di esperti seleziona un vincitore e alcune menzioni speciali, suddivisi tra le categorie, Early Reader (6-9), Middle Grade (9-12) e Young Adult (dai 13 anni). A partire dall’edizione virtuale 2020, Bologna Children’s Book Fair ha dato inoltre il via al Comics Corner, un’area interamente dedicata agli editori internazionali di fumetto – specializzati e non ­– arricchita da un fitto programma di incontri a tema. Nato in versione digitale sulla piattaforma Global Rights Exchange, il Comics Corner ha preso vita in forma fisica nel 2022 ospitando oltre 30 espositori da tutto il mondo. Forte della sua internazionalità e della sua specializzazione in ambito kids, Bologna Children’s Book Fair, attraverso il proprio Comics Corner, ha stretto quindi un’importante partnership con Lucca Comics & Games: proprio a Lucca, la fiera del libro per ragazzi sarà presente con una mostra dedicata ai libri vincitori e menzionati del BRAW – Comics, esposti tutti insieme per la prima volta. 25 libri provenienti da 12 Paesi saranno così ospitati nelle sale dell’Ex collegio Reale di Lucca, sede delle iniziative del programma Lucca Junior. E ancora, Bologna Children’s Book Fair parteciperà con un incontro dedicato agli illustratori e alle opportunità loro dedicate: Call for Illustrators! Focus concorsi. I bandi più interessanti targati Lucca Junior, Autori di Immagini e Bologna Children’s Book Fair, si terrà sabato 29/10 alle 14:00 presso la Sala Incontri Family Palace del Real Collegio.

BUON COMPLEANNO SALANI!
Per i suoi 160 anni di gloriosa storia, l’editore Salani stupirà il pubblico con una mostra alla Chiesa di San Cristoforo, un viaggio visivo in oltre un secolo e mezzo di storia della letteratura per ragazzi. Sabato 29/10 alle ore 12:30, il Family Palace ospiterà anche un panel su questo importante anniversario, un’occasione per festeggiare insieme allo scrittore David Almond, all’autrice delle copertine Salani di Harry Potter Serena Riglietti e altri autori.

LORENA KAY e SAVE THE CHILDREN INSIEME PER I BAMBINI
Il romanzo Lorena Kay e la Scuola di Magia torna con una inedita edizione a tiratura limitata, realizzata da Lelli Kelly su licenza Mondadori e in collaborazione con Save the Children. L’iniziativa è mirata a uno speciale programma di assistenza ai bambini colpiti dalla guerra. L’opera scritta da Attilio Attilieni sarà acquistabile sull’e-commerce di Lelli Kelly dal 1° novembre 2022 e in occasione di Lucca Comics & Games 2022. Questa limited edition sarà acquistabile al prezzo di € 9.99, una cifra intesa a dare la possibilità a qualsiasi bambino di destinare una piccola somma del proprio budget per aiutare altri bambini in difficoltà, oltre a divertirsi con questa magica lettura. Il ricavato complessivo verrà interamente devoluto a Save the Children, una delle più rilevanti ONG a livello internazionale che opera per promuovere e tutelare i diritti dei bambini nel mondo.

A PASSEGGIO CON UN T-REX
In occasione di Lucca Comics & Games 2022, Bull Boys presenta la sua prima collezione di scarpe con i dinosauri in edizione limitata caratterizzata sia dallo sfondo della scarpa, su cui compare l’amatissimo T-Rex di Bull Boys, che rappresenta una foresta giurassica disegnata dal noto illustratore e artista italiano Andrea Mancini, sia per il set di strappi intercambiabili e rimovibili brandizzati con il logo “Lucca Comics & Games HOPE”, in aggiunta ai classici strappi Bull Boys. Questa special edition sarà acquistabile allo stand Bull Boys al Family Palace e sullo store online del brand. Andrea Mancini sarà anche presente per autografare le scarpe e realizzare esclusivi disegni a tema giurassico per bambini e appassionati di tutte le età.

M. Il figlio del secolo: Luca Marinelli sarà Benito Mussolini

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M. Il figlio del secolo: Luca Marinelli sarà Benito Mussolini

Nei panni di Benito Mussolini, sarà Luca Marinelli  il protagonista di M. Il figlio del secolo, la nuova serie Sky Original adattamento dell’omonimo romanzo di Antonio Scurati vincitore del Premio Strega e bestseller internazionale, che racconta la nascita del fascismo in Italia e l’ascesa al potere del Duce Benito Mussolini. Nominato ben 5 volte ai David di Donatello – fra cui la nomination che gli è valsa il premio per Lo chiamavano Jeeg Robot, film che gli ha fatto conquistare anche il Nastro d’Argento – Marinelli è fra i più apprezzati attori italiani, vincitore della Coppa Volpi come miglior attore a Venezia per Martin Eden e del prestigioso Shooting Stars Award al Festival di Berlino.

In otto episodi, come già annunciato la serie sarà diretta da Joe Wright, che batterà il primo ciak presso i Cinecittà Studios nelle prossime settimane e che nell’ambito della diciassettesima edizione della Festa del Cinema di Roma sarà oggi protagonista – insieme agli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino – dell’incontro “M. La serie”.   Nils Hartmann, Executive Vice President Sky Studios per l’Italia e la Germania, ha commentato: «Per un grande progetto come ‘M.’ non potevamo che pensare a un talento autentico ed eclettico come Luca Marinelli, perfetto per un ruolo tanto complesso qual è quello di Mussolini. Un attore come pochi ce ne sono in Italia e nel mondo, che corteggiavamo da tempo e che siamo entusiasti di avere finalmente a bordo di questa nuova produzione Sky Studios, che si delinea ancora più, ora, nella sua unicità.  Con la regia di un maestro come Joe Wright e con la guida del testo di Scurati, adattato qui dalla scrittura di Stefano Bises e Davide Serino, siamo pronti a varare un progetto che segna nel nostro percorso creativo e produttivo un ulteriore passo in avanti».

Antonella d’Errico, Executive Vice President Programming Sky Italia, ha detto: «Talento, originalità e audacia contraddistinguono da sempre i nostri Sky Original, e ‘M.’, un progetto che abbiamo fortemente voluto, li esprime nella loro più intensa e raffinata accezione. Con questa nuovo titolo vogliamo offrire al nostro pubblico una storia unica, non solo importante ma necessaria, dal successo di Antonio Scurati, nella quale si incontrano il grande talento di un attore carismatico come Luca Marinelli, calato nel ruolo complesso di Mussolini, e la visione di un regista raffinato come Joe Wright».

Lorenzo Mieli, Amministratore Delegato di The Apartment Pictures, società del gruppo Fremantle, ha detto: «Sono estremamente felice del team artistico che abbiamo in ‘M’: Joe Wright è perfetto perché amo il modo in cui ha affrontato in passato la complessità dell’animo umano e i dilemmi etici del potere, e amo anche il modo in cui riesce a cambiare genere. Luca Marinelli è sicuramente uno dei più grandi attori della sua generazione e solo un grande attore come lui può interpretare un personaggio complesso come quello di Mussolini».

M. Il figlio del secolo è prodotta da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Pathé.

La serie ripercorrerà la storia dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al famigerato discorso di Mussolini in parlamento dopo l’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti nel 1925. Offrirà inoltre uno spaccato del privato di Mussolini e delle sue relazioni personali, tra cui quelle con la moglie Rachele, l’amante Margherita Sarfatti e con altre figure iconiche dell’epoca. Come il romanzo, la serie racconterà la storia di un paese che si è arreso alla dittatura e la storia di un uomo che è stato capace di rinascere molte volte dalle sue ceneri.

Scritta da Stefano Bises (Gomorra – La Serie, The New Pope, ZeroZeroZero, Speravo de morì prima) e Davide Serino (1992, 1993, Il Re, Esterno Notte), la serie racconterà gli accadimenti con accuratezza storica, con ogni evento, personaggio, dialogo e discorso storicamente documentato o testimoniato da più fonti. IL FIGLIO DEL SECOLO arriverà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW in tutti i territori Sky in Europa. La distribuzione internazionale è di Fremantle.

Pubblicato in Italia da Bompiani nel 2018, il romanzo di Antonio Scurati M. Il figlio del secolo è stato tradotto ad oggi in 46 paesi, ha venduto oltre 600.000 copie. Negli Stati Uniti è edito da HarperCollins. È il primo di una trilogia dedicata da Scurati al fascismo e a Benito Mussolini: il secondo romanzo è M. L’UOMO DELLA PROVVIDENZA, cui ha fatto seguito da qualche settimana il terzo romanzo della serie bestseller, M. GLI ULTIMI GIORNI DELL’EUROPA, che si concentra sul cruciale triennio tra il 1938 e il 1940.

LA BIOGRAFIA DI LUCA MARINELLI

Nato nel 1984, Luca Marinelli si è diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, dove si è esibito in Sogno di una Notte d’Estate diretto da Carlo Cecchi. La sua performance fu notata da Saverio Costanzo, che lo scelse come coprotagonista del suo film La Solitudine dei Numeri Primi, dal romanzo di Paolo Giordano. Il film fu presentato in Concorso alla 67esima edizione della Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Nel 2011 ha interpretato il ruolo di Roberta nel film L’ Ultimo Terrestre di GIPI, anche questo presentato, ancora in Concorso, al Festival di Venezia.Nello stesso anno, inoltre, ha preso parte ai film Waves, diretto da Corrado Maria Sassi, Nina (di Elisa Fuksas) e al film per la TV Maria di Nazaret diretto da Giacomo Campiotti. Nel 2012 era protagonista nel film Tutti i Santi Giorni di Paolo Virzì, per il quale è stato nominato come miglior attore protagonista ai David di Donatello.

Ha poi preso parte al film Premio Oscar La Grande Bellezza, diretto da Paolo Sorrentino.Nel 2013 ha ricevuto dalla European Film Promotion lo Shooting Star Award al Festival di Berlino, assegnato ai dieci migliori giovani talenti del cinema europeo.Quello stesso anno ha poi recitato nel film di debutto di Alessandro Lunardelli Il Mondo Fino in Fondo, presentato alla Festa del Cinema di Roma.

Nel 2014, la sua interpretazione nel film Lo chiamavano Jeeg Robot diretto da Gabriele Mainetti gli è valsa diversi importanti riconoscimenti, fra cui il Ciak d’Oro, il Nastro d’argento e il David di Donatello come miglior attore non protagonista.

La sua carriera in ruoli per la TV continua nel 2014 con A Dangerous Fortune, diretto per il mercato tedesco da Christian Schwochow.

Nel 2015 era il coprotagonista del film di Claudio Caligari Non Essere Cattivo, presentato Fuori Concorso alla 72nd Mostra del Cinema di Venezia. Grazie alla sua interpretazione nel film ha fatto sua la seconda candidatura ai David di Donatello.

Quello stesso anno era nel cast di Tutto per una Ragazza, diretto da Andrea Molaioli, e di Lasciati Andare di Francesco Amato, per cui ha vinto il Ciak d’Oro come miglior attore non protagonista.

Nel 2016 è stato coprotagonista nel film di Fabio Mollo Il Padre d’Italia, che gli è valso una nomination ai Globi d’Oro e ai Nastri d’Argento; ha recitato poi nel film dei Fratelli Taviani Una questione Privata, adattamento dell’omonimo romanzo di Beppe Fenoglio, ruolo per il quale ha vinto il Globo d’Oro come miglior attore. Nello stesso anno ha recitato nel film di Valerio Mastandrea Ricordi, presentato alle Giornate degli autori al Festival di Venezia, e ha interpretato Fabrizio de Andrè nella miniserie Fabrizio De Andrè – Principe libero, con cui ha fatto sua un’altra nomination ai David di Donatello.

Nel 2017 era nel cast della serie TV Trust, diretta dal Premio Oscar Danny Boyle, e due anni dopo (2019) ha diviso il set con Charlize Theron nell’action The Old Guard, diretto da Gina Prince-Bythewood. Nello stesso anno ha prestato la sua voce per l’audiobook del romanzo “Lamento di Portnoy” di Philip Roth, per Emons audiobooks.

Nel 2018 ha recitato nel film Martin Eden, tratto dal romanzo di Jack London e diretto da Pietro Marcello. Il film è stato presentato alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia dove si è aggiudicato la prestigiosa Coppa Volpi per il miglior attore, e ha ricevuto una nomination al premio come miglior attore protagonista agli European Film Awards. Nel 2019 è stato il protagonista di Diabolik dei Manetti Bros. Nel 2020 ha fatto parte della giuria internazionale della 70esima Berlinale, presieduta da Jeremy Irons.

Nel 2022 è il coprotagonista di Le otto montagne, diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, dal romanzo omonimo di Paolo Cognetti vincitore del Premio Strega 2018. Il film è stato presentato in concorso per la Palma d’Oro al 75esimo Festival di Cannes.

Luca Marinelli sarà il giovane Mussolini in M. Il figlio del Secolo

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Nei panni di Benito Mussolini, sarà Luca Marinelli il protagonista di M. IL FIGLIO DEL SECOLO, la nuova serie Sky Original adattamento dell’omonimo romanzo di Antonio Scurati vincitore del Premio Strega e bestseller internazionale, che racconta la nascita del fascismo in Italia e l’ascesa al potere del Duce Benito Mussolini.

Nominato ben 5 volte ai David di Donatello – fra cui la nomination che gli è valsa il premio per Lo chiamavano Jeeg Robot, film che gli ha fatto conquistare anche il Nastro d’Argento – Marinelli è fra i più apprezzati attori italiani, vincitore della Coppa Volpi come miglior attore a Venezia per Martin Eden e del prestigioso Shooting Stars Award al Festival di Berlino.

In otto episodi, come già annunciato la serie sarà diretta da Joe Wright, che batterà il primo ciak presso i Cinecittà Studios nelle prossime settimane e che nell’ambito della diciassettesima edizione della Festa del Cinema di Roma sarà oggi protagonista – insieme agli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino – dell’incontro “M. La serie”.

Nils Hartmann, Executive Vice President Sky Studios per l’Italia e la Germania, ha commentato: «Per un grande progetto come ‘M.’ non potevamo che pensare a un talento autentico ed eclettico come Luca Marinelli, perfetto per un ruolo tanto complesso qual è quello di Mussolini. Un attore come pochi ce ne sono in Italia e nel mondo, che corteggiavamo da tempo e che siamo entusiasti di avere finalmente a bordo di questa nuova produzione Sky Studios, che si delinea ancora più, ora, nella sua unicità.  Con la regia di un maestro come Joe Wright e con la guida del testo di Scurati, adattato qui dalla scrittura di Stefano Bises e Davide Serino, siamo pronti a varare un progetto che segna nel nostro percorso creativo e produttivo un ulteriore passo in avanti».

Antonella d’Errico, Executive Vice President Programming Sky Italia, ha detto: «Talento, originalità e audacia contraddistinguono da sempre i nostri Sky Original, e ‘M.’, un progetto che abbiamo fortemente voluto, li esprime nella loro più intensa e raffinata accezione. Con questa nuovo titolo vogliamo offrire al nostro pubblico una storia unica, non solo importante ma necessaria, dal successo di Antonio Scurati, nella quale si incontrano il grande talento di un attore carismatico come Luca Marinelli, calato nel ruolo complesso di Mussolini, e la visione di un regista raffinato come Joe Wright».

Lorenzo Mieli, Amministratore Delegato di The Apartment Pictures, società del gruppo Fremantle, ha detto: «Sono estremamente felice del team artistico che abbiamo in ‘M’: Joe Wright è perfetto perché amo il modo in cui ha affrontato in passato la complessità dell’animo umano e i dilemmi etici del potere, e amo anche il modo in cui riesce a cambiare genere. Luca Marinelli è sicuramente uno dei più grandi attori della sua generazione e solo un grande attore come lui può interpretare un personaggio complesso come quello di Mussolini».

M – IL FIGLIO DEL SECOLO è prodotta da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Pathé.

La serie ripercorrerà la storia dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al famigerato discorso di Mussolini in parlamento dopo l’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti nel 1925. Offrirà inoltre uno spaccato del privato di Mussolini e delle sue relazioni personali, tra cui quelle con la moglie Rachele, l’amante Margherita Sarfatti e con altre figure iconiche dell’epoca. Come il romanzo, la serie racconterà la storia di un paese che si è arreso alla dittatura e la storia di un uomo che è stato capace di rinascere molte volte dalle sue ceneri.

Scritta da Stefano Bises (Gomorra – La Serie, The New Pope, ZeroZeroZero, Speravo de morì prima) e Davide Serino (1992, 1993, Il Re, Esterno Notte), la serie racconterà gli accadimenti con accuratezza storica, con ogni evento, personaggio, dialogo e discorso storicamente documentato o testimoniato da più fonti.

  1. IL FIGLIO DEL SECOLO arriverà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW in tutti i territori Sky in Europa. La distribuzione internazionale è di Fremantle.

Pubblicato in Italia da Bompiani nel 2018, il romanzo di Antonio Scurati M. IL FIGLIO DEL SECOLO è stato tradotto ad oggi in 46 paesi, ha venduto oltre 600.000 copie. Negli Stati Uniti è edito da HarperCollins. È il primo di una trilogia dedicata da Scurati al fascismo e a Benito Mussolini: il secondo romanzo è M. L’UOMO DELLA PROVVIDENZA, cui ha fatto seguito da qualche settimana il terzo romanzo della serie bestseller, M. GLI ULTIMI GIORNI DELL’EUROPA, che si concentra sul cruciale triennio tra il 1938 e il 1940.

She-Hulk e altri supereroi che hanno rotto la quarta parete

She-Hulk e altri supereroi che hanno rotto la quarta parete

Il finale di She-Hulk: Attorney at Law non sarebbe stato così epico senza la rottura della quarta parete. Già nei fumetti, a partire dal 1989 questa tecnica narrativa viene usata dalla She-Hulk di John Byrne. Nella serie Disney+, vediamo la rottura della quarta parete in live-action. La potenza del dialogo diretto con il pubblico è innegabile. Prima di Jennifer altri supereroi hanno rotto la quarta parete in un film o in una serie. Scopriamo gli episodi più interessanti.

I supereroi Marvel: DeadpoolRyan Reynolds in Deadpool 2016

Tra i supereroi che amano dialogare con il pubblico c’è sicuramente Deadpool. I film Deadpool 1 e 2 forniscono ottimi esempi di rottura della quarta parete. Presto il personaggio tornerà in azione in Deadpool 3: è in arrivo un film insieme a Wolverine di Hugh Jackman per il 2024. Chissà se vedremo entrambi i personaggi confrontarsi con lo spettatore.

Gwenpool

Gwenpool-aka-Gwen-Poole-supereroi

Anche se la capacità di rompere la quarta parete è un aspetto importante per supereroi come She-Hulk e Deadpool, il dialogo con il pubblico è qualcosa di essenziale per Gwenpool. Se Deadpool e She-Hulk rompono la quarta parete, Gwenpool la elimina definitivamente. Da quando è stata introdotta nel 2015 in Howard the Duck vol. 6 #1, Gwen Poole è diventata un personaggio popolare.

Gwenpool nasce dall’unionne dei supereroi Gwen Stacy e Deadpool: con i suoi poteri e il suo arsenale di armi, Gwenpool è uno dei personaggi più potenti dei fumetti. Anche se alcuni fan pensano che potrebbe essere troppo strana o complicata per l’MCU, sarebbe avvincente vederla interpellare lo spettatore in live-action.

Ambush Bug tra i supereroi DC ComicsAmbush Bug

Anche nella DC Comics ci sono supereroi che sfondano la quarta parete come She-Hulk. Tra i più noti c’è Ambush Bug. Come Gwenpool, anche Ambush Bug è uno personaggio strano dalle origini complicate. Irwin Schwab arriva nella DC Comics nel 1982 e veste i panni di un nemico di Superman.

Quarant’anni dopo, oggi Ambush Bug è un celebre anti-eroe. I poteri di Irwin Schwab sono legati alla sua tuta che, come quella di Superman, proviene da un pianeta morente di nome Schwab. Ambusch è dotato di teletrasporto, invulnerabilità ma, cosa più importante, sa di essere un personaggio dei fumetti. Per questo motivo, spesso si comporta come se fosse un narratore e dialoga con i lettori.

SlapstickSlapstick supereroi

Se, dopo Deadpool e She-Hulk, l’MCU sta cercando un terzo personaggio per rompere la quarta parete, dovrebbero tenere in considerazione Slapstick. Nei fumetti, il clown-supereroe è un personaggio animato che può materializzare dal nulla armi e oggetti.

In The Awesome Slapstick, il protagonista parla direttamente con il pubblico, e potrebbe fare lo stesso nell’MCUCon il Multiverso in espansione e l’affermazione di serie animate come What If…? o Marvel Zombies, nelfranchise ci potrebbe essere spazio anche per un supereroe come Slapstick.

Bat-MitoThe Batman parodia supereroi

Oltre a supereroi come Deadpool e She-Hulk, c’è anche un fan che rompe la quarta parete. Si tratta di Bat-Mito, un personaggio dei fumetti ossessionato da Batman. Questo strano soggetto è stato introdotto per la prima volta nel 1959 in Detective Comics #267.

Bat-Mito ha rispettato la quarta parete per cinquant’anni, fino alla serie animata Batman: The Brave and the Bold dove ha fatto riferimento ai fumetti di Batman. Sarebbe interessante vedere un personaggio come BatMito apparire in live-action nel DCEU.

Animal Man

dc comics supereroi

Un altro dei supereroi della DC Comics capaci di rompere la quarta parete è Animal Man. Quando è stato introdotto nel1965, Berhard Baker non era il personaggio più interessante, ma ha assunto maggiore notorietà grazie a Grant Morrison a partire dal 1988.

Con Morrison, Animal Man non diventa soltanto il difensore degli animali e il promotore del veganismo, ma conversa spesso con lo stesso fumettista sulle tragiche disgrazie della sua famiglia. Con il fumetto, Morrison esplora il rapporto tra un creatore e la sua creazione. La collana di Animal Man è così rilevante da poter fornire il materiale necessario per una miniserie live-action.

I supereroi Marvel: Rick JonesRick Jones Avengers Forever

Rick Jones è un personaggio incredibilmente prolifico dei fumetti, che nel tempo ha agito come alleato di Hulk, di Capitan America e di Capitan Marvel. Nella Marvel Comics, Rick Jones ha anche rotto la quarta parete.

Visto il successo di She-Hulk: Attorney at Law, probabilmente Hulk e Jen torneranno in azione nell’MCU. Sarebbe quindi interessante vedere Rick Jones accanto ai supereroi: in tal caso, il personaggio potrebbe dialogare contemporaneamente con She-Hulk e con lo spettatore.

Squirrel Girlsquirrel girl

Tra i supereroi sottovalutati che sarebbero perfetti per l’MCU, c’è Squirrel Girl. Possiamo vederla in azione in fumetti come The Great Lake Avengers.

Come suggerisce il suo nome, l’eroina ha la coda da scoiattolo e può parlare con gli scoiattoli. Non solo: Squirrel Girl, come anche Tippy-Toe e Monkey-Joe, si rivolge direttamente al pubblico e agli autori. Sarebbe curioso vedere in live-action un intero team di supereroi MCU che dialoga con gli spettatori.

Ultra Comics

dc ultra comics supereroi

Alcuni supereroi sanno di essere personaggi dei fumetti e dialogano coi propri autori, ma nessuno è come Ultra Comics.

Creato da Grant Morrison per la serie The Multiversity: Ultra Comics del 2015, Ultra Comics viene da Terra-Prime, il mondo reale al di fuori dei fumetti dove i supereroi non sono reali. Come per Gwenpool, anche per Ultra Comics non esiste una quarta parete: il personaggio può, essenzialmente, raccontare da sé la propria storia.

I supereroi MCU: LokiLoki MCU

C’è nell’MCU un personaggio che sarebbe perfetto per rompere la quarta parete: si tratta di Loki. Nei fumetti, Loki sa di essere frutto della fantasia e, sicuramente, molti fan vorrebbero vedere Tom Hiddleston rompere la quarta parete per dialogare con loro.

Sarebbe qualcosa di molto divertente per il MCU e potrebbe rendere Loki ancora più popolare.

Rapiniamo il Duce, la recensione del film con Castellitto e De Angelis

È una bomba a orologeria il cui ticchettio si fa sempre più insistente, sempre più coinvolgente, sequenza dopo sequenza, dialogo dopo dialogo, Rapiniamo il Duce. Un ingranaggio pronto a esplodere; una detonazione improvvisa con la quale smuovere un cinema italiano fin troppo ancorato ai consueti stilemi, mescolando utopia e sogno, fantasia e una Storia (quella con la S maiuscola) adesso riscritta con il potere della macchina da presa. 

Rapiniamo il duce guarda al di là dell’oceano, verso quelle spiagge caotiche che si stagliano lungo i confini di universi immaginifici come quelli  di Quentin Tarantino e dei suoi Bastardi senza gloria; è uno sguardo lontano quello di Renato De Maria, lanciato non per copiare, ma per lasciarsi influenzare, nella compilazione personale di un heist-movie all’italiana, fratello e diretto discendente di classici come I soliti Ignoti, ma insignito di un gusto anarchico che lo lega per aspirazione e rivoluzione iconoclasta un altro titolo recente come Freaks Out di Gabriele Mainetti.

Proprio perché figlia di un gusto eroico, tipicamente americano, dove anche gli ultimi possono aspirare al ruolo di grandi eroi, l’opera di De Maria può rivelarsi al mondo nelle vesti di patchwork citazionistico composto da tanti, piccoli, deja-vu. Eppure, inserita nel contesto italiano, Rapiniamo il Duce vive di una sagacia innovativa e di  una spinta anarcoide attraverso le quali reinventare e rinnovare il nostro cinema, anche a costo di cadere e farsi male, proprio come Isola davanti alle forze fasciste. Ma è la corsa che conta ne Il Rapiniamo il duce, non l’ascesa, o la caduta finale.

È l’evoluzione di un discorso filmico che tenta di osare, parlare linguaggi conosciuti, e allo stesso tempo nuovi per un pubblico italiano ormai assuefatto alla riproposizione diretta di mille copie di universi cinematografici sempre uguali a se stessi. Un linguaggio che canta canzoni anni Sessanta in un contesto bellico di metà anni Quaranta; un linguaggio di fotografie ombrose e colori sgargianti; un linguaggio fatto di graphic novel che prendono vita, di heist-movie dal sapore hollywoodiano inseriti tra le strade nostrane. Un linguaggio in evoluzione, vernacolare nel parlato, e aulico nella resa visiva, che vede in Rapiniamo il duce, un nuovo, ambizioso, cantore.

Rapiniamo il duce, la trama

Milano. La Seconda Guerra Mondiale è ormai agli sgoccioli. Tra le vie bue del capoluogo lombardo si aggira Isola (Pietro Castellitto), ladro spiantato e romantico, innamorato di Yvonne (Matilda De Angelis), cantante da night e a sua volta amante di un gerarca fascista (Filippo Timi), che è sposato con Nora (Isabella Ferrari), attrice del muto che non ama più. Per puro caso Isola e la sua banda di anti-eroi improvvisati (Tommaso Ragno e Luigi Fedele) scopre che Mussolini e i suoi gerarchi fascisti stanno organizzando una via di fuga, così da mettere in salvo anche il proprio tesoro, fatto di gioielli e pezzi d’oro sottratti al popolo italiano. Co-adiuvato dalla propria banda – a cui si aggiungono anche Molotov e il pilota automobilistico Denis Fabbri (Maccio Captonda) Isola organizza un proprio contro-piano d’attacco per rapinare il Duce e impadronirsi dell’oro.

Rapiniamo il Duce castIn questo mondo di ladri

È un Robin Hood che ruba ai ricchi gerarchi per donare ai sopravvissuti dell’incubo fascista, Isola. Capobanda di un gruppo musicale che agli strumenti preferisce le bombe e l’artiglieria pesante, il personaggio di Castellitto si fa guida privilegiata di una Milano abbagliata dalla luce dei raid aerei, ricercando nella sottrazione dell’oro ai generali fascisti, un senso di rivalsa sociale da parte di una nazione in ginocchio. Memore della lezione impartita da Monicelli, e riscritta in termini anglosassoni da registi come Tarantino e non ultimo Edgar Wright (Baby Driver), Renato De Maria costruisce il proprio heist-movie tra azione e storicità, prendendo il testimone da un progetto altrettanto simile, e altrettanto ambizioso, come Freaks Out di Gabriele Mainetti.

In questo mondo di ladri improvvisati, dove ogni personaggio entra in campo con un ruolo prestabilito, nulla è paradossalmente lasciato al caso. Isola, Molotov, Amedeo, Yvonne, Denis e Marcello, si fanno portavoce di vizi e virtù (im)perfettamente umani, restituiscono in termini caratteriali quell’immagine che il loro nome di battaglia accende nella mente dello spettatore. Componenti di un meccanismo a orologeria, ogni personaggio viene tracciato in maniera individuale e distintivo, insignito di una singolarità che i propri interpreti non hanno paura di cogliere e tradurre in performance coinvolgenti e introspettivi.

Se è L’isola di Pietro Castellitto ad assumere il ruolo di leader, nonostante il suo fare di casinista buono, ma impacciato, la realizzazione totale della sua opera non avrebbe assunto la stessa carica impattante se a sostenerlo non ci fosse una galleria umana perfettamente incarnata da attori in piena parte. L’introspezione di Matilda De Angelis si fa fascino tangibile nel corpo e nello sguardo della femme fatale Yvonne; l’espressione luciferina, accompagnata da un tono di voce rauco, irresistibile – e per questo ancor più funesto – di Filippo Time è il corrispettivo perfetto per la realizzazione del generale Borsalino, mentre l’innocenza di Luigi Fedele si fa tessera imprescindibile di un puzzle di fattura antropologica composita, che va a riflettere i diversi aspetti di una società italiana pronta a ribellarsi. 

In questo vortice umano dai caratteri eterogenei, chi riesce a strapparsi un ruolo di prim’ordine tra eroi per caso, e cattivi sublimemente attraenti, è però un Maccio Capatonda dalla presenza irresistibile e tempi comici invidiabili; un ruolo, il suo, non cucitogli addosso, ma creato direttamente sulla forza del genio del comico abruzzese. Gemello omozigote di dieci e più personaggi generati dal grembo comico di Maccio ed entrati di diritto nell’immaginario collettivo, il pilota Denis Fabbri riesce nell’impresa di spingere una sceneggiatura alquanto fiacca, e dalla comicità forzata, là dove molti non riescono. Recidendo le fila che tengono i suoi colleghi legati alla forza dell’inchiostro delle pagine di sceneggiatura, Maccio si fa co-autore di un personaggio a se stante, che vive nel gruppo ma si anima con un’energia indipendente, alimentata dal fuoco della propria ironia e del proprio genio. 

Predomini visivi

Soffocata da una potenza visiva preponderante, la sceneggiatura a cura di Renato De Maria, Federico Gnesini e Valentina Strada, non riesce a trovare un varco abbastanza ampio per evolversi, e raggiungere lo stesso livello della sua controparte registica. Semplice e prevedibile, la sua forza risiede nella caratterizzazione dei personaggi, e nell’aver stilato una base di partenza abbastanza solida per costruirvi un impianto visivo ad alto tasso adrenalinico. Con Rapiniamo il Duce sono pertanto gli occhi a rivestirsi di bellezza e pura azione, mentre la mente giace in pausa tra i meandri di un limbo narrativo che non le richiede particolari sforzi di interpretazioni o elucubrazioni. 

Uno scarto netto, figlio degli insegnamenti di un gusto classico hollywoodiano dal sapore antico, dove a predominare è un mondo che deve far sognare, prendere lo spettatore e portarlo altrove, al di là della propria quotidianità, al di là di una storia ora ribaltata, modificata, rubata e insignita di nuovi eventi e di nuovi eroi.

Non è il film che sconvolgerà i cardini del cinema italiano, Rapiniamo il Duce, eppure, tra gli inframezzi di un montaggio dinamico e serratissimo, si intravede una voglia irrefrenabile di rivoluzionare un processo stantio di fare cinema, rapinando al di là dell’oceano per donare a nuovi sguardi ammaliati, sorpresi – proprio come quelli di Isola che guarda in camera – il piacere di sognare e vivere altre vite, sospesi tra le vie di una nuova avventura, mentre fuori brucia la città. 

Festa del Cinema di Roma 2022: proiezione straordinaria di Persepolis

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La Festa del Cinema di Roma ospiterà domani, mercoledì 19 ottobre, la proiezione straordinaria di Persepolis, capolavoro del cinema d’animazione, scritto e diretto da Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud. La regista e fumettista iraniana, quest’anno alla Festa del Cinema come Presidente della giuria del Concorso Progressive Cinema, saluterà il pubblico al termine della proiezione che si terrà alle ore 16 presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, a ingresso gratuito.

Premio della giuria al Festival di Cannes 2007, candidato all’Oscar® come Miglior film d’animazione, Persepolis è tratto dai romanzi a fumetti originali di Marjane Satrapi, che firma una storia autobiografica, intensa e avvincente, sulla maturazione di una ragazzina in Iran durante la rivoluzione islamica. Attraverso gli occhi della precoce ed estroversa Marjane, il film mostra come la presa al potere dei fondamentalisti abbia distrutto le speranze di un popolo, imponendo il velo alle donne e imprigionando migliaia di oppositori.

Buddhismo: la legge del silenzio disponibile in Italia in esclusiva su ARTE.TV

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Si chiama Ricardo Mendes e, giovanissimo, ha vissuto l’inferno in una comunità buddista di Castellane, lontana dall’ideale di saggezza propugnato dal suo fondatore, Robert Spatz. Ora, in cerca di giustizia e dopo aver intentato una causa civile, Ricardo racconta come il Lama belga abbia incoraggiato i suoi discepoli ad affidargli i loro figli, lasciandolo così libero di fare ciò che voleva. Abusi fisici, privazione di cibo e della libertà o stupro delle ragazze erano la sorte quotidiana dei bambini non protetti.

Tuttavia, questi abusi non sono un’eccezione: da quando il buddismo tibetano è diventato un fenomeno di moda negli anni ’60, soprattutto in Europa, gli scandali sessuali e finanziari si sono moltiplicati, mentre i suoi maestri in esilio hanno prosperato. Icona internazionale, il Dalai Lama stesso ha a lungo coperto i rapporti segreti di coloro che contribuiscono all’espansione della sua religione: con un’economia basata sulla carità, questi ultimi devono evitare di essere sotto i riflettori. Il Lama Sogyal Rinpoche, divenuto capo di un impero dopo la pubblicazione del suo bestseller Il libro tibetano del vivere e del morire, è stato tuttavia denunciato da molte vittime per il suo gusto smodato per il lusso, il suo violento autoritarismo e i suoi eccessi sessuali. Egli simboleggia quindi ciò che il Dalai Lama chiama “problemi etici”.  Questo è quanto racconta Buddhismo: la legge del silenzio, il documentario di Élodie Emery e Wandrille Lanos, ora disponibile in Italia in esclusiva sul canale culturale europeo ARTE.tv.

Grazie alle rivelazioni degli intervistati, il documentario aiuta a relativizzare l’edulcorata visione occidentale del buddhismo tibetano, rammentando che questa religione richiede una devozione totale da parte dei fedeli, chiamati a mantenere il segreto sui riti di iniziazione a cui devono sottoporsi. Simili presupposti rappresentano l’humus ideale per alimentare la coltre di silenzio su abusi di ogni genere. La ricerca condotta dalla giornalista Élodie Emery e dalla documentarista Wandrille Lanos passa al setaccio le tante virtù professate dai monaci, in primis la povertà; il buddhismo traspare infatti come una vera e propria multinazionale, con le sue filiali, le sue strategie di comunicazione e le sue agenzie di gestione delle crisi. Con buona pace (interiore) dei suoi valori.

Il documentario Buddhismo: la legge del silenzio è fruibile gratuitamente, con sottotitoli in italiano, sul sito arte.tv/it o sulle app ARTE per smart TV, Fire TV, Apple TV e dispositivi mobili.

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