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Spider-Man: No Way Home, Morgan Stark doveva apparire nel film!

morgan stark

L’account Instagram ufficiale di Lexi Rabe, interprete di Morgan Stark in Avengers: Endgame, ha rivelato che la giovane attrice aveva un cameo in Spider-Man: No Way Home che però è stato tagliato.

Nella condivisione di alcune immagini dalla premiere del film con il cast del film, Rabe ha detto che lo studio aveva precedentemente chiesto di usare la sua immagine per il film, scelta che poi non ha raggiunto il cut finale.

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

 
 

The Batman: nuove affascinanti immagini dei protagonisti

the batman

Empire Magazine ha diffuso due nuove immagini molto affascinanti di The Batman in cui compaiono i due protagonisti, Robert Pattinson/Batman/Bruce Wayne e Zoe Kravitz/Catwoman/Selina Kyle.

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

 
 

Taylor Kitsch: 10 cose che non sai sull’attore

Taylor Kitsch Gambit

Taylor Kitsch ha iniziato la sua carriera d’attore nel 2006 e in poco più di 12 anni può vantare collaborazioni di un certo tipo. Certo, la sua è stata una gavetta intensa, ma è riuscito a catturare la sua grande fetta di pubblico. Nonostante il grande successo, Kitsch è rimasto sempre con i piedi ben piantati a terra e a sempre cercato di dare il massimo con le sue diverse intepretazioni.

Ecco, allora, tutto quello che non sapevate su Taylor Kitsch.

Taylor Kitsch: i suoi film e i programmi televisivi

1. Ha recitato in celebri film. Kitsch debutta al cinema con Snakes on a Plane (2006), con Samuel L. Jackson. Recita poi in Il mio ragazzo è un bastardo (2006) e The Covenant (2006). Nel 2009, Kitsch diventa famoso con la sua interpretazione di Gambit in X-Men: le origini – Wolverine e, negli anni seguenti, lavora in produzioni come John Carter (2012), Battleship (2012), Le belve (2012), Lone Survivor (2013) e The Grand Seduction (2013). Tra i suoi ultimi film vi sono American Assassin (2017), Fire Squad- Incubo di fuoco (2017) e City of Crime (2019), con Chadwick Boseman.

2. Ha lavorato in serie tv di successo. Nel corso della sua carriera, l’attore ha cercato di prendere parte a diversi film, ma non ha lavorato solo sul grande schermo. L’attore, infatti, ha continuato a lavorare per il piccolo schermo che lo ha accolto nei primi momenti della sua carriera, prendendo parte a Friday Night Lights (2006-2011), alla seconda stagione di True Detective (2015) e alla miniserie Waco (2018). Nel 2014 ha invece recitato nel film televisivi The Normal Heart, accanto agli attori Mark Ruffalo, Matt Bomer e Jim Parsons. Nel 2020 ha recitato nella serie The Defeated, mentre prossimamente comparirà in The Terminal List e Painkiller.

3. È anche produttore, sceneggiatore e regista. Nel corso della sua carriera, Taylor Kitsch si è preso un momento per sé, cercando di esplorare i territori della regia, della sceneggiatura e della produzione. Nel 2014, l’attore ha realizzato il suo primo cortometraggio intitolato Pieces, di cui è stato sceneggiature, regista e produttore. Da questo corto, Kitsch sta mettendo in piedi un lungometraggio, del quale curerà la regia oltre che esserne anche attore, anche se per ora non vi è un uscita prevista. Oltre a ciò, l’attore canadese è stato produttore esecutivo della serie Waco.

Taylor Kitsch fidanzata

Taylor Kitsch e Brody Kitsch

4. Ha due fratelli maggiori. Kitsch è nato a Kelowna, nella Columbia Britannica. Sua madre, Susan Green, lavorava per il BC Liquor Board, mentre suo padre, Drew Kitsch, lavorava nell’edilizia. I suoi genitori si separarono quando aveva un anno e lui e i suoi due fratelli maggiori, Brody e Daman, furono cresciuti dalla madre in un parco di case mobili. Brody, in particolare, è sempre stato di grande supporto nei confronti di Taylor, aiutandolo ad intraprendere la sua carriera. L’attore ha anche due sorellastre più giovani da parte di madre.

Taylor Kitsch in True Detective

5. Taylor Kitsch si è precipitato per apparire in True Detective 2. Dopo la visione della prima serie di True Detective, chiunque ne era rimasto positivamente impressionato e, quando si è presentata l’occasione di poter partecipare alla seconda stagione, Taylor Kitsch non ci ha pensato due volte. Pare, infatti, che l’attore abbia preso il primo volo, precipitandosi da Nic Pizzolatto, sapendo che stava cercando due ragazzi da inserire nella seconda stagione.

6. Si trasformato fisicamente per True Detective 2. La volontà di poter partecipare alla seconda stagione di True Detective è stata molto forte da parte di Taylor Kitsch, tanto che è rimasto fermo un anno per poterne prendere parte a pieno. Per poter interpretare il personaggio di Paul Woodrugh, Kitsch ha infatti dovuto perdere una decina di chili e ha realizzato le riprese in modo particolarmente intenso, tanto da terminarle nel giro di un paio di settimane.

Taylor Kitsch è su Instagram

7. Ha un profilo Instagram. Come per la maggior parte dei suoi colleghi, anche Taylor Kitsch ha un aperto un proprio profilo Instagram, inaugurandolo nel gennaio del 2018. Seguito da più di 324 mila persone, il suo account pullula di foto di ogni tipo: sono molti i post dedicati alla natura e alle bellezze che l’attore ammira nei suoi viaggi, senza contare le numerose foto che lo vedono protagonista dei propri progetti lavorativi e di momenti di ordinaria quotidianità, concedendosi anche dei post nostalgia.

taylor kitsch

Taylor Kitsch: chi è la sua fidanzata

8. È stato fidanzato con Rachel McAdams. Taylor Kitsch e Rachel McAdams pare che si conoscessero già da qualche anno prima di trovarsi a lavorare insieme sul set della seconda stagione di True Detective. Nessuno, però, si era immaginato che tra i due potesse nascere qualcosa: insomma, il set è stato anche questa volta fonte di complicità, tanto da frequentarsi per circa un anno. I diretti interessati non hanno rivelato mai nulla sulla vicenda, mantenendo il più stretto riserbo. In ogni caso, la loro frequentazione è durata poco, tanto che nella metà del 2016 la McAdams già si frequentava con l’attuale compagno Jamie Linden.

Taylor Kitsch è Gambit

9. Ha cercato di rendere giustizia al personaggio di Gambit. Nel 2009, Taylor Kitsch ha dato vita al personaggio di Gambit in X-Men: le origini – Wolverine, cercando di dare il massimo. L’attore ha rivelato di aver voluto entrare nel film e collaborare con Hugh Jackman nel migliore dei modi, sentendo di aver dato tutto quello che gli fosse possibile per impersonare Gambit.

10. Ucciderebbe pur di interpretare nuovamente Gambit. Ormai sono anni che si rincorrono voci su voci circa la realizzazione di un film su Gambit, un po’ nello stile di Logan e di Deadpool. Anche se Channing Tatum ha confermato da un pezzo di esserne il protagonista, Kitsch ha espresso la forte volontà di interpretarlo nuovamente, tanto che “ucciderebbe” per poterlo fare. Ad oggi non sebrano esserci ulteriori sviluppi o notizie riguardanti il progetto, che sembra essere andato incontro ad una cancellazione più o meno definitiva.

Fonti: IMDb, thefamouspeople

 
 

Sylvester Stallone: 10 cose che non sai sull’attore

Sylvester Stallone never too old to die

Sylvester Stallone è uno di quegli attori che, se non esistesse, sarebbe da inventare. Con le sue interpretazioni, l’attore ha dato vita a dei personaggi davvero indimenticabili, creando delle vere e proprie leggende che hanno fatto la storia del cinema. Il suo passato non è stato semplice e Stallone ha sempre lavorato molto sodo per poter dare vita ad una carriera concreta e consolidata, riuscendo a farsi amare da tante diverse generazioni di tutto il mondo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Sylvester Stallone.

Sylvester Stallone: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. La carriera di Sylvester Stallone è iniziata nel 1969, quando ha debuttato nel film The Square Root, per poi continuare negli anni successivi  Fuga senza scampo (1973), Happy Days – La banda dei fiori di pesco (1974) e Marlower, il poliziotto privato (1975). Diventa famoso grazie al film Rocky (1976). In seguito recita in Rocky II (1979), Fuga per la vittoria (1981), Rocky III (1982), Rambo (1982), Rambo 2 – La vendetta (1985), Rocky IV (1986), Over the Top (1987), Rambo III (1988), Tango & Cash (1989) e Rocky V (1990). Recita poi in Fermati, o mamma spara (1992), Cliffhanger – L’ultima sfida (1992), Lo specialista (1994), Dredd – La legge sono io (1995), Daylight – Trappola nel tunnel (1996), Driven (2001), Rocky Balboa (2006), John Rambo (2008), I mercenari – The Expendables (2010), I mercenari 2 (2012), Escape  Plan (2013) Il grande match (2013), Il grande match (2013), I mercenari 3 (2014), Creed – Nato per combattere (2015), Guardiani della Galassia Vol. 2 (2017), Escape Plan 2 (2018), Creed II (2018), Escape Plan 3 (2019) e Rambo: Last Blood (2019).

2. È anche doppiatore, sceneggiatore, regista e produttore. Nel corso della sua carriera, Sylvester Stallone ha sperimentato diversi ambiti del cinema, vestendo i panni del doppiatore, sceneggiatore, regista e produttore. Come doppiatore, ha prestato la propria voce per film come Z la formica (1998), Il signore dello zoo (2011), Animal Crackers (2017) e il videogioco Rambo: The Video Game (2014). Nel 2021 ha dato voce a King Shark in The Suicide Squad.  In quanto sceneggiatore, Stallone ha dato il suo contributo per le saghe di Rocky e Rambo e per i film come Staying Alive, Nick lo scatenato, Cobra, e I mercenari, mentre, come produttore, ha prodotto Driven, la serie tv The Contender (2006-2009), Homefront (2015), la serie S.T.R.O.N.G. (2016), Creed – Nato per combattere e Creed II.  Infine, in quanto regista, ha diretto Taverna Paradiso, Rocky II, Rocky III, Staying Alive, Rocky IV, Rocky Balboa, John Rambo e I mercenari – The Expendables.

sylvester stallone

Sylvester Stallone: i suoi figli

3. Sylvester Stallone è padre di cinque figli. Sylvester Stallone ha dimostrato diverse volte di essere un padre premuroso e di essere molto orgoglioso dei propri figli, tanto da presentarsi spesso ad eventi mondani in loro presenza. Dall’unione con la prima moglie, Sasha Czack, sono nati Sage (nel 1976) e Seargeoh “Seth” (nel 1979). Dalla terza moglie, Jennifer Flavin, sono nate le figlie Sophie Rose (nel 1996), Sistine Rose (nel 1998) e Scarlet Rose (nel 2002).

4. Ha perso un figlio. Non dovrebbe mai accadere ad un padre di veder morire il proprio figlio, eppure, a Sylvester Stallone è successo. Il 13 luglio del 2012 è stato trovato morto il figlio Sage nella sua casa di Los Angeles, a soli 36 anni. All’inizio non c’era nulla di chiaro circa la morte del ragazzo, ipotizzando si trattasse di un’overdose di farmaci. Tuttavia, dopo alcuni, i responsi dell’autopsia hanno parlato chiaro: Sage è morto per cause naturali e la causa è stata un arresto cardiaco.

Sylvester Stallone: oggi

5. Ha diversi progetti in lavorazione. Pochi attori sono instancabili come Stallone. L’attore ha infatti attualmente diversi film in lavorazione, come Samaritan e I mercenari 4, le cui riprese si sono già completate. Attualmente è impegnato sul set di Guardiani della Galassia vol. 3, dove interpreterà nuovamente il personaggio noto com Stakar Ogord. In seguito, Stallone reciterà in Little America, un film ambientato in un futuro distopico dove Stallone sarà un ex militare impegnato in un’operazione di salvataggio. Infine, tra i prossimi progetti di Stallone vi è anche una serie televisiva, dal titolo Kansas City.

Sylvester Stallone è Rocky

 

6. Ha rischiato di morire sul set del quarto film. Insieme al guerriero John Rambo, Rocky Balboa è certamente il personaggio più noto della carriera di Stallone. Uscito nel 1976, il primo film è un classico senza tempo entrato nella storia del cinema. A questo sono poi seguiti diversi sequel e gli spin-off Creed e Creed II. Il tutto, però, poteva bruscamente interrompersi con Rocky IV, dove Stallone ha rischiato di morire durante le riprese. L’attore ha infatti ricordato così l’accaduto: “Nel primo round, quando sono andato al tappeto, è stato tutto vero. Più tardi quella notte il cuore ha iniziato a gonfiarsi, il pericardio era stato danneggiato e la mia pressione sanguigna era schizzata a 260”. Fortunatamente i medici sono riusciti tempestivamente a salvargli la vita.

Sylvester Stallone Instagram

7. Sylvester Stallone ha un account Instagram ufficiale. Come la maggior parte dei suoi colleghi, anche Sylvester Stallone non ha saputo resistere al fascino di Instagram, tanto da aprire un proprio profilo ufficiale. Il suo account, seguito da qualcosa come 14.4 milioni di persone, pullula di foto di ogni genere, da immagini che vedono protagonista sul set dei suoi film oppure durante gli allenamenti in palestra. Ma sono molte le foto dedicate alla sua famiglia e ai suoi figli.

Sylvester Stallone Rocky

Sylvester Stallone: chi è il suo coniuge

8. Sylvester Stallone è stato sposato tre volte. La vita privata e sentimentale di Sylvester Stallone è sempre stata piuttosto turbolenta: l’attore, infatti, si è sposato per ben tre volte. Il primo matrimonio è avvenuto il 28 dicembre del 1974, quando ha sposato l’attrice Sasha Czack, e da cui sono nati i primi due figli, e che è durato fino al divorzio del 14 febbraio 1985. Nel giugno dello stanno anno, Stallone conosce la modella e attrice Brigitte Nielsen e i due si sposano pochi mesi dopo, nel dicembre 1985, per poi divorziare nel luglio del 1987. Infine, il 17 maggio del 1997, Stallone ha sposato Jennifer Flavin: dalla loro unione sono nate le loro tre figlie e il matrimonio continua a gonfie vele.

9. Sylvester Stallone ha avuto diversi flirt. Al di là dei matrimoni, Sylvester Stallone non si è fatto mancare diversi flirt e relazioni di breve durata. Dopo la relazione instaurata nel 1980, durante il suo primo matrimonio, con l’attrice Susan Anton, tra il secondo ed il terzo matrimonio, Sylvester Stallone sembra aver avuto diversi flirt con Naomi Campbell, Tamara Beckwith, Mary Hart, Janice Dickinson, Angie Everhart e Jami Gertz.

Sylvester Stallone: età e altezza dell’attore

10. Non è propriamente un gigante. Al cinema si è sempre abituati a vedere Sylvester Stallone in ruoli di un certo spessore. Tuttavia, l’attore non è proprio un gigante come può apparire, essendo alto solo (si fa per dire) 177 centimetri. Di certo non è un piccoletto, ma nemmeno un gigante: la sua è una statura media che però Stallone, unendola al suo fisico possente, ha saputo trasformare in virtù, dando vita a personaggi memorabili.

Fonti: IMDb, biography, reuters

 
 

Matrix Resurrections: San Francisco si dipinge di verde in onore del film

Matrix Resurrections Matrix 5

Per accogliere al meglio la premiere di Matrix Resurrections, San Francisco si è dipinta di verde. Ad annunciarlo ufficialmente è stata London Breed, la Sindaca della città, su Twitter:

Matrix Resurrections è interpretato da Keanu Reeves e Carrie Anne Moss, ma anche da Yahya Abdul-Mateen II (il franchise di Aquaman), Jessica Henwick (per la TV Iron Fist, Star Wars: Il Risveglio della Forza), Jonathan Groff (Hamilton, per la TV Mindhunter), Neil Patrick Harris (Gone Girl – L’amore bugiardo), Priyanka Chopra Jonas (TV Quantico), Christina Ricci (TV Escaping the Madhouse: The Nellie Bly Story, The Lizzie Borden Chronicles), Telma Hopkins (TV Amiche per la morteDead to Me), Eréndira Ibarra (serie Sense8, Ingobernable), Toby Onwumere (serie Empire), Max Riemelt (serie Sense8), Brian J. Smith (serie Sense8, Treadstone), e Jada Pinkett Smith (Attacco al potere 3 – Angel Has Fallen, Gotham per la TV).

Il team creativo scelto da Wachowski dietro le quinte comprende i collaboratori di Sense8: i direttori della fotografia Daniele Massaccesi e John Toll, gli scenografi Hugh Bateup e Peter Walpole, il montatore Joseph Jett Sally, la costumista Lindsay Pugh, il supervisore agli effetti visivi Dan Glass e i compositori Johnny Klimek e Tom Tykwer. La Warner Bros. Pictures presenta, in associazione con Village Roadshow Pictures, in associazione con Venus Castina Productions, Matrix Resurrections. Il film sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures e sarà nelle sale italiane a partire dal 1 gennaio 2022.

 
 

Spider-Man: No Way Home, la folle reazione del pubblico in sala – video

Spider-Man: No Way Home

Ecco di seguito una registrazione del pubblico in una sala in cui stavano proiettando Spider-Man: No Way Home. Tra persone in piedi, urla e applausi, la reazione a ciò che compare sullo schermo è più da stadio che da cinema. Emozioni così forti si possono condividere soltanto nella sala cinematografica!

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

 
 

Tom Holland celebra gli incassi di No Way Home con un video

tom holland

Tom Holland ha grandi motivi per festeggiare il successo di Spider-Man: No Way Home, ma anche per essere grato ai fan che hanno sostenuto il film in maniera così massiccia. Ecco di seguito un video dal backstage della premiere del film che l’attore ha condiviso su Instagram e con cui esterna tutta la sua gratitudine.

https://www.instagram.com/tv/CXov0O1DgzR/?utm_source=ig_embed

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

 
 

Spider-Man: No Way Home, è record di incassi dell’anno

Spider-Man: No Way Home

Il weekend appena trascorso è stato memorabile per gli incassi al box office in tutto il mondo: Spider-Man: No Way Home ha superato tutte le previsioni e ha raccolto 253 milioni di dollari negli Stati Uniti e 587 in tutto il mondo.

Per mettere le cifre in prospettiva, questo è il terzo migliore incasso di sempre negli Stati Uniti, il migliore di sempre per Sony e per il mese di dicembre. Il film si “ferma” dietro a Avengers: Endgame (1.2 miliardi) e Avengers: Infinity War (640 milioni) ma senza la Cina, che potrebbe distribuire il film a gennaio.

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

In più il film ha dato una vera e propria scossa ai box office di tutto il mondo che languivano da marzo 2020, quando la pandemia ha costretto le strutture a chiudere. Le riaperture degli ultimi mesi non avevano ancora fatto registrare una ripresa totale e un solo film che fa questi incassi non basterà certo a far rientrare l’emergenza, ma sicuramente rappresenta una grande boccata d’aria.

 
 

Yellowjackets 1×07: promo e trama dall’episodio

Yellowjackets

Il canale americano Showtime ha diffuso il promo e la trama  di Yellowjackets 1×07, il settimo episodio di Yellowjackets, l’annunciata nuova serie tv generazionale creata e prodotta da Ashley Lyle e Bart Nickerson per Showtime.

In Yellowjackets 1×07 mentre la fame incombe, Taissa conduce uno sforzo disperato e/o una missione suicida. Gli Yellowjackets sono costretti a fare chiacchiere. In Yellowjackets 1×07 protagoniste Melanie Lynskey, Tawny Cypress, con Christina Ricci e Juliette Lewis.

https://www.youtube.com/watch?v=C1KzePclF5w

Yellowjackets 1×07

Yellowjackets racconta la storia di una squadra di calciatrici di talento liceale che diventano le sopravvissute a un incidente aereo nel deserto dell’Ontario. La serie racconta la loro discesa da una squadra complicata ma fiorente a clan in guerra e cannibali, mentre tiene traccia delle vite che hanno tentato di ricostruire quasi 25 anni dopo.

Nel cast di Yellowjackets protagonisti sono Sophie Nélisse nei panni di un’adolescente Shauna Sheridan – Melanie Lynskey interpreta una Shauna adulta. Jasmin Savoy Brown da adolescente Taissa – Tawny Cypress interpreta una Taissa adulta Sophie Thatcher come Natalie adolescente – Juliette Lewis interpreta una Natalie adulta. Sammi Hanratty come Misty adolescente  Christina Ricci interpreta una Misty adulta. Ella Purnell come Jackie, Steven Krueger come Ben Scott,  Amy Okuda come Cat Wheeler e Warren Kole da adulto Jeff Sadecki.

 
 

Yellowstone 4×07: anticipazioni dall’episodio

Yellowstone 4 stagione

Paramount+ dopo il sesto episodio ha diffuso le anticipazioni di Yellowstone 4×07, il settimo episodio della quarta stagione di Yellowstone, l’acclamata serie tv con protagonista Kevin Costner.

In Yellowstone 4×07 che si intitolerà “Keep the Wolves Close” John viene messo in una posizione scomoda dal governatore Perry; Carter lavora per riconquistare la fiducia di Beth; Jamie ha una grande sorpresa.

Yellowstone 4×07

Yellowstone 4 è la quarta stagione della serie tv Yellowstone creata da Taylor Sheridan e John Linson per il Paramount Network con Kevin Kostner.

In Yellowstone 4 protagonisti sono Kevin Costner nel ruolo di John Dutton, è un patriarca miliardario della sesta generazione della famiglia Dutton, che controlla il Yellowstone Dutton Ranch, il più grande ranch contiguo degli Stati Uniti. Luke Grimes nei panni di Kayce Dutton, un ex SEAL della Marina degli Stati Uniti e uno dei figli di John ed Evelyn. Kelly Reilly nei panni di Beth Dutton, una finanziera e figlia di John ed Evelyn. Wes Bentley nei panni di Jamie Dutton, avvocato, aspirante politico e uno dei figli di John ed Evelyn. Cole Hauser nel ruolo di Rip Wheeler, caposquadra del ranch di Yellowstone e del braccio destro di John. Kelsey Asbille nel ruolo di Monica Long Dutton, moglie dei nativi americani di Kayce. Brecken Merrill nel ruolo di Tate Dutton, figlio di Kayce e Monica e unico nipote di John. Jefferson White nel ruolo di Jimmy Hurdstrom, un ranch di Yellowstone. Danny Huston nel ruolo di Dan Jenkins, un miliardario sviluppatore di terreni dalla California con l’aspirazione di costruire su parti di Yellowstone.

 
 

È stata la mano di Dio: recensione del film di Paolo Sorrentino

È stata la mano di Dio recensione film
Photo by Gianni Fiorito © Netflix

È un pallone che centra con precisione millimetrica la porta, segnando un punto decisivo nello stato emotivo del proprio spettatore, È stata la mano di Dio. Partendo da un autobiografismo che non scade nel pietismo, o nell’autocommiserazione, il nuovo film di Paolo Sorrentino, vincitore del Gran Premio alla Giuria alla 78.esima Mostra del cinema di Venezia, parte dal personale per elevarsi all’universale.

In quella ripresa aerea che si traveste di sguardo divino, si ritrova nell’acqua di un mare che “non bagna Napoli” un sipario pronto ad aprirsi sullo spettacolo della vita. Un rincorrersi di luci e ombre, risate e dolori, tragedie e miracoli che ti cambiano il modo di guardare il mondo che scorre ignaro intorno a te.

Basta così volgere il proprio sguardo verso un corpo a testa in giù nel bel mezzo di un set cinematografico, che scoppia una rivoluzione epifanica pronta a rivelare la natura del proprio destino di regista. Oppure basta una partita, una mania per un calciatore elevato allo stato di divinità come Maradona da una terra di superstizione e tradizione, sacro e profano come Napoli, che lo scorrere degli eventi prende una nuova direzione e tutto cambia, muta, come la natura stessa di un’opera mai identica a se stessa, perché pronta a cambiare nelle proprie sembianze. Svestitosi di orpelli e inutili sovrastrutture, rimane adesso in Sorrentino solo un cuore che batte, e una bocca che sussurra con estrema e commovente semplicità al proprio pubblico ricordi, sogni, traumi prima rimossi, e ora pronti a tornare a galla, viaggiando a 200 chilometri all’ora come motoscafi che fanno “tuf… tuf… tuf”.

È stata la mano di Dio: il racconto di un passato bagnato da nessuna lacrima

Paolo non è Paolo. Adesso è Fabietto, uno dei tre figli di Saverio (Toni Servillo) e Maria (Teresa Saponangelo), coppia della buona borghesia napoletana, circondata da vicini, parenti e amici eccentrici e fuori dagli schemi che condividono allegria e problemi famigliari. Tipico adolescente ancora incerto sulle proprie sorti future, intorno a Fabietto ruota un caleidoscopico universo domestico fatto di scherzi materni e stoccate paterne, di un fratello che sogna il cinema e una sorella che vive chiusa in bagno. Ma questo universo ovattato da scherzi e simpatiche figure, è destinato a scomparire all’improvviso, creando un vuoto pronto a essere colmato da una chiamata artistica, dove la libertà si fa pagina bianca di un’esistenza pronta a creare, raccontare, volare via, per poi tornare verso una città che lo richiamerà per sempre a sé. 

Tutto il mondo è cinema

Il cinema ti distrae dalla realtà. La realtà è scadente. Il cinema no”. Se per William Shakespeare “tutto il mondo è teatro”, l’universo filtrato dallo sguardo di Paolo Sorrentino è un’inquadratura cinematografica in cui tutto vive di straordinarietà, perché anche tra gli intervalli cardiaci di esistenze scadenti e ordinarie, c’è sempre qualcosa di unico da raccontare. E il cinema prende, assorbe, digerisce e risputa. Un sistema digestivo che avvolge di materia nuova e preziosa qualcosa che germoglia da terreni ordinari.

Seguendo la storia di Fabietto, si segue allora anche la vita di Paolo Sorrentino, ma proprio perché trattasi di esistenza elevata alla seconda, moltiplicata – cioè – per l’essenza cinematografica, i confini tra immaginato e reale si fanno labili. Ci viene da chiederci cosa è reale, cosa inventato in È stata la mano di Dio, per poi accettare tutto come realistico, come parte di un’evoluzione di un ragazzo destinato a diventare ben presto uomo, e nel quale vedere riflessi frammenti di altre esistenze. Perché tutti siamo figli, nipoti, sognatori, parte di un mondo da studiare e far proprio… ma soprattutto tutti siamo liberi.

E stata la mano di Dio film recensione
Photo by Gianni Fiorito © Netflix

L’esistenza di Fabietto si fa dunque spettacolo della vita, una rappresentazione in tre atti in cui la commedia lascia spazio prima al dramma e infine a uno sguardo esistenzialista e profondo, ma mai ostico, sul concetto di libertà e creatività. Il linguaggio di Sorrentino si fa qui semplice, universalmente comprensibile perché generato dalle vie popolari di un mondo a cui appartiene e a cui ama ritornare. Un mondo che si inginocchia dinnanzi alla statua di San Gennaro, per poi pregare al cospetto di Maradona. Una commistione di santi e peccatori, sensualità e religione, figlia di quell’Amarcord di matrice felliniana generata dalla medesima sostanza fatta di ricordi e correnti di un passato che ti attira e ti risputa come le onde del mare.

Non me li hanno fatti vedere

Non me li hanno vedere”: c’è una potenza sottovalutata che si insinua negli inframezzi di ogni nostro battito di ciglia. Affrontare la perdita attraverso lo sguardo significa esorcizzare quel dolore lancinante che ti squarcia in due. La sua assenza rimane lì, come un boccone non ingoiato che risale in gola, un reflusso acido che ti blocca, ti piega, avvolgendoti in un limbo fatto di colpe auto-inflitte per un qualcosa di non toccato, non affrontato, non visto.

Non hanno fatto vedere i propri genitori a Fabietto, e Sorrentino non li fa a vedere a noi spettatori. Una sottrazione visiva che ci lascia appesi, soggetti guardanti in piena balia della propria angosciosa immaginazione di ciò che potrebbe essere e che non sappiamo come sia. Abbiamo bisogno di guardare la morte per affrontare il dolore, sostenere il suo sguardo per scavalcarlo. È però da questa mancanza che nasce qualcosa da raccontare, una lacuna da colmare con la forza della propria creatività. Si sostituisce ciò che non si è visto, con un suo surrogato cinematografico, mezzo visivo filtrato dagli occhi di un Fabietto nell’estenuante attesa di sentire rigare il proprio viso di lacrime liberatorie. 

E' stata la mano di Dio film Paolo Sorrentino

Corpi di celluloide

“Non ti disunire” suggerisce il regista Antonio Capuano a Fabietto. E Paolo Sorrentino non si è disunito, ma reduplicato, riverberando nel corpo esile di uno straordinario e sensibile Filippo Scotti, parti di sé e del suo passato. Se Fabietto è dunque l’alter-ego di un Paolo Sorrentino che si sveste della sua anima più metaforica, sibillina, lirica, per mostrarsi nelle vesti di uomo in carne ed emozioni, È stata la mano di Dio si fa rappresentazione simbolica sia del suo protagonista, che del guscio cittadino che lo ingloba: Napoli. Le riprese sono ampie, così da accogliere al proprio interno sia il proprio protagonista, che gli ambienti che lo circondano e lo modellano. Le stanze di casa, le strade, le piazze, le barche su cui navigare, sono ponti diretti con la propria interiorità.

Fabietto è Napoli, e Napoli è Fabietto. In lui vivono e germogliano radici mnemoniche di ogni figura idiosincratica, sensuale, istrionica, incrociata; ogni strada attraversata; ogni onda affrontata. La fotografia empatica di una Daria D’Antonio capace di tradurre in luce le sfumature di una storia intima e personale come quella qui narrata; le scenografie di Carmine Guarino; i costumi di Mariano Tufano di una Napoli anni Ottanta febbricitante di sogni e abbigliata di simboli borghesi ricolmi di parodia; ma soprattutto, un cast corale di attori che si rafforzano l’un l’altro, caricando ma mai ridicolizzando i ruoli a loro affidati, sono tutti elementi studiati con maestria, tessere di un puzzle personale che una volta finito ridà indietro l’immagine di una storia tanto personale quanto universale. Ogni parte di questo discorso cinematografico si fa organo perfettamente funzionante di un corpo pronto a vivere, rinascere, generato e partorito dalla luce della Settima Arte, e per questo divenuto straordinario. Un corpo che si muove, che ride -e tanto – nella prima parte, complici situazioni e scene di vita famigliare prese in prestito dal miglior De Filippo, ma che non piange.

Ci prova, lotta a scendere a patti con il proprio dolore, ma vive nell’ombra, come dimostra il ripetersi di continue scene in notturna. Sarà solo quando il destino inizierà a farsi chiaro, quando si comprenderà che quel dolore non è altro che la culla di una storia da narrare, che le lacrime scenderanno mescolandosi al mare che lambisce la costiera napoletana. Finalmente Fabietto, e con lui Paolo, grazie a quelle lacrime che (non) scendono, ha finalmente qualcosa da raccontare. Uno schiaffo in pieno volto, lanciato con forza da una mano volante. È stata la mano di Dio per Maradona, ed È stata la mano di Dio anche per Sorrentino.

 
 

Lovelace: trama, cast e la vera storia dietro al film

Lovelace cast

Nel 1972 debuttò al cinema Gola profonda, primo film pornografico pensato per il grande schermo. L’attrice protagonista, Linda Lovelace, divenne una star e un fenomeno sociologico che rapidamente fu associata al simbolo della libertà sessuale. Ma dietro la nuova icona si nascondeva una donna vittima di suo marito Chuck, ed una figlia rinnegata dai propri genitori. La sua storia è poi stata raccontata nel film biografico del 2013 dal titolo Lovelace (qui la recensione), diretto da Robert Epstein e Jeffrey Friedman, i quali nella loro carriera hanno in più occasioni ripercorso biografie di personalità famose, ad esempio con il documentario The Times of Harvey Milk.

Dopo aver debuttato nel mondo della fiction narrativa con Urlo, dove si racconta la vita del poeta Allen Ginsberg, i due hanno trovato in Linda Lovelace un soggetto di loro interesse. Con lo sceneggiatore Andy Berlin si sono basati in particolare sull’autobiografia Ordeal, scritta dalla Lovelace nel 1980. A partire da qui si sono in particolare concentrati sul raccontare la vita dell’attrice dai 20 ai 32 anni, comprendendo dunque tanto la lavorazione del film Gola profonda quando il conseguente successo, ma anche le inevitabili sfortune, che questo portò all’attrice. Tra i problemi con il marito e una celebrità controversa, si snoda dunque una personalità spesso mal compresa.

Presentato al Sundance Film Festival, il film venne accolto da critiche contrastanti e non ottenne un buon successo di pubblico. Finì per tanto col passare in sordina, mentre andrebbe riscoperto anche solo per approfondire un argomento e una vicenda troppo spesso dimenticati. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro al film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Lovelace: la trama e il cast del film

Come anticipato, il film si concentra sul raccontare la storia di Linda Lovelace, la quale giovanissima viene scelta per recitare nel film porno Gola profonda. È il 1972, ed è il marito di lei, Chuck Traynor a presentarla al regista Gerard Damiano. In fuga da una famiglia severa e particolarmente religiosa, Linda acconsentì a recitare nel film, divenendo in breve una celebrità assoluta, rimanendo però sempre una ragazza con i piedi per terra. Dietro a quel successo, però, si nasconde una realtà ben meno idilliaca, fatta di abusi e costrizioni, dalla quale la donna cercherà in più modi di liberarsi per svelare al mondo chi è davvero e cosa le è stato fatto.

Ad interpretare Linda Lovelace vi è l’attrice Amanda Seyfried, la quale si è dichiarata entusiasta di poter interpretare una donna tanto complessa e poco conosciuta. Riguardo alle diverse scene di nudo e di sesso, l’attrice ha affermato di non aver avuto alcun problema, non provando alcun disagio nel girare questo tipo di cose in quanto la sessualità è parte integrante della vita quotidiana di tutti. Per il ruolo, originariamente, era state considerate anche le attrici Olivia Wilde e Kate Hudson. Accanto alla Seyfried, nel ruolo del marito Chuck Traynor, vi è l’attore Peter Sarsgaard, mentre Hank Azaria è il regista Gerard Damiano. Adam Brody interpreta il pornoattore Harry Reems, mentre James Franco è Hugh Hefner, fondatore di Playboy.

Lovelace storia vera

Lovelace: la vera storia dietro il film

Con l’uscita di Gola profonda, uno dei titoli cinematografici di maggior successo del suo anno, Linda Lovelace divenne una vera e propria star. Nel 1980, tuttavia, l’attrice pubblico la propria autobiografia dal titolo Ordeal, su cui il film del 2013 si basa. In questa la Lovelace ha raccontato i lati oscuri e segreti dietro la sua apparente felicità da celebrità. Nel libro, infatti, viene raccontato di come la sua cosiddetta liberazione sessuale non era altro che una maschera per nascondere una vita di stupri e abusi subiti per mano di Chuck Traynor, l’uomo che, secondo lei, l’ha usata per il proprio successo finanziario costringendola alla pornografia e alla prostituzione.

Le sue accuse sono state supportate da note femministe come Gloria Steinem ma respinte da un pubblico sospettoso. Nei suoi film, hanno detto i critici, sembrava troppo felice e troppo interessata per essere forse una vittima. Per tutto il resta della sua vita, dunque la Lovelace si trovò a doversi difendere da accuse simili, rinnegando pubblicamente il genere porno e schierandosi contro la sua industria. Purtroppo, la donna morì il 22 aprile del 2002, all’età di 53 anni in un incidente d’auto. Tre mesi dopo, morì anche Traynor per via di una malattia. Lo stesso film Lovelace ricevette critiche per il suo trattare in modo apparentemente superficiale alcuni degli abusi subiti dall’attrice, edulcorando il rapporto tra la Lovelace e Traynor.

Lovelace: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Lovelace grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 18 dicembre alle ore 23:15 sul canale Cielo.

Fonte: IMDb, TheWeek

 
 

Dark Shadows: tutte le curiosità sul film con Johnny Depp ed Eva Green

Dark Shadows cast

Consacratosi grazie a film come Batman, Edward mani di forbice e Big Fish – Le storie di una vita incredibile, Tim Burton ha nel 2012 dato vita ad una adattamento di una celebre soap opera di stampo gotico andata in onda nella seconda metà degli anni Sessanta. Intitolato Dark Shadows (qui la recensione), proprio come la serie originale, questo è considerato uno degli ultimi titoli di Burton maggiormente aderenti al suo inconfondibile stile. Tra vampiri, streghe e altre creature, si costruisce qui una vicenda particolarmente intricata, ricca di colpi di scena e intrecci famigliari che portano alla scoperta dei demoni insiti in ogni famiglia.

Scritto da Seth Grahame-Smith, il film riunisce Burton con alcuni dei suoi attori più ricorrenti, a partire dall’immancabile Johnny Depp e dalla moglie Helena Bonham Carter. Il tutto si anima poi grazie a colorate scenografie, che arricchiscono il film di un’atmosfera particolarmente suggestiva che fa da sfondo ad una vicenda che si tinge di commedia, dramma e horror. Tutti elementi ben accolti dalla critica e dal pubblico e che hanno portato il film ad affermarsi come un buon successo economico, con alcune critiche rivolte però allo sviluppo della storia e di alcuni dei personaggi protagonisti.

Per gli ammiratori di Burton, Dark Shadows è un titolo da non perdere, che ripropone le sue caratteristiche classiche e anticipa elementi poi divenuti maggiormente presenti nei suoi film successivi, da Big Eyes a Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed al possibile sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Dark Shadows: la trama del film

La storia ha inizio nel 1760, quando una famiglia aristocratica inglese, i coniugi Collins e il loro unigenito Barnabas partono per le Tredici colonie. Raggiunto il Maine edificano una magione che chiamano Collinwood e fondano un’azienda ittica che si espande dando origine ad una cittadina, Collinsport. Barnabas cresce e, seppur educato secondo sani principi, diviene un ragazzo spavaldo e un vero playboy. Quando però seduce ed abbandona Angelique Bouchard, una domestica in servizio presso la sua magione, quest’ultima inizia per vendetta a distruggergli la vita attraverso l’uso della magia nera. Dopo avergli ucciso tutti i suoi cari, la donna lo trasforma in un vampiro, seppellendolo in una bara per l’eternità.

Nel 1972, tuttavia, Barnabas si risveglia lì dove era stato confinato e dopo essersi liberato dalla sua prigionia decide di tornare a casa. Dinanzi ai suoi occhi si palesa però la rovina della famiglia Collins, con i problematici eredi che si ritrovano a dover gestire la crisi dell’azienda ittica. Tra la depressa matriarca Elizabeth, la ribelle Carolyn e altri membri ancora, Barnabas si ritrova dunque a doversi relazionare con loro nel tentativo di risollevare le sorti della famiglia. In particolare, rimarrà particolarmente attratto dalla domestica Victoria Winters,  la quale gli ricorda un amore passato. Ben presto, tuttavia, dovrà difendere tutto ciò dalla perfida Angelique, la quale ha giurato odio eterno ai Collins.

Dark Shadows film

Dark Shadows: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare il vampiro Barnabas Collins vi è il fidato Johnny Depp, qui alla sua ottava collaborazione con Burton. L’attore si è sempre dichiarato un grande fan della serie degli anni Sessanta ed è stato proprio lui a convincere Burton a realizzare insieme questo progetto. Per prepararsi al ruolo, poi, Depp si è sottoposto ad una rigida dieta, al fine di risultare il più emaciato possibile. Egli ha inoltre studiato la rigidità e l’eleganza di Jonathan Frid, l’interprete di Barnabas nella serie, ma ha anche tratto ispirazione dalla performance di Max Schreck in Nosferatu. Per il ruolo della perfida Angelique vi è invece Eva Green, qui alla sua prima di tre collaborazioni con Burton.

Nel ruolo della matriarca Elizabeth, invece, vi è l’attrice Michelle Pfeiffer, che torna a lavorare con Burton dopo essere stata per lui Catwoman in Batman – Il ritorno. Fu la Pfeiffer stessa, attratta dal progetto, a richiedere un ruolo nel film, cosa che non è solita fare normalmente. Nel ruolo della dottoressa Julia Hoffman vi è invece Helena Bonham Carter, ex moglie di Burton, qui alla loro ultima collaborazione dopo il divorzio nel 2014. Ad interpretare la bella Victoria vi è invece Bella Heathcote. Completano il cast gli attori Jonny Lee Miller nei panni di Roger Collins, Gulliver McGrath in quelli di David Collins, Jackie Earl Haley nei panni del custode Willie e Chloe Grace Moretz nel ruolo della problematica adolescente Carolyn.

Dark Shadows 2: il sequel del film

Prima ancora che il film arrivasse in sala, l’attrice Michelle Pfeiffer si era dichiarata speranzosa riguardo la realizzazione di un sequel. Da quel momento iniziarono a girare voci circa la volontà di dar vita ad un vero e proprio franchise intorno a Dark Shadows, con ulteriori film da produrre. Fu però lo stesso Barton a frenare tali speculazioni, affermando che nella sua idea non vi erano sequel da realizzare. Il finale aperto del film, infatti, non è da intendersi come una volontà di riprendere il racconto in ulteriori lungometraggi, quanto come un omaggio alla struttura delle soap opera, a cui Dark Shadows appartiene. Ad oggi, dunque, non sembrano esservi ulteriori piani per riportare Barnabas e la sua famiglia sul grande schermo.

Dark Shadows: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Dark Shadows grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 18 dicembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

 
 

Logan Lerman: 10 cose che non sai sull’attore

Logan Lerman film

Logan Lerman è uno di quegli attori che ha saputo costruirsi una carriera solida, andando oltre la convenzione del ragazzino prodigio. Si è dato molto da fare per arrivare dove è oggi, riuscendo a conquistare mezzo mondo con il suo talento ed i suoi modi gentili. Lerman ha saputo imporsi in film sia indipendenti, sia di quelli con alto budget, interpretando ruoli in film per famiglie e per un pubblico teen, ma non solo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Logan Lerman.

Logan Lerman: i suoi film e le serie TV

 

1. Ha recitato in noti film. La carriera di Logan Lerman ha inizio nel 2000, quando ad appena otto anni lavora con Mel Gibson per il film Il patriota. In seguito ha recitato in What Women Want – Quello che le donne vogliono (2000), I ragazzi della mia vita (2001), The Butterfly Effect (2004), Hoot (2006), Number 23 (2007), con Jim Carrey, Quel treno per Yuma (2007), con Russell Crowe, My One and Only (2009) e Gamer (2009). All’inizio del 2010, Lerman diventa famoso internazionalmente per il suo ruolo da protagonista in Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il ladro di fulmini (2010), per poi continuare con I tre moschettieri (2011), Noi siamo infinito (2012), con Emma Watson, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il mare dei mostri (2013), Noah (2014) e Fury (2014). Negli ultimi anni ha recitato in Indignazione (2016), La scomparsa di Sidney Hall (2017), Sgt. Stubby: An American Hero (2018), End of Sentence (2019) e Shirley (2020).

2. Ha lavorato per il piccolo schermo ed è anche produttore. Nel corso della sua carriera, Logan Lerman ha avuto modo di sperimentare diversi ambiti del mondo della recitazione e del cinema. Egli ha anche lavorato per il piccolo schermo, apparendo nei film tv The Flannerys (2003) e A Painted House (2003), oltre che nelle serie 10-8: Officers on Duty (2003) e Jack & Bobby (2004-2005). Nel 2020 ha invece ricoperto il ruolo del protagonista nella serie Hunter, recitando accanto a Al Pacino e Josh Radnor. Inoltre, Lerman ha vestito anche i panni del produttore, diventandolo per i film Indignazione e The Vanishing of Sidney Hall.

Logan Lerman è su Instagram

3. Ha un profilo ufficiale su Instagram. Come molti altri attori suoi colleghi, anche Logan si è lasciato conquistare dal fascino di Instagram, tanto da aprirne un proprio profilo ufficiale nel 2016, seguito da circa 1,8 milioni di persone. La differenza, rispetto alla maggior parte dei suoi colleghi, è la frequenza: l’attore, infatti, non è molto attivo sul social, tanto da postare qualche foto o video giusto ogni tanto. Al di là di ciò, la sua bacheca contiene post che lo vedono spesso protagonista di molti momenti della giornata, soprattutto quella quotidiana e in famiglia.

Logan Lerman Fury

Logan Lerman in Fury

 

4. Si è addestrato per Fury. Era il 2014 ed usciva nei cinema americani Fury, scritto, diretto e prodotto da David Ayer. Per interpretare la giovane recluta Norman Ellison, appena arruolato come dattilografo, Lerman, insieme al resto dei protagonisti del film, ha dovuto sottostare ad un duro addestramento gestito dalla Navy SEALs, sia per aumentare la propria resistenza e massa muscolare, sia per poter sottostare agli sforzi che si sarebbero presentati durante le riprese, senza contare il fatto di potersi calare maggiormente nel personaggio.

5. Era l’ultimo arrivato. Fino a poco prima di Fury, Logan Lerman era sempre stato protagonista di film per ragazzi o per famiglie e questa era la sua prima produzione ad alto budget in cui avrebbe dovuto prepararsi per mesi, lavorando con grandi del cinema come Brad Pitt. Insomma, per questo film Lerman era l’ultimo arrivato ed è stato quello che forse ha sentito di più la pressione ed il nervosismo dettato dai cinque mesi di addestramento precedente al film e dalle riprese stesse. Lerman, infatti, ha ammesso di aver cercato di non crollare davanti ai suoi colleghi, ma di essere stato vicino ad un esaurimento nervoso.

Logan Lerman in Percy Jackson

6. È il ruolo che lo ha reso celebre. Nel 2010 Lerman ha ottenuto il ruolo di Percy Jackson nell’omonimo film per ragazzi. Questo era basato sul primo romanzo della saga scritta da Rick Riordan. Fu il ruolo che consacrò Lerman nel panorama cinematografico hollywoodiano e che gli aprì le porte per numerosi nuovi progetti. L’attore, inoltre, ha raccontato di essersi da subito sentito attratto dal personaggio, il quale gli permetteva di sperimentare cose nuove sia sul set che come sfumature attoriali.

7. Avrebbe voluto completare la saga. Come noto, il secondo film, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il mare dei mostri, non è riuscito ad affermarsi come il successo economico sperato. Pur avendo inizialmente firmato anche per un terzo film, Lerman ha confermato che non c’erano più i presupposti per continuare la saga, anche considerando che lui e i suoi colleghi stavano diventando troppo vecchi per i loro personaggi. Il desiderio dell’attore era quello di poter portare al cinema tutti e cinque i romanzi della saga, ma purtroppo ciò non è stato possibile.

Logan Lerman Percy Jackson

Logan Lerman e la fidanzata Alexandra Daddario

8. Logan Lerman è stato fidanzato con Alexandra Daddario. Della vita privata di Logan Lerman non si sa molto, tanto che non ha mai detto nulla a riguardo, nemmeno durante le interviste. Però, la chimica che si nota nei film di Percy Jackson è tale da far comprendere che tra Logan Lerman e Alexandra Daddario ci sia stata più di una semplice amicizia. I due, infatti, si sono conosciuti sul set del primo film della saga, iniziando a frequentarsi fuori dal set solo qualche anno dopo. Pare Logan Lerman e Alexandra Daddario abbiano iniziato a frequentarsi tra il 2013 e il 2014 e la storia era molto seria. Secondo i ben informati, pare che i due si siano fidanzati ufficialmente nel 2016 e si sarebbero dovuti sposare da lì a breve. Alla fine, dopo poco, la loro storia è terminata, anche se non sono chiari i motivi della rottura.

Logan Lerman: il suo 2020 e il 2021

9. Ha lavorato a nuovi progetti. Nel corso del 2020 l’attore ha avuto modo di recitare nel film thriller Shirley, con Elisabeth Moss, ricoprendo il ruolo di Fred Nemser. Ha poi recitato nella serie Hunters, di cui ora si attende la seconda stagione per il 2022. Da poco, invece, ha ultimato le riprese di un nuovo lungometraggio dal titolo Bullet Train, con Sandra Bullock, Brad Pitt e Zazie Beetz, incentrato su un gruppo di assassini con una missione in comune.

Logan Lerman altezza

10. Logan Lerman ha un’altezza che rientra nella media. L’altezza può essere un valore fondamentale per un attore, ma non è tutto. Logan Lerman è alto 175 centimetri, un’altezza che rientra nella media e che non lo ha mai ostacolato dall’interpretare tutti i personaggi a cui ha dato vita.

Fonti: IMDb, thefamouspeople, screencrush, latimes

 
 

The Great 2: recensione della seconda stagione della serie con Elle Fanning

The Great 2 stagione recensione serie tv

Manca pochissimo al ritorno di Caterina la Grande su STARZPLAY. Dopo la travolgente prima stagione che ci aveva accompagnato nella corte di Pietro III di Russia attraverso gli occhi della giovane speranzosa e ottimista Caterina, The Great 2 ce la mostra impegnata in un colpo di stato per abbattere il marito e prendersi il trono, almeno all’inizio.

Caterina è incinta del suo primo figlio e, come la storia insegna, prende il trono al marito per governare lei stessa la Russia, un paese che ha imparato ad amare ma che è affidato a mani incompetenti. Circondata da pochi fidati alleati, la giovane zarina dovrà imparare a governare una nazione, dovrà fare i conti con la maternità, con un marito insopportabile che non può eliminare dalla sua vita e con l’essere donna di potere in un mondo che non è pronto a gestire questa combo. 

La serie Hulu fonda la sua forza nell’essere una rappresentazione comica e satirica di fatti che solo accidentalmente si rivelano essere davvero accaduti. I toni sono sempre straboccanti, le reazioni sempre esagerate e nonostante questo, la coppia protagonista formata da Elle Fanning e Nicholas Hoult mantiene una grazia e una bellezza fuori dal normale. I due interpreti sono davvero regali, nonostante mettano in scena più difetti che virtù dell’essere umano.

The Great 2, ritorno alla corte di Russia

A guidare questa corte che assomiglia più ad un carrozzone di un circo c’è Tony McNamara, che di corti particolari se ne intende, visto che ha firmato la sceneggiatura de La Favorita, e che affida la regia delle dieci puntate della seconda stagione a Matt Shakman, Colin Bucksey, Bert & Bertie, Ben Chessell e Geeta Patel.

Una delle grandi sorprese di questa stagione sarà ovviamente l’arrivo in Russia di Giovanna di Holstein-Gottorp, madre di Caterina e interpretata da Gillian Anderson. Il personaggio porterà sicuramente scompiglio, ulteriore, ma quello che più sembra interessante è vedere in che modo, ora che è in una posizione di potere rispetto al marito, Caterina illuminata riuscirà a far evolvere il suo rapporto con lui, in che modo sceglierà di diventare grande, adempiendo in qualche modo al destino che le stessa ha scritto per sé e in che modo diventerà effettivamente la regina che la storia ricorda.

Oltre a Fanning e Hoult, completano il cast Phoebe Fox, Adam Godley, Gwilym Lee, Charity Wakefield, Douglas Hodge, Sacha Dhawan, Bayo Gbadamosi e Belinda Bromilow. Special Guest la citata Anderson che sicuramente sarà tra le cose più interessanti della stagione.

Dai primi episodi, The Great 2 si conferma un prodotto ricco, confezionato con cura, travolgente e di grande intrattenimento. 

 
 

Hawkeye episodio 5: tutti gli easter eggs dal pre-finale

Hawkeye Thunderbolts

Si intitola Ronin ed è il pre-finale di Hawkeye. Ebbene sì, dopo appena 5 episodi ci prepariamo a dire addio alla prima stagione della serie Disney+ dedicata all’incontro tra Clint Barton e Kate Bishop, non prima però di avervi elencato, di seguito, gli easter eggs della puntata.

1I titoli di coda omaggiano il villain

Hawkeye

Per celebrare il tanto atteso esordio di Kingpin nel MCU, i titoli di coda dell’episodio 5 di Hawkeye si srotolano sulle note di “You’re A Mean One, Mr. Grinch.”. Sicuramente, questo è un cenno alla natura notoriamente ostile di Wilson Fisk. Se ciò non bastasse, la cornice del titolo finale presenta una grande silhouette viola a forma di Kingpin che incombe sul paesaggio di New York.

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Noi Siamo Cinema, recensione del documentario di Andrea Rurali e Gianluca Genovese

noi siamo cinema recensione

Una lettera d’amore sincera, profonda, scritta su pagine bianche con l’inchiostro intriso di fotogrammi e immagini in movimento. Ecco cos’è il documentario Noi siamo cinema, in onda sul canale Mediaset Cine34. Un viaggio che non ha bisogno di guide turistiche pronte a spiegare la bellezza di un patrimonio cinematografico come quello italiano con le loro voci in fuori campo volte a irrompere sulla scena, interrompendo lo scorrere e l’immersione delle immagini; già, perché ogni inquadratura, ogni volto, o scena ripresa e adesso sapientemente montata non ha bisogno di spiegazioni.

Tutta la potenza della Storia, e di ricordi che da personali si fanno nazionali, si ritrova adesso lì, nel cuore di ogni singola particella di celluloide, pronta a ripresentarsi e colpirci di nuovo, lasciandoci a bocca aperta, come il piccolo Salvatore in Nuovo cinema paradiso.

Noi siamo cinema: la sinossi

Noi siamo Cinema, in onda su Cine34, è un appassionato omaggio al Cinema Italiano e a tutti gli artisti e artigiani che contribuiscono alla sua realizzazione. In poco più di 70 minuti ripercorre le sequenze-culto del cinema made in Italy, quelle che ne compongono il brillante percorso. Dal b/n di Blasetti e Pasolini, alla leggerezza di De Sica e Sordi. Dallironia di Monicelli e Risi, allunicità dello Spaghetti Western. Dalla Commedia Sexy al Cinepanettone, allimpegno di Bellocchio e Bertolucci. Dal rivoluzionario Antonioni, allonirico Sorrentino. Dalla contemporaneità di Salvatores e Zalone, alla visionarietà di Fellini. Tutto unito in un solo documentario, dove alle scene di grandi film, si alternano interviste agli stessi protagonisti, o a registi e attori internazionali fortemente influenzati dal cinema di casa nostra, come Quentin Tarantino, John Turturro, George Clooney e Clint Eastwood. 

Puzzle di un’eredità in celluloide

È un’operazione semplice, ma compiuta con attenzione e intelligenza quella messa in atto da Andrea Rurali e Gianluca Genovese. Le scene, i personaggi, le interviste che hanno accompagnato il pubblico italiano dentro e fuori lo schermo, sono tessere di un puzzle perfettamente inserite al loro posto, raccordate non a caso, ma secondo un procedimento di associazione e collegamento ipertestuale. Sono mani che si prendono, si riconoscono e danzano insieme, in un affresco storico grazie al quale lo spettatore scende a patti con la propria eredità cinematografica e cinefila.

Quello che gli scorre davanti grazie a Noi siamo cinema, è un flusso di coscienza, una galleria di frammenti imprescindibili alla propria formazione spettatoriale. Bastano pochi accenni a Fellini, Mastroianni, Loren, Bertolucci, Pasolini, e più recentemente a Sorrentino, per comprendere quanto pesante e magnifico sia il lascito donatoci dal cinema nostrano. Bistrattato, sottovalutato, a volte dimenticato, il cinema italiano in realtà ha saputo donarci gemme di rara bellezza. Gemme spesso ricoperte da una patina di polvere, messe da parte al grido de “il cinema italiano è in crisi, non ha nulla da dire e offrire”, quando invece basterebbe girare lo sguardo e lasciarsi attirare dalla potenza di questi piccoli, grandi barlumi di genialità. Nel bene e nel male il cinema italiano in realtà ha sempre raccontato il nostro mondo, facendo dello strumento cinematografico il buco della serratura attraverso cui spiare senza filtri (vedi il Neorealismo) un mondo così sfaccettato come quello italiano, oppure caricarlo di erotismo (i film di Pierino), battute al vetriolo o di una comicità caciarona (i famigerati cine-panettoni). 

Un’indagine storica e sociale compiuta dai due curatori che lasciando parlare il cinema per sé, senza mediazioni esterne, o commenti da parte di narratori e critici, ci fanno salire sulla macchina del tempo per ricordarci la mole di opere che visto, ammirato, denigrato, e quante ancora ne avremo da assimilare, guardare, immedesimandoci tra slanci autoriali e progetti superficiali.

Tutta l’Italia è cinema

È un nome reiterato ripetuto da bocche diverse (quelle di Leonardo DiCaprio, Roberto Benigni, Sandra Milo, Quentin Tarantino), ma ogni volta è come se la sua pronuncia donasse a quel cognome nuovo potere e preziosità. Quel nome è Federico Fellini, l’autore debordante, onirico, sarcastico, che ha fatto dell’Italia una pagina di fumetti abitata da personaggi a metà tra il caricaturale e l’archetipo. Simboli di un pensiero, di vizi e virtù di stampo nazionale, gli uomini e le donne usciti dalla fucina creativa di Fellini sono stati traghettatori di un’opera che ha saputo sconfinare dai confini italiani per parlare un linguaggio universale, elevandosi a rappresentante massimo del cinema nostrano. Non poteva pertanto che aprire lui, tra interviste e una riproposizione di momenti indimenticabili dei suoi film, Noi siamo cinema.

Fellini è il personaggio perfetto, l’uomo capace di far scattare mille e più collegamenti grazie ai quali si può passare facilmente da un Marcello Mastroianni, a una Sofia Loren, per salutare Claudia Cardinale, Sergio Leone, Ennio Morricone e tutti quei nomi che hanno reso unico il nostro cinema. Non c’è un momento storico dal punto di vista cinematografico, di corrente, registico  o di movimento che Rurali e Genovese abbiano lasciato indietro. Perché anche personaggi come Renato Pozzetto, o pellicole come quelle della commedia sexy all’italiana, degli spaghetti western, o le più dissacranti opere interpretate da Checco Zalone, hanno il diritto di trovare un posto tra le teche di un museo audio-visivo come Noi siamo cinema.

Un documentario che con la sola forza del montaggio, dei raccordi e di una selezione attenta e mai superficiale, mescola storia e sguardi spettatoriali di un pubblico ammaliato, sottolineando quanto dentro e fuori lo schermo, tutti noi siamo fatti della stessa sostanza di cui è fatto il cinema.

 
 

Spider-Man: la classifica dei costumi indossati dal supereroe

L’Uomo Ragno è il personaggio che tutti riconoscono per due cose: le ragnatele e la tuta rossa e blu. Del suo costume, dai fumetti alle serie ai film, abbiamo tantissime versioni. E nel nuovissimo Spider-Man: No Way Home Tom Holland indossa due incredibili  travestimenti. Vediamo una classifica delle tute più iconiche e particolari, dal peggiore al migliore.

1Il rosso e il nero

Attillatissimo, dal design originale e unico nell’abbinamento di colori: il rosso e il nero. Da un punto di vista puramente visivo è un vestito davvero incredibile per Spider-Man e che sicuramente i fan vorranno vedere ancora nell’MCU del futuro. Si fatica a immaginarne uno più accurato, soprattutto sapendo che rende omaggio al lavoro del defunto Steve Ditko.

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Spider-Man: 20 occasioni in cui si è spinto decisamente troppo oltre

spider-man

Come eroe, l’Uomo Ragno è generalmente legato alla moderazione: Spidey può possedere una forza sovrumana, ma tiene la violenza sempre sotto controllo, nel cercare di contenere la minaccia dei suoi antagonisti, per onorare il defunto zio Ben. La lezione che Peter ha imparato da suo zio – da un grande potere deve derivare anche una grande responsabilità – è diventato il suo mantra come combattente del crimine in qualità di Spider-Man.

Eppure ci sono state volte in cui l’Uomo Ragno si è spinto troppo oltre i suoi limiti mentali e fisici quando si è trattato di sconfiggere i cattivi, assecondando il suo lato oscuro e arrivando pericolosamente vicino a diventare lui stesso un cattivo.

1La sconfitta di Kingpin – The Amazing Spider-Man #542

Molti degli esempi elencati finora hanno mostrato l’Uomo Ragno sotto una luce piuttosto negativa, perdendo il controllo di sé stesso in modo poco eroico. Tuttavia, il faccia a faccia di Peter con Kingpin in Amazing Spider-Man #542 è più che pienamente giustificato, tanto giusto quanto impressionante. Dopo che Peter ha rivelato la sua identità al mondo in Civil War, ogni cattivo sa dove trovarlo. Wilson Fisk invia un assassino per uccidere Peter, ma il proiettile colpisce invece zia May, la quale viene portata in ospedale in condizioni critiche, mentre Peter va a Riker’s Island per vendicarsi.

Quando trova Kingpin, ci va leggero con le battute ma pesante con le mani, intenerendo Fisk con ripetuti colpi al volto. Spidey dà il tutto e per tutto, dicendo a Kingpin che si tratta di una questione personale e vuole sconfiggerlo proprio come Peter Parker. Fa cadere Fisk a terra più volte prima di picchiarlo e umiliarlo di fronte ai prigionieri riuniti. Minaccia di uccidere Kingpin se la zia May non ce la farà e avverte i detenuti che verrà a cercare anche loro se mai si avvicineranno alla sua famiglia. È un’impressionante (ma necessaria) dimostrazione di forza ed è l’Uomo Ragno al suo massimo grado di brutalità e cattiveria.

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Riflessi di paura: trama, cast e sequel del film horror

Riflessi di paura film

Il cinema asiatico ha negli anni consegnato al mondo alcuni dei più celebri e spaventosi film horror di sempre, divenuti dei veri e propri cult anche per il loro basarsi su terrificanti tradizioni e leggende popolari. Molti di questi sono poi stati riadattati in chiave statunitense, come avvenuto ad esempio per The Grudge e The Ring. Un altro titolo americano che si basa su di un preesistente film asiatico è Riflessi di paura, diretto nel 2008 dal regista Alexandre Aja, noto per aver diretto anche altre pellicole horror come Le colline hanno gli occhi, Piranha 3D e Crawl – Intrappolati.

Questo è infatti il remake del sudcoreano Into the Mirror (titolo internazionale di Geoul sokeuro), diretto nel 2003 da Kim Sung-ho. In questo si ritrova un profondo dramma famigliare unito alla complessa e spaventosa natura filosofica degli specchi, che diventano qui l’oggetto attraverso cui comunicare con un mondo ultraterreno. Nel film statunitense la vicenda viene rielaborata e modificata in parte, mantenendo però la presenza delle pareti riflettenti quali fonti dell’orrore da mostrare. Avvalsosi di un buon cast di noti attori e di effetti speciali piuttosto sorprendenti, Riflessi di paura non sarà all’altezza dell’originale, ma è un buon titolo di tensione.

Al momento della sua uscita andò incontro a critiche particolarmente negative, ma negli anni gli appassionati del genere lo hanno riscoperto, rivalutandone in parte il fascino. Nonostante i suoi difetti, è infatti un titolo che sa come incutere una buona dose di tensione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Riflessi di paura: la trama del film

Protagonista del film è Ben Carson, un ex poliziotto licenziato in seguito al suo aver ucciso per sbaglio un agente sotto copertura. L’incidente, oltre ad avergli fatto perdere il lavoro, lo ha portato sulla via dell’alcolismo, distruggendo la sua vita. Nel disperato tentativo di rimettersi in piedi, Ben trova un modesto lavoro come guardia giurata presso il magazzino del negozio Mayflower, un ambiente insolitamente ricco di specchi e pareti riflettenti. Più trascorre del tempo lì, più Ben inizia ad avvertire che qualcosa non è come sembrerebbe. La scoperta di uno specchio che non riflette ciò che dovrebbe, lo convince di quanto ci sia qualcosa di sbagliato in quel luogo.

Indagando su chi ha svolto la mansione prima di lui, Ben scopre che egli si è suicidato dopo aver dichiarato di aver visto qualcosa negli specchi che stava tentando di ucciderlo. Sempre più paranoico, Ben si convince del fatto che gli specchi di quel magazzino nascondano un terribile segreto. L’unico modo per capire cosa stia accadendo realmente è risalire alle origini di quel luogo, ma la sua ricerca si trasformerà ben presto in una corsa contro il tempo. Persone a lui vicine iniziano infatti a ricevere strani segnali dagli specchi e il peggio è prossimo al verificarsi.

Riflessi di paura: il cast del film

Ad interpretare il protagonista Ben Carson vi è l’attore Kiefer Sutherland, principalmente noto per aver ricoperto il ruolo di Jack Bauer nella serie televisiva 24. Accanto a lui, nel ruolo della sorella Angela vi è Amy Smart, mentre Paula Patton è la moglie Amy. Cameron Boyce, celebre per il ruolo di Carlos De Mon nella trilogia di film Descendants, è qui presente nei panni di Michael, il figlio di Ben. Completano il cast John Shrapnel nei panni di Lorenzo Sapelli e Jason Flemyng in quelli del detective Larry Byrne. L’attrice Mary Beth Peil, nota per le serie Dawson’s Creek The Good Wife, interpreta invece Anna Esseker, personaggio che si rivelerà essere di particolare importanza per la risoluzione del caso.

Riflessi di paura sequel

Riflessi di paura 2: il sequel del film

Pur non essendosi affermato come un gran successo di critica e pubblico, nel 2010 è stato realizzato un sequel del film intitolato semplicemente Riflessi di paura 2. Questo è stato distribuito direttamente per home-video ed alla regia ha Victor Garcia, mentre ad interpretare i protagonisti vi sono Nick Stahl e Emmanuelle Vaugier. Pur essendo stato concepito come un seguito del film del 2008, questo presenta in realtà una storia totalmente scollegata rispetto a quella precedente. Rimane naturalmente l’idea di base, ovvero la presenza degli specchi quali “portali” verso un’altra, spaventosa, dimensione, dalla quale anche stavolta si affacceranno terrificanti presenze demoniache.

Riflessi di paura: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Riflessi di paura grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Rai Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 17 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

 
 

Fino a prova contraria: trama, cast e curiosità sul film di Clint Eastwood

True Crime film

Nel corso della sua lunghissima carriera, Clint Eastwood si è negli anni costruito una particolare fama grazie alle sue interpretazioni di antieroi, personaggi dal carattere duro e scontroso, con metodi il più delle volte poco ortodossi. Film come Una 44 Magnum per l’ispettore Callaghan, Corda tesa, Gunny e La recluta fanno parte di questo filone, culminato poi nel 2008 in Gran Torino. Un personaggio ancora diverso, ma simile nel carattere, lo si ritrova anche nel film del 1999 Fino a prova contraria, da lui prodotto, interpretato e diretto.  Anche in questo caso, dunque, Eastwood si trova a vestire i panni di un uomo solo contro la legge, in un crescendo di adrenalina e tensione.

Il film è infatti basato sul romanzo True Crime, dello scrittore Andrew Klavan. Celebre per i suoi racconti ricchi di suspence e incentrati sul mondo del crimine, Klavan ha pubblicato tale romanzo nel 1995, e da subito Eastwood se ne è interessato in modo particolare. All’interno di questo il premio Oscar ha infatti ritrovato molte delle tematiche e delle caratteristiche ricorrenti nel suo cinema. Per l’occasione, egli ha inoltre rispolverato anche la sua grande passione per la musica, componendo il brano Why Should I Care, presente poi durante i titoli di coda e cantato dalla celebre Diana Krall.

Nonostante l’impegno profuso da Eastwood in tale progetto, Fino a prova contraria è arrivato ad un incasso complessivo di soli 16 milioni di dollari, a fronte di un budget di 55. Si è trattato del secondo peggior incasso di Eastwood negli anni Novanta, decennio altrimenti ricco di soddisfazioni. Prima di riscoprire il film con una visione, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Fino a prova contraria: la trama del film

Protagonista del film è Steve Everett, anziano cronista da poco uscito dalla dipendenza dall’alcol, a causa del quale ha rischiato di distruggere la propria carriera e la propria vita. Ripreso così a lavorare a pieno ritmo, egli si ritrova affidato il compito di scrivere un articolo sull’imminente esecuzione di Frank Beechum, un trentenne di colore accusato dell’omicidio di una giovane donna bianca. Ricercando informazioni per scrivere il pezzo, Everett si imbatte però in una serie di indizi e particolari che la polizia sembra non aver preso in considerazione. Tali elementi portano il giornalista a pensare che il giovane non sia il vero colpevole, e che si stia per uccidere un uomo innocente.

Desiderando andare fino in fondo a tale vicenda, Everett inizia a condurre una propria indagine, ricercando il vero colpevole. Tale iniziativa lo porta però a scontrarsi tanto con il suo capo quanto con la moglie. Il primo arriva infatti a licenziarlo, mentre la seconda chiede il divorzio stanca del suo comportamento. Nonostante i numerosi ostacoli, il giornalista sente però di non poter lasciare che una vita venga spezzata così, e per impedirlo dovrà dar vita ad una vera e propria corsa contro il tempo, arrivando a poter dimostrare concretamente l’innocenza di Beechum.

True Crime cast

Fino a prova contraria: il cast del film

Originariamente per il ruolo del giornalista Steve Everett la Warner Bros. aveva ipotizzato George Clooney come attore protagonista. Con il sempre maggiore interessaento di Eastwood, però, fu questi ad ottenere di poter interpretare il personaggio principale. Egli si dedicò così con grande cura a dar vita al suo personaggio, richiedendo alcuni cambiamenti nella sceneggiatura al fine di potersi meglio immedesimare nei panni di Everett. Nei panni di Frank Beechum vi è invece l’attore Isaiah Washington, noto per aver interpretato il personaggio di Preston Burke nella serie TV Grey’s Anatomy. L’attrice Lisa Gay Hamilton, celebre per la serie The Practice – Professione avvocati, è invece presente nei panni di Bonnie Beechum, moglie di Frank.

L’attore James Woods interpreta qui Alan Mann, mentre Denis Leary, celebre per essere la voce americana di Diego in L’era glaciale, è Bob Findley. Leary ha raccontato di non aver mai rivisto il film, non riuscendo a credere di aver avuto l’occasione di recitare insieme a Eastwood. La moglie di Everett ha qui il volto dell’attrice Diane Venora, mentre Casey Lee è Warren Russell, il sospettato numero uno dal protagonista. Nel film compare inoltre, in un breve cameo, anche l’attrice Lucy Liu, nei panni di una commessa di un negozio di giocattoli. Fino a prova contraria segna anche il debutto cinematografico di Francesca Eastwood, figlia del regista, e qui presente nei panni di sua figlia Kate. Vi sono inoltre due delle ex mogli di Clint: Dina Eastwood, nei panni di Wilma Francis, e Frances Fisher, nei panni di Cecilia Nussbaum.

Fino a prova contraria: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

è possibile fruire di Fino a prova contraria grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 17 dicembre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

 
 

Sigourney Weaver: 10 cose che non sai sull’attrice

Sigourney Weaver oggi

Sigourney Weaver è una di quelle attrici che ha saputo farsi valere nel mondo del cinema e che ha regalato al mondo delle interpretazioni memorabili ed uniche, grazie alle quali ha dimostrato in particolare la forza di personaggi femminili fino a quel momento poco trattati al cinema. Il suo passato non è stato facile, ma l’attrice americana ha sempre lavorato duramente, fronteggiando i pregiudizi e le convenzioni, per costruirsi una carriera solida e per arrivare dove è ora.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Sigourney Weaver.

Sigourney Weaver: i suoi film

 

1. Ha recitato in celebri film. La carriera di Sigourney Weaver ha inizio con film quali Io e Annie (1977), Madman (1978) e Alien (1979) di Ridley Scott, che la rende subito una celebrità. In seguito recita in Uno scomodo testimone (1981), Un anno vissuto pericolosamente (1982), Ghostbusters  (1984), con Bill Murray, Aliens – Scontro finale (1986), di James Cameron, Un donna in carriera (1988), Ghostbusters II (1989) ed Alien3 (1992). Durante gli anni ’90, recita in Dave – Presidente per un giorno (1993), Copycat – Omicidi in serie (1995), Tempesta di ghiaccio (1997), di Ang Lee, Alien – La clonazione (1997) e Galaxy Quest (1999), mentre negli anni Duemila lavora in Una spia per caso (2000), The Village (2004), con Joaquin Phoenix, The Girl in the Park (2007) e Avatar (2009). Tra i suoi ultimi film, vi sono Quella casa nel bosco (2011), La fredda luce del giorno (2012), Exodus – Dei e re (2014), Humandroid (2015), Nemesi (2016) e Sette minuti dopo la mezzanotte (2016).

2. Sigourney Weaver è anche doppiatrice e produttrice. Nel corso della sua carriera, Sigourney Weaver si è cimentata in diversi ambiti del cinema, vestendo i panni della doppiatrice e della produttrice. Come doppiatrice, infatti, ha lavorato al doppiaggio dei film d’animazione come Cenerentola e gli 007 nani (2006), WALL•E (2008), Le avventure del topino Despereraux (2008) e Alla ricerca di Dory (2016). In quanto produttrice, invece, la Weaver ha co-prodotto i film Alien3 e Alien – La clonazione, rispettivamente il terzo e il quarto capitolo della saga.

Sigourney Weaver altezza

Sigourney Weaver altezza

3. Sigourney Weaver è un gigante. Se c’è qualcosa da riconoscere a Sigourney Weaver, è proprio l’altezza che l’ha resa un vero e proprio gigante in quel di Hollywood. Infatti, l’attrice americana è alta ben 182 centimetri. Se con queste misure la Weaver ha letteralmente svettato in confronto alla maggior parte dei suoi colleghi di set, ciò le ha comunque permesso di realizzare una carriera nel mondo della recitazione più che solida.

4. Sigourney Weaver ha fatto di un “difetto” la sua virtù. Sigourney Weaver ha raccontato in diverse interviste tutte le problematiche che ha dovuto affrontare a causa della sua altezza. Dalla scuola, in cui veniva presa in giro perché già adolescente era alta un metro e ottanta, a quando veniva guardata male da produttori di film o le venivano dati ruoli da prostituta o da maschio. Eppure, di quello che sembrava essere un difetto, la Weaver ha saputo farne una virtù, grazie anche all’aiuto di Ridley Scott e James Cameron che rifiutano le convenzioni, dando il via ad una schiera di donne guerriere che hanno fatto la storia del cinema.

Sigourney Weaver nella saga di Alien

 

5. Sigourney Weaver ha amato girare il primo Alien. In diverse interviste, Sigourney Weaver ha sempre detto di aver amato molto girare Alien, perchè era libera di poter fare quello che voleva, di poter recitare in abiti sporchi e di doversi sempre confrontare con l’entità aliena. L’unica cosa che la spaventava era l’improvvisazione: Ridley Scott non era un tipo da prove e, venendo dal teatro, l’attrice si era trovata un po’ a disagio.

6. Ha difeso Fincher sul set del terzo film. Il terzo film della saga, diretto da David Fincher, è ricordato come un capitolo particolarmente ambizioso ma problematico. Le continue interferenze da parte dei produttori hanno infatti portato la lavorazione a subire continui cambiamenti, che hanno inficiato sul risultato finale. La Weaver ha infatti in più occasioni descritto il set del film come un completo caos, dovuto alle continue intromissioni da parte della produzione. La Weaver ha inoltre sempre preso le difese di Fincher, apprezzando la sua visione del film a sua detta poi castrata dallo studios

7. Ha recitato nel quarto film poiché affascinata dalla nuova Ripley. Nonostante l’insuccesso del terzo film, i produttori avevano deciso di dar vita ad un ulteriore film. L’attrice, tuttavia, non era assolutamente interessata a partecipare ad un quarto capitolo. Pur di convincerla, i produttori le offrirono un compenso molto più elevato, ma alla fine la Weaver accettò anche poiché aveva trovato interessante l’idea di dar vita ad un personaggio allo stesso tempo simile e diverso rispetto alla Ripley vista nei precedenti film. L’attrice ha inoltre avuto grande potere decisionale, e si impose ad esempio perché la scena dell’incontro con la regina degli alieni non venisse rimossa.

Sigourney Weaver Alien

Sigourney Weaver: il marito e la figlia

8. Sigourney Weaver è sposata da 35 anni. Della vita privata di Sigourney Weaver si è sempre saputo poco, ma è noto di quanto lei faccia parte di una delle più longeve coppie di Hollywood. L’attrice, infatti, nel 1983 ha conosciuto, durante un festival di teatro, Jim Simpson, per poi sposarlo un anno più tardi. I due, dopo quasi 35 anni di matrimonio, sono sempre più innamorati e tutti questi anni non hanno fatto altro che renderli più forti.

9. È madre molto orgogliosa. Dal suo matrimonio con Jim Simpson, nel 1990 Sigourney Weaver ha avuto una figlia, Charlotte. Per l’attrice americana la famiglia viene prima di tutto e, con il lavoro che fa, le viene molto difficile lasciarla per troppo tempo. A causa di ciò, la Weaver si sottoposta anche ad una terapia psicologia per poter risolvere questi sensi di colpa. Uno dei momenti più devastanti in questo senso è stato quando la Weaver doveva andare e stare in Nuova Zelanda per diverso tempo (per girare Avatar), con la figlia che stava per andare al college.

Sigourney Weaver: oggi, tra Ghostbusters e Avatar

10. Sigourney Weaver ha molti progetti all’attivo. Sigourney Weaver è sempre stata un’attrice che ha lavorato sodo e non è mai rimasta con le mani in mano. L’attrice, infatti, ha molti progetti all’attivo: per il 2022 e il 2024 sono previste le uscite di Avatar 2 e Avatar 3, che la Weaver ha già finito di girare da qualche mese e che ora sono in fase di post-produzione. A questi seguiranno poi gli ulteriori due sequel Avatar 4 e Avatar 5, con uscite previste per il 2026 e il 2028. Tra gli altri film in cui è comparsa di recente si annoverano invece Un anno con Salinger e Ghostbusters: Legacy, dove ha ripreso il personaggio di Dana Venkman.

Fonti: IMDb, biography, TheGuardian

 
 

Paul Newman: 10 cose che non sai sull’attore

Paul Newman film

Paul Newman è uno di quegli attori che ha fatto la storia del cinema e che, se non ci fosse stato, lo avrebbero dovuto inventare. Grazie al suo talento, al suo fascino e alla sua galanteria, l’attore ha saputo conquistare il pubblico di mezzo pianeta.

Paul Newman ha sempre detto di voler essere riconosciuto come un onesto lavoratore che svolge onestamente il suo lavoro, ma è inevitabile pensare a quanti ruoli indimenticabili ha regalato al mondo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Paul Newman.

Paul Newman: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. Il debutto nel mondo del cinema avvenne nel 1954 con il film Il calice d’argento, al quale seguì Lassù qualcuno mi ama (1956), La lunga estate calda (1958), La gatta sul tetto che scotta (1958), Lo spaccone (1961), Intrigo a Stoccolma (1963), Hud il selvaggio (1963), L’oltraggio (1964) e Il sipario strappato (1966). La sua carriera continuò con Nick mano fredda (1967), Butch Cassidy (1969), La stangata (1973), con Robert Redford, L’inferno di cristallo (1974), Quintet (1979), Diritto di cronaca (1981), Il verdetto (1982), Il colore dei soldi (1986), di Martin Scorsese, Mister Hula Hoop (1994), Le parole che non ti ho detto (1999), con Kevin Costner, ed Era mio padre (2002), con Tom Hanks.

2. Paul Newman è stato doppiatore, regista e produttore. Nel corso della sua carriera Paul Newman ha esplorato diversi ambiti del cinema, vestendo i panni del doppiatore, regista e produttore. Come doppiatore, Newman ha lavorato al doppiaggio dei film Magnificent Desolation: Walking on the Moon 3D (2005), Cars – Motori ruggenti (2006) e Carl Attrezzi e la luce fantasma (2006). Come regista, ha diretto La prima volta di Jennifer (1968), Sfida senza paura (1971), Gli effetti dei raggi gamma sui fiori di Matilde (1972), Lo zoo di vetro (1987) e il film tv Prima dell’ombra (1980). In quanto produttore, invece, Newman ha prodotto La prima volta di Jennifer, Un uomo oggi (1970) e la miniserie Empire Falls – Le cascate del cuore (2005), mentre non è stato accreditato per film come Butch Cassidy, Sfida senza paura (1971) e L’agente speciale Mackintosh (1973). Inoltre, Newman ha anche scritto, diretto e prodotto il film Harry & Son (1984).

Paul Newman: la morte dell’attore

3. Si è spento dopo una brutta malattia. Il 31 luglio 2008 fu ufficializzata la notizia che Newman era affetto da un cancro ai polmoni, diagnosi effettuata dallo Sloan-Kettering Cancer Center di New York, uno dei maggiori centri negli USA per la lotta ai tumori. Secondo il Sun e altre testate, l’attore sarebbe vissuto solo poche settimane, dopo l’ultimo ciclo di chemioterapia presso il Weill Cornell Medical Center di New York. Dopo aver scelto di interrompere le cure, Newman lasciò l’ospedale per passare gli ultimi giorni di vita con la famiglia nella sua casa di Westport, in Connecticut, dove morì il 26 settembre 2008, all’età di 83 anni.

paul newman

Paul Newman: l’altezza e gli occhi dell’attore

4. Celebri sono i suoi occhi. La carriera di Paul Newman si è sempre contraddistinta per il fatto di essere riuscito a ricoprire ruoli di un certo spessore. Eppure, l’attore non era proprio un gigante, ma nemmeno un piccoletto: Newman, infatti, era alto 177 centimetri. Un’altezza forse rilevante per l’epoca ma che non gli ha mai dato nessun tipo di problema nell’interpretare tutti i ruoli a cui ha dato vita. Oltre a ciò, Newman era particolarmente noto per i suoi incredibili occhi blu ghiaccio, un dettaglio più volte messo in evidenza nei film in cui ha recitato.

Paul Newman: chi era sua moglie

 

5. Paul Newman era un marito devoto. Della sua vita, Paul Newman non ha mai avuto nulla da nascondere, così come il matrimonio con l’attrice Joanne Woodward.  I due si sono sposati il 29 gennaio del 1958 a Las Vegas e non si sono mai più lasciati. In quasi 50 anni di matrimonio, Newman ha dimostrato di essere un uomo fedele, devoto ed innamorato della propria moglie, asserendo che “Perché dovrei uscire a mangiare un hamburger quando a casa ho un bel filetto?”.

6. Si è sposato due volte. Anche se il matrimonio con Joanne Woodward è quello più conosciuto, in realtà Paul Newman si era già sposato in precedenza. L’attore, infatti, nel 1949 sposò Jacqueline E. Witte, appena dopo la ripresa economica del Dopoguerra. Ed era ancora sposato quando ha conosciuto la Woodward, di cui si innamorò perdutamente.

Paul Newman: i suoi figli

7. Paul Newman ha avuto 5 figli. Quella di Paul Newman era una famiglia allargata. L’attore, infatti, ha avuto dalla prima moglie 3 figli: Scott Alan (nato nel 1950), Susan Kendall (nata nel 1953) e Stephanie (nata nel 1954). Dall’unione con la seconda moglie, Newman è diventato padre di altre tre figlie: Elinor “Nell” Teresa (nata nel 1959), Melissa “Lissy” Stewart (nata nel 1961) e Claire “Clea” Olivia (nata nel 1965).

8. Ha visto morire suo figlio. Se c’è qualcosa a cui un genitore non dovrebbe mai assistere, quella è la morte di un figlio. Purtroppo a Paul Newman è successo: nel novembre del 1958, Newman ha ricevuto la sconcertante notizia della morte del suo unico figlio maschio, Scott Alan, per un’overdose. Questa morte è sempre stata classificata come accidentale, dovuta ad un mix di alcol, farmaci e cocaina. Recentemente, invece, pare che questa overdose sia stata cercata e voluta da Scott per punire il padre che lui ha sempre definito assente e a causa della sua depressione e della carriera d’attore che non prendeva il volo.

Paul Newman Rolex

Paul Newman, il suo Rolex Daytona e il suo prezzo

9.Ha ricevuto un Rolex in regalo dalla moglie. Verso la fine degli anni ’60, durante il periodo in cui venne girato il film Winning, la moglie Joanne Woodward decise di acquistare per il marito un Rolex Cosmograph Daytona referenza 6239, che venne realizzato nel 1968 ed era stato ideato e progettato per fini sportivi, soprattutto automobilistici e motoristici. Sul fondo dell’orologio, la moglie fece incidere la dedica “Drive Carefully Me”: ciò deriva dalla paura che aveva la moglie ogni volta che Newman di metteva alla guida di qualche auto sportiva.

10. Il Rolex di Paul Newman è stato messo all’asta. Solo qualche anno fa, dopo la sua scomparsa dal 1984, venne messo all’asta il Rolex di Paul Newman, grazie a James Cox, ex fidanzato e amico della figlia di Paul, Nell. I suoi si erano frequentati per diverso tempo e James ha sempre amato Nell per quello che era e non per il fatto di essere una Newman. Dopo che l’attore regalo l’orologio a James (che ne era sprovvisto), qualche hanno fa ha deciso di affidarlo alla casa d’asta Phillips. Non si conosce l’acquirente dell’oggetto, ma si sa che è stato venduto, nel 2017, per qualcosa come 17,8 milioni di dollari.

Fonti: IMDb, biography, galileusweb

 
 

Ben Affleck preferirebbe non interpretare più ruoli da protagonista

The Tender Bar film 2022

In una nuova intervista con THR, Ben Affleck, fresco nominato ai Golden Globes per la sua performance da non protagonista in The Tender Bar, entra più nel dettaglio sul motivo per cui gli piace di più interpretare ruoli secondari, in questo momento della sua carriera.

Secondo Affleck, i ruoli principali in genere hanno meno flessibilità in termini di caratterizzazione. L’attore sostiene che, quando ci sono un sacco di soldi in gioco, i protagonisti devono essere “riconoscibili” al pubblico. I personaggi di supporto non sono messi in queste stesse condizioni, dice Affleck, e offrono agli attori più spazio per esplorare complessità e “difetti“.

“La somiglianza, per me, sta nel recitare parti in film in cui non sono il protagonista, che si tratti di Will Hunting, Shakespeare in Love, The Last Duel o [The Tender Bar] in cui riesco a essere qualcuno la cui parte gli permette di essere più complicato, imperfetto e interessante.”

La stagione dei premi per Affleck si sta rivelando interessante in quanto il suo ruolo nel film di George Clooney gli è valso la candidatura ai Globes. Vedremo quanta strada farà questo ruolo.

 
 

Una famiglia vincente – King Richard: nuovo trailer con Will Smith

Guarda il nuovo trailer di Una famiglia vincente – King Richard, il nuovo contributo è stato presentato online da Will Smith e dalle campionesse Venus e Serena Williams.

Basato su una storia vera che ispirerà il mondo, Una famiglia vincente – King Richard della Warner Bros. Pictures ripercorre la vita di Richard Williams, un padre imperterrito che ha contribuito a formare due delle atlete più dotate di tutti i tempi, che hanno cambiato lo sport del tennis per sempre. Il due volte candidato all’Oscar  Will Smith (“Ali”, “La ricerca della felicità”, “Bad Boys for Life”) interpreta Richard, sotto la direzione di Reinaldo Marcus Green (“Monsters and Men”).

Spinto da una chiara visione del loro futuro, e utilizzando metodi non convenzionali, Richard ha un piano che porterà Venus e Serena Williams dalle strade di Compton in California agli scenari internazionali, come icone leggendarie. Il film profondamente toccante, mostra il potere della famiglia, della perseveranza e dell’incrollabile convinzione come mezzi per raggiungere l’impossibile e avere un impatto sul mondo.

Aunjanue Ellis (“Se la strada potesse parlare”, “Quantico” in TV”) interpreta la mamma delle ragazze, Oracene “Brandi” Williams; Saniyaa Sidney (“Il diritto di contare”, “Barriere”) interpreta Venus Williams; Demi Singleton (“Godfather of Harlem” in TV) interpreta Serena Williams, con Tony Goldwyn (la serie “Divergent”, “Scandal” in TV) nei panni dell’allenatore Paul Cohen e Jon Bernthal (l’imminente “I molti santi di Newark”, “Le Mans ’66 – La grande sfida”) in quelli dell’allenatore Rick Macci. Fanno parte del cast anche Andy Bean (“IT – Capitolo due”), Kevin Dunn (i film di “Transformers”, “Veep – Vicepresidente Incompetente” della HBO) e Craig Tate (“Greyhound: Il nemico invisibile”).

Green ha diretto Una famiglia vincente – King Richard da una sceneggiatura scritta da Zach Baylin. I produttori sono Tim White e Trevor White sotto la loro bandiera di Star Thrower Entertainment, e Will Smith con la sua Westbrook. I produttori esecutivi del film sono Isha Price, Serena Williams, Venus Williams, James Lassiter, Jada Pinkett Smith, Adam Merims, Lynn Harris, Allan Mandelbaum, Jon Mone e Peter Dodd.

La squadra creativa che ha lavorato dietro le quinte comprende il direttore della fotografia premio Oscar Robert Elswit (“Il petroliere”), gli scenografi Wynn Thomas (“Da 5 Bloods – Come fratelli”, “Il diritto di contare”) e William Arnold (“Il coraggio della verità – The Hate U Give”), la montatrice nominata all’Oscar® Pamela Martin (“The Fighter”) e la costumista due volte nominata all’Oscar® Sharen Davis (“Dreamgirls”, “Ray”). Musiche ad opera del compositore candidato all’Oscar® Kris Bowers (“Space Jam: New Legends”, “A Concerto is a Conversation”).

Warner Bros. Pictures presenta, una produzione Star Thrower Entertainment /Westbrook /Keepin’ It Reel, Una famiglia vincente – King Richard che uscirà nelle sale italiane il 13 Gennaio 2022.

 
 

Good Omens 2: Jon Hamm ritorna nel cast

Jon Hamm

Amazon Studios ha confermato oggi che Jon Hamm (Top Gun: Maverick) tornerà nel ruolo dell’Arcangelo Gabriele nella serie Prime Video Good Omens 2, attualmente in produzione in Scozia. Gabriele sarà aiutato e spalleggiato dagli angeli Michele, interpretato da uno degli attori del cast della prima stagione Doon Mackichan (Toast, Smack the Pony), e Uriel, ruolo interpretato da Gloria Obianyo (Dune, High Life). A loro si uniranno nuovi angeli, Saraqael, interpretata da Liz Carr (Devs, Testimoni silenziosi) e Muriel, interpretata da Quelin Sepulveda (Havoc – Fuori controllo, L’uomo che cadde sulla Terra). Un altro personaggio chiave dell’Inferno in questa stagione sarà interpretato da Shelley Conn (Bridgerton, Gli Irregolari).

L’autore e co-showrunner Neil Gaiman ha commentato: “Good Omens 2 non sarebbe lo stesso senza lo straordinario Jon Hamm nei panni di Gabriele, il peggior capo che chiunque possa avere. La storia che io e Terry Pratchett abbiamo creato tanti anni fa continua a portarci dalla londinese Soho, al Paradiso e all’Inferno. È un piacere per me riportare in vita personaggi che abbiamo amato (o odiato) e introdurne di nuovi – dai più scintillanti piani alti del Paradiso ai più cupi scantinati dell’Inferno – da amare (o da odiare, o da amare odiare o anche da odiare amare). Tutti loro fanno parte della strana e insolitamente amata famiglia di Good Omens”.

Douglas Mackinnon, regista e co-showrunner aggiunge: “Non potrei essere più felice che Jon sia tornato per dare ancora una volta per portare ancora Good Omens, buoni auspici, con il suo Arcangelo Gabriele, che è il secondo in comando in Cielo. Torna con noi quasi a metà della produzione, quando abbiamo già accolto nella famiglia di Good Omens 2 volti conosciuti in ruoli conosciuti, volti conosciuti in ruoli sconosciuti e volti sconosciuti in ruoli sconosciuti. Abbiamo anche un volto sconosciuto in un ruolo conosciuto”.

Originariamente basata sul best-seller internazionale di Terry Pratchett e Neil Gaiman, la nuova stagione esplorerà trame che vanno oltre il materiale originale per fare luce sulla sconcertante amicizia tra Aziraphale, un angelo esigente, commerciante di libri rari, e il demone dalla vita frenetica Crowley. Essendo stati sulla Terra sin dall’Inizio, e avendo ormai sventato l’Apocalisse, Aziraphale e Crowley stanno tornando a una comoda vita tra i mortali a Soho, Londra, quando un messaggero inaspettato li mette davanti a un mistero sorprendente.

Neil Gaiman è nuovamente executive producer e sarà co-showrunner con l’executive producer Douglas Mackinnon, che tornerà anche alla regia. Rob Wilkins di Narrativia, in rappresentanza di Terry Pratchett, John Finnemore e l’head of comedy di BBC Studios Productions Josh Cole saranno anche executive producer, con Finnemore co-writer insieme a Gaiman. Good Omens è basato sull’amatissimo best-seller internazionale scritto da Terry Pratchett (Hogfather) e Gaiman. La nuova stagione è prodotta da Amazon Studios, BBC Studios Productions, The Blank Corporation e Narrativia.

JON HAMM

Il ritratto ricco di sfumature del potente advertising executive Don Draper nella pluripremiata serie drama di AMC Mad Men ha portato definitivamente Jon Hamm ad essere uno degli attori più talentuosi e versatili di Hollywood. Hamm ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui un Emmy Award nel 2015 come miglior attore in una serie drammatica, i Golden Globe nel 2016 e 2008, i Television Critics Association Awards nel 2011 e 2015, un Critics’ Choice Television Award nel 2011, oltre a molteplici nomination della Screen Actors Guild. Mad Men ha concluso la sua settima e ultima stagione il 17 maggio 2015

Hamm è attualmente impegnato nella produzione di Maggie Moore(s) in cui reciterà al fianco di Tina Fey. Il film è diretto da John Slattery. All’inizio di quest’anno Hamm ha completato la produzione di Fletch, che Hamm produrrà insieme al manager/producer Connie Tavel. Greg Mottola, i cui crediti includono Suxbad – Tre menti sopra il pelo, Adventureland e Arrested Development – Ti presento i miei, dirigerà da una sceneggiatura di Zev Borrow. Di recente, Hamm è anche stato guest star nella decima stagione di Curb Your Enthusiasm, con i critici che hanno definito la sua interpretazione di Larry David “ispirata” e un “momento clou della stagione”. L’anno prossimo lo vedremo nel tanto atteso Top Gun: Maverick con Tom Cruise e Miles Teller. Nel 2020, Jon è apparso al fianco di Emily Blunt in Il profumo dell’erba selvatica di John Patrick Shanley. Nel 2019, ha recitato nella serie Good Omens di Neil Gaiman per Amazon e nel film d’esordio alla regia di Noah Hawley, Lucy in the Sky, con Natalie Portman. Inoltre, Hamm ha recitato in The Report di Scott Z. Burns al fianco di Annette Benning e Adam Driver, e in Richard Jewell, diretto da Clint Eastwood.

Nel 2018, ha recitato in 7 sconosciuti a El Royale di Drew Goddard per la Twentieth Century Fox e nella commedia della Warner Bros. Prendimi! al fianco di Ed Helms e Jeremy Renner. Ha anche recitato in Beiruit di Tony Gilroy con Rosamund Pike. Hamm ha interpretato un ex diplomatico statunitense che torna in servizio per salvare un ex collega. I critici hanno definito la performance di Hamm il suo “miglior lavoro”.

Nel 2017 Hamm ha recitato nel thriller di grande successo Baby Driver – Il genio della fuga di Edgar Wright, al fianco di Ansel Elgort, Kevin Spacey and Jamie Foxx. Hamm è apparso anche nel film indipendente Marjorie Prime.

Nel 2016 Hamm ha recitato in Al passo con i Jones della 20th Century Fox, al fianco di Zach Galifianakis e Isla Fisher. Nel 2015 Hamm ha prestato la sua voce al film d’animazione di grande successo della Universal Pictures, I Minions, al fianco di Sandra Bullock e Steve Coogan. I precedenti lavori cinematografici di Hamm includono Million Dollar Arm della Disney, basato su una sceneggiatura di Thomas McCarthy e diretto da Craig Gillespie, Friends With Kids, scritto e diretto da Jennifer Westfeldt, Bridesmaids con Kristen Wiig, The Town di Ben Affleck, il thriller fantasy di Zack Snyder Sucker Punch, Urlocon James Franco, Shrek e vissero felici e contenti, in cui ha doppiato il personaggio di Brogan, Ultimatum alla Terra con Keanu Reeves, Ira & Abby di Jennifer Westfeldt e Kissing Jessica Stein, e Noi eravamo soldati.

Le apparizioni di Hamm nella commedia vincitrice di un Emmy, 30 Rock, dal 2009 al 2012 gli sono valse tre nomination agli Emmy come miglior attore ospite in una serie comica. Ha anche condotto il Saturday Night Live tre volte, una nel 2008 e due nel 2010 con grande successo di critica. Oltre a Mad Men, Hamm appare anche nella seconda stagione di Unbreakable Kimmy Schmidt di Netflix creata da Tina Fey e Robert Carlock. Hamm ha interpretato il reverendo Richard Wayne Gary Wayne, il profeta anziano che inganna quattro donne facendole prigioniere per 15 anni mentre credono di essere sopravvissute all’Apocalisse. Il ruolo gli è valso una nomination agli Emmy come miglior attore ospite in una serie comica. I suoi ruoli televisivi includono Appunti di un giovane medico, una miniserie della BBC in cui recita al fianco di Daniel Radcliffe e executive produced del film di Larry David Le idee esplosive di Nathan Flommper HBO. Hamm ha attirato l’attenzione del pubblico per la prima volta nella serie della NBC Providence. Ingaggiato per un ruolo cameo, ha impressionato così tanto i produttori che è finito con una serie di 18 episodi.

Nativo di St. Louis, Missouri, Hamm ha conseguito la Laurea in Arte in inglese all’Università del Missouri-Columbia e attualmente risiede a Los Angeles.

DOON MACKICHAN

Doon è meglio conosciuta per il suo vasto lavoro nella commedia sia come scrittrice che come attrice. I suoi crediti più importanti includono, la serie di Channel 4 nominata due volte agli Emmy, Smack the Pony, la sitcom della BBC1 Beast, Knowing Me, Knowing You con Alan Partridge sempre sulla BBC e Toast of London, per la quale Doon ha ricevuto una nomination come migliore attrice ai British Comedy Awards.

Doon è anche nota per aver interpretato il ruolo di Cathy in cinque serie di Two Doors Down sulla BBC.
Altri ruoli includono La duchessa per Netflix, Flack per Pop TV, Pure per Channel 4, il lungometraggio di Ben Wheatley, Happy New Year, Colin Burstead, presentato in anteprima al BFI London Film Festival e successivamente trasmesso su BBC2, Good Omens al fianco di David Tennant, Michael Sheen e Jon Hamm.

In teatro, Doon ha recentemente recitato nella produzione del National Theatre Twelfth Night diretta da Simon Godwin. Altri ruoli includono Loot al Tricycle Theatre, L’ispettore generale al Young Vic, The Queen and I, in cui ha interpretato la principessa Diana alla Royal Court insieme a ROAD di Jim Cartwright, prima di andare a Leicester Haymarket. Doon è stata nella produzione nominata da Olivier di Jumpy per il Royal Court/Duke of York’s Theatre, per il quale è stata nominata come migliore attrice non protagonista in una commedia ai Whatsonstage.com Awards nel 2012. Inoltre, Doon è apparsa in Madre Coraggio al National Teatro nel ruolo di Yvette.

LIZ CARR

Liz è conosciuta per il suo ruolo di formidabile esaminatore forense, Clarissa Mullery, in Testimoni silenziosi (BBC One). Altri crediti televisivi includono Devs(FX), The OA (Netflix) e I miserabili (BBC One). Liz sarà presto vista nelle serie TV Independence Day (BBC), This is Going to Hurt (BBC) e The Witcher(Netflix). Può essere vista al fianco di Mark Wahlberg nel thriller fantascientifico della Paramount Infinite. I lavori teatrali includono And Others (National Theatre), Abnormally Funny People (Soho Theatre) e l’acclamato The Normal Heart (National Theatre).

QUELIN SEPELVEDA

Quelin si è laureata alla LAMDA nel 2020. Da quando si è laureata, i suoi lavori includono uno dei ruoli principali al fianco di Tom Hardy in Havoc – Fuori controllo di Gareth Evans per Netflix e L’uomo che cadde sulla Terra(Showtime) con Chiwetel Ejiofor.

SHELLEY CONN

Shelley di recente ha recitato nella seconda stagione di Liar per BBC/Sundance TV, Gli irregolari per Netflix e The Deceived per Channel 5 e Virgin Media. In precedenza è stata vista in The Rook per Starz e Deep State per Endor ed Epix. È stata anche una delle protagoniste della serie NBC Heartbeat, della serie originale di Lifetime The Lottery, 24: Live Another Day per Fox e Terra Nova per Steven Spielberg. Tra i suoi numerosi progetti televisivi inglesi di alto profilo ci sono Mistresses – Amanti, W1A, Party Animals, Strike Back – Senza regole, Marchlands (The Oaks), Dead Set, Back e Raw per RTE in Irlanda.

I lavori cinematografici di Conn includono La fabbrica di cioccolato con Johnny Depp, il film di James L. Brooks Come lo sai, Curry, amore e fantasia e Love Sarah. Conn è apparso su Variety come uno dei 10 migliori volti da guardare in TV.

Sul palco Shelley è stata recentemente vista recitare in The Doctor, che ha appena completato le esibizioni all’Adelaide Festival 2020 e che doveva trasferirsi nel West End ad aprile, tuttavia a causa del Covid-19 questo è stato purtroppo sospeso. Altri importanti lavori teatrali per Conn sono le stagioni multiple alla Royal Shakespeare Company tra cui The Roman Actor, The Island Princess e Tutto è bene quello che finisce bene. È stata la protagonista di Contact Theatre, la produzione di Manchester di An Unsuitable Girl diretta da Kully Thiarai. Altri lavori includono I monologhi della vagina (Royal Festival Hall), Miss Julie (Tara Arts) e Muslim Voices (Royal Court).

 
 

Avatar: i sequel saranno ambientati parzialmente sulla Terra

avatar

In occasione del nuovo episodio Directors on Directors di Variety, che ha visto ospiti James Cameron e Denis Villeneuve, abbiamo appreso che i sequel di Avatar si svolgeranno parzialmente anche sulla Terra.

Sebbene Cameron non si lasci sfuggire troppo, rivela che i sequel di Avatar a cui ormai lavora da diversi anni saranno diversi dal primo film, nel senso che parti di queste nuove storie si svolgeranno anche sulla Terra oltre che nel mondo immaginario di Pandora.

“Proprio come Dune si svolge attraverso i mondi, gli Avatar successivi si svolgono attraverso, certamente attraverso due mondi, perché parte degli eventi si svolgono sulla Terra mentre la storia si evolve”.

Avatar 2 debutterà il 16 dicembre 2022, seguito dal terzo capitolo il 20 dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre 2026 22 dicembre 2028.

Il cast della serie di film è formato da Kate WinsletEdie FalcoMichelle YeohVin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam WorthingtonZoe SaldanaStephen LangSigourney WeaverJoel David MooreDileep Rao e Matt Gerald.

 
 

Spider-Man: i migliori villain che non sono mai apparsi in live action

Ci sono stati sette film live-action dell’Uomo Ragno, compresi due reboot del franchise e, come sappiamo, Spider-Man: No Way Home ha portato in scena praticamente tutti i villain con cui Peter Parker si è scontrato. Da Green Goblin e Doc Oc, passando per Electro e l’Avvoltoio, la maggior parte dei migliori avversari di Spider-Man sono diventati celebri grazie alle trasposizioni sul grande schermo.

Ad ogni modo, non tutti i villain più oscuri di Spider-Man hanno avuto l’opportunità di brillare in live-action: la schiera di antagonisti dell’Uomo Ragno è davvero ampia nei fumetti ed ecco i 10 migliori tra questi che speriamo di poter vedere presto in qualche futuro film.

1Kingpin

Anche se Wilson Fisk è più un villain di Daredevil, nei fumetti Kingpin ha frequenti scontri anche con Spider-Man. Spidey è agile e veloce mentre Kingpin è inspiegabilmente tarchiato e lento, ma dall’immensa forza bruta, quindi ne verrebbe fuori un divertente scontro fisico.

Ciò che è più interessante riguardo a Kingpin è che si tratta di un personaggio pubblico che cerca di mantenere la sua funzione di signore del crimine super segreta, per non essere affrontato o perseguito. Gli eroi cercano spesso di affrontarlo da un punto di vista legale o di diffamazione pubblica, e lo stesso potrebbe essere fatto con Spider-Man sfruttando la sua posizione lavorativa in una testata giornalistica (se mai finiranno per mettere il Peter Parker di Tom Holland in quella posizione). Una storyline come questa potrebbe inoltre comportare un team-up con Daredevil. Ricordiamo che Kingpin è comparso in live action, sia al cinema, con Michael Clarke Duncan, che in tv, con Vincent D’Onofrio, ma in entrambi casi era contro il Diavolo di Hell’s Kitchen.

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Doctor Strange 2: nel Multiverso della Pazzia: nuovi costumi e personaggi nei Toys

Doctor Strange nel Multiverso della Pazzia Doctor Strange 2: nel Multiverso della Pazzia

Ora che Spider-Man: No Way Home è in sala, tutte le attenzioni del fan Marvel sono rivolte verso il prossimo capitolo del grande racconto della Fase 4 del MCU, ovvero Doctor Strange 2: nel Multiverso della Pazzia.

Proprio come già capitato qualche settimana fa, arrivano ancora dai Toys alcune anticipazioni su nuovi costumi per lo Stregone Supremo e nuovi personaggi, in particolari allievi di Strange noti ai lettori di fumetti.

Ecco di seguito le statuine Marvel Legends che raffigurano Rintrah, l’allievo minotauro di Strange e lo stesso Doctor Strange con un look completamente nuovo!

Doctor Strange 2: nel Multiverso della Pazzia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

 
 

Blue Beetle: il film DC ha una data d’uscita!

Blue Beetle film 2022

Dopo la pubblicazione del primo concept, sappiamo che il film su Blue Beetle si sta avvicinando alla fase di riprese. Ora, sono stati annunciati un cambiamento nel suo modello di distribuzione e una data di uscita ufficiale.

Warner Bros. e DC Films hanno rivelato oggi che il film è ora un progetto cinematografico. Una data di uscita di Blue Beetle è stata fissata ora per il 18 agosto 2023. Attualmente è l’unico film programmato per un’uscita in quel giorno.

Cosa sappiamo su Blue Beetle?

Blue Beetle è un personaggio immaginario dei fumetti; venne pubblicato negli Stati Uniti d’America da diverse case editrici a partire dal 1940; è un supereroe che ha avuto nel tempo diversi alter ego.

Kord “è saltato” nell’universo DC Comics durante Cisis on Infinite Earths  insieme a un certo numero di altri personaggi di Charlton Comics. Il secondo Blue Beetle in seguito ha recitato nel suo fumetto di 24 numeri. Kord non ha mai avuto superpoteri, ma ha usato la scienza per creare vari dispositivi che lo aiutassero a combattere il crimine. È diventato un membro della Justice League of America ed è stato successivamente ucciso durante il crossover Infinite Crisis della DC Comics .

Il terzo Blue Beetle, creato dalla DC Comics, è Jaime Reyes, un adolescente che ha scoperto che lo scarabeo originale di Blue Beetle si è trasformato in una tuta da battaglia che gli ha permesso di combattere il crimine e viaggiare nello spazio. Nel corso degli anni Reyes è diventato un membro dei Teen Titans e ha recitato in due serie a fumetti di Blue Beetle. Nel reboot “New 52” del 2011 della DC Comics, Jaime Reyes era il personaggio principale di Blue Beetle, riferendosi solo occasionalmente alle versioni precedenti. Con la successiva revisione di continuità “DC Rebirth”, sono state ripristinate le versioni precedenti.