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Maria: la recensione del film con Angelina Jolie di Pablo Larraín – Venezia 81

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Dopo Jackie e Spencer, l’acclamato Pablo Larraìn completa la sua trilogia con Maria, ritratto della Divina Callas, la più grande soprano della storia della musica e personalità affascinante e per certi versi misteriosa, che il regista cileno racconta sotto una nuova luce, negli ultimi giorni di vita, nella sua casa di Parigi.

Maria e il racconto della sua autobiografia

È il settembre del 1976, di lì a pochi giorni Maria Callas morirà, lasciando al mondo un’eredità artistica incommensurabile e irripetibile, e lei sembra saperlo, per questo si appresta a scrivere la sua autobiografia, appuntandola attraverso racconti frammentati, affidati a un amico immaginario che ne raccoglie le confidenze e i segreti, come un diario che nessuno leggerà. La giovinezza in Grecia durante la Guerra, l’inizio del successo, l’amore per Onassis, la solitudine, la malattia, ma soprattutto la musica, il teatro, il canto. La sua voce. Larraìn ci mostra Maria mentre cerca di recuperare la sua voce, di tornare a essere non l’usignolo ma la pura “voce umana”, questa volta solo per se stessa, senza un secondo fine o uno scopo differente dal piacere personale della musica.

Pablo Larraìn sceglie di raccontare una Diva che riprende in mano la propria vita, travolta dalla malattia e dalle visione ma apparentemente lucida e presente a se stessa, consapevole e sprezzante, desiderosa delle lusinghe dei fan, per lei dovute, alla ricerca di un suo equilibrio che quell’uomo “brutto e morto” le ha tolto. Si riferisce ovviamente a Aristotele Onassis, il grande amore di Maria, che la Storia ha raccontato averla “sedotta e abbandonata” per l’avvenente Jackie (fu) Kennedy (la stessa che Larraìn ha raccontato con il volto di Natalie Portman). Eppure il regista sceglie una strada diversa: la sua Maria, la Callas è una donna sì desiderosa di amore, ma mai vittima degli eventi, tutt’altro. È una donna che si autodetermina, come tutte quelle eroine d’opera che ha interpretato nel corso della sua sfolgorante carriera. Basti pensare che nell’ultimo immaginario confronto tra lei e il morente Onassis, la Maria di Pablo Larrain dice che alla notizia del suo matrimonio con Jackie, il suo cuore non era spezzato, ma il suo orgoglio era ferito.

Foto Credits Pablo Larraín

La Divina Callas, tragica sì, ma consapevolmente fiera

Lei è la Divina, una Diva che accoglie il successo e le lodi, il servizio e la subordinazione, ma non è capricciosa e pretenziosa, ha slanci di bontà, emozioni profonde e reali, affetti preziosi, bisogno di amore ma anche di essere sempre e comunque se stessa. Larrain racconta una donna che non solo ha interpretato l’opera ma che l’ha vissuta, diventando di volta in volta Madama Butterfly, Violetta, Tosca, tutte le donne che è stata sul palcoscenico e che attraverso di lei hanno trovato spazio nel mondo. Il regista accompagna lo spettatore attraverso questa sovrapposizione tra arte e vita, selezionando attentamente le aree d’opera da far risuonare di volta in volta, componendo un racconto avvincente e originale, tragico sì, ma consapevolmente fiero del proprio valore.

Angelina Jolie è Maria Callas

A interpretare Maria, il regista ha voluto Angelina Jolie. Una dei personaggi pubblici più facilmente accostabili al concetto di Diva, l’attrice studia, imita, ripete, si cala completamente nel ruolo e riesce a portare sullo schermo uno strano ibrido in cui Angelina non scompare mai dietro alla maschera di Maria e allo stesso tempo Callas fa continuamente capolino attraverso gesti e tono di voce di Jolie. Un’interpretazione importante nella carriera dell’attrice che però deve per forza scendere a patti con la sua riconoscibilità: da una parte quindi lo spettatore è restio ad accettare che proprio quella lì debba essere Maria Callas, dall’altra offre il dono prezioso, nei biopic, di aggirare la mera imitazione e di dare spazio all’interpretazione. Dopotutto se avessimo voluto vedere la vera Callas, avremmo guardato un documentario! Per quanto riguarda i primi piani in playback, è un dazio da pagare per un biopic sulla voce più grande di sempre.

Foto Credits Pablo Larraín

Pablo Larraìn direttore d’orchestra

Larraìn è il “solito” direttore d’orchestra impeccabile, conduce le danze con la solita grazia, scompare dietro ai suoi protagonisti quando è il momento di ascoltarli ma prende le redini del racconto non appena il racconto si sposta sulle immagini, i paesaggi, la Parigi degli anni ’70, ma anche i ricordi in bianco e nero di Maria, che ripercorre a poco a poco la sua vita, sempre a testa alta, con eleganza e quella consapevolezza che fanno di lei un personaggio moderno e trascinante.

Era complicato raccontare la divinità di Maria Callas, Pablo Larraìn ne ha offerto una versione moderna, elegante, convincente, un altro gioiello nella sua splendente filmografia.

La scelta di Anne – L’Événement: la storia vera dietro il film

La scelta di Anne – L’Événement: la storia vera dietro il film

Scritto e diretto da (meglio nota come attrice in film come French Connection e Il coraggio di Blanche), il film francese La scelta di Anne – L’Événement si è affermato come il Vincitore del Leone d’Oro per il miglior Film al Festival di Venezia 2021. Una vittoria che ha suscitato grande entusiasmo ma anche numerose polemiche per via dell’argomento trattato: l’aborto.

Adattamento del romanzo autobiografico di Annie Ernaux, L’evento, il film offre infatti un racconto ambientato negli anni Sessanta in Francia, periodo nel quale nel Paese l’aborto era una pratica illegale. Pur parlando di un periodo passato, La scelta di Anne – L’Événement affronta in realtà una tematica ancora molto attuale e dibattuta al giorno d’oggi. Il film cerca proprio di inserirsi in questi discorsi, nel tantivo di offrire ulteriori spunti su cui riflettere.

In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a La scelta di Anne – L’Événement. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

La scelta di Anne - L'Événement trama

La trama e il cast di La scelta di Anne – L’Événement

Ambientato nella Francia del 1963, La scelta di Anne – L’Événement racconta la storia di Anne, una giovane donna dedita allo studio e che sogna un brillante futuro, che le permetta di costruirsi una vita diversa da quella proletaria condotta dalla sua famiglia. Peccato che il suo sogno nel cassetto rischia di andare in mille pezzi, quando la ragazza rimane incinta. È a questo punto che Anne si ritrova di fronte a una scelta: tenere o no il bambino?

Ma il rischio di vedere il futuro da lei desiderato sparire per sempre tra pannolini e biberon, la spinge verso quella che per lei è l’unica opzione fattibile, abortire. Con gli esami finali alle porte, la giovane deve liberarsi il prima possibile del suo problema, ma nella Francia dei primi anni Sessanta l’aborto è ancora illegale e Anne si vede costretta ad agire contro la legge. La donna non rischia solo la prigione, ma anche la condanna e giudizi da parte della società.

Ad interpretare la protagonista, Anne Duchesne, vi è l’attrice rumena naturalizzata francese Anamaria Vartolomei, divenuta celebre proprio grazie a questo film e poi vista anche in L’impero e Maria. Accanto a lei, recitano Kacey Mottet Klein nel ruolo di Jean, Luàna Bajrami in quello di Hélène, Louise Orry-Diquero nel ruolo di Brigitte e Louise Chevillotte in quello di Olivia. Completano il cast Pio Marmaï nel ruolo del Professor Bornec, Sandrine Bonnaire in quello di Gabrielle e Anna Mouglalis in quello di Claire.

La scelta di Anne - L'Événement cast

Il libro di Annie Ernaux e la storia vera di cui narra

Nel 2000 Annie Ernaux, oggi Premio Nobel per la Letteratura, pubblica il libro L’evento, in cui affronta il tema dell’aborto in Francia negli anni Sessanta, quando tale pratica era ancora illegale. La scrittrice, però, basa il racconto su un fatto realmente accadutole e che l’ha portata a scontrarsi con questa tematica. Nel 1964, a ventitré anni, studentessa di Lettere prossima a laurearsi, Ernaux si ritrova incinta a seguito di una breve relazione con uno studente di Scienze Politiche, ma non ha intenzione di tenere il bambino.

Proveniente da un famiglia di condizioni modeste, Ernaux spera attraverso gli studi di discostarsi da quel contesto sociale per vedersi aprire le porte verso un futuro più promettente e libero. Un figlio, in quel preciso momento della sua vita, però, rappresenta un ostacolo a riguardo. Sapendo che nessun medico si sarebbe offerto di aiutarla, andando di fatto contro la legge, la futura scrittrice decise dunque di ricorrere a pratiche abortive illegali. 

Questa “auto-socio-biografia” è stata scritta da Annie Ernaux usando il diario che teneva all’epoca (1963-1964), ed è punteggiata dalle sue riflessioni su quanto accadeva a livello personale e sociale. La memoria di quegli eventi fissata sulle pagine del diario diventa per la scrittirce uno strumento di conoscenza del reale. Dalla cronistoria di un avvenimento individualmente e politicamente trasformativo sorge così una voce esattissima, irrefutabile, che apre uno spazio letterario di testimonianza per generazioni di donne escluse dalla Storia.

Il trailer di La scelta di Anne – L’Événement e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di La scelta di Anne – L’Événement grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 29 agosto alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Jurassic World Rebirth, svelato il titolo ufficiale e due prime immagini

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Il nuovo film di Jurassic World della Universal Pictures e della Amblin Entertainment ha ricevuto nella giornata di oggi un titolo ufficiale e un paio di foto in anteprima. Il film, la cui uscita al cinema è prevista per mercoledì 2 luglio 2025, si intitola Jurassic World Rebirth. Interpretato da Scarlett Johansson, Jonathan Bailey e Mahershala Ali, il film vede un’intrepida squadra in corsa per ottenere campioni di DNA dalle tre creature più colossali attraverso la terra, il mare e l’aria.

Cinque anni dopo gli eventi di Jurassic World: Il Dominio, l’ecologia del pianeta si è dimostrata ampiamente inospitale per i dinosauri. Quelli rimasti vivono in ambienti equatoriali isolati con climi simili a quelli in cui prosperavano un tempo. Le tre creature più colossali di quella biosfera tropicale possiedono però la chiave di un farmaco che porterà miracolosi benefici al genere umano.

Johansson interpreta Zora Bennett, un’esperta di operazioni segrete incaricata di guidare una squadra in una missione top-secret per ottenere materiale genetico dai tre dinosauri più massicci del mondo. Quando l’operazione di Zora si incrocia con una famiglia civile la cui spedizione in barca è stata rovesciata da dinosauri acquatici predatori, si ritrovano tutti bloccati su un’isola dove si trovano faccia a faccia con una sinistra e scioccante scoperta che è stata nascosta al mondo per decenni.

Bailey interpreta invece il paleontologo Dr. Henry Loomis, mentre Ali è il leader più fidato della squadra di Zora, Duncan Kincaid. Nel cast figurano anche Rupert Friend nel ruolo del rappresentante di Big Pharma Martin Krebs e Manuel Garcia-Rulfo nel ruolo di Reuben Delgado, il padre della famiglia di naufraghi civili. Di seguito, ecco le prime due immagini ufficiali di Jurassic World Rebirth e il teaser che ne svela il titolo.

Cosa sappiamo di Jurassic World Rebirth?

Con la scrittura della sceneggiatura da parte di David Koepp, il film Jurassic World Rebirth potrebbe tornare alle origini del franchise. Koepp non solo ha scritto l’acclamato originale del 1993 di Steven Spielberg, ma anche il suo sequel del 1997, Il mondo perduto: Jurassic Park. Non essendo previsto il ritorno di membri del cast storico come Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum, né di nuovi membri del cast di Jurassic World come Chris Pratt e Bryce Dallas Howard, il prossimo sequel potrebbe aprire la strada a una nuova era per il franchise.

Anche l’assunzione di Gareth Edwards fornisce qualche indicazione su ciò che potrebbe accadere in futuro. Edwards, che ha diretto anche Godzilla del 2014, ha anni di esperienza come artista VFX e questo è certamente uno dei motivi principali per cui tutti i suoi film presentano immagini CGI mozzafiato. The Creator, ad esempio, presenta un lavoro VFX straordinario ed è stato realizzato con un budget inferiore alla metà di quello di un tipico film del MCU, il che suggerisce che Jurassic World Rebirth potrebbe avere una delle migliori CGI del franchise di sempre.

Il finale di Jurassic World: Il Dominio potrebbe in un certo senso aver preparato gli eventi del prossimo sequel. Il film si conclude con gli esseri umani e i dinosauri che vivono fianco a fianco, e il prossimo film sembra riprendere proprio da qui, solo con nuovi personaggi. Il film è previsto in sala per il 2 luglio 2025

Separated: recensione del documentario di Errol Morris – Venezia 81

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Presentato Fuori Concorso all’ottantunesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, Separated è il nuovo film documentario del regista Premio Oscar Errol Morris. Il film si basa sul reportage di Jacob Soboroff, un corrispondente della NBC News che ha scritto il libro Separated: Inside an American Tragedy. Soboroff conosce l’argomento in modo approfondito, ma per un giornalista che lavora per un’agenzia di stampa mainstream, parla con un candore genuino.

Separated, la separazione familiare dell’amministrazione Trump

Il regista riporta alla mente degli spettatori, soprattutto gli statunitensi, l’ignominiosa politica di “separazione familiare” della prima amministrazione Trump che ha strappato i figli ai genitori e prodotto immagini di bambini, improvvisamente protetti dal governo degli Stati Uniti, avvolti in coperte di alluminio, che dormivano su pavimenti di cemento in recinti. È un resoconto incisivo di come è stata ideata e implementata la politica e per quale scopo, una “crudeltà sfacciata e gratuita”, come afferma nel film l’avvocato dell’ACLU Lee Gelernt, il cui intervento è stato fondamentale allo scopo di spingere un giudice federale a ordinare all’amministrazione Trump di riunire le famiglie.

Evitando di intervistare ideologi sulla questione, il regista raccoglie spunti e tesitimonianze da persone che erano in trincea quando le separazioni familiari sono diventate una delle massime priorità dell’amministrazione, come Scott Lloyd, capo dell’Office of Refugee Resettlement dell’amministrazione Trump, e il comandante Jonathan White, che ha prestato servizio nel Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani e ha combattuto contro questa risoluzione dall’interno. White diventa la coscienza del film, che ha mantenuto la sua umanità mentre altri intorno a lui erano fin troppo disposti a ignorare l’evidente trauma dei bambini strappati ai loro genitori.

La drammatizzazione degli eventi

Come accaduto anche in altre occasioni, Errol Morris fa uso di drammatizzazioni per mettere in scena particolari momenti del racconto. In Separated, il regista crea una trama di una madre di un paese centroamericano che intraprende un lungo viaggio verso il confine con gli Stati Uniti con suo figlio, che ha circa 10 anni. I due sostengono ogni sorta di difficoltà durante il tragitto, e poi le cose peggiorano solo una volta attraversato il confine con gli Stati Uniti: gli agenti federali li arrestano e separano immediatamente madre e figlio.

Queste scene aiutano a far comprendere la realtà emotiva di ciò che genitori e figli hanno attraversato, anche se sarebbe stato utile avere un’indicazione più forte del motivo per cui la madre immaginaria si è sentita costretta a lasciare il suo paese d’origine per gli Stati Uniti. Forse la cosa più scioccante di tutte in Separated è la prova scoperta da Morris e Soboroff che l’amministrazione Trump ha cercato di ostacolare l’ordine del tribunale di riunire le famiglie. E quello che sembra peggio di ogni nefandezza compiuta dall’amministrazione Trump, è che quella di Joe Biden non ha pianificato nessuna normativa che potesse impedire che questo evento si ripetesse. Questo vuol dire che un eventuale secondo mandato di Trump, mai troppo scongiurato, avrebbe il via libera per riprendere la “pratica” da dove l’aveva lasciata.

Separated, lo spettro del ripetersi della Storia

Al netto del contenuto che espone, sempre chiaro, lineare e approfondito, con tutte le “voci giuste”, Errol Morris regala un altro pezzo importante di narrativa della storia americana, con un uso sapiente dei tempi drammatici e della musica, continuamente tesa a tenere alta l’attenzione dello spettatore.

Festival di Venezia 2024, le foto di Cate Blanchett e Alfonso Cuaron per Disclaimer

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Ecco le foto del rad carpet all’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica Disclaimer – La vita perfetta, la nuova, la nuova serie limitata di sette episodi di Apple TV+, un avvincente thriller psicologico interpretato dai premi Oscar Cate Blanchett e Kevin Kline. La serie farà il suo debutto l’11 ottobre con i primi due episodi, seguiti da nuovi episodi ogni venerdì fino al 15 novembre.

Scritta e diretta dal cinque volte premio Oscar Alfonso Cuarón, è basata sull’omonimo best-seller di Renée Knight e segue Catherine Ravenscroft (Blanchett) un’acclamata giornalista che ha costruito la sua reputazione rivelando le malefatte e le trasgressioni degli altri. Quando riceve un romanzo da un autore sconosciuto, si rende conto con orrore di essere la protagonista di una storia che mette a nudo i suoi segreti più oscuri.

Mentre Catherine lotta contro il tempo per scoprire la vera identità dello scrittore, è costretta a confrontarsi con il suo passato prima che questo distrugga la sua vita e i suoi rapporti con il marito Robert (Sacha Baron Cohen) e il figlio Nicholas (Kodi Smit-McPhee). Il cast comprende Lesley Manville, Louis Partridge, Leila George e Hoyeon e presenta Indira Varma come voce narrante.

Prodotta da Apple Studios, Disclaimer – La vita perfetta è coprodotta da Esperanto Filmoj e Anonymous Content. Cuarón è produttore esecutivo per Esperanto Filmoj insieme a Gabriela Rodriguez. Oltre a recitare, Blanchett è produttrice esecutiva. David Levine e il defunto Steve Golin sono produttori esecutivi per Anonymous Content. Anche il premio Oscar Emmanuel Lubezki, Donald Sabourin e Carlos Morales sono produttori esecutivi. Knight è co-produttore esecutivo. Lubezki e il candidato all’Oscar Bruno Delbonnel sono direttori della fotografia. La colonna sonora è composta da Finneas O’Connell, vincitore di numerosi premi Oscar e GRAMMY.

Outer Banks – Stagione 4: teaser trailer della nuova stagione

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Outer Banks – Stagione 4: teaser trailer della nuova stagione

Netflix ha diffuso il teaser trailer di Outer Banks – Stagione 4, l’attesa quarta stagione della serie Originale Netflix Outer Banks.

Tutto quello che c’è da sapere sulla quarta stagione di Outer Banks

I Pogues tornano in autunno in due parti da cinque episodi, il 10 ottobre e il 7 novembre. La caccia al tesoro è tutt’altro che finita.

I Pogues torneranno a vivere nuove azioni e avventure con una quarta stagione di Outer Banks nell’autunno del 2024. John B (Chase Stokes), Sarah (Madelyn Cline), JJ (Rudy Pankow), Kiara (Madison Bailey), Pope (Jonathan Daviss) e Cleo (Carlacia Grant) tornano per la più grande stagione ancora in corso – divisa in due parti da cinque episodi, con la prima parte che uscirà il 10 ottobre e la seconda il 7 novembre.

Mentre un capitolo della storia dei Pogues si è chiuso, la prossima fase di #P4L è appena iniziata e la caccia all’oro di Barbanera è all’orizzonte. Ecco tutto quello che sappiamo finora sulla prossima quarta stagione.

Dove si può vedere il teaser trailer della quarta stagione di Outer Banks?

Proprio in cima a questo post. Con la classica narrazione OBX John B ci dice che i Pogues ce l’hanno fatta: hanno trovato l’oro. “È lì che la storia sarebbe dovuta finire. Ma in realtà era solo l’inizio”. Date un’occhiata all’avventura dei Pogues che torneranno a casa quest’autunno nel teaser trailer qui sopra. La posta in gioco è più alta che mai nella quarta stagione: come dice John B., “Questa volta abbiamo tutto da perdere”.

Di cosa parla la quarta stagione di Outer Banks?

L’ultima volta che abbiamo visto i Pogues nel finale della terza stagione, erano passati 18 mesi da quando avevano trovato l’oro a El Dorado. I Pogues erano ancora alle prese con la morte di Ward (Charles Esten) e Big John (Charles Halford), ma si stavano prendendo un momento per elaborare la vittoria faticosamente ottenuta. Dopotutto, “non potevano perdere completamente la terza stagione”, ha dichiarato in precedenza a Tudum il co-creatore Shannon Burke. Il co-creatore Josh Pate ha aggiunto: “Sapevamo di dover dare loro una vittoria, ma alla fine è stata complicata. Volevamo che il pubblico sentisse che avevano ottenuto qualcosa e che non era tutto inutile”.

Con la posta in gioco più alta che mai nella terza stagione, le menti creative dietro Outer Banks, i produttori esecutivi e creatori Jonas Pate, Josh Pate e Burke, hanno detto a Tudum che speravano che i fan sentissero davvero la forza dell’amicizia dei Pogues. “C’è tanta azione e avventura, ma in realtà si tratta del legame tra gli amici”, ha detto Burke. Ma soprattutto, Josh Pate voleva che tutti gli aspiranti Pogues che guardano a casa sentissero “la sensazione che ci sarà dell’altro”.

Dopo il flashforward di 18 mesi della scorsa stagione che mostrava la proposta di Wes Genrette (David Jensen) ai Pogues di trovare il tesoro di Barbanera, la quarta stagione ci riporta indietro nel tempo fino a quel momento. Dopo aver trovato l’oro a El Dorado, i Pogue tornano a OBX e si impegnano ad avere una vita “normale”. Si sono costruiti un nuovo rifugio sicuro, ufficialmente soprannominato “Poguelandia 2.0”, dove vivono insieme e gestiscono un negozio di esche, attrezzature e tour charter di discreto successo. Ma dopo alcuni problemi finanziari, John B, Sarah, Kiara, JJ, Pope e Cleo accettano l’offerta di Wes e vengono coinvolti nuovamente nel gioco “G” per una nuova avventura.

Ma prima che se ne accorgano, si ritrovano in una situazione di pericolo, con nuovi nemici alle calcagna che li spingono verso il tesoro. Nel frattempo, i loro problemi non fanno che aumentare e sono costretti a mettere in discussione il loro passato, presente e futuro: chi sono veramente, ne è valsa la pena e quanto sono disposti a rischiare?

Angelina Jolie si e allenata per “quasi sette mesi” per diventare Maria Callas

Angelina Jolie ha descritto nei dettagli la sua preparazione per interpretare la Divina Maria Callas nel film omonimo di Pablo Larraín alla conferenza stampa dell’ottantunesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, dicendo di essersi allenata per “quasi sette mesi”.

Maria riunisce Larraín e lo sceneggiatore Steven Knight, il cui ultimo progetto, Spencer, è stato presentato a Venezia nel 2021, e racconta la “storia tumultuosa, bella e tragica della vita della più grande cantante lirica del mondo, rivissuta e reinventata durante i suoi ultimi giorni nella Parigi degli anni ’70”.

“Tutti qui sanno che ero terribilmente nervosa”, ha detto riguardo all’imparare a cantare l’opera. “Ho trascorso quasi sette mesi ad allenarmi perché quando lavori con Pablo non puoi fare niente a metà. Lui pretende, nel modo più meraviglioso, che tu faccia davvero il lavoro e che tu impari e ti alleni davvero”.

Angelina Jolie diventa Maria Callas per Pablo Larrain

Jolie ha detto che “non aveva mai cantato in pubblico” prima, il che ha aumentato la pressione durante le riprese delle scene in teatri affollati, come La Scala. “La prima volta che ho cantato ricordo di essere stata così nervosa. I miei figli erano lì e mi hanno aiutato a chiudere a chiave la porta in modo che nessun altro entrasse, e io ero tremante”, ha detto. “Pablo, nella sua decenza, mi ha fatto iniziare in una piccola stanza e mi ha fatto finire alla Scala. Così mi ha dato il tempo di crescere”. Alla domanda sul potenziale clamore degli Oscar per il film, Jolie ha detto che le importava principalmente di onorare l’eredità di Callas e i suoi fan.

“La mia paura sarebbe di deluderli”, ha detto. “Se ci sarà una risposta al lavoro, ne sono molto grata, ma… ho davvero iniziato a interessarmi a lei, quindi non volevo fare un torto a questa donna”.

Da parte sua, Larraín ha detto che “non voleva fare un film cupo su una situazione tragica”, ma piuttosto su una “donna che ha trascorso la sua vita a cantare per gli altri, a prendersi cura degli altri, a preoccuparsi delle sue relazioni: ora è pronta a prendersi cura di se stessa e a trovare il suo destino”.

Angelina Jolie ha detto che si è ritrovata a relazionarsi con Callas, ma non nel modo in cui alcuni potrebbero aspettarsi. “Ci sono molte cose che non dirò in questa stanza che probabilmente sai e dai per scontato”, ha detto Jolie ridendo. “Mi sono identificata con la parte di lei che era estremamente delicata e aperta emotivamente e non aveva spazio per mostrare questi suoi aspetti nel suo mondo. Penso di condividere la sua vulnerabilità più di ogni altra cosa”.

Callas è stata spesso definita la più grande diva del mondo. Riflettendo sul significato della parola, Jolie ha detto: “Penso che spesso abbia molte connotazioni negative. Penso di aver reimparato quella parola attraverso Maria e ho un nuovo rapporto con essa. Penso che spesso siano le percezioni che le altre persone hanno di una donna a definire chi è e cosa intendeva”.

Insieme a Angelina Jolie, Maria vede protagonisti Valeria Golino, Haluk Bilginer, Alba Rohrwacher, Pierfrancesco Favino e Kodi Smit-McPhee.

Cate Blanchett a Venezia 81: dopo il “vestito manifesto” di Cannes ha detto che si sarebbe presentata nuda sul tappeto rosso

Cate Blanchett ha eluso una domanda su un vestito che ha indossato sul red carpet del Festival di Cannes, che alcuni hanno interpretato come una dichiarazione pro-palestinese, nel corso della conferenza stampa di presentazione di Disclaimer, alla ottantunesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

Sebbene l’attrice non abbia mai rilasciato dichiarazioni in merito, molti utenti di Internet hanno preso l’abito che ha indossato alla première di Cannes di “The Apprentice” (con i suoi colori nero, bianco e verde sul red carpet che richiamavano quelli della bandiera palestinese) come una posizione politica, e il New York Times che ha persino scritto un articolo in cui metteva in dubbio il significato dell’abito.

Cate Blanchett al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

L’abito è stato menzionato durante la conferenza stampa di Venezia per la presentazione della nuova serie di Blanchett e Alfonso CuarónDisclaimer“, quando un giornalista le ha chiesto se stava pianificando delle sorprese sul red carpet di Venezia. In risposta, Blanchett ha semplicemente scherzato: “Andrò nuda”.

Ovviamente non è accaduto, Cate Blanchett si è presentata sul tappeto rosso del secondo giorno di Venezia 81 con un tailleur nero molto scollato sulla schiena adorna di perle.

Scritta e diretta dal cinque volte premio Oscar Alfonso Cuarón, è basata sull’omonimo best-seller di Renée Knight e segue Catherine Ravenscroft (Blanchett) un’acclamata giornalista che ha costruito la sua reputazione rivelando le malefatte e le trasgressioni degli altri. Quando riceve un romanzo da un autore sconosciuto, si rende conto con orrore di essere la protagonista di una storia che mette a nudo i suoi segreti più oscuri.

Mentre Catherine lotta contro il tempo per scoprire la vera identità dello scrittore, è costretta a confrontarsi con il suo passato prima che questo distrugga la sua vita e i suoi rapporti con il marito Robert (Sacha Baron Cohen) e il figlio Nicholas (Kodi Smit-McPhee). Il cast comprende Lesley Manville, Louis Partridge, Leila George e Hoyeon e presenta Indira Varma come voce narrante.

Prodotta da Apple Studios, Disclaimer – La vita perfetta è coprodotta da Esperanto Filmoj e Anonymous Content. Cuarón è produttore esecutivo per Esperanto Filmoj insieme a Gabriela Rodriguez. Oltre a recitare, Blanchett è produttrice esecutiva. David Levine e il defunto Steve Golin sono produttori esecutivi per Anonymous Content. Anche il premio Oscar Emmanuel Lubezki, Donald Sabourin e Carlos Morales sono produttori esecutivi. Knight è co-produttore esecutivo. Lubezki e il candidato all’Oscar Bruno Delbonnel sono direttori della fotografia. La colonna sonora è composta da Finneas O’Connell, vincitore di numerosi premi Oscar e GRAMMY.

Passengers, la spiegazione del finale: Chris Pratt e Jennifer Lawrence sopravvivono alla loro storia d’amore fantascientifica?

Passengers è un film che sembrava dovesse essere un successo. Vantava una storia originale – cosa non da poco a Hollywood di questi tempi – di Jon Spaihts, che avrebbe poi co-sceneggiato entrambi i film di Dune. Il suo regista, Morten Tyldum, aveva già diretto il candidato all’Oscar The Imitation Game. Il film ha avuto anche la particolarità di unire Chris Pratt e Jennifer Lawrence all’apice delle loro carriere; la Lawrence aveva appena concluso la saga di Hunger Games, mentre Pratt era esploso sulla scena dei blockbuster con Guardiani della Galassia e Jurassic World. Ma dopo l’uscita, Passengers ha ricevuto recensioni contrastanti, soprattutto per quanto riguarda un colpo di scena nascosto nel marketing. Dato che Passengers è attualmente in testa alle classifiche di Prime Video, vale la pena di esaminare questo colpo di scena e il modo in cui ha influenzato il finale (e non necessariamente in meglio).

Di cosa parla Passengers?

Passengers si svolge in un futuro lontano, quando il deterioramento delle condizioni della Terra non ha lasciato all’umanità altra scelta se non quella di fuggire con enormi astronavi verso una nuova casa. Il viaggio richiederà decenni, quindi i passeggeri delle navi vengono messi in ibernazione, ma un malfunzionamento risveglia l’ingegnere Jim Preston (Pratt) 90 anni prima del previsto. Jim rischia di impazzire per l’isolamento, ma alla fine si imbatte in una capsula contenente Aurora Lane (Lawrence), una giornalista di successo. Jim sveglia Aurora, dicendole che la sua capsula ha funzionato male, e i due iniziano a innamorarsi l’uno dell’altra. Solo un anno dopo Aurora scopre la verità e dire che è devastata è dir poco.

Chris Pratt e Jennifer Lawrence non sono gli unici ad essersi svegliati in Passengers

Passengers cast

Anche con il potere delle star di Pratt e Lawrence (e la chimica immediata, nonostante le ambientazioni inquietanti), Passengers alza la posta in gioco quando risveglia un altro passeggero: l’ufficiale di coperta Gus Mancuso (Laurence Fishburne). Gus rivela a Jim e Aurora che le collisioni multiple con gli asteroidi non solo hanno portato al risveglio suo e di Jim, ma hanno danneggiato la nave al punto che tutti i passeggeri moriranno. Poiché Gus ha accesso ad alcuni livelli della nave, intende provare a ripararla, ma si ammala a causa del fallimento della sua capsula di ibernazione. Prima di morire, Gus dà a Jim e Aurora gli strumenti necessari per accedere alla nave, compresi i codici per il ponte.

Passengers termina con una nota romantica (ma non meritata)

Jim e Aurora scoprono che i reattori a fusione che alimentano la loro nave sono stati pesantemente danneggiati e che l’unico modo per salvare la nave è quello di sfiatare il reattore. Essendo Passengers un film di fantascienza, le cose vanno terribilmente male e Jim deve far sfiatare manualmente il reattore, rischiando di morire. Aurora riesce a salvarlo e la nave viene finalmente riportata alla sua piena potenza grazie alla riparazione del reattore. Dopo la riparazione nell’area medica, Jim scopre che la capsula può funzionare come unità di ibernazione d’emergenza e invita Aurora a entrarvi per potersi risvegliare con il resto dell’equipaggio. Lei sceglie invece di passare il resto della sua vita con lui, e Passengers si chiude con il risveglio degli altri abitanti della nave che scoprono che Jim e Aurora hanno vissuto una vita intera. Sebbene questo sarebbe stato perfetto in qualsiasi altro film, serve come microcosmo dei problemi di Passengers.

Passengers non è mai stato sicuro di che tipo di film volesse essere

Passengers

Il problema principale di Passengers, oltre al fatto che nasconde una svolta probabilmente inquietante nel suo marketing, è che non è mai in grado di impegnarsi in un solo genere di film. La storia d’amore fantascientifica è stata realizzata molto meglio in film come The Fountain e la trilogia di Matrix. La rivelazione che Jim ha risvegliato Aurora è gestita bene all’inizio (lei gli dice senza mezzi termini di starle lontano e lui peggiora le cose pregandola continuamente di parlargli), ma alla fine lei decide di perdonarlo, anche se morirà senza vedere la sua famiglia o i suoi amici. Alcune recensioni hanno sottolineato questo aspetto: Vox ha affermato che si tratta di “tre film in uno”, mentre Time e Rolling Stone hanno ritenuto che il film sarebbe stato più interessante se si fosse impegnato a mantenere un tono più cupo una volta svelato il segreto di Jim.

Ma la persona che probabilmente ha più riserve su Passengers è la stessa Lawrence. Nel corso di un’intervista con il New York Times, ha rivelato che Adele le aveva consigliato di non partecipare al film e che avrebbe voluto seguire il consiglio della cantante: “Adele mi ha detto di non farlo! Mi ha detto: ‘Mi sembra che i film sullo spazio siano i nuovi film sui vampiri’. Avrei dovuto ascoltarla”. In definitiva, Passengers è un film in guerra con se stesso; avrebbe potuto essere concepito come un’epica storia d’amore fantascientifica, ma la sua storia richiedeva un approccio che il cast e la troupe forse non erano in grado di affrontare.

Vin Diesel torna nei panni di Riddick in una nuova immagine BTS di Furya

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Riddick: Furya, il quarto capitolo della serie cinematografica The Chronicles of Riddick, è ufficialmente in produzione e Vin Diesel lo ha confermato, condividendo di recente sui suoi social media un’immagine del dietro le quinte del film in uscita. Riddick: Furya è il sequel del film di fantascienza Riddick del 2013, scritto e diretto da David Twohy e basato sul personaggio Richard B. Riddick di Jim e Ken Wheat.

Su Instagram, Vin Diesel, che ha interpretato il personaggio principale in tutta la serie di film, ha caricato una foto in bianco e nero di se stesso al volante di un veicolo mentre un operatore fotografico era seduto sul sedile del passeggero. È la seconda volta che il pluripremiato attore condivide un’immagine BTS di Riddick: Furya in meno di una settimana, lasciando chiaramente intendere che le riprese del film stanno procedendo bene. che le riprese del nuovo progetto stanno procedendo piuttosto bene.

La serie di film Chronicles of Riddick ha debuttato nel 2000 con l’uscita di Pitch Black, scritto dal regista Twohy e dai fratelli Wheat, che hanno creato il personaggio principale. Le Cronache di Riddick sono poi seguite nel 2004, ma con Twohy solo alla scrittura e alla regia, come nel terzo capitolo, Riddick. Rispetto al secondo capitolo del franchise, che ha accumulato 115,8 milioni di dollari, diventando il film di maggior incasso del franchise, Riddick è stato un moderato successo al botteghino, guadagnando 98,3 milioni di dollari a fronte di un budget di 38 milioni. D’altro canto, Pitch Black ha ottenuto un modesto incasso di 53,2 milioni di dollari.

Annunciata la finestra di riprese di “Riddick: Furya

All’inizio di maggio è stata annunciata la finestra di riprese di Riddick: Furya, con la conferma del ritorno di Diesel come protagonista e del suo coinvolgimento nella produzione. Le riprese dovrebbero iniziare ad agosto in Germania, Spagna e Regno Unito. In attesa del film d’azione, i fan possono aspettarsi che Riddick: Furya segua il ritorno dell’antieroe eponimo al suo mondo natale, Furya, che ricorda a malapena e che immagina essere ormai poco più di una città fantasma planetaria. Tuttavia, arrivando a destinazione, incontra diversi Furyani che cercano di sopravvivere contro un terribile mostro alieno. Naturalmente, Riddick è famoso per combattere questi mostri e, lungo la strada, scopre di avere più cose in comune con alcuni dei Furyani di quanto non creda.

Sebbene siano state rivelate ancora poche informazioni sul casting, il terzo capitolo vede Diesel protagonista insieme a Jordi Mollà, Matt Nable, Katee Sackhoff, Dave Bautista, Bokeem Woodbine, Raoul Trujillo e Karl Urban. Non è ancora stata annunciata una data di uscita per Riddick: Furya.

 

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Barry Keoghan nel cast del film di Peaky Blinders

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Barry Keoghan nel cast del film di Peaky Blinders

L’attore candidato all’Oscar Barry Keoghan si è unito ufficialmente al cast dell’atteso film di Netflix Peaky Blinders, come rivelato in esclusiva da Deadline. Conosciuto per i suoi ruoli di spicco in The Banshees of Inisherin e Saltburn, Keoghan reciterà accanto a Cillian Murphy, che riprenderà il suo iconico ruolo di Tommy Shelby. Il film, diretto da Tom Harper, ha recentemente aggiunto al suo cast anche Rebecca Ferguson, anche se i dettagli sui personaggi che Keoghan e la Ferguson interpreteranno sono ancora sconosciuti.

Il film Peaky Blinders è la continuazione dell’amata serie televisiva creata da Steven Knight, che ha anche scritto il film. Knight ha già lasciato intendere che la storia si svolgerà durante la Seconda Guerra Mondiale, promettendo un altro capitolo epico della saga della famiglia Shelby. L’inizio della produzione del film è previsto per settembre.

La carriera di Keoghan continua a salire dopo la nomination all’Oscar e la vittoria ai BAFTA per The Banshees of Inisherin. Nel 2024 ha già recitato nella serie limitata di Apple TV+ Masters of the Air e in Bird di Andrea Arnold , presentato in anteprima a Cannes. È inoltre impegnato in Bring Them Down, presentato in anteprima al TIFF, e ha in programma altri progetti di alto profilo, tra cui un film con Trey Edward Shults e un potenziale ruolo nell’adattamento di Amazon MGM Studios della novella Crime 101 di Don Winslow.

Di cosa parlerà il film di “Peaky Blinders”?

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Cillian Murphy in Peaky Blinders

I dettagli sul film non sono ancora stati resi noti. Tuttavia, in un’intervista a Esquire, Knight ha lasciato intendere di avere un’idea generale della trama, che ruoterà intorno a due storie. Preferisce lasciare che sia il film stesso a guidare la direzione narrativa. Si prevede che il film esplorerà la nuova generazione di personaggi pur rimanendo legato agli Shelby, con Thomas Shelby che avrà un ruolo centrale. Ecco cosa ha detto sulla regia del film.

“Il film so esattamente di cosa parla. E so quali sono le due storie che racconterà. Come si svolgerà la storia, non lo so. Quello che succederà dopo, voglio che dipenda dal film. Per quanto ne sappiamo, qualcuno salterà fuori – credo di sapere chi sarà. Nella sesta serie stiamo introducendo la nuova generazione, che farà parte di ciò che accadrà nel film. Credo che si tratti di trovare quegli attori che, quando li guardi, pensi: “Ecco, questo è il futuro””. Ecco il futuro”.

Restate sintonizzati per ulteriori aggiornamenti su Peaky Blinders, la cui produzione inizierà il mese prossimo. Tutte le stagioni di Peaky Blinders sono disponibili su Netflix.

I 30 migliori film d’amore adolescenziali

I 30 migliori film d’amore adolescenziali

Nessuno conosce i sentimenti in technicolor del primo amore (e del primo cuore spezzato) come i ragazzi protagonisti dei film d’amore adolescenziali. È un genere che non invecchia mai perché, a prescindere dall’età, tutti noi possiamo ricordare e immedesimarci in quelle sensazioni disordinate di capire se stessi e capire come amare qualcun altro – anche solo per un po’ – allo stesso tempo. I film d’amore adolescenziali, come i film per ragazzi in generale, possono essersi guadagnati la cattiva reputazione di essere sciocchi. E a volte lo sono (e noi diciamo: e allora?).

In fondo, però, i migliori film adolescenziali rappresentano la varietà di esperienze che derivano dalla scoperta di se stessi (e degli altri) a questa età. E fortunatamente, con il cambiamento di Hollywood in meglio, i film d’amore per adolescenti saranno ancora più diversificati. Le idee su chi sia considerato un protagonista degno di nota o su chi possa essere un interesse amoroso stanno (finalmente) cambiando, e ci sentiamo abbastanza sicuri da poter dire che oggi ci sono sia commedie romantiche adolescenziali che film romantici adolescenziali degni di un fazzoletto per tutti.

Qui di seguito abbiamo raccolto un mix di film romantici per adolescenti che meritano di essere visti e alcuni dei migliori film d’amore per adolescenti che hanno superato la prova del tempo. Considerate questo l’inizio della vostra maratona di film d’amore adolescenziali definitiva.

10 cose che odio di te

Bianca, una ragazza di Seattle, non ha il permesso di uscire con ragazzi fin quando anche sua sorella, scontrosa e femminista, non avrà trovato un fidanzato.

Noi siamo infinito

Charlie è un adolescente timido e insicuro che cerca di superare il trauma derivante dal suicidio dell’amico Michael. Quando incontra Sam e suo fratello, il ragazzo scopre la passione per la musica e la scrittura e si innamora per la prima volta.

Juno

Un’adolescente incinta decide di dare il neonato in adozione, ma le cose si complicano dopo che la scelta cade su una coppia benestante.

Colpa delle stelle

Hazel e Gus sono due amici molto particolari. I due adolescenti, entrambi anticonformisti e dallo spiccato spirito sarcastico, si conoscono durante le riunioni in un gruppo di sostegno per malati di cancro e si innamorano l’uno dell’altra.

Romeo + Giulietta di William Shakespeare

Di Baz Luhrmann. Trasposizione cinematografica del capolavoro di Shakespeare. A Verona Beach, un quartiere di Los Angeles, sboccia dell’amore tra Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti, eredi di due famiglie in conflitto tra loro.

Un principe tutto mio

Una studentessa di medicina si innamora di un facoltoso ragazzo danese, che si rivela. poi, essere figlio del re e della regina di Danimarca.

(500) giorni insieme

Tom è un giovane scrittore che crede ancora nel colpo di fulmine e si innamora perdutamente di Sole, la bellissima nuova segretaria del capo, che invece non crede nel rapporto duraturo. Ma 500 giorni della loro storia stravagante e bizzarra rivelano che la strada per la felicità può essere imprevedibile.

A Cinderella Story

Rivisitazione moderna della fiaba di Cenerentola, in cui una giovane, con una perfida matrigna, incontra un affascinante quarterback online.

Sixteen Candles – Un compleanno da ricordare

Un’adolescente, trascurata dai propri genitori, sogna un’avventura sentimentale con un uomo maturo, respingendo le attenzioni di un giovane timido e goffo. Le circostanze però, la spingono a cambiare opinione.

Breakfast Club

Cinque liceali molto diversi l’uno dall’altro devono passare il sabato pomeriggio a scuola per punizione. Nel corso della giornata, imparano a conoscersi meglio e ad accettare le differenze, condividendo i loro più grandi segreti.

Easy Girl

Olive, una normale adolescente, racconta una piccola bugia in merito alla propria vita sessuale. Quando il pettegolezzo si diffonde tra gli studenti, la giovane viene improvvisamente investita da una enorme popolarità.

Pretty Princess

Mia è una ragazzina poco aggraziata che frequenta un college americano. Un giorno scopre di essere principessa di Genovia, un piccolo principato in Europa e la sua vita inizia a prendere una piega diversa.

Mai stata baciata

Per far carriera nel più celebre quotidiano di Chicago, una giornalista si finge liceale per scrivere un articolo sulle nuove generazioni e deve riaffrontare gli orrori e le umiliazioni del passato scolastico.

Piuma

Il mondo dei diciottenni Ferro e Cate è messo a soqquadro da una gravidanza inaspettata. I due, esitanti e incerti, cercando di riadattare la propria vita alla nuova condizione e navigano nei nove mesi più complicati e interessanti della loro vita.

Le pagine della nostra vita (The Notebook)

Allie ha il morbo di Alzheimer e vive in una casa di cura. Ogni giorno, l’anziano Duke le legge lo stesso libro. Si tratta del diario di una storia d’amore ambientata nella Carolina del Sud negli anni 40.

Chiamami col tuo nome

L’incontro tra due ragazzi, Elio, un adolescente sensibile e istruito, e Oliver, un ventiquattrenne spontaneo, affascinante e pieno di vita, segna l’inizio di un’estate indimenticabile.

La vita di Adele

Una ragazza francese ha una relazione piena di passione ed emozioni con una donna più vecchia incontrata in un bar di lesbiche.

Your Name

Taki vive a Tokyo, mentre la giovane Mitsuha in un piccolo villaggio di montagna. Mentre dormono, i due si ritrovano inspiegabilmente l’uno nel corpo dell’altra, così cercano di capire che cosa sia successo.

Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore

Nel New England del 1965, una tranquilla comunità entra nel caos quando due dodicenni innamorati scappano insieme poco prima di una violenta tempesta.

Mean Girls

Candy è cresciuta in Africa ed è sicura di potersela cavare in ogni situazione. A convincerla del contrario saranno le sue nuove sprezzanti, superficiali e vanitose compagne di liceo.

I film d’amore adolescenziali disponibili su Netflix

Sierra Burgess è una sfigata

Quando Sierra, studentessa brillante, riceve un messaggio da Jamey, tra i due inizia una storia d’amore. Jamey, però, pensa di essere in contatto con Veronica, la ragazza più popolare del liceo.

Purple Hearts

Nonostante tutte le loro differenze e contro ogni previsione, un’aspirante cantautrice e un soldato si innamorano perdutamente l’uno dell’altra.

L’ultima lettera d’amore

Una giornalista trova una serie di lettere d’amore del 1965 e decide di risolvere il mistero legato ad un’avventura segreta. Nel frattempo, inizia una relazione tutta sua.

Dalla mia finestra – Al di là del mare

Raquel è follemente e irrimediabilmente innamorata di Ares, il suo affascinante e misterioso vicino di casa. La verità è che lo osserva solo di nascosto, perché non si sono mai scambiati una parola. Raquel vuole farlo innamorare di lei.

Royalteen – L’erede

Un’adolescente lotta per non lasciare trapelare il suo passato scandaloso e un grande segreto, quando inizia un’improbabile storia d’amore con il principe ereditario.

L’altra metà

La geniale ma squattrinata Ellie Chu scrive una lettera d’amore per conto di un atleta, ma non si aspetta di diventare sua amica, né d’innamorarsi della stessa ragazza.

Lioness: la seconda stagione dal 27 ottobre con Zoe Saldaña

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Lioness: la seconda stagione dal 27 ottobre con Zoe Saldaña

Paramount+ ha annunciato che l’attesissima seconda stagione della serie originale Lioness debutterà con due episodi in anteprima domenica 27 ottobre, in esclusiva su Paramount+ in Italia, negli Stati Uniti e nei mercati internazionali in cui il servizio è disponibile. Dal candidato all’Oscar Taylor Sheridan, il thriller di spionaggio è attualmente girato in Texas. Il cast stellare della serie comprende la protagonista e produttrice esecutiva Zoe Saldaña, Laysla De Oliveira, Genesis Rodriguez, il candidato all’Emmy Michael Kelly, il premio Oscar Morgan Freeman e il Premio Oscar e vincitrice dell’Emmy Nicole Kidman, che è anche Produttrice Esecutiva. La serie è prodotta da MTV Entertainment Studios e 101 Studios.

Mentre la lotta della CIA contro il terrorismo si avvicina, Joe (Saldaña), Kaitlyn (Kidman) e Byron (Kelly) arruolano un nuovo agente Lioness per infiltrarsi in una minaccia precedentemente sconosciuta. Con una pressione crescente da tutte le parti, Joe è costretta a scontrarsi con i grandi sacrifici personali che ha fatto per essere leader del programma Lioness. Nel cast della serie figurano anche Dave Annable, Jill Wagner, LaMonica Garrett, James Jordan, Austin Hébert, Jonah Wharton, Thad Luckinbill e Hannah Love Lanier.

La serie è prodotta da Taylor Sheridan, David C. Glasser, Zoe Saldaña, Nicole Kidman, Ron Burkle, Bob Yari, David Hutkin, Jill Wagner, David Lemanowicz, Geyer Kosinski, Michael Friedman e Keith Cox e distribuita da Paramount Global Content Distribution.

La prima stagione di LIONESS ha stabilito un nuovo record come serie in anteprima mondiale più vista sul servizio nel giorno del lancio.

LIONESS fa parte della crescente lista di prodotti Sheridan su Paramount+, che include 1883, MAYOR OF KINGSTOWN, LAWMEN: BASS REEVES, la prossima serie LANDMAN, così come la seconda stagione di TULSA KING e 1923.

James Gunn e Lupita Nyong’o rendono omaggio alla star Chadwick Boseman nel quarto anniversario della sua morte

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Come Black Panther del Marvel Cinematic Universe, Chadwick Boseman è diventato un’icona. Ha recitato per la prima volta in Captain America: Civil War, e successivamente è apparso in Black Panther, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Tragicamente, l’attore, noto anche per il suo lavoro in film come Da 5 Bloods, 21 Bridges e Ma Rainey’s Black Bottom, è morto nel 2020 dopo una lunga battaglia contro il cancro. La sua malattia è rimasta privata fino alla sua morte, avvenuta nell’agosto dello stesso anno, e la notizia della sua scomparsa ha provocato un’onda d’urto non solo a Hollywood ma in tutto iil mondo.

Da allora abbiamo appreso che la star di Black Panther non ha mai smesso di combattere e la sua ultima interpretazione nel MCU è stata quella di Star-Lord nel film Disney+ What If…? Boseman ha ricevuto un meritato Emmy postumo per “Outstanding Character Voice-Over Performance” per il suo lavoro in quella serie.

Ieri ricorreva il quarto anniversario della morte di Boseman e il regista di Guardiani della Galassia e co-CEO dei DC Studios James Gunn ha reso omaggio all’attore su Instagram.

Come potete vedere qui sotto, ha condiviso una foto di T’Challa accanto alla controfigura di Rocket e una foto di se stesso, Boseman e l’attore di Star-Lord Chris Pratt. Anche la co-protagonista di Black Panther, Lupita Nyong’o, ha ricordato Boseman con una citazione: “Il dolore non finisce mai. Ma cambia. È un passaggio, non un luogo dove stare. Il dolore non è un segno di debolezza, né una mancanza di fede. È il prezzo dell’amore”.

Prima che Boseman venisse a mancare nel 2020, il progetto prevedeva che fosse protagonista di un sequel di Black Panther nel ruolo di T’Challa.

L’eredità di Black Panther nel Marvel Cinematic Universe

Pochi dettagli sono stati rivelati, anche se sappiamo che l’idea era che si scontrasse con Namor e conoscesse il figlio di cui aveva appena scoperto l’esistenza dopo essere scomparso durante il Blip. I Marvel Studios hanno deciso di non riassegnare il ruolo e di far morire T’Challa fuori dallo schermo, mentre una riluttante Shuri ereditava il mantello di “Pantera Nera”.

Si ritiene che Black Panther 3 sia in lavorazione, anche se si vocifera che l’idea sia quella di far passare il mantello all’unico vero successore al trono di Wakanda, il giovane principe T’Challa, figlio del re T’Challa.

Il nostro pensiero va alla famiglia di Boseman in quello che sarà sicuramente un momento difficile per loro. Riposa in pace, Re.

Deadpool & Wolverine: i Marvel Studios rivelano un nuovo video sui VFX del film

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Deadpool & Wolverine ha un nuovo video VFX che mostra come Cassandra Nova abbia messo le mani sotto la pelle dei nostri eroi. Questo film è pieno di momenti selvaggi e l’inquietante villain non fa eccezione. I Marvel Studios hanno mostrato come il terrore telepatico di Emma Corrin ha preso vita sullo schermo. Il supervisore dei VFX di Deadpool & Wolverine, Swen Gillberg, ha illustrato ai fan la capacità di Nova di entrare fisicamente nella psiche dei suoi avversari. Si tratta di un lavoro molto complesso basato sulle origini del personaggio dei fumetti.

Il regista Shawn Levy aveva un paio di elementi del personaggio che voleva fossero inseriti nel film. L’interpretazione di Corrin ha conferito al cattivo degli X-Men la giusta minaccia in mezzo a tutte le battute e i riferimenti alla Marvel che si susseguono in Deadpool & Wolverine. “Nei nostri processi di sviluppo, abbiamo giocato con diversi spessori di pelle”, ha spiegato Gillberg.

E a me piaceva più sottile, perché in realtà vogliamo iniziare a vedere i dettagli delle sue nocche sotto la pelle delle sue prede. C’è sicuramente un teschio in quelle teste e lei ci lavora intorno. E poi, quando le dita passano sopra i bulbi oculari, questi ultimi saltano fuori, ed è fantastico”. “Quindi, per quanto riguarda le mani e il viso, Shawn e i team VFX hanno iniziato con i riferimenti ai fumetti. Ci sono alcuni fotogrammi chiave del fumetto che abbiamo cercato di far combaciare. Alle sue dita piace passare attraverso le narici, i bulbi oculari e le orecchie”, ha continuato il supervisore VXF.

Ogni volta che sostituiamo gli arti o i volti, la mano di Emma deve andare da qualche parte. Quindi, la mettiamo di lato o di qua o fuori dall’inquadratura. Poi, il giorno stesso, facciamo delle lastre pulite per ripulire il braccio della mano e poi in post-produzione facciamo una mano e un braccio completamente digitali. Poi, in un volto prevalentemente digitale”. Di seguito, ecco il video rilasciato dai Marvel Studios, dove si illustra il processo che ha portato a quanto poi visto nel film.

Gli approfondimenti su Deadpool & Wolverine

Shawn Levy dirige Deadpool & Wolverine, con Ryan Reynolds, Hugh Jackman, Emma Corrin, Morena Baccarin, Rob Delaney, Leslie Uggams, Karan Soni, Matthew Macfadyen, e Dafne Keen. Il film è stato scritto da Ryan Reynolds, Rhett Reese, Paul Wernick, Zeb Wells e Shawn Levy.

Badlands: iniziate le riprese del film della saga di Predator

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Badlands: iniziate le riprese del film della saga di Predator

Con il franchise di Alien che sta cavalcando il successo grazie ad Alien: Romulus, è giusto che la serie di Predator torni a far parlare di sé. Il regista Dan Trachtenberg ha riportato Predator alla gloria con l’uscita di Prey nel 2022, un acclamato thriller che metteva uno dei più famigerati alieni assassini contro una giovane donna nativa americana. Trachtenberg è rimasto fedele al franchise per il suo prossimo film e ora sembra che la produzione del nuovo capitolo abbia preso il via. Secondo alcune notizie raccolte dal sito di fan del franchise AvP Galaxy, Badlands è ora entrato in fase di produzione in Nuova Zelanda.

Non si sa ancora molto di questo film, se non che sarà diretto da Trachtenberg, da una sceneggiatura scritta da Patrick Aison. A differenza di Prey, Badlands sarà però ambientato nel futuro. Il rapporto di AvP Galaxy – che non è stato confermato dai 20th Century Studios – include anche una sinossi di Badlands che suggerisce che seguirà “l’intricato legame di due sorelle molto diverse tra loro, i cui legami familiari sono messi a dura prova mentre perseguono percorsi e missioni divergenti”.

Sembra che le protagoniste saranno due sorelle gemelle, il che significa che Elle Fanning – apparentemente scelta come protagonista – avrà un doppio ruolo. “La prima, Thia, si identifica come donna o non binaria, di etnia aperta, tra i 20 e i 40 anni. Thia ha trascorso la maggior parte della sua vita in un laboratorio e ora si sta imbarcando nella sua prima grande avventura nel mondo. È incredibilmente intelligente, spiritosa, entusiasta e imperturbabile. Ha un innato disprezzo per il pericolo, non perché sia impavida, ma semplicemente perché è ingenua. Sono richieste spiccate doti comiche”.

L’altra sorella, Tessa, ha un’intensità militante quando si tratta di raggiungere gli obiettivi e le missioni della sua famiglia. Non lascerà che nulla la ostacoli, nemmeno la sorella gemella”. È interessante notare che il bando di casting indica anche che l’attrice “deve essere a suo agio nell’addestramento per l’azione pesante e nell’indossare protesi e trucco pesante”. Non è ancora chiaro quale sarà il ruolo degli alieni Yautja, ma i primi rapporti commerciali hanno indicato che il film sarà ambientato “in un certo futuro”.

Prey spiegazione finale
Una scena dal film Prey. Foto di David Bukach/ HULU – © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Da Badlands a Prey 2, i prossimi film del franchise di Predator

Per quanto riguarda Prey, è previsto un sequel diretto del film del 2022, anche se i dettagli sono ancora pochi. Secondo quanto riferito, il piano prevede il ritorno all’ambientazione originale del film e la star Amber Midthunder dovrebbe riprendere il suo ruolo principale di Naru. Il regista Dan Trachtenberg ha dichiarato quanto segue in merito a un potenziale sequel durante un’intervista rilasciata a ComicBook.com lo scorso anno.

Per tutti quelli che mi hanno chiesto dei sequel, il fatto è che spesso qualcuno fa una cosa bella e il sequel è solo… e poi la parte successiva, e allora si dice: “Oh, beh, allora è solo il seguito della cosa bella”. Non è quello che era quella cosa. Quindi sì, nel pensare a quali sequel potrebbero essere, la conversazione principale è stata e sarà sempre: cosa possiamo fare di speciale, che non è ancora successo. Non solo per il franchise di Predator, ma per questo genere in particolare. Possiamo ancora fare qualcosa di bello?”.

Superman: David Corenswet sfoggia una maglietta che omaggia il costume nero dell’Uomo d’Acciaio

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Le riprese di Superman si sono concluse di recente e, secondo il regista James Gunn, non sono previste riprese aggiuntive. Ciò significa che non vedremo più nulla del film fino a quando i DC Studios non decideranno di iniziare quella che dovrebbe essere una lunga campagna di marketing verso il prossimo luglio. Arriverà un trailer prima di Natale? Ne dubitiamo, ma oggi sono apparse alcune nuove foto dell’Uomo d’Acciaio del DCU, David Corenswet, insieme alla sua co-protagonista Maria Gabriela De Faria (interprete di The Engineer).

Nessuno dei due è in costume, ma Corenswet indossa una maglietta nera con una versione grigio/argento del nuovo logo di Superman. Se si annebbia la vista, non è difficile immaginare l’aspetto di Corenswet con il costume indossato per l’ultima volta da Henry Cavill in Zack Snyder’s Justice League! Chissà che questa sua maglietta non sia un qualche indizio ad una possibile versione nera del costume anche nel film di Gunn. Per il momento la cosa sembra improbabile, ma gli elementi che non sono ancora stati svelati sono certamente tanti, quindi mai dire mai.

Tutto quello che sappiamo su Superman

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.

Nel cast anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas Hoult Nathan Fillion. Sean Gunn, María Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio, Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il cast.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Avatar: Sigourney Weaver conferma che apparirà nella serie fino al quinto film

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Con una performance da primato al botteghino e molteplici nomination agli Oscar, il franchise di Avatar è diventato qualcosa di speciale. I film, portati in scena da James Cameron, hanno trasportato il pubblico nel mondo alieno di Pandora per due decenni e il terzo film, Avatar: Fire and Ash, è ora previsto per il 2025. Cameron ha confermato di avere in programma almeno altri due film del franchise e ora sappiamo che almeno un membro del cast tornerà per questi film. Sigourney Weaver, che ha interpretato Grace Augustine in Avatar e poi Kiri in Avatar: La via dell’acqua, ha recentemente parlato del suo lavoro nel franchise con Deadline.

Quando le è stato chiesto se farà una qualche apparizione nel quarto e quinto film, attualmente ancora senza titolo, la Weaver ha confermato: “Sì, credo di poterlo dire”. “Ricordo di aver letto la sceneggiatura del primo Avatar e di aver letto di queste persone blu con le orecchie a punta e la coda che cavalcavano queste creature attraverso montagne fluttuanti… Non riuscivo a immaginare che tutto questo venisse girato”, ha detto la Weaver a proposito del suo lavoro sul franchise. “Onestamente non riuscivo a immaginare come avrebbe potuto realizzare un film che avesse questo aspetto e questi elementi.

Ma sono molto contenta per Jim e per il successo di questi film, che ci ha permesso di continuare a realizzarli. Ho appena finito di lavorare ad Avatar 3 all’inizio di questo mese, in realtà, e penso che la serie continuerà a crescere e ad essere sempre più dura…”. “Sono già scritti”, ha detto Weaver a proposito di Avatar 4 e Avatar 5. ”Sappiamo quali sono. Sappiamo cosa sono. Sono davvero buoni. Ma Jim sta ancora finendo il terzo. È bello aspettare con ansia”.

(L-R): Kiri and Sigourney Weaver as Dr. Grace Augustine in 20th Century Studios’ AVATAR: THE WAY OF WATER. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Avatar: Fire and Ash, quello che sappiamo

Fire and Ash riprenderà subito dopo quegli eventi, quando Jake e Neytiri incontreranno il Popolo della Cenere, che Cameron ha lasciato intendere essere più attratto dalla violenza e dal potere rispetto agli altri clan. “Ci sono nuovi personaggi, uno in particolare penso che sarà amato, o amerete odiarlo”, ha detto Cameron.

Oona Chaplin (“Game of Thrones”) interpreta il leader del popolo della Cenere, Varang. Anche David Thewlis e Michelle Yeoh si uniscono al cast. Insieme a Worthington e Saldaña, il cast di ritorno include Sigourney Weaver, Stephen Lang, Kate Winslet, Cliff Curtis, Britain Dalton, Jack Champion, Trinity Jo-Li Bliss, Bailey Bass, Joel David Moore, Edie Falco e Dileep Rao.

Avatar: La via dell’acqua e Avatar: Fire and Ash sono entrambi scritti da Cameron, Rick Jaffa e Amanda Silver. In origine, dovevano essere un unico film, ma durante il processo di scrittura, Cameron ha deciso che c’era troppo materiale e ha diviso la storia in due parti. L’uscita del film in sala è attualmente prevista per il 19 dicembre 2025.

Cameron ha prodotto tutti i film di “Avatar” con il suo partner creativo di lunga data Jon Landau, morto di cancro a luglio a 63 anni. “La sua eredità non sono solo i film che ha prodotto, ma l’esempio personale che ha dato: indomito, premuroso, inclusivo, instancabile, perspicace e assolutamente unico”, ha affermato Cameron in una dichiarazione all’epoca. “Ha prodotto grandi film, non esercitando potere ma diffondendo calore e la gioia di fare cinema. Ci ha ispirato tutti a essere e a dare il meglio di noi, ogni giorno. Ho perso un caro amico e il mio più stretto collaboratore per 31 anni. Una parte di me è stata strappata via”.

Disclaimer: Alfonso Cuarón con Cate Blanchett fuori concorso a Venezia 81

Sarà presentata oggi fuori concorso nell’ambito dell’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica Disclaimer, la nuova, la nuova serie limitata di sette episodi di Apple TV+, un avvincente thriller psicologico interpretato dai premi Oscar Cate Blanchett e Kevin Kline. La serie farà il suo debutto l’11 ottobre con i primi due episodi, seguiti da nuovi episodi ogni venerdì fino al 15 novembre.

Scritta e diretta dal cinque volte premio Oscar Alfonso Cuarón, è basata sull’omonimo best-seller di Renée Knight e segue Catherine Ravenscroft (Blanchett) un’acclamata giornalista che ha costruito la sua reputazione rivelando le malefatte e le trasgressioni degli altri. Quando riceve un romanzo da un autore sconosciuto, si rende conto con orrore di essere la protagonista di una storia che mette a nudo i suoi segreti più oscuri.

Mentre Catherine lotta contro il tempo per scoprire la vera identità dello scrittore, è costretta a confrontarsi con il suo passato prima che questo distrugga la sua vita e i suoi rapporti con il marito Robert (Sacha Baron Cohen) e il figlio Nicholas (Kodi Smit-McPhee). Il cast comprende Lesley Manville, Louis Partridge, Leila George e Hoyeon e presenta Indira Varma come voce narrante.

Prodotta da Apple Studios, Disclaimer è coprodotta da Esperanto Filmoj e Anonymous Content. Cuarón è produttore esecutivo per Esperanto Filmoj insieme a Gabriela Rodriguez. Oltre a recitare, Blanchett è produttrice esecutiva. David Levine e il defunto Steve Golin sono produttori esecutivi per Anonymous Content. Anche il premio Oscar Emmanuel Lubezki, Donald Sabourin e Carlos Morales sono produttori esecutivi. Knight è co-produttore esecutivo. Lubezki e il candidato all’Oscar Bruno Delbonnel sono direttori della fotografia. La colonna sonora è composta da Finneas O’Connell, vincitore di numerosi premi Oscar e GRAMMY.

Maria con Angelina Jolie di Pablo Larraín in concorso a Venezia 81

Sarà presentato oggi in concorso all’ottantunesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia Maria di Pablo Larraín che vede protagonista Angelina Jolie nei panni di Maria Callas. Nel cast anche Valeria Golino, Haluk Bilginer, Alba Rohrwacher, Pierfrancesco Favino e Kodi Smit-McPhee.

In merito al film il regista Pablo Larraín ha commentato: Maria Callas, la più grande cantante lirica di tutti i tempi, ha avuto senza dubbio una vita bella, unica e tormentata. Questa è la storia dei suoi ultimi giorni, una celebrazione raccontata attraverso i ricordi e gli amici, e soprattutto attraverso il suo canto.

Maria racconta la tumultuosa, tragica e bellissima storia della vita della più grande cantante lirica del mondo, rivisitata e reinterpretata durante i suoi ultimi giorni nella Parigi degli anni Settanta.

Maria è prodotto da The Apartment (Lorenzo Mieli, Annamaria Morelli), Komplizen Film (Jonas Dornbach, Janine Jackowski, Maren Ade), Fabula (Juan de Dios Larraín, Pablo Larraín).

Maria è un film drammatico biografico di prossima uscita sulla cantante lirica Maria Callas. È diretto da Pablo Larraín, scritto da Steven Knight, prodotto da Fremantle e interpretato da Angelina Jolie nel ruolo della protagonista, con Valeria Golino nel ruolo della sorella Yakinthi e Haluk Bilginer nel ruolo di Aristotele Onassis. Il film sarà presentato in anteprima all’81ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove concorrerà per il Leone d’oro.
Sono estremamente felice di avere la possibilità di concludere questo processo di rappresentazione delle donne che hanno cambiato il destino del 20° secolo, culturalmente parlando“, ha detto Larrain a Variety a giugno, dopo aver già portato sullo schermo Jackie Spencer. “E questa volta si tratta di un artista. Ed è innescato dalla mia ammirazione per la sua vita e il suo lavoro“, ha aggiunto il regista. Steven Knight (Spencer, Peaky Blinders, La promessa dell’assassino) ha scritto la sceneggiatura di Maria, mentre il film sarà prodotto da Juan de Dios Larraín per Fabula PicturesLorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una Fremantle Company, e Jonas Dornbach per Komlizen Film.

Joker: Folie à Deux, svelati i character poster in vista dell’anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia

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Come il suo predecessore, Joker: Folie à Deux sarà presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia. Nonostante sia diventato un grande successo, il primo Joker si è rivelato polarizzante quando è stato presentato a Venezia nel 2019, e il direttore del Festival Alberto Barbera ritiene che il sequel farà arrabbiare altrettante persone.

Se vi aspettate solo una seconda parte del precedente, esattamente lo stesso tipo di narrazione e situazione e così via, vi sbagliate, perché il tema è molto più oscuro”, ha detto a Vanity Fair in una recente intervista. “È molto più inventivo da ogni punto di vista. È completamente inaspettato. Penso che sia molto audace, coraggioso, creativo e un film incredibilmente originale”.

Nel frattempo, Warner Bros. India ha condiviso un paio di character poster che ritraggono Joaquin Phoenix nel ruolo del ritornante Arthur Fleck e Lady Gaga nel ruolo di Harley Quinn, alias “Lee”. Non resta a questo punto che attendere la presentazione del film a Venezia per poter avere i primi pareri della stampa e scoprire in che modo verrà accolto e cosa dobbiamo aspettarci da questo misterioso sequel.

Joker: Folie à Deux, quello che sappiamo sul film

Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix nel ruolo del cattivo DC Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno della Sophie di Zazie Beetz  insieme ai nuovi arrivati ​​Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel cast c’è anche Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”.

Rumors recenti hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista. Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna sonora.

The Fantastic Four: First Steps, un video sul set rivela il primo sguardo a La Cosa!

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In I Fantastici 4 del 2005 e nel suo sequel, I Fantastici 4 e Silver Surfer del 2007, l’attore Michael Chiklis ha indossato un costume pratico per dare vita a La Cosa sullo schermo. All’epoca funzionava, ma nel reboot del 2015 di Josh Trank, l’interpretazione del personaggio da parte di Jamie Bell è stata realizzata con effetti visivi (a parte il design scadente, l’aspetto era fantastico). Ora abbiamo un primo sguardo a The Fantastic Four: First Steps e sembra proprio che torneremo ad avere una Cosa realizzata con effetti pratici.

Per ora non sappiamo se c’è un attore – presumibilmente Ebon Moss-Bachrach – nella tuta o se si tratta semplicemente di una controfigura destinata a servire da riferimento per gli attori e gli artisti degli effetti visivi. In base ai pochi secondi di filmato che abbiamo, però, sembra proprio che ci sia qualcuno all’interno del costume. Il fatto che si tratti di una controfigura è forse la cosa più sensata, anche se una Cosa pratica (il cui volto, ad esempio, è migliorato con i VFX) potrebbe adattarsi all’estetica anni ’60 del reboot dei Marvel Studios.

Tuttavia, vale la pena ricordare ciò che Moss-Bachrach ha dichiarato all’inizio dell’anno. “In passato, credo che abbiano fatto un costume. Michael Chiklis indossava un abito che a quanto pare era davvero scomodo, ma ormai… l’abbiamo superato”, ha spiegato l’attore durante la sua partecipazione al Jimmy Kimmel Live. “È una specie di cosplay, un po’ amatoriale, con la tecnologia che abbiamo”. Potrebbe dunque esserci anche la possibilità che ciò che vediamo nel video non sia tutto di questo personaggio, che potrebbe riservare qualche altra sorpresa.

The Fantastic Four: First Steps – quello che c’è da sapere sul film

Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà The Fantastic Four: First Steps, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian SpringerPedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia GarnerPaul Walter Hauser, John MalkovichNatasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film.

Jenna Ortega e Winona Ryder incantano il red carpet di Venezia 81, le foto

Jenna Ortega e Winona Ryder, protagoniste di Beetlejuice Beetlejuice, hanno incantato il red carpet di Venezia 81. Il film di Tim Burton è stato scelto per aprire l’edizione 2024 del festival nel Fuori Concorso.

Ecco gli scatti delle due attrici dal red carpet di inaugurazione:

Venezia 81: il red carpet di Beetlejuice Beetlejuice

Venezia 81: il red carpet di Beetlejuice Beetlejuice

La serata inaugurale di Venezia 81 ha portato sul red carpet del palazzo del cinema il cast di Beetlejuice Beetlejuice insieme a Tim Burton Il visionario regista è accompagnato dai protagonisti Michael Keaton, Winona Ryder, Catherine O’Hara, Justin Theroux, Monica Bellucci,Jenna Ortega e Willem Dafoe. Ecco tutte le foto dal red carpet della serata inaugurale del festival:

Sigourney Weaver Leone d’Oro alla carriera a Venezia 81, le foto

Sigourney Weaver Leone d’Oro alla carriera a Venezia 81, le foto

Sigourney Weaver ha ritirato il suo Leone d’Oro alla Carriera alla 81° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. “Sono sicura di stare sognando”, ha detto ricevendo il premio. “Grazie per questo carburante per jet di incoraggiamento”.

In seguito ha detto che il suo Leone d’oro è stato “l’onore più sorprendente che potessi immaginare”, aggiungendo che la statua sarebbe stata “seduta accanto a me sull’aereo, sarà la prossima a essere nella gondola e mio marito dovrà abituarsi ad averla a letto con noi”.

Sigourney Weaver su Kamala Harris: “Pensare che il mio lavoro possa avere a che fare con la sua ascesa mi rende felice”

The Game – Nessuna regola: la spiegazione del finale del film

The Game – Nessuna regola: la spiegazione del finale del film

Da sempre impegnato nel dar vita a film che giocano tanto con i loro personaggi quanto con gli spettatori, David Fincher si è negli anni costruito una fama senza eguali. Autore di alcuni tra i più apprezzati film degli ultimi tre decenni, come Zodiac, The Social Network e Mank, prima di girare questi ha subito messo in chiaro i suoi interessi come regista con The Game – Nessuna regola. Arrivato al cinema nel 1997, questo è ancora oggi un vero e proprio manifesto della sua poetica. Il meccanismo che dà vita alla storia è infatti quanto mai complesso, ricco di trappole e false piste che pongono tanto il protagonista quanto lo spettatore in una situazione di svantaggio.

La sceneggiatura di The Game – Nessuna regola circolava ad Hollywood già dal 1991, senza però aver mai trovato un regista e degli attori interessati a realizzarla. Dopo che questa venne acquistata dalla MGM, lo studios decise di proporla a Fincher, reduce dal successo del thriller Seven. Il regista accettò di realizzare il film, rielaborando però la storia affinché assumesse toni ancor più cupi. Nella sua realizzazione, le tre grandi fonti di ispirazione sono stati i film Canto di Natale, Mission: Impossible e La stangata. L’intenzione di Fincher è però quella di realizzare un film diverso dal solito, incentrato sulla perdita di controllo.

Per questo motivo, il modo in cui le informazioni vengono distribuite è tutt’altro che regolare, dando vita a veri e propri inganni che sostengono il desiderio del regista di far sentire privo di certezze il pubblico. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Game - Nessuna regola Michael Douglas

La trama e il cast di The Game – Nessuna regola

Protagonista del film è Nicholas Van Orton, un ricco uomo d’affari di San Francisco, caduto però da tempo preda di un’acuta depressione. L’unico rimastogli veramente accanto è suo fratello Conrad, il quale tenta in tutti i modi di spronarlo a riprendere in mano la sua vita. Per aiutarlo, decide di regalargli per il suo compleanno l’iscrizione ad un misterioso club di giochi di ruolo, chiamato Consumer Recreation Services. Ben presto, però, Nicholas capirà di essere finito al centro di un gioco estremamente più complesso e pericoloso del previsto, che potrebbe condurlo alla morte.

Ad interpretare il protagonista del film, Nicholas, vi è il premio Oscar Michael Douglas. L’attore riuscì a calarsi nel personaggio anche grazie al fatto che stava attraversando un complesso periodo, segnato dal divorzio dalla sua prima moglie. Egli riportò allora molto di sé nel personaggio, riuscendo a renderlo umano e comprensibile da tutti. Più di ogni altra cosa, però, Douglas era attratto dal fatto che fosse praticamente impossibile prevedere il finale del film. Nel film è poi presente il due volte premio Oscar Sean Penn nei panni del fratello Conrad.

Originariamente, però, Nicholas avrebbe dovuto avere una sorella e ad interpretarla era stata chiamata Jodie Foster. Fincher propose di cambiare il personaggio nella figlia del protagonista, ma ciò non convinse Douglas. Si decise dunque di rendere il personaggio un fratello maschio, affidando il ruolo a Penn. Nel film è poi presente l’attrice Deborah Kara Unger nei panni della cameriera Christine. Questa era divenuta celebre grazie al film Crash e fu proprio dopo averla vista recitare in questo che Fincher decise di sceglierla per il ruolo.

The Game - Nessuna regola trama

La spiegazione del finale

Verso la fine di The Game – Nessuna regola, quando Nicholas viene dato per morto in Messico, si presume che si sia finalmente liberato dal copione del CRS. Tuttavia, essi hanno ancora il controllo. Fino al momento in cui Nicholas si getta dal tetto, atterrando alla festa, tutto è ancora nel gioco. Il panico espresso da Christine alla vista della “vera” pistola di Nicholas e la sua rivelazione che sono ancora in gioco fanno parte del gioco. Christine deve fingere che il gioco sia andato male per far credere a Nicholas di aver davvero sparato a suo fratello Conrad (Sean Penn).

Affinché la “morte” sia nelle mani di Nicholas, deve ammettere che Conrad è fuori, scommettendo che lui non le crederà. Il gioco del CRS è più di un elaborato scherzo. Il loro obiettivo è portare Nicholas al suo punto più basso spiritualmente, dove è disposto a gettarsi da un tetto per dimostrargli che ha una seconda possibilità di vita. Il piano si svolge senza problemi per i CRS, ma non possono prevedere ogni mossa di Nicholas.

È lecito pensare che abbiano preparato diversi piani di emergenza per qualsiasi scelta di Nicholas. Alla fine del film, The Game – Nessuna regola offre un assaggio dell’ampiezza dei preparativi che il CRS ha adottato quando uno dei suoi dipendenti ammette che se Nicholas non si fosse buttato, era stato incaricato di gettarlo dal tetto. Sotto gli scioccanti colpi di scena e i brividi del finale, il film cerca di collegare il pubblico con i valori di una storia più antica e fantastica.

The Game - Nessuna regola Sean Penn

The Game – Nessuna regola, pur non essendo propriamente un adattamento di A Christmas Carol, può essere interpretato come una rivisitazione del classico racconto di Charles Dickens. David Fincher paragona addirittura Nicholas al protagonista del romanzo, definendolo uno “Scrooge alla moda e di bell’aspetto”. The Game modernizza quindi il testo centenario, riaffermando al contempo il potere senza tempo del racconto di Dickens sull’empatia e sulle seconde opportunità.

Entrambi i personaggi sono uomini ricchi e isolati che hanno preferito il denaro e il mondo degli affari al legame umano. Il fratello di Nicholas appare come il fantasma di Jacob Marley all’inizio del film, ricordando a Nicholas una morte del passato e preparandolo al viaggio che lo attende. Il paragone più evidente avviene quando Nicholas viene sepolto vivo. La sua emersione da una tomba in un cimitero messicano richiama alla mente la scena di Un canto di Natale in cui a Scrooge viene mostrata la sua stessa tomba.

Se si considera The Game – Nessuna regola sotto questa luce, il finale assume una risonanza ancora maggiore. Anche CRS, come il Fantasma del Natale futuro, mostra a Nicholas la sua potenziale morte facendolo gettare dal tetto. Quando Nicholas colpisce l’airbag, come Ebenezer Scrooge, gli viene data una seconda possibilità di vita. Il gioco modernizza così il testo centenario, riaffermando al contempo il potere senza tempo del racconto di Dickens sull’empatia e sulle seconde possibilità.

Il trailer di The Game – Nessuna regola e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Game – Nessuna regola è infatti disponibile nei cataloghi di Prime Video, Now e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 28 agosto alle ore 21:00 sul canale Iris.

Mad Heidi: trama, cast e curiosità sul film

Mad Heidi: trama, cast e curiosità sul film

Negli ultimi anni si è manifestata una certa tendenza nel riproporre alcuni racconti e personaggi particolarmente noti attraverso chiavi di lettura ben diverse da quelle per cui sono note. Sono così nati film come Winnie the Pooh: Sangue e miele o The Mouse Trap, basato su un orrorifico Topolino. Un alto esperimento simile, che ha saputo ottenere un certo seguito, è Mad Heidi, film ispirato al noto romanzo Heidi di Johanna Spyri e che ripropone la celebre ragazzina dei monti come una letale guerriera.

Il film si configura dunque come una continua follia “alla Quentin Tarantino“, con esplosioni, sangue, combattimento e chi più ne ha più ne metta. Un’opera del genere ha naturalmente da subito attratto una nutrita schiera di interessanti, divenendo in breve un piccolo cult. Limitato nella sua distribuzione dalla pandemia di Covid-19, Mad Heidi arriva ora finalmente anche sulle televisioni italiane, permettendo così a chi lo avesse perso di poterlo recuperare.

In vista di quel momento, in questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Mad Heidi. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Mad Heidi David Schofield
David Schofield in Mad Heidi. © 2022 Swissploitation Films / madheidi.com

La trama di Mad Heidi

Il racconto si svolge in un futuro prossimo distopico in cui il mondo vive un’epoca di conflitti e caos. L’unica isola felice sembra essere la Svizzera governata dal Presidente Meili (Casper Van Dien), un ricco magnate del formaggio. Ma l’idillio è tutta apparenza e in realtà l’uomo è un terribile tiranno che vuole conquistare il mondo. Il contadino Peter (Kel Matsena), fidanzato di Heidi (Alice Lucy), è un sovversivo e produce il proprio formaggio rifiutandosi di aderire al Regime.

Proprio per questa sua attività illecita, viene infine arrestato e giustiziato davanti agli occhi dell’amata Heidi, la quale viene invece messa in prigione e riformata per diventare una guerriera. Ma quando la giovane donna esce di carcere non ha nient’altro che sete di vendetta. Decisa ad usare tutto quello che ha imparato in carcere, Heidi lotterà per liberare la Svizzera e il mondo intero dal terribile Meili.

Mad Heidi Casper Van Dien
Casper Van Dien in Mad Heidi. © Swissploitation Films / madheidi.com

Il cast del film e altre curiosità

Ad interpretare Heidi, come riportato, vi è l’attrice Alice Lucy, che prima di effettuare le riprese del film ha potuto sottoporsi a due settimane e mezzo di addestramento al combattimento. Ciò le ha permesso di poter interpretare personalmente tali sequenze, senza dunque dover ricorrere a controfigure. L’attore David Schofield – noto per aver interpretato il senatore Falco ne Il gladiatore (2000) e Ian Mercer in Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma e Ai confini del mondo – interpreta Alpöhi, nonno di Heidi.

L’attore Casper Van Dien interpreta invece il crudele Presidente Hermann Meili. Van Dien è noto in particolare per il film Starship Troopers – Fanteria dello spazio. In Mad Heidi, a circa 9 minuti e mezzo dalla fine del film, c’è un cortometraggio video intitolato “Nutrizione e patriottismo”. Diversi personaggi in questo corto dicono: “Sto facendo la mia parte”. Si tratta di un omaggio propriio a Starship Troopers, di cui Van Dien era protagonista. Infine, il personaggio della Signorina Rottweiler, interpretato da Katja Kolm è una parodia della Signorina Rottermeier, la perfida governante di Klara nel romanzo originale di Heidi.

Il trailer di Mad Heidi e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 28 agosto alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

A un passo dalla verità: la storia vera dietro il film

A un passo dalla verità: la storia vera dietro il film

Diretto da Yves Rénier (qui alla sua ultima regia prima della scomparsa), il film francese A un passo dalla verità propone un punto di vista privilegiato sulla vicenda del serial killer Michel Fourniret, tra i più crudeli e mostruosi assassini della storia della Francia contemporanea. Il film, tratto dal romanzo La mésange et l’ogresse di Harold Cobert del 2016, ripropone infatti gli eventi e i crimini di cui si è macchiato e di come si sia infine giunti – dopo molto tempo – al suo arresto.

La storia, in particolare, si concentra sul lavoro congiunto della polizia belga e francese per portare all’arresto di Fourniret e della moglie. Uscito nel 2021, il film non ha mancato di suscitare svariate polemiche per l’apparentemente mancato rispetto alle vittime. Le famiglie di queste, infatti, che hanno denunciato lo sfruttamento della storia per quest’opera. Ma anche il figlio di Fourniret si è lamentato della sua realizzazione, provando poi a bloccarne la trasmissione.

In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a A un passo dalla verità. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera a cui ci si riferisce. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

A un passo dalla verità trama

La trama e il cast di A un passo dalla verità

Il film segue il caso di Michel Fourniret (Philippe Torreton), arrestato il 26 giugno 2003 per aver rapito una ragazza minorenne. L’uomo viene denunciato proprio dalla ragazzina che riesce a scappare dal suo furgone. Nello stesso periodo, la polizia è a caccia di un pericoloso serial killer e l’arresto di Fourniret porta gli inquirenti a pensare che si tratti proprio di lui. L’uomo nega di essere l’assassino seriale e tiene il punto senza mai scomporsi.

L’unica persona che può aiutare le indagini è la moglie Monique (Isabelle Gélinas). La polizia, però, è divisa tra la possibilità che Monique sia una semplice testimone, ignara degli orrori commessi, o una complice silenziosa e consapevole. Inizia così una serrata caccia psicologica, una battaglia di nervi tra gli investigatori e la donna, per far emergere la verità. La tensione cresce man mano che gli interrogatori si susseguono, mentre gli investigatori cercano disperatamente di far crollare la donna e di ottenere una sua confessione.

L’attore Philippe Torreton interpreta il serial killer, Michel Fourniret, mentre Isabelle Gélinas interpreta sua moglie Monique Fourniret. Nel cast recitano poi François-Xavier Demaison nel ruolo del commissario Declerk, Mélanie Bernier in quello del capitano Nielsen e poi Yves Rénier nel ruolo di Arnaud Costenoble, François-David Cardonnel in quello di Joris Delhaye e Lilea Le Borgne in quello di Louise Nielsen.

A un passo dalla verità cast

La storia vera dietro il film

Il film, come anticipato, è basato sulla vera storia di Michel Fourniret, uno dei più spietati serial killer francesi, noto come “l’Ogre delle Ardenne”. Nato il 4 aprile 1942 a Sedan, in Francia, Fourniret ha terrorizzato la Francia e il Belgio per oltre due decenni. Tra gli anni ’80 e ’90 ha rapito, violentato e ucciso almeno nove ragazze, tutte giovani e vulnerabili. Il suo modus operandi prevedeva l’attirare le sue vittime con la promessa di un passaggio o di un lavoro, per poi portarle in luoghi isolati dove consumava i suoi crimini.

La sua cattura avvenne solo nel 2003, quando tentò di rapire una quattordicenne che, fortunatamente, riuscì a fuggire e a denunciare l’aggressione. Questo portò all’arresto di Fourniret e all’inizio di una lunga indagine che rivelò l’orrore dei suoi crimini. Durante gli interrogatori, fu proprio Monique Olivier, la moglie di Fourniret, a fornire le informazioni cruciali che permisero alla polizia di scoprire la verità. La coppia viveva in un castello a Sautou, dove furono ritrovati i corpi di alcune delle loro vittime, sepolti nei terreni circostanti.

Fourniret è poi stato anche collegato a un gruppo terroristico francese, l’Action Directe, sebbene i legami non siano mai stati completamente chiariti. Successivamente, Fourniret è stato estradato in Francia nel 2006 e condannato all’ergastolo per cinque omicidi. Successivamente ha confessato di aver compiuto 11 assassini ma è sospettato di altre 21 sparizioni. Solo anni dopo, nel 2020, il Mostro delle Ardenne ha confessato l’omicidio di una bambina di 9 anni. La moglie Monique è stata a sua volta accusata e condannata all’ergastolo in quanto complice dei brutali omicidi compiuti dal marito. Michel Fourniret è morto a 79 anni nel 2021

 Dove vedere A un passo dalla verità in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 28 agosto alle ore 21:30 sul canale Rai 1. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Beetlejuice Beetlejuice: recensione del film di Tim Burton – Venezia 81

Se nel corso della sua carriera Tim Burton ha rifiutato di realizzare sequel per alcuni dei suoi film cult, come Edward mani di forbice o Nightmare Before Christmas (quest’ultimo mai diretto da lui), considerandoli opere intoccabili e perfette nella loro unicità, per Beetlejuice – Spiritello porcello è accaduto qualcosa di diverso: in questo caso, infatti, la magia si è compiuta. Spinto da un desiderio profondo e dall’urgenza di scoprire cosa fosse accaduto oltre trent’anni dopo ai personaggi che aveva lasciato a Winter River, Burton ha messo insieme nuove idee per dare vita a un film, Beetlejuice Beetlejuice, che non solo rappresenta un ritorno alle sue radici artistiche, ma che si pone anche come un omaggio alla pellicola originale e un dono per i fan che dal 1988 non hanno mai smesso di sostenerlo.

Beetlejuice Beetlejuice ha così debuttato al Lido, aprendo l’81ª edizione del Festival del Cinema di Venezia nella sezione Fuori Concorso, pronto a scaldare i cuori dei fedeli burtoniani. Accanto agli attesi ritorni di Michael Keaton, Winona Ryder e Catherine O’Hara, ci sono delle new entry d’eccezione come Monica Bellucci, Justin Theroux, Willem Dafoe e Jenna Ortega, che potrebbe diventare la nuova musa di Burton. Distribuita da Warner Bros., la pellicola arriverà nelle sale a partire dal 5 settembre.

Beetlejuice Beetlejuice, la trama

Nel 1988, a Winter River, abbiamo lasciato Lydia, Charles e Delia a condividere la loro casa con i defunti Adam e Barbara Maitland, dopo che la prima era riuscita a sfuggire a un pericoloso matrimonio con il demone Beetlejuice. Li ritroviamo trentasei anni dopo, e tutto è cambiato: Lydia è ora protagonista di un programma televisivo in cui aiuta le persone a comunicare con i fantasmi che infestano le loro abitazioni, sotto la guida del suo nuovo compagno e manager, Rory. Ma la sua vita privata è tutt’altro che serena: sua una figlia, Astrid, non vuole proprio saperne della madre: le rimprovera di non essere mai riuscita a metterla in contatto con il padre defunto, nonostante la madre possa vedere i fantasmi.

Ma un tragico evento, caratterizzato dalla morte di Charles Deetz, costringe la famiglia a riunirsi e tornare a Winter River per celebrare il funerale nel luogo in cui hanno vissuto per tanti anni e lì seporlo. Nel frattempo, però, Lydia comincia ad avere spaventose visioni di Beetlejuice, e quando Astrid scopre il famoso modellino di Adam nascosto nella soffitta, teme che il demone possa essere evocato nuovamente, generando il caos. Tuttavia, la conoscenza di Astrid con Jeremy, un giovane del posto che cela un oscuro segreto, spingerà Lydia a cercare proprio l’aiuto di Beetlejuice per salvare sua figlia.

Un ritorno alle origini

Jenna Ortega in Beetlejuice Beetlejuice (2024)
Foto di Courtesy of Warner Bros. Pictures/Courtesy of Warner Bros. Pictu – © 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. A

Come lo stesso Burton ha rivelato in occasione della conferenza stampa, l’idea di un sequel di Beetlejuice aleggiava nell’aria già da diversi anni. Il regista ha più volte incontrato i protagonisti del primo film, Winona Ryder e Michael Keaton, riflettendo su come le vite dei loro personaggi potessero essere cambiate nel tempo. Interrogativi che hanno trovato risposta in una sceneggiatura capace di trasformare la speranza dei fan in realtà. Riprendendo temi e stilemi tipici del suo cinema, Burton ha costruito una narrazione che, pur rimanendo fedele alla struttura del primo film, la arricchisce dove necessario, trasformandola in un pretesto per tornare su un set che considera una seconda casa, e per rimettersi in contatto con personaggi diventati ormai iconici. Ancora una volta, il regista esplora una delle tematiche centrali della sua filmografia: l’intreccio fra il mondo dei vivi e quello dei morti.

Come già accaduto in altre sue opere, l’aldilà, pur nella sua grottesca inquietudine, è un luogo sorprendentemente attraente, divertente e vibrante. Anche di fronte al temuto Grande Ignoto, una delle destinazioni più temute dell’oltretomba, si canta e si balla. Burton ci regala un aldilà che, nonostante la sua macabra natura, suscita nel pubblico un desiderio segreto e perverso di volerlo visitare almeno una volta, perché, paradossalmente, appare più autentico e sincero della realtà stessa. Inoltre, la componente orrorifica per cui il regista ha – come ben si sa – un’inclinazione, anche in questo caso si amalgama perfettamente con il tono comico e irriverente, quest’ultimo tipico del personaggio di Beetlejuice, ancora motore della narrazione. Il risultato è un’opera fruibile e leggera, che testimonia come Burton non abbia perso il suo smalto, dimostrandosi ancora capace di armonizzare generi apparentemente opposti – la commedia e l’horror – senza rendere il film pesante o, ancor peggio, imbarazzante.

Effetti visivi giusti ma trame poco accattivanti

Beetlejuice Beetlejuice

Un plauso meritato va poi all’aspetto visivo di Beetlejuice Beetlejuice. Come nei primi lungometraggi di Tim Burton, emerge l’artigianalità del lavoro, con una netta preferenza per effetti speciali che privilegiano il contributo massiccio di trucco e parrucco, e l’uso della stop motion, tecnica prediletta del regista. Nonostante ciò, per restare al passo con i tempi e sfruttare le nuove tecnologie, è stata utilizzata anche la CGI, ma con misura, per evitare che il film perdesse il suo fascino artigianale, facendo di questo uno dei suoi punti di pregio.

Una nota di demerito va invece alla trama e alle sottotrame del film. Nonostante l’intenzione di esplorare temi come il lutto, l’affermazione di sé e la vendetta, le storyline risultano deboli, con alcuni elementi, come l’introduzione del personaggio interpretato da Monica Bellucci, che appaiono forzati. La sua Delores, ex moglie di Beetlejuice, evoca la figura di Emily de La sposa cadavere, sia per le cicatrici sia per il ruolo di sposa “tradita”, nonostante il suo background sia diverso e, a differenza di Emily, sia una delle antagoniste del film. Al di là di questo riferimento, la sua presenza si riduce a un espediente narrativo poco sviluppato, utile solo a far progredire la trama principale. In conclusione, il sequel di Beetlejuice riesce nell’intento di essere un omaggio nostalgico e un ritorno alle radici di quel regista visionario che il pubblico ha imparato ad amare, ma risulta meno efficace nel tentativo di offrire una continuazione davvero originale e sorprendente.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere – stagione 2, recensione della serie Prime Video

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Arriva il 29 agosto su Prime Video la seconda stagione della serie basata sulle storie della Terra di mezzo scritte dal Professore J.R.R. Tolkien e scrivere la recensione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere stagione 2 è un po’ aggrapparsi alle immagini e alle emozioni poetiche che la serie riesce a regalare agli spettatori, nonostante tutti i limiti e le difficoltà che eredita dal primo ciclo distribuito in piattaforma due anni fa. È innegabile l’emozione che si prova di fronte a quello che dovrebbe essere un avvincente viaggio attraverso la Terra di Mezzo, ma che svela presto parecchie debolezze.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere stagione 2, dove eravamo rimasti?

Foto Prime Video

La seconda stagione ha delle premesse più intriganti rispetto al primo ciclo, che ci aveva lasciati in sospeso con gli anelli elfici già forgiati e un Sauron mutafora che si era svelato agli occhi dell’incredula Galadriel. Questi elementi offrono certamente slancio narrativo al ciclo, e infatti la serie si rivela più avvincente, molto bella dal punto di vista della messa in scena eppure rivolta a uno spettatore sfiduciato dalla prima stagione.

Ambientato durante la Seconda Era della Terra di Mezzo, tra la mitica preistoria di Il Silmarillion e le lotte per la salvezza del mondo che abbiamo visto ne Il Signore degli Anelli, Gli Anelli del Potere – stagione 2 affronta la stessa sfida di molti prequel. Sappiamo già benissimo che Galadriel (Morfydd Clark) non riuscirà a impedire a Sauron (Charlie Vickers) di creare l’Unico Anello e di stabilire il suo oscuro potere a Mordor, che quando Isildur (Maxim Baldry) taglierà l’Anello dalla mano di Sauron, non ne uccide la sua totalità ma solo il suo corpo provvisorio. Esiste certamente un nucleo di fan interessati all’idea di farsi mostrare quanto già conoscono, di vedere la caduta di Númenor o la trasformazione degli harfoots in Hobbit sedentari.

Ma tutti gli altri spettatori hanno la necessità di essere intrattenuti e catturati con la costruzione di una suspense che esula da quanto è già noto. Altri prequel di successo, come Better Call Saul oppure House of the Dragon, hanno sfruttato l’ineluttabilità delle storie che hanno raccontato intensificando il senso di tragedia che incombe sul racconto, regalando agli show un taglio quasi nichilista.

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Un “problema” delle serie sequel

Gli Anelli del Potere stagione 2 vuole invece essere più leggero, forse offrire una narrazione più sana e pulita, adatta alle famiglie. È questa la prerogativa degli showrunner Patrick McKay e J.D. Payne, oltre a essere in linea con il materiale di partenza, che ha avuto il suo principio in un romanzo per bambini, Lo Hobbit. Evitare temi più cupi o difficili da gestire rimanendo in quel range di rating, sposta ancora di più peso sullo sviluppo dei personaggi come mezzo principale per catalizzare l’attenzione dello spettatore, ed è proprio per questo aspetto che Gli Anelli del Potere continua a fallire.

La parte più avvincente della seconda stagione è, in effetti, la più tetra, quella che segue la prospettiva del cattivo, Sauron, che tornato in scena sotto le mentite spoglie di Annatar, inganna Celebrimbor (Charles Edwards) e lo spinge a forgiare gli anelli per i Nani e per gli Uomini, tutti contaminati dalla sua influenza maligna. Il fabbro elfico, ammaliato dal successo dei tre anelli degli Elfi e tentato nella sua vanità, si lascia convincere prima e consumare dopo dall’ambizione del progetto, contribuendo a tutti gli effetti a portare Sauron a un passo dal coronamento del suo piano: la forgiatura dell’Unico.

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Questa trama è sicuramente interessante e approfondisce il tema della corruzione e della tentazione che abbiamo abbondantemente visto drammatizzata ne Il Signore degli Anelli, ma che qui si mostra alla sua origine, non solo in personaggi corruttibili come gli uomini (ricordate Boromir?), ma anche all’opera su elfi (Celebrimbor è la prima vittima di questa ambizione) e sui nani, tanto che assistiamo alla caduta del Re Durin (Peter Mullan) sotto l’influenza di uno dei Sette, divenuto incauto “scavando troppo in profondità e con troppa avidità”, di fronte all’impotenza del principe Durin (Owain Arthur) e sua moglie Disa (Sophia Nomvete). Il declino della Terra di Mezzo è inevitabile, e la corruzione di elfi e nani di fronte alle forze oscure ampiamente avviata.

Un groviglio di trame e personaggi confusi

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Questo conflitto cardinale nell’economia del racconto che percorre tutta la seconda stagione si immerge in un groviglio di trame, luoghi, personaggi abbozzati e situazioni che, per l’approssimazione con cui vengono messi in scena, corrono il rischio di tagliare fuori chiunque non abbia già familiarità con gli scritti di Tolkien. Sono molte le risposte necessarie che però la serie dà per scontate, come le motivazioni di alcune scelte dei personaggi, le ragioni dietro al conflitto in atto a Númenor per il controllo del regno, o ancora il semplice orientamento nella geografia della Terra di Mezzo che, ancora una volta, sembra facilitare soltanto chi già conosce a menadito i luoghi tolkieniani.

E questa confusione geografica si riflette anche nell’incapacità della serie di regalare personaggi memorabili, forse per scelte di casting non adatte o forse per una scrittura approssimativa dei personaggi stessi. È difficile affezionarsi ai protagonisti che pure vivono in un mondo in cui emotivamente si desidera ardentemente essere trasportati. Sono quindi preziose come il mithril quelle poche scene di autentica emozione che sono disseminate nello show, come quelle dedicate a Tom Bombadil, che finalmente fa la sua comparsa, oppure alcuni momenti in cui è protagonista il tormento interiore di Celebrimbor (Charles Edwards ha svolto un lavoro egregio).

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere – stagione 2 migliore rispetto alla prima

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La stessa campagna marketing di Amazon si è ridimensionata, tra la prima e la seconda stagione, segno che forse la produzione non ha intenzione di cambiare rotta ma vuole comunque tenersi stretti gli spettatori (pochi, in verità) che sono arrivati in fondo alla prima stagione. Dopotutto, da n punto di vista spettacolare, la serie ha un impatto importante, anche se non riesce a scalfire la superficie esteriore della confezione.

Certo, Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere – stagione 2 si rivela molto più avvincente del primo ciclo proprio alla luce della maggiore quantità di azione e coinvolgimento, tuttavia rimane un contentino rispetto al potenziale che il materiale di partenza. O forse l’adattamento di Peter Jackson ci ha illusi che potesse essere semplice portare a schermo (grande o piccolo che sia) la Terra di Mezzo.

I primi tre episodi della serie saranno disponibili su Prime Video dal 29 agosto, con un nuovo episodio ogni giovedì.

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