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The Raid: il remake nelle mani di Netflix e Michael Bay

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The Raid: il remake nelle mani di Netflix e Michael Bay

Il progetto che si è prefissato di realizzare un remake di The Raid sta andando avanti in casa Netflix, con il regista Patrick Hughes e i produttori Michael Bay e Gareth Evans. The Raid è l’ormai classico film d’azione indonesiano del 2011 interpretato da Iko Uwais, Joe Taslim e Yayan Ruhian ed è noto per la sua azione forsennata, violenta e frenetica con particolare attenzione allo stile di arte marziali indonesiano noto come Pencak Silat. Gareth Evans ha diretto il film e il sequel, The Raid II, che ha debuttato nel 2014 con un successo simile. Si è discusso della possibilità di un terzo film, ma non si è mai andati avanti oltre questo.

Ora arriva la notizia (tramite Deadline) che The Raid sta ricevendo una “reimmaginazione” da Hughes, con Bay ed Evans che fungono da produttori del progetto, che debutterà su Netflix. Il remake di The Raid è stato in lavorazione con vari registi e star nel corso degli anni, incluso uno con Joe Carnahan a un certo punto, ora è nelle mani di Netflix. Si dice che la rivisitazione abbia luogo negli Stati Uniti, in particolare nelle “Badlands’ di Filadelfia infestate dalla droga” dove “una task force d’élite della DEA sotto copertura risale una scala di informatori del cartello per catturare un boss”. Ecco cosa hanno da dire i produttori sulla nuova versione:

“Siamo incredibilmente entusiasti della visione unica di Patrick per questo film. È una versione decisamente originale del materiale, che promette di rispettare il film originale, portando anche un approccio e una prospettiva nuovi che stabiliranno il proprio corso nel genere d’azione.”

Eternals: ecco qual è la scena più bella per la regista Chloe Zhao

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Parlando con RadioTimes.com, Chloe Zhao ha condiviso con gli ascoltatori che, di tutte le scene di Eternals, il film Marvel che ha diretto e che è uscito lo scorso novembre in sala, è più orgogliosa del momento in cui “gli Eterni si uniscono”.

Sebbene ci siano “molte scintille”, il significato emotivo del loro incontro è stato ciò che l’ha colpita di più. Anche se i personaggi potrebbero non appartenere gli uni agli altri, dice, “trovano il loro posto” all’interno della “famiglia disfunzionale” di Eternals, che è un po’ quello che cerchiamo di fare tutti noi, nella nostra vita: trovare un posto.

“Ciò di cui sono più orgogliosa sono i momenti in cui gli Eterni si uniscono. Ci sono molte scintille tra loro. Sono persone che nei normali percorsi di vita non necessariamente si appartengono, ma riescono a trovare il loro posto all’interno di questa famiglia molto disfunzionale. Quello, amo più di tutto.”

Eternals, il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy Award Chloé Zhao, è arrivato il 3 novembre nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.

Il cast del film comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente Ikaris; Gemma Chan, che interpreta Sersi, amante dell’umanità; Kumail Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che interpreta l’intelligente inventore Phastos; Salma Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite, eternamente giovane e al tempo stesso piena di saggezza; Don Lee, che interpreta il potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario Druig; e Angelina Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera Thena. Kit Harington interpreta Dane Whitman.

Batgirl: un Easter Egg di Black Canary fotografato sul set!

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Batgirl: un Easter Egg di Black Canary fotografato sul set!

Mentre la produzione di Batgirl, nuovo film DCEU, continua, l’utente di Twitter Best of Jurnee Smollett ha condiviso le nuove foto del set della produzione. Le immagini rivelano vari graffiti di sfondo e opere d’arte progettate per le strade di Gotham. Tra questi, spiccano alcuni poster che promuovono qualcosa, forse un evento o un concerto, per Black Canary.

https://twitter.com/bestofjurnee/status/1480679985769811978?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1480679985769811978%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fbatgirl-movie-black-canary-easter-egg-set-image%2F

Abbiamo visto Black Canary in Birds of Prey interpretato da Jurnee Smollett e queste foto sembrano confermarci che il personaggio potrebbe apparire nel film o quantomeno confermano che fa parte di quell’universo narrativo.

È stato annunciato che Leslie Grace interpreterà Batgirl. Il suo precedente ruolo cinematografico è stato nell’adattamento della WB di In the Heights, acclamato dalla critica. Mentre la trama di Batgirl è ancora nascosta, il film vedrà J.K. Simmons torna nel ruolo del commissario Gordon, visto l’ultima volta in Justice League di Zack Snyder. Jacob Scipio partecipa al film in un ruolo non rivelato e Brendan Fraser interpreta il cattivo Garfield Lynns, noto anche come Firefly.

Batgirl doveva essere diretto da Joss Whedon, regista di The Avengers e Avengers: Age of Ultron, nonché della versione cinematografica di Justice League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a “decifrare la storia”.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: nuovi dettagli sul costume di Scarlet Witch

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Dopo il glorioso Wandavision, in cui esplode con tutta la sua potenza, è innegabile che il pubblico del MCU non veda l’ora di ritrovare Wanda Maximoff in Doctor Strange nel Multiverso della Follia.

Ora, grazie al merchandise del film, possiamo dare uno sguardo ancora più ravvicinato al costume che indosserà la Scarlet Witch di Elizabeth Olsen nel film con Benedict Cumberbatch.

Guarda il trailer di Doctor Strange nel Multiverso della Follia

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Doctor Strange nel Multiverso della Follia arriverà al cinema il 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Shang-Chi 2: le domande a cui deve rispondere secondo Simu Liu

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Shang-Chi 2: le domande a cui deve rispondere secondo Simu Liu

Indipendentemente da quanto tempo ci vorrà a realizzare il sequel, Simu Liu, protagonista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, è molto entusiasta di ciò che ci aspetta in Shang-Chi 2. In una recente intervista con Complex Canada, Liu ha rivelato di aver riflettuto molto su dove può arrivare Shang-Chi nel sequel.

Gli è stato chiesto esattamente cosa spera di esplorare nel film in uscita e lui ha esposto quali domande lo intrigano: “Credo che sarà interessare capire cosa Shaun decide di fare con tutto questo potere ottenuto, capisci? Lo stesso potere che ha consumato suo padre, ha consumato Wenwu. Sono curioso di sapere come se la caverebbe qualcuno molto più giovane, molto più inesperto, con gli Anelli. Solo l’idea di ricevere all’improvviso qualcosa di così potente ma anche così pericoloso. E poi l’altra grande domanda che ho è in che modo Shaun si inserisce nel resto del MCU? Chi incrocerà? Che tipo di squadre? Che tipo di collegamenti, Easter Eggs? Sono all’oscuro come tutti gli altri, quindi non so nulla, ma sono entusiasta di immergermi in quel processo.”

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, la recensione del film

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è arrivato al cinema il 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, ha diretto il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Indiana Jones 5: resta ancora un mese di riprese!

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Indiana Jones 5: resta ancora un mese di riprese!

James Mangold ha affermato, rispondendo ad una domanda su Twitter, che le riprese di Indiana Jones 5 andranno avanti ancora per un mese. Dopo aver visto le foto dal set di Harrison Ford e Phoebe Waller-Bridge, questo è l’unico aggiornamento significativo sul film che abbiamo di recente.

https://twitter.com/realJohnnyMarco/status/1477307570171924480?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1477415868753612802%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es2_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Findiana-jones-5-filming-update-james-mangold-comments%2F

Cosa sappiamo di Indiana Jones 5

James Mangold (Logan – The Wolverine) sarà il regista di Indiana Jones 5 al posto di Steven Spielberg, che invece aveva diretto tutti gli altri capitoli precedenti della saga. A bordo del progetto torna invece John Williams, già compositore dell’iconica colonna sonora che accompagna il personaggio da 40 anni. Nel cast, oltre a Harrison Ford, ci sarà anche Phoebe Waller-Bridge. Le riprese dovrebbe partire in primavera.

Prima dell’ingaggio di Mangold, la sceneggiatura era stata affidata a David Koepp,  he ha poi lasciato il progetto insieme a Spielberg. Prima di Koepp, anche Jonathan Kasdan (figlio dello sceneggiatore de I predatori dell’arca perduta, Lawrence Kasdan) aveva messo le mani sullo script. L’uscita nelle sale del film è già stata posticipata diverse volte: inizialmente previsto per il 19 Luglio 2019, il film è stato rinviato prima al 10 Luglio 2020, poi al 9 Luglio 2021 e infine al 29 Luglio 2022.

Thor: Love and Thunder dovrà dare molte spiegazioni sul Mjolnir

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Thor: Love and Thunder dovrà dare molte spiegazioni sul Mjolnir

È già noto che Thor: Love and Thunder mostrerà l’arrivo di Mighty Thor di Jane Foster, completo del suo Mjolnir. I punti interrogativi sulla storia, sul fatto che Jane possa o meno essere “degna”, sull’impostazione narrativa sono sufficienti per generare migliaia di conversazioni e dibattiti tra i fan, ma c’è anche un grosso problema logistico che il film dovrà affrontare. Il concept art per il quarto film da solista di Thor ha stabilito che il Mjolnir di Jane sarà effettivamente lo stesso di quello distrutto da Hela in Thor: Ragnarok.

Thor: Ragnarok ha usato la distruzione del Mjolnir da parte della villain, Hela, come unità di misura del suo potere, per stabilire da subito che fosse una minaccia gravissima. Un po’ quello che hanno scelto di fare con Thanos, quando all’inizio di Avengers: Infinity War uccide Loki. Tuttavia, il concept ci mostra Mighty Thor con il Mjolnir in pugno.

In che momento Jane Foster è entrata in possesso del mitico Martello di Thor? L’ipotesi più plausibile anche se improbabile è che Mighty Thor si sia materializzata in quel punto della Scandinavia dove Odino si era esiliato, dove viene raggiunto dai tre figli e dove Hela distrugge il martello. Cosa che sembrerebbe confermata dal concept, visto che nel disegno, il Mjolnir è pieno di segni che ne indicano la distruzione.

Odino ha scelto di nascondersi in una tranquilla contemplazione dopo essere uscito dall’incantesimo di Loki. Sapeva che stava vivendo gli ultimi giorni della sua lunga vita, e cosa sarebbe successo una volta che la sua magia fosse svanita e la terrificante Hela fosse stata libera. La sua decisione di isolarsi, rimanendo in esilio e insistendo sul fatto che il dottor Strange non dicesse a nessuno dove si trovasse era buona quanto un incantesimo che proteggesse la sua posizione. Il fatto che Strange sia riuscito a trovarlo solo prendendo una ciocca di capelli di Thor suggerisce inoltre che la cima della scogliera non fosse una destinazione turistica molto nota. Era un posto anonimo, per non farsi trovare. L’idea che un posto del genere sarebbe stato ritrovato per erigere un santuario in cui i frammenti di Mjolnir sarebbero rimasti immobili per essere “adorati” è illogica nella migliore delle ipotesi. Per non parlare del fatto che lasciare gli artefatti magici (non importa quanto incantati) in un campo incustodito sarebbe incredibilmente stupido.

Thor: Love and Thunder ha bisogno di spiegare o ricostruire le protezioni intorno alla posizione di Odino prima che sia credibile che Jane possa visitare il santuario e rimettere insieme i frammenti di Mjolnir per la sua trasformazione di Mighty Thor. Non sarebbe stato più appropriato per Jane Foster evocare lei stessa in qualche modo i frammenti, se fosse stata ritenuta degna da Odino? È difficile capire perché abbia persino visitato il santuario di Odino, dato che nel loro unico incontro l’aveva insultata e poi imprigionata. Non è certo la configurazione per una relazione affettuosa. In breve, il film di Taika Waititi dovrà fare i conti con molti sospesi e questioni da spiegare.

Thor: Love and Thunder

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 maggio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and Thunder, un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Guardiani della Galassia Vol. 3: la prima anticipazione sulla storia di Adam Warlock

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Uno dei personaggi più attesi in Guardiani della Galassia Vol. 3 è sicuramente Adam Warlock, che sarà interpretato da Will Poulter. In un’intervista esclusiva di Screen Rant con James Gunn, il regista non ha rivelato quanto richiesto sul personaggio, ma conferma che, finora, l’attore si sta comportando benissimo.

Gunn dice anche che i fan “adoreranno” il personaggio salvo poi correggersi immediatamente, dicendo che lo “apprezzeranno”: “Oh, (Will Poulter) è il migliore. È il migliore. Sta facendo cose meravigliose. Le persone ameranno davvero Adam – che dico, ameranno? Apprezzeranno Adam Warlock.”

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff, Karen Gillan, Will Poulter insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Robin Williams: 10 cose che non sai sull’attore

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Robin Williams: 10 cose che non sai sull’attore

Robin Williams è uno degli attori più brillanti e talentuosi che la storia del cinema abbia mai potuto conoscere. Le sue erano abilità davvero uniche e la caratteristica di questo attore è che ha saputo dimostrarle sia nei suoi progetti lavorativi, sia fuori. La sua è stata una lunga carriera, fatta di titoli incisivi e di ruoli iconici, conquistando il pubblico di tutto il mondo con la sua spontaneità, la sua simpatia e quel talento recitativo che si è spento troppo presto.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Robin Williams.

Robin Williams: i suoi film

 

1. Ha recitato in celebri film. La carriera di Robin Williams è iniziata nel lontano 1977, quando inizia ad apparire in alcune serie tv come La famiglia Bradford, Mork & Mindy ed Happy Days, oltre che nel lungometraggio Il film più pazzo del mondo. Sebbene nel corso della sua carriera non abbia mai abbandonato il piccolo schermo, partecipando a serie come Homicide (1994), Friends (1997) e Life with Bonnie (2003), Williams si è concentrato sul cinema, apparendo in Popeye – Braccio di ferro (1980), Mosca a New York (1984), Good Morning, Vietnam (1987), L’attimo fuggente (1989), Risvegli (1990), La leggenda del re pescatore (1991) e Hook – Capitano Uncino (1991). In seguito lavora in Toys – Giocattoli (1992), Mrs. Doubtfire (1993), Jumanji (1995), Harry a pezzi (1997), Jack (1996), Flubber – Un professore tra le nuvole (1997), Will Hunting – Genio ribelle (1997), Al di là dei sogni (1998), Patch Adams (1998), L’uomo bicentenario (1999), Insomnia (2002), One Hour Photo (2002), The Big White (2005), L’uomo dell’anno (2006) e Una notte al museo (2006). Tra gli ultimi suoi lavori, vi sono Licenza di matrimonio (2007), Il papà migliore del mondo (2009), Big Wedding (2013), Boulevard (2014) e Una notte al museo – Il segreto del faraone (2014).

2. Non solo attore, ma anche doppiatore, regista e produttore. Nel corso della sua carriera, Robin Williams ha avuto modo di vestire i panni del doppiatore, prestando la propria voce per film come Dear America – Lettere dal Vietnam (1987), A.I. – Intelligenza Artificiale (2001), Un’occasione da Dio (2015) e per i film d’animazione Aladdin (1992), Aladdin e il re dei ladri (1996), Robots (2005), Happy Feet (2006) ed Happy Feet 2 (2011). Inoltre, ha ricoperto il ruolo di produttore per i film Mrs. Doubtfire, Jakob il bugiardo (1999) e Comic Relief (1986) che Williams ha diretto, dopo aver già sperimentato la regia con un episodio di Mork & Mindy (1982).

3. Ha vinto un Oscar. Dopo essere stato candidato come miglior attore protagonista per i film Good Morning, Vietnam, L’attimo fuggente e La leggenda del re pescatore, Williams ha infine vinto il premio Oscar come miglior attore non protagonista per la sua interpretazione dello psicologo Sean nel film Will Hunting – Genio ribelle. Ancora oggi quella è considerata una delle interpretazioni più belle realizzate da Williams nel corso della sua carriera.

Robin Williams frasi

Robin Williams: coniuge

4. È stato sposato tre volte. Robin Williams non ha mai rivelato troppo della sua vita privata: tuttavia, si sa che si è sposato più di una volta. L’attore, infatti, è convolato a nozze per la prima volte il 4 giugno del 1978 con Valerie Velardi, per poi divorziare il 6 dicembre di dieci anni dopo e dopo la nascita del figlio Zachary, nato nel 1983. In seguito si sposò con Marsha Garces nell’aprile del 1989 e dalla loro unione sono nati Zelda (1989) e Cody Alan (1991). Dopo aver divorziato anche da lei nel 2010, l’anno successivo si è risposato per la terza volta con Susan Schneider, con un matrimonio durato fino alla morte di lui.

Robin Williams: la morte

5. William si è suicidato. Ciò che si pensava non potesse essere vero, purtroppo, lo è stato. Pochi giorni dopo la sua morte, il coroner aveva confermato che l’attore si era impiccato nella sua camera con una cintura, confermando la morte per asfissia. Non è ancora chiaro se l’attore abbia agido con consapevolezza o senza lucidità. Ciò che è certo, è che la morte di Williams ha lasciato un profondo vuoto nelle innumerevoli persone che lo amavano come uomo e come attore.

6. Era stato colpito da una malattia degenerativa. Se nei primi tempi dopo la sua morte si pensava che Robin Williams avesse scoperto di essere affetto dal Parkinson, in realtà, ciò che l’aveva colpito, è una malattia degenerativa che si chiama demenza da corpi di Lewy. Questa malattia porta ad una perdita progressiva della memoria, delle emozioni, dei movimenti del corpo, provocando crisi incontrollabili, attacchi di panico e allucinazioni.

Robin Williams in Jumanji

7. Recitare con effetti speciali messi successivamente è stata un’esperienza straniante. Per Robin Williams, il fatto di recitare con animali e oggetti che non erano realmente presenti e sono stati inseriti in post-produzione, era stato come “prendere della LSD” perché “dovevi immaginare tutto, come un’allucinazione”. Per questo motivo l’esperienza sul set di Jumanji non è stata delle più semplici per lui, ma ha affermato di essersi comunque divertito moltissimo e di avere un ottimo parere del film.

robin williams

Robin Williams scambiato per il cantante Robbie Williams

8. Il suo nome viene spesso confuso con quello del cantante. Per via della somiglianza tra i loro nomi, Robin Williams e il cantante Robbie Williams vengono spesso e volentieri confusi. Pur se si ha ben presente chi sia l’uno e chi l’altro in quanto ad aspetto, in più occasioni si finisce con il chiamare l’uno con il nome dell’altro. I due, tuttavia, non hanno alcuna parentela e condividono solo questo buffo dettaglio che confonde molti.

Robin Williams: le sue frasi più belle

9. Williams e le sue frasi iconiche. Sono molte le frasi che hanno reso Robin Williams una vera e propria icona del ventesimo e del ventunesimo secolo. Eccone alcune:

  • La cocaina è il modo che usa Dio per dirti che stai facendo troppi soldi.
  • Pensavo che la cosa peggiore nella vita fosse finire tutto solo. No, non lo è. La cosa peggiore nella vita è quella di finire con persone che ti fanno sentire veramente solo
  • I politici sono come i pannolini: bisogna cambiarli spesso. E per lo stesso motivo.
  • La satira è viva, sta bene e vive alla Casa Bianca.
  • Ti do un consiglio: mai sputare in un tornado!

10. Le sua frasi di film che hanno fatto la storia. Al di là della persona, Robin Williams ha dato vita a personaggi davvero unici che resteranno nella memoria collettiva delle persone grazie anche a delle celebri frasi. Ecco alcune di quelle che fatto parte dei personaggi interpretati dall’attore americano:

  • Così le tue avventure sono finite… Oh no! Vivere… vivere può essere un’avventura straordinaria! (Hook – Capitan Uncino)
  • Sai cos’è la musica!? È Dio che ci ricorda che esiste qualcos’altro in questo mondo! (La musica nel cuore)
  • Solo nei sogni gli uomini sono davvero liberi, è da sempre così e così sarà per sempre. (L’attimo fuggente)
  • L’inferno non esiste! Il vero inferno è una vita andata storta. (Al di là dei sogni)
  • Ridere non è solo contagioso, ma è anche la migliore medicina. (Patch Adams)

Fonti: IMDb, Deadline

Bagirl: il Batman di Micheal Keaton sarà affiancato da Robin!

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Bagirl: il Batman di Micheal Keaton sarà affiancato da Robin!

Dopo l’annuncio emozionante che confermava il ritorno del Batman di Michael Keaton in Batgirl, attualmente in produzione, arriva un’altra notizia che farà felici i fan dell’ìUomo Pipistrello burtoniano.

Alcune foto che sono trapelate dal set di Batgirl hanno confermato che il film prevede la presenza di Robin, o almeno il fatto che esiste nell’universo che si sta mettendo in scena. Su twitter sono infatti comparse delle foto rubate che mostrano un murales con sopra raffigurato il Dinamico Duo. Sarebbe la prima volta, per Michael Keaton, avere accanto il suo Wonder Boy mentre veste i panni dell’Uomo Pipistrello!

È stato annunciato che Leslie Grace interpreterà Batgirl. Il suo precedente ruolo cinematografico è stato nell’adattamento della WB di In the Heights, acclamato dalla critica. Mentre la trama di Batgirl è ancora nascosta, il film vedrà J.K. Simmons torna nel ruolo del commissario Gordon, visto l’ultima volta in Justice League di Zack Snyder. Jacob Scipio partecipa al film in un ruolo non rivelato e Brendan Fraser interpreta il cattivo Garfield Lynns, noto anche come Firefly.

Batgirl doveva essere diretto da Joss Whedon, regista di The Avengers e Avengers: Age of Ultron, nonché della versione cinematografica di Justice League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a “decifrare la storia”.

The Tender Bar, la recensione del film con Ben Affleck

The Tender Bar, la recensione del film con Ben Affleck

Su Amazon Prime Video è disponibile The Tender Bar, Il bar delle grandi speranze, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di J. R. Moehringer. Il film, diretto da George Clooney, si basa su una raccolta di memorie, trasformata in un colorito lungometraggio che ripercorre la crescita dello scrittore in una famiglia per nulla semplice.

La trama di The Tender Bar

J. R. – diminutivo di Junior – è un ragazzino di 11 anni che vive con la madre Dorothy (Lily Rabe) nella casa del nonno. Con loro, abita anche lo zio Charlie (Ben Affleck), figura di riferimento per J. R., a differenza del padre. Il figlio lo conosce a malapena, sa solo che vive a New York, lavora in radio e si fa chiamare The Voice (La Voce). L’uomo ha causato solo danni alla madre.

Junior cresce quindi in una famiglia estremamente umile, ma, ad esclusione del padre, ha delle ottime guide sul suo cammino: non solo Dorothy, che vuole a tutti i costi permettere al figlio di andare all’università, ma anche e soprattutto lo zio Charlie, che cerca di trasmettere al nipote fin da quando è piccolo i valori essenziali per essere un brav’uomo e la passione per la letteratura. Nonostante ciò, non sarà facile per il ragazzo trovare la propria strada…

Grandi Speranze, Dickens e drink

The Tender Bar naviga tra due mondi, apparentemente distanti ma che qui vengono accostati proprio per racchiudere il senso del film: la letteratura e  il bar di provincia. Zio Charlie è bar tender del pub Dickens di Manahasset, a Long Island: qui, sugli scaffali, bottiglie di Gin e Whiskey, caraffe di birra, sigarette si mescolano ai libri, grande passione di Charlie. Al bancone, tra gli ubriaconi e i bevitori occasionali, c’è sempre il piccolo J. R., che passa il tempo a leggere i libri dello zio. Le Great Expectations, le Grandi Speranze, non sono solo quelle del romanzo di Dickens: è proprio nel pub che J. R. realizza di voler fare lo scrittore.

In The Tender Bar, per una volta, la povertà e l’ignoranza della provincia non vengono esasperate fino a rendere lo scenario cupo, torbido, senza possibilità di uscita. Nel film è rappresentata entusiasticamente l’occasione per un ragazzo nato povero di costruirsi un futuro migliore, senza però creare una storia paradossale. Non si passa da una vita orribile a una meravigliosa, non c’è un volo pindarico dalla povertà estrema al lusso sfrenato, ma c’è un miglioramento credibile quanto auspicabile.

La figura paterna in The Tender Bar

The Voice (Max Martini), il padre di J. R., è il personaggio più disprezzabile di The Tender Bar. Burbero, assente, violento e alcolizzato, non ha alcun tipo di rapporto con il figlio. Compare un paio di volte, fa qualche telefonata e, in queste poche occasioni, non fa altro che dimostrare la sua pochezza ed ignoranza. L’interprete di J. R. bambino, Daniel Ranieri, è abilissimo nel mostrare dapprima la speranza e la ricerca dell’affetto paterno e poi la rabbia e la rassegnazione per non riuscire ad ottenerlo. Ascolta alla radio La Voce, attende con ansia una chiamata o una visita, per poi rimanere deluso.

Fortunatamente, J. R. ha attorno a sè una famiglia che lo supporta come può. Oltre alla madre – Lily Rabe è al tempo stesso tenera e stoica nel suo ruolo, c’è lo zio Charlie a fare da punto di riferimento per J. R.. Ben Affleck, perfetto nel personaggio dell’uomo semplice, con i piedi per terra e la testa sulle spalle, parla al nipote trattandolo come un giovane adulto, senza mezzi termini. È un consigliere capace, e il suo bar è un luogo di conforto per J. R. fino all’età adulta.

The Tender Bar film 2022L’America di provincia: villette e auto

Una nota di merito in The Tender Bar va alla rappresentazione degli spazi della storia. Gli anni Settanta e Ottanta sono resi in immagini ricche delle tonalità di quel periodo: arredi scuri, maglioni kitsch, velluti marroni e auto decappottabili dai colori cangianti. Nelle ambientazioni e nei costumi c’è un velo di fantasia e di esagerazione che però trova senso nel racconto della gioventù da parte di J. R. adulto.

L’adolescenza e lo scontro di classe

Non mancano nel film le difficoltà che J. R., andando al college, si trova a dover affrontare. Il primo amore, travolgente ed impossibile, con l’imborghesita Sydney, è solo uno degli elementi di confusione che invadono il ragazzo. A dispetto delle insinuazioni della ragazza, il trauma del padre assente, la vita umile e squallida dell’infanzia, non sono ostacoli insormontabili per J. R.: nulla nel film scade nel tragico o nel catastrofico.

The Tender Bar, in uno stile che a tratti ricorda il film di formazione per eccellenza Boyhood di Richard Linklater, tocca i temi dell’adolescenza, della formazione, delle classi sociali, con profondità e delicatezza. L’ordinarietà e la semplicità della famiglia di J. R. non scadono nella banalità ma anzi rendono la storia vicina a quella di un qualsiasi spettatore. Infine, Tye Sheridan è il volto giusto per la parte di Junior ragazzo: una faccia pulita ed espressiva, con occhi in grado di trasmettere tutte quelle Grandi Speranze che riempiono le menti dei giovani adulti.

A casa tutti bene – La Serie: anticipazioni sul finale di serie

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A casa tutti bene – La Serie: anticipazioni sul finale di serie

Un matrimonio tanto atteso che non sarà il lieto evento sperato, una relazione extraconiugale che creerà più problemi del previsto, ma soprattutto un mistero dal passato dei Ristuccia nascosto da decenni e tornato a galla per caso, che stravolgerà le vite di tutti i protagonisti: è davvero ricchissimo di colpi di scena il gran finale di A casa tutti bene – La Serie, la prima serie TV firmata da Gabriele Muccino, già rinnovata per una seconda stagione. Disponibile per tutti da lunedì 10 gennaio dalle 21.15 su Sky Serie e in streaming su NOW, grazie a extra, il programma fedeltà di Sky, per i clienti Sky da più di 3 anni il finale di stagione di A Casa Tutti Bene è già disponibile on demand nella sezione extra.

A casa tutti bene, la canzone inedita di Lorenzo “Jovanotti” Cherubini realizzata per una nuova collaborazione con l’amico Gabriele Muccino dopo il grandissimo successo di “Baciami ancora” e “L’estate addosso”, chiuderà l’ottavo e ultimo episodio finalmente nella sua versione integrale, dopo aver avuto modo di essere apprezzata in versione ridotta durante i titoli di testa di tutte le puntate. Il brano “A casa tutti bene” è disponibile dal 10 gennaio insieme alla colonna sonora originale in tutti i digital store ed è scritto, assieme a Jovanotti, dal maestro Paolo Buonvino, autore di tutte le musiche originali della serie.

Reboot dell’omonimo film di Gabriele Muccino campione di incassi del 2018, A Casa Tutti Bene – La serie è un family drama prodotto da Sky e da Lotus Production, una società Leone Film Group. Otto episodi girati da Gabriele Muccino e da lui scritti insieme a Barbara Petronio(anche produttrice creativa), Andrea Nobile, Gabriele Galli, Camilla Buizza.

Un grande cast corale in A casa tutti bene – La Serie interpreta i membri della numerosa famiglia protagonista, nei suoi due rami: Laura Morante e Francesco Acquaroli guidano il cast nei ruoli di Alba e Pietro Ristuccia, proprietari del ristorante San Pietro, a Roma, e genitori di Carlo, Sara e Paolo interpretati rispettivamente da Francesco Scianna, Silvia D’Amico e Simone Liberati.  Euridice Axen è Elettra, ex moglie di Carlo, mentre l’esordiente Sveva Mariani interpreta Luna, la figlia della coppia, legata a Manuel, il cuoco del San Pietro interpretato da Francesco Martino. Nei panni di Ginevra, attuale compagna di Carlo, Laura Adriani. Antonio Folletto è invece il compagno di Sara, Diego.  Quindi i Mariani: Paola Sotgiu interpreta Maria Mariani, sorella di Pietro e madre di Sandro e Riccardo Mariani, nei cui panni figureranno Valerio Aprea e Alessio Moneta. Emma Marrone interpreta la compagna di Riccardo, Luana, mentre Milena Mancini sarà Beatrice, la compagna di Sandro. Nel cast anche il giovanissimo Federico Ielapi e Maria Chiara Centorami, rispettivamente nei panni del figlio e della nuova compagna di Paolo. Mariana Falace è invece Regina, collega e amante di Diego.

A casa tutti bene – La Serie EPISODI 7

La malattia di Sandro non migliora e Maria suggerisce un luogo alternativo al ristorante, ora fuori uso, per celebrare subito il matrimonio con Beatrice. Ginevra, incaricata dei preparativi, arriva per prima alla nuova location, la villa all’Argentario, insieme ai futuri sposi. Grazie a Sandro, scoprirà un segreto a lungo nascosto, sepolto nel passato, che potrebbe coinvolgere vari membri della famiglia.

A casa tutti bene – La Serie, episodio 8

Il giorno del matrimonio di Sandro e Beatrice non è il lieto evento tanto sperato. Ginevra rivela a Carlo cosa ha scoperto e lui affronta la madre che si inventa una scusa ma poi è costretta a dire la verità. Nel frattempo, Regina ha deciso di rimanere a Roma ed è decisa a distruggere la serenità di Sara e Diego. Ginevra potrebbe finalmente entrare nella famiglia ma ora è troppo sconvolta. Lascia il ricevimento, seguita da Riccardo e Carlo.

La leggenda di Bagger Vance: il libro, il cast del film e il suo significato

Quello del film sportivo è un genere ricco di titoli celebri e particolarmente apprezzati da critica e pubblico. In questi, il più delle volte, si narrano le gesta di atleti realmente esistiti e degni di essere ricordati con un lungometraggio incentrato esclusivamente su di loro. Un caso particolarmente affascinante è però quello rappresentato dal film La leggenda di Bagger Vance. Diretto nel 2000 dal premio Oscar Robert Redford, questo è basato sul golf, a cui unisce profonde lezioni di vita.

La storia è basata sull’omonimo libro di Steven Pressfield, pubblicato nel 1995, e per dar volto ai suoi protagonisti sono stati chiamati dei celebri attori hollywoodiani, tra cui Will Smith, Matt Damon e Charlize Theron. Pur con premesse di questo calibro, il film non riuscì ad incontrare il favore del pubblico, rivelandosi un considerevole flop al botteghino. Anche la critica sembrò non apprezzare il titolo, lamentando l’ennesimo utilizzo di stereotipi. Con il tempo però, il film è stato lentamente rivalutato, suscitando in particolare l’interesse degli appassionati dello sport qui protagonista.

Ad oggi, infatti, questo è uno dei più conosciuti film sul golf, capace di mostrarne la difficoltà ma anche le grandi, e imprevedibili, questioni filosofiche coinvolte. Attraverso la storia ci si imbatte infatti in lezioni inerenti questo sport ma che si applicano a tante situazioni della vita. Nel seguire il percorso del protagonista, tra i suoi alti e i suoi bassi, si possono infatti ritrovare metafore e simbolismi capaci di comunicare ad un pubblico universale. È così che ancora oggi questo film nasconde un fascino particolare, che non manca di attrarre nuovi spettatori.

La leggenda di Bagger Vance: la trama dei film

Protagonista del film è il giovane Rannulph Junuh, la cui passione più grande è quella per il golf, sport dove dimostra straordinarie capacità. Questi è però costretto ad abbandonare il campo da gioco per recarsi sul campo di guerra, chiamato infatti a servire gli Stati Uniti nella Prima guerra mondiale. Fortunatamente, Rannulph riesce a salvarsi e tornare a casa, portando però con sé tutti i traumi che il conflitto inevitabilmente genera nell’animo umano. Per cercare di superare questi traumatici ricordi, il giovane si getta nell’alcol, sprecando gli anni migliori della sua vita e dimenticando la sua passione per il golf.

Dopo dieci anni, tuttavia, Rannulph riceve un invito a giocare in un importante torneo golfistico, dove saranno presenti anche i due grandi campioni del momento: Bobby Jones e Walter Hagen. La gara, scoprirà, è stata organizzata dalla sua ex fidanzata Adele, intenzionata a risollevare il centro sportivo della sua famiglia. Rannulph vede in quest’occasione la possibilità di rialzarsi e tornare ad essere un campione, ma gli anni passati a bere e isolarsi lo hanno segnato in modo indelebile. Convinto di non essere in grado di fare ancora bella figura in campo, egli è così sul punto di rifiutare l’offerta. Fortunatamente, però, si presenta da lui il misterioso Bagger Vance, che si propone di aiutarlo a tornare in campo.

La leggenda di Bagger Vance cast

La leggenda di Bagger Vance: il cast del film

Affidata a Redford la regia del film, questi avrebbe dovuto anche interpretare il ruolo del protagonista Rannulph. Per dar volto a Bagger Vance si era invece pensato al premio Oscar Morgan Freeman. Tuttavia, Redford riconsiderò tale ipotesi, sostenendo che il film avrebbe funzionato meglio con dei giovani attori. Fu così che il protagonista venne interpretato da Matt Damon, all’epoca divenuto popolare grazie a Will Hunting – Genio ribelle e Salvate il soldato Ryan. Damon, però, non aveva nessuna esperienza nel golf, e dovette così prendere lezioni private per più di un mese, imparando le basi di questo sport. L’eccessiva pratica lo portò tuttavia a riscontrare un infortunio alle costole, costringendolo ad un periodo di fermo.

A Will Smith è invece andato il ruolo di Bagger Vance, mentore del protagonista nonché figura chiave del film. Anche Smith spese diverso tempo ad imparare i rudimenti del golf, così da poter entrare ulteriormente in quel mondo e risultare più realistico nella sua interpretazione. Accanto a loro si ritrova poi l’attrice Charlize Theron, nel ruolo di Adele Invergordon. Anche lei si rivela una figura chiave all’interno del film, importante per la resurrezione spirituale di Rannulph. Nel film è inoltre presente il leggendario Jack Lemmon, che ricopre il ruolo di voce narrante. Questa è inoltre la sua ultima apparizione cinematografica, poiché l’attore venne a mancare pochi mesi dopo il completamento del film.

La leggenda di Bagger Vance: il significato del film

Il titolo originale e completo del romanzo da cui il film è tratto è The Legend of Bagger Vance: A Novel of Golf and the Game of Life. Da questo si può intuire la stretta relazione tra lo sport e la vita stessa, con somiglianze tra le due cose particolarmente sorprendenti. E il significato più profondo del film si ritrova proprio nel suo proporre una storia che, attraverso la metafora del golf, aspira a comunicare come nel corso della vita a chiunque può capitare di perdere il proprio swing, la propria direzione. È quello che succede al protagonista Rannulph, in cui ogni spettatore può probabilmente ritrovarsi. Ecco allora che entra in gioco Bagger Vance. Un coach, una guida, quella figura concreta o meno che aiuta a ritrovare la propria strada.

Bagger Vance aiuta Rannulph a raggiungere i suoi obiettivi, lo aiuta a guardare le cose da una prospettiva diversa, e soprattutto lo mette di fronte ad una serie di scelte. È proprio superando queste “prove” che Rannulph ritroverà la propria fiducia in sé stesso e la capacità di giocare, allo stesso tempo ritrovando anche la voglia di vivere. È un percorso educativo vero e proprio quello a cui Vance lo sottopone, e il fatto che la sua reale esistenza o meno rimanga un mistero aiuta a comprendere come l’aiuto di cui ognuno può avere bisogno può arrivare in modi spesso imprevisti. Alla luce di ciò, risulterà più chiaro come l’affrontare una buca di Rannulph corrisponda al modo in cui nella vita si affrontano gli ostacoli. Ognuno è diverso dall’altro, ognuno richiede strategie diverse, ma tutti richiedono la più completa fiducia in sé stessi.

La leggenda di Bagger Vance: dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente, La leggenda di Bagger Vance non è attualmente presente sulle piattaforme di streaming legale. È probabile che in futuro questo tornerà ad essere presente in qualcuna di queste, come Chili, Rakuten o Netflix. Per vedere il film è però possibile affidarsi alla programmazione televisiva. Il film verrà infatti trasmesso in TV lunedì 10 gennaio alle ore 21:15 sul canale Cielo.

Fonte: IMDb

America Latina: i Fratelli D’Innocenzo raccontano la famiglia e la vulnerabilità umana

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Dopo la presentazione a Venezia 78, America Latina dei Fratelli D’Innocenzo si prepara ad uscire in sala, il 13 gennaio, tra le prime uscite del nuovo anno a destare un certo interesse tra le fila degli amanti del cinema italiano e soprattutto di coloro che seguono dal 2017 i gemelli di Tor Bella Monaca e il loro lavoro cinematografico.

Dopo Favolacce, i due si avvalgono ancora della collaborazione di Elio Germano, che in questo caso è il loro protagonista unico, per una storia che tocca molti generi cinematografici e che nel titolo nasconde proprio questa dichiarazione: siamo a Latina, certo, ma siamo anche in un ambito narrativo di genere che è più affine al cinema e alla letteratura degli Stati Uniti.

Il film, terzo in 4 anni, è stato definito di importanza capitale da Fabio D’Innocenzo, che con Damiano e Elio Germano ha partecipato ad una nuova conferenza stampa in cui i protagonisti hanno raccontato il film. “È un film al quale teniamo tantissimo – ha spiegato Fabio – è nato in fretta, rispetto ai primi due film che hanno avuto una gestazione lunghissima. Ci siamo trovati nella condizione di realizzare subito quello che avevamo da dire. È stato fatto di getto, ma senza rinunciare alla precisione. È un film figlio di ciò che stiamo vivendo, mette trai suoi temi tante paure archetipiche. Ciò che è accaduto in questi due anni ha fatto esplodere queste paure. Per noi è un film personale e per questo dialoga con tutti.”

Il film racconta di ferite e vulnerabilità, di ciò che, in poche parole, ci rende uomini. Secondo Damiano D’Innocenzo è la vita stessa, la condizione di essere vivi, a fare paura: “La vita mi rende vulnerabile e anche la paura, e spesso camminano a braccetto. L’unica qualità che mi riconosco è quella di non abdicare alla mia vulnerabilità, per cercare capirla, di capire perché si concentra tanto nei miei confronti. So che esiste e farà parte della mia vita e provo ad analizzarla in racconti audiovisivi. Credo che il cinema possa essere un buon palcoscenico per chi è così introspettivo.”

Leggi la recensione di America Latina

America Latina recensioneLa terra dell’abbastanza, Favolacce, America Latina: non si può certo dire che il cinema dei D’Innocenzo sia rassicurante, ma per i due registi romani non si tratta certo di un deterrente. “Non credo che il pubblico possa rifiutare una storia disturbante perché siamo in un periodo disturbante – dice Damiano – A parlare sarà il film stesso, lo deciderà il pubblico che sceglierà di andare in sala a vederlo.”

Anche in relazione al momento storico che stiamo vivendo, secondo Fabio “adesso tutti cerchiamo storie dense e i film perturbanti ci aiutano a portarci in dimensioni altre. Per questi film non ci sono momenti buoni o sbagliati, quindi questo momento va bene come un altro.”

Elio Germano interpreta il protagonista assoluto del film, un professionista affermato, con una famiglia bellissima, che si gode la sua vita tranquilla in periferia: “Per me è stato un viaggio molto appassionante. Quando si lavora cercando il personaggio è sempre un processo interessante, anche quando la ferita che si racconta è profonda. E in questo caso, si tratta di una ferita che si allarga man mano che il film procede. La possibilità che veniamo feriti è il nostro essere umani. Professionalmente è stato appassionante, piacevole e faticoso insieme.” 

Un elemento ricorrente nel cinema dei Fratelli D’Innocenzo è senz’altro la famiglia, e anche in questo film ritorna questa dimensione domestica e familiare: “Il film passa dall’essere un thriller, all’indagine antropologica, fino quasi all’horror. La famiglia è al centro delle nostre indagini perché lì si formano i problemi e le battaglie che combattiamo ogni giorno. Il senso della famiglia va letto in senso moderno. La famiglia di questo film è particolare, è generata da un grandissimo amore, che poi sia non corrisposto o intrappolato è in secondo piano. Ma l’amore è in grado di dare la soluzione ai problemi, anche quando i problemi arrivano dalla famiglia stessa. I nostri film sono tutti sui rapporti di sangue, sulle famiglie e su come esse sono l’origine dei problemi ma spesso rappresentano anche la soluzione.”

America Latina, terzo film dei Fratelli D’Innocenzo, sarà nelle sale cinematografiche a partire dal 13 gennaio 2022. Con Elio Germano, Astrid Casali,Sara Ciocca, Maurizio Lastrico, Carlotta Gamba, Federica Pala, Filippo Dini e con la partecipazione di Massimo Wertmüller è prodotto da Lorenzo Mieli per THE APARTMENT, società del gruppo FREMANTLE e VISION DISTRIBUTION, in co-produzione con LE PACTE, in collaborazione con SKY.

Wrath of Man, recensione del film di Guy Ritchie

Wrath of Man, recensione del film di Guy Ritchie

Jason Statham è il protagonista di Wrath of Man ( libero adattamento del film francese Le Convoyeur), nonché ultimo film di Guy Ritchie, che segna la quarta collaborazione tra il regista ed il protagonista dopo i film Lock & Stock – Pazzi scatenati (1998), Snatch – Lo strappo (2000) e Revolver (2005). La pellicola, disponibile su Amazon Prime Video ricopre esattamente ciò che gli spettatori si aspettano da un film del suddetto regista e da un veterano del genere, noto per l’interpretazione di anti-eroi in film d’azione-thriller e per il ritratto di personaggi duri, irriducibili e machiavellici.

Wrath of Man: la furia implacabile di Jason Statham

Wrath of Man – La furia di un uomo si propone come un film d’azione brillante, trainato dalla carica testosteronica di personaggi a prova di proiettile già dal nome, come Sticky John, Bullet e Boy Sweat Dave. Il film è pura spavalderia maschile, condita da sporadiche battute sdolcinate che fanno da contraltare alle sequenze d’azione tesa. Il risultato è un film action godibile, all’occorrenza divertente, pur con qualche lungaggine di troppo non ottimamente calibrata in sede di sceneggiatura.

La trama vede il burbero e misterioso H (Statham) accettare un lavoro presso una società di furgoni portavalori. Il suo atteggiamento rigido e la sua abilità con le armi gli fanno presto guadagnare il rispetto dei suoi colleghi quando impedisce con successo un tentativo di rapina ma, oltre a questo, H ha un altro motivo per accettare il lavoro, legato a un oscuro passato pieno di segreti: ecco che la narrazione fa un passo indietro per intavolare vari altri intrecci che condurranno a scene d’azione climatiche. E’ proprio questa la componente più forte di Wrath of Man: Ritchie e i co-sceneggiatori Ivan Atkinson e Marn Davies riescono a tessere una trama intricata, in cui ogni elemento si incastra  gradualmente al suo posto, con risultati tutto sommato soddisfacenti. Sebben gli spettatori non rimarranno attoniti di fronte ai plot twist o ai colpi di scena presentati, la struttura narrativa è comunque abbastanza avvincente da far sì che si proceda con la visione.

A Wrath of Man manca l’arguzia di The Gentleman

Allo stesso modo, Ritchie gestisce le sequenze d’azione con competenza pratica: si tratta di sequenze cariche di tensione, che permettono a Statham di scatenarsi in tutta la sua veemenza artistica. Tuttavia, la portata azionistica di tali sequenze porta con se un’urgenza climatica che si spegne velocemente, consumandosi nell’arco di battute sommesse. La sensibilità d’autore di Guy Ritchie pervade anche Wrath of Man, eppure manca l’intelligenza adeguata a sostenerla; certo, nuovo punto cardine del ritmo narrativo diviene l’umorismo, chiave vincente nella poetica del regista, ma forse quest’ultima sua opera si avvicina pericolosamente a prendersi troppo sul serio. Detto questo, se lo spettatore evita di prendere il film troppo sul serio, il divertimento è assicurato. Evitando l’assoluta ridicolaggine della serie Mechanic, ma non riuscendo a fornire l’inventiva rivoluzionaria che ha reso così unici film come Snatch, questo non è né il meglio né il peggio che Ritchie ha avuto da offrire.

The Gentlemen aveva come perno fondante interpretazioni deliziose, monologhi mordaci e un un’atmosfera generale che reggeva da se il film. Per la maggior parte del suo minutaggio, al contrario, Wrath of Man non ha nulla di tutto ciò; il suo vasto cast di supporto è per lo più sprecato, e gli scambi dialogici si risolvono in battute ilari e monologhi stantii e irripetibili. Holt McCallany, così bravo sotto lo sguardo di David Fincher in Mindhunter, offre qui una performance piuttosto deludente nei panni di un trafficante di camion blindati doppiogiochista, incapace di aggiungere strati ad una sceneggiatura che offre ben poco in termini di personalità. Da Jeffrey Donovan a Scott Eastwood, da Laz Alonso a Josh Hartnett, i comprimari sono spesso relegati a declamare -non interpretare- battute assolutamente dimenticabili. Solo i sempre affidabili Eddie Marsan, Andy Garcia e lo stesso Statham portano a casa il compito, anche se quest’ultimo sta essenzialmente adempiendo al suo obbligo contrattuale di stoicismo senza fine.

Filo conduttore all’interno della narrazione di Wrath of Man sembra essere la tensione contraddittoria tra il protocollo e ciò che ha più senso per la sopravvivenza, richiamo, non poi così troppo velato, a esperimenti precedenti del regista, prima fra tutte l’incursione nel mondo Disney. E, sorpresa delle sorprese, pare proprio che il protocollo non porti da nessuna parte: il film sembra aver interiorizzato questa idea fin nelle sue ossa, privando la storia di linearità narrativa, con interruzioni repentine, flashback e flashforward, a suggerirci che il percorso più nitido verso il nucleo del film è un rettilineo modellato attorno alla sua stella.

Nebula: 10 cose che non sai sul personaggio Marvel

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Nebula: 10 cose che non sai sul personaggio Marvel

Nebula è uno personaggi più sfaccettati del mondo Marvel. Conosciuta prima grazie ai fumetti, e poi grazie a Guardiani della Galassia e agli ultimi due film dedicati agli Avengers, ci si rende conto di quanto Nebula sia un personaggio complesso. Figlia di Thanos e sorella di Gamora (Zoe Saldana), sembra essere il secondo villain più importante dopo il padre. Le sue caratteristiche la rendono un essere unico, forse tremendo, ma anche uno dei più umani.

Ecco dieci cose da sapere su Nebula.

Nebula: chi è l’attrice che la interpreta

1. La scelta drastica di Karen Gillan. Per interpretare il personaggio di Nebula, che appare nel primo Guardiani della Galassia, è stata scelta Karen Gillan che, per entrare meglio nel personaggio, ha deciso di compiere un atto estremo e di rasarsi la testa. Un gesto che pare averla aiutata molto, tanto da non riconoscersi una volta completato il make up e messo il costume.

2. Karen Gillan si è divertita ad interpretarla. L’attrice scozzese ha sempre ammesso di divertirsi molto ad interpretare Nebula, anche se le sessioni di trucco durano una media di quattro ore. Soprattutto, la Gillan ha detto di averla interpretata con molto piacere in Avengers: Endgame, quando ha dovuto condividere tempo e spazio con tantissimi suoi colleghi e con una grande atmosfera condivisibile sul set.

Nebula Avengers

Nebula in Avengers

3. In Avengers: Endgame si vede un’altra Nebula. Dati i film precedenti, si era dato per scontato che Nebula fosse in pratica il secondo villain dopo Thanos, suo padre. Eppure, in Avengers: Endgame, la figlia del Titano Pazzo è forse il personaggio che muta maggiormente e che esprime più umanità.

4. Il personaggio ha debuttato in The Avengers No. 257. Nel 1985, Nebula ha fatto il suo debutto nei fumetti, creata dalle mani di Roger Stern e di John Buscema. In questo numero, lei era un pirata spaziale incerto di un potere. Ma le origine vengono meglio delineate in The Infinity Gauntlet, in cui viene rivelato come sia vicina a Thanos e da come venga da lui rifiutata e torturata.

5. Uno dei personaggi chiave dopo gli eventi di Infinity War. Già al termine di Avengers: Infinity War era evidente che Nebula sarebbe potuta essere la chiave di volta per il successivo Avengers: Endgame. Questo sentore era dovuto al fatto che Nebula è figlia di Thanos e che ha delle potenzialità uniche, utili a cambiare la storia e a rivelare dettagli importanti.

Nebula: in che film compare

6. Sarebbe dovuta morire nel primo Guardiani della Galassia. In un’intervista realizzata con l’uscita di Guardiani della Galassia Vol. 2, Karen Gillan ha dichiarato che il suo personaggio sarebbe dovuto morire nel primo capitolo. Infatti, “Avevo la sensazione che ci fosse spazio per approfondire il personaggio, ma originariamente era previsto che morisse nel primo film, se non sbaglio, da quanto ricordo dalla sceneggiatura. Ovviamente non muore, e poi ho scoperto che sarebbe tornata nel secondo film e ho scoperto che avremmo esplorato tutte queste magnifiche cose su come si sente in merito al suo passato e alla sua relazione con Gamora, sua sorella. Quindi, sono stata molto felice”.

Nebula costume

7. Da Guardiani della Galassia a dopo Avengers: Endgame. Quello che sembrava essere solo una comparsata nel primo film dei Guardiani senza impegno, si è rivelata invece una collaborazione duratura con i Marvel Studios. Karen Gillan, l’interprete di Nebula, infatti, appare nei due film dedicati ai Guardiani e anche in Avengers: Infinity War e in Avengers: Endgame: “Non avevo idea della direzione che avrebbe preso il mio personaggio. Sinceramente ho firmato il contratto pensando che si trattasse solo di otto giorni di riprese e che poi sarei morta nel primo Guardiani della Galassia. Eccomi ancora qui tre film dopo, e ce ne sono altri tre da scoprire”. Non è chiaro in quali progetti futuri potrà apparire Nebula, anche se è quasi certo che la si vedrà in Guardiani della Galassia Vol.3.

8. James Gunn vorrebbe uno standalone. Tra i vari personaggi dei Guardiani della Galassia, uno dei preferiti di James Gunn è sicuramente Nebula, la figlia di Thanos. Non molto tempo fa, il regista ha rivelato che vorrebbe vedere Nebula in un standalone, perché ha tutte le potenzialità per essere una protagonista indiscussa.

Nebula: il suo costume

 

9. Il costume in stile Ravager. Nebula è forse uno dei pochi personaggi che nel corso dei film non cambia mai aspetto. Se sicuramente dal primo film dedicato ai Guardiani fino ad Avengers: Endgame qualcosa è stato raffinato, c’è da dire che Nebula ha sempre conservato il suo costume in perfetto stile Ravager, senza subire importanti modifiche.

10. Il cambiamento di trucco. Nel corso dei film sono state apportare delle modifiche per quanto riguarda il trucco di Nebula. Se all’inizio Karen Gillan si era rasata la testa, in Guardiani della Galassia Vol. 2 ha dovuto rasare solo una parte senza sacrificare totalmente la sua chioma rossa e trovando soluzioni che andavano per le lunghe, ma che la lasciassero con la parte superiore dei capelli.

Fonti: The Hollywood Reporter, contactmusic

Underwater: recensione del docufilm su Federica Pellegrini

Underwater: recensione del docufilm su Federica Pellegrini

Federica Pellegrini racconta la sua corsa verso le Olimpiadi di Tokyo in Underwater, il documentario che ripercorre tutti i vent’anni di carriera della nuotatrice azzurra. Famiglia, allenatori e la campionessa stessa si aprono al pubblico per mostrare le sfaccettature di una vita passata in vasca.

Underwater, una vita sott’acqua

Federica, da bambina, ci ha messo un po’ a immergere la testa in acqua, ma da quando si è convinta non si è più fermata. La Pellegrini prende parte alla sua prima Olimpiade ad Atene nel 2004: ha solo quindici anni, eppure conquista un argento in quella che diventerà la sua disciplina, i 200 metri stile libero. Da lì l’ascesa, verso i mondiali, una serie di record del mondo e altre quattro Olimpiadi. Non un percorso facile, non senza scivoloni e sofferenze, la carriera di Federica è stata intensa, dall’inizio fino alla sua ultima Olimpiade, arrivata a 33 anni, dopo una pandemia globale.

Le emozioni dietro la campionessa

Underwater è un racconto passo a passo estremamente emozionante. Video ufficiali di gare, registrazioni amatoriali fatte da Federica nel corso degli anni o dai suoi genitori, interviste e aneddoti raccontati dalla mamma e dal papà diventano un documentario ricco, composto da fatti, emozioni e persone.

Federica nel corso degli anni è sicuramente diventata un fenomeno, un mito per l’Italia d non solo. La regista di Underwater, Sara Ristori, scava dentro la nuotatrice, ne mostra la parte conosciuta al grande pubblico, ma anche quella più intima. Non mancano le lacrime nel film, che però non risulta mai eccessivamente drammatico: Fede, Matteo, i genitori non fingono ma, nel ricordo di un momento o di un evento, si commuovono sinceramente.

Semplicemente, Underwater

La semplicità che domina i diversi aspetti di Underwater non scade mai in eccessivo semplicismo. Le immagini amatoriali, i suoni d’ambiente, il montaggio basilare senza troppa post-produzione si abbinano bene ai racconti di chi vediamo sulla scena. Mamma e papà parlano della loro figlia in modo amichevole e coinvolgente, rivelano aneddoti inediti che fanno sorridere e, soprattutto, trasmettono tutto l’amore e il sostegno che circonda la nuotatrice.

A fare di un’atleta una campionessa, non è semplicemente il talento. Underwater , dando voce alle persone che da sempre sono state accanto a Federica, spiega molto bene l’importanza del supporto e del sostegno nella carriera di uno sportivo. Nonostante tutto, i genitori l’hanno accompagnata, come anche gli allenatori: prima Alberto Castagnetti, figura quasi paterna per la Pellegrini, poi Matteo Giunta, coach in vasca e partner nella vita.

Verso Tokyo 2021

Underwater è anche la documentazione della preparazione atletica di Federica per la sua quinta e ultima Olimpiade: a distanza di vent’anni da quelle di Atene, dopo quattro record mondiali – di cui uno resta ancora imbattuto, la nuotatrice vuole chiudere così la sua carriera. Insieme a lei il film ripercorre, con un conto alla rovescia, tutti i momenti rilevanti prima della gara. L’arrivo della pandemia e del coronavirus, la difficile conquista del tempo necessario a gareggiare, fino all’ultima, emozionante finale.

In conclusione, Underwater è un film che parla di sport sotto ogni aspetto. Al centro del film ci sono due conflitti che Fede, come tante donne sportive, deve affrontare. Il primo è quello tra la vita in piscina e la vita fuori. Uscire dalla vasca per dedicarsi a tutto ciò che, per lo sport, è stato sacrificato: costruire una famiglia, avere una routine che non dipenda solo dal nuoto. Secondariamente c’è il problema dell’età: fino a quando è giusto, dopo così tanti anni di carriera, andare avanti?

L’uscita evento di Underwater nelle sale è prevista nei giorni 10, 11, 12 gennaio 2022.

MCU: 10 attori che potrebbero interpretare Spider-Noir

MCU: 10 attori che potrebbero interpretare Spider-Noir

Di tutte le versioni multiversali dell’arrampica-muri presentateci nel film di animazione Spider-Man: Un nuovo universo, nessuna ha battuto l’umorismo e la personalità irrefrenabile di Spider-Noir. Doppiato da Nicolas Cage, questa particolare variante di Spider-Man ha ottenuto i suoi poteri dal morso di un ragno durante la Grande Depressione; il suo obiettivo era lo sconfiggere la malavita e i boss mafiosi, più che gli attuali villain in costume, e l’approccio retrò alla sua backstory è solo uno dei punti di forza del personaggio.

L’approccio di Cage al personaggio, le battute anacronistiche e la prestanza da detective hardboiled lo hanno reso il perfetto opposto dello Spider-Man di Miles Morales, almeno all’apparenza: dietro alla comune tuta, infatti, vi è il cuore di entrambi gli eroi, la cui autenticità e capacità umoristica sono i due aspetti fondamentali che l’attore che porterà Spider- Noir in live-action dovrà tenere in considerazione.

Nicolas Cage

Nicolas Cage in Il PresceltoNei panni di Spider-Noir in Spider-Man: Un Nuovo Universo, Nicolas Cage ha davvero messo in primo piano il cuore del personaggio: anacronistico ma esperto, ligio a un codice di giustizia e rettitudine che colpisce lo spettatore in modo differente dagli Spider-Man di altri universi. Dato che Cage ha interpretato una miriade di protagonisti avventurosi, metterlo al timone del debutto live-action di Spider-Noir nel MCU sarebbe indubbiamente qualcosa di emozionante per i fan.

L’età di Cage sarebbe inoltre un valore aggiunto per gli spettatori, ai quali sarebbe proposta molto probabilmente una versione più anziana del personaggio. Inoltre, la sua capacità di conciliare l’ottimismo con la serietà di un uomo che ha passato molto tempo in trincea aggiungerebbe strati di complessità al ruolo. Se c’è qualcuno che potrebbe interpretare uno Spider-Noir veterano in un’avventura di Spider in tutto il multiverso, Cage è sicuramente il volto giusto per rappresentarlo anche in una trasposizione.

Milo Ventimiglia

milo ventimiglia spider-noirLo Spider-Noir che potrebbe essere interpretato da Milo Ventimiglia di This Is Us merita una menzione speciale. Ventimiglia – che ha interpretato per la prima volta un ragazzo con superpoteri sullo schermo nella serie della NBC Heroes – ha doppiato il personaggio nella terza stagione di Ultimate Spider-Man: Web Warriors, in una storyline che ha preso in prestito elementi del film Un Nuovo Universo.

Come doppiatore, ha catturato minuziosamente la gravitas e il rigore morale dell’eroe e, sebbene l’attore sia effettivamente più anziano rispetto all’età attribuita a Spider-Noir all’inizio delle sue avventure in costume, vedere Ventimiglia dietro la maschera, a caccia di nazisti nel caotico setting degli anni ’30, sarebbe una più che gradita aggiunta al MCU.

Rami Malek

rami malek spider-noirCome protagonista assoluto di Mr. Robot, Malek ha dimostrato di avere ciò che serve per interpretare un giovane uomo con grandiose abilità, che spesso si ritrova nei guai. Al cinema, sia che interpreti lo stravagante Freddie Mercury o lo sfregiato ma spaventoso Safin di fronte al James Bond di Daniel Craig, ha dimostrato di avere la stoffa per imporsi sulla scena mainstream.

Data la natura sobria di Spider Noir, un tipo di personalità molto diverso dalle sue controparti più appariscenti, qualsiasi attore che lo interpreti dovrebbe riuscire a regalare una performance austera ma tenace, e la pacat determinazione di Malek funzionerebbe bene in uno scenario del genere. L’attore ha inoltre espresso un vivo interesse ad unirsi al MCU in passato: resta da vedere se sarebbe soddisfatto di un ruolo relativamente oscuro, ma è senza dubbio qualificato per portarlo in vita.

Elijah Wood

elijah wood spider-noirAnche se ha compiuto 40 anni l’anno scorso, l’aspetto giovanile dell’attore che tutti conoscono come Frodo Baggins del franchise Il Signore degli Anelli gli permetterebbe di interpretare Spider-Noir indipendentemente dall’età. L’unico aspetto sfavorevole all’amato attore potrebbe essere il fatto che comunica molto con gli occhi, caratteristica che sarebbe ostacolata dagli occhiali da aviatore del personaggio.

Eppure, Wood ha dimostrato un’inclinazione ad abbracciare ruoli oscuri con un grande potenziale fuori dagli schemi, come l’horror-comedy del 2019 Come to Daddy. Vederlo indossare il trench e sfidare l’ingegno e la prestanza della malavita dell’epoca della Depressione sarebbe una dolce ricompensa per i fan sia di Wood che di Spider-Noir.

Hayden Christensen

Hayden Christensen filmChristensen sta già per cavalcare la cresta dell’onda su Disney+ nel ruolo di Darth Vader nella prossima serie di Obi-Wan Kenobi sulla piattaforma streaming, il che potrebbe renderlo il perfetto candidato per un ruolo in un altro franchise dello Studio. Come qualsiasi altro attore che potrebbe essere scritturato per il ruolo di Spider-Noir, Christensen passerebbe molto tempo indossando la maschera del personaggio, il che potrebbe essere un punto a favore per convincere gli agenti di casting riluttanti, che percepiscono l’attore come troppo strettamente associato al suo ruolo di Anakin Skywalker.

Se c’è una qualità in cui Christensen eccelle, comunque, è la seriosità e, dato il trattamento steampunk riservato a Spider-Noir, si tratta di una qualità essenziale per portare in vita il personaggio. Insieme alla sua evidente volontà di far parte di potenziali blockbuster, Christensen potrebbe rappresentare una scelta fuori dagli schemi per introdurre il personaggio nel MCU.

Joseph Gordon-Levitt

Joseph Gordon-Levitt spider-noirCon parti di rilievo ne Il Cavaliere Oscuro Il Ritorno e Sin City: Una Dama per Uccidere, Gordon-Levitt ha dimostrato di non essere contrario a interpretare personaggi basati su quelli dei fumetti e, grazie alla sua esperienza nell’interpretare ruoli dalla tridimensionali e profondi, l’attore potrebbe benissimo essere adatto al ruolo. Padroneggia benissimo la capacità di passare da una sensibilità avvolgente a una verace determinazione, che sarebbe necessaria per catturare efficacemente la gamma emotiva di Spider-Noir.

Come altri contendenti per il ruolo, l’età di Gordon-Levitt (ha compiuto 40 anni nel 2021) potrebbe essere un ostacolo per i registi che vogliono creare una storia circa le origini di Spider Noir. Tuttavia, se la sceneggiatura richiede una versione più anziana e più battagliera del personaggio, simile a quella di Un Nuovo Universo, allora potrebbe vestire quei panni in modo ammirevole.

Daniel Radcliffe

Harry Potter spider-noir Per milioni di spettatori, Daniel Radcliffe è e sarà sempre Harry Potter: in quanto inscindibilmente associato a quel ruolo, sarebbe una vera e propria impresa proporgli di divenire parte del MCU.

Proprio per questo, una prima apparizione in un film dal respiro multiversale, potrebbe rappresentare la forma di ingresso migliore per Radcliffe nel MCU; come membro di un gruppo più ampio di personaggio, non gli verrebbe già affidata l’impresa onerosa di sostenere il film come unico protagonista e l’impianto da film più scanzonato e divertente consentirebbe ai fan di unire l’intrattenimento di base a performance degne di nota da parte di grandi attori.

Nicholas Hoult

Nicholas Hoult J.R.R. TolkienNicholas Hoult, in realtà, era già entrato a far parte del MCU con il ruolo di Hank McCoy/Bestia in X-Men: First Class. Inoltre, la performance di Hoult nei panni dell’imperatore russo Pietro III nella serie tv The Great di Hulu è stata definita perfidamente spiritosa e, interpretando un ruolo del genere anche nel MCU, Hoult potrebbe portare un po’ dell’umorismo più anacronistico del personaggio di Spider-Noir alla ribalta.

Allo stesso modo, Hoult ha affrontato ruoli grintosi, che hanno messo in luce le sue sorprendenti abilità attoriali, soprattutto per quanto riguarda la drammaticità. Di tutti i candidati nella rosa di coloro che potrebbero essere scritturati come Spider-Noir nel MCU, le capacità di Hoult lo mettono sicuramente in cima alla lista.

Timothée Chalamet

Timothee Chalamet
Foto di Luigi de Pompeis © Cinefilos.it

In un certo senso, Timothée Chalamet ha già messo a punto una performance dall’origin story simile a quella di Peter Parker: in Dune, infatti, ha interpretato il personaggio di Paul Atreides, introdotto per la prima volta nell’omonimo libro. Come Parker, perde un caro parente a causa della violenza inaudita e si ritrova a tentare di inserirsi in un nuovo ambiente che non è in grado di comprendere; dotato di poteri contro cui sta lottando, alla fine del film, capirà come servirsene al meglio col fine del bene comune.

Le abilità attoriali di Chalamet sono indubbiamente impressionanti e, nei panni di Spider- Noir, potrebbe risultare un’aggiunta vincente per un film di potenziale successo, incentrato sia sull’esordio che sulle esperienze di Earth-90214. Dalla drammaticità di un giovane uomo che deve fare i conti con il modo migliore per usare i suoi nuovi poteri a un combattente nazista che opera nell’ombra, Chalamet sarebbe un’eccellente aggiunta al MCU in qualsiasi potenziale storia crossover di Spider-Man.

Finn Wolfhard

Quando le voci su Thor: Love and Thunder hanno iniziato a girare un paio di anni fa, si diceva che Wolfhard fosse stato scelto per interpretare Kid Loki. Questa notizia è stata rapidamente smentita, ma ha aumentato la curiosità dei fan della Marvel sulla possibilità che la star di Stranger Things entrasse a far parte del MCU.

Wolfhard ha compiuto il salto al grande schermo con film come It (e It Capitolo 2) e Ghostbusters: Afterlife, dimostrando che può recitare eccome, potenziando in particolare le sue abilità all’interno di cast corali.

Thanos: 10 cose che non sai sul personaggio

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Thanos: 10 cose che non sai sul personaggio

Thanos è uno dei villain più epici e distruttivi che gli spettatori e gli appassionati del mondo Marvel abbiano mai potuto conoscere. Ma egli è umanamente sfaccettato, con tante sfumature che riguardano la sua crudeltà e molto di più. Questo personaggio ha fatto la storia dei fumetti Marvel e ha appassionato migliaia di persone con la sua ricerca delle Gemme dell’Infinito, cercando di capire se fosse in grado di dare vita al suo obiettivo.

Ecco, dunque, dieci cose da sapere su Thanos.

Thanos: chi è l’attore che lo interpreta

1. Il Thanos di Josh Brolin, grazie a Cumberbatch. I loro personaggi, nel film degli Avengers, si trovano sostanzialmente uno contro l’altro: eppure i due attori che li interpretano hanno avuto un legame speciale. Sì, perché se non fosse stato per Benedict Cumberbatch, Josh Brolin non avrebbe mai interpretato Thanos. Quest’ultimo aveva visto il collega interpretare Smaug il Drago in Lo Hobbit e “ho visto i video su YouTube, quando stavo valutando l’offerta per Thanos, era in questo magazzino, che si trascinava come un serpente, facendo uscire la lingua e facendo un’esibizione incredibile, nella da mo-cap… l’ho visto e ho deciso che quello sarebbe stato il livello che volevo raggiungere; si tratta di qualcosa in cui devi affondare i denti: convinzione, imbarazzo, tutte queste cose. E così ho deciso, sì”.

2. Damion Poitier è stato il primo. Il Titano Pazzo compare per la prima volta nella scena mid-credit in The Avengers e a quel tempo Josh Brolin era ancora lontano dal firmare il contratto che lo avrebbe poi legato al personaggio. Infatti, quella volta Thanos venne allora interpretato da Damion Poitier e il personaggio non era per nulla realizzato in CGI. L’attore, infatti, indossava un trucco prostetico, realizzato da Jose Fernandez, molto realistico ma anche molto pesante.

3. Thanos è capace di amare. Secondo Josh Brolin, che ha dato vita sul grande schermo al Titano Pazzo, il suo personaggio non è fatto solo di forza bruta, ma anche di astuzia, cervello e amore. Secondo l’attore “Quando si guarda alla sua relazione con Gamora, e vedere come si evolve (…) Ovviamente ha dei grandi piani per lei, come qualcuno che spinge i suoi figli per un desiderio egoistico. Ma ha anche una profonda capacità di amare. Hai bisogno di elementi come questi in personaggi così, altrimenti sono solo uomini folli che vogliono distruggere tutto, ed è meno interessante”.

Thanos attore

Thanos e il Guanto dell’Infinito

 

4. C’è il momento preciso in cui Thanos ne entra in possesso. Grazie ad Avengers: Infinity War tutti si sono chiesti come abbia fatto il Titano Pazzo ad entrare in possesso del Guanto dell’Infinito. Secondo lo sceneggiatore Christoper MarkusPenso che il Guanto sia stato fatto quando Loki fingeva di essere Odino. Presumibilmente, Eitri conduceva un’attività regolare e questo ha fatto sì che, in assenza della supervisione di Odino, chiunque potesse andare da lui a chiedere di farsi fabbricare qualcosa”.

5. Il possesso durante il trono di Loki. Stando a quando viene detto in Thor: Ragnarok, Odino avrebbe da sempre custodito un falso del Guanto dell’Infinito nella cripta di Asgard. Detto ciò, oltre che ha causare il ritorno di Hela, pare proprio che l’usurpazione del trono Asgardiano da parte di Loki abbia anche fatto sì che Thanos potesse impossessarsi del Guando e, così facendo, dare vita al suo piano distruttivo.

Thanos in Avengers: Endgame

6. Prima l’obiettivo, poi la pensione. Nel corso di questi anni, Thanos ha vissuto, in sostanza, solo per vedere realizzato il proprio obiettivo primario, arrivando a cambiare l’universo come ha sempre desiderato e come si è visto in Avengers: Infinity War. Il Titano è riuscito a portare a termine la sua missione e, dopo aver completato la sua opera, può finalmente ritirarsi in pensione, stando nella sua fattoria che si vede al termine di Infinity War e all’inizio di Avengers: Endgame.

7. Thanos ha insegnato una nuova parola. Avengers: Endgame ha dimostrato che si può imparare qualcosa da tutto, persino dal questo film. Secondo il trend di Google, infatti, pare che nei primi giorni di uscita del film ci sia stato un picco di ricerche riguardo il significato della parola ineluttabile. In italiano, questa parola è un sinonimo di inevitabile, ma nel dare una versione un po’ più costruita e raffinata per il doppiaggio, il pubblico italiano si è trovato impreparato circa il significato della parola.

Thanos Snap

Thanos: i film in cui compare e lo Snap

 

8. Appare già in The Avengers. Thanos non è esattamente il primo che passa per la strada, tanto da apparire già nel primo film dei Venticatori, The Avengers del 2012. In realtà, in questo film bisogna attendere la scena mid-credits, ma lo si nota distintamente e già viene dato un assaggio del suo obiettivo primario. In seguito, si è dovuto aspettare il 2014 per poterlo vedere come vero e proprio villain in Guardiani della Galassia di James Gunn. Thanos ricompare poi nella scena post credits di Avengers: Age of Ultron e poi in Infinity War e in Avengers: Endgame.

9. Lo Snap sarebbe impossibile nella realtà. Nonostante nel longevo franchise di successo alcune impossibilità fisiche siano comunque diventate una realtà, lo studio condotto da uno dei più importanti centri di ricerca tecnologica negli Stati Uniti, il Georgia Institute of Technology ha rilevato che una componente chiave della capacità di “schioccare” è una certa quantità di attrito: di conseguenza, la mancanza di attrito sul guanto di metallo impedisce quella forza necessaria tra superfici che, di fatto, garantisce la possibilità di rendere lo “schiocco” in maniera adeguata.

Thanos contro Hulk

10. Hulk non ha paura di Thanos. In Avengers: Infinity War è stato dato modo di vedere come Banner avesse dei problemi con Hulk, dato che quest’ultimo di rifiuta palesemente di “uscire”. Tutto ciò si è pensato potesse essere fonte di un trauma dettato dallo scontro con il Titano Pazzo, mentre, in realtà, si tratta di un processo evolutivo del personaggio che si struttura nell’arco di tre film, da Thor: Ragnarok ad Avengers: Endgame.

Fonti: Empire, Ironhead Studios, SiriusXM

Golden Globes 2022: tutti i vincitori di un’edizione snobbata

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Golden Globes 2022: tutti i vincitori di un’edizione snobbata

In un’edizione snobbata da stampa e star, i Golden Globes 2022 hanno assegnato comunque i loro riconoscimenti per il 79° anno. La Hollywood Foreign Press Association dopo aver affrontato i suoi problemi, legati alla mancanza di diversità e rappresentazione nel suo comitato e che comunque hanno avuto ripercussioni sull’evento di quest’anno, ha così assegnato i premi a cinema e tv.

Golden Globes 2022: tutti i vincitori

CINEMA

Miglior film drammatico
Il potere del cane

Miglior film commedia o musical
West Side Story

Miglior regista
Jane Campion – Il potere del cane 

Miglior attore in un film drammatico
Will Smith – King Richard. Una famiglia vincente

Miglior attrice in un film drammatico
Nicole Kidman – Being the Ricardos

Miglior attore in un film commedia o musical
Andrew Garfield – Tick, tick… Boom! 

Miglior attrice in un film commedia o musical
Rachel Zegler – West Side Story

Miglior attore non protagonista
Kodi Smit-McPhee – Il potere del cane

Miglior attrice non protagonista
Arianna DeBose – West Side Story

Miglior sceneggiatura
Kenneth Branagh – Belfast

Miglior colonna sonora
Hans Zimmer – Dune

Miglior canzone originale
“No Time to Die” – No Time to Die 

Miglior film d’animazione
Encanto

Miglior film in lingua non inglese
Drive my Car

TELEVISIONE

Miglior serie tv drama
Succession

Miglior attore – Serie tv drama
Jeremy Strong – Succession

Miglior attrice – Serie tv drama
MJ Rodriguez – Pose

Miglior serie tv musical/comedy
Hacks

Miglior attrice – Serie tv musical/ comedy
Jean Smart – Hacks

Miglior attore – Serie tv musical/ comedy
Jason Sudeikis – Ted Lasso

Miglior miniserie
The Underground Railroad

Miglior attrice – Miniserie
Kate Winslet – Omicidio a Easttown

Miglior attore – Miniserie
Michael Keaton – Dopesick

Miglior attrice non protagonista – Serie tv
Sarah Snook – Succession

Miglior attore non protagonista – Serie tv
O Yeong-Su – Squid Game

1883 1×03: anticipazioni dall’episodio

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1883 1×03: anticipazioni dall’episodio

La piattaforma americana Paramount+ dopo il secondo episodio ha diffuso le anticipazioni di 1883 1×03, il terzo episodio della nuova serie tv 1883, l’annunciato spin-off Yellowstone.

In 1883 1×03 che si intitolerà  “River” James si scontra con Shea e Thomas per una decisione importante. La tensione sale nel campo quando viene lanciata un’accusa. Elsa inizia un flirt con un cowboy.

1883, la serie tv

1883 è la nuova serie tv prequel di Yellowstone creata e prodotta da Taylor Sheridan e basata sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato interpretato da Kevin Costner nella serie madre.

1883 segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il Montana.

Nel cast di 1883 protagonisti saranno Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim McGraw e Faith Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

Hugo Cabret: tutte le curiosità sul film di Martin Scorsese

Hugo Cabret: tutte le curiosità sul film di Martin Scorsese

Principalmente celebre per film come Taxi Driver, Quei bravi ragazzi e The Departed, nel 2011 il regista Martin Scorsese ha dato vita a quello che è considerato uno dei suoi film più personali: Hugo Cabret (qui la recensione). Molto diverso rispetto ai titoli con cui si è affermato come uno dei maestri del cinema mondiale, Scorsese ha in questo fatto confluire tutto il suo amore per la settima arte, rileggendola a partire da uno dei suoi pionieri, ovvero l’illusionista e regista francese Georges Méliès. La storia, però, non è una biografia diretta di questi, bensì un racconto fantastico che porta alla sua riscoperta.

Il film, scritto da John Logan, è tratto dal romanzo La straordinaria invenzione di Hugo Cabret, scritto da Brian Selznick e pubblicato nel 2007. All’interno di questo si fondono romanzo e immagini, dando vita ad una storia che partendo dalla vicenda di Méliès costruisce un’avventura fantastica alla scoperta di quella meravigliosa invenzione che è il cinema. Un atto d’amore nei confronti della settima arte, dunque, che Scorsese non ha mancato di voler portare sul grande schermo al massimo del suo potenziale. Per rendere giustizia a quanto ideato da Selznick, egli fece di Hugo Cabret il suo primo (e ad oggi unico) film girato in 3D.

Questa tecnica ha permesso alla pellicola di acquisire un ulteriore fascino, fondendosi perfettamente con le intenzioni del racconto. Accolto in modo estremamente positivo, Hugo Cabret è poi stato nominato a ben 11 premi Oscar, tra cui quello per il miglior film. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Hugo Cabret: la trama e il cast del film

Ambientato nella Parigi degli anni ’30, e più precisamente nella stazione ferroviaria di Montparnasse, il film ha per protagonista il dodicenne Hugo Cabret, che lavora come orologiaio da quando suo padre è morto in un incendio. Prima di questo tragico evento, padre e figlio stavano cercando di riparare un vecchio automa, convinti che questo nasconda un grande segreto. Nel tentativo di terminare l’opera, Hugo continua a ricercare l’unico pezzo mancante: una chiave a forma di cuore. La sua ricerca lo porterà ad imbattersi nel proprietario di un negozio di giocattoli di nome Georges e nella sua figlioccia Isabelle. Quest’ultima si interessa al caso dell’automa, decidendo di aiutare Hugo a risolvere il mistero. Più compiono progressi a riguardo, più comprendono di come proprio il misterioso Georges sembra esserne coinvolto.

Per interpretare il protagonista Hugo Cabret, Scorsese ha scelto il giovane Asa Butterfield, all’epoca già apparso in Il bambino con il pigiama a righe, ma divenuto celebre proprio grazie a questo ruolo. Nei panni di Isabelle, invece, vi è Chloe Grace Moretz. Jude Law compare brevemente nei panni del padre di Hugo, mentre Ray Winston è lo zio Claude. Nei panni di Georges Méliès vi è il premio Oscar Ben Kingsley, prima ed unica scelta per il ruolo. L’attore ha basato la caratterizzazione del suo personaggio proprio su Scorsese. Sacha Baron Cohen, che desiderava ardentemente recitare per Scorsese, ha invece il ruolo dell’ispettore ferroviario Gustav. Completano il cast gli attori Helen McCrory nei panni di Mama Jeanne, Emily Mortimer in quelli di Lisette e Christopher Lee con il ruolo di monsieur Labisse.

Hugo Cabret libro

La straordinaria invenzione di Hugo Cabret: il libro e la vera storia di Georges Méliès

Nello scrivere il suo libro, vero e proprio atto d’amore nei confronti del cinema, Selznick si è lasciato ispirare dalla vera storia di uno dei pionieri di quest’arte: Georges Méliès. Vissuto tra il 1861 e il 1938, Méliès è stato uno dei primi a comprendere il potenziale del cinema quale mezzo per sfidare ogni limite del reale. A lui è infatti attribuita l’invenzione del cinema fantastico e fantascientifico, avendo realizzato film dove si portano in scena trucchi altrimenti impossibili e si esplorano dimensioni e pianeti altrimenti non visitabili. Proprio questo suo desiderio di esplorare ogni possibilità del cinema lo portò ad divenire il padre degli effetti speciali, nonché uno dei primi ad avvalersi del montaggio quale elemento base per la riuscita dello stupore che sperava di suscitare.

Autore di numerosi film nell’arco di pochi anni, tra i suoi titoli più famosi si annoverano L’Affaire Dreyfus, L’homme à la tête en caoutchouc, Viaggio attraverso l’impossibile, Ventimila leghe sotto i mari e, naturalmente, Viaggio nella Luna, pellicola citata apertamente anche in Hugo Cabret. Sfortunatamente, pur se le sue opere venivano proiettate in tutto il mondo, egli non percepiva alcun diritto d’autore e ciò portò nel 1913 alla bancarotta della sua compagnia, la Star Film. Con l’arrivo della Grande guerra Méliès si ritrovò estromesso da quell’ambiente che aveva così profondamente contribuito a cambiare. A partire dal 1925, egli (come si riscontra anche nel film di Scorsese) gestì un chiosco di giocattoli nella stazione di Montparnasse, per poi ritirarsi a vita privata nel 1932 e facendo perdere ogni traccia di sé.

Hugo Cabret: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Hugo Cabret grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Rai Play, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 8 gennaio alle ore 22:55 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Zootropolis: trama, doppiatori e personaggi del film d’animazione

55° classico Disney, Zootropolis (qui la recensione) è da subito diventato uno dei film d’animazione più apprezzati, acclamati e popolari degli ultimi anni. Co-diretto nel 2016 da Byron Howard, Rich Moore e Jared Bush, il titolo è oggi uno dei più apprezzati recentemente prodotti dallo studios, affermatosi tanto presso un pubblico di piccoli quanto di spettatori più adulti. Ambientato in un mondo di animali antropomorfi, questo trova proprio nei suoi personaggi il suo primo di tanti elementi di attrattiva. Carismatici e divertenti, questi sono da subito divenuti iconici per le loro particolarità e stranezze.

I registi hanno affermato di aver immaginato il film come un omaggio in CGI al classico animato del 1973 Robin Hood. Dopo aver proposto tale progetto al celebre John Lasseter della Pixar, Howard iniziò così ad immaginare un film con animali che si discostasse però da quanto fino a quel momento realizzato a riguardo. Nella sua idea, infatti, i protagonisti vivono in un mondo moderno ideato a misura d’animale. Da qui ha preso sviluppo il film, arrivato poi alla sua forma finale dopo diversi anni di scrittura e realizzazione grafica dei protagonisti. In particolare, in Zootropolis si ritrovano alcune delle ultime novità tecniche nel campo dell’animazione, che hanno permesso di realizzare una realistica pelliccia degli animali.

Arrivato infine in sala, il film si è rivelato come uno dei maggiori incassi della stagione, classificandosi al nono posto tra i film d’animazione di maggiore incasso della storia del cinema. A fronte di un budget di circa 150 milioni di dollari, Zootropolis è infatti stato in grado di incassare oltre un miliardo a livello globale. Ottenuto anche un ottimo apprezzamento da parte della critica, il film è diventato un vero e proprio caso, ottenendo numerosi riconoscimenti nel corso della stagione dei premi. Tra questi si annovera anche il premio Oscar al miglior film d’animazione, vinto sbaragliando la concorrenza.

Zootropolis: la trama del film

Ambientata nella moderna cittadina di Zootropolis, dove animali di ogni specie convivono in modo pacifico, la storia ha per protagonista la piccola ma intraprendente coniglietta Judy Hopps. Dopo essere stata a lungo una poliziotta in zone di campagna, questa vede infine realizzarsi il suo sogno trasferendosi a lavorare proprio nella grande città. Qui però si trova a doversi scontrare con i pregiudizi del suo superiore, il bufalo Bogo. Questi, infatti, dubita che con la sua piccola stazza la coniglietta possa mai essere una buona poliziotta, e decide pertanto di relegarla al ruolo di vigile stradale. Judy però non si abbatte, e determinata a dimostrare il proprio valore decide di svolgere al meglio anche quel primo ruolo.

La grande occasione arriva per lei nel momento in cui si imbatte nella lontra Virna Otterton, la quale denuncia la misteriosa scomparsa di suo marito Emmit. Non si tratta del primo caso simile. Come Bogo spiegherà a Judy, negli ultimi tempi a Zootropolis sono infatti scomparsi senza lasciare traccia ben quattordici predatori. La coniglietta si offre allora di indagare a riguardo, ma il suo superiore le concede soltanto due giorni, dopo i quali in caso di fallimento dovrà rassegnare le dimissioni. Judy è però convinta di poter venire a capo del mistero, ma per riuscire nell’impresa avrà bisogno di un aiuto esterno. Per sua fortuna, si imbatte nella carismatica e truffaldina volpe di nome Nick Wilde, che si offrirà di darle una mano con le indagini.

Zootropolis cast

Zootropolis: i doppiatori dei personaggi

Come sempre la Disney si è rivolta a noti interpreti di Hollywood per dar voce ai personaggi del film. È così che a dare voce alla coniglietta Judy vi è l’attrice Ginnifer Goodwin, celebre per aver interpretato Biancaneve nella serie C’era una volta. L’attrice è stata scelta per la sua capacità di dar vita a personaggi estremamente dolci e con un grande senso dello humor. Jason Bateman, attualmente noto per la serie Ozark, è invece la voce della volpe Nick Wilde. Questi a sua volta è stato scelto per conferire al personaggio un carattere divertente ma anche sfumature più emotive. Accanto a loro si ritrovano poi noti attori come Idris Elba nei panni del bufalo Bogo, J. K. Simmons in quelli del sindaco Lionheart, e Octavia Spencer per la lontra Virna Otterton.

Per il doppiaggio italiano del film, allo stesso modo, i ruoli sono stati affidati a note personalità dello spettacolo. Ilaria Latini, nota per essere la doppiatrice di Katie Holmes, dà qui voce a Judy, mentre Alessandro Quarta, voce italiana di Jeremy Renner, è la voce Nick. Il comico Paolo Ruffini dà voce allo yak Yax, mentre Massimo Lopez è il sindaco Lionheart, il quale ha naturalmente le sembianze di un leone. Sono poi presenti Frank Matano nei panni della donnola Duke, e la celebre Ilaria Stagni, voce di Bart Simpson, che interpreta qui Gazelle la gazzella. Leo Gullotta, noto per il doppiaggio del mammut Manny in L’era glaciale, dà voce al malavitoso toporagno Mr. Big. Infine, Diego Abatantuono recita nei panni di Finnick, volpe del deserto, mentre la comica Teresa Mannino è Fru Fru, figlia di Mr. Big.

Zootropolis: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato lo straordinario successo del film e dei suoi personaggi, era lecito aspettarsi che la Disney ponesse in lavorazione dei sequel per il grande schermo. Già nel 2016, infatti, i registi avevano confessato che molto materiale ideato per Zootropolis era stato scartato dalla versione finale, con la possibilità però di riutilizzarlo per futuri film. Nel 2019 viene poi rilasciata la notizia secondo cui lo studios starebbe attualmente lavorando a ben due sequel, con l’intenzione dunque di dar vita ad una trilogia. Prima di poter vedere il primo di questi seguiti al cinema bisognerà però attendere un tempo ancora indefinito. La Disney sembra infatti puntare molto sul film, con il desiderio di avvalersi per questo di tutti i più recenti progressi nel campo dell’animazione. Non c’è però dubbio che sarà possibile rivedere Judy e Nick presto in nuove avventure.

Nell’attesa di questo momento, gli appassionati del film possono fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Zootropolis è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision, Amazon Prime Video e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione sabato 8 gennaio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

 

Karen Gillan: 10 cose che non sai sull’attrice

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Karen Gillan: 10 cose che non sai sull’attrice

Karen Gillan è una delle attrici più brillanti della sua generazione che ha saputo, in breve tempo, conquistare i fan di tutto il mondo con la sua bravura, con le sue capacità e con il suo fascino scozzese. La sua carriera è iniziata poco più di una decina di anni fa, ed è stata capace di cogliere i progetti giusti e di dare ad ognuno un gran valore aggiunto.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Karen Gillan.

Karen Gillan: i suoi film e le serie TV

1. Karen Gillan: i film e la carriera. La carriera di Karen Gillan al cinema inizia con New Town Killers (2008) e continua poi con i film Oculus – Il riflesso del male (2013) e Guardiani della Galassia (2014), con cui ottiene massima notorietà. In seguito ha recitato in La grande scommessa (2015), Nella valle della violenza (2016), Guardiani della Galassia Vol. 2 (2017), The Circle (2017), Jumanji – Benvenuti nella giungla (2017), Avengers: Infinity War (2018), Avengers: Endgame (2019), Stuber – Autista d’assalto (2019), Jumanji: The Next Level (2019), Il richiamo della foresta (2020) e Gunpowder Milkshake (2021).

2. Ha recitato anche per la televisione. Oltre ad essere comparsa in film particolarmente noti, la Gillan ha in diverse occasioni recitato anche per il piccolo schermo. Si annoverano infatti sue partecipazioni a serie come Rebus (2006), Coming Up (2008) e The Well (2009). Dal 2010 al 2013 ha interpretato il personaggio di Amy Pond nella serie Doctor Who. Ha poi recitato nelle serie NTSF:SD:SUV (2013), A Touch of Cloth (2014), Selfie (2014) ed Emo Dad (2016). Nel 2021 ha dato voce a Nebula nella serie animata della Marvel What If.

3. Non solo attrice, ma anche sceneggiatrice, regista e produttrice. La carriera di Karen Gillan non è sviluppata soltanto nell’ambito della recitazione. L’attrice, infatti, ha vestito di panni della regista e della produttrice per i corti Coward (2015, di cui è anche sceneggiatrice) e Conventional (2015), per il segmento Conventional del film Fun Size Horror: Volume Two (2015) e per il film The Party’s Just Beginning (2018).

karen gillan

Karen Gillan è Nebula

4. Si è rasata la testa. Per poter interpretare il ruolo di Nebula in maniera realistica, Karen Gillan ha deciso di radersi completamente la testa prima di iniziare a girare Guardiani della Galassia. Per chi tende a portare i capelli lunghi come lei l’evento potrebbe essere traumatico, ma l’attrice pare che tutto sommato si sia anche divertita a sperimentare questo nuovo taglio. Tra l’altro, in rete esiste anche un video che mostra la Gillan durante la sua seduta di rasatura totale.

5. Si è divertita molto ad interpretarla. Al termine delle riprese di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, Karen Gillan ha rivelato di essere stata molto contenta di aver interpretato Nebula e di essersi divertita molto anche insieme a tutto il cast degli Avengers: “Sono d’accordo con quanto detto da Sebastian [Stan]: un set caotico e a livello logistico deve essere una sfida per i Marvel Studios… per questo immagino quanto sia difficile organizzare tutto. Ma è così divertente, per l’atmosfera creatasi sul set, uno dei migliori mai vissuti. Sono riusciti ad impostare un tono davvero piacevole per l’ambiente, e io mi sto divertendo tantissimo!”.

Karen Gillan, Jumanji e il suo costume nel film

 

6. Si è allenata di più qui che nei film Marvel. Stando a quando rivelato dalla stessa Karen Gillan, pare che il suo ruolo in Jumanji: Benvenuti nella giungla abbia richiesto un training maggior che quello per il suo ruolo di Nebula per i Marvel Studios: “Ho fatto molto allenamento. Non l’ho mai fatto niente di simile per nessun film, per nessun film Marvel. Per questa [la scena di danza e combattimento] dovevo fare tutto in una singola scena. Ha richiesto molto lavoro e anche aiuto da parte delle mie stuntman”.

7. Ha difeso il suo costume. All’attrice è stato contestato il costume da lei indossato per dare vita al suo personaggio di Jumanji perché troppo sexy e succinto. Tuttavia, il costume non ha niente a che vedere con della sensualità gratuita: “Ho avuto un’esperienza simile con Doctor Who, quando c’è stato così tanto rumore per il mio costume quando vennero pubblicare le foto, quindi mi aspettavo che accadesse di nuovo. Ma devo dire che non ho mai scelto un ruolo che fosse gratuito. C’è un valido motivo per cui lei indossa quei vestiti, il mio personaggio non ne è affatto contenta”.

karen gillan

Karen Gillan è fidanzata

8. Ha avuto una relazione durata sei anni. Di Karen Gillan non si è mai saputo molto circa la sua vita privata e soprattutto sentimentale. Ciò che è emerso è che l’attrice scozzese ha avuto una relazione durata sei anni, dal 2006 al 2012, con il fotografo Patrick Green. In seguito, si sa che l’attrice ha avuto una relazione con il produttore britannico Andrew Brooke, ma non è chiaro se i due siano ancora insieme.

9. Il presunto flirt con Matt Smith. La Gillan e Smith avevano lavorato insieme grazie alla serie Doctor Who e pare che tra i due ci sia una grande intesa che in tanti hanno voluto intendere come più di una semplice amicizia. Quegli che sembravano degli indizi, ovvero il fatto che i due si fossero lasciati con i rispettivi compagni nel 2012 e che poi, un paio di anni dopo, i due si sarebbero trovati a Los Angeles insieme, in realtà non lo erano, tanto che poi Matt Smith si è fidanzato con Lily James nel 2014.

Karen Gillan è su Instagram

10. Ha un profilo Instagram seguitissimo. Karen Gillan ha voluto aprire, come la maggior parte dei suoi colleghi, un proprio profilo Instagram ufficiale e il suo è seguito da qualcosa come 7,4 milioni di persone. Molto attiva sul social, il suo profilo la mostra intenta nei suoi progetti di lavoro, soprattutto quando protagonista di servizi fotografici e sei dei film in cui è protagonista. Ma non mancano anche i post dedicati ai cosplayer di Nebula, il suo personaggio Marvel.

Fonti: IMDb, dailymail, allstarbio, The Hollywood Reporter

L’ufficiale e la spia: la vera storia dietro al film

L’ufficiale e la spia: la vera storia dietro al film

Il regista premio Oscar Roman Polanski, dopo aver portato al cinema nel corso dell’ultimo decennio film come L’uomo nell’ombra, Carnage e Quello che non so di lei, nel 2019 ha firmato la regia di L’ufficiale e la spia (qui la recensione), il cui titolo originale è J’accuse. Affermatosi come una delle sue opere recenti più apprezzate, premiate ma anche controverse, il film è un dramma storico che ripercorre un evento che sconvolse la società di fine Ottocento. Polanski, tuttavia, riprende questo celebre episodio storico per farne un racconto il cui eco si può ritrovare anche nella nostra contemporaneità.

Tratto dall’omonimo romanzo del 2013 di Robert Harris, che firma qui la sceneggiatura insieme a Polanski, il film racconta delle indagini del tenente colonnello Georges Picquart volte a far luce sul celebre affare Dreyfus. Alfred Dreyfus, capitano dell’esercito francese, venne infatti dichiarato colpevole di alto tradimento nel 1894 e condannato all’esilio. Questa vicenda, tuttavia, non mancò di suscitare perplessità in Francia, specialmente per via delle prove presentate e tutt’altro che schiaccianti e, in maggior misura, per via del credo ebraico di Dreyfus. Partendo da questa complessa vicenda, Polanski parla al pubblico del presente, mettendolo in guardia dalle accuse prive di un fondamento verificabile.

Presentato con clamore al Festival di Venezia, dove ha poi vinto il Gran Premio della giuria, L’ufficiale e la spia è un avvincente racconto alla scoperta di un caso che sconvolse l’Europa e anticipò gli orrori antisemiti della prima metà del Novecento, ma è anche un atto d’accusa nei confronti di coloro che accusano offendendo la verità. Prima di intraprendere una visione del film, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia qui raccontata. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

L’ufficiale e la spia: la trama e il cast del film

La vicenda narrata dal film si apre nel 1894, quando il militare di origini ebree Alfred Dreyfus viene accusato di alto tradimento come spia dei tedeschi. Degradato sulla pubblica piazza e condannato all’esilio, egli sembra un caso chiuso e destinato ad essere dimenticato. Il tenente colonnello Georges Picquart, promosso a capo dell’unità di controspionaggio militare, inizia però ad indagare sul caso Dreyfus, accorgendosi di come la fuga di notizie continui nonostante il suo isolamento. L’ufficiale si convince dunque che il suo collega è stato accusato ingiustamente e che la spia è ancora tra loro. Desideroso di giustizia e di verità, Picquart inizia a indagare per anni, scontrandosi con il suo stesso Paese e con il rischio di compromettere la sua stessa carica militare.

Originariamente Polanski aveva espresso il desiderio di realizzare il film con un cast di attori hollywoodiani, ma preferì infine affidarsi ad interpreti francesi e dunque di far recitare in tale lingua l’intero film. Nei panni del tenente colonnello Georges Picquart si ritrova così il premio Oscar Jean Dujardin, mentre nei panni del capitano Alfred Dreyfus vi è Louis Garrel, sottopostosi ad ore di trucco per poter assomigliare maggiormente al vero Dreyfus. Entrambi sono poi stati candidati rispettivamente come miglior attore e miglior attore non protagonista ai premi César. Completano il cast gli attori Emmanuelle Seigner nei panni di Pauline Monnier, Grégory Gadebois in quelli del maggiore Hubert-Joseph Henry e Mathieu Amalric per il criminologo Alphonse Bertillon.

L'ufficiale e la spia cast

L’ufficiale e la spia: la vera storia dietro il film

Il cosiddetto Affare Dreyfus fu il maggiore conflitto politico e sociale della Francia di fine Ottocento. Questo ha inizio con l’accusa nel 1894 di alto tradimento nei confronti di Alfred Dreyfus, capitano alsaziano di origine ebraica. Un documento appartenente a Maximilian von Schwartzkoppen, addetto militare tedesco a Parigi, riportava in modo evitende di come alcune informazioni militari segrete dell’esercito francese fossero state riportate all’esercito tedesco. Tra i sospettati, le accuse ricaddero ben presto su Dreyfus, la cui calligrafia sembrava coincidere con quella della spia. Il processo nei suoi confronti si svolse evidentemente in modo imparziale e Dreyfus venne condannato all’unanimità sulla base di prove mai realmente verificate.

Deportato nell’Isola del Diavolo, un isolotto al largo della Guyana francese, Dreyfus rimase lì in esilio e la sua storia sembrò conclusa. Il colonnello dei servizi segreti George Picquart si interessò però alla vicenda e riuscì ad entrare in possesso di alcuni documenti che sembravano scagionare Dreyfus e individuare in Ferdinand Walsin Esterhazy il vero traditore. A partire da quella convinzione Picquart intraprese un’accesa battaglia per far riesaminare il caso Dreyfus in modo imparziale. I suoi superiori, tuttavia, erano fortemente contrari a questa sua volontà, poiché significava dover ammettere di aver perpetrato degli errori particolarmente gravi. Alla causa di Picquart si unirono però diverse personalità, tra cui il celebre scrittore Emile Zola, che il 13 gennaio del 1989 pubblico sull’Aurore il celebre articolo J’Accuse.

Indirizzato al Presidente della Repubblica, in questo Zola sosteneva la ricerca assoluta della verità e della giustizia, facendo i nomi di quanti si erano macchiati di menzogna e negligenza. Con il paese spaccato in due sulla vicenda, il maggiore Hubert-Joseph Henry ammise infine di aver falsificato molti dei documenti contro Dreyfus. Ciò costrinse a riaprire ufficialmente il processo del 1894, anche per via della dichiarazione di Esterhazy, il quale sembrò confessare di essere stato lui a scrivere il famoso bordereau in cui si ritrovano le informazioni trasmesse all’esercito tedesco. A Dreyfus venne quindi offerta la libertà nel 1899, ma solo nel 1906 venne reintegrato nell’esercito. A quel punto, però, la sua carriera era irrimediabilmente stata rovinata.

Il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di L’ufficiale e la spia grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 7 gennaio alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Fonte: IMDb

Sidney Poitier, ci lascia a 94 anni il leggendario attore

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Sidney Poitier, ci lascia a 94 anni il leggendario attore

È morto Sidney Poitier, attore, regista e attivista per i diritti civili pionieristico e icona afroamericana del cinema. Aveva 94 anni. Ad annunciarlo è stato il ministro degli Esteri delle Bahamas Fred Mitchell. I dettagli della sua morte non sono immediatamente disponibili.

Con una bellezza e una classe come non se ne sono viste spesso sul grande schermo, Sidney Poitier ha scritto la storia di Hollywood, diventando il primo afroamericano a vincere un premio Oscar come miglior attore, per Gigli del campo del 1964.

Poitier era una figura di spicco a Hollywood e non solo, ha recitato in classici come Indovina chi viene a cena, In the Heat of the Night e To Sir With Love, per citarne alcuni, mentre si occupava nella sua vita pubblica della tutela dei diritti civili, promuovendo l’uguaglianza razziale e la dignità umana.

Nel 2022 gli è stato assegnato un altro Oscar alla carriera, questa volta, un’onorificenza che si affolla insieme a tutti i premi di cinema e ai riconoscimenti per il suo impegno civile, tra cui la Medaglia Presidenziale della Libertà, insignitagli nel 2009 da Obama.

Dune dall’8 gennaio in prima visione su Sky Cinema Uno

Dune dall’8 gennaio in prima visione su Sky Cinema Uno

Arriva sabato 8 gennaio alle 21.15 in prima visione su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand il film campione d’incassi Dune, del regista candidato all’Oscar Denis Villeneuve (Arrival, Blade Runner 2049), scritto da Denis Villeneuve insieme a Jon Spaihts ed Eric Roth, basato sull’omonimo romanzo di Frank Herbert. Il film è stato presentato Fuori Concorso, in prima mondiale, alla 78a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

Nel cast di Dune il candidato all’Oscar Timothée Chalamet (“Call Me by Your Name”, “Piccole Donne”), Rebecca Ferguson (“Stephen King’s Doctor Sleep”, “Mission: Impossible – Fallout”), Oscar Isaac (i film di “Star Wars”), il candidato all’Oscar Josh Brolin (“Milk”, “Avengers: Infinity War”), Stellan Skarsgård (“Chernobyl” di HBO, “Avengers: Age of Ultron”), Dave Bautista (la serie di film di “Guardiani della Galassia”, “Avengers: Endgame”), Zendaya (“Spider-Man: Homecoming”, “Euphoria” di HBO), Chen Chang (“Mr. Long”, “Crouching Tiger, Hidden Dragon”), David Dastmalchian (“Blade Runner 2049”, “The Dark Knight”), Sharon Duncan-Brewster (“Rogue One: A Star Wars Story”, “Sex Education”), con la candidata all’Oscar Charlotte Rampling (“45 Years”, “Assassin’s Creed”), con Jason Momoa (“Aquaman”, “Il Trono di Spade” di HBO) e il premio Oscar Javier Bardem (“No Country for Old Men”, “Skyfall”). Dune diretto da Denis Villeneuve, è un film di Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures, distribuito nelle sale cinematografiche italiane da Warner Bros. Pictures.

La trama

Dune un’epica avventura ricca di emozioni, narra la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e talentuoso, nato con un grande destino che va ben oltre la sua comprensione, che dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e alla sua gente. Mentre forze maligne si fronteggiano in un conflitto per assicurarsi il controllo esclusivo della più preziosa risorsa esistente sul pianeta – una materia prima capace di sbloccare il più grande potenziale dell’umanità – solo coloro che vinceranno le proprie paure riusciranno a sopravvivere.

Rooney Mara, diretta da Luca Guadagnino, sarà Audrey Hepburn

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Rooney Mara, diretta da Luca Guadagnino, sarà Audrey Hepburn

Rooney Mara sarà la protagonista di un prossimo film biografico sull’iconica star di Hollywood Audrey Hepburn. L’attrice britannica di origine belga è tra le più rappresentative personalità del cinema degli anni d’oro, con tanto di premio Oscar su 5 nomination di carriera, per Vacanze Romane, del 1953. L’American Film Institute ha classificato la Hepburn come la terza più grande attrice del cinema di sempre, dietro solo a Katharine Hepburn e Bette Davis.

Mara, nel frattempo, ha costruito una sua impressionante carriera cinematografica. Dopo aver ottenuto l’attenzione per il suo breve ruolo di supporto in The Social Network, l’attrice americana ha collaborato di nuovo con il regista David Fincher per Millennium del 2011, offrendo una performance eccezionale che le è valsa una nomination all’Oscar come migliore attrice. Da allora ha continuato a collaborare con alcuni dei registi più talentuosi del panorama contemporaneo, tra cui Steven Soderbergh, Spike Jonze, David Lowery e Todd Haynes, che l’ha diretta in Carol, ruolo per il quale ha ottenuto la sua seconda nomination agli Oscar. A breve nel thriller neo-noir di Guillermo del Toro La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley come parte di un cast stellare che include artisti del calibro di Bradley Cooper, Cate Blanchett e Toni Collette.

Ora, Puck sta segnalando (tramite Deadline) che Rooney Mara produrrà e reciterà in un film sulla vita di Hepburn, sotto l’ala protettrice di Apple. Il nostro Luca Guadagnino è stato chiamato alla regia e si conferma il regista italiano più internazionale del nostro cinema. Michael Mitnick, che in precedenza ha collaborato con Guadagnino in un cortometraggio del 2019, è pronto a scrivere la sceneggiatura.

Spider-Man: No Way Home, finalmente parla Andrew Garfield, aperto a un suo terzo film

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Ora che Spider-Man: No Way Home è uscito da quasi un mese, Andrew Garfield ha rotto il silenzio sulla sua partecipazione al film in una nuova intervista con Variety. L’attore ha rivelato cosa significa per lui avere la possibilità di riscattare il suo Uomo Ragno. Anche se ora sembra che tutti stiano cantando le sue lodi, i film di The Amazing Spider-Man sono stati tra i film di supereroi meno amati dell’ultimo decennio e lo stesso Garfield ha espresso apertamente la sua delusione nei loro confronti. Con Spider-Man: No Way Home, tuttavia, si sente molto meglio, come ha spiegato:

“Sono così grato. Sono davvero, davvero grato di aver potuto chiudere alcune questioni in sospeso per il Peter che stavo interpretando. Amo quel personaggio e sono grato di aver potuto lavorare con questi attori incredibili, questo incredibile regista e la Marvel in collaborazione con Sony. È stato gioioso e ho percepito una sensazione di compimento per me. C’erano così tante domande senza risposta per il mio Peter, dove l’abbiamo lasciato. Dovevo fare un passo indietro e riuscire a farlo guarire un po’. E anche sostenere davvero Peter [di Holland] e onorare il suo personaggio completando quella trilogia, senza distrarlo o sminuirlo.”

Sull’idea di interpretare di nuovo Peter Parker in The Amazing Spider-Man 3:

“Voglio dire, sì, sono decisamente aperto a qualcosa se dovesse sembrare giusto. Peter e Spider-Man, quei personaggi sono tutti incentrati sul servizio, per il bene più grande e per molti. È un ragazzo della classe operaia del Queens che conosce la lotta e la perdita ed è profondamente empatico. Proverei a prendere in prestito la struttura etica di Peter Parker in quanto, se ci fosse l’opportunità di fare un passo indietro e raccontare di più su quella storia, dovrei sentirmi molto sicuro di me stesso”.

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

David Boreanaz: 10 cose che non sai sull’attore

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David Boreanaz: 10 cose che non sai sull’attore

David Boreanaz è uno di quegli attori che a riscritto la storia delle serie tv, facendo innamorare fan di tutto il mondo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000 grazie alle serie Buffy l’ammazzavampiri e al suo spin-off Angel. Per arrivare fino a dove è arrivato ora, l’attore, produttore e regista americano ha dovuto fare una bella gavetta e ha sempre lavorato sodo per costruirsi una carriera concreta e solida.

Ecco, allora, dieci cose che forse non sapevate su David Boreanaz.

David Boreanaz: i suoi film e le serie TV

 

1. Ha recitato in celebri film e serie TV. David Boreanaz debutta come attore nel 1993 grazie ai film Aspen- Sci estremo e Kickboxing mortale e grazie alla serie Sposati.. con figli. Raggiunge subito il successo grazie alla serie Buffy l’ammazzavampiri (1997-2003) ed Angel (1999-2004) e anche grazie ai film come Valentine – Appuntamento con la morte (2001) e Il corvo – Preghiera maledetta (2005). La sua carriera è continuata con i film The Mighty Macs (2010) e Officer Down (2012) e con le serie Baby Blues (2002), Bones (2005-2017), Sleepy Hollow (2015) e SEAL Team (2017-in corso).

2. Non solo attore, ma anche regista e produttore. Nel corso della sua carriera, David Boreanaz non si è limitato a fare solo l’attore, ma che ha avuto modo di sperimentare anche gli ambiti della produzione e della regia. Boreanaz, infatti, ha iniziato a dirigere nel 2004 un episodio di Angel, per continuare quest’attività con Il risolutore (2012) e con diversi episodi di Bones e SEAL Team. Inoltre, al di là della regia, l’attore si è anche concentrato nella produzione, partecipando in questa veste alle serie Bones e SEAL Team.

David Boreanaz Bones

David Boreanaz, Ingrid Quinn e i figli Jaden Rayne e Bella

3. David Boreanaz si è sposato due volte. Prima della sua attuale moglie, Boreanaz è stato già sposato con Ingrid Quinn, con un matrimonio durato dal 7 giugno del 1997 fino al 1999, anno del divorzio. In seguito, si è sposato con Jaime Bergman, ex conigletta di Playboy ed attrice, il 24 novembre del 2001: dalla loro unione sono nati due figli, Jaden Rayne (nato nel 2002) e Bella (nata nel 2009), il cui nome originale era però Bardot Vita, poi cambiato in quello attuale.

4. In passato è stato infedele alla sua attuale moglie. Pare che David Boreanaz non sia stato molto fedele alla moglie diversi anni fa e di questo fatto ne ha parlato. Sicuramente l’attore, come si è lui stesso definito, è stato irresponsabile, tuttavia è stato ricattato dalla sua amante. Il nome non è stato divulgato, ma pare che questa persona abbia ricattato l’attore, minacciando di rivelare ai media la loro relazione, chiedendo soldi in cambio del silenzio.

David Boreanaz in Bones

 

5. L’attore ha vinto una causa milionaria. Stando a quando è stato divulgato circa un paio di mesi fa, pare che le star di Bones, David Boreanaz e Emily Deschanel, abbiano vinto una causa intentata insieme ai produttori della serie, ottenendo un risarcimento pari a 178.695.778,90 di dollari. Questa cifra copre essenzialmente i pagamenti per la distribuzione dello show su diverse piattaforme, inclusa Hulu. Il giudice, infatti, ha ritenuto che la FOX abbia mentito e coperto diversi dettagli finanziari dell’accordo di distribuzione.

6. David Boreanaz non vorrebbe partecipare ad un revival della serie. Stando a quanto dichiarato, all’attore americano non piacerebbe tornare indietro. Lui e la sua collega Emily Deschanel hanno ammesso di aver realizzato diversi finali di stagione, pensando che ogni volta potesse essere l’ultima e tuttti contraddistinti da un livello qualitativo soddisfacente.

David Boreanaz è su Instagram

7. Il suo account ufficiale è seguitissimo. Anche David Boreanaz, come la maggior parte dei suoi colleghi, è caduto della trappola di Instagram, tanto da aprire un proprio profilo ufficiale che conta qualcosa come 697 mila fan al seguito. L’attore è abbastanza attivo sul social, tanto da condividere spesso immagini che riguardano i suoi progetti lavorativi e che lo vedono spesso protagonista. Ma molti altri post sono dedicati alla nostalgia della gioventù, ai ricordi lavorativi di un tempo e alla sua famiglia.

david boreanaz

David Boreanaz in Buffy l’Ammazzavampiri

8. Ha dimostrato di poter essere molto cattivo. La prima volta che fu pianificato che Angel avrebbe perso la sua anima, Joss Whedon dubitava che David Boreanaz fosse in grado di rappresentare la crudeltà di Angelus. Tuttavia, Whedon ha poi affermato che Boreanaz lo ha spaventato talmente tanto nella sua interpretazione del crudele Angelus da decidere di realizzare una serie spin-off dedicata a lui, così da poter esplorare ulteriormente il personaggio nei suoi lati buoni e in quelli negativi.

David Boreanaz in Angel

9. Ha avuto modo improvvisare molte battute. Andata in onda dal 1999 al 2004, la serie Angel è dedicata a raccontare le gesta del vampiro Angel nella città di Los Angeles, dove egli si dedica ad aiutare i bisognosi per tentare di espiare i propri peccati. Nel corso dello show, però, Boreanaz ha avuto modo anche di interpretare la versione malvagia del suo personaggio, ovvero Angelus. Durante il suo arco narrativo della quarta stagione nei panni di questo, inoltre, a David Boreanaz è stato permesso di improvvisare molte delle sue battute.

David Boreanaz: il suo 2020

10. È impegnato con una nuova serie TV. Conclusasi nel 2017 l’esperienza con la serie Bones, Boreanaz ha subito iniziato a recitare per SEAL Team, dove interpreta Jason Haynes. La serie segue le vicende del Team Bravo una unità d’élite del DEVGRU dei Navy SEAL. La squadra è impegnata in operazioni militari non solo sul suolo statunitense, ma soprattutto in giro per il mondo dove affrontano terroristi, aiutano innocenti, e combattono in nome del loro Paese. Il personaggio interpretato da Boreanaz è un Master Chief Special Warfare Operator, leader del Team Bravo.

Fonti: IMDb, People, The Hollywood Reporter, Bustle, cinemablend, tmz

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