Marco Bellocchio ha
ricevuto dalle mani di Paolo Sorrentino la Palma
d’Oro alla Carriera in occasione della chiusura di Cannes
74. Ecco di seguito il suo discorso di ringraziamento:
“Ogni volta che lo incontravamo,
terrorizzati dalla sua intelligenza, noi altri del cinema italiano,
provavamo a compiacere Marco Bellocchio. Un lavoro vano. Con grande
cortesia, Marco Bellocchio opponeva al nostro corteggiamento
un’umile indifferenza. Ma non era snobistica distanza, solo
autorevolezza. Questo è apparso chiaro a tutti sin dal primo
capolavoro di Marco: “I pugni in tasca”.
Ci si trovava di fronte a una voce
autorevole. E non ha mai smesso di esserlo nel corso della sua
lunga carriera. Marco Bellocchio è tutto quello che un regista
dovrebbe essere: appartato, discreto, lontano dall’egocentrismo,
curioso dell’altro. Gli uomini curiosi non hanno tempo per elencare
aneddoti sulla grandezza dei loro film. Sono sempre intenti a
conoscere il mondo e a porsi domande.
Ultimamente ho avuto il privilegio
di frequentarlo di più e confesso che resterei ore a fissare la sua
vitalità da ragazzo, il suo candore, la sua padronanza di un
umorismo sono in apparenza involontario. Ma soprattutto, quelli che
mi rende curioso in maniera morbosa nei suoi confronti, è la sua
sotterranea inquietudine. Perché, a mio parere, è questa
inquietudine che rende grande il suo cinema. Fare grande cinema è
il risultato di una lunga guerra che un autore ingaggia con sé
stesso.
Ogni nuovo film di Marco Bellocchio
è un ‘emozione, perché mi pone sin dai titoli di testa questa
bellissima domanda: in quale fase della guerra si trova
Bellocchio.
La sua ribellione, che Thierry
Fremaux ha sottolineato motivando questo premio è, secondo me, una
lunga, necessaria, meravigliosa ribellione con e contro sé
stesso.
Tutto questo, fortunatamente, la
Francia e il Festival
di Cannes lo hanno compreso e riconosciuto, conferendogli la
Palma d’Oro Onoraria. Che oggi va al più importante e giovane
regista che abbiamo in Italia: Marco Bellocchio.”
Il film Marx può aspettare è stato
accolto a Cannes da ovazioni e commozione incontenibili. La stampa
italiana e internazionale all’unisono hanno intonato un coro di
elogi. Oggi il pubblico lo può vedere in sala.
Il film è è una produzione Kavac
Film, Ibc Movie, Tender Stories con Rai Cinema, in collaborazione
con Fondazione Cineteca Bologna, opera realizzata in collaborazione
con Regione Lazio Fondo per il Cinema e l’audiovisivo, produttore
esecutivo Michel Merkt e Alessio Lazzareschi, coprodotto da Malcom
Pagani e Moreno Zani, prodotto da Simone Gattoni e Beppe
Caschetto.
La giuria del Festival
di Cannes 74, presieduta da Spike
Lee, ha assegnato i seguenti premi, scegliendo trai titoli
del concorso selezionati quest’anno, in questa edizione di luglio,
insolita, del festival francese.
Ecco il palmarès di Cannes 74
FEATURE FILMS
Palme d’or
TITANE directed by Julia
DUCOURNAU
Grand Prix (ex aequo)
GHAHREMAN (AHero) directed by Asghar
FARHADI
HYTTI N°6 (Compartment N°6) directed
by Juho KUOSMANEN
Best Director
Leos CARAX for
ANNETTE
Best Screenplay
HAMAGUCHI Ryusuke & TAKAMASA
Oe for DRIVE MY CAR
Jury Prize (ex aequo)
MEMORIA directed by
Apichatpong WEERASETHAKUL
HA’BERECH(Ahed’s
Knee) directed by Nadav LAPID
Best Performance by an Actress
Renate REINSVE in VERDENS VERSTE
MENNESKE (The Worst Person in the World)
directed by Joachim TRIER
Best Performance by an Actor
Caleb LANDRY JONES in
NITRAM
directed by Justin KURZEL
SHORT FILMS
Palme d’or
TIAN XIA WU YA (All the
Crows in the World)
directed by TANG Yi
Special Mention
CÉU DE AGOSTO (August
Sky) directed by Jasmin TENUCCI
CAMERA D’OR
MURINA directed by Antoneta
ALAMAT KUSIJANOVIĆ unveiled in the frame of LA QUINZAINE
DES RÉALISATEURS
HIGHER TECHNICAL COMMISSION(CST)
CST Award for Technical Artistry
Vladislav OPELIANTS (Russia), Chief Director of
Photography, PETROV’S FLUby Kirill
SEREBRENNIKOV
CST Young Film Technician Award Armance DURIX, Head Sound Engineer, MI
IUBITA, MON AMOUR by Noémie MERLANY
La casa di produzione
cinematografica Bly Sky Studios si è affermata a
partire dal nuovo millennio per la sua realizzazione di alcuni
celebri film d’animazione, ormai entrati a far parte
dell’immaginario culturale. Se i loro più noti lavori sono quelli
relativi alla serie di L’era glaciale, altri
apprezzati titoli sono Robots, Ortone e il mondo dei Chi
e Rio. Quest’ultimo, diretto dal
regista brasiliano Carlos Saldanha e basato su un
suo soggetto originale, è uscito con grande successo al cinema nel
2011, affermandosi come uno dei grandi titoli d’animazione del suo
anno.
L’idea originale della storia, in
realtà, prevedeva un pinguino che si ritrova catapultato
nell’esotico contesto delle spiagge di Ipanema. Per via dell’uscita
di Happy Feet e Surf’s Up, tuttavia, entrambi
aventi per protagonisti un pinguino, Saldanha decise di rendere
protagonista del suo film un raro esemplare di Ara di Spix, un
uccello della famiglia degli Psittacidi, una specie oggi purtroppo
considerata estinta in natura. Dopo anni di sviluppo, Saldanha è
infine riuscito a far prendere vita al film, un progetto da lui
considerato il sogno della sua vita, che ha poi deciso di dedicare
alla madre.
Accolto in maniera estremamente
positiva, Rio vanta un incasso di oltre 480 milioni di
dollari a fronte di un budget di 90. Estremamente colorato, vivace
e ricco di musica, è ancora oggi da considerare come uno dei film
d’animazione più belli e importanti del nuovo millennio, adatto per
spettatori di tutte le età. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e ai
personaggi e alle canzoni.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Rio: la trama del film
Protagonista del film è
Blu, un raro esemplare della sua specie che,
mentre veniva trasportato dalla giungla brasiliana fino al
Minnesota, riesce a sfuggire alla sua gabbia ritrovandosi però in
un contesto a lui del tutto estraneo. Per sua fortuna, viene
trovato da Linda, una bambina che decide di
prenderlo con sé e accudirlo con amore. Quindici anni dopo, Blu è
ora diventato un uccello adulto e addomesticato, amante della
cioccolata, dei biscotti e che non ha mai imparato a volare. La sua
tranquilla esistenza, però, verrà scombussolata dall’arrivo di un
goffo ornitologo brasiliano di nome Tullio, che ha
viaggiato fino al Minnesota per spiegare a Linda che Blu è l’ultimo
esemplare maschio della sua specie.
Fortunatamente, nel territorio
brasiliano è stata ora trovata l’unica femmina rimasta, una
pappagallina di nome Gioiel. Linda decide allora
di intraprendere un viaggio insieme al suo amico pennuto, con
l’obiettivo di salvare la loro specie. Per Blu l’esperienza sarà
quantomai traumatica, trovandosi a doversi confrontare con
situazioni a cui non era abituato. A complicare le cose, inoltre,
ci penserà anche una banda di trafficanti, che voglio rapire i due
uccellini per ottenere un lauto compenso dalla loro vendita. Per
Blu, questo sarà il momento di dimostrare tutto il suo valore,
imparare a volare e mettere in salvo sé stesso, la sua specie e i
suoi amici.
Rio: i personaggi e i doppiatori del film
Come anticipato, protagonista del
film è Blu, un’Ara di Spix addomesticato e inadatto alla vita in
cattività. A dare voce al personaggio in lingue originale vi è
l’attore Jesse
Eisenberg, mentre in italiano si ritrova Fabio De Luigi.
La pappagallina Gioiel, la femmina di Ara di Spix, caratterialmente
diversa da Blu, è invece doppiata da Anne Hathaway,
mentre in italiano la voce è quella di Victoria
Cabello. Altro personaggio chiave del film è Rafael, un
tucano toco particolarmente saggio che aiuterà Blu nel suo rapporto
con Gioiel. Il personaggio è doppiato da George
Lopez, ma in italiano si può ritrovare la calda voce di
Pino Insegno.
Vi sono poi gli umani Linda,
l’amorevole proprietaria di Blu, doppiata da Leslie
Mann, e Tullio, l’appassionato ornitologo, il quale ha la
voce di Rodrigo
Santoro. Tra gli altri personaggi si annovera poi
Pedro, un cardinale ciuffo rosso amante del rap e doppiato proprio
dal rapper will.i.am. Nico, un canarino giallo che
aiuterà Blu nella sua missione ha invece la voce del premio Oscar
Jamie Foxx. In
ultimo, si ritrova anche Luiz, un simpatico bulldog con problemi di
salivazione, qui doppiato dal comico Tracy Morgan.
L’antagonista del film è invece Miguel, un imponente cacatua
ciuffogiallo particolarmente sadico ed esibizionista. In italiano,
questo è doppiato dal cantante Mario Biondi.
Rio: le canzoni, il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
Nel realizzare Rio,
Saldanha aveva promesso che vi sarebbe stato in questo film molta
più musica che nei suoi precedenti lavori. Parte fondamentale del
film sono infatti le tante canzoni presenti, che hanno fatto della
colonna sonora di questa pellicola una delle più apprezzate
dell’anno. In particolare, si ricorda il singolo Telling the
World, eseguito da Taio Cruz. Molte delle
altre canzoni presenti, inoltre, sono state eseguite dagli stessi
doppiatori dei personaggi, che hanno così sfoggiato notevoli
capacità canore. Uno dei brani principali, Real in Rio, è
poi stato candidato al premio Oscar come miglior canzone
originale.
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Rio è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili e Google Play. Per vederlo, in
base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il
singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una
comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo
noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite
temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà
inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato 17
luglio alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Le storie di spionaggio sono spesso
e volentieri tra le più avvincenti proposte dal cinema. Tra
intrighi, tradimenti, cospirazioni e operazioni quantomai delicate,
queste affascinano da sempre gli spettatori di ogni dove, a maggior
ragione quando ciò che si vede è tratto da storie vere. Film come
Il ponte delle spie o
Argo sono solo due
esempi recenti di questo filone. Tra questi si colloca anche
Red Joan, titolo del 2018 diretto da
Trevor Nunn. Si tratta di un’opera a suo modo
anche insolita, che si concentra sul raccontare la storia di
un’anziana che viene scoperta come una delle maggiori spie di
sempre.
Il film si basa sul romanzo omonimo
di Jennie Rooney, la quale è stata ispirata nella
scrittura dalla vita di Melita Norwood. Questa è
divenuta nota negli anni Novanta per aver fornito all’Unione
Sovietica i segreti di stato relativi allo sviluppo di armi
atomiche grazie al suo lavoro presso la British Non-Ferrous Metals
Research Association. La Norwood ha però affermato di non aver
voluto nessun beneficio personale per la sua attività di spia. Il
suo desiderio era unicamente quello di consentire alla Russia di
tenersi al passo con gli altri paesi in questo tipo di
sperimentazioni, nel tentativo di evitare così conflitti più
feroci.
Descritta come una delle spie donne
più importanti di sempre, questa è così divenuta ulteriormente
popolare grazie al film Red Joan, dove è stata
interpretata da una celebre attrice premio Oscar. Un film dunque
irresistibile per gli amanti del genere, che potranno qui ritrovare
anche diversi elementi inediti e di fascino. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Red Joan: la trama del film
Protagonista del film è
Joan Stanley, un’anziana e innocua casalinga, la
quale non fa altro che condurre una tranquilla e umile vita, come
qualunque altra persona della sua età. Joan, tuttavia, è tutt’altro
che una normale vecchietta e ciò viene reso evidente nel momento in
cui si ritrova ad essere arrestata con l’accusa di spionaggio. I
servizi segreti, infatti, scoprono che la donna ha fornito
importanti informazioni alla Russia comunista tra la fine degli
anni Trenta e l’inizio dei Quaranta. Sottoposta ad interrogatorio,
Joan si vede così costretta a ricordare e raccontare il suo passato
e i motivi che la spinsero a divenire una spia.
La vicenda si sposta allora sul
finire degli anni Trenta, quando Joan è una giovane studentessa di
fisica. Seguendo le lezioni nell’università di Cambridge, si
imbatte nell’affascinante Leo Galich, un giovane
comunista che la introdurrà ad idee e pensieri nuovi sul mondo e
sulla società. Con quei nuovi ideali Joan trova poi lavoro in una
struttura per la ricerca sul nucleare. Con lo svolgersi della
Seconda guerra mondiale, la donna inizierà sempre più a rendersi
conto di come sia diventata parte di qualcosa di potenzialmente
letale. Sarà a quel punto che dovrà affrontare una dura decisione,
nel tentativo di mantenere quanto più possibile intatta la
pace.
Red Joan: il cast del film
Come anticipato, ad interpretare la
spia protagonista vi è una premio Oscar, l’attrice Judi Dench. Tra
le più apprezzate della sua generazione, questa si è negli ultimi
decenni cimentata in film di vario genere, passando con naturalezza
dal dramma all’action. In particolare è ricordata per il ruolo di M
negli ultimi film della serie di James
Bond. Proprio il suo interpretare ruoli più dinamici l’ha
portata ad essere la candidata ideale per dar vita all’anziana spia
di Red Joan. Per il ruolo, l’attrice si è preparato
approfondendo tanto la vita della donna a cui il film si ispira
tanto il contesto storico di riferimento.
Ad interpretare Joan Stanley da
giovane, invece, vi è SophieCookson, divenuta nota grazie ad un altro film
ambientato nel mondo dello spionaggio, Kingsman – Secret
Service. Tom Hughes, celebre per aver
interpretato il principe Albert nella serie storica
Victoria, è invece presente nei panni del giovane Leo
Galich, mentre Tereza Srbova è Sonya Galich. Si
ritrovano poi gli attori Stephen Campbell Moore
nel ruolo del professor Max Davis e Ben Miles in
quelli dell’avvocato Nick Stanley, il figlio di Joan. Infine, vi è
Robin Soans nel ruolo di Clement Attle. Questo è
stato il Premier del Regno Unito dal 1945 al 1951, anni in cui si
svolgono le vicende del film.
Red Joan: il trailer e dove vedere
il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Red
Joan è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim
Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, in base
alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda
visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il
titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale,
entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno venerdì 16
luglio alle ore 21:20 sul canale
Rai 3.
In arrivo da domani su
Paramount Network (sul 27 del digitale terrestre, sul
canale 27 di Tivùsat anche in HD e sul 158 di Sky in HD),
la seconda stagione di Yellowstone:
l’acclamata e graffiante serie dei cowboy del Montana con uno
straordinario Kevin Costner nei panni del redivivo John
Dutton, proprietario di un grande ranch dove vive con la sua
famiglia del ricavato del proprio lavoro. Il canale più
cinematic di ViacomCBS Networks Italia ospiterà la seconda
stagione della serie per la prima volta in free to
air a partire dal 16 luglio.
Yellowstoneandrà
in onda ogni venerdì alle 21.10 con due episodi.
Un viaggio immersivo nella vita del
Montana popolato da personaggi indimenticabili che tornano sul
piccolo schermo per dare azione alla scena. È infatti l’azione a
regnare sovrana nella seconda stagione di Yellowstone, la serie che si ispira alla vita nel
selvaggio west e che ruota intorno al patriarca e protagonista John
Dutton (Kevin
Costner). La seconda stagione, rispetto alla prima, si
fa meno descrittiva e più viva di intensi colpi di scena e
suspence. Lo sceneggiatore candidato all’Oscar Taylor
Sheridan(Sicario,
Hell or High Water, I
Segreti di Wind River) punta maggiormente sul fascino
della violenza e sull’intensità dei personaggi, soddisfacendo così
la fame di azione dello spettatore contemporaneo e regalando un
secondo giro di cinema seriale d’autore da non perdere.
Kevin Costner non delude le alte aspettative
dei suoi fan e torna alla carica impeccabile nel suo ruolo di padre
autoritario, a tratti malinconico, ma anche coraggioso ed esperto
cowboy, capace di entrare in contatto con la natura e il suo
mistero. Insieme a tutto il cast, Costner dà vita ad un
irresistibile western moderno di grande qualità con personaggi
ricchi e credibili, a cui il pubblico non farà fatica ad
affezionarsi.
La seconda stagione non smette di
sorprendere grazie a nuovi elementi che vengono a galla; memorie e
vecchi ricordi presentano un’eredità interessante che viene qui
finalmente sviscerata. Il passato diventa presente, il presente si
fa passato per mescolarsi in armonia in un racconto che acquista
forza e tridimensionalità, grazie ad una costruzione narrativa
molto profonda e ben fatta.
Tra i personaggi principali, nella
seconda stagione, ritroviamo tutta la famiglia Dutton (Luke Grimes,
Kelly Reilly, Wes Bentley) al fianco di Monica Long (Klesey
Asbille Chow), Rip Wheeler, Thomas Rainwater (Gil
Birmingham) e Dan Jenkins (Danny Huston),
sopravvissuto per miracolo e alla ricerca di vendetta. I nuovi
episodi vedranno l’entrata in scena di nuovi personaggi, tra cui
Travis Wheatly, interpretato dallo stesso Taylor Sheridan,
Malcolm Beck, interpretato dal Neal McDonough, Teal Beck,
interpretato da Terry Serpico, Steve Hendon, interpretato
da James Jordan.
La seconda stagione di
Yellowstone che
si compone di 10 episodi, sarà trasmessa in free to air su
Paramount Network ogni venerdì a partire dal 16 luglio alle ore
21.10 con 2 episodi a settimana.
Mentre da giovedì 22
luglio, alle ore 21.30, la seconda stagione della serie andrà in
onda su Spike – canale 49 del digitale terrestre (DTT) sul 26 di
Tivùsat e sul 169 di Sky – con due episodi per
volta.
In un momento in cui
l’attenzione alle tematiche ambientali è sempre più al centro di
dibattiti politici e sociali, Eli Roth (Il
giustiziere della notte – Death Wish,
Il mistero della casa del tempo), regista, attore e
produttore statunitense, presenta Fin: la Mattanza degli
Squali, documentario di cui firma la regia e tra i più
attesi a livello mondiale, che arriva in esclusiva su
discovery+ dal 18 luglio. Il prossimo 24 luglio,
inoltre, l’ambizioso progetto sarà premiato con l’Ischia – Docu
Award nell’ambito del 19^ Ischia Global Film & Music Festival,
nell’edizione dedicata al mare e all’ambiente.
Più di 100.000.000 squali
vengono uccisi ogni anno in tutto il mondo, in gran parte a causa
dello spinnamento, una pratica che consiste nella rimozione della
loro parte più pregiata, le pinne, utilizzate per produrre la zuppa
di pinne di squalo, specialità della cucina cinese. Parte da qui il
viaggio di Eli Roth, che, con il supporto di scienziati, attivisti
e ricercatori, viaggia tra Messico, Hong Kong, Liberia, Stati Uniti
e Caraibi per documentare cosa si nasconde dietro l’assassinio di
milioni di squali e denunciare l’operato delle organizzazioni
criminali responsabili della loro decimazione.
Il progetto coinvolge due
produttori esecutivi d’eccezione, che hanno sposato appieno la
causa di Roth: il premio Oscar
Leonardo DiCaprio, attivista e ambientalista da anni
impegnato nella lotta al “climate change” e, l’attrice produttrice
e attivista
Nina Dobrev (The
Vampire Diaries).
“FIN è il
lungometraggio più spaventoso che io abbia mai realizzato. È
sicuramente anche il più pericoloso, ma volevo lanciare un
messaggio di speranza per porre fine all’ingiustificato massacro
degli squali, che hanno un ruolo fondamentale nel mantenere in
equilibrio gli oceani e meritano tutto il nostro rispetto”, ha
dichiarato Eli Roth. “Volevo affrontare il
problema della caccia agli squali in tutte le sue sfaccettature e
sono sicuro che, con il supporto di una campagna d’azione
organizzata, saremo in grado di attuare i cambi necessari per
proteggere queste creature” continua il regista
“Cinquant’anni fa il mondo si è unito per salvare le balene,i
delfini, e le orche. È arrivato il momento di fare lo stesso per
gli squali”. E sulla squadra di lavoro conclude “È un
onore per me collaborare con Leonardo DiCaprio e presentare questo
speciale al pubblico di discovery+”.
Fin: la Mattanza
degli Squali è scritto e diretto da Eli
Roth, prodotto da Lionsgate e Pilgrim Media Group in
associazione con Appian Away Productions. Il documentario è stato
realizzato con il supporto di organizzazioni non profit come Oceana
(a tutela degli oceani) Sea Shepherd (a salvaguardia della fauna
ittica e degli ambienti marini) e Wild Aid (per la lotta al
commercio illegale di specie selvatiche).
01 Distribution ha
diffuso il trailer e il poster ufficiale di After
3, l’annunciato terzo capito della fortunata saga di
libri di Anna Todd che annunci anche la nuova
uscita al cinema che sarà ora l’1 settembre 2021.
Dopo il successo del primo AFTER,
che nel 2019 ha incassato più di 6 milioni di euro al box office
italiano, e l’incredibile risultato del
secondo film, che uscito in sala il 2 settembre 2020, oltre
ogni aspettativa, ha superato i 4 milioni di euro, arriva al cinema
l’atteso sequel After
3, con protagonisti
Josephine Langford (Tessa Young) e
Hero Fiennes Tiffin (Hardin Scott).
Proprio quando Tessa sta per
prendere la più grande decisione della sua vita, tutto cambia.
Alcune scoperte sulla sua famiglia, e su quella di Hardin,
mettono in dubbio tutto ciò che fino a quel momento era certo
e rendono la conquista del loro futuro insieme ancor più
difficile da rivendicare.
A CHIARA vince il premio principale della
Quinzaine des Réalisateurs. Al film di Jonas
Carpignano, prodotto da Stayblack con Rai Cinema, viene
assegnato l’Europa Cinemas Label come miglior film
europeo. Si tratta della seconda vittoria del regista, che aveva
già vinto il premio nel 2017 per A Ciambra.
A CHIARA riceverà
adesso il supporto di Europa Cinemas Network, che include ulteriore
promozione, e incentivi per gli esercenti al fine di estendere la
distribuzione del film sul grande schermo.
“Prima di tutto vorremmo fare le
congratulazioni alla Quinzaine per un programma di film veramente
forte. Con tante voci nuove e diverse. Dovevamo, però, scegliere un
solo vincitore dell’Europa Cinemas Label e siamo felici che sia il
bellissimo
A CHIARA di Jonas Carpignano – si legge nella dichiarazione
della giuria – È un film di finzione ma Carpignano conosce le
location e le situazioni che racconta così a fondo, che questo gli
permette di coinvolgere totalmente chi sta a guardare. La storia
richiama un genere coperto in maniera esaustiva al cinema.
Cionononostante, questa volta, ci viene presentata una nuova
prospettiva. La storia di una ragazza e della sua graduale
emancipazione, e il suo rapporto col padre e la sua famiglia
allargata, è strutturata e costruita in maniera brillante. Il cast
composto da attori non professionisti funziona alla perfezione. Il
suond design, invece, apporta un grande contributo al film”.
A CHIARA è una produzione
Stayblack con Rai Cinema, Haut et Court, Arte France Cinéma e con
il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di
Eurimages, CNC.
La famiglia Guerrasio si riunisce
per celebrare i 18 anni della figlia maggiore di Claudio e Carmela.
È un’occasione felice e la famiglia è molto unita, nonostante una
sana rivalità tra la festeggiata e sua sorella Chiara di 15 anni
sulla pista da ballo. Il giorno seguente, quando il padre parte
improvvisamente, Chiara inizia a indagare sui motivi che hanno
spinto Claudio a lasciare Gioia Tauro. Più si avvicinerà alla
verità, più sarà costretta a riflettere su che tipo di futuro vuole
per sé stessa.
Anteprima mondiale, oggi, al
Festival
di Cannes 2021, per il film di Marco Bellocchio,
coprodotto da Tenderstories, “Marx può aspettare”.
Domani, invece, nel corso della giornata di chiusura della
kermesse, il regista italiano riceverà un prestigioso
riconoscimento alla sua lunga e intensa carriera, la Palma d’Oro
d’Onore.
Il film racconta la storia di Camillo, fratello gemello di
Bellocchio, morto il 27 dicembre del 1968. Una storia
autobiografica, narrata senza filtri, che vuole essere universale,
ovvero una riflessione sul dolore dei sopravvissuti ripercorrendo
un periodo storico “rivoluzionario” per l’Italia.
“Siamo onorati di questo nuovo traguardo cinematografico e di
aver lavorato con un’icona del cinema italiano, che rappresenta da
decenni la nostra cultura nel mondo. Partecipare al Festival di
Cannes ci riempie di orgoglio, è un film in cui crediamo,
introspettivo e coraggioso”. Spiegano Moreno Zani,
Presidente di Tenderstories e Malcom Pagani, Amministratore
Delegato della società, attiva nella creazione di contenuti
originali e nella produzione audiovisiva.
Fra i traguardi raggiunti da Tenderstories, la sua
partecipazione alla 77ma edizione della Mostra del Cinema di
Venezia coproducendo il film “Padrenostro”, con cui Pierfrancesco
Favino ha ricevuto la Coppa Volpi come miglior attore. Inoltre, la
società sarà tra i produttori del film dedicato alla figura
artistica di Lucio Dalla, nato da un soggetto scritto da
Cesare Cremonini.
Tenderstories fa parte del Gruppo Tendercapital, uno dei
player internazionali indipendenti più dinamici, attivo nel settore
dell’asset management. Fondato da Moreno Zani, ad oggi è presente
in vari Paesi con uffici a Londra, Dublino e Milano.
Ecco la nostra intervista ai
protagonisti di Schmigadoon!,
la nuova serie Appletv+ disponibile in piattaforma con i primi due
episodi dal 16 luglio e con un episodio nuovo ogni venerdì, fino al
13 agosto. Abbiamo incontrato Dove Cameron (Betsy), Aaron
Tveit (Danny), Ann Harada (Florence) e
Cecily Strong (Melissa).
Schmigadoon! trama e cast
“Schmigadoon!”, una parodia di
musical iconici della Golden Age, vede protagonisti Strong e Key
nei panni di una coppia che si mette in viaggio con lo zaino in
spalla per rinvigorire la propria relazione, finché non si imbatte
in una città magica in cui tutti si comportano come se fossero in
un musical degli anni ’40. I due scoprono anche che non possono
lasciare la città finché non troveranno il “vero amore”. La prima
stagione vede nel cast anche
Alan Cumming, Kristin Chenoweth, Aaron Tveit, Dove Cameron,
Ariana DeBose, Fred Armisen, Jaime Camil, Jane Krakowski, Ann
Harada e Martin Short come guest star.
Ideata da Broadway Video e
Universal Television, una divisione di Universal Studio Group,
“Schmigadoon!” è co-creata da Cinco Paul e Ken Daurio. Cinco Paul,
che è anche showrunner, ha scritto tutte le canzoni originali della
serie. Barry Sonnenfeld dirige la serie e ne è produttore
esecutivo. Oltre a recitare, Cecily Strong è produttrice, mentre
Ken Daurio è produttore consulente e scrittore. Andrew Singer è
produttore esecutivo con Lorne Michaels per conto di Broadway
Video.
Ecco la nostra intervista a
Cinco Paul, creatore, e a Barry
Sonnenfeld, regista di Schmigadoon!,
la nuova serie Appletv+ disponibile in piattaforma con i primi due
episodi dal 16 luglio e con un episodio nuovo ogni venerdì, fino al
13 agosto.
Schmigadoon! trama e cast
“Schmigadoon!”, una parodia di
musical iconici della Golden Age, vede protagonisti Strong e Key
nei panni di una coppia che si mette in viaggio con lo zaino in
spalla per rinvigorire la propria relazione, finché non si imbatte
in una città magica in cui tutti si comportano come se fossero in
un musical degli anni ’40. I due scoprono anche che non possono
lasciare la città finché non troveranno il “vero amore”. La prima
stagione vede nel cast anche
Alan Cumming, Kristin Chenoweth, Aaron Tveit, Dove Cameron,
Ariana DeBose, Fred Armisen, Jaime Camil, Jane Krakowski, Ann
Harada e Martin Short come guest star.
Ideata da Broadway Video e
Universal Television, una divisione di Universal Studio Group,
“Schmigadoon!” è co-creata da Cinco Paul e Ken Daurio. Cinco Paul,
che è anche showrunner, ha scritto tutte le canzoni originali della
serie. Barry Sonnenfeld dirige la serie e ne è produttore
esecutivo. Oltre a recitare, Cecily Strong è produttrice, mentre
Ken Daurio è produttore consulente e scrittore. Andrew Singer è
produttore esecutivo con Lorne Michaels per conto di Broadway
Video.
I personaggi del MCU hanno sempre dovuto fare i conti con la
capacità di riuscire a mantenere dei segreti. I supereroi e gli
antieroi dell’Universo Cinematografico Marvel sono pieni di segreti,
alcuni più oscuri, alcuni usati per proteggere coloro che amano.
Screen
Rant ha raccolto i 10 più grandi segreti che i protagonisti del
MCU hanno dovuto mantenere:
Loki – Bandire Odino da Asgard
Nessuno può fidarsi di Loki
nel MCU. Ha dimostrato ripetutamente di
essere un bugiardo e un imbroglione e siamo certi che farà di tutto
per andare avanti seguendo quella strada. Ha finto la propria morte
in Thor: The
Dark World, evento che ha fatto versare una lacrima
persino al Dio del Tuono.
Tuttavia, il peccato più grande di
Loki è stato quello che ha fatto proprio mentre era morto. Lanciò
un incantesimo su Odino e rinchiuse il sovrano asgardiano in una
casa di riposo, assumendo per sé il governo di Asgard. Quando Thor
fece ammettere a Loki i suoi segreti, era troppo tardi e Odino morì
dopo aver salutato i suoi figli.
Black Panther – Nascondere il Soldato d’Inverno
In Captain
America: Civil War, il team di supereroi si è schierato ed
è andato in guerra l’uno contro l’altro. Sia Iron Man che Black
Panther si schierarono dalla stessa parte, poiché credevano che il
Soldato d’Inverno avesse ucciso il padre di T’Challa.
Tuttavia, era stata in realtà una
messa a punto del barone Zemo. Mentre Iron Man ha cercato comunque
di uccidere Bucky per gli omicidi dei suoi genitori, Black Panther
ebbe pietà dell’uomo e lo nascose a Wakanda, sperando di salvarlo
piuttosto che condannarlo, e nascondendo il segreto a tutti tranne
che a Captain America.
Talos – Prendere il posto di Nick Fury
Nick Fury ha sempre mentito
a quasi tutti, su tutto. È la super spia perfetta grazie alla sua
capacità di nascondere informazioni importanti anche a coloro che
si fidano di lui. Nick Fury non è nemmeno sulla Terra in questo
momento, poiché vive a bordo di un’astronave nello spazio insieme
agli Skrull.
Nel frattempo Talos, che ha
debuttato in Captain
Marvel, ha preso il posto di Fury sulla Terra. Non si sa
da quanto tempo sia in corso questo stratagemma segreto, o quante
persone sulla Terra potrebbero essere, in realtà, uno Skrull…
Occhio di Falco – Nascondere la sua famiglia
Occhio di Falco ha
scioccato l’intero MCU in
Avengers: Age of Ultron. In quel film, Ultron è diventato
malvagio e ha attaccato il suo creatore, Tony Stark, prima di
dichiarare che avrebbe distrutto tutti gli umani per salvare il
pianeta. Dopo che i Vendicatori hanno perso una battaglia a causa
di Wanda e Quicksilver, si sono nascosti.
Quando si sono nascosti, sono finiti
in un posto che solo poche persone selezionate conoscevano. Mentre
lavorava per lo S.H.I.E.L.D., Occhio di Falco aveva una famiglia
segreta, che viveva fuori dal resto del mondo per la propria
sicurezza.
Nick Fury – Simulare la propria morte
Captain
America: The Winter Soldier è stato il miglior film di
spionaggio del MCU, la cui storia contiene al suo
interno le bugie e i segreti di moltissimi personaggi. Tuttavia, il
film non ha rivelato la più grande bugia di tutte, svelata soltanto
in seguito. Nel film, il Soldato d’Inverno prende di mira Nick Fury
e riempie il suo SUV di buchi. Quando Bucky è ormai intenzionato ad
ucciderlo, Fury scomparve.
Black Widow e Captain America finirono in una
struttura medica segreta, dove videro morire Fury. Tuttavia, Nick
tornò in
Avengers: Age of Ultron, dopo aver simulato la
sua morte e averla tenuta segreta ai Vendicatori.
Black Panther – Tenere nascosta Wakanda
T’Challa ha ereditato un
segreto da suo padre che sentiva di dover nascondere al mondo.
Questo segreto era che Wakanda era un paese tecnicamente avanzato,
con una scienza potenziata che il resto del mondo poteva solo
invidiare.
Black Panther ha dovuto mantenere
questo segreto e dire al mondo che Wakanda, al contrario, era un
paese povero del terzo mondo, al fine di proteggere le proprie
risorse da altri paesi. Dopo aver portato un agente
dell’intelligence americana a Wakanda, T’Challa decise che era
giunto il momento di rivelare il suo segreto al mondo.
Odino – Mantenere il segreto su Hela
Spesso i segreti finiscono per tornare a ferire le
persone che non hanno mai saputo la verità. Per tutta la vita,
Odino ha mentito ai suoi figli, Thor e Loki. Ad esempio, ha mentito
a Loki sulla sua parentela, che è tornata a tormentarlo in
Thor: The
Dark World.
Tuttavia, la bugia più grande è arrivata in Thor: Ragnarok. Thor e Loki hanno una
sorella conosciuta come Hela, la dea della morte. Odino l’ha
bandita, ma non prima che distruggesse il potente esercito delle
Valchirie. Quando Odino morì, Hela tornò, e poiché né Thor né Loki
sapevano nulla di lei, conquistò facilmente Asgard e contribuì alla
sua distruzione.
Vedova Nera e Occhio di Falco –
Nascondere il proprio passato
Proprio come Occhio di
Falco, anche Vedova Nera aveva molti segreti, grazie alla sua
carriera come spia per lo S.H.I.E.L.D. Ha ammesso a Bruce Banner di
avere un passato oscuro e di provenire dalla Stanza Rossa. Ha detto
a Loki che Occhio di Falco era venuto per ucciderla e che, alla
fine, aveva preso una decisione diversa, aiutandola a
disertare.
Tuttavia, sia Vedova Nera che Occhio
di Falco hanno accennato ad altre cose quando hanno parlato, come
battaglie e missioni di cui non avrebbero parlato a nessuno, e
ulteriori segreti che questi due guerrieri nascondevano al
mondo.
Nick Fury – La finta morte di Coulson
La più grande bugia che Nick Fury ha
raccontato ai Vendicatori è arrivata quando si sono ritrovati in
battaglia contro Loki a bordo dell’Elivelivolo. Loki incantò Hulk e
costrinse i Vendicatori a combatter, mentre il Dio dell’Inganno
tentava la fuga. L’agente Coulson era lì per fermarlo, ma Loki lo
ha pugnalato e apparentemente ha ucciso il popolare agente dello
S.H.I.E.L.D.
Fury ha quindi usato la morte di Coulson per
convincere i Vendicatori a lavorare insieme per fermare Loki.
Tuttavia, Fury fece sottoporre Coulson a una procedura che lo
riportò in vita e lo tenne segreto per assicurarsi che i
Vendicatori avessero il reale desiderio di vincere.
Lo SHIELD – Il controllo dell’HYDRA
Captain America: The Winter Soldier ha riportato in
vita il migliore amico di Cap come assassino, ma non è stato
nemmeno quello lo shock più grande. Si è scoperto che diverse
persone avevano tenuto un segreto per decenni e poi hanno
approfittato di questo momento per assumere il controllo del
governo degli Stati Uniti.
Il capo di Nick Fury, molti degli
alleati di Cap nello S.H.I.E.L.D. e persino i rappresentanti del
Congresso nel governo degli Stati Uniti erano tutti agenti
dormienti che cercavano di emergere mentre l’Hydra tentava
un’acquisizione ostile.
Quando Natasha e Yelena
(Florence Pugh) decidono di far evadere Alexi
Shostakov di prigione in Black Widow, subito dopo
assistiamo ad una scena in cui Guardiano Rosso fa a braccio di
ferro con alcuni dei suoi compagni detenuti. Alexi si riferisce
all’enorme uomo che finisce con il polso spezzato chiamandolo Ursa,
e ora l’attore Olivier Richters ha confermato che
il suo personaggio è davvero Ursa Major, ossia Orsa Maggiore.
Richters ha condiviso un post su
Instagram
in cui ha chiarito che ha interpretato il membro della Guardia
d’Inverno nel film e che nei fumetti ha la capacità mutante di
trasformarsi in un enorme orso. Il film non stabilisce mai questa
cosa (ovviamente), ma Richters crede che questo rende ufficialmente
il suo personaggio il primo X-Men ad apparire nel MCU.
“Black Widow è uscito”, ha sottotitolato
l’attore nella didascalia che ha accompagnato il suo post.
“Dopo due anni posso finalmente dire chi è il mio personaggio:
Ursa Major, il primo mutante (X-Men) ad apparire nel MCU. Ursa fa parte della Guardia
d’Inverno, nota per essere la risposta russa agli Avengers. Il suo
potere è quello di riuscire a trasformarsi in un orso incredibile,
trascendendo le dimensioni di Hulk. Ursa appare molte volte nei
fumetti combattendo contro Wolverine e Hulk.”
“Quando la produzione sul set mi
ha detto chi ero veramente in Black Widow, ho versato qualche
lacrima nella mia stanza d’albergo, perché il mio sogno
cinematografico si è avverato: essere un supereroe ufficiale dei
fumetti. Posso solo sperare che la Marvel riporti Ursa in piena
forma”, ha concluso l’attore.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film è uscito nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Si è spento, a 44 anni,
Libero De Rienzo, l’attore, sceneggiatore e
regista che ha raggiunto la notorietà presso il grande pubblico con
l’esilarante ruolo di Bartolomeo nella trilogia di Smetto Quando Voglio.
Nato a Napoli nel 1977,
Libero De Rienzo aveva vinto un David di Donatello
nel 2002 per Santa Maradona, e aveva ricevuto altre due nomination,
da protagonista e da non protagonista per Smetto Quando Voglio, nel
2014, e per Fortapàsc, nel 2009, film di Marco Risi in cui ha
interpretato il giornalista Giancarlo Siani.
Sposato con la costumista Marcella
Mosca, lascia due figli di 6 e 2 anni. Dopo i funerali la salma
sarà inumata in Irpinia, accanto alla mamma.
The
Batman è stata una delle tantissime produzioni che
hanno dovuto interrompersi a causa della pandemia di COVID-19.
Tuttavia, anche quando le riprese sono ufficialmente partite, ci
sono state numerose difficoltà: tra queste, il fatto che la star
del film, Robert Pattinson, sia risultato positivo al
Coronavirus.
Di recente, la co-star Colin Farrell ha affrontato la questione
durante un’intervista con Josh Horowitz all’interno del podcast
Happy Sad
Confused. “Robert si è ammalato e ovviamente è stato il
panico: ‘C***o, Batman ha il Covid? Batman ha il Covid? C***o!’.
Dalla prima volta che abbiamo messo piedi sul set all’ultimo giorno
di riprese sono trascorsi circa dodici o quattordici
mesi.”
“Matt Reeves sta montando il
film ora”, ha continuato Farrell. “Non ho parlato con lui
né ho sentito cose al riguardo. Non so come stiano procedendo i
lavori, ma so che è profondamente coinvolto nel progetto.”
Parlando invece del suo personaggio
(Oswald Cobblepot, alias Pinguino), Colin Farrell ci ha tenuto a ribadire che il
suo ruolo nel film sarà molto piccolo. “Ho solo cinque o sei
scene. Quindi non vedo l’ora di vedere il film, perché non sarà
rovinato dalla mia presenza”, ha ironizzato l’attore. “Mi
sentirò un po’ a disagio per quei nove minuti a disposizione, ma
per il resto non vedo l’ora di vedere come Matt ha dato vita a
questo mondo.”
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
ATTENZIONE – L’ARTICOLO CHE
SEGUE CONTIENE SPOILER SU BLACK WIDOW
Allo stato attuale, il
personaggio della Contessa Valentina Allegra de Fontaine
interpretato da Julia Louis-Dreyfus è apparso in due progetti dei
Marvel Studios: la serie The Falcon and the Winter Soldier e il film
Black Widow. In quest’ultimo, ha reclutato
Yelena Belova nella scena post-credits per dare la caccia a Occhio
di Falco, mentre nella serie disponibile su Disney+ ha dato a John Walker un nuovo
scopo, nominandolo U.S. Agent.
Sembra proprio che Val stia mettendo
insieme una squadra… I fan sono convinti che si tratti degli Oscuri
Vendicatori (i Dark Avengers), che la Contessa sta cercando di
mettere insieme al pari di quanto fatto da Nick Fury all’inizio
della Saga dell’Infinito con gli Avengers. Dopotutto, avendo legami
con l’HYDRA, Val sarebbe la scelta più logica e coerente per
“assemblare” il team di supercriminali.
Ora, durante una recente intervista
(via
The Direct), il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha confermato che effettivamente
il personaggio di Val “sta tramando qualcosa”. “Sì,
decisamente. Sembra essere in modalità reclutamento”, ha
anticipato. “Yelena lavora già per lei? Sembra che abbiano una
connessione in quella scena. Sì.”
Parlando del possibile futuro della
Contessa nel MCU, Feige ha aggiunto: “L’idea
di inserirla in quest’universo era qualcosa che abbiamo sempre
voluto fare, ma dovevamo trovare il modo giusto. Alla fine è
arrivato. Abbiamo avuto l’opportunità di averla in Black Widow, in The Falcon and the Winter
Soldier e… in altri progetti che arriveranno. Julia
Louis-Dreyfus era totalmente d’accordo e coinvolta al 100% nella
cosa. È un’aggiunta straordinaria al nostro mond, e non vedo l’ora
che le persone restino sorprese nello scoprire dove la
rivedranno.”
Al momento è difficile prevedere
dove ritroveremo la Contessa. Nella scena post-credits di
Black
Widow(che
abbiamo analizzato in quest’articolo), Yelena incontra Val
davanti la tomba di Natasha e pare che la ragazza voglia vendicarsi
dell’uomo che crede sia responsabile della morte di sua sorella,
ossia Clint Barton. È stato confermato l’anno scorso che
Florence Pugh sarebbe tornata nella
serie Hawkeye,
anche se – ovviamente – all’epoca non sapevamo che Yelena avrebbe
preso di mira Occhio di Falco. E se nel nuovo show Disney+ rivedessimo anche Val?
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film è uscito nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Forse non tutti sanno che Captain
Marvel avrebbe dovuto fare il suo debutto nel MCU in Avengers: Age of Ultron del 2015. Tuttavia, i piani
per l’ingresso di Carol Danvers nell’Universo Cinematografico
Marvel sono stati poi rivisti, fino
a quando il personaggio non ha fatto la sua prima comparsa
ufficiale nella scena post-credits di Avengers:
Infinity War (anche se in quel caso era più un rimando
diretto allo standalone che altro, dal momento che, di fatto, nella
scena in questione Carol neanche appare).
A quanto pare, però, la decisione di
rimuovere Captain Marvel da Age of Ultron non è stata l’unica volta che la
Marvel ha cambiato idea circa i
piani in merito al debutto del personaggio. In una recente
intervista
ComicBook, infatti, Eric Pearson, lo
sceneggiatore di Black
Widow, ha ammesso di aver scritto la bozza di una
sceneggiatura che era molto, ma molto diversa dalla versione finale
del film che è stato poi scritto da Anna Boden, Ryan Fleck e Geneva
Robertson-Dworet.
Pearson ha spiegato: “Avevo
scritto una sceneggiatura di Captain Marvel per il Marvel Writers Program che è
diversa al 100% dalla versione che è uscita al cinema. Ricordo che
alcuni anni fa ho trovato una scatola piena di roba e dentro
c’erano un paio di bozze. Allora ho pensato: ‘Forse devo
distruggerle?’ Va bene conservarle? E se qualcuno le trovasse?’. Ci
sono un mucchio di cose là fuori. Le persone riescono a trovare
pagine che non sono state tagliuzzate a dovere o che sono cadute
da… non lo so. Ricordo che non c’era Thanos. Non c’era… Sto
cercando di pensare a chi fosse il cattivo. In qualche modo era
l’Intelligenza Suprema… ma era comunque diverso al 100%.”
Captain Marvel: in arrivo il sequel The Marvels
Ricordiamo che l’11 novembre 2022
arriverà nelle sale The
Marvels, il sequel del
cinecomic Captain
Marvelcon
protagonista il premio Oscar Brie
Larsonche ha
incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale. Il sequel
sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata
serieWandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman. Nel
cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms.
Marvel, che vedremo anche
nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del
quale però non è ancora stata rivelata l’identità.
Nessun dettaglio sulla trama del
sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe
spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri.
Naturalmente, Brie
Larson tornerà nei panni di Carol Danvers.
Gran parte del successo del
franchise di Guardiani della Galassia è dovuto al regista e
sceneggiatore James Gunn, che ha saputo reinventare i
personaggi dei fumetti trasformandoli nelle icone del grande
schermo che ancora oggi i fan del MCU adorano. Tuttavia, Gunn ha
comunque dei rimpianti in merito alla saga…
Intervistato da MovieMaker in
occasione della promozione dell’attesissimo The Suicide
Squad, il regista e sceneggiatore ha rivelato che il suo
unico rimpianto in merito a Guardiani della Galassia è stato
quello di aver affrettato le riprese, perché così era solito fare
nelle sue precedenti produzioni. Come spiegato d a Gunn, all’epoca
aveva la mentalità di un produttore che vuole finire le riprese in
anticipo e andare avanti, invece di concedersi il tempo necessario
di cui aveva bisogno.
“Stavo parlando di questo con il
mio partner proprio l’altra sera: il mio più grande rimpianto con i
Guardiani era che pensavo ancora nell’ottica di un
produttore”, ha dichiarato James Gunn. “Eravamo così di fretta che
pensavamo solo a finire il girato in tempo. Facevamo 54
configurazioni al giorno con una sola macchina da presa per Super,
il che è inaudito. Era tutto un correre, correre, correre… e quindi
quei ritmi erano diventati parte di tutto ciò che stavo facendo.
Quel panico, quell’ansia che avevo sul set tutto il giorno me li
sono portati dietro e hanno contaminato anche il set dei primi due
film sui Guardiani. Avevo bisogno di imparare a concentrarmi su
altro… di fare le cose bene ma anche di rilassarmi. Quell’ansia è
forse uno dei pochi rimpianti che ho in merito a quel
periodo.”
ATTENZIONE – L’ARTICOLO CHE
SEGUE CONTIENE ENORMI SPOILER SU BLACK WIDOW
In una recente intervista
con
Esquire, l’attrice Olga Kurylenko ha parlato di Black Widow, il cinecomic
Marvel in cui interpreta il ruolo
di Antonia/Taskmaster, la cui identità è stata tenuta segreta fino
all’uscita del film. In effetti, la star di Quantum of
Solace ha parlato proprio di quanto sia stato difficile
riuscire a mantenere il segreto circa la reale identità del suo
personaggio.
“Abbiamo tutti dovuto firmare un
accordo di non divulgazione. Ovviamente, tutti sapevamo che sarebbe
stato un grande segreto di cui non si doveva parlare”, ha
spiegato l’attrice. “Stavamo girando in esterni e i paparazzi
erano dappertutto. Dovevo vestirmi e camminare dalla mia tenda al
set. Avevano realizzato questa sorta di ombrello con del tessuto
appeso. Io ero sotto e dovevo guardare attraverso un piccolo buco
per vedere dove stessi andando. Erano molto concentrati. Dicevano:
‘Nessuno vedrà chi è’. E alla fine ci sono riusciti. Voglio dire,
fino ad ora nessuno lo sapeva.”
“Neanche mia madre lo sa
ancora”, ha continuato Olga. “È stato divertentissimo,
perché quando è uscito il trailer del film ha detto: ‘Oh mio Dio,
ho visto questo trailer. Conosci il film? Sembra davvero bello.
Voglio vederlo. Possiamo andare insieme?’. E io le ho risposto:
‘Certo, verrò con te’. Ancora non le ho detto che ci sono anche io.
Ora penso di poterglielo dire. Povera mamma… Voglio dire: non ne ha
la minima idea.”
Sempre nel corso della medesima
intervista,
Olga Kurylenko ha parlato anche del futuro del suo
personaggio nel MCU, rivelando che dipenderà
esclusivamente da ciò che i Marvel Studios decideranno di fare con la sua
storia. Tuttavia, ha confermato che le piacerebbe tornare ad
interpretarlo: “Immagina se dicessi: ‘No, non lo farei’.
Sarebbe strano, no? Qualcuno mi crederebbe davvero? Certo che lo
farei. Sarebbe davvero fantastico. Mi piacerebbe molto.”
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film è uscito nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
QuandoIdris
Elba venne annunciato nel cast di The Suicide
Squad, in molti pensavano che l’attore avrebbe
interpretato il ruolo di Deadshot, andando così a
sostituire Will
Smith, che aveva interpretato il personaggio nel film
di David
Ayer.
Tuttavia, in seguito è stato
confermato che la star della serie Luther
avrebbe interpretato un personaggio totalmente diverso, ossia
Bloodsport. Ora veniamo a conoscenza del fatto che l’attore
britannico ha firmato per unirsi al cast del film senza sapere
quale personaggio avrebbe effettivamente interpretato.
In un’intervista con
Esquire, Idris Elba
ha parlato del suo casting in The Suicide
Squad, rivelando che all’epoca tutto ciò che sapeva
era che il film sarebbe stato scritto e diretto da James Gunn. Come spiegato dall’attore, non
aveva bisogno di sapere quale personaggio avrebbe interpretato o di
conoscere eventuali dettagli sulla trama: per lui, il
coinvolgimento di Gunn era già una garanzia.
“Ho firmato perché volevo
davvero lavorare con James”, ha detto Elba. “È un genio.
Ero davvero colpito e onorato all’idea che qualcuno con il suo
talento fosse così desideroso di lavorare con me, anche se non
abbiamo avuto una tabella di marcia necessaria su chi fosse il
personaggio. Ho investito molto in fretta nell’esplorazione di
quest’aspetto, perché potevamo spingerci ovunque.”
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2,
Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita
di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
È cominciata di gran carriera la
promozione di The Suicide
Squad, il blockbuster che James
Gunn ha realizzato per Warner Bros e che arriverà al
cinema il prossimo agosto. Durante una delle sue prime interviste,
il regista e sceneggiatore ha parlato con SFX Magazine del genere
che lo ha reso famoso,
dicendo che trova noiosi molti dei recenti film di
supereroi.
Il regista ha poi continuato,
spiegando che questa sua sensazione è dettata dal fatto che molti
film di questo genere sono tutti uguali, si adeguano ad uno
standard e non si preoccupano di innovare o cercare strade nuove,
cosa che invece lui preferisce e rispetta, oltre a percorrere lui
stesso sempre il sentiero dell’innovazione, soprattutto nel
linguaggio.
Al momento, James
Gunn si trova coinvolto con Warner Bros per DC e Disney
per Marvel, dal momento che la Casa di
Topolino gli ha riaffidato la regia di Guardiani della Galassia Vol.
3dopo un momentaneo licenziamento.
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2,
Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita
di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
Dopo il grande
successo di Non ci resta che il crimine, non ha sorpreso
nessuno l’annuncio che Massimiliano Bruno fosse al lavoro su
un sequel, che dava seguito alle disavventure di Moreno
(Marco
Giallini), Sebastiano (Alessandro
Gassmann) e Giuseppe (Gianmarco Tognazzi). E ora, con
più di un anno di ritardo per cause di forza maggiore, è
disponibile su Sky Cinema e in streaming su NOWRitorno al crimine, in cui scopriamo cosa è accaduto ai
nostri tre improbabili eroi, dopo la rocambolesca fuga dalle
grinfie di Regatino (Edoardo
Leo).
Ma chi sono i
protagonisti di questo sequel? Quali sono i volti noti e quali
quelli nuovi di questa seconda sgangherata avventura alla ricerca
di un tesoro? Eccoli di seguito!
Van Gogh/Antonio
Gargiulo
Volto televisivo e
cinematografico molto conosciuto, Gargiulo interpreta il malavitoso
Van Gogh, così chiamato per via della sua incredibile somiglianza
con il pittore olandese, un cui autoritratto è il MacGuffin scelto
da Bruno per far procedere la sua storia nella trama ambientata
nella contemporaneità. Perché Ritorno al Crimine
si sviluppa su due piani temporali e due missioni differenti, che
vedranno i protagonisti ancora una volta alle prese con faccende
molto più grandi di loro.
Van Gogh è appunto il
cattivo della linea temporale contemporanea e il suo desiderio
capriccioso di possedere un originale dell’artista a cui tanto
assomiglia, spingerà i nostri a cimentarsi in un furto organizzato
in maniera decisamente insolita.
Contessa
Roccapadula/Corinne Cléry
Ospite accogliente e
altolocata, la Contessa Roccapadula compare nel secondo atto del
film, in una scena all stars in cui abbiamo anche la possibilità di
scorgere Achille Lauro in persona, in un dialogo breve ma
esilarante con lo spaesato Regatino, alle prese con una festa un
po’ snob in cui, lui, malavitoso degli anni ’80, poco riesce ad
orientarsi.
Con gli eleganti
lineamenti di Cléry, la Contessa è una splendida padrona di casa,
il prototipo di nobildonna ricca e interessata alle belle arti, che
non perde occasione di ospitare giovani artisti alle sue feste, ma
a volte così accecata dal prestigio di circondarsi dell’estro di
altre persone che difficilmente riconosce il vero valore. Cosa che
sa bene il personaggio interpretato da Carlo Buccirosso… ma ci
arriveremo!
Sabrina/Loretta
Goggi
Dopo la conturbante
presenza di Ilenia Pastorelli in Non ci resta che il crimine,
questo sequel propone il personaggio di Sabrina in versione
attempata. Scappata con il tesoro alla fine del primo film, Sabrina
è ora una signora anziana (forse un po’ troppo acciaccata per i
suoi quasi settanta’anni) che ha fatto fruttare la fortuna rubata e
che vive con suo marito, il pittoresco Massimo Ranieri, in una
villa in costiera amalfitana.
Da quel posto in
bilico tra la casa dei sogni e un pacchiano agglomerato di
anticaglie contraffatte si innesca l’avventura che porterà Sabrina,
ancora una volta, a muoversi ai margini dell’azione, uscendone
sempre e comunque vincitrice.
‘O
Rattuso/Gianfranco Gallo
Chi mastica un po’ di
dialetto napoletano sa che il soprannome dedicato a questo boss
della camorra non è propriamente lusinghiero. Lo sgradevole
personaggio interpretato da Gianfranco Gallo è infatti un viscido e
lascivo criminale, pronto ad allungare le mani su ogni gonnella,
che le sue attenzioni siano gradite o meno, ma che preferisce
sentirsi chiamare il Dongiovanni, perché… beh, è comprensibile!
Sarà lui il
principale obbiettivo del nostro trio, che torna indietro nel
tempo, nella Napoli dell’82, per impedirgli di mettere al mondo
quello che diventerà poi Van Gogh, vero e proprio innesco della
vicenda. Usando tutte le caratteristiche folkloriche e sgradevoli
del boss della mala vita, Gallo restituisce un ritratto
iconografico del personaggio.
Gianfranco/Massimiliano Bruno
Jolly del primo film,
una specie di cervello associato rispetto al trio di partenza,
Gianfranco continua la sua parabola ascendente in questa seconda
avventura, diventando a tutti gli effetti un membro di questa
insolita banda. È per salvare lui che Giuseppe, Moreno e Sebastiano
ri-tornano indietro nel tempo!
Dal canto suo, il
buffo eppure risoluto personaggio interpretato dalle stesso regista
riesce sempre ad essere il deus ex
machina, salvando capra e cavoli e proponendo sempre soluzioni
vincenti per fughe attraverso i decenni e scappatoie temporali
salvavita.
Lorella/Giulia
Bevilacqua
Se nel primo film il
compito di soddisfare la richiesta di epidermide a vista era stato
affidato a Ilenia Pastorelli, che con generosità aveva portato a
termine la missione, in Ritorno al Crimine ci
pensa Giulia Bevilacqua, che nel film interpreta
proprio la figlia di Sabrina. Porta un nome in linea con i gusti
della madre, Lorella Heather, in omaggio alle omonime soubrette
italiane, ed è una tipa abbastanza risoluta, nonostante si trovi a
recitare il ruolo di damigella in difficoltà.
Anche intorno al suo
personaggio Bruno costruisce una narrativa divertente e
accattivante, capace di arricchire la storia dei protagonisti,
aggiungendo un pizzico di spirito femminile non convenzionale
all’intera vicenda.
Massimo
Ranieri/Carlo Buccirosso
Carlo Buccirosso era l’unica scelta possibile per interpretare
il pittoresco Massimo Ranieri. Niente a che vedere con l’omonimo ed
elegantissimo cantante, questo signor Ranieri e un cialtrone,
falsario, venditore di fumo, che grazie alle sue doti di imbonitore
ha messo a segno diverse truffe ai danni di ricchi ignoranti che
vogliono elevarsi attraverso l’acquisto di opere d’arte delle quali
non conoscono il vero valore.
È così che Massimo
Ranieri conosce la Contessa Roccapadula, sua vittima prediletta, e
d’altro canto è sempre grazie a questo suo talento truffaldino che
la banda riesce a trovare i giusti contatti per procedere con il
suo piano.
Giuseppe/Gianmarco
Tognazzi
Sicuramente il più
sottovalutato dei tre protagonisti, che alla fine della prima
avventura trova finalmente il coraggio per dire la sua nei propri
interessi, Giuseppe è un personaggio tenerissimo, sempre pronto ad
aiutare i suoi amici, dal cuore aperto e accogliente, e anche in
questo caso non tradisce le aspettative.
La sua memoria
infallibile lo metterà anche stavolta al fianco del boss malavitoso
con cui i tre si confronteranno, ma in questo caso i rapporti
saranno complicati dal fatto che proprio lui, Giuseppe, dovrà
essere colui che dovrà fermare ‘O Rattuso una volta per tutte.
Renatino/Edoardo
Leo
Chi in questo secondo
film trova più spazio e soprattutto situazioni in cui mettersi alla
prova è sicuramente il Regatino di
Edoardo Leo, che mescola al suo interno una grande
varietà di toni. È sempre lo spietato Renatino della Banda della
Magliana, ma è anche un uomo catapultato in un futuro che non
capisce, fuori dal tempo, che si trova a confrontarsi con persone
che conosceva bene e che a differenza sua hanno vissuto tutta una
vita.
In bilico tra bene e
male, di fronte a cattivi più cattivi e più assurdi di lui,
Regatino troverà in questa avventura un pezzetto di quella umanità
che pensava di non avere.
Sebastiano/Alessandro Gassmann
Affascinante suo
malgrado, il sobrio Sebastiano, interpretato da Alessandro
Gassmann, fa i conti anche in questa storia con una donna
esuberante. Se però la prima volta si era trattato di un moto di
amore romantico, dal momento che era stato travolto da Sabrina,
questa volta verrà nuovamente sopraffatto da una potente ondata di
feromone, nella persona della “Signora Rattuso”, la moglie del boss
che Sebastiano verrà costretto ad intrattenere per “distrarla” dal
marito.
La fine di
quest’avventura lo vedrà pronto ad affrontare i suoi demoni,
consapevole di ciò che desidera e soprattutto pronto a prendersi le
sue responsabilità… più o meno.
Moreno/Marco
Giallini
Il più carismatico
dei tre protagonisti, Moreno, è quello che forse esce più
trasformato da questa avventura. Il suo percorso, emotivo e
personale, si corona con un finale in cui piuttosto che
accontentarsi di tutto e subito, come avrebbe fatto un tempo,
sceglie di essere lungimirante, sempre in maniera truffaldina, si
intende, ma con progettualità e soprattutto con la complicità di
una banda nuova di zecca.
Giallini, con il suo
sorriso sornione che spunta sempre nelle pieghe dei suoi
personaggi, con Moreno non fa eccezione, e forse è per questo che
ci piace così tanto questo leader insolito e all’apparenza burbero,
ma dal cuore d’oro. Lui e la banda di Ritorno al
Crimine sono su Sky Cinema e in streaming su NOW,
per raccogliere nuovi membri e raccontare la loro nuova
avventura.
Disponibile dal 14 Luglio 2021 su
Netflix, A Classic Horror
Story è il frutto del sodalizio tra i registi
Roberto De Feo (The
Nest) e Paolo Strippoli. Horror del
tutto italiano, la pellicola gioca con gli stilemi tipici del
linguaggio del cinema di genere, proponendoci una versione fresca e
aggiornata di cosa significhi essere un cineasta oggi; uno sguardo
attento e risoluto nei confronti di un veicolo metaforico e
rappresentativo di una società e di un tempo.
A Classic Horror Story: l’apologia di un nuovo teatro
orrorifico
Proprio come sarebbero le premesse
classiche di un film dell’orrore, A Classic Horror
Story ci presenta cinque individui, passeggeri di un
carpooler che vaga per la Puglia e che, cercando di evitare la
carcassa di un animale, come nella più inquietante delle storie, si
schiantano contro un albero. A causa dell’impatto fulmineo e
violento, perdono tutti i sensi e si ritrovano poi, al loro
risveglio, nel mezzo di un bosco labirintico, i cui sentieri
confluiscono in un luogo nevralgico: una casa in pieno stile
Fratelli Grimm. E’ una casa che ricorda la facciata di una chiesa,
dalla struttura geometrica e spigolosa; all’apparenza disabitata,
tuttavia con dettagli di arredamento che faranno intendere ai
cinque che non sono affatto soli. Iniziano a propagarsi una serie
di indizi, tra cui un altare dedicato alla leggenda di
Osso, Mastrosso e
Carcagnosso, i “padri fondatori“ della mafia
italiana (Camorra, Cosa Nostra e ‘Ndragheta), ma con un aspetto
decisamente più inquietante e un’interpretazione della storia dei
tre fratelli spagnoli molto più macabra e cruenta dell’originale. I
cinque protagonisti, Elisa (Matilda
Lutz), Riccardo (Francesco
Russo), Fabrizio (Peppino
Mazzotta), Mark (Will
Merrick) e Sofia (Yulia
Sobol) rappresentano tutti i ruoli più archetipici del
cinema horror: la final girl, la bionda un po’ superficiale, il
cinico maturo, lo stupido belloccio, il freak inquietante e
dovranno vedersela con uno scenario sempre più terrificante e
inaspettato.
La pellicola di De Feo e
Strippoli reinventa gli stereotipi del cinema e del folklore
italiano, declinandoli attraverso un gusto estetico internazionale
assolutamente concorde con lo spirito della piattaforma di
distribuzione Netflix. A Classic Horror Story è un
film che fa della ritualità uno degli elementi di matrice
tutt’altro che derivativa, bensì assolutamente sovversiva: la casa,
il bosco, i fantocci, le maschere; ogni elemento inserito
all’interno della cornice drammaturgica è correlativo oggettivo non
solo di sottolivelli di analisi di cui il film è intriso, bensì di
un modo tutto nuovo di intendere e riproporre il genere, sulla
falsariga di quella nouvelle vague che ha preso piede negli ultimi
anni in Spagna e Francia e che, ci auguriamo caldamente, riesca a
svettare anche nel nostro Paese.
I richiami alle classiche storie
dell’orrore sono tanti e atti ad evidenziare il carattere atipico e
pioneristico dell’opera di De Feo e Strippoli, nella loro
riproposizione perfettamente studiata: il cinema di Sam
Raimi, Non Aprite QuellaPorta e il
Silent Hill di Christophe Gans in
primis. Le intuizioni splatter i colpi di scena, l’attenzione
metodica ai dettagli quali location e costumi si uniscono inoltre a
suggestioni di pellicole più recenti tra cui Midsommar di Ari Aster e
Quella Casa Nel Bosco di DrewGoddard; oltre a ciò vi è l’eco ai grandi cineasti
che hanno fatto la storia del cinema di genere in Italia quali
Bava, Fulci e
Argento: tutto questo è funzionale alla
rielaborazione tematica e strutturale messa in moto dal duo
registico.
L’horror è, per il duo registico,
un veicolo, un tramite attraverso cui filtrare un punto di vista
sulla realtà socio politica e culturale, come era stato per i
grandi maestri degli anni ’70, tra cui figurano George Romero, Tobe Hopper, John Carpenter e
Wes Craven. Ma A Classic Horror
Story fa molto di più: ogni fotogramma della pellicola è
una giustapposizione di suggestioni e idee che vanno ben oltre il
mero citazionismo per assurgere a fondamento di una poetica
intimista ma universale, suggerita e contemporaneamente ben
delineata. La critica sottesa al pubblico generalista tanto quanto
a quello appassionato sembra suggerita, eppure finisce per emergere
prepotentemente, rivelando come una sceneggiatura arguta e, perché
no, anche dai tratti irriverenti, possa costituire la chiave di
lettura ottimale per una panoramica globale di ciò che è diventato
oggigiorno il cinema horror, soprattutto italiano.
La meta-narrazione di A Classic Horror Story
Pennywise si
cibava della paura, come recita una battuta del film; così come noi
spettatori andiamo ricercando l’orrido, la paura, il mostruoso da
cui essere investiti: ma chi, o cosa è il vero mostro, in un’era in
cui la pigrizia e la noia dominano su ogni facoltà intellettuale,
in cui è preponderante la presunzione di voler parlare pur non
avendo visto o non sapendo niente? Sentenziare su film e prodotti,
sulle opere altrui, definendole “vecchie”, “già viste”, è ciò che
meglio riesce a fare il pubblico generalista, perennemente
insoddisfatto.
Le tracce musicali di A
Classic Horror Story – a cura di Massimiliano
Mechelli – contribuiscono a delineare uno scenario in cui
le minacce sono visceralmente simboliche, i ruoli tipologici e
caratteriali si ribaltano continuamente, e le sfumature cromatiche
assurgono a deittici esplicitati. Non è da meno il comparto
registico, volto totalmente all’incamerare la parabola di un
percorso che trova nella cornice orrorifica una rinascita, una
dichiarazione d’intenti, un capovolgimento irredentista atto alla
risemantizzazione dei concetti di folklore, usanze e
simbolismi.
In un panorama del genere, è
difficile che nuove voci, quelle coraggiose e sperimentali,
riescano effettivamente ad emergere; pian piano è emersa la
consapevolezza che sia piuttosto arduo fare film di genere in
Italia, quasi a voler automaticamente significare che non siamo in
grado di farlo. Ed ecco allora il circolo vizioso di mainstream,
pellicole superficiali e senza passione, prive dell’animo di quella
di De Feo e Strippoli.
La location della storia, assieme a
un lavoro encomiabile in sede di regia, con alcune riprese
assolutamente suggestive, contribuisce ad aumentare il senso di
smarrimento e claustrofobia generati dalla consapevolezza
dell’impossibilità di una via d’uscita e dal costante ritorno a un
punto di partenza. Riflessione, questa, imprescindibile per il
discorso meta-cinematografico portato avanti dai due registi che,
invece, una via d’uscita ce la suggeriscono eccome. Il voyeurismo
malato, perverso, che ci fa nutrire costantemente di morte e
depravazione è esattamente il punto di partenza per inscenare un
nuovo spettacolo orrorifico, per costruire una sceneggiatura di
tutto punto, in cui bisogna necessariamente andare oltre: il cui
punto di partenza è appropriarsi di ciò che è già stato usato,
rimaneggiato, riformulato, ormai considerato materiale scartabili,
senza tuttavia fermarsi alla riproposizione in chiave diversa
adattandolo al contesto socio-culturale (come poteva essere il
pastiche postmoderno).
Si riprendono i topoi del
genere, auto-criticandoli e ironizzandoci sopra, proprio perché
consapevoli dell’impossibilità di non annoiare un pubblico
che ha fatto della noia il proprio mantra di vita e volto alla
ricerca sempre di cose nuove. La consapevolezza stessa dello
scartare porta paradossalmente al rivalutare. E quale personaggio
sarebbe stato migliore di una giovane donna che parte pensando di
“scartare” per una rivalutazione invece totalmente inaspettata?
ATTENZIONE – L’ARTICOLO CHE
SEGUE CONTIENE SPOILER SU BLACK WIDOW
Black Widow ha apportato
alcune modifiche significative a Taskmaster e la rivelazione
definitiva della vera identità del cattivo è stata accolta con una
risposta mista per i fedeli della Marvel Comics.
Verso la fine del film, Dreykov
(Ray Winstone) smaschera il suo misterioso
scagnozzo, e con grande orrore dell’Avenger titolare (Scarlett
Johansson), si scopre che è sua figlia, Antonia, che
Nat riteneva avesse ucciso molti anni prima, quando aveva fatto
esplodere l’appartamento del leader della Stanza Rossa.
Sicuramente, questo ha avuto molto
più senso che introdurre un mercenario casuale di nome Tony Masters
senza legami con il passato di Nat. Tuttavia, secondo lo
sceneggiatore Eric Pearson, il piano originale era
proprio quello…
“Il vero Taskmaster doveva
essere coinvolto. Prima che arrivassi io, c’era una versione della
sceneggiatura che includeva Tony Masters”, ha rivelato Pearson
durante un’intervista con Phase
Zero. “Dreykov e la Stanza Rossa sono legati
intrinsecamente al passato di Natasha… e quindi non facevo altro
che pensare: ‘Come facciamo a convincere il pubblico che questo
Tony Masters è un agente della Stanza Rossa e a renderlo
credibile?’.”
Per quanto riguarda le reazioni dei
fan ai cambiamenti attuati sul personaggio e alla rivelazione della
sua vera identità, lo sceneggiatore ha aggiunto: “Ho commesso
l’errore di guardare nelle richieste di messaggi sui miei social e
qualcuno ha detto: ‘Non voglio essere fuori luogo, ma Taskmaster è
stato il più grande tradimento della mia vita’. E allora ho
pensato: ‘Hai avuto una vita piuttosto buona allora. Se questa è la
cosa peggiore che ti sia mai capitata, allora dovresti esserne
felice’.”
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film è uscito nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
ATTENZIONE – L’ARTICOLO CHE
SEGUE CONTIENE SPOILER SUL FINALE DELLA SERIE LOKI
Il finale di stagione di Loki ha ribaltato l’intero MCU e ha posto le basi per
innumerevoli storie future. Con l’introduzione di “Colui che
rimane”, ossia una variante di Kang il Conquistatore, e la scelta
compiuta dal personaggio di Sylvie, vediamo insieme, grazie a
ComicBookMovie, quali sono le domande più “scottanti” che ci
lascia questa prima stagione:
Chi era la quarta statua?
Mentre Loki e Sylvie si
avvicinano ad affrontare “Colui che rimane”, entrano in una stanza
con tre statue raffiguranti i Custodi del Tempo. Una quarta statua,
tuttavia, è stata distrutta, lasciandoci senza una risposta sulla
sua identità. Kang chiarisce fin dall’inizio che potrebbe mentire:
dopotutto, il tempo trascorso a governare la sacra linea temporale
lo ha chiaramente fatto impazzire.
In
base a ciò, forse i Custodi del Tempo esistevano davvero una volta?
Lavorando per loro – come ha fatto una volta anche la sua
controparte fumettistica -, sarebbe una cosa tipica di Kang
usurparli in modo da “conquistare” il tempo e finire per governare
al loro posto. Questo era anche il piano di Loki, e sembra che si
tratti di qualcosa che i Marvel Studios, alla fine,
affronteranno…
“Colui che rimane” è, in realtà, Immortus?
Immortus è un personaggio
con una storia molto lunga e complessa alle spalle. Leggermente più
eroico del suo sé più giovane e alternativo (Kang il
Conquistatore), anche lui ha fatto del tempo una sorta di suo
giocattolo: era, infatti, una versione del cattivo che si annoiava
nel tentativo di conquistare, proponendosi di proteggere il tempo.
Aveva anche un castello e stretti legami con i Custodi del Tempo,
mentre Immortus interferiva spesso con la storia, proprio come il
Kang che incontriamo nella serie, che ha il suo cosiddetto
protettore.
Anche nei titoli di coda, il
personaggio di Jonathan Majors è chiamato soltanto “Colui che
rimane”, ma era davvero questa la variante di Immortus? Potremmo
quasi scommetterci. Non c’è bisogno di usare il personaggio al di
là di questa serie, poiché l’attenzione sarà chiaramente sulle
varianti del Conquistatore, e in base al costume e ai suoi commenti
sull’essere più vecchio di quanto sembri, questo Kang è molto
probabilmente una nuova interpretazione di Immortus. È un modo
intelligente per includerlo nella storia, ma potrebbe esserci
ancora altro da scoprire su questo Kang…
Quante versione Kang vedremo?
Dopo che nel 31° secolo
Kang scoprì l’esistenza del Multiverso, le sue varianti fecero lo
stesso, e ciò portò ad alcune versioni malvagie che si proponevano
di conquistare ogni possibile realtà. Seguì una guerra tra i Kang,
ma questa versione riuscì a fermarli grazie ad Alioth, procedendo a
sorvegliare la sacra linea temporale tramite la TVA per impedire
che una qualsiasi delle sue varianti venisse scatenata
nell’universo. La sua missione può sembrare nobile, ma il risultato
è che, alla fine, è stato l’unico sovrano dell’unica e sola sacra
linea temporale.
Andando avanti, potrebbe essere un po’ strano avere
innumerevoli versioni di Jonathan Majors che combatte contro se
stesso sullo schermo, ma i Marvel Studios possono certamente
giocare con l’idea che ci siano più varianti. Iron Lad potrebbe
apparire in un progetto dedicato agli Young Avengers, ad esempio,
mentre la variante scienziato potrebbe forse cercare l’aiuto di
Hank Pym in
Ant-Man and The Wasp: Quantumania. Questo è un personaggio
con un potenziale illimitato a mano a mano che si andrà avanti e
quasi sicuramente sarà il prossimo grande cattivo del MCU.
Cosa ha pianificato il giudice Renslayer?
Renslayer vuole sapere chi
c’è dietro la TVA tanto quanto gli altri, ma dopo che Miss Minutes
le ha fornito alcuni file che “lui” crede sarebbero di maggiore
utilità, si imbarca in una missione per trovare, alla fine, ciò che
descrive soltanto come “libero arbitrio”. È certamente possibile
che l’ex giudice voglia semplicemente liberarsi dal ruolo che le è
stato assegnato, ma dato il passato romantico tra lei e Kang nei
fumetti, forse anche questo verrà esplorato in futuro (forse
diventerà una cattiva a pieno titolo e si trasformerà in
Terminatrix?).
Kang sapeva cosa sarebbe successo
nella linea temporale fino a un certo punto, ma forse ha incontrato
Ravonna nel suo periodo di tempo e ora, chissà… forse le sta
semplicemente indicando la giusta direzione per assicurarsi che il
suo io passato incontrasse la donna che amava una volta? È una cosa
abbastanza contorta a cui pensare, ma è certo che ci sono grandi
piani per questo personaggio. Non saremmo sorpresi di vederla
tornare in altri imminenti progetti prima della seconda stagione di
Loki…
Cosa farà ora la TVA?
La TVA è stata lasciata senza una sacra linea temporale da
proteggere e innumerevoli linee temporali ramificate che non
possono o non vogliono “falciare”. Prima che Loki incontri il
Mobius che non riconosce, vediamo l’originale insieme a Hunter
B-15, quindi quella linea temporale non è stata cancellata. La TVA
è piena di Gemme dell’Infinito e altri artefatti pericolosi che ora
potrebbero ritrovare la loro strada nel MCU (questo potrebbe anche spiegare
come Doctor Strange riacquisti l’Occhio di
Agamotto).
La
TVA è destinata a svolgere una sorta di ruolo chiave nel processo,
che sia solo nel prossimo lotto di episodi di Loki
o oltre la serie Disney+. In ogni caso, è quasi certo
che il MCU non tornerà ad avere una sola
linea temporale, poiché il Multiverso significa che i Marvel Studios possono riportare
gli attori del passato (come il Deadpool di Ryan Reynolds) o anche
riformulare i personaggi con le loro varianti. Potremmo, tuttavia,
vedere Loki governare su una TVA nuova e, perché no,
potenziata.
Dov’è Loki?
È importante notare che il
MCU non è stato alterato in una
sorta di svolta ispirata a “Flashpoint” della DC. Al contrario, la
TVA in cui si trova Loki è una delle realtà ramificate create in
seguito alla morte di Kang. In altre parole, Sylvie lo ha mandato
nella linea temporale sbagliata, e questa è quella in cui Kang
governa apertamente il flusso del tempo. Potrebbe essere una realtà
in cui il cattivo ha vinto, rendendo questa TVA un gruppo molto più
nefasto.
Tuttavia, per quanto fantastico sia
stato questo finale, non contiamo sul fatto che Loki passi troppo
tempo lì prima che riesca a scappare nella giusta linea temporale.
Ovviamente, se riuscirà a trovarla… Viaggiare attraverso tutte
queste diverse realtà potrebbe essere una premessa divertente per
la seconda stagione, o spiegare l’ormai quasi certa presenza di
Loki in
Doctor Strange in the Multiverse of Madness.
E per quanto riguarda il resto del MCU?
Ora ci sono innumerevoli realtà alternative e questo avrà
importanti ramificazioni per il MCU. La serie What If… ? promette di esplorarne alcune, mentre
Spider-Man:
No Way Home, con le diverse versioni di Peter Parker e con
il ritorno di cattivi quali Doctor Octopus ed Electro, ora ha molto
più senso, dal momento che è quasi certo che si tratterà di
varianti provenienti da linee temporali alternative.
Quasi
certamente Doctor Strange si farà avanti per cercare di affrontare
il danno che questo ha causato alla realtà, mentre Scarlet Witch
stava probabilmente ascoltando i suoi figli quando il Multiverso è
rinato. Per quanto riguarda
Ant-Man e The Wasp: Quantumania, è probabile invece che il
threequel esplori le connessioni di Kang con il Regno Quantico e
come, alla fine, lo userà per padroneggiare il viaggio nel tempo.
Contiamo sul fatto che la storia di Kang si svolga forse anche più
a lungo di quella di Thanos: non saremmo sorpresi se finisse per
diventare il grande cattivo del prossimo film degli
Avengers.
ATTENZIONE – L’ARTICOLO CHE
SEGUE CONTIENE SPOILER SUL FINALE DELLA SERIE LOKI
Jeff
Loveness, lo sceneggiatore di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, ha
commentato in modo esilarante il finale di stagione di Loki,
in cui abbiamo avuto la possibilità di dare un primo sguardo al
personaggio di
Kang il Conquistatore interpretato da Jonathan
Majors (anche se, di fatto, lo stesso non viene mai
chiamato in questo modo nell’episodio finale).
Kang il Conquistatore è stato una presenza fondamentale dei
fumetti Marvel sin dalla sua introduzione
negli anni ’60, ma è stato introdotto solo di recente nel MCU: “Colui che rimane”, una delle
tante variante di Kang, è apparso – appunto – nel finale di
stagione della serie con Tom Hiddleston. Mentre Kang è un cattivo
spietato nei fumetti, “Colui che rimane” stava tirando le fila
della TVA per prevenire un’altra Guerra nel Multiverso.
Uccidendolo, Sylvie ha permesso alla sacra linea temporale di
ramificarsi, dando così vita – si presume – a tutte le diverse
trame che vedremo nel futuro del MCU. Sebbene Majors abbia sempre
negato di essere coinvolto in Loki,
in realtà i fan erano quasi certi che Kang sarebbe apparso proprio
nel finale di stagione.
Le speculazioni e le teorie sulla
Fase 4 del MCU si sono scatenate da quando il
finale è andato in onda (soprattutto dopo la
notizia che Hiddleston potrebbe apparire nel sequel di
Doctor
Strange), e ora Loveness ha voluto dire la sua, in chiave
ironica, su ciò che Loki ha
riservato agli spettatori. Lo sceneggiatore, infatti, ha condiviso
via
Twitter una copertina alternativa della serie a fumetti di Kael
Ngu “Venom #35” che mostra il simbionte mentre gioca a basket con
Spider-Man. Nella didascalia che ha accompagnato l’immagine,
Loveness ha scritto: “Loki… cosa hai fatto?”.
L’ultimo episodio di Loki
non ha mostrato quali effetti avrà la scelta di Sylvie di uccidere
“Colui che rimane”, tranne il fatto che il Dio dell’Inganno è ora
finito in una linea temporale alternativa in cui Mobius non lo
riconosce. Tuttavia, anche se Majors, al momento, non è confermato
in nessun altro film del MCU oltre
Ant-Man 3, il personaggio di Kang dovrebbe rappresentare
una minaccia nella Fase 4 al pari di Thanos nella Saga
dell’Infinito.
“Volevo creare quella che
pensavo fosse, per me, la Suicide Squad. Lasciarmi influenzare dal film
di David avrebbe reso il mio film l’ombra del suo”, ha
spiegato il regista e sceneggiatore. “Volevo che fosse
completamente a sé stante”. Gunn ha poi spiegato che la Warner
Bros. non gli hai mai imposto nulla in merito ai personaggi o a
determinati aspetti della storia: “Quando la Warner Bros. mi ha
proposto il film, ho visto quello che David aveva fatto. Allora li
ho chiamati e ho detto loro: ‘Cosa devo mantenere di questo film? E
loro mi hanno risposto: ‘Niente. Ci piacerebbe solo che ci fosse
Margot, ma non deve necessariamente essere così. Puoi introdurre
nuovi personaggi o puoi tenere gli stessi personaggi’.”
In merito all’assenza del Joker nel
film, James Gunn ha poi chiarato di non aver mai
avuto intenzione di includerlo nella storia: “Joker? No! Non so
neanche perché Joker dovrebbe far parte della Suicide Squad. Non
sarebbe stato d’aiuto in quel tipo di contesto da guerra.”
Il regista e sceneggiatore ha poi
elogiato la varietà che, dal suo punto di vista, contraddistingue
il DCEU, di fatto molto diverso dal MCU: “Penso che sia
grandioso”, ha detto Gunn. “Questo è uno dei modi in cui
la DC può distinguersi dalla Marvel. Quello che faccio è molto
diverso da quello che hanno fatto Peyton Reed con Ant-Man, o Jon
Favreau con Iron Man, o Taika Waititi con Thor: Ragnarok. Tuttavia, non è così diverso
da Shazam! o Suicide Squad. Penso che l’attuale gruppo
di persone che lavorano alla Warner Bros. siano davvero interessate
a costruire un mondo e creare qualcosa che sia unico per i suoi
registi. Siamo in un momento strano, quindi tutto può
succedere.”
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2,
Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita
di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
Prima che Black
Widow arrivasse nelle sale, si vociferava
che
Iron Man sarebbe dovuto apparire nel film. La cosa è
stata poi confermata, in maniera velata, dalla regista Cate Shortland, ma ora è stato lo
sceneggiatore del film, Eric Pearson a scendere
nei dettagli e a svelare quale sarebbe dovuto essere il ruolo di
Tony Stark nella storia.
Parlando con Phase
Zero, Pearson ha rivelato che c’era una prima bozza della
sceneggiatura, quando lui ancora non era parte del progetto, che
includeva la conversazione finale di Nat e Tony in
Captain America: Civil War: si trattava, quindi, di
filmati riutilizzati; Robert Downey Jr. non sarebbe tornato per
girare nuove scene. Tuttavia, attraverso le numerose fasi di
riscrittura, alla fine quella scena è stata eliminata.
“Ricordo ora che una versione
della sceneggiatura, prima che io venissi coinvolto, includeva il
momento finale di Civil War con Tony e Natasha”, ha spiegato
Pearson. “Ma erano vecchi filmati. Quindi, almeno per quanto ne
so, Robert Downey Jr. non sarebbe comunque tornato sul set. Quella
è stata l’unica volta che ho visto il nome di Tony nella
sceneggiatura, ma era più una sorta di promemoria che altro… come a
dire: ‘Hey, ci troviamo alla fine degli eventi di Civil
War’.”
Lo sceneggiatore ha poi aggiunto:
“Ricordo che quando sono uscite quelle voci ero a Londra, nella
nostra war room. Mi sono guardato intorno e ho pensato: ‘Ho la
sceneggiatura proprio qui, davanti a me, e Tony Stark non c’è’. Non
so da dove provengano queste voci, a meno che qualcuno non abbia
saputo di una versione molto vecchia in cui c’era quella scena, che
non era nemmeno una scena nuova. Altrimenti, non saprei proprio da
dove siano saltate fuori.”
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film è uscito nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Tra tutti i film e le serie che
andranno a comporre la Fase 4, sappiamo che sarà il sequel di
Doctor
Strange quello che affronterà direttamente il
Multiverso, e ora
The Hollywood Reporter, nell’ufficializzare la seconda stagione
di Loki,
ha svelato anche che Tom Hiddleston dovrebbe apparire nel film. Si
tratta della prima volta che un sito autorevole riporta la notizia
e sebbene i Marvel Studios non l’abbiano ancora resa
ufficiale, è altamente probabile che la storia del Dio dell’Inganno
continuerà proprio nel film in arrivo nel 2022.
Resta da capire come il sequel di
Doctor
Strange si legherà a ciò che abbiamo visto nell’episodio
finale della prima stagione di Loki,
ma considerato il ruolo del Dio dell’Inganno in quello che è
successo, una sua apparizione nel film di Sam
Raimi avrebbe perfettamente senso. È importante ricordare
che l’head writer di Loki,Michael Waldron, ha anche scritto la sceneggiatura
di Doctor Strange in
the Multiverse of Madness, quindi non dovrebbe sorprendere
più di tanto che i due progetti siano così legati tra loro.
Waldron non ha mai fatto mistero del
fatto che la serie avrebbe avuto conseguenze importanti sull’intero
MCU. Inoltre, dopo che il finale
di WandaVision
aveva impostato il ritorno di Scarlet Witch proprio
in Doctor Strange
2, Kevin Feige ha affermato
che Loki
sarebbe stato “tremendamente importante” per la Fase 4 del
MCU. Insomma, i prossimi film e
serie legati all’universo condiviso promettono di essere qualcosa
di veramente folle per i fan dei fumetti. Di certo, sarà
interessante scoprire il ruolo di Loki nei piani di Doctor Strange e Scarlet Witch…
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade Bartlett e Michael
Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci
saranno anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America
Chavez).
Doctor Strange in the Multiverse
of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022.
Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo
anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe
apparire in un cameo anche Bruce
Campbell, attore feticcio di Sam
Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in
merito.
Il regista e sceneggiatore non aveva
mai parlato di come aveva appreso la notizia, e adesso ha
finalmente rivelato che quel giorno ci sono state alcune strazianti
telefonate tra lui e Kevin Feige, il presidente dei Marvel Studios. “Mi è stato comunicato da
Kevin Feige”, ha spiegato Gunn. “La mattina che è
scoppiata la cosa ho chiamato Kevin e gli ho detto: ‘Si tratta di
un grosso problema?’. Lui mi ha risposto: ‘Non lo so’. Sono rimasto
sorpreso. Più tardi mi ha chiamato lui. Era sotto shock. Mi ha
detto cosa avevano deciso ai piani alti. Non riuscivo a crederci.
Sembrava che tutto fosse andato perso. Come se tutto fosse svanito.
Pensavo di dover vendere la mia casa. Pensavo che non avrei mai più
lavorato. Ecco come mi sentivo.”
La notizia del licenziamento di Gunn
dal franchise di Guardiani
della Galassia, all’epoca, divise letteralmente Hollywood.
Alla fine, il regista è stato reintegrato, con la Disney che gli ha
addirittura concesso il tempo necessario per terminare i lavori su
The
Suicide Squad prima di tornare ad occuparsi di
Guardiani della Galassia Vol. 3.