Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker ha sollevato tutta
una serie di interrogativi in merito all’intera saga degli
Skywalker. Nonostante si tratti del capitolo che ha chiuso un arco
narrativo iniziato ben 42 anni fa, alcune domande sulla celebre
saga sono rimaste ancora senza una risposta. Adesso però, uno dei
quesiti più antichi e discussi all’interno del fandom di Guerre
Stellari, sembra aver finalmente trovato una
soluzione.
L’Imperatore
Palpatine è davvero il padre di Anakin
Skywalker? La nascista di Anakin è stata soltanto il
frutto dell’ennesimo utilizzo improprio della Forza da parte di
Darth Sidious? Un membro dello story group della Lucasfilm,
Matt Martin, è intervenuto in merito alla
questione e, via Twitter, in risposta
ad un fan, ha dichiarato quanto segue:
“Posso dirti con certezza, in
qualità di persona che ha lavorato al fumetto, che al 100% non c’è
alcun tipo di implicazione. Non sto dicendo che non ci sia un
errore di interpretazione logico al quale i fan stiano approdando.
Sto solo affermando con certezza che non è corretto.”
Di seguito potete leggere lo scambio
di battute tra Matt Martin e il fan. Se non siete
degli esperti della saga, vi riassumiamo brevemente a cosa fanno
riferimento le parole di Martin: un fumetto collegato alla saga e
pubblicato alcuni anni fa, “Darth Vader 25”, mostrava Sidious
manipolare l’utero di Shmi Skywalker, la mamma di Anakin. I fan
hanno sempre pensato che ciò confermasse in qualche modo che il
Signore dei Sith avesse effettivamente “creato” Anakin Skywalker e
dato così iniziato al suo piano.
Adesso Matt Martin
e lo scrittore Charles Soule, autore del fumetto,
hanno demolito questa teoria. Martin ha affermato che “quella
scena avviene solo nella testa di Anakin”, mentre Soule ha
dichiarato che “il Lato Oscuro della Forza non è un narratore
affidabile”. Allo stato attuale delle cose, i fan si sono
divisi: alcuni credono alle parole di Martin e Soule, altri
continuano a sostenere la loro teoria. Voi cose ne pensate? Se è
vero che Sidious non ha creato Anakin, come pensate che Darth Vader
sia venuto alla luce senza una figura paterna?
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione
dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende
e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver,
Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi
Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri
Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie
Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris
Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
Mentre ci apprestiamo a chiudere
un’altra stagione per quanto riguarda il cinema, il quesito
lanciato dal cineasta statunitense Martin
Scorsese, su che cos’è il cinema, ci offre una occasione
ghiotta per compilare una personale classifica sui cinque
principali generi cinematografici più famosi al mondo fino al
2019.
Facciamo una premessa d’obbligo:
nonostante la popolarità e il successo planetario, abbiamo scelto
solo i cinque generi più importanti, in termini di blasone, titoli,
e importante per quanto concerne la settima arte.
Per questo motivo abbiamo
effettuato una scelta di merito, privilegiando generi come la
fantascienza e il cinema d’azione, a discapito di sottogeneri come
il thriller e l’horror, che sono sempre più in voga, al pari dei
cinecomics e della Space Opera, genere di cui ad
esempio fa parte la saga di Star Wars.
In effetti ci siamo rifatti a un
criterio di valutazione classico, che tende ad accorpare tutti
questi sottogeneri, all’interno dei generi principali come
l’azione, l’avventura, la fantascienza
(classica e non) il dramma e naturalmente la
commedia.
Avventura
Un film di avventura è un genere
che tra le caratteristiche peculiari contiene al suo interno quelle
di un mondo eroico dove si fondono al suo interno scene epiche di
battaglie e di avventura.
Proprio per questo motivo in questa
categoria di film gli elementi basilari sono quelli che riguardano
l’intensità delle scene d’azione e i valori tradizionali della
cavalleria.
Si tratta di un genere molto
famoso, sia in passato che al presente, che al suo interno contiene
un sottogenere che fu molto in voga durante il periodo della
Hollywood classica: i cosiddetti film di cappa e spada.
Un esempio moderno di film
d’avventura è quello della saga ideata da Steven Spielberg e George Lucas che hanno come
protagonista il celebre personaggio di Indiana Jones.
La cui prima storia è stata portata
sullo schermo con enorme successo nel film I predatori dell’arca
perduta, diretto dallo stesso Spielberg nel 1981.
Film e genere che negli anni
ottanta, grazie a innovazioni e saghe fortunate, è tornato in voga
e persiste ancora oggi in pellicole come Jumanji –
Benvenuti nella giungla o nella saga de La
mummia con Brandan Fraser (1999).
Azione
I film d’azione tendono a
presentare un eroe intraprendente che lotta contro probabilità
incredibili, tra cui situazioni potenzialmente letali, un cattivo o
un inseguimento che di solito si conclude con la vittoria
dell’eroe.
Alcuni dei sottogeneri d’azione più
popolari includono:
L’avventura d’azione, un esempio su tutti è rappresentato dal
film pluripremiato Il Gladiatore, del cineasta
britannico Ridley Scott,
La commedia d’azione, dove ricordiamo la famosa saga
diArma Letale, con la coppia di
poliziotti composta dal formidabile duo: Mel Gibson/Danny
Glover,
I film dedicati alle arti marziali, uno su tutti, I 3
dell’Operazione Drago con il leggendario Bruce Lee,
I film spionaggio come uno degli ultimi 007,
Skyfall, interpretato dal britannico Daniel Craig, e infine
i film sul gioco d’azzardo; tra i quali
ricordiamo alcuni classici come The Gambler,
pellicola del 1974 diretta da Karel Reitz e interpretato da James
Caan e Paul Sorvino; film che secondo il critico Toback è stata una
delle più interessanti e belle sceneggiature del suo decennio, con
Caan alle prese con un ruolo difficile su un insegnante di inglese
newyorkese che conduce una doppia vita, tra la dipendenza dal gioco
e la sua professione di docente.
Di questo film è stato realizzato
un remake nel 2014 con Mark Wahlberg, riscritto per l’occasione dal
premio Oscar William Monahan.
Altri film d’azione dedicati al
gioco sono invece pellicole di culto come Rounders
– il giocatore, del 1998, con un cast all stars dove spiccano
Matt
Damon, Edward Norton e un inarrivabile John Malkovich nel ruolo
di KGB Teddy.
Tra gli appassionati del genere
action, questa pellicola è un vero e proprio film di culto, sia per
le sequenze di gioco, sia per la recitazione del terzetto
Damon-Norton-Malkovich.
Commedia
Naturalmente il genere di film
commedia, che pone l’accento su una struttura basata sull’umorismo,
trae ispirazione dal teatro, che fonda le sue radici sui classici
degli Antichi Greci, passando per l’epoca romana fino al teatro
rinascimentale e a quello elisabettiano, quando William Shakespeare
ripropone alcuni schemi classici, legati appunto agli standard
della commedia.
Nel cinema, specialmente in quello
statunitense e hollywoodiano, tale elemento risulta essere
portante, specialmente per quanto riguarda la commedia di costume,
la quale svolge un ruolo di derisione di difetti insiti nella
natura umana. Tra i grandi autori bisogna citare almeno Billy
Wilder, Ernst Lubitsch, Frank Capra e Howard Hawks.
Contemporaneamente nasce anche in
Italia il genere detto appunto di commedia all’italiana, dove i
grandi maestri come Monicelli,
Risi, Germi,
Steno e De Sica, per citarne
alcuni dei maggiori, seppero dare lustro e visibilità alla commedia
italiana, che di fatto contribuì a plasmare la cosiddetta commedia
moderna, genere ancora oggi in voga, per quanto riguarda Hollywood
e il cinema di cassetta.
Drammatico
Al pari della commedia, anche i
film di genere drammatico, vanta una struttura e delle basi che si
fondano sui classici stilemi dei drammi di epoche passate. Oggi il
genere viene fuso in quello che tutti conoscono come cinema di
genere emotional.
Così come per la commedia, anche il
drammatico è un genere molto strutturato e basato su schemi
classici, che possono essere elusi, oppure rispettati.
Tuttavia dovendo per forza darne
una definizione concisa, si può sostenere che il film drammatico,
per come lo si intende in Europa e nel Nord America è
caratterizzato da toni seri e mai leggeri, salvo rare eccezioni,
dove i sentimenti fungono da vero e proprio fulcro, per la
struttura narrativa e tematica del plot.
I sentimenti devono quindi
essere centrali e non far prevalere l’azione, l’intreccio
o la burla. Altro elemento fondamentale, che ritroviamo poi in
altri sottogeneri, è quello legato alle aspettative del pubblico,
il quale tenderà a identificarsi e a sperimentare gli stati d’animo
dei protagonisti sullo schermo.
Fantascienza
Erroneamente considerato un genere
cinematografico moderno, in realtà la fantascienza, detta anche
genere fantascientifico, fu uno degli elementi presenti fin dagli
esordi della settima arte.
Non è un caso se uno dei primi film
in assoluto che venne realizzato nel 1902, fu
proprio quel Viaggio nella Luna del cineasta
francese Georges Melies, considerato uno dei primi film di finzione
in assoluto e sicuramente tra i dieci film più famosi di tutti i
tempi. Il genere fantascientifico è senza dubbio uno dei più
popolari e amati dal pubblico cinematografico.
Pur essendo considerato dai più
come un genere commerciale, bisogna sottolineare come spesso
cineasti di fama mondiale come Stanley Kubrick, Ridley Scott e il
sovietico Andrej Tarkovskij, furono capaci di realizzare autentici
capolavori, attraverso sperimentazione, sfide produttive e
realizzative, che sono ancora oggi citate come esempi massimi
dell’arte cinematografica mondiale.
La giovane Priscilla
Quintana ha da poco iniziato ad affacciarsi nel mondo
dello spettacolo, prendendo parte ad alcune serie che le hanno
permesso di sfoggiare delle buone doti interpretative.
Prossimamente sarà possibile vederla per la prima volta nelle vesti
di protagonista, dove avrà l’occasione di farsi conoscere al grande
pubblico e mostrare ulteriormente il proprio talento.
Ecco 10 cose che non sai di
Priscilla Quintana.
Priscilla Quintana: i suoi
film
1. Ha recitato in un recente
film horror. L’attrice inizia la propria carriera con
piccoli ruoli nei film The Gambler (2014) e Fast &
Furious 7 (2015). Successivamente ottiene un ruolo di maggior
rilievo nel film Traffik (2018), per poi raggiungere una
più ampia popolarità con il film horror Polaroid (2019),
dove recita accanto all’attrice Madelaine
Petsch.
2. Ha recitato in diverse
serie TV. La Quintana intraprende anche la carriera
televisiva, recitando nelle serie Web Atlas (2015), VR
Startup (2016), Master of Sex (2016), Training
Day (2017) e Lethal Weapon (2018). Nel 2019 è stata
protagonista della serie Pandora, di scenere sci-fi,
incentrata su una donna che, senza più nulla da perdere, decide di
iscriversi alla Earth’s Space Training Academy, dove imparerà a
difendere la galassia da minacce intergalattiche.
Priscilla Quintana è su
Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram, dove possiede un profilo seguito da 21,6 mila persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere foto scattate
in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano
tuttavia anche immagini tratte dalle premiere a cui la Quintana ha
preso parte, o ancora immagini promozionali dei suoi progetti da
interprete.
Priscilla Quintana: la vita privata
dell’attrice
4. Ha una relazione
sentimentale. L’attrice è attualmente impegnata in una
relazione con Keenan Tracey, attore televisivo e musicista. Non è
risaputo quando i due abbiano iniziato a frequentarsi, ma la loro
prima foto insieme è stata pubblicata da lui, sul proprio account
Instagram, nel marzo del 2017. Sempre sui social, i due attori sono
soliti condividere alcuni dei loro momenti insieme.
Priscilla Quintana in Polaroid
5. Ha avuto un ruolo di
rilievo. Nel film horror Polaroid l’attrice
ricopre il ruolo di Mina, amica della protagonista. Come la sua
amica, anche lei si ritroverà coinvolta in una spirale di brutali
omicidi, i quali hanno per vittime coloro che erano precedentemente
stati immortalati in una foto polaroid.
Priscilla Quintana in Traffik
6. È la protagonista del
film. Nel 2018 l’attrice ottiene il ruolo da protagonista
nel film Traffik, dove dà vita al personaggio di
Christine. La vicenda del film ruota intorno ad una coppia che, in
viaggio per un weekend romantico sulle montagne, si ritrova
inseguita da una gang di biker intenzionati a nascondere il loro
segreto presente in quei luoghi.
Priscilla Quintana in Pandora
7. È stata scelta come
protagonista della serie. La Quintana è stata scelta per
ricoprire il ruolo di Jax, nella serie Pandora. Il suo
personaggio è una donna super intelligente e dallo spirito acuto.
In seguito alla morte dei genitori, la donna entrerà a far parte di
un mondo ben più grande e pericoloso di quello che credeva.
8. Considera molto
importante il suo ruolo. L’attrice ha dichiarato che aver
ottenuto tale ruolo è un segno che la sua carriera sta prendendo la
piega sperata. La Quintana si è dichiarata entusiasta di un
personaggio così lontano dagli stereotipi, che permetta di dar vita
ad un nuovo personaggio femminile di potere.
9. Non sa come si concluderà
la serie. La Quintana si è dichiarata all’oscuro di quale
piega prenderanno gli eventi, e non è a conoscenza neanche dello
sviluppo dell’arco narrativo del suo personaggio.
Priscilla Quintana età e
altezza
10. Priscilla Quintana non
ha reso noto il suo luogo di nascita, né la data, per cui
non è possibile indicare l’età dell’attrice. È tuttavia noto che la
sua altezza corrisponde a 165 centimetri.
È da molto tempo ormai che si parla
di Michael B. Jordan come possibile erede di
Henry Cavill nei panni di
Superman. Proprio di
recente, un nuovo report di Variety aveva portato
alla luce un’indiscrezione secondo la quale la star di
Creed e Black
Panther non sarebbe pronta ad impegnarsi in un progetto a
lungo termine, dal momento che le riprese del nuovo film dedicato
al supereroe kryptoniano non sarebbero imminenti.
In attesa di scoprire se il progetto
in questione vedrà mai la luce, durante una recente intervista con
MTV News in occasione
della promozione de Il Diritto di
Opporsi, Michael B. Jordan ha parlato
proprio della possibilità di interpretare L’Uomo d’Acciaio, sottolineando quanto in un
progetto del genere la fedeltà ai fumetti sia un elemento per lui
imprescindibile.
“Tutto i progetti nei quali
vengo coinvolto devono essere fatti nel modo giusto”, ha
dichiarato Michael B. Jordan. “Sapete, sono un
fan dei fumetti e capisco quando i fan si arrabbiano. Capisco
quando pensano: ‘Oh no, perché stanno facendo così, perché stanno
cambiando le cose?’. Mi sentirei esattamente come loro se dovessi
vedere certe cose. Quindi, semmai dovessi prendere parte a
qualcosa, dovrebbe essere qualcosa di autentico e qualcosa che
sento che il pubblico sosterrebbe davvero.”
Il film di Superman in cui dovrebbe
recitare Michael B. Jordan rappresenta un progetto
nel quale sarebbe coinvolto anche J.J. Abrams
insieme alla sua Bad Robot Productions. Sempre nel report di
Variety menzionato in
apertura di articolo, veniva specificato che un nuovo film di
Superman prima del 2023 è altamente improbabile, dal momento che
non ci sono ancora né una sceneggiatura né un regista.
Non è la prima volta che
Michael B. Jordan si trova a commentare la
possibilità di interpretare Superman sul grande schermo. In
passato, la star del disastroso Fantastic 4 – I
Fantastici Quattro aveva dichiarato: “
“Soltanto essere al centro di
queste discussioni mi onora. Mi piacerebbe essere Superman? Beh, è
dura… odio essere un uomo d’affari e devo capire entrambi i lati
della situazione. C’è un enorme vantaggio nel partecipare a questi
film, ma essere sotto quel microscopio, essere scelti e confrontati
con così tante diverse versioni di Superman… ecco, forse preferirei
fare qualcosa di originale. Magari interpretare Calvin
Ellis.”
ATTENZIONE, L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU
STAR WARS: L’ASCESA DI SKYWALKER
Non è raro che nella saga di
Star
Wars, tra un film e l’altro, ci siano rimandi e
citazioni, anche ripetizioni di battute, che esulano dalla trama
principale. Ne è un esempio la celebre frase “ho un bruttissimo
presentimento”, ripetuta in tutti i film, ma ce ne sono molti di
esempi come questo.
Con Star Wars: L’Ascesa
di Skywalker la tradizione non cambia, e infatti c’è
un momento molto commovente, a metà film, in cui viene citato
direttamente L’Impero Colpisce Ancora. La
scena è quella che vede Ben Solo confrontarsi con il ricordo di suo
padre e con il rimorso per aver ucciso. Il ragazzo, rinsavito
grazie all’intercessione di Rey, guarda alle sue spalle, a ciò che
ha fatto, e vede Han Solo, pronto a perdonarlo per il suo terribile
gesto.
Dopo la riconciliazione, il figlio
chiama il padre: “Padre…” dice, cercando di trovare la
forza di esprimere il suo amore verso di lui. E Han, come era
accaduto in Episodio V di fronte alla confessione dell’amore di
Leia, risponde: “Lo so…”. Un piccolo callback da brividi
che J.J. Abrams è stato bravissimo ad inserire in
quel momento così significativo del film.
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le
forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una
galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa
di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica
saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo
la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film comprende
Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris
Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
La figlia di Martin Scorsese, Francesca, ha voluto
prendersi gioco del padre e lo ha fatto in maniera decisamente
sarcastica. In che modo? Incartando i suoi regali di Natale con
della carta a tema Marvel!
Siamo tutti a conoscenza della
lunga controversia iniziata quando il leggendario regista di
Taxi Driver e Toro Scatenato ha condiviso la sua
opinione in merito ai film della Casa delle Idee, etichettandoli
come “non cinema”. Controversia che ha visto coinvolti
anche altri importanti esponenti dell’industria cinematografica
hollywoodiana e che si è poi appianata con una lungo editoriale
scritto dallo stesso Scorsese e pubblicato sulle pagine del
New York Times, in
cui il regista di The
Irishman ha chiarito la sua posizione in merito
una volta per tutte.
Adesso, una delle persone che
sicuramente conosce Martin Scorsese meglio di chiunque altro, ha
aspettato il momento giusto per offrire a tutti coloro che si sono
appassionati alla vicenda la miglior replica possibile, rispondendo
alla “diatriba” con l’arma più potente di tutte: l’ironia.
Francesca
Scorsese, giovane attrice apparsa in numerosi
cortometraggi e anche in alcuni film di suo padre (tra cui The
Aviator e The Departed), è attualmente impegnata sul
set con Luca Guadagnino per le riprese della miniserie We Are Who We
Are. Come portato all’attenzione da un utente di Twitter, Francesca ha
condiviso una storia su Instagram nella quale ha mostrato i regali
comprati per papà Martin in occasione delle festività natalizie,
coperti con carta da regalo a tema Marvel.
Come avrà reagito Martin Scorsese? Si sarà divertito a strappare
via le immagini di Iron Man, Captain America e Hulk? Sarebbe stato
interessante e sicuramente divertente vedere anche la sua
reazione…
Di sicuro, in famiglia sembrano non
prendere le cose troppo sul serio e, soprattutto, sanno come
mantenere vivo lo spirito del Natale! Di seguito uno screenshot
della storia che testimonia l’originalissima idea messa in pratica
da Francesca:
Billie Lourd,
tornata nei panni del Tenente Connix in Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, ha condiviso
attraverso il suo account Instagram una bellissima immagine per
celebrare sua madre Carrie Fisher e sua nonna
Debbie Reynolds, entrambe scomparse nel 2016 a
pochissimi giorni di distanza l’una dall’altra.
Billie Lourd è
l’unica figlia della compianta Carrie Fisher,
interprete dell’iconica Principessa Leia nella saga di
Star Wars, nonché nipote della leggenda
di Hollywood Debbie Reynolds. Il mondo intero è
stato scosso dalla notizia della tragica scomparsa della Fisher
avvenuta il 27 dicembre 2016, a causa di un infarto durante un volo
transatlantico da Londra a Los Angeles; a solo un giorno di
distanza la madre della Fisher, la Reynolds, è stata colpita da un
ictus proprio mentre organizzava i funerali della figlia.
Attraverso il suo account Instagram, Billie Lourd
ha voluto rendere omaggio alla memoria della madre e della nonna a
tre anni dalla loro triste dipartita pubblicando un tenerissimo
scatto in cui una piccola Loud appare circondata dalle due
celeberrime attrici. La condivisione dell’immagine – come spesso
accade sui social – è stata per Billie un’occasione per mandare un
messaggio di amore e speranza a tutti coloro che hanno perso una o
più persone care e che si trovano a dover convivere – soprattutto
in occasione delle festività – con la loro assenza.
Su Instagram, l’attrice ha scritto
parole molte sentite e commoventi: “Mando tutto il mio amore a
chiunque abbia perso qualcuno che amava e che oggi senti ancora di
più quella mancanza. Vi vedo. Va bene anche se le cose non
sono sempre tutte allegre e luminose. Può essere anche un mix
di tutto questo. E va bene lo stesso. Vivete a fondo tutte le
vostre emozioni, sia quelle belle che quelle meno belle. Non
affrontate il dolore in silenzio. Non siete soli.”
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nei cinema a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia
Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie
Fisher, usando del girato mai visto prima da Star
Wars: Il Risveglio della Forza.“Tutti noi amiamo
disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams
– Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli
Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra
attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica.
Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo
trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia
in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato
insieme per Episodio VII.”
La AMC ha diffuso
il teaser promo di Better Call Saul 5, la quinta
attesissima stagione della serie spin-off Better Call
Saul.
Better Call Saul
5
Better Call Saul 5
è la quinta stagione della serie spin-off Better
Call Saul, prequel della pluripremiata serie
Breaking
Bad. Il creatore Vince Gilligan e lo
sceneggiatore e produttore Peter Goul hanno lavorato anche in
qualità di co-produttori. Il cast vede la partecipazione di
Bob Odenkirk, Jonathan Banks, Michael McKean, Rhea Seahorn,
Patrick Fabian, Michael Mando rispettivamente nei ruoli di
Jimmy McGill, Mike Ehrmantraut, Chuck McGill, Kim Wexler,
Howard Hamlin e Nacho Varga.
Better Call Saul 5 è scritta ancora una volta
da Vince Gilligan e Peter Gould che
sono anche produttori esecutivi insieme a Mark Johnson
(Breaking Bad, Diner,
Rain Man), Melissa Bernstein (Breaking
Bad, Rectify, Halt and Catch
Fire) e Thomas Schnauz.
Nella quarta stagione
diBetter Call
Saul, la morte di Chuck catalizza la trasformazione di Jimmy
McGill (Odenkirk) in Saul Goodman. Sulla scia della sua
perdita, Jimmy prende provvedimenti nel mondo criminale che metterà
il suo futuro come avvocato – e il suo rapporto con Kim (Rhea
Seehorn) – a rischio. La morte di Chuck (Michael McKean)
colpisce profondamente gli ex colleghi Howard (Patrick Fabian) e
Kim, rimettendo i due ancora sui due lati opposti di una battaglia
scatenata dai fratelli McGill.
Nel frattempo, Mike
Ehrmantraut assume un ruolo più attivo come il più recente (e più
completo) consulente di sicurezza di Madrigal
Electromotive. E’ un momento molto delicato per essere in
servizio a Gus Fring, dato che il crollo di Hector manda segnali in
tutto il mondo sotterraneo di Albuquerque e getta il cartello nel
caos – facendo a pezzi i piani ben strutturati di Gus e
Nacho. Mentre Gus cambia rotta, Nacho si ritrova nel mirino di
forze nemiche.
Dai produttori di
Green Book e Il caso
Spotlight, arriva il 20 febbraio nelle sale
italiane, CATTIVE ACQUE, l’ultimo film
dell’acclamato regista Todd Haynes, con
un cast d’eccezione composto da Mark Ruffalo,
Anne Hathaway, William Jackson
Harper, Bill Pullman e Tim
Robbins.
La pellicola è basata su una vicenda
realmente accaduta e che ha portato alla luce un’importante
problematica legata alla salute pubblica.
Un caso di corruzione ad altissimi
livelli, una battaglia che ha avuto la sua risonanza nel gennaio
del 2016 a seguito della pubblicazione da parte del New York Times
di un articolo firmato da Nathaniel Rich, che descriveva nel
dettaglio l’operato dell’avvocato di Cincinnati Rob Bilott.
Billot socio dello studio legale
Taft Stettinius & Hollister LLP, è diventato un improbabile
attivista, denunciando i pericoli causati da una sostanza chimica
che stava contaminando da anni una comunità rurale.
L’inchiesta è arrivata a colpire un
gigante industriale responsabile di aver promosso commercialmente
l’uso della sostanza incriminata.
Cattive Acque – la
SINOSSI
Questa è la vera storia di Robert
Bilott (Mark Ruffalo) l’avvocato ambientalista protagonista di una
estenuante battaglia legale durata ben 19 anni contro il colosso
chimico DuPont e di come, da uomo tenace e combattivo, ha
rappresentato 70mila cittadini dell’Ohio e della Virginia, la cui
acqua potabile era stata contaminata dallo sversamento
incontrollato di PFOA (acido perfluorooctanico). Grazie ad uno
studio tossicologico sulle vittime, Bilott riuscirà a dimostrare i
rischi per la salute associati alla contaminazione delle acque e
otterrà per loro un importante risarcimento.
Dopo aver mostrato Henry
Cavill con il costume nero di Superman, Zack
Snyder ha approfittato della vacanze di Natale per
condividere con i suoi fan – sempre attraverso il suo account
Vero – una serie di nuovi scatti inediti
dalla #SnyderCut di Justice League.
Le immagini ci mostrano, oltre
all’Uomo d’Acciaio prima e dopo la resurrezione, anche gli altri
membri del team, tra cui Batman, The
Flash e Cyborg: in particolare, la didascalia che ha
accompagnato l’immagine del personaggio interpretato nel film da
Ray Fisher, lascia intendere che Victor Stone
sarebbe potuto cadere sotto il controllo di Darkseid o
Steppenwolf.
Interagendo con i suoi fan
attraverso il social network, Zack Snyder ha
rivelato di non aver ancora visto la versione cinematografica del
film, sotto consiglio di alcune persone a lui molte care che hanno
avuto modo di vedere entrambe le versioni, dal momento che le
riprese aggiuntive svoltesi sotto l’egida di Joss
Whedon pare abbiano cambiato in maniera massiccia il
contenuto del film così come Snyder lo aveva inizialmente
pensato.
Potete ammirare tutte le nuove immagini di seguito:
1 di 7
Secondo una recente campagna di
beneficenza lanciata da Zack Snyder, il titolo
ufficiale della #SnyderCut – nome affibbiato al
progetto dai fan – dovrebbe essere Zack Snyder’s Justice
League, come dimostra una felpa realizzata
proprio in occasione della campagna sostenuta dall’organizzazione
American Foundation for Suicide Prevention, fondata dallo
stesso Snyder dopo il suicidio della figlia maggiore.
Nelle ultime settimane sono emersi
ulteriori dettagli circa la lavorazione “travagliata”
di Justice League, con Snyder che ha
spiegato che i cambiamenti apportati in itinere sono stati causati
da varie interferenze con lo studio:
“Partivamo con l’idea che una
minoranza di persone non aveva amato Batman v Superman, e
questo ha avuto un effetto anche sul film successivo. La mia
versione originale del film, che avevo scritto insieme a Chris
Terrio, non è mai stata girata. L’idea reale, difficile, e
spaventosa, non è mai stata realizzata per le paure dello studio, e
io e miei collaboratori eravamo insicuri proprio a causa della
reazione scatenata da Batman v Superman […]
Sarebbe stata una lunga storia
da raccontare…saremmo finiti in un futuro a distanza dove
Darkseid conquistava la Terra e dove Superman cedeva all’equazione
dell’anti vita. Alcuni membri della Justice League sopravvivevano
in quel mondo combattendo, Batman rompeva il suo patto con Cyborg e
Flash tornava indietro nel tempo per dire qualcosa a
Bruce…“
Alcuni mesi fa abbiamo appreso che
Yahya Abdul-Mateen II, noto per aver interpretato
Black Manta in Aquaman di
James Wan, si è ufficialmente unito al cast di Matrix
4, il nuovo capitolo della celebre saga
sci-fi che sarà diretto ancora una volta da Lana
Wachowski. Il ruolo che l’attore statunitense avrebbe
interpretato nel film non era mai stato rivelato, almeno fino ad
oggi…
Un nuovo report di The Illuminerdi (via
ScreenRant), infatti,
suggerisce che Yahya Abdul-Mateen II avrà il ruolo
del giovane Morpheus in Matrix
4, atteso nelle sale per il prossimo anno.
Voci della possibile presenza del personaggio di Morpheus nel nuovo
capitolo della saga erano già trapelate ancora prima dell’annuncio
ufficiale del casting di Yahya Abdul-Mateen II: una volta
confermata la presenza dell’attore nel film, in molti hanno
iniziato a ipotizzare che lo stesso avrebbe potuto interpretare
proprio il capitano della città di Zion, già interpretato da
Laurence Fishburne in tutte e tre i capitoli
precedenti. Resta da capire se Laurence
Fishburne tornerà in qualche modo, nonostante il
recasting del suo personaggio. Al momento la trama del film è
avvolta nel totale mistero.
Matrix
4 vedrà nel cast il ritorno di Keanu
Reeves, Carrie-Ann Moss e Jada
Pinkett-Smith al fianco delle new
entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil Patrick Harris,
Jonathan Groff, Jessica Henwick e Toby
Onwumere.
Il nuovo capitolo del franchise
sarà diretto da Lana Wachowski. La
sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar
Hemon e David Mitchell, mentre diverse fonti sostengono che le
riprese dovrebbero iniziare nei primi mesi del 2020. “Molte
delle idee che Lilly ed io abbiamo esplorato vent’anni fa a
proposito della nostra realtà sono ancora più rilevanti ora. Sono
molto felice di avere questi personaggi nella mia vita e sono grata
per questa possibilità di lavorare ancora con i miei brillanti
amici“, ha detto la Wachowski.
“Non potremmo essere più
entusiasti di rientrare in The Matrix con Lana“, ha dichiarato
Toby Emmerich, presidente della Warner Bros, “Lana è una vera
visionaria, una regista creativa e originale e siamo entusiasti che
stia scrivendo, che dirigerà e produrrà questo nuovo capitolo
dell’universo di Matrix“.
Outlander 5 è la quinta stagione della serie tv
Outlander
creata da Ronald D. Moore per il canale
americano Starz.
Nella quinta stagione di
Outlander ritorneranno
Claire Elizabeth Randall/Fraser, nata Beauchamp (stagione 1-in
corso), interpretata da Caitriona
Balfe, James “Jamie” Alexander Malcolm MacKenzie
Fraser (stagione 1-in corso), interpretato da Sam
Heughan, Edward “Ned” Gowan (stagioni 1, 3-in corso),
interpretato da Bill Paterson, Frank
Randall/Jonathan “Black Jack” Randall (stagioni 1-3), interpretato
da Tobias Menzies, Janet “Jenny” Fraser
Murray (stagione 1-in corso), interpretata da Laura
Donnelly, Ian Murray (stagione 1-in corso),
interpretato da Steven Cree, Roger
Wakefield (stagione 2-in corso), interpretato
da Richard Rankin, Brianna “Bree”
Randall Fraser MacKenzie (stagione 2-in corso), interpretata
da Sophie Skelton, Lord John William
Grey (stagione 3-in corso), interpretato da David
Berry, Marsali MacKimmie Fraser (stagione 3-in
corso), interpretata da Lauren Lyle,Claudel
“Fergus” Fraser (stagione 3-in corso), interpretato
da César Domboy e Capitano Raines
(stagione 3-in corso), interpretato da Richard
Dillane.
Colin Firth è
tra i più apprezzati interpreti attualmente in attività, dotato di
un fascino unico che gli ha permesso di vedersi spianata la strada
verso il successo. Negli anni si è dimostrato valido interprete
tanto di commedie quanto di film più drammatici, senza disdegnare
ruoli in celebri film action. Premiato con l’Oscar, Firth continua
ancora oggi a regalare grandi soddisfazioni ai suoi fan, con la
critica ne ha in più occasioni apprezzato la versatilità.
Ecco 10 cose che non sai di
Colin Firth.
Colin Firth: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore ha debuttato al cinema nel 1984
con il film Another Country, per poi recitare in
Valmont (1989) Il paziente inglese (1996), con
cui ottiene una prima notorietà. Nel 1998 recita in Shakespeare
in Love, che gli permette di ottenere una più ampia fama, per
poi consacrarsi con il film Il diario di Bridget Jones
(2001). Da quel momento recita in film come La ragazza con
l’orecchino di perla (2003), Love Actually – L’amore
davvero (2003), Che pasticcio, Bridget Jones! (2004),
Nanny McPhee – Tata Matilda (2005), Un marito di
troppo (2008), Mamma Mia! (2008), Dorian
Gray (2009) e A Single Man (2009), con cui ottiene la
sua prima nomination agli Oscar. Nell’ultimo decennio l’attore ha
poi recitato in celebri film come A Christmas Carol
(2009), Il discorso del
re (2010), La talpa
(2011), Gambit – Una truffa a
regola d’arte (2012), Magic in the
Moonlight (2014), Kingsman – Secret
Service (2014), Genius
(2016), Bridget Jones’s
Baby (2016), Kingsman – Il cerchio
d’oro (2017), Il ritorno di Mary
Poppins (2018), Kursk (2018)
e 1917 (2019).
2. Ha recitato anche in
televisione. Nel corso della sua carriera l’attore ha
partecipato da interprete a diversi film per la televisione, tra
cui Tumbledown (1988), Conspiracy – Soluzione
finale (2001), Born Equal (2006) e
Celebration (2007). Ha inoltre partecipato anche alla
miniserie Orgoglio e pregiudizio (1995).
3. Si è distinto come
produttore. Nel corso della sua carriera l’attore ha
inoltre prodotto diversi documentari come In Prison My Whole
Life (2007) e The People Speak Up (2010), nonché dei
film Il diritto di uccidere (2015), Loving (2016)
e The Happy Prince – L’ultimo ritratto di Oscar Wilde
(2018).
Colin Firth: la vita privata
dell’attore
4. Ha avuto diverse
relazioni. Sul set del film Valmont l’attore
conosce l’attrice Meg Tilly, con la quale avrà una
relazione dal 1989 al 1994 e un figlio nato nel 1990.
Successivamente ha una relazione con l’attrice Jennifer
Ehle, conosciuta sul set della serie Orgoglio e
pregiudizio.
5. Si è sposato.
Nel 1997 l’attore ha sposato la produttrice e regista italiana
Livia Giuggioli, con cui ha due figli, nati
rispettivamente nel 2001 e nel 2003. I due, tuttavia, annunciano la
separazione nel dicembre del 2019.
Colin Firth e i premi Oscar
6. Ha vinto l’ambito
premio. L’attore riceve nel 2010 la sua prima nomination
come miglior attore protagonista ai premi Oscar per il film A
Single Man, senza tuttavia riportare la vittoria. L’anno
successivo, tuttavia, l’attore viene nuovamente nominato come
miglior attore protagonista, per il film Il discorso del
re, vincendo in questo caso il prestigioso premio.
Colin Firth è cittadino
italiano
7. Ha ricevuto la
cittadinanza. L’attore, sposato per molti anni con una
donna italiana, ha da sempre reso noto il suo amore per il Bel
Paese. Nel 2017 riceve la cittadinanza italiana, avendola chiesta
per i venti anni di matrimonio con la moglie. Inoltre, Firth parla
correntemente l’italiano.
Colin Firth in Orgoglio e
pregiudizio
8. Ha recitato nella celebre
serie televisiva. Nel 1995 l’attore acquista maggior
popolarità recitando nel ruolo di Fitzwilliam Darcy, nella serie TV
Orgoglio e pregiudizio. La serie fu particolarmente
apprezzata per la sua fedeltà al testo della Austen, e mise
nuovamente in mostra le doti attoriali di Firth.
Colin Firth: il suo 2019
9. Ha nuovi progetti in
programma. Nel 2019 l’attore svolge un ruolo di rilievo
nell’apprezzato film di Sam Mendes, 1917.
Allo stesso tempo ha preso parte alle riprese dei film Il
giardino segreto e Supernova, entrambi previsti per il
2020.
Colin Firth età e altezza
10. Colin Firth è nato a
Grayshott, in Inghilterra, il 10 settembre 1960. L’altezza
complessiva dell’attore è di 187 centimetri.
La giovane attrice e cantante
Zoë Kravitz è pronta a conquistare i fan con il
ruolo di Selina Kyle, alias Catwoman, nell’annunciato nuovo film su
Batman. Ma la Kravitz ha già una lunga carriera tanto al cinema
quanto in televisione, dove ha saputo affermarsi per la sua
versatilità. L’attrice ha infatti partecipato ad alcuni dei
principali blockbuster degli ultimi anni, ma anche a film più
indipendenti, che le hanno permesso di ottenere il favore della
critica.
2. Ha avuto ruoli in celebri
serie TV. La Kravitz ha recitato nel 2011 in alcuni
episodi della serie Californication, ricoprendo il ruolo
di Pearl. Nel 2017 ottiene invece il ruolo di Bonnie Carlson, nella
serie Big Little Lies, dove recita fino al 2019. Nel 2020
sarà invece tra i protagonisti della serie High
Fidelity.
3. Si è distinta come
doppiatrice. L’attrice esordisce come doppiatrice per il
film Lego Batman – Il film (2017), per poi dare voce al
personaggio di Mary Jane nel film Spider-Man: Un nuovo
universo (2018), vincitore del premio Oscar come miglior film
d’animazione.
Zoë Kravitz ha un marito
4. È sposata. La
Kravitz si è sposata il 29 giugno del 2019 con l’attore Karl
Glusman, con cui era fidanzata ufficialmente dal 2018 dopo una
frequentazione iniziata nel 2016. La cerimonia si è svolta a
Parigi, nella villa del padre di lei, Lenny
Kravitz. Tra gli invitati c’erano anche gli attori
Jason Momoa, Reese Witherspoon,
Shailene
Woodley e Denzel
Washington.
Zoë Kravitz: i suoi genitori
5. È figlia d’arte.
L’attrice è figlia del celebre cantante Lenny
Kravitz, tra i più premiati in ambito musicale, e
dell’attrice Lisa Bonet, celebre per aver recitato
nella serie I Robinson. I due genitori sono stati sposati
dal 1987 al 1993.
Zoë Kravitz: i suoi tatuaggi
6. Ha numerosi
tatuaggi. La Kravitz ha rivelato di avere ben 55 tatuaggi,
in diverse parti del proprio corpo. Il più di questi sono piccoli
segni sulle mani o sulle braccia. Ognuno di questi tatuaggi ha un
preciso significato, e sul Web è possibile ritrovare un elenco
completo a riguardo.
Zoë Kravitz è Catwoman
7. Ha già interpretato il
celebre personaggio. L’attrice è stata scelta per
ricoprire il ruolo di Catwoman nel film The Batman,
previsto per il 2020. Tuttavia l’attrice ha già dato voce a tale
personaggio, doppiandolo nel film LEGO Batman – Il
film.
8. Ha ricevuto importanti
consigli. Quando fu resa pubblica la notizia secondo cui
l’attrice avrebbe interpretato Catwoman, la Kravitz ha subito
ricevuto importanti consigli dalle due attrici che avevano già
ricoperto tale ruolo al cinema. Michelle
Pfeiffer le ha infatti suggerito di assicurarsi che il
suo costume le permetta di andare in bagno, mentre Anne
Hathaway le ha suggerito di divertirsi il più
possibile ad interpretare un ruolo tanto importante.
Zoë Kravitz e Yves Saint
Laurent
9. Ha collaborato con la
celebra casa di moda. L’attrice ha dato vita, in
collaborazione con Yves Saint Laurent, ad una collezione a suo nome
che prevede sei nuove sfumature del rossetto Rouge Pur Couture.
Ognuna di queste sfumature è adatta ad occasioni e momenti diversi
del giorno.
Zoë Kravitz età e altezza
10. Zoë Kravitz è nata a Los
Angeles, California, Stati Uniti, il 1 dicembre 1988.
L’attrice è alta complessivamente 157 centimetri.
Il 2019 è stato un anno
particolarmente ricco per il cinema, con grandi blockbuster e
importanti film d’autore che hanno calcato le sale cinematografiche
di tutto il mondo. Inoltre, anche quest’anno il genere horror ha
potuto fregiarsi di diversi film di successo, che hanno ribadito
l’importanza di tale categoria nel panorama cinematografico.
Degli horror usciti quest’anno in
sala, diversi sono quelli che hanno portato nuova vita al genere.
Alcuni lo hanno utilizzato per raccontare la società contemporanea,
altri per parlare di specifici aspetti della vita quotidiana,
mentre altri ancora si sono rivelati delle buone trasposizioni da
celebri romanzi dell’orrore.
Ecco i 10 migliori film
horror del 2019.
Noi
Noi è il
secondo lungometraggio diretto dal regista Jordan
Peele, divenuto celebre con il film Scappa – Get
Out. Questo suo nuovo horror ha per protagonista l’attrice
premio Oscar Lupita
Nyong’o, e vede una famiglia afroamericana, in vacanza
a Santa Cruz, ritrovarsi attaccata dai propri doppelgänger. Nel
susseguirsi di macabri eventi, la famiglia si ritroverà a
confrontarsi con qualcosa che va ben oltre la loro
immaginazione.
Il film si è rivelato un vero e
proprio successo al box office, incassando globalmente 255 milioni
di dollari a fronte di un budget di 20 milioni. Accolto
positivamente dalla critica, il film è stato lodato per la
sceneggiatura e la regia, nonché per la colonna sonora e
l’interpretazione della Nyong’o.
Midsommar
Il 2019 vede tornare al cinema
anche il regista Ari Aster, che con Midsommar –
Il villaggio dei dannati realizza un’opera
seconda particolarmente apprezzata. Interpretata dagli attori
Florence Pugh, Jack
Reynor e Will Poulter, il film vede un
gruppo di ragazzi in viaggio verso la Svezia, dove si recheranno in
vacanza in un villaggio sperduto. Gli abitanti del luogo sveleranno
ben presto delle strane usanze esiste, uniche nel loro genere, e le
cose inizieranno ad andare sempre per il peggio.
Il film è stato indicato come uno
dei miglior horror dell’anno, lodato per la sua regia e le idee
messe in scena da Aster. Lo stesso regista è stato indicato come
uno dei nomi da tenere d’occhio per il futuro di tale genere.
Scary Stories to Tell in the
Dark
Adattamento cinematografico
dell’omonima serie di libri per ragazzi, Scary Stories to Tell in the Dark è
uscito in sala in tempo per Halloween, spaventando i numerosi
spettatori accorsi a vederlo. Diretto da André
∅vredal, il film ha per protagonisti un gruppo di ragazzi,
i quali si imbatteranno in un antico libro di favole horror. Man
mano che vanno avanti nella lettura, i ragazzi si renderanno conto
che non si tratta solo di favole.
Il film è stato prodotto dal
regista premio Oscar Guillermo del Toro, e ha
unito un’estetica di film horror per ragazzi a toni particolarmente
macabri, dando vita ad un prodotto adatto pensato tanto per i
giovani quanto per gli adulti.
It – Capitolo Due
Dopo lo straordinario successo di
pubblico ottenuto dal primo capitolo, uscito nel 2017, il regista
Andy Muschietti ha portato nelle sale il sequel
It – Capitolo
Due. Il film è la seconda parte della
trasposizione dedicata al più celebre romanzo dello scrittore
Stephen King, un’opera monumentale che ha stregato
e spaventato milioni di spettatori nel corso degli anni.
Protagonisti del film sono, tra gli
altri, gli attori James McAvoy,
Jessica Chastain,
Bill Hader, Jay Ryan, Bill
skarsgård, Jaeden Martell, Sophia Lillis e Finn
Wolfhard. Il gruppo di ragazzi che credeva di aver
sconfitto il terribile pagliaccio Pennywise è ora costretto a
riunirsi a distanza di 27 anni, dopo aver saputo del ritorno della
malvagia creatura. Ormai diventati adulti, i vecchi amici dovranno
dar vita ad un antico rito per tentare di sconfiggere
definitivamente il mostro che infesta la città di Derry.
Finché morte non ci separi
Diretto da Matt
Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, il film
Finché morte non ci separi è un film a
metà tra la commedia nera e l’horror, con protagonisti gli attori
Samara Weaving, Adam
Brody e Mark O’Brien. Apprezzato da
critica e pubblico, il lungometraggio si è rivelato una delle
maggiori sorprese del genere.
Il film è la storia di Grace,
giovane sposa unitasi in matrimonio con Alex, erede di una ricca
dinastia fondatrice dell’impero dei giochi da tavola. Durante la
sua prima notte di nozze, la ragazza viene invitata a partecipare a
una tradizione familiare: il nuovo arrivato deve prendere parte a
un gioco contro il resto della casata. Ben presto, tuttavia, il
rito si rivelerà essere una terrificante caccia all’uomo.
Polaroid
Basato su di un omonimo
cortometraggio, Polaroid è uno dei più
interessanti film horror del 2019. Diretto da Lars
Klevberg, il film ha per protagonista la giovane Bird, che
riceve in dono una vecchia polaroid comprata ad un mercatino.
L’oggetto tuttavia non è ciò che sembra, e nasconde una terribile
maledizione, che perseguiterà la ragazza e chiunque venga
fotografato.
Il film è una nuova riflessione del
genere su oggetti ormai in disuso, che acquistano valore metaforico
all’interno del nuovo panorama mediale. La tecnostalgia messa in
gioco dal film sarà motivo di riflessione, in chiave horror, su
quello che è un oggetto vintage dall’indiscutibile fascino.
Countdown
Un altro affascinante film horror
uscito nelle sale nel 2019 è Countdown,
diretto da Justin Dec con gli attori
Elizabeth Lail,
Peter
Facinelli e Talitha Bateman. Nel
film, tutto ruota intorno ad una misteriosa app che, scaricata sul
proprio cellulare, è in grado di indicare, attraverso un minaccioso
countdown, quanto tempo manca alla propria morte.
L’horror si pone così nuovamente a
servizio della tecnologia oggi alla portata di tutti. Attraverso un
app in grado di indicare il tempo rimanente prima di morire, il
film attua una riflessione sui moderni media che circondano la vita
di ognuno di noi, ripensandoli attraverso una metaforica chiave
macabra.
Doctor Sleep
Tratto dall’omonimo romanzo di
Stephen
King, Doctor
Sleepè il sequel del
celebre Shining. Diretto da Mike Flanagan
con l’attore Ewan
McGregor, la storia si concentra su di un ormai adulto
Dan Torrance che, traumatizzato dai celebri eventi svoltisi anni
prima all’interno dell’Overlook Hotel, si ritrova a combattere con
l’alcolismo e i suoi poteri psichici.
Il film è stato accolto
positivamente dal pubblico e dalla critica, che ne hanno apprezzato
la trasposizione fedele e l’interpretazione del protagonista. Lo
stesso King lo ha definito uno dei migliori adattamenti tratti dai
suoi romanzi.
L’angelo del male –
Brightburn
Prodotto da James
Gunn, L’angelo del male –
Brightburn è un film horror diretto
da David Yarovesky con protagonista
l’attrice Elizabeth
Banks. Il film offre un’interessante rovesciamento di
prospettiva rispetto al mito di Superman, provando a immaginare
cosa accadrebbe se un bambino caduto dallo spazio, e adottato da
una coppia, rivelasse incredibili poteri e una super malvagità.
Basato su quest’affascinante idea,
il film ha ottenuto un buon riscontro di pubblico, che ne ha
apprezzato tanto la messa in scena quanto la violenza. La
componente horror in chiave supereroistica ha inoltre contribuito
ad aumentare la popolarità del film.
Il Signor Diavolo
Il Signor
Diavolo è il ritorno al genere horror per il
regista Pupi Avati, che porta al cinema una nuova
storia intrisa di atmosfere gotiche e possessioni demoniache.
Tratto dall’omonimo romanzo scritto dallo stesso Avati, il quale
desiderava raccontare una storia lugubre, di quelle che si
raccontavano un tempo nelle case di campagna intorno al fuoco.
Ambientato nel 1952, il film segue
le vicende circa il processo sull’omicidio di un adolescente,
considerato indemoniato. Inviato un ispettore del Ministero a
verificare quanto accaduto, questi si troverà di fronte ad una
serie di eventi sconvolgenti, su cui si agita la credenza popolare
circa la presenza del demonio.
La redazione di Cinefilos.it si è
espressa e, partendo dalle dieci preferenze di ogni redattore, è
stata stabilita una classifica che rispecchia per buona parte le
scelte, i gusti e le preferenze di redattori.
Come per ogni classifica, restano
esclusi alcuni titoli importanti, che però sono stati scelti almeno
da un redattore. Tra questi ci sono Ricordi? di
Valerio Mieli, Midsommar –
Il Villaggio dei Dannati di Ari
Aster, ma anche Martin
Eden, Se la strada
potesse parlare,
Booksmart e tanti altri titoli che per
una mera questione di calcolo non sono stati inseriti.
In un anno estremamente ricco di
film che hanno imposto al pubblico la loro presenza e la loro
bellezza, ecco la Top 10 dei migliori dieci film del
2019 secondo la redazione di
Cinefilos.it:
Dolore e Gloria
Ha conquistato il cuore
della stampa (e del pubblico, visto che è in sala in Italia dal 17
maggio) Dolor y Gloria, il nuovo film di
Pedro Almodovar che torna a lavorare con
Antonio Banderas e Penelope Cruz
e realizza uno dei migliori film della sua carriera.
Dalla trasgressione dei primi film,
fino al tono meditabondo delle pellicole della sua produzione più
recente, il regista non ha mai rinunciato a raccontare la grande
vitalità dell’essere umano, anche di quello più sofferente,
derelitto e solitario.
Il travolgente successo
della sua opera prima, con tanto di Oscar alla sceneggiatura
originale, ha proiettato Jordan Peele nel cono
di interesse dei cinefili e di coloro che hanno apprezzato Scappa – Get
Out, ma anche di quelli che, scettici, lo stanno
aspettando “al varco”. Con Noi, in sala dal 4
aprile, il regista, sceneggiatore e produttore si mette di nuovo
alla prova, allargando i suoi orizzonti e quelli della sua storia,
uscendo dai confini che aveva dimostrato di padroneggiare e
allungando il getto della sua ambizione.
Noi racconta la storia di una giovane donna,
Adelaide, che, tornata nella casa delle vacanze della sua infanzia,
con il marito e i suoi due bambini, si trova a fronteggiare una
circostanza spaventosa: delle persone li prendono in ostaggio e li
minacciano, persone che sono le loro copie, un po’ più rozze,
feroci e selvagge, ma esattamente come loro… come noi.
Dopo il delizioso esordio
con Un amore
sopra le righe, Nicolas Bedos
torna a dirigere (e scrivere) per il cinema e realizza
La belle
époque, una commedia nostalgica e tanto romantica,
interpretata da Daniel Auteuil, Fanny Ardant, Guillaume
Canet e Doria Tillier.
La storia è quella di Victor, un
uomo all’antica che odia la tecnologia, il digitale, il presente,
l’innovazione. Sua moglie, Marianne, non potrebbe essere più
diversa: ancora molto affascinante, è curiosa di ogni novità, e
questo suo atteggiamento la allontana dal marito. Quando un
eccentrico imprenditore propone a Victor di rivivere un giorno del
passato, l’uomo non ha dubbi, sceglia di rivivere il giorno in cui
ha conosciuto la donna della sua vita: proprio Marianne.
Marco
Bellocchio torna a raccontare la storia dell’Italia, e
lo fa presentando in concorso al Festival di Cannes 2019
il film Il
Traditore, basato sulla figura di Tommaso Buscetta,
l’uomo che ha permesso di sferrare uno dei più duri colpi alla
mafia che si ricordi. Il film, costruito sulle forti spalle di
Pierfrancesco Favino, presenta un ritratto fedele
e non indulgente sugli eventi che si snodano tra gli anni ottanta e
i primi 2000, sulla figura di una personalità ambigua e di un paese
diviso internamente.
Ha inizio nei primi anni ’80 il
racconto, nel bel mezzo di una vera e propria guerra tra i boss
della mafia siciliana. Tommaso Buscetta (Pierfrancesco
Favino), conosciuto come il “boss dei due mondi”,
fugge per nascondersi in Brasile. Qui viene però arrestato ed
estradato in Italia dalla polizia. Buscetta si trova a questo punto
davanti ad un scelta, e deciderà di incontrare il giudice Giovanni
Falcone e tradire l’eterno voto fatto a Cosa Nostra.
Approda a Venezia un
affresco barocco intrigante, che occhieggia alla pittura del tardo
seicento con uno sguardo totalmente personale, moderno e
dissacrante. Si tratta del nuovo film di Yorgos
Lanthimos: La Favorita.
La storia è ambientata
nell’Inghilterra del XVIII secolo, dove la triste Regina Anna
decide le sorti del suo popolo protetta dalla sua reggia isolata
nel cuore della campagna inglese. La sua corte, popolata di nobili,
servi e consiglieri, sembra giocare freddamente con la vita e la
morte della povera gente, in maniera distaccata e annoiata, dando
più importanza ai banchetti, alle corse di anatre, alle tresche e
al tiro a volo, piuttosto che alle inevitabili conseguenze belliche
di quel conflitto sanguinoso con la Francia, che si protrae
ormai da lungo tempo.
C’è un momento ben preciso
in C’era una volta
a… Hollywood, dove Quentin Tarantino
sembra racchiudere il cuore del suo film. Avviene quando la
Sharon Tate interpretata con grande grazia da
Margot Robbie, si
reca al cinema per guardare The Wrecking
Crew, film del 1969 con la stessa Tate tra i
protagonisti. Nel buio della sala, osserviamo la copia ammirare
l’originale, in un gioco di doppi che ha un che di straniante e
ammaliante allo stesso tempo. In questa breve scena il regista fa
esplodere, silenziosamente, la differenza tra ciò che è e ciò che
appare, la quale connota non solo il film ma l’intera arte
cinematografica e che una volta compresa apre una scissione che
evidenzia ancor di più il momento di passaggio, storico e
cinematografico, che la pellicola va a ritrarre.
Siamo nel 1969, un periodo di
grandi cambiamenti ad Hollywood. L’attore Rick
Dalton, interpretato da Leonardo DiCaprio,
sta attraversando una fase discendente della sua carriera, dopo
numerosi ruoli da protagonista tra western e gangster movie. Come
lui, la sua fidata controfigura Cliff Booth,
interpretato da Brad
Pitt, cerca di non cadere nell’anonimato. Circondati
da un’industria a loro sempre più estranea, i due si troveranno a
fare i conti con novità impreviste, come la nuova vicina di casa di
Dalton, l’attrice Sharon Tate.
È l’evento
cinematografico dell’anno, il nuovo film di Martin
Scorsese, vecchio maestro della settima arte, che però si
rivolge a Netflix, simbolo della modernità del cinema, per
realizzare la sua visione: The Irishman è
attesissimo, e a buon diritto!
La storia tocca il mondo della
mafia italo-americana, ambiente caro allo Scorsese cinematografico,
e si concentra sulla vita di Frank Sheeran (a sua volta raccontata
nel libro I Heard You Paint Houses scritto da
Charles Brandt). Frank è un veterano di guerra,
che ha imparato ad uccidere nella campagna in Italia e che riesce
ad entrare nelle grazie dei vertici della mafia, diventando “l’uomo
che imbianca case”, ovvero il killer deputato a fare pulizia.
Efficace, preciso, servizievole, Frank è l’impiegato modello, che
esegue gli ordini e non fa domande, un vero soldato.
Andare a vedere un film
di Noah Baumbach presuppone una certa dose di
certezze, come con tutti gli autori che mostrano sempre con grande
chiarezza quali sono i loro punti di forza e il loro modo di
affrontare le storie. Il regista di Brooklyn, presentando
Storia di un Matrimonio a Venezia
76, in Concorso, conferma questo assunto, offrendo al
pubblico un quadro realistico, attento e prepotentemente
emozionante di una storia d’amore che viene fotografata sul suo
concludersi.
Nicole e Charlie sono una giovane
coppia che dopo anni di matrimonio, un figlio, e progetti comuni
importanti (sono regista e attrice principale di una compagnia di
teatro di New York), si separano, affrontando così il dolore, ma
anche le dinamiche pratiche, i compromessi, le assurdità, che la
separazione e il divorzio comportano.
È stato proiettato in
concorso uno dei film più attesi della 76° Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia, Joker di
Todd Phillip, interpretato da un superlativo
Joaquin Phoenix, nei panni del noto, quanto
ilare, acerrimo nemico di Batman.
Nei film di supereroi, ma anche nei
fumetti o nella letteratura, i nemici e i cattivi destano da sempre
empatia e fascino, tanto da surclassare spesso le meste figure, che
bardandosi con la bandiera del bene e dell’ordine pubblico, si
prodigano per combatterli. Joker è di certo uno dei più
popolari di questi antieroi e il ritratto che ne costruisce
Todd Phillips contribuisce a donargli spessore,
umanità e motivazioni. Il suo oscuro affresco metropolitano fa
comprendere che il male non è sempre dalla stessa parte e che molte
volte i paladini della giustizia combattono contro chi ha invece
ragione da vendere. Joker è intriso di tanta disperazione
e forse avrebbe anche più diritti rispetto a chi lo combatte e deve
mantenere il controllo della legalità.
La recensione di
Parasite non può non partire dalla
riflessione generale sul lavoro del suo regista, quel Bong
Joon-Ho che, dopo aver lavorato in USA, producendo
Snowpiercer e
Okja, torna nella sua Corea del Sud, per
affrontare di nuovo il conflitto di classe. Lo fa con un film dalla
precisione geometrica e dall’animo tumultuoso, una storia che nel
suo schema perfetto incasella ambizioni, appetiti, brutture,
bassezze umane.
La storia ruota intorno al rapporto
in parte inconsapevole tra due famiglie. Da una parte, in un
seminterrato umido, c’è la famiglia Ki-taek, dall’altro invece, in
cima a una collina, nella zona residenziale della città, in una
villa luminosa ed elegante, c’è la famiglia Park, che possiede ed
ottiene tutto ciò che i soldi possono comprare. Due famiglie a loro
modo felici, ma complementari l’una all’altra.
In occasione dell’attività stampa
dedicata a 6
Underground, il nuovo film di Michael
Bay su Netflix, abbiamo intervistato uno dei protagonisti
del film, Ben Hardy, e un membro degli
Storror, il gruppo di parkour che ha lavorato al
film.
6 Underground è disponibile su
Netflix.
Gli sceneggiatori di
Deadpool, Rhett Reese e
Paul Wernick, hanno scritto 6
Underground, e Ryan Reynolds è il
protagonista accanto a Ben Hardy, Dave Franco, Adria
Arjona, Manuel Garcia-Rulfo e Corey
Hawkins. All’inizio di questo mese, Reynolds ha pubblicato
un video dietro le quinte in cui ha scherzosamente parlato di
quanto adori i momenti “tranquilli” dei film di Bay… mentre, alle
sue spalle, si “svolgeva” un epico incidente automobilistico.
Michael Bay è meglio conosciuto come il regista
della saga di Transformers ed è famoso per il suo
amore per esplosioni e scene d’azione che distruggono la maggior
parte del panorama del film.
All’inizio della sua carriera, Bay
si era dedicato principalmente a film action, ricordiamo Bad Boys e
The Rock, e in un nuovo video pubblicato su Instagram descrive 6
Underground come un ritorno alle sue radici.
6
Underground introduce un nuovo modello di eroe
d’azione. Sei individui provenienti da tutto il mondo, ognuno il
migliore nel proprio campo, sono stati scelti non solo per le loro
abilità, ma per il desiderio comune di cancellare il loro passato
per cambiare il futuro. La squadra è riunita da un enigmatico
leader (Ryan Reynolds), la cui unica missione nella vita è
garantire che, mentre lui e i suoi compagni non saranno mai
ricordati, le loro azioni lo saranno sicuramente.
Diretto da:
Michael Bay Scritto da: Paul Wernick & Rhett Reese Prodotto da: David Ellison, Don Granger,
Dana Goldberg, Ian Bryce
Co-prodotto da: Jonathan Hook, Michael Kase
Produttore esecutivo: Matthew Cohan Cast: Ryan Reynolds, Mélanie Laurent, Corey
Hawkins, Adria Arjona, Manuel Garcia-Rulfo, Ben Hardy Lior Raz,
Payman Maadi e Dave Franco.
Pur con una filmografia esigua,
l’attrice Perdita Weeks ha nel corso degli anni
partecipato a diverse serie TV di successo, accrescendo la propria
popolarità e ottenendo le attenzioni di critica e pubblico.
Recentemente l’attrice ha ampliato anche la propria presenza al
cinema, partecipando ad un film di grande successo. Ora che inizia
ad ottenere sempre più ruoli, la Weeks sembra essere a caccia di
quello che possa consacrarne la carriera.
Ecco 10 cose che non sai di
Perdita Weeks.
Perdita Weeks: i suoi film
1. Ha recitato nel film di
un celebre regista. L’attrice debutta sul grande schermo
nel 1996 con il film Hamlet, per poi recitare in Spice
Girls – Il film (1997). L’attrice attraversa in seguito una
fase di lunga assenza al cinema, impegnata in altri lavori. Nel
2013 torna in sala con il film The Invisible Woman, e nel
2014 è tra i protagonisti di Necropolis – La città dei
morti. Nel 2018 ottiene poi un ruolo di rilievo nel film
Ready Player
One, del regista Steven Spielberg.
2. È nota per i ruoli
televisivi. Ben più ricca è la sua carriera in
televisione. Nel corso degli anni l’attrice è infatti comparsa
nelle serie TV Stig of the Dump (2002), I Tudors
(2007-2008), Lost in Austen (2008), Four Seasons
(2008-2009), The Promise (2011), Grandi speranze
(2011), Titanic (2012), The Great Fire (2014),
Rebellion (2016), Penny Dreadful (2016) e
Magnum P.I. (2018-2020), dove ricopre il ruolo di Juliett
Higgins.
Perdita Weeks è su
Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 45,2 mila persone. All’interno
di questo la Weeks è solita condividere fotografie scattate in
momenti di svago, ma anche dietro le quinte dei sei a cui prende
parte e immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.
Perdita Weeks e Kit
Frederiksen
4. È sposata.
Nell’ottobre del 2012 l’attrice ha sposato Kit Frederiksen, e da
quel momento la coppia ha tenuto particolarmente riservata la
propria vita sentimentale, non rivelando nulla circa il loro
incontro né sugli sviluppi del loro matrimonio. L’attrice pubblica
raramente loro foto sui propri social network, mentre lui sembra
proprio esserne sprovvisto.
Perdita Weeks in Penny
Dreadful
5. Ha avuto un ruolo nella
serie horror. L’attrice è comparsa nella terza stagione
della serie Penny Dreadful, dove recita tra gli altri
l’attrice Eva
Green. Qui la Weeks ha ricoperto il ruolo di Catriona
Hartdegan, una studiosa del soprannaturale, del quale ha una
profonda conoscenza.
Perdita Weeks in I Tudors
6. Ha ricoperto un ruolo
importante. Nella serie I Tudors l’attrice ha
interpretato il personaggio di Maria Bolena, presente nelle prime
due stagioni. Questa è la sorella della celebre Anna Bolena,
interpretata dall’attrice Natalie Dormer.
Perdita Weeks in Magnum P.I.
7. Il suo personaggio era
originariamente un uomo. Nella serie Magnum P.I.,
reboot dell’omonima serie celebre negli anni ottanta, l’attrice
ricopre il ruolo di Juliet Higgins. Nella serie originale, Higgins
era in realtà un personaggio maschile.
8. Reciterà in un’altra
serie dello stesso universo narrativo. Nel 2020 l’attrice
riprenderà il ruolo di Juliett Higgins anche nel reboot della serie
Hawaii Five-0, ambientata nello stesso universo
narrativo.
Perdita Weeks: il suo fisico
9. Ha sfoggiato un fisico
molto curato. Per prendere parte alla serie Magnum
P.I., l’attrice si è allenata a lungo per ottenere una forma
smagliante. Le numerose sequenze d’azione richiedevano infatti una
buona preparazione fisica, che l’attrice ha prontamente raggiunto e
sfoggiato con successo.
Perdita Weeks età e altezza
10. Perdita Weeksè nata a Cardiff, nel Galles, il 25 dicembre 1985.
L’attrice è alta complessivamente 163 centimetri.
Dopo aver esordito in alcune celebri
commedie per il cinema, l’attore Jason Bateman ha
in seguito dimostrato una buona versatilità, che lo ha portato a
dar vita anche a ruoli drammatici, per i quali è stato
particolarmente lodato da critica e pubblico. Impegnato tanto al
cinema quanto in televisione, Bateman si è rivelato una personalità
poliedrica, in grado di ricoprire con successo ben più di un
ruolo.
Ecco 10 cose che non sai di
Jason Bateman.
Jason Bateman: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film. L’attore esordisce al cinema nel 1987, come
protagonista del film Voglia di vincere 2. Durante gli
anni novanta recita prevalentemente in televisione, per poi tornare
al cinema con film come La cosa più dolce… (2002),
Starsky & Hutch (2004), Palle al balzo –
Dodgeball (2004), Ti odio, ti lascio, ti…
(2006), The Kingdom (2007) e Juno (2007),
con cui ottiene nuova popolarità. Successivamente recita in celebri
film come Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie
(2007), Non mi scaricare (2008), Hancock (2008),
Tra le nuvole (2009), L’isola delle coppie
(2009), Due cuori e una provetta (2010), Come ammazzare il
capo… e vivere felici (2011), Disconnect
(2012), Bad Words (2013), Come ammazzare il capo
2 (2014), Regali da uno sconosciuto (2015),
La famiglia Fang
(2015), Una spia e
mezzo (2016) e Game Night – Indovina
chi muore stasera? (2018).
2. È celebre per i ruoli
televisivi. L’attore diventa celebre quando da bambino
recita nella serie La casa nella serie (1981-1982) e
successivamente in Il mio amico Ricky (1982-1984). Bateman
ottiene poi nuova popolarità grazie alle serie La famiglia
Hogan (1986-1991),
Simon (1995-1996), Chicago
Sons (1997) e George & Leo (1997-1998). Nel
2003 è tra i protagonisti della serie Arrested
Development, ruolo che ricopre fino al 2006 e poi nuovamente
dal 2013 al 2019. Dal 2017 è protagonista della serie NetflixOzark. Nel 2020 sarà invece
protagonista della serie The Outsider.
3. Si è distinto come
regista. Nel corso della sua carriera, Bateman ha in più
occasioni ricoperto il ruolo di regista. La sua prima volta è per
alcuni episodi della serie La famiglia Hogan, e in seguito
per Arrested Development. Le sue regie più celebri sono
tuttavia quelle realizzate per diversi episodi della
serie Ozark. Bateman ha inoltre diretto i film
Bad Words e La famiglia Fang.
4. Ha ricoperto il ruolo di
produttore. Dopo aver prodotto la serie Growing Up
Fisher (2014), Bateman ha nuovamente svolto il ruolo di
produttore per i film La famiglia Fang e Game Night –
Indovina chi muore stasera?. Si è inoltre distinto per essere
il produttore delle serie Ozark,The
Outsider e A Teacher (2020).
Jason Bateman: i suoi telefilm
5. Ha recitato in diverse
occasioni in televisione. Nel corso della sua carriera
Bateman ha recitato anche in più di un telefilm, tra cui The
Fantastic World of D.C. Collins (1984), Il motel della
paura (1987), Sotto stretta protezione (1988),
Fuori dal giro (1988) e Il sapore dell’omicidio
(1992). Dopo questa data l’attore reciterà esclusivamente in film
per il cinema o serie televisive.
Jason Bateman: la sua gioventù
6. Recita sin da
giovanissimo. La carriera dell’attore ha inizio all’età di
dodici anni con la serie La casa nella prateria (1981),
dove ricopre il ruolo di James Cooper Ingalls. Successivamente
diventa celebre recitando in Il mio amico
Ricky (1982) e Lafamiglia Hogan
(1986), con cui diventa un idolo per i teenagers.
Jason Bateman ha una moglie
7. È sposato. Dal
2001 Bateman è sposato con Amanda Anka, figlia del cantante Paul
Anka. La coppia ha avuto due figlie: Francesca Nora, nata nel 2006,
e Maple, nata nel 2012. Negli anni la coppia si è mantenuta
piuttosto riservata, lontana dai riflettori dei social network,
dove compaiono raramente.
Jason Bateman: i premi Emmy
8. Ha vinto un Emmy
Awards. Dopo essere stato nel 2018 come miglior attore e
miglior regista per la serie Ozark, Bateman viene nominato
nuovamente nelle stesse categorie nel 2019, trionfando come
migliore regista per l’episodio Reparations. Bateman ha
suscitato clamore vincendo il premio contro i registi della celebre
serie Il Trono di Spade.
Jason Bateman è diventato un
meme
9. È involontariamente
diventato un meme. Per la sua reazione incredula alla
notizia di aver vinto un Emmy, Bateman è diventato popolare come
meme sul Web. La sua espressione è infatti stata utilizzata per
descrivere tutte quelle situazioni in cui ci si trova letteralmente
senza parole.
Jason Bateman età e altezza
10. Jason Bateman è nato a
Rye, in New York, Stati Uniti, il 14 gennaio 1969.
L’attore è alto complessivamente 180 centimetri.
Tra i più apprezzati e richiesti
attori degli ultimi anni, vi è Marco Giallini.
Divenuto celebre grazie ad alcune popolari commedie italiane,
Giallini si è distinto anche per ruoli drammatici, dando prova di
essere un attore completo e pronto a ruoli anche fuori dalla norma.
La critica ha più volte riconosciuto il suo talento, tributandogli
numerosi premi nel corso degli ultimi anni.
Ecco 10 cose che non sai di
Marco Giallini.
Marco Giallini: i suoi film
1. Ha recitato in film
italiani molto popolari. L’attore debutta al cinema nel
1986 con il film Grandi magazzini, per poi recitare in
film come L’odore della notte (1998), Non ti
muovere (2004), L’amico di famiglia (2006) e Io,
loro e Lara (2009), con cui ottiene una buona popolarità.
L’attore inizia a questo punto ad intensificare la sua presenza sul
grande schermo, recitando in film come ACAB – All Cops Are
Bastards (2012), Posti in piedi in
paradiso (2012), Una famiglia perfetta (2012) e
Tutta colpa di
Freud (2014), con cui consacra la sua carriera e dove
recita insieme ad AlessandroGassmann. Negli ultimi anni l’attore ha poi
recitato in film come Se Dio Vuole
(2015), Loro chi?
(2015), dove recita accanto all’attore Edoardo
Leo, Perfetti
sconosciuti (2016), Beata
ignoranza (2017), The Place
(2017), Io sono Tempesta (2018), Rimetti a noi i
nostri debiti (2018), Non ci resta che il
crimine (2019) e Domani è un altro giorno
(2019).
2. Ha recitato anche in
televisione. Nel corso della sua carriera l’attore è
comparso anche in diversi film televisivi come Infiltrato
(1996), Operazione Odissea (1999), Gli insoliti
ignoti (2002), Grandi domani (2005), e nelle serie
Buttafuori (2006), Medicina generale (2007) e
Romanzo criminale – La serie (2008-2010), con cui ottiene
maggior popolarità. Recita poi anche nella terza stagione di
Boris (2010).
3. È il protagonista di una
celebre serie TV. Dal 2016 l’attore ricopre il ruolo del
burbero poliziotto protagonista nella serie Rocco
Schiavone (2016-in corso), basato sulle opere letterarie di
Antonio Manzini. La serie viene trasmessa sul canale televisivo Rai
2.
Marco Giallini è su Instagram
4. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 267 mila persone.
All’interno di questo Giallini è solito condividere fotografie
scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non
mancano inoltre i dietro le quinte dai set a cui prende parte, come
anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.
Marco Giallini e la moglie
5. È stato sposato.
L’attore sposa nel 1993 Loredana, con la quale intraprenderà una
lunga storia d’amore e dalla quale ha avuto due figli,
rispettivamente nel 1998 e nel 2004. Purtroppo la donna è in
seguito venuta a mancare nel 2011.
Marco Giallini in Rocco
Schiavone
6. È il volto del celebre
poliziotto. Dal 2016 l’attore interpreta il ruolo del
poliziotto Rocco Schiavone nell’omonima serie. Questi ha un
carattere borderline, particolarmente burbero e irascibile, a cui
l’attore ha saputo perfettamente dar vita, facendone il punto
d’attrattiva della serie.
7. Si riconosce molto nel
personaggio. L’attore ha dichiarato di essersi
particolarmente affezionato al personaggio, al quale pensa di
assomigliare non poco. Giallini, come Schiavone, si è infatti
dichiarato refrattario alle imposizioni, seguendo sempre la sua
volontà.
Marco Giallini: dove abita
l’attore
8. Non ama vivere in
città. In alcune interviste l’attore ha dichiarato di non
apprezzare particolarmente il caos della città, preferendo per
tanto vivere fuori da Roma, dove è nato. Giallini avrebbe infatti
residenza nelle campagne circostanti la capitale.
Marco Giallini: i suoi premi
9. Ha ricevuto importanti
riconoscimenti. Nel corso della sua carriera l’attore è
stato più volte premiato o nominato per le sue interpretazioni.
Giallini è infatti stato nominato per ben sei volte al premio David
di Donatello, sia come attore non protagonista per i film Io,
Loro e Lara, ACAB – All Cops Are Bastards e Buongiorno
papà, sia come miglior attore protagonista per Posti
in piedi in paradiso, Se Dio vuole e Perfetti
sconosciuti.
Marco Giallini età e altezza
10. Marco Giallini è nato a
Roma, il 4 aprile 1963. L’attore è alto complessivamente
185 centimetri.
Il primo trailer
ufficiale di Wonder Woman 1984 ha
debuttato un paio di settimane fa in occasione del Brazilian Comic
Con, e adesso è arrivata online – grazie ad Empire
Magazine – una nuova immagine ufficiale del sequel in
arrivo a giugno del prossimo anno.
L’immagine ci mostra
Gal
Gadot nei panni della supereroina del titolo usare il
suo Lazo della Verità – che diventerà la sua arma primaria ora che
Diana non avrà più a disposizione la sua spada e il suo
scudo – per raggiungere la vetta di un centro commerciale.
Vi ricordiamo
che Wonder Woman 1984 uscirà
il 6 giugno 2020. Il film è stato definito
dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che
poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso
team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma
che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v
Superman: Dawn of Justice per poi tornare al
vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel
vedrà ancora Gal Gadot nei panni di
Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta
per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno
anche Chris Pine (volto del redidivo
Steve Trevor) e Pedro Pascal.
La scomparsa di Stan
Lee avvenuta a novembre dello scorso anno ha lasciato un
vuoto incolmabile nei cuori di tutti i fan dei fumetti Marvel e dei film del
MCU. Lo status di icona di Lee era divenuto ancora
più elevato dopo l’innumerevole quantità di cameo che hanno visto
protagonista “The Man” all’interno dell’Universo Cinematografico
Marvel.
Dal primo
X-Men del 2000 fino al più recente
Avengers: Endgame,Stan Lee è apparso in tutti i film basati sulle
storie degli eroi partoriti dalla sua fervida immaginazione,
prendendo parte alle numerose pellicole – non solo appartenenti al
MCU – sempre con grande entusiasmo.
A causa della sua scomparsa all’età
di 95 anni, Stan Lee non ha potuto prendere parte
a Spider-Man: Far From Home (anche se in
realtà la sua apparizione nel film non era prevista) e
da allora i fan non fanno altro che chiedersi se da ora in avanti i
Marvel Studios decideranno di sostituire i suoi
celebri cameo in qualche modo.
Ovviamente, non sarà così! In una
recente intervista Victoria Alonso, vicepresidente
esecutivo di produzione della Marvel, ha confermato che
Stan Lee e i suoi cameo non verranno mai
sostituiti. Queste le sue parole:
“Stan Lee era una leggenda
vivente. Non so a chi sia passato per la testa di sostituirlo o di
assumere un attore per interpretarlo o addirittura di ricrearlo
digitalmente. Stan Lee è insostituibile. Non ci proveremo mai. Era
una leggenda. Era ‘The Man’. Non proveremo mai a sostituire Stan
Lee.”
Stan Lee, che
cominciò la sua carriera nel mondo dei fumetti nel 1939, ha
contribuito a creare, creando lui stesso da solo, molti dei più
famosi eroi Marvel, che da anni calcano anche il grande schermo.
Tra questi: Black Panther,
Spider-Man, X-Men, Thor, Iron Man, I Fantastici Quattro,
L’Incredibile Hulk, Daredevil e
Ant-Man.
Il fumettista è morto nella mattina
di Lunedì 12 novembre al Cedars-Sinai Medical Center di Los
Angeles, secondo quanto ha riferito The Hollywood
Reporter. Gli ultimi anni di Stan
Lee sono stati di grande tumulto. Dopo la morte di
sua moglie Joan, che ha condiviso con lui un matrimonio lungo 69
anni, nel luglio del 2017, ha fatto causa alla POW! Entertainment
per una fronde da un miliardo di dollari.
Da solo e attraverso il suo lavoro
con i frequenti collaboratori artisti-scrittori Jack Kirby, Steve
Ditko e altri, Lee ha catapultato la Marvel da una piccola
avventura editoriale nell’editore numero 1 al mondo di fumetti, e
in seguito un gigante multimediale.
Una delle sue ultime dichiarazioni
pubbliche era stato un commento a seguito della fusione tra Disney
e Fox, a seguito della quale i supoi X-Men e i Fantastici Quattro
sarebbero tornati “a casa”, in seno alla Marvel.
Con il volgere al termine del 2019,
è giunto il momento di fare qualche bilancio, e anche quest’anno
numerose serie TV hanno conquistato le attenzioni
degli spettatori e della critica. Tanti sono infatti i prodotti che
hanno fatto parlare di sé, affermandosi per le loro storie, i loro
personaggi o le innovazioni stilistiche.
Tra i numerosi episodi che hanno
calcato gli schermi televisivi o le piattaforme streaming durante
questo 2019, molti si sono affermati come vere e proprie opere in
grado di rendere sempre più labile il confine tra cinema e
televisione, ma solo alcuni hanno saputo risplendere sopra tutti
gli altri, rendendosi memorabili durante quest’anno.
Ecco i 10 migliori episodi
delle serie TV del 2019.
Barry: “ronny/lily”
Diretto e interpretato da
Bill Hader, l’episodio ronny/lily della serie
Barry è un vero e proprio film di mezz’ora, che manifesta
un’incisiva deviazione rispetto a quanto fino a quel punto visto
nella serie. Per la sua magistrale regia, l’episodio rievoca i
primi lavori dei fratelli Coen, con quel pizzico di anarchia e
sensibilità a rendere il tutto particolarmente cupo e buffo, ricco
di risate ma anche di violenza scioccante.
Baskets: “Grandma’s Day”
Nella serie Baskets,
l’attore Zach Galifianakis interpreta ben due
personaggi differenti. Tuttavia l’episodio fondamentale della
quarta stagione, realizzata nel 2019, risulta
essere Grandma’s Day, che ha per protagonista il
personaggio di Christine Baskets, interpretata dall’attore
Louie Anderson. La puntata è incentrata su
Christine e sua nipote Crystal, le quali compiono un giro nella
città di Bakersfield riflettendo sulle origini della propria
famiglia. Grandma’s Day è ricco di umorismo, ma anche di
forte empatia e sensibilità.
Bojack Horseman: “Surprise”
Normalmente ad essere riconosciuti
della serie animata Bojack Horseman sono gli episodi dalle
tematiche più esistenzialiste o drammatiche. Nella nuova stagione,
invece, svetta la puntata intitolata “Surprise”, che
dimostra quanto sia possibile spingersi oltre con la farsa quando
si lavora nei confini dell’animazione. La puntata è particolarmente
brillante e innovativa nel mostrare i tentativi di Todd nel
pianificare un matrimonio per una coppia di suoi amici.
Broad City: “Stories”
Tra gli elementi di successo della
serie Broad City, vi è la chimica tra le due attrici
protagoniste: Abbi Jacobson e Ilana
Glazer. Il loro rapporto è perfettamente esaltato anche
nella puntata Stories, che nel raccontare il trentesimo
compleanno di Abbie in giro per Manhattan, segue in modo brillante
la grammatica dei social network e dello streaming, dando vita ad
un risultato divertente e originale.
David Makes Man: “David’s
Sky”
La serie di genere coming-of-age
David Makes Man ha conquistato in molti quando ha
debuttato nell’estate del 2019. Il primo episodio, David’s
Sky, presenta la vita del giovane quattordicenne protagonista
con una sensibilità rara, permettendo allo spettatore di vedere il
mondo attraverso i suoi occhi. La puntata si è rivelata
esteticamente ambiziosa, tanto da guadagnarsi le attenzioni di
molti e portando popolarità all’intera serie.
Documentary Now!: “Original Cast
Album: Co-Op”
Serie TV di genere mockumentary,
Documentary Now! vede tra i suoi ideatori l’attore
Bill Hader e il conduttore televisivo Seth
Meyers. Nell’episodio della terza stagione, Original
Cast Album: Co-Op, il cast di una sfortunata cooperativa
musicale di Broadway fanno di tutto per riuscire a registrare un
album basato sullo spettacolo. Dissacrante e particolarmente
comico, l’episodio è un vero gioiello di regia, scrittura e
interpretazioni.
Fleabag: “Episodio 1” della
seconda stagione
Tra le più apprezzate serie del
2019 vi è Fleabag, che ha per protagonista l’attrice
Phoebe Waller-Bridge. Nell’episodio 1 della
seconda stagione, Fleabag è costretta a partecipare ad una cena in
onore del fidanzamento ufficiale di suo padre con la sua madrina.
Durante la serata numerosi saranno gli eventi comici e bizzarri
pronti a verificarsi. L’episodio è così capace di dar vita a
numerosi momenti particolarmente comici, ma anche ad una tensione
non indifferente data dal rapporto tra i vari personaggi.
Ramy: “Cairo Cowboy”
Distribuita sulla piattaforma Hulu,
la serie Ramy è stata ideata da Ramy
Youssef, e segue le vicende di un americano di religione
mussulmana nel corso di un suo viaggio spirituale. Nell’ultimo
episodio della prima stagione, Cairo Cowboy, Ramy decide
di fare visita a suo nonno, intraprendendo così un viaggio nella
sua direzione. L’episodio, girato in Egitto in condizioni
evidentemente complicate, è un affascinante esplorazione delle
origini di una famiglia, trattata con tatto e umorismo.
Tuca & Bertie: “I laghi di
gelatina”
Nonostante sia stata cancellata
dopo solo una stagione, la serie animata NetflixTuca & Bertie ha trovato
l’apprezzamento di critica e pubblico, che ne hanno apprezzato lo
stile simile a Bojack Horseman, con il quale condivide i
produttori. Nel penultimo episodio della serie, I laghi di
gelatina, le due protagoniste raggiungono i suddetti laghi
dopo un improvvisato viaggio di riappacificazione. Qui tuttavia
Bertie sarà costretta a fare i conti con una brutta esperienza
della sua infanzia. L’episodio ha, come tutti gli altri, una
comicità particolarmente brillante, ma non si tira indietro nel
narrare anche eventi tutt’altro che piacevoli.
Watchmen: “Una leggera paura dei
fulmini”
Watchmen è la serie TV che più di ogni altra ha
conquistato le attenzioni di critica e pubblico nel corso di
quest’anno. Ispirata all’omonima graphic novel di Alan
Moore, la storia si pone come un vero e proprio sequel a
quanto lì raccontato, portando avanti la storia, rendendola
particolarmente aderente all’attuale contesto sociale degli Stati
Uniti. Uno degli episodi più apprezzati è stato Una leggera paura dei
fulmini, che propone un focus sul personaggio di Wade,
interpretato dall’attore Tim Blake Nelson. A
partire da qui iniziano a svelarsi molti degli interrogativi posti
nei primi episodi della stagione.
Lo scorso weekend, il regista
James Wan ha celebrato un anno dall’uscita di
Aquaman,
il cinecomic che grazie ai suoi incredibili incassi al box office è
diventato uno dei più grande successi nella storia della DC
Films.
Wan ha celebrato l’anniversario
della sua prima incursione nel mondo dei cinecomic – incursione che
ha fruttato 335 milioni di dollari soltanto negli Stati Uniti e ben
1,14 miliardi di dollari in tutto il mondo – con una serie di
scatti inediti dal backstage del film, opera dello stesso
regista.
Su Instagram, Wan ha scritto: “Buon
anniversario Aquaman. Non riesco a credere che il tempo voli così
in fretta. Ecco alcuni dei miei scatti personali realizzati sul set
del film. Chi è già pronto per il prossimo capitolo?”
Le immagini hanno come protagonisti
Jason Momoa (Arthur Curry/Aquaman),
Patrick Wilson (Orm/Ocean Master), Yahya
Abdul-Mateen II (David Kane/Black Manta), Kekoa
Kekumano (Arthur Curry a 16 anni), Ludi
Lin (Captain Murk), Michael Beach (Jesse
Kane) e Willem Dafoe (Nuidis Vulko).
Potete vedere tutti gli scatti inediti di seguito:
Vi ricordiamo che Aquaman
2 uscirà al cinema il 16
dicembre 2022. Lo studio ha annunciato ufficialmente il
sequel del film con Jason
Momoa all’inizio di questo mese, confermando
che David Leslie
Johnson-McGoldrick scriverà la sceneggiatura.
Attualmente l’incasso del film lo
ha fatto classificare al 20° posto della classifica mondiale di
tutti i tempi. Johns-McGoldrick ha
collaborato con Will Beall alla
sceneggiatura. Johnson-McGoldrick ha
iniziato a lavorare sulla sceneggiatura tre anni fa dopo aver letto
i fumetti di Aquaman mentre era sul set
di The Conjuring 2 di Wan.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE IMPORTANTI SPOILER
SUL FILM
In Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker ci viene rivelato che
Rey è la nipote dell’Imperatore Palpatine e che il Sith aveva
incaricato i suoi uomini di ucciderla quando era solo una bambina
per assicurarsi che la piccola, una volta cresciuta, non avesse
sviluppato i suoi poteri e non fosse così diventata più potente di
lui.
Si tratta di una rivelazione
decisamente inattesa, soprattutto in riferimento al fatto che ne
Gli Ultimi Jedi di Rian
Johnson veniva specificato che i genitori di Rey non
erano “nessuno”, ma soltanto degli “sporchi fabbricanti di
rottami”.
Una rivelazione che ha sicuramente
rovesciato in maniera sorprendente la trama del capitolo finale
della Saga degli Skywalker e il che regista del film J.J.
Abrams ha avuto modo di spiegare in una recente
intervista con Vanity Fair. A
proposito della scelta delle origini di Rey e del suo legame con
Palpatine, Abrams ha dichiarato:
“Uno dei temi del film è che
tutti possono essere chi vogliono indipendentemente dal luogo dal
quale provengono. Non so se questo è un qualcosa con il quale tutti
si possono identificare, ma credo che ci siano alcune persone che
apprezzano quest’idea di non venire da un luogo o da una situazione
di cui si è particolarmente entusiasti o orgogliosi.”
Il regista ha poi aggiunto: “Per
quanto possa comprendere quanto sia devastante essere la figlia di
‘nessuno’, per me ciò che poteva essere ancora più doloroso e
scioccante era l’idea di provenire dal peggiore dei luoghi. Quella
cosa che tu senti dentro di te, che ti sta perseguitando… e se
fosse quello il tuo destino? L’idea che ci siano cose più potenti
del sangue, come dice Luke. Tutte queste sensazioni erano davvero
importanti per noi da trasmettere.”
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nei cinema a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia
Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie
Fisher, usando del girato mai visto prima da Star
Wars: Il Risveglio della Forza.“Tutti noi amiamo
disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams
– Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli
Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra
attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica.
Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo
trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia
in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato
insieme per Episodio VII.”
Guarda il trailer ufficiale di
LUPIN III
– The First, il film che porterà per la prima
volta al cinema in Computer Grafica, il ladro gentiluomo che ha
rubato il cuore di milioni e milioni di fan in tutto il mondo,
diventando un vero cult dell’animazione.
Con LUPIN
III – The First, ritorna l’incorreggibile personaggio
creato dalla matita di Monkey Punch in una nuova, scoppiettante e
adrenalinica avventura in giro per il mondo, da Parigi al Brasile,
inseguito, come sempre, dall’ostinato Ispettore Zenigata.
Insieme a lui i fedeli compagni di sempre Goemon, Jigen e la bella
e scaltra Fujiko. Per tutti loro, un vero e proprio ritorno in
grande stile, dal momento che nella versione italiana del film, i
personaggi saranno doppiati dalle voci storiche della serie animata
che ha accompagnato varie generazioni. Diretto da Takashi
Yamazaki (Doraemon- Il film,Dragon Guest:
Your Story) LUPIN III – The First arriverà
nelle sale italiane dal 27 febbraio distribuitodaAnime Factory, etichetta di
proprietà di Koch Media.
Lupin III ritorna in una colossale
rapina in giro per il mondo per rubare il misterioso Diario di
Bresson: l’unico oggetto che suo nonno non è stato in grado di
trafugare. Il Diario racchiuderebbe oscuri segreti di grandissimo
interesse anche per una malvagia organizzazione contro cui Lupin,
Jigen, Goemon, Fujiko e perfino Zenigata, dovranno scontrarsi per
impossessarsi delle enigmatiche memorie di Bresson. Da Parigi al
Brasile, Lupin e la sua banda, insieme alla loro nuova complice
Laetitia, una giovane aspirante archeologa, vivranno un’epica
avventura mai vista prima!
Nonostante Black
Panther sia riuscito a mettere d’accordo tanto la
critica quanto il pubblico, giocando un ruolo di assoluto rilievo
nella rappresentazione della cultura afroamericana e diventando il
primo cinecomic della storia ad essere candidato all’Oscar per il
miglior film, non tutti sembrano aver apprezzato la pellicola di
Ryan Coogler.
Proprio quando la polemica tra
Martin
Scorsese e i Marvel Studios sembrava
stesse diventando un lontano ricordo, ecco che arrivano le nuove
dichiarazioni di un altro grande maestro della settima arte a
portare nuovamente l’attenzione sull’acceso dibattito. Stiamo
parlando di Terry Gilliam, che in una lunga
intervista concessa a Indiewire (via
ScreenRant) ha
etichettato il cinecomic come ipocritca e portatore di un messaggio
molto pericoloso.
“Ho odiato Black Panther”,
ha dichiarato Terry Gilliam. “Mi ha fatto
arrabbiare. Trasmette ai giovani di colore l’idea che quello che
vediamo nel film sia qualcosa in cui credere. È una str*****a! Una
colossale str*****a! Penso che le persone che lo hanno realizzato
non siano mai state in Africa. Magari sono andate lì e hanno preso
spunto per le loro scenografie e i loro costumi. Ho odiato il film,
soprattutto per l’attenzione che i media gli hanno
riservato.”
Le dichiarazioni di Gilliam su
Black Panther arrivano in un momento
estremamente delicato in cui gran parte dell’industria
cinematografica internazionale si è schierata contro i film Marvel,
ponendo sotto accusa il predominio dei cinecomic a discapito delle
opere degli autori e dei registi indipendenti.
Nel corso della medesima intervista
Terry Gilliam ha commentato duramente anche la
narrativa nei film Marvel, sostenendo che pellicole del genere
eliminano totalmente l’elemento gravità rendendo tutto possibile.
Il regista ha spiegato: “Sono i limiti che rendono la vita
interessante. Il tuo costume va in fiamme, allora ne ottieni subito
un altro perché sei Tony Stark. Non mi piace che dominino così
tanto.”
Successo planetario capace di
incassare 1,3 miliardi in tutto il mondo, secondo film Marvel con
il maggior risultato domestico di sempre secondo solo
ad Avengers: Endgame e vincitore di
tre premi Oscar, Black
Panther tornerà con un nuovo capitolo
– Black Panther 2 – inserito
nella Fase 5 del MCU, come confermato da Kevin Feige.
Ryan Coogler è
stato confermato a capo del sequel per
il quale curerà sia regia che sceneggiatura. Intervistato da
Indiewire, il filmaker americano ha confessato di non sentire
alcuna pressione per questo nuovo progetto e spiegato cosa intende
raggiungere con la prossima avventura di T’Challa:
“Credo che la pressione sarà
sempre lì ad aspettarmi. Ho avuto la possibilità di realizzare tre
lungometraggi, ognuno dei quali aveva il suo specifico tipo di
pressione e sui quali gravavano aspettative diverse […] Ma
qui si tratterà di girare un sequel, il che è qualcosa che non
ho mai fatto prima, ed è un sequel di un film che ho diretto,
quindi penso che ci sarà molta pressione e per questo cercherò di
concentrarmi sul lavoro come sempre. Giorno dopo giorno, un passo
alla volta, eliminando l’ansia intorno a noi, per creare una storia
che abbia un qualche tipo di significato.“
Nonostante abbia giocato un ruolo
piccolo ma cruciale in Avengers: Endgame, l’impatto
del personaggio di Captain Marvel nella battaglia
finale del film di Anthony e Joe
Russo è stato di innegabile risonanza. Durante la scena in
questione, infatti, Carol Danvers abbatte la nave di Thanos e
assembla la A-Force, un incredibile gruppo di supereroine che i fan
non vedono l’ora di rivedere sul grande schermo.
Adesso, l’artista Andy
Park che ha lavorato al film dei Marvel Studios ha
condiviso una concept art inedita della pellicola che ci mostra
Captain Marvel entrare in azione con il suo
celebre elmetto; una versione completamente diversa rispetto al
look sfoggiato dal personaggio nel cinecomic campione
d’incassi.
“Ecco l’elmetto di Captain
Marvel che ho realizzato e che doveva finire in Avengers:
Endgame”, ha speigato Park su Twitter. “I fratelli Russo volevano
qualcosa di molto diverso rispetto al look che il personaggio aveva
mostrato nel suo film in solitaria, in modo da rendere palese che
era trascorso del tempo. Mi sono divertito molto ad inventare
questo look”.
Ricordiamo
che Avengers: Endgame è il film
di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei
Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe
Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e
11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza
pari.
Film evento del decennio, è riuscito
in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso
narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man, riunendo sul grande
schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno
premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima
alla classifica Avatar di
James Cameron.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark
Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict
Cumberbatch, Don Cheadle, Tom
Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth
Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave
Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon
Favreau, Paul Rudd e Brie
Larson.
Da quando The
Suicide Squad è stato annunciato, molti fan
continuano a chiedersi se il film che James
Gunn scriverà e dirigerà per conto della Warner Bros.
sarà un sequel della pellicola di David Ayer
uscita nelle sale nel 2016 o se sarà a tutti gli effetti un riavvio
cinematografico dei personaggi dei fumetti.
Adesso, a chiarire una volta per
tutte la natura del nuovo progetto dedicato alla Squadra Suicida
affidato alle mani del “papà” di Guardiani della
Galassia, è stato lo stesso David Ayer
attraverso il suo account Twitter: il regista
ha infatti risposto ad alcune domande dei fan proprio in merito al
film che arriverà al cinema nel 2021.
Ayer ha specificato che The
Suicide Squad“non è un sequel, ma una
reinvenzione. James Gunn farà un lavoro eccezionale, da assoluto
fuoriclasse quale è. Sto incoraggiando il progetto in ogni sua
fase. Alcuni elementi e personaggi del mio film verranno usati, ma
James Gunn sta reinventando l’universo. Tutti riconoscono l’immenso
potenziale di questo franchise.”
Il cast ufficiale
di The Suicide
Squadcomprende i veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry Idris
Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn,
David Dastmalchian, Storm Reid, Taika Waititi e John Cena. Nel film
reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio,
Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice
Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe
interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti
ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri
arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento
metallico antigravità.
Altri nomi circolati nelle ultime
settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael
Rooker Savant.
01 Distribution ha diffuso
il trailer ufficiale di 1917,
il nuovo film di Sam Mendes, in uscita in Italia
il prossimo 23 gennaio.
Sam Mendes, il regista premio
Oscar® di Skyfall, Spectre e American Beauty, porta al cinema la
sua singolare visione dell’anno cruciale della prima guerra
mondiale, il 1917, ed ottiene le nomination per MIGLIOR
FILM, MIGLIOR REGIA e MIGLIOR COLONNA
SONORA ai GOLDEN GLOBE 2020.
La trama di 1917
Al culmine della prima guerra
mondiale, due giovani soldati britannici, Schofield
(George
MacKay di Captain Fantastic) e Blake (Dean-Charles
Chapman di Game of Thrones) ricevono una missione apparentemente
impossibile. In una corsa contro il tempo, devono attraversare il
territorio nemico e consegnare un messaggio che arresterà un
attacco mortale contro centinaia di soldati, tra cui il fratello di
Blake.
1917
è diretto da Sam Mendes, che ha scritto la sceneggiatura con Krysty
Wilson-Cairns (Penny Dreadful di Showtime). Il film è prodotto da
Mendes e Pippa Harris (Revolutionary Road, Away We Go) per le loro
produzioni Neal Street, Jayne-Ann Tenggren (produttore associato,
Spectre), Callum McDougall (produttore esecutivo, Mary Poppins
Returns, Skyfall) e Brian Oliver (Rocketman, Black Swan).