Il romanzo di Jack
London, Il Richiamo della
Foresta, trova una nuova trasposizione
cinematografica grazie all’occhio della macchina da presa guidata
da Chris Sanders. Lo scrittore statunitense vanta
infatti una fama sempre attuale che suscita costante interesse in
chi si occupa di cinema: si pensi a Zanna
Bianca, al recente Martin
Eden che è valso la Coppa Volpi a Venezia a
Luca Marinelli, o al capitolo All Gold
Canyon episodio del film Ballata di
Buster Scruggs dei fratelli
Coen.
Il selvaggio West, e tutto il
filone delle storie legate ai cercatori d’oro, è un elemento
fondante della storia americana, ed è diventato parte integrante
del nostro immaginario, in ogni sua sfumatura, stile narrativo e
tematiche suscitate, grazie alla costante rappresentazione che se
n’è fatta.
È per questo che si ha un senso di
profonda familiarità nel seguire le vicende del cane Buck,
protagonista de Il Richiamo della
Foresta, interamente creato in CGI, insieme a tutti
gli altri personaggi del film appartenenti al regno animale.
Il Richiamo della Foresta, la trama
La storia segue per grandi linee
quella del romanzo, e ripercorre la crescita e la “formazione” del
vivace quadrupede, partendo dai primi anni da nababbo, nutrito
abbondantemente e con accondiscendenza dal personale della villa di
un magistrato, nella soleggiata California, per poi virare nella
seconda parte arrivando al cuore della narrazione.
Buck viene rapito proprio con lo
scopo di essere sfruttato per trainare le slitte di trafficanti
d’oro, vittime loro stesse di quella febbre dell’oro esplosa negli
Stati Uniti, e si ritrova perciò catapultato nel gelo del Canada,
appena oltre il confine con l’Alaska. Lì farà la conoscenza del suo
futuro salvatore John Thornton (Harrison
Ford) e della simpatica coppia di postini interpretata
da Omar Sy e Cara Gee. A questo
punto del film, l’atmosfera divergerà molto da quella descritta da
Jack London, in maniera tutto sommato
comprensibile.
Il regista Chris
Sanders ha una lunga esperienza come sceneggiatore e
regista di film d’animazione: da La Bella e la Bestia,
Aladdin, Il Re Leone, Mulan, Lilo e
Stitch, fino ad arrivare a I Croods e Dragon Trainer della Dreamworks. È evidente,
quindi, che la sfumatura che il regista dà al racconto è
chiaramente virata ai toni più leggeri per un pubblico molto
giovane.
Il Richiamo della Foresta
per famiglie
Buck lotta per la propria
sopravvivenza, nella storia d’inizio Novecento, difendendosi al
prezzo del sangue di tante vite umane e animali, proprio come
accadeva realmente in quell’epoca. La durezza di quelle terre così
inospitali e il valore della propria unicità, erano costantemente
in guerra, ed era talmente facile soccombere che la legge del più
forte era ciò che di più scontato ci potesse essere.
Oggi Il Richiamo della
Foresta ha tutt’altro senso. Partendo dal
presupposto che l’intento di Chris Sanders sia
senz’altro quello di rivolgersi a delle famiglie, ciò che il
protagonista scopre via via è il valore profondo della vita, ma,
questa volta, dal punto di vista esistenziale, non biologico.
Il selvaggio
Richiamo del titolo parla oggi
dell’importanza della (ri)scoperta di chi Buck sia veramente, quale
sia la sua specificità, senza schiacciare gli altri, ma sfruttando
le ingiustizie subite per permettersi di emergere.
È quasi inevitabile che ogni racconto, per quanto antico, una
volta riletto, venga riscritto con un filtro adatto ai bisogni del
tempo presente. Ed è ciò che più affascina delle storie,
soprattutto di quelle per bambini.
È passato molto tempo da quando
Harry, Hermione e Ron sono riusciti a trovare e distruggere tutti
gli Horcrux di Voldemort e salvare il mondo magico di
Harry
Potter. Ma solo perché tutto è finito bene, non
significa che i fan non abbiano ancora domande sugli oggetti
adibiti a contenere un pezzo dell’anima dei Maghi Oscuri.
Ecco di seguito alcune domande che ancora non hanno trovato
risposta sugli Horcrux:
Perché Tom Riddle non ha cercato
prima la Pietra Filosofale?
All’epoca del primo libro di
Harry Potter, Voldemort era quasi morto, una forma
incorporea che cercava di mettere le sue mani sulla Pietra
Filosofale per tornare in vita completamente. Ma perché non l’ha
cercata prima? Per un mago oscuro intenzionato a diventare
immortale, sembrerebbe stato logico provare ad eliminare Nicolas
Flamel quando era ancora un giovane forte e in ascesa.
Chiaramente, era a conoscenza
dell’esistenza della Pietra, perché si tratta di un oggetto magico
molto noto, e Flamel, nonostante fosse immortale, era già molto
vecchio e debole. Perché Riddle è andato prima alla ricerca degli
Horcrux?
Come ha fatto Harry a diventare un
Horcrux se c’era bisogno di un incantesimo?
J.K. Rowling non ha mai descritto in
modo esplicito l’incantesimo per creare un
Horcrux, come del resto ha fatto per altri incantesimi della
saga; eppure, esiste un vero e proprio incantesimo anche per dare
vita ad un Horcrux.
Tuttavia, quando Voldemort ha trasformato Harry in un Horcrux,
sappiamo che è stato un incidente. Ciò potrebbe essere accaduto a
causa del fatto l’anima del Lord era già divisa, ma come è potuto
accadere senza un vero e proprio incantesimo?
Chi commette un omicidio può
accidentalmente creare un Horcrux?
Se Voldemort è stato in grado di creare
accidentalmente un Horcrux grazie alla sua anima già divisa in
seguitoagli omicidi commessi, significa che
tutti coloro che commettono un assassinio hanno la possibilità di
creare accidentalmente degli
Horcrux?
L’omicidio è parte del processo che
conduce alla creazione di un Horcrux, e sicuramente ci sono molti
assassini nel mondo dei maghi. Stanno lasciando pezzi delle loro
anime in giro per l’universo, se l’incantesimo non è necessario per
danneggiare gravemente anime?
Come ha fatto Herpo il Folle a
morire se ha creato il primo Horcrux?
Nella saga di Harry
Potter, l’unico altro mago ad aver creato un
Horcrux si chiamava Herpo il Folle, ma non è mai stato chiarito
cosa gli sia successo. Gli
Horcrux rendono un mago potenzialmente immortale, quindi
perché Herpo non è più in circolazione e perché non ci sono prove
di come l’Horcrux
da lui creato sia stato distrutto?
Perché ha ricevuto una carta per
le sue Cioccorane?
Tutto ciò che sappiamo di Herpo, a
parte la creazione del primo Horcrux, è che stato anche il creatore
delle celebri cioccorane (il cioccolato a forma di rana), nonché il
primo ad allevare un Basilisco.
Si tratti di risultati
ragguardevoli, talmente notevoli da essere inseriti nei libri di
storia, ma è comunque sorprendente che l’inventore della magia più
oscura di tutte sia lo stesso alla quale è stata dedicata una carta
da collezione destinata ai bambini. Ha senso dal punto di vista di
coloro che ci intravedono un modo per la Rowling di insegnare ai
fan la storia dei maghi, ma sembra comunque qualcosa di molto
bizzarro.
Perché “I segreti delle Arti
Oscure” era reperibile nella libreria di Hogwarts?
L’unico libro in cui è contenuto
l’esatto incantesimo per la creazione di un
Horcrux è “I segreti dell’Arte Oscura” che apparentemente
faceva parte della collezione della biblioteca di Hogwarts. Silente
lo spostò dalla biblioteca al suo ufficio, ma chiaramente era
troppo tardi, visto che Tom Riddle riuscì a consultarlo. Ma anche
nell’ufficio del preside o nella Sezione Riservata (dov’era prima),
cosa diavolo ci faceva quel libro in una biblioteca scolastica?
Perché gli Horcrux di Voldemort si
comportano in maniera diversa?
I fan lo hanno sottolineato molte
volte, ma sembra che gli Horcrux di Voldemort si comportino in modo diverso a
seconda di ciò che viene raccontato nella storia. Il primo vero
Horcruz che il Trio incontra è il diario, ed è così potente che
è in grado di possedere Ginny e spingerla a comportarsi come un
automa.
Tuttavia, gli
Horcrux successivi iniziano ad avvelenare la mente della persona
che ne entra in possesso (come il medaglione con Ron), ma
occasionalmente sembrano non fare assolutamente nulla. Ciò è perché
alcuni di essi sono necessari per portare maggiormente avanti la
trama, anche se sarebbe necessaria una spiegazione più
esaustiva.
Quanti Horcrux possono essere
creati da una singola persona?
Sembra che
Voldemort abbia raggiunto il limite massimo di
Horcrux
realizzabili, dato che la sua anima si è “divisa” alla fine del suo
attacco a Harry e ai suoi genitori. Tuttavia, non è chiaro se
questo fosse un numero reale e, soprattutto, da cosa è
dipeso.
Inoltre, non è
chiaro se alcune persone possano essere in grado di gestire la
creazione di più Horcrux rispetto ad altre: la Rowling suggerisce
che è la natura intrinseca dell’omicidio ad essere al centro degli
Horcrux, ma questo vale per Voldemort, che scelse omicidi specifici per la
creazione dei suoi Horcrux. Quindi che dire degli altri
assassini?
L’artista italiano Maurizio
Campidelli ha realizzato dei coloring book molto
particolari, con protagonisti alcuni degli attori che compaiono tra
le liste degli uomini più desiderati del pianeta. Tra questi
compaiono Keanu Reeves e
Dwayne Johnson e ovviamente Jason Momoa, l’attore hawaiano che interpreta
Aquaman per
la DC/Warner Bros.
I nerboruti attori in questione sono
entrati nell’immaginario collettivo a suo di botte, tuttavia,
Campidelli li ritrae, con il suo tratto pulito, mentre sono intenti
a svolgere lavori domestici, in pose rilassate nella vasca da
bagno, dipingendo quello che sembra essere un immaginario
abbastanza comune tra le donne.
Si tratta di una variante molto
divertente degli antistress da colorare con le parolacce o gli
insulti. Si tratta di uno hobby abbastanza diffuso, che produce,
sembra, gli stessi benefici della meditazione. E adesso, oltre ai
classici intricati mandala o agli improperi, ci sono anche questi
omaccioni dal fisico statuario e il sorriso bonario.
Ecco alcuni esempi:
L’ultima volte che abbiamo visto
l’attore in azione, è stato in occasione dello spot del superbowl
in cui si “spogliava” dei suoi muscoli e dei suoi capelli. Qui potete
vederlo.
Quest’anno, Cannes Classics
celebrerà il 20° anniversario di In the Mood for
Love di Wong Kar-wai, prima della
sua uscita sul grande schermo nell’estate del 2020 in tutto il
mondo!
Presentato nella Selezione Ufficiale
e in Concorso nel 2000, In the Mood for
Love, diretto dal regista di Hong Kong Wong
Kar-wai, ha vinto il Premio Interpretazione maschile al
suo attore protagonista Tony Leung e si è
aggiudicato il Gran Premio della Commissione tecnica superiore.
Il restauro in 4K del film
realizzato dal negativo originale è stato condotto da Criterion e
L’Immagine Ritrovata sotto la supervisione di Wong
Kar-wai.
In the Mood for
Love, presentato per la prima volta il 20 maggio
2000, sarà proiettato al 73 ° Festival
di Cannes, con la partecipazione di Wong
Kar-wai.
In the Mood for Love di Wong
Kar-wai con Tony Leung e Maggie Cheung. Direttore della fotografia: Christopher Doyle. Musica: Shigeru Umebayashi.
Restauro 4k dal negativo originale
supervisionato da Wong Kar-wai ed eseguito da Criterion (New-York)
e L’Immagine Ritrovata (Bologna).
Il film sarà distribuito in tutto il
mondo grazie a Janus Films (USA, Regno Unito, Australia / Nuova
Zelanda), The Jokers Films (territori di lingua francese), Koch
Films (territori di lingua tedesca), Avalon DA (Spagna), Leopando
Filmes ( Portogallo), Inoekino (CIS), Asmik Ace (Giappone),
Catchplay Inc. (Taiwan), NK Contents (Corea del Sud).
Winter
Ladies è una raccolta di illustrazioni originali
realizzate da venti artiste italiane alle quali è stato
chiesto di rappresentare ognuna una figura iconica femminile, reale
o di fantasia, in una ambientazione invernale o natalizia. Il
progetto nasce per sostenere le attività a sostegno delle donne in
difficoltà promosse da Lucha alla
Città e, in particolare la Casa
delle Donne Lucha Y Siesta, che da 11 anni provvede a dare
rifugio e sostegno a donne in difficoltà, che subiscono
discriminazioni e violenza di genere.
Un luogo materiale e simbolico di
autodeterminazione delle donne, un progetto femminista, nonché
punto di incontro tra casa rifugio, casa di semiautonoma e centro
antiviolenza.
Se raccolta fondi avrà
successo, la parentesi invernale sarà solo la prima parte di un
serie in quattro volumi dedicati a tutte le stagioni.
Il progetto dell’artbook è stato
ideato e promosso dalla Lovelace
– The Geek Ladies’ Allegiance, associazione
femminista sui generis, che si occupa della riscoperta e della
promozione della figura femminile nella cultura presente e
passata.
Per maggiori informazioni sugli
obbiettivi del comitato Lucha alla Città, consultate il
sito Luchaysiesta.com.
Per tutte le informazioni
necessarie e per partecipare al crowdfounding, clicca
qui.
È da un po’ di tempo che si parla
della possibilità che Matt Reeves possa introdurre
nell’attesissimo The
Batman una nuova versione del personaggio di
Robin. Adesso, nuovi dettagli in merito al casting
del film suggeriscono che l’indiscrezione potrebbe avere un fondo
di verità.
Come apprendiamo da ComicBookMovie,
infatti, sembra che la Warner Bros. abbia indetto un casting call
per cercare attori e comparse con abilità circensi. La cosa fa
inevitabilmente pensare all’Haly’s Circus, il
circo legato alle origini di Dick Grayson e alla
sua successiva storia come Robin.
E se nel film con Robert
Pattinson vedremo davvero il celebre gruppo di trapezisti
noto come Flying Graysons, con Dick che si
appresta a diventare il primo pupillo di Bruce Wayne e –
magari in un eventuale sequel – l’originale Robin?
Al momento si tratta soltanto di un rumor. Vi terremo
aggiornati.
Il cast di The
Batman è formato da molti volti noti: insieme
a Robert
Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno
anche Andy
Serkis (Alfred), Colin
Farrell(Oswald
Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey
Wright (Jim Gordon) e Paul
Dano (Enigmista). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter
Sarsgaard, ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman v Superman: Dawn of Justice,
Justice League, Wonder Woman e del
sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita
nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Spider-Man:
Far From Home ci ha regalato una rivisitazione
alquanto sorprendente del personaggio di Mysterio
interpretato da Jake Gyllenhaal. Alla fine del
film il personaggio di Quentin Beck muore, ma trattandosi del
Maestro dell’Illusione, un suo eventuale ritorno sul grande schermo
non dovrebbe sorprendere più di tanto i fan.
Apprendiamo infatti da The
Illuminerdi che la Sony Pictures vorrebbe nuovamente
Jake Gyllenhaal per uno standalone interamente
dedicato a Mysterio, un’idea che lo studio aveva
accarezzato ancor prima che l’attore candidato all’Oscar venisse
ingaggiato per il ruolo del villain nel sequel di Spider-Man:
Homecoming.
Nessun ulteriore dettaglo sul
possibile spin-off è stato rivelato: tra film in solitaria prossimi
alla release (Morbius), altri in
fase di produzione (Venom
2) e alcuni sul cui sviluppo circolano voci
insistenti (Kraven il
Cacciatore), sembra che la Sony stia
effettivamente preparando il terreno per un’eventuale film dedicato
ai Sinistri Sei, un progetto al quale lo studio
sta lavorando da anni.
Ovviamente, non
sarebbe necessario esplorare la storia delle origini di Mysterio,
dal momento che è stato già fatto; tuttavia, uno standalone
potrebbe tranquillamente raccontare del suo ritorno dall’aldilà e
dei suoi piani per vendicarsi di Spider-Man.
Al momento, comunque, si tratta soltanto di un rumor. Vi terremo
aggiornati.
Ana de Armas è la
protagonista della cover del nuovo numero di Vanity Fair e nel
pezzo che ha accompagnato il bellissimo servizio fotografico,
l’attrice cubana (reduce dal successo di Cena con delitto –
Knives Out) ha rivelato nuovi dettagli sul personaggio che
interpreterà in No Time to Die,
l’attesissimo 25esimo capitolo della saga di James
Bond in arrivo nelle nostre sale il prossimo 9
aprile.
“Quando mi hanno ingaggiata non
la smettevo di saltare da una parte all’altra, ero molto
emozionata”, ha rivelato l’attrice. “Ma dovevo essere
sicura che non avrebbe messo a rischio il lavoro che stavo facendo,
che non rovinasse tutto. E le donne di Bond, per me, sono sempre
state dei personaggi in cui non mi sono mai identificata.”
Alla rivista Daniel
Craig ha rivelato di aver amato la performance di Ana in
Blade Runner
2049 e di essere stato davvero
entusiasta all’idea di lavorare di nuovo con l’attrice dopo
Cena con
delito – Knives Out di Rian Johnson:
“Dovrei essere sempre così
fortunato da lavorare con una donna così”, ha detto Craig a
proposito della collega. “Questo è un film dove succedono un
sacco di cose, c’è tanta grande recitazione, che riguarda anche me
stesso, ma è lei a brillare perché è lei la grande scommessa. Ha
dei tempi comici straordinari. Non ha una parte grandissima, ma è
arrivata e subito è riuscita a farla sua.”
“Non si è mai preoccupata di
quello che è successo durante la produzione: le sceneggiature
riscritte, i continui cambiamenti che le venivano letteralmente
scaraventati addosso. Non era mai preoccupata”, ha continuato
Craig.
“Non c’era un’altra
scelta”, ha spiegato la storica produttrice del franchise
Barbara Broccoli. “Era Ana che volevamo tutti.
Il suo personaggio è qualcuno che ha appena cominciato a lavorare
per la CIA, e quindi si suppone abbia delle abilità che sono minime
quando incontra Bond. Ci si aspetta che non sia l’agente più abile
del mondo, ma diciamo che… sa come agire.”
“C’erano quest’umorismo e questa
natività così specifici”, ha dichiarato la de Armas ricordando
la prima volta che ha letto la sceneggiatura del film. “Il mio
personaggio è una donna vera. Ma sapete, noi possiamo evolverci,
crescere, incorporare la realtà, ma Bond è una fantasia. Alla fine,
si tratta sempre di prendere qualcosa e di provare a non
snaturarla.”
Il film, atteso nelle sale l’8
aprile 2020, vede nel cast Daniel
Craig (James Bond), Ralph
Fiennes (M), NaomieHarris (Eve
Moneypenny), Ben
Whishaw (Q), Rory
Kinnear (Bill Tanner) e Jeffrey
Wright (Felix Leiter). Le new entry del cast sono
invece Rami
Malek, Billy Magnussen, Lashana
Lynch e Ana de Armas.
Vi ricordiamo che la produzione ha
assunto Phoebe Waller-Bridge per
“ravvivare” lo script di Bond 25 sotto
speciale richiesta di Craig, grande fan
di Fleabag e Killing
Eve, le due serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal
1963 (l’ultima fu Johanna Hardwood con Dr.
No e From Russia With Love) che la casa di
produzione non assumeva una donna per dare voce ai personaggi del
franchise, una scelta oggi più che mai “rilevante”.
In No Time To
Die, Bond si gode una vita tranquilla in
Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto
vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un
vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La
missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si
rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle
tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa
tecnologia.
Carl Lumbly, già
apparso in Supergirl e nel recente film
Doctor Sleep, si è unito al cast di The Falcon e The
Winter Soldier che è attualmente in lavorazione ad Atlanta e sarà
presentato in anteprima sul servizio di streaming in abbonamento ad
agosto.
Come accade spesso con i Marvel Studios non sono stati
rivelati ulteriore dettagli in merito al personaggio che l’attore
dovrà interpretare, dunque non resta che aspettare ulteriori
notizie.
The Falcon and The Winter Soldier è la serie di
prossima uscita nel quale
Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro
ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter
Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.
Vi ricordiamo che nel cast di
The Falcon and The Winter Soldier è
previsto anche il ritorno di due volti noti dell’universo
cinematografico, ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e
Civil War e Daniel Bruhl, nei panni
del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di
The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato
in autunno 2020 e Kari Skogland (The
Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The
Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings,
The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i
sei episodi.
Probabile, visti gli esiti di
Avengers:
Endgame, che lo show si concentrerà sulla
dinamica del rapporto tra le due figure più vicine a Captain
America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per
garantire la sicurezza mondiale.
Una recente immagine promozionale di
Black Widow, il cinecomic Marvel dedicato al personaggio di
Natasha Romanoff/Vedova Nera, ci permette di dare un nuovo sguardo
– sicuramente più dettagliato – al costume del personaggio di
Taskmaster. A pochi mesi dall’uscita del film
nelle sale di tutto il mondo, i Marvel Studios continuano a mantenere segreta
la vera identità del villain.
Fortunatamente, il marketing del
film ha permesso ai fan di poter già dare uno sguardo al look del
personaggio, come ad esempio i vari trailer che hanno già rivelato
che il personaggio (un lui o una lei?) si scontrerà contro Nat e i
suoi alleati. Adesso, una nuova immagine promozionale proveniente
da una serie di carte da collezione dedicate al film, diffusa
online da Topps (via Marvel Stuff), ci
permette di dare un sguardo ancora più dettagliato al costume blu e
arancio che il villain (o la villain?) sfoggerà nel film di
Cate Shortland.
La regia di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo
dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby).
Insieme alla Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence Pugh,
e Rachel
Weisz.
Dopo lo straordinario successo
di Avengers:
Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale
di sempre, Scarlett
Johansson riprende il suo ruolo di Natasha
Romanoff/Black Widow.
Lo scorso dicembre abbiamo appreso
la notizia che un nuovo
film del franchise de IlPianeta delle
Scimmieè stato ufficialmente messo in fase di
lavorazione. Trattandosi del primo dei classici Fox a subire il
trattamento di riqualificazione da quando la Disney ha acquisito la
maggior parte dello studio e dei suoi titoli, in molti hanno subito
pensato che il nuovo film sarebbe stato l’ennesimo reboot della
saga.
In realtà, non sarà così! Nella
giornata di ieri, un report di DiscussingFilm
sosteneva che il nuovo film della saga de Il Pianeta
delle Scimmie affidato a Wes Ball
(regista di Maze Runner) sarebbe stato un vero e proprio
reboot. A poche ore di distanza dalla diffusione della notizia,
però, è arrivata la smentita di Ball in persona via Twitter: il nuovo
film porterà avanti la storia di Cesare, il protagonista della
serie reboot (interpretato da Andy Serkis)
iniziata 2011 con L’alba del pianeta delle
scimmie e proseguita nel 2014 e nel 2017
rispettivamente con Apes Revolution – Il pianeta delle
scimmie e The War – Il pianeta delle
scimmie.
Attraverso il suo profilo Twitter
ufficiale, in risposta ad un fan che ha sottoposto alla sua
attenzione la presunta “conferma” del reboot, Wes
Ball ha dichiarato:
“Non è mai stato più facile per
un giornalista di cinema entrare direttamente in contatto con le
vere persone che conoscono davvero i fatti… ma forse il punto,
oggigiorno, non è proprio la mancanza di un controllo dei
fatti?
Non importa. Non preoccupatevi.
Non voglio in alcun modo rovinare la sorpresa, ma posso
tranquillamente dire che l’eredità di Cesare continuerà…”
(Photo: Twitter / @wesball)
Wes Ball sarà
anche a capo della produzione del film, con il suo partner alla
Oddball Entertainment, Joe Hartwick.
Il pianeta delle
scimmie (Planet of the Apes) è una media franchise
composto da nove film, due serie televisive e vari libri, fumetti e
videogiochi. È basato sul romanzo “Il pianeta delle scimmie (La
Planète des Singes)” di Pierre Boulle, pubblicato
per la prima volta nel 1963 in cui gli esseri umani si scontrano
per il controllo della terra con scimmie intelligenti (Simius
sapiens).
L’adattamento cinematografico del
1968, Il pianeta delle scimmie, è stato un successo per la
critica e per il pubblico, iniziando una serie di sequel, tie-in e
opere derivate. Originariamente in mano a Arthur P. Jacobs,
produttore dei primi film della serie, dal 1973 i diritti della
serie sono andati alla 20th Century Fox.
Sin dal suo debutto cinematografico,
l’attore Dev Patel si è affermato come un
promettente interprete, dotato di carisma e versatilità.
Caratteristiche che sfoggia nuovamente nel corso della sua
carriera, dimostrando una continua maturazione. Ad oggi
Patel è considerato uno dei migliori attori della
sua generazione, pronto a reinventarsi attraverso ruoli sempre
differenti, cosa che gli ha fatto guadagnare le attenzioni della
critica. Ecco 10 cose che non sai di Dev
Patel.
Parte delle cose che non sai di Dev Patel
Dev Patel: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Patel ottiene grande notorietà con il suo
film di debutto, The Millionaire (2008), di cui è
protagonista. Successivamente recita nei film L’ultimo dominatore
dell’aria (2010), Marigold
Hotel (2011), About Cherry (2012), Viaggio
verso la libertà (2014), Humandroid (2015), Ritorno al Marigold
Hotel (2015), L’uomo che vide l’infinito (2015),
e Lion – La strada
verso casa (2016), con cui si consacra come interprete.
Successivamente prende parte a Attacco a Mumbai – Una vera
storia di coraggio (2018), The Wedding Guerst – L’ospite
sconosciuto (2018), The Personal History of David
Copperfield (2019) e The Green Knight (2020).
2. Ha preso parte a
produzioni televisive. L’attore debutta nel mondo della
recitazione con la serie Skins (2007-2008), dove
interpreta il ruolo di Anwar Kharral. Ottiene poi ulteriore
notorietà grazie alla serie The Newsroom (2012-2014), con
il ruolo di Neal Sampat, mentre nel 2019 recita in due episodi
della serie antologica Modern Love.
3. È anche
produttore. Nel corso degli anni, con l’esperienza
acquisita, Patel si è distinto per aver figurato come produttore di
due film da lui anche interpretati. Questi sono Attacco a
Mumbai, basato sui reali attentati avvenuti nella città
indiana il 26 novembre 2008, e The Wedding Quest, thriller
ambientato in Pakistan.
4. Ha doppiato un noto film
d’animazione. Nel 2019 l’attore ha prestato la propria
voce per il personaggio Naoufel, protagonista del film d’animazione
francese Dov’è il mio corpo?, presentato durante il
Festival
di Cannes e che ha raccolto consensi critici così entusiasti da
arrivare ad ottenere la nomination come miglior film d’animazione
agli Oscar.
Dev Patel: chi è la sua
fidanzata
5. Ha avuto una relazione
con una collega. Dal 2009 l’attore ha avuto una relazione
con l’attrice Freida Pinto, conosciuta sul set del film
The Millionaire. Dopo quasi sei anni di relazione,
mantenuta particolarmente riservata, la coppia annuncia la
separazione nel 2014.
Parte delle cose che non sai di Dev Patel
6. Sul set di un film ha
conosciuto la nuova compagna. Nel marzo del 2017 l’attore
annuncia una relazione con l’attrice australiana Tilda
Cobham-Hervey, conosciuta qualche mese prima sul set del film
Attacco a Mumbai. Da quel momento i due si sono più volte
fatti vedere insieme durante eventi di gala, ma allo stesso tempo
hanno mantenuto un velo di riservatezza sulla loro storia
d’amore.
Dev Patel in The Millionaire
7. Dopo il film ha faticato
ad ottenere altri ruoli validi. Con il ruolo di Jamal
Malik, protagonista di The Millionaire, Patel ha imposto
su di sé l’attenzione di Hollywood, ma l’attore ha affermato che
dopo tale film sono passati anni prima che trovasse un altro ruolo
valido. La maggior parte di ciò che gli veniva offerto prevedeva
che egli fosse la spalla imbranata di qualcuno, e così l’attore
racconta di aver inizialmente fatica ad ottenere un ruolo di cui
fosse soddisfatto.
Dev Patel in Lion
8. Si è preparato a lungo
per questo film. Entusiasta di aver ottenuto il ruolo di
Saroo Brierley nel film Lion, Patel si è dedicato molto
alla preparazione necessaria. Per mesi si è allenato duramente in
palestra al fine di ottenere il fisico necessario, e in seguito ha
studiato per imparare un corretto accento australiano. Ha inoltre
compiuto lunghi viaggi in India per poter comprendere meglio il
passato del personaggio e poterlo interpretare con maggior
realisticità.
9. Ha ottenuto una
nomination all’Oscar. Per il suo ruolo nel film, l’attore
ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui un Bafta per il
miglior attore non protagonista. È stato inoltre nominato per la
prima volta al premio Oscar nella medesima categoria, divenendo
insieme a Lucas
Hedges il primo attore nato dopo il 1990 ad essere
nominato al premio.
Dev Patel: età e altezza
10. Dev Patel è nato a
Londra, Inghilterra, il 23 aprile 1990. L’attore è alto
complessivamente 187 centimetri.
Oggi attrice particolarmente
popolare, Octavia Spencer vanta una lunga
filmografia con partecipazioni a lungometraggi nei quali il più
delle volte riusciva ad affermarsi anche con ruoli minori.
Apprezzata da critica e pubblico per le sue doti comiche, la
Spencer ha dato prova di saper portare sulle proprie spalle anche
impegnativi ruoli drammatici, che le hanno permesso di affermarsi
come attrice versatile e meritevole dei riconoscimenti ricevuti.
Ecco 10 cose che non sai di Octavia Spencer.
Parte delle cose che non sai di Octavia Spencer
Octavia Spencer: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice esordisce al cinema nel 1996 con
il film Il momento di uccidere, per poi recitare in ruoli
minori in pellicole di successo come Mai stata baciata
(1999), Essere John Malkovich (1999), Big Mama
(2000), Spider-Man (2002), Babbo bastardo (2003),
Miss F.B.I. – Infiltrata speciale (2005), Sette
anime (2008), Drag Me to Hell (2009), Il
solista (2009), Halloween II (2009), e A cena con
un cretino (2010). Nel 2011 la sua carriera ha una svolta nel
momento in cui recita nel film The Help,
ottenendo numerosi riconoscimenti. Successivamente continua a
partecipare a celebri film come Snowpiercer
(2013) Prossima fermata Fruitvale Station (2013), Get
on Up – La storia di James Brown 2014), The Divergent Series:
Insurgent (2015), Padri e figlie
(2015), Il diritto di
contare (2016), La forma
dell’acqua (2017), Ma (2019) e Luce
(2019).
2. È anche
doppiatrice. La Spencer si è distinta negli anni anche
come brillante doppiatrice, ricoprendo tale ruolo per la prima
volta nel 2016, quando doppia il personaggio di Mrs. Otterton nel
film d’animazione Zootropolis. Nel 2020 è tra i doppiatori
del film Dolittle,
dove dà voce alla papera Dab-Dab. Sempre nel 2020 è invece tra i
doppiatori del film Onward: Oltre la magia, atteso nuovo
film Pixar.
3. Ha prodotto alcuni
film. Con l’esperienza acquisita negli anni, l’attrice ha
ricoperto in diversi casi anche il ruolo di produttrice. La prima
volta avviene per il film Prossima fermata Fruitvale
Station, e in seguito per il film premiato agli Oscar Green Book
(2018). Ha inoltre prodotto il film horror Ma, e le serie
Truth Be Told e Self Made: Inspird by the Life of
Madam C.J. Walker.
Octavia Spencer: le sue serie
TV
4. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera
l’attrice si è inoltre fatta notare per la sua partecipazione ad
alcuni episodi di celebri serie TV, come E.R. – Medici in prima
linea (1998), X-Files (1999), Malcolm
(2000), The Chronicle (2001-2002), Ugly Betty
(2007), The Big Bang Theory (2008), Avvocati a New
York (2009), Mom (2013-2015), Red Band
Society (2014-2015) e Thruth Be Told, dove dal 2019
ricopre il ruolo di Poppy Scoville-Parnell. Nel 2020 sarà invece
tra i protagonisti della serie Self Made: Inspird by the Life
of Madam C.J. Walker.
Octavia Spencer: la sua vita
privata
5. Ha numerosi
fratelli. Particolarmente riservata circa la sua vita
privata, la Spencer ha raramente rilasciato informazioni sulla sua
infanzia e adolescenza. È tuttavia risaputo che l’attrice rimase
orfana dei genitori quando era in età adolescenziale, avendo però
la compagnia di sei fratelli, di cui due sorelle, a cui è
particolarmente legata.
Parte delle cose che non sai di Octavia Spencer
Octavia Spencer è su Instagram
6. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram, con un profilo seguito da 809 mila persone. All’interno
di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in
momenti di svago, come anche curiosità quotidiane. Non mancano
inoltre immagini promozionali dei suoi progetti da interprete e
foto tratte dagli eventi di gala a cui ha preso parte.
Octavia Spencer in The Help
7. È il film che l’ha resa
celebre. Nel film The Help l’attrice ricopre il
ruolo di Minny Jackson, domestica con la reputazione di essere la
miglior cuoca del Mississippi. Nel film il personaggio lavora
subisce in diversi casi i soprusi delle famiglie bianche per cui si
trova a lavorare, dimostrandosi però sempre più insofferente,
rifiutandosi di rimanere ulteriormente in silenzio per il modo in
cui lei e la sua gente viene trattata.
Octavia Spencer e gli Oscar
8. Ha vinto l’ambito
premio. Nel 2012 l’attrice ottiene la sua prima nomination
ai premi Oscar come miglior attrice non protagonista per The
Help, riportando poi la vittoria. Verrà candidata altre due
volte, negli anni seguenti, per Il diritto di contare, nel
2017, e per La forma dell’acqua, nel 2018. Anche in questi
due casi è nominata come attrice non protagonista.
Octavia Spencer in Ma
9. Il ruolo è stato
riscritto per lei. Nel 2019 l’attrice recita nel film
horror Ma, dove interpreta la protagonista Sue Ann.
Inizialmente il ruolo era pensato per un attrice bianca, ma in
seguito all’interessamento dell’attrice, il personaggio fu
riscritto per poter essere interpretato da un’attrice
afroamericana.
Octavia Spencer: età e altezza
10. Octavia Spencer è nata a
Montgomery, in Alabama, Stati Uniti, il 25 maggio 1972.
L’attrice è alta complessivamente 157 centimetri.
Martin Scorsese si appresta finalmente a
girare un western. Il regista, infatti, ha svelato i primi dettagli
sul suo prossimo progetto cinematografico,
Killers of the Flower Moon, adattamento
cinematografico del romanzo del giornalista del New
Yorker, David Grann, uscito nel
2017.
In una lunga intervista concessa a
Cahiers du Cinéma (via Premiere), Scorsese –
reduce dal successo di The
Irishman (candidato a 10 premi Oscar) – ha
parlato per la prima volta del suo nuovo film, rivelando:
“Posso dire che sarà un
western. È ambientato in Oklahoma tra il 1921 e il 1922. Ci saranno
dei cowboy, che avranno sia delle vetture che dei cavalli. Il film
racconterà soprattutto degli Osage, una tribù indiana alla quale
viene donato questo territorio orribile: loro amavano questo
territorio, perché pensavano che ai bianchi non sarebbe mai
interessato. Poi ci hanno scoperto il petrolio e, per circa dieci
anni, gli Osage sono diventati il popolo più ricco della Terra.
Poi, come accaduto nello Yukon e nelle regioni minerarie del
Colorado, sbarcarono gli avvoltoi, i bianchi, arrivarono gli
europei, e tutto andò perduto. Laggiù, avevano così tanto potere e
un tale controllo su tutto che era più probabile andare in prigione
per avere ammazzato un cane che un indiano.”
Killers of the Flower Moon vedrà recitare per la prima
volta insieme, in un film di Scorsese, Leonardo
DiCaprio e Robert De Niro. A tal
proposito, il regista ha spiegato:
“Leonardo DiCaprio avrà il
ruolo principale, Robert De Niro sarà invece William Hale, il re
delle colline di Osage, il responsabile della maggior parte delle
morti. Gli altri saranno tutti attori nativi americani. È davvero
interessante riflettere sulla mentalità che ha portato a tutto
questo. La storia della civiltà risala alla Mesopotamia. Gli Ittiti
vengono invasi da un altro popolo, scompaiono e in seguito si dice
che siano stati assimilati, o meglio, assorbiti. È affascinante
vedere come questa mentalità viene riprodotta in altre culture,
attraverso due guerre mondiali. Penso sia qualcosa destinato a
durare nel tempo. Questo è il film che proveremo a fare.”
Per Martin Scorsese e Leonardo
DiCaprio si tratterà della sesta collaborazione, dopo
Gangs of New York, The Aviator, The Departed, Shutter
Island e The Wolf of Wall
Street.
Per Scorsese e Robert De
Niro, invece, sarà la decima collaborazione, dopo
Mean Streets, Taxi Driver, New York, New York, Toro
scatenato, Re per una notte, Quei bravi ragazzi, Cape Fear,
Casinò e The
Irishman.
Prima che Matt
Reeves venisse ufficializzato come regista di
The
Batman, il progetto era nelle mani di Ben
Affleck, che sarebbe dovuto tornare nei panni dell’Uomo
Pipistrello dopo Batman v Superman e Justice League, occupandosi anche della
sceneggiatura e della regia del film. Adesso, l’attore/regista ha
finalmente spiegato i motivi che lo hanno spinto ad abbandonare
l’idea di tornare nei panni del Crociato di Gotham, rivelando che i
problemi sorti durante la produzione di Justice League
hanno progressivamente spento l’entusiasmo nei confronti del suo
film targato DC.
In seguito all’uscita del cinecomic
di Zack Snyder, Affleck ha dovuto affrontare una
lunga battaglia personale legata ai suoi problemi con l’alcol, un
momento estremamente delicato della sua vita che si riflette
(almeno in parte) in Tornare a
Vincere, pellicola che lo vedrà tornare sul
grande schermo in qualità di protagonista, e che racconta di un ex
cestista promettente con un passato da alcolista, al quale viene
chiesto di allenare la squadra di basket del suo vecchio liceo.
In una lunga intervista concessa al
New York Times in cui
Affleck ha parlato tanto della sua vita privata quanto della sua
vita professionale, l’attore/regista ha ricordato anche il periodo
in cui ha vestito i panni del Crociato di Gotham sul grande
schermo:
“Ho mostrato a qualcuno la
sceneggiatura di The Batman”, ha spiegato Affleck. “Mi
hanno detto: ‘Penso che lo script sia buono. Ma penso anche che
finirai col bere fino alla morte se affronti un’altra volta ciò che
hai già affrontato in passato.”
Parole indubbiamente forti quelle
che sono state riservate a Ben Affleck, che a
quanto pare sembra aver riflettuto a lungo tanto sulla sua vita
quanto sulla sua carriera, prima di prendere la decisione più
coraggiosa e sicuramente più giusta prima per l’uomo e poi per
l’artista.
Il cast di The
Batman è formato da molti volti noti: insieme
a Robert
Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno
anche Andy
Serkis (Alfred), Colin
Farrell(Oswald
Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey
Wright (Jim Gordon) e Paul
Dano (Enigmista). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter
Sarsgaard, ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman v Superman: Dawn of Justice, Justice League,
Wonder Woman e del
sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita
nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Tra le più affermate personalità
dedite alla regia in Italia, Cristina Comencini Ha
negli anni consolidato la propria notorietà realizzando alcuni dei
più apprezzati film del panorama nazionale, alcuni dei quali hanno
anche oltrepassato i confini italiani raccogliendo consensi anche
dalla critica estera. Negli ultimi anni la Comencini ha continuato
a realizzare film di rilievo all’interno della cinematografia
italiana, collaborando con celebri attori e portando sul grande
schermo storie originali e coraggiose. Ecco 10 cose che non
sai di Cristina Comencini.
Parte delle cose che non sai di Cristina Comencini
Cristina Comencini: i suoi
film
1. Ha diretto lungometraggi
particolarmente apprezzati. La Comencini esordisce alla
regia nel 1988 con il film Zoo, a cui poi seguiranno I
divertimenti della vita privata (1990), La fine è
nota (1993), Va’ dove ti porta il cuore (1996),
Matrimoni (1998), Liberate i pesci! (2000) e
Il più bel giorno della mia vita (2002). Nel 2005
conquista un particolare prestigio con il film La bestia nel
cuore, con protagonista l’attrice Giovanna
Mezzogiorno, che arriva ad ottenere importanti
riconoscimenti. In seguito realizzerà i film Bianco e nero
(2008), Quando la
notte (2011), Latin Lover
(2015), Qualcosa di
nuovo (2016), Sex Story (2018) e Tornare
(2019).
2. È anche
sceneggiatrice. Oltre ad aver scritto le sceneggiature dei
propri film, la Comencini ha ricoperto tale ruolo anche per opere
altrui. In particolare ha incominciato la propria carriera
collaborando alla scrittura delle serie Cuore (1984) e
La storia (1986), per poi dedicarsi ai film Buon
Natale… buon anno (1989), Due partite (2009) e
La donna della mia
vita (2010). Nel 2017 è invece autrice della miniserie
Di padre in figlia.
Cristina Comencini: chi è suo
marito
3. È sposata con un
produttore. Dal 2001 la Comencini è sposata con il
produttore Riccardo Tozzi, fondatore di Cattleya,
il quale durante gli anni si è occupato degli aspetti produttivi
dei film della regista. La coppia ha inoltre avuto una figlia, e ha
negli anni mantenuto un profilo di vita riservato, evitando che
venissero diffuse notizie su di loro che non riguardassero l’ambito
lavorativo.
Cristina Comencini e Calenda
4. Ha un figlio
politico. Nel 1973, all’età di soli 17 anni, la Comencini
dà alla luce Carlo Calenda, noto per essere un politico ed ex
ministro italiano, avuto con l’economista Fabio Calenda, poi
divenuto suo marito. Pur se in seguito i due divorzieranno,
manterranno un buon rapporto, mostrandosi insieme durante alcuni
eventi di lavoro.
5. Suo figli ha recitato in
una serie da lei scritta. All’età di dieci anni Carlo
Calenda prende parte alla serie Cuore, sceneggiata dalla
madre e diretta dal nonno Luigi Comencini. Qui
ricopre il ruolo dello scolaro protagonista, Enrico Bottini.
Successivamente però Calenda decide di non proseguire la carriera
d’attore, preferendo il mondo della politica.
Parte delle cose che non sai di Cristina Comencini
Cristina Comencini dirige La bestia
nel cuore
6. È basato su un suo
romanzo. Nel 2005 la Comencini realizza il suo più grande
successo, La bestia nel cuore. Questo è la trasposizione
dell’omonimo romanzo scritto dalla Comencini, dove si narra la
storia di Sabina, la cui vita normale viene sconvolta da una serie
di avvenimenti, che trovano radici nella sua infanzia.
7. È stato nominato
all’Oscar. Il film viene scelto come rappresentante
dell’Italia per la categoria “miglior film straniero” dei
prestigiosi premi Oscar. La pellicola della Comencini ottiene un
buon riscontro critico, arrivando a rientrare nella cinquina finale
dei nominati. Non vincerà il premio, ma viene ricordato per essere
l’unico caso di film italiano, insieme a La grande
bellezza, ad ottenere questo riconoscimento dal 2000 ad
oggi.
Cristina Comencini: Tornare
8. È il suo nuovo
film. Nel 2019 la Comencini presenta alla Festa del Cinema
di Roma il suo nuovo film da regista, intitolato Tornare,
e basata sulla storia di Alice, giornalista quarantenne che,
tornata a Napoli per i funerali del padre, si trova a ricordare la
propria infanzia e il percorso che l’ha portata ad essere quella
che è oggi.
Cristina Comencini: i suoi
libri
9. Ha scritto diversi
romanzi. Parallelamente alla sua professione di regista,
la Comencini si afferma anche come scrittrice, pubblicando romanzi
come La bestia nel cuore (2004), Due partite
(2006), Quando la notte (2009), Lucy (2013),
Voi non la conoscete (2014) e Essere vivi (2016).
Alcuni di questi sono in seguito stati trasposti al cinema.
Cristina Comencini: l’età della
regista
10. Cristina Comencini nasce
a Roma, Italia, l’8 maggio 1956, ed è figlia di
Luigi Comencini, tra i più noti registi della
commedia all’italiana.
Tra i più celebri autori
dell’attuale cinematografia francese ed europea, Olivier
Assayas ha negli consolidato la propria fama grazie ad
opere che sembrano portare avanti i discorsi delle nouvelle vague,
aggiornati ai meccanismi della società attuale. Formatosi come
critico cinematografico, Assayas non ha inoltre mai nascosto la sua
passione per il cinema orientale, che ha portato all’interno della
sua poetica in una fusione di linguaggi che gli hanno procurato
apprezzamenti da parte di critica e pubblico. Ecco 10 cose
che non sai di Olivier Assayas.
Parte delle cose che non sai di Olivier Assayas
Olivier Assayas: i suoi film
1. Ha diretto lungometraggi
di successo. Nel 1986 il regista francese debutta alla
regia con il film Désordre – Disordine, per poi realizzare
Il bambino d’inverno (1989), Contro il destino
(1991) e L’eau froide – L’acqua fredda (1994). Nel 1996
dirige la sua opera più celebrata, Irma Vep, con il quale
raggiunge ulteriore notorietà. Negli anni successivi firmerà poi la
regia di Les Destinées sentimentales (2001),
Demonlover (2002), Clean (2004), Boarding
Gate (2007), L’heure d’été (2008), Qualcosa
nell’aria (2012) e poi gli apprezzati Sils Maria
(2014) e Personal Shopper
(2016), entrambi con l’attrice Kristen
Stewart. Di recente ha infine diretto Il gioco delle
coppie (2018) e Wasp Network
(2019).
2. È il regista di una
miniserie televisiva. Nel 2010 Assayas compie
un’incursione televisiva ideando, scrivendo e dirigendo la
miniserie Carlos, interpretata dall’attore Édgar
Ramírez e basata sulla vita di Ilich Ramírez Sánchez,
detto Carlos, terrorista marxista e mercenario venezuelano,
raccontando un arco narrativo che va dai primi attentati nel 1973
al suo arresto nel 1994.
3. Ha scritto sceneggiature
per altri registi. Nel corso della sua carriera Assayas si
è reso celebre anche per le sue collaborazioni con altri registi,
per i quali ha spesso firmato le sceneggiature dei loro film. Tra
questi si ricordano L’unique (1986), diretto da
Jérôme Diamant-Berger, Alice e Martin
(1998), diretto da André Téchiné, e Quello che
so di lei (2017), diretto dal regista premio Oscar
Roman Polanski.
Olivier Assayas: la pronuncia del
suo nome
4. La pronuncia del suo nome
è più facile di quanto si crede. Nonostante il suo nome
non presenti particolarità in quanto a pronuncia, frequenti sono i
casi in cui si può ascoltare un modo errato di nominare il regista.
A generare particolare confusione è poi il cognome, che va
pronunciato ponendo l’accento sulla seconda A. Il nome, invece, si
pronuncia così come si legge.
Olivier Assayas e la miniserie
Carlos
5. Ha concepito la miniserie
come un film. Assayas aveva inizialmente espresso il suo
disinteresse verso la miniserie, poiché appariva come un progetto
troppo complicato e rischioso. La sua opinione cambiò nel momento
in cui ideò il progetto come un unico grande film di oltre cinque
ore, avendo così modo di approfondire la storia di base. Realizzata
per la TV francese, dove fu trasmessa a puntate, Carlos
ottenne tuttavia anche una distribuzione estera sotto forma di
unico film.
Parte delle cose che non sai di Olivier Assayas
Olivier Assayas dirige Personal
Shopper
6. Ha scritto la
sceneggiatura per l’attrice protagonista. Inizialmente
Assayas non prevedeva di realizzare un altro film con l’attrice
Kristen Stewart subito dopo Sils Maria.
Tuttavia un progetto di produzione americana a cui stava lavorando
venne messo da parte, e così il regista si dedicò alla scrittura di
Personal Shopper, che a sua detta fu scritto
esclusivamente per via della presenza della Stewart.
7. Con questo film ha vinto
un importante premio. Presentato alla 69° edizione del
Festival
di Cannes, il film spaccò in due l’opinione della critica, ma
ottenne un ampio consenso di pubblico. Infine, Assayas venne
premiato dalla giuria con il titolo di miglior regista.
Olivier Assayas e Wasp Network
8. È il suo nuovo
film. Nel 2019 il regista francese porta in concorso alla
Mostra di Venezia il film Wasp Network, con protagonisti
Édgar Ramírez, Penélope Cruz, Gael
García Bernal e Ana de
Armas. Il film è ispirato alla vicenda della Wasp
Network, una rete di spionaggio stabilita dal governo cubano nella
Miami degli anni novanta con l’obiettivo di infiltrare le
organizzazioni anti-castriste presenti sul territorio.
Olivier Assayas dirige Il gioco
delle coppie
9. Non pensava avrebbe
realizzato questo film. Assayas ha affermato di aver
iniziato a scrivere la sceneggiatura di questo film nei primi anni
2000, immaginando di pubblicarla sotto forma di romanzo. Il
progetto venne poi messo da parte e ripreso solo anni dopo, quando
il regista decise di mantenere la sua forma di sceneggiatura per
farne un lungometraggio.
10. È stato ispirato da un
noto film francese. Il regista ha indicato come principale
fonte d’ispirazione per la trama il film L’albero, il sindaco e
la mediateca (1993), diretto da Érico Rohmer.
All’interno di questo vengono infatti trattati alcuni dei dibattiti
principali presenti nella società francese, aggiornati da Assayas
nel suo Il gioco delle coppie.
Tra le più apprezzate e richieste
attrici italiane, Carolina Crescentini ha negli
anni consolidato la propria carriera partecipando a celebri film,
collaborando con importanti registi e attori. L’attrice ha così
potuto dimostrare una maturazione nel proprio percorso,
affermandosi tanto come attrice comica quanto drammatica.
Nota anche per i suoi ruoli
televisivi, l’attrice non ha mancato di ricercare progetti diversi
per poter mettere alla prova la propria versatilità, motivo per cui
critica e pubblico l’hanno più volte indicata come una delle
attrici di punta dell’attuale panorama cinematografico nazionale.
Ecco 10 cose che non sai di Carolina
Crescentini.
Parte delle cose che non sai di Carolina Crescentini
Carolina Crescentini: i suoi
film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi italiani. L’attrice debutta al cinema nel
2006 con il film H2Odio, ma ottiene grande popolarità
grazie a Notte prima degli esami – Oggi (2007). In seguito
acquista ulteriore notorietà recitando nei film Parlami
d’amore (2008), Due partite (2009), Generazione
1000 euro (2009), Mine vaganti (2010), 20
sigarette (2010), L’industriale
(2011), Ti amo troppo per dirtelo (2011), Boris – Il
film (2011), Una famiglia
perfetta (2012), Allacciate le cinture (2014),
Meraviglioso Boccaccio (2015), Tempo instabile con
probabili schiarite (2015), Assolo (2015),
Beata ignoranza
(2017), Diva!
(2017), Sconnessi
(2018) e A casa tutti
bene (2018), di Gabriele
Muccino.
2. Ha preso parte a
produzioni televisive. Tra i ruoli che consacrano la
carriera dell’attrice vi è quello di Corinna Negri nell’acclamata
serie Boris (2007-2010). Successivamente recita
nell’episodio Ragazze in web della miniserie Mai per
amore (2012), e nel film televisivo Max e Hélène
(2015). Negli ultimi anni prende poi parte alle serie Lampedusa
– Dall’orizzonte in poi (2016) e I bastardi di
Pizzofalcone (2017-2018), recitando accanto all’attore
Alessandro
Gassmann.
3. Ha prestato la propria
voce per un film. Nel 2017 l’attrice ricopre il ruolo di
Lorena, moglie del protagonista del film The End? – L’inferno
fuori, zombie movie diretto da Daniele
Misischia. Il personaggio di Lorena tuttavia non si vede
mai in scena, e lo spettatore sente la sua sola voce tramite
cellulare. Per l’attrice si tratta dunque di una prestazione di
doppiaggio, la prima della sua carriera.
Carolina Crescentini è su
Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 137 mila persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, ma anche diverse immagini
promozionali dei suoi progetti da interprete. Non mancano inoltre
curiosità quotidiane da lei condivise con i fan.
Carolina Crescentini e Francesco
Motta
5. Ha sposato il noto
cantautore. Nel 2017 l’attrice annuncia la sua relazione
con Francesco Motta, noto cantautore divenuto
celebre per l’album La fine dei vent’anni. Tramite un post
sul proprio account Instagram l’attrice ha poi fatto sapere che nel
settembre del 2019 i due si sono sposati. I due hanno scelto una
cerimonia civile per pochi intimi tra parenti e amici, ambientando
il tutto in un resort in provincia di Grosseto.
Parte delle cose che non sai di Carolina Crescentini
Carolina Crescentini non ha
figli
6. Attualmente non ha
figli. L’attrice ha dichiarato in diverse occasioni di non
sapere se in futuro vorrà diventare mamma, e che in generale non ha
fretta di avere figli, non sopportando invece l’ansia che la
società pone a riguardo su di una donna. Una tale scelta, stando
alle sue parole, se avverrà sarà senza grandi pianificazioni.
Carolina Crescentini: chi sono i
suoi genitori
7. Ha scelto una professione
diversa dai suoi genitori. L’attrice è figlia di
commercialisti, possessori di un noto studio a Roma. Durante alcune
interviste l’attrice ha affermato che il padre e la madre avrebbero
voluto che la figlia seguisse le loro orme andando poi a lavorare
anche lei nello loro studio. La Crescentini ha però preferito
seguire la passione per il cinema, riuscendo ad affermarsi come
interprete.
Carolina Crescentini in Boris
8. È divenuta famosa per il
suo personaggio nella serie. Dal 2007 la Crescentini
partecipa a Boris ricoprendo il ruolo di Corinne, attrice
del fittizio set di cui si raccontano le vicende all’interno della
serie. La Crescentini ha dichiarato che per il suo personaggio si è
ispirata ad alcune persone da lei conosciute, amplificandone il
carattere da primadonna.
9. Ha adorato l’atmosfera
sul set. Della serie l’attrice ha più volte ricordato con
affetto l’atmosfera generatasi sul set, indicandola come una delle
esperienze più importanti della sua carriera. Anche se la serie
amplifica alcune dinamiche della vita da set, parteciparvi le ha
permesso di comprendere tante dinamiche nascoste della produzione
televisiva e cinematografica.
Carolina Crescentini: età e
altezza
10. Carolina Crescentini è
nata a Roma, in Italia, il 18 aprile 1980. L’attrice è
alta complessivamente 167 centimetri.
Resasi celebre per il ruolo di
Spettro di Seta nel film Watchmen, l’attrice Malin
Åkerman ha poi conquistato ulteriore popolarità
partecipando a progetti continuamente diversi tra loro, dalla
commedia al thriller all’action movie.
Attiva anche in televisione, dove ha
preso parte a note serie TV, l’attrice ha negli anni consolidato la
propria filmografia avvalendosi di importanti collaborazioni, che
le hanno permesso di maturare come interprete e mettere
continuamente alla prova la sua versatilità. Ecco dieci
cose che non sai di Malin Åkerman.
Parte delle cose che non sai di Malin Åkerman
Malin Åkerman: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 2000 con il
film The Skulls, per poi recitare in American Trip –
Il primo viaggio non si scorda mai (2004), Invasion
(2007), I fratelli Solomon (2007), Lo spaccacuori
(2007), accanto all’attore Ben
Stiller, 27 volte in bianco (2008), e
Watchmen
(2009), con cui diventa celebre condividendo la scena con l’attore
Billy
Crudup. Successivamente recita nei film L’isola
delle coppie (2009), The Romantics (2010), Nudi e
felici (2012), Rock of Ages
(2012), Codice fantasma (2013), Conspiracy – La
cospirazione (2016) e Rampage – Furia
animale (2018).
2. Ha preso parte a diverse
serie TV. Nel corso della sua carriera l’attrice ha preso
parte anche a diverse produzioni televisive, recitando in
particolare nelle serie The Comeback (2005),
Entourage (2006) e Childrens Hospital
(2010-2016), dove ricopre il ruolo di Valerie Flame. Appare poi in
un episodio di How I Met Your Mother (2010), e
successivamente nella serie Burnign Love (2012). È poi tra
i protagonisti delle serie Tre mogli per un papà
(2013-2014), Sin City Saints (2015), Billions (2016-2019) e Dollface
(2019).
3. Ha prodotto una serie
TV. La Åkerman ha ricoperto il ruolo di produttrice per la
serie Tre mogli per un papà, di cui è protagonista nel
ruolo di Kate Harrison. Questa è una giovane donna recentemente
sposatasi, che cerca di bilanciare la propria vita con quella del
marito, dei suoi tre figli e delle sue due ex mogli.
Malin Åkerman è su Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 470 mila persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non
mancano però anche curiosità che l’attrice condivide con i propri
fan o immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.
Malin Åkerman: chi è suo
marito
5. Ha conosciuto il primo
marito grazie alla musica. Nel 2003 l’attrice è la
cantante del gruppo The Petalstones. Qui conosce Roberto Zincone,
batterista italiano del gruppo. I due hanno iniziato a frequentarsi
dopo le prove della band, avvalendosi di un dizionario poiché
Zincone non parlava inglese. I due si sposano poi nel 2007 a
Sorrento, mentre nel 2013 nasce il loro unico figlio. Nel novembre
dello stesso anno, tuttavia, la coppia annuncia il divorzio.
Parte delle cose che non sai di Malin Åkerman
6. Si è sposata una seconda
volta. Nel 2017 l’attrice annuncia il suo fidanzamento con
l’attore britannico Jack Donnelly, celebre per il ruolo di Jason
nella serie Atlantis. I due si sono in seguito sposati nel
dicembre del 2018, apparendo in seguito insieme in diverse
occasioni di gala.
Malin Åkerman e i suoi
tatuaggi
7. Ha diversi tatuaggi
divenuti celebri. L’attrice è nota per saper esaltare i
tatuaggi presenti sul suo corpo, il più delle volte con abiti
disegnati appositamente per unire la trama del vestito al disegno
del tatuaggio. I due più famosi sono quello presente sul polso
destro, raffigurante una S e una Z intrecciate, che indicano il
nome di suo figlio, Sebastian Zincone; e il fiore di loto
raffigurato sulla parte alta della sua schiena, che simboleggia un
tributo alla sua formazione buddista.
Malin Åkerman in How I Met Your
Mother
8. Ha recitato nella celebre
sitcom. Nel 2010 l’attrice prende parte all’episodio
Piantati all’altare, della quinta stagione di How I
Met Your Mother. Qui ricopre la versione cinematografica di
Stella, ragazza che Ted aveva frequentato tempo addietro e la cui
storia d’amore vede ora adattata in un film intitolato The
Wedding Bride.
Malin Åkerman in Rampage
9. È la villain del
film. Nel film con protagonista Dwayne
Johnson e una serie di enormi e pericolose creature,
la Åkerman ha interpretato il ruolo di Claire Wyden, ovvero la
mente dietro alla multinazionale responsabile per il mutamento
genetico delle creature.
Malin Åkerman: età e altezza
10.Malin
Åkerman è nata a Stoccolma, in Svezia, il 12 maggio 1978.
L’attrice è alta complessivamente 173 centimetri.
Dopo la prima foto rubata
dallo stesso Tom Hardy, ecco un video dal set di Venom
2 in cui vediamo Woody Harrelson che interpreta Cletus
Kasady/Carnage, nel prossimo film diretto da Andy Serkis.
Come già annunciato dal
finale del precedente capitolo, in Venom 2 assisteremo
allo scontro tra il simbionte e Cletus
Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams (Fosse/Verdon) nei panni di Anne
Weying, Woody
Harrelson (Zombieland: Double Tap) nei panni di
Cletus Kasady/Carnage, Naomie Harris (No
Time to Die) nei panni di Shriek e l’attore
inglese Stephen Graham.
Nel frattempo è stato
ufficializzato anche il nome di Robert
Richardson in qualità di direttore della fotografia.
“Ciò che era rimasto inesplorato nel primo film esploderà nel
secondo, soprattutto grazie al personaggio centrale” ha
dichiarato Richardson, “Ma ora abbiamo Woody Harrelson, che
ovviamente farà la sua grande entrata, vedremo cos’altro accadrà
con la collaborazione tra Sony e Marvel.”
Vi ricordiamo
che Tom
Hardy tornerà a interpretare Eddie Brock anche
nel sequel di Venom, progetto già in sviluppo
dopo l’inaspettato successo al box office dello scorso autunno, e a
confermarlo è stata la produttrice Amy Pascal.
Martin McDonagh ha
scelto il suo prossimo film, che lo vedrà di nuovo dirigere la
coppia formata da
Colin Farrell e Brendan Gleeson. I due attori erano
già stati protagonisti del bellissimo In
Bruges. Il nuovo film si intitola The
Banshees of Inisheer.
Il film è ambientato su una remota
isola irlandese e i due attori interpreteranno due amici che si
ritrovano in una situazione di stallo quando uno dei due interrompe
bruscamente la loro relazione con conseguenze allarmanti per
entrambi. Le riprese si svolgeranno quest’estate.
Lo scrittore-regista ha collaborato
con entrambi gli attori, oltre a Ralph Fiennes, nella commedia nera del 2008,
In Bruges, in cui Farrell ha interpretato
un sicario che viene portato nella pittoresca città del Belgio per
distrarsi e divertirsi, prima di essere fatto fuori da un collega
(Gleeson). Si scopre però che il sicario progetta di suicidarsi a
causa di un colpo mal riuscito – un bambino è stato ucciso – e
quando il suo amico ferma il suo tentativo di suicidio e si rifiuta
di scacciarlo, entrambi gli assassini vengono presi di mira dal
loro capo (Fiennes). Il film ha segnato un grande debutto alla
regia per McDonagh.
Dopo il successo del film biografico
su Elton John,
Rocketman, la Paramount ha scelto il
regista Dexter Fletcher per dirigere un altro
progetto di alto profilo per lo studio.
Fletcher dirigerà Il
Santo, un riavvio del thriller d’azione del 1997 con
Val Kilmer. L’avventura, in giro per il mondo, si
basa sulla serie di romanzi degli anni ’20 scritta da
Leslie Charteris.
Seth Grahame-Smith
ha scritto la sceneggiatura del film, mentre Lorenzo Di
Bonaventura (Transformers, G.I.
Joe) sta producendo insieme a Brad Krevoy e il
compianto Robert Evans, che firmerà postumo il progetto.
Il film segue Simon
Templar (a.k.a. Il Santo), un
criminale alla Robin Hood e ladro a noleggio. Il personaggio del
libro ha anche ispirato uno show televisivo degli anni ’60. Mentre
l’adattamento cinematografico degli anni ’90 non ha dato il via a
un franchise come sperato, lo studio vede un potenziale nel per una
serie di film di lunga data.
Il Santo sarà il prossimo lavoro di
Fletcher, dopo che il regista avrà firmato
Renfield, un progetto della Universal che
tenta ancora di rivitalizzare il suo Monsterverse. Il film
sarà infatti incentrato sull’omonimo personaggio presente nella
storia di Dracula. I dettagli della trama sono attualmente
sconosciuti, anche se si ritiene che il film sia ambientato ai
giorni nostri.
Si tratta di un momento d’oro per
Dexter Fletcher, che dopo aver ereditato
Bohemian Rhapsody dal licenziato
Bryan Singer, ha confermato il suo folgorante
successo con Rocketman.
Birds of
Prey è stato il primo film del DCEU ad essere
vietato ai minori, ma non il primo film basato sui personaggi della
DC Comics a ricevere un rating del genere, dal momento che già
Joker –
che ufficialmente non fa parte del DCEU – aveva ricevuto un divieto
ai minori non accompagnati.
I due film sono ovviamente molto
diversi, non soltanto per quanto riguarda le atmosfere e i toni, ma
anche in termini di ambizioni. Ecco di seguito 5 motivi per cui
Birds of Prey è forse più riuscito di
Joker, ed altri 5 per cui il cinecomic di
Todd Phillips è sicuramente più riuscito di quello di Cathy
Yan:
Birds of Prey > Joker: l’intrattenimento
Se siete
alla ricerca di un film divertente, Birds of Prey è
sicuramente un film in grado di offrire una maggiore dose di
scanzonato intrattenimento rispetto a Joker. I toni del
film sono certamente più colorati e allegri, nonostante il
cinecomic di Todd Phillips non sia stato pensato per intrattenere,
essendo il ritratto oscuro di un personaggio disturbato, spinto
dalla società a commettere azioni deplorevoli.
Eppure, qualcuno
potrebbe asserire che gli stessi film che hanno ispirato il lavoro
di Phillips, ossa Taxi Driver e Re per una notte,
hanno una dose di umorismo di gran lunga più sottile ma comunque
spiccata rispetto alla pellicola con Joaquin
Phoenix.
Birds of Prey < Joker: il box office
Birds of Prey non è stato
un vero e proprio flop, ma non ha neanche raggiunto i risultati
sperati dalla Warner Bros.: con un budget di circa 80 milioni di
dollari, ad oggi il film ne ha incassati in patria meno di 50, con
un’apertura pari a circa 33 milioni di dollari.
I risultati raggiunti a livello
internazionale hanno risollevato un po’ la corsa del film al
botteghino, ma è davvero nulla in confronto alla performance al box
office di Joker, diventato il primo cinecomic vietato ai
minori ad incassare oltre un miliardo di dollari.
Birds of Prey > Joker: l’azione
Chad
Stahelski è stato ingaggiato come regista di seconda unità per
ravvivare alcune delle sequenze d’azione di Birds of Prey.
La reputazione del regista della saga di John Wick lo
precede: Stahelski, infatti, è noto per le sue sequenze di
combattimento particolarmente viscerali e coreografiche.
In Joker
non succede nulla di particolarmente eccitante, almeno fino al
terzo atto del film, quando tutta la tensione esplode e la città di
Gotham è ormai totalmente dilaniata dalla violenza. Certo,
Joker non è un film d’azione e non è mai stato
pubblicizzato come tale, quindi il giudizio per un’eventuale
mancanza di componente action non può non prescindere
dalla sua natura intrinseca di film drammatico.
Birds of Prey < Joker: l’aspetto di Gotham
Il personaggio di Arthur Fleck
interpretato da Joaquin Phoenix vive in una Gotham che ricorda
tanto la New York di fine anni ’70. Il film è stato girato nei
cinque distretti della città e ne mette in risalto diversi aspetti,
incluso l’aspetto più underground tipico della
metropoli.
New York è quindi il luogo perfetto
per il tipo di storia raccontata da Phillips, soprattutto per la
sua natura pittoresca. Birds of Prey, invece, è stato
girato a Los Angeles, e la Gotham ricreata ha sicuramente un
aspetto diverso. Los Angeles sarà anche funzionale alle scorribande
di Harley Quinn e socie, ma niente può la leggendaria Grande Mela
dove i sogni possono diventare realtà…
Birds of Prey > Joker: i co-protagonisti
Si potrebbe dire che Joker,
proprio grazie alla magistrale interpretazione di Joaquin Phoenix,
è un “one man show” a tutti gli effetti. Gli attori
secondari, nonostante il talento di Zazie Beetz e la presenza nel
cast del gigante Robert De Niro, sono tutti al servizio di Arthur
Fleck e dei suoi tormenti interiori.
In Birds of Prey, la
protagonista è ovviamente Harley Quinn, ma tutti gli altri
personaggi hanno comunque una loro storia che viene – più o meno –
approfondita e che permette al pubblico di conoscere meglio ognuno
di loro. Anche Black Mask, il villain principale, ha comunque il
tempo necessario per poter brillare all’interno della narrazione.
In termini di gestione di cast e personaggi, Birds of Prey
è sicuramente più riuscito rispetto a Joker.
Birds of Prey < Joker: il messaggio
Birds of Prey è un film
allegro, scanzonato, divertente, nonostante il bizzarro mix di toni
e atmosfere. Non manca certamente di sostanza, ma è comunque privo
di un significato o di una morale profondi.
Joker, al contrario, scava
in profondità nella psiche contorta di un reietto sociale, per
esplorare e raccontare i motivi che possono spingere qualcuno ad
agire in maniera così spregiudicata come Arthur Fleck. Senza
contare il fatto che, a fare da sfondo alla vicenda, ci sono le
crescenti tensioni tra le classi più agiate di Gotham e coloro che
sono meno fortunati e che sono stati dimenticati dalla società.
Birds of Prey > Joker: i colpi di scena
La storia
di Birds of Prey si sviluppa in maniera semplice e
lineare. Harley Quinn ha appena rotto col Joker e adesso non vede
l’ora di dimostrazione a tutta Gotham di poter andare avanti anche
da sola.
Agli occhi di alcuni
spettatori, il modo in cui la storia di Birds of Prey si evolve
potrebbe essere assolutamente un aspetto positivo: Joker,
invece, presenta un grande colpo di scena che ai più potrebbe
apparire come ingenuo: ci stiamo chiaramente riferendo al fatto che
il rapporto con Sophie è frutto esclusivamente della sua
immaginazione. Alcuni l’avevano già intuito; altri invece lo hanno
etichettato come un espediente “pigro” per rendere più accattivante
la trama.
Birds of Prey < Joker: funzionare come standalone
La storia di Arthur Fleck è
probabilmente unica. Nessun cinecomic uscito prima può essere
paragonato a Joker, e al momento non esistono piani per un
eventuale sequel (nonostante il miliardo di dollari al
botteghino). Birds of Prey fa parte del DCEU e Margot
Robbie aveva già interpretato Harley Quinn in Suicide Squad. Fortunatamente, è
abbastanza facile seguire il film di Cathy Yan anche se non si è a
conoscenza di quanto accaduto nella pellicola di David Ayer.
È innegabile però che uno dei tanti
meriti di Joker sia quello di essere un film sì basato su
un personaggio dei fumetti, ma di poter essere allo stesso tempo
apprezzato da qualsiasi tipologia di pubblico.
Birds of Prey > Joker: lo humor
Birds of Prey non è un film
propriamente spensierato, nonostante i momenti di leggerezza siano
disseminati un po’ ovunque. Anche nel film di Cathy Yan, infatti,
la commedia assume spesso dei toni morbosi, fermo restando che sono
i toni burleschi ed irriverenti a farla da padrone.
Joker, invece, trascina il
pubblico in un un’atmosfera oscura ed opprimente fin dai primissimi
minuti. Alcuni hanno apprezzato questa scelta, altri probabilmente
avrebbero gradito un maggiore contrasto tra le varie parti del
film.
Birds of Prey < Joker: la performance di Joaquin
Phoenix
Anche
coloro che non hanno amato Joker, non possono non inchinarsi di
fronte all’interpretazione di Joaquin Phoenix e alla lenta ma
inesorabile discesa di Arthur Fleck negli abissi della follia.
Vedere quanta dedizione l’attore abbia messo nel ruolo è davvero
stimolante, ecco perché nessuno è rimasto veramente sorpreso quando
Phoenix è riuscito a portare a casa l’Oscar come migliore
attore.
Anche Birds of
Prey è pieno di personaggi e interpretazioni fantastiche, ma è
altamente improbabile che qualcuno di loro riesca a distinguersi
come ha fatto Phoenix.
Queste le candidature ai
Premi David di Donatello 2020 dei film usciti al
cinema dal 1˚ gennaio al 31 dicembre 2019, in ordine alfabetico,
votate dal 7 gennaio all’8 febbraio 2020 dai componenti la Giuria
dell’Accademia e trasmesse ufficialmente dallo Studio Notarile
Marco Papi. Le ha comunicate, nell’incontro di oggi con la stampa,
Piera Detassis, Presidente e Direttore Artistico
dell’Accademia. Sono presenti degli ex-aequo.
Il film ad ottenere il maggior
numero di nomination è il bellissimo Il Traditore, di Marco
Bellocchio, presentato allo scorso Festival
di Cannes 2019, che porta a casa 18 candidature, mentre seguono
a distanza, con 15 nomination a testa, Il Primo Re di Matteo
Rovere e Pinocchio di Matteo
Garrone.
Martin Eden di Pietro
Marcello ha raccolto l’apprezzamento dell’Accademia, con
11 candidature, mentre, forse a sorpresa, 5 è il numero perfetto
raggiunge ben 9 nomination.
Ecco tutte le candidature ai David di Donatello 2020
MIGLIOR FILM
Il primo re
prodotto da GRØENLANDIA, con RAI CINEMA,
GAPBUSTERS, ROMAN CITIZEN per la regia di Matteo ROVERE
Il traditore
prodotto da IBC MOVIE, KAVAC FILM, con RAI
CINEMA per la regia di Marco BELLOCCHIO
Il miglior film straniero Premio David di Donatello 2020 è:
PARASITE di Bong Joon Ho
***
Il premio al miglior cortometraggio viene assegnato da una giuria
composta da Giada Calabria, Francesca Calvelli, Leonardo Diberti,
Paolo Fondato, Elisabetta Lodoli, Enrico Magrelli, Lamberto
Mancini, Mario Mazzetti, Paolo Mereghetti e presieduta da Andrea
Piersanti.
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Baradar
di Beppe TUFARULO
Inverno
di Giulio MASTROMAURO
Il nostro tempo
di Veronica SPEDICATI
Mia Sorella
di Saverio CAPPIELLO
Unfolded
di Cristina PICCHI
Il miglior cortometraggio Premio David di Donatello 2020 è:
INVERNO di Giulio Mastromauro
***
Il Premio David Giovani viene assegnato da una giuria nazionale di
studenti degli ultimi due anni di corso delle scuole secondarie di
II grado.
DAVID GIOVANI
Il traditore
di Marco BELLOCCHIO
L’uomo del labirinto
di Donato CARRISI
La dea fortuna
di Ferzan OZPETEK
Martin Eden
di Pietro MARCELLO
Mio fratello insegue i
dinosauri
di Stefano CIPANI
Venerdì 3 aprile si terrà la
cerimonia di premiazione della 65ᵃ edizione dei
Premi David di Donatello, un compleanno importante che verrà
celebrato in diretta in prima serata su Rai1. La conduzione
dell’edizione 2020 è affidata a Carlo Conti. Nel corso della
cerimonia, numerosi protagonisti del cinema italiano e
internazionale consegneranno venticinque Premi David di Donatello e
i David Speciali.
I Premi David di Donatello sono
organizzati dalla Fondazione Accademia del Cinema Italiano – Premi
David di Donatello e dalla RAI: Piera Detassis è il Presidente e
Direttore Artistico dell’Accademia, il Consiglio Direttivo è
composto da Francesco Rutelli, Carlo Fontana, Mario Turetta,
Francesca Cima, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Domenico Dinoia,
Edoardo De Angelis, Francesco Ranieri Martinotti, Giancarlo
Leone.
La 65ᵃ edizione
della manifestazione si svolge sotto l’Alto Patronato del
Presidente della Repubblica, con il contributo del MiBACT Ministero
per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo – Direzione
Generale Cinema e Audiovisivo, d’intesa con AGIS e ANICA e con la
partecipazione, in qualità di Soci Fondatori Sostenitori, di SIAE e
Nuovo IMAIE.
In Spider-Man: Far From
Home abbiamo visto il personaggio di
Flash Thompson aggiornare con una certa costanza
una sua rubrica social di nome “Flash Mob”. Quello che forse non
tutti sanno è che, in occasione della campagna promozionale del
film con Tom Holland, la Sony Pictures creò
davvero una profilo Instagram di Flash Thompson,
utilizzato per sponsorizzare il cinecomic sia prima che durante la
sua uscita nelle sale.
Adesso, l’account in questione è
stato aggiornato di nuovo: questa volta, però, il riferimento è a
Morbius, l’atteso cinecomic con
protagonista Jared Leto. Attraverso le storie del
profilo @spideyno1fan_, infatti, Flash
ha condiviso una pagina del Daily Bugle con il titolo “Dov’è
Spider-Man?” (che avevamo già avvistato in alcune foto dal set),
per poi scrivere: “Sapete gente, qualche volta mi manca quando
il mondo non veniva distrutto da vampiri, alieni e robot
volanti.”
Scrutando l’immagine con attenzione,
è possibile notare anche – sempre sulla prima pagina del Daily
Bugle – un riferimento al sequel di
Venom, in particolare a Cletus
Kasady e all’evasione di prigione del villain. A
questo punto, l’ipotesi di un collegamento tra l’Universo
Cinematografico Marvel e lo Spider-Verse
della Sony sembra essere ancora più accreditata.
Jared Leto è
il protagonista dello spin-off dedicato al personaggio dello
Spider-Verse in produzione alla Sony, Morbius: il
Vampiro Vivente. Il premio Oscar interpreta il Dr. Michael
Morbius, un biochimico che tenta di curare una fatale malattia del
sangue iniettandosi un siero derivato da pipistrelli. Diventando
Morbius, ha tutte le qualità di un vampiro – incluso il gusto per
il sangue umano.
Tyrese Gibbs, Adria
Arjona e Jared
Harris completano il cast del film, che uscirà
nelle sale il 31 luglio 2020. La Arjona interpreterà Martine
Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista Morbius: nei
fumetti, Martine diventa una potenziale vittima della sua sete di
sangue mentre è alle prese con la trasformazione che lo ha reso una
strana versione da laboratorio dei vampiri soprannaturali della
tradizione.
Con Morbius continua il piano
della Sony per espandere un universo parallelo a quello dei
Marvel Studios, inaugurato lo scorso anno
da Venom di Ruben
Fleischer. Il film sarà diretto da Daniel
Espinosa (Safe House – Nessuno è al sicuro, Life –
Non oltrepassare il limite), mentre la sceneggiatura è stata
firmata da Matt Sazama e Burk Sharpless, che vantano nel proprio
curriculum titoli come Power
Rangers, Dracula Untold, The Last Witch
Hunter– L’Ultimo Cacciatore di
Streghe e Gods of Egypt.
Creato dallo
scrittore Roy Thomas e
dall’artista Gil Kane, il personaggio di
Morbius è apparso per la prima volta nei panni di un criminale di
Spider-Man nell’ottobre 1971 e si è evoluto in una specie di eroe
dei fumetti nel corso dei decenni.
Un romanzo ispirato a
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker conferma che nel film è stato tagliato
un collegamento con il personaggio di Darth Vader. La Lucasfilm ha
appena reso disponibile un estratto dal romanzo in questione
attraverso il sito ufficiale della saga StarWars.com.
Nell’estratto in questione viene
descritta una versione alternativa ed ampliata dell’incontro tra
Kylo Ren e gli Alazmec di Winsit, quando Kylo diventa consapevole
di essere osservato da una misteriosa figura. Una volta uccisi gli
Alazmec, Kylo avanza tra le paludi di Mustafar e affronta una
creatura di cui non conosce l’identità, che al suo cospetto si
identifica come un servo di Darth Vader, scelto dal Signore Oscuro
dei Sith per proteggere il Wayfinder e donarlo soltanto a chi –
secondo il suo giudizio – ne sia veramente degno.
Di seguito la descrizione completa del passaggio in
questione:
“Un gigante emerse, una creatura
senza peli illuminata soltanto dall’umidità. Frammenti di detriti
di lago si aggrappavano alla sua pelle pastosa. I suoi occhi erano
chiusi, ma in qualche modo poteva ancora vedere, perché sorretto
dalla sua enorme testa calva, mentre su una spalla c’era un seconda
creatura con lunghi tentacoli di ragno. I due erano incastrati,
come in simbiosi. Kylo avvertì il dolore del gigante, come se fosse
schiavo del ragno che a lui si aggrappava. Eppure, non poteva
sopravvivere da solo. “
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione
dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende
e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver,
Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi
Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri
Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie
Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris Terrio,
mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
In Justice League abbiamo visto una
Batcaverna leggermente diversa, modificata durante le riprese
aggiuntive del cinecomic affidate a Joss Whedon. A
diversi mesi di distanza dall’uscita del film nelle sale, i fan si
sono “divertiti” ad analizzare la versione destinata al grande
schermo del cinecomic, cercando di scoprire quali fossero le parti
provenienti dall’operato di Snyder e quali no.
Adesso, l’account Instagram thejackaldream, ha
scovato un nuovo interessante dettaglio a proposito del film, che
riguarda proprio la caverna sottostante la villa di
Bruce Wayne che funge da quartier
generale di Batman. Grazie ad un nuovo video, è stato
rivelato che Joss Whedon, nel film, ha unito
insieme la Batcaverna con il covo aerospaziale di Bruce Wayne,
rendendoli un luogo unico.
Già in passato, una foto diffusa da
Zack Snyder via Vero aveva confermato che il covo
aerospaziale aveva nella #SnyderCut una sua
specifica funzione, diversa dalla Batcaverna.
Potete vedere il video diffuso da thejackaldream di
seguito:
Nelle ultime settimane sono emersi
ulteriori dettagli circa la lavorazione “travagliata”
di Justice League, con Snyder che ha
spiegato che i cambiamenti apportati in itinere sono stati causati
da varie interferenze con lo studio:
“Partivamo con l’idea che una
minoranza di persone non aveva amato Batman v Superman, e questo ha avuto un
effetto anche sul film successivo. La mia versione originale del
film, che avevo scritto insieme a Chris Terrio, non è mai stata
girata. L’idea reale, difficile, e spaventosa, non è mai stata
realizzata per le paure dello studio, e io e miei collaboratori
eravamo insicuri proprio a causa della reazione scatenata da Batman
v Superman […]
Sarebbe stata una lunga storia
da raccontare…saremmo finiti in un futuro a distanza dove
Darkseid conquistava la Terra e dove Superman cedeva all’equazione
dell’anti vita. Alcuni membri della Justice League sopravvivevano
in quel mondo combattendo, Batman rompeva il suo patto con Cyborg e
Flash tornava indietro nel tempo per dire qualcosa a
Bruce…“
Preparatevi al ritorno dei
dinosauri, perché il regista Colin Trevorrow ha
apparentemente confermato che la produzione di Jurassic
World 3 inizierà molto presto. I dettagli sulla
trama del nuovo film non sono ancora stati resi noti, ma è
probabile che la storia prenderà le fila da quanto abbiamo visto
alla fine del precedente Il Regno Distrutto, dove i
dinosauri sembravano essere pronti ad insediarsi nella società
umana.
La scorsa settimana Chris Pratt aveva anticipato che le riprese di
Jurassic World 3 sarebbero iniziate molto
presso, e adesso Trevorrow sembra aver confermato quanto dichiarato
dall’attore. Attraverso il suo account Twitter, infatti, il
regista ha postata la foto del modello di un dinosauro –
direttamente dal backstage del film -, con il seguente messaggio:
“Pronti”.
Colin Trevorrow
non ha specificato una data di inizio ufficiale delle riprese, ma a
quanto pare sembra che tutto sia veramente pronto per l’inizio
della produzione.
Potete vedere il post condiviso dal regista di seguito:
Jurassic
World 3vedrà sia Pratt che Howard tornare
nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo
anche Justice Smith,Daniella Pineda,
Jake Johnson e Omar Sy.
Ma non saranno i soli a tornare.
Nel film vedremo infatti di nuovo anche i personaggi del film
originale. Laura Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il
Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del
2001.
Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato
da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare
in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World: Il Regno
Distrutto. Il ritorno di Ian Malcolm è stato
fortemente anticipato nei trailer, ma alla fine è stato poco più
che un cameo, pertanto, i fan sono rimasti immensamente delusi. I
ruoli di Dern, Neill e Goldblum in Jurassic World
3, tuttavia, sono considerati molto più
importanti.
Le riprese di Jurassic
World 3, affidato nuovamente al
regista Colin Trevorrow con la sceneggiatura
scritta da Emily Carmichael (Pacific Rim 2
– La Rivolta), inizieranno nei primi mesi del 2020, e
possiamo aspettarci nei prossimi giorni qualche dettaglio in merito
alla trama e ai nomi che affolleranno il set.
Anche Mamoudou
Athie farà parte del cast del film, come confermato
da Deadline, e si unirà dunque a Chris
Pratt e Bryce
Dallas Howard sul set. L’attore è tra i
protagonisti della serie Sorry For Your
Loss (disponibile ora su Facebook Watch) al fianco
di Elizabeth Olsen, e di
recente è apparso in The Circle, The Front
Runner. Prossimamente lo vedremo nel dramma Prentice
Penny Uncorked di Netflix
e nella pellicola prodotta da 20th Century Fox Underwater con
Kristen Stewart.
Lo stesso Trevorrow ha recentemente
pubblicato il cortometraggio Battle at Big
Rock, i cui eventi sono ambientati un anno dopo
Jurassic World –
Il regno distrutto mostrando i dinosauri che vivono
nel nostro mondo e lottano per la sopravvivenza. Vi ricordiamo che
Jurassic
World 3 uscirà nelle sale l’11 giugno 2021.
I fan dell’Universo Cinematografico
Marvel hanno finalmente la
possibilità di scoprire com’è stato creato il Guanto
dell’Infinito del temibile Thanos
(Josh Brolin) in Avengers: Infinity War.
Al di là delle sei Gemme dell’Infinito, il guanto di metallo è
sempre stato uno strumento centrale nei piani del Titano Pazzo per
ristabilire l’ordine universale attraverso il famigerato “schiocco
delle dita”. Nonostante l’enorme sforzo degli eroi più potenti
della Terra e dei loro nuovi alleati, alla fine del film abbiamo
visto Thanos avere la meglio e riuscire a portare a termine il suo
malvagio piano.
Il Guanto
dell’Infinito ha avuto una storia abbastanza tumultuosa
all’interno del MCU ed è stato una pezzo importante
della narrazione tanto in Infinity War
quanto in Endgame. Proprio per questo
motivo, non stupisce che i Marvel Studios abbiano trascorso diverso tempo
a riflettere su quale sarebbe potuto essere il design migliore per
il potente artefatto.
Attraverso una nuova immagine
condivisa via Instagram, il
fotografo Chuck Zlotnick ci mostra proprio un
momento dal backstage di Infinity War in cui un’artista
che dallo stesso fotografo viene identificato come “il mio amico
Fred” è intento a lavorare proprio sul Guanto dell’Infinito, che
alla fine del cinecomic di Anthony e Joe
Russo ha permesso al Titano Pazzo, dopo essere entrato in
possesso di tutte e sei le Gemme, di riuscire nel suo intento.
Potete vedere il post condiviso da Zlotnick di seguito:
Ricordiamo
che Avengers: Endgame è il
film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo
dei Marvel Studios, che con l’avventura
diretta da Anthony e Joe Russo hanno chiuso
un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un
esperimento produttivo senza pari.
Quando venne annunciato che
James
Gunn avrebbe diretto The
Suicide Squad, i fan erano sorpresi ma allo
stesso tempo eccitati all’idea che il regista di Guardiani della Galassia
avrebbe preso le redini di un progetto targato DC. Adesso, è emerso
che l’atteso reboot dedicato alla Task Force X non era l’unica idea
per un film DC che Gunn aveva in mente.
Nella giornata di ieri, infatti, il
regista ha rivelato attraverso le storie di Instagram che aveva delle idee per altri
due film qualora non fosse riuscito a realizzare The Suicide Squad.
Il regista è stato protagonista di
un piccolo Q&A attraverso il suo profilo ufficiale Instagram.
Quando un fan gli ha chiesto quale altro cinecomic DC gli sarebbe
piaciuto dirigere, Gunn ha spiegato che in realtà erano ben due i
film che aveva in mente, ma chiaramente non ha rivelato di quali si
trattasse. “Ne avevo due in mente”, ha scritto Gunn.
“Forse un giorno scoprirete di quali si trattava (ma non
oggi).”
Un altro fan ha voluto sapere se i
due film che aveva in mente erano progetti che adesso sono stati
affidati ad altri registi o se si tratta di progetti non ancora
annunciati: Gunn ha risposto che – almeno all’epoca – erano
progetti che sarebbero stati realizzati soltanto se lui fosse stato
coinvolto: “Entrambi sono progetti che non sarebbero stati
realizzati a meno che io non li avessi realizzati, almeno non in
quel momento”, ha spiegato il regista.
Il cast ufficiale
di The Suicide
Squad comprende i veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry
Idris Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn,
David Dastmalchian, Storm Reid, Taika
Waititi e John Cena. Nel film
reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio,
Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice
Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe
interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti
ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri
arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento
metallico antigravità. Altri nomi circolati nelle ultime settimane
sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael
Rooker Savant.