Dopo Leonardo DiCaprio
e Brad Pitt, anche a Margot Robbie è stato dedicato un poster di
Once Upon a Time in Hollywood. L’attrice sarà
Sharon Tate, nel film di Quentin
Tarantino, che arriverà quest’estate.
All’inizio della produzione, si
pensava che il film fosse una cronaca degli omicidi della
Famiglia Manson, che hanno avuto proprio Sharon
tra le vittime più famose, tuttavia, abbiamo poi scoperto che
Taranino racconterà la storia di una star di una serie tv western
(DiCaprio), vicino di casa della Tate (Robbie).
Gli omicidi della famiglia Manson
saranno quindi parte del film, immaginiamo una parte importante, ma
non il centro della vicenda. Ecco di seguito il poster con
Margot Robbie nei panni dell’attrice che fu moglie
di Roman Polanski:
Le prime immagini del
film suggeriscono che Tarantino e la sua troupe – tra cui la
costumista Arianne Phillips
(Kingsman) e la scenografa Barbara
Ling (Ho cercato il tuo nome) – stiano
davvero cercando di ricreare il “look and feel” del 1969, quindi
sarà interessante vedere se ciò trasparirà anche dal teaser.
La
storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che
viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick
Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva
western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi
stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono
più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon
Tate.
Nel cast anche Damian
Lewis, Dakota Fanning, Nicholas
Hammond,Emile Hirsch, Luke
Perry, Clifton Collins Jr., Keith
Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt
Russell e Michael Madsen. Rumer
Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret
Qualley, Madisen Beaty e Victoria
Pedretti. Infine Damon Herriman sarà
Charles Manson.
Il film sarà anche
l’ultima apparizione cinematografica di Luke
Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale
di Once
Upon a Time In Hollywood è fissata
al 9 agosto 2019.
Interpretare un supereroe è un
privilegio e una responsabilità, ma non è da trascurare il potere
che questa scelta esercita sul futuro professionale delle star.
Alcune di loro sono entrate nel meraviglioso mondo dei cinecomic
Marvel quando erano poco
più che sconosciuti, altri si sono risollevati dopo anni di
anonimato…
Ecco allora di seguito
8 perfetti esempi di attori la
cui carriera è cambiata dopo aver lavorato con i Marvel Studios:
Sebastian Stan
Prima di entrare nei panni di Bucky
Barnes (futuro Soldato d’Inverno) in Captain America: Il
Primo Vendicatore, Sebastian
Stan era noto al grande pubblico per ruoli minori
nella serie di successo Gossip Girl (era Carter
Baizen, il rampollo e interesse sentimentale di Serena
VanderWoodsen) e nella pellicola Hot Tub Time
Machine.
E se è vero che il capitolo
inaugurale delle avventure di Steve Rogers non gli rese giustizia,
il suo ritorno come villain in The Winter Soldier
si rivelò una vera e propria consacrazione per l’attore: con grande
equilibrio la sua performance riusciva a bilanciare i conflitti
interiori di Bucky e la rabbia del supereroe, qualità artistiche
che hanno favorito la sua carriera futura come testimoniano
I,
Tonya, The Martian, Logan
Lucky e il recente Destroyer al fianco di
Nicole
Kidman.
Anthony Mackie
Esattamente come il collega
Sebastian Stan, anche Anthony Mackie non godeva
della luce dei riflettori hollywoodiani prima di interpretare Sam
Wilson aka Falcon nel MCU; nella sua filmografia figurano
8 Mile, Million Dollar Baby e
The Hurt Locker, tutti premiati agli Oscar, ma mai
un ruolo centrale.
Dopo Captain America:
The Winter Soldier le cose sono decisamente migliorate
per l’attore: è apparso in quasi tutti i cinecomic Marvel e ha recitato di nuovo in
pellicole acclamate come Detroit di Kathryn
Bigelow e The Hate U
Give. Prossimamente sarà il protagonista della seconda
stagione della serie fantascientifica cyberpunk di NetflixAltered Carbon.
Dave Bautista
Il sei volte campione del mondo
della WWE Dave Bautista ha seguito le orme dell’ex
wrestler Dwayne “The Rock Johnson” lanciandosi in
una carriera cinematografica decollata soltanto grazie ai Marvel Studios. L’attore interpreta
infatti Drax nel franchise dei Guardiani della Galassia e
nell’universo condiviso.
Il percorso è stato il medesimo di
tanti altri: film action di serie B (Il Re Scorpione 3, Riddick)
poi la grande opportunità con James
Gunn che lo vuole nel suo team di freaks in Guardiani
Vol.1. Da lì Bautista non si è più fermato, lavorando con
Denis Villeneuve in Blade Runner
2049 e con Sam Mendes in Spectre.
Tom Hiddleston
Attore teatrale con formazione
shakespeariana, Tom
Hiddleston ottiene la fama mondiale grazie a
Kenneth Branagh che lo sceglie come interprete di
Loki
nel primo film del franchise di Thor uscito nel
2011.
Grazie a Hiddleston il Dio
dell’Inganno diventa rapidamente uno dei personaggi più amati tra i
fan delle Marvel e non solo, ottenendo un
ruolo da protagonista in The Avengers del
2012.
Ora l’attore è una vera star, e ha
lavorato con autori del calibro di Woody Allen
(Midnight in Paris), Guillermo Del Toro (Crimson
Peak) e Steven Spielberg (War Horse).
Paul Rudd
Fino a qualche anno fa tutti
avrebbero ricordato Paul
Rudd come volto ricorrente delle commedie romantiche
di Judd Apatow, ma è solo grazie ai Marvel Studios – che lo trasformano
in Ant-Man – che il pubblico inizia a
familiarizzare con questo attore dal talento smisurato.
C’è da dire che anche la carriera di
Rudd sembra essersi spostata su progetti più seri rispetto al
passato, come Altruisti si diventa e
Mute.
Cobie Smulders
La maggior parte degli attori che
ottengono il successo grazie a serie TV combattono a lungo con
l’immagine di quel personaggio iconico dopo la fine dello show. Per
tutti Cobie Smulders sarà sempre la Robin
Scherbatsky di How I met your mother, mentre per
il pubblico cinematografico l’attrice è anche l’agente
Maria Hill, la più vicina confidente di Nick Fury
e eroina del MCU.
Dal primo Avengers la Smulders è
apparsa in altri titoli Marvel, e prossimamente sarà nel
cast di Spider-Man: Far
From Home, e nelle serie Friends from
College e Una serie di sfortunati eventi
di Netflix.
Robert Downey Jr.
Le storie di rivincita personale e
professionale sono sempre le migliori da raccontare, specialmente
se il protagonista è un attore diventato la star più importante
dell’universo cinematografico Marvel.
Robert Downey
Jr. è stato una giovane promessa hollywoodiana fino ai
suoi problemi con la tossicodipendenza che hanno portato ad un
lungo periodo di riabilitazione. Ma la sua carriera si è
miracolosamente ripresa dopo la seconda possibilità offertagli dai
Marvel Studios: diventare il volto
di Tony Stark aka Iron Man.
Ora un attore come Downey ottiene
stabilmente almeno 50 milioni per ogni film…una bella rivincita
no?
Chris Pratt
“Sei ad un altro panino
dall’obesità...”, diceva Drax a Star-Lord in una delle sue
migliori battute. Ma questa è anche la storia personale di Chris
Pratt, comico conosciuto per il ruolo di Andy Dwyer
nella sit-com Parks and Recreation.
Nessuno, prima di vederlo nei panni
di Peter Quill in Guardiani della Galassia,
pensava che l’attore potesse interpretare un eroe con quel fisico,
e invece Pratt stupì tutti trasformandosi in un perfetto incrocio
tra Han Solo e Indiana Jones.
Ora, è una delle più grandi stelle
di Hollywood protagonista di franchise di successo come
Jurassic World e The LEGO
Movie.
Il nuovo numero di Empire dedicato
ad Avengers:
Endgame si è rivelata una fonte molto ghiotta di
curiosità sul film in uscita a fine aprile grazie alle
dichiarazioni – spoiler free – dei registi Anthony e Joe Russo, di
Kevin Feige e dei due sceneggiatori.
Qui sotto trovate un riepilogo dlel’intervista:
Un marketing ridotto all’osso
Tutto ciò che di ufficiale abbiamo
sul film sono due poster, due trailer e uno spot TV (quello
mandato in onda durante la finale del Super Bowl), per alcuni non
abbastanza ma sicuramente in linea con una campagna marketing che
sta lavorando per conservare fino all’ultimo la segretezza
assoluta.
E a quanto pare si tratta di una
strategia concordata fin dall’inizio dai Marvel Studios, come confermato da Anthony e Joe
Russo: “Abbiamo parlato di tutte le dimensioni del
marketing, compresa quella in cui non avremmo mostrato nulla del
film. La cosa più importante per noi è preservare la sorpresa
della narrazione”.
“Quando ero un ragazzino ho
visto L’impero colpisce
ancora la mattina del giorno in cui è uscito, e sono
rimasto lì seduto fino alle 22 a guardarlo, profondamente commosso
perché non sapevo nulla della storia che stavo vedendo…ecco,
abbiamo cercato di replicare quell’esperienza.” ha
raccontato Joe.
Nessun rimpianto per le morti di Infinity War
Parte del fascino e della riuscita
di Avengers:
Infinity War deriva ovviamente dal finale inaspettato
e tragico in cui vediamo polverizzati molti degli eroi (tra cui
Star-Lord, Spider-Man e Black Panther) dopo lo schiocco delle dita
di Thanos. Ma che ne pensa Kevin Feige, e
soprattutto, ci sono mai stati rimpianti per questa scelta
narrativa?
“Ero sicuro al cento per cento
di quel finale“, ha detto il presidente dei Marvel Studios a Empire, “o
almeno lo ero fino a pochi giorni prima dell’uscita al cinema. Poi
ho iniziato a essere molto nervoso, ed è stato come ‘Aspetta un
minuto: cosa abbiamo fatto?’…Per anni il pubblico ha considerato
questi film prevedibili, dove i buoni vincevano sempre…invece
guardate cosa è successo stavolta“.
Lo schiocco doveva avvenire in Avengers: Endgame
Un altro segreto rivelato dalla
rivista è il fatto che originariamente lo schiocco di Thanos doveva
avvenire in Endgame e non alla
fine di Infinity
War.
“C’erano davvero tantissime
storie nelle prime bozze dello script di Infinity War ed eravamo
convinti di rimandare la Decimazione fino all’inizio di
Endgame“, ha dichiarato lo sceneggiatore Stephen
McFeely. Nel frattempo è Feige a confermare che
l’adattamento di quell’evento dei fumetti è sempre stata la
priorità per gli studios:
“Abbiamo parlato di quel finale
per anni, anni e anni ed è stata la ragione che ci ha spinto a
optare per le storie di Infinity Gauntlet. E quale sarebbe stata la
cosa più scioccante da fare? Terminare il film con lo
schiocco“.
La differenza tra Infinity War e Endgame
Sono invece i fratelli Russo a
sottolineare nell’intervista come il finale di Infinity
War li abbia lasciati con un senso di smarrimento su
quali direzioni prendere nel futuro del franchise e su quali idee
si sarebbe potuto lavorare. “D’altronde abbiamo solo ucciso
metà dei personaggi…“
McFeely fa nota che se Infinity War
era il racconto degli eventi dal punto di vista di Thanos, il
cambiamento più grande di Endgame è la prospettiva concentrata sui
Vendicatori e non sul villain: “Il precedente film aveva 23
personaggi sul poster, e questa abbondanza ha dettato un certo tipo
di ritmo. Qui ci sono solo nove eroi sul poster…forse dovremmo
aspettarci un diverso tipo di narrazione.“
L’effetto polvere
Nei fumetti, quando Thanos schiocca le dita,
metà dell’universo svanisce. Nel Marvel Cinematic Universe invece,
questo evento si trasforma nel fenomeno della “polverizzazione”
delle vittime, un effetto davvero efficace che ha sconvolto tutti
gli spettatori in sala.
È Feige a spiegare perché c’è stato
questo cambiamento rispetto alla fonte e chi ne è l’artefice:
“Dan DeLeeuw, il nostro
supervisore degli effetti visivi, insieme al nostro team ha
prodotto l’effetto cenere, perché non volevamo che le persone
semplicemente scomparissero e la gente pensasse di essere stata
teletrasportata da qualche parte.“
Endgame cambierà per sempre le sorti del MCU
C’è grande attesa per Endgame, capitolo
conclusivo della Fase 3, che secondo i realizzatori sarà un vero e
proprio punto di svolta per il futuro del MCU.
“Siamo in un territorio diverso,
forse più di quanto non sia mai stato prima. L’universo condiviso
continuerà ad esistere, ma tutto sarà più fluido e in evoluzione, e
non sappiamo chi ci sarà. Di certo non sarà possibile riavviarne un
altro, perché tutte le parti devono lavorare insieme. Le cose
continuano, ma come la vita, le perdite sono reali e il cambiamento
è reale.”
L’attenzione sugli Avengers originali
Cambio di prospettiva e focus sui
sei Vendicatori originali. Ecco le due linee guida del film secondo
registi, sceneggiatori e produttori. Iniziando da un personaggio
chiave: Steve
Rogers.
“È stato il nostro ragazzo da
quando abbiamo iniziato alla Marvel“, ha raccontato lo
sceneggiatore Christopher Markus riguardo a
Capitan America. “È il barometro della squadra, se lui combatte
anche gli altri continueranno a farlo, e se è a terra allora
significa davvero che qualcosa di brutto sta per
succedere“.
“La gente potrebbe denunciare il
fatto che Cap non abbia avuto così tanto spazio in Infinity War. Ma
lasciatemi dire che quei personaggi, i sei Avengers originali,
saranno il centro e il cuore di Endgame in un modo molto personale
ed emotivo.“, ha commentato Feige.
Per il secondo anno consecutivo
Netflix non sarà presente al
Festival
di Cannes, dopo le polemiche della scorsa edizione e i
tentativi di riconciliazione tra il direttore artistico Thierry
Fremaux e il colosso dello streaming mondiale. Ma a
quanto pare, come riporta in esclusiva Variety, il problema non
deriverebbe dal rifiuto dell’organizzazione quanto invece dal fatto
che i film destinati alla croisette – The
Irishman di Martin Scorsese,
The Laundromat di Steven
Soderbergh con Meryl Streep, The
King di David Michôd con
Timothee Chalamet, Uncut Gems dei
fratelli Safdie e il progetto senza titolo di Noah
Baumbach – non sarebbero pronti per la croisette o
comunque non terminati in tempo per maggio.
Probabile dunque il loro arrivo alla
Mostra del Cinema di Venezia, che da diverso tempo sembra
approfittare dello stallo di Cannes accogliendo qualsiasi titolo
appetibile anche in vista premi, specialmente prodotto da Netflix
(vedi l’ultima edizione con Roma
di Alfonso Cuaron, The Other Side of the
Wind e La Ballata di
Buster Sgruggs di Joel e Ethan
Coen).
La buona notizia è che tra Cannes e Netflix
sono ancora in corso trattative e conversazioni amichevoli, di cui
una avvenuta a Los Angeles poco più di una settimana tra Ted
Sarandos, Scott Stuber e Thierry Fremaux. Sfortunatamente non
è stata ancora individuata una soluzione per
consentire ad un film originale di tornare a concorrere nella
line-up del concorso del Festival almeno quest’anno.
Vi ricordiamo che il primo
“approccio” di Netflix alla croisette risale al 2017, con Okja
e The Meyerowitz Stories inseriti nel concorso
ufficiale, scelta poco gradita dagli esercenti francesi e contrari
alla modalità di distribuzione “casalinga” opposta alla consueta
attesa di 36 mesi dopo l’uscita nelle sale cinematografiche.
La 72° edizione
del Festival di Cannes si svolgerà dal
14 al 25 maggio.
L’universo cinematografico Marvel, o
almeno quello che conoscevamo finora, inaugurato nel 2008 con
Iron Man, ha un nuovo nome ufficiale che riunisce
insieme le prime tre fasi (di cui Avengers:
Endgame sarà il culmine): The Infinity
Saga. A rivelarlo è stato il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige
nell’intervista concessa a Empire per la copertina dedicata
all’ultimo titolo del MCU in uscita a fine aprile.
22 film, 11 franchise lanciati per
introdurre altrettanti supereroi dei fumetti al cinema, e poi le
serie tv (Agents of SHIELD, Agent
Carter, Inhumans), con l’esperimento di
Netflix di Daredevil,
Jessica Jones, Luke Cage e
Iron Fist e molto altro ancora rendono il progetto
degli studios una delle più grandi e memorabili imprese produttive
e creative della storia.
“Volevamo portare a termine una
serie di film in un modo che non era mai stato provato prima“,
ha spiegato Feige a Empire. “La saga di Harry Potter ha avuto
il suo finale perché c’era la conclusione dei libri, come anche il
Signore degli Anelli. Quindi abbiamo pensato, dopo ventidue film
realizzati, che non sarebbe stato male mettere un punto alla
trama“.
Prima di questo annuncio, i Marvel Studios avevano raggruppato
i cinecomic in tre fasi separate: la Fase 1 andava da Iron
Man fino a The Avengers del 2012; la Fase
2 da Iron
Man 3 ad Ant-Man; la Fase 3 da
Captain America: Civil
War all’imminente Avengers: Endgame.
Cosa accadrà all’universo condiviso
dopo l’uscita di Endgame è tutt’ora un mistero: sappiamo che i
prossimi titoli confermati sono Spider-Man: Far
From Home, Vedova Nera e il film
sugli Eterni, mentre in
sviluppo ci sono i sequel di Black
Panther e Doctor Strange.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Warner Bros. Pictures e Legendary
Entertainment hanno annunciato ieri l’inizio delle riprese di
Dune,
secondo adattamento del romanzo di Frank
Herbert (dopo quello del 1984 diretto da David
Lynch, che vedeva Kyle MacLachlan
nei panni del protagonista Paul Atreides) ora affidato alla regia
di Denis Villeneuve (Blade Runner
2049, Sicario,
Arrival).
“Percorso mitico e carico di
emozioni, Dune
racconta la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e dotato
nato sotto un grande destino al di là della sua comprensione, che
dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso dell’universo per
assicurare alla sua famiglia e alla sua gente un futuro: mentre
forze maligne esplodono in un conflitto per avere il controllo
esclusivo del pianeta e della risorsa più preziosa esistente (una
merce in grado di sbloccare il più grande potenziale dell’umanità),
a sopravvivere saranno solo quelli che potranno sconfiggere la loro
paura“.
Il candidato all’oscar Chalamet
interpreterà il protagonista Paul Atreides, nato sul pianeta
Caladan dal matrimonio fra il duca Leto Atreides I e la sua
concubina Lady Jessica. Più tardi nel racconto finirà ad Arrakis e
diventerà una figura simile al Messia per gli indigeni del pianeta
deserto, i Fremen. Lì incontrerà e si innamorerà di una guerriera
di nome Chani, e sarà costretto a scegliere tra l’amata e o
abbracciare il terrificante destino predetto nelle sue visioni.
Su Dune,
Villeneuve, reduce dal sequel di Blade Runner, ha
specificato nei mesi scorsi che il film non sarà un remake
dell’originale di Lynch ma una lettura personale del romanzo di
Frank Herbert. Il regista ha poi parlato dei
dettagli sulla lavorazione e della possibilità di
trasformare Dune in un franchise: “Probabilmente ci
vorranno due anni per finire Dunee.
L’obiettivo però è realizzare almeno due film“.
Questo invece il suo commento delle
scorse settimane riguardo l’errata definizione di remake: “Il
film non sarà in nessun modo collegato a quello del 1984. Tornerò
al romanzo e cercherò di tirare fuori le immagini che le pagine mi
ispireranno” ha commentato Villeneuve. “Sia chiaro, ho il
massimo rispetto per David Lynch, che considero tra i più grandi
registi viventi, però ricordo che all’epoca il suo adattamento
aveva deluso le mie aspettative e tradito i miei sogni. Per questo
proverò a fare il film dei miei sogni“.
Come riporta infatti l’Hollywood
Reporter, Florence Pugh sarebbe in trattative per
ottenere un ruolo nel film le cui riprese partiranno a giugno a
Londra con la regia dell’australiana Cate
Shortland (Somersault, Lore). A quanto pare la Pugh, nota
al grande pubblico per Lady Macbeth, dovrebbe
interpretare un’altra spia antagonista dell’eroina del titolo.
Prossimamente rivedremo l’attrice
britannica nel nuovo adattamento di Piccole
Donne scritto e diretto da Greta
Gerwig al fianco di Saoirse Ronan,
Emma Watson e Meryl Streep, e
nell’horror Midsommar, firmato dal regista di
Hereditary Ari Aster.
Per quanto riguarda Vedova Nera,
continua il casting da parte degli studios, che avrebbero
individuato in Andre Holland, visto nella
serie The Knick e in Moonlight
(premio oscar nel 2017) il perfetto villain. Si cerca inoltre una
figura maschile anziana e una donna per ruoli secondari legati tra
loro o al servizio del personaggio, e a tal proposito sono stati
citati i nomi di Rachel
Weisz, Sebastian
Koch e Alec Bladwin.
La nascita di Vedova Nera (alias
di Natasha Romanova) dipende dal KGB, un’organizzazione che la
spingerà a diventare il suo ultimo soldato: quando l’URSS cade a
pezzi, il governo cerca di uccidere l’agente segreto a New York,
dove lavora come freelance operativa. È lì che ritroveremo Natasha,
emigrata da quindici anni dopo la caduta dell’Unione
Sovietica.
Vedova Nera sarà a tutti gli effetti
un viaggio nel “passato” del MCU (come Captain
Marvel, ambientato in un’epoca mai esplorata
all’interno dell’universo condiviso). Lo
standalone riprenderà quindi le sorti
di Natasha Romanoff quindici anni dopo
la caduta dell’Unione Sovietica negli Stati Uniti ed è evidente che
si piazzerà in un momento della timeline antecedente
a Iron Man 2.
Il canale americano FX ha diffuso
l’inedito teaser “Flying” di What We Do In The
Shadows, l’annunciato adattamento
serialeWhat We
Do In The Shadows dell’omonimo film
di Jemaine Clement e Taika Waititi.
What We Do in the
Shadows è uno sguardo in stile documentario sulle vite
quotidiane (o piuttosto notturne) di quattro vampiri che hanno
“vissuto” insieme per centinaia di anni. A Staten Island.
Il leader auto-nominato del gruppo
è “Nandor The Relentless” (Kayvan Novak), un grande guerriero e
conquistatore dell’impero ottomano, che ha preso il timone del
gruppo nonostante molte delle sue tattiche del Vecchio Mondo, il
che ha portato a ciò che alcuni potrebbero educatamente paragonare
ad un bupki. Poi c’è il vampiro britannico “Laszlo” (Matt
Berry) – un po’ un ladro e un dandy e un fop, si potrebbe
dire. È un amante del male e delle grandi serata, ma non tanto
quanto ama vedere Nandor fallire miseramente in ogni
tentativo. E poi c’è “Nadja” (Natasia Demetriou): la
seduttrice, la tentatrice, la vampira Bonnie al Clyde di
Laszlo.
Altro convivente nella famiglia dei
vampiri è “Guillermo” (Harvey Guillén), un succube di Nandor (alias
servitore/protettore durante le ore diurne), che non vuole altro
che diventare un vero vampiro proprio come il suo padrone. In
agguato c’è anche “Colin Robinson” (Mark Proksch), un vampiro
energico e coraggioso, camminatore di tutti i giorni – fa
feste sugli umani, ma non sul loro sangue. Trai personaggi inediti
c’è un nuovo amico di Nadja, “Jenna” (Beanie Feldstein), uno
studente di un vicino college.
Dopo una visita inaspettata dal
loro oscuro signore e leader, “Barone Afanas”, i vampiri vengono
richiamati all’ordine su quello che era il loro compito
inizialmente assegnatogli con il loro arrivo a Staten Island oltre
cento anni fa: il dominio totale e completo del Nuovo
Mondo. Ma qual è esattamente il modo migliore per ottenere il
dominio? La troupe cinematografica seguirà i vampiri
mentre si mettono in cammino per dare seguito a questa compito
assegnatoli.
Clement ha creato la serie che sarà
lunga 10 episodi. Clement, Waititi e Paul Simms sono produttori
esecutivi con Scott Rudin, Garrett Basch e Eli Bush.
What We
Do In The Shadows è prodotto da FX Productions e
vede la partecipazione di Matt Berry, Kayvan Novak, Natasia
Demetriou, Harvey Guillén e Mark Proksch, che hanno recitato nel
ruolo pilota prima di essere promosso a una serie regolare.
Basato sul romanzo
L’assassino più colto del mondo, di Simon
Winchester, Il professore e il pazzo
ripercorre i primi anni della realizzazione dell’Oxford English
Dictionary, mastodontica opera portata avanti a partire dal 1857.
Il film, diretto da P.B. Sherman, e interpretato
da Mel Gibson e Sean Penn, scava nella follia e nel genio di
due straordinari e ossessivi uomini che hanno cambiato per sempre
il corso della storia della letteratura.
Nel film seguiamo la storia del
professor James Murray (Mel
Gibson), che viene incaricato di compilare l’Oxford
English Dictionary. Per riuscire in tale impresa, Murray si
rivolgerà a tutti i popoli di lingua inglese. A dare un contributo
particolarmente significativo è il dottor W. C. Minor (Sean
Penn), il quale, affetto da schizofrenia, trascorre
parte della sua vita all’interno di un ospedale psichiatrico. Tra
lui e il professor Murray nascerà una profonda amicizia.
Benché si tratti di un’opera in
costume, ambientata nell’aristocratica Inghilterra dell’Ottocento,
sin dalle prime sequenze il film riesce a non cadere nelle trappole
del genere, evitandone la tipica ampollosità. Il regista affronta
la materia con una chiave particolarmente contemporanea, che si
svela attraverso la costruzione dei movimenti di macchina e della
fotografia. Tramite questi ci conduce costantemente attraverso
un’immagine ricorrente e simbolica, quella del passaggio
dall’oscurità alla luce.
Sherman ci conduce così all’interno
di un film che desidera mostrare l’attualità della sua storia, dove
il dizionario della lingua inglese a cui si lavora è visto come
l’antenato di Wikipedia e di ogni sito di informazione oggi
presente. Un vero e proprio passaggio verso la modernità dunque,
dal quale non può prescindere il racconto dell’amicizia tra il
professore e il pazzo che resero tutto ciò possibile.
La sceneggiatura, scritta da
Sherman e Todd Komarnicki si sposta infatti di continuo tra il
percorso storico del dizionario e l’amicizia dei due uomini, senza
però smarrire il suo obiettivo. Solamente verso il finale ci si
abbandona ad un tono melodrammatico che in parte fa regredire il
film. Tuttavia le interpretazioni dei due protagonisti, e in
particolare quella delicata e allo stesso tempo intensa di Mel Gibson, aiutano a tenere alto il livello
del film.
Sherman riesce inoltre a costruire
un buon ritmo per un film di questo genere, e dove anche verso la
sua metà si avverte un maggior rallentamento e appesantimento nella
narrazione, la cura dei dettagli e l’attenzione introspettiva
assunta nei confronti dei personaggi, favorisce la visione senza
grandi difficoltà. Maggior pregio di Il professore e il
pazzo è certamente quello di riuscire a illudere lo
spettatore di star guardando una storia potenzialmente ambientata
nella contemporaneità, dove a ricordarci della collocazione storica
sono quasi esclusivamente ambienti e costumi d’epoca.
ll Locarno Film
Festival rinvia la Retrospettiva su Blake
Edwards e anticipa quella del 2020, Black
Light, dedicata al cinema nero. Un’indagine sul cinema
nero internazionale del Novecento che toccherà geografie diverse
fra le quali l’Europa, il Nord America, i Caraibi, l’America del
Sud e altri paesi.
Il Locarno Film Festival ha deciso
di accogliere la richiesta della Blake Edwards
Estate, avanzata nelle ultime settimane dagli Stati Uniti, e
posticipare la Retrospettiva dedicata al genio della commedia,
anticipando quella inizialmente prevista in programma per
l’edizione 2020, intitolata Black Light e dedicata al cinema nero.
Per questa inedita evoluzione la Direzione artistica ha affidato la
nuova Retrospettiva a Greg de Cuir Jr, noto esperto del cinema nero
internazionale, mentre Roberto Turigliatto continuerà a occuparsi
delle Retrospettive per le edizioni seguenti.
Non si può parlare di una sola
Africa così come non si può parlare di un solo Black cinema. La
realtà è più complessa. La Retrospettiva di Locarno72 vuole
oltrepassare il concetto di Black in quanto identità o problema
sociale e indagare l’immaginario dei registi che hanno
reinterpretato questa questione – storica e politica – in diverse
epoche e diversi luoghi.
Strutturata come un’indagine
eclettica focalizzata principalmente sul ventesimo secolo, la
Retrospettiva Black Light presenterà autori di culto, Race
movies degli anni ’20 e ’30, capolavori pionieristici,
film emblematici della Blaxploitation degli anni
1970 e autori essenziali che hanno interpretato e rappresentato la
loro epoca politica.
Lili Hinstin, Direttrice artistica
del Locarno Film Festival: “Mi viene spesso fatta la domanda
sul genere all’interno di questo movimento straordinario che è il
#MeToo, tuttavia penso che la lotta contro la dominazione sociale
debba andare oltre il combattimento delle donne e includere tutte
le persone che non corrispondano alla supremazia del maschio bianco
eterosessuale. Il relativamente recente
(diciottesimo secolo) concetto di “razza” ne fa parte e
preesiste alla nascita e alla storia del cinema. Come gli artisti
abbiano sviluppato la questione nera attraverso i film durante il
ventesimo secolo, è ciò che il Locarno Film Festival vuole
chiedersi e indagare ”.
La Retrospettiva curata da Greg de
Cuir Jr sarà presentata in collaborazione con la Cinémathèque
suisse e sarà arricchita da una pubblicazione edita in inglese e
francese da Capricci.
La 72esima edizione del Locarno Film
Festival si terrà dal 7 al 17 agosto.
Mentre siamo in attesa del primo
trailer di Once Upon a Time in Hollywood, che
verrà proiettato in sala davanti a Noi di
Jordan Peele, ecco il primo poster del film di
Quentin Tarantino, che mostra in primo piano le
due superstar protagoniste del film: Leonardo
DiCaprio e Brad Pitt.
Inizialmente si pensava che
Once Upon a Time in Hollywood si sarebbe
focalizzato specificamente sugli omicidi di Manson, prima che
Tarantino spiegasse che il film tratta davvero di vita e cultura
durante la fine degli anni ’60 in generale. Sappiamo però che
Margot Robbie interpreterà un ruolo importante nel
film, ovvero quello di Sharon Tate, che sembra
sarà la vicina di casa di Rick (DiCaprio).
Le prime immagini del
film suggeriscono che Tarantino e la sua troupe – tra cui la
costumista Arianne Phillips
(Kingsman) e la scenografa Barbara
Ling (Ho cercato il tuo nome) – stiano
davvero cercando di ricreare il “look and feel” del 1969, quindi
sarà interessante vedere se ciò trasparirà anche dal teaser.
La storia
si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene
chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton
(Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo
stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno
lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma
Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.
Nel cast anche Damian
Lewis, Dakota Fanning, Nicholas
Hammond,Emile Hirsch, Luke
Perry, Clifton Collins Jr., Keith
Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt
Russell e Michael Madsen. Rumer
Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret
Qualley, Madisen Beaty e Victoria
Pedretti. Infine Damon Herriman sarà
Charles Manson.
Il film sarà anche
l’ultima apparizione cinematografica di Luke
Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale
di Once
Upon a Time In Hollywood è fissata
al 9 agosto 2019.
Da special guest,
Deadpool si è infilato nel
terzo emozionante trailer di Avengers:
Endgame, e ovviamente a modo suo, ha lasciato il
segno. Eccolo alle prese con il tiro al bersaglio di Occhio di
Falco, con la sua “noiosa” “storia d’amore” con Vedova Nera, con
Cap e con Thor, a cui dà tutta la colpa per la vittoria di
Thanos.
Siete pronti a ridere al più non
posso? Ecco l’esilarante trailer di Endgame con
Deadpool, realizzato da Toptenfamous:
Con la fusione tra Disney e Fox,
potrebbe diventare plausibile che Deadpool incontri davvero i
personaggi del Marvel Cinematic Universe,
nonostante i produttori del film e lo stesso Feige abbiano più
volte chiarito che per il momento i franchise rimangono separati.
Prima di Deadpool, sono certamente i
Fantastici Quattro e gli X-Men
che Feige vuole vedere nel suo Universo Condiviso!
Attore feticcio e collaboratore
assiduo di Jason Reitman, J.K.
Simmons è comparso in tutti i film diretti dal regista
figlio d’arte (da Thank you for smoking a
Juno, fino al recente The Front Runner
– Il vizio del potere), ed è altamente probabile che
avrà un ruolo anche in Ghostbusters 3, terzo
capitolo della serie sugli acchiappafantasmi lanciata nel 1984.
Proprio Simmons ha accennato qualche
dettaglio sul progetto in un’intervista con ET, senza però rivelare
nulla della trama top secret:
“Jason me ne ha parlato, e so
che sarà esilarante, ovviamente, e brillante, e non vedo l’ora di
scoprire cosa riuscirà a fare con il franchise. È tutto ciò che
posso dirvi per ora, so tutto ma non ve lo racconterò.“
Della pellicola sappiamo
effettivamente poco o nulla, tranne il fatto che i personaggi
principali saranno due ragazzi e due ragazze di età compresa fra i
12 e i 13 anni e che gli attori originali potrebbero tornare nei
rispettivi ruoli dei due capitoli diretti da Ivan Reitman. Da
quanto riportato nelle scorse settimane da Variety invece,
Carrie Coon (Avengers: Infinity War;
Widows) e Finn
Wolfhard (Stranger Things; It: Capitolo 1 e 2)
sono in trattative per unirsi al cast.
“Rust City” il titolo di lavorazione
di Ghostbusters 3. Le riprese inizieranno il
25 Giugno a Calgary e proseguiranno per circa 15 settimane.
“Ho sempre pensato a me stesso
come il primo fan di Ghostbusters, quando avevo 6 anni ero a
visitare il set. Volevo fare un film per tutti gli altri fan.”
ha raccontato Reitman. Questo è il prossimo capitolo della
serie originale. Non è un riavvio. Quello che è successo negli anni
’80 è accaduto negli anni ’80, e questo è ambientato nel
presente.”, ha raccontato Reitman a Entertainment Weekly.
Reitman ha firmato anche la
sceneggiatura insieme a Gil Kenan e conta di iniziare le riprese
nella seconda metà dell’anno, probabilmente nei mesi estivi. Fonti
attendibili spiegano che la trama seguirà gli eventi della
pellicola del 1984 e non avrà alcun collegamento con il reboot al
femminile del 2016 diretto da Paul
Feig con Melissa
McCarthy e Kristen Wiig.
Manca poco più di un mese all’arrivo
nelle sale di Avengers:
Endgame, culmine narrativo di una trama intessuta a
partire da Iron Man (2008) e proseguita fino a
Infinity
War, vero punto di rottura che troverà – si spera –
una degna conclusione nel prossimo capitolo.
Il terzo e forse ultimo trailer del
film ci ha raccontato molto senza dire nulla, semplicemente
utilizzando immagini del passato in bianco e nero e qualche momento
a colore degli eroi impegnati con la lotta più importante delle
loro vite, appello finale senza possibilità di ritorno.
Ma quali sono le
domande che ci pone questo trailer in particolare?
E soprattutto: troveranno risposta nel cinecomic?
“Niente più sorprese”
Avengers:
Endgame inizierà subito dopo la fine degli eventi
di Infinity
War che hanno visto Thanos trionfare sui nostri
eroi e decimare la popolazione dell’universo usando il guanto
dell’infinito. Tra i sopravvissuti allo schiocco c’è
però Tony Stark, in compagnia di
Nebula, ora disperso nello spazio a bordo di
un’astronave senza più cibo e ossigeno e intento a registrare un
messaggio per l’amata Pepper Potts.
“Lo so che avevo detto niente
più sorprese, ma speravo tanto di organizzare l’ultima…“, dice
Tony nell’ultimo trailer, il che ci porta subito a chiederci di che
sorpresa si tratti. Forse una proposta di matrimonio? Il ritorno a
Terra e il congedo definitivo dall’armatura di Iron Man per
dedicarsi completamente a Pepper e alla futura famiglia?
Oppure, ipotesi meno plausibile ma
sicuramente divertente, Tony sta registrando quel messaggio per
scherzo, perché crede di morire e la solitudine nello spazio inizia
ad avere effetti strani sul suo cervello…
“Sembrano passati mille anni…”
“Sembrano passati mille anni da
quando sono scappato da quella caverna, sono diventato Iron
Man…“. Il valore di questa frase, che tra l’altro apre il
terzo trailer, è lo stesso
che i Marvel Studios vogliono attribuire ad Avengers:
Endgame: la conclusione di un viaggio, ma anche tutto
quello che c’è stato nel mezzo, il percorso di consapevolezza
dell’uomo che diventa eroe, il cambiamento, l’affermazione
personale, le conseguenze e i sacrifici.
Ma non solo: le parole pronunciate
da Tony Stark sembrano suggerire che Endgame
potrebbe essere davvero il film che decreta il successo del
franchise cinematografico più popolare del 21° secolo. Difficile
trovare rivali all’altezza dei Marvel Studios, capaci negli ultimi
dieci anni di affermare una linea editoriale ben precisa e in grado
di portarla avanti con intelligenza e successo.
Ricominciare da capo
Ricominciare da capo. Seconda
possibilità. Viaggi nel tempo. Sembrano essere queste le parole
chiave del film in cui i nostri eroi proveranno a riscrivere la
storia ripristinando un equilibrio che lo schiocco di Thanos aveva
alterato.
Non sappiamo se ci riusciranno, ma
la speranza è viva e il trailer ce lo dimostra. Di certo resta un
dettaglio abbastanza disturbante: la voce di Peggy
Carter che aleggia come uno spettro e che si alterna a
sequenze tratte da Captain America:
The Winter Soldier. “Il mondo è cambiato, nessuno
di noi può tornare indietro, a volte il meglio che possiamo fare è
ricominciare“.
Ricominciare. Ma come? La morte può
essere un’occasione per vivere un’altra esistenza? Ci si deve
arrendere di fronte alla disperazione, oppure l’ottimismo di
Steve
Rogers è l’unico modo per affrontare il futuro?
Riflessioni ancora più strazianti se pensiamo che potrebbe essere
lui a sacrificarsi per il bene dei compagni, ricongiungendosi
finalmente nell’aldilà con l’amata Peggy…
Ricominciare significa anche
riprovarci, tentare una strada alternativa, e capiremo soltanto tra
un mese se questo vorrà dire viaggi nel tempo o esplorazione di
realtà come il Regno Quantico.
Andare avanti
Se è vero che Avengers:
Endgame sarà un testamento dei primi dieci anni di
Marvel Studios, anche doloroso e
tragico, è altrettanto possibile che nel concetto stesso di “fine”
si nasconda l’obiettivo di un nuovo inizio. La conclusione della
Fase
3 è alle porte, e sappiamo che il corso del MCU prenderà strade inedite ed
entusiasmanti già iniziate con Captain
Marvel e Black
Panther, e prossimamente con l’adattamento dell’epica
degli Eterni.
Rimane la malinconia della frase
pronunciata da Captain America rivolto a Vedova
Nera: “Continuo a dire a tutti che dovrebbero
andare avanti, alcuni lo fanno, ma non noi“. Ecco che la
vecchia generazione di eroi si prepara a lasciare la propria
eredità a chi verrà dopo di loro, uno scenario ricco di opportunità
e cambiamento che riflette quanto accade da decenni nel mondo nei
fumetti.
“Mi piace questa qui”
La scena inserita alla fine del
trailer ci mostra il
primo incontro fra Thor e Carol Danvers al
quartier generale degli Avengers, con l’eroina che non sembra
affatto impressionata dall’arrivo della Stormbreaker. “Mi
piace questa qui“, esclama il Dio del Tuono, e siamo sicuri
che questa coppia possa riservarci dei momenti di grandissima
azione e divertimento in Endgame.
Tuttavia resta da capire in che modo
Captain
Marvel interverrà nel piano dei Vendicatori, e
soprattutto per quanto tempo sarà in scena. Magari collaborerà a
stretto contatto con alcuni di loro, mentre gli altri proveranno ad
entrare nel Regno Quantico, oppure scorterà la squadra nello spazio
– proprio come ha fatto con gli Skrull nel suo
standalone – affrontando Thanos nella fattoria in cui si è
rintanato.
Provarci, a qualunque costo
Provarci, a qualunque costo. È
questo il messaggio finale con cui ci lascia il trailer. Ultima
chiamata per gli eroi, senza appello, per cambiare le sorti
dell’umanità intera. C’è da comprendere anche la gravità di una
frase del genere, considerando che il “prezzo” da pagare potrebbe
essere la vita.
Chi morirà alla fine di Endgame? Le
teorie dei fan ipotizzano che saranno quattro dei sei Vendicatori
originali, perché se si ascolta il nuovo trailer, sono quattro di
loro a ripetere la battuta “A ogni costo“, ovvero
Capitan America, Vedova Nera, Occhio di Falco e infine Iron
Man.
Personalmente ci piacerebbe rivedere
ancora Clint Barton sul grade schermo, per tutte le potenzialità
inespresse finora nel MCU, o il Tony Stark di Robert Downey
Jr. nelle vesti di padrino ufficiale in qualche cameo.
Diverso il discorso di Chris
Evans, perché il personaggio di Steve sembra aver
concluso un arco narrativo piuttosto soddisfacente.
Ecco di seguito altri tre dettagli scovati nell’ultimo
trailer:
Clint Barton è ancora agli arresti domiciliari?
Il grande assente di
Infinity War, Occhio di
Falco, è di fatto il vero protagonista del nuovo trailer di
Avengers Endgame, comparendo in diverse scene
dal contenuto misterioso, come quella in cui lo vediamo insegnare a
sua figlia (forse la versione di Kate
Bishop del MCU?) a tirare con l’arco in
campagna.
Rispetto a questa inquadratura, è
interessante soffermarci sul dispositivo legato alla caviglia di
Clint Barton, molto simile a quello indossato da Scott Lang
all’inizio di Ant-Man and The
Wasp. L’eroe si trova ancora agli arresti domiciliari?
Perché allora non è a casa? È una fantasia, o una realtà
alternativa sognata da Clint? In che anno ci troviamo
esattamente?
I Vendicatori sono davvero sul Quinjet?
La seconda indicazione arriva da un
fan su Twitter, secondo cui il mezzo di trasporto dve si trovano
Clint Barton e Natasha Romanoff in una scena del trailer non è il
Quinjet dei Vendicatori,
bensì il Benetar, l’astronave dei Guardiani della Galassia sulla quale
si trovano attualmente Tony Stark e Nebula dispersi nello spazio. A
tal proposito l’immagine qui sopra ci offre un confronto visivo tra
Endgame e Guardiani
Vol.2.
È possibile che sarà Tony a
ricostruire la nave danneggiata dopo gli eventi su Titano, in modo
che sia in grado di trasportare il gruppo di supereroi nella
galassia? Oppure il Benetar verrà ri-progettata per assicurare il
suo funzionamento nel Regno Quantico?
Scott Lang sta trascinando il
laboratorio di Hank Pym?
Un ulteriore dettaglio è stato
scovato nella scena in cui Scott Lang torna alla
vecchia casa di Cassie dopo la Decimazione e nella quale l’eroe
sembra trascinare con la mano destra il il laboratorio
rimpicciolito di Hank Pym (visto in Ant-Man and The
Wasp), apparentemente anticipando il modo in cui i
Vendicatori potranno viaggiare attraverso il Regno Quantico.
Sappiamo quanto il laboratorio sia
stato determinante per recuperare Janet van Dyne da una trappola
durata decenni, e come sia completamente attrezzato per
un’avventura nella realtà alternativa, dunque ha senso che anche in
Endgame svolga un
ruolo altrettanto importante nella trama. Di certo l’inquadratura
non aiuta, ma potrebbe suscitare qualche dubbio.
Dall’altro lato non abbiamo la
conferma ufficiale dei viaggi nel tempo attraverso il Regno
Quantico per invertire gli eventi di Avengers:
Infinity War, trattandosi sempre di teorie e
supposizioni di fan, anche se le uniformi bianche e rosse viste nel
trailer sembrano aumentare le possibilità. Come andranno davvero le
cose?
Sembra che le prime novità sul film
sequel di Breaking Bad siano in arrivo, ma non
sono quelle che ci aspettiamo. Al Sun Valley Film Festival di
venerdì, la star della serie Aaron Paul non ha
confermato che è stato coinvolto nel prossimo sequel del film, che
sarà trasmesso per la prima volta su Netflix e
poi su AMC, come già riportato lo scorso febbraio, ma ha detto
di essere stato aperto a riprendere il suo ruolo di Jesse
Pinkman.
Sembra un’affermazione molto strana, visto che sembrava
confermato che il film avrebbe seguito la vita di Jesse dopo gli
eventi del finale di stagione, che vedono Walter morire e il suo
giovane amico scappare. Cosa che ha spiegato lo stesso
Aaron Paul: “Nel caso in cui non abbiate visto
la serie tv, Walter muore, quindi… deve esserci Jesse”.
Non è noto se Bryan
Cranston, che interpretava il personaggio principale
Walter White nella serie, apparirà nel film. Cranston in precedenza
ha confermato che il film era in fase di sviluppo, ma non ha
confermato se sarebbe stato coinvolto o no.
Secondo il New Mexico Film Office,
un film intitolato Greenbrier sarà girato ad
Albuquerque tra novembre a metà febbraio prossimo. La descrizione
ufficiale del film riporta: “Greenbrier racconta la fuga di un
uomo rapito e la sua ricerca di libertà.” I fan della serie
ricorderanno che Pinkman è stato rapito da una banda di neonazisti
e costretto a continuare a cucinare la metanfetamina finché non è
riuscito a scappare con l’aiuto di Walter White.
Definito come “divertente, ricco
d’azione ed emozionante” (Scott Mantz, Collider), il nuovo
entusiasmante film di Travis Knight, Bumblebee
arriva in Dvd, Blu-ray, 4k Ultra HD e Digital HD dal 17 aprile con
Universal Pictures Home Entertainment Italia con oltre 60 minuti di
contenuti speciali esclusivi nei formati Blu-ray. Con
un’impressionante tasso di gradimento del 93% su Rotten Tomatoes,
Bumblebee è ricco di “personalità, intelligenza e immaginazione”
(David Fear, Rolling Stone).
Cybertron è caduta. Quando
Bumblebee viene
mandato sulla Terra da Optimus Prime inizia il suo viaggio per
diventare un eroe. Charlie Watson (Hailee Steinfeld),
un’adolescente alla ricerca del suo posto nel mondo, scopre e
ripara il robot segnato dalle battaglie, ma ancora sotto forma di
un grazioso Maggiolino giallo. Mentre i Decepticon danno la caccia
all’Autobot sopravvissuto con l’aiuto di un’agenzia segreta guidata
dall’Agente Burns (John Cena), Bumblebee e Charlie si alleano per
proteggere il mondo in un’avventura ricca di divertimento per tutta
la famiglia.
I formati Dvd, Blu-ray e 4k Ultra
HD sono arricchiti da tantissimi contenuti speciali, tra cui un
corto animato inedito di Bumblebee che segue l’amatissimo Autobot nelle
sue avventure. Inoltre, avrete modo di vedere le scene eliminate ed
estese che non erano incluse nella versione al cinema, tra cui
l’inizio originale del film; ci saranno fuori-onda esilaranti e
potrete vedere i robot Transformers G1 (Generation 1) su Cybertron
attraverso gli occhi di Bumblebee con l’emozionante Visione Bee.
Regalo perfetto per Pasqua, Bumblebee racchiude in sé tutta
l’azione tipica della saga di Transformers, con un tocco di
nostalgia anni ’80 e il divertimento e l’amicizia tra Charlie e
Bumblebee, che ci guideranno letteralmente in un’avventura
indimenticabile per tutta la famiglia.
Bumblebee CONTENUTI BONUS ESCLUSIVI NEI FORMATI 4K
ULTRA HD E BLU-RAY:
Portare Bumblebee sul grande schermo
Scene tagliate ed estese
Visione Bee: i robot Transformers di
Cybertron
E molto altro!
Bumblebee CONTENUTI BONUS NEL FORMATO
DVD:
Portare Bumblebee sul grande schermo
Bumblebee
sarà disponibile in 4K Ultra HD in una confezione doppia che
include il 4K Ultra HD Blu-rayTM e il Blu-rayTM. Il disco 4K Ultra
HD disc comprende gli stessi contenuti extra della versione
Blu-rayTM, tutti nella straordinaria risoluzione 4K.
4K Ultra HD è la migliore
esperienza visiva per la visione di un film. Il 4K Ultra HD
presenta la combinazione della risoluzione 4K di quattro volte
superiore al classico HD, la brillantezza dei colori dell’High
Dynamic Range (HDR) con una resa audio totalmente immersiva per
un’esperienza sonora multidimensionale.
Blu-rayTM sfodera il potere
della tua TV HD e si dimostra il modo migliore per vedere i film a
casa, con la risoluzione di 6 volte superiore rispetto al DVD,
extra esclusivi e un sonoro in modalità surroud, come al
cinema.
Molti di noi, dopo aver letto la
notizia sul ritorno di James
Gunn alla regia di Guardiani
della Galassia Vol.3 ufficializzato dalla Disney, si
sono domandati quali effetti avrebbe avuto sulla produzione di
The Suicide Squad, reboot del franchise
affidato dalla Warner Bros. al regista e ora in fase di sviluppo.
Ma a quanto pare un accordo permetterà a Gunn di concentrarsi sul
cinecomic DC e soltanto successivamente potrà rimettersi al lavoro
sul terzo capitolo dei Guardiani di cui ha già scritto la
sceneggiatura.
A confermarlo è il produttore di
Aquaman e Shazam!,
Peter Safran, in un’intervista con Joblo. Queste le sue parole in
merito:
“Tutto è stato gestito in modo
incredibilmente elegante e tutti sanno che Suicide Squad 2, al
momento, ha la precedenza. James finirà quel film e dopo potrà
dedicarsi con tranquillità ai Guardiani. Pensiamo sia il modo
migliore di procedere per entrambi i mondi, per i fan e per James
in primis“.
Niente panico dunque: la priorità è
The Suicide Squad, mentre per le nuove avventure
dei supereroi Marvel toccherà aspettare ancora un
po’.
“Ribadisco che non si chiamerà
Suicide Squad 2 perché è un riavvio totale, ma The Suicide Squad, e
credo che il pubblico debba reagire con entusiasmo alla notizia. Il
film è esattamente ciò ti aspetti da una sceneggiatura di James
Gunn, dice molto e promette altrettanto“, ha spiegato
Safran.
“Se c’è una cosa che amo
dell’approccio di James, sia con la Marvel che con la DC, è il suo
essere convinto che il cinema possa unire gli amanti dei fumetti e
dei supereroi e questo sentimento è molto più grande di ciò che ci
divide. Si, c’è sempre stata una rivalità Marvel/DC, che entrambi troviamo
assurda, perché c’è posto per tutti in questo mondo“.
Vi ricordiamo che decisione di
riassumere Gunn – allontanato dalla regia del
film a luglio a causa di vecchi tweet satirici rivenuti nel feed
del suo profilo Twitter in merito a temi molto delicati tra cui
stupro e pedofilia – è stata varata negli uffici della casa di
Topolino in seguito a diverse conversazioni con la dirigenza e il
team dei Marvel Studios. A quanto
pare, subito dopo il licenziamento, è stato il presidente
degli Walt Disney Studios, Alan Horn, ad
incontrare direttamente Gunn per discutere della situazione e,
convinto dalle scuse dell’accusato e dal modo in cui stava gestendo
la situazione, avrebbe scelto di riportarlo al timone del
progetto.
The Suicide Squad uscirà nelle sale
ad Agosto 2021, quindi l’inizio dei lavori su Guardiani 3 dovrebbe
iniziare non prima del 2022, con una release ipotizzabile al
2023.
Si tratta di un’impresa incredibile
per un trailer, e nonostante non sia da record, visto che è il
primo teaser di
Avengers: Infinity War a detenere il risultato
del maggior numero di visualizzazioni in sole 24 ore, ma per il
film dei Fratelli Russo, l’ultimo del duo per i Marvel Studios, si preannuncia un box office
spaziale, che potrebbe tranquillamente andare a scalfire quei 2,048
miliardi che ha incassato Avengers: Infinity
War.
Per quanto riguarda invece le
previsioni rispetto agli altri film, esterni al MCU, è difficile che il film
raggiunga i livelli di Titanic e
Avatar, ma è plausibile che possa riuscire ad
insidiare l’incasso 2,068 miliardi di dollari detenuto da
Star Wars: Il Risveglio della
Forza.
L’ambizione plausibile di Endgame è
quindi quella di arrivare al quarto/terzo posto della classifica
mondiale, mentre sembra improbabile che raggiunga i 2,2 miliardi di
dollari di incasso Worldwide di Titanic, e meno
ancora i 2,8 miliardi di Avatar, record che dura
dal 2009.
Mentre si aspetta la fine di Aprile,
quando il film arriverà in sala, è cominciata ufficialmente la
promozione, mentre è al cinema Captain Marvel. Empire Magazine ha
infatti diffuso le nuove cover del numero speciale dedicato al
cinecomic, in cui compare su una versione Thanos e sull’altra
invece i sei Vendicatori Originali, sopravvissuti insieme a pochi,
e incaricati di invertire l’effetto dello schiocco del Titano
Pazzo.
Dopo aver rivisitato gli anno
Ottanta tra film, serie tv e citazioni varie, a Hollywood sembra
arrivato il momento di un revival degli anni Novanta, specialmente
nell’ambito dei cinecomic (come ci dimostra Captain
Marvel). E a quanto pare anche The
Batman, il progetto affidato a Matt
Reeves per rilanciare le sorti del crociato di Gotham al
cinema, potrebbe essere ambientato nella stessa epoca dell’eroina
dei Marvel Studios.
A riportare la notizia è Discussing
Film, confermando che la sceneggiatura è in fase di consegna e che
Reeves sta sistemando gli ultimi dettagli su questo viaggio nel
passato del personaggio. Nelle scorse settimane è stato infatti
confermato che la Warner Bros. è in cerca di un attore molto più
giovane di Ben
Affleck, dunque il cambio d’epoca sembra del tutto
coerente con la timeline attuale. O magari il Batman del nuovo
capitolo è semplicemente la versione giovane del Bruce Wayne del
DCEU?
Sarebbe comunque un ritorno agli
anni d’oro degli adattamenti delle storie sui supereroi, e basti
pensare ai Batman di Tim Burton che prepararono le
basi per i futuri cinecomic e che sono stati di ispirazione per
Zack Snyder per quanto riguarda una scena di
combattimento (il regista aveva omaggiato lo scontro tra il
cavaliere oscuro e Pinguino di Batman Returns del
1992 in Batman V
Superman: Dawn of Justice), oltre al fatto che alcune
delle più importanti trame provengono proprio dagli anni ’90.
Il report indica poi Batman:
Anno Uno come possibile punto di riferimento per Reeves,
che avrebbe scelto di dare al film un tono da genere noir
enfatizzando le capacità investigative dell’eroe.
Per quanto riguarda il
casting, al momento non c’è alcun frontrunner per il ruolo da
protagonista e nemmeno una shortlist ufficiale. I nomi comparsi
online nei giorni scorsi sono il risultato di una lista con i
cinque attori più scontati che chiunque potrebbe assemblare con
Google e una minima conoscenza di giovani attori da tenere
d’occhio, come spiegato da diverse
fonti.
Altre indiscrezioni riportano che il
regista vorrebbe introdurre nel film non uno, bensì quattro
antagonisti tratti dalla galleria di villain dei fumetti su Batman.
Molti di questi sono già stati portati sul grande schermo nei
precedenti adattamenti di Tim
Burton, Christopher
Nolan e Zack Snyder (vedi
Pinguino, Joker, Spaventapasseri, Catwoman, Poison Ivy, Enigmista e
Due Facce).
Captain Marvel sta continuando a
ridefinire le classifiche dei migliori incassi della storia dei
cinecomic e del cinema in generale, nonostante i troll che,
tra social media e
percentuali di Rotten
Tomatoes, hanno provato ad ostacolarne la corsa.
Dopo aver conquistato il secondo
posto della classidica del miglior weekend di Marzo, il film
Marvel Studios ha raggiunto i 760
milioni in tutto il mondo, affacciandosi alla soglia degli 800 e
promettendo di proiettarsi oltre la cifra in tempi brevissimi.
Le analisi credono che il film
raggiungerà il miliardo, ma, a questo punto, che ci metterà molto
meno del previsto, visto che il film uscirà il prossimo
venerdì anche in Giappone.
Questo incredibile risultato è da
una parte legato alla conferma che al pubblico piace anche un
cinecomic con una protagonista donna, ma lo avevamo capito, in
misura più contenuta, anche con Wonder
Woman, che ha incassato comunque bene, anche se non
cifre da record, dall’altra la benedizione della scelta dei
Marvel Studios, che hanno riposto
la loro fiducia in Carol Danvers (e in Brie
Larson), affidandole il compito che nel 2008 era stato
dato a Robert Downey Jr./Iron Man: diventare il
volto del Marvel Cinematic
Universe.
Come abbiamo visto, con un pizzico
di sorpresa, nell’ultimo trailer di
Avengers: Endgame (e nella scena post credits
di Captain Marvel), Carol tornerà nel
capitolo conclusivo della Fase 3, in prima linea al fianco dei
Vendicatori, per sconfiggere Thanos e ribaltare l’effetto della
Decimazione.
Ricordiamo che in Captain
Marvel non abbiamo ancora
visto l’investitura ufficiale di Carol, ovvero il suo personaggio
non ha ancora un nome da supereroe, e questa “nomina” potrebbe
avvenire in Endgame, nel momento in cui ad un capitano ne succederà
un altro. In parole povere, le teorie più gettonate prevedono che
Carol sarà l’erede di Steve Rogers alla guida dei Vendicatori,
soltanto dopo che il Super Soldato avrà dato la vita per salvare il
mondo e l’intera galassia.
Captain Marvel è nelle nostre sale
dal 6 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
Basato sul
personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
Empire Magazine ha appena diffuso un
nuovo artwork ufficiale di Avengers: Endgame in cui vediamo
un paesaggio della fattoria di Thanos, il suo “paradiso”, il luogo
tranquillo dove si è rifugiato una volta compiuta la sua
missione.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
ATTENZIONE – L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER
SU CAPTAIN MARVEL
Diversamente dalla sua storia
originale nel MCU la trasformazione di Carol
Danvers e l’acquisizione dei suoi poteri sono eventi legati ad un
oggetto particolare che non è lo psyco-magnetrone (come nei
fumetti) ma il Tesseract, artefatto che
sappiamo contenere la preziosa gemma dello spazio. In Captain
Marvel è la dottoressa Wendy Lawson, aka Mar-Vell
sotto mentite spoglie, a studiarne tutte le potenzialità per
garantire agli Skrull una casa sicura; progetto
che poi passerà nelle mani di Carol alla fine del film, e che
probabilmente rivedremo nei prossimi capitoli del franchise.
La scelta di modificare la origin
story del personaggio è stata motivata dai registi Anna
Boden e Ryan Fleck, anche co-sceneggiatori del cinecomic,
durante un podcast di Empire:
“Sapevamo che qualcosa doveva
dare a Carol i suoi poteri, e quando stavamo discutendo con il team
della Marvel abbiamo pensato che creare
un dispositivo del tutto nuovo sarebbe stato inutile. C’erano già
tutte questi strumenti potenti nell’Universo Marvel, quindi che senso aveva
inventarne di nuovi? Una fonte di energia era già nel MCU, così abbiamo deciso di optare
per il Tesseract“.
Ciò che non è chiaro, al momento, è
come Mar-Vell sia entrata in contatto con il Tesseract: forse è
stato Howard Stark, uno dei membri fondatori dello S.H.I.E.L.D.
alla fine degli anni ’80 a consegnare l’artefatto al
Progetto P.E.G.A.S.U.S. a cui ha lavorato
la Dottoressa Wendy
Lawson?
Ma soprattutto: quali poteri è stato
in grado di donare a Carol Danvers? L’eroina può sprigionare dalle
mani qualcosa di incredibilmente forte, e che può volare e
assorbire energia dall’esterno (sfociando nella forma Binary dei
fumetti), ma il fatto che sia ricomparsa nella scena post
credits dopo gli eventi di Infinity
War per nulla invecchiata ci suggerisce che ci sia
altro da esplorare…
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
Basato sul
personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
Sono in molti a credere che la
ragazza che interagisce con Clint Barton nel nuovo trailer di
Avengers: Endgame sia Kate
Bishop, personaggio più recente della storia dei fumetti a
raccogliere l’eredità dell’arciere e membro degli Young
Avengers.
Ma chi è questa eroina? Scopriamo di seguito tutto quello che
c’è da sapere:
Il suo nome da supereroina è Hawkeye
Partiamo dalla cosa più importante,
ovvero il suo nome da supereroina: Hawkeye (in italiano Occhio di
Falco), proprio come quello di Clint Barton. Avere due
personaggi con la stessa identità potrebbe confondere, soprattutto
perché la usano contemporaneamente.
Clint, l’Occhio di Falco che la
maggioranza delle persone conosce, detiene il titolo mentre Kate è
la terza a vestirne i panni e la prima donna dell’universo Marvel.
Le sue abilità
Kate non avrà i superpoteri di una
Carol Danvers, ma esattamente come Occhio di Falco
e Vedova
Nera non ha bisogno di effetti speciali e pugni
fotonici per brillare, visto che è una una combattente estremamente
competente e pericolosa.
Specializzata in tiro con l’arco, ha
grandi capacità di coordinazione e una mira eccellente che la
rendono un arciere degno di chi l’ha preceduta; inoltre sa
combattere corpo a corpo ed è una campionessa di boxe, scherma e
altre discipline con la spada.
Il costume
Per quanto riguarda il suo look da
combattimento, Kate presenta un caratteristico costume viola
ispirato a quello di Occhio di Falco e al quale combina
sempre un arco e una faretra piena di frecce.
Come Clint Barton può utilizzare
diversi tipi di armi, tra cui frecce che esplodono, altre che
emanano gas e altri veleni. Alcuni di questi gadget sono stati
progettati da T’Challa, il re di Wakanda.
Gli altri alias
Occhio di Falco non è il solo alias
di Kate Bishop: nella sua storia a fumetti si parla anche di
Hawkette, Lady Hawkeye e
Lady Hawkguy, e tutti fanno in qualche modo
riferimento al nome “Falco”.
Inoltre Kate viene spesso chiamata
“L’altra Occhio di Falco” oppure “la giovane Occhio di Falco”.
La sua prima apparizione
Kate Bishop fa la sua prima
apparizione sui fumetti della Marvel in Young
Avengers nel 2005, entrando in squadra nonostante non
avesse alcun potere ma aiutando il team a darsi un’identità
precisa.
Accade poi che i cosiddetti
“supereroi adulti” come Iron
Man e Captain
America decidono di addestrare i giovani Vendicatori
solo con il consenso dei rispettivi genitori, scelta alquanto
plausibile, fornendo ai ragazzi le giuste attrezzature e consigli
per affrontare al meglio i propri nemici.
La sua migliore amica
La migliore amica di Kate nei
fumetti è America Chavez, uno dei componenti più
interessanti del team dei Giovani Vendicatori e prima
supereroina latinoamericana LGBTQA della serie, sfacciata e sicura
di sé che negli ultimi anni è diventata molto popolare tra i
lettori.
Miss America,
questo il suo alter ego, viene cresciuta dalle sue madri
nell’Utopian Parallel, una realtà fuori dal tempo governata dal
Demiurgo. Da lui ha assorbito, o forse ereditato, tutti i suoi
superpoteri e dopo l’infanzia decide di fuggire di casa viaggiando
attraverso diversi universi.
Problemi con la figura paterna
Kate Bishop fa
parte di quel gruppo di personaggi Marvel che deve fare i conti con
problemi legati al rapporto con i suoi genitori, assenti durante
l’infanzia e schierati contro di lei in varie occasioni.
Il padre è infatti un boss
criminale, e da ciò derivano le complicazioni nella loro relazione.
La mamma invece è scomparsa, forse morta da tempo e mai ritrovata,
un mistero che perseguita la ragazza per tutta l’esistenza.
Eventi principali
Non si può dire che Kate
Bishop non abbia scelto sempre il giusto schieramento
durante i principali conflitti a cui ha preso parte, come la
Civil War, la Secret
Invasion e la Civil War II, tanto per
citarne alcuni.
Ed è proprio alla fine della seconda
guerra civile che l’eroina si rende conto di avere bisogno di un
cambio radicale di vedute: delusa dalle aspettative e poco
entusiasta delle azioni che Clint Barton aveva portato avanti, Kate
prese le distanze per inseguire ciò che riteneva giusto.
I team ai quali si è unita
Kate Bishop è probabilmente nota ai
lettori dei fumetti Marvel per la sua affiliazione con
i Giovani
Vendicatori, e il suo contributo alla squadra è
talmente determinante da rappresentare un biglietto da visita
fondamentale.
Tuttavia anche le cose buone prima o
poi finiscono: Kate deciderà infatti di trasferirsi sulla costa
ovest degli Stati Uniti, una località molto più diffidente nei
riguardi dei supereroi per svariate ragioni.
Ed è qui che la ragazza forma la sua
nuova squadra, gli West Coast Avengers, insieme a
America Chavez, Clint Barton,
Gwenpool, Kid Omega e
Fuse.
Vi ricordiamo che la decisione di
riassumere Gunn – allontanato dal film a luglio a causa
di vecchi tweet satirici rivenuti nel feed del suo profilo Twitter
– è stata presa dalla Disney mesi fa in seguito a diverse
conversazioni con la dirigenza e il team dei Marvel Studios.
Nel frattempo sono comparse online,
fra Twitter e Instagram, le prime reazioni dei colleghi (attori e
non solo) alla lieta notizia.
Al momento il nucleo dei Guardiani
rimasti in vita si riduce al solo Rocket, che ha visto
polverizzarsi tra le sue braccia il giovane Groot, mentre Gamora è
stata uccisa da Thanos per entrare in possesso della Gemma
dell’Anima su Vormir, mentre gli altri membri della squadra si sono
polverizzati su Titano. Rimasta in vita anche Nebula, che come
abbiamo visto dal trailer
di Avengers: Endgame, si schiererà
ufficialmente dalla parte dei Vendicatori.
In base agli avvenimenti di
Endgame, potremmo capire in che modo e con quali protagonisti si
svilupperà Guardiani della Galassia Vol.
3.
L’imminente fusione tra
Disney e Fox per quanto riguarda la cessione dei diritti
cinematografici dei personaggi Marvel ha costretto in “panchina” i
nuovi progetti annunciati mesi fa, tra cui quello dedicato a
Gambit, il mutante ladro, abile truffatore e
affascinante seduttore che avrebbe avuto il volto di Channing
Tatum.
Quattro anni fa Rupert
Wyatt (L’alba del pianeta delle scimmie) venne
contattato per dirigere il film, e all’epoca si fece anche il nome
di Lea Seydoux come possibile protagonista
femminile nei panni di Bella Donna Boudreaux; poi, a settembre
2015, fu lo stesso Wyatt ad abbandonare definitivamente lo sviluppo
e altri registi come lui, tra cui Doug Liman e
Gore Verbinski, lasciando Gambit nelle mani del
destino.
Intervistato da Collider in
occasione della premiere sel suo Captive State al
South By Southwest, Wyatt è tornato a parlare del cinecomic
spiegando le ragioni della sua dipartita e del tono che avrebbe
voluto imprimere alla sceneggiatura:
“Sarebbe stato una sorta di
heist movie con rapine e cose del genere, un film d’epoca con
un’ambientazione come quella degli anni Settanta mista alla
modernità. Ci sarebbero stati scontri tra bande di mutanti e una
riflessione sul senso dell’appartenenza tra le paludi di New
Orleans, generalmente molto divertente.”
“So che Channing ha lavorato
sulla sceneggiatura per trasformarla in una commedia
romantica” ha continuato il regista, “E da ciò che ho
letto sarebbe stato un film fantastico, molto diverso da quello che
mi avrebbe coinvolto anni fa. Ma ora la Disney ha le redini del
progetto, quindi non so quali siano i loro piani“.
Infine, Wyatt ha parlato delle difficoltà di gestazione in
titoli di questo tipo:
“Ciò che accade in queste
produzioni cinematografiche dipende dalla reazione del pubblico:
quando spendi 150 milioni di dollari per realizzarle, devi
assicurati di lavorare bene e di rientrare nel budget. Come regista
ho attraversato quel processo, e posso dire che è davvero difficile
finire con un film che funzioni davvero che abbia una storia coesa.
Forse all’epoca io, Channing, e i produttori eravamo nel posto
sbagliato al momento sbagliato per quel film“.
Nei fumetti di Captain
Marvel la guerra fra Kree e
Skrull diventa uno snodo importante a livello
narrativo che, in parte, è stato tradotto anche nel MCU grazie al film con protagonista
Brie
Larson. Di certo l’epilogo lascia aperta una finestra
sul futuro che potrebbe esplorare ancora più nel dettaglio questo
acceso conflitto, come suggerito dalle parole del presidente dei
Marvel StudiosKevin
Feige:
“La storia di origini di
Captain Marvel è stata l’occasione giusta per
portare Kree e Skrull all’ovile e introdurre la storyline generale
della guerra fra queste due razze aliene, una delle più importanti
e rivoluzionarie storie dei fumetti Marvel. Dovete pensare che quella
guerra farà da sfondo alle prossime avventure di Captain Marvel.“
Nel film i Kree sono il popolo che
addestra l’eroina dopo l’esplosione del motore alimentato dal
Tesseract (sul quale
stava lavorando la dottoressa Wendy Lawson aka
Mar-Vell a Terra), mentre gli Skrull vengono
additati come terroristi il cui unico scopo è conquistare pianeti,
uccidere, depredare e infiltrarsi nei nostri sistemi governativi.
Soltanto il finale rivelerà le loro vere motivazioni, ovvero la
ricerca di una casa sicura, appoggiate dalla stessa Carol.
“Abbiamo parlato degli Skrull
sin dai primissimi giorni ai Marvel Studios, cercando di capire
quando e dove presentarli” ha spiegato Feige. “Potrebbero
essere la razza aliena più famosa della Marvel Comics. Inoltre sono dei mutaforma,
verdi, hanno orecchie a punta. Sono quindi molto importanti per la
mitologia del nostro universo a fumetti da decenni”.
Sul futuro del franchise e in
particolare sul percorso di Captain Marvel nel MCU, Feige sembra fiducioso e punta
tutto sulla sua attrice protagonista:
“Quando abbiamo scoperto che
Brie Larson poteva essere interessata ad entrare nel nostro mondo,
ne abbiamo discusso in diversi incontri. Era già una grande fan del
personaggio dei fumetti, e ritengo che uno dei momenti salienti
della mia carriera alla Marvel sia stata la sua
presentazione al Comic-Con del 2016, quando Brie salì sul palco
insieme a tutti gli altri attori dei nostri film. Era lì in prima
linea, ed è stata una grande prefigurazione – non solo per come il
pubblico avrebbe abbracciato Brie come personaggio – ma anche per
come Captain Marvel avrebbe preso il comando
dell’intero universo cinematografico.”
Captain Marvel è nelle nostre sale
dal 6 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
Basato sul
personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
La resa dei conti fra i Vendicatori
e Thanos è alle porte, come l’uscita nelle sale di
Avengers:
Endgame, film culmine dell’universo cinematografico
Marvel e capitolo conclusivo della
Fase 3. Nel film i nostri eroi cercheranno di rimediare a quanto
accaduto durante l’epilogo di Infinity
War e ripristinare la realtà sconvolta dallo schiocco
delle dita del Titano Pazzo.
E se è stato appurato che i
sopravvissuti indosseranno nuove uniformi tecnologicamente avanzate
per affrontare viaggi nel tempo e
discese nel Regno Quantico, anche
il villain otterrà il suo personalissimo update dell’armatura, come
dimostra la copertina di Empire Spagna trapelata in rete nelle
ultime ore.
Non sappiamo ancora in quale momento
del film la vedremo, o se si tratta soltanto di un’immagine
promozionale per confondere i fan, tuttavia è possibile notare
qualche cambiamento nel look di Thanos, qui ancora più minaccioso e
imponente di quanto lo sia stato in Infinity War.
Avengers:
Endgame, 5 cose che non avete notato nel nuovo trailer
Presenza costante nei primi dieci
anni del Marvel Cinematic Universe, Thanos
ha rivelato se stesso in tutta la sua grandezza e pericolosità
soltanto durante la trama del terzo film sui Vendicatori
collezionando finalmente le gemme dell’infinito. Una volta
“schioccate” le dita, il Titano Pazzo si è ritirato nel suo ideale
paradiso rurale e non sappiamo quando e in che modo tornerà in
Avengers:
Endgame.
Voci di corridoio pensano che questa
potrebbe non essere la sua ultima apparizione nel MCU, ma che il personaggio dovrebbe
essere nel “cast” de Gli
Eterni, la cui uscita nelle sale è stata fissata
al 6 novembre 2020. Qualche tempo fa i rumor
parlavano della possibile presenza
di Eros/Starfox – fratello del villain
–Piper, Elysius, Gilgamesh, Ikaris, Sersi, Makkari, Thena e Zuras, ma
è probabile che ci sia spazio per volti noti del MCU legati a questi personaggi.
Sarà davvero così?
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Non c’è pace per
Flash, lo standalone dedicato a Barry Allen e
annunciato dalla Warner Bros. dopo che il personaggio aveva
debuttato “ufficialmente” in una scena di Batman V
Superman: Dawn of Justice. A quanto pare, come riporta
in esclusiva l’Hollywood Reporter, Ezra
Miller starebbe riscrivendo la sceneggiatura del film
a quattro mani con il fumettista Grant Morrison perché in
disaccordo con la visione portata avanti dai due registi
John Francis Daley e Jonathan
Goldstein, “troppo leggera e scanzonata” per l’attore, che
invece preferirebbe un adattamento più dark e complesso.
La fonte fa notare come questo tipo
di approccio, sicuramente meno serioso del passato (vedi gli
esperimenti di Zack Snyder su Man of Steel,
Batman v Superman e in parte anche
Justice
League) non abbia portato grandi frutti in termini
economici, mentre con Aquaman – e si spera con
Shazam! – il
divertimento e la leggerezza hanno premiato gli sforzi produttivi
degli studios. Dunque è facile immaginare che la Warner stia
decidendo di continuare su questa pista adottando lo stesso
concetto su Flash.
Quindi da un lato ci sono Daley e
Goldstein, dall’altro Miller e Morrison, e nel mezzo una serie di
compromessi mai raggiunti: entrambi gli schieramenti stanno
scrivendo due script da consegnare entro e non oltre la prossima
settimana. Tuttavia il destino del personaggio, ma soprattutto
quello dell’attore, si deciderà a Maggio, data di scadenza del suo
contratto. Sarà ancora Miller l’interprete di Barry Allen sul
grande schermo, oppure la Warner Bros. lo sostituirà proprio come
accaduto a Ben Affleck?
“Ne stiamo parlando e
l’intenzione è scatenare un intero nuovo universo, non solo il
multiverso DC, ma il multiverso dello speedster. E gli speedster
sono quelli che connettono tutti i pezzi disparati di esso. Sarà un
mondo con tutti gli stessi personaggi e storie diverse con realtà
diverse, eroi diversi e versioni differenti di personaggi. E gli
speedster sono quelli che si muovono attraverso tutto
questo.“
Dopo mesi di discussioni e
incertezze e dopo che Gunn ha già trovato un’altra “casa” presso la
Warner Bros che gli ha affidato regia e scrittura di
Suicide Squad 2, ma si è detto felice
di tornare a lavorare con i Marvel Studios e con la Disney,
principale fautrice del suo licenziamento e della sua
ri-assunzione.
Sono tremendamente grato a ogni
persona lì fuori che mi ha supportato negli ultimi mesi. Sto
cercando di imparare e continuo o lavorare per essere il migliore
essere umano possibile. Apprezzo profondamente la decisione della
Disney e sono eccitato all’idea di continuare a fare film che
investigano i legami d’amore che ci legano tutti. Sono stato e
continuo ad essere incredibilmente onorato dal vostro amore e
supporto. Dal profondo del mio cuore, grazie. Vi amo
tutti.
Al momento, la lavorazione di
Guardiani della Galassia Vol. 3 è sospesa, mentre
la produzione aspetterà la conclusione di Suicide Squad
2 per mettere in condizione Gunn di lavorare al meglio sul
film del quale ha già firmato la
sceneggiatura.
Al momento il nucleo dei Guardiani
rimasti in vita si riduce al solo Rocket, che ha visto
polverizzarsi tra le sue braccia il giovane Groot, mentre Gamora è
stata uccisa da Thanos per entrare in possesso della Gemma
dell’Anima su Vormir, mentre gli altri membri della squadra si sono
polverizzati su Titano. Rimasta in vita anche Nebula, che come
abbiamo visto dal trailer di
Avengers: Endgame, si schiererà ufficialmente
dalla parte dei Vendicatori.
In base agli avvenimenti di
Endgame, potremmo capire in che modo e con quali protagonisti si
svilupperà Guardiani della Galassia Vol. 3.