In accordo con la maggior parte dei
recenti rumor in merito, The
Batman potrebbe non arrivare tanto presto al cinema.
Nonostante i report relativi alla fine della stesura della
sceneggiatura da parte di Matt Reeves, sembra che
il regista speri di aspettare la primavera o l’estate del 2019, e
per una distribuzione per il 2020.
Alcune fonti però sostengono che uno
scenario molto più plausibile è quello del 2021, il che significa
che abbiamo aspettare ancora 2-3 anni prima di vedere di nuovo sul
grande schermo il Cavaliere Oscuro difensore di
Gotham, almeno per quello che riguarda questo progetto.
Non sappiamo se Ben
Affleck tornerà a indossare mantello e cappuccio,
soprattutto a seguito dei report contrastanti che sembrano fioccare
a seguito dei recenti problemi personali dell’attore, che hanno
messo in discussione il suo futuro nel franchise DC
Comics, ma anche dell’esito poco felice delle sue recenti
apparizioni su grande schermo. Sembra anche doveroso sottolineare
che questi continui buzz in rete stanno intorbidendo le acque
intorno al film, lasciandoci con una grande confusione e
nient’altro.
Il futuro cinematografico di Batman
è molto incerto, al momento. Dopo il successo della trilogia di
Christopher Nolan, è arrivato il reboot a opera
della coppia Zack Snyder/Ben Affleck che ha
destato parecchie perplessità sia in Batman v Superman che nel
naufragio di Justice League.
Il 27 ottobre viene presentata alla
Festa del Cinema di
Roma la versione restaurata di Italiani
brava gente, film diretto da Giuseppe De Santis
(Riso Amaro, Non c’è pace tra
gli ulivi) nel 1965. La proiezione avverrà alla
presenza di Raffaele Pisu, unico protagonista
maschile ancora vivente, e della vedova del regista,
Giordana Miletic De Santis.
Italiani brava
gente è un grande film epico e spettacolare, che si
inserisce nella tradizione del cinema sovietico sulla grande guerra
patriottica. De Santis racconta l’odissea di alcuni soldati
italiani durante la campagna di Russia e il loro rapporto,
conflittuale ma a tratti anche solidale, con l’Armata Rossa e
soprattutto con la popolazione sovietica.
Il restauro è stato finanziato dalla
Genoma Films e realizzato dal Centro
Sperimentale di Cinematografia. Ciò è stato possibile
anche grazie al contributo di Ebano Spa, della
Banca Popolare di Fondi e alla preziosa consulenza
dell’Associazione Giuseppe De Santis.
La Cineteca Nazionale ha operato
partendo dai negativi originali 35mm e dalla colonna sonora, messi
a disposizione dalla Galatea e con la collaborazione di
Intramovies. La versione che verrà presentata alla Festa del Cinema
è tratta direttamente dal negativo originale.
“Da tempo era mio desiderio
riuscire a far restaurare questo film, – dichiara
Paolo Rossi Pisu della Genoma Films – non solo
come omaggio a mio padre, ma come tributo al valore del film nel
panorama della nostra tradizione cinematografica.”
Grande protagonista della conferenza
stampa è proprio l’attore Raffaele Pisu, che
racconta alcuni aneddoti riguardati la lavorazione del film,
descritta come “estremamente faticosa”. L’attore ricorda
del suo coinvolgimento al progetto, voluto fortemente da
Giuseppe De Santis, che credeva nelle sue
potenzialità drammatiche.
“Ho pianto quando lessi il
copione di questo film. – esclama Pisu – Ho accetto quella
parte perché mi riconoscevo terribilmente tanto nel protagonista e
volevo dare voce e corpo alla sua umanità.”
Pisu ricorda inoltre l’esperienza di
lavorare a stretto contatto con De Santis, descrivendolo come
“tecnicamente ineccepibile, ma forse gli mancava il cuore.
Giuseppe era crudo nelle sue rappresentazioni, voleva mostrare il
volto della disumanità e non concedeva dolcezze. Ma questo perché
era un professionista, e il mio rapporto con lui è sempre stato di
grande amicizia. Sono onorato di aver lavorato con lui ad un film
tanto importante.”
All’attore viene chiesta poi una
riflessione sulla società italiana odierna, e se egli consideri
ancora gli italiani “brava gente”. “Io penso di sì. –
risponde Pisu – Ci sono ancora tanti valori e tanti giovani
meritevoli, solo che non vengono aiutati. Non gli viene insegnato
nulla, e la colpa è nostra. La televisione di oggi, ad esempio, è
prevalentemente spazzatura, non si produce più cultura. E vorrei
poter essere ancora più duro di così a riguardo.”
A conclusione della conferenza
stampa viene infine annunciato ufficialmente il progetto del Museo
del Neorealismo Cinematografico nella città di Fondi, luogo di
nascita di Giuseppe De Santis. La struttura ha ottenuto nel giugno
di quest’anno la delibera regionale, con i sopralluoghi attualmente
in corso e i lavori previsti per i primi mesi del 2019. Il museo
sarà dotato di tutte le avanguardie museali, per attrarre un
pubblico di ogni età, e l’inaugurazione è prevista nell’arco di un
paio d’anni.
Tornando a parlare del film, Paolo
Rossi Pisu dichiara che la Genoma Films sta tentando una
distribuzione cinematografica e televisiva, e possibilmente anche
una distribuzione in home video. In attesa di ciò il film verrà
proiettato il 2 dicembre a Fondi, nell’Auditorium della Banca
Popolare, alla presenza di Raffaele Pisu.
Proprio quest’ultimo decide di
chiudere con una preghiera: “ricordate sempre quelle persone
che con le scarpe rotte hanno combattuto per il nostro paese e
hanno scritto la storia. I nostri soldati erano degli eroi, e
vorrei rendere loro un sentito omaggio.”
Todd McFarlane,
creatore di Spawn, ha considerato la crescente
popolarità dei servizi in streaming come Netflix ed è aperto alla
possibilità di portare la proprietà del film sulla piattaforma. Con
la produzione del film in cantiere, lo sceneggiatore, produttore e
regista si è recentemente incontrato con Comicbook.com e ha discusso una
potenziale distribuzione digitale.
“Sì, a tutto
quanto detto” ha dichiarato McFarlane al
sito, quando ha chiesto se sarebbe disposto a vendere
Spawn a servizi di streaming come Netflix. “Penso che il mondo stia cambiando
davanti ai nostri occhi soprattutto per quello che riguarda il modo
in cui usufruiamo dell’intrattenimento e dei film (…) arriverà il
giorno in cui il nuovo film di Star
Wars sarà sul tuo computer con un click, senza bisogno di
andare al cinema.”
Sembra quantomeno buffo che quel
giorno stia arrivando prima del previsto, dal momento che la
Disney è in procinto di far partire il suo
servizio streaming, mentre è già avviata la produzione di contenuti
destinati solo a quella piattaforma, come la serie The Mandalorian, in live-action, che è stata
scritta da Jon Favreau, anche produttore
esecutivo.
Lo scopo principale di McFarlane è
però che il film venga visto, non importa in quale modo:
“Voglio che gli esseri umani lo guardino. Su qualunque
dispositivo, su qualunque meccanismo, non mi legherò a un
distributore che non sia efficiente e rilevante perché sono così
abituato. Parlerò con tutti.”
Nel cast del film
sono stati confermati fino a questo momento Jeremy Renner e
Jamie Foxx.
McFarlane ha scritto il film e ne
firmerà la regia che sarà orientata su un prodotto dal rating R e
avrà un budget contenuto, tra i 10 e i 12 milioni di dollari,
seguendo la politica produttiva della Blumhouse.
Uno dei commenti più interessanti
però riguarda il paragone azzardato con altre due pellicole uscite
negli ultimi anni, entrambe protette dall’etichetta r-rated per i
contenuti vietati ai minori e il linguaggio esplicito,
ovvero Deadpool e Logan,
con McFarlane convinto che “Spawn sarà molto, ma molto più
scorretto di quei due film. Deadpool aveva qualche nudo e un paio
di scene davvero forti, ma rientrava nei canoni del vietato ai
minori di tredici anni“.
La serie di film su Iron
Man è tra le più amate tra i fan dei Marvel Studios e ha esordito sul grande
schermo nel 20o8 con il film d’apertura del MCU diretto da Jon Favreau
proseguendo con Iron Man 2 del 2010 e
arrivando a Iron
Man 3del 2013. Ma nonostante il successo
riscontrato fra pubblico e critica, in molti hanno rintracciato
diversi errori (alcuni grossolani, altri più significativi in
un’ottica generale di continuità con gli altri titoli Marvel).
Ecco allora di seguito
i 10 errori che non abbiamo notato nel
franchise con Robert Downey Jr.:
I vetri bulletproof dell’Air Force One
In Iron Man 3
abbiamo assistito ad una delle sequenze più coraggiose ed
entusiasmanti dell’intero franchise, con i nemici che attaccano
nientemeno che il leader nazionale americano. I proiettili vengono
quindi indirizzati all’Air Force One, l’aereo ufficiale del
presidente, e alcuni mandano in frantumi i finestrini del veicolo.
Tuttavia sappiamo che nella realtà le strutture di trasporto
presidenziali sono a prova di proiettile…
Strade sbagliate in Iron Man 3
In Iron Man 3Nick Fury viene inseguito a
Washington DC e in questa scena viene mostrato un segnale stradale
che indica l’avvicinamento della “US-6 / US-322“. Ma dov’è
il problema? Questa autostrada non è affatto vicina a Washington,
ma è situata al di fuori di Cleveland (che era una delle location
per le riprese del film).
L’incoerenza della gara automobilistica in Iron Man 2
Uno dei set più elaborati di
Iron Man 2 fu
protagonista della sequenza della gara automobilistica in cui
Whiplash fa il suo debutto nel suo costume e si
confronta con tony Stark. Siamo al Monaco Grand Prix, famoso in
tutto il mondo, e il villain entra in corsa ribaltando le auto
grazie ai suoi tentacoli, ma avete notato che alcune di queste
corrono il tragitto circolare in senso orario e un secondo dopo in
senso antiorario?
Buco di trama al Randy’s Donuts
Chiunque sia stato almeno una volta
a Los Angeles avrà visto uno dei luoghi più famosi della città,
ovvero il Randy’s Donuts, negozio che sfoggia in superficie
un’enorme scultura a forma di ciambella. In Iron Man
2, Tony viene mostrato in cima al luogo e subito dopo
incontra Natasha Romanoff e Nick
Fury al suo interno, con Fury che gli chiede se sia adatto
all’iniziativa Avengers. Si tratta di una scena
fondamentale, se non fosse che nella realtà Randy’s non ha una sala
da pranzo…
Il super cellulare di Pepper Potts
Durante l’ultima battaglia di
Iron Man 2, i nostri eroi vengono attaccati allo
Stark World Expo, con gli antagonisti che sembrano avere un asso
nella manica: bloccare tutti i segnali telefonici. Ciò significa
che nessuno può chiamare la polizia. Tuttavia Pepper
Potts riesce in qualche modo a impossessarsi di un
cellulare e chiamare il 911 senza problemi…mentre nella scena
successiva Happy Hogan dice che i telefoni sono ancora fuori
uso.
L’armatura di Iron Man non dovrebbe salvare Tony
Un problema ricorrente del franchise
su Iron Man ma anche negli altri film dove
compare, è la facilità con cui Tony riesce a sopravvivere
nonostante gli incidenti letali di cui si rende protagonista. Viene
sbattuto in aria, si schianta da altezze incredibili, prende una
bomba sul petto, eppure è ancora vivo. Perché? La sua armatura è così
resistente che può proteggerlo da tutto? Forse è dotata di
un’imbottitura interna eccezionale?
Errori con il reattore arc
Questo è un altro errore di
continuità: siamo al minuto 51 circa del primo Iron
Man, in un momento drammatico in cui Tony
Stark è stato appena attaccato ha perso il suo reattore
arc (che come saprete non soltanto lo priva dei suoi poteri, ma è
anche l’unica cosa che può farlo sopravvivere). È qui
che Pepper Potts
arriva e lo aiuta a sostituirlo, tuttavia il problema è che nella
scena precedente vediamo il gadget nella cavità toracica, mentre in
quella successiva Pepper deve ancora inserirlo.
Contro il protocollo
La sequenza di apertura del primo
Iron Man resta ancora fra le cose più
entusiasmanti dell’interno universo cinematografico Marvel, con Tony
Stark ancora privo della sua armatura, perso nelle terre
selvagge dell’Afghanistan, che sfoggia sotto il sole cocente la sua
ultima creazione di armi esplosive. Poi improvvisamente la sua
scorta subisce un’imboscata e il resto è storia…Subito dopo
l’intero convoglio si mette sulle sue tracce per inchiodare gli
assalitori ma nella realtà questo va contro i protocolli per i
soldati statunitensi. Quello che dovrebbero fare è infatti sparare
mentre si allontanano nel tentativo di fuggire. Per quale motivo?
Per proteggere il loro protetto, chi in questo caso è Tony
Stark.
La targa di Tony Stark
Qualsiasi fan di Iron
Man è rimasto colpito del dettaglio leggermente
egocentrico sulla targa dell’Audi R8 mentre il protagonista si reca
ad una serata di beneficenza. Tuttavia, prima della sequenza dove
Tony si sta avvicinando all’ingresso e la targa frontale dell’auto
mostra “STARK 4“, non compare alcun segno di
licenza. Si trattava di un primo esperimento nel progetto Extremis?
O forse un dettaglio riferito ad Hank Pym? O magari solo uno
scherzo? O forse, ipotesi più probabile, di un semplice errore di
continuità?
Le strane qualifiche di Tony Stark
Tutte le menti brillanti ricevono
ogni tipo di onorificenza per i loro risultati nel campo d’azione,
e per quanto riguarda Tony Stark
abbiamo appreso nei primi cinque minuti di Iron
Man che si è laureato al Massachusetts Institute of
Technology, praticamente l’Harvard delle università tech-geek, ma
che era così geniale da laurearsi “cum laude“. Allora
dov’è l’incongruenza? Il MIT non ha mai usato quell’etichetta per i
suoi studenti…
È stato chiaro sin dalla visione del
primo trailer che Captain Marvel non sarà una
tradizionale storia di origine e che Carol Danvers
non è, nei piani del Marvel Cinematic Universe,
un’eroina come tante. Adesso, a darne conferma è Kevin
Feige in persona, durante un’intervista ai British Academy Britannia Awards.
Cosa aspettarci, duqnue, da
Captain Marvel? “È ambientato
negli anni Novanta e anche se è una storia d’origine, è un tipo
molto diverso di storia d’origine, e sono molto eccitato di svelare
questa storia agli spettatori”. Inoltre Feige ha aggiunto che
il film diretto da Anna Boden e Ryan
Fleck sta “venendo su estremamente bene”.
“Brie Larson ha fatto un lavoro
enorme, Samuel L. Jackson sarà un Nick Fury molto molto diverso, ha
fatto un ottimo lavoro, e l’intero cast è tutto molto diverso ed
eccitante.” Considerato che il film sarà ambientato nel
passato, il senso comune ci dice che possiamo aspettarci che il
film sia collegato in modi davvero inaspettati agli altri film del
MCU, a partire dalla lunga
carriera di Fury nello SHIELD.
Vi ricordiamo che alla regia di
Captain Marvel con
protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema
l’8 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
L’universo cinematografico Marvel (MCU) è ricco di
segreti nascosti tra le pieghe dei film, e da dieci anni continua a
stupire il pubblico per la maniera in cui questi perfettamente
celati. Alcuni sono semplici easter egg utili a compiacere
i fan dei fumetti originali, altre vere e proprie chicche che vanno
oltre l’omaggio, ma spesso poco evidenti nel marasma di effetti
speciali e combattimenti. Ma non dimentichiamoci ciò che accade
dietro le quinte della realizzazione dei film, curiosità ancora più
interessanti soprattutto per i fan.
Ecco allora di
seguito 10 cose che probabilmente non
sapevate dal backstage della Fase 1:
New York fu creata digitalmente per The Avengers
La battaglia finale di The
Avengers rimane uno dei momenti più memorabili di
tutto il MCU, con la distruzione
“realistica” della città di New York sotto gli attacchi dei
chitauri. Si è scoperto solo dopo che la Industrial Light & Magic
ha dovuto lavorare per otto settimane, con quattro fotografi che
immortalarono le strade della grande mela, soltanto per ricreare in
digitale ogni angolo nel modo più verosimile possibile.
Chris Evans ha indossato una protesi facciale per la scena post
credits di The Avengers
Nell’iconica scena post-credits di
The Avengers che mostra i supereroi in un fast
food, molti avranno notato che Captain America è
l’unico a non toccare cibo. E che dire della sua faccia? Ebbene,
visto che la sequenza fu girata dopo le riprese principali, i
produttori dovettero nascondere la barba di Chris
Evans con una protesi che gli impediva qualsiasi
movimento.
Chris Evans rifiutò il ruolo di Captain America sette volte
prima di accettare
Un attore diventato imprescindibile
per il MCU è sicuramente Chris Evans, ma
non tutti sanno che prima di accettare il ruolo di Captain America
l’attore declinò l’offerta ben sette volte. Complice il disastro
del precedente Fantastici Quattro e la generale
riluttanza nel tuffarsi in un progetto molto simile. “Ero
spaventato“, ha raccontato Evans, “Quando giri uno alla
volta, se all’improvviso decidi che non vuoi più farlo, ti viene
data l’opportunità di fare un passo indietro. Ma quando firmi un
contratto a lungo termine, cosa succede se qualcosa va
storto?“.
Tom Hiddleston ha sostenuto il provino per Thor
Prima di diventare famoso grazie al
ruolo di Loki,
Tom Hiddleston aveva sostenuto in realtà il
provino per Thor, come
rivelato dall’attore in un’intervista: “Sì, mi fu chiesto di
provare qualche battuta del personaggio, così incontrai Craig Kyle
e e Kenneth Branagh per un test indossando la parrucca bionda di
Thor, una finta barba sul viso e 20 chili di muscoli extra che sono
riuscito a trovare da qualche parte…“.
Robert Downey Jr. nascondeva il cibo sul set di The
Avengers
Sembra che le voci riguardanti
Robert Downey
Jr. e il cibo nascosto sul set erano vere, come
confermato dall’attore Vincent D’Onofrio in
un’intervista con l’Huffington Post: “Downey nasconde cibo
dappertutto. Non vi dirò perché, ma lo fa, e ha perfettamente
senso.” D’Onofrio ha recitato al fianco del collega in
The Judge, ma questo aneddoto risale già ai tempi
delle riprese del primo film sugli Avengers…
Le scene con il sangue di Hulk sono state tra le più difficili
da creare
Lo studio Image
Engine ha lavorato a numerosi film di successo e serie tv
show dagli anni ’90 ad oggi, tra cui anche L’incredibile
Hulk del 2008; non esattamente il successo che ci si
aspettava, ma un cinecomic con dei notevoli effetti visivi. E
mentre molti crederanno che la battaglia finale tra Hulk e Abominio
sia stata la più difficile da ricreare, è stato rivelato che gran
parte del lavoro era destinato alle due scene con il sangue verde
di Bruce Banner che cade attraverso l’impianto di
imbottigliamento e atterra in una bottiglia di soda (in seguito
consumata da Stan Lee). Ebbene questa sequenza ha
richiesto più di un anno per essere completata.
Le riprese di Iron Man iniziarono senza una sceneggiatura
completa
Uscito nel 2008, il primo film del
MCU e primo capitolo del franchise
su Iron Man non
ottenne solo il consenso della critica ma anche grandi risultati al
botteghino, Ma non tutti sanno che quando iniziarono le riprese
Jon Favreau non aveva ancora a disposizione una
sceneggiatura completa, e il progetto fu in sostanza una scommessa.
Sul set molte scene vennero improvvisate (soprattutto quelle con
l’attore principale Robert Downey Jr.) motivo per
cui lo stesso Jeff Bridges lo definì “un film
per ragazzi da 200 milioni di dollari“.
The Avengers stava per uscire come vietato ai minori
Prima dell’uscita di Deadpool nel
2016, l’etichetta R-rated per un film di supereroi era impensabile,
ma a quanto pare già per The Avengers
venne considerata e successivamente modificata per un target di
pubblico più ampio. A confermarlo è stato l’amministratore delegato
dei Marvel Studios, Kevin Feige,
rivelando che la versione iniziale del film presentato alla Motion
Picture Association of America tornò indietro con un rating R a
causa della morte dell’agente Phil Coulson.
“Succede che ogni volta che impalate qualcuno dalla loro
schiena e la lama esce dal loro petto, sono problemi“.
Le controversie intorno al casting di Idris Elba
Nonostante il relativo screentime in
Thor, il
personaggio di Heimdall fu tra i più apprezzati
dai fan del MCU, anche grazie alla magistrale
interpretazione di Idris Elba.
Tuttavia per il Council of Conservative Citizens, un gruppo
composto da suprematisti americani, il film divenne vittima di un
boicottaggio non appena fu annunciato il casting dell’attore:
“I Marvel Studios hanno brutalmente
attaccato il patrimonio conservatore e il patrimonio europeo”
così scrisse il movimento, “lanciando un nero nei panni di una
divinità norvegese nel loro nuovo film“. La risposta di Elba
fu meravigliosa: “Thor ha un martello che vola ma il colore
della mia pelle è sbagliato?“. Ben detto Idris.
In Captain America: Il Primo Vendicatore vennero usate quattro
versioni dello scudo di Cap
Per il primo capitolo del franchise
su Capitan America vennero utilizzate diverse
versioni dello scudo di Steve Rogers, tra cui
quello triangolare e i vari di forma iconica circolare con più
disegni. I realizzatori spiegarono che uno scudo realizzato in
alluminio serviva esclusivamente per il materiale promozionale,
perché troppo pesante per l’uso quotidiano, mentre un altro scudo
più leggero con il davanti in alluminio e il dorso in fibra di
vetro veniva usato ogni giorno durante le riprese. A questi si
aggiunse un altro scudo per gli stunt in poliuretano, più morbido
da utilizzare per acrobazie e incidenti.
Il cavaliere oscuro ha completamente
reinventato l’aspetto del Joker e, da allora
persino i fumetti si sono adattati al look che avevano scelto per
lui Christopher Nolan e Heath
Ledger. Il Joker di Todd
Phillips sembra essersi allontanato nettamente da quello
che è stato l’ultimo Joker cinematografico, quello di
Suicide Squad interpretato da
Jared Leto tornando apparentemente a un look meno
rischioso, che a ben vedere, forse, abbiamo già potuto osservare
altrove.
Mentre il Joker di
Joaquin Phoenix sembra chiaramente ispirato dalla serie
TV di Batman dal 1960, quella con Cesar Romero nei
panni del Clown Principe del Crimine, un fan con
una memoria molto lunga e con le giuste informazioni ha
sottolineato una certa somiglianza tra un concept art del
Joker di Nolan e la maschera che abbiamo già visto
sul volto di Phoenix dalle immagini dal set del film di
Phillips.
C’è da considerare che Il cavaliere
oscuro si apriva con la magnifica sequenza della
rapina, in cui il personaggio di Ledger indossava una maschera
dichiaratamente ispirata a quella di Romero nello show anni ’60. In
quel caso la maschera è stata rimossa subito, e il ghigno sfregiato
di Ledger ha fatto la storia. In questo caso invece il blu e il
rosso rimangono vividi sulla pelle di Phoenix, come si può ben
vedere dalle immagini dal set. Forse era questa anche l’idea
iniziale de Il cavaliere oscuro, come sembra
confermare il concept che mi mostriamo di seguito. Che ne
pensate?
Joker arriverà nelle sale
il 4 ottobre 2019, come ufficializzato nelle
ultime ore dalla Warner
Bros e sarà diretto da Todd
Phillips (Una notte da leoni).
Il film sarà ambientato nel
1980, e racconterà l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua
trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.
Ufficiali nel cast del
film Joaquin Phoenix, Zazie Beetz, Robert De
Niro, Frances Conroy, Marc Maron.
Arriverà sui nostri schermi il
prossimo 1 gennaio 2019, e intanto comincia a far sentire la sua
voce attraverso pubblicità e promozione: parliamo di
Aquaman di James Wan, che
vedrà protagonisti Jason Momoa nei panni dell’eroe
del titolo, Amber Heard in quelli di Mera, ma
anche altri volti noti e amati del cinema, tra cui Nicole
Kidman e Patrick Wilson.
Di seguito potete vedere il nuovo
spot del film che per un breve momenti ci offre un nuovo sguardo a Black Manta, il
nemico che sarà interpretato Yahya Abdul-Mateen
II, che abbiamo già visto nel trailer esteso del film in
cui abbiamo visto il costume molto simile a quello dei fumetti.
Il
filmè stato diretto da James
Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring,
Fast and Furious 7) e vede protagonista Jason
Momoa. Con lui ci sarà Amber
Heard nei panni di Mera, Yahya
Abdul-Mateen II, Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi
Lin e Willem Dafoe. Il
cinecomic arriverà al cinema il 21 Dicembre
2018.
Aquaman è il re dei Sette Mari.
Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della
superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli
Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di
proteggere il mondo intero.
Il numero annuale che
Empire dedica ai film dell’anno è stato rivestito
con una copertina che raffigura l’evento simbolo di Avengers: Infinity War. Una
immagine simbolica, semplice ma molto efficace.
Per quanto sia difficile da credere,
la fine del 2018 è proprio dietro l’angolo, il che significa che i
cinefili di tutto il mondo si troveranno presto a valutare gli
ultimi 12 mesi di cinema. Un titolo destinato ad essere in diverse
liste dei migliori film, di quelli più amati o (sicuramente) di
quelli che hanno incassato di più è Avengers: Infinity
War, attesissimo ed epico evento crossover che ha legato
insieme un decennio di narrazione.
Di seguito, potete ammirare la
copertina in questione. La scritta EMPIRE
svanisce, come fosse uno degli eroi ridotti in cenere dallo
schiocco di Thanos. Su uno sfondo bianco, campeggia il
Guanto dell’Infinito, con tutte le Gemme
dell’Infinito collocate al loro giusto posto e le dita che
schioccano, in quel terribile e semplcie gesto che ha spazzato via
metà delle forme di vita nell’universo condiviso della Marvel.
Cosa avverrà dopo quel temibile
schiocco? Lo sapremo nel film che chiuderà la Fase
3 del Marvel Cinematic
Universe.
Avengers 4 arriverà al
cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe
Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del
Marvel Cinematic
Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo,
Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch,
Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth
Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave
Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner,
Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
Anche quest’anno Warner Bros. si
prepara a sbarcare a Lucca in occasione dell’edizione 2018 di
“Lucca Comics & Games”.
Dal 31 ottobre al 4 novembre, i fan potranno
immergersi nel mondo Warner Bros. grazie al
rinnovato padiglione interamente dedicato a Wizarding World
e DC Comics, nella centralissima area di più di 150 metri
quadrati allestita in Piazza San Michele.
La novità assoluta dello spazio,
realizzato in collaborazione con Infinity, sarà il temporary shop a
tema Wizarding World, con la possibilità di acquistare prodotti
imperdibili, la presenza di props ed allestimenti unici per
un’esperienza immersiva nel magico mondo creato da J.K. Rowling.
Nell’area dedicata al
Wizarding World troveranno spazio anche i costumi
di scena utilizzati in “Animali
Fantastici: I Crimini di Grindelwald” – in uscita
nelle sale italiane dal prossimo 15 novembre – da
Newt Scamander, Gellert Grindelwald, Albus Silente e Queenie
Goldstein, oltre ad uno speciale “Wand Master
Training” dove i fan potranno sperimentare
le proprie doti magiche.
Nello spazio dedicato al
mondo DC Comics sarano invece presenti le statue di
Mera e “Aquaman” – protagonisti dell’omonimo film in
arrivo nei cinema italiani dal prossimo 1 gennaio
2019, un’area dedicata agli appassionati di videogames con
delle postazioni di gioco Lego DC Super-Villains,
capeggiate dalle statue Lego di Joker e Harley Quinn, oltre ad un
intero shop dedicato a tutto il mondo DC, e alla zona dedicata alla
nuova serie tv “Krypton” – dal 14 Novembre su Premium Action e dal
giorno successivo disponibile su Infinity, con postazione
fotografica dedicata ai fan.
Appuntamento all’interno del
Loggiato Pretorio (adiacente a Piazza San Michele) – la storica
casa dell’Area Movie di Lucca, con l’area “The Big Bang
Theory in 170 mila mattoncini Lego” popolata da 7
gigantesche installazioni dei protagonisti della celebre sitcom in
versione Lego, oltre allo spazio dedicato alla “Virtual
Reality diCreed II” – in arrivo nelle
sale italiane dal prossimo 24 gennaio 2019.
“Spider-Man: Un Nuovo
Universo”, in arrivo al cinema dal 25 dicembre, sarà
presente con un’ “immersiva” ed originale installazione a piazza
San Michele, che consentirà ai visitatori di entrare all’interno
del Ragnoverso. Il nuovo film della Sony Pictures Animation
racconta le vicende del teenager Miles Morales e delle infinite
possibilità del Ragnoverso, dove più di una persona può essere
Spider-Man. In anteprima per il pubblico di Lucca, sabato 3
novembre alle 14.30 presso il Cinema Astra, 40 minuti di footage
esclusivo.
A seguire, dalle16.30, appuntamento al palco Music con Paul
Harris: il coreografo dei duelli che hanno scandito le
avventure di Harry Potter, terrà una masterclass dedicata a come
impugnare correttamente la bacchetta e all’evocazione dei
principali incantesimi. Sempre sabato 3 novembre, alle
18.30, prenderà vita un magico evento che coinvolgerà
tutta Italia, con l’accensione in piazza San Michele della
riproduzione di oltre cinque metri della bacchetta magica di Newt
Scamander, protagonista della saga. Quella a Lucca sarà
una delle nove mega installazioni, raffiguranti altrettante
bacchette del Wizarding World™ creato da J.K. Rowling, che si
illumineranno contemporaneamente in altrettante città italiane.
Anteprime e
proiezioni
Naturalmente non potrà mancare il
presidio delle sale cinematografiche del Festival.
Venerdì 2 novembre ore 14.00 presso
il Cinema Astra: proiezione di “Creed–
Nato per combattere”, in occasione dell’uscita del libro
“Guida da combattimento a Sylvester Stallone” dei 400 calci (Magic
Press Edizioni) e nell’ambito del panel dedicato al mondo di Rocky
Balboa
Venerdì 2 novembre ore 18.30 presso
il Cinema Centrale: proiezione di “Animali Fantastici e dove
Trovarli”, introdotta dall’influencer Antonio
Moro che parlerà della corretta fruizione dei film in digitale
Sabato 3 novembre ore 14.30 presso
il Cinema Astra: proiezione in anteprima di 40 minuti di
footage esclusivo da “Spider-Man: Un Nuovo
Universo”
Sabato 3 novembre ore 19.00 presso
il Cinema Centrale: anteprima nazionale dell’episodio
pilota della nuova serie tv targata DC sulle origini di
Superman, “Krypton”,in
programmazione dal 16 novembre su Premium Action e dal giorno
successivo su Infinity.
Creato da Stan Lee, Jack
Kirby e Larry Lieber, Thor è
uno dei personaggi ricorrenti all’interno dell’universo
cinematografico Marvel ed è apparso in ben sette
cinecomic dei Marvel Studios. Noto come “Il Dio del
Tuono“, è stato fra i primi eroi introdotti nell’universo
cinematografico Marvel, tra i più apprezzati dai
fan grazie soprattutto all’ interpretazione di Chris
Hemsworth.
Tuttavia,
nonostante il riscontro
positivo, Thor non è riuscito a sfuggire
al ricorrente problema delle contraddizioni (un po’ come tutti i
personaggi del MCU) e ci sono molti
aspetti del personaggio che fatichiamo ancora oggi a comprendere.
Proviamo a rispondere, almeno in parte, a queste
domande:
Ha provato a distruggere l’universo
Essere al tempo stesso un eroe e un
Dio può farti scontrare con un’enorme pressione, e quando questa
diventa troppo grande da gestire è molto facile impazzire. Così
successe a Thor, un momento che lo spinse a creare
un suo alter ego di nome Valchiria di cui si
innamorò follemente e che obbediva ad ogni suo ordine. In realtà si
trattava del suo subconscio, quindi Thor si innamorò essenzialmente
di se stesso, e sotto l’influenza di Valchiria andò su tutte le
furie arrivando quasi a distruggere l’universo.
Non riesce a seguire le regole
Forse la più grande debolezza di
Thor risiede nella sua incapacità di seguire le
regole. È come se facesse di tutto per infrangerle e non riuscisse
a trattenersi: disobbedisce agli ordini si suo padre, violato un
trattato antico, è impulsivo e arrogante…insomma non esattamente
l’eroe senza macchia delle favole.
È pessimo nelle relazioni
Se da una parte sembra impossibile
non rimanere affascinati dai suoi poteri, dall’altra pare che
instaurare un qualsiasi rapporto sentimentale con lui sia
un’impresa alquanto complicata. Anzi, infattibile. Lo dimostrano le
love story finite male con Lady Sif,
Brunnhilde e Jane Foster. Ma che
sia innamorato o meno, Thor non ha mai trattato
bene le sue donne; come quando a Jane viene diagnosticato un cancro
e Thor, deluso dal fatto che era stato mollato, le disse che era
stato infedele durante tutta la relazione.
Non sa fare gioco di squadra
Quando si tratta di lasciare che
qualcuno prende il comando dell’operazione, Thor
ha spesso mostrato qualche perplessità. È un membro degli
Avengers certo, ma in realtà non sa fare gioco di
squadra, anzi sembra quasi che preferisca lavorare da solo. Come
succede nel primo film sui Vendicatori dove il Dio del Tuono appare
riluttante all’idea di seguire Captain America o
Iron Man. Spesso se ne va per conto suo e non
chiede mai aiuto agli altri Vendicatori.
Non è l’Avenger più potente
La squadra degli
Avengers è formata dai migliori supereroi Marvel in circolazione e ha
cambiato spesso membri nel corso della sua storia sui fumetti. E
presumibilmente questo gruppo ha sempre avuto un vantaggio rispetto
ai suoi avversari perché un vantaggio perché un suo soldato è un
Dio. Ciò però non rende Thor il più forte dei
Vendicatori, superato invece da Capitan America
o Hulk.
La scomparsa di Jane nel MCU
Adattare le storie di
Thor nel Marvel Cinematic Universe si è
rivelato un compito più difficile del previsto, dal momento che la
sua mitologia non si è sempre adattata allo sviluppo del MCU. Ciò ha significato apportare
diverse modifiche ai personaggi sul grande schermo, e nello
specifico Jane Foster ha
avuto un ruolo molto più grande della controparte originale: lì
partiva come assistente del Dr. Donald Blake e proseguiva le
proprie avventure da sola addirittura prendendo il posto di
Thor. Nel MCU invece ha un ruolo molto più
piccolo, non ha esperienza medica e compare solo nei primi due film
del franchise sparendo senza giustificazioni dal terzo
capitolo.
Non è invincibile
Thor è un eroe
dotato di poteri e abilità unici nell’immaginario Marvel, ma ciò non significa che
non possa rimanere gravemente ferito in battaglia. Tuttavia i fan
restano ancora confusi su un aspetto del Dio del Tuono, ovvero la
sua capacità di guarigione: ci sono momenti in cui è praticamente
indistruttibile, altri in cui è possibile pugnalarlo e ferirlo, e a
seconda della situazione è in grado di guarire a un ritmo più
veloce.
La sua storia di origini nel MCU
Alcuni considerano quello su
Thor il franchise più debole del MCU a causa dei frequenti
cambiamenti di tono da un film all’altro. Nei fumetti però il Dio
del tuono ha una delle storie di origine più intriganti che i
Marvel Studios hanno deciso di
abbandonare: visto il carattere arrogante, impulsivo e quasi
guerrafondaio, Odino decise di
insegnare a suo figlio il valore dell’umiltà esiliandolo sulla
Terra (e lasciandolo privo di memoria e poteri) nel corpo del
giovane studente di medicina Donald Blake. Dieci
anni dopo il ragazzo apre una clinica privata a New York diventando
un brillante dottore, così una volta compreso che ormai Thor aveva
imparato la lezione, Odino fa in modo che il figlio vada in
Norvegia e rinvenga presso una grotta il
Mjolnir, recuperando i suoi poteri in
tempo per sventare un’invasione di alieni kronani.
Si è unito all’HYDRA
Sarà anche un Dio, ma anche
Thor ha fatto scelte sbagliate in passato. Come
quando è diventato membro della famigerata organizzazione Hydra nelle
storie di Secret Empire # 1, al fianco di un
Captain America sottoposto lavaggio del cervello.
Non sa molto delle gemme dell’infinito
Thor ha cercato nei
Nove Regni e oltre le gemme
dell’infinito scontrandosi con forze malvagie,
tuttavia questa forsennata ricerca non sembrava corrispondere
ad una vera conoscenza da parte del Dio dell’Inganno, come se in
fondo non fosse realmente interessato a cosa fossero e quale sia il
loro peso nell’equilibrio dell’universo. Ma più Thor ci ha avuto a
che fare, più sapeva di meno a proposito.
L’ultimo fine settimana
di ottobre si rivela piuttosto magro al box office italiano, visto
che il primo film in classifica è l’unico ad aver superato il
milione di euro di incasso.
Infatti Halloween apre in testa con 1,1
milioni incassati in 423 sale a disposizione, registrando una media
per sala pari a 2700 euro.
Così A
Star Is Born scende in seconda posizione con
altri 955.000 euro con cui sfiora il tetto dei 5 milioni
complessivi.
Complice l’imminente
Halloween, Piccoli
Brividi 2: I fantasmi di Halloween guadagna due
posizioni rispetto all’esordio con altri 595.000 euro per un totale
di 1,2 milioni.
Seguono due novità italiane, ossia
Euforia (536.000 euro) e Uno di famiglia (493.000 euro).
Il Verdetto – The
Children Act sale al sesto posto con altri 491.000
euro con cui supera il milione globale, mentre Zanna
Bianca totalizza 1,5 milioni con altri 413.000
euro.
Venom precipita in ottava
posizione raccogliendo 409.000 euro con cui supera quota 8
milioni.
In coda alla top10
troviamo Soldado
(367.000 euro) e Pupazzi
senza gloria (353.000 euro) che
arrivano a 1,1 milioni globali.
Venom
ha superato i 500 milioni di dollari al botteghino mondiale.
Sebbene il film abbia raccolto pareri molto negativi da parte della
critica, non c’è alcun dubbio che il pubblico, invece, stia
costruendo la fortuna del film di Ruben
Fleischer.
In molti aspettavano il ritorno di
Venom al
cinema, dopo il pessimo esempio portato sullo schermo d’argento da
Sam Raimi nel 2007 in Spider-Man
3. Per cui il lavoro di Fleicher era attesissimo sin dai
primi annunci legati alla produzione del film con Tom
Hardy. In molti inoltre erano scettici e le percentuali su
Rotten Tomatoes (30%) hanno disseminato il panico.
Ma guardando i numeri del
botteghino di Venom,
tutti i sospetti sono stati dissolti. Secondo i dati di Box Office
Mojo, che tiene il polso degli incassi mondiali,
Venom ha incassato oltre 508 milioni worldwide,
superando ufficialmente la tacca dei $ 500 milioni. Nonostante la
cattiva pubblicità della critica di tutto il mondo, che si è
espressa più o meno allo stesso modo in tutti i Paesi, sembra che
invece il pubblico sia stato un film più che gradito.
Tom Hardy, Michelle
Williams, Woody Harrelson, Jenny Slate, Riz Ahmed, Michelle Lee,
Reid Scott, Scott Haze, Sam Medina formano il cast di
Venom,
diretto da Ruben Fleischer e in sala dal
4 ottobre 2018.
Venom,
il protettore letale, uno dei personaggi Marvel più enigmatici, complessi e
tosti arriva sul grande schermo interpretato dall’attore candidato
all’Oscar Tom Hardy.
Più di vent’anni fa veniva
pubblicato il primo romanzo di Harry Potter e
da allora il magico mondo creato da J.K. Rowling ha contagiato lettori di
tutto il mondo, entusiasti di poter rivivere le avventure del
giovane maghetto anche sul grande schermo. Ma mentre la maggior
parte degli spettatori e dei critici hanno elogiato gli otto film
del franchise, i devoti “Potterheads” esprimevano
il loro disappunto nei confronti di quei drastici cambiamenti
attuati dal processo di adattamento cinematografico.
Alcuni personaggi e trame sono
stati inevitabilmente cambiati per condensare il materiale
originale e risparmiare tempo, e tra questi ci sono almeno
10 punti su cui i fan non riescono proprio a
soprassedere:
L’atteggiamento di Silente nei confronti di Harry
Nessun cambiamento dal libro al
film ha turbato tanto i fan quanto il diverso approccio al
personaggio di Albus Silente operato da
Michael Gambon dopo l’addio
di Richard Harris (scomparso in seguito alle
riprese de La camera dei segreti). Il ritratto del preside di buon
cuore dell’attore era infatti azzeccato, mentre con l’arrivo di
Gambon il mentore di Harry diventò più freddo e distante; dettaglio
appena percepibile in Il prigioniero di
Azkaban ma evidente in Il calice di
fuoco.
Avrete notato come nei libri
Silente reagisca al fatto che Harry Potter fosse stato scelto come
secondo campione del Torneo Tremaghi di Hogwarts, tirando da parte
il ragazzo e chiedendogli con calma se avesse messo il suo nome nel
Calice di Fuoco. Nel film, tuttavia, il preside gli fa la stessa
domanda con un tono molto più arrabbiato…
La redenzione di Dudley
La famiglia
Dursley viene descritta nel modo meno piacevole
nei libri della Rowling, anche se Petunia e
Dudley – rispetto a Vernon – sono cresciuti e si
sono sviluppati in meglio nel corso della storia. I lettori hanno
inoltre avuto la possibilità di capire che l’odio per la magia di
Petunia è iniziato quando la sua richiesta di unirsi a sua sorella
alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts le venne negata; una
rivelazione che ci ha permesso di simpatizzare con un personaggio
apparentemente negativo, ed è un peccato che questa svolta non sia
stata mostrata nei film, come è ancora più sconvolgente che la
Warner Bros. abbia quasi completamente tagliato fuori la crescita
di Dudley.
Nei libri fu infatti Dudley a
convincere la sua famiglia ad accettare la protezione dell’Ordine
della Fenice e, prima di andarsene, fu lui a ringraziare Harry per
averlo salvato dall’attacco dei Dissennatori.
La morte di Dobby
Il sacrificio di
Dobby ripreso da I Doni della Morte – Parte
1 è stato si commovente, ma non così straziante
come nei libri, perché gli spettatori semplicemente non hanno visto
quanto dell’elfo domestico avevano avuto i lettori. Sulle pagine
della Rowling Dobby ha aiutato a superare la seconda prova del
Torneo Tremaghi, e l’anno successivo ha spinto Harry ad usare la
Stanza delle Necessità come sede delle riunioni dell’Esercito di
Silente, ma purtroppo entrambe le apparizioni sono state rimosse
dai film. Così, quando l’elfo si è presentato per aiutare ancora
Harry nel penultimo capitolo cinematografico si è perso tutto il
vero peso emotivo della sua morte.
La storia della famiglia di Voldemort
Negli adattamenti cinematografici
Voldemort è apparso molto più monodimensionale di
quanto apparisse nei romanzi di J.K. Rowling, dove
l’autrice aveva arricchito il personaggio aiutando i lettori a
capire le sue motivazioni e il suo modo di agire. Riguardo al suo
passato, viene raccontata la storia di sua madre Merope Gaunt
che usò una pozione d’amore per costringere un ricco Babbano a
innamorarsi di lei, con il loro bambino (Tom Riddle) che crebbe
incapace di provare il vero amore.
Tuttavia questa tragica educazione
del Signore Oscuro venne trascurata dai film, lasciando delusi
moltissimi fan.
Il principe mezzosangue
Al pubblico che si è approcciato ai
film di Harry Potter senza leggere i romanzi è
stata negata l’opportunità di comprendere appieno il personaggio
complesso e affascinante che è Severus Piton.
L’intera storia del suo passato con Lily e della rivalità con i
Malandrini venne infatti riassunto in pochi minuti di sequenze
flashback, e anche se uno dei film portava il suo nome, il tempo
che servì per spiegare il significato di “Principe
Mezzosangue” fu troppo breve.
Gli occhi di Harry
Uno dei più grandi colpi di scena
della saga di Harry Potter fu la rivelazione del
passato di Severus
Piton e del suo amore per Lily
Potter. Il professore di pozioni odiava il ragazzo
perché gli ricordava molto suo padre James, che era crudele con lui
quando erano studenti a Hogwarts, ma il fatto che Harry avesse gli
occhi di Lily rendeva ancora più difficile il rapporto.
Nei suoi ultimi attimi di vita,
Piton implorò Harry di guardarlo in modo da poter fissare un’ultima
volta gli occhi della donna che amava. Sfortunatamente nei film gli
occhi di Harry non somigliavano per niente a quelli di sua madre
(Lily li aveva marroni e suo figlio verdi).
La battaglia nella torre di astronomia
Durante gli eventi di Il
Principe MezzosangueDraco Malfoy fa entrare alcuni
seguaci di Voldemort nella Scuola di Magia e Stregoneria di
Hogwarts per aiutarlo a portare a termine la sua missione e
uccidere Albus Silente. Nel film però l’invasione
dei Mangiamorte sembra fin troppo facile, poiché
apparentemente nessuno si fa avanti per opporvisi. Cosa che invece
accade nei libri dove diversi professori, studenti di Grifondoro e
membri dell’Ordine della Fenice combattono contro i Carrow, Fenrir
Greyback nell’epica Battaglia della Torre di Astronomia.
Il passato di Silente
Harry Potter e i Doni della
Morte ha offerto ai lettori la possibilità di esplorare il
grande mistero del passato di Albus Silente, con
J.K. Rowling che rivelò importanti dettagli sulla
sua famiglia, dalla tragica scomparsa di sua sorella Ariana al suo
rapporto drammatico con Gellert
Grindelwald.
La decisione di
Voldemort di uccidere Lily e James Potter è stata
ispirata da una profezia secondo cui il signore oscuro sarebbe
stato annientato da un bambino nato alla fine di luglio, i cui
genitori lo avevano sfidato tre volte. Nei libri Harry non era
l’unico prescelto, perché anche Neville Paciock
avrebbe potuto essere il bambino destinato a sconfiggere
Colui-che-non-deve-essere-nominato.
Per qualche ragione, questo fatto è
stato completamente ignorato nei film. La caratterizzazione di
Neville è stata comunque fantastica e gli spettatori si sono
divertiti a vedere il mago, un tempo timido e goffo, trasformarsi
in un vero eroe nella Battaglia finale di Hogwarts.
I Malandrini
Tutti i lettori dei romanzi di
Harry Potter sanno che, dopo esser stato morso da un lupo mannaro,
Remus Lupin ha assunto la capacità di trasformarsi
con la luna piena, così come i suoi migliori amici James
Potter, Sirius Black e Peter
Minus sono diventati Animagus per poterlo
aiutare. L’iconico quartetto si è auto-soprannominato I
Malandrini e ha creato la mappa che Harry utilizza
per esplorare segretamente le sale della Scuola di Magia e
Stregoneria di Hogwarts.
La mappa del malandrino è si
apparsa nei film, tuttavia la Warner Bros. ha completamente escluso
qualsiasi retroscena per spiegare chi l’ha creata. Gli spettatori
non hanno nemmeno avuto la possibilità di scoprire che il padre di
Harry è stato in grado di trasformarsi in un cervo…
Secondo
Sigourney Weaver, James Cameron era un fan del progetto di
Alien 5 messo a punto da Neil
Blomkamp. I piani del regista per il sequel sono stati poi
cancellati, ma non è mai mancato loro il sostegno del regista di
Aliens e quindi sembra plausibile che l’attrice e
il regista possano ancora sostenere quella visione e contribuire a
portarla sullo schermo.
Nel 2015, Blomkamp, noto
principalmente per il bellissimo District 9, fu incaricato dalla Fox di
lavorare a un Alien 5. Il film sarebbe stato un
sequel diretto di Aliens di Cameron, e non avrebbe tenuto in
considerazione i fatti accaduti nel capitolo tre e quattro. Per il
resto, non si sapeva molto della trama del film, a parte qualche
concept art diffuso in rete (che potete vedere
qui).
Sigourney Weaver
sembra ancora interessata al progetto e durante un’intervista con
THR, ha
discusso di quanto le sia piaciuto lavorare con Blomkamp a
Humandroid e di quanto le piacerebbe poi lavorare di nuovo con il
regista.
Anche Cameron era eccitato all’idea
del sequel proposto da Blomkamp, considerandola una buona
continuazione per il suo Aliens, a sua volta
sequel dell’originale di Ridley Scott. Ecco cosa
ha detto a The Hollywood Reporter:
“Abbiamo quasi iniziato a
lavorarci quando ero con James Cameron. Ma quando arrivò il momento
giusto per la Fox, Neill aveva in cantiere così tanti lavori che
dovevamo aspettare. Ora sono impegnata a lavorare ad Avatar 4 e 5.
Mi piace lavorare con Neill e penso che farebbe un lavoro
fantastico, e James Cameron pensa davvero che sia una grande idea,
quindi non si sa mai. In questo momento, penso che Neill stia
lavorando a tre progetti contemporaneamente.”
Molti fan saranno contrari all’idea
di Neill Blomkamp, tuttavia ora che le proprietà
Fox passeranno alla Disney, sarà interessante copire come la
Casa di Topolino gestirà questi franchise che si
troverà a “possedere”.
A gara di haters con uno scrittore
e giornalista che sull’odio sui social può decisamente dire la sua,
Roberto Saviano. Quindi un imperdibile duetto con
Gué Pequeno, uno dei rapper più amati del panorama
musicale italiano, sul grande tormentone lanciato da questa
edizione di EPCC a Teatro, la hit Broccoletti, e ancora,
un emozionante confronto con un genetista che ha stampato su carta
per la prima volta un vero codice genetico umano, il
suo:Riccardo Sabatini.
Appuntamento ricchissimo di ospiti,
gag, risate e anche momenti di riflessione quello che ha in serbo
Alessandro Cattelan per l’ultima puntata – in onda
martedì 30 ottobre su Sky Uno dalle 21.15 – di
EPCC a teatro, il suo late night show per queste
sei puntate speciali in onda in prima serata dal Teatro Parenti di
Milano.
Roberto Saviano si racconterà alla
scrivania di Epcc a teatro rivelando alcuni aneddoti legati alle
battaglie di civiltà che da anni ormai conduce quotidianamente. In
Guess my hater, con Alessandro Cattelan farà a gara a chi
si è imbattuto in più odio sui social: uno contro l’altro, dovranno
indovinare quali insulti dagli haters ha ricevuto l’uno e quali
invece erano destinati all’altro.
Duetto inedito quello al quale si
presterà Guè Pequeno, rapper tra i più amati del panorama musicale
italiano, che affiancherà il padrone di casa nel vero tormentone d
quest’edizione di EPCC, la hit trap “Broccoletti”. Guè
racconterà inoltre alcuni aspetti inediti della sua vita da
produttore e cantante e in studio presenterà Sinatra, il
suo nuovo disco, fuori su tutte le piattaforme con Island Records e
Universal Music Group
In puntata anche il genetista
Riccardo Sabatini, che sul palcoscenico del Teatro Parenti porterà
la (ingombrante) stampa del suo genoma, il codice della sua vita,
racchiuso in centinaia di volumi.
Nel teatro saranno
presenti anche 200 clienti Sky che con extra hanno
avuto la possibilità di assistere dal vivo all’ultima puntata
dello show, anche disponibile – come le cinque precedenti – su Sky
On Demand. E POI C’È CATTELAN A TEATRO, martedì 30
ottobre dalle 21.15 su Sky Uno e disponibile su Sky On Demand (dove
si trovano anche tutte le altre puntate del late
show)
Continuano le riprese di Wonder Woman 1984, il film che vedrà tornare
Gal Gadot nei panni di Diana, e in cui l’attrice
israeliana sarà di nuovo diretta da Patty Jenkins.
Di seguito, condivise da un account Facebook dedicato alla
DC Comics, potete vedere nuove immagini dal set in
cui la bellissima attrice indossa un pesante ed elegante cappotto
scuro, costume di scena a tema con gli anni ’80, periodo in cui
sarà ambientato il film.
Il film vedrà ancora come
protagonista Gal Gadot opposta
a Kristen Wiig, scelta per interpretare la
villain Cheetah. L’ultimo acquisto del cast è Pedro
Pascal, di cui non è stato ancora confermato il
personaggio. Il film sarà ambientato durante la Guerra Fredda e la
sceneggiatura è stata curata da Goeff
Johns e Patty Jenkins.
Anche Michael
Rooker si è finalmente espresso in merito al licenziamento
di James
Gunn da parte di Disney, a seguito
del riemergere di vecchi tweet del regista che proponevano messaggi
omofobi, violenti e maschilisti (qui potete scoprire tutti i
dettagli).
Rooker, che ha interpretato Yondu
nei primi due film dei Guardiani della Galassia,
ha detto che la decisione della Disney di licenziare James
Gunn, a causa di tweet così vecchi, è stata
“terribile“. Intanto, Gunn si è spostato a
lavorare su un altro progetto di supereroi, per la DC Comic. Si
tratta di Suicide Squad 2, che il regista di
Super
scriverà e dirigerà.
Dopo il licenziamento di Gunn, il
cast protagonista di Guardiani della Galassia ha
rilasciato una dichiarazione di supporto al filmmaker, chiedendo
alla Disney di tornare sui suoi passi. Anche il cast di supporto di
Guardiani della Galassia Vol.
3, Kurt Russell, David Hasselhoff,
e Michelle Yeoh, ha espresso il suo disappunto per la
decisione e il sostegno al regista. Rooker, che ha sempre
collaborato con Gunn anche prima che arrivasse nel franchise dei
Guardiani, ha adesso espresso la stessa posizione dei suoi
colleghi.
Durante la sua apparizione al
Walker Stalker ad Atlanta (via Comicbook),
Rooker ha condiviso i suoi pensieri sulla sfortunata vicenda del
suo buon amico e frequente collaboratore. Anche se i suoi pensieri
non sono stati
netti e “violenti” come quelli di Dave
Bautista, ha dichiarato: “È terribile, vero? Ma
indovina un po’? Lui è già al lavoro su qualcosa di grnade. Suicide
Squas, giusto? Lo sta scrivendo e lo dirigerà.”
Michael Rooker e
James Gunn sono così legati che Gunn aveva
dichiarato, all’indomani dell’uscita di Guardiani della Galassia Vol.
2, che non sapeva se sarebbe tornato a dirigere il
terzo perché quello sarebbe stato il primo film in cui non avrebbe
potuto dirigere Rooker, il cui personaggio, Yondu, era morto nel
secondo episodio per salvare la vita di Star Lord.
“Grazie” alla Disney, Gunn non dovrà fare a meno del suo
amico, che anzi potrebbe trovare un posto in Suicide Squad
2.
Si sono ufficialmente concluse le
riprese di Spider-Man: Far From
Home, dunque possiamo dire che il primo titolo
della Fase 4 Marvel esiste e che
il futuro del MCU ripartirà dalle sorti di Peter
Parker in seguito agli eventi di Avengers 4.
Inoltre, grazie a Tom Holland, sappiamo che
l’ultima parte della produzione si è spostata a New York dopo aver
girato per il mondo, dove
abbiamo avuto la possibilità di guardare da vicino a tuta nuova del
personaggio.
Le riprese del film sono durate
circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete
abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle
(Zendaya). Naturalmente il film vedrà tornare
anche Flash Thompson (Tony Revolori) e Ned
Leeds (Jacob Batalon), gli altri compagni di
scuola di Peter. Ma cosa conosciamo realmente della trama e quali
teorie circolano intorno al nuovo titolo dei Marvel Studios?
Non sarà la fine di Spider-Man nel MCU
Chi pensava che il secondo film di
Spider-Man avrebbe segnato la fine del personaggio
nel MCU dovrà ricredersi, dal
momento che Tom Holland ha firmato un contratto
che lo obbliga a recitare in almeno un altro capitolo del
franchise. E mentre la Sony continua a progettare le basi del suo
personale universo cinematografico con gli antagonisti di Spidey, è
possibile che prima o poi i due mondi si incontreranno.
Tecnicamente, l’accordo tra Marvel e Sony prevede una
ri-negoziazione dei diritti sul personaggio dopo l’uscita di
Far From Home,
ma staremo a vedere…
Jessica Drew
Questo è più un rumor, e si basa
sull’idea che insieme a Into the
Spider-Verse vedremo altri personaggi indossare il
costume di Spidey nel corso dei prossimi anni (e forse già a
partire da Far From Home). E se fosse proprio
Jessica Drew, prima di diventare Spider-Woman, la
candidata ideale? Si vocifera infatti che l’eroina avrà un suo
ruolo nella trama del film, nei panni di una agente MI6 che
combatterà al fianco di Peter contro Mysterio. Se
così fosse potrebbe lavorare insieme a Nick Fury e
Maria Hill, entrambi già confermati nel
cast.
Una vacanza in Europa
In occasione dell’uscita
di Avengers: Infinity
War, Kevin Feige ha
raccontato a io9 qualche dettaglio sulla
produzione di Spider-Man: Far From Home:
“Cominceremo a girare all’inizio di Luglio, prima ad Atlanta,
poi ci sposteremo a Londra e ovviamente c’è una ragione dietro
questa trasferta: perché Spidey stavolta girerà in ogni parte del
mondo, compresa la sua città, New York”. “Pensate
quanti spostamenti ha già affrontato: la partecipazione alla Civil
War, la battaglia di Leipzig Airport, il suo ritorno a scuola,
l’intervento in Infinity War, e poi di nuovo a
scuola”, ha continuato Feige.
Le parole del presidente dei
Marvel Studios hanno chiarito che
la posizione di Peter Parker è assolutamente unica nel panorama
degli Avengers, e che il ragazzo è colui che trae maggiore
giovamento dalla segretezza della sua identità. Anche al di fuori
dei propri confini americani…
Kraven il cacciatore
Nei fumetti Kraven il
cacciatore fa parte dei Sinistri Sei e mentre sembra esclusa la
sua presenza nel MCU, la Sony sta lavorando per
portare sul grande schermo uno standalone sul personaggio.
Tuttavia prima dell’inizio delle riprese di Far From
Home, alcune voci di corridoio parlavano dell’ipotesi che
Kraven potesse essere uno dei principali villain del sequel, e che
Matt Damon fosse in corsa per il ruolo. Ovviamente
la smentita è arrivata dopo la conferma di
Mysterio e Avvoltoio nel cast, ma
alla luce del successo al botteghino di
Venom, la Sony è sempre più intenzionata a
proseguire il progetto solista.
I Sinistri Sei
Sono in molti a credere che il piano
della Sony di introdurre nel proprio universo condiviso tutti i
maggiori antagonisti di Spider-Man porterà alla
fine alla creazione dei Sinistri
Sei, già programmati all’epoca di The Amazing Spider-Man 2 e
successivamente messi nell’angolo. Ora che Avvoltoio e Mysterio
faranno parte di Far From Home e viste le
voci sulla possibile comparsa di Scorpion e
Spider-Slayer, è lecito immaginare che ci siano
tutte le possibilità di vederli in azione a breve…
Il ritorno dell’Avvoltoio
Come confermato da Variety lo scorso
anno, Michael Keaton tornerà a essere
Avvoltoio in Spider-Man: Far From
Home. Non sappiamo però da che parte starà il personaggio,
ora in carcere, dato il finale di Homecoming,
tuttavia sarebbe plausibile che questa volta il villain possa
passare dalla parte di Peter Parker oppure che si schieri con il
nuovo arrivato Mysterio.
Non ci sarà un crossover con Venom
Produttori e regista di Venom hanno più
volte specificato che il film sul simbionte non è in nessun modo
connesso all’universo cinematografico Marvel, e nonostante il presunto coinvolgimento di
Tom Holland durante le riprese, abbiamo
scoperto che effettivamente non c’è alcuna connessione il cinecomic
della Sony e il MCU. E a quanto pare non ci sarà
nemmeno in futuro.
Alistair Smythe
Il personaggio di Alistair
Smythe, aka Spider-Slayer, è già stato
portato sul grande schermo da B.J. Novak in
The Amazing Spider-Man 2, tuttavia alcuni rumor
parlano del suo ritorno anche in Far From Home;
non come dirigente della Oscorp, ma come uno dei nuovi
compagni di classe di Peter Parker. La teoria suggerisce che Smythe
sia un genio tecnologico “manipolatore” che cerca di aizzare gli
amici di Peter contro di lui e il cui defunto padre ha lavorato per
le Stark Industries.
Jake Gyllenhaal sarà Mysterio
Sappiamo che
Mysterio sarà l’antagonista principale del film e
che Jake Gyllenhaal dovrebbe interpretarlo,
tuttavia non abbiamo mai avuto una conferma ufficiale sul casting
dell’attore, nemmeno da Kevin Feige. È possibile che prenda parte
al film nelle vesti di un altro personaggio? Eppure la controfigura avvista sul set in
Repubblica Ceca somigliava moltissimo a Gyllenhaal…
Non ci sarà Doctor Strange
Come confermato nei mesi
scorsi, Spider-Man: Far From
Home inizierà subito dopo gli eventi
di Avengers 4, con buona parte delle
scene ambientate a Londra, e sebbene i fan abbiano iniziato a
speculare sulla presenza o meno di altri personaggi del MCU, Kevin Feige ha
finalmente fatto chiarezza in merito: “Non ci saranno cameo
degli Avengers, e non comparirà Doctor Strange. Non voglio che i fan si
entusiasmino troppo, ma posso dirvi che Tom Holland e Benedict
Cumberbatch si sono divertiti moltissimo a lavorare
insieme“.
È
probabile che il presidente dei Marvel Studios si riferisse ai
giorni trascorsi sul set di Infinity
War e Avengers 4, e non ad un
eventuale ritorno in Spider-Man: Far From
Home.
Inizierà pochi minuti dopo gli eventi di Avengers 4
Qualunque cosa accada in
Avengers 4, sappiamo per certo che avrà un impatto
diretto su Far From Home e il legame fra i
due film sarà fondamentale. Durante la promozione di
Homecoming, è stata la produttrice Amy Pascal a
discutere in primo luogo del sequel dichiarando che “inizierà
pochi minuti dopo gli eventi di Avengers 4“.
Non verrà sviluppato il rapporto fra Tony Stark e la zia
May
Presumendo che Tony
Stark morirà alla fine di Avengers 4,
ogni possibilità di veder sviluppata la relazione con Zia
May andrà in fumo. E se invece Tony sopravvivesse, in ogni
caso la storia d’amore tra lui e Pepper Potts è
più importante di ogni cosa.
Il rapporto fra Peter e Tony
Uno degli aspetti più criticati di
Spider-Man: Homecoming è
stata la decisione di rendere Spider-Man una sorta di Iron Man
junior, dipendente dalla tecnologia e dall’assistenza di
Tony Stark. Per lo meno speriamo che Far
From Home vedrà Spidey diventare più indipendente, e che
Robert Downey Jr. non è nella lista del cast.
Potrebbe essere già morto durante gli eventi del film? Peter
piangerà la morte del suo mentore?
Peter Parker è vivo
Pensavate che Peter Parker fosse
morto alla fine di Infinity War? Il fatto che
Far From Home sia ambientato poco dopo
Avengers 4 dovrebbe confermare il contrario. Ma si
sa che con i Marvel Studios niente è
scontato…
Nei paesi anglofoni,
Halloween è una cosa seria. Le decorazioni, i
costumi, gli scherzi, tutto è studiato e architettato settimane
prima, per rendere la notte delle streghe il più divertente e
spaventosa possibile, per grandi e piccoli. Quando la passione per
Halloween incontra l’amore per i cinecomic, le idee più folli
prendono forma.
Lo dimostra la decorazione che
vedete di seguito, che ricrea il momento forse più straziante di
Avengers: Infinity War:
Spider-Man che svanisce tra le braccia di Iron
Man!
Il momento ricreato nell’originale
decorazione di Halloween, riprende quello del
terzo atto del film, il finale, quando, dopo lo schiocco di dita di
Thanos, gli eroi (insieme agli altri esseri
viventi) cominciano a tramutarsi in polvere.
Spider-Man, grazie al suo senso di Ragno, avverte
prima di tutti l’arrivo della fine. “Non mi sento molto
bene” dice, guardando un Iron Man in preda
all’angoscia, per poi chiedere aiuto e riuscire debolmente a dire
“Non voglio morire“, prima della fine.
Persino i più duri di cuore hanno
ceduto, di fronte a una morte così drammatica e ben costruito. Il
decoratore in questione, ha voluto sbattere sotto il naso di tutti
proprio quel momento.
Avengers 4, in arrivo a maggio
2019, ci racconterà quello che è accaduto al mondo dopo il temibile
schiocco e ci spiegherà in che modo Tony Stark sia riuscito ad
andare avanti con la sua vita, dopo aver assistito alla morte dei
suoi compagni d’armi e soprattutto a quella del suo protetto,
Peter.
Avengers 4 arriverà al
cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe
Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del
Marvel Cinematic
Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo,
Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch,
Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth
Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave
Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner,
Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
La storia del cinema è piena di
scene memorabili che sono state
improvvisate dagli attori direttamente sul set e
che, in fin dei conti, hanno decretato il successo dei film in cui
erano inserite tramandando nel tempo il loro stato di culto. Dal
sibilo di Hannibal Lecter in Il silenzio degli
innocenti al “Lo so” pronunciato da Han Solo in Star
Wars, sono diversi gli esempi lampanti di questo
fenomeno.
Ecco di seguito le 20 più famose:
Il silenzio degli innocenti
Come sarebbe stato Il silenzio degli
innocenti senza il celebre e inquietante sibilo di Hannibal Lecter
prima di pronunciare la famosa frase “I ate his liver with some
fava beans and some nice Chianti”? Ebbene, l’agghiacciante
suono fu improvvisato da Anthony Hopkins sul set e non era previsto
dalla sceneggiatura.
Quei bravi ragazzi
La scena considerata ancora cult di
Quei Bravi Ragazzi dove viene pronunciata la frase
“Come sarebbe buffo?” venne in realtà improvvisata
partendo da un aneddoto raccontato da Joe Pesci a
Martin Scorsese. Quando era ragazzo l’attore
lavorava infatti in un ristorante dove disse ad un mafioso che era
divertente scatenando la sua reazione negativa. Scorsese permise
così a Pesci e Ray Liotta di improvvisare quella
scena senza dire agli altri attori ciò che sarebbe accaduto proprio
perché voleva che le loro fossero autentiche reazioni di
sorpresa.
Palla da golf
I momenti più brillanti e memorabili
di Bill Murray come attore sono quelli in cui
l’attore è uscito dal copione per seguire l’improvvisazione.
Successe anche in Palle da golf, quando il protagonista borbotta
tra sé una storia che tratta dal libro scritto da lui e intitolato
Cinderella Story: My Life in Golf.
Pretty Woman
Sembra che le scene più famose della
storia del cinema siano state tutte improvvisate. Tra queste c’è
anche quella di Pretty Woman, amatissima dai fan e
iconica, in cui Edward Lewis (Richard Gere) regala
a Vivian Ward (Julia Roberts) una collana
tempestata di diamanti. Ebbene ciò che successe dopo fu
completamente improvvisato.
Harry Potter e i doni della morte Parte 2
Quello che è considerato uno dei
personaggi più cattivi del cinema ha avuto in realtà i suoi momenti
divertenti in Harry Potter e i Doni
della Morte – Parte 2, dove il nostro amato
Voldemort interpretato da Ralph
Fiennes decise di improvvisare sul set per “alleggerire”
il tono. Cosa fece allora? Semplicemente cambiò il suo il discorso
ad ogni ciak, gettando in confusione il cast.
50/50
Ci sono attori che entrano davvero
nel personaggio, e altri che si limitano a rimanere fedeli alla
sceneggiatura; nella prima categoria rientra Joseph Gordon
Levitt che nel film 50/50, prese un
rasoio elettrico e iniziò a radersi la testa così, dal nulla. La
reazione sorpresa di Seth Rogen era reale e venne
ripresa dal regista.
Tootsie
La scena di Tootsie
in cui Bill Murray parla a raffica senza mai
chiudere bocca durante una festa è stata completamente improvvisata
dall’attore, come spiegato dal regista Sidney
Pollack quando raccontò di aver dato a Murray un compito
semplice: sputare qualunque cosa avesse in mente, con il resto del
cast che non sapeva nulla.
Scemo e più Scemo
Ogni film in cui è presente
Jim Carrey è stato caratterizzato da scene
improvvisate, anche se non è mai stato chiaro quali fossero scritte
dall’attore e quali del tutto inventate sul set. In Scemo e
più Scemo però, quando Lloyd Christmas e Harry Dunne
raccolgono l’autostoppista mandato per ucciderli, il duo inizia a
far cedere l’equilibrio mentale del sicario. E sembra che durante
le riprese sia stato Carrey a urlare nell’orecchio del collega
tutti quei suoni fastidiosi finiti nel film, di sua spontanea
volontà.
Will Hunting
Will Hunting – Genio
ribelle non sarebbe mai stato lo stesso senza le
fantastiche battute improvvisate da Robin
Williams, come il celebre il discorso sulle flatulenze
notturne della moglie, che sul set provocò un attacco di risate
isteriche a Matt Damon.
Crazy stupid love
L’ormai celeberrima scena di
Crazy Stupid Love in cui Jacob Palmer e
Hannah Weaver riproducono la presa di Dirty
Dancing è stata totalmente improvvisata da Ryan
Gosling sul set, e l’aneddoto è stato poi commentato da
Emma Stone rivelando che durante le riprese era
terrorizzata all’idea di cadere a terra.
Star
Wars
La saga di Star
Wars è stata caratterizzata da vari momenti chiave, ma lo
scambio di battute fra Han Solo e
Leia in Episodio V: L’impero
colpisce ancora rimarrà per sempre nei cuori dei fan. Ci
riferiamo alla scena in cui Han sta per essere congelato e la
Principessa Leila confessa di amarlo di amarlo. La risposta di
Harrison Ford fu uno spontaneo ed improvvisato
“Lo so”, non previsto dal copione ma perfetto per lo
spirito del personaggio.
Un uomo da marciapiede
Rimane ancora memorabile il dialogo
fra Dustin Hoffman e un tassista in Un uomo da
marciapiede (Midnight Cowboy) dove l’attore
esclamava “Sto camminando qui!”, ma a quanto pare il taxi
non doveva passare da lì in quel momento, cogliendo Hoffman alla
sprovvista. Per non perdere il ritmo restò nel personaggio
improvvisando la scena.
Il cavaliere oscuro
Il cavaliere oscuro
non avrebbe avuto lo stesso successo senza l’indimenticabile e
ultima interpretazione dello scomparso Heath
Ledger nei panni di Joker (per il ruolo
vinse un oscar postumo). Una delle sequenze che lo vedeva
protagonista, tra le più iconiche del film di Christopher
Nolan, vede il villain far esplodere l’ospedale e
andarsene via tranquillo. Ebbene ogni azione del Joker dopo
l’esplosione sono state improvvisate da Ledger.
I predatori dell’arca perduta
Quando Indiana
Jones e Marion Ravenwood si mettono alla
ricerca della mitologica Arca dell’Alleanza, i nazisti rapiscono
Marion: Jones si mette alle loro calcagna ma all’improvviso si
ritrova la strada sbarrata da uno spadaccino. A quanto pare la
sceneggiatura originale prevedeva un lungo duello tra i due, con
l’eroe che avrebbe disarmato il nemico grazie alla sua frusta;
tuttavia Harrison Ford, così come altri componenti
della troupe, era rimasto vittima di una intossicazione alimentare
e la scena continuava a non venire bene, finché a un certo punto fu
l’attore a suggerire a Steven Spielberg di accorciare la
sequenza. Jones allora estraeva subito una pistola uccidendo lo
spadaccino.
Lo squalo
“You’re gonna need a bigger
boat” è la celebre frase pronunciata e improvvisata da
Roy Scheider sul set de Lo squalo
quando Brody, il personaggio da lui interpretato, si trova per la
prima volta davanti al temibile predatore marino. L’imbarcazione di
Quint infatti risulta del tutto inadeguata a fronteggiare uno
squalo bianco di quella grandezza, così l’unica speranza per il
protagonista sarebbe avere una barca molto più sicura e robusta.
Dopo l’uscita del film la battuta improvvisata da Scheider
favorì il diffondersi di un vero e proprio fenomeno nazionale, dove
“Avrai bisogno di una barca più grande” divenne la frase
da usare quando ci si trovava faccia a faccia con un problema più
grande.
Django Unchained
Ancora più celebre è questo aneddoto
sulla lavorazione di Django Unchained, prima
collaborazione artistica fra Quentin Tarantino e
Leonardo DICaprio: nel corso di una scena l’attore
ha frantumato con una tale veemenza il bicchiere ferendosi la mano,
ma invece di dare lo stop ha pregato il regista di continuare a
girare. Insomma, la ferita e il sangue che vedete sullo schermo
sono autentici.
40 anni vergine
“Oh Kelly Clarkson!“,
urlava Steve Carell durante la scena della ceretta
in 40 anni vergine. E sebbene tutta la sequenza
fosse stata scritta così come l’abbiamo vista, la reazione
dell’attore al dolore fu assolutamente vera. Così l’imprecazione
rivolta alla cantante e numerose altre parolacce erano autentiche
autentico e non pianificate.
Shining
Il grande classico del cinema horror
diretto da Stanley Kubrick non sarebbe stato lo
stesso senza la magistrale interpretazione di Jack
Nicholson. E come rivelato dopo l’uscita, nella scena più
celebre del film (dove Torrance distrugge la porta
dell’appartamento con l’ascia), l’attore ha improvvisato dicendo
“Here’s Johnny!” (in italiano tradotto con “Sono il
lupo cattivo”), ispirandosi al Tonight Show Starring Johnny
Carson.
Il padrino
Uno dei film più iconici della
storia del cinema, Il Padrino, non è stato privo
di momenti improvvisati sul set, come la scena in cui Vito
Corleone conversa con un uomo e per tutto il tempo
accarezza minaccioso un gatto sulle sue ginocchia. A
quanto pare l’animale non era previsto da copione, ma fu
Francis Ford Coppola a trovarlo durante una delle
sue passeggiate decidendo di far girare a Marlon
Brando la scena insieme al gatto.
Taxi Driver
“Are you talking to me?“.
Si potesse riassumere tutto Taxi Driver con una
scena sarebbe questa: Travis Bickle allo specchio sta facendo
pratica con la pistola e mette in scena un monologo rivolto alla
sua immagine riflessa. È allora che Robert De
Niro ha messo da parte il copione e improvvisato la frase
più celebre del film, contraddicendo ciò che lo script di
Paul Schrader aveva previsto (c’era scritto
soltanto «Travis parla a se stesso allo specchio»). A
Martin Scorsese piacque così tanto
l’improvvisazione di De Niro che decise di tenerla nel montaggio
finale.
L’ultima fatica di Paolo Virzì, Notti Magiche, è
stato presentato in anteprima al Festival del Cinema di
Roma 2018. Il titolo rimanda subito la mente all’intro
della canzone cantata da Gianna Nannini e
Edoardo Bennato, Estate Italiana, che fece da
colonna sonora per la quattordicesima Coppa del Mondo FIFA nel
1990. Ma Notti Magiche è anche un esplicito
riferimento all’omonimo documentario di Mario Morra, che seguiva la
Nazionale di Calcio Italiana nelle fasi speciali dei mondiali di
quell’anno, svoltisi nel Bel Paese e durante i quali l’Italia perse
in semifinale contro l’Argentina. Un pezzo di storia nostrana che
rivive però solo come mero pretesto per mettere in scena una storia
corale, a suo modo una sorta di docufilm degli ultimissimi anni
d’oro del cinema italiano. Notti Magiche è però
anzitutto una commedia, che si diverte a travestirsi di “giallo”
per poter andare a ritroso nel tempo e parlare delle vite di più
persone.
Nell’estate dei mondiali di calcio
1990 in Notti Magiche tre giovani aspiranti
sceneggiatori – Antonino (Mauro Lamantia), Luciano
(Giovanni Toscano) ed Eugenia (Irene
Vetere) – vengono convocati a Roma in occasione del
Premio Solinas, che conferirà ad uno di loro
venticinque milioni di lire e la possibilità di vedere il proprio
scritto portato su grande schermo. I tre ragazzi si troveranno
tuttavia a fronteggiare il turbolento mondo dello spettacolo,
stavolta non più da spettatori ma dalla parte di registi,
sceneggiatori, attori e produttori, scoprendo quanto possa essere
oscuro. E infatti verranno accusati dell’omicidio del produttore
Leandro Saponaro (Giancarlo Giannini) senza capire
bene perché. Uno zelante maresciallo dei carabinieri dall’accento
partenopeo (Paolo Sassanelli) spiegherà loro come
sono andate le cose.
Notti Magiche specchio della
nostra società
Paolo
Virzì scrive la sua nuova opera con la collaudata
collaborazione di Francesca Archibugi e di Francesco Piccolo,
rifiutandosi come di consueto di inserirsi in un genere specifico.
Quello a cui ama guardare, ormai lo sappiamo, è lo spaccato sociale
di un’Italia che, nel caso di Notti Magiche, si
tinge di una certa malinconia. Metacinematografico fin nel midollo,
il nuovo film del regista toscano parla anzitutto del lato nascosto
del mondo dello spettacolo. Dove scrittori squattrinati vengono
sfruttati da sceneggiatori anziani e potenti, dove i registi “che
contano” sono ancora vivi e temutissimi, e dove i produttori
cinematografici vengono ritratti come speculatori senz’anima.
In Notti Magiche
le figure che riescono meglio sono quelle di contorno, dal temibile
sceneggiatore Fulvio Zappellini di un superbo
Roberto Herlitzka alla svampita ex-soubrette
di Colpo Grosso di Marina Rocco. C’è tanto di autobiografico nel
film di Virzì, a partire dall’omaggio affettuoso ma caustico al
vecchio ambiente lavorativo di sceneggiatori come Age e Scarpelli
(coi quali il regista livornese si è formato e ha collaborato). Le
vicende dei tre personaggi principali, palese metafora di un
ristretto e stereotipato ventaglio sociale (la ragazza viziata di
nobili origini, il ragazzo colto che viene da un sud altrimenti
privo di possibilità e il proletario che vuole fuggire dal proprio
destino in fabbrica), cita esplicitamente il C’eravamo
Tanto Amati di Ettore Scola e tuttavia
non ne raggiunge i livelli, come invece avveniva in La Bella Vita,
primo film di Paolo Virzì e riuscito omaggio al maestro
di Trevico.
Notti Magiche
possiede due storie molto diverse che solo apparentemente si
intersecano, procedendo in realtà su due registri narrativi (e
stilistici) completamente differenti e discordanti tra loro. Da un
lato la storia dei tre sceneggiatori in erba, dall’altro il
nostalgico amarcord sugli ultimi anni “magici”del cinema italiano.
I due segmenti sono qualitativamente agli antipodi. Per cui
all’ottima visione (critica) della realtà cinematografia fine anni
‘80, corrisponde in parallelo la storia dei tre personaggi
principali, piena di lacune e composta da un cast acerbo e poco
simpatico (volutamente o no poco importa). Notti Magiche è un film
riuscito a metà, “virziniano” più negli intenti che nella messa in
atto. Il continuo palleggio tra un genere e l’altro non cattura del
tutto l’attenzione dello spettatore. Tuttavia rimangono memorabili
alcuni frammenti, come la cena tra cineasti e il personaggio del
regista Pontani, interpretato da Ferruccio Soleri, figura simbolo
di un passato mitizzato dai tre aspiranti sceneggiatori e
protagonista di una sua piccola ma poeticissima storia.
Sappiamo, visto l’epilogo tragico
di Infinity
War, che Avengers
4 sistemerà quasi sicuramente ciò che è andato
storto nel precedente film; o meglio, sarà un tentativo dei nostri
eroi di porre rimedio allo schiocco di dita di Thanos che ha messo
fine a metà dell’universo vivente, portando con sé moltissimi eroi,
tra cui Spider-Man, Doctor Strange, Black Panther e Bucky.
Kevin Feige, i
fratelli Russo e l’intero cast non hanno ancora rivelato nulla
degli eventi del quarto film sugli Avengers, tranne il fatto che
(come visto nell’unica scena post
credits di Infinity
War)Captain Marvel arriverà in
soccorso per regolare i conti con il Titano Pazzo. E se invece
molti degli eroi non fossero stati cancellati del tutto dal
MCU? Ecco di seguito 15 personaggi
morti in Infinity War che potrebbero tornare nei flashback di
Avengers 4:
Doctor Strange
Tra le vittime dello schiocco di
Thanos c’è anche Doctor
Strange, ma è del tutto fattibile che l’eroe abbia
previsto ogni evento del futuro che tutte quelle persone sarebbero
dovute morire per salvare il mondo e riportarlo in vita. Forse
torneremo al suo accordo con Dormammu o al tempo trascorso insieme
all’Antico?
Ho Yinsen
Se crediamo nella teoria dei viaggi
nel tempo, allora dovremmo credere anche nella possibilità di
rivivere i migliori momenti dell’universo cinematografico Marvel, tra cui l’incontro fra
Tony Stark e Ho Yinsen nella
grotta dove ha costruito la sua prima
armatura. Dopotutto è lì che è iniziata la storia di
questo mondo condiviso…
I Tre Guerrieri
I Tre Guerrieri
sono stati uccisi in Thor: Ragnarok e mentre molti pensano
che sia altamente improbabile rivederli in scena, sarebbe bello
vederli riunirsi con il Dio del Tuono. Zachary
Levi nel frattempo ha recitato in Shazam! della DC, ed è
quasi impossibile che riprenda il ruolo nel MCU. Come andrà a finire?
Phil Coulson
La morte dell’agente Phil
Coulson in Avengers e la sua
resurrezione in Agents of S.H.I.E.L.D. potrebbero
lasciar pensare che gli sceneggiatori non abbiano più nulla da dire
sul personaggio, tuttavia se i viaggi nel tempo diventeranno realtà
allora i Vendicatori dovranno tornare agli eventi della
battaglia di New York ed eventualmente cercare di salvare il loro
vecchio amico.
Quicksilver
Aaron Taylor-Johnson ha categoricamente negato
di aver ricevuto un invito a partecipare ad Avengers
4, tuttavia sappiamo come vanno le cose dalle parti dei
Marvel Studios tra segreti e clausole
contrattuali…Scarlet
Witch potrà anche essere morta, ma il legame di
Quicksilver con la gemma
della mente è ancora vivo, visto che gli ha donato i suoi poteri,
ed è un importante storyline che potrebbe essere esplorata in un
flashback sul Barone Von Strucker.
Heimdall
L’ultima apparizione di Heimdall risale al
prologo di Avengers: Infinity
War, dove è morto per mano di
Thanos, ma c’è chi pensa che lo rivedremo nel
prossimo capitolo dei Vendicatori quando torneremo indietro nel
tempo agli eventi del primo Avengers. Forse i nostri eroi avranno
bisogno di lui per aprire il Bifrost?
Hela
Alcuni pensano che anche Hela
tornerà in Avengers 4 quando Thor
avrà bisogno di reclutare un esercito di morti per aiutare i
Vendicatori a sconfiggere Thanos. La teoria
riporta che la Dea stringerà un accordo con il fratello per salvare
l’universo, e che questo accordo la riporterà in vita.
Peggy Carter
Una delle teorie più popolari su
Avengers
4 ipotizza la morte di Captain
America e un incontro nell’aldilà con Peggy
Carter, in modo che possano finalmente concedersi il ballo
di cui parlarono in Captain America: Il
Primo Vendicatore. Tuttavia il viaggio nel tempo potrebbe
riportare l’eroe alla seconda guerra mondiale, dove potrebbe
incontrare Peggy e chiederle aiuto.
Howard Stark
Supponendo che la tecnologia
B.A.R.F. verrà usata in Avengers
4, non sarebbe affatto sorprendente veder tornare
Howard
Stark. Fonti attendibili hanno affermato che
John
Slattery è stato avvistato sul set ma invece che in
flashback, è possibile che lo vedremo effettivamente incontrare
Iron Man e Captain America, e
apprendere che Steve Rogers è stato salvato dal ghiaccio e che suo
figlio è diventato un supereroe.
Loki
Sappiamo che Loki
sarà protagonista di una serie
standalone sul servizio di streaming della Disney, tuttavia le
foto rubate dal set di Avengers
4 hanno già confermato che il Dio dell’Inganno tornerà
in scena durante la vecchia battaglia di New York. Sarebbe
interessante esplorare anche il passato di Loki in relazione a
Thanos e come i due hanno iniziato a tramare
contro gli eroi.
Captain Marvel/Cull Obsidian
Un easter egg presente in
Avengers: Infinity War aveva rivelato un
possibile legame tra uno dei membri dell’Ordine Nero di Thanos e
Captain Marvel, l’eroina che
vedremo in Avengers
4 come annunciato dalla scena post credits. I fan
avevano infatti avvistato quello che poteva essere una parte del
suo costume intorno alla vita di Cull Obsidian, il
che non preclude la possibilità che il passato fra i due verrà
esplorato nel prossimo film in un flashback.
Visione
In merito dai flashback, Visione non avrebbe
granché da raccontare, ma è più che probabile che venga resuscitato
in Avengers
4 dopo che Shuri aveva operato su di
lui per estrarre la gemma della mente. Il lavoro è ancora da
concludere in fondo. Privo della gemma, l’eroe potrebbe
trovare una fonte di energia diversa per tornare in vita, magari
come un guscio grigio di un androide che non ha più emozioni (un
punto della trama raccontato in West Coast
Avengers).
Spider-Man
La morte di Peter
Parker ha sconvolto Tony Stark nella
fase finale di Avengers: Infinity War, e questo
rapporto fra i due potrebbe venir esplorato in un flashback, oppure
grazie ai viaggi nel tempo, dove Stark potrebbe persino trovarsi
faccia a faccia con un Peter molto più giovane…magari il giorno in
cui è stato morso dal ragno radioattivo…
Antico
L’Antico è morto
durante gli eventi di Doctor Strange, lasciando la
Terra senza uno Stregone Supremo. Ma è possibile che trovi un modo
per tornare in vita grazie ai suoi poteri? Dopotutto, se avesse
guardato il futuro prevedendo la scomparsa del suo allievo Strange,
potrebbe aver messo in atto alcune misure di salvaguardia per
assicurarci la presenza di almeno un Maestro delle Arti
Mistiche.
Ultron
Molti fan hanno formulato teorie
secondo cui Ultron sarebbe ancora vivo dopo gli
eventi di Avengers: Age of Ultron, e ci sarebbero molti
modi in cui il personaggio potrebbe effettivamente tornare in
azione. Per alcuni l’uscita di scena di
Visione aprirebbe aprire la porta al villain, come
succede nell’evento a fumetti Annihilation, mentre
in termini di flashback e viaggi nel tempo, potremmo rivederlo
quando i Vendicatori rivisiteranno gli eventi del film in cui era
apparso per esplorare il suo rapporto con la gemma della mente.
A chiusura della Festa del Cinema di
Roma, Paolo Virzì è arrivato per presentare al
pubblico il suo ultimo film, “Notti
Magiche“, la storia di un omicidio ambientato proprio
durante Italia ’90, che sarà al cinema dall’8 novembre 2018. Il
regista Virzì, accompagnato da Giancarlo Giannini,
Marina Rocco e i tre ragazzi protagonisti
esordienti, Mauro Lamantia, Giovanni
Toscano e Irene Vetere, ha raccontato
come è nata l’idea dietro questo film, scritto insieme a
Francesca Archibugi e Francesco Piccolo.
“Quella stagione lì ha suscitato delle
emozioni che sono rimaste evidentemente indelebili, che poi si sono
trasformate in qualcos’altro, come nostalgia o si riaffacciavano
nei sogni quelle giornate e nottate che sono rimaste memorabili.
C’è sicuramente qualcosa di autobiografico, come si fa sempre: si
prendono cose che si conoscono, elementi della propria vita e si
usano per trasformarli in qualcos’altro. Ci sono senz’altro
pezzetti della mia e delle vostra vita e ricordi però allo stesso
tempo c’è il disegno narrativo, l’affresco di una grande galleria
di personaggi e ritratti. E c’è anche la seduzione potente che
suscitava avvicinarsi alla corte dei grandi maestri del cinema, in
una stagione bellissima e le emozioni di un ragazzetto come me che
a 20 anni sognava di lavorarci: tutte cose reali che abbiamo voluto
mettere in questa storia. E soprattutto c’è uno spirito che è
controverso perché da una parte aderisce a questo mito ma
dall’altra c’è la burla, canzonatura e quel modo caricaturale di
raccontare”.
Quanto ha pesato su di te e sulla tua generazione questa
eredità del grande cinema italiano?
Si però d’altro canto è lo stesso problema
con cui si confrontavano loro quando erano giovani. Avendoli
conosciuti da vicino io so quanto in realtà simulassero in realtà
un sentimento di sofferenza verso il fatto che certa critica li
sminuisse rispetto a qualcosa che era ritenuto più nobile o quello
che era reputato un cinema d’autore o che era la parte più seria
del cinema. Ad esempio La Grande Guerra quando uscì suscitò molto
dissenso, oggi lo celebriamo. Comunque io ho deciso di fare questo
film, mi ci ha fatto pensare Francesco Piccolo in un intervista, il
giorno in cui abbiamo salutato Ettore Scola alla Casa del Cinema:
sentivo che con lui erano andati via un po’ tutto e avevo voglia di
dire loro ‘Grazie’. Ma avevo voglia anche di fare come loro e
prenderli in giro, ‘Vi voglio bene ma mi avete anche insegnato
l’arte di essere irriverente’ e quindi ho voluto raccontare quanto
fossero seducenti ma anche terribili i grandi maestri del cinema
italiano.
Sono 25 anni dalla morte di Fellini e
nel film c’è un ultimo ciack girato da lui che sembri simboleggiare
uno spartiacque tra quello che era la commedia e quello che è il
nuovo cinema…
Sì, proprio uno dei motivi per cui abbiamo
pensato di ambientarlo per 1990 è perché è stato l’anno dell’ultimo
film di Fellini. Tra l’altro ho chiesto il permesso a Roberto
Benigni di usare la sua voce e ci ha rivelato una cosa che non
sapevo, che per davvero l’ultima scena inquadrata è stata proprio
l’ultima scena girata da lui… Proprio come l’abbiamo inscenata
noi.
Come mai ha deciso di ambientare la storia proprio
durante la notte dei Mondiali?
Quello è un espediente narrativo per far
riverberare un evento che ha riguardato tutta l’Italia e c’è anche
una piccola considerazione sul cinema e su che cosa vuol dire
raccontare. Ed è interessante notare come mentre avviene qualcosa
di rilevante qualcuno guarda qualcos’altro. Qui mentre avviene il
principale evento del nostro racconto, tra l’altro un evento
piuttosto notevole, nessuno se ne accorge perché sono tutti a
guardare il rigore sbagliato.
Nel film si fanno nomi e cognomi, mentre di altri no…
Come mai?
Il sistema usato è stato molto semplice: laddove
i grandi personaggi erano menzionati con nome e cognome noi li
guardavamo da lontano, perché non mi potevo permettere di ricreare
persone come Scola o Scarpelli. Laddove invece li abbiamo
avvicinati, abbiamo cambiato i loro dati biografici e ci siamo
sentiti liberi di prendere dei pezzetti di ciascuno in modo più
umoristico, parola che poi ci hanno insegnato proprio loro.
Giancarlo Giannini, si è ispirato a qualcuno in
particolare per creare il suo personaggio?
Tutti dicono Cecchi Gori, in realtà per
niente! Anzi io ho lavorato con lui, gli ho anche fatto degli
scherzi molto strani: ad esempio una volta che stava producendo un
film per me e doveva darmi una barca per una settimana, ho chiesto
ad un aiuto regista una forbice, mi sono tagliato dei capelli e me
li sono riattaccati in testa e sono andato nel suo studio e facendo
finta di strapparmi i capelli gli dicevo “guarda che succede!”,
insomma… Lo conoscevo molto bene! Invece no, mi sono ispirato ad un
altra persone, di cui non farò mai il nome perché è anche un mio
amico. Ma questo film è bello perché è così autobiografico anche
per me, anche io ricordo perfettamente questi momenti. Virzì invece
aveva l’età dei protagonisti a quel tempo e quindi è autobiografico
in modo anche un po’ malinconico. Io ho incontrato questi grandi
registi come Pasolini, Antonioni e alla fine, quando li conoscevi,
erano le persone più semplici del mondo. Ad esempio Fellini alle 4
del mattino sul set che mi faceva vedere in una stagnola del
parmigiano dicendomi ‘Vieni qua ci facciamo degli spaghetti al ragù
con questo parmigiano appena arrivato da Parma’ e così io infatti
ho una foto con lui che mangio gli spaghetti. E Virzì è un po’ come
loro: è sempre sul set con il sorriso, malinconico forse, ma il
cinema è un gioco. Per tornare alla domanda, ho messo insieme tante
persone che ho conosciuto e mi sono divertito a fare il produttore
che frega le persone, perché era sempre senzauna lira
come tutti i produttori e allora doveva inventarsi delle storie
ammaliando questi giovani portandoli sul set di Fellini in un modo
o in un altro. Si può dire che il film ha una curiosa malinconica
verità ma comunque abbastanza sincera… Che è quello che io ho
scoperto in Virzì, un regista che ride ride, perché si diverte
prendendo in giro e rappresentando in modo ironico quei
tempi.
Notti Magiche è un film su quel tempo,
ma anche sull’oggi: che cosa si rimpiange di quell’epoca e
invece cosa siamo contenti non ci sia più?
Non c’è dubbio che quello era un modo
originale di avvicinarsi al cinema, per un giovane aspirante
l’unica strada era intrufolarsi su un set per avvicinarsi nella
corte di un maestro. Adesso si può girare anche un film con uno
smartphone, metterlo in rete e sperare di avere milioni di
visualizzazioni, ma il ricambio generazionale è un tema sempre
attuale. Un altro dei conflitti che mettiamo in scena è quello
‘maschi contro femmine’, che probabilmente c’è ancora ma a livelli
diversi. Una cosa che raccontiamo di quella stagione del cinema è
che era un ambiente molto maschilista, fatto tutto da uomini e dove
le poche femmine si mascolinizzavano. E in questo senso mi fa molto
pace aver scritto questo copione Francesca Archibugi, che è stata,
oltre che una amica e sorella, la prima regista italiana ad
andare sul set con la gonna. Non sto dicendo un iperbole, è stato
proprio così e ha segnato la fine di un’epoca. E mi fa
piacere vedere che, nonostante il nostro sia un paese macista con
elementi di squilibrio nel rapporto tra i due sessi, dati
bassissimi di accesso al lavoro da parte delle donne, ci siano
tante brave autrici nel nostro cinema.
Il vizio della
speranza di Edoardo De Angelis si è
aggiudicato il “Premio del Pubblico BNL” alla tredicesima edizione
della Festa del Cinema di Roma. Il “Premio del Pubblico BNL”, in
collaborazione con il Main Partner della Festa del Cinema, BNL
Gruppo BNP Paribas, è stato assegnato dagli spettatori che hanno
espresso il proprio voto sui film in programma nella Selezione
Ufficiale utilizzando myCicero, con l’app ufficiale della Festa del
Cinema, RomeFilmFest (realizzata da Pluservice), e attraverso il
sito www.romacinemafest.org.
Il vizio della
speranza di Edoardo De Angelis arriverà
in sala giovedì 22 novembre 2018, distribuito da Medusa.
#RomaFF13: Il vizio della speranza, la
recensione del film di Edoardo De Angelis
SINOSSI: Lungo il fiume scorre il
tempo di Maria, il cappuccio sulla testa e il passo risoluto.
Un’esistenza trascorsa un giorno alla volta, senza sogni né
desideri, a prendersi cura di sua madre e al servizio di una madame
ingioiellata. Insieme al suo pitbull dagli occhi coraggiosi Maria
traghetta sul fiume donne incinte, in quello che sembra un
purgatorio senza fine. È proprio a questa donna che la speranza un
giorno tornerà a far visita, nella sua forma più ancestrale e
potente, miracolosa come la vita stessa. Perché restare umani è da
sempre la più grande delle rivoluzioni. “A me non mi uccide
nessuno”.
IL REGISTA: Edoardo De Angelis, nato
nel 1978 a Napoli, a diciannove anni scopre il cinema e gira i suoi
primi cortometraggi. Nel 2006 si diploma in regia presso il Centro
Sperimentale di Cinematografia di Roma: il suo saggio di fine corso
è il corto Mistero e passione di Gino Pacino. Del 2011 è
il suo primo lungometraggio da regista, Mozzarella
Stories. Nel 2014, con la società fondata con Pierpaolo Verga,
la O’Groove, realizza Perez, opera seconda. Nel 2016
dirige Indivisibili, che vince sei Nastri d’argento, otto
Ciak d’oro, un Globo d’oro, e riceve diciassette candidature ai
David di Donatello, vincendone sei.
NOTE DI REGIA: Nel fotogramma
passato, presente e futuro. Nessuna presentazione dei personaggi,
nessuna divagazione. La storia delle donne e degli uomini è scritta
sul corpo: nelle cicatrici il passato, nei gesti il presente, negli
occhi il futuro. Il corpo è lo strumento principale della
narrazione perché la sua materia mobile esprime la trasformazione
dei personaggi; è veicolo tematico in quanto mostra la bellezza
ferita di essere umani in attesa di qualcosa o qualcuno, disperati
attaccati a un’ultima speranza; infine, il corpo esprime la volontà
dell’anima di sovvertire l’ordine della disperazione, attraverso la
resistenza e, al momento giusto, la ribellione. Pensate a un
inverno freddo, un tempo in cui tutto attorno a noi sembra morto e
accendiamo il fuoco per scaldarci, in attesa che cambi. La terra
genera, la terra ospita, la terra lascia prosperare e poi sovrasta
il corpo morto; il vento soffia sul fuoco e spinge l’acqua del
fiume verso la terra, per ravvivarla. La vita si ostina a lottare
contro la morte: l’arco del mondo si trasforma attraverso la
nascita, la morte e la rinascita. Tutto ciò che resta immobile
muore. Ciò che si muove vive. Per chi ha la forza di resistere, il
premio è il miracolo del mondo che nasce.
Sezione autonoma e parallela
della Festa del cinema di
Roma, dedicata alle giovani
generazioni, Alice nella cittàha
svelato oggi i suoi vincitori. Tra gli 11 film in concorso nella
sezione Young Adult la giuria di assegna il premio come miglior
film a “Jelly Fish” primo
lungometraggio di finzione di James Gardner che ci
racconta una delicata storia d’identità sostenuta dal forte
desiderio di fuggire via quando la tua famiglia e tutto il mondo
intorno sembrano rimanere immobili. Un’opera onesta e dura – è la
motivazione dei giovani giurati – che riesce a raccontare una
situazione difficile con la crudezza che le appartiene. Con sguardo
e tempi spietati Gardner racconta la vita di una giovane donna che
tra senso di responsabilità e rabbia tenta di diventare adulta con
ironia e forza.
Il premio speciale della giuria va
invece all’attesissimo “Ben is Back” di Peter
Hedges. Nel cast il figlio Lucas Hedges e Julia Roberts che per la stampa
italiana ha regalato un’interpretazione da Oscar. Secondo la giuria
il film racconta con umana fragilità l’amore di una madre, un amore
che proteggendoci a volte ci impedisce di crescere, in un eterno
ritorno di colpe e dipendenze. La sinergia tra la Roberts e Lucas
Hedges racconta la lottà alla tossicodipendenza con uno sguardo
inedito e disperato.
Il premio speciale della giuria per
il miglior attore va a Thomas Blachard per
“The Elephant and the butterfly” secondo
lungometraggio della regista Amelie Van Elmbt
prodotto dai Fratelli Dardenne con la produzione
esecutiva di Martin
Scorsese. Il film esplora la tensione tra reale e
immagiario e mette in scena con grande delicatezza tutte le
sfumature di tre giornate in cui una bambina si ricongiunge con il
suo padre sconosciuto.
Il Premio giuria opera prima
My Movies va a “The Harvesters“. “Siamo
onorati di premiare questo film – dichiarano i giurati – per il suo
stile cinematografico maturo e personale e inoltre per l’abilità
del regista nel definire le contraddizioni e le fragilità di una
società attraverso l’emozionante figura di un adolescente che
combatte contro i terribili cambiamenti nella sua vita e il
difficile distacco dalle tragedie della sua infanzia.”
Jelly Fish di James Gardner porta a
casa un altro premio con la Menzione Speciale opera prima
My Movies per la miglior interpretazione alla giovane
protagonista Liv Hill.
Il Premio Roma Lazio FIlm
Commission, rivolto alle produzioni del Panorama Italia
girate nel territorio del Lazio va a Go Home, opera prima di
Luna Gualano, un’iperbole che ci accompagna verso
un horror allegorico, uno zombie movie, scritto da Emiliano Rubi
che vuole utilizzare gli zombie come metafora per una società
sempre più chiusa, spaventata, aggressiva nei confronti dei
migranti, dei profughi, del “diverso da se” in generale.
Grazie alla collaborazione con
Premiere Film quest’anno Alice ha inaugurato con grande successo il
concorso Internazionale Cortometraggi. La giuria composta dal
regista Fabio Guaglianone, dalla giornalista Rai
Cinema Channel Manuela Rima, da Maria Theresia Braun di Studio
Universal e dall’attore Edoardo Natoli decreta come vincitore
“Beauty” di Nicola Abbatangelo
per il dichiarato intento di mostrare e diffondere bellezza, per
l’ambizione visiva e produttiva, per la padronanza della messa in
scena e della gestione artistica e pratica di un micro sistema
complesso, per l’esplorazione di un genete narrativo spettacolare e
inusuale come il “musical”.
Da quest’anno Alice assieme a
Leone Film Group promuove il talento presentando
un format innovativo dal corto al lungo. I 10 registi concorrenti
hanno partecipato a un campus di tre giorni e la giuria composta da
Raffaella Leone, Marco Belardi, Maite Bulgari, Ughetta Curto,
Serena Lonigro e Carlo Salem assegna il primo premio a “Il
mondiale in Piazza“. Il regista Marco
Belardi si aggiudica un premio di 3000 euro per l’opzione
del soggetto di 18 mesi e il possibile sviluppo della
sceneggiatura.
Per Istant StoriesAlice Cinemotore Award la giuria composta da Paolo
Genovese, Nicola Giuliano, Nicola Maccanico, Antonio e Marco
Manetti e Paola Minaccioni ha assegnato il premio a Ilaria
Marchetti per “Another me“, una storia
innovativa e coinvolgente.
TUTTI I PREMI
Young Adult – Concorso
Miglior film “Jelly Fish” di James Gardner
Menzione speciale “Ben is Back” di Peter Hedges
Miglior attore Thomas Blanchard – The Elephant and the
butterfly di Amelie Van Elmbt
Giuria Opera Prima – My Movies
Primo Premio “The Harvesters” di Etienne Kallos
Menzione speciale miglior attrice Liv Hill – Jelly Fish
Premio Roma Lazio Film Commission Go Home – Luna Gualano
Concorso internazionale cortometraggi “Beauty” di Nicola Abbatangelo
Dal corto al lungo – Leone Film Group “Il mondiale in piazza” – Marco Belardi
Istant Stories Alice Cinemotore Award “Another Me” di Ilaria Marchetti
Il flop di Solo: A Star Wars Story ha
dimostrato che non basta che i fan amino il protagonista di un film
per garantirne il successo, e questo è ciò che avrà pernsato
Kathleen Kennedy, comunicando che il progetto di
un film solo su Boba Fett è stato abortito.
La Disney aveva messo in cantiere
diversi progetti molto interessanti, ma nessuno di questo è
sembrato poi essere all’altezza di quanto costruito e sviluppato
con i fatti. Lo spin off su Boba Fett, di cui
avevamo sentito parlare, è adesso ufficialmente fuori dai giochi.
DUrante una speciale proiezione dedicata a Black
Panther, Kathleen Kennedy ha confermato
che il film non si farà più e che la Lucasfilm è al momento
impegnata nella produzione della
serie tv The Mandalorian. Lo show andrà in
onda sulla piattaforma streaming della Disney e vedrà protagonisti
tutti personaggi nuovi.
Per quanto riguarda il futuro
cinematografico della Lucasfilm, tutti i suoi sforzi sono adesso
concentrati su Star
Wars: Episodio IX, che è attualmente in fase di
riprese.
Nel cast del film
tornano Daisy Ridley, Adam Driver, John Boyega, Oscar
Isaac, Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Kelly Marie Tran, Joonas
Suotamo e Billie Lourd. Si uniranno al
cast di Star Wars: Episodio IX Naomi Ackie e
Richard E. Grant, insieme ai veterani del
franchise Mark Hamill, Anthony Daniels e
Billy Dee Williams, che riprenderà il ruolo di
Lando Calrissian.
Sappiamo quanto oggi interpretare
un supereroeMarvel sia diventato un
grande privilegio oltre che un’immensa responsabilità nei confronti
del pubblico (specialmente dei fan dei fumetti); tuttavia non tutti
gli attori a cui è stata offerta la possibilità di farlo si sono
comportati nella stessa maniera. Alcuni di loro hanno deciso di
rifiutare per motivi professionali, altri per ragioni legate ai
propri gusti o scelte di carriera. Ma quali sono i più celebri fra
questi?
Ecco allora seguito
15 attori che avrebbero potuto interpretare un
supereroe in Marvel:
EDDIE
REDMAYNE – STAR LORD
Il casting di Chris
Pratt come Star-Lord arrivò del tutto
inaspettato, dal momento che l’attore era noto principalmente per
aver interpretato il buffo ragazzo paffuto della serie
Parks and Recreation. Come avrebbe potuto vestire
i panni di un guerriero della galassia? Tuttavia prima di lui i
Marvel Studios avevano considerato Eddie
Redmayne. Forse col senno di poi la scelta di Pratt è
sembrata quella migliore, perché il collega britannico non avrebbe
dato a Peter Quill lo stesso tono scanzonato e
ironico che necessitava.
DOUGRAY SCOTT – WOLVERINE
Fin
dall’inizio della produzione di X-Men Dougray
Scott era la scelta della Fox per il personaggio di
Wolverine, e prima dell’inizio delle riprese aveva
perfino concesso interviste. Tuttavia la lavorazione di
Mission Impossible 2 costrinse Scott ad
abbandonare il ruolo, costringendo Bryan Singer a scegliere uno
sconosciuto attore australiano di nome Hugh
Jackman, che proprio grazie al film lanciò la sua
carriera a Hollywood.
JESSICA CHASTAIN – THE WASP
Co-protagonista nel primo Ant-Man, Hope van
Dyne ha avuto un ruolo d’eccezione al fianco di Scott Lang in
Ant-Man and The
Wasp interpretata ancora una volta da
Evangeline Lilly. Tuttavia al suo posto avrebbe
potuto esserci nientemeno che Jessica Chastain,
scritturata quando a dirigere il film c’era ancora Edgar
Wright (ovvero nel 2013). L’attrice sembrava intenzionata
a partecipare, ma l’addio del regista al progetto la spinse a
rinunciare.
JIM
CARREY – ROCKET RACOON
Sulla carta,
Rocket
Raccoon potrebbe essere interpretato da chiunque, dal
momento che il personaggio è riprodotto interamente con la CGI,
però il casting dell’attore che l’avrebbe doppiato si è rivelato
decisivo ai fini della riuscita generale di Guardiani della Galassia:
originariamente i Marvel Studios avevano considerato
Adam Sandler e Jim
Carrey, basandosi sul loro fruttuoso rapporto con la
commedia. Fu però lo stesso Carrey ad affermare di non aver mai
avuto un’offerta.
JOAQUIN PHOENIX – DOCTOR STRANGE
Molti fan considerano
Benedict Cumberbatch un Doctor
Strange perfetto, capace di catturare facilmente tutta
l’arroganza e il potere del personaggio risultando più che
credibile come guerriero magico. Tuttavia non molti sanno che prima
dell’inizio della produzione, Joaquin
Phoenix venne segnalato per il ruolo ma rifiutò perché
“troppo impegnato” con altri progetti e scostante.
SAOIRSE RONAN – SCARLET WITCH
Elizabeth Olsen
non era esattamente ciò che i fan si aspettavano per il casting di
Scarlet
Witch, eppure l’attrice è riuscita a sorprendere tutti
grazie alla sua intensa interpretazione. Ma la prima scelta di
Joss Whedon per Avengers: Age of Ultron era
Saoirse
Ronan, l’irlandese all’epoca nota per
Espiazione e Hanna. A quanto pare
sembrava interessata al ruolo, come testimoniano diverse
interviste, anche se poi decise di declinare l’offerta per non
impegnarsi in un franchise a lungo termine. Per lo stesso motivo
rifiutò anche il ruolo di Jean Gray in X-Men:
Apocalypse.
MEL
GIBSON – ODINO
Il premio Oscar
Anthony Hopkins si è rivelata un’ottima scelta per
portare sullo schermo il sovrano di Asgard Odino,
eppure in fase di progettazione i Marvel Studios avevano considerato
un attore molto diverso da Hopkins: parliamo di Mel
Gibson, di cui il regista Kenneth
Branagh era grande fan, che successivamente dichiarò di
aver rifiutato il lavoro perché non gradiva i costumi
“stravaganti.” del personaggio.
GAL
GADOT – NEBULA
Ebbene si, la Wonder
Woman che tutti abbiamo amato nell’universo DC è stata
ad un passo dall’interpretare un’altra supereroina per i Marvel Studios. Parliamo ovviamente
di Gal
Gadot, alla quale fu offerto il ruolo di
Nebula in Guardiani della Galassia
Vol.1, ma le sfide fisiche che la aspettavano (tra cui
radersi a zero i capelli) la spinsero a rifiutare.
JOHN
MALKOVICH – AVVOLTOIO
Michael Keaton ha
convinto i fan grazie alla sua prova nei panni di Avvoltoio in
Spider-Man: Homecoming, e non
c’è attore migliore su piazza che avrebbe potuto interpretarlo.
Tuttavia il personaggio, se fosse apparso in Spider-Man
4 di Sam Raimi, sarebbe stato
adattato sul grande schermo da un genio come John
Malkovich.
KATE
HUDSON – MARY JANE WATSON
Molte attrici vennero
suggerite a Sam Raimi per vestire i panni del
grande amore di Spider-Man, Mary Jane Watson, nel
primo film del franchise. All’epoca Kate Hudson
aveva appena interpretato la protagonista femminile di
Almost Famous di Cameron Crowe ed
era sulla cresta dell’onda, mentre Raimi, un suo grande fan, le
offrì la parte. Spiegando che “il momento non sembrava giusto”, la
Hudson declinò lasciando la strada aperta a Kirsten
Dunst.
JAKE
GYLLENHAAL – SPIDER-MAN
Molti
l’avranno dimenticato, ma nel 2003 ci fu una grande controversia
sulla partecipazione di Tobey Maguire in Spider-Man
2. Prima delle riprese infatti l’attore si infortunò
sul set di Seabiscuit, e sembrava che la Sony
avesse iniziato la ricerca di un sostituto. Preoccupati che il film
potesse essere ritardato, i vertici raggiunsero Jake
Gyllenhaal, e il futuro protagonista di
Brokeback Mountain fu ad un passo dal vestire i
panni di Peter Parker.
Il
casting dell’ex wrestler Dave
Bautista nei panni di Drax è stata
una scelta insolita per i Marvel Studios, ma ha funzionato
benissimo. I fan adorano sue sue battute divertenti e il suo modo
di fare, ma cosa sarebbe successo se al suo posto ci fosse stato
Jason
Momoa? All’epoca l’attore stava appena uscendo da
Game of Thrones e star quasi per accettare la
parte offertagli da Kevin Feige e Co.
JOHN
KRASINSKI – CAPTAIN AMERICA
La scelta di Chris
Evans per Capitan
America suscitò non pochi dubbi nella fanbase della
Marvel, dal momento che l’attore
era stato coinvolto nel fallimentare Fantastici Quattro dei primi
anni Duemila. Per fortuna Evans mise a tacere questi sospetti
interpretando il ruolo a meraviglia, ma prima di lui altri nomi
erano stati considerati, tra cui John Krasinski. All’epoca l’attore era più
noto per la sit-com The Office, e stava iniziando
a costruire le basi di una solida carriera drammatica.
ANNE
HATHAWAY – BLACK CAT
Come saprete Sam Raimi
aveva in programma un quarto film su
Spider-Man, ma la cattiva reazione del pubblico al terzo film
del franchise lo gettò in crisi. Il film avrebbe però introdotto
Felicia Hardy, un’ereditiera nota come
Black Cat, e per il ruolo il regista avrebbe
sognato Anne Hathaway. Curioso come nel 2012, la
Hathaway abbia finito per interpretare un’altra “gatta”, ovvero
Catwoman in The Dark Knight Rises.
EMILY
BLUNT – VEDOVA NERA
Non tutti sanno che a
Emily
Blunt venne offerto il ruolo di Vedova
Nera in Iron Man 2, e ogni cosa
sembrava andare per il verso giusto fino a quando Sembrava pronto
per andare, ma la sovrapposizione di progetti spinsero i Marvel Studios a trovare un’altra
candidata. La trovarono in Scarlett Johansson.
Avengers 4 arriverà tra sei mesi
al cinema, eppure non abbiamo ancora a disposizione un titolo
ufficiale, né tantomento un trailer che possa darci un’idea di
quello che ci aspetta nel film conclusivo della Fase 3
Marvel Studios. Tuttavia, secondo
Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, il tanto
atteso video promozionale è dietro l’angolo.
Durante una proiezione speciale di
Black Panther, a Los Angeles, il boss Marvel ha risposto a diverse
domande relative al futuro dello studio e ai progetti che vedremo
in seguito. Oltre a confermare la possibilità dell’ingresso
di Namor nel MCU, Feige ha anche detto che il trailer di
Avengers 4 arriverà “entro la fine dell’anno” on line.
Un mese di riprese aggiuntive appena
conclusesi, la supervisione di Anthony e Joe Russo
e l’inizio della post-produzione sono gli ultimi step del film, che
adesso potrebbe avere abbastanza elementi per mettere insieme un
bel trailer, magari anche solo un teaser, che possa dare
soddisfazione ai fan, alimentando la loro già spasmodica
attesa.
Avengers 4
arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony
e Joe Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del
Marvel Cinematic
Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo,
Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch,
Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth
Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave
Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner,
Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
Nonostante le speranze dei fan e il
fatto che sia uno degli eroi più vecchi della Marvel, Namor il
Submariner non è ancora arrivato sul grande schermo.
Tuttavia, sembra che Kevin Feige sia possibilista
in merito a una futura apparizione del personaggio.
Durante una proiezione speciale di
Black Panther a Los Angeles, il boss Marvel ha risposto ad alcune
domende del giornalista Erick Weber e
tra queste ce n’era proprio una relativa a Namor, i cui diritti di
sfruttamento sembrano essere in una situazione complicata.
Tuttavia, secondo quanto riporta il giornalista, un film che possa
comprendere l’antieroe acquatico è effettivamente possibile, anche
se non si sa quando.
Spiegando che “i dirittir di
Namor non sono chiari come quelli di tutti gli altri
personaggi” Feige ha dichiarato che gli piacerebbe comunque
portare l’eroe nel MCU. Tuttavia la storia passata e
gli eventi degli anni ’90, hanno complicato l’aspetto legale
dell’eventuale trasposizione cinematografica del personaggio.
Il personaggio gemello di casa DC,
Aquaman,
arriverà invece sul grande schermo il prossimo anno, con il volto
di Jason Momoa e la regia di James
Wan.
Namor il Sub-Mariner (Namor, the
Sub-Mariner), o più semplicemente Namor, alter ego di Namor
McKenzie, è un personaggio immaginario dei fumetti creato da Bill
Everett nel 1939 e pubblicato dalla Marvel Comics. Durante il periodo denominato
Golden Age, insieme a Capitan America e alla Torcia Umana
originale, è uno dei primi personaggi della casa editrice Timely
Comics, che poi divenne la Marvel Comics. Successivamente Stan Lee e Jack
Kirby, anni dopo, lo ripresero durante la Silver Age come
comprimario dei Fantastici Quattro. Negli anni ottanta è un
comprimario della serie dei Vendicatori e dei Difensori di cui è
membro fondatore e storica è anche la sua alleanza con il Dottor
Destino e i frequenti incontri e scontri con i Fantastici Quattro.
Everett ammise anni dopo di essersi ispirato al poema La ballata
del vecchio marinaio dello scrittore inglese Samuel Taylor
Coleridge per sceglierne il nome. Namor è comparso in quasi tutte
le serie Marvel, dove si è messo in luce per
la sua arroganza, la sua forza e il suo lessico regale e
autoritario.