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Avengers: Doomsday, un rumor suggerisce sorprendenti dinamiche di squadra

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C’è molta curiosità intorno ad Avengers: Doomsday, soprattutto perché si è visto poco in termini di anticipazioni sul film originariamente intitolato Avengers: The Kang Dynasty. Certo, si sono avute alcune storie multiversali nella “Saga del Multiverso”, ma solo le scene post-credits di Captain America: Brave New World, Thunderbolts* e I Fantastici Quattro: Gli Inizi hanno davvero preparato il terreno per il Dottor Destino interpretato da Robert Downey Jr. come nuovo grande cattivo dell’MCU.

Thunderbolts* ha stabilito che i New Avengers e la squadra degli Avengers di Sam Wilson sono in conflitto per un marchio registrato e, secondo Alex Perez di The Cosmic Circus, questa divisione sarà un punto importante della trama di Avengers: Doomsday. “Il destino dell’intero multiverso è in bilico”, ha scritto lo scooper su X, “e due delle squadre principali sono in tensione tra loro perché i leader stanno ancora cercando di risolvere la questione del ‘mantello’. E poi aggiungete gli OG al mix...”

L’“OG” è probabilmente un riferimento agli originali Avengers: Capitan America, Iron Man, Thor, Hulk, Black Widow e Occhio di Falco. Secondo quanto riportato dai media, la Marvel Studios avrebbe infatti deciso di riunire gli interpreti di questi iconici personaggi per i prossimi due film degli Avengers, al fine di aumentare l’interesse. Diversi addetti ai lavori hanno affermato che si avrà un gruppo multiversale di “Avengers” guidato da Destino, anche se al momento tutto ciò rimane un rumor in attesa di maggiori conferme.

Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd (Ant-Man), Simu Liu (Shang-Chi), Tom Hiddleston (Loki), Lewis Pullman (Bob/Sentry), Florence Pugh (Yelena), Danny Ramirez (Falcon), Ian McKellen (Magneto), Sebastian Stan (Bucky), Winston Duke (M’Baku), Chris Hemsworth (Thor), Kelsey Grammer Bestia), James Marsden (Ciclope), Channing Tatum (Gambit), Wyatt Russell (U.S. Agent), Vanessa Kirby (Sue Storm), Rebecca Romijn (Mystica), Patrick Stewart (Professor X), Alan Cumming (Nightcrawler), Letitia Wright (Black Panther), Tenoch Huerta Mejia (Namor), Pedro Pascal (Reed Richards), Hannah John-Kamen (Ghost), Joseph Quinn (Johnny Storm), David Harbour (Red Guardian), Robert Downey Jr. (Dottor Destino), Ebon Moss-Bachrach (La Cosa), Anthony Mackie (Captain America).

Pedro Pascal potrebbe sostituire Joaquin Phoenix nel controverso film di Todd Haynes

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Il film romantico gay apparentemente intitolato De Noche di Todd Haynes, interrotto circa un anno fa, sembra stia per essere tirato fuori dall’oblio, con Pedro Pascal potenzialmente pronto ad entrare nel cast. Come riportato da Deadline secondo alcune fonti, il progetto dovrebbe infatti ripartire nel nuovo anno a Guadalajara, in Messico, e gran parte del lavoro è incentrato sul fitto calendario dell’attore, candidato a quattro Emmy, da qui al 2026.

Si tratta di un’ottima notizia per una produzione che era stata a lungo considerata fallita dopo che il premio Oscar Joaquin Phoenix aveva lasciato la produzione, secondo quanto riferito, per non essersi presentato sul set per due settimane prima della sua chiusura. La produttrice Christine Vachon ha dichiarato pubblicamente che Phoenix ha portato il progetto alla Killer Films, che vanta una lunga tradizione nella realizzazione di film LGBTQ. Non si è però mai saputo esattamente perché Phoenix abbia lasciato De Noche.

Vachon ha smentito le voci durante il Festival del Cinema di San Sebastian dello scorso anno e ha definito una “tragedia” il fallimento del film di Haynes. Se Pedro Pascal venisse confermato, si unirà a Danny Ramirez, che era originariamente legato al progetto. Interpreteranno due uomini innamorati che lasciano Los Angeles per il Messico, in un film ambientato negli anni ’30. La produzione è affidata alla Killer Films di Christine Vachon e Pamela Koffler.

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Harry Potter: Chris Columbus, regista dei primi film, critica la serie HBO

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Uno dei registi della saga cinematografica di Harry Potter ha criticato l’aspetto di Rubeus Hagrid nel reboot della serie TV – e in senso più ampio l’intero progetto – attualmente in fase di riprese. Il personaggio, interpretato al cinema da Robbie Coltrane e ora nelle mani di Nick Frost, è stato protagonista di alcune foto trapelate dal set. Proprio dopo aver visto queste immagini, Chris Columbus, che ha diretto i primi due film di Harry Potter prima di passare il testimone ad Alfonso Cuarón, è stato intervistato nel podcast The Rest Is Entertainment e ha parlato candidamente del reboot della HBO, in particolare delle sue opinioni sull’aspetto di Hagrid.

Columbus ha quindi criticato l’Hagrid di Frost perché, secondo il regista, la nuova versione è identica a quella interpretata da Coltrane. Egli pensava che il reboot sarebbe stato completamente diverso dai film, invece di riproporre lo stesso aspetto. Tuttavia, nonostante la sua perplessità sul motivo per cui il reboot esista, Columbus ha ammesso di essere lusingato dalla situazione, poiché l’Hagrid di Frost è chiaramente basato sul design che lui stesso ha creato per i film.

Quindi, vedo queste fotografie… e lui indossa esattamente lo stesso costume che abbiamo disegnato per Hagrid. Una parte di me pensava: che senso ha? Pensavo che sarebbe stato tutto diverso, invece è più o meno lo stesso. Sarà tutto uguale. È molto lusinghiero per me, perché penso: è esattamente il costume di Hagrid che abbiamo disegnato noi. Quindi, da un lato è davvero emozionante, quindi sono entusiasta di vedere cosa ne faranno. Dall’altro lato è una sorta di déjà vu”, ha affermato il regista.

Cosa sappiamo della serie HBO su Harry Potter

La prima stagione sarà tratta dal romanzo La pietra filosofale e abbiamo già visto alcuni altri momenti chiave del romanzo d’esordio di J.K. Rowling essere trasposti sullo schermo. La prima stagione di Harry Potter dovrebbe essere girata fino alla primavera del 2026, mentre la seconda stagione entrerà in produzione pochi mesi dopo. Ogni libro dovrebbe costituire una singola stagione, il che significa che avremo sette stagioni nell’arco di quasi un decennio.

HBO descrive la serie come un “adattamento fedele” della serie di libri della Rowling. “Esplorando ogni angolo del mondo magico, ogni stagione porterà ‘Harry Potter’ e le sue incredibili avventure a un pubblico nuovo ed esistente”, secondo la descrizione ufficiale. Le riprese dovrebbero avere inizio nel corso dell’estate 2025, per una messa in onda prevista per il 2026.

La serie è scritta e prodotta da Francesca Gardiner, che ricopre anche il ruolo di showrunner. Mark Mylod sarà il produttore esecutivo e dirigerà diversi episodi della serie per HBO in collaborazione con Brontë Film and TV e Warner Bros. Television. La serie è prodotta da Rowling, Neil Blair e Ruth Kenley-Letts di Brontë Film and TV, e David Heyman di Heyday Films.

Come già annunciato, Dominic McLaughlin interpreterà Harry, Arabella Stanton sarà Hermione e Alastair Stout sarà Ron. Il cast principale include John Lithgow nel ruolo di Albus Silente, Janet McTeer nel ruolo di Minerva McGranitt, Paapa Essiedu nel ruolo di Severus Piton, Nick Frost nel ruolo di Rubeus Hagrid, Katherine Parkinson nel ruolo di Molly Weasley, Lox Pratt nel ruolo di Draco Malfoy, Johnny Flynn nel ruolo di Lucius Malfoy, Leo Earley nel ruolo di Seamus Finnigan, Alessia Leoni nel ruolo di Parvati Patil, Sienna Moosah nel ruolo di Lavender Brown, Bertie Carvel nel ruolo di Cornelius Fudge, Bel Powley nel ruolo di Petunia Dursley e Daniel Rigby nel ruolo di Vernon Dursley.

Si avranno poi Rory Wilmot nel ruolo di Neville Paciock, Amos Kitson nel ruolo di Dudley Dursley, Louise Brealey nel ruolo di Madama Rolanda Hooch e Anton Lesser nel ruolo di Garrick Ollivander. Ci sono poi i fratelli di Ron: Tristan Harland interpreterà Fred Weasley, Gabriel Harland George Weasley, Ruari Spooner Percy Weasley e Gracie Cochrane Ginny Weasley.

La serie debutterà nel 2027 su HBO e HBO Max (ove disponibile) ed è guidata dalla showrunner e sceneggiatrice Francesca Gardiner (“Queste oscure materie”, “Killing Eve”) e dal regista Mark Mylod (“Succession”). Gardiner e Mylod sono produttori esecutivi insieme all’autrice della serie J.K. Rowling, Neil Blair e Ruth Kenley-Letts di Brontë Film and TV, e David Heyman di Heyday Films. La serie di “Harry Potter” è prodotta da HBO in collaborazione con Brontë Film and TV e Warner Bros. Television.

Gen V – Stagione 2: la serie eviterà un errore comune con i crossover

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La seconda stagione di Gen V sta per debuttare, ma i suoi crossover con The Boys eviteranno un approccio alla Star Wars. Lo spin-off ambientato al college tornerà infatti a partire dal 17 settembre su Prime Video, riprendendo dal finale della prima stagione di Gen V, che si è concluso con due dei personaggi principali che abbracciano il lato oscuro. Il finale ha visto anche Homelander (Antony Starr) arrivare in volo e aiutare la sinistra corporazione Vought a sedare una scena caotica.

La seconda stagione di Gen V dovrebbe dunque includere alcuni cameo e apparizioni di attori di The Boys. Tuttavia, secondo il produttore esecutivo Eric Kripke, la serie principale non prenderà il sopravvento sullo spin-off. Parlando con Entertainment Weekly, Kripke minimizza infatti la possibilità di uno scontro tra Homelander e la protagonista di Gen V Marie Moreau (interpretata da Jaz Sinclair).

Sono molto sensibile al fatto che Gen V dovrebbe riguardare principalmente i personaggi di Gen V e The Boys dovrebbe riguardare principalmente i personaggi di The Boys. Anche se ci possono essere crossover, assist e aiuti, è un po’ come tirare il tappeto da sotto i piedi e non è un granché quando ti sei impegnato a guardare, diciamo, Boba Fett, e poi per due episodi di Boba Fett c’è solo il Mandaloriano. Non voglio farlo. Abbiamo storie da raccontare in ciascuno di essi“.

Cosa significa questo per la seconda stagione di Gen V

La seconda stagione di Gen V dovrà probabilmente affrontare in ogni caso il finale della quarta stagione di The Boys. In un colpo di scena che cambia le carte in tavola, personaggi come Starlight (Erin Moriarty) e Hughie (Jack Quaid) sono più sconfitti che mai. I loro amici sono stati catturati, e questo in parte grazie alle straordinarie abilità di Cate Dunlap (Maddie Phillips) e Sam Riordan (Asa Germann).

Questi sono i due personaggi che hanno preso una brutta piega nella prima stagione di Gen V, fungendo da collegamento tra i due drammi. Ma, stando alle dichiarazioni di Kripke, è l’ultima conferma che lo spin-off continuerà a concentrarsi sui giovani adulti dotati di superpoteri che gli spettatori hanno conosciuto nella prima stagione. Questa è una buona notizia, dato che Gen V ha molto altro da affrontare.

I prossimi episodi dovranno infatti rendere omaggio a Chance Perdomo, poiché il personaggio di Andre verrà eliminato dalla serie dopo la tragica morte dell’attore in un incidente motociclistico nel marzo 2024. Lo spin-off darà poi il benvenuto a nuovi membri del cast, tra cui, in particolare, Hamish Linklater nel ruolo del rettore della Godolkin University. Ha dunque un buon motivo per evitare il paragone con Star Wars che ha lasciato molti spettatori insoddisfatti.

GUARDA ANCHE: Gen V – Stagione 2: ecco il trailer itiano della seconda stagione

Monster – La storia di Ed Gein: prime immagini e la data di uscita della serie

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La serie antologica di Ryan Murphy, Monster, offre un primo assaggio della prossima stagione con nuove immagini. La controversa serie, che ha drammatizzato le storie di assassini reali, tra cui Jeffrey Dahmer e i fratelli Menendez, è pronta a tornare con una terza stagione che vedrà Charlie Hunnam nei panni del famigerato serial killer Ed Gein.

I crimini di Gein furono commessi tra il 1947 e il 1957. È confermato che il Macellaio di Plainfield uccise due donne, ma è sospettato di numerosi altri omicidi. Gein era anche un ladro di tombe che utilizzava parti di corpi per creare oggetti inquietanti come maschere fatte di pelle umana e una cintura realizzata con capezzoli femminili.

Ora, Netflix ha pubblicato tre nuovi poster di Hunnam nei panni di Gein (li si può vedere qui). Le tre immagini si ispirano a film che a loro volta sono stati in parte ispirati dagli omicidi di Gein. Quest’ultimo ha acquisito ulteriore notorietà nella cultura popolare ispirando i personaggi di Norman Bates in Psycho, Leatherface in Non aprite quella porta e Buffalo Bill in Il silenzio degli innocenti. Viene infine riportato che la nuova stagione di Monster – La storia di Ed Gein sarà disponibile su Netflix dal 3 ottobre.

Dato che Gein è l’ispirazione per diversi film horror, la terza stagione di Monster sembra concentrarsi molto su quella parte della sua storia. Gein è stato processato solo per l’omicidio di Bernice Worden, proprietaria di un negozio di ferramenta che ha ucciso a colpi di pistola. Il suo corpo è stato trovato nella sua fattoria, dove l’aveva decapitata e mutilata dopo la morte. Gein ha anche ammesso di aver ucciso Mary Hogan, proprietaria di una taverna. È stato ricoverato in un ospedale psichiatrico, dove è morto all’età di 77 anni.

Ogni Maledetto Fantacalcio: recensione del film di Alessio Maria Federici

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Cosa accadrebbe se la passione per il Fantacalcio, quel rito domenicale che da anni divide e unisce milioni di italiani, diventasse il motore di un giallo comico? Ogni Maledetto Fantacalcio, diretto da Alessio Maria Federici, prova a rispondere a questa domanda con un film che mescola ironia, parodia e mistero. L’assunto di partenza è tanto semplice quanto geniale: un gruppo di amici storici, uniti dalla stessa lega fantacalcistica chiamata “Mai una gioia”, si trova improvvisamente sconvolto dalla sparizione del campione in carica, Gianni, proprio nel giorno del suo matrimonio e dell’ultima giornata di campionato. Da qui si scatena una catena di equivoci, accuse e sospetti che trasformano un passatempo in un’indagine dai toni tragicomici.

Un cast corale tra sarcasmo e follia

Il film poggia molto sulla forza del suo cast. Giacomo Ferrara, nei panni di Simone, incarna con leggerezza e autoironia lo stereotipo del trentenne creativo, brillante ma inconcludente, che si ritrova suo malgrado nel ruolo del principale indiziato. Caterina Guzzanti, nel ruolo della giudice, rappresenta la vera colonna comica della pellicola: con il suo sarcasmo tagliente e un ritmo di battute sempre preciso, riesce a dare un tono unico agli interrogatori, trasformandoli in veri sketch. Silvia D’Amico, nei panni di Andrea, aggiunge un tocco di mistero e ambiguità, bilanciando la leggerezza con una tensione narrativa che tiene viva la curiosità dello spettatore. Intorno a loro ruota una galleria di personaggi grotteschi, amici tanto assurdi quanto credibili, che ricordano le tipiche comitive viste in commedie come Una notte da leoni.

Ogni Maledetto Fantacalcio Netflix

Citazioni e rimandi cinematografici

Una delle cifre stilistiche più divertenti di Ogni Maledetto Fantacalcio è la sua natura citazionista. La sceneggiatura di Giulio Carrieri e Michele Bertini Malgarini costruisce un gioco di specchi che richiama vari classici del cinema. Le dinamiche di gruppo, l’assurdità delle situazioni e i tentativi maldestri di ricostruire la verità evocano chiaramente Una notte da leoni. Allo stesso tempo, la struttura a indagine, con sospetti che si alternano e verità nascoste che emergono a poco a poco, strizza l’occhio a I Soliti Sospetti. Ma non si tratta di un semplice collage: il film riesce a piegare queste suggestioni al proprio contesto, quello del Fantacalcio, un universo che per molti italiani è familiare e quasi sacro.

La forza della commedia contemporanea

Ciò che rende la pellicola coinvolgente è la sua capacità di ridere non solo dei personaggi, ma anche delle dinamiche sociali che il Fantacalcio innesca nella vita reale. La chat di gruppo della lega diventa un microcosmo di isterie collettive, amicizie messe alla prova, rancori esplosivi e schermate compromettenti. Chiunque abbia partecipato almeno una volta a un torneo amatoriale – che sia di calcio, di carte o di videogiochi – riconoscerà i toni esasperati, le minacce esagerate e la competitività che sfocia nel paradossale. In questo senso, il film non parla solo agli appassionati di calcio, ma a chiunque abbia sperimentato quella sottile linea tra gioco e ossessione.

Camei e sorprese per i fan

A rendere il tutto ancora più gustoso sono i cameo. Diletta Leotta, Leonardo Pavoletti, Pierluigi Pardo e Daniele Orsato compaiono con ironia, trasformando la vicenda in un divertente cortocircuito tra finzione e realtà. La presenza di volti noti del mondo sportivo e televisivo arricchisce il film di momenti metacinematografici che strappano un sorriso anche a chi non segue da vicino il Fantacalcio.

Tra leggerezza e riflessione

Pur mantenendo un tono leggero e spensierato, Ogni Maledetto Fantacalcio invita a una riflessione: quanto siamo disposti a sacrificare in nome di una vittoria che, in fondo, esiste solo su una piattaforma online? L’ossessione per la competizione, l’ego che si gonfia per un bonus o per un malus, diventano qui la lente con cui osservare i rapporti di amicizia e le contraddizioni della nostra quotidianità. Il film non si prende mai troppo sul serio, ma lascia un retrogusto amaro che accompagna lo spettatore dopo i titoli di coda.

Ogni Maledetto Fantacalcio è una commedia gialla che riesce a intrattenere con intelligenza, mescolando citazioni cinematografiche, satira sociale e situazioni paradossali. Non sarà un film destinato a rivoluzionare il genere, ma sa cogliere un fenomeno popolare e portarlo sul grande schermo con freschezza e ironia. Per chi ama il calcio, per chi ha litigato almeno una volta con gli amici per una sostituzione sbagliata, e per chi apprezza una commedia che gioca con i generi, questo film rappresenta un appuntamento da non perdere.

Benedict Cumberbatch: 10 cose che forse non sai sull’attore

Benedict Cumberbatch: 10 cose che forse non sai sull’attore

Benedict Cumberbatch è uno degli attori più versatili e riconoscibili della sua generazione, capace di muoversi con naturalezza tra cinema d’autore, blockbuster hollywoodiani e televisione. Ciò che lo distingue è la capacità di calarsi in personaggi complessi, unendo rigore tecnico e intensità emotiva. Dotato di una voce unica e di una presenza scenica magnetica, riesce a trasmettere al pubblico tanto il carisma quanto le fragilità dei suoi ruoli. Dalla brillante intelligenza di Sherlock Holmes alla spiritualità tormentata di Doctor Strange, la sua carriera riflette un percorso eclettico che continua a sorprendere e affascinare spettatori in tutto il mondo.

I film e i programmi TV di Benedict Cumberbatch

1. Ha recitato in celebri film. Cumberbatch debutta al cinema con Uccidere il re (2003), ma la notorietà arriva con i film Espiazione (2007), L’altra donna del re (2008), La talpa (2011), War Horse (2011) e Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato (2012). Ha poi recitato in Into Darkness – Star Trek (2013), 12 anni schiavo (2013), Il quinto potere (2013), I segreti di Osage County (2013), Lo Hobbit – La desolazione di Smaug (2013), The Imitation Game (2014), Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate (2014), Black Mass – L’ultimo gangster (2015), Zoolander 2 (2016), Doctor Strange (2016), Edison – L’uomo che illuminò il mondo (2017), Avengers: Infinity War (2018), Avengers: Endgame (2019) e 1917 (2019).

I film di oggi di Benedict Cumberbatch

Dal 2020 ad oggi Cumberbatch non ha ridotto la sua attività lavorativa, recitando in L’ombra delle spie (2020), The Mauritanian (2021), Il potere del cane (2021), Il visionario mondo di Louis Wain (2021), Spider-Man: No Way Home (2021), Doctor Strange nel Multiverso della Follia (2022), La trama fenicia (2025) e I Roses (2025), dove divide la scena con Olivia Colman.

Olivia Colman e Benedict Cumberbatch in I Roses

2. Ha recitato anche in noti progetti televisivi. Dopo diversi progetti televisivi, Cumberbatch ottiene grande popolarità sul piccolo schermo grazie alla serie Sherlock (2010-2017), dove recita accanto a Martin Freeman. Successivamente è tornato a recitare in serie come Parade’s End (2012), Patrick Melrose (2018) e la miniserie Netflix Eric (2024). Al di là delle serie, per la televisione Cumberbatch ha interpretato Stephen Hawking nel film televisivo Hawking (2004), tra i primi progetti a conferirgli una certa popolarità, e poi nei film Van Gogh: Painted with Word (2010), Bambini nel tempo (2017) e Brexit: The Uncivil War (2019).

Benedict Cumberbatch ha interpretato Sherlock Holmes

3. Ha avuto dubbi prima di accettare la parte. Sherlock Holmes in Sherlock è il ruolo che ha reso l’attore una star internazionale, ma Cumberbatch ha raccontato di avere avuto dei dubbi sull’accettare o meno la parte. Durante un evento ai BAFTA del 2014, infatti, ha raccontato di aver esitato un po’: “Quando ne ho sentito parlare, mi è sembrata un’idea fatta per ricreare un franchise con l’obiettivo di fare soldi” ha detto, “Avrebbe potuto essere di poco valore e un po’ melenso. Poi ho scoperto chi era coinvolto e mi sono reso sonto che non sarebbe stato così”.

Benedict Cumberbatch ha interpretato il drago Smaug in Lo Hobbit

4. Ha lavorato con la motion capture. In Lo Hobbit, Benedict Cumberbatch interpretò il drago Smaug, dando vita a uno dei personaggi più iconici della trilogia di Peter Jackson. Per prepararsi al ruolo, l’attore si immerse completamente nella tecnologia della motion capture, lavorando con sensori su tutto il corpo e studiando attentamente i movimenti e le espressioni facciali che avrebbero reso credibile il drago. Inoltre, Cumberbatch registrò anche la voce del personaggio in varie tonalità, cercando di combinare minaccia, sarcasmo e intelligenza, creando così un Smaug tridimensionale, vivo e spietatamente affascinante.

Benedict Cumberbatch è Doctor Strange

5. Ha allenato mente e fisico per il ruolo. Per recitare in Doctor Strange Cumberbatch ha rivelato in un’intervista a JoBlo che ha praticato meditazione, studiato fumetti e approfondito la spiritualità orientale. Inoltre, ha trascorso del tempo con monaci tibetani a Darjeeling, in India, un’esperienza che ha definito “profondamente formativa”. Per quanto riguarda l’allenamento fisico, Cumberbatch ha seguito un regime intenso che includeva yoga, arti marziali e coreografie per le scene di combattimento. Ha anche adottato una dieta rigorosa, consumando cinque pasti al giorno e spuntini ad alto contenuto proteico.

Benedict Cumberbatch ha lavorato con Wes Anderson

6. Ha lavorato in due occasioni con il noto regista. Benedict Cumberbatch e Wes Anderson hanno collaborato in due progetti distinti. Il primo è La meravigliosa storia di Henry Sugar (2023), un cortometraggio tratto da un racconto di Roald Dahl, in cui Cumberbatch interpreta il protagonista Henry Sugar. Questo progetto ha ricevuto riconoscimenti significativi, tra cui un Oscar come miglior cortometraggio. Successivamente, Cumberbatch ha partecipato a La trama fenicia (2025), un film corale diretto da Anderson, in cui interpreta lo zio Nubar, un personaggio che si inserisce nel contesto di un’avventura familiare e criminale.

Benedict Cumberbatch e le polemiche per Zoolander 2

7. Ha chiesto scusa per la sua interpretazione. In Zoolander 2, Cumberbatch interpretò il personaggio di All, un modello non binario. La sua performance suscitò polemiche per la rappresentazione stereotipata e caricaturale della comunità LGBTQ+, portando a una petizione di boicottaggio del film. In un’intervista del 2025, Cumberbatch espresse il suo rammarico, affermando di aver “infastidito le persone” e riconoscendo che oggi il ruolo dovrebbe essere affidato a un attore trans. Ammise che il suo intento era criticare l’ignoranza dei personaggi di Derek Zoolander e Hansel, ma riconobbe che l’approccio non fu efficace.

Benedict Cumberbatch

Benedict Cumberbatch non è su Instagram

8. Non è presente sul social network. Benedict Cumberbatch non ha account personali né su Twitter né su Instagram: a riguardo, lui ha detto che sarebbe “un disastro” sui social media. “Non posso venire coinvolto dai social, perché come sapranno, sarei un disastro. Non posso twittare per salvarmi la vita. (…) Mi consumerebbe e trovo l’intera cosa in fin dei conti davvero tossica. Preferisco spendere le mie energie facendo quello che ha attirato l’attenzione (dei fan), ovvero il mio lavoro“.

La moglie e i figli di Benedict Cumberbatch e Sophie Hunter

9. È sposato e ha tre figli. Cumberbatch è sposato con la regista teatrale Sophie Hunter. La coppia si è unita in matrimonio il 14 febbraio 2015 sull’isola di Wight, dopo aver annunciato la gravidanza del loro primo figlio. Hanno tre figli: Christopher Carlton (nato nel 2015), Hal Auden (nato nel 2017) e Finn (nato nel 2019). Cumberbatch è noto per mantenere la sua vita privata lontana dai riflettori, evitando di condividere dettagli sulla sua famiglia sui social media e nelle interviste. Tuttavia, ha dichiarato che la paternità ha profondamente cambiato le sue priorità, rendendolo più consapevole del valore del tempo e della mortalità.

L’età e l’altezza di Benedict Cumberbatch

10. Benedict Cumberbatch è nato il 19 luglio 1976 a Londra, Regno Unito. L’attore è alto complessivamente 1,83 metri.

Fonti: IMDb, Mrs. Kathy King, People, Telegraph

Julia Roberts: 10 cose che non sai sull’attrice

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Julia Roberts: 10 cose che non sai sull’attrice

Julia Roberts è una di quelle attrici che non sembra aver alcun tipo di difetto. Il suo sorriso smagliante rallegra in un istante tutto ciò che la circonda e contagia tutte le persone che gli stanno intorno, continuando a far innamorare il suo pubblico. La sua carriera ha avuto una gavetta che le ha consentito di poter rischiare e di dare poi vita a personaggi memorabili che il pubblico e la storia del cinema non potrà mai dimenticare.

Ecco, allora, dieci cose che non sapete su Julia Roberts.

Julia Roberts: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. Julia Roberts debutta al cinema nel 1987 con Scuola di pompieri e l’anno successivo in Femmine sfrenate. La svolta arriva nel 1988 con Mystic Pizza, che le apre le porte di Hollywood. Due anni più tardi conquista fama mondiale con Pretty Woman (1990), al fianco di Richard Gere, film che la consacra come nuova regina delle commedie romantiche.

Negli anni Novanta continua la sua ascesa con A letto con il nemico (1991), Hook – Capitan Uncino (1991), Il rapporto Pelican (1993), Michael Collins (1996), Tutti dicono I Love You (1996), Il matrimonio del mio migliore amico (1997), Notting Hill (1999) e Se scappi, ti sposo (1999). Il 2000 segna un traguardo decisivo: con Erin Brockovich – Forte come la verità vince l’Oscar come miglior attrice protagonista.

Tra i suoi titoli successivi si ricordano Ocean’s Eleven (2001), Confessioni di una mente pericolosa (2002), Mona Lisa Smile (2003), La guerra di Charlie Wilson (2007), Mangia prega ama (2010), L’amore all’improvviso – Larry Crowne (2011), Biancaneve (2012), I segreti di Osage County (2013), Money Monster (2016), Wonder (2017) e Ben is Back (2018).

Negli ultimi anni, Roberts è tornata sotto i riflettori con Ticket to Paradise (2022), commedia romantica che l’ha vista nuovamente accanto a George Clooney, e con Leave the World Behind (2023) di Sam Esmail, distribuito da Netflix. Nel 2025 è protagonista di After the Hunt di Luca Guadagnino, presentato in concorso a Venezia, confermando ancora una volta la sua capacità di spaziare tra generi diversi e di restare un volto di riferimento del cinema contemporaneo.

2. Julia Roberts ha lavorato in alcune serie tv e ha fatto anche la doppiatrice. Nel corso della sua carriera trentennale, l’attrice americana ha partecipato anche a diverse serie tv, soprattutto agli inizi, come Crime Story (1987), Miami Vice (1988), Friends (1996) e Law & Order – I due volti della giustizia (1999). In anni recenti ha invece recitato nel film TV The Normal Heart (2014) e nelle serie Homecoming (2018) e Gaslit (2021). Ma non solo: la Roberts ha partecipato anche al doppiaggio di film d’animazione come Ant Bully – Una vita da formica (2006), La tela di Carlotta (2006) e I Puffi – Viaggio della foresta segreta (2017).

Julia Roberts in Friends

Julia Roberts in Friends

3. Ha avuto un cameo nella celebre sit-com. Nel tredicesimo episodio della seconda stagione di Friends la Roberts compare nei panni di Susie Moss, un’ex compagna di scuola di Chandler Bing. Convincerla a partecipare, però, sembra non essere stato affatto semplice. L’attrice pare aver infatti risposto alla richiesta di Matthew Perry, uno dei protagonisti, affermando che avrebbe partecipato solo se lui le avesse scritto un articolo sulla fisica quantistica. L’attore senza esitazione si gettò nell’impresa, riuscendo a conquistare l’attrice e il suo cameo.

Julia Roberts in Notting Hill

Julia Roberts Notting Hill

4. Era la prima scelta per il ruolo. Nella celebre commedia romantica del 1999, la Roberts interpreta Anna Scott, una celebrità che si innamora di William Thacker, proprietario di una libreria nel quartiere di Notting Hill. Julia Roberts è stata l’unica e unica scelta per il ruolo, anche se gli autori non si aspettavano che lei accettasse. Il suo agente, però, le disse che era “la migliore commedia romantica che avesse mai letto“. A quel punto la Roberts dopo aver letto la sceneggiatura ha deciso che avrebbe partecipato al film senza alcun dubbio.

5. Ha avuto un “diverbio” con il suo co-protagonista. Nei panni di William Thacker vi è Hugh Grant, il quale durante le riprese si lasciò sfuggire il proprio nervosismo riguardo al dover baciare la Roberts. L’attore, infatti, affermò di provare timore nei confronti della bocca di lei, giudicata troppo grande. Sul momento la cosa sembrò generare un certo attrito tra i due, che in seguito si sono però chiariti e riappacificati.

Julia Roberts è su Instagram

6. Ha un profilo sul celebre social. Pur se notoriamente riservata circa la sua vita privata, l’attrice non ha detto no ad una sua presenza sul social network Instagram. Su questo si può infatti ritrovare un suo profilo seguito da ben 9,3 milioni di followers. Con oltre duecento post l’attrice è solita condividere novità sui suoi lavori, curiosità dal dietro le quinte dei progetti in cui recita ma anche momenti di svago quotidiano insieme ad amici e famigliari. Seguendola si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Julia Roberts: il marito, i figli e Herny Daniel Moder

7. Julia Roberts è sposata dal 2002. L’attrice americana si è sposata il 4 luglio del 2002 con il cameraman Daniel Moder. Sebbene abbia sempre mantenuto privata la sua vita familiare e sentimentale, di recente si aperta molto e ha dichiarato di essere innamoratissima del marito e di essere fortunata ad avere lui al suo fianco. Insomma, dopo un periodo sentimentale turbolento (il primo matrimonio con il cantante country Lyle Lovett, naufragato quasi prima di subito, la relazione interrotta con Kiefer Sutherland pochi giorni prima delle nozze e la relazione di quattro anni con l’attore Benjamin Bratt), l’attrice ha trovato la pace che meritava.

8. Julia Roberts ha tre figli. Con Daniel Moder l’attrice ha inoltre esaudito il desiderio di diventare madre. Infatti, nel 2004 sono nati i gemelli Hazel Patricia e Phinnaeus Walter, nati il 28 novembre, mentre il terzogenito, Henry, è nato il 18 giugno 2007.

9. Julia Roberts ha cresciuto i figli senza dirgli di essere famosa. Tempo fa, la Roberts rivelò di non aver detto ai figli di essere una celebrità e di essere famosa, senza sapere di preciso cosa essa facesse per vivere. Questo solo per poterli crescere bene e per far sì che fosse solo la loro mamma e non in primis l’attrice famosa. La Roberts è infatti sempre stata molto protettiva nei loro confronti e sono pochissime le foto che la ritraggono insieme ai figli.

Julia Roberts: età e altezza dell’attrice oggi

10. Julia Roberts è una splendida cinquantenne. L’attrice americana è nata il 28 ottobre del 1967 a Smyrna, in Georgia,, da Walter Grady Roberts e Betty Lou Bredemus, ed è la sorella minore degli attori Eric e Lisa e zia di Emma Roberts. L’attrice è alta complessivamente 1.75 metri.

Fonti: IMDb, biography

Gaia Girace: 10 cose che non sai sull’attrice

Gaia Girace: 10 cose che non sai sull’attrice

Negli ultimi anni, sono poche purtroppo le serie tv italiane che sono riuscite a distinguersi dalla massa e a lasciare il segno. Una di queste è senza dubbio L’Amica Geniale, divenuta un vero e proprio fenomeno mediatico. Grazie a questa serie abbiamo potuto conoscere alcuni dei talenti italiani emergenti della recitazione come Gaia Girace, piccola grande interprete di una delle due protagoniste.

Gaia Girace: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in note serie TV. Gaia Girace debutta sul piccolo schermo nel 2018 con L’amica geniale, dove interpreta Lila Cerullo, uno dei personaggi più complessi della tetralogia di Elena Ferrante. L’attrice ha vestito i panni di Lila dal 2018 al 2022, prendendo parte a 22 episodi e ottenendo grande notorietà internazionale. Nel 2022 recita nella miniserie francese Diane de Poitiers, mentre nel 2023 entra nel cast della serie Disney+ The Good Mothers, diretta da Julian Jarrold ed Elisa Amoruso, accanto a Micaela Ramazzotti e Valentina Bellè.

Negli ultimi anni ha continuato a muoversi tra Italia ed estero, consolidando la sua immagine di giovane talento europeo. Nel 2024 ha partecipato a progetti ancora inediti al cinema e in televisione, confermandosi una delle attrici italiane più promettenti della sua generazione.

2Ha preso parte ad altri importanti progetti. Oltre alle serie TV, la Girace ha lavorato anche nel cinema e nei cortometraggi. Nel 2021 è stata protagonista de I santi e di A Future Together, diretto dal premio Oscar Wim Wenders. Nel 2023 ha esordito al cinema come protagonista di Girasoli, in cui interpreta Lucia, una giovane rinchiusa nel manicomio di Aversa, che stringe un legame intenso con un’infermiera. Il film ha confermato la sua capacità di affrontare ruoli drammatici e sfaccettati.

Dopo questa esperienza, Girace è stata scelta per nuovi progetti destinati ai festival internazionali, espandendo ulteriormente la sua carriera oltre i confini italiani. Al 2025, il suo percorso appare in costante ascesa, con ruoli sempre più centrali e una forte attenzione da parte della critica.

Gaia Girace in L’amica Geniale

3. Era determinata ad ottenere il ruolo. Riguardo al suo provino per la serie, la Girace ha dichiarato: “Anche se quello era il mio primo provino, fare l’attrice era il mio sogno: ci tenevo tantissimo, volevo essere scelta […] Ho letto il primo libro dopo essere stata presa. La scrittura della Ferrante mi ha dato emozioni fortissime per l’originalità della storia, per lo stile, la cura dei dettagli. In una parola: magia”. Il desiderio di ottenere quel ruolo si è dunque concretizzato, dando alla Girace l’occasione di portare avanti una carriera da attrice.

Gaia-Girace-Margherita-Mazzucco

4. La seconda stagione è stata molto difficile per lei. Le riprese della seconda stagione de L’Amica Geniale sono state piuttosto dure per l’attrice. A sconvolgere gli equilibri creatisi, c’è infatti stato l’ingresso di una nuova regista, Alice Rohrwacher – sorella di Alba Rohrwacher, voce narrante della serie – che ha sostituito a fasi alterne Saverio Costanzo dietro la macchina da presa. Inizialmente pare che Gaia non riuscisse ad adattarsi bene al cambio di regia e stile. Alla fine, però, ha saputo allinearsi con la regista e trovare insieme a lei il modo di proseguire il racconto del suo personaggio.

Gaia Girace e Margherita Mazzucco

5. Sono diventate grandi amiche. Passando tante ore insieme sul set di L’amica geniale, come spesso accade, le piccole Lenù e Lila sono diventate grandi amiche anche nella vita reale. Le attrici Gaia Girace e Margherita Mazzucco si sono infatti conosciute sul set e tra loro pare sia stato un colpo di fulmine da cui si è poi consolidata un’autentica amicizia. Eppure il loro incontro è stato puramente casuale. Mentre Gaia, decisa a ottenere una parte nella serie, è stata subito scelta per interpretare Lila, Margherita, invece, si è presentata al penultimo giorno di casting ed è stata chiamata circa un mese più tardi.

Gaia Girace in The Good Mothers

6. Ha interpretato un personaggio importante nella serie. In The Good Mothers, serie adattamento dell’omonimo romanzo di Alex Perry e basato su fatti realmente accaduti, l’attrice interpreta Denise Cosco, figlia di Lea Garofalo, testimone di giustizia e vittima della ‘ndrangheta. Un personaggio delicato da interpretare quello di Denise, ancor di più perché ispirato ad una persona realmente esistente. La Girace tuttavia non ha avuto modo di incontrare tale persona, dovendosi dunque basare per la propria interpretazione unicamente su articoli e interviste.

Gaia Girace è Caterina de Medici

7. Ha interpretato la celebre nobildonna. Un’altro ruolo per cui la Girace si è distinta è quello di Caterina de Medici, da lei interpretata nella miniserie francese Diane de Poitiers, dedicata all’omonima una donna vissuta nel XVI secolo, che fu l’amante ufficiale del re Enrico II di Francia. In mezzo ad un cast composto prevalentemente da attori francesi, l’attrice ha dunque avuto modo di interpretare un personaggio italiano, cimentandosi con una nuova prova attoriale particolarmente importante.

Gaia-Girace-The-Good-Mothers

Gaia Girace ha un fidanzato?

8. È single. Come da lei dichiarato in alcune interviste, l’attrice è attualmente single. Ad ogni modo, è questo un aspetto della propria vita che la Girace intende comprensibilmente mantenere il più privato possibile, dunque anche quando avrà una relazione di questo tipo, non ci saranno messaggi particolari che lo renderanno noto.

Gaia Girace è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 210 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare circa 80 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

 

 

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Gaia Girace: età e altezza

10. Gaia Girace è nata a Vico Equense, Campania, il 21 ottobre 2003. L’attrice è alta complessivamente 1,70 metri.

Fonti: IMDb, Instagram

Ewan McGregor e il rimpianto di non essere in Andor: “C’è sempre una possibilità”

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Ewan McGregor ha rivelato che il suo grande rimpianto riguardo a Star Wars è quello di non essere apparso in Andor. McGregor, come noto, ha interpretato il personaggio principale nella serie Obi-Wan Kenobi e nella trilogia prequel di Star Wars. Andor, invece, è un prequel di Rogue One: A Star Wars Story che racconta la storia di Cassian Andor, che da ladro diventa un antieroe che combatte e infrange le regole per la Ribellione.

Oltre ad aver ricevuto recensioni entusiastiche, la serie Disney+ è ampiamente considerata come la migliore di Star Wars degli ultimi anni. Di conseguenza, molti fan sono tristi che ora sia finita, dopo aver concluso con una seconda stagione stellare. La cosa dispiace anche a McGregor, che durante un panel al Fan Expo di Toronto ha rivelato di aver visto la serie solo di recente con suo figlio e di averla apprezzato così tanto da guardarla tutto d’un fiato.

Me lo sono perso quando è uscito. Non so, arrivo sempre in ritardo. Sono fatto così. Se tutti parlano di qualcosa, io dico: ‘Sì, lo vedrò più tardi’. E poi, quando lo guardo, un anno dopo, penso: ‘È davvero bello’. Ed era come: ‘Sì, è quello che dicevamo tutti un anno fa’”, ha spiegato l’attore. “Ma l’ho fatto. Ho guardato Andor e ho guardato il primo episodio a casa con mio figlio, e poi ho capito di cosa parlavano tutti. E poi ho guardato tutta la prima stagione e tutta la seconda stagione da solo, senza di lui, perché non vedevo l’ora di finirlo. Lui ne ha guardato alcuni pezzi con me, ma io l’ho trovato fantastico. Mi è piaciuto molto“.

Sempre durante l’evento, McGregor ha rivelato quanto desiderasse far parte di Andor dopo averlo apprezzato così tanto. Tuttavia, ha descritto di aver capito di aver perso la sua occasione poiché era terminato con la seconda stagione. McGregor ha quindi incoraggiato la Disney a riportare in vita Andor con commenti che sembravano per metà seri e per metà scherzosi. “E poi mi sono davvero emozionato. Pensavo: ‘Credo di essere in questa linea temporale. Potrei essere nella terza stagione!”.

“Ero super eccitato, e poi ho capito: ‘Oh no’. Comunque, forse se ci fosse stata, avrei potuto inserirmi, se solo… C’è sempre la possibilità che ci sia una storia che si svolge nello stesso periodo e che in qualche modo si intreccia. Quindi c’è sempre una possibilità, se la Disney sta ascoltando… ipoteticamente, ipoteticamente. Dai, Disney. Cosa stiamo aspettando? Andiamo! Cosa stiamo facendo?“, ha concluso l’attore.

Ewan McGregor potrebbe ancora far parte di Andor?

Considerando i commenti di Ewan McGregor su Andor e la reazione del pubblico nei confronti della serie, ci sono due conclusioni principali da trarre per lo show. Innanzitutto, è innegabile che ci sia un desiderio appassionato di vedere Cassian tornare. Dopotutto, il pubblico è letteralmente esploso quando McGregor ha esclamato: “Dai, Disney”. Il secondo punto da sottolineare delle osservazioni di McGregor è che l’attore sembra sinceramente desiderare di far parte della serie. Considerando il potere mediatico di McGregor, il fatto che sia così interessato a far parte di Andor da discuterne pubblicamente la dice lunga sulla serie.

Woody Allen difende la sua presenza a Mosca: “Interrompere il dialogo artistico non è mai la soluzione giusta”

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Woody Allen è attualmente oggetto di pesanti critiche dopo la sua partecipazione alla Settimana Internazionale del Cinema di Mosca. Il Ministero degli Esteri ucraino ha definito il regista una “vergogna”, accusandolo di chiudere un occhio sulle “atrocità” commesse dalla Russia nella guerra in Ucraina. Allen, intervenendo in videoconferenza all’evento – moderato dal regista russo e alleato di Putin, Fyodor Bondarchuk – ha elogiato il cinema russo e ha persino accennato alla possibilità di girare un film nel Paese.

Le polemiche si sono diffuse a tal punto che Allen ha dovuto difendere la sua partecipazione e presentare delle scuse parziali in una dichiarazione inviata all’Associated Press e alla CNN. “Per quanto riguarda il conflitto in Ucraina, credo fermamente che Vladimir Putin abbia completamente torto. La guerra che ha causato è spaventosa“, ha detto Allen. ”Ma, qualunque cosa abbiano fatto i politici, non credo che interrompere il dialogo artistico sia mai un buon modo per aiutare“.

Woody Allen, come noto, è stato in gran parte emarginato da Hollywood da quando sono riemerse le accuse di violenza sessuale durante l’era #MeToo, ma continua a girare film in Europa, tra cui Francia e Spagna. Il suo progetto più recente è infatti Un colpo di fortuna – Coup de Chance, girato in lingua francese e presentato Fuori Concorso al Festival di Venezia nel 2023. Il film era anche stato ben accolto dalla critica, con Allen stesso presente al festival per raccontare quella sua nuova fatica cinematografica.

LEGGI ANCHE: Coup de Chance, Woody Allen: “Quando ero giovane i film che più mi colpivano erano francesi e italiani”

A questo punto, dunque, Allen non sembra avere nulla da perdere. Emarginato negli Stati Uniti, sembra intenzionato ad accettare tutti gli inviti che gli vengono proposti, sfruttandoli per rimanere in contatto con il pubblico e continuare a fare ciò che ama: parlare di cinema. Il suo progetto più recente, che avrebbe dovuto essere girato a Barcellona quest’estate, è fallito a causa dei problemi di finanziamento e al momento non ci sono novità riguardo ad un suo nuovo lungometraggio.

Avengers: Doomsday, chiarimenti sul vociferato scontro tra Robert Downey Jr. e Ryan Reynolds

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Questa settimana si è parlato molto di un presunto scontro tra Robert Downey Jr. e Ryan Reynolds sul set di Avengers: Doomsday. La voce risale ai commenti di Jeff Sneider e John Rocha, anche se nessuno dei due ha affermato che fossero stati proprio Downey e Reynolds a litigare. Le chiacchiere sui social media hanno ricevuto così tanta attenzione online che TMZ ha ora deciso di smentirle.

Notando che “la sottocultura di Internet dedicata alle congetture sulla Marvel ha inventato una storia secondo cui ci sarebbe stata una lite verbale” sul set di Avengers: Doomsday, il sito di gossip ha spiegato perché è impossibile che gli attori che interpretano Dottor Destino e Deadpool fossero coinvolti.

Una fonte ben informata ha riferito a TMZ che Ryan e Robert si conoscono, certo, ma ecco il problema con l’indiscrezione”, osserva il sito, “non si sono mai incontrati di persona!”. Spiegando che hanno un rapporto “amichevole” e che hanno persino discusso della possibilità che Downey faccia un cameo in Deadpool & Wolverine, si dice che “Ryan nutre solo rispetto e ammirazione per RDJ”.

Era abbastanza ovvio che la storia fosse di un loro litigio fosse un falso, quindi questo aggiornamento non è una grande sorpresa. Gli attori litigano continuamente sul set, e già in precedenza era stato riferito che, nonostante le discussioni sulla separazione della coppia senza nome, alla fine avevano messo da parte le loro divergenze e avevano rapidamente voltato pagina.

Ci sono molte affermazioni bizzarre su Avengers: Doomsday che circolano attualmente, tra cui storie su Downey che ha rigirato tutte le sue scene nei panni di Dottor Destino dopo che erano state originariamente realizzate con una controfigura. Si tratta però di un’affermazione molto specifica, visto che nessun dettaglio della trama è trapelato online. Al momento, data anche la riservatezza con cui si stanno svolgendo le riprese, ciò che emerge online è da prendere come rumor senza alcuna conferma ufficiale.

Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd (Ant-Man), Simu Liu (Shang-Chi), Tom Hiddleston (Loki), Lewis Pullman (Bob/Sentry), Florence Pugh (Yelena), Danny Ramirez (Falcon), Ian McKellen (Magneto), Sebastian Stan (Bucky), Winston Duke (M’Baku), Chris Hemsworth (Thor), Kelsey Grammer Bestia), James Marsden (Ciclope), Channing Tatum (Gambit), Wyatt Russell (U.S. Agent), Vanessa Kirby (Sue Storm), Rebecca Romijn (Mystica), Patrick Stewart (Professor X), Alan Cumming (Nightcrawler), Letitia Wright (Black Panther), Tenoch Huerta Mejia (Namor), Pedro Pascal (Reed Richards), Hannah John-Kamen (Ghost), Joseph Quinn (Johnny Storm), David Harbour (Red Guardian), Robert Downey Jr. (Dottor Destino), Ebon Moss-Bachrach (La Cosa), Anthony Mackie (Captain America).

James Wan e Patrick Wilson rivelano se hanno incontrato James Gunn per un progetto DC

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Aquaman ha incassato oltre 1,1 miliardi di dollari nel 2018, spingendo la Warner Bros. ad ingaggiare rapidamente il regista James Wan per dirigere il sequel Aquaman e il Regno Perduto, poi finalmente approdato nelle sale alla fine del 2023. A quel punto, sia i fan che gli spettatori avevano perso gran parte dell’interesse per il DCEU, ma nonostante le recensioni largamente sfavorevoli, il sequel è comunque riuscito a incassare 440 milioni di dollari in tutto il mondo.

In questi film Wan ha collaborato l’attore Patrick Wilson, interprete di Ocean Master, già protagonista dei lungometraggi della saga di The Conjuring, prodotta da Wan. I due, durante un’intervista per promuovere il recente The Conjuring – Il rito finale, hanno parlato anche di una possibile collaborazione con la DC Studios nel nuovo DCU.

No, non l’ho mai incontrato”, ha detto Wilson, che non è nuovo al mondo dei fumetti dopo aver recitato anche in Watchmen, riferendosi a James Gunn. “Quindi non ho alcun rapporto con lui. Ovviamente, Peter, il suo partner, è il nostro produttore, quindi conosco Peter da sempre. Insomma, abbiamo detto quello che dovevamo dire con Orm, quindi sì, adoro quel ragazzo, adoro il personaggio”. Anche Wan, dal canto suo, non sembra intenzionato a tornare alla DC.

Non proprio. Peter e io abbiamo solo scambiato qualche parola, ma in realtà ho appena preso una pausa dalla regia per dedicarmi alla mia salute mentale, perché dirigere un film richiede un impegno enorme dal punto di vista fisico, mentale ed emotivo”. “E quindi, chi lo sa? Mai dire mai. Ma per ora sto lentamente tornando in pista. Ti dirò cosa mi piacerebbe fare: mi piace l’idea di tornare al genere horror”, ha concluso Wan, lasciando intendere di voler tornare alle sue origini o forse mostrando interesse per un film tratto da un fumetto a tema horror.

John Williams afferma di “non aver mai particolarmente amato la musica da film”

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John Williams è uno dei compositori cinematografici più prolifici e importanti di tutti i tempi, autore di alcune delle colonne sonore più iconiche degli ultimi 60 anni, vincitore di cinque Oscar e punto di riferimento assoluto per i musicisti che compongono musica per il cinema. Ironia della sorte, però, il maestro 93enne ha recentemente ammesso la sua indifferenza e critica nei confronti della musica da film come genere, dichiarando a un biografo: “Non ho mai particolarmente amato la musica da film”.

In questa intervista del Guardian con l’autore Tim Grieving sulla sua imminente biografia del compositore, Williams ha analizzato l’arte a cui ha contribuito così tanto. “La musica da film, per quanto possa essere buona – e di solito non lo è, tranne forse per qualche otto minuti qua e là”, ha detto, “penso semplicemente che la musica non ci sia”. Ha continuato, liquidando l’apprezzamento per la musica da film come il prodotto di “un ricordo nostalgico”, prima di aggiungere: “Penso che l’idea che la musica da film abbia lo stesso posto nelle sale da concerto della migliore musica classica sia un concetto errato”.

Inoltre, ha criticato la maggior parte della musica da film definendola “effimera” e “frammentaria e, finché qualcuno non la ricostruisce, non è nulla che possiamo nemmeno considerare come un brano da concerto”. Una riflessione indubbiamente dura, anche inaspettata, che spinge però ad una serie di riflessioni, in particolare sulla frammentarietà della musica da film, difficilmente estrapolabile dal contesto (il film) per cui è stata composta.

Le colonne sonore di John Williams

Tra le opere più importanti di Williams figurano le colonne sonore vincitrici di Oscar per “Il violinista sul tetto”, “Lo squalo”, “Guerre stellari” e “Schindler’s List”, e le sue inconfondibili musiche per “Jurassic Park”, “Indiana Jones”, “Superman“, “Harry Potter”, “Mamma, ho perso l’aereo”, “Salvate il soldato Ryan”, “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, “L’impero del sole” e molti altri. La sua ultima colonna sonora originale per un film cinematografico è stata quella di “Indiana Jones e il Quadrante del Destino” nel 2023.

Parte del motivo per cui le sue colonne sonore sono così straordinarie è perché prendono ispirazione da compositori classici e romantici come Johannes Brahms e Pyotr Tchaikovsky. Non sorprende che Williams abbia anche composto musica al di fuori dello schermo, tra cui numerose opere da concerto, a questo punto da lui considerate superiori alla musica per il cinema.

LEGGI ANCHE: John Williams ritratta le sue dichiarazioni sul ritiro dalla composizione cinematografica

The Terminal List: Lupo Nero, riepilogo dell’episodio 3 e spiegazione del finale: Ish è vivo o morto?

I primi due episodi di The Terminal List: Lupo Nero ci hanno presentato Massoud Danawi, un fornitore di armi che lavorava con Hamid Al-Jabouri dell’ISIS a Mosul. Quando Ben Edwards e il suo plotone sono entrati in città per vedere dove si trovava la sua base operativa, Danawi ha usato un soldato dell’ISF, Daran Amiri, per bombardare la struttura di addestramento alleata. Inoltre, la moglie di Amiri, Marwa, è stata uccisa e i suoi figli, Zaynab e Afran, sono scomparsi.

Una volta scoperto che sia Hamid che Danawi si trovavano a Mosul, Edwards ha voluto intervenire per catturare il primo. Quando gli è stato impedito di farlo, perché Hamid era un agente della CIA che forniva agli Stati Uniti informazioni sui collegamenti di Danawi, Edwards e la sua squadra hanno deciso di disobbedire agli ordini. Il piano era quello di smascherare Hamid come agente della CIA e lasciare che l’ISIS lo uccidesse. Tuttavia, quando Edwards vide Zaynab nella casa di Hamid, non riuscì a trattenersi dal premere il grilletto. Di conseguenza, Edwards e Raife Hastings furono congedati con disonore. Detto questo, invece di tornare a casa, sono stati reclutati dal capo dei servizi segreti della CIA Jed Haverford per una missione congiunta con gli agenti del Mossad (sì, proprio al momento giusto) Tal Varon ed Eliza Perash, per dare la caccia a Danawi a Krems. Edwards e Hastings hanno accettato prontamente l’offerta e hanno ucciso Danawi. Quali sono state le ripercussioni di quell’azione? Scopriamolo.

Ritrovo con Farooq e Landry

L’episodio 3 di The Terminal List: Lupo Nero si apre con Edwards e Hastings che si allenano nelle foreste dietro la tenuta che funge da base operativa a Vienna. Abbiamo una breve scena a Ginevra, dove è in corso un vertice sull’accordo di stabilità nucleare iraniano, al quale partecipano i fratelli e diplomatici Cyrus e Vahid Rahimi. Cyrus è soddisfatto dell’andamento dell’evento, ma Vahid sembra preoccupato. Perché? Perché a Budapest è sorto un problema dopo la morte di Danawi a Krems. Sentendo di essere osservati, Cyrus consiglia a Vahid di spostare la conversazione in un luogo privato, mentre discute con il ministro i loro piani per la costruzione di un nuovo Iran.

Poi l’attenzione dell’episodio torna a Vienna, dove Haverford riunisce il duo con Farooq e Landry e dà il benvenuto a Ish nella squadra. Una volta che tutti si sono rinfrescati, Farooq informa Edwards e Hastings che Zaynab e Afran stanno bene, il che permette a Edwards di tirare un sospiro di sollievo. Ma dopo questo momento di tregua, si torna al lavoro. Haverford si rivolge alla squadra e dice loro che sono riusciti a hackerare il telefono di Danawi e hanno scoperto che avrebbe dovuto consegnare i cinque milioni di dollari che aveva ricevuto da Golubev al professor Molnar.

Secondo il dossier, insegna all’Università di Tecnologia ed Economia di Budapest e avrebbe dovuto dare qualcosa a Danawi in cambio di quei cinque milioni di dollari. Con Danawi fuori gioco, l’unico modo per scoprire cosa valesse cinque milioni di dollari è mandare Farooq al posto di Danawi, sperando che Molnar non abbia mai incontrato il vero Danawi, e scoprire la verità. Gli altri terranno d’occhio Farooq nel caso qualcuno voglia irrompere nell’incontro, rivelando così l’identità di Farooq. Le cose si complicano un po’ quando ricevono un messaggio da qualcun altro a Budapest che vuole incontrare Danawi.

Supponendo che si tratti di qualcuno che lavora con Danawi, il che significa che sapranno che Farooq non è chi finge di essere, Haverford dice a Farooq di recarsi nel luogo in cui Danawi avrebbe dovuto incontrare questa persona. Una volta inviato un messaggio al contatto di Danawi per comunicargli che devono rimandare l’appuntamento, torneranno a casa. Farooq li seguirà in modo da poter uccidere il contatto in privato prima che questi dia l’allarme sul fatto che il vero Danawi è stato ucciso. Deve però agire in fretta, perché il tempo a disposizione per l’incontro con Molnar sta per scadere.

Farooq incontra la figlia di Danawi

Inizialmente, Farooq è sicuro di uccidere il contatto di Danawi, ma non appena scopre che si tratta della figlia di Danawi, gli risulta più difficile premere il grilletto. Anche se Farooq dice a Ish di aver ucciso la ragazza, in realtà non l’ha fatto. L’ha lasciata vivere perché, mentre Danawi poteva essere un individuo malvagio, la ragazza è innocente. La ragazza sa che Farooq e la sua banda sono responsabili della morte di suo padre. Probabilmente capisce che suo padre meritava di morire. Tuttavia, lasciarla vivere significa che c’è una buona probabilità che, in futuro, lei cercherà di vendicarsi uccidendo Farooq e la sua banda. Dato che Farooq deve concentrarsi sul suo incontro con Molnar, mette da parte la questione della figlia di Danawi e si concentra sull’argomento in questione. Molnar non riconosce Farooq e presume ciecamente che si tratti di Danawi, il che è un sollievo per Haverford e la sua banda. Quindi, Farooq inizia a parlare della transazione commerciale per cui sono lì.

Molnar verifica sottilmente se Farooq è quello vero parlando di un piccolo dettaglio riguardante Beirut, ma poiché Haverford è all’orecchio di Farooq, lui supera il test. Una volta chiarito questo punto, Molnar rivela che i cinque milioni di dollari di cui si parlava servono per la prova di fattibilità di una bomba nucleare che l’Iran sta costruendo (sì, questo non è un programma ben intenzionato; ora posso dirlo con certezza).

Il prezzo totale per la costruzione della bomba sarà di cinquanta milioni di dollari. Una volta ottenuto il consenso per accettare l’accordo, perché la CIA e il Mossad devono sapere chi altro fa parte di questo accordo commerciale, Farooq stringe la mano a Molnar e lo paga. Mentre questo accade, Edwards, Hastings e Ish notano che una “terza parte” si sta avvicinando a Molnar e Farooq. La squadra di Haverford fa del suo meglio per impedire loro di raggiungere Farooq e Molnar prima che la transazione sia completata. Non appena il denaro viene trasferito, Farooq prende la prova di concetto che Molnar gli ha dato, se la mette in tasca e scappa dal bar mentre questa “terza parte” lo insegue.

Ish è morto

Alla fine dell’episodio 3 di The Terminal List: Lupo Nero, Farooq viene messo alle strette dai membri di questa “terza parte”, ma viene prelevato da Landry e portato in un luogo sicuro. Ish insegue uno degli aggressori nella metropolitana e viene ucciso. Anche se Hastings dice a Edwards di non inseguire l’aggressore senza il suo aiuto, dato che il colpevole è salito sul treno, Edwards non riesce ad aspettare che Hastings lo raggiunga e sale anche lui sul treno. Quando arriva la fermata successiva, Edwards ha la meglio sull’aggressore e lo uccide. Scatta una foto al cadavere in modo che Haverford possa accertare chi stava cercando di intromettersi nella riunione. La mia ipotesi è che Haverford sia il vero cattivo. Era associato alla CIA, ma ora non lo è più. Ora sta reclutando soldati congedati con disonore per infiltrarsi in missioni internazionali in modo da poter guadagnare rapidamente e andare in pensione. Quella “terza parte” probabilmente comprendeva membri ufficiali della CIA, e Haverford ha usato i propri agenti per ucciderli. Detto questo, ha perso Ish nel processo.

Penso che Haverford fosse vicino a Ish e lo trattasse come un figlio. Anche se non lo ha dato a vedere, ne è rimasto colpito. E suppongo che questo lo spingerà ad accelerare il ritmo del suo potenziale tradimento. Solo un promemoria: questa è pura speculazione; non so con certezza se Haverford sia l’antagonista. In realtà non mi interessa nemmeno tanto conoscere la vera natura di Haverford. Quello che voglio sapere è come questo filo conduttore si collegherà alla trama di Edwards nella prima stagione. Come è passato dall’essere un individuo patriottico a un agente della CIA a pugnalare Reece alle spalle? Lo scopriremo sicuramente entro la fine di questa stagione della serie. Tuttavia, spero che gli sceneggiatori non ci sommergano di informazioni nel finale e ci diano qualche briciola di informazione nel periodo che precede l’episodio conclusivo. Comunque, queste sono le mie opinioni sull’episodio 3 di The Terminal List: Lupo Nero. Qual è la vostra opinione al riguardo? Fatemi sapere nella sezione commenti qui sotto.

Tyler Hoechlin vorrebbe interpretare il Batman del DCU in The Brave and the Bold

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Con il Capitolo 1 della DCU, “Dei e Mostri”, ora ufficialmente iniziato, uno dei progetti più importanti in fase di sviluppo presso la DC Studios è il reboot di Batman per il nuovo universo dei supereroi. Il film The Brave and the Bold sarà come noto incentrato sul rapporto padre/figlio che Bruce Wayne instaura con Damian Wayne, alias Robin, affrontando al contempo la più ampia Bat-Family nella DCU di James Gunn. Sebbene il casting non sia ancora iniziato, diversi attori di Hollywood hanno espresso il loro interesse a interpretare l’iconico ruolo di supereroe per la DC Studios e a questi si è ora aggiunto Tyler Hoechlin.

All’edizione di quest’anno del FAN EXPO Canada, Joe Deckelmeier di ScreenRant ha condotto il panel Men of Steel con gli attori che hanno interpretato Superman e ha chiesto loro se pensassero che il Batman di Robert Pattinson potesse adattarsi alla DCU di Gunn. Tuttavia, in quell’occasione l’attore Tyler Hoechlin, che ha interpretato l’ultimo figlio di Krypton nell’Arrowverse, ha rivelato che vorrebbe interpretare lui stesso il Cavaliere Oscuro.

Egoisticamente, direi di no (alla domanda sull’idoneità del Batman di Pattinson al DCU) perché vorrei ancora interpretare Batman. Penso e dico che Robert ha fatto un lavoro fantastico, fantastico e con Matt Reeves è stato fantastico. Quindi sono felice di lasciarli continuare a fare il loro lavoro e magari lasciare la porta aperta…”, ha affermato l’attore. Hoechlin è apparso per la prima volta come Superman nella seconda stagione di Supergirl, prima di tornare per numerosi crossover dell’Arrowverse e interpretare il personaggio in Superman & Lois fino al 2024.

Cosa significano i commenti di Tyler Hoechlin su Batman per The Brave and the Bold

Sebbene ci sia stato molto interesse nel vedere il Batman di Pattinson nella DCU, la DC Studios ha chiarito più volte che l’universo di Matt Reeves rimarrà una proprietà Elseworlds. Come ha affermato lo stesso Hoechlin, l’universo di Batman funziona meglio come entità a sé stante, lasciando che il franchise di Gunn proceda con una nuova interpretazione del personaggio. Dato che il casting di Batman per la DC Studios non inizierà fino al completamento della sceneggiatura di The Brave and the Bold, solo il tempo dirà chi interpreterà effettivamente il famoso supereroe per la DC Studios.

Resta da vedere anche se Hoechlin sarà uno dei candidati che Gunn prenderà in considerazione per il ruolo. Tra i nomi recentemente emersi come i preferiti dei fan vi sono Jensen AcklesGlen Powell Alan Ritchson. Anche Jake Gyllenhaal Hayden Christensen sono stati suggeriti come ottimi candidati. Tutti questi attori non si sono tirati indietro dinanzi alla possibilità di interpretare il ruolo, che è decisamente ora uno dei più ambiti a Hollywood.

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Tutto quello che sappiamo su The Brave and the Bold

Parlando l’anno scorso dei piani dei DC Studios per The Brave and the Bold, James Gunn ha detto: “Questa è l’introduzione del Batman del DCU. È la storia di Damian Wayne, il vero figlio di Batman, di cui non conoscevamo l’esistenza per i primi otto-dieci anni della sua vita. È stato cresciuto come un piccolo assassino e assassina. È un piccolo figlio di puttana. È il mio Robin preferito“. “È basato sulla run di Grant Morrison, che è una delle mie run preferite di Batman, e la stiamo mettendo insieme proprio in questi giorni“.

Il co-CEO dei DC Studios, Peter Safran, ha aggiunto: “Ovviamente si tratta di un lungometraggio che vedrà la presenza di altri membri della ‘Bat-famiglia’ allargata, proprio perché riteniamo che siano stati lasciati fuori dalle storie di Batman al cinema per troppo tempo“. Alla sceneggiatura, oltre a Muschietti, dovrebbe esserci anche Rodo Sayagues, noto per aver firmato le sceneggiature di La casa, Man in the DarkAlien: Romulus.

Daredevil: Rinascita – Stagione 2, foto BTS sembrano confermare il ritorno di una location

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La seconda stagione di Daredevil: Rinascita arriverà su Disney+ il prossimo anno, e alcune nuove foto dal dietro le quinte rivelano un intrigante assaggio di ciò che ci aspetta nell’angolo dell’Uomo senza paura dell’MCU. In uno scatto (lo si può vedere qui) si vede Bullseye interpretato da Wilson Bethel (purtroppo il suo costume è coperto), mentre un altro (lo si può vedere qui) ci porta all’interno della Fogwell’s Gym. Grazie alle foto dal set, sappiamo che il sindaco Fisk parteciperà a un incontro di boxe di beneficenza che Daredevil e Dex finiranno per interrompere.

Un’altra foto (la si può vedere qui) dall’atmosfera cupa ci porta però all’interno di una chiesa; la terza stagione di Netflix di Daredevil ha preso in prestito elementi da “Guardian Devil”, la storia di Kevin Smith e Joe Quesada in cui Bullseye uccide Karen Page con uno dei manganelli dell’eroe, quindi dovremo aspettare e vedere cosa succederà qui. Se non altro, questo potrebbe essere un indizio che il vigilante riscoprirà la sua fede e forse si riunirà anche con sua madre, suor Maggie.

Ci sarà una Stagione 3 di Daredevil: Rinascita?

Recentemente, Nexus Point News ha riportato che “la Marvel Studios ha già iniziato a prepararsi per un potenziale rinnovo e punta a iniziare la produzione della terza stagione nel marzo 2026 e a girare durante l’estate, in modo simile al programma di produzione della seconda stagione. I contratti di [Charlie] Cox e [Vincent] D’Onofrio indicano che entrambi hanno firmato per tre stagioni“. Questo dopo che Cox ha detto che la seconda stagione non è prevista come l’ultima, quindi il futuro sembra roseo per il Daredevil dell’MCU. Sfortunatamente, al momento non sembra che il personaggio apparirà in Spider-Man: Brand New Day.

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La trama e il cast di Daredevil: Rinascita

In Daredevil: Rinascita della Marvel Television, Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con capacità straordinarie, lotta per ottenere giustizia nel suo vivace studio legale, mentre l’ex boss mafioso Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue le sue iniziative politiche a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano inevitabilmente su una rotta di collisione. Entrambi torneranno nella Stagione 2.

La serie vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

La prima stagione è disponibile su Disney+.

Denzel Washington rivela: “Non vado più al cinema, sono stanco dei film”

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Denzel Washington ha partecipato a un’intervista video per GQ con Spike Lee, regista di Highest 2 Lowest, e il suo co-protagonista A$AP Rocky, rivelando di non guardare più film. Il due volte vincitore dell’Oscar ha ammesso che forse è perché ne ha girati troppi. Washington ha ad oggi all’attivo oltre 40 film dopo aver iniziato la sua carriera nel 1981 con “Carbon Copy”. “Non guardo più film, amico. Davvero”, ha detto Washington. “Sono solo sincero con te! Non guardo film! Non vado al cinema. Non guardo film. … Sono stanco dei film”.

Quando Lee ha chiesto a Washington quanti film ha girato, l’attore ha risposto: “Troppi. Credo 50!”. Il più recente è appunto Highest 2 Lowest, che segna la quinta collaborazione tra Washington e Lee dopo Mo’ Better Blues (1990), Malcolm X (1992), He Got Game (1998) e Inside Man (2006). Washington è stato nominato all’Oscar come miglior attore per Malcolm X, un premio che secondo Lee avrebbe dovuto vincere. Non che Washington miri ai premi.

All’inizio dell’estate è infatti diventato virale per aver affermato che nessuna delle sue scelte recitative nella sua carriera ha a che fare con la vittoria di premi. “Non lo faccio per gli Oscar. Non mi interessano queste cose”, ha detto Washington nel podcast Jake’s Takes. “Faccio questo lavoro da molto tempo e ci sono state volte in cui ho vinto e non avrei dovuto vincere, e altre in cui non ho vinto e avrei dovuto vincere. L’uomo assegna il premio. Dio assegna la ricompensa”.

Washington ha continuato: “Non mi interessano molto gli Oscar. La gente mi chiede: ‘Dove lo conservi?’. Beh, accanto all’altro. Non mi sto vantando! Ti sto solo dicendo come la penso. Il mio ultimo giorno, gli Oscar non mi serviranno a nulla”. Date le sue recenti interpretazioni, non solo in Highest 2 Lowest ma anche in Il gladiatore II Macbeth, c’è da augurarsi che la noia di Denzel Washington nei confronti del vedere film non lo porti ad allontanarsi dalla recitazione, arte a cui continua a donare molto.

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Il mago di Oz: in arrivo una serie in chiave contemporanea per Prime Video

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Prime Video e Gina Matthews stanno ufficialmente sviluppando Dorothy, una serie descritta come una “rivisitazione contemporanea e musicale” de Il Mago di Oz, basata sui libri di L. Frank Baum, che utilizzerà la Strada di Mattoni Gialli come metafora delle sfide e delle scelte che devono affrontare i giovani adulti di oggi. Come riportato da Deadline, tra i produttori esecutivi non sceneggiatori del progetto figurano Gwen Stefani, Blake Shelton e Lee Metzger della Lucky Horseshoe, Grant Scharbo della Little Engine e Patrick Moran.

Sono innamorata dei libri del Mago di Oz fin da quando ero bambina”, dice Matthews. “La storia ci ricorda le qualità di cui abbiamo bisogno per superare i momenti difficili, e Dorothy è un simbolo di forza che ci mostra che con un po’ di gentilezza – e molta grinta – non solo possiamo realizzare grandi cose, ma anche sollevare chi ci circonda. Sono entusiasta di portare questo messaggio al mondo, ora più che mai”.

Sono davvero entusiasta di lavorare con questo team creativo”, afferma Moran. “Sono un grande fan di tutti coloro che sono coinvolti e non potrei chiedere una collaborazione più entusiasmante per reinventare questa amata proprietà intellettuale”. Scharbo aggiunge: “Siamo entusiasti di intraprendere questo viaggio con Amazon e crediamo che Dorothy incanterà una nuova generazione di spettatori”.

Siamo davvero entusiasti di tutte le possibilità che questo show offre e sono molto grato a Gina per aver condiviso l’idea con me e Lee”, ha invece detto Shelton. “Ho capito subito che era qualcosa con cui Gwen avrebbe potuto identificarsi. La sua creatività e la sua prospettiva sono perfette per questo progetto”. “È una versione creativa e moderna di un classico, e far parte di qualcosa che unisce musica, emozioni e il personaggio di Dorothy è fonte di ispirazione per me”, ha concluso Stefani.

Stefani, ricordiamo, è una vincitrice di tre Grammy e artista multi-platino, nota anche come coach di lunga data nel programma The Voice della NBC. Shelton è invece un artista country nove volte candidato ai Grammy e disco di platino che ha prodotto la serie di film natalizi della Hallmark Time for … to Come Home for Christmas e Barmageddon della USA. È stato anche lui coach di lunga data del programma The Voice dal suo inizio nel 2011 fino alla 23ª stagione nel 2023.

Avengers: Doomsday, Tenoch Huerta anticipa il ritorno di Namor nell’MCU

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Tenoch Huerta è pronto a riprendere il ruolo di Namor da Black Panther: Wakanda Forever nel prossimo film della Marvel Avengers: Doomsday. In una nuova intervista, l’attore ha infatti raccontato com’è stato girare l’ultimo film sul team di supereroi e come ha scoperto che sarebbe tornato nel Marvel Cinematic Universe (MCU). “Stavamo aspettando il via libera dalla Marvel e i miei agenti negli Stati Uniti non erano sicuri della notizia del mio ritorno”, ha detto Huerta domenica durante il programma televisivo in seconda serata La Resolana Con El Capi di TV Azteca.

Ce l’hanno detto praticamente a mezzanotte, e alle 5:30 del mattino è iniziato il livestream per rivelare il cast, e ci hanno detto: ‘Ehi, la notizia sta per essere diffusa’. È stata una sorpresa ed è stato fantastico”. Riguardo al ritorno nell’MCU, Huerta ha detto che questa volta “la dinamica è stata diversa”, aggiungendo: “Ci sono una ventina di personaggi coinvolti nella storia, il che significa che ognuno di noi avrà un ruolo minore perché c’è bisogno di spazio per tutti i personaggi e tutti gli universi. Questo rende il ruolo molto più semplice, in termini di tempo ed energia necessari per realizzare un film come questo”.

Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd (Ant-Man), Simu Liu (Shang-Chi), Tom Hiddleston (Loki), Lewis Pullman (Bob/Sentry), Florence Pugh (Yelena), Danny Ramirez (Falcon), Ian McKellen (Magneto), Sebastian Stan (Bucky), Winston Duke (M’Baku), Chris Hemsworth (Thor), Kelsey Grammer Bestia), James Marsden (Ciclope), Channing Tatum (Gambit), Wyatt Russell (U.S. Agent), Vanessa Kirby (Sue Storm), Rebecca Romijn (Mystica), Patrick Stewart (Professor X), Alan Cumming (Nightcrawler), Letitia Wright (Black Panther), Tenoch Huerta Mejia (Namor), Pedro Pascal (Reed Richards), Hannah John-Kamen (Ghost), Joseph Quinn (Johnny Storm), David Harbour (Red Guardian), Robert Downey Jr. (Dottor Destino), Ebon Moss-Bachrach (La Cosa), Anthony Mackie (Captain America).

KPOP Demon Hunters è il film più visto di sempre su Netflix, in sviluppo un sequel

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KPOP Demon Hunters è ufficialmente diventato ufficialmente il film più popolare di sempre su Netflix. Il musical animato prodotto dalla Sony Pictures Animation ha registrato altri 25,4 milioni di visualizzazioni dal 18 al 24 agosto, portando il totale dal suo debutto il 20 giugno a 236 milioni di visualizzazioni. Come previsto, ha superato Red Notice conquistando il primo posto nella classifica dei film in lingua inglese più popolari.

Ciò che è ancora più impressionante è che questo non sembra essere nemmeno lontanamente la fine del percorso di successo del titolo. La scorsa settimana ha segnato la terza settimana consecutiva in cui il film ha registrato un calo di audience quasi pari allo 0%, dopo due intervalli consecutivi di 26 milioni di visualizzazioni. Grazie ora al lancio di KPOP Demon Hunters The Sing-Along Event, il film dovrebbe registrare un altro grande aumento delle visualizzazioni nel corso di questa settimana.

Deadline ha appreso che Netflix intende combinare gli spettatori del sing-along e del film originale, anche se si tratta di titoli separati sulla piattaforma, quindi ci si aspetta numeri piuttosto elevati nel prossimo rapporto, dato che il pubblico si sintonizzerà su questa nuova versione. Il sing-along è stato distribuito anche in alcune sale statunitensi questo fine settimana, regalando una grande vittoria a Netflix, dato che il film ha battuto Weapons al primo posto al botteghino con 19 milioni di dollari.

KPOP Demon Hunters ha ancora 24 giorni a disposizione nella sua finestra di anteprima di 91 giorni per continuare ad accumulare visualizzazioni e aumentare il distacco dal secondo classificato Red Notice (che ha totalizzato 230 milioni di visualizzazioni in 91 giorni). Un successo tale che, come riporta il The Hollywood Reporter, Sony e Netflix sarebbero ora ufficialmente in trattative per realizzare un sequel di questo grande successo.

LEGGI ANCHE: KPop Demon Hunters, la spiegazione del finale del film d’animazione Netflix

Venezia 82: Mother con Noomi Rapace apre la sezione Orizzonti

Venezia 82: Mother con Noomi Rapace apre la sezione Orizzonti

Sarà Mother della regista macedone Teona Strugar Mitevska ad aprire la sezione Orizzonti della 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Un film che promette di far discutere, capace di affrontare con coraggio e complessità la figura di Madre Teresa prima che diventasse la donna conosciuta in tutto il mondo.

La trama di Mother

Ambientato a Calcutta nell’agosto del 1948, il film segue Teresa, madre superiora del convento delle suore di Loreto, mentre attende con ansia la lettera che le consentirà di lasciare il monastero per fondare un nuovo ordine. Proprio quando tutto sembra pronto, la donna si ritrova davanti a un dilemma che metterà alla prova la sua fede e le sue ambizioni, in un momento cruciale della sua vita.

La regista racconta di aver impiegato venticinque anni per arrivare a realizzare questo progetto, che definisce “audace, coraggioso e libero”. Nel suo commento, sottolinea come la scelta sia stata quella di rappresentare una Madre Teresa trentasettenne, alle prese con dubbi e ostacoli, presentata quasi come “l’amministratrice delegata di una multinazionale”, instancabile e ambiziosa. Non una santa irraggiungibile, ma una donna straordinaria, severa e materna, imperfetta eppure capace di segnare il destino di milioni di persone.

Prodotto da Entre Chien et Loup, Sisters and Brother Mitevski, Rainy Days Productions, Frau Film, SCCA/pro.ba e Raging Films, Mother è interpretato da Noomi Rapace, affiancata da Sylvia Hoeks e Nikola Ristanovski. La sceneggiatura è firmata da Goce Smilevski, Teona Strugar Mitevska ed Elma Tataragić, con la fotografia di Virginie Saint Martin e il montaggio di Per K. Kirkegaard.

Con una durata di 104 minuti e realizzato in lingua inglese, il film porta sul grande schermo una rilettura originale della santità, della femminilità e della sorellanza, confermando l’approccio radicale e visionario di una delle registe più interessanti del panorama europeo.

Venezia 82: al via con La Grazia di Paolo Sorrentino film d’apertura

Sarà La Grazia, il nuovo attesissimo film di Paolo Sorrentino, ad aprire l’82. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. Un ritorno in grande stile per il regista premio Oscar, che dopo È stata la mano di Dio porta al Lido una nuova opera intrisa della sua poetica, tra visione autoriale e narrazione profondamente italiana.

Prodotto da Fremantle (Andrea Scrosati), The Apartment (Annamaria Morelli) e Numero10 (lo stesso Sorrentino), il film ha una durata di 133 minuti e sarà presentato in lingua italiana.

Nel cast spiccano Toni Servillo, attore feticcio del regista, affiancato da Anna Ferzetti, Orlando Cinque, Massimo Venturiello, Milvia Marigliano, Giuseppe Gaiani, Linda Messerklinger e Vasco Mirandola.

La sceneggiatura è firmata dallo stesso Sorrentino, con la fotografia di Daria D’Antonio, il montaggio di Cristiano Travaglioli e la scenografia di Ludovica Ferrario. I costumi portano la firma di Carlo Poggioli, il suono è curato da Emanuele Cecere e Mirko Perri, mentre gli effetti visivi sono realizzati da Rodolfo Migliari.

Con La Grazia, la Biennale di Venezia conferma ancora una volta il suo legame privilegiato con il cinema di Sorrentino, offrendo al pubblico internazionale l’occasione di scoprire in anteprima una delle opere più attese della stagione.

I Puffi – Il Film: recensione del nuovo film d’animazione di Chris Miller

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I Puffi – Il film arriva nelle sale il 27 agosto 2025. La nuova avventura animata, diretta da Chris Miller – già coregista di Shrek Terzo e del primo Il gatto con gli stivali – segna il ritorno sul grande schermo dei celebri personaggi creati da Peyo nel 1958 e resi immortali dalla serie animata di Hanna & Barbera negli anni Ottanta.

Scritto da Pam Brady, collaboratrice storica di Parker & Stone su South Park e più di recente cosceneggiatrice di Ruby Gillman per DreamWorks, il film porta la firma di Paramount Pictures e Paramount Animation, con l’animazione curata dallo studio inglese Cinesite. Lo stile visivo mantiene il gusto moderno del 3D senza rinunciare alla freschezza bidimensionale delle espressioni originali dei Puffi.

Il film vanta un cast vocale internazionale con Rihanna, John Goodman, Nick Offerman e J. P. Karliak, mentre nella versione italiana le voci principali sono affidate a Paolo Bonolis e Luca Laurenti. Distribuito da Eagle Pictures, il film unisce animazione e musica in un viaggio di 92 minuti pensato per conquistare nuove generazioni e accendere la nostalgia di chi è cresciuto con i piccoli eroi blu.

La trama di I Puffi – Il film

Il tranquillo villaggio dei Puffi viene sconvolto quando il Grande Puffo cade vittima di un inganno e viene rapito dai perfidi stregoni Gargamella e Razamella. Puffetta, determinata a riportare a casa il suo mentore, prende in mano la situazione e guida i suoi amici oltre i confini del loro magico regno. Qui incontrano Ken, il fratello di Grande Puffo, assieme al quale partono per un’avventura che li conduce ben oltre quanto potessero immaginare. Lungo il cammino, i Puffi stringono nuove alleanze, come quella con la premurosa Mamma Poot e i suoi piccoli, e si trovano ad affrontare prove sempre più ardue. Tra magie oscure, trabocchetti e battaglie di astuzia, i piccoli eroi blu scopriranno dentro di sé una forza inattesa. Solo unendo la loro amicizia e il coraggio di Puffetta potranno contrastare il piano degli stregoni e salvare non solo il Grande Puffo, ma il destino stesso del loro universo.

I Puffi – Il film: il reboot firmato Miller

È a suo modo una prima volta questo I Puffi – il film. Almeno per lo statunitense Chris Miller. Non perché rappresenti il personale esordio dietro alla macchina da presa del cineasta; bensì perché il progetto, di fatto, segna una prima “escursione” dell’animatore dai fatati lidi del mondo DreamWorks – che, tra il 2007 e il 2011, lo ha visto coordinare i fortunati Shrek Terzo e Il gatto con gli stivali.
Dai due lungometraggi in questione Miller recupera senza alcun dubbio una certa vocazione al rimaneggiamento di materiale preesistente (suddiviso in questo caso tra grande e piccolo schermo). Eppure, I Puffi – il film regala al regista anche una certa libertà d’azione. Dal momento che, come accennavamo in precedenza, l’opera targata Paramount è stata pensata come terzo reboot cinematografico della serie dedicata agli amatissimi personaggi del belga Peyo.

Orientato a sfruttare dinamiche da road movie e pregno della volontà del suo autore di sfruttare buona parte della mitologia del brand – visibile specialmente dal punto di vista del numero di personaggi selezionati – il film di Miller costruisce così un mondo variegato e particolarmente affollato, approfittando delle possibilità creatrici tipiche del franchise per ampliare un universo già di per sé malleabile.

I Puffi – Il film: una cartina al tornasole

Al di là dei confini della coloratissima avventura proposta, che, beninteso, potrà senz’altro soddisfare il palato dei più giovani grazie alla varietà delle situazioni e dei paesaggi/set offerti, I Puffi – Il film è però forse più utile come cartina al tornasole di una certa tendenza dell’animazione contemporanea. Che, specie in alcune sue frange, sembra talvolta quasi accontentarsi del raggiungimento di un unico target: il pubblico dei bambini. Fatta eccezione per un paio di garbate soluzioni (si pensi ai tempi comici ben studiati di Puffo Effetti Speciali e alla citazione colta a Monsters & Co. riscontrabile nel finale), il progetto di Miller sembra infatti limitarsi a interloquire con i più piccoli, associandosi in qualche modo al brand Me contro Te (per citare l’esempio più illustre di tale meccanismo) e dissociandosi con forza da quelle che, ancora oggi, sono le principali linee guida delle grandi case di produzione animate – che il regista, tra l’altro, ben conosce.

Il problema, come già analizzato – seppur sotto una luce diversa – in occasione dell’uscita di Kung Fu Panda 4, non risiede tanto nel settorializzare determinati prodotti perché rispondano a esigenze specifiche (così come, in occasione della distribuzione del film di Mike Mitchell e Stephanie Ma Stine, la “denuncia” di un preoccupante abuso nella produzione di sequel non voleva essere un attacco alla singola operazione presa a sé stante). Quel che preoccupa, semmai, è constatare quanto, vista e considerata una progressiva perdita di originalità dell’universo animato tutto, una scelta di questo tipo sia in realtà una scelta di comodo, dettata da mancanza di idee o, forse ancora peggio, dal disinteresse nel pensare a prodotti intelligenti che possano attecchire su diverse fasce d’età.

Un vuoto creativo che, nei minuti precedenti la proiezione del film per la stampa, è stato involontariamente ingigantito dalla scelta di mostrare un corto muto ambientato nell’universo di Spongebob. Questo sì un prodotto che, grazie ad un misto tra comicità slapstick, caratterizzazioni intriganti e perfino demenzialità, ha mantenuto negli anni una freschezza invidiabile e paradossalmente adulta. E che, pur somministrata senza dialoghi e con minutaggio ristretto, ha contribuito a far luce sulla differenza lampante tra modalità diverse di concepire l’animazione.

Bolero: recensione del nuovo film di Anne Fontaine

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Bolero: recensione del nuovo film di Anne Fontaine

Dopo il successo di Coco avant Chanel: l’amore prima del mito, la regista Anne Fontaine (Agnus Dei) da vita a una nuova pellicola biografica narrante la storia di un’altra figura di vanto della cultura francese. Bolero racconta la vita del compositore Maurice Ravel e il percorso che lo ha portato alla realizzazione della sua opera più celebre, il Bolero. Il film è stato presentato al International Film Festival Rotterdam nel gennaio 2024, per poi essere distribuito nelle sale francesi nel marzo dello stesso anno. Nel cast ritroviamo figure già note nel panorama cinematografico nazionale e internazionale: Raphaël Personnaz (Anna Karenina) interpreta il tormentato compositore, mentre Doria Tiller è nel ruolo di Misia, amata di Ravel. Vincent Perez (Il corvo 2) e Jeanne Balibar sono nei panni rispettivamente di Cipa e di Ida Rubinstein.

Bolero: la creazione di un capolavoro

Maurice Ravel è un giovane musicista e compositore, con tante nuove melodie che ronzano nella sua testa ma ancora incapace di catturarle in tutta la loro pienezza. In gioventù il mondo stesso della musica sembra respingerlo: viene espulso dal conservatorio di Parigi, prova per ben cinque volte a vincere il Prix de Rome senza alcun successo e la Grande Guerra lo allontana ancora di più dalla sua arte.

Al ritorno dal campo di battaglia le sue prime opere lo portano ad essere riconosciuto nel suo settore, tanto da essere richiesto dalla ballerina Ida Rubinstein per la creazione della musica per un suo nuovo balletto. La composizione del Bolero sarà un compito tutt’altro che semplice per Ravel, unendo insieme i ritmi frenetici di una società che cambia e le vecchie melodie popolari.

Il Bolero, nella sua unicità, porterà Ravel al massimo della sua notorietà, ma la vita finisce per essere crudele con il compositore: tra amori mancati e memorie che si confondono, la musica sta per volgere al suo gran finale.

Photo Credits Pascal Chantier

La musica, la danza, la fabbrica

Il Bolero è descritto dallo stesso Ravel come un inno alla modernità, una melodia che si ripete per ben 17 volte in modo ipnotico e sensuale. Tutti questi elementi vengono richiamati nel film in tutto il periodo antecedente alla creazione effettiva dell’opera: Ravel percepisce ogni singolo suono, dal ticchettio dell’orologio al suono frusciante suono dei guanti indossati dalla sua amata Misia e, nel rielaborarli, da vita al suo grande capolavoro.

La presenza delle fabbriche si percepisce anche in diverse scene in cui vengono mostrati e uditi i meccanismi e gli sbuffi di fumo delle macchine. Ravel, dedicando tutto il suo cuore e la sua mente alla musica, non riesce immediatamente a percepire che nel suo Bolero ci sia più di un ipnotico richiamo alla nuova società industriale. La vera sensualità di questa melodia viene sviluppata proprio attraverso la danza, con una coreografia e scenografia che sembra richiamare proprio un bordello.

Storie di amori mancati

Un elemento che rende Bolero molto interessante come pellicola è proprio l’unione del processo creativo che porta alla realizzazione del capolavoro di Ravel con le vicende di vita del compositore. A dominare la scena è certamente l’amore proibito con Misia, sorella dell’amico di Ravel; per quanto il sentimento sia ricambiato e un’unione tra i due sarebbe stata approvata da tutti, Ravel decide di dedicare la sua intera vita alla musica, privandosi deliberatamente di ogni relazione romantica. Lui dedica tutto il suo amore alla composizione, e questo finisce per renderlo più tormentato, tanto da cercare la compagnia di prostitute, ma solo per tenere vivo il proprio amore per Misia.

Bolero: la musica che trascende il tempo

Altro elemento che viene evidenziato nel film è proprio la natura immanente di un brano come il Bolero: molto all’avanguardia per i suoi tempi, è stato riarrangiato e riadattato innumerevoli volte. Anche la stessa coreografia originale è stata nel tempo modificata, curvandosi a tratti più verso il contemporaneo o il moderno.

Questa natura così cangiante del Bolero è presentata nei titoli di testa, in cui vengono mostrate varie coreografie e adattamenti della stessa melodia, e nella scena finale, dove viene mostrato lo stesso Ravel a dirigere l’orchestra, mentre un ballerino contemporaneo danza sulle note del Bolero.

Bolero porta sul grande schermo tutto il processo creativo che precede la realizzazione di un capolavoro. Con i suoi ritmi lenti e la sua attenzione ai dettagli, la pellicola riesce nel suo intento di rappresentare Raval in tutte le sue sfaccettature.

Venezia 82: le foto della madrina Emanuela Fanelli al Lido

Venezia 82: le foto della madrina Emanuela Fanelli al Lido

La 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si è aperta con l’arrivo al Lido di Emanuela Fanelli, madrina e conduttrice della cerimonia di apertura e di chiusura del Festival. Attrice e autrice tra le più apprezzate della scena italiana contemporanea, Fanelli ha portato con sé il suo stile inconfondibile: ironico, elegante e autentico.

Accolta dai flash dei fotografi e dall’entusiasmo del pubblico, la conduttrice è sbarcata in laguna a bordo del tradizionale taxi-boat, regalando sorrisi e saluti ai fan. Le prime immagini mostrano un look sobrio e raffinato, capace di unire la naturalezza che l’ha resa popolare al glamour richiesto da un palcoscenico internazionale come Venezia.

Con la sua presenza, la Mostra segna anche una piccola svolta simbolica: Fanelli è la prima a essere presentata ufficialmente come “conduttrice” e non più come “madrina”, una scelta che riflette il desiderio di aggiornare il linguaggio e la rappresentazione all’interno della kermesse.

Emanuela Fanelli si prepara così a guidare due momenti centrali della manifestazione, confermando il suo ruolo di protagonista in un’edizione che si preannuncia ricca di cinema, emozioni e riflessioni sul presente.

Io Sono Rosa Ricci: teaser trailer del film

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Io Sono Rosa Ricci: teaser trailer del film

È disponibili il teaser trailer di Io Sono Rosa Ricci di Lyda Patitucci con Maria Esposito, Andrea Arcangeli e con Raiz.

Io Sono Rosa Ricci è prodotto da Picomedia con Rai Cinema in collaborazione con Netflix e uscirà nelle sale il 30 ottobre distribuito da 01 Distribution. L’opera è stata realizzata con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo del Ministero della Cultura.

La trama di Io Sono Rosa Ricci

Napoli, 2020. Rosa Ricci ha quindici anni e un’eredità ingombrante: è figlia di uno dei boss più temuti della città. È una ragazzina schiva, che vive in una gabbia dorata protetta da Don Salvatore e del suo clan. Quando viene rapita da un narcotrafficante intenzionato a colpire suo padre, Rosa si ritrova prigioniera su un’isola remota. Minacciata e costantemente in pericolo, durante la sua prigionia, intraprende però un percorso di crescita e stringe un legame profondo che le darà forza e una nuova consapevolezza.Mentre il padre scatena una guerra per salvarla, Rosa non aspetta di essere salvata: progetta la sua fuga. Quando finalmente torna a Napoli, non è più la ragazza di prima: ora è pronta a riprendersi la sua vita. E a scegliere, da sola, il suo destino. Anche se questo significa trovare vendetta.

Il soggetto e la sceneggiatura sono firmati da Maurizio Careddu e Luca Infascelli. La fotografia è a cura di Valerio Azzali, il montaggio di Valeria Sapienza, la scenografia di Carmine Guarino e i costumi di Rossella Aprea.

Profilo privato: trailer della nuova serie thriller con Jessica Chastain

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Apple TV+ ha presentato il trailer di Profilo privato (The Savant), la nuova serie limitata con protagonista e produttrice esecutiva Jessica Chastain, attrice premio Oscar e vincitrice di SAG Award, Golden Globe e Critics Choice Award (“Gli occhi di Tammy Faye”, “The Good Nurse”, “George & Tammy,” “A Doll’s House” a Broadway). La serie, un thriller ricco di suspense e colpi di scena, farà il suo debutto su Apple TV+ il 26 settembre con i primi due episodi degli otto totali, seguiti da nuovi episodi ogni venerdì fino al 7 novembre.

La trama di Profilo privato

Profilo privato segue le vicende di un’investigatrice sotto copertura conosciuta come “La mente” (The Savant), interpretata da Chastain, che si infiltra in gruppi di haters online nel tentativo di fermarne gli estremisti interni prima che agiscano. Il cast è completato da Nnamdi Asomugha, Cole Doman, Jordana Spiro, Trinity Lee Shirley, Toussaint Francois Battiste, insieme alla guest star Pablo Schreiber.

Prodotta dalla FIFTH SEASON, Profilo privato è prodotta da Chastain e Kelly Carmichael per Freckle Films, dal vincitore dell’Emmy Alan Poul (“Six Feet Under”, “Tokyo Vice”), dalla candidata all’Emmy Melissa James Gibson (“Anatomia di uno scandalo”, “House of Cards – Gli intrighi del potere”, “The Americans”) e il sei volte vincitore dell’Emmy e due volte vincitore del DGA Matthew Heineman (“A Private War”, “Retrograde”, “Cartel Land”). David Levine e Garrett Kemble sono i produttori esecutivi per Anonymous Content. Andrea Stanley, autrice dell’articolo originale di Cosmopolitan, è consulente.

Play Dirty – Triplo gioco: trailer del thriller con Mark Wahlberg

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Prime Video ha diffuso il trailer di Play Dirty – Triplo gioco, thriller adrenalinico firmato dal regista Shane Black.

In Play Dirty – Triplo gioco, thriller adrenalinico firmato dal regista Shane Black, un ladro professionista mette a segno il colpo più grande della sua vita. Parker (Mark Wahlberg), Grofield (LaKeith Stanfield), Zen (Rosa Salazar) e un’abile squadra s’imbattono in un colpo che li metterà contro la mafia newyorkese, in questo heist movie crudo e intelligente.

Il film è diretto da Shane Black e vanta un cast corale guidato da Mark Wahlberg, affiancato da LaKeith Stanfield, Rosa Salazar, Keegan-Michael Key, Chukwudi Iwuji e Nat Wolff, con la partecipazione di Thomas Jane e Tony Shalhoub. La sceneggiatura è firmata da Shane Black insieme a Charles Mondry e Anthony Bagarozzi, ed è basata sulla celebre serie di romanzi “Parker” di Richard Stark. Alla produzione figurano Jules Daly, Marc Toberoff e James W. Skotchdopole, mentre tra i produttori esecutivi spiccano Susan Downey, Robert Downey Jr., Charles Mondry e Anthony Bagarozzi.

George MacKay: 10 cose che non sai sull’attore

George MacKay: 10 cose che non sai sull’attore

Il giovane attore George MacKay ha in pochi anni partecipato ad alcuni celebri film, che gli hanno permesso di dimostrare la sua versatilità e le sue doti attoriali. Apprezzato da critica e pubblico, MacKay è ad oggi uno dei nomi su cui puntare per il futuro dell’industria, capace di regalare interpretazioni commoventi e di grande intensità. Per i suoi ruoli, inoltre, ha ricevuto importanti candidature a prestigiosi premi, il che conferma l’attenzione rivolta nei suoi confronti da parte degli esperti del settore.

Ecco 10 cose che non sai di George MacKay.

George MacKay: i suoi film

1. Ha recitato in celebri lungometraggi. George MacKay debutta al cinema nel 2003 con Peter Pan di P. J. Hogan, dove interpreta il piccolo Curly. Dopo alcune esperienze minori, si afferma con Defiance – I giorni del coraggio (2008) e soprattutto con Ragazzi miei (2009), accanto a Clive Owen. Negli anni successivi alterna cinema indipendente e produzioni di respiro internazionale, recitando in Come vivo ora (2013), Sunshine on Leith (2013), Pride (2014), Captain Fantastic (2016) e El Secreto de Marrowbone (2017).

Nel 2018 prende parte a Ophelia e Where Hands Touch, ma la consacrazione definitiva arriva con 1917 (2019) di Sam Mendes, film candidato a dieci premi Oscar, in cui interpreta il giovane soldato Schofield in una delle prove più intense della sua carriera. Nello stesso anno recita in True History of the Kelly Gang.

Negli anni successivi conferma la sua versatilità con film come Munich: The Edge of War (2021), I Came By (2022) e Femme (2023). Nel 2025 è tra i protagonisti di Broken English di Jane Pollard e Iain Forsyth, presentato a Venezia, che lo vede recitare al fianco di Tilda Swinton.

2. Ha recitato in una popolare mini serie TV. Parallelamente alla carriera cinematografica, MacKay è apparso in diverse serie televisive. Ha recitato in Johnny and the Bomb (2006), Tsunami – Il giorno dopo (2006) e The Outcast (2015). La popolarità televisiva arriva nel 2016 grazie a 22.11.63, miniserie tratta dal romanzo di Stephen King, in cui interpreta Bill Turcotte accanto a James Franco.

George MacKay non è su Instagram

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3. Non ha un account personale. L’attore non possiede un profilo sul social network Instagram, preferendo mantenere la propria vita privata lontana dai riflettori che questo inevitabilmente porta con sé. È possibile tuttavia trovare diverse fan page dedicate all’attore, dove è possibile trovare le sue ultime foto e aggiornamenti riguardo i suoi progetti da interprete.

George MacKay e Saoirse Ronan

4. Ha avuto una relazione con la celebre attrice. Nel 2013 MacKay conosce l’attrice Saoirse Ronan sul set del film Come vivo ora, dove interpretano due giovani innamorati. I due attori finiscono infine con l’instaurare una vera relazione sentimentale, confermata poi anche dal regista del film, il quale fu entusiasta della cosa poiché ciò portava ulteriore verità al loro rapporto nel film. Successivamente la loro relazione terminò, ma i due rimasero in buoni rapporti.

George MacKay in Peter Pan

5. Ha ricevuto una lunga preparazione. Nel suo film d’esordio, Peter Pan, l’attore interpreta uno dei celebri bimbi sperduti, per la precisione Ricciolino. Per essere pronto al ruolo MacKay, insieme ai suoi compagni di set, ha ricevuto un lungo addestramento nel combattimento con le spade e in particolare su come dar vita nel miglior modo possibile alle numerose coreografie delle scene di battaglia.

6. Ha continuato gli studi durante le riprese. Al momento delle riprese del film MacKay aveva solo dieci anni. Per questo motivo, mentre recitava nel film, l’attore ha continuato a ricevere un’istruzione, così da non rimanere indietro con i programmi scolastici. Allo stesso tempo, poiché le riprese si svolgevano in Australia, MacKay ebbe la possibilità durante le pause di prendere lezioni di nuoto per vedere dal vivo la Grande Barriera Corallina.

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George MacKay in 1917

7. Ha ricevuto importanti riconoscimenti. Per il suo ruolo del soldato Schofield nel film candidato agli Oscar 1917, MacKay è stato nominato come miglior attore ai Satellite Awards, e ha inoltre ricevuto premi al Festival di Santa Barbara e dal London Critics Circle Film Awards.

8. Si è dovuto sottoporre a diversi mesi di prove. Per poter realizzare il film con una serie di lunghi piani sequenza, il regista Sam Mendes ha richiesto agli attori dei lunghi periodi di prova. In quanto protagonista, MacKay ha così partecipato ad oltre sei mesi di prove, al fine di imparare perfettamente ogni dettaglio, battuta o movimento richiesto ai fini della riuscita delle riprese.

George MacKay in Captain Fantastic

9. Si è preparato fisicamente per il ruolo. Nel film Captain Fantastic, l’attore ricopre il ruolo di Bodevan, figlio maggiore del protagonista. Questi è solito fare esercizi di yoga, e per comprendere e riuscire al meglio in tale pratica l’attore si è sottoposto ad esercizi a riguardo per circa quattro ore al giorno.

George MacKay: età e altezza

10. George MacKay è nato a Londra, in Inghilterra, il 13 marzo 1992. L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.

Fonte: IMDb