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Once Upon a Studio: il trailer del corto che celebra i 100 anni di Disney

Disney+ ha diffuso il trailer e il poster di Once Upon a Studio, il nuovo cortometraggio originale Walt Disney Animation Studios che debutterà il 16 ottobre in esclusiva sulla piattaforma streaming.

In Once Upon a Studio, gli amatissimi personaggi dei Walt Disney Animation Studios si ritrovano in una divertente ed emozionante reunion, per realizzare una spettacolare foto di gruppo in occasione del 100° anniversario Disney. Con 543 personaggi da oltre 85 lungometraggi e corti Disney, il corto accoglie eroi e antagonisti, principi e principesse, aiutanti e stregoni – in un nuovo stile che unisce animazione tradizionale e computer grafica – per celebrare 10 decenni di storytelling, talento e successi tecnologici.

Il cortometraggio è scritto e diretto da Dan Abraham e Trent Correy e prodotto da Yvett Merino e Bradford Simonsen.

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Diabolik chi sei? il trailer ufficiale del film dei Manetti Bros

È stato diffuso il Trailer Ufficiale di Diabolik chi sei?l’ultimo capitolo della trilogia dedicata al Re del Terrore diretta dai Manetti bros. Il film verrà presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public (18 – 29 ottobre 2023) e uscirà nelle sale il 30 novembre distribuito da 01 Distribution.

Dietro la maschera del Re del Terrore Giacomo Gianniotti, Miriam Leone è l’affascinante Eva Kant, Valerio Mastandrea l’instancabile ispettore Ginko e Monica Bellucci la carismatica e anticonvenzionale Altea.

A completare il ricco cast di questa ultima avventura, tra gli altri, Pier Giorgio Bellocchio, nel ruolo del sergente Palmer, Chiara MartegianiMassimiliano RossiMario SguegliaFrancesco Turbanti, Emanuele LinfattiMichele RagnoAmanda CampanaAndrea ArruMax GazzèCarolina CrescentiniPaolo CalabresiLorenzo ZurzoloBarbara Bouchet.

Con il soggetto dei Manetti bros. e Mario Gomboli, tratto dalla storia originale di Angela e Luciana Giussani, la sceneggiatura scritta dai Manetti bros. e Michelangelo La NeveDiabolik chi sei? è una produzione Mompracem con Rai Cinema, prodotto da Carlo MacchitellaManetti bros. Pier Giorgio Bellocchio in associazione con Astorina e con Bleidwin, con il sostegno dell’Emilia-Romagna Film Commission e Friuli-Venezia Giulia Film Commission con il contributo di Calabria Film Commission.

Il film uscirà nelle sale distribuito da 01 Distribution.

Diabolik chi sei? la trama

Catturati da una spietata banda di criminali, Diabolik e Ginko si trovano faccia a faccia.
Rinchiusi in una cella, senza via di uscita e certi di andare incontro a una morte inevitabile, Diabolik rivela all’ispettore il suo misterioso passato. Intanto, Eva Kant e Altea sono alla disperata ricerca dei loro uomini. Le strade delle due rivali si incroceranno?

 
 

I Leoni di Sicilia: trailer della serie in arrivo su Disney+

I Leoni di Sicilia

La nuova serie originale italiana Disney+ I Leoni di Sicilia, la saga familiare tratta dall’omonimo bestseller di Stefania Auci, sarà presentata in anteprima alla diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Disney+ ha inoltre diffuso il primo trailer della serie tv. I Leoni di Sicilia debutterà il 25 ottobre in esclusiva sulla piattaforma streaming con i primi quattro episodi, mentre i restanti quattro saranno disponibili a partire dal 1° novembre.

Dal regista Paolo Genovese, che ne è anche produttore creativo, la serie in otto episodi è prodotta da Francesco e Federico Scardamaglia per Compagnia Leone Cinematografica e da Raffaella Leone e Marco Belardi per Lotus Production, una società Leone Film Group. I Leoni di Sicilia è una serie scritta da Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo.

I Leoni di Sicilia è l’avvincente storia della famiglia Florio. I fratelli Paolo e Ignazio sono due piccoli commercianti di spezie fuggiti da una Calabria ancorata al passato e in cerca di riscatto sociale. In Sicilia s’inventano un futuro, dove a partire da una bottega malmessa danno vita a un’attività florida che il giovane figlio di Paolo, Vincenzo, con le sue idee rivoluzionarie, trasformerà poi in un impero. Tuttavia, a travolgere la vita di Vincenzo, e quella di tutta la famiglia, è l’arrivo dirompente di Giulia, una donna forte e intelligente, in contrasto con le rigide regole della società del tempo. I Leoni di Sicilia è un’epopea fatta di amore, famiglia, successi, guerre e rivoluzioni, che si svolge nella Sicilia dell’Ottocento fino all’Unità d’Italia del 1861.

La serie è interpretata da Michele Riondino nel ruolo di Vincenzo Florio, Miriam Leone in quello di Giulia Portalupi, Donatella Finocchiaro in quello di Giuseppina, Vinicio Marchioni nei panni di Paolo Florio, Eduardo Scarpetta nel ruolo di Ignazio Florio (figlio di Vincenzo), Paolo Briguglia in quello di Ignazio Florio, Ester Pantano nel ruolo di Giuseppina giovane e Adele Cammarata in quello di Giovanna D’Ondes.

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

 
 

Taxi Driver: Paul Schrader dice la sua riguardo la teoria sulla morte di Travis Bickle

Taxi Driver Cannes

Lo sceneggiatore di Taxi Driver Paul Schrader esprime la propria opinione riguardo una teoria riguardante il finale del film e la possibile morte di Travis Bickle. Uscito nel 1976, il film diretto da Martin Scorsese rimane una delle opere più acclamate del regista, in cui Robert De Niro interpreta in modo memorabile il ruolo da protagonista di Bickle, un veterano instabile con desideri sempre più violenti. Il climax del film, come noto, vede Bickle ferito in una raccapricciante sparatoria da lui provocata. Ora, in una risposta a una domanda su Facebook, Schrader chiarisce le sue intenzioni riguardo al finale di Taxi Driver.

Come noto, tale finale è sorprendentemente violento. Travis, decidendo di salvare Iris (Jodie Foster), una prostituta adolescente, entra nel bordello dove lavora e uccide il suo magnaccia e uno dei clienti di Iris, riportando diverse ferite da arma da fuoco nel processo. Egli sembra però sopravvivere a tale scontro a fuoco, venendo poi riconosciuto come un vero e proprio salvatore, quando solo poche scene prima aveva cercato di portare a termine un attentato alla vita di un politico. In ogni caso, dopo la sparatoria Travis torna a fare il suo lavoro di tassista, di fatto ritrovandosi in un certo senso di nuovo intrappolato nella propria quotidianità.

Una teoria popolare che circola da tempo, però, presuppone che Bickle in realtà muoia durante la sparatoria culminante e che le scene finali del film siano in realtà frutto della sua immaginazione, prima di spegnersi per sempre. Schrader, tuttavia, afferma che non è così che vede il finale. Il commento a cui ha replicato chiedeva infatti sé “l’ultima sequenza è la fantasia morente di Travis”, al quale Schrader ha dunque risposto con un “non era nostra intenzione ma è un’interpretazione legittima“. Se dunque da una parte Schrader afferma che non c’è niente di sbagliato nel credere che Bickle muoia davvero, egli non condivide questa possibilità, la quale negherebbe il senso ultimo del film.

 
 

Festa del Cinema di Roma: svelato il programma della 18esima edizione

Festa del Cinema di Roma 2023

È stata annunciata la selezione ufficiale della Festa del cinema di Roma 2023, che si svolgerà dal 18 al 29 ottobre 2023 all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone sotto la direzione artistica di Paola Malanga insieme al Presidente della Fondazione Cinema per Roma Gian Luca Farinelli e a Francesca Via, Direttrice Generale. Ad aprire la Festa, come già annunciato, sarà il film C’è ancora domani, diretto ed interpretato da Paola Cortellesi. Per quanto riguarda invece i premi alla carriera, alla Festa del Cinema di Roma quest’anno tali riconoscimenti saranno assegnati all’attrice Isabella Rossellini e Shigeru Umebayashi, compositore giapponese Shigeru Umebayashi è autore di alcune fra le più iconiche colonne sonore della storia del cinema mondiale.

Di seguito, ecco il programma della 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma:

CONCORSO PROGRESSIVE CINEMA – VISIONI PER IL MONDO DI DOMANI

Concorso internazionale senza distinzione tra film di finzione, documentari e film in animazione.

UN AMOR
di Isabel Coixet, Spagna, 2023, 128’

ASHIL (ACHILLES)
di Farhad Delaram, Iran, Germania, Francia, 2023, 116’ | Opera prima |

AVANT QUE LES FLAMMES NE S’ETEIGNENT (AFTER THE FIRE)
di Mehdi Fikri, Francia, 2023, 96’ | Opera prima |

BLACK BOX
di Asli Özge, Germania, Belgio, 2023, 120’

Film di apertura
C’È ANCORA DOMANI
di Paola Cortellesi, Italia, 2023, 118’ | Opera prima |

COMME UN FILS (LIKE A SON)
di Nicolas Boukhrief, Francia, 2023, 105’

EN DAG KOMMER ALLT DET HÄR BLI DITT (ONE DAY ALL THIS WILL BE YOURS)
di Andreas Öhman, Svezia, 2023, 105’

LA ERECCION DE TORIBIO BARDELLI (THE ERECTION OF TORIBIO BARDELLI)
di Adrián Saba, Perù, Brasile, 2023, 82’

FREMONT
di Babak Jalali, Stati Uniti, 2023, 88’

HOLIDAY
di Edoardo Gabbriellini, Italia, 2023, 102’

HYPNOSEN (THE HYPNOSIS)
di Ernst De Geer, Svezia, Norvegia, Francia, 2023, 98’ | Opera prima |

MI FANNO MALE I CAPELLI
di Roberta Torre, Italia, 2023, 83’

THE MONK AND THE GUN
di Pawo Choyning Dorji, Bhutan, Stati Uniti, Francia, Taiwan, 2023, 107’

PEDÁGIO (TOLL)
di Carolina Markowicz, Brasile, Portogallo, 2023, 101’ | Opera prima |

PELURI – KUOLEMA ON ELÄVIEN ONGELMA (LA MORTE È UN PROBLEMA DEI VIVI)
di Teemu Nikki, Finlandia, Italia, 2023, 97’

UN SILENCE (A SILENCE)
di Joachim Lafosse, Belgio, Francia, Lussemburgo, 2023, 100’

SWEET SUE
di Leo Leigh, Regno Unito, 2023, 97’ | Opera prima |

UROTCITE NA BLAGA (BLAGA’S LESSONS)
di Stephan Komandarev, Bulgaria, Germania, 2023, 114’

FREESTYLE

Sezione non competitiva composta da titoli di formato e stile liberi.

FILM

ACCATTAROMA
di Daniele Costantini, Italia, 2023, 85’

DISPARARON AL PIANISTA (THEY SHOT THE PIANO PLAYER)
di Fernando Trueba, Javier Mariscal, Spagna, Francia, 2023, 103’ | Animazione |

GLI IMMORTALI
di Anne-Riitta Ciccone, Italia, 2023, 128’

JE’VIDA
di Katja Gauriloff, Finlandia, 2023, 99’

MOTHER, COUCH
di Niclas Larsson, Stati Uniti, Danimarca, Svezia, 2023, 96’ | Opera prima |

THE PERSIAN VERSION
di Maryam Keshavarz, Stati Uniti, 2023, 107’

À LA RECHERCHE
di Giulio Base, Italia, 2023, 90’

SEGNALI DI VITA
di Leandro Picarella, Italia, Svizzera, 2023, 106’ | Doc |

TROPPO AZZURRO
di Filippo Barbagallo, Italia, 2023, 88’ | Opera prima |

WANTED
di Fabrizio Ferraro, Italia, 2023, 90’

ARTS

ALLO LA FRANCE
di Floriane Devigne, Francia, Svizzera, 2023, 78’ | Doc |

AND THE KING SAID, WHAT A FANTASTIC MACHINE
di Axel Danielson, Maximilien Van Aertryck, Svezia, Danimarca, 2023, 85’ | Doc |

FELA, IL MIO DIO VIVENTE
di Daniele Vicari, Italia, 2023, 90’ | Doc |

GRANDMOTHER’S FOOTSTEPS
di Lola Peploe, Francia, 2023, 64’ | Doc |

IN BED WITH GONDRY
di François Nemeta, Francia, 2023, 52’ | Doc |

JEFF KOONS. UN RITRATTO PRIVATO
di Pappi Corsicato, Italia, 2023, 100’ | Doc |

KIM’S VIDEO
di David Redmon, Ashley Sabin, Stati Uniti, 2023, 88’ | Doc |

NINO MIGLIORI. LA FESTA CHE ROVESCIA IL MONDO PER GIOCO
di Elisabetta Sgarbi, Italia, 2023, 35’ | Doc |

OBSESSED WITH LIGHT
di Sabine Krayenbühl, Zeva Oelbaum, Stati Uniti, Francia, Germania, 2023, 90’ | Doc |

LA PITTURESSA
di Fabiana Sargentini, Italia, 2023, 80’ | Doc |

SHAKESPEA RE DI NAPOLI
di Ruggero Cappuccio, Nadia Baldi, Italia, 2023, 90’

LA SOLITUDINE È QUESTA
di Andrea Adriatico, Italia, 2022, 98’ | Doc |

TAKING VENICE
di Amei Wallach, Stati Uniti, 2023, 98’ | Doc |

TEHACHAPI
di JR, Francia, 2023, 92’ | Doc |

WHO TO LOVE
di Giorgio Testi, Italia, 2023, 30’

SERIE

I LEONI DI SICILIA
di Paolo Genovese, Italia, 2023, 2 ep., 111’ | Serie |

In coproduzione con Alice nella città
MARE FUORI 4
di Ivan Silvestrini, Italia, 2023, 2 ep., 100’ | Serie |

LA STORIA
di Francesca Archibugi, Italia, Francia, 2023, 1 puntata, 100’ | Serie |

SUBURRÆTERNA
di Ciro D’Emilio, Alessandro Tonda, Italia, 2023, 2 ep., 90’ | Serie |

GRAND PUBLIC

Sezione non competitiva dedicata al cinema per il grande pubblico.

CENTO DOMENICHE
di Antonio Albanese, Italia, 2023, 94’

COTTONTAIL
di Patrick Dickinson, Regno Unito, Giappone, 2023, 94’ | Opera prima |

DALL’ALTO DI UNA FREDDA TORRE
di Francesco Frangipane, Italia, 2023, 90’ | Opera prima |

DIABOLIK CHI SEI?
di Antonio Manetti, Marco Manetti, Italia, 2023, 124’

DREAM SCENARIO
di Kristoffer Borgli, Stati Uniti, 2023, 101’

EILEEN
di William Oldroyd, Stati Uniti, 2022, 97’

THE END WE START FROM
di Mahalia Belo, Regno Unito, 2023, 102’ | Opera prima |

ET LA FÊTE CONTINUE!
di Robert Guédiguian, Francia, Italia, 2023, 106’

FINGERNAILS
di Christos Nikou, Stati Uniti, 2023, 113’

JULES
di Marc Turtletaub, Stati Uniti, 2023, 87’

In coproduzione con Alice nella città
KIMITACHI WA DŌ IKIRU KA (IL RAGAZZO E L’AIRONE)
di Hayao Miyazaki, Giappone, 2023, 124’ | Animazione |

I LIMONI D’INVERNO
di Caterina Carone, Italia, Polonia, 2023, 110’

NUOVO OLIMPO
di Ferzan Ozpetek, Italia, 2023, 111’

PALAZZINA LAF
di Michele Riondino, Italia, 2022, 99’ | Opera prima |

THE PERFORMANCE
di Shira Piven, Stati Uniti, 2023, 112’

THE ROYAL HOTEL
di Kitty Green, Australia, 2023, 91’

SALTBURN
di Emerald Fennell, Regno Unito, 2023, 127’

SECOND TOUR
di Albert Dupontel, Francia, 2023, 97’

TE L’AVEVO DETTO
di Ginevra Elkann, Italia, 2023, 100’

VOLARE
di Margherita Buy, Italia, 2023, 100’ | Opera prima |

WIDOW CLICQUOT
di Thomas Napper, Francia, Regno Unito, 2023, 89’

PROIEZIONI SPECIALI

Sezione non competitiva.

LA BUSSOLA – IL COLLEZIONISTA DI STELLE
di Andrea Soldani, Italia, 2023, 75’ | Doc |

ENIGMA ROL
di Anselma Dell’Olio, Italia, 2023, 94’ | Doc |

HIGH & LOW – JOHN GALLIANO
di Kevin Macdonald, Francia, Stati Uniti, Regno Unito, 2023, 116’ | Doc |

L’IMPERO DELLA NATURA. UNA NOTTE NEL PARCO DEL COLOSSEO
di Luca Lancise, Marco Gentili, Italia, 2023, 100’

IO, NOI E GABER
di Riccardo Milani, Italia, 2023, 135’ | Doc |

KRIPTON
di Francesco Munzi, Italia, 2023, 107’ | Doc |

MARIA CALLAS LETTERE E MEMORIE – MONICA RACCONTA MARIA
di Tom Volf, Italia, 2023, 80’ | Doc |

LA MEMORIA INFINITA (THE ETERNAL MEMORY)
di Maite Alberdi, Cile, 2023, 84’ | Doc |

MISERICORDIA
di Emma Dante, Italia, 2023, 95’

MUR
di Kasia Smutniak Italia, 2023, 107’ | Doc |

POSSO ENTRARE? AN ODE TO NAPLES
di Trudie Styler, Italia, 2023, 107’ | Doc |

ROMA, NUDA E SANTA
di Roberto D’Agostino, Marco Giusti e Daniele Ciprì, Italia, 2023, 91’ | Doc |

QUATTRO QUINTI
di Stefano Urbanetti, Italia, 2022, 66’ | Doc |

RULE OF TWO WALLS
di David Gutnik, Ucraina, 2023, 77’ | Doc |

SCARROZZANTI E SPIRITELLI. 50 ANNI DI VITA DEL TEATRO FRANCO PARENTI
di Michele Mally, Italia, 2023, 71’ | Doc |

TANTE FACCE NELLA MEMORIA
di Francesca Comencini, Italia, 2023, 80’

UNFITTING
di Giovanna Mezzogiorno, Italia, 2023, 9’

UOMINI IN MARCIA
di Peter Marcias, Italia, 2023, 75’ | Doc |

VIA SICILIA 57/59. GIORGIO ALBERTAZZI. IL TEATRO È VITA
di Pino Strabioli, Fabio Masi, Italia, 2023, 60’ | Doc |

ZUCCHERO – SUGAR FORNACIARI
di Valentina Zanella, Giangiacomo De Stefano, Italia, 2023, 100’ | Doc |

BEST OF 2022

Sezione non competitiva composta da film provenienti da altri festival internazionali, considerati tra i migliori della stagione.

ANATOMIE D’UNE CHUTE
di Justine Triet, Francia, 2023, 150’

CATCHING FIRE: THE STORY OF ANITA PALLENBERG
di Alexis Bloom, Svetlana Zill, Stati Uniti, 2023, 112’ | Doc |

LA CHIMERA
di Alice Rohrwacher, Italia, Francia, Svizzera, 2023, 134’

EUREKA
di Lisandro Alonso, Francia, Argentina, Germania, Portogallo, Messico, 2023, 146’

FIREBRAND
di Karim Aïnouz, Regno Unito, 2023, 120’

KISS THE FUTURE
di Nenad Čičin-Šain, Stati Uniti, Irlanda, 2023, 103’ | Doc |

ORLANDO, MA BIOGRAPHIE POLITIQUE
di Paul B. Preciado, Francia, 2023, 98’ | Doc |

LA PASSION DE DODIN BOUFFANT (THE POT AU FEU)
di Tràn Anh Hùng, Francia, 2023, 134’

PAST LIVES
di Celine Song, Stati Uniti, 2022, 106’

THE ZONE OF INTEREST
di Jonathan Glazer, Stati Uniti, Regno Unito, Polonia, 2023, 106’

STORIA DEL CINEMA

Sezione non competitiva dedicata all’approfondimento della storia del cinema italiano e internazionale, ai film in versione restaurata e agli omaggi.

DOCUMENTARI

CALLAS, PARIS, 1958
di Tom Volf, Francia, 1958-2023, 90’ | Doc |

CHAMBRE 999 (ROOM 999)
di Lubna Playoust, Francia, 2023, 85’ | Doc |

UNE CHRONIQUE AMERICAINE
di Alexandre Gouzou, Jean-Claude Taki, Francia, 2023, 66’ | Doc |

FELLINI, L’ENTRETIEN RETROUVÉ
di Jean-Christophe Rosé, Francia, 2023, 61’ | Doc |

Omaggio a Jean-Luc Godard
GODARD PAR GODARD
di Florence Platarets, Francia, 2023, 60’ | Doc |

IO, IL TUBO E LE PIZZE
di Ugo Gregoretti, Italia, 2023, 81’ | Doc |

JOSEPH LOSEY, L’OUTSIDER
di Dante Desarthe, Francia, 2023, 60’ | Doc |

KENNEDY A ROMA
di Ciro Giorgini, Italia, 1999, 90’ | Doc |

LUI ERA TRINITÀ
di Dario Marani, Italia, 2023, 90’ | Doc |

LA NOSTRA MONUMENT VALLEY
di Alberto Crespi, Steve Della Casa, Italia, 2023, 60’ | Doc |

Omaggio a Dario Argento
PROFONDO ARGENTO
di Giancarlo Rolandi, Steve Della Casa, Italia, 2023, 65’ | Doc |

QUEL MALEDETTO FILM SU VIRZÌ
di Stefano Petti, Italia, 2023, 88’ | Doc |

IL RITORNO DI MACISTE
di Maurizio Sciarra, Italia, 2023, 90’ | Doc |

Omaggio a Isabella Rossellini
A SEASON WITH ISABELLA ROSSELLINI
di Marian Lacombe, Francia, 2023, 55’ | Doc |

Omaggio a Lorenza Mazzetti
TOGETHER WITH LORENZA MAZZETTI
di Brighid Lowe, Argentina, 2023, 55’ | Doc |

LA VOCE SENZA VOLTO
di Filippo Soldi, Italia, 2023, 85’ | Doc |

RESTAURI

CIAO NÌ!
di Paolo Poeti, Italia, 1979, 90’

DIVISIONE FOLGORE
di Duilio Coletti, Italia, 1954, 84’

MENGLONG GUOJIANG (L’URLO DI CHEN TERRORIZZA ANCHE L’OCCIDENTE)
di Bruce Lee, Hong Kong, 1972, 100’

OCHAZUKE NO AJI (IL SAPORE DEL RISO AL TÈ VERDE)
di Yasujirō Ozu, Giappone, 1952, 115’

L’ODORE DELLA NOTTE
di Claudio Caligari, Italia, 1998, 101’

OVOSODO
di Paolo Virzì, Italia, 1997, 100’

UNDERGROUND
di Emir Kusturica, Jugoslavia, Germania, Francia, Ungheria, Repubblica Ceca, 1995, 167’

OMAGGIO A ISABELLA ROSSELLINI, PREMIO ALLA CARRIERA 2023

ANIMALS DISTRACT ME
di Isabella Rossellini, Stati Uniti, 2011, 48’ | Doc |

DARWIN, WHAT?
di Isabella Rossellini, Paul David Magid, Grecia, 2020, 2 ep., 9’ | Serie |

FOX FILM
di Isabella Rossellini, Stati Uniti, 5′

GREEN PORNO
di Jody Shapiro, Isabella Rossellini, Stati Uniti, 2008, 18 ep., 36’ | Serie |

MAMMAS
di Isabella Rossellini, Stati Uniti, 2013, 10 ep. 21’ | Serie |

SEDUCE ME
di Isabella Rossellini, Stati Uniti, 2010, 10 ep., 20’ | Serie |

BLUE VELVET (VELLUTO BLU)
di David Lynch, Stati Uniti, 1986, 121’

DEATH BECOMES HER (LA MORTE TI FA BELLA)
di Robert Zemeckis, Stati Uniti, 1992, 104’

LEFT LUGGAGE
di Jeroen Krabbé, Regno Unito, Stati Uniti, Paesi Bassi, Belgio, 1998, 96’

MY DAD IS 100 YEARS OLD
di Guy Maddin, Canada, 2005, 16’

THE SADDEST MUSIC IN THE WORLD (LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL MONDO)
di Guy Maddin, Canada, 2003, 100’

L’ALTRA DOMENICA: I REPORTAGE DI ISABELLA ROSSELLINI DA NEW YORK

Scelto da Isabella Rossellini
HÖSTSONATEN (SINFONIA D’AUTUNNO)
di Ingmar Bergman, Francia, Germania, Svezia, 1978, 92’

Scelto da Isabella Rossellini
STROMBOLI (TERRA DI DIO)
di Roberto Rossellini, Italia, 1950, 102’

Storia del Cinema – Documentari
A SEASON WITH ISABELLA ROSSELLINI
di Marian Lacombe, Francia, 2023, 55’ | Doc |

Best of 2023
LA CHIMERA
di Alice Rohrwacher, Italia, Francia, Svizzera, 2023, 134’

OMAGGIO A SHIGERU UMEBAYASHI, PREMIO ALLA CARRIERA 2023

FA YEUNG NIN WA (IN THE MOOD FOR LOVE)
di Wong Kar-wai, Hong Kong, 2000, 98’

SHI MIAN MAI FU (LA FORESTA DEI PUGNALI VOLANTI)
di Zhang Yimou, Cina, 2004, 119’

A SINGLE MAN
di Tom Ford, Stati Uniti, 2009, 99’

OMAGGIO A MARIA GRAZIA BUCCELLA

BASTA GUARDARLA
di Luciano Salce, Italia, 1970, 106’

SISSIGNORE
di Ugo Tognazzi, Italia, 1968, 105’

OMAGGIO A MARIA CALLAS

CALLAS, PARIS, 1958
di Tom Volf, Francia, 1958-2023, 90’ | Doc |

MARIA CALLAS LETTERE E MEMORIE – MONICA RACCONTA MARIA
di Tom Volf, Italia, 2023, 80’ | Doc |

MEDEA
di Pier Paolo Pasolini, Italia, Francia, Germania Ovest, 1969, 118′

OMAGGIO A RUGGERO DEODATO

DEODATO, NON SOLO HORROR
In collaborazione con ANAC e i figli di Ruggero Deodato, un blob di clip dai suoi titoli più importanti.

OMAGGIO A JEAN-LUC GODARD

GODARD PAR GODARD
di Florence Platarets, Francia, 2023, 60’ | Doc |

OMAGGIO A LORENZA MAZZETTI

THE COUNTRY DOCTOR
di Lorenza Mazzetti, Stati Uniti, 1953, 10’

K (METAMORPHOSIS)
di Lorenza Mazzetti, Regno Unito, 1954, 28’

TOGETHER
di Lorenza Mazzetti, Regno Unito, 1956, 48’

TOGETHER WITH LORENZA MAZZETTI
di Brighid Lowe, Argentina, 2023, 55’ | Doc |

 
 

Sex Education 4: recensione della stagione conclusiva della serie Netflix

SEX EDUCATION SEASON 4 Sex Education 4 recensione
SEX EDUCATION SEASON 4

Dopo una terza stagione che aveva annacquato fin troppo il divertente e pruriginoso concept iniziale, con un’ansia di rappresentazione che sovrastava il bene del racconto, Sex Education torna con un quarto e ultimo ciclo, disponibile su piattaforma dal 21 settembre. Lo fa con un addio lungo otto episodi, una manciata di personaggi nuovi, qualche dramma più o meno serio e tutte le sfumature della sessualità che riescono ad entrare in otto ore di serie tv targata Netflix.

Sex Education 4, la trama

Avevamo lasciato i protagonisti del liceo di Moordale alle prese con la chiusura della loro scuola. Una location simbolica nello show, che era stata teatro di disagio adolescenziale, controversie e incomprensioni, epidemie di clamidia, capre maltrattate e situazioni al limite dell’inverosimile. Ora i giovani uomini, donne e non etichettabili hanno compiuto il passo verso un territorio sconosciuto, il Cavendish Sixth Form College, un campus con una rinomata reputazione di progressismo, autogestito dagli studenti in un’atmosfera irreale e variopinta in cui sembra esserci spazio per chiunque. Ed è in effetti quello che Otis, Eric e gli altri si trovano davanti: una scuola accogliente, attenta alle esigenze di tutt*, senza barriere architettoniche, in cui la comunità queer è non solo integrata, ma è il vero centro della vita scolastica, che promuove la gentilezza come approccio alla vita. Un balzo in avanti davvero notevole, ma allo stesso tempo destabilizzante, dal momento che il Moordale, invece, era tutto ciò che poteva esistere di grigio, gretto e chiuso. E mentre Maeve è partita per gli Stati Uniti alla volta della prestigiosa Wallace University, inseguendo il suo sogno di diventare scrittrice, a Moordale Otis sembra non cavarsela altrettanto bene, con una vera e propria rivoluzione in famiglia, l’arrivo della piccola Joy, e una nuova realtà in cui trova occupato quello che pensava potesse essere il suo posto.

Sex Education Season 4. (L to R) Edward Bluemel as Sean, Emma Mackey as Maeve in Sex Education Season 4. Cr. Samuel Taylor/Netflix © 2023.

Educazione sentimentale

Sex Education 4 porta ancora con sé i segni di quella che era la prima brillante stagione ideata da Laurie Nunn, ma da molto tempo gli spettatori hanno potuto vedere come quella che era partita come un’educazione sessuale si è poi trasformata in una educazione sentimentale, sempre teneramente piccante, ma più incentrata sulle relazioni e la loro gestione, che sulla natura sessuale dei rapporti.

Fatta la pace con tale assunto, questo ultimo ciclo decide di sconfinare sul piano dell’assurdo, non solo mettendo in scena sogni premonitori e visioni divine ma anche offrendo delle risoluzioni quasi sempre conciliatorie e rassicuranti a molti dei suoi personaggi. Tutto il parterre di rappresentazione che ha sfilato in maniera meccanica nella terza stagione, viene adesso ulteriormente arricchito ed esplorato con un risultato senza dubbio più credibile e interessante. A raccogliere i maggiori benefici di questo lavoro di scrittura è forse Eric (Ncuti Gatwa), il personaggio con l’arco narrativo più completo.

Un’utopia in mezzo al mondo reale

La serie propone uno spazio utopico, sicuro, in cui l’esigenza di ascolto e l’effettivo essere ascoltati vanno di pari passo e la diversità viene effettivamente vista come una ricchezza da valorizzare. È un mondo immaginario e difficilmente rintracciabile nella quotidianità, tuttavia questo non deve essere per forza un limite: la serie offre un punto di vista, un vero e proprio mondo immaginario che non risparmia sofferenza e drammi ma che mantiene una sua coerenza e una sua tendenza alla risoluzione dei conflitti, promuovendo il culto della gentilezza. Un’isola felice in un mondo, quello reale, dove la tolleranza sembra appartenere ancora e troppo a nicchie circoscritte.

Tuttavia, per quanto sia alta e nobile questa intenzione, Laurie Nunn si conferma più attenta alle dichiarazioni di intenti che al suo stesso racconto. Il processo di svilimento del personaggio di Otis ne è l’esempio migliore. Da adolescente complessato ma saggio e propositivo, con una cotta per la misteriosa Maeve, diventa un maschietto che si sente minacciato nella sua “professione”, che prova a tarpare le ali alla sua compagna, che sfrutta chi ha un debole per lui, che trascura gli amici. Il povero Otis non sembra avere più una collocazione, è l’unico personaggio che non fa nessun passo avanti e il cui arco narrativo non ha nessuna spinta verso una conclusione.

Sex Education Season 4. Ncuti Gatwa as Eric Effiong in Sex Education Season 4. Cr. Samuel Taylor/Netflix © 2022 – SexEd4_Day19_Ep403_ST-164.arw

Otis rimane indietro

A differenza di quanto invece succede a Maeve, a Ruby, e soprattutto al citato Eric. Sembra che arrivati alla quarta stagione, gli showrunner non sapessero esattamente cosa farsene di dell’unico etero normale della storia (forse perché non rappresentante di una minoranza che va valorizzata?), schiacciato tra le personalità del suo interesse amoroso che ormai è una donna ambiziosa, con i suoi dolori e i suoi sogni, una ex bulletta in cerca di redenzione e l’”amico gay” che finalmente trova il coraggio di risolvere dentro di sé un conflitto profondissimo che lo ha sempre definito come personaggio, ovvero far conciliare il suo essere fieramente gay con il suo essere devotamente cristiano, vivendo allo scoperto in una comunità che mal sopporta i queer.

Quest’incapacità di servire il racconto rispetto alla necessità di mettere in scena situazioni che possano essere una rappresentazione della molteplicità degli spettatori stessi è il principale problema di Sex Education 4, che, rispetto alla stagione 3 ha l’aggravante di trapiantare i personaggi in un luogo che è tutt’altro che ostile al loro percorso. E succede che in nome dell’inclusione e della rappresentazione, entrambe sacrosante, si rinuncia a raccontare la storia, il conflitto, che dovrebbe essere invece il motore degli avvenimenti. Forse la naturale conclusione dello show era quella di costruire un mondo dove la “sex education” non serve più, perché utopisticamente sono tutti consapevoli, esperti, accettati  e felici di essere come sono. Alleluja! Purtroppo chi paga le conseguenze di questa “felicità” è proprio il gusto per la narrazione, che evita ogni curva e si fa percorso dritto, obbligato.

SEX EDUCATION SEASON 4

Cosa resta di Sex Education

Nel corso degli anni, Sex Education ha attraversato tante fasi, mostrandosi di volta in volta come una commedia irriverente che prometteva di rispondere a domande e curiosità sul sesso, un teen drama dal sapore anni ’80, una riflessione sul diventare adulti e fare delle scelte, una vetrina per la rappresentazione della varietà umana intesa come ricchezza e bellezza, con la conseguente e comprensibile difficoltà di stare al mondo che l’essere queer comporta, una dramedy che non risparmia sofferenze grandi e piccole ai suoi protagonisti.

Si chiude eliminando ogni forma di conflitto, ogni ostacolo, offrendo ai suoi protagonisti una strada spianata da percorrere, una realtà in cui le difficoltà sono tutte superabili, i mondi tutti accessibili, insomma, uno spirito estremamente contemporaneo in cui molti spettatori, soprattutto i più giovani, si troveranno a proprio agio, capiti e accolti. E se da una parte appare questa la direzione che le nuove generazioni vogliono per un mondo nuovo, dall’altra l’arte del racconto è la principale vittima di un mondo in cui il conflitto non ha più nessun valore narrativo.

Sex Education Season 4. (L to R) Mimi Keene as Ruby, Asa Butterfield as Otis in Sex Education Season 4. Cr. Samuel Taylor/Netflix © 2023.
 
 

Deadpool 3: Shawn Levy conferma che il sequel omaggerà i film Marvel della Fox

Deadpool 3 mcu

Ormai da mesi si vocifera che l’atteso Deadpool 3 riporterà molti personaggi Marvel della Fox sul grande schermo e per la prima volta nel MCU. Una nuova voce aggiunge ora carburante a queste teorie e la voce è quella proprio del regista del film, Shawn Levi. Parlando con Slash Film, Levy ha infatti dichiarato che quanto realizzato nel corso del tempo dalla Fox con alcuni personaggi Marvel (in particolare gli X-Men), influenzerà la storia di Deadpool 3. Levy afferma inoltre che solo perché Deadpool 3 è un film dell’MCU, ciò non significa che “all’improvviso l’eredità di Fox non esista più“, poiché “ha plasmato molto di ciò che ora conosciamo come MCU“.

Levi termina poi evidenziando dunque l’importanza di quell’eredità sul nuovo film del MCU, confermando che: “certamente fa parte della nostra narrazione“. Alla luce di queste dichiarazioni, i presunti cameo di molti degli X-Men sino ad oggi visti sul grande schermo diventa molto più certi all’interno di Deadpool 3. Non tutti quelli che ci si aspetta di ritrovare nel film potrebbero però esserci realmente, in quanto Levi ha aggiunto che “alcune di queste voci sono vere, altre no“. Non resta a questo punto che aspettare maggiori aggiornamenti sul film, attualmente in pausa per via degli scioperi in corso ad Hollywood ma, stando a quanto riportato, molto vicino all’essere completato.

Deadpool 3: quello che sappiamo sul film

Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool 3, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU.

Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck. L’attrice Jennifer Garner sarà presente nel film con il ruolo di Elektra, che riprende dunque a quasi vent’anni di distanza dal film a lei dedicato.

In attesa di ulteriori conferme, sappiamo che Shawn Levy dirigerà Deadpool 3, mentre Rhett Reese e Paul Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone, scriveranno la sceneggiatura basandosi sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa del progetto. Il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige, aveva precedentemente assicurato ai fan che rimarrà un film con rating R, proprio come i primi due film, il che lo renderebbe il primo film dello studio con tale classificazione matura.

 
 

Star Wars: Guillermo del Toro rivela alcuni dettagli sul film che avrebbe dovuto realizzare

Guillermo Del Toro Frankenstein
Foto di Raffaele Piano © Cinefilos.it

Il regista Guillermo del Toro ha rivelato di cosa avrebbe parlato il suo film di Star Wars ormai scartato, insieme a nuovi dettagli su cosa avrebbe comportato. Come noto, sono stati molti i film appartenenti alla saga di Star Wars scartati nel recente passato, in parte a causa dell’orientamento di Lucasfilm verso lo streaming. del Toro era uno dei tanti pronti ad accettare di dirigere un film della serie, ma anche il suo progetto non ha poi mai preso vita. Ora, anni dopo il suo sviluppo iniziale, stanno però emergendo dettagli sul tipo di film che il suo avrebbe dovuto essere.

Parlando con Josh Horowitz, lo sceneggiatore David Goyer ha infatto parlato della scrittura del film di Star Wars che Toro avrebbe dovuto dirigere, rivelando che non c’era solo una “bella sceneggiatura“, ma anche dei “begli artwork” di accompagnamento, rivelando fino a che punto l’idea è riuscita a superare il processo prima di essere definitivamente scartata. Le sue parole sono poi state confermate anche dallo stesso del Toro, che ha condiviso ulteriori dettagli tramite il proprio account Twitter, menzionando le lettere J e BB come indizi riguardo l’oggetto del film. I fan della saga riconosceranno subito in tali lettere il nome di Jabba the Hutt.

Questa non è la prima volta che Toro afferma di voler portare Jabba sotto i riflettori. Già nel 2015 disse che avrebbe voluto realizzare un film su Jabba the Hutt nello stile de Il Padrino, dando all’iconico daimyo di Tatooine un aspetto completamente nuovo. Secondo Goyer, tutto questo è accaduto nel 2019, in un periodo in cui per la Lucasfilm, dopo il fallimento al botteghino di Solo: A Star Wars Story, decise di abbandonare del tutto, almeno per il momento, i film antologici, concentrandosi piuttosto sulle serie per Disney+. Tuttavia, ora che nuovi film sono stati confermati per la sala, non è impossibile che qualcuno dei progetti ad oggi scartato venga ripescato e realizzato, magari proprio quello di Goyer e del Toro.

 
 

I Mercen4ri: recensione del film con Sylvester Stallone

I mercen4ri recensione
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A quasi dieci anni dall’ultimo capitolo del franchise, tornano Sylvester Stallone, Jason Statham e i protagonisti del quarto I mercen4ri – Expendables. Una nuova missione che si stacca dalle precedenti e che arriva dopo le note turbolenze produttive, poi superate, per la gioia dei fan del supergruppo storicamente composto dagli eroi degli action movie moderni. Che potranno assistere all’ennesimo salvataggio del mondo grazie alla Vertice360, che dal 21 settembre distribuisce il film nei cinema di tutta Italia, e scoprire la nuova generazione di “sangue fresco” chiamata ad affiancare Barney, Lee, Gunnar (Dolph Lundgren) e Toll Road (Randy Couture).

I mercen4ri salveranno il mondo

Che ritroviamo in Libia, in un vecchio impianto di armi chimiche di Gheddafi, dove sono nascosti dei pericolosi detonatori per missili nucleari obiettivo delle mire dello spietato  Suharato Rahmat e del suo esercito privato, lì per conto del misterioso Ocelot. Una vecchia conoscenza di Barney Ross decisa a mettere in pericolo il mondo e la pace tra le superpotenze, a meno che non ci pensino i nostri eroi. In formazione rinnovata, con una nuova guida dopo il fallimento della missione in Libia e la perdita di una pedina fondamentale, i mercenari “sacrificabili” inseguono Rahmat su una nave che trasporta l’arma definitiva, dove avrà luogo lo scontro finale e tutti i segreti verranno rivelati.

Un poker poco (con)vincente

Intelligentemente, la comunicazione del film ha scelto di puntare sull’entusiasmo dei protagonisti – vecchi e nuovi – per presentare il quarto capitolo di un franchise che dopo il 2014 sembrava esser stato seppellito dalle beghe e discussioni tra le star. Una tensione e tanti ripensamenti che devono aver condizionato non poco la produzione e la scrittura di una storia piuttosto classica, ma carente proprio in quelli che erano sempre stati i marchi di fabbrica degli Expendables.

Molto ben costruito, intelligente, preciso e sempre con la giusta ironia e sfacciataggine” lo definisce Andy Garcia, “un flm fantastico, con un sacco di sorprese e grande intrattenimento” Dolph Lundgren (comunque uno dei migliori e più in linea col passato), ma pare più comprensibile il “una figata” di 50 Cent, tra le new entry della missione, che – mestamente – sembra ormai buona – solo? – per andare al cinema, bere una coca e mangiare popcorn“, rubando le parole al regista Scott Waugh (Project X-Traction, con Jackie Chan e John Cena), che sicuramente le intendeva in senso più positivo.

Megan Fox as Gina, Andy Garcia as Marsh and Jacob Scipio as Galan in The Expendables 4. Photo Credit: Yana Blajeva

Un B-movie incredibile

Purtroppo c’è anche lui sul banco degli ‘imputati’ del fallimento di questo capitolo, che anche considerato il peso dell’assenza dallo schermo di un colosso come Sly avrebbe potuto trarre vantaggio da una diversa regia, limitando l’eccesso di primi piani poco coerenti con la narrazione e di effetti digitali da B-movie, che oltre a non migliorare la messa in scena non fanno che aumentare la delusione per un action troppo finto per essere almeno “incredibile” come ai bei tempi.

Con tutto il rispetto per i nuovi, difficile competere con i cast di una volta, anche se con una diversa caratterizzazione persino il figlio del Galgo di Antonio Banderas avrebbe fatto miglior figura. Un esempio emblematico di come anche loro risultino in definitiva ostaggi di dialoghi poveri (a qualcuno il duetto ‘aereo’ tra Christmas e Barney potrebbe ricordare i Piloti Tortora e Bertolino), di una sequela di coreografie di combattimento e di acrobazie fini a se stesse, colorate solo da uno splatter da videogioco che speriamo non sia stato il motivo principale del divieto ai minori di 14 anni che la censura italiana ha regalato al film.

Tentativi vani di riempire il vuoto lasciato dagli ormai Expended (in questo caso più “consumati” che – definitivamente – “sacrificati“) e dall’assenza di un vero twist o di un vero cattivo. E chissà se sfruttando diversamente l’accenno a una rinnovata centralità della presenza femminile, rimasta poco più di una citazione (e non solo per una Megan Fox sempre sopra le righe), non si sarebbe evitata almeno la sensazione di star assistendo a uno delle decine di film da seconda serata in tv con Jason Statham novello Steven Seagal, contro tutti.

 
 

Still Up: recensione della serie Apple Tv+

Still Up

Still Up” significa, letteralmente, “ancora su”, figurativamente è un’espressione molto sintetica che in inglese indica l’essere ancora svegli, anche a tarda ora. E quale miglior titolo potevano trovare Steve Burge e Natalie Walter per la loro nuova insolita commedia romantica che racconta di una relazione tra due persone che soffrono di insonnia?

Still Up, la trama

Danny e Lisa sono due amici accomunati da un disturbo molto fastidioso per quanto comune: entrambi sono insonni, per cui, ogni volta che il mondo va a dormire, loro restano svegli, a parlare, a raccontarsi, a farsi ridere molto e con grande frequenza. Una relazione, la loro, che sembra essere l’amicizia perfetta: i due sono leggeri, senza mai sottovalutare le paure e le incertezze dell’altro, sono aperti e intimi, sono onesti, su tutto. Tranne in merito a quello che provano l’uno per l’altra. E dopotutto non c’è niente che possano dirsi, perché se Danny ha una fortissima paura di uscire di casa causata da un trauma che ma mano si svelerà, Lisa ha una relazione stabile e una figlia molto piccola. I due condividono soltanto la notte, quel momento di disagio che deriva dal non riuscire a riposare, ma che per loro diventa una finestra sul mondo dell’altro, alla ricerca di una gioia, o forse di un amore, che sembra impossibile.

Antonia Thomas e Craig Roberts sono gli splendidi protagonisti di Still Up, dal 22 settembre su Apple TV+ con i primi tre episodi, seguiti da un episodio settimanale ogni venerdì, fino al 27 ottobre. La serie, ideata e scritta da Steve Burge e Natalie Walter, nasce come risposta al lockdown, un germe nato da quel momento che unisce tutto il mondo in cui telefoni, chat e videochiamate tenevano unito un mondo in isolamento. E sebbene proprio quel mondo faccia di tutto per lasciarsi indietro quei mesi, le conseguenze di quella chiusura forzata incidono ancora sulla psiche di molti.

L’insonnia come finestra su un mondo possibile

E così l’insonnia, che per chiunque è una condanna, per Danny e Lisa diventa un momento quasi romantico di condivisione e di sfogo. Le puntate sono infatti tutte ambientate di notte, nel corso di una telefonata trai due protagonisti, e questa struttura consente di raccontare tre storie contemporaneamente, rendendo molto ricco ogni minuto che si vede a schermo. Da una parte abbia infatti due storie che si svolgono contemporaneamente, ovvero quella che vive Lisa e quella che vive Danny, ma allo stesso tempo abbiamo anche la storia che si raccontano i due al telefono, e quindi si vede crescere, episodio dopo episodio, questa relazione così insolita eppure così intima.

Still Up parla infatti di relazioni, in particolare di relazioni romantiche ma da un punto di vista insolito e bizzarro che ha allo stesso tempo la caratteristica di risultare anche confortevole e rassicurante. Nessuno dei due protagonisti è un eroe romantico da manuale, ma entrambi compiono il loro viaggio verso un mondo di possibilità. Quello che di questo viaggio rimane nel cuore dello spettatore è l’umorismo, l’ironia, ma anche il forte senso di solitudine che pervade queste due anime isolate dal mondo che dorme, sveglie e vigili in una Londra notturna in cui tutto sembra possibile.

Diretta dal candidato al premio BAFTA John Addis, Still Up è una produzione originale Various Artists Limited per Apple TV+, e si avvale della produzione esecutiva di Paul Schlesinger e Phil Clarke, con la produzione di Arabella McGuigan.

 
 

Transformers – La vendetta del caduto: trama, cast e curiosità sul film

Transformers - La vendetta del caduto film

Tra le saghe cinematografiche più acclamate degli ultimi anni vi è senza ombra di dubbio quella di Transformers, basata sugli omonimi giocattoli e serie animate della Hasbro e Takara Tomy degli anni ’80. Con cinque film, questa ha ad oggi superato i 4 miliardi di incasso a livello mondiale. Il primo film, uscito nel 2007 ha così dato inizio a questa epica narrazione che vede contrapposta la specie umana ai robotici alieni capaci di trasformarsi e adattarsi ad ogni situazione, i quali non hanno però tutti intenzioni ostili. Nel 2009 è poi uscito il primo sequel, intitolato Transformers – La vendetta del caduto (qui la recensione)

Anche questo secondo lungometraggio è diretto da Michael Bay, esplosivo regista di film come The Rock, Pearl Harbor e Armageddon. Previsto già prima dell’uscita del primo capitolo, questo sequel si è affermato come un successo altrettanto importante. Con un incasso di oltre 400 milioni di dollari è infatti diventato il quarantaquattresimo maggiore incasso nella storia del cinema. Il film non ha però mancato di dividere critica e pubblico, ottenendo numerosi pareri negativi e ben tre Razzie Awards come peggior film, peggior regista e peggior sceneggiatura, oltre alle candidature per gli interpreti protagonisti.

Nonostante ciò, il film è da vedersi come un gigantesco giocattolone tutto effetti speciali ed esplosioni, con sequenze d’azione entusiasmanti e ottime per una visione spensierata in cui l’intrattenimento è tutto ciò che si cerca. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al relativo videogioco. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Transformers – La vendetta del caduto: la trama del film

Questo secondo capitolo si apre nel 17000 a.C., quando i Sette Prime viaggiarono nell’universo per creare l’Energon, un minerale che funge da energia primaria per tutti i Transformers. Per crearlo usarono macchine, chiamate Sun Harvester, in grado di assorbire le stelle distruggendole. Uno di loro, The Fallen, sfidò però la regola di non distruggere mai la stella di un pianeta con la vita, posizionando una di quelle macchine sulla Terra. The Fallen venne dunque affrontato dagli altri Prime che lo imprigionarono prima che potesse innescare la macchina attraverso la Matrice del Comando. Il resto dei Prime quindi si sacrificò per nascondere la Matrice in una posizione sconosciuta.

Nel presente, due anni dopo la battaglia di Mission City, gli Autobot e le forze armate statunitensi hanno formato una task force internazionale per eliminare i Decepticon sopravvissuti. Nel frattempo, Sam Witwicky si sta preparando a frequentare il college lontano dalla sua ragazza Mikaela Banes e dal suo guardiano Bumblebee. La sua ricerca di tranquillità viene però stravolta dal ritorno di Megatron, il quale riunitosi con The Fallen intende ora scatenare la potenza del Sun Harvester. Il ragazzo, insieme al leader dei Prime Optimus si troverà dunque a dover nuovamente salvare l’intero pianeta e la donna amata.

Transformers - La vendetta del caduto cast

Transformers – La vendetta del caduto: il cast del film

Ancora una volta ad interpretare il protagonista umano, Sam Witwicky, è l’attore Shia LaBeouf. Prima del primo film, Bay pensava che egli fosse troppo adulto per interpretare il ruolo di un teenager. LaBeouf, però, lo convinse presentandosi al provino truccato in modo tale da sembrare più giovane. Per prepararsi al suo ruolo, inoltre, l’attore si è allenato per tre mesi, guadagnando diversi chili di muscoli, solo per scoprire poi che il regista voleva un personaggio più agile che forte. Accanto a lui, nei panni di Mikaela Banes vi è ancora una volta Megan Fox. Anche lei si è allenata al fine di ottenere il fisico necessario per poter dar vita alle complesse sequenze d’azione del film.

Nel film sono poi presenti gli attori Josh Duhamel nei panni del capitano Lennox, Ramon Rodriguez come Leo Spitz e Tyrese Gibson come Epps. Kevin Dunn interpreta Ron Witwicky, padre di Sam, mentre John Turturro è l’agente Simmons. A dare voce al transformers Optimus Prime vi è Peter Cullen, il quale aveva già doppiato il personaggio nella serie animata degli anni Ottanta. La voce del villain Megatron era stata nel primo film quella di Hugo Weaving, celebre per le trilogie di Matrix e Il Signore degli anelliTony Todd dà qui voce a  The Fallen, mentre Mark Ryan è infine la voce originale di Bumblebee.

Transformers – La vendetta del caduto: il videogioco, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Parallelamente al film, è stato pubblicato anche anche l’omonimo videogioco basato sugli eventi del lungometraggio. Questo è stato reso disponibile per le console Xbox 360, PlayStation 3, Wii, Nintendo DS e PC Microsoft Windows. Ognuna di queste versioni segue però in modo piuttosto libero la trama della propria controparte cinematografica, in quanto diversi sono stati gli sviluppatori occupatisi della cosa. Come per Transformers: The Game, La vendetta del caduto dispone di due campagne distinte, la prima che riproduce le azioni del Autobot, mentre la seconda quelle dei Decepticon. Il gioco, ben accolto, aggiunge poi nuove missioni e personaggi.

È possibile fruire di Transformes – La vendetta del caduto grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Sky, Infinity+, Paramount+, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 21 settembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

 
 

La morte ti fa bella: trama, cast e curiosità sul film con Meryl Streep

La morte ti fa bella film

Il regista premio Oscar Robert Zemeckis ha nel corso della sua carriera realizzato film di vario genere, dal fantascientifico Ritorno al futuro al drammatico Forrest Gump, dall’horror Le verità nascoste al biografico The Walk. Uno dei suoi titoli più bizzarri e ancora oggi più apprezzati è anche La morte ti fa bella, da lui diretto nel 1992 e scritto da Martin Donovan e David Koepp. Il film è in particolare ricordato per la sua trama grottesca, in cui si mescolano commedia e fantasia, ma anche per i suoi sbalorditivi effetti speciali, premiati poi con l’Oscar.

Il film si presentava infatti come tecnologicamente complesso da realizzare e ha rappresentato un importante progresso nell’uso degli effetti generati dal computer, sotto la direzione pionieristica della Industrial Light and Magic. Ad esempio, è stato il primo film in cui è stata utilizzata una trama della pelle generata al computer. Nonostante la grande presenza di effetti speciali e il coinvolgimento di celebri interpreti di Hollywood, La morte ti fa bella riuscì ad avere un budget contenuto di soli 55 milioni di dollari. L’incasso globale di 150 portò dunque il film ad affermarsi come un buon successo, con personaggi e scene ancora oggi iconiche.

Negli anni la pellicola ha poi guadagnato lo status di cult, come anche un significativo numero di fan, specialmente all’interno della comunità LGBT. Si tratta dunque di un film imperdibile, sorprendente sotto più punti di vista e sempre divertente nella sua follia. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di La morte ti fa bella

La storia di La morte ti fa bella vede Helen Sharp, ambiziosa aspirante scrittrice, sconvolta dal tradimento del suo fidanzato Ernest Melville con la seducente attrice Madeline Ashton, ex compagna di classe di Helen. Vent’anni dopo, Helen sembra aver finalmente superato i propri traumi, curando sé stessa e divenendo la scrittrice che desiderava essere. Al contrario, la rivale Madeline ha perso tutta la sua bellezza nonché popolarità, vivendo ora una crisi matrimoniale con Ernest. Per paura che il marito possa decidere di lasciarla per tornare con Helen, Madeline decide di rivolgersi ad una misteriosa clinica dove l’affascinante Lisle le fa acquistare un elisi di lunga vita. Da quel momento, la vita di lei, di Helen e del pover Ernest diventerà quantomai ricca di imprevisti.

La morte ti fa bella: il cast del film

Ad interpretare il ruolo della scrittrice Helen Sharp vi è l’attrice premio Oscar Goldie Hawn, mentre il ruolo di Madeline Ashton è interpretato dalla tre volte premio Oscar Meryl Streep. Entrambe hanno dichiarato di aver trovato i personaggi talmente originali da non poter perdere l’occasione di darvi vita. La Streep, però, ha anche affermato di aver trovato frustrante l’esperienza di doversi relazionare con i tanti effetti speciali nel film, al punto tale da non voler più prendere parte ad un film simile. Nel corso delle riprese si è anche verificato uno spiacevole incidente quando durante la scena di lotta tra le due donne la Streep ha realmente ferito al volto la collega.

Nel ruolo di Ernest Menville si ritrova l’attore Bruce Willis, il quale ha sostituito Kevin Kline dopo che questi chiese un compenso troppo elevato. L’attrice italiana Isabella Rossellini, invece, interpreta la misteriosa Isle. Poiché per tale personaggio era prevista una scena di nudo, la Rossellini richiese una controfigura, non volendo lei recitare senza indumenti. In totale, l’attrice, pur essendo indicata come una delle interpreti primarie del film, compare soltanto per 12 minuti complessivi all’interno del film. Nel ruolo di uno dei dottori presenti nel corso della storia, inoltre, vi è il celebre regista premio Oscar Sydney Pollack, che compare con un cameo non accreditato.

La morte ti fa bella finale alternativo

La morte ti fa bella: il finale alternativo del film

Originariamente il film aveva un finale differente rispetto a quello oggi ufficiale. In questo, dopo essere fuggito dalla casa di Lisle, Ernest trovava rifugio nel bar dove lavorava Toni, una ragazza con cui aveva stretto amicizia interpretata da Tracey Ullman. Con lei l’uomo riusciva a inscenare la sua morte e a scappare via. Ventisette anni dopo, in Europa, Madeline ed Helen, ormai ridotte a manichini grotteschi, sono in viaggio per sfuggire alla noia di quella “vita forzata”. Per caso si imbattono in un’anziana coppia che si tiene per mano su una panchina, e se ne prendono gioco. I due anziani si rivelano poi essere proprio Ernest e Toni.

Tale finale fu però tagliato e sostituito dopo che una prima proiezione di prova aveva fatto riscuotere pareri negativi. In generale, lo si era ritenuto troppo sdolcinato e poco in linea con il resto del film. Per questo il personaggio di Toni venne interamente rimosso, portando a riscrivere interamente le sorti del personaggio di Enerst. La sceneggiatura originale, contenente tale finale, nonché le riprese fatte di questo, sono oggi disponibili online e per i fan si tratta di materiale particolarmente interessante, specialmente per poter guardare il film con altri occhi.

La morte ti fa bella: il trailer e dove vedere il film completo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. La morte ti fa bella è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 21 settembre alle ore 21:10 sul canale TwentySeven.

Fonte: IMDb

 
 

L’ultima notte di Amore: recensione del film di Andrea di Stefano

L'ultima notte di Amore

Quanto costa l’essere onesti? Qual è lo scotto da pagare per averci almeno voluto provare? A questa domanda potrebbe rispondere Franco Amore, che nei suoi 35 anni di rispettabile carriera nell’arma si è sempre distinto per essere un uomo integerrimo, pulito, giusto. Fra i motivi d’orgoglio è il non aver mai sparato un colpo a nessuno, come se questa fosse quasi stata la sua missione fin dall’inizio. Lo affermano anche i suoi colleghi, poco prima che lui depositi tesserino e pistola andando in pensione. Eppure, come ci vuole dimostrare Andrea di Stefano con L’ultima notte di Amore, terzo lavoro che lo vede in forma smagliante in cabina di regia, basta poco per far vacillare certe convinzioni o, potremmo anche dire, obiettivi. In poche ore, l’intera esistenza di Amore sarà rimessa in prospettiva, cambierà traiettoria, allontanata da quella placida tranquillità in cui il poliziotto viveva, per catapultarsi in una notte gelida e buia che lo stringerà in una forte morsa. Il film è stato presentato alla 73esima edizione del Festival di Berlino, nella sezione Berlinale Special Gala, ed è ora nella Top Ten di NOW, disponibile per lo streaming.

L’ultima notte di Amore, la trama

Franco Amore (Pierfrancesco Favino) è un poliziotto onesto, ligio al dovere, integro. Nei suoi 35 anni di onorata carriera può vantare il non aver mai usato la pistola per sparare un colpo a qualcuno e questo lo mostra un po’ debole agli occhi di qualcuno che vuol credersi un pezzo grosso. Mancano pochi giorni alla pensione, Amore sta finalmente per riposarsi, quando va a fare visita a un imprenditore cinese, il quale gli offre una somma consistente di denaro per fargli svolgere un’attività di security. In un primo momento, il poliziotto è combattuto: accettare o no? Non vuole che qualcosa vada storto poco prima di essere congedato dall’arma. Ma i soldi servono, ha una famiglia da mantenere, vive a Milano ma è un emigrato calabrese. Per cui acconsente, dovrà portare un carico, ma alle sue condizioni: nessuno dovrà avere armi o droghe. Eppure, quello che sta per fare, ha il sapore dell’illegalità. La notte in cui dovrà effettuare la consegna, la vita di Franco Amore cambierà per sempre, e un incidente che si trasformerà in tragedia metterà a rischio la sua onestà.

L'ultima notte d'amore film 2023

Il debutto italiano di Andrea Di Stefano

L’ultima notte di Amore si inscrive in un genere ibrido, come molti hanno già potuto notare. È, prima di ogni cosa, un noir fiero della sua natura oscura, che sottolinea però la sua sottotraccia poliziesca. In Francia si chiama polar, e Di Stefano per il suo debutto italiano (i precedenti sono entrambi produzioni internazionali) vuole davvero rendere l’esperienza una galleria di emozioni e stati d’animo tensivi, sfruttando al meglio l’uso delle immagini. Perché in L’ultima notte di Amore sono le inquadrature ad esprimersi, a parlare, a raccontare un uomo diviso, in bilico: da una parte c’è luce, dall’altra il buio più totale. Amore cammina su un filo sottile, rischiando di cadere costantemente. Il suo pensionamento dopo quest’ultima notte infuocata è a rischio, ma in quel tratto di strada, dove si è consumata la morte del suo caro amico Dino per colpa sua, niente potrebbe avere più importanza.

Cosa accadrà? Cosa ne sarà del suo domani? Ma, soprattutto, chi lo ha incastrato? Il regista induce a domandarselo costruendo la tensione, come dicevamo, per immagini, con un film puramente di regia. Una regia solida, nitida, corposa. Che incastra nella sua architettura narrativa ogni dubbio, problema e inquietudine dapprima con un ritmo dinamico, che nel climax centrale cede poi il passo a una lentezza quasi estenuante, tale da far rimanere con il fiato sospeso. A enfatizzare il racconto, una Milano torva e livida, immersa in un’atmosfera evocativa nella quale la colonna sonora incalzante (come accade nel piano sequenza aereo iniziale) gioca un ruolo fondamentale.

Franco Amore

È chiaro però, e lo è sin dalle prime scene, che L’ultima notte di Amore si erge interamente sulle spalle di un magistrale Pierfrancesco Favino, la cui espressività facciale sembra sempre prestarsi bene a questo tipo di performance strutturate. Favino ci consente di accedere ai chiaroscuri esistenziali di un uomo che, in qualche maniera, si è lasciato alla fine tentare, per poi venire braccato su tre fronti: dalla legge e dallo Stato, che ha fatto rispettare e che ha servito, dai colleghi corrotti e infine dalla criminalità. È l’affresco di un essere umano al confine: da una parte la giustizia dall’altra l’inganno. I dubbi, le turbolenze emotive, il senso di oppressione, Favino ce li restituisce tutti senza alcuna sbavatura, confermandosi uno degli attori più bravi nel panorama cinematografico italiano. L’ultima notte di Amore è Franco Amore. È Pierfrancesco Favino che si lascia completamente scivolare in un personaggio che, alla fine, scopriamo non essere poi così davvero onesto. Perché in fondo, e purtroppo, siamo tutti corruttibili. In un modo o nell’altro.

 
 

Michael Caine rivela di essere “sostanzialmente in pensione”

Michael Caine

Il due volte premio Oscar Michael Caine si è espresso riguardo l’essere un attore a 90 anni, spiegando di trovarsi ora sostanzialmente in pensione. Dopo oltre 70 anni passati nel mondo dello spettacolo, Caine ha detto che ora è “in un certo senso” in pensione dalla recitazione, spiegando come è arrivato a questa decisione in un’intervista con The Telegraph, dove ha affermato che “non riesco a camminare correttamente e tutto il resto“. Ha però poi aggiunto di non aver paura di morire in quanto “alla fine, tutti si uniranno a me. Nessuno dirà “Mi dispiace tanto che stai per morire, vorrei che rimanessi come me e non stessi per morire”. Tutti muoiono, ma almeno sono arrivato fino ai fottuti 90 anni“.

Ho avuto la migliore vita possibile a cui avrei potuto pensare. La migliore moglie possibile e la migliore famiglia possibile. Potrebbero non essere una famiglia che gli altri direbbero essere la migliore famiglia possibile, ma per me è la migliore famiglia possibile”. Quando gli è stato chiesto per cosa volesse essere ricordato, Caine ha poi affermato: “per il fatto che sono rimasto un attore per tutta la vita e non mi sono mai dedicato a nient’altro. Non me ne sono mai andato, non ho mai voluto andarmene”. Se Caine si fosse realmente ritirato dalla recitazione, il suo ultimo film sarà l’imminente The Great Escaper, diretto da Oliver Parker.

Il film, con Glenda Jackson, è basato sulla storia vera di Bernard “Bernie” Jordan, un veterano della Royal Navy scomparso dalla sua casa di riposo all’età di 89 anni per recarsi in Francia per poter partecipare al 70° anniversario del D-Day. Caine ha detto di aver usato un “ottimo bastone da passeggio” nel film, mentre Parker e il team dietro al film drammatico franco-britannico si sono assicurati che l’attore non lavorasse troppo. Distribuito da Warner Bros. Pictures UK, il film ha una data d’uscita prevista per il 6 ottobre nel Regno Unito, mentre non si hanno ancora notizie riguardo una data d’uscita nelle sale italiane.

 
 

L’ultima luna di settembre: recensione del film di Amarsaikhan Baljinnyam

L’ultima luna di settembre è il film d’esordio dell’attore mongolo Amarsaikhan Baljinnyam che, oltre ad aver scritto la sceneggiatura, ha anche ricoperto il ruolo da protagonista. Durante la sua carriera, vissuta prevalentemente nel suo Paese, si era già sperimentato nella scrittura di lungometraggi con Under the turquoise sky  del 2021, ma questa volta sceglie di spostarsi dietro la macchina da presa per il profondo legame con la sua terra e il bisogno di raccontarlo. La storia è tratta da un romanzo breve scritto da T. Bum-Erden intitolato Tuntuulei, che è il nome dell’altro giovane protagonista, interpretato dal piccolo e talentuoso Tenuun-Erdene Garamkhand. Il regista è venuto a conoscenza del libro quasi dieci anni fa mentre collaborava con lo scrittore ad alcune produzioni. Interrogandosi su come mettere in scena certe tematiche, si è trovato il romanzo tra le mani ed è stato amore a prima lettura.

Amarsaikhan Baljinnyam, noto anche per la sua interpretazione del personaggio Ariq Boke nella serie Netflix Marco Polo del 2014, decide così di rielaborare il testo di Tuntuulei e trasformarlo ne L’ultima luna di settembre con lo scopo di mostrare la Mongolia al mondo occidentale o, meglio, raccontare l’incursione dell’uno attraverso l’altra.

L’ultima luna di settembre, la trama

Tulga (Amarsaikhan Baljinnyam) è quasi un uomo di mezza età che vive in città e lavora come capo chef in un hotel a cinque stelle. Viene contattato da un conoscente del padre che lo avvisa essere in fin di vita e di affrettarsi a raggiungerlo.

Si spalanca così uno scenario che non abbandonerà la macchina da presa nemmeno per un momento. Un mondo fatto di praterie sconfinate, poche capanne, pascoli a perdita d’occhio, mandrie. Un luogo fuori dal tempo, con suoni e ritmi impensabili, dove il cellulare non prende se non sopra una montagna, e comunque tenendolo su un’asta stando in bilico sulla sella di un cavallo.

È geniale l’uso di brevi e asciutti elementi che narrano l’invadenza della produttività e della modernità, perché è evidente che siano mostrate da un autore che ha vissuto in prima persona la dilatazione di quegli spazi la durata delle giornate, ad oggi inconcepibile.

L’uomo è ospitato dalla natura

Ne L’ultima luna di settembre è descritto un mondo rurale del quale l’uomo è ospite che, pur non essendo né selvaggio né inospitale, lo fa adeguare a una vita fatta di agricoltura e allevamento e, più di tutto, ogni azione non è finalizzata all’accumulo, bensì alla semplice sussistenza.

Ciò in cui riesce impeccabilmente il regista, considerando l’aspetto contenutistico del film, è far calare perfettamente lo spettatore nella logica di quel tipo di vita che è, di fatto, più simile alle inclinazioni esistenziali, mostrando parallelamente e con chiarezza il disorientamento di un uomo che ha imparato a preferire la città.

Lontano dalla retorica industrializzata pentita

Tulga viene a salutare il padre e s’impegna per qualche settimana a falciare un prato per mettere da parte del fieno destinato al bestiame. In quei giorni farà la conoscenza del piccolo pastore Tuntuulei e dei suoi nonni e tante cose si scioglieranno nel suo cuore. L’ultima luna di settembre è lontanissimo dalle retoriche di uno sguardo industrializzato pentito sulla natura selvaggia, non ha nulla di rievocazioni hippie on the road. È una battuta d’arresto di fronte al silenzio tombale di un paesaggio sterminato rotto solo dal ronzio di qualche insetto, ma è soprattutto l’angoscia dell’uomo moderno disperso e infantilizzato che fugge con immaturità da qualunque cosa lo faccia stare davanti a se stesso, soprattutto la semplicità di un ragazzino che ha ben presente ciò che conti nella vita: costruire relazioni autentiche.

Per alcuni aspetti è straziante il film di Amarsaikhan Baljinnyam, ma riesce a consegnare risposte molto lineari allo spettatore, palesando l’impronta di un autore che sa intimamente ciò che sta facendo vedere attraverso le immagini che sceglie.

 
 

La verità secondo Maureen K.: recensione del film con Isabelle Huppert

La verità secondo Maureen K. recensione

A 63 anni sembrano decisamente lontani i tempi del Belfagor – Il fantasma del Louvre del 2001 con cui la maggior parte del pubblico italiano fece la conoscenza del parigino Jean Paul Salomè (La padrina). Che ritroviamo come regista del La verità secondo Maureen K., presentato in concorso nella Sezione Orizzonti di Venezia 2022 e finalmente distribuito nei cinema italiani, dal 21 settembre da I WONDER PICTURES in collaborazione con Unipol Biografilm Collection. Un dramma molto quotidiano – ispirato alla vera storia di Maureen Kearney raccontata nel libro “La Syndicaliste” di Caroline Michel-Aguirre – che grazie a una contenuta Isabelle Huppert riesce a raccontare una violenza, non solo fisica, con uno stile originale, tra crime, legale e denuncia sociale.

Maureen Kearney, sola contro tutti

È lei la protagonista, rappresentante sindacale della centrale nucleare di una multinazionale francese in difficoltà per l’arrivo di un nuovo responsabile. Con lui emergono trame segrete che potrebbero cambiare i rapporti di forza dell’intero settore e mettere a rischio 50.000 posti di lavoro, eventualità che la donna denuncia ritrovandosi sola contro tutti. Una storia vera, quella di Maureen Kearney, aggredita nella propria casa da uno sconosciuto che le incide una A (come Areva, la società nella quale lavora) sulla pancia e la lascia sconvolta. È solo l’inizio di una odissea legale nella quale è la vittima della violenza, sessuale e non solo, a essere messa sotto accusa dalle indagini, a non essere creduta, a essere sospettata.

Una inquietante storia vera, fin troppo credibile

Più che in altri casi, il termine di Odissea si sposa bene con il viaggio faticoso, lungo e disseminato di ostacoli sempre nuovi della protagonista, ché la definizione di “thriller paranoico avvincente e contemporaneo” sembra riduttiva per quella che sappiamo essere una storia realmente accaduta. Soprattutto considerando lo stress emotivo vissuto, le umiliazioni subite, la frustrazione per l’impotenza patita che il film rende alla perfezione nel suo svolgersi.

Via via che emergono nuovi elementi, infatti, e che si affaccia l’ipotesi che la donna sia una mitomane pronta a tutto per raggiungere i propri scopi politici e professionali, il resto inizia a perdere di consistenza. Ovviamente con la complicità di inquirenti e polizia, in questo caso non servi del potere, ma – ancor più drammaticamente – abituati a schemi mentali e pregiudizi che Salomè mette a nudo, senza sottolinearli, rendendoli talmente evidenti da non sentirne il bisogno.

Il ritorno della Lettera Scarlatta

Al pubblico, la sua capacità di empatizzare con la “pessima” vittima che si rivela essere  Maureen, la sua sensibilità o abitudine a vedere il femminile in un certo modo, la possibilità di decodificare i tanti messaggi che una storia – vera, ricordiamolo – del genere porta con sé. Maschilismo strisciante, complottismo, critica sociale e gap generazionale sono ovunque, ma più che l’insistito e onnipresente tema del rovesciamento di vittima in imputata è interessante il concetto di “Buona vittima” al quale si fa riferimento a più riprese. Quella ineccepibile, per la quale addolorarsi oltre ogni possibile e ragionevole dubbio, o scrupolo di coscienza, ma anche la “Sitting Duck” del titolo inglese, un “bersaglio facile” diremmo noi…

Ed è ancora una ‘lettera scarlatta‘ a marchiare la protagonista di questo surreale, a tratti kafkiano, spy movie per il quale il regista ammette di aver pensato a Tutti gli uomini del presidente e Una squillo per l’ispettore Klute. Thriller politici nei quali – inevitabilmente, per cronologia – non si avvertiva così forte la disparità di genere. E tutto quel che spesso ne consegue, dalla tendenza a screditare l’altra (tirando fuori il classico Burnout, versione moderna di quel po’ di stress che non si nega a nessuno da decenni) ad accuse ancora più infamanti e gratuite. Alle quali si spera che sempre più donne, come la Hupper insegna, riusciranno a reagire con il desiderio di lottare per ripristinare una propria verità.

 
 

All of Us Strangers: il trailer del film con Andrew Scott e Paul Mescal

Searchlight Pictures ha rilasciato il trailer dell’atteso All of Us Strangers, il nuovo film di Andrew Haigh (45 anni, Lean on Pete) con protagonisti gli attori Andrew Scott (Fleabag) e Paul Mescal (Aftersun). Nel film, stando a quanto riportato dalla sinossi, Scott interpreta Adam, il quale intraprende una relazione con un misterioso vicino di casa, Harry (interpretato da Mescal). Mentre il loro rapporto diviene sempre più profondo, i ricordi trascinano Adam fino alla sua cittadina natale, dove i suoi defunti genitori (Claire Foy e Jamie Bell) sembrano vivere ancora con la stessa età di quando sono morti, 30 anni prima.

Come si può intuire da questa sinossi e dal trailer ora disponibile, il film promette un racconto ricco di emozioni, andando a sfidare le leggi della logica per proporre una situazione in cui il tempo e le emozioni sembrano essersi congelati, così da poter essere osservati da più angolazioni diverse. Non è volutamente chiaro quale sia l’artificio che consente al protagonista di ritrovare i suoi genitori, per i quali il tempo non è mai passato, ma sembra chiaro che quel trauma e la sua eventuale risoluzione saranno strettamenti legati al presente di Adam, nel quale si trova a vivere un’intensa storia d’amore.

La sceneggiatura, firmata dello stesso Andrew Haigh, è liberamente ispirata al romanzo Strangers di Taichi Yamada. All of Us Strangers è già stato presentato lo scorso 31 agosto a Telluride, mentre verrà presentato al London Film Festival e al New York Film Festival ad ottobre. La sua uscita nelle sale statunitensi è attualmente fissata al 22 dicembre, mentre non si hanno ancora indicazioni riguardo una sua distribuzione italiana. Considerando il cast, è però molto probabile che il film troverà un proprio spazio nella stagione cinematografica del nostro Paese, specialmente considerando che potrebbe diventare uno dei principali film in corsa per gli Oscar.

 
 

Una femmina: la vera storia dietro il film di Francesco Costabile

Una femmina film 2022

Uno dei film che più ha fatto parlare di sé della scorsa stagione del cinema italiano è Una femmina, l’esordio alla regia di un lungometraggio di Francesco Costabile, studente di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove ha realizzato i corti L’armadio e Dentro Roma, quest’ultimo vincitore del Nastro d’argento al miglior cortometraggio e candidato al David di Donatello come miglior cortometraggio italiano. Con Una femmina egli porta sullo schermo una storia molto dolorosa, purtroppo all’ordine del giorno, che pone in primo piano la forza di una donna che si oppone alla ‘Ndrangheta.

Il film nasce da un’idea del regista Edoardo De Angelis (Il vizio della speranza, Comandante) e Lirio Abbate ed è tratto dal libro inchiesta Fimmine ribelli, scritto da Abbate, sulle donne vittime di violenza all’interno dell’organizzazione mafiosa. La protagonista di Costabile diventa dunque l’emblema di tutt quelle donne, madri, mogli e figlie che si sono opposte a quella che è considerata l’organizzazione criminale più arretrata d’Italia, guidata da soli uomini, che perpetua regole antiquate che vanno dal matrimonio forzato alla totale sottomissione della donna, pena la morte.

Il film viene presentato in anteprima internazionale nella sezione ufficiale di “Panorama” al Festival di Berlino 2022, oltre a riceve poi due candidature ai David di Donatello 2022 come miglior regista esordiente e miglior sceneggiatura adattata, affermandosi dunque come uno dei titoli italiani più importanti del suo anno. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Una femmina

La storia è quella di Rosa, giovane dal carattere ribelle, che vive insieme alla nonna e allo zio in un paesino della Calabria. La sua quotidianità viene improvvisamente stravolta da qualcosa che emerge dal suo passato, un trauma che la lega indissolubilmente alla misteriosa morte di sua madre, di cui Rosa conserva pochi ricordi e dietro la cui morte vige la più assoluta omertà da parte della sua stessa famiglia. Grazie all’incontro con Gianni, giovane guardiano del cimitero del paese, decide di scoprire la verità e riscattare la memoria di sua madre. Deciderà dunque di tradire la sua famiglia e cercare la propria vendetta di sangue, ma quando questa famiglia è la ‘Ndrangheta ogni passo può rivelarsi fatale.

Una femmina Lina Siciliano

Ad interpretare Rosa vi è l’esordiente Lina Siciliano, dal regista incontrata in una casa famiglia nella quale era giunta dopo aver vissuto una giovinezza particolarmente difficile. La giovane, anche per via del suo vissuto, ha dunque saputo restituire a Rosa un’intensità e una verità genuine, ricevendo molte lodi per la sua interpretazione. Accanto a lei, nel ruolo di Gianni, vi è l’attore Mario Russo, mentre Fabrizio Ferracane, visto di recente anche in Ariaferma, interpreta Salvatore. Francesca Ritrovato interpreta Cetta, madre di Rosa, mentre Anna Maria De Luca è la nonna Berta. Luca Natale, infine, interpreta il cugino Natale.

Una femmina, la storia vera dietro il film

Come anticipato, quella di Una femmina è una storia basata su alcuni eventi reali e ispirata alle vere donne che si opposero alla ‘Ndrangheta. In particolar modo, gli sceneggiatori hanno costruito il racconto a partire dalle vicende di Maria Concetta Cacciola e Giuseppina Pesce. La prima di queste, nata all’interno di una potente famiglia calabrese appartenente alla ‘Ndrangheta e costretta all’età di tredici anni a sposare Salvatore Figliuzzi, il quale ambiva ad entrare nel clan. La sua vita, condotta perennemente sotto il controllo del marito, del padre e del fratello, si apre ad una svolta inaspettata l’11 maggio 2011 è convocata presso la Tenenza dei Carabinieri di Rosarno, per l’arresto del figlio maggiore per guida senza patente.

Con l’occasione ne approfitta per rivelare quanto sa della sua famiglia e delle sue azioni per sfuggire a quel tipo di vita e per dare ai suoi figli un futuro migliore, correndo però il rischio di essere uccisa nel caso in cui fosse stata scoperta. Nella notte tra il 29 e il 30 maggio dello stesso anno, diventa ufficialmente testimone di giustizia, inserita nel programma di protezione e trasferita di nascosto prima a Cassano all’Ionio, poi a Bolzano e infine a Genova, senza poter avere più contatti con la sua famiglia. I genitori cercano però di ricattarla usando i figli per farsi rivelare ciò che ha confessato alle autorità. Il 12 agosto accetta di vedere gli avvocati del clan, che la costringono a firmare una ritrattazione.

Una femmina storia vera

Maria si pentirà poi di questo gesto, ma a quel punto non può più scappare. Due giorni dopo il suo ultimo contatto con la polizia, il 20 agosto 2011, viene trovata morente in bagno dopo aver ingerito dell’acido cloridrico che le ha bruciato la bocca. Tuttavia le autorità non credono alla storia del suicidio, ed ha così inizio un processo che si conclude con la condanna della madre a tre anni di arresti domiciliari, del padre a sei anni e sei mesi di reclusione e del fratello a cinque anni e otto mesi. Parzialmente diversa è invece la storia di Giuseppina Pesce, la quale pur vivendo inizialmente una situazione simile a quella della Cacciola, quando nel 2010 finisce in carcere con l’accusa di essere la ‘postina’ del clan.

Inizia a questo punto a collaborare con il pubblico ministero della Dda di Reggio Calabria, svelando i crimini della propria famiglia e ottenendo protezione per sé e i suoi tre figli. La sua vicenda come testimone non è stata priva di momenti di incertezza su ciò che stava facendo, ma è stata la consapevolezza che ritrattare tutto l’avrebbe condotta a morte certa a farle proseguire quel percorso. Oggi Giuseppina Pesce continua a vivere in una località protetta con i suoi figli. Per il coraggio dimostrato, è riconosciuta come un’eroina, anche se purtroppo una delle poche ancora in vita. La sua storia, come anche quella della Cacciola e di Lea Garofalo, altra vittima della ‘Ndrangheta, sono raccontate anche nella serie The Good Mothers, disponibile su Disney+.

Il trailer di Una femmina e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Una femmina grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity+, Prime VideoNetflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonti: IMDB,

 
 

Domina – seconda stagione: le anticipazioni al quinto e sesto episodio

Domina 2 episodio 5

Nuove insidie sono in agguato per mettere a repentaglio i piani di Livia Drusilla per la restaurazione della Repubblica. Gli scontri per la successione e il potere continuano a incombere sulle vite dei protagonisti della serie Sky Original DOMINA – SECONDA STAGIONE, da domani venerdì 22 settembre con due nuovi episodi (quinto e sesto, disponibili anche on demand) in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

Mentre Gaio (Matthew McNulty), è lontano da Roma, Livia (Kasia Smutniak) e Agrippa (Ben Batt) si trovano ad essere sempre più uniti nelle loro battaglie. Per Drusilla le prove difficili non sono finite e quando verrà a conoscenza dei piani di Gaio per la successione si troverà, ancora una volta, a fronteggiare non solo nemici terreni ma anche l’ira degli dei. Nel frattempo Roma è scossa da una notizia inaspettata che sconvolge l’intero popolo. Gaio, stanco e affaticato dai continui scontri, prende una decisione che rischia di mandare all’aria i piani di Livia per la Repubblica. Intanto un altro imprevedibile pericolo è in agguato.

Kasia Smutniak guida un grande cast internazionale formato, fra gli altri, da Matthew McNulty (Misfits) nel ruolo di Gaio, l’imperatore Augusto, marito e complice di Livia, che mai come ora si renderà conto dell’importanza della presenza e del supporto di sua moglie. Claire Forlani (Vi presento Joe Black) è invece Ottavia, la sorella di Gaio, una donna in cerca di vendetta per la morte del figlio Marcello, di cui ritiene responsabile Livia; Christine Bottomley (The End of the F***ing World) è Scribonia, seconda moglie di Gaio, madre di Giulia e nemica mortale di Livia, contro cui prova ad escogitare un piano di rivalsa per preservare l’eredità che le spetta. Ben Batt(Captain America: The First Avenger) veste i panni di Agrippa, amico d’infanzia di Gaio e marito della sua unica figlia Giulia, nonché generale e successivamente console. Un rapporto, il loro, che però verrà messo a rischio a causa di inaspettati risvolti che porteranno Agrippa a dover prendere decisioni difficili.

Eccellenze italiane di rilievo internazionale nel cast tecnico, a partire dal Premio Oscar® Gabriella Pescucci, che ha curato i costumi della serie, Luca Tranchino (Prison Break) alla scenografia, Katia Sisto (Penny Dreadful) al make-up e Claudia Catini (Trust: Il rapimento Getty) all’hair design.

La serie è creata da Simon Burke (Fortitude, Strike Back). Produttori esecutivi sono Simon Burke, Lucy Bedford, Muirinn Lane Kelly e Carmel Maloney. Una produzione Tiger Aspect Productions, in associazione con EPIX Studios. Banijay Rights è il distributore internazionale

La trama dell’episodio 5 di DOMINA

Mentre Gaio è lontano da Roma, Livia e Agrippa sono sempre più uniti. Quando scopre i piani di Gaio per la successione, Livia si trova costretta ad affrontare un vecchio nemico e a rischiare di scontentare gli dèi. L’onore militare di Gaio nei confronti di Druso preoccupa Tiberio per la sicurezza del fratello. Nel frattempo, Domizio e Iullo elaborano il proprio piano per la successione.

La trama dell’episodio 6 di DOMINA

Una notizia scioccante scatena l’instabilità a Roma. Un Gaio indebolito prende una decisione sgradita alla successione e Livia dovrà affrontare un violento cammino per garantire il successo propri piani per la Repubblica. Il pericolo è in agguato per Livia quando un altro membro della sua famiglia lavora per distruggerla.

 
 

Griselda, la miniserie con Sofía Vergara, sarà disponibile dal 25 Gennaio 2024

Griselda serie tv 2024

Griselda debutterà su Netflix il 25 gennaio 2024 in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo. Netflix rilascia oggi il primo teaser della nuova miniserie con protagonista Sofía Vergara dai creatori e produttori di NARCOS e NARCOS: MESSICO, Eric Newman e Andrés Baiz (anche regista di tutti gli episodi).

La serie Griselda è composta da 6 episodi e mostra Sofía Vergara nel suo primo ruolo drammatico, come non si è mai vista prima. Oltre a interpretare la protagonista, Vergara è anche produttrice esecutiva dello show. Nel cast insieme a lei Alberto Guerra (Dario Sepúlveda), Christian Tappan (Arturo Mesa), Martín Rodríguez (Rivi Ayala), Juliana Aidén Martinez (June Hawkins), Vanessa Ferlito (Carmen Gutiérrez).

La trama di Griselda

Griselda è ispirata alla vita della scaltra e ambiziosa imprenditrice colombiana Griselda Blanco, una madre affettuosa che ha creato uno dei cartelli della droga più redditizi della storia. Con un mix letale di insospettabile ferocia e fascino, Blanco è riuscita a tenere in pugno business e famiglia, guadagnandosi il soprannome di “Madrina”.

 
 

Avengers: Secret Wars, il Magneto di Ian McKellen potrebbe comparire nel film

Magneto Avengers: Secret Wars

Stando ad alcuni rumor, ad ora non confermati da fonti ufficiali, Ian McKellen potrebbe tornare ad interpretare Magneto in Avengers: Secret Wars, film conclusivo della Multiverse Saga. Secondo lo scooper MyTimeToShineHello, McKellen tornerà infatti, apparentemente nei panni del cattivo degli X-Men, nel prossimo film crossover di supereroi. Si tratta di un rumor che arriva diversi mesi dopo che il co-protagonista di McKellen in X-Men, Patrick Stewart (ovvero il professor Charles Xavier), ha lasciato intendere che i due si erano riuniti per un progetto Marvel segreto.

Stewart ha infatti rivelato nel febbraio 2023 che McKellen gli aveva offerto alcuni feedback dopo aver assistito al suo cameo di Doctor Strange nel Multiverso della Follia. “In realtà, è andata molto bene. Ha detto qualcosa del tipo ‘Ehi, l’avrei fatto anche io!’, sì, è vero. Ma non abbiamo finito, Sir Ian e io“, ha detto Stewart. “Siamo… abbiamo dei piani.” Alla luce di ciò, prima ancora di Avengers: Secret Wars, si dice che Magneto e il Professor X potrebbero apparire entrambi in Deadpool 3, titolo in uscita del Marvel Cinematic Universe che con gli X-Men ha molto a che fare. Questo loro coinvolgimento al momento non è però confermato.

Per quanto riguarda invece Avengers: Secret Wars, i dettagli della trama sono ancora un mistero più totale. Michael Waldron è stato originariamente assunto per scrivere la sceneggiatura del film, ma a partire dall’agosto 2023, secondo quanto riferito, non sarebbe più coinvolto nel film in uscita. Ma anche questa voce è ancora priva di conferme ufficiali, dato che al momento Waldron non può rilasciare dichiarazioni per via dello sciopero degli sceneggiatori attualmente in corso. Attualmente, l’uscitaa di Avengers: Secret Wars è prevista per il 7 maggio 2027. Se McKellen dovesse realmente comparire nei panni di Magneto, per i fan sarebbe certamente una grande gioia.

 
 

Nuovi aggiornamenti sullo sciopero WGA, proseguono le trattative e un accordo potrebbe essere vicino

Hollywood sciopero WGA AI
Foto di Paul Deetman: https://www.pexels.com/it-it/foto/segno-di-hollywood-2695679/

Lo sciopero della Writers Guild of America, in corso da maggio, sembra essere più che mai vicino ad una risoluzione. I negoziatori della WGA si sono incontrati mercoledì con i capi degli studi cinematografici, con i due gruppi che hanno rilasciato una dichiarazione congiunta dopo il loro primo giorno di lavoro al tavolo. Ora, un nuovo rapporto afferma che un primo accordo tra le due parti potrebbe arrivare già nella giornata di giovedì e si tratterebbe del più grande passo in avanti compiuto da entrambe le parti fino ad oggi.

L’ultima arriva dalla CNBC, dove il giornalista David Faber riferisce che entrambe le parti sperano di raggiungere un accordo proprio giovedì. In caso contrario, riferisce Faber, è quasi certo che lo sciopero durerà per il resto dell’anno. “Dopo l’incontro faccia a faccia di oggi, scrittori e produttori sono vicini a un accordo per porre fine allo sciopero della WGA“, ha twittato Faber mercoledì sera. “Ci siamo incontrati oggi e si spera di concludere l’accordo domani, secondo persone vicine ai negoziati, che, pur essendo ottimiste, avvertono che senza accordo domani lo sciopero probabilmente continuerà fino alla fine dell’anno.

La dichiarazione congiunta rilasciata da WGA e AMPTP, tuttavia, è stata molto sintetica e fredda e non rivela nulla in termini di tempistiche a parte il fatto che i gruppi avrebbero ripreso i negoziati, come già riportato, giovedì 21. “Dichiarazione congiunta di WGA e AMPTP: WGA e AMPTP si sono incontrate per la contrattazione oggi e si incontreranno di nuovo domani“, è quanto twittato dalla WGA mercoledì pomeriggio. Bisognerà dunque attendere questa seconda giornata di contrattazioni per sapere come realmente stanno andando le cose. La speranza è che lo sciopero possa risolversi in tempi brevi con quanto richiesto dagli sceneggiatori, ma il rischio che il blocco prosegua ancora sembra non essere escluso.

Quali sono i motivi dello sciopero del WGA?

Gran parte della posizione della WGA è imperniata sulle nuove normative relative alle royalties di streaming e all’uso dell’intelligenza artificiale nei processi di scrittura e sviluppo. “Sebbene abbiamo negoziato l’intenzione di concludere un accordo equo – e sebbene il vostro voto in sciopero ci abbia dato la leva per ottenere qualche vantaggio – le risposte degli studios alle nostre proposte sono state del tutto insufficienti, data la crisi esistenziale che gli scrittori stanno affrontando“, ha affermato la WGA in una dichiarazione il 1 maggio. “Dobbiamo ora esercitare la massima influenza possibile per ottenere un contratto giusto trattenendo il nostro lavoro“. La WGA è in sciopero da 142 giorni al momento della stesura di questo articolo.

 
 

Chris Evans risponde all’affermazione di Quentin Tarantino riguardo gli attori della Marvel

Captain America Chris Evans

L’anno scorso, a Quentin Tarantino è stato chiesto un proprio parere riguardo l’atteggiamento di alcuni dei suoi colleghi registi nei confronti dei film Marvel o sui supereroi in generale. Nonostante il regista di Pulp Fiction abbia ammesso di apprezzare alcuni film tratti dai fumetti (si è detto un grande fan di Thor: Ragnarök), ha anche delineato quello che secondo lui è il problema principale con ciò che ha descritto come la “Marvelizzazione di Hollywood“. “Ci sono tutti questi attori che sono diventati famosi interpretando questi personaggi. Ma non sono star del cinema. Giusto? Capitan America è la star. Oppure Thor è la stella. Voglio dire, non sono la prima persona a dirlo. Penso che sia stato detto un’infinità di volte… ma è come se fossero questi personaggi del franchise a diventare una star”.

Anche se c’è sicuramente un elemento di verità in questo (il personaggio tende a diventare più importante dell’attore), qualcuno potrebbe davvero sostenere che Chris Evans, ad esempio, non dovrebbe essere considerato una star del cinema perché ha interpretato Capitan America? A quanto pare, però, lo stesso Evans è in realtà è d’accordo con Tarantino, almeno in una certa misura. “Questa è stata la bellezza di lavorare sui film Marvel. Non hai mai dovuto essere in prima linea né al centro del progetto“, ha detto Chris Evans durante un’intervista con la rivista GQ. “Quentin Tarantino lo ha detto di recente e io ho pensato, sai, ha ragione. Il personaggio è la stella. Ci sei dentro, ma non ne senti il peso”.

A non essere d’accordo è però il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige, il quale non vede le cose allo stesso modo del suo ex collaboratore. “Penso che sia qualcosa che [Chris Evans] stava dicendo a se stesso, e penso che sia qualcosa che molti dei Vendicatori, incluso Robert, si direbbero, il che in realtà è stato molto utile per il processo. Ma in alcuni casi, compreso quello di Chris, non è del tutto vero”. Come si evince, è questo ancora una discussione particolarmente attiva, sulla quale si era espresso anche Samuel L. Jackson, frequente collaboratore di Tarantino, affermando che “Ci vuole un attore per essere quei personaggi particolari, qual è sempre stato il segno della celebrità nel cinema? Molti culi sulle poltrone dei cinema? Di cosa stiamo parlando allora?”.

 
 

Prossime uscite al cinema: è l’ora di Gran Turismo

prossime uscite al cinema-21 al 28 settembre 2023

In questa terza settimana di Prossime uscite al cinema è la volta del ritorno dei Mercenari di Stallone ma anche di molti film d’autore. Intanto da ieri 20 settembre è già in sala Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile la trasposizione omonima del celebre videogioco di corse automobilistiche. Questo film racconta la storia di Jann Mardenborough, un giocatore del videogame cult che applica le abilità apprese alla console in varie competizioni automobilistiche, per diventare un pilota professionista. Nel cast oltre al giovanissimo protagonista interpretato da Archie Madekwe anche volti noti come quelli di David Harbour e Orlando Bloom.

Vediamo insieme tutte le Prossime uscite al cinema dal 21 al 28 Settembre 2023

Bersaglio d’amore

Bersaglio d’amore, in originale Eismayer, è stato presentato alla Settimana Internazionale della Critica a Venezia 2022 ed è il debutto alla regia dell’austriaco David Wagner. Questo film è tratto da una storia vera dell’amore di Charles Eismayer e Mario Falak, due uomini che si sono incontrati in un mondo in cui tutto era contro di loro cioè quello dell’esercito. Il cast è composto da Gerhard Liebmann, Luka Dimic, Julia Koschitz, Anton Noori, Karl Fischer, Christopher Schärf, Lion Tatzber, Lukas Johne, Matthias Hack, Harry Lampl.

Felicita’

Felicità Micaela Ramazzotti
Foto di Lucia Iuorio ©

Felicità è l’unico film italiano presente in queste prossime uscite al cinema e che ha partecipato, poche settimane, alla 80esima Mostra d’arte cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonti Extra. Questa pellicola, esordio alla regia di Micaela Ramazzotti, è la storia Desirè, interpretata dalla regista stessa, una giovane donna della periferia romana che lavora come acconciatrice nel mondo del cinema. La sua vita è un caos, non riesce a trovare un equilibrio con sé stessa e con il compagno Bruno, l’attore Sergio Rubini, un professore universitario completamente diverso da lei. I veri problemi della sua esistenza però sono soprattutto con i suoi genitori, interpretati da Max Tortora e Anna Galiena, che assomigliano più a dei mostri che a degli esseri umani.

I Mercenari 4 – Expendables

I Mercenari 4 Expendables

Questa saga cinematografica, iniziata nel 2010, ha conquistato milioni di fan in tutto il mondo grazie alla sua formula vincente: un mix di azione e acrobazie con le più grandi icone e star del grande schermo degli anni ’80 e ’90. I mercenari 4 – Expendables, è nelle presente nelle prossime uscite al cinema dopo ben 9 anni dal terzo capitolo uscito in sala nel lontano 2014. Sylvester Stallone torna a vestire i panni del veterano mercenario Barney Ross che con la sua squadra stellare, composta dagli uomini più tosti, affronta una nuova sfida in una trama fitta da togliere il fiato. Nel cast Jason Statham, Dolph Lundgren, Randy Couture e si uniscono per la prima volta Curtis “50 Cent” Jackson, Megan Fox, Tony Jaa, Iko Iwais, Jacob Scipio, Levy Tran e Andy Garcia.

Il Caftano Blu

Il Caftano Blu è il secondo lungometraggio di Maryam Touzani ed è stato presentato in anteprima l’anno scorso al Festival di Cannes 2022, dove ha vinto il premio FIPRESCI Un Certain Regard. La pellicola racconta di Halim, sarto di talento, con una bottega nella medina di Salé, dove vive in compagnia della moglie Mina che lo aiuta anche in negozio. Il loro rapporto è stretto e affettuoso, benché debba sopportare tanto una malattia che affligge la donna quanto l’omosessualità nascosta di Halim. L’arrivo di Youssef, un giovane apprendista molto attento a studiare le tecniche, porta novità nella routine della coppia, in un periodo scandito dalla cucitura di un bellissimo caftano blu per una cliente molto esigente.

La verità secondo Maureen K.

La verità secondo Maureen K.

La verità secondo Maureen K., titolo originale La Syndicaliste , di Jean Paul Salomè, dopo il passaggio nella sezione Orizzonti l’anno scorso al Festival di Venezia è presente nelle prossime uscite al cinema. Tratto dall’omonimo libro è la vera storia di Maureen Kearney, aggredita e umiliata in casa sua. Sconvolta, Maureen viene inizialmente ascoltata e protetta ma le indagini si svolgono sotto pressione e nella mente degli inquirenti iniziano a crescere i dubbi e la donna si ritrova a essere la prima sospettata. La protagonista di questo thriller paranoico e contemporaneo è interpretata da una sempre perfetta e bravissima Isabelle Huppert.

L’ultima luna di settembre

Questo film è l’adattamento del romanzo breve Tuntuulei di T. Bum-Erden ed è stato presentato dalla Mongolia nella corsa agli Oscar. L’ultima luna di settembre è la storia di Tulgaa che da anni vive in città ma, dopo un po’, è costretto a tornare al villaggio natale sulle remote colline per assistere il padre ammalato. Poco dopo il suo arrivo l’anziano genitore verrà a mancare ma il giovane, come preso dai ricordi del passato, decide di restare a vivere nella iurta di famiglia per portare a termine il raccolto che l’uomo aveva promesso di completare prima dell’ultima luna piena di settembre.

Strange Way of Life

Strange Way of Life
Strange Way of Life

Presentato in anteprima al Festival del Cinema di Cannes del 2023, questo è il secondo cortometraggio in lingua inglese del regista spagnolo Pedro Almodóvar. Strange Way Of Life vede per protagonisti Ethan Hawke e Pedro Pascal nei panni di due cowboy, pistoleri ed ex amanti che, si rivedono dopo ben venticinque anni. Questo film di soli 31 minuti dopo il passaggio in sala in Italia sarà disponibile sulla piattaforma streaming di MUBI.

 
 

The Marvels: Nia DaCosta ammette di aver dovuto cedere il controllo a Kevin Feige: “È il suo film”

The Marvels

La regista di The Marvels, Nia DaCosta, è tornata a parlare del film in arrivo nelle sale il 10 novembre, spiegando di essere stata pienamente consapevole  sin da subito di quanta influenza e controllo avrebbe avuto sul progetto il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige. Mentre alcuni registi, come James Gunn, ricevono un controllo creativo quasi completo per i loro progetti nel Marvel Cinematic Universe, DaCosta ha detto a Vanity Fair di aver riconosciuto di dover rispondere a Feige, che gestisce l’intero MCU sin dal suo inizio. “È una produzione di Kevin Feige, è il suo film“, ha quindi affermato la regista.

Anche se non ha avuto il pieno controllo creativo, DaCosta ha comunque co-scritto la sceneggiatura di The Marvels insieme a Megan McDonnell, che ha lavorato sia su WandaVision che sul suo prossimo spin-off, Agatha: Darkhold Diaries. Parlando della storia del film, DaCosta ha poi dichiarato di essere sempre stata entusiasta di esplorare la relazione tra sorelle tra Carol Danvers/Captain Marvel (Brie Larson) e Monica Rambeau (Teyonah Parris). La regista ha anticipato che ci sarà cattivo sangue tra i due personaggi poiché Carol non era presente quando la madre di Monica, Maria Rambeau, è morta.

Ho pensato che sarebbe stato bello mappare su di loro una storia familiare atipica e una storia di sorelle“, ha detto. “Carol è la più grande, la prodiga, poi c’è la sorella di mezzo Monica, che Carol conosceva da bambina e le aveva promesso che sarebbe tornata, ma poi non l’ha mai fatto. Sono molti gli elementi interessanti del racconto, ma la cosa a cui tengo davvero è il modo in cui questi due personaggi cerchino una strada per la riconciliazione”. DaCosta potrà dunque non aver avuto il pieno controllo sul progetto, ma sembra dunque in ogni caso essere riuscita ad infondere un po’ dei propri interessi nel film.

The Marvels, la trama

Nel film Marvel Studios The Marvels, Carol Danvers alias Captain Marvel deve farsi carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau, diventata ora un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile trio deve fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per salvare l’universo come “The Marvels”.

Tutto ciò che sappiamo su The Marvels

The Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision. Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista di Candyman

Nel cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms. Marvel, che vedremo anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del quale però non è ancora stata rivelata l’identità. Il film, salvo modifiche, arriverà in sala il 10 novembre 2023.

 
 

Awareness: trailer del film di fantascienza in arrivo su Prime Video

Prime Video ha svelato il trailer ufficiale del film di fantascienza Original spagnolo Awareness, diretto da Daniel Benmayor (Xtremo, Tracers, Bruc) e interpretato da Carlos Scholz (Toy Boy, Feria – La luce più scura), Pedro Alonso (La casa di carta, El ministerio del tiempo), María Pedraza (Toy Boy, Élite), Óscar Jaenada (Operación Marea Negra, Hernán) e Lela Loren (American Gods, Altered Carbon). Awareness sarà presentato al Sitges Film Festival e sarà disponible su Prime Video dall’11 ottobre in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. Awareness è l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese.

Ian, un adolescente ribelle che vive ai margini della società, può manipolare le menti grazie alla sua capacità di generare illusioni visive. Utilizza questo potere per sopravvivere, organizzando piccole truffe. Quando uno dei suoi imbrogli va storto, Ian perde il controllo delle sue capacità in pubblico e diventa il bersaglio di due organizzazioni rivali, ognuna delle quali cerca di sfruttare i suoi poteri.

Awareness è stato girato in Catalogna, a Madrid e in Castilla y León, ed è prodotto da Federation Spain, con la guida di Juan Solá e Nacho Manubens, con Mark Albela nel ruolo di executive producer e Daniel Benmayor nel ruolo di producer e regista. Benmayor è anche sceneggiatore al fianco di Iván Ledesma.

 
 

Denis Villeneuve afferma che “Oppenheimer” ci ricorda che il cinema è una “forma d’arte”

Oppenheimer

Denis Villeneuve e Paul Thomas Anderson si sono meravigliati del fatto che Oppenheimer di Christopher Nolan abbia superato la soglia dei 900 milioni di dollari al botteghino mondiale, rendendo il film della Universal Pictures, il film biografico con il maggior incasso della storia. In un’intervista con l’Associated Press, Villeneuve ha detto di sapere che Oppenheimer era un “capolavoro” alla prima visione, ma non avrebbe mai pensato che avrebbe raggiunto il miliardo di dollari al botteghino globale.

Il punto in cui si trova adesso ha fatto saltare il tetto della mia proiezione“, ha detto Villeneuve. “È un film di tre ore su persone che parlano di fisica nucleare.” “Quando fai un film, speri di entrare in contatto con il pubblico in un modo o nell’altro“, ha detto ad AP la produttrice e moglie di lunga data di Nolan, Emma Thomas. “Ma, soprattutto con un film di tre ore che tratta un argomento serio ed è impegnativo sotto molti aspetti, questo tipo di successo va oltre le nostre più rosee aspettative”.

Ecco quello che pensa Denis Villeneuve di Oppenheimer

Secondo AP, il film ha guadagnato oltre 179 milioni di dollari in incassi IMAX. L’esperienza del grande formato è stata molto apprezzata da Denis Villeneuve , che ha girato le scene di entrambi i film “Dune” utilizzando le fotocamere IMAX. “Il futuro del cinema è l’IMAX e i grandi formati“, ha affermato Villeneuve. “Il pubblico vuole vedere qualcosa che non può avere a casa, che non può avere in streaming. Vogliono vivere un evento”. “C’è questa convinzione che i film, nella mente di alcune persone, siano diventati contenuti invece che una forma d’arte. Odio la parola ‘contenuto‘”, ha aggiunto. “Il fatto che film come ‘Oppenheimer’ escano sul grande schermo e diventino un evento riporta alla luce l’idea che si tratta di una forma d’arte straordinaria che deve essere vissuta nei cinema.”

Cosa pensa di Oppenheimer Paul Thomas Anderson?

Paul Thomas Anderson ha anche attribuito a “Oppenheimer” il merito di aver rafforzato l’interesse per i formati da 70 mm. Secondo AP: “A livello nazionale, i 25 schermi IMAX da 70 mm [per ‘Oppenheimer‘] hanno incassato circa 20 milioni di dollari; le posizioni standard da 70 mm hanno rappresentato oltre 14 milioni di dollari. “Quando un regista forte come Chris ti punta il dito contro e ti dice dove andare… tu ascolti… e il pubblico è stato ricompensato per questo“, ha detto Anderson. “Conosco alcuni appassionati di cinema che hanno guidato da El Paso a Dallas per vedere bene il film. Sono circa 18 ore andata e ritorno.” “Non penso che ci sia qualcuno che potrebbe non essere d’accordo: vedere ‘Oppenheimer‘ nel film è superiore sotto ogni aspetto“, ha aggiunto. “Per non parlare del fatto che le persone sono stanche di chiedersi: ‘Perché dovrei andare al cinema a guardare la TV?’ Bella domanda… non è più necessario… direi che questo è il modo di guarire della natura.”

 
 

Mark Wahlberg ha continuato ad aspettare che DiCaprio, Cruise e Brad Pitt gli passassero i ruoli “così potessi metterci le mani sopra”

Mark Wahlberg

Mark Wahlberg ha dichiarato in un’intervista con la rivista Cigar Aficionado che uno dei motivi per cui ha deciso di produrre è stato perché è diventato chiaro nel suo lavoro di recitazione che sarebbe sempre stato in secondo piano rispetto ad altre mega star come Tom Cruise, Brad Pitt e Leonardo DiCaprio. A partire da “The Fighter” nel 2010, Wahlberg è diventato produttore o produttore esecutivo di quasi tutte le sue principali uscite. Ho iniziato a diventare un produttore per necessità“, ha detto Mark Wahlberg. “Non volevo sedermi ad aspettare che Brad Pitt o Tom Cruise o chiunque fosse già affermato prima di me ed erano i ragazzi dell’epoca, e Leo [DiCaprio], andassero a passare un film finché non avessi potuto mettere le mani su su di essa. Sono sempre stato proattivo nel cercare di trovare materiale e cose che avrei potuto produrre, che sapevo fossero giuste per me, per creare il mio destino”.

Mark Wahlberg ha aggiunto che con i crediti di produzione e recitazione al suo attivo, quello che vuole fare dopo è cimentarsi nella regia e “lavorare con alcuni degli altri grandi talenti. Lavorare con il prossimo gruppo di grandi talenti.” L’attore notato che il futuro della sua carriera includerà probabilmente un rallentamento nella recitazione dopo diversi anni in cui ha pubblicato diversi nuovi film. Beh, sto sicuramente lavorando più duramente che mai”, ha detto. “Certe attività, in un certo senso le costruisci, le trasmetti o esci. Spero che i miei figli vedremo quali sono i loro interessi, ma non credo che reciterò ancora per molto al ritmo che ho adesso. Certamente. Perché questa è la cosa più difficile”.

Mark Wahlberg non è apparso in un film quest’anno, ma ha avuto un 2022 impegnativo con film come “Uncharted“, “Me Time” e “Father Stu“. Le sue prossime uscite includono il film originale Apple “The Family Plan”, con Michelle Monaghan, e il film d’azione “Our Man From Jersey”, con Halle Berry.

 
 

I 10 migliori e più realistici film sull’apocalisse

Film sull'apocalisse Io sono Leggenda

I film il cui fulcro tematico è l‘apocalisse o ciò che ne consegue sono senza dubbio fra quelli che, a livello emozionale, riescono a scuotere maggiormente il pubblico. Uno stato d’animo irrequieto e pieno di tensione può però scaturire molto di più se ci si trova davanti a storie dall’aspetto realistico, in grado quindi di creare un ponte empatico più solido fra i personaggi e la narrazione e colui che fruisce del contenuto. Sono quelli che, volente o nolente, tendono ad agitarlo di più e, combinando azione, realismo e impatto emotivo ne stimolano una totale immedesimazione. Ma quali sono i migliori e più realistici film sull’apocalisse? Quelli per cui, alla fine, sarà difficile dormire? Nonostante si muovano spesso nei territori del genere fantascientifico, alcuni film presentano infatti storie e dettagli perfettamente calati nella realtà. Scopriamo quali sono.

1The Road

The Road

Concludiamo con The Road, uno dei film sull’apocalisse più sconcertanti e pesanti della categoria. Diretto da John Hillcoat, il racconto segue il viaggio in un mondo post-apocalittico di un padre e un figlio, i quali non hanno un nome, ma vengono chiamati con “uomo” e “ragazzo” per rappresentare la totalità dell’umanità che combatte in un paesaggio inquietante, rendendo il tutto ancora più realistico. Nel loro cammino, il padre dovrà sempre stare in guardia per proteggere il bambino da attacchi di cannibali che li minacciano lungo la strada, e il sud, dove li dovrebbe accogliere un ambiente ospitale in cui vivere, sembra davvero difficile da raggiungere. The Road è tratto dall’omonimo romanzo di Cormac McCarthy, il quale vinse proprio con quest’opera il Premio Pulitzer nel 2007.

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Daredevil: lo showrunner della serie Netflix denuncia la “truffa Disney” per aver intitolato la nuova serie Daredevil: Born Again

Daredevil: Born Again serie tv 2024

Steven DeKnight, showrunner della prima stagione di “Daredevil” di Netflix, si è recentemente rivolto ai social media per criticare la Disney per aver organizzato una truffa con la sua prossima serie reboot “Daredevil: Born Again” via tramite Entertainment Weekly ). La serie di 18 episodi presenterà il ritorno di Charlie Cox, Vincent D’Onofrio e Jon Bernthal, che hanno recitato nella serie originale Netflix rispettivamente nei panni di Daredevil, Kingpin e Punisher. “È una vecchia truffa Disney in cui rinominano leggermente una serie per riportare i termini contrattuali alla prima stagione“, ha scritto DeKnight su X/Twitter. “Deve essere affrontato da tutte le gilde/sindacati e schiacciato!. Da quello che ho capito, non vedrò un centesimo da ‘Daredevil: Born Again‘ perché hanno aggiunto ‘Born Again’ e posso affermare che è uno spettacolo completamente diverso“, ha spiegato. “Sai, con gli stessi identici due attori principali (che adoro!) che interpretano Daredevil e Fisk.”

DeKnight ha sottolineato di essere entusiasta di guardare “Born Again”, ma continua a pensare che sia sbagliato che la Disney possa semplicemente dare allo show un nuovo nome in modo che, contrattualmente, non sia una continuazione della serie Netflix nonostante condivida gli stessi personaggi. “Per essere chiari, non vedo l’ora di vedere Charlie Cox e lo straordinario Vincent D’Onofrio riprendere i loro ruoli iconici“, ha scritto DeKnight. “Ma affermare che questo è un riavvio completo e che non devi pagare i creativi originali è a dir poco un imbroglio aziendale.” Di seguito i suoi post originali:

Daredevil: Born Again avrebbe dovuto debuttare su Disney+ nella primavera del 2024, ma la produzione dello show è stata sospesa a tempo indeterminato a giugno a causa dello sciopero della WGA. Lo spettacolo è rimasto fuori produzione a causa degli scioperi della SAG-AFTRA. Entrambi gli scioperi rimangono in corso a Hollywood. Matt Corman e Chris Ord saranno gli showrunner della nuova serie.