HBO ha
pubblicato una nuova serie di poster della seconda
stagione diHouse
of the Dragon, anticipando le prossime battaglie che
casa Targaryen combatterà.
I poster della nuova stagione
anticipano una guerra totale tra i membri di Targareyn, con grandi
didascalie “Tutti devono scegliere” posizionate sopra i vari membri
della famiglia. Un tweet accanto ai
poster anticipa anche qualcosa – molto probabilmente un
teaser trailer – che uscirà domani.
Spin-off del grande successo della
HBO Il Trono
di Spade, House
of the Dragon è ambientato circa 200 anni
prima del Il Trono
di Spade e traccia i conflitti che affliggono la
dinastia regnante dei Targaryen.
Emma D’Arcy interpreta la regina Rhaenyra
Targaryen, con
Matt Smith nei panni di suo zio Daemon e
Olivia Cooke nei panni di Alicent Hightower, la
vedova del defunto padre di Rhaeynra, Viserys.
La seconda stagione della serie
spin-off House
of the Dragon presenterà la battaglia culminante
per il potere conosciuta come “la Danza dei Draghi”, con i
Verdi (gli Hightowers, Aegon & Co.) e i Neri (Rhaenyra, Daemon,
ecc.) che combattono per rivendicare il Trono di
Spade. (Guarda
un teaser qui.)
Cosa aspettarsi dalla seconda
stagione di House of the Dragon?
La
prima stagione si è conclusa con la morte di Re
Viserys, che ha gettato i Targaryen nel caos più totale
riguardo al prossimo legittimo erede – il Principe Aegon o la
Principessa Rhaenyra. La stagione successiva segna l’inizio della
Danza dei Draghi, con ciascuna delle due parti che
raccoglie il maggior numero di alleati e draghi possibile per
assicurare la sconfitta dell’altra.
House
of the Dragon è attualmente interpretata da
Matt Smith,
Olivia Cooke,
Emma D’Arcy,
Rhys Ifans, Steve Toussaint, Eve Best, Sonoya Mizuno, Graham
McTavish, Jefferson Hall, David Horovitch, Matthew Needham, Bill
Patterson, Gavin Spokes, Wil Johnson, John Macmillan, Savannah
Steyn e Theo Nate. La seconda stagione vedrà anche
l’aggiunta di Gayle Rankin, Russell Beale, Freddie Fox e
Abubakar Salim.
Basato su Fire & Blood di
George R.R. Martin, House
of the Dragon racconta l’ascesa e la caduta dei
Targaryen – l’unica famiglia di signori dei draghi sopravvissuta al
Destino di Valyria. Si svolge 300 anni prima degli eventi del
pluripremiato adattamento della serie di Game of Thrones, che ha
trasmesso il suo episodio finale nel 2019.
House
of the Dragon è stata ideata da George R.R. Martin,
Ryan Condal e dal regista di Game of
Thrones Miguel Sapochnik; Condal e Sapochnik sono anche gli
showrunner. Martin, Sapochnik, Condal, Vince Gerardis e Sara Lee
Hess sono produttori esecutivi.
Quello del revenge movie è
da sempre un filone di film particolarmente popolari e acclamati,
dove il protagonista di turno intraprende una spedizione punitiva
nei confronti di quanti hanno ucciso o rapito dei suoi cari. Da
prima genere prettamente pensato per un pubblico maschile, negli
ultimi anni, fortunatamente, sono stati realizzati sempre più film
dove ad andare in cerca di vendetta è un personaggio femminile. Da
Il buio nell’anima a
Colombiana, da Peppermint – L’angelo della
vendetta fino al recente The Protégé. Di questo filone fa parte anche
La vendetta di Luna, film di produzione tedesca
diretto da Khaled
Kaissar.
Qui al suo esordio come regista di
un lungometraggio, Kaissar, nato in Afghanistan, aveva già con il
suo corto del 2015 Zarnitsa manifestato il proprio
interesse per le conseguenze a lungo termine della Guerra Fredda.
Basandosi sulla propria esperienza personale di quando aveva sette
anni e i sovietici invasero l’Afghanistan, ma anche su una vicenda
realmente avvenuta, egli concepisce un film – scritto però da
Ulrike Schölles, Ali Zojaji e
Alexander Costea – che ha per protagonista
personaggi provenienti dal contesto di quel forte periodo di
tensione che cercano però ora di andare avanti con le loro vite,
senza però riuscirci. Le “colpe” dei padri ricadono così sui figli,
chiamati a rievocare antiche battaglie.
Distribuito nel 2017, La
vendetta di Luna non ha ottenuto una distribuzione
italiana ed ecco perché il suo passaggio televisivo è l’occasione
per gli appassionati di questo genere per scoprire questo solido
thriller d’azione ricco di colpi di scena e sequenze di grande
impatto. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative a La vendetta di
Luna. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alla storia vera a cui
si ispira. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di La vendetta di Luna
Protagonista del film è
Luna, una ragazzina di diciassette anni,
intelligente, molto determinata e con una vita normale.
Quest’ultimo aspetto termina bruscamente quando la sua famiglia
viene uccisa in modo brutale nel bel mezzo di una vacanza in
montagna. Dei misteriosi uomini, infatti, irrompono dentro il
rifugio nel quale stavano soggiornando, uccidendo i genitori e la
sorellina. Luna riesce per un pelo a fuggire, ma ovviamente da quel
momento la sua vita non sarà più la stessa. Dopo il terribile
fatto, la ragazza deecide di indagare su quanto accaduto e arriva a
scoprire degli incredibili segreti sulla sua famiglia.
Capisce così che, in quanto unica
sopravvissuta alla strage, è ora sotto il mirino dei servizi
segreti, che vogliono morta anche lei. Il migliore amico del padre
di Luna, Hamid, un agente russo afgano, si offrirà
di proteggerla, tradendo i servizi segreti per portarla in salvo.
Nonostante le offra una via sicura di salvezza all’estero, Luna si
rifiuta di partire. Il suo obiettivo è quello di restare dove si
trova per vendicare quella per lei è ancora la sua famiglia. Con
l’aiuto di Hamid, decide di non arrendersi e affrontare
coraggiosamente i nemici del padre. Ha così inizio una serie di
vicende che la porteranno ad affermarsi come letale assassina.
Ad interpretare Luna vi è l’attrice
tedesca ma di origini italiane Lisa Vicari, già vista con il ruolo di Martha
Nielsen nella serie NetflixDark e nel ruolo di Isi nella serie
Isi & Ossi. Per il suo ruolo in La vendetta di
Luna, Vicari ha eseguito tutte le acrobazie previste per
il suo personaggio, tra cui quella di appendersi a una corda a
60-70 metri di altezza sopra una gola. Recitano accanto a lei gli
attori Carlo Ljubek nel ruolo dell’alleato
Hamid, Branko Tomovic, in quello dell’antagonista
Victor e Benjamin Sadler nel ruolo di Jakob,
padre di Luna.
La vera storia che ha ispirato il film
Il film è liberamente basato su
eventi realmente accaduti, un caso del 2012 di una famiglia di
agenti russi scoperta e arrestata nel
Baden-Württemberg, uno dei sedici stati federati
della Germania. I membri della famiglia russa in questione, dopo
essere stati arrestati e regolarmente processati dal governo
tedesco, furono accusati di aver lavorato segretamente per oltre
vent’anni per i servizi segreti di Mosca. A partire da questa
vicenda, gli autori di La vendetta di Luna hanno
provato ad immaginare dal punto di vista di un figlio o figlia come
ci si possa sentire nell’apprendere quella verità sui propri
genitori. Nasce così il film, che vira poi nel revenge
movie, portando alle estreme conseguenze quel reale caso.
Come finisce il film?
Nel finale del film, dopo essere
stata costretta a confrontarsi con il fatto che tutta la sua vita è
stata una menzogna, in quanto suo padre Jakob era un agente russo
che ha vissuto in Germania per 20 anni e la sua famiglia era solo
una copertura, Lisa riesce ad individuare il mandante del massacro.
Con l’aiuto di Hamid, segue infatti le orme di suo padre e affronta
coloro che le danno la caccia, riuscendo a rivelare il vero corso
degli eventi contro gli interessi della BND (il Servizio di
Intelligence Federale) e a chiarire che suo padre, come
contrariamente a quanto propagato dai media, non ha ucciso la
moglie e la figlia. Numerosi arresti vengono effettuati, tra cui
quello di Victor, responsabile dell’omicidio della
famiglia di Luna
Il trailer di La vendetta di Luna e
dove vedere il film in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 20 giugno alle ore
21:00 sul canale Iris. Di
conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche
sulla piattaforma Mediaset Play, dove quindi lo si
potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda.
Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per
trovare il film e far partire la visione.
I supereroi protagonisti di film,
trilogie e saghe che vediamo al cinema si occupano di salvare il
mondo da situazioni di estremo pericolo, mettendo a repentaglio la
loro stessa incolumità. Ma chi si occupa di quelle missioni più
“piccole” e dove ogni vita è assolutamente sacrificabile? Di
queste, nell’universo della DC, si occupa la Suicide Squad, la squadra suicida
composta da antieroi o veri e propri villain, costretti a rimediare
ai loro trascorsi portando a termine attività di questo tipo. Al
cinema, tale gruppo è stato brillantemente raccontato nel film del
2021 The
Suicide Squad – Missione suicida (qui la recensione).
In realtà, già nel 2016 tale squadra
era stata portata al cinema con il film Suicide Squad (qui la recensione) di
David Ayer. Il risultato non del tutto
soddisfacente di quel film, però, ha spinto i digirenti dei DC
Studios a sviluppare un nuovo film. A dirigerlo è stato chiamato
James Gunn,
regista affermatosi in casa Marvel con i film di Guardiani della
Galassia ma intercettato dalla DC nei mei in cui era stato
licenziato dalla Marvelper via di alcune controversie.
Gunn ha così assunto il ruolo di regista e sceneggiatore di questo
nuovo progetto, apportandovi i propri tratti distintivi oltre che
ripensarlo come una storia a sé, slegata dal precedente film.
Il suo The
Suicide Squad – Missione sucida, infatti, riprende sì
alcuni dei personaggi già visti nel lungometraggio del 2016, ma si
pone né come un sequel né come un reboot, semplicemente come “una
cosa a parte”, come dichiarato dallo stesso Gunn. Fonti
d’ispirazione per lui nella scrittura sono stati i fumetti dedicati
alla squadra suicida negli anni Ottanta curati da John
Ostrander e Kim Yale, ma anche il film
Quella sporca dozzina (1967), di cui The
Suicide Squad – Missione sucidaè la versione
supereroistica. Ha così preso forma un stora scanzonata, tanto
comica quanto emozionante, dotata anche di forti picchi drammatici
in puro stile Gunn.
La trama e il cast di The Suicide Squad – Missione suicida
Protagonisti del film sono i super
cattivi Harley Quinn, Bloodsport,
Rick Flag, Peacemaker e altri pessimi elementi del
penitenziario Belle Reve, che detiene i maggiori criminali di
sempre. Questi vengono scelti per far parte della controversa
Suicide Squad, con l’obiettivo di intraprendere una missione
segreta di ricerca seguendo le indicazioni governative di
Amanda Weller. Ogni loro singolo atto di
ribellione, ogni passo falso commesso dal gruppo costerà loro la
vita, che potrebbe essere distrutta dalla stessa Weller, dai loro
nemici o da un altro membro della squadra. Il team suicida, però,
non immagina che la missione da portare a termine avrà risvolti
molto più grandi di quanto loro comunicato.
Come anticipato, alcuni degli attori
del precedente film riprendono qui i loro ruoli, a partire da
Margot Robbie,
di nuovo nei panni di Harley Quinn. L’attrice, infatti, ha
dichiarato di adorare il personaggio e di volerlo interpretare il
più a lungo possibile. Per questa sua nuova avventura nei panni
della Quinn, l’attrice si è inoltre impegnata per eseguire
personalmente gli stunt previsti per il personaggio. Altro attore
del primo film che ritorna anche qui è Joel Kinnaman,
con il ruolo di Rick Flag. Per l’attore è stata
questa l’occasione per dar vita ad una versione più ingenua e
divertente del personaggio rispetto al precedente film.
Viola Davis è invece,
di nuovo, Amanda Waller.
Tra i nuovi arrivati figura invece
Idris Elba,
inizialmente scelto per sostituire
Will Smith nei panni di Deadshot ma
in seguito chiamato ad interpretare un personaggio inedito,
Bloodsport. Il wrestler John Cena è
invece presente con il ruolo di Peacemaker, da lui
descritto come “un Captain America più str***o“. Grande
fascino lo suscita invece il personaggio Nanaue,
la cui voce originale è quella di Sylvester
Stallone, dichiaratosi entusiasta del personaggio.
Daniela Melchior interpreta Ratcatcher
II, una ladra portoghese che ha il potere di controllare i
ratti, mentre David Dastmalchian è
Polka-Dot Man, un depresso supercriminale con il
potere di espellere pois corrosivi dal proprio corpo.
Lo squalo King Shark e le differenze con il fumetto
I fan della DC Comics non hanno
potuto fare a meno di notare che King Shark è diverso da come
appare nei fumetti, dove è uno squalo martello. Il regista James Gunn ha dunque spiegato che durante
processo di progettazione del personaggio si è cercato di emulare
il look da squalo martello di King Shark, ma che alcune cose dei
fumetti al cinema non funzionano. “Ho fatto dei test con il
design a testa di martello, che adoro e che inizialmente pensavo di
usare. Ma il fatto che gli occhi ai lati fossero molto distanti tra
loro rendeva incredibilmente scomode le riprese delle interazioni
con le altre persone. Non si riusciva a vedere lo sguardo
dell’interlocutore e le inquadrature tendevano a essere troppo
larghe“.
Sequel e spin-off del film… ci sarà
un The Suicide Squad 3?
Per quanto riguarda un sequel di
The
Suicide Squad – Missione sucida, attualmente questo
non sembra essere nei piani dei DC Studios, di cui Gunn è intanto
diventato co-CEO insieme al produttore Peter
Safran. I due stanno infatti lavorando ad un riavvio del
DC
Universe, accantonando il DC
Extended Universe finora in vigore e di cui The
Suicide Squad – Missione sucida fa parte. Non è
tuttavia da escludere che anche nei nuovi progetti dei due possa
rientrare un nuovo film sulla Suicide Squad. Ad ora, l’unico
progetto legato al film e nato in seguito ad esso è la serie
spin-off Peacemaker, incentrata
sul personaggio interpretato da John Cena.
Un’ulteriore serie spin-off con
Amanda Waller protagonista è stata poi rivelata nel maggio 2022,
con Christal Henry alla sceneggiatura e produttore
esecutivo insieme a Gunn e Safran. Viola Davis riprenderà il suo ruolo e sarà
anche produttrice esecutiva della serie, che avrebbe dovuto basarsi
sulle apparizioni di Waller in Peacemaker, dove ha
rivelato pubblicamente il suo lavoro con la Suicide Squad. Nel
gennaio del 2023 è poi stato rivelato che la serie si intitolerà
proprio Waller,
ma al momento non è noto quando tale progetto entrerà in
produzione.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire
di The Suicide
Squad – Missione sucida grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto di mercoledì 20
marzo alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
The Suicide Squad e The
Suicide Squad – Dubbed Version, qual è la differenza?
Quando il film è stato distribuito
su Netflix, sulla piattaforma è si poteva troavare una
doppia versione di The Suicide
Squad – Missione sucida: una “classica” e una
riportante la dicitura “Dubbed Version”. Qual è la
differenza tra le due? A livello contenutistico, i due film sono
esattamente uguali, le differenze si ritrovano solo nel fatto che
la prima, la versione “classica” possiede unicamente la lingua
inglese (e i sottotitoli in inglese e in italiano), mentre la
Dubbed Version possiede unicamente la lingua italiana ed è
sprovvista di sottotitoli. Netflix dava così modo ai propri utenti
la possibilità di scegliere in quale lingua guardare i film, in
modo differente a come è solita fare.
Taylor Swift: The Eras Tour (Taylor’s Version)
continua a battere nuovi record: con 4,6 milioni di
visualizzazioni* su Disney+ in
3 giorni diventa il film musicale più visto di sempre sulla
piattaforma streaming. Nel fine settimana i fan di Taylor
Swift hanno guardato su Disney+
16,2 milioni di ore del film concerto della durata di 3 ore e
mezza.
Disney+ è
l’unico posto in cui è possibile guardare per la prima volta lo
show nella sua interezza, completo di brani eseguiti solo nei
concerti dal vivo. I fan di Taylor Swift hanno avuto l’opportunità
di ammirare esibizioni di nuove canzoni come “cardigan”, insieme ad
altre quattro in versione acustica: “Maroon”, “Death by a Thousand
Cuts”, “You Are in Love” e “I Can See You”.
Dall’artista 14 volte vincitrice
del GRAMMY,
Taylor Swift: The Eras Tour ha incassato più di 260
milioni di dollari al botteghino mondiale ed è un altro esempio di
come Disney++
sia la casa di grandi eventi. Elton John live dal Dodger
Stadium, Black Is King e The
Beatles: Get Back sono tutti attualmente disponibili
sulla piattaforma streaming. Per non parlare di folklore:
the long pond studio sessions della stessa Swift.
La Universal Pictures
Italia ha diffuso il secondo divertente trailer di The Fall
Guy, l’atteso film che vede protagonista Ryan Gosling nei panni di uno stuntman
Colt Seavers è uno
stuntman e, come ogni stuntman che si rispetti, è pronto a tutto:
farsi saltare in aria e sparare, schiantarsi, lanciarsi dalle
finestre e da ogni altezza possibile. Tutto per il nostro
divertimento.
Ora però, reduce da un
incidente che ha quasi messo fine alla sua carriera, si troverà
davanti alla prova più difficile della sua vita: ritrovare una star
del cinema scomparsa, smascherare una cospirazione e cercare di
riconquistare l’amore della sua vita, pur continuando a svolgere
quotidianamente il suo lavoro. Sarà pronto a essere l’eroe?
Dal regista e vero
stuntman David Leitch (Bullet Train, Deadpool
2, Atomic Blonde e Fast & Furious Presents: Hobbs & Shaw e
produttore di John Wick, Nobody e Violent Night) arriva un
nuovo The Fall
Guy, avvincente thriller d’azione con un cast
stellare; una lettera d’amore agli action-movie e a tutti coloro
che contribuiscono a realizzarli, lavorando duramente e passando
spesso in secondo piano: The
Fall Guy.
Il candidato all’Oscar
Ryan Gosling (Barbie, La La Land, Drive) interpreta Colt Seavers,
uno stuntman un po’ acciaccato che, un anno dopo aver abbandonato
la scena per concentrarsi sulla sua salute fisica e mentale, viene
richiamato in servizio quando scompare il protagonista di un film
stellare e diretto dalla sua ex Jody Moreno, interpretata dalla
vincitrice del Golden Globe Emily Blunt (Oppenheimer, A Quiet Place, Sicario).
Mentre la spietata
produttrice del film (la vincitrice dell’Emmy Hannah Waddingham;
Ted Lasso) tenta di mantenere segreta la notizia della scomparsa
della star Tom Ryder (il vincitore del Golden Globe Aaron Taylor-Johnson; Bullet Train), Colt si
cimenta nei suoi stunts più acrobatici mentre cerca (con scarso
successo) di rientrare nelle grazie di Jody. Ma quando il mistero
attorno alla sparizione della star si infittisce, Colt si troverà
invischiato in un sinistro complotto che lo spingerà sull’orlo di
una caduta più pericolosa di qualsiasi acrobazia abbia mai
tentato.
Ispirato alla serie
televisiva di successo degli anni ’80, The Fall
Guy è interpretato anche da Winston Duke (Black Panther) e
dalla candidata all’Oscar Stephanie Hsu
(Everything Everywhere All at Once).
Con la sceneggiatura di
Drew Pearce (Hobbs & Shaw), The Fall Guy è prodotto da Kelly
McCormick (Bullet Train, Nobody, Atomic Blonde) e David Leitch per
87North, e da Ryan Gosling e Guymon Casady (Game of Thrones, Steve
Jobs e produttore esecutivo della prossima serie “Ripley”) per
Entertainment 360. I produttori esecutivi sono Drew Pearce, Geoff
Shaevitz di Entertainment 360 e Glen A. Larson (creatore della
serie televisiva originale “Fall Guy”).
La saga della
famiglia Gucci, è entrata
nell’arena della cultura pop globale con il film di Ridley Scott “House
of Gucci”, e ora è pronta per un’altra svolta, questa
volta com una nuova serie tv, e con la vera famiglia
Gucci a bordo come parte del team di
produzione.
Gaumont, il gruppo
cinematografico e televisivo francese dietro “Narcos”,
“Lupin”
e la prossima serie mondiale sulla moda “Becoming Karl
Lagerfeld”, ha firmato un accordo con il produttore
Giorgio Gucci, che rappresenta la famiglia Gucci,
per realizzare una serie TV sull’ascesa dell’iconico marchio
Gucci. Lo spettacolo seguirà gli inizi dell’azienda con il
fondatore Guccio Gucci e approfondirà i conflitti
che seguirono all’interno della dinastia della famiglia della moda
che portarono alla vendita del loro impero.
Il progetto, ancora senza titolo, è in
fase di sviluppo senza regista o cast, ma sta cercando di girare in
Italia, Stati Uniti, Francia e Regno
Unito.
Secondo la storia, Guccio
Gucci ha lavorato come fattorino al Savoy
Hotel di Londra, dove si è ispirato alle lussuose valigie
in pelle portate dagli aristocratici britannici. Nel 1921,
Gucci aprì il suo primo punto vendita a Firenze e
i suoi quattro figli – Aldo, Vasco, Rodolfo e Ugo (il
figliastro adottivo) – furono presto introdotti nell’azienda di
famiglia. Aldo, il maggiore dei cinque fratelli, aprì la prima
boutique Gucci a Roma negli anni ’30. La sua
intuizione e l’uso innovativo di materiali di qualità hanno
trasformato Gucci nel marchio iconico caratterizzato dal logo della
doppia G.
Le faide familiari a lungo latenti nel
corso dei decenni successivi portarono alla fine, all’inizio degli
anni ’90, alla vendita del marchio a controllo familiare al
conglomerato francese Kering.
“Ci interessa raccontare la storia
di un’azienda di famiglia, perché è di questo che tratta la saga di
Gucci“, ha affermato Giorgio Gucci, nato dopo la vendita del
marchio. Dirige la Alcor Film, con sede a
Roma, che è stata tra i produttori del dramma giovanile di
Alain Parroni “Una domenica senza
fine”, presentato in concorso nella sezione Orizzonti
della Mostra del Cinema di Venezia 2023, dove ha vinto il Premio
Speciale della Giuria.
“Gucci è stato sicuramente uno dei
primi brand italiani a varcare i nostri confini e sbarcare negli
Stati Uniti, e da lì a rimbalzare nel resto del mondo, diventando
protagonista assoluto della Dolce Vita qui a Roma”, ha
aggiunto.
La divisione
italiana di Gaumont, la casa di produzione cinematografica prima al
mondo per longevità, annuncia la partnership con Alcor Film di
Giorgio Gucci e la sua famiglia, per la prima volta insieme in un
progetto audiovisivo che racconta la storia di un Family
Business: da una piccola bottega di artigiani fiorentini a una
delle maison di moda più importanti in Italia e nel mondo.
Il
business non può danneggiare la famiglia, ma la famiglia non deve
danneggiare il business –Guccio Gucci
jr
Questo è il
conflitto tematico intorno al quale ruoterà la trama del nuovo
progetto che narra la storia familiare dei Gucci sin dalle sue
origini quando il fondatore, Guccio Gucci, partì con una
nuova grande e ambiziosa avventura nel suo negozio di borse in
pelle a Firenze. Proseguirà poi con il viaggio di suo figlio Aldo,
il più anziano di cinque fratelli, che negli anni ’30 del secolo
scorso apre la prima boutique a Roma: grazie alle sue intuizioni e
all’ingegno sull’uso di materiali di qualità, nascerà l’iconico
marchio con il logo a doppia G e i nastri a strisce rosso e verde o
rosso e blu, facendolo diventare dalla fine della Guerra uno status
symbol negli anni della Dolce Vita.
Aldo Gucci
conia il motto: “La qualità si ricorda a lungo, il prezzo si
dimentica”, e contro la volontà del padre inizia l’avventura
per internazionalizzare il marchio Gucci con l’espansione sul
mercato americano, sbarcando col primo negozio a New York. Aldo
diventa così il primo ambasciatore della moda italiana nel mondo.
Un imprenditore e designer romantico e intraprendente, un
visionario alla conquista del fashion system mondiale.
Protagonismo, rivalità, egoismo e ambiziosa espansione: tutti
questi elementi saranno rappresentati in una tesa ed elegante saga
familiare dallo stile contemporaneo e glamour.
Marco Rosi,
General Manager di Gaumont Italia, dichiara:
“Sono orgoglioso di annunciare questo ambizioso progetto.
Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta di Giorgio e della sua
famiglia di lavorare sulla storia di uno dei brand più iconici al
mondo, il cui successo globale resta indissolubilmente legato
all’eccellenza italiana e alla famiglia che ne è stata
artefice”.
Giorgio
Gucci, AD Alcor Film, aggiunge: “Abbiamo
scelto Gaumont per il loro percorso così simile al nostro, un
Family Business che sceglie ogni giorno l’eccellenza per continuare
a crescere. C’è tra noi una grande comunione d’intenti”.
Il primo trailer di Alien:
Romulus, il film 20th Century Studios dal produttore
Ridley Scott e
dal regista/sceneggiatore Fede Alvarez. Alien:
Romulus arriverà il 14 agosto nelle sale
italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia.
Questo horror-thriller riporta alle
origini il franchise di grande successo Alien: rovistando
nelle profondità di una stazione spaziale abbandonata, un gruppo di
giovani colonizzatori dello spazio si trova faccia a faccia con la
forma di vita più terrificante dell’universo.
Il film è interpretato da
Cailee Spaeny (Priscilla), David
Jonsson (Agatha Christie’s Murder is Easy),
Archie Renaux (Tenebre e ossa), Isabela Merced (The Last of Us), Spike Fearn
(Aftersun) e Aileen Wu. Alien:
Romulus è diretto da Fede Alvarez (La
casa, Man in the Dark) da una sceneggiatura scritta dallo
stesso Alvarez insieme al suo frequente collaboratore Rodo Sayagues
(L’uomo nel buio – Man in the Dark), basata sui personaggi
creati da Dan O’Bannon e Ronald Shusett.
Il film è prodotto da Ridley Scott
(Napoleon), che ha diretto l’originale Alien e
ha prodotto e diretto i nuovi film della saga, Prometheus e Alien: Covenant, Michael Pruss (Lo
strangolatore di Boston) e Walter Hill (Alien);
mentre Fede Alvarez, Elizabeth Cantillon (Charlie’s
Angels), Brent O’Connor (Bullet Train) e Tom Moran
(Unstoppable – Fuori controllo) sono i produttori
esecutivi.
Alien: Romulus, tutto quello che sappiamo sul
film
Durante una chiacchierata con
Variety sul red carpet dei Gotham Awards dello scorso anno, la
Spaeny ha rivelato che Romulus si svolge tra gli eventi
dell’Alien
originale di Ridley Scott e il sequel di James Cameron, Aliens – Scontro finale. “Dovrebbe inserirsi tra
il primo e il secondo film“, ha detto Spaeny. “Hanno
portato lo stesso team di ‘Aliens’, il film di James Cameron. Le
stesse persone che hanno costruito quegli xenomorfi sono venute a
costruire i nostri. Quindi vedere il progetto originale con le
persone originali che hanno lavorato a questi film per più di 45
anni e che hanno fatto parte della loro vita è stato davvero
incredibile“.
A produrre il film c’è naturalmente
anche la Scott Free, la società del regista originale di Alien,
Ridley Scott,
che è produttore esecutivo. Con il titolo Alien:
Romulus, non è dunque ancora stato rivelato molto riguardo
all’ambientazione, alla collocazione temporale o alla trama del
film. Ad aprile, Álvarez aveva rilasciato un’immagine dietro le
quinte di un facehugger che stringe il ciak del film a bordo di una
stazione spaziale. La presenza del facehugger conferma che il film
si svolgerà dopo gli eventi di Prometheus
e Alien:
Covenant, che hanno rappresentato le origini degli
Xenomorfi così come li si conosce.
L’esperienza di Álvarez con i film
La casa e Man in
the Dark potrebbe però anche suggerire che lo
sceneggiatore-regista riporterà il franchise alle sue origini, con
un thriller dove il cast è braccato dagli alieni all’interno dei
confini della stazione spaziale. Con l’imminente film di
Alien che ha finalmente ricevuto una data di uscita,
il 16 agosto, il pubblico può ora aspettarsi
che vengano nei prossimi mesi rivelati ulteriori dettagli sulla
trama.
La Storia Infinita,
l’amato romanzo fantasy dell’autore tedesco Michael
Ende – già adattato nel film di culto del 1984 (qui
la recensione) – sta per essere riproposto sul grande schermo
con un nuovo adattamento (dunque non un remake del film già
esistente). Il progetto è frutto di una nuova joint-venture tra la
Michael Ende Productions e la casa di produzione di prestigio
See-Saw Films, che riporterà dunque il mondo di Fantàsia nelle sale
cinematografiche attraverso – stando a quanto riportato da Variety – molteplici film in
live-action.
La notizia pone fine alla corsa per
una delle proprietà fantasy più interessanti ancora da sfruttare
per il pubblico moderno. Secondo Variety, negli ultimi anni la
proprietà di Ende ha ricevuto interesse da tutto il mondo, compresi
studios e streamer. Già nel settembre del 2022 era stata riportata
la notizia per cui
i diritti del libro erano pronti per andare all’asta, cosa che
faceva presuppore la possibile realizzazione di un nuovo film.
See-Saw – che non è nuova
all’adattamento per il grande schermo di opere letterarie famose,
avendo realizzato lungometraggi come Lion
e Il
potere del cane, oltre ai recenti successi televisivi
Heartstopper e Slow
Horses – si è dunque ora unita alla Michael Ende
Productions per sviluppare e produrre i film. La nuova partnership
ha ottenuto i diritti per La Storia Infinita
dall’esecutore testamentario di Ende, il dottor Wolf-Dieter
von Granau. Iain Canning ed Emile
Sherman produrranno per See-Saw insieme a Roman
Hocke e Ralph Gassmann per Michael Ende
Productions.
“La storia è attuale e senza
tempo, e ha davvero l’opportunità di essere raccontata in modo
nuovo“, ha dichiarato Canning. “E parte della
particolarità del libro è che si può tornare ad esso in diverse età
della vita e trovare diversi livelli di significato. Perciò è
meraviglioso avere l’opportunità di dare una nuova prospettiva che
avrà nuovi strati e significati. Crediamo che ogni generazione
meriti il proprio viaggio a Fantàsia“. “Il viaggio, per
molti versi, inizia ora“, ha detto Canning. “C’è stata
molta attesa da parte delle persone che amano questa storia su
quali sarebbero stati i prossimi passi. Per noi, ora dobbiamo
parlare con scrittori e registi che nutrono una passione per questo
racconto“.
“Abbiamo bisogno di storie come
abbiamo bisogno dell’aria per respirare e dell’acqua per
sopravvivere. Danno qualità ai nostri mondi interiori e con questa
qualità prendiamo decisioni di qualità. Le storie rendono il mondo
migliore“, ha detto invece Hocke. “E ‘La Storia Infinita’
è la storia di tutte le storie“. Gran parte dei dettagli della
produzione, compreso il numero esatto di film da realizzare,
dipenderà dai creativi che verranno coinvolti. Ma Canning ha detto
che i luoghi descritti da Ende ne La Storia
Infinita – tra cui la cosiddetta Torre d’Avorio, Goab il
Deserto dei Colori, le Montagne d’Argento, la Città Spettrale, il
Lago d’Argento e le Paludi della Tristezza – permetteranno al film
di essere una “produzione globale internazionale“.
Di cosa parla La Storia Infinita?
Pubblicato per la prima volta nel
1979, La Storia Infinita è stato tradotto in 45
lingue, vendendo milioni di copie in tutto il mondo. Al centro
della storia c’è l’impacciato ma fantasioso bambino Bastian
Balthasar Bux che, mentre scappa dai bulli, scopre il
misterioso libro La Storia Infinita, che racconta
dell’eroico Atréyu e della sua missione di salvare
il magico regno di Fantàsia – un mondo di draghi, giganti, vasti
regni e paludi mortali – e la sua sovrana, l’Imperatrice
Bambina, dalla distruzione da parte di una forza nota come
“Il Nulla”. Ma più legge, più Bastian si rende conto di non essere
semplicemente uno spettatore non coinvolto, ritrovandosi ben presto
trasportato lui stesso in Fantàsia, volando in cima al drago
portafortuna Falkor per cercare di fermare le
forze del male.
Aaron Taylor-Johnson è il protagonista
dell’ultima copertina di
Rolling Stone UK in vista del resto dell’anno che si
preannuncia impegnativoa per l’attore 33enne. Ha un ruolo di
supporto in “The Fall
Guy” (nelle sale il 3 maggio da Warner Bros), è
protagonista del film di supereroi “Kraven
the Hunter” (nelle sale il 30 agosto da Sony) e fa
parte dell’ensemble di Robert Eggers “Nosferatu”
(nelle sale il 25 dicembre da Focus Features). Kraven
the Hunter offre a Aaron Taylor-Johnson l’opportunità di lanciare
un nuovo franchise di supereroi dopo un’unica apparizione nel ruolo
di Pietro Maximoff nel Marvel Cinematic Universe
grazie a “Avengers:
Age of Ultron“.
“Penso che questo
personaggio avesse qualcosa di unico e di concreto“, ha
dichiarato Aaron Taylor-Johnson a proposito di Kraven.
“Ne abbiamo tutti abbastanza di vedere certi film in studio, un
certo tipo di cultura pop… in cui sfornano roba che diluisce la
voglia di andare al cinema. Non avrei accettato se non avessi
sentito che c’era qualcosa da portare in vita con questo
personaggio“.
“Affrontare un film
Sony/Marvel è una sfida completamente
diversa“, ha aggiunto più avanti nell’intervista. “C’è la
storia, il personaggio, il ruolo; è una cosa. Ma poi si entra anche
in un mondo in cui si ha a che fare con uno studio e un franchise –
o possibili franchise, ma non esageriamo. Quindi, in un certo
senso, stanno lanciando i dadi su di me, il che è una bella cosa.
Ma devi soddisfare gli studios, compiacere il pubblico e fare ciò
che è dignitoso per te come attore. Trovo tutto questo super
stimolante“.
Un altro potenziale franchise
all’orizzonte per Aaron Taylor-Johnson è James
Bond. Da tempo è considerato il favorito per prendere il posto
di Daniel Craig, e il 18 marzo il The Sun ha
riportato che gli è stato ufficialmente offerto il ruolo e che
firmerà un contratto a breve. Fonti vicine a Aaron Taylor-Johnson hanno
sminuito la notizia e hanno detto che non è stato scritturato
per il ruolo di Bond, ma tecnicamente tutto è possibile in
futuro.
“Posso parlare solo delle cose
che mostrerò e racconterò“, ha detto Aaron Taylor-Johnson quando Rolling Stone UK
gli ha chiesto di parlare di Bond. “Non sento il bisogno di
avere un futuro disegnato per me. Mi sento come se: qualsiasi cosa
venga disegnata per me, posso fare di meglio“.
Sono state pubblicate sui canali social ufficiali del film le
prime immagini di Beetlejuice
Beetlejuice, l’atteso sequel del
film del 1988 diretto da Tim Burton e in arrivo in sala dal 6
settembre di quest’anno. Le immagini ci mostrano un primo
sguardo a Micheal Keaton di nuovo nei panni del
demoniaco protagonista, ma anche gli attori
Winona Ryder,
Jenna Ortega, Catherine O’Hara
e Justin
Theroux nei lugubri panni dei loro personaggi. Il
rilascio di un primo trailer sembra inoltre essere imminente. Di
seguito, ecco il link dove poter vedere le foto:
Beetlejuice, uscito nel 1988, era interpretato
da
Michael Keaton,
Winona Ryder, Catherine O’Hara, Jeffrey Jones,
Alec Baldwin e Geena Davis. Quel film è incentrato su una
coppia di coniugi deceduti che ricorre ai servizi dell’antipatico e
dispettoso poltergeist dell’aldilà per spaventare i nuovi residenti
della loro vecchia casa. Fin dal suo debutto, il film ha ottenuto
un successo sia di critica che commerciale, con un incasso di oltre
73 milioni di dollari, rendendo Burton particolarmente celebre ad
Hollywood. Non si hanno invece ad ora dettagli sulla trama di
Beetlejuice 2, ma sappiamo che il film uscira nelle sale
il 6 settembre 2024.
Disney+ ha diffuso il trailer di The
Greatest Hits, scritto e diretto da Ned
Benson, con Lucy Boynton, Justin H. Min,
David Corenswet e Austin Crute. Il film originale ha
debuttato in anteprima mondiale al South By Southwest Film Festival
di Austin, Texas, lo scorso 14 marzo e sarà disponibile dal 12
aprile in esclusiva su Disney+ in Italia.
In The
Greatest Hits Harriet (Lucy
Boynton) scopre che l’arte imita la vita quando si rende
conto che alcune canzoni possono trasportarla indietro nel tempo –
letteralmente. Mentre rivive il passato attraverso i ricordi
romantici con il suo ex fidanzato (David
Corenswet), il suo viaggiare nel tempo si scontra con
un nuovo interesse amoroso che sta nascendo nel presente (Justin H.
Min). Mentre intraprende questo viaggio attraverso la connessione
ipnotica tra musica e ricordi, Harriet si chiede: anche se potesse
cambiare il passato, dovrebbe farlo?
Searchlight
Pictures presenta The
Greatest Hits, di Groundswell / Flying Point
Production. Con Lucy Boynton (Bohemian
Rhapsody, The Politician), Justin H. Min
(After Yang, Lo scontro), David Corenswet
(Pearl, The Politician) e Austin Crute (La
rivincita delle sfigate, Atlanta), il film è scritto
e diretto da Ned Benson (la trilogia de La scomparsa di Eleanor
Rigby). I produttori sono il candidato all’Academy Award
Michael London (Sideways – In viaggio con Jack,
Thirteen – 13 anni), Shannon Gaulding
(Spider-Man), Stephanie Davis (In nome del
cielo), Cassandra Kulukundis (la trilogia de La scomparsa di
Eleanor Rigby) e Ned Benson. I produttori esecutivi sono
Hilton Smith e Stone Douglass. Con le musiche di Ryan Lott
(Everything Everywhere All at Once), The Greatest
Hits vede al montaggio Saira Haider. Lo scenografo è N.C. Page
Buckner, mentre il direttore della fotografia è Chung-Hoon
Chung.
Johnny Depp ha negato di aver maltrattato una
co-star del film
Blow del 2001, e un membro della troupe sta
confermando la sua versione dei fatti. Secondo Variety, l’attrice
di BlowLola Glaudini ha
accusato Johnny Depp di averla rimproverata un giorno
sul set del film. L’accusa è stata formulata all’inizio dell’anno
sul podcast Powerful Truth Angels, ma ora sta facendo il
giro della stampa e Johnny Depp ha rilasciato una dichiarazione
ufficiale in risposta.
Blow è stato diretto da Ted
Demme e Johnny Depp vi ha recitato al fianco di
Penelope Cruz e del compianto Paul
Reubens. Il film è ispirato alla storia vera del
famigerato trafficante di cocaina George Jung,
interpretato da Johnny Depp. Lola Glaudini
aveva un ruolo minore e il presunto incidente è avvenuto dopo una
scena in cui lei era sullo sfondo mentre Johnny Depp recitava. La
Glaudini ha dichiarato di aver ricevuto da Demme
l’ordine di far “scoppiare a ridere” il suo personaggio
dopo che il George Jung interpretato da Depp aveva terminato un monologo. La
Glaudini ha affermato che dopo aver fatto questo
per alcune riprese, Depp ha improvvisamente iniziato a insultarla
e rimproverarla, e a intimarla di stare zitta da quel momento in
poi.
“[Depp] dice il suo
monologo. Io sento lo spunto e faccio haha, faccio una grossa
risata o qualsiasi altra cosa“, ha detto Glaudini.
“Johnny Depp, quando dicono “cut”, si avvicina a me, mi
punta il dito in faccia e dice: ‘Chi c*** credi di essere? Chi c***
credi di essere? Chiudi quella cazzo di bocca. Sono qui fuori e sto
cercando di dire le mie battute e tu mi stai mettendo a fuoco. Sei
un fottuto idiota. Oh, ora, ora non è più così divertente? Ora puoi
stare zitto? Ora puoi chiudere quella cazzo di bocca? Il silenzio
che c’è in questo momento, è il modo in cui devi stare,
cazzo“.
L’attrice ha aggiunto:
“Il primo giorno, sul set, non l’ho mai incontrato. Era
il mio primo film in studio, fino ad allora avevo fatto solo film
indipendenti. E la star che ho sempre idolatrato, con la quale sono
così entusiasta di lavorare, mi ha rimproverato. L’unica cosa che
mi passava per la testa era: ‘Non piangere, non piangere, non
piangere‘”.
La Glaudini ha poi descritto le
presunte “scuse non apologetiche” che
Depp le avrebbe rivolto sul set quel giorno, sostenendo che in quel
momento era nel personaggio. Ha raccontato che, a quel punto, ha
parlato dell’incidente con suo padre, il quale le ha detto che
aveva due opzioni: “Puoi dire “f***o” a questo, “f***o”
a te, e non voglio che mi si parli in questo modo, oppure non
permettergli mai di vederti sudare“. La
Glaudini ha detto di aver scelto di trattenersi e
di far finta che tutto andasse bene quando Depp le si è avvicinato,
scegliendo quest’ultimo suggerimento.
“[Depp] ha detto: ‘Sai,
prima ero davvero nella mia testa e sono rimasto nel mio
personaggio, sto facendo questo accento di Boston, e mi sta davvero
prendendo per il culo. Sono un po’ teso e così via. Quindi volevo
solo assicurarmi che fossimo a posto e tutto il
resto?“, ha raccontato. “L’ho guardato e
mi sono detta: “Non so di cosa stai parlando? Certo, di cosa stai
parlando? Assolutamente figo”. Perché ero come… mio padre mi ha
detto: ‘Non farti vedere sudare’. E così è
stato“.
Secondo la
Glaudini, nessuno le ha offerto sostegno dopo il
presunto rimprovero, compreso Demme. Ha detto di
essersi sentita come un “paria” dopo la fine del film,
senza che nessuno volesse parlare con lei, suggerendo che ciò era
dovuto al fatto che era vista come “la stronza contro
cui lui inveiva“.
Johnny Depp e un membro della
troupe di Blow mettono in dubbio le accuse
Attraverso il suo rappresentante,
Johnny Depp ha risposto al presunto incidente
con una dichiarazione. Il comunicato sottolinea che Johnny Depp “dà priorità ai buoni rapporti
di lavoro” con i suoi collaboratori sul set cinematografico.
Anche il tecnico del suono di Blow Samuel Sarkar, che ha lavorato con
Johnny Depp in altri film come
Chocolat e Paura e delirio a Las Vegas,
ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di non aver mai
visto o sentito nulla di simile a quanto descritto nel racconto di
Glaudini.
“Johnny dà sempre
priorità ai buoni rapporti di lavoro con il cast e la troupe e
questo racconto differisce molto dal ricordo di altri membri del
set in quel momento“, si legge nella dichiarazione di
Johnny Depp.
La dichiarazione di Sarkar ha
aggiunto: “Come addetto al suono, si ascolta
costantemente ciò che accade sul set, si ascoltano i rumori e le
chiacchiere. In effetti, nello specifico, ascoltavo l’audio di
Johnny per verificare la presenza di interferenze, sia durante le
prove che durante il ciak. Non ho mai sentito nulla del genere, e
sarebbe stato un evento straordinario“.
Questo accuse arrivano dopo il
processo per diffamazione di alto profilo del 2022 tra Johnny Depp e l’ex moglie
Amber Heard. Dopo aver dichiarato di aver subito abusi
da parte di Depp, la
Heard è stata citata in giudizio per diffamazione.
Alla fine la giuria si è pronunciata a favore di Depp, concordando con l’affermazione
dell’attore secondo cui la
Heard avrebbe inventato le accuse. Da allora è tornato
a recitare e il suo nuovo film, Jeanne
du Barry, uscirà nelle sale americane il 2 maggio.
In un’intervista a Vanity
Fair, il regista Denis Villeneuve ha
raccontato una delle scene più iconiche di Dune: Parte
Due, la scena del sandworm. Tra la spiegazione di
come Paul Atreides, un umano, sia riuscito a cavalcare un
sandworm, il regista ha avuto il tempo di rivelare come hanno
girato la scena e di essersi ispirato a Lo squalo
di Steven Spielberg.
“Questa inquadratura in
cui vediamo Paul camminare, mi piace molto la tensione che viene
portata dall’immobilità, dall’essere di fronte a un paesaggio
immobile“, spiega Villeneuve intorno
al minuto 9:20. “C’è qualcosa qui, ad essere onesti,
che è stato ispirato da Lo squalo, l’idea che ciò che non si vede è
più spaventoso“. Ha poi aggiunto che
“sapere che c’è qualcosa sotto che potrebbe arrivare
presto è una lezione che ho imparato molto tempo fa da
Spielberg“.
Non è la prima volta che
Denis Villeneuve mostra il suo apprezzamento per
Steven Spielberg e i suoi film. Il regista ha
nominato Incontri ravvicinati del terzo
tipo come uno dei suoi film di fantascienza preferiti di tutti
i tempi, e in precedenza ha mostrato il suo apprezzamento per il
regista ai DGA Awards 2022 con un discorso
accorato. Ecco l’intervista di seguito:
“Questo film successivo
esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a
Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta
contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si
legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra
l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta
di prevenire un futuro terribile che solo lui può
prevedere.”
Dune: Parte
Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che
ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo
romanzo di fantascienza Dune
del 1965 di Frank Herbert. Il secondo capitolo continuerà la storia
di Dune: Parte
Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è
stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre
402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165
milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze
per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su
larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.
Non ce la beviamo, ma dopo essere
stato sollevato dall’impegno con i DC Studios e da
James Gunn in seguito a un breve ritorno nei
panni dell’Uomo d’Acciaio in Black
Adam, Henry Cavill merita un’altra possibilità
di interpretare un supereroe… o un supercattivo, se è per
questo.
Oltre a interpretare Superman,
Henry Cavillha
dimostrato di essere un attore capace di interpretare ogni tipo di
personaggio sullo schermo. Dal burbero Geralt di Rivia in The
Witcher al formidabile cattivo di Mission: Impossible – Rogue Nation, sappiamo
che può portare molto al MCU nella Saga del Multiverso e
oltre. Ecco qualche suggerimento sui possibili ruoli di Henry Cavill nel MCU.
Beta Ray Bill
Creato da Walt Simonson,
Beta Ray Bill è un Korbinite e un membro di una
razza aliena il cui pianeta è stato distrutto da Surtur. Scelto dal
suo popolo per brandire il potente Stormbreaker, in seguito si
dimostra degno di sollevare il martello di
Thor, Mjolnir, diventando uno dei più potenti alleati
del Dio del Tuono.
Si tratterebbe probabilmente di un
ruolo in computer grafica per Cavill, ma con il quale l’attore può
divertirsi.
I Marvel Studios farebbero bene a
mettere in mostra il suo fisico imponente, facendogli indossare
protesi o semplicemente una testa creata in VFX per interpretare
l’eroe che brandisce il martello. Ci piacerebbe molto anche vedere
il botta e risposta tra Cavill e Chris Hemsworth e, con un nuovo
regista al posto di Taika Waititi, il risultato potrebbe essere
spettacolare.
Per il momento, sembra che
Silver Surfer non si unirà a Galactus nel
reboot dei Fantastici
Quattro. Il Divoratore di Mondi sarà invece affiancato
da un altro Araldo, con la possibilità che Norrin Radd
faccia la sua comparsa da qualche parte.
Nei fumetti, Radd proveniva dal
pianeta Zenn-La. Per salvare il suo mondo dal cattivo divoratore di
pianeti, Radd si è offerto di diventare l’araldo di Galactus,
viaggiando nel cosmo per trovare nuovi mondi da consumare per il
suo padrone in cambio della salvezza della sua casa.
Si tratta di un viaggio emozionante
e potente, che crediamo Henry Cavill possa rendere giustizia sullo
schermo; inoltre, è più che imponente fisicamente per interpretare
il Difensore.
Quindi, le voci di corridoio
potrebbero aver sfornato alcune affermazioni piuttosto selvagge su
Henry Cavill nel ruolo di Wolverine, ma c’è un
altro membro degli X-Men per cui pensiamo che sarebbe più adatto.
Sì, stiamo parlando dell’unico e solo dottor Henry “Hank”
McCoy!
Questo ovviamente non funzionerà se
i Marvel Studios decidessero
di presentare la squadra mutante da adolescenti, ma se si sono già
affermati come eroi dopo Avengers:
Secret Wars, allora pensiamo che sarebbe perfetto
per i duri come il ferro. , supereroe altamente intelligente. È
facile dimenticare che Bestia è una potenza, e ci piacerebbe vedere
Henry Cavill svolgere il dovere di dubitare di
interpretare anche Dark Beast.
Si dice che il Dottor
Destino farà il suo debutto nel MCU nella scena post-credits de I
Fantastici
Quattro, il che presumibilmente significa che l’attore
scelto per il ruolo del cattivo dovrà solo prestare la propria voce
al personaggio (almeno per il momento).
Alla fine vedremo cosa si nasconde
sotto la maschera, naturalmente, e Henry Cavill che si scontra con il
Mister Fantastic di Pedro Pascal è una prospettiva innegabilmente
eccitante.
Che si tratti di esplorare la
competenza di Destino con la scienza e la magia, il suo
atteggiamento crudele come dittatore di Latveria o persino un
eventuale tentativo di diventare un supereroe come il famigerato
Iron Man, questo ruolo darà a Henry Cavill molto più da affondare i denti di
quanto non abbia mai fatto Superman. C’è solo un
personaggio che vorremmo vedere interpretare di più…
Sappiamo che è prevedibile, ma non
ci importa! Henry Cavill sarebbe un perfetto Brian
Braddock/Captain Britain, contribuendo a far sì
che questo supereroe risulti credibile e fondamentale per il
MCU come Chris Evans nel ruolo di Captain America.
Dopo tutto, è un tipo di eroe molto
diverso e i Marvel Studios possono scegliere di
esplorare i suoi legami con il governo britannico, il suo status di
protettore del Corpo Multiversale di Capitan Bretagna o di
leader dell’eroica Excalibur. Perché non tutte queste cose?
È difficile pensare a qualcuno
migliore di Henry Cavill per dare vita a Capitan Bretagna
sullo schermo e questo casting è probabilmente atteso da tempo. Ci
piacerebbe molto vedere l’ex Superman in questo ruolo e,
con un po’ di fortuna, essere il protagonista di un franchise tutto
suo. Chi pensate che Henry Cavill l potrebbe interpretare nel
Marvel Cinematic
Universe?
È stata una lunga attesa per i fan
della classica serie animata degli
X-Men, ma finalmente è arrivato il momento: i primi
due episodi diX-Men
’97(recensione) saranno
trasmessi in streaming su Disney+ domani.
Oggi abbiamo un iltimo promo si
concentra sul nemico più feroce della squadra,
Magneto, che (apparentemente) volta pagina e si
unisce agli X-Men come nuovo leader, secondo i
desideri del Professor X. Da lì, otteniamo alcuni nuovi
scorci degli eroi mutanti in azione, così come un’altra esplosione
di quel tema musicale rinnovato.
Con la première a poche ore di
distanza, Marvel Studios ha rilasciato un nuovo trailer
e un video di riepilogo con alcuni dei film più interessanti e
momenti importanti dello spettacolo originale.
La nuovissima serie X-Men
’97, composta da 10 episodi, arriverà in streaming a
partire dal 20 marzo. X-Men ‘97 rivisita l’epoca iconica
degli anni ‘90, mentre gli X-Men, un gruppo di mutanti che usa i propri
poteri straordinari per proteggere un mondo che li odia e li teme,
vengono messi alla prova come mai prima d’ora, costretti ad
affrontare un nuovo futuro pericoloso e inaspettato. Il cast delle
voci nella versione originale include Ray Chase (Ciclope), Jennifer
Hale (Jean Grey), Alison Sealy-Smith (Tempesta), Cal Dodd
(Wolverine), JP Karliak nel ruolo di Morph, Lenore Zann nel ruolo
di Rogue, George Buza nel ruolo di Bestia, AJ LoCascio (Gambit),
Holly Chou (Jubilee), Isaac Robinson-Smith (Alfiere), Matthew
Waterson (Magneto) e Adrian Hough (Nightcrawler).
Beau DeMayo è il caposceneggiatore;
gli episodi sono diretti da Jake Castorena, Chase Conley e Emi
Yonemura. Con le musiche dei Newton Brothers, Brad Winderbaum,
Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso e DeMayo sono i
produttori esecutivi della serie.
Sembra che Jonathan
Nolan (Il
Cavaliere Oscuro,
Westworld) abbia rilasciato alcune dichiarazioni mentre
partecipava a un evento stampa per promuovere l’imminente uscita
della serie televisiva live-action di AmazonFallout.
Tuttavia, per essere chiari,
bisogna comprendere le sfumature della dichiarazione di
Nolan.Non sta affermando che realizzare lo
show di Fallout che
soddisfi i fan sia una “commissione da
pazzi “, ma che averlo come “unica”
ragione per fare lo show è l’approccio sbagliato.
Jonathan
Nolan ha detto: “Non penso che tu
possa davvero decidere di accontentare i fan di qualcosa. O di
accontentare chiunque diverso da te stesso. Penso che tu debba
entrare in questa situazione cercando di realizzare lo spettacolo
che vuoi fare e fidandoti di quello, come fan del gioco [noi
stessi], troveremo i pezzi che per noi erano essenziali… e
proveremo a realizzare la versione
migliore. “
Ha continuato rivelando di
essere un fan di lunga data del franchise di Fallout, affermando: “Tutto
è iniziato, per me,
con Fallout 3, che ha divorato circa un
anno della mia vita. A quel punto ero un giovane aspirante
scrittore, ed era quasi ha deragliato la mia intera carriera. È
così ridicolmente giocabile e divertente… sul serio, i giochi erano
semplicemente incredibili.”
Ha concluso le sue
osservazioni affermando: È una specie di
sciocchezza cercare di capire come rendere felici [le altre]
persone… Devi rendere felice te stesso. E mi sono reso molto felice
con lo spettacolo.“
Fallout, la serie tv
Il cast della serie include,
inoltre, Moisés Arias (Il re di Staten
Island), Kyle MacLachlan (Twin
Peaks), Sarita Choudhury (Homeland),
Michael Emerson (Person of Interest),
Leslie Uggams (Deadpool), Frances Turner
(The
Boys), Dave Register
(Heightened), Zach Cherry (Scissione), Johnny Pemberton
(Ant-Man), Rodrigo Luzzi (Dead
Ringers – Inseparabili), Annabel O’Hagan
(Law & Order: Unità Vittime Speciali) e Xelia
Mendes-Jones (La
ruota del tempo). La serie sarà disponibile in streaming
in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori in
tutto il mondo.
Basata su uno dei più grandi
franchise di videogiochi di tutti i tempi, Fallout
è la storia di chi ha e chi non ha in un mondo in cui non è rimasto
quasi più nulla. 200 anni dopo l’apocalisse, i tranquilli abitanti
dei lussuosi rifugi antiatomici sono costretti a tornare
nell’infernale paesaggio contaminato dalle radiazioni che i loro
antenati si sono lasciati alle spalle e con stupore scoprono che ad
attenderli c’è un universo incredibilmente complesso, allegramente
bizzarro e estremamente violento.
Ella Purnell è
Lucy, un’ottimista abitante del Vault con uno spirito tutto
americano. La sua natura pacifica e idealista viene messa a dura
prova quando è costretta a uscire in superficie per salvare suo
padre. Troviamo poi Aaron Moten nel ruolo di Maximus, un giovane
soldato che ottiene il grado di scudiero nel gruppo armato chiamato
Confraternita d’Acciaio. Farà di tutto per portare avanti
l’obiettivo della Confraternita di ripristinare legge e ordine
nella terra desolata. Walton Goggins interpreta Ghoul, un
cacciatore di taglie di dubbia moralità che custodisce dentro di sé
200 anni di storia del mondo post-nucleare.
Jonathan Nolan e Lisa
Joy sono executive producer per Kilter Films. Nolan ha
diretto i primi tre episodi. Geneva Robertson-Dworet e Graham
Wagner sono executive producer, autori e co-showrunner. Il cast
della serie include Ella Purnell (Yellowjackets), Walton Goggins (The
Hateful Eight), Aaron Moten (Emancipation – Oltre la
libertà). Athena Wickham di Kilter Films è anche executive
producer insieme a Todd Howard per Bethesda Game Studios e James
Altman per Bethesda Softworks.
Amazon e Kilter Films producono in
associazione con Bethesda Game Studios e Bethesda Softworks. Il
cast include anche Moisés Arias (Il re di Staten Island),
Kyle MacLachlan (Twin Peaks), Sarita
Choudhury (Homeland), Michael Emerson (Person of
Interest), Leslie Uggams (Deadpool), Frances Turner
(The Boys), Dave Register (Heightened), Zach
Cherry (Scissione), Johnny
Pemberton (Ant-Man), Rodrigo Luzzi (Dead Ringers –
Inseparabili), Annabel O’Hagan (Law & Order: Unità Vittime
Speciali) e Xelia Mendes-Jones (La Ruota del Tempo). La serie sarà
disponibile in streaming in esclusiva su Prime Video in oltre 240
Paesi e territori in tutto il mondo.
Sono passati diversi mesi
dalla presentazione in anteprima di Eravamo
bambini ad
Alice nella città, la sezione autonoma della Festa del Cinema
di Roma, e finalmente il film che Marco Martani ha
adattato dal monologo “Zero” di Massimiliano
Bruno (qui anche co-autore) arriva in sala,
distribuito da Vision Distribution, a partire dal 21 marzo 2024. Un
dramma corale nerissimo, ambientato in Calabria in tre momenti
diversi della vita dei ragazzi protagonisti – interpretati da
Lorenzo Richelmy,
Alessio Lapice,
Lucrezia Guidone, Francesco Russo e Romano
Reggiani – e del “minaccioso onorevole Rizzo”, come il
regista definisce il personaggio di Massimo
Popolizio, e suo figlio, il Peppino di Giancarlo
Commare.
Eravamo bambini, la trama
In un paese della costa
calabrese, il pacifico Cacasotto (Russo) viene arrestato per aver
minacciato con un coltello un carabiniere. Durante il suo
interrogatorio si intrecciano le storie di altri quattro suoi
coetanei, amici d’infanzia, tutti traumatizzati da un fatto di
sangue a cui hanno assistito da bambini. Un messaggio di uno di
loro, il celerino Gianluca (Lapice), rompe il silenzio e le routine
degli altri annunciando l’intenzione di voler tornare nel paese
calabrese per vendicarsi di qualcosa o qualcuno. La rockstar
Inferno (Richelmy), l’insoddisfatta Margherita (Guidone) e il
borderline fratello minore Andrea (Reggiani) lasciano così le loro
vite “interrotte” per raggiungerlo ed impedirgli di fare qualche
sciocchezza. Ma una volta arrivati in Calabria, nella San Severo di
tante vacanze e altrettanti ricordi di gioventù, tutti si
ritroveranno dopo tanti anni a guardare in faccia l’orrore vissuto
per fare finalmente i conti con il trauma che non ha permesso loro
di vivere una vita normale.
Eravamo bambini, vendetta e tragedia, violenza e
colpa
Comprensibile che Martani
stesso citi lo Sleepers del 1996 tra i
riferimenti del genere al quale potrebbe appartenere il suo nuovo
film, come anche che l’abstract possa far venire in mente altri
cult come IT o Mystic
River, eppure l’adattamento del monologo di
Massimiliano Bruno “Zero” sembra avere qualcosa di unico e
originale, rispetto a cotanti ‘padri putativi’. Che come questo
hanno la vendetta al centro della premessa e come principale
motore, ma che si sviluppano in maniera diversa.
Qui infatti, non sono
solo le vittime di ieri i protagonisti, ma anche la solitudine che
portano con sé gli adulti che sono diventati. Alla loro
impossibilità di superare il trauma che li unisce si affianca
infatti un senso di non appartenenza che sembra trovare sollievo
solo nel centro dell’uragano emotivo che li tormenta. Solo lì dove
tutto è iniziato, e con le figure che popolano quello stesso
microcosmo, la loro enclave calabrese, rimasto immutato negli anni.
Fino al momento raccontato sullo schermo, frammentato
narrativamente in tre diverse linee temporali, non facili da
portare avanti e sviluppare in maniera indipendente.
Eravamo bambini, un racconto su tre piani
Come tutto sommato riesce
a fare la scrittura di Bruno e Martani, che in questa veste sembra
dare il meglio di sé. Ed è un peccato, considerata la materia tanto
sentita, il lungo impegno dedicatole e i personaggi interessanti
che vediamo prendere vita sullo schermo (alcuni meglio di altri, a
volte troppo condizionati dal desiderio di strafare, come il pur
ottimo Russo in versione Keyser Söze) e che non c’erano o erano
diversamente – o appena – accennati nell’originale teatrale.
La debolezza di questo
Eravamo bambini è proprio nella regia,
purtroppo, soprattutto degli attori, e nella costruzione finale
delle scene, da quelle di raccordo a quelle nelle quali lo sguardo
si allarga a comprendere diversi soggetti, in generale quelle nelle
quali l’attenzione non sia catalizzata da un singolo personaggio o
dramma. Quali che siano i motivi, poco tolgono alle qualità del
regista (David di Donatello all’esordio con Cemento
armato, merita ricordarlo, e
poi dietro la macchina da presa per La donna per
me, dopo aver vinto ogni premio come sceneggiatore, da
Notte prima degli esami a La
mafia uccide solo d’estate, Se Dio
vuole ed Ex), al quale va
parte del merito di aver optato per una fotografia dai toni
cromatici molto elaborati, capaci di diventare elemento narrativo
essi stessi, e di aver saputo regalare una nuova vita e un ruolo
chiave a un personaggio più che secondario come quello di
Peppino.
Intelligente l’arco
affidato all’interpretazione di Giancarlo Commare
(Skam Italia, Ancora più bello, Nuovo
Olimpo), che arricchisce il film di una incertezza che
altrimenti non avrebbe, sovrastata dal gioco narrativo del “puzzle
emotivo e temporale” e dai più prevedibili esiti della storia di
amicizia e “di vite spezzate” o “tragedia greca corale”. Come si è
scelto di presentare questo Eravamo
bambini, col rischio di indebolirne la forza
suggerendo un po’ troppo dell’abisso che nasconde, e della
debolezza, la solitudine, la colpa, che i personaggi scontano,
incapaci – tutti, o quasi – di emendarsi da una dinamica di
violenza e di morte apparentemente immutabile. A meno di sorprese.
Che davvero, a tratti sembreranno poter arrivare da chiunque di
essi, prima che la matassa si dipani e i ruoli si definiscano, nel
bene e nel male.
“Sarò sincero con te.
Non lo fanno”, ha recentemente detto aCollider lo showrunner di
The
Acolyte: La Seguace Leslye Headland quando
le hanno chiesto se vedremo qualcosa di più della semplice
Vernestra dai libri. “In parte è perché volevo
salvare alcune persone per la seconda stagione. Mi sono davvero
concentrato su Vern. Vern era un personaggio che mi ha colpito
immediatamente perché volevo vedere un arco narrativo su dove
eravamo con i Jedi. quando entriamo in questa
storia.”
“Spero che i
fan di High Republic siano entusiasti delle vesti bianche, perché
eravamo davvero intenzionati a usarle”,ha
continuato. “Non solo perché era un cenno ai libri,
ma anche perché penso che spieghi davvero molto dal punto di vista
tematico. Non si troveranno coinvolti in un mucchio di scaramucce,
sai? Si vestono tutti di bianco, perché non sta succedendo
molto.”“Vedrai alcune
cose dall’UE, vedrai alcuni alieni di Clone Wars, riferimenti alle
edizioni speciali. Ci sono molte cose divertenti lì che non sono
necessariamente collegate a The
Mandalorian o The Skywalker Saga.”
The Acolyte: La
Seguace: la trama e il cast della serie
La sinossi ufficiale recita:
“Un’indagine su una scioccante serie di crimini mette un
rispettato Maestro Jedi (Lee) contro una pericolosa guerriera del
suo passato (Stenberg). Mentre emergono altri indizi, i due
percorrono un sentiero oscuro dove forze sinistre rivelano che
tutto non è ciò che sembra“. La serie è ambientata durante
l’era dell’Alta Repubblica della linea temporale di Star Wars, ovvero prima degli eventi dei film di
Star Wars.
Leslye Headland è la creatrice
della serie
The Acolyte: La Seguace, basata su Star
Wars di George Lucas, e ne è produttrice esecutiva
insieme a Kathleen Kennedy, Simon Emanuel, Jeff F. King e Jason
Micallef. Charmaine DeGraté e Kor Adana sono i produttori
esecutivi. Rayne Roberts, Damian Anderson, Eileen Shim e Rob Bredow
sono i produttori.
Headland ha diretto anche i primi
episodi (episodi 101 e 102). I registi Kogonada (episodi 103 e
107), Alex Garcia Lopez (episodi 104 e 105) e Hanelle Culpepper
(episodi 106 e 108) completano la regia della serie. Il
pluripremiato compositore Michael Abels, noto per il suo lavoro in
Scappa – Get Out e Us, ha firmato la colonna
sonora di The Acolyte: La Seguace.
Mancano ormai meno di 10 giorni
all’uscita dell’ultimo film del MonsterVerse, Godzilla e
Kong – Il Nuovo Impero e Legendary Pictures ha
presentato le prime clip e uno spot televisivo con molti nuovi
filmati dell’iconico Kaiju in azione.
La prima clip di Godzilla e
Kong – Il Nuovo Impero vede Kong incontrare per la
prima volta una scimmia più giovane, soprannominata “Mini-Kong”
(anche se il suo vero nome è Suko), mentre la seconda mette in luce
un breve scontro tra i Titani titolari, mentre Godzilla individua il re di Skull Island. e carica
in battaglia.
Infine, abbiamo un promo un po’
bizzarro in cui a Kong viene rimosso un dente e sostituito con una
zanna d’argento. Non siamo sicuri se ciò accada effettivamente nel
film o se sia stato pubblicato solo come pubblicità internazionale.
Dai un’occhiata alle clip e allo spot televisivo ai link
sottostanti.
Another new clip from ‘GODZILLA X KONG: THE
NEW EMPIRE.’
Cosa sappiamo su Godzilla
e Kong – Il Nuovo Impero?
Mentre i dettagli della trama vengono tenuti pesantemente nascosti,
la sinossi di Godzilla e
Kong – Il Nuovo Impero anticipa che il film metterà
“L’onnipotente Kong e il temibile Godzilla contro una
colossale minaccia sconosciuta nascosta nel nostro mondo, sfidando
la loro stessa esistenza e la nostra. Il film approfondisce i le
storie di questi Titani, le loro origini e i misteri di Skull
Island e oltre, mentre scopri la mitica battaglia che ha
contribuito a forgiare questi straordinari esseri e li ha legati
all’umanità per sempre.“
Mentre ci si avvia verso
una ineluttabile quanto desiderata conclusione di stagione, per
scoprire che ne sarà dei personaggi amatissimi dal pubblico, gli
episodi 11 e 12 di Mare
Fuori 4 si presentano come un pre-finale che riesce
con grande equilibrio a far procedere tutte le storie, sempre più
fitte e intricate, per condurre i giovani protagonisti a dei punti
di arrivo soddisfacenti.
Mare Fuori 4, un
pre-finale con colpo di scena
È quello che succede a
Kubra, che riesce a superare il suo esame di Stato, trovando anche
la forza e l’orgoglio di confessare a tutti i detenuti il suo
grande segreto. Questo eccesso di slancio avrà delle conseguenze,
certamente, tuttavia la ragazza non è mai apparsa così centrata e
sicura di sé, focalizzata su quello che è il suo futuro, tanto che
Pino ne pagherà le conseguenze. Un’altra storia che sembra trovare
un (forse troppo frettoloso) scioglimento è la vicenda di Alina,
che per metà stagione è stata tenuta nascosta, promettendo grandi
stravolgimenti, e che invece si risolve in maniera abbastanza
facile, anche se non è per nulla semplice il percorso che aspetta
la ragazza, finalmente pacificata con i suoi demoni. Accanto a lei,
solido e attento, Cardiotrap sembra la vera e propria spina dorsale
della stagione, in quanto è in una posizione di serafica attesa,
senza nessun particolare stravolgimento nella sua vita da detenuto,
mentre aspetta quello che verrà. Nonostante questa relativa
inattività, si candida a personaggio preferito della stagione.
Non solo, il pre-finale
di Mare Fuori 4 offre una risoluzione anche per la
linea drammatica portata avanti da ormai diversi episodi dalle
vicende di Massimo: il suo tormento personale e i problemi della
sua famiglia si intrecciano “finalmente” con il nome di Mimmo, che
sembra sempre più abbandonato a se stesso, una vittima degli eventi
che continua a annegare, qualunque sia la sua scelta. Massimo
prenderà le sue decisioni, perdendosi per poi ritrovare la luce e
la via grazie a un insperato intervento di Carmine, ormai pronto a
salpare per la sua nuova vita da uomo libero.
Anche se ci avviamo verso
la conclusione, la serie apre comunque nuove storie per il futuro,
e, come accaduto fino a questo momento, sono quelle storie che dal
mondo entrano nell’IPM. Angelo, un giovane che si costituisce per
aver investito una donna, arriva nell’istituto e viene notato da
Silvia, che però lo conosce sotto un altro nome, che per lei
potrebbe rappresentare la salvezza, visto il guaio in cui l’ha
lasciata il defunto (e maledetto) avvocato D’Angelo. Come da titolo
di episodio 12, “Il regalo”, la puntata si chiude con un dono che
donna Wanda decide di fare a Rosa, per il suo matrimonio. Un dono
che potrebbe cambiare per sempre le scelte di vita della
giovane.
Alcune storie si compiono, altre si
aprono
“Tenere accesa la
speranza” e “Il regalo” costituiscono un classico
dittico preparatorio a un finale degno di questo nome. Gli episodi
costituiscono un’unità narrativa in cui luce e ombra sono ben
distribuite, qualche trama trova il suo compimento, qualcuna nasce,
per cominciare a gettare ponti con il futuro (si parla di
Mare Fuori 5 e 6) e soprattutto si chiudono con un
grande colpo di scena in cui, ancora una volta, il mondo degli
adulti interferisce con la genuina irruenza e purezza di ragazzi
cresciuti troppo in fretta.
È interessante vedere
come in questo frangente, i toni dello show si normalizzano e si
distendono, pur concedendo spazio a tensione, con un buon ritmo che
elenca storia dopo storia, personaggio su personaggio, mentre
cominciamo a dire addio ad alcuni dei volti più amati della serie
(almeno così sembra). Chiaramente, il centro emotivo dell’intera
serie, ovvero la love story tra Carmine e Rosa, sarà sicuramente la
protagonista del finale, e ha molto potenziale per riservare tante
sorprese.
A dieci anni dal
Party Girl che vinse la Camera d’Or a Cannes (e
dopo un episodio della serie Demain si j’y suis),
torna nelle nostre sale la regista francese Marie
Amachoukeli. Grazie alla distribuzione di
Arthouse, in collaborazione con I Wonder Pictures e Unipol
Biografilm Collection, dal 21 marzo il suo nuovo L’estate
di Cléo è in molti cinema italiani, dopo aver aperto
l’ultima Semaine de la Critique al Festival
di Cannes 2023 e aver raccolto diversi riconoscimenti
internazionali. Un racconto intimo, ma anche un film sull’infanzia
diverso da altri, che vive del forte rapporto tra la Gloria di
Ilça Moreno e la piccola co-protagonista, la Cleo
interpretata da Louise Mauroy-Panzani, nella quale
rivive l’esperienza della stessa regista e sceneggiatrice.
L’estate di Cléo, la trama
Dopo la perdita della
madre, la piccola Cléo di sei anni vive con suo padre e la tata
Gloria, originaria della Repubblica di Capo Verde, alla quale la
lega un rapporto di affetto sincero e potente. Come una seconda
madre, o la madre che Cléo non ha avuto, le due vivono una
quotidianità fatta di tanti piccoli momenti preziosi che alimentano
l’affetto reciproco tra le due. Così, quando Gloria deve tornare a
Capo Verde per prendersi cura della sua famiglia, Cléo le chiede di
mantenere una promessa: rivedersi il prima possibile. Con il
permesso del padre, Gloria invita la bambina a raggiungerla nel suo
paese natale, per trascorrere insieme a a lei e ai suoi figli
un’ultima estate da ricordare per sempre. Nel bene e nel male.
L’estate di Cléo, da un titolo all’altro
È interessante lo
slittamento semantico operato dalla distribuzione italiana nel
trasformare il titolo originale (Àma
Gloria, dedicato alla adulta e affettuosa governante)
focalizzando l’attenzione sull’esperienza della piccola Cléo. Anche
correttamente, in effetti, visto che l’origine della storia sta
proprio nell’esperienza vissuta dalla stessa regista quando aveva
l’età della sua protagonista. E che al netto dell’omaggio della
Amachoukeli alla tata di allora – la Laurinda, immigrata
portoghese, alla quale il film è dedicato – riporta l’attenzione
sul momento vissuto dalla bambina, sulle sue emozioni e soprattutto
sulle sue risposte alla scoperta di una vita completamente diversa
e altra da quella che aveva imparato a conoscere.
Lontana da casa, dalla
protezione paterna e soprattutto dalle dinamiche e dai ruoli ai
quali era abituata, la piccola è spiazzata, ancora non
completamente in grado di comprendere i confini tra dovere e
sentimento, tra il rispetto degli obblighi deontologici della sua
tata, l’attenzione nei suoi confronti e l’amore sincero che le
lega. Ma che lega la donna anche ai suoi veri figli, che mal
sopportano l’arrivo di questa ‘sorellastra intoccabile’, un corpo
estraneo alla loro famiglia, che inevitabilmente affrontano anche
con gelosia e un pizzico di classismo.
L’estate di Cléo, un film
di scoperta
Un groviglio confuso,
complicato da gestire, figuriamoci da capire, e per una bambina di
6 anni. Ma è una parentesi – lunga un’estate, appunto – che vale
una vita, e che costringe la piccola a uscire dalla propria bolla.
Anche quella nella quale l’aveva sempre tenuta la sua Gloria. La
scelta del punto di vista di Cléo rende il film qualcosa di diverso
e di più di un romanzo di formazione, e del film “sull’infanzia e
sull’universalità dell’amore” annunciato, visto che sono ‘adulte’
le emozioni (sottolineate dai tanti primi piani, che rendono ancora
più privato e personale l’intenso racconto) e i conflitti di fronte
ai quali viene messa, e i rischi di certe scelte.
C’è il concetto di
famiglia, troppo spesso ipocritamente e strumentalmente sbandierato
nella sua forma solo tradizionale a discapito della miriade di
forme che questo assume nella vita reale, come scopre la stessa
protagonista, ma ci sono anche la morte, l’errore, il rancore che
viene dal non conoscere l’altro e la capacità di superare i
pregiudizi insieme ai confini. Ma soprattutto il coraggio di
tuffarsi dall’alto di una rupe in un mare pericoloso e aperto (che
ritorna negli splendidi intermezzi animati che impreziosiscono il
film e arricchiscono la caratterizzazione del suo mondo interiore),
come vediamo in una delle scene più belle ed emblematiche del film,
in un gesto estremo di affermazione e rivincita. Dal quale
ripartire, un po’ più preparata ad affrontare il futuro e il
mondo.
Solo un personaggio di questi –
Vernestra Rwoh – apparirà in
The Acolyte: La Seguace, con il piano di introdurre
una nuova serie di protagonisti che presumibilmente saranno al
centro della scena nel corso di alcune stagioni (conducendoci
infine agli eventi de
La Minaccia Fantasma e di
La Vendetta dei Sith).
Ora abbiamo una galleria di
immagini della serie tv che offre uno sguardo più ravvicinato ai
momenti chiave del trailer. Insieme a questi arrivano i nomi e le
descrizioni ufficiali dei personaggi per ciascuno
dei protagonisti di
The Acolyte: La Seguace:
Amandla Stenberg interpreta Mae, un
individuo che viene trascinato in un mistero sinistro, che la mette
al centro del conflitto in modi inaspettati.
Lee Jung-Jae interpreta il Maestro
Sol, un maestro Jedi saggio, molto rispettato e
potente, forte nelle vie della forza, che sta attraversando un
conflitto emotivo.
Manny Jacinto interpreta Qimir, un ex
contrabbandiere che ora si guadagna da vivere come
commerciante. Si procura cose insolite e vive una vita di
svago.
Carrie-Ann Moss interpreta il Maestro Indara, un
maestro Jedi di grande abilità fisica e mentale.
Dean Charles Chapman interpreta il Maestro
Tobin: una rappresentazione di questo personaggio non
è stata condivisa.
Joonas Suotamo interpreta il Maestro
Kelnacca, un Jedi solitario che vive una vita
solitaria.
Jodie Turner-Smith interpreta Madre
Aniseya, la leader di una congrega di streghe che
apprezzano la propria indipendenza insieme alla conservazione delle
proprie convinzioni e poteri.
Charlie Barnett interpreta Yord
Fandar: un cavaliere Jedi e guardiano del tempio
Jedi, un ambizioso e un seguace delle regole. Il suo bisogno
di seguire la natura da manuale può offuscare il suo
giudizio.
Dafne Keen interpreta Jecki Lon, un Jedi Padawan,
l’apprendista del Maestro Sol. È giovane, ma si comporta con
maturità.
Rebecca Henderson interpreta Vernestra
Rwoh, un’anziana maestra Jedi che ha scalato i ranghi
dei Jedi da adolescente prodigio a leader dell’ordine
Jedi.
La sinossi ufficiale recita:
“Un’indagine su una scioccante serie di crimini mette un
rispettato Maestro Jedi (Lee) contro una pericolosa guerriera del
suo passato (Stenberg). Mentre emergono altri indizi, i due
percorrono un sentiero oscuro dove forze sinistre rivelano che
tutto non è ciò che sembra“. La serie è ambientata durante
l’era dell’Alta Repubblica della linea temporale di Star Wars, ovvero prima degli eventi dei film di
Star Wars.
Leslye Headland è la creatrice
della serie
The Acolyte: La Seguace, basata su
Star
Wars di George Lucas, e ne è produttrice
esecutiva insieme a Kathleen Kennedy, Simon Emanuel, Jeff F. King e
Jason Micallef. Charmaine DeGraté e Kor Adana sono i produttori
esecutivi. Rayne Roberts, Damian Anderson, Eileen Shim e Rob Bredow
sono i produttori.
Headland ha diretto anche i primi
episodi (episodi 101 e 102). I registi Kogonada (episodi 103 e
107), Alex Garcia Lopez (episodi 104 e 105) e Hanelle Culpepper
(episodi 106 e 108) completano la regia della serie. Il
pluripremiato compositore Michael Abels, noto per il suo lavoro in
Scappa – Get Out e Us, ha firmato la colonna
sonora di The Acolyte: La Seguace.
Kung Fu Panda 4
arriva in sala. Il nuovo progetto Dreamworks
Animation, diretto da Mike Mitchell e
Stephanie Ma Stin, esce al cinema in data 21 marzo
e riprende le fila di un franchise che, iniziato nel 2008, ha
sempre ottenuto un buon successo di pubblico e critica.
Affidato a un autore di comprovata
esperienza e musicalmente accompagnato dal solito Hans
Zimmer, il film si appoggia a un cast corale capeggiato
dal solito Jack Black
(Fabio Volo nella versione italiana) e composto
anche dalle new entry Awkwafina/Alessia
Amendola, Viola Davis/Laura Romano e
Ke Huy
Quan/Francesco Pezzulli.
Kung Fu Panda 4: la trama
Riscoperta appieno la propria
identità grazie alla precedente avventura nel villaggio di suo
Padre, Po ha fatto ritorno al Palazzo di Giada e continua a
difendere la Valle della Pace assolvendo al proprio ruolo di
Guerriero Dragone. Quando però il saggio maestro Shifu gli affida
il compito di trovare, nominare e allenare un suo sostituto per
poter diventare guida spirituale e quindi salire al livello
successivo, il panda si trova decisamente in difficoltà.
Come se non bastasse la notizia di
una nuova minaccia giunge ben presto a palazzo e Po viene a
conoscenza dell’esistenza della Camaleonte, maga malvagia capace di
assorbire la forza di chiunque e perfino assumerne le sembianze.
L’obiettivo della perfida nemica è rubare il Bastone della Saggezza
che Shifu ha consegnato a Po, per poter riportare indietro gli
spiriti dei vecchi antagonisti del panda e rubare anche il loro
potere.
Dal momento che i Cinque Cicloni
sono impegnati in altre missioni collaterali, Po si mette dunque in
viaggio in compagnia di Zhen, una volpe molto scaltra ricercata per
furto. Ad attenderlo – al di là di strani incontri e un lungo
peregrinare – c’è un nuovo entusiasmante scontro.
La legge del 4
La legge del 4 ha colpito anche
Kung Fu Panda. E no, non stiamo parlando del
complicato enigma proposto da Martin Scorsese nel
suo Shutter Island
del 2010; bensì della bizzarra maledizione che, all’interno del
mondo dell’animazione, sembra abbattersi su qualsiasi franchise osi
avventurarsi al di là del confine del terzo capitolo. È accaduto in
casa Pixar, con il ben poco esaltato (ed
esaltante) Toy Story 4, ed
è invero già accaduto anche in casa Dreamworks, in
attesa del ritorno a Molto molto lontano e alle avventure
dell’amatissimo orco Shrek – prossimamente su grande schermo per la
quinta volta.
Marzo 2024, come accennavamo, segna
invece la caduta di un altro florido marchio dell’industria, e a
farne le spese è una delle saghe animate più riuscite e
apprezzate degli ultimi quindici anni. Le mirabolanti imprese del
Guerriero Dragone e dei fidati Cinque Cicloni si sono infatti negli
anni rivelate un importante punto di riferimento generazionale,
capace persino di trascendere il medium cinematografico – come
dimostrano le 26 puntate di Kung Fu Panda – Mitiche
Avventure andate in onda su Nickelodeon
nella stagione 2011. Segno del successo di un brand che, prendendo
in esame le sole peripezie su pellicola, ha saputo negli anni
reinventarsi sia in termini narrativi che estetici, senza mai
disperdere la propria matrice identitaria e scandendo sapientemente
il processo di crescita del suo protagonista.
Operazione nostalgia
Se tra primo e terzo film la saga si
era dedicata alla progressiva presa di coscienza di Po in qualità
di combattente, figlio e panda – all’interno di riconoscibili
stilemi wuxia valorizzati da uno sguardo attento all’interiorità
dei personaggi – l’aspetto più concettualmente interessante (e
insieme demoralizzante) di Kung Fu Panda 4 risiede
allora nel suo tentativo di “asciugare” il materiale della storia
per focalizzarsi sugli elementi fondativi del franchise. In linea
infatti con i principi distributivi e creativi tipici della
modernità, il film non solo elimina i Cinque Cicloni per fare di Po
l’unico (o quasi) centro gravitazionale del racconto; ma provvede a
un sostanziale riciclaggio di codici e situazioni che, come spesso
accade, si specchia nella scelta del cattivo di turno.
La Camaleonte, villain in grado di
assumere le sembianze di tutti i precedenti antagonisti, diviene
infatti il simbolo di una “operazione nostalgia” a cui il mondo
dell’audiovisivo di oggi cede con sempre maggiore frequenza,
sostituendo appunto qualsiasi volontà di ricerca e innovazione con
un rasserenante ripescaggio di dinamiche e volti già noti – e per
questo rassicuranti.
Il risultato di tale operazione,
volta forse a rispondere anche al preoccupante calo delle capacità
di concentrazione di un pubblico ormai sovrastimolato, è –
prevedibilmente – un road movie piuttosto classico che prepara il
terreno a un prevedibilissimo scontro finale con insegnamento al
seguito. Un prodotto purtroppo fiacco e privo del coraggio dei suoi
predecessori, privato di qualsivoglia velleità artistica e
rimpinguato di gag per lo più pigre e senza mordente. Con tanto di
morale “da biscotto” a completare l’opera.
Un prodotto che, ancora una volta, getta ben più di un’ombra sulle
capacità di progettazione a lungo termine di buona parte delle
grandi case di produzione animate (e non solo), e dovrebbe
convincerci della necessità di quale riflessione in più sullo stato
di salute dell’intero settore.
Sembra che oggi daremo la nostra
prima occhiata ad alcuni filmati di Alien:
Romulus. Il regista Fede Alvarez ha
condiviso quanto segue sui suoi account sui social media e, anche
se non specifica esattamente a cosa si riferisce, il regista non ha
attualmente altri progetti in lavorazione.
Inoltre, l’affidabile insider
Daniel Richtman ha riferito che il trailer di Romulus
sarà pubblicato online oggi prima che Alvarez postasse quanto
seguie.
Sappiamo ancora molto poco
della trama, ma la star del film, Cailee Spaeny,
ha recentemente condiviso un dettaglio in qualche modo sorprendente
sulla sequenza temporale del film.L’attrice di
Pacific Rim: La Rivoltaha rivelato che Alien:
Romulusè ambientato tra gli eventi
dell’originale Alien di
Ridley Scott e del sequel di James
Cameron, Aliens.
“Dovrebbe inserirsi
tra il primo e il secondo film”,ha detto
Spaeny. “Hanno portato la stessa squadra
di ‘Aliens’, il film di James Cameron. Le stesse persone che
hanno costruito quegli xenomorfi in realtà sono arrivate e hanno
costruito i nostri. Quindi vedere il design originale con le
persone originali che hanno lavorato a questi film per oltre 45
anni ed è stato così parte della loro vita è stato davvero
incredibile.
Alien: Romulus, tutto quello che sappiamo sul
film
Durante una chiacchierata con
Variety sul red carpet dei Gotham Awards dello scorso anno, la
Spaeny ha rivelato che Romulus si svolge tra gli eventi
dell’Alien
originale di Ridley Scott e il sequel di James Cameron, Aliens – Scontro finale. “Dovrebbe inserirsi tra
il primo e il secondo film“, ha detto Spaeny. “Hanno
portato lo stesso team di ‘Aliens’, il film di James Cameron. Le
stesse persone che hanno costruito quegli xenomorfi sono venute a
costruire i nostri. Quindi vedere il progetto originale con le
persone originali che hanno lavorato a questi film per più di 45
anni e che hanno fatto parte della loro vita è stato davvero
incredibile“.
A produrre il film c’è naturalmente
anche la Scott Free, la società del regista originale di Alien,
Ridley Scott,
che è produttore esecutivo. Con il titolo Alien:
Romulus, non è dunque ancora stato rivelato molto riguardo
all’ambientazione, alla collocazione temporale o alla trama del
film. Ad aprile, Álvarez aveva rilasciato un’immagine dietro le
quinte di un facehugger che stringe il ciak del film a bordo di una
stazione spaziale. La presenza del facehugger conferma che il film
si svolgerà dopo gli eventi di Prometheus
e Alien:
Covenant, che hanno rappresentato le origini degli
Xenomorfi così come li si conosce.
L’esperienza di Álvarez con i film
La casa e Man in
the Dark potrebbe però anche suggerire che lo
sceneggiatore-regista riporterà il franchise alle sue origini, con
un thriller dove il cast è braccato dagli alieni all’interno dei
confini della stazione spaziale. Con l’imminente film di
Alien che ha finalmente ricevuto una data di uscita,
il 16 agosto, il pubblico può ora aspettarsi
che vengano nei prossimi mesi rivelati ulteriori dettagli sulla
trama.
Mentre i fan dei
Mutanti Marvel aspettano il loro
ritorno sul grande schermo in live action, quando si uniranno al
MCU, X-Men ’97
irrompe sul piccolo schermo,
grazie a
Disney+, con un ritorno più che atteso. Seguito della serie
anni ’90, il nuovo show Marvel torna a raccontare le
vicende degli amatissimi personaggi dei fumetti, proponendo alcune
delle storie più emozionanti che li hanno visti protagonisti su
carta, nel corso degli anni.
Il primo episodio, “A
me, Miei X-Men”, ci immerge immediatamente nell’azione,
riportando il pubblico nel cuore pulsante della saga degli
X-Men con grande efficacia narrativa. Ambientato
dopo gli eventi della serie originale,
questa nuova iterazione ci mostra un mondo mutante che si evolve,
con Ciclope che assume il ruolo di leader della squadra in seguito
alla scomparsa di Charles Xavier. Nel corso della
loro lotta per realizzare il sogno di convivenza tra umani e
mutanti, nuove sfide e pericoli minacciano la stabilità che hanno
tanto duramente conquistato.
X-Men ’97, tra nostalgia e tensione verso il
futuro
Se c’è un difetto in
X-Men ’97 è che richiede necessariamente una
conoscenza pregressa dei personaggi e di quello che è accaduto
“prima”. Si tratta quindi di un sequel vero e proprio che vede i
protagonisti fare i conti con l’enorme vuoto lasciato da Xavier e
soprattutto con la gestione di un nuovo inaspettato alleato. La
Scuola di Charles è stata per moltissimi dei protagonisti anche la
casa e la famiglia che tanti di loro non hanno mai avuto, o che
hanno perso nel momento in cui sono venute alla luce le loro
mutazioni. Proprio intorno al concetto di famiglia ruotano i primi
episodi del nuovo show, in particolare con i personaggi di Scott
Summers e Jean Grey che si preparano ad affrontare la
genitorialità, cominciando a desiderare una vita differente.
Per quanto riguarda gli
aspetti tecnici, X-Men ’97 si avvale non solo di
gran parte del cast vocale originale, vero e proprio gancio emotivo
per i fan di vecchia data, ma anche di un’ottima animazione che
emulando lo stile e le ambientazioni della serie originale riesce a
risultare fluida e vivace, e a catturare l’essenza dei personaggi e
delle loro abilità mutanti con una chiarezza straordinaria. Le
sequenze d’azione sono particolarmente ben costruite, con effetti e
coreografie davvero efficaci. I fan dei Marvel Studios possono stare tranquilli, lo
studio ha ancora tanto da raccontare e l’animazione si conferma uno
strumento perfetto per realizzare storie avvincenti e
emozionanti.
Tuttavia non saremmo di fronte ai veri mutanti della Marvel se questi personaggi non
avessero anche un grande cuore. La gamma emotiva che i primi
episodi di
X-Men ’97
riescono a evocare è ricchissima e varia, cedendo alla nostalgia di
tanto in tanto, ma abbracciando anche il futuro con
entusiasmo.
I fan di lunga data sono pronti a farsi trascinare in un mondo
conosciuto e amico, mentre i nuovi, fatte le ricerche e i ripassi
del caso, possono affidarsi a Ciclope, Wolverine, Morph,
Rogue, Bestia,
Gambit, Jubilee,
Bishop e alla sua squadra per lasciarsi catturare
dal fascino imperituro degli X-Men, anche in questa nuova
incarnazione animata.
Captain America: Brave New World punterà
i riflettori su Sam Wilson mentre brandisce lo scudo come
il nuovo Capitan America del MCU. Tuttavia, non sarà solo nella
sua battaglia con Red Hulk e The Leader perché la
star diTop Gun: Maverick Danny Ramirez vestirà i
panni di Falcon!
Oggi è apparsa online un’immagine
promozionale raffigurante l’attore nei panni di Joaquin Torres, il
che conferma che indosserà un casco molto in linea con la sua
controparte dei fumetti.
Tuttavia, al posto del becco (che,
senza gioco di parole, è un po’ sul naso), il nuovo supereroe
dell’MCU indossa una grande visiera.
Sembrava anche avere una tuta corazzata e dovrebbe essere
interessante vedere come affronterà il suo nuovo ruolo.
Per ora non possiamo vedere le
ali! Non possiamo condividere l’immagine, ma puoi dare
un’occhiata a questa illustrazione promozionale raffigurante il
nuovo Falcon del MCU facendo clic QUI.
Ramirez ha interpretato per la
prima volta il personaggio in The
Falcon e The Winter Soldier , dove è stato
presentato come Primo Tenente dell’Aeronautica degli Stati
Uniti.
Amico di Sam, non ha avuto un
grande impatto e presumibilmente svolgerà un ruolo molto più
importante in Captain America: Brave New World. L’ultima
volta che l’abbiamo visto, Torres ha osservato Sam, ora
Capitan America, pronunciare quel discorso ispiratore dopo la
sconfitta degli Smashers.
Quello che sappiamo sul film
Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the
Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson
(Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield
Paradox) ha descritto il film come un “thriller
paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader
(Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua
trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk
del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la cattiva
Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi
al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora,
Captain America: Brave New World è indicato come uno
dei titoli più importanti della Fase 5.
Quando il segmento è andato in onda, c’era la preoccupazione
che la decisione dell’attore potesse ritorcersi contro, il che è
esattamente quello che sembra essere successo. Durante
l’intervista, Majors ha ribadito la sua innocenza e non si è
assunto alcuna responsabilità per le ferite riportate da
Grace Jabbari nonostante sia stato ritenuto
colpevole di due reati minori di molestie e aggressioni.
“Ciò non è
accaduto”, ha detto l’ex star del
MCU alla conduttrice
Lindsey Davis quando le ha chiesto se fosse responsabile.Quando lei ha continuato chiedendogli come pensava che
Jabbari avesse subito le sue ferite, lui ha
risposto: “Vorrei tanto saperlo. Ciò
darebbe chiarezza, mi darebbe una sorta di pace al
riguardo.
Ora, THR riferisce che
Grace Jabbari sta facendo causa al suo ex per
percosse, aggressione, inflizione intenzionale di disagio emotivo,
procedimento giudiziario dannoso e diffamazione, che deriva dal
fatto che Jonathan Majors neghi di aver abusato di lei
prima e dopo la sua condanna.
La causa afferma che,
prendendo parte
all’intervista, “l’intenzione di Majors
non era solo quella di indurre molte persone a credere che Jabbari
fosse un bugiardo, ma anche di indurre quelle persone ad attaccare,
molestare, intimidire e maltrattare Jabbari.
Jonathan Majors intendeva anche che le sue dichiarazioni
diffamatorie influenzassero negativamente la carriera di
Jabbari.”
Jabbari sta anche accusando
Jonathan Majors di episodi di abuso fisico che non
sono stati messi a fuoco nel processo e che presumibilmente si sono
verificati nel 2022.
Secondo l’accusa,
Jonathan Majors“ha spinto Grace
così forte da procurarle un livido sul sedere”, “ha sollevato Grace
in aria e l’ha lanciata contro il cofano della sua
macchina” e “ha
poi riportato Grace a casa e i quella circostanza le ha messo le
mani intorno al collo”. affermando che voleva
ucciderla e che l’avrebbe uccisa. Majors ha quindi
iniziato a colpire la testa di Grace contro il pavimento di marmo
mentre la strangolava finché non sentiva di non riuscire più a
respirare”.
La condanna di
Jonathan Majors era originariamente prevista per
il 6 febbraio, ma l’udienza è
stata rinviata all’8 aprile. Le accuse comportano una
potenziale pena fino a un anno di prigione.
Lo scorso novembre, abbiamo appreso
che Skyler Gisondon interpreterà Jimmy
Olsen della DCU nell’attesissimo Superman
di James Gunn. Tuttavia, un altro attore è
stato appena scelto come migliore amico dell’Uomo
d’Acciaio, questa volta per la quarta e ultima stagione
di Superman
& Lois, la serie tv di successo della CW.
TV Line riferisce
che Douglas Smith interpreterà il fotografo di
The Daily Planet, portando finalmente Jimmy in
una serie di cui ha sentito molto la mancanza sin dal lancio nel
2021.
Questa versione del personaggio è
descritta come un “ventenne
estroverso” noto per essere “l’anima
della festa” in ufficio. Il sito
aggiunge: “Nonostante siano colleghi di lavoro di
Clark, non è riuscito a tirarlo fuori dal suo guscio ‘goffo’.
Ignaro del super-segreto di Clark, Jimmy è ancora determinato a
diventare suo amico.”
Nonostante un taglio al budget che
ha comportato un minor numero di scrittori e membri regolari del
cast, il team creativo di Superman e
Lois sta chiaramente facendo di tutto con questa
stagione finale per rendere felici i fan della DC.
Molti di voi probabilmente
conosceranno Smith meglio per Big
Love e Big Little
Lies . Tra i suoi crediti annovera anche
Vinyl e The
Alienist e ha interpretato il fratellastro del personaggio
del titolo in Percy Jackson: Sea of
Monsters. Stranamente, suo fratello maggiore,
Gregory Smith, ha diretto otto episodi di Superman
& Lois.
Mehcad Brooks ha
interpretato “James” Olsen nell’Arrowverse, apparendo
in Supergirl sia come fotografo
che, più tardi, come eroico Guardiano. Questa serie è
ambientata in una realtà separata in seguito agli eventi di
Crisis on Infinite Earths.
Brad Schwartz,
presidente dell’intrattenimento di The CW, ha
recentemente promesso che la stagione 4, a lungo ritardata
, “vi lascerà a bocca aperta” e ha
spiegato che il ritardo è il risultato del lungo processo di
post-produzione dello show. “Non sto scherzando,
questa stagione sarà uno dei migliori programmi
televisivi.Ho visto il primo episodio ieri sera e
ti farà piangere. È fantastico.”
“A causa di tutti gli
effetti speciali, potrebbe essere pronto per l’estate, [ma]
riteniamo che sarebbe sprecato in estate. Quindi mettiamolo in
autunno, dove possiamo venderlo in Upfront [e] davvero, davvero
Parlami di ciò.”
La serie Superman &
Lois
Superman &
Lois è stato sviluppato da Todd Helbing
e Greg Berlanti per la rete The CW. Lo spettacolo
vede protagonisti Tyler Hoechlin nei panni di Clark
Kent/Superman ed Elizabeth Tulloch nei panni
di Lois Lane. Segue l’iconica coppia di supereroi
mentre affronta le sfide della genitorialità, affrontando anche le
responsabilità e i pericoli che derivano dall’essere il più grande
protettore della Terra.
La premessa di Superman
& Lois diverge leggermente dalle tradizionali storie
di Superman concentrandosi maggiormente sulla dinamica
familiare tra Clark, Lois e i loro figli adolescenti, Jonathan
e Jordan Kent. La serie esplora come Clark bilancia i
suoi doveri di Superman con i suoi obblighi di marito e padre, il
tutto mentre vive nella piccola città di Smallville.
Ci aspettavamo che il primo trailer
del sequel diBeetlejuice di Tim Burton, Beetlejuice
Beetlejuice, uscisse ieri, ma Warner Bros.
Discovery ha ritardato e il primo contributo dall’atteso sequel
dovrebbe arrivare oggi. Nel frattempo però la Major ha svelato una
preview che ci dà un primo sguardo a
Jenna Ortega nei panni di Astrid Deetz.
La pagina Instagram del sequel ha
pubblicato (poi cancellato, per qualche motivo) i primi secondi del
teaser, che vede la figlia di Lydia Deetz (la ritornata
Winona Ryder), Astrid (la star di
Scream
IV,Jenna
Ortega), in sella alla sua bicicletta su un ponte
dall’aspetto molto familiare.
Come i fan del primo film
ricorderanno senza dubbio, è qui che Adam (Alec
Baldwin) e Barbara (Geena Davis) Maitland
hanno incontrato la loro morte prematura dopo un incidente d’auto.
Sconvolta, la coppia decide quindi di contattare un certo Ghost
with the Most (Michael
Keaton) per chiedere aiuto. Guarda il filmato qui
sotto insieme ad alcune nuove illustrazioni del logo del titolo e
assicurati di tenere gli occhi aperti per il trailer.
Lots of activity going on with official
studio social media accounts for
#BeetlejuiceBeetlejuice. Tomorrow is looking very likely for
the trailer on top of reports we’re hearing and what has already
been confirmed. pic.twitter.com/hMEIiZVdiJ
Beetlejuice, uscito nel 1988, era interpretato
da
Michael Keaton,
Winona Ryder, Catherine O’Hara, Jeffrey Jones,
Alec Baldwin e Geena Davis. Quel film è incentrato su una
coppia di coniugi deceduti che ricorre ai servizi dell’antipatico e
dispettoso poltergeist dell’aldilà per spaventare i nuovi residenti
della loro vecchia casa. Fin dal suo debutto, il film ha ottenuto
un successo sia di critica che commerciale, con un incasso di oltre
73 milioni di dollari, rendendo Burton particolarmente celebre ad
Hollywood. Non si hanno invece ad ora dettagli sulla trama di
Beetlejuice 2, ma sappiamo che il film uscira nelle sale
il 6 settembre 2024.