Nel 2014
Christopher Nolan fece un ritratto futuristico del
nostro pianeta abbattuto dal cambiamento climatico.
Interstellar era la lucida, ragionata riflessione
e immagine del mondo che potrebbe esserci fra qualche secolo, in
cui la popolazione si trova costretta a espatriare dalla Terra per
colonizzare lo spazio. Pur portato all’estremo, il discorso del
regista inglese rispecchiava già ai suoi tempi la nostra
preoccupante realtà, l’inquinamento sempre più incombente e il
clima alterato minaccioso, una condizione che negli anni si è
rafforzata. Il nemico, nuovo film di
Prime Video diretto da Garth
Davis, propone uno sci-fi movie dagli sprazzi
thriller partendo dalla stessa idea distopica di Nolan, essendone
così debitore, per poi sferzare di tono subito dopo, e far
diventare l’elemento fantascientifico solo lo sfondo di un racconto
che si innalza e ruota attorno ai suoi attori:
Paul Mescal e
Saoirse Ronan.
I due interpretano una coppia di
protagonisti dal grande potenziale, Junior ed Henrietta, che però
nella fragilità della sceneggiatura risultano essere sprecati,
sfociando alla fine nell’oceano di un ambiguo dramma, con un plot
twist del terzo atto che, seppur di natura forte, si consuma così
velocemente da smorzare tutto il pathos. Questo nonostante
Il nemico sia stato scritto a quattro
mani dallo stesso regista insieme a Iain Reid, dal
cui omonimo romanzo è tratto il film.
La trama di Il nemico
Midwest, 2065. Le risorse della
Terra sono quasi esaurite, e gli esseri viventi hanno sempre meno
possibilità di poter vivere. Proprio come il Cooper di Interstellar, Junior ed
Hen vivono nelle forti preoccupazioni che questo
scenario comporta e abitano in una casa isolata nelle campagne,
dove attorno a loro c’è molta aridità. Inoltre, il matrimonio che
li ha resi un tempo felici sembra solo un’ombra che si staglia
oramai lontana, e il sapore di quei momenti di spensieratezza e
complicità è un ricordo che ritorna per soli pochi istanti, come un
fulmine estemporaneo.
La loro esistenza sarà scossa
dall’arrivo di un uomo, Terrence, il quale bussa
alla porta dei coniugi con una notizia folgorante: Junior è stato
selezionato per prendere parte ad un programma di sperimentazione
sullo spazio, affinché un domani gli umani possano colonizzarlo e
sopravvivere. Junior, però, non è convinto e sospetta inizialmente
della sua Hen, credendo che lei sappia qualcosa. Dopo le prime
titubanze, il tempo della partenza sembra farsi sempre più vicino e
nel frattempo la loro relazione oscilla fra la gioia passata e i
demoni del presente che cercano di spezzarli.
L’incrinatura di una relazione
accennata
Quella de Il
nemico appare come una possibilità mancata di tessere
le fila di una storia che, pur prendendo spunto da altro cinema,
aveva tutti gli elementi per raccontarsi con una veste inedita. Il
film di Davis usa come escamotage narrativo
l’aridità della terra e la sua inabitabilità – condizioni che
spingono gli esseri umani ad abbandonare la loro casa – per
parlare dei rapporti matrimoniali, tanto che di questi
ingredienti selezionati ad hoc non ne utilizza realmente neppure
uno. Il disastro imminente e la crisi climatica sono soltanto
piccoli granelli di sabbia che aleggiano nell’aria, ma che mai si
posano e accumulano per poterne sentire il peso.
A deteriorarsi, più
che il pianeta, sono solo Junior ed Hen, sempre
più distanti l’uno dall’altro, oramai legati per quel poco
esclusivamente dai ricordi di un passato felice. Nell’indagare
l’incrinatura della loro relazione, Davis prova a fare un’analisi
sull’umanità intera, e sul modo in cui ogni singolo individuo
percepisce il mondo circostante e i rapporti. Su come si lascia
influenzare e sedurre, e su come qualsiasi relazione con l’altro
diventi un lavoro irritante se subentra l’incomunicabilità a cui
consegue la frustrazione e l’incomprensione.
Nel condurre però il racconto, il
regista, insieme a Reid, non riesce a mettere a fuoco
nessuna di queste tematiche, a essere incisivo, poiché
Il nemico non è sorretto da uno script
corposo e chiaro, ma anzi troppo sintetico, oltre che sbiadito e
opaco, esattamente come i colori della fotografia di Matyas
Erdély. Se non è la sceneggiatura a funzionare, lo sono
però i suoi interpreti con la loro massiccia presenza scenica, e
anche se il climax finale risulta fiacco e mal elaborato, Paul Mescal e Saoirse Ronan fanno comunque un buon lavoro.
Magari non sarà la loro miglior performance, e a spiccare è più
Mescal che Ronan considerate le energie che richiede il suo Junior,
ma le due stelle dimostrano di avere un’ottima chimica, e di essere
maturi abbastanza come partner sullo schermo per poter essere data
loro una nuova e più solida storia sopra cui danzare e
splendere.
La
prima stagione di Ahsoka
si è conclusa con diverse importanti linee di
trama lasciate in sospeso, portando gli spettatori a supporre
che la storia sarebbe quasi certamente continuata in una stagione
successiva.
Mentre il progetto di Dave
Filoni per il grande schermo di Star Wars
dovrebbe fungere da culmine dei vari show Disney+,
non abbiamo ancora notizie ufficiali su una potenziale seconda
stagione di Ahsoka,
e la star Rosario Dawson ha ora condiviso un
aggiornamento piuttosto deludente.
Parlando con il podcast Dagobah
Dispatch, a Rosario Dawson è stato chiesto se avesse avuto
delle conversazioni sul futuro di Ahsoka e
ha risposto che non ha ancora saputo nulla, ma l’attrice ha
indicato che discuterà della serie con i suoi compagni di cast al
loro prossimo incontro.
“No. Dovremmo organizzare
presto una cena con tutto il cast, che sarà molto bella perché non
ho visto tutti. Sono stata molto gelosa di aver visto tutti i
partecipanti a qualche convention di recente, a cui non ho potuto
partecipare“.
In un’altra parte dell’intervista,
la star di Sin City ha rivelato che Anakin
Skywalker doveva originariamente apparire come un
Force-Ghost prima dell’ultima inquadratura della
stagione per avere una conversazione con il suo ex
Padawan, ma hanno deciso di cambiare la scena per rendere
quell’ultimo momento più d’impatto.
“Abbiamo finito per modificarla
e giocarci un po’. Il momento in cui è uscito dal Mondo tra i Mondi
è stato così significativo, quindi non aveva senso avere
necessariamente un’altra scena di dialogo con lui, perché come si
poteva costruire su quella scena? Così l’abbiamo
trasformato“.
Ha proseguito: “L’abbiamo
spostata un po’ in modo che lei lo guardasse come un ologramma,
piuttosto che come una conversazione fantasma. Questo rende anche
quel momento nel Mondo tra i Mondi più effimero, del tipo: “Cos’è
stato? Sta solo sognando? Sta davvero parlando con se stessa? È
bello tenerlo come punto interrogativo“.
Il futuro di Star Wars
Recentemente
abbiamo appreso che Filoni è diventatoChief Creative Officer di Lucasfilm, il che
significa che avrà molta più voce in capitolo nello sviluppo di
nuovi progetti per il grande e il piccolo schermo e che lavorerà
più direttamente con Kathleen Kennedy per
supervisionare la prossima generazione di show e film di Star
Wars.
Tenendo conto di ciò, diremmo che
le possibilità di una seconda stagione di Ahsoka sembrano
piuttosto buone. “In passato, in molti progetti in cui venivo
coinvolto, li vedevo dopo che si erano già sviluppati in buona
parte“, aveva detto Filoni del suo nuovo ruolo all’epoca.
“Ora mi sono aperto a tutto ciò che sta accadendo. Quando
pianifichiamo il futuro di ciò che stiamo facendo ora, sono
coinvolto nella fase iniziale”. “Non dico alle persone cosa fare”,
ha continuato Filoni.
I Marvel Studios hanno affrontato più
di una sfida da quando sono usciti Avengers:
Endgame e Spider-Man: Far From Home. Una pandemia
globale, il passaggio allo streaming e la spinta della Disney a
produrre più contenuti che hanno portato a un notevole calo
della qualità e degli incassi.
Il piano ora è quello di
raddrizzare la situazione, e per questo motivo abbiamo assistito al
ritardo di molti film e serie tv molto attese, come Captain America: Brave New World e
Daredevil: Born Again – sono stati rimandati
tutti in pre-produzione.
Parlando con ComicBook.com
dell’imminente uscita di Echo, il
responsabile dei Marvel Studios per lo streaming, la
televisione e l’animazione Brad Winderbaum ha
spiegato come il MCU stia imparando dai
suoi recenti passi falsi e cosa cambierà in futuro.
“Abbiamo imparato molto“,
ha ammesso. “Abbiamo prodotto molti contenuti molto velocemente
e siamo principalmente una società di produzione cinematografica.
Quindi, si può notare che la nostra prima serie di spettacoli ha
una struttura molto simile a quella di un film: alla fine i
personaggi vengono delineati in un arco, e sembrano delle serie
limitate standalone“.
“In futuro, i nostri contenuti
saranno molto più simili alla televisione“, ha aggiunto
Winderbaum. “Si spinge verso l’orizzonte, verso il futuro e
tiene le persone impegnate per periodi di tempo più lunghi,
nell’ambiente più rilassato del salotto di casa”.
Questo sembra il miglior approccio
possibile ed è il motivo per cui i Marvel Studios intendono produrre
serie tv in modo più tradizionale, con bibbie di serie e
showrunner. Fino a poco tempo fa, sono stati girati come film, con
riprese successive per correggere ciò che non funzionava.
Questo non è né conveniente né
adatto alla narrazione episodica, e per questo motivo più di
qualche serie tv del MCU ha deluso i fan
(Secret
Invasion è l’esempio più recente).
Anche l’amministratore delegato
della Disney, Bob Iger, sembra adottare un
approccio pratico per sistemare la produzione dei Marvel Studios. L’anno
scorso ha criticato la gestione dei franchise
Disney da parte di Bob Chapek,
affermando: “Credo che abbiamo condizionato il pubblico ad
aspettarsi che questi film siano presenti sulle piattaforme di
streaming in tempi relativamente brevi e che l’esperienza di
accesso e visione a casa sia migliore di quanto non sia mai
stata“.
Non ha tutti i torti. Dopotutto,
perché andare a vedere The
Marvels al cinema quando i film del MCU arrivano così
rapidamente in streaming e Ms.
Marvel è proprio lì da guardare gratuitamente?
Secondo Deadline, la star di The
PeripheralMoe Bar-El è stata scelta per
entrare nel cast di Alien,
la prossima serie di FX che farà da spin-off
all’iconico thriller fantascientifico di Ridley Scott. Ulteriori dettagli sul suo
personaggio sono ancora segreti, ma si prevede che Bar-El
interpreterà un “importante personaggio ricorrente“.
Nel frattempo, il sito ha anche
rivelato nuove informazioni sui personaggi di Sydney
Chandler e
Timothy Olyphant. Chandler interpreterà una meta-umana
di nome Wendy che ha il corpo di un adulto ma il cervello
e la coscienza di un bambino. Olyphant
interpreterà Kirsh, mentore e addestratore di Wendy. La produzione
della serie Alien di FX dovrebbe riprendere a fine mese in
Thailandia.
Il cast è guidato da Sydney
Chandler insieme ad Alex Lawther nei
panni di un soldato di nome CJ, Samuel Blenkin nei
panni di Boy Kavalier, un amministratore delegato, così come
Essie Davis nei panni di Dame Silvia e
Adarsh Gourav nei panni di
Slightly. Kit Young interpreta un personaggio
chiamato Tootles.
La produzione di Alien è
iniziata a luglio senza l’americano Chandler, membro della
SAG-AFTRA. Le riprese sono continuate per più di un mese con
il resto del cast che era membro della Equity affiliato al
sindacato britannico.
Disney/20th Century Studios ha anche un
nuovo film su Alien:
Romulus del regista Fede Alvarez,
attualmente previsto per l’uscita nelle sale il 16 agosto 2024. Il
film vede protagonisti Cailee Spaeny, Isabela Merced,
Archie Renaux, David Jonsson, Aileen Wu e Spike
Fearn. Dovrebbe raccontare di un gruppo di giovani
provenienti da un mondo lontano devono affrontare la forma di vita
più terrificante dell’universo.
Heat 2, la cui
produzione dovrebbe iniziare nel 2024, sarà sia un prequel che un
sequel del
film di Michael Mann del 1995.
Secondo Variety, Michael
Mann ha confermato che intende iniziare le riprese di
Heat 2 nel 2024. Attualmente sta ultimando la
sceneggiatura del film, che ha descritto come “prequel e
sequel” di
Heat.
Nell’ottobre del 2023,
Michael Mann aveva
dichiarato che Heat 2 sarebbe stato il suo
prossimo film dopo Ferrari
del 2023. In quell’occasione ha dichiarato: “Io e Meg Gardiner
abbiamo scritto il romanzo Heat 2, che è uscito proprio mentre
stavamo girando Ferrari. È andato molto bene. Ho intenzione di
girarlo dopo“.
Heat 2 potrebbe avere come
protagonista Adam Driver
Sono circolate voci secondo cui
Adam Driver, che ha interpretato Enzo Ferrari
nel nuovo film di Michael Mann, potrebbe recitare
nel prossimo sequel di Heat. Quando gli è stato chiesto se le voci
fossero fondate, Mann ha risposto: “Forse. Non ne parliamo
ancora. Mettiamola così: Adam e io andavamo d’accordo come una casa
in fiamme [sulla Ferrari]. Abbiamo la stessa etica del lavoro, che
è piuttosto intensa. Ci piacciamo e ci siamo divertiti molto a
lavorare insieme dal punto di vista artistico“.
Mann ha anche dichiarato a
Entertainment Weekly nel novembre 2023 che Driver era attualmente
“in trattative” per Heat 2. “C’è l’ansia, la paura di non
farcela, ma si va avanti lo stesso“, ha detto. “Adam ha
questa qualità, ed è molto simile a tutta una serie di attori con
cui mi piace lavorare, che si tratti di
Daniel [Day-Lewis] o
Bob [De Niro] o
Ansel Elgort, se è per questo. È anche
Mark Ruffalo. È un atteggiamento nei confronti del proprio
lavoro. E comunque, non si tratta di “lavoro” come parola di
quattro lettere. È il lavoro come un’avventura fantastica, e perché
vorresti farlo in un altro modo?”.
Il creatore, scrittore e
protagonista di The
Orville, Seth MacFarlane, che ha
interpretato il capitano Edward Mercer, ha suggerito che
l’acclamata serie non è ancora finita. Nonostante il futuro incerto
dello show, il regista di Ted ha offerto una risposta vaga sulla
possibile quarta stagione di The
Orville.
“Tutto quello che posso dirvi è
che non esiste un certificato di morte ufficiale per The
Orville“, ha dichiarato MacFarlane a TheWrap.
“È ancora con noi. Al momento non posso spingermi oltre. Ci
sono troppi fattori“.
D’altra parte, anche il
co-protagonista di MacFarlane, Scott Grimes – che
nella serie interpretava il tenente Gordon Malloy – ha
dichiarato a TheWrap che le conversazioni sulla quarta stagione
sono iniziate anche prima dell’inizio degli scioperi di
Hollywood.
“So che ne stiamo ancora
parlando. Non è morta in nessun modo. Si tratta solo di capire
quando, dove e come e di costruire di nuovo il materiale”, ha detto
Grimes. “Sono entusiasta perché è una delle cose più belle su cui
lavorare. Quindi incrocio le dita. So che Seth vuole farlo e di
solito ha molto potere. Spero che ci riesca perché è una delle sue
creature che ama e su cui è un piacere lavorare“.
Di cosa parla The Orville?
Omaggio di MacFarlane a
Star Trek e al suo spin-off Next Generation,
The
Orville – ambientato in un futuro lontano – segue
l’equipaggio della U.S.S. Orville in missione per esplorare i
misteri dell’universo. Le prime due stagioni di The
Orville sono andate in onda su Fox, prima che Hulu
acquistasse la serie per una terza stagione. La terza stagione,
intitolata The
Orville: New Horizons, ha debuttato
il 10 marzo 2022.
Oltre a MacFarlane e Grimes, il
resto del cast di The
Orville comprende anche Adrianne Palicki,
Penny Johnson Jerald, Peter Macon, J. Lee, Mark Jackson, Jessica
Szohr, Halston Sage e Anne Winters.
Su Threads, a James Gunn è stato chiesto di commentare
le recenti parole di Margot Robbie sul fatto che
Harley Quinn è uno di quei personaggio che può passare di
attrice in attrice possa significare che non interpreterà più il
ruolo. Il regista ha chiarito le cose dicendo che, sebbene non
abbia parlato con Margot Robbie del personaggio da un po’ di
tempo, “non ci sono piani al momento” per qualcun altro
che la interpreti al di fuori di progetti non appartenenti al
DCU.
“Non ho parlato con Margot di
Harley per molto tempo“, ha detto Gunn nel post. “Ma mi
piacerebbe molto lavorare di nuovo con lei come Harley o come
qualcun altro. Al momento non ci sono piani per qualcun altro che
interpreti Harley (intendo, a parte nel film di Todd o nella/e
serie animata/e)“.
Quali progetti faranno parte del
primo capitolo dell’Universo DC?
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto
da James
Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il
Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane
reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois
Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già
detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e
Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain
“The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde
(Nathan
Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced),
Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho
(Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. È però
confermata anche la presenza della Fortezza della Solitudine.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha
permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi,
infatti, è confermato che Superman:
Legacyrispetterà la data di uscita
prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025. Le
riprese dovrebbero invece avere inizio a marzo 2024.
Deadline ha
riportato la notizia che Gerard Butler interpreterà la versione
live-action di Stoick, il padre del protagonista del franchise
Hiccup. L’attore ha doppiato il personaggio in
tutti e tre i film d’animazione, il che significa che avrà
interpretato il ruolo sia in animazione che in live-action.
Gerard Butler si unisce a Mason Thames
e Nico Parker nel remake, che interpreteranno
rispettivamente Hiccup e Astrid.
Dragon Trainer (How To
Train Your Dragon) è prodotto da Marc Platt
Productions e distribuito da Universal Pictures.
Dean DeBlois, sceneggiatore e regista di tutti e
tre i film della trilogia animata, sarà anche sceneggiatore e
regista del remake.
Il franchise di Dragon
Trainer (How To Train Your Dragon) è basato sull’omonima
serie di libri per bambini di Cressida Cowell. La storia originale
di Cowell era incentrata su Hiccup, un giovane aspirante inventore
che vuole rendere orgoglioso il padre vichingo diventando un
cacciatore di draghi. Le cose non vanno come previsto quando Hiccup
si ritrova inaspettatamente a stringere un legame con un drago
Night Fury.
Quanti sono i film di
Dragon Trainer (How To Train Your Dragon)?
Dopo il successo del film del 2010,
sono seguiti altri due sequel che hanno ricevuto il plauso della
critica e diverse nomination agli Oscar, tra cui quella per il
miglior film d’animazione. I film d’animazione hanno visto la
partecipazione di Jay Baruchel, Gerard Butler, America
Ferrera, Craig Ferguson, Jonah Hill, Kristen Wiig, Cate Blanchett,
Kit Harington e altri ancora. Il franchise è un successo
al botteghino, con un incasso mondiale complessivo di oltre 1,6
miliardi di dollari.
Secondo quanto riportato da
Variety, l’attrice Julia Garner,
vincitrice di un Emmy e di un Golden Globe, si è
unita ufficialmente al cast del prossimo remake di Wolf
Man di Leigh Whannell.
Julia Garner si
unirà a un cast che vede già Christopher Abbott –
che ha sostituito Ryan Gosling nel ruolo di protagonista del
film – nel ruolo di protagonista. Al momento non si conoscono altre
informazioni sul cast del film. Garner e Abbott hanno un certo
affiatamento, avendo entrambi recitato in Martha, Marcy, May,
Marlene del 2011.
Whannell è noto
per aver scritto diversi film horror di James Wan,
tra cui Saw del 2004, Dead Silence del 2007 e
Insidious del 2010. Ha debuttato alla regia nel
2015 con Insidious
3, prima di dirigere Upgrade del 2018
e, più recentemente, The
Invisible Man del 2020 con Elisabeth Moss. Ha anche ricevuto un credito
per la storia di Insidious: The Red Door del 2023, diretto da
Patrick Wilson.
Christopher
Abbott, invece, è noto per aver interpretato ruoli in
It Comes at Night del 2017, First
Man del 2018, Possessor del 2020 e
Sanctuary
del 2022. Sarà presto al cinema con Povere
Creature! (Poor Things) di Yorgos
Lanthimos, che uscirà negli Stati Uniti il 22 dicembre
2023, e apparirà anche in Kraven the
Hunter del 2024.
Cosa sappiamo di Wolf Man?
Ryan Gosling era stato inizialmente accostato
a Wolf Man nel maggio 2020. All’epoca, Ryan Gosling era in trattative per
interpretare un conduttore che viene infettato e la sceneggiatura
era stata paragonata a Network del 1976 e a Nightcrawler del 2014.
Al momento i dettagli della trama
non sono stati resi noti. La sceneggiatura è di Whannell, Corbett
Tuck, Lauren Schuker Blum e Rebecca Angelo. Jason
Blum produce il film, mentre Ken Kao, Bea Sequeira, Mel
Turner e Whannell sono produttori esecutivi insieme a Gosling.
James Gunn, co-CEO dei DC
Studios, ha fornito ai fan un aggiornamento sulla
pre-produzione della seconda stagione di Peacemaker
per iniziare l’anno.
Su Threads è stato
chiesto a James Gunn un aggiornamento sui progressi
della seconda stagione di Peacemaker.
La prima stagione ha debuttato nel gennaio del 2022, prima del
cambio di leadership alla DC. Sebbene la serie sia stata confermata
anche dopo il cambiamento, Gunn sta per dirigere il primo film della
nuova era, Superman:
Legacy.
In risposta alla domanda, il
regista ha rivelato che la seconda stagione di Peacemaker
è “scritta per oltre la metà“, e James Gunn ha precedentemente confermato che
sta scrivendo la serie almeno dallo scorso ottobre.
Basato sui personaggi della DC,
Peacemaker
è scritto, diretto e creato da James Gunn. I produttori esecutivi sono
James Gunn, Cena, Peter Safran e Matt Miller.
La serie è stata prodotta da Troll Court Entertainment e The Safran
Company in associazione con Warner Bros. Television.
Chi ha recitato in Peacemaker
Stagione 1?
La prima stagione di James Gunn ha visto protagonisti John
Cena nel ruolo di Peacemaker, Danielle Brooks nel
ruolo di Leota Adebayo, Jennifer Holland nel ruolo
di Emilia Harcourt, Freddie Stroma nel ruolo di
Adrian Chase/Vigilante, Steve Agee nel ruolo di
John Economos, Chukwudi Iwuji nel ruolo di Murn,
Robert Patrick nel ruolo di Auggie Smith/White
Dragon e altri ancora. Non è chiaro quali personaggi torneranno nel
prossimo capitolo, ma James Gunn ha già detto che ha intenzione di
stabilire più collegamenti con la DC nel prossimo capitolo, dopo le
apparizioni a sorpresa di Ezra Miller e Jason Momoa nel finale della prima
stagione.
Con il recente ritorno al genere nel
cinema italiano, anche il fantasy ha avuto il proprio momento di
gloria grazie ad un film molto particolare. Si tratta di
La Befana vien di notte (qui
la recensione), diretto da Michele Soavi e
scritto da Nicola Guaglianone. Già autore di
Lo chiamavano Jeeg
Robot e Non ci resta che il
crimine. Interpretato da Paola
Cortellesi, questo film ha riscosso un buon successo,
tanto da portare alla realizzazione di un nuovo film a riguardo nel
2021. Nonostante il titolo La Befana vien di notte 2 – Le
origini, esso non è un sequel bensì, un prequel
che va appunto a narrare le origini della befana.
Scritto da Nicola
Guaglianone e Menotti, ma diretto
stavolta da Paola Randi – già
regista di Tito e gli
alieni e successivamente di Beata te – il film va dunque a raccontare una storia
diversa, ambientata in un epoca lontana, potendo contare su una
nuova protagonista d’eccezione: Monica Bellucci. È
lei ad assumere il ruolo della magica protagonista, alle prese con
nuove avventure, nuovi bambini da gestire e, naturalmente, un nuovo
antagonista da sconfiggere. Nonostante tutto ciò, questo nuovo film
ha ottenuto un riscontro economico molto inferiore rispetto al
primo capitolo.
È però, insieme a La
Befana vien di notte, un perfetto titolo da vedere in
occasione della festività della Befana, dopo la quale, si sà, tutte
le feste vengon portate via. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama di La Befana vien di notte 2 – Le
origini
Il racconto si svolge nel XVIII
secolo, quando Paola, una ragazzina di strada,
truffaldina e sempre a caccia di guai, si trova inavvertitamente a
intralciare i piani del terribile Barone De
Michelis, un omuncolo gobbo sempre scortato dal fidato e
bistrattato Marmotta, con una sconfinata sete di
potere e uno smisurato odio verso le streghe. L’intervento della
dolce e potentissima Dolores, una strega buona che
dedica la sua vita ai bambini, salva Paola da un rogo già acceso.
Tra un magico apprendistato, inseguimenti, incredibili
trasformazioni e molti, molti, guai, Paola scoprirà che il destino
ha in serbo per lei qualcosa di davvero speciale.
Il cast di La Befana vien di
notte 2 – Le origini e le location: ecco dove è stato girato
il film
Ad interpretare la strega Dolores vi
è, come già anticipato, l’attrice MonicaBellucci, mentre la
giovane Zoe Massenti, qui al suo primo ruolo in un
film, interpreta Paola, che diverrà poi la Befana vista nel film
con Paola Cortellesi. Recitano poi nel film
Fabio De Luigis nel ruolo del crudele Barone
De Michelis, ruolo per cui l’attore si è trasformato fisicamente,
mentre nel ruolo del suo fido braccio destro Marmotta vi è il
comico Herbert Ballerina. Completano il cast gli
attori Alessandro Haber nel ruolo del marchese,
Guia Jelo in quelli di donna Isa e Corrado
Guzzanti nel ruolo di Papa Benedetto XIV.
Per quanto riguarda le location, il
film è stato girato tra Lazio e
Umbria e in particolare nella suggestiva
Tuscia. In diverse scene si possono poi ammirare
scorci di borghi come Soriano nel Cimino, la
Faggeta vetusta patrimonio dell’UNESCO e le
Cascate di Chia, ma anche Todi e
Orvieto. Nel Lazio, invece, sono state
principalmente due le scelte della produzione: nella zona dei
Castelli Romani, Villa Aldobrandini, imponente
struttura risalente all’inizio XVII secolo che sovrasta
Frascati, e Villa Parisi, un
edificio dello stesso periodo che si trova a Monte Porzio
Catone. Si tratta di luoghi antichi o di siti naturali,
rivelatisi ideali per restituire l’atmosfera dell’epoca in cui il
film è ambientato e allo stesso tempo conferire al film un che di
magico.
È possibile fruire di La Befana vien di notte 2 – Le
origini grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 5 gennaio alle ore 21:20
sul canale Rai 1.
Arriverà il prossimo 10 gennaio su
Disney+ la
nuova serie MarvelEcho,
che vedrà il ritorno di Maya Lopez sul piccolo
schermo, dopo il suo esordio in Hawkeye.
L’attrice Alaqua Cox sarà protagonista di cinque
episodi che usciranno simultaneamente con il marchio
Marvel Spotlight, etichetta che si propone di raccontare storie
che non fanno parte della continuity del MCU.
Creata circa 20 anni fa da
David Mack e Jon Quesada,
Maya Lopez è una giovane donna sorda con la
capacità di copiare qualsiasi movimento che vede, da cui il suo
nome d’arte, Echo.
Nei fumetti, inizia la sua corsa come antagonista di Daredevil ma presto diventa un’alleata
dell’Uomo Senza Paura e di molti altri supereroi Marvel.
La sua storia comincia ovviamente
dai fumetti Marvel, dove è apparsa per la prima
volta in Daredevil #9 nel 1999, creato da David
Mack e Jon Quesada. In questa serie, è
una giovane donna che Kingpin controlla e usa per avvicinarsi a
Matt Murdock nel tentativo di apprendere i punti deboli di
Daredevil. Sappiamo che Kingpin è il padre
adottivo di Maya, nonostante sia stato lui a causare la morte dei
suoi genitori. Segue la sua educazione e appena scopre che,
nonostante la disabilità, ha un’intelligenza sopra la media, le
fornisce l’accesso a una scuola per studenti superdotati.
Da grande, Maya
Lopez assume diverse incarnazioni, e tra queste c’è la
prima versione di Ronin della Marvel Comics. Il MCU ha già visto
Ronin in azione, con il volto di
Jeremy Renner/Clint Barton, in Avengers: Endgame. La sua trasformazione in
Ronin avviene quando, dopo essersi allontanata da Kingpin, va in
Giappone.
Il personaggio di Echo potrebbe
essere utilizzato in altre PI Marvel, anche se la serie arriverà
sotto all’etichetta Marvel Spotlight. Nei
fumetti, infatti, Maya ha una relazione sentimentale con Matt
Murdock, prima che entrambi scoprano le rispettive identità
segrete. Dopo Matt è il turno di Clint, che Maya avvicina in
Secret
Wars, nel corso dell’invasione degli
Skrull. Ma Maya ha anche un legame con
Elektra e con La Mano, che le fa il lavaggio del cervello per
farla combattere nelle sue fila.
Maya Lopez rappresenta una
minoranza etnica nei fumetti Marvel
Il personaggio di Maya è originale
per molti versi. Maya Lopez è anche una nativa
americana. Nei fumetti, appartiene alla comunità degli Cheyenne e
come caratteristica estetica indossa sempre delle piume trai
capelli, tipica usanza di quella popolazione. Nella serie Echo,
Alaqua Cox, che la interpreta, è di origine nativo
americana.
Un’altra caratteristica importante
di Maya è che è sorda, e questo fa di lei una dei pochi personaggi
Marvel ad appartenere alla comunità
dei non-udenti, insieme a Makkari degli
Eterni e all’Occhio di Falco televisivo, che a
furia di botte, comincia a perdere l’udito. Questo importante
tratto non viene sottovalutato nella serie TV Hawkeye e la prima scena che vede Echo
protagonista la mostra mentre ascolta la musica attraverso le
vibrazioni accanto a un altoparlante.
La disabilità di Maya non influisce
sulle sue prestazioni in battaglia e, proprio come fa
Daredevil con la sua cecità, ha imparato a usarla
a suo vantaggio. Indipendentemente da ciò, quando la sua vista
viene compromessa, può avere difficoltà contro qualsiasi tipo di
nemico.
Chi è Echo
Il personaggio supereroistico che
vedremo nella serie metterà probabilmente in bella mostra la sua
dote soprannaturale, ovvero la capacità di fare da “eco”, appunto,
di imitare qualsiasi movimento in combattimenti corpo a corpo che
la rende un’avversaria molto forte. Fin da quando era molto
piccola, Maya era in grado di rispecchiare perfettamente i
movimenti di chiunque altro, proprio come fa Taskmaster. La sua
capacità di replicare qualsiasi cosa le consente di diventare
un’abile artista marziale, una ballerina professionista o persino
un’atleta di livello olimpico in pochi secondi.
Anche le sue capacità di lettura
labiale sono superiori alla media. Può leggere le labbra da una
distanza maggiore rispetto agli altri esseri umani o anche usando
la coda dell’occhio. Inoltre, può leggere le labbra delle persone
anche se indossano maschere di tessuto sottile.
Infine, come è già stato lasciato
intuire, Echo
non è una vera e propria villain, anche nei fumetti, dove a un
certo punto si unisce addirittura agli Avengers. Si unisce al
gruppo nella lotta contro Silver Samurai e durante l’invasione
degli Skrull in Secret
Invasion.
Le incarnazioni di Maya Lopez
Alaqua Cox è la prima attrice
disabile a interpretare un personaggio principale in una produzione
dei Marvel Studios. È nata sorda, proprio
come il personaggio dei fumetti originali, e ha una gamba
protesica.
Disponibile a partire dal
10 gennaio su Disney+, questa
sarà la prima serie MCU a seguire il modello di
distribuzione binge simile a quello di Netflix, il che significa che un’intera stagione
verrà rilasciata in una sola volta invece della tradizionale
strategia di rilascio settimanale in stile tv via cavo.
Il Wilson Fisk di
Vincent D’Onofrio è apparso accanto a Maya
durante i momenti finali di Hawkeye e le conseguenze del loro
scontro sono tutt’ora un mistero, ma lo vedremo nella serie che
partirà dall’infanzia della protagonista, fino a raccontarne le
azioni contemporanee.
Debutterà l’8 gennaio 2024 in prima
serata la nuova serie tv di RAI FICTION, La
storia, creata da Giulia Calenda, Ilaria Macchia,
Francesco Piccolo e diretta da Francesca Archibugi.
Protagonisti con
Jasmine Trinca,
Elio Germano, Asia Argento,
Lorenzo Zurzolo, Francesco Zenga e con
Valerio Mastandrea.
La storia è composta da 4 puntate
da 100 minuti ciascuno scritti da Giulia Calenda, Ilaria
Macchia, Francesco Piccolo e Francesca Archibugi e tratto
da “La Storia” di ELSA MORANTE pubblicato in Italia da Giulio
Einaudi Editore, Torino.
La storia: la trama
Foto di Lacovelli Zayed
Roma, quartiere San Lorenzo. Alla
vigilia della seconda guerra mondiale, Ida Ramundo, maestra
elementare rimasta vedova con un figlio adolescente di nome Nino,
decide di tenere nascoste le proprie origini ebraiche per paura
della deportazione. Un giorno, rientrando a casa, viene violentata
da un soldato dell’esercito tedesco, un ragazzino ubriaco.
Dopo lo sgomento, l’angoscia e la
vergogna, scopre di essere incinta. Mentre Nino trascorre l’estate
al campeggio degli Avanguardisti, Ida partorisce in segreto un
bambino prematuro, piccolo e quieto, con gli stessi occhioni
azzurri del padre, quel soldato ragazzino tedesco già morto in
Africa. Quando Nino torna a casa e scopre il fratellino, lo accetta
di slancio e se ne innamora. Lo soprannominerà Useppe.
La piccola famiglia viene stravolta
dagli eventi della guerra: prima Nino, fascista convinto, decide di
partire per il fronte contro il parere di Ida, lasciandola sola con
Useppe; poi, nel bombardamento di San Lorenzo del luglio 1943, la
loro casa viene distrutta, Ida perde tutto ed è costretta a
sfollare a Pietralata. Da quel momento, ogni giorno diventerà una
lotta per la propria sopravvivenza e per quella del suo bambino.
Intanto, Useppe cresce aspettando i ritorni di suo fratello, al
quale è legato da un amore inossidabile, mentre una vitalità a
tratti disperata spinge Nino verso la lotta armata di Resistenza,
verso l’amore, verso i compagni, pieno di desideri; più soldi, più
affari, più avventura. Dopo la guerra si darà al contrabbando,
prima di sigarette e poi in quello delle armi. Vuole una vita
migliore per sé, per Ida e per Useppe.
Note di regia
Tutta la Storia e le nazioni della
terra s’erano concordate a questo fine: la strage del bambinello
Useppe Ramundo. “La Storia”, Elsa Morante, 1974 Ida Ramundo vedova
Mancuso viene violentata. Tutto nasce da una violenza sessuale di
un giovane soldato tedesco su una donna incapace di difendersi.
Quel giovane soldato morirà poco dopo, in guerra. Tutti sono
incapaci di difendersi. I personaggi di questo grandioso libro sono
creature senza nessun potere, attraversate da forze collettive,
piccole figure che tentano di sopravvivere nel decennio di un
secolo che ha attraversato l’orrore assoluto. Come mettersi al
servizio di un’idea tanto semplice quanto gigantesca? Con tutta
l’umiltà e la fedeltà possibili. Attenzione spasmodica alla
distribuzione dei ruoli, alla scelta degli attori e delle attrici,
dei cani e dei bambini, delle case, delle piazze, delle scarpe e
delle ciabatte. Immagini. Voci. Luci. Suoni. Il lavoro di regìa è
una sequenza infinita di scelte macro e microscopiche, grandi
impostazioni e minimi dettagli. Guidare una armata di collaboratori
geniali, tutti tesi allo stesso scopo: cercare di restituire nei
personaggi e nelle scene lo stesso stupore, divertimento, orrore,
disperazione che si è provati leggendo La Storia da adolescenti.
Con la precisa certezza che sarebbe stato impossibile. È stato
terrificante e bellissimo. Francesca Archibugi
La storia, trama del primo
episodio
La maestra Ida Ramundo è ebrea, ma
lo tiene nascosto. Il marito è morto anni prima e lei vive con suo
figlio Nino, adolescente bellissimo ed esuberante. La vita di Ida,
fra scuola e San Lorenzo, procede impaurita ma tranquilla, aiutata
spesso dall’oste Remo. Un giorno di gennaio del 1941 tutto
cambia: Gunther, un giovanissimo soldato tedesco, la segue in casa
e la violenta. È quello il giorno in cui la Storia bussa alla porta
di una donna normale: Ida si scopre incinta. Mentre Nino è lontano
al campeggio con gli Avanguardisti, nasce un neonato magico, con
degli occhi azzurri bellissimi.
La storia, trama del secondo
episodio
Al ritorno, Nino non fa domande e
si innamora istantaneamente del fratellino. E il piccolo di
lui. Fra i due fratelli s’instaura un legame fortissimo. Però Nino,
fascista esaltato, abbandona la famiglia e il liceo, spezzando i
sogni di Ida, e si arruolerà in guerra volontario, salutato da
tutto il quartiere. Ida resta sola con il piccolo soprannominato
Useppe. Ma la guerra sconvolgerà ben presto le vite di tutti. San
Lorenzo viene bombardato, la casa di Ida distrutta e
Blitz, il cagnolino di Nino, morirà sotto le macerie.
Il cast di La storia
Ida Ramundo vedova
Mancuso(Jasmine
Trinca): è una diligente maestra elementare, figlia di
maestri, semplice, infantile, conserva ancora una “faccia da
bambina sciupatella”. Crede con fervore nell’istruzione e
solo dentro l’aula con i suoi scolari prova un po’ di pace. Il
mondo le fa paura. Rimasta vedova e sola da giovane,
mezza ebrea, attraversa il fascismo, le leggi razziali e
l’occupazione di Roma da parte dei nazisti con un terrore
occulto.
Ama i suoi figli come
un’innamorata, prima di Nino, adolescente bello e inquieto che la
tiene in un continuo stato d’agitazione, e poi di Useppe, il suo
pupetto dallo sguardo celeste. I suoi figli sono la sua unica
ragione di vita, “come certe gatte malandate”.
Nino(Francesco Zenga): cresce durante i cinque anni di
guerra. Odia andare a scuola, al liceo classico, e infrange i sogni
di Ida di vederlo laureato abbandonando gli studi per arruolarsi
volontario nell’esercito fascista. S’immerge nel caos della guerra,
ritorna a casa dopo essersi unito a sorpresa ai partigiani della
cellula dei castelli romani. L’Italia sobbolle, lui viaggia,
attraversa il fronte, va a Napoli, si unisce agli americani. Nino è
sempre in movimento, pieno di idee, a volte in conflitto fra loro;
da orfano di padre, comanda sulla madre ed è intollerante a tutte
le autorità, correndo a perdifiato felice e disperato verso il suo
destino.
Useppe(Christian Liberti/Mattia Basciani): frutto della
violenza sessuale di un soldato tedesco, è un bambino di una
dolcezza quasi soprannaturale, pieno d’amore per l’universo, gli
uomini e gli animali. Il suo sguardo azzurro conquista il mondo e
tutte le persone che lo incrociano. Durante la terribile
occupazione nazista che affama Roma, Ida si batte come una lupa per
cercare di trovare per lui qualcosa da mangiare, farlo crescere,
non farlo ammalare. Perché Useppe soffre di assenze, chiamate
Piccolo Male che finita la guerra lo faranno passare attraverso la
trafila di medici e medicine. Ida è fiduciosa perché è la stessa
malattia di cui soffriva lei da piccola e dalla quale è
guarita.
L’oste Remo(Valerio Mastandrea): proprietario di un’osteria a
San Lorenzo, è una specie di capo di quartiere, amato e rispettato,
l’unico che Nino sta a sentire e, per questo, amato anche da Ida.
Si scoprirà essere uno dei capi della resistenza armata e farà da
tramite per passare le notizie tra Ida e il figlio Nino. Non
abbandonerà mai Ida e le sarà sempre vicino.
Eppetondo(Elio
Germano): Giuseppe Cucchiarelli è un marmista
che dopo il bombardamento di San Lorenzo sfolla a Pietralata
insieme a Ida e Useppe. Chiamato Giuseppe Secondo per l’eccesso di
Giuseppi nel capannone degli sfollati, viene ribattezzato Eppetondo
da Useppe che non sa pronunciarne il nome. Comunista, d’animo
gentile e generoso, è uno strano tipetto che si lega con amicizia
fortissima e anomala prima a Useppe e poi a Ida.
Quando compare Nino partigiano, si
unisce di slancio alla lotta armata. Catturato dai nazisti, si
comporterà da piccolo grande eroe per non tradire i compagni.
Carlo Vivaldi(Lorenzo Zurzolo): il cui vero nome è Davide Segre,
studente ebreo di Mantova, è un anarchico nonviolento. Scampato
alla deportazione che ha sterminato la sua famiglia, dopo
l’incontro con Nino si convince a partecipare attivamente alla
lotta partigiana. L’uccisione violenta di un tedesco, lo porterà a
un conflitto interiore che lo consumerà. Dopo la guerra, ritrova
Useppe conosciuto durante lo sfollamento a Pietralata. Il bambino
si legherà a lui, lo cercherà, mentre Davide, incapace di
riprendersi dalle ferite della guerra, sprofonderà sempre di più
nella solitudine.
I Mille(Vincenzo Antonucci, Anna De Stefano, Rosaria Langellotto,
Arcangelo Iannace): famiglia mezza romana mezza
napoletana, scampata ai bombardamenti a tappeto di Napoli. Si
sono rifugiati nel ricovero per gli sfollati di Pietralata, guidati
dalla furbizia di Domenico(Vincenzo
Nemolato). Chiamati così perché numerosi, sono tutti
imparentati tra loro. Sono allegri, spregiudicati, ridono,
litigano, fanno la borsa nera. Tra loro si distingue la
sora Mercedes(Carmen Pommella),
matrona della famiglia, che nasconde sotto una coperta i beni
alimentari e li smercia anche all’interno del capannone; e
Carulina(Flora Gigliosetto),
chiamata da Useppe Ulì, una quindicenne già madre di due gemelline
di cui dice di non sapere chi è il padre. Affettuosa, allegra,
“canterina e piagnona”, resterà nei ricordi di Useppe per
sempre.
La famiglia
Marrocco: Ida e Useppe affittano una stanza nella loro
casa di Testaccio una volta abbandonata Pietralata. Sono
ciociari: in casa ci sono il nonno, un vecchio un po’ rimbambito
che vuole solo bere vino, il signor Tommaso
Marrocco (Enzo Casertano) che lavora come
portantino in ospedale, la signora Filomena
Marrocco(Antonella Attili), sarta in
casa, brutale e sboccata, sempre dietro al lavoro delle macchine da
cucire e circondata di clienti, e Annita(Ludovica Francesconi), la piccola sposina del
figlio Giovannino, disperso in Russia. L’attesa del ritorno di
Giovannino è il pensiero fisso della famiglia. Il suo nome e la sua
foto campeggiano nella casa e nei pensieri.
Santina(AsiaArgento) è una prostituta che
va a casa Marrocco a leggere i tarocchi, di cui è esperta,
interrogata come un oracolo da Filomena e Annita sulla sorte di
Giovannino. Lì conosce Davide Segre, con il quale intreccia una
relazione intima, anche di pensieri e conforto, che ingelosisce
Nello(Josafat Vagni) il suo
magnaccia violento e possessivo.
Blitz e Bella:
sono i cani della famiglia Ramundo-Mancuso. Blitz,
voluto da Nino quando è nato il fratellino, come una sorta di
risarcimento. Quando parte soldato, lo affida a Useppe, in segno
del loro legame speciale. Ma il cagnolino morirà sotto le macerie
del bombardamento di San Lorenzo, il primo trauma indelebile per
Useppe. Bella, invece, è una magnifica maremmana
enorme e bianca, di cui s’innamora Nino come fosse una ragazza e
che va a vivere con loro appena finita la guerra. Sarà compagna di
grandi avventure per Useppe e nelle sue scorribande romane starà
sempre appiccicata a lui, per proteggerlo da tutto. Quando Nino non
c’è, Bella veglia sulla famiglia e sulla malattia di Useppe come
una seconda mamma.
Patrizia(Romana Maggiora Vergano): è la fidanzata di Nino,
di cui si innamora anche Useppe, per la sua dolcezza e la sua
allegria. Fanno giri in moto in tre e, durante una scampagnata al
lago, Useppe li vede fare l’amore. Insieme trascorrono momenti
intensi di felicità. Da questa felicità resterà Ninetta, la pupetta
che Patrizia avrà da Nino.
Vilma(Giselda Volodi): è una strana donna, un po’ maga,
un po’ strega, che Ida incontra al ghetto. È considerata
dagli altri ebrei una che vaneggia, poiché riporta le notizie delle
radio straniere che ascolta dalla signora da cui lavora. Notizie
che sono prese con fastidio, come profezie squinternate di una
donna fuori di sé. C’è troppo orrore in quello che racconta, morte,
deportazione, nessuno le crede.
Signora Di Segni(Anna Ferruzzo): ha un negozio di tessuti nella
piazza principale del ghetto. È la più scettica sulle profezie di
Vilma, non vuole crederle. Ida la incontra di nuovo vicino alla
Stazione Tiburtina, dopo che tutta la sua famiglia è stata
rastrellata il 16 ottobre del ’43. Ida la segue fino al treno, e la
vede gridare ai fascisti e ai nazisti di fare partire anche lei con
i suoi cari, pensando che andranno in un campo di lavoro e non in
un campo di morte.
Leslie Bibb,
Dom Hetrakul, Jason Isaacs, Michelle Monaghan, Parker
Posey e Tayme
Thapthimthong si uniscono al cast del terzo ciclo di
episodi di The
White Lotus, la premiatissima satira di Mike White
targata HBO le cui prime due stagioni sono disponibili su Sky e in
streaming solo su NOW.
Accanto ai nomi appena annunciati,
il ritorno nel cast, direttamente dalla prima stagione, di
Natasha Rothwell. La serie, che batterà il primo
ciak a febbraio e che arriverà prossimamente in esclusiva su Sky e
in streaming solo su NOW, verrà girata a Koh
Samui, Phuket e Bangkok e seguirà le vicende di un nuovo gruppo di
vacanzieri in un altro resort The
White Lotus.
La
prima stagione, arrivata nell’estate del 2021 e ambientata alle
Hawaii, ha ricevuto ben 20 nomination agli Emmy Awards in 13
categorie, portando a casa 10 statuette, più di qualunque altra
serie quell’anno – incluso il premio come miglior miniserie. Il
secondo ciclo di episodi, che ha debuttato nel dicembre 2022, è
invece ambientato in Sicilia e ha fatto sue addirittura 23
nomination ai prossimi Emmy, fra cui quella per miglior serie
drammatica.
The
White Lotus è create, scritta e diretta da Mike
White; produttori esecutivi sono Mike White, David Bernad and Mark
Kamine.
Considerato uno dei più talentuosi e
importanti registi del nuovo cinema statunitense, James Gray ha negli
anni dato vita ad acclamati lungometraggi come The Yards, I
padroni della notte e C’era una volta a New York.
Prima di cimentarsi con la fantascienza di Ad Astra, egli ha poi
portato sul grande schermo un complesso film d’avventura come
Civiltà
perduta (qui la recensione), adattamento
del libro Z la città perduta di
David Grann e a sua volta basato sulla vera storia
dell’esploratore britannico Percy Fawcett. Prende
da qui forma un racconto diviso tra avventura e descrizione di un
preciso contesto sociale, il tutto con il tocco unico di Gray.
Distribuito al cinema nel 2016,
Civiltà
perduta trova dunque origine da un testo letterario, che
Grann scrisse qualche anno dopo un suo articolo sul New
Yorker basato sulla vicenda di Fawcett. Il libro fu un enorme
successo, tanto da essere nominato dal New York Times come
uno dei dieci libri migliori dell’anno. Poco dopo, la società di
produzione fondata da Brad Pitt ne ha
acquistato i diritti, invitando James Gray ad
adattarlo per il grande schermo. Accolto poi molto positivamente
dalla critica, Civiltà
perduta è considerato uno dei migliori film del suo anno,
imperdibile per gli amanti del genere.
Gray, infatti, ha arricchito una
storia già di suo densa di colpi di scena, emozioni e personaggi
incredibili ma reali. Il risultato è un nuovo capitolo della sua
filmografia da non perdere assolutamente. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama, al cast di
attori e alla vera storia dietro il film.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Civiltà
perduta
La storia è quella del maggiore
inglese Percy Fawcett, che viene incaricato dal
governo a mappare i territori ancora inesplorati tra Brasile,
Bolivia e Perù. Durante questo primo viaggio insieme al biologo
Henry Costin, Fawcett trova nel bel mezzo
dell’Amazzonia resti di terracotta che lo inducono a ipotizzare
l’esistenza di un’antichissima civiltà che Fawcett chiama Z.
Entusiasta della scoperta e appoggiato dalla moglie
Nina, l’esploratore intraprende dunque
un’avventura che si rivelerà però essere più complessa e pericolosa
del previsto. Con lo scoppiare della Prima guerra mondiale,
inoltre, gli appoggi di cui Fawcett godeva iniziano a venire meno e
il suo obiettivo sembrerà farsi sempre più lontano. Certo di aver
scoperto qualcosa di grosso, egli proseguirà però imperterrito
nella sua ricerca.
Ad interpretare il ruolo di Percy
Fawcett si ritrova l’attore
CharlieHunnam.
Originariamente, però, la parte era stata offerta sia a Brad Pitt che a Benedict Cumberbatch, i quali rinunciarono
però per via di altri impegni. Accanto a Hunnam, nel ruolo del
biologo Henry Costin vi è invece Robert Pattinson. Per
dar vita ai rispettivi personaggi, entrambi gli attori si
sottoposero ad una rigida dieta, arrivando a perdere molto peso.
L’attrice Sienna
Millerinterpreta Nina Fawcett, mentre
Tom Hollandè il
figlio Jack. Completano poi il cast gli attori Angus
Macfadyen nei panni di James Murray
e Ian McDiarmid in quelli di Sir. George
Goldie. Tutti gli attori, inoltre, dovettero prepararsi alla
difficoltà delle riprese nella giungla, un ambiente che richiese
loro addestramento e sopportazione.
Civiltà perduta: la vera
storia di Percy Fawcett
Come anticipato, quella di
Percy Fawcett è una storia vera. L’esploratore
britannico visse dal 1867 a al 1925. Le sue spedizioni nell’America
Meridionale ebbero inizio a partire dal 1906, quando si recò in
Brasile per mappare parte della giungla. Nel corso di queste
esplorazioni egli riportò di diversi incontri con animali
sconosciuti alla zoologia, come un anaconda gigante di circa 19
metri. Fino al 1924 egli svolse numerose altre spedizioni,
guadagnandosi sempre più il favore dei nativi, che aveva nel tempo
imparato a riconoscere e a comprendere. Allo scoppio della Prima
guerra mondiale, tuttavia, fu costretto a tornare in patria per il
servizio militare. Si arruolò come volontario e fu destinato al
fronte nonostante avesse ormai quasi 50 anni.
Terminata la guerra, egli tornò
nuovamente in Brasile per effettuare nuovi studi di zoologia e
archeologia. Insieme al primogenito Jack, egli si
era convinto dell’esistenza di una città perduta, che ribattezzò Z.
Il 20 aprile del 1915 egli partì dunque per quella che si rivelò
essere la sua ultima spedizione. Fawcett, il figlio e quanti con
loro non furono mai ritrovati. Ancora oggi rimae il mistero circa
ciò che gli accadde. Numerose spedizioni furono condotte per
cercare di stabilire che fine avesse fatto l’esploratore, ma
nessuna portò ad esiti certi. Nel corso dei decenni si susseguirono
diverse teorie, tra chi sostiene che il gruppo sia stato ucciso da
animali selvatici e chi invece sostiene che la morte sia arrivata
per mano di alcune tribù.
Secondo altri, infine, lo stesso
Fawcett avrebbe rinnegato la civiltà fondando una propria comunità,
vivendo in essa fino alla morte. Nel 2005 il giornalista del The
New YorkerDavid Grann visitò la tribù
brasiliana dei Kalapalo scoprendo che si erano
tramandati una tradizione orale riguardante Fawcett, secondo la
quale egli e il suo gruppo avevano abitato nel villaggio ed erano
ripartiti verso est. I Kalapalo avvisarono Fawcett di non viaggiare
in quella direzione perché sarebbero stati uccisi dai “feroci
indiani” che occupavano il territorio. Si disse inoltre che una
civiltà monumentale chiamata Kuhikugu potrebbe
essere veramente esistita vicino a dove Fawcett fu visto l’ultima
volta. I ritrovamenti di Grann hanno poi dato vita al suo libro
Z la città perduta.
Il trailer di Civiltà
perduta e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Civiltà
perduta grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Infinity+, Google
Play, Apple TV, Tim Vision, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.
La star di Fair
Play, Phoebe Dynevor, è stata una delle poche
attrici che sono riuscite a partecipare alle selezioni finali per
il ruolo di Lois Lane nel film attesissimo del 2025
Superman:
Legacy. Pur non avendo ottenuto il ruolo, la
Dynevor ha dichiarato di essersi
divertita molto durante il processo.
Parlando con Variety, la Dynevor ha riflettuto sul periodo in cui ha
cercato di diventare la Lois Lane dell’Universo DC. La Dynevor ha
descritto come le audizioni siano state piuttosto veloci e ha anche
elogiato il personaggio di Lane come cervello e coraggio della
relazione.
“È stato un turbine e poi ho
capito che era finita, ma è stato fantastico“, ha detto
Dynevor del processo di audizione. “Lei salva Superman. È il
cervello; in realtà è l’impavida“.
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto
da James
Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il
Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane
reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois
Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già
detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e
Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain
“The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde
(Nathan
Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced),
Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho
(Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. È però
confermata anche la presenza della Fortezza della Solitudine.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha
permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi,
infatti, è confermato che Superman:
Legacyrispetterà la data di uscita
prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025. Le
riprese dovrebbero invece avere inizio a marzo 2024.
La produzione di Superman:
Legacy inizierà quest’anno a marzo, per un’uscita
prevista per l’11 luglio 2025. Ciò è possibile anche in quanto,
fortunatamente, il regista James Gunn aveva finito di scrivere la
sceneggiatura giusto prima degli scioperi dello scorso anno e ha a
quel punto avuto tutto il tempo di finire il casting e altri
dettagli del film nel corso dei mesi successivi, evitando così di
incorrere in un ritardo nella produzione. Ora che il progetto si
prepara ad entrare nel vivo, i fan non possono fare a meno di
chiedersi quando vedremo qualcosa di più a riguardo, dal costume ad
un primo trailer.
Sappiamo però che Gunn
non intende svelare il costume, almeno per il momento, è dunque
potrebbe essere necessario attendere il trailer prima di poter
vedere che aspetto esso abbia. Sfortunatamente, anche per un
trailer o delle prime immagini potrebbe volerci più del previsto.
Rispondendo alle domande dei fan su Threads, a Gunn è stato infatti chiesto
se nel 2024 verrà rilasciato un teaser del film, ma la risposta del
regista è stata un semplice “no”. “Le riprese non
inizieranno prima di marzo. La scrittura è praticamente finita e lo
è già da un po’, a parte una virgola qui, una virgola là”, ha
aggiunto Gunn.
Lascia sicuramente un po’ sorpresi
il sapere che potenzialmente nulla di Superman:
Legacy verrà mostrato prima del 2025. Certo, le cose
potrebbero cambiare da qui ai prossimi mesi, specialmente se la
Warner Bros. dovesse decidere di pubblicizzare il film nel corso di
quest’anno, scavalcando la volontà di Gunn. È in realtà improbabile
che ciò avvenga, considerando quando lo studios sembra riporre
fiducia nel lavoro e nelle idee di Gunn, per cui sembra che proprio
che bisognerà attendere ancora un po’ prima di avere qualcosa di
più concreto riguardo al film.
Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul
film
Superman:
Legacy, scritto e diretto
da James
Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il
Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane
reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois
Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già
detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e
Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain
“The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde
(Nathan
Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced),
Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho
(Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. È però
confermata anche la presenza della Fortezza della Solitudine.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha
permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi,
infatti, è confermato che Superman:
Legacyrispetterà la data di uscita
prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025. Le
riprese dovrebbero invece avere inizio a marzo 2024.
Carrie Coon
sarebbe in attesa di un ruolo chiave nella terza stagione di
The White
Lotus della HBO. Secondo quanto riportato da
Jeff Sneider di The InSneider, la Coon sarebbe in trattative per un
ruolo importante nella terza stagione di The
White Lotus ,
ambientata in Thailandia.
Il casting non è stato ancora
annunciato ufficialmente dalla HBO, anche se
Deadline ha precedentemente riportato che la
stagione sta cercando di riempire tredici ruoli (nove dei quali
saranno series regular), tra cui un “patriarca, un dirigente
d’azienda, un’attrice, una coppia di madri, un disadattato e uno
yogi”. L’unico membro del cast confermato per la terza
stagione di The White Lotus è Natasha
Rothwell, che riprende il ruolo di Belinda dalle prime due
stagioni.
In cos’altro ha recitato Carrie
Coon ?
Carrie Coon è
forse più nota per aver interpretato Nora Durst in
The Leftovers della HBO, creata da Damon
Lindelof, insieme a Justin Theroux. Ha
anche interpretato Bertha Russell in The Gilded Age della HBO e ha recitato nella
terza stagione di Fargo della FX, oltre ad altri
ruoli televisivi.
Al cinema, Carrie
Coon ha recitato in Gone Girl del 2014,
The Post del 2017, Avengers: Infinity War del 2018,
Widows del 2018, The Nest del
2020 e Ghostbusters: Afterlife. Riprenderà il
ruolo di Callie Spengler nel prossimo Ghostbusters:
minaccia glaciale, che uscirà nelle sale statunitensi
il 29 marzo 2024.
Creata da Mike
White, la prima stagione di The
White Lotus ha debuttato nel 2021 e ha avuto come
protagonisti Jennifer Coolidge, Murray Bartlett, Connie
Britton, Alexandra Daddario, Fred Hechinger, Steve Zahn, Sydney
Sweeney e altri. La Coolidge è tornata per la seconda
stagione, andata in onda nel 2022, insieme a una serie di nuovi
attori come F. Murray Abraham, Michael Imperioli, Haley Lu
Richardson, Aubrey Plaza, Simona Tabasco e altri. La terza
stagione di The White Lotus non ha ancora una data
di uscita ufficiale, ma probabilmente sarà trasmessa nel 2025. Le
riprese inizieranno nel febbraio 2024.
Prime
Video ha svelato in una nuova clip esclusiva
altri due inediti personaggi di No Activity – Niente da
segnalare, l’esilarante serie-comedy Original italiana in sei
episodi disponibile in esclusiva dal 18 gennaio 2024.
Così diversi ma così vicini,
“l’agente disilluso” Marcello (Luca
Zingaretti) e “l’agente esaltato” Achille
(Alessandro Tiberi) sono in perenne attesa
dell’avvio di un’azione che non scatta, di una chiamata dalla
centrale che non arriva, in gabbia nella loro volante che contiene
le loro emozioni.
In No Activity – Niente da
segnalare anche Rocco Papaleo, Carla Signoris,
Emanuela Fanelli e Fabio Balsamo. Completano il
cast: Maccio Capatonda, Tommaso Ragno, Davide
Calgaro, Edoardo Ferrario, Sara Lazzaro, Marcella
Bella, Lorella Cuccarini, con Francesco Pannofino e
con Diego Abatantuono.
Due criminali in attesa di un
carico importante, due poliziotti in appostamento pronti a far
scattare il blitz, due operatrici della centrale pronte a inviare i
rinforzi. Ma il carico non arriva e tutti sono costretti ad
un’attesa estenuante e a trovare un modo per ammazzare il tempo.
Nel frattempo… “No Activity – Niente da segnalare”!
Diretta da Valerio
Vestoso, scritta da Laura
Grimaldi, Paolo Piccirillo, Stefano Di
Santi e Pietro Seghetti, la
serie è un adattamento del format australiano No
Activity creato da Jungle Entertainment ed è prodotta da
Amazon MGM Studios e Groenlandia (una società del Gruppo
Banijay). No Activity – Niente da segnalare è
l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia
beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e
intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di
€49,90/anno o €4,99/mese.
Dopo il finale sconvolgente di
Saltburn, il film di successo di
Emerald Fennell, ci sono ancora diverse domande che
non trovano risposta al momento dei titoli di coda. Il contorto
protagonista Oliver Quick, alla fine rivela un complotto per
l’acquisizione della proprietà di Saltburn, come
dimostra la scena finale in cui Ollie viene visto ballare,
letteralmente, sulle loro tombe.
Barry Keoghan in questo ruolo offre un’interpretazione
sapientemente inquietante nei panni dell’emarginato e poi assassino
Ollie, la cui ossessione per il compagno di scuola Felix
Catton (Jacob
Elordi) si rivelerà, alla fine, un piano di un inganno
premeditato molto tempo prima.
Ecco le 10 domande e misteri senza
risposta di Saltburn
Ollie riuscirà a farla franca dopo
aver ucciso i Catton?
La domanda più grande che rimane
alla fine di
Saltburn è se Ollie riuscirà a farla franca
dopo aver ucciso Felix, Venetia ed Elspeth
Catton. Ollie era probabilmente il più a rischio d’essere
indagato subito dopo le morti consecutive di Felix e Venetia, ma è
stato effettivamente salvato da Sir James Catton
che lo ha pagato per lasciare la tenuta di
Saltburn. Il fatto che non ci siano state indagini
sul coinvolgimento del giovane sembra una forzatura logica, ma si
allinea con il desiderio dei Catton di fingere che gli omicidi dei
loro figli non siano mai avvenuti.
Com’è morto Sir James Catton?
Da quello che viene
mostrato nel film, Ollie prese i soldi da James
Catton (Richard
E. Grant) e lasciò
Saltburn indenne. Presumibilmente, al protagonista non sarebbe
stato permesso di tornare a Saltburn in nessun
caso, motivo per cui probabilmente ha aspettato che James morisse
naturalmente per riavvicinarsi a Elspeth e alla tenuta. Sebbene non
sia esplicitamente chiaro quale sia stata la causa della morte di
James, se sia deceduto per cause naturali o addirittura per
suicidio, è certo che Ollie, almeno qui, non è coinvolto in questa
morte.
Come mai Elspeth Catton è finita in
coma?
Alla fine del racconto,
LadyElspeth Catton (Rosamund
Pike) invita Ollie di tornare con lei a
Saltburn per poi essere uccisa da lui mentre è in
coma. Sebbene sia evidente che Oliver abbia in qualche modo
convinto la donna a cambiare legalmente il suo testamento in modo
da diventare l’unico erede di Saltburn, non è
chiaro come Ollie sia riuscito ad avvelenarla fino al punto in cui
era entrata in coma. Non è certo il dettaglio più importante, visto
che si tratta di un mezzo per raggiungere il fine ultimo di Ollie,
ovvero ereditare la reggia, ma sarebbe stato bello sapere
esattamente come ha fatto.
Che fine ha fatto Farleigh?
Ollie è riuscito a incastrare
Farleigh (Archie
Madekwe) per farlo allontanare da Saltburn non
una, ma due volte, anche se il ragazzo è un membro legittimo della
famiglia, molto più di quanto lo sia mai stato Ollie. È probabile
che sia tornato a Oxford o negli Stati Uniti e abbia cercato di
ricontattare James ed Elspeth, magari aspettando la morte di James
per contattare direttamente Lady Elspeth, ma nulla di tutto ciò
viene chiarito alla fine di Saltburn. Conoscendo
l’indole gelosa e riservata di Farleigh, sarà furioso quando
scoprirà che Ollie ha rivendicato Saltburn e
probabilmente prenderà in mano la situazione per vendicarsi.
Che fine ha fatto Eddie, il vecchio
amico di Felix?
Venetia (Alison
Oliver) dice a Ollie che era solo uno dei “giocattoli” di Felix
di cui il fratello si sarebbe stufato. La ragazza poi confessa ad
Ollie che le piace di più del precedente ospite che il fratello
aveva portato a casa l’estate precedente, al quale Felix dirà poi
che si chiamava Eddie. Felix e Eddie hanno smesso di essere amici
dopo che Eddie si è messo con Venetia e l’ex amico quindi non è
stato più invitato a Saltburn. Tuttavia, questa è
l’unica informazione che viene fornita su Eddie, poiché non viene
più menzionato durante il film.
Duncan continuerà a servire
Saltburn?
Il maggiordomo
Duncan è un personaggio strano ma fedele a
Saltburn, che serve sia la famiglia Catton che
l’aristocratica tenuta inglese. Semmai, Duncan sarebbe
probabilmente colui che si insospettirebbe delle motivazioni di
Ollie e della morte improvvise di Felix e poi Venetia, e il più
propenso anche ad accusare il giovane dei loro omicidi. Non si sa
se Duncan tenga davvero alla famiglia Catton o, come Ollie, ami
semplicemente vivere a Saltburn. Alla fine del film, con Ollie
proprietario di Saltburn, il pubblico si chiede cosa ne sarà di
Duncan.
Ollie sapeva di Saltburn prima di
fare amicizia con Felix?
La grande rivelazione del piano di
Ollie alla fine di Saltburn mostra quanto Ollie
stesse tramando da tempo per fare amicizia con
Felix, anche se non è chiaro quanto fosse esteso
il suo piano iniziale ad Oxford. Ollie aveva pedinato Felix a
scuola e probabilmente era venuto a conoscenza della sua estrema
ricchezza, quindi è del tutto possibile che sapesse pure di
Saltburn fin dall’inizio e che avesse messo gli occhi su di
lui. È altrettanto realistico che l’ossessione di Ollie per Felix
si sia trasformata in un consumo e in un’imitazione totale di tutto
ciò che il ricco ragazzo aveva, rendendo Saltburn
l’ultimo possesso necessario per diventare proprio come Felix.
Quanti soldi ha dato James a Ollie
per lasciare Saltburn?
Ollie ha lasciato il
Saltburn dopo che James l’ha effettivamente
cacciato con un assegno sostanzioso in tasca, il che è strano se si
considera che avrebbe potuto farlo allontanare e bandire dai locali
senza offrirgli un centesimo. Tuttavia, Oliver rappresentava una
minaccia troppo grande per James, tanto da indurlo a credere che
non sarebbe tornato senza un cospicuo compenso, e la sua apparente
paura di Ollie è ciò che lo ha spinto a offrirgli una somma
sostanziosa. Quando viene a sapere della morte di James, Ollie
sembra aver acquistato una casa lussuosa, anche se
più piccola, ma non è chiaro quanti soldi di James abbia usato per
comprarla.
Felix e Venetia hanno avuto una
storia romantica?
Nonostante tutte le cose
esplicite ed evidenti e inquietanti di Saltburn,
c’è una domanda più sottile senza risposta sulla relazione tra
Felix e Venetia. Quando Felix ha
scoperto che Ollie si era messo con Venetia, lo ha essenzialmente
minacciato con la storia di Eddie, chiarendo che lei era off
limits. Questo potrebbe essere dovuto alla protezione fraterna,
alla volontà egoistica di non condividere Ollie con Venetia o a
qualcos’altro. Più tardi, a
Saltburn, Venetia riconosce il dopobarba del fratello su Ollie
e i due iniziano a baciarsi subito dopo. Si tratta certamente di
un’ipotesi azzardata senza molte prove concrete, ma potrebbero
esserci dei sottili indizi che fanno pensare a una storia
romantica incestuosa tra Felix e Venetia.
Altri membri della famiglia Catton
cercheranno di reclamare Saltburn?
L’ultima domanda importante che
riguarda il destino di Ollie è quanto a lungo sarà in grado di
mantenere la proprietà di Saltburn ora che ha
aspettato così a lungo per acquistarla. Non ci devono essere solo
James, Elspeth, Felix e Venetia nella famiglia Catton, il che
significa che ci dovrebbe essere una sorta di gerarchia
accuratamente costruita su chi controlla la fortuna della famiglia
dopo la loro morte. Farleigh potrebbe essere stato
escluso dal testamento dopo che Ollie lo ha incastrato per la morte
di Felix, ma sembra difficile credere che nessun altro parente o
amico stretto della famiglia Catton si sia presentato per
contestare la pretesa di Ollie su
Saltburn.
Taika
Waititi – il cui nuovo film Chi segna vincecon
protagonista
Michael Fassbenderuscirà da noi il 18 gennaio –
ha una serie di progetti in programma da qui ai prossimi anni, tra
cui un
misterioso film di Star Wars e un
adattamento live-action di Akira. Questi due in particolare
sono progetti di cui al momento l’effettiva realizzazione non è
certa, ma è invece già stabilito quello che sarà il prossimo film
da regista per Waititi. Si tratta di Klara e il
Sole, adattamento del romanzo di fantascienza del
2021 del premio nobel Kazuo Ishiguro.
La storia si svolge in un futuro
distopico in cui alcuni bambini vengono geneticamente modificati
per migliorare le loro capacità accademiche. Poiché l’istruzione
viene impartita interamente a casa da tutor sullo schermo, le
opportunità di socializzazione sono limitate e i genitori che
possono permetterselo spesso comprano ai loro figli degli androidi
come compagni. Klara è proprio questo, un’amica artificiale
chiamata a svolgere tale ruolo per una bambina gravemente malata.
Il romanzo si è affermato come un bestseller ed era quindi
questione di tempo prima che ne venissero acquistati i diritti per
un adattamento cinematografico.
Secondo quanto riportato
dall’insider Jeff Sneider nell’ultima edizione della sua newsletter, si starebbe
valutando di offrire il ruolo di Klara all’attrice Jenna Ortega (nota per il film Scream VI e la serie NetflixMercoledì).
Non è noto se a Ortega è già stata formalmente proposto di prendere
parte al film, ma maggiori dettagli potrebbero non metterci troppo
ad arrivare. Intanto, tra i prossimi progetti dell’attrice
c’è Beetlejuice
2, atteso in sala il 6 settembre, e la seconda stagione di
Mercoledì, le cui riprese
devono però avere ancora luogo. Se all’attrice sarà possibile
incastrare questo impegno con Klara e il Sole è allora
probabile che la si potrà vedere nel ruolo di protagonista in
questo progetto.
La Società della neve (qui la recensione), film di
chiusura della
Mostra del Cinema di Venezia 2023, diretto da J. A. Bayona, è ufficialmente
approdato su Netflix dal 4
gennaio. Al centro di questo nuovo progetto del regista spagnolo vi
è la terrificante storia vera dell’incidente aereo del 1972 del
volo 571 dell’aeronautica militare uruguaiana e la successiva lotta
per la sopravvivenza dei passeggeri superstiti, oggi conosciuta
come il “miracolo delle Ande“. Il titolo del film
si riferisce a un soprannome comune condiviso tra i sopravvissuti
all’incidente, che sono rimasti uniti in circostanze desolanti,
costretti a fare l’impensabile per rimanere in vita. In questo
articolo, analizziamo la storia vera raccontata dal film, elogiato
da pubblico e critica e che rappresenta la Spagna nella corsa agli
Oscar 2024, nella categoria Miglior film
internazionale.
La tragica odissea
de LaSocietà della Neve è iniziata con una
partita di rugby
Il 12 ottobre 1972,
quarantacinque passeggeri e l’equipaggio salirono a bordo del volo
571 dell’aeronautica militare uruguaiana, aspettandosi un viaggio
di routine dalla capitale Montevideo attraverso la Cordigliera
delle Ande fino a Santiago del Cile. La maggior parte dei
passeggeri a bordo del volo 571 era legata alla squadra di
rugby amatorialeOld Christians Club di
Montevideo, Uruguay; 19 giocatori erano accompagnati da amici,
familiari e sostenitori. Come mostrato nel film La Società della
neve, la squadra era in viaggio per un’amichevole
contro l’Old Boys Club, una squadra inglese con sede a
Santiago del Cile.
A pilotare il jet Fairchild-Hiller
227 noleggiato erano il capitano Julio César
Ferradas e il copilota Dante Hector
Lagurara. Secondo lo Smithsonian Magazine, Ferradas
era un pilota esperto dell’aeronautica militare con più di 5.000
ore di volo all’attivo, tra cui 29 viaggi attraverso le Ande,
mentre Lagurara era in addestramento. Il volo decollò come previsto
da Montevideo il 12 ottobre. Tuttavia, il maltempo costrinse il jet
e i suoi passeggeri ad atterrare e a passare la notte a Mendoza, in
Argentina. Ripartirono il giorno successivo, con l’inesperto
Lagurara ai comandi.
L’impatto iniziale è stato “solo”
l’inizio di una corsa alla sopravvivenza
Ostacolati dai forti
venti, i piloti hanno preso una rotta a U verso il Cile attraverso
un passo di montagna per evitare le vette andine ad alta quota.
Tuttavia, secondo ABC News, hanno iniziato
la discesa troppo presto e non sono riusciti a superare la linea di
cresta. Entrambe le ali e la coda dell’aereo si sono staccate
all’istante e la fusoliera rimanente è scivolata giù dalla montagna
ad alta velocità. Nell’impatto iniziale morirono dodici persone,
tra cui Ferradas, mentre gli altri passeggeri
hanno riportato ferite di vario grado. Uno di loro, Nando
Parrado, che ebbe un ruolo chiave nella sopravvivenza del
gruppo, si fratturò il cranio e rimase in coma per tre giorni prima
di risvegliarsi. Altri, tra cui Lagurara, hanno
poi ceduto alle ferite e alle intemperie nei giorni successivi.
I sopravvissuti hanno poi costruito
un muro di fortuna con sedili, bagagli e frammenti di aereo per
ripararsi dal freddo e dai venti forti, proprio come viene ricreato
ne
La Società della neve. Nel luogo in cui si
trovavano, le temperature potevano scendere fino a 31 gradi
Fahrenheit (ovvero 0 gradi °C) e l’aria rarefatta causava
fiato corto anche stando fermi. Per evitare la disidratazione, i
sopravvissuti erano costretti a mangiare la neve, che era così
fredda da bruciare la gola. Il gruppo ha avvistato un aereo di
soccorso che volava sopra di loro il quarto giorno di isolamento,
ma la fusoliera bianca era mimetizzata nel terreno innevato.
Il decimo giorno hanno sentito dalla
radio a transistor dell’aereo che i tentativi di ricerca erano
stati interrotti, mettendo fine a qualsiasi speranza immediata di
salvataggio. Una settimana dopo, un paio di valanghe hanno
ricoperto la fusoliera di neve, intrappolando il gruppo rimasto
all’interno. Altri otto passeggeri morirono, lasciando 19
sopravvissuti in uno spazio confortevole soltanto per quattro.
Anche se alla fine riuscirono a uscire dalla carcassa dell’aereo, i
sopravvissuti si trovarono ad affrontare un’altra minaccia
imminente: la fame.
I sopravvissuti sono ricorsi al
cannibalismo
Nei primi giorni successivi
all’incidente raccontati da
La Società della neve, i sopravvissuti avevano cercato
di razionare il cibo restante dividendosi quadratini di cioccolato
o cracker con piccoli pezzi di pesce. Alcuni hanno cercato di
mangiare pezzi di pelle dai bagagli strappati. Secondo ABC News,
hanno inoltre usato il metallo dei rottami per costruire un
dispositivo che scioglieva la neve per ottenere acqua potabile.
Tuttavia, data la scarsità di fonti di cibo sulle montagne,
dovettero rapidamente affrontare la fame e la terrificante
consapevolezza che avrebbero dovuto nutrirsi dei corpi dei
passeggeri deceduti per il loro sostentamento.
Alcuni membri del gruppo, cattolici
praticanti, credevano chesarebbero andati
all’inferno se avessero “preso parte a questo rito”.
“Ci chiedevamo se fossimo impazziti anche solo a contemplare
una cosa del genere“, ha scritto Roberto Canessa in
una delle sue memorie. “Ci eravamo forse trasformati in bruti
selvaggi? O era l’unica cosa sana da fare? In verità, stavamo
superando i limiti della nostra paura“.
Alla fine, il gruppo giunse a un
“accordo” inizialmente ideato da uno dei passeggeri che
morì nella valanga: Se una persona dovesse morire, gli
altri potrebbero usare il suo corpo per sopravvivere.
Secondo l’Evening Standard,
Daniel Fernández si è assunto la macabra
responsabilità di tagliare e distribuire la carne. Di conseguenza,
poco più di due dozzine di membri riuscirono a sopravvivere per
circa due mesi nelle condizioni implacabili delle Ande, finché il
tempo non cominciò a migliorare. A questo punto,
Canessa, Parrado e
Antonio Vizintín si decisero a trovare aiuto per i
loro compagni.
La spedizione di salvataggio è
stata più lunga del previsto
I primi tentativi di
esplorare l’area intorno al relitto furono inutili a causa delle
condizioni avverse, tra cui l’alta quota, il
freddo estremo e la minaccia di cecità da neve. Per poter
finalmente organizzare una spedizione di salvataggio legittima, il
trio composto da Canessa, Parrado
e Vizintín iniziò ad allenarsi per attraversare il
paesaggio innevato e ricevette razioni supplementari di cibo per
poter avere più forze. “Sapevo che quando avrei fatto il primo
passo per lasciare la fusoliera non sarei tornato indietro. Questa
è una spedizione kamikaze“, ha dichiarato Parrado al The
Guardian nel 2023.
Come mostrato da
La Società della Neve, per prima cosa, i tre
hanno trovato la coda dell’aereo e, al suo interno, valigie con
piccole quantità di cibo, oltre a vestiti caldi e batterie. Hanno
cercato di usare queste ultime per far funzionare la radio della
fusoliera e chiamare i soccorsi, ma non ci sono riusciti. A quel
punto, era evidente che avrebbero dovuto trovare aiuto da
soli.
Giorno 72: il salvataggio
Il 12 dicembre, il 61°
giorno dopo l’incidente, i tre partirono per quello che pensavano
fosse un viaggio relativamente breve – circa 5 chilometri, o poco
più di 3 miglia, oltre la cima della montagna e nelle valli del
Cile – sulla base delle informazioni fornite dal copilota
Lagurara poco prima della sua morte. In realtà,
Parrado, che è stato pericolosamente vicino
all’iperventilazione e alla disidratazione durante l’ascesa alla
vetta, ha raggiunto la cima e ha trovato altre montagne a perdita
d’occhio. Parrado e Canessa non
videro altra scelta che continuare a camminare. “Gli ho detto:
‘Dai, Roberto, non posso farcela da solo. Andiamo. Se torniamo
indietro, perché? Morirò guardandoti negli occhi, e chi muore per
primo?“. Parrado ha ricordato.
Vizintín offrì loro le sue razioni e tornò dai
sopravvissuti alla fusoliera, sperando che i suoi compagni
completassero il loro viaggio miracoloso.
Secondo The Guardian,
Parrado e Canessa hanno percorso
più di 37 miglia in 10 giorni, arrivando a un fiume dove
trovarono tre uomini sull’altra sponda. Poiché non
potevano attraversare, usarono dei biglietti legati a una roccia
per spiegare ciò che era accaduto sul luogo dell’incidente. Gli
uomini hanno gentilmente gettato loro dei pezzi di pane e si sono
avventurati verso la stazione di polizia più vicina, a 10 ore di
distanza a dorso di mulo. Non molto tempo dopo, gli elicotteri
arrivarono a Los Maitenes, un villaggio vicino al fiume,
con una squadra di soccorso.
Utilizzando le mappe,
Parrado ha tracciato un percorso per tornare al
luogo dell’impatto, che ha lasciato i soccorritori increduli per la
distanza. Nonostante la stanchezza, è salito su un elicottero e ha
guidato i soccorritori fino ai sopravvissuti. Sono stati necessari
due viaggi per trasportare tutti dalla montagna,
il che significa che alcuni sono dovuti rimanere nella fusoliera
una notte in più con i soccorritori che fornivano assistenza.
Parrado è stato portato in un ospedale di San Fernando, in Cile,
dove ha rifiutato di essere trasportato per gli ultimi metri verso
il rifugio a lungo desiderato. “Ho attraversato le Ande a
piedi. Non ho intenzione di entrare in questo ospedale su una
barella“,
ha detto.
I tabloid hanno sensazionalizzato
la vicenda
I compagni di squadra
sopravvissuti sono stati trasferiti in un hotel di Santiago per
riprendersi: Parrado aveva perso 99 chili, poco meno della metà del
suo peso iniziale. Non sorprende che i dettagli della loro storia
si siano diffusi rapidamente, trasformandoli in
celebrità. “Per sei mesi siamo stati circondati da
giornalisti ovunque andassimo“, ha raccontato Parrado,
aggiungendo che alcuni sconosciuti incontrati hanno addirittura
espresso invidia per la loro esperienza. Secondo l’Evening
Standard, i corpi delle 29 vittime dell’incidente sono stati
lasciati sul luogo del naufragio. Oggi esiste un monumento in loro
onore.
La Chiesa cattolica ha rilasciato
una dichiarazione in cui assolve il gruppo da qualsiasi peccato
legato al cannibalismo, ma i dettagli raccapriccianti della loro
situazione non hanno impedito ad alcuni media di scrivere
resoconti sensazionalistici dell’incidente. Si è
diffusa la voce che i membri della squadra si fossero inventati la
storia della valanga. Tuttavia, lo scrittore Piers Paul
Read contribuì a diffondere la verità con il suo libro del
1974 Alive: The Story of the Andes Survivors.
Il Miracolo delle Ande rimane
una storia avvincente di determinazione e
coraggio, particolarmente significativa per chi è
riuscito, contro ogni aspettativa, a superarla. “Amo la vita.
Ogni volta che respiro è come un miracolo“, ha detto Parrado al Guardian.
“Non dovrei essere qui. Non dovrei parlare con voi“.
La Società della neve ha già riscosso ampi
consensi e, a dicembre, è stato uno dei
15 film selezionati nella shortlist per il
Miglior film internazionale ai
prossimi Oscar 2024. È anche nella lista dei candidati per altre
tre categorie: Trucco e acconciature, Musica (colonna sonora
originale) ed Effetti visivi.
L’ex Doctor WhoDavid Tennant è stato scelto come presentatore
dei BAFTA Film Awards 2024, che si terranno il 18 febbraio presso
la Royal Festival Hall del Southbank Centre di Londra. Tennant
prende il posto di Richard E. Grant, che ha presentato l’edizione
dello scorso anno, la prima tenutasi alla Royal Festival Hall.
David Tennant è meglio conosciuto per la sua
acclamata interpretazione di Doctor Who. Altri suoi crediti
importanti includono Harry Potter e il calice di
fuoco, Good Omens e
Broadchurch.
Le liste finali per tutte le 24
categorie BAFTA – tra cui Miglior Film, Regista, Fotografia,
Casting, Documentario e Film non in lingua inglese – saranno
annunciate venerdì 5 gennaio. Le nomination invece saranno
annunciate tramite live streaming dagli ex candidati all’EE Rising
Star Award Naomi Ackie e Kingsley Ben-Adir il 18
gennaio. Le nomination all’EE Rising Star saranno annunciate il 10
gennaio.
“Sono felice che mi sia stato
chiesto di presentare gli EE BAFTA Film Awards e di contribuire a
celebrare il meglio dei film di quest’anno e le tante persone
brillanti che li hanno portati in vita”, ha affermato
Tennant.
Jane Millichip, CEO
dei BAFTA, ha aggiunto: “Siamo al settimo cielo che David
Tennant sarà il nostro ospite per gli EE BAFTA Film Awards 2024. È
meritatamente amato dal pubblico britannico e internazionale. Il
suo calore, il suo fascino e il suo spirito malizioso renderanno lo
spettacolo un evento da non perdere il mese prossimo per i nostri
ospiti alla Royal Festival Hall e per i milioni di persone che lo
guarderanno da casa.”
“Gli EE BAFTA Film Awards
riconoscono i film eccezionali e le persone di talento che li
realizzano. Più di 7500 dei nostri membri BAFTA – creativi
provenienti da tutti gli angoli dell’industria cinematografica
britannica e globale – hanno votato durante le vacanze e
pubblicheremo le loro liste prescelte più tardi. Ci auguriamo che
possa ispirare le persone a guardare più film e incoraggiare tutti
a partecipare alla conversazione su chi dovrebbe vincere un BAFTA
il mese prossimo”.
The
Marvels ha esordito lo scorso novembre con un
incasso di 46,1 milioni di dollari e, con la fine delle otto
settimane di programmazione nelle sale, è ora –
come si prevedeva – ufficialmente il titolo dei Marvel Studios che ha incassato di meno negli
oltre 15 anni di storia del MCU. La Disney ha smesso di
comunicare le statistiche sugli incassi all’inizio del mese scorso,
ma i dati finali sono arrivati e il sequel di Captain Marvel ha raggiunto gli
84,5 milioni di dollari a livello nazionale e i
121,3 milioni di dollari a livello internazionale,
per un totale globale di 205,8 milioni di dollari.
Inutile dire che non si tratta di un buon risultato.
Con un budget presunto di oltre 220
milioni di dollari, The
Marvels è diventato il più grande flop dei Marvel Studios e ora si trova un
po’ al di sotto de L’incredibile Hulk del
2008 (che ha incassato un rispettabile, anche se deludente, 264
milioni di dollari in tutto il mondo). Si è come noto parlato molto
di “stanchezza da supereroi“, ma The
Marvels ha ottenuto un punteggio Rotten Tomatoes del 62% e
un Audience Score dell’83%, quindi la critica non lo ritiene un
brutto film, ma il film ha evidentemente mancato di incontrare
l’interesse del pubblico.
Il CEO dei Disney Studios,
Bob Iger, ha detto che lo scarso risultato
del film sarebbe dovuto al fatto che “The
Marvels è stato girato durante il Covid” ha detto. “Non c’era
molta supervisione sul set, per così dire, dove abbiamo dirigenti
[che] controllano davvero ciò che viene fatto giorno dopogiorno.”. Difficile stabilire se il risultato sia dovuto a
ciò, ma è evidente che rispetto all’incasso di 1,1 miliardi di
dollari del primo film, quanto ottenuto da The
Marvels è un dato che dovrebbe seriamente far
riflettere i Marvel Studios nella scelta dei
propri progetti.
The
Marvels, il sequel con protagonista il premio
Oscar Brie
Larson, è sceneggiato da Megan
McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie
WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non sono tornati dietro la macchina da presa: il
sequel, infatti, è diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman.
Nel cast ci sono anche Iman Vellani(Ms.
Marvel)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreta il villain principale. Il film
è uscito in sala dall’ 8novembre
2023.
Alla fine dello scorso anno, abbiamo
appreso che i Marvel Studios avevano deciso di tornare al
tavolo di lavoro per Daredevil: Born
Again, scartando quanto inizialmente realizzato in quanto
ritenuto non convincente. I dirigenti Marvel avrebbero infatti rivisto
alcuni filmati della serie mentre la produzione era in pausa
durante gli scioperi di Hollywood e avrebbero deciso che era
necessario un “significativo reboot creativo“. Gli
sceneggiatori Chris Ord e Matt
Corman, insieme ai registi dei restanti episodi, sono
stati licenziati e si dice che Kevin Feige abbia approvato un cambio di rotta piuttosto
importante.
Questo probabilmente comporterà un
lungo ritardo (la serie non dovrebbe arrivare sugli schermi prima
del 2025), ma sembra ci siano buone notizie a riguardo.
Intervistato da Comic Book Central, Vincent D’Onofrio (interprete di Wilson Fisk
alias Kingpin) ha rivelato che le riprese riprenderanno “tra
non molto… tra qualche settimana, in effetti“. L’attore ha
anche detto che Daredevil:Born Again avrà un tono simile a quello della serie
NetflixDaredevil. Sembra dunque
che il progetto sia stato riportato sui binari giusti e che a breve
avranno luogo le nuove riprese.
L’insider Daniel
Richtman sostiene inoltre che Muse sarà
ancora il cattivo principale della serie. Non è la prima volta che
il serial killer viene menzionato come antagonista principale,
anche se era inizialmente stato riportato che elementi chiave e
persino intere trame a lui dedicate sarebbero state probabilmente
abbandonati. In ogni caso, sembra che lo show sarà (o comunque
dovrebbe essere) vagamente basato sull’omonima serie Marvel Comics degli anni ’80 di Frank
Miller e David Mazzuchelli, ma non si
prevede un adattamento troppo fedele. In ogni caso, nonostante
alcuni cambiamenti significativi alla storia, “Daredevil contro
Wilson Fisk, alias Kingpin, rimane il punto focale“.
Nel corso di una recente intervista
con Variety, Margot Robbie, insieme ai soci produttori
Tom Ackerley e Josey McNamara, ha
risposto agli incoraggianti commenti di George Clooney sul prequel di Ocean’s Eleven, dopo che recenti
notizie avevano suggerito che Robbie e Ryan Gosling avrebbero potuto interpretare i
genitori di Danny Ocean. “Onestamente, sono molto contenta di
sentirlo“, ha detto Robbie. “È un elogio estremamente
importante. Wow, che emozione!“. Tuttavia, Robbie, Ackerley e
McNamara hanno rivelato che stanno ancora lavorando alla trama e
alla sceneggiatura del film e che quindi non ci sarebbe ancora
nulla di definitivo.
Senza smentire o confermare,
Margot Robbie ha infatti chiarito che l’inclusione dei genitori
di Danny Ocean nel prequel di Ocean’s Eleven non è ancora
certa, lasciando intendere che lei e Gosling potrebbero
interpretare ruoli diversi da quelli inizialmente ipotizzati.
“Quindi non so chi saranno o non saranno i suoi genitori alla
fine…“, ha detto, aggiungendo al suo commento: “O se i
suoi genitori saranno effettivamente presenti nel film“. Ad
oggi di questo prequel sappiamo che dovrebbe svolgersi a Monte
Carlo negli anni Sessanta. Jay Roach, che ha già
collaborato con Robbie in Bombshell del 2019, dirigerà il
progetto.
L’ultima volta che il franchise è
stato visto sul grande schermo è stato in occasione di Ocean’s 8 del 2018, con un capitolo in cui
Sandra Bullock guidava una squadra che
comprendeva solo donne tra i suoi ranghi. Il piano era semplice:
infiltrarsi nel Met Gala e rubare una collana molto costosa.
L’alchimia tra il cast ha portato il film a un comodo bottino di
297 dollari al botteghino mondiale, dando allo studio la fiducia
necessaria per andare avanti con la serie. Le riprese di questo
prequel sarebbero dovute iniziare nell’estate del 2023, ma la cosa
è stata rimandata per via degli scioperi verificatisi.
Glynis Johns,
ricordata dal pubblico cinematografico come la Signora
Banks di Mary Poppins e dai devoti di
Broadway come la prima persona a cantare “Send
in the Clowns” di Stephen Sondheim, è morta
giovedì per cause naturali in una casa di residenza assistita a Los
Angeles. Aveva 100 anni.
La sua morte è stata annunciata dal
manager e pubblicista Mitch Clem. “Oggi è un
giorno triste per Hollywood”, ha detto Clem in una nota.
“Lei è l’ultima degli ultimi della vecchia Hollywood.”
Vincitrice di un Tony (migliore
attrice/musical) per la sua interpretazione di Desiree Armfeldt nel
cast originale A Little Night Music del 1973
di Sondheim-Hugh Wheeler, la Johns ha debuttato e,
grazie al suo ampio consenso, ha contribuito a rendere popolare
“Send in the Clowns”.
Nata a Pretoria, in Sud Africa,
Glynis Johns fece il suo debutto nel West End nel
1931 all’età di 8 anni in Judgment Day di
Elmer Rice, ma non salì sul palco di Broadway fino
al 1952, quando interpretò il ruolo principale nella commedia di
Enid Bagnold Gertie. Nel decennio successivo
apparve di nuovo a Broadway due volte – in Major
Barbara del 1956 e in Too Good To Be True
del 1963 – ma fu solo nel 1973, con Night Music,
che divenne una delle maggiori star di Broadway dell’epoca.
Sondheim scrisse “Send in the
Clowns” appositamente per lei (e la sua voce roca). La canzone
sarebbe diventata uno standard popolare, con versioni di Frank
Sinatra, Judy Collins, Barbra Streisand e innumerevoli altri.
Nel frattempo, ha lasciato
un’impronta indelebile nei panni dell’eccentrica Winifred
Banks, una madre liberale, anche se tormentata, che ha un
disperato bisogno di una tata nel film di grande successo di
Walt Disney del 1964 Mary Poppins
con Julie Andrews. Nei panni della signora Banks,
Johns ha eseguito uno dei brani più memorabili del film tra quelli
non cantati da Andrews o dal co-protagonista Dick Van
Dyke: “Sister Suffragette”.
Glynis
Johns si è sposata e ha divorziato quattro
volte: la prima con l’attore Anthony Forwood, che
notoriamente la lasciò per l’uomo che sarebbe diventato il suo
partner a lungo termine, l’attore Dirk Bogarde. Un
figlio avuto dal matrimonio, Gareth Forwood, era
il suo unico figlio ed è morto nel 2007. Lascia un nipote e tre
pronipoti.
Quando Patrick Stewart ha ripreso il suo amato ruolo
di Charles Xavier in Doctor Strange 2, i fan sono stati
felici non solo di vederlo apparire nel Marvel Cinematic Universe, ma anche
di vederlo condividere lo schermo con personaggi come John Krasinski nei panni di Reed Richards e
Hayley Atwell in quelli di Captain Carter,
anche se l’attore ha ammesso che l’effettivo processo di
realizzazione della scena ha lasciato molto a desiderare. Stewart
ha infatti dichiarato che, per una serie di precauzioni, ha dovuto
girare la scena da solo invece di collaborare con altri interpreti,
il che è comprensibilmente un’esperienza deludente rispetto alla
possibilità di confrontarsi con altri interpreti.
“Ero da solo. Credo che, per la
grande scena, tutti gli attori principali abbiano avuto la stessa
esperienza, sono stati girati da soli“, ha detto Stewart al
podcast Happy Sad Confused. “Il che è stato frustrante e
deludente. È stato così, gli ultimi anni sono stati
impegnativi“. Le parole dell’attore confermano inoltre quanto
già noto, ovvero che
tutti i presenti in quella scena sono stati ripresi
singolarmente e poi messi insieme in post-produzione. Ciò non
ha certamente favorito la coesio e la chimica di squadra che si
sperava di poter avere in una scena come quella.
Ad ogni modo, nonostante in
quell’occasione Charles Xavier venga ucciso da Scarlet Witch,
potrebbe non essere stata quella l’ultima volta in cui l’attore
verrà visto come parte del Marvel Cinematic Universe. Con la
scena post-credits di The
Marvels, infatti, sono stati ufficialmente introdotti gli
X-Men e sembrano essere proprio quelli dell’universo Fox, con
Stewart come interprete di Charles Xavier. Alla luce di ciò,
l’attore potrebbe ricomparire in tale ruolo, forse già nell’atteso
Deadpool
3, nella speranza che tali occasioni possano essere per
lui più piacevoli e soddisfacenti di quella di Doctor Strange 2.
È un periodo particolarmente ricco
di impegni questo per l’attrice premio Oscar Emma Stone, sul grande schermo con Povere creature! e sul piccolo con la serie The Curse. Molti ancora sono i progettti per lei
previsti da qui ai prossimi anni, tra cui il tanto atteso sequel di
Crudelia.
Da quando è stato distribuito nel 2021, quel titolo ha infatti
raccolto molti consensi, spingendo i fan a chiedere un seguito
delle avventure dell’iconica Crudelia De Mon
di La carica dei 101. Benché
apparentemente confermato, ad oggi sono stati forniti pochi
aggiornamenti su questo progetto, ma è ora la stessa Stone ad
offrire qualche dettaglio in più.
Nel corso di una recente intervista con Variety, infatti,
l’attrice ha affermato che al momento non ci sono piani certi,
bensì “una sorta di work in progress costantemente in corso.
Vedremo… È una bomba, quindi vedremo“. Stando alle sue parole,
dunque, il progetto di Crudelia 2 sarebbe ancora in fase
di sviluppo, con idealmente solo una bozza della storia che
potrebbe poi essere sviluppata. L’attrice si è però detta ben
disposta a riprendere quel personaggio, da lei ritenuto molto
affascinante e con numerose altre storie da raccontare. Non resta
dunque che attendere maggiori aggiornamenti su un progetto che
sembra però essere ancora in programma.
La trama e il cast di Crudelia
Crudelia
racconta gli esordi ribelli di una delle antagoniste più celebri, e
alla moda, del mondo del cinema: la leggendaria Crudelia De Mon.
Ambientato durante la rivoluzione punk rock nella Londra degli anni
Settanta, il film segue le vicende di una giovane truffatrice di
nome Estella, una ragazza intelligente e creativa determinata a
farsi un nome con le sue creazioni. Fa amicizia con una coppia di
giovani ladri che apprezzano la sua inclinazione alla cattiveria e
insieme riescono a costruirsi una vita per le strade di Londra. Un
giorno, il talento di Estella per la moda cattura l’attenzione
della Baronessa von Hellman, una leggenda della moda
incredibilmente chic e terribilmente raffinata.
Ma la loro relazione mette in moto
una serie di eventi e rivelazioni che portano Estella ad
abbracciare il suo lato malvagio e a diventare la prorompente e
vendicativa Crudelia. Crudelia
è interpretato da Emma Stone, Emma Thompson, Joel Fry,
Paul Walter Hauser, Emily
Beecham, Kirby Howell-Baptiste e Mark Strong. Il film è diretto da
Craig Gillespie, da una sceneggiatura di
Dana Fox e Tony McNamara e da un
soggetto di Aline Brosh McKenna e Kelly
Marcel & Steve Zissis, basato sul romanzo
“La carica dei 101” di Dodie Smith.
Florence Pugh ha fatto il suo debutto nel
Marvel Cinematic Universe nel ruolo
di Yelena Belova in Black
Widow nel 2021, ma è stato il 2019 a far
decollare la sua carriera. In quell’anno ha recitato in Una
famiglia al tappeto e Midsommar, oltre a Piccole donne, che le è valso una nomination
all’Oscar. Nell’adattamento di Greta
Gerwig, la Pugh interpretava Amy, la più giovane delle
sorelle March, accanto alla Jo March di Saoirse Ronan. Recentemente, un nuovo rumor ha
suggerito che proprio la Ronan era stata inizialmente contattata
per interpretare la sorella di Natasha Romanoff (Scarlett
Johansson) nel MCU.
Il giornalista di Deadline Justin
Kroll, apparso sul podcast The Town with Matthew Belloni,
ha infatti riportato di aver appreso da fonti certe che Saoirse
Ronan “Ha rifiutato il ruolo poi andato a Florence in Black Widow.
La Marvel non è qualcosa con cui Ronan
si sente familiare e semplicemente non era interessata“, ha
detto Kroll. Il ruolo è dunque passato alla sua collega Pugh, che
ha così potuto ottenere una maggiore popolarità. Come noto,
l’attrice riprenderà ora il ruolo nell’annunciato film MarvelThunderbolts,
ad oggi però rallentato da diverse difficoltà
produttive.
La trama e il cast di Black Widow
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la
sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film è disponibile su Disney+.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.