Lucky
Red è orgogliosa di annunciare che porterà al
cinema, dal 1 gennaio 2024, Il
ragazzo e l’airone (The Boy and the
Heron), il nuovo film del maestro
dell’animazione Hayao
Miyazaki, rinnovando il consolidato
rapporto di distribuzione con Studio Ghibli.
Arrivato nelle sale
giapponesi il 14 luglio, Il
ragazzo e l’airone (The Boy and the
Heron)ha conquistato il box
office fin dal primo weekend con 11,3 milioni di dollari e
battendo i record precedenti dello Studio Ghibli. A poco
più di un mese dall’uscita, ha incassato in patria
oltre 45 milioni di dollari. Il film sbarcherà a
settembre negli Stati Uniti, dove aprirà il Toronto Film Festival
con il titolo internazionale The Boy and the Heron.
A dieci anni dal suo
ultimo lungometraggio Si alza il vento e dopo aver
cresciuto generazioni di spettatori con capolavori come
Nausicaä della Valle del vento, Il mio vicino Totoro, Porco
rosso, La città incantata, Ponyo sulla scogliera e molti
altri, Miyazaki torna con un film che ha già conquistato il cuore
del pubblico e della critica che hanno avuto la fortuna di vederlo
in Giappone.
In attesa dell’arrivo del
film in Italia, continua al cinema “Un mondo di sogni
animati” la rassegna Lucky Red dedicata a Miyazaki e allo
Studio Ghibli: da domani 24 agosto e fino al 30 torna in sala Si alza
il vento, un’occasione per ripartire proprio
dall’ultimo film del regista, uscito in Italia nel 2013.
Scritto e diretto da Christopher Nolan, Oppenheimer
è un thriller storico girato in IMAX® che porta il pubblico
nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve
rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare.
Il film è interpretato da Cillian Murphy
nel ruolo di J. Robert Oppenheimer e da Emily Blunt nel
ruolo della moglie, la biologa e botanica Katherine “Kitty”
Oppenheimer. Il premio Oscar® Matt Damon interpreta
il generale Leslie Groves Jr., direttore del Progetto Manhattan, e
Robert Downey Jr.
interpreta Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione
statunitense per l’energia atomica.
La candidata all’Oscar® Florence Pugh
interpreta la psichiatra Jean Tatlock, Benny
Safdie interpreta il fisico teorico Edward Teller,
Michael Angarano interpreta Robert Serber e
Josh Hartnett
interpreta il pionieristico scienziato nucleare americano Ernest
Lawrence. Oppenheimer
è interpretato dal vincitore dell’Oscar® Rami Malek e
questo film vede Nolan riunirsi con l’attore, scrittore e regista
otto volte candidato all’Oscar® Kenneth Branagh.
Il film è tratto dal libro vincitore
del premio Pulitzer American Prometeo: Trionfo e caduta
dell’inventore della bomba atomica di Kai Bird e del compianto
Martin J. Sherwin. Il film è prodotto da Emma Thomas, Charles Roven
di Atlas Entertainment e Christopher Nolan.
Oppenheimer è girato sia in IMAX®
65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include, per la
prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica IMAX® in
bianco e nero.
I film di Nolan, tra cui
Tenet, Dunkirk, Interstellar, Inception e la trilogia del
Cavaliere Oscuro, hanno incassato più di 5 miliardi di dollari al
botteghino mondiale e sono stati premiati con 11 Oscar e 36
nomination, tra cui due nomination come miglior film.
In vista della sua anteprima
mondiale in Concorso all’80esima Mostra d’Arte Cinematografica
Mondiale della Biennale di Venezia, Priscilla di
Sofia Coppola si è assicurato un accordo
provvisorio SAG-AFTRA.
Sebbene si tratti di una produzione
A24 che ha ottenuto un accordo provvisorio, il
film è riuscito a strappare l’accordo al sindacato poiché è stato
girato in Canada sotto la società di produzione TCB Productions
Canada.
Coppola, premio Oscar per la
sceneggiatura originale di Lost in Translation, è
un membro della WGA. Lo sciopero SAG-AFTRA, in solidarietà con
quello di WGA ha modificato la sua politica di accordo interinale
per escludere qualsiasi progetto girato negli Stati Uniti che sia
coperto dalla WGA. La dicitura specifica è “girato negli Stati
Uniti”. Il direttore esecutivo nazionale e capo negoziatore del
SAG-AFTRA, Duncan Crabtree-Ireland, ha spiegato a
Deadline che quando si tratta di
accordi provvisori, “Ci sono molteplici leggi nazionali che si
applicano esattamente al modo in cui affrontiamo lo sciopero di
quella produzione… Questa è una delle cose da prendere in
considerazione nel processo di determinazione della
concessione.” Priscilla è stato girato in Canada.
La ricezione da parte di Priscilla di
un accordo provvisorio SAG-AFTRA consente al suo cast, che include
Jacob Elordi nei panni di Elvis e Cailee
Spaeny nei panni di Priscilla Beaulieu Presley, di
partecipare all’attività stampa e apparire al Festival del cinema
di Venezia, se lo desiderano, anche se si tratta di accordi da
definire. Secondo Deadline, Sofia Coppola sarà presente a Venezia
secondo le disposizioni del suo contratto con la DGA, insieme a
Priscilla Presley.
Nel cast di Priscilla figurano
anche Raine Monroe Boland, Emily Mitchell, Dagmara
Domińczyk, Jorja Cadence, Rodrigo Fernandez-Stoll e
Luke Humphrey. Priscilla è
prodotto da Lorenzo Mieli,
Coppola e Youree Henley. Gli EP
sono Roman Coppola, Chris Hatcher, Fred Roos e
Presley.
Priscilla arriverà nei cinema USA il
27 ottobre distribuito da A24, mentre la distribuzione worldwide è
stata affidata a MUBI.
Si chiamò lui stesso il distruttore
di mondi, molti lo conoscono come il padre della bomba atomica, ma
per la storia è Robert J. Oppenheimer, fisico statunitense, colui
che costruì un’arma talmente potente da poter disintegrare un
pianeta intero. Di questa storia tanto folle quanto piena di
fascinazione, Christopher Nolan, uno dei registi più
influenti del cinema contemporaneo, ne ha plasmato un
biopic
maestoso, per l’appunto Oppenheimer, nel
quale si possono riscontrare le sue tematiche cardine.
Oppenheimer è stato
un uomo tormentato nell’animo, con una mente geniale ma al tempo
stesso instabile, dall’esistenza cupa e sofferente adornata di
eventi agghiaccianti ma al tempo stesso straordinari, che per il
regista londinese sono gli ingredienti più adatti per fare di
un’opera un capolavoro indiscusso. Se però
Oppenheimer esiste, è anche merito del
libro American Prometheus, anno 2005, che ha vinto il premio
Pulitzer e si è rivelato essere fonte indispensabile per il film di
Nolan. La pellicola si impegna a restituire una versione quanto più
concreta e fedele possibile del fisico e, piuttosto che fondarsi su
alcuni inserti inventati o storicamente inesatti, ha preferito
sacrificare alcuni fatti e approfondirne degli altri. Per cui,
quanto si è avvicinato Christopher Nolan alla
verità?
Il suo background
Partiamo dall’inizio. Nella scena
dell’incontro fra Oppenheimer (Cillian
Murphy) e Lewis Strauss (Robert
Downey Jr.) , ufficiale navale e uomo d’affari che fu
membro della Commissione per l’energia atomica, il primo dice al
secondo che, come lui, è un uomo che si è fatto da solo,
esattamente come suo padre. In quello stesso dialogo, nel quale
vediamo Strauss provare a convincere il fisico a firmare come
direttore dell’Institute of Advanced Study di Princeton, i due
disquisiscono, seppur brevemente, sull’antisemitismo. Alcuni
accenni al passato di Oppenheimer sono dunque
presenti nel film, ma nell’atto
pratico Nolan dà un particolare sguardo al suo periodo
universitario, non approfondendo molto la sua infanzia o il suo
background socio-economico e religioso.
Per cui… qual è la sua storia? Suo
padre era un ebreo tedesco, emigrato a New York nel 1888, che
lavorava in una fabbrica tessile talmente redditizia da aver reso
la famiglia molto benestante. Robert, per volere del padre,
frequentò un istituto progressista chiamato Scuola di Cultura
Etica, seppur nel corso del tempo fu vittima di bullismo. Il futuro
fisico aveva poi una vera e propria ossessione per le rocce e i
minerali e sin dall’infanzia mostrò segni sia di genialità che di
instabilità, probabilmente questi ultimi dovuti anche al fatto che
venne maltrattato in un campo estivo. Nel libro, inoltre, è
spiegato che il padre aggiunse il suo nome al certificato di
nascita di Robert all’ultimo momento, seppur non fosse pratica
comune per i padri ebrei chiamare i figli con il proprio nome. Nel
film, invece, non viene mai detto, ma anzi il fisico sostiene che
la J. non significhi niente.
La mela avvelenata
C’è un momento, in
Oppenheimer, in cui il fisico, che si
trova a Cambridge, precisamente al Cavendish Laboratory, avvelena
la mela del suo professore, Patrick Blackett, per avergli fatto
perdere l’inizio di una lezione di Niels Bohr lì
in visita. Il giovane inietta delle sostanze chimiche nel frutto di
Blackett, causando uno scandalo davvero immenso nella realtà, che
però in Oppenheimer è ridimensionato. Nel film all’improvviso
Robert si sveglia in preda al panico dopo aver commesso “il
fattaccio”, e si precipita nella classe di Niels Bohr, che ne sta
per dare un morso. Per rimediare alla situazione, Oppenheimer dice
di aver individuato un wormhole (una struttura ipotetica
che collega punti disparati nello spazio-tempo), e la getta nella
spazzatura.
Ad ogni modo, questo piano di
vendetta da parte di Oppenheimer fu nella realtà
davvero scoperto dall’Università, ma Blackett non mangiò mai la
mela, indi per cui non è dato sapere se la sostanza al suo interno
lo avrebbe potuto uccidere oppure solo fare ammalare. Alla fine, le
testimonianze contrastanti e l’influenza del padre impedirono al
giovane Oppenheimer di essere arrestato o espulso. Quel momento
venne visto come un grido d’aiuto da parte di Oppenheimer, il quale
aveva problemi così seri da spingerlo ad accordarsi con la scuola
per partecipare a sedute regolari con uno psichiatra.
Quando è stato annunciato
Oppenheimer, molti si aspettavano di
assistere a un film che
riguardasse la Seconda Guerra Mondiale – come era giusto che fosse
considerato il tema centrale della narrazione. In realtà,
Oppenheimer potrebbe invece considerarsi
una pellicola sulla politica a porte chiuse.
Diciamo questo poiché Nolan, per raccontare la storia del fisico,
usa lo stesso espediente narrativo degli autori del libro American
Prometheus: l’udienza durante la quale l’autorizzazione di
sicurezza e la lealtà di Oppenheimer verso l’America furono messe
in discussione.
La pellicola del regista rimane
sempre ambigua riguardo l’essere Oppenheimer
membro o meno del Partito Comunista, seppur entrambe le opere, sia
quella cinematografica che quella letteraria, sembrano avvalorare
la tesi che fosse un sostenitore della sinistra di FDR, la quale
aveva rapporti con comunisti tesserati. Nel libro, gli autori
scrissero che il fisico era talmente non interessato alla politica
da non essere neanche a conoscenza del crollo finanziario avvenuto
nel ’29, fino a quando Ernest Lawrence non glielo comunicò sei mesi
dopo, decidendo così di non votare fino al 1936. Oppenheimer
comunque sostenne le cause di sinistra dal 1934, continuando fino a
quando non fu coinvolto nella Guerra. Nonostante questo, il fisico
negò sempre di far parte del PC, ammettendo poi però, durante
alcuni controlli, di essere stato “un membro di quasi tutte le
organizzazioni del Fronte Comunista della West Coast“.
La storia con Jean Tatlock
In
Oppenheimer Nolan inserisce anche la love
story fra il fisico e Jean Tatlock, sua amante per
un breve periodo di tempo. Tatlock, nel
film interpretata da Florence Pugh, era una brillante donna che
studiava psicologica infantile. È in quella fase della vita che la
giovane incontra Oppenheimer, precisamente ad una
festa, evento in cui i due legarono molto poiché accomunati dai
loro demoni interiori e dalle loro ideologie di sinistra. La
pellicola si sofferma sulla loro relazione e sul loro ultimo
incontro, dopo il quale la Tatlock morì suicida. Dietro questo
avvenimento si nasconde però una verità molto più complessa e
crudele che nella trasposizione cinematografica non viene
approfondita.
Intanto, a Jean dava fastidio che
Oppenheimer avesse l’abitudine di fare regali ai
suoi amici e alle sue amanti. Nella vita reale, ella rifiutò i suoi
mazzi di fiori e le sue proposte di matrimonio, salvo poi
pentirsene. Da quanto è stato detto, pare anche che la donna abbia
avuto una relazione a lungo termine con l’amica Mary Ellen
Washburn, tanto che il libro suggerisce che la sua identità
sessuale repressa abbia contribuito al suo disagio psicologico. Ma
la cosa più interessante che è stata scritta nel volume, ma non
riportata nel film, è che la sua morte potrebbe derivare da un
omicidio, invece che da un suicidio. Infatti, quando il padre di
Tatlock trovò il suo corpo privo di vita, decise di bruciare tutte
le lettere della figlia prima di chiamare la polizia. L’ipotesi è
dunque la seguente: dato che la sua relazione con
Oppenheimer era molto famosa, un funzionario
governativo potrebbe aver deciso di farla assassinare per paura che
il fisico potesse svelare a lei tutti i segreti di Stato che poi
Jean avrebbe trasmesso ai russi.
Il matrimonio con Kitty
In
Oppenheimer non assistiamo solo alla
storia d’amore fra il fisico e Tatlock, ma facciamo anche la
conoscenza della moglie Kitty (Emily
Blunt), la quale viene presentata in un monologo
abbastanza breve. Il
film la ritrae come una madre infelice e una moglie gelosa che
deve affrontare alcuni problemi di alcolismo, ma nella realtà la
donna era ancora più complicata della versione proposta da Nolan.
Kitty proveniva da una famiglia tedesca dell’alta borghesia, ed era
figlia unica. Credeva di essere una principessa, pur ovviamente non
essendolo, e negli anni di gioventù tentò più volte di iscriversi
al college, senza però mai frequentare i corsi. Il suo primo marito
si chiamava Frank Ramseyer e da questi divorziò dopo aver scoperto
la sua omosessualità e dipendenza dalle droghe. Ebbe un secondo
marito, Joe Dallet, comunista, che perse la vita in guerra.
Kitty rimase poi incinta del figlio
di Oppenheimer, seppur si era ri-sposata con un altro uomo, un
medico, Richard Harrison. Tornando però a
Oppenheimer, nella realtà lui era ancor più
donnaiolo di quel che è stato mostrato. A conferma di quanto detto
esistono alcune lettere che addirittura confermano una relazione
fra lui e la moglie di un suo caro amico, Richard Toloman. In
American Prometheus viene poi menzionata l’infelicità e la
malattia di Kitty, la quale doveva anche combattere con il
risentimento delle amanti del marito e della sua fama. Era, come
abbiamo detto, una persona alcolizzata e il suo essere spesso poco
lucida la portò ad avere numerosi incidenti. Infine, si pensa che
abbia sofferto di depressione post-partum non curata, con
conseguente distacco emotivo tra lei e i suoi figli.
Il progetto Manhattan
Tra le parti meglio approfondite e
dettagliate c’è il famoso Progetto Manhattan, che
portò alla realizzazione delle prime bombe atomiche durante la
Seconda Guerra Mondiale. Il periodo più curato da Nolan è quello
che si svolge a Los Alamos. In questi anni, che vanno dal ’42 al
’45, vediamo Leslie Groves reclutare Oppenheimer
per dirigere il laboratorio segreto di armi e metterlo a servizio
della costruzione della bomba atomica. Nella realtà, i due avevano
divergenze politiche e operative, ma nonostante questo si portavano
rispetto e riuscivano a lavorare molto bene insieme. Leslie Groves
aveva poi un desiderio: voleva che gli scienziati fossero dei
soldati e insisteva molto sulla compartimentazione, seppur alla
fine faceva incontrare i suoi fisici una volta a settimana affinché
potessero condividere le loro idee per un bene più grande, ossia il
progresso. L’amico di Oppenheimer, Isidor Rabi, si
rifiutò di lavorare ufficialmente al Progetto Manhattan, ma di
tanto in tanto lo consultò, mentre Edward Teller era favorevole
alla bomba all’idrogeno.
Anche sul versante delle specifiche
tecniche Nolan è riuscito a fare un buon lavoro, riportandole più o
meno corrette. Senza scendere troppo nel dettaglio, possiamo dire
che all’epoca per accelerare le particelle si usava un ciclotrone
e, per un periodo breve, i teorici temevano che questo potesse
incendiare l’atmosfera. La bomba all’inizio fu denominata “il
gadget” come misura di sicurezza; alla fine, l’equipaggio fu
sollevato nel sapere che i tedeschi avevano preso una strada
sbagliata dal punto di vista ingegneristico, nonostante il
vantaggio che Werner Heisenberg aveva dato loro. Il tempo era
infatti un problema nella data prevista per il test Trinity,
proprio come si vede in Oppenheimer. Il film, tuttavia, non
inserisce il momento storico in cui gli Stati Uniti pensarono di
uccidere Heisenberg e di avvelenare le scorte alimentari
tedesche.
L’incidente di Chevalier
Ad un certo punto del film, c’è una
conversazione fra Oppenheimer e alcuni amici a
cena, che segna una delle parentesi più cruciali della vita del
fisico. Questo episodio, lo diciamo subito, è avvenuto anche nella
realtà. Protagonista è Haakon Chevalier, il quale
ad un tratto della serata si avvicina a Oppenheimer per
confessargli che la comunità accademica si lamenta del fatto che
gli americani non condividono le informazioni con i loro alleati, e
fra questi vi è anche la Russia sovietica. Chevalier menziona poi
un altro fisico, George Eltenton, il quale – dice – ha fatto sapere
di poter trasmettere tali informazioni, se qualcuno volesse
divulgare i propri segreti.
Oppenheimer risponde all’amico
dicendogli che questo sarebbe giudicato come tradimento e la
conversazione vira su altri temi. In seguito Oppenheimer non fece
cadere in prescrizione la cosa, ma denunciò Eltenton, seppur non
subito. Per proteggere l’amico inventò una storia falsa, ma in
seguito confessò tutta la verità a Groves. Questa storia però mise
a rischio la sua reputazione e fu pericolosa durante le udienze per
l’autorizzazione di sicurezza. Il nome di Chevalier venne lo stesso
a galla, e questi fu inserito nella lista nera. L’uomo giustificò
la cosa puntando sulle sue buone intenzioni: il suo obiettivo, a
quanto disse, era solo quello di mettere in guardia Oppenheimer sul
piano di Eltenton.
Lo sgancio della bomba atomica
In
Oppenheimer il pubblico non assiste allo
sgancio della bomba atomica, ma questa è uno dei fulcri principali
del film. Mentre la narrazione sta per raggiungere il suo climax,
c’è una sequenza in cui Oppenheimer e Lawrence sono invitati a una
riunione del Dipartimento della Difesa per discutere se sganciare o
meno le bombe atomiche e, in caso di esito positivo, su quali città
giapponesi. Prima della riunione, alcuni degli scienziati che
lavorano a Los Alamos impiattano una discussione circa l’etica del
dispositivo; Oppenheimer aveva precedentemente
assicurato loro che la conoscenza della bomba da parte
dell’opinione pubblica avrebbe potuto essere abbastanza
terrificante da porre fine a tutte le guerre. A porte chiuse,
alcuni iniziano a chiedersi se potrebbe essere fatta una
dimostrazione o se i civili dovrebbero essere avvertiti in
anticipo, ma i militari ne respingono le proposte per timore di
mettere a rischio la missione.
Il gruppo inizia poi a scegliere gli
obiettivi, ma alcune città vengono messe da parte, come Kyoto, per
due motivi: il suo significato culturale e la luna di miele del
Segretario alla Guerra Henry Stimson. Nella realtà, tutto questo
accadde realmente, e perciò dopo una serie di consultazioni,
la scelta ricadde su Hiroshima e Nagasaki.
Oppenheimer difese quella decisione fino alla
morte, anche se disse al Presidente Truman che sentiva di avere le
mani sporche di sangue, proprio comme accade nel film.
Rivalità con Strauss
Per il contributo – negativo – che
Oppenheimer diede alla storia, la sua figura non è
vista nel migliore dei modi, ma anzi l’uomo può essere considerato
come una sorta di antieroe. Pur avendo combattuto a lungo con i
suoi mostri interiori, portandosi sulle spalle una sofferenza
indicibile per tutto il dolore causato, il fisico è oramai visto
come il distruttore dei mondi (lo disse lui stesso quando era in
vita). Nonostante questo, il vero cattivo in Oppenheimer si rileva
essere Lewis Strauss. Questi viene rappresentato
come un uomo vendicativo, il quale prova sentimenti negativi verso
Oppenheimer. La ragione di tale ostilità risiede
in un dibattito sull’esportazione di radioisotopi, momento in cui
Robert lo mette in imbarazzo respingendo le sue preoccupazioni e
umiliandolo pubblicamente. Nella vita reale, l’astio mostrato da
Nolan nel film, era addirittura più forte.
Come ogni coppia in competizione che
si rispetti, anche loro due erano tanto simili quanto diversi. Sia
Oppenheimer che Strauss erano figli di immigrati ebrei tedeschi e
di uomini d’affari, anche se la recessione aveva colpito
maggiormente la famiglia del secondo. Entrambi erano poi
intelligenti e ambiziosi, appassionati e studiosi di fisica: il
problema però fu che Strauss non potè proseguire gli studi. Nelle
diversità, invece, Oppenheimer era liberale, mentre Strauss era
conservatore. Uno laico, l’altro religioso. Strauss cercò anche di
rovinare la reputazione di Oppenheimer, ma alla fine gli si ritorse
contro e rovinò la propria.
Cosa accadde nel dopoguerra?
Arriviamo alla conclusione con
l’ultima scena di Oppenheimer, il
flashback, una parte inventata del biopic.
Coinvolto in questo momento è Albert Einstein,
impegnato in una conversazione con Oppenheimer, la stessa che aveva
fatto pensare a Strauss che quest’ultimo lo stesse denigrando. In
quell’occasione, in realtà, Einstein sta parlando con Oppenheimer
circa la natura dell’eredità scientifica e questi gli confida di
temere di aver innescato una reazione a catena inarrestabile con
l’avvento dell’energia nucleare. Alla fine, Oppenheimer
ricevette comunque l’Enrico Fermi
Award “per i contributi alla fisica teorica, come
insegnante e ideatore e per la leadership del Laboratorio di Los
Alamos e del programma di energia atomica durante gli anni
critici“, oltre a un premio di 50.000 dollari.
Fu il Presidente degli Stati Uniti
John F. Kennedy ad assegnargli il premio, seppur non riuscì a
consegnarglielo a causa del suo assassinio. Negli anni seguenti
alla Seconda Guerra Mondiale, Oppenheimer continuò
a parlare di quanto potesse essere pericolosa la guerra nucleare,
schierandosi sempre a favore delle politiche di cooperazione
internazionale. Nel 1965 gli fu poi diagnosticato un tumore alla
gola, essendo lui un grande fumatore, e fu sottoposto a
chemioterapie e interventi, che però non ebbero il successo
sperato. Oppenheimer morì per il cancro nel 1967,
all’età di 62 anni.
Torna uno dei registi più geniali e
visionari del panorama cinematografico mondiale. Stiamo parlando di
Zack Snyder, creatore di cult movie quali
300,
L’uomo d’acciaio e
Army of the Dead e pronto a tornare su
Netflix dopo il grande successo del 2021
Army of the Dead.
Rebel
Moon è la nuova saga fantascientifica ideata da
Snyder, e vi mostriamo oggi il teaser trailer ufficiale che svela
anche i titoli delle due parti che compongono il film: Parte 1 – Figlia
del Fuoco, in arrivo il 22 dicembre solo su Netflix, e
Parte 2 – La Sfregiatrice, dal 19 aprile 2024 solo su
Netflix.
Nel cast Sofia Boutella,
Djimon Hounsou, Ed Skrein,
Michiel Huisman, Doona Bae,
Ray Fisher, insieme a
Charlie Hunnam ed
Anthony Hopkins come voce di ‘Jimmy’.Insieme a loro
Staz Nair, Fra Fee,
Cleopatra Coleman, Stuart Martin,
Ingvar EggertSigurðsson,
Alfonso Herrera, Cary Elwes,
Rhian Rees, E. Duffy,
Jena Malone, Sky Yang,
CharlotteMaggi e Corey Stoll. Rebel Moon è diretto da Zack
Snyder, scritto dallo stesso Snyder con Kurt Johnstad e Shay
Hatten, e prodotto da Deborah Snyder, Eric Newman, Zack Snyder e
Wesley Coller.
Rebel Moon – la trama
Da Zack Snyder, il cineasta di
300,
L’uomo d’acciaio e
Army of the Dead arriva REBEL MOON, un evento epico tra
scienza e fantasy la cui realizzazione ha richiesto decenni di
lavoro. Gli eserciti di una potenza tirannica minacciano una
tranquilla colonia ai confini della galassia. Qui la misteriosa
straniera Kora (Sofia Boutella) diventa l’unica speranza di
sopravvivenza e riceve l’incarico di scovare abili combattenti per
affrontare con lei il compito impossibile di battersi contro un
avversario così potente. Kora raduna una manciata di guerrieri in
una piccola banda composta da reietti, ribelli, contadini e orfani
di guerra provenienti da numerosi pianeti e accomunati da tanta
voglia di redimersi e vendicarsi. Mentre l’ombra oscura di tutto un
impero incombe sulla luna che meno se l’aspetta, ha inizio una
battaglia per il futuro della galassia e un nuovo esercito di eroi
prende forma.
Ricordato come uno dei più celebri film
sentimentali di sempre, Dirty Dancing – Balli
proibiti vanta ancora oggi un grandissimo numero di
fan, ed è continuamente citato da opere che ad esso si ispirano.
Diretto nel 1987 dall’allora esordiente Emile
Ardolino, il film contribuì a rendere delle vere e proprie
star gli attori Patrick
Swayze e Jennifer Grey, i quali però
dovettero poi faticare per riuscire ad affermarsi al di là di
questo film, indicato ancora oggi come uno dei loro migliori e più
grandi successi.
Il film venne scritto da
Eleanor Bergstein, la quale basò la storia sulle
proprie esperienze da adolescente. Questa, infatti, era solita
trascorrere le proprie vacanze estive frequentando competizioni di
ballo. Ella stessa, in occasione di queste, si assegnò il
soprannome di “Baby”, lo stesso poi utilizzato per la protagonista
del film. Desiderosa di dar vita ad un film basato sulla danza, la
Bergstein iniziò così a scrivere la storia di Dirty
Dancing. Ebbe tuttavia difficoltà nel vendere la sua storia,
salvo poi imbattersi nella Vestron Pictures, la quale sostenne il
progetto.
Le numerose peripezie produttive
furono poi ripagate al momento dell’uscita in sala del film. Questo
riscontrò infatti un grandissimo successo di pubblico in tutto il
mondo, facendo sognare intere generazioni, divenendo con il tempo
un vero e proprio cult, nonché uno dei migliori film sulla
danza. A fronte di un budget di soli 5 milioni di dollari,
inoltre, il film arrivò ad incassarne a livello globale oltre 214,
affermandosi come uno dei maggiori successi dell’anno. Anche la
critica apprezzò il film, lodando la chimica di coppia presente tra
i due protagonisti come anche le coreografie realizzate per le
iconiche scene di ballo.
Dirty Dancing: la trama
del film
La storia è quella di
Frances Houseman, detta “Baby”, una diciassettenne
che si ritrova a trascorrere le proprie vacanze estive in compagnia
della ricca famiglia presso un villaggio turistico a Catskils.
Annoiata dalla quotidianità e concentrata unicamente sul proprio
futuro universitario, la giovane si ritrova poi inaspettatamente a
fare la conoscenza di Johnny Castle, affascinante
insegnante di ballo del resort presso cui Frances soggiorna. La
ragazza si sente da subito attratta dal giovane, e lentamente
lascia che lui la introduca al mondo della danza. La tranquillità
delle loro giornate viene interrotta nel momento in cui
Penny, assistente ballerina di Johnny, rimane
incinta e si ritrova a dover abortire clandestinamente, aiutata da
dal padre di Frances, medico di professione.
Questi, convinto che sia stato
Johnny a mettere nei guai la ragazza, proibisce alla figlia di
continuare a vedere il ragazzo. Baby, però, sceglie di disubbidire
al genitore, e anzi si offre come sostituta di Penny per
un’importante competizione di ballo. Lei e Johnny iniziano così a
legarsi sempre di più l’uno all’altro, dovendo però evitare di
essere scoperti, cosa che comporterebbe rischi per entrambi. Con
l’avvicinarsi della gara, i due sono ormai una splendida coppia di
ballo e per Frances quell’estate ha finalmente assunto un
inaspettato significato. Improvvisamente, però, un’accusa di furto
fa perdere il lavoro a Johnny. Questi dovrà ora trovare il modo di
provare la propria innocenza, riacquistando la fiducia di Frances
per poter partecipare con lei alla competizione.
Dirty Dancing: il cast del
film
Nella scelta dei due protagonisti, i
produttori e il regista del film erano alla ricerca di nomi che
fossero in grado sia di ballare che di recitare, non volendo
trascurare nessuno dei due aspetti. Per questo motivo, il ruolo di
Baby andò all’attrice Jennifer Grey, apprezzata
per i suoi ruoli in alcuni popolari film degli anni precedenti. Per
il ruolo di Johnny venne invece scelto il giovane
PatrickSwayze. Questi, tuttavia,
aveva inizialmente espresso perplessità nei confronti del ruolo.
Pur essendo notoriamente un ballerino provetto, egli aveva da poco
subito un infortunio al ginocchio, che gli impediva di ballare.
Dopo aver letto la sceneggiatura completa, però, Swayze rimase
talmente affascinato dal personaggio che decise di accettare
ugualmente la parte.
La scelta di Swayze come
co-protagonista non fu una bella notizia per la Grey. I due,
infatti, avevano già lavorato insieme nel film Red Dawn,
manifestando divergenze relazionali. Al momento del loro provino in
un ballo di coppia, tuttavia, la chimica tra di loro risultò
eccezionale, a tal punto da convincere i produttori circa la scelta
dei due interpreti. La coreografia da loro eseguita in quel
momento, inoltre, fu giudicata talmente impeccabile da essere
inserita addirittura nel film. Ad ogni modo, la convivenza tra i
due attori sul set non fu delle più rosee e diversi furono i
diverbi tra i due. Per permettere loro di riacquisire un minimo di
tolleranza reciproca, i produttori gli fecero vedere più volte il
video del loro provino insieme. Ciò risultò efficace, e lì aiutò a
ritrovare l’energia giusta.
Dirty Dancing: le canzoni
e il sequel del film
Ad aver reso il film un classico
intramontabile, oltre ai due protagonisti e alla loro storia, sono
anche le splendide canzoni in esso presenti. Brani che ancora oggi
incantano il pubblico di tutte le età e che già all’epoca si
affermarono come successi eclatanti. Il più celebre tra tutti è
quello intitolato (I’ve Had) The Time of My Life, eseguito
da Bill Medley e Jennifer Warnes.
Questo arrivò ad ottenere un enorme fortuna anche al di là del
film, vincendo dischi d’oro e di platino. Il riconoscimento più
prestigioso fu però l’Oscar alla miglior canzone originale vinto
nel 1988. Nel film è poi presente anche She’s Like the
Wind, brano scritto ed eseguito dallo stesso Swayze e divenuto
anch’esso un grande classico.
Dato il grande successo del film, i
produttori erano inizialmente intenzionati a realizzare un sequel
diretto di questo. Il progetto tuttavia non prese mai piede,
specialmente per via del rifiuto di Swayze, il quale non apprezzava
i sequel. Nel 2004, tuttavia, è uscito al cinema il film Dirty
Dancing 2. Questo non è però il seguito del titolo del 1987,
bensì una rivisitazione. Viene infatti utilizzata la stessa trama,
ma l’ambientazione è spostata dal Nord dello stato di New York alla
Cuba di fine anni Cinquanta, nei giorni della rivoluzione di Fidel
Castro. Il titolo originale è infatti Dirty Dancing: Havana
Nights, e tra i protagonisti si annoverano gli attori Diego
Luna e January
Jones. Recentemente, però, lo studios Lionsgate ha
confermato i piani per la realizzazione di un
sequel diretto della pellicola originale.
Dirty Dancing: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Dirty
Dancing – Balli proibiti è infatti disponibile nel
catalogo di Rakuten TV,Chili Cinema,
Google Play, Apple
TV+, Amazon Prime Video e Netflix. Per vederlo, in base alla
piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda
visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il
titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale,
entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno martedì 22
agosto alle ore 23:25 sul canale
TV8.
Considerato uno dei più grandi
maestri dei generi thriller ed horror, John Carpenter
ha nel corso della sua carriera realizzato alcuni grandi capolavori
del cinema. Tra questi si annoverano Halloween, La cosa, 1997: Fuga da New York, Essi
vivono e Il seme della follia. A partire dalla metà
degli anni Novanta egli ha però sempre più diradato la sua attività
come regista, deluso e contrariato dalle nuove politiche intraprese
dalle major cinematografiche, arrivando poi a realizzare nel 2010,
a nove anni di distanza dal lungometraggio precedente, quello che è
ancora oggi il suo ultimo film: The Ward – Il
reparto.
Scritto da Michael
e Shawn Rasmussen, il film è stato descritto da
Carpenter come il progetto giusto al momento giusto, quello per cui
valeva tornare alla regia di un lungometraggio dopo anni e anni di
assenza. Il regista è in particolare stato affascinato dal fatto
che la storia si svolge quasi del tutto all’interno di un unico
ambiente, proprio come avviene in molti suoi film, dai già citati
La cosa e Il seme della follia fino all’iconico
Distretto 13 – Le brigate della morte. Ancora una volta,
dunque, Carpenter ha potuto costruire un racconto basato sulla
limitazione spaziale, nella quale si scontrano forze opposte.
In quanto girato all’interno
dell’Eastern State Hospital, a Medical Lake, Washington, il film ha
potuto acquisire un ulteriore grado di realismo proprio grazie a
questa particolare location. Per gli appassionati del cinema di
Carpenter, The Ward – Il reparto è dunque un film da
riscoprire per apprezzare ancor di più il maestro dell’horror.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad
esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di The Ward – Il reparto
Ambientato negli anni 60, il film ha
per protagonista Kristen, una giovane donna
rinchiusa in un misterioso ospedale psichiatrico. Coperta di lividi
e di tagli, imbottita di sedativi e rinchiusa contro la sua volontà
in un inaccessibile reparto di un ospedale psichiatrico, Kristen è
completamente disorientata e non ha idea di quale sia il motivo per
cui è finita in quel posto, né alcuna memoria della sua vita prima
del ricovero. La sola cosa che sa è che non è al sicuro. Le altre
pazienti del reparto, quattro giovani donne altrettanto disturbate,
non sono in grado di fornirle alcuna risposta e ben presto Kristen
si rende conto che le cose non sono come sembrano.
L’aria è densa di segreti e di
notte, quando l’ospedale è buio e sinistro, sente dei suoni strani
e terrificanti. A quanto pare non sono sole. Una ad una, le altre
ragazze cominciano a scomparire e Kristen deve trovare il modo di
fuggire da quel luogo infernale prima di diventare anch’essa una
vittima. Mentre lotta per riuscire a scappare, scopre una verità di
gran lunga più pericolosa e sconvolgente di quanto chiunque avrebbe
potuto immaginare. Mentre si inizia dunque a far luce su
quell’incubo, Kristen capirà di trovarsi davvero in una situazione
di vita o di morte.
Il cast di The Ward – Il
reparto
Ad interpretare la protagonista,
Kristen, vi è l’attrice Amber Heard,
nota per aver recitato nei panni di Mera in Aquaman ma anche per essere l’ex moglie di
Johnny Depp.
Accanto a lei si ritrovano poi le attrice Mamie
Gummer nei panni di Emily, la paziente del reparto meno
incline a seguire le regole, Danielle
Panabaker in quelli di Sarah, la frivola del gruppo, e
Laura-Leigh in quelli di Zoey, una ragazza
emotivamente traumatizzata. A queste si aggiungono anche
Lyndsy Fonseca nel ruolo di Iris, una paziente
artisticamente talentuosa, e Mika Boorem, nel
ruolo di Alice, un ex paziente del reparto ora misteriosamente
scomparsa.
Sarà proprio il ruolo di Alice ad
avere un ruolo fondamentale nel film, presentandosi anche in una
sua versione più giovane nei flashback che Kristen ha nel corso
della storia. Ad interpretare questa versione del personaggio vi è
una giovanissima Sydney Sweeney,
oggi nota per il ruolo di Cassie Howard in Euphoria, qui in uno dei suoi primissimi ruoli
da attrice. Infine, recita nel film anche l’attore Jared Harris,
visto in Mad Men e Chernobyl, qui impegnato ad
interpretare il dottor Stringer, psichiatra del reparto il cui
obiettivo sembra quello di curare Kristen, anche se le sue
intenzioni rimangono misteriose.
Il trailer di The Ward e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
The Ward – Il reparto grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 22 agosto alle ore 21:10
sul canale Rai Movie.
“La sua presenza nella
forza è elusiva, ma la sua determinazione persistente. Sta
arrivando” È quello che dice Baylon Skoll (il compianto Ray
Stevenson alla sua
ultima apparizione) commentando la figura di AhsokaTano,
cavaliere jedi di grande fama, amata tantissimo dai fan del
franchise di Star
Wars e che, dopo diverse apparizioni in animazione e live
action, arriva finalmente ad avere una serie tv tutta sua, che
esordisce su Disney+ il 23 agosto. E i fan delle
serie animate Star Wars: The Clone Wars e
Star Wars: Rebels sentiranno finalmente che è
stata fatta giustizia.
Ahsoka, quando è
ambientata?
Ambientata nello stesso
arco temporale del terzo capitolo di The Mandalorian, questa nuova serie di otto
episodi segue l’ex cavaliere Jedi Ahsoka Tano (Rosario
Dawson) che, dopo essere sopravvissuta all’epurazione
Jedi ed essere stata salvata dalle grinfie del suo ex maestro,
Darth Vader (alias Anakin Skywalker), si ritrova in una
missione per salvare la fragile Nuova Repubblica. Una Ahsoka che si
rispecchia nella descrizione di Skoll: è elusiva, schiva, fuggita
dall’Ordine dei Jedi per poi tornare e occupare il suo posto nella
Storia della Galassia; eppure persistente, presente e combattiva,
dal carisma smisurato, nonostante il suo essere laconica e calma,
anche di fronte a sfide del passato.
La serie tv è ideata
dalla coppia d’oro della Lucasfilm,Jon Favreau e Dave Filoni, e non è
certo un male che proprio Filoni, che ha creato il personaggio di
Ahsoka insieme a George Lucas, abbia scritto tutti gli otto
episodi, dirigendone due. Per i fan che conoscono ogni intricato
aspetto del franchise di “Star Wars”, “Ahsoka” è un caloroso
bentornato a una tradizione ben nota.
Un legame personale
Il percorso del
personaggio sembra più legato alle persone che agli eventi. E così
acquisiscono da subito importanza i personaggi di Sabine Wren
(Natasha Liu Bordizzo) e Hera Syndulla
(Mary
Elizabeth Winstead), ben noti ai fan più appassionati
del franchise e che qui assumono dei ruoli particolari che
guideranno in qualche modo le scelte e le azioni di Ahsoka stessa,
rispetto alla questa eroica che comunque la protagonista è chiamata
a compiere.
Assistiamo per la prima
volta a uno show di Star Wars in cui il cast protagonista è
completamente al femminile e in cui tornano combattimenti e Spader
laser a profusione e soprattutto torna l’elemento magico/mistico
che è sempre stato caratteristica distintiva della serie: l’eterna
lotta tra Lato Scuro e Lato Chiaro della Forza, alla ricerca del
tanto ambito Equilibrio.
Anche se ci sono un sacco
di spade laser, battaglie e astronavi, nei primi due episodi visti
in anteprima, il cuore di Ahsoka sono i suoi personaggi.
Rosario Dawson è capace di dare al suo
personaggio una presenza imponente e carismatica, ma allo stesso
tempo inquietante. E ai fan non sfuggirà la precisione con cui
l’attrice ha dato vita alla combattente togrutana, dalla modo in
cui pronuncia le sue frasi al ritmo delle sue parole fino ai suoi
movimenti precisi durante i combattimenti. E inoltre, la serie si
fa portavoce di un nodo molto complesso nel franchise, compresi i
legami della protagonista con il suo maestro Anakin e con la sua
apprendista Sabine.
Dal punto di vista
visivo, la serie sembra essere più dalle parti di The Mandalorian,
con ambientazioni fantascientifiche più invadenti rispetto a un
approccio realistico quale è e sarà quello dedicato a Andor,
per esempio, e questo può essere un fattore che i fan
tradizionalisti apprezzeranno.
Sfiorando la leggenda
È certo che Star
Wars: Ahsoka è stato realizzato per coloro che amano
già il personaggio e vogliono vederla alle prese con il passato e
il futuro, portando avanti la sua scelta di mezzo, e raccontando un
po’ di più della sua affascinante storia così strettamente
collegata ai grandi eventi che costituiscono la spina dorsale del
franchise di Star Wars.
La Ahsoka di
Rosario Dawson potrebbe rappresentare un perfetto
esempio di quello che è lo stato del franchise a oggi: elusivo, a
tratti incerto e che guarda al passato, ma presente e perseverante,
pronto ad affrontare il futuro. I fan saranno pazienti abbastanza
da accogliere tutte le storie che verranno?
Apple TV+ ha svelato oggi
il trailer di “Still Up“, la nuova serie comedy
interpretata da Antonia Thomas e Craig
Roberts e co-creata e scritta da Steve Burge e Natalie
Walter. La nuova serie di otto episodi farà il suo debutto il 22
settembre su Apple
TV+ con i primi tre episodi, seguiti da un episodio settimanale
ogni venerdì, fino al 27 ottobre.
“Still Up” è una commedia romantica
che racconta la vita fuori dal lavoro di Danny (Craig
Roberts) e Lisa (Antonia Thomas), che non
hanno segreti tra loro, se non i sentimenti che provano l’uno per
l’altra. Del cast fanno parte anche Blake Harrison, Lois Chimimba,
Luke Fetherston e Rich Fulcher.
“Still Up” è co-creata e scritta da
Steve Burge e Natalie Walter insieme a Bryce Hart ed è diretta dal
candidato al premio BAFTA John Addis. La serie è prodotta per Apple
TV+ da Various Artists Limited ed è prodotta esecutivamente dal
vincitore del premio BAFTA Paul Schlesinger e dal vincitore del
premio Emmy Phil Clarke. Arabella McGuigan è produttrice della
serie.
Importanti personalità del mondo del
cinema saranno al centro, da venerdì 31 agosto a lunedì 4
settembre, di una serie di masterclass e conversazioni all’80.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (30 agosto – 9
settembre) della Biennale di Venezia, che si terranno nella Sala
conferenze del Palazzo del Casinò al Lido, condotte da critici e
giornalisti.
In particolare tre saranno le
masterclass che vedranno protagonisti registi quali Liliana
Cavani (Leone d’oro alla carriera, 31 agosto),
Nicolas Winding Refn (Tributo a Ruggero Deodato, 1
settembre) e Wes Anderson (Premio Cartier Glory to
the Filmmaker, 2 settembre), che si potranno seguire anche in
livestream sul sito www.labiennale.org.
Due conversazioni sono organizzate
in collaborazione con Cartier – The Art and Craft of Cinema, e
vedranno dialogare l’1 settembre il regista Damien Chazelle (Presidente della giuria di
Venezia 80) insieme al compositore Justin Hurwitz
(1 settembre), e il 4 settembre gli scenografi premi Oscar
Francesca lo Schiavo e Dante Ferretti.
Una terza conversazione coinvolgerà
il 3 settembre i registi Edward Berger (Niente di nuovo sul fronte
occidentale) e Philippe Falardeau (Monsieur Lazhar), organizzata
nell’ambito del Venice Production Bridge, il cui Focus è dedicato
quest’anno a Germania e Quebec.
Questo il calendario dettagliato di
masterclass e conversazioni alla Sala conferenze del Palazzo del
Casinò, per tutti gli accrediti, senza prenotazione:
Giovedì 31 agosto
ore 15.30 Masterclass di Liliana Cavani – Leone d’oro alla
carriera, conduce Oscar Iarussi.
Venerdì 1 settembre
ore 9.30 Conversazione con Damien Chazelle e Justin Hurwitz –
Cartier-The Art and Craft of Cinema, conduce Stéphane Lerouge
ore 15.30 Masterclass di Nicolas Winding Refn – Venezia
Classici-Tributo a Ruggero Deodato, conduce Manlio Gomarasca
Sabato 2 settembre
ore 15.30 Masterclass di Wes Anderson – Premio Cartier Glory to the
Filmmaker, conduce Giulia D’Agnolo Vallan
Domenica 3 settembre
ore 15.30 Conversazione con Edward Berger e Philippe Falardeau –
Venice Production Bridge, conduce Guy Lodge
Lunedì 4 settembre
ore 9.30 Conversazione con Francesca Lo Schiavo e Dante Ferretti –
Cartier-The Art and Craft of Cinema, conduce Alberto Cavalli
La Casa dei Fantasmi,
l’avventura Disney ispirata alla classica attrazione del parco a
tema, arriverà il 23 agosto nelle sale italiane.
La Casa dei Fantasmi racconta
di una donna e di suo figlio che si rivolgono a un variegato gruppo
di cosiddetti esperti spirituali per aiutarli a
liberare la loro casa da intrusi
soprannaturali. Diretto da Justin Simien, il film è
interpretato da un cast stellare che include LaKeith
Stanfield, Tiffany Haddish, Owen Wilson, Danny DeVito, Rosario
Dawson, Chase W. Dillon e Dan Levy, con
Jamie Lee Curtis e Jared Leto nel ruolo di The Hatbox
Ghost.
Il film è prodotto da Dan Lin e
Jonathan Eirich, mentre Nick Reynolds e Tom Peitzman sono i
produttori esecutivi.
Disney+ ha diffuso il primo teaser della nuova serie originale
Disney+Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo. L’epica
serie, basata sulla saga di libri best-seller del pluripremiato
autore Rick Riordan, debutterà mercoledì 20 dicembre 2023 su
Disney+ con i primi due episodi e con nuovi episodi ogni
settimana.
Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo racconta
la fantastica storia di un moderno semidio dell’età di 12 anni,
Percy Jackson, che sta iniziando ad accettare i suoi nuovi poteri
divini quando il dio del cielo, Zeus, lo accusa di aver rubato il
suo fulmine maestro. Con l’aiuto dei suoi amici Grover e Annabeth,
Percy deve intraprendere l’avventura di una vita per ritrovarlo e
riportare l’ordine nell’Olimpo.
La serie è interpretata da Walker
Scobell (Percy Jackson), Leah Sava Jeffries (Annabeth
Chase), Aryan Simhadri (Grover Underwood) e vede la
presenza di guest star come Lin-Manuel Miranda (Ermes),
Megan Mullally (Alecto alias Signora Dodds), Toby
Stephens (Poseidone), Virginia Kull (Sally Jackson), Jason
Mantzoukas (Dioniso alias Signor D), Jay Duplass
(Ade), Glynn Turman (Chirone alias Signor
Brunner), il compianto Lance Reddick (Zeus), Adam
Copeland (Ares), Charlie Bushnell (Luke
Castellan), Dior Goodjohn (Clarisse La Rue), Jessica
Parker Kennedy (Medusa), Olivea Morton (Nancy
Bobofit), Suzanne Cryer (Echidna), Timm Sharp
(Gabe Ugliano) e Timothy Omundson (Efesto).
Rick Riordan, il celebre creatore di
“Percy Jackson”, ha lavorato a stretto contatto con il team
creativo e gli showrunner Jon Steinberg e Dan Shotz per dare vita
ai suoi libri e realizzare una serie che rimanesse fedele alla sua
visione di questi eroici personaggi che milioni di fan della saga
conoscono e amano. I primi due episodi sono scritti da Riordan e
Steinberg e diretti da James Bobin. Steinberg e Shotz sono i
produttori esecutivi insieme a Rick Riordan, Rebecca Riordan, Ellen
Goldsmith-Vein di The Gotham Group, Bert Salke, Jeremy Bell e D.J.
Goldberg di The Gotham Group, James Bobin, Jim Rowe, Monica
Owusu-Breen, Anders Engström e Jet Wilkinson.
Dopo aver inaugurato l’Un
Certain Regard del Festival
di Cannes 2022, arriva nei cinema italiani il secondo film
di Mathieu Vadepied, Io sono tuo
padre, distribuito da Altre Storie con Minerva Pictures.
Dal 24 agosto avremo dunque l’occasione di ritrovare l’Omar
Sy di Quasi amici in un ruolo inusuale per quanti fossero
abituati a vederlo in commedie o avventure di vario tipo, fino
all’ultimo
Jurassic World – Il dominio. E’ lui il genitore disposto
all’estremo sacrificio in una storia dalle radici tanto drammatiche
quanto reali, che rende ancora più discutibile l’avventura
coloniale francese del XIX secolo.
Io
sono tuo padre: una guerra di famiglia
Al centro della vicenda
che si svolge nel 1917, in piena Prima Guerra Mondiale, il
senegalese Bakary Diallo (Omar Sy), arruolatosi
nell’esercito francese per raggiungere Thierno (Alassane
Diong), il figlio diciassettenne reclutato contro la sua
volontà. Inviati al fronte, padre e figlio dovranno affrontare
insieme la guerra. Bakary farà di tutto per evitare che suo figlio
combatta per riportarlo a casa sano e salvo, ma l’ardore del
tenente Chambreau (Jonas Bloquet) spinge per
condurlo nel cuore della battaglia e allontanarsi dal genitore.
Thierno sarà diviso tra il rispetto per il padre, l’onore di
combattente e l’obbedienza agli ordini. La sua emancipazione lo
renderà un uomo, ma a quale prezzo?
Niente di nuovo sul fronte occidentale
Come nel premiatissimo
film di Edward Berger dell’anno scorso, si torna sul fronte simbolo
dell’assurdità della guerra, in questo caso la Prima “mondiale”,
per raccontarne un crimine nel crimine, quello perpetrato ai danni
dei duecentomila soldati africani chiamati a combattere per la
Francia, molti dei quali (trentamila, pare) non tornarono affatto.
E che il regista ricorda e omaggia nella storia esemplare del
tirailleur protagonista.
Con questo termine,
scelto per il titolo originale, si indicavano i fucilieri della
fanteria indigena che l’esercito francese reclutava nelle colonie
per far loro combattere le proprie guerre, ancora nella Seconda
Guerra, quando furono addirittura centocinquantamila. Un peccato
che nella traduzione si perda la radice storico-politica del film a
favore della vicenda raccontata e del dramma di un padre e un
figlio, meno avvincente per quanto forte nel suo far leva
sull’umanità e la capacità di empatizzare dello spettatore.
Eppure lo stesso regista
(già Direttore artistico proprio di Quasi amici)) aveva dedicato il suo film d’esordio La
vie en grand a un’altra storia di un giovane di origine
senegalese, e il protagonista ha voluto partecipare al budget di 14
milioni di euro con la sua compagnia di produzione Korokoro, al
fianco della Unité di Bruno Nahon, Gaumont e France 3 Cinéma. Una
condivisione ideale in primis, che potrebbe aver distratto i
realizzatori dal risultato finale, nonostante la cura nella
costruzione delle scene e non solo (le musiche sono di
Alexandre Desplat).
E la narrazione stessa
nel suo complesso, nei suoi snodi, nei conflitti dai quali dovrebbe
essere costituita, fino alla risoluzione finale, poco sorprendente
e accompagnato da un epilogo ancor più didascalico, per quanto
interessante, tra il cronachistico e l’elegiaco. Nonostante un
ritmo altalenante e delle carenze nel bilanciamento generale, tutto
concorre a rendere il film meritevole di esser visto, per il tema
trattato e per i momenti affidati ai due protagonisti, chiamati a
confrontarsi in conflitti mai realmente esplosi. E forse la parte
più interessante di questo lungo racconto di dolore e disumanità è
proprio il rimando al sacrificio dei tanti che ancora oggi sono
costretti dalla disperazione – e dall’amore per i figli – ad
assumersi a rischiare la morte.
Cinefilos.it offre
la possibilità di vedere al cinema, gratis, ROSSOSPERANZA,
diretto da Annarita Zambrano, con Margherita Morelli
e Leonardo Giuliano, in uscita il 24 agosto distribuito in
Italia da Fandango.
Ecco le città in cui sarà possibile
partecipare alle anteprime:
ROMA
– CINEMA MIGNON
Giovedì 24 agosto – 10 biglietti
Venerdì 25 agosto – 10 biglietti
Sabato 26 agosto – 10 biglietti
Domenica 27 agosto – 10 biglietti
– CINEMA GREENWICH
Giovedì 24 agosto – 10 biglietti
Venerdì 25 agosto – 10 biglietti
Sabato 26 agosto – 10 biglietti
Domenica 27 agosto – 10 biglietti
– CINEMA LUX
Giovedì 24 agosto – 10 biglietti
Venerdì 25 agosto – 10 biglietti
Sabato 26 agosto – 10 biglietti
Domenica 27 agosto – 10 biglietti
TORINO
– CINEMA NAZIONALE
Giovedì 24 agosto – 10 biglietti
Venerdì 25 agosto – 10 biglietti
Sabato 26 agosto – 10 biglietti
Domenica 27 agosto – 10 biglietti
BOLOGNA
– CINEMA LUMIERE
Giovedì 24 agosto – 10 biglietti
Venerdì 25 agosto – 10 biglietti
Sabato 26 agosto – 10 biglietti
Domenica 27 agosto – 10 biglietti
MILANO
– ANTEO PALAZZO DEL
CINEMA
Venerdì 25 agosto – 10
biglietti
Sabato 26 agosto – 10
biglietti
Domenica 27 agosto – 10
biglietti
I biglietti saranno validi per qualsiasi spettacolo dal 24 al 27
agosto e potranno essere richiesti, fino ad esaurimento, inviando
una email a[email protected]
in cui andranno specificati
il giorno
in cui si intende utilizzare i biglietti e un
secondo giorno alternativo
nel caso per il giorno prescelto non ci sia più disponibilità di
posto.
I biglietti dovranno essere richiesti improrogabilmente
entro e non oltre il 24 agosto e non saranno prese in
considerazioni eventuali richieste formulate successivamente alla
suddetta data.
NB: riceveranno risposta solo
gli assegnatari dei biglietti.
Gli orari delle proiezioni andranno consultati direttamente sui
siti dei cinema.
È di fondamentale importanza che nell’email venga evidenziato
che si sta chiedendo l’invito via CINEFILOS.
I biglietti potranno essere ritirati direttamente alla cassa dei
cinema presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un
documento di identità.
A dieci anni dall’uscita in
Giappone, dove è stato il più grande successo
cinematografico della stagione, Si alza il vento di Hayao Miyazaki torna al cinema dal
24 al 30 agosto e chiude la rassegna Studio Ghibli “Un
mondo di sogni animati”.
Premiato come Miglior film
d’animazione dalla Japan Academy, candidato come Miglior film
d’animazione al Premio Oscar e come Miglior film straniero ai
Golden Globe, Si alza il vento è ispirato all’omonimo racconto di
Tatsuo Hori.
“Si alza il vento è la storia di
un individuo dedito al suo lavoro, che ha perseguito tenacemente il
suo sogno. I sogni contengono un elemento di follia, e questo
aspetto “velenoso” non può essere nascosto. Desiderare ardentemente
qualcosa di troppo bello può distruggere. Accostarsi alla bellezza
può richiedere un prezzo da pagare. Jiro sarà distrutto e
sconfitto, la sua carriera di progettista interrotta, ma resta un
uomo di grande originalità con un talento non comune” – ha
commentato il regista Hayao Miyazaki quando è uscito il film.
Il film racconta la storia di Jiro,
che sogna di volare e progettare aeroplani ispirandosi al famoso
ingegnere aeronautico italiano Gianni Caproni. Miope fin dalla
giovane età e pertanto impossibilitato a diventare pilota, nel 1927
entra a lavorare in una delle principali società giapponesi di
ingegneria aeronautica. Sono anni importanti quelli per Jiro,
perché ha modo di mostrare l’innato talento che lo farà diventare
uno dei progettisti aeronautici più affermati al mondo ma
soprattutto perché inizia a frequentare la dolce Nahoko, il suo più
grande amore, oltre al cielo…
L’elenco delle sale dove sarà
proiettato Si alza il vento è disponibile su
www.studioghibli.it
La guerra d’indipendenza
irlandese fu un durissimo conflitto che per oltre due anni
vide contrapposte le forze indipendentiste irlandesi al Regno Unito
di Gran Bretagna e Irlanda. Un evento che portò alla nascita di un
nuovo Stato, al costo però di numerose perdite. A tale vicenda
storica sono poi state dedicate diverse opere, tra cui due noti
film. Il primo è Il vento che accarezza l’erba, di
Ken Loach, premiato a Cannes, mentre il secondo è
Michael Collins (qui la recensione), diretto nel
1996 da Neil Jordan e interpretato dall’attore
Liam Neeson.
Il film ripercorre le gesta del
patriota Michael Collins nel corso della guerra
d’indipendenza ed è stato uno dei titoli più premiati del suo anno.
Vinse infatti il Leone d’oro al Festival di Venezia, mentre Neeson fu
premiato con la Coppa Volpi alla miglior interpretazione maschile.
Il film fu poi nominato anche ai Bafta, ai Golden Globe e agli
Oscar, dove però ricevette solamente le candidature come miglior
fotografia e miglior colonna sonora. Inizialmente sottovalutato dal
grande pubblico, Michael Collins ha poi ottenuto un suo
seguito di appassionati al genere.
Bisogna però sottolineare come il
film non sia del tutto accurato storicamente, prendendosi invece
alcune libertà nel raccontare determinati episodi della vita di
Collins. Ciò non toglie però valore al film, che ha il merito di
ricordare uno dei più importanti uomini del Novecento. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla vera storia dietro
il film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo
Michael Collins: la trama e il cast del film
Il film ha per protagonista
Michael Collins, un uomo interamente devoto al suo
paese, l’Irlanda, e con il desiderio di vederlo diventare
indipendente rispetto all’Inghilterra. Dopo aver guidato diverse
fallimentari insurrezioni con questo obiettivo sempre in mente,
Collins comprenderà di dover cambiare strategia e si farà promotore
di una ribellione come non se ne erano mai viste prime. Quando
l’Inghilterra si dimostrerà disposta a stipulare un accordo, però,
le cose per Collins si metteranno peggio del previsto. Egli si
troverà infatti al centro di una vera e propria guerra civile, che
rischia di compromettere per sempre l’integrità dell’Irlanda.
Come anticipato, ad interpretare il
protagonista Michael Collins vi è l’attore irlandese Liam Neeson,
con quella che è considerata una delle sue migliori interpretazioni
di sempre. Per prepararsi al ruolo, egli studiò meglio la figura di
Collins, cercando di far emergere tanto le sue virtù quanto gli
aspetti più controversi. Accanto a lui, nel ruolo del controverso
presidente irlandese Éamon de Valera vi è l’attore AlanRickman, il quale a sua volta condusse
ricerche sull’uomo che interpretava. Nel cast spiccano poi anche
Julia Roberts
nei panni di Kitty Kiernan, la fidanzata di Collins, e
Aidan Quinn in quelli del politico Harry Boland.
Completano il cast Brendan Gleeson nei panni di
Liam Tobin, Stephen Rea in quelli di Ned Broy e
Charles Dance
come Soames.
Michael Collins: la vera storia dietro al film
Sebbene basato su eventi storici, il
film, come già accennato, contiene alcune alterazioni e
rivisitazioni di determinati momenti della vicenda narrata. Neil
Jordan ha difeso il suo film affermando che non poteva fornire un
resoconto del tutto accurato degli eventi poiché Michael
Collins è un film di due ore che deve essere comprensibile a
un pubblico internazionale che non conosce le minuzie della storia
irlandese. Ad ogni modo, si ripercorre qui la vita di
Michael Collins, entrato in contato sin da giovane
con la Fratellanza Repubblicana Irlandese e la
Lega Gaelica. Dopo essere stato a Londra per buona
parte della sua giovinezza, nel 1916 torna in Irlanda e prende
parte alla Rivolta di Pasqua.
Catturato, viene internato nel campo
di concentramento di Frongoch, da dove esce però nel dicembre di
quellostesso anno. Grazie alle sue capacità intellettuali e
organizzative, Collins scalò rapidamente i vertici del partito
repubblicano irlandese, il Sinn Féin, arrivando ad
essere ministro delle finanze. Con lo scoppio della guerra
d’indipendenza nel 1919, egli diviene uno dei principali strateghi
della guerriglia, organizzando diversi attacchi alle forze militari
britanniche, tra cui il celebre Bloody Sunday. Con
la fine degli scontri nel 1921 Collins fu inviato dal capo del
governo Eamon de Valera a negoziare il trattato di
pace con l’Inghilterra.
L’accordo che ne seguì scontentava
però in molti, poiché pur dando vita al Libero Stato d’Irlanda,
prevedeva che questa dipendesse ugualmente dalla Corona Inghlese.
Il governo provvisorio di cui Collins divenne presidente all’inizio
del 1922 si dissolse presto per l’inizio della Guerra
Civile Irlandese, dove fu nominato comandante
dell’esercito nazionale. Questo fino alla sua morte, avvenuta
durante un’imboscata delle forze opposte al trattato il 22 agosto
1922, in circostanze mai del tutto chiarite. Le principali libertà
che il film si prende sono infatti relative alla morte di alcuni
personaggi e al presunto coinvolgimento di de Valera nella morte di
Collins, un aspetto non trattato nella pellicola.
Michael Collins: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Michael Collins grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Google Play e Apple
TV+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di lunedì 21
agosto alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Negli ultimi anni Netflix non si è risparmiata nel proporre ai
propri abbonati film di propria produzione di genere
action. Veri e propri blockbuster dalle grandi ambizioni
tecniche, che possono però essere goduti nella comodità del proprio
salotto. Titoli come 6 Underground, Red Notice, The Grey Man o i due Tyler Rake e Tyler Rake 2 sono i
principali esponenti di questo tipo di produzioni dell’azienda di
streaming. A questi si aggiunge ora Heart of
Stone (qui la recensione), film diretto
da Tom Harper (regista di TheAeronauts)
a partire da una sceneggiatura di Greg Rucka e
Allison Schroeder.
Il film, il cui sviluppo è iniziato
nel dicembre 2020, quando l’attrice GalGadot ha firmato per interpretare il ruolo
principale, è stato in più occasioni descritto come una risposta a
saghe del tipo James
Bond, Jason Bourne o Mission: Impossible.Heart of Stone vanta però un’agguerrita protagonista
femminile, che ribadisce dunque come questo genere di film possano
essere costruiti anche sulle spalle di attrici e non solo di
attori. Gli ingredienti ci sono tutti: un complotto internazionale,
location mozzafiato sparse in giro per il mondo e intrecci
narrativi che rendono difficile potersi fidare dei vari personaggi
coinvolti.
Un titolo, dunque, che gli
appassionati del genere non dovrebbero lasciarsi sfuggire,
specialmente se si sono apprezzati gli altri action thriller
realizzati in questi anni da Netflix. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alle location. Infine, si
elencheranno i passaggi da compiere per poter vedere il film
all’interno del catalogo di Netflix, qualora non si sia già
iscritti alla piattaforma.
La trama e il cast di Heart of Stone
Rachel Stone è
un’impiegata che si occupa di tecnologia per i servizi segreti
britannici all’interno dell’unita d’élite guidata dall’agente
Parker. Quello che però nemmeno l’MI6 sa è che in
realtà Rachel lavora per il Charter, un’organizzazione segreta che
opera per il mantenimento della pace nel mondo. Rachel è stata
dunque addestrata per perseguire tale obiettivo, mantenendo ben
nascosta la propria identità. Quando però la misteriosa hacker
Keya Dhawan stravolgerà una missione di routine,
la duplice identità di Rachel verrà messa in pericolo. Costretta a
proteggere il Charter e sfidare il nemico, la Stone dovrà venire a
capo di quel complotto prima che sia troppo tardi e le conseguenze
si rivelino catastrofiche.
Ad interpretare Rachel Stone vi è
l’attrice Gal Gadot,
famosa soprattutto per il ruolo di Wonder Woman nei film DCEU, tra cui Wonder Woman, Justice League e
Batman v Superman: Dawn of
Justice. Accanto a lei, nei panni dell’agente Parker, vi è
invece l’attore Jamie Dornan,
divenuto celebre per il ruolo di Christian Grey nella trilogia
di Cinquanta sfumature di
grigio. Alia Bhatt interpreta invece
l’hacker Keya Dhawan. La Bhatt, proveniente da Bollywood, è qui al
suo debutto in un film hollywoodiano. Recitano poi nel film gli
attori Matthias Schweighöfer nel ruolo di Jack,
Sophie Okonedo in quelli di Nomade e Glen Close con
il personaggio noto come Re di Quadri.
Le location di Heart of
Stone: ecco dove è stato girato il film
In Heart ofStone,
il personaggio interpretato da Gal Gadot viaggia per il mondo,
passando da un paese all’altro nel tentativo di portare a termine
la propria missione. Innanzitutto, le prime scene si svolgono in
Italia, sulle Alpi o più specificamente a
Senales, dove il cast e la troupe hanno girato la
sequenza di apertura. Qui i personaggi principali si riuniscono al
casinò del Glacier Hotel Grawand, l’albergo più alto d’Europa e
rifugio sciistico. Si è dunque dato subito un certo tono al film
facendolo iniziare a 10.538 piedi da terra e facendo saltare il
personaggio della Gadot dal lato dell’hotel, lanciandosi con il
paracadute.
Le riprese si sono poi spostate a
Lisbona, in Portogallo, dove è
stata filmata una grande sequenza di inseguimento tra le strade
portoghesi. Hanno infatti avuto il permesso di filmare tale scena
attraverso la piazza centrale della città storica, facendo
attenzione a non danneggiare nessuna proprietà. Una volta terminate
le riprese in Portogallo, alcuni membri del cast e della troupe di
Heart of Stone si sono recati nel Regno
Unito per girare un’importante scena alla Royal
Albert Hall di Londra, in
Inghilterra. Un altro luogo significativo per le
riprese del film è stato Reykjavík, in
Islanda, dove ha luogo il climax del racconto.
Nel film sono inclusi due importanti
monumenti islandesi: Harpa, una famosa sala da
concerto, e la chiesa Hallgrímskirkja, l’edificio
più alto del paese. Alcune scene del film si svolgono poi nel
deserto di Lompoul in Senegal,
Africa occidentale, ma il cast e la troupe hanno
in realtà filmato queste sequenze nel deserto del
Sahara a Erfoud, in
Marocco. Questo è stato solo uno dei pochi casi in
cui il team di produzione ha utilizzato una location diversa
dall’ambientazione immaginaria del film per girare le scene.
Infine, le scene ambientate sopra un dirigibile hanno avuto luogo a
Los Angeles, Stati Uniti.
Heart of Stone 2 si farà?
Heart of Stone potrebbe
facilmente ottenere un sequel con una nuova missione, dato che la
fine del film sembra preparare il terreno per altre avventure a
venire. Sebbene esso sia uno dei più grandi titoli usciti su
Netflix quest’estate, l’azienda deve però ancora confermare
l’intenzione a realizzare un nuovo film. Lo streamer probabilmente
aspetterà un po’ dopo la data di uscita di Heart of Stone
prima di decidere se impegnarsi in un sequel. Tutto dipenderà dal
numero di visualizzazioni e dalle ore di visualizzazioni che il
film otterrà. Le recensioni negative ad ora ottenute dal film,
però, potrebbero rappresentare un serio ostacolo alla realizzazione
di uno o più seguiti.
Il trailer di Heart of
Stone e come vedere il film in streaming su Netflix
Come anticipato, è possibile fruire
di Heart of Stone unicamente grazie alla
sua presenza nel catologo di Netflix, dove
attualmente è al 1° posto della Top 10 dei
film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo,
basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla
piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo
di accedere al catalogo e di guardare il titolo in totale comodità
e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti
gli altri prodotti presenti nella piattaforma.
Stando a quanto riportato dallo
scooper MyTimeToShineHello su X
(precedentemente Twitter), un nuovo progetto solista di
Ghost Rider era in fase di sviluppo presso i
Marvel Studios prima dell’inizio degli
attuali scioperi e dovrebbe
essere ripreso una volta che questi saranno terminati. Ad,
considerando che non ci sono state conferme da parte dei diretti
interessati, è difficile stabilire se un nuovo film con
protagonista il carismatico supereroe è effettivamente in arrivo,
ma si tratterebbe certamente di un gradito ingresso nell’MCU per i fan.
Il personaggio, come noto, è stato
già portato al cinema con due film live-action con Nicolas Cage
nei panni del supereroe: Ghost Rider (2007)
e Ghost Rider – Spirito di
vendetta (2012). La Marvel ha poi portato Ghost Rider
nell’universo cinematografico Marvel attraverso la serie
televisiva della ABC Agents of SHIELD, con Gabriel Luna
che interpretava la versione Robbie Reyes del personaggio,
apparendo in più episodi della quarta stagione. Johnny Blaze ha
anche fatto un cameo in uno di essi, durante un flashback che
spiega come Reyes è diventato il Ghost Rider dell’MCU.
Mentre c’erano piani per il ritorno
di Luna nei panni del supereroe in una serie spin-off per Hulu, il
progetto è stato infine abbandonato a causa di un “impasse
creativo”. Mentre questo inizialmente ha portato Luna ad affermare
che aveva finito di interpretare il personaggio, l’attore ha
recentemente cambiato idea, affermando nel maggio 2023 che era
“sempre aperto” all’idea di recitare di nuovo
nell’MCU. Se quanto riportato si
rivelasse vero, l’occasione potrebbe arrivare molto presto, con i
Marvel Studio che potrebbero dunque
portare al cinema il celebre motociclista dalla testa
infuocata.
New Ghost Rider solo project was in
development pre-strikes. They will move forward with it
post-strikes pic.twitter.com/yDDr4VMnhK
Zack Snyder ha
recentemente annunciato che il primo teaser trailer di Rebel Moon debutterà
durante la Gamescom questo martedì e, grazie a What’s On Netflix, si hanno ora
anche i titoli ufficiali per la Parte 1 e Parte 2 dell’epopea
fantascientifica ideata dal regista di Watchmen e Justice League. I
titoli ufficiali sono dunque Rebel Moon Parte 1: A
Child of Fire, che debutterà il 22
dicembre, seguito da Rebel Moon Parte 2: The
Scargiver. Sebbene questo secondo film non abbia una
data ufficiale di distribuzione, sembra che arriverà sul servizio
di streaming nell’aprile del 2024.
Da quando è stato annunciato che il
film sarà separato in due parti, si temeva un’attesa di almeno un
anno dall’uscita del primo film. Se le voci riguardanti la
distribuzione della Parte 2 dovessero rivelarsi accurate, questo
sarebbe uno sviluppo molto gradito, specialmente se A Child of
Fire dovesse finire con un cliffhanger da fiato sospeso. Anche
se non confermata, sembrerebbe inoltre esserci la possibilità che
il tutto si concluda non con il secondo ma con un terzo film, su
cui al momento però non vi sono certezze di alcun tipo.
Quando una pacifica colonia ai
margini di una galassia si trova minacciata dagli eserciti di una
tirannica forza dominante, Kora, una misteriosa
sconosciuta che vive tra gli abitanti di un villaggio, diventa la
loro migliore speranza di sopravvivenza. Incaricata di trovare
combattenti addestrati pronti ad unirsi a lei per prendere parte ad
un’impossibile lotta, Kora riunisce un piccolo gruppo di guerrieri:
estranei, ribelli, contadini e orfani di guerra provenienti da
mondi diversi che condividono la comune necessità di redenzione e
vendetta.Mentre l’ombra di un intero Regno si abbatte
sulla più improbabile delle lune, viene intrapresa una battaglia
per il destino di una galassia e, nel mentre, nasce un nuovo
esercito di eroi.
Nel cast ritroviamo Sofia Boutella,
Djimon Hounsou, Ed Skrein, Michiel Huisman, Doona Bae, Ray
Fisher, insieme a
Charlie Hunnam ed
Anthony Hopkins come voce di ‘Jimmy’. Insieme a
loro Staz Nair, Fra Fee, Cleopatra Coleman, Stuart Martin,
Ingvar Eggert Sigurðsson, Alfonso Herrera, Cary Elwes, Rhian Rees,
E. Duffy, Jena Malone, Sky Yang, Charlotte Maggi e
Corey Stoll. Diretto da Zack
Snyder, scritto dallo stesso Snyder con Kurt
Johnstad e Shay Hatten, e prodotto da
Deborah Snyder, Eric Newman,
Zack Snyder e Wesley Coller, sarà
disponibile solo su Netflix dal 22 dicembre.
Il regista Antoine
Fuqua ha spiegato come il film
Michael racconterà la vita del celebre
quanto controverso Michael Jackson. Fuqua, noto
per le sue frequenti collaborazioni con Denzel
Washington, aveva rivelato che avrebbe lavorato a un
film biografico su Michael Jackson all’inizio del 2023,
collaborando con il produttore premio Oscar Graham
King, che in precedenza aveva affrontato il genere
biografico musicale con Bohemian Rhapsody del
2018. Jaafar Jackson, il
nipote del musicista nella vita reale, interpreterà il
protagonista, con le riprese inizialmente programmate per
iniziare nel corso dell’anno.
Ora, Antoine Fuqua, parlando a
Good Morning America per celebrare
l’imminente uscita di The Equalizer 3, ha
offerto un aggiornamento su tale biopic, spiegando in particolare
su come lui e il suo team racconteranno la controversa vita del
musicista. “Era un grande artista. Era umano. Mostreremo di lui
gli aspetti buoni, quelli cattivi e quelli brutti. Racconteremo
Michael basandoci sui fatti di cui siamo in possesso, così come li
conosciamo, e spetterà al pubblico prendere una decisione su cosa
provano per lui”.
Il biopic su Jackson è entrato
definitivamente in fase di sviluppo grazie anche ai successi di
Bohemian Rhapsody e Rocketman, che con anche il
recente Elvis hanno dimostrato il
grande interesse del pubblico nei confronti di film biografici
dedicati a celebri personalità della musica. Nel corso della sua
carriera Jackson ha in più occasioni avuto a che fare con il
cinema, sia tramite la realizzazione di veri e propri cortometraggi
per alcuni suoi celebri brani (primo tra tutti, Thriller)
sia per aver effettivamente recitato in alcuni film, come
Moonwalker (1999) o Man in Black II (2002), dove
compare con un cameo.
Numerosi sono poi stati i
documentari a lui dedicati, che hanno cercato di raccontare la sua
vita e le tante e grandi contraddizioni che lo hanno sempre
caratterizzato. Proprio per via di ciò, Michael si
preannuncia già da ora come un progetto particolarmente rischioso,
considerando le tante polemiche e controversie ancora oggi presenti
su Jackson, dai suoi eccessi fino alle accuse di pedofilia. A
quattordici anni dalla sua scomparsa, il progetto sembra però
essere ora certo e non resta dunque che scoprire come Fuqua e il
suo team decideranno di affrontare tutto ciò.
Come riportato dall’Hollywood Reporter, un giudice
federale degli Stati Uniti ha confermato la posizione dello United
States Copyright Office (USCO) secondo cui l’arte interamente
prodotta dalle Intelligenze artificiali non può essere protetta da
copyright negli Stati Uniti. La decisione del giudice distrettuale
statunitense Beryl Howell arriva in un momento in cui l’uso
dell’intelligenza artificiale nella creazione di sceneggiature è
una delle principali questioni che la Writers Guild of America
(WGA) sta rinfacciando agli studios di Hollywood con lo sciopero che sta bloccando l’intera
industria.
L’arte realizzata dalle AI è infatti
un’opera prodotta da un processo di apprendimento automatico
dell’intelligenza artificiale, il che significa che un
computer/macchina ha appreso informazioni, come il lavoro passato e
lo stile di altri artisti, descrizioni di personaggi e immagini,
generando una nuova immagine a partire da quella conoscenza
appresa. La conoscenza immessa nella macchina proviene quasi sempre
dagli esseri umani, che spesso immettono anche nella macchina
specifiche istruzioni guida per la realizzazione del prodotto
artistico.
Ma l’effettiva creazione finale è
generata dal computer/macchina. Nel 2022, dunque, l’USCO ha negato
la protezione del copyright a Stephen Thaler e al
suo dipinto generato dall’intelligenza artificiale (attraverso
Midjourney), dal titolo “A Recent Entrance to
Paradise“. Thaler ha a quel punto fatto causa
al Copyright Office e la sentenza ora emessa è il risultato di
quella causa. L’attuale posizione dell’USCO rimane dunque quella
per cui gli esseri umani non hanno un effettivo controllo sull’arte
prodotta dalle AI.
Uno strumento come Midjourney genera
infatti immagini in modo imprevedibile. Di conseguenza, gli utenti
non sono gli ‘autori’ ai fini del copyright delle immagini generate
dalla tecnologia e, come dichiarato dall’USCO, “a causa della
notevole distanza tra ciò che un utente può richiedere a Midjourney
di creare e il materiale visivo che tale strumento effettivamente
produce, gli utenti non possiedono un controllo sufficiente sulle
immagini generate per essere trattati come la “mente principale”
dietro di esse”.
Tale sentenza potrebbe entrare ora
nel dibattito in corso tra gli
sceneggiatori e gli studios, anche se quanto dichiarato dal
giudice federale si applica ad ora unicamente all’arte visiva. Il
copyright potrebbe invece essere assegnabile, ad esempio, ad una
sceneggiatura che è stata scritta da un’AI e poi riscritta da un
essere umano. Quindi gli studios di Hollywood potrebbero ancora
spingere per l’uso delle AI senza preoccuparsi di perdere la
protezione del copyright.
Barbie è rimasto
saldamente al primo posto del box office per quattro settimane
negli Stati Uniti, ma alla fine è stata spodestato da
Blue
Beetle (qui la recensione), il nuovo
film DC dedicato al primo supereroe latinoamericano. Tuttavia, il
film DC non ha battuto di molto il lungometraggio di Greta Gerwig. Come
riportato da Comicbook.com, il film diretto
da Angel Manuel Soto ha infatti debuttato con
risultati al di sotto delle aspettative, nonostante le recensioni
positive di critica e pubblico. Nel suo primo fine settimana,
Blue Beetle ha incassato appena 25 milioni di dollari,
quando inizialmente si prevedeva ne avrebbe guadagnati 30.
Questo segna l’apertura più bassa
per un film DC al box office da quando Wonder Woman
1984 è stato rilasciato nel 2020, in un momento
però giustificato dalle note difficoltà. Il film con protagonista
Gal Gadot aveva
infatti guadagnato solo 16,7 milioni al botteghino durante il suo
weekend di apertura a causa della pandemia. La precedente uscita DC
al cinema, The
Flash, ha invece incassato 55,1 milioni di
dollari al botteghino nel weekend di apertura di giugno. Tuttavia,
il film ha poi avuto un enorme calo nel suo secondo fine settimana
ed è ora considerato uno dei più grandi flop di film a fumetti di
tutti i tempi.
Blue Beetle potrebbe non aver avuto un buon
inizio, ma le sue recensioni positive potrebbero probabilmente
aiutarlo a superare The
Flash negli incassi complessivi. Il film, come noto, vede
Xolo Maridueña nel ruolo del protagonista e il suo
alter ego, Jaime Reyes, il quale mentre cerca di trovare il suo
scopo nel mondo, si ritrova inaspettatamente in possesso di
un’antica reliquia della biotecnologia aliena: lo Scarabeo. Quando
lo Scarabeo sceglie improvvisamente Jaime come suo ospite
simbiotico, gli viene conferita un’incredibile armatura dotata di
poteri straordinari e imprevedibili, cambiando per sempre il suo
destino.
Cosa sappiamo su Blue Beetle?
Blue Beetle è un personaggio
immaginario dei fumetti; venne pubblicato negli Stati Uniti
d’America da diverse case editrici a partire dal 1940. Tale
supereroe ha avuto nel tempo diversi alter ego. Kord “è saltato”
nell’universo DC Comics durante Cisis on Infinite
Earths insieme a un certo numero di altri
personaggi di Charlton Comics. Il secondo Blue Beetle in
seguito ha recitato nel suo fumetto di 24 numeri. Kord non ha
mai avuto superpoteri, ma ha usato la scienza per creare vari
dispositivi che lo aiutassero a combattere il crimine.
È diventato un membro
della Justice League of America ed è stato
successivamente ucciso durante il crossover Infinite
Crisis della DC Comics. Soto (“Charm City
Kings”, “The Farm”) dirige da una sceneggiatura di
Gareth Dunnet-Alcocer (“Miss Bala”),
basata sui personaggi DC. Al fianco di Xolo
Maridueña (“Cobra Kai”) troviamo Adriana
Barraza(“Rambo: Last Blood”, “Thor”) nel ruolo
della nonna di Jaime, Nana, Damían Alcázar
(“Narcos”, “Narcos: Mexico”) in quello di suo padre,
Elpidia Carrillo (“Mayans M.C.”, la saga
di “Predator”) nel ruolo della madre, Bruna
Marquezine (“Maldivas”, “God Save the King”) in
quello di Jenny Kord, Raoul Max Trujillo (i film
di “Sicario”,“Mayans M.C.”) come Carapax.
Il Premio Oscar
Susan Sarandon (“Monarch”, “Dead Man
Walking”) come Victoria Kord e George Lopez
(le saghe di “Rio” e “I Puffi”) nel ruolo di suo
zio Rudy. Nel cast anche Belissa Escobedo
(“American Horror Stories”, “Hocus Pocus 2”) nel ruolo
della sorella di Jaime, Milagro, e Harvey Guillén
(“What We Do in the Shadows”) che interpreta il Dott.
Sanchez. Blue Beetle è disponibile nelle sale italiane a
partire dal 17 agosto 2023 distribuito da Warner Bros.
Pictures.
Il prossimo film sui supereroi di
quest’anno, The Marvels, dovrebbe
essere un’epica convergenza di narrazioni, dove si intrecciano le
storie di Captain Marvel, la Kamala Khan della serie
Disney+Ms. Marvel e Monica Rambeau,
proveniente da WandaVision. I tre
distinti personaggi uniranno le forze per affrontare i minacciosi
piani della rivoluzionaria Kree di Zawe Ashton. Il
posizionamento strategico del film all’interno della Fase 5
dell’MCU funge inoltre da allettante
accenno alle avventure che ci attendono e ai potenziali ritorni
futuri dei personaggi.
In un’intervista esclusiva con la
rivista Total Film, la regista
Nia DaCosta ha acceso la speculazione sul
potenziale per un terzo film di Captain Marvel all’interno del Marvel Cinematic Universe. Dopo
questo secondo film con protagonista la supereroina di Brie Larson, la
DaCosta sembra infatti aver già puntato gli occhi sul futuro,
affrontando le intriganti possibilità oltre l’imminente rilascio in
alcune conversazioni avute con il capo dei Marvel Studios, Kevin
Feige.
Da queste conversazioni sembrano
essere emersi un miscuglio di intuizioni sulle possibili future
apparizioni dei personaggi di The Marvels. “Ho proposto a Kevin
17 versioni di ciò che può accadere con tutte queste donne, –
ha affermato la regista – e perché e come, e questo e quello. E
lui dice, ‘Okay, ragazza’, e a volte penso di avere davvero un
prossimo film tra le mani dopo questo. E poi altre volte penso
invece ‘oh, hanno questo piano completamente diverso di cui non
faccio parte.‘”
In mezzo a queste incertezze, la
DaCosta rimane però fiduciosa e immagina i personaggi principali
del film, Captain Marvel, Kamala Khan e Monica
Rambeau, progredire insieme come unità all’interno dell’MCU. Esprimendo la sua fiducia
nella loro chimica, ha infatti dichiarato: “Perché sono davvero
fantastici insieme“. Tuttavia, la realizzazione di un
Captain Marvel 3 dipenderà
molto probabilmente dall’accoglienza critica e commerciale di
The
Marvels.
The Marvels, la trama
Nel film Marvel StudiosThe
Marvels, Carol Danvers alias Captain
Marvel deve farsi
carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi
compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un
rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della
sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli
della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau, diventata ora
un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile trio deve
fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per salvare
l’universo come “The
Marvels”.
Tutto ciò che sappiamo su The Marvels
The
Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con
protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman.
Nel cast ci saranno
anche Iman Vellani(Ms.
Marvel, che vedremo
anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del
quale però non è ancora stata rivelata l’identità. Il film, salvo
modifiche, arriverà in sala il 10 novembre
2023.
Ad un mese dalla sua uscita nei
cinema italiani,
Barbie, diretto da Greta
Gerwig con
Margot Robbie e
Ryan Gosling nei panni dei protagonisti, continua a
mantenere il primo posto nei Box office nazionali. Nel solo fine
settimana il film ha incassato €228.501 a fronte di un totale di 29
milioni di euro.
Al secondo posto ritroviamo
una nuova uscita della settimana: si tratta di
Blue Beetle, action movie basato sul personaggio della
DC Comics, nei cinema dal 17 agosto. La pellicola incassa €130.716
nel week end a fronte di un totale di poco più di 500 mila
euro.
Terzo classificato è
Shark 2-l’abisso, film horror nelle sale dal 3 agosto,
che ha raggiunto un incasso di €118.744 su un totale di più di 4
milioni e mezzo di euro.
Box office: il resto della
classifica
Al quarto e quinto posto si
stabiliscono
I peggiori giorni ed
Elemental; I peggiori giorni, commedia di
Edoardo Leo e Massimiliano Bruno,
nelle sale dal 14 agosto, ha incassato €62.881 nel fine settimana.
Elemental invece, cartone Disney Pixar nei cinema dal 21 giugno,
incassa €41.651 a fronte di un totale di 6 milioni e mezzo di
euro.
Scende all’ottavo posto
Indiana Jones ed il quadrante del destino, quinto ed
ultimo capitolo della serie cinematografica d’avventura con
Harrison Ford; l’incasso del week end è di €20.466 a
fronte di un totale di poco più di 6 milioni di euro dalla sua
uscita nei cinema il 28 giugno.
Ultime due pellicole in classifica
sono Passages,
nei cinema dal 17 agosto, e
Ruby Gillman la ragazza con i tentacoli, nelle sale
dal 5 luglio. Passages incassa al suo primo week end €13.526,
mentre Ruby Gillman, film d’animazione, raggiunge un guadagno di
€9.083 su un totale di poco più di un milione di euro dalla sua
prima uscita.
Taika Waititi vuole che Thor
affronti un nemico più potente di sua sorella
Hela, che schiaccia il Mjölnir.Sebbene non ci sia “Thor 5” in
fase di sviluppo, Waititi ha rivelato (viaScreenrant) nel libro “Thor: Love and Thunder’ The Official
Movie Special” di Titan cosa farebbe se gli fosse data
l’opportunità di dirigere un nuovo film di “Thor”
franchise con Chris Hemsworth dei Marvel Studios.
“Cosa gli resta da
fare? Deve essere qualcosa che sembri continuare con
l’evoluzione del personaggio, ma comunque in un modo molto
divertente e dandogli ancora cose contro cui confrontarsi che
sembrano costruire sugli ostacoli che deve superare“
Ha detto Taika Waititi. “Non credo che
possiamo avere un cattivo più debole di Hela. Sento che
dobbiamo fare un passo avanti e aggiungere un cattivo che sia in
qualche modo più formidabile“.
Cate Blanchett ha recitato in
Thor: Ragnarok del 2017 nei panni di Hela, la dea
asgardiana della morte che distrugge il martello di Thor Mjölnir e
conquista Asgard. Insieme a un nuovo nemico, Waititi vuole anche
introdurre “bestie, mostri e alieni sempre più stravaganti e
pazzi” provenienti da vari mondi che rimangono fedeli alle
origini mitologiche del dio del tuono.Ha aggiunto:
“C’è un elemento divertente in [Thor] e ha una
casualità e una sorta di spavalderia in lui quando visita questi
mondi e incontra questi alieni che non penso che otterresti quando
si tratta di un terrestre che viaggia nello spazio. esplorando
l’universo.”
Mentre il regista di
Thor: Ragnarok e “Thor:
Love and Thunder” sembra determinato a continuare le avventure
di Thor in un altro film a sé stante, l’attore Chris
Hemsworth ha
confermato a giugno che il suo ritorno alla Marvel non è al momento nei suoi
piani. “Non voglio continuare a farlo fino a quando le
persone non saranno così esauste da alzare gli occhi al cielo
quando mi vedranno apparire sullo schermo nei panni di quel
personaggio“, ha detto Hemsworth a Entertainment
Weekly. “Se un pubblico vuole vederlo, e se c’è qualcosa
che crediamo sia eccitante e divertente, allora fantastico. Mi
è piaciuto poter reinventare quel personaggio un paio di
volte. Non ho ancora la risposta, ma mi piacerebbe provare a
[capire] come possiamo farlo di nuovo e mantenerlo un po’
imprevedibile“.
Ron Cephas
Jones, l’attore vincitore di un Emmy noto per
il suo ruolo di William Hill inThis Is
Us della NBC, è morto. Aveva 66
anni.“L’amato e pluripremiato attore Ron Cephas
Jones è deceduto all’età di 66 anni a causa di un problema
polmonare di vecchia data“, ha confermato
Variety grazie alla conferma di un rappresentante
di Jones .
“Durante tutto il corso della sua
carriera, il suo calore, la sua bellezza, la sua generosità, la sua
gentilezza e il suo cuore sono stati percepiti da chiunque abbia
avuto la fortuna di conoscerlo“, ha continuato la
dichiarazione. “Ha iniziato la sua carriera al Nuyorican
Poets Cafe e il suo amore per il palcoscenico è stato presente per
tutta la sua carriera, inclusa la sua recente interpretazione
nominata al Tony e vincitrice del Drama Desk Award per il suo ruolo
in ‘Clyde’s’ a Broadway“.“La bellezza
interiore e l’anima di Ron erano evidenti al vasto pubblico dalla
sua performance vincitrice di numerosi Emmy in ‘This is
Us’. Lascia sua figlia Jasmine Cephas Jones“, ha concluso
la dichiarazione.
Jones ha interpretato
il padre biologico di Randall Pearson (Sterling K. Brown), William
Hill in “This Is Us”. Ha ottenuto quattro nomination agli Emmy
per la sua interpretazione, due delle quali ha vinto come miglior
attore ospite in una serie drammatica nel 2018 e nel 2020. Anche la
figlia di Jones, Jasmine, ha ottenuto la sua prima vittoria agli
Emmy per l’eccezionale interpretazione in una breve commedia o
serie drammatica. nel 2020, rendendo la coppia il primo duo
padre-figlia a vincere gli Emmy nello stesso anno.
Nel maggio 2022,
Jones ha
parlato
con Variety del
suo ritorno nei panni di William per il penultimo episodio di
“This Is Us“. “Alla fine, la cambusa, che
significa la fine, è quando William è proprio lì. E ha questo
bellissimo piccolo monologo in cui vedi il viso di William
illuminarsi con questa idea che la fine è una specie di inizio”, ha
detto della sua scena finale. “E questo è un po’ l’argomento
del monologo, solo che i finali possono essere belli. Se li
accetti per quello che sono, non sono sempre tristi, possono essere
molto belli. Sono questi piccoli pezzi di lui durante
l’episodio, dove senti così tanto William senza che lui dica
molto. Era tutto molto visivo e bello, quasi come un film
muto, per certi versi”.
Oltre a “This Is Us”, i crediti
televisivi di Jones includono la serie Apple+ “Truth Be
Told”, in cui interpretava il padre di Poppy, Lukather
“Shreve” Scoville, “Law & Order: Organized Crime”
e “Looking for Alaska”. Ha interpretato l’amico di Pop Bobby
Fish nella serie Marvel “Luke Cage” ed è apparso in
“The Get Down” e “Mr. Robot.”È anche apparso in
film come “Dolemite Is My Name”, “Dog Days”, “Across the
Universe”, “He Got Game”, “Sweet and Lowdown”, “The Holiday
Calendar” e “Half Nelson”.
Mentre James Gunn sta riavviando l’universo, ha
recentemente scelto nuovi attori per sostituire il
Superman di
Cavill e
Amy Adams nei panni di Lois Lane. I suoi
nuovi attori sono David Corenswet nei panni di Clark
Kent/Superman e Rachel Brosnahan nei panni di Lois
Lane. Nel dicembre 2022, James Gunnha
twittato: “Nelle fasi iniziali, la nostra
storia si concentrerà su una parte precedente della vita di
Superman, quindi il personaggio non sarà interpretato da Henry Cavill“.Tuttavia, in
un recente post di
Threads , Gunn ha chiarito: “Non ho mai
realizzato un film sul ‘giovane Superman’, solo un film di
Superman!” Sembra che Gunn voglia partire da zero,
raccontando la propria storia senza il bagaglio di tutte le puntate
del DC
Extended Universe che l’hanno preceduta.
Di cosa parlerà Superman:
Legacy?
“Superman:
Legacy racconta la storia del viaggio di Superman per
riconciliare la sua eredità kryptoniana con la sua educazione umana
come Clark Kent di Smallville, Kansas“, recita la sinossi
ufficiale del film. “È l’incarnazione della verità, della
giustizia e del modo americano, guidato dalla gentilezza umana in
un mondo che vede la gentilezza come antiquata“.
Superman:
Legacy farà parte della prima lista
di DC Studios per il suo DC
Universe riavviato, che si chiama Chapter One: Gods and Monsters. Il film sarà
scritto e diretto dal regista di
Guardiani della Galassia,
The Suicide SquadJames Gunn, che è stato assunto per diventare
co-CEO dei DC Studios nel novembre 2022.
Il film vedrà protagonista
David Corenswet (Hollywood, The
Politician) nei panni di Clark Kent/Superman e dalla
vincitrice del Golden Globe Rachel Brosnahan (The Marvelous Mrs.
Maisel) nei panni di Lois Lane. Il casting per il prossimo Lex
Luthor è attualmente in corso, con Alexander e Bill
Skarsgård che si dice siano nella rosa dei candidati che
potrebbero potenzialmente interpretare il cattivo della DC.La produzione dovrebbe iniziare all’inizio del 2024, proprio
sulla buona strada per la sua uscita nelle sale attualmente
programmata per l’11 luglio 2025.
La sigla ufficiale di
apertura di One
Pieceè stata rivelata, con Netflix che condivide la traccia che prende il nome
con uno speciale riferimento all’anime originale. La sigla di
apertura, intitolata “Wealth Fame Power”, presenta una colonna
sonora esplosiva per accompagnare la prossima serie
live-action. Il nome della canzone è anche un riferimento
all’anime originale, in quanto “ricchezza, fama, potere”
sono le prime tre parole menzionate nella narrazione iniziale di
One
Piece. L’adattamento di One
Piece di Netflix dovrebbe essere presentato in
anteprima sul servizio di streaming il 31 agosto 2023. Ascolta la
sigla di apertura live-action di One
Piece qui sotto:
Tutto quello che sappiamo sulla serie tv One Piece
Tratta dalla serie manga più
venduta della storia del Giappone e scritta da Eiichiro Oda,
One
Piece è un’impareggiabile avventura leggendaria
ambientata in alto mare. Monkey D. Luffy è un giovane avventuriero
da sempre alla ricerca di una vita libera. Luffy abbandona il suo
villaggio per intraprendere un viaggio pericoloso alla ricerca del
leggendario tesoro ONE
PIECE e diventare il re dei Pirati! Tuttavia, per trovare
l’inestimabile premio Luffy dovrà assoldare la ciurma dei suoi
sogni, trovare una nave, scandagliare in lungo e in largo il vasto
mare azzurro, seminare i Marine e farla in barba a temibili
rivali.
Iñaki Godoy (Monkey D. Luffy),
Mackenyu (Roronoa Zoro), Emily Rudd (Nami), Jacob Romero (Usopp) e
Taz Skylar (Sanji) interpretano l’avventura piratesca live action
ONE PIECE, ideata in collaborazione con Shueisha e prodotta da
Tomorrow Studios con Netflix. Matt Owens e Steven Maeda ricoprono
il ruolo di sceneggiatori, produttori esecutivi e showrunner. Anche
Eiichiro Oda, Marty Adelstein e Becky Clements si occupano della
produzione esecutiva. Il cast confermato in precedenza include
Vincent Regan, Ilia Isorelýs Paulino, Morgan Davies, Aidan Scott,
Langley Kirkwood, Jeff Ward, Celeste Loots, Alexander Maniatis,
McKinley Belcher III, Craig Fairbrass, Steven Ward e Chioma
Umeala.
È stato rivelato
che The Peripheral 2 non si farà, la secondo
stagione è stato cancellata da Prime Video
nonostante fosse stato ordinato in precedenza. Una seconda stagione
per la serie drammatica thriller di fantascienza è stata
ordinata lo scorso febbraio. Deadline ha
riferito che la cancellazione è il risultato della durata degli
scioperi WGA e SAG-AFTRA in corso. Il noto sito americano ha
anche notate che potrebbero esserci più serie in situazioni simili,
in particolare se l’interruzione del lavoro va oltre il Labor
Day.
Quando è stata ordinata la seconda stagione
di The Peripheral?
L’adattamento della serie è stato
scritto da Scott B. Smith, che è stato produttore esecutivo e
showrunner. I creatori di Westworld Jonathan Nolan e Lisa Joy
sono i produttori esecutivi, insieme a Steven Hoban, Athena Wickham
di Kilter Films e il regista Vincenzo Natalie.
INVERSO – The Peripheral racconta la storia di
Flynne Fisher (Chloë
Grace Moretz), una giovane donna che cerca di tenere insieme i
pezzi della sua famiglia disastrata in un angolo dimenticato
dell’America futura. Flynne è intelligente, ambiziosa e
predestinata. Non ha futuro, finché il futuro non bussa alla sua
porta. INVERSO – The Peripheral, tratto dal romanzo dal grande
autore William Gibson, offre uno sguardo affascinante e
allucinatorio sulla sorte dell’umanità e su ciò che verrà.
Il figlio del regista del
film Disney del 1937 Biancaneve
e i sette naniha criticato duramente
l’imminente remake live-action che la Disney ha messo in produzione
e che è tutt’ora in fase di lavorazione.Come molti di
voi già sapranno il 2024, la Disney rilascerà Biancaneve,
un remake live-action del loro classico film d’animazione. Il film
vedrà protagonisti Rachel Zegler (West Side Story, Shazam! Fury
of the Gods) nei panni di Biancaneve e Gal Gadot (Wonder Woman, Fast & Furious) nei panni della
Regina Cattiva. Il film ha suscitato polemiche sulla sua
decisione di scegliere un’attrice latina nel ruolo principale e
persone non piccole per interpretare i personaggi che erano nani
nel materiale originale.
David Hand,
figlio del regista che ha diretto il film originale del 1937
(chiamato anche David Hand), ha criticato il nuovo
film. Ha detto
in un’intervista con il Telegraph chesuo padre
e Walt Disney si sarebbero “rivoltati nella tomba“,
definendolo “un insulto” al film
originale. “È un concetto completamente
diverso, e non sono assolutamente d’accordo con esso, e so che
anche mio padre e Walt sarebbero molto in disaccordo. È una
vergogna [che lo studio stia] cercando di fare qualcosa di nuovo
con qualcosa che ha avuto un così grande successo in
precedenza. I loro pensieri sono così radicali
ora. Cambiano le storie, cambiano il processo di pensiero dei
personaggi. Stanno inventando nuove cose per svegliarsi e io
non sono interessato a niente di tutto ciò. Trovo francamente
un po’ offensivo [quello che] potrebbero aver fatto con alcuni di
questi film classici“.
Cosa sappiamo sul remake di Biancaneve?
Il nuovo film di Biancaneve sarà
diretto da Marc Webb e vedrà protagoniste
Rachel Zegler,Gal
Gadot, Andrew Burnap e Martin Klebba. La
pellicola è un adattamento Live Action della classica fiaba su una
bellissima giovane principessa che, mentre viene perseguitata da
una regina gelosa, cerca rifugio a casa di sette nani nella
campagna tedesca. Il film uscirà il 22 marzo 2024.