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Loki 2: Owen Wilson rivela la data di uscita

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Loki 2: Owen Wilson rivela la data di uscita

La star della serie tv Loki, Owen Wilson ha rivelato quando i fan della serie Marvel Studios diffusa su Disney+ possono aspettarsi di guardare l’attesissima seconda stagione. L’attore infatti ha risposto “a sorpresa” ad una domanda che gli era stata posta da ET riguardo al teaser della seconda stagione di Loki che è stato allegato ai titoli di coda di Ant-Man and the Wasp: Quantumania,  lasciandosi sfuggire la data di uscita.

Immagino che abbiano una specie di piccola reunion di Tom Hiddleston, io e Jonathan Majors della seconda stagione di Loki, ha dichiarato Wilson. E penso che uscirà alla fine dell’estate o settembre.”

La prima stagione di Loki ha debuttato nel giugno del 2021, il che significa che la seconda stagione arriverà probabilmente poco più di due anni dopo la prima stagione che è andata molto bene su Disney+. Secondo quanto abbiamo appreso la seconda stagione mostrerà molte più scene di Jonathan Majorsrispetto alla prima e vedrà anche il premio Oscar Ke Huy Quan in un ruolo ancora non rivelato.

Ambientato dopo gli eventi di Avengers: Endgame,  Loki  Stagione 1 ha visto il ritorno del Dio dell’inganno dopo che è stato arrestato dall’Autorità del Tempo a causa del danno che aveva fatto alla linea temporale. La seconda stagione vedrà il ritorno nel ruolo di Showrunner e produttore esecutivo Eric Martin. Il nuovo capitolo sarà prodotto esecutivamente anche dal protagonista Tom Hiddleston e dallo sceneggiatore della prima stagione Michael Waldron.

Nicolas Cage ha accidentalmente “bevuto il suo sangue” durante le riprese di Renfield

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Nicolas Cage ha assunto i panni Dracula durante le riprese di Renfield, in un modo particolarmente coerente alla natura del suo personaggio. Sebbene non sia il vero protagonista del film Reinfield, dato che quel titolo va all’omonimo eroe oppresso interpretato da Nicholas Hoult, Cage è un’attrazione decisamente importante all’interno del lungometraggio, con la sua rappresentazione del famigerato succhiasangue Dracula. Come capo orribilmente crudele di Renfield, il personaggio di Cage è stato sin da subito un punto di forza della campagna di marketing del film.

Tuttavia, nonostante Renfield sia, come dichiarato, un sequel del Dracula del 1931 che non presenterà poi molto il vampiro, Cage ha avuto comunque l’opportunità di far sue le parti peggiori del vampiro nel mondo reale. L’attore ha infatti ammesso di aver accidentalmente bevuto il proprio sangue a un certo punto durante le riprese. Di certo non aiuta il fatto che avesse delle vere zanne. “Nessun motivo in termini di metodo, – ha raccontato Cage – ma le zanne erano autentiche, erano di ceramica e piuttosto appuntite. Quindi mi sono morso il labbro un paio di volte che mi ha fatto bere il mio stesso sangue”.

Questo non fa che rendere ancor più iconica l’interpretazione di Nicolas Cage del personaggio. Per quanto riguarda la trama del film, invece, come già rivelato, in Renfield, il giovane che dà il titolo al film è costretto a procurare le vittime del suo padrone ed a eseguire ogni suo ordine, per quanto spregevole. Ma ora, dopo secoli di servitù, Renfield è pronto a scoprire che c’è una vita al di fuori dell’ombra del Principe delle Tenebre. Se solo riuscisse a capire come porre fine alla sua codipendenza. Il film sarà in sala dal 25 maggio.

Fonte: ScreenRant

Quentin Tarantino: 60 anni dentro al cinema

Quentin Tarantino: 60 anni dentro al cinema

Nel 1970, a Los Angeles, un bambino di 7 anni andava al cinema a gustarsi un doppio spettacolo con i genitori al Tiffany Theatre per poi disquisirne con loro nell’auto sulla via del ritorno a casa. Questo bambino andava a vedere La guerra del cittadino Joe e Senza un filo di classe, un drama e una comedy. A sette anni, ribadiamo. Quanti si sarebbero annoiati? Probabilmente molti, ma non lui. Non Quentin Tarantino, proprio quello che andava a fruire pellicole anche violente a nove anni ridendo di gusto o rimanendo estasiato davanti al grande schermo, e che non è cambiato molto da quando era fanciullo, oggi compie sessant’anni. Ed è, oltre che un cinefilo fiero e grato alla settima arte, uno dei registi più influenti della sua generazione.

Cominciamo dicendo che il cinema di Quentin Tarantino è stratificato oltre che citazionista, dentro i suoi film ci sono omaggi a Sergio Leone, Sergio Corbucci, John Woo e perfino Dario Argento. Ecco perché i suoi film possono essere letti e apprezzati a diversi livelli di profondità, come accade solo alle opere d’arte più riuscite. Più riferimenti si colgono e più la lettura del film sarà dettagliata e completa. A volte ci vogliono anche più visioni nel tempo per comprendere, ad esempio, il finale epico di Django Unchained, in cui risuona Trinity, canzone nota per essere parte iconica della colonna sonora di Lo chiamavano Trinità con Terence Hill. E questo è solo un gioco in più che Tarantino fa con il suo pubblico, perché proprio per la componente pop insita nei suoi film, lo spettatore è sempre in grado di avere un’esperienza di grande intrattenimento.

I film di Tarantino – chi più chi meno – sono anche politici. Uno dei più politici è proprio il penultimo, The Eightful Eight, in cui è evidente, più dell’altro sopracitato, la componente razzista e di odio fra sudisti e nordisti americani, fra bianchi e neri, fra uomini e donne. Ed è una visione che richiede grande attenzione per poter essere decodificata al meglio. Perché magari ci si lascia prendere dal suo essere diretto, crudo ed eccessivo. Ma in questo modo di fare un cinema tanto pop, che parla a tutti, si nasconde il suo pensiero. Un po’ come accadeva in Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! di Don Siegel, in cui dietro scene apparentemente brutali e  insignificanti si celava il racconto della situazione politico-sociale statunitense degli anni Settanta. Con sequenze che, iconograficamente parlando, risultavano potentissime. Oltre alle citazioni e ai riferimenti specifici, il cinema di Tarantino è accessibile a tutti. E come tanti altri cineasti ha dei “marchi di fabbrica” volti a distinguere il suo linguaggio e la sua regia, elementi riconducibili a lui e al suo modo di costruire le storie.

Quentin Tarantino sul set di C'era una volta a Hollywood
Quentin Tarantino sul set di C’era una volta a Hollywood – Gentile concessione © Sony Pictures Motion Picture Group

L’auto, il topos più emblematico di Tarantino

Come spesso accade ai narratori, Tarantino sfrutta i topoi per edificarci attorno l’intero impianto narrativo della storia. Questi motivi ricorrenti sono visibili a occhio nudo e per chi ama il suo cinema sarà bastato aver visto almeno tre quarti delle sue opere per individuarli. Il buon Quentin ne ha tanti, ma quello più simbolico è l’automobile. Come dice Vito Zagarrio, “la macchina e la strada sono il “Vanishing Point” tarantiniano, le icone del Mito americano.” La ritroviamo in molte pellicole e spesso sono l’ambiente in cui si svolgono avvenimenti o vengono “consumati” i tipici dialoghi crudi e sopra le righe che il regista tanto ama scrivere. Emblematico è l’uso che se ne fa in Le iene, esordio alla regia di Quentin Tarantino, dove la macchina diventa luogo in cui tutto succede: si narrano storie, si fugge nella speranza di salvarsi (una delle scene d’apertura con Mr. White e Mr. Orange), si muore e si uccide. Uno “spazio metaforico”, come dice Zagarrio, ma anche uno “status symbol” (in Pulp Fiction, secondo film) in cui diventa membro del duo formato da Vincent Vega e Jules Winnifield. Per Tarantino diventa talmente essenziale da dedicarle un’intera sequenza con protagonista Mr. Wolf, quando Vincent e Jules si ritrovano a ripulire con meticolosità l’abitacolo dell’auto completamente imbrattato di sangue.

È anche il mezzo che conduce Beatrix (La Sposa) verso la vendetta, in un bellissimo primo piano in bianco e nero, in cui lei rompe la quarta parete per dialogare proprio con il suo spettatore. O ancora in C’era una volta a…Hollywood, in questo caso la macchina diventa costante luogo in movimento che porta i suoi protagonisti principali, Rick Dalton e e Cliff Booth, a muoversi nei meandri di una florida e soleggiata Los Angeles di fine anni Sessanta. Insomma, è chiaro che Tarantino fa diventare l’automobile una delle sue protagoniste, un po’ come McDonagh fa con i suoi bellissimi paesaggi, che sia Bruges, Ebbing o Inisherin.

Un’inquadratura e un piano

I marchi di fabbrica di Quentin Tarantino sono parecchi. E lui, cineasta che inghiotte non solo generi ma anche stili, non poteva che trasformare le sue pellicole in esposizione di incredibili inquadrature e di peculiari escamotage narrativi. Partiamo dalle inquadrature: una di quelle più ricorrenti è la contre plongeé, un’inquadratura dal basso verso l’alto, anomala e qualche volta straniante. Se pure usata da molti cineasti, Tarantino l’ha personalizzata, affibbiandola spesso al punto di vista di personaggi rinchiusi nei bagagliai delle automobili (di nuovo loro!), tanto che in alcuni casi si parla proprio di truck shot, in cui noi spettatori entriamo nella soggettiva del personaggio morto (diventando cadaveri) o incosciente. Ed è questa la sua potenza a livello visivo. È così che noi pubblico in quel momento dobbiamo sentirci. Tale inquadratura è presente in molte pellicole, ad esempio in Kill Bill, nella scena del massacro dei due pini, quando la Sposa è colpita e giace a terra. La macchina da presa inquadra O-Ren, Vernita, Elle e Budd, mentre guardano una indifesa Beatrix. In quel momento il nostro sguardo si sovrappone a quello della Sposa, e siamo noi, come lei, a guardare i quattro personaggi. La stessa inquadratura la troviamo in Bastardi senza gloria, quando il tenente Aldo Raine e il sergente Donnie Donowitz mutilano i nazisti. Ad un certo punto uno di loro è inchiodato a terra, impossibilitato a muoversi, mentre i due lo guardano con soddisfazione. E  noi, come la vittima, siamo costretti a subire. Stessa cosa accade in Pulp Fiction, quando Jules e Vincent chiudono nel bagagliaio un cadavere e noi diventiamo quel corpo morto che guarda i suoi aguzzini.

Quentin Tarantino Pulp FictionDal punto di vista della scelta dei piani, figlio affezionato del western, Quentin Tarantino ama molto il primo piano e l’utilizzo dello sguardo in macchina, che viene utilizzato dal regista per rendere ancor più suggestiva e coinvolgente la scena. In questo modo i personaggi dei suoi film cercano da una parte di tirare dentro il pubblico, dall’altra di  allontanarlo facendogli sentire la presenza della finzione. Emblematica è la scena di Kill Bill Vol. 2, quando La Sposa rompe la quarta parete per comunicare allo spettatore dove sta andando, ossia ad uccidere Bill. Nei lavori tarantiniani questo espediente continua a ritornare in maniera assidua. Pensiamo anche a Pulp Fiction, quando nella scena del bar Butch guarda in macchina come se dall’altra parte ci fosse una qualche sorta di complice, per poi rivolgersi a Vincent e Marcellus. Come dice sempre Zagarrio “è come se Tarantino ponesse degli accenti sulle frasi, creando degli echi interni ai suoi film, dal punto di vista della sintassi e della costruzione del simbolico oltre che dal punto di vista, più ovvio, delle tematiche.”

Quentin Tarantino è uno di quelli che il cinema lo sa fare. Lo sa maneggiare, sa dialogare con il suo pubblico., facendolo divertire e al contempo stimolandone il pensiero critico. Sa distinguersi, è un regista iconico che negli anni ha occupato un posto di spicco nel discorso cinefilo. Uno di quelli che riesce a coniugare sempre l’industria e l’arte. La sua narrazione è pop, ricca di riferimenti, a cavallo trai generi, e forse proprio per questo ha un fascino irresistibile. Perciò, non ci resta che dirgli: grazie Quentin, e buon compleanno!

Fear the Walking Dead 8: trailer conferma l’enorme salto temporale

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Il trailer di Fear the Walking Dead 8, l’ottava e ultima stagione della serie spin-off di The Walking Dead è stato rilasciato. Il co-showrunner Ian Goldberg ha anche annunciato che Fear the Walking Dead 8 includerà un salto temporale di sette anni.

“L’ottava stagione di Fear the Walking Dead inizia dopo la conclusione della settima stagione, quando le speranze di Morgan (Lennie James) e Madison (Dickens) di salvare Mo da Father non sono andate come previsto”, dice la sinossi. “Ora, Morgan, Madison e il gruppo con il quale sono arrivati sull’isola vivono sotto il cinico governo di Father. Con i nostri personaggi demoralizzati e abbattuti, a Morgan e Madison spetta il compito di far  riacquistare la fiducia del gruppo sulla possibilità di riprendersi la propria esistenza per un futuro migliore. Dai un’occhiata al trailer di Fear the Walking Dead 8 di seguito:

L’ultima stagione è interpretata da Lennie James nei panni di Morgan, Kim Dickens nei panni di Madison, Colman Domingo nei panni di Victor Strand, Danay Garcia nei panni di Luciana Galvez, Austin Amelio nei panni di Dwight, Christine Evangelista nei panni di Sherry, Karen David nei panni di Grace Mukherjee, Jenna Elfman nei panni di June e Rubén Blades. nel ruolo di Daniel Salazar.

I produttori esecutivi di Fear the Walking Dead sono Scott M. Gimple, gli showrunner Andrew Chambliss e Ian Goldberg, oltre a Robert Kirkman, David Alpert, Gale Ann Hurd e Greg Nicotero. È prodotto da AMC Studios.

Captain Marvel: Brie Larson rivela di aver avuto paura di unirsi al MCU

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Dato che il Marvel Cinematic Universe è il più grande franchise cinematografico che abbia mai abbellito Hollywood, basta una sola apparizione in uno dei progetti dello studio per trasformare un attore precedentemente sconosciuto in un nome familiare. In effetti, questa è stata una degli aspetti più spaventosi dell’adesione all’amato franchise per la star di Captain Marvel Brie Larson. In attesa di poterla vedere nel sequel The Marvels, l’attrice ha rivelato di essere stata preoccupata che la troppa notorietà avrebbe influenzato i suoi progetti futuri.

Avevo paura di quello che mi sarebbe successo – ha raccontato la protagonist – Ero tipo, ‘Che mondo è questo, dove queste sono le scelte che devo fare come artista?'”. L’attrice ha poi anche aggiunto: “Quello a cui torno sempre è che devo vivere con me stessa in un modo che nessun altro sa. Le scelte che faccio, devo conviverci, sia che me ne penti o no. Artisticamente, l’ho sempre saputo. Ma per qualche ragione come me è stato totalmente diverso. Puoi seguirmi sul set e dire, ‘Wow, sa davvero cosa sta facendo.’ E poi vado a casa e dico, ‘Non so cosa sto facendo.’ Divento insicura e penso di non essere abbastanza”.

Ad ogni modo, la Larson riesce sempre a vincere la sua insicurezza e continua ancora oggi a far parte dell’MCU. Dopo aver recitato in Captain Marvel, la Larson infatti ha da allora  assunto un ruolo importante in Avengers: Endgame e ha un cameo in Ms. Marvel. Nel prossimo film a lei dedicato condividerà la scena con la Kamala Khan di Iman Vellani e la Monica Rambeau di Teyonah Parris. The Marvels, dopo alcuni rinvii, ha ora una data d’uscita attualmente fissata al 10 novembre.

Fonte: ComicBookMovie

The Walking Dead: Dead City, rivelato logo ufficiale e data di uscita

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Cresce l’attesa per il debutto dell’annunciato primo spin-off di The Walking Dead, The Walking Dead: Dead City, e oggi AMC ha diffuso il logo ufficiale e la data di uscita della premiere della serie con protagonisti Maggie e Negan di Lauren Cohan e Jeffrey Dean Morgan. The Walking Dead: Dead City debutterà entro la fine dell’estate quando il primo episodio sarà presentato in anteprima su AMC e AMC+ il 18 giugno 2023 negli USA.

The Walking Dead: Dead CityLa trama di The Walking Dead: Dead City

La serie segue Maggie e Negan che viaggiano in una Manhattan post-apocalittica isolata dalla terraferma alla ricerca del figlio rapito di Maggie, Hershel. La città fatiscente è piena di morti e abitanti che hanno fatto di New York City il proprio mondo pieno di anarchia, pericolo, bellezza e terrore.

The Walking Dead: Dead City trova Maggie e Negan che viaggiano in una Manhattan post-apocalittica molto tempo fa tagliata fuori dalla terraferma. La città fatiscente è piena di morti e abitanti che hanno fatto di New York City il proprio mondo pieno di anarchia, pericolo, bellezza e terrore. Il cast include anche Gaius Charles come Perlie Armstrong, Željko Ivanek come The Croat, Jonathan Higginbotham come Tommaso, Mahina Napoleon come Ginny, Trey Santiago-Hudson come Jano e Karine Ortiz come Amaia.

Rebel Moon: lo sceneggiatore offre alcuni aggiornamenti sul film di Zack Snyder

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Come anticipato, Zack Snyder tornerà con un nuovo film sul finire di quest’anno, ovvero Rebel Moon, un’epopea fantascientifica originale del regista di Army of the Dead e L’uomo d’acciaio, che debutterà su Netflix indicativamente il 22 dicembre, giusto in tempo per poter essere il più grande film originale dell’anno dello streamer. I fan del regista non vedono l’ora di vedere cosa ha in serbo per loro Rebel Moon, considerando che il trailer non è ancora arrivato. Lo sceneggiatore del film sta però ora condividendo alcuni aggiornamenti sul processo di post-produzione del film.

Shay Hatten, anche scrittore di John Wick 4, che ha collaborato con Snyder sia in Army of the Dead che, appunto, Rebel Moon, ha affermato che “Rebel Moon è in post-produzione in questo momento. Zack [Snyder] sta montando il tutto e ho visto alcuni frammenti. Ho visto scene qua e là e un taglio del trailer. Non ho visto l’intero film, ma ne sono molto, molto entusiasta. Mi sento davvero così fortunato a lavorare con Zack. Glielo dico sempre, ma 300 è stato uno dei primi film vietati ai minori che ho convinto il mio genitori a portarmi a vedere nei cinema, cosa che penso Zack mi odi sentir dire, perché mi fa sembrare super giovane”.

Tuttavia, è stato davvero un’ispirazione per me per molto tempo. – ha continuato Hatten – E penso che con Rebel Moon, la gente vedrà di nuovo che è lui che riesce davvero a liberare la sua immaginazione visiva al massimo. E penso che la gente lo apprezzerà davvero“. Hatten non fornisce dunque particolari elementi di trama, ma anticipa un film visivamente ambizioso, che offrirà numerosi motivi per ricordare quanto Snyder sia un talentuoso creatore di mondi narrativi. Le riprese sono dunque del tutto completate e con il lavoro di post-produzione che prosegue, non dovrebbe volerci molto prima di poter avere un primo trailer di Rebel Moon.

Fonte: ComicBookMovie

John Wick 4 è il miglior debutto al box office per un film R-Rated dal 2020

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John Wick 4 (qui la recensione) ha dato vita ad weekend di apertura al box office da record. Il film, che è stato presentato in anteprima nelle sale il 24 marzo, è il quarto capitolo dedicato all’eroe d’azione di Keanu Reeves, che ha fatto il suo debutto in tali vesti nel film originale del 2014 John Wick. Quel primo capitolo ha raccontato l’assassino in pensione in cerca di vendetta per la morte del suo cane e il furto della sua auto, una missione che da allora ha portato il pubblico in un enorme mondo espanso di caos armato.

Secondo Deadline, il weekend di apertura di John Wick 4 si aggira intorno all’incredibile cifra di 73,5 milioni di dollari. Questa è la migliore apertura del franchise, ma anche la più alta apertura per un film R-rated dai tempi di Bad Boys for Life nel 2020, diventando così il 14° miglior film di tutti i tempi per tale categoria di opere. In genere, le uscite classificate come R hanno infatti un pubblico più limitato e sono di norma i titoli PG-13 ad ottenere incassi molto maggiori. Tuttavia, sia John Wick 4 che Scream VI, anche quest’ultimo con rating R, stanno guadagnando importanti profitti.

Ciò potrebbe indicare che più adulti stanno tornando nei cinema negli ultimi mesi. Questa è un’ottima notizia per gli imminenti nuovi progetti dell’universo narrativo di John Wick, che include lo spin-off televisivo The Continental e Ballerina, con Ana de Armas. Se quest’ultimo si concentrerà sul raccontare la storia della letale assassina vista già in John Wick 3: Parabellum, il secondo racconterà le origini dell’hotel e di tutti i suoi misteri. Nel mentre, è possibile fruire di John Wick 4, attualmente in sala. In Italia, nei suoi primi quattro giorni al box office, il film ha guadagnato poco più di due millioni di euro.

Fonte: ScreenRant

Shazam! Furia degli Dei, il suo secondo weekend in sala è tra i peggiori del DCEU

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Shazam! Furia degli Dei (qui la recensione), dopo un primo weekend di programmazione particolarmente deludente, ha preso ora un’ulteriore brutta botta nel suo secondo fine settimana al botteghino. Il film, come noto, è il sequel del primo capitolo del 2019, Shazam!, che vede l’adolescente Billy Batson (Asher Angel) acquisire la capacità di trasformarsi nel supereroe Shazam (Zachary Levi). In questa nuova avventura, si segue ora Billy e la sua famiglia adottiva, dotata adesso degli stessi poteri, intenti a contrastare i temibili piani delle dee figlie di Atlante.

Tale racconto sembra però non aver generato un particolare interesse tra i fan. Secondo Deadline, nel suo secondo fine settimana in sala il film ha guadagnato circa 9,7 milioni di dollari al botteghino nazionale. Si tratta di un calo di circa il 68% rispetto al weekend di apertura, il che rappresenta uno dei peggiori cali al box office dell’intero DCEU. Gli unici film che hanno subito cali più forti nella seconda settimana sono stati Batman v Superman: Dawn of Justice, che ha comunque incassato 51 milioni di dollari dopo quel calo, e The Suicide Squad del 2021, quest’ultimo dovuto anche alla sua disponibilità su HBO Max al momento della sua premiere.

Questo deludente risultato per Shazam! Furia degli Dei è la prosecuzione di una tendenza al ribasso per l’intero universo DC. Oltre agli scossoni dietro le quinte in seguito alla fusione tra Warner Bros. e Discovery, che ha portato alla cancellazione dell’imminente film di HBO Max Batgirl mentre era in post-produzione, anche il precedente film DC Black Adam ha deluso al botteghino. Shazam! Furia degli Dei ha avuto dunque la sfortuna di uscire nel mezzo di una perfetta tempesta di fattori che hanno portato al suo basso incasso al botteghino. Non resta dunque che attendere che il nuovo DC Universe di James Gunn e Peter Safran abbia inizio per scoprire se i risultati al box office saranno migliori.

Fonte: ScreenRant

Jeremy Renner torna a camminare in un video condiviso sui social

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Jeremy Renner torna a camminare in un video condiviso sui social

Il percorso verso la guarigione sembra procedere senza troppi ostacoli per la star di Hawkeye Jeremy Renner. L’attore, come noto, è stato coinvolto in un terribile incidente con uno spazzaneve all’inizio del 2023, che ha provocato gravi ferite, interventi chirurgici e molto tempo trascorso in ospedale. A distanza di un paio di mesi, Renner sta ancora lavorando sodo per tornare alla normalità e lungo la strada non manca di aggiornare i fan sui social media riguardo i propri progressi. Questa settimana, l’attore ha pubblicato un nuovo video di lui che finalmente fa dei veri passi su un tapis roulant.

Renner ha infatti pubblicato un video sui sui account Twitter e Instagram domenica pomeriggio in cui si mostra mentre cammina dopo il pericoloso incidente. Si tratta di progressi importanti per l’attore, del quale ad un certo punto subito dopo l’incidente si era detto che avrebbe potuto perdere per sempre tale facoltà. Nel post l’attore ha anche scritto “Ora devo trovare ALTRE cose per occupare il mio tempo in modo che il mio corpo possa riprendersi dalla mia volontà”.

Non resta dunque che attendere ulteriori aggiornamenti da parte dell’attore, come anche il poterlo rivedere presente e in forma in un qualche evento pubblico. Nel mentre, Renner può essere visto nella serie in quattro episodi Rennervation, disponibile su Disney+, dove l’attore collabora con esperti costruttori per acquisire grandi veicoli governativi dismessi e reinventarli come “creazioni strabilianti” che servono ad aiutare i bambini nelle comunità di tutto il mondo. Un progetto che l’attore desiderava realizzare da tempo e che dimostra ulteriormente le sue grandi qualità umane.

Fonte: ComicBookMovie

Average Height, Average Build: Robert Pattinson e Robert Downey Jr. nel nuovo film di Adam McKay

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L’annunciata commedia di Adam McKay Average Height, Average Built, incentrata sulla figura di un serial killer aggiunge Robert Downey Jr. e Robert Pattinson a un cast corale con altri nomi importanti della recitazione. I due, infatti, faranno parte di un cast composto da Amy Adams, Forest Whitaker e Danielle Deadwyler per un progetto che deve però ancora essere venduto a uno studio o a uno streamer. Pattinson, stando alle prime indiscrezioni sulla trama, interpreterà un serial killer che arruola un lobbista politico, interpretato dalla Adams, per convincerla a cambiare le leggi in modo da rendere più facili i suoi crimini. Si dice che il serial killer di Pattinson sia diventato una celebrità politica mentre oscura le sue vere motivazioni.

La parte di Downey dovrebbe invece essere quella di un poliziotto in pensione che sta ancora cercando di catturare quello stesso assassino che gli è sfuggito anni prima. Al momento, non si sa invece quale ruolo interpreteranno Whitaker e Deadwyler. Lo stesso Adam McKay e Kevin Messick stanno producendo il progetto attraverso la loro Hyperobject Industries. Average Height, Average Build, inoltre, sarà la seconda collaborazione di McKay con la Adams dopo la satira politica Vice L’uomo nell’ombra, del 2018, in cui interpretava Lynne Cheney, moglie del Dick Cheney interpretato da Christian Bale.

Con quel film, ma anche con il successivo Don’t Look Up, McKay ha dimostrato di saper brillantemente raccontare tematiche importanti attraverso un punto di vista satirico. Con questo nuovo progetto, che sembra avere a che fare in modo piuttosto stretto con il mondo della politica, McKay pare proprio continuerà su questa direzione, potendo vantare ancora una volta un importante cast di interpreti. Non resta dunque che attendere maggiori notizie sul progetto e sui chi si occuperà della sua distribuzione.

Fonte: Deadline

La Barbie di Margot Robbie viene bandita da Barbieland in una nuova sinossi del film

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L’attesissimo film Barbie, terzo lungometraggio da regista per Greta Gerwig, ha recentemente ottenuto una nuova sinossi, anticipando almeno un paio di nuovi dettagli sull’imminente progetto e sulle avventure della bambola titolare. La nuova breve sinossi recita infatti: “Una bambola che vive a Barbieland viene espulsa perché non è abbastanza perfetta e parte per un’avventura nel mondo reale“. Mentre sono stati già rilasciati un teaser trailer e diverse foto del film, questo è il primo dettaglio della trama pubblicizzato che coinvolge la “perfezione” di Barbie.

Il livello di segretezza di cui questa produzione si è vantata sembra essere voluto. Con una bambola iconica come Barbie, una regista d’essai come la Gerwig e l’attrice nota per aver interpretato ruoli spigolosi, le speculazioni sullo stile e sul contenuto del film si sono scatenate sin da subito, ma Robbie ha insistito sul fatto che il film dimostrerà che tutte le ipotesi sono sbagliate, dicendo “il nostro obiettivo è dire, ‘Qualunque cosa tu stia pensando, ti daremo qualcosa di completamente diverso – la cosa che non sapevi di volere’.

Barbie presenta un cast ricco di stelle, che potrebbero essere un grande incentivo per il pubblico. Margot Robbie compare nel ruolo principale insieme a Ryan Gosling nel ruolo di Ken. Ci sono poi America Ferrera, Simu Liu nei panni di un altro Ken, Kate McKinnon, Ariana Greenblatt, Alexandra Shipp, Emma Mackey, Kingsley Ben-Adir. Secondo quanto riferito, Issa Rae interpreterà un’altra Barbie, ma vi sono anche Michael Cera, Rhea Perlman, Will Ferrell come CEO di Mattel e Ncuti Gatwa come un altro Ken. Il film arriverà al cinema dal 20 luglio.

Fonte: CBR

Guardiani della Galassia Vol. 3: James Gunn conferma la durata del film

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Sembra proprio che quello ai Guardiani della Galassia sarà un lungo addio. Dopo aver precedentemente affermato che la durata del terzo film della trilogia sarebbe stato più lungo dei due precedenti, il regista James Gunn ha ora confermato che Guardiani della Galassia Vol. 3 durerà “circa” due ore e mezza. Rispondendo a un fan su Twitter, che ha chiesto se le notizie secondo cui il film sarebbe durato due ore e 29 minuti fossero corrette, il regista – e nuovo CEO dei DC Studios – ha risposto dicendo “è più o meno così lungo“.

Nello stesso post Gunn ha poi aggiunto: “anche se non è ancora esatto. E, lo prometto, neanche un secondo è sprecato. Non c’è niente in eccesso. Era necessario sperimentare l’arco completo per ogni personaggio principale dei Guardiani, non solo per questo film, ma per la trilogia ( o, dovrei dire, trilogy plus)“. Si prospetta dunque un capitolo conclusivo particolarmente intenso per il gruppo di eroi Marvel. Stando a quanto riportato da una prima sinossi, Peter Quill, ancora provato dalla perdita di Gamora, deve riunire intorno a sé la sua squadra per difendere l’universo, oltre a proteggere uno di loro.

Una missione che, se non sarà portata a termine con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff, Karen Gillan, Will Poulter insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Will Poulter interpretà invece il ruolo di Adam Warlock. Guardiani della Galassia Vol. 3 arriverà in sala il 3 maggio 2023 ed è ovviamente uno dei film più attesi dai fan del Marvel Cinematic Universe.

Fonte: Collider

Morto Ivano Marescotti, l’attore aveva 77 anni

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Morto Ivano Marescotti, l’attore aveva 77 anni

Si è spento a 77 anni a causa di una lunga malattia l’attore Ivano Marescotti. Da qualche giorno era ricoverato all’ospedale civile di Ravenna a causa del peggioramento delle sue condizioni fisiche. Lascia la moglie Erika, sposata un anno fa, e la figlia Iliade, nata nel suo matrimonio precedente.

Lo scorso anno a febbraio, aveva annunciato la decisione di ritirarsi dalle scene per dedicarsi esclusivamente al “Teatro Accademia Marescotti” a Ravenna. Tra le sue interpretazioni indimenticabili il dottor Randazzo in Johnny Stecchino di Roberto Benigni. Ha lavorato fra gli altri con Leo de Berardinis, Mario Martone, Carlo Cecchi, Giampiero Solari, Giorgio Albertazzi, Marco Martinelli. L’esordio al cinema è datato 1989, con una piccola parte nel film La cintura. Nello stesso anno l’incontro con Silvio Soldini e la partecipazione al film L’aria serena dell’ovest.

Ha interpretato oltre cinquanta film, lavorando con registi quali Anthony Minghella, Ridley Scott e due volte con Benigni, nel citato Johnny Stecchino e ne Il mostro, Marco Risi, Pupi Avati, Marco Tullio Giordana, Maurizio Nichetti, Carlo Mazzacurati e con Gennaro Nunziante nei film di Checco Zalone. Ha avuto 6 candidature al Nastro d’argento, che vince nel 2004 per l’interpretazione nel cortometraggio Assicurazione sulla vita di Tommaso Cariboni e Augusto Modigliani. Tante le fiction, a partire da La Neve nel bicchiere di Florestano Vancini (1984) fino a Màkari, regia di Michele Soavi (2021), passando per Don Matteo e Che Dio ci aiuti.

Profondamente legato alla sua Romagna (era nato a Bagnocavallo), a partire dagli anni ’90 Ivano Marescotti ha iniziato un approfondito lavoro di recupero del romagnolo, tornando in teatro con i testi di Raffaello Baldini, per poi rileggere e riscrivere alla sua maniera Dante (Dante, un patàca ispirato alla Divina Commedia) e Ariosto (Bagnacavàl, una contaminazione tra il basso romagnolo e l’Orlando Furioso).

Fonte: ANSA

Joker: Folie à Deux, Joaquin Phoenix è di nuovo Arthur Fleck. Le foto dal set

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Dopo le immagini che ci hanno mostrato Lady Gaga sul set con il look della nuova Harley Quinn, ecco arrivare anche alcune immagini di Joaquin Phoenix che, per Joker: Folie à Deux, torna a vestire i panni di Arthur Fleck. Il set, che in questo momento è a Manhattan, ci offre un nuovo sguardo al personaggio che torna a vestire il suo anonimo completo marrone invece dello sgargiante completo rosso che lo ha visto protagonista dell’ormai iconica scena della scalinata.

Joker: Folie à Deux, il film

Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il suo ruolo vincitore dell’Oscar come il cattivo DC JOKER. Il sequel presenterà anche il ritorno di Sophie di Zazie Beetz  insieme ai nuovi arrivati ​​Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel cast c’è Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”. Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista.

Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per il miglior suono originale.

Anime False: recensione della serie tv turca di Netflix con Melisa Sözen e Eylül Tumbar

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Una donna dal passato doloroso e ricco di mistero fugge da un hotel di lusso all’altro insieme alla figlia, che cerca di proteggere a tutti costi. Sembrerebbe l’inizio di un thriller in piena regola ma Anime False serie tv turca in sette episodi che trovate su Netflix – racchiude innumerevoli segreti. Melisa Sözen e Eylül Tumbar sono le due protagoniste di questo racconto così avvincente, madre e figlia unite da un legame indissolubile. Il titolo originale di questo nuovo prodotto turco, Biz Kimden Kaçiyorduk Anne, si basa sull’omonimo romanzo della scrittrice Perihan Mağden.

Il rapporto madre e figlia in Anime False viene portato all’estremo. Se inizialmente lo spettatore è portato a credere che la Madre – che non viene mai chiamata con il suo vero nome – tenga in pugno la figlia, lasciandola incapace di scegliere a lungo andare con gli episodi scopriamo che in realtà non è così. Bambi – nome con cui la madre chiama la figlia ma non sappiamo se sia il suo vero nome – scoprirà presto cosa vuol dire crescere e anche quali conseguenze si porta dietro questo naturale decorso della vita.

Anime False BambiAnime False, la recensione

Bambi ha trascorso tutta la sua vita in hotel sparsi per il mondo insieme alla madre. La madre preferiva tenere nascosto il suo passato e Bambi sapeva di dover tenere sempre sotto controllo la sua curiosità. La vita della coppia madre-figlia è stata una bella avventura, ma la madre inizia a sentirsi minacciata quando si rende conto che sua figlia non è più una bambina. La curiosità di Bambi è cresciuta nel tempo e spesso pone alla madre domande difficili. La serie turca di Netflix Anime False racconta il cambiamento del rapporto tra Bambi e sua madre, soprattutto quando fattori esterni iniziano a minacciare il loro legame.

Bambi è solo una bambina e come tale crescendo in una realtà che le sembrava unica nel suo genere inizia a vedere le cose sotto una luce diversa. “Siamo l’unicità della luna”, questo è quello che le ha insegnato la madre che per tutti questi anni è scappata con il solo scopo di proteggerla. Una paura irrazionale e razionale allo stesso tempo quella di dover vedere andare via i propri figli, lontani dal nido materno che solo una madre può comprendere a pieno. La paura di Madre però è portata all’estremo in questo thriller turco di Netflix dove la donna si sente continuamente minacciata dalle anime false: cioè tutte le persone che non sono come loro, che non hanno sentimenti, che non si curano del prossimo.

A Bambi non dispiace l’idea di questa vita passata a fuggire e spostarsi in continuazione. Ne fa un vanto del loro carattere, del loro modo di fare. Viaggiare le rende uniche anche se dietro questi spostamenti si nascondono diverse cose che la madre le ha nascosto. Bambi a differenza di Madre non ha vissuto mai all’interno di una casa, non sa cosa vuol dire avere una cameretta tutta per se come tutte le adolescenti. Madre dal canto suo si allontana dall’idea di quella famiglia patinata che era disposta a tutto pur di mantenere vive le apparenze. Crescita con una madre dispotica, Madre ha visto crescere negli anni della sua gioventù un odio profondo e viscerale verso i suoi genitori che non l’hanno mai protetta.

Anime False serie tv recensione

In fuga dalla realtà

La fiaba di Bambi, accompagna madre e figlia lungo questo continuo viaggio in giro per il mondo. Ma cosa succede quando l’unica realtà che conosci è circoscritta alla sola fiaba di Bambi? Il libro adesso appare quasi obsoleto, consunto. Ma la storia di Bambi, del cerbiatto e della giovane ragazza, è ancora molto attuale. Nonostante ormai Bambi conosca la fiaba a memoria, la madre continua a leggergliela e si indispone quando scopre che la figlia in realtà non ha più bisogno di lei perché conosce le parole perfettamente. Così come la madre di Bambi, la Madre del nostro racconto cerca di proteggere la figlia dalle Anime False perché rimanere fissi nello stesso posto era un rischio che sua madre non era disposta a correre.

Il loro viaggio in Anime False è una continua fuga dalla realtà. La stessa bambi ormai cresciuta continua a domandare il perché di tutti questi spostamenti, rimandando a lungo la domanda su chi sia davvero il suo padre naturale. Nei vari flashback lo spettatore ha la possibilità di scoprirlo. Il meccanico che lavorava per conto del padre del quale Madre si è perdutamente innamorata ma poi per circostanza che non vengono spiegate l’uomo non farà parte del futuro della vita di Madre. Tra le possibilità di questa sparizione potrebbe esserci la famiglia dispotica: una volta scoperto l’identità del padre della bambina hanno fatto di tutto per separarli. Oppure, ipotesi plausibile, l’uomo stesso si è allontanato per paura.

Madre era figlia di una coppia aristocratica. I suoi genitori erano severi e mantenevano sempre una certa distanza da lei. Da bambina, non era mai stata amata o protetta da loro e questo la distrusse completamente. Disprezzava la madre perché era una donna senza cuore che non si era mai preoccupata dei suoi sentimenti. Così una volta venuta al mondo Bambi, Madre fece la promessa di proteggerla a qualsiasi costo, compreso commettere diversi omicidi.

Difendere a qualsiasi costo quello che ami

Nel corso di Anime False lo spettatore scoprirà diversi colpi di scena che incalzano la narrazione rendendola interessante. Il primo a cui veniamo sottoposti è la narrazione a posteriori della presunta morte dei genitori di Madre. Se per tutti questi anni Madre ha sempre pensato di aver causato la morte dei genitori manomettendo i freni dell’auto, scopriamo che in realtà a perdere la vita sono stati la madre e l’autista. Il padre è ancora vivo e ha aspettato tutti questi anni proprio che la figlia commettesse un passo falso. Rimaste senza soldi durante i loro infiniti viaggi, madre figlia si rivolgeranno a un agente immobiliare per la vendita della casa sulla scogliera, la casa dove Madre è cresciuta. E mentre i molteplici omicidi attirano l’attenzione della polizia, il padre si accorda con quest’ultimi per riuscire a catturare la donna.

Madre e Bambi

Purtroppo, però il suo piano avrà un risvolto drammatico e l’uomo morirà proprio per mano della stessa nipote che stava cercando di “salvare”. Per la prima volta Bambi si sporca le mani e questo sarà l’inizio del declino di Anime False e della loro storia. Cresciuta lontano da tutto e da tutti, bambi ha maturato lo stesso disprezzo per gli esseri umani della madre e una volta che la stessa era il pericolo di morte, ha fatto di tutto per proteggere la sua metà.

Il cammino della vita di Bambi è appena cominciato.

È nei momenti finale della serie Netflix, dopo aver scoperto che il padre del personaggio di Melisa Sözen è vivo, Madre si accorge di una amara verità. Bambi sta crescendo e come il cerbiatto nella fiaba dovrà iniziare a vedersela da sola. Il raggiungimento di questa consapevolezza rende il sacrifico di Madre ancora più catartico e in linea con l’arco narrativo del personaggio. Bambi può badare a ste stessa e lo sa anche lei, ragion per cui non si volta indietro una volta che sente gli spari.

Madre però riesce ancora una volta a salvare la figlia, lasciandole dei soldi necessari per vivere una vita in continua fuga dalla realtà. Il finale aperto lasciato dalla prima stagione di Anime False riecheggia di interrogativi. Bambi si rifarà una vita, troverà finalmente un posto dove costruire la sua casa, lontana dai mostri del passato? Oppure continuerà a seguire le orme della madre e minacciare chiunque osi avvicinarsi a lei? Non sappiamo se esisterà mai una seconda stagione ma una cosa sì: per Bambi l’infanzia è finita.

Jonathan Majors arrestato per presunta aggressione a New York

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Jonathan Majors arrestato per presunta aggressione a New York

Apprendiamo da Variety che Jonathan Majors è stato arrestato sabato a New York con l’accusa di violenza domestica dopo una lite con una donna di 30 anni. Secondo una dichiarazione del NYPD, la donna ha detto agli agenti di essere stata aggredita ed è stata portata in ospedale con “lievi ferite alla testa e al collo”.

Un rappresentante di Majors ha negato le accuse. “Non ha fatto nulla di male”, ha detto il portavoce di Majors in una dichiarazione a Variety. “Non vediamo l’ora di riabilitare il suo nome e chiarire tutto”. Secondo la dichiarazione della polizia, gli agenti hanno ricevuto una chiamata al 911 intorno alle 11:14.

“Un’indagine preliminare ha stabilito che un uomo di 33 anni era coinvolto in una lite domestica con una donna di 30 anni”, ha detto la polizia. “La vittima ha informato la polizia di essere stata aggredita. Gli agenti hanno arrestato il 33enne senza incidenti. La vittima ha riportato lievi ferite alla testa e al collo ed è stata trasferita in un ospedale della zona in condizioni stabili”. La dichiarazione della polizia elencava diverse potenziali accuse: “strangolamento”, “aggressione” e “molestie”.

Jonathan Majors è uno dei volti in rapida ascesa a Hollywood. In questo momento è nelle sale di tutto il mondo in Creed III in cui interpreta l’antagonista di Michael B. Jordan. Cosa ancora più importante per il suo curriculum e per la sua carriera a lungo termine, Jonathan Majors è l’interprete di Kang il Conquistatore, il prossimo grande villain del Marvel Cinematic Universe e sta conquistando anche molto terreno nel cinema indipendente, tanto che il suo ultimo film, originariamente presentato in anteprima al Sundance, Magazine Dreams, è stato acquisito da Searchlight Pictures e arriverà nelle sale USA l’8 dicembre. L’attore ha anche firmato per una nuova produzione di Amazon Studios.

65: Fuga dalla Terra, recensione del film con Adam Driver

65: Fuga dalla Terra, recensione del film con Adam Driver

Che sana ventata d’aria fresca 65: Fuga dalla Terra, un film di genere che torna a durare solamente un’ora e mezzo! Niente lungaggini inutili per dimostrare al pubblico quanto denaro è stato speso in scenografie ed effetti speciali, il che di conseguenza significa una storia che va dritta al punto, pur riuscendo a settare con pienezza e spessore la backstory del protagonista Mills.

65: Fuga dalla Terra, la trama

Dopo un prologo di notevole efficacia nello spiegare le motivazioni che spingono il personaggio interpretato da Adam Driver a pilotare la nave spaziale destinata a portarlo per due anni lontano dalla famiglia, ecco che 65: Fuga dalla Terra si lancia immediatamente nell’azione. La lotta per la sopravvivenza che Mills e Koa – la bambina unica altra sopravvissuta dopo che l’astronave è precipitata – devono affrontare nella Terra preistorica popolata di dinosauri non concede quasi mai momenti di stasi.

Gli sceneggiatori e registi Scott Beck e Bryan Woods, già dimostratisi padroni di questo tipo di narrazione con gli script di A Quiet Place e del sequel, imbastiscono una narrazione dove sono le azioni a delineare e sviluppare i personaggi. Il rapporto che si instaura tra i due non diventa mai qualcosa di “altro’ rispetto alla necessità di salvarsi in un ambiente pericoloso e ostile, al contrario viene definito proprio da questa. Ciò fa sì che allora due diventino i fattori principali per la riuscita del film: l’ambientazione e l’alchimia tra gli attori in scena.

65 - Fuga dalla Terra adam driver
Adam Driver and Ariana Greenblatt stars in 65.

Il ribaltamento del preistorico

Partiamo dal setting, che ribalta con efficacia l’assunto ormai sedimentato nell’immaginario collettivo dal franchise iniziato con Steven Spielberg e il suo Jurassic Park del 1993: oggi siamo in qualche modo abituati a vedere dinosauri in un tipo di ambientazione contemporanea o comunque in un futuro abbastanza vicino da sembrare il nostro presente. 65: Fuga dalla Terra invece inverte l’equazione e precipita due ‘esseri umani” in un mondo incontaminato e preistorico, con almeno un paio di inquadrature che rimandano più o meno esplicitamente addirittura all’incipit di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick.

Il ribaltamento risulta immediatamente convincente senza necessariamente essere innovativo a livello estetico: con pochi ma efficaci tratti il pilota e la piccola passeggera vengono immersi in una giungla tanto realistica quanto inscrutabile, fattore che la rende motivo di costante tensione. Quello che funziona meglio in 65: Fuga dalla Terra sta nell’aver reso azione e tensione precise, grazie a una scansione di montaggio che premia la velocità al posto della ridondanza: i momenti di pericolo sono fulminei e l’azione pur spettacolare non dura mai più del dovuto.

Adam Driver stars in 65.

Se si può parlare di realismo riguardo un film di questo tipo, il lavoro di Beck e Woods ne possiede in quantità maggiore rispetto a molti altri progetti di fantascienza visti negli ultimi anni. Purtroppo il loro sci-fi non possiede una presa più forte presso lo spettatore perché a forza di scarnificare storia e messa in scena perdono leggermente per strada l’impatto emotivo della prima parte del film: quanto seminato in precedenza anticipando la dolorosa backstory di Mills viene infatti eccessivamente esplicitato nella seconda parte, rendendo la psicologia del personaggio e la sua relazione con Koa piuttosto schematiche.

La drammatica fisicità del ruolo di Adam Driver

Nonostante questo Adam Driver offre al pubblico una prova decisamente riuscita, asciugando al massimo possibile la sua interpretazione per lasciare spazio alla drammatica fisicità del ruolo. La sua interazione con la co-protagonista Ariana Greenblatt diventa poi scena dopo scena sempre più precisa e convincente. Se soltanto la storia personale di Mills fosse stata lasciata maggiormente all’intuizione dello spettatore, protetta in quella dimensione affascinante del non-detto, molto probabilmente 65: Fuga dalla Terra sarebbe stato un film avvincente anche a livello emotivo oltre che un comunque più che discreto spettacolo d’intrattenimento. Rimane comunque un divertimento assicurato, anche grazie alla presenza di uno degli attori più talentuosi della Hollywood contemporanea.

Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, il nuovo poster

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L’account Instagram ufficiale di Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente ha pubblicato un nuovo poster che annuncia anche la data d’uscita americana del film, il 17 novembre. Nel poste si vedono un usignolo e un serpente che si fronteggiano, circondati da un cespuglio di rose, presumibilmente, le rose bianche di Coriolanus Snow.

Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, il film

Basato sul romanzo prequel del 2020 di Suzanne Collins, Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente è ambientato 64 anni prima degli eventi della trilogia di Hunger Games   a partire dalla mattina della mietitura dei Decimi Hunger Games, dove un 18enne Coriolanus Snow viene assegnato come mentore per la ragazza tributo del Distretto 12 impoverito.

Anni prima di diventare il tirannico presidente di Panem, il diciottenne Coriolanus Snow è l’ultima speranza per il suo lignaggio in via di estinzione, una famiglia un tempo orgogliosa che è caduta in disgrazia nella Capitale del dopoguerra. Con l’avvicinarsi della decima edizione di Hunger Games, il giovane Snow è allarmato quando gli viene assegnato l’incarico di essere mentore di Lucy Grey Baird, la ragazza tributo del povero Distretto 12. Ma, dopo che Lucy Grey attira tutta l’attenzione di Panem sfidando tutti durante la cerimonia della mietitura, Snow pensa che potrebbe essere in grado di ribaltare le probabilità a loro favore. Unendo i loro istinti per lo spettacolo e la ritrovata competenza politica, la corsa di Snow e Lucy contro il tempo per sopravvivere rivelerà alla fine chi è un usignolo e chi è un serpente.

Tom Blyth e Rachel Zegler interpreteranno rispettivamente Coriolanus Snow e Lucy Gray, Hunter Schafer sarà Tigris Snow, Peter Dinklage sarà Casca Highbottom, Viola Davis sarà Volumnia Gaul.

Scritto da Michael Lesslie e basato su una bozza di Collins e Michael Arndt, il film sarà diretto dal regista di Hunger Games Francis Lawrence. Sarà guidato dalla produttrice del franchise Nina Jacobson e dal suo partner di produzione Brad Simpson, insieme a Francis Lawrence. Suzanne Collins, Tim Palen e Jim Miller saranno i produttori esecutivi. Meredith Wieck e Scott O’Brien stanno supervisionando per conto dello studio. Il prequel è attualmente previsto per il 17 novembre 2023 nelle sale.

Hollywood Proibita: Il cinema senza censure del “Pre-Code”, dal 30 marzo al 14 maggio

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Quella del “Pre-Code” è stata una stagione unica e irripetibile nella storia di Hollywood: dal 1930 al 1934, prima che entrasse pienamente in vigore il famigerato Codice Hays, il cinema americano ha affrontato senza censure e in anticipo sui tempi gli argomenti più controversi, dal sesso alla violenza, dalla questione razziale alle storture del sistema giudiziario, dal mondo della criminalità all’emancipazione delle donne.

A quei film, che ancora oggi sorprendono per libertà creativa e spudoratezza, è dedicata la rassegna HOLLYWOOD PROIBITA – Il cinema senza censure del “Pre-Code”, in programma alla Sala Cinema del Palazzo delle Esposizioni di Roma dal 30 marzo al 14 maggio, con ingresso libero su prenotazione: un’occasione imperdibile per riscoprire una serie di grandi titoli tuttora modernissimi, molti dei quali saranno presentati in rare copie in pellicola 35mm provenienti da Los Angeles e Londra.

Ad aprire la retrospettiva, giovedì 30 marzo alle 20.00, è Scarface, il capolavoro di Howard Hawks ambientato nella Chicago del proibizionismo che ha di fatto fondato il genere gangster e di cui De Palma ha girato il celebre remake con Al Pacino. Oltre a quello di Hawks spiccano poi in programma i nomi di alcuni dei più grandi talenti della Hollywood classica, come l’Ernst Lubitsch di Partita a quattro, dove troviamo il primo ménage à trois della storia del cinema, o il Frank Capra de L’amaro tè del generale Yen, con la storia d’amore interraziale tra una donna americana e un generale cinese. Ma anche William Wellman con lo scatenato Nemico pubblico, Victor Fleming con Lo schiaffo, Busby Berkeley e le indimenticabili coreografie “sociali” di Quarantaduesima strada, Michael Curtiz con Female, ritratto di donna manager fuori dagli schemi, o il Tod Browning del leggendario Freaks, film per molti versi inclassificabile che solo nell’era del “Pre-Code” poteva essere prodotto. Non va inoltre dimenticato il contributo allo spirito sovversivo di quel cinema offerto da alcune dive che incarnavano un nuovo modello femminile, insieme ironico, volitivo e disinibito: da Marlene Dietrich a Mae West, da Barbara Stanwyck (il suo sconcertante Baby Face è uno dei titoli più iconici) alla sex symbol per eccellenza di quegli anni, Jean Harlow.

Tutti i film saranno presentati in versione originale sottotitolata in italiano

PROGRAMMA E SCHEDE DEI FILM

  • giovedì 30 marzo, ore 20.00
    SCARFACE
    Scarface – Lo sfregiato, Usa, 1932, 93’, DCP v.o. sott. it.
    di Howard Hawks, con Paul Muni, Ann Dvorak, George Raft
    In pieno proibizionismo, Tony Camonte scala le vette della criminalità di Chicago compiendo violenze e omicidi. Osteggiato e bandito all’epoca in vari stati, il dirompente capolavoro di Hawks (e di Ben Hecht alla sceneggiatura) trasforma un gangster in eroe tragico, fondando di fatto un intero genere.
  • venerdì 31 marzo, ore 20.00
    BABY FACE
    Usa, 1933, 71’, DCP v.o. sott. it.
    di Alfred E. Green, con Barbara Stanwyck, George Brent
    Cameriera e prostituta in un bar dei bassifondi, Lily parte per New York con l’amica nera Chico, decisa a non farsi più usare dagli uomini, ma a usarli lei stessa per fare carriera. Film simbolo del cinema del Pre-Code, racconta il sesso e i meccanismi del potere con un cinismo ancora oggi sconcertante.
  • sabato 1° aprile, ore 20.00
    DISHONORED
    Disonorata, Usa, 1931, 91’, 35mm v.o. sott. it.
    di Josef von Sternberg, con Marlene Dietrich, Victor McLaglen
    Durante la Grande Guerra, i servizi segreti austriaci reclutano una prostituta per infiltrarla tra i russi, ma l’amore si mette di traverso. Il film che ha creato il mito di Marlene, grazie a un personaggio insieme idealista e disincantato che non si può non amare. Il finale resta tra i più belli di sempre.
  • domenica 2 aprile, ore 20.00
    TROUBLE IN PARADISE
    Mancia competente, Usa, 1932, 83’, 35mm v.o. sott. it.
    di Ernst Lubitsch, con Miriam Hopkins, Kay Francis, Herbert Marshall
    Gaston e Lily, due ladri innamorati, si fanno assumere dalla ricca Madame Colet per derubarla, ma tra i tre non andrà tutto come previsto. Una commedia inarrivabile che racchiude tutta la malizia del tocco di Lubitsch. “Per quanto riguarda il puro stile – disse del film – credo di non aver mai fatto meglio”.
  • mercoledì 5 aprile, ore 20.00
    SHE DONE HIM WRONG
    Lady Lou, Usa, 1933, 66’, DCP v.o. sott. it.
    di Lowell Sherman, con Mae West, Cary Grant
    Mae West porta al cinema Diamond Lil, il personaggio che l’aveva resa celebre sui palcoscenici americani: una donna ribelle, ironica e dalla sfacciata carica erotica, nonché abile manipolatrice degli uomini. All’epoca il film fu un enorme successo ed ebbe il merito di lanciare un giovanissimo Cary Grant.
  • giovedì 6 aprile, ore 20.00
    I AM A FUGITIVE FROM A CHAIN GANG
    Io sono un evaso, Usa, 1932, 93’, 35mm v.o. sott. it.
    di Mervyn LeRoy, con Paul Muni, Glenda Farrell
    Condannato ingiustamente a dieci anni di lavori forzati, James Allen riesce a evadere e a rifarsi una vita, fino a quando il passato torna a bussare alla sua porta. Tra i primi film a denunciare la violenza del sistema carcerario e della giustizia americana, resta un capolavoro imitato infinite volte.
  • venerdì 7 aprile, ore 20.00
    BLONDE VENUS
    Venere bionda, Usa, 1932, 93’, DCP v.o. sott. it.
    di Josef von Sternberg, con Marlene Dietrich, Cary Grant, Herbert Marshall
    Una cantante tedesca sposa uno scienziato americano, ma quando lui si ammala è costretta a tornare in scena, finendo per innamorarsi di un giovane playboy. Tra i film più trasgressivi della coppia Sternberg-Dietrich, contiene il celeberrimo numero musicale in cui Marlene si esibisce travestita da gorilla.
  • sabato 8 aprile, ore 20.00
    42nd STREET
    Quarantaduesima strada, Usa, 1933, 85’, DCP v.o. sott. it.
    di Lloyd Bacon, con Warner Baxter, Bebe Daniels, George Brent
    Archetipo del musical hollywoodiano e dello spettacolo nello spettacolo, 42nd Street ha dalla sua un ritmo incalzante e sorprendenti riferimenti sociali alla Grande Depressione, ma soprattutto è il primo film a rivelare appieno il genio di Busby Berkeley, le cui incredibili coreografie faranno scuola.
  • martedì 11 aprile, ore 20.00
    FREAKS
    Usa, 1932, 64’, DCP v.o. sott. it.
    di Tod Browning, con Wallace Ford, Leila Hyams, Olga Baclanova
    Film maledetto per eccellenza, riscoperto solo negli anni ‘60, Freaks resta forse un unicum nella storia del cinema, un’opera inclassificabile che riesce a essere insieme realistica e visionaria, sconvolgente e umanissima, e in cui a finire sotto accusa è la ferocia delle persone cosiddette “normali”.
  • mercoledì 12 aprile, ore 20.00
    AFRAID TO TALK
    Usa, 1932, 69’, 35mm v.o. sott. it.
    di Edward L. Cahn, con Eric Linden, Sidney Fox
    Unico testimone di un’esecuzione della malavita, un fattorino denuncia l’accaduto al procuratore distrettuale, senza immaginare che anche quest’ultimo è sul libro paga dei criminali. Tra i titoli più originali e pessimisti della grande stagione del gangster movie, con la magistrale fotografia di Karl Freund.
  • giovedì 13 aprile, ore 20.00
    FEMALE
    Usa, 1933, 60’, DCP v.o. sott. it.
    di Michael Curtiz, con Ruth Chatterton, George Brent
    Alison è una manager di successo e spesso frequenta i giovani uomini che lavorano per lei. Ma un giorno uno di loro rifiuta le sue avances… Una donna di potere, indipendente e sessualmente disinibita, è la protagonista di un film emblematico della modernità e dello spirito del cinema del Pre-Code.
  • venerdì 14 aprile, ore 20.00
    RED DUST
    Lo schiaffo, Usa, 1932, 83’, DCP v.o. sott. it.
    di Victor Fleming, con Clark Gable, Jean Harlow, Mary Astor
    Il proprietario di una piantagione si innamora di una prostituta finita nei guai, ma viene sedotto dalla sofisticata moglie di un collaboratore. Un triangolo ricco di erotismo, ironia e colpi di scena, con tre star al picco del loro fascino e la regia energica di Fleming, che tornerà a dirigere Harlow in Bombshell.
  • sabato 15 aprile, ore 20.00
    BLONDE CRAZY
    La bionda e l’avventuriero, Usa, 1931, 79’, DCP v.o. sott. it.
    di Roy Del Ruth, con James Cagney, Joan Blondell, Louis Calhern
    Bert e Ann sono fattorino e cameriera in un grande albergo, ma arrotondano truffando i clienti. La coppia vacilla quando Ann conosce un uomo colto e raffinato che la chiede in moglie… Sfacciati e irresistibili come non mai, Blondell e Cagney (al primo ruolo in una commedia) valgono da soli questo titolo iconico.
  • domenica 16 aprile, ore 20.00
    THE BITTER TEA OF GENERAL YEN
    L’amaro tè del generale Yen, Usa, 1933, 88’, DCP v.o. sott. it.
    di Frank Capra, con Barbara Stanwyck, Nils Asther
    A Shanghai, durante la guerra civile, una missionaria americana è costretta a trattenersi nel palazzo del generale Yen, finendo per subire il fascino dell’uomo. Tra i primi a mostrare una storia d’amore interrazziale, questo abbagliante melodramma è uno dei film più atipici di Capra, rivalutato solo a posteriori.
  • mercoledì 19 aprile, ore 20.00
    I AM A FUGITIVE FROM A CHAIN GANG (replica)
    Io sono un evaso, Usa, 1932, 93’, 35mm v.o. sott. it.
    di Mervyn LeRoy, con Paul Muni, Glenda Farrell
    Condannato ingiustamente a dieci anni di lavori forzati, James Allen riesce a evadere e a rifarsi una vita, fino a quando il passato torna a bussare alla sua porta. Tra i primi film a denunciare la violenza del sistema carcerario e della giustizia americana, resta un capolavoro imitato infinite volte.
  • sabato 22 aprile, ore 20.00
    TROUBLE IN PARADISE (replica)
    Mancia competente, Usa, 1932, 83’, 35mm v.o. sott. it.
    di Ernst Lubitsch, con Miriam Hopkins, Kay Francis, Herbert Marshall
    Gaston e Lily, due ladri innamorati, si fanno assumere dalla ricca Madame Colet per derubarla, ma tra i tre non andrà tutto come previsto. Una commedia inarrivabile che racchiude tutta la malizia del tocco di Lubitsch. “Per quanto riguarda il puro stile – disse del film – credo di non aver mai fatto meglio”.
  • domenica 23 aprile, ore 20.00
    GOLD DIGGERS OF 1933
    La danza delle luci, Usa, 1933, 97’, 35mm v.o. sott. it.
    di Mervyn LeRoy, con Joan Blondell, Dick Powell, Ginger Rogers
    Un giovane ricchissimo con l’hobby del canto corteggia una ballerina senza rivelarle la sua vera identità. La trama però è solo un pretesto per una serie di leggendari numeri coreografici diretti da Busby Berkeley, tra cui spicca l’insolito Remember My Forgotten Man, sul dramma della Grande Depressione.
  • mercoledì 26 aprile, ore 20.00
    NIGHT NURSE
    L’angelo bianco, Usa, 1931, 72’, DCP v.o. sott. it.
    di William A. Wellman, con Barbara Stanwyck, Joan Blondell, Clark Gable
    Un’infermiera assunta in una casa privata scopre un complotto ai danni di due bambini per impossessarsi dell’eredità. Un imprevedibile melò tinto di giallo che esalta la solidarietà femminile e denuncia la corruzione delle classi privilegiate. Memorabile Clark Gable nei panni di un autista sadico e manesco.
  • venerdì 28 aprile, ore 20.00
    LITTLE CAESAR
    Piccolo Cesare, Usa, 1931, 79’, 35mm v.o. sott. it.
    di Mervyn LeRoy, con Edward G. Robinson, Douglas Fairbanks Jr.
    Ascesa e caduta di Cesare “Rico” Bandello, boss di Chicago e “tra i primi veri antieroi del cinema americano” (Lourcelles). Caposaldo del genere gangster, ha un ritmo serrato e un realismo crudo e violento, ma colpisce anche per l’ambiguità del rapporto tra i due protagonisti, spesso letto in chiave omosessuale.
  • sabato 29 aprile, ore 20.00
    EMPLOYEES’ ENTRANCE
    Guerra bianca, Usa, 1933, 74’, DCP v.o. sott. it.
    di Roy Del Ruth, con Warren William, Loretta Young
    Il tirannico direttore di un negozio assume la giovane Madeline solo in cambio di favori sessuali. Quando però Madeline si innamora di un collega, teme che la verità salti fuori… Un ritratto spietato delle logiche del mercato e delle condizioni di lavoro durante la Grande Depressione, da riscoprire assolutamente.
  • domenica 30 aprile, ore 20.00
    DEVIL AND THE DEEP
    Il diavolo nell’abisso, Usa, 1932, 79’, 16mm v.o. sott. it.
    di Marion Gering, con Tallulah Bankhead, Gary Cooper, Charles Laughton, Cary Grant
    Ossessionato dalla gelosia, il comandante di una nave rende la vita impossibile alla moglie, fino a spingerla tra le braccia di un giovane tenente. Gary Cooper e Cary Grant sono per la prima volta insieme in questo melò sontuoso, con un sorprendente finale a bordo di un sottomarino bloccato in fondo al mare.
  • mercoledì 3 maggio, ore 20.00
    RED-HEADED WOMAN
    Usa, 1932, 79’, DCP v.o. sott. it.
    di Jack Conway, con Jean Harlow, Chester Morris, Charles Boyer
    Jean Harlow è al suo meglio nei panni di una spudorata arrampicatrice sociale, che sa usare ogni arma di seduzione ma all’occorrenza non disdegna un revolver… Scritto da Anita Loos dopo una prima stesura di Scott Fitzgerald, è uno degli esempi più folgoranti del piglio anticonformista del cinema dell’epoca.
  • venerdì 5 maggio, ore 20.00
    THE PUBLIC ENEMY
    Nemico pubblico, Usa, 1931, 83’, 35mm v.o. sott. it.
    di William A. Wellman, con James Cagney, Jean Harlow
    La storia di Tom Powers, gangster di origine irlandese nella Chicago del proibizionismo, è uno degli atti fondativi del genere, grazie all’interpretazione modernissima di Cagney e alla regia tesa e vibrante di Wellman. Entrati nel mito la scena del pompelmo e un finale che ancora sconvolge per la sua violenza.
  • sabato 6 maggio, ore 20.00
    GOLD DIGGERS OF 1933 (replica)
    La danza delle luci, Usa, 1933, 97’, 35mm v.o. sott. it.
    di Mervyn LeRoy, con Joan Blondell, Dick Powell, Ginger Rogers
    Un giovane ricchissimo con l’hobby del canto corteggia una ballerina senza rivelarle la sua vera identità. La trama però è solo un pretesto per una serie di leggendari numeri coreografici diretti da Busby Berkeley, tra cui spicca l’insolito Remember My Forgotten Man, sul dramma della Grande Depressione.
  • domenica 7 maggio, ore 20.00
    FORBIDDEN
    Proibito, Usa, 1932, 83’, DCP v.o. sott. it.
    di Frank Capra, con Barbara Stanwyck, Adolphe Menjou, Ralph Bellamy
    Lulu resta incinta di un politico, Bob Grover, ma per non comprometterne la carriera sposa un giornalista. Quando quest’ultimo decide di rivelare alcuni segreti su Grover, la donna arriverà persino a ucciderlo. Ancora una volta Capra si conferma un maestro nell’intrecciare dramma e commedia, melò e politica.
  • martedì 9 maggio, ore 20.00
    IMITATION OF LIFE
    Lo specchio della vita, Usa, 1934, 111’, DCP v.o. sott. it.
    di John M. Stahl, con Claudette Colbert, Warren William, Rochelle Hudson
    Meno celebre del remake di Sirk con Lana Turner, il film di Stahl fu tra i primi a subire l’ostilità di un codice Hays ormai a pieno regime, soprattutto per come affronta la questione razziale. La vicenda delle quattro protagoniste, due madri e due figlie, non ha mai smesso però di appassionare e commuovere.
  • mercoledì 10 maggio, ore 20.00
    SCARFACE (replica)
    Scarface – Lo sfregiato, Usa, 1932, 93’, DCP v.o. sott. it.
    di Howard Hawks, con Paul Muni, Ann Dvorak, George Raft
    In pieno proibizionismo, Tony Camonte scala le vette della criminalità di Chicago compiendo violenze e omicidi. Osteggiato e bandito all’epoca in vari stati, il dirompente capolavoro di Hawks (e di Ben Hecht alla sceneggiatura) trasforma un gangster in eroe tragico, fondando di fatto un intero genere.
  • venerdì 12 maggio, ore 20.00
    BOMBSHELL
    Argento vivo, Usa, 1933, 96’, 35mm v.o. sott. it.
    di Victor Fleming, con Jean Harlow, Lee Tracy, Frank Morgan
    La diva del cinema Lola Burns è perseguitata dalle trovate del suo agente, che inventa le notizie più sensazionali per alimentarne la popolarità. Una screwball comedy corrosiva ed esilarante sugli inconvenienti dello star system, negli anni in cui Hollywood era considerata a buon diritto la nuova Babilonia.
  • sabato 13 maggio, ore 20.00
    DESIGN FOR LIVING
    Partita a quattro, Usa, 1933, 91’, DCP v.o. sott. it.
    di Ernst Lubitsch, con Fredric March, Gary Cooper, Miriam Hopkins
    Due artisti americani squattrinati incontrano a Parigi la bella Gilda, che coinvolgerà entrambi in un ménage à trois. Con la consueta ironia sopraffina, Lubitsch compone un inno ai piaceri della vita, in cui lascia a bocca aperta la rappresentazione liberatoria e anticonformista della sessualità femminile.
  • domenica 14 maggio, ore 20.00
    BLONDE VENUS (replica)
    Venere bionda, Usa, 1932, 93’, DCP v.o. sott. it.
    di Josef von Sternberg, con Marlene Dietrich, Cary Grant, Herbert Marshall
    Una cantante tedesca sposa uno scienziato americano, ma quando lui si ammala è costretta a tornare in scena, finendo per innamorarsi di un giovane playboy. Tra i film più trasgressivi della coppia Sternberg-Dietrich, contiene il celeberrimo numero musicale in cui Marlene si esibisce travestita da gorilla.

Joker: Folie à Deux, Lady Gaga sul set, ecco il look di Harley Quinn

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Sono scatti rubati dal set di Joker: Folie à Deux quelli che ritraggono Lady Gaga in azione nei panni della nuova iterazione di Harley Quinn. La pop stare e attrice ha preso in consegna il ruolo dalle mani di Margot Robbie per il sequel del film che ha visto Joaquin Phoenix vincere un premio Oscar per la migliore interpretazione maschile.

L’attore torna a vestire i panni di Joker e per questa seconda avventura, sempre diretta da Todd Phillips, si farà affiancare da Lady Gaga, nei panni della folle spalla del Clown Principe del Crimine. Di seguito trovate le foto pubblicate su Just Jared. Che ve ne pare del look proposto?

Joker: Folie à Deux, il film

Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il suo ruolo vincitore dell’Oscar come il cattivo DC JOKER. Il sequel presenterà anche il ritorno di Sophie di Zazie Beetz  insieme ai nuovi arrivati ​​Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel cast c’è Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”. Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista.

Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per il miglior suono originale.

Robin Hood – Principe dei ladri: tutto quello che c’è da sapere sul film

Quella di Robin Hood è una figura da sempre in bilico tra mito e realtà, ormai parte dell’immaginario culturale, a cui il mondo del cinema si rivolge ciclicamente, dando vita a continue riletture della sua vicenda e delle sue gesta. Se in tempi recenti è stato Taron Egerton ad interpretarlo in Robin Hood – L’origine della leggenda, e prima di lui Russell Crowe in Robin Hood, per la regia di Ridley Scott, una delle versioni più note è quella di Kevin Costner, che gli ha dato vita nel film del 1991 Robin Hood – Principe dei ladri, diretto da Kevin Reynolds.

Per questo film, Robin Hood fu rinventato non come un semplice avventuriero che ruba ai ricchi per donare ai poveri, bensì come un ragazzo ricco di famiglia trasformato in un ribelle socialmente consapevole dalla prigionia a Gerusalemme durante le Crociate. Un cambio che ha permesso al personaggio di non venire scambiato come una copia di Indiana Jones, paura invece avvertita da Costner, bensì come un personaggio più complesso a livello psicologico, calato in un ben preciso contesto storico. Imponente nelle ricostruzioni scenografiche e nei costumi, Robin Hood – Principe dei ladri si presentava dunque come un progetto particolarmente ambizioso.

Pur non ottenendo il benestare della critica, che anzi mal giudicò l’interpretazione di Costner e la sceneggiatura, il film riuscì ugualmente a suscitare un certo fascino sul grande pubblico, affermandosi come un buon successo economico, nonché come il film che ha stabilito nuovi canoni nella figura di Robin Hood. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Robin Hood – Principe dei ladri

Protagonista del film è Robin di Lockesley è un giovane nobile inglese che, dopo aver seguito Riccardo Cuor di Leone nella Terza crociata in Terrasanta, viene fatto prigioniero a Gerusalemme insieme al suo compagno Peter Dubois. I due riescono a liberarsi e a salvare la vita di uomo di nome Azeem, ma durante la fuga, Peter viene ferito mortalmente. Dopo aver fatto giurare all’amico di proteggere sua sorella Marian, Peter si sacrifica in modo che Robin e Azeem possano fuggire. Quattro mesi più tardi, Robin fa ritorno in Inghilterra insieme ad Azeem, che ha promesso di accompagnarlo fino a quando non si sarà sdebitato per avergli salvato la vita.

Lì, il giovane Robin scopre però che suo padre è morto e il suo castello è in rovina. Dietro alla vicenda, si nasconde il Vescovo di Nottingham che, con l’aiuto del vile Sceriffo, ha voluto liberarsi della fastidiosa presenza di suo padre. Approfittando dell’assenza di Re Riccardo, i due hanno istituito un vero e proprio regno del terrore, svuotando le tasche dei poveri cittadini. Robin si vede dunque costretto a rifugiarsi nella foresta di Sherwood, dove si unisce alla banda di briganti guidata da Little John. Qui, il gruppo inizia ad escogitare un modo per riportare la giustizia a Nottingham.

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Il cast di Robin Hood – Principe dei ladri

Come anticipato, ad interpetare Robin Hood vi è Kevin Costner, il quale inizialmente voleva interpretare il personaggio con un accento inglese, salvo poi rinunciare alla cosa per via della contrarietà del regista. L’attore, in seguito, ha vinto l’indesiderato premio di peggior attore ai Razzie Awards per la sua interpretazione. Accanto a lui, nel ruolo di Little John si ritrova Nick Brimble, mentre Morgan Freeman interpreta Azeem e la sua è una delle interpretazioni più apprezzate del film. Mary Elizabeth Mastrantonio interpreta invece Lady Marian, la donna amata da Robin Hood. Originariamente il ruolo era stato affidato a Robin Wright, la quale dové però rinunciare in quanto si scoprì incinta.

Ad interpretare lo sceriffo di Nottingham vi è Alan Rickman, il quale ha rifiutato il ruolo per ben due volte prima che gli fosse detto che avrebbe potuto più o meno avere carta bianca con la sua interpretazione del personaggio. Rickman decise dunque di accettare, facendo però riscrivere molte delle battute del suo personaggio. Completano poi il cast gli attori Christian Slater nel ruolo di Will Scarlett, Michael McShane in quelli di Frate Tuck e Geraldine McEwan come Mortianna. Nel film compare, per appena un minuto, anche l’attore Sean Connery nel ruolo di Re Riccardo. Pagato 250 mila dollari per tale partecipazione, l’attore ha poi devoluto l’intera somma in beneficienza.

Il trailer di Robin Hood – Principe dei ladri e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Robin Hood – Principe dei ladri grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play, Now e Netflix. Su quest’ultima, il film si trova attualmente alla posizione numero 10 della Top 10 dei film più visti in Italia su tale piattaforma. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento tra queste, basterà, a seconda dei casi, noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

L’assedio di Waco, la recensione della minsierie su Netflix

L’assedio di Waco, la recensione della minsierie su Netflix

Netflix sta lentamente cedendo alle lusinghe delle docuserie. Il colosso streaming, e lo evidenziano i prodotti lanciati da un po’ di mesi a questa parte, ama molto far luce su fatti di cronaca sconvolgenti. A testimonianza di queste parole abbiamo Volo MH370 e Conversazioni con un killer, due delle offerte in catalogo che hanno lasciato molti spettatori, letteralmente, a bocca aperta.

Una reazione simile arriva con L’assedio di Waco, miniserie che sfrutta ancora una volta il genere del documentario per far conoscere al pubblico la setta religiosa dei davidiani, la quale contribuì a scrivere una delle peggiori pagine di storia americana. Si tratta, per chi non lo sapesse, di una vera e propria tragedia, a causa della quale morirono 82 persone, bambini compresi. A dirigere il racconto c’è Tiller Russell, in una ricostruzione degli eventi che parte dalla prima giornata di assedio, ossia il 28 febbraio del 1993, per arrivare al sanguinoso epilogo il 19 aprile dello stesso anno.

L’assedio di Waco, dentro le mura di Mount Carmel

A Mount Carmel, un ranch vicino Waco, in Texas, viveva una setta religiosa il cui leader David Koresh credeva di essere il secondo Messia. Nel 1993 gli agenti dell’ATF, dopo che era stata segnalata la presenza di una grossa quantità di armi nel complesso in cui l’organizzazione risiedeva, arrivarono a Mount Carmel con l’intento di perquisirlo, ma ci fu un conflitto di fuoco a causa del quale persero la vita quattro agenti.

Iniziò così un assedio che durò ben 51 giorni e che portò al coinvolgimento dell’FBI che avrebbe dovuto negoziare con Koresh per liberare gli ostaggi, mentre sul posto erano state schierati i team di salvataggio. La mancata comunicazione fra le parti portò, alla fine, alla tragedia finale. Circondarono il complesso con carri armati per lanciare gas lacrimogini ma un errore accidentale causò un grosso incendio. Non avendo gli strumenti per spegnerlo, furono costretti a guardare Mount Carmel bruciare, mentre dentro perdevano la vita anche dei bambini.

L'assedio di Waco netflixUn racconto poco esplorato per una storia molto profonda

C’è una cosa in particolare che rende L’assedio di Waco interessante: il suo repertorio inedito. Russell ha dovuto lavorare con una grande quantità di prodotti d’archivio per dar vita al documentario, i quali sono stati poi accuratamente assemblati per conformare una storia che avesse un filo logico e chiaro. A questi, a cui vengono spesso scelte soluzioni di split screen per mostrarli, sono alternate – o affiancate – testimonianze e ricostruzioni digitali del complesso di Mount Carmel. A costituire il fulcro di tutta la narrazione sono però le interviste svolte, le quali ci forniscono i quattro principali punti di vista attraverso cui affiorano le incongruenze dell’evento: l’FBI, i giornalisti, i davidiani e gli agenti dell’ATF. Il regista aveva perciò fra le mani un nutrito materiale da sfruttare, eppure nel corso della docuserie l’uso che se ne fa è pressoché superficiale.

Seppur molto concettuale sul piano narrativo, il contenuto proposto rimane noiosamente didascalico fino all’ultimo episodio. Non ci sono approfondimenti riguardo quel che visivamente è riportato, non si scava a fondo negli errori commessi dai federali né nella mancata comunicazione con il reparto di salvataggio, a causa della quale si innescò l’incendio finale. Resta solo una semplice esposizione cronologica dei fatti e un continuo scaricarsi le colpe fra FBI e ATF, che si riverberano fino alle battute finale. Un espediente, questo, che risulta infruttuoso poiché non coinvolge lo spettatore. Né tantomeno crea una connessione con il prodotto di cui sta fruendo.

Perché, di base, mancano dei tasselli. O meglio, chi guarda è consapevole dell’operazione minima, poco impegnata, svolta da Russell. E questo lo porta a distrarsi, cercando nel mentre di scoprire qualche particolare in più prima di proseguire. Un peccato, considerato il terreno fertile di spunti, grazie ai quali potevano essere introdotte una serie di riflessioni e analisi, volte ad arricchire la conoscenza del pubblico. E che avrebbero senz’altro contribuito a dare un taglio molto più gradevole e compiuto all’intera opera.

L’assedio di Waco aveva un compito. O se vogliamo una vera e propria missione. Celebrare le vittime del disastro nel suo trentesimo anniversario. E per dar loro onore, memoria e giustizia, avrebbe dovuto osare di più. Sforzarsi di guardare oltre il mero dibattito fra le parti coinvolte nell’assedio, poiché non era questa la miglior scelta per ricordarle. Non se ne fanno nulla, né loro né noi. Non basta neanche empatizzare con i sopravvissuti per capire la portata di questo dramma. Era indispensabile che si andasse in fondo a tutta la questione sollevata, alle controversie saltate fuori, alla semplice – ma in questo caso mortale – incomprensione della Polizia. Spiegare senza puntare il dito contro. Cosa se ne ricava altrimenti? Un ricordo adombrato da inutili attacchi e accuse. E questa modalità di narrare di sicuro non ci porta ad avere un quadro più generale. Solo tanta, tantissima rabbia.

Avatar: La Via dell’Acqua, il sorprendente video dal backstage

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Avatar: La Via dell’Acqua, il sorprendente video dal backstage

E’ Variety a pubblicare per primo in esclusiva un backstage da Avatar: La Via dell’Acqua in cui possiamo vedere parte degli Effetti Visivi Premio Oscar del film che ha conquistato il box office mondiale. Puoi vedere il video a questo link: BACKSTAGE AVATAR: LA VIA DELL’ACQUA

Avatar: la via dell’acqua, la recensione

Avatar: la via dell’acqua ha debuttato il 14 dicembre 2022, e sarà seguito dal terzo capitolo il 20 dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre 2026 e 22 dicembre 2028.

Il cast della serie di film è formato da Kate Winslet, Edie Falco, Michelle Yeoh, Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang, Sigourney Weaver, Joel David Moore, Dileep Rao e Matt Gerald.

Marvel Studios: Argentina, 1985 è la causa del licenziamento di Victoria Alonso? La replica degli avvocati

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Il lavoro di Victoria Alonso come produttore del film candidato all’Oscar Argentina, 1985 è stato imputato come motivo per il licenziamento della dirigente Marvel Studios dall’azienda, stando a tre fonti a conoscenza delle vere ragioni che ne hanno causato l’allontanamento. L’avvocato di Alonso, tuttavia, ha respinto tale motivazione, definendola “assolutamente ridicola“.

In una dichiarazione a Variety, l’avvocato Patty Glaser, che rappresenta Alonso in occasione della sua partenza dalla Disney, afferma invece che la dirigente è stato “messa a tacere” dalla Disney e che ha avuto la “benedizione” dello studio per lavorare su Argentina, 1985.

In questione, secondo le fonti, c’era il contratto di lavoro di Victoria Alonso con la Disney, sottoscritto nel 2018, che le proibiva di lavorare a progetti per qualsiasi studio rivale. Argentina, 1985 è stato prodotto in parte da Amazon Studios, che ha distribuito il film su Prime Video a ottobre.

Alonso, che è nata e cresciuta in Argentina, non ha avvisato in anticipo la Disney del suo coinvolgimento in Argentina, 1985, secondo le fonti. I suoi anni di servizio con la Marvel, tuttavia, hanno concesso ad Alonso abbastanza potere tanto che lo studio ha accettato il lavoro extra-studio, nonostante un contratto in esclusiva che le impediva di andare a lavorare con altri studi. Sebbene i progetti presso distributori esterni siano insoliti per un dirigente della statura di Alonso, non sono inauditi.

Dopo che Argentina, 1985 è stato selezionato come candidato ufficiale per gli Academy Awards per il Paese del Sudamerica, Alonso è entrata nel circuito della stagione dei premi per promuovere il film verso la sua eventuale nomination all’Oscar come film internazionale. Ad Alonso è stato ripetutamente ricordato per iscritto che stava violando il suo contratto, dicono queste fonti, ma è andata avanti comunque, sostenendo agli Oscar proprio Argentina, 1985 invece che Black Panther: Wakanda Forever, pure candidato in diverse categorie. Solo otto giorni dopo, Alonso è stata licenziata per violazione del contratto e violazione degli standard di condotta aziendale della Disney.

“L’idea che la Disney conoscesse e approvasse la sua capacità di lavorare su [“Argentina, 1985″], e poi afferma di averla licenziata per un’intervista o due a sostegno di quel film, sembra folle”, ha dichiarato un ex dipendente della Disney a Variety, dichiarazione per la quale ha chiesto l’anonimato.

“L’idea che Victoria sia stata licenziata per una manciata di interviste alla stampa relative a un progetto di passione personale sui diritti umani e la democrazia che è stato nominato per un Oscar e per lavorare al quale ha ottenuto la benedizione della Disney è assolutamente ridicola”, afferma Glaser. “Victoria, una latina gay che ha avuto il coraggio di criticare la Disney, è stata messa a tacere. Poi è stata licenziata quando si è rifiutata di fare qualcosa che riteneva riprovevole. Disney e Marvel hanno preso una decisione davvero sbagliata che avrà gravi conseguenze. C’è molto di più in questa storia e Victoria lo racconterà a breve, in un forum o in altra forma”.

Una fonte vicina alla questione afferma anche che in seguito alle osservazioni di Alonso ai premi GLAAD del 2022, in cui ha citato per nome l’allora CEO Bob Chapek per la sua reazione al disegno di legge “Don’t Say Gay” della Florida, le è stato detto che non poteva fare più attività stampa per i progetti Marvel.

In una dichiarazione inviata a Variety, un portavoce della Disney ha definito i commenti di Glaser “sfortunati”. “È un peccato che Victoria condivida una narrazione che tralascia diversi fattori chiave riguardanti la sua partenza, tra cui un’indiscutibile violazione del contratto e una violazione diretta della politica aziendale”, afferma il portavoce. “Continueremo ad augurarle il meglio per il futuro e la ringraziamo per i suoi numerosi contributi allo studio”.

Sembra che il lavoro di Alonso su Argentina, 1985 sia stato un evento culminante per il mandato della dirigente alla Marvel, che era diventato sempre più a rischio a causa delle critiche ben note all’approccio dello studio agli effetti visivi, uno dei dipartimenti supervisionati da Alonso. Ant-Man and the Wasp: Quantumania ha subito aspre critiche per i suoi effetti visivi, e il film è uno dei progetti Marvel Studios con il minor incasso nella storia dell’azienda.

Passeggeri della notte, al cinema il 13 aprile il film con Charlotte Gainsbourg

Dopo il festival di Berlino, il premio per la migliore sceneggiatura al Festival di Valladolid, la candidatura ai César per la miglior colonna sonora, l’evento speciale al festival di Torino, arriva al cinema Passeggeri della notte, il nuovo film di Mikhaël Hers, (Quel giorno d’estate). Passeggeri della notte è una toccante storia familiare che inizia a Parigi durante la notte delle elezioni francesi del 1981, con la storica elezione di Mitterand. Mentre i parigini si riversano nelle strade con una forte speranza di cambiamento, la quarantenne Elisabeth (Charlotte Gainsbourg) raccoglie i cocci del suo matrimonio, pensando a come mantenere se stessa e i suoi due figli adolescenti.

Dopo varie peripezie, trova lavoro in una radio, dove si occupa di un programma di confidenze notturne condotto dalla carismatica Vanda (Emmanuelle Béart). Intenta a riorganizzare la propria vita, con l’aiuto del padre e alle prese con le problematiche dei figli, Elisabeth incontra un’adolescente senza fissa dimora di nome Talulah e la invita a casa, offrendole per la prima volta il calore di una famiglia. Il nuovo ménage domestico provocherà nuovi inciampi e inaspettate gioie, facendo intravvedere la possibilità di un inedito equilibrio affettivo.

La grande sensibilità dello sceneggiatore e regista Hers e la intensa, magistrale interpretazione di Gainsbourg danno vita ad un film che strappa sorrisi e lacrime a più riprese. Una piccola epopea familiare nella quale ogni spettatore, giovane o meno, potrà immedesimarsi profondamente e uno spaccato di vita europea degli anni ’80 che il film ricostruisce minuziosamente, anche nei dettagli stilistici degli arredi e della moda dell’epoca.

Non a caso, ricorre più volte in Passeggeri della notte la citazione di Le notti della luna piena, il capolavoro di Eric Rohmer nel 1984 con la splendida e sfortunata Pascale Ogier, un riferimento fondamentale per l’operazione di scavo psicologico condotto da Hers, che ha in parte anche una traccia autobiografica. Interessanti, stilisticamente, la fotografia e il montaggio del film, che hanno la stessa grana visiva e un linguaggio coerente con il periodo storico narrato.

Charlotte Gainsbourg, figlia del cantautore francese Serge Gainsbourg e dell’attrice britannica Jane Birkin, è una delle attrici francesi più celebrate e richieste a livello internazionale e ha vinto, tra gli altri, due Premi César e una palma come migliore attrice al Festival di Cannes. Ha debuttato al cinema nel 1984, partecipando al filmAmore e musica (Paroles et Musique) e lavorato più volte anche in Italia, in film come Il sole anche di notte (1990) dei fratelli Taviani e Nuovomondo (2006) di Emanuele Crialese.

Emmanuelle Béart è una delle più popolari attrici del cinema francese contemporaneo, per otto volte candidata al Premio César, che vinse nel 1987 per Manon delle sorgenti (1986) di Claude Berri come miglior attrice non protagonista. Ha ottenuto riconoscimenti ai Festival di Berlino e Venezia e anche un David di Donatello. Tra le sue più incisive interpretazioni in film come La bella scontrosa (1991), Un cuore in inverno (1992), 8 donne e un mistero (2002), c’è anche l’incontro con Ettore Scola per Il viaggio di Capitan Fracassa (1990).

Wanted Cinema è una casa di distribuzione dedicata al cinema indipendente di qualità, per definizione “ricercato”, che seleziona solo documentari capaci di far riflettere ed emozionare o storie di finzione legate alla realtà e con temi forti e importanti. Nuovi linguaggi, nuovi autori, nuove suggestioni narrative, per il pubblico più attento ed esigente che vuole ritrovare ad ogni visione la grande magia del cinema.

Non succede, ma se succede…: tutte le curiosità sul film

Non succede, ma se succede…: tutte le curiosità sul film

Tra le tante commedie romantiche distribuite nel corso del 2019, una di quelle che si è affermata di più è Non succede, ma se succede… (qui la recensione), titolo italiano di Long Shot, film diretto da Jonathan Levine (50 e 50, Warm Bodies). Scritto Dan Starling, già autore del satirico e controverso The Interview, questo lungometraggio mescola elementi dell’ambiente politico con situazioni e sentimenti tipici delle rom-com statunitensi. Ad aver contribuito al successo del film, però, vi è una coppia di attori tanto inedita quanto convincente: la premio Oscar Charlize Theron e il comico Seth Rogen.

Non succede, ma se succede… si presenta come un film fortemente ispirato a film romantici degli anni Ottanta come Tootsie e Harry, ti presento Sally…, ma aggiornato naturalmente ai nostri tempi e includendo una serie di temi e situazioni molto contemporanee. Ad esempio, forte rimane la descrizione del contesto politico, su cui è intervenuta la sceneggiatrice del film The Post Liz Hannah per garantirne il realismo. Sfortunatamente, il film non ottenne buoni risultati al box office, in particolare per via del suo essersi scontrato con Avengers: Endgame.

Apprezzato però dalla critica, il film è stato lentamente riscoperto e oggi tutti gli appassionati del genere lo indicano come un ottimo titolo per una visione leggera ma ricca di sentimenti. Per chi non lo avesse ancora visto, si tratta dunque di un titolo da riscoprire. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Non succede, ma se succede…, la trama del film

Protagonisti del film sono Fred Flarsky e Charlotte Field. Lui è giornalista dalle buone qualità ma disoccupato e combinaguai, lei è invece un’affermata Segretario di Stato. Sembrerebbe che nulla possa accomunare i due, eppure in passato l’intraprendente e talentuosa Charlotte è stata la babysitter di Fred, nonché la sua prima cotta adolescenziale. Senza più un lavoro e depresso, Fred si lascia convincere dal suo amico Lance a partecipare a un evento di beneficenza, al quale a sua insaputa prenderà parte anche la sua vecchia fiamma. Non appena i loro sguardi si incrociano, i due si riconoscono.

Dopo aver saputo la professione di Fred, Charlotte gli propone di scrivere per lei alcuni discorsi per le prossime elezioni presidenziali, alle quali la donna sta per candidarsi. Fred accetta il lavoro e i due tornano a frequentarsi inizialmente solo a livello professionale. Il tempo trascorso insieme, però, riporta a galla vecchi ricordi e, conquistata dall’autoironia e la simpatia dell’uomo, l’ex babysitter inizierà una relazione con il giornalista. I due sono però totalmente diversi, sia caratterialmente sia per via degli ambienti frequentati. Ostacolati da tutto e tutti, Fred e Charlotte dovranno superare tante avversità prima di poter trovare una loro stabilità.

Non succede, ma se succede... cast

Non succede, ma se succede…, il cast del film

Come anticipato, ad interpretare i due protagonisti, Fred e Charlotte, vi sono rispettivamente gli attori Seth Rogen e Charlize Theron. Come noto, dopo che Roger fu entrato a far parte del progetto, anche in qualità di produttore, espresse il desiderio di poter recitare accanto alla Theron. L’attrice, che fino a quel momento non aveva recitato in molte commedie, accettò subito la parte di Charlotte, desiderosa di misurarsi con un ruolo comico. La Theron, inoltre, decise anche di contribuire alla produzione del film e contribuì anche ad apportare numerose migliorie al personaggio e al suo modo di fare.

Accanto ai due attori si ritrovano poi altri celebri interpreti, come O’Shea Jackson Jr. nei panni di Lance, l’amico di Fred, e Andy Serkis, in quelli di Parker Wembley, un ricco magnate. Quest’ultimo, una volta ottenuto il ruolo, iniziò a ideare un trucco prostetico per il suo personaggio. I produttori immaginavano in realtà di non camuffare l’attore, ma egli affermò di non voler dar vita ad un personaggio che avesse le sue sembianze. Nei panni del presidente degli Stati Uniti si ritrova invece l’attore Bob Odenkirk, celebre protagonista della serie Better Call Saul. Infine, Alexander Skarsgård interpreta James Steward, primo ministro canadese.

Non succede, ma se succede…, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Non succede, ma se succede… grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Apple iTunes, Netflix, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 24 marzo alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Oppenheimer: primi dettagli sulla durata del film di Christopher Nolan

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Stando a quanto riferito da alcune fonti, sarebbero emersi alcuni primi dettagli sulla durata di Oppenheimer, il nuovo atteso film di Christopher Nolan in uscita in sala il 21 luglio. Tale durata, sebbene possa ancora cambiare nei prossimi mesi di post-produzione, sarebbe di circa 3 ore. Se questa finisse per essere quella definitiva del film, ciò renderebbe dunque Oppenheimer il film più lungo che Nolan abbia mai prodotto nella sua carriera sino ad oggi, superando quello che detiene oggi questo primato, ovvero Interstellar, che ha una durata di due ore e 49 minuti.

Mancano ancora quattro mesi all’uscita in sala del film, che tanto per i suoi contenuti quanto per la sua presunta durata potrebbe dunque affermarsi con facilità come uno dei maggiori eventi cinematografici di quest’anno. Dopo aver visto il primo trailer, ricordiamo che il film racconterà la storia del fisico teorico J. Robert Oppenheimer e delle tensioni ad alto rischio che hanno portato alla creazione della bomba atomica. Dunque un nuovo racconto ambientato durante la Seconda guerra mondiale per Nolan, dopo quello confluito nel suo film Dunkirk, candidato all’Oscar.

Universal distribuirà Oppenheimer nelle sale in tutto il mondo e distribuirà il film in Nord America. Christopher Nolan produrrà anche insieme a Emma Thomas e Charles Roven di Atlas Entertainment. Il film si baserà sul libro vincitore del Premio Pulitzer American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e del compianto Martin J. Sherwin. Nel cast Cillian Murphy, Emily Blunt, Rami Malek, Robert Downey Jr., Florence Pugh, Josh Hartnett, Jason Clarke, Alex Wolff, Josh Peck, Tony Goldwyn e Matt Damon.

Fonte: ScreenRant

You, rinnovata per una quinta e ultima stagione la serie Netflix

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You, rinnovata per una quinta e ultima stagione la serie Netflix

La serie Netflix You è stata rinnovata per una quinta e ultima stagione. Il prolifico serial killer Joe Goldberg, interpretato da Penn Badgley, avrà a disposizione una nuova e ultima storia per mietere le sue vittime.

La stagione 5 avrà un cambio di showrunner, con i produttori esecutivi Michael Foley e Justin W. Lo che prenderanno il posto di Sera Gamble, che originariamente ha sviluppato You con Greg Berlanti, e ha diretto lo spettacolo per le sue prime quattro stagioni.

“Mentre faccio un passo indietro rispetto allo showrunning quotidiano per concentrarmi su nuovi progetti, sono immensamente grato al co-creatore e genio a tutto tondo Greg Berlanti, Caroline Kepnes, ai miei amici di Berlanti Productions e Alloy Entertainment, e al nostro risoluto partner di Warner Bros e Netflix, ha dichiarato Gamble in una nota. “Realizzare lo spettacolo insieme ai nostri sceneggiatori, produttori, registi, cast e troupe è stato un onore, incredibilmente divertente. E mi sento fortunata ad aver lavorato con un artista dotato e premuroso come Penn Badgely. Sono orgogliosa di ciò che tutti abbiamo realizzato e mi sento privilegiata a passare il testimone. Sono entusiasta di guardare e supportare il team di “You” mentre portano il viaggio di Joe Goldberg alla sua conclusione deliziosamente contorta.”

Accompagnando l’annuncio, Netflix ha anticipato il destino di Joe, chiedendo: “Joe Goldberg avrà finalmente il suo giorno del giudizio?”

The Goldbergs 10 in arrivo dal 6 aprile in esclusiva su Mediaset Infinity con Infinity+

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La decima e ultima stagione dell’amata serie The Goldbergs sarà disponibile dal 6 aprile in 1° TV esclusiva su Mediaset Infinity con Infinity+. Ambientata negli anni Ottanta a Jenkintown in Pennsylvania, The Goldbergs racconta le vicende di tre fratelli, Adam, Barry ed Erica, e della loro colorata e amorevole famiglia.

I Goldberg, e alcuni ospiti a sorpresa, tornano per una decima stagione più divertente e sincera che mai. L’amata famiglia di Jenkintown continua a farsi strada in un decennio iconico, tra avventure, sentimenti e divertimento. Mentre nella loro vita si presentano nuove sfide, i Goldberg continuano a ricordarci che non c’è legame più forte della famiglia e che non c’è nulla che non possano affrontare sostenendosi gli uni con gli altri. Per non arrivare impreparati alla decima stagione di The Goldbergs, su Infinity+ sono disponibili l’ottava e la nona stagione complete della serie.

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