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Crawl – Intrappolati: perché il finale originale più cupo è stata un’occasione persa

Il regista Alexandre Aja aveva inizialmente immaginato un finale molto più cupo per Crawl – Intrappolati, che, col senno di poi, sarebbe stata probabilmente la scelta migliore. Nel complesso, Crawl è un film piuttosto tetro. Certo, al centro della trama c’è il legame indissolubile tra Haley Keller (Kaya Scodelario) e suo padre Dave (Barry Pepper), e tutto ciò che sono disposti a fare per salvarsi a vicenda. Ma nel corso del film, quasi nulla di ciò che tentano di fare va per il verso giusto, e di solito li mette in una posizione ancora peggiore.

Alla fine del film, Dave ha una gamba rotta, un braccio strappato e, in generale, è stato malmenato e ferito dagli alligatori che vogliono fare dei Keller il loro pasto. Nel frattempo, anche Haley è stata picchiata, ha una gamba mutilata e in diversi momenti è stata vicina alla morte. Subisce persino il temuto “gator roll”, che nella vita reale porta quasi sempre alla morte.

Considerando che la casa dei Keller è circondata da alligatori famelici e che Haley e Dave sfiorano più volte la morte, il fatto che sopravvivano è quasi un miracolo. Tuttavia, Aja ha rivelato che, in una fase del processo creativo di Crawl – Intrappolati, le cose erano finite molto peggio per la coppia.

Perché il finale originale più cupo di Crawl – Intrappolati è stata un’occasione persa

Secondo Alexandra Aja, una prima bozza della sceneggiatura terminava con Haley e Dave che fuggivano nel cestello di salvataggio dell’elicottero che attirano l’attenzione alla fine del film finito, solo per essere raggiunti da un grande alligatore che lo afferrava, riportandoli giù verso una morte certa in acqua. Aja riteneva che questo finale rendesse Crawl troppo disperato, ma in realtà è una conclusione molto più realistica. Il finale del film così com’è puzza di finale hollywoodiano, fornendo un lieto fine a Haley e Dave solo perché sono personaggi simpatici.

Per prima cosa, le possibilità che un elicottero voli durante un uragano di categoria 5 sono estremamente basse, poiché il vento e la pioggia torrenziale renderebbero il suo funzionamento incredibilmente pericoloso. Anche se qualcuno fosse abbastanza folle da volare con quel tempo, ci sono un milione di possibilità che le cose vadano storte durante il tentativo di salvataggio. Il finale teatrale di Crawl – Intrappolati sembra troppo pulito e ordinato, dopo un film pieno di cose che vanno di male in peggio per i Keller. La vittoria degli alligatori avrebbe molto più senso, anche se fosse una nota triste. Inoltre, i titoli di coda che iniziano con “see ya later alligator” (ci vediamo più tardi, alligatore), che hanno suscitato grandi risate in molte proiezioni, diventerebbero una scelta ironicamente cupa se inseriti subito dopo il fallimento del salvataggio dei Keller da parte di un alligatore atletico.

Jessica Chastain “non è d’accordo” con Apple per aver rimandato Profilo privato

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Jessica Chastain ha rilasciato una dichiarazione in merito al rinvio della sua serie per Apple TV+, Profilo privato, affermando di “non essere d’accordo” con la piattaforma di streaming “sulla decisione di sospendere l’uscita“.

Martedì è stato annunciato che Apple sospenderà la serie dall’uscita prevista per il 26 settembre, una decisione ampiamente contestualizzata dal recente omicidio del commentatore politico di destra Charlie Kirk. In Profilo privato, Jessica Chastain interpreta un’investigatrice sotto copertura che si infiltra in gruppi d’odio online per prevenire l’estremismo interno.

La vincitrice dell’Oscar ha sottolineato che, pur “apprezzando” la sua partnership con Apple e “rispettando profondamente” il loro team, non è d’accordo con il rinvio della serie. “Negli ultimi cinque anni da quando abbiamo iniziato a realizzare lo show, abbiamo assistito a un’inaspettata quantità di violenza negli Stati Uniti: il tentato rapimento della governatrice del Michigan Gretchen Whitmer; l’attacco del 6 gennaio al Campidoglio; i tentativi di assassinio del presidente Trump; gli omicidi politici di rappresentanti democratici in Minnesota; l’attacco al marito della Speaker Pelosi; l’assassinio del commentatore conservatore Charlie Kirk; la recente sparatoria in un’emittente affiliata alla ABC in California; e oltre 300 sparatorie nelle scuole in tutto il paese”, ha scritto Chastain su Instagram. “Questi incidenti, sebbene lungi dal comprendere l’intera gamma di violenza osservata negli Stati Uniti, illustrano una mentalità più ampia che attraversa l’intero spettro politico e che deve essere affrontata. Non mi sono mai tirato indietro di fronte a temi difficili e, anche se vorrei che questo show non fosse così rilevante, purtroppo lo è.”

Jessica Chastain ha continuato: “Profilo Privato‘ parla degli eroi che lavorano ogni giorno per fermare la violenza prima che accada, e onorare il loro coraggio sembra più urgente che mai. Pur rispettando la decisione di Apple di sospendere l’uscita per il momento, continuo a sperare che la serie raggiunga presto il pubblico. Fino ad allora, auguro a tutti sicurezza e forza, e vi farò sapere se e quando ‘Profilo Privato‘ uscirà”.

L’enorme colpo di scena di Barbarian ha dato vita al suo perfetto sequel cupo

Il cambiamento di tono di Barbarian nel secondo atto ha creato un precedente perfetto per un sequel. Il film inizia seguendo Tess con un tono cupo e serio, ma diventa più leggero quando la prospettiva si sposta sul personaggio di Justin Long, AJ. All’inizio, Tess sembra la tipica protagonista di un film horror, che si presenta in un Airbnb in una notte tempestosa. Il cambiamento di tono quando AJ canta nella sua auto è stridente, ma rende Barbarian ancora più intrigante. Un sequel di Barbarian potrebbe ripetere questo trucco, mantenendo comunque il pubblico con il fiato sospeso. Il regista e sceneggiatore di

Barbarian, Zach Cregger, ha espresso interesse nella creazione di un sequel di Barbarian in cui La Madre sopravvive alla sparatoria e si integra nella società. In una recente intervista (tramite THR), Cregger ha scherzato dicendo che The Mother potrebbe frequentare un college comunitario, ottenere la patente di guida e creare un profilo su Tinder. Anche se The Mother potrebbe non seguire esattamente questi passaggi, la sua integrazione sarebbe intrigante da vedere. Prendendo spunto dal film originale, un sequel di Barbarian potrebbe essere l’inverso del primo film e iniziare in modo comico per poi diventare più serio in seguito. L’esplorazione del mondo esterno da parte della Madre potrebbe fornire molto umorismo fuori luogo, ma alla fine fornire comunque una buona dose di paura, con un tono che inizia ironicamente divertente ma poi diventa più serio e cupo.

Perché Barbarian ha bisogno di un sequel

Barbarian compie un’impresa impressionante prendendo in giro i tropi dell’horror, pur avendo un messaggio e risultando un film horror divertente. Inoltre, il finale di Barbarian spiega molto poco e lascia abbastanza domande aperte da giustificare un sequel. Non tutte queste domande devono necessariamente trovare una risposta, ma sarebbe gratificante vedere ampliati altri livelli della storia e della tradizione. Dopotutto, i sequel horror hanno recentemente ottenuto ottimi risultati al botteghino, come Terrifier 2 e Pearl di Ti West. Barbarian può seguire questa tendenza di successo e concentrarsi sulla Madre in Barbarian 2.

Come Barbarian 2 può prendere in giro i comuni tropi horror

Il pubblico si identifica con i mostri dei film da decenni, quindi esplorare l’idea di cosa succederebbe a qualcuno che è stato maltrattato in modo così orribile come La Madre sarebbe un’esperienza coinvolgente e unica. Un sequel potrebbe esplorare il tropo del mostro creato dall’uomo e ribaltarlo rendendo La Madre un personaggio tridimensionale che era solo una vittima della brutalità di Frank in Barbarian. Barbarian 2 potrebbe anche parodiare altri tropi dei mostri dei film horror, come il tragico cattivo che va incontro alla sua fine. Invece di essere condannata dalle azioni di Frank, la Madre potrebbe avere un lieto fine.

La Madre potrebbe riuscire a integrarsi con successo nella società e trovare compagnia. Questo sovvertirebbe il tropo dell’innato e del male, poiché lei potrebbe imparare a essere “buona” e a rispettare i confini. In Barbarian, la Madre conosce solo la brutalità degli abusi di Frank e l’affetto soffocante del nastro adesivo. Il sequel potrebbe permettere alla Madre di imparare la vera gentilezza e alla fine ottenere la sua gioia. Per permettere al mostro del film di ottenere ciò che desidera veramente e redimersi, questo sovvertirebbe alcuni dei tropi horror più triti e sorprenderebbe il pubblico.

Jimmi Simpson entra nel cast di The Walking Dead: Dead City Stagione 3

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Il candidato agli Emmy Jimmi Simpson (Dark Matter) è stato scelto come nuovo personaggio fisso della serie, al fianco di Lauren Cohan e Jeffrey Dean Morgan, nella prossima The Walking Dead: Dead City – stagione 3, serie AMC. Simpson interpreterà Dillard, ma i dettagli sul personaggio sono ancora segreti. La produzione della terza stagione è in corso a Boston.

The Walking Dead: Dead City segue Maggie (Cohan) e Negan (Morgan) mentre viaggiano in una Manhattan post-apocalittica, isolata dalla terraferma da molto tempo. Nella seconda stagione, nella crescente guerra per il controllo di Manhattan, Maggie e Negan si ritrovano intrappolati su fronti opposti. Mentre i loro percorsi si intrecciano, scoprono che la via d’uscita per entrambi è più complicata e straziante di quanto avessero mai immaginato.

Quando la serie è stata rinnovata per una terza stagione, è stato annunciato che il veterano del franchise Seth Hoffman avrebbe assunto il ruolo di showrunner. Hoffman, Scott Gimple, Robert Kirkman, Gale Anne Hurd, Dave Alpert, Brian Bockrath, Colin Walsh, Cohan e Morgan sono produttori esecutivi.

Simpson è attualmente protagonista di Dark Matter disponibile su Apple Tv+, che sta per iniziare la seconda stagione. Interpreta diverse versioni del brillante neuroscienziato Ryan Holder in diverse realtà. Presta inoltre la voce al personaggio di Abaddon, un demone intrappolato nel corpo di un ragazzino, nella serie Netflix Haunted Hotel. Simpson è stato candidato agli Emmy per il ruolo di William in Westworld e ha ricevuto una nomination ai BAFTA TV Award per il ruolo di William in Black Mirror, che ha ripreso nell’episodio sequel di quest’anno. Ha anche condiviso un Independent Spirit Award per il miglior cast corale per Pachinko nel 2023.

James Bond: Denis Villeneuve inizierà il processo di casting dopo Dune – Parte Tre

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Denis Villeneuve inizierà la ricerca di un attore che interpreti la spia immaginaria più famosa al mondo, James Bond, il prossimo anno, quando avrà completato la produzione di Dune – Parte Tre. Deadline riporta che il regista e i suoi collaboratori stanno cercando un “volto nuovo” che interpreti 007 nel prossimo film. Inoltre, si riferisce che James Bond sarà un uomo, come scritto dal creatore Ian Fleming, e, cosa importante, sarà un attore proveniente dalle isole britanniche.

Questo esclude fantasiose speculazioni secondo cui Timothée Chalamet, Glen Powell, Austin Butler, Jacob Elordi e altri attori che non provengono dal Regno Unito sarebbero in lizza per il ruolo. Gli addetti ai lavori riportano anche che l’approccio ideale è quello di scegliere un attore “sconosciuto”, possibilmente tra i 20 e i 30 anni, per interpretare quello che Fleming definiva “uno strumento contundente”: un uomo letale ma “estremamente noioso e poco interessante a cui sono successe delle cose”.

Se ci si attiene a questi criteri, ciò significa che anche i favoriti come Tom Hardy, 47 anni, Idris Elba, 53 anni, e Henry Cavill, 42 anni, probabilmente non corrispondono a ciò che Villeneuve, i produttori David Heyman e Amy Pascal e i dirigenti della Amazon MGM Studios stanno cercando. A questo punto, non resta che attendere che Villeneuve completi le riprese di Dune – Parte Tre, poiché prima di quel momento è improbabile che si possano avere novità in merito al prossimo James Bond.

LEGGI ANCHE: James Bond: rivelati possibili dettagli dell’accordo con Denis Villeneuve

Millie Bobby Brown interpreterà l’olimpionica Kerri Strug nel film Perfect

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Con il suo ruolo di Undici nella serie di successo Stranger Things che volge al termine entro la fine dell’anno, Millie Bobby Brown sembra aver già trovato il suo prossimo grande personaggio da interpretare. Deadline riporta che la candidata all’Emmy è in trattative finali per interpretare l’olimpionica Kerri Strug nel film Perfect. Gia Coppola si occuperà della regia e, sebbene l’accordo non sia ancora stato concluso, alcune fonti affermano che Netflix è in trattative per aggiudicarsi il film.

Ronnie Sandahl sta scrivendo la sceneggiatura e Millie Bobby Brown sta producendo con la sua PMCA. I principali produttori sono Nik Bower per Riverstone Pictures e Thomas Benski per Magna Studios.

Con la storia di Strug, Brown ha l’opportunità di affrontare non solo una delle più grandi storie olimpiche di tutti i tempi, ma anche una delle più grandi storie sportive della sua epoca. Membro della squadra di ginnastica americana del 1996 soprannominata “i Magnifici Sette”, Strug ha avuto un ruolo fondamentale nella conquista dell’oro dopo aver eseguito il salto con una caviglia gravemente infortunata. L’immagine di lei che atterra perfettamente e poi vede la caviglia cedere ed essere portata via dal tappeto dal suo allenatore è ancora considerata uno dei momenti più memorabili nella storia delle Olimpiadi. Alcune fonti affermano che il film dovrebbe essere girato la prossima primavera.

Millie Bobby Brown di nuovo con Netflix

Fin dal suo ruolo di svolta nella prima stagione di Stranger Things, Millie Bobby Brown ha scelto i suoi progetti con attenzione, facendo scelte talvolta ottime, tra queste il suo franchise di grande successo Enola Holmes, il cui terzo film dovrebbe uscire a breve e sempre sotto l’ombrello di Netflix. Con questo progetto, ha la sua prima grande occasione di cimentarsi in qualcosa che potrebbe essere un successo per il pubblico dei premi, simile a quando Margot Robbie interpretava Tonya Harding in Tonya.

Il prossimo impegno per Millie Bobby Brown è l’ultima stagione di Stranger Things, che Netflix distribuirà in tre volumi, con la prima serie di episodi in uscita durante il weekend del Ringraziamento e l’episodio finale a Capodanno. Ha anche recitato in Enola Holmes 3 e sta per iniziare le riprese del film Netflix Just Picture It con Gabriel LaBelle.

Il film d’esordio di Coppola alla regia, Palo Alto, è stato presentato in anteprima ai festival di Telluride, Venezia e Toronto prima della sua uscita al Tribeca Film Festival del 2014. Ha diretto e co-sceneggiato Mainstream, presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia del 2020 e proiettato ai festival di Telluride e Toronto. Il suo ultimo film, The Last Showgirl, vede protagonisti Pamela Anderson, Jamie Lee Curits e Dave Bautista, e ha fatto ottenere ad Anderson una nomination ai Golden Globe come migliore attrice in un film drammatico.

Shutter Island: le differenze tra il libro e il film di Martin Scorsese

Uscito nel 2010, Shutter Island (qui la nostra recensione) è l’acclamato adattamento dell’omonimo romanzo giallo del 2003 scritto da Dennis Lehane, autore anche di Mystic River. Seguendo un agente federale statunitense mentre scopre la terribile verità che si cela dietro la struttura che dà il titolo al romanzo, sia il romanzo originale che l’adattamento cinematografico presentano un colpo di scena scioccante all’ultimo minuto che cambia tutto ciò che è accaduto nella storia fino a quel momento. Tuttavia, il film di Scorsese modifica leggermente questo colpo di scena, e non è l’unica alterazione apportata alla trama del libro.

La versione cinematografica diretta da Martin Scorsese, infatti, tronca in qualche modo l’azione del libro rendendo più facile per il protagonista decifrare un indizio importante, cambia leggermente il finale (in uno dei migliori colpi di scena cinematografici del decennio) e modifica alcuni dettagli della location e dell’antieroe tormentato interpretato da Leonardo DiCaprio. Se questi cambiamenti siano a vantaggio del romanzo o del film dipende da ogni spettatore, ma per molti versi l’adattamento di Scorsese è una versione più forte e di maggiore impatto della storia di Lehane.

L’isola è più grande (ma non necessariamente migliore)

L’ambientazione omonima del romanzo originale è descritta come estremamente piccola, tanto che nessuno sarebbe in grado di sfuggire a lungo alla sorveglianza delle guardie della struttura. Anche se non limitata alla sola struttura, l’isola di Shutter Island del libro è costituita solo da una piccola foresta, dalla struttura, da alcune scogliere, dai giardini della struttura e poco altro. Sebbene questa descrizione corrisponda anche alle principali ambientazioni del film di Scorsese, la versione cinematografica è molto più ampia e non trasmette la sensazione claustrofobica del romanzo.

Che questo sia un vantaggio o uno svantaggio rispetto al romanzo dipende dal singolo spettatore. Da un lato, il romanzo di Lehane non lascia al tormentato Teddy alcun posto dove nascondersi quando viene inseguito dalle guardie della struttura, poiché l’isola è minuscola e le dimensioni ridotte dell’ambientazione esacerbano la sua comprensibile paranoia che tutto ciò che dice venga ascoltato. Detto questo, nel film di Scorsese è senza dubbio più inquietante, poiché le sue dimensioni significano che sia i pazienti che gli inservienti potrebbero scomparire, perdersi o semplicemente svanire nel nulla senza lasciare traccia. Si tratta di un tipo diverso di paranoia, ed entrambi gli scenari sono adeguatamente inquietanti.

Leonardo DiCaprio in Shutter Island (2010)

 

 

Il nascondiglio nella caverna di Rachel Solando

La nota che conduce Teddy a Rachel Solando non è così facile da decifrare nel romanzo come lo è nel film. In quest’ultimo, la nota di Rachel viene rapidamente decifrata in modo che l’azione possa rimanere propulsiva e veloce, con Scorsese che mantiene la storia in rapido progresso per mantenere alta la tensione. Nel romanzo originale di Lehane, Teddy ha bisogno di più tempo e di un lavoro investigativo per decodificare il biglietto, poiché il libro è un giallo e i lettori si aspettano di vedere l’intero processo di deduzione, in stile Sherlock Holmes. Per gli spettatori che preferiscono un ritmo veloce, l’approccio di Scorsese funziona meglio, mentre coloro che amano soffermarsi sull’incertezza preferiranno l’interpretazione più misurata di Lehane di questa scena.

La simpatia (o la sua mancanza) di Teddy

Nella versione originale del romanzo Shutter Island, Teddy non è così simpatico come nell’adattamento cinematografico. In parte ciò è dovuto alla capacità di Scorsese di rendere simpatico qualsiasi personaggio, ma in parte è anche probabilmente intenzionale da parte di Lehane. L’autore di gialli non scrive generalmente di eroi semplici, moralmente integri e amichevoli. Come dimostra la sua lunga bibliografia, la maggior parte degli antieroi di Lehane sono figure profondamente complesse e moralmente ambigue, alcune delle quali sono quasi cattive (e talvolta anche peggiori) dei cattivi che stanno perseguendo.

Se Teddy fosse troppo moralmente integro e ben educato, i lettori del romanzo potrebbero intuire il colpo di scena finale del film (che in realtà è un paziente di questa istituzione, non un agente dei servizi segreti che la sta indagando, e che ha ucciso sua moglie e i suoi figli prima dell’inizio dell’azione del libro). Così com’è, il romanzo depista dunque i lettori descrivendo Teddy come un uomo tormentato dai propri demoni, perseguitato dalle esperienze vissute in guerra e dal suo difficile lavoro. I lettori potrebbero trovarlo duro e spietato, ma difficilmente immaginerebbero fino a che punto sia capace di arrivare. Tuttavia, l’approccio di Scorsese ha senso, dato il mezzo con cui lavora.

Nel film c’è molto meno tempo per conoscere il protagonista rispetto al romanzo, e Teddy è presentato come uno sceriffo onesto e retto, per suggerire che sono gli abitanti dell’isola ad essere squilibrati. Poiché la durata breve del film offre agli spettatori meno possibilità di indovinare il colpo di scena, Scorsese non deve preoccuparsi troppo di sviare gli spettatori rendendo Teddy un personaggio più freddo e indifferente, il che significa che gli spettatori si affezionano immediatamente alla versione del protagonista interpretata da DiCaprio e sono più scossi dalla sua terribile rivelazione finale.

Shutter Island

 

L’ultima domanda di Teddy

Shutter Island di Scorsese ha cambiato il finale del libro. Dopo la rivelazione shock che Teddy non è uno sceriffo, ma un paziente della struttura, il romanzo si chiude con una nota pessimistica, poiché il personaggio ammette i suoi crimini e sceglie di sottoporsi a un trattamento sperimentale di lobotomia piuttosto che vivere con il senso di colpa. Nel film, le cose vanno in modo leggermente diverso. Teddy si rivolge al suo “partner” Marshall (che in realtà è un medico che asseconda la sua illusione), e riflette se sia meglio morire da uomo buono o vivere da mostro.

Il suo partner è tormentato dalla domanda, poiché implica che Teddy potrebbe conoscere la sua vera natura e potrebbe optare intenzionalmente per la lobotomia, oppure potrebbe aver avuto solo un momento di lucidità ed essere ancora perso nella sua illusione. Il finale, a differenza del romanzo originale, lascia questa ambiguità e ancora oggi sono molte le teorie e molti i dibattiti a riguardo. Di certo, quello proposto da Scorsese è stato un cambiamento che amplifica la difficoltà a distinguere tra realtà e fantasia, lasciando inoltre agli spettatori il fardello di dover riflettere su questa complessa domanda.

LEGGI ANCHE: Shutter Island, la spiegazione del finale

Cosa funziona meglio

A seconda dell’esperienza che il pubblico spera di vivere, ci sono argomenti a favore sia del romanzo Shutter Island che del film di Scorsese. Il film è perfetto per chiunque desideri un omaggio esaltato a Hitchcock, un thriller gotico dal ritmo serrato, ricco di angolazioni olandesi e di scenografie in stile giallo. I personaggi del film possono essere abbozzati rispetto al libro, ma la trama agile è emozionante, gli elementi horror gotici sono divertenti e il finale aperto è inquietante. Si tratta dunque di un adattamento “personalizzato”, come spesso avvenuto per i film che Scorsese trae da romanzi preesistenti. Pur mantenendosi fedele ad essi, il regista aggiunge alcune proprie riflessioni su ciò che più gli interessa far emergere.

Tuttavia, per gli appassionati di gialli tradizionali, il romanzo originale di Lehane è un thriller più lento e cupo, privo degli spaventi improvvisi e delle teatralità esagerate di Scorsese, ma con un protagonista più complesso e uno svelamento più approfondito del mistero centrale di Shutter Island, che si svolge a un ritmo più lento, ma per alcuni lettori più soddisfacente. In ogni caso, si è dinanzi ad un adattamento assolutamente riuscito, che rende giustizia al romanzo di Lehane e aggiunge quegli elementi in più che gli consentono di non essere una mera copia carbone, ma di elevare tanto sé stesso quanto il testo su cui si basa.

Final Score: la spiegazione del finale del film

Final Score è il thriller d’azione del 2019 diretto da Scott Mann, regista con una particolare predilezione per film ad alta tensione ambientati quasi in un’unica location, capace di portare al massimo la gravità della situazione. Ciò si era manifestato con il precedente Bus 657 – Heist (2015) e con il successivo Fall (2022). Anche nel caso di Final Score il regista britannico utilizza scenari chiusi e concentrati, come lo stadio di Wembley, per aumentare il senso di claustrofobia e pericolo costante, dimostrando una predilezione per l’azione concentrata e i ritmi serrati che tengono lo spettatore costantemente sul filo del rasoio.

L’attore Dave Bautista, noto soprattutto per il suo ruolo nei franchise Marvel come Drax in Guardiani della Galassia, qui porta la sua imponente presenza fisica a un contesto più realistico e urbano, mostrando abilità da action hero in un contesto più vicino al thriller puro che al blockbuster fantascientifico. Bautista interpreta un ex soldato determinato e strategico, ruolo che gli consente di combinare forza bruta e tattiche intelligenti, consolidando la sua immagine di protagonista d’azione moderno capace di muoversi tra adrenalina e tensione narrativa.

Il film si colloca dunque nel genere action-thriller con elementi di suspense e “hostage scenario”, esplorando temi come eroismo, sacrificio e resilienza di fronte a minacce improvvise. La trama mostra come un singolo individuo possa fare la differenza contro criminali ben armati e organizzati, mettendo in evidenza la capacità di leadership, la strategia e l’ingegno come strumenti di sopravvivenza e giustizia. Nel resto dell’articolo si proporrà una spiegazione dettagliata del finale, per comprendere come l’azione e il destino dei personaggi si risolvano negli ultimi momenti del film.

Final Score film trama

La trama di Final Score

Protagonista del film è l’ex militare statunitense Michael Knox, il quale si trova ad assistere ad una partita di calcio nello stadio londinese Boleyn Ground in compagnia di sua nipote Danni. Prima che la partita abbia inizio, Michael si allontana per andare a comprare degli hot dog, e durante questa sua assenza succederà l’impensabile. Egli riceve infatti una chiamata da parte del russo Arkady Belav, il quale gli ordina di rintracciare tra il pubblico il fratello Dimitri e ucciderlo. Se non riuscirà in tale compito, Arkady farà scoppiare l’intero stadio, uccidendo così oltre trentacinque mila persone.

Michael si trova così in una posizione particolarmente scomoda, al centro di un vero e proprio attacco terroristico. Egli dovrà scoprire quanto più possibile sui due fratelli russi e su loro conflitto, e solo così potrà sperare di salvare la situazione. A sua disposizione ha soltanto novanta minuti, e a peggiorare la situazione vi è il rapimento di sua nipote, presa come ostaggio proprio dai terroristi. Questi hanno però sottovalutato le capacità dell’uomo, che grazie alla sue conoscenze di guerra sa come far fronte a situazioni del genere.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Final Score, l’azione raggiunge il suo culmine con Michael Knox impegnato a salvare la giovane Danni e a neutralizzare Arkady e la sua squadra di mercenari all’interno dello stadio di Upton Park. Dopo aver affrontato diversi uomini armati e aver disinnescato il pericolo immediato delle esplosioni piazzate dai terroristi, Knox riesce a localizzare Dimitri e a far luce sul piano reale dei mercenari, che mira a ottenere la cooperazione politica tramite minacce e sequestri. Durante una serie di scontri ravvicinati, Knox affronta Tatiana, recupera il controllo della situazione e utilizza Dimitri come pedina per garantire la sicurezza di Danni, riuscendo infine a salvarla.

L’azione culmina con la distruzione della sala di controllo, apparentemente causata dall’esplosione del bomb kit piazzato dai terroristi. Il racconto si chiude con una risoluzione adrenalinica e positiva: Knox riesce a sopravvivere, Danni viene liberata sana e salva e Arkady viene eliminato. La tensione narrativa si scioglie con il colpo di scena del falso allarme dell’esplosione: il presunto bombardamento dello stadio era stato registrato, e così Knox e Danni possono uscire illesi. I personaggi secondari, come Faisal e la madre di Danni, sopravvivono anch’essi, e il film termina con un momento di sollievo e ricongiungimento familiare, confermando il trionfo del coraggio e dell’ingegno individuale sul caos e la violenza organizzata.

Final Score Pierce Brosnan

Dal punto di vista tematico, il finale di Final Score porta a compimento l’idea centrale del film: la determinazione e l’astuzia di un singolo individuo possono sovvertire piani criminali sofisticati e proteggere i più vulnerabili. L’eroismo di Knox non si manifesta solo nella forza fisica ma anche nella capacità di leggere la situazione, anticipare le mosse dei nemici e prendere decisioni rapide, dimostrando come intelligenza, prontezza e coraggio siano strumenti fondamentali contro minacce complesse e imprevedibili.

La soluzione finale evidenzia anche la moralità dei personaggi principali: Knox agisce sempre per salvare vite innocenti, mentre Dimitri, pur inizialmente manipolato, sceglie un gesto estremo per impedire ulteriori tragedie. L’opposizione tra bene e male, ordine e caos, viene così risolta con un equilibrio narrativo che premia l’eroismo responsabile e condanna la violenza cieca e la sete di potere, offrendo una chiusura coerente con l’arco dei protagonisti.

Il messaggio che Final Score lascia allo spettatore è chiaro: anche di fronte a situazioni apparentemente disperate, il coraggio, la prontezza di spirito e l’altruismo possono fare la differenza, permettendo di proteggere chi è vulnerabile e di riportare l’ordine laddove il caos sembrava prevalere. La tensione, l’azione e la strategia convergono in un finale che esalta la resilienza umana e la capacità di affrontare il pericolo con lucidità e determinazione.

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Barbarian: il film è tratto da una storia vera?

Prima del suo successo cinematografico di quest’anno, Weapons, Zach Cregger ha debuttato come regista nel 2022 con il thriller/horror Barbarian, che racconta l’esperienza di una giovane donna in un Airbnb a Detroit. Tess Marshall (Georgina Campbell) arriva nella proprietà che ha affittato la sera prima del suo colloquio di lavoro e scopre che c’è stata una doppia prenotazione. L’uomo che occupa la proprietà, Keith (Bill Skarsgård), la invita a entrare in casa e le offre di condividere l’alloggio.

Tuttavia, Tess si rende presto conto che qualcuno la sta tenendo d’occhio. Esplorando la proprietà, scopre una porta nascosta che conduce al seminterrato e si trova di fronte a una terribile verità che da tempo fa parte della casa. Esplorando temi quali l’abuso, l’abbandono e l’intuizione, il film mantiene vivo l’interesse del pubblico con continui colpi di scena. Eppure, durante la visione, si ha anche il sentore che possa esserci qualcosa di vero nel racconto proposto da Cregger. In questo approfondimento, esploriamo proprio questo aspetto.

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Barbarian è ispirato a un libro di auto-aiuto

Scritto dal regista Zach Cregger, Barbarian è un’opera di finzione, ma è ispirata al libro The Gift of Fear. Si tratta di un titolo di auto-aiuto del consulente per la sicurezza Gavin de Becker, che fornisce esempi dettagliati di comportamenti problematici degli uomini che sono stati normalizzati dalla società e che le donne dovrebbero ignorare. Descrivendoli come “piccoli, minuscoli, microscopici segnali di allarme”, Creggar afferma che il libro suggerisce di non ignorarli. “Perché molte volte, quando ignoriamo questi piccoli segnali di allarme, è a nostro discapito”, ha spiegato durante un evento di proiezione organizzato da ScreenRant.

Barbarian cast attori

Tali segnali includono un uomo che fa un complimento o un favore ritenuto indesiderato da una donna, così come l’avvio di qualsiasi forma di contatto fisico. Leggendo questo, Cregger si è reso conto che, come uomo, non deve mai considerare metà della popolazione mondiale come una potenziale minaccia. Questo lo ha spinto a scrivere una scena con tutti i segnali di allarme possibili per le donne. “Ho pensato a un Airbnb prenotato due volte, e tu sei bloccata in una casa con un uomo a tarda notte, e lui fa tutte quelle cose. Ti prepara il tè, ma tu non lo vuoi”, ha raccontato. “Ma è proprio questo il bello di quella scena: cercare di decifrarlo”.

L’esperienza di Zach Cregger con Airbnb ha plasmato la premessa di Barbarian

Sebbene Cregger non sia mai stato vittima di una doppia prenotazione su Airbnb come Tess Marshall in Barbarian, ha sempre temuto di far vivere questa esperienza a qualcun altro in quanto host. In un’intervista con The Hollywood Reporter, il regista ha raccontato un’esperienza spiacevole che ha avuto come ospite e che probabilmente è rimasta nel suo subconscio e ha influenzato lo sviluppo della sceneggiatura. Creggar una volta ha prenotato un Airbnb mentre partecipava a un matrimonio.

Quando sono arrivato lì a tarda notte, era un quartiere davvero malfamato e il codice della cassetta di sicurezza non funzionava. È stato davvero spaventoso e sono rimasto lì fuori per strada per mezz’ora. Era una situazione davvero inquietante”, ha ricordato. Quando è passata una macchina della polizia, Creggar l’ha fermata e ha detto all’agente che stava pensando di entrare nella casa vista la sua situazione. L’agente gli ha consigliato di non farlo e alla fine ha dovuto trovare un altro posto dove stare.

Barbarian film

 

Il quartiere fatiscente di Detroit ha creato l’ambientazione perfetta per Barbarian

Nella stessa intervista con The Hollywood Reporter, a Zach Cregger è stato chiesto se il suo film volesse riflettere il degrado e l’incuria che si vedono nella realtà in alcuni quartieri di Detroit, nel Michigan, un tempo considerati idilliaci. Il regista ha chiarito che Barbarian non è una “grande dichiarazione” sulle condizioni dei quartieri più piccoli della città, ma piuttosto è stato aiutato dall’ambientazione che un quartiere del genere ha fornito. Ha infatti raccontato che trascorre molto tempo a Detroit, visitando ogni anno gli amici che vivono in città.

Mentre decideva la location per le riprese di Barbarian, ambientato in un quartiere desolato, Creggar ha sottolineato: “Ci sono sempre più posti come quello in America, ma Detroit era il più grande. Quindi mi è sembrato il quartiere perfetto dove poter fare quasi tutto senza che nessuno se ne accorgesse, dato che è abbandonato. È anche cinematografico e inquietante“. Sebbene sia felice che il film abbia dato vita a discussioni sulla situazione dei quartieri del Michigan, Cregger ha chiarito che il suo unico obiettivo durante la realizzazione del film era quello di garantire al pubblico un’esperienza visiva straordinaria. Tutto il resto è semplicemente ”un bonus”.

Apple TV+ svela il trailer e i ristoranti protagonisti di Knife Edge: Per una Stella Michelin, la nuova serie prodotta da Gordon Ramsay

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Oggi Apple TV+ ha svelato il trailer di Knife Edge: Per una Stella Michelin, la nuova docuserie prodotta dalla società di produzione di Gordon Ramsay, Studio Ramsay Global, e condotta dall’esperto di cucina Jesse Burgess, co-fondatore e presentatore di TopJaw. La serie in otto puntate, che farà il suo debutto il 10 ottobre su Apple TV+, accompagna gli spettatori nell’emozionante mondo dell’alta cucina, catturando la pressione e l’ambizione che caratterizzano il percorso di ogni chef verso il riconoscimento Michelin.

Quali ristoranti ci saranno come protagonisti di Knife Edge: Per una Stella Michelin

Knife Edge: Per una Stella Michelin segue i destini di alcuni dei ristoranti più unici e celebrati del mondo. In otto episodi, la serie fa visita ai ristoranti di New York (Coqodaq, The Musket Room, Nōksu), Chicago (Cariño, Esmé, Feld), si sposta nei Paesi nordici (Aure, Jordnær, Knystaforsen), nel Regno Unito (Caractère, House, Wilsons), in Messico (Em, Máximo), Italia (Agriturismo Ferdy, Kresios) e California (The Harbor House, Pasjoli, Pasta|Bar). Ad ogni tappa, gli chef aprono le porte delle loro cucine dove lavorano instancabilmente per ottenere la loro prima, seconda o addirittura terza stella Michelin.

Con un accesso senza precedenti al mondo Michelin, comprese rare interviste ufficiali con ispettori anonimi, la serie offre il punto di vista di ciascuno chef su uno dei riconoscimenti più prestigiosi del mondo della ristorazione e sulle storie umane che si celano dietro la ricerca della perfezione.

Knife Edge: Per una Stella Michelin è prodotto per Apple TV+ da Studio Ramsay Global, una società di Fox Entertainment. I produttori esecutivi sono Gordon Ramsay, Lisa Edwards e Morgan Roberts.

Loot – Una fortuna: trailer della terza stagione della comedy con Maya Rudolph

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Loot – Una fortuna, l’acclamata comedy di Apple TV+ ci svela il trailer della terza stagione con un assaggio di ciò che Molly Wells, l’amato cast corale e alcuni special guest faranno in questo nuovo capitolo. Guidata dalla vincitrice di sei Emmy Award e produttrice esecutiva Maya Rudolph, la terza stagione di Loot – Una fortuna, composta da 10 episodi, farà il suo debutto il 15 ottobre su Apple TV+ con i primi due episodi seguiti da un nuovo episodio ogni mercoledì, fino al 10 dicembre.

La trama e il cast di Loot – Una fortuna

In Loot – Una fortuna Molly Wells (Rudolph) intraprende un viaggio alla scoperta di sé stessa dopo aver ottenuto un accordo di divorzio da 87 miliardi di dollari dal suo ricco marito John Novak (Adam Scott), con cui è stata sposata per 20 anni. Nella terza stagione la ritroviamo impegnata al comando della sua organizzazione filantropica, la Wells Foundation dopo aver lasciato gli spettatori con il fiato sospeso con il finale della seconda stagione che ha visto Molly salire a bordo del suo jet privato, insieme al suo fidato assistente Nicholas (Joel Kim Booster), con l’ordine di portarla il più lontano possibile in seguito alle critiche ricevute dai suoi colleghi miliardari sul suo impegno filantropico e l’imbarazzante scambio con il suo collega Arthur (Nat Faxon).

La nuova stagione continuerà a seguire le vicende dell’adorabile ed eccentrico gruppo di lavoro della Wells Foundation, che continua a lavorare insieme affinché Molly possa mantenere la promessa di donare tutta la sua vasta fortuna. Oltre a Rudolph, il cast che torna per la terza stagione include Michaela Jaé Rodriguez, Nat Faxon, Ron Funches e Joel Kim Booster. Tra gli ospiti speciali ci saranno Stephanie Styles, D’Arcy Carden, Adam Scott, Zane Phillips, Henry Winkler, X Mayo e altri ancora.

Loot – Una fortuna è creata e prodotta da Matt Hubbard e Alan Yang, insieme a Rudolph e alla sua partner di produzione Danielle Renfrew Behrens di Banana Split, Dave Becky di 3 Arts, Dean Holland e Natasha Lyonne. Hubbard è lo showrunner della terza stagione. La serie è prodotta per Apple da Universal Television, una divisione di Universal Studio Group. Le prime due stagioni di Loot – Una fortuna sono disponibili in streaming su Apple TV+.

Stranger Things Stagione 5, Un’ultima avventura: un lungo video dal backstage!

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Che tu sia nerd, atleta, genitore o anche uno scienziato russo in fuga, da sempre questo è il tuo gruppo. Il lungo backstage di Stranger Things Stagione 5 anticipa la grandiosità della stagione conclusiva della serie evento di Netflix, ma è anche un momento per ricordare a tutti il vero cuore dello show.

Stranger Things Stagione 5, i dettagli

Il cast della quinta stagione vedrà il ritorno di tutti i volti principali. Millie Bobby Brown sarà ancora Undici, pronta a usare i suoi poteri in una battaglia decisiva. Fanno poi parte del cast Finn Wolfhard (Mike), Noah Schnapp (Will), Gaten Matarazzo (Dustin), Caleb McLaughlin (Lucas), Sadie Sink (Max) e Natalia Dyer (Nancy), Joe Keery (Steve), Charlie Heaton (Jonathan), Maya Hawke (Robin), Winona Ryder (Joyce) e David Harbour (Hopper). Grande attesa anche per il ritorno di Jamie Campbell Bower nel ruolo di Vecna/Henry, ancora più potente e vendicativo.

I fratelli Duffer hanno anche dichiarato che questa stagione sarà la più intensa e commovente dell’intera saga, promettendo un finale all’altezza delle aspettative. La posta in gioco è altissima: la chiusura di una delle serie più amate dell’ultimo decennio porterà con sé risposte definitive, ma anche inevitabili addii. L’ultimo capitolo di Stranger Things non sarà solo una resa dei conti, ma un evento narrativo e culturale atteso da milioni di fan in tutto il mondo.

La distribuzione della quinta stagione su Netflix sarà così ripartita:

  • Volume 1: 27 novembre
  • Volume 2: 26 dicembre
  • Finale: 31 dicembre

La mano sulla culla: trailer del film con Mary Elizabeth Winstead e Maika Monroe

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È disponibile il trailer del film 20th Century Studios La mano sulla culla, una versione moderna dell’omonimo classico. Il thriller psicologico della regista Michelle Garza Cervera, con Mary Elizabeth Winstead e Maika Monroe, debutterà il 19 novembre in esclusiva su Disney+.

Mary Elizabeth Winstead interpreta Caitlin Morales, una ricca mamma di periferia che assume una nuova tata, Polly Murphy (Maika Monroe), per poi scoprire che lei non è la persona che dice di essere. La mano sulla culla vede anche la partecipazione di Raúl Castillo, Martin Starr, Mileiah Vega, Riki Lindhome e Shannon Cochran, ed è scritto da Micah Bloomberg sulla base di una sceneggiatura di Amanda Silver. I produttori sono Michael Schaefer, Mike LaRocca e Ted Field, mentre gli executive producer sono Michael Napoliello, Maria Frisk e Seth William Meier.

La famiglia Leroy, dal 25 settembre al cinema il film con Charlotte Gainsbourg

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Wanted è lieta di svelare le prime clip di La famiglia Leroy, diretto da Florent Bernard con Charlotte Gainsbourg, José Garcia, Lily Aubry e Hadrien Heaulmé, in arrivo nei cinema italiani dal 25 settembre.

Un ritratto di famiglia, realistico, divertente, intimo e in parte autobiografico in cui Bernard – al suo esordio nel lungometraggio – rappresenta la disgregazione e la ricerca disperata di riunione di una famiglia composta da madre, padre e due figli adolescenti. Sandrine, magistralmente interpretata da Charlotte Gainsbourg, dopo vent’anni di matrimonio comunica a figli e marito di volersi separare, una decisione non improvvisa ma frutto di anni di stanchezza e disinnamoramento. Christophe, inguaribile nostalgico, cerca di ricucire il rapporto d’amore con un viaggio nei luoghi simbolici della storia della loro famiglia, che si rivelerà però rocambolesco, difficile, profondo e lontano dal raggiungere gli obbiettivi immaginati.

“Avevo visto diverse opere che trattavano la separazione dei genitori e il più delle volte mi mancava il punto di vista dei figli (…)” dichiara il regista. “Io ho voluto affrontare questo tema con sincerità, collocandomi a metà strada tra le due cose, e ho realizzato una commedia agrodolce, con un pizzico di nostalgia ma con battute e situazioni comiche”.

La famiglia, i sentimenti, e le difficoltà di comunicare sono i principali temi de La famiglia Leroy che sarà nelle sale italiane dal 25 settembre con Wanted.

Un film corale e al contempo illuminato dal ruolo di Charlotte Gainsbourg, sempre in bilico tra dolcezza e malinconia. La star francese di L’accusa (Les choses humaines) e tanti altri successi è particolarmente amata da Wanted Cinema, che ha distribuito altri film da lei interpretati, come Passeggeri della notte, Gli amori di Suzanna Andler e Jane by Charlotte la sua prima regia.

La trama di La famiglia Leroy

Sandrine Leroy comunica al marito Christophe di voler divorziare. I loro figli saranno presto abbastanza grandi da lasciare la casa. In un ultimo tentativo tanto audace quanto inverosimile, Christophe organizza un fine settimana per salvare il suo matrimonio: un viaggio attraverso i luoghi chiave della storia della loro famiglia. Un viaggio spensierato, ma che alla fine non sarà facile…

Wicked – Parte Due: il trailer finale con Cynthia Erivo e Ariana Grande

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E ora, in qualunque modo finiscano le nostre storie, so che tu hai riscritto la mia essendomi amica…

Il fenomeno culturale cinematografico globale dello scorso anno, diventato l’adattamento cinematografico di Broadway di maggior successo di tutti i tempi, giunge ora alla sua epica, elettrizzante ed emozionante conclusione in Wicked – Parte Due.

Diretto ancora una volta dal pluripremiato regista Jon M. Chu e con il ritorno dello spettacolare cast guidato dalle superstar candidate all’Oscar® Cynthia Erivo e Ariana Grande, il capitolo finale della storia mai raccontata delle streghe di Oz inizia con Elphaba e Glinda che si allontanano vivendo le conseguenze delle loro scelte.

Wicked - Parte 2Elphaba (Cynthia Erivo), ormai demonizzata come la Strega Malvagia dell’Ovest, vive in esilio nella foresta di Oz, continuando la sua lotta per la libertà degli animali di Oz e cercando disperatamente di rivelare la verità sul Mago (Jeff Goldblum).

Glinda, nel frattempo, è diventata l’emblema della bontà per tutta Oz, vive nel palazzo della Città di Smeraldo e gode dei vantaggi della fama e della popolarità. Sotto le direttive di Madame Morrible (il premio Oscar® Michelle Yeoh), Glinda viene scelta come brillante punto di riferimento per il popolo di Oz, rassicurando le masse che tutto va bene sotto il governo del Mago.

Mentre la celebrità di Glinda cresce e si prepara a sposare il Principe Fiyero (il vincitore del premio Olivier e candidato agli Emmy e ai SAG Jonathan Bailey) in uno spettacolare matrimonio oziano, è tormentata dalla separazione da Elphaba. Tenta una riconciliazione tra Elphaba e il Mago, ma i suoi sforzi falliranno, allontanando ulteriormente Elphaba e Glinda. Le conseguenze trasformeranno Boq (il candidato al Premio Tony Ethan Slater) e Fiyero per sempre, e metteranno in pericolo la sicurezza della sorella di Elphaba, Nessarose (Marissa Bode), quando una ragazza del Kansas si intrometterà nelle loro vite.

Mentre una folla inferocita si solleva contro la Strega Malvagia, Glinda ed Elphaba dovranno riunirsi un’ultima volta. Con la loro singolare amicizia al centro del loro futuro, dovranno confrontarsi con sincerità ed empatia, se vorranno cambiare se stesse, e tutta Oz, per sempre.

Wicked: For Good The Soundtrack, annunciata la colonna sonora in uscita il 21 novembre

Il cast di Wicked – Parte Due comprende anche i candidati all’Emmy Bowen Yang e Bronwyn James nei panni degli assistenti di Glinda, Pfannee e ShenShen, e la candidata ai BAFTA e ai Grammy Sharon D. Clarke (Caroline, or Change) come voce della tata di Elphaba, Dulcibear.

Il film è prodotto da Marc Platt, già vincitore di Tony ed Emmy, e da David Stone, più volte vincitore di Tony. I produttori esecutivi sono Stephen Schwartz, David Nicksay, Jared LeBoff, Winnie Holzman e Dana Fox. Il primo film, Wicked, uscito nel novembre 2024, ha ottenuto 10 nomination agli Oscar®, tra cui quella per il miglior film, vincendo gli Oscar® per Migliori Costumi e per la Migliore Scenografia. Ad oggi, il film ha incassato 750 milioni di dollari in tutto il mondo.

Wicked – Parte Due è basato sul musical che ha segnato una generazione, con le musiche e i testi del leggendario compositore e paroliere Stephen Schwartz, vincitore di Grammy e Oscar®, e sul libro di Winnie Holzman, tratto dal romanzo bestseller di Gregory Maguire. La sceneggiatura è di Winnie Holzman e Winnie Holzman & Dana Fox. La colonna sonora del film è di John Powell & Stephen Schwartz, con musiche e testi di Stephen Schwartz.

Maschi Veri Stagione 2: al via le riprese!

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Sono iniziate le riprese di Maschi Veri Stagione 2, la serie comedy che ha conquistato il pubblico raccontando con ironia e leggerezza le fragilità e le contraddizioni della mascolinità contemporanea. Per celebrare l’avvio dei lavori è stata realizzata una speciale clip di annuncio.

Pur sentendosi “decostruiti dalla mascolinità tossica”, Massimo, Riccardo, Luigi e Mattia sono ancora alla ricerca di quell’equilibrio tra i sessi, duramente colpito dai cambiamenti di status e di vita, sia nelle dinamiche sentimentali sia nelle nuove relazioni in corso. In questa nuova stagione ritroveremo le quattro coppie esattamente all’opposto di come le avevamo lasciate. I nostri quattro Maschi restano ancora fuori posto, ma sempre molto amici.

La nuova stagione vede il ritorno di Maurizio Lastrico (Mattia), Matteo Martari (Massimo), Francesco Montanari (Riccardo) e Pietro Sermonti (Luigi), affiancati da un cast corale che comprende Thony (Tiziana), Sarah Felberbaum (Ilenia), Laura Adriani (Daniela), Alice Lupparelli (Emma), Nicole Grimaudo (Federica) e Davide Iacopini (Eugenio).

Accanto a loro, si uniscono al progetto nomi di primo piano del cinema e della tv italiana: Carolina Crescentini, Silvia D’Amico, Alessio Boni, Giancarlo Commare e Ilenia Pastorelli. Il team creativo della seconda stagione vede alla regia Matteo Oleotto e Milena Cocozza, con la produzione di Matteo Rovere per Groenlandia. La sceneggiatura è firmata da Furio
Andreotti, Giulia Calenda e Ugo Ripamonti.

Maschi Veri Stagione 2 – i crediti

  • Cast: Maurizio Lastrico, Matteo Martari, Francesco Montanari, Pietro Sermonti, Thony, Sarah Felberbaum, Laura Adriani, Alice Lupparelli, Nicole Grimaudo, Davide Iacopini, Carolina Crescentini, Silvia D’Amico, Alessio Boni, Giancarlo Commare, Ilenia Pastorelli
  • Regia: Matteo Oleotto, Milena Cocozza
  • Prodotto da: Matteo Rovere per Groenlandia
  • Sceneggiatura: Furio Andreotti, Giulia Calenda, Ugo Ripamonti
  • Direttore della Fotografia: Ferran Paredes Rubio
  • Casting Director: Francesca Borromeo (u.i.c.d.), Danilo Sarappa
  • Scenografo: Fabrizio D’Arpino
  • Costumi: Elena Minesso
  • Trucco: Valentina Iannuccilli
  • Capelli: Daniela Altieri
  • Montaggio: Michele Gallone, Giorgia Currà, Cristina Flamini
  • Musiche originali: Santi Pulvirenti

Slow Horses – Stagione 5: recensione della serie con Gary Oldman

Slow Horses – Stagione 5, quinta stagione delle avventure della spia Jackson Lamb (Gary Oldman) e del suo gruppo di squinternati agenti segreti, mostra con chiarezza quanto la serie realizzata per Apple TV+ stia faticando a trovare nuovi sbocchi.

Tratta come sempre dal romanzo di Nick Herron della serie di Slough House – in questo caso si tratta di London Rules – lo show continua però ad adoperarne l’idea iniziale e alcune parti dell’ossatura narrativa per poi però distanziarsene in maniera consistente, alla ricerca di momenti che garantiscono maggior tensione e magari spettacolarità, anche a scapito dell’aspetto che caratterizza la comicità aspra dello scrittore e dei suoi personaggi. E questo a conti fatti è un errore indifendibile, in questa ultima stagione ancor più che nella comunque accettabile precedente.

L’errore indifendibile di Slow Horses – Stagione 5

Le differenze dal testo originale sono sostanziali, a partire dalla minaccia che incombe su Londra, divenuta nella serie sicuramente più realistica ma al tempo stesso anche meno accattivante. Poi nel primo episodio di questa nuova stagione succede qualcosa che molto raramente si vede, ovvero uno dei personaggi che saluta e se ne va, uscendo inaspettatamente e definitivamente di scena –  ovviamente non vi sveliamo quale: una scelta che a livello narrativo e di tensione non ha davvero alcun senso, lasciando lo spettatore piuttosto sconcertato.

Ruth Bradley and Christopher Chung in “Slow Horses,” premiering September 24, 2025 on Apple TV+.

Ed è un peccato perché proprio il primo dei sei capitoli è senza dubbio il migliore, un episodio ammantato da un’aura di malinconia ed amarezza che poi inopinatamente spariscono nei successivi. C’è poi un momento fondamentale nella vicenda che nel libro viene sviluppato con una ferocia precisa e un senso del grottesco encomiabili, un evento che davvero aspettavamo di vedere sul piccolo schermo. E quando avviene, nel quarto episodio, viene risolto in maniera incredibilmente annacquata, perdendo in questo modo tutto il senso dell’assurdo, addirittura brutale, che Herron aveva costruito intorno agli agenti incapaci della Slough House.

Questo gioioso e nerissimo momento di incapacità umana diventa quasi un mero espediente per portare avanti la trama tenendola vicina a quella sviluppata nel libro dallo scrittore. Il creator e sceneggiatore Will Smith perde così un’occasione enorme per restituire al suo prodotto seriale quel senso di umanità rancorosa e scalcinata che gli agenti al servizio di Lamb rappresentano. Quello che nel libro è un vero e proprio momento “alla Fantozzi”, con tutta la sua porta addirittura grottesca, nell’episodio è un momento senza una suo tono veramente specifico, che resta sospeso a metà nonostante l’importanza comico/drammatica dell’evento stesso.

I personaggi cominciano a soffrire

Kristin Scott Thomas and James Callis in “Slow Horses,” premiering September 24, 2025 on Apple TV+.

Trovandosi ancora una volta a dover interpretare personaggi che non posseggono stavolta un vero arco narrativo, Gary Oldman, Jack Lowden, Kristin Scott-Thomas e tutti gli altri membri del cast fanno quello che possono, senza però riuscire a incidere veramente. Se le prime stagioni di Slow Horse si avevano fatto davvero affezionare a questo branco di esseri umani frustrati, psicotici e confusionari, adesso purtroppo iniziano a risultare ripetitivi, avvicinandosi pericolosamente alla dimensione di “macchiette” senza una personalità consistente. In particolare la figura di River Cartwright è ridotta a una serie di battute e atteggiamente convenzionali, esattamente ciò che ci si aspetta dal personaggio per continuare ad attirare la simpatia degli spettatori. Certo, poi vi sono alcuni buoni momenti anche in questa quinta stagione, anche negli episodi successivi al primo, ma in generale la qualità della scrittura e la capacità di continuare a rendere i personaggi principali densi di significato è evidentemente calata. E di molto.

Slow Horses è già stata rinnovata per una sesta e settima stagione, e procederà adattando ancora i testi di Mick Herron. La speranza è che lo show ritrovi la sostanza ma soprattutto lo spirito che lo scrittore sa ancora inserire nei suoi romanzi. Slow Horses – Stagione 5 dimostra fin troppo amaramente che allontanarsi troppo dal materiale originale è una scelta che non paga.

Harry Potter: foto dal set mostrano una scena di “La pietra filosofale” assente nel film

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La serie TV Harry Potter della HBO è attualmente in fase di riprese fuori Londra, a Hoddesdon, nell’Hertfordshire, e ora Daniel Rigby è stato avvistato sul set nei panni di Vernon Dursley. La scena che lo coinvolge non era inclusa nei film e si svolge il giorno dopo la presunta morte di Voldemort. Mentre Vernon cerca di andare avanti con la sua giornata, si imbatte in un piccolo mago che festeggia la scomparsa di Colui Che Non Deve Essere Nominato. Il mago senza nome viene spesso confuso con Dedalus Diggle, un personaggio che appare solo in La pietra filosofale.

Qui e qui si possono vedere le nuove immagini. Per ulteriori informazioni su ciò che sta accadendo nella scena, ecco un estratto dal primo romanzo di Harry Potter di J.K. Rowling: “…era ancora così preoccupato che sbatté contro qualcuno appena fuori dalla porta. ‘Mi scusi’, borbottò, mentre il piccolo vecchio inciampava e quasi cadeva. Ci vollero alcuni secondi prima che il signor Dursley si rendesse conto che l’uomo indossava un mantello viola. Non sembrava affatto turbato per essere stato quasi buttato a terra”.

Al contrario, il suo volto si aprì in un ampio sorriso e disse con una voce stridula che fece voltare i passanti: ‘Non si scusi, mio caro signore, perché oggi niente potrebbe turbarmi! Rallegri, perché Lui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato se n’è andato finalmente! Anche i Babbani come lei dovrebbero festeggiare questo giorno felice, felicissimo!’ E il vecchio abbracciò il signor Dursley e se ne andò”.

Il vantaggio di una serie TV di 8 episodi è che offre agli sceneggiatori lo spazio per esplorare momenti che semplicemente non c’era tempo di inserire in un film di 2 ore. Un momento come questo è essenziale? Era abbastanza importante da essere incluso nel libro, ovviamente, e fornisce un contesto divertente su come il mondo magico ha reagito alla sconfitta di Voldemort. Si tratta solo dell’ultima messa online di foto e video dal set, che già nelle scorse settimane avevano permesso di avere maggiori dettagli sull’aspetto di personaggi e luoghi.

Cosa sappiamo della serie HBO su Harry Potter

La prima stagione sarà tratta dal romanzo La pietra filosofale e abbiamo già visto alcuni altri momenti chiave del romanzo d’esordio di J.K. Rowling essere trasposti sullo schermo. La prima stagione di Harry Potter dovrebbe essere girata fino alla primavera del 2026, mentre la seconda stagione entrerà in produzione pochi mesi dopo. Ogni libro dovrebbe costituire una singola stagione, il che significa che avremo sette stagioni nell’arco di quasi un decennio.

HBO descrive la serie come un “adattamento fedele” della serie di libri della Rowling. “Esplorando ogni angolo del mondo magico, ogni stagione porterà ‘Harry Potter’ e le sue incredibili avventure a un pubblico nuovo ed esistente”, secondo la descrizione ufficiale. Le riprese dovrebbero avere inizio nel corso dell’estate 2025, per una messa in onda prevista per il 2026.

La serie è scritta e prodotta da Francesca Gardiner, che ricopre anche il ruolo di showrunner. Mark Mylod sarà il produttore esecutivo e dirigerà diversi episodi della serie per HBO in collaborazione con Brontë Film and TV e Warner Bros. Television. La serie è prodotta da Rowling, Neil Blair e Ruth Kenley-Letts di Brontë Film and TV, e David Heyman di Heyday Films.

Come già annunciato, Dominic McLaughlin interpreterà Harry, Arabella Stanton sarà Hermione e Alastair Stout sarà Ron. Il cast principale include John Lithgow nel ruolo di Albus Silente, Janet McTeer nel ruolo di Minerva McGranitt, Paapa Essiedu nel ruolo di Severus Piton, Nick Frost nel ruolo di Rubeus Hagrid, Katherine Parkinson nel ruolo di Molly Weasley, Lox Pratt nel ruolo di Draco Malfoy, Johnny Flynn nel ruolo di Lucius Malfoy, Leo Earley nel ruolo di Seamus Finnigan, Alessia Leoni nel ruolo di Parvati Patil, Sienna Moosah nel ruolo di Lavender Brown, Bertie Carvel nel ruolo di Cornelius Fudge, Bel Powley nel ruolo di Petunia Dursley e Daniel Rigby nel ruolo di Vernon Dursley.

Si avranno poi Rory Wilmot nel ruolo di Neville Paciock, Amos Kitson nel ruolo di Dudley Dursley, Louise Brealey nel ruolo di Madama Rolanda Hooch e Anton Lesser nel ruolo di Garrick Ollivander. Ci sono poi i fratelli di Ron: Tristan Harland interpreterà Fred Weasley, Gabriel Harland George Weasley, Ruari Spooner Percy Weasley e Gracie Cochrane Ginny Weasley.

La serie debutterà nel 2027 su HBO e HBO Max (ove disponibile) ed è guidata dalla showrunner e sceneggiatrice Francesca Gardiner (“Queste oscure materie”, “Killing Eve”) e dal regista Mark Mylod (“Succession”). Gardiner e Mylod sono produttori esecutivi insieme all’autrice della serie J.K. Rowling, Neil Blair e Ruth Kenley-Letts di Brontë Film and TV, e David Heyman di Heyday Films. La serie di “Harry Potter” è prodotta da HBO in collaborazione con Brontë Film and TV e Warner Bros. Television.

Hunger Games: L’alba sulla mietitura, primo sguardo a Haymitch Abernathy

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Mentre proseguono i lavori sul prossimo prequel di Hunger Games, L’alba sulla mietitura, le ultime foto dal set offrono un primo sguardo a Joseph Zada ​​nei panni del giovane Haymitch Abernathy.

Il giovane attore sostituisce Woody Harrelson, che ha interpretato Haymitch nei quattro film con Jennifer Lawrence. Questo film esplorerà la sua esperienza nella 50a edizione dei giochi, gettando nuova luce su come sia diventato il secondo e unico vincitore vivente degli Hunger Games del Distretto 12 per 23 anni. La prima vincitrice è stata ovviamente Lucy Gray Baird, protagonista di Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente e interpretata da Rachel Zegler.

La versione di Haymitch che molti conosceranno meglio è quella con cui Katniss Everdeen e Peeta Mellark hanno avuto a che fare durante i 74esimi Hunger Games, e che ha lavorato segretamente in tandem con il Distretto 13 e altri vincitori per fomentare la Seconda Ribellione.

Sui poster, condivisi per la prima volta su SFFGazette.com, che ritraggono lo Haymitch Abernathy di Zada, si leggono le parole “Il nostro vincitore” e “Il tuo eroe”, suggerendo che queste scene si svolgono più avanti nella storia, dopo la vittoria dei Giochi.

Hunger Games: L’alba sulla mietitura sta suscitando molto entusiasmo tra i fan della fortunata serie di romanzi di Suzanne Collins, e si prevede che il franchise continuerà ad espandersi nei prossimi anni.

“Non credo che abbia cambiato la mia comprensione di lui – Haymitch è ancora Haymitch – ma mi ha dato la possibilità di esplorare il suo percorso precedente”, ha detto l’autore in precedenza a proposito del suo arco narrativo nel libro. “Come il suo rapporto con Katniss tramite Burdock. Cosa ha significato prendersi cura della figlia del suo migliore amico, accompagnarla durante la guerra e diventare il suo padre adottivo. È stato bello dedicare un po’ di tempo a questo aspetto.”

Cosa sappiamo di Hunger Games – L’Alba sulla Mietitura

L’Alba sulla Mietitura rivisiterà il mondo di Panem ventiquattro anni prima degli eventi di Hunger Games, a partire dalla mattina della mietitura dei Cinquantesimi Hunger Games, noti anche come Seconda Edizione della Memoria.

Con l’alba sul cinquantesimo Hunger Games annuale, la paura attanaglia i distretti di Panem. Quest’anno, in onore dell’edizione della Memoria, il doppio dei tributi verrà portato via dalle loro case. Tornato nel Distretto 12, Haymitch Abernathy cerca di non pensare troppo alle sue possibilità. Tutto ciò che gli importa è arrivare alla fine della giornata e stare con la ragazza che ama. Quando viene chiamato il nome di Haymitch, sente tutti i suoi sogni infrangersi.

Viene strappato alla sua famiglia e al suo amore, trasportato a Capitol City con gli altri tre tributi del Distretto 12: una giovane amica che è quasi una sorella per lui, un allibratore compulsivo e la ragazza più arrogante della città. All’inizio dei Giochi, Haymitch capisce che è stato scelto per fallire. Ma c’è qualcosa in lui che vuole combattere e che quella lotta si ripercuota ben oltre l’arena mortale.

Il cast di Hunger Games – L’Alba sulla Mietitura include Joseph Zada, Whitney Peak, Mckenna Grace, Billy Porter, Jesse Plemons, Kelvin Harrison Jr., Lili Taylor, Elle Fanning, Ralph Fiennes, Glenn Close, Kieran Culkin, Ben Wang, Maya Hawke, Molly McCann e Iona Bell.

Francis Lawrence, che ha diretto Hunger Games: La ragazza di fuoco del 2013, Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1 del 2014, Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 2 del 2015 e Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente del 2023, dirige da una sceneggiatura di Billy Ray, sceneggiatore di Hunger Games.

Hunger Games – L’Alba sulla Mietitura uscirà nelle sale il 19 novembre 2026.

Profilo privato (The Savant): Apple rinvia l’uscita della serie

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Apple TV+ ha rinviato l’uscita del suo prossimo thriller politico Profilo privato (il cui titolo originale è The Savant). La serie è stata ideata da Melissa James Gibson e si basa su un articolo del 2019 intitolato “È possibile fermare una sparatoria di massa prima che avvenga?” pubblicato su Cosmopolitan. Nella serie la premio Oscar Jessica Chastain interpreta il ruolo principale di Jodi Goodwin.

Secondo Variety, la decisione di rinviarne l’uscita è dovuta al recente assassinio negli Stati Uniti dell’attivista Charlie Kirk. La serie è infatti incentrata su un’investigatrice che lavora per infiltrarsi in gruppi di odio online nel tentativo di prevenire l’estremismo interno, e l’argomento è dunque ora politicamente delicato, sulla scia dell’omicidio dell’oratore politico.

Anche il conduttore di talk show Jimmy Kimmel è stato recentemente sospeso per i commenti relativi all’incidente (anche se a seguito di un forte mal contento il suo programma è ora stato ripristinato). Di seguito, ecco invece la dichiarazione scritta rilasciata dallo studio: “Dopo un’attenta valutazione, abbiamo deciso di rinviare The Savant. Apprezziamo la vostra comprensione e non vediamo l’ora di pubblicare la serie in futuro”.

Cosa significa questo per il futuro di Profilo privato su Apple TV

Programmi come Profilo privato sono volutamente controversi, poiché cercano di commentare la società e suscitare reazioni da parte degli spettatori. Tuttavia, in questo caso, sembra che Apple abbia preso una decisione difficile ma sensata. La miniserie potrebbe diventare uno dei migliori programmi di Apple TV+, ma potrebbe volerci un po’ di tempo prima che sia accettabile pubblicarla.

Esplorare l’argomento trattato da Profilo privato rischia solo di alimentare le fiamme della discordia e della divisione che attualmente imperversano in tutto il mondo, e questo potrebbe finire per fare più male che bene alla serie. Sembra quindi la scelta giusta quella di posticipare l’uscita dello show e aspettare che le cose si calmino nei prossimi mesi.

GUARDA ANCHE: Profilo privato (The Savant): prime immagini della nuova serie thriller con Jessica Chastain

Marvel Zombies, spiegazione del finale: la Marvel ha ucciso tutti gli Avengers?

La nuova serie Marvel Zombies, uscita su Disney+, si presenta come una delle produzioni più cupe e sanguinose del Marvel Cinematic Universe. Derivata da un episodio di What If…?, questa versione televisiva approfondisce l’universo alternativo infestato da zombie, introducendo un tono molto più crudo e violento rispetto ad altre opere del franchise. Il finale della prima stagione si chiude con numerosi eroi caduti, un mondo ormai sull’orlo del collasso e la possibilità concreta di un seguito ancora più radicale.

Il mondo illusorio della Scarlet Witch e il ruolo di Ms. Marvel

Ms-Marvel-Iman-Vellani-Kamala-KhanLa protagonista della serie è Kamala Khan/Ms. Marvel, che si trova al centro di una missione disperata: fermare la versione zombie di Wanda Maximoff. Fin dall’inizio, Kamala è tormentata da visioni che la collegano alla Scarlet Witch, la quale sembra aver bisogno di lei per realizzare i propri piani.

Nel finale, Kamala comprende di non avere i mezzi per sconfiggere Wanda e il suo esercito di non-morti, neppure con l’aiuto dei compagni rimasti. Così decide di arrendersi e di aiutarla, permettendole di attingere al proprio potere o fungendo da tramite per l’energia dell’Infinity Hulk. In questo modo, Wanda riesce a plasmare un’illusione perfetta: un mondo dove tutto sembra tornato normale e dove persino eroi creduti morti, come Kate Bishop e Riri Williams, appaiono vivi.

Tuttavia, Kamala presto capisce la verità: non si tratta di un ritorno alla normalità, ma di una realtà fittizia costruita dalla Scarlet Witch. I morti sono ancora morti e il pianeta resta dominato dagli zombie.

Il ritorno a sorpresa di Ironheart

Dominique Thorne in Ironheart
Dominique Thorne in Ironheart. Foto di Jalen Marlowe/Jalen Marlowe – © 2024 MARVEL. All Rights Reserved.

Un punto chiave del finale riguarda Riri Williams/Ironheart. Inizialmente, la serie mostrava la sua morte nel primo episodio, quando veniva morsa dagli zombie. Ma l’ultimo episodio svela che Riri è sopravvissuta grazie a FRIDAY, l’intelligenza artificiale dell’armatura di Iron Man. Dopo aver salvato Kamala, FRIDAY dichiara che non avrebbe mai abbandonato un ospite, suggerendo di aver protetto Riri e di averla condotta in salvo.

La rivelazione non solo restituisce una delle giovani menti più brillanti del MCU, ma sottolinea anche la continuità con quanto visto nella serie Ironheart, dove Riri è già mostrata come una figura geniale e intraprendente. Proprio questa intelligenza le avrebbe permesso di resistere e di evitare la trasformazione in zombie, analogamente a quanto visto con Shang-Chi e i Dieci Anelli.

Chi muore nel finale di Marvel Zombies

Marvel Zombies – Cortesia Disney+

Nonostante il ritorno di Riri, il bilancio delle vittime è pesantissimo. Tra gli zombie caduti figurano Hank Pym e Janet van Dyne, uccisi definitivamente, oltre a Thor, eliminato in battaglia dall’Hulk potenziato. Ma non sono solo i non-morti a soccombere: diversi eroi umani trovano la morte contro l’armata della Scarlet Witch.

Blade viene spazzato via da un’esplosione di energia rossa senza lasciare traccia, Rintrah viene trafitto e Shang-Chi viene infettato. La strategia dei protagonisti si rivela insufficiente, perché Wanda non solo ha un esercito imbattibile, ma riesce persino a riportare in vita come zombie personaggi morti in precedenza, rendendo lo scontro ancora più disperato.

L’Infinity Hulk e il suo ruolo nella nuova realtà

HulkIl vero obiettivo della Scarlet Witch è ottenere i poteri dell’Hulk dell’Infinito. Dopo il sacrificio di Black Panther per fermare Thanos, l’esplosione delle Gemme dell’Infinito libera un’enorme quantità di energia. Solo Hulk, nella sua forma più potente, riesce a contenerla, restando per anni come un baluardo vivente che ancora l’energia delle Gemme.

Questo lo trasforma nell’Infinity Hulk, un’entità di potenza illimitata. Wanda sfrutta sia lui sia i poteri di Kamala per plasmare l’illusione di un mondo “guarito”. Ma, dietro la facciata, la verità è che la devastazione continua e gli zombie non sono mai stati sconfitti.

Perché i Nova Corps non intervengono

Uno dei piani degli eroi era raggiungere i Nova Corps, credendo che potessero disporre di una tecnologia capace di guarire la Terra. Tuttavia, la verità emerge in modo brutale: i Nova Corps erano già a conoscenza della situazione e avevano deciso di isolare il pianeta, impedendo a chiunque di fuggire.

Quando gli eroi tentano di avvicinarsi, i Nova Corps provano a distruggere la loro nave. La decisione appare drastica, ma trova giustificazione nella potenza della Scarlet Witch: se lei è stata in grado di sconfiggere Hulk, pur potenziato dalle Gemme, allora rappresenta una minaccia cosmica che nessuno vuole rischiare di far uscire dal pianeta infetto.

Un futuro oscuro per Marvel Zombies

Il finale di Marvel Zombies lascia un mondo distrutto e senza speranza. La Scarlet Witch riesce a ottenere ciò che voleva, e gli eroi superstiti non hanno alcuna reale vittoria da rivendicare. Kamala, pur essendo il cuore della serie, non riesce a fermare la rovina; Riri è viva, ma la maggior parte degli altri sono caduti.

Il tono complessivo è volutamente cupo: non c’è un vero lieto fine, ma solo la promessa implicita che la lotta continuerà. L’introduzione dell’Infinity Hulk e la scelta dei Nova Corps di abbandonare la Terra aprono scenari narrativi ancora più ampi, che potrebbero essere esplorati in una seconda stagione.

In definitiva, Marvel Zombies si afferma come una delle serie più crude e sperimentali del MCU, capace di unire azione, horror e tragedia in un racconto che non concede tregua e che lascia lo spettatore con la certezza che il peggio, forse, deve ancora arrivare.

Alien: Pianeta Terra, Noah Hawley anticipa i piani per la stagione 2

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Il creatore di Alien: Pianeta Terra (qui la nostra recensione), Noah Hawley, ha fornito alcuni aggiornamenti sulla seconda stagione dopo il finale della prima, accennando al potenziale futuro della serie TV. La storia della prima stagione di Alien: Pianeta Terra è giunta al termine, offrendo sia una conclusione che alcuni fili conduttori per la trama unica del prequel. Ha anche esplorato le sue varie creature, collegandole a temi riguardanti l’umanità.

Nelle interviste con Grant Hermanns e Graeme Guttmann di ScreenRant per il finale della prima stagione, Hawley ha discusso della possibilità che Alien: Pianeta Terra – Stagione 2 venga realizzata. Il creatore della serie ha spiegato come i dati di ascolto vengano presi in considerazione per il potenziale rinnovo dello show e come questi determineranno la possibilità di continuare la storia.

Stiamo parlando del futuro della serie e FX sta facendo il suo dovere. Si assicurano di capire bene quali siano i dati di ascolto. E in un certo senso, è più il punto in cui si finisce che quello in cui si è partiti a determinare l’interesse per una seconda stagione. Quindi, la prossima settimana andrà in onda l’ultimo episodio e io ho fatto la mia parte dal punto di vista creativo, pensando davvero a dove vorrei portare la serie in futuro“.

Certamente, non voglio che la serie rimanga fuori onda più a lungo del necessario. Quindi c’è una certa urgenza di andare avanti il più rapidamente possibile. Ma alla fine la decisione spetta alla Disney, quindi sono curioso di vedere cosa faranno. Ci sono ancora tante grandi canzoni hard rock da suonare”, ha concluso il regista.

Cosa significano i piani per la seconda stagione di Alien: Pianeta Terra

Sembra che ci siano già dei piani su dove porterà la storia la seconda stagione di Alien: Pianeta Terra, anche se al momento della stesura di questo articolo la serie non è stata ancora ufficialmente rinnovata. Prima dell’uscita della serie, Hawley aveva confermato che la serie sarebbe durata più stagioni. La storia del primo contatto della Terra con gli Xenomorfi è solo l’inizio.

Sebbene ci siano molti personaggi  che non saranno presenti nel futuro della storia, questi primi otto episodi hanno offerto una solida base su cui costruire una narrazione più ampia. Grazie ai numerosi concetti intriganti introdotti, dall’abilità di Wendy di controllare uno Xenomorfo alle origini dell’Ocellus, ci sono molte idee interessanti per continuare.

Dato che le recensioni di Alien: Pianeta Terra sono state positive, è un buon segno che la serie tornerà come previsto. La serie ha molte idee che non sono state ancora esplorate appieno, con gli Xenomorfi che sono solo la punta dell’iceberg. Considerando l’introduzione di nuovi concetti da parte di Hawley, una visione più ampia del mondo della serie TV è pronta per una narrazione unica.

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Marvel Zombies: recensione della miniserie Marvel Animation

Quando nel 2021 debuttò la prima stagione di What If… ?, tra gli episodi più discussi spiccava senza dubbio “What If… Zombies?!”. L’idea di trasformare alcuni degli eroi più amati del Marvel Cinematic Universe in mostri non-morti aveva acceso l’immaginazione dei fan, al punto da spingere i Marvel Studios a sviluppare un progetto autonomo. Quel seme si è ora trasformato in Marvel Zombies, miniserie animata in quattro episodi che espande il concetto e prova a coniugare azione, orrore e dramma in un contesto distopico.

Il risultato è un prodotto che intrattiene, grazie a una cura visiva sopra la media e a un cast vocale ricco di nomi celebri, ma che non riesce del tutto a sfruttare le potenzialità del suo stesso universo narrativo.

Kamala Khan, cuore pulsante del racconto

La scelta di affidare la leadership narrativa a Kamala Khan, alias Ms. Marvel, potrebbe sembrare sorprendente, soprattutto per un progetto dal rating TV-MA, il primo in ambito animazione targato Marvel. Eppure funziona. Kamala, doppiata da Iman Vellani, non solo mantiene quell’entusiasmo contagioso che ha conquistato gli spettatori nella sua serie live action, ma riesce a incarnare il lato umano e speranzoso di una storia per il resto segnata da disperazione e brutalità.

Marvel Zombies – Cortesia Disney+

Al suo fianco troviamo Riri Williams/Ironheart (Dominique Thorne) e Kate Bishop (Hailee Steinfeld): il trio funziona come un “beta test” di ciò che i fan sognano da tempo, ovvero un film sui Young Avengers. Il loro cameratismo appare naturale, le battute sono brillanti e l’alchimia è immediata, nonostante non avessero mai condiviso lo schermo prima. Bryan Andrews e Zeb Wells, creatori dello show, hanno avuto l’intuizione giusta nel fare di Kamala il perno emotivo: anche nei momenti più cupi, la giovane eroina impedisce alla serie di cadere nel puro nichilismo.

Accanto a loro emergono altri personaggi già noti del MCU: Yelena Belova (Florence Pugh), Red Guardian (David Harbour), Shang-Chi (Simu Liu), ma anche outsider come Blade Knight, reinterpretazione inedita del celebre cacciatore di vampiri. Questo Blade alternativo, avatar di Khonshu dopo che Marc Spector è stato travolto dall’epidemia, spicca per design e presenza scenica, ha le fattezze di Mahershala Ali, la voce di Todd Williams, coniuga in sé un eroe Marvel sfruttato male e uno che non riesce a trovare la strada per lo schermo, un ibrido che ha contemporaneamente il sapore di futuro e di occasione mancata.

Azione, animazione e il fascino del non-morto

Se What If…? spesso faticava a bilanciare toni leggeri e momenti drammatici, Marvel Zombies punta senza mezzi termini sull’estremo. Le sequenze d’azione sono tra le più brutali mai viste in un prodotto Marvel, merito di un’animazione che “alza il volume” soprattutto quando in campo ci sono personaggi dotati di poteri smisurati.

Marvel Zombies – Cortesia Disney+

Il design dei non-morti colpisce per inventiva: una Wanda Maximoff regina degli zombie, ribattezzata Red Queen, domina l’armata dei Vendicatori infetti con un’aura quasi mitologica. Namor zombificato appare come una minaccia terrificante e inarrestabile, mentre il ritorno di Ikaris degli Eternals regala una delle sorprese più gradite. In più, la serie trova spunti creativi nell’alternanza di ambientazioni, dalla San Francisco apocalittica del secondo episodio a scenari desertici che ricordano Mad Max.

Eppure, proprio mentre lo spettacolo visivo cresce di intensità, emergono alcune criticità. Molti personaggi di contorno risultano sottoutilizzati: Riri Williams e Valkyrie, per esempio, hanno ruoli marginali; John Walker e Scott Lang (utilizzato in maniera decisamente bizzarra) offrono poco più che momenti di alleggerimento. Persino alcuni zombie celebri, come Okoye, finiscono relegati a semplici comparse. È come se la serie, pur ricca di idee, non avesse abbastanza spazio per svilupparle pienamente e la formula in quattro episodi fosse un po’ stretta.

Un finale che corre troppo veloce

E infatti il vero limite di Marvel Zombies è la sua durata: quattro episodi da meno di mezz’ora l’uno sono insufficienti a dare respiro a un concept così ambizioso. La narrazione corre costantemente verso il traguardo, lasciando poco margine per approfondimenti o per l’evoluzione di archi narrativi secondari. Momenti intensi, come i dilemmi morali affrontati da Kamala e Yelena, avrebbero meritato più spazio per sedimentare.

Marvel Zombies – Cortesia Disney+

Il confronto tra magia e scienza, accennato già in Ironheart e esplicitato anche nelle dinamiche cosmiche legate a Blade Knight e Khonshu, resta appena abbozzato, quando avrebbe potuto diventare un tema centrale, dato che è un argomento che informa anche il MCU più ampio. Allo stesso modo, le scelte di worldbuilding — come il salto temporale di cinque anni verso un mondo ormai devastato — aprono scenari intriganti, ma vengono liquidati troppo in fretta.

Un aperitivo più che un pranzo completo

Marvel Zombies riesce a intrattenere con combattimenti spettacolari, un cast vocale di alto livello e l’inaspettata freschezza di Kamala Khan come protagonista. La serie, però, non valorizza appieno i personaggi secondari, spreca alcune delle sue idee migliori e, soprattutto, non sfrutta fino in fondo la libertà narrativa concessa dal multiverso.

Per i fan Marvel e per gli appassionati di animazione resta un prodotto godibile, a tratti esaltante, e certamente più coeso rispetto alle ultime stagioni di What If… ?. Tuttavia, resta la sensazione di un’occasione mancata: con due o tre episodi in più Marvel Zombies avrebbe potuto scavalcare la sufficienza e volare verso voti molto alti. Così com’è, rimane un’avventura intensa e sanguinosa, destinata più a stuzzicare l’appetito che a saziare davvero.

Trailers FilmFest 2025: M74 sponsor ufficiale del Pitch Trailer

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Esaltare sempre di più il lavoro che contribuisce alla promozione di un film: questo è lo scopo del Trailers FilmFest. E su questa stessa linea opera M74, la casa di post-produzione che da sempre rivolge un’attenzione particolare ai nuovi talenti e alle idee innovative.

Per questo sarà proprio M74 lo sponsor dell’edizione 2025 del concorso “Pitch Trailer, Idee di film da realizzare”, il premio che offre la possibilità ad aspiranti registi, ma anche a professionisti già nel settore, di raccontare il loro progetto attraverso un trailer.

Realtà che si occupa di VFX e post-produzione, M74 è stata fondata nel 2020 da Monica Galantucci, CEO di questa factory in continua evoluzione diventata in pochi anni una delle società leader nel settore per visione, innovazione e ambizione internazionale.

M74 metterà a disposizione del vincitore del Pitch Trailer 1.500 euro in servizi utilizzabili per la post-produzione del progetto una volta realizzato.

La scadenza per concorrere al premio Pitch Trailer è fissata per il 15 ottobre 2025. Dopo quella data la direzione artistica, formata da Francesca Sofia Allegra e Alessandro De Simone, renderà noti i dieci finalisti, che saranno presentati in una sessione unica nel corso del festival. Il vincitore verrà votato da una giuria composta da tre figure di alto profilo dell’industria del cinema italiano.

One Piece – Stagione 2: nuove immagini svelano Loguetown

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Le nuove immagini della seconda stagione di One Piece rivelano la versione live-action di Loguetown, confermando una rappresentazione fedele all’anime di questo importante luogo. La seconda stagione inizierà con la conclusione della saga East Blue tratta dal manga creato da Eiichiro Oda. Ciò significa che l’arco narrativo di Loguetown aprirà la serie mentre Cappello di Paglia si prepara ad entrare nella Grand Line.

Ora, IGN ha pubblicato nuove immagini (si possono vedere qui) della seconda stagione di One Piece, che mostrano dunque luoghi importanti di Loguetown. Queste includono Rufy, Zoro, Nami, Usop e Sanji in piedi nella piazza della città, così come il gruppo alle prese con il carnevale di Buggy. Si può anche vedere Rufy che guarda la piattaforma di legno dove Gol D. Roger è stato giustiziato.

Cosa significano le nuove immagini della seconda stagione di One Piece per il ritorno della serie

La prima stagione di One Piece si è conclusa confermando Loguetown come la prossima grande location della serie. Ciò includeva una scena che confermava il debutto di Smoker, un potente leader della Marina che governa l’isola per scoraggiare i pirati dall’entrare nella Grand Line. Rufy e la sua ciurma arriveranno lì per raccogliere provviste prima del loro viaggio.

Proprio come nel manga e nell’anime, sembra che i personaggi avranno tutti le loro trame individuali mentre esplorano Loguetown. Questo include Rufy che cerca di arrampicarsi in cima alla piattaforma dove Gol D. Roger ha tenuto il suo discorso sul tesoro nascosto del titolo. È probabile che anche le trame di tutti rimarranno le stesse.

Loguetown vedrà anche il ritorno di Buggy, il pirata clown che Rufy ha combattuto e sconfitto nella prima stagione. Se il suo arrivo rispecchierà il manga, allora si rivelerà più minaccioso dell’ultima volta che è stato visto grazie a un nuovo alleato. Per quanto riguarda il resto dell’avventura, sembra che si svolgerà come nel materiale originale.

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Watch Dog: Tom Blyth conferma che il film sarà diverso dal videogioco

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Il film Watch Dogs ha ricevuto un aggiornamento interessante da una delle sue star, che ha anticipato che il film sarà diverso dal gioco. Come noto, la serie di Ubisoft sta facendo il salto dalla console al cinema, guidata dal regista Mathieu Turi, con una storia originale di Christie LeBlanc e Victoria Bata, ambientata nello stesso universo del gioco.

Tom Blyth (The Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente), Sophie Wilde (Talk to Me) e Markella Kavenagh (Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere) fanno tutti parte del cast del film Watch Dogs, anche se i dettagli della trama sono stati in gran parte tenuti segreti e non c’è ancora una data di uscita ufficiale, anche se le riprese principali sono terminate ormai nel settembre 2024.

Ora, in un’intervista esclusiva con Liam Crowley di ScreenRant, mentre promuoveva il suo film Plainclothes, Blyth ha offerto un breve ma intrigante aggiornamento sul film Watch Dogs. L’attore ha infatti fatto luce su quanto il film sarà fedele ai giochi, sulle recenti riprese aggiuntive e su com’è Sophie Wilde come co-protagonista.

Sarà fantastico. Siamo appena tornati e abbiamo rifatto alcune riprese di recente, rendendolo ancora migliore. È fantastico. Sophie Wilde è incredibile. Non è il gioco. È molto diverso. Hanno fatto un lavoro fantastico nel realizzare… Non voglio spoilerare troppo. Sto cercando di scegliere con cura le parole, ma hanno fatto un lavoro fantastico nel trasformare il gioco in un film”.

Sembra davvero un film. Non sembra che abbiano cercato di copiare e incollare il gioco sullo schermo. Sembra una cosa a sé stante, e sembra l’inizio di un esercizio di costruzione di un mondo”. I commenti di Tom Blyth confermano due importanti sviluppi. Innanzitutto, che il film Watch Dogs è stato recentemente sottoposto a riprese aggiuntive, spesso segno di ritocchi da parte dello studio o di modifiche alla trama, il che ha senso considerando che le riprese sarebbero state completate alla fine del 2024.

In secondo luogo, e forse ancora più importante, Blyth ha sottolineato che il film non sarà un adattamento diretto del videogioco, uscito nel 2014. Piuttosto che tentare una ricostruzione fedele del gioco originale, il film sarà probabilmente ambientato nell’universo del videogioco, ma si concentrerà su nuovi personaggi, ambientazioni e minacce. Inoltre, il commento di Blyth sulla “costruzione del mondo” suggerisce un universo cinematografico più ampio.

Quanti giochi sono il franchise di Watch Dogs?

Il nucleo del gameplay di ogni gioco di Watch Dogs consiste nell’hackerare questo sistema per ottenere un vantaggio sui nemici. I giocatori possono accedere al ctOS e utilizzare vari dispositivi che li assistono nei combattimenti, nella furtività o negli enigmi. Il primo gioco è uscito nel 2014 ed è ambientato in una versione romanzata dell’area di Chicago.

La storia segue la ricerca di vendetta dell’hacker/vigilante Aiden Pearce dopo l’uccisione di sua nipote. Watch Dogs 2 è uscito nel 2016 e ci ha portato in una versione romanzata della baia di San Francisco. Il gioco seguiva un hacker di nome Marcus Holloway che lavorava con il gruppo di hacker clandestini DedSec per distruggere l’avanzato sistema di sorveglianza della città. Il gioco più recente della serie di videogiochi è Watch Dogs: Legion, uscito nel 2020. Questo gioco ci porta oltreoceano, in una Londra futuristica e distopica.

La storia segue il sindacato di hacker DedSec nel tentativo di ripulire il proprio nome dopo essere stato incastrato per una serie di attentati terroristici. Ciò che rende questo gioco particolarmente unico è che si può giocare nei panni di chiunque si trovi in città. Ogni personaggio che incontrate può unirsi alla vostra squadra, portando con sé una storia, una personalità e delle abilità uniche.

Predator: Badlands, il regista rivela se ci sarà anche uno Xenomorfo

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Il regista di Predator: Badlands, Dan Trachtenberg, risponde alla domanda se il film riservi qualche sorpresa legata agli Xenomorfi. Ultimo capitolo della saga di Predator dopo Prey (2022) dello stesso Trachtenberg, il film racconta la storia di un giovane Yautja di nome Dek (Dimitrius Schuster-Koloamatangi) alla ricerca del nemico definitivo dopo essere stato rifiutato dal suo clan.

Una delle principali rivelazioni del trailer di Predator: Badlands è che il film avrà un importante crossover con la saga di Alien sotto forma di Thia (Elle Fanning), un androide della Weyland-Yutani. Questo ha immediatamente sollevato domande sulla possibile apparizione di uno Xenomorfo. In una recente intervista con Empire, Trachtenberg ha però messo fine a questa domanda, confermando che Predator: Badlands non conterrà alcun Xenomorfo.

Secondo il regista, però, l’inclusione di Weyland-Yutani avrà molto senso nella trama. “Non ci sono Xenomorfi in questo film. Ma per me questo lo rende più emozionante. Non stiamo coinvolgendo il franchise di Alien solo per mettere insieme i personaggi. Ci sono ottime ragioni organiche nella trama per la presenza di Weyland-Yutani in questo film”.

Per quanto riguarda il ruolo di Thia nella storia, Fanning anticipa che questo androide sarà diverso da quelli che il pubblico conosce: “Thia è su Genna da un po’ di tempo e vede cose che normalmente non vedrebbe. Sta assorbendo tutte queste nuove informazioni ed è anche distrutta, quindi è diventata molto diversa dagli altri synth”.

Cosa significa questo per Predator: Badlands

L’apparizione di un androide Weyland-Yutani è stato un elemento particolarmente interessante del trailer di Predator: Badlands. Se il trailer mostra un androide della serie Alien, si è pensato, allora nel film finale potrebbero esserci altre sorprese crossover, tra cui uno Xenomorfo.

Dalle dichiarazioni di Trachtenberg, però, sembra che l’androide sarà l’unico crossover tra Alien e Predator, almeno per ora. Entrambe le saghe stanno vivendo un momento positivo, con Prey che ha ottenuto recensioni entusiastiche e Alien: Romulus (2024) che è stato un successo al botteghino. Predator: Badlands potrebbe aprire la strada a un crossover più grande in futuro.

La trama di Predator: Badlands

In un futuro lontano, su un pianeta remoto, un giovane Predator, espulso dal suo clan, trova un’alleata inaspettata in Thia e intraprende un viaggio pericoloso alla ricerca del suo nemico più acerrimo. Prossimo film d’azione fantascientifico americano della serie Predator. È il settimo film della serie principale e il nono dell’intera saga. Il film è diretto da Dan Trachtenberg, che nel 2022 ha ravvivato il franchise con il suo Prey. I fan e i media lo hanno amato così tanto che si sono chiesti perché non sia mai uscito nelle sale (ahimè, era l’era dello streaming dell’ex CEO della Disney Bob Chapek).

Predator: Badlands, co-sceneggiato da Trachtenberg e Patrick Aison, e interpretato da Elle Fanning e Dimitrius Schuster-Koloamatangi, uscirà ora esclusivamente nelle sale il 7 novembre 2025, distribuito dalla 20th Century Studios.

Star Wars: John Boyega rivela cosa cambierebbe della trilogia sequel

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John Boyega sa cosa cambierebbe dei sequel di Star Wars in cui ha recitato. L’attore che ha interpretato Finn in Il risveglio della Forza, Gli ultimi Jedi e L’ascesa di Skywalker ha recentemente partecipato ad alcune convention di fan, dove non ha esitato a esprimere le sue opinioni sulla trilogia di Star Wars.

L’ultimo esempio è arrivato al Florida Supercon 2025, dove Boyega ha condiviso come avrebbe gestito le cose se fosse stato un produttore che supervisionava i film. In particolare, tre cose: non avrebbe ucciso Han Solo o Luke Skywalker; i nuovi personaggi avrebbero affrontato più sfide; e avrebbe cercato storie come quelle di The Old Republic e Force Unleashed per espandere l’universo.

Ecco le sue precise parole: “Prima di tutto, non elimineremmo Han Solo, Luke Skywalker e tutti questi personaggi. Non lo faremmo. La prima cosa che faremmo sarebbe portare a termine la loro storia, portare a termine la loro eredità. Creeremmo un bel momento per passare il testimone”. John Boyega ha poi aggiunto: “Luke Skywalker non scomparirebbe su una roccia. Assolutamente no. Stare lì in piedi come se fosse un proiettore? Vorrei dare a quegli attori molto, molto di più”.

Per quanto riguarda gli altri punti, Boyega ha detto che i nuovi personaggi, tra cui il suo Finn, erano “OP”, ovvero troppo potenti, in grado di afferrare oggetti e usarli rapidamente, come lui e Rey, interpretata da Daisy Ridley, che sono stati in grado di brandire una spada laser contro Kylo Ren. Per quanto riguarda l’uso dei videogiochi The Old Republic e The Force Unleashed, Boyega ha detto che vorrebbe “espandere il più possibile l’universo di Star Wars, rispettando la tradizione”.

John Boyega ribadisce il desiderio di rifare il sequel di Star Wars

Boyega non è certo il primo a esprimere il desiderio che i sequel di Star Wars avessero preso una strada diversa. Anche l’attore Mark Hamill, interprete di Luke Skywalker, ha espresso apertamente il suo disaccordo con l’arco narrativo di Luke e con la storia che ha dovuto inventare per giustificarlo. Poi ci sono i fan, che hanno creato più di una petizione su Change.org per rimuovere i sequel dal canone di Star Wars o per rifarli.

Non ci sono indicazioni che qualcosa del genere accadrà. Tuttavia, sono in arrivo nuovi film di Star Wars che molti sperano possano ridare vita al franchise. Tra questi ci sono The Mandalorian & Grogu, di cui è appena uscito il primo trailer, Star Wars: Starfighter con Ryan Gosling e un nuovo film con il ritorno di Daisy Ridley nei panni di Rey.

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Hotel Costiera: una clip dalla serie disponibile su Prime Video

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Prime Video ha diffuso oggi una clip di Hotel Costiera, la nuova serie Original italiana con protagonista Jesse Williams (Your Place Or Mine, Only Murders In The Building, Broadway’s Take Me Out), qui anche nel ruolo di executive producer. Nel ricco ensemble cast internazionale Maria Chiara Giannetta, Jordan Alexandra, Antonio Gerardi, Sam Haygarth, Tommaso Ragno, Amanda Campana, Pierpaolo Spollon, Alejandra Onieva e Jean-Hugues Anglade. Tutti i sei episodi di Hotel Costiera debutteranno dal 24 settembre in esclusiva su Prime Video in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Turchia, Danimarca e Norvegia, e nei Paesi di lingua inglese – Gran Bretagna, Irlanda, Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda.

Hotel Costiera è una serie internazionale action drama, piena di ironia, leggera e coinvolgente, girata in inglese in Italia e diretta dal premio Emmy Adam Bernstein e da Giacomo Martelli. La serie, da un’idea di Luca Bernabei, è scritta da Elena Bucaccio, Matthew Parkhill e Francesco Arlanch e co-prodotta da Amazon MGM Studios e Luca Bernabei per Lux Vide, una società del gruppo Fremantle.  e Francesco Arlanch e co-prodotta da Amazon MGM Studios e Luca Bernabei per Lux Vide, una società del gruppo Fremantle.

Una clip da Hotel Costiera

Con una trama avvincente dal ritmo incalzante tra azione e commedia, Hotel Costiera racconta la storia di Daniel De Luca, un ex marine americano di origini italiane che torna in Italia, la terra della sua infanzia, per lavorare come fixer in uno dei più lussuosi hotel del mondo, situato sulla spettacolare costa di Positano. Oltre a risolvere i problemi dei facoltosi ospiti dell’albergo, Daniel è anche sulle tracce di Alice, una delle figlie del proprietario, scomparsa un mese prima. Daniel deve fare tutto il possibile per riportarla a casa, ma affrontare coloro che hanno rapito la ragazza sarà una sfida più grande di qualsiasi problema Daniel abbia mai affrontato.

Mark Ronson comporrà la colonna sonora di Narnia di Greta Gerwig

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Mark Ronson dovrebbe riunirsi a Greta Gerwig per comporre la colonna sonora del suo adattamento de Le Cronache di Narnia su Netflix. La conferma arriva da Variety.

Ronson sta lavorando alle musiche per l’attesissimo seguito di Barbie della regista. Greta Gerwig sta scrivendo e dirigendo il film fantasy d’avventura, che a quanto pare segue la trama di Il nipote del mago, il sesto romanzo della serie di C.S. Lewis. Il cast dovrebbe includere Meryl Streep (che, guarda caso, è la suocera di Ronson; il musicista è sposata con la figlia della Streep, Grace Gummer), Daniel Craig, Emma Mackey e Carey Mulligan.

Ronson è stato in precedenza produttore musicale esecutivo per Barbie di Gerwig, per il quale ha co-scritto e co-prodotto cinque canzoni, ha co-scritto la colonna sonora con Andrew Wyatt ed è stato produttore esecutivo. La sua musica ha ottenuto nomination ai Grammy, ai Golden Globe e agli Academy Awards, tra gli altri riconoscimenti. Sta lavorando al progetto Le Cronache di Narnia mentre sta lanciando il suo libro di memorie “Night People: How to Be a DJ in ’90s New York City”, uscito il 16 settembre negli USA. Il libro racconta le sue giornate nei club di New York, raccontando la sua ascesa da audiofilo a uno dei DJ più in voga della città.

Cosa sappiamo de Le Cronache di Narnia di Greta Gerwig per Netflix 

La piattaforma di streaming aveva annunciato per la prima volta l’intenzione di adattare i famosi libri di C.S. Lewis nel 2018, con la regista di Barbie che è stata coinvolta nel progetto nel 2020. Il film di Greta Gerwig su Narnia sembra adattare il sesto libro della serie, “Il nipote del mago”, il quale si colloca però prima di tutti gli altri per ordine cronologico. Il film dovrebbe essere distribuito nell’autunno del 2026, potendo apparetemente contare su una massiccia distribuzione in sala prima di approdare sulla piattaforma Netflix.

Il cast è stato finora avvolto nel mistero. Gli unici dettagli riportati includono Emma Mackey nel ruolo della Strega Bianca, Daniel Craig in quello dello zio Andrew, Carey Mulligan in trattative per interpretare la madre di Digory e Meryl Streep che dovrebbe doppiare il leone parlante Aslan.