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The Batman: il figlio di Colin Farrell inorridito dalla trasformazione del padre in Pinguino

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La trasformazione di Colin Farrell nel Pinguino per The Batman è davvero impressionante e, in una recente intervista con Extra, Farrell ha rivelato che suo figlio più piccolo è rimasto inorridito la prima volta che ha visto il Pinguino apparire.

Secondo Farrell, suo figlio era “completamente inorridito” e l’attore è stato persino in grado di registrare la sua reazione con il telefonino, anche se ha dichiarato che non condividerà mai il video. Farrell ha continuato affermando che mentre suo figlio era inizialmente innervosito dal trucco del Pinguino, alla fine ne era entusiasta anche se “gli ci è voluto un minuto”.

“Era completamente inorridito – ha detto Colin Farrell – Ce l’ho su iPhone. Era inorridito ed eccitato, ma ci è voluto un minuto [per abituarsi]”.

The Batman, il film

The Batman diretto da Matt Reeves uscirà nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia. Protagonisti del film insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

Due anni trascorsi a pattugliare le strade nei panni di Batman (Robert Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali, hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth (Andy Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini. Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino (Colin Farrell), Carmine Falcone (John Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista (Paul Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione che da tempo affliggono Gotham City.

Zack Snyder condivide un video test per la super-velocità di Flash

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Dall’uscita della Snyder Cut di Justice League fino a questo momento, Zack Snyder ha spostato la sua attenzione su progetti come Army of the Dead di Netflix e il suo epico film di fantascienza Rebel Moon, ma ha ancora degli assi nella manica per i fan della DC.

Durante il fine settimana, Snyder ha condiviso un fantastico video dietro le quinte della realizzazione di Justice League. Si tratta di un breve filmato di prova che ha girato mentre mostrava in anteprima come sarebbero apparsi i poteri del Flash di Ezra Miller in azione. Il primo piano al rallentatore dei piedi in corsa di uno stuntman sembra molto bello, anche con gli schermi verdi tutt’intorno. “Ho girato questo video con il mio telefono come esempio di come sarebbe potuto essere… bei tempi”, ha scritto Snyder.

CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO!

Michael Keaton anticipa il ritorno dell’Avvoltoio!

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Michael Keaton anticipa il ritorno dell’Avvoltoio!

Fresco di vittoria ai SAG Awards 2022 per la migliore interpretazione maschile in una mini serie o un film per la tv per Dopesick, Michael Keaton non si ferma un attimo e anticipa il ritorno di Adrian Toomes, il personaggio nasconde l’identità segreta di Avvoltoio e che abbiamo visto in azione in Spider-Man: Homecoming.

Sappiamo che il personaggio tornerà in Morbius, con Jared Leto, con una presenza non ben precisata in termini di importanza nella trama. Sappiamo però che la sua presenza nel film collega una volta di più lo Spider-Verse della SONY al MCU. Adesso, Keaton ha rivelato su Instagram che ha recentemente registrato dei dialoghi per il personaggio in questione.

Il post contiene una fotografia del Sony Scoring Stage a Los Angeles e un breve testo che spiega: piccolo giorno di lavoro come Toomes. Sembra che non ci siano molti dubbi su ciò che è appena accaduto, vero?

Morbius, la trama

Uno dei personaggi più enigmatici e tormentati della Marvel, l’antieroe Michael Morbius, arriva sul grande schermo interpretato dall’attore Premio Oscar® Jared Leto. Infetto da una rara e pericolosa malattia del sangue, determinato a salvare chiunque sia destinato a subire la sua stessa sorte, il Dr. Morbius tenta una scommessa disperata. Quello che inizialmente sembra essere un successo si rivela presto un rimedio potenzialmente più pericoloso della malattia stessa.

Jared Leto è il protagonista dello spin-off dedicato al personaggio dello Spider-Verse in produzione alla Sony, Morbius. Il premio Oscar interpreta il Dr. Michael Morbius, un biochimico che tenta di curare una fatale malattia del sangue iniettandosi un siero derivato da pipistrelli. Diventando Morbius, ha tutte le qualità di un vampiro – incluso il gusto per il sangue umano.

Matt SmithTyrese Gibson, Adria Arjona Jared Harris completano il cast del film, che uscirà nelle sale italiane il 31 marzo 2022. La Arjona interpreterà Martine Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista Morbius: nei fumetti, Martine diventa una potenziale vittima della sua sete di sangue mentre è alle prese con la trasformazione che lo ha reso una strana versione da laboratorio dei vampiri soprannaturali della tradizione.

The Batman: Matt Reeves aveva paura che il pubblico non capisse la parte investigativa del film

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In un’intervista con Collider, Matt Reeves parla di cosa lo ha sorpreso e deliziato nelle risposte delle prime proiezioni del suo The Batman. Il film era ancora in fase di montaggio quando si sono svolte le proiezioni, il che significa che non esisteva ancora una versione definitiva dello stesso.

L’eccessiva complessità della trama era ancora in discussione e Reeves non era sicuro che il pubblico sarebbe stato ricettivo senza un montaggio più pulito e chiarificatore. I risultati non sono stati quelli che si aspettava. Ecco cosa ha dichiarato a Collider:

“La prima versione di questo film che ho proiettato, il film ha una narrativa molto ambiziosa e complessa. Quindi, quando siamo arrivati ​​a un punto in cui dovevamo iniziare a testare, non avevo ancora terminato il montaggio del film. C’era così tanto del film ancora da sistemare ed è stato davvero un processo lungo. Voglio dire, il film era più lungo di quello che intendevo. Ero terrorizzato perché pensavo, oh mio Dio, lo stiamo mostrando prima che sia pronto, a un pubblico e in termini di film di Batman, è una narrativa poliziesca molto complessa. Riusciranno a seguire qualcosa? Quello che ho scoperto in realtà, il che è stato sorprendente, è stato quanto amassero quell’aspetto. Questo è stato il sollievo più grande.”

The Batman, il film

The Batman diretto da Matt Reeves uscirà nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia. Protagonisti del film insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

Due anni trascorsi a pattugliare le strade nei panni di Batman (Robert Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali, hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth (Andy Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini. Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino (Colin Farrell), Carmine Falcone (John Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista (Paul Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione che da tempo affliggono Gotham City.

Kelly Macdonald: 10 cose che non sai sull’attrice

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Kelly Macdonald: 10 cose che non sai sull’attrice

Kelly Macdonald è un’attrice che si è fatta conoscere grazie ai suoi numerosi e diversi ruoli, divisi tra cinema e serie tv che sono entrate nell’immaginario collettivo. L’attrice ha iniziato a lavorare fin da giovanissima e grazie ai suoi ruoli iconici è riuscita a farsi conoscere ed apprezzare in tutto il mondo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Kelly Macdonald.

Kelly Macdonald: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. La carriera dell’attrice è iniziata nel 1996 debuttando in Trainspotting, per poi apparire nei film Stella Does Tricks (1996), Elizabeth (1998), La perdita dell’innocenza (1999), Gosford Park (2001), Neverland – Un sogno per la vita (2004) e Guida galattica per autostoppisti (2005). In seguito, lavora in Tata Matilda (2005), Non è un paese per vecchi (2007), Soffocare (2008), In the Electric Mist – L’occhio del ciclone (2009) e Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 (2011). Tra i suoi ultimi film vi sono Anna Karenina (2012), Special Correspondents (2016), T2 Trainspotting (2017), Okja (2017), Vi presento Christopher Robin (2017), Holmes & Watson (2018) e L’arma dell’inganno (2021).

2. Ha lavorato in alcune serie tv ed è anche doppiatrice. Nel corso della sua carriera, l’attrice non ha lavorato solo al cinema, ma si è dedicata anche al piccolo schermo, apparendo in serie come Screen Two (1996), State of Play (2003), Alias (2005), Boardwalk Empire (2010-2014), Black Mirror (2011-in corso), The Victim (2019) e Giri / Haji (2019). Nel 2020 ha poi recitato in alcuni episodi di Truth Seekers, mentre nel 2021 ha preso parte alla serie Line of Duty. Prossimamente reciterà invece in Call My Agent. In quanto doppiatrice, invece, ha prestato la propria voce per i film d’animazione Ribelle – The Brave (2012) e Ralph spacca Internet (2018).

kelly macdonald

Kelly Macdonald in Trainspotting

3. Ha ottenuto la parte quasi per caso. Grazie a del volantinaggio, la giovane Kelly era venuta a conoscenza dell’audizione del film Trainspotting. Quando Danny Boyle, regista del film, l’ha vista per la prima volta, vestina e pettinata in maniera semplice in mezzo ad altre ragazze che erano l’opposto, ha subito capito che era la ragazza che stavano cercando per il ruolo di Diane.

4. Ha debuttato quasi da ubriaca. L’attrice ha dichiarato di aver bevuto più del dovuto la sera prima delle sue prime riprese, tanto quasi da ubriacarsi e rischiando di recitare in stato di ubriachezza. A giustificazione di ciò, la Macdonald era estremamente nervosa per quel suo primo ruolo da attrice, finendo così con il bere molto per cercare di gestire l’ansia da prestazione.

Kelly Macdonald in Harry Potter

5. Ha battuto Kate Winslet. Inizialmente, il ruolo di Helena Corvonero era stato offerto alla premio Oscar Kate Winslet per il film Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2. Tuttavia, il suo agente ha respinto l’offerta, senza fornire particolari motivazioni, e così il ruolo è stato poi assegnato alla Macdonald. Questa si è detta entusiasta di poter recitare nella saga, anche se solo sottoforma di fantasma.

6. Si è ritrovata sul set con Emma Thompson. Inizialmente non era previsto che le due attrici dovessero lavorare insieme. Eppure, la Thompson è riuscita ad arrivare sul set de I Doni della Morte – Parte 2 appena dopo aver finito di girare Tata Matilda e il grande botto (2010), proprio mentre la Macdonald è stata l’ultima delle attrici ad essere scritturata. Le due avevano lavorato al primo capitolo di Tata Matilda e si sono qui ritrovate a sorpresa.

Kelly Macdonald in Boardwalk Empire

7. Vede il suo personaggio come femminista. Secondo l’attrice, Margaret, il personaggio da lei interpretato nella celebre serie Boardwalk Empire, è una femminista convinta, sempre pronta ad aiutare le donne e cercando di essere un buon modello. La Macdonald si è dunque impegnata affinché fuoriuscissero in modo questi aspetti e queste convinzioni del suo personaggio da ogni gesto compiuto o parola pronunciata.

kelly macdonald

Kelly Macdonald in Black Mirror

8. È stata protagonista di un episodio. Ormai celebre, l’attrice è stata chiamata a ricoprire il ruolo della detective Karin Parke nell’episodio Odio universale, sesto della terza stagione della celebre serie distopica Black Mirror. Nel corso di questo, il personaggio interpretato dalla Macdonald si trova ad indagare sulla misteriosa morte della giornalista Jo Powers. Per loro ha così inizio una lunga e complessa indagine, con l’attrice che ha in seguito dichiarato di essere da subito stata stregata dalla storia e dai temi qui raccontati.

Kelly Macdonald: chi è suo marito

9. Ha un matrimonio alle spalle. L’attrice si è sposata nel 2003 con il bassista scozzese Dougie Payne. Il loro matrimonio è però durato fino a settembre del 2017, quando hanno annunciato la separazione (non hanno ancora divorziato e, perciò, rimangono ancora sposati). Dalla loro unione sono nati due figli, Freddie Peter (nato nel 2008) e Theodore William (nato nel 2012).

Kelly Macdonald: età e altezza

10. Kelly Macdonald è nata il 23 febbraio del 1976 a Glasgow, in Scozia. La sua altezza complessiva corrisponde a 159 centimetri.

Fonti: IMDb, Rolling Stone

Doctor Strange 2: c’è un personaggio perfetto degli X-Men che potrebbe apparire, e non è Wolverine

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Se la Marvel sceglierà un secondo personaggio per rappresentare gli X-Men in Doctor Strange 2, questo dovrebbe essere Magik, non Wolverine. Secondo alcuni rumors, Wolverine apparirà nel nuovo film di Doctor Strange e sarà interpretato presumibilmente da un altro attore, non da Hugh Jackman.

Sulla base di ciò che è stato rivelato finora, il ritorno degli X-Men sul grande schermo si avvicina. Invece di tenerli a riposo tutti insieme per un loro film, sembra che i Marvel Studios includeranno nel film con Benedict Cumberbatch un cameo per almeno un personaggio degli X-Men. Sebbene la Marvel abbia evitato di confermarlo direttamente, la voce di Patrick Stewart nel trailer di Doctor Strange nel Multiverso della Follia ha chiarito che il Professor X si sta unendo al MCU attraverso il multiverso. Presumibilmente, il fondatore degli X-Men sarà un membro di un gruppo segreto che potrebbe essere quello degli Illuminati. E se la voce su Wolverine è vera, il film potrebbe vantare una scena in cui il Professor X di Stewart si consulta con un membro della sua squadra.

Sebbene la presenza di Wolverine sarebbe senza dubbio eccitante, non sarebbe la scelta migliore per rappresentare gli X-Men in Doctor Strange 2. Dal punto di vista narrativo, Magik sarebbe molto più adatta per un cameo. Nei Marvel Comics, Magik è un membro fondatore dei Nuovi Mutanti, un personaggio importante in diversi titoli degli X-Men e la sorella minore di Colossus. Ha fatto il suo debutto dal vivo nel film The New Mutants della Fox quando è stata interpretata da Anya Taylor-Joy. Simile alla versione apparsa in New Mutants, Ilyana Rasputin della Marvel ha profonde connessioni mistiche. Armata con un’arma magica chiamata Soulsword, Magik ha la capacità di viaggiare in un regno demoniaco noto come la Limbo Dimension. Nelle sue storie, attraversa regolarmente mondi, usa la magia e combatte potenti entità demoniache. Ha anche collaborato con Doctor Strange.

Sebbene non sia così popolare come Wolverine, Magik potrebbe adattarsi perfettamente a un film sulla magia e il multiverso. Se il Professor X dovesse portare con sé uno dei suoi quando incontra i suoi compagni membri degli Illuminati, avrebbe perfettamente senso per lui scegliere Magik.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: il nuovo misterioso trailer!

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier. Doctor Strange nel Multiverso della Follia arriverà al cinema il 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Thor: Love and Thunder, Nuova Asgard in pericolo nel nuovo merchandise

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Ecco un nuovo Set LEGO dedicato a Thor: Love and Thunder in cui vediamo un mostro gigante attaccare Nuova Asgard. Non a caso, il nome del set è “Attack on New Asgard“! Cosa ci riserverà il nuovo film di Taika Waititi?

https://twitter.com/lovethundernews/status/1498076146977681416?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1498076146977681416%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fthor-love-thunder-merch-new-asgard-monster-lego%2F

Thor: Love and Thunder

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 maggio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and Thunder, un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Andrew Garfield sul suo futuro come Spider-Man

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Andrew Garfield sul suo futuro come Spider-Man

Sebbene l’apparizione di Andrew Garfield in Spider-Man: No Way Home abbia ravvivato molto interesse per la sua iterazione del personaggio, sembra che un ritorno dell’attore nei panni di Spider-Man non sia in programma, almeno da quanto dice lui.

In una recente intervista ai SAG Awards 2022, dove Andrew Garfield era nominato per la sua interpretazione in Tick Tick Boom!, Variety ha chiesto all’attore se il pubblico potesse aspettarsi di rivedere presto il suo Peter Parker sullo schermo. Garfield ha rapidamente rivelato che “non ha piani” per interpretare di nuovo Spider-Man.

“Nessun piano, questa è la verità. Voglio dire, tutti mi chiameranno bugiardo per il resto della mia vita. Sono il ragazzo che gridava al lupo, ora.” Ha dichiarato Garfield che, ovviamente, si riferisce a tutte le volte che ha negato di essere in No Way Home prima di comparire poi ufficialmente sullo schermo.

Un terzo The Amazing Spider-Man non è del tutto da escludersi, ma quello che è ancora più probabile è un film del MCU in cui Peter 3 comparirà come comprimario, dal momento che nel franchise Marvel, l’apertura del Multiverso permetterebbe tutto questo, come lo ha già permesso in Spider-Man: No Way Home.

Intanto Andrew Garfield si gode questa stagione dei premi che lo vede trai protagonisti per la sua straordinaria performance musicale nel film di Lin Manuel Miranda che trovate su Netflix, Tick Tick Boom!

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre nel cast ci sono anche Benedict Cumberbatch, Jamie Foxx, Willem Dafoe, Alfred Molina, Tobey Maguire e Andrew Garfield.

The Batman: l’Alfred di Andy Serkys non sarà una figura paterna

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The Batman: l’Alfred di Andy Serkys non sarà una figura paterna

Parlando con Digital Spy prima dell’uscita di The Batman, Andy Serkis ha anticipato il nuovo aspetto di Alfred, il maggiordomo di Bruce Wayne, che ha avuto modo di esplorare nel film. Il film di Matt Reeves racconta il passato di Alfred come quello di un soldato e, secondo Serkis, ciò ha ridotto la sua capacità di essere un genitore.

“È un ex soldato. Ha lavorato per i servizi segreti, ma una cosa non è, non è un padre, non possiede la cassetta degli attrezzi emotiva per essere un padre. Questo è davvero quello che lui è veramente nella nostra versione della relazione tre Bruce e Alfred, si tratta davvero di una nuova visione.”

Dopo l’energico Jeremy Irons e l’effettivamente saggio e paterno Michael Caine, il Signor Wayne avrà ancora un’altra versione di maggiordomo, e promette di essere molto più duro e disincantato dei precedenti, come d’altronde la figura di Batman in questo stesso film.

The Batman, il film

The Batman diretto da Matt Reeves uscirà nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia. Protagonisti del film insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

Due anni trascorsi a pattugliare le strade nei panni di Batman (Robert Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali, hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth (Andy Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini. Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino (Colin Farrell), Carmine Falcone (John Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista (Paul Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione che da tempo affliggono Gotham City.

Indiana Jones 5: concluse le riprese!

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Indiana Jones 5: concluse le riprese!

Frank Marshall, storico produttore del franchise con Harrison Ford, ha dichiarato ufficialmente concluse le riprese di Indiana Jones 5. Lo ha annunciato con una foto su twitter che raffigura un cappellino con il logo del film, gadget di produzione, probabilmente:

https://twitter.com/LeDoctor/status/1497938867026022406?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1497938867026022406%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Findiana-jones-5-filming-complete-production-updates%2F

Cosa sappiamo di Indiana Jones 5

James Mangold (Logan – The Wolverine) sarà il regista di Indiana Jones 5 al posto di Steven Spielberg, che invece aveva diretto tutti gli altri capitoli precedenti della saga. A bordo del progetto torna invece John Williams, già compositore dell’iconica colonna sonora che accompagna il personaggio da 40 anni. Nel cast, oltre a Harrison Ford, ci sarà anche Phoebe Waller-Bridge. Le riprese dovrebbe partire in primavera.

Prima dell’ingaggio di Mangold, la sceneggiatura era stata affidata a David Koepp,  he ha poi lasciato il progetto insieme a Spielberg. Prima di Koepp, anche Jonathan Kasdan (figlio dello sceneggiatore de I predatori dell’arca perduta, Lawrence Kasdan) aveva messo le mani sullo script. L’uscita nelle sale del film è già stata posticipata diverse volte: inizialmente previsto per il 19 Luglio 2019, il film è stato rinviato prima al 10 Luglio 2020, poi al 9 Luglio 2021 e infine al 29 Luglio 2022. L’ultima data d’uscita utile del film è il 30 giugno 2023.

Ironheart: Lyric Ross si unisce al cast

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Ironheart: Lyric Ross si unisce al cast

Un nuovo attore è entrato a far parte del cast di Ironheart, l’annunciata prossima serie tv Marvel Studios che andrà in onda sulla piattaforma Disney+.  Lyric Ross, noto per il suo ruolo in This is Us ha firmato per un ruolo in Ironheart, la serie in uscita di Marvel e Disney+, ha darne conferma è stato il noto sito americano Deadline.

Con Dominique Thorne trai protagonisti, la serie tv è incentrato sull’adolescente Riri Williams (Thorne), un geniale inventore, che crea l’armatura più avanzata dai tempi di Iron Man. Alcune fonti vicine alla notizia hanno affermato che Ross interpreterà il ​​​​migliore amico di Williams. Nei fumetti di “Ironheart“, la migliore amica di Riri è una ragazza di nome Natalie Washington, che è stata uccisa dopo essere rimasta coinvolta nel fuoco incrociato di una sparatoria. Non è noto se Ross interpreterà Natalie o un personaggio originale.

Iscriviti a Disney+ e inizia a guardare le più belle storie Marvel e molto altro!

Ironheart è l’annunciata serie tv Marvel Studios creata da e sviluppata per debuttare su Disney+ nel 2024. Ispirata da Tony Stark e determinata a seguire le sue orme eroiche, la super geniale quindicenne Riri Williams ha costruito la propria armatura avanzata e ora conduce una vita di avventura, lotta al crimine e umanitarismo nei panni del Supereroe noto come Ironheart. Nei fumetti la Williams è guidata da Pepper Potts, in modo simile a come Tony ha guidato Peter Parker sotto la sua ala nel MCU, fornendole risorse e una tuta AI. Protagonisti della serie tv sono Dominique Thorne come Riri Williams,  Lyric Ross nei panni della migliore amica di Riri e Anthony Ramos in un ruolo ancora non annunciato.

Euphoria 2×08: featurette sul season finale

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Euphoria 2×08: featurette sul season finale

Il canale americano HBO ha diffuso la featurette Inside “All My Life My Heart Has Yearned for a Thing I Cannot Name” di Euphoria 2×08, l’ottavo episodio e finale della seconda stagione di Euphoria con Zendaya.

Euphoria 2×08

Dopo essere stato lasciato da Jules alla stazione dei treni e ricaduta, il primo episodio speciale segue Rue (interpretata dalla vincitrice dell’Emmy Zendaya) mentre celebra il Natale. Scritto e diretto dal creatore della serie Sam Levinson, l’episodio, intitolato “Trouble Don’t Last Always”, è interpretato anche da Colman Domingo, che è apparso nella prima stagione. Il titolo e la data del secondo episodio sono in arrivo. Entrambi gli episodi speciali sono stati prodotti sotto Linee guida COVID-19.

Euphoria ha ricevuto tre Primetime Emmy quest’anno, tra cui Miglior attrice protagonista in una serie drammatica (Zendaya), Miglior trucco contemporaneo (non protesico) e Musica e testi originali eccezionali.

Euphoria è stato creato e scritto da Sam Levinson, che è anche produttore esecutivo; i produttori esecutivi Ravi Nandan, Kevin Turen, Drake, Future the Prince, Hadas Mozes Lichtenstein, Ron Leshem, Daphna Levin, Tmira Yardeni, Mirit Toovi, Yoram Mokady e Gary Lennon; Will Greenfield è co-produttore esecutivo. Prodotto in collaborazione con A24 e basato sull’omonima serie israeliana, creata da Ron Leshem e Daphna Levin, di HOT.

SAG Awards 2022: tutti i vincitori di un’edizione piena di sorprese

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La 28a edizione dei Screen Actors Guild Awards, i SAG Awards, si è conclusa con la vittoria di un gruppo di attori davvero inclusivo, specchio di un mondo del cinema e della tv che negli ultimi pochi anni si è aperto a voci differenti.

In ottemperanza ai protocolli COVID della California, tutti i partecipanti ai SAG Awards dovevano mostrare la prova della vaccinazione per partecipare alla cerimonia. Di conseguenza.

Le categorie televisive hanno trionfare Succession e Ted Lasso, che hanno ottenuto entrambe cinque nomination nelle rispettive categorie dramma e commedia, incluso il miglior ensemble. Il successo coreano Squid Game è entrato nella storia con la sua nomination nella categoria ensemble come primo show non inglese ad essere riconosciuto dalla Gilda.

Per quanto riguarda il grande favorito agli Oscar, Il potere del Cane aveva ben tre nomination singole, ma non quella per il miglior ensamble, a differenza di House of Gucci che, invece ha ottenuto la nomination per il miglior ensamble e due candidature singole, a Lady Gaga e Jared Leto. Inoltre, Troy Kotsur, Daniel Durant e Marlee Matlin di CODA sono i primi attori sordi ad essere riconosciuti nella categoria degli ensemble cinematografici, e Kotsur è il primo attore non udente ad ottenere una nomination come attore individuale.

Durante la cerimonia, Kate Winslet ha consegnato a Dame Helen Mirren il SAG Lifetime Achievement Award. Di seguito, la lista completa dei vincitori:

FILM

Miglior cast in un film

  • CODA (Apple Original Films)

Migliore attrice protagonista

Migliore attore protagonista

Migliore attrice non protagonista

Migliore attore non protagonista

  • Troy Kotsur (CODA)

Miglior ensemble di Stunt in un film

TV

Miglior cast in una serie drammatica

Miglior cast in una serie comedy

Migliore attrice in una serie drammatica

Miglior attore in una serie drammatica

Migliore attrice in una serie comedy

  • Jean Smart (Hacks)

Migliore attore in una serie comedy

Migliore attrice in una mini serie o film per la tv

Migliore attore in una mini serie o film per la tv

Miglior ensemble di Stunt in una serie

Hotel Portofino: recensione della serie con Natasha McElhone

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Hotel Portofino: recensione della serie con Natasha McElhone

Disponibile dal 28 febbraio su Sky e in streaming su Now, arriva Hotel Portofino, un sofisticato giallo inglese in costume ambientato in Italia, in Liguria negli anni che videro l’ascesa al potere di Benito Mussolini. Protagonista assoluta della serie è Natasha McElhone, star di The Truman Show e Californication, che qui interpreta Bella Ainsworth, figlia di un ricco industriale inglese che si trasferirà nella Riviera ligure di Levante per aprire un hotel in stile britannico a Portofino.

La trama di Hotel Portofino

Italia, anni Venti del Novecento. Mentre nel Belpaese è in atto la scalata politica di Benito Mussolini, l’intraprendente Bella Ainsworth – figlia di un ricco industriale britannico, Jack Livesey – si trasferisce a Portofino per aprire un hotel in puro stile british. Con lei il marito, Lord Cecil Ainsworth, appartenente a una famiglia ancora nobile ma non più possidente. La sua speranza è quella di dare a se stessa e alla sua famiglia un nuovo inizio dopo uno dei periodi più oscuri degli ultimi decenni, la Grande Guerra, un conflitto che ha lasciato un segno indelebile non solo nella Storia, ma anche nelle storie personali di chi si è ritrovato più o meno direttamente coinvolto. Oltre a ciò, Bella ha anche un altro obiettivo altrettanto importante: raggiungere l’indipendenza economica. La sua impresa avrà successo? Il sole della Riviera Ligure di Levante, le prelibatezze della cucina del posto, il rapporto con i dipendenti, con gli ospiti e con gli abitanti della zona basteranno per fare di lei una donna nuova e per riportare un po’ di serenità in famiglia? I problemi sembrano essere sempre dietro l’angolo…

Periodo drama con tocchi di thriller, Hotel Portofino sembra un prodotto fuori dal tempo, una soap opera in soli sei episodi destinato ad un pubblico prevalentemente femminile e adulto. Nonostante questo, riesce a evocare atmosfere affascinanti, grazie all’ambientazione paesaggistica italiana inevitabilmente affascinante, associata ad un contesto, quello di un albergo di lusso in stile inglese a cavallo tra gli anni ’10 e gli anni ’20 del ‘900, che rievoca il fascino del cinema britannico in costume, pur non condividendone la ricchezza della messa in scena. 

Il cast di Hotel Portofino

Il cast presenta una felice mescolanza di attori internazionali e volti italiani molto noti al pubblico televisivo, in particolare spiccano Daniele Pecci (Cuori) e Lorenzo Richelmy (Marco Polo), che saranno rispettivamente padre e figlio nei panni di due eleganti nobili italiani; con loro anche Rocco Fasano (Skam Italia), che interpreterà un giovane del luogo, attivista antifascista, Pasquale Esposito e Carolina Gonelli. Completano il cast Mark Umbers, nei panni del pericoloso marito di Bella, Cecil Ainsworth, Anna Chancellor, Lily Frazer, Oliver Dench e Adam James.

Natasha McElhone non perde la luce che caratterizza il suo volto e il suo sguardo, anche alle prese con una storia frivola, cosa che non è un male in senso assoluto, dal momento che lo scopo di Hotel Portofino è indirizzato esclusivamente all’intrattenimento leggero e avvincente. 

Dog, recensione del film di e con Channing Tatum

Dog, recensione del film di e con Channing Tatum

Channing Tatum, danzerino protagonista di Magic Mike, sorprende il suo pubblico con il suo esordio dietro alla macchina da presa, Dog. Talvolta il metodo per giudicare la riuscita di un lungometraggio deve essere quello di riconoscere l’intelligenza e la lucidità con cui è stato realizzato. Per alcuni progetti questo conta probabilmente anche più dell’originalità stessa.

Nel caso di attori celebri passati dietro la macchina da presa tale tentativo ha portato a risultati artistici in qualche caso addirittura eccellenti: basta pensare agli esempi di Robert Redford (Gente comune, In mezzo scorre il fiume, Quiz Show), Kevin Costner (Balla coi lupi, Terra di confine), Mel Gibson (Braveheart) o George Clooney (Good Night, and Good Luck, In amore niente regole). La stessa prospettiva può tranquillamente essere applicata a Dog, esordio di Channing Tatum come co-regista insieme al suo amico e storico produttore Reid Carolin.

Dog, la trama del film

La star si cuce addosso con indubitabile lungimiranza il ruolo dell’ex-soldato Jackson Briggs, dismesso a causa di una ferita alla testa in battaglia, il quale non riesce a ricostruirsi una vita al di fuori di quella militare. Una missione sul suolo americano però potrebbe riportarlo al fronte: gli viene infatti ordinato di portare il “war dog” Lulu, con cui ha passato molti momenti drammatici in missione, al funerale del sergente Rodriguez, morto in azione. Il viaggio in macchina servirà a Briggs non soltanto per riallacciare il rapporto con l’animale anche lui traumatizzato, ma soprattutto per tentare di rimettere insieme i pezzi di una vita al limite del baratro. 

Il pregio maggiore di Dog è quello di non spingere mai eccessivamente sul pedale del melodramma, anche se storia e personaggi messi in scena rappresentano l’America messa ai margini, quella di coloro che non hanno alcun vero futuro se non dentro la vita militare. Un tema che l’industria dell’entertainment americano ha affrontato in passato con notevole profondità, ma che negli ultimi tempi sembrava aver “dimenticato”. Il film di Tatum al contrario dipinge un ritratto umano complesso, costretto in una situazione economico-sociale che non sembra realmente lasciargli alternative se non quella di mettere in gioco la propria vita, in un modo o nell’altro.

Un road-drama-movie

L’impalcatura narrativa classica del road-movie viene dipanata dalla sceneggiatura grazie a un equilibrio tra dramma umano e momenti più leggeri molto ben concertato, che consente a Channing Tatum di esplorare molte delle sfaccettature del protagonista con più che discreta adesione psicofisica. E qui si nota, come scritto, l’acutezza con cui l’attore-regista ha costruito il suo film in modo da non andare mai a toccare corde capaci di esporre i limiti delle sue capacità di interprete: flirtando con il faceto anche quando i momenti sono invece più che seri, Tatum se la sbriga egregiamente attraverso una delle performance più riuscite della sua carriera, se non addirittura la migliore.

È ovviamente lui il cuore pulsante di Dog, lungometraggio che senza tentare di essere mai originale preferisce al contrario battere con solidità e sicurezza strade già percorse. Non succede nulla che non si possa prevedere con largo anticipo nel corso del film, ma questo non allenta la presa emotiva sullo spettatore. Al contrario forse proprio perché abbiamo visto tante volte al cinema una storia di questo tipo, sappiamo riconoscere la fattura di un prodotto che sa quali corde emotive toccare, e soprattutto comprende perfettamente come farlo.

Ogni volta che Dog rischia di scivolare nel melodrammatico, sceneggiatura e regia sanno condire gli eventi con un pizzico di realtà che li rende ancor più verosimili, tangibili e quindi emozionanti. A suo modo Dog è un film trattenuto, e per questo capace di scavare in profondità. Una sorpresa più che lieta che rilancia a nostro avviso la figura artistica di Channing Tatum dopo qualche anno di leggero appannamento.

Vostro Onore: recensione della serie con Stefano Accorsi

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Vostro Onore: recensione della serie con Stefano Accorsi

Fino a dove è disposto ad arrivare un padre per salvare la vita del figlio? Questa domanda semplice e allo stesso tempo capace di smuovere forze primordiali si trova alla base di Vostro Onore, la nuova serie co-prodotta da Rai Fiction e Indiana Production con protagonista Stefano Accorsi.

La trama di Vostro Onore

Dopo l’originale Kvodo, israeliana, e l’americana, Your Honor con Bryan Cranston, arriva anche la versione italiana di questa serie che ha un concept semplice ma che si presta bene a diversi adattamenti. La storia è quella di un giudice integerrimo, Vittorio Pagani, che ha costruito la sua carriera su un’incrollabile fede nella legge e sulla rettitudine del suo comportamento dentro e fuori dal Palazzo di Giustizia, si trova di fronte a una situazione in cui la vita di suo figlio è in pericolo. Il ragazzo, reduce da un’esame di guida andato male, investe con l’automobile (mentre era senza patente, quindi) un ragazzo in moto, lasciandolo sul ciglio della strada morente.

Quando a casa, in preda allo shock, confessa tutto al padre, lui prende subito la decisione “giusta”: lo accompagna in questura per farlo costituire. Arrivato nella struttura, scopre però che il ragazzo investito da suo figlio, e attualmente in coma, è il figlio del leader di una gang, che certamente non si affiderà alla giustizia, una volta conosciuta l’identità del pirata che ha investito suo figlio. Di fronte all’ineluttabile condanna a morte che aspetta suo figlio, qualora dovesse costituirsi e pagare, come sarebbe giusto, per il suo atto, Vittorio decide di fare qualcosa che non aveva mai fatto prima: scappare, e insabbiare tutto. 

Dalla parte dei colpevoli

Nessuna delle scelte che compiamo è senza conseguenze, e Vostro Onore sembra tenere ben presente questo rapporto di causa ed effetto, tanto che vi fonda la sua dinamica ad altissima tensione. Perché se da una parte la serie diretta da Alessandro Casale è a tutti gli effetti un dramma familiare, abbraccia anche i toni del thriller, dell’assedio, della continua procrastinazione della scoperta di qualcosa che lo spettatore già conosce. Il lavoro di Accorsi, e del giovane Matteo Oscar Giuggioli, è strutturato proprio in questo senso: sono loro ad aver commesso un illecito, ma la storia è raccontata in modo tale da rendere loro le “vittime”, così che lo spettatore starà dalla loro parte, sperando, ad ogni colpo di scena (e ce ne sono molti), che il giudice e suo figlio possano riuscire a farla franca. 

Il lavoro di adattamento per il nostro paese, rispetto al format americano e ancora di più rispetto all’originale israeliano ha ovviamente tenuto conto della città, dell’ambientazione, delle forze chiamate in causa e di tutta una serie di elementi che hanno permesso a Vostro Onore di risultare credibile come storia ambientata in Italia, a Milano. Si tratta di elementi fondamentali per trasportare la stessa storia, la stessa dinamica, lo stesso quesito filosofico alla base della storia che rimane universale, in contesti che sono storicamente e geograficamente differenti, e che sostengono una scala di valori diversa.

Vostro Onore serie tv 2022
Stefano Accorsi – foto di Francesca Cassaro

Stefano Accorsi è il protagonista assoluto

Impietoso potrebbe essere il confronto diretto tra Bryan Cranston e Stefano Accorsi se non fosse che tale confronto non avrebbe alcun senso. I due interpreti sono protagonisti di situazioni e contesti differenti, scritture diverse, modalità produttive diverse che generano la messa in scena di personaggi diversi. Oltretutto è anche inutile, in questo caso ma anche in generale, idolatrare interpreti internazionali “ai danni” di attori italiani che magari hanno un pubblico geograficamente più ristretto.

Anche perché Stefano Accorsi, come più volte ha dimostrato soprattutto negli ultimi anni della sua carriera, è un attore sempre a fuoco, al servizio del ruolo, sempre perfettamente in grado di consegnare al suo pubblico, che sia cinematografico o televisivo, un lavoro eccellente. Dopotutto stiamo parlando di un professionista, così come lo sono gli altri membri del cast, dal giovane ma già esperto Giuggioli, a Barbara Ronchi, Remo Girone, Francesco Colella, Camilla Semino Favro, insieme al gruppo di ispanici esordienti che, fuggendo da ogni macchietta e luogo comune, rappresentano una novità nella televisione italiana, senza dubbio un ampliamento dell’orizzonte.

Vostro Onore è una storia che chiama in causa tutti, che coinvolge più generazioni e contesti socialità e che non trascura l’aspetto dell’intrattenimento, dal momento che è ricco di colpi di scena e svolte impreviste che arricchiscono la storia e la portano in luoghi imprevedibili. Dal 28 febbraio, Vostro Onore arriva su RaiUno, per quattro serate, in prima tv assoluta.

Spider-Man: trama, cast e curiosità sul film con Tobey Maguire

Spider-Man: trama, cast e curiosità sul film con Tobey Maguire

Anni prima che il Marvel Cinematic Universe diventasse la potenza cinematografica che è oggi, alcuni dei suoi supereroi più celebri già calcavano autonomamente il grande schermo con film a loro dedicati. È questo il caso di Spider-Man, arrivato per la prima volta sul grande schermo nel 2002 grazie al regista Sam Raimi, già celebre per la trilogia de La casa. Basato sui fumetti dedicati al celebre personaggio, il film è ancora oggi considerato uno dei migliori del suo genere, da lui significativamente forgiato con una serie di caratteristiche su cui si sarebbero poi fondati i suoi successori.

L’intenzione di portare il personaggio, uno dei più amati della Marvel, al cinema era nata già qualche anno prima. Il regista James Cameron aveva infatti realizzato una prima sceneggiatura, poi non approvata dai produttori. Fu a quel punto che Raimi entrò a far parte del progetto, rielaborandolo affinché si avvicinasse alle sue corde. In breve, egli riuscì a dar vita ad un film ricco di pathos ed energia, con effetti speciali straordinari e un cast di attori ancora oggi considerati i migliori tra coloro che negli anni hanno dato vita ai personaggi protagonisti delle vicende dell’Uomo Ragno.

Accolto in modo estremamente positivo dalla critica e dal pubblico, Spider-Man divenne il terzo maggior incasso del suo anno dopo Il Signore degli Anelli – Le due torri e Harry Potter e la camera dei segreti. A fronte di un budget di 139 milioni di dollari arrivò infatti ad incassarne ben 825 in tutto il mondo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, agli effetti speciali e ai costumi. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Spider-Man: la trama del film

Protagonista del film è il giovane Peter Parker, ragazzo impacciato e timido, il quale vive una tranquilla vita divisa tra l’affetto degli zii Ben e May Parker, e l’ambiente scolastico. Qui cerca in tutti i modi di conquistare la bella Mary Jane Watson, senza però trovare il coraggio di dichiararsi davvero. Per sua fortuna, a sostenerlo c’è l’amico di una vita, Harry Osborn. L’esistenza di Peter viene però sconvolta in seguito al morso ricevuto da un ragno geneticamente modificato, che gli conferisce poteri straordinari, come lanciare ragnatele e arrampicarsi sui muri. Peter assume così l’identità di Spider-Man, ma ben presto inizierà a trovarsi dinanzi i primi ostacoli. Un misterioso criminale, di nome Green Goblin, sta infatti terrorizzando sempre di più la città. Il ragazzo imparerà allora che da grandi poteri derivano grandi responsabilità.

Spider-Man cast

Spider-Man: il cast del film

La prima scelta di Raimi per il ruolo di Peter Parker fu Tobey Maguire, e proprio lui ottenne la parte, nonostante non avesse mai letto nessuno dei fumetti sul personaggio. L’attore riuscì a convincere tutti sfoggiando una buona preparazione atletica e la giusta goffaggine richiesta per il personaggio. Per calarsi il più possibile nei panni di Spider-Man Maguire studiò anche le movenze tipiche dei ragni, e continuò a tenersi in allenamento praticando regolarmente esercizi e arti marziali. Kirsten Dunst è invece la bella Mary Jane Watson. Questa rivelò in seguito che l’unico motivo che la spinse ad accettare la parte era la presenza di Maguire. Sostenuto il provino, ottenne la parte a solo un mese dall’inizio delle riprese.

Willem Dafoe è ancora oggi ricordato per il ruolo di Norman Osborn, alias Green Goblin. Questi rimase particolarmente affascinato dalla complessità del personaggio, e decise di interpretarlo senza ricorrere a controfigure. Egli si allenò infatti per poter eseguire quasi tutte le spericolate acrobazie previste, donando a Goblin un particolare linguaggio del corpo. James Franco, all’epoca ancora poco noto, aveva inizialmente sostenuto il provino per la parte di Peter Parker, ma Raimi decise di affidargli quella di Harry Osborn. Nel film sono poi presenti gli attori Rosemary Harris nei panni di May Parker, e il premio Oscar Cliff Robertson in quelli dello zio Ben. J. K. Simmons ha qui per la prima volta dato vita all’iconico J. Jonah Jameson, tra i suoi personaggi più celebri. Joe Manganiello ricopre invece il ruolo del bullo Flash.

Spider-Man: gli effetti speciali e il design dei costumi

Di particolare importanza, al momento di dar vita al film, era la realizzazione dei costumi di Spider-Man e di Green Goblin. Per il primo, si decise di applicare una sostanza aderente al corpo di Maguire, da cui poi modellare il costume. Ciò ha permesso di ottenere che questo esaltasse la muscolatura dell’attore. Per la maschera facciale, invece, vennero utilizzate delle particolari lenti dall’effetto riflettente e lievemente opaco. Furono realizzate diverse copie di tale costume, e molte di queste vennero rubate salvo essere poi fortunatamente ritrovate. Per Goblin, invece, fu lo stesso Dafoe a decidere il design del costume, ricercandone uno che gli permettesse di essere atletico e snello. La scelta ricadde infine sull’armatura infine effettivamente usata per il film

Per quanto riguarda gli effetti speciali, invece, la prima scelta ricadde sul far emettere le ragnatele direttamente dai polsi di Spider-Man, rinunciando dunque al lanciaragnatele artificiale. Ancor di più, però, si dovette ricorrere agli effetti speciali per tutte le acrobazie compiute dal protagonista, impossibili da eseguire anche per il più esperto degli stuntman. Tra le più complesse da riprodurre al computer vi furono naturalmente le sequenze in cui Spider-Man si destreggia tra gli edifici della città. A causa dei contrasti cromatici, infine, Spider-Man e Goblin vennero ripresi separatamente nel corso della pellicola, in quanto Spider-Man, col costume blu, aveva bisogno del green-screen mentre viceversa Goblin, col costume verde, girava col blu-screen

Spider-Man: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Spider-Man grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 26 febbraio alle ore 21:30 sul canale TV8.

Fonte: IMDb

Il male non esiste, recensione del film premiato alla Berlinale

Il male non esiste, recensione del film premiato alla Berlinale

Ci sono quelli che obbediscono e quelli che dicono No”. Con Il male non esiste, il regista iraniano Mohammad Rasoulof ha voluto porre l’accento su un fardello che ancora oggi opprime il suo paese: la pena di morte. Il tema è affrontato non dal punto di vista dei condannati, ma da quello degli esecutori. Un grosso interrogatorio di carattere etico sta alla base del lungometraggio: chi, in un regime dispotico, è veramente libero di scegliere?

Il film conquista la critica internazionale: nel 2020 è premiato a Berlino con l’Orso d’Oro. Scopriamo insieme perché Il male non esiste merita di essere visto.

Il male non esiste racconta quattro storie e quattro dilemmi morali

Il male non esiste è un film diviso in quattro capitoli che ruotano attorno al medesimo tema: l’esecuzione capitale. Ogni storia mostra la vita di un uomo che, costretto dal governo iraniano ad uccidere i condannati a morte, si è trova costretto a scegliere se obbedire o meno, influenzando inevitabilmente la propria vita.

Heshmat è un marito e un padre buono e dedito alla famiglia, ma adombrato per il lavoro che deve eseguire ogni notte. Puoya è un ragazzo che deve svolgere il servizio militare. È tormentato da un ordine dei superiori che mette a dura prova la sua morale. Anche Javad sta svolgendo il servizio militare. Per avere tre giorni di permesso – vuole andare a trovare la propria fidanzata per il suo compleanno, deve svolgere un compito tutt’altro che semplice. Bharam invece è un medico interdetto che da vent’anni vive isolato dal mondo e conserva un segreto enorme.

Nessuna reale possibilità di scelta

Tutti e quattro i personaggi si trovano a dover affrontare le conseguenze delle proprie azioni: c’è chi ha scelto di uccidere e chi ha rifiutato, ma per tutti la vita è diventata un inferno.

Chi ha obbedito, o continua ad obbedire, vive dilaniato dai sensi di colpa che, inevitabilmente, invadono tutto il bello che li circonda. Heshmat ad esempio, sembra un uomo così buono, con i vicini di casa, la moglie, la madre malata, la figlia: vive di giorno un’esistenza lodevole, quasi per depurarsi dal gesto che è costretto a ripetere tutte le notti. In ogni caso, la catarsi non funziona granché: un’ombra lo accompagna giorno e notte, rendendolo cupo e distante in ogni situazione, anche le più gioiose.

Tra chi ha detto ”No” c’è Bharam. Era all’università, studiava medicina e aveva una fidanzata. Da quando ha fatto la sua scelta, il governo iraniano gli ha reso la vita impossibile: Bharam ha perso la sua famiglia e la sua professione ed è costretto a vivere come un clandestino. Non può nemmeno ottenere la patente o le cure di cui ha bisogno.

Per il modo in cui vengono affrontate le singole storie, Il male non esiste riesce a toccare profondamente anche chi non è inserito nella società iraniana. Il dilemma morale è ben esplicitato, in tutta la sua complessità. Il racconto quasi didascalico delle vite dei personaggi permette di osservare le conseguenze delle scelte di ognuno. Mohammad Rasoulof affronta il dilemma in modo documentaristico: non esprime un giudizio sulle scelte dei protagonisti, ma espone semplicemente quattro possibili, e plausibili, storie.

Delicatezza e brutalità sono forze che coesistono ne Il male non esiste

C’è tanta delicatezza nel modo di raccontare scelto da Mohammad Rasoulof. Le musiche di Amir Molookpuor sono incantevoli e suggestive. Ricordano vagamente le sinfonie di Ennio Morricone nei film di Tornatore o di Sergio Leone, struggenti e orecchiabili allo stesso tempo, ma soprattutto perfettamente allineate all’intensità emotiva di ogni scena.

Il regista de Il male non esiste lavora tantissimo con le emozioni. I dialoghi sono semplici e sinceri, come anche le scene di vita rappresentate. La finzione è impercettibile: il lavoro svolto con la costruzione del mondo finzionale è così precisa che non si riesce a cogliere, se non nella bellezza delle immagini. Gli scenari mostrati sono variegati, ma tutti ci dicono qualcosa dell’Iran: ne vediamo le città caotiche, i carceri, l’entroterra rigoglioso ed edenico e le colline più aride.

Alcune inquadrature sono di una potenza espressiva rara: il montaggio parallelo è denso di significati simbolici, necessari per dare il senso di una storia che si affida molto poco ai dialoghi. In sostanza, Mohammad Rasoulof, da abile regista, si affida alle immagini e alle emozioni per raccontare qualcosa di estremamente sentito per lui e per il suo paese. Inutile dire che il risultato è eccezionale.

La pena di morte in Iran

Il male non esiste mostra una piaga sociale dell’Iran. Il paese è il primo stato al mondo per il numero di esecuzioni capitali: sono oltre 250 quelle avvenute nel 2021. Probabilmente i numeri sono più alti: non tutte le esecuzioni vengono comunicate ufficialmente. I condannati sono tendenzialmente detenuti incolpati di omicidio o di reati di droga, ma negli ultimi anni le esecuzioni hanno coinvolto anche attivisti politici ed esponenti delle minoranze etniche. Chi viene ucciso è spesso torturato per confessare i reati commessi. Inoltre, i processi sono frettolosi e coinvolgono anche i minorenni.

In una società in cui i diritti umani sono totalmente trascurati, ad andare al patibolo non sono solo i condannati a morte, ma anche i cittadini costretti a svolgere le uccisioni a nome del governo. Con Il male non esiste si è invitati a toccare con mano un problema ancora sentito in alcuni paesi del mondo: il film mette a dura prova la morale e l’etica di chi vive in un paese libero.

Benvenuti in casa Esposito, recensione del film di Gianluca Ansanelli

Benvenuti in casa Esposito è il nuovo film del regista Gianluca Ansanelli che, dopo aver diretto i due lungometraggi All’ultima spiaggia (2012) e Troppo Napoletano (2016) e con una lunga carriera da sceneggiatore alle spalle (Si accettano miracoli, Omicidio all’italiana e Chi ha incastrato Babbo Natale?, tra gli altri) ritorna in cabina di regia ispirandosi direttamente all’omonimo romanzo di Pino Imperatore, che racconta le avventure tragicomiche di una famiglia camorrista. Il film è attualmente disponibile su Amazon Prime Video; nel cast Giovanni Esposito, Antonia Truppo, Francesco Di Leva, Nunzia Schiano, Salvatore Misticone.

Un racconto umoristico che si apre alla speranza

Tonino non è credibile nei panni del boss camorrista e non riesce a farsi rispettare, né dalla sua famiglia né da quelli sui quali dovrebbe comandare. Così alla morte di suo padre l’eredità di capozona del rione Sanità non passa a lui ma a don Pietro De Luca, che cerca di tenerlo alla larga il più possibile dai suoi affari. La vicenda si complica quando la figlia di Tonino si innamora del figlio di un magistrato, incaricato di indagare proprio sui traffici illeciti di don Pietro.

Proponendosi come uno spaccato umoristico e al contempo crudele della Napoli contemporanea, Benvenuti in Casa Esposito riesce a mettere in risalto le mille contraddizioni dell’ambiente urbano, senza mai chiudere la porta alla speranza di un futuro migliore.

La sceneggiatura del film riesce a cogliere la fluidità di scrittura di Imperatore, confezionando un’atmosfera da tarantella napoletana che vive di ironia arguta e mai banale, giocando con i luoghi comuni tipici dell'”essere simpaticamente napoletani”. Benvenuti in casa Esposito non pretende mai di infarcire il filo narrativo con sottotrame o messaggi impliciti: lo scopo primario è il beffarsi della quotidianità, efficace proprio perché resa da una prospettiva parziale, lucida, tangibile.

Pur notandosi ingenuità rispetto alla scrittura di Imperatore, e prendendosi qualche licenza nel trattamento della storia principale, Benvenuti in casa Esposito risulta un prodotto di intrattenimento che fa della grande comicità napoletana il proprio fine. Si ride di gusto delle vicende bizzarre che accompagnano quotidianamente i membri della famiglia, ci si emoziona assecondando un messaggio di speranza per una città che non è mai rispecchiata veramente dai cliché delle fiction nostrani, dall’imperversare delle brutte notizie, da chi vuole controllare la città ma non la sta realmente abitando.

Benvenuti in Casa Esposito

Benvenuti in casa Esposito: le sfaccettature di una famiglia e dell’ambiente urbano

Con qualche strizzatina d’occhio a Totò e Troisi, è difficile rimanere indifferenti di fronte alla bravura di Giovanni Esposito, vero e proprio mattatore, ingenuo sciosciammocca, un boss totalmente inadeguato.

Giovanni Esposito è sicuramente una scelta di antieroe atipico per il cinema, con alle spalle una carriera di personaggi fortemente caratterizzati e di ruoli da non protagonista; questa prova attoriale, nello specifico, è da considerarsi il vero punto di luce del film, che riesce a convogliare la tenerezza e la goffaggine insite al personaggio, assieme all’intuizione che lo differenzia all’interno del nucleo familiare: Tonino scopre improvvisamente che c’è un’altra strada che nessuno gli aveva mostrato prima. Gli avevano dato un binocolo che mostrava solo la strada impervia della camorra e della criminalità, ma si accorge invece che c’è un posto in cui c’è spazio per la bontà del suo animo.

Il conflitto non è mai uniforme in Benvenuti in casa Esposito, così come non lo è la cosiddetta “buona famiglia”, al cui interno emergono differenti psicologie. Abbiamo la figlia di Tonino che mira a una precisa direzione, verso cui l’istruzione riveste una funzione salvifica e, dall’altra parte, ci sono i suoceri che, come molti napoletani, vivono la condizione di gente comune assuefatta a una situazione che devono (o vogliono) accettare così com’è. Il resto della famiglia sta nel mezzo: la moglie Patrizia, la suocera Assunta e il marito sono indolenti, accettano la vita così com’è, dato che è Tonino  quello che porta i soldi a casa; non sono criminali, ma non sono neanche buoni fino in fondo. Le divergenze si creano all’interno della stessa famiglia e sarà proprio questa commistione a condurre ad una scelta: alla fine, quello che conta è che il livello di istruzione della ragazza e la sua capacità di andare oltre sono così forti da portare anche il padre lontano.

E’ da questo comico e improbabile sodalizio che nascono gli episodi più esilaranti del film, per mettere alla berlina gli aspetti più cafoni e ridicoli della criminalità. Benvenuti in casa Esposito non riesce mai effettivamente a porsi sullo stesso livello del romanzo da cui è tratto, che è stato un vero e proprio caso letterario, scalando le classifiche grazie al passaparola e all’entusiasmo dei lettori di tutta Italia, nonché adottato da scuole, istituzioni pubbliche, associazioni antimafia, comitati civici e gruppi che si battono per la Legalità. L’intento della pellicola è altresì quello di divertire, consolidare un ulteriore tassello della commedia all’italiane, di quelle che riempiono le sale per le feste natalizie, con le imbranataggini e le avventure tragicomiche di Tonino Esposito.

Woody Harrelson: 10 cose che non sai sull’attore

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Woody Harrelson: 10 cose che non sai sull’attore

Woody Harrelson è uno di quegli attori che ha fatto la storia del cinema moderno con le sue innumerevoli ed iconiche rappresentazioni. Grazie al suo talento e alle sue capacità recitative, l’attore è riuscito a farsi apprezzare da diverse fasce di pubblico di tutto il mondo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Woody Harrelson.

Woody Harrelson: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film e serie. La carriera dell’attore è iniziata nel 1986 con il film Una bionda per i Wildcats. Successivamente recita in Pazzi a Beverly Hills (1991), Chi non salta bianco è (1992), Proposta indecente (1993), Assassini nati (1994), Verso il sole (1996) e Larry Flynt – Oltre lo scandalo (1996). In seguito, lavora in EdTV (1999), Terapia d’urto (2003), After the Sunset (2004), The Big White (2005), Non è un paese per vecchi (2007), Sette anime (2008), The Messenger (2009), Benvenuti a Zombieland (2009) e 2012 (2009). Tra i suoi ultimi lavori vi sono 7 psicopatici (2012), Hunger Games (2012), Now You See Me – I maghi del crimine (2013), Il fuoco della vendetta (2013), Hunger Games: La ragazza di fuoco (2013), Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1 (2014) e Parte 2 (2015), Now You See Me 2 (2016), Wilson (2017), Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2017), The War – Il pianeta delle scimmie (2017), Il castello di vetro (2017), Solo: A Star Wars Story (2018), Highwaymen – L’ultima imboscata (2019), Midway (2019), Zombieland – Doppio colpo (2019) e Venom – La furia di Carnage (2021). Inoltre, ha continuato a lavorare per il piccolo schermo in serie come Will & Grace (2001), True Detective (2014) e The Freak Brothers (2021).

2. È anche doppiatore, produttore e regista. L’attore non ha mai svolto solamente questa professione nel corso della sua carriera, ma anche sperimentato, ad esempio, il doppiaggio, prestando la propria voce per film come Free Jimmy (2006) e Free Birds – Tacchini in fuga (2013). In quanto produttore, invece, ha lavorato alla realizzazione del film Highwaymen – L’ultima imboscata (2019) e della serie True Detective (2014-2019). Inoltre, egli ha scritto, diretto, prodotto ed interpretato Lost in London (2017).

woody harrelson

Woody Harrelson in Hunger Games

3. Sono state introdotte delle accortezze. L’attore è notoriamente vegano e, quando viene mostrato Haymitch, il suo personaggio, intento a mangiare, egli è sempre inquadrato con dessert o verdure, oppure mentre beve. Ciò ha permesso all’attore di non dover venire meno alle sue regole etiche e allo stesso tempo di non dover rinunciare ad alcune scene importanti per la storia.

Woody Harrelson è Carnage in Venom

4. Non voleva doppiare il personaggio. Inizialmente Harrelson era riluttante a dare la voce a Carnage stesso, poiché era nervoso per come sarebbe stato percepito da fan e dai critici. L’attore aveva dunque suggerito al regista Andy Serkis, noto per i personaggi di Gollum e Cesare, di essere lui la voce della creatura, poiché particolarmente più esperto con questo tipo di personaggi. Serkis, tuttavia, era convinto che Harrelson avrebbe potuto svolgere un ottimo lavoro e lo spinse a sperimentare, convincendolo a dare lui voce a Carnage.

5. Ha personalmente curato il look del suo personaggio. Woody Harrelson ha avuto un grande potere decisionale circa il guardaroba del suo personaggio. Ha anche insistito sul fatto che i suoi capelli dovessero essere più realistici, poiché aveva particolarmente odiato la parrucca che gli era stata fatta indossare nella scena post-credits del primo film. Ai suoi occhi, infatti, questa risultava troppo stravagante e “un po’ amatoriale“.

Woody Harrelson e Matthew McConaughey

6. Ha accolto True Detective con entusiasmo. Quando gli è stato offerto il ruolo di Marty Hart, l’attore non ci ha pensato due volte ad accettare, sia perché sapeva come lavora la HBO, sia per il fatto che ci fosse il suo collega e grande amico Matthew McConaughey. I due, infatti, avevano già lavorato insieme in film EdTV e Surfer, Dude. Anche per True Detective i due si sono trovati in perfetta sintonia, costruendo insieme i loro rispettivi personaggi. Ancora oggi i fan lodano in particolare la chimica che c’è tra loro come una delle cose migliori della prima stagione.

woody harrelson

Woody Harrelson e il padre

7. Non ha saputo chi fosse veramente il padre fino all’adolescenza. Charles Harrelson, padre dell’attore, aveva abbandonato la famiglia quando Woody aveva appena sette anni. Tuttavia, cominciò a farsi un’idea di chi fosse suo padre a dodici anni, nel 1973, quando venne rivelato alla radio della sua condanna per l’omicidio di Sam Degelia. Woody scoprì così che il padre era un killer professionista.

8. Ha voluto stabilire un rapporto con suo padre. Dopo l’accusa per l’omicidio del giudice John H. Wood nel 1981, l’attore decise di andare a trovare suo padre in carcere, ristabilendo un rapporto padre-figlio che andava oltre gli omicidi da lui commessi e presunti (si vociferava anche che potesse essere stato lui ad uccidere John F. Kennedy nell’attentato a Dallas). I due continuarono a frequentarsi anche dopo il suo tentativo di evasione di Charles nel 1995 e fino alla sua morte, sopraggiunta in carcere nel 2007.

Woody Harrelson: chi è sua moglie

9. È sposato e ha un divorzio alle spalle. Alla fine di giugno del 1985, l’attore si era sposato con Nancy Simon, figlia di Neil Simon. Sebbene i due si siano sposati in Messico più per gioco che per vero amore, alla fine rimasero legalmente sposati fino all’anno successivo, per poi, inevitabilmente, divorziare. Nel 1987, invece, ha conosciuto Laura Louie, allora sua assistente: i due sono insieme da quell’anno e si sono sposati nel 2008. Dall’unione con la sua attuale seconda moglie, sono nate tre figlie: Deni Montana (nata il 5 marzo 1994), Zoe Giordano (nata il 22 settembre 1996) e Makani Ravello (nata il 3 giugno 2006).

Woody Harrelson: età e altezza

10. Woody Harrelson è nato il 23 luglio del 1961 a Midland, nel Texas. La sua altezza complessiva corrisponde a 177 centimetri.

Fonti: IMDb, Collider, The Sun

Il Padrino: dal 28 febbraio al 2 marzo evento al cinema per i 50 anni del capolavoro di Coppola

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“Sono molto orgoglioso de Il Padrino, che ha certamente definito la prima parte della mia vita creativa”, ha detto Francis Ford Coppola. “In questo tributo per il 50° anniversario, è gratificante celebrare questa pietra miliare con la Paramount insieme ai meravigliosi fan che lo hanno amato per decenni, alle giovani generazioni che lo trovano ancora attuale e a coloro che lo scopriranno per la prima volta.”

Il trailer de Il Padrino in versione restaurata

Il magistrale adattamento cinematografico di Coppola del romanzo di Mario Puzo racconta l’ascesa e la caduta della famiglia Corleone e la trilogia cinematografica è giustamente considerata come una delle più grandi della storia del cinema.  In preparazione del 50° anniversario dell’uscita originale del primo film, il 24 marzo 1972, la Paramount e la casa di produzione di Coppola, la American Zoetrope, hanno intrapreso un restauro scrupoloso di tutti e tre i film nel corso di tre anni.

Ogni sforzo è stato fatto per creare la migliore presentazione possibile per il pubblico di oggi, che può guardare i film usando una tecnologia che è progredita enormemente dal 2007, quando l’ultimo restauro è stato completato dall’eminente storico del cinema e conservatore Robert Harris.  Usando quel lavoro come modello, il team ha speso migliaia di ore per assicurarsi che ogni fotogramma fosse valutato per creare la presentazione più incontaminata rimanendo fedele all’aspetto originale dei film.

“Ci siamo sentiti privilegiati nel restaurare questi film e un po’ in soggezione ogni giorno che ci abbiamo lavorato”, ha detto Andrea Kalas, Vicepresidente Senior della Paramount Archives.

DETTAGLI DEL RESTAURO
– Oltre 300 cartoni di pellicola sono stati esaminati per trovare la migliore risoluzione possibile per ogni fotogramma di tutti e tre i film.
– Più di 4.000 ore sono state spese per riparare macchie di pellicola, strappi e altre anomalie nei negativi.
– Oltre 1.000 ore sono state spese per una rigorosa correzione del colore per assicurare che gli strumenti ad alta gamma dinamica fossero rispettosi della visione originale di Coppola e del direttore della fotografia Gordon Willis.
– Oltre all’audio 5.1 approvato da Walter Murch nel 2007, le tracce mono originali de Il padrino e Il padrino: Parte II sono state restaurate.
– Tutto il lavoro è stato supervisionato da Coppola.

Il Legionario gratis al cinema con Cinefilos.it, nuovi biglietti disponibili per Milano

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Cinefilos.it offre la possibilità di vedere al cinema, gratis, Il Legionario, il nuovo film di Hleb Papou con protagonisti Germano Gentile e Maurizio Bousso.

MILANO – Anteo Palazzo del Cinema – domenica 27 febbraio (5 biglietti x2)

I biglietti saranno validi per domenica 27 febbraio e potranno essere richiesti, fino ad esaurimento, inviando una email a [email protected] in cui andrà specificato che si sta chiedendo l’invito via CINEFILOS.

Gli orari delle proiezioni andranno consultati direttamente sui siti dei cinema.

I biglietti vengono distribuiti da una hostess all’ingresso del cinema a partire dalle 19,00, presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un documento di identità ed al Green Pass.

Il Legionario – il trailer del film

Red: la regista Domee Shi presenta il suo film targato Pixar

Red: la regista Domee Shi presenta il suo film targato Pixar

Dopo il recente successi di Luca, il cui percorso nella stagione dei premi è tutt’altro che concluso, la Pixar torna ora a proporre un nuovo lungometraggio che, similmente a quello appena citato, è incentrato sull’atto di crescere ed entrare in una nuova fase della propria vita. Il film è Red (il cui titolo originale è Turning Red, letteralmente “diventare rossi”) e la sua regista è Domee Shi, qui al suo primo lungometraggio ma già celebre per il cortometraggio Bao. Disponibile direttamente sulla piattaforma Disney+ a partire dall’11 marzo, la pellicola ha per protagonista la giovane Meilin Lee.

Meilin è una tredicenne sicura di sé e un po’ maldestra, con un solido gruppo di amiche, ottimi voti a scuola e un rapporto con la sua famiglia migliore rispetto alla media. Soprannominata Mei dalle sue amiche, la ragazza ha dunque tutte le ragioni per aspettarsi un roseo futuro nella sua carriera come studentessa delle medie e in generale nella vita. Ciò che non sa, però, è che qualcosa in lei sta per cambiare. Nel momento in cui un’antica maledizione (originariamente considerata una benedizione) di famiglia la travolgerà, Meilin si vedrà letteralmente trasformare, con conseguenze imprevedibili.

Red: la conferenza stampa del film

Ad aprire la conferenza stampa di presentazione del film, a Roma, è proprio la regista. “Mi sono sempre piaciute le storie di trasformazioni, da La metamorfosi di Kafka a Dr. Jekyll e Mr. Hyde. Tutte le mie storie hanno per protagoniste ragazze alle prese con il processo di crescita, – racconta Shima quella di Red ha sempre avuto un posto più speciale delle altre nel mio cuore. È così che mi sono presentata alla Pixar per proporla. Pensavo che dopo l’Oscar vinto per Bao sarebbe stato facile, invece ho comunque dovuto dar prova della forza della storia e dei suoi personaggi. È stato solo dopo un faticosissimo incontro che sono riuscita ad avere il via libero per realizzare il mio primo film”.

“Ho riportato nel film molte delle mie esperienze più imbarazzanti di me e della mia crescita. – continua poi la regista – Intorno ai tredici anni, come tutti, stavo vivendo una serie di cambiamenti. Il mio corpo cambiava, le mie emozioni cambiavano, cambiavano anche i miei rapporti con gli altri. È stato molto spaventoso all’epoca, ma poi comprendi che non tutti i cambiamenti portano cose negative. Ho riflettuto sul quel periodo e Red è stato il risultato di queste riflessioni”.

Red Pixar

Per un film tanto ricco di colori e trovate visive, inevitabile è la domanda sulle influenze in ambito registico che la Shi avverte come più importanti. “Tra le mie principali influenze come registi, – dichiara la regista – ci sono Edgar Wright, per il suo combinare in modo meraviglioso elementi visivi provenienti da culture diverse, ma anche Wes Anderson, per il suo uso dei colori, della composizione delle inquadrature. In Red c’è molto di loro.”

Guardando il film viene inoltre inevitabile chiedersi come mai sia stato scelto proprio il panda rosso come animale in cui la protagonista si trasforma. “Perché il panda rosso? – risponde la regista – Il loro rosso li rende perfetti come metafora per la pubertà. Si sposa sia con l’imbarazzo che con la rabbia e l’amore, tutti sentimenti che si esaltano nel momento in cui si entra in questa fase della crescita. E poi perché sono dolcissimi e non si sono mai visti spesso al cinema e in TV!”.

Infine, è da sottolineare come Red sia il primo lungometraggio della Pixar interamente ed esclusivamente diretto da una donna. Chiamata a commentare la cosa, la regista afferma che “i motivi forse sono quelli che ormai conosciamo tutti. Troppo spesso si dà poco credito alle idee di cineaste che, invece, avrebbero tanto da dire. Però ora alla Pixar ci sono molti film diretti da donne in fase sviluppo, quindi per fortuna il cambiamento sta arrivando”.

 

Halo l’attesa serie in arrivo su SKY e NOW

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Halo l’attesa serie in arrivo su SKY e NOW

Halo, l’attesissima serie originale Paramount+, sarà disponibile dal 24 marzo in streaming su NOW e on demand su Sky (in versione originale sottotitolata), prima del lancio di Paramount+ in Italia. Il 28 marzo partirà su Sky Atlantic nella versione in italiano.

Ambientata nell’universo narrativo creato per la prima volta nel 2001 con il lancio del primo “Halo” per Xbox, la serie mette in scena un epico conflitto del 26° secolo tra l’umanità e una minaccia aliena nota come Covenant.

La serie vede come protagonisti Pablo Schreiber (“American Gods”) nel ruolo del super soldato Master Chief; Natascha McElhone (“Californication”, “Hotel Portofino”, “Designated Survivor”) nei panni della dottoressa Halsey, brillante, tormentata e imperscrutabile creatrice dei super soldati Spartan; e Jen Taylor (serie di videogiochi “Halo“, RWBY) nei panni di Cortana, l’IA più avanzata nella storia umana e potenzialmente la chiave per la sopravvivenza della razza umana.

Nel cast anche Bokeem Woodbine (“Fargo”), Shabana Azmi (“Fire”), Natasha Culzac (“The Witcher”), Olive Grey (“Half Moon Investigations”), Yerin Ha (“Reef Break”), Bentley Kalu (“Avengers: Age of Ultron”), Kate Kennedy (“Catastrophe”), Charlie Murphy (“Peaky Blinders”) e Danny Sapani (“Penny Dreadful”). Si uniscono al cast nei panni di personaggi originali della serie anche Ryan McParland (“6Degrees”), Burn Gorman (“The Expanse”) e Fiona O’Shaughnessy (“Nina Forever”).

Halo è uno dei videogiochi più di successo di sempre ed è diventato un fenomeno di intrattenimento globale, con all’attivo più di 82 milioni di copie vendute in tutto il mondo e più di 6 miliardi di dollari di fatturato complessivo.

La serie è stata già rinnovata per una seconda stagione prima ancora del debutto della prima. Halo è prodotta da SHOWTIME® in associazione con 343 Industries, insieme a Amblin Television di Steven Spielberg. Produttore esecutivo è Steven Kane, assieme a Steven Spielberg, Darryl Frank e Justin Falvey per Amblin Television in collaborazione con 343 Industries, il regista Otto Bathurst e Toby Leslie per One Big Picture, e Kyle Killen e Scott Pennington per Chapter Eleven. Kiki Wolfkill, Frank O’Connor e Bonnie Ross sono i produttori esecutivi lato 343 Industries. La distribuzione internazionale della serie è affidata a Paramount Global Distribution Group.

Film nominati agli Oscar: opinioni e probabili vincitori

Film nominati agli Oscar: opinioni e probabili vincitori

Nella notte tra il 27 e il 28 marzo ci sarà la cerimonia di premiazione degli Oscar 2022 al Dolby Theatre di Hollywood, Los Angeles. Vediamo quali sono i film nominati e quale il possibile vincitore.

Grande attesa per la notte degli Oscar 2022, l’evento più amato da tutti gli appassionati di cinema del mondo. Il film con più nomination (12 in tutto) è Il potere del cane di Jane Campion (dato per possibile vincitore) mentre l’Italia è presente nella cinquina per il miglior film straniero con Paolo Sorrentino e il suo È stata la mano di Dio. Molte nomination anche per Dune, West Side Story, Belfast e King Richard (che racconta, con grande empatia e epicità, la storia di Richard Williams e delle sue figlie, Venus e Serena, le famose tenniste, le prime grandi campionesse di colore in uno sport privilegiato come il tennis).

Le scommesse sugli Oscar, fanno parte di quel settore di scommesse speciali che piacciono tanto agli appassionati. Infatti tantissimi giocatori puntano su questo o quel film proprio in concomitanza con quello che è l’evento più atteso della stagione cinematografica. Gli Oscar sono assegnati dall’Academy of Motion Pictures, Arts and Science (che ha più di 10mila membri) dal 1927. I migliori film candidati sono 10 mentre per le altre categorie abbiamo 5 possibilità di scelta.

I migliori film di quest’anno sono:

  • Belfast
  • I segni del cuore
  • Don’t look up
  • Drive my car
  • Dune
  • King Richard
  • Licorice Pizza
  • La fiera delle illusioni – Nightmare Alley
  • Il potere del cane
  • West side story

Drive my car, film giapponese, così come capitò a Benigni con La vita è bella, è nominato sia come “miglior film” che come “miglior film straniero”.

Il potere del cane: sensibilità e inadeguatezza nel profondo West

Jane Campion è una regista di grande sensibilità. Il successo del suo Lezioni di piano (film del 1993) è solo un esempio di quanto lei sia in grado di tirare fuori dalle sceneggiature e dagli attori che lavorano con lei. In questo caso parliamo di un film non facile, un dramma ambientato nel 1925 in un Montana di mandrie e di uomini duri. Due fratelli, uno straordinario Benedict Cumberbatch e il sensibile Jesse Plemons, devono gestire un ranch in Montana, tra vacche, pelli e antrace con cui combattere. Tutto cambia con l’arrivo di una donna e del suo unico figlio, introverso e sensibile.

Qui la trama si capovolge e ciò che sembrava essere chiaro fin dall’inizio si trasforma in tutt’altro. Il fratello più scorbutico mostrerà tutta la sua sensibilità e quel senso di inadeguatezza che lo ha portato a mascherare le sue fragilità nell’idea del macho. Il ragazzino, invece, che sembrava tanto impaurito e debole, tirerà fuori un lato spigoloso e psicologicamente potente. Ma fermiamoci qui.

Sorrentino: la sua Napoli conquista gli americani

Paolo Sorrentino racconta parte della sua vita e conquista gli americani, in un amarcord che raccoglie sensazioni di una Napoli anni Ottanta inebriata dall’arrivo di Maradona in città, visto già come un Dio. La pellicola racconta, in maniera romanzata, un dramma della vita del regista: i suoi genitori, infatti, hanno perso la vita in una banale fuga di gas nella casa in montagna. Una tragedia inaspettata che ha cambiato il corso degli eventi e ha, completamente, trasformato la routine di vita di Sorrentino. Maradona, come un vero deus ex machina, rappresenta, in pieno, il destino: il giovanissimo regista non si trovò con i genitori nel momento della morte perché era a vedere Diego allo stadio.

Da qui, da questo aneddoto potente e tragico, nasce l’idea di questa pellicola autobiografica in cui la sensibilità drammatica del giovane alter ego del regista si trova a raccontare la sua pazza famiglia e la sua crescita personale, tra tanti dubbi e tanta energia inaspettata. Napoli, poi, è da sempre luogo di storie e narrazioni fantastiche. Con i suoi misteri, gli occhi della sua gente, la sua musica, la sua allegria, la sua malinconia è, da sempre, una location perfetta per “raccontare”, ammaliando con una poesia difficilmente riscontrabile in altri luoghi in Italia. Così, Sorrentino dopo aver vinto un Oscar con la bellezza di Roma ci riprova con un omaggio a Napoli e alla sua vita che non è stata facile ma che è, da sempre, piena di fantasia e di personaggi fuori dal comune.

No Exit, recensione del film Star su Disney+

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No Exit, recensione del film Star su Disney+

Basato sull’omonimo romanzo di Taylor Adams, No Exit è la nuova produzione Hulu, per Starz, disponibile sulla piattaforma di Disney+ dal 25 febbraio 2022. Si tratta di un thriller ad alto tasso di adrenalina, ambientato completamente in un rifugio di montagna, in balia di una tempesta di neve. I colpi di scena sono assicurati.

No Exit, la trama

Darby è una ragazza che sembra avere dei problemi e che si mette in viaggio per raggiungere la madre malata in ospedale. Durante il percorso, però, viene costretta da una bufera di neve a fermarsi per la notte in un rifugio di montagna, dove passerà le ore di buio insieme ad altre persone, sconosciuti che, come lei, sono stati bloccati dal mal tempo. Cominciando a familiarizzare e a conoscersi, il gruppo di sconosciuti comincia ad esporsi e i vari personaggi cominciano a prendere forma sotto gli occhi di Darby, che è il nostro punto di vista e la nostra guida nella storia. Mistero, suspence e colpi di scena renderanno questa notte più movimentata di quanto la ragazza non avrebbe mai potuto immaginare.

Come lo stesso regista Damien Power ha avuto modo di dichiarare, l’adattamento da Adams mantiene già in fase di sceneggiatura i punti cardine del romanzo e soprattutto i tempi e il ritmo ad alta tensione. Questo si traduce in una pellicola che riesce a tenere l’attenzione dello spettatore, merito anche degli ottimi interpreti che portano a casa un discreto risultato per una storia così basica. 

La tensione costante è ottenuta anche grazie all’unità di tempo e spazio della storia, che si svolge tutta nel corso di una notte in un luogo isolato. Come sempre accade quando si ricostruiscono situazioni del genere, le dinamiche trai personaggi vengono forzate, per cui è più semplice che si diventi amici, avversari, amanti, ovvero che tra due o più personaggi si sviluppino sentimenti forti e polarizzati, tali da sostenere i toni della narrazione.

La storia semplice e i personaggi complicati

Non c’è sicuramente nulla di male nel mettere in scena una storia semplice, quello che invece No Exit fa bene è proprio mettere in scena questa storia semplice con un alto grado di coinvolgimento da parte dello spettatore, cadenzando sapientemente i colpi di scena e le rivelazioni che piano piano compongono un puzzle in cui l’essere umano non fa certo bella figura e in cui sembra spiccare, alla fine, soltanto la nostra eroina, Darby, al netto delle sue difficoltà e del suo percorso turbolento.

Uno dei personaggi più importanti del film è l’ambiente, la neve, la tempesta, la natura ostile che si fa teatro della vicenda, che la complica, la racconta, le consente di andare avanti e svilupparsi in maniera avvincente, il tutto sotto gli occhi attenti ma spaventati di Darby.

No Exit è un buon esempio di thriller che racchiude in sé elementi molto cari al genere, sia su carta che su pellicola, e riesce a rendersi anche indipendente dal romanzo di cui è adattamento consapevole. 

Occhiali Neri, recensione del nuovo film di Dario Argento

Occhiali Neri, recensione del nuovo film di Dario Argento

A distanza di 10 anni dall’uscita di Dracula 3D, il Maestro del Brivido Dario Argento torna a occupare le sale cinematografiche con il suo Occhiali Neri. Presentato in anteprima al festival di Berlino, il film vede come protagonisti Ilenia Pastorelli, Asia Argento e il giovanissimo Xinyu Zhang.

Occhiali neri: il ritorno di Argento a una tradizione più tenera

Un assassino seriale di prostitute colpisce a Roma strangolando le sue vittime con una corda per violoncello. Quando il killer attacca Diana (Ilenia Pastorelli), prostituta di lusso, l’omicidio fallisce ma la donna si ritrova a subire un incidente che la priverà della vista per sempre. Rita (Asia Argento), una volontaria conosciuta presso una comunità di non vedenti, la aiuta ad ambientarsi nella sua nuova vita. Nel frattempo, la polizia indaga per fermare l’assassino.

Con Occhiali Neri, Dario Argento torna a proporre nelle sale italiane un thriller all’italiana, caratterizzato da specificità registiche e impostazioni narrative a cui lo spettatore odierno non è più abituato: una trama semplice e che avanza logicamente, secondo la risoluzione di indizi ben individuabili ma incorniciati da una traccia sonora penetrante, che cerca di sovrastare l’impianto caricaturale della recitazione.

Secondo tecniche attoriali ben affinate nella scuola horror anni ’70/’80, il fulcro di un giallo vecchio stampo è da ricercare nella presenza attoriale, che ben distingue i personaggi principali dai comprimari; Ilenia Pastorelli è abile nell’inquadrare l’esuberanza di una donna abituata ad abitare gli spazi in maniera maestosa ed accattivante, e che ora dovrà imparare nuovamente a vivere, sorretta dall’affetto e astuzia di una figura fondamentale: il piccolo Chin. Vittima quasi inconsapevole ed intonsa dello stesso incidente che ha avuto conseguenze nefaste per Diana, l’innocenza e la tenerezza del bambino si riveleranno carte fondamentali per l’apertura narrativa del Maestro a sottotrame mai da lui esplorate: la risolutezza di un duo improbabile diviene linfa vitale nell’ottica di uno sviluppo narrativo ancorato a una grammatica della macchina da presa che, altrimenti, faticherebbe non poco a procedere col minutaggio.

Occhiali neri: un eclissi di modernità ma dalle intenzioni chiare

Dove Occhiali Neri dà il meglio di sé è nella messa in scena delle oscure atmosfere urbane che Dario Argento ha sempre saputo ritrarre perfettamente: il regista cattura egregiamente le sembianze di una Roma minacciosa, vuota e in parziale rovina, in attesa che un altro corpo cada a terra. La città viene sovrastata da un’eclissi perenne, vittima degli occhi di Diana che non vedono più allo stesso modo, o forse non hanno mai visto realmente, oscurati da un distanziamento individuale che la protagonista assume nella prima parte del girato.

Siamo di fronte a un’idea di giallo horror più minimalista e conflittuale piuttosto che formalmente feticista, che non mira tanto ad adattarsi alla contemporaneità del genere, piuttosto ad offrire un taglio inedito all’ultima parte di filmografia del Maestro, aperto a uno sguardo forse più indulgente nei confronti della complessità psicologica dell’essere umano (come dovrebbe confermare la prossima prova attoriale del regista nel nuovo film di Gaspar Noè, Vortex). Questo non si traduce nel tipo di regia goffa e impacciata che in tanti temevano, e che è spesso preponderante nelle “ultime opere” dei registi maestri: non siamo di fronte a una regia particolarmente notevole che, tuttavia, mostra qualche guizzo specialmente durante le scene d’azione e uccisione, piuttosto raccapriccianti.

Per scelta narrativa e stilistica, la mano di Dario Argento va in Occhiali Neri a toccare il cuore di una tenere ma poderosa alleanza: l’orrore risiede nel contrasto tra la gentilezza casuale ma significativa di Diana e del suo nuovo amico, contrapposta all’impulso distruttivo di un killer stereotipato, retaggio di una sincerità registica ormai obsoleta, che vive dei contrasti dicotomici tra i personaggio. Prevedibile nel suo svolgimento e nel trattamento delle sue pedine-personaggio, la posta in gioco è tanto più intimamente sentita quanto più la cinepresa si contorce attorno a Diana e a Chin, avviluppandoli nei meandri di una mente registica che forse ha perso la veracità di una volta, ma vuole continuare a fare cinema.

E’ la colonna sonora di Arnaud Rebotini a sancire ogni passaggio fondamentale della trama di Occhiali Neri, sempre nell’ottica di rimodellamento del thriller all’italiana tra le mani di Dario Argento, per non lasciare sfuggire personaggi e azioni dal controllo registico. Accettando implicitamente lo schema maestro-burattini, pur con maggior parvenza di autonomia in quest’ultimo film del Maestro, lo sguardo dello spettatore dovrà fluire assieme alle sonorità lugubri e affilate di Rebotini, alla scrittura innocua e logica di Argento e agli occhi di Daria, attrice di un dramma mai veramente scandagliato nella sua interiorità e che si sostanzia nella tradizione.

The Batman: una clip svela il volto dell’Enigmista

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The Batman: una clip svela il volto dell’Enigmista

In prossimità dell’uscita di The Batman, ecco una nuova clip dal film con Robert Pattinson nei panni del Cavaliere Oscuro. Nella clip vediamo finalmente il volto di Paul Dano, che interpreta il main villain del film, l’Enigmista.

https://twitter.com/TheBCEU/status/1496847053544062976?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1496847053544062976%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fthe-batman-movie-clip-riddler-face-paul-dano%2F

The Batman, il film

The Batman diretto da Matt Reeves uscirà nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia. Protagonisti del film insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

Due anni trascorsi a pattugliare le strade nei panni di Batman (Robert Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali, hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth (Andy Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini. Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino (Colin Farrell), Carmine Falcone (John Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista (Paul Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione che da tempo affliggono Gotham City.

Michael Keaton pubblica una foto in costume da Batman, dal set di Batgirl

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Michael Keaton, impegnato sul set di Batgirl in cui tornerà a interpretare Batman, ha pubblicato una bella foto sul suo account Instagram in cui è protagonista la sua ombra in costume, con le inconfondibili orecchie a punta. L’attore ha espresso grande gioia nel tornare nei panni del personaggio e lo ha già fatto per The Flash di Andy Muschietti, in cui comparirà accanto a Ben Affleck. Ecco la foto:

Batgirl è il film del 2022 di Adil El Arbi e Bilall Fallah con Leslie Grace, J.K. Simmons, Michael Keaton  e Brendan Fraser. È stato annunciato che Leslie Grace interpreterà Batgirl. Il suo precedente ruolo cinematografico è stato nell’adattamento della WB di In the Heights, acclamato dalla critica. Mentre la trama di Batgirl è ancora nascosta, il film vedrà J.K. Simmons torna nel ruolo del commissario Gordon, visto l’ultima volta in Justice League di Zack Snyder. Jacob Scipio partecipa al film in un ruolo non rivelato e Brendan Fraser interpreta il cattivo Garfield Lynns, noto anche come Firefly. Ivory Aquino si è unita al cast nel ruolo di Alysia Yeoh

Batgirl doveva essere diretto da Joss Whedon, regista di The Avengers e Avengers: Age of Ultron, nonché della versione cinematografica di Justice League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a “decifrare la storia”. Il film è diretto da Adil El Arbi e Bilall Fallah.

L’immagine e la parola 2022: uno sguardo al futuro e ai confini dell’audiovisivo

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Si terrà dal 12 al 13 marzo al PalaCinema di Locarno la nona edizione di L’immagine e la parola, l’evento primaverile del Locarno Film Festival. L’iniziativa quest’anno sarà dedicata al futuro delle immagini in movimento e ai territori di frontiera dell’audiovisivo. Per l’occasione, Michelangelo Frammartino presenterà in anteprima svizzera il suo ultimo lavoro, Il buco (2021), con la fotografia di Renato Berta.

Alberto Barbera, direttore della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il professor Kevin B. Lee, lo scrittore e autore Bepi Vigna e il regista Stefano Knuchel, di cui sarà proposto Hugo in Argentina (2021), saranno gli altri ospiti con cui ci si interrogherà sulle nuove frontiere del cinema e della creazione. Il programma sarà arricchito da proposte formative rivolte alle giovani generazioni, con le attività di Locarno Kids e la Spring Academy.

Alla sua nona edizione, L’immagine e la parola si prepara a guardare avanti, riscoprendosi evento completamente dal vivo, in cui il pubblico potrà tornare a essere protagonista nella casa ticinese della settima arte, il PalaCinema di Locarno. Marzo sarà anche il mese che il Locarno Film Festival intende dedicare al futuro, e dunque il consueto appuntamento sarà arricchito da nuove iniziative legate alla riflessione sull’avvenire dell’audiovisivo e il coinvolgimento delle giovani generazioni.

Sabato 12 marzo alle ore 14.00 il “Locarno Film Festival Professor for the Future of Cinema and Audiovisual Arts” all’Università della Svizzera italiana (USI), Kevin B. Lee, terrà una masterclass dedicata al cinema all’ epoca di Netflix, seguita dalla proiezione del film di animazione Bombay Rose di Gitanjali Rao (2019), distribuito proprio dalla popolare piattaforma. Alle 18.30 il direttore artistico del Locarno Film Festival Giona A. Nazzaro si confronterà sul futuro dei festival cinematografici con un ospite d’eccezione, Alberto Barbera, direttore della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. All’incontro seguirà la proiezione, in anteprima svizzera, di uno dei titoli più entusiasmanti visti in laguna nel 2021: Il buco di Michelangelo Frammartino, vincitore del Premio speciale della giuria, fotografato dal maestro della luce bellinzonese Renato Berta. L’opera, capace di sondare i limiti dell’immagine cinematografica, a partire dal racconto della più grande impresa speleologica italiana di tutti i tempi, sarà presentata dal regista e dalla co-autrice Giovanna Giuliani. All’insegna delle scoperte avventurose sarà anche il programma di domenica 13 marzo, con il film Sasha e il Polo Nord (Tout en haut du monde, di Rémi Chayé, 2015), presentato nell’ambito dei Locarno Kids Screenings in collaborazione con Cinemagia, e, alle 10.30, con la masterclass di Michelangelo Frammartino, in collaborazione con il CISA e moderata dal direttore della fotografia de Il buco,Renato Berta. Alle 16.00, con il regista Stefano Knuchel ci si addentrerà nel linguaggio del fumetto, in un incontro con il creatore di Nathan Never Bepi Vigna dal titolo “La formazione di un artista”. Seguirà la proiezione del documentario di Knuchel Hugo in Argentina, nuova tappa di un meraviglioso viaggio cinematografico sulle tracce di Hugo Pratt, di cui Vigna ha raccontato la biografia nel volume La ballata di Hugo (2021).

Proiezioni e incontri della nona edizione de L’immagine e la parola sono gratuiti e non occorre la prenotazione. Anche le masterclass sono gratuite previa iscrizione obbligatoria, che può essere fatta online.

Le modalità di accesso all’intero programma saranno in linea con le disposizioni federali in merito alle sale cinematografiche e agli eventi al chiuso al momento della manifestazione.

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