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10 musicisti/attori che sono stati candidati agli Oscar

10 musicisti/attori che sono stati candidati agli Oscar

Anche se la transizione dall’esibizione sul palco al grande schermo potrebbe risultare naturale per un musicista, solo pochi sono riusciti a guadagnarsi il plauso della critica per le loro performance e premi prestigiosi come nomination agli Oscar.

Da Britney Spears a Keith Richards, molti musicisti hanno sperimentato la recitazione sul grande schermo; proprio grazie alla loro inclusione nel cast, molti film hanno attirato in massa il pubblico nelle sale, ma non sono stati necessariamente elogiati dalla critica: ci vuole veramente il ruolo perfetto per riuscire in performance memorabili, che stupiscano il pubblico. Vediamo assieme chi sono stati i 10 musicisti che hanno ricevuto una nomination agli Oscar per le loro interpretazioni da attori.

Frank Sinatra (1954, 1956)

Il primo viaggio di Frank Sinatra verso gli Oscar fu nel 1954 quando venne nominato per il suo ruolo di supporto nel dramma di guerra di Fred Zinnemann Da qui all’eternità. Nel film, Sinatra interpretava il soldato Angelo Maggio, un membro dell’esercito americano che assiste all’attacco a Pearl Harbour.

Sinatra consolidò ulteriormente la sua immagine da attore più avanti, quando venne nominato come migliore attore per la pellicola L’uomo dal braccio d’oro nel 1956: candidato in tre categorie, il film è incentrato su Frankie Machine, un tossicodipendente e detenuto che lotta per rimanere pulito dopo essere stato rilasciato dalla prigione.

Barbra Streisand (1969, 1974)

barbra streisand oscarCon molteplici Emmy, Grammy e Oscar vinti, oltre a un Tony, Barbra Streisand è una delle artiste più premiate di sempre a Hollywood. Dal palco allo schermo, la Streisand ha sempre stupito il pubblico con la sua grande voce e il suo grande cuore.

La sua prima nomination all’Oscar come migliore attrice è arrivata nel 1969 per la sua interpretazione di Franny Brice in Funny Girl. Il film segue la vita di Brice, una star del cinema e comica che vive a New York. Nel film, la Streisand si esibisce in diversi numeri musicali, tra i quali spicca “Don’t Rain On My Parade“, canzone che ha messo definitivamente in mostra la sua vocalità impressionante.

Diana Ross (1973)

diana ross oscarMeglio conosciuta come membro del gruppo canoro The Supremes, e per successi da solista come “Ain’t No Mountain High Enough“, il primo ruolo da attrice di Diana Ross fu nel 1972 in Lady Sings the Blues, performance che l’avrebbe portata a conseguire una nomination agli Oscar come miglior attrice.

Nel film, Ross ritrae l’iconica cantante jazz Billie Holiday: lo stimato critico Roger Ebert definì la sua interpretazione come una delle migliori dell’anno. Tuttavia, la Ross alla fine perse il premio a favore di un’altra grandissima attrice e cantante: Liza Minelli.

Cher (1983, 1987)

cher oscarQuando le fu offerto il primo ruolo importante al cinema, come operaia in un impianto di produzione di combustibile nucleare, Cher non era estranea all’occhio della telecamera. Dal 1971 al 1974 ha avuto il suo sketch show personale, The Sonny and Cher Comedy Hour, oltre a ruoli in un paio di film ed episodi televisivi.

In Silkwood di Mike Nichols, Cher recitava accanto al due volte premio Oscar Meryl Streep. Dopo la sua nomination, Cher è apparsa in altri 2 film candidati all’Oscar prima di ricevere la statuetta come miglior attrice per Moonstruck: il suo ruolo nel film è iconico e dinamico e nessuno ha mai più dato uno schiaffo in faccia a Nicholas Cage alla maniera iconica di Cher.

Queen Latifah (2003)

Prima di essere un’attrice, Queen Latifah è stata un’artista hip-hop e rap di successo; dall’inizio della sua carriera musicale alla fine degli anni Ottanta, Latifah ha pubblicato 7 album in studio e ha vinto 1 Grammy.

Nel 2003 ha recitato nella pellicola Chicago di Rob Marshall, basata sull’omonimo musical di Broadway. Per il suo ruolo della direttrice della prigione Matron Mama Morton, Latifah ha ricevuto una nomination all’Oscar come miglior attrice non protagonista, perdendo alla fine contro la sua co-star Catherine Zeta-Jones. Anche se Latifah ha dimostrato le sue capacità recitative e vocali, ZetaJones ha sicuramente colpito nel segno in Chicago nel ruolo di Velma Kelly.

Will Smith (2002, 2007)

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© The Pursuit of Happyness / Columbia Pictures

La carriera di Will Smith è passata senza soluzione di continuità dalla radio alla televisione, al cinema. Dopo aver iniziato la sua carriera nel duo hip-hop DJ Jazzy Jeff & the Fresh Prince, Smith ha ottenuto un suo show televisivo (Willy il principe di Bel Air) prima di ottenere i ruoli cinematografici che lo avrebbero reso uno degli attori più richiesti di Hollywood.

Anche se la sua carriera ha avuto alti (Men in Black) e bassi (Focus), i suoi ruoli in Ali (2001) e La ricerca della felicità (2006), e le successive nomination, hanno dimostrato che Smith possiede davvero grandissime capacità attoriali.

Jennifer Hudson (2007)

jennifer-hudson-oscarLa storia della carriera di Jennifer Hudson è un misto di favola e vendetta: dopo essere stata cacciata da American Idol nel 2004, uno shock per molti spettatori, la Hudson si è ripresa con il suo primo ruolo da attrice nel musical Dreamgirls di Bill Condon. Nel film, che è basato sull’omonimo musical di Broadway, la Hudson interpreta Effie White, un membro del gruppo soul delle Dreamettes.

Non solo la Hudson ha tenuto testa musicalmente alla superstar del pop Beyoncé, ma ha anche regalato al pubblico una performance stellare che ha entusiasmato critici e spettatori. Il 25 febbraio 2007 è salita sul palco della 79esima edizione degli Academy Awards per ritirare il premio come miglior attrice non protagonista.

Mark Wahlberg (2007)

mark-wahlberg-the-departedMark Wahlberg, noto anche come Marky Mark, ha dato un’interpretazione eccezionale nel ruolo dello spregiudicato sergente maggiore Sean Dignam nel dramma criminale di Martin Scorsese The Departed. Anche se l’Oscar al migliore attore non protagonista quell’anno andò ad Alan Arkin, la performance di Wahlberg è sicuramente uno dei punti di forza del film.

Nominato per 5 Oscar in totale, The Departed se ne è portati a casa quattro: Miglior film, Miglior regista, Miglior sceneggiatura non originale e Miglior montaggio. Dell’intero cast, che includeva i grandi attori Jack Nicholson e Leonardo DiCaprio, Wahlberg è stato l’unico attore a ricevere una nomination.

Mary J. Blige (2018)

Con ben 9 Grammy Awards vinti, Mary J. Blige ha guadagnato le sue prime nomination agli Oscar sia per la performance che per la colonna sonora del dramma storico Mudbound. Ambientato nel Mississippi dopo la seconda guerra mondiale, il film segue due soldati neri che affrontano pregiudizi e razzismo quando tornano a casa.

Nel 2018, Mudbound ha battuto diversi record agli Academy Awards: Blige è diventata la prima donna nera a ricevere più nomination agli Oscar in un anno, mentre Dee Rees è diventata la prima donna nera ad essere nominata per la migliore sceneggiatura non originale. Inoltre, anche la direttrice della fotografia del film, Rachel Morrison, è diventata la prima donna ad essere nominata per la migliore fotografia.

Lady Gaga (2019)

A Star Is BornNel 2019, Lady Gaga è stata nominata come migliore attrice protagonista nell’adattamento del musical A star is Born, diretto, scritto e interpretato da Bradley Cooper. Nel film, interpreta Ally, una musicista in difficoltà che inizia una relazione professionale e personale con un famoso cantante. Seppur Gaga non abbia trionfato come migliore attrice protagonista, si è portata a casa un Oscar per la miglior canzone originale, Shallow.

Con il grande fermento che circonda il suo ruolo di Patrizia Reggiani in House of Gucci di Ridley Scott, Gaga potrebbe ritrovarsi ancora una volta in lizza per la candidatura alla migliore attrice protagonista agli Oscar 2022.

Peacemaker: clip esclusiva dalla serie con John Cena

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Peacemaker: clip esclusiva dalla serie con John Cena

Dopo il trailer ecco una gustosissima clip di Peacemaker, l’attesa serie tv creata da James Gunn per il servizio di streaming.

Peacemaker, la serie tv

Peacemaker è la serie tv creata da James Gunn per il servizio di streaming HBO Max e si basa sull’omonimo personaggio della DC Comics. Lo show è la primaserie televisiva del DC Extended Universe (DCEU) e spin-off del film del 2021 The Suicide Squad. La serie tv è ambientata dopo gli eventi di The Suicide Squad (2021), ed esplora le origini di Peacemaker e le sue successive missioni.

In Peacemaker protagonisti sono John Cena come Christopher Smith / Peacemaker: un killer spietato che crede nel raggiungimento della pace ad ogni costo. Lo showrunner James Gunn ha descritto il personaggio come un “supereroe/supercattivo/[il] più grande coglione del mondo”. Steve Agee come John Economos: il direttore del penitenziario di Belle Reve e un aiutante di Amanda Waller. Danielle Brooks è Leota Adebayo. Gunn l’ha descritta come una co-protagonista della serie con una visione politica diversa da quella di Peacemaker.  Robert Patrick come Auggie Smith: il padre di Peacemaker.  Jennifer Holland come Emilia Harcourt: un agente della NSA che è un aiutante di Amanda Waller.  Freddie Stroma come Adrian Chase/Vigilante : un procuratore distrettuale e combattente del crimine che può guarire rapidamente dalle ferite.  Chukwudi Iwuji come Clemson Murn.

Spider-Man: Accross the Spider-verse, il first look del film con Miles Morales!

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Nella notte tra il 4 e il 5 dicembre, la SONY ha diffuso il primo emozionante first look di Spider-Man: Accross the Spider-verse, sequel dello strepitoso Spider-Man: into the Spider-verse, uscito da noi con il titolo di Spider-Man: Un Nuovo Universo e atteso vincitori del premio Oscar come miglior film d’animazione.

Nel breve filmato vediamo Spider-Gwen, sempre più cool, che fa visita a Miles Morales e lo trascina attraverso il multiverso!

Spider-Man: Accross the Spider-verse – first look

Il fatto che il first look sia uscito pochi giorni prima rispetto a Spider-Man: No Way Home, potrebbe avallare le teorie che vorrebbero una comparsa anche di Miles Morales nel film con Tom Holland.

Spider-Man: Accross the Spider-verse arriverà il 7 ottobre 2022 al cinema negli USA.

Sony Pictures Animation ha ingaggiato Joaquim Dos Santos (Voltron: Legendary Defender, La leggenda di Korra), il candidato all’Oscar Kemp Powers (Soul) e Justin K. Thompson (Piovono polpette) per dirigere il film, utilizzando una sceneggiatura scritta da Phil Lord e Chris Miller (che tornano anche come produttori insieme a Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg) in collaborazione con David Callaham (Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli, Wonder Woman 1984).

Non è stato ancora confermato, ma sia Shameik Moore che la candidata all’Oscar Hailee Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro voci nel primo film, tra cui Jake Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez, Zoë Kravitz, John Mulaney e Kimiko Glenn.

Eddie the Eagle: la storia vera dietro il film con Taron Egerton

Eddie the Eagle: la storia vera dietro il film con Taron Egerton

Sono molti i casi in cui cinema e sport hanno incrociato il loro percorso, e il più delle volte è stato per raccontare le vite di alcuni dei più grandi atleti di sempre. Personalità che con le loro capacità hanno scritto pagine importanti della storia dello sport. Da Race – Il colore della vittoria a Tonya, si può ritrovare in quest’elenco anche il recente Eddie the Eagle – Il coraggio della follia, film diretto nel 2016 da Dexter Fletcher. La storia in questo narrata è quella di Eddie Edwards, il primo atleta a rappresentare il Regno Unito alle Olimpiadi nella disciplina del salto con gli sci. Una vicenda vera, qui affrontata con un misto di commedia e grandi sentimenti.

Prodotto dalla 20th Century Fox, il film celebra così tale episodio avvalendosi di grandi attori, location mozzafiato e una grande colonna sonora. Presentato al Sundance Film Festival, Eddie the Eagle ha guadagnato buone recensioni, per un promettente incasso in sala. Questo si è in realtà rivelato piuttosto modesto, con un risultato globale di circa 46 milioni a fronte di un budget di 23. Questo ha però ricevuto l’approvazione del vero Edwards, il quale si è dimostrato soddisfatto del risultato e dell’interpretazione data di lui.

Eddie the Eagle è oggi un film da riscoprire, il titolo giusto per una visione spensierata ma in cerca di buon intrattenimento. Prima di intraprendere questa, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative al film. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia di Edwards. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo, grazie a cui sarà possibile fruire del film.

Eddie the Eagle: la trama del film

La storia è quella di Eddie Edwards, il quale sin da bambino sogna di diventare un atleta olimpico. Nel corso della sua crescita si vedrà supportato dalla madre e osteggiato dal padre, arrivando infine a voler gareggiare ai Giochi olimpici invernali nella categoria del salto con gli sci. Il Regno Unito non partecipa a questa disciplina da oltre 60 anni, e Eddie vuole interrompere tale mancanza. Per riuscire nel suo intento, però, dovrà allenarsi duramente e acquisire capacità a lui ancora sconosciute. Ad aiutarlo ci sarà il battipista alcolizzato Bronson Peary, il quale era però un tempo una promessa di quello sport. Con i suoi incoraggiamenti e insegnamenti, Eddie si sentirà sempre più vicino al realizzare il suo sogno.

Eddie the Eagle storia vera

Eddie the Eagle: il cast del film

Per dar vita ad Eddie Edwards gli autori del film ricercarono un attore in grado di poter sostenere sia scene comiche che scene dal maggior impegno fisico. La scelta ricadde sul giovane Taron Egerton, il quale aveva già dimostrato tali capacità nel film Kingsman – Secret Service. Per dare vita al personaggio, egli dimostrò qui anche di essere un abile trasformista, acquisendo peso, modificando il proprio accento e sfoggiando tutte le particolarità fisiche del vero Edwards. Egli incontrò inoltre il vero sciatore, ricevendo da lui diversi consigli su come affrontare alcune delle scene più emotivamente complesse. Fondamentale per Egerton fu anche imparare realmente a sciare, così da poter personalmente interpretare alcune delle scene in cui tale attività è prevista.

Il personaggio di Bronson Peary ha invece il volto e il corpo di Hugh Jackman. Questi non è ispirato ad una persona realmente esistita, e così l’attore ebbe modo di costruire la personalità di Peary a proprio piacimento. Ad attrarlo fu proprio la possibilità di dar vita ad un personaggio cinico ed emotivamente complesso. Il premio Oscar Christopher Walken interpreta qui Warren Sharp, celebre campione e allenatore della disciplina qui trattata. Per l’occasione, egli si è sottoposto anche ad un ringiovanimento in CGI, dettaglio richiesto per alcune scene ambientate nel passato del personaggio. Jim Broadbent è presente nei panni di un commentatore della BBC, mentre Iris Berben dà vita a Petra, la donna che gestisce il bar del centro sportivo e che aiuterà Eddie nella sua impresa.

Eddie the Eagle: la vera storia dietro il film

Quando il vero Edwards fu informato della realizzazione di un film sulla sua storia, fu anche avvisato che questo avrebbe raccontato solo in minima parte la realtà degli eventi. La sua vera storia ha inizio nel momento in cui, per poter realizzare il suo sogno di competere alle Olimpiadi, decise di allenarsi nel salto con gli sci. Appassionato sciatore, egli sapeva infatti che tale disciplina gli avrebbe garantito una più facile qualificazione, dal momento che da oltre 60 anni non vi era nessun saltatore britannico in attività. Sfruttando i regolamenti del Comitato Olimpico Internazionale, che in quel periodo garantivano a ogni Paese la possibilità di iscrivere almeno un rappresentante in ogni gara, Edwards apprese i rudimenti della disciplina e si allenò per due anni, in vista dei giochi di Calgary del 1988.

Egli partiva però svantaggiato dal suo peso corporeo eccessivo, dalla mancanza di un sostegno economico e dalla sua grave ipermetropia, che lo costringeva ad indossare occhiali dotati di lenti molto spesse. Ottenuta la convocazione olimpica, egli poté prendere parte alla gara del trampolino normale K70, con mezzi ricevuti in dono dalle altre squadre gareggianti. Eddie realizzò due salti da 55 metri, classificandosi all’ultimo posto con un punteggio di 69,2. L’atleta prima di lui ottenne un punteggio di 140,4. Il suo caso destò però particolare curiosità, e la mancanza di successo nonostante avesse concretizzato il suo sogno commesse il pubblico di tutto il mondo. Fu in questa occasione che si guadagno il soprannome di “Eagle” (aquila). In seguito, però, le regole di qualificazione vennero inasprite, impedendo dunque che si presentassero degli emulatori.

Eddie the Eagle: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Eddie the Eagle è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato 4 dicembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood

Dragon Trainer: libro, cast e personaggi del film d’animazione

Dragon Trainer: libro, cast e personaggi del film d’animazione

Acclamato primo capitolo di una trilogia d’animazione della DreamWorks Animation, Dragon Trainer ha negli anni conquistato generazioni di spettatori da tutto il mondo con le sua storia ricca di magia ed emozioni. Questo è poi diventato un vero e proprio franchise grazie a cortometraggi, serie televisive, fumetti, videogiochi e molto altro. Ciò a conferma di quanto, dal 2010 ad oggi, Dragon Trainer sia ormai entrato a far parte dell’immaginario comune, affermandosi come uno dei migliori prodotti d’animazione degli ultimi anni.

Il primo film venne tratto dal romanzo Come addestrare un drago, pubblicato nel 2003 da Cressida Cowell. Tuttavia, nell’approcciarsi alla sceneggiatura, i registi Chris Sanders e Dean DeBlois decisero di distaccarsi dalla trama originale per dare al film un tono più maturo. Diverse differenze sono così state apportate rispetto al testo di partenza, e queste si sono poi rivelate decisive per il grande successo del film. Molto apprezzato, infatti, è stato il processo di crescita che porta il protagonista dall’essere un recalcitrante guerriero ad un valoroso esperto di draghi.

Una volta terminato e svelato al mondo, il film ha ricevuto numerosi onori, tra cui anche la nomination come miglior film d’animazione al premio Oscar. Particolarmente entusiasti sono anche i pareri della critica, che hanno indicato  Dragon Trainer come uno dei film animati più entusiasmanti degli ultimi anni. Anche da un punto di vista del box office il film ha ottenuto ottimi riscontri, guadagnando complessivamente a livello mondiale oltre 494 milioni di dollari a fronte di un budget di 165. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile scoprire le principali curiosità relative al cast, ai personaggi e alle differenze con il romanzo da cui il film è tratto.

Dragon Trainer: la trama del film

Il film introduce lo spettatore alla storia dell’adolescente vichingo Hiccup. Questi vive sull’isola di Berk, dove si è stabilita una comunità di vichinghi. Qui, l’occupazione principale è combattere e uccidere i draghi che infestano il luogo. La gracilità e l’intelligenza del giovane, però, lo rendono un soggetto fuori dalla norma. Egli, infatti, mal si concilia con gli ideali della sua tribù e del suo capo, nonché padre, Stoick l’Immenso. Per questo motivo, il ragazzo viene spesso emarginato da tutti e ritenuto incapace di confrontarsi con i draghi.

Hiccup si ritrova tuttavia incluso nel “corso anti-drago”, insieme ad altri valorosi giovani vichinghi di nome Astrid, Moccicoso, Gambedipesce, e i due gemelli Testa Bruta e Testa di Tufo. Per Hiccup questa è l’occasione di dimostrare il suo valore, ma nell’incontro con un drago Furia Buia egli scoprirà un nuovo punto di vista sul mondo che lo circonda. Con il tempo, il giovane stringe una solida amicizia con il drago, arrivando a rinominarlo Sdentato e ad addestrarlo per essere cavalcato. Questo rapporto, però, se scoperto potrebbe causare numerosi guai ai due.

Dragon Trainer: il cast e i personaggi del film

Per dar voce ai personaggi presenti nella trilogia, la DreamWorks si è affidata negli anni ad alcuni tra gli attori più noti di Hollywood. A dar voce al personaggio di Hiccup, protagonista dei film, è l’attore Jay Baruchel, noto per aver recitato in Million Dollar Baby e Tropic Thunder. Grazie a tale trilogia, egli ha avuto modo di acquisire ulteriore popolarità. Accanto a lui, si sono susseguiti nomi come America Ferrera, che dà voce ad Astrid Hofferson, Gerard Butler, nei panni di Stoick L’Immenso, Jonah Hill, in quelli di Moccioso JorgensonT. J. Miller, per Testaditufo Thorston, David Tennant, per Stizzabifolco Jorgenson, e Kristen Wiig per Testabruta Thorston.

Nel film sono inoltre presenti una serie di diverse tipologie di draghi, ognuno con le proprie caratteristiche e la propria inimitabile personalità. Il principale di questi è Sdentato, appartenente alla specie nota come Furia Buia. Si tratta di un drago interamente di color nero, con grandi ali che gli conferiscono una grandissima velocità in volo. L’arma segreta di questi, però, è la potenza di fuoco, una miscela semisolida di ossigeno e acetilene che esplodendo provoca un impatto talmente forte da poter distruggere ogni cosa. Il drago Tempestosa, cavalcato da Astrid, è invece un Uncinato Mortale. Di indole aggressiva, questa tipologia sfoggia inconfondibili squame dai colori brillanti. Infine, particolarmente memorabile, è il drago antagonista, appartenente alla specie nota come Morte Rossa. Egli è il più mostruoso e gigantesco tra tutti i draghi, dotato di sei occhi e di una corazza indistruttibile.

Dragon Trainer cast

Dragon Trainer: le differenze tra il libro e il film

Come anticipato, diverse sono le trasformazioni operate nella storia originale. Questa era infatti stata giudicata troppo “dolce” e “capricciosa” dai due registi, che aspiravano invece a realizzare un’opera di formazione più matura. Di conseguenza, le caratteristiche dei personaggi sono state modificate per una resa più in linea con la nuova direzione del progetto. Anche il personaggio del drago Sdentato è stato completamente rivisto. Nel libro, infatti, esso è estremamente piccolo. Per il film, invece, le sue dimensioni sono state aumentate affinché Hiccup potesse cavalcarlo.

Infine, nel ricercare un tono più adulto, i registi decisero che i protagonisti non potevano rimanere illesi dalle battaglie intraprese. Ciò sarebbe infatti stato controproducente con quanto ricercato. Per questo motivo, in particolare il personaggio di Hiccup si ritrova gravemente ferito, richiedendo l’amputazione della sua gamba. Tale mancanza si sposava con quella del suo drago Sdentato, il quale era privo dell’ala posteriore. Dalle reciproche ferite i due riescono così a divenire l’uno la forza dell’altro, dando ulteriore forza al tema dell’amicizia.

Dragon Trainer: il trailer e dove vedere il film in streaming

Per gli appassionati del, o per chi deve ancora vederlo e desidera farlo, è possibile trovare Dragon Trainer su alcune delle principali piattaforme streaming presenti sul Web. Tra queste si annoverano Netflix, Amazon Prime Video, Rakuten TV, Infinity, Microsoft Store, Google Play, Now Tv, Chili Cinema e Apple iTunes. Per usufruirne, in base alla piattaforma prescelta, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare semplicemente il singolo film. A questo punto sarà possibile vedere i film in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione sabato 4 dicembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

La Ruota del Tempo: la recensione degli episodi 4 e 5

La Ruota del Tempo: la recensione degli episodi 4 e 5

Se i primi tre episodi di La Ruota del Tempo avevano gettato le basi del racconto, con il quarto e il quinto si entra ora nel vivo dell’avventura. Intitolati Il Drago Rinato e Sangue chiama Sangue, questi da una parte sviluppano il percorso intrapreso dai personaggi e dall’altra approfondiscono la filosofia alla base della storia. Come noto, la serie è basata sull’imponente ciclo letterario ideato da Robert Jordan, scritto nel corso di vent’anni e completato da Brandon Sanderson in seguito alla scomparsa dello scrittore, avvenuta nel 2007. Si tratta di un corpus letterario composto da 14 romanzi, ognuno non inferiore alle 800 pagine, cosa che fa di questo uno dei maggiori racconti fantasy degli ultimi decenni.

Grazie allo showrunner Rafe Judkins La Ruota del Tempo ha infine ottenuto la sua trasposizione audiovisiva, con una prima stagione composta da 8 episodi ed una seconda già confermata e in fase di riprese. Questa prima, in particolare, si concentra sulla ricerca da parte di Moiraine Damordred (Rosamund Pike), strega appartenente alla potente organizzazione delle Aes Sedai, della reincarnazione del Drago Rinato, colui che potrà riportare l’ordine nell’Universo. Uno tra i giovani Rand al’Thor, Perrin, Mat, Egwene e Nynaeve sembra essere l’eletto, ma per scoprire chi dovranno tutti affrontare pericoli immani e attraversare prove imprevedibili.

Il viaggio verso la Torre Bianca continua

Al termine del terzo episodio i protagonisti di La Ruota del Tempo avevano raggiunto quel momento inevitabile che li vede separarsi e procedere attraverso percorsi diversi verso la medesima meta. La serie sta ancora gettando elementi per descriverci tanto loro quanto ciò di cui sono capaci. Allo stesso tempo, però, si ha la sensazione di aver già incontrato tutto quello che questa stagione ha da offrire in termini di personaggi e luoghi. Gli ideatori sembrano dunque concentrarsi da ora sul consolidare le caratteristiche distintive della serie, quegli elementi che possono permetterle di distinguersi da titoli similari come Il Trono di Spade e Il Signore degli Anelli.

Come già affermato nella recensione dei precedenti episodi, risulta di particolare fascino il concetto alla base di questo universo narrativo. Questa “ruota del tempo” che dona una circolarità al tutto, permettendo un continuo ritorno di ciò che è stato, con la possibilità di avere dunque infinite possibilità per ogni anima esistente. Nei nuovi episodi tale concetto viene ulteriormente approfondito, confermandosi come un dettaglio di particolare fascino che dona all’intera concezione della storia e dei personaggi un valore in più. Allo stesso tempo, impariamo meglio a conoscere l’ordine delle Aes Sedai, molto più variegato e controverso di quello che si poteva immaginare.

La Moraine Dramordred della Pike è una buona guida in ciò, attraverso la quale si impara a relazionarsi con le altre donne facenti parte di questo gruppo, le uniche ad avere il dono della magia. Ci si relaziona poi con i singoli ragazzi protagonisti, scoprendo di più sul loro passato e sui loro poteri ancora acerbi, mentre fa la sua comparsa anche il Falso Drago interpretato da Alvaro Morte (il professore de La casa di carta). Tante sono dunque le linee narrative da seguire e non tutte riescono ad ottenere il giusto spazio all’interno di questi nuovi episodi. La sensazione sembra dunque quella di una grande concentrazione di eventi senza però che questi riescano a compiersi al meglio.

La Ruota del Tempo Recensione

La Ruota del Tempo, ep. 4 e 5: la recensione

Nonostante i loro problemi di ritmo, questi nuovi episodi si affermano come grossomodo più avvincenti dei precedenti, mettendo in campo maggiori dinamiche e conflitti. Giunti ormai a poco più di metà stagione, c’è da aspettarsi che d’ora in avanti si galopperà verso un finale che necessariamente dovrà dirsi all’altezza. Occorre infatti fidelizzare lo spettatore, probabilmente ancora frastornato dalla tanta carne a fuoco ma certamente affascinato dalla filosofia di fondo e dagli straordinari ambienti mostrati. L’arrivo alla Torre Bianca, ad esempio, ha un profondo sapore tolkieniano, tanto per l’imponenza del luogo quanto per il fascino della scenografia.

Anche da un punto di vista emotivo questi due nuovi episodi regalo momenti particolarmente intensi, dalle confessioni di Perrin alla scoperta del legame che unisce le Aes Sedai ai loro custodi. Cresce dunque la voglia di vedere di più e questi due nuovi episodi soddisfano in parte tale desiderio. Manca ancora qualcosa per rendere memorabili la serie e le vicende raccontate, come ad esempio una maggior chiarezza nei confronti delle minacce, degli antagonisti e, in generale, di quanto sta tramando per distruggere il mondo. Dettagli che probabilmente arriveranno nei prossimi episodi e il cui mistero per il momento tiene viva la curiosità dello spettatore.

 

Spider-Man: No Way Home, Tom Holland rivela una scena tagliata dal film

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L’attore Tom Holland ha rivelato durante la sua ospitata al The Graham Norton Show della BBC una scena che sarebbe stata già tagliata dal montaggio finale di Spider-Man: No Way Home. La scena in questione è quella che l’attore ha girato con il suo fratello Harry Holland di cui erano apparse delle foto dal set. Sfortunatamente per il piccolo di casa Holland non ci sarà occasione di vederlo regista con il fratello maggiore. La scena avrebbe mostrato Spidey che catturava un rapinatore interpretato proprio da suo fratello Harry. Per Tom, è stata un’occasione per mostrare a suo fratello quanto possa essere terribile stare a testa in giù tutto il giorno.

“Stavamo tornando a casa quel giorno, e lui è tipo ‘Amico, puoi lamentarti quanto vuoi. È stato brutale.’ La ciliegina sulla torta, e non credo che lui lo sappia davvero, abbiamo visto il film l’altro giorno e hanno tagliato la scena”, ha detto Holland ridendo. “Non è nel film.” “Ma lui mi ha detto: ‘Sai, amico, è stata davvero dura, ma ero davvero entusiasta di essere in un film di Spider-Man.’ Fa schifo essere te fratello [Ride].”

Con un blockbuster come questo, è inevitabile che i momenti che non sono una parte cruciale della narrazione finiscano per essere tagliati, anche se siamo sicuri che alla fine finirà sul Blu-ray come una scena cancellata. Indipendentemente da ciò, questa è un’esperienza che Tom e Harry probabilmente ricorderanno per molto tempo a venire (e scommettiamo che il giovane Holland non vorrà passare un altro giorno a testa in giù).

 

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Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale italiane il 15 dicembre 2021.

1883: primo promo ufficiale della serie prequel di Yellowstone

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1883: primo promo ufficiale della serie prequel di Yellowstone

Paramount+ ha diffuso il primo promo ufficiale di 1883, l’annunciata serie prequel di Yellowstone, l’acclamato show in corso che vede protagonista Kevin Costner.

1883, la serie tv

1883 è la nuova serie tv prequel di Yellowstone creata e prodotta da Taylor Sheridan e basata sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato interpretato da Kevin Costner nella serie madre.

1883 segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il Montana.

Nel cast di 1883 protagonisti saranno Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim McGraw e Faith Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

Finch, la recensione del film AppleTV+ con Tom Hanks

Finch, la recensione del film AppleTV+ con Tom Hanks

Disponibile su AppleTV+, Finch è il nuovo film con protagonista Tom Hanks che immagina un futuro distopico. Quando si tratta di un genere come la fantascienza, la maggior parte dei lungometraggi preferisce settare il prima possibile con il pubblico tutte le coordinate estetiche e narrative, al fine di calarlo velocemente nell’universo fittizio creato.

Diretto da Miguel Sapochnik (Game of Thrones, Masters of Sex), Finch si muove invece in direzione opposta: non cerca di dare allo spettatore tutte le informazioni necessarie per metterlo a suo agio con l’intelaiatura sci-fi del racconto, poiché non è quello il suo intento primario. Neppure cerca di catturare l’attenzione con il ritmo del racconto o la potenza visiva degli effetti speciali. Lo spessore di questo lungometraggio lo si scopre pian piano, bisogna saper aspettare per arrivare al suo nucleo doloroso.

Tom Hanks, cuore pulsante di Finch

Il cuore pulsante dell’intera operazione è ovviamente il protagonista Tom Hanks, il quale attraverso questo personaggio propone una variazione su un tema già conosciuto. E da noi amato incondizionatamente, è necessario aggiungere. Nel seguire le avventure di un uomo rimasto solo con un cagnolino e un paio di robot dopo che la Terra si è trasformata in un pianeta invivibile a causa di una catastrofe naturale alla memoria torna subito Chuck Noland, lo straordinario protagonista di Cast Away. Ed è proprio attraverso l’accostamento con quel personaggio che Finch Weinberg acquista a suo modo un valore ancor più importante, che probabilmente trascende anche l’effettiva riuscita del film stesso.

Poiché il confronto tra i due lungometraggi, realizzati a distanza di ventuno anni, ci racconta quanto il nostro presente sia cambiato. E qui si rivela ancora una volta la bravura d’attore di Hanks, il quale partendo con il rappresentare come ci si aspetta la saggezza e lo stato morale di Finch, pian piano invece comincia a rivelarne le crepe, lo stato emotivo dilaniato, le contraddizioni tanto forti quanto umanissime. Mentre infatti Chuck dopo la tragedia esperita riesce a trovare se stesso e (ri)costruire una vita dignitosa, questa volta il protagonista fatica e non poco per non soccombere alla disperazione della sua situazione.

Uno studio sulla psicologia umana

Ci troviamo di fronte a un uomo che, anche se non si è ancora arreso, si porta dietro il peso delle proprie (non) azioni insieme a quello di vivere in un mondo devastato e ostile. Ed è questo che rende Finch un film spiazzante: adoperando con sobrietà le coordinate della fantascienza post-apocalittica, passa dall’essere un feel-good movie a diventare uno studio amaro e non scontato della psicologia umana quando messa di fronte a condizioni estreme. Si tratta di uno scivolamento di tono e di senso lieve, a tratti quasi impercettibile, che però dota progressivamente il film di un retrogusto amaro tutt’altro che spiacevole.

Sapochnik non forza mai la mano nel mettere in scena situazioni eccessivamente drammatiche, lascia che siano Hanks e l’evolversi della storia a coinvolgere lo spettatore nelle vicende dei personaggi mostrati. Sotto questo punto di vista anche la narrazione rallentata, in alcuni momenti oseremmo dire statica, diventa invece pienamente funzionale per testimoniare la condizione dell’antieroe.

In una commistione molto curiosa Finch sotto la superficie della confezione di genere si rivela sorprendentemente un film coraggioso e personale. Bisogna arrivare alla fine per capirlo, superare lo spaesamento prodotto da un lungometraggio che molto spesso suggerisce invece di raccontare, sussurra invece di urlare. Il grande vantaggio è che farci da Caronte in questo viaggio controcorrente c’è un attore come nessun altro, capace di raccontare la vita interiore di un personaggio semplicemente adoperando il tono di una battuta. E così scena dopo scena Tom Hanks ci dimostra che Finch Weinberg non è Chuck Noland, perché il mondo in cui deve sopravvivere è più desolato e deteriorato di un’isola deserta…

Chrissy Metz: 10 cose che non sai sull’attrice

Chrissy Metz: 10 cose che non sai sull’attrice

Chrissy Metz è ad oggi una delle più popolari attrici televisive, che pur con pochi titoli ha saputo affermarsi come un’interprete ricca di talento. Capace di spaziare dalla commedia al dramma, la Metz è una vera forza della natura, dotata di un carisma che le ha permesso di destregiarsi con successo dalla televisione al cinema.

Ecco 10 cose che non sai di Chrissy Metz.

Chrissy Metz e Martyn Eaden

1. È stata sposata. Ad oggi non è noto se l’attrice sia più o meno impegnata in una relazione, ma è noto il matrimonio che nel gennaio del 2008 l’ha unita al giornalista inglese Martyn Eaden. I due si sono sposati a Santa Barbara, in California, con una cerimonia privata. All’epoca ancora poco nota, la Metz ha potuto tenere piuttosto riservata la sua vita coniugale, salvo quando ha deciso di annunciare la separazione dal marito nel gennaio del 2013. I due hanno citato come motivo delle differenze inconciliabili, giungendo infine al divorzio nel 2015.

Chrissy Metz: il suo peso

2. Ha scritto un libro sulle proprie esperienze personali. Nella serie che l’ha resa celebre, This Is Us, l’attrice interpreta una trentenne alle prese con i suoi problemi di peso. Si tratta di un argomento ben noto alla Metz, che in più occasioni ha raccontato di come durante tutta la sua vita si sia sentita inadeguata per via della sua corporatura. Nel libro This is me: loving the person you are today, ha infatti raccontato le sue esperienze personali, dal bullismo al trattamento ricevuto dal patrigno.

3. Ha firmato un contratto speciale. Nell’entrare a far parte della serie This Is Us, i produttori della serie hanno fatto firmare all’attrice un contratto che prevedeva anche la promessa di perdere parte del suo peso. Senza stabile né quanto né in quanto tempo, questo era un modo per monitorare la salute della Metz, permettendole anche di poter ottenere gli stessi progressi che il suo personaggio ottiene nel corso della serie.

Chrissy Metz dimagrita

Chrissy Metz è dimagrita

4. Ha perso molto peso. Negli ultimi tempi i fan della serie e dell’attrice hanno notato di come questa si sia dimostrata notevolmente dimagrita e più in salute. In seguito ad un ennesimo attacco di panico, la Metz ha infatti deciso di intraprendere una dieta più ferrea e salutare. Nel giro di 5 mesi è infatti dimagrita di circa 50 chili, semplicemente assumendo 2000 kcal al giorno e praticando almento 20 minuti di passeggiata.

Chrissy Metz: il suo 2020

5. Ha continuato a recitare. Nonostante il mondo nel 2020 si sia pressoché fermato, la Metz ha continuato a recitare preparando la nuova stagione della serie This Is Us, ma anche intraprendendo nuovi progetti attesi per il futuro. L’attrice non ha poi mancato di aggiornare sulle proprie attività tramite il suo profilo Instagram, seguito da 1,6 milioni di persone.

Chrissy Metz in This Is Us

6. La serie le ha cambiato la vita. Prima di entrare a far parte del cast di This Is Us, l’attrice stava attraversando un momento particolarmente complesso della sua vita. Gli scarsi ingaggi non erano sufficienti per permetterle di sostenersi e il suo conto in banca era pressoché in rosso. Venuta a sapere dei casting per la serie, la Metz decise di presentarsi senza troppe speranze. Quando scoprì di aver ottenuto la parte, quello fu per lei il momento che ne decretò la rinascita. In più occasioni l’attrice ha raccontato di come This Is Us le abbia letteralmente cambiato la vita.

7. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Per la sua struggente interpretazione di Kate Pearson nella serie, la Metz ha ricevuto importanti riconoscimenti nel corso degli anni. Nel 2017 è infatti stata candidata come miglior attrice non protagonista sia ai Golden Globe che agli Emmy Awards, mentre nel 2018 e nel 2019 ha vinto il SAG Awards per il miglior cast insieme ai suoi colleghi.

Chrissy Metz This Is Us

Chrissy Metz: i suoi film e le serie TV

8. È nota per alcune serie televisive. Tra i primi ruoli della Metz si annoverano quelli in alcuni episodi di serie come Entourage (2005), All of Us (2005), My Name is Earl (2008), Solving Charlie (2009) e Huge – Amici extralarge (2010). Dal 2014 al 2015 ha ottenuto una prima popolarità interpretando il personaggio di Ima “Barbara” Wiggles nella quarta stagione della serie antologica American Horror Story. Dal 2016 è invece divenuta estremamente popolare grazie alla serie This Is Us, dove ricopre la parte di Kate Pearson recitando accanto ad attori come Sterling K. Brown e Milo Ventimiglia.

9. Ha recitato anche in alcuni film. Oltre alla televisione, la Metz è apparsa anche in alcuni lungometraggi per il cinema. Il primo di questi, Loveless in Los Angeles, risale al 2007. Successivamente ha recitato in News Movie (2008) e il più noto Sierra Burgess è una sfigata (2018), con Shannon Purser RJ Cyler. In questa pellicola la Metz ha ricoperto il ruolo di Trish. Nel 2019 è invece stata protagonista del film Atto di fede, con il ruolo di Joyce Smith.

10. Ha un nuovo progetto in arrivo. Nel 2022 la Metz sarà nuovamente in televisione con la sesta stagione della serie This Is Us, ma anche il grande schermo la vedrà protagonista, con un film descritto come una commedia rurale. Questo è Stay Awake, incentrato sui problemi di alcuni famiglie contadine statunitensi. La Metz, oltre ad avere un ruolo da protagonista, ricopre per questo progetto anche il ruolo di produttrice.

Fonte: IMDb

Diario di una Schiappa su Disney+: incontro con i protagonisti

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Diario di una Schiappa su Disney+: incontro con i protagonisti

Jeff Kinney, mente dietro alla serie a fumetti con milioni di copie vendute in tutto il mondo, e Brady Noon, giovanissimo doppiatore di Greg Heffley, sono stati gli ospiti della conferenza di presentazione di Diario di una Schiappa, il primo adattamento d’animazione dell’omonima serie, disponibile su Disney+ dal 3 dicembre.

Nonostante il grande successo dei libri e i film in live action, questa è la prima volta che Diario di una Schiappa entra in maniera così capillare nelle case delle persone. Il pubblico vedrà le storie in un modo completamente nuovo in questo film. Com’è stato iniziare a lavorare su un adattamento cinematografico animato del primo libro per Kinney?

JEFF KINNEY: È stato davvero emozionante. Vedere i personaggi passare dalla pagina allo schermo in un ambiente CGI completamente renderizzato è stato davvero bello da fare, specialmente farlo con Disney. E, Brady ha fatto un ottimo lavoro nel dare vita a questo personaggio. Vedrai il Greg Heffley della pagina, sullo schermo per la prima volta, il che è davvero fantastico.

Puoi riportarci all’inizio del tuo viaggio con questa serie? Capisco che il tuo primo libro Diary of a Wimpy Kid sia stato una sfida. Puoi dirci qualcosa a riguardo?

JEFF KINNEY: Volevo davvero essere un fumettista. Questo era il mio obiettivo. Volevo essere come Charles Schultz o Bill Watterson, Gary Larson. Ma a nessuno piacevano le mie cose. Avevo bisogno di trovare un modo diverso per pubblicare i miei disegni. E così, mi è venuta l’idea di un cartone animato di lunga durata. Come un romanzo nei cartoni animati. Ci ho lavorato a lungo, otto anni. E, poi, finalmente l’ho mostrato a qualcuno a cui è piaciuto, ed è quello che mi ha fatto iniziare a pubblicare.

La serie di libri è molto popolare. La voce di Greg, Brady Noon, la conosceva prima di essere scelto per interpretare il protagonista?

BRADY NOON: Sì. Conoscevo molto bene il franchise di Diario di una Schiappa, non solo leggendo i libri ma anche vedendo i film live-action quando ero molto più piccolo. Ma c’è stato un momento specifico che ricordo quando ero alle elementari ed ero con mio fratello e mia sorella, avevamo tutti questi giorni della settimana a scuola andavamo a lezione di arte, biblioteca, palestra e un sacco di altre materie. E, ogni giorno in biblioteca, ci litigavamo un libro di Diario di una Schiappa. Perché erano i beni più preziosi da avere durante la giornata in biblioteca. E in particolare ricordo di aver sempre cercato di ottenere il successivo, dopo aver finito il primo, volevo il secondo la settimana dopo, e così via. Poi, ho dovuto prendere il terzo. Era una dipendenza, era così bello!

E come hai saputo della parte, e com’è stato ottenere il ruolo di Greg Heffley?

BRADY NOON: Beh, inizialmente ne ho sentito parlare quando è arrivata l’audizione, ero super eccitato. Ho riletto immediatamente il libro e ho fatto molti compiti, molte ricerche sui precedenti live-action e tutti i libri e tutto il resto. E ho raccolto quante più informazioni possibili perché lo volevo davvero. Ed ero anche eccitato, non solo per il fatto che avrei avuto l’opportunità di fare un’audizione per qualcosa di così incredibile, ma anche il fatto che ci fosse un altro film in uscita è stata la parte più eccitante per me. Anche se non fosse stata mia la parte, avrei comunque visto un altro film! Poi abbiamo attraversato un paio di fasi di audizione. Ma fortunatamente, sono stato abbastanza fortunato da ottenere il ruolo. E ho fatto il film e spero che piaccia a tutti.

C’è qualcosa di Greg che ti assomiglia?

BRADY NOON: Direi che posso relazionarmi con Greg a livello di amicizia. Mi sento come lui, come persona intendo, cerco di essere gentile con tutti. Ma a volte, lungo la strada, sbaglio. Proprio come Greg e proprio come tutti gli altri. Ma, alla fine, cerca sempre di sistemare le cose e di fare ammenda con tutti. Sento che è un messaggio molto forte e qualcosa che ho imparato da Greg e che porto avanti nella mia vita, ora.

Per Kinney, questo film è una lettera d’amore personale anche per la tua vita. Hai basato qualcuno dei personaggi sulla tua famiglia o sui tuoi amici?

JEFF KINNEY: Sì, Greg è davvero una versione di me stesso. Sta facendo delle valutazioni in un momento di passaggio, come facciamo tutti, e quindi vuole lasciare una nota di questo passaggio. Sta pensando al giorno in cui sarà ricco e famoso. Quindi, pensa di raccontare la sua, sai, autobiografia. Ero molto simile a Greg da bambino. Ero un ragazzo disordinato. Sembra che anche Brady sia un po’ disordinato a volte, il che è confortante da sentire.

Chi diresti che è il tuo personaggio preferito della serie e perché?

JEFF KINNEY: Bene, Greg, amerò sempre Greg perché Greg è molto vicino e caro al mio cuore. Ma mi piace molto anche Rowley. Rowley è un personaggio a cui piace essere un bambino. È figlio unico. Non ha un fratello maggiore come Greg e gli piace semplicemente vivere nel mondo di quel bambino, il che frustra Greg perché pensa che entrambi dovrebbero crescere. E Rowley è davvero incorruttibile. Cosa che mi piace molto di lui. E crea questo tipo di tensione nella loro amicizia con cui Brady fa un ottimo lavoro nel mostrare frustrazione, sai. Cerca sempre solo di trascinare Rowley con sé. Ma Rowley non è ancora pronto per crescere.

Oltre a Greg Heffley, chi è un altro dei tuoi personaggi preferiti con cui ti relazioni e perché, per Brady Noon?

BRADY NOON: Personalmente, penso di potermi relazionare un po’ con Fregley. Mi considero un po’ un secchione con certe cose, come se fossi un topo di biblioteca. E mi piacciono i fumetti e Star Wars, e mi sembra di vedere il mio lato da nerd in Fregley.

Ma qual è il segreto del successo mondiale di Diario di una Schiappa?

JEFF KINNEY: Questa è un’ottima domanda. Penso di aver scoperto la risposta a questa domanda viaggiando per il mondo. Penso che tutti vedano Greg come uno di loro, sai. Ad esempio, se vado in Cina o in Brasile, o in Israele, in Nuova Zelanda, è come se non pensassero a Greg come a un ragazzo americano che vive lontano. Pensano che potrebbe essere un loro amico o un loro vicino. E penso che sia davvero fantastico. Se pensi a Greg Heffley e a come è disegnato sulla pagina, è davvero semplice. Penso che le storie sono davvero riconoscibili. Penso che tu conosca persone così, e la tua famiglia è probabilmente così in qualche modo. E, naturalmente, si spera che anche la componente umoristica sia fondamentale.

Diario di una Schiappa è disponibile su Disney+ dal 3 dicembre!

XXXI Noir in Festival: tutti gli ospiti della nuova edizione!

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XXXI Noir in Festival: tutti gli ospiti della nuova edizione!

Saranno il giallo e il nero i colori di cui si tingerà Milano nella sei giorni del XXXI Noir in Festival, in programma dal 10 al 15 dicembre 2021, che porterà nel capoluogo lombardo un ricco parterre di ospiti dal mondo del cinema e della letteratura di genere.

Tornano al Noir i Manetti bros., che dopo aver presentato nel corso dell’ultima edizione del Noir alcune immagini esclusive di Diabolik, regaleranno al festival un imperdibile incontro con il pubblico (mercoledì 15 dicembre, ore 15.00, Auditorium IULM) assieme a Chiara Tagliaferri (autrice del podcast Diaboliques) e l’anteprima del loro nuovo attesissimo film in sala per 01 Distribution dal 16 dicembre. Diabolik sarà infatti l’evento di chiusura della 31ma edizione, accompagnato in sala dai due registi e dal cast del film (mercoledì 15 dicembre, ore 20.30, cinema Odeon).

Tra i protagonisti del cinema che saluteranno il pubblico del Noir: Lucile Hadzihalilovic, regista di Earwig, storia di un uomo che si prende cura di una bambina di dieci anni, per un tormentato dramma psicologico (venerdì 10 dicembre, ore 21.30, Notorious Cinemas Gloria); il regista Antonio Capuano, protagonista di uno speciale omaggio del Noir che sarà premiato come “maverick” del cinema italiano con il Premio Luca Svizzeretto 2021 (sabato 11 dicembre ore 11.30, IULM); Massimo Donati insieme a Lorenzo Richelmy, Fabrizio Ferracane e Galatea Bellugi, regista e protagonisti di Diario di spezie, unico film italiano in Concorso (sabato 11 dicembre ore 18.30, Notorious Cinemas Gloria); Teemu Nikky, recentemente premiato all’ultimo Festival di Venezia, che porta al Noir la sua nuova commedia nera Nimby, in sala dal 14 dicembre per I Wonder Pictures (sabato 11 dicembre, ore 21.30, Notorious Cinemas Gloria); Fabrice Du Welz con il suo Inexorable, un giallo che nasce dall’incontro tra una misteriosa ragazza e una coppia dell’alta borghesia (domenica 12 dicembre, ore 21.15, Notorious Cinemas Gloria); l’acclamato autore de La voltapagineDenis Dercourt, con Vanishing (lunedì 13 dicembre ore 21.30, Notorious Cinemas Gloria); Giovanni Troilo con il suo noir della realtà, Vesuvio, che arriverà in sala per I Wonder Pictures (domenica 12 dicembre, ore 16.30, Notorious Cinemas Gloria); Claudio Cupellini e Toni D’Angelo, tra i registi finalisti per il Premio Caligari.

A decretare il miglior film del Concorso, che sarà premiato con il Black Panther Award, sarà una giuria internazionale composta dall’attrice Silvia D’Amico, prossimamente nella serie TV diretta da Gabriele Muccino A casa tutti bene in onda su Sky dal 20 dicembre, l’attore, regista e sceneggiatore spagnolo Raúl Arévalo, l’attore e regista polacco Jerzy Stuhr, noto per i suoi lavori teatrali e per aver lavorato con alcuni grandi registi del calibro di Andrzej Wajda e Krzysztof Kieslowski.

Imperdibile anche l’appuntamento con un indiscusso maestro del brivido come Dario Argento, cui il festival rende omaggio con la presentazione del volume Dario Argento: due o tre cose che sappiamo di lui realizzato da Cinecittà con Mondadori Electa (sabato 11 dicembre, ore 16.30, IULM): un tributo al grande regista, a cura di Steve Della Casa, che accompagnerà la rassegna cinematografica organizzata da Luce Cinecittà, in collaborazione con il Lincoln Center, a New York.

Dall’universo letterario noir, ospite d’onore di questa edizione sarà Guillaume Musso che riceverà il Premio Raymond Chandler 2021 e presenterà al pubblico del festival il suo ultimo romanzo, La sconosciuta della Senna, La Nave di Teseo (domenica 12 dicembre, ore 18.30, Teatro Filodrammatici). Si parlerà di noir alla francese e della riscoperta del polar insieme ad autori come Hervé Le CorréJérome Loubry e Frank Thilliez, di grandi bestseller con Lisa JewellAlex Michaelides, ma non mancheranno i grandi autori di casa nostra tra cui Carlo LucarelliLoriano MacchiavelliDonato CarrisiMaurizio de GiovanniSimona Vinci, e scoperte più recenti come Mariolina VeneziaStefano Vicario, oltre ai cinque finalisti del Premio Scerbanenco: Cristina Cassar Scalia, Antonella Lattanzi,Pasquale RujuLorenzo Scano e Francesca Serafini.

Il programma completo è consultabile e scaricabile sul sito del Noir in Festival e tutti gli aggiornamenti saranno pubblicati sui social network ufficiali FacebookInstagram e Twitter.

Come si accederà al festival quest’anno? L’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti. La necessità di adeguarsi alle disposizioni vigenti in materia di contenimento della diffusione del contagio del virus COVID-19, renderà però obbligatorio in tutti i luoghi del festival l’esibizione del Super Green Pass e l’utilizzo della mascherina, più alcune piccole accortezze.

In Università IULM (IULM 6 e Auditorium, Via Carlo Bo, 1), dove si terranno gli incontri e le proiezioni dei finalisti per il Premio Caligari 2021, è consigliata la prenotazione inviando una mail a [email protected], indicando nome e cognome dei partecipanti e la data e l’evento per il quale ci si intende prenotare. Diversamente, ci si potrà presentare direttamente sul posto, registrandosi al desk all’ingresso.

Stessa modalità di accesso riguarda il Teatro Filodrammatici di Milano (Via Filodrammatici, 1), dove si svolgeranno gli incontri di letteratura e la premiazione del Raymond Chandler Award 2021 a Guillaume Musso.

Al Notorious Cinemas Gloria (Corso Vercelli, n. 18), dove saranno proiettati tutti i film in concorso e fuori concorso del festival, sarà possibile entrare solo per i maggiori di 14 anni e in possesso del biglietto gratuito prenotabile sul sito https://www.notoriouscinemas.it/ o direttamente alla cassa presso il cinema.

Infine, in Libreria Rizzoli Galleria (Galleria Vittorio Emanuele II, 11/12), dove il 14 e il 15 dicembre si svolgeranno gli appuntamenti con gli ultimi due scrittori del Noir in Festival, Mariolina Venezia e Carlo Lucarelli, è obbligatoria la prenotazione al numero 02.86461071 o sul profilo Instagram @rizzoligalleria.

James Dean: 10 cose che non sai sull’attore

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James Dean: 10 cose che non sai sull’attore

James Dean è uno di quegli attori che se non ci fosse stato avrebbero dovuto invertarlo. Schivo, riservato, ma con un certo carattere, l’attore ha saputo conquistare il pubblico di tutto il mondo per poi diventare una leggenda.

Sebbene Dean fosse tormentato dai demoni, la sua vita era come quella di un ragazzo ventenne qualunque, fatta di amori, divertimento, sogni e tanto lavoro, prima che un fatale incidente lo portasse via da questa terra.

Ecco dieci cose da sapere su James Dean.

James Dean: l’incidente e la morte dell’attore

 

1. James Dean è morto a 24 anni. Il giovane attore morì il 30 settembre del 1955 a causa di un incidente automobilistico. Stando alle informazioni avute, Dean quel giorno si sarebbe dovuto trovavre a Salinas, in California, per una gara automobilistica. In mattinata la sua Porsche 550 Spyder venne preparata e l’attore decise di guidarla per familiarizzare meglio con essa. Perciò, salì a bordo con il meccanico Rolf Wütherich e si inviarono: Dean venne multato per eccesso di velocità nel primo pomeriggio, per poi fermarsi a fare rifornimento.

Dopo aver lasciato le Lost Hills alle spalle, Dead si trovò a guidare sulla U.S. Route 466 quando, ad un certo punto, arrivò in direzione opposta una Ford Custom Tudor coupè bianca e nera guidata da un giovane studente, Donald Gene Turnupseed. Questa si mise a voltare a sinistra, attraversando la corsia di Dean: le due auto incidentarono quasi frontalmente. Se lo studente sopravvisse con diverse ferite e contusioni, Dean venne portato all’Ospedale Paso Robles, dove venne dichiarato morto dopo una decina di minuti, a causa di diverse lesioni interne e la rottura del collo.

2. Nel 2005 sono state diramate nuove informazioni sulla morte di James Dean. Una ricerca effettuata nel 2005 dimostrò che alcune delle informazioni diramate al momento della morte dell’attore, e negli anni successivi, non erano del tutto corrette. Per cinquant’anni si era pensato che l’attore andasse a una gran velocità e che avesse guidato in maniera spericolata: invece, da questo studio è emerso che Dean stava guidando in maniera prudente e non andava così forte come si è sempre pensato. Grazie alle nuove tecnologie è stato stimato che era Dean a guidare (a differenza di diverse voci che dicevano fosse dalla parte del passeggero) e che frenò forte per evitare d’impattare con l’altra auto, invece di accelerare come venne detto all’epoca.

james dean

James Dean: i suoi film

3. James Dean: I film e la carriera. James Dean, prima di realizzare i film che lo hanno reso famoso in tutto il mondo, ha dovuto fare una bella gavetta durata qualche anno in cui ha partecipato ad una serie di film pur senza esserne accreditato: I figli della gloria (1951), Attente ai marinai! (1952), L’ultima minaccia (1952), Il capitalista (1952) e L’irresistibile Mr. John (1953). Finalmente, Dean riesce a farsi valere e ad ottenere dei ruoli importanti nei tre film che lo renderanno una leggenda: La valle dell’Eden (1955), Gioventù bruciata (1955) e Il gigante (1956).

4. James Dean ha lavorato in diverse serie tv. Parallelamente alla sua carriera cinematografia, James Dean ha lavorato anche in qualche episodio di diverse produzioni televisive, come Mio padre, il signor preside (1951), Studio One (1952-1953), Kraft Television Theatre (1952-1953), General Electric Theatre (1954) e Schiltz Playhouse of Stars (1955).

5. È stato candidato postumo agli Oscar. Deceduto nel 1955, l’attore aveva in quel momento da poco ultimato la lavorazione dei suoi ultimi film. La valle dell’Eden gli fece poi guadagnare una prima nomination postuma come miglior attore ai premi Oscar, nel 1956. L’anno seguente la cosa si ripeté grazie a Il gigante. Pur senza aver vinto il premio, queste due sue interpretazioni sono ricordate come tra le migliori nella storia del cinema e vengono ancora oggi studiate dagli amanti della recitazione.

James Dean: altezza

6. James Dean era un di media statura. Affascinante, slanciato e snello, James Dean sembrava un essere un ragazzo molto alto, eppure la sua altezza si sviluppava in 173 centimetri. L’attore, quindi, godeva di un’altezza forse poco più alta della media dell’epoca. In ogni caso, a svettare erano il suo talento e le sue capacità.

James Dean: la vita privata e la fidanzata italiana

7. James Dean era probabilmente bisessuale. Circa l’omosessualità di James Dean, non ci sono mai state delle informazioni chiare, ma ci si è sempre basati su voci, per cosi dire, di corridoio. Lo stesso attore non ha mai detto di esserlo, affermando però di non vivere la vita con costrizioni. Le voci su una presunta omosessualità circolavano già quando era in vita: queste voci, provenienti da persone che pare fossero molto amiche dell’attore, sostenevano che Dean avesse un’intimità sessuale discreta con uomini e di averne frequentati diversi senza darlo a vedere.

James Dean incidente

 

8. James Dean è stato fidanzato con Anna Maria Pierangeli. Nel corso della sua breve vita, James Dean si fidanzò con un’attrice italiana, Anna Maria Pierangeli: i due si conobbero mentre lei stava girando Il calice d’argento in un set che si trovava vicino a quello della Warner Bros. I due si frequentarono per diverso tempo, salvo poi terminare la relazione quando la Pierangeli annunciò di essere in procinto di sposare l’attore Vic Damone.

James Dean e la Porsche maledetta

9. La Porsche di Dean si chiamava Piccola bastarda. L’auto con cui James Dean perse tragicamente la vita nel 1955, è stata definita più volte come maledetta e questo perché pare che le persone, alle quali sono state vendute le parti restanti della macchina (che venne smembrata) ebbero a loro volta degli incidenti automobilistici.

James Franco in James Dean – La storia vera

10. James Franco ha interpretato James Dean. Nel 2001, venne realizzato un film per la televisione intitolato James Dean – La storia vera. Diretto da Mark Rydell e con James Franco nei panni di James Dean, il film racconta la storia dell’attore indimenticato, dalla sua infanzia fino al momento della morte, passando per i retroscena dei film da lui realizzati e alle diverse relazioni sentimentali e rapporti d’amicizia. Il film vinse un Golden Globe e due Emmy Awards.

Fonti: IMDb, biography, telegraph

Taylor Lautner: 10 cose che non sai sull’attore

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Taylor Lautner: 10 cose che non sai sull’attore

Taylor Lautner è uno di quegli attori con i piedi ancorati a terra, ma che non ha mai visto la sua carriera decollare veramente. Sembrava che lo dopo la fine della saga di Twilight Hollywood avesse un posto anche per lui, ma così non è stato.

Sfortunatamente per Lautner, il ruolo di licantropo non è bastato per fare breccia nel cuore di produttori, registi e addetti ai casting, tanto che l’attore ha dovuto ripiegare su film abbastanza scarsi. Ma, nonostante ciò, non si lascia intimidire, dimostrando di non arrendersi.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Taylor Lautner.

Taylor Lautner: film

1. Taylor Lautner: i film e la carriera. Taylor Lautner debutta al cinema con il film Le avventure di Sharkboy e Lavagirl in 3D (2005), interpretando proprio Sharkboy, e Il ritorno della scatenata dozzina (2005). Ottiene poi il successo mondiale per il suo ruolo di Jacob Black in Twilight (2008). Oltre a prendere parte a tutti capitoli della saga – New Moon (2009), Eclipse (2010), Breaking Dawn – Parte 1 (2011) e Breaking Dawn – Parte 2 (2012) – Lautner recita poi anche in Appuntamento con l’amore (2010), Abduction – Riprenditi la tua vita (2011), Un weekend da bamboccioni 2 (2013), Tracers (2015), The Ridiculous 6 (2015) e Run the Tide – Inseguendo un sogno (2016).

2. Taylor Lautner lavora nelle serie tv ed anche doppiatore. Parallelamente al cinema, Lautner si dedica anche alla televisione, apparendo in diverse serie televisive come Summerland (2004), The Bernie Mac Show (2003-2004) e Tutto in famiglia (2004). Dopo una lunga parentesi con il cinema, Taylor Lautner è tornato al mondo delle serie tv: infatti, dal 2014 ha fatto parte del cast di Cuckoo, mentre nel 2016 ha lavorato nella serie Scream Queens. Inoltre, il giovane attore, ha prestato la propria voce partecipando al doppiaggio delle serie tv Le nuove avventure di Scooby-Doo (2005), Duck Dodgers (2005) e Danny Phantom (2005).

Taylor Lautner: 2020

3. Taylor Lautner si sta concentrando su se stesso. A differenza dei suoi colleghi Kristen Stewart e Robert Pattinson, la carriera di Taylor Lautner non è mai decollata veramente. L’attore, pur di cercare di rimanere nel mondo della recitazione, ha lavorato anche in film di basso budget che però sono stati un flop al botteghino. Attualmente egli ha però completato le riprese di un nuovo film, intitolato Home Team, una commedia sul mondo del football.

taylor lautner

Taylor Lautner: fisico

4. Taylor Lautner ha praticato arti marziali. Il fisico di Taylor Lautner, visto un bel po’ di volte nei film in cui ha partecipato, specialmente nella saga di Twilight, è frutto di un gran lavoro. Sin da bambino egli ha infatti cominciato a praticare il karate ed era talmente bravo tanto da riuscire a partecipare, e anche a vincere, diversi tornei di karate di livello locale, nazionale ed internazionale. Il tanto sport praticato gli ha permesso di sfoggiare un fisico particolarmente scolpito e invidiabile.

Taylor Lautner è su Instagram

5. Taylor Lautner ha un profilo Instagram ufficiale. Anche Taylor Lautner si è fatto conquistare dal fascino di Instagram, tanto da avere un proprio profilo ufficiale, seguito da 7,1 milioni di persone. La sua bacheca, seppur piena di post, si può definire mediamente attiva ed è molto diversificata: sono molte le foto che lo ritraggono in momenti nostalgia, o sul lavoro, ma sono molte anche quello che lo rappresentazione nella quotidianità e insieme agli amici o alla nuova fidanzata.

Taylor Lautner è fidanzato

 

6. Taylor Lautner è fidanzato con una studentessa. Della vita sentimentale di Taylor Lautner non si è quasi mai saputo nulla di ufficiale e lui ha sempre mantenuto il più grande riserbo. Tuttavia, dal suo profilo Instagram ha fatto sapere al mondo di essere fidanzato con una giovane studentessa di infermieristica di nome Taylor Dome, con la quale viene ritratto più volte. Il 13 novembre del 2021 i due hanno annunciato tramite i rispettivi account Instagram di essere ufficialmente fidanzati.

7. Taylor Lautner ha avuto dei famosi flirt. Nel corso della sua vita, Taylor Lautner è stato protagonista di diversi pettegolezzi: infatti, gli sono stati attribuiti diversi flirt. Quello più famoso è stata la breve frequentazione, durata qualche mese, con Taylor Swift, ma ci sono state altre frequentazioni, più o meno confermate, come quella con Lily Collins, conosciuta sul set di Abduction e durata dal 2010 al 2011. Successivamente ha avuto delle storie con l’attrice greca Marie Avgeropoulos, conosciuta sul set di Tracers, e con Billie Lourd, conosciuta sul set di Scream Queens.

Taylor Lautner fidanzata

Taylor Lautner in Twilight

8. Ha dovuto indossare una parrucca. Prima di arrivare al look definitivo del personaggio, nelle sue prime volte in scena Jacob sfoggia una folta capigliatura. Questa era naturalmente una parrucca, indossata da Lautner. L’attore, infatti, non aveva né il tempo né la voglia di farsi crescere così tanto i capelli. Indossare quella parrucca, tuttavia, sembra essere stata una delle cose più odiate dell’intera saga dall’attore.

9. Per New Moon, Taylor Lautner ha messo su 10 chili di muscoli. In New Moon avviene finlamente la trasformazione di Jacob da umano a lupo mannaro. A Lautner venne però detto che si sarebbe probabilmente preso un altro attore per poter realizzare tali scene in maniera realistica, in quanto si necessitava di qualcuno con una maggior prestanza fisica di quanto avesse lui in quel momento. Ma il giovane attore non si è dato per vinto: con tanta pazienza e fatica, è riuscito a mettere su circa 10 chili di muscoli e a mostrarli tutti nel film.

Taylor Lautner: età e altezza dell’attore

10. Taylor Lautner è nato l’11 febbraio del 1992 a Grand Rapids, nel Michigan, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1.75 metri.

Fonti: IMDb, biography, eonline

Peacemaker: trailer ufficiale della serie di James Gunn

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Peacemaker: trailer ufficiale della serie di James Gunn

HBO Max ha diffuso il trailer ufficiale di Peacemaker, l’attesa serie tv creata da James Gunn per il servizio di streaming.

Peacemaker, la serie tv

Peacemaker è la serie tv creata da James Gunn per il servizio di streaming HBO Max e si basa sull’omonimo personaggio della DC Comics. Lo show è la primaserie televisiva del DC Extended Universe (DCEU) e spin-off del film del 2021 The Suicide Squad. La serie tv è ambientata dopo gli eventi di The Suicide Squad (2021), ed esplora le origini di Peacemaker e le sue successive missioni.

In Peacemaker protagonisti sono John Cena come Christopher Smith / Peacemaker: un killer spietato che crede nel raggiungimento della pace ad ogni costo. Lo showrunner James Gunn ha descritto il personaggio come un “supereroe/supercattivo/[il] più grande coglione del mondo”. Steve Agee come John Economos: il direttore del penitenziario di Belle Reve e un aiutante di Amanda Waller. Danielle Brooks è Leota Adebayo. Gunn l’ha descritta come una co-protagonista della serie con una visione politica diversa da quella di Peacemaker.  Robert Patrick come Auggie Smith: il padre di Peacemaker.  Jennifer Holland come Emilia Harcourt: un agente della NSA che è un aiutante di Amanda Waller.  Freddie Stroma come Adrian Chase/Vigilante : un procuratore distrettuale e combattente del crimine che può guarire rapidamente dalle ferite.  Chukwudi Iwuji come Clemson Murn.

MCU: le 10 battute più bizzarre dei personaggi

MCU: le 10 battute più bizzarre dei personaggi

Parte della formula vincente del Marvel Cinematic Universe, insieme agli affascinanti supereroi e alle sequenze d’azione esplosive, è l’umorismo unico. I fan sentiranno spesso gli eroi scherzare su film sui viaggi nel tempo e sulle pop star, e i riferimenti alla cultura pop sono diventati ormai parte integrante del MCU, anche se non sempre risultano vincenti.

Le battute iconiche dell’universo superano di gran lunga quelle scadenti, eppure ce ne sono alcune che proprio non riusciamo a mandare giù: scopriamole assieme grazie a ScreenRant.

“Ora contro chi lotti? Gandalf?” – Bucky Barnes

MCU BuckyIl MCU è noto per l’inserimento a più riprese di riferimenti alla cultura pop, tra cui ricordiamo la celebre battuta:” Ora contro chi lotti? Gandalf?” in The Falcon and the Winter Soldier, durante la primissima conversazione tra Sam e Bucky. La battuta si evolve poi in una conversazione piuttosto squallida in cui, tra l’altro, Bucky si vanta di aver letto Lo Hobbit quando è uscito per la prima volta nel 1937.

“Solo Wong? Come Adele? O Aristotele. Drake. Bono. Eminem”. – Stephen Strange.

Doctor Strange MCUQuando Steven Strange viene presentato per la prima volta a Wong in Doctor Strange, non sembra riuscire a comprendere che il suo nome è formato da una sola parola; quindi snocciola un mucchio di musicisti (e il filosofo Aristotele) che sono divenuti famosi grazie al solo nome proprio o d’arte. Inoltre, più avanti, si riferisce anche a Wong come Beyonce.

Questa battuta appare ridicola proprio perché sembra essere totalmente discorde con lo spirito del personaggio: è improbabile che Dr. Strange sia solito ascoltare (o faccia riferimento) ad artisti come Drake o Eminem. Questo è l’esempio di dialogo senza grandi funzionalità, scritto per ottenere risate facili.

“Spero che tu e Banner non stiate giocando a ‘Nascondi la zucchina’” – Tony Stark

Tony MCUQuesta battuta di Avengers: Age of Ultron è probabilmente quella più colorita e squallida dell’intero MCU, proprio perché suggerisce che anche una certa parte del corpo di Hulk sia verde. Quando Tony Stark dice ciò a Bruce Banner e Natasha, che all’epoca si stavano frequentando, è facile intuire dove sta andando a parare, ma è una battuta un po’ troppo spinta per un film per famiglie, anche per gli standard di Tony.

“Scommetto che ora ti stanno malissimo”. – Steve Rogers

black widowIn Captain America: The Winter Soldier, Natasha Romanoff nel corso di un monologo emotivo in cui spiega come le abbiano sparato allo stomaco, si solleva il top per mostrare a Steve Rogers una brutta cicatrice lasciata dal proiettile.

Purtroppo però, qualsiasi accenno di emozione è spazzato via da Steve il quale, una volta che Natasha termina il discorso, dice sarcasticamente che pensa che lei starebbe malissimo in bikini a causa della cicatrice. È un momento involontariamente imbarazzante per il pubblico, e trasforma quella che era una scena sentita in un momento pieno di tensione sessuale piuttosto scomoda.

“Hunka Hulka Burning Fudge è il nostro preferito”. – Wong.

Anche se Steven Strange è di solito il mago delle battute stridenti, anche la spalla del dottore in realtà non è da meno. Questa battuta arriva nel bel mezzo di una delle conversazioni più criptiche e mal interpretate dell’intera serie di supereroi, quando Tony, Bruce, Wong e Strange sono tutti immersi in un dibattito sul loro gusto preferito di Ben e Jerry’s.

Questa battuta risulta particolarmente bizzarra viste le circostanze di Infinity War: Bruce Banner ha letteralmente appena sfondato il Sanctum Sanctorum di Strange e sta cercando di spiegare loro di Thanos, ma tutto ciò viene “messo in pausa” in modo che si possa discutere dei propri gusti di gelato preferiti.

“Hai cambiato il tuo nome da Shang a Shaun?” – Katy.

C’è molto umorismo che circonda Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli: che si tratti di tutti gli esilaranti meme di Shang-Chi o delle battute tra Shang e Katy, il film del 2021 è tanto una commedia quanto un film di arti marziali.

Tuttavia, per quanto Shang e Katy siano divertenti insieme, nessuna delle battute che riguarda la scena dell’aereo si rivela vincente. Quando Shang rivela a Katy il suo vero nome, Katy ondeggia tra il non riuscire a pronunciarlo e il prenderlo in giro. Succede in quasi tutti i film del MCU che qualcuno faccia una battuta sul nome dell’eroe, ma sembra davvero forzato in Shang-Chi.

“Balla, fratello”. – Peter Quill.

Se uno dei film del MCU può essere classificato come una commedia, è Guardiani della Galassia, dato che l’intera sceneggiatura è infarcita di battute. Per la maggior parte, tutte le battute funzionano, tranne quando Peter urla, “Balla, fratello” a Ronin. Alcuni Redditors pensano che Star-Lord non sia divertente, e questo battuta potrebbe proprio spiegarne il perché.

La battuta è così fuori luogo e ha fatto trasalire molti spettatori, perché sembra che Peter si stia comportando come se fosse a un party di una confraternita: questa sarà anche la sua personalità, ma chi si comporterebbe così di fronte a Ronan l’Accusatore? Ciò che rende il tutto ancora più imbarazzante è che Ronan è talmente ottuso da farsi ingannare da Quill.

“Qualcuno ha delle fette d’arancia?” – Scott Lang.

Una delle cose per cui il MCU viene spesso criticato è la mancanza di posta in gioco nei film, con le uniche due eccezioni di Infinity War e Endgame. E questa battuta in Captain America: Civil War è un perfetto esempio di un goffa battuta che rovina quel poco di posta in gioco che c’era. Nella famigerata scena dell’aeroporto, abbiamo visto eroi estremamente potenti scontrarsi tra loro. Tuttavia, quando Scott Lang viene sconfitto e giace a terra contorcendosi per il dolore, chiede scherzosamente se qualcuno ha delle fette d’arancia.

La battuta è che le mamme di calcio spesso portano fette d’arancia alle partite per i bambini in quanto ottime per reidratarsi; ma ciò non funziona assolutamente, anzi, fa percepire al pubblico Scott come infantile, e il bello è che non lo sta nemmeno dicendo a nessuno, non ha un interlocutore in quel momento.

“Sono fatto di rocce, come puoi vedere, ma non lasciarti intimidire. Non devi aver paura, a meno che tu non sia fatto di forbici!”. – Korg.

taika-waititi-korgKorg è tutt’altro che il personaggio più potente di Ragnarok, ma ciò che gli manca in termini di potenza lo compensa con una grandiosa comicità. Il momento più divertente arriva in Endgame quando sta giocando ai videogiochi nella Nuova Asgard. Tuttavia, quando il pubblico lo incontra per la prima volta, l’inizio è (letteralmente) burrascoso.

La battuta di Korg è una miscela di parole tremendamente lunga e totalmente sconclusionata, che peggiora ancora di più con la battuta che segue: “Solo una piccola battuta su roccia, carta e forbici per te“.

“Linguaggio”. – Steve Rogers.

captain america ironAvengers: Age of Ultron forse include le battute più stridenti di sempre nel MCU; ironicamente però, quella più offensiva di tutte è quando Steve Rogers si offende dopo che Tony ha urlato:” M****!”

Quel che è peggio è che Steve si preoccupa di redarguire Tony per il suo linguaggio scurrile nel mezzo di un campo di battaglia, mentre tutti i Vendicatori stanno combattendo gli agenti dell’Hydra a Sakovia. Tuttavia, proprio come se fosse inciampato, Steve ha cercato di rendere questa battuta più raffinata, reiterandola ripetutamente fino a quando il pubblico ha finalmente accettato la cosa e ora è diventata una gag ricorrente.

Harlem: la recensione della nuova serie Amazon

Harlem: la recensione della nuova serie Amazon

La prima cosa che viene spontaneo notare guardando la serie comedy Harlem, ideata da Tracy Oliver e disponibile su Amazon Prime Video a partire dal 3 dicembre, è la straordinaria somiglianza con Run the World, un prodotto particolarmente simile rilasciato nel maggio di quest’anno sulla piattaforma Starz. Entrambi i titoli presentano un gruppo di quattro amiche afroamericane del quartiere Harlem di New York, seguendole nelle loro vicissitudini lavorative e sentimentali. Fatta eccezione per l’idea di base, che molto deve a Sex and the City, le due serie presentano però delle ovvie differenze, che nel caso di Harlem ne fanno un prodotto molto più godibile e interessante.

Protagoniste di questa sono Camille, una giovane e conosciuta professoressa di antropologia con una profonda conoscenza delle norme di corteggiamento nelle varie culture, la quale per contrasto vanta però non pochi problemi sentimentali; Tye, la creatrice di successo di una dating-app per persone queer che preferisce mantenere a distanza di sicurezza le sue vulnerabilità, nonché le eventuali partner; Quinn, un’inguaribile romantica e stilista benestante che sta provando a sdebitarsi con il mondo mentre è impegnata a portare avanti la sua attività che fatica a decollare; ed Angie, un’attrice e cantante piena di fiducia in sé, vivace e senza filtri, che vive a scrocco da Quinn.

Nei primi dieci episodi, disponibili tutti insieme su Amazon, le quattro, interpretate rispettivamente da Meagan Good, Jerry Johnson, Grace Byers e Shoniqua Shandai, si trovano dunque a portare avanti le rispettive carriere e relazioni. Come al tempo fu per Carrie e le sue amiche, anche le protagoniste di Harlem devono però gestire i pro e i contro della loro contemporaneità. La serie cerca quindi di essere il più inclusiva possibile, affrontando dinamiche diverse e possibilmente facendolo nel modo più sincero e divertente possibile. Ed è a partire da ciò che nascono le prime differenze con Run the World.

Harlem e quel pizzico di gusto in più

Come riportato nella recensione di Run the World, uno dei principali problemi di quella serie è l’estrema facilità con cui le protagoniste si rendono antipatiche. I momenti in cui ciò risulta evidente sono diversi e fin troppo gratuiti. Per quanto si cerchi di lasciarsi coinvolgere dalle vicende delle quattro protagoniste, un senso di distacco nei loro confronti risulta difficilmente superabile. Le quattro protagoniste di Harlem, fatta eccezione in alcuni casi per Quinn, appaiono invece più umane. I loro problemi sono più comprensibili, non vengono esasperati ma anzi trattati in modo appassionante.

Soprattutto, le quattro protagoniste di Harlem sono simpatiche. Diversi sono i momenti comici ben riusciti tra di loro, che permettono di sviluppare una maggior affezione nei loro confronti. Camille, Tye, Quinn e Angie affrontano i rispettivi drammi ognuna a modo proprio, dando loro il giusto peso e, nel caso, con la capacità di ridervi su. Al di là delle protagoniste, Harlem è evidentemente una serie che punta alla rappresentazione di un’umanità più vera, imperfetta. Tra corpi non più corrispondenti ad antiquati canoni di bellezza e gaffe sessuali, si rappresenta qualcosa in cui è più facile per tutti riconoscersi.

Questi elementi trovano fortunatamente una messa in scena accattivante tra colori caldi, luci e abiti sgargianti, ambienti suggestivi e scelte di regia che ben sostengono i tempi comici delle protagoniste. Harlem, il quartiere black di New York diventa un quinto protagonista di tutto rispetto, facendo confluire nella serie tutte le sue sfumature, le sue bellezze e la sua atmosfera. Svolgere direttamente in questo le riprese, piuttosto che ricorrere a location ricostruite, apporta un valore aggiunto non di poco conto

Harlem recensione

Harlem: la recensione della serie

Harlem, dunque, gode di quel pizzico di gusto in più che sembra mancare a Run the World. Non tutto è perfetto e speso si rischia di cadere in alcune banalità o stereotipi che vanno in aperto contrasto con gli intenti della serie, ma rispetto al titolo di Starz risulta comunque un deciso passo in avanti. Questo è rappresentato inoltre dal fatto che le quattro protagoniste, a cavallo tra i venti e i trent’anni, sono tutt’altro che donne pienamente realizzate. Sia a livello lavorativo che sentimentale hanno ancora molto da dimostrare e ciò le rende più problematiche e, pertanto, interessanti.

Questa serie sembra dunque avere tutte gli elementi giusti per affermarsi come il vero titolo che gli amanti del genere potranno ora apprezzare. Prendendo il buono di Sex and the City e Run the World e collocandosi nel mezzo di queste due, Harlem risulta essere un prodotto particolarmente godibile, un vero e proprio racconto di formazione fruibile anche da spettatori diversi.

Salma Hayek: 10 cose che non sai sull’attrice

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Salma Hayek: 10 cose che non sai sull’attrice

Salma Hayek è una di quelle attrici che se non ci fosse, bisognerebbe inventarla. La sua è stata una carriera fatta di tanta gavetta, lavoro che le ha consentito di potersi fare un nome e, piano piano, di poter conquistare il mondo dello star system e di farsi amare da una grande fetta di pubblico.

Sarà piccoletta, ma ha una grinta da vendere, rivelando le molestie subìte da Harvey Weinstein e facendosi forza per realizzare una carriera che fosse contraddistinta dalla meritocrazia e dal talento.

Ecco dieci cosa che forse non sapete su Salma Hayek.

Salma Hayek: Dal tramonto all’alba

1. Salma Hayek ballato con un serpente in Dal tramonto all’alba. Che la Hayek abbia lavorato in Dal tramonto all’alba, film diretto da Robert Rodriguez e scritto da Quentin Tarantino, è cosa ben nota. Quello che non si sa è aveva una gran paura di dover ballare con un serpente. L’attrice, un po’ di tempo fa, rivelò di essere caduta in trance per poter fare una cosa del genere, per realizzare una scena totalmente improvvisata e senza aiuto di un coreografo.

Salma Hayek: oggi

2. Salma Hayek ha recitato in diversi film recentemente. Tra il 2020 e il 2021 l’attrice ha preso parte a ben 6 film, dalla commedia Amiche in affari fino al cinecomic Marvel Eternals. L’ultimo film in cui ha recitato attualmente è House of Gucci, atteso nelle sale italiane dal 16 dicembre, dove interpreta Giuseppina Auriemma, maga napolatana accusata di essere coinvolta nell’omicidiodi Maurizio Gucci ad opera di Patrizia Reggiani.

3. Salma Hayek produrrà una serie tv. La Hakey non è nuova nel mondo della produzione, ma questa volta ha in mano un progetto diverso: produrrà una miniserie dal titolo Santa Evita, incentrata sullo scandalo del sequestro della salma di Evita Peron, l’amata first lady argentina. Fu questo un caso durato diversi anni e divenuto noto in tutto il mondo.

salma hayek

Salma Hayek: il suo fisico

4. A Salma Hayek piace mettere in mostra il suo fisico. Salma Hayek ha 55 anni ma non li dimostra affatto, specie se poi si osservano le foto che l’attrice posta su Instagram. La Hayek, infatti, va molto fiera del suo fisico tutte curve, mandando completamente in tilt il popolo di Internet ogni qualvolta la si veda in costume. Ma è anche l’attrice stessa a provocare, come una foto in topless postata proprio da lei su Instagram.

5. Salma Hayek è stata molestata da Harvey Weinstein. In una lunga lettera scritta al New York Times, l’attrice ha dichiarato che fu proprio Weinstein a vedere in lei la figura ideale per dare vita a Frida, ruolo che per la Hayek era di estrema importanza. Insomma, ciò che Weinstein le aveva poi riservato erano delle richieste assurde e continue, come chiederle di farsi la doccia con lui, farsi guardare, fare massaggi via dicendo. Proposte alle quali l’attrice ha sempre rifiutato: aver adottato il rifiuto fece di Weinstein un essere rabbioso, tanto da arrivare e dirle “Ti ucciderò, non pensare che non possa farlo”.

Salma Hayek: l’altezza dell’attrice

6. Salma Hayek è piccoletta. La Hayek è una piccola bomba sexy tutta curve: ma anche se è piccoletta, ha saputo dimostrare molte volte di avere del talento da vendere, così come la grinta. L’attrice, infatti, è protagonista di molte campagne umanitarie e femministe, ed è sempre pronta a mettersi in prima linea per difendere una giusta causa. Inoltre, la sua altezza non le ha mai causato problemi nel mondo della recitazione, segno che il talento è arrivato prima di tutto.

Salma Hayek: chi è il marito

7. Salma Hayek è sposata con un imprenditore francese. L’attrice messicana è attualmente moglie di François-Henri Pinault: i due si sono conosciuti nel 2006 e si sono sposati il 14 febbraio del 2009 a Parigi, dopo essersi allontanati per un breve periodo nel 2008. Dopo la cerimonia a Parigi, i due hanno sono stati protagonisti di un’altra celebrazione avvenuta un mese più tardi, il 25 aprile, a Venezia. Nel 2007, i due coniugi sono diventati genitori della loro primogenita, Valentina Paloma.

8. Salma Hayek è stata sostenuta dal marito quando gli rivelò delle molestie di Weinstein. Prima di rilasciare la sua intervista al New York Times, la Hayek ha rivelato tutto al marito, rimasto contrariato solo perché avrebbe voluto che avesse la disponibilità di parlare prima. Il sostegno per la moglie è stato immediato e ciò le ha concetto di poter rivelare tutto quello che le è accaduto in passato e di sostenere diverse cause femministe a riguardo.

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Salma Hayek: i suoi film

9. Salma Hayek: i film e la carriera. Salma Hayek ha iniziato la sua carriera al cinema 1993 con Mi vida loca, per poi proseguire con Nel cuore della città – Midaq Alley (1995), Desperado (1995), Dal tramonto all’alba (1996), Breaking Up – Lasciarsi (1997), Wild Wild West (1999) e Dogma (1999). Gli anni Duemila iniziano con film come Timecode e Traffic, per proseguire con Hotel (2001) e con Frida (2002) che la rese famosa agli occhi di tutto il mondo. La sua carriera è continuata recitando in diverse produzioni: C’era una volta il Messico (2003), After the Sunset (2004), Bandidas (2006), Across the Universe (2007), Le belve (2012), Il fidanzato di mia sorella (2014), Il racconto dei racconti (2015), Come ti ammazzo il bodyguard (2017), Amiche in affari (2020), Eternals (2021) e House of Gucci (2021).

10. Salma Hayek è anche doppiatrice, regista e produttrice. Nel corso della sua carriera, Salma Hayek ha sperimentato diversi ambiti del cinema: ha prestato la propria voce per il doppiaggio di Home (2009), Il gatto con gli stivali (2011), Pirati! Briganti da strapazzo (2012) e Sausage Party (2016). Inoltre, ha diretto un film per la tv, The Maldonado Miracle (2003) e ha prodotto il film Frida e la serie Ugly Betty (2006-2010), dove ha recitato anche in alcuni episodi.

Fonti: IMDb, biography, people

La casa di carta: 8 cose che solo i veri fan della serie sanno

La casa di carta: 8 cose che solo i veri fan della serie sanno

La casa di carta è indubbiamente stata una delle serie Netflix più celebri e discusse degli ultimi anni: l’azione inossidabile come marchio degli episodi, personaggi iconici come Tokyo e Il Professore e gli intrecci narrativi hanno appassionato spettatori di tutto il mondo. Ripercorriamo assieme alcuni dei retroscena e delle curiosità più strabilianti della serie!

Il legame tra Tokyo e Natalie Portman

Non tutti sanno che molti dei tratti fisici ed emotivi del personaggio di Tokyo sono stati influenzati dal personaggio di Mathilda, interpretato da Natalie Portman nel celebre film Leon-The Professional (1994). Non solo il taglio a caschetto di Úrsula Corberó nella serie ricorda Mathilda, ma anche la dinamica padre/figlia con il Professore rispecchia ampiamente la relazione tra Mathilda e Leon.

Corberò ha rivelato che già prima della prova costumi stava pensando ad un look simile a Mathilda per quello del suo personaggio; quando è poi entrata in sala trucco per le prove, ha spiegato che l’intera parete era tappezzata di immagini di Mathilda: il resto è storia.

Álvaro Morte ha contribuito ad ideare il look del professore

Da varie interviste, emerge chiaramente quanto Álvaro Morte abbia lavorato per dar vita al personaggio del Professore. Molti fan sarebbero d’accordo sull’affermare che la serie non sarebbe stata la stessa senza la sua mente geniale, dato che si tratta di uno dei personaggi migliori e più complessi della TV. Non solo la sua creatività ha incuriosito i fan, ma anche il modo in cui è stato in grado di manipolare le menti di molti personaggi e sfuggire alla cattura.

Morte ha ammesso di aver fornito ispirazione ai costumisti suggerendo che il professore sembrasse un ragazzo normale, timido, che non sarebbe mai stato notato. Sembra che il reparto costume sia stato certamente all’altezza delle sue aspettative, dato che gli abiti dalle tonalità neutre del Professore lo aiutano a non essere mai sotto i riflettori.

Nairobi non era inclusa nella sceneggiatura originale

Alba FloresÈ difficile credere che Alba Flores non facesse quasi parte dello show ma inizialmente fu proprio così; Nairobi non faceva parte dello script originale e i creatori della serie hanno deciso di aggiungere alla narrazione il personaggio di Nairobi solo dopo aver lavorato con la Flores in un’altra serie spagnola, Vis a Vis.

Flores ha affermato che i creatori di La casa di carta pensavano inizialmente che un personaggio femminile come Nairobi non avrebbe funzionato. Solo più tardi, hanno contattato la Flores chiedendole se fosse interessata a costruire assieme a loro la forte personalità di Nairobi.

La maschera di Dalì

Quando si tratta di cinema o serie tv, sappiamo che ci sono maschere o costumi che sono diventati sinonimi di un personaggio: la maschera da hockey di Jason Voorhees di Venerdì 13, quella di Ghost Face, il Guy Fawkes di V per Vendetta… e la maschera di Dalì della Casa di Carta.

Questa maschera è un simbolo di resistenza, rivoluzione e orgoglio nazionale; il Professore ha ammesso che una delle sue motivazioni dietro le rapine è che disprezzava il modo in cui i ricchi continuavano a beneficiare dopo il crollo finanziario ed è quindi chiaro che le maschere simboleggiano la sua rivoluzione.

Sono state disegnate più di 500 tute rosse per la 5 stagione

Anche le tute rosse sono diventate un simbolo iconico della serie La casa di carta; il costumista Carlos Diez ha ammesso di aver creato “500 tute per la stagione 5, con 8 pezzi per ogni personaggio“.

Dal momento che ciascuna tuta si è diversificata in ogni stagione, Diez ha anche aggiunto che il reparto costumi deve conservare tutte le tute delle stagioni precedenti, dato che la serie non è girata in ordine cronologico. Capiamo così quanto tutti coloro che stanno dietro le quinte abbiano contribuito a dare vita ai personaggi.

Álex Pina ha subito molte pressioni per sbarazzarsi di Berlino

Pedro AlonsoTutti i fan di La casa di carta sono rimasti scioccati nell’assistere alla morte di Berlino al finale della Parte 2, soprattutto perché il personaggio interpretato da Pedro Alonso era assolutamente tra i più significativi dell’intera serie.

Álex Pina ha rivelato in La casa di carta: il fenomeno che il web aveva inizialmente interpretato male il personaggio di Berlino e voleva che la serie se ne sbarazzasse perché non si adattava bene allo spirito narrativo e le opinioni che avanzava erano considerate piuttosto obsolete. Pina si è rifiutato di tagliarlo dallo show perché pensava che sarebbe stato un villain interessante, tuttavia farlo morire nella Parte 2 si è rivelata la mossa giusta perché ha permesso agli altri personaggi di svilupparsi ulteriormente e di introdurne altri.

Itziar Ituño non voleva partecipare alla serie

Itziar ItunoAnche se molti conoscono Itziar Ituño come la coraggiosa Raquel in Money Heist, l’attrice non avrebbe in realtà voluto accettare il ruolo dato che aveva già passato anni ad interpretare una poliziotta nella serie Goenkale. Fortunatamente, ha finito per cambiare idea non appena ha letto il copione, scoprendosi in sintonia con la morale del personaggio e la storia.

Considerando che Raquel è diventata un leader autorevole e vigoroso, è difficile immaginare qualcun altro nel ruolo, dato che la Ituño cattura perfettamente il suo atteggiamento testardo e determinato. Renderla parte della squadra dei rapinatori è stata una delle migliori idee che gli sceneggiatori abbiano mai avuto, perché ha contribuito a rendere il suo ruolo ancora più complesso e dinamico.

È in arrivo un adattamento sudcoreano

squid game simboliNME ha recentemente annunciato che un adattamento sudcoreano di La casa di carta sarà trasmesso in anteprima su Netflix il prossimo anno. Nel cast troveremo l’attore Yoo Ji-Tae e l’attore di Squid Game Park Hae-soo, che interpreteranno gli iconici fratelli Vertele.

Non sono stati rivelati molti dettagli sulla trama, ma sembra che la serie avrà la stessa premessa, anche se la rapina avrà luogo nella penisola coreana. Pina ha lodato questo futuro adattamento: non ci resta che attendere ulteriori notizie.

Lasciarsi un giorno a Roma dal 1 gennaio su SKY e NOW

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Lasciarsi un giorno a Roma dal 1 gennaio su SKY e NOW

Arriverà il 1° gennaio alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand, il nuovo film Sky Original, Lasciarsi un giorno a Roma, una co-produzione italo-spagnola Italian International FilmNeo Art Producciones con Vision Distribution, prodotto da Fulvio e Federica Lucisano.

Lasciarsi un giorno a Roma è un film di Edoardo Leo, con Edoardo Leo (Noi e la Giulia, Perfetti Sconosciuti, Smetto Quando Voglio, La dea fortuna), Marta Nieto (Madre, Tres, El Camino De Los Ingleses), Claudia Gerini(Ammore e Malavita, The Passion, Viaggi di Nozze) e Stefano Fresi (Romanzo Criminale, Smetto Quando Viglio, La Befana Vien di Notte).

La trama

Quanto è difficile separarsi dopo un lungo rapporto, dopo dieci anni di convivenza o di matrimonio? Quanto è difficile trovare le parole, i modi? Quanto è complicato voler lasciare un uomo senza farlo soffrire? E se un giorno, in un momento di disperazione e solitudine si scrivesse ad una posta del cuore? Per sfogarsi o per trovare qualcuno che ci suggerisse come fare, come riuscire a separarci senza far soffrire il nostro partner? Ma soprattutto cosa succederebbe se quella lettera anonima arrivasse proprio al nostro compagno?

Il regista Edoardo Leo ha dichiarato: “In questi anni sono successe, a livello professionale, molte cose per me e molto diverse tra loro. Questi fatti artistici hanno avuto una costante, il rapporto con Sky – Vision Distribution nei miei film come interprete e soprattutto il percorso iniziato insieme nei miei film da regista e sceneggiatore, tutti prodotti da Italian International Film. Ci siamo ‘scelti’ e abbiamo tanti progetti in cantiere tra film realizzati e altri ancora da fare. Ma tutto è iniziato con un innamoramento, esattamente come accade nel film, con Lasciarsi un giorno a Roma. Sono stato il primo ad essere prodotto subito dopo il lockdown e, nonostante le difficoltà evidenti, mi hanno permesso di realizzare una grande coproduzione internazionale con un cast meraviglioso. Una grande star spagnola come Marta Nieto e due amici come Claudia Gerini e Stefano Fresi. Una storia che volevo realizzare da molto tempo e che, in questo momento storico così particolare, sono felice sia stata scelta come Sky Original per Capodanno”

Antonella d’Errico, Executive Vice President Programming Sky Italia ha dichiarato: “Siamo molto felici di iniziare il 2022 con il film di Edoardo Leo, che si inserisce nel solco dei film Sky Original su cui continuiamo a investire e a lavorare intensamente e che hanno portato, in appena un anno, risultati sorprendentemente positivi. Lasciarsi Un Giorno A Roma – prodotto con i nostri partner Vision e Italian International Film – è un film importante per Edoardo, che segna il suo ritorno da autore e interprete ad una storia intima, in cui i sentimenti vengono raccontati con il giusto e delicato equilibrio, grazie anche a un cast eccellente. E lo è per Sky, il film perfetto per il primo giorno dell’anno, una data importante per tutti e per il pubblico di Sky Cinema”.

Federica Lucisano, Amministratore Delegato di Italian International Film (Gruppo Lucisano) ha dichiarato: “Questo film regala emozioni indimenticabili e sono felice di poterle offrire al grande pubblico di Sky proprio durante il periodo delle festività. È una gioia ed un segno di grande speranza lanciare un film così bello proprio il primo giorno del nuovo anno. Ringrazio Edoardo Leo, Sky e Vision Distribution per aver condiviso con noi il percorso che ci ha portati fino a qui.”

Massimiliano Orfei, amministratore delegato di Vision Distribution ha dichiarato: “Con Vision siamo orgogliosi di continuare questo percorso accanto a Edoardo, che lo vede impegnato come autore, attore e regista in diversi progetti insieme a noi. Lasciarsi un giorno a Roma è un film in cui noi abbiamo creduto dall’inizio e siamo certi che incontrerà il gusto del suo pubblico nel periodo delle feste.”

 

Olivia Newton-John: 10 cose che non sai sull’attrice

Olivia Newton-John: 10 cose che non sai sull’attrice

Divenuta un’icona negli anni Settanta, l’attrice e cantante Olivia Newton-John si è distinta tanto in campo musicale quanto cinematografico. Ha infatti cantato brani entrati nell’immaginario comune e recitato in alcuni film divenuti cult senza tempo. Ancora oggi in attività, l’artista non manca di regalare sempre nuove emozioni a tutti i suoi fan sparsi per il mondo.

Ecco 10 cose che non sai di Olivia Newton-John.

Olivia Newton-John: i suoi film e la televisione

1. Ha recitato in noti film. La Newton-John esordisce sul grande schermo nel 1965 con il film Funny Things Happen Down Under, mentre nel 1970 è in Together (1970). Torna poi al cinema nel 1978 partecipando in qualità di protagonista femminile al musical Grease – Brillantina, dove recita accanto a John Travolta. Il film è un successo straordinario e da quel momento l’attrice recita anche in Xanadu (1980), Due come noi (1983), Un amore rinnovato (1988), Un party per Nick (1996), Sordid Lives (2000), Score – A Hockey Musical (2010) e Tre uomini e una pecora (2011). Nel 2020 ha un piccolo ruolo in The Very Excellent Mr. Dundee.

2. Ha preso parte a progetti televisivi. Nel corso della sua carriera l’attrice ha avuto modo di recitare anche in alcuni film o episodi di serie televisive. Tra i primi si annoverano titoli come Una mamma per Natale (1990), Un papà per Natale (1994), The Wilde Girls (2001) e, più recentemente, Sharknado 5: Global Swarming (2017). Per quanto riguarda le serie TV, la si può invece ritrovare in tre episodi di La saga dei McGregor (1995), in Ned and Stacey (1995), Murphy Brown (1997) e in Sordid Lives: The Series (2008). Nel 2010 ha invece partecipato agli episodi 17 e 22 della prima stagione di Glee.

Olivia Newton-John in Grease

3. Il personaggio è stato riscritto per lei. Quando Olivia Newton-John è stata scelta per il ruolo di Sandy, il background del suo personaggio ha dovuto essere cambiato per adattarsi a quello dell’attrice. Nel musical originale di Broadway, Sandy era una ragazza americana e il suo cognome era Dumbrowski. Nella versione cinematografica, è diventata Sandy Olsson dall’Australia.

Olivia Newton-John Grease

4. Ha richiesto di poter ballare nel film. In origine, Sandy non avrebbe dovuto assolutamente partecipare alla gara di ballo nel film. Avrebbe dovuto essere distratta e sottomessa da Sonny prima ancora che la gara iniziasse, permettendo a Cha Cha di saltare e prendere il suo posto e vincere la gara. Ma Olivia Newton-John era ansiosa di ballare nel film, anche se non era una ballerina professionista come John Travolta. Quindi ha convinto il regista Randal Kleiser a lasciarla ballare con Danny nel concorso per alcuni minuti, e poi a Sonny di saltare dentro e sottometterla pochi minuti dopo.

5. Ha avuto alcune difficoltà con l’abbigliamento del finale. Per il finale, dove canta “You’re the One That I Want“, Olivia Newton-John ha dovuto essere letteralmente cucita nei suoi pantaloni dopo che la cerniera si è rotta. “Mi hanno cucito quei pantaloni ogni mattina per una settimana“, ha affermato. “Dovevo stare molto attento a ciò che mangiavo e bevevo per poterci entrare. È stato atroce“. A complicare tutto ciò vi era il grande caldo percepito sul set, che ha reso i pantaloni di pelle in questione un indumento particolarmente scomodo.

Olivia Newton-John canta Physical

6. È una delle sue canzoni più note. Nel 1981 l’attrice ha pubblicato il suo nono album in studio, intitolato Physical. All’interno di questo è contenuto anche il brano omonimo, tra i più celebri e ricordati della Newton-John. Il brano è stato un successo immediato, vendendo 2 milioni di copie negli Stati Uniti, venendo certificato disco di platino, e passando 10 settimane alla numero uno della Billboard Hot 100, alla fine è diventata la maggiore hit americana della Newton-John. Vincitore del Grammy come miglior singolo pop, è ancora oggi ricordato come uno dei brani più famosi e rappresentativi degli anni Ottanta.

Olivia Newton-John e il brano Hopelessly Devoted to You

7. La canzone è stata scritta dopo le riprese di Grease. Il contratto dell’attrice per Grease prevedeva che avrebbe dovuto avere una canzone da solista. Tuttavia, nessuno aveva idee per un brano per il suo personaggio, Sandy, fino a quando il produttore di Olivia, John Farrar, non ha ideato “Hopelessly Devoted To You” a metà delle riprese. Il regista Randal Kleiser non era del tutto convinto dalla canzone all’inizio e ha dovuto inventare una scena completamente nuova per adattarla. Alla fine è stata filmata e registrata dopo che il film si era concluso e ha guadagnato l’unica nomination all’Oscar del film.

Olivia Newton-John Hopelessly Devoted to You

Olivia Newton-John: oggi

8. È sposata e ha una figlia. Da sempre molto riservata circa la sua vita personale, la Newton-John ha sempre rilasciato poche informazioni a riguardo. Sappiamo però che è attualmente sposata con il produttore John Easterling dal 2008. Per l’attrice si tratta del secondo matrimonio, avendone già avuto uno dal 1984 al 1995 con l’attore Matt Lattanzi, dal quale ha avuto una figlia nel 1986 di nome Chloe, oggi cantante.

9. Lotta contro una brutta malattia. Nel 2017 l’attrice si è trovata a dover sospendere temporaneamente il suo tour musicale per curarsi da una malattia che l’aveva già colpita nel 1992. Quello che sembrava un semplice mal di schiena si è infatti rivelato essere un tumore al seno. Nel 2019 la Newton-John ha poi rivelato che tale male le è stato diagnosticato per una terza volta e che questo la costringe ora a seguire protocolli antidolorifici particolamente pesanti. Nonostante ciò l’attrice continua ad opporsi con tutte le sue forze alla malattia.

Olivia Newton-John: età e altezza dell’attrice

10. Olivia Newton-John è nata il 26 settembre del 1948 a Cambridge, in Inghilterra. L’attrice è alta complessivamente 1.68 metri.

Fonte: IMDb

Shailene Woodley: 10 cose che non sai sull’attrice

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Shailene Woodley: 10 cose che non sai sull’attrice

Shailene Woodley è una delle migliori attrici della sua generazione. La sua è stata una gavetta intensa, già iniziata quando era ancora una bambina, ma ciò le ha consentito di essere una grande attrice. La Woodley ha dimostrato di avere un talento innato per la recitazione e si essere molto versatile, sia per i ruoli da lei interpretati, sia riguardo al fatto se il suo lavoro sia destinato al piccolo o al grande schermo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Shailene Woodley.

Shailene Woodley: i suoi film e le serie TV

1. Shailene Woodley: i film e la carriera. Nel 2011 l’attrice fa il suo debutto sul grande schermo nel film Paradiso amaro, recitando accanto a George Clooney e distinguendosi per il suo grande talento. In seguito ha avuto ruoli da protagonista in The Spectacular Now (2013), Divergent (2014), Colpa delle stelle (2014) e i due seguiti della saga Divergent, ovvero Insurgent (2015) e Allegiant (2016). Tra i suoi ultimi film si annoverano Snowden (2016), Resta con me (2018), Ricomincio da te – Ending, Beginnings (2020), The Mauritanian (2021) e L’ultima lettera d’amore (2021). Prossimamente reciterà nei film intitolati Misanthrope, Robots, The Fence e Panopticon.

2. Shailene Woodley continua a lavorare nelle serie tv ed è comparsa in un videoclip. Shailene Woodley inizia la sua carriera di attrice sin dalla più tenera età, debuttando nel mondo della recitazione nel 1999 in Senza papà, per poi continuare in The District (2001-2003), Crossing Jordan (2001-2004), Senza traccia (2003) e The O.C. (2003-2004). Continua poi a recitare in serie come Tutti amano Raymond (2004), My Name Is Earl (2006) e Cold Case – Delitti irrisolti (2007), per poi raggiungere il successo con La vita segreta di una teenager americana (2008-2013). Nel 2017 è tornata in televisione come una delle protagoniste di Big Little Lies – Piccole grandi bugie, che la vede condividere il piccolo schermo con Reese Whiterspoon, Nicole Kidman, Laura Dern e Alexander Skarsgard.

3. È anche produttrice. Negli ultimi anni l’attrice non si è più accontentata di svolgere solo ruoli da attrice, ma ha anche deciso di essere produttrice di alcuni dei progetti da lei interpretati, così da sostenerli al meglio. La sua prima volta in tali vesti è stata per Resta con me, una struggente storia d’amore in mezzo all’oceano. Successivamente ha prodotto anche L’ultima lettera d’amore. Nel 2022 sarà invece produttrice di Misanthrope, film crime dove reciterà accanto a Ben Mendelsohn.

shailene woodley

Shailene Woodley: chi è il suo fidanzato

4. Shailene Woodley è fidanzata con un rugbista. Dall’inizio del 2017 al 2020 l’attrice ha frequentato un rugbista di successo, tale Ben Volavola. Dopo la rottura con questi, ha iniziato invece a frequentare il quarteback Aaron Rodgers. Nel febbraio del 2021 la Woodley ha iniziato a riferirsi a lui come il suo fidanzato, confermando poi effettivamente il loro fidanzamento durante la partecipazione al The Tonight Show Starring Jimmy Fallon.

5. Shailene Woodley ha una vita molto privata. Della vita sentimentale passata di Shailene Woodley non si sa molto, poiché l’attrice ha sempre mantenuto il più stretto riserbo su di essa. Tuttavia, le sono stati affibbiati diversi flirt, come quello con Theo James, co-star della serie Divergent, con Ansel Egort e con Nahko Bear, leader di una rock band che si chiama Nahko and Medicine for the People. Lei tuttavia non ha mai confermato nessuno di questi flirt.

Shailene Woodley: altezza

6. Shailene Woodley è piuttosto alta. L’attrice americana ha sempre avuto la tendenza a svettare rispetto agli altri suoi colleghi, sin da quando era una ragazzina: la Woodley, infatti, è alta 173 centimetri. Ciò, comunque, non le ha impedito di interpretare tanti diversi personaggi nel corso della sua carriera.

shailene woodley

Shailene Woodley in Resta con me

7. Si è preparata al ruolo vivendo su una barca. Per poter interpretare il suo personaggio in Resta con mel’attrice dovette trascorrere diverso tempo su una vera barca in mezzo al mare, così da poter vivere in modo più realistico la vicenda dei protagonista. Tale condizione fu però tutt’altro che semplice per lei, trovandosi ad avere in più occasioni il mal di mare insieme anche al suo collega Sam Claflin e al resto della troupe.

Shailene Woodley in The O.C.

8. Ha recitato nella celebre serie. Prima di diventare la star internazionale che è oggi, l’attrice aveva avuto anche un ruolo nella popolare serie The O.C., dove interpretava Kaitlin Cooper, sorella di Marissa. Pur essendo comparsa solamente in sei episodi della prima stagione, la Woodley ha affermato di ricordare ancora oggi quella come un’esperienza straordinaria, di cui è pienamente orgogliosa e che le ha permesso di innamorarsi ancor di più della recitazione.

Shailene Woodley è su Instagram

9. Shailene Woodley ha un profilo Instagram ufficiale. Anche Shailene Woodley ha ceduto al fascino di Instagram, tanto da avere un account ufficiale seguito da qualcosa come 4,6 milioni di persone. Molto attiva sul social, l’attrice ha una bacheca molto diversificata: i suoi post si dividono tra momenti lavorativi ed eventi mondani, ma anche tra la quotidianità e la semplicità, mettendo in mostra la sua bellezza acqua e sapone e la sua spensieratezza.

10. Shailene Woodley ha presentato il suo fidanzato con un post. Dopo aver disseminato di indizi la sua bacheca di Instagram, l’attrice ha presentato ai suoi seguaci il tanto amato fidanzato. Inutile dire che i fan sono andati subito in visibilio e che hanno fatto tutti il tifo per lei, affinché possa sempre essere felice.

Fonti: IMDb, biography, dailymail

Benedict Cumberbatch non si è mai lavato sul set de Il Potere del Cane

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Benedict Cumberbatch non si è mai fatto la doccia sul set del suo nuovo film, Il Potere del Cane, attualmente nelle nostre sale. Dopo il suo ruolo rivoluzionario come detective nella serie della BBC Sherlock, Cumberbatch ha ottenuto la sua prima nomination all’Oscar per la sua interpretazione del crittanalista Alan Turing nel film del 2014, The Imitation Game.

Cumberbatch è ora meglio conosciuto per il suo ruolo di neurochirurgo del Marvel Cinematic Universe diventato stregone, il dottor Stephen Strange. Lo Stregone Supremo di Cumberbatch avrà un ruolo di primo piano in Spider-Man: No Way Home che ci porterà direttamente alla sua seconda uscita da solista, Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

Il progetto più recente dell’attore di Doctor Strange proviene dall’acclamata regista Jane Campion, punto di riferimento per la scena cinematografica mondiale, sebbene Il Potere del Cane sia il suo primo film in oltre un decennio. Cumberbatch interpreta un allevatore brutale ma carismatico di nome Phil Burbank che incute paura e timore reverenziale in coloro che lo circondano, in particolare il suo mite fratello George (Jesse Plemons) che porta a casa la sua nuova moglie (Kirsten Dunst) e il di lei figlio (Kodi Smit-McPhee). Il cast del film comprende anche Thomasin McKenzie, Keith Carradine e Frances Conroy.

Parlando con USA Today, Benedict Cumberbatch ha fatto luce sugli incredibili sforzi compiuti per incarnare il ruolo di Phil Burbank. Quando è arrivato per la prima volta sul set del western degli anni ’20 in Nuova Zelanda, l’attore afferma di aver evitato del tutto di fare la doccia o il bagno nel tentativo di entrare nel personaggio, cosa che Campion ha incoraggiato. Questo impegno per il ruolo si è esteso anche ai suoi costumi, poiché Cumberbatch ha chiesto al reparto guardaroba di non lavare nessuno dei suoi vestiti. Questo odore pugnante è diventato una parte importante del collegamento con la “natura animale” del personaggio, dice Cumberbatch.

La mia famiglia doveva ancora arrivare sul set e ho pensato: “Ci vado (da loro) e basta”. Ma poi mi invitavano a mangiare sushi o a fare una passeggiata e io letteralmente emanavo – avevo una zona a rischio biologico intorno a me. Non era un buon momento per farsi fare le coccole da Cumberbatch e fare un selfie.

Il potere del cane, recensione del film di Jane Campion

Il potere del cane dal romanzo “The Power of the Dog” di Thomas Savage con protagonisti Benedict Cumberbatch, Kirsten Dunst, Jesse Plemons, Kodi Smit-McPhee. Il film è prodotto See-Saw Films (Emile Sherman, Iain Canning), Bad Girl Creek, Brightstar, BBC FIlm, Max Films, Cross City Films.

La trama di Il potere del cane

Il carismatico allevatore Phil Burbank incute paura e rispetto. Quando il fratello porta la nuova moglie e il figlio di lei a vivere al ranch di famiglia, Phil li tormenta finché non si ritrova vulnerabile alla possibilità di innamorarsi.

Matrix Resurrections sarà più divertente degli originali

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Matrix Resurrections sarà più divertente degli originali

Secondo una recente intervista con EW, i fan di Matrix Resurrections dovrebbero prepararsi per un nuovo capitolo del franchise più apertamente divertente. Jessica Henwick, che interpreta il nuovo personaggio Bugs in Matrix Resurrections, afferma che il progetto persegue un “nuovo tono” che lo rende più “gioioso” rispetto ai suoi predecessori, e Keanu Reeves sembra concordare. L’attore canadese è stato “colpito da quanto umorismo c’è in esso”, ma rassicura i fan che non si allontanerà troppo dallo stile degli originali:

Sta lanciando di nuovo il guanto di sfida per Matrix; è super intelligente, brillante, pieno di suspense e divertente. Ha dichiarato Reeves. Chissà cosa ci sarà da aspettarsi!

Matrix Resurrections vedrà nel cast il ritorno di Keanu ReevesCarrie-Ann Moss e Jada Pinkett-Smith al fianco delle new entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil Patrick Harris, Jonathan Groff, Jessica HenwickToby Onwumere e Christina Ricci. L’uscita nelle sale è fissata per il 22 dicembre 2021. Il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana Wachowski. La sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell.

Daniel Radcliffe ha una relazione “strana” con Robert Pattinson

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Daniel Radcliffe ha una relazione “strana” con Robert Pattinson

Nonostante siano apparsi insieme nella serie di Harry Potter, Daniel Radcliffe ammette di avere una strana relazione con Robert Pattinson. Prima di essere il protagonista di un altro popolare franchise di film YA, Pattinson ha fatto un’apparizione chiave in Harry Potter e il Calice di Fuoco, nei panni di Cedric Diggory, un serio Tassorosso che viene scelto per essere uno dei campioni del Torneo Tremaghi. Pattinson ha condiviso alcune scene con Radcliffe (che ha interpretato Harry in tutti e 8 i film), inclusa la morte di Cedric nell’atto finale, che funge da importante punto di svolta per l’intera serie.

Da allora, le carriere di Robert Pattinson e Radcliffe si sono divise. Radcliffe è rimasto con Harry Potter fino alla fine e, negli anni successivi alla conclusione del franchise, si è fatto un nome nella sfera indie, lavorando tanto anche a teatro. Pattinson, nel frattempo, ha continuato a interpretare il vampiro rubacuori Edward Cullen nel franchise di Twilight. Una volta terminato, Pattinson si è dedicato al cinema indipendente per diversi anni. Nel 2022 tornerà nel mondo dei blockbuster con The Batman.

Poiché sono apparsi insieme in un importante franchise, alcuni fan potrebbero credere che Pattinson e Radcliffe siano buoni amici. Non è proprio così, come ha rivelato Radcliffe in una recente intervista al The Jonathan Ross Show (tramite CinemaBlend). L’attore ha spiegato che non si parlano da molto tempo, anche se ha un buon ricordo del tempo condiviso sul set con Pattinson.

“Ero a New York per fare Equus, ed ero sulla Westside Highway e mi sono girato e ho visto questo cartellone ed ero tipo, ‘Cosa, lo conosco quel ragazzo!’ Non avevo sentito parlare dei libri di Twilight dell’epoca; non ero a conoscenza di quel fenomeno. E quindi sì, è strano. Abbiamo una relazione molto strana ora in cui sostanzialmente comunichiamo solo attraverso i giornalisti. Non ci vediamo da secoli. Perché tutti pensano che siamo grandi amici, ma l’ho incontrato, è stato un ragazzo adorabile quando ho lavorato con lui.”

Spider-Man: No Way Home, Benedict Cumberbatch non ha letto lo script per intero

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Parlando con USA Today del suo nuovo film Il Potere del Cane, Benedict Cumberbatch si è lasciato sfuggire di non aver letto l’intera sceneggiatura di Spider-Man: No Way Home.

Conoscendo i soliti trucchi della Marvel per impedire la fuoriuscita di spoiler, probabilmente la produzione non gli ha fornito la vera sceneggiatura completa a prescindere. Tuttavia, l’attore ha fatto la sua scelta di non leggere l’intero script, così da potersi godere il film quando lo vedrà nella sua forma completa.

“Sai che è un vicolo cieco [chiedere spoiler], ma posso dirti questo: è un film tumultuoso. Non voglio rivelare nulla – e in realtà non ho letto l’intera sceneggiatura! L’ho fatto apposta perché voglio godermi il viaggio.”

Spider-Man: No Way Home, ecco quanto durerà il film

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale italiane il 15 dicembre 2021.

Furiosa: Anya Taylor-Joy si aspetta che l’esperienza la cambi

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Furiosa: Anya Taylor-Joy si aspetta che l’esperienza la cambi

Anya-Taylor Joy condivide le sue aspettative sul fatto che le riprese del prequel di Mad Max: Fury Road, Furiosa, la trasformeranno in una persona “notevolmente diversa”. Lo sviluppo del progetto è stato un percorso difficile dal 2017, quando la società di produzione del creatore del franchise George Miller ha intentato una causa contro la Warner Bros. per un controverso bonus di 7 milioni di dollari.

Sebbene Miller abbia mantenuto vive le speranze confermando lo sviluppo di tre diversi film di Mad Max, la causa non è stata risolta in modo appropriato fino alla fine del 2020, momento in cui Furiosa è stato annunciato ufficialmente, con Miller destinato alla regia.

Il casting per Furiosa è iniziato poco dopo, con Miller che si è incontrata con Jodie Comer e Anya-Taylor Joy per il ruolo titolare e alla fine l’ha offerto a quest’ultima dopo aver visto la sua interpretazione in Ultima notte a Soho. Il roster avrebbe continuato a crescere poco dopo con l’aggiunta di Chris Hemsworth e Yahya Abdul-Mateen II in ruoli sconosciuti, anche se la star di Candyman ha recentemente lasciato a causa di un conflitto di programmazione e sostituito da Tom Burke. A seguito dei ritardi dovuti alla pandemia di COVID-19 in corso, la produzione di Furiosa sta cercando di iniziare nel primo trimestre del 2022.

In una recente intervista con l’Associated Press, Taylor-Joy ha parlato dell’imminente produzione del prequel di Mad Max: Fury Road, Furiosa. La vincitrice del Golden Globe ha rivelato di aspettarsi che le riprese del blockbuster d’azione la trasformeranno in una persona diversa, ma in una direzione positiva e ha espresso la sua eccitazione per quello che verrà.

“Sono così eccitata [di interpretare Furiosa]. So che qualunque persona sarò alla fine delle riprese, sarà notevolmente diversa dalla persona che sono ora e sono eccitata per questo tipo di crescita. Penso che sia un tipo di crescita che si ottiene solo sfidandoti intensamente e non riesco a immaginare un ruolo migliore, un regista migliore e una storia migliore con cui farlo. Non vedo davvero l’ora”.

Tutto quello che sappiamo su Furiosa

Nonostante il grande successo di Mad Max: Fury Road, un nuovo film del franchise è stato bloccato per anni a causa di una disputa legale tra Miller e la Warner Bros. Tuttavia, lo scorso ottobre il progetto è stato confermato ufficialmente attraverso la notizia del casting di Anya-Taylor Joy, la star di The New Mutants e La regina degli scacchi, che interpreterà una versione più giovane del personaggio di Furiosa. Oltre a lei, nel cast ci saranno anche Chris Hemsworth (Thor: Ragnarok) e Tom Burke, anche se al momento i loro ruoli non sono stati ancora svelati.

George Miller dirigerà, co-scriverà e produrrà Furiosa insieme al suo partner di produzione di lunga data Doug Mitchell. Il film sarà prodotto dal marchio australiano Kennedy Miller Mitchell di Miller, insieme al partner di Fury Road, la Warner Bros. Pictures.

Cartoons on the Bay: Digital, Live & Hybrid, per la prima volta multipiattaforma

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Tre anime per essere in linea con un mondo in evoluzione, proseguendo un discorso iniziato obbligatoriamente l’anno scorso a causa della pandemia, ma che è servito a sviluppare un nuovo modo di organizzare e comunicare eventi. Digital, Live & Hybrid come accadrà dal 3 all’8 dicembre. Digital su tre diverse piattaforme, Cartoons on the Bay Channel, RaiPlay e MYmovies.it, che offriranno al pubblico e agli accreditati altrettante diverse tipologie di contenuti, dalle interviste con i protagonisti dell’animazione e del mondo dei linguaggi transmediali alle opere selezionate per i concorsi internazionali, il tutto organizzato con un palinsesto on demand.

Un sistema già sperimentato con grande successo nell’edizione 2020, che ha fatto registrare numeri eccezionali per quanto riguarda gli accessi su RaiPlay e le ore di visione, e che si espande quest’anno attraverso MYmovies, la piattaforma streaming dei grandi festival italiani, compresa la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, e dove approda Cartoons on the Bay.

Inoltre dal 3 all’8 dicembre lo schermo del Movieplex de L’Aquila si illuminerà con la magia del cinema per ragazzi, in animazione e live action, un assaggio di quello che sarà il programma di Cartoons on the Bay nella sua edizione estiva.

CARTOONS ON THE BAY – DIGITAL

Fusako Yusaki, maestra dell’arte dell’animazione a passo uno in plastilina e le cui opere televisive hanno fatto crescere quattro generazioni di piccoli spettatori italiani attraverso le trasmissioni della RAI dedicate al pubblico dei giovanissimi, ottiene l’accesso alla Hall of Fame di Cartoons on the Bay dopo aver ricevuto il Pulcinella Award alla carriera alcuni anni fa. Si ritroverà al fianco di Bruno Bozzetto, Don Bluth e Guido Manuli nel museo virtuale del festival. A lei sarà dedicata una ampia retrospettiva sulla piattaforma RaiPlay.

Tommy Tallarico, il più prolifico sviluppatore di videogiochi della storia, racconterà la sua esperienza nell’industria che lo vede protagonista da trent’anni, oggi con una nuova avventura che arriva dal passato.

Dal Giappone arriva invece Gōichi Suda, che offrirà una visione diametralmente opposta al mondo videoludico rispetto al suo collega statunitense.

Lev Manovich e Henry Jenkins, due tra i maggiori esperti di cultura digitale contemporanea, ci guideranno verso scenari futuri sempre più vicini, in cui le arti e il mondo virtuale sono sempre più legati, anche il cinema, quello che racconta Nicola Guaglianone, sceneggiatore di Lo chiamavano Jeeg Robot, Freaks Out, La befana vien di notte, film che hanno portato il cinema italiano in una dimensione più vicina al concetto di entertainment hollywoodiano contemporaneo.

Tutto questo senza dimenticare di fare il punto sulla situazione dell’animazione e dei mercati a essa collegati in una congiuntura ancora fortemente influenzata dalla pandemia. Tutte le masterclass che saranno visibili su Cartoons on the Bay Channel, all’interno del sito ufficiale di Cartoonsbay.rai.it Su MYmovies.it sarà possibile visionare, nella sala virtuale del portale di cinema leader in Italia, i lungometraggi e i cortometraggi in concorso in questa edizione di Cartoons on the Bay.

CARTOONS ON THE BAY – LIVE

La multisala Movieplex de L’Aquila, attraverso un accordo di partnership con il festival proporrà sei film in sei giorni, dal 3 dicembre all’8 dicembre in visione gratuita fino ad esaurimento posti. Si parte il 3 dicembre con Trash, di Luca Della Grotta e Francesco Dafano, animazione italiana incentrata su temi ambientalisti che sta facendo il giro del mondo tra festival e vendite internazionali.

Il 4 dicembre è la volta di Wolfwalkers, film candidato sia all’Oscar che allo European Film Award come miglior film d’animazione, prodotto da Cartoon Saloon, la factory irlandese già studio dell’anno 2020 per Cartoons on the Bay.

Il 5 dicembre Francesco Cinquemani presenterà Ladri di Natale.

Il 6 dicembre una coppia famosissima, Tom & Jerry, divertirà i bambini in sala nella loro ultima avventura, in cui i due personaggi animati si inseguono senza esclusione di colpi in uno spazio live action.

Il 7 dicembre sarà la volta di Yaya & Lenny: The Walking Liberty, l’ultima creazione della MAD, factory napoletana vincitrice del David di Donatello come miglior produzione per Gatta Cenerentola e dell’EFA come miglior film d’animazione con L’arte della felicità.

Gran finale l’8 dicembre con La strega di Natale, il secondo film diretto da Francesco Cinquemani che sarà questa volta accompagnato da Tom Arnold, William Baldwin e Cristina Moglia, protagonisti del film.

7 donne e un mistero: trailer del nuovo film di Alessandro Genovesi

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Margherita Buy, Diana Del Bufalo, Sabrina Impacciatore, Benedetta Porcaroli, Micaela Ramazzotti, Luisa Ranieri e Ornella Vanoni sono le protagoniste di 7 Donne e un mistero, il film scritto da Alessandro Genovesi e Lisa Nur Sultan e prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del Gruppo Fremantle, e WARNER BROS. ENTERTAINMENT ITALIA.

Diretto da Alessandro Genovesi 7 Donne e un mistero uscirà in sala il 25 dicembre distribuito da Warner Bros. Pictures.

La trama di 7 Donne e un mistero

Ambientato nell’Italia degli anni ’30, 7 Donne e un mistero racconta le concitate ore che seguono l’inspiegabile omicidio di un+ imprenditore, nonché marito e padre, al centro di un variopinto gruppo di donne che, dopo essersi riunite nella villa di famiglia per celebrare insieme la vigilia di Natale, si trovano costrette ad affrontare e rivelare l’un l’altra segreti e sotterfugi per cercare di risolvere un mistero che in qualche modo le riguarda tutte. Sono infatti tutte sospettate, chi sarà l’assassina?

7 Donne e un mistero, il poster

Hawkeye: Jeremy Renner commenta l’Easter Egg di Ant-Man nell’episodio 3

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Jeremy Renner ha commentato il grande omaggio a Ant-Man nel terzo episodio di Hawkeye. Renner riprende il suo ruolo di maestro tiratore del Marvel Cinematic Universe, Clint Barton, nella serie Disney+ che parla tanto di Kate Bishop di Hailee Steinfeld quanto dell’Avenger originale. Dopo essere stati interrogati da Maya Lopez di Alaqua Cox, alias Echo, l’episodio 3 vede i due arcieri che rubano un’auto e mettono in scena una fuga per le strade innevate di New York City mentre sono inseguiti dalla Tracksuit Mafia.

Durante l’episodio 1, Clint porta i suoi figli a vedere lo spettacolo di Broadway, Rogers: The Musical, che presenta attori che interpretano vari Vendicatori, incluso Ant-Man. Più tardi, Clint e Kate passano davanti a un artista di strada in costume di Ant-Man, anche se questi non sono gli unici riferimenti al supereroe formica. La scena dell’inseguimento in macchina dell’episodio 3 di Hawkeye vede Kate usare per la prima volta le frecce truccate di Clint, comprese le frecce di mastice, le frecce di fumo, l'”inutile” ventosa e le frecce USB. Tuttavia, il culmine della scena si verifica quando Clint estrae una freccia Pym che usa per ingrandire una delle normali frecce di Kate a mezz’aria, distruggendo un SUV pieno dei loro inseguitori.

Hawkeye: tutti gli Easter Egg e i riferimenti Marvel del terzo episodio

Stando a quanto dichiara Jeremy Renner, era solo questione di tempo prima che Occhio di Falco sfoderasse una freccia con tecnologia Pym, mettendo così la serie più in scia con i Vendicatori. Ecco cosa ha dichiarato Renner:

“Se proprio hai una freccia con la punta speciale, dovrebbe essere una freccia Pym. A causa della relazione [di Occhio di Falco] con Ant-Man. È stata una cosa così bella, bella. Ora si ragiona; ora ci sentiamo più simili a Vendicatori. Quando filmi non ti rendi davvero conto di quello che succede. Quando lo vedi, magari a un’anteprima, pensi come, aspetta, cosa? Sarà negli effetti visivi? E quindi sì, era qualcosa per cui ero molto, molto, molto entusiasta e non vedo l’ora che lo vedano tutti.”

La scena è sicuramente riuscita e sia Kate che il pubblico restano a bocca aperta di fronte al tocco da maestro che Clint sfodera durante l’inseguimento.

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